G

 

L’Almanacco

  Bibliografico

 

65, marzo 2023

 

Bollettino trimestrale

di informazione sulla

storia del libro e delle

biblioteche in Italia

                       

                        a cura del C.R.E.L.E.B.

 

 

 

   Sommario

 

 

v Ancient Pilgrimage in Holy Land Digital Library, o di una possibile amicizia tra bibliografia e informatica

     di Fabrizio Fossati……..….……………….........p. 1

v Recensioni.…………………………………....p. 3

v Spogli e segnalazioni……………….…...p. 14

v (indici di recensioni e segnalazioni)……….…p. 42

v Cronache convegni e mostre …….…p. 43

v Taccuino………………………………………..p. 44

v Postscriptum…………………………..…….p. 45

 

La questione

 

Ancient Pilgrimage in Holy Land Digital Library, o di una possibile amicizia tra bibliografia e informatica

di Fabrizio Fossati

iunge in questi mesi a compimento un progetto nato sul finire del 2017: Ancient Pilgrimage in Holy Land Digital Library (APHL). Di che cosa si tratta esattamente? APHL è una risorsa – una digital library, ma intesa secondo un’accezione particolare, come si vedrà tra poco – dedicata alla lettura antica di viaggio in Terra Santa: diari di pellegrinaggio, guide di viaggio, relazioni, stampate tra il XV e il XVIII secolo. APHL rientra a pieno titolo nell’ambito delle attività di Libri Ponti di Pace, ormai ultradecennale progetto del CRELEB dedicato alla gestione e alla valorizzazione del patrimonio librario delle biblioteche francescane di Gerusalemme. In verità la nascita di APHL è in un certo senso ben precedente: la sua origine, infatti, potrebbe essere ricondotta all’intuizione di padre Augustin Arce, bibliotecario francescano a Gerusalemme dal 1936 al 1966 (a cui il CRELEB ha dedicato qualche anno fa una preziosa mostra); fu infatti lui a identificare, tra i voll. della biblioteca gerosolimitana, un significativo nucleo di edizioni antiche di itinerari in Terra Santa e a intuirne lo straordinario valore per la definizione della fisionomia della biblioteca francescana. Fu sempre Arce a intuire la necessità di arricchire quella collezione, sia convogliando a Gerusalemme esemplari provenienti da altri conventi, sia acquistando voll. tramite i canali dell’antiquariato librario. A lui si deve, infine, la prima catalogazione della raccolta. Dalla visione di Augustin Arce, nacquero, in tempi ben più recenti, due importanti iniziative. La nuova catalogazione del fondo Itinera ad Loca Sancta, realizzata da Alessandro Tedesco in una duplice versione online e in vol., che fu occasione per una prima pubblicazione, anche online, degli importanti apparati di immagini che costituiscono parte integrante delle antiche edizioni di viaggio. La seconda fu appunto la realizzazione di APHL. Questa non è, nonostante sia così definita, una digital library strictu senso: non si tratta cioè di un repository di esemplari digitalizzati e descritti tramite metadatazione; consiste piuttosto in un vero e proprio database tematico che accoglie record relativi a tutte le edizioni antiche a stampa del genere, fornendone una descrizione bibliografica analitica; molti di questi record sono inoltre corredati da una riproduzione digitale che riproduce esemplari conservati in biblioteche di tutto il globo. Oggi APHL censisce più di 1000 edizioni antiche, descrivendole in maniera approfondita (indica la paginazione, il formato bibliografico, la fascicolatura, la presenza di illustrazioni, in molti casi anche l’elenco dei vari testi che compongono l’edizione) e fornendo di moltissimi link a una o più riproduzioni digitali. Si può senza dubbio affermare che APHL sia oggi l’unico strumento bibliografico dedicato a questa tipologia testuale e certamente uno dei pochi a coniugare numeri estremamente consistenti con standard descrittivi così elevati. Nella sua realizzazione, inoltre, la risorsa realizza almeno tre importanti obiettivi. Innanzitutto, essendo pienamente integrata nell’OPAC della Biblioteca Generale della Custodia di Terra Santa, essa dialoga direttamente e naturalmente con la collezione di Itinera lì effettivamente conservata e descritta da Alessandro Tedesco. In secondo luogo essa in un certo senso amplia la raccolta gerosolimitana, mettendo a disposizione un elevato numero di riproduzioni digitali consultabili liberamente; inoltre viene a costituire un unico punto di accesso all’informazione bibliografica relativa a questo tema, offrendo in più, sempre in virtù dell’integrazione con l’OPAC della biblioteca, la possibilità di espandere notevolmente la ricerca (per esempio a edizioni moderne dei testi, a studi di carattere storico-archeologico etc); proprio in questo suo carattere di integrazione con un catalogo di biblioteca risiede il fondamento del suo definirsi “digital library”. Terzo e ultimo aspetto, non meno importante: uno strumento così concepito permette di “ricondurre a unità” l’estrema frammentazione del patrimonio culturale digitalizzato; a una sempre maggiore disponibilità di riproduzioni digitali, realizzate da una vastità di biblioteche, musei, istituzioni culturali, segue la necessità di creare dei punti di accesso ben identificabili, “forti”, che possano valorizzare la grande ricchezza resa man mano disponibile dalle campagne di digitalizzazione. Il rischio è infatti che si cada nell’equivoco, tanto diffuso, che “ormai è tutto su internet”, cioè che basti ospitare su un server in rete degli oggetti digitali perché essi siano automaticamente rinvenibili e utilizzabili: la necessità invece è sia quella di una accurata metadatazione sia quella della creazione di luoghi virtuali che sappiano aggregare gli oggetti digitali secondo criteri non meramente tecnici e informatici. È forse questo lo statuto reale delle digital humanities, sulle quali oggi occorre più che mai riflettere; un’occasione potrà allora essere la giornata di studi organizzata per il 31 marzo 2023 dal CRELB presso la sede Bresciana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dal significativo titolo Digital Divide. Non si tratta infatti semplicisticamente di difendere la figura professionale del bibliotecario, né di riaffermare la dignità delle discipline storico-bibliografiche di fronte all’imperversare dell’informatica, quanto di comprendere più in profondità in che modo il paradigma conoscitivo e i metodi delle prime possano valorizzare le possibilità messe a disposizione dalla seconda.

 

 

Convegno

Il contributo del mondo ebraico
allo sviluppo dell’editoria
italiana dall’Unità
alle leggi razziali

23 maggio 2023 | ore 9.30

Presso la Fondazione CDEC
Piazza Edmond J. Safra

 

 

 

 

 

Viaggiare nel testo. Scritture, libri e biblioteche nella storia

Seminari “Aldo Manuzio”

Quinta edizione

Sermoneta, Castello Caetani,

25-27 maggio 2023

Un’iniziativa per dottorandi e giovani ricercatori: informazioni qui.

 

 

 

 

 

 

Recensioni

065-A  AGAPE. A Database of Greek Patristic Editions (1465-1600). Immaginiamo di voler conoscere quali Padri greci potesse leggere a stampa Martin Lutero, quante traduzioni patristiche di Ficino siano state pubblicate nel ’400 o quale Padre della Chiesa sia stato reso per primo disponibile in inglese. Gli strumenti tradizionali richiederebbero estenuanti andirivieni fra i repertori del settore (almeno Patrologia, Clavis Patrum e Bibliotheca Agiographica greche e latine) e quelli relativi al libro antico (ISTC, GW, Edit16, VD16, solo per citare alcuni fra i più noti); e non è certo che si troverrebbe una risposta. Offre un soccorso la recentissima piattaforma gratuita AGAPE, che raccoglie in un unico database digitale tutti i dati ricavabili dalle edizioni dei Padri Greci stampate in Europa tra 1465 e 1600. Sinora sono state schedate “solo” le 310 presenti in ISTC, ma è di 2500 edizioni l’obiettivo del progetto, sviluppato da Paolo Sachet presso l’Institut d’Histoire de la Réformation dell’Università di Ginevra. Con la sola esclusione di Corpus Iuris Civilis, Bibbia e Libri d’Ore, AGAPE considera gli autori e i testi della CPG di cui vi siano edizioni antiche in greco, latino o nelle lingue moderne. Ciascuna è descritta analiticamente, secondo una metodologia affine a quella sperimentata nella banca dati Text-inc: trascrivere e indicizzare ogni singola unità testuale, così come i paratesti. Inoltre, a ogni scheda è associato un diverso grado di accuratezza, a seconda che siano state ispezionate nessuna, una o più copie, da “drafted” a “maximum”. Il sito, accattivante nella sua grafica fresca ed essenziale, propone due vie di accesso al corpus: una maschera di ricerca intuitiva, ma sofisticata, e una pagina di presentazione che restituisce una visione d’insieme. Si possono effettuare interrogazioni più o meno raffinate, anche combinate: cercare le edizioni di un Padre della Chiesa o di una singola opera, quest’ultima individuabile tramite il titolo o l’identificativo nei principali repertori di concordanza (CPG, CPL, CPPM, BHG, BHL); circoscrivere i dati tipografici, come stampatore, anno (inserendo una forbice o una data esatta oppure i termini post e ad quem), luogo di stampa, Paese e formato. Altri campi interrogabili riguardano la lingua e il nome di traduttori ed editori. Del paratesto si possono selezionare gli autori, i dedicatari e le tipologie, dalle illustrazioni agli indici, dai privilegi di stampa ai versi liminari, etc. Infine, tre appositi campi riguardano le referenze bibliografiche (AGAPE, ISTC, TEXT-inc, USTC, Edit16, VD16, STCN, STCV, IB), l’authority file VIAF (cui per evitare ambiguità sono legati tutti i nomi) e le annotazioni o “Remarks”. Oltre a visionarli online, è possibile esportare i risultati in formato pdf o rtf. Qualora una ricerca restituisca più item, la voce “analytics” permette di visualizzare e scaricare grafici e mappe con alcuni parametri statistici, gli stessi che compaiono nella pagina generale a proposito dell’intero corpus: la distribuzione delle edizioni nel tempo e quali siano autori, stampatori, lingue e Paesi più rappresentati. A tal proposito viene introdotto un inconsueto criterio quantitativo, volto a non dare lo stesso peso editoriale a un opuscolo di poche carte o a un vol. letteralmente di grande spessore: oltre al tradizionale numero delle edizioni, è computato separatamente anche il numero dei fogli stimato per ciascuna edizione. Il database pare promettente e curato: l’auspicio è che riesca a raggiungere l’ambizioso target delle 2500 edizioni, facilitando così effettivamente la ricerca in questo settore di studi. Solo il tempo dirà se sarà in grado di imporsi come standard e se in futuro per citare gli epistolografi greci di Aldo Manuzio si dovrà affiancare al riferimento ISTC ie00064000 anche il nuovo identificativo AGAPE 43, molto più ricco di informazioni rispetto agli strumenti a oggi disponibili. Provare per credere! – E.Gam.

065-B  Altra (L’) metà dell’editoria. Le professioniste del libro e della lettura nel Novecento, a cura di Roberta Cesana e Irene Piazzoni Dueville, Ronzani Editore, 2022, pp. 356, ISBN 9791259970084, € 26. Far emergere documenti ancora ignoti sulle professioniste del libro del Novecento: questo è stato il focus del terzo seminario organizzato dal Centro APICE dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con il Dipartimento di Studi storici e la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. Tali interventi sono poi confluiti nel libro L’altra metà dell’editoria. Le professioniste del libro e della lettura nel Novecento a cura di Roberta Cesana e di Irene Piazzoni. Il vol. parte dalla constatazione che spesso le professioniste del libro in passato si sono mosse nell’ombra. Infatti, nonostante siano state numerose le donne che hanno colto l’opportunità di esercitare le loro qualità e le loro competenze nell’editoria del secolo scorso, la storiografia, fino agli ultimi anni, non si è soffermata su tali aspetti. Il libro è composto da quindici saggi. I primi due sono studi dedicati ai grandi circuiti del sistema editoriale: la produzione di testi scritti e la lettura. I successivi sette riguardano le mansioni svolte dalle donne nelle case editrici, mentre gli ultimi sei vertono sul ruolo fondamentale che le donne hanno avuto nella promozione della lettura. Irene Piazzoni e Roberta Cesana nei loro saggi introduttivi offrono linee interpretative su come proseguire gli studi su questa “metà dell’editoria” rimasta finora nell’ombra. Piazzoni si interroga su come si configura la presenza femminile nel mondo del libro – se come un percorso in progressiva ascesa o accidentato –, così come se sia ancora oggi presente un divario tra la componente maschile e quella femminile nei ruoli che ricoprono (pp. 13-33). Cesana sottolinea invece l’importanza di non creare una tradizione femminile da contrappore a una maschile, ma piuttosto di ricostruire un percorso con una propria coerenza interna che evidenzi le costanti che connotano e differenziano il lavoro delle donne in editoria (pp. 35-55). I successivi saggi si soffermano maggiormente sul punto di vista storico, piuttosto che su quello interpretativo. Per ricostruire le vicende di queste donne del passato, i numerosi studiosi che sono intervenuti nel vol. si sono serviti dei carteggi delle medesime e di documenti d’archivio, in gran parte contenuti nella Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. Giulia Bassi si concentra sul rapporto tra Elsa Morante e Natalia Ginzburg, la quale ha guidato l’autrice nella stesura finale di Menzogna e sortilegio (pp. 59-76). L’analisi che segue è di Laura Antonietti, che riflette nuovamente sul ruolo di Ginzburg all’interno di Einaudi, e nello specifico approfondisce la scheda di lettura da lei scritta che garantì la pubblicazione di L’Agnese va a morire di Renata Viganò, senza la necessità di altri giudizi da parte della casa editrice (pp. 77-97). Maria Luisa (Nini) Castellani Agosti è l’oggetto di studio di Teresa Franco. Traduttrice oggi dimenticata, Nini vanta trasposizioni in italiano di testi celebri, come i Libri di Oz di Frank Baum e Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen (pp. 99-121). Francesca Del Zoppo si interroga invece sulle cause della scarsa presenza femminile – nel complesso l’8% – in quella che è stata a lungo una delle collane di maggiore prestigio della casa editrice Mondadori: lo «Specchio» (pp. 123-39). Nel saggio successivo Andrea Palermitano ricostruisce la storia in Mondadori e nel Saggiatore di Maria Laura Boselli che, nonostante la notevole importanza che ebbe nel mondo editoriale, non è ancora stata oggetto di studio. Il suo nome, infatti, compare di rado nei libri editoria (pp. 141-58). A seguire, Sara Mori ripercorre nel suo intervento il ruolo che le donne hanno rivestito nel mondo del fumetto in Italia (pp. 159-81), e Valentina Sonzini presenta la storia di due case editrici indipendenti, entrambe dirette da donne: Settenove e Lo stampatello (pp. 183-201). L’ultima sezione illustra alcune tra le donne che hanno avuto maggiore rilievo nella diffusione della lettura in Italia – e non solo – nel secolo scorso. Il primo saggio è di Alessandra Toschi, che tramite l’analisi dei registri e degli archivi delle biblioteche di Firenze, ripercorre la storia della presenza femminile in questi luoghi a inizio Novecento (pp. 205-24). Elisabetta Zonca per la prima volta traccia il contributo delle sorelle Ponti alle biblioteche femminili. Queste donne idearono un modello di biblioteca nuovo, costruito con un progetto educativo, che venne realizzato a Ravenna, Bergamo e Imola (pp. 225-44). Stefania Ragaù esprime le sue difficoltà nella ricostruzione della vita di Gertrude Bing, che fu per anni la segretaria di Abu Warburg e che nel 1955 divenne direttrice del Warburg Institute, in quanto questa non si è mai curata di lasciare tracce di sé nei propri scritti (pp. 245-73). Miriam Nicoli ci illustra la storia di Adriana Ramelli, prima donna in Svizzera che ha ricoperto la carica di Direttrice di una Biblioteca Comunale e che è stata eletta membro permanente del comitato direttivo dell’Associazione dei bibliotecari svizzeri (pp. 275-96). Francesca Rubini nel suo saggio si dedica alla storia del giornale «Noi Donne», nato nel 1944, organo di Unione Donne Italiane ed erede del Gruppo di difesa della donna, con un focus sugli interventi redazionali di Fausta Cilente, che oltre a lavorare per la rivista era ne anche autrice (pp. 297-318). L’ultimo intervento è di Angelica Cremascoli, e racconta il sito web di Loredana Lipperini, «Lipperatura», un blog che intende dimostrare l’importanza di Internet, per rispondere alla polemica, accesasi in ambito giornalistico, che vedeva i blog come una degradazione della critica letteraria (pp. 319-40). Chiude il vol. l’indice degli autori citati (pp. 345-56). – Erica Bertelegni

065-C   EDB: da 60 anni libri fedeli alla Parola (1962-2022), a cura di Roberto CicalaGiacomo RebecchiElisabetta zucchini, Milano, EduCatt, 2022 (Quaderni del Laboratorio di editoria, 33), pp. 102, ill., ISBN 978-88-9335-0378, € 10. La presente pubblicazione si pone l’obiettivo di celebrare il sessantesimo anniversario dalla nascita della celebre casa editrice bolognese delle Edizioni Dehoniane. La ricorrenza si colloca in un momento tanto curioso quanto significativo per la storia editoriale di questa istituzione di stampo cattolico. Già nei testi introduttivi, firmati da Roberto Cicala, Riccardo Roveroni e Giuliano Vigini, si fa infatti riferimento alle vicende che la casa editrice ha dovuto affrontare negli ultimi mesi, quando nell’ottobre 2021, a causa di una crisi finanziaria, l’impresa è stata assegnata a un curatore fallimentare, Riccardo Roveroni. Tale periodo di stallo non ha comunque inficiato il funzionamento della macchina editoriale, permettendole di proseguire il suo cammino con sempre nuove proposte editoriali. Evidente risultato di questo percorso di rinascita è la presente pubblicazione, che costituisce non soltanto uno «strumento agile per la memoria», come afferma Roveroni, ma anche la base per un’eventuale mostra virtuale (interessante, a questo proposito, il ricco apparato illustrativo). Il vol. si struttura in otto capitoli ben distinti, firmati da autori cardine all’interno del panorama di EDB. Il messaggio unitario tramandato sembra affidarsi alla riflessione di Luigino Bruni, che così sintetizza la finalità ultima di questo catalogo: «per poter capire il tempo e costruire il futuro occorre una visione del mondo più grande del nostro orizzonte personale». Enzo Franchini ricorda la nascita della casa editrice, collocabile negli anni ’50, richiamando la forte radice originaria legata alla rivista “Il Regno” e il legame con «le spinte al rinnovamento culturale ed ecclesiale emergenti alla vigilia del Concilio Vaticano II». Alberto Melloni prosegue illustrando le fasi iniziali di organizzazione e selezione delle prime pubblicazioni, tutte accomunate da una intenzione di dialogo e confronto in un contesto di forte evoluzione sociale e religiosa. Approfondisce questa linea riflessiva Maria Elisa Traldi, mostrando come le tre varie ed eclettiche direzioni editoriali, dagli anni ’60 fino al 2021, abbiano contribuito alla delineazione di un ruolo preciso nel panorama editoriale italiano. A questo proposito, Andrea Tessarolo fornisce un’idea dell’ampio ventaglio disciplinare a cui EDB si è prolificamente dedicata nel corso dei decenni, focalizzandosi in particolare sui settori biblico-teologico, etico-spirituale e catechetico-scolastico. Sulla scia delle considerevoli imprese editoriali, il cardinale Gianfranco Ravasi dedica un capitolo al notevole e meritato successo de La Bibbia di Gerusalemme, pubblicazione identificabile come il «maggiore long seller e best seller di EDB», grazie, tra i vari aspetti, alla sua ricchezza contenutistica. Clara Burini si dedica allo stretto legame che sin dall’inizio le Edizioni Dehoniane hanno intrecciato con la pubblicazione di periodici, identificati come efficaci strumenti comunicativi per «informare, proporre riflessioni, aprire nuove prospettive a laici, clero e religiosi». Il cardinale Carlo Maria Martini affronta il proficuo legame intercorso tra la casa editrice e il celebre teologo Gianfranco Ravasi, autore cardine del catalogo editoriale di EDB, in particolare per i suoi commenti biblici. Chiude questa ricca e variegata rassegna il contributo di Riccardo Roveroni, che, insieme all’articolo comparso su «Avvenire» a giugno 2022 firmato da Chiara Unguendoli (riportato qui in Appendice), riporta all’attenzione il cammino di rinascita intrapreso da EDB negli ultimi anni, affrontato come, seguendo le parole di Roberto Cicala, «un esame di coscienza intellettuale necessario per rifondare una nuova editoria al passo con i tempi ma fedele ai valori originari». – Maddalena Baschirotto

065-D  Ferrero (Ernesto), Album di famiglia. Maestri del Novecento ritratti dal vivo, Torino, Einaudi, 2022, pp. 323, ISBN 978-88-06-25798-9, € 21. Si susseguono in questo Album i ritratti di editori, autori, illustratori e giornalisti del Novecento che hanno occupato un ruolo preciso nel ricordo intimo e professionale di Ernesto Ferrero, che rievoca qui il proprio passato e quello italiano con una vivacità che solo un testimone interno può trasmettere. Dunque, una testimonianza che ha la potenza evocativa di un diario privato e la solidità di un resoconto storico. Ricostruirne i particolari narrati equivarrebbe a proporre una serie concatenata di citazioni, e dunque l’ unico modo di rendere giustizia a quanto raccontato è leggere questo resoconto, che trova la sua dimensione tra romanzo e saggio, un «romanzo della conoscenza», come cita il risvolto della sovracoperta. La precisione di ciascuna descrizione risponde indirettamente all’interrogativo che l’a. si pone nell’introduzione, negandolo: il ricordo mente, falsifica, migliorando ciò che bello non è stato? Non in queste pagine, nelle quali non si abbandona alla nostalgia e, quando lo fa, non cede mai il passo allo stereotipo. Le memorie sedimentate nella storia, privata e collettiva, sono piuttosto recuperate anche grazie a uno sforzo non indifferente di ricerca tra le carte accumulate da una vita. Degli uomini e delle donne che racconta, ne riprende la vita, i ricordi delle famiglie di origine, il percorso e le influenze delle loro carriere, l’inclusione in un gruppo di intellettuali, i cui nomi si rincorrono in questi ritratti, e le vicende editoriali, sintomo di un’industria fatta di promesse (a volte non mantenute) e di relazioni (più o meno complesse). Tutti si destreggiavano nel mondo letterario come se non potessero appartenere ad altro; lo hanno vissuto e contemporaneamente lo hanno plasmato. Aprono il vol. I prediletti (p. 9): Italo Calvino, la pazienza con cui gestì la pesante mole di lavoro, e Primo Levi, che conobbe i limiti umani e, insieme a questi, la nobiltà di sottrarsi al sentimento di vendetta. Seguono I capotribù (p. 37), ovvero gli editori, spesso definiti «demiurghi», architetti che non possono lavorare in solitudine, dediti a «un impegno pedagogico, una catechesi laica e democratica» (p. 39). Avvia la riflessione Giulio Einaudi, che costruì il suo Partenone, per il quale cercò instancabilmente la creatività e mai l’esotico o la superficialità delle mode. Poi, Giulio Bollati, che con Giulio I (Einaudi) mediava e cercava una razionalità di difficile recupero (si pensi, per esempio, al fatto che una gerarchia in Casa Einaudi era in sostanza inesistente). Segue Paolo Boringhieri, che si mise in proprio nel ’57, dopo una stagione einaudiana: il punto di incontro tra la cultura umanistica e scientifica è rievocato dal logo circolare con alcune stelle stilizzate di matrice silografica e di origine quattrocentesca – l’a. riferisce di un «incunabolo cinquecentesco» (p. 58), espressione sbagliata in sé. I ritratti di editori che seguono sono dedicati ai coniugi Sellerio (per i quali sarebbe stata una piacevole scoperta trovare due distinti ritratti, sebbene la scelta sia comprensibile), a Inge Feltrinelli, Garzanti e Calasso. Inutile sarebbe ora fare uno sterile elenco dei nomi a cui sono dedicati i successivi saggi: se ne ricorda però la suddivisione riuscita magistralmente, mai limitante e anzi funzionale a cogliere i rapporti lavorativi e umani. I padri nobili (p. 97), per i quali gli anni della guerra divennero dolorosi momenti di formazione; di Pavese dice che «l’abbiamo amato in tanti perché ci aveva rappresentato anche troppo bene» (p. 103), e forse il pensiero si applica a tutti questi Maestri. Gli zii sapienti (p. 145) conobbero un solo rimedio alla vita, un continuo apprendimento di cui mai vantarono la superiorità: sono Cases e Pontiggia. Natalia Ginzburg è citata tra Le signore di ferro (p. 157), curiose e avide di risposte, sopravvissute al dolore grazie ai loro occhi vigili; della Morante celebra i figli che crebbe tra le pagine dei suoi libri. I Maghi e funamboli (p. 181), che nel divertimento e nell’entusiasmo benevolo trovarono la propria cifra; tra questi, Gianni Rodari, che «demistifica con il sorriso» (p. 188), o Bruno Munari, che ridisegnò le forme e reinventò i linguaggi. Cari agli dèi (p. 217) sono i giovani a cui il mestiere fu impedito da una malattia devastante o dalla morte (Fenoglio, soffocato dalla sua malattia, e Atzeni, dal mare). Gli inquieti (p. 235), che condivisero il viaggio, il movimento, le nuove imprese e il mistero (soprattutto Sciascia) come tramite per scoprire altri valori, mai per avversione alla vita; insomma, alla ricerca di quella «precarietà che gli fa godere ancora più intensamente i doni della vita» racconta di Parise (p. 244). Con gli ultimi raggruppamenti, la scelta su quali nomi distribuire dipende ancora più da analogie mentali di chi scrive, tanto da non essere sempre di comprensione immediata – e questo è prezioso quando si racconta della propria “famiglia”. Compagni di banco erano la “squadra” di Einaudi: di questi, si ricorda qui Fossati, di cui l’a. ricostruisce la carriera anteriore all’incarico di direttore della Casa. Tra i Mattatori (p. 283), Pasolini con la sua «febbre di vita che consumava» (p. 290) ed Eco, «esploratore di labirinti» (p. 302). Infine, casa di grande parte di questa famiglia fu Einaudi, le cui sale sembra di ripercorrere, accompagnati dalle voci, gli affanni e il diletto di chi la costruì, e di chi è qui ritratto dal vivo. – Ludovica Montalti

065-E   Incunaboli (Gli) della Biblioteca Universitaria di Napoli. Catalogo, a cura di Giancarlo Petrella, premessa di Andrea Mazzucchi, presentazione di Maria Lucia SiragusaRaffaele De Magistris, Roma, Salerno Editrice, 2022, pp. 489+[8] cc. di tav., ill. col., ISBN 9788869736964, € 160. Parafrasando le parole di un noto incunabolista italiano, ogni volta che nel nostro Paese viene dato alle stampe un catalogo di edizioni quattrocentesche dovrebbe essere un giorno di festa, considerata la grande quantità e varietà di ricchezze che si trovano custodite nelle nostre biblioteche e la relativa scarsità di strumenti bibliografici a disposizione. In questo caso, abbiamo ragione di essere doppiamente felici, giacché si tratta del secondo lavoro in poco meno di tre anni per la città di Napoli (risale infatti al 2019 il catalogo degli incunaboli della Biblioteca Oratoriana dei Girolamini Þ AB 055-F), allestito da un affiatato gruppo di giovani, composto da allievi della Scuola di alta formazione «Alberto Varvaro» in «Storia e Filologia del manoscritto e del libro antico» e alcuni dottorandi della Scuola Superiore Meridionale, coordinati da Giancarlo Petrella. Il lavoro di squadra ha nuovamente consentito di censire celermente le 450 edizioni quattrocentesche della Biblioteca Universitaria di Napoli, che avrebbero potuto essere ben più numerose, se nel 1819 Ferdinando IV di Borbone non avesse ordinato che la raccolta venisse privata di un folto gruppo di voll. rari e preziosi provenienti dalla raccolta privata del marchese Francesco Taccone, poi dirottati verso l’allora Reale Biblioteca borbonica (oggi Nazionale “Vittorio Emanuele III”). Dopo i saluti istituzionali di Maria Lucia Siragusa (attuale direttrice della B.U.N., pp. 5-6), di Raffaele De Magistris (già direttrore della B.U.N., pp. 6-8) e una premessa di Andrea Mazzucchi (direttrore della suddetta Scuola di alta formazione, pp. 9-10), seguono i saggi di Maria Cristina De Crescenzo, responsabile Ufficio Fondi Antichi e Rari della B.U.N., in cui si delineano le fasi storiche d’allestimento della raccolta (pp. 11-5) e uno di Giancarlo Petrella (pp. 17-90), il quale offre una ricognizione sulla stratificazione del fondo librario, insieme alla trascrizione (con commento) del catalogo autografo dei voll. tacconiani entrati a far parte della B.U.N. Il catalogo vero e proprio delle edizioni consiste in schede autoptiche che, come di consueto, si aprono con la segnalazione dei dati editoriali e l’attuale segnatura di collocazione, corredati da una stringata bibliografia, che si limita a segnalare i principali cataloghi e repertori di maggior rilievo internazionale, insieme a sporadici riferimenti all’opera La stampa a Napoli nel XV secolo di Fava e Bresciano, qualora l’incunabolo analizzato sia impresso a Napoli. Si passa poi ad approfondire le caratteristiche materiali di ciascun esemplare: per questa ultima sezione, si è optato per una soluzione in quattro campi: “stato di conservazione”, “legatura”, “decorazione”, “interventi manoscritti” e “provenienze”. Una scelta opinabile ma coerente, che privilegia un modello descrittivo strettamente analitico a scapito di uno più discorsivo, per certi versi simile a una certa impostazione propria del MEI database. Tuttavia, il fatto che le provenienze degli esemplari B.U.N. non siano state contestualmente censite anche nel database del CERL dedicato ai cosidetti marks in books, può costituire un vulnus per una pubblicazione su supporto cartaceo: infatti, quando verranno create in MEI le schede di questi esemplari, come si potranno eventualmente integrare i relativi riferimenti sul catalogo già pubblicato? Al di là di ciò, l’attuale catalogo rappresenta un ottimo strumento di consultazione che restituisce una panoramica completa del patrimonio librario esistente in Universitaria e, insieme, permette di risalire all’identità di antichi possessori, tra cui spiccano le soppresse istituzioni religiose del capoluogo partenopeo (tra le altre, il Collegio Massimo dei Gesuiti, San Domenico Maggiore, San Giovanni a Carbonara, il convento delle Clarisse di Donnaregina), un papa (Pio VI, Giovanni Angelo Braschi) e diversi giuristi e collezionisti napoletani. Sul fronte umanistico, si segnalano i voll. postillati dal filosofo Aulo Giano Parrasio (n. 170, 236, 316, 362) e non mancano svariate rarità, facilmente reperibili scorrendo la lista delle collocazioni con denominazione “Rari” e “Rarissimi”: si segnalano, per la pregevolissima decorazione con fregi a bianchi girari, i tre incunaboli romani di Sweynheym e Pannartz n. 188, 222 e 223. Trattandosi di un primo censimento, l’apparato fotografico proposto (in tutto sono riprodotte 16 immagini, soprattutto di quelle edizioni esteticamente più attraenti) farebbe desiderare all’occhio qualche materiale in più e forse, benché si comprendano le ragioni economiche sottese a una dispendiosa pubblicazione di grande formato come questa, si sarebbe potuto fornire un repertorio iconografico dei vari ex-libris, timbri, note di possesso, ecc. Corposo l’apparato indicale posto in calce per autori, luoghi di stampa, tipografi/editori; utile anche l’indice cronologico per data di stampa e quello analitico per possessori e provenienze. Essenziale invece l’indice delle concordanze, di cui vengono censiti soltanto i numeri identificativi di ISTC e IGI. – D.M.

065-F   Jimenes (Rémi), Claude Garamont typographe de l’humanisme, avant-propos de André Jammes, Paris, Édition des Cendres, 2022, pp. 282, ill. col., ISBN 978-2-86742-311-6, € 39. Tra le font più diffuse nell’editoria, nella grafica e nelle polizze dei più moderni programmi di videoscrittura, ce ne sono diverse appartenenti alla famiglia Garamond. Molto eleganti, aggraziate, esse godono e hanno goduto di una vasta fortuna e si trovano in molti contesti diversi, editoriali e privati, pubblicitari e, più in generale, grafici. Pochi sanno, tuttavia, che esse derivano dal (e devono il loro nome) al lavoro di un “modesto” artigiano del Cinquecento, Claude Garamont (ca. 1515-1561), il quale, con una brillante e piuttosto rapida carriera, seppe accreditarsi presso la corte di Francesco I, che gli assegnò il prestigioso titolo di “graveur de caractères du roi”. Garamont, infatti, pur essendo considerato membro di diritto del pantheon degli editori e stampatori francesi del XVI secolo (nel titolo stesso è definito typographe), era in realtà un incisore di caratteri tipografici. Il vol. di Rémi Jimenes, che finalmente offre un profilo sistematico di una delle figure più rilevanti della stampa del Rinascimento, è strettamente connesso – l’a. ne è stato il curatore – con una mostra dal titolo De Garamont aux Garamond(s). Une aventure typographique, che si è svolta alla Bibliothèque Mazarine e alla Bibliothèque de l’Institut de France, dal 30 settembre al 30 dicembre 2022. Dopo la premessa di André Jammes e la precisa introduzione dell’a., il discorso si sviluppa in tre parti, ciascuna divisa in altrettanti capitoli, che seguono fedelmente, con qualche necessaria sovrapposizione cronologica, lo svolgersi della biografia di Garamont. La prima (Les débuts) presenta il protagonista dall’infanzia parigina al primo quinquennio di attività (ca. 1515-1540), passando per gli anni di apprendistato (in cui ampia parte ebbe il magistero – postumo – e l’ormai acclarata fortuna europea di Aldo Manuzio). La seconda (Au service du roi) tratteggia gli anni centrali (1539-1550) della parabola di Garamont, con particolare riferimento all’editoria in greco, anche in questo caso con evidenti richiami al grande editore umanista italiano. L’ultima (La maturité) muove dalla piena affermazione dell’ incisore con i progetti editoriali in cui fu coinvolto nei primi anni Quaranta e si conclude con la sua morte (1543-1561), presentando anche notizie di carattere più personale. Il vol. è estremamente elegante dal punto di vista tipografico (in omaggio al protagonista del suo contenuto) è molto erudito e documentato, secondo la migliore tradizione della storia del libro alla francese. Non mancano però osservazioni tecniche sulla fonditura dei caratteri e sulle relazioni economiche tra Garamont e i suoi clienti/committenti, mentre sullo sfondo restano gli aspetti più strettamente bibliografici. Ciò non va a scapito, in ogni caso, della leggibilità, favorita anche dalla presenza di ottime riproduzioni fotografiche. Rémi Jimenes offre dunque alla comunità degli studiosi un nuovo profilo di un protagonista dell’editoria rinascimentale francese che segue gli importanti lavori dedicati a Geoffroy Tory – che ritorna anche in queste pagine – e a Charlotte Guillard. Dopo le note, purtroppo raggruppate in calce al testo in due fascicoli su carta rosa, chiudono l’ampia bibliografia di riferimento, l’indice delle illustrazioni, i ringraziamenti e l’indice dei nomi. – L.R.

065-G  Non si farà mai più tal viaggio. Pigafetta e la prima navigazione attorno al mondo, a cura di Valeria Cafà – Andrea Canova, Milano, Gallerie d’Italia – Skira, 2022, pp. 118, ill. col., ISBN 978-88-572-4833-2, € 28. È noto ed evidente che, in quest’epoca, determinati eventi e personaggi storici sono spesso riletti alla luce della nuova sensibilità e del rispetto e interesse per una storia che non sia più eurocentrica, tramite modalità che però talvolta – seppur mosse dalle migliori intenzioni – rischiano di stravolgere lo scopo stesso dello studio del passato o di cadere in forme di cancel culture o damnatio memoriae, sul lungo periodo dannose ed esposte all’effetto boomerang. In questo contesto storico-culturale, curare una mostra su un’opera sulla spedizione di Ferdinando Magellano (1519-1522), uno dei viaggi simbolo dell’ epoca sì delle scoperte ma anche del colonialismo delle monarchie europee, è sicuramente un operazione delicata ma condotta nel caso ora in esame con rigore, interesse e attenzione alle culture coinvolte in quell’avventura (p. 21). Il vol. che qui si recensisce è infatti il catalogo dell’omonima mostra tenuta a Vicenza, Gallerie d’Italia, 6 settembre 2022 – 8 gennaio 2023, organizzata in occasione del cinquecentenario della prima circumnavigazione del mondo, il cui fulcro è stato il ms. Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana, L 103 sup., «unico latore noto della versione originale» (p. 23) della Relazione del primo viaggio attorno al mondo del vicentino Antonio Pigafetta. Grazie all’unione di questa narrazione, fatta di tappe, incontri e scontri, ammutinamenti e osservazioni etnologiche e naturalistiche, con altre fonti letterarie e cartografiche, nonché manufatti e testimonianze materiali, la Relazione del Pigafetta, insieme alle sue illustrazioni, è stata fatta diventare intelligentemente un escamotage per parlare sia dell’impresa nautica sia delle terre e dei popoli toccati da quel viaggio intorno al mondo: nasce così un’esposizione sicuramente più ricca, perché capace di restituire con maggiore efficacia lo stupore della scoperta di culture differenti e terre lontane. Dopo i saluti (pp. 9-15) di Giovanni Bazoli (Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo), di Franco Anelli (Magnifico Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore), di Marcello Verga (Presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni di Antonio Pigafetta), di Stefano Soprana (Presidente dell’Associazione culturale Pigafetta 500) e la Premessa dei curatori Valeria Cafà e Andrea Canova (pp. 21-23), il catalogo inizia con il testo introduttivo Il mondo circumnavigato di Antonio Pigafetta di Andrea Canova (pp. 25-9). Nella successiva sezione Verso un mondo nuovo, si legge l’intervento di David Salomoni Un orizzonte mobile. Geografia e cartografia prima e dopo la circumnavigazione (pp. 33-9), seguito dalla scheda di Valeria Cafà sul quattrocentesco Mapa Mondi di Giovanni Leardo (pp. 40-3), dalla scheda di David Salomoni sull’edizione del 1486 della Geographia di Tolomeo col Registrum alphabeticum di Johann Reger (pp. 44-7) e dalle schede di Andrea Canova sull’edizione vicentina del 1507 dei Paesi nouamente retrouati et nouo mondo da Alberico Vesputio florentino intitulato a cura di Fracanziano da Montalboddo e sull’edizione romana del 1510 dell’Itinerario de Ludouico de Varthema bolognese […] (pp. 48-9, 50-1). I testi della sezione La scoperta del mondo toccano le quattro tappe fondamentali del viaggio: Brasile di Carolina Orsini (pp. 55-9), con una scheda della stessa a. su un diadema occipitale a ruota (pp. 60-1); Patagonia di José Maria Moreno Madrid (pp. 63-7), con una scheda di Georgia Cantoni su un manto in pelle di guanaco (pp. 68-9); Filippine di Felice Noelle Rodriguez (pp. 71-9), con una scheda di Valeria Cafà su un idolo “bulul” (pp. 80-1); Indonesia di Joana Lima (pp. 83-7), con una scheda di Valeria Cafà su un grande piatto celadon con decorazione a fior di loto (pp. 88-9) e una scheda di Andrea Canova sul ms. ambrosiano della Relazione del Pigafetta (pp. 90-3). Dopo questa sezione divisa per tappe, ne inizia una intitolata L’eredità di un viaggio contenente un intervento di Valeria Cafà dal titolo Come si è diffusa la notizia del primo giro attorno al mondo? Note sui giorni a seguire tra lettere, racconti e la Relazione di Pigafetta (pp. 97-101), seguito dalle schede della stessa a. sulla carta nautica cinquecentesca delle Indie e delle Molucche di Nuño García de Toreno e sul sempre cinquecentesco Atlante nautico del mondo di Battista Agnese (pp. 102-3, 104-5), dalla scheda di David Salomoni sul Theatrum orbis terrarum del 1592 di Abramo Ortelio (pp. 106-9) e dalla scheda di Andrea Canova sull’edizione del 1536 de Il viaggio fatto da gli spagniuoli a torno a’ l mondo, [Venezia, Lucantonio Giunti o Niccolò d’Aristotile de Rossi detto lo Zoppino (?)], vol. contenente una traduzione italiana dell’Epistola di Maximilianus Transylvanus e della versione francese della Relazione del Pigafetta (pp. 110-1). La Bibliografia chiude questo ricco, coloratissimo e bel catalogo (pp. 113-8). – S.C.

065-H Pagnotta (Linda), La memorialistica autobiografica italiana dei secoli XVIII e XIX. Repertorio delle fonti a stampa, III voll., Firenze, Leo S. Olschki, 2022, pp. XVIII-1410, ISBN 9788822268198, € 240. Linda Pagnotta si è assunta l’onere di scovare e censire le scritture autobiografiche di autrici e autori italiani (o in alcuni casi stranieri, ma strettamente legati alla penisola: per discendenza famigliare, per scelte di residenza o per ragioni a queste affini) prodotte fra il Settecento e la fine dell’Ottocento. La pregevole fatica – che si inserisce in una corrente di studi classica, ma che recentemente ha conosciuto un rinvigorimento notevole – ha permesso all’autrice di pubblicare i tre voll. in oggetto, all’interno dei quali si raccolgono 4500 voci diverse. L’impressionante repertorio permette di avvicinare una tipologia di scritture estremamente interessanti, sia dal punto di vista scientifico, ma anche dal punto di vista letterario. Questi testi sono infatti molto evocativi e affascinanti: fra le pagine dell’opera si possono incontrare stralci della vita di uomini e donne provenienti dalle più diverse realtà socio-economiche, con differenti competenze scrittorie, mossi da bisogni e aspirazioni di volta in volta peculiari. Merito ulteriore dell’autrice, che permette di riconoscere in questo lavoro uno studio perfettamente inserito nelle più recenti prospettive storiografiche, è quello di aver dato estremo risalto agli scritti dei cosiddetti “subalterni”. Pagnotta, infatti, ha dedicato particolare attenzione a rintracciare e a descrivere le scritture dei marginali (autobiografie di donne, persone ritenute malate di mente, semi alfabetizzati, ecc.) spesso dimenticate dagli storici e che non sono state raccolte dagli istituti di conservazione con lo stesso zelo con cui sono invece state difese e preservate le autobiografie degli intellettuali e dei potenti. Elementi di tutto rilievo sono rappresentati inoltre dalla scelta cronologica e dai criteri assunti per identificare le scritture da includere. Attraverso quelle qui censite si possono ripercorrere infatti alcuni fra i momenti maggiormente peculiari della storia italiana ed europea: dall’iIlluminismo e gli anni della Rivoluzione sino al Risorgimento e alla Rivoluzione Industriale. Infine è pregevole la larghezza dei canoni di definizione del materiale censito: l’autrice sceglie, a ragione, di non procedere seguendo forzosi canoni descrittivi dei testi, ma di smussare gli angoli delle definizioni (tale scelta viene ben spiegata nel corso della lunga introduzione premessa al repertorio). Il risultato cui giunge l’autrice è in definitiva sinceramente strabiliante, tanto per l’ampiezza del repertorio, quanto per la complessità e le particolarità dell’oggetto di indagine. La Pagnotta infatti restituisce un affresco di incredibile interesse e di assoluto valore storico e letterario, che permette agli studiosi di navigare con sicurezza e ordine all’interno di un patrimonio estremamente complesso da esplorare. L’opera è infatti corredata da indici diversi, che permettono al lettore di orientarsi con facilità in un corpus altrimenti dispersivo e di difficile comprensione. È notevole la ricchezza di simili strumenti, che non si limitano a organizzare i dati sulla base delle aree geografiche di provenienza o del periodo di redazione dei testi, ma ordinano questi anche a partire da alcune peculiari caratteristiche degli scritti o degli scriventi (come il genere di chi scrive, il livello di alfabetizzazione, ecc.). È necessario sottolineare inoltre, il fondamentale ruolo dell’importante saggio che introduce il repertorio, che inserisce l’opera nel contesto degli studi internazionali sull’autobiografia e che mette in luce la metodologia del lavoro, lo spirito della ricerca e le prospettive che questo repertorio offre. Quest’opera, per i caratteri sinora descritti, è pertanto destinata a occupare un posto di prestigio nelle biblioteche degli studiosi dell’età moderna e della prima età contemporanea, rappresentando un vero libro di libri o, ancora meglio, un libro di vite. – M. Francalanci

065-I     Petrella (Giancarlo), Scrivere sui libri. Breve guida del libro a stampa postillato, Roma, Salerno editrice, 2022 (Strumenti per l’Università, 12), pp. 290+24 p. di tav., ill. b/n, ISBN 978-88-6973-676-6, € 27. Per molto tempo, i libri cosiddetti “postillati” – quelli, cioè, che contengono varie note manoscritte attribuibili in particolar modo ai lettori – hanno ricevuto scarso interesse tanto da parte degli studiosi, quanto da quella del mondo del collezionismo, che reputava quei ‘segni’ come inutili e dannosi scarabocchi che in qualche modo deturpavano la purezza del libro intonso rendendone vano il suo valore commerciale. Se si escludono quegli esemplari annotati a margine da pochi, illustri umanisti, la tipologia dei postillati, dunque, non ha storicamente catturato particolare attenzione, ma era anzi vista come una categoria libraria in qualche modo difettosa, «inutili scritture che spesso deformano gli ottimi libri» meritevoli così di scarto e assolutamente snobbati dai bibliofili, come testimoniato da alcuni casi di Biblioteche pubbliche o private e dalle testimonianze dirette di librai antiquari come Antoine-Augustin Renouard. Solo al tramonto del XIX secolo si cominciò a fiutare il valore culturale e le potenzialità bibliofiliche degli esemplari con annotazioni manoscritte: furono i librai Leo Samuel Olschki e Tammaro De Marinis tra i primi a provare a invertire la rotta e a segnalare quanto l’ormai quasi ossessiva ricerca del libro intonso, “lavato”, perdesse in realtà di vista un aspetto che potesse costituire un valore aggiunto sia nello studio che nel possesso di un esemplare più o meno antico. Per certi aspetti, la svolta avvenne quasi a un secolo di distanza dalle prime intuizioni di Olschki e De Marinis, quando, nel 1994, Robin Alston raccolse e catalogò circa 25.000 esemplari con annotazioni manoscritte conservate presso la British Library (Books with manuscript. A Short Title Catalogue of Books with Manuscript Notes in the British Library…, London, The British Library). L’ importanza di questo lavoro fu lucidamente capita e sottolineata da Giuseppe Frasso il quale, in una sua recensione al catalogo pubblicata l’anno successivo sulla rivista «Aevum» (Libri a stampa postillati. Riflessioni suggerite da un catalogo, LXIX/3, pp. 617-40), conferì per la prima volta una struttura organica a questa tipologia libraria, offrendo la pertinente – e fortunata – definizione di “postillati” e proponendo alcune riflessioni metodologiche in merito. L’a. di questo vol., lui stesso appassionato e prolifico studioso di queste tematiche – tra i suoi studi basti citare il più recente, «Ne’ miei dolci studi m’acqueto». La collezione di storia della scienza Carlo Viganò, Firenze, Olschki, 2020 – propone qui una «breve guida al libro a stampa postillato», come recita il sottotitolo, che vuole essere uno strumento che faccia il punto della situazione su questo genere librario e sugli sviluppi degli studi a esso dedicati, «pensato per coloro che si affacciano ai postillati da neofiti […], rivolto innanzitutto agli studenti universitari e ai dottorandi […] ma anche ai bibliotecari e a coloro che maneggiano il libro a stampa antico per professione o per diletto» (Premessa, p. 14). La prima parte del lavoro (pp. 19-64) è infatti riservata alla ricostruzione cronologica dei vari eventi che hanno portato la tipologia dei postillati da libri destinati perlopiù al macero a oggetti di grande valore storico-culturale largamente apprezzati anche dal mondo antiquario. Gli altri due macro-capitoli pongono invece l’attenzione sulle varie – e, per certi aspetti, diversissime – tipologie di interventi mss.: sia, a vario titolo, note di possesso (pp. 65-156), quindi note d’acquisto, indicazioni di prestito, dono, lascito o, ancora, dichiarazioni di ‘comodato d’uso’, modalità particolarmente in voga nei conventi; sia qualsiasi altro tipo di traccia manoscritta a opera del lettore (pp. 157-260) come correzioni, appunti, considerazioni, maniculae, ma anche testi accessori, disegni e financo espressioni di dissenso o interventi censori. Il lettore, dunque, al centro dell’attenzione, prima ancora dell’autore o del testo, sia nei suoi aspetti contenutistici che formali. Il lettore in quanto entità che “dà senso” a un libro, dialogando con esso in un rapporto spesso intimo, anche se non sempre facile e indulgente. Per concludere, un lavoro che mette insieme in maniera chiara e ordinata i vari aspetti che compongono una tipologia libraria che ha negli anni attratto una ricerca interdisciplinare tra filologia, paleografia e storia del libro. In chiusura 33 tavole illustrative e un indispensabile apparato di indici: dei nomi, degli esemplari postillati e delle illustrazioni (pp. 263-288). – P.S.

065-J    Pischedda (Bruno), La competizione editoriale. Marchi e collane di vasto pubblico nell’Italia contemporanea (1860-2020), Roma, Carocci editore, 2022, ISBN 978-8829010462 pp. 544, €44. Il vol. si inserisce come ulteriore tassello nel campo degli studi di storia dell’editoria contemporanea. Si denota fin da subito l’estrema utilità di un’operazione di questo tipo, volta a dare una sintesi chiara e comprensibile dei saggi più specialistici e frammentati usciti negli ultimi anni e a riscoprire, inoltre, monografie importanti ma datate, che altrimenti correrebbero il rischio di rendersi inutilizzabili. L’a. non nasconde di fare tesoro dei compendi precedenti avvenuti in questo campo. Aspetto ancor più utile, perché oltre a un dialogo serrato con monografie di settore, il vol. si configura come sintesi delle storie dell’editoria, capace di metterne in dialogo gli aspetti più interessanti di ognuna di esse (si vedano per esempio le numerose citazioni di Cadioli, Ragone o Turi). E tuttavia individua un proprio originale tracciato, gli estremi del quale si identificano già nel titolo. In primo luogo, la competizione, a significare l’estrema attenzione che si riserva agli aspetti imprenditoriali ed economici dell’editoria, fin dagli anni successivi all’Unità d’Italia, come nei casi presi in esame di Treves e Sonzogno. In secondo luogo, l’idea di indagare solo quei fenomeni che toccano il vasto pubblico, e forse da qui deriva una prospettiva fortemente milanocentrica, tralasciando dunque quell’intero universo delle possibilità settoriali o elitarie, per concentrarsi nel campo dei grandi numeri, delle grandi tirature e dei grandi generi, narrativa e manualistica (qui fortunatamente messa in evidenza) su tutti. Protagonisti sono infatti gli editori che attraverso il proprio marchio e le rispettive collane, e grazie a una strutturazione aziendale all’avanguardia, ricalcata sul modello dei migliori esempi europei, si preparano alla più larga diffusione possibile, in termini geografici e sociali. Modello principe di questo tentativo di raggiungere tutti i tipi di lettori e di abbattere le barriere di reddito e istruzione è naturalmente l’editore Treves, vero antesignano dalle politiche mondadoriane, il quale assurge a punto di equilibrio tra gli estremi di un’editoria marcatamente popolare, e quindi ancora, volendo estremizzare, fossilizzata a un rigido sistema delle classi sociali, e un tipo di editoria conservatrice. Altra caratteristica di questo vol. è la volontà di portare al centro del discorso le collane (linea che era già stata esplorata precedentemente e che qui trova una sua giustificazione). Collane che sono viste come strumento ed entità editoriali assai eloquenti, in grado di mostrarsi come sintesi tra le spinte individuali delle singole uscite e la genericità delle linee editoriali, e per questo adatte a un discorso che voglia essere affresco e allo stesso tempo analisi dei rapporti che intercorrono tra i vari protagonisti. Analizzare le collane di maggiore successo e ambizione permette infatti di mettere in luce da una parte gli aspetti più industriali o economici del mestiere, e dall’altra il posizionamento ideale e politico all’interno del mercato, il quale vive, a partire dal secondo Ottocento, numerose fasi di sviluppo e avanzamento, non soltanto demografiche, ma anche economiche, sociali e culturali. Il vol. si concentra quindi sugli editori che fin dall’Unità lavorano per l’ampliamento del proprio pubblico e il posizionamento in fasce ancora inesplorate. Gli stessi che, nonostante le numerose critiche e le opposizioni di certe visioni reazionarie, vedono schiudersi le nuove esigenze del secolo e a esse vanno risolutamente incontro. In questo breve elenco degli aspetti che caratterizzano lo studio di Pischedda, di assoluta riuscita è infine la capacità di condurre incursioni all’interno del panorama europeo, in modo da riposizionare i fenomeni che avvengo nella Penisola all’interno di uno schema più ampio. Esempio ne sono il legame tra Edoardo Sonzogno e la Société des gens de lettres o l’introduzione di nuovi generi nel nostro mercato, come il self-helpismo, di matrice tutta anglosassone, frutto di accurate analisi sui fenomeni che già altrove avevano trovato successo. Gli undici capitoli che si susseguono sono: Industrializzazione e settorializzazione (1860-1920); Le vie della manualistica; Verso un’editoria di massa (1910-1940); Il nuovo schieramento editoriale; Il quarantennio delle (nuove) traduzioni; Economici e semieconomici tra guerra e dopoguerra (1940-1965); Quando parliamo di tascabili (1965-1980); L’editoria di cultura alla prova del pubblico; Affermazione e tramonto delle collane specializzate e Piccola epopea del megaeconomico (1990-2020). – Francesco Ursino

065-K  Rodari (Gianni), Opere, a cura e con un saggio introduttivo di Daniela Marcheschi, pp. CLXI+1767; Rodari a colori. Tavole, disegni, figure, a cura di Grazia Gotti, pp. 24+[68] di tavole, ill. col., Milano, Mondadori, 2020 (I Meridiani), ISBN 978-88-04-71947-2, € 90. Quando Gianni Rodari scriveva – citando Novalis – che «se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l’arte di inventare» metteva a nudo il senso della sua opera intera. Lo scriveva nella prima pagina della sua Grammatica della Fantasia, unico studio teorico della sua lunga carriera autoriale. “Capitano coraggioso”, lo definisce Daniela Marcheschi nella bella introduzione a questo Meridiano che raccoglie le sue opere (dalle Filastrocche in cielo e in terra al Il libro degli errori, passando per le Favole al telefono o La torta in cielo, Le avventure di Cipollino e tante altre) pubblicato nel 2020, a cento anni dalla sua nascita (Omegna, 1920). Perché “capitano”? Perché, poi, “coraggioso”? Per essere diventato il capofila, dopo Collodi, della letteratura per l’infanzia, un genere da sempre considerato secondario rispetto a quello, più dignitoso, per gli adulti. «Croce poneva la letteratura per l’infanzia in una categoria inferiore: quell’ordine di libri che, pur partecipando di una dimensione artistica, contengono troppi elementi pratici o extra-estetici e cadono addirittura nel “mero stravagante e nell’insulso” per l’intento prevaricante di “attirare la curiosità e l’i mmaginazione dei bambini e somministrare, attraverso quell’interessamento, osservazioni e ammonimenti morali”», scrive Marcheschi (p. XI). Ma che nella letteratura per bambini ci fosse altro, Rodari lo sapeva bene. Lui, maestro quasi per caso (iniziò facendo da tutore a una famiglia di sfollati tedeschi in Italia, prima delle fascistissime leggi razziali trentottine), non era per nulla digiuno di pedagogia o psicologia (aveva fatto studi magistrali) e sapeva certo che fare letteratura per l’infanzia non è cosa banale. Servono conoscenze approfondite, in svariati campi (dalla pedagogia alla psicologia, ma anche in filosofia, estetica, letteratura, arte, storia…). E serve credere (e farlo sempre) nel potere conoscitivo della letteratura e della poesia. Diceva, perentorio: «quello che importa è dare ai bambini, con qualunque mezzo, parole vere, non suoni superflui da dimenticare immediatamente. E intendo, con parole vere, parole pronunciate da un adulto impegnato con la sua totalità in questa creazione. Parole, cioè, piene» (p. XIII). Insomma, il suo non è stato un afflato creativo, un impulso subitaneo a cui dar sfogo in una scrittura moraleggiante, insulsa e stravagante (per citare Croce), ma un’opera programmatica, con un chiaro intento letterario oltre che pedagogico. E in questo sta la bontà di un Meridiano che ne raccolga organicamente i testi, intelligentemente accompagnato, nel suo cofanetto, da un elegante volumetto (in carta vergata) delle tavole a colori delle illustrazioni delle opere di Rodari in tutto il mondo (introdotte dalle parole di Grazia Gotti, Segni, forme e colori per Gianni Rodari, alle pp. 11-24). Il vol. delle opere è invece aperto dall’introduzione della curatrice Daniela Marcheschi (Gianni Rodari: parole, giochi e scritture per grandi e piccoli pp. XI-LXXXVII, con relativa, ricca, bibliografia dei testi citati), dalla Cronologia della vita dell’a. (pp. XCI-CLV) e dalla Nota all’edizione (pp. CLVII-CLXI). Chiudono il poderoso tomo una sezione di Notizie sui testi (pp. 1657-712), una Bibliografia essenziale su Gianni Rodari e la sua critica (pp. 1715-48), un Indice dettagliato dei testi in raccolta (pp. 1749-67). – Ar.L.

065-L   Romanzo (Il), «la stessa mia vita». Carteggio editoriale Buzzati-Mondadori (1940-1972), a cura di Angelo Colombo, Milano, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 2022 (Biblioteca, 7), pp. 405, ill., ISBN 978-88-85938-82-3, € 24. In questo vol. vengono riunite per la prima volta 162 lettere provenienti dal corpus epistolare riguardante Dino Buzzati, in particolare quelle intercorse con l’editore Mondadori, nelle persone di Arnoldo, del figlio Alberto e del direttore letterario Vittorio Sereni, quest’ultimo a partire dall’autunno 1958. Sebbene la figura del Buzzati scrittore venga molto spesso identificata con la casa editrice Mondadori, il suo rapporto con Arnoldo ebbe avvio solo nel settembre 1940, quando il bellunese aveva già pubblicato Barnabo delle montagne e Il segreto del Bosco Vecchio con la casa editrice Treves e solo dopo pochi mesi dall’uscita del Deserto dei Tartari, romanzo che andava a inaugurare la collana Il sofà delle Muse della Rizzoli. La corrispondenza, infatti, copre il periodo che va dal settembre 1940 fino a poco dopo la morte di Buzzati, avvenuta il 28 gennaio 1972, in quanto vengono comprese anche le lettere tra la vedova Almerina Antoniazzi e Alberto Mondadori. Si tratta della testimonianza di un rapporto sicuramente di lunga durata, con una frequenza epistolare più intensa dall’inizio degli anni Cinquanta fino alla metà del decennio successivo. In altri periodi lo scambio epistolare diventa estremamente discontinuo se non addirittura assente a causa dell’instaurarsi di più frequenti incontri personali e telefonici, di cui comunque si riscontrano tracce anche in documenti e appunti esterni alla corrispondenza. Il carteggio editoriale riguarda una vasta gamma di questioni e argomenti, che vanno dai contratti per la proprietà delle opere, alle prime edizioni o alle ristampe e alla impostazione grafica dei libri, ma si ritrovano anche aspetti legati alla scrittura, alla poetica narrativa, alla politica editoriale, oltre che a sfoghi personali e confessioni intime, che andarono ad arricchire il tradizionale rapporto scrittore-editore di fiducia. Dalla lettura delle lettere si ricava un profilo non consueto di Buzzati, così come emergono quali fossero le pratiche editoriali e operative della casa editrice Mondadori usate nei confronti di uno dei propri autori di punta della sezione della narrativa. L’introduzione del curatore del carteggio, Il tempo delle scritture. Trent’anni di conversazioni epistolari, ripercorre in maniera molto dettagliata l’intero percorso del rapporto intercorso tra Buzzati e la Mondadori alla luce delle informazioni provenienti dalle lettere conservate presso la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. Tra tutti emergono i momenti di maggiore difficoltà e attrito come nel caso della pubblicazione della commedia L’uomo che andrà in America, o ancor di più la vicenda editoriale riguardante Il grande ritratto, pubblicato in vol. nel 1960 dopo essere uscito in una rivista. I carteggi sono sempre stati considerati fonti di primaria importanza per entrare all’interno della sfera più intima di ogni persona, ancor più per quel che riguarda intellettuali e artisti. Analogamente a qualunque altra fonte documentaria anche le informazioni tratte da un epistolario devono essere sottoposte al vaglio della critica storica, ma è indiscutibile quanto importanti siano per la conoscenza e la comprensione di tutto quel che concerne il passato dell’Umanità. Fa riflettere oggi la completa sparizione della corrispondenza “analogica”, non solo delle persone ma anche degli enti e delle istituzioni, in favore di email e di documenti digitali riguardo alla cui conservazione nel tempo vi sono seri e fondati dubbi. Tale fatto ormai ben noto, non può non destare preoccupazione. La salvaguardia e la conservazione di questi documenti digitali – per non parlare degli archivi – diventa quindi di prioritaria importanza per poter preservare la memoria di quello che per noi è il presente o il passato recentissimo, ma che in un prossimo futuro potrebbe diventare un periodo storico poco comprensibile proprio per la carenza di documentazione superstite. – M.C.

065-M                        Scala (Ferdinando), La correzione di bozze. Nuova edizione, a cura di Matteo Spagnolo, Milano, Editrice Bibliografica, 2022, pp. 200, ill. a colori, ISBN 978-88-9357-513-3, € 25. Ferdinando Scala è un professionista dell’editoria: per almeno un trentennio è stato parte integrante delle edizioni Garzanti, collaborando alle collane Grandi opere, Garzantine e Dizionari. A partire dai primi anni Novanta, inoltre, ha iniziato a dirigere la Scuola di Editoria da lui fondata, oggi diventata il Master Professione Editoria dell’Università Cattolica. La sua esperienza come docente e formatore di giovani redattori lo ha portato, nel febbraio del 2017, a scrivere La correzione di bozze, un manuale che guida passo dopo passo chi vuole iniziare questo mestiere. Il testo, agile nella presentazione, ma denso nella lettura e nei contenuti portati, si può dividere in due parti: la prima, dal capitolo uno al capitolo quattro, si dedica alla fase di correzione, insegnando i materiali specifici, gli strumenti e il tipo lettura da utilizzare; invece, la seconda, che va dal quinto capitolo al nono, si occupa del controllo organizzativo dell’impaginazione, necessario per non lasciare inestetismi sulla pagina stampata. Isolati sono l’introduzione, che si concentra sugli aspetti generali e informativi riguardo il mondo della correzione bozze, e il capitolo decimo, che invece tratta il controllo generale sul vol. stampato, l’ultimo passaggio prima di mandarlo definitivamente in stampa. Questa recensione tratta della nuova edizione, curata da Matteo Spagnolo, allievo di Scala, insieme ai venticinque studenti della classe 2022 del Master Professione editoria. L’aggiornamento del testo si è concentrato in particolare su tre aspetti: quello estetico, quello stilistico e quello tecnologico. Dal punto di vista formale, soprattutto a livello grafico, il manuale di Scala si presenta come completamente rinnovato: tutti gli schemi presenti nella prima edizione sono stati rifatti ed evidenziati con un sfondo ciano; lo stesso colore viene ripreso poi anche nei box delle “Osservazioni”, cioè quegli argomenti su cui è necessario porre l’attenzione quando si corregge una bozza; con un fondino giallo, invece, sono segnalate le esercitazioni. Il testo è stato poi sottoposto a un’attenta revisione ed è stato adattato alla sensibilità più attenta del pubblico odierno, per esempio evitando di utilizzare costantemente il maschile sovraesteso “correttore” e sostituendolo con espressioni come “chi corregge una bozza”, “la persona che si occupa della redazione” e così via. Il libro è poi stato rinnovato secondo l’aspetto tecnologico: sono stati aggiunti esempi e riferimenti legati ai flussi di lavoro e ai software delle aziende editoriali di oggi. Queste aggiunte non hanno portato a limitare o a eliminare la grande presenza di informazioni riguardo a come il lavoro editoriale veniva svolto in passato, ma piuttosto sono state utili a contestualizzarle e, dove necessario, ad arricchirle con i dovuti aggiornamenti. In questo senso, è stata importante la revisione degli esercizi offerti, affinché fossero corrispondenti a quanto viene richiesto oggi dalle aziende editoriali. Infine, ai dieci capitoli di testo, è stata aggiunta una Appendice, dedicata a due aspetti fondamentali del lavoro del redattore, ovvero l’editing formale e l’uniformazione, e un Glossario, utile per far conoscere i termini specifici della tipografia a chi si avvicina per la prima volta al mondo dell’editoria. Il testo è pertanto un vero e proprio manuale, che guida il lettore attraverso tutti i passaggi fondamentali di questo mestiere: si potrebbe leggere come il frutto dei trent’anni di esperienza e formazione del Master Professione Editoria. – Ambrogio Sanelli

065-N  Tourn (Giorgio), La Bibbia di Olivetano, Torino, Claudiana, 2022, pp. 228, ISBN 978-88-7016-959-1, € 18,50. Sono davvero pochi i libri che si possono considerare come veri ritratti di altri libri, opere cioè che costituiscono delle descrizioni bibliografiche così estese e approfondite da diventare delle vere e proprie monografie. Forse il capolavoro in questo genere di studi è il vol. di Conor Fahy dedicato all’Ariosto del 1532, anche se si tratta di un testo fortemente sbilanciato sugli aspetti propriamente bibliologici e di varianti filologiche riscontrate nel poema stesso. Ugualmente prezioso è però anche il vol. Editio princeps che in anni a noi più prossimi Eric M. White ha dedicato alla Bibbia di Gutenberg. Un caso a parte è costituito quindi da questa recente pubblicazione, dovuta non tanto a un bibliografo o a uno storico del libro, quanto piuttosto a un noto teologo e studioso della Riforma come Giorgio Tourn (classe 1930). Il suo vol. si potrebbe anche descrivere come una sorta di introductorium proprio alla conoscenza della Bibbia cosiddetta dell’Oliveto, cioè della Bibbia francese pubblicata nel 1535 a Neuchâtel e finanziata dalla comunità valdese. Si tratta cioè della Bible en Francoys, Neuchâtel, Pierre de Vingle, 1535, in folio, ampiamente descritta da Bettye Thomas Chambers, Bibliography of French Bibles. Fifteenth- and Sixteenth Century French-Language Editions of the Scriptures, Genève, Droz, 1983 e dal repertorio on line GLN 15-16 scheda 3, ma disponibile anche in digitale. La prima parte del vol. di Tourn si impegna a illustrare il valore di questa edizione anche per il lettore digiuno o non perfettamente informato di ciò che riguarda la storia valdese del Cinquecento e a spiegare il contesto nel quale essa nasce. La comunità dei Poveri che avevano seguito l’insegnamento di Valdo di Lione, infatti, alla fine del Medioevo, nonostante i contatti avuti in precedenza con le comunità degli hussiti della Moravia e della Boemia, si trovava in una situazione di isolamento, in qualche modo di stallo, a causa della pressione esercitata dal mondo cattolico che circondava le tre “isole” valdesi costituite dalla comunità delle Valli del Piemonte cosiddette valdesi (Pinerolo) dove tuttora persiste una significativa presenza valdese, dalle comunità provenzali che si estingueranno di lì a poco, così come quelle calabresi. A questo punto della storia, però, i barba valdesi (cioè i responsabili delle comunità, potremmo chiamarli veri e propri presbiteri della comunità) si rivolsero alle chiese riformate per capire sia che cosa stava succedendo nel mondo cristiano, sia per valutare la possibilità di un avvicinamento se non di una convergenza con la nuova teologia. Per via alpina, le comunità che raggiunsero in modo più facile furono quelle della nascente chiesa Calvinista, della riforma diciamo così di ambito ginevrino (in realtà il contatto fu più generico, diciamo con le comunità francofone tra la Svizzera e la Francia). A questo punto l’ interpretazione di ciò che accadde può divergere, perché c’è chi ha visto in questa operazione di avvicinamento una sorta di colonizzazione della Chiesa riformata che di fatto riuscì a cancellare il proprium delle comunità valdesi, e invece chi (come l’a.) vede in questa operazione una sorta di salvataggio, di completamento della vocazione cristiana delle comunità valdesi che trovano nella teologia riformata il pieno sviluppo che le porterà a uscire dal periodo medievale e a entrare pienamente nella modernità. Questa operazione, che si svolse non senza dissensi all’interno della stessa comunità valdese, ebbe il suo coronamento nel cosiddetto sinodo di Chanforan del 1532, nel quale le comunità valdesi aderirono alla Riforma e si impegnarono a finanziare con una larga donazione la pubblicazione di una Bibbia in francese. In Francia esisteva già una Bibbia in volgare (quella di Jacques Lefèvre d’Étaples condotta però sul latino), mentre qui si tratta di una nuova traduzione basata sull’ebraico e sul greco condotta da Pierre Robert detto l’Olivetano, che era un cugino di Calvino. L’operazione portò nel giro di circa tre anni alla pubblicazione di un mastodontico vol. che appunto propone l’edizione della Bibbia in francese. Ciò che interessa però, al di là dell’aspetto prettamente filologico, teologico e linguistico del quale qui non ci si può occupare, è l’operazione culturale in sé che portava i valdesi ad allontanarsi dalla loro teologia pregressa tramite l’abbandono della lingua stessa nella quale quella teologia era scritta, cioè l’occitanico alpino che invece rimarrà la lingua comunemente parlata nelle Valli valdesi. Quindi l’adesione alla riforma comportò una mutazione radicale con il nuovo uso linguistico: solo adottando il francese, infatti, i teologi ginevrini potevano in qualche modo controllare e interloquire coi fedeli della Chiesa valdese, che da allora diventerà appunto una chiesa calvinista. Non a caso, prodromica alla Bibbia, vide la luce anche l’unica altra opera dell’Olivetano, l’Instruction des enfans, [Genève], [Pierre de Vingle], [1533], descritta al GLN 15-16 scheda 4507, in 8° (non in 16° come è detto a p. 71), un solo esemplare conservato (ma ne è disponibile la digitalizzazione), un catechismo dedicato anche agli adulti con istruzioni per imparare a leggere il francese. L’edizione della Bibbia fu complessa, come ormai quasi quarant’anni fa ricostruì in due celebri saggi Jean-François Gilmont (La fabrication et la vente de la Bible d’Olivétan, «Musée neuchâtelois» 1985, pp. 213-24 e La publication de la Bible d’Olivétan. Audaces et limites d’une entreprise de précurseurs”, in Olivétan, traducteur de la Bible, Actes du colloque de Noyon, mai 1985, présentés par Georges Casalis – Bernard Roussel, Paris, Cerf, 1987, pp. 31-7), saggi che funzionano in qualche modo come vademecum bibliografico alla conoscenza della suddetta Bibbia: l’edizione fu pubblicata probabilmente in un migliaio di voll. e se si considera che attualmente se ne conservano più di 100 (di cui ben 7 in Italia) il fatto sta a significare un complessivo insuccesso dell’operazione editoriale. Ciò anche perché il libro venne realizzato in dimensioni veramente molto grandi, tutto il contrario dei piccoli mss. tascabili che invece caratterizzavano la tradizione biblica delle comunità valdesi, voll. costosi, pesanti, libri da banco nel senso più assoluto del termine, oltretutto scritti in un pesante alfabeto gotico che se senz’altro era più leggibile da parte dei valdesi (che avevano una tradizione grafica molto conservativa e arretrata), risultò di difficile lettura e presto “vecchio” per il pubblico francofono. L’opera di Tourn si sviluppa secondo tre direttive, che forse dipendono anche da una genesi non lineare del vol., (come viene illustrato nella breve introduzione) per cui il progetto iniziale era di un di un’opera divulgativa e poi si è giunti invece alla pubblicazione di un’opera più complessa. La prima parte presenta una serie di agili capitoli riguardanti tutta la problematica storica nella quale si va a inserire l’edizione, dal sinodo o assemblea di Chamforan fino ai vari protagonisti della vicenda, oltre l’Olivetano naturalmente Guglielmo Farel e lo stesso Calvino e persino il tipografo implicato. Una seconda parte presenta in qualche modo le due opere dell’Olivetano, utilizzando una tecnica abbastanza curiosa ma non banale, pubblicando nella pagina di destra una fotografia relativa a una data pagina o sezione dell’edizione e sulla sinistra una sorta trascrizione/traduzione/commento che permette in qualche modo di individuare le varie parti che compongono l’opera stessa. Applicato all’intera Bibbia dell’Olivetano, tale metodo sottolinea l’importanza di determinate sezioni, soprattutto dei paratesti. Si produce così uno strumento si potrebbe dire “esegetico” del prodotto editoriale, che spiega da sé le proprie ragioni. Segue poi una terza parte in cui si discute la fortuna dell’opera, da un lato spiegando come lentamente le comunità valdesi siano entrate pienamente nella comunione ginevrina e dall’altro si illustra la fortuna di questo testo all’interno della nuova chiesa Riformata francofona. Chiude il vol. una preziosa appendice nella quale viene utilmente proposta una traduzione moderna di alcuni dei paratesti dell’edizione, che risultano di grandissimo interesse. Si termina sottolineando l’ importanza proprio dell’incipit e di uno strano testo (in latino, stampato in piccoli e fittissimi caratteri: segno, come sottolinea l’a., che fu inserito a impaginazione completata in uno spazio troppo ristretto) firmato da Calvino stesso (si veda pp. 92 e 171). Esso si presenta come fosse il privilegio di stampa, ma in realtà è una spiegazione del perché un’opera come questa non richieda nessun privilegio dell’autorità politica in quanto era privilegiata da Dio, cioè è Dio stesso che vuole che venga pubblicata. Colpisce molto l’incipit, perché in qualche modo vi si presenta una protesta all’autorità pubblica che concede privilegi anche per opere sconvenienti, e anzi si dice che c’è una moltiplicazione eccessiva di pubblicazioni spesso inutili o dannose e che quindi l’autorità dovrebbe limitare la stampa, occupandosi di controllare le edizioni in uscita. Si capisce che nella mentalità degli uomini di quel tempo, in questo caso di Calvino, una certa logica censoria era quasi connaturata allo sguardo che loro stessi portavano sul fenomeno della stampa. Il vol., assai piacevole anche alla lettura e dotato di un parco apparato illustrativo, manca però di un indice dei nomi. – Ed.B.

Spogli e segnalazioni

065-001A Dési Ferences Rendház Könyvtárá Régi Állománya. Altbücherbestand der Bibliothek des Franziskiskanerklosters in Deesch, cur. Edina Gordán, Budapest, Magyar Tudományos Akadémia, 2019, (A Kárpát-medence magyar könyvtárainak régi könyvei, 13), pp. LXXXIV+748, ISBN 978-963-7451-54-6, s.i.p. Il catalogo documenta il posseduto pre 1850 della biblioteca del convento francescano di Dés = Dej = Deesch, creato nel 1712 in questa cittadina della Transilvania dedicata all’estrazione del sale e in gran parte passata alla Riforma. Dediti all’insegnamento scolare, i francescani raccolsero una bella biblioteca, di cui si salvano undici incunaboli e un bel manipolo di antiche edizioni ungheresi. Il catalogo comprende 1645 pezzi descritti in ungherese e accompagnati da diversi indici. – Ed.B.

065-002A mikházi és szárhegyi ferences kolostorok régi könyvei. Katalógus = Fondul de carte veche al mănăstirilor franciscane din călugăreni și lăzarea. Catalog = Altbücherstanden der Bibliotheken des Franziskanerklostern Mikháza und Szárhegy. Katalog, cur. Réka Bányai, Budapest, Magyar Tudományos Akadémia, 2022, (A Kárpát-medence magyar könyvtárainak régi könyvei, 14), pp. LXXXIV+840, ISBN 978-973-0-36549-8, s.i.p. Il vol. (disponibile anche on line), dopo un’ampia introduzione storico-culturale, offre il catalogo di 1904 edizioni antecedenti la metà del XIX secolo (dotate di utili indici finali). Sotto la dominazione turca, la situazione dei cattolici transilvani, dotati di pochi sacerdoti secolari, fu sostenuta dai francescani provenienti dalla Bosnia, che a loro volta entrarono però in contrasto con i confratelli ungheresi: spicca però lo sviluppo del convento di Mikháza (poi trasformato dal governo comunista in un ospedale psichiatrico), che ebbe una biblioteca orientata soprattutto all’uso quotidiano. I voll. ora rintracciati, dispersi anche in diversi istituti, mostrano però interessanti aperture e connessioni con raccolte estranee all’ordine. Molto più limitata numericamente l’esperienza (e la biblioteca) dell’insediamento francescano di Szárhegy, i cui libri vengono anch’essi presi qui in considerazione. – Ed.B.

065-003Albé (Patrizia)Patrizia Foglia, Maschere. Dalla Commedia dell’Arte personaggi e costumi nella grafica tra Seicento e Novecento, Busto Arsizio, Nomos Edizioni, 2021 Þ rec. Luca Pietro Nicoletti, «L’illustrazione. Rivista del libro stampato illustrato», 6, 2022, pp. 156-9.

065-004Alligo (Santo), Cento illustratori italiani santificati, Torino, Little Nemo editore, 2021 Þ rec. Stefano Salis, «L’illustrazione. Rivista del libro stampato illustrato», 6, 2022, pp. 161-5.

065-005Amendola (Cristiano), Epistolari, manuali di ars dictandi e raccolte di lettere-modello nella biblioteca personale di Leonardo Da Vinci, «La Bibliofilía», 124/1, 2022, pp. 157-82. Nei vari elenchi di libri posseduti da Leonardo Da Vinci è stato possibile riscontrare alcune annotazioni riguardo alcuni manuali di ars dictandi. Confrontando questi documenti con l’epistolario, l’a. compie alcune considerazioni: se rimane complicato certificare l’utilizzo di questi manuali da parte di Leonardo, sembra questa essere una raccolta coerente che potesse far parte di un piano organizzato in modo razionale per l’apprendimento di queste competenze. Il contributo delinea inoltre sia alcuni criteri leonardeschi nella scelta dei manuali cui fare riferimento, sia l’effettivo ruolo da essi svolto nello sviluppo delle sue abilità epistolari. – P.S.

065-006Antolini (Franco), Scheda di restauro e dossier fotografico, in Ars nova discoverta. Ballate di Francesco Landini nella Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara, a cura di M. Bonazza – E. Spinelli, pp. 59-60+XII di tavole. Si descrive il restauro dell’esemplare del De murum felisque bello di Teodoro Prodromo dell’Ariostea e della pergamena musicale che originariamente fungeva da coperta della sua legatura. La descrizione è seguita dalla relativa rassegna fotografica. – S.C.

065-007Armada (Alfonso), Verdad y fervor, o lo que la prensa necesita para que vuelvan los lectores, in Noticias verdaderas. Maravillosos prodigios. Relaciones de sucesos en la BNE y los orígenes del periodismo, pp. 65-82.

065-008Ars nova discoverta. Ballate di Francesco Landini nella Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara, a cura di Mirna Bonazza – Enrico Spinelli, Ferrara, Nautilus, 2022, pp. 60+XII di tavole, ill. col., ISBN 979-1280645111, s.i.p. Il vol. è frutto del Progetto Nautilus e della sinergia tra la Biblioteca Comunale Ariostea, l’associazione “Amici della Biblioteca Ariostea” e il Master in Archivistica Diplomatica Paleografia dell’Università degli Studi di Ferrara. Fulcro di questo lavoro è il ritrovamento di due ballate trecentesche (testo e musica) di Francesco Landini, tramandate da una pergamena (ora Ferrara, Biblioteca Comunale Ariostea, Fondo Nuove accessioni, 173) utilizzata come coperta nella legatura di un esemplare dell’edizione Ortona, Gershom Soncino, 1518 del De murum felisque bello di Teodoro Prodromo, scrittore bizantino del XII secolo. Questa copia, posseduta in precedenza dal Collegio dei Gesuiti di Ferrara, è oggi conservata presso la Biblioteca Comunale Ariostea (Miscellanea 724.66) e, come avvenuto anche per la pergamena, è stata sottoposta a restauro nel 2021. Dopo la Presentazione di Sandro Bertelli (pp. 7-8) e l’Introduzione di Paola Zanardi (pp. 9-10), il vol. si divide in due parti, Contributi e Schede: nella prima si leggono i contributi La città, la Biblioteca e un poemetto di Teodoro Prodromo di Mirna Bonazza (pp. 13-9), Ars nova discoverta di Enrico Spinelli (pp. 21-32), La “Scanzia” P della Libreria Grande dei Gesuiti di Alessandro Cazzola (pp. 33-47); la seconda contiene le schede Un nuovo manoscritto per l’Ariostea. Polifonia italiana del Trecento: due Ballate di Francesco Landini di Mirna Bonazza (pp. 51-8) e Scheda di restauro e dossier fotografico di Franco Antolini (pp. 59-60 cui seguono 12 tavole relative all’oggetto di studio). Il vol. è schedato sotto i singoli contributi. – S.C.

065-009Assenmaker (Pierre), Au-delà du “miroir au prince”. L’image du miroir dans la correspondance de Pétrarque, in Les Miroirs aux princes aux frontières des genres (VIIIe-XVe), pp. 205-40. Il saggio, attraverso un’analisi della sua corrispondenza, mette in discussione l’idea che la lettera di Petrarca a Francesco da Carrara sia uno speculum principis, e dimostra che l’uso della metafora speculare non è limitato ad un genere specifico ma è una figura retorica comune in vari contesti. – Francesco Ursino

065-010 «Avisos. Noticias de la Real Biblioteca», 97, mayo-agosto 2022. Si confrontano due esemplari della Geometría práctica di Juan de Alcega e si discute della pace di Cateau-Cambrésis. Nell’editoriale Tempus fugit della direttrice Nuria Torres Santo Domingo si annunciano nuovi progetti di digitalizzazione del patrimonio della biblioteca e si annuncia (alla vigilia del centesimo numero) la chiusura di «Avisos» in cartaceo e il suo passaggio al digitale. – Ed.B.

065-011 «Avisos. Noticias de la Real Biblioteca», 98, septiembre – diciembre 2022. Ormai passato in digitale, il bollettino comprende brevi saggi su tre recenti acquisizioni relative al card. Granvelle, a uno screzio di questi col duca di Alba, alla lettura di una lettera cifrata. – Ed.B.

065-012 Baccini (Elisa), Lingue e traduzioni nella prima direzione del “Corriere delle Dame” (1804-1818), in Women and translation in the italian tradition, a cura di H. Sanson, pp. 193-216.

065-013 Baffioni Venturi (Luciano), Alla ricerca della libreria perduta. La biblioteca di Giovanni Sforza Signore di Pesaro, Pesaro, Metauro, 2013 (Archivio di Stato di Pesaro, 9; Storie degli Sforza pesaresi, 1), pp. 97, 70 ill. col., ISBN 9788861561137, € 20. Il vol. – frutto delle ricerche di un medico appassionato di storia del territorio (con tutto ciò che ne consegue in termini di metodo e contenuti) – inaugurava una collana dedicata alla signoria degli Sforza di Pesaro. Benché meno noti dei parenti meneghini, anche il ramo pesarese della famiglia ricoprì un ruolo di rilievo nell’Italia del primo Rinascimento, avendo governato – e aperto a una dimensione sovranazionale – la città marchigiana per circa settant’anni. Un Inventario de libri de la libraria del Ill.mo S. Zuan Sforza, retrovati in le capse e forzeri doppoy rotte e sciolte dicte capse e forzeri, datato 20 ottobre 1500 e redatto all’arrivo del Valentino, allorché vennero forzate le casse che contenevano (oltre a una bella quadreria) anche i libri, è tutto quello che oggi resta della biblioteca di Giovanni Sforza (1466-1510), come testimonia un ms. conservato presso la Biblioteca Oliveriana di Pesaro. Sulla scorta degli studi di Augusto Vernarecci (1847-1919), che per primo mise mano al documento, l’a. si è posto due obiettivi (di un certo interesse, ma ovviamente fuori portata): identificare/rintracciare i voll. a stampa e mss. dello Sforza; «analizzare le abitudini di collezionismo e lettura della famiglia Sforza per conoscerne gli interessi culturali e quelli medi di una corte signorile quattrocentesca, confrontando la loro libreria con quelle contemporanee (dei Montefeltro, dei Visconti-Sforza, dei Malatesta, dei Medici, dei Gonzaga, degli Estensi e degli Aragonesi, di Mattia Corvino, dei papi di Roma, ecc.)» (p. 9). Dopo un excursus sulle più importanti biblioteche umanistiche italiane, l’a. si concentra sulla libreria degli Sforza (cioè sul ms.), individuando prima di tutto i momenti di snodo che favorirono la dispersione della raccolta. Poi, tirando in ballo pure le biografie di Alessandro Sforza (1409-1473) e del figlio Costanzo (1447-1483) scritte da Vespasiano da Bisticci, tenta un profilo della raccolta – anche in termini di commercio librario e di costo dei libri/prezzi al consumo (p. 15, ma purtroppo senza alcuna pezza d’appoggio dichiarata) – ponendola in relazione con le più rilevanti librarie italiane coeve (per altro quasi sempre lontanissime, e non in senso geografico). A partire da p. 22 si propongono invece la ‘trascrizione’ e il ‘commento’ della fonte (448 items, tutti mss. tranne uno, n. 336, per il quale non si offre alcun riferimento all’edizione, ben identificabile, né ai repertori che la censiscono). Seguono: Altri sette ms. [...] non presenti nell’inventario del 1500 (p. 64); Altri manoscritti di area sforzesca tra Pesaro e Urbino a fine Quattrocento (p. 76); Manoscritti di opere librarie presenti alla Biblioteca Oliveriana di Pesaro e rapportabili all’inventario Sforza (p. 83). Corredano il vol., di non facile consultazione e privo di qualunque apparato indicale, 70 bellissime ill. col. – E.G.

065-014 Bandirali (Elena) – Alessandra Cantoni – Rosalba Capilli, Dal Cinquecento ad oggi: le marche tipografiche della Biblioteca Civica di Codogno incontrano il Liceo Novello, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 121-9. Contributo che illustra il progetto sviluppato dalla Biblioteca Civica Popolare “L. Ricca” e gli studenti del Liceo “G. Novello” di Codogno in materia di marche tipografiche del XVI secolo, da cui sono state sviluppate alcune video-animazioni che mostrano vari storytelling relativi all’evoluzione dei soggetti iconografici utilizzati dagli antichi stampatori. – D.M.

065-015 Barbieri (Edoardo), La congregazione benedettina di Santa Giustina e le sue opere liturgiche a stampa, in Dalla riforma di S. Giustina alla congregazione cassinese, a cura di E. Furlan–F. Trolese, pp. 575-611. Dopo aver ripercorso brevemente le relazioni fra la stampa delle origini e gli ordini religiosi, l’a. si concentra sulle edizioni dei breviari della Congregazione “De Unitate” prodotte a cavallo fra Quattrocento e primo Cinquecento. Speciale attenzione viene riservata alla produzione dei Giunta, che cominciarono ad occuparsi di questo materiale dal 1506. In conclusione, vengono elencate e descritte le edizioni di breviari, diurnali e messali della Congregazione di Santa Giustina e Cassinese fra 1480 e 1531. – Marco Francalanci

065-016 Barbieri (Edoardo), Le Bibbie a stampa nell’Italia del Quattro e del Cinquecento, in Le collezioni di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, a cura di M. Fratini – L. Di Lenardo – S. Villani, pp. 127-36. L’a. propone un itinerario fra alcune delle Bibbie stampate in Italia tra Quattro e Cinquecento, notando che l’atteggiamento degli studiosi che avvicinano questi oggetti e queste imprese deve essere rivolto sia al valore culturale e teologico delle iniziative, ma anche agli aspetti più strettamente tecnici e commerciali. – Marco Francalanci

065-017 Barbieri (Edoardo), Noterelle su Leo Samuel Olschki ‘dantista’ tra editoria e libreria antiquaria, in Grandi maestri di fronte a Dante, a cura di S. Brambilla – N. D’Acunto – M. Marassi – P. Müller, pp. 199-206. Dopo un rapido inquadramento biografico di Leo Samuel Olschki, l’a. ne presenta il contributo alla fortuna dantesca in ambito editoriale e antiquario. Come editore, vengono ricordati la pubblicazione di riproduzioni fotografiche di codici danteschi e il progetto del cosiddetto ‘Dante monumentale’ con commento di Giuseppe Lando Passerini e introduzione di Gabriele d’Annunzio (1911). Nel settore dell’antiquariato si segnala il ruolo di Olschki sia per importanti esportazioni oltreoceano, come la vendita di una collezione di incunaboli a Henry Walters di Baltimora, sia per il recupero all’estero di importanti pezzi riportati in Italia, come l’attuale It. IX 692 della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia contenente una Commedia con commento di Benvenuto da Imola. Infine, sono riportati esempi di edizioni dantesche presenti nei cataloghi della libreria e si ricorda che la cessione della raccolta dantesca messa insieme da Olschki rappresentò il nucleo della Sala Dantesca della Biblioteca Classense di Ravenna. – Sara Brasca

065-018 Barbuti (Nicola), La digitalizzazione dei beni documentali. Metodi, tecniche, buone prassi, Milano, Editrice Bibliografica, 2022 (Biblioteconomia e scienza dell’informazione, 38), pp. 214, ill. b/n, ISBN 978-88-7075-988-4, € 26. Il vol. «si focalizza sulla digitalizzazione bidimensionale di beni documentali e librari, finalizzata alla creazione di entità digitali riproducenti nei contenuti artefatti analogici tangibili e intangibili, facendo riferimento a buone pratiche e standard nazionali e internazionali in uso» (p. 13). In tal senso si configura come un buon manuale per chi volesse approcciare, con una adeguata “cassetta degli attrezzi”, il mondo della digitalizzazione del patrimonio e della gestione e valorizzazione del patrimonio digitale. Il libro è diviso in quattro parti, ognuna con partizioni interne in capitoli. La prima mira a disambiguare il termine “digitalizzazione”, la seconda vede esposte «le linee metodologiche indispensabili a comprendere in cosa consista la digitalizzazione finalizzata a creare e riconoscere le risorse digitali che andranno a comporre il patrimonio culturale digitale del futuro» (p. 14), la terza descrive le fasi operative del processo di digitalizzazione, la quarta delinea una prima identificazione del Digital Cultural Heritage. Chiudono alcune appendici (Link a linee guida e standard tecnici, Il programma DICE e Il programma OPENDICE) e la bibliografia di riferimento. – L.R.

065-019 Bartoli Langeli (Attilio), La paleografia dopo Armando Petrucci. Ricordando un maestro, in L’eredità di Armando Petrucci, a cura di A. Castillo Gómez, pp. 17-30. La visione globale del fenomeno grafico riconosciuta da Armando Petrucci è al centro di questo contributo, che riflette sul metodo di ricerca degli studi paleografici (basato sull’analisi formale della scrittura), valorizzandone la situazione socio-culturale e ampliando i temi affrontati oltre l’analisi grafica, anche tramite la risposta all’esalogo che Petrucci formulò nel 1969 (e precisò nel 1989) con riferimento allo studio storico delle forme grafiche: che cosa, quando, dove, come, ma soprattutto chi e perché, di cui l’a. precisa l’innovativo e magistrale inserimento nella discussione paleografica. – Ludovica Montalti

065-020 Becedas González (Margarita) – Óscar Lilao Franca, Un temprano catálogo manuscrito de incunablesen la Universidad de Salamanca (1862). Con noticias de tres ejemplares desaparecidos, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 7-28. Nel 1862, José Bonilla Ruiz, bibliotecario dell’Università di Salamanca, compilò un catalogo degli incunaboli dell’istituzione spagnola, mai dato alle stampe. Il suo lavoro costituisce un primo tentativo di descrizione incunabolistica, che indulge sulla rilevazione dei dati d’esemplare, ma sembra ignorare la tradizione bibliografica a partire dal Repertorium di Ludwig Hain. La puntuale analisi del catalogo di Bonilla da parte degli a. ha consentito di identificare tre edizioni quattrocentesche fuoriuscite o trafugate, che non fanno più parte della raccolta attuale. – D.M.

065-021 Bernhard (Jan-Andrea), «Ai Fratelli d’Italia». Les préfaces de dédicaces en publiées dans les editions italiennes de la Bible imprimées à Genève et à Lyon entre XVI et XVII siècle, in Le collezioni di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, a cura di M. Fratini – L. Di Lenardo – S. Villani, pp. 161-6. L’a. nel presente saggio analizza e studia le dedicatorie presenti nelle Bibbie stampate a Lione e a Genova fra il Cinquecento e il Seicento. – Marco Francalanci

065-022 Biblioteche (Le) nel sistema del benessere. Uno sguardo nuovo, a cura di Chiara Faggiolani, Milano, Editrice Bibliografica, 2022 Þ rec. Danila Giaquinta, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 174-6.

065-023 Bollati (Milvia) – Marco Petoletti, Manoscritti miniati in Italia della Biblioteca Ambrosiana (fondo inferior). Il Trecento, Roma, Viella, 2022 (Scritture e libri del medioevo, 21), pp. 187+[44] c. di tav., ill. col., ISBN 979-12-5469-017-8, € 39. Il catalogo, dedicato a Renata Cipriani, si apre con una Presentazione di Marco Ballarini (p. 9) e una Premessa di Federico Gallo (pp. 11-12), rispettivamente Prefetto e Direttore della Biblioteca Ambrosiana. Segue l’Introduzione (pp. 13-17) in cui i due autori presentano una panoramica del patrimonio ms. catalogato con osservazioni generali sui flussi di acquisizione per l’Ambrosiana, l’ organizzazione delle schede di descrizione e i criteri di esclusione di alcuni mss. ed esprimono i propri ringraziamenti. Il catalogo riporta 44 schede dedicate ai mss. datati al XIV secolo, miniati in Italia e appartenenti al fondo inferior. Seguono 44 carte di tavole illustrate a colori che riproducono 88 pagine con miniature rilevanti (almeno una per ogni ms). Il vol. si chiude con Bibliografia (pp. 149-73), Indice dei nomi (pp. 175-82) e Indice dei manoscritti e dei documenti d’archivio (pp. 183-7). Il punto di forza è il dialogo tra l’analisi codicologica e testuale condotta da Petoletti e quella dell’apparato iconografico a opera di Bollati. Tra i codici più rilevanti il Virgilio Ambrosiano di Petrarca (A 79 inf.), il Livio volgarizzato con un apparato illustrativo quasi completo (C 214 inf.), il Solino decorato con monstra (C 246 inf.) e il Messale di Roberto Visconti (Ambr. C 170 inf). – Sara Brasca

065-024 Bonazza (Mirna), La città, la Biblioteca e un poemetto di Teodoro Prodromo, in Ars nova discoverta. Ballate di Francesco Landini nella Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara, a cura di M. Bonazza – E. Spinelli, pp. 13-9. Il contributo fornisce informazioni storiche sulla nascita della Biblioteca Comunale Ariostea, sui fondi Miscellanea e Miscellanea Ferrarese e fornisce una descrizione dell’edizione stampata da Gershom Soncino nel 1518 del De murum felisque bello di Teodoro Prodromo. – S.C.

065-025 Bonazza (Mirna), Un nuovo manoscritto per l’Ariostea. Polifonia italiana del Trecento: due Ballate di Francesco Landini, in Ars nova discoverta. Ballate di Francesco Landini nella Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara, a cura di M. Bonazza – E. Spinelli, pp. 51-8. L’a. fornisce una scheda completa della pergamena testimone delle due riscoperte ballate di Francesco Landini, realizzata per Manus Online. In seguito, a mo’ di addendum, è trascritto il testo delle due ballate. – S.C.

065-026 Bonomelli (Marina), Federico Borromeo: innovatore, mecenate e fondatore di due stamperie a Milano (1615-1631), «Rara volumina. Rivista di studi sull’editoria di pregio e il libro illustrato», 25, 1-2, 2020, pp. 93-116. Contributo sull’attività editoriale promossa nel capoluogo milanese dal celebre fondatore della Biblioteca Ambrosiana. In calce riproduzione di un alfabeto di iniziali parlanti in uso presso la tipografia del Collegio Ambrosiano. – D.M.

065-027 Bonora (Anna), Aspetti architettonici e microclima: Biblioteca General Histórica de la Universidad de Salamanca e Biblioteca Malatestiana a confronto, «La Bibliofilía», 124/1, 2022, pp. 183-203. È noto come le condizioni ambientali e microclimatiche incidano in maniera decisiva sulla conservazione sia degli aspetti architettonici di un edificio, sia nei materiali in esso contenuti, in particolare, nel caso di una biblioteca, i libri. Attraverso l’analisi di due casi studio – la Biblioteca General Histórica dell’Università di Salamanca e la Biblioteca Malatestiana di Cesena, emerge come già nella fondazione delle prime biblioteche pubbliche fosse stretta la correlazione tra elementi architettonici, disposizione degli spazi e scelta dei materiali per la creazione di specifici parametri microclimatici, ancora oggi ottimali per la conservazione del patrimonio librario. – P.S.

065-028 Booton (Diane), Jean Du Pré’s Printed Missal for Bishop Thomas James and the Breton Diocese of Dol, in Du manuscrit à l’imprimé. Une autre modernité, «Pecia. Le livre et l’écrit», 24, 2021, pp. 47-78. Studio dedicato al primo messale a stampa realizzato per la diocesi bretone di Dol, commissionato durante l’episcopato di Thomas James ed impresso dal noto tipografo parigino Jean Du Pré. Il messale, sopravvissuto in un unico esemplare presso la BNF, emula la mise en page di precedenti voll. liturgici. Nel commissionare il nuovo messale, il vescovo si assicurò che il vol. fosse conforme al formato tradizionale dei messali francesi mss., in linea con la promozione di pratiche liturgiche uniformi in tutta la diocesi. – D.M.

065-029 Bou (Àngels Rius) – Fermín de los Reyes Gómez, Las indulgencias para la catedral de Lérida, un ejemplo más para el estudio de la edición de bulas incunables y de bibliografía material, in «Revista General de Información y Documentación», 32/2, 2022, pp. 467-94. Interessante contributo che segnala alcune bolle a stampa promulgate dalla Cattedrale di Lleida. Gli autori analizzano la materialità di alcuni esemplari, che possono aiutare a comprendere i processi di stampa relativi a questa particolare tipologia di documenti effimeri. Gli esempi proposti dimostrano efficacemente come gli antichi tipografi usassero stampare più copie di una bolla sul medesimo foglio tipografico che, dopo aver ricevuto una prima impressione, veniva capovolto e/o ruotato di 360° per riceverne una seconda, pur sempre sfruttando la medesima forma tipografica. – D.M.

065-030 Bourdier (Juliette), Un manuscrit parisien et ses énigmes. Le livre d’heures des Le Tellier (Paris, c. 1460), in Du manuscrit à l’imprimé. Une autre modernité, «Pecia. Le livre et l’écrit», 24, 2021, pp. 289-332. Indagine sul libro d’ore Le Tellier, uso di Parigi, ca. 1460, in latino e francese, oggi conservato in una collezione privata del South Carolina (USA), il quale offre lo spunto all’a. per mettere in evidenza alcune pratiche adottate nella produzione dei libri d’ore nella Parigi del secondo Quattrocento. – D.M.

065-031 Brambilla (Simona), Michele Barbi studioso e editore di Dante, in Grandi maestri di fronte a Dante, a cura di S. Brambilla – N. D’Acunto – M. Marassi – P. Müller, pp. 27-39. L’a. nota come se da un lato sia necessario collocare gli studi danteschi di Michele Barbi all’interno della più ampia questione della nascita e dello sviluppo della filologia in Italia, dall’altro lato proprio il lavoro su Dante garantì a Barbi una posizione di preminenza in tale panorama. Ne viene ricordato il ruolo come coordinatore scientifico dell’edizione critica di tutte le opere di Dante voluta per il centenario del 1921 dalla Società Dantesca Italiana, che affidò a Barbi stesso le edizioni della Vita nuova e delle Rime; sono inoltre messi in evidenza i suoi interventi circa la tradizione testuale della Commedia, le edizioni della Vita nuova del 1907 e del 1932 e i contributi di natura critica. – Sara Brasca

065-032 Braund (Susanna), Female Networks and Virgil Translation in Sixteenth-Century Siena, in Women and translation in the italian tradition, a cura di H. Sanson, pp. 75-103.

065-033 Bravi (Giulio Orazio), Elogio del libro tascabile. La Bibbia stampata a Basilea da Froben nel 1491, pubblicazione on line ad accesso libero. Il saggio, lungo una quindicina di pp., è un eccezionale ritratto di una singola edizione. L’a., già responsabile della Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo, è conoscitore esperto della storia della Riforma e della cultura biblica del Rinascimento europeo: suo l’eccezionale catalogo di una splendida mostra del 1983, Bibbie a Bergamo, anch’esso ora disponibile on line. Si tratta, nel caso dello studio sulla Bibbia frobeniana, di una intelligente ricerca nell’ambito dei collaboratori editoriali, tale da meglio interpretare e intendere uno dei tentativi tardo quattrocenteschi di riproposizione della Bibbia latina, in questo caso forse curato da Johannes (Heynlin) de Lapide, teologo e poi certosino, uno dei massimi intellettuali del suo tempo, degno predecessore di Erasmo quale editore del testo biblico. – Ed.B.

065-034 Bruce McKitterick Rare Books, Catalogue 71, Narberth, 2022, pp. 48. Ben 63 pezzi di altissima qualità (molte le legature preziose) accompagnati da ampie descrizioni e da una serie importante di fotografie a colori. – Ed.B.

065-035 Brunetti (Dimitri), L’archivio comunale dalla Circolare Astengo al 1915. I manuali e i modelli di classificazione, Roma, Ministero della cultura, Direzione generale archivi, 2022 Þ rec. Chiara Reatti, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 160-3.

065-036 Cabanel (Patrick), Les traductiones de la Bible en français du XVII au XIX siècle, in Le collezioni di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, a cura di M. Fratini – L. Di Lenardo – S. Villani, pp. 211-20. In questo contributo Cabanel torna sul tema delle traduzioni bibliche francesi, spostando però l’attenzione su di un contesto cronologico più tardo. L’analisi comincia infatti nel Seicento e si conclude solo nell’Ottocento. – Marco Francalanci

065-037 Cabiati (Alessandro), Gioseffa Cornoldi Caminer: fashion Editor, Radical Translator in Late Eighteenth-Century Venice, in Women and translation in the italian tradition, a cura di H. Sanson, pp. 169-92.

065-038 Campi (Emidio), Le prime traduzioni protestanti della Bibbia: Lutero, Zwingli, Brucioli, Olivetano, in Le collezioni di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, a cura di M. Fratini – L. Di Lenardo – S. Villani, pp. 135-44. Lo studioso analizza le prime traduzioni protestanti della Bibbia, tutte stampate fra il 1531 e il 1535. Nel contributo viene posta particolare attenzione ai promotori delle imprese, Zwingli, Lutero, Brucioli e Olivetano. – Marco Francalanci

065-039 Campopiano (Michele), Language and Wisdom: Mathematics and Astronomy in Bacon’s Edition of the Secretum secretorum, in Medieval Science in the North, edited by Ch. EtheridgeM. Campopiano, pp. 77-96. Attorno al 1232 Filippo di Tripoli tradusse in latino il Sirr al-Asrār, un testo arabo che racchiude precetti di medicina, astronomia e scienze occulte indirizzati ad Alessandro Magno. L’a. ne indaga le fonti, la circolazione e gli adattamenti effettuati da Bacon per conciliare i contenuti scientifici con la dottrina cristiana, soprattutto in relazione al libero arbitrio. – E.Gam.

065-040 Campos Souto (Mar), «El más portentoso caso que vieron las edades»: el léxico de los acontecimientos extraordinarios y de la vida cotidiana en las relaciones de sucesos, in Noticias verdaderas. Maravillosos prodigios. Relaciones de sucesos en la BNE y los orígenes del periodismo, pp. 103-32.

065-041 Canova (Andrea), Gli studi danteschi di Franca Ageno, in Grandi maestri di fronte a Dante, a cura di S. Brambilla – N. D’Acunto – M. Marassi – P. Müller, pp. 111-18. L’a. ripercorre la formazione di Franca Ageno con il maestro Achille Pellizzari e con Alfredo Schiaffini, che la indirizzò verso la storia della lingua italiana e la favorì nel mondo editoriale. Vengono ricordati i numerosi scritti della studiosa su Dante sino all’impresa dell’edizione del Convivio, su cui lavorò per decenni fino alla pubblicazione nel 1995. Grazie al lascito dell’archivio epistolare di Franca Ageno al Centro di documentazione e ricerca Raccolte storiche dell’Università Cattolica di Brescia da parte degli eredi, l’a. ha rintracciato il primo riferimento a questo incarico in una lettera di Gianfranco Contini del 23 ottobre 1960. – Sara Brasca

065-042 Carinci (Eleonora), Chiara Matraini traduttrice. L’“Oratione d’Isocrate a Demonico” (1556) e altri scritti, in Women and translation in the italian tradition, a cura di H. Sanson, pp. 105-28.

065-043 Caro Martín (Adelaida) – Nieves Pena Sueiro, Las «relaciones verdaderas» y el origen del periodismo, in Noticias verdaderas. Maravillosos prodigios. Relaciones de sucesos en la BNE y los orígenes del periodismo, pp. 29-64.

065-044 Castiglione (Girolamo), Fior de Terra Sancta, a cura di Salvatore Costanza, Pisa, ETS, 2020, pp. XVIII+316, ISBN 978-88-4675-905-4, € 34. Il Fiore di Terra Santa di Girolamo Castiglione è uno dei resoconti di pellegrinaggio più rari e misteriosi del Quattrocento. Poco o nulla si sa del suo autore, che avrebbe compiuto il viaggio nel 1486, e il testo, pur essendo per la più parte ripreso dal celebre Libro d’Oltramare di Niccolò da Poggibonsi, fu pubblicato ben tre volte (Roma, Silber, [1491] ISTC ic00251000; Messina, Ricker, 1491, ISTC ic00251500, e Messina, Schönberger, 1499, ISTC ic00252000), ma è comunque estremamente raro, essendone complessivamente attestati solo nove esemplari. Qui ne viene fornita per la prima volta una edizione critica, cui segue un ampio e dettagliato commento – che segue passo passo, capitolo per capitolo, il testo – e un regesto suddiviso per antroponimi, toponimi e apparato liturgico. L’ampio saggio introduttivo del curatore lascia aperte alcune questioni legate alla fisionomia del Castiglione e alle ragioni per cui furono realizzate ben tre edizioni di un’opera che non presenta grandissimi pregi, ma fu probabilmente usata più come mezzo di accreditamento del suo autore presso le corti e i potenti piuttosto che come guida per i pellegrini. A tal proposito, oltre al corpo del testo, interessante sarebbe stato poter leggere i paratesti, ovvero le tre diverse nuncupatorie, che mostrano il Castiglione in azione proprio in questo senso. Inoltre, andranno considerati gli interventi dei compositori, che forse più dell’autore avranno influito sulla facies linguistica del testo presente nelle varie edizioni. Ora, però, è estremamente utile poter agevolmente leggere un testo raro e non secondario all’interno del genere dei resoconti di viaggio in volgare del Quattrocento. Chiudono un utile glossario, una vasta bibliografia e l’indice dei nomi, anch’esso suddiviso in antroponimi, etnonimi, toponimi e cose notevoli. – L.R.

065-045 Castillo Gómez (Antonio), En los márgenes del archivo: Armando Petrucci y la cultura escrita de las clases subalternas, in L’eredità di Armando Petrucci, a cura di A. Castillo Gómez, pp. 158-88. Il contributo indaga la declinazione del concetto di paleografia di Armando Petrucci, applicata all’atto dello scrivere (e della sua funzione) nella società: una storia della cultura scritta come espressione delle tensioni tra classi dominanti e subalterne. Dall’attenzione scrupolosa rivolta all’impronta grafica di queste ultime, alla ricerca di quanti documenti potessero dimostrare l’accesso alla scrittura (Castillo Gómez parla di «conquista», p. 163), dalle diverse ricerche sulle tipologie librarie (tra cui il libro «popolare», p. 176, del Rinascimento italiano e poi dell’Età contemporanea), alle politiche spesso fallimentari di promozione della lettura: insomma, una precisa esposizione del lavoro di Petrucci sul binomio alfabetismo-cultura scritta e sui limiti imposti alle classi subalterne in questo senso, con la consapevolezza dell’impossibilità di stabilire una relazione diretta tra posizione sociale e cultura grafica. – Ludovica Montalti

065-046 Cazzola (Alessandro), La “Scanzia” P della Libreria Grande dei Gesuiti, in Ars nova discoverta. Ballate di Francesco Landini nella Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara, a cura di M. Bonazza – E. Spinelli, pp. 33-47. Tramite l’inventario della Libreria Grande dei Gesuiti di Ferrara, si danno informazioni sulla conformazione della biblioteca in questione e, in particolare, si fornisce una trascrizione dell’elenco dei libri della “Scanzia” P, tra i quali si trovavano le opere letterarie in greco, latino e volgare. – S.C.

065-047 Chartier (Roger), Paléographie et histoire de la culture écrite, in L’eredità di Armando Petrucci, a cura di A. Castillo Gómez, pp. 65-79. Il contributo indaga la paleografia secondo la visione di Armando Petrucci, ovvero come primo strumento interpretativo delle testimonianze scritte, e soprattutto come storia della cultura scritta (del libro, dell’alfabetizzazione, della società e della cultura). Tre distinti paragrafi sono destinati all’analisi dei punti di contatto tra la paleografia petrucciana da una parte e la bibliografia materiale, la storia del libro e la storia della lettura dall’altra. – Ludovica Montalti

065-048 Ciaralli (Antonio), Cultura grafica e filologica: categorie e forme dell’eredità intellettuale di Armando Petrucci negli studi sulla tradizione letteraria italiana, in L’eredità di Armando Petrucci, a cura di A. Castillo Gómez, pp. 127-45. L’a. si concentra sul legame tra la cultura grafica (dove grafico esprime la globalità della cultura scritta) e la filologia (intesa come «esegesi per ogni fatto grafico», p. 133) che, in un’ottica di visione dinamica della scrittura, guarda all’osservazione e alla ricostruzione dello scrivere. Dopo aver riproposto le parole chiave che Vittorio Formentin aveva formulato individuando i principali percorsi identificativi del lavoro di Petrucci sulla tradizione letteraria italiana, il contributo espone nuovi termini significativi, ampliando la prospettiva sullo stato di scrittura, sul concetto di fatto grafico, sul procedimento di librarietà e sulla libertà di scrittura. Infine, l’eredità intellettuale citata al titolo mette in luce la capacità evocativa di Petrucci per descrizioni complesse e dense di significato a livello storico. – Ludovica Montalti

065-049 Cignoni (Mario), Bibbie e società bibliche in Italia, in Le collezioni di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, a cura di M. Fratini – L. Di Lenardo – S. Villani, pp. 255-60. Nel contributo viene analizzata la diffusione del testo biblico nella società italiana dell’Ottocento. Successivamente viene considerato l’operato della Società biblica italiana, nata nel 1872 sul modello britannico. – Marco Francalanci

065-050 Collezioni (Le) di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, a cura di Marco Fratini – Lorenzo Di Lenardo – Stefania Villani, Torre Pellice, Centro Culturale Valdese, 2022 Þ rec. Maria Iolanda Palazzolo, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 135-6.

065-051 Collezioni (Le) di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, a cura di Marco Fratini – Lorenzo Di Leonardo – Stefania Villani, Torino, Centro Culturale Valdese Editore, 2022, pp. 458, ISBN: 9788894557312, € 20,00. Vol. dedicato alle Bibbie nelle collezioni delle Biblioteche Valdesi di Torre Pellice, nel torinese, e di Roma. A corredo dei saggi è incluso un catalogo ben curato, che arricchisce il vol. e lo rende un utile strumento di studio. Schedato sotto i singoli contributi. M. Francalanci

065-052 Colombo (Michele), Gli studi danteschi di Ignazio Baldelli, in Grandi maestri di fronte a Dante, a cura di S. Brambilla – N. D’Acunto – M. Marassi – P. Müller, pp. 153-63. L’a. ricorda il vol. degli Studi Danteschi di Ignazio Baldelli a cura di Luca Serianni e Ugo Vignuzzi (Spoleto, Fondazione Centro italiano di studi sull'Alto Medioevo, 2015) accanto ad altri interventi dello studioso che arrivano sino agli anni ’90 e alla sua codirezione dell’Enciclopedia dantesca a partire dal quarto vol., che raggiunse l’apice con la monografia Lingua e stile delle opere in volgare di Dante pubblicata nell’Appendice (1978). – Sara Brasca

065-053 Cosma (Iulia), Italian Women Writers in Translation: An Overlooked Chapter in the Cultural History of Nineteenth-Century Romania, in Women and translation in the italian tradition, a cura di H. Sanson, pp. 269-89.

065-054 Costa (Sandra), «La réalité a fini par se conformer à l’écrit». Strategie editoriali per la Storia dell’Arte, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 107-14. Considerazioni a margine della lettura de Il libro d’arte in Italia (1935-1965), a cura di Massimo Ferretti, Pisa, Edizioni della Normale, 2021, che offre lo spunto per ulteriori riflessioni critiche sul rapporto fra Storia dell’Arte ed editoria nel Novecento, entrambe legate a doppio filo con lo sviluppo culturale italiano del XX secolo. – D.M.

065-055 D’Acunto (Nicolangelo), Arsenio Frugoni: l’incontro con Dante, in Grandi maestri di fronte a Dante, a cura di S. Brambilla – N. D’Acunto – M. Marassi – P. Müller, pp. 177-88. L’a. ricorda che per Arsenio Frugoni lo studio di autori medievali si tradusse sempre in un incontro con essi nell’ottica di un forte legame tra storia e vita. Gli anni di formazione tra Pisa e Roma garantirono a Frugoni le competenze filologiche e storiche per l’incontro con Dante, esplicitato in diversi contributi qui elencati da D’Acunto. Si sottolinea in particolare l’attenzione di Frugoni per lo scarto tra spiritualità e istituzione ecclesiastica. – Sara Brasca

065-056 Dalla riforma di S. Giustina alla congregazione cassinese. Genesi, evoluzione e irradiazione di un modello monastico europeo (sec. XV–XVI). Atti del convegno internazionale di studi per il VI centenario della congregazione “De Unitate”, Padova, Abbazia di Santa Giustina, mercoledì 18 – sabato 21 dicembre 2019, a cura di Elisa Furlan – Francesco Trolese, Cesena, Centro Storico Benedettino Italiano, 2022, pp. 832, ISBN 978–88-98104-19-2, € 90,73. Il vol. raccoglie gli atti del Convegno internazionale Dalla riforma di S. Giustina alla congregazione cassinese. Genesi, evoluzione e irradiazione di un modello monastico europeo (sec. XV–XVI), svoltosi a Padova nel 2019. Schedato sotto i singoli contributi. – Marco Francalanci

065-057 De Venuto (Liliana), Una famiglia roveretana di mercanti. I Trolilo da Reviano (secc. XV-XVII), Trento, Civis, 2022, pp. 276, manca ISBN, s.i.p. Meno male che per raggiunti limiti di età la professoressa De Venuto non partecipa a concorsi, sennò ci batterebbe tutti per numero e qualità delle sue pubblicazioni! Eccola con un nuovo bellissimo vol., dedicato a descrivere a tutto tondo (arte, documenti, possedimenti, attività…) una famiglia della sua amata Vallagarina, che in questo caso si allarga anche a un ramo slesiano della medesima famiglia. – Ed.B.

065-058 Der Hollander (August), The Statenvertaling (Dutch Authorized Version), in Le collezioni di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, a cura di M. Fratini – L. Di Lenardo – S. Villani, pp. 181-3. All’interno del saggio l’a. studia una particolare versione della Bibbia, la Statenvertaling. L’opera, tradotta dal greco e dall’ebraico, venne proposta al pubblico solo nel 1637, anche se vi si stava lavorando dal Sinodo di Dordrecht (1618-1619). – Marco Francalanci

065-059 Di Giampaolo (Paola), Social network-libri, biglietto Andata/Ritorno, «Vita e Pensiero», 5, 2022, pp. 103-7. Il digitale si fa sempre più spazio nel mondo della lettura, e lo dimostrano anche i dati del Rapporto AIE dell’autunno del 2021. Oltre alla modalità di lettura, il digitale è infatti prossimo a divenire canale preferenziale per l’acquisto dei libri, è terreno fertile per fenomeni quali il self-publishing, è tramite tra social network e community e selezione e pubblicazione di libri, è luogo di scouting per la scelta di titoli da non perdere, è confronto diretto con bookinfluencer, case editrici e autori. Un processo, dunque, in continuo divenire e in cui il lettore può agilmente individuare la propria realtà. – Pietro Putignano

065-060 Di Lenardo (Lorenzo), Il fondo biblico della Facoltà Valdese di Teologia: primi sondaggi sulle provenienze, in Le collezioni di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, a cura di M. Fratini – L. Di Lenardo – S. Villani, pp. 57-68. Analizzando ex libris, note di possesso e timbri presenti sui voll. del fondo biblico della facoltà valdese di teologia, l’a. riflette sulla provenienza del materiale librario, isolando le principali strade che hanno condotto i materiali all’inclusione nel detto fondo. – Marco Francalanci

065-061 Di Lenardo (Lorenzo), La cultura dei nobili di confine: le biblioteche di Niccolò e Raimondo della Torre Valsassina, «Memorie storiche forogiuliesi», 101, 2021, pp. 231-66, ill. b/n. Il contributo è diviso in due sezioni, dedicate rispettivamente al capitano di Gradisca Niccolò della Torre (1489-1557) e al suo lontano parente Raimondo della Torre (1556-1623). La prima contiene una breve biografia di Niccolò; prosegue con la descrizione del bifolio di inventario della sua biblioteca, che segnala opere in italiano per la quasi totalità, su argomenti di interesse di un condottiero filoasburgico di inizio Cinquecento, e che ne delineano la personalità: 67 titoli tra libri sull’arte della guerra, trattati sulle fortificazioni e cronache di eventi bellici. Se ne descrive la composizione nel dettaglio, con titoli e autori (18 edizioni sono identificabili con sicurezza). La seconda sezione, dedicata a Raimondo, ne offre la biografia e la descrizione del suo inventario, databile al primo Seicento. Si tratta di 60 item per 74 edizioni, di cui 20 identificabili e databili con certezza. Come per Niccolò, l’inventario è lo specchio di un uomo di cultura e della sua professione a corte, soprattutto come ambasciatore imperiale, con titoli di stampo controriformistico, argomenti geografici e storici. In appendice, la trascrizione completa degli inventari conservati presso l’archivio della Torre e Tasso nell’Archivio di Stato di Trieste, e dell’autobiografia di Raimondo. – Martina Molino

065-062 Dubois (Anne), Colard Mansion et l’Imprimeur du Flavius Josèphe: deux collaborateurs à Bruges, in Du manuscrit à l’imprimé. Une autre modernité, «Pecia. Le livre et l’écrit», 24, 2021, pp. 7-46. Colard Mansion, noto tipografo di Bruges, iniziò la sua carriera come copista e bibliotecario. Continuò a esercitare questa attività anche dopo aver inaugurato la sua tipografia, come dimostra un raro contratto del 1480, in cui si impegnava a produrre una copia della traduzione francese dei Facta e dicta memorabilia di Valerio Massimo per Philippe de Hornes, signore di Gaesbeeck (oggi Parigi, Bibliothèque de l’Arsenal, ms. 5194-5195), poi servito come exemplar per l’editio princeps dell’opera, pubblicata senza dati editoriali e perciò attribuita a uno stampatore anonimo attivo nei Paesi Bassi meridionali, chiamato lo ‘Stampatore di Flavio Giuseppe’, che dunque doveva trovarsi in stretto rapporto con Mansion. – D.M.

065-063 Dumézil (Bruno), “Tu seras d’autant plus débiteur que tu auras reçu”. Éloge, conseil et critique du roi dans les miroirs romano-barbares, in Les Miroirs aux princes aux frontières des genres (VIIIe-XVe), pp. 69-86. L’a. prende in esame i testi che si rivolgono al re per presentare un ritratto ideale con elementi retorici ricorrenti, come l’idea che il sovrano riceva di più dagli altri. Questi testi si declinano in diversi generi letterari e possono essere utilizzati per elogi, consigli o critiche, sia laici che religiosi. – Francesco Ursino

065-064 Ebbesen (Sten), Wisdom’s Trips to Denmark, in Medieval Science in the North, edited by Ch. EtheridgeM. Campopiano, pp. 97-109. Studenti danesi dei secoli XII-XIII portarono in patria dall’università di Parigi, capitale dell’aristotelismo e della teologia, libri e conoscenze, diventando poi essi stessi promotori di cultura. Spiccano Anders Sunesen di Lund (†1228) e il vescovo Gunner di Viborg (†1251). – E.Gam.

065-065 Engammare (Max), Les bible du XVI siecle en français dans les biblioteques vaudoises de Torre Pellice et Rome, in Le collezioni di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, a cura di M. Fratini – L. Di Lenardo – S. Villani, pp. 145-50. Il contributo è dedicato all’analisi dei fondi delle Biblioteche Valdesi di Torre Pellice e di Roma. L’a. si preoccupa specialmente di studiare le Bibbie del Cinquecento in lingua francese che vi sono conservate. – Marco Francalanci

065-066 Eredità (L’) di Armando Petrucci. Tra paleografia e storia sociale, a cura di Antonio Castillo Gómez, Roma, Viella, 2022 (Scritture e libri del medioevo, 22), pp. 274, ill. b/n, ISBN 978-88-3313-720-9, € 29. Il vol. raccoglie sia gli interventi presentati al seminario dedicato ad Armando Petrucci, che si tenne ad Alcalà de Henares il 23 aprile 2019, sia i contributi redatti per la pubblicazione. Si concentra sul rapporto di intercomunicazione tra paleografia e storia della cultura scritta e si compone di quattro sezioni: La fabbrica dell’erudizione (pp. 15-79), Cultura grafica e filologica (pp. 81-154), Cultura scritta e società (pp. 155-231), a cui segue Appendice. Un inedito (pp. 233-58); concludono il vol. l’Indice dei nomi e l’Indice dei luoghi. È schedato sotto i singoli contributi. – Ludovica Montalti

065-067 Etheridge (Christian), Medieval Scientific Book Fragments Held in Swedish and Finnish Archives. The Tantalizing Remains of a Greater Scientific Corpus, in Medieval Science in the North, edited by Ch. EtheridgeM. Campopiano, pp. 111-40. Su temi e provenienze dei 36 mss. scientifici medievali dell’Antico Regno di Svezia, sopravvissuti alla Riforma in frammenti riutilizzati in legature archivistiche. – E.Gam.

065-068 Ettinghausen (Henry), Una panorámica, a vista de pájaro, de los comienzos de la prensa, in Noticias verdaderas. Maravillosos prodigios. Relaciones de sucesos en la BNE y los orígenes del periodismo, pp. 83-102.

065-069 Fara (Giovanni Maria) – Émilie Passignat, Da Simone Ciotti a Carlo Manolessi. Nuove considerazioni sulla fortuna seicentesca dei ritratti nelle Vite di Giorgio Vasari, «L’illustrazione. Rivista del libro stampato illustrato», 6, 2022, pp. 90-119. Il genere biografico illustrato è analizzato nell’ottica delle Vite del Vasari e degli studi recenti condotti su queste, per i quali si denuncia l’assenza di una riflessione su questioni legate alle silografie per i ritratti degli artisti. È qui esaminata la stampa dei Ritratti presso i Giunta e il riutilizzo delle matrici tra la fine del Cinque e l’inizio del Seicento sia all’interno dell’officina sia in produzioni esterne quali l’Effigie pubblicata da Simone Ciotti a Firenze nel 1629. L’edizione delle Vite a cura di Carlo Manolessi, pubblicata a Bologna nel 1647, viene invece analizzata a partire dai ritratti silografici (ciascuno provvisto in questo caso della biografia corrispondente), per i quali l’editore apportò modifiche, facendo inoltre incidere le illustrazioni mancanti nella giuntina. – Ludovica Montalti

065-070 Figure ai margini nella storia, nell’arte, nella letteratura (Roma e dintorni XV-XVI sec.), a cura di Giuseppe CrimiAnna Esposito, Roma, Roma nel Rinascimento, 2021 (RR inedita, 96), pp. X+290, ill., ISBN 978-88-85800-22-9, € 28. Dedicato alle categorie situate ai margini della società romana del Quattro-Cinquecento, grazie a fonti documentarie inedite o scarsamente considerate questo vol. offre un quadro inaspettato e molto articolato di personaggi provenienti dagli strati meno conosciuti della città pontificia dell’epoca. – M.C.

065-071 Filipponi (Fernando), Souvenir d’Arcadia. Ispirazione letteraria, classicismo e nuovi modelli per le arti decorative alla corte di Clemente XI, Torino, Allemandi, 2020 Þ rec. di Francesca Lui, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 150-2.

065-072 Fiume (Emanuele), Le Bibbie di Diodati nelle controversie del suo tempo, in Le collezioni di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, a cura di M. Fratini – L. Di Leonardo – S. Villani, pp. 185-92. Col presente contributo l’a. si sofferma sullo studio della produzione di Antonio Diodati, appr fondendo soprattutto il rapporto che questi tenne con l’opera di Roberto Bellarmino (specialmente le Disputationes de controversiis christianae fidei adversus hujus temporis haereticos, stampate nel 1586)

065-073 Fondo (Il) antico della Biblioteca centrale giuridica. Le edizioni del Cinquecento, a cura di Anna Sanges, Torino, Giappichelli, 2022 Þ rec. di Danila Giaquinta, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 143-5.

065-074 Formentin (Vittorio), Com’è stata scritta la letteratura italiana. Per un libro di Armando Petrucci, in L’eredità di Armando Petrucci, a cura di A. Castillo Gómez, pp. 89-126. Il tema della tradizione ms. della letteratura italiana nel lavoro di Armando Petrucci è affrontato dall’a. considerando Letteratura italiana: una storia attraverso la scrittura, [a cura di Antonio Ciaralli], Roma, Carocci, 2017 (Þ «AB» 045-F). Dei saggi che compongono l’opera, ne vengono riassunte le direttive fondamentali, tra cui l’uso di espressioni di carattere ideologico e politico (come anche la riflessione sull’esclusione di grande parte dell’umanità dal sistema della scrittura), le tracce, l’autografia letteraria e il “rapporto di scrittura” (riconoscendo inoltre il rapporto conflittuale tra letterati ed editori), la centralità della tecnica disciplinare paleografica, la prospettiva toscanocentrica, la questione della localizzazione in contrasto con l’interpretazione linguistica. – Ludovica Montalti

065-075 Formiga (Federica), L’invenzione perfetta. Storia del libro, Bari-Roma, Laterza, 2021 Þ rec. di Valentina Sestini, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 133-4.

065-076 Formiggini (Angelo Fortunato), Lezioni di editoria, a cura di Gabriele Sabatini, Trieste, Italo Svevo, 2022 Þ rec. di Elisa Pederzoli, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 164-7.

065-077 Formisano (Luciano), La ricezione delle scoperte geografiche nelle scritture e nelle antologie del primo Cinquecento, «Rara volumina. Rivista di studi sull’editoria di pregio e il libro illustrato», 25/1-2, 2020, pp. 51-70. Indagine sulle prime pubblicazioni a stampa apparse a seguito del rientro di Cristoforo Colombo in Spagna dopo la scoperta dell’America. – D.M.

065-078 Franceschini (Italo), Allestire una biblioteca nella Trento di fine Quattrocento. Riflessioni sui libri dei frati minori osservanti a San Bernardino, «La Bibliofilía», 124/1, 2022, pp. 97-113. Nel 1452, a Trento, venne fondato il monastero dei Francescani Osservanti. A partire dall’analisi di un ms. e di un nucleo di incunaboli oggi conservati nella Fondazione Biblioteca di San Bernardino, l’a. ricostruisce il primo fondo librario a uso dei frati del monastero e compie alcune riflessioni anche sul contesto culturale trentino nella seconda metà del XV secolo. – P.S.

065-079 Franco (Teresa), A Voice for the Partisans: Natalia Ginzburg, Translator and Writer in the Post-War Years, in Women and Translation in the Italian Tradition, a cura di Helena Sanson, pp. 315-34.

065-080 Franczyk-Cegła (Agnieszka), Registration of incunabula provenance in Poland, in Europe’s printed and hand-written books in the spotlight. News from the CERL community, 5 dicembre 2022. L’occupazione tedesca (durante la Seconda guerra mondiale) e la dominazione sovietica (fino al 1989) rappresentano solo le ultime di una lunga serie di sciagure patite dal patrimonio librario polacco. Anche presentando un progetto come Registration of incunabula provenance in Poland (che riguarda collezioni pubbliche ma pure private), questo nodo riaffiora in tutto il suo portato, se non altro perché le ricerche sulle provenienze in Polonia gemmano in primis dalla necessità di cercare “oggetti” saccheggiati durante le varie guerre e di tutelare l’esistente da ulteriori dispersioni/furti. Prima di entrare nel vivo, l’a. deve insomma fare i conti con le tormentate vicende che hanno distrutto o disperso il patrimonio incunabolistico polacco, e presenta quindi un indispensabile excursus storico. Si apprende così che il primo catalogo di edizioni in cuna, pubblicato nel 1912 a L’viv, descriveva gli incunaboli della Biblioteca universitaria. Sulla spinta di questo pionieristico lavoro, nel 1919 il Krakow Circle of the Polish Librarians’ Union – in particolare il bibliografo Kazimierz Piekarski – avviò un progetto di censimento generale dei beni delle biblioteche private polacche, compresi quindi gli incunaboli, di cui per la prima volta vennero registrati anche i copy specifics. Nel 1925 Piekarski approdò a un primo ma parziale inventario degli incunaboli delle biblioteche polacche, giacché il lavoro a tappeto ebbe inizio negli anni Trenta, grazie soprattutto a cospicui finanziamenti pubblici. Durante la rivolta di Varsavia nel 1944, il brogliaccio del Piekarski – descrizioni di 15.070 incunaboli (corrispondenti a 4.920 edizioni) conservati in 86 biblioteche – andò in gran parte bruciato e quindi, finita la guerra, i lavori per la realizzazione di un catalogo unico degli incunaboli polacchi procedette a rilento e per un certo periodo solo sulla base di quel poco che si salvò degli appunti del Piekarski, in particolare gli elenchi delle edizioni. L’Incunabula quae in bibliothecis Poloniae asservantur vide finalmente la luce in due voll. nel 1970 (il terzo vol., pubblicato nel 1993, registra solo le cospicue perdite causate soprattutto dall’occupazione tedesca). Questo catalogo censisce ben 19.207 incunaboli corrispondenti a 5.768 edizioni provenienti da 108 biblioteche tra pubbliche e private, ma non registra attestazioni di possesso, segni d’uso e/o legature. Questo, dunque, lo status quaestionis, cui occorre aggiungere che, a oggi, solo il 25% delle biblioteche polacche ha registrato nei propri cataloghi anche i dati sulle provenienze, laddove, invece non esistono banche dati pubbliche (nazionali o internazionali) dedicate al tema. L’adesione al progetto Registration of incunabula provenance in Poland, sostenuto a livello ministeriale e inquadrato ovviamente nel MEI (di cui condivide scopi e metodi), rappresenta quindi un’inversione di tendenza, consapevole e fruttuosa. Sono stati infatti censiti i dati di libri provenienti da varie regioni della Polonia, inclusi quelli afferenti a biblioteche di chiese e conventi, in continuità ideale con il catalogo 1919 del Piekarski. Non tutte le edizioni registrate nel 1970, cioè nel catalogo unico degli incunaboli polacchi, risultano oggi rintracciabili, e quindi il progetto offre anche l’opportunità di un prezioso quanto necessario aggiornamento bibliografico, nell’ottica di fare luce sulla storia delle collezioni, delle biblioteche, della lettura, della ricezione delle opere e della cultura del territorio. Dal punto di vista operativo, l’inserimento-dati è stato effettuato secondo le linee guida del database MEI. L’a. anticipa infine qualche risultato così come sta affiorando dall’implementazione di MEI. Al momento emerge che le provenienze sono molto varie e, soprattutto, che riflettono le tormentate vicissitudini della Polonia, come dimostra il caso, in sé esemplare, dell’Archivio e della Biblioteca dei Padri Carmelitani di Piasek, a Cracovia. Questo testo è disponibile online. – E.G.

065-081 Frasso (Giuseppe), Carlo Dionisotti studioso di Dante, in Grandi maestri di fronte a Dante, a cura di S. Brambilla – N. D’Acunto – M. Marassi – P. Müller, pp. 61-81. Sono ricordate le frequenti citazioni dantesche negli scritti di Carlo Dionisotti a prova di una conoscenza assidua e profonda di Dante. L’a. elenca in ordine cronologico i principali contributi in cui Dionisotti indagò l’opera dantesca secondo un’ottica qui definita «‘l’azione del reagente Dante’ nella letteratura italiana». Viene approfondito l’intervento Dante nel Quattrocento tenuto da Dionisotti in occasione del Congresso del centenario del 1965, nel quale si analizza in particolare il rapporto della Firenze di quel secolo con la memoria dantesca e sono passate in rassegna le edizioni quattrocentesche della Commedia con osservazioni sul riverbero che ebbero su quelle del secolo successivo. – Sara Brasca

065-082 Frasso (Giuseppe), L’edizione Tommaseo delle Lettere di Caterina da Siena tra scontro ideologico e filologia, in Per una nuova edizione dell’Epistolario di Caterina da Siena, a cura di A. Dejure – L. Cinelli, pp. 1-25. Il saggio prende in esame gli studi dedicati a Caterina da Siena nella seconda metà del XIX sec. con particolare attenzione al suo epistolario e all’edizione procurata da Niccolò Tommaseo nel 1860. Il quadro tracciato dall’autore è estremamente ampio e va oltre i problemi strettamente testuali implicando una diffusa discussione sulla figura della Santa nei complessi equilibri tra Chiesa e Stato intorno agli anni cruciali per l’Unità d’Italia. – M.G.

065-083 Fratini (Marco) – Enrica Morra, La collezione di Bibbie della Biblioteca valdese di Torre Pellice, in Le collezioni di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, a cura di M. Fratini – L. Di Leonardo – S. Villani, pp. 17-56. Lo studio analizza il patrimonio di Bibbie che si conservano nella collezione della biblioteca valdese di Torre Pellice attraverso l’analisi dei cataloghi storici. In questo senso gli autori mettono in luce il ruolo di Alexandra Vinay (1851-1935), direttore della Biblioteca a fine Ottocento. – Marco Francalanci

065-084 Furlan (Caterina), Holbein tra frontespizi e capilettera. Di alcune nuove derivazioni holbeniane nella produzione editoriale veneziana del Cinquecento, «L’illustrazione. Rivista del libro stampato illustrato», 6, 2022, pp. 65-87. Le illustrazioni e il materiale decorativo realizzati da Hans Holbein il Giovane (con particolare attenzione alle Icones Veteris Testamenti) sono analizzate in relazione alla loro ricezione nelle edizioni veneziane dagli anni Trenta del Cinquecento. Nello specifico, si citano i cicli iconografici dell’Antico Testamento di Gabriele Giolito (1588), i capilettera figurati di edizioni degli anni Quaranta e, per la prima volta, un frontespizio del Philoloco di Boccaccio, stampato da Bernardino Bindoni. – Ludovica Montalti

065-085 García Abia (Nuria), Las colección de relaciones de sucesos impresas de la Biblioteca Nacional de España, in Noticias verdaderas. Maravillosos prodigios. Relaciones de sucesos en la BNE y los orígenes del periodismo, pp. 173-98.

065-086 Garrone (Daniele), Le traduzioni cattoliche e protestanti fra Otto e Novecento, in Le collezioni di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, a cura di M. Fratini – L. Di Leonardo – S. Villani, pp. 231-40. Nel presente saggio si analizza la circolazione in ambienti cattolici e protestanti di traduzioni italiane della Bibbia. L’a. si preoccupa di tracciare un quadro descrittivo delle principali traduzioni fra i secoli XIX e XX. – Marco Francalanci

065-087 Gasper (Giles E. M.) – Brian K. Tanner – Sigbjørn Sønnesyn – Nader El-Bizri, Travelling Optics: Robert Grosseteste and the Optics behind the Rainbow, in Medieval Science in the North, edited by Ch. EtheridgeM. Campopiano, pp. 45-75.

065-088 Gatti (Elena), Antonio Musotti, notarius et causidicus a Bologna. Per un profilo di biblioteca professionale laica sullo scorcio del Quattrocento, «La Bibliofilía», 124/1, 2022, pp. 115-39. Si pubblica qui per la prima volta il contratto di comodato d’uso grazie al quale, nel 1493, il notaio Giacomo Budrioli ottenne il permesso di utilizzare un centinaio fra mss. e libri a stampa appartenuti alla biblioteca dell’avvocato bolognese Antonio Musotti. L’a. compie inoltre alcune lucide osservazioni sull’allestimento e lo sviluppo di una biblioteca professionale tardo quattrocentesca, confrontando il fondo Musotti con altre raccolte più o meno coeve. In appendice l’edizione del documento completo, un elenco delle opere appartenute al Musotti e un elenco di testi di giurisprudenza registrati in diverse fonti bolognesi tra il 1483 e il 1504. – P.S.

065-089 Gavinelli (Simona), Renato Piattoli: il metodo storico di un paleografo per il Codice diplomatico dantesco, in Grandi maestri di fronte a Dante, a cura di S. Brambilla – N. D’Acunto – M. Marassi – P. Müller, pp. 41-59. L’a. sottolinea che la redazione del Codice diplomatico dantesco da parte di Renato Piattoli affondò le radici entro un preciso contesto storico-culturale: il periodo risorgimentale che celebrò Dante come eroe nazionale e l’affermarsi del metodo storico. Di quest’epoca infatti è prodotto la prima edizione del CDD a cura di Guido Biagi e Giuseppe Lando Passerini, con la quale Piattoli instaurò un rapporto dialettico. Nella sua edizione, sottoposta poi a periodiche revisioni (1940, 1950 e quattro aggiornamenti fino alla terza edizione interrotta dalla morte), il paleografo mise in risalto il proprio metodo ecdotico e la propria presentazione sobria e ordinata, apportando tra l’altro alcune precisazioni biografiche interessanti. – Sara Brasca

065-090 Genet (Jean-Philippe), Conclusions. Les miroirs dans le champ du politique, in Les Miroirs aux princes aux frontières des genres (VIIIe-XVe), pp. 265-300. La categoria del genere degli specula principum è insufficiente per uno studio completo del fenomeno. Si propone di utilizzare il concetto di “campo”, uno spazio sociale e virtuale che redistribuisce i testi in base alle intenzioni dei suoi agenti. – Francesco Ursino

065-091 Gimeno Blay (Francisco M.), Armando Petrucci: el maestro de la doble mirada, in L’eredità di Armando Petrucci, a cura di A. Castillo Gómez, pp. 31-49. L’immagine del mosaico proposta dall’a. aiuta a definire l’interdisciplinarità che Armando Petrucci ha valorizzato, studiando la storia nella sua eterogeneità, alla quale la società intera ha preso parte. Ecco la «trasformazione metodologica» (p. 35) operata da Petrucci, nella quale passato e presente si alimentano a vicenda: in questo senso, le sei domande su cui si basa la ricerca petrucciana non sono da considerare come uno strumento che opera a livello tassonomico in forma atemporale. Il doppio sguardo al titolo, dunque, allude alle testimonianze scritte esaminate nelle loro complessità ma anche nei particolari da investigare scrupolosamente. – Ludovica Montalti

065-092 Gimeno Blay (Francisco M.), En la biblioteca del Príncipe de Viana († 1461). La identidad del miniaturista del manuscrito British Library, Add. 21120, «La Bibliofilía», 124/1, 2022, pp. 75-95. Guillermo Hugoniet de Luseyo de Borgoña fu un miniaturista spagnolo che decorò, tra gli altri, anche i libri del Principe Carlo di Viana. In un documento del 13 ottobre 1461 apprendiamo che Guillermo Hugoniet chiese agli eredi del Principe alcuni pagamenti dovuti per le miniature eseguite in otto mss.. Il contributo identifica tali mss. e si concentra sulle decorazioni di un vol. oggi conservato alla British Library. – P.S.

065-093 Girolamo Gigli e le sue opere nel terzo centenario della morte. Mostra documentaria e bibliografica (Archivio di Stato di Siena 24 settembre – 9 ottobre 2022), a cura di Cinzia CardinaliEttore Pellegrini, s.l., Società Bibliografica Toscana, 2022 (Il Moreni, 20), pp. 111, ill., ISBN 978-88-98282-68-5, s.i.p. Si tratta del catalogo di una mostra bibliografica dedicata alla figura poliedrica del senese Girolamo Gigli (1660-1722), autore sia di opere di carattere storico e lessicale (in particolare il Vocabolario cateriniano, che lo vide protagonista di un significativo scontro con l’Accademia della Crusca), sia di lavori teatrali. – M.C.

065-094 Gorian (Rudj), Autori, bibliotecari, open access. Osservazioni empiriche e riflessioni su pratiche, comportamenti e ruoli nella piattaforma IRIS dell’Università di Trento, Trento, Università degli studi di Trento – Dipartimento di lettere e filosofia, 2021 Þ rec. di Anna Bernabè, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 168-70.

065-095 Gorian (Rudj), Prime indagini sugli estratti da periodici eruditi e scientifici italiani: dalle origini agli episodi di codificazione bibliografica del primo Ottocento, in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi. Prospettive storiche, letterarie e linguistiche, a cura di Fabio Forner – Franz Meier – Sabine Schwarze, Berlin, Peter Lang, 2022, pp. 49-68. Il contributo analizza un particolare aspetto degli studi bibliografico-editoriali, ovvero quello degli estratti da periodici culturali italiani (legati in particolare alla comunicazione scientifica ed erudita) tra il 1669 e il 1808. Si tratta di pubblicazioni con alcune caratteristiche peculiari, spesso stampate in tirature limitate su commissione degli stessi autori che prevedevano una circolazione diversa del singolo articolo rispetto all’intero periodico. L’a. offre alcune lucide e originali considerazioni sia tipografico-editoriali sia storico-culturali e terminologiche che aiutano a meglio inquadrare quelle che, a partire dalla seconda metà del XVIII secolo, sono state considerate delle edizioni a stampa a pieno titolo. – P.S.

065-096 Gorian (Rudj), Una stagione di straordinarie opportunità culturali: la vicenda professionale di Ugo Rozzo (1940-2020) dalle biblioteche locali alla fama accademica, «Iulia Dertona», s. 2, 72/121, 2021, pp. 1-73. Un ampio, dettagliatissimo e sentito profilo di un grande maestro degli studi bibliografici e di storia del libro come Ugo Rozzo (1940-2020), nel quale l’a. non solo ne ripercorre la biografia, dagli esordi fino all’affermazione come professore ordinario presso l’Università degli Studi di Udine, ma ne evidenzia i tratti caratteristici del contributo scientifico e accademico. Oltre alla cifra della signorilità, che sempre ha contraddistinto la figura di Ugo Rozzo, emergono gli interessi e la vastissima cultura di un uomo che ha segnato la professione bibliotecaria e ancor più profondamente gli studi in molti ambiti delle discipline del libro, dalla storia delle biblioteche a quella del libro e dell’editoria, con ampi e rilevantissimi sconfinamenti in quella religiosa, con precipuo riguardo alla Riforma. Il contributo rappresenta, dunque, una nuova e graditissima occasione per ricordare un maestro. – L.R.

065-097 Grandi maestri di fronte a Dante. Atti del Seminario dantesco permanente 3 marzo – 2 dicembre 2021, a cura di Simona Brambilla – Nicolangelo D’Acunto – Massimo Marassi – Paola Müller, con la collaborazione di Emiliano Bertin, Milano, Vita e Pensiero, 2022 (Ricerche. Letteratura italiana), pp. XXII+448, ISBN 978-88-3435-153-6, € 38. Il vol. si apre con i Saluti istituzionali di Franco Anelli (Magnifico Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore), Angelo Bianchi (Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia), Nicolangelo D’Acunto (Direttore di Dipartimento di Studio medioevali, umanistici e rinascimentali) e Massimo Marassi (Direttore del Dipartimento di Filosofia). Sono raccolti gli atti del Seminario dantesco permanente svoltosi nell’arco del 2021 allo scopo di indagare i contributi su Dante da parte dei grandi studiosi del Novecento. Gli interventi sono divisi in due sezioni: Storia, lingua, filologia, storia del libro e paleografia e Filosofia, teologia, letteratura. È schedato sotto i singoli contributi. – Sara Brasca

065-098 Gross (Genevieve), La Bible d’Olivetan et son rapport avec les Vaudois, in Le collezioni di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, a cura di M. Fratini – L. Di Leonardo – S. Villani, pp. 151-60. Nel saggio si approfondisce la figura dell’Olivetano (1505-1538), che tradusse in francese, dal greco e dall’ebraico, il testo biblico. L’opera che ne risultò venne fatta stampare a Neuchatel nel marzo del 1535. – Marco Francalanci

065-099 Guadagnin (Erika), La Philosophia nella Grande Galleria. Un modello bibliografico per reimmaginare le collezioni dei duchi di Savoia, Milano, Ledizioni, 2022 (Editoria: passato, presente e futuro), pp. 537, ill. col., ISBN 978-88-5526-641-3, € 49. La cosiddetta Grande Galleria dei duchi di Savoia fungeva in origine da passaggio coperto tra il Castello di Torino, l’attuale Palazzo Madama, e il Palazzo del Vescovo (oggi sull’area sorge Palazzo Reale). Per volere di Carlo Emanuele I (1562-1630) la Galleria fu decorata con dipinti a carattere encomiastico e provvista di armadiature adibite a ospitare la preziosa collezione di libri e oggetti rari del sovrano. Distrutta da un incendio nel 1659 e poi ricostruita, la Galleria fu demolita in epoca francese. L’a. si mette sulle tracce della perduta biblioteca-museo e del modello di organizzazione totale della conoscenza da essa incarnato, valendosi di una speciale bussola: l’inventario redatto a partire dai primi mesi del 1659 dal bibliotecario di corte Giulio Torrini. Il metodo utilizzato «si focalizza consapevolmente su una linea microanalitica – ovvero uno studio bibliografico incentrato sulla rappresentazione di ogni singola unità documentaria – senza tralasciare una dimensione più ampia di lettura dei segni impressi nei documenti». Tale approccio ha permesso l’edizione dei 921 lemmi della classe Philosophia dell’inventario, relativi alle unità documentarie un tempo collocate nella quarta guardarobba. Di grande interesse l’ipotesi di sviluppare un prototipo di visualizzazione delle informazioni in formato digitale. – Lucia Giustozzi

065-100 Guernelli (Daniele), Segnalazioni estensi: Martino Da Modena e Jacopo Filippo Medici detto l’Argenta, «Rara volumina. Rivista di studi sull’editoria di pregio e il libro illustrato», 25/1-2, 2020, pp. 9-28. Contributo destinato a ripercorrere l’attività di due miniatori attivi a Ferrara. – D.M.

065-101 Guida per leggere e compilare una bibliografia, a cura della Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”, pp. 33. Questa guida disponibile online, curata dalla Biblioteca del Senato, vuole essere un utile punto di riferimento per un pubblico specialistico che, in sede di studio o di ricerca, abbia bisogno di redigere efficacemente una bibliografia. La suddivisione in due parti, ovvero una strettamente teorica, in cui sono proposte definizioni e identificazioni precise di vari casi di pubblicazioni, e un’altra ricca di esempi esemplificativi, in cui sono illustrati le metodologie più accreditate e diffuse per redigere stringhe bibliografiche, risulta estremamente schematica e funzionale. – Maddalena Baschirotto

065-102 Handbuch der Schweizer Klosterbibliotheken – Répertoire des bibliothèques conventuelles de Suisse – Repertorio delle bibliotheche degli ordini religiosi in Svizzera, heaursgegeben von der Stiftbibliothek St. Gallen, Basel, Schwabe Verlag, 2022, pp. 510, ISBN 978-3-7965-4598-6, CHF 68. Frutto della collaborazione dei numerosi enti ecclesiastici implicati, il denso vol. è stato realizzato grazie all’impegno di Albert Holenstein della Stiftsbibliothek di San Gallo, cui si deve l’ampia introduzione (pp. 15-47, purtroppo solo in tedesco: nota a p. 37 una cartina con la dislocazione sul territorio delle 84 biblioteche considerate). Il vol. costituisce un’opera di consultazione che presenta i fondi librari degli ordini religiosi nella Svizzera e comprende la descrizione di 84 biblioteche di ordini religiosi, oltre 50 delle quali di monasteri attivi: particolare attenzione è stata rivolta alle collezioni di libri dei monasteri femminili, finora pressoché sconosciute (in realtà le comunità religiose attive sono anche molte altre che però non possiedono vere e proprie biblioteche, pur conservando certamente libri). Le schede sono ordinate alfabeticamente per luogo di conservazione, utilizzando i tre idiomi indicati nel titolo a seconda delle diverse zone linguistiche. Si noti che non si tratta di tutte le biblioteche ecclesiastiche svizzere (manca, per esempio, la Diocesana di Lugano, su cui Þ «AB» 064, La questione), ma solo quelle legate a ordini religiosi cattolici, anche se in modo ormai indiretto (come la Biblioteca Salita dei Frati, sempre di Lugano, qui pp. 222-227 Þ «AB» 063, La questione). La ragione viene esplicitata nella breve premessa di Cornel Dora che spiega come, nonostante il ruolo svolto dalle biblioteche monastiche nella conservazione della cultura occidentale, «i mutamenti sociali e la conseguente diminuzione delle vocazioni religiose pongono tuttavia grandi sfide agli ordini monastici […] Il mutamento sopra citato condurrà in un prossimo futuro allo scioglimento di numerose comunità religiose» (p. 11). Quindi, il ritratto delle collezioni qui presentato serve a documentare uno status che potrebbe presto mutare, e a fornire però informazioni per progettare la salvaguardia del patrimonio, cercando di evitarne la dispersione. Gli articoli, strutturati in modo omogeneo, illustrano fondi, storia e attuale situazione delle biblioteche degli ordini religiosi. Dopo i dati formali (nome esatto, indirizzo etc.) si forniscono alcuni essenziali dati sulla consistenza del patrimonio, l’esistenza di cataloghi e inventari, la partecipazione a progetti digitali; segue una descrizione che fornisce importanti informazioni sulla storia della biblioteca (e dell’insediamento religioso), l’edificio, la situazione attuale, una bibliografia scelta. Arricchisce spesso la scheda una fotografia del complesso bibliotecario. Il vol. è completato da utili elenchi per lo scioglimento delle molte abbreviazioni impiegate, da un elenco dei cataloghi a stampa dei diversi fondi, da una preziosa bibliografia, da indici dei nomi di persona e di luogo. – Ed.B.

065-103 Herrmann (Christian), Word of God and certainty of faith. The history of the Luther Bible, Le collezioni di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, a cura di M. Fratini – L. Di Leonardo – S. Villani, pp. 175-80. Nel saggio in oggetto l’a. analizza il rapporto di Lutero con la Bibbia, mettendo in luce la diffusione che il testo ebbe in area riformata e il pensiero di Lutero circa l lingua della Bibbia. – Marco Francalanci

065-104 Inter prima artis incunabula: catalogo delle edizioni quattrocentesche della Biblioteca Diocesana di Lugano, a cura di Luca Montagner, Lugano, Biblioteca diocesana, 2021 Þ rec. di Federica Fabbri, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, dicembre 2022, pp. 141-3.

065-105 Iommi (Cristina), Una fonte sconosciuta sulle biblioteche dei Collegi della Compagnia di Gesù del Val di Noto, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 73-100. Studio dedicati allo studio delle fonti archivistiche conservate presso l’Archivio Storico dell’Università di Catania che documentano il trasferimento delle raccolte librarie conservate nei Collegi gesuiti della Val Noto presso la Biblioteca Universitaria di Catania in conseguenza dell’ordine regio datato 31 ottobre 1767. Il ms. Casagrandi 70 conserva, oltre alle ricevute di consegna delle raccolte destinate alla Biblioteca Universitaria, anche le preziosissime liste librarie che consentono di risalire virtualmente alla consistenza delle biblioteche di origine. – D.M.

065-106 Jakobsen (Johnny Grandjean Gøgsig), Friars of Science: Dominican Transmission and Usage of Scientific Knowledge in Medieval Scandinavia, in Medieval Science in the North, edited by Ch. EtheridgeM. Campopiano, pp. 141-58. L’indagine sulla dotazione libraria dell’ordo predicatorum nella provincia di Dacia rivela importanti frequentazioni di filosofia naturale, medicina e astronomia. – E.Gam.

065-107 Kaplan (S. C.), A Library of Lost Works. Non-Extant Books as Evidence of Female Reader Networks, in Du manuscrit à l’imprimé. Une autre modernité, «Pecia. Le livre et l’écrit», 24, 2021, pp. 221-38. Indagine sulle tracce dei mss. un tempo raccolti nella biblioteca di Gabrielle de la Tour d’Auvergne, acquisiti secondo una ben precisa idea collezionistica, da cui traspaiono reti letterarie che collegavano a più livelli le donne dell’aristocrazia francese medievale, di cui si propone di rivedere il ruolo svolto nella trasmissione letteraria e culturale dell’epoca. – D.M.

065-108 King (Ross), Il libraio di Firenze. Vita e avventure di un mercante di manoscritti nell’Italia del Rinascimento, traduzione di Alice Cerutti, Milano, Garzanti, 2022, pp. 562, ill. col., ISBN 978-88-11-60774-8, € 22. Dopo la pubblicazione del testo originale in lingua inglese (London, Chatto & Windus, 2021), esce per i tipi di Garzanti la traduzione del vol. The Bookseller of Florence. Vespasiano da Bisticci and the Manuscripts that Illuminated the Renaissance (Þ «AB» 063-G). La traduzione di Cerutti è piana e scorrevole, il che rende l’argomento facilmente accessibile anche a un pubblico non specialista. Discutibile invece la scelta di oscurare dal sottotitolo italiano il nome del protagonista, Vespasiano da Bisticci, a cui la monografia è interamente dedicata. – D.M.

065-109 Kirkland (Brad), Continental Ironmongers, Whalers, Smugglers, and Craftsmen: Immigration and Trade Routes and their Influence on the London Armourers’ Industry, in Medieval Science in the North, edited by Ch. EtheridgeM. Campopiano, pp. 201-18.

065-110 L’Arengario studio bibliografico, L’arte è ideologia / Arte e ideologia. 16. Cultura materiale: Monteghirfo. Aurelio Caminati e Claudio Costa, Gussago, 2022, s. i. pagine. Prosegue la preziosa rassegna di materiali (molti i fotografici) dello sperimentalismo italiano. – Ed.B.

065-111 L’Arengario studio bibliografico, L’arte è ideologia / Arte e ideologia. 17. Aut. Trib. 171398 1978-1985, Gussago, 2022, s. i. pagine. “Resoconto completo” (come viene scritto) dell’esperienza dell’omonima rivista. – Ed.B.

065-112 «L’illustrazione. Rivista del libro stampato illustrato», 6, 2022. È schedato sotto i singoli contributi.

065-113 Lachaud (Frédérique), La collection londonienne de lois. Un “miroir” pour Louis de France (1216-1217), in Les Miroirs aux princes aux frontières des genres (VIIIe-XVe), pp. 149-84. Le Laws of the Londoner sono spesso considerate un annuncio del programma politico della Magna Carta. Si ipotizza che in realtà siano state compilate dopo il giugno 1215 con l’obiettivo di fornire a Luigi di Francia uno speculum principum del suo nuovo regno, dopo che i baroni ribelli gli offrirono il trono d’Inghilterra. – Francesco Ursino

065-114 Laurent Coulert, Catalogue 79. Livres et documents XVe-XXe siècle – Premières éditions – Livres illustrés – Livres en couleurs, Paris, 2022, s.i. pagine. Il catalogo descrive 63 proposte librarie di altissimo valore, da un incunabolo di Giovenale postillato a un Valturio francese, da un Traité des trois imposteurs a una lettera autografa di Baudelaire. – Ed.B.

065-115 Lazzarini (Isabella), L’ordine delle scritture. Il linguaggio documentario del potere nell’Italia tardomedievale, Roma, Viella, 2021 Þ rec. di Roberta Napoletano, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 137-9.

065-116 Lecuppre (Gilles), Le De casibus et ses épigones. Une autre forme d’édification des princes?, in Les Miroirs aux princes aux frontières des genres (VIIIe-XVe), pp. 241-64. Nel solco boccaccesco, alcuni autori del Quattrocento hanno scritto opere a partire dal modello del De casibus virorum illustrium. Si è creato un genere potenzialmente sostituibile agli specula principum, in cui si denunciavano i vizi privati dei governanti e si invitava a meditare sulla fragilità del potere. – Francesco Ursino

065-117 Lehner (Ulrich L.), Illuminismo cattolico. La storia dimenticata di un movimento globale, Roma, Studium, 2022 (Cultura, 281), pp. 284, ISBN 978-88-382-5130-6, € 28. Nel XVI secolo sono rintracciabili valori di una indubbia modernità all’interno della riforma cattolica tridentina, segnale di un indubbio progressismo che si potrebbe definire “preilluminista”, come per esempio il rifiuto dei matrimoni combinati, la proibizione degli abusi domestici, le critiche nei confronti della denigrazione delle donne, la protezione delle tribù indigene dell’America centrale e meridionale: fu proprio a seguito di tale “corrente” sotterranea che fino alla Rivoluzione francese poterono avvenire notevoli evoluzioni in chiave modernista all’interno del mondo cattolico, che poi però si ritirò su posizioni di forte chiusura per tutto il XIX secolo e parte del secolo successivo. – M.C.

065-118 Lentini (Alfonso) – Andrea G.G. Parasiliti, A scuola su una nuvola. Fra libri d’artista, asemic writing & scrittura irregolare, Milano-Lonato del Garda, C.R.E.L.E.B.-Fondazione Ugo da Como, 2022, (Minima Bibliographica, 31), pp. 115, ill. col., ISBN 979-1281-191013. Un dialogo a due voci in cui si ripercorre l’esperienza artistica di Alfonso Lentini, i cui contributi spaziano dalle arti visive alla scrittura e trovano la propria dimensione in poesie oggettuali, in scritture verbo-visuali e asemiche, in libri oggetto e nella patafisica. Segue una ricca sezione iconografica in cui sono messi in evidenza alcuni dei momenti e delle opere salienti dell’artista. Il vol. è disponibile online. – Pietro Putignano

065-119 Libreria Antiquaria Mediolanum, Scelta di stampe e acquarelli. Catalogo 6, Milano, 2022, pp. 80. Vengono offerte 93 tra incisioni, carte geografiche, manifesti dal XVI al XX secolo. Molti pezzi splendidi, ottime le descrizioni. – Ed.B.

065-120 Libreria Antiquaria Pontremoli, Catalogo 55, Milano, 2022, pp. 144. Cento proposte giuste di produzione libraria moderna, tra incursioni settecentesche (Alfieri), Marinetti e il Futurismo, D’Annunzio, Depero, una sezione su Fascismo e infanzia (!), prime edizioni etc. – Ed.B.

065-121 Livres (Un des) le plus précieux. Il fascicolo soppresso dell’«Antologia», a cura di Gabriele Paolini, Firenze, Olschki, 2021 Þ rec. di Sara Mori, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 152-5.

065-122 Lombardo (Simone), Una ricostruzione della strana battaglia di Prevesa (1538), «Studi Veneziani», 80, 2019, pp. 167-92. L’a. in questo studio concentra la sua attenzione sulla battaglia – o non battaglia, come viene definita nel contributo – di Prevesa, che ebbe luogo nel Mar Adriatico nel 1538 fra la Lega Santa e l’Impero Ottomano. Nel saggio, basato specialmente su fonti d’archivio conservate a Simancas, viene offerta anche una interessante analisi dell’eco degli eventi nelle relazioni dell’epoca e nelle “narrazioni” delle parti. – Marco Francalanci

065-123 López Poza (Sagrario), Relaciones de fiestas, in Noticias verdaderas. Maravillosos prodigios. Relaciones de sucesos en la BNE y los orígenes del periodismo, pp. 151-72.

065-124 Luzi (Giovanni), Il Corpus Chartarum Fabriano, un utile strumento per lo studio delle filigrane presenti nelle edizioni della Divina Commedia, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 115-20. Dopo l’acquisizione della collezione di carte antiche fabrianesi del filigranologo Augusto Zonghi, la Fondazione Fedrigoni Fabriano ha avviato nel 2017 il progetto Corpus Chartarum Fabriano, che prevede l’identificazione, la catalogazione e la digitalizzazione di carte fabbricate a Fabriano nell’arco di oltre sette secoli. In occasione dell’anno dantesco, la stessa FFF ha voluto approfondire il ruolo della carta Fabriano nella diffusione delle opere di Dante Alighieri. – D.M.

065-125 Malferits. L’empremta del temps a les biblioteques REBIUN = Malheridos. La huella del tiempo en las bibliotecas REBIUN, catalogo della mostra di Valencia, Biblioteca Històrica, Sala Duc de Calàbria, 19 maggio-4 settembre 2022, testi a cura di Mónica Pintado Antúnez – Susana González Martínez – Bárbara Barberá Matías, Valencia, Universitat de València, 2022, pp. 96, ill. col., ISBN assente, s.i.p. Curiosa iniziativa espositiva organizzata dal gruppo di lavoro sul patrimonio bibliografico REBIUN (Rete spagnola delle biblioteche universitarie) presso la Biblioteca Històrica di Valencia che, attraverso più di cinquanta pezzi, tra codici e incunaboli, intende sensibilizzare l’opinione pubblica sulla vulnerabilità delle preziose testimonianze scritte che si conservano in archivi e biblioteche. La scelta è quella di mettere in mostra non tanto voll. preziosi ben conservati, quanto piuttosto quelli più danneggiati e malconci a causa sia di fattori intrinseci (natura del supporto e degli inchiostri) sia di fattori estrinseci (biologici, ambientali, umani, calamità, ecc.). Il percorso è suddiviso in cinque sezioni: Censura (pp. 12-21), Destrastres (pp. 22-35), Causas intrínsecas (pp. 36-71), Biodeterioro (pp. 72-9), Factor humano (pp. 80-7); l’ultima sezione è invece destinata a una breve sintesi degli scopi del restauro e della conservazione preventiva. Tra i pezzi italiani in mostra, un Dante 1491 di Pietro Cremonese (Universitat de València. Biblioteca Històrica. BH Inc. 120[1]), il cui testo è stato malamente censurato con cartigli incollati per impedirne la lettura. – D.M.

065-126 Maniaci (Marilena) – Nicola Tangari, MeMo - Memory of Montecassino. Prime fasi di realizzazione della Biblioteca digitale, in Atti del II Convegno Annuale Distretto Tecnologico per i Beni e le Attività Culturali della Regione Lazio. Roma, 4 novembre 2021, a cura di Camilla ArcangioliMaria Sabrina Sarto, Roma-Bristol, «L’erma» di Bretschneider, 2022, pp. 43-9. Contributo che illustra il progetto di digitalizzazione e descrizione del patrimonio librario e documentale di Montecassino: circa 1200 mss., (a cui si aggiungono 1900 frammenti), oltre 15000 documenti medievali e 200 incunaboli. – F.F.

065-127 Manuscrit (Du) à l’imprimé. Une autre modernité, «Pecia. Le livre et l’écrit», 24, 2021, pp. 342, ill. B/n e col., ISBN 9782503597676. Nel XV secolo, il passaggio dal ms. al libro a stampa seguì una transizione graduale, con i primi incunaboli molto simili ai codici, in particolar modo in termini di mise en page. Per questo motivo, la vera trasformazione iniziò soltanto nel corso della prima metà del XVI secolo. L’ultimo fascicolo della rivista raccoglie nove contributi di carattere bibliografico che si collocano cronologicamente in questo periodo di sconvolgimenti culturali, di cui si offre qui lo spoglio. – D.M.

065-128 Marc Chagall, una storia di due mondi. Dalla collezione dell’Israel Museum di Gerusalemme, a cura di Ronit Sorec, Milano, 24 Ore Cultura, 2022 Þ rec. di Edoardo Fontana, «L’illustrazione. Rivista del libro stampato illustrato», 6, 2022, pp. 159-61.

065-129 Maria Hadfield Cosway, a cura di Monja Faraoni – Laura Facchin – Maria Cristina Loi, Lodi, Liceo artistico statale Callisto Piazza, 2022, pp. 445, ill. col., 979-12-80950-20-8, s.i.p. Si presenta il catalogo della mostra svoltasi presso la Fondazione Maria Cosway di Lodi dal 22 settembre al 27 novembre 2022 e realizzata in collaborazione con il Liceo artistico Callisto Piazza. La mostra è dedicata alla poliedrica figura di Maria Hadfield Cosway (Firenze, 1760-Lodi, 1838), pittrice, donna di cultura e filantropa. Il catalogo è suddiviso in cinque sezioni: la prima è costituita da saggi in lingua italiana o inglese, accompagnati da immagini, che percorrono la vita di Maria Cosway presentandone anche il contesto storico-culturale di appartenenza. Tutti i saggi sono corredati da un apparato bibliografico. Nella seconda parte del vol. trova spazio il catalogo della mostra con ricche schede catalografiche e con la riproduzione delle opere esposte. La quarta e la quinta sezione sono dedicate al rapporto epistolare di Maria Cosway con il presidente statunitense Thomas Jefferson. L’ultima sezione è dedicata all’allestimento della mostra. Il vol. è corredato da una bibliografia finale e da un indice dei nomi. – Martina Mineri

065-130 Mart – Archivio del ’900. La digitalizzazione dell’Archivio del ’900, il centro di ricerca del Mart di Trento, è ospitata su una pagina della biblioteca digitale non profit Internet Archive. Contiene più di 80 collezioni personali di artisti, architetti e critici d’arte, con migliaia di documenti, mss., disegni, fotografie, audio e riviste, con un focus speciale sulle avanguardie e neoavanguardie. Si possono consultare circa 1500 periodici, compresa la collezione completa de «L’Acerba», e oltre 85 mila voll., tra cui una ricca collezione di pubblicazioni futuriste originali, libri d’artista e 10 mila cataloghi di mostre. È possibile filtrare i risultati per tipo di file multimediale, anno, argomento, collezione, autore e lingua. – Martina Molino

065-131 Martini (Davide), L’umanista lucchese Niccolò Tegrimi e la promozione di iniziative editoriali tra XV e XVI secolo, «Rara volumina. Rivista di studi sull’editoria di pregio e il libro illustrato», XXV, 1/2, 2020, pp. 29-50. Contributo dedicato ai rapporti che Niccolò Tegrimi, umanista, diplomatico e infine canonico della Cattedrale di Lucca, intrattenne con alcuni stampatori e tipografie tra Quattro e Cinquecento. L’a. sottolinea l’utilizzo di una marca editoriale per alcune pubblicazioni giuridiche apparse a Nozzano (LU), luogo in cui Tegrimi possedeva un tenuta di campagna. Si insiste infine su una serie di opuscoli, stampati presumibilmente a Lucca in concomitanza della morte di Tegrimi (ca. 1526) e forse destinati a circolare sciolti, in seguito radunati in miscellanee per volontà di mani sconosciute ed oggi conservati alla Biblioteca Statale di Lucca, Palatina di Parma, Apostolica Vaticana, Bibliothèque Mazarine di Parigi e Thuringer Universität di Jena. – Marco Francalanci

065-132 McCarthy (Chloe), Contribution à l’étude de la tradition manuscrite du livre XI de l’Ovide moralisé, in Du manuscrit à l’imprimé. Une autre modernité, «Pecia. Le livre et l’écrit», 24, 2021, pp. 79-120. Studio dedicato a offrire un quadro generale della tradizione manoscritta del libro XI dell’Ovidio moralizzato. – D.M.

065-133 Medieval Science in the North. Travelling Wisdom, 1000-1500, edited by Christian EtheridgeMichele Campopiano, Turnhout, Brepols, 2021 (Knowledge, Scholarship, and Science in the Middle Ages, 2), pp. 232, ill. b/n e col., ISBN 978-2-503-58804-9 (cartaceo) – 978-2-503-58805-6 (ebook), € 75 (online, iva esclusa). Gli atti del convegno internazionale organizzato nel 2015 a Odense dalla University of Southern Denmark si soffermano sulla mobilità del sapere scientifico in epoca medievale, capace di circolare attraverso un ms., una storia, un insegnamento o una conoscenza pratica, con particolare riferimento agli scambi tra Inghilterra e Scandinavia. Si schedano i contributi di rilevanza bibliografica. – E.Gam.

065-134 Menato (Marco), I libri d’artista di Cosimo Budetta, «Rara volumina. Rivista di studi sull’editoria di pregio e il libro illustrato», XXV, 1/2, 2020, pp. 9-28. Indagine sulle opere realizzate dall’artista salernitano. In calce un catalogo (perfettibile) delle edizioni realizzate tra il 1974 e 2016. – D.M.

065-135 Michel (Nicolas), Pour une redéfinition du «genre» des miroirs aux principes. Bilan et perspective de recherches, in Les Miroirs aux princes aux frontières des genres (VIIIe-XVe), pp. 7-65. Il testo tratta l’analisi degli specula principum nella storia medievale attraverso una riflessione sulla tassonomia e la definizione di genere letterario. Si propone un approccio funzionalista come soluzione alla questione. – Francesco Ursino

065-136 Mincione (Mara), La Bibbia di Giovanni Diodati tra Seicento e Ottocento. Le collezioni di Torre Pellice e Roma, in Le collezioni di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, a cura di M. Fratini – L. Di Leonardo – S. Villani, pp. 193-210. Nel presente contributo si analizza la presenza di edizioni della Bibbia del Diodati (1576-1649), traduzione ufficiale protestante fino al 1924, all’interno delle collezioni delle biblioteche di Torre Pellice e di Roma. – Marco Francalanci

065-137 Miroirs (Les) aux princes aux frontières des genres (VIIIe-XVe), sous la direction de Nicolas Michel, Paris, Classiques Garnier, 2022, pp. 335, ISBN 978-2406138402, €34. I diversi contributi raccolti in quest’opera, oltre a unire criteri filologici, letterari e storici, cercano di riesaminare il ricco corpus degli specula principum, genere letterario comparso nel Medioevo sotto forma di trattati di etica, procedure da seguire e precetti morali destinati ai capi di stato. Scegliendo di schierarsi dalla parte non della forma ma della funzione il vol. sottolinea la grande duttilità di questo genere, il quale supera largamente le limitate classificazioni della critica tradizionale. È schedato sotto i singoli contributi. – Francesco Ursino

065-138 Monti (Carla Maria), Giuseppe Billanovich. Boccaccio, Dante e l’ombra di Petrarca, in Grandi maestri di fronte a Dante, a cura di S. Brambilla – N. D’Acunto – M. Marassi – P. Müller, pp. 83-92. L’a. ripercorre velocemente la formazione di Giuseppe Billanovich e sottolinea come il suo sguardo su Dante fosse laterale rispetto all’occhio fisso su Petrarca e filtrato dalla lente di Boccaccio. L’attenzione è concentrata su due voll.. In Restauri boccacceschi (Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1945) Billanovich notò che le epistole di Dante a Cino da Pistoia (III) e a Moroello Malaspina (IV) furono modello di due dictamina del giovane Boccaccio, rafforzandone il ruolo nella conservazione delle Epistole dantesche. In Prime ricerche dantesche (Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1947) Billanovich indagò le fonti di Purg. XIX 70-75, studiò alcuni codici del De vulgari eloquentia e dimostrò la paternità boccaccesca della Lettera di frate Ilaro, edita in questo stesso vol.. Infine, sono citati due articoli in cui Billanovich avanzò alcune osservazioni sulle Egloghe dantesche e un ultimo contributo che individuava un unico percorso da Dante a Petrarca. – Sara Brasca

065-139 Mordenti (Raul), Armando Petrucci: il modello etico-politico di un professore del tutto diverso, in L’eredità di Armando Petrucci, a cura di A. Castillo Gómez, pp. 147-54. La riflessione si concentra sui tre voll. postumi di Armando Petrucci: Letteratura italiana: una storia attraverso la scrittura, Roma, Carocci, 2017; Scrittura documentazione memoria. Dieci scritti e un inedito (1963-2009), premessa di A. Bartoli Langeli, Roma, Edizioni ANAI, 2019; Scritti civili, a cura di A. Bartoli Langeli, Roma, A. Ciaralli, M. Palma, Roma, Viella, 2019. Soprattutto su questi ultimi scritti si fissa il ricordo dell’a., che richiama la decisa coscienza politica del Petrucci, a cui unisce i ricordi personali. Questi, legati in primis al modello etico-politico che il professore fece proprio, si rivelano anche nei dissensi tra i due (come fu sull’uso dell’informatica), che mai impedirono a entrambi di esaminare e discutere le questioni con comune impegno e serietà. – Ludovica Montalti

065-140 Moretti (Massimo), Profezie scritte e figurate. La lettera di Bartolomeo Georgijević a Massimiliano II alla vigilia di Lepanto, «Giornale di storia», 8, 2012. Nella Roma del secondo Cinquecento le stampe artistiche hanno svolto un importante ruolo sia culturale, sia editoriale e anche economico-commerciale. Un grande fervore artistico portò alla creazione di diversi tipi di stampe, dalle carte geografiche alla rappresentazione delle antichità romane, ma anche ritratti, immagini nel Vecchio e Nuovo Testamento, rappresentazioni di battaglie. Tra queste, una delle tipologie più rare era quello delle cosiddette “mappe allegoriche” nelle quali la raffigurazione passa in realtà in secondo piano rispetto al testo di accompagnamento. Il contributo si concentra in particolare su una coppia di stampe incise da Giuseppe Battista Cavalieri (1525-1601) a Roma nel 1569 a corredo di una lettera d’esortazione indirizzata a Massimiliano II d’Asburgo. L’autore è qui identificato nel croato Bartolomeo Georgijević. Dopo un esaustivo profilo biografico del Georgijević, l’a. compie una attenta analisi dell’epistola esortativa, composta negli anni di maggior fermento del pontificato di Pio V, alla vigilia della battaglia di Lepanto (1571) e in chiave di propaganda antiturca. Il contributo è consultabile online a questo link. – P.S.

065-141 Mosi (Paola), Storie di libri. Il decimo anniversario della Fondazione Biblioteche della Cassa di Risparmio di Firenze, Firenze, Polistampa, 2022, pp. 128, ISBN 978-88-596-2254-3, € 23,50. Il vol. in oggetto nasce con intenti di celebrazione e di divulgazione. Sono infatti dieci anni ormai che sul territorio fiorentino (ma con riverberi di portata ben più ampia) è attiva la Fondazione Biblioteche della Cassa di Risparmio, che raccoglie, conserva e soprattutto rende accessibile un patrimonio librario d’eccezione. Nel vol. sono quindi raccolti 13 contributi che presentano e approfondiscono i principali fondi conservati nell’Istituto (fra i quali spiccano il Fondo Ridolfi e il Fondo De Felice), talvolta firmati da studiosi di chiara fama (saltano agli occhi i nomi di Piero Scapecchi, Cosimo Ceccuti e Carlo Sisi). Il vol., che presenta l’attività e l’identità della Fondazione Biblioteche con efficacia, è per giunta estremamente elegante e riccamente illustrato. – Marco Francalanci

065-142 Murano (Giovanna), Una bibliotheca mathematica (Ms. Firenze, BNC, Conv. Soppr. J V 18), in Du manuscrit à l’imprimé. Une autre modernité, «Pecia. Le livre et l’écrit», 24, 2021, pp. 121-42. Il contributo offre un’analisi e una nuova descrizione del ms. appartenuto al convento di San Marco, attualmente conservato presso la Biblioteca Nazionale di Firenze, Conv. Soppг. J V 18, databile alla fine del XIII secolo o ai primi decenni del XIV secolo. Il codice era stato parzialmente descritto all’inizio del secolo scorso dallo studioso danese Axel Anthon Björnbo (1874-1911) ed è ben noto agli storici della matematica in epoca moderna, perché restituisce un elenco di opere matematiche di vari autori, oltre a traduzioni frammentarie da arabo, greco e altre non ancora individuate. – D.M.

065-143 Murialdi (Paolo), Gli anni al «Corriere». Diario 1951-1955, a cura di Andrea Aveto, Milano, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 2022, pp. 272, ISBN 978-88-85938-83-0, € 22. Diario di un redattore ordinario che affronta gli anni trascorsi al «Corriere» che precedono la sua avventura al «Giorno». Una testimonianza candida di esperienze lavorative e private. Dal punto di vista editoriale corredato da un apparato fotografico essenziale con aggiunta di appendice (pp. 241-9), note (pp. 251-60), indici di immagini (p. 261) e nomi (pp. 263-72). – Elisa Lilliu

065-144 Nebbiai (Donatella), Des arts libéraux à la politique. Les Miroirs aux princes latins dans les bibliothèques des gens de savoir (France, Italie, XIV-XV siècles), in Les Miroirs aux princes aux frontières des genres (VIIIe-XVe), pp. 115-36. Durante il Tardo Medioevo, gli specula principum sono molto apprezzati dai sapienti e la loro forte presenza nelle biblioteche indica il ruolo che questi scritti morali hanno svolto nella trasmissione dei valori all’interno del contesto sociale. – Francesco Ursino

065-145 Negri (Martino), Lo stile imposto dal racconto. Note sulla ricerca permanente di Shaun Tan, «L’illustrazione. Rivista del libro stampato illustrato», 6, 2022, pp. 121-44. Il contributo prende in esame la poetica visiva dell’illustratore Shaun Tan, basata non sulla rappresentazione di un pensiero già formulato, ma sulla possibilità di accesso, tramite le immagini, a riflessioni inedite. A partire dalle opere che hanno segnato i suoi esordi e la sua carriera, sono analizzati i due principali stili a cui si dedica (“grafico” e “pittorico”, con tutte le loro declinazioni), la versatilità tecnica, i temi affrontati (tra cui il fantastico coniugato all’attenzione per il reale) e il linguaggio umoristico. – Ludovica Montalti

065-146 Nepori (Francesca), Un inventario trecentesco dell’abbazia di Santo Stefano di Genova, «La Bibliofilía», 124/1, 2022., pp. 7-29. Grazie all’analisi di un inventario dell’abbazia genovese di Santo Stefano, redatto il 10 novembre 1327, è stato possibile individuare 151 libri lì conservati e confrontare il repertorio con altri inventari monastici contemporanei, precedenti e successivi. Emerge quindi l’immagine di un fondo librario orientato all’educazione dei monaci e alle esigenze liturgiche dell’abbazia. – P.S.

065-147 Neri (Riccardo), «Instrumentum promissionis librorum de la Fulina». I libri trasmessi da Pietro Barbo al monastero di Santa Maria di Follina nel 1452, «La Bibliofilía», 124/1, 2022, pp. 57-73. Il contributo ricostruisce le vicende legate ai libri donati nel 1452 dal cardinale Pietro Barbo (futuro Papa Paolo II) a Tiziano Carretta, amministratore del monastero di Santa Maria di Follino (Treviso). La base di partenza per l’analisi è un instrumentum redatto a Venezia in cui i libri vengono elencati e descritti. – P.S.

065-148 Nori (Gabriele) – Federica Dallasta, Una biblioteca privata emiliana del 1357: i libri di Guglielmo Arimondi, ambasciatore ad Avignone e podestà a Bologna, «La Bibliofilía», 124/1, 2022, pp. 31-56. Grazie a un documento notarile del 12 ottobre 1357, siamo ora a conoscenza dei libri della biblioteca privata del giurista Guglielmo Arimondi di Parma, donata nello stesso anno al convento di San Domenico. Il contributo, oltre a ricostruire alcune vicende ereditarie tra le monache e la famiglia Arimondi, identifica titoli e autori dei libri elencati, evidenziando come la materia giuridica fosse quella maggiormente ricorrente. – P.S.

065-149 Nothaft (C. Philipp E.), Roger of Hereford and the Transformation of Computus in Twelfth-Century England, in Medieval Science in the North, edited by C. EtheridgeM. Campopiano, pp. 27-43. Il computus medievale studiava i cicli lunari per fissare nel calendario la data della Pasqua e di altre festività. Il Compotus (1176) di Roger di Hereford fu influenzato dal pensiero astronomico arabo ed ebraico. – E.Gam.

065-150 Noticias verdaderas. Maravillosos prodigios. Relaciones de sucesos en la BNE y los orígenes del periodismo, catalogo della mostra Madrid, Biblioteca Nacional de España, Sala Recoletos, 1 aprile-12 giugno 2022, Biblioteca Nacional de España, 2022, pp. 232, ill. col., ISBN 978-84-92462-75-9, € 30. Catalogo della omonima mostra organizzata dalla BNE nel 2022, dedicata alla valorizzazione del fondo delle cosidette “relazioni di eventi” (siano esse legate a eventi politici o militari, festività legate a sovrani, calamità naturali o episodi di natura straordinaria), prime forme di notiziari che iniziarono a essere diffusi a stampa durante la prima epoca moderna. Il vol., legato in brossura cucita a filo rosso, si contraddistingue per l’ impaginazione editoriale molto curata, che consente al lettore un approccio immediato ai testi in nero e corpo piuttosto generoso, distinti dalle note marginali sempre in rosso. I testi sono accompagnati da un nutrito apparato di illustrazioni ad altissima definizione e di grande impatto, tanto da far dolere per taluni, scialbissimi, cataloghi di mostre bibliografiche nostrane. Allegato al vol. la ristampa anastatica dell’opuscolo Relacion de lo sucedido con la efermedad de la peste, Logroño, Iuan de Mongaston, 1599. Alle pp. 199-221 una lista delle opere in esposizione. Si segnalano i titoli dei contributi. – D.M.

065-151 Orto (Un) prezioso. L’Orto Botanico di Lucca nel bicentenario della fondazione, a cura di Paolo Emilio Tomei, Lucca, Maria Pacini Fazzi per l’Accademia Lucchese di Scienze, Lettere e Arti, 2022, pp. 248, ill. col., 978-88-6550-838-1, € 40. Vol. commemorativo per celebrare il secondo centenario dell’Orto Botanico di Lucca, fondato giugno 1820 e completato nel 1822, fortemente voluto da Elisa Bonaparte Baciocchi (principessa di Lucca e Piombino) e poi da Maria Luisa di Borbone (duchessa di Lucca). Si segnala in particolare il contributo di Graziella Menichini, I precursori (pp. 13-41), in cui si ripercorre l’attività insieme alla produzione scientifica di taluni cittadini lucchesi nel campo delle scienze botaniche, tra cui quella di Francesco Maria Fiorentini, autore di un importante erbario di piante locali ed esotiche (oggi alla Biblioteca Statale di Lucca, mss. 1223-1233). Merita una menzione anche il saggio di Cristina Molinari e Mariella Morotti, La storia della biblioteca ricostruita attraverso i documenti conservati presso l’Archivio Storico Comunale (1819-1960) (pp. 109-22), che ricostruisce il progressivo incremento della collezione libraria del giardino lucchese attraverso le ricevute di acquisto conservate presso l’Archivio Storico del Comune di Lucca. A causa di una cattiva gestione del fondo antico, della compagine originaria si sono conservate appena 11 cinquecentine, 24 edizioni del Seicento, 72 del Settecento e 480 voll. ottocenteschi. – D.M.

065-152 Palma (Marco), La descrizione del manoscritto secondo Armando Petrucci, in L’eredità di Armando Petrucci, a cura di A. Castillo Gómez, pp. 51-63. L’a. affronta la catalogazione dei mss. secondo Armando Petrucci in La descrizione del manoscritto. Storia, problemi, modelli, Firenze, Nuova Italia Scientifica, 1984 (in edizione aggiornata Roma, Carocci, 2011, da cui sono tratte le estese e frequenti citazioni a testo). Si ricostruisce la struttura dell’opera di riferimento, riconoscendo le differenze tra le due edizioni con riferimento alle novità apportate delle recenti tecnologie informatiche. L’approccio del Petrucci (che fu bibliotecario presso i fondi antichi della Biblioteca dell’Accademia dei Licei e Corsiniana) evitava dichiaratamente un automatismo descrittivo, adottando invece il ragionamento critico e storico, oltre che le competenze paleografiche, codicologiche e filologiche, come proposta metodologica più funzionale. – Ludovica Montalti

065-153 Paoli (Caterina)Translating Virgil at Age Sixteen: Giovanna Bemporad’s “Bucolics”, in Women and translation in the Italian tradition, a cura di H. Sanson, pp. 291-314.

065-154 Paoli (Marco), Ippolito II d’Este dedicatario. Il versante del patrono nel sistema delle dediche, «Rara volumina. Rivista di studi sull’editoria di pregio e il libro illustrato», XXV, 1/2, 2020, pp. 71-92. Intervento dedicato a un particolare aspetto di patronage editoriale legato a Ippolito II d’Este (1509-1572), in calce una lista di 34 edizioni indirizzate al cardinale e arcivescovo. – D.M.

065-155 Paolini (Gabriele), Pugno di ferro in guanto di velluto La censura e l'«Antologia» di Vieusseux, Firenze, Polistampa, Fondazione Spadolini Nuova Antologia, 2021 Þ rec. Sara Mori, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 152-5.

065-156 Paradigma (Il) della biblioteca sostenibile, a cura di Giovanni Di Domenico Anna Bilotta — Concetta Damiani Rosa Parlavecchia, Milano, Ledizioni, 2021, pp. 231, ISBN 978-88-552-6576-8, € 28. Il vol. delinea una riflessione biblioteconomica intorno al tema dello sviluppo sostenibile delle biblioteche. Di Domenico mette in correlazione mondo digitale e sostenibilità, Parlavecchia ricostruisce il dibattito scientifico e professionale su biblioteche e sostenibilità mentre Pérez Pulido si concentra sul legame tra responsabilità sociale e sostenibilità. Faggiolani esamina il posizionamento delle biblioteche nel paradigma dello sviluppo sostenibile e Castellucci ripercorre la storia dell’open access in una prospettiva di accesso equo e sostenibile alla conoscenza. Dinotola si sofferma sulla pianificazione strategica della biblioteca sostenibile, Inserra sulla sostenibilità ambientale nel contesto delle politiche di conservazione e Senatore Polisetti sui requisiti qualitativi della sostenibilità digitale. Califano esamina infine il concetto di educazione ambientale nel contesto delle biblioteche accademiche italiane, Bilotta indaga gli indicatori per la valutazione dello sviluppo sostenibile e Damiani il concetto di sostenibilità in rapporto agli archivi. Chiude il vol. una riflessione di Vitiello sullo scenario delle biblioteche europee attraverso la crisi del Covid-19 e sulle possibili politiche di sostenibilità. – Massimiliano Mandorlo

065-157 Paradigma (Il) della biblioteca sostenibile, a cura di Giovanni Di Domenico, con Anna BilottaConcetta DamianiRosa Parlavecchia, Milano, Ledizioni, 2021 Þ rec. Anna Bernabè, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 171-4.

065-158 Per una nuova edizione dell’Epistolario di Caterina da Siena. Atti del seminario (Roma, 4-5 dicembre 2016), a cura di Antonella Dejure – Luciano Cinelli, Roma, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, 2017, pp. 246, ISBN 978-8898079-72-8, € 15. È schedato sotto i singoli contributi.

065-159 Pérez Negrette (Alberto), Arte militare e architettura nelle Guerre in ottava rima durante la Lega di Cambrai e la Lega Santa (1508-1515), «L’illustrazione. Rivista del libro stampato illustrato», 6, 2022, pp. 5-36. Il contributo esamina la pubblicazione delle Guerre in ottava rima (nello specifico il riferimento è ai conflitti cambraici), considerando la veste grafica, la narrazione e la veridicità dei testi. L’aspetto informativo (e di propaganda politica) dei testi si analizza in relazione alla ricchezza di immagini che ne corredavano le pagine. Sebbene l’iconografia bellica potesse potenzialmente rappresentare visivamente le nozioni tecniche, l’a. riconosce alle illustrazioni una funzione perlopiù evocativa, dato il reiterato utilizzo delle stesse per testi diversi: il rapporto tra il reimpiego delle silografie e la creazione di nuove è centrale. Come strumento bibliografico a supporto del contributo, il riferimento in apertura è a Guerre in ottava rima, a cura di C. Ivaldi – D. Diamanti – M. Bardini – M. Beer – E.- Gnisci, 4 voll., Modena, Edizioni Panini, 1988-1989. – Ludovica Montalti

065-160 Pérez Vidal (Mercedes), Libros miniare potestis. Religious Women’s Agency, Literacy, and Monastic Book Collections in Late Medieval Northern Italy, in Du manuscrit à l’imprimé. Une autre modernité, «Pecia. Le livre et l’écrit», 24, 2021, pp. 143-78. Contributo dedicato al rapporto tra donne e libri, biblioteche e scriptoria di alcuni monasteri dell’Italia nord-orientale durante il Basso Medioevo, messi a confronto con altri esempi analoghi attestati in Italia centro-settentrionale, Spagna e Germania. Tra le fonti prese in considerazione, cataloghi di biblioteche, cronache, inventari di sagrestia, registri ufficiali dei beni cittadini. In particolar modo, viene esaminato il ruolo delle consacrate nella promozione della circolazione di mss., nonché nella produzione di libri liturgici, in collaborazione con frati, sacerdoti o miniatori esterni. – D.M.

065-161 Perret (Noëlle-Laetitia), Pour qui et pourquoi «translater» Gilles de Rome? XIII-XV siècle, in Les Miroirs aux princes aux frontières des genres (VIIIe-XVe), pp. 137-45. Dopo il 1282, i traduttori di Egidio Romano reinterpretarono il suo De regimine principum secondo la loro conoscenza ed esperienza. Per conoscere gli intenti, l’a. esamina gli utilizzi dei mss. e le osservazioni sulla ricezione manoscritta del trattato in contesto francese, aiutando a mettere in luce le condizioni storiche e sociali della loro diffusione. – Francesco Ursino

065-162 Pesanvento (Giulio), Dal testo alle immagini e dalle immagini al testo. Le illustrazioni delle Metamorfosi di Niccolò Degli Agostini, «L’illustrazione. Rivista del libro stampato illustrato», 6, 2022, pp. 37-64. Il corredo iconografico, caratterizzato da uno “stile ombreggiato” e attribuito a Zoan Andrea Valvassore, dell’edizione di Niccolò Degli Agostini, Ovidio Metamorphoseos in verso vulgar, Venezia, Niccolò Zoppino, 1522 è esaminato in quanto proposta di rinnovamento rispetto ai modelli preesistenti (da vedere anche in relazione al formato in quarto e alla trasposizione del testo in ottava rima). L’a. indaga le illustrazioni delle precedenti edizioni ovidiane e il loro confronto con le silografie zoppiniane, sottolineando la rielaborazione o la creazione ad hoc di vignette inedite e riconoscendo il potere esercitato dalle immagini sul testo. – Ludovica Montalti

065-163 Petoletti (Marco), Le opere minori di Dante e i grandi maestri (Sabbadini e Novati), in Grandi maestri di fronte a Dante, a cura di S. Brambilla – N. D’Acunto – M. Marassi – P. Müller, pp. 13-25. L’a. ricorda le due note occasioni in cui il nome di Dante comparve nella produzione di Remigio Sabbadini e segnala altri quattro contributi non registrati nella Bibliografia compilata da Eugenio e Miriam Billanovich. Di Francesco Novati, invece, l’a. ricorda in particolare le cartelle 145 e 146 conservate presso la Società Storica Lombarda (ora alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano) con i materiali di lavoro per le edizioni delle Egloghe e delle Epistole di Dante, rimaste incompiute a causa della morte improvvisa dello studioso. – Sara Brasca

065-164 Petrella (Giancarlo), «I bibliomani fanno molto conto di questo volume». Prime schede per un censimento dell’Hypnerotomachia Poliphili (1499): esemplari, provenienze, collezionisti, «Humanistica», 15, 1/2, 2020, pp. 167-318. Ampio e puntuale contributo che censisce i 223 esemplari oggi noti del Polifilo manunziano, oltre ad altri 17 oggi non localizzabili (ma di cui è nota l’esistenza tramite notizie tratte da cataloghi d’antiquariato), ricostruendone con ampia dovizia di particolare le varie provenienze. – F.F.

065-165 Petrucci (Armando), Scrittura e cultura negli artisti del Rinascimento italiano (con Introduzione e Note di Luisa Miglio), in L’eredità di Armando Petrucci, a cura di A. Castillo Gómez, pp. 233-58. Viene pubblicato in Appendice un inedito pretrucciano: il testo della conferenza che Petrucci tenne presso il Warburg Institute nel 1968, dedicata alla scrittura umanistica quattrocentesca e alle ripercussioni sulla cultura che questa ebbe. La nuova scrittura rimase legata alla lingua latina, agli ambienti più elevati, a cui si contrapponevano tutti coloro che non avevano accesso alla formazione umanistica e al libro dotto. L’analisi di questa conferenza si basa, dunque, sulle scritture «“popolari”» (p. 242) prodotte dagli artisti italiani e analizzate a partire dalla scrittura mercantesca e da esperimenti grafici più attenti alla componente estetica. Si conclude con l’esame della scrittura di Michelangelo. – Ludovica Montalti

065-166 Piperno (Martina), “Mon propre travail”. Cristina Trivulzio Belgiojoso traduttrice e interprete di Giambattista Vico, in Women and translation in the Italian tradition, a cura di H. Sanson, pp. 243-66.

065-167 Prampolini (Camillo V.), La Predica di Natale, edizione fuori commercio per il Circolo Cooperativo Famigliare Socialista di Albiate, 2022. Camillo Vittorio Prampolini (1859-1930) è stato uno dei massimi esponenti legati alla fondazione del Partito Socialista Italiano e protagonista di una concezione evangelica del socialismo basata sugli ideali di uguaglianza e giustizia rappresentati da Gesù e dal sacrificio della Croce. Questa visione è stata resa celebre in particolare dal suo scritto La Predica di Natale, orazione fittizia di un immaginario predicatore socialista pubblicata per la prima volta nel 1897 sul settimanale «La Giustizia». In occasione del Natale 2022, il Circolo Cooperativo Socialista Famigliare di Albiate (Monza e Brianza) ha ripubblicato il testo in una strenna fuori commercio elegantemente stampata dalla Tipografia Mariotti & Ferrario di Saronno (Varese), riportando così alla luce un pensiero forse a tratti provocatorio, ma di sicuro interesse. – P.S.

065-168 Prandi (Anna), Letture francescane: la biblioteca dei Minori osservanti di San Nicolò di Carpi nell’anno 1600, Milano-Udine, Mimesis, 2020 Þ rec. Federica Fabbri, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 146-8.

065-169 Pretto (Sara), Il bibliotecario dell’abbazia di Saint-Sépulcre di Cambrai alla fine del Medioevo: una presenza dai contorni sfumati, «La Bibliofilía», 124/1, 2022, pp. 141-55. Esaminando le tracce di possesso e uso in alcuni mss. quattrocenteschi appartenuti alla biblioteca dell’abbazia benedettina di Saint-Sépulcre a Cambrai, l’a. riesce a definire alcuni compiti e attività interne dell’abbazia, nonché l’attività di due bibliotecari. Ne esce un quadro di grande interesse utile anche a fare luce sulla vita e sul contesto monastico nord-europeo, caratterizzato, alla fine del XV secolo, da un ampio processo di rinnovamento. – P.S.

065-170 Prévost (Mathis), L’homme au miroir de l’animal. Le bestiaire au service du sens dans le Songe moral de Pharaon: influences et interprétations, in Les Miroirs aux princes aux frontières des genres (VIIIe-XVe), pp. 185-204. Jean de Limoges dipinge il ritratto di una corte nel Songe moral de Pharaon, basandosi sui generi dei bestiari, delle favole e delle distinciones bibliche. L’opera è uno specchio simbolico che ribadisce la necessità di un forte legame tra etica e politica. – Francesco Ursino

065-171 Professionalità e carità intellettuale. Quarant’anni dell’Associazione dei Bibliotecari Ecclesiastici Italiani (1978-2018), a cura di Francesco Failla, Troina, Edizioni GrafiSer, 2018, pp. 269, ISBN 978-88-990-7047-2, € 25. Sono raccolti in questo vol. celebrativo, in occasione del quarantesimo anniversario della fondazione dell’Associazione dei bibliotecari ecclesiastici italiani (avvenuta a Grottaferrata nel 1978), i contributi più significativi apparsi sul Bollettino di informazione dell’ Associazione che ruotano intorno al mondo delle biblioteche ecclesiastiche e alla figura del bibliotecario ecclesiastico. Apre il vol. la prolusione inaugurale del Card. Gianfranco Ravasi al convegno di studio annuale Professionalità e carità intellettuale. Quarant’anni di ABEI (1978-2018), che si concentra sulla missione teologica e culturale delle biblioteche e della professione bibliotecaria, in rapporto alla dimensione spirituale e alla cultura della parola e del libro. Gli articoli che seguono, presentati in ordine cronologico, tracciano la ricchezza di un percorso che va dall’atto di costituzione dell’Associazione (23 giugno 1978) fino alla redazione di una carta di intenti degli operatori culturali ecclesiastici, in un’ottica di rinnovata condivisione di strutture, risorse e competenze. Molteplici sono le tematiche prese in esame, che spaziano dagli aspetti catalografici ai progetti di gestione condivisa del patrimonio librario ecclesiastico, al libro antico, al ruolo professionale del bibliotecario ecclesiastico e alla sua missione educativa. – Massimiliano Mandorlo

065-172 Raccolte librarie e biblioteche tardomedievali: casi di studio e problemi di metodo, a cura di Eleonora Gamba, «La Bibliofilía», 124/1, 2022. Fascicolo che si occupa del tema delle raccolte librarie tardomedievali, tra loro diverse per consistenza, destinazione d’uso e tipologia di materiale conservato, la cui indagine risulta essere «compito arduo […] e problematico dal punto di vista metodologico, in quanto ogni tentativo di ricostruzione virtuale rischia di diventare immagine stabile e assoluta di qualcosa che in realtà è per sua natura estremamente labile» (p. 3). Si schedano i singoli contributi. – P.S.

065-173 Radding (Charles M.), La categoria petrucciana di “inesperienza grafica” nei manoscritti legali del pieno medioevo. Una prospettiva storia, in L’eredità di Armando Petrucci, a cura di A. Castillo Gómez, pp. 189-206. L’articolo di Armando Petrucci Alfabetismo ed educazione grafica degli scribi altomedievali (secc. VII-X), pubblicato nel 1586, fu dedicato all’alfabetismo degli scribi altomedievali e alle deficienze nell’educazione grafica di questi. Partendo da questo, l’a. concentra la propria attenzione sui testi giuridici, poiché esplicativi dell’inesperienza scrittoria, considerando i codici di diritto romano (giustinianeo) e longobardo che nel 1994 aveva censito insieme ad A. Ciaralli. Allo stesso tempo, occupa una questione centrale la possibilità di rivedere le date attribuite a certi mss. sulla base dell’inganno della “scriptorial inexperience”, con tutte le conseguenze del caso, per esempio sulla storia della trasmissione di un determinato ms. La traduzione del contributo è di A. Ciaralli. – Ludovica Montalti

065-174 «Rara volumina. Rivista di studi sull’editoria di pregio e il libro illustrato», XXV, 1/2, 2020. È schedato sotto i singoli contributi. – D.M.

065-175 Redondo (Augustin), Los temas de las relaciones de sucesos, in Noticias verdaderas. Maravillosos prodigios. Relaciones de sucesos en la BNE y los orígenes del periodismo, pp. 133-50.

065-176 Reviewing Gutenberg. Historische Konzepte und Rezeptionen, herausgegeben von Michael Matheus – Heidrun OchsKai-Michael Sprenger, Stuttgart, Franz Steiner Verlag, 2021 Þ rec. Federica Fabbri, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 139-41.

065-177 Riccobono (Marta)Lo schermo protettivo della traduzione. Il caso di Giuseppina Turrisi Colonna, Rosina Muzio Salvo e Concettina Ramondetta Fileti, autrici siciliane di primo Ottocento, in Women and translation in the Italian tradition, a cura di H. Sanson, pp. 217-41.

065-178 Rivera (Alessandra) – Mara Mincione – Benedetta Cenni, Le due collezioni di Bibbie e la loro catalogazione, in Le collezioni di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, a cura di Le collezioni di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, a cura di M. Fratini – L. Di Leonardo – S. Villani, pp. 123-6. Le a. descrivono con questo contributo l’iter seguito per catalogare in SBN le edizioni del Fondo Bibbie della Biblioteca di Torre Pellice. Il progetto, intrapreso nel 2019, è oramai giunto quasi al termine. – Marco Francalanci

065-179 Romanzi (Andrea), Fernanda Pivano The «Americanista»: The Gatekeeper of American Literature in the Italian Post-War Publishing Market, in Women and translation in the Italian tradition, a cura di H. Sanson, pp. 315-34.

065-180 Rospocher (Massimo) – Rosa Salzberg, Il mercato dell’informazione. Notizie vere, false e sensazionali nella Venezia del Cinquecento, Venezia, Marsilio, 2021 (Albrizziana. Documenti per la storia dell’editoria a Venezia a cura di Mario Infelise), pp. 116, ill. b/n, ISBN 978-88-297-1444-5, s.i.p. Per il Natale 2021 Marsilio Editore ha pubblicato in 1100 copie non venali un volumetto sul mercato delle informazioni (vere o, più spesso, false) nell’Italia del Cinquecento. Dalla politica alla storia, dai mostri alla scoperta dell’ America, passando per i miracoli, i crimini e le calamità, quello delle notizie era (ed è) un mercato oscuro ma ricchissimo, in grado di alimentare, con le sue mille e più cronache incredibili un pubblico sempre poco affamato di verità. – Ar.L.

065-181 Rossi (Tommaso Maria), La Collezione Ruspoli nell’Archivio Storico Diocesano di Lucca (1610-1945). Storia genealogica, catalogo dei volumi a stampa, inventario dei documenti, Lucca, Rete documentaria lucchese (Strumenti per gli archivi, 5), pp. 115, ill. b/n, ISBN 978-88-96912-14-0, s.i.p. Presso l’Archivio Storico Diocesano di Lucca si conserva la collezione di libri e documenti relativi ai principi Ruspoli, un ramo dei marchesi onorari di Riano stabilitisi a Bagni di Lucca, là confluiti nel 1960 dopo una complessa gestione ereditaria. L’a. propone un efficace strumento che consente di ricavare informazioni genealogiche sulla famiglia Ruspoli (pp. 13-22), insieme a un censimento della collezione libraria depositata presso la Diocesi lucchese, nonostante quel che rimanga sia solo una piccola parte rispetto alla biblioteca originaria, andata venduta in gran parte alla Libreria Forni di Bologna. Segue inventario dei documenti, suddivisi tra Studi genealogici, Corrispondenza e Amministrazione (pp. 39-88). In calce appendice fotografica, bibliografia e indice di nomi, luoghi e istituzioni. – D.M.

065-182 Rusconi (Roberto), Le biblioteche monastiche alla fine del ’500: a proposito dei Benedettini cassinesi in Italia, in Dalla riforma di S. Giustina alla Congregazione Cassinese, a cura di E. Furlan – F. Trolese, pp. 547-73. In questo contributo l’autore studia la circolazione libraria all’interno delle comunità monastiche dei Benedettini cassinesi. Il saggio è diviso in due filoni principali: in un primo momento vengono passate in rassegna le norme che durante il Cinquecento regolavano i materiali librari, poi si studiano le raccolte delle biblioteche monastiche nel cotesto della controriforma. L’a. mette in luce il difficile rapporto con la censura e con l’autocensura che è rintracciabile nell’atteggiamento di dette comunità. – Marco Francalanci

065-183 Rusu (Marius), Crucci e fatiche di un revisore. Filippo Luigi Polidori, la «Biblioteca Nazionale» e Felice Le Monnier, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 57-72. L’a. indaga i processi editoriali e le prassi di stampa che emergono dallo studio delle lettere inedite scambiate dall’editore fiorentino Felice Le Monnier e il suo revisore di fiducia, l’intellettuale Filippo Luigi Polidori, che oggi si conservano presso la Biblioteca Federiciana di Fano. – D.M.

065-184 Ryley (Hannah), Re-using Manuscripts in Late Medieval England. Repairing, Recycling, Sharing, Woodbridge, York Medieval Press, 2022 (York Manuscript and Early Print Studies, 4), pp. xiii+221, ill. b/n e col., ISBN 9781914049064 (cartaceo) – 9781787448278 (ePDF) – 9781800105874 (ePub), £ 65,00 / $ 95,00 (cartaceo) – £ 24,99 / $ 29,95 (ePDF / ePub). Il vol. indaga le modalità di riuso, riparazione e circolazione dei mss. in Inghilterra in un arco cronologico che va dal tardo XIV agli inizi del XVI secolo (il cosiddetto long fiftteenth century). A tale scopo, l’a. studia la materia a tutto tondo, spaziando dalla produzione alla riparazione e riuso, includendo le annotazioni di varia natura inserite da lettori e possessori e considerando anche i fenomeni legati alla circolazione del libro. Il vol. è così organizzato: List of Illustrations, pp. vii-viii; Acknowledgements, p. ix-x; Abbreviations, pp. xi-xiii; Transcription Conventions, p. xv; Introduction, pp. 1-18; 1. Making Parchment For Books, pp. 19-59; Re-using Parchment For Books, pp. 61-103; 3. Making Marks On Books, pp. 105-40; 4. Second-Hand Books, pp. 141-82; Conclusions, pp. 183-8; Bibliography (suddivisa in Manuscript sources, Manuscript and early printed works cited, Primary sources e Secondary sources), pp. 189-214; Index, pp. 215-221. Il testo è accompagnato da 19 immagini e una tabella. – S.C.

065-185 Sanson (Helena)Introduction. Women and Translation in the Italian Tradition: From the Renaissance to the Present, in Women and translation in the Italian tradition, a cura di H. Sanson, pp. 9-51.

065-186 Sanson (Helena), Two Nun Translation in Seventeenth-Century Italy: Angelica Baitelli and Maria Stella Scutellari, in Women and translation in the Italian tradition, a cura di H. Sanson, pp. 129-66.

065-187 Scarpino (Cinzia), Dear Mr. Mondadori. La narrative americana nel catalogo Mondadori 1930-1968, Milano, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 2022 (Biblioteca, 8), pp. 380, ISBN 978-88-85938-76-2, € 24. Attraverso un’attenta analisi dei documenti d’archivio della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, l’a. propone una esaustiva ricognizione delle vicende editoriali dei maggiori scrittori nordamericani del catalogo Mondadori, tra best e long seller, premi Nobel e autori dimenticati, dal fascismo agli anni del boom. Chiude il vol. una ricca bibliografia (pp. 291-318), l’apparato delle note (pp. 319-68) e un indice dei nomi (pp. 369-79). – Ar.L.

065-188 Scavo (Nello), Kiev, Padova, Garzanti, 2022, pp. 160, ISBN 978-88-1100-669-5, € 15. Il vol. consiste nel resoconto delle memorie raccolte da Nello Scavo, celebre giornalista e corrispondente di guerra, durante la sua permanenza in Ucraina da lunedì 21 febbraio fino a giovedì 10 marzo 2022. Giorno per giorno vengono descritte senza censure tutte le fasi del conflitto russo-ucraino, dai primi giorni in cui la minaccia di un’aggressione Russa diviene costantemente più concreta, allo shock dell’inizio delle ostilità, fino ai giorni della rivalsa del popolo ucraino il quale, desideroso di difendere la propria libertà e indipendenza, decide di opporre una strenua e impari resistenza nei confronti dell’invasore. Il vol. non vuole però essere una mera rassegna di eventi in quanto vengono analizzati anche temi quali le motivazioni ideologiche del conflitto, le sue conseguenze politiche ed economiche e, soprattutto, vuol dare voce alle persone comuni, che sono costrette a subire le drammatiche conseguenze di questa immane tragedia chiamata da alcuni “operazione speciale”. – Carlo Tagliabue

065-189 Schmitz (Max), La bibliothèque de l’abbaye bénédictine de Michelfeld (après 1429-1600), in Du manuscrit à l’imprimé. Une autre modernité, «Pecia. Le livre et l’écrit», 24, 2021, pp. 238-88. Questo articolo esplora i mss. inesistenti della biblioteca di Gabrielle de la Tour d’Auvergne come prova di una coerente strategia collezionistica indirizzata specilamente verso opere originali o distribuite dalle corti di Borbone, Borgogna, Orléans e della corona francese, che rivela un’estesa rete che collegava le donne dell’aristocrazia francese medievale e sul loro ruolo nella trasmissione letteraria e culturale. – D.M.

065-190 Schreck (Florian), Science in Medieval Fiction: The Case of Konráðs saga keisarasonar, in Medieval Science in the North, edited by C. EtheridgeM. Campopiano, pp. 181-99.

065-191 Scrigni di carta. Opere mediche dai fondi antichi delle Biblioteche cantonale e diocesana di Lugano, a cura di Luca Saltini – Luca Montagner, Biblioteca cantonale di Lugano – Biblioteca diocesana di Lugano, 2022, pp. 30, ill. col., ISBN 978-88-94575-33-0, Fr. 5. Il breve catalogo di mostra raccoglie cinquanta edizioni antiche di opere mediche, principalmente dei secc. XVII e XVIII (ma con qualche cinquecentina), provenienti dai fondi di due biblioteche luganesi. Precedono il catalogo due saggi, uno inclinato verso la storia della scienza (di Luca Saltini) e uno verso quella delle edizioni a stampa (di Luca Montagner). Conclude il volumetto una postfazione di Edoardo Barbieri. – M.G.

065-192 Sierra Blas (Verónica), Scrivere e no… cartas. ¿Una práctica de escritura en extinctión? in L’eredità di Armando Petrucci, a cura di A. Castillo Gómez, pp. 207-31. Omaggio a una delle grandi passioni di Armando Petrucci, l’epistolografia, non solo come argomento di studio della cultura scritta, ma anche come devozione personale, il contributo tratta come Petrucci (in Scrivere lettere. Una storia plurimillenaria, Roma-Bari, Laterza, 2008) interpretò e definì la corrispondenza epistolare, di cui propose un percorso di studio unico. L’a. fissa i punti cardine della trattazione petrucciana, analizzando le lettere come pratica sociale, materiale e di scrittura, inserendole in un preciso contesto e ricordando quali fossero i modelli della scrittura epistolare, così come ricostruendo un codice grafico di comprensibilità reciproca comune a ogni comunità, nella quale l’interscambio epistolare si fonda sulle volontà e aspettative rispettivamente di mittenti e destinatari. – Ludovica Montalti

065-193 Signorello (Lucrezia), Cutting e dintorni. La libreria di coro di Sant’Agostino di Siena tra conservazione e dispersione, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 29-56. Partendo dall’album di frammenti miniati riunito negli anni ’30 dell’Ottocento da James Dennistoun, il contributo presenta la ricomposizione dei cutting (fraudolente asportazioni di miniature da antichi mss., destinate ad alimentare il mercato nero dell’arte) che è stato possibile ricondurre ai corali degli Agostiniani senesi. L’a. si sofferma a considerare le difficoltà incontrate nel processo di identificazione e ricomposizione, in parte dovute alle antiche pratiche descrittive per questa particolare tipologia di materiali. – D.M.

065-194 Signorini (Maddalena), Armando Petrucci e gli studi sul volgare, in L’eredità di Armando Petrucci, a cura di A. Castillo Gómez, pp. 83-98. Le tesi in esame riguardano gli studi di Armando Petrucci sullo scrivere in volgare tra il basso Medioevo e la prima Età moderna: l’intervento si apre sugli interrogativi petrucciani (soprattutto chi e perché), che portarono a un cambio di analisi verso motivazioni socio-culturali – e dunque verso un incontro di più temi. Esaminando cronologicamente alcuni nodi tematici, l’a. contestualizza il lavoro di Petrucci con riferimento ai «singoli scriventi» (p. 87), alla «paleografia del testo» (p.89), che si ricollega agli aspetti materiali della scrittura e delle diverse varietà librarie, e alla «epistolografia» (p.92), chiudendo il contributo con una riflessione sugli sviluppi dell’alfabetismo, tema caro a Petrucci. – Ludovica Montalti

065-195 Sigurðsson (Marteinn Helgi), Master Perus of Arabia: An Exemplary Magician in Medieval Iceland, in Medieval Science in the North, edited by C. EtheridgeM. Campopiano, pp. 159-80.

065-196 Snoussi (Syrine), Des miroirs des princes arabes? Formes et intentions des miroirs des princes arabo-musulmans, in Les Miroirs aux princes aux frontières des genres (VIIIe-XVe), pp. 87-112. Gli specula principum arabo-musulmani sono stati scritti per formare moralmente i segretari di cancelleria e i principi. Sebbene presenti inflessioni formali e concettuali nel corso del tempo, questi testi rimangono un veicolo di valori spesso ancora attuali, in particolare nella dimensione politica. – Francesco Ursino

065-197 Solivan (Jennifer), Prudentius’ Mnemonic Images in a Twelfth Century Psychomachia Manuscript, in Du manuscrit à l’imprimé. Une autre modernité, «Pecia. Le livre et l’écrit», 24, 2021, pp. 179-220. Lo scopo di questo contributo è quello di esplorare le qualità mnemoniche delle quarantasei illustrazioni della Psychomachia di Prudenzio, poema allegorico in cui si descrive la battaglia tra virtù e vizi nell’anima del cristiano, così come compaiono nel ms. della British Library Cotton Titus D XVI. Tali elementi visivi sono sopravvissuti anche nelle miniature più tarde di tre secoli, che dimostrano l’importanza per la relazione con la successiva tradizione testuale e il relativo apprendimento. – D.M.

065-198 Spinelli (Enrico), Ars nova discoverta, in Ars nova discoverta. Ballate di Francesco Landini nella Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara, a cura di M. Bonazza – E. Spinelli, pp. 21-32. Il contributo contestualizza il ritrovamento della pergamena musicale contenente le due ballate di Francesco Landini, parlando del ruolo della musica a Ferrara tra XIV e XV secolo e delle modalità di conservazione e uso dei libri nella biblioteca dei collegi gesuitici e, in particolare, di quello ferrarese. – S.C.

065-199 Tacini (Francesca) – Ericavale Morello, Storie di illustrazione. Trentasei ritratti inediti di grandi autori e illustratori per l’infanzia, Bologna, Pitagora, 2021 Þ Duccio Drogheria, «L’illustrazione. Rivista del libro stampato illustrato», 6, 2022, pp. 165-7.

065-200 Tancini (Francesca), PicoBoo. Un repertorio per lo studio dell’albo illustrato a colori in epoca vittoriana, «L’ illustrazione. Rivista del libro stampato illustrato», 6, 2022, pp. 145-50. Il contributo presenta il progetto PiCoBoo19th-Century European Picture-Books in Colour, nato nel 2018 e finanziato dall’Unione Europea, attraverso il quale si valuta l’importanza dei toy books, espressione di un’editoria di fattura minima (in termini di materiali e contenuti) che nell’Inghilterra di metà Ottocento trovò grande fortuna: si trattava di albi illustrati destinati ai bambini. Il progetto nasce dalla volontà di sopperire alla mancanza di studi su questo settore della storia dell’editoria e della lettura. – Ludovica Montalti

065-201 Tavoni (Maria Gioia), Materiali e nuovi studi sulla storia del libro a Ferrara nel Settecento, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 103-6. La presentazione di due recenti studi che esplorano la storia della stampa a Ferrara dal XVI al XVIII secolo (Ferrara, Biblioteca Comunale Ariostea, 9 novembre 2022) è il punto di partenza per alcune riflessioni di carattere metodologico, specie in relazione al profilo culturale dello storico del libro. – D.M.

065-202 Tourn (Giorgio) – Marco Fratini, La presenza della Bibbia nella vita dei valdesi e protestanti fra Otto e Novecento: esempi dal patrimonio della biblioteca valdese di Torre Pellice, in Le collezioni di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, a cura di M. Fratini – L. Di Leonardo – S. Villani, pp. 101-22. Il contributo si sofferma ad analizzare il valore tutto peculiare che ha avuto (e che ha) la sacra scrittura nella vita quotidiana dei protestanti e dei valdesi. Per riflettere attorno a tale tema gli a. propongono un interessante itinerario fra alcuni dei voll., specialmente conservati nella Biblioteca di Torre Pellice. – Marco Francalanci

065-203 Traniello (Paolo), Le opere e i libri. Foscolo, Leopardi, Manzoni alle soglie dell’editoria moderna, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2021 Þ rec. Elena Santin, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 155-8.

065-204 Trombetta (Vincenzo), La stampa a Napoli nell’Ottocento. Una storia per generi editoriali, Firenze, Olschki, 2022 Þ rec. Sara Mori, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 158-60.

065-205 Vacalebre (Natale), Dante for sale. Tesori danteschi nelle biblioteche statunitensi, in Grandi maestri di fronte a Dante, a cura di S. Brambilla – N. D’Acunto – M. Marassi – P. Müller, pp. 207-17. L’a. propone una rapida panoramica sulla fortuna dantesca negli Stati Uniti a partire dagli anni ’70 del XIX secolo. Approfondisce poi alcune raccolte dantesche oltreoceano: quella presso la Houghton Library sorta dalla donazione di Charles Eliot Norton all’università di Harvard (1890); la Dante Collection fondata da Willard Fiske alla Cornell University a partire dal 1892; quella della University of Pennsylvania di Philadelphia, cui alla propria morte nel 1896 Francis Campbell Macauley lasciò la propria biblioteca; quella della University of Notre Dame in Indiana messa insieme da John A. Zahm tra il 1896 e il 1906 e arricchita dall’acquisto della collezione di Giulio Acquaticci nel 1902. Come esempi dei tesori reperibili nelle biblioteche statunitensi vengono propositi il Convivio (Venezia, Melchiorre Sessa, 1531) postillato da Tasso, acquistato da Macauley e riscoperto nel 2018, e la Commedia (Foligno, Johann Neumeister, 1472) che Fiske acquistò credendola postillata da Luca Pulci ma che si è rivelata contenere la trascrizione di un anonimo lettore-copista non solo dell’Expositione sopra l’Inferno di Guglielmo Maramauro ma anche delle sezioni perdute del suo commento a Purgatorio e Paradiso. – Sara Brasca

065-206 Vademecum per le esportazioni dei beni librari, Milano, Associazione Librai Antiquari d’Italia, 2021, pp. 15, s.i.p. Breve vademecum promosso dall’Associazione Librai Antiquari con l’intento di fare chiarezza su «come si esporta un libro», alla luce dei diversi cambiamenti legislativi degli ultimi anni, che hanno portato non poca confusione tra gli addetti ai lavori. Grazie alla valida consulenza legale che ha accompagnato la stesura di questo opuscolo, esso risulta molto utile per districarsi tra le diverse richieste burocratiche e amministrative da presentare. – L.Mo.

065-207 Venturi (Laura), «If for Whales, why not for the world?». Le società bibliche e la missione nel mondo: strategie di diffusione del testo biblico, in Le collezioni di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, Marco Fratini – Lorenzo Di Leonardo – Stefania Villani (a cura di), pp. 241-54. Nel presente contributo l’a. si preoccupa di mettere in luce le dinamiche attuate dalla British and Foreign Bible Society (fondata nel 1804 a Londra) per diffondere il testo biblico. Specialmente interessante è l’analisi materiale delle Bibbie, prodotte in edizioni economiche per permettere una più larga diffusione del testo. – Marco Francalanci

065-208 Viaggio (Un) lungo 700 anni. Immagini per la Divina Commedia. Catalogo della mostra (Crema, Museo Civico, 18 settembre 2021-9 gennaio 2022), a cura di Edoardo Fontana – Chiara Nicolini, Crema, Museo Civico, 2021 Þ rec. Maria Gioia Tavoni, «L’illustrazione. Rivista del libro stampato illustrato», 6, 2022, pp. 151-6.

065-209 Vigini (Giuliano), Milano. Storia dell’editoria dalle origini al 1860, Milano, La Vita Felice, 2022 (Liberilibri, 21), pp. 119, ill. B/N, ISBN 978-88-9346-619-6, € 12. L’agile volumetto contiene un lungo saggio che racconta l’attività tipografica a Milano dagli albori della stampa e fino all’Unità d’Italia. L’obbiettivo dell’a. è quello di presentare per la prima volta, in un centinaio di pagine, una sintesi complessiva e un quadro unitario del ruolo dell’editoria nel capoluogo lombardo lungo un arco temporale che tocca ben cinque secoli. – L.Mo.

065-210 Villani (Stefania), Tra entomologia e “bibbiofilia”: Tito Chiesi e le sue collezioni, in Le collezioni di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, Marco Fratini – Lorenzo Di Leonardo – Stefania Villani (a cura di), pp. 69-100. Nel contributo viene approfondita l’eclettica a figura di Tito Chiesi (1805-1886), notaio toscano appassionato di entomologia e collezionista di Bibbie. I voll. della sua collezione vennero venduti alla Biblioteca della facoltà valdese di Firenze e di Roma negli anni 70 dell’Ottocento. Marco Francalanci

065-211 Villani (Stefano), Le traduzioni della Bibbia in Inghilterra nell’età moderna, in Le collezioni di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, a cura di M. Fratini – L. Di Leonardo – S. Villani, pp. 221-30. Nel contributo si ripercorre la storia delle traduzioni bibliche inglesi durante l’età moderna. L’a. propone un’analisi ben inquadrata, che comincia addirittura dallo studio della traduzione trecentesca attribuita a Wycliff. – Marco Francalanci

065-212 Vitolo (Giovanni), L’invenzione della scrittura europea. Il «piacere della storia» di un paleografo-diplomatista, «Studi storici», 3, 2022, pp. 739-47, ISSN 0039-3037, s.i.p. Il breve contributo propone alcune riflessioni relativa alla storia della scrittura a partire dal recente vol. del prof. Attilio Bartoli Langeli dal titolo Tra Alcuino a Gigliola Cinquetti. Discorsi di paleografia (Padova, Libreria Universitaria, 2020), vol. che mette in evidenza come la paleografia non sia solamente «istruzioni per decifrare documenti o iscrizioni, bensì una disciplina tra Filologia e Storia, che contribuisce anche alla ricostruzione di processi storici di lungo periodo». – L.Mo.

065-213 Vogelmann (David), Piccola autobiografia di mio padre, Firenze, Giuntina, 2019, pp. 34, ISBN 978-88-8057-779-9, € 5. Le notizie sulla tipografia, poi casa editrice, Giuntina sono scarse: qualcosa nel vol. sulla storia delle edizioni Olschki (la tipografia fu voluta da Leo Samuel), qualcosa in un bel ricordo di Roberto Ridolfi (L’amico tipografo, «La Bibliofilia», LXXVI, 1974, pp. 143-144), qualcosa nel sito dell’editore: queste belle e terse pagine restituiscono (sommessamente, anche di fronte alle esperienze più drammatiche del Lager) il ritratto del fondatore Schulim, padre dell’autore. – Ed.B.

065-214 Vola (Giorgio), Oliver Cromwell e la causa valdese con altri saggi sul nonconformismo religioso nell’Inghilterra del XVII secolo, a cura di Emidio CampiMassimo Rubboli Bruna Sabatini Vola Daniele Vola Giorgio Vola, Milano, Claudiana, 2022 (Collana della società di studi valdesi, 46), pp. 400, ill. b/n., ISBN 978-88-6898-374-1, € 38. Il vol. consiste nella raccolta di tutti gli articoli pubblicati dal compianto studioso valdese Giorgio Vola inerenti alla storia del Seicento inglese. L’opera è suddivisa in tre sezioni: la prima è composta da sette saggi riguardanti il supporto fornito da Oliver Cromwell nel 1655 alla comunità valdese, vittima al tempo di durissime persecuzioni perpetuate dai soldati del Ducato di Savoia conosciute come “Le Pasque Piemontesi”, e come la comunità valdese divenne un argomento particolarmente popolare nelle stampe inglesi di fine Seicento; la seconda sezione è costituita da sette articoli inerenti a figure e movimenti del variegato mondo del nonconformismo religioso nell’Inghilterra del Seicento; la terza sezione, infine, è composta da tre articoli inerenti alla causa valdese rimasti incompiuti a causa della prematura scomparsa di Giorgio Vola nel marzo del 2005. L’opera si conclude con tre saggi dedicati alla memoria dell’illustre studioso. – Carlo Tagliabue

065-215 Women and translation in the italian tradition, a cura di Helena Sanson, Paris, Classiques Garnier, 2022 (Women and gender in Italy [1500-1900], 5), pp. 449, ill. b/n., ISBN 978-2-406-13286-8, € 49. Questa raccolta tematica di saggi pone l’accento sul coinvolgimento delle donne nell’attività di traduzione nella tradizione culturale italiana dalla fine del Quattrocento ai giorni nostri. Ciò che emerge dal vol. è la necessità di ulteriori ricerche su questo argomento, sia nel contesto italiano che oltre. I saggi sono in lingua inglese e in lingua italiana, corredati da alcune figure e riproduzioni in bianco e nero. Il vol. è arricchito da una ricca sezione costituita dalle referenze sia manoscritte sia a stampa; da un indice dei nomi; da una sezione con gi abstract dei saggi che compongono il vol., sia in inglese sia in italiano; da un indice delle figure. – Martina Mineri

065-216 Zappella (Giuseppina), Il mondo “sconosciuto” delle marche tipografiche. Un patrimonio che accomuna la cultura europea, «Biblioteche oggi», 40/5, 2022, pp. 15-26. Le marche tipografiche rappresentano un tipo di fonte iconografica di assoluto interesse per la conoscenza di diversi aspetti dell’ambito culturale, umanistico ma non solo. Strumenti che permettono di ricavare notizie sia sui tipografi e sulle stamperie di antico regime, sia riguardo eventi storici, simboli religiosi, feste popolari, teorie scientifiche e, in generale, contesti socio-culturali del tempo in cui sono state pensate e realizzate. Un “mondo sconosciuto”, ma di certo non alla Zappella, una tra le massime esperte sul tema e autrice, oltre che del poderoso repertorio Le marche dei tipografi e degli editori italiani del Cinquecento (Editrice Bibliografica, 1986), del più recente Le marche dei tipografi e degli editori europei (sec. XV-XIX), lavoro cominciato nel 2016 e di cui sono disponibili i primi quattro voll.. Questo contributo vuole quindi essere una presentazione del lavoro, che ne introduce le intenzioni e approfondisce taluni casi esemplificativi. In chiusura qualche considerazione riservata alle indicazioni metodologiche alla base del lavoro e alcuni dati e risultati relativi ai primi quattro voll. del repertorio. – P.S.

065-217 Zardin (Danilo), La città, i poveri e i marginali. Reti di protezione tra Italia e realtà Lombarda agli inizi del percorso moderno, Milano, Educatt, 2022, ill. b/n, pp. 224, ISBN 978-88-9335-997-9, € 12. Il vol. raccoglie undici contributi (già pubblicati in altre e varie sedi) sulla storia della marginalità e relative formule assistenziali nell’età moderna, concentrandosi – nella seconda parte dell’opera – all’area lombarda (con particolare attenzione alla zona milanese): La città e i poveri (pp. 9-19); Charitas, madre feconda. La simbologia delle virtù nel cerimoniale e nell’immaginario religioso della prima età moderna (pp. 21-9); La carità secondo Carlo Borromeo. Note intorno al «sermone» per l’Accademia delle Notti Vaticane (1596) (pp. 31-40); Icones operum misericordiae (Roma, 1586). Parole e immagini nel ‘discorso’ sulla carità tradizionale (pp. 41-68); Confraternite, Chiesa e società nell’Italia della prima età moderna (pp. 69-98); Reti confraternali per immigrati e forestieri nell’Italia della prima età moderna (pp. 99-135); I poveri, i marginali e l’ordine della società. Ideali e opere della tradizione caritativa nel Seicento (pp. 137-53); Carità che protegge, carità che redime. Radici e primi sviluppi del sistema assistenziale moderno (pp. 157-73); La mendicità tollerata. La «scola» milanese dei ciechi di S. Cristoforo e le sue regole (secc. XVI-ZVIII) (pp. 175-96); Epidemie: rispondere alle emergenze in un tempo di crisi (pp. 197-208); La città e l’ospedale. Alle radicidi un ‘volontariato’ di «Antico Regime» (pp. 209-21). – Ar.L.

065-218 Zipoli (Luca)Translation as Transformation: Gender and Religion in Antonia Pulci’s Rappresentazione di Santa Domitilla, in Women and translation in the italian tradition, a cura di H. Sanson, pp. 55-73.

065-219 Zito (Paola), Granelli di senapa all’Indice. Tessere di storia editoriale (1585-1700), 2° ed. rivista e aggiornata, Macerata, EUM, 2021 Þ rec. Maria Gioia Tavoni, «TECA. Rivista internazionale di arte e di storia della scrittura, del libro, della lettura», n.s., 12/6, 2022, pp. 148-9.

065-220 Zuliani (Federico), Le bibbie protestanti in latino: leggere le scritture nella lingua sacra degli altri?, in Le collezioni di Bibbie delle biblioteche valdesi di Torre Pellice e Roma, a cura di M. Fratini – L. Di Leonardo – S. Villani, pp. 167-74. L’a. concentra il proprio discorso sul perdurare di versioni latine della Bibbia in ambiente riformato. Nel contributo viene posto l’accento agli sforzi fatti in questo senso dalla storiografia, soprattutto inglese, e si riflette più in generale sull’uso del latino nella società dell’età moderna. – Marco Francalanci

 

 Indici di recensioni e segnalazioni

Antiquariato 17, 34, 110-1, 114, 119-20, 206

Archivistica, archivi e documenti 35, 45, 57, 105, 115, 130, 181

Bibbia N, 16, 21, 33, 36, 38, 49-51, 58, 60, 65, 72, 83, 86, 98, 103, 136, 178, 202, 207, 210-1, 220

Bibliografia 101

Biblioteca reale di Madrid 10-1

Bibliotecari ecclesiastici 171

Biblioteconomia 22, 156, 157

Dino Buzzati L

Censura 219

Commedia dell’arte 3

Correzione bozze M

Dante 17, 31, 41, 52, 55, 81, 89, 97, 138, 163, 205, 208

Editoria del ‘400 A, E, 5, 15, 20, 28-9, 33, 44, 62, 80, 104, 127, 131, 164, 176

Editoria del ‘500 A, F, G, N, 15, 56, 70, 73, 84, 122, 140, 154, 159, 162

Editoria del ‘600 26, 69, 93, 214

Editoria del ‘700 H, 71, 93, 117, 201

Editoria dell’800 H, Y, 12, 82, 155, 167, 203-4

Editoria del ‘900 B, D, Y, K, L, 54, 76, 187, 213

Editoria contemporanea C, 110-1, 188,

Editoria femminile B, 12, 32, 37, 42, 53, 79, 153, 166, 177, 179, 185-6, 215, 218

Editoria greca A

Filigrane 124

Grafica e miniatura F, 4, 92, 100, 112, 128-9, 145, 159, 162, 199-200,

Letteratura di viaggi G, 77

Libro d’artista 118, 134

Marche tipografiche 14, 216

Memorialistica H

Open access in biblioteca e digitalizzazione 18, 94, 126

Orto botanico 151

Paleografia e manoscritti 6, 8-9, 19, 23-5, 30, 39, 45, 47-8, 63-4, 66-7, 74, 87, 90-1, 106, 108, 109, 113, 116, 132-3, 135, 137, 139, 142, 144, 149, 152, 161, 165, 170, 173, 184, 189-90, 192, 194-8, 212

Periodici e mercato dell’informazione 7, 40, 43, 68, 85, 95, 121, 123, 143, 150, 158, 175, 180, 183

Postillati I

Gianni Rodari K

Social network 49

Storia del libro e della lettura 75, 107, 125, 160, 191, 209, 217

Storia delle biblioteche E, 1-2, 13, 27, 46, 61, 73, 78, 88, 92, 99, 102, 141, 146-8, 168-9, 172, 182, 193

Ugo Rozzo 96

 

 

 

Cronache

Convegni

Convegno internazionale Giovanni Bernardo De Rossi. Studioso della letteratura ebraica e dei suoi testimoni, Soncino (CR), Sala Consiliare (piazza Giuseppe Garibaldi), 16-17 gennaio 2023. Il sacerdote piemontese Giovanni Bernardo De Rossi (1752-1831) fu il maggiore ebraista italiano tra fine XVIII e inizio XIX secolo. Attivo a Parma, fu anche professore universitario e grande raccoglitore di mss. e antichi libri a stampa ebraici (oggi custoditi presso la Palatina di Parma), diventando uno dei primi bibliografi della tipografia ebraica e responsabile della riscoperta moderna della figura di Gershom Soncino. Proprio in virtù di quest’ultimo fatto, è stato sicuramente affascinante che un convegno sul De Rossi e sulle tante sfaccettature dei suoi interessi si sia tenuto proprio nel luogo di nascita dell’importantissimo tipografo. Fortemente voluto dal consigliere della Pro Loco Giuseppe Cangini, l’evento è stato organizzato dal CRELEB dell’Università Cattolica, dalla Pro Loco e dal Museo della Stampa soncinesi (anche grazie al supporto di numerosi partner del settore) e si è svolto tra il 16 e il 17 gennaio nella bella cornice della Sala Consiliare del Comune di Soncino. Dopo i saluti di Giuseppe Cangini, di Giuseppe Cavalli per il Museo della Stampa e del direttore del CRELEB Edoardo Barbieri, gli interventi che si sono susseguiti hanno toccato svariate discipline, fornendo un’immagine a tutto tondo dello studioso poliedrico: nel pomeriggio del 16 gennaio Emma Abate (Università degli Studi di Bologna) ha parlato di De Rossi ebraista e semitista; Paola Cirani (Biblioteca Palatina di Parma) ha presentato la collezione ebraico-orientale della Biblioteca Palatina di Parma, che tanto deve al sacerdote; Mauro Perani (Università degli Studi di Bologna) si è concentrato sui più antichi mss. ebraici dell’Occidente nella raccolta di De Rossi; Chiara Orefice (Università degli Studi di Roma “La Sapienza”) ha inquadrato De Rossi in quanto traduttore di alcuni libri dell’Antico Testamento. La giornata si è chiusa con la possibilità di visitare il Museo della Stampa soncinese. La mattina di martedì 17 Luigi Bambaci (Università degli Studi di Bologna) ha mostrato, tramite anche strumenti informatici, lo studio della variantistica biblica nell’attività di De Rossi; Giuliano Tamani (già Università Ca’ Foscari di Venezia), grazie anche alla lettura di passi esemplari, ha tenuto un intervento sul Dizionario storico degli autori ebrei di De Rossi pubblicato a Parma nel 1802; Saverio Campanini (Università degli Studi di Bologna) ha mostrato la posizione di De Rossi non solo all’interno degli studi bibliografici, ma anche in momenti delicati della storia moderna come la polemica anti-ebraica a lui coeva; Martino Diez (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) ha parlato di De Rossi e della letteratura araba. Dopo una visita delle mura della Rocca Sforzesca, nel pomeriggio con Matteo Al Kalak (Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia) si è entrati nel campo della teologia, cui è seguita una serie di interventi di carattere storico-bibliografico: Luca Rivali (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) ha parlato di De Rossi bibliografo, Pierfilippo Saviotti (Università degli Studi di Milano) della collaborazione tra De Rossi e Giambattista Bodoni, infine Edoardo Barbieri (Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia) di De Rossi come storico della stampa e delle sue origini. L’evento si è concluso con la discussione, con le conclusioni di Saverio Campanini, che si è augurato che l’evento possa essere un punto di partenza per gli studi sul De Rossi, e con i saluti finali di Giuseppe Cangini. Una registrazione di servizio è disponibile su YouTube (giorno 1 e giorno 2). In futuro sarà pubblicato anche un filmato più elaborato dell’evento. – S.C.

 

 

 

Taccuino

Iniziative C.R.E.L.E.B.

Giornata di studi

Il contributo del mondo ebraico allo sviluppo dell’editoria italiana dall’Unità alle leggi razziali

Milano, Fondazione CDEC, Piazza Edmond J. Safra

23 maggio 2023

§ ore 9.30

 

Presiede SERENA DI NEPI, (Sapienza Università di Roma)

Saluti introduttivi di RICARDO FRANCO LEVI, (Presidente AIE)

 

GUIDO BARTOLUCCI, (Università Alma Mater Studiorum di Bologna)

Per una storia dell’editoria ebraica in Italia in età moderna

EDOARDO BARBIERI, (CRELEB, Università Cattolica di Milano)

Leo Samuel Olschki editore nell’Italia umbertina e fascista

ARIANNA LEONETTI, (Master Professione Editoria, Università Cattolica di Milano)

Le molteplici iniziative dell’editore Loescher

ROBERTA CESANA, (Università degli Studi di Milano)

Treves per l’editoria di larga circolazione

ADA GIGLI MARCHETTI, (Istituto Lombardo di Storia Contemporanea)

Per un ritratto di Angelo Fortunato Formiggini

CATERINA DEL VIVO, (già Archivio storico del Gabinetto Vieusseux)

Gli Orvieto tra scrittura ed editoria

 

PAUSA

§ ore 15.30

Presiede LUCA RIVALI, (Università Cattolica di Milano)

 

FEDERICO ENRIQUES, (Gruppo Zanichelli)

Federigo Enriques e la Zanichelli

VITTORE ARMANNI, (Fondazione Giangiacomo Feltrinelli)

La Società Generale delle Messaggerie Italiane della famiglia Calabi

FRANCESCO URSINO, (Università Cattolica di Milano)

Un’impresa per la scuola italiana: la famiglia Lattes

GADI LUZZATTO VOGHERA, (Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano)

Identità e vicende della Casa Editrice Israel

ENRICO PIO ARDOLINO, (Sapienza Università di Roma)

Trilussa e gli altri: per una storia delle edizioni Voghera di Roma

ELISA MARAZZI, (Università degli Studi di Milano)

Tra letteratura, scuola e mercato: l’editore Bemporad

GIORGIO FABRE, (storico)

Gli ebrei, le leggi razziali e l’editoria

La giornata di studi si svolgerà in associazione con la Fondazione CDEC. L’ufficio stampa relativo all’evento sarà a cura degli allievi del Master Professione editoria cartacea e digitale dell’Università Cattolica. Per maggiori informazioni si rimanda al sito del CRELEB.

 

Viaggiare nel testo. Scritture, libri e biblioteche nella storia

Sermoneta

Seminari di Sermoneta – Quinta edizione

25-27 maggio 2023

La proposta è rivolta a neolaureati, dottorandi di ricerca e giovani ricercatori (per un massimo di 12) in discipline umanistiche, italiani e stranieri, che vogliano proporre interventi di massimo 20 minuti, in francese, inglese e italiano, cui seguirà una discussione.

Per maggiori informazioni si rimanda al sito del CRELEB.

 

Scuola estiva “Beniamino Burstein” 2023 in memoria di Leonardo Botarelli

La narrazione transmediale: testo verbale e testo iconico nel libro del Rinascimento

Torrita di Siena, Residence “Il Convento”, e Montepulciano

28 – 31 agosto 2023

Per maggiori informazioni si rimanda al sito del CRELEB.

 

 

Incontri, mostre e seminari

a cura di E.G.

Un filo d’oro (1900-1938). La collezione Prutscher di libri viennesi per bambini alla Biblioteca Nazionale Braidense

mostra 

Milano, Biblioteca Nazionale Braidense – Salone Teresiano

fino al 15 aprile

Beba Restelli – nipote dell’architetto-designer viennese Otto Prutscher (1880-1949) nonché allieva e collaboratrice di Bruno Munari – ha donato alla Braidense un patrimonio di 143 libri, 13 leporelli e 178 cartoline appartenuti al celebre nonno. Si tratta di materiali per bambini in lingua tedesca, in larghissima parte pubblicati a Vienna all’inizio del secolo scorso. Informazioni su orari di visita e accesso ai laboratori per le scuole sono disponibili dal sito della biblioteca.

 

Giardini e virtù medicinali, salute e bellezza tra passato e presente

mostra

Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana – Sale Monumentali

fino al 2 aprile

Curata da Sabrina Minuzzi e frutto della collaborazione tra la Biblioteca Marciana e il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, la mostra offre un affascinante viaggio tra i giardini di carta, vale a dire erbari mss., essiccati o a stampa (in questo caso, di solito, studiati e fittamente postillati dai lettori), ricettari a uso personale, lettere e altri materiali che riflettono l’interesse – ma soprattutto la conoscenza, ben più vasta di quella attuale – delle piante con virtù mediche. Il percorso espositivo – oltre ai Cinque libri di piante di Pietro Antonio Michiel (1510-1576), splendido vol. ms. corredato da 1028 disegni e descrizioni di altrettante piante – propone esempi di uso delle antiche nozioni di materia medica quali elaborazione di nuovi farmaci a partire da farmacopee ed erbari antichi, produzione artigianale di amari (ad esempio l’Orvietano, fortunatissimo amaro d’erbe nato da un antidoto brevettato nel 1603), e infine creazioni artistiche su carta e lino ispirate alla bellezza della materia medica. Completa poi la mostra un gioco da tavolo, in realtà un collage di illustrazioni tratte da Il giardino delle piante magiche (1565), fortunato commento a Dioscoride del medico senese Pietro Andrea Mattioli. Informazioni su orari di visita ed eventuali contatti sono disponibili dal sito della biblioteca.

 

Artisti del libro nelle raccolte marucelliane. A cento anni dalla mostra degli illustratori e decoratori del libro Firenze 1922

mostra

Firenze, Biblioteca Marucelliana

C

fino al 17 marzo

Attraverso una piccola selezione dei nomi più significativi e rappresentati nelle raccolte della Biblioteca, l’iniziativa vuole celebrare e ricordare la Mostra degli illustratori e decoratori del Libro (Firenze, Palazzo Pitti, primavera 1922), importante rassegna dedicata, ormai cento anni fa, all’illustrazione italiana. Il percorso espositivo è arricchito da alcune opere grafiche inedite, realizzate dall’illustratrice Serena Colongo e dall’artista fiorentino Marco Burchi. Maggiori informazioni sono disponibili dal sito della Biblioteca.

 

L’altro Rinascimento. Ulisse Aldrovandi e le meraviglie del mondo

mostra

Bologna, Museo di Palazzo Poggi, Via Zamboni 33

fino al 10 aprile

Il titolo della mostra sintetizza in realtà il senso di una serie di iniziative pensate per celebrare il naturalista bolognese Ulisse Aldrovandi (1522-1605) a cinquecento anni dalla nascita. I tanti percorsi espositivi a disposizione del pubblico vogliono omaggiare, assieme all’Aldrovandi, anche un gruppo di medici, farmacisti e naturalisti italiani che, per la prima volta, studiarono animali e piante in natura – cioè non solo sui libri – muovendo così i primi passi verso la scienza come la conosciamo oggi. Dal ricco sito creato ad hoc dal Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Bologna si accede al calendario delle varie iniziative, corredate ciascuna da informazioni su orari e accessibilità.

 

Dissonanze 1917-1922. Da Caporetto alla marcia su Roma, un paese diviso

mostra

Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale

prorogata al 4 marzo 2023

Attraverso preziose testimonianze documentarie della Biblioteca e importanti prestiti di altri istituti, la mostra ricostruisce gli anni tra il 1917 e il 1922, quando l’Italia appare sempre più instabile e in fermento, stretta tra l’ultimo anno di guerra, la ritirata di Caporetto e la svolta autoritaria seguita alla marcia su Roma. Giornali, libri, periodici umoristici e satirici illustrati, riviste d’arte, cinematografiche e di costume, fotografie, carteggi, spartiti musicali e abiti dell’epoca fanno emergere il ritratto di una nazione incalzata dalla crisi economica e in preda a tensioni laceranti, che favoriranno la nascita di nuove identità e di gruppi (politico-sociali) intenzionati a salire prepotentemente alla ribalta. Informazioni e accessibilità al sito della biblioteca.

 

 

 

Postscriptum

ome è noto, il mondo dell’editoria per i giovani (dai bambini ai “giovani adulti”) è un settore di grandissima rilevanza nell’ambito della produzione libraria italiana, costituendo uno degli ambiti più vivaci in termini economici, tanto di numero di copie vendute quanto di diritti ceduti all’estero. Si tratta di un mondo in cui, a fianco di iniziative di scarso livello qualitativo (testi, immagini, materiali) si pongono sempre più libri davvero ben fatti, in cui il fascino dei colori e dei disegni si integra con tesi di grande valore. Oltre alle vere novità si osserva anche il recupero di testi classici che, debitamente ridotti, riscritti, adattati e illustrati vengono intelligentemente riproposti ai giovani lettori (si veda in proposito un’utile intervista). Certo, molti prodotti a stampa vengono realizzati all’estero, sia per ciò che riguarda strettamente l’oggetto cartaceo (Cina) sia anche almeno una parte del lavoro editoriale (Spagna), però il mercato italiano risulta comunque vivacissimo e ricco: non a caso il numero di case editrici o specializzate o dotate di settori specifici è altissimo. Un giro alla Bologna Children’s Book Fair permette di farsi un’idea chiara del settore, sia in ambito italiano che, soprattutto, internazionale: si tratta, infatti, di uno dei settori in cui lo scambio linguistico è più vivace con innumerevoli traduzioni. Anzi, sempre più gli anni hanno mostrato l’importanza di quelle che si possono chiamare traduzioni intersemiotiche o percorsi transmediali, per cui esiste un nesso tra testo linguistico, audiolibro, illustrazione, fumetto, videogioco, serie televisiva: la “funzione narrativa” di un racconto sa navigare e trasformarsi non perdendo il suo fascino. A guidare in questo universo in continua trasformazione può essere utile un mentore di grande esperienza come Pierdomenico Baccalario, titolare di una agenzia creativa di successo come Book on a tree, che collabora con numerose case editrici italiane e non solo. Si aggiunga poi un aspetto importante, quello della dimensione sociale del fenomeno della lettura dei più giovani, con la rilevanza dello spazio loro riservato nelle biblioteche di pubblica lettura e la creazione di nuove biblioteche scolastiche che, superando anche vecchi modelli un po’ stantii, sappiano divenire realmente spazi aperti, luoghi inclusivi in cui sviluppare competenze e interessi interdisciplinari (si rimanda alla Winter School Rendere accessibile il mondo: la biblioteca scolastica luogo dell'inclusione 1, 2 e 3). A tutto questo si aggiunga l’esperienza ormai consolidata dei due Master della Università Cattolica dedicati al mondo editoriale, Professione editoria e BookTelling che presenteranno la loro edizione 2023-24, e si capisce che la miscela può diventare esplosiva! Ecco infatti nascere dalla sinergia di questi diversi attori il Master di I livello Children’s Books & Co. Si tratterà, assieme agli altri due Master già consolidati, di un’occasione unica in Italia di formazione nel settore. Non c’è che da fare i migliori auguri a questa nuova creatura. – Montag