La scelta di evocarne il nome è coraggiosa, ma difficile da capire: siamo in un altro mondo, un'altra era. Servono risorse immense, l'Italia da sola non fa strada. Serve l'Europa, con un ente simile alla Bers dopo il crollo dell’Urss, perché la crisi dell’Africa è un problema davvero grave per l'Europa
La presidente Giorgia Meloni ha più volte annunciato un Piano Mattei per l’Africa, che è sulla Gazzetta Ufficiale del 15 novembre. La scelta di evocare il nome di Enrico Mattei è coraggiosa, ma molto difficile da capire. Infatti i tempi di oggi sono molto diversi dal periodo postbellico di Mattei e le risorse necessarie per intervenire in Africa sono enormi, al punto che la stessa Ue non riesce a mobilitarle e coordinarle unitariamente in modo significativo. Dunque sarebbe meglio andare in altre direzioni, lasciare Mattei alla storia, e incalzare la Ue perché innovi, magari modificando e potenziando, il Fei (Fondo Europeo per gli Investimenti) varato nel 1994 e di cui è socia di maggioranza la Bei (Banca europea per gli investimenti). Va trasformato in un ente simile alla Bers che fu creata nel 1991 per sostenere gli Stati emersi dal crollo dell’Urss. Perché la crisi dell’Africa Mediterranea (e oltre) è per l’Europa un problema molto più serio e grave.
La figura di Enrico Mattei
Una riflessione storica su Mattei è tuttavia utile, anche per fare chiarezza su quanto ho prima detto. Il dossier n. 936 del Servizio Studi di Camera e Senato della XIX Legislatura del 21 novembre, dove si specificano alcuni aspetti organizzativi del Piano, presenta anche la “Figura di Enrico Mattei” come "riduzione e adattamento della voce del Dizionario biografico degli italiani, Enciclopedia Treccani". (...)