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Sindrome dell'ovaio policistico

Rosanna Apa

Sindrome dell'ovaio policistico

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La sindrome dell'ovaio policistico è una condizione che interessa particolarmente le giovani donne. Si tratta di una sindrome abbastanza frequente che, nello specifico, interessa dal 7 al 14% della popolazione femminile giovane e che influisce significativamente sulla loro vita, dal punto di vista sia metabolico sia ormonale e riproduttivo. La sindrome dell'ovaio policistico è caratterizzata fondamentalmente da: iperandrogenismo, che può dar vita a irsutismo (una condizione per cui vi è un'eccessiva crescita di peli sul corpo) e ad acne; oligomenorrea, ovvero una condizione caratterizzata da cicli mestruali irregolari e ritardati, assenza del ciclo mestruale anche per diversi mesi e cicli mestruali brevi o eccessivamente duraturi; un aspetto ecografico caratteristico, contraddistinto dalla presenza di microfollicoli disposti principalmente lungo la periferia dell'ovaio con una parte centrale  nota come “stroma”, responsabile della sintesi degli androgeni, che risulta essere particolarmente evidente nelle ovaie delle donne affette.

Per la definizione della sindrome dell’ovaio policistico e delle sue caratteristiche si può fare riferimento a quanto determinato dal gruppo di esperti dell’ESHRE (European Society of Human Reproduction and Embryology), riunitisi a Rotterdam nel 2004. Nello specifico, si identifica correttamente la sindrome dell'ovaio policistico quando la paziente in esame presenti almeno due delle tre condizioni precedentemente citate, ovvero iperandrogenismo, oligomenorrea e un caratteristico aspetto ecografico dell’ovaio.

Negli ultimi anni, si è aggiunto un dato molto interessante all’aspetto prettamente ginecologico: è un dato metabolico che può o non può esser presente nelle ragazze affette da tale sindrome. Nello specifico, si tratta dell’iperinsulinemia, ovvero la resistenza all’insulina, che si presenta prevalentemente, ma non solo, nelle donne in sovrappeso. Pertanto, nell’effettuare la diagnosi di tale sindrome, occorre valutare non solo gli aspetti ginecologici già analizzati ma anche questo elemento metabolico. Qualora l’iperinsulinemia dovesse essere presente, va assolutamente trattata poiché potrebbe rappresentare l'anticamera del diabete o dell'ipertensione.

Per ciò che concerne la terapia, essa si differenzia a seconda delle esigenze e delle caratteristiche delle pazienti. Ad esempio, se la paziente dovesse essere una ragazza fortemente iperandrogenica con un quadro di irsutismo importante o un’acne rilevante si può pensare naturalmente ad un antiandrogeno. Dal momento che esistono diversi tipi di antiandrogeni, è opportuno rivolgersi agli esperti in materia per determinare la terapia più adatta alla paziente. Invece, se la paziente desidera semplicemente un normale ciclo mestruale, è sufficiente somministrare ogni 40-45 giorni un progestinico o un estroprogestinico.

Infine, la maggior parte di queste donne, non avendo un normale ciclo mestruale, è affetta da anovulatorietà. Potrebbero, comunque, essere alla ricerca di una gravidanza ed in questo caso si dovrà semplicemente indurre l'ovulazione. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il Clomifene Citrato è il farmaco di prima scelta per indurre l’ovulazione, mentre, in seconda battuta, si possono somministrare le gonadotropine.

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