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Lo screening per il cancro del collo dell’utero

Rosa De Vincenzo

Lo screening per il cancro del collo dell’utero

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Il tumore della cervice uterina è il quarto tumore più diffuso al mondo e, tra le giovani donne di età compresa tra 15 e 44 anni, è il secondo più comune a livello globale. Tuttavia, grazie ai progressi nella vaccinazione e nelle tecniche di screening, è una malattia prevedibile e curabile, se diagnosticata precocemente e trattata adeguatamente.

Nel novembre 2020, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stabilito come obiettivo quello di eliminare il cancro della cervice uterina entro il 2030. Questo obiettivo si basa su tre pilastri principali:

  1. Vaccinazione: Vaccinare il 70% delle adolescenti entro i 15 anni;
  2. Screening: Raggiungere il 90% della popolazione mondiale con programmi di screening;
  3. Trattamento: Garantire che il 70% delle donne con patologie invasive ricevano un trattamento adeguato.

Lo screening precoce è fondamentale. Tradizionalmente si basa sull’esecuzione del Pap-test, introdotto da Papanicolau negli anni ‘40. Grazie a questo test è stato possibile salvare milioni di vite, poiché consente di rilevare precocemente le anomalie cellulari. Oggi, i programmi di screening si sono evolutivi con l’introduzione dell’HPV DNA Test. Si tratta di un test di biologia molecolare che rileva la presenza del DNA virale. Questo test è ora utilizzato come screening primario per le donne sopra i 30 anni ed è stato adottato da 18 regioni italiane.

Il processo di screening e diagnosi comprende:

  • HPV DNA Test: Rileva la presenza del virus. Se positivo e associato ad un Pap-test alterato, si invia la paziente a sottoporsi ad una colposcopia;
  • Pap-test: Se l’HPV DNA test è positivo ma il Pap-test è negativo, l’HPV test viene ripetuto dopo un anno. La persistenza di genotipi virali ad alto rischio richiede ulteriori indagini con la colposcopia;
  • Colposcopia: È un esame di secondo livello che, attraverso una biopsia, conferma la diagnosi istologica.

L’HPV DNA test è molto sensibile e ha un alto valore predittivo negativo, il che significa che un test negativo indica una bassissima probabilità di sviluppare patologie nei prossimi anni, permettendo di estendere l’intervallo di screening a cinque anni, mentre il Pap-test deve essere ripetuto ogni tre anni.

La colposcopia è fondamentale non solo per la diagnosi, ma anche per il trattamento conservativo delle lesioni pretumorali del collo dell’utero (CIN 2 e CIN 3), che possono evolvere in tumori invasivi, se non trattate. La tecnica di escissione a radiofrequenza (conizzazione LEEP) permette trattamenti curativi e conservativi, mantenendo l’integrità funzionale e anatomica della cervice uterina. Questo è particolarmente importante per le donne di età compresa tra 32 e 35 anni, molte delle quali sono nullipare e desiderose di avere figli.

La combinazione vaccino per HPV, HPV DNA Test e Pap Test rappresenta una strategia vincente per il futuro della salute delle donne. Questi strumenti, se utilizzati correttamente, possono salvare innumerevoli vite e migliorare la qualità della vita delle donne in tutto il mondo.

Tuttavia, nonostante la disponibilità di questi strumenti efficaci, le coperture vaccinali rimangono ancora basse. È essenziale aumentare gli sforzi sociali, economici e culturali per migliorare le coperture vaccinali e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione.

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