Storia

Il Centro studi e ricerche di Psicologia della comunicazione è stato fondato nel 1996 da Luigi Anolli, di cui è stato anche primo direttore. Pioniere di questa disciplina in Italia, Anolli ha avanzato le conoscenze sulla comunicazione non verbale e sulla discomunicazione, adottando un approccio pluridisciplinare basato sulla convinzione, trasmessa ai suoi allievi, che la complessità della comunicazione richieda uno sguardo capace di includere i diversi modi di intendere e di modellare i fenomeni che la caratterizzano.

L’efficacia euristica di questo approccio “integrato” è testimoniata dalla ricerca di Rita Ciceri, che si è concentrata sullo studio dell’espressione vocale delle emozioni e degli affetti umani - un tema al quale lo stesso Padre Gemelli aveva dedicato le sue ultime ricerche.

Nel segno dell’apertura transdisciplinare si muove anche la ricerca di Carlo Galimberti, che ha approfondito, in particolare, la relazione tra comunicazione e conversazione. Uno dei principali esiti di questo lavoro è stato lo sviluppo di un approccio integrato allo studio dell’interazione comunicativa in contesti faccia a faccia e mediati denominato “modello dell’intersoggettività enunciativa”, che rappresenta la comunicazione come un evento interattivo in cui gli interlocutori collaborano attivamente alla produzione dei significati.

L’attenzione alla dimensione relazionale della comunicazione è stata anche la cifra del contributo di Fabiana Gatti, che ha introdotto questa prospettiva in diverse aree applicative, che spaziano dalle culture d’uso delle nuove tecnologie alla promozione di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro. Con l’emergere di Internet, il Centro ha intensificato il focus sui fenomeni della comunicazione mediata, attivando diverse fruttuose linee di ricerca.

In questo ambito si distingue il contributo di Giuseppe Riva, che si è concentrato sullo sviluppo della psicologia dei nuovi media (o “cyberpsicologia”) come disciplina specifica, analizzando in particolare il ruolo delle nuove tecnologie interattive nella promozione del cambiamento personale.

In continuità con queste proposte, Andrea Gaggioli ha elaborato ulteriormente il dialogo tra l’analisi dell’esperienza comunicativa e il design degli artefatti digitali, contribuendo allo sviluppo della “user experience” come area interdisciplinare di ricerca alla frontiera tra psicologia, tecnologia e design.