×
Chi siamo
Ricerca
Formazione
Chi siamo
Ricerca
Formazione

Progetti

Progetti in corso

Negli ultimi decenni, sono presenti tre preoccupanti fenomeni che necessitano di essere fronteggiati: 1. l'aumento delle condizioni di sterilità e infertilità; 2. la generale mancanza di interesse verso paternità e maternità a livello personale e sociale; 3. la crescente denatalità. Le condizioni e le cause da cui originano e si sviluppano questi tre fenomeni sono molteplici e, spesso, correlate tra loro, anche se non in modo evidente. Stili di vita, approcci culturali, inizio precoce dell'attività sessuale, presenza di contaminanti negli ambienti di vita e di lavoro, deficit nutrizionali, mancanza di copertura vaccinale, patologie dell'apparato riproduttivo maschile o femminile, ricerca della prima gravidanza sempre più rimandata, mancanza di politiche abitative e del lavoro, stanno minando in modo significativo la salute procreativa. E, come la buona "salute" si costruisce giorno dopo giorno, allo stesso modo anche una buona "salute procreativa" e - in modo particolare - la “salute preconcezionale” sono il risultato di azioni volte alla loro promozione e tutela. I professionisti della salute hanno un ruolo chiave nella promozione della salute: è, quindi, fondamentale che essi vengano preparati - durante il percorso universitario - ad affrontare questa sfida.

Muovendo da questo stato di fatto, si ipotizza che gli studenti dei Corsi di laurea presi in esame (Corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia, Corso di Laurea Triennale in Infermieristica, Corso di Laurea triennale in Ostetricia) non abbiamo conoscenze sufficienti in materia di salute preconcezionale.

Lo studio, che ha come obiettivo generale quello di migliorare - attraverso interventi di formazione/informazione - le conoscenze degli studenti delle lauree sanitarie in merito alla salute preconcezionale, prevede di reclutare un minimo di 98 studenti. Nelle due fasi dello studio pre e post-intervento verranno valutate le conoscenze di base e acquisite dopo corsi accademici con 12 ore di lezioni frontali. La valutazione delle conoscenze viene effettuata mediante somministrazione in entrata (prima dell’inizio del corso) e in uscita (dopo conclusione del corso) dello stesso questionario in formato digitale.

Progetti conclusi

La salute preconcezionale, intesa come stato della donna prima della gravidanza, è un argomento chiave nell’ambito della Sanità Pubblica. Essa si occupa di indagare quegli aspetti della salute della donna che potrebbero avere ripercussioni sulla gravidanza e/o sulla salute del nascituro come - ad esempio - la gestione delle malattie croniche e genetiche, una corretta alimentazione, un adeguato consumo di acido folico, l’esercizio fisico, il controllo del peso corporeo e gli stili di vita sani (evitare uso di fumo, alcol e droghe). Spesso le conoscenze delle donne in questo ambito sono scarse e disomogenee. L’assenza di studi in materia sulle donne italiane e l’importanza della cura della donna in età fertile per evitare ripercussioni in gravidanza o sul nascituro, hanno ispirato questo studio che ha avuto come obiettivi: 

  • identificare le conoscenze sulla salute preconcezionale delle giovani donne in età fertile in Italia;
  • identificare i comportamenti delle giovani donne in età fertile relativamente alla salute preconcezionale in Italia;
  • stimare la possibile associazione tra conoscenze e comportamenti delle giovani donne in età fertile relativamente alla salute preconcezionale;
  • calcolare la quantità di acido folico assunta con la dieta delle giovani donne in età fertile;
  • valutare la salute fisica, mentale, sociale e dentale delle giovani donne in età fertile;
  • determinare lo stato nutrizionale delle giovani donne in età fertile;
  • determinare lo stato vaccinale delle giovani donne in età fertile;
  • conoscere gli stili di vita e i comportamenti delle giovani donne in età fertile.

Lo studio ha avuto come popolazione di studio 340 donne con età tra i 18 e i 25 anni che frequentavano la scuola secondaria di secondo grado o l’università in Italia. I dati ottenuti possono aiutare a strutturare e implementare interventi di formazione/informazione della popolazione femminile al fine di migliorare le condizioni di salute preconcezionale.

I Metodi di Regolazione Naturale della Fertilità (RNF) sono strumenti di conoscenza che consentono di individuare i periodi fertili e non fertili del ciclo ovarico, offrendo un valido supporto sia nella ricerca della gravidanza, sia nel rinviare o evitare il concepimento. Il muco, prodotto a livello della cervice uterina, è un fattore fondamentale della capacità riproduttiva umana: esso assume caratteristiche chimico-fisiche e strutturali diverse in risposta alle diverse concentrazioni sieriche degli ormoni ovarici. Ha la funzione di modulare il passaggio degli spermatozoi dalla vagina all’utero, in relazione alle diverse fasi del ciclo ovarico, e ne consente la sopravvivenza durante la fase fertile. Tra i Metodi di Regolazione Naturale della Fertilità il Metodo dell’Ovulazione Billings® utilizza esclusivamente, come unico indicatore di fertilità, il “sintomo del muco", che rispecchia in modo preciso le modificazioni del secreto cervicale indotte dagli ormoni ovarici. A partire dalla sua ideazione negli anni ‘50 da parte di John ed Evelyn Billings, il Metodo dell’ovulazione Billings® si è diffuso in più di 100 Paesi, ampiamente supportato dalla pubblicazione di lavori scientifici che ne hanno dimostrato l’efficacia di utilizzo ai fini di evitare o di ricercare la gravidanza. Lo studio, che prevede l’arruolamento di 100 donne (per un totale di 300 cicli ovarici) ha come obiettivo primario  la valutazione dell’accuratezza del Metodo dell’ovulazione Billings® nell’individuare le tre fasi del ciclo ovarico (preovulatoria; ovulatoria; postovulatoria) in comparazione con il monitoraggio ecografico, e come obiettivo secondario la valutazione dell’accuratezza del Metodo dell’ovulazione Billings® nell’individuare le tre fasi del ciclo ovarico (preovulatoria; ovulatoria; postovulatoria), stratificando per: BMI, età del menarca, precedente uso della pillola estroprogestinica, parità, allattamento, stili di vita (fumo), occupazione.

Il muco cervicale è un idrogel secreto dall’epitelio ghiandolare endocervicale la cui secrezione varia per caratteristiche quantitative e qualitative in risposta all’attività ovarica della donna e/o alle condizioni che possono indirettamente modificarlo (fattori di stress, infettivi/microbiologici, immunologici, assunzione di farmaci a base di ormoni, patologie a carico dell’apparato riproduttivo di origine endocrina). La secrezione di muco cervicale è in stretta relazione con gli eventi ormonali che si verificano durante il ciclo mestruale della donna ed è funzionalmente legata alla promozione del trasporto, nutrimento, difesa, selezione e capacitazione degli spermatozoi in corrispondenza del suo periodo fertile (fase ovulatoria). Le sue caratteristiche si prestano ad impedire tali funzioni biologiche nei cosiddetti periodi infertili della donna, siano essi fisiologici (es: fase luteale, menopausa, gravidanza), farmacologicamente indotti (es. assunzione della pillola contraccettiva) o patologici (es. disordini endocrinologici o disfunzioni a livello dell’apparato riproduttivo femminile). Se fisiologicamente il muco è un fattore di fertilità, alterazioni delle sue caratteristiche biologiche, legate alla sua composizione o alle cellule che lo secernono, potrebbero divenire rivelatori/indicatori di condizioni che impattano negativamente sulla salute procreativa della donna.  I dati sulle variazioni biochimiche e biofisiche del muco cervicale e tutti i fattori in esso secreti dalle cellule che lo secernono, e dalle cellule immunitarie che vi risiedono, sono ancora incompleti e spesso disomogenei. Un altro campo di ricerca ancora quasi del tutto inesplorato riguarda poi la regolazione della secrezione del muco, ovverosia la regolazione dell’attività dell’epitelio endocervicale che presiede la produzione, fisiologica o patologica, di muco cervicale. È da evidenziare, dunque, il potenziale offerto dalla conoscenza del secreto cervicale per il trattamento e la prevenzione a) dell’infertilità, b) di infezioni del tratto riproduttivo femminile, c) di disordini riguardanti, direttamente o indirettamente, la regolazione della secrezione del muco, sia che essi siano innescati da cause esogene (insulti di natura chimica, fisica o biologica) o da cause patologiche endogene (per disordini ormonali o trasformazioni cancerose). Scopo di questa ricerca è  approfondire la conoscenza delle caratteristiche biologiche del muco cervicale (biochimiche, biofisiche, morfologiche ed ultrastrutturali) nonché dell’epitelio che lo secerne (caratteristiche morfologiche, cellulari e molecolari) per l’identificazione di biomarcatori diagnostici, prognostici e predittivi per disordini a carico dell’apparato riproduttivo femminile.

La sindrome metabolica (MetS) rappresenta un insieme di condizioni che hanno un impatto negativo sulla salute umana in generale. La sua prevalenza è cresciuta rapidamente in tutto il mondo e ha coinciso con una diminuzione globale dei tassi di natalità e del potenziale di fertilità. L'obiettivo di questa revisione sistematica sarà quello di esplorare se la sindrome metabolica ha un effetto sulla fertilità femminile.

Lo scopo di questa revisione sistematica e meta-analisi è di valutare l'associazione tra polimorfismi genetici a singoli nucleotidi (SNP) e sterilità maschile idiopatica. Diversi SNP sono stati studiati per esplorare il loro ruolo nella fisiopatologia dell'infertilità idiopatica maschile e sono stati associati a spermatogenesi alterata negli uomini infertile, ma i relativi studi riportano risultati non consistenti.

scroll-top-icon