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Ferrone Siro, Arlecchino. Vita e avventure di Tristano Martinelli attore.
Libri
SIRO FERRONE, Arlecchino. Vita e avventura di Tristano Martinelli attore, Bari, Laterza, 2006, pp. 286.
Il volume di Siro Ferrone riporta alla luce, dalle scene tardo cinquecentesche della Commedia dell’Arte, la vita e le avventure di Arlecchino, nato e vissuto come un re da commedia, comico mercenario e sovrintendente dei ciarlatani del Monferrato e del mantovano. L’invenzione del celebre personaggio spetta a Tristano Martinelli, attore nato nei pressi di Mantova nel 1557 e morto in una contrada della città nel 1630; prima di lui, gli “zanni” animavano piazze e palcoscenici improvvisati dei teatri effimeri, personaggi nascosti da maschere bestiali e chiamati a colpire la fantasia del pubblico con azioni balorde e fonemi gutturali. Da questi rappresentanti di un’umanità “inferiore”, protagonisti dell’eterna lotta tra il povero e il ricco, il personaggio di Tristano si distinse per lingua e posizione gerarchica: primus inter pares, re degli spettri, messaggero oltremondano, capo di masnada che, anziché esprimersi in bergamasco, usava l’idioma mantovano arricchito di parole latine, francesi e spagnole. Per calarsi in questa parte, l’attore recitò la sua professione, quella del viaggiatore.
I viaggi di due fratelli, Tristano e Drusiano, e del loro seguito di artisti, sono infatti il cuore dell’analitica ed appassionante ricostruzione storica che Ferrone propone nel suo studio; in sette anni di spettacoli consumati tra Mantova, Anversa, Lione, Londra, Parigi, tra il 1577 e il 1584, nasce il personaggio di Arlecchino, frutto di un negoziato tra la creatività dell’attore e il gusto del suo pubblico, soprattutto francese. Lungo le principali rotte europee, i comici seguono le direzioni di esportazione dell’artigianato lombardo, intessendo delicati rapporti col potere e con la religione, messaggeri e portafortuna delle principali case regnanti. Lo spettacolo rappresenta infatti, nelle sue diverse espressioni, un importante medium politico, prezioso strumento nelle mani dei potenti per ristabilire pace ed armonia, una sorta di prolungamento dei poteri taumaturgici assegnati ai sovrani dalla tradizione medioevale. Il percorso tracciato dal volume si articola in quattro capitoli, che seguono gli snodi fondamentali della vita di Arlecchino-Tristano: Da Mantova all’Europa, La nascita di Arlecchino, Arlecchino va a nozze, La stampa delle creature. Conclude il lavoro una bibliografia ragionata, suddivisa in capitoli, attraverso la quale Ferrone ripercorre le basi storiografiche, critiche e documentarie alla base del suo studio. Lungo questo iter, ricco di colpi di scena, si delinea la personalità di Martinelli, ma rivivono anche molti protagonisti della Commedia dell’Arte; complessi e talvolta accidentati rapporti di collaborazione legano infatti l’attore mantovano a Pier Maria Cecchini, Flaminio Scala, Giovan Battista Andreini.
Ci troviamo di fronte ad un affascinante romanzo che, offrendo una straordinaria ricchezza di documenti, accompagna piacevolmente il lettore attraverso un’approfondita ricostruzione della psicologia e delle avventure di artisti che hanno segnato il passaggio del teatro dalle piazze al professionismo. Al centro, un astuto capocomico-impresario-usuraio, Tristano, ma soprattutto un grandissimo performer le cui creazioni più geniali, affidate alla mimica e all’improvvisazione, sono andate purtroppo perdute. Non è andato perduto il personaggio teatrale, diventato anonimo e quindi infinito: «come Amleto e don Giovanni, ha cambiato interpreti rimanendo sempre lo stesso, e come altri grandi personaggi della storia del teatro europeo, quanto più è stato ‘fortunato’ nei secoli, tanto più ha cancellato nella memoria dei posteri chi per primo lo aveva portato sulle scene» (p. IX). Questa biografia restituisce alla memoria l’artifex smarrito o nascosto dietro il costume da colorato straccione.
Arianna Frattali
Autore: Ferrone Siro
Anno: 2006