Perché e quando iniziare ad assumere acido folico per una gravidanza
L’acido folico è una vitamina idrosolubile del gruppo B chiamata anche vitamina B9. Viene introdotta con l’alimentazione. Gli alimenti ricchi di folati sono le verdure a foglia verde (spinaci, broccoli, asparagi, lattuga), i legumi (fagioli, piselli), la frutta (kiwi, fragole e arance) e la frutta secca (come mandorle e noci). Questa vitamina ha un ruolo fondamentale per il nostro organismo, ma ne acquisisce uno ancor più importante nel periodo preconcezionale. Infatti, l'acido folico riveste un ruolo di particolare importanza nei processi di proliferazione e differenziazione cellulare, come nel caso dei tessuti embrionali, rappresentando una sorta di “combustibile” per i processi di differenziazione. Una ormai solida evidenza scientifica mette in luce l'importanza dell'assunzione di acido folico prima del concepimento (in quantità da un minimo di 0,5 mg a 5 mg) soprattutto per ridurre il rischio di difetti del tubo neurale, quali gravi malformazioni del sistema nervoso centrale come spina bifida, l’encefalocele e l’anencefalia.
L’acido folico risulta essere un fattore protettivo anche nei confronti di altre malformazioni come, ad esempio, quelle cardiache o ossee. Se assunto in maniera corretta nel periodo preconcezionale può ridurre dal 50 al 70% la frequenza di queste malformazioni.
Questo ruolo fondamentale svolto dall’acido folico è stato confermato anche studiando il caso specifico degli Stati Uniti e del Canada. In questi Paesi, è stato aumentato il contenuto di acido folico nei cereali con conseguente maggiore assunzione di vitamina B9 non solo da parte delle donne che cercavano una gravidanza, ma anche da parte di tutta la popolazione. Grazie a questo intervento si è riusciti a ridurre del 20-30% le gravi malformazioni.
In questo contesto è di fondamentale importanza la consulenza preconcezionale, che è un potente mezzo di prevenzione primaria. Purtroppo, il rischio di malformazioni è un rischio naturale: considerando cento gravidanze circa cinque di queste presenteranno malformazioni fetali e di queste ultime il 7-10% è legato a fattori teratogeni. Con la consulenza preconcezionale si può agire su alcuni fattori e con la supplementazione dell’acido folico ridurre l’incidenza di malformazioni fetali. È bene iniziare l’integrazione della vitamina B9 circa due-tre mesi prima del presunto concepimento perché, quando la donna si rende conto che la gravidanza è iniziata, è di solito intorno alla sesta o settima settimana gestazionale e in questo periodo il tubo neurale del nascituro si sarà già formato. Quindi, se la donna inizia ad assumere l’acido folico a partire da questo momento, questo intervento non sarà utile. Purtroppo, solo con l’alimentazione, anche se ricca di frutta e verdura, non si riesce a garantire la dose minima utile di 0.4 mg di acido folico: è, quindi, necessaria un’integrazione, anche per mesi, per raggiungere il dosaggio efficace.
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