Ambiente e salute della donna e del bambino
Per “cambiamento climatico” si intende la variazione del clima sulla Terra, ovvero l’insieme delle variazioni nel tempo e nello spazio dei parametri ambientali e climatici nei loro valori medi. I principali parametri ambientali riguardano: temperature, precipitazioni, temperature degli oceani, distribuzione e sviluppo di piante e animali. Il cambiamento climatico e l’inquinamento atmosferico insidiano e minacciano la salute di tutti, ma in particolare quella dei soggetti più fragili, come le donne in gravidanza, neonati e bambini.
In base ai dati della campagna dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e da quanto riportato dall’Appello delle Agenzie delle Nazioni Unite (ONU) in vista dei negoziati della Conferenza Globale delle Parti (COP28) sui Cambiamenti Climatici svoltasi a Dubai nel 2023, le donne in gravidanza, i neonati e i bambini si trovano ad affrontare rischi importanti per la propria salute. Anche l’aumento di un solo grado centigrado è - infatti - problematico nella donna in gravidanza poiché il suo organismo ha il compito di proteggere dagli sbalzi di temperatura il bambino. È più incisivo un eventuale aumento di temperatura, piuttosto che una sua diminuzione. Il bambino riscontra problemi a causa della sua piccola superficie corporea e del suo peso e perché ha pochissime capacità di termoregolazione, anche per l’immaturità delle ghiandole sudoripare. Gli effetti avversi che si possono generare sono: una gravidanza pretermine, ridotta crescita del bambino durante la gravidanza, il ridotto peso del neonato alla nascita, problemi di ipertensione o eclampsia nella donna. Nel bambino, l’esposizione a temperature più elevate può causare problemi di termoregolazione, aumento della mortalità neonatale, disturbo della crescita, problemi di adattamento per l’idratazione e l’equilibrio dei sali minerali e disturbo della crescita che può continuare andando avanti con l’età. Quando vi è un problema di termoregolazione sia per le donne che i bambini l’indicazione è: rinfrescarsi, non uscire nelle ore più calde e vestirsi in maniera adeguata. Va ricordato che con l’aumento della temperatura si verifica anche un aumento dell’ozono, che è un gas tossico.
Secondo il documento intitolato “Proteggere la salute materna, neonatale e infantile dagli impatti dei cambiamenti climatici” dell’ACP (Associazione Culturale Pediatri), gli effetti degli eventi climatici sulla salute materna e infantile sono stati trascurati, e sottostimati. Ancora pochissimi Paesi menzionano la salute materna o infantile nei loro piani di risposta al cambiamento climatico.
Bruce Alward, Vicedirettore generale per la copertura sanitaria universale Life Course presso l’OMS, ha dichiarato: “Il futuro dei bambini deve essere protetto consapevolmente, il che significa intraprendere subito azioni sul clima per il bene della loro salute e sopravvivenza, garantendo al tempo stesso che i loro bisogni speciali siano riconosciuti”. Omar Abdi, Vicedirettore del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, ha affermato “I corpi e le menti dei bambini sono particolarmente vulnerabili all’inquinamento, alle malattie mortali ed alle condizioni metereologiche estreme; è responsabilità collettiva ascoltare e mettere i bambini al centro dell’azione urgente per il clima, a partire dalla COP28. Questo è il momento di inserire finalmente i bambini nell’agenda del cambiamento climatico”. Diene Keita, Vicedirettore esecutivo per i programmi dell’UNPA, l’agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva ha affermato: “Le soluzioni climatiche globali devono sostenere e non sacrificare l’uguaglianza di genere.
L’ Onorevole Helen Clark, Presidente del Consiglio di amministrazione del PMNCH ed ex Primo Ministro della Nuova Zelanda, ha sottolineato: “Il cambiamento climatico è una delle principali ingiustizie intergenerazionali dei nostri tempi. La salvaguardia della salute e dei bambini e degli adolescenti non è negoziabile di fronte alla crisi climatica.”
Tutti i soggetti interessati, dai Governi al settore privato e alla società civile, compresi gli operatori sanitari, svolgono un ruolo fondamentale nel sostenere politiche e azioni che proteggono i più vulnerabili. L’urgenza di integrare la salute delle donne, dei bambini e degli adolescenti agli studi sul cambiamento climatico e sulle sue conseguenze non è solo un imperativo morale, ma una strategia efficace con benefici a lungo termine per società resilienti e sane. L’appello all’azione è stato lanciato da OMS, UNICEF e UNFPA con il sostegno del Partenariato per la salute materna, neonatale ed infantile (PMNCH), la più grande alleanza al mondo per la salute e il benessere di donne, bambini e adolescenti, con oltre 1.400 organizzazioni. Risulta evidente quanto sia importante contrastare il cambiamento climatico che, nel breve periodo, potrebbe anche significare semplicemente iniziare a piantare alberi, aumentando le aree verdi.
Leggi anche
-
Climate change e natalità
-
Welfare e natalità
-
La prevenzione andrologica