L’Almanacco

 Bibliografico

 

 

 

64, dicembre 2022

 

Bollettino trimestrale

di informazione sulla

storia del libro e delle

biblioteche in Italia

                       

                        a cura del C.R.E.L.E.B.

 

  Sommario

 

 

 

 

 

 

Biblioteche del Ticino. La rinascita della Biblioteca diocesana di Lugano

di Luca Montagner……..….……………….........p. 1

Recensioni.…………………………………....p. 3

Spogli e segnalazioni……………….…...p. 18

(indici di recensioni e segnalazioni)……….…p. 65

Cronache convegni e mostre …….…p.66

Taccuino………………………………………..p. 70

Postscriptum…………………………..…….p. 73

 

 

 

La questione

 

Biblioteche del Ticino.

La rinascita della Biblioteca

diocesana di Lugano

di Luca Montagner

Tra i tesori culturali e artistici della Diocesi di Lugano si annovera una ricca e variegata collezione libraria, oggi conservata nella Biblioteca diocesana, istituzione ancora poco conosciuta ma che da ormai diversi anni ha avviato un importante progetto di riordino e valorizzazione del suo patrimonio. La sua storia è strettamente connessa a quella del Seminario diocesano San Carlo Borromeo, essendo stata costituita, l’attuale collezione, proprio come biblioteca seminariale. Per risalire ai primi documenti ufficiali a oggi noti bisogna ritornare agli anni Venti del secolo scorso, quando il seminario minore e il seminario maggiore vennero unificati in un’unica sede nello stabile “San Carlo” sito nel quartiere di Besso a Lugano. Infatti, dagli Annali del Seminario raccolti dall’allora Rettore don Martino Signorelli (1896-1975) e pubblicati su «Il monitore ecclesiastico» del novembre 1953, si apprende che venne costituito il fondo oggi identificato con il nome di Fondo San Carlo e collocato in un’apposita stanza facente funzione di biblioteca. Tuttavia, prima che i voll. potessero essere messi a completa disposizione degli studenti che ne facessero richiesta, bisognerà aspettare il 1946, quando si concluse la prima grande opera di riordino e catalogazione, che si deve all’encomiabile lavoro di don Franco Poretti (1923-2005), che per lunghi anni resse le sorti della collezione libraria. Prima di quell’anno, così importante per la biblioteca, la collezione si arricchì grazie a lasciti e donazioni, acquisendo una propria forma e specializzazione, non solo legata alle materie prettamente di carattere religioso, ma aperta a tutte le branche del sapere. Questo perché dove fungere da polo di ricerca e di studio per i molti studenti del seminario. Il periodo d’oro di questa istituzione fu senza dubbio il decennio tra il 1950 e il 1960. Il patrimonio venne notevolmente incrementato tramite acquisizioni e grazie all’arrivo di importanti lasciti, come quello della biblioteca privata del Canonico luganese mons. Emilio Campana (1874-1939), ricca di rilevanti quanto rari studi sulla figura della Vergine Maria. Il declino, invece, cominciò nel 1968, quando si decise di spostare la formazione dei nuovi Presbiteri da Lugano a Friburgo, per avvicinarli alla cittadina Facoltà di Teologia. Da questo momento, le storie di Biblioteca e Seminario si separarono definitivamente, sancendo il passaggio definitivo della Biblioteca da seminariale a diocesana. Per illustrare le vicende degli ultimi cinquant’anni del patrimonio librario della Diocesi vale la pena citare una preziosa nota storica, datata 11 aprile 1998 e firmata da don Franco Poretti conservata presso l’Archivio storico della Diocesi di Lugano:

biblioteca centro san carlo Via Seminario 9 6900 Lugano/Besso

Il nome della via probabilmente sarà mutato in Via Mons. Angelo Jelmini 9 Lugano/Besso

Era la biblioteca dell’ex Seminario diocesano San Carlo aperto nel 1904 e che serviva per consultazione esclusiva dei Docenti e degli allievi. I voll., circa 15 mila, furono catalogati col sistema decimale Dewey e nella massima parte sono di interesse teologico. Chiuso il Seminario (1968) la biblioteca non fu più aggiornata e si è cristallizzata in un deposito non più utilizzato. Quest’anno (1998) dei grandi lavori di ristrutturazione dell’edificio ex Seminario hanno portato alla decisione di traslocare detta biblioteca in un ampio locale ricavato nel solaio del fabbricato. Si dovrà dunque iniziare un nuovo lavoro di catalogazione dal momento che la primitiva collocazione (segnatura) non può più rispondere alle esigenze del nuovo locale. Tale lavoro (non so quando e da chi potrà essere iniziato – il sottoscritto ha ben 75 anni!) dovrà essere eseguito con criteri e mezzi moderni. Per questi particolari motivi la biblioteca del Centro San Carlo non è utilizzabile. Noto tuttavia che, chiuso il Seminario, le richieste di consultazione, in pratica furono scarsissime.

L’annotazione, nella sua brevità, è ricca di informazioni. Dapprima viene comunicato il numero di voll. posseduti dalla Biblioteca, cifra che probabilmente risale al 1946, e, subito dopo, il metodo utilizzato per la classificazione. È indicato, inoltre, che essi per la maggior parte riguardano le scienze teologiche e che l’intera collezione era a uso esclusivo di professori e studenti. Subito si accenna alla chiusura del Seminario, la quale incise sulla frequentazione della Biblioteca e sulla richiesta di consultazione, quasi del tutto inesistente. Si apprende, da ultimo, che nel 1998 c’era in progetto uno spostamento della Biblioteca nel sottotetto del Palazzo San Carlo di Besso, con la volontà di rivalorizzare questo patrimonio ormai silente da diversi anni. Tuttavia, l’idea non venne mai realizzata per questioni di sicurezza e statica, e forse anche perché, nel frattempo, per quegli spazi si individuarono diverse destinazioni. Alla nota dell’ex bibliotecario del Seminario manca, però, un importante passaggio che si colloca nei primi anni Novanta ed è legato all’apertura della Facoltà di Teologia di Lugano. Nata per volontà del Vescovo mons. Eugenio Corecco (1931-1995) come Istituto Teologico di Lugano con decreto del 27 aprile 1992, essa venne inaugurata il 20 novembre 1993 ed è la prima istituzione universitaria eretta nel Canton Ticino. Tra le ragioni della sua costituzione sono indicate: «l’incremento della ricerca e l’insegnamento della filosofia e della teologia» e l’esigenza di dare risposta alle «istanze presenti nella società ticinese perché la Svizzera italiana sia dotata di istituzioni di livello universitario». La nuova realtà accademica necessitava di essere corredata da una biblioteca di studio, per cui cominciarono a essere vagliate diverse possibili soluzioni. La ricerca mirata di voll. portò a due sostanziosi risultati: l’acquisto, nel 1995, di un’importante collezione di libri giuridici del canonista e bibliofilo romano Pietro Agostino Davack (1905-1982) e l’aggiunta di una cospicua parte del patrimonio della Biblioteca dell’ex Seminario San Carlo. Nel frattempo, il nucleo di libri rimasto nello stabile San Carlo di Besso continuò a essere in balia degli eventi. Don Poretti parlava di grandi ristrutturazioni, poiché in quegli anni gli spazi dell’ex Seminario erano stati dati in affitto al Conservatorio della Svizzera italiana. Agli albori del XXI secolo la giacenza della Biblioteca diocesana a Lugano cominciò a diventare un problema, perciò,si dovette cercare una soluzione per il trasferimento libri. Cominciò, quindi, un periodo di transizione, durante il quale i voll. furono oggetto di diversi traslochi, e questo fino al 2010, infatti, per volontà del Vescovo Pier Giacomo Grampa, la collezione tornò a Lugano, nel luogo dove ancora oggi è conservata: lo spazio che fu la palestra del Collegio Pio XII in Lugano-Breganzona. Quegli ambienti, per l’occasione, furono ristrutturati e predisposti con una scaffalatura, suddivisa su due livelli, capace di accogliere 2.200 metri lineari di voll.. Con questo ultimo spostamento comincia la storia recente della Biblioteca diocesana, all’interno della quale si inserisce il progetto di riordino e valorizzazione attualmente in corso. Avviato nei primi mesi del 2019 su esplicito desiderio del Vescovo Valerio Lazzeri, dopo una prima fase di lavori preliminari è stato ufficializzato il 2 dicembre 2020, con la creazione di un Comitato scientifico preposto alla vigilanza dell’operato, la formalizzazione e la definizione di una nuova identità della Biblioteca diocesana e l’emanazione di uno specifico Regolamento. I lavori attuali si stanno attuando lungo due strade: da una parte vi è il lavoro di riordino e identificazione delle opere, che ha già portato nel corso del 2021 alla pubblicazione del Catalogo degli incunaboli; dall’altra c’è il progetto di valorizzazione del patrimonio, che ha lo scopo di far conoscere all’esterno i tesori conservati tra gli scaffali del Collegio Pio XII. Questo avviene tramite l’organizzazione di eventi culturali, anche in collaborazione con altre realtà sul territorio. Possiamo affermare con una certa fermezza che la Biblioteca diocesana non riveste più un ruolo esclusivo legato a un’istituzione formativa quale il Seminario, ma vuole farsi garante della salvaguardia di opere dedicate alla storia della vita sociale e religiosa della Chiesa, e questo attraverso la messa a disposizione delle sue collezioni a studiosi e curiosi che ne facciano richiesta.

 

(Il presente testo è une versione ridotta e rivista dei seguenti articoli: Luca Montagner, La «grande invalida» guarita. Il riordino della Biblioteca diocesana di Lugano negli anni Quaranta del Novecento, «Fogli», 43, 2022, pp. 15-25; Luca Montagner, La Biblioteca diocesana di Lugano. Primi passi di una storia tutta da scoprire, «Fogli», 42, 2021, pp. 3-17.)

 

 

 

 

 

Recensioni

064-A Abriendo historias. Perspectivas de estudio sobre el grabado del siglo XV, ed. by Helena Carvajal González, Zaragoza, Prensas de la Universidad, 2022 (…in culpa est, 11), pp. 196, ISBN 978-84-1340-518-6, € 18. La curatrice, giovane studiosa di storia dell’arte specializzata in illustrazione libraria, si esenta dal presentare il vol., che invece avrebbe certo meritato qualche pagina introduttiva. La raccolta di saggi, non frutto di un convegno, costituisce infatti un prezioso contributo alla storia dell’incisione, in particolare della silografia, nel corso del Quattrocento: pur avendo come focus l’area iberica, il complesso delle ricerche permette di farsi un’idea complessiva del fenomeno, ponendosi a fianco di un prezioso gioiellino come La xilografia nel libro italiano del Quattrocento della compianta Lilian Armstrong (Milano, EduCatt, 2015). In effetti sul principio la Carvajal González indica nel progetto Repertorio iconográfico del grabado medieval hispano l’ambito nel quale è cresciuta anche l’idea di questo vol.: partendo dalla raccolta di Valentίn Calderera a metà XIX secolo, si è sviluppata in Spagna un’acuta attenzione per il fenomeno che, triangolandosi poi tra Gran Bretagna e Germania, ha portato nel XX sec. a una più larga catalogazione del materiale silografico disponibile. L’attuale Repertorio intende connettere la produzione incunabula con la storia dell’incisione. Proseguendo nel vol., l’ampio saggio di Gonzalo Sánchez-Molero tenta invece una generosa sintesi degli studi, ma soprattutto delle prospettive sottese e aperte dallo studio della silografia. Si parte dal tema della tecnologia, della sua invenzione, della sua diffusione in Europa da presupponibili modelli asiatici atti alla stampa di tessuti. La successione delle più antiche testimonianze note (ma da aggiungere l’importante contributo di Tobias Daniels in «La Bibliofilia» 123, 2021, pp. 37-64) permette di ridiscutere il rapporto della nuova tecnica sia con il contemporaneo sviluppo della miniatura, sia con l’applicazione della silografia ad ambiti estranei a quello dell’illustrazione libraria, come immagini religiose (tra le più antiche basti ricordare la Madonna del fuoco di Forlì) e carte da gioco. L’a. non ignora poi i temi, assai complessi, del libro silografico (Blockbuch) e della silominiatura (da aggiornare con il mio intervento in «La Bibliofilia», 122, 2020, pp. 22-30). Le pagine di Reyes Gómez si incentrano sulla presenza di illustrazioni (non solo silo-, anche metallografie) nei libri stampati in Spagna, realizzate sul medesimo foglio anche dopo la stampa tipografica propriamente detta: invece sulle bolle di indulgenza (stampate anche due alla volta per ciascuna carta utilizzando un’unica composizione e facendo ripassare il foglio capovolto sotto il torchio) compaiono lettere decorate, scudi, sigilli, firme, tutti realizzati con incisioni tali da permettere l’attribuzione ai diversi tipografi. L’amico Pedraza Gracia, pur concentrandosi sulla produzione di Saragozza (ma sconfinando nel XVI sec.) si interroga sulle evidenze tecniche ricavabili da un attento esame delle stesse illustrazioni, così da offrire un saggio metodologicamente molto interessante. Cobianchi, invece, si muove tra una serie di incisioni mariane su fogli sciolti, tutte attestate nell’Italia “padana” a metà Quattrocento e negli anni successivi (importantissimi i fogli silografici incollati a un soffitto nel monastero delle Romite Ambrosiane di Santa Maria del Monte a Varese, studiate da Laura Aldovini). La Sanz Julián si interessa di un calendario perpetuo/lunario con le sue illustrazioni, in parte perdute e ricostruite, quantomeno per ciò che concerne l’iconografia. La Forteza infine valorizza un’importante collezione di antiche matrici silografiche conservate nella collezione della famiglia Guasp, per quasi quattro secoli tipografi a Mallorca (un’altra importantissima collezione di antiche matrici silografiche usate per l’illustrazione di materiale popolare è per esempio conservata a Bratislava in Slovacchia: si veda Eva Šefčáková in «La Bibliofilia», 104, 2002, pp. 267-267-81). Come si intende, questa raccolta di studi, pur presentata un po’ sottotono, pur concentrata sostanzialmente sul territorio iberico, offre tanti e tali spunti da offrirsi come un contributo molto rilevante per lo studio dell’illustrazione libraria in Europa. Dei singoli contributi si recuperano le stringhe bibliografiche come spoglio tra le segnalazioni di questo numero di «AB». Chiude il vol. la indispensabile bibliografia citata (pp. 175-96). – Ed.B.

064-B Agustí (Lluís) – Mónica Baró – Pedro Rueda Ramírez, Redes del libro en Espana. Agentes y circulación del impreso (XVII-XX), Zaragoza, Prensa de la Universidad de Zaragoza, 2021, pp. 392, ISBN 978-84-1340-289-5, € 26. Il presente vol., uscito per la cura di alcuni fra gli studiosi spagnoli più attenti alle tematiche di storia del libro e di storia della cultura scritta, risulta estremamente interessante, tanto per i contenuti che propone, quanto per il metodo col quale sono state condotte le ricerche. La collezione nel suo complesso è infatti composta di 13 saggi (divisi in tre parti, sulle quali torneremo in breve), quasi tutti presentati in occasione della IV Jornadas de Historia de la Edición, il 19-20 maggio 2019, nei quali spicca, oltre una speciale attenzione alle fonti, la volontà di inserire le considerazioni che avanzano nel complesso delle più avanzate correnti della storiografia internazionale sul tema. L’obiettivo principale del progetto è quello di riflettere sul mondo del libro in termini ampi, includendo riflessioni sul consumo, sulla distribuzione, la circolazione e la promozione dei prodotti editoriali. Particolarmente felice poi, e meritevole quindi di una speciale sottolineatura, risulta il lavoro dei curatori dell’opera che nell’ordinare il vol. in tre parti omogenee per argomento, hanno saputo anche predisporre i saggi in ordine cronologico. L’esito quindi da una parte permette di accompagnare il lettore in un percorso di approfondimento su singoli aspetti (o meglio sarebbe dire prospettive), allo stesso tempo consente di percorrere la storia del libro spagnola in un itinerario cronologico dalla prima età moderna sino al pieno Novecento. La prima parte della raccolta, che si compone di quattro saggi, è dedicata al periodo XVII-XIX offre già spunti estremamente interessanti ed eterogenei, utili ad avvicinare la complessità del mondo del libro, come prodotto culturale, ma anche commerciale e di consumo. Si studia infatti la circolazione libraria nella città aragonese di Huesca (M. J. Pedraza Garcia); si affrontano temi legati alla storia di genere, mettendo in luce l’importanza di figure femminili nella circolazione libraria nell’età moderna (come per l’editrice madrilena Lucia Munoz, in: Ulla Lorenzo), si studiano le rotte del commercio librario che si costruirono fra Spagna e America latina (O. Rey Castellano); infine, si considerano, prendendo in esame il caso della città di Soria, le particolari traiettorie (spesso determinate da rapporti privati) che facevano giungere i libri in città remote, sguarnite di librerie (A. Gamarra Gonzalo). La sezione centrale del libro, la più corposa, è dedicata a un tema particolarissimo e oramai centrale nella produzione spagnola sulla Storia del libro, quello della pubblicizzazione dei prodotti editoriali (il vol. qui in esame infatti è prodotto all’interno del progetto Historia de la publicidad del libro en España: siglos XV-XX, e partecipa ormai a un vero e proprio filone di studi). Gli elementi centrali di questa corrente storiografica sono ripresi nel primo fra questi saggi, quello maggiormente teorico (F. Botrel). I contributi successivi riflettono poi su casi vari, spesso molto singolari eppure estremamente eloquenti, a partire sempre dalla prospettiva sopra esposta. Sono in questo senso particolarmente significative le pagine dedicate al commercio di musica stampate nella città di Barcellona nel secolo XIX (O. Brugarolas Bonet) e quelle relative allo studio della Libreria Extranjera di Madrid, della famiglia francese Dennet (A. Penas Ruiz). Il saggio firmato dai curatori dell’opera si sofferma invece sullo studio dei biglietti da visita di alcune librerie, quello sottoscritto da Daniel Guia studia invece le strategie commerciali di un particolare editore, l’Editorial Montaner y Simon. Ancora, per l’inizio del Novecento C. Rivalan propone un dettagliato studio dei paratesti di moltissime edizioni, elementi come è noto dal grande potere pubblicitario. Particolarmente interessante infine il contributo di I. Solé, sui calendari pubblicati all’inizio dell’Ottocento dall’editore Henrich a Barcellona. La parte finale della raccolta è invece dedicata ai meccanismi della censura “contemporanea”, novecentesca. Così troviamo prezioso il saggio di J. Cornellà-Detrell per studiare la censura nel dopoguerra spagnolo, il contrabbando di libri illegali sotto franco e il ruolo dei librai in questo senso. Centrato sullo stesso periodo e contesto, ma dedicato invece a due figure specifiche, quella dell’irlandese W. Starkie, traduttore e direttore del British Council di Madrid e F. Oliver Brachfeld, un traduttore, agente letterario e scrittore ungherese, è il bel contributo di J. Mengual, che chiude l’opera. – Marco Francalanci

064-C Aoyama (Michiko), Finché non aprirai quel libro, Milano, Garzanti, 2022, pp. 234, ISBN 9788811003090, € 16. Il vol. si inserisce nel più ampio fenomeno letterario giapponese che identifica nei libri l’ancora di salvezza per la società nipponica ormai priva di riferimenti e alla ricerca di una vita più autentica. In questo caso l’arte maieutica viene esercitata da una bibliotecaria, la signora Komachi, capace di individuare il libro giusto per ognuno e di cogliere nel profondo l’esigenza dal quale la domanda è scaturita. Il romanzo si presenta come una sorta di diario collettivo e comprende cinque racconti in prima persona. Inizia Tomoka, 21 anni, «commessa di un negozio di abbigliamento per signora», originaria della provincia ma rimasta a Tokio dopo gli studi. Messe da parte le ambizioni che l’avevano portata in città, svolge una occupazione che non la soddisfa del tutto e si sente fuori luogo ovunque, anche nella vita privata. Decisa a rimettersi in gioco nel lavoro, incontra la signora Komachi, frequentando un corso di informatica presso la Community House. Insieme ai manuali necessari per il corso, la bibliotecaria le consiglia un libro illustrato nel quale due topolini di campagna realizzano un soffice pan di Spagna, grazie alla scoperta casuale nel bosco di un uovo gigante. Il libro le farà riscoprire verità importanti, come la necessità di non restare ai margini ma di “entrare nel bosco”, senza farsi schiacciare dalla frenesia e dal “rampantismo” della società che la circonda; meglio continuare a raccogliere «castagne nel folto del bosco», come i due topolini del libro, nell’attesa prima o poi di imbattersi «in un uovo incredibilmente grande». Il secondo episodio ha come protagonista Ryo, 35 anni, di mestiere contabile in un’azienda di mobili ma con la passione per l’antiquariato. Ryo vorrebbe aprire un negozio dove dedicarsi alla propria passione senza però perdere la sicurezza di un lavoro da dipendente. Grazie a un libro dedicato al mondo vegetale e all’incontro la bibliotecaria Komachi, Ryo capisce che l’apertura del negozio è conciliabile con il lavoro, diviene consapevole che il negozio non rappresenta il vero fine ma lo strumento per realizzare una aspirazione più profonda: quella cioè di essere un intermediario, di fare arrivare le cose antiche a destinazione, di far sì che «dopo un tempo infinito vengano finalmente accolte da qualcuno». La protagonista del terzo episodio è Natsumi, 40 anni, madre della piccola Futaba. Da quando è divenuta genitore, Natsumi ha visto ridimensionarsi il tempo e la tipologia del lavoro; infatti da redattrice di successo di un magazine, dopo la maternità Natsumi è stata trasferita in segreteria per svolgere lavoro d’ufficio. La cura della figlia e la perdita del lavoro che amava provocano nella giovane madre l’impressione di essere in un circolo vizioso, fino all’incontro con Komachi, che con il suo suggerimento di lettura l’aiuta a uscire dal labirinto, a trovare un lavoro in cui poter recuperare la propria vocazione alla curatela editoriale e ben conciliabile con la maternità, «coi piedi per terra e lo sguardo verso il cielo», «per far arrivare a qualcuno che è al di là di una pagina aperta una più grande “verità”». Nel quarto episodio la voce narrante è Hiroya, 30 anni, disoccupato, cresciuto senza riuscire a diventare nessuno in un isolamento che ha come unici compagni di viaggio i manga, «presenze di gran lunga più familiari dei compagni di classe». Per lui, il consiglio della signora Komachi è un libro illustrato dedicato al mondo visto da Darwin e da altri scienziati evoluzionisti. È l’inizio di una frequenza assidua della biblioteca, un ambiente in cui si sente accolto, ed è l’occasione per Hiroya per riflettere sulle sue difficoltà, sulla sua incapacità di adattarsi all’ambiente circostante, alla voglia di estinguersi senza far rumore. E invece Hiroya grazie all’incontro con Komachi e i suoi spunti di lettura riesce a uscire dal torpore e dall’isolamento, a trovare un’occupazione, a recuperare il suo estro creativo di grafico, a iniziare a vivere, davvero. Il quinto episodio è l’unico a riguardare una persona più anziana, Masao, 65 anni, un pensionato che si ritrova solo, tanto da percepire di «essere diventato un essere inutile per la società». Grazie a un corso di Go (il gioco da tavolo con pedine bianche e nere per due persone) regalatogli dalla moglie, Masao frequenta la casa della Comunità dove conosce la signora Komachi. Insieme ad alcuni manuali di gioco, la bibliotecaria consiglia un libro di poesie per ragazzi e gli dona un ‘talismano’ in lana cardata a forma di granchio; le poesie e il piccolo oggetto sono l’occasione per Masao di una profonda riflessione sul ruolo dei singoli nella società, anche grazie a un confronto meno superficiale con la figlia, libraia appassionata, finendo per condividere l’elogio dei granchi, che camminando di lato godono di una vista sul mondo più ampia, e soprattutto dei libri, dai quali origina un’autentica dimensione sociale, perché a «far girare il mondo dell’editoria non sono solo le persone che si occupano di libri per lavoro, ma soprattutto i lettori…quelli che li producono, quelli che li vendono e quelli che li leggono: i libri sono di tutti loro»: «io penso che la società sia proprio questa». – Tiziana Stagi

064-D Bartoli (Marco), Santa innocenza. I bambini nel Medioevo, prefazione di Franco Cardini, Cinisello Balsamo, San Paolo, 2021, pp. 318, ISBN 978-88-922-2552-7, € 20. I bambini sono un problema. E non si tratta solo di un problema storiografico, cui Marco Bartoli mette mano in questo bel libro. L’assunto di partenza, piuttosto, “trasuda” da ogni pagina e il lettore è chiamato espressamente a farci i conti. L’a. si muove dalla tarda antichità – la prima figura è quella di Clemente Alessandrino, per passare poi a sant’Ambrogio e sant’Agostino – fino a Dante, con un’appendice su una delle tante tragedie umane che non risparmiano i bambini: l’assedio e la presa di Otranto del 1480. I bambini sono dunque un problema e lo sono sempre stati, dall’alba dei tempi all’età di Internet e dei social networks. Lo sono perché per gli adulti – come richiama Franco Cardini nella bella prefazione – «la cosa che resta più difficile […] è prenderli per quello che sono. Perché che cosa essi siano, noi in realtà non lo sappiamo» (p. 8). Vuoi perché «le scienze dell’infanzia sono state tra le ultime a maturare» (p. 9), vuoi perché storicamente le fonti che riguardano i bambini sono poche e riportano non la loro voce, ma quella degli adulti, che sono molto spesso maschi e religiosi. Non è un caso che la riflessione sull’infanzia – da infans, senza voce – ruoti spesso intorno al commento e all’esegesi degli episodi evangelici, etimologicamente scandalosi per l’uomo medioevale, relativi al rapporto di Gesù con i bambini. «Questo lavoro […], collocandosi nella prospettiva della Storia dell’infanzia, vuol essere un contributo allo studio delle idee, ovvero delle rappresentazioni, che gli adulti si sono fatti dell’infanzia nel corso del millennio medievale» (p. 37). In accordo alle teorie aristoteliche – secondo cui il bambino non solo è il più debole tra i nati del mondo animale, ma è anche quello meno dotato, avendo, come le donne, il cervello più piccolo di quello di un maschio adulto – l’infante è irrazionale, spesso cattivo, non titolare di pieni diritti, oggetto di malversazioni e violenze operate, nella migliore delle ipotesi, con lo scopo di condurlo alla piena maturità. Il bambino, quindi, è anche un problema educativo ed è questo il punto di partenza dell’a., che lo riferisce anche nell’intervista disponibile sul Canale dei libri. In tal senso, il vol., non rivolto agli specialisti, ma comunque denso di riferimenti alti, riporta numerose testimonianze più che di fatti, di riflessioni che mostrano lo sviluppo del pensiero medioevale intorno alla figura del bambino, identificando i primi timidi germi di una svolta nella visione dell’infanzia proprio in san Francesco d’Assisi, che con l’episodio di Greccio pone l’accento su Dio che nel Natale si fa bambino, e poi in Dante, che ha il “coraggio” di mettere i bambini in paradiso, laddove una lunga e consolidata tradizione voleva che i beati avessero tutti l’età di Cristo, quella della piena maturità. I bambini sono un problema ancora maggiore quando non sono voluti o quando hanno problemi. Di fronte ai tanti ignoti e dimenticati infanticidi, Innocenzo III non solo sostenne i bambini e le donne sole, ma favorì l’Ospedale di Santo Spirito che si dotò di una regola che prevedeva la cura dei bambini proietti, cioè esposti, abbandonati. In ultima istanza, tornando alle parole introduttive di Cardini, «libri come questi, è fatale introiettarli: li leggi, e diventano parte della tua autobiografia; e ti obbligano ad allungare la lista dei conti da saldare» (p. 15). È un invito a leggere questa storia, senza confinarla nel “buio Medioevo”, ma a considerare quanto ancora non siamo capaci di guardare i bambini per quello che sono, vantandoci, nel civile Occidente, di istituzioni che servono spesso più (quando non solo) a chi ci lavora, che ai destinatari dei loro servizi. Chiudono l’indice dei nomi e un’ampia bibliografia di riferimento. – L.R.

064-E Böninger (Lorenz), Niccolò di Lorenzo della Magna and the Social World of Florentine Printing, ca. 1470-1493, Cambridge (Mass., USA)-London (UK), Harvard University Press (I Tatti Studies in Italian Renaissance History), 2021, pp. VI+209, ISBN 9780674251137, € 46,95. Preziosissimo saggio su uno dei protagonisti della tipografia fiorentina delle origini, scaturito dalle pazienti e minuziose indagini archivistiche che l’a. porta avanti da ormai quasi un ventennio sui fondi dell’Archivio di Stato di Firenze. Tale ricognizione ha già consentito a Böninger di individuare un cospicuo numero di documenti inediti e offrire alla comunità di studiosi una serie di contributi relativi ai primi stampatori e alle prime officine tipografiche fiorentine o toscane. L’attenzione è qui sulla vita e l’attività di Niccolò di Lorenzo (nei colophon delle edizioni Nicolaus Lauretii o Nicolaum Alamanum), nativo di Varsavia ma fiorentino d’adozione. Poco o nulla sappiamo della sua biografia: in passato, Roberto Ridolfi propose di identificarlo con un prete-astrologo o con un compositore attivo a Lendinara tra il 1470 e il 1471 (Contributi sopra Niccolò Tedesco, «La Bibliofilía», LVIII, 1956, pp. 1-14), ipotesi da cui l’a. prende le distanze, avendo constatato che le prime testimonianze fiorentine riferiscono un giovane Niccolò impiegato come domicellus (donzello, ossia funzionario) della Mercantanzia fiorentina tra il 1464 e il 1475. Approssimativamente in quell’anno avrebbe maturato l’idea di dedicarsi a tempo pieno alla nuova arte, forse dopo aver condotto alcuni esperimenti autonomi, che potrebbe spiegare la successiva produzione editoriale di modesta ambizione, per non dire approssimitiva. Come imprenditore Niccolò fu maldestro o consapevolmente negligente, tanto da essere a più riprese trascinato in tribunale dai suoi soci in affari (tra le tante, basterà ricordare la vicenda risalente al 1476, quando accettò di buon grado dal priore di S. Spirito 100 fiorini per stampare un’opera di Egidio Colonna, in seguito mai licenziata). La densità di informazioni raccolte in questo libro impedisce di riassumere tutte le minute novità portate alla luce dal ricercatore tedesco, ma per maggiori dettagli si può fare riferimento alla puntuale recensione di Neil Harris, An Enigmatic German Printer in Renaissance Florence: Niccolò di Lorenzo Della Magna, «The Library», 22/4, December 2021, pp. 575-85. Per meglio contestualizzare l’opera di Niccolò di Lorenzo, il cap. I (The Introduction of Printing in Florence, pp. 1-34) contribuisce a delineare un quadro sintetico dei protagonisti e delle professionalità coinvolte nel nascente comparto editoriale fiorentino, oltre a palesare inattese dinamiche economiche (la lana o i ‘panni di garbo’ utilizzati sostituiti del denaro per finanziare le edizioni!). Invece, nei successivi due capp. (Niccolò di Lorenzo Della Magna’s First Years of Activity e At the Peak of Niccolò di Lorenzo’s Carreer, rispettivamente pp. 37-68 e 71-110) si ripercorrono cronologicamente le vicende del protagonista, dai suoi primi passi come collaboratore del libraio magontino Giovanni di Pietro, alle commissioni più rappresentative che segnarono la sua carriera, dalla Commedia 1481 (ISTC id00029000, GW 7966) al De re aedificatoria 1485 (ISTC ia00215000, GW online 579), passando per le Disputationes camaldulenses di Landino ([prima del 24 dicembre 1480?]; ISTC il00037000, GW online M16839), la Geographia di Francesco Berlinghieri (14ca. 1481-82; ISTC ib00342000, GW online 3870), i Rudimenta grammatices di Niccolò Perotti (1483; ISTC ip00318780, GW online M3115310) e i Moralia di Gregorio Magno (1486; ISTC ig00435000, GW online 11438). Nella prima appendice (pp. 115-7), Böninger propone un elenco short-title (a., titolo, data di stampa) di 43 edizioni stampate o attribuite a Niccolò di Lorenzo (Dennis E. Rhodes nei suoi Annali tipografici fiorentini del 1988 ne aveva contate 47), cifra che tuttavia dovrà essere corretta a 45 per la vistosa – benché del tutto involontaria – esclusione del Ficino 1474/5 (ISTC if00150000, GW online 9878) e della Commedia 1481, di cui peraltro lo stesso a. nel 2016 aveva già contribuito a individuare nel 2016 il contratto di stampa (Þ «AB» 044-029). La seconda appendice (pp. 119-32) riporta il testo integrale di 13 documenti notarili risultati significativi per la ricostruzione delle vicende storiche, da cui emergono le notevoli doti paleografiche di Böninger, anche se altra documentazione si trova espressa in nota. La qualità della ricerca proposta è notevole e si può senza dubbio chiudere un occhio sullo stile a tratti legnoso della lingua inglese, dovuta però alla necessità di rivolgersi al pubblico internazionale dell’Harvard University Center for Italian Renaissance Studies, mentre si fatica davvero a compredere perché le note siano state sistemate dall’editore a fondo testo, per di più costellate da citazioni bibliografiche abbreviate, dunque da sciogliersi con un ulteriore rimando a una bibliografia conclusiva. Indice di nomi e cose notevoli in calce (pp. 201-9). – D.M.

064-F Books of knowledge in Late Medieval Europe. Circulation and Reception of Popular Texts, edited by Pavlína Cermanová and Václav Žůrek, Turnhout, Brepols, 2021 (Utrecht Studies in Medieval Literacy, 52), pp. XIII+376, ill. b/n, ISBN 978-2-503-59463-7, e-ISBN 978-2-503-59464-4, € 100. Con la conferenza Books of Knowledge and Their Reception (Istituto di Filosofia dell’Accademia Ceca delle Scienze di Praga, 2018) l’innovativo concetto di “libri del sapere” trova il suo spazio nella discussione storiografica. Il vol., che raccoglie gli interventi rielaborati in articoli più esaurienti, indaga l’acquisizione del sapere nel Medioevo come patrimonio sociale e come manipolazione dell’universo in senso conoscitivo, di cui il fenomeno proto-editoriale dei books of knowledge fu espressione. Nonostante la definizione non sia di immediata comprensione – non per una deficienza di precisazione operata da autori e curatori, bensì per la natura stessa del concetto, come è esplicitato dai criteri su cui il lavoro si svolge (pp. 1-9) – si rivela in quei libri mss. che furono relativamente accessibili e che superarono l’originario milieu per il quale furono concepiti, introducendo un certo campo di competenza o promettendo una presentazione riassuntiva dell’argomento prescelto; allo stesso tempo, erano i lettori a decretare se un’opera fosse potuta diventare un best-seller of knowledge. Lo studio dei testi esemplificativi del fenomeno è affidato ai contributi che compongono il vol., redigendo una rosa delle condizioni nelle quali il concetto si realizzò e conducendo una ricerca sulla distribuzione delle opere che mantiene il focus sulle Terre ceche, evitando che la proposta terminologica risulti dunque nebulosa o dispersiva. Lo pseudo-aristotelico Secretum Secretorum rivela l’apparente equivocità con l’idea anacronistica di enciclopedia (pp. 11-34) e l’assimilazione non solo accademica dell’opera (pp. 330-59). Se da una parte l’ampia circolazione del testo poteva essere sostenuta anche da disposizioni ufficiali, come testimoniò il Tribus Punctis Christianae Religionis di Tommaso d’Irlanda, allegato allo statuto sinodale di Ernesto di Pardubice del 1349 (pp. 183-202), anche gli exempla quali espedienti narrativi determinarono la multifunzionalità del testo: il Bonum universale de Apibus di Tommaso di Cantimpré superò l’originario pubblico monastico fornendo un’interpretazione allegorica della società secondo il sistema-alveare (pp. 35-57), mentre il Liber de moribus di Jacopo da Cessole comparò il gioco degli scacchi con il mondo medievale, il cui contenuto laico raggiunse diversi contesti sociali (pp. 59-83). La popolarità dell’Epistola de cura rei familiaris, trattato moralistico-didattico di letteratura yconomica pre-moderna, è attestata sia dal probabile uso come lettura di preparazione al percorso universitario sia per l’attribuzione ingannevole a san Bernardo di Chiaravalle (pp. 85-135). Anche l’Elucidarium di Onorio Augustodunense è studiato alla luce di una maggiore comprensione dei «compendia of knowledge» (p. 137), tracciando un percorso che vide il resoconto teologico al centro della riforma benedettina di Hirsau, la cui influenza si estese al panorama accademico-intellettuale (pp. 137-63). Compreso negli Accessus ad auctores, il Phylosiologus Theobaldi, versione ridotta del Physiologus, risulta invece essere il più copiato tra i bestiari medievali, basato su una sintesi di prosodia latina e insegnamenti su similitudini animali (pp. 247-74). L’Herbarium di Christianus de Prachaticz fu dimostrativo nella rielaborazione di testi pensati per un pubblico più ampio, tra cui un sistema di brevi voci alfabetiche e riferimenti incrociati (pp. 275-97). La trattazione si apre abilmente anche a quei testi non descritti come “libri del sapere”, ma la cui aspirazione fu analogamente quella di rendere disponibile e di preservare lo scibile. La Chronologia Magna di Paolino Veneto dispone la narrazione storiografica in parti diagrammatiche, tra cui la linea doctorum et scriptorum per il sapere come parte della storia mondiale (pp. 203-27). Il Chronicon pontificum et imperatorum di Martino Polono, indagine sistematica della storia del papato che assume una struttura tabulare, è preso in esame tramite la copia che si conserva in un codice miscellaneo (secondo una pratica comune alla maggior parte dei books of knowledge), i cui titoli individuali e i comuni significati sono analizzati (pp. 229-47). Gli studi sulla perspectiva sono invece analizzati tramite i codici del copista Reimbotus de Castro, rivelando versatilità della disciplina e i vantaggi per l’astronomia intesa come il culmine delle discipline del quadrivio (pp. 299-329). In chiusura del vol., gli indici dei mss., dei toponimi e dei nomi. – Ludovica Montalti

064-G Cadioli (Alberto), «La sana critica». Pubblicare i classici italiani nella Milano del primo Ottocento, Firenze, Firenze University Press, 2021, pp. 269, ISBN 978-88-5518-359-8, € 16,90. Il libro di Alberto Cadioli si articola in otto capitoli che gravitano intorno all’attività editoriale e filologica a Milano (ma non esclusivamente) nei primi decenni dell’Ottocento, non trascurando i “laboratori” o meglio le “botteghe artigianali” dove queste esperienze intellettuali hanno avuto modo di formarsi e crescere, cioè le biblioteche. Il primo capitolo (pp. 15-42) è infatti dedicato a «La Milano dei libri: biblioteche, collezionisti, imprese editoriali»; il secondo (pp. 43-72) si focalizza su «Le edizioni della Società de’ classici italiani»; il terzo (pp. 73-100) si concentra sulla «ecdotica dantesca» a Milano in età napoleonica; il quarto (pp. 101-40) analizza il rapporto tra filologia classica e filologia italiana; il quinto (pp. 141-70) indaga l’impegno di alcuni critici per restaurare il testo originario di un’opera; il sesto (pp. 171-204) vuole illustrare le vie, non sempre sicure, in verità, seguite da alcuni studiosi per «mettere a testo la volontà dell’a.», affidandosi anche alla sempre rischiosa congettura, però sostenuta, per quanto possibile, da ampie letture e da cognizioni grammaticali; il settimo (pp. 205-30) affronta il problema del passaggio «Dalla bibliografia alla filologia delle stampe»; l’ultimo, infine (pp. 231-60), tocca di «Questioni filologiche di testi antichi e moderni». Come si vede da questa semplice elencazione dei capitoli, il vol. si presenta vario e capace di suscitare interesse in diversi ambiti, dalla filologia classica alla linguistica alla filologia moderna; ciascun capitolo meriterebbe una specifica illustrazione e discussione. Rinunciando a una analisi minuta, sottolineo che mi pare assai corretta la collocazione in prima posizione delle pagine dedicate alle raccolte dei collezionisti (Archinti, Belgioioso, Giuseppe Bossi, Luigi Bossi, Giacomo Carli, Pietro Custodi, Antonio Litta, Gaetano Melzi, Giuseppe Pezzoli, Francesco Reina, famiglia Trivulzio) e a quelle delle due grandi istituzioni librarie milanesi, Biblioteca Braidense e Biblioteca Ambrosiana: furono queste biblioteche – private e pubbliche – che, assai spesso, fornirono i materiali agli eruditi della Milano di primo Ottocento; inoltre proprio a Brera operarono uomini come Lamberti, e i sacerdoti Giulio Ferrario, Robustiano Gironi, Ottavio Morali, Palamede Carpani (impegnati nell’impresa poderosa, anche se filologicamente approssimativa, della Società tipografica de’ Classici italiani) e proprio in Ambrosiana agirono studiosi come Angelo Mai, Pietro Mazzucchelli, Pietro Cighera, Carlo Amoretti. Sosto solo su due casi, davvero notevoli, che tengono alti i nomi di Ottavio Morali e Michele Colombo, nomi che spiccano (con alcuni altri, quali quelli di Lamberti, Reina, Maggi, Felice Bellotti, gran traduttore dal greco, ma frustrato editore di Parini, oltre ovviamente Gian Giacomo Trivulzio, Mazzucchelli, Monti) nel paesaggio milanese che, a mio avviso, inclina spesso all’antiquaria o a edizioni di ampio smercio o a stampe particolarmente suntuose come la Commedia del Mussi, più che non a prove di filologia testuale. Ottavio Morali (1763-1826), originario della Bergmasca, fu professore di greco e bibliotecario a Brera; l’opera però alla quale più si lega la sua memoria è l’edizione dell’Orlando furioso, pubblicata a Milano nel 1818 presso Pirotta. Cadioli così indica la nuova linea seguita da Morali (p. 146): «il nuovo punto di vista ecdotico era ampiamente messo in rilievo nella lunga “Prefazione dell’editore”, che, in più luoghi delle sue trentatré ampie pagine … poneva al centro della riflessione l’importanza della volontà dell’a.. Dopo l’edizione del 1532, scriveva Morali, non si aveva avuto “il pretto, il genuino Furioso in nessuna stampa”»; e ancora dice Cadioli (p. 148): «ciò che interessava Morali era …dar conto del testo originale, e per precisione in una delle tavole in Appendice, la Quinta, indicò le differenze (fossero anche errori di stampa) tra la sua edizione e quella del 1532, per offrire “una perfetta corrispondenza” con l’originale». Cadioli non manca di mettere in giusta luce che «nell’edizione del 1818 le lezioni modificate nel corso del tempo e nelle edizioni erano registrate minuziosamente nelle note della “Prefazione”, che si pongono come luogo della rappresentazione degli errori e del loro commento (sinteticamente gli errori vengono poi ripresi in appendice, nella Tavola 1, dove vengono dati in colonna i 300 luoghi dell’Orlando furioso presi a campione, con le lezioni che ad esse si riferiscono in dodici stampe cinquecentesche)». Giustamente lo studioso condivide il parere di Carlo Dionisotti sull’edizione curata da Morali (p. 150): «Proprio per la precisione nel riportare le varianti l’edizione del 1818 è stata definita da Dionisotti una “edizione critica”». Michele Colombo (1747-1838), trevigiano, sacerdote (negli anni del seminario si strinse in amicizia con Lorenzo Da Ponte), svolse per tutta la vita l’attività di precettore, dal 1796 in modo continuo presso la famiglia Porta di Parma dove restò fino alla scomparsa. Cadioli, pur non trascurando ampi cenni all’attività di bibliografo, scrittore, pedagogo di Colombo, sottolinea (p. 209) che, per quanto attiene alla sua «riflessione ecdotica», «gli aspetti più innovativi…riguardano la modalità con la quale esaminava le edizioni dei testi della letteratura italiana, applicando al servizio della filologia l’alta competenza bibliografica acquisita». Cadioli infatti chiarisce (p. 210) che «l’esame autoptico di una edizione (a partire dal frontespizio, dal registro, dalle segnature, dalla condizione dei caratteri), la collazione di esemplari della stessa impressione e di esemplari di edizioni diverse, la verifica della correttezza dei testi trasmessi (in rapporto agli errori tipografici, e all’originale dell’a., quando è possibile collazionarlo), l’individuazione dei codici e delle stampe dalle quali il testo è stato via via trascritto, le differenze che permettono di riconoscere edizioni contraffatte, erano gli elementi che Colombo poneva a fondamento dei suoi studi». Colombo insomma presentava tutte le caratteristiche di un precursore della bibliografia testuale. I due esempi lasciano intuire – o almeno così mi auguro – il percorso che il vol. segue muovendosi tra storia della filologia e procedure editoriali e mettendo in luce gli sforzi ecdotici (termine quest’ultimo che ritorna un altissimo numero di volte nel vol., palesando l’interesse dell’a. per le tecniche di edizione) condotti da probi eruditi e da qualche filologo testuale di vaglia, come appunto Ottavio Morali o come Michele Colombo, nei primi decenni dell’Ottocento, soprattutto (ma non solo) a Milano. Ne emerge un quadro vivace, dove ombre e improvvise luci si alternano, un quadro che invita ad approfondire le indagini e a non rinunciare al disegno di profili bibliografici e biografico-culturali sempre più puntuali degli uomini che hanno dedicato la loro vita allo studio, all’edizione, al commento dei classici greci, latini e, in particolare, italiani. – Giuseppe Frasso

064-H Cheti (Alberto), L’anno della morte di Luigi Crocetti: un racconto di biblioteconomia. Firenze, Firenze University Press, 2021, pp. 130, ISBN 9788855183468, € 13,90. Come suggerito dal sottotitolo, questo vol. intende omaggiare con una forma narrativa breve, pur restando in ambito biblioteconomico, la figura del grande bibliotecario Luigi Crocetti scomparso nel 2007, data cruciale per l’a. che si annovera tra i suoi ‘allievi’, tanto da rievocarla nel titolo liberamente ispirato al ben noto romanzo di Josè Saramago. L’accostamento tra biblioteconomia, una disciplina relativamente giovane, che ancora aspira al riconoscimento di scienza, e racconto può suscitare curiosità se non sconcerto, mentre l’ammissione del racconto tra le forme della narratologia storica è ormai piuttosto consolidato nelle discipline storiche dopo le riflessioni metodologiche imposte dalla filosofia della storia postmodernista. I due scritti di Cheti (ristampati in appendice a completare il vol.) risultano utili per comprendere l’intento dell’a. rispetto alla volontà di fornire una biografia intellettuale del suo maestro senza travisarne il pensiero, nella consapevolezza, probabilmente, di non poter trascurare lo sguardo intimamente soggettivo. Si tratta di: La montagna incantata. In ricordo di Luigi Crocetti, pubblicato una prima volta nel 2007, nel quale Cheti rievoca il corso sulla catalogazione tenuto nel 1981 da Crocetti a Castelnuovo Garfagnana che definisce «ben più di una esperienza formativa», quasi un “sanatorio” a rievocare il capolavoro di Mann; e La lezione Camalodolese di Luigi Crocetti, edito una prima volta nel 2011, dedicato invece a un’altra lezione “memorabile” dello stesso, tenutasi a Empoli nel 1980 sul tema della soggettazione e la classificazione, di cui oltre il merito dei contenuti si ricorda in particolare una «risonanza armonica duratura, che accompagnava e alimentava il desiderio di apprendimento». In questi emerge, infatti, l’esigenza di salvaguardare nel racconto storico le profonde connessioni tra realtà e testimoni della stessa, dato che, come ben espresso da una delle frasi in epigrafe (citazione da Crocetti), «cercare di definire i punti per noi caratteristici di una tradizione culturale e cercare di dipingere il nostro autoritratto». Nel primo capitolo del racconto, Una notte di fine inverno, il protagonista Giovanni C., alias dell’a., sogna il mancato addio del maestro, ricerca insieme ad altri allievi, Daniele e Laura, le ultime parole da lui mai pronunciate, ognuno ne trova in sé di diverse; è la premonizione della morte. Dopo l’introduzione alla dimensione onirica, nel capitolo Una casa in campagna, Giovanni C. ritorna nella ambientazione dove ha più volte incontrato il maestro, un “luogo della memoria” nel tentativo appunto di scrivere un ricordo, «non un necrologio, ma il racconto di un episodio, di un’esperienza singola, che manifesti i segni forti del suo insegnamento. Che racchiuda in tutta la sua profondità ed estensione la relazione con il maestro». Durante questa ricerca compare il maestro, o il suo fantasma, con il quale rievocano ricordi, e al quale denuncia l’angoscia per lo smarrimento di alcune sue lezioni, appunti, un libro rosso. Al suo ritorno nella casa di compagna, raccontato nel capitolo Il foglio di Lisbona, Giovanni C. incontra di nuovo il maestro che sta leggendo ad alta voce una pagina memorabile di Saramago, che è l’occasione per un rimando alle riflessioni cruciali sull’indicizzazione per soggetto, l’esperienza del GRIS, Casamassima ed Austin, il ‘libro verde’ per un Nuovo soggettario, le prospettive future del dibattito. È senza dubbio il capitolo più denso di teoria e spunti concettuali, nel quali vengono fissati i contributi più duraturi di Crocetti in questo ambito, il suo ruolo nella tradizione biblioteconomica novecentesca non solo italiana. Nel successivo breve capitolo Visita al cimitero, si chiarisce il contesto nel quale prendono forma (realmente) i due ricordi scritti in occasione della morte di Crocetti, riprodotti in appendice. Chiude il racconto Chiarìe del bosco, dialogo di stile socratico tra Giovanni C. e Luigi, nel corso di una passeggiata in Garfagnana: si parla di soggetti, di classificazione, della loro relazione sia sul piano teorico che pratico, con accenno di nuovo a Casamassima e la sua Lezione sulla soggettazione (l’oggetto dell’omonimo studio di Cheti), del quale il maestro illustra l’importanza nella tradizione degli studi sul tema in Italia e rivendica il proprio ruolo nella trasmissione di un pensiero nuovo, ma pur sempre debitore rispetto agli anelli che costituiscono in ogni ambito disciplinare la catena del sapere, la sua lenta conquista grazie al magistero di chi ha preceduto e al farsi maestri degli allievi, dopo un distacco, e quando riescano a trovare il loro “inizio”, che «non è mai il capo nitido e preciso di una linea, è un processo lentissimo, tardivo, che richiede tempo e pazienza perché si capisca la direzione in cui vuole andare». –Tiziana Stagi

064-I Collezionare autografi. La raccolta di Giuseppe Campori, a cura di Matteo Al Kalak – Elena Fumagalli, Firenze, Olschki, 2022 (Biblioteca dell’«Archivum Romanicum». Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia, 521), pp. 208, ill. b/n, ISBN 978-88-222-6816-7, € 30. Molti studiosi, nei loro percorsi di ricerca, hanno negli anni incrociato l’Autografoteca Campori, una delle maggiori raccolte di documenti autografi collezionati durante tutta la sua vita dal marchese Giuseppe Campori (1821-1887), ora conservata alla Biblioteca Estense di Modena. La raccolta è immensa, contiene circa 100.000 lettere autografe, più altrettanti documenti, relativi a circa 21.000 personaggi vissuti tra Medioevo e XIX secolo. La logica archivistico-documentaria ha ovviamente ceduto il passo alle ragioni collezionistiche che hanno portato Campori ad assegnare maggior rilievo al numero degli autori più che all’organicità dei documenti, per cui di ciascun personaggio sono stati collezionati pochissimi autografi (talvolta anche una sola lettera). La grandissima rosa di nomi rappresenta però la particolarità della raccolta, che diventa così una vera e propria rete di collegamento tra diverse epoche, ambiti e contesti storico-culturali. La difficoltà, però, risiede proprio nell’impossibilità di far parlare questa rete, di cui si dispongono soltanto le schedine cartacee ordinate per nome dei corrispondenti, senza la possibilità di usufruire di una mappa organica che permetta di orientarsi all’interno di questo mare magnum. È proprio per questo che ricopre immenso valore l’iniziativa di digitalizzazione che, di fatto, questo vol. vuole presentare. Le varie tappe del progetto sono illustrate dai due curatori nell’introduzione del vol. (Digitalizzare un’autografoteca: storia di un progetto, pp. VII-XI): fondamentale per la riuscita dell’impresa è stata la creazione di una équipe di lavoro di dieci ricercatori (sia di ambito umanistico che informatico) che hanno lavorato al sistema di digitalizzazione e metadatazione dei documenti che saranno riversati nella piattaforma digitale delle Gallerie Estensi (Estense Digital Library) e in quella del Centro interdipartimentale sulle Digital Humanities DHMoRe (Lodovico), partner del progetto assieme al Dipartimento di studi linguistici e culturali dell’Università di Modena. Uno strumento di assoluta rilevanza che permetterà dunque di entrare nel vivo di un tema, quello del collezionismo di autografi tra Otto e Novecento, sviluppato dai saggi che compongono la prima parte di questo libro Marco Callegari (pp. 3-16) compie un vero e proprio excursus, partendo dalla definizione propria di collezionismo per entrare poi nel dettaglio di quello degli autografi ripercorrendone la sua affermazione nell’Europa dei due secoli scorsi. I successivi tre contributi si concentrano invece su una terna di casi particolari: Paolo Vian (pp. 17-34) si occupa di Gaetano Ferraioli (1838-1890), figlio del primo marchese di Filacciano, che proseguì gli interessi bibliofili del padre collezionando mss., libri a stampa e, appunto, autografi; Antonella Imolesi Pozzi (pp. 35-58) ricostruisce le tappe della costituzione della raccolta di carteggi e documenti autografi raccolti da Carlo Piancastelli (1867-1938) e oggi conservati alla Biblioteca Aurelio Saffi di Forlì; infine Cristina Luschi (pp. 59-64) racconta le vicende della collezione della famiglia Bastogi, avviata dal Senatore del Regno d’Italia Pietro (1808-1899) e continuata con maggior profitto dal figlio Gioacchino (1851-1919). La seconda parte entra invece maggiormente nel vivo della raccolta Campori, di cui Luca Sandoni (pp. 75-102) offre un’ampia panoramica ricostruendone anche metodi e pratiche collezionistiche, mentre Rosiana Schiuma (pp. 67-74) ne ripercorre le fasi preliminari facendo luce sulla collezione del modenese Antonio Gandini (1786-1842) che, per volontà dei figli Alessandro e Ferdinando, venne incorporata quasi integralmente in quella del marchese Campori. Tra i nuclei confluiti nell’Autografoteca figura anche la consistente raccolta epistolare di Luigi Napoleone Cittadella (1808-1873), erudito e collezionista ferrarese di cui si occupa Carlo Baja Guarienti (pp. 103-16). La catalogazione integrale della raccolta Campori, oltre a favorirne una digitalizzazione organica, ha dunque permesso l’individuazione di specifici nuclei documentari: è questo il caso anche delle carte dei Gonzaga di Guastalla, sul cui archivio, in parte disperso, ragiona Marco Iacovella (pp. 135-42), delle lettere artistiche e d’artista di cui si occupa il contributo di Elena Fumagalli (pp. 143-56), con un approfondimento sui casi di committenza delle famiglie fiorentine Cerchi e della Rovere e, infine, di una lettera alla base della pubblicazione de Gli artisti italiani e stranieri negli Stati estensi dello stesso Campori, da lui erroneamente attribuita a Giovanni Battista Manni, su cui si basano le considerazioni di Matteo Al Kalak (pp. 175-92). Tra le numerose tematiche offerte dall’analisi dell’Autografoteca Campori, di grande interesse sono inoltre gli scambi epistolari (e quelli di autografi), sia con protagonista lo stesso marchese di Modena, come nel caso della corrispondenza tra Campori e l’erudito Filippo Raffaelli (1820-1898) descritta nel contributo di Giacomo Mariani (pp. 117-33), sia di personaggi terzi come il compositore Gaetano Donizetti e, presumibilmente, l’amico Innocenzo Zampieri, di cui si occupa Angela Fiore (pp. 157-73). In chiusura l’indice dei nomi. – P.S.

064-L Crossing Borders, Crossing Cultures. Popular Print in Europe (1450–1900), ed. by Massimo Rospocher Jeroen Salman Hannu Salmi, Berlin, De Gruyter Oldenbourg, 2019, (Studies in early modern and contemporary European history, 1), pp. 296, ill. b/n e col., ISBN 978-3110639513, € 90. Se attualmente abbiamo una visione chiara del panorama del materiale a stampa a basso costo in Europa, anche grazie all’ausilio tecnologico di risorse e cataloghi online, a oggi mancava ancora un’interpretazione generale di questo fenomeno, in particolare delle sue dinamiche sociali ed economiche. Consapevole di questa carenza nel campo degli studi umanistici europei, nel 2016 un gruppo di ricercatori internazionali avviava una rete di collaborazione per incentivare la ricerca sui temi della stampa e della cultura popolare. Frutto ne era il progetto "The European dimensions of popular print culture (EDPOP)”, dal nome quanto mai esplicito. La domanda chiave di questa iniziativa congiunta era di chiedersi fino a che punto si possano ravvisare somiglianze nella cultura popolare a stampa, considerando l’ampio arco temporale dall’invenzione della stampa fino al Novecento: il tentativo era di oltrepassare i limiti delle ricerche precedenti, tradizionalmente improntate a un focus di tipo nazionale. Il vol. qui analizzato, basato sui contributi di un convegno tenutosi nel 2017 a Trento che vedeva protagonista proprio l’EDPOP, rintraccia le coordinate della cultura popolare a stampa a livello europeo, mettendo in evidenza le caratteristiche comuni di un fenomeno che si è svolto e continua a svolgersi ben al di là dei confini delle nazioni. La gamma dei generi e delle categorie di stampa che possono essere analizzati in questo campo sono numerosissimi, tra cui i più studiati sono certamente i fogli di giornale, i pamphlet, gli almanacchi, i romanzi in prosa, e ogni altro materiale che condivida le caratteristiche di essere progettato per un consumo medio-basso, popolare o interclassista. Oltre alle problematiche legate all’origine, alla traduzione, all’adattamento e alla diffusione di tali generi, il progetto affronta anche l’analisi delle strutture transnazionali che si celano dietro la produzione, la distribuzione e il consumo di questi materiali. La prima sezione del vol. affronta la cultura della stampa da un’ampia prospettiva teorica, concentrandosi sull’interazione tra l’editoria e gli altri media. La recente storiografia sull’Europa preindustriale ha dimostrato infatti che non ha senso separare le modalità di comunicazione a stampa da quelle orali, acustiche, performative e manoscritte, perché tutti questi mezzi sono da sempre legati tra loro all’interno di sistemi multimediali e complessi. La seconda sezione si concentra sul tema del mercato e dei prezzi, offrendo un’esplorazione semantica, empirica e bibliografica del concetto di “economico”, a sua volta fortemente associato alla nozione di editoria popolare. La ricerca sulla categoria specifica della letteratura di massa richiama l’attenzione sulle strategie degli editori e dei librai del XIX sec. per raggiungere un pubblico ampio e nuovo. Una panoramica a lungo termine (1580-1655) dei prezzi effettivi dei libri prodotti dalla famosa casa editrice di Anversa Officina Plantiniana fornisce una prova unica della relazione tra formato, prezzo e rete commerciale. Se lo studio dei prezzi dei libri è essenziale per comprendere la cultura europea della stampa, la dispersione dei libri attraverso i confini nazionali è uno dei principali ostacoli per una ricostruzione completa del mondo tipografico della prima modernità. Sulla base di questa constatazione si apre la terza sezione, dedicata alla forma transnazionale di alcune tipologie di editoria popolare. Nasce da queste pp. un forte invito a includere all’interno della ricerca gli studi sulle traduzioni, spesso svalutati, ma che potrebbero apportare interessanti prospettive. Diversi casi di studio presentano approcci stimolanti per analizzare e mappare la diffusione oltre confine di testi religiosi, medici, cavallereschi e di intrattenimento. Particolarmente interessante per l’Italia, il fenomeno europeo dei “libri di segreti” (in realtà raccolte di ricette) iniziato nel 1529 con la pubblicazione dell’Opera nuova intitolata Dificio di ricette e rimasto popolare almeno fino alla fine del XVIII secolo. La storia della divulgazione di questo materiale dimostra come il genere medico sia stato rimodellato e trasformato per adattarsi alle differenti strategie editoriali nazionali, cercando di rivolgersi a pubblici eterogenei e differenziati. Contrariamente a quanto si pensa, le avventure oltre i confini nazionali di tali libri iniziavano spesso con una traduzione dall’italiano al latino, prima di essere tradotti in altre lingue volgari. La quarta e ultima sezione affronta l’intrigante questione di come definire un bestseller e discute la complessa connessione tra il concetto di stampa popolare e i libri di grande successo. Come dimostra a partire dal XVI sec. la rapida e capillare diffusione dei romanzi cavallereschi spagnoli tra le diverse classi sociali, molti editori e redattori europei intuirono il potenziale del fenomeno editoriale, che presto divenne una moda letteraria e un successo commerciale. Se i cosiddetti libros la caballeria sono senza dubbio un riconosciuto bestseller europeo del Cinquecento, l’almanacco italiano del Barbanera, pubblicato a partire almeno dal 1762, è un esempio spesso trascurato di libro di successo a lungo termine. L’almanacco era uno dei generi più diffusi e popolari in Europa nella prima età moderna. Una delle caratteristiche intriganti di questo materiale è la sua capacità di adattarsi e rispondere a nuove culture, lingue, pubblici e visioni del mondo. Il fatto che l’almanacco non fosse usato solo per leggere ma, grazie alla sua funzione pratica e alla sua struttura, anche per scrivere e prendere appunti, ha reso questi libretti meno effimeri di quanto ci si aspetterebbe. Gli esemplari sopravvissuti sono testimoni unici della riflessione contemporanea sulla vita quotidiana e costituiscono un bagaglio per ulteriori ricerche comparative. – Francesco Ursino

064-M Libri (I) di Bessarione. Studi sui manoscritti del Cardinale a Venezia e in Europa, a cura di Antonio Rigo Niccolò Zorzi, Turnhout, Brepols, 2021 (Bibliologia. Elementa ad librorum studia pertinentia, 59), pp. 432, 80 ill. b/n+4 ill. col., ISBN 978-2-503-58953-4, € 85. A Venezia nell’anno bessarioneo 2018 si celebrava il 550° anniversario della donatio inter vivos (1468) con cui Bessarione destinava alla Repubblica di S. Marco i suoi preziosi codici greci e latini, segnando la nascita della Marciana e consegnando all’Occidente un patrimonio culturale inestimabile. Fra le varie iniziative il 7-8 novembre aveva luogo la Giornata di studi I manoscritti bessarionei conservati fuori Venezia. L’organizzazione della biblioteca bessarionea, di cui è in qualche misura eco il vol. (anche se l’evento è citato solo tangenzialmente a p. 367). I curatori Antonio Rigo e Niccolò Zorzi organizzano sapientemente in una miscellanea a tema bessarioneo, equilibrata e ben strutturata, una selezione di undici contributi, forieri di importanti acquisizioni, riletture o affondi critici attorno ai codici del cardinale. Punto di partenza imprescindibile restano i monumenta di questo settore degli studi, in primis Lotte Labowsky ed Elpidio Mioni, costantemente ricordati dagli a., come anche le esposizioni bibliografiche Cento codici bessarionei (1968) e Bessarione e l’Umanesimo (1994) con i loro cataloghi. Rispetto ad allora, l’approccio metodologico è più raffinato, gli strumenti e le tecniche di ricerca più innovative, il plateau di conoscenze condivise più ampio e approfondito. Attraverso una pluralità di voci tutte focalizzate sulla materialità dei libri stessi, e secondo una rodata sinergia fra le discipline del libro, vengono analizzati diversi aspetti della raccolta del cardinale Niceno. In apertura si esamina la scrittura greca di Bessarione, con attenzione all’evoluzione diacronica e alle variazioni sincroniche legate all’uso (Speranzi), tema propedeutico e trasversale agli altri contributi. Tre studi si concentrano poi su mss. bessarionei attualmente conservati fuori Venezia: all’Ambrosiana (Martinelli Tempesta), alla Österreichische Nationalbibliothek (Gastgeber) e alla Bibliothèque nationale de France (Cronier). Altri tre saggi sono dedicati ad altrettante raccolte tematiche riconoscibili all’interno della biblioteca: i mss. di matematica (Acerbi), i testi di Aristotele e dei suoi commentatori (Giacomelli), la storiografia (Zorzi). Ciascuno dei quattro ulteriori contributi si concentrano su di un ms. particolarmente significativo, da un codice marciano che raccoglie materiali di studio del cardinale (Mazzon) a un ms. liturgico (D’Amelia), da un eucologio costantinopolitano (Bucca) a una miscellanea a tema uniate proveniente da Creta (Despotakis). Ne risulta una visione «d’insieme e di dettaglio» della raccolta stessa, nella quale si delineano i molteplici ruoli rivestiti da Bessarione in relazione ai suoi codici: soprattutto copista, annotatore, committente, ma anche selezionatore di un canone consegnato alla modernità. Gli articoli sono supportati da una nutrita scelta di immagini; anche a causa della loro presenza, come pure di ipertrofici apparati di note (certo necessari a un così alto livello scientifico), appare inadeguata la scelta di un impaginato a due colonne, che in un caso genera un vistoso errore nella distribuzione del testo (p. 58). A riprova della non curata rifinitura editoriale si evidenzia qualche incoerenza, refuso e dimenticanza (come i rinvii “vuoti” nelle note alle pp. 324-5). Essenziali, ma perfettamente funzionali allo scopo gli indici dei mss. e dei nomi. Resta invece elevatissimo il valore scientifico dei singoli contributi (in alcuni si pubblicano anche alcuni testi inediti), a loro volta destinati a diventare pietre miliari nella conoscenza della biblioteca che il cardinale Niceno destinò a Venezia. – E.Gam.

064-N Montanari (Anna Maria) – Eleonora Stoppino, Libri cavallereschi in prosa e in versi. Repertorio di incunaboli, Novara, Interlinea, 2022 (Studi boiardeschi, 13), pp. 371, 16 tav. col. e b/n, ISBN 978-88-6857-054-5, € 38. Introdotto dalle autrici (1. La galassia cavalleresca; 2. Il catalogo in dettaglio) e dedicato non a caso ad Antonia Tissoni Benvenuti, il vol. rappresenta una sorta di stratigrafia – ma anche un punto di arrivo, quanto alla catalogazione dei cantari e romanzi cavallereschi editi in Italia nel XV secolo – del progetto Libri cavallereschi in prosa e versi sostenuto dall’Università di Pavia (il sito LiCa PV offre però solo una versione parziale del catalogo, limitandosi infatti ancora oggi a 50 records, che hanno comunque recepito la massa dei dati ora disponibili grazie all’on line e al digitale). Ideato nel 2004 puntando a un modello di collaborazione e di lavoro in squadra, LiCa ha inteso offrire uno strumento utile allo studio del genere epico-cavalleresco, cercando pure di sostituire, stante la propria intrinseca diversità, il classico Melzi-Tosi. Dopo la battuta d’arresto nel 2009 circa, con all’attivo 151 schede relative ai tre tradizionali cicli dell’epica medievale – carolingio, arturiano e classico (in senso largo) – la ripresa dei lavori ha portato alla realizzazione definitiva del catalogo, che appunto questo vol. offre al lettore. Dal punto di vista quantitativo non si apprezzano incrementi – il numero delle schede, infatti, si conferma lo stesso – mentre sono stati aggiornati i contenuti, alla luce di nuove verifiche (in particolare delle trascrizioni di incipit ed explicit) ma soprattutto dei cataloghi on line, delle digitalizzazioni, degli studi, dei progetti e dei convegni dedicati, che hanno ampliato la bibliografia delle schede (non proprio aggiornatissima però ...; si vedano, tanto per fare qualche esempio, le schede n. 44 e 134). Dati tradizionali, insomma, sovrapposti alle nuove tecnologie, con un taglio anche diacronico. Sì, perché il vol. ha voluto conservare traccia dell’evoluzione delle conoscenze nel campo (in particolare quelle sulle stampe quattrocentesche, di cui infatti ripropone giustamente anche la catena degli studi pregressi, ad esempio quelli a fini attributivi per le sine notis; cfr. scheda n. 126 o 133), mantenendo però salda la strada tracciata dai Maestri, Pio Rajna e Carlo Dionisotti su tutti. Veniamo alla struttura del catalogo. La scheda – in forma short title – è strutturata su sedici campi (c’è un utile schema riassuntivo a p. 30) e ricorda anche graficamente quella di ISTC. Il primo campo (Sigla) individua l’edizione, basandosi sulla Intitolazione seguita dalla data di stampa – e anche dal luogo, in caso di due diverse edizioni della stessa opera pubblicate nel medesimo anno. Se l’edizione è priva di data, si includono le proposte di datazione via via avanzate, contenute anche nel campo Repertori. Segue il campo Autori (collocato al secondo posto, considerando che quasi tutte le opere sono di paternità ignota, incerta oppure adespote). Il terzo campo (Intitolazione tradizionale) contiene il titolo vulgato tratto dai repertori; l’Intitolazione (quarto campo) indica quella attestata dall’incunabolo stesso; l’Intitolazione finale (quinto campo) contiene i versi di chiusura o i dati iniziali del colophon se l’esemplare (molto spesso un unicum) è acefalo o mutilo delle carte iniziali. I dati editoriali vengono riportati nel sesto-ottavo campo (Luogo; Ed.-Tip.; Data) oppure, se mancanti, le relative ipotesi sono contenute nel campo Repertori. Il campo Descrizione (il nono) si limita a formato, cartulazione e disposizione del testo su una/due colonne, stante che da Repertori (undicesimo campo) è garantito l’accesso a una descrizione completa dell’edizione attraverso un elenco dei principali repertori (GW e ISTC in particolare). Purtroppo, però, ictu oculi la presenza di illustrazioni è inferibile unicamente dalla citazione di Sander nel campo Repertori oppure – se disponibili – compulsando eventuali digitalizzazioni. Dunque, anche solo a livello generale, il catalogo non permette di sapere quali edizioni di una stessa opera siano illustrate o meno. Il campo Forma (il decimo) presenta la trascrizione diplomatica di incipit ed explicit dell’opera, affiancati, per i cantari, dall’incipit della quinta ottava per evidenziare eventuali varianti, con interpolazioni di versi in apertura. Seguono: il citato campo Repertori, che offre anche il ventaglio di quelli specifici; il campo Esemplare di riferimento (il dodicesimo), cioè l’indicazione dell’esemplare compulsato (precisandone, nel caso, la posizione dentro la raccolta se legato con altri cantari); il campo Digitalizzazioni (il tredicesimo) che indica il sito/i siti da cui un esemplare è eventualmente consultabile on line; il campo Note (il quattordicesimo) descrive le particolarità dell’edizione, soprattutto quelle testuali; il campo Esemplari (il quindicesimo) localizza la copia/le copie superstite/i dell’edizione a partire dai dati di ISTC. Chiude la scheda il campo Bibliografia (il sedicesimo), che ne offre una specifica per ogni incunabolo. Ripartito in due sezioni (edizioni moderne disposte in ordine cronologico; studi, ordinati alfabeticamente per autori), è il campo più aperto del record perché sono già previsti (e soprattutto auspicabili, visto che si ferma al 2016) ampliamenti e integrazioni. Corredato da 16 tav. col. e da un buon apparato indicale – indice delle intitolazioni tradizionali; degli autori; dei luoghi di stampa; cronologico; dei tipografi; delle biblioteche che conservano gli esemplari di riferimento – la capacità informativa del vol. vuole porsi tra gli short titles e i repertori più specifici, per essere uno strumento agile ma non troppo sintetico, molto più attento però, va detto con chiarezza, a problemi filologico-testuali che a questioni legate alla forma con cui circolò la letteratura cavalleresca. Alla cui conoscenza il vol. ha contribuito, non c’è dubbio, se non altro facendo ordine in quel magma depistante e scivoloso. – E.G.

064-O Periodici (I) settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi. Prospettive storiche, letterarie e linguistiche, edited by Fabio Forner - Franz Meier - Sabine Schwarze, Berlin, Peter Lang, 2022 (Europa periodica. Studies on Periodicals and Newspapers, 1), pp. 595, ill., ISBN 978-3-631-84028-3. s.i.p. Questo vol. nasce da un convegno internazionale tenutosi a Verona nel 2020 (Le riviste erudite come luogo di comunicazione dei saperi: un modello per il dialogo interculturale? Prospettive storiche, letterarie e linguistiche), da cui deriva gran parte dei contributi presenti. Costituisce inoltre il primo numero della nuova collana Europa periodica. Studies on Periodicals and Newspapers ed è dedicato principalmente al giornalismo erudito europeo del XVIII secolo. La Respublica litterarum dell’epoca era connotata da una forte impronta internazionale e tale impostazione è riscontrabile anche nella struttura dell’opera, che vede la presenza di contributi in lingua inglese, francese e tedesca, oltre che italiana. Fondamentale risulta l’attenzione a due aspetti particolari, ovvero allo scambio di informazioni tra eruditi e alla segnalazione delle traduzioni di opere straniere ai lettori delle riviste. Oltre a questi temi nei saggi viene anche approfondita la dimensione storica, per esempio evidenziando i legami nei carteggi tra autori degli articoli e curatori dei periodici, offrendo così un’idea di quale fosse il modus operandi, che stava a monte della preparazione dei singoli numeri. Nella Introduzione Corrado Viola evidenzia quella che definisce «la prospettiva attualizzante», ovvero in quale misura a proposito del dialogo interculturale il modello offerto dalle riviste erudite dell’epoca possa essere non solo studiato, ma anche utilizzato ancora oggi. La versatilità di questo genere di pubblicazioni è infatti ulteriormente dimostrata dalla molteplicità degli argomenti trattati – scientifici, bibliografici, letterari, storici o altri ancora –, che trovano riscontro nel notevole numero di saggi proposti nel vol.: ventiquattro suddivisi in tre parti (Sezione storica, Sezione letteraria, Sezione linguistica) più uno come epilogo. Il tutto completato dagli indici dei nomi e dei periodici. Come già anticipato, il vol. è composto da un cospicuo numero di saggi, incentrati su argomenti di natura diversa e riferiti a differenti zone geografiche anche di aree periferiche: per questo motivo si ritiene cosa utile per il lettore riportare il sommario dell’opera. Dopo l’Introduzione di Corrado Viola (pp. 9-14) e la Prefazione dei curatori, a opera di Fabio Forner, Franz Meier e Sabine Schwarze (pp. 15-25), ecco l’elenco dei contributi: Patrizia Delpiano, Periodici, libri e traduzioni nell’Italia del Settecento. Le Efemeridi letterarie di Roma (pp. 29-48); Rudj Gorian, Prime indagini sugli estratti da periodici eruditi e scientifici italiani: dalle origini agli episodi di codificazione bibliografica del primo Ottocento (pp. 49-68); Andreas Gipper, Die Geburt der wissenschaftlichen Fachzeitschrift aus dem Geist der Übersetzung: Die Observations sur la physique, sur l’histoire naturelle et sur les arts (pp. 69-90); Alessia Castagnino, Le riflessioni sull’utilità delle traduzioni nelle riviste mediche italiane del secondo Settecento (pp. 91-113); Carlo Bazzani, Modelli comunicativi e uso di false notizie tra i patrioti italiani: il caso dei giornali di Brescia (1797-1799) (pp. 115-134); Robert Lukenda, Zwischen Europäisierung und Nationalisierung – Zeitschriften, nation-building und Übersetzungspolitik im frühen Risorgimento (pp. 135-169); David D. Reitsam, Die Querelle d’Homère in der deutschsprachigen Presse. Leipziger Zeitschriften und Kulturtransfer im frühen 18. Jahrhundert (173-194); Enrico Zucchi, Angelo Calogerà e il progetto di “compendiare i giornali oltramontani più rinomati” (1725–1727) (pp. 195-213); Giulia Cantarutti, Dal Journal des Savans d’Italie alla Antologia romana: Carteggi e manifesti editoriali (pp. 215-235); Fabio Forner, Traduzioni e giornali stranieri nel carteggio Lami-Calogerà (pp. 237-268); Flavia Palma, Presenze letterarie italiane nel Journal étranger (pp. 269-288); Paolo Bartesaghi, Estratto della letteratura europea (1758-1769), Gazzetta letteraria (1772-1776), Journal littéraire dédié au Roi (1772-1776): istituzionalizzazione della cultura scientifica nelle riviste letterarie (pp. 289-306); Eric Francalanza, Les sciences dans la Gazette littéraire de l’Europe d’Arnaud et Suard (1764-1766) (pp. 307-333); Chiara Conterno, Tra scienza e letteratura. I “Briefe aus England” di G. C. Lichtenberg nel Deutsches Museum (pp. 335-356); Rotraud von Kulessa, Studi naturalistici (antropologia, etnologia e geografia) nel Nuovo Giornale Enciclopedico: il ruolo di Alberto Fortis (pp. 357-372); Gabriella Catalano, Tradurre in rivista: il Göttinger Musenalmanach, August Wilhelm Schlegel e Petrarca (pp. 373-386); Michele Marchesi, Giovanni Antonio Ranza e L’Amico del popolo (1797-1798) (pp. 387-400); David Banks, Translations from English in the Journal des sçavans under the editorship of l’Abbé Gallois, 1666-1674 (pp. 403-424); Claudio Grimaldi, Il contributo delle riviste scientifiche francesi della fine del Seicento alla costruzione delle reti terminologiche delle discipline scientifiche (pp. 425-443); Michele Ortore, L’astronomia nel primo Settecento tra carteggi e riviste: albori dell’articolo scientifico (pp. 445-468); Gerda Haßler, Forme di rappresentazione narrativa e concettuale nella trattazione di argomenti metalinguistici nel giornalismo spettatoriale del Settecento (pp. 469-491); Sabine Schwarze, Scrivere di lingua, letteratura e filosofia con la frusta: emergenza e continuazione di una tradizione discorsiva nel giornalismo italiano (pp. 493-518); Franz Meier, Costruzioni locative e aggiustamenti strutturali nelle traduzioni franco-italiane sulle riviste scientifiche tardo-settecentesche (pp. 519-545); Raphael Merida, Politica linguistica e azione educatrice nella stampa periodica del Triennio repubblicano (1796-1799) (pp. 547-563); William Beccaro, L’attualità degli studi sui periodici del XVIII secolo: l’opinione di un ‘addetto ai lavori’ (pp. 567-574). – M.C.

064-P Reading Dante with Images. A Visual Lectura Dantis, edited by Matthew Collins, London-Turnhout, Harvey Miller, 2021, pp. 410, ill. col., ISBN 978-1-912554-50-8, € 150. La filosofia di questo bel vol. vuole far incontrare due modalità esegetiche che da secoli interessano la Commedia: la lectura Dantis e l’illustrazione. Il collegamento tra immagine e poema dantesco, la cui narrazione ovviamente si presta molto alla rappresentazione visiva, è certamente viscerale, come testimoniato sia da mss. ed edizioni a stampa sia dall’interesse che il viaggio di Dante ha suscitato in diversi artisti di ogni epoca. Indagini simili si possono incontrare anche in altre sedi, come il progetto della Columbia University Digital Dante o l’anno 5 della rivista «L’Illustrazione» uscito ovviamente nel 2021 (Þ «AB» 062-069, 062-090, 062-091, 062-106, 062-126, 062-164), ma qui l’impostazione è peculiare, definita dalla volontà di tenere una «visual Lectura Dantis» (p. 24). Infatti, il vol., dopo l’introduzione del suo curatore (Experimenting with Traditions, pp. 7-31), vede la successione di undici interventi ciascuno incentrato su un unico canto della Commedia, il cui studio muove dalla natura e diversità delle illustrazioni tramite una diversità di metodi di indagine e approcci (gli ultimi tre sono scritti da artisti!): K.P. Clarke si occupa di Inferno I (Openings and Beginnings, pp. 33-53) e sottolinea l’importanza dell’attenzione non solo estetica ma anche codicologica e paleografica nello studio dei testimoni; Gianni Pittiglio si concentra su Cerbero in Inferno VI (Una fiera crudele e tanto diversa. Cerberus Illustrated in the Early Manuscripts and Incunabula of the Divine Comedy, pp. 55-76); Michael Papio analizza più di sessanta rappresentazioni d’epoche diverse di Inferno X (Heretics in Fiery Tombs, pp. 79-115) e della figura di Farinata degli Uberti; Peter S. Hawkins tratta Inferno XXVI (Tongues on Fire, pp. 117-37) per poi concentrarsi sulle illustrazioni dell’artista contemporaneo Sandow Birk, egli stesso a. qui di un contributo; Christian Y. Dupont si concentra su Inferno XXXIII (The Power of Grief, pp. 139-71), il conte Ugolino, il mondo anglosassone e l’influenza dell’artista Jonathan Richardson il Vecchio (1667-1745); Silvia Argurio fa dialogare testo e immagini, sempre di varie epoche, di Purgatorio II (The Angel on the Water, pp. 173-202); Dario Del Puppo indaga Purgatorio V (An Experimental Visual Interpretation, pp. 205-32) tramite una lettura estetica che contempla anche la soggettività dell’interpretazione di lettori e fruitori delle rappresentazioni artistiche; Arielle Saiber chiude questa visual Lectura Dantis con un’analisi della peculiarità e difficoltà che comporta illustrare la terza cantica, analizzando i risultati diversi relativi a Paradiso XXVIII (Entruthing the Image, pp. 235-307). Gli ultimi tre capitoli sono affidati, come anticipato, a tre artisti contemporanei che hanno affrontato l’illustrazione di parti o di tutta la Commedia, mostrando così il punto di vista e l’esperienza tecnico-artistica ed esegetica non di studiosi ma di chi produce gli oggetti dello studio: si tratta del già menzionato Sandow Birk (Accidental Dantista: Los Angeles is Not Hell, New York is Not Paradise, pp. 309-33), Robert Brinkerhoff (Una selva oscura: Midlife and Metaphor, pp. 335-69) e Barry Moser (On Illustrating the Divine Comedy, pp. 373-410). Sfogliare questo vol., grazie anche alla ricchezza dell’apparato illustrativo (oltre duecento immagini) coi suoi colori, è un’esperienza sicuramente interessante ed esteticamente appagante. I diversi capitoli non trattano solo miniature o silografie, ma sono un viaggio attraverso pressoché tutte le arti visive, includendo anche la cinematografia e il fumetto, in una sorta di bel catalogo a colori che sintetizza il rapporto tra immagine e testo nella ricezione del poema dantesco. Un vero peccato che manchi un indice finale delle illustrazioni: la ricchezza, anzi, l’opulenza dell’apparato avrebbe forse meritato uno strumento riassuntivo, una bussola che ne valorizzasse appieno la preziosità. – S.C.

 

Spogli e segnalazioni

064-001 30 anni con Lithos, Catalogo 1991 – 2021, a cura di Gabriele Mistretta, Roma, Lithos, 2022, pp. 189, ill. b/n, ISBN 979-12-80197-44-3, € 10. Questo vol. celebra i 30 anni di Lithos, una casa editrice nata nel ‘91 da una scommessa dei suoi fondatori: essi puntavano a creare una “University Press” al tempo in cui le dispense ancora occupavano una parte essenziale della didattica universitaria. Nonostante i cambiamenti e le riforme nel mondo dell’Università, Lithos e la sua libreria, situata a pochi passi dalla Sapienza, sono riuscite a sopravvivere. Oggi le collane sono aumentate di numero e consistenza, ma le linee di indirizzo, le materie guida, sono sostanzialmente le stesse dagli anni novanta: la letteratura, la filosofia, la storia dell’arte, le letterature dell’Europa orientale e la storia del cinema, alle quali si sono aggiunti dei “passaggi” su politica, psicanalisi, teatro, poesia e diritto. Il catalogo nasce dalla necessità di raccogliere i dati dei diversi cataloghi commerciali e ordinare le collane da un punto di vista bibliografico: per questo motivo, le troviamo elencate in ordine alfabetico, a eccezione de’ “I Saggi”, che apre la serie. La volontà è di raccontare l’esperienza della casa editrice, ripercorrerne i passi; in tal senso molto importanti sono le testimonianze che precedono il catalogo vero e proprio, nelle quali si ritrovano i personaggi, le idee, e le azioni che si sono nel tempo incontrate in questo percorso culturale. – Ambrogio Sanelli

064-002 Abate (Emma) – Judith Olszowy-Schlanger, Manuscripta manent: “Books within Books”, an Overview, in Medieval Hebrew Manuscripts Reused as Book-bindings in Italy, edited by Mauro Perani, pp. 21-31.

064-003 Acerbi (Fabio), I codici matematici di Bessarione, in I libri di Bessarione, a cura di A. Rigo N. Zorzi, pp. 107-218.

064-004 “Affioramenti”: novità e scoperte per il libro italiano del Quattro e Cinquecento. Seconda parte, a cura di Edoardo Barbieri, «La Bibliofilía», 123, 2021, n. 2-3. Seconda parte del numero monografico della rivista dedicato alle nuove prospettive di studio del libro italiano del Quattro e Cinquecento (prima parteÞ «AB» 062). Si segnalano qui i singoli contributi. – P.S.

064-005 Aiello (Francesca), Sicilia piangente su le rovine delle sue più belle città: narrazioni e dati dalle Relazioni a stampa del terremoto del Val di Noto del 1693, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 126-40. Il contributo si sofferma su una produzione tipografica “minore”: le relazioni che trattano del devastante terremoto che colpì la Sicilia orientale nel gennaio del 1693. Si tratta di edizioni rarissime, nella maggioranza dei casi conservate in biblioteche non siciliane e rilegate all’interno di voll. miscellanei. – L.R.

064-006 Albiero (Laura), La documentation liturgique de Victor Leroquais, in Décrire le manuscrit liturgique, pp. 181-96. La lunga attività del sacerdote cattolico Victor Leroquais (1875-1946) fruttò non solo la redazione di una bella serie di cataloghi di mss. liturgici, ma anche la redazione di un gran numero di schede e appunti qui puntualmente segnalati. – Ed.B.

064-007 «All’onore di messer santo Iacopo apostolo». Mazzeo Bellebuoni e gli Statuti dell’Opera di San Iacopo (1313). Edizione del testo latino e del testo volgare secondo il codice ASPt, «Opera di san Iacopo», 237, con commentario, a cura di Giampaolo Francesconi– Giovanna Frosini – Simone Pregnolato – Stefano Zamponi, Pistoia, Società Pistoiese di Storia Patria, 2022, pp. XXI+132+37 carte di tavole, ISBN 978-88-6612-097-9, € 25. Nell’occasione del Giubileo Iacopeo 2020-2021, la Società Pistoiese di Storia Patria pubblica la riproduzione fotografica a colori dei due codici trecenteschi (latino e volgare) degli Statuti dell’Opera di san Iacopo compilati dal notaio (e letterato) Mazzeo Bellebuoni e conservati nel locale Archivio di Stato. Accompagnano la riproduzione alcuni studi introduttivi sul profilo codicologico-paleografico dei due manufatti (Zamponi), sulla storia dell’istituzione pistoiese e dei suoi statuti (Francesconi) e sulle relazioni tra il testo latino e il suo volgarizzamento (Frosini); seguono le edizioni di entrambe le versioni (Francesconi e Frosini) e un commento linguistico del testo volgare (Pregnolato). – M.G.

064-008 Allegri (Francesca), Le Gesuitesse: un nome o un insulto?, in Bellarmino e i Gesuiti a Montepulciano, a cura di M. Sodi – A. Głusiuk, pp. 49-72. Il contributo fa luce su un aspetto interessante e, forse, in parte delicato, ovvero quello legato alla storia delle Gesuitesse, movimento religioso femminile del XVI secolo. L’a. ne parla facendo un parallelismo con il fenomeno delle Dame inglesi, religiose esistenti ancora oggi, e della loro fondatrice Mary Ward. – P.S.

064-009 Altra (L’) antichità. Autorialità e testualità nella letteratura della prima età moderna / The other antiquity. Authorship and textuality in early modern literature, a cura di Irene Fantappiè Bernhard Huss, Manziana, Vecchiarelli, 2022 (Cinquecento. Testi e Studi di letteratura italiana, 65 [n.s. 29]), pp. 306, ISBN 978-88-8247-473-7, € 40. Il vol. miscelleneo – che raccoglie gli atti di un Convegno dallo stesso titolo tenutosi on line presso la Freie Universität di Berlino nel novembre 2020 – indaga un aspetto molto peculiare della ricezione dei classici nel Rinascimento europeo: i curatori, come dichiarano nell’Introduzione (pp. 7-25) hanno voluto infatti cercare ai margini della tradizione canonica dei classici ripresi in età moderna, inseguendo «la presenza di ‘altri’ autori dell’antichità nelle poetiche e nelle opere letterarie della prima età moderna» (p. 8). Su questa linea di indagine si stendono gli undici saggi che esaminano autori diversi della classicità come Luciano, Pindaro e Plauto la cui opera si interseca con quella dei medievali come Dante e dei ‘moderni’ come Ariosto, Tasso, Berni, Doni, Marino e Tassoni. – M.G.

064-010 Amadei (Angela), La biblioteca di Ian Greenlees: prime indagini sulle provenienze e marks on books, in La Biblioteca: crocevia e connessione di mondi, a cura di C. Del GraziaL. Fiasconi, pp. 81-99. L’a., aggiornando un suo precedente studio, ricostruisce la storia della biblioteca privata di Ian Greenlees (direttore del British Institute of Florence dal 1958 al 1981) donata al Comune di Bagni di Lucca. Lo studio dei segni di provenienza sui voll., insieme alle testimonianze documentarie d’archivio, permette di cogliere la complessa rete di relazioni che costituisce la collezione libraria di Greenlees, a oggi composta di oltre 20.000 voll.. – Massimiliano Mandorlo

064-011 Ammannati (Giulia), Armando Petrucci con gli occhi di una giovane allieva della Scuola, in «Scrittura e civiltà». In ricordo di Armando Petrucci, a cura di C. Bologna, pp. 9-13. Ricordo personale di Armando Petrucci durante gli anni del suo magistero alla Scuola Normale Superiore di Pisa. – Anna Bellettini

064-012 Andria (Marcello), Biblioteche accademiche e collezioni private: il caso del Fondo Marinari dell’Università di Salerno, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di Anna Bilotta, pp. 33-42. Contributo che offre una ricognizione del fondo librario appartenente ad Attilio Marinari (saggista, filosofo e critico, nonché studioso di De Sanctis di Vincenzo Padula) e alla moglie Dora Tomasone, costituito da 4.700 unità bibliografiche (perlopiù voll. novecenteschi, più rari i voll. antichi) devoluto alla comunità accademica dell’Università di Salerno nel 2014 per volontà di Enzo Marinari, figlio di Attilio, oggi professore ordinario di Fisica teorica all’Università “La Sapienza” di Roma. – D.M.

064-013 Angelini (Alessandro), Gian Lorenzo Bernini e “Il busto del Bellarmino dal naturale” nella chiesa del Gesù a Roma, in Bellarmino e i Gesuiti a Montepulciano, a cura di M. Sodi – A. Głusiuk, pp. 165-78. Attraverso alcune considerazioni sulla cosiddetta ‘arte dei gesuiti’, il contributo si occupa della descrizione del Busto del cardinale Roberto Bellarmino di Gian Lorenzo Bernini nella chiesa del Gesù a Roma. – P.S.

064-014 Antonelli (Roberto), Armando Petrucci e la letteratura italiana, in «Scrittura e civiltà». In ricordo di Armando Petrucci, a cura di C. Bologna, pp. 27-32. L’a. sottolinea le importanti acquisizioni di Armando Petrucci nel campo degli studi di storia della letteratura italiana, a partire dal ricordo personale di un seminario tenuto nel 1982 all’Università di Roma, in cui Petrucci dimostrò che la grafia della grande antologia lirica del Vat. lat. 3793, esemplato a Firenze fra fine Duecento e inizi Trecento, era da riconoscere come di tipo mercantesco. L’a. ricorda inoltre l’intensa collaborazione di Petrucci con la Letteratura italiana Einaudi, e la sua adesione al carattere tematico, trasversale e diacronico del progetto einaudiano. – Anna Bellettini

064-015 Arcangelo (Caterina), Le riviste piemontesi dell’Ottocento: un aspetto della fortuna di Giuseppe Baretti (con una postilla su Gobetti), in Letteratura e giornalismo. IV. Giuseppe Baretti e il giornalismo dei secoli XVIII-XIX, a cura di Marcheschi, pp. 109-30. Si passano in rassegna le edizioni ottocentesche delle opere di Baretti, sintomo della fortuna dello scrittore torinese, e le molte riviste che in suo onore si intitolarono «La frusta» o proprio «Il Baretti», la più celebre delle quali fu quella diretta da Piero Gobetti. – L. Ma.

064-016 Ardolino (Enrico), Tra libri, ebrei e convertiti: sulle tracce della biblioteca di Giulio Bartolocci (con il censimento degli esemplari conservati presso la Biblioteca nazionale centrale di Roma), in Bibliografia e cultura, a cura di E. P. ArdolinoD. Baldi, pp. 47-78.

064-017 Avallone (Eleonora) – Raffaella Maria Zaccaria, Carlo Del Grande e la sua biblioteca nell’Università degli studi di Salerno: dalla dispersione al recupero (virtuale), in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 43-52. Saggio dedicato al fondo librario di Carlo Del Grande, docente universitario e studioso di letteratura greca e bizantina, custodito inizialmente presso la Biblioteca della Facoltà di Lettere e Filosofia e in seguito smembrato e dislocato in più sedi. Si è potuto risalire alla consistenza della biblioteca grazie alla recente scoperta di cinque registri inediti allegati alla pratica concernente l’acquisto presso l’Archivio storico dell’Università degli studi di Salerno. – D.M.

064-018 Bailo Benito (Lorena), Dieciséis ejemplares de la biblioteca de José Duaso y Latre (1775-1849) localizados entre los fondos de la Biblioteca Nacioñal de España, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 8, 2022, pp. 151-62. Si ricostruisce la vicenda di José Duaso y Latre, prete ed economista, attraverso l’analisi di alcuni libri facenti parte della sua biblioteca, oggi individuati tra le collezioni della Biblioteca Nacioñal de España, da tempo impegnata in un progetto di rilevazione delle provenienze. Corredano il pezzo 10 ill. col. e b/n. – E.G.

064-019 Baldacchini (Lorenzo), La stampa e la “riproducibilità tecnica”, in Cardinal (Il) Bessarione Abate a Casteldurante, a cura di M. MenatoF. Paoli, pp. 67-75. Sulla transizione dal libro manoscritto al libro stampato, con osservazioni su illustrazione, prezzi, circolazione e modalità di lettura. – E.Gam.

064-020 Baldi (Diego), Il ruolo di Conrad Gesner nella storiografia bibliotecaria, in Bibliografia e cultura, a cura di E. P. ArdolinoD. Baldi, pp. 21-46.

064-021 Barbieri (Edoardo R.), Il cardinale Bellarmino e i suoi libri. Note sulla fortuna editoriale di un autore gesuita, in Bellarmino e i Gesuiti a Montepulciano, a cura di M. Sodi – A. Głusiuk, pp. 89-104. Tra il mare magnum di edizioni di Roberto Bellarmino (l’OPAC del Servizio Bibliotecario Nazionale indica più di 1.300 opere attribuite al gesuita), l’a. si concentra su alcune delle sue pubblicazioni, concentrandosi in particolare sullo sforzo bibliografico operato dai suoi confratelli alla fine dell’Ottocento e offendo alcune considerazioni che aiutano a tracciare il profilo intellettuale del gesuita poliziano – P.S.

064-022 Bareham (Tony), George Crabbe’s The Library, in La Biblioteca: crocevia e connessione di mondi, a cura di C. Del GraziaL. Fiasconi, pp. 145-62. L’a. esplora il topos della biblioteca attraverso un’analisi del poema The Library (1781) del poeta inglese George Crabbe (1754-1832), in cui sono rintracciabili i principali nuclei immaginativi e concettuali del suo universo letterario. – Massimiliano Mandorlo

064-023 Bartal (Renana), Reading the Meditationes on the Mount of Light, Perugia, in The Meditationes Vitae Christi Reconsidered, pp. 111-28. L’a. analizza il ms., Oxford, Corpus Christi College, 410, largamente illustrato da belle miniature, proponendone la collocazione nel contesto del monastero delle clarisse di Santa Maria di Monteluce a Perugia agli inizi del XIV sec. – Ed.B.

064-024 Bartoli Langeli (Attilio) - Antonio Ciaralli - Marco Palma, Perpetuare Petrucci, in «Scrittura e civiltà». In ricordo di Armando Petrucci, a cura di C. Bologna, pp. 63-71. Il saggio passa in rassegna le riedizioni di scritti di Armando Petrucci dal 2018 in poi, elencando quelle pubblicate e quelle ancora in preparazione. – Anna Bellettini

064-025 Bažant (Vojtěch), Reading the Early Church: A Witness from Kutná Hora of the Chronicon pontificum et imperatorum by Martin of Opava, in Books of knowledge in Late Medieval Europe. Circulation and Reception of Popular Texts, pp. 229-47 Þ rec. «AB» 064-F.

064-026 Bellarmino e i Gesuiti a Montepulciano. Studi in occasione del IV centenario della morte di San Roberto (1621-2021), a cura di Manlio Sodi – Anna Głusiuk, Firenze, Olschki, 2022 (Studi sulle abbazie storiche e ordini religiosi della Toscana, 8), pp. 268, ill. b/n, ISBN 978-88-222-6820-4, € 35. Il vol. raccoglie gli atti della giornata di studi (Montepulciano, 16-17 settembre 2021) in occasione del quarto centenario della morte di San Roberto Bellarmino (1542-1621), dottore della Chiesa nativo di Montepulciano. Dopo la Lettera di Papa Francesco al vescovo di Montepulciano, Mons. Stefano Manetti (pp. V-VI), le Presentazioni dello stesso Mons. Manetti, del sindaco di Montepulciano Michele Angiolini e di Paolo Tiezzi Maestri, Presidente dell’Istituto per la valorizzazione delle Abbazie storiche della Toscana (pp. VII-XI) e l’Introduzione dei due curatori (pp. XIII-XX), il vol. è diviso in tre parti principali: Orizzonti (pp. 3-72), Esiti editoriali e archivistici (pp. 75-161) e Cultura ed evangelizzazione (pp. 165-266). Si schedano i singoli contributi. – P.S.

064-027 Belotti (Massimo), Popolare o pubblica? Un percorso a ostacoli, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 167-78. Riflessione sullo sviluppo delle raccolte librarie a partire dall’Italia postunitaria agli anni Ottanta del XIX secolo, frangente in cui si verificò il cruciale passaggio dalle biblioteche popolari a quelle pubbliche. – D.M.

064-028 Ben-Ammi Sarfatti (Gad), An Important Manuscript of the Mishnah in the “Italian Genizah”, in Medieval Hebrew Manuscripts Reused as Book-bindings in Italy, edited by Mauro Perani, pp. 196-200.

064-029 Bénévent (Christine) – Camille Dégez-Selves, Henri-Jean Martin à l’honneur, «Bulletin du bibliophile», 189/1, 2022, pp. 121-4. Cronaca della mostra organizzata in ricordo del grande storico Henri-Jean Martin (1924-2007) e svoltasi a Parigi, presso l’École nationale des chartes, dall’8 dicembre 2021 al 18 febbraio 2022. – L.R.

064-030 Bergantino (Giovanna), La Biblioteca del Seminario Vescovile di Padova, in Tra Oriente e Occidente. Dotti bizantini e studenti greci nel Rinascimento padovano, a cura di N. ZorziC. Giacomelli, pp. 79-80.

064-031 Bernardi (Bruno), Lettre à d’Alembert: un manuscrit majeur de Rousseau sort de l’ombre, «Bulletin du bibliophile», 189/1, 2022, pp. 97-106. Il recente acquisto (2021) in una vendita Christie’s a Parigi da parte della Fondation Martin-Bodmer di un ms. della Lettre à d’Alembert fornisce l’occasione per rivedere alcune questioni legate alla figura di Rousseau. – L.R.

064-032 Berthon (Guillaume) – Dick Wursten avec la collaboration de William Kemp, De Strasbourg à Cambridge, l’itinéraire d’un imprimeur: Rémy Guédon (1546-1553). Première partie: De Claude Garamont à Martin Bucer, autour de deux lettres de 1549-1550, «Bulletin du bibliophile», 189/1, 2022, pp. 21-49. Ampio contributo che in questa prima parte si sofferma su due importanti lettere latine (di cui si fornisce edizione e traduzione francese) scritte dal tipografo e libraio di Strasburgo Rémy Guédon: la prima (1549) a Conrad Hubert, la seconda a Martin Bucer (1550). Le missive fanno emergere le reti di contatti di Guédon e, in particolare, i suoi rapporti con il parigino Claude Garamont. – L.R.

064-033 Bertini (Severino), I torchi ereditati. Gli stampatori di Soprazzocco a Venezia tra Cinquecento e Seicento, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 29/57, giugno 2022, pp. 45-61. Sulla base di documenti veneziani, si ricostruiscono alcune vicende di tipografi originari di Soprazzocco di Gavardo (BS), attivi in Laguna tra Cinque e Seicento. – L.R.

064-034 Bertoli (Alessandro), Invito a pranzo… con Foscolo. Un incontro conviviale sulla sponda del Lario che contribuì all’affermazione del successo dei Sepolcri (e alla fine della corrispondenza amorosa con Marzia), «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 29/57, giugno 2022, pp. 177-85. Si pubblicano, con commento e inquadramento storico, due brevi lettere dell’erudito comasco Giambattista Giovio (1748-1814) a Ignazio Martignoni (1757-1814) emerse da un catalogo di una libreria antiquaria toscana e relativi a Foscolo e alle sue note vicende bresciane (amorose e letterarie). – L.R.

064-035 Bertulli (Cesare), Ludovico Caravaggi (1532-1569), la sua famiglia, il manoscritto del suo diario dal 1538 al 1569, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 29/57, giugno 2022, pp. 63-72. Si presenta la figura di Ludovico Caravaggi, membro di una famiglia di piccola nobiltà di Cellatica (BS) e i 371 fogli di cui si compone il suo Diario, conservato all’Archivio storico civico di Brescia, preziosa testimonianza di vicende storiche locali del pieno Cinquecento. – L.R.

064-036 Biagetti (Maria Teresa), La Bibliografia indicale e l’organizzazione della conoscenza, in Bibliografia e cultura, a cura di E. P. ArdolinoD. Baldi, pp. 209-18.

064-037 Biancaneve e i settenari. Antologia di poesia giocosa, a cura di Stefano Bartezzaghi, Milano-Firenze, Bompiani, 2022 (Amletica leggera, 6), pp. 208, ISBN 978-88-301-0660-4, € 17. Autore della prima storia italiana del cruciverba e docente di Semiotica della creatività presso l’Università Iulm, Stefano Bartezzaghi cura dal 2019 per Bompiani la collana Amletica leggera, erede dell’omonima collana Bompiani avviata nel 1967 da Umberto Eco. «Ridere o non ridere? Questo è il dilemma», provocava l’allora direttore. Bartezzaghi ripropone la sfida, dando vita a una raccolta di poesie dove «Si gioca, ma non si scherza. Si ride, ma non si smette di pensare». L’antologia è suddivisa in 7 sezioni, che accolgono rispettivamente componimenti di M. Ardemagni, D. Battistrada, A. Celano, G. Cossu, M. Pellitti, L. Preden e G. Varaldo. Autori e autrici si sfidano a colpi di «schemi, figure, tropi, metaplasmi, manierismi, contraintes, costrizioni, restrizioni, regole, giochi, procedimenti, macchinette combinatorie», paragonati nel Sommario delle discipline praticate a vere e proprie specialità sportive, per ciascuna delle quali si danno descrizione ed esempi. Ad accomunare i protagonisti della raccolta è la convinzione che «versificare [...], nuotando nel vasto gorgo della poesia ludica e/o sperimentale, sia il metodo più diretto e ironico per mettere in scacco l’[...] universo della poesia lirica “ispirata”». È ciò che fa di Biancaneve e i settenari una lettura godibile per addetti ai lavori e non. – Lucia Giustozzi

064-038 Bianchi (Nunzio), Petrucci alle Tremiti, in «Scrittura e civiltà». In ricordo di Armando Petrucci, a cura di C. Bologna, pp. 73-90. Il contributo tratta delle ricerche di Armando Petrucci sulle Isole Tremiti, intraprese con l’avvio nel 1952 dei lavori per la tesi di laurea, dai suoi primi studi, pubblicati su quotidiani e riviste, fino all’edizione del Codice diplomatico del monastero benedettino di S. Maria di Tremiti nel 1960. L’occasione permette una riflessione su alcuni aspetti della formazione universitaria di Petrucci alla Sapienza di Roma. – Anna Bellettini

064-039 Bianchini (Carlo) – Stefano Bargioni – Camillo Carlo Pellizzari di San Girolamo, Le voci di autorità dei nomi di persona in SBN e Alphabetica: problemi e prospettive, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 247-314. Ampio articolo che presenta i risultati di un’analisi qualitativa e quantitativa delle voci di autorità di nomi di persona di SBN. Emerge che una percentuale rilevante di esse non risponde ai requisiti, che la scelta di pubblicazione delle voci in base al livello di autorità non è adeguata agli standard e alle scelte di altre agenzie bibliografiche nazionali e che le innovazioni introdotte in Alphabetica suggeriscono l’opportunità di un cambio di prospettiva nell’organizzazione del lavoro di autorità di SBN. – L.R.

064-040 Bibliografia e cultura: studi per Alfredo Serrai, a cura di Enrico Pio Ardolino - Diego Baldi, Roma, CNR Edizioni, 2022 (Storia delle Biblioteche e Biblioteche nella storia, 4), pp.260, ill. b/n e col., ISBN 978-88-8080-346-1, € 35. Il vol. consiste in una raccolta di saggi riguardanti la storia del libro e la storia delle biblioteche (antiche e moderne) oltre che trattare di argomenti inerenti alla bibliografia, alla biblioteconomia, alla catalogazione e alla documentazione storiografica (fra cui uno degli ultimi saggi del compianto Ugo Rozzo). Chiudono l’opera gli atti della giornata di studi tenutasi l’11 gennaio 2021 alla Sapienza di Roma, evento dedicato al ventesimo anniversario della pubblicazione del vol. “La storia della bibliografia” di Alfredo Serrai, celebre bibliografo a cui è stata dedicata l’intera raccolta di saggi, il quale da sempre si è distinto per l’ampiezza dei suoi interessi storiografici e per l’accuratezza delle sue ricerche scientifiche. – Carlo Tagliabue.

064-041 Biblioteca (La) scolastica. Innovazione, insegnamento e sviluppo culturale. Prima giornata biblioteche scolastiche Associazione Italiana Biblioteche sezione Lombardia, Milano, 1 ottobre 2022, a cura di Cristina Gioia – Roberta MoroViviana Vitari, Milano, Milano Fotopoetica, 2022, pp. 23+37 tav. ill. col. f.t., ISBN 978-88-7812-360-1, s.i.p. Il vol. riporta gli interventi della prima giornata dedicata alla riflessione sulle biblioteche scolastiche proposta dalla sezione lombarda di A.I.B., seguiti da un’appendice sui finanziamenti destinati all’istruzione previsti dal PNNR e da una galleria fotografica intitolata Chiaroscuri e miraggi, che sintetizza i 17 punti dell’Agenda 2030 per le biblioteche poetiche. Il tema centrale della pubblicazione è la biblioteca scolastica nella sua doppia funzione di strumento educativo di sostegno alla didattica in aula e centro propulsivo della vita culturale del territorio: i contributi raccolti indicano una serie di azioni per aumentare l’efficacia dei servizi bibliotecari scolastici, in particolare impartire una formazione adeguata ai docenti che dovranno gestirle, mettere a disposizione un bacino di risorse che rispecchi le effettive esigenze degli utenti e rendere ogni struttura parte di un network organizzato e collaborativo. – Francesca Affer

064-042 Biblioteca (La): crocevia e connessione di mondi, a cura di Camilla Del Grazia Linda Fiasconi, Pisa, Edizioni ETS, 2021, pp. 341, ill. b/n, ISBN 978-88-467-6102-6, € 30. Il vol., curato da due giovani studiose dell’Università di Pisa, raccoglie gli atti del XIII Convegno Internazionale della Fondazione culturale “Michel de Montaigne”, sviluppando intorno al complesso concetto di “biblioteca” una riflessione trans-disciplinare che spazia dalla storia evolutiva dell’istituzione bibliotecaria alla sua valenza socio-culturale e metaforica, accogliendo contributi di diversi ambiti disciplinari che indagano la “biblioteca” come luogo reale e simbolico di interconnessioni. Il vol., aperto da una prefazione di Laura Giovannelli e dall’introduzione delle curatrici, è articolato in cinque sezioni tematiche che sviluppano, sotto una lente multidisciplinare, una ricognizione nel mondo delle biblioteche che intreccia riflessioni su patrimoni librari e archivistici, mostre bibliografiche, archivi digitali e analisi letterarie. Il vol. è schedato sotto i singoli contributi. – Massimiliano Mandorlo

064-043 Biblioteca (La). Crocevia e connessione di mondi, a cura di Camilla Del Grazia – Linda Fiasconi, Pisa, ETS, 2021 Þ rec. Enrico Pio Ardolino, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 471-5.

064-044 Bibor (Máté) – Katalin Németh – Péter Kiszl, Italian codices in Eötvös Loránd University Library, Budapest, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 40-111. La Biblioteca dell’Università Eötvös Loránd di Budapest, che quest’anno celebra il 460° anniversario di fondazione, è una delle più antiche biblioteche pubbliche in Ungheria. Qui, grazie alla donazione del sultano Abdul Hamid II (1877), hanno fatto ritorno 12 mss. della leggendaria raccolta di Mattia Corvino. – L.R.

064-045 Bilotta (Anna), Infrastrutture sociali e sostenibili: per un’agenda delle biblioteche, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 393-406. Con l’approvazione delle Nazioni Unite dell’Agenda 2030, l’a. analizza ripercorre le tappe fondamentali della riflessione italiana (ma non solo) sul rapporto tra biblioteche e sostenibilità, anche in rapporto al mondo digitale. – D.M.

064-046 Blair Moore (Kathryn), Shared sacred spaces in the Holy Land, in The Cambridge Guide to the Architecture of Christianity, vol. 1, General Editor Richard A. Etlin, Associate Editors Ann Marie Yasin – Stephen Murray, pp. 489-94. L’articolo si trova all’interno di un poderoso vol. (diviso in due tomi, uscito per i tipi della Cambridge University Press) interamente dedicato all’architettura cristiana in differenti aree geografiche e periodi storici, dall’età antica a quella contemporanea. L’a. del saggio offre una breve ma puntuale panoramica sugli spazi sacri (anche interreligiosi, sebbene non sempre pacificamente condivisi) in Terra Santa, da Gerusalemme ad Acri, passando per Nazareth, Damasco, Saydnaya… In fine, un’ampia bibliografia. – Ar.L.

064-047 Blažek (Pavel) – Barbora Řezníčková, The Pseudo-Bernhardine Epistola de cura rei familiaris and its Reception in Medieval Bohemia and Moravia, in Books of knowledge in Late Medieval Europe. Circulation and Reception of Popular Texts, pp. 85-135 Þ rec. «AB» 064-F.

064-048 Bologna (Corrado), Petrucci e Cardona fra paleografia e antropologia della scrittura, in «Scrittura e civiltà». In ricordo di Armando Petrucci, a cura di C. Bologna, pp. 111-23. Il contributo definisce l’antropologia storica della scrittura di Armando Petrucci, e analizza il suo rapporto con lo studioso di linguistica Giorgio Raimondo Cardona, a lui molto vicino per amicizia e condivisione di progetti, idee, ricerche e pratiche didattiche. – Anna Bellettini

064-049 Borraccini (Rosa Marisa), «Spiacemi dirlo, ma il dovere me lo impone»: indagine e riflessioni di Filippo Raffaelli su lettori e libri della Biblioteca comunale di Fermo (1884), in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 179-88. Contributo dedicato all’analisi della ricognizione statistica sul numero di frequentatori e sulle loro letture effettuata nel 1884 da Filippo Raffaelli, storico direttore della Biblioteca fermana, da cui emerge una modernità di sguardo, proiettato sull’uso quantitativo e qualitativo delle risorse bibliografiche come parametro per la valutazione dell’efficacia del servizio erogato a vantaggio della comunità. – D.M.

064-050 Borracini (Rosa), Della lettura nel doppio aspetto della utilità e del piacere: l’elogio di Tommaso Maria Borgetti (1836), in Bibliografia e cultura, a cura di E. P. ArdolinoD. Baldi, pp. 83-96.

064-051 Botrel (Jean-François), Les images et l’évolution de la lecture (France, Espagne, XIXe siècle), in Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), sous la direction de L. Braida – B. Ouvry-Vial, pp. 45-75. Soffermandosi sulla Francia e la Spagna degli anni 1830-1840, periodo che vede diverse trasformazioni nella produzione del libro, il saggio analizza i cambiamenti apportati alle modalità di lettura dalla più massiccia presenza di immagini nei testi a stampa. – L.R.

064-052 Boulton (Maureen), Contemplation in the French and Occitan Versions of the Meditationes Vitae Christi, in The Meditationes Vitae Christi Reconsidered, pp. 75-98. Le diverse versioni di area francese derivano tutte dal testo latino tendendo ad abbreviarlo. – Ed.B.

064-053 Braida (Lodovica) – Brigitte Ouvry-Vial, Avant-propos, in Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), sous la direction de L. Braida – B. Ouvry-Vial, pp. 7-9. Le curatrici del vol. ne sottolineano il valore, soprattutto in termini di approcci diversi forniti dagli studiosi coinvolti nel progetto. L’interdisciplinarietà tra storici, storici del libro e della cultura conduce a nuove acquisizioni in un ambito di studi non semplice e relativamente giovane nel panorama delle discipline del libro. – L.R.

064-054 Braida (Lodovica) – Brigitte Ouvry-Vial, Textes, formes, lectures en Europe: pour conclure, in Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), sous la direction de L. Braida – B. Ouvry-Vial, pp. 355-62. Riprendendo le molte acquisizioni emerse nel vol., le curatrici propongono un rilevante status quaestionis degli studi di storia della lettura, mostrando come, negli ultimi anni, la prospettiva sia stata decisamente ampliata, con spunti di grande interesse e assoluta rilevanza. – L.R.

064-055 Braida (Lodovica), Livres à lire et à oublier. Les romans en Italie au XVIIIe siècle, in Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), sous la direction de L. Braida – B. Ouvry-Vial, pp. 249-65. Il saggio si sofferma sulle condizioni di lettura dei romanzi nell’Italia del Settecento. Si tratta di un genere che ha faticato ad affermarsi a causa dell’avversione della censura ecclesiastica e dell’establishment culturale locale. – L.R.

064-056 Brumana (Biancamaria), I Gesuiti e la musica in Toscana. L’oratorio “Le Glorie nel nome di Giesù” di Giuseppe Fabbrini, in Bellarmino e i Gesuiti a Montepulciano, a cura di M. Sodi – A. Głusiuk, pp. 179-217. Il contributo tratta il tema della musica dei gesuiti in Toscana con un approfondimento sull’oratorio Le Glorie nel nome di Giesù di Giuseppe Fabbrini, la cui appartenenza all’ordine dei gesuiti è testimoniata dalla sua partecipazione a una raccolta di musiche dedicata a Sant’Ignazio di Loyola pubblicata a Bologna nel 1695. – P.S.

064-057 Bucca (Donatella), L’ «Euchologium Bessarionis» Crypt. Γ.Β.I: note paleografiche, codicologiche, testuali, in I libri di Bessarione, a cura di A. Rigo N. Zorzi, pp. 367-404. Þ «AB» 064-M.

064-058 Bugliani (Paolo), Hours in a “Large and Quite Unexpurgated” Library: Virginia Woolf’s Early Essayistic Apprenticeship, in La Biblioteca: crocevia e connessione di mondi, a cura di C. Del GraziaL. Fiasconi, pp. 179-200. L’a. delinea la relazione della scrittrice Virginia Woolf con la biblioteca del padre Sir Leslie Stephen, esaminando in particolare l’influenza dell’universo librario paterno sulla produzione saggistica dell’a.. – Massimiliano Mandorlo

064-059 Burkhardt (Julia), A Handbook for Everyone? Thomas of Cantimpré’s Book of Bees and Its Circulation in Late Medieval Europe, in Books of knowledge in Late Medieval Europe. Circulation and Reception of Popular Texts, pp. 35-57 Þ rec. «AB» 064-F.

064-060 Caldelli (Elisabetta), Quando Manus Online incontra i manoscritti liturgici, in Décrire le manuscrit liturgique, pp. 199-208. Anche su input della CEI, Manus on line ha prodotto un progetto dedicato al ms. liturgico: se ne illustra la struttura che forse però verrà modificata dall’incipiente progetto Alphabetica (vedi in questo «AB» il Postscriptum). – Ed.B.

064-061 Califano (Maria Rosaria), Liberābit: un progetto di biblioteca digitale, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 248-60. Contributo che illustra caratteristiche tecniche e finalità del progetto Liberābit, nascente biblioteca digitale dell’Università degli studi di Salerno, la cui denominazione scaturisce dalla crasi tra la parola latina liber (libro) e il neologismo anglosassone bit (unità di base dell’informazione in informatica), creato con l’obiettivo di “liberare” la storia, la conoscenza e la documentazione bibliografica. – D.M.

064-062 Campanini (Saverio), Fragments of Kabbalistic Works from the “Italian Genizah”: An Updated Survey, in Medieval Hebrew Manuscripts Reused as Book-bindings in Italy, edited by Mauro Perani, pp. 361-76.

064-063 Campopiano (Michele), Armando Petrucci professore in Normale, in «Scrittura e civiltà». In ricordo di Armando Petrucci, a cura di C. Bologna, pp. 15-25. L’a. rilegge i programmi dei corsi di Armando Petrucci a Pisa e gli appunti personali presi durante le lezioni alla fine degli anni ‘90, e sottolinea la profonda connessione tra la metodologia di Petrucci come studioso e il suo approccio come docente. Anna Bellettini

064-064 Canfora (Luciano), Destino della biblioteca di Aristotele, in Bibliografia e cultura, a cura di E. P. ArdolinoD. Baldi, pp. 9-10.

064-065 Cannon (Joanna), The Writer as Viewer: Recollecting Art in the Text of the Meditationes vitae Christi, in The Meditationes Vitae Christi Reconsidered, pp. 199-223. Oltre che generatore di narrazione iconografica, il testo delle Meditationes è anche frutto di una mediazione iconografica: l’arte sacra coeva ha cioè influenzato la costituzione e testo? – Ed.B.

064-066 Capaccioni (Andrea), La transizione digitale, le biblioteche universitarie e l’umanistica digitale, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 260-8. Contributo che propone un’articolata riflessione sulle linee di sviluppo delle digital libraries e digital humanities, alla luce del recente Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), approvato al Governo italiano nella primavera del 2021. – D.M.

064-067 Capriolo (Giuliana), “Sotto le coperte”: tracce di cultura antica e tardo-antica da frammenti manoscritti, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 53-66. Sulla scorta degli studi in area campana e salernitana dedicati alla cosiddetta “frammentologia” (ovvero lo studio di antichi frammenti testuali conservatisi come membra disiecta o più spesso come materiali di riuso di legature sia librarie che notarili), l’a. riporta la scoperta di alcuni frammenti virgiliani ritrovati in alcuni voll. dalla Biblioteca del Convento di Nocera Superiore, di Cassiodoro dalla Biblioteca Provinciale di Salerno e dello Pseudo Asconio dai protocolli dell’Archivio di Stato di Salerno. – D.M.

064-068 Capristo (Annalisa) – Giorgio Fabre, Il registro. La cacciata degli ebrei dallo Stato italiano nei protocolli della Corte dei Conti 1938-1943, prefazione di Michele Sarfatti, con un saggio di Adriano Prosperi, Bologna, Il Mulino, 2018 Þ  rec. Francesca Nepori, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 504-8.

064-069 Caproni (Attilio Mauro), Il coraggio di sapere. La bibliografia e il suo infinito intrattenimento, a cura di Filippo Puddu, prefazione di Piero Innocenti, Manziana, Vecchiarelli, 2021 Þ  rec. Chiara De Vecchis, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 515-20.

064-070 Caproni (Attilio), Sapere aude (diceva Kant): la Bibliografia, un ordine del discorso del XXI secolo?, in Bibliografia e cultura, a cura di E. P. ArdolinoD. Baldi, pp. 189-93.

064-071 Cardinal (Il) Bessarione Abate a Casteldurante e Federico da Montefeltro, a cura di Marco MenatoFeliciano Paoli, con un contributo di Alfredo Serrai, Urbino, QuattroVenti, 2022, pp. 213, ill. col., ISBN 9788839210401, s.i.p. Catalogo della mostra allestita nel Palazzo Ducale di Urbania (antica Casteldurante) per il sesto centenario dalla nascita del Duca Federico (1420-1482), di cui approfondisce il rapporto con Bessarione, che vi fu abate nel 1445-1468. È schedato sotto i singoli contributi. – E.Gam.

064-072 Carreño Velázquez (Elvia), De la oscuridad a la luz: los Scriptores astronomici veteres de Aldo Manzio, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 8, 2022, pp. 27-49. Prendendo le mosse dalla traduzione aldina delle parti preliminari dell’opera (Venezia, Aldo Manuzio, 1499; ISTC if00191000), l’a. ne illustra progetto e caratteristiche editoriali, così come analizza rilevanza e tipologia delle fonti manoscritte alla base del testo passato poi a stampa. – E.G.

064-073 Carvajal González (Helena), El Repertorio Iconográfico del Grabado Medieval Hispano: objetivos y retos, in Abriendo historias, editado por H. Carvajal González, pp. 10-24 Þ «AB» 064-A.

064-074 Castagnino (Alessia), «Le besoin de traduction». Lecteurs, éditeurs et stratégies de traduction en Italie au XVIIIe siècle, in Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), sous la direction de L. Braida – B. Ouvry-Vial, pp. 111-28. Diversi studi, in vari settori, dimostrano che la traduzione non definisce solo la fortuna di un testo, ma si inserisce in un più complesso meccanismo comunicativo, che travalica i confini nazionali e linguistici. Soffermandosi sull’Italia del Settecento, l’a. presenta diversi casi in cui si intrecciano le figure dei traduttori, degli editori, ma anche degli stessi lettori. – L.R.

064-075 Castellucci (Paola), Le biblioteche del futuro, secondo Lick, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 407-18. Ampia riflessione sulla biblioteca del futuro (la Rete) impostata su una rilettura del pensiero di Joseph “Lick” Licklider (1915-1990), tra le più importanti figure per la storia dell’informatica del XX secolo. – D.M.

064-076 Castellucci (Paola), Poetica della retroazione: rileggendo Wiener (e Pynchon), in Bibliografia e cultura, a cura di E. P. ArdolinoD. Baldi, pp. 139-54.

064-077 Castillo Gómez (Antonio), Ideologia y cultura escrita en Armando Petrucci, in «Scrittura e civiltà». In ricordo di Armando Petrucci, a cura di C. Bologna, pp. 91-110. Il contributo analizza il rapporto tra la cultura scritta e l’ideologia della società che la produce, utilizza, distribuisce e conserva nell’opera di Armando Petrucci da tre punti di vista: la materialità della scrittura come espressione delle ideologie politiche o culturali; il legame tra alfabetismo e potere; e il rapporto tra ideologia e processi di memoria scritta nelle diverse società e fasi storiche. – Anna Bellettini

064-078 Castronuovo (Antonio), Scibile a scaffale, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 417-23. L’a. descrive la propria passione per i libri e la funzionalità della propria biblioteca privata allo studio e alla ricerca. – L.R.

064-079 Cavallaro (Cristina), Fra le carte e i libri di Gioele Solari: tracce, pretesti. I fondi personali come fonte per la storia delle biblioteche, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 189-98. Contributo dedicato al fondo librario e archivistico appartenuto a Gioele Solari, filosofo del diritto durante il Ventennio fascista, acquisito dall’Università di Torino all’indomani della sua morte nel maggio 1952. Dalle carte lì conservate, emergono tracce di ulteriori raccolte librarie, come quella dell’ex Istituto Giuridico Torinese, del Dipartimento di Culture, politica e società dello stesso ateneo, del filosofo Piero Martinetti e dello storico del diritto/bibliofilo Federico Patetta. – D.M.

064-080 Celora (Eleonora) – Laura Albiero, La base des données Iter Liturgicum Italicum, in Décrire le manuscrit liturgique, pp. 209-18. È tracciata la storia del progetto ideato da Giacomo Baroffio (oggi gestito da IRHT) e le prospettive del suo sviluppo. – Ed.B.

064-081 Celora (Eleonora) – Laura Albiero, Pour un protocole de description des manuscrits liturgiques, in Décrire le manuscrit liturgique, pp. 221-322. Viene proposto una sorta di manuale-modello per la descrizione del ms. liturgico, fornendo molti esempi: in appendice discussione sul trattamento dei frammenti, sugli usi liturgici dei singoli ordini, sulla terminologia specifica. – Ed.B.

064-082 Cermanová (Pavlína) Václav Žůrek, Book of knowledge – Late Medieval Central Europe and Beyond, in Books of knowledge in Late Medieval Europe. Circulation and Reception of Popular Texts, edited by P. CermanováV. Žůrek, pp. 1-9 Þ «AB» 064-F.

064-083 Cermanová (Pavlína), Sharing Academic Knowledge: Commentaries on the Secretum secretorum, in Books of knowledge in Late Medieval Europe. Circulation and Reception of Popular Texts, edited by P. CermanováV. Žůrek, pp. 330-59 Þ «AB» 064-F.

064-084 Cesana (Roberta), «Per un grande riparto popolare degno della casa editrice Mondadori»: prime indagini intorno a Ettore Fabietti come intellettuale editore, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 67-80. Ricostruzione dell’attività editoriale di Ettore Fabietti, storico organizzatore delle biblioteche popolari milanesi e coordinatore della Federazione italiana delle biblioteche popolari, ricostruite anche grazie allo studio della corrispondenza tra lo stesso Fabietti con gli editori Mondadori, Barion e Bietti. – D.M.

064-085 Chartier (Roger), Armando Petrucci, l’histoire du livre et la New Bibliography, in «Scrittura e civiltà». In ricordo di Armando Petrucci, a cura di C. Bologna, pp. 125-35. Il saggio analizza il rapporto stabilito da Armando Petrucci tra la paleografia e la storia globale della cultura scritta, e sottolinea similitudini e differenze con la “New bibliography”, la sociologia dei testi e “l’histoire du livre” francese, così come fondata da Lucien Febvre e Henri-Jean Martin. L’a. si sofferma sull’importanza data da Petrucci alla storia della lettura nella prospettiva di una storia della scrittura. – Anna Bellettini

064-086 Chartier (Roger), Cartes et fictions (XVIe-XVIIIe siècle), Paris, Éditions du Collège de France, 2022, pp. 111, ill. col. e b/n, ISBN 978-2-7226-0585-5, € 24. Da Tolkien (Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli) a Lewis (Le Cronache di Narnia), la letteratura novecentesca ci ha abituati all’utilizzo di mappe e carte geografiche dei mondi – reali o, più di frequente, immaginari – raccontati nei libri. Questo studio di Chartier si concentra invece sull’inserimento di questi strumenti illustrativi nelle edizioni della prima età moderna, tra XVI e XVIII secolo. Nonostante fossero considerate in apparenza superflue (le parole erano da sole in grado di creare immagini mentali dei territori descritti) e le capacità e i costi di stampa non fossero da sottovalutare, l’indagine dimostra come anche nei primi secoli dell’epoca moderna le mappe hanno spesso accompagnato le opere letterarie. In particolare, partendo dagli itinerari di Don Chisciotte fino alle edizioni veneziane di Ariosto e Petrarca, l’analisi dell’a. ricostruisce qui due diverse genealogie: una inglese (dai Viaggi di Gulliver all’Utopia di Thomas More) e una francese, più allegorica, che trae origine dalla Carte de Tendre inserita nella Clélie di Mademoiselle de Scudéry. – P.S.

064-087 Chartier (Roger), Contraintes textuelles et libertés des lecteurs, in Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), sous la direction de L. Braida – B. Ouvry-Vial, pp. 11-28. Forma e significato sono concetti chiave per le ricerche di storici del libro, dei testi e della lettura. Il saggio mostra come le modalità di presentazione dei testi intreccino la ricezione del messaggio, con variabili imprevedibili se si sviluppa l’osservazione in senso diacronico. – L.R.

064-088 Chatelain (Jean-Marc), Éditorial, «Bulletin du bibliophile», 189/1, 2022, pp. 3-4. Viene presentato il nuovo redacteur en chef, Rémi Jimenes, sottolineando le responsabilità del ruolo, ma anche il valore di chi l’ha ricoperto negli ultimi anni. – L.R.

064-089 Chatelain (Jean-Marc), Hommage à Jean Viardot (1924-2022), «Bulletin du bibliophile», 189/1, 2022, pp. 109-16. Un ricordo del grande libraio Jean Viardot, scomparso il 12 aprile scorso, a. anche di importantissimi contributi sulla storia del collezionismo librario. – L.R.

064-090 Cheny (Anne-Marie), Une bibliothèque byzantine: Nicolas-Claude Fabri de Peiresc et la fabrique du savoir, Ceyzérieux, Champ Vallon, 2015 Þ  rec. Didier Barrière, «Bulletin du bibliophile», 189/1, 2022, pp. 135-7.

064-091 Ciannarella (Alessio), «È riuscita di molto maggior fatica e spesa di quel che ci saremmo potuti mai immaginare»: Giovanni Gaetano Bottari e l’ultima edizione dello Studio di pittura, scoltura et architettura di Filippo Titi (1763), «La Bibliofilía», 123, 2021, n. 2-3, pp. 365-80. Lo Studio di pittura, scoltura et architettura di Filippo Titi rappresenta uno dei maggiori esempi della letteratura periegetica romana in Età moderna, da sempre oggetto delle attenzioni e della consultazione degli storici dell’arte. Il contributo ne ricostruisce la storia editoriale (la prima pubblicazione risale al 1674) concentrandosi in particolare sulle travagliate vicende che hanno caratterizzato l’edizione settecentesca di Giovanni Gaetano Bottari. – P.S.

064-092 Cobianchi (Roberto), «Uno pilestre de preda dove era una figura de Maria in carta»: esempi d’uso pubblico di fogli xilografici nell’Italia del Quattrocento, in Abriendo historias, editado por H. Carvajal González, pp. 123-34 Þ «AB» 064-A.

064-093 Coco (Lucio), La Biblioteca di Dostoevskij. La storia e il catalogo, Firenze, Olschki, 2021 Þ rec. Roberta Cesana, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 494-8.

064-094 Con Leonardo da Vinci a Bologna. Atti del convegno, Bologna, 15 maggio 2018, a cura di Rosaria Campioni, Bologna, Comune di Bologna, 2019 Þ rec. Margherita Melani, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 431-4.

064-095 Contò (Agostino), Giovanni Rosso e i suoi fratelli. Due nuovi documenti su una famiglia di stampatori a Venezia tra Quattro e Cinquecento, «La Bibliofilía», 123, 2021, n. 2-3, pp. 251-8. Il contributo ricostruisce la genealogia della famiglia Viani di Lessona, stampatori a cavallo tra XV e XVI secolo, e traccia alcuni spunti sulla loro attività. Le fonti di partenza sono due documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Venezia e trascritti in appendice. – P.S.

064-096 Contro frate Bernardino da Siena. Processi al maestro Amedeo Landi (Milano 1437-1447), a cura di Marina Benedetti e Tiziana Danelli, Milano, Milano University Press, 2021, pp. 315, ill. b/n, ISBN 979-12-80325-15-0, € 24. Sullo sfondo della Milano quattrocentesca, immersa nel clima dettato dall’Inquisizione, ha luogo la vicenda analizzata nel presente vol. che vede protagonisti il maestro d’abaco Amedeo Landi e Bernardino Siena, conosciuto frate dell’Osservanza minoritaria, a seguito di un’accusa di eresia da parte di quest’ultimo nei confronti di Landi. L’opera, suddivisa in tre parti, intende ricostruire in modo dettagliato ed esauriente la vicenda sia delineando un quarto del contesto sociale e politico dell’epoca, sia grazie al recente ritrovamento di preziosi documenti giudiziari, di cui è stata ultimata anche la relativa edizione critica. – Maddalena Baschirotto

064-097 Cooper (Donal), Fra Jacopo in the Archives: San Gimignano as a Context for the Meditations on the Life of Christ, in The Meditationes Vitae Christi Reconsidered, edited by H. Flora – P. Tóth, pp. 17-42. Scavando negli archivi di San Gimignano emerge con forza la figura di un francescano Jacobus, attivo a inizi ‘300, anche in connessione col locale convento femminile di Santa Chiara: è lui l’a. delle Meditationes? – Ed.B.

064-098 Corsini (Michela), La biblioteca del vescovo Antonio Maria Graziani: storia e caratteristiche della biblioteca di un nunzio apostolico all’epoca della Controriforma, in La Biblioteca: crocevia e connessione di mondi, a cura di C. Del GraziaL. Fiasconi, pp. 101-17. Il contributo prende in esame la raccolta libraria di Antonio Maria Graziani, vescovo e nunzio apostolico a Venezia analizzando un elenco manoscritto dei libri di sua proprietà, probabilmente compilato nel 1608, che permette di ricostruire la composizione della sua biblioteca. – Massimiliano Mandorlo

064-099 Costiner (Lisandra), A Newly Discovered Illuminated Manuscript of the Meditationes vitae Christi Produced in Fifteenth-Century Veneto (Vatican City, Biblioteca Apostolica Vaticana, MS Reg. Lat. 478), in The Meditationes Vitae Christi Reconsidered, edited by H. Flora – P. Tóth, pp. 177-98. A quelli noti si aggiunge ora un nuovo ms. miniato delle Meditationes: è il ms. Città del Vaticano, BAV, Reg. Lat. 478. – Ed.B.

064-100 Cronier (Marie), Quelques manuscrits de Bessarion aujourd’hui conservés à la Bibliothèque nationale de France, in I libri di Bessarione, a cura di A. Rigo N. Zorzi, pp. 85-106 Þ «AB» 064-M.

064-101 Crossing borders, crossing cultures. Popular print in Europe (1450-1900), edited by Massimo Rospocher – Jeroen Salman – Hannu Salmi, Berlin, De Gruyter, 2019 Þ rec. Erica Bertelegni, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 447-51.

064-102 Crupi (Gianfranco), Sul riuso delle risorse digitali, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 269-80. Non c’è dubbio che durante la pandemia da COVID-19 la rete abbia offerto agli utenti numerose opportunità compensative, accellerando i processi digitalizzazione e spronando enti pubblici e privati a creare una nuova offerta di prodotti e servizi legata ai sistemi documentari. L’a. discute le criticità connesse all’uso e al riuso delle risorse digitali estrapolate dai loro contesti di origine. – D.M.

064-103 Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, premessa di Alberto Petrucciani, Roma, Associazione Italiana Biblioteche, 2022 (Bibliotecari: professione storia cultura), pp. 523, ill. b/n, ISBN 978-88-7812-353-3, € 24,20. In occasione del suo settantesimo compleanno, AIB con il parziale sostegno della Società Italiana di Scienze Biblioteca e Biblioteconomiche (SISBB) offre a Giovanni Di Domenico un vol. di saggi realizzati da colleghi, allievi e amici, che ruotano attorno alle questioni su cui si sono sviluppate la sua ricca produzione scientifica e l’attività didattica del festeggiato: Memoria e dimensione bibliografica (pp. 33-166), Storia delle biblioteche (pp. 167-248), Biblioteconomia, scienze sociali, discipline organizzative (pp. 249-392), Cultura e funzione sociale della biblioteca nella realtà contemporanea (pp. 393-509). Il vol., curato da Anna Bilotta, si apre con una Premessa di Alberto Petrucciani (pp. 9-11), seguita da Profilo bio-bibliografico di Giovanni Di Domenico (pp. 12-6) e una Bibliografia dei suoi scritti redatti tra il 1979 e il 2021 (pp. 17-29). È schedato sotto i singoli contributi. – D.M.

064-104 Cursi (Marco), Segno tra i segni: Armando Petrucci, l’autografia letteraria e le Tre corone trecentesche, in «Scrittura e civiltà». In ricordo di Armando Petrucci, a cura di C. Bologna, pp. 51-61, figg. 1-9. Il saggio propone una riflessione sull’autografia, tema centrale negli interessi scientifici di Armando Petrucci, in relazione alle figure di Dante, Boccaccio e Petrarca; vengono passati in rassegna alcuni contributi di Petrucci, cercando di evidenziare gli indizi di un percorso evolutivo e la capacità di dare avvio ad altri itinerari di ricerca, intrapresi da studiosi che, sviluppandone le formidabili intuizioni, si incamminarono in direzioni a volte diverse. Petrucci, a sua volta, fu poi capace di accompagnarli per queste nuove strade, mettendo in pratica un’idea di insegnamento come continuo scambio tra maestro e allievo. – Anna Bellettini

064-105 D’Amelia (Luigi), L’Horologion di Bessarione e il calendario in forma di canone di Gregorio monaco, in I libri di Bessarione, a cura di A. Rigo N. Zorzi, pp. 327-65 Þ «AB» 064-M.

064-106 Damiani (Concetta), Dagli archivi Enel: non solo energia elettrica. Carte e libri delle famiglie de Larderel e Ginori Conti, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 81-92. Analisi sintetica dei fondi archivistici e librari appartenuti all’ex compartimento fiorentino della società di produzione elettrica intitolati a “François Jacques de Larderel” e “Piero Ginori Conti”, entrambi conservati presso il complesso monumentale dell’Archivio storico Enel (oggi presso il padiglione America Latina della Mostra d’Oltremare di Napoli), i quali riflettono una cultura perlopiù tecnica legata alla produzione energetica. – D.M.

064-107 Danieluk (Robert), SJ, La Compagnia di Gesù nei tempi di Bellarmino e De Nobili, in Bellarmino e i Gesuiti a Montepulciano, a cura di M. Sodi – A. Głusiuk, pp. 3-15. Il contributo ripercorre il ruolo e l’attività della Compagnia di Gesù nella società europea tra la fine del XVI e la prima metà del XVII secolo – all’epoca cioè di Roberto Bellarmino e Roberto De Nobili –, che si rese protagonista di una feconda attività di insegnamento, declinata nelle sue molteplici forme e contesti socio-culturali, in stretta connessione con le attività pastorali e intellettuali. – P.S.

064-108 Danieluk (Robert), SJ, Un Poliziano romano: Contuccio Contucci nelle fonti dell’Archivio Romano della Compagnia di Gesù, in Bellarmino e i Gesuiti a Montepulciano, a cura di M. Sodi – A. Głusiuk, pp. 219-35. Attraverso la presentazione di alcuni documenti conservati presso l’Archivio Romano della Compagnia di Gesù, il contributo si occupa della figura di Contuccio Contucci (1688-1768), gesuita e per anni direttore del Museo kircheriano presso il Collegio Romano. – P.S.

064-109 Dante e la Divina Commedia in Emilia-Romagna. Testimonianze dantesche negli archivi e nelle biblioteche. VII centenario delle morte di Dante Alighieri (1321-2021), a cura di Gabriella Albanese – Sandro Bertelli – Paolo Pontari, Cinisello Balsamo, Silvana, 2021 Þ rec. Chiara Reatti, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 424-30.

064-110 Dardi (Domitilla), Herbaria. Piante, erbari moderni e florilegi, Milano, 24 Ore Cultura, 2022, pp. 228, ill. col., ISBN 978-88-6648-598-8, € 65,00. Caratterizzato da un apparato grafico e illustrativo di notevole qualità e varietà, il vol. si propone di esporre in maniera didascalica varie tipologie di erbari ideati dal Medioevo sino all’Età contemporanea. Felice la scelta di adornare il vol. tramite una legatura giapponese con fascicolatura a vista. La trattazione viene introdotta da un excursus storico, Tassonomie vegetali (pp. 6-25), volto a fornire una visione d’insieme dell’opera, per poi addentrarsi tra Erbari classici (pp. 26-33), Erbari fantastici (pp. 34-73), Erbari grafici (pp. 74-115), realizzati in tecnica mista (pp. 116-55), concludendo con i Florilegi (pp. 156-205), miscellanea di opere ideate in tecniche antiche e moderne che evocano un legame con il mondo vegetale. Il materiale proposto, di carattere spiccatamente grafico, è accompagnato da descrizioni minimaliste finalizzate alla contestualizzazione e descrizione della tipologia di erbario preso in esame. Herbaria è dunque un’opera che si presta più a una ricerca iconografica approfondita che nozionistica. Bibliografia essenziale in calce al testo (p. 207). – Elisa Lilliu

064-111 De bibliotheca. Di libri, di uomini, di idee, a cura di Gianluca Montinaro, Firenze, Olschki, 2020 Þ rec. Enrico Pio Ardolino, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 465-9.

064-112 De Franceschi (Loretta), Le Biblioteche nazionali centrali di Firenze e Roma nei cinegiornali dell’Istituto Luce, con un cenno ad altri filmati, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 199-210. Saggio dedicato all’analisi di una ventina di filmati b/n, realizzati tra il 1934 al 1975 dall’Unione Cinematografica Educativa (Istituto LUCE), destinati a illustrare la nascita o l’ampliamento di strutture e servizi bibliotecari delle biblioteche nazionali centrali a confronto con quelle pubbliche e popolari. – D.M.

064-113 De Magistris (Raffaele), Il riconoscimento della professione: stato dell’arte e problematiche, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di Anna Bilotta, pp. 418-28. Il contributo mette a fuoco le principali novità e gli aspetti più positivi, insieme anche alle potenziali criticità, della legge n. 4/2013, Disposizioni in materia di professioni non organizzate, momento di svolta per la professione di bibliotecario. – D.M.

064-114 De Pasquale (Andrea), Le biblioteche italiane all’alba del Fascismo: l’indagine di Prezzolini, in Bibliografia e cultura, a cura di E. P. ArdolinoD. Baldi, pp. 113-38.

064-115 De Poli (Marco), L’Archivio Generale dell’Università degli Studi di Padova, in Tra Oriente e Occidente. Dotti bizantini e studenti greci nel Rinascimento padovano, a cura di N. ZorziC. Giacomelli, pp. 81-2.

064-116 De Venuto (Liliana), La famiglia Cosmi fra Verona e Rovereto. Contributi a una storia del casato, «Civis. Studi e testi», 46, 136-137, 2022, pp. 33-88. Con la solita acribia l’a. ricostruisce le vicende della suddetta famiglia in un arco cronologico tra XVI e XVIII sec. – Ed.B.

064-117 Décrire le manuscrit liturgique. Méthodes, problématiques, perspectives, édité par Laura Albiero – Eleonora Celora, Turnhout, Brepols, 2021 (Bibliologia, 64), pp. 416, ISBN 978-2-503-59502-3, € 85. Come illustrano nella Préface (pp. 7-9) le due curatrici, il vol., che sviluppa i temi di due giornate di studi tenutesi nel 2014 e 2019, nasce in parallelo al progetto Iter Liturgicum Italicum fondato da Giacomo Baroffio. Il ms. liturgico, infatti, è particolarmente complesso, sia per la sua varietà, sia perché il suo studio si pone all’intersezione tra ricerche paleografiche, artistiche, musicali e liturgiche. Spiace solo che non si sia tentata qui l’avventura di un’esplorazione anche degli incunaboli liturgici, che avrebbe aperto la porta a una analisi comparata col mondo dei libri a stampa. Il vol. è suddiviso in diverse sezioni che passano dagli approcci metodologici ad alcuni casi di studio, da un raffronto su come procede la catalogazione di questo materiale in Francia e in Italia fino all’individuazione di uno strumento che faciliti la catalogazione del ms. liturgico: si schedano i singoli contributi. Chiudono il vol., oltre a 10 splendide tavole a colori, una preziosa bibliografia specifica organizzata per temi (pp. 323-88, che si aggiunge alla bibliografia specifica citata in fine a ciascun contributo), un indice dei mss. (pp. 389-99) e uno di nomi di persona e di luoghi (pp. 400-13). – Ed.B.

064-118 Del Grazia (Camilla), Wor(l)d-Making Libraries: Fantastic Libraries as Creators of Alternative Realities, in La Biblioteca: crocevia e connessione di mondi, a cura di C. Del GraziaL. Fiasconi, pp. 273-91. Nel saggio viene esaminato, sulla scia della labirintica biblioteca di Babele di Borges, il topos della biblioteca nella narrativa fantastica di Genevieve Cogman (The Invisible Library, 2014) e di Scott Hawkins (The Library at Mount Char, 2015). – Massimiliano Mandorlo

064-119 Deloignon (Olivier) – Jean-Marc Chatelain – Jean-Yves Mollier, D’encre et de papier. Une histoire du livre imprimé, Arles, Imprimerie nationale éditions et Actes Sud, 2021 Þ rec. Thierry Claerr, «Bulletin du bibliophile», 189/1, 2022, pp. 131-2.

064-120 Desan (Philippe), Imagining Montaigne’s Library, in La Biblioteca: crocevia e connessione di mondi, a cura di C. Del GraziaL. Fiasconi, pp. 43-56. L’a. prende in esame il rapporto del filosofo e scrittore Michel de Montaigne con la sua biblioteca personale fatta costruire nella torre del castello di famiglia a Bordeaux, indagando il laboratorio di scrittura dei suoi noti Essais e l’organizzazione stessa della biblioteca composta di libri, mss., documenti e fogli sciolti annotati. Ne emerge un’immagine stratificata e complessa degli Essais, dell’universo librario di Montaigne e delle sue molteplici relazioni. Sono inoltre riprodotte alcune litografie che, a partire dal XIX secolo, mostrano il rapporto idealizzato del filosofo francese con la sua biblioteca. – Massimiliano Mandorlo

064-121 Despotakis (Eleftherios), The MS Oxon. Bodl. Holkham gr. 79. Historical and philological remarks, in I libri di Bessarione, a cura di A. Rigo N. Zorzi, pp. 405-14. Þ «AB» 064-M.

064-122 Dilda (Enrico), Antonio Paglia ed un prete apostata in difesa di Giuseppe Beccarelli, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 29/57, giugno 2022, pp. 73-8. Riprendendo un contributo di Marco Faini (Eresia e società nella Brescia del primo Settecento. La vicenda di Giuseppe Beccarelli, «Studi veneziani», 46, 2003, pp. 141-83), si ripercorre il processo che nel 1710 portò alla condanna del religioso Giuseppe Beccarelli. – L.R.

064-123 Dinotola (Sara), Le collezioni storiche e contemporanee nelle biblioteche pubbliche: spunti di riflessione per un modello organizzativo e comunicativo integrato, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 281-94. Intervento che focalizza l’attenzione sull’importanza delle collezioni storiche e contemporanee, custodi della memoria di epoche, luoghi e personalità. Si propone un’indagine sulle biblioteche pubbliche di Helsinki (Oodi), Aarhus in Danimarca (Dokk1), la Stadtbibliothek Stuttgart e la Bibliothèque de Dunkerque (B!B). – D.M.

064-124 Dionigi (Ivano), Benedetta parola. La rivincita del tempo, Bologna, Il Mulino, 2022, pp. 184, ISBN 978-8815298355, € 15. A fronte della globalizzazione, della moltiplicazione dei mezzi di comunicazione, l’uomo è indotto a un impoverimento del proprio linguaggio. In questo modo le parole sembrano assumere una triste autonomia rispetto alla realtà che dovrebbero rappresentare. In questo mondo la città di Babele amplia le proprie mura, includendo ogni campo del sapere. Di qui – secondo l’a. – la «necessità di un’ecologia linguistica che restituisca alla parola il potere di svelare la verità». La parola non è un fenomeno individuale del presente, non è semplice appianamento nello spazio a noi circostante. È radice, è profondità, è filo che unisce e dota di senso. È il tempo passato che rinasce e che conduce verso le nuove generazioni, verso la costruzione di mondi possibili. Il vol. – che prende vita dalla lectio «Il Palazzo della memoria», tenuta alla Biblioteca Apostolica Vaticana il 26 marzo 2019 dall’a. – intreccia con sapiente discorso riflessioni sulla tradizione occidentale e sulle prospettive culturali dell’intero sistema globale. Da Catone a Beckett, da Platone a don Milani, da Gorgia a Lacan - e si potrebbe proseguire per molto – in esso il lettore potrà trovare due interi capitoli dedicati al tema della biblioteca e del libro. – Francesco Ursino

064-125 Dizionario dei tipografi e degli editori italiani. Il Cinquecento, diretto da Marco Menato – Ennio Sandal – Giuseppina Zappella, II, a cura di Marco Menato, Trieste, Libreria Antiquaria Drogheria 28, 2020 Þ  rec. Francesca Nepori, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 463-4.

064-126 Doležalová (Lucie), ‘Book of Knowledge’? The De tribus punctis christianae religionis (1316) by Thomas Hibernicus and its Heyday in Late Medieval Bohemia, in Books of knowledge in Late Medieval Europe. Circulation and Reception of Popular Texts, edited by P. CermanováV. Žůrek, pp. 183-202 Þ «AB» 64-F.

064-127 Donvito (Vincenza), La Biblioteca Civica di Padova, in Tra Oriente e Occidente. Dotti bizantini e studenti greci nel Rinascimento padovano, a cura di N. ZorziC. Giacomelli, pp. 73-4.

064-128 Early Printed Music and Material Culture in Central and Western Europe, edited by Andrea Lindmayr Brandl – Grantley McDonald, London-New York, Routledge, 2021 Þ rec. di Javier de Diego Romero, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 8, 2022, pp. 176-8.

064-129 Educare l’uomo. Tre trattati pedagogici di Stefano Bellesini (I centenario della beatificazione 1904-2004), a cura di Domenico Gobbi, Trento, Gruppo Culturale Civis, 2004, ill. b/n e col., pp. 120. Il vol. celebra il primo centenario della beatificazione del grande pedagogista trentino Stefano Bellesini con la pubblicazione di tre trattati: Regole apposite alli maestri delle scuole elementari di Trento, De catechizatione (scritto in latino) e Discorsi accademici. Sebbene ognuna di queste tre pubblicazioni rappresenti una tappa unica e singolare nel percorso di vita del beato, poste in un solo vol. restituiscono la figura di un uomo eccezionale, che, durante la secolarizzazione del principato vescovile, si trovò a operare in un periodo oscuro della storia cittadina, e che, nonostante ciò, ha salvaguardato e incrementato l’azione scolastica in maniera dinamica e proiettata nel futuro, con il ruolo di anticipatore di importantissimi pedagogisti dell’Ottocento, come Giovanni Bosco e Ludovico Pavoni. – Francesco Ursino

064-130 El Hage (Fadi), Madame de Coicy ou Mopinot de la Chapotte démasqué. Les Femmes comme il convient de les voir et son veritable auteur, «Bulletin du bibliophile», 189/1, 2022, pp. 89-96. Un profilo della curiosa edizione Les femmes comme il convient de les voir, uscita in due vol.tti nel 1785, con al frontespizio «A Londres, et se trouve à Paris chez Bacot» e attribuita a tale Madame de Coicy, ma in realtà frutto della penna di Mopinot de la Chapotte. – L.R.

064-131 Emanuel (Simcha), Ashkenazic Responsa in the Italian Genizah, in Medieval Hebrew Manuscripts Reused as Book-bindings in Italy, edited by M. Perani, pp. 68-80.

064-132 Emanuel (Simcha), The “European Genizah”: Between Hope and Reality, in Medieval Hebrew Manuscripts Reused as Book-bindings in Italy, edited by M. Perani, pp. 109-26.

064-133 Errani (Paola) – Palma (Marco), Incunaboli a San Marino, con la collaborazione di Gabriella Lorenzi e Claudia Malpeli, Roma, Viella, 2022 (Incunaboli, 6), pp. 128, ISBN 979-12-5469-011-6, € 30. Dopo i cataloghi degli incunaboli riguardanti la Sicilia, la Romagna e la Sardegna, appare quello della Repubblica di San Marino, vertente sui 31 esemplari custoditi nella Biblioteca di Stato e nella Biblioteca Universitaria – M.C.

064-134 Faggiolani (Chiara), Cosa accadrebbe se…? Immaginare le biblioteche nel sistema del benessere dei giovani, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 429-42. Intervento dedicato a indagare le potenzialità delle biblioteche quali strumenti culturali in grado di migliorare la condizione della società moderna, in particolare degli strati più giovani della popolazione, anche attraverso un’analisi statistica. – D.M.

064-135 Falappi (Gian Primo), Guglielmo Tengatino e la sua Oratione del 1411: un fantasma storiografico?, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 29/57, giugno 2022, pp. 99-118. Si discute l’autenticità di un discorso tenuto da Guglielmo Tengatino nel 1411 al Consiglio Generale di Brescia, perorando un avvicinamento della città alle Tre Leghe. Il testo è conservato in alcuni mss. della Biblioteca civica Queriniana. – L.R.

064-136 Falsoni (Danilo), Immagini canoviane nell’opera di Foscolo, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 29/57, giugno 2022, pp. 79-90. «Foscolo e Canova rappresentano la più alta celebrazione dell’ideale neoclassico nei rispettivi ambiti della creazione artistica» (p. 79). Si analizzano qui soprattutto gli influssi del secondo sulle opere del primo. – L.R.

064-137 Falvay (Dávid), The Italian Text of the Paris Manuscript of the Meditationes: Historigraphic Remarks and Further Perspectives, in The Meditationes Vitae Christi Reconsidered, edited by H. Flora – P. Tóth, pp. 99-110. Basandosi su una prolungata frequentazione del testo, l’a. tenta di chiarire la sua complessa stratificazione (più versioni, più o meno ampie, sia in latino sia in volgare) e la contraddittoria vicenda degli studi, particolarmente intricati e discordanti. Basandosi su alcune acute intuizioni di don Giuseppe De Luca sviluppate da Jacque Dalarun, è giunto anche a proporre una edizione critica del testo volgare italiano longior (ms. Paris, B.N.F., Ital. 115) disponibile anche in open access. – Ed.B.

064-138 Fantappiè (Irene), Lodovico Domenichi e Anton Francesco Doni di fronte a Luciano. Autorialità e testualità, in L’altra antichità. Autorialità e testualità nella letteratura della prima età moderna / The other antiquity. Authorship and textuality in early modern literature, a cura di Fantappiè (Irene) Huss (Bernhard), Manziana, Vecchiarelli, 2022 (Cinquecento. Testi e Studi di letteratura italiana, 65 [n.s. 29]), pp. 306, ISBN 978-88-8247-473-7, € 40, pp. 191-229. L’a. del contributo studia la trasmissione dell’opera lucianea attraverso due testi fondamentali per la fortuna rinascimentale del poeta: la versione curata da Ludovico Domenichi nel 1548 per Lorenzo Torrentino e i Marmi di Anton Francesco Doni, stampati a Venezia tra il 1552 e il 1553. – M.G.

064-139 Ferrari (Roberta), L’incanto dei libri: la biblioteca nel tempo, in La Biblioteca: crocevia e connessione di mondi, a cura di C. Del GraziaL. Fiasconi, pp. 21-41. Il saggio propone una storia delle biblioteche nella tradizione occidentale, della loro fisionomia e identità a partire dall’antichità fino alle rivoluzioni tecnologiche contemporanee. Conclude il contributo una breve indagine sull’immagine della biblioteca come topos letterario, da Borges a Eco. – Massimiliano Mandorlo

064-140 Fiasconi (Linda), Re-immaginare l’archivio, ricostruire la memoria: The Other Side of Silence di André Brink, in La Biblioteca: crocevia e connessione di mondi, a cura di C. Del GraziaL. Fiasconi, pp. 309-330. Il contributo analizza in un’ottica postcoloniale il romanzo The Other Side of Silence (2002) dello scrittore sudafricano André Brink, indagando criticamente il concetto di “archivio” e i rapporti tra archivi, memoria e potere. – Massimiliano Mandorlo

064-141 Flora (Holly), Feast, Fast, and the Feminine: Women at the Table in the Illustrated Meditationes, in The Meditationes Vitae Christi Reconsidered, edited by H. Flora – P. Tóth, pp. 129-48. Basandosi sugli studi della Bynum relative al rapporto tra cibo e spiritualità medioevale femminile, l’a. indaga il corpus iconografico di due importanti mss. delle Meditationes, il Parigi, B.N.F., Ital. 115 (in volgare) e l’Oxford, Corpus Christi College, 410 (in latino). – Ed.B.

064-142 «Fogli», 43, 2022, pp. 152, ill. B/N, ISSN 2235-4697, € 7. Contributi schedati singolarmente.

064-143 Forlesi (Simone), Ancora su Anton Maria Salvini e l’Inghilterra: primi sondaggi sulla collezione dei libri a stampa, in La Biblioteca: crocevia e connessione di mondi, a cura di C. Del GraziaL. Fiasconi, pp. 119-41. Il saggio offre una prima disamina del corpus dei voll. a stampa del letterato fiorentino e Accademico della Crusca Anton Maria Salvini (1653-1729), traduttore di testi greci e latini. L’a. presta particolare attenzione alla collezione di libri inglesi di Salvini, avvalendosi dello studio dell’Indice de’ Manoscritti appartenuti ad Anton M.a Salvini e del Catalogo di libri appartenuti ad Anton Maria Salvini conservati nella Biblioteca Riccardiana di Firenze. – Massimiliano Mandorlo

064-144 Formiga (Federica), L’invenzione perfetta. Storia del libro, Roma-Bari, Laterza, 2021 Þ rec. Elisa Marazzi, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 438-40.

064-145 Forteza Oliver (Miquela), Matrices xilográficas al servicio de la estampa suelta (Mallorca, siglos XV y XVI), in Abriendo historias, editado por H. Carvajal González, pp. 151-73 Þ «AB» 64-A.

064-146 Franchi (Saverio), Annali della stampa musicale romana dei secoli XVI-XVIII. Volume II/2. Edizioni di musica pratica dal 1651 al 1670. Indici e repertorio annalistico 1671-1800, a cura di Orietta Sartori, Lucca, Libreria Musicale Italiana, 2022. Il presente vol. di Indici ha il proposito di rendere più facilmente accessibile i dati contenuti negli Annali della stampa musicale romana dei secoli XVI-XVIII di Saverio Franchi. A una tavola riassuntiva delle edizioni e delle dedicatorie (pp. 1-10) seguono diversi indici: dei nomi (pp. 11-26), dei luoghi e delle istituzioni (pp. 27-34), degli ordini religiosi e cavallereschi (pp. 35-6), degli stemmi, armi araldiche, marche e motti (pp. 37-40), degli strumenti (pp. 41-2), degli incipit e dei titoli (pp. 43-56). Chiude la prima parte del tomo un saggio di Saverio Franco, Cartolai editori di musica nel Seicento romano (pp. 57-86). La seconda parte del vol. raccoglie tutte le edizioni musicali stampate a Roma dal 1671 al 1800, elencate cronologicamente (pp. 87-118) e quelle non databili (pp. 119-22), ma comunque appartenenti ai secoli (XVII-XVIII). In fine di vol. le Avvreviazioni bibliografiche. – Ar.L.

064-147 Fu (Chun), An Unheard Murmur between The Name of the Rose and The Zhuangzi, in La Biblioteca: crocevia e connessione di mondi, a cura di C. Del GraziaL. Fiasconi, pp. 259-72. Nel segno di una pluralità di livelli interpretativi vengono messi in dialogo Il nome della rosa (1980) di Umberto Eco e la filosofia daoista del cinese Zhuangzi (4° sec. a.C.). – Massimiliano Mandorlo

064-148 Fuller (Danielle) – DeNel Rehberg Sedo, Lecture partagée et lecture de masse en Amérique du Nord et au Royaume-Uni au début du XXIe siècle, in Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), sous la direction de L. Braida – B. Ouvry-Vial, pp. 91-107. In un momento di forte restrizione dei finanziamenti alla cultura, specie di quelli legati ai libri e alla lettura, qual è il significato del moltiplicarsi di iniziative di lettura pubblica o condivisa? Il saggio, soffermandosi sul mondo anglosassone, cerca di rispondere a questa domanda, sottolineando il valore promozionale di tali attività. – L.R.

064-149 Galluzzi (Anna), Management e valutazione delle biblioteche in Italia: un bilancio, trent’anni dopo, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 295-308. L’a., da lungo tempo impegnata presso la Biblioteca del Senato della Repubblica “Giovanni Spadolini”, propone un contributo in cui si discutono i meriti dell’applicazione tra orrori e distorsioni delle regole manageriali applicate alle biblioteche italiane. – D.M.

064-150 Gamba (Eleonora), Un’edizione ritrovata: la princeps dei carmi di Vincenzo Barsio (Mantova, per Francesco Bruschi, 1516), «La Bibliofilía», 123, 2021, n. 2-3, pp. 291-302. La Biblioteca civica Angelo Mai di Bergamo conserva due esemplari dell’edizione mantovana dei carmi del monaco carmelitano Vincenzo Barsio (Francesco Bruschi, 1516). Lo studio di questi esemplari ha permesso all’a. di avanzare nuove considerazioni sia sull’attività letteraria del Barsio (in particolare sul componimento Silvia, sull’egloga Panfilo e Palinuro e su altri carmi latini finora sconosciuti) e di offrire nuovi ragionamenti sulla stampa a Mantova agli inizi del Cinquecento. – P.S.

064-151 García Cuadrado (Amparo), La cultura ilustrada en Murcia. Los libros de Jesualdo Riquelme Fontes, Murcia, Real Academia Alfonso X el Sabio, 2020 Þ rec. di Alberto Gamarra Gonzalo, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 8, 2022, pp. 187-92.

064-152 Gastgeber (Christian), Bessarion in der Österreichischen Nationalbibliothek, in I libri di Bessarione, a cura di A. Rigo N. Zorzi, pp. 63-83. Þ «AB» 064-M.

064-153 Giacomelli (Ciro), Aristotele e i suoi commentatori nella biblioteca di Bessarione: i manoscritti greci, in I libri di Bessarione, a cura di A. Rigo N. Zorzi, pp. 219-75. Þ «AB» 064-M.

064-154 Giacomelli (Ciro), Libri e biblioteche greche a Padova, in Tra Oriente e Occidente. Dotti bizantini e studenti greci nel Rinascimento padovano, a cura di N. ZorziC. Giacomelli, pp. 25-42.

064-155 Gimeno Blay (Francisco M.), La paleografia de Armando Petrucci: una curiositas perenne, in «Scrittura e civiltà». In ricordo di Armando Petrucci, a cura di C. Bologna, pp. 137-152. L’a. sottolinea le caratteristiche che considera maggiormente innovative e distintive della paleografia postulata da Armando Petrucci, che aspira a comprendere la società tramite l’analisi del grado di alfabetizzazione e delle contraddizioni insite nella diffusione e negli usi della scrittura, strettamente legati all’ineguale distribuzione della ricchezza. – Anna Bellettini

064-156 Glagolitsa. Studi slavistici di storia del libro in Italia, a cura di Alessandro Scarsella, Milano, Biblion, 2021 Þ rec. Alfredo Serrai, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, p. 470.

064-157 Głusiuk (Anna) – Manlio Sodi, San Roberto Bellarmino “doctor illustrissimus” predicatore e catecheta, in Bellarmino e i Gesuiti a Montepulciano, a cura di M. Sodi – A. Głusiuk, pp. 247-66. Il contributo si occupa di Roberto Bellarmino nelle vesti di predicatore e catecheta. Attraverso l’analisi in particolare del Catechismo del gesuita poliziano, gli a. si soffermano qui, oltre che sulla rilevanza dell’opera, su come venne trattato il tema della donna, tutti aspetti che aiutano a fare luce sugli orizzonti culturali dell’epoca. – P.S.

064-158 Gobbo (Lorenzo), Il primo Seminario JLIS.it: Modellare la conoscenza, standard archivistici e bibliografici a confronto (Università di Firenze, 19 maggio 2022), «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 411-6. Cronaca del primo seminario della rivista «JLIS.it», svoltosi il 19 maggio 2022 presso l’Università degli Studi di Firenze, sul tema Modellare la conoscenza, standard archivistici e bibliografici a confronto. – L.R.

064-159 Godding (Robert), SJ, Bellarmino e l’agiografia, in Bellarmino e i Gesuiti a Montepulciano, a cura di M. Sodi – A. Głusiuk, pp. 23-34. Attraverso una rapida rilettura della vita e degli scritti del Bellarmino, l’a. propone alcune considerazioni sulla devozione del gesuita di santi e sante e del ricorso, nella sua opera teologica, all’agiografia, seppur seguendo alcuni criteri prudenziali. – P.S.

064-160 González Bueno (Antonio) – Gómez Martín (Alejandra), Una biblioteca en las tapas de una colección de albarelos, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 8, 2022, pp. 143-49. I coperchi di alcuni vasi da farmacia custoditi presso il Museo de la Farmacia Hispana (Università Complutense di Madrid) hanno rivelato essere stati confezionati con materiali di scarto provenienti dalle tipografie. Analizzando questi materiali, l’a. arriva a ipotizzare che si tratti di scarti di voll. appartenenti all’antica biblioteca del collegio di san Fernando, a Madrid. – E.G.

064-161 Gonzalo Sánchez-Molero (José Luis), Xilografía y xilominiatura en la Europa medieval, in Abriendo historias, editado por H. Carvajal González, pp. 25-81 Þ «AB» 64-A.

064-162 Grabados (Les) en la imprenta cordobesa (1588-1826). Xilografías y calcografías conservadas en los ejemplares de la Biblioteca Central, [a cura di] María Dolores López-Mezquita Santaella Álvaro Holgado Manzanares Rafael Ruiz Pérez, Córdoba, Ayuntamento de Córdoba, Delegación de Cultura y Patrimonio Histórico, Departemento de Bibliotecas, 2021 Þ rec. di Helena Carvajal González, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 8, 2022, pp. 179-80.

064-163 Gracq (Julien), La letteratura da voltastomaco. Una polemica, a cura di Émil Ronìn, Milano, De Piante Editore, 2022 (I solidi, 13), pp. 88, ISBN 979-12-80362-24-7, € 16. La ripubblicazione in una nuova traduzione di quest’opera dell’a. surrealista Gracq, edito per la prima volta nel 1950, permette di avviare una riflessione di natura ontologia sulla letteratura in senso lato. In particolare, viene portata all’attenzione un’aspra critica nei confronti della letteratura del Dopoguerra e della “società letteraria”, composta da scrittori, editori, critici e lettori, ritenuta incapace di offrire al pubblico occasioni per un concreto e autentico avanzamento culturale. Interessante notare, come sottolineato nella prefazione dell’opera, quanto sia evidente l’attualità di tale pensiero, anche a distanza di settant’anni, nella società contemporanea. – Maddalena Baschirotto

064-164 Graheli (Shanti), Readers and Consumers of Popular Print, «Quærendo», 51, 2021, pp. 61-94. L’articolo esplora filoni teorici e possibilità metodologiche per lo studio della diffusione, fruizione e consumo della stampa popolare in età premoderna. La prima sezione si diffonde sugli approcci generali e le angolazioni interdisciplinari del campo di ricerca. La seconda esamina le metodologie fondamentali per affrontare la variegata questione della fruizione della stampa popolare. La terza offre una discussione comparativa di temi paneuropei, tra cui l’alfabetizzazione e la scolarizzazione, la socialità della lettura e della sua fruizione, il peso delle restrizioni e dell’emancipazione nel regolare l’accesso alla stampa nonché la materialità del testo come esperienza fisica e multisensoriale. - Andrea G.G. Parasiliti

064-165 Granata (Giovanna), Bibliografia, circolazione delle idee, storia della cultura, in Bibliografia e cultura, a cura di E. P. ArdolinoD. Baldi, pp. 219-26.

064-166 Grenby (Matthew O.), Les débuts de la littérature enfantine et ses usages. Grande-Bretagne, 1740-1840, in Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), sous la direction de L. Braida – B. Ouvry-Vial, pp. 129-49. Nel secolo che va dal 1740 al 1840, in Gran Bretagna si sviluppa quella che oggi è l’editoria specifica per bambini e ragazzi. L’a., facendo ricorso a numerose e tipologicamente diverse fonti, non solo presenta l’intreccio tra figure non perfettamente sovrapponibili (acquirente, lettore, postillatore…), ma formula anche alcune ipotesi sul ruolo giocato da autori e editori nella nascita del genere. – L.R.

064-167 Grossman (Avraham), The Importance of the “Italian Genizah” for the Study of Yosef Kara’s Biblical Commentaries, in Medieval Hebrew Manuscripts Reused as Book-bindings in Italy, edited by M. Perani, pp. 159-82.

064-168 Guercio (Maria), Governance, policy e flussi di lavoro per le digital library e gli archivi digitali della ricerca scientifica, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 309-22. Riflessione sugli standard di conservazione digitale, in particolare riferiti allo standard ISO 16363:2012, strumento chiave per la qualità e la sostenibilità dei depositi digitali e dei sistemi informativi documentari. Si propone, inoltre, un approfondimento su obiettivi e requisiti delle policy per qualità e sostenibilità di biblioteche e archivi digitali. – D.M.

064-169 Guerrini (Mauro) – Lapo Ghiringhelli, Biblioteconomia internazionale e comparata nel pensiero di Peter Lor: qualche riflessione su International and Comparative Librarianship, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 323-32. Contributo dedicato alla figura di Peter Johann Lor, dal 1992 Direttore della State Library di Pretoria e successivamente divenuto primo bibliotecario della National Library of South Africa, e del suo saggio intitolato International and comparative librarianship (2019), di cui si attende in Italia la traduzione curata da Maria Dalla Valle e Lapo Ghiringhelli per Edizioni AIB. – D.M.

064-170 Guerrini (Mauro), Un’ipotesi di biblioteca monastica per il XXI secolo, in Bibliografia e cultura, a cura di E. P. Ardolino e D. Baldi, pp. 181-88.

064-171 Haggh-Huglo (Barbara), Some Problems and Solutions for Cataloguing Late-Medieval Liturgical Books, in Décrire le manuscrit liturgique, pp. 57-71. Tentativi di datazione di mss. liturgici basati sulla istituzione di determinate feste. – Ed.B.

064-172 Hartmut (Wulfram), Lucian in Latin garb. Four laudatory epigrams on the philologist Johannes Alexander Brassicanus, in L’altra antichità / The other antiquity, a cura di I. Fantappiè B. Huss, pp. 63-96. L’a. prende in esame i testi trasmessi dall’edizione viennese di cinque operette lucianee curata dall’umanista Giovanni Alessandro Brassicano (1527 per Johannes Singriener) e ne studia le ricadute sulla poesia epigrammatica del secolo XVI. – M.G.

064-173 Henny (Sundar) – Zur Shalev, Jerusalem Reformed: Rethinking Early Modern Pilgrimage, «Renaissance Quarterly», 75, 2022, n. 3, pp. 796-848. La diffusissima – e molto studiata – pratica dei pellegrinaggi in Terra Santa tra Medioevo ed Età Moderna subì una significativa battuta d’arresto nel corso del XVI secolo. Attraverso una attenta analisi di diverse fonti documentarie tra cui corrispondenze, libri a stampa, archivi familiari e materiali, il contributo presenta alcuni casi studio utili a evidenziare le diverse modalità in cui il pellegrinaggio era inserito nella cultura del tempo e a dimostrare come i viaggi in Terra Santa della prima Età Moderna perpetuassero alcune usanze medioevali pur restando in dialogo con le contemporanee istanze religiose e culturali. – P.S.

064-174 Henny (Sundar), On Not Forgetting Jerusalem: Bartholomaeus Georgievits as a Pilgrim and Ethnographer of Eastern Christianity, in The Habsburg Mediterranean 1500-1800, edited by Stefan Hanß – Dorothea McEwan, Wien, Austrian Academy of Science Press, 2022, pp. 175-200. Bartholomaeus Georgievits (1505-post 1569) fu un soldato ed etnografo – probabilmente di origine croata –, studioso in particolare delle popolazioni, delle culture e delle religioni dell’Impero Ottomano. L’aspetto della sua vita maggiormente trascurato (nonostante lui stesso amasse presentarsi come “pellegrino di Gerusalemme”) fu proprio il suo viaggio in Terra Santa. Attraverso la ricostruzione di questa sua impresa, anche per mezzo dei suoi scritti (in particolare lo Specchio della peregrinatione delli più notabili luoghi della Terra Santa di Promessione), il contributo, oltre a far luce su questo aspetto della vita di Georgievits, analizza alcune caratteristiche del fenomeno dei pellegrinaggi in Terra Santa nella prima Età Moderna, tema a lungo ignorato, almeno per il periodo di riferimento, dalla storiografia e illustra alcuni aspetti storico-sociali della Gerusalemme del tempo. – P.S.

064-175 Hiley (David), Trudo, Albinus and Salomon – Diversificationes Canendi in Liturgical Melodies in Décrire le manuscrit liturgique, pp. 97-105. Il breve saggio si inerpica sui difficili sentieri della definizione dei diversi modi di realizzazione del canto gregoriano. – Ed.B.

064-176 Holzmeier (Nadine), Patterns of Knowledge in Late Medieval Historiography: The Chronologia Magna of Paolino Veneto, in Books of knowledge in Late Medieval Europe. Circulation and Reception of Popular Texts, edited by P. CermanováV. Žůrek, pp. 203-27 Þ rec.«AB» 064-F.

064-177 Idea (L’) della biblioteca. La collezione di libri antichi di Umberto Eco alla Biblioteca Nazionale Braidense, a cura di James M. Bradburne – Riccardo Fedriga – Anna Maria Lorusso – Costantino Marmo – Valentina Pisanty – Bill Sherman, Milano, Scalpendi editore, 2022 (Cataloghi esposizioni), pp. 191, ISBN 979-12-5955-105-4, € 25. Catalogo della mostra allestita alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano tra maggio e luglio 2022, dedicata alla collezione di libri antichi appartenuti a Umberto Eco e ora di proprietà della suddetta biblioteca in seguito alla donazione da parte della famiglia. Oltre alle immagini dell’esposizione vera e propria (pp.83-93), troviamo una parte introduttiva (pp. 9-28) sul rapporto tra questo scrittore e il mondo librario, con focus sull’idea che aveva di collezione di libri e, soprattutto, di biblioteca ottimale. Seguono i contributi scritti dai curatori della mostra – Aby Warburg e l’idea della biblioteca (pp. 29-32), Monaci, inquisitori, sciapodi e blemmi: la scelta del Medioevo da sognare (pp. 33-48), Il soldato con l’elica sulla schiena o della biblioteca come opera totale (pp. 49-58), «La gente crede solo a quello che sa già». Umberto Eco, i Protocolli dei Savi Anziani di Sion e la leggenda del complotto universale (pp. 59-68), Milo Temesvar, il prete Gianni e altre creature a cui credere. La scrittura di Umberto Eco, tra invenzione e realtà (pp. 69-78), L’ex libris della collezione di Umberto Eco (pp. 79- 82) –, i quali ricostruiscono attraverso i libri e il materiale esposto una parte dell’intricatissimo universo libresco di Eco sia nelle sue sfaccettature più private, sia nei riscontri che certe opere hanno avuto nella sua produzione letteraria, sottolineando il rapporto vitale, profondo e a tratti giocoso che ha sempre intrattenuto con la parola scritta e che ancora trapela tanto dalla sua collezione quanto dai suoi testi. – Lisa Boglione

064-178 Imago librorum. Mille anni di forme del libro in Europa. Atti del convegno di Rovereto-Trento, 24-26 maggio 2017, a cura di Edoardo Barbieri, Firenze, Olschki, 2021 Þ rec. di Manuel José Pedraza Gracia, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 8, 2022, pp. 173-6.

064-179 Imprimerie (L’) Darantiere. Une histoire d’éditeurs et de maistres imprimeurs (1871-2014), sous la direction de Jacques Poirer – Éliane Lochot, Dijon, Éditions universitaires de Dijon, 2021 Þ rec. Rémi Jimenes, «Bulletin du bibliophile», 189/1, 2022, pp. 140-2.

064-180 Incunaboli a Cagliari, Roma, Viella, 2021 Þ rec. Francesca Nepori, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 459-62.

064-181 Incunaboli a Ragusa, Roma, Viella, 2019 Þ rec. Lorenzo Mancini, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 456-8.

064-182 Infelise (Mario), Tornando (25 anni dopo) sulla Storia della Bibliografia di Alfredo Serrai, in Bibliografia e cultura, a cura di E. P. ArdolinoD. Baldi, pp. 199-208.

064-183 Innocenti (Piero), Da Società al Machiavelli di Gramsci: percorsi e predilezioni di un bibliografo sui generis, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 93-104. Ritratto di Giovanni Di Domenico alla luce delle pubblicazioni e iniziative personali scaturite durante la sua lunga carriera professionale, di cui l’a. ripercorre momenti di vita vissuta ed esperienze condivise in diversi ambiti di collaborazione. – D.M.

064-184 «InPressioni. Colloquia graphica et exlibristica», 24, primavera 2022. Si tratta del periodico dedicato al mondo degli ex-libris. Questo numero raccoglie brevi studi su Antony De Witt (pp. 4-9), Bruno Héroux (pp. 10-13), Andreas Raub (pp. 14-19), Bruno Colorio (pp. 20-3), maestri della grafica exlibristica. In fine, un approfondimento su Dante in Lunigiana (pp. 24-31). – Ar.L.

064-185 Inserra (Simona), Biblioteche e reti sociali: dai progetti di fund raising alle pratiche di crowdfunding, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 443-52. Panoramica su alcune iniziative promosse in Italia di fund raising e crowdfunding, strumenti utili per contribuire a fornire valore sia economico che sociale alle biblioteche e ai beni custodite in esse. – D.M.

064-186 Inter prima artis incunabula. Catalogo delle edizioni quattrocentesche della Biblioteca Diocesana di Lugano, a cura di Luca Montagner, Lugano, Biblioteca Diocesana di Lugano, 2021 Þ rec. Piero Scapecchi, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 452-5.

064-187 Jeffery (Peter), Libelli, Quires, Pieces, and Fascicles, or: What Do You Call a Little Book?, in Décrire le manuscrit liturgique, pp. 41-55. Basandosi su fonti agiografiche, si cerca di analizzare la terminologia che definisce i libri piccoli. – Ed.B.

064-188 Jimenes (Rémi), Jean Le Féron, héraldiste, entre manuscrits et imprimés. La genèse éditoriale des Catalogues (1555), «Bulletin du bibliophile», 189/1, 2022, pp. 51-85. Jean Le Féron (ca. 1490-ca. 1565) dedicò molto impegno all’araldica, producendo armoriali mss. che dedicò al re e alla corte. L’a. pubblica un contratto con tipografi parigini (1545) relativo a un progetto editoriale di un armoriale a stampa, che fu realizzato solo nel 1555. La copia di dedica con legatura alle armi di Enrico II è oggi alla Bibliothèque nationale de France (Rés FOL-LF5-1). – L.R.

064-189 Kahana (Menahem), Pages from a New Manuscript of Sifre on Numbers and Deuteronomy in the Estense Library in Modena, in Medieval Hebrew Manuscripts Reused as Book-bindings in Italy, edited by M. Perani, pp. 342-57.

064-190 Kahana (Menahem), The Pages of the Halakic Midrashim in the Nonantola and Modena Archives, in Medieval Hebrew Manuscripts Reused as Book-bindings in Italy, edited by M. Perani, pp. 323-41.

064-191 Karimi (Giulia), “Qui Indias petebant”: la retorica delle Indipetae della Compagnia di Gesù. Il caso di Nicolò Contucci, in Bellarmino e i Gesuiti a Montepulciano, a cura di M. Sodi – A. Głusiuk, pp. 237-46. L’Archivio Romano della Compagnia di Gesù conserva più di 14.000 indipetae, una forma di corrispondenza dal carattere amministrativo ma fonti di straordinario interesse per la comprensione delle dinamiche interne al mondo gesuitico. Il contributo pone la lente di ingrandimento su questa particolare tipologia di fonte e offre un approfondimento sulle epistole per le Indie di Nicolò Contucci (n. 1692). – P.S.

064-192 Klimas (Narcyz), Le scuole della Custodia di Terra Santa dal Seicento al XX secolo nei documenti della Santa Sede e dell’Ordine dei Frati Minori, «Collectanea Franciscana», 89, (2019) fasc. 3-4, pp. 521-58. Sebbene a differenza di altri ordini religiosi (come quello Gesuitico, Salesiano ecc.) i francescani non abbiano tra i propri fini quello dell’educazione della gioventù, i frati della Custodia di Terra Santa sono stati dei pionieri in campo pedagogico in tutto il Medio Oriente (e cioè nella Provincia d’Oltremare o Custodia di Terra Santa). L’a., grazie allo studio di documenti d’archivio e del fitto carteggio tra le istituzioni coinvolte (Congregazione di Propaganda Fide e Governo dell’Ordine dei Frati Minori), ricostruisce la plurisecolare attività scolastica custodiale. – Ar.L.

064-193 L’Arengario Studio Bibliografico, L’arte è ideologia [Arte e ideologia], 9.3 Ugo Locatelli. Arte per tutti i giorni, Gussago, 2022, pp. VI+211-248 e 15 L’immaginazione preventiva. Catalogo indiziario 1970-2019, Gussago, 2022, pp. XIV+106. Come spiegano i promotori, si tratta di «una collana di cataloghi e monografie di artisti, autori e movimenti che a partire da una riflessione sulle contraddizioni della società hanno messo al centro del loro operare la creazione di alternative possibili». Testi e immagini si alternano in schede concentrate sempre in una pagina A4: la versione cartacea è in un numero circoscritto di copie, quella digitale è liberamente accessibile on line. – Ed.B.

064-194 Lancellotti (Rosario), Tre edizioni illustrate del Bellum Civile di Lucano fra Quattro e Cinquecento, «Il capitale culturale. Studies on the Value of Cultural Heritage», 25, 2022, pp. 333-62. La fortuna editoriale goduta dal poema tra fine Quattro e inizi Cinquecento è testimoniata da tre diverse edizioni illustrate impresse a Bologna 1493-1495, Venezia 1511 e Milano 1525, ma solo nel caso veneziano realizzando un apposito apparato illustrativo, di cui si propone qui una prima analisi. – Ed.B.

064-195 Lanéry (Cécile), Manuscrits hagiographiques à usage liturgique et manuscrits liturgiques à contenu hagiographique. Quelques pistes de réflexion, in Décrire le manuscrit liturgique, pp. 13-39. Se l’agiografia definisce più il contenuto che la forma testuale, è evidente che esistono narrazioni agiografiche usate nella liturgia o nell’omiletica, così come testi liturgici concentrati sulla celebrazione dei santi e delle loro vicende o miracoli. Alcuni tratti caratteristici permettono di definire tali interazioni. – Ed.B.

064-196 Lasheras Sobreviela (Berta), En la imprenta de Sor María Luisa Tolosana: una religiosa en la imprenta durante los «Sitios de Zaragoza», «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 8, 2022, pp. 163-71. María Luisa Tolosana – domenicana vissuta tra XVIII e XIX secolo – fu titolare di una stamperia che sottoscriveva i propri manufatti con Eredi della vedova di Francisco Moreno. L’a. fa luce sull’officina, sui suoi contatti e sulle maestranze di tipografia. – E.G.

064-197 Lepori (Fernando), La rarissima edizione delle Costituzioni cappuccine del 1536 in una raccolta con opere di Domenico Cavalca, Caterina da Bologna, Lorenzo da Bergamo e Ugo di Digne, «Fogli», 43, 2022, pp. 88-99. L’a. presenta un particolare libro miscellaneo che si compone assieme alle rarissime Costituzioni cappuccine del 1536, stampate a Napoli da Sultzbach l’anno successivo, di: un incunabolo con uno scritto di Domenico Cavalca stampato a Milano nel 1489 (ISTC ic00348000), due cinquecentine – l’una Le sette armi spirituali di Caterina da Bologna stampata a Bologna nel 1511 (CNCE 10261), l’altra il Trattadello della dispositione che si ricerca a recevere la gratia del Spirito Santo di Lorenzo da Bergamo stampato a Bologna nel 1534 (CNCE 20810) – e di un ms. in scrittura corsiva del XVI secolo, contenente un’opera di Ugo di Digne e tre scritti minori del corpus di Francesco d’Assisi. – L.Mo.

064-198 Letteratura e giornalismo. Giuseppe Baretti e il giornalismo dei secoli XVIII-XIX, a cura di Daniela Marcheschi, vol. IV, Venezia, Marsilio-Fondazione Dino Terra, 2021, pp. 146, ill. b/n, ISBN 978-88-297-1496-4, € 16. Atti del Convegno Giuseppe Baretti fra critica, giornalismo e letteratura, tenutosi il 17 settembre 2021 a Seravezza e organizzato dal Comitato nazionale per le celebrazioni del tricentenario della nascita. Si schedano alcuni contributi. – L. Ma.

064-199 Libreria Antiquaria Pontremoli, Catalogo 54, Milano, 2022, pp. 112. Splendida proposta di 70 edizioni tra Sette e Novecento: tra molto Futurismo importanti documentazioni sulla I G M. Belle fotografie, ottime schede descrittive. – Ed.B.

064-200 Lička (Lukáš), The Aims of Perspectiva in 1360s Paris: Investigating Texts Written in the Hand of Reimbotus de Castro, in Books of knowledge in Late Medieval Europe. Circulation and Reception of Popular Texts, edited by P. CermanováV. Žůrek, pp. 299-329 Þ rec. «AB» O64-F.

064-201 Linford (Jenny ), La Bibbia dei libri di cucina. I preferiti dai grandi cuochi e quelli che hanno fatto la storia, Iolo (PO), Slow Food Editore, 2022, pp. 352, ill. col., ISBN 979-88-8499-746-3, 39. Un titolo ambizioso per un testo che si propone come una raccolta di descrizioni di almeno un centinaio di libri di cucina. È un testo costruito per chi si lascia guidare dalla serendipità, ma anche per chi è alla ricerca di informazioni precise, perché ogni libro di cucina viene descritto in modo completo e con dati ben organizzati. Il testo si articola in tre capitoli. Nel primo, Lo chef consiglia… (pp. 8-151), alcuni dei più importanti chef di tutto il mondo scelgono il libro di cucina che sentono di preferire. L’ordine dei titoli è alfabetico in base al cognome dello chef che consiglia il proprio libro del cuore. Nel secondo, Libri influenti (pp. 152-297), viene fatto il punto sui testi legati a nomi di ristoranti illustri o grandi cuochi. Anche qui, l’ordine è alfabetico, ma questa volta in base al cognome dell’a. del libro stesso. I primi due capitoli vedono un’organizzazione delle informazioni e dello spazio simile. A ogni libro di cucina presentato vengono dedicate due pagine affrontate. Per ogni titolo, viene data una veloce biografia dello chef e, a carattere più piccolo, in poche, ma accattivanti battute, ne viene dato un riassunto. Il tutto è corredato da fotografie, in genere una dello chef, una della copertina del libro e alcune delle sue pagine. Nel terzo capitolo, Guida internazionale ai libri di cucina (pp. 298-347), l’a. cerca di dare l’idea della varietà del genere letterario con una galleria di classici culinari da tutto il mondo. Questo capitolo presenta un’organizzazione più riassuntiva. L’ordine di successione dei titoli è in base al continente di provenienza e ogni pagina contiene informazioni e descrizioni di più testi. Non solo, lo scarto tra questa sezione e le due precedenti viene marcato dal colore delle pagine, che diventano marroncine. Nel complesso, lo schema costante, importante per il lettore che in questo modo sa quali informazioni troverà per ogni libro analizzato, viene rotto dalle scelte grafiche della disposizione. Nello scorrere le pagine, i box con biografia degli chef e riassunto dei libri vengono alternati alle foto con rese spaziali sempre diverse, creando giochi che divertono e rendono più accattivante la lettura, sia per esperti del settore, sia per neofiti o semplici curiosi. — Marta Belotti

064-202 Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), sous la direction de Lodovica Braida – Brigitte Ouvry-Vial, avec la collaboration de Elisa Marazzi – Jean-Yves Samacher, Rennes, Presses Universitaires de Rennes, 2020 (Histoire), pp. 378, ill. b/n, ISBN 978-2-7535-8046-6, € 28. Il vol., fissando l’attenzione su casi particolari, ma non senza sguardi più larghi, e proponendo metodologie diverse frutto degli studi di specialisti di ambiti differenti, conduce il lettore in un ricco percorso sulle trasformazioni della lettura dal Settecento ai giorni nostri. Particolarmente rilevante il tentativo di considerare insieme vari aspetti: dalla materialità dei testi alle pratiche di lettura, dall’impatto delle opere alle strategie editoriali. Dopo la premessa delle curatrici e un saggio di Roger Chartier, i contributi sono raggruppati in tre sezioni: Évolution et revolution de la lecture (Loretelli, Botrel, Mollier, Fuller-Rehberg Sedo), che traccia un panorama delle trasformazioni, anche condizionate dal progresso tecnologico, vissute dalla lettura nell’arco cronologico considerato; Nouveaux lecteurs, nouvelles collections (Castagnino, Grenby, Rebecchini, Sánchez, Rivalan Guégo, Richard e Serry), che indaga le strategie editoriali e il rapporto tra editori e lettori; Formes, supports et modalités de lecture (Braida, Suárez de la Torre, Pérez Salas Cantú, Rubery, Lishaugen e Ouvry-Vial), che considera la pluralità delle forme materiali attraverso cui i testi si manifestano. Dopo le conclusioni, gli abstracts e i profili degli autori dei saggi. È schedato sotto i singoli contributi. – L.R.

064-203 Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), sous la direction de Lodovica Braida – Brigitte Ouvry-Vial, avec la collaboration de Elisa Marazzi – Jean-Yves Samacher, Rennes, Presses Universitaires de Rennes, 2020 Þ rec. Christian Del Vento, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 482-7.

064-204 Lishaugen (Roar), «Leur œuvre nous enseigne la vue juste de notre passé». La lecture de masse des classiques nationaux dans la Tchécoslovaquie staliniste, in Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), sous la direction de L. Braida – B. Ouvry-Vial, pp. 321-31. Dopo l’affermazione del Comunismo nella ex Cecoslovacchia, il Governo adottò strategie editoriali e di promozione della lettura volte a una rilettura dei classici locali al fine di giustificare il potere. – L.R.

064-205 Lombardi (Federico), SJ, Roberto Bellarmino e le missioni dei Gesuiti in Oriente. La corrispondenza con Roberto De Nobili e con i cristiani cinesi, in Bellarmino e i Gesuiti a Montepulciano, a cura di M. Sodi – A. Głusiuk, pp. 139-61. Le missioni della Compagnia di Gesù si spinsero fino in Estremo Oriente e, anche in un campo così distante dagli affari europei, si incontra il nome di Roberto Bellarmino. Grazie alla lettura di alcune corrispondenze con Roberto De Nobili e con i cristiani cinesi, il contributo propone alcune considerazioni sul ruolo e sul pensiero del cardinale riguardo le missioni in Cina e India. – P.S.

064-206 López Varea (María Eugenia), De los impresores incunables anónimos «Printer Nebrissienses Introductiones latinae» y «Printer Nebrissienses Gramatica» a la imprenta de Alonso y Juan de Porras en la Salamanca del siglo XV, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 8, 2022, pp. 51-71. Sulla base del metodo attribuzionistico di Proctor e di Haebler, e forte di alcuni studi pregressi, l’a. propone di identificare con Alonso e Juan de Porras (stessa famiglia, due generazioni diverse) i tipografi che si celano rispettivamente dietro il nome di Printer Nebrissienses Introductiones latinae e Printer Nebrissienses Gramatica. Corredano il pezzo 10 utili ill. col. e b/n. – E.G.

064-207 López Vera (Elvia Estefanía), Frontispicios en portadas de libros impresos novohispanos editados entre 1605 y 1643, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 8, 2022, pp. 83-104. Si analizzano i frontespizi di libri stampati nel vicereame della Nuova Spagna tra il 1605 e il 1643. Si tratta di prodotti artisticamente di buon livello, esecutivo tanto quanto progettuale (come mostrano le 6 ill. col. e b/n.), che oltreoceano furono parte integrante del sistema di comunicazione/circolazione intellettuale durante la prima metà del XVII secolo. – E.G.

064-208 Loretelli (Rosamaria), La lecture silencieuse. La construction du contexte narratif et la naissance du roman moderne au XVIIIe siècle, in Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), sous la direction de L. Braida – B. Ouvry-Vial, pp. 31-43. Il saggio si pone in un filone d’indagine della storia della lettura ancora poco esplorato: la storia cognitiva della lettura. In questo contesto, l’a. propone un percorso legato alla costruzione del testo narrativo in funzione della tipologia di lettura. – L.R.

064-209 Macchi (Federico), Contributo alla conoscenza delle legature padovane del XVIII secolo, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 29/57, giugno 2022, pp. 139-48. «I censimenti di legature storiche effettuati nella Biblioteca civica dell’Archiginnasio e universitaria di Bologna congiuntamente a quello in atto presso la biblioteca universitaria di Padova, hanno consentito di raccogliere un limitato corpus di 13 legature realizzate nel XVIII secolo» (p. 139). Se ne offre un profilo con molte illustrazioni. – L.R.

064-210 Macchi (Federico), Legature scozzesi, ma non troppo, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 29/57, giugno 2022, pp. 149-64. L’a. ritorna sul tema delle legature di area anglosassone, con particolare riferimento, in questo caso, ai legatori scozzesi, di cui poco si conosce. – L.R.

064-211 Madriaga Orbea (Juan), Una biblioteca bergaresa de la época ilustrada: le de don Rafael de Garitano, Pamplona, Bergarako Udala, 2020 Þ rec. di Javier Esteban Ochoa de Eribe, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 8, 2022, pp. 192-5.

064-212 Maeso Fernández (Ma Estela), Una traducción inédita en la libreria gondomariense: los sermones del bitonto, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 8, 2022, pp. 73-82. I sermoni di Cornelio Musso (vescovo di Bitonto; 1511-1574) furono assai noti tra XVI e XVII secolo. Eppure, se ne conoscono oggi solo due traduzioni coeve in spagnolo, una delle quali addirittura inedita. L’a. analizza l’origine del ms. inedito e i motivi per cui don Diego Sarmiento de Acuña, primo conte di Gondomar nonché suo possessore, decise di non farlo stampare. – E.G.

064-213 Maffre (Sabine), Nouvelles perspectives sur le Bréviaire de Belleville: une commande royale?, «Bulletin du bibliophile», 189/1, 2022, pp. 5-19. Il contributo si sofferma su uno dei capolavori della miniatura francese del Trecento, il Breviario di Belleville (Paris, Bibliothèque nationale de France, Latin 10483-10484), contestualizzandolo nella committenza reale di Carlo IV il Bello, re di Francia dal 1322 al 1328, ovvero nel momento in cui il codice fu realizzato. – L.R.

064-214 Maiello (Rosa), Bibliotecari e biblioteche nelle università: stato dell’arte di un’identità negoziata, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 453-66. Contributo dedicato all’identità delle biblioteche d’ateneo in Italia alla luce delle normative vigenti e agli sviluppi futuri, insieme a una riflessione sulla qualifica del personale impiegato. – D.M.

064-215 Mancini (Lorenzo), La biblioteca del card. Bellarmino: primi riscontri a partire da un inventario riscoperto, in Bellarmino e i Gesuiti a Montepulciano, a cura di M. Sodi – A. Głusiuk, pp. 75-87. A partire dal ritrovamento di un inventario della biblioteca del cardinale Bellarmino, l’a. propone un primo assaggio di una più ampia ricerca (che lo stesso a. sta conducendo) dedicata all’analisi dei libri della raccolta personale del gesuita. – P.S.

064-216 Manzo (Pio), Biblioteche e centri di documentazione della Confederazione generale italiana del lavoro (CGIL): il sistema nazionale, le collezioni e i servizi, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 467-76. L’a. propone una riflessione sulla costituzione di centri di documentazione a supporto della classe sindacale, oggi più che mai chiamata a fronteggiare dinamiche sociali, economiche e lavorative sempre più complesse e articolate. – D.M.

064-217 Manzoni (Laura), L’analisi delle risorse cartografiche nei modelli concettuali FRBR e IFLA LRM: una rassegna degli studi, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 361-89. I modelli concettuali di FRBR (1998) e IFLA LRM (2017) si adattano forzatamente alla descrizione delle risorse cartografiche. – L.R.

064-218 Marcon (Susy), La Biblioteca del Cardinale Bessarione, in Il Cardinal Bessarione Abate a Casteldurante, a cura di M. MenatoF. Paoli, pp. 47-65. Richiamato il munus bessarioneo, si descrivono i voll. esposti: un antico Oppiano illustrato, il Tolomeo atlantico su commissione, Plotino ed Erone copiati da collaboratori del cardinale, un incunabolo di Strabone e un ritratto miniato nell’esemplare di dedica della Rhetorica di Fichet. – E.Gam.

064-219 Mariani (Azelio), Le Lettere di san Roberto Bellarmino nell’Archivio diocesano di Montepulciano, in Bellarmino e i Gesuiti a Montepulciano, a cura di M. Sodi – A. Głusiuk, pp. 121-6. Il contributo riporta alla luce le 26 lettere del cardinale Bellarmino (di cui 4 completamente di suo pugno, altrettante con sue aggiunte e 18 scritte da segretari e firmate dal gesuita), tutte inviate da Roma e ora conservate presso l’Archivio del Capitolo della cattedrale di Montepulciano. – P.S.

064-220 Mariani Canova (Giordana) – Luca Rivali, Una (quasi) sconosciuta miscellanea quattrocentesca veneziana della Biblioteca Generale della Custodia di Terra Santa e le sue prestigiose miniature, «La Bibliofilía», 123, 2021, n. 2-3, pp. 259-84. Il contributo ha come oggetto d’indagine un vol. conservato presso la Biblioteca Generale della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme (coll. INC A 41). Oltre a un’analisi bibliografica e bibliologica del vol., l’articolo ricostruisce la sua storia attraverso le indicazioni di possesso e si concentra sulla descrizione delle splendide miniature, il cui stile è influenzato dalla più importante scuola veneziana di decorazione libraria del Quattrocento. L’articolo è corredato da 8 tavole a colori. – P.S.

064-221 Marinho Atunes (Luísa), Il giornalismo europeo al tempo di Giuseppe Baretti. La parola al servizio della società e degli scambi culturali, in Letteratura e giornalismo. Giuseppe Baretti e il giornalismo dei secoli XVIII-XIX, a cura di Marcheschi, vol. IV, pp. 21-40. Panoramica dei caratteri della stampa periodica settecentesca. Il caso di studio sono gli echi nella stampa (portoghese prima, europea e americana poi) del terremoto di Lisbona del 1755. – L. Ma.

064-222 Marquardt (Luisa), Contrastare la povertà educativa: una biblioteca in ogni scuola. Guida pratica per la biblioteca scolastica, Roma, Forum del Libro, 2021-2022, pp. 69, ill. col., manca ISBN, s.i.p. Il vol. è un breve manuale sull’organizzazione e l’utilizzo delle biblioteche scolastiche diretto agli insegnanti, ai genitori e agli studenti responsabili della loro gestione: vengono fornite le indicazioni di base per attivare una biblioteca in scuole di vario ordine e grado, spaziando dall’analisi di fondamenti teorici quali le Linee guida IFLA per le biblioteche scolastiche, alla trattazione di aspetti più pratici come l’utilizzo ottimale degli spazi e la scelta dei libri da includere nelle collezioni messe a disposizione degli utenti. Questa guida nasce dall’osservazione degli effetti negativi della sospensione prolungata delle attività didattiche in presenza dovuta alla pandemia, in seguito alla quale si è riscontrata una generale diminuzione del rendimento degli studenti, e dalla volontà di arginarli rimettendo lo strumento della biblioteca a disposizione degli studenti. La biblioteca scolastica, in quanto luogo di promozione della lettura e accesso all’informazione, viene vista come un ambiente in cui recuperare le competenze meno stimolate dalla didattica a distanza, sviluppare un valido metodo di ricerca e acquisire la capacità di elaborare i dati in modo critico e creativo. – Francesca Affer

064-223 Martinelli Tempesta (Stefano), Mss. bessarionei oggi in Ambrosiana, in I libri di Bessarione, a cura di A. Rigo N. Zorzi, pp. 33-61. Þ «AB» 064-M.

064-224 Martini (Davide), La ritrovata princeps volgare del bestiario monregalese: Libro de la natura deli animali (Mondovì, Vincenzo Berruerio, 2 marzo 1508), «La Bibliofilía», 123, 2021, n. 2-3, pp. 329-50. Nel 1508, il tipografo Vincenzo Berruerio pubblicò un bestiario sia in latino (Libellus de natura animalium) che in volgare (Libro de la natura de li animali). Se la versione latina godette negli anni di diversa fortuna e diffusione, quella volgare, dopo un passaggio di un suo esemplare presso la libreria antiquaria di Leo Samuel Olschki, è rimasta per diverso tempo sconosciuta alle bibliografie e agli storici del libro. In realtà, si è scoperto che un altro esemplare è presente dal 1983 presso la Transylvania University Library (Kentucky, Usa). Il contributo ricostruisce dunque la storia di questo vol. esaminandone le caratteristiche bibliografiche e analizzandone il contesto di pubblicazione. – P.S.

064-225 Mârza (Andreea), Portretul unui iluminist ardelean Bibliotecarul Imre Dániel (1754-1804), Cluj-Napoca, Mega, 2020 Þ rec. Alfredo Serrai, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 488-9.

064-226 Mazzitelli (Gabriele), «Una miniera di re»: la biblioteca di Ettore Lo Gatto, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 105-14. Presentazione del fondo librario appartenuto allo slavista Ettore Lo Gatto, oggi conservato presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Costituito da 6.500 voll., è lo specchio non solo degli interressi di Lo Gatto docente, traduttore e mediatore culturale, ma anche dei rapporti che lo legarono a tanti intellettuali russi. – D.M.

064-227 Mazzon (Ottavia), Bessarione lettore di Erodoto, Tucidide, Senofonte: appunti sul ms. Venezia, BNM, gr. Z. 526 (coll. 776), in I libri di Bessarione, a cura di A. Rigo N. Zorzi, pp. 307-26. Þ «AB» 064-M.

064-228 Medieval Hebrew Manuscripts Reused as Book-bindings in Italy, edited by Mauro Perani; with the cooperation of Emma Abate, Leiden-Boston, Brill («European Genizah Texts and Studies», 6; «Studies in Jewish History and Culture», 69), 2022, pp. XX+415, ill. col., ISBN 978-90-04-47098-9, € 180,20. Il vol., curato da Mauro Perani, da anni impegnato nello studio degli antichi mss. ebraici, offre la più completa e aggiornata rassegna sui circa 16.000 frammenti ebraici conservati in centinaia di biblioteche e archivi sparsi in tutta Italia, che furono riutilizzati da antichi artigiani come materiali per la copertura o il rinforzo di legature librarie e archivistiche. I contributi qui racchiusi sono redatti dai maggiori studiosi del settore e forniscono una panomarica accurata riguardo a collezioni, generi ed approfondimenti relativi a singoli frammenti, i quali contribuiscono a riportare in vita per via di tracce tanta cultura ebraica medievale altrimenti dimenticata. Da non dimenticare il contributo di questi frammenti alle ricerche (tuttora in corso) sulla “Genizah europea” e agli studi ebraici in generale, quale parte integrante del progetto di digitalizzazione e schedatura Books within Books. In calce, oltre a all’indice dei nomi, un’utile bibliografia sulla Genizah italiana ed europea (pp. 377-406). Si segnalano i titoli dei singoli contributi. – D.M.

064-229 Menato (Marco), Appunti sugli incunaboli della Biblioteca Comunale di Urbania, in Il Cardinal Bessarione Abate a Casteldurante, a cura di M. MenatoF. Paoli, pp. 77-8. Breve storia del fondo incunabolistico della biblioteca di Urbania, con accenni alla figura di Guido Vitaletti, suo primo catalogatore moderno per «La Bibliofilía» (a. 20, 1918-19). – E.Gam.

064-230 Menato (Marco), Il “confine bibliografico” nella Biblioteca statale Isontina: appunti per una storia delle collocazioni, in Bibliografia e cultura, a cura di E. P. Ardolino e D. Baldi, pp. 97-112.

064-231 Meyer (Christian), Le Catalogue des Manuscrits notés des bibliothèques publiques de France: un bilan, in Décrire le manuscrit liturgique, pp. 137-180. Per ciò che riguarda i mss. liturgici, il progetto francese si muove nell’ottica della catalogazione nazionale dei codici con notazione musicale: viene proposta una schedatura degli uffici propri dei santi. – Ed.B.

064-232 Mignoni (Giovanni), Opere bellarminiane nell’Archivio diocesano di Montepulciano, in Bellarmino e i Gesuiti a Montepulciano, a cura di M. Sodi – A. Głusiuk, pp. 127-38. Tra le opere conservate presso l’Archivio Diocesano di Montepulciano, qui l’a. ne prende in considerazione due in particolare: le Constitutiones Capituli Ecclesiae Cathedralis Montis Politiani e Dell’eterna felicità dei Santi. La prima mette in luce la figura del Bellarmino-legislatore nel suo ruolo di amministratore apostolico di Montepulciano, la seconda, scritta dallo stesso cardinale, evidenzia il suo rapporto con il fedele collaboratore Angelo Della Ciaia, traduttore in volgare del testo. – P.S.

064-233 Mollier (Jean-Yves), Une révolution culturelle silencieuse dans la France de la Belle Époque, in Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), sous la direction de L. Braida – B. Ouvry-Vial, pp. 77-89. Negli anni compresi tra 1880 e 1900 si assiste, in Francia, a una vera e propria rivoluzione culturale, che il contributo evidenzia grazie a una puntuale indagine quantitativa che incrocia dati sull’alfabetizzazione e sulle vendite e tirature dei quotidiani, dei manuali scolastici e delle edizioni di testi popolari. – L.R.

064-234 Montagner (Luca), La «grande invalida» guarita. Il riordino della Biblioteca diocesana di Lugano negli anni Quaranta del Novecento, «Fogli», 43, 2022, pp. 15-25. Seconda puntata relativa alla ricostruzione storica delle vicende legate alla Biblioteca diocesana (la prima parte è stata pubblicata su «Fogli», 42). L’a. dà notizia di alcuni importanti ritrovamenti archivistici e presenta alcuni aggiornamenti sui lavori di riordino in corso nell’istituto. Si parla, in particolar modo, degli anni Quaranta del Novecento, presentando il Rapporto finale del lavoro di catalogazione redatto nel 1946 dall’allora seminarista Franco Poretti e dei cataloghi allestiti in quei tempi, oggi ritrovati tra le carte storiche della biblioteca. – E.B.

064-235 Montanari (Daniele), Le mura venete di Brescia, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 29/57, giugno 2022, pp. 91-8. Il contributo ripercorre le vicende, soprattutto di carattere bellico, che videro come teatro la città di Brescia tra Quattro e Cinquecento e, in particolare, la realizzazione e la riparazione della cinta muraria dopo gli assedi. – L.R.

064-236 Montecchi (Giorgio), Biblioteche storiche per il XXI secolo: la Biblioteca Estense di Modena, in Bibliografia e cultura, a cura di E. P. Ardolino e D. Baldi, pp. 175-180.

064-237 Morandini (Mino), “In tempŏre belli”: rileggiamo e riflettiamo, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 29/57, giugno 2022, pp. 3-12. Rassegna di autori novecenteschi, con relative opere, che la contingenza attuale ripropone come attuali: da Stefan Zweig a Benedetto XV a Georges Bernanos. – L.R.

064-238 Morandini (Mino), La nuova edizione critica del trattato Sul sublime, stampata da Mondadori per la Fondazione Lorenzo Valla, paradigma per lettere ed arti dall’Umanesimo ai giorni nostri, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 29/57, giugno 2022, pp. 15-43. Ampia recensione della nuova edizione dell’anonimo trattatello greco Sul sublime, a cura di Stephen Halliwell, con un saggio di Massimo Fusillo, traduzione, Indice delle parole notevoli e Indice dei passi citati, parafrasati o semplicemente allusi di Laura Lulli, Milano, Fondazione Lorenzo Valla – Mondadori, 2021. – L.R.

064-239 Moretti (Davide), L’officina del torcoliere, [Gardone Val Trompia], Fondo della Stampa e del Libro Antico – Centro Studi delle Tecniche Incisorie, 2022. Breve opuscoletto allegato a «Misinta», 29/57, giugno 2022, che promuove l’omonima esposizione didattica realizzata a Gardone Val Trompia (BS). All’interno, alcune essenziali note sulla storia della stampa e sulle tecniche di illustrazione. – L.R.

064-240 Motta (Franco), Il processo di canonizzazione (1622-1930), in Bellarmino e i Gesuiti a Montepulciano, a cura di M. Sodi – A. Głusiuk, pp. 35-47. Roberto Bellarmino fu una figura al centro delle più controverse dispute dottrinali e di ‘casi’ come quelli relativi a Galileo e Giordano Bruno. Un ruolo di primo piano che non ha certamente aiutato a velocizzare le pratiche di canonizzazione – cominciate a seguito della sua morte e terminate positivamente soltanto nel 1930 –, che l’a. qui ricostruisce. – P.S.

064-241 Mueller (Paul), SJ, Bellarmino, nella storia e nella scienza del suo tempo, in Bellarmino e i Gesuiti a Montepulciano, a cura di M. Sodi – A. Głusiuk, pp. 17-22. Roberto Bellarmino fu al centro di numerose controversie teologiche e dottrinali del suo tempo, prima di tutto le dispute successive al Concilio di Trento. Il contributo riprende dunque alcune considerazioni relative al ruolo del gesuita in alcune di queste questioni. – P.S.

064-242 Murano (Giovanna), Ser Piero Cennini, copista ed editore, «La Bibliofilía», 123, 2021, n. 2-3, pp. 209-236. Piero Cennini (1444-1484) fu un copista fiorentino attivo nella seconda metà del Quattrocento. A partire da una citazione di Berthold Ullman, che ha definito il Cennini “più un editor che un semplice copista”, l’a. ricostruisce la produzione manoscritta di Ser Piero, concentrandosi in particolar modo sull’analisi dei colophones dei più di 30 mss. copiati dal Cennini e sull’edizione dei Commentarii di Servio realizzata, insieme al padre Bernardo e al fratello, tra il 1471 e il 1472. – P.S.

064-243 Mussi (Francesca), Archivi storici e narrativi: il caso della Commissione per la Verità e la Riconciliazione sudafricana, in La Biblioteca: crocevia e connessione di mondi, a cura di C. Del GraziaL. Fiasconi, pp. 293-308. L’a. riflette sulle potenzialità degli archivi di carattere storico e letterario a partire dal patrimonio archivistico della Commissione per la Verità e la Riconciliazione sudafricana (TRC), istituita su iniziativa di Nelson Mandela e dell’arcivescovo anglicano Desmond Tutu nel 1995. – Massimiliano Mandorlo

064-244 Napoli (Maria Consiglia), La stampa nel Mezzogiorno d’Italia in età moderna: la metropoli e le province, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di Anna Bilotta, pp. 115-30. Contributo dedicato alla galassia tipografica sorta in epoca moderna nel Mezzogiorno continentale (provincie campane, Puglia e Calabria) a partire dalle origini quattrocentesche. L’a. fornisce un compendio delle principali personalità coinvolte, dimostrando la netta contrapposizione degli esiti editoriali in queste aree rispetto alla realtà partenopea. – D.M.

064-245 Nova (Giuseppe), Brixia Gotha (nuove ricerche e ricostruzioni storiche), «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 29/57, giugno 2022, pp. 131-4. Si ricostruisce il breve periodo di dominazione gota (dal 489 al 563 d.C.) a Brescia. – L.R.

064-246 Nova (Giuseppe), Giacomo Pinetti tipografo “itinerante” bresciano attivo in Italia centrale nel XVI secolo, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 29/57, giugno 2022, pp. 135-8. Il bresciano Giacomo Pinetti fu attivo in varie località dell’Italia centrale nel secondo Cinquecento, ma soprattutto ad Ascoli Piceno (su cui ora Dennis E. Rhodes, The Early Bibliography of Central Italy. Annali tipografici (sec. XV-XVII) di alcuni centri di Umbria, Marche e Abruzzo, a cura di Carlo Dumontet, Firenze, Olschki, 2021). – L.R.

064-247 Olinder (Britta), A Colonial Library in a Scandalous Novel: Marian Engel’s Bear, in La Biblioteca: crocevia e connessione di mondi, a cura di C. Del GraziaL. Fiasconi, pp. 331-41. Il saggio prende in esame lo scandaloso romanzo Bear (1976) della scrittrice canadese Marian Engel, focalizzando l’attenzione sulle immagini della biblioteca, dei libri e della conoscenza che percorrono l’opera letteraria. – Massimiliano Mandorlo

064-248 Oltre le mostre, a cura di Mauro Brunello – Valentina De Martino – Maria Speranza Storace, Venezia, Edizioni Ca’ Foscari, 2020 Þ rec. Rosaria Campioni, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 521-4.

064-249 Ossola (Carlo), Una parola «inequale e incoequale». Una fabula mystica nel Seicento italiano, «Fogli», 43, 2022, pp. 67-77. L’articolo nasce dalla manifestazione culturale organizzata dall’Associazione Biblioteca Salita dei Frati durante la quale è stato presentato il libro di Laura Quadri dal titolo Una fabula mystica nel Seicento italiano. Maria Maddalena de’ Pazzi e le Estasi (1609-1611). L’a., oratore della serata, parte dagli studi sulla mistica di Giovanni Pozzi fra il 1984 (Le parole dell’estasi) e il 2001 (Tacet) e li pone in parallelo con quelli di Michel de Certeau (fra La possession de Loudon del 1970 e La fable mystique del 1982), presentando gli sviluppi più recenti di questo studio dialogando con Giacomo Jori e con Laura Quadri. – L.Mo.

064-250 Ouvry-Vial (Brigitte), «À l’horizon, le livre». Représentations littéraires du livre et de la lecture, in Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), sous la direction de L. Braida – B. Ouvry-Vial, pp. 333-54. L’a. si muove sul terreno della citazione, mostrando come questa definisca non il sostrato sul quale l’a. scrive il proprio testo, ma in qualche modo condizioni la rappresentazione del testo di partenza agli occhi del lettore, che non solo segue l’opera, ma anche il filo dei suoi rimandi, specie se espliciti. – L.R.

064-251 Palabra (La) escrita e impresa. Libros, bibliotecas, coleccionistas y lectores en el mundo hispano y novohispano. In memoriam Víctor Infantes y Giuseppe Mazzocchi, edited by Juan-Carlos CondeClive Griffin, New York, Hispanic Seminary of Medieval Studies, 2020 Þ rec. di Alberto Gamarra Gonzalo, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 8, 2022, pp. 180-6.

064-252 Pandolfo Nassino modesto funzionario, ma sagace ed attendibile cronista bresciano, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 29/57, giugno 2022, pp. 119-30. Il funzionario Pandolfo Nassino (1486-1541/1544) è a. di una cronaca (Brescia, Biblioteca civica Queriniana, Ms. C.I.15) che si compone di 800 pagine manoscritte e che rappresenta una delle fonti più importanti per la storia bresciana del primo Cinquecento. – L.R.

064-253 Parenti (Stefano), Tipologie dei libri liturgici greci del Salento, «Rudiae. Ricerche sul mondo classico, 26 s.c. (n.s. 3), 2017, pp. 43-150. Il contributo delinea la produzione e alcune modalità di fruizione del libro biblico e liturgico greco in Terra d’Otranto tra XII e XVI secolo. Più di 80 fra mss. e frammenti di codici – da cui sono programmaticamente esclusi eucologi e sinassari – sono ricondotti alla loro tipologia editoriale: dal typikon ai vangeli (tetravangelo; lezionario), dall’apostolos o praxapostolos al prophetologion, dal salterio all’horologion, dai libri innografici (oktoechos, triodion, menaia) all’anthologion, sino ai mss. liturgico-musicali (psaltikà e sticheraria) e alle raccolte monografiche per genere. Ne risulta una preziosa rassegna di queste multiformi tipologie testuali, spesso trattate in modo non sistematico nei repertori, se non addirittura fraintese. A riprova della complessità, anche catalografica, dell’argomento è proposta una vastissima bibliografia di settore (pp. 115-50). Utili e ben rappresentative delle diverse fattispecie descritte le 17 tavv. b/n a corredo. – E.Gam.

064-254 Parlavecchia (Rosa), A proposito di alcuni libri appartenuti a Giuseppe Prezzolini, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 131-44. Giuseppe Prezzolini, storico fondatore de «La Voce», era solito recarsi a Salerno per frequentare la Biblioteca provinciale a cui faceva frequentemente dono di numerosissime pubblicazioni ricevute in omaggio da ogni dove. L’a. propone una lista di 30 voll. (ancorché perfettibile, se in futuro saranno estese le ricerche), identificati perlopiù grazie alle dediche autografe apposte al loro interno. – D.M.

064-255 Parlavecchia (Rosa), Le mostre bibliografiche durante il primo Congresso mondiale delle biblioteche e di bibliografia (1929), in La Biblioteca: crocevia e connessione di mondi, a cura di C. Del GraziaL. Fiasconi, pp. 203-15. Il saggio ricostruisce, attraverso lo studio dei rispettivi cataloghi a stampa, la storia delle mostre bibliografiche ospitate in numerose biblioteche italiane in occasione del primo Congresso mondiale delle biblioteche e di bibliografia, tenutosi nel 1929. – Massimiliano Mandorlo

064-256 Passera (Claudio), «In questo picolo libretto». Descrizioni di feste e di spettacoli per le nozze dei signori italiani del Rinascimento, Firenze, University Press, 2020 (Premio Ricerca Città di Firenze, 76), pp. 294, ISBN 978-88-5518-122-8, la versione digitale è in open access. Seguendo una pista di ricerca lunga ormai diversi anni, l’a., forte delle sue competenze di storico del teatro, si interesse delle feste per le nozze dei principi nel secondo XV sec., soffermandosi sulla riproduzione a stampa dei testi così generati. Di fatto, le signorie italiane, alla ricerca di una strategia di autopromozione, usarono dei matrimoni come significativo strumento comunicativo. Le cerimonie pubbliche collegate non meno che gli apparati decorativi e celebrativi esaltavano le alleanze politiche ed esprimevano il potere dei signori locali. Questo in re: ma come anche le descrizioni di tali apparati allestiti da artisti (basti pensare a Milano l’attività di Leonardo!) divenivano a loro volta, grazie alla stampa, strumenti della comunicazione del potere? Solo uno studio comparativo tra le descrizioni pervenute permette di individuarne le caratteristiche precipue, indagando il rapporto tra manifestazione pubblica e celebrazione provata cortigiana. Completano il saggio l’edizione del testo latino (cui segue la trad. it.) delle Nuptiae illustrissimi ducis Mediolani di Stephanus Dulcinus, e la trascrizione del testo volgare della Descriptione de l’ordine e feste celebrate in le noze de lo illustrissimo Zoanne Galeaz, duca de Milano. Chiudono il vol. una utile bibloiografia (pp. 253-68), un parco apparato illustrativo, un indice dei nomi e uno dei luoghi. – A.T.

064-257 Passera (Claudio), L’Editoria al servizio del principe: la città in festa negli incunaboli italiani per nozze, «Medioevo e Rinascimento», 34 (n.s. 31), 2020, pp. 123-55. L’a. analizza alcune pubblicazioni “per nozze” realizzate in Italia nel XV sec., un caso unico in Europa. Una volta individuata la tipologia bibliologica (in 4°, massimo 20 cc., solo testo e solo copie cartcacee), si cerca di indagare il rapporto fra tali testi celebrativi e l’attività editoriale coeva nei diversi centri interessati al fenomeno: committenza, circolazione, la relazione col mondo dei mss. – A.T.

064-258 Paveri Fontana (Alessandro), Lettere famigliari, a cura di Luca Ceriotti, Sarnico, Edizioni di Archilet, 2021, pp. 206, ISBN 9788899614089, s.i.p. Edizione (consultabile on line) di 101 lettere di Paveri Fontana, nobile piacentino (1603-post 1654) gravitante attorno alla corte di Odoardo Farnese, cultore di teatro e pittura, ma soprattutto di poesia. «Uomo di molte letture d’evasione, cita i versi di Tasso con quella disinvoltura che può nascere soltanto da una frequentazione ripetuta delle pagine del grande sorrentino. Gli sono altrettanto familiari Ariosto, Guarini, Tassoni, Paolo Giovio, ma pure Tesauro, Mascardi, Ruscelli, Paolo Aresi e Pierio Valeriano. […] La sua raccolta di missive, per quanto non di rado ripetitive specie se le si accosta sotto il profilo del contenuto autobiografico, si allarga, in realtà, a una complessa articolazione di generi: dalla lettera in quanto tale a una narrazione che ora volentieri chiameremmo breve racconto, dalla descrizione di ragguaglio alla nota di viaggio, dalla drammaturgia leggera al più solenne elogium» (pp. 13-14). Le lettere – con apparato di note esplicative – si trovano in un ms. dell’archivio di famiglia, sito a Caramello di Fontana Predosa (PC) e recentemente riaperto. Probabilmente Paveri Fontana pensava di pubblicarle. – L. Ma.

064-259 Pedraza Gracia (Manuel José), La imagen en la imprenta incunable y postincunable zaragozana: aproximación a las características técnicas de su incorporación al impreso, in Abriendo historias, pp. 103-21 Þ «AB» 064-A.

064-260 Penkower (Jordan S.), The First Books Published by Daniel Bomberg, «La Bibliofilía», 123, 2021, n. 2-3, pp. 303-28. Attraverso un attento esame di alcuni documenti conservati all’Archivio di Stato di Venezia, l’a. offre nuove considerazioni sull’attività del tipografo belga di origine ebraica Daniel Bomberg (1483-1549). In particolare il contributo dimostra che Bomberg cominciò a stampare nel 1515 e che le prime due edizioni da lui pubblicate furono completate nel dicembre dell’anno successivo (ed entrambe divennero parte della prima Bibbia da lui pubblicata nel 1517). – P.S.

064-261 Perani (Mauro) – Emma Abate, Bibliography on the “Italian Genizah” and “European Genizah” 1915-2021, in Medieval Hebrew Manuscripts Reused as Book-bindings in Italy, edited by Mauro Perani, pp. 377-406.

064-262 Perani (Mauro) – Günter Stemberger, The Most Ancient Fragment Found in the “Italian Genizah”: the Tosefta of Norcia (ca. 1000 BCE), in Medieval Hebrew Manuscripts Reused as Book-bindings in Italy, edited by Mauro Perani, pp. 201-13.

064-263 Perani (Mauro), Death and Rebirth of Hebrew Manuscripts, in Medieval Hebrew Manuscripts Reused as Book-bindings in Italy, edited by Mauro Perani, pp. 43-67.

064-264 Perani (Mauro), Eight New Pages of an 11th-Century Talmud Yerushalmi Megillah and Ḥagigah from the State Archives of Bologna, in Medieval Hebrew Manuscripts Reused as Book-bindings in Italy, edited by Mauro Perani, pp. 214-34.

064-265 Perani (Mauro), Juridical Books Bound in 16th-Century Bologna with Folios from a 12th-Century Manuscript of Halakhot Gedolot, Found in Bologna and in Leipzig University Library, in Medieval Hebrew Manuscripts Reused as Book-bindings in Italy, edited by Mauro Perani, pp. 282-305.

064-266 Perani (Mauro), The “Italian Genizah”: Features and Report on Forty Years of Research, in Medieval Hebrew Manuscripts Reused as Book-bindings in Italy, edited by Mauro Perani, pp. 81-108.

064-267 Perani (Mauro), The Travel of the 10th-11th-Century She’iltot de-Rav Aḥai from, Sicily-Maghreb to Ravenna via Ferrara and an Important Purchase Note, in Medieval Hebrew Manuscripts Reused as Book-bindings in Italy, edited by Mauro Perani, pp. 276-81.

064-268 Pérez Pulido (Margarita), El valor de la biblioteconomia gestionale, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di Anna Bilotta, pp. 333-50. Contributo che riflette sulla biblioteconomia gestionale dal punto di vista terminologico, scientifico e disciplinare, con un affondo sull’idea interpretativa che emerge dagli studi di Giovanni Di Domenico. – D.M.

064-269 Pérez Salas Cantú (María Esther), La diffusion de l’image dans l’édition Curmer de Paul et Virginie et sa reproduction dans l’édition mexicaine. Copie ou adaptation?, in Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), sous la direction de L. Braida – B. Ouvry-Vial, pp. 279-93. Il saggio confronta due edizioni di Paul et Virginie: la francese di Léon Curmer del 1838 e quella messicana di José Mariano Fernández de Lara del 1843, evidenziando soprattutto gli adattamenti della seconda, rispetto alla prima, in riferimento al pubblico d’Oltreoceano. – L.R.

064-270 Periodici (I) settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi. Prospettive storiche, letterarie e linguistiche, edited by Fabio Forner – Franz Meier – Sabine Schwarze, Berlin, Peter Lang, 2022 Þ rec. Andrea Moroni, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 490-3.

064-271 Peruzzi (Marcella), Biblioteca come progetto: l’Universitaria San Girolamo a Urbino, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di Anna Bilotta, pp. 351-64. Case study sulla recentissima realizzazione della Biblioteca di San Girolamo dell’Università di Urbino “Carlo Bo”, che ha condotto alla riqualificazione di un edificio e di un’area cittadina abbandonati da decenni. – D.M.

064-272 Petrella (Giancarlo), «Questi non sono tempi per libri». Il patrimonio incunabolistico delle biblioteche ucraine, con una Nota breve di Erri De Luca e una Premessa di Raimondo Di Maio, Napoli, Edizioni Libreria Dante & Descartes, 2022 (Accapo, 23), pp. 65, ill., ISBN 978-88-6157-255-6, s.i.p. Poco conosciuto nell’Europa occidentale è il patrimonio incunabolistico presente nelle biblioteche ucraine, che ammonta probabilmente a quasi 600 esemplari anche se non vi sono dati certi sulla quantità effettiva. – M.C.

064-273 Petrucciani (Alberto), I modelli bibliografici (da FRBR a LRM): un edificio da ricostruire dalle fondamenta?, in Bibliografia e cultura, a cura di Enrico Pio Ardolino e Diego Baldi, pp. 155-74.

064-274 Phillips (Dianne), Meditations for a Married Man: The Snite MVC and the Elite Urban Male Reader, in The Meditationes Vitae Christi Reconsidered, pp. 149-76. Il ms. University of Notre Dame, Snite Museum, 85.25. riporta una redazione breve del testo volgare delle Meditationes ed è ampiamente miniato. Il programma iconografico ne illustra bene l’uso adattato a un giurisperito bolognese del XIV sec. – Ed.B.

064-275 Piazzoni (Irene), Il Novecento dei libri. Una storia dell’editoria italiana, Roma, Carocci, 2021 Þ rec. Roberta Cesana, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 499-503.

064-276 Piccardi (Carlo), Cittadinanza artistica: fondamenti del rapporto tra creatore e fruitore in Svizzera, «Fogli», 43, 2022, pp. 1-14. L’a., nella sua veste di musicologo, offre un panorama storico della cultura svizzera della musica corale coltivata dal basso fra tradizione identitaria e fermenti di cultura d’avanguardia, introdotti nel primo quarto del Novecento da artisti stranieri riparati nelle città svizzere per sfuggire alla guerra. Viene messo l’accento su come la reazione dei Musikvereine, al pari di quella delle contemporanee società degli scrittori, mostrò forme di chiusura ideologica e corporativa di fronte a innovazioni talvolta radicali, volendo rinsaldare il corpo sociale intorno ai valori della cultura nazionale. L’articolo si conclude con esempi di rivisitazione moderna del repertorio tradizionale o dell’uso di strumenti delle tradizioni popolari. – L.Mo.

064-277 Pietrobon (Ester), Studenti stranieri nell’Università di Padova, in Tra Oriente e Occidente. Dotti bizantini e studenti greci nel Rinascimento padovano, a cura di N. ZorziC. Giacomelli, pp. 51-60.

064-278 Pilocane (Chiara), 11th-12th-Century Biblical Manuscripts from the “Italian Genizah” and Their System of Vocalization, in Medieval Hebrew Manuscripts Reused as Book-bindings in Italy, edited by Mauro Perani, pp. 127-58.

064-279 Pregnolato (Simone), Prolegomeni medioevali all’AtLiTeG, in Lessicografia storica dialettale e regionale, Atti del XIV Convegno ASLI Associazione per la Storia della Lingua Italiana (Milano, 5-7 novembre 2020), a cura di Michele A. CortelazzoSilvia Morgana – Massimo Prada, Firenze, Franco Cesati, 2022, pp. 93-105. L’AtLiTeG – Atlante della lingua e dei testi della cultura gastronomica italiana dall’età medievale all’Unità – è un Prin a cui partecipano quattro Unità di Ricerca che si occupano dei seguenti punti: (a) allestimento d’un repertorio generale dei testi italiani di cucina dell’età pre-unitaria forniti in prima edizione critica, in nuova edizione oppure in edizione riscontrata e corretta sui mss. o sulle stampe antiche; (b) redazione d’un vocabolario storico-etimologico digitale dei gastronimi italiani dalle Origini all’Ottocento; (c) rappresentazione cartografica, in diacronia e in diatopia, di un’ampia selezione dei lemmi del vocabolario nella forma d’un atlante digitale dinamico basato sulla georeferenziazione, in cui i vari gastronimi siano ancorati non soltanto a specifiche fasi cronologiche, ma anche ai luoghi o alle aree d’irradiazione che hanno giocato un ruolo tanto rimarchevole nel costituirsi di questo linguaggio; (d) compilazione d’una bibliografia gastronomica ragionata di riferimento; (e) creazione d’un portale web dedicato al progetto. In questo articolo l’a. illustra i prolegomeni dell’ambizioso e sapido progetto. – Andrea G.G. Parasiliti

064-280 Printing R-Evolution and Society 1450-1500. Fifty years that changed Europe, edited by Cristina Dondi, Venezia, Edizioni Ca’ Foscari, 2020 Þ rec. Paolo Sachet, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 441-6.

064-281 Procaccioli (Paolo), Cosa dicono gli annali. L’altra antichità’ nella letteratura e nell’editoria dei poligrafi, in L’altra antichità. Autorialità e testualità nella letteratura della prima età moderna / The other antiquity. Authorship and textuality in early modern literature, a cura di Fantappiè (Irene) Huss (Bernhard), Manziana, Vecchiarelli, 2022 (Cinquecento. Testi e Studi di letteratura italiana, 65 [n.s. 29]), pp. 306, ISBN 978-88-8247-473-7, € 40, pp. 167-88. Il saggio traccia – tra indagine storica e riflessione sulla ‘alterità’ di un canone letterario che il Rinascimento aveva aggiunto a quello tradizionale – un quadro molto complesso intorno alla ricezione di Luciano nella Venezia del XVI secolo; il discorso incrocia grandi editori (come lo Zoppino) e i loro cataloghi, scrittori come Aretino o Franco e poligrafi come Lando o Doni. – M.G.

064-282 Quadri (Laura), Padre Giovanni Pozzi e le Estasi di S. Maria Maddalena de’ Pazzi, «Fogli», 43, 2022, pp. 77-87. L’a. ripropone l’intervento tenuto in occasione della presentazione del suo vol. Una fabula mystica nel Seicento italiano. Maria Maddalena de’ Pazzi e le Estasi (1609-1611) organizzato presso la Biblioteca Salita dei frati. In particolar modo è proposto il dialogo con l’oratore della serata, Carlo Ossola, sulla questione della mistica negli studi di Padre Giovanni Pozzi. – L.Mo.

064-283 Quaquarelli (Maura), Utilizzo del discovery tool dell’Università di Bologna: un’analisi quantitativa e qualitativa, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 315-60. Lo studio, condotto sull’installazione di EBSCO Discovery Service dell’Università di Bologna AlmaStart, mira a identificare le modalità di ricerca più comuni adottate dagli utenti di un discovery tool e se questo sia in grado di dare risposte adeguate a chi lo utilizza. – L.R.

064-284 Radaeli (Francesco), Ricordi di un libraio antiquario. Tra Italia e Ticino, con una introduzione di Klaus Kempf, Brescia, Associazione bibliofili bresciani “Bernardino Misinta”, 2022. L’Associazione bresciana “Misinta” dedica al socio Francesco Radaeli, antiquario, collezionista e amico del libro antico, questa plaquette, allegata al numero di giugno 2022 della rivista «Misinta» e recante un testo già uscito su «Fogli. Rivista dell’Associazione Biblioteca Salita dei Frati di Lugano», 28, 2007. – L.R.

064-285 Raieli (Roberto), Il mondo, come possiamo settarlo, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di Anna Bilotta, pp. 477-92. Contributo dedicato all’evoluzione del sistema di information retrieval e al paradigma spazio aperto/chiuso del web e web semantico. – D.M.

064-286 Ransom (Lynn), Mixed Media: Questioning Format in Late Medieval Pictorial Vita Christi Cycles, in The Meditationes Vitae Christi Reconsidered, pp. 225-47. L’a. presenta e discute alcuni cicli figurativi di scene della vita di Gesù non correlati a un particolare testo letterario, ma una vera e propria narrazione per immagini. – Ed.B.

064-287 Raymond Josué Seckel, le bibliothécaire des deux rives, textes réunis par Marie-Noëlles Bourguet-Seckel – Nadine Férey-Pfalzgraf – Jean-Didier Wagneur, Paris, Éditions des Cendres, 2021 Þ  rec. Frank Lestringant, «Bulletin du bibliophile», 189/1, 2022, pp. 143-7.

064-288 Rebecchini (Damiano), Comment les paysans russes lisaient leurs classiques. Le cas de Nicolas Gogol, in Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), sous la direction de L. Braida – B. Ouvry-Vial, pp. 151-75. Grazie all’analisi di edizioni ridotte di testi di Nicolas Gogol (1809-1852) pubblicate negli anni Ottanta dell’Ottocento e a testimonianze della ricezione di quei testi nelle scuole russe dello stesso periodo, l’a. fa emergere difficoltà e resistenze in un pubblico popolare verso un testo comunque complesso. – L.R.

064-289 Reggi (Giancarlo), Tradizione umanistica milanese delle Ad familiares di Cicerone: le due mani del codice di Lugano, fra conservatorismo e restauri testuali antecedenti il Poliziano, «Fogli», 43, 2022, pp. 26-66. L’a. torna sul codice delle Ad familiares di Cicerone posseduto dalla Biblioteca cantonale di Lugano, con una vasta rassegna dei mss. apparentati con la prima e con la seconda mano; la prima famiglia appare sorprendentemente numerosa, dal primo codice (forse anteriore al 1440) agli incunaboli milanesi stampati fra il 1472 e fine secolo; la seconda famiglia appare ristretta a tre codici. La prima mano risulta consenziente al restauro del testo, in particolare del libro VIII; la seconda è tendenzialmente più conservatrice, ma aperta al restauro dei graeca. – L.Mo.

064-290 Renna (Salvatore) – Federico Valacchi, Le avventure di Archinia, Milano, Editrice Bibliografica, 2021 Þ  rec. Eleonora Todde, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 525-7.

064-291 Reyes Gómez (Fermín de los), La imprenta incunable y el grabado en España: las bulas como ejemplo de identificación, in Abriendo historias, pp. 84-101 Þ «AB» 064-A.

064-292 Reyes Gómez (Fermin, de los) – Valerón Ramírez (Néstor), Una bula  ¿incunable? de la catedral de Las Palmas, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 8, 2022, pp. 11-25. Si illustra come e perché venne impressa a Siviglia, tra il 1498 e il 1500, la bolla di indulgenza per finanziare la costruzione della cattedrale di sant’Anna a Las Palmas. Si tratta di un (probabilissimo) incunabolo, poco conosciuto – a differenza di quello stampato per sostenere la cristianizzazione delle isole Canarie (Siviglia, 1477 circa; ISTC ia00459800) e di cui sopravvive (a oggi) un’unica copia, non censita in ISTC, che è fatta oggetto di analisi bibliologica da parte degli a. – E.G.

064-293 Rhodes (Dennis E.), The Early Bibliography of Central Italy. Annali tipografici (sec. XV-XVII) di alcuni centri di Umbria, Marche e Abruzzo, a cura di Carlo Dumontet, prefazione di Edoardo Barbieri, Firenze, Olschki, 2021 (Biblioteca di Bibliografia, 212) Þ rec. Rosa Marisa Borraccini, «Bulletin du bibliophile», 189/1, 2022, pp. 132-5.

064-294 Richard (Nathalie), Les dangers du livre. Catholicisme et encadrement de la lecture en France autour de 1860, in Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), sous la direction de L. Braida – B. Ouvry-Vial, pp. 209-31. La Vie de Jésus di Renan, pubblicata nel 1863, rappresentò un vero caso letterario, rispetto ad altre opere specialistiche (de Toqueville, Darwin) uscite sempre negli anni Sessanta dell’Ottocento. Il saggio tenta di definire le ragioni di una tale, evidente sproporzione di successo commerciale. – L.R.

064-295 Richler (Benjamin), “The Italian Genizah”: an Unexpected New Source of Medieval Hebrew Manuscripts, in Medieval Hebrew Manuscripts Reused as Book-bindings in Italy, edited by M. Perani, pp. 32-42.

064-296 Ridi (Riccardo), Citare internet con URL abbreviati e DOI? Meglio di no, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 222-46. Sempre più spesso, nelle citazioni bibliografiche di documenti on line, gli URL vengono sostituiti con quelli, più brevi, forniti da servizi come TinyURL e Bitly oppure con codici DOI. Si tratta di una pratica da impiegare con grande cautela e parsimonia nei riferimenti bibliografici. – L.R.

064-297 Rivalan Guégo (Christine), Quand le plaisir s’en mêle. Avènement du lecteur et renouvellement de l’offre de lecture dans les collections de grande diffusion (Espagne, début XXe siècle), in Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), sous la direction de L. Braida – B. Ouvry-Vial, pp. 189-208. Nei primi trent’anni del Novecento alcuni progetti di promozione della lettura e di transfert culturale forniscono un caso di studio per definire i contorni di una nuova figura di lettore europeo. – L.R.

064-298 Roggero (Marina), Le vie dei libri. Letture, lingua e pubblico nell’Italia moderna, Bologna, Il Mulino, 2021 Þ rec. Daria Parenti, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 476-81.

064-299 Rollo (Antonio), Le grammatiche greche e l’insegnamento del greco nell’umanesimo, in Tra Oriente e Occidente. Dotti bizantini e studenti greci nel Rinascimento padovano, a cura di N. ZorziC. Giacomelli, pp. 43-50.

064-300 Rossi (Tommaso Maria), Ecclesiastical Archivists and Librarians from the Council of Trent to BeWeB, in La Biblioteca: crocevia e connessione di mondi, a cura di C. Del GraziaL. Fiasconi, pp. 217-34. L’a. ripercorre la storia degli archivi e delle biblioteche ecclesiastiche a partire dal Concilio di Trento, prendendo in esame la legislazione ecclesiastica fino ad arrivare al Concilio Vaticano II e allo sviluppo di progetti digitali come BeWeB. Vengono inoltre segnalati gli elementi di sinergia tra la professione archivistica e quella bibliotecaria. – Massimiliano Mandorlo

064-301 Roth (Pinchas), The She’iltot de-Rav Aḥai from the 10th-11th Century Found in Ravenna, in Medieval Hebrew Manuscripts Reused as Book-bindings in Italy, edited by M. Perani, pp. 270-75.

064-302 Rozzo (Ugo), La Medicina dell’anima di Urbanus Rhegius, in Bibliografia e cultura, a cura di Enrico Pio ArdolinoDiego Baldi, pp. 11-20.

064-303 Rubery (Matthew), La Grande Guerre et la bibliothèque sonore du Royaume-Uni. Cécité et nécessité, in Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), sous la direction de L. Braida – B. Ouvry-Vial, pp. 295-319. La prima biblioteca di libri sonori aprì in Inghilterra nel 1935 ed era destinata in particolare ai veterani di guerra e ai ciechi che non leggevano in braille. Era altresì dotata di uno speciale grammofono per la fruizione. Sulla base di coeve testimonianze, il saggio indaga una particolare tipologia di lettura/ricezione. – L.R.

064-304 Rueda Ramírez (Pedro) – Inés Nieto Márquez, Los rótulos de las librerías e imprentas en Barcelona: la publicidad exterior de los establecimientos (1780-1839), «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 8, 2022, pp. 105-42. Attraverso alcune iniziative dei librai e delle stamperie – ad esempio il cambio delle insegne dei negozi/delle officine, il posizionamento di banchetti sulla strada per esporre meglio le merci – l’a. ricostruisce le dinamiche di promozione dei libri e i nuovi metodi della loro commercializzazione nella Barcellona tra XVIII e XIX secolo. Corredano il pezzo 22 ill. col. e b/n. – E.G.

064-305 Ruellet (Aurélien) – Sophie Renaudin, «Impressum Cenomanis». Compte rendu des journées d’études «Le livre au Mans et dans le Maine», Le Mans, 25-26 mars 2022, «Bulletin du bibliophile», 189/1, 2022, pp. 124-7. Cronache delle giornate tenutesi presso la Médiathèque Louis-Aragon, accompagnate anche da una mostra bibliografica. – L.R.

064-306 Ruffini (Graziano), Cataloghi di vendita nei cataloghi delle biblioteche private del Settecento, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 210-20. Analisi e studio di un specifico settore della bibliografia, rappresentata dai cataloghi a stampa destinati alla vendita di biblioteche private durante il Settecento. Se ne illustrano tipologie e per ciascuna di esse vengono forniti alcuni esempi, di cui si analizzano caratteristiche e finalità. – D.M.

064-307 Ruzzier (Chiara), Entre Université et ordres mendiants. La production des bibles portatives latines au XIIIe siècle, Berlin-Boston, De Gruyter, 2022 (Manuscripta Biblica, 8), pp. XIV+338, ill. col., ISBN 9783110757392 (eBook) – 9783110757194 (cartaceo), € 139,95. L’a. studia la produzione di Bibbie tascabili nel XIII secolo: dopo una panoramica sulla storia del testo biblico in latino prima del periodo studiato, si analizzano la cronologia e i luoghi di produzione, le caratteristiche codicologiche, la mise en page, l’organizzazione del contenuto, il paratesto e la decorazione, nonché i destinatari di tali mss., i segni d’uso e di possesso. L’indice del vol. è consultabile sul sito dell’editore. Sono degne di segnalazione anche le ben ventidue tavole a colori in calce al vol. (pp. 317-38) – S.C.

064-308 Sabba (Fiammetta), La biblioteca nel Grand Tour: luogo di incontro fra uomini e libri, in La Biblioteca: crocevia e connessione di mondi, a cura di C. Del GraziaL. Fiasconi, pp. 57-78. Il contributo si concentra sull’idea della biblioteca come luogo di interconnessioni tra mondi culturali, studiando il fenomeno del Grand Tour dal punto di vista delle biblioteche italiane. Le corrispondenze e i diari di viaggio dei visitatori stranieri permettono infatti di ricostruire l’immagine della biblioteca settecentesca come luogo privilegiato di incontro tra bibliotecari, eruditi e studiosi e di scambio di idee nella Repubblica delle Lettere. – Massimiliano Mandorlo

064-309 Sabba (Fiammetta), Le biblioteche nella cornice della Convenzione di Faro, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 365-76. Contributo dedicato ad analizzare le opportunità in ambito bibliotecario apertesi all’indomani della ratifica della Convenzione di Faro, siglata dal Consiglio d’Europa il 27 ottobre 2005 ed entrata in vigore il 1 giugno 2011, con cui è stato riconosciuto il patrimonio culturale quale risorsa utile allo sviluppo dei diritti umani. – D.M.

064-310 Sabbatini (Ilaria), ARVO: Archivio digitale del Volto Santo. Le nuove tecnologie al servizio della ricerca storica, in La Biblioteca: crocevia e connessione di mondi, a cura di C. Del GraziaL. Fiasconi, pp. 235-256. Il contributo illustra il progetto open access ARVO (Archivio digitale del Volto Santo) sulla cui piattaforma vengono raccolti, catalogati e pubblicati materiali riguardanti il Volto Santo di Lucca, consentendo di esplorare la storia della sua leggenda e del suo culto. – Massimiliano Mandorlo

064-311 Sánchez (Raquel), Les collections de littérature espagnole et leurs lecteurs dans l’Europe du XIXe siècle. Transferts culturels et identité nationale, in Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), sous la direction de L. Braida – B. Ouvry-Vial, pp. 177-88. Analizzando in maniera comparata tre collane di testi della letteratura spagnola – la “Biblioteca de Autores Españoles” (Madrid), la “Colección de los Mejores Autores Españoles” (Paris) e la “Colección de Autores Españoles” (Leipzig) –, l’a. mostra diversi tipi di ricezione in base al pubblico di riferimento delle collane e delle traduzioni delle opere, che rispecchiano differenti progetti intellettuali. – L.R.

064-312 Santità cappuccina. Catalogo della mostra bibliografica in occasione della giornata di studi sull’eremo cappuccino della Maddalena, Montepulciano, 21 maggio 2022, a cura di Antonella Grassif. Francesco Mori o.f.m. cap. – Paolo Tiezzi Maestri, Sinalunga, Istituto per la Valorizzazione delle Abbazie Storiche della Toscana, 2022 (I Quaderni, 11), pp. 99, ill. b/n, ISBN 979-12-80433-21-3, s.i.p. Questo Quaderno propone – come il titolo stesso recita chiaramente – il catalogo della mostra bibliografica dedicata a voll. a stampa sui Cappuccini (una settantina di esemplari). Preceduta dalle parole di p. Valerio Mauro, Ministro della Provincia Toscana dei Cappuccini, e di Paolo Tiezzi Maestri, presidente dell’Istituto per la Valorizzazione delle Abbazie Storiche della Toscana (pp. 4-5), la Premessa di Luca Rivali introduce l’argomento, nonché la filosofia e l’organizzazione dell’esposizione (pp. 7-9); l’intervento subito successivo di Antonella Grassi, intitolato Libri e biblioteche cappuccine. La libreria del convento de la Maddalena, fornisce una panoramica sulla storia e l’evoluzione dell’ordinamento delle biblioteche conventuali, per poi delineare la storia della biblioteca del convento della Maddalena di Montepulciano (pp. 11-9). Dopo questi testi introduttivi inizia il catalogo: una prima sezione è incentrata su Opere di carattere generale sull’Ordine (pp. 21-30); la seconda, Agiografie, presenta più di una ventina di figure sia maschili sia femminili, le cui vite hanno lasciato un segno agiografico e devozionale ben testimoniato dai numerosi voll. esposti, qui suddivisi in Vite di santi cappuccini, Vite di beati cappuccini e Vite di altri cappuccini (pp. 31-88); in chiusura è mostrato un esempio della cosiddetta figliolanza cappuccina (pp. 89-91). Impreziosiscono il catalogo la rassegna di Note di possesso e timbri di biblioteche cappuccine della Toscana (pp. 92-7) e gli indici (autori; santi, beati e venerabili; altri personaggi) a cura di Antonella Grassi (pp. 98-9). – S.C.

064-313 Sanz Julián (María), El Repertorio de los tiempos de Andrés de Li: las ediciones zaragozanas y sus antecedentes alemanes, in Abriendo historias, pp. 135-49 Þ «AB» 064-A.

064-314 Scalora (Francesco), Scolari greci all’Università di Padova, in Tra Oriente e Occidente. Dotti bizantini e studenti greci nel Rinascimento padovano, a cura di N. ZorziC. Giacomelli, pp. 61-9.

064-315 Scapecchi (Piero), Aldo e San Marco in un esemplare del Poliziano aldino conservato alla Bodleian Library, «La Bibliofilía», 123, 2021, n. 2-3, pp. 285-90. Nell’esemplare dell’edizione aldina del Poliziano ora conservato alla Bodleian Library di Oxford sono presenti alcune note manoscritte del bibliotecario del monastero di San Marco a Firenze che dimostrano il legame di Aldo Manuzio con il monastero dove, tra l’altro, cominciò la preparazione della sua edizione delle Epistole di Caterina da Siena. Queste note rivelano inoltre i collegamenti di Aldo con i domenicani fiorentini proprio negli anni di attività del predicatore Girolamo Savonarola. – P.S.

064-316 Schmidt (Gleb), From Manual to Best-Seller: The History of Honorius Augustodunensis’s Elucidarium, in Books of knowledge in Late Medieval Europe. Circulation and Reception of Popular Texts, pp. 137-63 Þ rec. «AB» 064-F.

064-317  

064-318 Scrigni di storia. Le sedi monumentali degli Archivi di Stato, a cura di Sabrina Mingarelli – Stefania Piersanti – Alessandro Menchi – Maria Idria Gurgo, Roma-Bastiglia (MO), Ministero della Cultura. Direzione Generale Archivi-Diano Libri, 2022, pp. 198, ill. col., ISBN 978-88-7125-303-9, open access. Bel vol. dedicato alle sedi storiche degli Archivi di Stato italiani, corredato da numerose fotografie realizzate direttamente dai direttori degli istituti stessi, oltre a vari contributi scritti da funzionari. Il vol. è stato presentato presso il complesso monumentale di Sant’Ivo all’Università “La Sapienza” di Roma dall’ex Ministro della Cultura Dario Franceschini, l’architetto Massimiliano Fuksas e Anna Maria Buzzi, Direttore Generale Archivi: per rivedere l’evento, stato trasmesso in diritta, si rinvia al canale YouTube della Direzione Generale Archivi. Bibliografia in calce (pp. 189-98). – D.M.

064-319 Scrittura (La) Professionale. Metodi, esempi, esercizi, a cura di Simona Brambilla, Firenze, Mondadori, 2022, pp. 428, ill. b/n, ISBN 978-88-6184-949-5, € 36. Il vol., frutto di una ventennale esperienza acquisita dalla curatrice in corsi universitari di italiano per la comunicazione, fornisce a studenti universitari e professionisti un pratico ed esaustivo manuale per affinare le proprie abilità di scrittura cartacea e digitale. Nella prima sezione vengono presentate le conoscenze di base teoriche (tipologie di testo e impostazioni grafiche) e le capacità pratiche (riassunto, correzione di bozze, riscrittura) necessarie per una corretta scrittura professionale e scientifica; nella seconda sezione vengono analizzate le principali tipologie testuali utilizzate in ambito accademico e lavorativo fornendo di ognuna tutte le norme pratiche e teoriche necessarie. Ogni sezione è ricca di esempi, schemi e immagini per facilitare l’apprendimento riportando, inoltre, alla fine di ogni capitolo una raccolta di esercizi mirati a consolidare le conoscenze desiderate in uno specifico ambito. Arricchisce l’opera una notevole bibliografia che dà modo di poter ulteriormente approfondire la tipologia testuale che più interessa. – Carlo Tagliabue

064-320 «Scrittura e civiltà». In ricordo di Armando Petrucci, a cura di Corrado Bologna, «Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa - Classe di Lettere e Filosofia», s. 5, 14/1, 2022, pp. 1-152. Sezione monografica degli «Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa», che raccoglie gli interventi della giornata in memoriam di Armando Petrucci (1932-2018), tenutasi il 15 ottobre 2021 a Pisa. Dopo la prefazione di Corrado Bologna (pp. 3-5) e i saluti introduttivi di Gianpiero Rosati, al tempo preside della Classe di Lettere e Filosofia (pp. 7-8), i contributi si dipanano lungo tre direttrici: il profilo didattico di Armando Petrucci e il suo insegnamento a Pisa; il suo profilo multiculturale e interdisciplinare, tra paleografia, filologia, storia letteraria e antropologia; e infine il suo profilo internazionale, attivo nella cultura europea e americana. La miscellanea, schedata sotto i singoli contributi, è organizzata come segue: Armando Petrucci con gli occhi di una giovane allieva della Scuola di Giulia Ammannati (pp. 9-13); Armando Petrucci professore in Normale di Michele Campopiano (pp. 15-25); Armando Petrucci e la letteratura italiana di Roberto Antonelli (pp. 27-32); Un’amicizia interdisciplinare di Alfredo Stussi (pp. 33-38); Tracce di scrittura. Armando Petrucci e l’insegnamento di una nuova paleografia di Maddalena Signorini (pp. 39-50); Segno tra i segni: Armando Petrucci, l’autografia letteraria e le Tre corone trecentesche di Marco Cursi (pp. 51-61 figg. 1-9); Perpetuare Petrucci di Attilio Bartoli Langeli - Antonio Ciaralli - Marco Palma (pp. 63-71); Petrucci alle Tremiti di Nunzio Bianchi (pp. 73-90); Ideologia y cultura escrita en Armando Petrucci di Antonio Castillo Gómez (pp. 91-110); Petrucci e Cardona fra paleografia e antropologia della scrittura di Corrado Bologna (pp. 111-123); Armando Petrucci, l’histoire du livre et la New Bibliography di Roger Chartier (pp. 125-135); La paleografia de Armando Petrucci: una curiositas perenne di Francisco M. Gimeno Blay (pp. 137-152). – Anna Bellettini

064-321 Sedda (Filippo), Alle origini della liturgia minoritica: le fonti, in Décrire le manuscrit liturgique, pp. 107-33. Il lavoro dell’a. permette di entrare nella intricata selva dei primi libri liturgici usati dai francescani con alcune nuove proposte. – Ed.B.

064-322 «Sempre in mezzo a libri». Lettera di Tammaro De Marinis a Benedetto Croce, con una nota di Giancarlo Petrella e un aneddoto di Gino Doria, Napoli, Edizioni Libreria Dante & Descartes, 2022 (Accapo, 20), pp. 25, [4], ill., ISBN 978-88-6157-254-6, s.i.p. Il testo di una delle prime lettere indirizzate da Tammaro De Marinis a Benedetto Croce nel 1902 è riportato in questo opuscolo, corredato da una brevissima nota e da un ricordo anedottico legato ai due protagonisti. – M.C.

064-323 Senatore Polisetti (Maria), Il lato oscuro della digitalizzazione: inaspettate dimensioni parallele, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 492-508. Luci e ombre legate alla digitalizzazione nel mondo delle biblioteche, attività amministrative ed economiche. – D.M.

064-324 Serrai (Alfredo), Editoriale. Non informazione ma comprensione, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 1-6. Acuta riflessione su intelligenza, informazione, biblioteche e bibliografia. Quattro dimensioni da considerare nelle loro profonde relazioni, che sole generano comprensione e – aggiungo – conoscenza. – L.R.

064-325 Serry (Hervé), Une «vulgarisation de qualité» aux éditions du Seuil. Conditions éditoriales pour la diffusion de nouvelles formes de savoirs (1945-1965), in Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), sous la direction de L. Braida – B. Ouvry-Vial, pp. 233-45. Il contributo si sofferma sulle strategie che, nel primo ventennio di attività, hanno determinato l’affermazione e il successo della casa editrice Seuil. – L.R.

064-326 Sestini (Valentina), Le bibliografie femminili italiane tra Cinque e Seicento: paradigmi di affermazione identitaria, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 144-54. Nella trattatistica rinascimentale, la donna iniziò a essere elogiata anche per le sue doti intellettuali oltre che comportamentali, al punto che in tutta Europa fiorirono bibliografie sistematiche di opere attribuibili a scrittrici e poetesse soprattutto del mondo classico antico, che vengono qui rintracciate e descritte. – D.M.

064-327 Shweka (Roni), The Bologna Fragments of Halakhot Gedolot and Their Relation to the Italian Textual Tradition of the Book, in Medieval Hebrew Manuscripts Reused as Book-bindings in Italy, edited by M. Perani, pp. 306-22.

064-328 Sigillo (Antonio), Ebrei a Montepulciano [anche in ebraico]. Nascita e sviluppo del prestito Ebraico nella cittadina poliziana. La fondazione del Monte di Pietà, con il contributo di Ilio Calabresi – Franco Fè – Daniel Carpi, presentazione di Mauro Perani, Montepulciano, presso l’autore, 2022, pp. 192, ISBN 9788898048151, € 15. Il volumetto offre un prezioso sussidio allo studio della presenza ebraica nella cittadina toscana: si tratta di documentazione archivistica relativa ai banchi di prestito, qui parzialmente pubblicata e commentata. – Ed.B.

064-329 Signorello (Lucrezia), L’affaire Laire e le edizioni romane del XV secolo negli scritti scambiati tra Tommaso Verani e Giovanni Battista Audiffredi, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 182-221. Attraverso il carteggio tra Giovanni Battista Audiffredi e Tommaso Verani, il contributo ripercorre le vicende che portarono alla pubblicazione del Catalogus historico-criticus Romanarum editionum saeculi XV, che il primo diede alle stampe nell’ambito della querelle con François-Xavier Laire. – L.R.

064-330 Signorini (Maddalena), Tracce di scrittura. Armando Petrucci e l’insegnamento di una nuova paleografia, in «Scrittura e civiltà». In ricordo di Armando Petrucci, a cura di C. Bologna, pp. 39-50. L’influenza dell’insegnamento di Armando Petrucci viene ricostruita seguendo l’impatto del concetto di “traccia” (apparso nel 1983 nel saggio Einaudi Il libro manoscritto e riferito a testi aggiunti o apparentemente secondari) in una selezione di studi recenti. – Anna Bellettini

064-331 Signorini (Mariano), Vestale dissotterrata in Brescia. Come il generale Bonaparte liberò suor Maria Eletta (e non lo seppe mai), «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 29/57, giugno 2022, pp. 165-76. In occasione del bicentenario della morte di Napoleone, vengono rese note «le conseguenze che lo sconquasso europeo iniziato dal Generale Bonaparte ebbero sulla vita di una povera suora bresciana monacata a forza» (p. 165). – L.R.

064-332 Solidoro (Cristina), Fenomenologia dei frammenti di manoscritti, in Décrire le manuscrit liturgique, pp. 73-93. Partendo dalla discussione sulla natura dei frammenti mss., l’a. tenta di comprendere la genesi del frammento (distacco dall’unità codicologica), e il suo riuso. – Ed.B.

064-333 Solimine (Giovanni), Una rete ‘a maglie strette’: le biblioteche per la qualità della vita e la rigenerazione urbana, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 509-18. Articolata riflessione sui concetti di ‘impatto’ e ‘prossimità’ di una biblioteca all’interno del tessuto sociale cittadino. – D.M.

064-334 Sonzini (Valentina), La Competency Guidelines for Rare Books and Special Collections Professionals dell’IFLA, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 402-10. Le Competency Guidelines for Rare Books and Special Collections Professionals, pubblicate nel 2020 dalla Rare Books and Special Collections Section dell’IFLA, rappresentano un libro bianco di indirizzo per tutti i bibliotecari dei fondi antichi. – L.R.

064-335 Speranzi (David), Le mani del Cardinale. Note sulla scrittura greca di Bessarione, in I libri di Bessarione, a cura di A. Rigo N. Zorzi, pp. 17-32. Þ «AB» 064-M.

064-336 Spiers (John), Just the Ticket! The Rise and Fall of Railway Libraries in Victorian Britain (1847-1890): A Story of Publishing Innovation, New Literacy, and Popular Markets, in La Biblioteca: crocevia e connessione di mondi, a cura di C. Del GraziaL. Fiasconi, pp. 163-178. Il contributo è dedicato alla nascita e diffusione delle “Railway Libraries” nella Gran Bretagna vittoriana e alle innovazioni editoriali realizzate attraverso la pubblicazione e vendita di edizioni tascabili nei chioschi delle stazioni ferroviarie. Il saggio è accompagnato da un ricco apparato iconografico. – Massimiliano Mandorlo

064-337 Stehlíková (Dana), Christian of Prachatice’s Latin Herbarium and its adaptations in Old Czech literature, in Books of knowledge in Late Medieval Europe. Circulation and Reception of Popular Texts, pp. 275-97 Þ rec. «AB» 064-F.

064-338 Stella (Clara), Lodovico Domenichi e le Rime diverse d’alcune nobilissime et virtuosissime donne (1559), Paris, Classiques Garnier, 2022 (Women and Gender in Italy [1500-1900] / Donne e gender in Italia [1500-1900], 3), pp. 287, ISBN 978-2-406-12662-1, € 26. L’a. studia la prima antologia della letteratura italiana ed europea dedicata alla poesia femminile. Di questa raccolta di trecentotrenta componimenti scritti da cinquantatré donne, stampata a Lucca da Vincenzo Busdraghi nel 1559 e curata dal poligrafo Lodovico Domenichi, si evidenzia l’importanza storico-letteraria ed editoriale, nel contesto della querelle des femmes tenutasi nel XVI secolo. Il vol. e la materia sono organizzati come segue: indice delle abbreviazioni e criteri di trascrizione (pp. 7-11); Introduzione (pp. 13-20); L’officina delle Rime di donne (pp. 21-46); Domenichi personaggio, trattatista e la promozione delle autrici (pp. 47-81); Le corone dell’antologia (pp. 83-106); Nobilissime e virtuosissime. La schiera di voci delle Rime di donne (pp. 107-62); Considerazioni metriche (pp. 163-75); Uno stile “basso, rozzo, schietto e feminile”. Temi e struttura delle Rime di donne (pp. 177- 206); Conclusione (pp. 207-14); Appendice (pp. 215-30); Tabelle (pp. 231-6); Descrizione dell’edizione (pp. 237-8); Bibliografia (pp. 239-74); Indice dei nomi (pp. 275-84). – S.C.

064-339 Stemberger (Günter), The Talmud Yerushalmi from Bologna, Probable Vorlage of Ms. Leiden: the New Fragments from Megillah and Ḥagigah, in Medieval Hebrew Manuscripts Reused as Book-bindings in Italy, edited by M. Perani, pp. 235-69.

064-340 Stussi (Alfredo), Un’amicizia interdisciplinare, in «Scrittura e civiltà». In ricordo di Armando Petrucci, a cura di C. Bologna, pp. 33-8. L’a. ricorda la collaborazione con Armando Petrucci nei circa 15 anni in cui entrambi insegnarono alla Normale di Pisa: la convergenza tematica degli insegnamenti e la conseguente complementarità di punti di vista determinò il formarsi d’un pubblico in parte comune e impresse negli studenti l’importanza della collaborazione interdisciplinare. L’a. sottolinea infine come l’interdisciplinarietà sia stata, per Petrucci, il punto di partenza stesso per le indagini su mss., libri a stampa, biblioteche e archivi. – Anna Bellettini

064-341 Suárez de la Torre (Laura), Lectures européennes, lecteurs mexicains. Imprimés et pratiques de la lecture dans le Mexique du XIXe siècle, in Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), sous la direction de L. Braida – B. Ouvry-Vial, pp. 267-77. La formazione del giovane stato messicano deve molto, quanto alla diffusione dell’editoria, ai libri provenienti da Francia, Spagna e Inghilterra. L’a. dimostra tale presenza libraria, grazie all’analisi di cataloghi editoriali e di libreria della prima metà dell’Ottocento, per poi definirne l’impatto nella cultura locale. – L.R.

064-342 Sussmann (Yaaqov), The Talmudic Fragments of the “European Genizah”, in Medieval Hebrew Manuscripts Reused as Book-bindings in Italy, edited by M. Perani, pp. 183-95.

064-343 Svátek (Jaroslav), From Theology to Universal Knowledge: The Story of the Elucidarium and its Vernacular Adaptations in the Czech lands (Fourteenth-Fifteenth Centuries), in Books of knowledge in Late Medieval Europe. Circulation and Reception of Popular Texts, pp. 165-82 Þ rec. «AB» 064-F.

064-344 Tagliabracci (Michele), Catalogo degli incunaboli della Biblioteca Comunale di Urbania, in Il Cardinal Bessarione Abate a Casteldurante, a cura di M. MenatoF. Paoli, pp. 81-6. Succinta presentazione del fondo incunaboli e breve descrizione dei 46 esemplari posseduti dalla biblioteca, conservati in 39 voll. – E.Gam.

064-345 Tanselle (G. Thomas), Bibliography Week in New York, 24-29 January 2022, «Bulletin du bibliophile», 189/1, 2022, pp. 119-21. Cronaca delle iniziative della Bibliography Week 2022 di New York, un’edizione ibrida, con eventi in presenza e a distanza. – L.R.

064-346 Tavoni (Maria Gioia), Storie di libri e tecnologie. Dall’avvento della stampa al digitale, Roma, Carocci, 2021 Þ rec. Giorgio Montecchi, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 435-7.

064-347 Tedesco (Alessandro), Un nuovo esemplare del Rinaldo Furioso di Francesco Tromba, «La Bibliofilía», 123, 2021, n. 2-3, pp. 351-63. Il contributo si concentra sull’analisi di uno sconosciuto esemplare del Rinaldo Furioso di Francesco Tromba nella rara edizione pubblicata a Venezia nel 1550 da Bartolomeo e Francesco Imperatore. L’a. fornisce quindi l’esame dell’esemplare ora conservato presso la Collezione Fatti di Perugia e ripercorre la storia della pubblicazione e della diffusione di questo celebre poema cavalleresco. – P.S.

064-348 The Meditationes Vitae Christi Reconsidered. New Perspectives on Text and Image, ed. by Holly Flora – Peter Tóth, Turnhout, Brepols, 2021 (Trecento Rorum, 3), pp. 252, ISBN 978-2-503-59505-4, € 100. Riccamente illustrato, il vol. parte da un convegno tenutosi a Leeds nel 2018. Le Meditationes, una sistematica riscrittura della vita di Gesù, costituiscono un testo decisivo della cultura religiosa del tardo Medioevo. Come illustrano i curatori nella densa Introduction (pp. 7-16), nuova luce si sta facendo sull’opera, che fu comunque scritta da un francescano in favore di una clarissa: il suo a. (un tempo pseudo-Bonaventura) è stato prima identificato col domenicano Johannes de Caulibus da San Gimignano (vedi anche l’ed. critica di M. Stallings-Taney, CCCM 153, del 1997), ma ora nuove ricerche mettono in discussione il dato, proponendo vuoi una primitiva redazione breve in italiano dovuta a una monaca (Sarah McNamer), vuoi (meglio) l’opera latina di un frate francescano, Jacobus da San Gimignano (Peter Tóth e Dávid Falvay); ma ancora, resta aperta la discussione circa la rilevanza del contributo offerto dal testo all’iconografia cristiana. Il vol. offre una ricca serie di saggi (qui schedati singolarmente) riguardanti sia le nuove scoperte relative al testo e al suo a., sia le nuove prospettive di ricerca e interpretazione. Il vol. non ha indici finali. – Ed.B.

064-349 Tiberi (Luca), Alessandria per Alessandro: per una datazione del progetto alessandrino, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 7-39. Ampio contributo che, partendo dalle note testimonianze di Strabone e Ateneo, si sofferma su un momento chiave della vita e dello sviluppo della Biblioteca di Alessandria, ovvero gli anni tra il 287 e il 283 a.C. – L.R.

064-350 Toscano (Mario Aldo), L’archivio oltre l’archivio, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 390-401. La pubblicazione del vol. di Federico Valacchi, Gli archivi tra storia, uso e futuro: dentro la società, Milano, Editrice Bibliografica, 2021 fornisce l’occasione per una riflessione sul ruolo degli archivi e degli archivisti. – L.R.

064-351 Tóth (Peter), The Earliest Reference to the Meditationes Vitae Christi: New Evidence for its Date, Authorship, and Language, in The Meditationes Vitae Christi Reconsidered, pp. 43-74. Giovanni da San Gimignano fu effettivamente un celebre predicatore domenicano, che in una sua omelia cita le Meditationes come opera di uno Jacobus. Da ciò deriva che la versione longior in latino delle Meditationes fu opera del francescano Giacomo da San Gimignano a inizi XIV secolo. – Ed.B.

064-352 Tra Oriente e Occidente. Dotti bizantini e studenti greci nel Rinascimento padovano. Catalogo della mostra tenutasi presso i Musei Civici di Padova in occasione del 24° Congresso Internazionale di Studi Bizantini (Venezia-Padova, 22-27 agosto 2022), a cura di Niccolò ZorziCiro Giacomelli, Padova, Padova University Press, 2022, pp. 231, ill. col., ISBN 978-88-6938-3-083, € 40. Il catalogo fa il punto sulla diffusione della lingua greca a Padova tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo attraverso i mss. e gli incunaboli appartenuti a studenti e insegnanti stranieri ancora conservati nelle biblioteche della città. Dopo le presentazioni di Francesca Veronese e Sergio Bozzola e una prefazione di Niccolò Zorzi, cinque saggi aprono squarci sulla circolazione e fruizione del libro greco a Padova, introducendo le sette sezioni in cui sono distribuite le trentasei schede analitiche degli esemplari considerati, corredate di ottimo apparato iconografico. Seguono, corposi, la bibliografia e gli indici. Si effettua qui lo spoglio nudo dei saggi introduttivi e dei profili delle biblioteche patavine interessate (Civica, Museo Bottacin, Universitaria, Seminario Vescovile, Archivio Generale dell’Università). – E.Gam.

064-353 Traniello (Paolo), Un documento della Rivoluzione Francese: Il progetto per la sistemazione dei beni nazionali di natura libraria dell’abate Jean-Charles Francois Tuet (1790), in Bibliografia e cultura, a cura di Enrico Pio Ardolino e Diego Baldi, pp. 79-82.

064-354 Trasmissione (La) della conoscenza registrata. Scritti in onore di Mauro Guerrini offerti dagli allievi, a cura di Carlo Bianchini – Lucia Sardo, Milano, Editrice Bibliografica, 2021. Þ rec. Paolo Tinti, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 509-14.

064-355 Trombetta (Vincenzo), Gestione, fruizione e tutela nei regolamenti delle biblioteche napoletane tra Sette e Ottocento, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 221-32. Contributo che pone l’accento sulla necessità di considerare meglio la regolamentazione bibliotecaria, cioè «quell’insieme di norme e precetti che fin dal XVI secolo sono stati adottati per disciplinare la quotidiana attività delle istituzioni bibliotecarie» (p. 221). Ne viene fornita una breve campionatura, suddivisa in base al secolo in cui furono rilasciati i vari regolamenti. – D.M.

064-356 Trombone (Antonella), Progetti di studio e viaggi dei libri: Franco Venturi in biblioteca nel periodo d’internamento (1941-1943), in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di A. Bilotta, pp. 232-48. Durante gli anni del confino ad Avigliano, lo storico Franco Venturi riuscì a continuare gli studi grazie all’assidua frequentazione della Biblioteca provinciale di Potenza, come anche di altri istituti locali. Il contributo ricostruisce la presenza o le tracce di Venturi attraverso i registri di visita delle varie istituzioni, in parallelo alla biografia venturiana e ai suoi interessi di studio. – D.M.

064-357 Trovato (Stefano), La Biblioteca Universitaria, in Tra Oriente e Occidente. Dotti bizantini e studenti greci nel Rinascimento padovano, a cura di N. ZorziC. Giacomelli, pp. 77-8.

064-358 Vacalebre (Natale), Divine Markets: Producing, Selling and Reading Dante’s Commedia in the Early 1470s, «Bibliothecae.it», 11/1, 2022, pp. 112-55. L’a. analizza la storia delle prime tre edizioni a stampa della Commedia (1472; Foligno, Mantova e Iesi/Venezia), con particolare riguardo agli aspetti economico-sociali della produzione e della primitiva diffusione e fruizione. – L.R.

064-359 Vacalebre (Natale), Nel mezzo della fiera. Nuove ipotesi sulle origini dell’edizione folignate della Commedia, «La Bibliofilía», 123, 2021, n. 2-3, pp. 237-50. La Commedia dantesca gode di una straordinaria fortuna editoriale. La prima edizione a caratteri mobili è comunemente riconosciuta in quella stampata a Foligno nel 1472. Questo contributo, a partire dall’analisi del contesto culturale e socio-economico della città umbra del tempo (concentrandosi in particolare sull’influenza che la festa cittadina dell’Annunciazione ebbe sulla produzione dell’edizione dantesca), propone alcune nuove considerazioni sull’edizione folignate, avanzando l’ipotesi di una nuova data di stampa e ricostruendo alcuni aspetti della sua prima distribuzione. – P.S.

064-360 Vacalebre (Natale), Ratio librorum. Nota per la storia delle biblioteche della Provincia Toscana della Compagnia di Gesù: il caso di Montepulciano (1558-1775), in Bellarmino e i Gesuiti a Montepulciano, a cura di M. Sodi – A. Głusiuk, pp. 105-20. Il contributo si occupa di un tema molto caro all’a., già artefice, in particolare grazie all’analisi del caso di Perugia, di un importante studio sulle antiche biblioteche della Compagnia di Gesù. Qui vengono in particolare offerte alcune riflessioni sulla travagliata storia biblioteca del collegio gesuitico di Montepulciano, dalle prime notizie bibliografiche nel 1558 fino al 1775. – P.S.

064-361 Van Den Abeele (Baudouin), The Physiologus Theobaldi: A Most Successful Bestiary in Medieval Schools and Monasteries, in Books of knowledge in Late Medieval Europe. Circulation and Reception of Popular Texts, pp. 247-74 Þ rec. «AB» 064-F.

064-362 Vandini (Claudia), La Tavola di Cebete Tebano: un documento umanistico tra parola e immagine, in Il Cardinal Bessarione Abate a Casteldurante, a cura di M. MenatoF. Paoli, pp. 153-61. Sull’incisione della Tavola di Cebete realizzata nel 1592 da Goltzius, nell’esemplare ora al Museo Civico di Urbania. – E.Gam.

064-363 Venier (Matteo), «Nelle parole di Dante». Pompeo Caimo e la Commedia, Udine, Società Filologica Friulana, 2021 (Biblioteca di studi linguistici e filologici, 25), pp. 236, 10 ill. b/n, ISBN 978-88-7636-371-9, s.i.p. Il lavoro indaga secondo una duplice prospettiva la figura dell’udinese Pompeo Caimo (1568-1631), medico, professore all’Università di Padova, poligrafo e anche filosofo. L’a. focalizza da un lato sulla parabola biografico-professionale del personaggio e sul ruolo che la Commedia ebbe nella sua produzione filosofico-letteraria, dall’altro sulla cospicua biblioteca della famiglia Caimo, in larga parte confluita presso la Biblioteca Universitaria di Padova. Il punto di forza del lavoro sta nel fatto che sulla scarsa originalità del Caimo – molto rappresentativa, invece, della cultura del tempo – fa leva l’a. per risalire ai riferimenti culturali del medico e per posizionarlo nel contesto in cui maturò la sua formazione. Il vol., ben introdotto da Laura Casella, è diviso in tre parti: la prima (Un cultore di Dante nella Padova di Paolo Beni) delinea il milieu e i momenti nodali della vita e della formazione del Caimi, figura rilevante non solo per la storia culturale friulana; la seconda (Pompeo Caimi, Esposizioni a O’ Padre Nostro e a Vergine Madre) propone l’edizione critica delle due indite Espositioni, trasmesse autografe da un manoscritto oggi conservato presso la Biblioteca “Vincenzo Joppi” di Udine e corredata da un apparato di note di commento. La terza parte (La biblioteca dei Caimo: tracce per una ricostruzione) offre invece una riflessione sulla biblioteca di famiglia (circa 2.500 voll.; per le edizioni citate a testo, manca qualunque riferimento a Edit 16 o al catalogo SBN!), specchio delle letture di Pompeo, certo, ma anche soprattutto, se la si guarda dalla specola di storia sociale della cultura, di come nelle famiglie di (recente) nobiltà i libri costituissero un vettore privilegiato di valori intellettuali, professionali, morali ed economici. Fondamentale da questo punto di vista l’analisi delle postille (di Pompeo, del fratello e del padre), in particolare quelle vergate sulle Prose della volgar lingua del Bembo (nell’edizione Venezia, Giovanni Tacuino, 1525; Edit 16, CNCE 4997), edites a fine volume. Chiude il vol. l’apparato indicale: indice degli autori citati nelle Espositioni e indice dei nomi. – E.G.

064-364 Ventura (Raffaele Alberto), Cancel culture, censura e capitale morale, «Vita e Pensiero», 3, 2022, pp. 119-123. Il tema della cancel culture è ricorrente e centrale nell’attuale panorama internazionale, ma spesso non viene considerata la sua dimensione politica e sociologica. Nel tentativo di sopperire a questa mancanza, l’a. articola la sua riflessione in tre punti: la società del rischio comunicativo, la rendita del bene e la contraddizione del liberalismo illiberale. – Pietro Putignano

064-365 Vettorato (Valeria), La Biblioteca del Museo Bottacin, in Tra Oriente e Occidente. Dotti bizantini e studenti greci nel Rinascimento padovano, a cura di N. ZorziC. Giacomelli, pp. 75-6.

064-366 Vial (Charlesloi), Napoléon et les bibliothèques. Livres et pouvoir sous le Premier Empire, Paris, Perrin – CNRS, 2021. Þ rec. Paul-Marie Grinevald, «Bulletin du bibliophile», 189/1, 2022, pp. 137-40.

064-367 Vita e Miracoli del Santissimo Padre Benedetto, riproduzione anastatica di Vita et miracula s. Benedicti, [con incisioni di Aliprando Caprioli su disegni di Bernardino Passeri], Roma, 1579, Montepulciano, Istituto per la valorizzazione delle abbazie storiche della Toscana, 2022, pp. 31+50 tavole sciolte, ill. b/n, ISBN 979-12-80433-19-0, s.i.p. Le 50 tavole calcografiche (corredate da didascalie in versi latini, anch’esse incise), che compongono l’edizione dedicata alla rielaborazione iconografica della Vita di san Benedetto, contenuta a sua volta nel libro II dei Dialoghi di san Gregorio Magno, sono fedelmente riprodotte a partire dall’esemplare proveniente dalla Biblioteca di Villa Classica, Torrita di Siena. Rievocando la probabile esibizione che venne fatta dei singoli “quadri”, le tavole non sono rilegate in un vol., bensì si presentano sciolte. Ad affiancare il racconto agiografico figurato, un fascicolo apre alle principali questioni che coinvolgono l’opera. La Nota bibliografica di Edoardo Barbieri descrive analiticamente l’edizione contestualizzandone l’altissimo valore artistico-calcografico, quale conseguenza del prestigio dell’impresa, finanziata dalla congregazione dei benedettini spagnoli, e rivelandone l’improbabile commercializzazione (nonostante il privilegio esposto al frontespizio). Segue l’analisi che p. Lorenzo Sena redige sulla figura del san Benedetto dei Dialoghi e sulla centralità degli episodi miracolosi nell’itinerario spirituale del santo come «vir este omnium iustorum spiritus plenum fuit» (p. 5), ripreso dalle tavole dell’edizione romana. La trascrizione delle Didascalie delle immagini (con traduzione e note) è infine proposta da Fernando Donatelli. – Ludovica Montalti

064-368 Vivarelli (Maurizio), Alle origini del pensiero bibliografico: una prospettiva per interpretare la complessità, in Bibliografia e cultura, a cura di Enrico Pio Ardolino e Diego Baldi, pp. 227-248.

064-369 Vivarelli (Maurizio), Tra gestione e interpretazione: paradigmi, modelli, identità della biblioteconomia contemporanea, in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di Anna Bilotta, pp. 377-92. Partendo dalla lettura del saggio Problemi e prospettive della biblioteconomia in Italia di Giovanni Di Domenico («Bibliotime», 2, luglio 2001), l’a. offre un ragionamento attorno ai concetti di ‘modello’ e ‘paradigma’ applicati alla biblioteconomia contemporanea. – D.M.

064-370 Williams (Steven J.), The Pseudo-Aristotelian Secret of Secrets: Encyclopedia or Book of Knowledge?, in Books of knowledge in Late Medieval Europe. Circulation and Reception of Popular Texts, pp. 11-34 Þ rec. «AB» 064-F.

064-371 Yagisawa (Satoshi), I miei giorni alla libreria Morisaki, Milano, Feltrinelli, 2022, pp. 149, ISBN 9788807034947, 16. Il romanzo di Yagisawa testimonia, con altri voll. recentemente usciti, l’attenzione particolare della cultura giapponese contemporanea per i libri, considerati quali elementi salvifici, tra i pochi strumenti per riappropriarsi di una dimensione interiore da parte soprattutto dei giovani, in un periodo storico di crisi generazionale (accentuata dalla pandemia) e di perdita della cultura tradizionale come riferimento per uscire dalla solitudine. La protagonista è Takako, una giovane di venticinque anni, che, dopo una grande delusione amorosa con un collega di lavoro, si è licenziata e chiusa in casa rinunciando a qualsiasi relazione con il mondo esterno. Inaspettatamente le viene in soccorso lo zio Satoru, che gestisce la libreria Morisaki, a Jinbocho (quartiere delle librerie di Tokio), il quale le chiede di aiutarlo a gestire la libreria di famiglia e di trasferirsi a vivere nel locale posto sopra il negozio. È l’inizio di una nuova vita, «della vera vita», come ci racconta Takako. Non è soltanto il fatto che «quei vecchi libri nascondevano storie inimmaginabili» a smuovere la protagonista dal torpore, ma anche che essi nascondevano le tracce lasciate dai vecchi possessori: «sottolineature, segnalibri, fiori secchi…erano incontri che superavano le barriere temporali, possibili solo attraverso i vecchi libri». Sono libri, le storie e le tracce che contengono, a riattivare la capacità relazionale di Takako, a farla uscire dall’isolamento e ritrovare una qualche empatia con le persone; come la moglie dello zio Satoru, ricomparsa dopo una fuga misteriosa, con la quale intraprenderà un viaggio verso la montagna. Storie, incontri, cadute e dolori, ricordi e compagni di viaggio, solitudini e condivisioni: questi gli ingredienti di una storia lieve, forse poco adatta a lettori stanchi e raffinati, ma utile guida per chi deve districare nodi, sbrogliare matasse o semplicemente vuole ripartire dalle piccole cose in cerca di una genuinità perduta. – Tiziana Stagi

064-372 Zaccuri (Alessandro), Anche il musical si è ammalato di nostalgia, «Vita e Pensiero», 3, 2022, pp. 114-118. Nel contributo si riflette sul valore nostalgico che sta assumendo sempre più il musical. Questo genere popolare propone principalmente ai suoi fruitori – sia boomers che millenials – delle imitazioni e delle repliche che rischiano di generare un ideale di retrotopia. – Pietro Putignano

064-373 Zardin (Danilo), La storia trascurata dell’illuminismo cristiano, «Vita e Pensiero», 3, 2022, pp. 124-131. Sul finire del Settecento la coscienza cristiana subì duri colpi dalla dimensione di rinnovamento laico che andava caratterizzando il mondo moderno. Per sanare la sempre più ampia frattura fu necessario attendere la stagione del Vaticano II, nella quale si evidenziava la profonda corrispondenza tra cristianesimo e illuminismo. Il contributo pone l’attenzione su alcuni degli apporti del cattolicesimo di cui il movimento dei Lumi si servì per la propria genesi. – Pietro Putignano

064-374 Zardin (Danilo), Metamorfosi della cristianità: popoli, Stati e potere tra realtà italiana e contesto europeo all’aprirsi del Cinquecento, «STUDIUM», 118 (1), 2022, pp. 116-134. L’a. del saggio si concentra sul presentare lo stato di salute della cristianità agli albori del Rinascimento. Una cristianità che riuscì a contrastare l’avanzata dell’Impero Ottomano dall’Oriente ma che allo stesso tempo dovette subire le conseguenze della frammentazione degli Stati europei, che portò conseguentemente a nuovi fenomeni di religiosità. Queste difficoltà, che faceva riemergere la netta divisione tra sacro e profano, portarono alla necessità di una costante autoriforma del mondo cristiano. – L.Mo.

064-375 Zito (Rita), Granelli di senapa e molto altro: Gian Giacomo Carlino tipografo napoletano (1579-1616), in Culture e funzione sociale della biblioteca: memoria, organizzazione, futuro. Studi in onore di Giovanni Di Domenico, a cura di Anna Bilotta, pp. 155-64. Saggio dedicato alla lunga carriera del tipografo napoletano cinque-seicentesco Gian Giacomo Carlino, la cui produzione privilegiò soprattutto testi religiosi, anche se nel suo catalogo non mancarano edizioni storiche, filologiche e giuridiche, oltre a voll. illustrati. – D.M.

064-376 Zorzi (Niccolò), Da Oriente a Occidente: dai dotti bizantini agli umanisti italiani, in Tra Oriente e Occidente. Dotti bizantini e studenti greci nel Rinascimento padovano, a cura di N. ZorziC. Giacomelli, pp. 17-24.

064-377 Zorzi (Niccolò), Storia antica e storia bizantina nei manoscritti della biblioteca di Bessarione, in I libri di Bessarione, a cura di A. Rigo N. Zorzi, pp. 277-305. Þ «AB» 064-M.

064-378 Žůrek (Václav), Chess, Moral Principles, and Ancient Stories: The Success of Jacobus de Cessolis’s Liber de moribus and Other Classicising Works in Medieval Bohemia, in Books of knowledge in Late Medieval Europe. Circulation and Reception of Popular Texts, pp. 59-83 Þ rec. «AB» 064-F.

 

 Indici di recensioni e segnalazioni

Affioramenti 4

Archivi 350

Archivi di stato 318

Armando Petrucci 11, 14, 24, 38, 48, 63, 77, 85, 104, 155, 320, 330, 340

Autografi I

Bambini nel medioevo D

Bibliofilia e collezionismo 199, 284, 322

Bibliografia 40, 70, 76, 165, 184, 326, 345, 368

Bibliografia dell’Italia centrale 293

Biblioteca Bessarione e dotti bizantini M, 57, 71, 100, 105, 115, 121, 152, 253, 254, 218, 223, 227, 229, 277, 299, 314, 335, 344, 352, 357, 360, 362, 365, 376, 377, 378

Biblioteche scolastiche 41, 222

Biblioteconomia H, 27, 36, 39, 45, 61, 66, 75, 79, 102, 103, 113, 118, 123, 134, 139, 140, 147, 149, 158, 168, 169, 185, 214, 216, 217, 230, 244, 268, 271, 273, 283, 285, 287, 296, 300, 303, 310, 324, 333, 334, 349, 354, 369

Bulletin du bibliophile 88

Cancel culture 364

Cappuccini 312

Carte geografiche 86

Circolazione del libro B, L, 101

Curatori editoriali 9

Dante P, 109, 358, 359, 363

Didattica della stampa 239

Ebrei in Italia 68, 328

Editoria del ’400 E, N, 19, 72, 95, 96, 133, 180, 181, 186, 194, 206, 220, 229, 242, 256, 257, 272, 280, 292, 315, 329, 344

Editoria del ’500 32, 33, 35, 125, 138, 150, 174, 188, 197, 212, 224, 246, 152, 260, 281, 302, 338, 347, 367, 374, 375

Editoria del ’600 5, 207, 249, 258

Editoria del ’700 O, 91, 116, 122, 130, 136, 225, 270, 304, 373

Editoria dell’800 G, 15, 34, 179, 196

Editoria del ’900 129, 163, 237, 275, 325

Editoria contemporanea 1, 193

Editoria glagolitica 156

Erbari 110

Ex libris 184

Fogli 142

Gastronomia 201, 279

Giuseppe Baretti 198, 221

Henri-Jean Martin 29

Illustrazione libraria e libro liturgico A, 6, 73, 92, 145, 161, 162, 171, 175, 187, 195, 213, 253, 259, 269, 291, 313, 321

Jean Viardot 89

Legatura 209. 210

Leonardo da Vinci 94

Libro giapponese C, 371

Libro musicale 128, 146, 276

Manoscritti 135, 172, 289, 307,

Manoscritti corviniani 44

Manoscritti ebraici 2, 28, 62, 131, 132, 167, 189, 228, 261, 262, 263, 264, 265, 266, 267, 278, 295, 301, 327, 339

Manoscritti liturgici 60, 80, 81, 117, 231, 332

Manoscritti medievali 7, 342

Meditationes Vitae Christi 23, 52, 65, 97, 99, 137, 141, 274, 286, 348, 351

Miniatura 220

Mistica 282

Mostre librarie 248, 255

Musical 372

Poesia giocosa 37

Roberto Bellarmino 8, 13, 21, 26, 56, 107, 108, 157, 159, 191, 205, 215, 219, 232, 240, 241

Rousseau 31

Scienze medievali F, 3, 25, 47, 59, 82, 83, 126, 176, 200, 316, 337, 343, 361, 370

Scrittura professionale 319

Storia del libro 119, 144, 178, 251, 305, 346

Storia delle biblioteche 10, 12, 16, 17, 18, 20, 22, 30, 42, 43, 49, 58, 64, 67, 84, 90, 93, 98, 106, 111, 112, 114, 120, 127, 143, 151, 160, 170, 177, 183, 211, 226, 234, 236, 243, 247, 254, 306, 308, 309, 336, 353, 355, 356, 366

Storia della lettura 50, 51, 69, 74, 78, 87, 125, 148, 164, 166, 202, 203, 204, 208, 233, 250, 269, 288, 294, 297, 298, 311, 341

Sul sublime 238

Terra Santa 46, 53, 54, 55, 173, 174, 192

 

 

Cronache di convegni e mostre

Presentazione del catalogo Manoscritti miniati in Italia della Biblioteca Ambrosiana (fondo inferior). Il Trecento, Milano, Biblioteca Ambrosiana, Sala XXIII, 11 ottobre 2022. In una sala gremita, monsignor Gallo prende la parola per presentare «una nuova perla per la Biblioteca Ambrosiana»: il catalogo, a cura di Milvia Bollati e Marco Petoletti (Roma, Viella, 2022). Porta i saluti del Prefetto e Viceprefetto, ricorda Renata Cipriani e ringrazia la sorella, la dott.ssa Nicoletta Cipriani, per aver incoraggiato questa iniziativa. Passa poi la parola a Mirella Ferrari (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), che ripercorre l’eredità del lavoro di Renata Cipriani che ha portato al catalogo presentato: la mostra Arte lombarda dai Visconti agli Sforza e il relativo catalogo (Milano, Silvana Editoriale d’Arte, 1958), la pubblicazione da parte di allievi e amici delle 760 schede di lavoro dove l’a. proponeva una datazione e una localizzazione per quasi tutti i mss. dell’Ambrosiana (Codici miniati dell’Ambrosiana: contributo a un catalogo, Vicenza, Neri Pozza, 1968), la pubblicazione nello stesso anno dell’Inventario dei codici decorati e miniati della Biblioteca Ambrosiana (secc. VII-XIII) a cura di Maria Luisa Gengaro e Gemma Villa Guglielmetti (Storia della miniatura. Studi e documenti, 3, Firenze, Olschki, 1968) e infine la donazione della biblioteca di Renata e del padre Silvio all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano nel 1980. Il lavoro di Bollati e Petoletti corona questo percorso con l’importante valore aggiunto dato dal fatto che, essendo un vero e proprio catalogo, nelle 44 schede di cui si compone risulta maggiormente descrittivo e analitico e risolve problemi di storia e di contesto culturale. Sono diverse le questioni sollevate dagli autori che Mirella Ferrari cita: gli affondi filologici di Petoletti sul raro testo Agricoltura e Veterinaria di Palladio (Ambr. C 212 inf.) o sugli excerpta ciceroniani selezionati dal notaio padovano Marco Rafanelli (Ambr. E 14 inf.); l’interesse degli agostiniani di s. Maria Incoronata per un codice trecentesco con il commento ai Salmi di Pier Lombardo (Ambr. C 88 inf.) su cui pasticciano nel Quattrocento una miniatura, a testimoniare che allora anche a Milano nei conventi e nei monasteri si ripescassero libri antichi; la correzione di precedenti errori come l’attribuzione dell’Ambr. C 170 inf. all’arciprete Roberto Visconti, fino a oggi ritenuto arcivescovo, o la collocazione dell’Ambr. C 240 inf. (Iacopo da Varazze, Legenda Aurea) nel Trecento e in area genovese e non negli anni 1272-1276 come indicava l’ultima edizione critica a stampa; la rilevanza del codice contenente un percorso di istruzione musicale messo insieme da Marchetto da Padova per Roberto d’Angiò e che presenta miniature di alta qualità e con legami con il Sud Italia (Ambr. D 5 inf.); il riconoscimento di una trentina di codici, tra cui l’Ambr. H 124 inf. (Lucano) e l’Ambr. I 246 inf. (Moralium Dogma), che testimoniano una sorta di produzione industriale delle opere più studiate nelle università dovuta anche all’innalzamento della disponibilità economica di docenti e studenti verso la fine del XIV secolo. Concludendo con i complimenti ai curatori, Mirella Ferrari passa la parola a Marco Rossi (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), che rinnova il ricordo di Renata Cipriani ed evidenzia alcuni pregi del lavoro di Bollati: la puntuale descrizione di tutte le miniature; l’aggiornamento bibliografico che spazia in diversi settori della storia dell’arte; la presenza di almeno una fotografia per ogni ms.. Racchiude poi i casi rilevanti in tre aree di interesse: la provenienza (come l’Ambr. B 42 inf. appartenuto all’arcivescovo Antonio da Saluzzo o il già citato Ambr. C 170 inf. appartenuto a Roberto Visconti, del quale Petoletti legge correttamente la commissione a Giovanni da Legnano e non da Leggiuno, come aveva letto Alessandro Tamborini, e per il quale la datazione al 1327 permette di anticipare la datazione della cultura figurativa milanese); il rapporto tra testo e immagine (l’utilizzo delle miniature con la funzione di facilitare la memorizzazione del testo nell’Ambr. C 246 inf. e la contaminazione del modello cavalleresco con il testo di Livio nell’Ambr. C 214 inf. o con le storie crociate nell’Ambr. D 203 inf.); problemi linguistico-attributivi (la decorazione sobria e la cromia leggera dell’Ambr. A 264 inf. e dell’Ambr. H 130 inf. che si staccano dalla ricchezza della miniatura lombarda a cui siamo abitati; il realismo iconografico dell’Ambr. E 24 inf., per il quale tra l’altro si rileva anche la sottoscrizione di Pietro da Pavia, figura particolarmente interessante dal momento che nella sua bottega nel monastero di s. Pietro in Ciel d’Oro lavorò anche Michelino da Besozzo). Conclude evidenziando come il catalogo presentato puntualizzi problemi fondamentali per lo studio non solo dei mss. dell’Ambrosiana ma della miniatura italiana e non solo del Trecento. Monsignor Gallo rinnova i complimenti agli autori e i ringraziamenti alla dottoressa Nicoletta Cipriani. Infine, invita a visitare la mostra Manoscritti miniati in Italia della Biblioteca Ambrosiana. Il Trecento negli spazi della Pinacoteca Ambrosiana, dove in sette vetrine sono esposti alcuni dei codici presenti nel catalogo. – Sara Brasca

Presentazione della nuova versione di Mapping Pliegos, discutono Mariana Masera e Nieves Pena, evento online del 12 dicembre 2022. L’evento, patrocinato dal CSIC (Consejo Superior de Investigaciones Científicas), dall’Universidad Catòlica de Valencia, dalla University of Cambridge e dalla Biblioteca T. Navarro Thomas, ha avuto lo scopo di presentare il nuovo portale online del progetto Mapping Pliegos, oramai al secondo anno di attività. L’iniziativa nacque infatti nel dicembre 2020 per offrire censimento, su un portale collettivo, dei “pliegos de cordel” spagnoli prodotti fra XIX e XX secolo. Gli organizzatori della presentazione hanno inteso allargare la prospettiva e la portata dell’incontro, aprendo con una sorta di seminario di premessa alla schietta presentazione del portale, durante il quale due studiose di chiara fama hanno riflettuto sui problemi e le opportunità della digitalizzazione di documenti storici, Mariana Masera e Nieves Pena, entrambe esperte di letteratura popolare e cultura orale. Il dibattito, moderato con intelligenza da Juan Gomis Coloma, si è soffermato soprattutto sulle motivazioni che giustificano e muovono simili progetti, sull’importanza di ottenere finanziamenti continui (più che sostanziosi) e sull’annosa questione della sopravvivenza di simili progetti all’avanzamento delle tecnologie. Le studiose, rispondendo agli stimoli del moderatore, hanno offerto considerazioni di amplissimo respiro, uscendo dal caso specifico e anzi riflettendo in senso ampio sul significato stesso di simili imprese. Hanno specialmente convenuto nell’identificare nel bisogno di condivisione della conoscenza la ragione che conduce gli studiosi ad imbarcarsi in queste avventurose iniziative, che spesso implicano l’esercizio di competenze lontane da quelle degli umanisti e che conducono quindi alla costruzione di felici e utili relazioni interdisciplinari. L’evento si è concluso infine con la presentazione in senso stretto della nuova pagina, affidata alle parole di Pilar Martinez, direttrice della Biblioteca T. Navarro Thomas. La relatrice ha illustrato bene le novità del portale, che ha acquisito in questi due anni pliegos dai fondi di istituti molto prestigiosi, la Biblioteca de Catalunya e la Biblioteca Nacional de España su tutte, permettendo così al censimento di contare oltre 13 mila documenti. Per finire è stata messa in luce la decisione recente di far sbarcare il portale sui social network, Pinterest in particolare, per ampliarne la visibilità e per attirare un pubblico meno specializzato. – Marco Francalanci

Linus - Festival del fumetto, Ascoli Piceno, 29 settembre – 2 ottobre 2022. Nasce quest’anno la prima edizione di Linus - Festival del fumetto, tenutosi ad Ascoli Piceno dal 29 settembre al 2 ottobre. Ideato e diretto da Elisabetta Sgarbi, si prefigge di promuovere il fumetto (contemporaneo e non) attraverso proiezioni, interviste e concerti. Nel 2022 ricorre infatti il centenario dalla nascita di Charles M. Shulz, creatore dei celebri Peanuts: le storie di Charlie Brown, di Snoopy e degli altri personaggi sono state tradotte in più di venti lingue e pubblicate nell’altrettanto celebre rivista Linus (di qui il nome del Festival). Giovedì 29 settembre si sono svolti l’inaugurazione dell’evento (con l’intervento, tra i tanti, del Premio Strega Nicola Lagioia) e la proiezione del film Diabolik dei Manetti Bros., poi seguito dalla versione di Mario Bava. Venerdì 30, invece, si è proseguito con la maratona dei cartoni animati Peanuts, le proiezioni dei film Nel mare ci sono i coccodrilli di Rosalba Vitellaro e 5 è il numero perfetto di Igort (il primo tratto dall’opera omonima di Fabio Geda, il secondo di Igort) e lo spettacolo teatrale Ho disegnato troppo di Simone Cristicchi, mentre sabato 1 ottobre la lezione di fumetto Magnus. Il mio maestro di fumetti sotto la guida di Davide Toffolo, la proiezione de La famosa invasione degli orsi in Sicilia di Lorenzo Mattotti e un dialogo tra Milo Manara e Sandro Veronesi. Infine, domenica 2 novembre il Festival si è concluso con la presentazione del gioco di carte Encefalon di Antonio Rezza, la proiezione di Paz! di Renato De Maria (tratto dai fumetti di Andrea Pazienza, nato nella limitrofa San Benedetto del Tronto) e lo spettacolo EXTRALISHOW, con la partecipazione di Mirco Mariani, Leo Mantovani e Antonio Rezza. I vari a. erano presenti fisicamente agli eventi, i quali sono stati gratuiti (a eccezione dello spettacolo di Cristicchi presso il teatro Ventidio Basso) e arricchiti da firmacopie con i voll. della Libreria Rinascita. I 688 fumetti di Linus pubblicati dal 1965 a oggi sono tuttora esposti e visitabili presso il Polo Culturale Sant’Agostino di Ascoli Piceno. Il progetto ha vinto l’avviso pubblico Promozione Fumetto 2021 e gode dell’appoggio di prestigiosi partner, come la Fondazione Elisabetta Sgarbi, La Milanesiana e la casa editrice La nave di Teseo. Da sempre la Sgarbi si definisce una grande amante della regione Marche, e il Linus Festival ne è l’ulteriore conferma. Non esistono notizie ufficiali sulla prossima edizione, ma, considerando il grande successo, un prosieguo è auspicabile per la città di Ascoli e per tutto il panorama culturale italiano. – Lorenzo Cappelli

Giornata di studi Éditer, traduire et interpréter les Pères grecs dans l’espace francophone européen (1450-1650) / Editing, Translating and Interpreting the Greek Fathers in the French-Speaking Regions of Europe (1450-1650), 3 e 4 novembre 2022.– Les 3 et 4 novembre 2022 s’est tenue à l’Institut d’Histoire de la Réformation (IHR) de l’Université de Genève, en présence et en vidéoconférence, une journée d’étude intitulée Éditer, traduire et interpréter les Pères grecs dans l’espace francophone européen (1450-1650) / Editing, Translating and Interpreting the Greek Fathers in the French-Speaking Regions of Europe (1450-1650), organisée par Paolo Sachet et Matteo Colombo. L’événement visait à questionner et à renouveler l’étude de la diffusion imprimée de la patristique grecque entre le XVe et le XVIIe siècles. La directrice de l’IHR, Daniela Solfaroli Camillocci, a prononcé un mot de bienvenue et exprimé sa satisfaction que soit hébergé par l’Institut le projet The Greek Imprint on Europe: Patristics and Publishing in the Early Swiss Reformation, financé par le Fonds national suisse et dans lequel s’est inscrit l’événement, dirigé par Paolo Sachet (Université de Genève). Celui-ci a ouvert les travaux en les inscrivant résolument dans une perspective éditoriale attentive aux paratextes, et centrée sur les éditeurs et traducteurs des premières décennies de l’imprimerie comme agents de la diffusion des Pères. Au cours de son introduction, l’organisateur a saisi l’occasion de présenter la base de données bibliographique AGAPE, issue du projet et dédiée aux éditions de patristique grecque. Lors de la première session, intitulée Medieval and Humanistic Legacy, Matteo Colombo (Université de Genève — «‘La recommendable vie des anciens saintz peres’: l’exemple francophone de la profusion imprimée des Vitae Patrum») a présenté une étude de cas consacrée à la diffusion et à l’utilisation des Vitae comme outil de prédication, en s’intéressant à la première édition française en 1486, qui est le premier livre illustré de gravures imprimé en langue française. Natasha Constantinidou (University of Cyprus — «The Use of Church Fathers in the Teaching of Greek: France and Other French-Speaking Regions of Europe, ca. 1500-1600») a consacré son analyse à l’emploi des Epistolae de saint Basile dans l’apprentissage du grec au XVIe siècle, en montrant leur immense fortune éditoriale et les liens entretenus entre grammaire et message religieux dans les ouvrages didactiques. La deuxième session, The Religious Struggle, a été l’occasion pour Christa Lundberg (University of Cambridge — «Lefèvre’s John of Damascus (1507) and the Contested Significance of the Greek Fathers in Early Sixteenth-Century Paris») de traiter de la réception et des usages de Jean de Damascène dans les projets éditoriaux humanistes évangéliques entrepris par Lefèvre d’Étaples et son cercle. Son analyse s’est intéressée à la construction de Damascène comme autorité d’une pure théologie apostolique ainsi qu’aux divergences interprétatives survenues entre Lefèvre et ses successeurs. Sean Tandy (University of Delaware — «Concilii primi Nicaeni sancta vetustas: An Anonymous Church History in the War of Religion») a montré les usages de la publication en 1599 d’une histoire ecclésiastique grecque anonyme au moyen de la forge d’une autorialité fictive. L’ouvrage, à travers ses dispositifs éditoriaux, s’inscrit dans une posture catholique neutre, dictant au roi Henri IV la conduite à tenir. La troisième session, The Surroundings: Basel, a débuté avec Ueli Zahnd (Université de Genève — «In the Shadow of Erasmus ? Johannes Œcolampadius and his Promotion of Greek Fathers») qui s’est intéressé à l’activité de promotion de la patristique entreprise par Œcolampade, en montrant l’importante diffusion de ses traductions latines de Chrysostome et en proposant une stimulante hypothèse: le discrédit porté après la rupture confessionnelle sur ces traductions, notamment par Érasme, pourrait n’être qu’une façade visant à faciliter l’intégration du travail d’Œcolampade au corpus patristique sous couvert d’anonymat. Dan Mills (Chercheur indépendant — «Patristic Baldness: Synesius in between Seneca and Erasmus») a montré comment la publication de l’éloge de la calvitie de Synésius de Cyrène (Bâle, Froben, 1515) à côté de l’Apokolokyntosis de Sénèque et du Moriae Encomium d’Érasme fait partie d’un projet éditorial visant à renforcer l’aspect ludique de ces ouvrages. Andreas Ammann (Ludwig-Maximilians-Universität München — «Printing a Jewish ‘Church Father’: Froben’s French Connection and the Greek Editio Princeps of Flavius Josephus (1544)») a clôturé ce panel avec une communication portant sur le recours par Froben à un manuscrit grec inédit de l’œuvre Flavius Josèphe, et ainsi sur le rôle de l’éditeur bâlois dans la diffusion du «Père juif» en grec et dans une nouvelle traduction latine qui fera date. La dernière session Catholic Scholarship Before the Maurists, a été introduite par Thibault Emonet (Université de Fribourg — «Quelle édition et traduction latine pour Grégoire de Nysse ? L’exemple du De hominis opificio») qui s’est intéressé à la traduction latine de Grégoire de Nysse publiée par Johannes Löwenklau à Bâle en 1567, et notamment à la critique de la traduction antérieure qui y est déployée. L’exposé a ainsi montré que l’intégration de Grégoire au corpus patristique s’est réalisée sur la base d’un conflit de traductions, en soulignant les enjeux théologiques de ce conflit philologique. Enfin, Jean-Louis Quantin (École Pratique des Hautes Études — «Trente années chrysostomiennes: Fronton du Duc éditeur et traducteur, des guerres de religion à Richelieu») a fourni une analyse du travail de Fronton du Duc mis en corrélation avec son parcours et son inscription dans l’histoire politico-religieuse de son temps en tant que jésuite ligueur. Pour terminer, Paolo Sachet a adressé quelques mots conclusifs, en proposant une synthèse des perspectives ouvertes par l’événement, dont les plus originales et innovantes sont sans doute la fécondité de l’approche commune centrée sur les pratiques éditoriales et les paratextes, et l’exploration – qui reste à mener – de la réception de la patristique grecque dans des publications destinées à une ample circulation, notamment en langues vernaculaires. — Hadrien Dami

Riapertura del Museo Bodoniano, Parma, Complesso Monumentale della Pilotta, dal 30 novembre 2022. Fondato nel 1963 in occasione del 150° anniversario della morte di Giambattista Bodoni (Saluzzo, 1740 – Parma, 1813), il museo a lui intitolato, dopo anni di chiusura per ristrutturazione, ha riaperto i battenti il 30 novembre scorso, altra data simbolica in quanto giorno della dipartita del tipografo. Grazie a un finanziamento del Ministero della Cultura di 760.000 €, al Museo Bodoniano sono stati riservati nuovi spazi e un nuovo allestimento, ultima tappa di un più ampio progetto, avviato nel 2017, di riqualificazione dell’intero Complesso Monumentale della Pilotta. Martedì 29 novembre è avvenuta l’inaugurazione ufficiale che ha preceduto di un giorno la riapertura al pubblico, con la presenza del direttore del Complesso Simone Verde, la direttrice della Biblioteca Palatina Paola Cirani, il Presidente della Fondazione Museo Bodoniano Orazio Tarroni e il direttore Scientifico della Fondazione Andrea De Pasquale. «Abbiamo voluto ricostruire in maniera completa e complessa – ha dichiarato Verde alla Gazzetta di Parma – l’universo culturale e sociale nel quale [Bodoni] operava, che non era semplicemente quello della realizzazione materiale delle opere, ma soprattutto quello della creazione di testi che funzionassero da vere e proprie icone per il suo tempo e che vennero apprezzate dall’élite europea». Come detto, per il ‘nuovo’ Museo Bodoniano, ora ospitato al piano terra del Complesso e non più al terzo, con precedenti problemi di accessibilità facilmente individuabili, è stato pensato un nuovo allestimento che ha voluto da un lato riprendere l’aspetto di una tipografia sette-ottocentesca e dall’altro riprogettare l’intero percorso espositivo. Organizzato in un’unica sala, appena varcata la soglia d’ingresso la curiosità è subito rivolta alla ricostruzione (più o meno fedele) del torchio tipografico utilizzato da Bodoni, primo oggetto esposto. Esattamente di fronte, gli armadi originali che custodivano il corredo tipografico e l’esposizione dell’edizione Pitture di Antonio Allegri detto il Correggio che testimoniano e valorizzano i 34 disegni originali utilizzato dall’incisore Francesco Rosaspina nel 1800 per l’illustrazione del libro, donati al museo dal professor Corrado Mingardi, consigliere della Fondazione. Al centro della sala, disposte ai lati, quattro grandi vetrine espongono parte degli strumenti di lavoro e del materiale tipografico-fusorio utilizzato da Bodoni sia per l’incisione e la produzione dei caratteri tipografici, sia per la preparazione e stampa delle sue edizioni (quindi punzoni, matrici, bulini, stampi di fusione, vantaggio, compositoio…). A supporto, alcuni pannelli esplicativi illustrano brevemente il materiale presentato e il loro utilizzo (ma, in questo caso, sarebbe forse auspicabile un approccio ancora più ‘didascalico’, magari con un supporto video, che mostri direttamente le varie pratiche del mestiere e di impiego degli strumenti). In conclusione, in fondo alla sala, un grande scaffale su tre pareti ospita le diverse edizioni bodoniane, la maggior parte di dorso per permettere di osservare le ormai celebri legature ‘alla bodoniana’ in cartoncino color ocra, mentre le più preziose, in pergamena e seta, aperte per scrutarne da vicino l’elegante fattura. Al centro, un grande tavolo-schermo multimediale permettere di selezionare e sfogliare tutte le edizioni bodoniane in formato digitale. Orari di apertura: dal martedì alla domenica dalle ore 10.30 alle 18.30 (ultimo ingresso alle 17.45). Per maggiori info si vedano i siti del Complesso Monumentale della Pilotta e del Museo Bodoniano. –P.S.

 

 

Taccuino

a cura di E.G.

Iniziative C.R.E.L.E.B.

 

lunedì 16 – martedì 17 gennaio 2023

Giovanni Bernardo De Rossi studioso della letteratura ebraica e dei suoi testimoni

Convegno internazionale,

Soncino, Sala Consiliare, piazza Giuseppe Garibaldi

Lunedì 16 gennaio ore 14.30

Saluti: Gabriele Gallina (Sindaco di Soncino), Giuseppe Cangini (Pro loco di Soncino), Edoardo Barbieri (Direttore CRELEB)

Emma Abate (Università di Bologna), Giovanni Bernardo De Rossi ebraista e semitista

Paola Cirani (Biblioteca Palatina di Parma), Giovanni Bernardo De Rossi e la collezione ebraico-orientale della Biblioteca Palatina di Parma

Mauro Perani (Università di Bologna), I più antichi manoscritti ebraici dell’Occidente nella raccolta di Giovanni Bernardo De Rossi

Judith Olszowy-Schlanger (Corpus Christi College di Oxford), Giovanni Bernardo De Rossi e la paleografia ebraica

Discussione

Visita al Museo della stampa

Martedì 17 gennaio ore 9.00

Luigi Bambaci (Università di Bologna), Giovanni Bernardo De Rossi studioso della variantistica biblica

Giuliano Tamani (già Università di Venezia), Il “Dizionario storico degli autori ebrei” di Giovanni Bernardo De Rossi (Parma 1802)

Saverio Campanini (Università di Bologna), Giovanni Bernardo De Rossi dalla polemica anti-ebraica alla bibliografia

Martino Diez (Università Cattolica), Giovanni Bernardo De Rossi e la letteratura araba

Discussione

Visita a Santa Maria delle Grazie

Martedì 17 gennaio ore 14.30

Matteo Al Kalak (Università di Modena-Reggio), La teologia di Giovanni Bernardo De Rossi

Luca Rivali (Università Cattolica), Giovanni Bernardo De Rossi bibliografo: scelte, modelli, obiettivi

Pierfilippo Saviotti (Università degli Studi di Milano), Giovanni Bernardo De Rossi collaboratore di Giambattista Bodoni: un percorso tra le edizioni della Stamperia Reale di Parma

Edoardo Barbieri (Università Cattolica), Giovanni Bernardo De Rossi storico della stampa e delle sue origini

Discussione

Conclusioni: Saverio Campanini

Visita alla Rocca Sforzesca

Istituto Centrale per il Catalogo Unico – Roma

 

31 marzo, Università Cattolica sede di Brescia, giornata di studi dedicata alle biblioteche digitali con la presentazione del censimento dei resoconti di viaggio in Terra Santa usciti a stampa tra il XV e il XVIII secolo, disponibile on line.

Oltre agli interventi di Fabrizio Fossati (Biblioteca Università Piemonte Orientale) e Marco Callegari (Biblioteca Museo Bottacin di Padova), sono previste relazioni di Klaus Kempf (già Bayerische Staatsbibliothek di Monaco), Paolo Pellegrini (Università degli Studi di Verona) e Vanessa Rossi (Biblioteca Comunale di Trento). Si discuterà sulle cosiddette “Digital Humanities”. Con tale espressione, nella prospettiva della giornata bresciana, si vorrebbe intendere non una nuova disciplina, ma un terreno di confronto tra materie diverse che mantengano ciascuna la propria specificità e le proprie solide, lunghe e nobili tradizioni, allargando i propri orizzonti operativi mettendoli in relazione con altre discipline, incluse quelle legate al mondo digitale. Coordina l’iniziativa Luca Rivali dell’Università Cattolica.

 

Giornata di studi

martedì 23 maggio 2023

Milano, FONDAZIONE CDEC

piazza Edmond J. Safra 1

Il contributo del mondo ebraico allo sviluppo dell’editoria italiana dall’Unità alle leggi razziali

Ore 9.30

presiede Serena Di Nepi (Università di Roma La Sapienza)

Saluti introduttivi di Ricardo Franco Levi (Presidente AIE)       

Guido Bartolucci (Università della Calabria), Per una storia dell’editoria ebraica in Italia in età moderna

Edoardo Barbieri (Direttore del CRELEB, Università Cattolica di Milano), Leo Samuel Olschki editore nell’Italia umbertina e fascista

Arianna Leonetti (Master Professione Editoria, Università Cattolica di Milano), Le molteplici iniziative dell’editore Loescher

Roberta Cesana (Università degli studi di Milano), Treves per l’editoria di larga circolazione

Ada Gigli Marchetti (Istituto Lombardo di Storia Contemporanea), Per un ritratto di Angelo Fortunato Formiggini

Caterina Del Vivo (già Archivio storico del Gabinetto Vieusseux), Gli Orvieto tra scrittura ed editoria

Pausa

Ore 15.00

Presiede Luca Rivali (Università Cattolica di Milano)

Federico Enriques (Gruppo Zanichelli), Federigo Enriques e la Zanichelli

Vittore Armanni (Fondazione Giangiacomo Feltrinelli), La Società Generale delle Messaggerie Italiane della famiglia Calabi    

Francesco Ursino (Università Cattolica di Milano), Un’impresa per la scuola italiana: la famiglia Lattes

Gadi Luzzatto Voghera (Fondazione centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano), Identità e vicende della Casa Editrice Israel

Enrico Pio Ardolino (Università di Roma La Sapienza), Trilussa e gli altri: per una storia delle edizioni Voghera di Roma
Elisa Marazzi (Università degli studi di Milano), Tra letteratura, scuola e mercato: l’editore Bemporad

Giorgio Fabre (storico), Gli ebrei, le leggi razziali e l’editoria

 

Incontri, mostre e seminari

Monsieur Giuseppe Raimondi tra Bologna e la Francia

mostra

Bologna, Biblioteca dell’Archiginnasio

fino al 5 febbraio 2023

 Dopo un accurato lavoro di restauro, la mostra propone alcuni documenti originali tra più interessanti del Fondo archivistico di Giuseppe Raimondi (Bologna, 1898-1985) conservato presso la Biblioteca umanistica “Ezio Raimondi” dell’Università di Bologna, per riportare l’attenzione su una figura appartata ma in realtà centrale per la cultura bolognese e nazionale del XX secolo. Raimondi riuscì infatti a trasformare la fumisteria cittadina del padre in un luogo di riferimento per scrittori e artisti, italiani e stranieri. Strutturata lungo 9 bacheche, l’esposizione offre un’antologia di documenti tra quelli conservati all’interno di alcuni album approntati a suo tempo dallo stesso scrittore per la mostra bolognese del 1977. Maggiori informazioni sono disponibili al sito della biblioteca.

 

Le gemme di Pavia. Un percorso virtuale tra i codici miniati della Biblioteca Universitaria

mostra virtuale

Pavia, Biblioteca Universitaria

 Dal sito della biblioteca è disponibile un interessante percorso – solo virtuale – pensato per mostrare, e valorizzare, i codici miniati della biblioteca. Strutturata su 12 aree tematiche/link, corrispondenti ad altrettanti codici, la mostra consente al visitatore di entrare letteralmente tra le pieghe del pezzo di suo interesse, in modo da esplorarne testi e apparati iconografici. Ogni codice è corredato da un’utilissima introduzione storica, raggiungibile cliccando il relativo link Storia completa.

 

Un romagnolo in Veneto. Le Ciàcole de Bepi di Olindo Guerrini da Ravenna a Venezia

mostra

Venezia, Biblioteca nazionale Marciana – Sale monumentali (ingresso dal Museo Correr)

fino al 29 gennaio 2023

 Nata dalla collaborazione tra la Biblioteca nazionale Marciana e la Fondazione Casa di Oriani di Ravenna – che conserva i più importanti fondi documentari di Olindo Guerrini (1845-1916) – la mostra propone 20 autografi originali de Le Ciàcole de Bepi (cioè le chiacchiere di Bepi, alias papa Pio X), poesie satiriche del Guerrini, che volentieri si misurava anche con dialetti diversi dal romagnolo, come, appunto, quello veneto. Per la prima volta tradotte in italiano, e mai più ristampate nonostante il successo commerciale, le ciàcole (1903-1914), oggi una rarità bibliografica, sono corredate da libri, opuscoli e fotografie (provenienti dalle collezioni della Marciana e della Fondazione Casa di Oriani) per rendere ragione della poliedricità della figura e dell’opera di Guerrini. Maggiori informazioni e accessibilità sono disponibili sul sito della biblioteca.

 

 

 

 

Dissonanze 1917-1922. Da Caporetto alla marcia su Roma, un paese diviso

mostra

Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale

fino al 4 febbraio 2023

 Attraverso preziose testimonianze documentarie della Biblioteca e importanti prestiti di altri istituti, la mostra ricostruisce gli anni tra il 1917 e il 1922, quando l’Italia appare sempre più instabile e in fermento, stretta tra l’ultimo decisivo anno di guerra, la ritirata di Caporetto e la svolta autoritaria conseguente alla marcia su Roma. Giornali, libri, periodici umoristici e satirici illustrati, riviste d’arte, cinematografiche e di costume, fotografie, carteggi, spartiti musicali e abiti dell’epoca fanno emergere il ritratto di una nazione incalzata dalla crisi economica e in preda a tensioni laceranti, che favoriranno la nascita di nuove identità e di gruppi (politici e sociali) intenzionati a salire prepotentemente alla ribalta. Informazioni e accessibilità al sito della biblioteca.

 

Tesori che ritornano in patria. Giustizia ed eredità culturale

mostra

Modena, Biblioteca Estense Universitaria – Sala Campori

fino al 7 gennaio 2023

Partendo da un’analisi delle restituzioni di opere e documenti che hanno visto protagonista la biblioteca, la mostra affronta il tema del diritto dei cittadini all’eredità culturale attraverso tre casi che hanno coinvolto alcuni cimeli estensi. Nel corso della sua lunga storia, anche la biblioteca ha subìto infatti importanti depredazioni, conclusesi con restituzioni quasi sempre parziali. Grazie alla ricchezza dell’archivio storico della biblioteca stessa, ciascuno dei tre esempi è accompagnato dai documenti che ne narrano le vicende e da una selezione dei materiali contesi, in modo da ricreare, per il visitatore, lo scenario appassionante alla base della vicenda della restituzione. Informazioni e accessibilità al sito della biblioteca.

 

 

Postscriptum

Il 25 novembre scorso presso la Casa della Musica del Comune di Palazzolo sull’Oglio (BS) si è svolto, lontano dalle luci della ribalta di certi incontri promossi dalla ufficialità bibliotecaria italiana, l’incontro intitolato Lab.Lab 2022. Lab.Lab è una sigla che significa “Laboratorio libri antichi in biblioteca”. Di cosa si tratta? Di una giornata promossa dal CRELEB e dedicata in qualche modo a un pride del bibliotecario conservatore. L’iniziativa nasce tra Brescia e Lonato del Garda diversi anni fa come seminario proposto ai dottorandi di Scienze bibliografiche archivistiche della Università di Udine. Andando a chiudersi quella esperienza, l’iniziativa è poi proseguita appunto come laboratorio destinato agli studenti dell’Università Cattolica e ai bibliotecari. Poi ha avuto un’edizione da remoto che è disponibile online e poi lo scorso anno, nel 2021, si è trasformato in un grosso convegno internazionale tenuto a Milano tra Biblioteca Trivulziana e Università Cattolica e intitolato “A libro aperto”, dedicato alle mostre bibliografiche: un convegno del quale si attende per il prossimo anno la pubblicazione degli atti. L’appuntamento di quest’anno ha voluto invece spostarsi, rimanendo sempre legato però al territorio bresciano, nella cittadina di Palazzolo, perché a Palazzolo è conservato un fondo antico molto importante, quello donato al Comune da Giacinto Lanfranchi. È costituito da decine di mss., un numero molto elevato di incunaboli e cinquecentine, una serie importante di edizione del Sei e Settecento e poi molto Otto e Novecento. Da alcuni anni il Comune di Palazzolo, assieme alla famiglia Lanfranchi, industriali locali, sta promuovendo una serie di iniziative atte a valorizzare quel fondo. In antecedenza, grazie all’impegno della Regione Lombardia, sotto la supervisione scientifica di Ennio Sandal e col lavoro generoso di un’ottima bibliotecaria, mancata negli scorsi anni, Rosa Zilioli Faden, è stata svolta una catalogazione complessiva con un catalogo cartaceo, tre tomi uno dedicato a mss. e incunaboli, uno alle cinquecentine e uno con Sei e Settecento. Al termine di quella impresa appunto Comune e famiglia Lanfranchi hanno deciso di promuovere delle iniziative per le quali il CRELEB si è impegnato a proporre ogni anno a maggio una mostra relativa a quel patrimonio. A fianco di questo progetto si è deciso quest’anno di inserire in autunno la giornata di Lab.Lab dedicata al libro antico. Le relazioni hanno visto innanzitutto la collaborazione di ICCU che ha molto generosamente inviato Elisabetta Castro che ha tenuto una importante relazione dal titolo Il nuovo portale Alphabetica e il contributo alla conoscenza del libro antico. La presentazione della Castro è stata esaustiva e ha permesso di comprendere come le banche dati che interessano a chi si occupa di libro antico, cioè Edit16, Manus e SBN, pur rinnovate nella grafica e in alcuni aspetti della maschera di interrogazione, rimangono tali e funzionano autonomamente. Esiste però anche la possibilità di accedere a queste banche dati tramite appunto Alphabetica che viene definito un ecosistema. Si tratta tutto sommato di una sorta di Metaopac che riesce in qualche modo a interrogare contemporaneamente più banche dati, fornendo in questo modo una visione molto ampia del patrimonio. Certo, alcuni dati sfuggono alla sua interrogazione (per cui il dettaglio è meglio visibile grazie all’interrogazione tradizionale), ma non solo i data base che interroga sono numerosi (musica, grafica, etc), ma nello stesso tempo Alphabetica autoproduce delle rappresentazioni visive ovvero delle infografiche (per esempio quella che viene chiamata “radar” che raffigura di fatto di frequenza delle edizioni) che permettono di rappresentare in maniera efficace appunto la fortuna di un certo a. e di una certa opera. Come ha dichiarato la dottoressa Castro, questo interesserà soprattutto l’utente curioso, cioè non è materiale che serva realmente allo studioso (tranne quello che volesse accontentarsi di qualche banalità: diverso il caso della possibilità offerta di affiancare sullo schermo – per confrontarle – due diverse digitalizzazioni di materiale librario), ma offre invece proficuamente materiale (in qualche modo selezionato e autenticato, una sorta di web di qualità) nel quale appunto si può spaziare tra documenti di carattere informativo e bibliografico i più diversi. Si tratta quindi di un portale che giustamente avrà la sua piena collocazione nelle mani dei giovani delle scuole che potranno così avvicinarsi in maniera più amichevole a materiale che altrimenti resterebbe solo nell’orbita degli interessi degli studiosi. Un intervento assolutamente prezioso è stato quello di Eleonora Gamba, che da ormai diverso tempo sta lavorando alla descrizione degli incunaboli della Biblioteca Angelo Mai di Bergamo. Parallelamente al lavoro del personale interno che sta catalogandolo in SBN, la catalogazione in MEI è rivolta innanzitutto alle caratteristiche di esemplare. La Gamba ha voluto presentare in maniera problematica il suo lavoro, mostrando come pur nella difficoltà della rilevazione di alcuni dati di esemplare, questi posso poi in qualche modo fare sistema con altri, per contribuire davvero alla ricostruzione della storia dei fondi: per questo il titolo assegnato alla sua relazione era Catalogazione come esegesi della storia di un fondo antico: la collezione incunabolistica della Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo. Poi l’intervento dell’azienda New Sintesi (sponsor dell’iniziativa) ha presentato alcuni prodotti offerti al mondo delle biblioteche, in particolare scaffalature in metallo che garantiscono un’alta qualità di conservazione del materiale antico e prezioso. Dopo la pausa per il pranzo, una volta spostati presso la villa Lanfranchi dove è conservata la raccolta di libri antichi, Stefano Cassini sotto il titolo di Organizzare piccole mostre bibliografiche: l’esperienza con la raccolta Lanfranchi di Palazzolo ha raccontato appunto l’esperienza svolta. Le piccole esposizioni sono iniziate per opera di Fabrizio Fossati e adesso questa opera è stata ereditata dallo stesso Cassini: è stato presentato in qualche modo il concept, l’idea di fondo che è un progetto di “divulgazione intelligente” per cui si mostra materiale veramente prezioso accompagnato da schede bibliografiche del tutto serie, ma inserito in una narrazione che permetta anche a un pubblico generalista di accedere con profitto alla visione di questo tipo di materiale. Rientrati presso la Casa della musica si è avuto l’intervento di Pierangelo Goffi, attualmente responsabile della Biblioteca della sede bresciana dell’Università Cattolica, che ha presentato invece Problemi di catalogazione e gestione di un fondo storico: la raccolta Viganò dell’Università Cattolica. Dopo aver innanzitutto presentato il fondo Viganò (una raccolta preziosissima di storia della scienza donata all’Università dall’omonimo collezionista) ha inserito tale illustrazione all’interno delle problematiche della costituzione di un nuovo fondo di Raccolte storiche della sede bresciana della Cattolica. Le Raccolte storiche collegano fondi di tipo sia librario sia archivistico (anche novecenteschi), mostrando come nella logica di una presentazione al pubblico sussista una dialettica tra una descrizione raffinata che soddisfa pienamente lo studioso e invece una presentazione più sintetica e semplificata che risulta più accessibile a un pubblico più largo. L’incontro è stato di enorme interesse e anche il dibattito che ne è nato, grazie anche non solo alla presenza del sindaco di Palazzolo il dottor Gianmarco Cossandi (storico e museologo) che da sempre ha sostenuto le iniziative relative appunto al fondo Lanfranchi, ma anche di Fabrizio Levati della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Lombardia che è intervenuto più volte permettendo così di allargare in qualche modo la riflessione svolta verso tematiche di grande attualità inerenti appunto alla gestione e alla fruizione del materiale librario antico nella Regione Lombardia. – Montag