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Fertilità maschile e stili di vita

Carmine Bruno

Fertilità maschile e stili di vita

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Recentemente l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha diffuso uno sconcertante rapporto: una persona su sei è affetta, durante la propria vita, da infertilità, una condizione che non discrimina fra uomini e donne e che pare destinata ad aumentare con il passare del tempo.

Tra i diversi fattori che influenzano la fertilità, in primis vi è sicuramente lo stile di vita. Infatti, per quanto riguarda l’impatto dello stile di vita sul potenziale fertile maschile, è noto - oggi - che fattori come l’obesità e l'assunzione di sostanze voluttuarie (fumo, alcol e sostanze stupefacenti) esercitino un effetto negativo non solo nell’immediato, ma anche nel medio e lungo periodo. In particolare, nell’individuo obeso, il tessuto adiposo, che è un organo endocrino, produce una gamma di fattori ormonali che compromettono il potenziale riproduttivo maschile: è per questo che si deve prevenire, sin dall’infanzia, l’aumento ponderale. Oltre all’eccesso ponderale, anche l'esposizione al fumo di sigaretta costituisce un serio fattore di rischio per la salute del sistema riproduttivo, in quanto danneggia il microcircolo vascolare penieno, compromettendo potenzialmente sia l'erezione sia il raggiungimento dell'orgasmo.

Inoltre, gli effetti pro-ossidanti, che derivano dall'esposizione al fumo, hanno un'azione diretta anche sulla spermatogenesi, alterando la conta e la motilità degli spermatozoi. Infatti, le sostanze tossiche presenti nel fumo di sigaretta possono arrecare danno alla cromatina e al DNA dei gameti maschili in misura direttamente proporzionale al numero di sigarette fumate. Una sola sigaretta al giorno aumenta il rischio di sviluppare conseguenze a causa degli effetti nocivi del tabacco, per il quale non esiste una soglia al di sotto di cui l’esposizione a tale sostanza voluttuaria sia sicura. Anche l'assunzione di elevate concentrazioni di alcol contribuisce a causare condizioni di sub-fertilità, con meccanismi analoghi. 

In aggiunta, le sostanze stupefacenti, in primis la cannabis, riducono il potenziale fertile maschile interferendo con la libido e con il comportamento sessuale e riducendo la conta degli spermatozoi. Al contrario, buone prassi, tra cui l'attività fisica, rappresentano fattori protettivi, sia perché agiscono contrastando il rischio legato alla sindrome metabolica e all'obesità sia perché l'attività muscolare genera nell’organismo una serie di modifiche ormonali aventi un effetto positivo sul sistema endocrino e riproduttivo. Dal punto di vista nutrizionale, basare la propria alimentazione sui principi della dieta mediterranea, che ha spiccate doti antinfiammatorie, contribuisce a preservare la propria salute e, quindi, anche il proprio potenziale fertile.

Alla luce di tutto ciò, è chiaro che, durante la visita andrologica, la conoscenza dello stile di vita del paziente rappresenta per il medico un dato importante per riuscire a contestualizzare l’eventuale condizione di sub-fertilità e per guidarlo, qualora ce ne fosse bisogno, verso una modifica delle sue abitudini scorrette. Oltre ai professionisti in campo medico, anche la famiglia e la scuola, chiamate ad assolvere un ruolo educativo, dovrebbero indirizzare i più giovani verso un corretto e sano stile di vita che promuova la loro salute su tutti i fronti, anche quello riproduttivo. Infatti, la chiave per migliorare la propria salute e, nel caso specifico, il proprio potenziale fertile, è, ancora una volta, la promozione di una vita sana. 

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