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Welfare e natalità

Gilberto Turati

Welfare e natalità

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Parlare di Welfare State e natalità, implica discutere due questioni:

  1. L’ effetto del welfare state sulla natalità;
  2. L’ effetto che la natalità ha sul welfare state.

Il Welfare State è quell’insieme di istituzioni che si è sviluppato alla fine dell’800, per rispondere ad alcuni rischi che - con lo sviluppo delle industrie - sono diventati rischi sociali (ad esempio, il rischio di disoccupazione, di malattia, di invalidità…). Il modello di Welfare si è dovuto adattare al cambiamento che esso stesso aveva comportato all'interno della società. I cambiamenti rilevanti del modello Welfare sono 2:

  1. L’invecchiamento della popolazione: la popolazione ha avuto a disposizione migliori opportunità dal punto di vista economico, questo ha allungato la vita media degli individui;
  2. Il cambiamento del ruolo della donna, poiché è cambiato in generale il ruolo delle donne nella società.

La riduzione della natalità è dovuta anche a quest’ultimo cambiamento: in un mondo in cui la donna partecipa in modo diverso al mercato del lavoro, diventa complicato gestire i tempi tra lavoro e famiglia. Questa è una possibile spiegazione. La riduzione dei tassi di natalità, insieme all’allungamento della vita, porta con sé quello che è il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione.

L’invecchiamento di per sé è un risultato estremamente positivo del Welfare, e del fatto che riusciamo a vivere meglio, in maniera più prospera all’interno della società. Dal punto di vista della tenuta del Welfare questo pone - però - una serie di sfide non indifferenti, perché il nostro sistema di welfare è finanziato a ripartizioni, di conseguenza gli attivi, oggi, pagano per i servizi di Welfare che sostengono le persone che si trovano in stato di bisogno.

Cosa può fare la natalità per il Welfare?

Abbiamo bisogno di aumentare il numero degli attivi, perché le proiezioni dal punto di vista demografico sono piuttosto complicate. Se si riducesse ulteriormente il tasso di fertilità (con conseguente riduzione delle donne in età fertile), avremmo sempre una maggiore difficoltà a mantenere il Welfare così come l’abbiamo conosciuto fino ad ora. Si innescano, quindi, varie soluzioni, alcune nel breve periodo che devono necessariamente passare attraverso una maggiore considerazione dei flussi migratori, perché le tendenze della natalità si invertono solo nel lungo periodo; nel lungo periodo, dovremmo puntare anche sul tema dell’aumento dei tassi di natalità, che oggi sono scesi al di sotto delle 400.000 nascite per anno.

Come si aumenta la natalità?

Entriamo in una materia molto complicata. Dal punto di vista economico si pensa sempre agli incentivi, aiutando anche le donne a conciliare i tempi del lavoro con i tempi da dedicare alle famiglie. Un tema rilevante è il tema dell’assegno unico e universale per i figli. Va ricordato che una parte dei fondi che hanno finanziato questo nuovo strumento, che è un trasferimento alle famiglie, arrivano dalle precedenti detrazioni per i figli, nell’ambito dell’Irpef.  Il secondo punto è lo sviluppo del sistema di asili nido. Il PNRR può certamente aiutare, anche se l’ultima revisione parla di una riduzione dei fondi.

Dovremmo puntare agli strumenti che aiutano le donne a partecipare di più al mercato del lavoro, perché osserviamo che, dove le donne partecipano di più, sono anche quelle circostanze nelle quali le donne fanno più figli. 

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