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Il parto cesareo su richiesta espone a rischi per le gravidanze successive

Antonio Lanzone

Il parto cesareo su richiesta espone a rischi per le gravidanze successive?

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La problematica del parto cesareo su richiesta è stata esaminata ampiamente, non solo nella professione ginecologica ostetrica, ma anche nell’ambito giurisprudenziale. Una richiesta d parto cesareo che arriva da una paziente non può non esser accolta o valutata, se non controindicato, perché per ogni procedura medica, compreso un parto naturale, che è un evento fisiologico se vogliamo, ci vuole il consenso. Ci sono casi in cui esistono controindicazioni mediche oggettive e va spiegato alla donna perché tale richiesta non viene accolta. Il parto cesareo a richiesta comprende dal 3 al 5% dei parti nei nostri Centri.

Oggi sappiamo che il parto vaginale fa bene al feto. Negli anni si è consolidata un’opinione per la quale è il parto cesareo a far bene al feto. Questo è un altro discorso, ovvero il parto cesareo consente di programmare il parto nei tempi utili e, quindi, sicuramente opportuni per il feto.

Perché, quindi, il parto vaginale fa bene al feto? In primo luogo, attraversare il canale vaginale migliora la performance respiratoria del feto; in secondo luogo, migliora la risposta del sistema immunitario del feto, che, attraversando il canale, viene a contatto con il microbiota della madre. La prima è un’evidenza chiara, mentre la seconda si sta ancora studiando e le evidenze sono sempre più forti.

Perché c’è questa tendenza a prediligere il parto cesareo? Vi è un problema di paura e non piena consapevolezza della personale capacità a partorire, sebbene oggi vi siano condizioni analgesiche che migliorano notevolmente la compliance del parto vaginale. Inoltre, le esperienze delle donne della propria famiglia e delle amiche aumentano questa paura. Vi è anche una forma di protezione eccessiva, specialmente quando la donna è grande d’età o è riuscita ad avere una gravidanza a seguito delle tecniche di fecondazione artificiale. E’ come se il bambino riuscisse ad esser maggiormente protetto con un parto cesareo. Sono aspetti antropologici e psicologici complessi, che vanno affrontati a partire dai primi tempi della gravidanza. Tutto questo porta a favorire più parti cesarei successivi e ciò espone la madre e il feto a maggiori rischi, sia legati ad anomalie placentari sia a rischi emorragici.

Dobbiamo iniziare, già dalle prime visite, con discorsi alle nostre pazienti che facciano capire che la sicurezza in sala parto oramai è ad alti livelli sia per l’umanizzazione del parto, che è alla base di tutto, sia per l’applicazione delle tecnologie e dell’analgesia che abbiamo oggi a disposizione.

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