Nel mondo post-covid, la comprensione dei processi comunicativi e dell’impatto dei nuovi media digitali sta assumendo un ruolo ancora più centrale che nel passato.
In questo senso, la pandemìa ha rappresentato un’occasione storica per far risaltare la vitale importanza (i) dei processi comunicativi e del ruolo dei media tradizionali e social nella gestione dell’emergenza pandemica da parte delle autorità sanitarie e delle istituzioni; (ii) delle conseguenze potenzialmente disastrose di una mancanza di cultura comunicativa; (iii) della necessità di riconoscere che per comunicare bene occorre tenere in considerazione i molteplici aspetti costitutivi del processo comunicativo, in primis quelli di natura psicosociale.
Ad esempio, l’evoluzione dello smart-working e dell’e-learning offrono degli spunti utili a comprendere la necessità di superare un’idea ‘monodimensionale’ della comunicazione come trasmissione dell’informazione entrando nell’universo ‘multidimensionale’ di questo fenomeno, nelle sue molteplici sfaccettature. In effetti, il nostro ambiente di vita si sta trasformando sempre più velocemente evolvendo verso un’ecologia digitale, trasformazione che riguarda le dimensioni individuale, interpersonale e sociale.
Questo è il motivo per cui per comprendere il mondo in cui viviamo dobbiamo da un lato riconsiderare la nostra visione della comunicazione, senza poter prescindere, dall’altro lato, dalla trasformazione digitale per pensare e ripensare la comunicazione stessa.
Essere immersi in un ecosistema digitale significa che le persone non usano semplicemente la tecnologia, ma sono letteralmente immerse in essa. I dispositivi mobili, l’Internet degli Oggetti, la realtà aumentata, l’intelligenza artificiale, sono tecnologie che stanno rapidamente convergendo verso una progressiva integrazione, per la quale è stato coniato anche un nuovo termine, il concetto di phygital, dalla crasi di fisico e digitale – physical & digital – che deriva appunto dalla necessità di dare un nome a questa progressiva ibridazione tra lo spazio fisico e quello virtuale, tra ‘atomi’ e ‘bits’.
Comprendere l’impatto trasformativo degli ecosistemi digitali sui processi comunicativi e sull’esperienza degli utenti rappresenta un bisogno cruciale delle organizzazioni per poter competere più efficacemente e sapersi adattare con successo alla complessità del cambiamento tecnologico in atto.
Per vincere questa sfida è fondamentale porre al centro dell’attenzione la persona, i suoi valori e la sua esperienza. Includere queste variabili nell’equazione dell’innovazione richiede una costante conversazione tra expertise umanistica e tecnologica e la creazione e condivisione di un linguaggio comune.
In particolare, nel passaggio da un’economia dei servizi a un’economia delle esperienze il ruolo delle emozioni diventa sempre più centrale. Le esperienze emozionali sono al centro della costruzione di esperienze ottimali e hanno il potenziale di fare la differenza tra un prodotto di successo e un fallimento. Le emozioni modellano la nostra esperienza e rappresentano un vero e proprio “compasso” interiore: esse influenzano in modo fondamentale processi quali la cognizione, la percezione e attività quotidiane come l'apprendimento, la comunicazione e la presa di decisioni.
Nonostante la loro centralità nella vita psicologica e nella promozione del benessere, il ruolo delle emozioni nel design delle tecnologie, dei prodotti e dei servizi è ancora marginale: in particolare, non è ancora chiaro come le conoscenze scientifiche relative alla psicologia e alle neuroscienze possono contribuire a questo scopo, anche a causa della mancanza di consenso sulla definizione del costrutto di emozione e di modelli/metodologie di misurazione completamente affidabili. Dall’altro lato, si sta facendo largo la convinzione che il rapido sviluppo della transizione digitale e l’emergere delle tecnologie esperienziali, come la realtà virtuale e aumentata, richiederà una maggiore consapevolezza del ruolo delle emozioni e dell’importanza di promuovere livelli crescenti di “benessere digitale”, cercando di arginare fenomeni preoccupanti e in rapida ascesa quali la spersonalizzazione, l’iperconnessione, la frammentazione dell’esperienza, etc.
Il Centro intende affrontare la complessità di questi cambiamenti irrobustendo la propria expertise interdisciplinare per comprendere secondo una prospettiva psico-sociale, le modalità attraverso le quali individui, gruppi e organizzazioni si costituiscono come soggetti nei processi di comunicazione e nell’interazione con le nuove tecnologie digitali.