Università Cattolica del Sacro Cuore

Progetti

 FERTILITÀ

 

Scelte di procreazione: un'indagine sulle coppie in Italia

 

Muco cervicale e ciclo ovarico: il ruolo diagnostico del Metodo dell’Ovulazione Billings® nell’ottica della medicina personalizzata  

I Metodi di Regolazione Naturale della Fertilità (RNF) sono strumenti di conoscenza che consentono di individuare i periodi fertili e non fertili del ciclo ovarico, offrendo un valido supporto sia nella ricerca della gravidanza, sia nel rinviare o evitare il concepimento. Il muco, prodotto a livello della cervice uterina, è un fattore fondamentale della capacità riproduttiva umana: esso assume caratteristiche chimico-fisiche e strutturali diverse in risposta alle diverse concentrazioni sieriche degli ormoni ovarici. Ha la funzione di modulare il passaggio degli spermatozoi dalla vagina all’utero, in relazione alle diverse fasi del ciclo ovarico, e ne consente la sopravvivenza durante la fase fertile. Tra i Metodi di Regolazione Naturale della Fertilità il Metodo dell’Ovulazione Billings® utilizza esclusivamente, come unico indicatore di fertilità, il “sintomo del muco", che rispecchia in modo preciso le modificazioni del secreto cervicale indotte dagli ormoni ovarici. A partire dalla sua ideazione negli anni ‘50 da parte di John ed Evelyn Billings, il Metodo dell’ovulazione Billings® si è diffuso in più di 100 Paesi, ampiamente supportato dalla pubblicazione di lavori scientifici che ne hanno dimostrato l’efficacia di utilizzo ai fini di evitare o di ricercare la gravidanza. Lo studio, che prevede l’arruolamento di 100 donne (per un totale di 300 cicli ovarici) ha come obiettivo primario  la valutazione dell’accuratezza del Metodo dell’ovulazione Billings® nell’individuare le tre fasi del ciclo ovarico (preovulatoria; ovulatoria; postovulatoria) in comparazione con il monitoraggio ecografico, e come obiettivo secondario la valutazione dell’accuratezza del Metodo dell’ovulazione Billings® nell’individuare le tre fasi del ciclo ovarico (preovulatoria; ovulatoria; postovulatoria), stratificando per: BMI, età del menarca, precedente uso della pillola estroprogestinica, parità, allattamento, stili di vita (fumo), occupazione.

 

Conoscenze e comportamenti delle giovani donne in età fertile con formazione secondaria di secondo grado o universitaria sulla salute preconcezionale. Identificare i loro bisogni di salute per poter implementare interventi personalizzati

La salute preconcezionale, intesa come stato della donna prima della gravidanza, è un argomento chiave nell’ambito della Sanità Pubblica. Essa si occupa di indagare gli aspetti principali della salute della donna che potrebbero avere delle ripercussioni sulla gravidanza o sulla salute del nascituro, come la gestione delle malattie croniche e genetiche, una corretta alimentazione, un adeguato consumo di acido folico, l’esercizio fisico, il controllo del peso corporeo e stili di vita sani (evitare fumo, alcol e droghe). Spesso le conoscenze delle donne in questo ambito sono scarse e disomogenee. L’assenza di studi sull’argomento sulle donne italiane e l’importanza della cura della donna in età fertile per evitare ripercussioni in gravidanza o sul nascituro, ha ispirato lo studio che ha avuto come obiettivi:  (i) identificare quali sono le conoscenze sulla salute preconcezionale delle giovani donne in età fertile in Italia; (ii) identificare i comportamenti delle giovani donne in età fertile relativamente alla salute preconcezionale in Italia; (iii) stimare una possibile associazione tra conoscenze e comportamenti delle giovani donne in età fertile relativamente alla salute preconcezionale; (iv) calcolare la quantità di acido folico assunta con la dieta delle giovani donne in età fertile; (v) valutare la salute fisica, mentale, sociale e dentale delle giovani donne in età fertile: (vi) determinare lo stato nutrizionale delle giovani donne in età fertile; (vii) determinare lo stato vaccinale delle giovani donne in età fertile; (viii)conoscere gli stili di vita e i comportamenti delle giovani donne in età fertile. Lo studio ha avuto come popolazione di studio 340 donne con età tra i 18 e i 25 anni che frequentavano la scuola secondaria di secondo grado o l’università in Italia. Lo studio, in corso anche in Corea del Sud, ha come obiettivo interventi di formazione/informazione della popolazione femminile al fine di migliorare le condizioni di salute preconcezionale.

 

Identificazione di biomarkers diagnostici, prognostici e predittivi nel muco cervicale per disordini riproduttivi e ginecologici 

Il muco cervicale è un idrogel secreto dall’epitelio ghiandolare endocervicale la cui secrezione varia per caratteristiche quantitative e qualitative in risposta all’attività ovarica della donna e/o alle condizioni che possono indirettamente modificarlo (fattori di stress, infettivi/microbiologici, immunologici, assunzione di farmaci a base di ormoni, patologie a carico dell’apparato riproduttivo di origine endocrina). La secrezione di muco cervicale è in stretta relazione con gli eventi ormonali che si verificano durante il ciclo mestruale della donna ed è funzionalmente legata alla promozione del trasporto, nutrimento, difesa, selezione e capacitazione degli spermatozoi in corrispondenza del suo periodo fertile (fase ovulatoria). Le sue caratteristiche si prestano ad impedire tali funzioni biologiche nei cosiddetti periodi infertili della donna, siano essi fisiologici (es: fase luteale, menopausa, gravidanza), farmacologicamente indotti (es. assunzione della pillola contraccettiva) o patologici (es. disordini endocrinologici o disfunzioni a livello dell’apparato riproduttivo femminile). Se fisiologicamente il muco è un fattore di fertilità, alterazioni delle sue caratteristiche biologiche, legate alla sua composizione o alle cellule che lo secernono, potrebbero divenire rivelatori/indicatori di condizioni che impattano negativamente sulla salute procreativa della donna.  I dati sulle variazioni biochimiche e biofisiche del muco cervicale e tutti i fattori in esso secreti dalle cellule che lo secernono, e dalle cellule immunitarie che vi risiedono, sono ancora incompleti e spesso disomogenei. Un altro campo di ricerca ancora quasi del tutto inesplorato riguarda poi la regolazione della secrezione del muco, ovverosia la regolazione dell’attività dell’epitelio endocervicale che presiede la produzione, fisiologica o patologica, di muco cervicale. È da evidenziare, dunque, il potenziale offerto dalla conoscenza del secreto cervicale per il trattamento e la prevenzione a) dell’infertilità, b) di infezioni del tratto riproduttivo femminile, c) di disordini riguardanti, direttamente o indirettamente, la regolazione della secrezione del muco, sia che essi siano innescati da cause esogene (insulti di natura chimica, fisica o biologica) o da cause patologiche endogene (per disordini ormonali o trasformazioni cancerose). Scopo di questa ricerca è  approfondire la conoscenza delle caratteristiche biologiche del muco cervicale (biochimiche, biofisiche, morfologiche ed ultrastrutturali) nonché dell’epitelio che lo secerne (caratteristiche morfologiche, cellulari e molecolari) per l’identificazione di biomarcatori diagnostici, prognostici e predittivi per disordini a carico dell’apparato riproduttivo femminile.

 

Influenza della sindrome metabolica sulla fertilità femminile - Una revisione sistematica

La sindrome metabolica (MetS) rappresenta un insieme di condizioni che hanno un impatto negativo sulla salute umana in generale. La sua prevalenza è cresciuta rapidamente in tutto il mondo e ha coinciso con una diminuzione globale dei tassi di natalità e del potenziale di fertilità. L'obiettivo di questa revisione sistematica sarà quello di esplorare se la sindrome metabolica ha un effetto sulla fertilità femminile.

 

 

Polimorfismi genetici e infertilità idiopatica maschile: una revisione sistematica e meta-analisi

Lo scopo di questa revisione sistematica e meta-analisi è di valutare l'associazione tra polimorfismi genetici a singoli nucleotidi (SNP) e sterilità maschile idiopatica. Diversi SNP sono stati studiati per esplorare il loro ruolo nella fisiopatologia dell'infertilità idiopatica maschile e sono stati associati a spermatogenesi alterata negli uomini infertile, ma i relativi studi riportano risultati non consistenti.

 

 

Conoscenze e attitudini delle donne con diagnosi di patologia oncologica sulla preservazione della fertilità.

 

 

FOOD INSECURITY

 

Associazione dell'insicurezza alimentare materna prima e durante la gravidanza con anomalie strutturali fetali – uno studio multicentrico caso-controllo

L'insicurezza alimentare è un problema reale non solo nei Paesi in via di sviluppo, ma anche nei Paesi industrializzati. Questa condizione è stata associata a diversi esiti negativi nella vita di una persona, in particolare nelle donne in gravidanza che sono considerate parte di popolazione vulnerabile. Lo studio, multicentrico, ha come obiettivo quello di esaminare se le donne in gravidanza e in condizione di insicurezza alimentare durante gli ultimi 12 mesi dall'arruolamento nello studio hanno un rischio più elevato di anomalie strutturali fetali rispetto alle donne in gravidanza in una situazione di sicurezza alimentare, e individuare i fattori predittivi socioeconomici di una situazione di insicurezza alimentare tra le donne in gravidanza. Dopo diagnosi di anomalia strutturale nel feto rilevata attraverso l'esame ecografico, la donna sarà invitata a partecipare allo studio. Nel caso di risposta positiva per anomalia strutturale fetale, le verrà chiesto di firmare il modulo di consenso informato e, solo allora, le verrà somministrato un questionario dedicato. Nello stesso giorno, nello stesso ospedale, ad un'altra donna della stessa età e dello stesso periodo gestazionale, che ha un esame ecografico negativo per anomalia strutturale fetale, le verrà chiesto di partecipare allo studio, che servirà da controllo. La possibilità di individuare i fattori predittivi socioeconomici potrebbe consentire lo screening delle donne a rischio, permettendo di intervenire in modo tempestivo per prevenire outcome negativi associati all’insicurezza alimentare nelle donne in gravidanza.

 

 

Food Insecurity among European University Students during the COVID-19 Pandemic (FINESCOP )  

Anche se gli studenti universitari sono una popolazione ad alto rischio di insicurezza alimentare, la problematica ha ricevuto poca attenzione soprattutto nei Paesi europei con conseguente assenza o ritardi dell’attuazione di interventi di contrasto. A partire dai risultati di studi precedenti condotti in altri Paesi, il Progetto Finescop – che ha come popolazione di studio studenti di college/università di 17 Università di 12 Paesi europei (Islanda, Norvegia, Finlandia, Irlanda, Olanda, Belgio, Germania, Polonia, Portogallo, Spagna, Italia, Turchia) – si pone i seguenti obiettivi dello studio sono: (i) identificare e descrivere la prevalenza dell’insicurezza alimentare tra gli studenti di college e università europei durante la pandemia da COVID-19; (ii) descrivere le possibili differenze demografiche, socioeconomiche, migratorie e di educazione che si associano a uno stato di insicurezza alimentare;  (iii) valutare le differenze nei risultati accademici, nello stato di salute e nello stile di vita in associazione allo stato di sicurezza alimentare; (iv) esaminare  le differenze emerse tra il periodo precedente alla pandemia e il periodo della pandemia da COVID-19 in termini di risultati accademici, salute, e stili di vita, in base alle caratteristiche demografiche, socioeconomiche, migratorie e di educazione e allo stato di sicurezza alimentare degli studenti di college e università europei che parteciperanno a questo progetto. Dai risultati ottenuti si potranno evincere indicazioni per mettere a punto politiche pubbliche dedicate.Anche se gli studenti universitari sono una popolazione ad alto rischio di insicurezza alimentare, la problematica ha ricevuto poca attenzione soprattutto nei Paesi europei con conseguente assenza o ritardi dell’attuazione di interventi di contrasto. A partire dai risultati di studi precedenti condotti in altri Paesi, il Progetto Finescop – che ha come popolazione di studio studenti di college/università di 17 Università di 12 Paesi europei (Islanda, Norvegia, Finlandia, Irlanda, Olanda, Belgio, Germania, Polonia, Portogallo, Spagna, Italia, Turchia) – si pone i seguenti obiettivi dello studio sono: (i) identificare e descrivere la prevalenza dell’insicurezza alimentare tra gli studenti di college e università europei durante la pandemia da COVID-19; (ii) descrivere le possibili differenze demografiche, socioeconomiche, migratorie e di educazione che si associano a uno stato di insicurezza alimentare;  (iii) valutare le differenze nei risultati accademici, nello stato di salute e nello stile di vita in associazione allo stato di sicurezza alimentare; (iv) esaminare  le differenze emerse tra il periodo precedente alla pandemia e il periodo della pandemia da COVID-19 in termini di risultati accademici, salute, e stili di vita, in base alle caratteristiche demografiche, socioeconomiche, migratorie e di educazione e allo stato di sicurezza alimentare degli studenti di college e università europei che parteciperanno a questo progetto. Dai risultati ottenuti si potranno evincere indicazioni per mettere a punto politiche pubbliche dedicate. 

 

Linea D3.2 - Progetto "GenerationGemelli: studio longitudinale per la valutazione dell’esposoma materno sulla salute del bambino". Area Nutrition Insecurity