La vaccinazione anti papilloma virus HPV
L’infezione da papilloma virus umano (HPV) è l’infezione a trasmissione sessuale più comune al mondo. Si stima che circa l’80% delle donne incontrerà il virus nel corso della propria vita. Per fortuna, nell’80% dei casi l’infezione si risolve spontaneamente l’infezione anche rimanendo asintomatica. Il picco di incidenza dell’infezione è in età giovanile è subito dopo l’inizio dell’attività sessuale.
L’HPV non colpisce solo la cervice uterina, ma tutto il basso tratto ginecologico, inclusi vagina, vulva, ano, perineo e - nell’uomo - pene. Inoltre, sta emergendo una letteratura importante riguardo la correlazione tra HPV e i tumori dell’orofaringe, come quelli della base della lingua e della tonsilla palatina. Risultano essere quattro volte più frequenti negli uomini rispetto alle donne.
La vaccinazione contro l’HPV offre - dunque - l’opportunità di prevenire lesioni pretumorali e tumorali, non solo della cervice uterina, ma anche di tutto il basso tratto ginecologico e tumori dell’orofaringe. La vaccinazione può essere somministrata anche in età adulta, soprattutto a categorie a rischio come pazienti immunodepressi o in terapia immunosoppressiva per malattie autoimmuni, e persone omosessuali.
I vaccini contro l’HPV vengono commercializzati dal 2007 e si sono dimostrati efficaci, sicuri e ben tollerati. La vaccinazione, inizialmente rivolta solo alle donne, è ora universale (donne e uomini) e gratuita per gli adolescenti nel dodicesimo anno di vita.
Attualmente, è disponibile un vaccino nonavalente contro nove genotipi del virus, due a basso rischio e sette ad alto rischio. L’inizio dell’attività sessuale non è una controindicazione alla vaccinazione, che è raccomandata anche fino a 26 anni per prevenire i genotipi virali non ancora acquisiti. Inoltre, le donne trattate per patologie correlate all’HPV, come quelle sottoposte a conizzazioni ad ansa diatermica per lesioni pretumorali della cervice uterina, possono beneficiare della vaccinazione post-trattamento per ridurre il rischio di recidiva.
Nonostante l’efficacia del vaccino, le copertura vaccinale a livello nazionale rimane molto bassa, soprattutto per quanto riguarda il sesso maschile. È necessario implementare gli sforzi per migliorare la copertura, includendo programmi di recupero della vaccinazione per le donne in età fertile, sfruttando chiamate per screening oncologici, strumenti di reminder digitali, campagne di sensibilizzazione scolastica, e coinvolgendo attivamente varie figure professionali.
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