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- Fiaschini Fabrizio, L’ «incessabil agitazione». Giovan Battista Andreini tra professione teatrale, cultura letteraria e religione.
Fiaschini Fabrizio, L’ «incessabil agitazione». Giovan Battista Andreini tra professione teatrale, cultura letteraria e religione.
Libri
Fabrizio Fiaschini, L’ «incessabil agitazione». Giovan Battista Andreini tra professione teatrale, cultura letteraria e religione, Pisa, Giardini, 2007, pp. 217
Giovan Battista Andreini definisce, nel 1623, come incessabil agitazione gli spostamenti che di continuo lo costringono da una piazza teatrale all’altra; l’espressione rappresenta uno dei topoi caratterizzanti il fenomeno della Commedia dell’Arte, condizione artistica e professionale che rende, tra Cinque e Seicento, l’invenzione itinerante ricca di fascino, perché autonoma e affrancata da ogni tentativo di omologazione sociale e culturale. Tuttavia, per gli attori, assimilare la propria identità ad una status professionale mai del tutto integrato significa anche essere ricondotti ad un mondo di vagabondi, ciarlatani e prostituite da cui, all’alba del XVII secolo, molti di loro sentono la necessità di affrancarsi. Tra questi, Giovan Battista, figlio d’arte e capostipite di una nuova generazione di Comici letterati, diviene qui oggetto di un’analitica ricostruzione biografica, che s'inserisce nel quadro del fecondo interesse critico degli ultimi anni per la vita e le avventure di questi artisti viaggianti.
Il volume di Fabrizio Fiaschini prende in esame, infatti, una delle personalità più importanti nel panorama della Commedia dell’Arte, analizzando puntualmente le tappe fondamentali che segnano la sua carriera itinerante: Firenze, Milano, Bologna, Vicenza e Brescia. A queste piazze cittadine e ai loro protagonisti l’attore dedica numerose opere letterarie, diventando, attraverso una complessa e attenta strategia editoriale, illustre esponente di una nuova mercatura in cui la commedia si trasforma in prodotto artistico. Giovan Battista, figlio del capocomico Francesco e della diva Isabella, intesse, infatti, stretti rapporti con i centri di potere per compiere una strategia di affermazione personale; parallelamente, l’attore rende il linguaggio dei Comici modello compatibile con i generi e le forme della cultura ufficiale, segnando, così, la nascita del professionismo teatrale.
La ricostruzione dell’itinerario artistico di Giovan Battista Andreini avviene mediante la raccolta e l’analisi di una notevole quantità di documenti ed intende fornire un percorso di lettura che, partendo dai testi, stabilisce delle connessioni con il contesto storico culturale e le vicende biografiche dell’attore e drammaturgo fiorentino. L’obiettivo, pienamente raggiunto, è fornire un’immagine integrata tra l’attore e il poeta, il comico e il letterato, in un momento storico in cui l’osmosi tra le discipline artistiche genera feconde sperimentazioni. L’età barocca vede, infatti, la nascita del melodramma e l’affermarsi del professionismo sulle scene, mentre (dal punto di vista letterario) la riforma dei versi e dei metri tradizionali stabilisce come elemento fondamentale di giudizio estetico “dicibilità” e “cantabilità”.
Il quadro emergente è quello di un attore che ristabilisce i parametri della propria identità professionale ed artistica, innalzando il Comico da “artigiano” a protagonista della cultura dotato di sapienza cosmopolita. Attraverso la mediazione di questa figura, lo status dell’attore vagabondo apolide diviene fonte di ricchezza per gli ambienti intellettuali che frequenta, come testimoniano la sua straordinaria fecondità letteraria e la sua ferma volontà di radicare l’incessabile agitazione in una rete di relazioni stabili e prestigiose. L’analisi dalla vita e dall’opera di Giovan Battista Andreini riveste dunque grande importanza, poiché illumina ulteriormente uno snodo fondamentale della storia del teatro italiano: il passaggio dalle piazze al professionismo. Sulla base di un “moto perpetuo” sempre più regolare e ben regolamentato, i protagonisti della nuova stagione della Commedia dell’Arte, famiglia Andreini in primis, possono inaugurare quel processo d'idealizzazione professionale che dal riconoscimento dell’arte comica come mestiere porta ad una sua doppia nobilitazione, rendendola esempio di mercatura onesta e sintesi di un sapere universale continuamente fecondato dall’esperienza itinerante.
Arianna Frattali
Autore: Fiaschini Fabrizio
Collana: Biblioteca di drammaturgia. Fabrizio Serra Editore.
Anno: 2007