Università Cattolica del Sacro Cuore

Pubblicazioni

Educare alla legalità

Sui sentieri della "vita buona"
di Irene Di Dedda

“Non è sufficiente - scrive Irene Di Dedda - osservare le leggi per considerarci “educati” alla legalità, occorre imparare a riscoprire il “bello” delle regole, ossia tutto quel che di “buono” e di “vero” esse racchiudono.
Da qui, l’esigenza di educare innanzitutto i giovani a vivere una “vita buona”, dove la legalità costituisce non tanto il fine dell’azione umana, ma piuttosto il mezzo per garantire un’“etica della responsabilità” nel rispetto consapevole e motivato delle leggi”.
Il problema dell’educazione alla legalità anima oggi ampi dibattiti e riflessioni nel mondo sociale e istituzionale. Contestualmente, si afferma l’esigenza di promuovere, soprattutto fra i più giovani, buone pratiche e comportamenti rispettosi delle regole, perché il seme della responsabilità possa svilupparsi fin dalla tenera età.
Il volume riflette sull’idea di una nuova progettualità pedagogica in tema di legalità a partire dalla rete istituzionale presente sul territorio. E’ del resto negli ambienti significativi in cui i ragazzi vivono l’esperienza della relazione e della crescita personale che occorre rintracciare risorse e strumenti per lo sviluppo di una coscienza morale, impegno che non lascia insondata la domanda sul senso dell’educare in rapporto al valore della persona e della vita.
In famiglia, a scuola, nei rapporti sociali, all’interno delle associazioni, comunità di fede e luoghi mediatici maturano, infatti, quei legami fondamentali che aiutano i ragazzi a respirare una “cultura della legalità”, dentro la quale possono dischiudersi i propositi e le speranze per costruire un mondo migliore, un mondo che può realizzarsi incamminandoci ogni giorno sui sentieri della “vita buona”.


Costruire legalità con gli adolescenti

Dalle percezioni alla peer education in ambito scolastico ed extrascolastico
a cura di Maddalena Colombo e Vera Lomazzi

Volume presenta gli esiti di un progetto di ricerca-azione svolto nell’a.s. 2010/11 da un gruppo di docenti e ricercatori che collabora con il Centro Studi Educazione alla Legalità dell’Università Cattolica di Brescia a cui si uniscono i docenti di 4 istituti superiori della città di Brescia. Il lavoro si è svolto in tre fasi. A) rilevazione delle percezioni sociali degli adolescenti destinatari dell’azione educativa per la legalità, attraverso tre principali dimensioni (cognitivo-valoriale; pratico-attitudinale; simbolico – lessicale); B) Dopo la codifica e analisi statistica dei dati del questionario, si è giunti alla ricostruzione di un sintetico quadro descrittivo che riassume le tendenze maggioritarie degli adolescenti. I dati sono stati utilizzati come spunto per un percorso di riflessione e rielaborazione di contenuti con gli adolescenti e i loro insegnanti. C) Al termine del percorso riflessivo, si è chiesto agli studenti di sintetizzare le proprie idee in una o più proposte di lavoro/gioco da rilanciare a ipotetici loro coetanei; a seconda del grado di maturità dei ragazzi e della complessità delle idee emerse, le proposte sono state poi trasformate in schede di lavoro che vanno a comporre un pacchetto di 9 spunti didattici ed animativi rispondendo ai criteri di una peer education, cioè un percorso di formazione alla legalità secondo l’ottica “costruzionista” che mira a coinvolgere direttamente i ragazzi come protagonisti della legalità in ambito scolastico ed extrascolastico.
Nella prima parte vengono presentati i risultati dell’indagine campionaria sulle percezioni giovanili della legalità: dove e come gli adolescenti imparano le regole, quali variabili intervengono nell’osservanza delle stesse, a quale ruolo è chiamato il mondo degli adulti nel fornire modelli, esempi di vita, insegnamenti significativi. La seconda parte illustra i risvolti pratici della ricerca-azione attraverso nove unità di lavoro, ricche di spunti e suggerimenti pratici per la realizzazione di attività: l’accettazione della diversità; il rispetto delle regole e delle persone; il superamento degli stereotipi e dei pregiudizi; l’assunzione di comportamenti illegali o legali relativi all’uso di alcol, droghe e alla navigazione in internet; l’uso di sostanze stupefacenti; la ricerca della trasgressione; il rispetto delle norme sociali e delle regole giuridiche.sele.


Educare alla legalità

Fondamenti, problemi, prospettive d'intervento
a cura di Irene Di Dedda
(ISU – Diritto allo studio, Università Cattolica)

Che cos’è la legalità? Di fronte a tale interrogativo si animano oggi ampi dibattiti e riflessioni nel mondo politico e istituzionale. L’esigenza di “legge e ordine” e il principio di “mera adesione alle leggi dello Stato”, generalmente attribuiti alla categoria di legalità, sembrano infatti non cogliere a pieno la complessità e la multiformità del rapporto fra norme e azione umana. Da più parti si leva il monito di un’autentica promozione della legalità e non soltanto di un ossequio formale delle prescrizioni giuridiche. Lo sviluppo di una più solida conformità dei comportamenti sociali ai dettami predisposti dai nostri ordinamenti rappresenta una viva preoccupazione delle istituzioni, persuase della necessità di garantire il rispetto delle regole condivise in particolare attraverso il contributo dell’“educazione” e degli organismi investiti di responsabilità formative. La nozione di legalità ètuttavia una nozione dinamica e dialettica, ancorata sì ai princìpi fondamentali della nostra Carta costituzionale, ma non cristallizzata in un rigido ordito normativo, incapace di favorire l’apertura della vita pubblica alle positive istanze di rinnovamento che la società continuamente pone. Per questo, Per educare alla legalità non si può non tenere conto delle mentalità, dei valori di fondo, delle scelte che ciascuno compie in virtù del proprio bagaglio esperienziale e morale. Tale bagaglio può infatti costituire il tramite di un vero e proprio “apprendimento” delle norme condivise, capace di favorire l’acquisizione di abiti mentali consoni all’osservanza e pienamente radicati nella struttura della personalità. In tale direzione volge la riflessione del presente volume, affinché il rispetto della legalità possa essere riscoperto a partire dalla ricerca del suo autentico valore, prima ancora che legale, umano e civile.


Cittadini in crescita

Tra famiglia, scuola e comunità locale
a cura di Luciano Caimi
(V&P – Vita e Pensiero)

La riflessione sulla promozione della cittadinanza democratica, accanto agli aspetti giuridico-istituzionali, socio-politici e culturali, chiama direttamente in causa anche quello educativo. Senza un risoluto impegno su questo versante, teso alla formazione di cittadini responsabili e attivi, si corre il rischio di vedere vanificati gli sforzi, incominciando da quelli legislativi, per favorire la convivenza civile in una società come la nostra, sempre più ‘plurale’, multi-etnica e multi-religiosa, a seguito dei ben noti fenomeni di raggio planetario (su tutti i processi di globalizzazione e d’immigrazione dai molteplici ‘Sud’ del mondo). Che cosa significa diventare cittadini in una città ‘plurale’ non solo per la molteplicità di etnie, idiomi e religioni, ma anche per il flusso incessante di messaggi mediali, dove l’intreccio fra ‘reale’ e ‘virtuale’ diviene sempre più labile? Che possibilità si dischiudono agli ambienti formativi (famiglia, scuola, associazionismo, comunità di fede ecc.) per favorire nelle nuove generazioni lo sviluppo di un corretto senso di appartenenza nazionale e di una coscienza civica coerente con i principi costituzionali? Intorno a questi problemi e interrogativi si sono cimentati i relatori del convegno «Cittadini in crescita. Tra famiglia, scuola e comunità locale», svoltosi presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Brescia, nei giorni 9-10 marzo 2006, di cui sono presentati gli Atti. L’iniziativa è stata promossa dal Centro Studi per l’Educazione alla Legalità (Università Cattolica di Brescia), d’intesa con il Centro Studi Pedagogici sulla Vita matrimoniale e familiare (del medesimo ateneo) e il Centro Interuniversitario di Ricerca sulle Migrazioni a Brescia.


Coscienza ambientale e educazione alla legalità

A cura di Luciano Caimi
(V&P – Vita e Pensiero)

La sempre più auspicabile maturazione di una cultura della legalità non può eludere oggi la questione ambientale. Infatti, l’esigenza di promuovere il rispetto delle leggi in favore dell’ambiente rappresenta una necessità inderogabile per l’intera umanità, che di fronte al crescente e indiscriminato sfruttamento delle risorse naturali rischia di compromettere il futuro del pianeta. L’indagine esplorativa e istruttoria che connota i contributi qui raccolti, relativi al Convegno “Coscienza ambientale e educazione alla legalità” (Brescia, novembre 2003), promosso dal Centro Studi per l’Educazione alla Legalità – Università Cattolica, sede di Brescia, prospetta l’idea secondo cui il rapporto fra i due termini va ripensato sotto differenti profili di ricerca (teoretico-pedagogica, giuridico-istituzionale, socio-culturale, fisica e naturalistica). In questa prospettiva, il concetto di sostenibilità ambientale rinvia alla necessità di costruire un “pensare ecologico” diffuso, sostenuto da un idoneo impegno formativo. Educare alla legalità nei confronti dell’ambiente rappresenta allora una significativa condizione per ricostruire l’indissolubile legame d’interdipendenza fra società civile e mondo naturale.


Per una cultura della legalità

Dinamiche sociali, istanze giuridiche e processi formativi
A cura di Luciano Caimi
(pubblicazioni dell'ISU Università Cattolica)

Il Centro Studi per l'Educazione alla Legalità inaugura con questo volume la pubblicazione degli Atti relativi al Convegno “Per una cultura della legalità. Dinamiche sociali, istanze giuridiche e processi formativi” svoltosi il 14 novembre 2002 nella sede bresciana dell’Università Cattolica. Il testo invita a riflettere sul tema della educazione alla legalità in chiave interdisciplinare, proponendo alcune linee programmatiche per la diffusione di un nuovo éthos legalitario, costituito da consapevolezze, valori, mentalità, stili di comportamento consentanei alla crescita del senso di cittadinanza democratica.