L’Almanacco
Bibliografico
Sul ruolo delle Biblioteche
Ecclesiastiche
di Stefano Maria Malaspina
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ono di solito le richieste più semplici, a trarre in inganno. E sono domande apparentemente elementari a suscitare più complesse e articolate risposte. Alla benevola richiesta di un contributo dedicato al ruolo delle biblioteche ecclesiastiche per La questione, ho reagito con entusiasmo; queste righe intendono far emergere una risposta non superficiale, per quanto necessariamente sintetica. Delle biblioteche ecclesiastiche non è in dubbio l’identità, che pare fin troppo semplice: una biblioteca è un luogo del sapere, caratterizzato dalla presenza di una collezione di documenti – eminentemente librari – destinata alla loro conservazione, fruizione e valorizzazione; ed è ecclesiastica quando di proprietà di un organismo ecclesiale. Né pare in dubbio il fatto che svolga un ruolo ecclesiale: nessun documento ufficiale lo escluderebbe. Più arduo mi pare dare contenuto e sostanza a questo ruolo, rispetto al quale formulerei la domanda in maniera volutamente semplice: qual è lo stato di salute delle biblioteche ecclesiastiche? Molte biblioteche ecclesiastiche si sono effettivamente aperte e collaborano, fanno rete. Hanno segnalato la propria esistenza rispondendo a questionari e censimenti, partecipano al Servizio Bibliotecario Nazionale e al suo catalogo, sostengono attività formative, si aprono al territorio; grazie al ruolo svolto dall’Ufficio Nazionali per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’Edilizia di Culto della Conferenza Episcopale Italiana, anche le più piccole realtà hanno modo di condividere e accrescere banche dati e di rendere più visibile un patrimonio tanto vasto quanto fecondo. Resta sempre una certa distanza fra desiderio progettuale e risorse – soprattutto umane – disponibili. Da qui un primo auspicio: che sempre più colleghi possano avvicinarsi alle associazioni di riferimento; l’ABEI svolge un ruolo importante e propositivo, che sarebbe ancor meglio raggiunto se più persone e istituzioni trovassero modi e tempi per una partecipazione attiva. Nessuna biblioteca è tanto piccola da non poter offrire il proprio contributo umano e professionale. Le biblioteche ecclesiastiche stanno superando limiti e chiusure che le hanno talora caratterizzate in passato. Quando sono aperte, lo sono davvero: quasi avessero appreso che nessuna biblioteca – neppure la più blasonata – è un’isola. Paradossalmente, in questi decenni sono e saranno sempre di più costrette a chiudere le proprie porte, in un futuro dai tratti foschi: per quanto tempo ancora le biblioteche ecclesiastiche riusciranno ad essere, se non sostenibili, almeno economicamente sostenute? Che cosa accadrà con il progressivo contrarsi delle provincie religiose, con la chiusura dei seminari, con il fondersi delle diocesi? Quante Facoltà Teologiche continueranno a vivere – e ad alimentare le proprie collezioni librarie – di qui ai prossimi tempi? A porre rimedio potrà essere di aiuto, anzitutto, la descrizione di quanto sta accadendo: non esiste miglior terapia di quella che si fonda su una buona diagnosi. Si troveranno più facilmente nuove energie, anche guardando a quanto sta accadendo fuori dai confini nazionali. Il primo orizzonte è, naturalmente, quello europeo; la partecipazione a iniziative e convegni è occasione per imparare quanto stanno svolgendo nostri colleghi; conoscere le istituzioni e la loro storia, la loro organizzazione e le loro iniziative di tutela e apertura arricchisce la qualità del lavoro quotidiano. Al tempo stesso, lo scambio di conoscenza offre contezza della strada già percorsa e visibilità a iniziative nazionali: il Servizio Bibliotecario Nazionale e il progetto BeWeb, ad esempio, sono visti con ammirazione e realmente valorizzano libro moderno, libro antico, edizioni del XVI secolo, incunaboli, manoscritti e letteratura grigia. Conoscere quanto avviene oltre i nostri confini, sapere chi sono, quanti sono e come lavorano i colleghi di piccole e grandi istituzioni europee è possibile, fra gli altri modi, attraverso la partecipazione ad un’altra realtà associativa, BETH: Biblioteche Europee di Teologia. Va riconosciuto che la questione linguistica è, per alcuni aspetti, un ostacolo; la necessità di confrontarsi attraverso una lingua non propria obbliga però a maggior chiarezza di idee e favorisce l’ascolto, insieme alla percezione di appartenenza a una più ampia comunità professionale. Così come è confortante riconoscere che, quasi sempre, le proprie difficoltà e i propri limiti sono anche quelli altrui. Infine, sul ruolo. Quanto osano proporsi come realtà ecclesiale, le biblioteche ecclesiastiche? Quanto viene percepito il loro valore pastorale? Il mondo culturale è sinceramente accolto come ecclesialmente rilevante? Valga un piccolo esempio: molti bibliotecari hanno imparato a percorrere i corridoi delle curie; non fermarsi alla porta dell’Ufficio per i Beni Culturali della propria diocesi, ma conoscere e frequentare altri uffici, costituirà la differenza. Virtuose sono già quelle diocesi in cui Biblioteca e Archivio non sono distanti, anche fisicamente, dalle altre realtà di curia. Su questo, a mio giudizio, ancora molta strada resta da fare, e ancora di più resta da scrivere.
069-A Alpha Beta: apprendere il greco in Italia (1360-1860) / Learning Greek in Italy (1360-1860), a cura di Geri Della Rocca de Candal – Paolo Sachet – Marina Zetti, Milano, Scalpendi, 2023, pp. 157, ill. b/n e col., ISBN 979-12-5955-150-4, € 25. Il catalogo della mostra bibliografica ospitata nella Sala Teresiana della Biblioteca Nazionale Braidense di Milano (28 settembre-9 dicembre 2023; prorogata sino al 9 gennaio) centra alla perfezione l’ambizioso obiettivo di condensare i cinque secoli che hanno caratterizzato la storia dell’ apprendimento della lingua greca in Italia, dall’Iliade tradotta da Leonzio Pilato (ca. 1360) alla legge Casati (1859) con cui s’introdusse il greco nel Liceo Classico. L’eccezionale continuità, tutta italiana, del rapporto con la lingua ellenica e i suoi classici è intelligentemente messa in risalto attraverso sei articolate sezioni che circoscrivono un’epoca o un tema attraverso alcuni dei 70 antichi esemplari mss. e a stampa esposti e accuratamente riprodotti nel catalogo, 19 dei quali in prestito da istituzioni nazionali e straniere. I temi, che nel catalogo vero e proprio, per comprensibili ragioni di comunicabilità con il più largo pubblico, sono tratteggiati appena, vengono affrontati con maggior respiro e straordinaria sintesi in otto microsaggi redatti, oltre che da due dei curatori (Della Rocca de Candal e Sachet), anche da alcuni dei membri (N.G. Wilson, D. Speranzi, M. Centenari e G. Panizza, K. Kyrtata, C. Carpinato) di un più ampio comitato scientifico internazionale. Innumerevoli sono gli spunti per lettori di ogni livello, travalicando il vol. nel suo insieme confini di epoche, discipline e persino aree geografiche. Vi sono i maestri bizantini attivi in Italia prima e dopo la caduta di Costantinopoli, la complessità della gestione, ai primordi della tipografia, di un alfabeto non latino, fatto di maiuscole e minuscole, ma anche di un complesso sistema di diacritici; il baricentro geografico si sposta prima oltralpe per toccare il periodo della Riforma, poi verso la Grecia stessa, che per secoli dovrà fare riferimento alla produzione tipografica occidentale (e veneziana soprattutto) per alimentare il proprio fabbisogno; si entra nel vivo della storia delle istituzioni scolastiche, come i collegi gesuitici, che per secoli hanno portato avanti l’insegnamento del greco, elaborando e diffondendo allo scopo appositi strumenti didattici e grammaticali; non mancano interazioni con la più alta storia della letteratura italiana, con riferimenti al rapporto col greco di Metastasio, Monti, Foscolo, Leopardi, D’Azeglio e tanti altri. Milano, con il collegio gesuita collocato negli ambienti stessi di quella che sarebbe diventata la Biblioteca di Brera, che ne conserva il patrimonio librario qui ampiamente valorizzato, ma anche con i cenacoli culturali sorti attorno alla rivista «Il Caffè», è giustamente uno dei poli attorno ai quali si muove questo inconsueto percorso. Forse, va detto, troppo denso e non sempre perfettamente fruibile per quell’ampio pubblico internazionale cui mostra e catalogo, con la loro veste bilingue italiana e inglese, si rivolgono (le sole didascalie e sezioni espositive, senza il supporto dei saggi introduttivi, non sono sufficienti). È invece innegabile il merito di aver proposto un percorso sul greco – e con testimonianze in greco di primissima scelta! – anche a chi quella lingua non conosce: le pagine esposte presentano quasi sempre anche parole in latino o illustrazioni, così come numerosi sono gli spunti che valorizzano, trasversalmente, le difficoltà di apprendimento dei discenti, rendendo più vicino un tema che per chi non conoscesse l’alfabeto potrebbe apparire estraneo e distante. Vanno forse interpretati in questa direzione due elementi: riprodurre in 16 tavv. a col. una selezione di per sé non significativa di disegnini, scarabocchi e altre note avventizie; annullare, nelle schede del catalogo, qualsiasi riferimento bibliografico. – E.Gam.
069-B Bianca (Concetta), Domicilium sapientiae. Studi sull’Umanesimo italiano, a cura di Luca Boschetto – Jeroen De Keyser – Fabio Della Schiava – Clementina Marsico, Gent, Lysa, 2021 (Colibri. Collected Studies in History and Literature, 3), pp. 576, ISBN 978-94-6444-764-4 (cartaceo) – 978-94-6444-765-1 (ebook), € 89. Il vol. nasce dalla «volontà di onorare in questo modo quel 31 ottobre 2021 in cui Concetta lascerà la cattedra dell’Università di Firenze, dove ha insegnato dal 1992» (p. 9). L’intensa e importante attività della studiosa è qui dapprima testimoniata, dopo la premessa dei curatori (pp. 9-11) e la Tabula gratulatoria, dall’omaggio firmato da John Monfasani (pp. 13-20) e dalla ricchissima Bibliografia di Concetta Bianca, 1980-2020 (pp. 21-43) coi suoi ben 404 titoli, dei quali ventuno sono stati qui scelti e ripubblicati per intero in ordine cronologico, adattati alla veste editoriale della collana: Monumentum laudis. Una lettera di Felice Agnolelli a Coluccio Salutati per la dedica del De fato (pp. 47-56); Per la storia del termine atheus nel Cinquecento. Fonti e traduzioni greco-latine (pp. 57-83); Marianus de Magistris de Urbe (pp. 85-122); La biblioteca romana di Niccolò Cusano (pp. 123-49); La biblioteca di Andrea Matteo Acquaviva (pp. 151-63); Auctoritas e veritas. Il Filelfo e le dispute tra platonici e aristotelici (pp. 165-98); Francesco Della Rovere, un francescano tra teologia e potere (pp. 199-228); Le orazioni di Leonardo Bruni (pp. 229-47); Dopo Costanza: classici e umanisti (pp. 249-71); I cardinali al Concilio di Firenze (pp. 273-92); Poliziano e la Curia (pp. 293-309); La curia come domicilium sapientiae e la sancta rusticitas (pp. 311-24); Le dediche a Lorenzo de’ Medici nell’editoria fiorentina (pp. 325-53); Petrarca e la sua percezione di una storia della Chiesa (pp. 355-66); La diffusione manoscritta e a stampa degli Scriptores rei rusticae nel Quattrocento (pp. 367-77); La stampa a Roma: le edizioni di antiquaria (pp. 379-90); La diffusione della stampa e la nascita della filologia (pp. 391-403); Il ritorno in curia di Biondo Flavio ed il De expeditione in Turcos dedicato ad Alfonso d’Aragona (pp. 405-24); Gli umanisti e l’alluvione (pp. 425-33); Libri “conciliari” nelle biblioteche romane della seconda metà del Quattrocento (pp. 435-48); Note su Orazio e l’Umanesimo romano: Francesco Elio Marchese, Antonio Mancinelli, Pomponio Gaurico (pp. 449-63). Provenienti da sedi diverse, gli studi qui ripubblicati mostrano chiaramente l’ampio panorama di interessi umanistico-rinascimentali della studiosa, come già accadde alle sue ricerche su Bessarione con il vol. Da Bisanzio a Roma. Studi sul cardinale Bessarione (Roma, Roma nel Rinascimento, 1999), pubblicato dall’a. stessa su esortazione di alcuni amici insistenti. Leggendo questa nuova raccolta, si incontrano lavori su grandi personalità quali Coluccio Salutati e Niccolò Cusano, approfondimenti più specifici come lo studio sul termine atheus nel XVI secolo, ricerche sulla produzione manoscritta e sugli albori della stampa (nonché sulle conseguenze di quest’ultima nella filologia umanistica), scritti riguardanti la storia ecclesiastica e «l’influenza dei più alti livelli della gerarchia ecclesiastica sullo sviluppo della cultura umanistica a Roma nel Quattrocento e all’inizio del Cinquecento» (p. 16). Centro geografico prediletto della ricerca di Concetta Bianca è innegabilmente Roma, ma altrettanto preziosi sono i suoi interventi su Napoli e sull’Italia meridionale – si condivide appieno il desiderio espresso da Monfasani di veder pubblicata in futuro una raccolta degli interventi della studiosa su tale argomento –, senza però tralasciare Firenze, dove d’altronde l’a. ha insegnato per molti anni. I curatori del vol. riescono, in modo sia affettivo sia accademico, a fornire un’ottima selezione, o meglio una serie di pennellate che restituiscono il ritratto complesso e insieme armonico della bibliografia di colei che meritevolmente è celebrata con questa pubblicazione: gli scritti di Concetta Bianca si impongono così ulteriormente come una lettura necessaria e stimolante per chiunque desideri studiare la storia della letteratura, della cultura, del libro e delle biblioteche tra XV e XVI secolo. L’erudizione e la competenza dell’a. sono, infine, “condensate” e organizzate nella bibliografia complessiva dei ventuno contributi (pp. 465-548), dall’indice dei manoscritti (pp. 551-6) e dall’indice dei nomi (pp. 557-76), strumenti sempre utili per interrogare una mole così importante e varia di contenuti. – S.C.
069-C Gomez-Géraud (Marie-Christine), Le Crépuscule du Grand Voyage. Les Récits des pèlerins à Jérusalem (1458-1612), Paris, Classiques Garnier, 2022 (Géographies du monde, 2), pp. 1034, ISBN 978-2-406-13263-9, € 39. Si tratta della ristampa sull’edizione della medesima opera apparsa nel 1999: inutile dire che è ovviamente ignorata la bibliografia dell’ultimo ventennio. Specialista di storia del viaggio, l’a. propone un corposo dossier dedicato a indagare le tipologie di pellegrinaggio in Terra Santa tra la metà del XV secolo e gli inizi del XVII, alla ricerca delle trasformazioni occorse tra declino del modello medioevale, critiche antidevozionali di matrice protestante e nuovi modelli controriformistici. Se la produzione dei libri di pellegrinaggio è estesissima e riguarda davvero un po’ tutte le lingue europee, l’a. si basa su un corpus davvero largo che attraversa le varie esperienze linguistiche implicate. Si parte con una prima sezione dedicata a una ricostruzione storica del tema. Lo studio inizia saggiamente con la ricostruzione del tema del pellegrinaggio in T.S. fin dall’epoca patristica, indicando chi e come abbia favorito tale pratica e chi ne abbia indicato limiti e pericoli, per poi passare alle trasformazioni occorse in epoca medioevale, con l’introduzione del tema penitenziale e giungendo sino al tramonto di tale impostazione, filtrata dalla devotio moderna. Si prosegue (qui forse una maggiore attenzione alla realtà italiana avrebbe aiutato a sfumare un po’ la contrapposizione) con le critiche di scuola erasmiana e dei protoprotestanti francesi, e poi di Lutero e di Calvino (con un approfondimento su Pier Paolo Vergerio jr e la sua polemica sulla Santa Casa di Loreto), soffermandosi sull’erasmismo spagnolo e sulla nascita della chiesa anglicana. Si passa quindi al Concilio di Trento e alla ripresa del tema del pellegrinaggio in ambienti cattolici con attenzione anche alle polemiche storiografiche tra i centuriatori di Magdeburgo e san Roberto Bellarmino. La seconda parte si sofferma invece sul genere vero e proprio dei racconti di pellegrinaggio. Innanzitutto si analizza il corpus di tale materiale, esaminando alcuni casi esemplari che ne illustrino le tipologie. Si viene poi a studiare le diverse personalità degli autori di tale materiale, prestando attenzione anche ai mutamenti di prospettiva offerti dal mondo della stampa: ecco la diversità d’uso secondo i formati, la lettura “statica” come testo spirituale, l’importanza delle illustrazioni. La terza parte tenta di indagare la funzione svolta da questi testi, approfondendo i temi della contemplazione del teatro della salvezza e quello della penitenza. Viene approfondito il come tali racconti testimonino una sorta di “liturgia” della imitatio Christi con l’assimilazione alle sofferenze, alle difficoltà e alle fatiche attraverso la visita ai luoghi santi, a loro volta filtrati da una reinterpretazione religiosa dello stesso spazio geografico, non meno che da una sua rilettura fortemente segnata dalla storia sacra (e il rapporto complesso col modello/antimodello della crociata). La quarta e ultima parte si interessa degli sviluppi più strettamente legati all’epoca controriformistica, con alcune tipologie di narrazione che si discostano dalle precedenti, vuoi per le caratteristiche dell’autore (dal convertito Mikołaj Krzysztof Radziwiłł [detto l’Orfano per distinguerlo dai diversi omonimi], a un francescano disobbediente come Pantaleão d’Aveiro, allo stesso sant’Ignazio di Loyola), vuoi per le tipologie di espressione usata, tra poesia, dialogo e opera scenica, pittura. Come conclude l’a.: «Il libro, sostituto del viaggio, è ormai lo strumento per una meditazione prolungata, lo spiraglio che permette di vedere, che fornisce una nuova luce sulla città santa, proprio in quanto ha cessato di essere il centro assoluto a partire dal quale immaginare il mondo. Gerusalemme, nello spazio del libro, non cessa però di essere il luogo del Tempio, dove il fedele può abbandonarsi all’incontro con Dio» (p. 889). Il vol. si completa di un prezioso repertorio di racconti di viaggio compresi nel periodo indicato con notizie sugli autori ed essenziali indicazioni bibliografiche (pp. 893-945), la bibliografia impiegata (pp. 947-1001), un’appendice bibliografica col sommario di due rare edizioni secentesche (pp. 1003-1008), un indice di nomi e cose notevoli (pp. 1009-1016), la tavola delle illustrazioni in b/n (pp. 1017-1022), la tavola di piante e grafici (pp. 1021), il dettagliato sommario (pp. 1025-1034, anche on line). – Ed.B.
069-D Idea (L’) incisa. La Strage degli Innocenti di Raffaello nella matrice di Marcantonio Raimondi dei Musei Civici di Pavia. Storia e restauro, a cura di Laura Aldovini – Lucia Ghedin, Roma, Gangemi Editore, 2023 (Interventi d’Arte sull’Arte, 28), pp. 96, ill. col., ISBN 978-88-492-4597-4, € 20. Cosa si nasconde dietro una stampa calcografica? Cosa rivela il disegno finale sui passaggi che hanno preceduto l’impressione della lastra incisa sulla carta? E di quella lastra, un bene artistico a lungo considerato solo un mero strumento d’uso, che cosa ne è stato? In questo vol. si risponde a tutti questi quesiti, risolvendo un rompicapo il cui punto di partenza è una lastra in rame di inizio Cinquecento, incisa da Marcantonio Raimondi (ca. 1480-1534) su disegno di Raffaello (1483-1520), su cui si concentrano teorie, analisi e misteri. Si tratta della Strage degli Innocenti, la cui storia torna ad affascinare appassionati e addetti ai lavori grazie alla collaborazione tra i Musei Civici di Pavia e l’Istituto Centrale per la Grafica, insieme anche alla Fondazione Paola Droghetti, che ha permesso il magistrale restauro della lastra a inizio 2020, quando fu consegnata ai restauratori dell’ICG dal suo permanente istituto di conservazione, i Musei Civici di Pavia. La pubblicazione di questo vol., che indaga la genesi dietro «l’idea incisa», il successivo utilizzo e poi restauro della lastra, diventa allora testimonianza dell’impegno degli specialisti e delle istituzioni coinvolte. Laura Aldovini, direttrice dei Musei Civici di Pavia, firma il contributo di apertura (pp. 17-37), che studia la Strage a partire dalla biografia del suo incisore e dal clima culturale nel quale l’incisione rinascimentale fiorì, definendo una nuova e attiva porzione di mercato, il cui successo risulta evidente analizzando le lastre superstiti o le stampe che da queste sono state realizzate. Ecco, dunque, che il caso della Strage degli Innocenti diventa emblematico. Una «cosa rara», la descrisse Vasari (p. 29), risultato di uno dei momenti più maturi della collaborazione Raffaello-Raimondi, la cui elaborazione si lega a intricati quesiti da risolvere (tra questi, la datazione, le fonti iconografiche, i sei studi sul disegno che oggi si conservano). L’a. offre una bussola per muoversi in questo labirinto, soprattutto per quanto riguarda la complessa interpretazione delle due versioni della Strage. Una ‘con felcetta’, una ‘senza felcetta’. Raimondi, infatti, incise una versione che vede in alto a destra una conifera e, in un secondo momento, una nuova lastra senza questo dettaglio: un intervento esplicativo proprio del successo editoriale di questa incisione – e si noti che “editoriale” diventa un aggettivo rivelatore della natura di queste opere calcografiche. Al destino di entrambe le lastre è dedicata la parte conclusiva di questo primo contributo: curiosa è una particolarità della lastra ‘con felcetta’, conservata a Pavia dopo l’acquisizione ottocentesca da parte del marchese Malaspina, che presenta un piccolo foro sulla parte superiore, e quindi si può immaginare venisse appesa per ragioni decorative. Anche Rita Bernini (pp. 39-47) affronta con rigore le questioni relative alla cronologia delle due versioni, all’attribuzione raffaellesca del paesaggio e alle altre fonti iconografiche, per poi passare alla costruzione di una guida intuitiva ed efficace, attraverso la quale esamina le diverse versioni della Strage che l’ICG conserva (sia le due di Raimondi, sia quelle che riprodussero il disegno su nuove lastre). Successivamente, Giovanna Scaloni si concentra su altre matrici attribuite a Raimondi, ricordando l’impegno dell’ICG volto alla conservazione delle lastre in quanto opere artistiche e potente mezzo comunicativo, veicolo di idee all’interno della società dotta (pp. 49-55). Proprio nell’ottica di valorizzazione della dimensione artistica e conservativa di questi prodotti, Laura Ghedin descrive con premura le modalità di conservazione e le fasi di restauro della lastra conservata dai Musei Civici di Pavia (pp. 59-73). Direttamente legate a ciò sono le nuove tirature che sono state effettuate dalla Stamperia dell’Istituto Centrale per la Grafica al momento del restauro – processo descritto e seguito da Matteo Maria Borsoi (pp. 75-7) –, ma anche la “sfida personale” di Fabio Ascenzi, che ha riprodotto tramite incisione calcografica un dettaglio della Strage (pp. 79-83). Chiude il vol. una preziosa mappatura dei vari esemplari citati, che include i diversi stati e le copie, i luoghi di conservazione e i link di riferimento (pp. 85-9). Inoltre, un corredo fotografico particolareggiato e di grande valore arricchisce ogni contributo. Dunque, un vol. che giustamente non lesina sui dettagli più tecnici e che comunque, anziché allontanare il lettore digiuno di temi simili, lo avvicina e lo coinvolge. – Ludovica Montalti
069-E Instituciones, imprenta y mercados de libros en Europa y América. Siglos XVI a XVIII, coord. Natalia Maillard Álvarez – Monserrat Cachero Vinuesa, Sevilla, Editorial Universidad de Sevilla, 2023 (Colección Americana, 76), pp. 274, ISBN 978-84-472-2389-3, € 17. Come hanno mostrato i più recenti studi sulla storia del libro, non è possibile studiare gli elementi propulsori del mercato librario senza tenere a mente gli elementi frenanti (e viceversa). I curatori di questo vol. mostrano di aver ben compreso tale lezione, individuando sin dall’introduzione un legame strettissimo fra sistemi di controllo della circolazione libraria e dinamiche della propulsione. Il vol. è quindi dedicato a entrambi questi fenomeni e apre con una sezione destinata allo studio degli elementi di incentivo alla produzione e al consumo della parola scritta, intitolata Incentivos para la producción y el comercio de libros. Trovano qui patria cinque studi, estremamente ampi e dedicati a zone diverse del mondo. Davide Martini studia l’esperienza professionale di Vincenzo Busdraghi (1524-1601), tipografo attivo a Lucca alla metà del Cinquecento. Egli riuscì, attraverso politiche matrimoniali molto oculate e legandosi agli istituti di governo, a far prosperare la sua attività e a costruire un vero monopolio sulla tipografia lucchese del periodo. Lo studio di Antonio Espino è invece cronologicamente più circoscritto e si occupa di riflettere sugli effetti avuti dalla rivolta contro Filippo IV che ebbe luogo nella Barcellona del 1640-43. Espino riprende un tema centrale degli studi di storia del libro, riflettendo sulla relazione che lega contesto politico e mercato librario in un frangente particolare della storia europea. Il saggio di Pedro Guibovich torna invece a concentrarsi sulla figura di un professionista singolo, includendo però la sua esperienza nel contesto politico ed economico nel quale egli si mosse. Si tratta infatti di un approfondimento dell’opera di Joseph de Contreras y Alvarado (1689-1715), tipografo attivo in Perù in grado di rispondere con la sua attività sia ai bisogni intellettuali della società che a quelli politici. Olivia Moreno Gamboa studia invece la produzione messicana di libri d’ore fra 1660 e 1670. In questo periodo secondo l’a. furono soprattutto i gesuiti e i francescani a stimolare questo genere editoriale, che venne promosso anche grazie al ruolo attivo giocato da alcune tipografe. Anche Alberto Gamarra si occupa della relazione fra potere politico e stampa, concentrandosi però sul ruolo svolto dal consiglio cittadino di Burgos durante il XVIII secolo. La seconda sezione del vol., eloquentemente intitolata Instituciones y agentes en los mercados de libros ospita tre interventi che analizzano le forme di intervento del potere politico e religioso sulle dinamiche di circolazione libraria. Il primo saggio è firmato da Cachero Vinuesa e Maillard Álvarez, che studiando un fascicolo dell’Archivio della società delle Indie riescono a individuare la rete di istituzioni e persone che permise l’arrivo di libri dall’Europa all’America nella seconda metà del XVI secolo. Lo studio offre inoltre dettagli su alcuni degli individui che componevano la rete commerciale e include informazioni sull’offerta culturale che veniva destinata al Nuovo Mondo. Laura Incollingo si occupa invece della Napoli spagnola, studiando le pratiche adoperate dai professionisti del libro per far circolare testi proibiti, mostrando come tipografi e librai fossero in grado di difendere i loro interessi comuni in un continuo dialogo con le autorità, riuscendo persino ad aggirare la censura. Il saggio conclusivo, firmato da Idalia García, è dedicato invece allo studio della Nuova Spagna. L’autrice mostra come la collaborazione con le istituzioni, su tutte il Sant’Uffizio, fosse un modo molto efficace per molti stampatori e librai di avere successo nella professione. Infatti, molti dei principali librai e stampatori della Nuova Spagna nel XVII e XVIII secolo erano più che disposti a collaborare con coloro che erano teoricamente incaricati di reprimere il loro commercio. I saggi che sono ospitati nel lavoro in oggetto, inizialmente presentati nel corso di un convegno di studi svoltosi presso l’Università di Siviglia nel 2020 e ora disponibili a tutto il pubblico degli interessati, offrono in definitiva prospettive di grande valore scientifico sulle dinamiche di circolazione del libro nella prima età moderna. – Marco Francalanci
069-F Leonetti (Arianna), Stampato a Gerusalemme. Storia della tipografia francescana di Terra Santa tra Otto e Novecento, Milano, Terra Santa Edizioni, 2023 (Studia Orientalia Christiana. Monographiae, 33), pp. 350, ill. b/n, ISBN 979-12-5471-238-2, € 50. Percorrendo i corridoi e le sale del convento di San Salvatore nella Città Vecchia di Gerusalemme, da quasi cinque secoli casa madre della Custodia di Terra Santa, potrebbe accadere di imbattersi ora in un torchio per la stampa, ora in una pressa, ora in qualche altro arredo più proprio di un’officina tipografica che di una casa religiosa. Sono alcune delle testimonianze del primo secolo di vita della Franciscan Printing Press, tipografia e casa editrice della Custodia di Terra Santa, impiantata nel 1847 nella Città Santa e tutt’ora in attività, le cui vicende sono ricostruite in questo vol. dalla nascita dell’impresa fino all’anno 1947. Bisogna subito specificare che il lavoro rappresenta l’esito finale di un percorso dottorale di studio e ricerca, che assume però in questa pubblicazione una dimensione anche divulgativa, coniugando il rigore della ricerca storica con la necessità della narrazione. Da qui la scelta dell’a. di strutturare il vol. in 4 parti (La nascita 1847-1850, L’innovazione e la crisi 1850-1879, La visione imprenditoriale 1879-1898 e Sopravvivere alla storia 1898-1947) ognuna delle quali con la propria Appendice documentaria in cui sono pubblicati, spesso per la prima volta, alcuni dei documenti citati nella pagine che precedono. Segue a queste una quinta sezione (La tipografia e la casa editrice 1847-1947) in cui viene condotta, libro in mano, un’analisi della produzione editoriale della Franciscan Press. Sono qui proposte 5 linee editoriali principali: quella catechetica-religiosa, quella scolastica, quella musicale, quella relativa alla pubblicazione di guide di viaggi e, infine, quella di grandi opere. Le varie sezioni sono arricchite da numerose (e a volte parecchio suggestive) illustrazioni, anche in questo caso spesso inedite. Un indice dei nomi chiude il volume, mentre si sente un po’ la mancanza di una bibliografia finale. L’a., nella sua ricerca, si muove tra fonti e tipologie documentarie piuttosto differenti l’una dall’altra: moltissimo è ricostruito attraverso l’analisi delle carte e della documentazione conservata nell’Archivio storico custodiale (si veda il catalogo pubblicato nel 2012 Þ rec. «AB» 028-A, ma alcuni fondi esplorati dall’a. non sono lì censiti), parecchio proviene da pubblicazioni inerenti l’attività della Custodia (su tutte le Notizie della missione in Terra Santa pubblicate periodicamente a partire da metà Ottocento); per i primi anni dell’attività è stato naturalmente imprescindibile, come dichiarato dalla stessa a., il lavoro («un elaborato repertorio ragionato», p. 13) di p. Augustin Arce ofm, il primo a tentare una ricostruzione sistematica dell’attività della tipografia francescana gerosolimitana. Una parte rilevante è poi affidata all’esame del materiale librario (in senso ampio, intendendo cioè l’intera produzione tipografica-editoriale) conservata presso la Biblioteca custodiale (oggetto, come noto, di varie attività, ricerche, studi e momenti di comunicazione nel corso degli ultimi anni nell’ambito del progetto “Libri Ponti di Pace”, di cui molte volte si è parlato su queste pagine; per limitarsi alla stamperia francescana si vedano le mostre The Printer’s Small Library. Books, reference works and handbooks on the shelf of the Franciscan Printing Press in Jerusalem e Il carattere di una missione: l’avventura della tipografia francescana a Gerusalemme). È proprio l’analisi attenta del materiale che permette di identificare momenti e mutamenti importanti nella storia dell’attività della tipografia: a titolo di esempio si cita la nascita delle collane scientifiche legate all’attività dello Studium Biblicum Franciscanum negli anni ’40 del Novecento, circostanza in cui l’a. identifica il passaggio «da semplice tipografia a vera casa editrice» (p. 264); ma altrettanto importanti furono gli anni in cui la Franciscan Press stampava materiale (documenti, biglietti, passaporti etc.) per conto del Governo britannico (pp. 238-52); oppure ancora la notevole mole di materiale stampato negli ultimi decenni dell’Ottocento per l’attività scolastica (pp. 179-90). Si viene così a delineare il profilo di un’impresa del tutto particolare sia per natura (strumento missionario ma anche vera e propria realtà imprenditoriale), sia per l’ampiezza degli orizzonti culturali (una ricca produzione di materiali vari, rivolta a un pubblico vario, in varie lingue e alfabeti); la ricostruzione della storia della Franciscan Press restituisce così un aspetto fondamentale della vivace presenza francescana in Terra Santa. – F.F.
069-G Leu (Urs B.), Conrad Gessner (1516-1565). Universal Scholar and Natural Scientist of the Renaissance, Leiden-Boston, Brill, 2023 (Medieval and Early Modern Philosophy and Science, 38), pp. XX+476, ill., ISBN 978-90-04-54169-6, € 136,74. Una delle figure centrali dell’universo bibliografico rinascimentale è quella dell’eclettico studioso Conrad Gessner (1516-1565), il cui lavoro centrale, il repertorio Bibliotheca Universalis (1545), costituisce il primo tentativo di bibliografia universale. Nonostante tale rilevanza pienamente appurata, l’ultima biografia a lui dedicata, prima della presente pubblicazione, risaliva al 1824. Oltre che per riportare, a distanza di tanto tempo, all’attenzione la sua figura, in occasione del cinquecentesimo anniversario della sua nascita giunge alle stampe il presente lavoro. Emblematico esempio del passaggio d’epoca storica che vide il Medioevo lasciar spazio al Rinascimento, Gessner viene qui presentato risaltandone, come chiaro già dal titolo della pubblicazione, le sue tre anime: quella di umanista appassionato di testi antichi, di «devout reformed Protestant» (p. VIII) e di studioso del Rinascimento. Le approfondite ricerche focalizzate sulla sua corrispondenza, oltre che sui suoi lavori e su fonti risalenti al XVI secolo, hanno quindi portato alla scelta di una narrazione che, sebbene sfrutti la scansione temporale delle sue tappe biografiche, vuole fornire un interessante quadro della vita di Gessner come «universal scholar» (p. X). Per una maggior diffusione del lavoro, oltre che per avviare un futuro confronto scientifico, nella prefazione l’a. esplicita la propria decisione di fornire una traduzione inglese, a partire dall’originale tedesco, grazie alla collaborazione di Bill C. Ray. Suddiviso in 19 capitoli, il vol. si apre con una breve prefazione (pp. IX-XI), dedicata all’esplicitazione delle intenzioni legate alla pubblicazione e alle metodologie di ricerca adottate. L’avvio del cuore della trattazione è preceduto da due brevi appendici iniziali: la prima, Abbreviations (p. XII), risulta utile per sciogliere le abbreviazioni legate ai principali riferimenti delle fonti archivistiche e storiche utilizzate, mentre la seconda, Illustrations and Tables (pp. XIII-XIX) rivela il ricco apparato illustrativo (ben 73 immagini, di varia provenienza) che accompagna la narrazione. Nel primo capitolo, Early Years (pp. 1-17), dedicato ai primi anni di formazione, viene tracciato un quadro esauriente circa i modelli di riferimento e gli insegnanti che portarono Gessner ad acquisire una prima identità prettamente umanistica. La sua formazione prosegue poi con una giovinezza dedicata a molteplici viaggi di studio, con particolare rilevanza al suo soggiorno a Strasburgo, come si specifica nel secondo capitolo, The Traveling Student (pp. 18-30). La vita di studioso e di traguardi bibliografici vede nelle pagine successive (Marriage and Medical Studies, pp. 31-41) un breve intermezzo in cui il focus si sposta sulla vita personale di Gessner, quando si fa cenno al matrimonio con la giovane Barbara Singysen, oltre che al proseguimento dei suoi studi e alle prime pubblicazioni dovute alla preziosa collaborazione con maestri come Leonhart Fuchs, grazie a cui affinò le sue competenze e conoscenze in campo medico. Le successive tappe biografiche di Losanna (Three Happy Years in Lausanne, pp. 42-52), Montpellier (Montpellier, pp. 53-7) e Lione (Lyon, pp. 58-64) costituiscono gli ultimi anni di formazione e ricerca prima di conseguire il Dottorato in Medicina nel 1552 a Basilea. Il manuale vede poi l’avvio della trattazione di una più consistente seconda parte, più consistente sia come contenuto che come mole di documentazione, relativa al periodo in cui Gessner ricoprì il ruolo di professore di Scienze Naturali (Professor of Natural Sciences, pp. 82-112), momento cruciale anche per l’avvio del lavoro che lo portò alla pubblicazione della sua opera magistrale, la Bibliotheca Universalis (1545). A eccezione di alcuni brevi soggiorni ad Augusta (Augsburg Intermezzo, pp. 152-60, e Second Stay in Augsburg and the Imperial Grant of Arms, pp. 244-50), la narrazione vede anche l’ampia disamina dei suoi studi in ambito zoologico (The Animal Books – A Renaissance Noah’s Arc, pp. 161-239), filologico (Philological Works, pp. 232-43), botanico (Botany, pp. 250-310) e medico (Medicine and Pharmacology, pp. 311-60), a dimostrazione del più che ampio panorama di interessi dello studioso. Di carattere interessante, nonché incisivo, anche i capitoli relativi a una visione di fenomeni quasi fuori dall’ordinario (Freaks, Monsters and Northern Lights, pp. 361-65) per poi rientrare su studi di stampo scientifico (Earth Science, pp. 366-78). La disamina del testamento di Gessner (Testament and Estate, pp. 379-86) costituisce l’interessante, nonché naturale, conclusione di questo ricco viaggio alla scoperta dell’eclettico personaggio di studioso delineato nelle varie sfaccettature, anche grazie al ricordo, ricavato mediante la ricerca documentaria, di professori, studenti e collaboratori che lo accompagnarono in numerose tappe della sua vicenda biografica. A questo riguardo, il vol. si conclude con tre interessanti appendici, finalizzate a portare all’attenzione tre differenti fonti archivistiche: la prima (Appendix 1: Gessner’s Testament, pp. 387-9) riporta la traduzione del testamento tedesco originale, ricavato dall’archivio di famiglia; la seconda (Appendix 2: Additions to Gessner’s Private Library, pp. 390-2) mostra nuovi ritrovamenti relativi alla biblioteca personale dello studioso, rinnovando quanto affermato in recenti pubblicazioni; la terza (Appendix 3: Gessner’s Correspondence, pp. 393-431), offre infine una sintetica tabella per rintracciare l’ingente epistolario gessneriano. – Maddalena Baschirotto
069-H Monok (István), The Bibliotheca Corvina. The fate, mission and destiny of a library, Budapest-Sárospatak, L’ Harmattan – University of Tokaj-Hegyalja, 2023 (Europica varietas Tokajensis-DWRON, 2), pp. 229, 35 ill. col., ISBN 9789636460143, € 24. Questo vol. – che propone un percorso per nulla ovvio attraverso una sintesi di temi cari all’a. – è tante cose assieme. Si tratta di un lavoro bello e magmatico, speculare alla complessità della storia, o meglio delle storie, che racconta e che ricostruisce con rigore metodologico e orgoglio nazionale profondo, senza però indulgere mai alla lamentatio. Tentazione facile, alla luce delle drammatiche vicende che la Corviniana (cioè il Paese) ha attraversato: durante e dopo la dispersione del suo patrimonio, e fino agli anni molto più recenti del giogo sovietico. Il titolo stesso del vol., non di immediata traduzione a dispetto dell’apparenza, dà subito conto di questo intreccio. Chiara l’idea portante del lavoro: la storia della grandiosa Biblioteca reale di Buda – successivamente chiamata Corvina dal nome del fondatore Matthias Hunyadi (Mattia Corvino; 1443 circa-1490), sul cui stemma familiare campeggiava appunto un corvo nero con l’anello in bocca – è una questione tanto culturale quanto identitaria, che da sempre ha avuto a che fare con la Hungarus consciusness - Hungarian consciusness (pp. 115-25). Se è vero infatti che nei secoli XVI e XVII alla disintegrazione della biblioteca corrispose anche quella del paese (ma una parte della coscienza nazionale e culturale riuscì comunque a formarsi sui voll. della biblioteca, benché dispersi; p. 69), è altrettanto vero che nei secoli XIX e XX (cioè durante la dominazione asburgica e negli anni successivi all’indipendenza, ottenuta nel 1918) le linee della politica culturale ungherese non poterono mai prescindere da questa biblioteca (p. 115). Fondata da Mattia e dalla moglie Beatrice d’Aragona (1457-1508), arrivata a Buda da Napoli nel 1470, accresciuta ininterrottamente fino alla morte del sovrano (1490), la Corvina fu intesa da quest’ultimo come strumento per legittimare il proprio potere e come parte integrante di una politica culturale pianificata assieme agli intellettuali locali (soprattutto alti prelati) e ai tanti umanisti, ungheresi e non, che gravitavano a corte. La dispersione, dopo la morte di Mattia, fu provocata da più cause – il successore Ladislao Jagellone (1456-1516) curò poco il patrimonio della biblioteca lasciandolo esposto a continui saccheggi; la vedova di Mattia, tornata a Napoli nel 1501, portò con sé molti manoscritti concorrendo così allo smembramento della collezione; alcuni codici vennero donati ad ambasciatori e sovrani in visita nella capitale Buda – ma il colpo di grazia lo diedero la disfatta di Mohacs (1526) e la caduta di Buda (1541) cui seguì la presa di potere degli Ottomani che portarono a Costantinopoli moltissimi codici razziati dal castello di Buda, sede della corte. Risulta quindi chiaro perché l’idea centrale del pensiero politico ungherese sia stata la riunificazione del paese dopo secoli di invasioni/dominazioni che ne hanno messo in discussione storia e radici. Così come è altrettanto chiaro quale sia l’altra faccia della stessa medaglia, su cui l’a. insiste a giusta ragione: «Anyone who can bring the pieces of the Corvina back together in one place can also bring unity to the country» (p. 8), laddove l’unità del Paese sancirebbe una volta per tutte la sua piena appartenenza alla comunità culturale – prima ancora che politica – europea. Vista la difficoltà/impossibilità di identificare i disiecta membra della collezione (a oggi si conoscono solo 215 esemplari), il ritorno a Buda dei corviniani è assai più probabile che avvenga virtualmente, in particolare grazie alla Bibliotheca Corvina Digitalis, un progetto la cui implementazione, come lamenta l’a., non gode purtroppo delle dovute attenzioni nonostante gli entusiasmi iniziali. In parallelo, Web e digitale concorrono allo scopo attraverso la costruzione di una moderna bibliografia della Corvina (p. 14), un doppio corpus formato da una bibliografia vera e propria e da un’antologia contenenti tutti i riferimenti sulla storia dei singoli voll. o dell’intera collezione. L’a. si focalizza anche su una serie di questioni conseguenti allo smembramento della Corvina. Per esempio la storia del rapporto che le varie dominazioni ebbero (gli Asburgo soprattutto) con quel che rimaneva della biblioteca, così come si evidenzia l’isolamento degli studiosi magiari durante gli anni della Guerra fredda e la conseguente difficoltà a proseguire gli studi sul campo, ancora oggi infatti in ritardo. Una parte importante del lavoro è dedicata alla presenza della Corvina nelle prime ricerche erudite del XVIII secolo, che riunivano i temi della historia bibliothecarum, della historia Hungariae e della historia litteraria (pp. 81-105). A questo proposito l’a. si sofferma su alcuni codici corvini risultati alla base di testi umanistici, ad esempio l’Epistola ad Graecos del cardinale Bessarione ma anche il De vitis sophistarum libri duo di Flavio Filostrato tradotto in latino dall’ umanista Antonio Bonfini e impresso a Strasburgo nel 1516 da Matthias Schuerer (pp. 31-45). L’a. ragiona poi (pp. 67-79) sulla storia dei reiterati tentativi (dei gesuiti, dei principi transilvani e ovviamente della corte asburgica) posti in campo – a partire dal 1687, dopo la liberazione dell’intera Ungheria dal dominio turco – per recuperare i voll. dispersi e i codici portati a Costantinopoli. E qui la vicenda da Buda si spinge fino a Bologna (come ha fatto lo stesso Monok; p. 74), perché tra le macerie del castello imperiale si aggirava il bolognese Luigi Ferdinando Marsili (1658-1730), alla ricerca caparbia di quei libri e mss. che nel 1712 avrebbero poi costituito, assieme a molta altra documentazione “ungherese”, l’Istituto delle scienze, primo nucleo della futura Biblioteca Universitaria di Bologna. L’a. dà spazio anche al rapporto tra la stampa e il Corvino (pp. 25-30): riuscito a quanto pare – stando alle fonti il primo incontro fu con i Punica di Silio Italico (ed. 1471) curati dall’umanista Pomponio Leto che li donò al Corvino per interposta persona – ma non così ovvio, visto che la collezione del sovrano contava molti più mss. che voll. a stampa. Si tratta, insomma, di un percorso intenso e a tutto tondo, che muovendo dal passato di questa gloriosa ma sfortunata biblioteca, guarda (con realismo) al suo futuro (mission and destiny of a library, appunto), spiegando come e perché essa abbia assunto un compito e un preciso destino: per sé e per la Nazione. Corredano il vol. 35 ill. col., la bibliografia, l’elenco delle ill. e un Index of person and geographical names. – E.G.
069-I Richards (David Alan), I Give These Books. The History of Yale University Library 1656-2022, New Castle (Delaware), Oak Knoll Press, 2022, pp. X+350, ISBN 9781584563945, $ 110. La storia delle biblioteche delle prime università sorte sulla costa orientale del Nord America, e che hanno preso avvio durante il periodo coloniale più di centocinquanta anni prima della Dichiarazione d’Indipendenza, è stata trattata solo in saggi – per la verità di non grande respiro – apparsi per lo più in riviste accademiche. Non sono state pubblicate opere monografiche in merito e fino a ora questo non era accaduto neppure per la Yale University di New Haven nel Connecticut, una delle università più antiche d’America. I primi libri, che andarono a formare le iniziali raccolte bibliotecarie dei futuri college americani, arrivarono nel 1637 a Boston dall’Europa e dall’Inghilterra portati dai puritani, lì giunti per fondare una propria colonia. Esemplare in tal senso fu la donazione effettuata nel 1638 – appena l’anno successivo del suo arrivo – dal giovane ministro puritano John Harvard, che sul letto di morte lasciò i propri voll. al college in quel momento in via di formazione a Cambridge nel Massachusetts e che da lui prese il nome. Riguardo a Yale, le modalità della formazione del primo nucleo librario di quaranta in folio e in quarto sono state riportate negli Annals del 1763 dal presidente dell’Università, Thomas Clap. In quella sede è infatti ricordato il dono librario dei dieci ministri preposti alle parrocchie del litorale del Connecticut effettuato nell’anno 1700: si trattava di libri di teologia, parte dei quali sono ancora oggi conservati nella Beinecke Library di Yale, destinati a essere la base della nuova Collegiate School, che poi si trasformerà nella Yale University. L’a. però nel titolo menziona il 1656 come data di origine della biblioteca: deve chiarirsi che tale anno è riferito a quando Theophilus Eaton, il personaggio più influente della nuova colonia, lasciò per testamento al pastore John Davenport un gruppo di libri da essere destinato a quel college, la cui fondazione era stata approvata l’anno precedente dalla città di New Haven, ma che poi non venne mai realizzato. Dopo una serie di passaggi ereditari, nel 1702 i libri vennero comunque donati al nuovo istituto d’istruzione superiore appena creato, venendo così in qualche mondo a compiersi la volontà del legatario originario. Dopo aver trattato del problema della provenienza del nucleo fondante della biblioteca, l’a. segue il susseguirsi cronologico degli eventi, ripercorrendo le varie fasi dell’incremento librario (dalle prime donazioni “sollecitate” in Inghilterra, ai lasciti degli ex membri delle facoltà, alle biblioteche delle società studentesche affiliate fino alle più importanti donazioni recenti) e l’evoluzione dell’organizzazione bibliotecaria. Al di là delle vicende che videro il progressivo ampliamento delle raccolte librarie e degli stabili – addirittura monumentali – costruiti fino ai nostri giorni appositamente per ospitarle (sono a tutti note per esempio la Sterling Memorial Library o la Beinecke Rare Book and Manuscript Library), colpisce innanzi tutto come la Yale University sia stata la prima tra le altre consorelle nordamericane a inserire nel proprio organico nel 1843 il ruolo del bibliotecario, a dotarsi di adeguati cataloghi e a pubblicare nel 1926 la prima rivista accademica bibliotecaria, la «Yale University Library Gazette». Dalla narrazione e dai dati offerti dall’a. emerge con evidenza la trasformazione avvenuta nel corso del XX secolo, quando l’insieme dei fondi e delle raccolte che compongono la Yale University Library non fu più percepito come un semplice magazzino di vol. a cui attingere solamente per consultazioni bibliografiche. La quantità (oggi oltre quindici milioni di voll.) e l’importanza storica e bibliologica di moltissimi di essi ha fatto sì che la Yale University Library sia stata considerata una vera e propria sede di ricerca per i docenti e per gli studenti dello Yale College, oltre che una sorta di “laboratorio” per le fiorenti scuole di specializzazione e professionali appartenenti all’università. Anche adesso nel XXI secolo la biblioteca della Yale University riveste una posizione pionieristica nelle nuove sfide rappresentate dal mondo digitale e dalla conservazione e trasmissione dei suoi prodotti. Il pregio di quest’opera sta nell’avere l’a. raccolto in un lavoro organico l’estesa bibliografia, disseminata in molteplici contributi, riguardante l’intera storia della Yale University Library. Si nota però l’assenza di documenti provenienti dall’archivio dell’Università, che – inspiegabilmente dal nostro punto di vista – non è stato consultato. La trattazione si riferisce soprattutto alla parte storica tratta dalla bibliografia già edita e da (poche) memorie o testi di conferenze non pubblicate, senza approfondire – ma probabilmente questo non era lo scopo dell’a. – l’evoluzione delle pratiche bibliotecarie applicate e l’analisi delle “libraries” che nel corso dei secoli sono diventate colonne portanti della dotazione libraria di Yale. – M.C.
069-L Tissoni Benvenuti (Antonia), Curiosando tra i libri degli Este. Le biblioteche di corte a Ferrara da Niccolò II (1361-1388) a Ercole I (1471-1505), Novara, Interlinea, 2023 (Studi boiardeschi, 14), pp. 638, ISBN 978-88-6857-533-5, € 40. Più che un’opera di storia delle biblioteche, il lettore che aprirà il corposo vol. di Antonia Tissoni Benvenuti si troverà dinanzi a una importante edizione di preziosissime fonti antiche. L’a., quindi, più che guidare il lettore attraverso le biblioteche della corte estense, lo spinge a misurarsi in prima persona con inventari e cataloghi quattrocenteschi, di cui vengono offerti, dove possibile, identificazioni dei testi e dei codici menzionati e per molti versi una summa delle conoscenze che nel corso degli anni si sono accumulate intorno a una delle più rilevanti raccolte librarie del Rinascimento italiano. Come riconosce l’a., «una ricerca del genere non è mai finita» (p. 11) e il vol. non fa eccezione, ma è uno strumento che diviene imprescindibile per qualsiasi ulteriore studio si voglia avviare intorno al suo oggetto. La ricerca, ispirata da un grande maestro come Giuseppe Billanovich, nasce dalla curiosità intorno al mecenatismo e alla cultura della corte ferrarese nel pieno e nel secondo Quattrocento, anche se lo studio permette di risalire nel tempo fino alla seconda metà del XIV secolo. Più precisamente, prendendo ancora a prestito le parole dell’a., «scopo di questa ricerca è conoscere quali libri circolassero alla corte degli Este e quando» (p. 11). Il tema è particolarmente rilevante, in ragione del fatto che «l’Estense è una delle poche biblioteche di corte rinascimentali sopravvissuta alle invasioni primocinquecentesche […]. Lo sradicamento da Ferrara nel 1598 è stato molto doloroso anche per i manoscritti, ma i libri degli Este arrivati nella nuova sede modenese hanno continuato a promuovere ricerche per secoli» (p. 13). La prima parte del vol., che segue la Premessa (p. 11) e un breve saggio introduttivo con lo status quaestionis sulle raccolte estensi (Le biblioteche degli Este, pp. 13-9) è dedicata a La biblioteca della torre di Rigobello, con i primi libri di famiglia e poi con precisi affondi sui codici appartenuti a Niccolò II e a Niccolò III. La seconda parte è titolata a La biblioteca di Ercole, ma in realtà distingue, grazie a precise analisi, tra i libri di Leonello, Borso e, appunto, Ercole I. Assai preziose anche le Appendici, nelle quali si pubblicano e commentano l’inventario dei libri di Eleonora d’Aragona, moglie di Ercole I – da un documento conservato a Modena, Archivio di Stato, Archivio Estense, Camera, Amministrazione della Casa, Guardaroba, Registro 114, ff. 134v-137v –, alcuni ritrovamenti ricondotti, mediante l’attribuzione di stemmi, a figure vicine a Boiardo e l’ultimo inventario della biblioteca ferrarese (prima del passaggio a Modena nel 1598), datato 1561, leggibile in un altro documento modenese (Modena, Archivio di Stato, Archivio Estense, Camera, Amministrazione della Casa, Guardaroba, Registro 185, ff. 75r-87v). Di quest’ultimo elenco si fornisce solo l’edizione, senza identificazioni delle voci. Chiudono un utile Glossario degli elenchi di libri (pp. 559-62), le Sigle delle opere citate (pp. 563-605, assai utile come criptobibliografia sulle raccolte estensi), l’Indice dei manoscritti e dei documenti d’archivio (pp. 607-13) e un nutrito Indice dei nomi (pp. 615-33). L’edizione è stata patrocinata dal Centro studi Matteo Maria Boiardo. – L.R.
069-M Vegio (Maffeo), De rebus antiquis memorabilibus basilicae S. Petri Romae, introduzione, edizione critica e commento a cura di Fabio Della Schiava, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 2023 (Studi e Testi, 558), pp. 211 con pp. 6 di tavole f.t., ill. b/n e col., ISBN 978-88-210-1100-9, € 16. Dopo la recente traduzione inglese di Ch. Smith – J.F. O’Connor, Eyewitness to Old St. Peter’s: A Study of Maffeo Vegio’s Remembering the Ancient History of St. Peter’s Basilica in Rome, with Translation and a Digital Reconstruction of the Church, Cambridge, Cambridge University Press, 2019, ancora basata sul testo edito negli Acta Sanctorum (1717), vede la luce la prima edizione critica dell’opera dell’umanista lodigiano, ultima testimonianza sull’antica basilica costantiniana di S. Pietro prima della distruzione rinascimentale. Nell’aggiornare la propria tesi dottorale (2010), l’a. realizza un vol. complementare a quello di Smith e O’ Connor, privilegiando il punto di vista dello studioso di letteratura umanistica piuttosto che l’interesse antiquario. Nell’introduzione indaga la genesi dell’opera, fra 1452 e 1458, ripercorre contenuto e temi, il rapporto con i modelli e con le fonti e la fortuna, legata a un’edizione ms. cinquecentesca che Marcello Cervini affidò alla perizia dello scriptor Ferdinando Ruano. La nota al testo esamina i testimoni e ne delinea i rapporti stemmatici: una redazione genuina incompiuta (RA) si contrappone ai recentiores frutto dell’iniziativa cerviniana (Σ), con il ms. Vat. Ottob. lat. 1863 confermato capostipite dell’intera tradizione. Eccessivamente sintetiche risultano le descrizioni dei codici, da integrare necessariamente con la bibliografia pur suggerita in una nota iniziale. Anche le argomentazioni non sempre sono chiare o cogenti, come nel caso del salto di copia venera[tio exhibebatur! Ubi effugatis eliminatisque pestiferis cunctis regna]bant/bantur voluptatibus richiamato in almeno tre punti (p. 43: «si potrebbe spiegare con l’ipotesi che l’occhio del copista sia saltato dalla terminazione di exhibebatur a quella di regnabatur [sic!], forse complice la mise en page del suo antigrafo»; p. 44: «V5 om. per salto di riga»; p. 49: «Che V5 sia l’anello di congiunzione tra RA e Σ è confermato dalle collazioni. V5 condivide con Σ la caduta di una piccola porzione di testo a 1.23»): per scoprire che la pericope omessa corrisponde al r. 16, f. 202v, del codice ottoboniano è necessario ricorrere alla sua riproduzione digitale online; inoltre, si sarebbe potuto meglio precisare che l’omissione di V5 è stata sì ereditata dai codici Σ, ma essi non si configurano come suoi apografi per via di questo o altri errori comuni, quanto piuttosto perché oltre a tutti gli errori di V5 hanno errori loro propri, mentre V5 ne è privo. Poi, a beneficio di chi volesse approfondire la trasmissione di questi recentiores, vanno segnalati un ms. ravennate sfuggito alla recensio, visto dal Mazzatinti (vol. IV, p. 216 nr. 321) nella Biblioteca Classense, e un esemplare che alla metà del ’600 si trovava nelle mani di Charles de Montchal (nr. LV del suo catalogo pubblicato dal Montfaucon), entrambi verosimilmente ascrivibili alla famiglia Σ. Non dovrebbe quindi risentirne il testo critico, che giustamente propone la sola redazione RA. Esso è provvisto di due apparati critici: il primo registra i soli interventi dell’editore o i casi in cui la lezione a testo non sia quella del codex unicus, ma di un apografo latore di correzioni o buone congetture; nel secondo è puntuale l’identificazione dei passi citati da Vegio. Il commento, ampio e soddisfacente, è affidato alle note a piè di pagina. Chiudono il vol. un indice cumulativo dei nomi e dei luoghi, quello dei mss., la bibliografia citata e alcune tavole che riproducono antiche piante della basilica vaticana e pagine di alcuni mss., di cui due miniati da Vincent Raymond de Lodève. – E.Gam.
069-001 30 anni Museo della Stampa. Centro Studi Stampatori Ebrei - Soncino. Atti del Convegno Soncino, 22 aprile 2018 – Barco d’Orzinuovi, 18 novembre 2018 = Printing Museum’s 30th Anniversary Centre for study of Soncino – Hebrew Typography. Conference Proceedings Soncino April 22, 2018 – Barco d’Orzinuovi November, 2018, Soncino, Museo della Stampa – Centro Studi Stampatori Ebrei Soncino, 2023, pp. 209, manca ISBN, s.i.p. Il vol. raccoglie gli atti del convegno tenutosi a Soncino (CR) il 22 aprile 2018 e a Barco, frazione di Orzinuovi (BS), il 18 novembre 2018, in occasione del trentesimo anniversario del «riconoscimento da parte di tutte le istituzioni» del locale Museo della Stampa - Centro Studi Stampatori Ebrei Soncino, avvenuto in concomitanza con le celebrazioni del cinquecentenario della stampa della prima Bibbia ebraica completa, avvenuta a Soncino, su iniziativa di Yehoshua Shelomoh Soncino con l’aiuto di Abraham ben Ḥayyim dei Tintori, e datata 22 aprile 1488. Alle parole introduttive dell’organizzatore Giuseppe Cavalli, consigliere della Pro Loco con delega al Museo, seguono gli interventi, ciascuno pubblicato sia in italiano sia in inglese, divisi tra quelli tenuti a Soncino e quelli a Barco di Orzinuovi. A Soncino: Francesco Capretti, La Bibbia: libro assente (pp. 5-8) / The Bible: a neglected book (pp. 95-8); Daniele Garrone, Stampare la Bibbia Ebraica: dai Soncino alle edizioni di Studio del XXI secolo (pp. 9-20) / Printing Hebrew Bible: from Soncino to studio – editions of XXI century (pp. 99-110); Alberto Jona Falco, Soncino World Tour (pp. 21-2) / Soncino World Tour (pp. 111-2); Giuliano Tamani, Le due edizioni del Meshal ha-qadmoni (La favola degli antichi) stampata da Gershom Soncino nel 1490-1497) (pp. 23-50) / Mešal ha-qadmoni edition in 1947 (ca.) by Gershom Soncino (pp. 113-39). A Barco: Francesco Capretti, Presentazione del convegno (pp. 53-4) / Presentation of Meeting (pp. 143-4); don Antonio Lanzoni, Selichot. Itinerari ebraici 2007-2012. Un’esperienza di conoscenza dell’ebraismo a Barco (pp. 55-7) / Selichot. Hebrew Paths 2007-2012. An experience of knowledge of Hebraism in Barco (pp. 145-7); Giancarlo Toloni, La Bibbia ebraica Soncino e le sue edizioni (pp. 58-78) / The Soncino Hebrew Bible and Its Editions (pp. 148-68); Elena Lea Bartolini De Angeli, La famiglia di Stampatori Soncino e le Selichot di Barco d’Orzinuovi (pp. 79-90) / The Soncino printer Family and the Selichot in Barco di Orzinuovi (pp. 169-80). Chiude il vol. un’appendice iconografica (pp. 183-209) divisa in due parti, la prima legata all’intervento di Giuliano Tamani (pp. 184-202), la seconda a quello di Elena Lea Bartolini De Angeli (pp. 205-9). Si schedano i contributi attinenti alle tematiche trattate in questa sede. – S.C.
069-002 «ABEI Bollettino di Informazione», 31/3, 2022. Il terzo numero del Bollettino di informazione ospita le relazioni tenute al Convegno nazionale di studio dell’ABEI Il libro antico a stampa. Prospettive, progetti, strategie e sostenibilità (Bologna, 29 settembre-1° ottobre 2022). L’intervento in apertura di Paola Sverzellati illustra diverse prospettive sul libro antico a stampa negli istituti culturali ecclesiastici italiani sottolineando l’importanza di un lavoro condiviso tra i vari interlocutori che operano sui medesimi beni culturali, per una miglior comprensione del contesto del libro antico e del suo significato culturale. Marina Venier delinea una panoramica degli strumenti digitali e dei progetti attualmente più innovativi per l’analisi dei voll. antichi e la gestione interconnessa della complessa quantità di dati che ne deriva, mentre Elena Ravelli prende in esame la nuova versione di EDIT16, ora integrata con l’Indice SBN e profondamente trasformata per quanto riguarda le funzionalità dell’applicativo e il portale della piattaforma. Edoardo Barbieri riflette invece sulla valorizzazione del patrimonio librario antico portando come esempio reale l’esperienza del progetto Libri ponti di pace che, tramite il coinvolgimento di studenti e volontari a Gerusalemme, ha visto nascere il portale della biblioteca della Custodia di Terra Santa con un Opac collettivo per tre distinte biblioteche francescane. Lo spazio virtuale del sito contiene inoltre inventari di mss., cataloghi di mostre (realizzate poi anche in loco) in versione digitale, un elenco delle preziose edizioni antiche dei libri di viaggio in Terra Santa e il repertorio elettronico Ancient Pilgrimage in Holy Land Digital Library che permette di interrogare la bibliografia delle edizioni di racconti di pellegrinaggio in Terra Santa (XV-XVIII secolo), di accedere alle rispettive riproduzioni digitali disponibili sulla rete nonché alle copie possedute dalla Biblioteca custodiale. Il successivo contributo di Eleonora Gamba mette in luce gli elementi di valore della banca dati internazionale Material Evidence in Incunabula (MEI) e anche alcuni suoi limiti strutturali, mentre Marilena Maniaci propone una riflessione sul tema della sostenibilità nell’ambito del libro antico e delle biblioteche, sottolineando la necessità di iniziative di digitalizzazione condivise e sostenibili. Gli interventi di Luca Franceschini e Gianluca Marchetti nell’ultima sezione affrontano infine il tema fondamentale di una giusta progettualità nella gestione dei beni culturali e degli archivi come ecosistemi interconnessi alla luce degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030. – Massimiliano Mandorlo
069-003 Angelini (Alessandro), La descrizione di Santa Maria del Popolo di Ambrogio Landucci tra erudizione ecclesiastica e iconofilia, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 1-10. Il contributo è dedicato ad Ambrogio Landucci (1596-1669) e alla sua Origine del Tempio, stampata a Roma nel 1646. Bibliofilo, erudito agostiniano e vescovo, il Landucci descrive la chiesa agostiniana di Santa Maria del Popolo (Roma) e le opere d’arte conservate al suo interno, rivelando una «iconofilia» che deriva dai decreti sulle immagini sacre che il Concilio di Trento promulgò. Il contributo riscostruisce, inoltre, l’ambiente senese nel quale il Landucci si formò, entrando in contatto con Fabio Chigi e Giulio Mancini. – Ludovica Montalti
069-004 Archivio storico di una famiglia di librai milanesi. Libreria Bocca dal XVII secolo, a cura di G. Lodetti, Milano, Libreria Bocca, 2023, pp. 392, ill. b/n, ISBN 979-12-210-3130-0, s.i.p. La storia della Libreria Bocca ha avuto inizio ad Asti nella prima metà del Settecento, con il presunto fondatore Antonio Secondo Bocca. In realtà, se risultasse vera l’informazione riportata da Giovanni Vernazza nel Dizionario dei tipografi, 1745-1821, la famiglia Bocca farebbe addirittura parte del gruppo di sei stamperie attive a Torino nel 1700; tuttavia, le ricerche fatte non hanno ancora confermato tale notizia. Nonostante le sue origini misteriose, dalla fine del XVIII secolo la sua storia risulta ben documentata. Numerosi sono i voll. stampati dai Bocca nel corso di tre secoli; trattandosi di una produzione enorme, questo libro si concentra soltanto su due collane storiche per l’importanza degli autori e per la rilevanza dei titoli e degli argomenti, dimostrando la competenza e la lungimiranza editoriale di questa famiglia. Si tratta della «Piccola Biblioteca di Scienze Moderne» (526 titoli) e della «Biblioteca di Scienze Moderne» (155 titoli). Le due collane, edite dal 1898 al 1958, sono qui raccolte per la prima volta in modo completo; particolare il fatto che le copertine degli esemplari sono illustrate da grandi disegnatori dell’Italia del tempo, fino ai primi anni ’40 del Novecento. In seguito, diventano mute. Un’ulteriore utilità offerta da questo archivio è quella di rappresentare un catalogo ricco di prime edizioni italiane, relative al periodo editoriale 1898-1958. –Alice Maggiolini
069-005 Ascheri (Mario), Squilibri da eccesso… di successo? Dall’hortus conclusus di Siena, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 11-21. L’a. si interroga sulle difficoltà relative non più al reperimento delle informazioni, bensì al mare magnum di studi e di fonti che i media hanno messo a disposizione in un infinito (e fuorviante) sistema, sulla cui affidabilità si è chiamati a ragionare. Si riflette, quindi, sugli errori che possono occorrere con riferimento alla genealogia delle informazioni – anche involontariamente. – Ludovica Montalti
069-006 Balsamo (Isabelle), À Nancy, la renaissance d’une bibliothèque patrimoniale, «Bulletin du bibliophile», 190/2, 2023, pp. 366-7. Cronaca di alcune iniziative volte alla riscoperta e alla valorizzazione della biblioteca conservata presso il palazzo ducale di Nancy e appartenente alla Société d’histoire de la Lorraine et du Musée lorrain. La riapertura completa del palazzo e della biblioteca è prevista per il 2027. – L.R.
069-007 Barbieri (Edoardo), Le “Legende de tutti li sancti & le sancte” (1475): le ragioni del traduttore Nicolò Malerbi monaco camaldolese, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 23-8. È nella prefatoria al lettore con cui Nicolò Malerbi apre la prima edizione italiana della Legenda aurea di Jacopo da Varazze (Venezia, Nicolas Jenson, 1475) che il curatore rivela l’importanza della lettura di questo testo come esercizio di meditazione personale – testo che si discosta totalmente dalla versione trecentesca originale, per integrazioni e alterazioni. Dunque, un progetto editoriale nel quale si dimostra una piena consapevolezza anche delle potenzialità della nuova arte della stampa, la cui tecnica è dominata proprio da Jenson. – Ludovica Montalti
069-008 Baron (Naomi S.), Come leggere. Carta, schermo o audio?, Milano, Raffaello Cortina, 2022, pp. 304, ISBN 978-88-3285-432-9, € 25. Nel corso degli ultimi anni il dibattito libro cartaceo vs libro digitale si è evoluto in un più fecondo interrogarsi sulle differenze tra lettura su carta o in digitale (si veda per esempio il recente lavoro di Andrea Nardi, Il lettore distratto Þ rec. «AB» 066-G; ma il tema era posto già una quindicina di anni fa sia da Gino Roncaglia che da Maryanne Wolf); non a caso se ne discuterà approfonditamente anche durante l’appuntamento milanese del Convegno delle Stelline 2024. Il vol. rappresenta in questo caso un’analisi delle varie possibilità di lettura (lettura di un testo singolo su carta o in digitale, lettura di testi multipli, differenza tra generi, etc.) cercando di sintetizzare una mole di dati provenienti da numerosi studi, provando a differenziare per tipologie di lettori e soffermandosi anche su video e audiolettura. Ne risulta, appunto, quasi un manuale del come leggere in contesti diversi ma sempre più sovrapposti e in continua mutazione. – F.F.
069-09 Bartolini De Angeli (Elena Lea), La famiglia di Stampatori Soncino e le Selichot di Barco d’Orzinuovi, in 30 anni Museo della Stampa, pp. 79-90, 169-80. L’a. studia l’importanza della stampa per la vita religiosa ebraica focalizzandosi poi sull’edizione del testo liturgico Selichot stampata a Barco, una frazione di Orzinuovi (BS), da Gershom Soncino a fine XV sec. Del testo è disponibile anche una traduzione in inglese, The Soncino printer Family and the Selichot in Barco di Orzinuovi, alle pp. 169-80. Il contributo è arricchito da un’appendice iconografica (pp. 205-9). – S.C.
069-010 Bassan (Valerio) – Laura Silvia Battaglia – Gigio Rancilio, Il futuro dell’informazione fra carta, web e tanto altro, «Vita e Pensiero», 2, 2023, pp. 88-96. Il futuro del quotidiano cartaceo diviene sempre più precario: se fino a qualche anno fa era senza dubbio il principale canale di accesso all’informazione, oggi deve fare i conti con il sempre più prepotente prevalere del digitale. Gli autori del contributo riflettono proprio su questa tematica, individuando i principali elementi che hanno reso tale questo cambiamento e interrogandosi su quello che potrà essere il destino del supporto informativo cartaceo. – Pietro Putignano
069-011 Baydova (Anna), Un atlas médical de la Renaissance? Notes sur un recueil de planches d’Ambroise Paré, «Bulletin du bibliophile», 190/2, 2023, pp. 287-306. L’a. propone un’articolata analisi di una curiosa raccolta, legata in un volume in 8°, oggi alla Wellcome Collection di Londra, di oltre 200 silografie colorate. Si tratta di immagini tratte da opere del famoso chirurgo parigino Ambroise Paré e appartenute a un altro chirurgo francese, Nicolas Rasse des Neux. – L.R.
069-012 Bénévent (Christine), Miroirs d’ encre. Histoire du livre, désirs de lecture, Paris, Éditions de l’EHESS, 2022 Þ rec. Romain Menini, «Bulletin du bibliophile», 190/2, 2023, pp. 377-9.
069-013 Bernasconi Reusser (Marina) – Renzo Iacobucci– Laura Luraschi, Il progetto Ticinensia disiecta e lo studio dei frammenti di manoscritti medievali, «Fogli», 44, 2023, pp. 1-28. Il progetto dei Ticinensia disiecta, cui lavora la Biblioteca Salita dei frati con il Centro di competenza per il libro antico, è senza dubbio una delle attività più prestigiose dell’istituto ticinese e che esige il più alto livello di specializzazione scientifica. In sostanza, si tratta della catalogazione di frammenti di mss. medioevali riutilizzati come rivestimenti di libri antichi a stampa o come rinforzi delle legature. Queste importanti testimonianze, man mano che vengono studiate, sono inserite nella piattaforma digitale internazionale fragmentarium.ms. Il saggio ripercorre lo stato d’avanzamento del progetto, che attualmente si sta concentrando su quanto è conservato nella biblioteca del convento della Madonna del Sasso a Orselina sopra Locarno (Canton Ticino). – L.Mo.
069-014 Bestiaria. Animali fantastici, mostruosi e allegorici, a cura di Domitilla Dardi, Milano, 24 Ore Cultura, 2023, pp. 208, ISBN 978-88-6648-661-9, € 65. Dopo la pubblicazione del volume Herbaria. Piante, erbari moderni e florilegi (Þ «AB» 064-110), 24 Ore Cultura propone di continuare il viaggio ideato da Domitilla Dardi (storica e curatrice di design, dal 2022 Senior Curator del MAXXI di Roma) alla scoperta della natura in un viaggio tra testi e immagini del mondo animale. Il vol. si apre con una breve introduzione intitolata Tassonomie animali (pp. 6-27), a cui seguono le sezioni Bestiari classici (pp. 28-49), Bestiari grafici (pp. 50-87), Bestiari fantastici (pp. 88-119), Bestiari mostruosi (pp. 120-53), Bestiari esotici ed estinti (pp. 154-79), Bestiari in tecnica mista (pp. 180-205). Bibliografia essenziale in calce al testo. – D.M.
069-015 Biblioteche (Le) scolastiche nell’ anno delle competenze. Tra formazione permanente e creatività – Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, 28 ottobre 2023, Seconda Giornata Biblioteche Scolastiche Lombarde, inserto di «Biblioteche oggi», 42/1, 2024, pp. 50-65. Si tratta di un inserto di «Biblioteche Oggi» pubblicato in occasione della Seconda Giornata Biblioteche Scolastiche, organizzata da AIB Lombardia in collaborazione con l’IIS “Francesco Gonzaga” di Castiglione delle Stiviere (MN) e tenutasi il 28 ottobre 2023 nella sede milanese dell’Università Cattolica. Sul sito della Casa digitale del Lettore, sono disponibili i video degli interventi e dei saluti istituzionali di Edoardo Barbieri, direttore del Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca, e di Cristina Gioia, presidentessa AIB Lombardia. – Sara Brasca
069-016 «Biblioteche oggi», 41/4, 2023. Il quarto numero di «Biblioteche oggi» contiene un ampio dossier sulle biblioteche scolastiche, la cui maggior parte dei contributi ha origine dalla giornata dedicata alla scuola all’interno del Convegno delle Stelline (Milano, 30 marzo 2023). Vengono approfonditi vari aspetti, tra i quali il tema dell’advocacy, lo sviluppo del piano di formazione sulla biblioteca scolastica e la necessaria adozione di misure strutturali, la dimensione collaborativa, educativa e sociale delle biblioteche scolastiche. Tra i vari contributi, quello di Bruno Cavallarin riflette sull’efficacia delle buone pratiche per valorizzare e innovare il mondo delle biblioteche scolastiche italiane – purtroppo ancora legato a una visione tradizionale e spesso poco proattiva – prendendo in esame il caso della Lombardia. Donatella Lombello illustra invece l’appello, pubblicato sul sito dell’Associazione Pedagogica Italiana, per promuovere l’insegnamento universitario di “Pedagogia della biblioteca scolastica” come parte integrante e indispensabile del corso di laurea in Scienze della formazione primaria. Tra i vari temi di interesse in tema di innovazione per le biblioteche scolastiche, l’evoluzione del prestito digitale (digital lending) è oggetto dell’articolo di Giovanni Solimine, che analizza i dati relativi all’uso nelle scuole della piattaforma MLOL (Media Library On Line). – Massimiliano Mandorlo
069-017 Bizzocchi (Roberto), Romanzo popolare. Come I Promessi sposi hanno fatto l’Italia, Bari-Roma, Editori Laterza, 2022, pp. 186, ISBN 978-88-581-4917-1, € 20. Roberto Bizzocchi, professore all’Università di Pisa, di mestiere “non fa l’italianista, ma lo storico”. Nel suo saggio Romanzo popolare, questo punto di vista (o, se vogliamo, punto di partenza) è chiaro ed esplicito sin dall’introduzione: l’obiettivo non è rianalizzare la struttura de’ I promessi sposi o portarne una nuova interpretazione, ma capire quanto questo romanzo abbia contribuito a plasmare la cultura identitaria del Paese. Per fare ciò, nella sua analisi Bizzocchi mette a dialogare il Manzoni con le sue opere: si riscopre così un pensatore figlio del suo tempo, animato da fervori insieme razionalisti e rivoluzionari. Attraverso la rilettura dei suoi scritti minori, infatti, si scorgono i semi che poi prenderanno pienamente forma nel romanzo. Si scorge così un progetto innovativo, tutt’altro che moderato, basato sulla libertà di scelta e sulla responsabilità individuale. Gli eroi del romanzo sono due popolani, nella cui storia è possibile rileggere l’ingiustizia e la disparità delle classi sociali, gli abusi di potere. Con questa scelta Manzoni abbassa il focus classico della narrazione storica creando un’opera del popolo per il popolo, e abbandonando così i personaggi “nobili” e il linguaggio aulico per avvicinare e unire tutti gli italiani: per forgiare, attraverso l’uso della lingua come collante identitario, una nuova idea di nazione. Per fare, attraverso la parola scritta, gli italiani. Il saggio di Bizzocchi è dunque un testo serio, equilibrato, accademico ma non pedante, che parla di Manzoni ma anche, e forse soprattutto, del nostro Paese e di noi.– Ambrogio Sanelli
069-018 Boffa (Elisa), La stampa dei Salmi del Balì Redi: tra accordi tipografici e corrispondenze, «Titivillus», 9, 2023, pp. 95-112. L’Archivio di Stato di Arezzo conserva il contratto che Gregorio Redi (1676-1748) stipulò con la tipografia di Bernardo Paperini per la stampa della sua traduzione dei Salmi di David nel 1734. Da scritture come questa, messe a sistema con le corrispondenze tenute con altri intellettuali (toscani e non), si caratterizza la figura di un erudito molto rilevante nel clima culturale aretino del Settecento. – Lorenzo Consorti
069-019 Bologna (Orazio Antonio), Il carme in onore di Pio II di Giovanni Pietro Arrivabene nel manoscritto pientino, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 29-42. Il contributo indaga la vita e l’attività poetica di Giovanni Pietro Arrivabene (1439-1504), ponendo il risalto il lungo carme in esametri che compose in onore di Pio II e il Codex Pientinus, che ospita al suo interno il componimento e che si conserva nella Biblioteca Piccolomini di Pienza. – Ludovica Montalti
069-020 Bonnetti (Kilyan), De l’Épître à Uranie au Pour et le contre. Variation et diffusion d’un manuscrit philosophique clandestin de Voltaire au xviiie siècle, in Histoire de l’édition, sous la direction de S. Abdela – M. Cartron – N. Dion, pp. 155-74. Si segue, nell’arco di oltre cinquant’anni, il percorso editoriale de l’Épître à Uranie composta da Voltaire nel 1722, che prese invece il titolo, nell’edizione impressa nel 1784 a Kehl dalla tipografia Beaumarchais, di Pour et le contre. Il confronto di varie copie ms conferma l’importanza della storia dell’edizione per la comprensione dei testi e del loro impatto, e rivela anche come il tessuto in cui l’epistola ha circolato abbia avuto molto a che fare con alcune strategie per pubblicizzare e diffondere i manoscritti. – E.G.
069-021 Brumana (Biancamaria), La rondinella. Madrigali a cinque voci di Gabriele Fattorini, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 43-63. La rondinella di Gabriele Fattorini, monaco camaldolese, fu stampata a Venezia nel 1604 da Riccardo Amadino. Libro di madrigali composti da diversi poeti, si sviluppa attorno al tema della rondine e alle simbologie nella letteratura e nell’arte a questa legate. Nello specifico, l’a. si concentra sul madrigale n. 8, Perch’io pianga al tuo canto, di cui si riporta edizione e commento. Chiude il contributo un’Appendice (pp. 58-63), che prima ricostruisce analiticamente frontespizio, dedica e sommario; poi si concentra sui testi poetici dei madrigali 8-14; infine, sulla trascrizione in musica di Perch’io pianga del tuo canto del Fattorini. – Ludovica Montalti
069-022 «Bulletin de l’AELAC», 32, 2022, pp. 70. Il prezioso periodico di informazione dell’Association pour l’ètude de la littérature apocryphe chrétienne, viene pubblicato da Brepols come appendice alla collana del «Corpous christianorum. Series apochryphorum». Dopo le notizie sulla vita dell’associazione e la sua riunione annuale, vengono fornite informazioni sull’avanzamento dei diversi progetti di ricerca con un’ottica fortemente interdisciplinare. Segue la segnalazione bibliografica di oltre 300 recenti pubblicazioni sul tema, suddivise secondo una funzionale classificazione. In fine i contatti degli oltre 500 tra soci e corrispondenti dell’AELAC. – Ed.B.
069-023 Cabrera Vázquez (Macarena), Ejecutorias de hidalguía y probanzas ad perpetuam rei memoriam. Los documentos iluminados y su funcionalidad: estudio del manuscrito MSS/11720 de la Biblioteca Nacional de España, «Titivillus», 9, 2023, pp. 79-94. Il ms. MSS/11720, conservato nella Biblioteca Nazionale di Spagna, fu commissionato e fatto miniare dalla famiglia di architetti dei Praves; solo in seguito passò alla biblioteca di Juan Alfonso Guerra (1672-1753), cronista e re d’armi di Filippo V. Al valore giuridico dei documenti riuniti nel vol. si aggiunge quello storico, data la varietà di informazioni personali e professionali custodite. – Lorenzo Consorti
069-024 Cachero Vinuesa (Montserrat) – Natalia Maillard Álvarez, Introducción, in Instituciones, imprenta y mercados, coord. N. Maillard Álvarez – M. Cachero Vinuesa, pp. 193-230 Þ rec. «AB» 069-E.
069-025 Cachero Vinuesa (Montserrat) – Natalia Maillard Álvarez, La construcción del mercado del libro en el Mundo Atlántico: redes y agentes, in Instituciones, imprenta y mercados, coord. N. Maillard Álvarez – M. Cachero Vinuesa, pp. 9-18 Þ rec. «AB» 069-E.
069-026 Cardinali (Cinzia), Autografi e documenti dell’Archivio di Stato di Siena per Bernardino e su Bernardino: un sintetico panorama, appendice di Rossella De Pierro, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 65-99. L’indagine si concentra su una serie di unità documentarie legate a san Bernardino, la cui dedizione verso la cultura libraria lo ispirò nella creazione di uno scriptorium – pensato anche per l’attività dell’Osservanza di Siena –, di un archivio personale, e nei rapporti con le magistrature senesi. Il contributo ricostruisce le vicende di conservazione della documentazione archivistica, offrendo un lavoro di coordinamento e aggiornamento di queste. L’Appendice (pp. 85-94) descrive i sette mss. datati tra il XV e il XVI secolo conservati presso l’Archivio di Stato di Siena e riconducibili alla figura di san Bernardino e al convento dell’Osservanza. – Ludovica Montalti
069-027 Catálogo Colectivo de Marcas de Fuego, curato dalla Benemérita Universidad Autónoma de Puebla e dalla Universidad de las Américas Puebla (disponibile online). Fra i segni di provenienza maggiormente affascinanti e meno studiati, sicuramente è possibile annoverare i marchi a fuoco. La pratica di marcare il taglio dei libri con timbri in ferro arroventato sembra attestarsi a partire dal XVI secolo e prese piede in particolare nella penisola iberica e in America latina presso le biblioteche degli ordini religiosi. Nel sito web che si descrive, oltre ad una introduzione teorica al fenomeno, si trova un censimento delle Marcas de Fuego oggi note e una bibliografia di massima sul tema. – Marco Francalanci
069-028 Catalogo Libreria Docet Bologna, 267/1, Bologna, Moderne Industrie Grafiche, 2023, pp. 96, ill. b/n e col., s.i.p. Si tratta dell’ultimo catalogo dell’omonima libreria antiquaria bolognese, che propone in vendita cinquecento opere, sostanzialmente suddivise in due parti. Duecentocinquanta – pubblicate a Bologna e Faenza soprattutto, ma anche a Roma (n. 165) tra il XVI secolo e la prima metà del XX – riguardano la storia e la cultura emiliano-romagnola in genere (pp. 2-54), mentre le altre duecentocinquanta, impresse tra il 1720 e il 1794, appartengono ai torchi bolognesi di Lelio Dalla Volpe e di suo figlio Petronio (pp. 55-94). Come descrivono le accurate schede di catalogo, i formati e le consistenze (mai considerevoli) sono molto vari, così come varie sono le legature e gli argomenti trattati. Ciò è vero soprattutto per le opere dei Dalla Volpe, di cui la seconda parte del vol. offre una selezione rappresentativa di «eventi caratterizzanti il vivere sociale: matrimoni, monacazioni, esequie e gonfalonierati, atti devoti e catechismi» (p. 55). Sono edizioni tipograficamente modeste ma che consentono di decifrare «il modo quotidiano del vivere, orientato nello spazio e luoghi bolognesi». Si tratta, evidentemente, di una scelta di campo, che rivendica con orgoglio come la libreria antiquaria sia anche «luogo di ricerca e di sorprese, i libri salvati dall’insidia dell’indifferenza, sono amati e riveriti, inseguiti, corteggiati e rispettati; destinati a durare e tenerci compagnia con tante storie da raccontare» (p. 55). Corredano il catalogo alcune immagini b/n e col. relative a frontespizi, legature o incisioni particolarmente degni di nota. – E.G.
069-029 Cauzzi (Chiara), Il passaggio alle regole RDA (Resource Description and Access): l’esempio dei libri antichi del Fondo Dionisotti, «Fogli», 44, 2023, pp. 81-8. Il contributo, di natura biblioteconomica, riguarda la recente migrazione dei dati delle Biblioteche delle Università svizzere dal software di catalogazione Aleph ad Alma e alle linee guida RDA. Per comprendere questo cambiamento, viene qui presentato l’esempio di visualizzazione a catalogo dei libri antichi del Fondo Dionisotti custoditi presso la Biblioteca universitaria di Lugano. – L.Mo.
069-030 Cenni (Francesca), Tra libri e inventari. Note sul commercio del libro manoscritto e a stampa tra XV secolo e XVI secolo in Toscana, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 101-14. Il mercato del libro umanistico è analizzato dall’a. in relazione all’avvento della stampa. Quali sono state le conseguenze per il libro ms.? Considerando un diverso sistema economico, quali sono stati i cambiamenti nei prezzi dei libri mss.? Quali sono i casi in cui il ms. sopravvive? In quali casi rimane preferibile al libro tipografico? Basando la trattazione su fonti (i libri stessi e gli inventari di libri dell’epoca) ed esempi di codici umanistici riprodotti da professionisti e poi commercializzati, l’a. risponde a questi quesiti, ricostruendo la centralità e l’attualità del ms. in un mondo in evoluzione. – Ludovica Montalti
069-031 Chambers (Bettye Thomas), Bibliography of French Bibles, III, Supplement. Fifteenth- and Sixteenth-Century French-Language Editions of the Scriptures, Genève, Droz, 2023 (Travaux d’Humanisme et Renaissance, DCXLI), pp. 476, ill. b/n, ISBN 978-2-600-06376-0. A quarant’anni dalla pubblicazione originale (1983), che identificava 554 edizioni di Bibbie in francese del XV e XVI secolo e che fu seguita nel 1994 dal secondo volume dedicato al secolo XVII, questo supplemento al primo tomo aggiunge 2.312 copie, 220 biblioteche, 78 edizioni e 3 appendici (alla bibliografia-sitografia e alla lista delle biblioteche posseditrici, si aggiungono l’indice dei tipografi per nome e per città di pubblicazione e una lista abbreviata delle edizioni). Nella Introduction l’autrice mette in luce l’ausilio di nuovi strumenti, in primis i cataloghi elettronici e il web, ed evidenzia la necessità di apportare alcune modifiche a causa di stravolgimenti politici. Vengono mantenute le precedenti scelte descrittive vicine ai modelli della bibliografia analitica anglosassone, mentre il contenuto delle schede viene spesso integrato di minuziose informazioni. – Sara Brasca
069-032 Champigny (Antoine) – Lyse Roy, L’édition des récits de voyage à Paris au XVIIe siècle chez Louis Billaine. Enquête sur une proto-spécialisation éditoriale, in Histoire de l’édition, sous la direction de S. Abdela – M. Cartron – N. Dion, pp. 277-96. L’analisi del catalogo dello stampatore-libraio parigino Louis Billaine (m. 1681) rivela la precoce specializzazione dei tipografi locali nel campo della letteratura odeporica contemporanea. I loro ruoli erano molteplici e interscambiabili, poiché erano in grado di occuparsi – anche contemporaneamente – dell’edizione, del finanziamento, della stampa e della vendita delle opere, tutte operazioni che spesso richiedevano anche forme di collaborazione tra colleghi. – E.G.
069-033 Chartier (Roger), Cartes et fictions (XVIe-XVIIIe siècle), Paris, Éditions du Collège de France, 2022, («Faire Savoir»), pp. 112, ISBN 978-2-7226-0586-2, € 24. L’a., nome più che autorevole per gli studi relativi alla storia del libro e della stampa, propone un interessante volume in diretto dialogo con le sue precedenti ricerche sulla storia della lettura e dell’editoria. In particolare, il focus principale riguarda la lunga storia sull’uso delle mappe nelle opere di narrativa di epoca moderna, prendendo a esempio anche tappe fondamentali di questo percorso di delineazione del “genere”, come nel caso di autori come J.R.R. Tolkien. Il testo propone un percorso volto ad esplorare tale narrativa in diverse aree geografiche europee, ma con un percorso cronologico inverso, a partire dalla fine del XVIII secolo per poi retrocedere agli inizi del XVI secolo. Il filo rosso che lega tutte le analisi proposte, ovvero quello delle mappe, costituisce per l’a. un modo per riflettere sulla letteratura odeporica in tutte le sue sfaccettature, in particolare quelle rivolte all’esplorazione dell’(animo) umano. – Maddalena Baschirotto
069-034 Chatelain (Jean-Marc), Les incunables de la bibliothèque des rois aragonais de Naples, «Bulletin du bibliophile», 190/2, 2023, pp. 267-83. La biblioteca aragonese di Napoli era composta anche di esemplari di edizioni a stampa pubblicate entro il 1495. Allo stato attuale delle conoscenze, se ne possono identificare almeno trecento, alcune acquisite direttamente dai sovrani, altre dall’incameramento di raccolte di baroni a seguito della rivolta del 1485. – L.R.
069-035 Collin (Nathalie), Le livre et l’estampe d’Extrême-Orient à Dijon : la collection Legendre, «Bulletin du bibliophile», 190/2, 2023, pp. 369-73. Un profilo del fondo di libri e stampe dell’Estremo Oriente donato nel 1955 alla Bibliothèque municipale de Dijon e frutto del collezionismo di Jacques Legendre e della moglie, di origini giapponesi, Tama. – L.R.
069-036 Comiati (Giacomo), Peripezie di un “incunabolo” frammentario: un ritrovato esemplare del Petrarcha di Albertino da Lessona (1503), «La Bibliofilía», 124/3, 2022, pp. 429-38. Questo articolo esamina alcuni frammenti (dodici carte di formato in-folio) di un’edizione del commento di Bernardo Ilicino ai Trionfi di Petrarca proveniente dalla Senate House Library della University of London e dimostra come questi non facciano parte (come indicato in un precedente catalogo) di un’edizione veneziana delle opere volgari di Petrarca del 1497, ma di quella pubblicata da Albertino da Lessona sempre a Venezia, ma nel 1503. – P.S.
069-037 Comunicare McLuhan. La Galassia Gutenberg tra sociologia, lingua e retorica, a cura di Francesco Berardi – Andrea Lombardinilo – Pierluigi Ortolano, Firenze, Olschki, 2023, (Biblioteca dell’“Archivum Romanicum”. Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia, 536), pp. XII+226, ill. b/n, ISBN 978-882-226-897-6, € 35. Il volume si compone di due macro-sezioni: la prima, intitolata La Galassia mediologica (pp. 1-102), contiene sei saggi che illustrano come gli innovativi studi di McLuhan nel campo della comunicazione, dei media e della società si siano declinati in vari generi letterari quali il romanzo, il dramma, la critica e la poesia; la seconda, La Galassia rotorico-linguistica (pp. 103-221), propone in otto saggi l’esito che le interpretazioni di McLuhan hanno avuto nella lingua scritta e orale, sulla standardizzazione della lingua a partire dalla rivoluzione tipografica per passare ai meccanismi e alle forme di comunicazione. L’opera chiude con un elenco aggiornato dei titoli della Biblioteca dell’«Archivum Romanicum». – Elisa Lilliu
069-038 Corsini (Michela) – Elisa Garfagnini, Congetture su un’edizione veneziana del XVI secolo delle opere di Virgilio, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 121-34. Il contributo ricostruisce il tentativo di risolvere un emozionante enigma relativo all’ identificazione di una cinquecentina veneziana delle opere di Virgilio, conservata presso la biblioteca privata della nobile famiglia Graziani di Vada (Livorno) e non censita dai principali repertori bibliografici e cataloghi. L’ipotesi avanzata dalle a. è che si tratti di un falso stampato da Domenico Farri (attivo tra il 1555 e il 1603), al cui frontespizio compare la marca di Paolo Manuzio; a questo proposito, è citata la ristampa pirata del Cathechismus tridentino del 1567, stampata dal Farri nonostante l’esclusiva concessa a Paolo Manuzio nel 1566 da papa Pio V. L’Appedice illustrata finale è dedicata alle vignette silografiche, attraverso le quali si tenta di risalire all’officina che ha pubblicato l’edizione originale, per la quale si propone il nome di Giovanni Griffio. – Ludovica Montalti
069-039 Croft (Marie-Ange) – Marie-Ève Mousseau-Lajeunesse, Et Frontenac répondit “par la bouche de ses canons”, in Histoire de l’édition, sous la direction de S. Abdela – M. Cartron – N. Dion, pp. 297-318. Si analizza il caso dell’assedio di Quebec (ottobre 1690) sulla base di fonti coeve – organi di stampa francesi e francofoni – finora mai considerate. In particolare, le a. esaminano le caratteristiche specifiche di questi organi di stampa della prima età moderna e la loro importanza per la storiografia del Québec e del Canada. – E.G.
069-040 Danesi (Lorenzo), Tradurre per divulgare e promuovere l’Italia all’estero, «I Quaderni della Fondazione Ugo da Como», 25, 2023, pp. 83-5. Si porta all’attenzione la convenzione stipulata nel gennaio 2022 tra la Fondazione Ugo da Como di Lonato del Garda (Brescia) e il CEPELL (Centro per il Libro e la Lettura) del Ministero della Cultura. La collaborazione si è rivelata efficace non solo nel portare avanti le varie iniziative legate alla conservazione e valorizzazione del patrimonio librario presente in loco, ma anche per promuovere un bando per una residenza estiva di giovani traduttori di saggistica italiana, andando incontro a uno dei voleri testamenti del senatore Ugo da Como che desiderava ricreare una «cittadella della cultura» (p. 83). – Maddalena Baschirotto
069-041 Dante a Milano e nel mondo, a cura di Stefania Baragetti – Francesco Braschi – Pier Francesco Fumagalli, Milano, Biblioteca Ambrosiana, 2023 (Classe di italianistica), pp. VII+287, ISBN 978-88-6894-626-5, € 39. Si schedano i singoli contributi.
069-042 De Benedictis (Tommaso), Satira del villano. Riflessi di un conflitto sociale nelle novelle di Gentile Sermini, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 135-60. Il contributo ricostruisce l’immagine del contadino nel Basso Medioevo toscano in relazione al rapporto tra mondo cittadino e contadino, città e campagna. Si prendono come riferimento le novelle satiriche del novelliere senese del primo Quattrocento Gentile Sermini, emblematiche del contrasto tra queste due realtà agli antipodi, di un conflitto sociale che, sebbene impostato su una visione denigratoria del contadino, permette di estrapolare notizie sulla loro mentalità e cultura. – Ludovica Montalti
069-043 De Florio (Ciro), L’intelligenza artificiale è davvero intelligente?, «Vita e Pensiero», 2, 2023, pp. 109-14. ChatGPT, «un assistente virtuale creato per aiutare le persone con una vasta gamma di domande e compiti», è solo uno degli ultimi strumenti messi a disposizione di chiunque e basati sull’intelligenza artificiale (AI). È quest’ultima l’oggetto dell’articolo: si riflette circa la definizione stessa di intelligenza, sull’ambiente in cui questo algoritmo è adoperato, sulla responsabilità epistemica nei confronti dell’utilizzo delle informazioni ricavate e/o ricercate, sull’invito al tipo di approccio da parte degli utenti. – Pietro Putignano
069-044 Deguin (Yohann), Pour une histoire éditoriale des Mémoires d’Ancien Régime, in Histoire de l’édition, sous la direction de S. Abdela – M. Cartron – N. Dion, pp. 245-60. L’a. ridiscute i criteri finora usati per definire il corpus dei Mémoires d’Ancien Régime, costruito attraverso i diversi modi in cui è stato recepito, non scevri dalle pratiche editoriali che ne hanno via via garantito la diffusione. Questo approccio consente di mettere in discussione l’uso che la storia e la storia della letteratura fanno delle Memorie in genere. – E.G.
069-045 Delcorno (Carlo), “Sapienza della bellezza”. Per il diario di Arturo Brambilla, «Lettere Italiane», 74, 2022, pp. 456-86. Intelligente viaggio tra le carte di Dino Buzzati e del classicista Arturo Brambilla (marito della filologa Franca Ageno), spesso alla ricerca (non si sa se più estetica o esistenziale) del bello, spesso colto nelle opere del grande illustratore Arthur Rackham. – Ed.B.
069-046 Deruelle (Benjamin) –Laurent Vissière, La Nef des batailles (1502) de Robert de Balsac. Un traité militaire entre imprimé et manuscrits, in Histoire de l’édition, sous la direction de S. Abdela – M. Cartron – N. Dion, pp. 111-34. Si esamina il caso del trattato La nef des princes et des batailles de noblesse di Robert de Balsac (1440-1503), pubblicato per la prima volta a Lione nel 1502 per insegnare ai sovrani francesi l’arte della guerra. Considerando e comparando i sette ms a oggi noti e le tre diverse versioni a stampa del testo, l’a. rivela gli effetti sui lettori delle differenti edizioni dell’opera e dei vari rimaneggiamenti del testo, compreso quello pensato per Enrico VIII di Inghilterra. La nef des princes et des batailles diventa quindi un oggetto editoriale modulare – e modellabile – secondo gli interessi politici dei suoi utenti. – E.G.
069-047 Di Spalatro (Antonella), Censura e politica editoriale. Enrico Piceni alla Mondadori negli anni Trenta, Roma, Lithos, 2021 (Studi transnazionali, 4), pp. 357, ISBN 9791280197047, € 25. La figura di Enrico Piceni è stata da sempre collegata alla sua opera di critico d’arte, in maniera particolare riguardo alla pittura italiana della seconda metà dell’Ottocento e soprattutto per i lavori su Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis e Federico Zandomeneghi. Meno investigata è stata invece la sua attività all’interno della Mondadori a partire dal 1925, sia come redattore, direttore e fondatore di collane (per esempio i famosissimi Gialli), oltre che traduttore di autori come Agatha Christie, Erle Stanley Gardner (la serie di Perry Mason), S.S. Van Dine (Philo Vance), Anatole France, Emily Brontë, Marcel Prévost e altri ancora. – M.C.
069-048 Díez Platas (Fátima), Bienes raros: los incunables ilustrados de las Metamorfosis de Ovidio en las bibliotecas españolas, «Titivillus», 9, 2023, pp. 43-54. Osservando il patrimonio incunabolistico delle Metamorfosi custodito nelle biblioteche spagnole (con qualche eccezione), l’a. si sofferma sulle edizioni veneziane di Bernardino Benaglio e Simone Bevilacqua, entrambe datate 1493 e recanti il commento di Raffaele Regio (ca. 1440-1520). Il Bevilaquia ristampa il volume nel 1497, quando a Lione l’opera trova nuova vita per i tipi di Jacques Maillet. – Lorenzo Consorti
069-049 Diliberto (Oliviero), La storia senza storia. Il manuale ufficiale di Storia del Partito Comunista Bolscevico dell’ Urss, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 161-7. La Storia del Partito Comunista (Bolscevico) dell’URSS fu pubblicato a Roma nel 1938 e fu tradotto in italiano nel 1939 da Edizioni in Lingue Estere, casa editrice russa. Segue, nello stesso anno, l’edizione dei comunisti italiani, stampata a Parigi. L’a., allora, ricostruisce le vicende relative alle edizioni successive, dal 1939 agli anni Settanta, senza dimenticare le «passioni bibliofiliche» (p. 165) di Togliatti e del gruppo dirigente del Pci. – Ludovica Montalti
069-050 Donghi (Roberto), La biblioteca di un vescovo olivetano del Settecento: Giuseppe Bernardino Pecci, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 169-86. La biblioteca del nobile senese Giuseppe Bernardino Pecci (1725-1809), i cui oltre trecento voll. sono censiti dell’inventario da lui redatto nel 1774 e pubblicato in Appendice (pp. 176-186), divenne espressione dei suoi interessi culturali (dalla patristica alla teologia, dalla storia civile a quella ecclesiastica, dal diritto alla filosofia, dalla sacra scrittura alla liturgia, dall’agiografia alla catechetica). Il Pecci, inoltre, fu vescovo di Montalcino (dal 1774) e visse gli anni inquieti delle riforme ecclesiastiche che il granduca trasmise ai vescovi della Toscana, e che loro respinsero con estrema determinazione. – Ludovica Montalti
069-051 Drévillon (Hervé), Le rôle de l’imprimé dans la théorie militaire de 1763 à 1789, in Histoire de l’édition, sous la direction de S. Abdela – M. Cartron – N. Dion, pp. 227-43. Si esamina la pubblicazione di trattati di argomento militare nel periodo compreso tra la fine della Guerra dei Sette Anni (1763) e la Rivoluzione Francese (1789), focalizzando in particolare su alcune contraddizioni tra la validità delle teorie belliche spiegate al grande pubblico e l’autorità che proviene dal relativo autore e infine sulle capacità retorico-editoriali degli autori di difendere, nonostante tutto, quelle teorie. – E.G.
069-052 Espino (Antonio), Guerra e imprenta en la Barcelona del Barroco, in Instituciones, imprenta y mercados, coord. N. Maillard Álvarez – M. Cachero Vinuesa, pp. 43-74 Þ rec. «AB» 069-E.
069-053 “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento. Miscellanea di studi offerti a Paolo Tiezzi Mazzoni della Stella Maestri in occasione del suo 70° genetliaco, a cura di Manlio Sodi – Mario Ascheri, Firenze, Leo S. Olschki Editore, 2023 (Studi sulle abbazie storiche e ordini religiosi della Toscana, 10), pp. 420, ill. b/n, ISBN 978-88-222-6891-4, € 55. Il vol. è dedicato all’avvocato Paolo Tiezzi Mazzoni della Stella Maestri, il cui amore e la curiositas per la cultura, soprattutto per il libro, è valorizzato dagli elaborati presentati dagli autori in segno di amicizia e riconoscenza. La Presentazione è firmata da Eugenio Giani (pp. V-VI), mentre l’Introduzione (pp. VII-XVII), dei due curatori del vol., rivela l’impegno concreto del Festeggiato rivolto alla valorizzazione del patrimonio librario antico, nello specifico delle cinquecentine fiorentine e toscane; non si dimentichi, a questo proposito, l’attività preziosa della Società Bibliografica Toscana e dell’Istituto per la valorizzazione delle abbazie storiche e ordini religiosi della Toscana. Si schedano i singoli contributi. – Ludovica Montalti
069-054 Faoro (Andrea), Tra le carte e i libri di Battista Guarini, autore del Pastor fido, «La Bibliofilía», 124/3, 2022, pp. 467-72. Attraverso lo studio dell’inedito inventario dell’eredità lasciata da Giovanni Battista Guarini, oggi conservato presso l’Archivio di Stato di Ferrara, l’a. compie alcune riflessioni sia sull’archivio delle carte personali (di cui è in preparazione l’edizione), sia sulla biblioteca della famiglia, in particolare sulle varie fasi della sua costituzione. – P.S.
069-055 Favreau (Stéphanie), Contrôler la circulation du livre à Florence à la Renaissance. Une lutte de pouvoir entre l’Église et l’État, in Histoire de l’édition, sous la direction de S. Abdela – M. Cartron – N. Dion, pp. 263-75. Si analizzano le tracce del controllo esercitato dalla Curia romana sulla stampa a Firenze all’inizio del XVII secolo. Attraverso lo studio di quattro lettere contenute negli archivi dell’Inquisizione fiorentina, l’a. cerca infatti di spiegare le ragioni per cui i ricchi e famosi tipografi locali obbedissero alle strette direttive romane. – E.G.
069-056 Ferrara (Giuliano) – Goffredo Fofi – Lisa Ginzburg – Chiara Valerio, Ma esiste ancora l’egemonia culturale?, «Vita e Pensiero», 2, 2023, pp. 70-9. L’attuale periodo storico-sociale pone inevitabilmente dei quesiti circa l’esistenza – o sussistenza – dell’ egemonia culturale e degli elementi che possano definirne le linee. Sono quattro le voci che si alternano al riguardo in questo articolo, proponendo fondamentalmente un pensiero bipartito: da un lato quello secondo cui al giorno d’oggi viga una diffusa fragilità di pensiero e manchi una qualsiasi riflessione strutturata, dall’altro quello secondo cui l’egemonia culturale non sia mai stata destinata a cessare ma che – così come qualsiasi avvenimento umano – sia soggetta al continuo mutamento e, di conseguenza, non immediatamente riconoscibile. – Pietro Putignano
069-057 Formiga (Federica), Anche le parole sono in armi. Opuscoli e propaganda nella grande guerra, Milano, Luni editrice, 2019 (Contemporanea, 16), pp. 267, ill., ISBN 978-88-7984-584-7, € 24. Che ruolo hanno avuto gli opuscoli nella propaganda della Grande Guerra (1915-1918)? Questi documenti, una vera e propria produzione popolare, nella recente storiografia hanno sempre trovato poco spazio, a scapito del ruolo ritenuto assai più rilevante delle cartoline e dei manifesti pubblicitari. L’a. di questo studio, quindi, propone una nuova e interessante chiave di lettura storica degli eventi bellici e sociali di quel tempo, prendendo come oggetto di studio proprio la produzione tipografica degli opuscoli, attraverso i quali si sono costruiti i tanti appelli alla popolazione affinché prima la guerra si facesse, poi si resistesse alle avversità e alla lunghezza del conflitto e, da ultimo, che si coronasse lo sforzo con la vittoria. – L.Mo.
069-058 Forteza Oliver (Miquela), La estampa alegórica al servicio de la Historia de Mallorca de Joan Dameto y Vicente Mut, «Titivillus», 9, 2023, pp. 69-78. Si analizzano i frontespizi allegorici della Storia di Maiorca di Joan Dameto (1554-1633) e Vicente Mut (1614-1687) composta da due voll.: Historia General del Reyno Balearico (1633) e Historia del Reyno de Mallorca (1650). Le opere, stampate per i tipi dei Guasp, sono emblematiche dell’influsso barocco nella Maiorca del Seicento. Più volte citata in entrambi i tomi è l’Iconologia di Cesare Ripa. – Lorenzo Consorti
069-059 Francisco Olmos (José M.), La creación editorial de las grandes armas italianas de la Monarquía Hispánica en la edición del Rerum Medicarum… (Roma, 1628), «Titivillus», 9, 2023, pp. 55-67. I frontespizi delle edizioni del Rerum Medicarum di Francisco Hernandez stampate a Roma da Giacomo e Vitale Mascardi (ben cinque tra 1628 e 1651) presentano un’importante composizione araldica, con uno scudo che riunisce in forma ordinata tutti i territori della Monarchia Spagnola. Le incisioni sono opera di Matteus Greuter (1564-1638) e successivamente di suo figlio Johann Friedrich (1590-1662). – Lorenzo Consorti
069-060 Frasso (Giuseppe), Aldo Menichetti, in Dante a Milano e nel mondo, a cura di S. Baragetti – F. Braschi – P.F. Fumagalli, pp. 3-4. Affettuoso ricordo del grande filologo romanzo e metricista (ma anche brillante e amatissimo professore), la cui lunga esistenza (1935-2022) è passata tra le università di Firenze, di Lecce, di Roma, della svizzera Friburgo e la Cattolica di Milano. – Ed.B.
069-061 Frasso (Giuseppe), Carlo Morbio all’Ambrosiana. Note su alcuni suoi studi danteschi, in Dante a Milano e nel mondo, a cura di S. Baragetti – F. Braschi – P.F. Fumagalli, pp. 9-43. Il saggio è dedicato alla figura di Carlo Morbio (Novara, 1º aprile 1811 – Milano, 27 gennaio 1881) e, in particolare, ai suoi studi danteschi. Il nome di Morbio, noto nel mondo del collezionismo di pergamene, codici, monete, non viene però mai citato nell’Enciclopedia dantesca. Frasso propone al lettore un’indagine interessante e precisa proprio sugli studi danteschi di Morbio, procedendo nella grande quantità dei suoi contributi su svariati argomenti. Molti dei testi di Carlo Morbio studiati (e trascritti parzialmente nel saggio), a stampa o manoscritti, sono conservati presso la Biblioteca Ambrosiana. Il saggio è corredato da un ampio apparato di note a piè di pagina. – Martina Mineri
069-062 Gagliardi (Donatella), Sulla Propaladia mutila conservata a Napoli: descrizione e proposta di attribuzione tipografica, «La Bibliofilía», 124/3, 2022, pp. 439-54. L’articolo offre una descrizione di un’edizione cinquecentesca della Propaladia di Torres Naharro, sopravvissuta in unica (e mutila) copia oggi conservata alla Biblioteca Nazionale di Napoli. Nonostante l’assenza del colophon, l’a. riesce qui a ricostruire i dati di stampa dell’edizione attraverso l’analisi del formato, della filigrana e di alcune silografie. – P.S.
069-063 Gamarra (Alberto), «Ni contigo ni sin ti». Las relaciones entre el ayuntamiento de Burgos y las imprentas locales en el siglo XVII, in Instituciones, imprenta y mercados, coord. N. Maillard Álvarez – M. Cachero Vinuesa, pp. 129-89 Þ rec. «AB» 069-E.
069-064 García Aguilar (Idalia), Libreros colaboradores e inquisidores promotores: prohibición y expurgo libresco en la Nueva España, in Instituciones, imprenta y mercados, coord. N. Maillard Álvarez – M. Cachero Vinuesa, pp. 251-72 Þ rec. «AB» 069-E.
069-065 Garrone (Daniele), Stampare la Bibbia Ebraica: dai Soncino alle edizioni di Studio del XXI secolo, in 30 anni Museo della Stampa, pp. 9-20. Il contributo ripercorre «alcune tappe importanti della storia della stampa del testo della Bibbia Ebraica» e menziona «alcuni dei problemi che le varie edizioni hanno dovuto affrontare» (p. 9). Del contributo è disponibile una traduzione in inglese, Printing Hebrew Biblie: from Soncino to studio – editions of XXI century, alle pp. 99-110. – S.C.
069-066 Ghisetti Giavarina (Adriano), L’ edizione de Le opere di Francisco de Hollanda di Achille Pellizzari, «La Bibliofilía», 124/3, 2022, pp. 513-23. Il contributo si concentra sulla pubblicazione de Le opere di Francisco de Hollanda di Achille Pellizzari (1882-1948), avvenuta tra il 1914 e il 1915. La pubblicazione fu in origine pensata per dare avvio all’edizione completa degli scritti e dei disegni dell’autore, ma il programma si interruppe definitivamente durante la Seconda guerra mondiale. – P.S.
069-067 Gladu (Kim), L’épisode de l’ opération manquée en Nouvelle-France. Les politiques éditoriales de la presse européenne pendant la guerre de Succession d’Espagne, in Histoire de l’édition, sous la direction de S. Abdela – M. Cartron – N. Dion, pp. 319-34. Confrontando i racconti riguardanti i territori della Nuova Francia pubblicati in Europa, in Francia e in particolare sul periodico Mercure galant durante la Guerra di successione spagnola (1701-1714), è possibile identificare quelle dinamiche tra collaboratori che influenzano il trattamento di una stessa notizia. L’a. offre così una visione dei giochi di potere in atto tra il potere reale e i suoi rappresentanti a New York. – E.G.
069-068 Głusiuk (Anna), L’ aborto e l’ infanticidio nei Libri Poenitentiales (secc. VI-XII), in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 203-20. I libri poenitentiales, composti tra i secoli VI-XII, diventano oggi una preziosa fonte per studiare le penitenze relative ad aborto e infanticidio, imposte dai confessori. Si tratta, infatti, di testi penitenziali che potevano citare esclusivamente il delitto e la penitenza, oppure che si soffermavano sulle condizioni nelle quali certi delitti erano commessi (tra questi, per esempio, se il bambino era battezzato o no, se l’omicidio era volontario o meno). – Ludovica Montalti
069-069 Gottscher (Leandro), Un repertorio inconsueto: la matrice xilografica ell’erbario del Mattioli, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 221-5. Un contributo nel quale l’a. riconosce la corrispondenza tra una matrice silografica e il volume per il quale era stata incisa, ovvero i Discorsi di Pietro Andrea Mattioli, stampati a Praga nel 1563. – Ludovica Montalti
069-070 Goujon (Jean-Paul), Un chansonnier libertin sous Louis XV: Le Tribut de la toilette, «Bulletin du bibliophile», 190/2, 2023, pp. 321-45. Le Tribut de la toilette è una fortunata raccolta di canzoni allusive quando non esplicitamente oscene e incise (testo e musica), che ebbe una quarantina di edizioni tra 1739 e 1751. Il contributo ne fornisce una prima rassegna bibliografica. – L.R.
069-071 Grassin (Geoffroy), 250 ans: une histoire de la bibliothèque de Niort, «Bulletin du bibliophile», 190/2, 2023, pp. 368-9. L’apertura, il 26 giugno 2021, della Médiathèque centrale de la Communauté d’agglomération du Niortais è l’occasione per tratteggiare la storia della prima biblioteca pubblica di Niort, nata dalla donazione, il 23 maggio 1771, della raccolta personale dell’arciprete Jean-de-Dieu René Bion. – L.R.
069-072 Guerrini (Mauro), Biblioteconomia come impegno civile, «JLIS.it», 15/1, 2024, pp. [II]-XV. Viene qui pubblicato il testo definitivo della Lectio Magistralis tenuta da Guerrini a conclusione del suo percorso accademico (Università degli Studi di Firenze, Aula Magna, 27 ottobre 2023). L’a. riflette in prospettiva teorica sui valori e i confini della disciplina biblioteconomica, sulla sua eterogeneità e sulla sua valenza culturale e democratica, prendendo in esame il rapporto tra professione bibliotecaria e docenza accademica di Biblioteconomia come due volti convergenti di un terreno disciplinare complementare. Viene poi affrontato il tema dell’open access, fondamentale per la una fruizione e trasmissione libera e condivisa della conoscenza nell’era digitale, ricercando le radici del concetto di open già nell’idea di public library e di biblioteca a scaffale aperto. Vengono infine evidenziate le profonde trasformazioni del nuovo universo bibliografico che coinvolgono la descrizione delle risorse bibliografiche e il loro accesso in un ambiente digitale, il passaggio da catalogazione a metadatazione, la conseguente evoluzione terminologica del linguaggio biblioteconomico e l’importanza della creazione di dati di autorità condivisi e granulari nei cataloghi – attraverso l’utilizzo di identificatori univoci e persistenti – come punti di accesso globali per identificare le risorse e le entità ad esse associate. – Massimiliano Mandorlo
069-073 Guibovich (Pedro), Joseph de Contreras y Alvarado. La trayectoria de un impresor en tiempos de crisis (1689-1715), in Instituciones, imprenta y mercados, coord. N. Maillard Álvarez – M. Cachero Vinuesa, pp. 75-90 Þ rec. «AB» 069-E.
069-074 Histoire de l’édition. Enjeux et usages des partages disciplinaires (xvie-xviiie siècle), sous la direction de Sophie Abdela – Maxime Cartron – Nicolas Dion, Paris, Classiques Garnier, 2023 (Constitution de la modernité, 38), pp. 442, ill. b/n e col., ISBN 9782406145479, € 39. Il vol. raccoglie gli atti del terzo colloquio internazionale (Québec, Musée de la civilisation, 20-22 ottobre 2021) del Centre du recherche intrauniversitaire sur la première modernité, a sua volta estensione del Cercle interuniversitaire d’étude sur la République des Lettres (CIERL) fondato nel 1999. È schedato sotto i contributi di interesse bibliografico. – E.G.
069-075 Incollingo (Laura), A Diplomatic Enterprise Printing and Selling Books in the Spanish Vice-Realm of Naples, in Instituciones, imprenta y mercados, coord. N. Maillard Álvarez – M. Cachero Vinuesa, pp. 231-50 Þ rec. «AB» 069-E.
069-076 «InPressioni. Colloquia graphica et exlibristica», 14/26, primavera 2023. Nuovo numero del bollettino dell’Istituto Pavoniano Artigianelli di Milano dedicato al mondo dell’incisione e, in particolare, degli ex libris. Questo fascicolo è dedicato alle incisioni, acqueforti e acquetinte realizzate dall’artista Walter Valentini (1928-2022) per la casa editrice Unaluna, alle incisioni di Silvano Bricola (1949-) che rappresentano cavalli, ai lavori di Furio De Denaro (1956-2012), agli ex libris realizzati dall’ungherese Lázár Nagy László (1935-2019) e a quelli incisi da Eva Aulmann (1972-). – P.S.
069-077 Invernizzi (Simone), Gesto, parola, narrazione. Il contributo dell’ imitazione del linguaggio allo sviluppo del soggetto umano, «Enthymema», 32, 2023, pp. 28-48. Il contributo è volto a mostrare come le ricerche dello psicologo Michael Tomasello sull’evoluzione umana e la sua ipotesi di intenzionalità condivisa possano essere utili anche agli studi di teoria letteraria. L’a. procede mettendo in dialogo il lavoro di Tomasello con quello di altri studiosi, tracciando una storia evolutiva del linguaggio come strumento di imitazione del mondo, fino ad analizzare il ruolo della mimesi narrativa nel pensiero e nella società. Si accenna alle differenze tra racconto quotidiano e fenomeno letterario. L’articolo è consultabile online. – Alice Maggiolini
069-078 Invernizzi (Simone), Le edizioni e il commento alla «Commedia» di Eugenio Camerini, in Dante a Milano e nel mondo, a cura di S. Baragetti – F. Braschi – P. F. Fumagalli, pp. 187-216. Il saggio prende in esame un commento ottocentesco alla Commedia, oggi poco noto (forse perché oscurato dalle successive imprese di Scartazzini e di Casini) ma assai fortunato all’epoca: si tratta del lavoro di Eugenio Camerini che accompagnò prima l’edizione Sonzogno del poema con il corredo illustrativo di Doré (1868-1869) e poi una stampa economica dello stesso editore (1873), entrambe replicate per decine di volte fin nel XX secolo. – M.G.
069-079 Jimenes (Rémi), L’Association internationale de bibliophilie en congrès à Naples, «Bulletin du bibliophile», 190/2, 2023, pp. 197-203. Cronaca del Congresso dell’Association internationale de bibliophilie, tenutosi di nuovo in presenza, dopo la pausa forzata dovuta alla pandemia, dall’11 al 18 settembre 2022 a Napoli. I primi tre contributi del fascicolo (Gennaro Toscano, Lucio Oriani e Jean-Marc Chatelain), dedicati alle biblioteche dei sovrani aragonesi di Napoli, costituiscono un dossier, frutto proprio del Congresso del 2022. – L.R.
069-080 Kirsop (Wallace), Rare Book Week in Melbourne in 2023, «Bulletin du bibliophile», 190/2, 2023, pp. 365-6. Cronaca della Rare Book Week svoltasi a Melbourne dal 21 al 28 luglio 2023. – L.R.
069-081 Lamal (Nina), Italian Communication on the Revolt in the Low Countries (1566-1648), Leiden, Brill, 2023 (Library of the Written Word – The Handpress World, 109), pp. XI+266, ill. b/n, ISBN 978-90-04-53806-1 (cartaceo) – 978-90-04-53807-8 (ebook), € 136,74. Nina Lamal ha studiato storia della prima età moderna presso la KU Leuven e nel 2014 ha conseguito il dottorato di ricerca presso la KU Leuven e l’Università di St Andrews con una tesi sull’interesse italiano per la Rivolta nei Paesi Bassi, meglio conosciuta come guerra degli ottant’anni (1568-1648). Questo libro innovativo è il primo studio completo proprio in merito al profondo coinvolgimento italiano in questo lungo conflitto. Attingendo a un’ampia gamma di fonti manoscritte e a stampa, tra cui bollettini, opuscoli, trattati politici e narrazioni storiche, Lamal indaga su come le notizie relative al conflitto furono portate nella penisola italiana e su come influenzarono i dibattiti politici del tempo e i discorsi storici. Il testo è corredato da un vasto apparato di note, da un’ampia e articolata bibliografia e da un indice dei nomi. – Martina Mineri
069-082 Lanzarotti (Gabriele), L’editore specializzato. Creare una casa editrice B2B: consigli e spunti di riflessione, Milano, Editrice Bibliografica, 2023, pp. 259, ISBN 978-88-9357-589-8, € 24. Il vol. di Lanzarotti affronta, in veste quasi manualistica, il tema della creazione di una casa editrice specializzata, rivolgendosi tanto a chi intende avvicinarsi a questa branca dell’editoria, quanto a chi già lavora nel settore ma desidera acquisire nuove prospettive e rileggere la propria attività attraverso il confronto con altre esperienze. Il focus della trattazione è posto sullo specifico del mercato Business to Business, «inteso come il complesso delle transazioni commerciali tra aziende o professionisti […], un mercato importante non sempre conosciuto e valorizzato nella maniera adeguata» (pp. 15-6). Diviso in una parte generale, dedicata al contesto e all’organizzazione di una casa editrice, e in una parte speciale di affondo sull’operatività e sulla gestione della stessa, il vol. parte da nozioni generali sui diversi tipi di editoria, per attraversare in modo sistematico e di agile comprensione gli aspetti più rilevanti del tema in oggetto. Di particolare interesse il capitolo dedicato alla ricerca della qualità dei contenuti, caratteristica imprescindibile per l’editore specializzato; e quello sull’editoria multimediale, nuova possibile opportunità per l’editoria specializzata, ancorché solo relativamente sfruttata nel settore. Correda e agevola la comprensione del testo un apparato di tabelle e riquadri esemplificativi, disseminati tra i paragrafi, e un pratico indice analitico finale. Si segnala la prefazione di Ivo A. Nardella, Presidente ANES (Associazione Nazionale Editoria di Settore). – Martina Guerinoni
069-083 Lettura (La) ad alta voce condivisa. Un metodo in direzione dell’equità, a cura di Federico Batini, Bologna, il Mulino, 2023, pp. 248, ISBN 978-8815386496, € 20. La pratica della lettura ad alta voce si sta affermando come strategia efficace per migliorare le abilità cognitive ed emotive dei giovani lettori. Il vol. si compone di otto studi interessanti che analizzano il fenomeno da prospettive differenti: dal discorso sul metodo, ai presupposti teorici, dalle condizioni di utilizzo, agli effetti sull’ apprendimento. – Francesco Ursino
069-084 Libri in movimento. Il movimento dei libri, a cura di Edoardo Barbieri, «La Bibliofilía», 124/3, 2022. Nuovo fascicolo della rivista con al centro il tema della mobilità del libro intesa «da un lato con la sua materialità, che lo rende certo un oggetto deteriorabile e delicato da trasportare […], ma al contempo sufficientemente piccolo e leggero da essere trasferibile in modo facile, dall’altro con la sua natura intellettuale e quindi con la circolazione di testi e di idee» (p. 407). Sono qui schedati i singoli contributi. – P.S.
069-085 Lippi (Adolfo), Teologia di Israele. Teologie dei popoli, Livorno, Salomone Belforte & C., 2021 (Collana del dialogo ebraico-cristiano e interreligioso, 8), pp. 313, ill. col., ISBN 978-887467-190-8, € 28. Specialmente in un periodo (come quello di questi mesi) in cui nei luoghi santi per le tre grandi religioni abramitiche si consumano i peggiori istinti degli uomini e «sembrano risorgere nazionalismi dalle pessime conseguenze» (p. 13), appare necessario riprendere i discorsi relativi al dialogo interreligioso. In particolare, viene qui trattato il tema del dialogo tra cristianesimo ed ebraismo raccogliendo diversi contributi dell’a. già pubblicati in precedenza su riviste. Svariati gli argomenti trattati: la ripresa del concetto di “teologia dei popoli” (pp. 23-32), il rapporto (vitale prima che teologico) di Lutero con l’ebraismo (pp. 33-63), una presentazione dell’opera Il Vangelo ebraico del rabbino ortodosso Daniel Boyarin (1946-) (pp. 65-80), l’esperienza di Paolo apostolo (pp. 81-112), le radici ebraiche di Gesù di Nazareth (pp. 113-36), uno studio sulle primitive comunità cristiane (pp. 137-61), il rapporto tra ebraismo e rivelazione cristiana nell’opera di Mark Kinzer (1952-) Il mistero di Israele e della Chiesa (pp. 163-86), il tema dell’accecamento di Israele (pp. 187-93), un saggio sul pensatore Emmanuel Lévinas (1906-1995) (pp. 195-231), alcune riflessioni sul Diario della scrittrice vittima dell’Olocausto Etty Hillesum (1914-1943) (pp. 233-65), due saggi sul tema dei martiri dell’unità fra ebrei e cristiani (pp. 267-73 e 275-82) e una personale meditazione dell’a. sul dipinto Crocifissione bianca di Marc Chagall (pp. 283-6). In chiusura, una preghiera di ringraziamento dell’a. (pp. 287-90), una appendice sulla figura di Amedeo Modigliani (pp. 291-8), la postfazione di Alberto Castaldini (pp. 299-303) e la bibliografia (pp. 305-11). – P.S.
069-086 Lizarraga Pérez De Zabalza (Silvia), María Beatriz de Austria-Este, escritora desconocida: aproximación bio-bibliográfica a su obra anónima, «Titivillus», 9, 2023, pp. 145-81. Maria Beatrice d’Austria-Este (1824-1906), principessa di Modena, dedicò una larga parte dei trentaquattro anni trascorsi in convento alla scrittura. Mettendo ordine per la prima volta nella sua produzione, l’a. riscopre una scrittrice fino a oggi confinata nell’anonimato. Chiude il contributo un prezioso indice alfabetico delle opere. – Lorenzo Consorti
069-087 Lüsebrink (Hans-Jürgen), L’ édition des encyclopédies et de leurs traductions, XVIIe-XVIIIe siècles. Spécific ités historiques, dimensions éditoriales, enjeux (inter-)disciplinaires, in Histoire de l’édition, sous la direction de S. Abdela – M. Cartron – N. Dion, pp. 85-107. Avvalendosi di moderni indicatori per misurare la diffusione delle enciclopedie nella prima Europa moderna, l’a. ricostruisce anche l’evoluzione di questo genere editoriale alla luce del rapporto tra latino e lingue volgari. In particolare, lo studio del Dictionnaire universel du commerce: d’histoire naturelle, & des arts & métiers di Jacques Savary des Brûlons (1657-1716) rivela fino a che punto le leggi del mercato librario influenzarono il contenuto delle diverse edizioni di questa enciclopedia. – E.G.
069-088 Mahmoud Helmy (Nelly), Le edizioni dell’Epistolario di Santa Caterina, in Le Sante del Libro, a cura di C. Cardinali – P. Tiezzi Maestri, pp. 57-60. L’a. ripercorre la storia editoriale dell’Epistolario di Santa Caterina da Siena. Dall’editio princeps, stampata a Bologna nel 1492 presso Giovanni Iacopo Fontanesi, all’edizione aldina del settembre 1500 – prima opera in volgare pubblicata da Aldo Manuzio –; dall’edizione settecentesca del senese Girolamo Gigli, inserita «in un vasto e ambizioso programma di edizione integrale degli scritti cateriniani» sino alle Lettere di santa Caterina ridotte a miglior lezione e in ordine nuovo disposte a cura di Niccolò Tommaseo, stampate a Firenze nel 1860 da Gaspero Barbèra. – Lucia Giustozzi
069-089 Manoscritti datati del Sud. Inventario, a cura di Marco Palma – Teresa De Robertis – Nicoletta Giovè Marchioli, Firenze, Sismel – Edizioni del Galluzzo, 2023 (Manoscritti datati d’Italia. Strumenti, 2), pp. 200, ISBN 978-88-9290-189-6, € 42. Secondo della serie “Strumenti” che accompagna i cataloghi prodotti dall’Associazione Italiana Manoscritti Datati, il vol. dedicato al Sud si costituisce di un prezioso inventario di 481 codici con data conservati in cinque regioni meridionali (esclusa la Sicilia, già studiata in un apposito vol. nel 2003) e in Sardegna. Di ciascun ms. sono fornite, oltre alla segnatura, le informazioni essenziali: il contenuto e la costituzione materiale (espressi in forma sintetica), la trascrizione della sottoscrizione che riferisce la data, la bibliografia minima di riferimento. Si veda anche l’intervista a Marco Palma, disponibile online sul Canale dei libri – M.G.
069-090 Marinelli (Sergio), Giovanni Andrea Bertanza nella Magnifica Patria, «I Quaderni della Fondazione Ugo da Como», 25, 2023, pp. 39-50. Si fornisce un ampio profilo biografico di Giovanni Andrea Bertanza, pittore vissuto tra i secoli XVI e XVII, evidenziando non solo le sue doti artistiche ma anche quelle di natura diplomatica, facendo riferimento alla sua attività di tramite ufficiale tra Salò e Venezia. Interessante anche la lunga ed eclettica rassegna delle opere artistiche da lui realizzate in gran parte delle chiese che si trovano sulla costa bresciana del lago di Garda. – Maddalena Baschirotto
069-091 Martín Barba (José J.), El Libro de Horas de Fernando de Aragón, duque de Calabria (1488-1550), «Titivillus», 9, 2023, pp. 11-42. L’a. riscopre un libro d’ore destinato al duca di Calabria Fernando d’Aragona, primogenito di Federico I (1451-1504) e Isabella del Balzo (1465-1533) ed erede al trono di Napoli. Il ms., miniato dal toledino Pedro Machuca durante l’apprendistato in Italia tra il 1507 e il 1519, è conservato nella Biblioteca Diocesana di Cordova, dove giunse probabilmente tra i voll. lasciati in eredità da Martin Fernandez de Angulo. – Lorenzo Consorti
069-092 Martini (Davide), Vincenzo Busdraghi and the Others: How to Build an Editorial Monopoly in the Sixteenth Century Lucca, in Instituciones, imprenta y mercados, coord. N. Maillard Álvarez – M. Cachero Vinuesa, pp. 21-42 Þ rec. «AB» 069-E.
069-093 Mattedi (Luca), Un perduto “dessigno de lonato”, «I Quaderni della Fondazione Ugo da Como», 25, 2023, pp. 11-22. Nel tracciare un accurato e suggestivo quadro storico rinascimentale circa la vicenda di conquista di Lonato da parte dei Gonzaga, il contributo porta all’attenzione anche un documento di notevole interesse archivistico, rinvenuto grazie all’erudito Attilio Portioli. Si tratta di una lettera sottoscritta il 21 gennaio 1507, indirizzata a Isabella d’Este, in cui viene citata una mappa della cittadina gardesana. Il documento, oggetto di molteplici analisi filologiche da parte di eruditi ottocenteschi, ha fornito ulteriori informazioni per ricostruire le mire espansionistiche dei Gonzaga nei primi anni del XVI secolo. – Maddalena Baschirotto
069-094 Mazzoni (Massimo), Le cinquecentine di Galileo, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 235-54. Quali furono le cinquecentine che costituirono il «mondo di carta» di Galileo Galilei? Già Antonio Favaro (1847-1922) era riuscito a compilare l’elenco dei voll. della biblioteca dello scienziato. Partendo dal presupposto che si considerano solo le edizioni pubblicate entro la fine del XVI secolo, il saggio fornisce una ricognizione dei libri posseduti da Galileo, dunque delle diverse letture (di ambito scientifico, astronomico e fisico, ma non solo) a cui doveva essere abituato. In conclusione, una riflessione sui luoghi di stampa e sugli editori delle edizioni della libreria galileiana. – Ludovica Montalti
069-095 Mecacci (Ezio), Frammenti a stampa nelle copertine dei registri dell’ Archivio di Stato di Siena, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 255-62. Il saggio si concentra sul fenomeno del riuso del materiale scrittorio per copertine di libri o registri; nello specifico, l’attenzione è rivolta a quei frammenti non manoscritti, bensì a stampa, impiegati per rilegare i registri dell’Archivio di Stato di Siena. L’a. fornisce una dettagliata analisi del materiale a stampa riutilizzato, dando prova di una modalità rara nella produzione di copertine di registri. – Ludovica Montalti
069-096 «Meditationes (Le) Vitae Christi» in volgare secondo il codice Paris, BnF, it. 115, a cura di Diego Dotto – Dávid Falvay – Antonio Montefusco, Venezia, Edizioni Ca’ Foscari, 2023 (Filologie medievali e moderne, 24), pp. 514, ISBN 978-88-6969-510-0, € 98. Centrato sulla tradizione italiana delle Meditationes vita Christi, il vol. raccoglie un’ampia introduzione contenente alcuni saggi (di diversi autori) che inquadrano l’opera entro la letteratura francescana e che forniscono un’analisi precisa del codice parigino (BNF, it 115, del primo Trecento) nei suoi aspetti materiali e nella sua fisionomia linguistica. Segue poi l’edizione critica del testo – condotta con criteri espressamente «molto conservativi» – accompagnata da un glossario finale. Il vol. è anche disponibile in PDF sul sito dell’editore. – M.G.
069-097 Menato (Marco), La Biblioteca di Arbasino e la Soprintendenza archivistica e l’AMA, con una scheda di Simone Volpato, «Rossocorpolingua», 6/1 (supplemento), 2023, pp. 60-90. Si fornisce la descrizione analitica del fondo Arbasino della Libreria Lithos. Il testo è consultabile online. – Margherita Nocera
069-098 Menato (Marco), I periodici della Biblioteca Elio Pagliarani, «Rossocorpolingua», 6/3, 2023, pp. 9-67. Si mostra la rilevanza della sezione periodici della Biblioteca appartenuta al poeta e bibliofilo Elio Pagliarani (1927-2012), che consta – tra i periodici conservati nella Biblioteca Pagliarani e quelli rari, ancora nell’appartamento famigliare ma consultabili – di 237 testate. Il testo è consultabile online. – Margherita Nocera
069-099 Menato (Marco), La poesia in Biblioteca. Qualche considerazione personale, «Rossocorpolingua», 4/4, 2021, pp. 53-8. L’a., già direttore della Biblioteca Statale Isontina di Gorizia, discute delle modalità di reperimento delle biblioteche italiane acquisiscono i documenti, con specifico riferimento a quelli di natura poetica. Il testo è consultabile online. – Margherita Nocera
069-100 Menato (Marco), Lo sfascio delle biblioteche pubbliche statali, «Rossocorpolingua», 5/2, 2022, pp. 2-4. Si propone un ripensamento, a mo’ di denunzia, dei compiti del personale delle biblioteche statali – la conservazione del loro patrimonio – a partire dal pamphlet di Umberto Eco, De Bibliotheca (1982). Il testo è consultabile online. – Margherita Nocera
069-101 Menato (Marco), Noterelle bibliografiche, «Rossocorpolingua», 5/3, 2022, pp. 3-8. Si traccia la storia della biblioteca dello scrittore Alberto Arbasino (1930-2020), la cui dispersione fu voluta. Si parla poi delle Edizioni Le Impronte degli Uccelli e della loro fondatrice Vilma Costantini. Il testo è consultabile online. – Margherita Nocera
069-102 Mignoni (Giovanni) – Giacomo Bersotti, Un vescovo, la sua diocesi e il suo Archivio: il caso di Chiusi, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 263-73. Il contributo riscopre l’importanza dell’archivio diocesano di Chiusi che, nonostante la lontananza dei vescovi dalla sede episcopale, le guerre e un incendio disastroso a inizio Seicento, rimane un punto di riferimento per lo studio e per l’indagine storica della comunità. – Ludovica Montalti
069-103 Montepulciano in Toscana. Catalogo della mostra bibliografica 23-24 settembre 2023, a cura di Paolo Tiezzi Maestri, Torrita di Siena, Associazione Villa Classica; Sinalunga, Società Bibliografica Toscana, 2023, pp. 124, ill., ISBN 978-88-98282-75-3, s.i.p. Coadiuvato da una fitta schiera di autori dei testi di commento, il curatore offre una ricchissima e affascinante carrellata di 90 edizioni antiche (quasi tutte provenienti dalla sua personale collezione) raccolte intorno ad alcune tematiche in parte legate al territorio poliziano: Agricoltura, Archeologia in Val di Chiana, Commedia toscana del Cinquecento, Donne scrittrici nel Cinquecento, Donne stampatrici del Cinquecento. Quest’ultima sezione è certamente la più innovativa con un bel gruppo di esperienze: Antonina di Enrico da Colonia, Girolama Cartolari, Convertite di Venezia, Giovanna Giunta, Paola e Agnese Blado. Si segnalano inoltre nel vol. due veri e propri saggi, l’uno in apertura della sezione teatrale dovuto a Marzia Pieri (pp. 55-60), l’altro di Biancamaria Brumana (Spettacoli fiorentini del Cinquecento: L’esaltazione della croce di Giovanni Cecchi e le musiche per i suoi intermedi, pp. 73-83). Il vol., ottimamente illustrato grazie alle fotografie di Bianca Croitor, è arricchito di un indice degli autori delle opere, di uno dei luoghi di stampa e uno degli stampatori. – Ed.B.
069-104 Moreno Gamboa (Olivia), El negocio de la salvación. Impresos de las asociaciones de fieles. Nueva España, Siglos XVII-XVIII, in Instituciones, imprenta y mercados, coord. N. Maillard Álvarez – M. Cachero Vinuesa, pp. 91-128 Þ rec. «AB» 069-E.
069-105 Nepori (Francesca), Guglielmo Libri. Vita aneddotica di un bibliomane, Bologna, Libreria Galliera, 2023 (Bibliofollia, 10), pp. [16], manca ISBN, € 8. L’a. Francesca Nepori, archivista e bibliografa, ripercorre con acutezza e sottile ironia la vita avventurosa di Guglielmo Libri (Firenze, 1802-Fiesole, 1869), il più noto ladro bibliofilo che l’Ottocento ricordi. Dal precoce ingresso nel mondo accademico grazie alle spiccate doti intellettuali – a 18 anni pubblicò la sua prima opera di soggetto matematico – ai prestigiosi incarichi ricoperti in Italia e in Francia – fu custode della biblioteca dell’Accademia fiorentina dei Georgofili, professore titolare al Collegio di Francia, segretario per la redazione del Catalogo generale dei manoscritti in Francia –; dalle prime accuse di furto sino alla pubblicazione del rapporto Boucly e alla fuga a Londra. Ne emerge un ritratto che ha dell’affascinante: «Si calcola che Guglielmo Libri abbia accumulato lungo la vita più di 40.000 volumi a stampa e 2.ooo manoscritti e autografi. [...] Fu bibliomane in maniera speciale: non solo per la mole impressionante di volumi e documenti che maneggiò in vita, non soltanto per la conoscenza erudita che aveva dei pezzi rari o per l’astuzia con cui si impossessò dei volumi facendo leva su parenti, amici, politici ed eruditi, anche per la capacità di alienare ciò che in un modo o nell’altro era riuscito a far proprio». – Lucia Giustozzi
069-106 Oriani (Lucio), On the Library of Alfonso of Aragon and Ippolita Maria Sforza in Castel Capuano in Naples, «Bulletin du bibliophile», 190/2, 2023, pp. 247-66. Il contributo si sofferma sui primi mss. miniati entrati a far parte della raccolta aragonese, grazie alla passione collezionistica di Alfonso d’Aragona e della moglie Ippolita Maria Sforza. Si tratta quasi sempre di codici estremamente ricchi, segno di un progetto culturale e politico che nell’Italia del Rinascimento passa anche attraverso un’ostentazione umanisticamente orientata. – L.R.
069-107 Paoli (Marco), Michelangelo dedicatorio, «Rara Volumina», 1-2, 2021, pp. 39-52. Contributo che riprende un tema assai caro al Direttore di «Rara Volumina», noto per i suoi studi sulla dedica editoriale. In questo caso, Paoli prende in considerazione le lettere di dedica indirizzate a un patrono d’eccezione, Michelangelo Buonarroti: la prima porta la firma dello stampatore-editore veneziano Michele Tramezzino, il quale decise di indirizzare al grande maestro la traduzione volgare del De Roma triumphante di Flavio Biondo, licenziata nel 1544; la seconda fu invece proposta dal letterato fiorentino Pierfrancesco Giambullari, in apertura alla Difesa della lingua fiorentina e di Dante di Carlo Lenzoni (Firenze, Lorenzo Torrentino, 1556-1557). In calce, la trascrizione delle due lettere di dedica. – D.M.
069-108 Papyrus (Le) dans tous ses États, de Cléopâtre à Clovis, sous la direction de Jean-Luc Fournet, Paris, Collège de France, 2021 Þ rec. Didier Barrière, «Bulletin du bibliophile», 190/2, 2023, pp. 379-81.
069-109 Parisi (Simone), Un frammento della Phaedra di Seneca in una pergamena di riuso conservata presso la Biblioteca cantonale di Lugano, «Fogli», 44, 2023, pp. 29-47. Il saggio presenta il ritrovamento fortuito di una pergamena di riuso, impiegata come rivestimento dei due piatti di un postincunabolo e al cui interno sono presenti due frammenti della Fedra di Seneca, parti estreme di una sequenza più lunga compresa nelle pagine adese ai piatti. – L.Mo.
069-110 Pédeflous (Olivier), Rabelais, le cardinal de Richelieu et la bibliothèque de La Rochelle, «Bulletin du bibliophile», 190/2, 2023, pp. 307-20. L’a. si sofferma su un esemplare del lessico greco noto come Suidas del 1499 (ISTC is00829000) appartenuto a Rabelais e oggi conservato alla Bibliothèque de l’Arsenal (FOL-BL-93), ma passato anche dalle mani di Richelieu e del medico di corte di Enrico IV Jean de Superville. – L.R.
069-111 Peré-Rey (Pascale), Histoire culturelle des éditions latines des tragédies de Sénèque (1478-1878), Paris, Classiques Garnier, 2023 (Histoire culturelle, 20), pp. 635, ISBN 978-2-406-14250-8, € 49. Il ricco vol. presenta un censimento delle edizioni latine delle tragedie di Seneca (ivi comprese, naturalmente, le pseudosenecane Octavia ed Hercules Oeteus). L’opera è divisa in due parti: nella prima (Le corpus d’étude, pp. 41-334) si presentano appunto le edizioni di queste opere, partendo dalla princeps del 1478 fino all’edizione critica di Friedrich Leo (1878), che segna il debutto di una nuova era, più legata a un uso consapevole del cosiddetto metodo lachmanniano. Per ogni edizione troviamo delle schede relative alla presentazione dell’edizione, al contenuto, alla descrizione formale (caratteri, paginazione…) e al paratesto. Dal censimento sono escluse le ristampe, le edizioni prive del testo latino e quelle che non presentano l’intero corpus di questi testi. La seconda parte (Du paratexte au texte, quel parcours de lecture des tragédies latines les éditeurs proposent-ils?, pp. 337-485) si concentra sui vari paratesti per collocarli nel loro contesto storico; ci si sofferma in particolare sulla Medea per inquadrarne le varie letture drammaturgiche nel corso dei secoli. Chiudono il vol. due appendici: la prima offre una sinossi di tutti i paratesti; la seconda presenta la struttura drammaturgica della Medea secondo il commento di Nicholas Trevet. – L.Ma.
069-112 Peric (Ester Camilla), Nella biblioteca di Hartmann Schedel: l’index librorum aldino del 1498 e le Decades rerum Venetarum di Marcantonio Sabellico, «La Bibliofilía», 124/3, 2022, pp. 411-27. Questo contributo ha per oggetto l’esemplare del primo catalogo editoriale di Aldo Manuzio del 1° ottobre 1498 – ora conservato alla Österreichische Nationalbibliothek di Vienna (Ink. 7.A.13) – annotato dalla mano di Hartmann Schedel. Oltre a un attento esame delle note mss. che rivela il vol. insieme al quale Schedel fece rilegare la copia del catalogo (un esemplare delle Decades rerum Venetarum di Marcantonio Sabellico, Venezia, Andrea Torresani, 1487), l’a. ricostruisce il contesto e l’utilizzo del catalogo aldino pochi anni dopo la sua pubblicazione. – P.S.
069-113 Petrella (Giancarlo), Tutti gli incunaboli del Senatore. La biblioteca Ugo Da Como a Lonato in «la Biblioteca di via Senato», 15/2, 2023, pp. 65-71. Il contributo presenta un breve excursus storico sulla collezione libraria raccolta dal senatore Ugo Da Como (1869-1941), conservata a Lonato e oggi curata dalla Fondazione Ugo Da Como, istituita con Regio Decreto nel 1942. L’a., nel saggio, si concentra soprattutto sulla presentazione di preziosi incunaboli raccolti dal bibliofilo bresciano nel corso della sua vita. Il numero della rivista è reperibile in PDF sul suo sito. – L.Mo.
069-114 Piaia (Andrea), Prime ipotesi sull’attività grafica di Giovanni Andrea Bertanza, «I Quaderni della Fondazione Ugo da Como», 25, 2023, pp. 51-8. Il contributo prosegue l’indagine avviata in quello precedente nella rivista firmato da Sergio Marinelli, proponendo una serie di ipotesi circa l’autorialità di alcune tra le opere ritenute anonime e caratterizzate dallo stile del maestro Palma il giovane. L’a. sottolinea infatti quanto sia singolare il fatto che l’attività del Bertanza sia stata adeguatamente studiata nel corso degli anni, ma senza reperire alcun disegno. – Maddalena Baschirotto
069-115 Pigafetta (Antonio), Relazione del primo viaggio attorno al mondo / Relación del primer viaje alrededor del mundo (edición bilingüe), introducción, edición crítica y comentario de Andrea Canova, traducción y edición de Soledad Aguilar Domingo – María Enriqueta Pérez Vázquez, prefacio de Luciano Formisano con un ensayo de Carlos Martínez Shaw, Pamplona, Eunsa Ediciones Universidad de Navarra, 2023, pp. 780, ISBN 978-84-313-3873-2, € 39,90. Era da tempo esaurita l’importante edizione critica di Andrea Canova della Relazione del primo viaggio attorno al mondo del vicentino Antonio Pigafetta (Padova, Antenore, 1999), che seguì e raccontò la spedizione di Magellano ed Elcano. Le celebrazioni del quinto centenario di quell’evento epocale hanno portato a una nuova edizione, presentata in questo corposo vol., con il testo emendato di alcuni refusi e con la traduzione in spagnolo. Più in dettaglio, il libro si divide in due parti: la prima con tutti i testi in italiano, la seconda con gli stessi contenuti in spagnolo. Dopo la premessa di Luciano Formisano (pp. 13-6; 375-9), si trova una serie di saggi preliminari che si apre con quello di Carlos Martínez Shaw (La spedizione Magellano-Elcano (1518-1522) / La expedición Magallanes-Elcano (1518-1522), pp. 19-41; 383-406). Andrea Canova (La Relazione, i viaggi, gli anni / La Relación, los viajes, los años, pp. 43-53; 407-18) ripercorre le ragioni di questa nuova edizione, in relazione a quella del 1999. Segue una nota delle traduttrici (pp. 55-60; 419-24). Si passa a questo punto all’edizione e alla traduzione della relazione di Pigafetta (pp. 159-374; 529-713), cui sono premesse una Introduzione, ancora dalla penna di Andrea Canova (pp. 61-138; 425-507) – volta soprattutto a tratteggiare la biografia dell’autore, nonché la fortuna della sua opera –, e due note: linguistica, con i criteri di trascrizione (pp. 141-53; 511-24), e al testo, con i testimoni e lo stemma (pp. 155-8; 525-8). Chiudono, validi per entrambe le parti, l’ampia bibliografia, l’indice lessicale e quello dei nomi (di persona e di luogo). – L.R.
069-116 Pizzinelli (Riccardo), Sulle tracce dei primi bibliofili poliziani, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 291-7. Il contributo ricorda la gravissima perdita del patrimonio librario conservato dall’antica pieve di S. Maria a Montepulciano dopo l’incendio del 1539. Bibliofili poliziani come Francesco Piendibeni (1353-1433), Bartolomeo Aragazzi (1385?-1429) e Fabiano Benci (1424-1481) si dedicarono alla costruzione di una “libreria”, che si stima sia arrivata a contare circa 1500 mss. e incunaboli. – Ludovica Montalti
069-117 Pozzi (Giovanni), Ricordando il ‘maestro’ Billanovich, «Fogli», 44, 2023, pp. 89-91. Nel saggio viene ripubblicato l’articolo di Giovanni Pozzi (1923-2002) uscito nel «Corriere del Ticino» del 9 febbraio 2000 in memoria del filologo Giuseppe Billanovich (1913-2000), scomparso sette giorni prima. – L.Mo.
069-118 Premand (Tiffany), Les transferts culturels avant la traduction. Le cas de Gamaches, in Histoire de l’édition, sous la direction de S. Abdela – M. Cartron – N. Dion, pp. 71-82. Muovendo dall’analisi di Le système du cœur di Étienne-Simon Gamaches (1672-1756) e soprattutto del saggio Inquiry concerning virtue or merit di Anthony Ashley Cooper (1671-1713), Tiffany conclude che le idee di ogni a. sono in grado di emergere e circolare da un paese all’altro anche al di fuori dei canali tradizionali quali, per esempio, la pubblicazione di una traduzione. Lo dimostra appunto il caso di Ashley Cooper e della celebre traduzione francese del suo saggio offerta da Diderot nel 1745. – E.G.
069-119 Prezzolini (Carlo), Il Casanatense 1907 (Missale Amiatinum). Considerazioni sulla spiritualità dell’abbazia del Santissimo Salvatore: La lex orandi della Chiesa, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 299-305. Il Casanatense 1907, che risale all’XI sec., è uno dei libri liturgici più antichi e più importanti per lo studio del rinnovamento liturgico coevo. L’a. mette in strettissima relazione il Missale con l’Abbazia di San Salvatore al Monte Amiata, ricordandone il valore unico per lo studio della spiritualità dell’Abbazia, nella quale il ms. fu conservato fino ai secc. XVI-XVII; oggi si conserva presso la Biblioteca Casanatense di Roma. – Ludovica Montalti
069-120 «Quaderni (I) della Fondazione Ugo da Como», 25, 2023, pp. 87, ill. b/n. In questo numero della rivista pubblicata dalla Fondazione Ugo Da Como si offrono vari contributi dedicati principalmente alla questione della tutela del patrimonio culturale conservato nel complesso di Lonato del Garda, dove ha sede la Fondazione stessa. A seguito delle presentazioni da parte di Giovanna Nocivelli, direttore della Fondazione Ugo Da Como (pp.7-8) e di Loredana Rocca (pp.9-10), i contributi si suddividono in due sezioni: Territorio (pp.11-38) e Studi, novità approfondimenti e attività (pp.39-87). – Maddalena Baschirotto
069-121 Reggi (Giancarlo) – Marco Sampietro, «Applicato alla Libreria di Lecco...». Libri del convento soppresso di Pescarenico traslocati in conventi ticinesi, «Fogli», 44, 2023, pp. 48-80. Il saggio approfondisce la conoscenza sul cospicuo fondo librario proveniente dal soppresso convento cappuccino di Lecco-Pescarenico, fondo riscoperto dopo la recente catalogazione della biblioteca del Convento Santa Maria dei Frati Cappuccini di Bigorio (Canton Ticino). Dallo studio di questa collezione risulta che la biblioteca lecchese aveva una consistenza molto simile a quella cappuccina di Lugano, al momento della definitiva soppressione del convento (1810). Inoltre, cosa assai più curiosa, i libri pervenuti nelle Terre Ticinesi almeno in gran parte appartenevano a quelli che per legge lo Stato napoleonico avrebbe dovuto incamerare a beneficio delle biblioteche pubbliche. Si presuppone, quindi, che sia avvenuto un salvataggio tempestivo e clandestino della collezione. – L.Mo.
069-122 Regueira Benítez (Luis) – Manuel Poggio Capote, La introducción de la imprenta en los archipiélagos ibéricos del Atlántico (Canarias, Madeira, Azores y Cabo Verde), «Titivillus», 9, 2023, pp. 113-44. La rivoluzione della stampa a caratteri mobili raggiunse gli arcipelaghi dell’Atlantico Iberico non prima del 1750, trecento anni dopo Gutenberg. L’articolo ricostruisce la storia della progressiva introduzione dell’industria in queste isole, attraverso l’analisi e il confronto dei casi di Madera, Canarie, Azzorre e Capo Verde. – Lorenzo Consorti
069-123 Ricci (Giovanni), Une province à la guerre des mondes. À l’origine de la turcologie éditoriale (Ferrare, 1583-1607), in Histoire de l’édition, sous la direction de S. Abdela – M. Cartron – N. Dion, pp. 198-211. L’interesse dello scrittore dalmata Francesco Patrizi (Cherso 1529-Roma 1597) per l’impero turco è visibile soprattutto nella Militia romana (Ferrara, 1583) e nei Paralleli militari (Roma, 1594), sua ultima opera. Ci sono però anche una serie di opere minori di genere e argomenti vari (opuscoli, instant books, trattatelli, traduzioni di testi politici e militari), la maggior parte dei quali usciti dai torchi del tipografo Vittorio Baldini, su cui questo articolo focalizza mettendo in evidenza come e perché concorsero a irrobustire la “turcologia” editoriale del Patrizi. – E.G.
069-124 Rivali (Luca), Leonardo da Vinci in tipografia, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 307-16. Quale fu il rapporto di Leonardo con l’arte tipografica e con i libri a stampa? Come giudicò l’avvento del libro tipografico? Se da una parte i libri per Leonardo erano solo “strumenti” di lavoro, a cui tra l’altro poté accedere più facilmente grazie ai prezzi più accessibili, dall’altra, per lui, solo il disegno artistico poteva vantare una precisione assoluta. Allo stesso tempo, Leonardo dimostrò il proprio interesse nei confronti del torchio tipografico, disegnandone uno e prevedendo alcune migliorie tecniche, sulla cui fattibilità l’a. si interroga. – Ludovica Montalti
069-125 Romani (Valentino) – Lorenzo Mancini, Per la storia dell’editoria italiana del Cinquecento: le edizioni romane ‘in aedibus sanctae Brigidae’ (1553-1557), in Le Sante del Libro, a cura di C. Cardinali – P. Tiezzi Maestri, pp. 40-8. L’articolo, apparso per la prima volta in «Rara volumina», V, 1998, è tuttora l’unico contributo a ricostruire la storia della tipografia fondata da Olao Magno (1490-1557), arcivescovo di Uppsala, presso l’ospizio di S. Brigida a Roma. Grazie a un’attenta analisi tipologica del quadro compositivo Valentino Romani censisce ben diciassette edizioni uscite dai torchi della tipografia di S. Brigida, che vanno ad accrescere significativamente l’elenco delle otto precedentemente note. – Lucia Giustozzi
069-126 Ronconi (Filippo), Aux racines du livres. Métamorphoses d’un objet de l’Antiquité au Moyen Âge, Paris, Éditions de l’EHESS, 2021 Þ rec. Didier Barrière, «Bulletin du bibliophile», 190/2, 2023, pp. 382-7.
069-127 Rosellini (Michèle), Madame Ulrich, une éditrice de La Fontaine invisibilisée par l’histoire littéraire, in Histoire de l’édition, sous la direction de S. Abdela – M. Cartron – N. Dion, pp. 347-65. Mentre i primi editori di Jean de La Fontaine (1621-1695) riconobbero immediatamente l’apporto di Madame Ulrich – editrice, nel 1696, delle Œuvres posthumes, dove inserì, oltre ad alcuni scritti inediti del poeta, anche una prefazione e una dedica al marchese de Sablé – la misoginia dell’Histoire de la vie et des ouvrages de J. de La Fontaine (1820) di Charles Athanase Walckenaer mise invece volutamente in ombra il ruolo della donna. L’a. analizza l’edizione 1696 delle Œuvres posthumes, focalizzando soprattutto sulla dedicatoria e sulla prefazione, e dimostra invece come Madame Ulrich, da vera letterata quale in effetti era, padroneggiasse molto bene le strategie editoriali dell’epoca. – E.G.
069-128 Rotulo (Il) 2 della Biblioteca Universitaria di Bologna. Il Pentateuco più antico del mondo, Bologna, Biblioteca Universitaria, 2015, pp. 78, ISBN 978-88-96572-39-9, s.i.p. Prezioso fascicolo in italiano e inglese, dotato di illustrazioni a colori, dedicato alla eccezionale scoperta della eccezionale antichità (XII-XIII sec.) di un rotolo ebraico del Pentateuco. Sono inseriti due importanti saggi: Rita De Tata, L’occhio dello studioso e la lente del bibliotecario. Breve storia del Rotulo ebraico della Biblioteca Universitaria di Bologna, pp. 7-21, e Mauro Perani, Il più antico Sefer Torah intero del secolo XII-XIII riscoperto nella Biblioteca Universitaria di Bologna, pp. 37-62. – Ed.B.
069-129 Russo (Alessandro), The Contribution of Fénelon’s Aventures de Télémaque to the Aventures in Latin, «La Bibliofilía», 124/3, 2022, pp. 497-512. L’a. compie alcune riflessioni circa le varie e numerose traduzioni latine de Le avventure di Telemaco, romanzo di François de Salignac de La Mothe-Fénelon (1651-1715), pubblicato per la prima volta in francese nel 1699, e del loro successo editoriale. – P.S.
069-130 Sabba (Fiammetta), Ambrogio Traversari, camaldolese romagnolo: una precoce testimonianza odeporica, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 317-25. L’Hodoeporicon è il racconto della missione di ispezione tra Romagna e Veneto, che l’autore del vol., il camaldolese Ambrogio Traversari (1346-1439), aveva compiuto con lo scopo di monitorare lo stato morale dei monasteri dell’Ordine; allo stesso tempo, però, divenne anche una preziosa testimonianza del panorama culturale dei luoghi visitati. L’a. offre uno studio sulla versione a stampa (pubblicata dal religioso Niccolò Bartolini da Barga nel 1681), che godette di grande successo nel territorio romagnolo. Infine, sono citati e descritti i vari esemplari dell’opera conservati presso la Biblioteca Classense di Ravenna. – Ludovica Montalti
069-131 Sabelli (Bruno) – Marco Bortolotti, Libri su libri, Bologna, Libri nel Borgo, 2023, pp. IX+172, ill. col., manca ISBN, € 20. Si tratta del quinto catalogo della Libreria “Libri nel Borgo”, realizzato dalla collaborazione tra Bruno Sabelli (proprietario della stessa libreria) e Marco Bortolotti che, con ruoli e compiti diversi, hanno operato presso l’Università di Bologna. Il catalogo si presenta come un elenco ragionato di titoli con brevi commenti che ripercorrono l’albero genealogico del libro, suddiviso in dieci categorie (dai supporti materiali all’origine della stampa, passando per biblioteche, librerie, cataloghi). All’interno delle singole categorie l’ordine dei libri proposti è cronologico e/o alfabetico e testi rari e illustri si accompagnano a testi divulgativi e meno esemplari. L’obiettivo del catalogo è quello di indurre curiosità e interesse nel lettore ed è corredato da immagini che riproducono le copertine di molti dei volumi presentati. Il catalogo si apre con una premessa firmata da Bruno Sabelli e due preamboli rispettivamente di Marco Menato e Simone Volpato. In conclusione è proposto un utile indice di nomi e cose. – Martina Mineri
069-132 Saggini (Romilda), Note manoscritte sui libri. Un amore si snoda su frontespizi e carte di guardia, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 327-33. Il contributo si concentra sull’analisi delle note mss. (in forma di crittogramma e rivolte alla donna amata) sui libri posseduti dal poeta e musicista Giovanni Lorenzo Baldano (1576-1660), ora conservati presso la Biblioteca Barrili e la Biblioteca del Seminario Vescovile di Savona. – Ludovica Montalti
069-133 Salwa (Piotr), Sulle orme di Ortensio Lando e altri studi, Roma, Accademia Polacca delle Scienze, Biblioteca e Centro Studi, 2022, pp. 302, ISBN 978-83-66847-30-9, s.i.p. (pdf in open access). Raccolta di saggi in cui l’a. muove dalla produzione del Lando per allargarsi al contesto socio-letterario dell’epoca e a riflessioni sui generi da lui sperimentati: l’odeporica (Commentario e confronto con la produzione di Alberto Vimina e Giacomo Fantuzzi) e la questione dell’«eccellenza femminile» (nei Paradossi e nelle Lettere di molte valorose donne). Dei Paradossi è anche delineata la storia editoriale francese e approfondita la sezione riguardante la legittimità letteraria del Boccaccio. L’a. si addentra poi nella novellistica, trattando del Pecorone, delle Novelle del Sercambi e del Paradiso degli Alberti di Giovanni Gherardi da Prato (un saggio specifico è dedicato alla novella del tempo fallace). Segue una riflessione sulla funzione, all’interno del genere, della cornice e dell’esilio. Aprendosi al contesto internazionale, è delineata la fortuna francese del Decameron e della novella di Tito e Gisippo. L’ultimo gruppo di saggi verte sulle reciproche influenze tra letteratura italiana e polacca (si considerano i tre casi emblematici di Jan Kochanowski, Łukasz Górnicki e della traduzione della Liberata). L’a. prosegue il tema trattando della fortuna polacca di Dante, nonché degli adattamenti teatrali della storia di Paolo e Francesca e della ricezione della Historia de duobus amantibus. In conclusione, un saggio sul plurilinguismo alla corte polacca rinascimentale. – Pier Francesco Balestrini
069-134 Salzberg (Rosa), La città di carta. Stampa effimera e cultura urbana nella Venezia del Rinascimento, traduzione di Enrico Valseriati, Roma, Officina libraria, 2023 (Storie, 13), pp. 280, 14 ill. b/n, ISBN 978-88-336-7223-6, € 22. A nove anni dall’uscita del volume Ephemeral City. Cheap Print and Urban Culture in Renaissance Venice (Manchester, University Press, 2014 Þ «AB» 033-F), l’editore romano offre al pubblico italiano una traduzione dell’intero saggio, dedicato alla produzione e alla diffusione delle stampe a basso costo che si infiltrarono nel tessuto urbano veneziano del XVI secolo e che cambiarono il corso della vita culturale della città. – D.M.
069-135 Sante (Le) del Libro. Brigida di Svezia e Caterina da Siena: due patrone per l’Europa, a cura di Cinzia Cardinali – Paolo Tiezzi Maestri, Montepulciano, Società Bibliografica Toscana, 2023 (Il Moreni, 24), pp. 109, ill. b/n, ISBN 978-88-98282-73-9, s.i.p. In occasione dei 650 anni dalla morte di Brigida di Svezia (1303-1373) l’Archivio di Stato di Siena e la Società Bibliografica Toscana hanno promosso un ampio progetto culturale per raccontare la storia della mistica e le sue molte affinità con la contemporanea Caterina da Siena. Alle due sante, entrambe compatrone d’Europa e accomunate nell’iconografia dall’ attributo del libro, è stata dedicata la mostra documentaria e bibliografica Le Sante del Libro, tenutasi dal 16 settembre all’8 ottobre 2023 presso l’Archivio di Stato di Siena. Il vol. accoglie il ricco catalogo della mostra, oltre quaranta tra edizioni a stampa e calcografie suddivise nelle seguenti sezioni tematiche: Santa Brigida, La Vita – Le Revelationes; Il Suo Ordine; I Cavalieri di Santa Brigida; Santa Caterina da Siena, le reliquie, le stimmate. È schedato sotto i singoli contributi. – Lucia Giustozzi
069-136 Santità domenicana. Catalogo della mostra bibliografica Montepulciano, 23 settembre 2023, a cura di Paolo Tiezzi Maestri, [Montepulciano], Istituto per la Valorizzazione delle Abbazie Storiche della Toscana, 2023 (I Quaderni, 14), pp. 131, ill. b/n, ISBN 979-12-80433-42-8, s.i.p. Il vol. presenta il catalogo dell’omonima mostra di libri antichi provenienti dal fondo agiografico della Biblioteca di Villa Classica, tenutasi a Montepulciano il 23 settembre 2023. Dopo le parole in apertura di padre Alfredo Scarciglia, parroco di San Domenico di Siena e Assistente Ecclesiastico dell’Associazione internazionale dei Caterinati (Florilegio domenicano, p. 4), e di Paolo Tiezzi Maestri, curatore del catalogo e presidente dell’Istituto organizzatore (p. 5), la Premessa di Luca Rivali (p. 7) introduce il contenuto della mostra, mentre Kenzo Formichi, in L’Ordine dei frati predicatori di (p. 9), fornisce una sintesi della storia dei Domenicani, dalla loro approvazione nel 1217 alla fine del XIX secolo, aprendo così il catalogo. Quest’ultimo, accompagnato da numerose immagini, è suddiviso nei seguenti nuclei tematici: opere di carattere generale (pp. 11-7), i santi (pp. 17-57), le sante (pp. 58-81), i beati (pp. 82-92), le beate (pp. 93-107) e altri domenicani (108-126), per un totale di 139 schede. Le varie personalità chiamate in causa sono illustrate da schede biografiche. Hanno collaborato alla realizzazione del catalogo anche alcuni studenti dei licei di Montepulciano (il suddetto Kenzo Formichi, Anita Paccheri, Federico Tavanti del Liceo Classico; Nicoleta Denisa Bruma e Mimosa Sadiki del Liceo Linguistico). Arricchiscono il vol. gli indici bibliografici (degli autori, dei luoghi di stampa, degli stampatori, degli incisori, pp. 128-9) e l’indice dei Domenicani (p. 130). – S.C.
069-137 Sargenti (Aurelio), Per una solenne monacazione: una felice trouvaille, «Fogli», 44, 2023, pp. 92-100. L’a. dà conto di due testimoni – uno sconosciuto, l’altro indicato dai repertori ma non noto – di un sonetto milanese di Carlo Porta e Tommaso Grossi. Si tratta di due esemplari della miscellanea Per la solenne vestizione... di Marianna Frigerio, in religione Suor Marianna Luigia. Un esemplare si trova al convento della Madonna del Sasso a Orselina sopra Locarno (Canton Ticino), l’altro è proprietà privata di un collezionista. – L.Mo.
069-138 Scapigliati (Gli), catalogo della collezione Gli Scapigliati della Libreria Antiquaria Pontremoli (Milano, settembre 2023), a cura di Luca Cadioli, schede di Luca Cadioli – Raffaela Colombo – Tommaso Desideri, Libreria Antiquaria Pontremoli, Milano, 2023, pp. 262 + 1 tav. (solo nella versione digitale), ill. col., ISBN 978-88-941986-8-3, € 10. Travolti e ispirati da «un gran vento giunto d’oltralpe» (p. 11) intriso delle suggestioni del romanticismo straniero, del gusto naturalista e del maledettismo alla Baudelaire, alcuni grandi protagonisti culturali del secondo Ottocento diedero vita a un movimento letterario destinato a segnare la storia della letteratura italiana: la scapigliatura. L’obiettivo del presente catalogo realizzato dalla Libreria Antiquaria Pontremoli non è quello di creare una bibliografia completa della corrente, ma bensì quello di rivalutare, anche sul piano economico, la produzione di scrittori «ribelli, antiborghesi, spesso alcolizzati, sempre sperimentatori» (p. 9): gli scapigliati. La scapigliatura è un fenomeno letterario dai contorni instabili che impediscono la costruzione di un canone preciso e universale: per queste ragioni nel repertorio sono presenti solo gli autori ricorrenti negli studi critici. Non ci sono invece limitazioni sul piano cronologico: la Libreria Antiquaria Pontremoli, benché consapevole che il movimento venga collocato tra il 1856 e il 1880, scegliendo come titolo Gli scapigliati ha deciso di includere anche produzioni scapigliate che esulano dai limiti cronologici sopra citati. Attraverso 160 schede (e l’originale allegato) divise per autore e disposte in ordine alfabetico, il catalogo presenta alcune delle opere più significative del primo movimento letterario nazionale. –Alice Maggiolini
069-139 Scheidegger (Christian), Frühe italienische Zeitungen in der Zentralbibliothek Zürich, «La Bibliofilía», 124/3, 2022, pp. 473-87. Grazie all’analisi di due voll. miscellanei conservati presso la Zentralbibliothek di Zurigo, contenenti una raccolta di periodici italiani del XVII secolo – in particolare 310 numeri della Gazzetta di Milano (1642-1649) – l’a. compie alcune riflessioni circa le modalità di pubblicazione periodica nell’Italia del ’600, ma anche la fruizione dei giornali italiani in Svizzera e i rapporti tra Zurigo e l’Italia settentrionale in quegli anni. – P.S.
069-140 Schlup (Michel), Un imprimeur dans l’Europe des lumières, Samuel Fauche (1732-1803), préface de Robert Darnton, Neuchâtel, Éditions Livreo-Alphil, Nouvelle Revue neuchâteloise, 2022 Þ rec. Paul-Marie Grinevald, «Bulletin du bibliophile», 190/2, 2023, pp. 387-8.
069-141 Schuway (Christophe), Des livres prétextes? Supports et produits de librairie, in Histoire de l’édition, sous la direction de S. Abdela – M. Cartron – N. Dion, pp. 213-25. Stampare libri con l’obiettivo di venderli è un’idea ovvia per un libraio-stampatore. Eppure già nel Settecento venne usata per mettere in discussione il valore di opere ritenute solo opportunistiche. L’a. muove da questo assunto per far luce su alcuni libri pubblicati sfruttando la fama di titoli/testate appunto molto più famosi: le Précieuses ridicules di Molière (1659), i Caractères di Jean La Bruyère (1688) e infine il Mercure galant periodico mondano uscito per la prima volta nel 1672. – E.G.
069-142 Shemek (Deanna), In Continuous Expectation: Isabella d’Este’s Reign of Letters, Toronto, Centre for the Renaissance and Reformation Studies, 2021 (Essays and Studies, 46), pp. 214, ill. col., ISBN 978-0-7727-2524-0 (cartaceo) – 978-0-7727-2522-6 (ebook), $ 34,95. L’a., cui già si deve la curatela e la traduzione in inglese di una selezione di lettere di Isabella d’Este (Tempe [Arizona], Arizona Center for Medieval and Renaissance Studies, 2017), in questo vol. interroga il contenuto del carteggio della marchesa per analizzare le molteplici funzioni e peculiarità di questo materiale. La quantità e varietà del corpus permettono all’a. sia di studiare il caso specifico sia di formulare considerazioni sul fenomeno generale degli scambi epistolari in età rinascimentale. Le lettere di Isabella d’Este, donna di spicco della sua epoca nonché figura di potere, diventano quindi centro di riflessione non solo sulla vita e sulle qualità della loro celebre autrice, ma anche sulle pratiche comunicative e sociali del tempo. Dopo gli Acknowledgments (pp. 9-11) e i criteri di trascrizione e di onomastica (Transcription Criteria, and Note on Naming, p. 13), il vol. è suddiviso nei seguenti capitoli: 1. “What News Occurs to Me”: Isabella d’Este as Renaissance Correspondent (pp. 17-43); 2. “Ci Ci and Pa Pa”: Script, Mimicry, and Mediation in Isabella d’Este’s Letters (pp. 45-65); 3. “In Continuous Expectation”: Isabella d’Este’s Epistolary Desire (pp. 67-96); 4. “When You Consider That I Am a Woman”: Isabella d’Este and the Properties of Persuasion (pp. 97-119); 5. “Our Art and Our Fiction”: Isabella d’Este’s Mendacious Missives (pp. 121-40); 6. “Neither Hope Nor Fear”: Isabella d’Este as Prince (pp. 141-70); 7. “About the Other Hand”: Isabella d’Este’s Epistolary Helpline (pp. 171-84). Chiudono il vol. la bibliografia (Cited works, pp. 185-203) e l’indice dei nomi (pp. 205-14). – S.C.
069-143 Sodi (Manlio), Perché quei dodici spiriti sapienti nel IV cielo di Dante? Un inno alla cultura, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 335-46. Si presenta qui uno studio dedicato ai dodici spiriti sapienti che Dante colloca nel cielo del sole e che, accostati alle varie forme di cultura, sono testimoni del panorama culturale dell’età di mezzo. – Ludovica Montalti
069-144 Spagli (Pietro Massimo), Catalogo delle opere che trattano della conservazione della salute dei soldati, delle loro malattie, ferite, terapie e degli ospedali militari. Per una bibliografia della sanità militare ante 1775, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 347-67. Un catalogo bibliografico di 207 edizioni di medicina militare, datate tra la seconda metà del Quattrocento e il 1780 circa, e censite anche grazie a cataloghi online. Si divide in varie sezioni: Sulla conservazione della salute dei soldati e degli ufficiali (hodie igiene e prevenzione) (pp. 349-50); Sulle malattie dei soldati (pp. 351-6); Sugli ospedali militari (p. 357); sulla terapia e la farmacologia militare (pp. 357-60); Sulla chirurgia militare (p. 360-7); Opere di arte militare contenenti consigli e prescrizioni circa la salute dei soldati (p. 367). – Ludovica Montalti
069-145 Squassina (Erika), Privilegi librari ed edizioni privilegiate nella Repubblica di Venezia (1527-1565), Milano, Milano University Press, 2023, ISBN 979-12-80325-57-0, pp. 482, € 39,90. L’a. torna con questo vol. a occuparsi di un tema che domina con maestria. Il libro, frutto del lavoro di ricerca svolto in seno al progetto EMo Book Trade, studia i privilegi librari concessi dalla Serenissima a cavallo del Sedicesimo secolo. L’ampio studio introduttivo, che procede da una prefazione di Angela Nuovo, offre un quadro teorico del problema, mentre la gran parte del vol. è occupata dalla trascrizione dei 2430 privilegi concessi nel torno d’anni in questione dal Senato della Repubblica e dal Consiglio dei Dieci. Il lavoro, che per mole e approccio non ha sostanzialmente eguali in Europa, si presenta come uno strumento prezioso per studiare il complesso mondo del libro veneziano del Cinquecento. Il vol. è consultabile online – Marco Francalanci
069-146 Stampe e disegni dal XV al XIX secolo. Libri, manoscritti e autografi. Firenze, 24 maggio 2023, catalogo Pandolfini, 2023, pp. 267, ill. col., senza ISBN, s. i. p. Il catalogo presenta la selezione di libri e manoscritti, datati tra il XV e il XIX secolo, che hanno costituto la vendita promossa dalla Casa d’Aste Pandolfini il 24 maggio 2023. Tramite un preciso e importante corredo fotografico, si presentano i vari lotti, suddivisi in sezioni: la prima dedicata all’illustrazione (dai codici miniati a dipinti, da disegni e studi preparatori a incisioni); la seconda, ai libri, prima mss. poi a stampa. Il catalogo segue l’ordinamento cronologico. – Ludovica Montalti
069-147 «Studi giraldiani. Letteratura e teatro», 9, 2023. È schedato il singolo contributo di interesse bibliografico.
069-148 Sverzellati (Paola), Il libro antico a stampa negli istituti culturali ecclesiastici italiani. Alcune prospettive, «La Bibliofilía», 124/3, 2022, pp. 525-32. Per la sezione «Note e discussioni» si pubblica l’intervento presentato al Convegno nazionale di studio dell’Associazione dei bibliotecari ecclesiastici italiani (Bologna, 29 settembre-1° ottobre 2022), in cui l’a. compie alcune riflessioni sul contributo delle biblioteche ecclesiastiche circa i lavori sul libro antico. – P.S.
069-149 Tabarelli (Giuseppe), Bibliotecario? Chi è costui?, in “Ex libris… ne pereant”. Cultura libraria e archivistica tra Umanesimo e Rinascimento, a cura di M. Sodi – M. Ascheri, pp. 369-85. Una cartina tornasole dentro la quale muoversi per conoscere il mondo delle biblioteche dal punto di vista di un «bibliotecario per caso» (p. 369), che ha dedicato la propria vita lavorativa al libro e alla comunicazione. Senza dimenticare il «vecchio sistema» (p. 374), destinato a scomparire, l’a. ricorda gli obiettivi che le biblioteche oggi dovrebbero perseguire, valorizzando l’impegno e la formazione dei bibliotecari, e valutando le potenzialità dei processi di informatizzazione e di digitalizzazione, anche in relazione alle funzioni e agli strumenti che scandiscono il lavoro delle biblioteche, come la catalogazione e la ricerca. – Ludovica Montalti
069-150 Tamani (Giuliano), Le edizioni del Meshal ha-qadmoni (La favola degli antichi) stampata da Gershom Soncino nel 1490-1497, in 30 anni Museo della Stampa, pp. 23-58. Si studiano l’ebraico Meshal ha-quadmoni, raccolta di favole in prosa rimata composta in Spagna nel 1281 da Yiṣḥaq ben Šelomoh ibn Abi Sahula, e le sue antiche edizioni a stampa. Del testo è disponibile anche una traduzione in inglese, Mešal ha-qadmoni edition in 1947 (ca.) by Gershom Soncino, alle pp. 113-39. Il contributo è inoltre arricchito da un’appendice iconografica (pp. 184-202). – S.C.
069-151 Téllez-Nieto (Heréndira), Un desconocido manuscrito mexicano en la Biblioteca Nacional Braidense, Milán: el original Evangeliarium de fray Bernardino de Sahagùn, «La Bibliofilía», 124/3, 2022, pp. 455-65. Il contributo risolve un enigma pluridecennale legato al ms. originale dell’Evangeliarium del francescano Bernardino de Sahagún (1499-1590), testo utilizzato per la liturgia dalle popolazioni indigene del Messico e dell’America centrale. Dopo anni di ricerche, anche a seguito della conferma dell’esistenza del ms. da parte dell’archeologa Eulalia Guzmán negli anni ’30 del ’900, l’a. è riuscita a localizzare l’originale alla Biblioteca Braidense di Milano. – P.S.
069-152 Théologies islamique des catastrophes, éd. par Abdessamad Belhaj – Haoues Seniguer, «MIDEO. Institut Dominicain d’études orientale au Caire. Mélanges», 38, 2023, pp. 3-106. Fondato a inizio Novecento al Cairo (vedi il bel volume di Jean-Jacques Pérennès, Le Père Antonin Jaussen, o.p. (1871-1962): Une passion pour l'Orient musulman, Paris, Le Cerf, 2012), il centro domenicano si occupa dello studio della cultura e della teologia islamica. La loro rivista pubblica un dossier particolarmente interessante, che centra il tema del dolore innocente nella teologia musulmana: grande attenzione andrà dedicata per le interconnessioni boccacciane all’intervento di Cédric Molino-Machetto, Ibn Khaldūn et la Grande Peste. La matrice d’ìune nouvelle ère, pp. 61-88. – Ed.B.
069-153 Tiezzi Maestri (Paolo), Pesci d’Arno, Torrita di Siena, Villa Classica, 2023, pp. 64, ill. col., ISBN 978-88-98282-76-0, s.i.p. In questo particolare libello, l’a. ci offre un ritaglio della propria infanzia vissuta a ridosso del fiume Arno. Inevitabile è quindi l’attenzione rivolta all’attività della pesca e alla descrizione dei pesci che popolavano il fiume. Ad arricchire il tutto è la presenza di incisioni settecentesche a colori raffiguranti, appunto, i pesci descritti. – Pietro Putignano
069-154 Toloni (Giancarlo), La Bibbia ebraica Soncino e le sue edizioni, in 30 anni Museo della Stampa, pp. 58-68. Si analizzano le quattro Bibbie ebraiche stampate dai Soncino, rispettivamente a Soncino nel 1488, a Napoli nel 1491-2, a Brescia nel 1494 e a Pesaro nel 1517. Del contributo è disponibile anche una traduzione in inglese, The Soncino Hebrew Bible and Its Editions, alle pp. 148-68. – S.C.
069-155 Toscano (Gennaro), La librairie des rois aragonais de Naples de sa fondation à sa dispersion, «Bulletin du bibliophile», 190/2, 2023, pp. 205-46. Ampio contributo in cui l’a., che da molti anni ne è studioso, traccia le vicende della biblioteca dei re aragonesi di Napoli dalla sua creazione, intorno a metà Quattrocento, fino alle ricerche recenti che ne recuperano le tracce. Come noto, il nucleo più consistente, soprattutto di codici miniati, è alla Bibliothèque nationale de France. – L.R.
069-156 Tracce.3. Impronte della Storia nei documenti dell’archivio storico di Soncino. Napoleone fra storia e memoria archivistica, a cura di Ilaria Fiori, Roccafranca, La Compagnia della Stampa Massetti Rodella Editori, 2021, pp. 96, ISBN 978-88-8486-875-6, s.i.p. Proseguendo le esplorazioni nell’archivio storico del Comune di Soncino, grazie anche a un ricco apparato illustrativo si forniscono non solo cimeli della presenza napoleonica, ma anche notizie sulle congregazioni religiose soppresse, e interessanti note sulle trasformazioni urbanistiche e architettoniche di Soncino. – Ed.B.
069-157 Transculturalità: un concetto operativo in Europa?, a cura di Franca Sinopoli – Silvia Contarini, Roma, Lithos, 2023 (Studi Transnazionali/Transnational Studies, 6), pp. 196, ISBN 979-12-80197-68-9, € 23. La pubblicazione, nata in seno al progetto TransEU (Transcultural Europe in the Global Word), presenta le ricerche e i risultati di otto studiosi provenienti da diverse università europee. Nei vari contributi il concetto di transculturalità, variamente declinabile in base alla geografia linguistica e al contesto d’utilizzo, viene approcciato a partire da tre macro-prospettive privilegiate (letteraria, transmediale e transdisciplinare), senza mai perdere di vista la premessa fondamentale che lo sottende: quando si parla di transculturalità si indica prima di tutto «la condizione e/o l’intenzione di trascendere il radicamento in una sola cultura» (p. 9), aprendosi all’ascolto del diverso da sé. La complessità terminologica permette di introdurre molti spunti di riflessione. Tra questi, il ruolo giocato da questa nuova visione negli studi di Letteratura comparata, il profondo mutamento che ha portato anche nella didattica, promuovendo una maggiore collaborazione tra le discipline, nonché la spinta, etica, ad adottare punti di vista che si svincolino dal pensiero dominante, fino a toccare le sempre più frequenti “esondazioni” testuali a favore di nuove forme di comunicazione, in primis le serie tv e generi ibridi, come il fumetto. La prospettiva sincronica, fondamentale in quanto si tratta di un fenomeno figlio della nostra epoca, viene, tuttavia, accompagnata da alcuni squarci diacronici, a dimostrare come fin dagli inizi del Novecento, soprattutto in campo letterario, si iniziarono a muovere i primi passi verso quella Weltliteratur predetta/coniata da Goethe già nel secolo precedente. – Chiara Araldi
069-158 Trouvé (William), Des livres si encombrants… Les projets d’aliénation de dépôts d’État par trois municipalités du Centre – Val de Loire (Beaugency, Corancez, Janville; 1813-1906), «Bulletin du bibliophile», 190/2, 2023, pp. 349-61. L’a. si sofferma su alcuni casi, geograficamente localizzati, di biblioteche che progettarono (e in genere realizzarono) l’alienazione di libri incamerati durante le soppressioni rivoluzionarie e poi quelle seguite alle leggi francesi del 1901-1905. – L.R.
069-159 Vallée (Jean-François), Métamorphoses d’un livre. Le cas du Cymbalum Mundi (première partie, xvie -xviiie siècles), in Histoire de l’édition, sous la direction de S. Abdela – M. Cartron – N. Dion, pp. 135-54. L’articolo si concentra sul Cymbalum mundi, operetta anonima ma da sempre attribuita a Bonaventure Des Périers (1515 circa-1544). Seguendo la storia della ricezione di questa raccolta – quattro dialoghi satirici molto aggressivi – dalla sua prima pubblicazione (a Parigi, nel 1537) fino al XVIII secolo, l’a. mostra come in realtà siano compatibili due letture radicalmente opposte dell’opera: la prima la considera irriverente e perfino blasfema, la seconda invece la ritiene addirittura abbastanza innocua. – E.G.
069-160 Venne (Andrée-Anne) – Davis (Peggy), «Gravé d’après feu Bernard Picart le Romain». La valeur ajoutée de l’illustrateur comme figure auctoriale, in Histoire de l’édition, sous la direction de S. Abdela – M. Cartron – N. Dion, pp. 381-98. Lo stampatore parigino Jean-Frédéric Bernard riutilizza sette tavole allestite dall’incisore Bernard Picart (1673-1733) per l’opera Ceremonies et coutumes des peuples idolatres, da lui stesso pubblicata in più voll. tra il 1723 e il 1728. L’a. analizza questo caso di riuso, pensato dal Bernard per approfittare della fama di Picart, è vero, ma che implicitamente finisce per riconoscere il ruolo autoriale del celebre incisore, anche a discapito degli altri artisti che avevano lavorato al progetto. – E.G.
069-161 Vigini (Giuliano), Le Provinciali di Pascal. Note di storia editoriale, «La Bibliofilía», 124/3, 2022, pp. 489-95. Con l’occasione del quattrocentesimo anniversario della nascita del filosofo francese Blaise Pascal (1623-1662), l’a. ricostruisce alcune vicende editoriali dell’opera Les Provinciales, pubblicata per la prima volta nel 1657, che, attraverso un gruppo di lettere scambiate tra due personaggi fittizi, tratta tematiche teologiche e morali. – P.S.
069-162 Villari (Susanna), Appunti sulla miscellanea poetica latina di Giraldi (Ferrara, Rosso, 1537), «Studi giraldiani. Letteratura e teatro», IX, 2023, pp. 41-82. L’a., studiando il contesto della Ferrara del primo Cinquecento, offre una lettura dei testi contenuti nella raccolta di poesie latine di Giovan Battista Giraldi Cinzio (Ferrara, 1504-Ferrara, 1573), edita per la prima volta a Ferrara nel 1537 (Edit16 Online CNCE 21251), auspicando futuri approfondimenti e imprese critico-editoriali. – Marco Francalanci
069-163 Zappella (Giuseppina), Le marche dei tipografi e degli editori europei (sec. XV-XIX). Parte I. Le tipologie. 5. Parlanti dell’insegna (gli animali) (5145-5756), Milano, Editrice Bibliografica, 2023, pp. 758, ill. b/n, ISBN 978-88-9357-571-3, € 99. Il quinto vol. dell’imponente opera avviata nel 2016 (Þ «AB» 041-143, «AB» 049-154, «AB» 053-180, «AB» 063-269) è dedicato alle marche con soggetti zoomorfi (reali o fantastici) allusive dell’insegna. Il repertorio si accresce così di 612 marche per più di 30 soggetti, di cui 139 non precedentemente censite: ciascuna è riprodotta, minuziosamente descritta e interpretata nel suo contesto. Nella analitica trattazione di respiro interdisciplinare che costituisce la prima parte del vol., l’a. tocca molti temi interessanti, fra cui: fonti iconologiche (mitologia, bestiari, raccolte di emblemi e imprese); convenzioni iconografiche; rapporto marche/insegne; varianti, reimpieghi, imitazioni (con un capitoletto dedicato alle donne tipografe); errori nelle matrici o nell’uso, stati, difetti e ritocchi. Solido il consueto apparato di indici, che fornisce innumerevoli chiavi di accesso al repertorio. – E.Gam.
ABEI 2
Agiografia 135, 136
Aldo Menichetti 60
Antiquariato e collezionismo M, 28, 131, 138
Apocrifi cristiani 22
Archivi e documenti 23, 26, 93, 102, 156
Bibliofilia 79, 80, 103, 116
Bibliografia 31, 144
Biblioteche e raccolte librarie H, I, L, 3, 5, 6, 27, 50, 71, 94, 97, 98, 101, 106, 113, 121, 142, 155
Biblioteche scolastiche 15
Biblioteconomia 16, 29, 72, 99, 100, 148, 149, 158
Censura 47, 64
CEPELL 40
Dante 41, 61, 78, 143
Dialogo ebraico cristiano 85
Editoria del ’400 7, 9, 19, 34, 88, 110, 112, 113, 124, 150, 154
Editoria del ’500 36, 38, 46, 54, 58, 62, 92, 107, 123, 125, 133, 134, 147, 159, 162
Editoria del ’600 21, 32, 52, 59, 63, 74, 104, 118, 127, 141, 161
Editoria del ’700 18, 20, 44, 51, 67, 70, 73, 87, 122, 129, 140
Editoria dell’800 F, 17, 137
Editoria biblica 65
Editoria contemporanea 10, 37, 43, 56, 77, 157
Editoria del ’900 45, 49, 57, 66, 82, 86
Gesner G
Giuseppe Billanovich 117
Greco A
Illustrazione e grafica D, 11, 14, 48, 69, 76, 114, 146, 153, 160
Lettura 8, 12, 83
Librai e commercio del libro 4, 25, 30, 55, 75, 84, 105
Libri di viaggio 115
Manoscritti 13, 42, 68, 89, 91, 95, 96, 108, 109, 119, 128, 130, 151
Marche editoriali 163
Museo della stampa 1
Paolo Tiezzi Maestri 53
Pellegrinaggi Gerusalemme C
Periodici e informazione 39, 81, 139
Postillati 132
Privilegi 145
Scapigliati 138
Seneca 111
Storia del libro E, 24, 33, 35, 126, 148
Teologia islamica 152
Umanesimo B
Cronache
Mostre
Favoloso Calvino. Il mondo come opera d’arte. Carpaccio, de Chirico, Gnoli, Melotti e gli altri, Roma Scuderie del Quirinale, 13 ottobre 2023-04 febbraio 2024. Il titolo, specie nell’ultima parte – ché la prima è un prestito da un articolo di Gore Vidal, pubblicato sulla «New York Review of Books» nel 1974, in merito a Città invisibili – è forse l’unico punto debole di una mostra splendida, che non avrebbe avuto alcun bisogno di ammiccare al mondo dell’arte per attirare il visitatore. Esporre la letteratura, si sa, non è impresa banale e ha sicuramente meno appeal (nonché meno contributi economici) di una mostra d’arte, ma questo è stato un caso davvero riuscito, anche perché il soggetto ben si prestava a essere esposto. I mondi del Calvino favolista, raffinato cultore del meraviglioso, scrittore capace di far interagire in un continuum armonioso osservazione e fantasia, attenzione alla realtà e trasfigurazione fiabesca, hanno infatti prodotto un percorso per sua natura immersivo, senza bisogno di tecnologia. La grande mostra, svoltasi nella prestigiosa cornice delle Scuderie del Quirinale per celebrare il centenario della nascita di Calvino, è stata organizzata con la casa editrice Electa e curata da Mario Barenghi, professore di Letteratura italiana contemporanea presso l’Università di Milano Bicocca e tra i più importanti studiosi dell’opera calviniana. Attraverso un percorso tendenzialmente cronologico-biografico, l’esposizione ha teso a illustrare i caratteri e l’evoluzione dell’immaginario calviniano, inclusi i molti progetti non conclusi. Il tutto grazie ai libri, alle prime edizioni, agli autografi, ma grazie anche a un sapiente uso di scenografie e oggetti diversi (disegni, fotografie, caricature, quadri, tarocchi), impiegati in maniera tale da immergere, appunto, il visitatore nello straordinario mondo di Calvino e, di volta in volta, dei suoi testi, anche alcuni di quelli forse meno noti. Gli aspetti visivi sono importanti per Calvino che attraverso la scrittura intende evocare, ma anche insegnare a guardare il mondo e oltre il mondo, come egli stesso afferma in una lettera a François Wahl del 1960: «Quello cui io tendo, l’unica cosa che vorrei poter insegnare, è un modo di guardare, cioè di essere in mezzo al mondo. In fondo la letteratura non può insegnare altro». In questo ci sono però, va detto, i molti punti di intersezione di Calvino con il mondo dell’arte, che è senz’altro fonte di ispirazione, ma anche oggetto di scrittura critica, nonché possibile trasposizione figurata dei suoi scritti. Su quest’ultimo aspetto basti il richiamo ai progetti di illustrazione delle copertine. La mostra, chiusa il 4 febbraio scorso, è in parte ripercorribile, almeno per quanto concerne i pezzi esposti, i brani citati e i testi critici, grazie al bel catalogo: Favoloso Calvino. Il mondo come opera d’arte. Carpaccio, de Chirico, Gnoli, Melotti e gli altri, a cura di Mario Barenghi, Milano, Electa, 2023. – L.R.
Il Mistero del Padre. Il segno di Michelangelo, «Capolavoro per Lecco 2023», Lecco, Palazzo delle paure, 5 dicembre 2023-3 marzo 2024. Il Sacrificio di Isacco, disegno realizzato da Michelangelo intorno al 1530, è l’opera scelta per la quinta edizione dell’evento espositivo “Capolavoro a Lecco 2023” dal titolo Il Mistero del Padre. Il segno di Michelangelo presso Palazzo delle Paure dal 5 dicembre 2023 al 3 marzo 2024, realizzato dall’Associazione culturale Madonna del Rosario e parrocchie del centro di Lecco in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Lecco e il supporto delle più importanti istituzioni regionali e di numerosi partner pubblici e privati. Il foglio autografo (70 F, prestato dalla Fondazione Casa Buonarroti di Firenze) contiene elementi di sorpresa e di mistero. La sorpresa si rivelò nel 2017 quando, durante l’opera di restauro realizzato da Antonella Brogi, fu portata alla luce una seconda versione del soggetto, ottenuta ricalcando le linee principali della composizione sul recto con tratti di matita rossa. Il mistero sta nello scopo di questa composizione mai tradotta né in scultura né in pittura. Una video-narrazione introduce il visitatore al tema dell’evento espositivo e a Michelangelo artista e poeta. La costruzione del percorso è pensata come un incedere lento e riflessivo che permette l’osservazione dei dettagli, delle linee, dei materiali usati e l’ascolto delle fonti in un’atmosfera appositamente creata per favorire l’introspezione. Al termine del percorso si è pronti a incontrare l’opera che presenta potenzialità immaginative, suggestioni ed emozioni diverse rispetto a quelle vissute davanti a un’opera compiuta. Il fulcro del rapporto tra visitatore e opera è il tema della paternità, chiave di lettura de Il Sacrificio di Isacco, significativo sia nella storia passata sia in quella presente. Tale rapporto ha anche una dimensione tattile, grazie alla presenza delle copie delle formelle del Ghiberti e del Brunelleschi del 1401 (prestate dalla Galleria Frilli di Firenze) identiche all’originale nei minimi dettagli. Infine, Il Sacrificio di Isacco (1618-1620) di Giuseppe Vermiglio (opera prestata dalla Collezione Gastaldi Rotelli di Milano) vuole essere un omaggio alla pittura seicentesca lombarda. Questa quinta edizione non propone una mostra ma una fonte di riflessione, un dialogo tra il visitatore e l’opera, in modo da comprenderne i messaggi più profondi. – Marco Barberis
All’alba della stampa. Itinerari tra gli incunaboli della Biblioteca Universitaria di Pavia, inaugurazione della mostra, lunedì 4 marzo 2024, ore 17.00, introduce Paolo Tinti, intervengono i curatori Davide Martini, Pier Luigi Mulas e Maria Cristina Regali, Pavia, Biblioteca Universitaria, Salone Teresiano. All’alba della stampa è il titolo della mostra bibliografica inaugurata lunedì 4 marzo presso il Salone Teresiano della Biblioteca Universitaria di Pavia. Si tratta della prima esibizione interamente dedicata ai 711 incunaboli conservati presso la biblioteca dell’Ateneo pavese, organizzata nell’ambito del progetto PRIN 2017 L’alba dell’editoria italiana. Tecnologia, testi e libri nell’Italia centrale e settentrionale nei secoli XV e XVI, che vede coinvolte quattro università italiane: la Cattolica di Milano, l’Alma mater di Bologna, la LUMSA di Roma e l’Università di Udine. Dopo le parole introduttive di Antonella Campagna, responsabile delle attività culturali e didattiche della Biblioteca Universitaria di Pavia, la mostra è stata introdotta da Paolo Tinti, professore di Storia del libro dell’Università di Bologna, che ha spiegato da un lato la centralità del capoluogo emiliano nella diffusione della stampa tipografica in Italia, e dall’altro ne ha evidenziato gli stretti rapporti con la città di Pavia (di natura bibliografico-commerciale e collezionistica, vista la presenza presso la Biblioteca Universitaria pavese di un volume appartenuto a Ulisse Aldrovandi (1552-1605), botanico e naturalista bolognese) che hanno simbolicamente suggellato la collaborazione tra i due atenei. La parola è poi passata ai tre curatori della mostra. Maria Cristina Regali, bibliotecaria dell’Universitaria di Pavia, ha presentato il primo itinerario, quello degli incunaboli pavesi, «libri dalla veste bibliologica severa», come scritto da Anna Giulia Cavagna che a lungo si è occupata della prima stampa tipografica lombarda. Sono 38 gli incunaboli pavesi esposti, tra cui un’opera teologica stampata da Niccolò Girardengo e finanziata da Franceschina Beccaria, che stipulò un patto con il tipografo, secondo il quale a lei sarebbe spettata l’esclusiva della vendita delle copie nel nord Italia, mentre allo stampatore veniva concesso il diritto di commercio al di là delle Alpi. Davide Martini, assegnista di ricerca dell’Alma mater, ha presentato il secondo itinerario, quello degli incunaboli bolognesi, ricordando il rapporto tra la città emiliana e Pavia e soffermandosi sulla figura di Federico Ageno (1885-1934), autore di un importante catalogo degli incunaboli della Biblioteca Universitaria di Pavia pubblicato postumo (Librorum saec. XV impressorum qui in publica ticinensi Bibliotheca adservantur catalogus, Florentiae, Leo S. Olschki, 1954) e a cui è dedicata una teca della mostra. Martini ha poi introdotto la sezione conclusiva della mostra, dedicata alle tre Corone della letteratura italiana (sono esposte l’edizione veneziana del 1491 della Commedia con il corredo iconografico completo, il Canzoniere di Petrarca stampato a Milano da Antonio Zarotto nel 1494 e la Genealogiae deorum di Boccaccio stampata a Vicenza da Simone Gabi nel 1487), che ha finalità didattica, per dimostrare agli studenti che visiteranno la mostra come i testi che si studiano a scuola sono stati tramandati fino a oggi. Infine, Pierluigi Mulas, professore associato di Storia dell’arte moderna e di Storia della miniatura all’Università di Pavia, ha presentato il terzo itinerario della mostra, quello, appunto, degli incunaboli miniati, sottolineando la presenza nella collezione universitaria pavese di due tipologie di miniature: una di scuola romana (testimoniata da due esemplari esposti, uno dallo stile goticheggiante e l’altro da un orientamento più umanistico) e una di area emiliano-veneta rappresentata da sette incunaboli esposti. La mostra sarà visitabile dal 5 marzo al 24 maggio, dal lunedì al venerdì dalle 8:30 alle 18:30 e il sabato dalle 8:30 alle 13:30. Per maggiori informazioni si veda il sito del Ministero della Cultura. – P.S.
UKIYOE. Il Mondo Fluttuante. Visioni dal Giappone, Roma, Museo di Roma, Palazzo Braschi, 20 febbraio 2024-23 giugno 2024. La mostra presenta 150 capolavori dell’arte giapponese di epoca Edo – tra Sei e Ottocento –, focalizzandosi sul filone artistico più innovativo del tempo e internazionalmente ancora oggi influente: l’ukiyoe. Il termine è traducibile letteralmente come “immagini del mondo fluttuante” ed è, come noto, un genere pittorico nato e sviluppato proprio in epoca Edo (1603-1868), che include varie tipologie di oggetti: dai rotoli da appendere e da srotolare tra le mani ai paraventi di grande formato, dai dipinti a pennello su diversi supporti quali seta o carta, fino alle stampe su carta, realizzate in policromia con matrici in legno. La mostra offre una panoramica di tecniche e materiali, ripercorrendo circa duecentocinquant’anni di governo militare dei Tokugawa, un periodo di pace segnato da grandi cambiamenti sociali, economici e artistici, che si chiuse con la riapertura forzata del Paese agli scambi con l’Occidente e la cosiddetta Restaurazione Meiji, che ridiede un ruolo centrale al potere dell’Imperatore. In mostra sono rappresentati tutti i più importanti maestri dell’ukiyoe, per un totale di oltre 30 artisti, a partire dalle prime scuole secentesche, come la Torii, fino ai nomi più noti anche a un pubblico più largo: Kitagawa Utamaro, Katsushika Hokusai, Tōshusai Sharaku, Keisai Eisen e alla grande scuola Utagawa con Toyokuni, Toyoharu, Hiroshige, Kuniyoshi, Kunisada, che rappresentò “il canto del cigno” del genere, in un momento in cui i tempi stavano ormai cambiando. La tecnica dell’ukiyoe, importata dalla Cina, implementò la diffusione di immagini e libri. La produzione di stampe, infatti, rappresentò un florido mercato, con artisti e professionisti (pittori, intagliatori, stampatori, calligrafi), che lavoravano in atelier specializzati sotto la direzione di un vero e proprio “editore”, che sosteneva economicamente il progetto, sceglieva artisti e soggetti, immetteva le opere sul mercato attraverso specifici canali di distribuzione. La grande novità dell’ukiyoe non riguardava solo gli aspetti tecnici, ma piuttosto i soggetti, completamente diversi dalla grande pittura parietale aristocratica e dalle scuole classiche di Kyoto. A dettare gusti e mode era qui la classe cittadina emergente, composta soprattutto di mercanti arricchiti che, pur non avendo potere politico, cominciarono a permettersi il godimento del lusso e di intrattenimenti di ogni genere. L’ukiyoe diviene allora una testimonianza diretta della società giapponese dell’epoca, dei suoi usi e costumi, delle mode (anche da indossare), dei luoghi naturali e delle vedute urbane più ricercate. Si viene così a contatto con le immagini del teatro kabuki, con i volti degli attori più affermati, ma anche nei quartieri di piacere, con cortigiane e geisha altrettanto note, dei quartieri di piacere e finanche con gli spettacoli di danza e musica. L’ukiyoe, tuttavia, lascia trasparire anche una raffinatezza culturale testimoniata dalla diffusione delle arti intese come discipline formative dell’individuo colto, talvolta utilizzate come espediente per aggirare la censura che vietava alcuni soggetti, celati da artisti e editori sotto non troppo velati insegnamenti morali. Accanto a dipinti e silografie sono esposti in mostra anche oggetti più curiosi, come strumenti musicali, giochi da tavolo, un soprakimono (uchikake) e accessori del corredo femminile e maschile, restituendo così al visitatore la quotidianità giapponese dell’epoca. I pezzi provengono da collezioni risalenti a fine Ottocento, assemblate dai primi artisti e professionisti italiani residenti in Giappone. L’esposizione, che forse avrebbe meritato uno spazio più ampio, si snoda attraverso un percorso di sette sezioni. Per ulteriori informazioni e contenuti si rimanda alla pagina web. – L.R.
Taccuino
Iniziative C.R.E.L.E.B.
Winter School 2024
La scuola insegna a leggere e a vivere. Produzione editoriale per i giovani e biblioteche scolastiche
4-19 marzo 2024
Sei video-incontri fruibili online, in modalità asincrona e caricati nelle date indicate, sul Canale dei libri e da una tavola rotonda finale, disponibile sul medesimo canale.
lunedì 4 marzo: Presentazione della Winter School da parte del prof. Luca Rivali (Direttore del Master Children’s Books & Co.). A seguire, Leggere A Scuola/Per La Scuola: Davide Goffi dialoga con Marisa Brambilla (IIS Meroni di Lissone) e Bruno Cavallarin (IIS Gonzaga di Castiglione delle Stiviere)
mercoledì 6 marzo: Tra Produzione e Promozione Del Libro, Martina Guerinoni dialoga con Matteo Biagi (insegnante e formatore) e Marco Magnone (autore, Book on a Tree)
venerdì 8 marzo: Ascoltare Come Esperienza Di Lettura Scolastica, Francesco Ursino dialoga con Cristiana Giacometti (il Narratore audiolibri) e Loredana Perego (responsabile BILL Vicenza, Fondatrice Associazione Forum del libro)
lunedì 11 marzo: A Ogni Giovane Lettore Il Suo Libro, Maddalena Baschirotto dialoga con Elena Pasoli (Bologna Children’s Book Fair), Valentina Trentin (Ufficio Biblioteche, Provincia di Brescia) e Valentina Boner (La vetrina di Brescia)
mercoledì 13 marzo: In Editoria Varietà Vuol Dire Pluralità, Ludovica Montalti dialoga con Chiara Fiengo (Feltrinelli), Teresa Panini (Franco Cosimo Panini Editore) e Giovanna Zoboli (Topipittori)
venerdì 15 marzo: Che Libri Ci Sono Nelle Biblioteche Scolastiche?, Sara Brasca dialoga con Beatrice Eleuteri (Università degli Studi di Roma Tre, AIB) e Piero Attanasio (AIE)
martedì 19 marzo: Tavola rotonda conclusiva condotta dal prof. Edoardo Barbieri, con la partecipazione di Marisa Brambilla, Bruno Cavallarin, Cristina Giacometti, Teresa Panini, Elena Pasoli.
Il Valore Del Leggere. Un Confronto in Occasione della Firma del Patto per la Lettura
venerdì 15 marzo 2024
Sala della Gloria, Università Cattolica del Sacro Cuore,
via Trieste 17 – Brescia
Firma del Patto intercomunale per la lettura, sottoscritto a fine 2023 da vari enti e istituzioni del territorio provinciale di Brescia, e promosso dal Centro per il Libro e la Lettura (Cepell), istituto autonomo del Ministero della Cultura, per condividere obiettivi, ma anche azioni, spazi e risorse per il sostegno alla lettura affinché essa diventi un’abitudine sociale diffusa, riconoscendo il diritto di leggere come fondamentale per tutte le cittadine e i cittadini, avviando alla pratica della lettura chi non legge e rafforzando l’abitudine alla lettura di chi è già lettore.
Saluti di Giovanni Gregorini, Direttore del Dipartimento di Scienze Storiche e Filologiche; Annalisa Rossi, Soprintendente Archivistica e Bibliografica della Lombardia; Cristina Gioia, Presidente Associazione Italiana Biblioteche – Sezione Lombardia
Presiede Gianmario Baldi, Università Cattolica del Sacro Cuore
La lettura in Italia. Situazione, sfide, prospettiva: Madel Crasta, Presidente del Comitato tecnico-scientifico per le Biblioteche del Ministero della Cultura
Perché un Patto per la Lettura?: Alberto Bettinazzi, Direttore del Sistema Bibliotecario Brescia Est;
Alessandra Vittici, Direttrice Sistema Bibliotecario Nord-Est bresciano
Ne discutono Edoardo Barbieri, Direttore del CRELEB, Università Cattolica del Sacro Cuore; Anna Braghini, Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia; Andrea Canova, Direttore del Centro di Documentazione e Ricerca Raccolte Storiche, Università Cattolica del Sacro Cuore; Pierangelo Goffi, Responsabile della Biblioteca “Ottorino Marcolini”, Università cattolica del Sacro Cuore; Marina Menni, Responsabile della Rete Bibliotecaria Bresciana, Provincia di Brescia; Roberta Valbusa, Responsabile Biblioteca della Fondazione Ugo Da Como di Lonato del Garda; Michela Valotti, Responsabile scientifico del Museo Stampatori «da Sabbio» di Sabbio Chiese.
Firma del patto per la lettura: Direttore dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia; Elena Bonometti, Presidente del Sistema Bibliotecario Brescia Est; Claudio Ferremi, Presidente del Sistema Bibliotecario Nord Est bresciano; Roberta Sisti, Consigliera della Provincia di Brescia con delega alla Cultura, Turismo e Rete Bibliotecaria Bresciana; Sergio Onger, Presidente della Fondazione Ugo Da Como di Lonato del Garda; Giovanni Panzeri, Direttore della Sede di Brescia dell’Università Cattolica.
Affondi di editoria contemporanea
10 aprile 2024 | ore 17.30
Con Federica Formiga, Università di Verona, Direttrice di Sistema editoria. Rivista internazionale di studi sulla contemporaneità
23 aprile 2024 | ore 17.30
Con Giuseppe Cantele, Editore di Ronzani
Viaggiare nel testo. Scritture, libri e biblioteche nella storia. Seminari “Aldo Manuzio”
Sesta edizione
Sermoneta, Giardini di Ninfa e Castello Caetani
23-25 maggio 2024
Sesta edizione per i Seminari di Sermoneta, che vedranno quest’anno tre lezioni di Roberta Valbusa, Gabriele d’Annunzio e Ugo Da Como. Due uomini tra i libri sulla sponda bresciana del Lago di Garda; David Speranzi, Prima di Aldo Manuzio: Demetrio Damilas tra lo scrittoio e il torchio; Luca Mazzoni, Leggere Dante nel Settecento. Candidature entro il 20 aprile 2024.
Info presto disponibili al link.
Dieci anni di scuola estiva a Torrita di Siena. Dieci anni di avventure tra i libri e con i libri
Scuola estiva “Beniamino Burstein” 2024 in memoria di Leonardo Botarelli
Torrita di Siena, Sala parrocchiale “Il Convento”, e Montepulciano
26-29 agosto 2024
Edizione speciale per il decennale della scuola estiva sul libro antico di Torrita di Siena, che vedrà una formula particolare, che celebrerà e racconterà dieci anni di storia di questa esperienza. Da Aldo Manuzio a Gutenberg, dagli incunaboli ai libri illustrati, da Lutero a Leonardo, dai libri di viaggio all’antiquariato. Giunti alla decima edizione, è giunto il momento di raccogliere i frutti dei tanti semi gettati. La scuola estiva 2024 sarà una esperienza diversa dalle precedenti, in cui tutti saranno protagonisti, perché tutti saranno chiamati a partecipare a “la grande storia del libro”. In un affresco lungo cinque secoli, dieci esplorazioni bibliografiche con altrettanti protagonisti. Non solo una scuola per imparare, ma un laboratorio di esperienze. Per una nuova storia della cultura tipografica. Come sempre, l’immersione in un eccezionale contesto naturalistico e artistico come il borgo di Torrita di Siena, in Val di Chiana (a pochi chilometri dall’autostrada, ma raggiungibile anche in treno, non lontano da Pienza, Montepulciano e Cortona) e la formula residenziale vorrebbero favorire l’instaurarsi di un clima fecondo di lavoro, ma conviviale nelle modalità di svolgimento. Lo sforzo di contenimento dei costi consente di offrire ai partecipanti un’occasione unica di formazione e conoscenza.
Info presto disponibili al link.
Mostre
a cura di E. G.
Questioni di razza: le confutazioni scientifiche e antropologiche
mostra
fino al 29 febbraio
Roma, Biblioteca Medica statale - Sala di lettura
In occasione della Giornata della memoria 2024, la mostra propone materiali bibliografici delle proprie collezioni inerenti al tema delle leggi razziali, della persecuzione dei cittadini di origine ebraica ma anche alle vicende dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. Informazioni su orari di apertura e accessibilità sono disponibili dal sito della biblioteca.
Perseguitate, sgradite. Storie di donne ebree in Biblioteca
mostra
fino al 29 febbraio
Firenze, Biblioteca Nazionale centrale
In occasione della Giornata della memoria 2024, la biblioteca propone un percorso espositivo incentrato sulla storia delle persecuzioni femminili. La selezione di libri e scritti autobiografici riguardanti vicende di deportazione e memorie di sopravvissute si accompagna al ricordo di alcune figure di bibliotecarie ebree della biblioteca stessa, dispensate dal servizio e allontanate a seguito appunto delle leggi razziali. Informazioni su orari e accessibilità sono disponibili dal sito della biblioteca.
… il tutto è recintato da un muro, che costituisce il confine del nostro mondo. Campi di concentramento nelle Marche 1940-1945
mostra
fino al 29 febbraio
Macerata, Biblioteca statale
In occasione della Giornata della memoria 2024, la biblioteca offre uno spazio espositivo dedicato agli scatti provenienti dall’Archivio fotografico Balelli, oggi conservato presso la biblioteca. Informazioni su orari e accessibilità sono disponibili dal sito della biblioteca.
L’arcano del mare. Tracce e testimonianze dell’incontro con l’altro nei viaggi per mare di età moderna
mostra
fino all’1 marzo
Roma, Biblioteca Casanatense - Salone monumentale
La mostra bibliografica intende ripercorrere – attraverso preziose testimonianze manoscritte, a stampa, carte geografiche e globi dipinti a mano, tutti provenienti dai ricchissimi fondi antichi della Biblioteca – lo sviluppo delle tecniche di navigazione che hanno consentito l’intensificarsi dei viaggi per mare in epoca moderna, indagandone l’impatto sulle culture delle popolazioni coinvolte. Informazioni su orari e accessibilità sono disponibili dal sito della biblioteca.
L’arte di tradurre l’arte. John Baptist Jackson incisore nella Venezia del Settecento
mostra
fino al 17 marzo
Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana - Libreria Sansoviniana
L’incisore inglese John Baptist Jackson (1703 - dopo il 1773) concentrò buona parte della propria produzione artistica a Venezia. Muovendo dalla selezione delle sue stampe allestita all’interno della fondamentale mostra sugli incisori veneti del Settecento (Venezia, 1941), il percorso espositivo si focalizza oggi sul soggiorno veneziano del Jackson ma è anche l’occasione per vedere, l’una a fianco alle altre, una stampa originale e le matrici lignee da cui la stampa è stata tratta. Si offre anche al visitatore una scelta di edizioni a stampa con decorazioni xilografiche e calcografiche dello stesso Jackson provenienti dalle collezioni della Marciana, delle Biblioteche di San Francesco della Vigna e della Fondazione Querini Stampalia. Informazioni su orari di apertura e accessibilità sono disponibili sito dal della biblioteca.
La cultura del dono. Trecento anni di libri per la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino
mostra
fino al 22 marzo
Torino, Biblioteca Nazionale Universitaria - Sala Juvarra
La mostra, dedicata al tema del dono in ambito culturale, è il risultato di un triennio di lavoro su alcuni fondi librari conservati presso la biblioteca e fatti oggetto di particolare attenzione a partire dal 2020, da quando prese corpo l’idea di allestire un progetto che – nell’ambito di un piano di conservazione, tutela e valorizzazione – portasse alla ricognizione completa dei volumi della biblioteca e del suo archivio storico, attraverso il riordino, l’inventariazione e la catalogazione dei relativi materiali. Il percorso espositivo si articola lungo un duplice binario: sistematico – che affronta il percorso dell’acquisizione del materiale – e tematico – dove a raccontare la ricchezza e la varietà dei doni sono i volumi stessi, organizzati fisicamente in quindici filoni narrativi. È stato realizzato anche un portale 3D dove è possibile sfogliare virtualmente alcuni dei libri. Informazioni su orari e accessibilità sono disponibili dal sito della biblioteca.
Scienza e bellezza. Le orchidee nei libri di Ulisse Aldrovandi
mostra
fino al 23 marzo
Bologna, Biblioteca Universitaria
Realizzato in collaborazione con la Biblioteca Universitaria (che conserva manoscritti, tavole ed edizioni a stampa del naturalista bolognese), il Museo di Palazzo Poggi (custode delle matrici delle incisioni), l’Orto botanico ed erbario dell’Ateneo, il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali e la Società Felsinea di Orchidofilia - APS, il percorso espositivo intende indagare lo stretto legame di Ulisse Aldrovandi (1522-1605) con il proprio territorio attraverso i risultati delle ricerche e delle osservazioni scientifiche rintracciabili nelle sue opere, in particolare quelle connesse alle specie locali delle orchidee, non a caso tema della mostra. Grazie poi a un particolare applicativo, il visitatore avrà a disposizione anche una mappa multimediale per visualizzare le specie di orchidee raccolte dal naturalista bolognese. Informazioni su orari di apertura e accessibilità sono disponibili dal sito della biblioteca.
Giuseppe Raimondi e le carte riscoperte. Restauri, digitalizzazione, valorizzazione
mostra
fino al 9 aprile
Bologna, Biblioteca Umanistica “Ezio Raimondi” - Via Zamboni 32
Preceduta dall’omonimo convegno (1-2 febbraio), la mostra da un lato è stata pensata per illustrare le iniziative di riorganizzazione, promozione e valorizzazione del Fondo Raimondi (recentemente arricchito da materiali d’archivio depositati dal Settore Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna) e dall’altro per raccontare in prospettiva interdisciplinare – insieme, cioè, a esperti di letteratura, archivistica, bibliografia, Digital Humanities, conservazione e restauro – la poliedrica attività dello studioso. Programma del convegno, informazioni su orari di apertura e accessibilità sono disponibili dal sito apposito.
Otto scudi e un’oca. Quante impressioni servono ad un segno per svanire?
mostra
fino al 18 aprile
Firenze, Biblioteca Riccardiana
Frutto di un progetto promosso da James M. Bradburne (già Direttore Generale della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Nazionale Braidense di Milano) e di una ricerca scientifica condotta da Renza Bani (già restauratrice della Biblioteca Nazionale Braidense), questa mostra – che nel titolo cita il prezzo dell’affitto pagato dal legatore fiorentino Giuseppe Pagani (m. 1838) per la propria bottega – verte sull’importanza che questo artigiano ebbe nella storia del libro. Attraverso un’installazione, viene infatti raccontata la tecnica di decorazione sviluppata dal Pagani, che consisteva nell’uso di particolari punzoni, andati purtroppo distrutti durante l’alluvione che colpì Firenze nel 1758. Informazioni su orari e accessibilità si trovano all’apposito sito.
L’ombra del filosofo. Giordano Bruno, Fabrizio Mordente e le operazioni del compasso di proporzione
mostra
fino al 27 maggio
Roma, Biblioteca Nazionale Centrale
Si tratta del percorso espositivo organizzato dalla Biblioteca Nazionale centrale, in collaborazione con il Museo Galileo di Firenze, per fare vedere al visitatore importanti prestiti e preziosi acquisiti (operati sul mercato antiquario) di opere del filosofo Giordano Bruno, (Nola, 1548 - Roma, 1600) in edizioni molto rare. La mostra verte in particolare sui testi relativi alla polemica, poi sfociata in un’insanabile e aspra rottura, tra il matematico salernitano Fabrizio Mordente, inventore appunto del compasso di proporzione, e il filosofo nolano, dopo che i due si conobbero a Parigi nel 1585. Tra le chicche esposte figurano i Dialogi duo e la Figuratio Aristotelici Physici auditus entrambe stampate a Parigi nel 1586, la Summa terminorum metaphysicorum del 1609 e l’unica copia oggi nota del dialogo bruniano Idiota triumphans del 1586. Informazioni su orari e accessibilità si trovano all’apposito sito.
Rinascimento in bianco e nero. L’arte dell’incisione a Venezia (1494-1615)
mostra
Bassano del Grappa, Museo Civico, 2 marzo-23 giugno
Venezia Ca’ Rezzonico, Museo del Settecento Veneziano, 8 marzo-3 giugno
Pensata per essere fruita su due sedi, la mostra propone altrettanti percorsi: uno dedicato alle «felicissime linee nere» dell’incisione veneziana e uno alla rivoluzione della stampa a caratteri mobili, che travolse l’Europa e trasformò Venezia in un crocevia di esperienze artistiche da cui gemmarono alcune delle più affascinanti realizzazioni del Rinascimento. Curato da Giovanni Maria Fara e David Landau, il percorso espositivo offre al pubblico circa 180 opere (90 per sede) realizzate da artisti del calibro di Andrea Mantegna, Albrecht Dürer, Tiziano, Tintoretto, Veronese, Agostino Carracci (ma non solo). In particolare, nella sede di Bassano del Grappa il visitatore potrà anche immergersi nell’universo monocromatico della stampa grazie ad un particolare allestimento ideato dal regista teatrale Andrea Bernard. Informazioni su orari, accessibilità e visite guidate sono disponibili al sito dedicato.
Vedute di Roma. Le incisioni della Collezione Luigi Nocivelli e le fotografie di Gabriele Basilico
mostra
Rocca di Lonato del Garda, Sala del Capitano, 23 marzo-23 giugno
Ars botanica. Giardini di carta
mostra
fino al 30 giugno
Trieste, Castello di Miramare
La biblioteca del Castello di Miramare offre per la prima volta ai visitatori le proprie collezioni librarie dedicate a botanica, fiori, piante e giardini. Si tratta di un autentico giardino su carta, che incarna un ideale di perfezione, bellezza e relazione con la natura così come la intesero, in pieno XIX secolo, Ferdinando Massimiliano d’Asburgo e la sua consorte Carlotta del Belgio, non a caso creatori del giardino che circonda il castello. Informazioni su orari di apertura e accessibilità sono disponibili dal sito dedicato.
Animali fantastici e mostruosi. Realtà e visione nella Monstrorum historia di Ulisse Aldrovandi
mostra
fino al 31 giugno
Ozzano dell’Emilia (BO) – Università degli Studi di Bologna, Dipartimento di Scienze mediche veterinarie, Via Tolara di Sopra 50
Qual è il legame tra le descrizioni/interpretazioni delle mostruosità animali contenute nella cinquecentesca Monstrum historia di Ulisse Aldrovandi (1522-1605) e la teratologia veterinaria? Muovendo quindi dalle creature fantastiche dell’ Aldrovandi e dai preparati teratologici conservati nella Collezione di Anatomia Patologica e Teratologia Veterinaria Alessandrini-Ercolani, la mostra – organizzata dal Dipartimento di Scienze mediche veterinarie e dal Sistema Museale di Ateneo (SMA) nell’ambito delle iniziative Aldrovandi 500 pensate per celebrare i cinquecento anni dalla nascita del celebre naturalista bolognese – intende accompagnare il visitatore lungo un percorso che ripercorre i capitoli fondamentali della teratologia. Si potrà così comprendere cosa sia il monstrum e quali siano le cause che portano alla genesi delle principali malformazioni animali, concludendo la visita nella Collezione “Alessandrini-Ercolani”, dove appunto arte e scienza dialogano tra centinaia di preparati di anomalie congenite e acquisite. Informazioni su orari e accessibilità sono disponibili dall’apposito sito.
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icordo con chiarezza quando, tra le aule e i chiostri dell’Università Cattolica, si aggirava (con la sua voce tonante e l’accento indiscutibilmente padovano) il professor Giuseppe Billanovich (1913-2000). Noi ci stupivamo che arrivasse in Università sempre carico di libri e carte (tale e quale oggi chi scrive…). Era l’attività della sua casa editrice (la Antenore) a caratterizzare molto del suo lavoro scientifico. Eccolo allora trascinarsi dietro volumi da dare a questo o a quello, bozze da consegnare o ritirare, schedine bibliografiche per colleghi e studenti (anch’io in qualche occasione ebbi modo di beneficiarne). C’erano però anche tanti dattiloscritti (detti in senso proprio) con proposte di articoli arrivati da mezzo mondo per la sua «Italia Medioevale e Umanistica», forse allora la più autorevole rivista di settore. Arrivavano per posta gli articoli proposti e lui li leggeva e annotava e poi li passava agli specialisti dei diversi settori per sapere che ne pensassero o che suggerimenti avessero. Insomma, anche negli anni ’80 e ’90 del secolo scorso, non è che le riviste serie se le scrivessero il direttore chiuso in uno stanzino con gli autori: era tutto un gruppo di studiosi che valutava e contribuiva. Ricordo un’altra volta una discussione in cui c’entravano Domenico De Robertis (un altro leone della nostra accademia, che credo dirigesse gli «Studi di Filologia Italiana»: voce sempre tonante ma accento fiorentino) e il giovane Andrea Comboni: si parlava di varianti d’autore e De Robertis faceva notare che, alla fine del processo di revisione di un articolo, era difficile affermare che tutto fosse frutto solo della inventio dell’autore, visto che il testo aveva subito numerose correzioni da svariati revisori. Questo per dire che le riviste scientificamente valide hanno sempre sottoposto i contributi alle forche caudine di esperti lettori-revisori. La bella scoperta dei “lettori anonimi” che ci arriva d’Oltralpe mutuata dalle cosiddette riviste delle “scienze dure”, non è perciò una gran scoperta. Che poi i lettori fossero dei “pari”, cioè degli esperti di settore ça va sans dire… Nuovo è semmai il tema dell’anonimato. Evidentemente se gioco su discipline che usano praticamente solo l’inglese (che inglese sarebbe un altro discorso) in quanto sono ugualmente praticate in tutto l’orbe terracqueo (scienze mediche, per esempio), questi revisori li posso cercare tra centinaia (forse migliaia) di colleghi e l’anonimato è garantito. Se gioco su un particolare ambito linguistico, sulla storia culturale nazionale, su campi di ricerca specialistici, la scelta cade talvolta su numeri assai ristretti e sarà facile indovinare chi siano stati i revisori, così come per i revisori chi sia l’autore. Ma tant’è. Quello che però resta davvero oscuro a molti è che mestiere facciano esattamente i revisori anonimi. Ci si trova davanti a lettori che impiegano mesi per rileggere 7 pagine; che magari le postillano interamente, manco fosse un tema del liceo; che sfogano sull’autore tutte le loro frustrazioni; che si impegnano in ardui lavori di revisione redazionale che loro non competono; che accusano l’autore di non citare opere dell’autore stesso (o, peggio, le proprie); che non capiscono la differenza tra l’articolo di un esordiente e quello di uno che da trent’anni si occupa del medesimo tema; che si permettono di giudicare se l’articolo è più o meno adatto alla rivista per cui stanno esaminandolo (problema questo solo del direttore); che pretendono che l’autore dica esattamente quello che avrebbero detto loro sul tema… Io credo che il revisore anonimo abbia un compito molto più semplice. Deve indicare, secondo le sue competenze, se l’autore si occupa di un argomento d’interesse e se lo fa giungendo a conclusioni innovative, se conosce la bibliografia sul tema e la interpreta correttamente, se conosce le fonti e le metodologie specialistiche. A meno di casi eclatanti di articoli inaccettabili (però qui il direttore di solito dovrebbe – con bel garbo – aver fermato la macchina prima che partisse), il revisore suggerirà alcune linee di correzione o sviluppo, proporrà qualche integrazione bibliografica, insinuerà alcuni possibili miglioramenti stilistici. Nel dare comunque un parere positivo (sia pur con le limitazioni suddette) autorizzerà l’autore a giudicare secondo la propria intelligenza e coscienza i rilievi mossi e a integrarli secondo il suo gusto nel testo, che poi il direttore accetterà o meno. Naturalmente un articolo accettato NON significa che ogni sua affermazione viene approvata e sottoscritta dal direttore o dal comitato di redazione. Esiste una responsabilità e un merito propri dell’autore, che vanno comunque rispettati e nel caso valutati. – Montag