L’Almanacco

 Bibliografico

 

52, giugno 2022

Bollettino trimestrale

di informazione sulla

storia del libro e delle

biblioteche in Italia

                       

                        a cura del C.R.E.L.E.B.

 

  Sommario

 

 

Biblioteche del Ticino. La Cantonale di Lugano tra storia e collezioni

di Luca Saltini……..….………………..................p. 1

Recensioni.……………………………..…...…....p. 4

Spogli e segnalazioni……………….……....p. 14

(indici di recensioni e segnalazioni)…..….…p. 38

Cronache convegni e mostre.…….…….p. 38

In memoriam…….……………………………...p. 40

Taccuino…………………………………………....p. 42

La vignetta…………………………….…………..p. 45

Postscriptum…………………………..….….….p. 46

 

 

La questione

Biblioteche del Ticino. La Cantonale di Lugano tra storia e collezioni

di Luca Saltini

C

ome avviene per tutte le biblioteche storiche, anche nel caso della Biblioteca cantonale di Lugano i profili e la composizione delle collezioni principali dipendono dalla sua storia. La vicenda di questo istituto comincia a metà Ottocento, quando la classe politica ticinese pose mano a una serie di riforme volte a riorganizzare l’istruzione superiore che fino a quegli anni era stata affidata completamente agli ordini religiosi. Nel momento in cui nacque a Lugano il primo liceo pubblico (1852) si decise di creare presso la stessa sede la biblioteca che doveva fungere da ausilio a docenti a e allievi. Occorre tener presente che il Ticino, come “stato sovrano” in seno alla confederazione elvetica, era nato solo nel 1803 e aveva alle spalle secoli di divisioni interne che dovevano essere superate per dare coesione al paese. In questo senso, le opere pubbliche – la scuola, le strade, l’amministrazione, una biblioteca “cantonale”... – assumevano un ruolo fondamentale per il nuovo stato. Non è un caso se, in Svizzera, le prime biblioteche di questo tipo sorsero proprio nei cantoni di più recente formazione. Il governo del Cantone non disponeva però dei fondi indispensabili per mettere mano alle necessarie riforme. Per tale ragione ricorse alla soppressione degli ordini religiosi e all’incameramento dei beni ecclesiastici. La Biblioteca cantonale beneficiò dunque di questo atto d’imperio. Il primo nucleo librario fu infatti formato aggregando le collezioni di cinque conventi: Sant’Antonio abate (Somaschi) e Santa Maria degli Angeli (Conventuali riformati) di Lugano, San Giovanni Battista (Serviti) e San Francesco (Cappuccini) di Mendrisio; Collegio Papio (gestito dal clero secolare) di Ascona (Locarno). La parte più consistente proveniva dai conventi luganesi dei Somaschi e dei Conventuali. Vista l’origine dei voll., risultava una prevalenza di opere di argomento teologico, con tinte diverse a seconda che si trattasse di conventi appartenuti a ordini mendicanti (opere di predicazione, raccolte di orazioni, molte in latino) oppure a ordini insegnanti (testi legati all’attività d’insegnamento, con i classici della filosofia, della storia, della letteratura, e opere di argomento scientifico). Per tentare di riequilibrare le collezioni fu subito aggiunta a questo nucleo la raccolta della Biblioteca civica di Lugano che, con circa un migliaio di opere (contro le 7000 di origine conventuale) dava un po’ di contenuti agli altri settori. Scorrendo infatti l’inventario compilato al momento dell’annessione, si trovano molti titoli d’impronta illuminista, legati al dibattito culturale dell’epoca, accanto a opere filosofiche nel senso più ampio del termine. Restava però una significativa lacuna relativa ai libri dedicati al territorio. Per ovviare a questa mancanza, fu creata la Libreria Patria (1861), un unicum nella sua concezione e formazione. Essa si occupava di raccogliere tutte le pubblicazioni inerenti al Ticino, perché qui stampate o redatte da autori locali o trattanti temi relativi al Cantone. Da subito, si decise di conservare anche il materiale non a stampa, da quello iconografico, a quello ms., persino alcuni oggetti particolari. Infatti, gli iniziatori di questo fondo lo concepirono come un centro di documentazione non strettamente librario, ma con un carattere più vasto, in grado di preservare la memoria del paese in senso ampio, quasi a supplire la carenza allora rilevata dagli intellettuali anche di un archivio storico. Intanto, il XIX secolo volgeva al termine e in brevi attimi si giunse alla Prima guerra mondiale. Il divampare dei nazionalismi creò una profonda spaccatura nel popolo elvetico, scisso tra il filogermanesimo della Svizzera tedesca e dell’esercito, e le simpatie per l’Intesa dei romandi e dei ticinesi. In questa situazione, la Biblioteca cantonale fu investita del nuovo compito di acquisire tutti quei materiali che consentissero di definire e salvaguardare l’identità ticinese. A questo riguardo, si ritenne che, oltre alla appartenenza linguistica e culturale all’ambito italiano, l’altro elemento caratteristico del Ticino fosse il senso d’arte, testimoniato dalle vicende dei maestri comacini. Per tale ragione, furono sviluppati in maniera costante e approfondita soprattutto i settori della letteratura e della storia dell’arte. Qualche tempo dopo, ormai in piena epoca fascista, la Biblioteca cantonale ricevette il mandato di rappresentare la cultura italiana in seno alla Svizzera e di fungere da ponte tra questa e l’Italia. Davanti al regime mussoliniano che esercitava una forte pressione sul Ticino – sia per il suo innestarsi profondamente in Lombardia, sia per la folta presenza di immigrati provenienti dalla Penisola – la Biblioteca doveva però promuovere una cultura italiana libera e democratica, non contaminata dall’ideologia della dittatura. Questa funzione fu notevolmente rafforzata durante la Seconda guerra mondiale, quando l’istituto divenne punto di riferimento per numerosi intellettuali italiani esuli nel Cantone, che animarono le pagine culturali dei quotidiani e gettarono le basi per lunghe e proficue relazioni mantenute negli anni seguiti al conflitto. Oggi, la Biblioteca cantonale di Lugano ha sede in un edificio che costituisce un gioiello di architettura razionalista, in un parco a poche decine di metri dal lago. Dispone di un patrimonio librario di circa 400.000 documenti e di numerose raccolte pregiate. Il Fondo Antico, dal nucleo originario, è cresciuto con acquisizioni successive fino a raccogliere oltre 30.000 voll.. Si è sviluppato ottenendo soprattutto opere di argomento letterario, in particolare studi danteschi e manzoniani, e, in anni più recenti, testi d’interesse filologico. Nel corso del tempo ci sono stati diversi lasciti e donazioni. Tra queste, la più importante è quella del bibliofilo Sergio Colombi che, nel 1962, regalò alla Biblioteca un centinaio di incunaboli di impronta umanistica, comprendenti rare edizioni di Dante, Petrarca e Boccaccio, che si andarono ad aggiungere a quelli di origine conventuale (prevalentemente in latino e di contenuto religioso). Tra essi, vengono largamente rappresentati i fondatori della teologia cattolica, dottori, padri della Chiesa, storici della Chiesa, canonisti, i grandi predicatori, ma non mancano i classici antichi, filosofi, letterati, umanisti, filologi, grammatici. Oggi, il corpus degli incunaboli è di 190 tomi, interamente digitalizzati. Qualche anno dopo, la famiglia Colombi donò anche una raccolta di edizioni aldine (44) stampate a Venezia tra il 1501 e il 1590 nelle officine tipografiche dei Manuzio, che si aggiunsero alle Aldine già presenti in biblioteca. Quasi tutti gli esemplari della collezione Colombi provenivano dal libraio antiquario Giuseppe Martini. Tra le preziosità del fondo antico, figura anche la raccolta di libri corali. Si tratta di 12 voll. – dieci pergamenacei e due su carta –, prodotti tra il XVI e il XVII secolo per la liturgia del Convento di Santa Maria degli Angeli di Lugano. Un corpus non comune, in Svizzera, per ampiezza e stato di conservazione. Centro della vita comunitaria era la messa conventuale e la recita della preghiera delle Ore, con tutto il necessario apparato musicale. I 12 libri corali sono i diretti eredi di una tradizione manoscritta che dal Medioevo si è spinta fino a tutto il Rinascimento e il Barocco, testimoniando il lento ma inesorabile mutare di una notazione musicale che, da utile solo a chi le melodie già le conosceva a memoria, è divenuta nel tempo il riferimento irrinunciabile per apprendere le melodie. Si passava, così, da un Medioevo in cui i libri con musica non servivano nella pratica ai cantori, a un Tardo Medioevo in cui i libri con musica, mutando dimensioni e formato, diventavano – almeno formalmente – il riferimento per una comunità intera nell’atto di celebrare i riti quotidianamente prescritti. Ma un altro aspetto non va trascurato, quello simbolico. I libri del convento luganese vanno ben oltre la mera prassi musicale, perché costituiscono la possibilità di rendere tangibile l’inafferrabilità del mondo dei suoni: non suoni qualunque, ma quelli connessi alla liturgia, al sacro. Di qui la ricchezza dell’apparato iconografico. I voll. sono sfogliabili on line. La biblioteca possiede anche una significativa raccolta bodoniana. Il Fondo apparteneva al collezionista Richard Hadl e fu acquistato dal Cantone il 22 maggio 1945. Esso comprendeva più di 400 opere e costituiva nel 1946 la raccolta di stampe bodoniane più importante al mondo dopo quella della Biblioteca Palatina di Parma. In seguito, a più riprese, ci si operò per ampliare questo patrimonio: fu acquisita l’Oratio Dominica, con la preghiera del Padre nostro in 155 lingue; successivamente fu possibile arricchire la collezione con la grande Iliade in tre voll. (1808), il ben noto e raro Manuale tipografico (uscito postumo nel 1818) e il Saggio di caratteri a fogli sciolti (1782). Fu possibile anche entrare in possesso di un unicum bodoniano, la Raccolta di tutti i rami apparsi dal 1769 al 1791 nelle pubblicazioni della Stamperia parmense. Di grande importanza sono inoltre le Rime del Petrarca del 1799, in fogli sciolti. L’istituto possiede inoltre importanti raccolte di epoca più recente, come la Biblioteca che fu di Carlo Cattaneo e del quale è stato realizzato uno “scaffale” virtuale, dove è possibile leggere le opere e l’intera collezione del “Politecnico” o l’archivio dei periodici e quotidiani del Canton Ticino appartenenti alla Libreria Patria. Anche questi documenti – oltre 2,8 Milioni di pagine – sono interamente digitalizzati e in continuo aggiornamento per quanto riguarda quelli ancora in attività. Il sistema consente la lettura e la ricerca per articolo, parole significative, temi. A livello iconografico, va menzionato l’importante fondo Giorgio Ghiringhelli – oltre 1400 stampe con vedute dedicate alla regione del Ticino e un corpus di circa 350 voll. preziosi sull’argomento donati alla Biblioteca cantonale nel corso del 2016. Il Ticino è rappresentato dai primi e rari viaggiatori del ‘600, fino a quelli del tardo ‘800, quando ormai il turismo si avviava a diventare fenomeno di massa. Si scopre, nelle stampe più antiche e in quelle dei viaggiatori del Grand Tour, una regione idealizzata, dove prevale il pittoresco, ma anche lo sguardo ammirato per la bellezza e la ricchezza del paesaggio. Con l’avvento del XIX secolo si sviluppa l’interesse per le nuove vie di comunicazione attraverso le Alpi. Le moderne tecniche di incisione su lastra d’acciaio o la litografia consentono agli artisti una sempre maggiore libertà di rappresentazione. Particolare ammirazione riscuote il tracciato della ferrovia, veicolo di sviluppo, ma anche testimone di un mondo avviato al cambiamento, sempre più veloce, capace di creare collegamenti un tempo impensabili attraverso profonde gallerie e ponti arditi. Sempre con un focus ottocentesco si evidenzia il Fondo del fotografo Ivan Bianchi (1811-1893), attivo in Russia negli anni di metà XIX secolo. Si tratta di 103 preziosissimi scatti di San Pietroburgo e Mosca, che mostrano allo spettatore luoghi e atmosfere cariche di una forte suggestione. Tra le fotografie, alcune risalgono al 1852 agli albori della storia della fotografia, e costituiscono le più antiche immagini conosciute di San Pietroburgo. Nel 1978, infine, la Biblioteca acquisì il preziosissimo archivio di Giuseppe Prezzolini, al quale, nel corso degli anni si aggiunsero le carte di altri intellettuali di notevole rilevanza (sia italiani, come Ennio Flaiano, Guido Ceronetti, Fulvio Tomizza ecc., che svizzeri: Francesco Chiesa, Giuseppe Zoppi, Felice Filippini, Guido Calgari, Romano Amerio, Aldo Patocchi, Maria Boschetti Alberti ecc.). Oggi l’archivio, parte integrante della Biblioteca cantonale di Lugano, conta 30 fondi principali e 43 raccolte minori.

 

Scuola estiva
“Beniamino Burstein” 2022
 in memoria di Leonardo Botarelli


Leonardo da Vinci:

il suo mondo, i suoi libri,

le sue scritture


Torrita di Siena, Sala parrocchiale
“Il Convento” e Montepulciano
29 agosto – 1° settembre 2022

 

Recensioni

062-A Alba (Monica), Artusi e gli editori fiorentini. La scienza in cucina e l’arte della stampa, Firenze, Olschki, 2021 (Biblioteca dell’«Archivum Romanicum». Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia, 515), pp. 308, ill. b/n, ISBN 8822267702, € 29. Il vol. mette in luce le vicende riguardanti il primo long seller della cultura gastronomica italiana, La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi (1820-1911). Un libro che non solo è stato in grado di raggiungere un’ampia penetrazione nelle case della borghesia postunitaria, ma che, proprio grazie a questo successo, è stato anche veicolo di diffusione della lingua italiana, nel solco delle idee manzoniane. In esso si trova la corrispondenza tra gli editori e stampatori fiorentini e l’Artusi, nonché la corrispondenza intercorsa tra l’a. (poi i suoi eredi) e la casa editrice Bemporad. Materiali che, oltre a essere in parte pubblicati per la prima volta, hanno il pregevole vantaggio di essere eloquenti, e questo grazie alla ricostruzione storica dell’a., circa la prassi editoriale, le fasi di lavoro e le tecniche di stampa dell’editoria fiorentina tra Otto e Novecento. L’opera è suddivida in due parti fondamentali, una di commento storico e l’altra di analisi delle carte più importanti, finalizzata a tessere un discorso coerente e puntale, dove protagonisti non sono esclusivamente i processi di stampa o le strategie editoriali, ma anche e soprattutto le persone che ruotano intorno a questa vicenda. A partire dall’Artusi stesso, che, dopo aver svolto la professione di commerciante e dopo essersi ritirato a vita privata e aver esordito nel campo degli studi letterari in collaborazione con l’editore Barbèra, vive il suo riscatto all’età di settant’anni, con la pubblicazione della prima edizione de La scienza in cucina, uscita per la prima volta nel 1891. Reduce dagli insuccessi commerciali e dal rifiuto di alcuni editori, decide di pubblicare inizialmente l’opera che lo avrebbe consacrato padre della letteratura gastronomica italiana a proprie spese, presso la tipografia dei Landi. E proprio dalle lettere che possiamo ritracciare tra a. e stampatore, è possibile approfondire alcune fasi che hanno portato alla genesi e alla creazione del libro, materiale tanto più prezioso, dal momento che a oggi non sono ancora state scoperte bozze preparative o mss. di mano dell’Artusi. Dall’analisi di queste carte, inoltre, è possibile ipotizzare, all’interno dei laboratori dei Landi (che ospitavano ben trenta operai) la presenza di alcune macchine Monotype, che tuttavia, sostiene l’a., non venivano ancora utilizzate nella fase di composizione, dato che, a questa altezza cronologica, la composizione a mano rimaneva ancora il metodo preferito dagli addetti. Passati i primi anni e acquisita la consapevolezza di una crescente fortuna dell’opera, dal 1897 Artusi sceglie Bemporad come intermediario nella distribuzione nazionale e internazionale, mantenendo per sé una porzione delle copie stampate dal Landi, per una scala di distribuzione più piccola e geograficamente vicina. Si avvia, così, un «sistema a tre vertici», a., editore, stampatore, che avrebbe contribuito ad alimentare le vendite, la fama dell’opera e, ovviamente, il suo commercio, fino a trasformare La scienza in cucina in una «rotativa a ciclo continuo», dalle tirature in continuo aumento, in grado di creare, di anno in anno, sempre maggiore attesa nei propri lettori. Di seguito, i dodici gruppi di corrispondenza, come divisi nel vol.: lettere di Pellegrino Artusi agli editori e stampatori, lettere di Gaspero e Piero Barbèra a Pellegrino Artusi, lettere di Salvatore Landi a Pellegrino Artusi, lettere di Alberto Landi a Pellegrino Artusi, lettere di Enrico Bemporad a Pellegrino Artusi, lettera di Gaetano Casoni a Enrico Bemporad, lettere di Ettore Salani a Gaetano Casoni ed Enrico Bemporad, lettere di Marietta Sabatini a Enrico Bemporad, lettere degli eredi Artusi alla casa editrice Bemporad, poi Marzocco e viceversa. – Francesco Ursino

062-B Barbieri (Luca), Gianni Bono, Luca Boschi, Graziani Frediani, Sergio Bonelli Editore 80 anni a fumetti, a cura di Graziano Frediani, art direction di Roberto Banfi, Milano, Sergio Bonelli Editore, 2021, pp. 384, ill. col., ISBN 978-88-629-7, € 40. Nel 2021 la Bonelli ha compiuto 80 anni: un traguardo importante, anzi, importantissimo, se si pensa all’impresa titanica di fondare una casa editrice di fumetti (e già questo sarebbe abbastanza) nella Milano del 1941 (!). «Gino, è pura follia! Se non ci sono riusciti editori come Mondadori o il Signor Vecchi, come credi di poterlo fare tu?» (p. 21), diceva Tea Bertasi (oggi l’avremmo chiamata “AD della casa editrice”) al marito Giovanni Luigi (per tutti Gian Luigi) Bonelli, padre di Tex e di Dylan Dog, ma anche di Martin Mystere, di Nathan Never (su cui è uscito recentemente un saggio scritto da Matteo Galiè e raccolto in Tra cultura e mercato. Storie di editoria contemporanea, Ronzani, 2022) e di mille altri personaggi più o meno fortunati, celebrati in questo poderoso vol. (pieno di immagini a colori) che ripercorre, decade dopo decade (La nostra macchina del tempo, pp. 11-6; Gli anni 40, pp. 17-48; Gli anni 50, pp. 49-96; Gli anni 60, pp. 97-128; Gli anni 70, pp. 129-70; Gli anni 80, pp. 171-220; Gli anni 90, pp. 221-64; Gli anni 00, pp. 265-302; Gli anni 10, pp. 303-78), la storia gloriosa di una casa editrice Audace (e questo era proprio il primo nome di una lunga serie, da Araldo a Cepim, Daim Press, Altamira, L’Isola Trovata ecc., prima dell’approdo, nel 1988, alla dicitura con cui oggi è ri-conosciuta: Sergio Bonelli Editore) che è riuscita a sopravvivere ai grossi sconvolgimenti storici e culturali, e che ancora adesso – in un mondo, quello dell’editoria indipendente, certamente non facile – tiene alta la bandiera dell’editoria di fumetti. Un vol., questo, che oltre a essere celebrativo, ha anche un profondo valore storico, perché raccoglie e mostra i centomila characters che hanno popolato (e popolano) le pagine a colori e non dei fumetti bonelliani. Ma non solo: regalo alla infinita schiera di lettori, come la chiama Davide Bonelli (nipote del Gino-Gian Luigi e di Tea, figlio di Sergio e oggi direttore editoriale) che «negli ultimi 80 anni, una generazione dopo l’altra, ci hanno supportato e aiutato a crescere, dimostrandoci il loro affetto e la loro dedizione, e facendo sì che i nostri eroi diventassero parte integrante del loro bagaglio di emozioni. Sogni di carta che la Sergio Bonelli Editore non smetterà mai di creare» (p. 15). Chiude il vol. Emozionanti originali, (pp. 379-84) una piccola raccolta di tavole originali (tra cui una scartata). – Ar.L.

062-C Conconi (Bruna), Quel che resta di un naufragio. Le edizioni cinque-seicentesche delle opere di Pietro Aretino nelle biblioteche di Francia. Con un repertorio, préface de Jean Balsamo, Genève, Droz, 2021 (Cahiers d’Humanisme et Renaissance, 178), pp. 650, ill. b/n, ISBN 978-2-600-06273-2, € 59. Nel 1992, commentando il censimento nazionale delle cinquecentine, Amedeo Quondam parlava di «straordinario naufragio» della produzione di Pietro Aretino, uno dei più noti poligrafi rinascimentali, a. di numerosissime opere, frequentatore dei più svariati generi, uomo ben noto agli ambienti di corte (fu soprannominato flagellum principum) e figura le cui pagine furono tacciate di scandalo e amoralità. Recuperando la metafora nautica, l’a. di questo prezioso e corposo vol. illustra la sopravvivenza delle edizioni cinque-seicentesche dell’Aretino in Francia, all’interno di un lavoro nato dalla volontà di studiare la ricezione in terra francese dell’a. veneziano in un’ottica storico-letteraria. A tale scopo, l’a. ha deciso di ricercare i lettori aretiniani tra i libri conservati presso le biblioteche francesi, in un viaggio durato più di dieci anni – una vera e propria odissea, per rimanere in tema marittimo – i cui frutti sono ben visibili tra queste pagine: dopo la prefazione di Jean Balsamo (pp. 7-14), l’a. commenta i risultati di questo studio (pp. 15-97) sulla base del poderoso repertorio subito successivo (pp. 101-452) di edizioni aretiniane da lei stessa consultate e descritte analiticamente, prestando grande attenzione alle provenienze dei singoli esemplari. Per assemblare questo repertorio, suddiviso in Edizioni in lingua originale ed Edizioni in traduzione francese, l’a. ha compulsato le collezioni di oltre sessanta biblioteche, 138 edizioni reperite in lingua originale e diciotto in traduzione francese, per un totale di 464 esemplari analizzati. La raccolta e la descrizione di questo corpus, già di per sé significativo e prezioso, ha permesso di aprire nuove direzioni di lettura della presenza delle opere dell’Aretino in Francia. Molto interessante, per es., è l’evidente maggioranza di edizioni in italiano e di opere di argomento religioso rispetto a quelle più scandalose e “piccanti” (che contribuirono a creare la leggenda nera del poligrafo veneziano). Anche le analisi dei segni censori, d’altronde, porterebbe a ridimensionare o comunque rivalutare il ruolo della censura e dell’Inquisizione nella conservazione di determinati scritti. Nella lettura dei dati, l’a. si mostra consapevole delle numerose dinamiche legate al movimento dei singoli libri e alla genesi delle biblioteche pubbliche o private, puntualmente fissando degli importanti distinguo che aiutino a non cadere in facili approssimazioni o errori di interpretazione dei segni tramandati tra le carte di questo ricco – ma appunto, come suggerisce il titolo, incompleto – gruppo magistralmente riunito nel vol. Se questo lavoro, quindi, sarà un utilissimo strumento per chi volesse studiare dal punto di vista storico-letterario la fortuna di Pietro Aretino (nonché della lingua e della letteratura italiane) oltralpe tra XVI e XVII, esso sarà imprescindibile anche per gli studi bibliografici legati a tale ambito, fino a toccare la storia del collezionismo. Grazie, infatti, ai lodevolmente numerosi indici e tavole in appendice, il vol. potrà essere consultato quasi in maniera “personalizzata” a seconda di un numero di esigenze e interessi quasi pari a quello delle edizioni descritte dall’a.: tavola delle edizioni note, tavola delle edizioni reperite; tavola delle edizioni reperite suddivisa per biblioteche; tavola delle edizioni reperite suddivisa per genere; lista delle biblioteche in ordine alfabetico; lista delle biblioteche in ordine di esemplari posseduti; lista dei possessori divisi per secolo; note sui possessori (biografiche sui possessori privati e informative sugli enti possessori); note biografiche sui librai e sui rilegatori; indici dei luoghi, degli editori e degli stampatori, dei possessori, dei nomi in generale e delle illustrazioni. Aggiungendo a questa funzionale, generosa e ricca organizzazione delle informazioni l’immancabile bibliografia, si capirà come la ricchezza e varietà di questo vol. fornirà motivi di interesse ai diversi lettori che vorranno approcciarsi alla sua consultazione. – S.C.

062-D Dante a Porta Sole. Dai manoscritti a Dante pop. Catalogo della mostra bibliografica. Perugia, Biblioteca comunale Augusta, 16 dicembre 2020 - 30 novembre 2021, a cura di Margherita Alfi – Francesca Grauso – Paolo Renzi, Chiugiana (PG), Bertoni, 2021, pp. 220+36 di tav. f.t., ill. col., ISBN 978-88-5535-436-3, s.i.p. Porta Sole, come noto, è luogo citato in Par. XI, 6 e «a settecento anni dalla morte, il Sommo Poeta è tornato, sia pure idealmente, ma in maniera sostanziale, sul Monte di Porta Sole attraverso una ricca mostra bibliografica – che copre sette secoli di produzione letteraria – appositamente realizzata presso Palazzo Conestabile della Staffa, sede della Biblioteca Augusta del Comune di Perugia» (p. 15). Il bel vol., di forma quadrata, ne rappresenta il catalogo, particolarmente importante visto che la mostra si è svolta, purtroppo, in piena pandemia. Essa, in realtà, rientrava in un più ampio progetto denominato “Dante in Umbria” e non ha proposto solo un ovvio percorso cronologico tra i mss. e le edizioni della Commedia, ma anche alcuni spunti originali, specie per quanto attiene all’illustrazione e alla grafica. Dopo i testi prefatori di Leonardo Varasano (Assessore alla Cultura del Comune di Perugia), Roberta Migliarini (Dirigente dell’area Servizi alla persona del Comune di Perugia) e Giovanna Giubbini (Soprintendente archivistico e bibliografico dell’Umbria) e l’Introduzione dei curatori (pp. 14-8), il percorso del catalogo, che riprende quello della mostra, si snoda in quattro sezioni, più un corpus di appendici. Ogni sezione è composta da alcuni brevi saggi, seguiti dalle schede delle opere esposte. La prima (I primi tre secoli: manoscritti, incunaboli e cinquecentine), che affronta la fortuna di Dante tra XIV e XVI secolo, si apre con il saggio di Francesca Grauso (I manoscritti della Divina Commedia della Biblioteca comunale Augusta. Una panoramica, qualche questione irrisolta e qualche novità, pp. 21-6), che pone l’accento sulla non banale raccolta di mss. perugini della Commedia. La stessa Grauso, con Maurizio Caselli (Una copia dell’“Almanacco di Dante” nella Biblioteca Comunale Augusta di Perugia, pp. 27-9), si sofferma, poi, sul curioso ms. E 23 dell’Augusta, che contiene le tavole astronomiche di Profacio con intestazioni in olandese. Si passa in seguito alla prima fortuna a stampa della Commedia, con i due saggi di Paolo Renzi (La tradizione della Commedia di Dante nella prima era della tipografia, pp. 30-4 e L’edizione della Commedia di Foligno del 1472 e l’introduzione della stampa in Umbria, pp. 35-8), che ovviamente dedica più spazio al Dante di Foligno (in mostra una copia da collezione privata). La seconda sezione (Spigolature dantesche tra XVII e XXI secolo) si concentra sulla fortuna dantesca dal Sei, ma soprattutto dal Settecento, a oggi. I saggi, però, riguardano gli ultimi due secoli passati, a partire da Simone Casini (Dante nell’Ottocento. Un’introduzione, pp. 105-8), che si sofferma sul XIX, «per molti aspetti il secolo di Dante» (p. 105). I contributi seguenti, dovuti a Marco Grimaldi (Dante 1921: la violenza, la storia e la nuova filologia, pp. 109-12) e a Paolo Renzi (1921. Un emigrato italiano celebra Dante negli Stati Uniti d’America, pp. 113-6) trattano, da diverse angolature, della ricorrenza del VI centenario dantesco nel 1921, mentre Carlo Pulsoni (Il “Libro d’onore” della Regia Università per Stranieri di Perugia, pp. 117-8, ma già sulla rivista on line «Insula Europea» del 25 agosto 2021) presenta un registro di firme e dediche di docenti del primo Novecento, noto come “Libro d’onore”. Chiude la sezione la riproposizione di un saggio di Corrado Bologna (Dante Alighieri: uno scrittore medioevale del Novecento, pp. 119-23), già apparso sulla rivista on line «La ricerca» del 27 giugno 2012. La terza sezione (Illustrare Dante) è dedicata all’illustrazione della Commedia in epoca moderna e contemporanea. Figure chiave sono quelle dello scultore inglese John Flaxman (1755-1826), presentata da Emilio Ravaioli (Flaxman illustratore di Dante al crocevia di fine Settecento, nell’Italia dei collezionisti e cultori delle arti (e qualche sottolineatura a proposito dei tragitti umbri e dei compagni di viaggio), pp. 151-6) e di George Cochrane, con due interviste già apparse su «Insula europea» (Un amanuense e miniatore della Commedia a New York. Simone Casini intervista George Cochrane, pp. 157-62 e La Commedia miniata: intervista di Emanuela Monini a George Cochrane, pp. 163-4). Da ultimo, l’intervista al giapponese Kazumasa Chiba (Dante nell’inferno di Fukushima. Lorenzo Amato intervista Kazumasa Chiba, pp. 165-7), che da oltre vent’anni si dedica alla rappresentazione di scenari ispirati alla Commedia dantesca. La quarta e ultima sezione (Dante pop) si concentra sulla figura di Dante, percepita come sempre attuale e moderna. Lo illustra Trifone Gargano (Dante pop, pp. 179-82), che anticipa la presenza di Dante nei fumetti, affrontata da Galeotto Ferracci (Galeotto fu il fumetto. Dante Alighieri e la sua Commedia a fumetti, pp. 183-6), e nel cinema, con le note di Fabio Melelli (Dante e la Divina Commedia nella storia del cinema, pp. 187-9). Le appendici riguardano soprattutto il rapporto tra Dante e il filosofo e poeta perugino Aldo Capitini (1899-1968), visto dal versante della sua raccolta dantesca nelle pagine di Gabriele De Veris (Dante nella biblioteca di Aldo Capitini, pp. 201-3) e da quello dello studio con Carlo Pulsoni (Un correttore molto scrupoloso: Capitini lettore di Dante (e di Contini), pp. 204-6). Poi si esplicita il rapporto tra la famiglia di Dante e Perugia, dove vive Sperello di Serego Alighieri (I discendenti di Dante a Perugia, pp. 207-9). L’ultimo focus delle appendici riguarda il ms. L 70 dell’Augusta, di cui Marta Silvia Filippini (Il restauro della Divina CommediaInferno (ms. L 70) della Biblioteca Comunale Augusta, pp. 214-6) presenta il restauro e del quale vengono riprodotte le miniature (Il primo canto dell’Inferno nelle miniature del ms. L 70 della Biblioteca Comunale Augusta di Perugia, pp. 210-3). Da ultimo, l’elenco delle conferenze dantesche dell’anno 2021. Di ottima qualità le immagini, specie quelle poste nella sezione finale di tavole. Manca, purtroppo, un apparato indicale e una bibliografia complessiva di riferimento. – L.R.

062-E Divina (La) Commedia di Federico da Montefeltro. Il Dante urbinate Urb. lat. 365. Commentario, a cura di Ambrogio M. Piazzoni, Città del Vaticano-Modena-Roma, Biblioteca Apostolica Vaticana-Franco Cosimo Panini-Treccani, 2020, pp. 328, ill. col., ISBN 978-88-210-1044-6 (Biblioteca Apostolica Vaticana) – 978-88-570-1672-6 (Franco Cosimo Panini Editore), s.i.p. A corredo dell’edizione facsimile di quello che tutti conoscono come il Dante Urbinate, realizzata dalla Franco Cosimo Panini Editore nella visionaria collana “La Biblioteca Impossibile” in cui ha trovato posto anche la Bibbia di Borso d’Este, un vol. a sé di carattere scientifico introduce ai segreti del ms. Vat. Urb. lat. 365, commissionato da Federico di Montefeltro nel 1474 al calligrafo Matteo de’ Contugi da Volterra e ritenuto uno degli esemplari della Commedia più belli di sempre in virtù delle sue miniature, come spiega nella presentazione il curatore Ambrogio Piazzoni (pp. 7-11). Il commentario, frutto del contributo dei massimi esperti delle discipline coinvolte – filologia e linguistica, paleografia e codicologia, storia dell’arte e bibliografia –, ma caratterizzato da chiarezza e facilità espositive, è pregevole esso stesso per la ricchezza e la qualità delle immagini (copiosissime, spesso a piena p., ad altissima definizione), per l’eleganza esteriore e dell’impaginato, e persino per la sua mole, importante, ma non eccessiva, anticipatrice della solidità del contenuto. La prima sezione – Dante e la Commedia – inquadra la tematica dantesca con saggi di Emilio Pasquini sulla biografia del poeta (pp. 15-25), Giorgio Inglese (pp. 27-37) sulla sua produzione letteraria, un affondo di Paolo Trovato sulla questione della lingua (pp. 39-53) e di Alberto Forni sulla teologia della prima delle tre Corone fiorentine (pp. 55-63). Porta l’attenzione sull’allestimento materiale del prodotto di altissima fattura la seconda sezione, intitolata Il manoscritto: Maria Gabriella Critelli (pp. 67-99) si sofferma prima sul copista e la sua attività per il duca Federico, per poi proporre un’intelligente e mai asettica descrizione codicologica e paleografica del manufatto; Lino Leonardi rivaluta la posizione stemmatica del testo trasmesso dall’Urbinate, aprendo alla possibilità di una contaminazione (pp. 101-13); Giancarlo Breschi approfondisce le peculiarità linguistiche dello scriba toscano attraverso l’analisi di grafia, vocalismo tonico, consonantismo e morfologia (pp. 115-45). Oggetto della terza sezione è L’apparato iconografico, realizzato a più riprese tra la fine del Quattro e il primo Seicento: Federica Toniolo (pp. 151-75) analizza la miniatura più antica, riconducibile all’area ferrarese e rimasta incompiuta per la morte del committente; Emilia Anna Talamo (pp. 177-97) si concentra sulla più recente, relativa al Paradiso, realizzata entro il 1616 da Valerio Mariani per Francesco Maria II della Rovere, ultimo duca d’Urbino; le stesse studiose descrivono poi (pp. 199-272), ciascuna per le parti di propria competenza, le singole miniature del codice. Infine, ne Il Dante concluso e la sua fortuna, Antonio Manfredi (pp. 275-91) colloca il ms. nel suo contesto originale all’interno della biblioteca dei duchi d’Urbino, mentre Massimo Ceresa (pp. 293-307) ripercorre la vicenda critica fra Otto e Novecento esaminando gli studi più rilevanti. La bibliografia complessiva e gli indici dei mss., dei nomi di persona e di luogo consentono un rapido accesso ai singoli temi o contributi. Il commentario risulta apprezzabilissimo non solo come lettura propedeutica a una comprensione profonda del lussuoso Dante Urbinate, ma si configura anche come paradigma per un approccio sinergico delle singole discipline che gravitano attorno a un oggetto complesso e multiforme quale il libro antico. – E.Gam.

062-F Donati (Alba), La libreria sulla collina. Torino, Einaudi, 2022, pp. 194, ISBN 9788806253820, 17 . Nel vol. l’a. racconta in forma di diario i primi tempi della propria, reale, esperienza di libraia, nella Libreria Sopra la penna, aperta dopo la lunga esperienza di traduttrice e importanti collaborazioni con il mondo dell’editoria, anzi forse grazie a queste. La collina del titolo è quella di Lucignana, frazione del Comune di Coreglia Antelminelli (LU), in Garfagnana, paese d’origine ma soprattutto luogo del cuore e dei ricordi d’infanzia. La libreria, o cottage letterario come viene più spesso definito nel vol. e vissuto dai suoi frequentatori, inizia grazie a un finanziamento collettivolanciato nella primavera del 2019, che consente alla Donati di aprire il negozio a dicembre dello stesso anno. La libreria assume le forme leggere e calde del legno accompagnate da un giardino panoramico, con titoli accuratamente scelti e inseriti in un contesto contaminato da oggetti, profumi e una miriade di gadget legati al mondo della letteratura: dalle calze con le parole di Jane Austin o Emily Dickinson, al tè di Mary Shelley alle marmellate ispirate ad altre grandi scrittrici. Non si tratta soltanto di proposte commerciali, di gadget appunto, ma di elementi che contribuiscono a creare un’atmosfera unica, a incoraggiare una esperienza sensoriale a tutto tondo della lettura e prima ancora che favoriscono l’incontro del giusto libro col giusto lettore. Perché questo è soprattutto il senso del racconto delle vicende della libreria sulla collina: la narrazione di una scelta di vita, l’abbandono della città, di una vita frenetica e distraente dai valori umani più profondi come l’amicizia, il rispetto della diversità e del vicinato che solo in piccole comunità può concretizzarsi, il contatto con la natura e il respiro dei suoi ritmi lenti, dei colori, dei silenzi, le emozioni e i pensieri più ancestrali. Così quando a fine gennaio del 2020 un incendio distrugge tutto, locali e libri, è grazie agli amici del paese che in poco più di un mese tutto viene pulito, ripristinato pronto per la riapertura che però a causa del primo lockdown e la pandemia viene rimandata fino alla fine del mese di maggio. Si tratta in altre parole, di un racconto autobiografico di una scelta intima compiuta ad una età, un periodo di una persona, di una donna nel quale può capitare di voler investire altrove e nell’altrove quanto tenuto caro negli anni precedenti, nel momento della resilienza. Efficace anche il genere narrativo scelto, che consente di mantenersi fedele al registro intimista, a tratti lirico grazie alla poesia praticata dall’a., e felice l’incrocio delle vicende della libreria con la ricostruzione dei fatti di autobiografia familiare, dei tentativi di ritessitura di rapporti interrotti, delle storie di abbandoni, di grovigli indissolubili. Per questo, l’esperienza narrata dalla Donati può solo in parte venire inquadrata come esempio del fenomeno del ‘recupero’ che ha portato all’apertura di librerie che favorissero il ripopolamento e il rilancio economico di paesi o piccole città (tra i casi più noti possiamo citare Bécherel in Bretagna, Mundal in Norvegia, Hay on Wye nel Galles o anche la spagnola Uruena, che si sono addirittura riuniti in una associazione internazionale. Si tratta di borghi che ospitano spesso grazie agli incentivi delle amministrazioni pubbliche, librarie di vario genere e organizzano fiere e festival e premi letterari molto frequentate da un certo tipo di turismo, non solo bibliofili e bibliomani. Se il piccolo borgo in Garfagnana può richiamare questo fenomeno e la libreria sulla collina può rappresentare un suo ‘riattivatore’ economico e sociale, la filosofia che sottende la scelta della Donati ne è piuttosto distante, perché fatto personale e non iniziativa politica, per l’inserirsi in armonia nel contesto senza snaturarne il tratto o la storia, nel rispetto dei piccoli numeri: come i pochi titoli ordinati dai clienti, registrati quotidianamente e riportati anche nel vol.  (dal 20 gennaio al 10 giugno del 2020), Donati propone un’idea diversa di libreria, alla ricerca di un dialogo intimo e irripetibile tra uomini e libri, di un “respiro comune”; forse allo stesso modo, quasi, un’allegoria o una immagine della vita. – Tiziana Stagi

062-G Edizioni del XVI secolo nella collezione Tiezzi Mazzoni della Stella Maestri, Torrita di Siena, Associazione culturale Villa Classica, 2021, Vol. I: Firenze (Torrentino-Marescotti), pp. 370, ill., ISBN 978-88-98282-61-6, s.i.p.; vol. II: Firenze (Sermartelli e altri), Lucca, Siena, pp. 427, ill., ISBN 978-88-98282-62-3, s.i.p. Prosegue la pubblicazione del catalogo della collezione appartenente all’avvocato Paolo Tiezzi Mazzoni della Stella Maestri, presidente della Società Bibliografica Toscana. A soli tre anni dall’uscita del catalogo degli incunaboli redatto da Maria Alessandra Panzanelli Fratoni nel 2018, appaiono i primi due vol. della ben più vasta raccolta libraria delle cinquecentine, avviata negli anni settanta del secolo scorso. Il primo di essi riguarda i libri stampati a Firenze da Lorenzo Torrentino (1548-1563), dai suoi eredi sia da soli che uniti ad altri soci (1563-1570) e da Giorgio Marescotti (1563-1600: l’attività editoriale posteriore è rimandata alla catalogazione degli esemplari del secolo XVII), che alla morte del Torrentino aveva rilevato i locali della stamperia e gran parte dell’attrezzatura tipografica. Il secondo vol. riguarda invece gli altri stampatori fiorentini, a eccezione dei Giunti a cui verrà dedicato un vol. a parte, ai tipografi lucchesi e a quelli senesi. Si tratta complessivamente di 680 cinquecentine (319 nel primo vol. e 361 nel secondo), numeri che già da soli fanno intuire la portata della collezione Tiezzi, considerando che di fatto questo altro non è che un assaggio, in quanto il proposito del possessore è poi di «passare ai libri stampati a Roma, sempre nel ‘500, e poi al mare magnum veneziano e delle altre parti d’Italia, poi quelli forestieri, in primis la tipografia lionese e quella anversana di Christophe Plantin, e in ultimo il catalogo dei bandi medicei stampati a Firenze e delle bolle papali edite a Roma» (v. I, p. 13). Alla luce di questo ambizioso quanto prezioso programma, è evidente che in questo momento ogni valutazione data di questi due primi voll. sia per forza di cose parziale, se non addirittura riduttiva, perché solo alla fine del lavoro di catalogazione (e di pubblicazione) sarà possibile comprendere pienamente l’importanza delle singole parti una volta inserite all’interno dell’intera raccolta. Proprio la mole del lavoro previsto per il completamento dell’opera ancora in corso fa comprendere l’adozione da parte dell’a. di scelte più veloci nella impostazione della scheda, che però non pregiudicano la riconoscibilità dell’edizione e l’indicazione delle particolarità principali dell’esemplare. Le schede, raggruppate per stampatore a cui sono state premesse alcune notizie storiche, seguono un ordinamento cronologico, occupando ognuna una pagina del catalogo. Per tutte è presente la riproduzione fotografica del frontespizio di dimensioni tali da poter garantire una visione ottimale d’insieme e la lettura di tutti i caratteri tipografici, seguendo il suggerimento – non così frequentemente adottato – del compianto Jean-François Gilmont; la descrizione tratta da Edit16 (catalogo a cui la collezione partecipa) o da SBN oppure, se assente in entrambi gli opac, realizzata appositamente per l’occasione; le note di esemplare quali ex libris, note di possesso, timbri, etichette, legatura; l’eventuale presenza di dediche; infine la citazione delle librerie d’antiquariato da cui è stato acquistato il libro, dato tanto importante quanto spesso trascurato per la storia della circolazione degli esemplari. Ogni vol. è inoltre corredato dall’indice degli autori, degli stampatori, dalla cronologia delle edizioni, dagli indici dei dedicanti e dei dedicatari. Non si può non citare la sentita dedica dell’a. in memoria di Dennis Rhodes, che era stato ospite nella biblioteca di Villa Classica a Turrita di Siena, e un breve “aneddoto bibliografico”, Bizzarrie da collezionisti (pp. 343-54), riguardante la scheda n. 67, Illustrium virorum vitae di Paolo Giovio del 1551, esemplare a cui sono stati aggiunti dieci ritratti xilografici provenienti dalla edizione parigina del 1549. Da ultimo, come Prefazione e Postfazione al primo vol. sono presenti due brevi contributi di due amici dell’a., Oliviero Diliberto (pp. 9-11) ed Edoardo Barbieri (pp. 355-59), che arricchiscono con ulteriori stimoli la lettura del catalogo. - M.C.

062-H Ginzburg (Carlo), La lettera uccide, Milano, Adelphi, 2021, pp. 252, ill., ISBN 9788845936203, € 30. Il vol. qui in oggetto si compone di tredici saggi con lo scopo comune di riflettere sull’ambiguità della parola scritta. Di questi solo due sono inediti, gli altri undici sono apparsi già in altre sedi, spesso peraltro in lingue differenti. Gli sforzi promossi dall’a. ci restituiscono un’opera di complessa articolazione, ricchissima di spunti e votata spiccatamente alla riflessione metodologica. Del resto, quest’ambito della storiografia – la riflessione sul metodo – è da anni fra i precipui interessi dell’a., che vi torna sovente riuscendo a offrire prospettive sempre acute e inaspettate. I saggi qui raccolti inoltre, come lo stesso a. suggerisce in apertura, hanno lo scopo di avanzare una riflessione attorno al problema dell’interpretazione dei testi e della complessità (e stratificazione) della loro genesi. Ne La latitudine, gli schiavi e la Bibbia, si riflette sulla figura di Jean-Pierre Purry (1675-1731), imprenditore ed esploratore calvinista di Neuchâtel. Al netto dell’esperienza avventurosa del protagonista del saggio, l’a. si chiede se l’analisi approfondita di un caso possa avere valore teorico, riprendendo così la riflessione sulla microstoria e i problemi metodologici che via via sono stati notati. Sempre al tema della microstoria, e alle sue implicazioni metodologiche, è dedicato il contributo Microstoria e storia del mondo, che vuole riflettere sul valore che ha questo tipo di analisi per leggere fenomeni generali. Il saggio Le nostre parole e le loro, fra i più ricchi del vol., riflette sulla relazione che gli storici possono tenere con il linguaggio utilizzato dalle figure che si ripromettono di studiare. Nel contributo, che muove da alcune valutazioni di Marc Bloch, Ginzburg arriva a riflettere sulla distinzione, proposta dal linguista Kenneth Pike, fra prospettive etic ed emic, mostrando le implicazioni del loro utilizzo negli studi storici e suggerendo strade percorribili. In Conversare con Orion invece l’a. sonda le possibilità che offrono i cataloghi online, quello della UCLA nella fattispecie, di compiere ricerche altrimenti di difficile conduzione, regolate da logiche determinate dai rapporti fra i testi prima che dagli scopi dei ricercatori. Simili valutazioni non conducono l’a. a proporre una marginalizzazione del ruolo degli studiosi, che con la loro preparazione continuano a orientare i propri lavori (rispondendo ad alcuni stimoli anziché ad altri ad esempio), ma a riflettere sulle potenzialità che offre la casualità (relativa) nella ricerca. Al tema delle traduzioni, o meglio, della traducibilità, viene dedicato invece il saggio Etnofilologia. Due casi di studio, in cui si confrontano le esperienze (e il rapporto con la lingua materna) rispettivamente di Garcilaso de la Vega (1539-1616), figlio di un conquistatore spagnolo e di una principessa inca, e di John David Rhyis (1534-1619 ca.), di origine gallese ma insegnante di latino a Pistoia. Nel saggio Plasmare il popolo l’a. riflette invece sul rapporto che intrattennero Michelangelo e Machiavelli. Che i due si conoscessero è certo; attraverso un’interpretazione di una statua di Lorenzo de’ Medici Duca di Urbino, della Sagrestia Nuova nella Basilica di San Lorenzo a Firenze, Ginzburg ipotizza che lo scultore abbia ripreso dei temi propri del Machiavelli e li abbia trasposti all’interno dell’opera. In Rivelazioni involontarie. Leggere la storia contropelo, l’a. considera, a partire da alcune riflessioni di Marc Bloch e riprendendo nel titolo un passo di Benjamin, l’importanza che hanno rivestito nello studio moderno della storia i testi scritti nati per scopi pratici. Analizza inoltre il ruolo dello storico come demistificatore di testi scritti, riflettendo sui concetti di falso e finto. All’opposto Ginzburg ragiona sulle volontà mistificatorie degli autori ne Il segreto di Montaigne, uno dei saggi inediti qui raccolti, in cui analizza L’apologia di Raymond Sebond, ipotizzando che ivi si celino argomentazioni «cripto-giudaiche», in parte forse dipendenti dalle origini del filosofo (figlio di madre marrana). Ricorrendo alla bibliografia sullo scritto, l’a. nota anche come la data della correzione del ms., inserita a mano da Montaigne, coincida con quella di Purim, la festa ebraica delle maschere. È da questo spunto che apre la riflessione sui concetti di identità e mistificazione (le maschere appunto), che viene sviluppata a partire anche da altri testi del filosofo. Nel saggio «Non esiste un Dio cattolico», che riprende nel titolo una frase pronunciata da Papa Francesco all’interno di un dialogo con Eugenio Scalfari (che l’a. relaziona ad alcune posizioni tenute dall’Arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini, anch’egli gesuita), si riflette sull’evangelizzazione della Cina attraverso l’analisi dei catechismi che i gesuiti fecero circolare e sull’accomodatio. Questo tema è ripreso e sviluppato più diffusamente anche in: Ancora sui riti cinesi. Documenti vecchi e nuovi. In Verso «La fine del mondo» l’a. riflette invece sull’influsso che ebbero esperienze di vita vissuta e stimoli culturali non dichiarati nella formulazione della teoria alla base de Il mondo magico, di Ernesto De Martino. Secondo l’a. fra gli stimoli non dichiarati (e non dichiarabili, probabilmente) che condussero l’antropologo a formalizzare il concetto di “crisi della presenza” dell’individuo nel mondo, un posto rilevante spetta ad Heidegger, cui vi giunse presumibilmente attraverso Mühlmann, e un film di Antonioni, L’eclisse, del 1962. Essendo il tema del libro la riflessione sulla scrittura, era inevitabile dare spazio all’interpretazione dei testi sacri, tema che in effetti torna a più riprese nel coro del vol.. Sono dedicati alle complesse e delicate operazioni di interpretazione dei testi sacri i saggi: La lettera uccide e Svelare una rivelazione. Una traccia. In conclusione, i saggi raccolti ne La lettera uccide, permettono non solo di ragionare attorno a un problema – la predetta complessità della parola scritta e la pluralità delle esperienze che permettono la genesi/interpretazione dei testi – ma offrono anche l’occasione di apprezzare la varietà dei temi toccati negli ultimi vent’anni da Ginzburg e di cogliere il valore della produzione dell’a.. – Marco Francalanci

062-I Mollier (Jean – Yvres), Storia dei librai e della libreria dall’antichità ai giorni nostri, Roma-[Bologna], Edizioni e/o-NW Consulenza e Marketing editoriale, 2021, pp. 223, ill. b/n, ISBN 978-88-3357-427-1, € 18. Come nascono le librerie? Come si è sviluppato il mercato editoriale? La figura del libraio è sempre esistita? Queste essenzialmente sono le domande che animano il testo di Mollier. Domande importanti, che spesso però sfuggono ai lettori a cui il vol. si rivolge. Il fine analitico dello storico francese, infatti, è proprio quello di rendere disponibile alla massa dei non specializzati la storia del commercio librario: argomento, diversamente a quanto si poterebbe pensare, tutt’altro che scontato o di facile spiegazione, che procede per avanzate e ripiegamenti, apparizioni e scomparse. Il tono, per questo motivo, è puramente divulgativo, mai tecnico o accademico, e rende il libro adatto ai neofiti, ma anche una lettura agile e piacevole per gli esperti del settore. La struttura del testo di Mollier è perfettamente equilibrata e fondamentalmente bipartita: ripercorre le tappe fondamentali della storia delle librerie, dal mondo antico all’Ancien Régime nella prima parte (pp. 7-76), e dal 1789 ai giorni nostri nella seconda (pp. 77-155). Dai bibliotecari che conservavano rotoli di papiro ad Alessandria o a Ninive, alla nascita dell’e-book e delle vendite online: questo testo ha l’obiettivo esplicito di dare conto di queste realtà, tutte molto diverse tra loro. Leggendo, si scopre quindi che i Sumeri hanno lasciato una grande eredità, quella degli scribi e dei precettori: uomini che scrivevano per altri uomini, e che, confrontandosi, crearono il primo nucleo commerciale del libro, un commercio itinerante. Solo al tempo dei romani, tuttavia, questi meccanismi “editoriali” assunsero una forma quasi moderna: le tabernae librariae, come quella di Pompei, erano dei veri e propri punti vendita al dettaglio per gli amanti della lettura. Queste realtà, purtroppo, non sopravvissero alla caduta dell’Impero, e l’uso e la produzione del libro rimase per secoli nelle mani delle élites ecclesiastiche e accademiche, allontanandosi dalle strade delle città. Il contesto, infine, cambierà in modo radicale e definitivo con l’avvento della stampa, che, col tempo, renderà il libro accessibile a tutte le fasce della popolazione e definirà la figura del libraio, vero protagonista di questo testo: custode del patrimonio passato e scopritore dei nuovi talenti di oggi, costretto a evolversi e cambiare per rispondere alle sfide delle diverse fasi della storia. Benché lo sguardo dello storico si concentri specialmente sul panorama francese, nella prima parte non manca di prendere in esame anche scenari molto distanti dai nostri, spesso dimenticati anche nei corsi universitari (la produzione del libro e le biblioteche in terra islamica, per esempio, o le differenze sulle tecniche di stampa con l’estremo oriente). Positivi anche gli approfondimenti sulle minacce odierne poste alle librerie, come quelle degli e-market Amazon e Alibaba. Una nota negativa: non molto rigorosa la scelta e la disposizione delle immagini, che a volte risultano slegate e non utili all’argomentazione. Alle due sezioni di Mollier segue, nell’edizione italiana (pp. 159-81), un breve saggio di Elisa Marazzi, Al servizio del lettore: breve storia dei librai in Italia (1400-2000): una disamina ordinata, divisa in tre capitoli con i rispettivi paragrafi, che mantiene il tono non specialistico dello storico francese. Interessante l’ultima parte, La definizione del mestiere, dove, insieme a una rapida rassegna del contesto editoriale italiano novecentesco, vengono elencate delle iniziative per la formazione dei librai (come la Scuola per librai Umberto ed Elisabetta, promossa da Luciano Mauri, o la Scuola Librai Italiani, organizzata dall’Ali in collaborazione con la Ca’ Foscari di Venezia). Dalla lettura di questo testo si comprende fino in fondo, e si apprezza, la natura polimorfa che ha caratterizzato la figura del libraio nei secoli: «di volta in volta bibliotecario, archivista, copista, calligrafo, commerciante itinerante o in negozio, fabbricante di pergamena, miniaturista, rilegatore, ma anche venditore all’asta, correttore, poi tipografo ed editore, presto diffusore e addirittura distributore, questo professionista ha esercitato più o meno tutti i mestieri che hanno un rapporto con l’oggetto libro» (p. 185). – Ambrogio Sanelli

062-L Sorel (Patricia), Napoléon et le livre. Le Censure Sous le Consulat et l’Empire (1799-1815), Rennes, Presses universitaires de Rennes, 2020 (Collection «Histoire»), pp. 192, ISBN 978-2-7535-7893-7, € 22. La storia della stampa in epoca napoleonica è strettamente legata alla ferrea applicazione della censura da parte dell’autorità statale. Una censura che, nel corso degli anni di dominazione francese, fu oggetto di diversi sviluppi. Si prenda la situazione in Italia. La base di partenza fu la legge del 19 fiorile anno IX (9 maggio 1801, Legge 19 fiorile anno IX repubblicano, che determina accordato il diritto esclusivo di vendere le loro opere agli Autori, Compositori, Pittori e Disegnatori nella Repubblica Cisalpina) e i successivi decreti in merito alla circolazione dei voll.. A questo va aggiunto che tutta la nuova produzione libraria sottostava a un rigido controllo censorio da parte delle autorità, attuato dal temuto Magistrato di Revisione, preposto a controllare che le pubblicazioni rispettassero i canoni imposti dal regime. Questa situazione fu oggetto di una prima modifica nel corso dell’estate del 1806, più precisamente il 17 luglio, quando Napoleone I promulgò il Decreto che abolisce il Magistrato di Revisione, ed istituire l’Ufficio della libertà della stampa (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia. Parte II. Dal I maggio al 31 agosto 1806, Milano, Dalla Stamperia Reale, 1806, pp. 763-66). Anche se nell’articolo I del suddetto Decreto venne annunciato testualmente che «non sarà più esercitata alcuna censura sopra le opere o giornali che saranno pubblicati nel Regno» (p. 763), il controllo sulla stampa non venne del tutto abolito: semplicemente, si passò da un regime di censura preventiva, a uno di censura repressiva. Infatti, al nuovo Ufficio della libertà della stampa, composto da tre membri di nomina governativa e posto sotto il diretto controllo della Direzione di Polizia generale, venne affidato il compito di vigilare sulla divulgazione delle nuove opere. L’ufficio, in pratica, doveva fare rapporto al Ministero degli affari interni «sopra le opere, gli autori delle quali loro sembrano degni degl’incoraggiamenti del Governo; e per contrario propongono le misure da prendersi, o procedure da dirigersi contro l’a. o lo stampatore di ogni opera contraria al Governo stesso, alle leggi, alla religione ed ai costumi» (p. 764). La situazione cambiò nuovamente nel 1810. Con il Decreto relativo alle stamperie e librerie, promulgato dal Viceré Eugenio Napoleone il 30 novembre del 1810, venne reintrodotto un controllo più serrato sulle attività di stampatori e librai, nuovamente posti sotto il controllo della censura (Bollettino delle Leggi del Regno d’Italia. Parte III. Dal I° ottobre al 31 dicembre 1810, Milano, Dalla Reale Stamperie, 1810, pp. 1189-200). Tutti i poteri relativi alla censura vennero posti nelle mani del Direttore generale della Pubblica istruzione pro tempore, affiancato da alcuni censori. Questa legge ebbe implicazioni importanti sulla libertà di stampa nel Regno: il numero di stampatori e di librai venne stabilito a norma di legge e gli stessi, per esercitare la professione, dovettero provvedere al rilascio di una specifica patente e prestare giuramento al regime. Si tratta di mutamenti sostanziali, che incisero anche sulla divulgazione culturale di inizio XIX secolo. Lo studio in questione approfondisce questa tematica, analizzando in particolare la diretta situazione in Francia. Per la sua ricerca l’a. si è avvalsa di una ricca documentazione, composta principalmente dai bollettini di polizia e dalle relazioni scritte dei censori, affiliati al Ministero dell’Interno sotto la direzione di Joseph Fouché. Il primo capitolo presenta un panorama generale delle peculiarità della legislazione libraria dal 1799 al 1810 (pp. 17-48). La seconda, invece, si sofferma sulla vera e propria censura applicata a partire dal 1810 al 1814 (pp. 49-92). Qui viene riportata la struttura dell’organizzazione preposta al controllo, il suo personale costantemente in conflitto anche al proprio interno sulle scelte da applicare e i grossi problemi tra repressione e volontà liberale. Ecco, quindi, che nella terza sezione sono elencati quei libri censurati finiti tra le maglie della censura (pp. 93-156). Questi sono suddivisi tra quelli che parlavano dei tempi infelici della Rivoluzione, le opere che offendevano la pubblica decenza – dove in particolare si trovano le opere teatrali pubblicate da Jean-Nicolas Barb –, le opere ecclesiastiche per paura della loro morale contraria a quella imposta dai precetti del regime e gli scritti di natura politica aventi finalità di propaganda imperiale, quali per esempio le canzoni o gli almanacchi. Infine, la quarta sezione apre al periodo susseguente la caduta dell’Impero, ripercorre i velleitari tentativi di soppressione della censura sotto la prima Restaurazione, con il momentaneo ritorno al potere dei Borbone, e il periodo dei Cento Giorni, che segnò la definitiva disfatta di Bonaparte (pp. 157-69). Grazie alle numerose fonti, alla ricca bibliografia e a un ricco indice dei nomi, questo breve libro presenta un’indagine meticolosa, capace di gettare nuovi spunti di ricerca sulla produzione e la distribuzione dei libri nei primi quindici anni del XIX secolo. – L.Mo.

062-M Spada (Antonio Benedetto) – Stefano Lusardi – Luca Rivali – Roberta Valbusa, La biblioteca e la casa museo di Ugo Da Como a Lonato del Garda, Brescia, Grafo, 2022, pp. 368, ISBN 978 88 5493 049 0, € 60. Il vol., splendido per maestosità e apparato illustrativo, mira a documentare riccamente uno dei più curiosi monumenti culturali della zona del Garda, la casa del sen. Ugo Da Como (1869-1941), sul quale si veda la voce di Lauro Rossi nel DBI. Avvocato di successo, politico liberale, acquistò l’antica casa del podestà e la rocca di Lonato facendone la sua dimora dove a un certo punto si ritirò, identificando in Mussolini il dispotico Nerone e tenendo per sé la parte del colto Seneca, di cui costituì un’importantissima collezione libraria. Un certo gusto estetico, una qualche disponibilità economica, un chiaro interesse culturale per la storia del territorio lo spinsero non solo ad accumulare oggetti, libri e mss. preziosi, ma a rendere la sua stessa dimora una vera casa-museo: l’assenza di eredi e la costituzione della Fondazione che porta il suo nome (oggi diretta da Giovanna Nocivelli) hanno poi favorito la conservazione di questo materiale. È però grazie soprattutto all’opera dell’ambasciatore Antonio Benedetto Spada se nell’ultimo ventennio la Fondazione ha ripreso lustro proseguendo e sviluppando l’intuizione del Da Como che voleva che il materiale da lui raccolto fosse valorizzato e messo a disposizione degli studiosi. A partire dalla pubblicazione dei preziosi «Quaderni della Fondazione Ugo Da Como», nonché di altre pubblicazioni anche di carattere divulgativo, non meno che dall’organizzazione di seminari ed eventi (specie in collaborazione col CRELEB, come le giornate “Libri e lettori a Brescia tra medioevo ed Età moderna”) il patrimonio della Fondazione è stato valorizzato e messo al servizio degli studi. Il vol. qui presentato, arricchito da un prezioso apparato fotografico in gran parte a colori, prende il via con un saggio di Spada che tratteggia la figura del Da Como uomo pubblico e politico (pp. 21-42). Segue l’intervento di Stefano Lusardi, conservatore del Museo, che illustra la costruzione della casa-museo col restauro e la creazione degli attuali ambienti della Casa del Podestà e dei giardini a terrazze, in qualche modo ispirati alla casa Bagatti Valsecchi di Milano (pp. 47-73): l’intelligente giustapposizione tra la disposizione del materiale ai tempi del Da Como e l’attuale arredo della casa nonché quella tra singolo pezzo artistico e ambiente nel quale è inserito fanno del saggio un contributo di notevole valore. Dopo una breve introduzione (firmata a quattro mani) sul significato della bibliofilia dacomiana opera di Luca Rivali e Roberta Valbusa (pp. 75-7), si alternano otto “sale espositive” dedicate a raccontare parte del materiale oggi conservato. Si parte dai codici miniati, che costituiscono una bella sezione della più ampia raccolta di mss. medioevali e rinascimentali messi insieme dal Da Como: (pp. 79-105): si parte da un Giovenale del XII secolo passando per un Salterio del XV (arricchito da una miniatura neomedievale), per un Virgilio sempre Quattrocentesco e un Petrarca forse di primo Cinquecento, dagli statuti delle discipline di Brescia datati al 1522 ai privilegi della famiglia Averoldi (metà XVI-metà XVIIII sec.), anche se spicca la miniatura staccata costituita da una predica di Gesù attribuita a Giovan Pietro da Birago. Seguono gli incunaboli, già oggetto del catalogo di Ugo Baroncelli del 1953: dalla cronaca della prima crociata di Roberto Monaco circa 1472 al Flavio Biondo di Mantova circa 1473, dal Niccolò da Osimo miniato 1474 alla Bibbia latina del 1481 con un ingente apparato decorativo miniato, dalla raccolta astronomica del 1488 al Livio volgare illustrato del 1493, fino al Liber chronicarum dello Schedel o alla Commedia del 1497, o alle Epistole di santa Caterina 1500 col foglio col ritratto della santa rifatto a penna. Si passa poi alla ricca collezione di cinquecentine (pp. 165-207), dal Petrarca aldino 1501 in legatura coeva alla Commedia 1529, dal Virgilio illustrato del 1544 al processionario francescano del 1545, dal marcoliniano Giardino di pensieri del 1550 al Vegezio di Parigi 1553. Segue una sezione sul libro bresciano dal Quattro all’Ottocento (pp. 209-89), raccolto con attenzione con l’idea di integrare così le raccolte queriniane: da uno splendido esemplare del Gellio del 1485 alla Commedia illustrata del 1487, dagli statuti bresciani del 1490, del 1557 e del 1722 alla Commedia paganiniana del 1516 circa, dalla Chronica del Capriolo 1585 all’Architettura militare del Marchi del 1599, dal Tartaglia del 1606 al Lana del 1670, dagli Scrittori d’Italia del Mazzuchelli del 1753 ai Commentari del Querini del 1754, dal Sebastiano Aragonese del 1564-1778 al Napoleone di Giordani stampato dal Bettoni nel 1810. Ecco, quindi, la sezione senecana cui si accennava, con la riproduzione di un saggio del Da Como stesso su alcune massime dello scrittore latino (pp. 291-98); ecco alcuni inediti foscoliane sempre illustrati da due saggi del Da Como (pp. 301-17). Segue un monstrum della collezione, “il libro più piccolo del mondo”, cioè il minuscolo Galileo del 1896 (pp. 319-21). Da ultime alcune intelligenti pagine relative a una collezione attualmente depositata presso la Fondazione (pp. 323-59), quella di carattere antiquario e tecnologico di Luigi Nocivelli (1936-2006) che comprende opere importanti come il Valturio del 1483, il Vitruvio del 1556, il Panvinio del 1648, le Vedute di Roma del Piranesi 1751-1761, la Description d’Egypte 1809-1822. Chiude il vol. una preziosa bibliografia, comprendente anche tesi di laurea (pp. 361-66). – Ed.B.

 

Spogli e segnalazioni

062-001 1472 - L’arte tipografica incontra la Commedia, a cura di Isabella Fiorentini – Loredana Minenna, Milano, Archivio Storico Civico Biblioteca Trivulziana, 2022, pp. 32, ill. a colori. Si tratta del bel catalogo della mostra tenutasi nella Sala del Tesoro del Castello Sforzesco dal 28 gennaio al 30 aprile 2022, allestita a margine delle celebrazioni per il settimo centenario dalla morte di Dante Alighieri e in occasione dei 550 anni dell’editio princeps. Questo agile volumetto, con l’apparato informativo bilingue curato da Isabella Fiorentini, raccoglie e ripropone l’eccellente offerta di voll. preparata per il pubblico milanese: una selezione che copre interamente la produzione quattrocentesca della Commedia, resa possibile dal fatto che la Biblioteca Trivulziana sia l’unica collezione al mondo a possedere tutte le quindici edizioni del poema pubblicate nei primi decenni della storia della stampa tipografica. Per ogni vol. in mostra è stato preparato un breve testo espositivo, contenente tutte le informazioni più rilevanti. Interessanti le iniziative per il pubblico, il “Piccolo glossario della mostra” e “Gioca con noi”, che mostrano un’attenzione dedicata non solo ai cultori della materia. – Ambrogio Sanelli

062-002 “Affioramenti”: novità e scoperte per il libro italiano del Quattro e Cinquecento. Prima parte, a cura di Edoardo Barbieri, «La Bibliofilía», 123, 2021. Nuovo numero della rivista dedicato alla scoperta di alcune novità in campo bibliografico per quanto riguarda la storia del libro italiano tra Quattro e Cinquecento, «frutto non tanto di ricerche programmate, […] ma, piuttosto, di una certa sagace intelligenza artigianale» (Edoardo Barbieri, Introduzione, pp. 5-6: 5). Si segnalano qui i singoli contributi. – P.S.

062-003 Anni (Rolando) – Maria Paola Pasini, Archivio storico della Resistenza bresciana e dell’Età contemporanea, in Immagini dal Centro. Le Raccolte Storiche dell’Università Cattolica di Brescia, a cura di A. Canova — P. Goffi, pp. 59-92. Il contributo presenta l’organizzazione e le pubblicazioni dell’Archivio storico della Resistenza bresciana e dell’Età contemporanea, fondato nel 1967 e attivo presso la Sede di Brescia dell’Università Cattolica. – S.C.

062-004 Annibal Caro in Europa. Libri, lettori, bibliofili, a cura di Enrico Garavelli, Roma, Aracne, 2021 (Quaderni dell’osservatorio Annibal Caro, 1), pp. 262, ill. b/n e col., ISBN 979-12-801414-18-2, € 20. Il presente vol. miscellaneo offre un ricco studio, supportato da molteplici interventi di studiosi, circa il poeta e drammaturgo marchigiano Annibale Caro. Il manuale, in particolare, è suddiviso in capitoli relativi ai diversi paesi europei, come Francia, Germania e Finlandia, in cui è stata certificata la presenza di edizioni delle sue opere presso alcune raccolte librarie. Il ricco e dettagliato apparato di illustrazioni che riporta legature, note di possesso e altri elementi di interesse supporta l’idea di un’ampia circolazione ed eredità culturale motivata da numerose ragioni, che spaziano dalle mire specifiche di alcuni collezionisti a vicende politiche e storiche di vario aspetto. Si segnala, a parte, il contributo in appendice a cura di Nunzio Bianchi. – Maddalena Baschirotto

062-005 Ardolino (Enrico Pio), «Il giardino più delizioso»: la donazione del cardinale Giovanni Maria Gabrielli e la biblioteca settecentesca del monastero di San Sebastiano alle Catacombe di Roma, con una presentazione di Rosa Maria Borraccini, Roma, C.N.R.-Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale, 2020 (Storia delle biblioteche e biblioteche nella storia, 3), pp. 234, ill. col., ISBN 978-88-8080-374-4, € 30. Di grande interesse e rilevanza è il lascito librario del cardinale Giovanni Maria Gabrielli (1654-1711) donato alla comunità monastica dei Foglianti di San Sebastiano alle Catacombe di Roma. L’analisi di un documento ms. oggi conservato alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma ha permesso dunque all’a. di fare luce sulla donazione di Gabrielli e di identificarne gli esemplari sopravvissuti, con un approfondimento sul contesto storico. In appendice la trascrizione di un ms. oggi conservato alla Biblioteca Augusta di Perugia che riporta la scrittura di una storia inedita della Basilica di San Sebastiano. – P.S.

062-006 Ardolino (Enrico Pio), Appunti su Benedetto Croce frequentatore di biblioteche tra Napoli e Roma, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 83-93. L’a., ripercorrendo soprattutto i noti Taccuini di lavoro, ricostruisce la frequentazione di biblioteche italiane e straniere da parte di Benedetto Croce: un cosmo composto di quasi quaranta istituzioni che si ritrovano in oltre cinquecento passi. – L.R.

062-007 Armando Petrucci. Un maestro nelle parole di amici e colleghi, a cura di Armando Cherchi, Roma, Edizioni ANAI, 2019 (Quaderni del modo degli archivi, 6), 42 p., ill. color., ISBN 978-88-942017-5-8, s.i.p. Il vol. raccoglie gli atti dell’incontro Petrucci dell’ANAI (Roma, Biblioteca Nazionale Centrale, 6 aprile 2019) organizzato per presentare il vol. Armando Petrucci, scrittura, documentazione, memoria. Dieci scritti e un inedito (1963-2009). Con una premessa di Attilio Bartoli Langeli, Roma, Edizioni Anai, 2018 (Quaderni del modo degli archivi, 4). Gli interventi dei relatori erano stati, nell’occasione, così ricchi e sentiti che hanno finito per dare vita a questa nuova raccolta, proposta ora al pubblico per le cure di Armando Cherchi. Si tratta di un piccolo vol. che, integrando quello uscito nel 2018, vuole onorare ulteriormente la memoria di Petrucci, esprimendo ancora una volta il ringraziamento della comunità, intellettuale così come professionale, a un suo grande protagonista e interprete. È schedato sotto i singoli contributi. – E.G.

062-008 Arte (L’) della ricerca. Fonti, libri, biblioteche. Studi offerti ad Alberto Petrucciani per i suoi 65 anni, a cura di Simonetta Buttò – Vittorio Ponzani – Simona Turbanti, con la collaborazione di Enrico Pio Ardolino, Roma, Associazione Italiana Biblioteche, 2021, pp. 360, ill. b/n e col., ISBN 978-88-7812-330-4, € 30. In occasione del 65° compleanno, amici, allievi e colleghi dedicano una raccolta di saggi ad Alberto Petrucciani, uno dei maestri delle discipline del libro del nostro tempo. Il vol. – che per il prestigio del dedicatario avrebbe forse meritato miglior veste editoriale –, dopo un contributo di apertura (Maiello), si divide in cinque sezioni, che rispecchiano, senza completamente esaurirli, gli interessi del festeggiato: Incursioni nel metodo (Maltese, Scarpa, Mazzola Merola, Faggiolani, Lo Castro), Biblioteche e bibliotecari (Manfredi, Weston, Bellingeri-Lambroni, Ardolino, Trombone, Di Domenico, Tamburrinni, Roncaglia, Ciocchetti, Solimine), Bibliografie e cataloghi (Castellucci, Serrai, Turbanti, Ridi, Guerrini), Storie di libri (Baldacchini, Mancini, Desideri, Lattanzi, Borraccini, Melis), Letture, riletture, indagini (Ruffini, Traniello, Buttò, De Longis, Contorbia, Ponzani). Chiudono un robusto indice dei nomi, opera di Enrico Ardolino (pp. 343-57), e i profili dei curatori. È schedato sotto i singoli contributi. – L.R.

062-009 Atti della Accademia roveretana degli agiati, s. X, 1 A, 2020. In questo numero il protagonista è il compianto Claudio Groff (1944-2019), socio dell’Accademia Roveretana degli Agiati, traduttore e docente di traduzione letteraria, che nell’arco di quarant’anni ha tradotto in italiano opere dei maggiori scrittori di lingua tedesca dalla classicità ai giorni nostri: Mozart, Schiller, Goethe, Rilke, Kafka, Trakl, Benjamin, Brecht, H. v. Hofmannsthal, Musil, Schnitzler, Hesse, Bernhard, Enzensberger, Ransmayr, Karl Kraus, Kehlmann. – A.P.

062-010 «Avisos. Noticias de la Real Biblioteca», 94, mayo-agosto, 2021. Si parla della corrispondenza Granvelle, di mappe e incisioni relativi alla battaglia di Lepanto, di Calvin Senning, Spain, rumor and anti-catholicism in mid-Jacobean England, New York-London, Routledge, 2019. – Ed.B.

062-011 «Avisos. Noticias de la Real Biblioteca», 95, septembre-diciembre, 2021. Si parla di mappe e incisioni relativi alla battaglia di Lepanto. Segue il racconto di Pablo Andrés Escapa, Noche del Cometa. – Ed.B.

062-012 Baldacchini (Lorenzo), «Le donne, poi che sono arricchite di bellezze interne… meritano ogni preminenza d’honore»: dediche al femminile nel Cinquecento italiano, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 215-24. Si propone una essenziale rassegna di temi e toni presenti in dediche a donne (religiose e laiche), usando come punto di osservazione primario le cinquecentine della collezione libraria dello storico dell’arte e antiquario bolognese Gaetano Giordani (1800-1873) lasciata, e ancor’oggi conservata, all’Archiginnasio di Bologna. – L.R.

062-013 Baldasso (Renzo), Novità dalla copia dell’Agostino sublacense alla Huntington Library, pp. 143-58. La presenza della c. a3r, ovvero la quinta pagina del testo, interamente manoscritta, con l’intero primo fascicolo composto in modo differente dalla maggior parte degli esemplari superstiti, ha portato l’a. a identificare un intervento di ricomposizione del testo in corso di stampa, col mantenimento però delle copie scartate a uso dei monaci. - M.C.

062-014 Barbero (Alessandro), Inventare i libri. L’avventura di Filippo e Lucantonio Giunti, pionieri dell’editoria moderna, Firenze-Milano, Giunti, 2022 (I fondamenti), pp. 524, ISBN 978-88-09-86191-6, € 20. Sulle doti di divulgatore dell’a. poco si può eccepire, benché quando si avventura su terreni non suoi dimostri che, anche per chi ha mestiere, parlare di ciò che non si sa è impresa ardua. Basti rivedere gli interventi su Gutenberg e l’invenzione della stampa, che riprendono una storiografia quantomeno datata. Vien da chiedersi se la RAI non farebbe meglio a diversificare di volta in volta i propri consulenti. Non offrirebbe così un contributo di valore più alto? Questo vol. intende narrare – così in aletta – al grande pubblico la «vicenda di due “ragazzi di periferia” divenuti imprenditori di successo», ovvero i fratelli Filippo e Lucantonio Giunta il Vecchio. Per inciso, i Giunta, com’è noto, venivano da Firenze e dal nulla seppero – e con merito! – costruire un impero internazionale, ma basta fare un viaggio (con qualunque mezzo) verso Bassiano per rendersi conto che la periferia da cui veniva un certo Aldo Manuzio era assai più profonda. In ogni caso, la “narrazione” nasconde velenosi intenti e forse più avvelenati “ghostwriters”. L’a. che figura al frontespizio – o qualche collaboratore che ne ha imparato lo stile – racconta in quasi cinquecento pagine la storia giuntina, attingendo a documenti noti e meno noti e alle edizioni veneziane e fiorentine della famiglia. In un eccesso di captatio benevolentiae verso il lettore – che nella Venezia o nella Firenze del Cinquecento sarebbe stato definito esplicitamente “candido” o “benigno” e qui invece è solo considerato implicitamente stupido – Barbero se la prende a più riprese con gli “eruditi” del passato, capaci di leggere le fonti, ma non di “raccontare” la storia, e in particolare con il bibliografo giuntino per eccellenza, Paolo Camerini. A parte non essere elegante esprimere lapidari giudizi su chi non c’è più, stupisce che uno stimato professore ordinario di storia medievale non riconosca il valore di chi lavorava in un’epoca e in condizioni un po’ diverse dalle nostre (Camerini, per la cronaca, muore nel 1937!). Peraltro, senza gli “eruditi” che hanno fatto l’ottima ricerca d’archivio – opportunamente ringraziati cumulativamente da Barbero a p. 495 e poi singolarmente altrove – non esisterebbe nemmeno questo vol. Tra di essi spicca il nome di Aldo Cecconi, archivista della casa editrice Giunti, e a. anche dell’appendice dedicata, in qualche modo, a completare il racconto (I discendenti di Filippo e Lucantonio tra il XVI e il XVII secolo, pp. 499-521). Erudittisima è anche la Nota bibliografica (non una bibliografia!) che si trova in calce al testo vero e proprio e che fornisce una dettagliatissima serie di riferimenti archivistici e storiografici (le note al testo sono invece minimali per numero e contenuto). Qui l’anonimo a. – che per stile e grado di profondità non pare identificabile con Barbero («ipotesi per ipotesi», data la conoscenza degli archivi fiorentini e degli studi sui Giunta, forse lo stesso Cecconi?) – non risparmia immotivate (in senso etimologico) critiche ad autorevoli studiosi. Critiche che andrebbero più opportunamente e utilmente espresse nelle giuste sedi, magari in un bel libro con gli indici dei nomi (indispensabile strumento per navigare nel testo e qui assente) e le note a piè di pagina (veri e propri cavalli di frisia per il lettore di “racconti” storici), che gli studiosi dell’editoria del Quattro e del Cinquecento sarebbero ben lieti di leggere. – L.R.

062-015 Barbier (Frédéric), Introduzione. Imago librorum: tra rappresentazione e immagine del libro, in Imago librorum, a cura di E. Barbieri, pp. XV-XXXIV. I concetti di mise en page e mise en livre, dovuti a Henri-Jean Martin e applicati a due momenti chiave della storia del libro, l’invenzione di Gutenberg e l’uso propagandistico della stampa durante la Riforma, mostrano il superamento del concetto letterario di paratesto a favore di uno sguardo più centrato sui problemi tipografici e editoriali. – L.R.

062-016 Barbieri (Edoardo), «Dinanzi a la quale poco si potrebbe leggere»: il problema delle rubriche in alcuni incunaboli delle origini, in Imago librorum, a cura di E. Barbieri, pp. 235-56. Nei primi libri a stampa, che imitano il ms., l’inserimento delle rubriche è un problema tecnico di una certa rilevanza. Le indicazioni manoscritte per il rubricatore poste di solito nel margine inferiore delle pagine, e quindi destinate all’asportazione mediante rifilatura, vengono ben presto raggruppate e stampate in apposite tabulae rubricarum, che col tempo diventeranno gli odierni sommari. – L.R.

062-017 Barbieri (Edoardo), L’attività tipografica in alcuni monasteri del XV secolo: da Subiaco a Ripoli, in Subiaco 1465. Nascita di un progetto editoriale?, pp. 3-16. Prendendo spunto dal registro economico, il Diario, della stamperia del monastero di San Jacopo di Ripoli scritto tra il 1476 e il 1484, l’a. ripercorre l’attività tipografica documentata in questo testimone d’archivio, evidenziando le diverse tipologie di testi stampati, compresi quelli scolastici e di devozione di piccola mole e di ampia diffusione. - M.C.

062-018 Barbieri (Edoardo), Prefazione, in Imago librorum, a cura di E. Barbieri, pp. IX-XIV. Si illustrano i contenuti del vol. e l’idea del convegno da cui scaturisce. – L.R.

062-019 Barbieri (Edoardo), Rare edizioni dei Processionali del Santo Sepolcro di Gerusalemme, in «La Bibliofilía», 123, 2021, pp. 73-86. I Processionali del Santo Sepolcro sono edizioni che contengono indulgenze, preghiere e pratiche liturgiche dei santuari dei Luoghi Santi. La scoperta, da parte di Maurizio Festanti, direttore della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, di un rarissimo incunabolo relativo a un Processionale di Terra Santa ha rappresentato l’occasione per approfondire il discorso sul tema. Il contributo, oltre ad analizzare questa e altre rare edizioni quattro-cinquecentesche, ricostruisce la fortuna di tale genere editoriale strettamente legato ai pellegrinaggi, specialmente tardo medioevali. – P.S.

062-020 Bardazzi (Emanuele), La Divina Commedia novamente illustrata da artisti italiani, a cura di Vittorio Alinari. Vicende e protagonisti di un ambizioso progetto editoriale tra Naturalismo e Simbolismo, «L’ Illustrazione», 5, 2021, pp. 73-104. Si studia la storia del progetto editoriale bandito da Vittorio Alinari il 9 maggio 1900, in occasione del sesto centenario della nomina di Dante a Priore delle Arti nella Repubblica fiorentina: la pubblicazione di una Commedia (in tre voll. tra 1902 e 1903) illustrata collettivamente da sessanta artisti italiani, ritratto della situazione artistica peninsulare dell’epoca. – S.C.

062-021 Bellarmino (Roberto), Il catechismo. Breve Dottrina Cristiana e Dichiarazione più copiosa. Composto per ordine del papa Clemente VIII, a cura di Manlio Sodi, Brescia, Morcelliana, 2021, pp. 172, ill. b/n e col., ISBN 978-88-372-3558-1, € 17. In occasione del quarto centenario dalla morte del cardinale Roberto Bellarmino, la presente pubblicazione porta all’attenzione un testo efficace per approfondire, come specifica Papa Francesco nella presentazione iniziale del vol., i contenuti e il metodo in cui veniva avviata la prima formazione del cristiano tra il XVI e il XVII secolo. A seguito di un’esauriente introduzione, in cui sono fornite le informazioni essenziali circa la vita, l’operato e i contributi fondamentali apportati dal Bellarmino, viene proposta un’edizione conoscitiva del testo, in cui sono inserite anche fotografie dei frontespizi delle principali edizioni dell’opera. – Maddalena Baschirotto

062-022 Bellingeri (Luca) – Giovanna Lambroni, Un direttore bibliotecario per vocazione: Desiderio Chilovi alla guida della Marucelliana, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 69-82. Il contributo si sofferma sull’esperienza del trentino Desiderio Chilovi (1835-1905) alla direzione della Marucelliana (1879-1885, ma prima aveva avuto altri incarichi), valorizzando un periodo che precede e prepara la fase più nota della sua vita, trascorsa alla guida della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (1885-1905). – L.R.

062-023 Bewahrte Geistigkeit und Kulturerbe von drei Nationen. Die Historische Bibliothek des Franziskanerklosters in Güssing, Aufsätze von Anton Bruck OFM – István MonokEdina Zvara, Budapest-Güssing, Bibliothek und Informationszentrum der Ungarischen Akademie der Wissenschaften-Franziskanerkloster Güssing, 2021, pp. 214, ill. col., ISBN 978-3-200-07586-3 (cartaceo) – 978-963-7451-70-6 (online), s.i.p. (cartaceo) - gratuito (online). A metà fra un catalogo bibliografico e una mostra “da sfogliare”, il vol. presenta i tesori librari del convento austriaco francescano di Güssing (in ungherese Németújvár), fondato nel 1638 e storicamente in contatto con le limitrofe aree magiara e slava. L’ampia rassegna (pp. 59-181) della crème del posseduto – il ms. più antico è del XIII secolo – è affidata a un eccezionale apparato iconografico che mette in risalto peculiarità quali capilettera miniati, notazioni neumatiche, legature, ma anche stampe bicrome, silografie acquerellate, frontespizi, marche tipografiche, note di possesso e altri segni di provenienza. Nei saggi introduttivi A. Bruck ripercorre la storia del monastero (pp. 13-28), I. Monok fa luce su Balthasar Batthyány (1543-1590) e i libri della scuola protestante della città nel XVI-XVII secolo (pp. 29-44), E. Zvara si concentra sulla biblioteca del convento fra 1639 e 1780 (pp. 45-58). Non mancano adeguati indici e apparati bibliografici. – E.Gam.

062-024 Bianca (Concetta), Il cardinale Juan de Torquemada, in Subiaco 1465. Nascita di un progetto editoriale?, pp. 51-62. L’a. presenta un ritratto del cardinale Juan de Torquemada, partendo dalla descrizione fattane da Gaspare da Verona, e ripercorre i suoi rapporti con il monastero di Subiaco. – M.C.

062-025 Bianca (Concetta), Lo studium fiorentino e la stampa, in Studium florentinum: l’istruzione superiore a Firenze fra XIV e XVI secolo, a cura di Lorenzo Fabbri, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2021, pp. 163-76. L’assenza di un’istituzione universitaria dalla città di Firenze ne caratterizzò fortemente il primo sviluppo dell’arte tipografica: un’attenta analisi però degli insegnamenti umanistici del tempo (Poliziano e Landino) permette di ricostruire il tenue filo di un rapporto non continuo ma documentabile. – Ed.B.

062-026 Bianchi (Nunzio), Appendice. La biblioteca di Annibal Caro. L’inventario Ferrajoli 752 in Annibal Caro in Europa. Libri, lettori, bibliofili, a cura di E. Garavelli, pp. 157-234. Il contributo permette di conoscere l’insieme dei beni appartenuti al letterato marchigiano Annibal Caro, grazie a un inventario rogato nel 1578, poco più di un decennio dopo la morte dell’a. I dati ricavati si rivelano interessanti, considerando che tale patrimonio culturale, nei secoli successivi, è stato disseminato in molteplici raccolte librarie europee. – Maddalena Baschirotto

062-027 Bignotti (Sara), Il senso del libro. Filosofia e linguaggi del marketing editoriale, Pisa, Edizioni ETS (Philosophica, 252), 2021, ISBN 978-8846759917, € 17. Un libro denso, quello della Bignotti (caporedattore della Morcelliana da quasi vent’anni). 220 pagine di marketing editoriale raccontato con una lente filosofica (e lo si capisce bene non solo dall’inserimento nella collana Philosophica, ma anche scorrendo, velocemente, il corposo indice posto in fine di vol.: dalla genealogia alla teleologia del libro, passando ai vari tipi di “esistenze” – tipografica-commerciale-editoriale –, senza tralasciare discorsi su logoi e topoi redazionali). Al di là dei sofismi, un nuovissimo manuale sul marketing editoriale che concede al lettore una buona panoramica della disciplina, fornendo anche una breve bibliografia. – Ar.L.

062-028 Böninger (Lorenz), Un “segreto… che par gittato proprio in forma”: Luigi Pulci e la prima edizione del Morgante (ca. 1477), «Medioevo e Rinascimento», 34, n.s. 31, 2020, pp. 33-44. La vexata quaestio della princeps del Morgante viene riesaminata sulla base di nuove rilevazioni documentarie inerenti all’attività del Pulci e dei finanziatori della sua edizione. – Ed.B.

062-029 Borraccini (Rosa Marisa), La correzione delle bozze: consigli, raro opuscolo dell’editore Federico Cappelli (1926), in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 255-63. Federico Cappelli, nella sua veste di responsabile delle Arti grafiche Cappelli di Rocca San Casciano, pubblicò nel 1926 un oggi raro manualetto rivolto agli autori, per guidarli nel rapporto con i tipografi, specie per quanto attiene alla correzione delle bozze e ai processi di composizione e stampa. – L.R.

062-030 Botana (Federico), The Card Index of Leo S. Olschki: The Inner Workings of an Antiquarian Book Business, «La Bibliofilía», 123, 2021, pp. 157-77. Si analizza lo schedario cartaceo del libraio antiquario Leo S. Olschki, ora patrimonio della Regione Toscana. L’esame di questo materiale dimostra come si possano ricavare dati di estremo interesse per lo studio delle provenienze e del commercio librario del XX secolo, con un approfondimento sui mss. medievali e rinascimentali. – P.S.

062-031 Branciani (Luchina), La produzione incunabola della prima tipografia italiana narrata nelle cronache sublacensi, in Subiaco 1465. Nascita di un progetto editoriale?, pp. 71-99. Le recenti edizioni delle tre cronache sublacensi, che ricoprono un arco temporale dal XII agli inizi del XVII secolo, offrono la possibilità di ricavare nuove notizie che aiutano a inquadrare con maggiore precisione le vicende delle prime impressioni a stampa realizzate nel monastero di Subiaco. – M.C.

062-032 «Bulletin de l’AELAC», 28-31, 2018-2021. Sia pur accorpando diverse annate, il prezioso strumento di collegamento dell’Association pour l’étude de la littérature apocryphe chrétienne, pubblicato da Brepols che è l’editore del Corpus Christianorum Series apochryphorum, prosegue nel suo encomiabile sforzo di collegare e informare (qui ben 643 notizie di pubblicazioni recenti sul tema) su questa particolare branca di studi dai molti risvolti interdisciplinari. – Ed.B.

062-033 Buttò (Simonetta), Un secolo fa: il VI centenario della morte di Dante nelle carte di Luigi De Gregori, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 299-312. Venticinque lettere di Sidney Sonnino, allora presidente della Casa di Dante, a Luigi De Gregori, scritte fra l’agosto 1920 e l’ottobre 1922 e oggi conservate presso l’Archivio storico dell’AIB, mostrano il coinvolgimento del bibliotecario della Nazionale Centrale di Roma nelle celebrazioni romane per il VI centenario della morte di Dante. – L.R.

062-034 Campanini (Saverio), La luce oltre la siepe: la Bibbia ebraica dal rotolo al libro, in Imago librorum, a cura di E. Barbieri, pp. 103-15. Partendo dai problemi che la fissazione del testo biblico su un supporto durevole ha comportato, il contributo mostra le relazioni tra testo, supporto, apparati decorativi ed esegesi nella tradizione ebraica, con particolare riferimento alla Bibbia. – L.R.

062-035 Campopiano (Michele), The Reception of Italian Political Theory in Northern England: Bartolus of Saxoferrato and Giles of Rome in York, in Anglo-Italian Cultural Relations in the Later Middle Ages, edited by Helen FultonMichele Campopiano, York, The University of York-York Medieval Press, 2018, pp. 224, ill. b/n, ISBN 978-1-903153-69-7, £ 60, pp. 52-66. Indagando i rapporti Gran Bretagna-Italia tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo l’a. propone il caso della raccolta libraria di John Neuton (1350 circa-1414), canonico e tesoriere della cattedrale di York, nonché vicario generale dell’arcivescovo Richard Scrope. Fra i suoi codici, nucleo fondativo della biblioteca della cattedrale di York (ma una parte è ora al Peterhouse College di Cambridge), alcuni commenti giuridici di Bartolo da Sassoferrato (1313/1314-1357) ed Egidio Romano (1243/1247-1316) sono ricondotti alla produzione bolognese coeva e al sistema della pecia. Tali letture vengono contestualizzate nel quadro storico-politico del capoluogo dello Yorkshire, avendo influenzato il pensiero di Neuton e Scrope nel difendere la libertà della Chiesa contro la pressione fiscale e la politica accentratrice del regime totalitario dei Lancaster. Attestano anche la capacità degli intellettuali di una regione inglese periferica di intrattenere rapporti diretti con l’Italia. – E.Gam.

062-036 Cancrini (Diego), Una sconosciuta edizione dei Britannico (Alexandre de Villedieu, Doctrinale, Brescia, eredi di Ludovico Britannico, 1564), «La Bibliofilía», 123, 2021, pp. 123-40. Grazie al ritrovamento, presso un libraio antiquario bresciano, di una sconosciuta edizione stampata a Brescia dagli eredi di Ludovico Britannico nel 1564, l’a. è riuscito a coprire una mancanza negli annali della celebre tipografia. Analizzando alcuni elementi presenti in questo esemplare del Doctrinale composto da Alexandre de Villedieu, è stato possibile ricostruire la storia del vol., appartenuto alla biblioteca del monastero di San Francesco di Ceneda a Vittorio Veneto. – P.S.

062-037 Canova (Andrea) – Pierangelo Goffi, Fondi in corso di catalogazione, in Immagini dal Centro. Le Raccolte Storiche dell’Università Cattolica di Brescia, a cura di A. Canova — P. Goffi, pp. 179-86. Si elencano i fondi ancora in fase di catalogazione delle «Raccolte Storiche» dell’Università Cattolica di Brescia. Si tratta di biblioteche e carte di Aldo Agazzi, Adriano Gallia, Jacques Maritain e sua moglie Raïssa, Giuseppe Sacchi (inclusa la «Scuola magistrale milanese per educatrici d’ infanzia» a lui intitolata), Rosa Calzecchi Onesti, Giovanni Minelli, Virginio Cremona, Elena Brambilla, Maria Antonietta Marogna, nonché delle case editrici La Scuola, Morcelliana e SEI. A ciò si aggiungono venti lettere inedite di Gabriele D’Annunzio, scritte tra il 1921 e il 1923 e indirizzate all’amico e musicista Ferdinando Benvenuti. – S.C.

062-038 Canova (Andrea), Fondo e Archivio Franca Brambilla Ageno, [illustrazioni a cura di Alice Ferrari], in Immagini dal Centro. Le Raccolte Storiche dell’Università Cattolica di Brescia, a cura di A. Canova — P. Goffi, pp. 101-14. L’a. presenta l’attività della filologa Franca Brambilla Ageno (1913-1995), nota per lavori quali l’edizione critica del Morgante di Luigi Pulci (Milano-Napoli, Ricciardi, 1955) e del Convivio dantesco (Firenze, Le Lettere, 1995), nonché per il fortunato manuale L’edizione critica dei testi volgari (Padova, Antenore, 1975 e 1984). Si presenta quindi il Fondo e Archivio «Franca Brambilla Ageno», giunto presso la Sede bresciana dell’Università Cattolica in seguito a due donazione della figlia Elena Brambilla. L’apparto illustrativo è curato da Alice Ferrari. – S.C.

062-039 Canova (Andrea), Teofilo Folengo e l’«Orlandino» a Venezia (II), «Quaderni folenghiani», 10, 2018-2020, pp. 45-74. Il saggio – continuazione di un primo segmento già comparso, con lo stesso titolo, nel numero precedente della rivista – prende in esame il poema folenghiano dedicato alla fanciullezza di Orlando, stampato per la prima volta a Venezia nel 1526; notevoli sono i rilievi sullo sfruttamento delle fonti cavalleresche che si intrecciano con le vicende editoriali della città lagunare. – M.G.

062-040 Cappelletti (Cristina) – Massimo Castellozzi, «Abiti e fregi, imprese, arme e colori». Tasso, la nobiltà e l’impresistica, «Studi tassiani», 68, 2020, pp. 171-88. L’impresa, o emblema, è costituita da una figura e da un motto che si spiegano a vicenda e descrivono uno stile di vita o una condotta, un concetto, un progetto politico, un insegnamento morale. Il contributo – che ripercorre i pannelli della mostra organizzata in occasione della Giornata Tassiana 2019 – illustra le principali opere dedicate alle imprese a partire dal Cinquecento, secolo che, insieme al Seicento, rappresenta il periodo di maggiore diffusione di questo particolare genere letterario, al quale nemmeno Tasso fu insensibile. – L.Ma.

062-041 Castellucci (Paola), Vedi alla lettera A. L’autobiografia di Suzanne Briet, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 161-9. Partendo dall’autobiografia uscita nel 1976 a Charleville-Mézières per le Éditions de la Société des écrivains ardennais, si propongono alcune note sugli anni (1954-1989) in cui Suzanne Briet, lasciata la Bibliothèque nationale di Parigi, si dedicò esclusivamente alla scrittura. – L.R.

062-042 Castillo Gómez (Antonio), Scrittura e immagine in alcuni testi urbani effimeri nella Spagna della prima Età mdoerna, in Imago librorum, a cura di E. Barbieri, pp. 329-59. Prendendo come riferimento la produzione spagnola del Seicento, l’a. analizza un ampio nucleo di testi effimeri (editti, pasquinate, annunci…), soprattutto per quanto attiene alle strategie compositive in relazione al pubblico di riferimento. – L.R.

062-043 Catalogo 53 Libreria Antiquaria Pontremoli, Milano, Libreria Antiquaria Pontremoli, 2021, pp. 127, ill. col., manca ISBN, € 10. Il Catalogo 53 della Libreria Antiquaria Pontremoli di Milano conta una vasta selezione di pezzi (circa 90). Si tratta principalmente di libri rari la cui datazione spazia dai primi anni della stampa al Novecento. – Pietro Putignano

062-044 Cavagna (Anna Giulia), Stampare in spagnolo a Genova, in “Con llama que consume y no da pena”. El hispanismo ‘integral’ de Giuseppe Mazzocchi, a cura di Andrea Baldissera – Paolo Pintacuda – Paolo Tanganelli, Como-Pavia, Ibis, 2022, ISBN 978-88-7164-656-5, € 32, pp. 809-24. L’a. studia la presenza di testi in castigliano a Genova e le dinamiche della loro impressione fra Cinquecento e Seicento. Lo studio comincia esaminando le librerie di Vincenzo Imperiale (1582-1648), Anton Giulio Brignole Sale (1605-1655) e Gerolamo Balbi (1546-1628). I testi ivi contenuti sono spesso impressi in Spagna o comunque fuori dal territorio genovese. Traendo spunto da questa constatazione l’a. riflette quindi sulla produzione libraria genovese in castigliano, soffermandosi specialmente sull’edizione del 1669 dell’opera a carattere politico la Real grandeza dela serenissima republica de Genoua. – Marco Francalanci

062-045 Ciocchetti (Marcello), L’ effimeroteca (ovvero: dolenti meditazioni sull’incerto destino di giornali e riviste), in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 139-50. Alcune osservazioni, frutto di personale esperienza, sulla gestione, la conservazione e la consultazione dei periodici nelle biblioteche pubbliche. – L.R.

062-046 Ciuffetti (Augusto), I libri di Subiaco, il commercio della carta e la civiltà appenninica, secoli XIV-XVI, in Subiaco 1465. Nascita di un progetto editoriale?, pp. 17-33. L’a. offre un quadro della produzione della carta di stracci in Italia a partire dal XII sec., incentrata soprattutto nell’area appenninica umbro-marchigiana, area a cui apparteneva anche il monastero di Subiaco, che era luogo di commercio e approvvigionamento sebbene fosse situato lontano dalle principali vie di comunicazione e situato in montagna. – M.C.

062-047 Contorbia (Franco), Per Maccari: tre scritti (e un addendum) di Roberto Longhi (1938-1948), in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 325-32. Una essenziale disamina di tre scritti di Roberto Longhi dedicati al pittore Mino Maccàri. – L.R.

062-048 Cozzo (Paolo), In cammino. Una storia del pellegrinaggio cristiano, Roma, Carocci, 2021, pp. 285, ill. b/n, ISBN 978-88-290-1103-2, € 21. Il pellegrinaggio è, ormai da diversi secoli, uno dei fenomeni più comuni tra i fedeli cristiani. Sia esso in Terra Santa o in qualsiasi altro luogo sacro, è una aspirazione che accompagna il cristianesimo ancora oggi e che è stata negli anni oggetto di una feconda tradizione letteraria ed editoriale di resoconti di viaggio (a proposito si vedano l’importante collezione della Biblioteca Generale della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme e gli studi a essa dedicati). In questo studio documentato e ragionato, l’a. ripercorre storicamente e geograficamente la pratica del pellegrinaggio, analizzandone implicazioni sociali, politiche e spirituali. – P.S.

062-049 Crimi (Giuseppe), Lorenzo Ercoliani e Folengo, «Quaderni folenghiani», 10, 2018-2020, pp. 45-74. Nella storia della complessa ricostruzione della biografia folenghiana, il saggio si sofferma sulle ipotesi (molto al limite della fantasia e tutte respinte con vigore da Giuseppe Billanovich) sostenute dal giornalista e scrittore bresciano Lorenzo Ercoliani (1800-1866) che a più riprese si occupò del poeta. – M.G.

062-050 Crupi (Gianfranco), Imago “mobilis” librorum: i libri animati antichi, in Imago librorum, a cura di E. Barbieri, pp. 427-44. Il contributo ripercorre la storia dei libri con parti mobili, realizzati in ogni epoca con diverse finalità: didattiche, mnemoniche, divinatorie, ludiche... – L.R.

062-051 Dal Poz (Lorena), Forme del libro illustrato nella biblioteca del vescovo di Trento Johannes Hinderbach (1418-1486), in Imago librorum, a cura di E. Barbieri, pp. 377-402. Già ampiamente studiata, la biblioteca del principe-vescovo di Trento Johannes Hinderbach (1418-1486) si rivela un caso interessante del passaggio da ms. a libro a stampa. Nativo ms., grazie ai contatti con l’Accademia di Bessarione a Roma e poi alla vicenda del Simonino, Hinderbach si misurò precocemente con le opportunità della stampa, che introdusse a Trento negli anni Settanta del Quattrocento. – L.R.

062-052 Daniels (Tobias), Cardinal Juan de Torquemada and the Origins of the Roman Printing Press. A Correspondence on Woodcuts and the First Edition of his Meditationes, «La Bibliofilía», 123, 2021, pp. 37-64. Questo contributo analizza per la prima volta la corrispondenza (pubblicata in appendice) di un familiare del cardinale Juan de Torquemada proveniente dall’archivio della famiglia fiorentina Spinelli, oggi conservato alla Beinecke Library dell’Università di Yale. Questo studio permette dunque di approfondire alcuni aspetti del ruolo del cardinale per l’ introduzione della stampa a Roma, in particolare per quanto riguarda l’ approvvigionamento di silografie fiorentine. Infine, l’a. approfondisce l’analisi della corrispondenza in relazione alla pubblicazione delle Meditationes di Torquemada, primo libro a caratteri mobili con incisioni stampato in Italia. – P.S.

062-053 Dante, tutti ne parlano. Il girone dei casi editoriali, a cura di Valentina GiustiMartina Vodola, testi introduttivi di Simona BrambillaRoberto Cicala, Milano, EDUCatt, 2021 (Quaderni del Laboratorio di Editoria dell’Università Cattolica di Milano, 29), pp. 98, ill. col., ISBN 978-88-9335-824-8 (cartaceo), 978-88-9335-825-5 (online), € 9. La pubblicazione si inserisce all’interno del progetto del Laboratorio di Editoria dell’Università Cattolica di Milano. Dedicati a Dante, in occasione del settecentenario della morte, i contributi degli studenti del Laboratorio prendono in analisi trenta casi editoriali che hanno costruito e rielaborato la figura e le opere del Sommo Poeta. L’eterogeneità del Quaderno è atta a ripercorrere le diverse pubblicazioni che hanno animato la letteratura e le ricerche su Dante: dai commenti critici e dagli studi di Pascoli e Contini, di Eliot, Auerbach e Borges, ad attuali variazioni sul tema, quali l’ adattamento letterario dello spettacolo di Benigni e la narrativa per ragazzi con il romanzo di Luigi Garlando. Lo stesso apparato illustrativo è affrontato secondo due filoni, dalle tavole di Gustave Doré al Dante di Renato Guttuso, fino alla rappresentazione fumettistica. Ciascun saggio è inoltre corredato di una digitalizzazione della prima di copertina dell’ edizione analizzata e di un passo significativo del testo. – Ludovica Montalti

062-054 Davies (Martin), Gli incunaboli sublacensi: la testimonianza della miniatura, in Subiaco 1465. Nascita di un progetto editoriale?, pp. 125-41. L’analisi degli esemplari miniati della produzione sublacense di Sweynheym e Pannartz ha permesso all’a. di identificare con il Maestro del Messale Barbo l’artista a. delle decorazioni più elaborate. – M.C.

062-055 De Longis (Eleonora), Le «cavallette filologiche» e la «tedescolatria»: l’antigermanesimo di Ettore Romagnoli, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 313-23. «L’antigermanismo di Romagnoli viene da lontano, si manifesta fin dagli anni del liceo e dell’università, si acuisce nel corso della guerra e non accenna ad attenuarsi successivamente fin durante il fascismo, cui lo studioso aderisce con piena convinzione» (p. 318). – L.R.

062-056 De Pasquale (Andrea), Petrucci e la storia del libro, in Armando Petrucci, a cura di A. Cherchi, pp. 21-30. Si delinea il contesto scientifico-culturale che portò (e seguì) alla traduzione italiana de L’apparition du livre (Roma-Bari, Laterza, 1977) dovuta appunto a Petrucci, il “candidato” migliore per un’operazione di tale peso, se non altro perché i suoi interessi non erano rivolti solo al libro ms. ma pure a temi di diffusione/circolazione di quello a stampa e alla storia delle biblioteche italiane. L’a. coglie anche l’occasione per fare il punto su come, in quegli anni ormai lontanissimi, la situazione italiana degli studi sul campo fosse agli albori – per non dire arretrata – evidenziando ancora una volta il portato dirompente di quella traduzione (e della sua introduzione!), fermento per altri fondamentali voll., anche dello stesso Petrucci, ma soprattutto bussola per quel radicale cambio di prospettiva che ancora oggi informa la storia del libro. Corredano il pezzo una decina di ill. b/n e col. che offrono le copertine dei documenti e di molti dei voll. citati a testo. – E.G.

062-057 Desideri (Laura), Sulle tracce di Madame Bovary: un’indagine nei registri del Vieusseux 1858-1898, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 235-43. Dostoevskij fu iscritto per un mese al Gabinetto Vieusseux e vi prese in prestito una copia di Madame Bovary, nel momento in cui stava finendo la stesura dell’Idiota. Anche se il vol. oggi non è più presente al Vieusseux, della vicenda rimangono tracce sicure nei registri dei prestiti. – L.R.

062-058 Di Domenico (Giovanni), «Notizie AIB»: il periodico delle origini, in L’arte della ricerca. Fonti, libri, biblioteche, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 105-17. Si ripercorre la breve e non particolarmente fortunata storia di «Notizie AIB», rivista nata da un’idea di Francesco Barberi nel 1955 e chiusa nel 1959, per “rinascere” poi due anni dopo con nuovo titolo («Bollettino d’informazioni», poi «Bollettino AIB» e infine «AIB studi») e nuova periodicità. – L.R.

062-059 Di Viesti (Pasquale), Due unica a stampa del XV secolo dal fondo antico di Casa Andreasi a Mantova, «La Bibliofilía», 123, 2021, pp. 87-96. Il contributo presenta due incunaboli conservati in unico esemplare presso il fondo antico della “Casa della beata Osanna Andreasi” di Mantova. Si tratta di una Indulgenza per il Convento degli Eremitani in Crema e di un foglio volante contenente le Orazioni e formule catechetiche. Di entrambe viene qui proposta l’attribuzione di stampa rispettivamente al bresciano Battista Farfengo e al veneziano Andrea Bonetti. – P.S.

062-060 Dogheria (Duccio), Editoria sperimentale all’Archivio del ‘900 del MART: la biblioteca dell’Archivio di Nuova Scrittura, dal Futurismo al futuro, in Imago librorum, a cura di E. Barbieri, pp. 445-71. La raccolta bibliografica dell’Archivio di Nuova Scrittura, conservata presso l’Archivio del ‘900 del MART di Rovereto, è interamente dedicata al rapporto tra testo e immagine e all’editoria sperimentale, dalle avanguardie a oggi. – L.R.

062-061 Educare all’odio. L’ antisemitismo nazista in tre libri per ragazzi, a cura di Ivano Palmieri, Sommacampagna (VR), Cierre, 2018, pp. 186, ill. col., ISBN 978-88-8314-932-0, € 19,50. Un bel vol. che raccoglie tre libri illustrati per bambini e ragazzi, pubblicati nella Germania nazista, tra 1936 e 1940. Ivano Palmieri, oltre a tradurre i “manuali” in questione, ne ha curato la pubblicazione e ne ha steso la bella e lucida introduzione (Il fascino del nazismo tra i giovani tedeschi degli anni Trenta). Aprono il tomo, di dimensioni poderose, due prefazioni: una di Gustavo Corni, e una di Arnaldo Loner, seguita, anche, da una intelligente nota editoriale (sul perché e per come sia utile pubblicare un’opera di questo tipo). – Ar.L.

062-062 Euro Cup. Panini Football Collections 1980-2020, Modena, Franco Cosimo Panini, 2021, pp. 685, ill. col., ISBN 9788857017815, € 27,50. In Italia, alla passione per il calcio si è sempre associata quella per le figurine dei calciatori. Quando si pensa alle diverse generazioni di collezionisti non si può non fare riferimento alla Panini, casa editrice diventata negli anni vera e propria icona per gli appassionati. Per celebrare i vent’anni dall’uscita del primo album dedicato ai Campionati Europei di calcio, la casa editrice di Modena ha presentato questa bellissima raccolta che ripropone le figurine di diverse Nazionali degli Europei dal 1980 al 2020 (manifestazione posticipata in realtà all’estate 2021 a causa della pandemia e vinta dall’Italia dopo 53 anni dall’ultimo titolo). – P.S.

062-063 Faggiolani (Chiara), Make it happen: il «Bollettino AIB» nel ‘sistema comunicativo’ per ‘gli studi del bibliotecario’, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 25-37. Si segnalano le novità introdotte da Alberto Petrucciani nel «Bollettino AIB» e la sua concezione della rivista a servizio degli studi dei bibliotecari. – L.R.

062-064 Fattori (Daniela), Nuovi appunti su frate Alberto da Castello, alias Alberto da Porlezza, alias Alberto Veneto, «La Bibliofilía», 123, 2021, pp. 97-108. A seguito della scoperta di nuove informazioni, qui l’a. sviluppa le considerazioni proposte in un precedente articolo pubblicato su questa rivista (109, 2007, pp. 143-68) e approfondisce la figura e l’attività del frate domenicano Alberto da Castello (1460 ca.-1522), sciogliendo inoltre alcuni dubbi che fino a oggi hanno portato a identificare tre diverse autorialità, ora invece tutte riconducibili all’erudito veneziano. – P.S.

062-065 Favier (Auguste) – Pierre Mania, Buchenwald 1943-1945, Sommacampagna (VR), Cierre – ANED, 2016, pp. 135, ill. b/n. e col., ISBN 978-88-8314-859-0, € 24,50. Il vol. consiste nella raccolta di 78 illustrazioni raffiguranti il campo di concentramento di Buchenwald, i suoi prigionieri e le efferatezze commesse dai loro carnefici. Tali opere, disegnate in gran segreto dai due a. durante la loro prigionia, permettono di testimoniare la quotidianità all’interno del campo documentando a eterno ricordo i crimini in esso commessi. A causa della distruzione di gran parte della documentazione ufficiale inerente al Lager nazista, le testimonianze dei suoi superstiti sono infatti di vitale importanza per ricordare i tragici avvenimenti avvenuti all’ interno delle sue mura. Inoltre, la quasi totale assenza di fotografie della vita quotidiana del campo, rende i disegni raccolti vere e proprie prove a testimonianza dei crimini subiti dagli internati, la cui memoria viene tramandata grazie ai numerosi ritratti eseguiti dagli autori, facendo così fallire il progetto nazista di totale annientamento della loro esistenza. Infine, numerosi saggi, scritti da storici ed esperti di Buchenwald, arricchiscono l’opera permettendo un rapido confronto fra le memorie dei due autori e la storiografia nota sul campo di concentramento. Carlo Tagliabue

062-066 Ferrara (Silvia), Il salto. Segni, figure, parole: viaggio all’origine dell’immaginazione, Milano, Feltrinelli, 2021, pp. 235, ISBN 978-88-07-49310-2, € 19. Il «salto» del titolo è quello che ha portato al pensiero astratto: disegni, profili, proiezioni, tutto ciò che, grazie al segno grafico, rende possibile immaginare qualcosa di diverso da quello che è presente sotto ai nostri occhi. Vengono narrati i primi segni con valore simbolico delle antiche epoche, paleolitico, neolitico, età del bronzo, in svariati luoghi del mondo, Sud Africa, Indonesia, Iran, Turchia, Egitto, Libia, Giordania, Italia, Francia, Spagna, Australia, Iraq, Hawaii, isole, deserti, oceani, nazioni e regioni. – L.Ma.

062-067 Ferri (Sandro), L’editore presuntuoso, Roma, e/o, 2022, pp.248, ISBN 978-88-3357-431-8, € 10. Proseguendo e sviluppando le tematiche affontate ne I ferri dell’editore del 2011, in cui rifletteva su vari aspetti del lavoro editoriale, l’a. (nonché editore di e/o) dedica questo vol. alle nuove generazioni che cercano di entrare nell’editoria. Con tono polemico e ironico attacca quelli che a suo parere sono i vizi e i problemi del mondo editoriale di oggi, in particolare il marketing, il capitalismo, l’enorme potere dei grandi gruppi e il dominio di Amazon. Le riflessioni e gli approfondimenti sono alternati a racconti e aneddoti spesso divertenti della vita della casa editrice e/o, che hanno visto come protagonista l’a. stesso. – Martina Mineri

062-068 Filippi (Paola Maria), Tradurre letteratura, tradurre mondi. Per una traduzione letteraria dal tedesco, «Atti della Accademia roveretana degli Agiati», s. X, 1 A, 2020, pp. 219-23. Contributo sull’ampia tradizione della traduzione letteraria dal tedesco, con particolare riguardo all’attività di Claudio Groff. – A.P.

062-069 Fontana (Edoardo), Amos Nattini: cento Imagini per la Commedia di Dante, «L’Illustrazione», 5, 2021, pp. 105-39. Il contributo studia storia, stile e fortuna delle Imagini (da un termine di D’Annunzio, uno dei fautori dell’impresa), ossia le tavole ad acquerello realizzate da Amos Nattini (1892-1985) per illustrare un’edizione della Commedia in tre voll., di cui l’artista disegnò appositamente anche il carattere. Complessivamente i lavori durarono dal 1914 al 1939. – S.C.

062-070 Formentin (Vittorio), Il contributo di Armando Petrucci agli studi italianistici, in Armando Petrucci, a cura di A. Cherchi, pp. 31-4. L’a. spiega come e perché molte piste di ricerca e categorie interpretative proposte dal “Petrucci italianista” mostrino, a oltre trent’anni dalla loro prima formulazione, una forza propulsiva inesausta, tutt’ora leggibile in alcuni importanti progetti di ricerca in corso. – E.G.

062-071 Frangipane (Ettore), Processi a Bolzano durante e dopo l’ occupazione Nazista (1943-1945), Trento, Reverdito, 2021, pp. 127, ill. b/n. e col., ISBN 978-88-342-0225-8, € 18. Il vol. ricostruisce storiograficamente gli atti dei processi avvenuti nella “Zona d’Operazione delle Prealpi”. Tale settore fu creato a seguito dell’armistizio di Cassibile l’8 settembre 1943, quando le province di Bolzano, Trento e Belluno furono poste sotto la diretta giurisdizione del Terzo Reich. A Bolzano fu creato un tribunale speciale sotto il controllo delle SS con l’incarico di perseguire i dissidenti locali sovrapponendo la giustizia tedesca a quella dello Stato italiano. Gli atti originali di tale tribunale, attivo fino alla liberazione alleata, furono distrutti dai tedeschi in ritirata ed è solo merito delle ricerche dell’a. se gli esiti di tali processi oggi possono essere in gran parte conosciuti. I tragici avvenimenti dell’ occupazione nazista vengono infatti ricostruiti mediante lo studio delle notizie presenti sul «Bozner Tagplatt», un periodico filonazista ricco di cronache giudiziarie locali e grazie all’analisi delle memorie di Don Giovanni Nicolli, un cappellano militare trentino che assistette i detenuti del carcere di Bolzano sostenendoli fino al patibolo. Carlo Tagliabue

062-072 Frasso (Giuseppe), Poesia in forma di rotolo, in Imago librorum, a cura di E. Barbieri, pp. 79-91. La diffusione di testi poetici in forma di rotolo ha maggiori riscontri nella poesia trobadorica e tra i Minnesänger tedeschi, ma non mancano alcuni esempi italiani, dalle Laudi di Jacopone da Todi a Petrarca. – L.R.

062-073 Frioli (Donatella), Prosa, poesia e illustrazione alla corte malatestiana di Rimini, in Imago librorum, a cura di E. Barbieri, pp. 133-67. Il contributo analizza le diverse scelte che caratterizzano la prima diffusione manoscritta e a stampa delle due opere dedicate a Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini, nel secondo Quattrocento: gli Astronomicon libri duo di Basinio da Parma e il De re militari di Roberto Valturio. – L.R.

062-074 Gamba (Eleonora), Cento immagini per cento canti. L’edizione illustrata della Commedia dantesca per i tipi di Bernardino Benali e Matteo Capcasa, Venezia 1491, Bergamo, Archivio Bergamasco Centro studi e ricerche, 2021, pp. 68, ill. b/n, ISBN 979-12-80020-10-9, s.i.p. Il vol., strenna natalizia di Archivio Bergamasco, è dedicato allo studio di una delle più peculiari e illustri edizioni della Commedia dantesca, stampata nel marzo 1491 a Venezia dal bergamasco Bernardino Benali e dal socio parmense Matteo Capcasa. In un panorama molto variegato che, alla fine del XV secolo, pose la città capitale della stampa in Italia come centro in cui videro la luce otto edizioni incunabole del capolavoro fiorentino, quella portata in questo caso all’attenzione dall’a. è una delle più interessanti: fu infatti la prima a essere dotata di un apparato iconografico completo e corretto, posto come didascalia al testo. Ciascuno dei cento canti è infatti dotato di specifiche illustrazioni, eseguite dall’anonimo Maestro di Pico, miniatore e illustratore di testi a stampa. Dopo l’introduzione, sono riprodotte tutte le silografie riportate nell’incunabolo, accompagnate da didascalie esplicative. – Maddalena Baschirotto

062-075 Gehl (Paul F.), Humanist pedagogy and “humanist” design: the Bavarian case of Johannes Aventinus, in Imago librorum, a cura di E. Barbieri, pp. 169-89. La Grammatica dell’ umanista e storico bavarese Johannes Aventinus fu pubblicata nel 1512 probabilmente con la supervisione dell’a., che ne curò anche, giacché funzionale al metodo di insegnamento proposto, il layout grafico. Quest’ultimo, tuttavia, andò poi perduto nelle edizioni successive. – L.R.

062-076 Goffi (Pierangelo) – Mauro Spera, Biblioteca di Storia delle Scienze «Carlo Viganò», in Immagini dal Centro. Le Raccolte Storiche dell’Università Cattolica di Brescia, a cura di A. Canova — P. Goffi, pp. 3-36. Il contributo presenta la Biblioteca di Storia delle Scienze che prende il nome da Carlo Viganò, imprenditore bresciano che donò alla Università Cattolica di Brescia questa ricchissima collezione di opere scientifiche mss. e a stampa. Si fornisce un approfondimento sugli scritti antichi di matematica lì custoditi. – S.C.

062-077 Goffi (Pierangelo) – Sara Lombardi, Archivio per la Storia dell’Educazione in Italia, in Immagini dal Centro. Le Raccolte Storiche dell’Università Cattolica di Brescia, a cura di A. Canova — P. Goffi, pp. 37-57. Si presenta l’Archivio per la Storia dell’ Educazione in Italia. Fondato negli anni ‘90, l’Archivio ha lo scopo di conservare e valorizzare fondi relativi al movimento educativo italiano. – S.C.

062-078 Goffi (Pierangelo), Fondo Casotti, in Immagini dal Centro. Le Raccolte Storiche dell’Università Cattolica di Brescia, a cura di A. Canova — P. Goffi, pp. 165-72. Il contributo presenta il Fondo Casotti custodito presso la Sede bresciana dell’Università Cattolica, formato dai libri appartenuti a Mario Casotti (1896-1975), figura di spicco della moderna pedagogia italiana. – S.C.

062-079 Goffi (Pierangelo), Fondo Fossati, in Immagini dal Centro. Le Raccolte Storiche dell’Università Cattolica di Brescia, a cura di A. Canova — P. Goffi, pp. 133-43. Si presenta il Fondo Fossati, ossia la ricchissima biblioteca, annoverante voll. sia antichi sia moderni, che monsignor Luigi Fossati (1900-1982) donò alla Sede bresciana dell’Università Cattolica. – S.C.

062-080 Goffi (Pierangelo), Fondo Minelli, in Immagini dal Centro. Le Raccolte Storiche dell’Università Cattolica di Brescia, a cura di A. Canova — P. Goffi, pp. 173-7. È presentato il Fondo Minelli della Sede bresciana dell’Università Cattolica, formato dalla biblioteca dei coniugi Stefano (1929-2001) e Velleda Minelli (1927-2005), rispettivamente presidente della Morcelliana e traduttrice dal francese presso la stessa casa editrice, nonché figura attiva nel mondo della cultura e del volontariato. – S.C.

062-081 Goffi (Pierangelo), Fondo Olgiati, in Immagini dal Centro. Le Raccolte Storiche dell’Università Cattolica di Brescia, a cura di A. Canova — P. Goffi, pp. 157-64. Il contributo presenta il Fondo Olgiati della Sede bresciana dell’Università Cattolica, formato dai voll. di monsignor Francesco Olgiati (1886-1962), figura indissolubilmente legata a padre Agostino Gemelli e alla nascita dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. – S.C.

062-082 Grafton (Anthony), La nota a piè di pagina. Una storia curiosa, traduzione dall’inglese di Gianna Lonza, Milano, Editrice Bibliografica, 2021 (I saggi, 22), pp. 255, ISBN 978-8893573955, € 24. Malgrado la traduzione italiana non sempre ineccepibile, questo vol. offre un affascinante viaggio nel tempo che, riannodando i fili (molto) sparsi della ricerca, racconta una vicenda di interesse umano e intellettuale francamente inaspettati, quella appunto delle note a piè di pagina e del loro uso/interpretazione lungo i secoli. Partendo infatti dall’origine di una specie (p. 13), l’a. ricostruisce e documenta il secolo d’oro della nota a piè di pagina, il Settecento, e arriva a raccontare la precisione, si potrebbe dire cartesiana, con cui è concepita e poi costruita la nota moderna. Quello che ne esce però è davvero molto di più, e va ben oltre “la casistica” citata nel vol. con un sense of humor tutto anglosassone: un esempio per tutti, la veemente avversione del poeta e traduttore omerico Alexander Pope (1688-1744) per i filologi del tempo, Richard Bentely (1662-1742) in testa, che avevano osato riscrivere addirittura Shakespeare e che furono bersaglio degli strali al veleno metaforicamente scoccati da Pope proprio attraverso un complesso ed erudito sistema di note a piè di pagina e di rimandi risalente addirittura al XV secolo (pp. 126-32). Forte della lezione di Arnaldo Momigliano e del portato dei suoi studi decennali sulla storia delle idee, che sottotraccia innervano infatti l’intero lavoro, Grafton propone (non a sorpresa, in fondo) un’indagine a 360 gradi sul rapporto tra note, storia e storiografia, con ampi affondi sulla storia di quest’ultima e sui suoi mutevoli contesti culturali, a cui le note a piè di pagina risultano intrinsecamente organiche. Ecco, allora, soprattutto se lette in prospettiva storica, che le note non sono più solo un espediente furbo (ancorché legittimo) per esibire competenze, antipatie e ambizioni individuali, di cui il saggio fornisce per altro gustosi campioni. Giustamente assurte a genere letterario ausiliario ma autonomo, garanti si può dire uniche dell’identificabilità delle fonti, esse diventano – maneggiate da Grafton, s’intende! – la cartina di tornasole dei modi della ricerca e della loro esposizione nei testi storici, così come danno conto della storia delle discipline intellettuali e dello sviluppo di nuove tecniche di argomentazione/ricerca, dimostrando, nel contempo, come la forma della narrazione storica sia cambiata più volte lungo i secoli. Non a caso l’a. insiste su quest’ultimo punto e su di esso finisce per incentrare larga parte della propria riflessione, concludendo che, in quanto spazio di conversazione prediletto tra l’a., gli studiosi (contemporanei e non) e i loro predecessori, le note «sono una parte indispensabile, seppur caotica, di quella indispensabile, caotica miscela, di arte e scienza che è la storia moderna» (p. 249). Completa il lavoro l’Indice dei nomi. – E.G.

062-083 Guerrini (Mauro), Statement of responsibility. Alcune considerazioni sulla resa in italiano: il caso di ISBD, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 201-11. Il lungo dibattito che ha caratterizzato la scelta di impiegare il termine statement in trattati e regole anglosassoni di catalogazione trova un corrispettivo nel discusso uso della parola formulazione per la sua traduzione italiana. – L.R.

062-084 Harris (Neil), An Enigmatic German Printer in Renaissance Florence: Niccolò di Lorenzo della Magna, «The Library», 22/4, 2021, pp. 575-85. Ampia presentazione (in parte polemica) del vol. di Lorenz Böninger, Niccolò di Lorenzo della Magna and the Social World of Florentine Printing, ca. 1470-1493, Cambridge (Mass.) – London, Harvard University Press, 2021. – Ed.B.

062-085 Hellinga (Lotte), The Quaderneto of Antonio Moretto: seeking its place in the early trade in printed books, «The Library», XXII/4, 2021, pp. 562-574. Come sembra piacere ai colleghi di «The Library», il contributo fa parte dei Review articles pubblicati sulla rivista. L’oggetto dell’intervento è costituito dal vol. di Ester Camilla Peric, Vendere libri a Padova nel 1480 (Þ «AB» 61-H), di cui viene assai elogiato il lavoro dell’a., meno la sua “messa in contesto” offerta dal lungo saggio introduttivo di Neil Harris (Per vetustà ed obsolescenza: la fenomenologia della lista, pp. 7-49). – Ed.B.

062-086 Imago librorum. Mille anni di forme del libro in Europa. Atti del convegno di Rovereto-Trento 24-26 maggio 2017, a cura di Edoardo Barbieri, introduzione di Frédéric Barbier, indici di Stefano Cassini, Firenze, Olschki, 2021 (Biblioteca di Bibliografia. Documents and Studies in Book and Library History, CCXV), pp. XXXIV+524 e 16 di tav. f.t., ill. b/n e col., ISBN 978-88-222-6773-3, s.i.p. Il vol., come il convegno da cui prende origine, intende affrontare la questione di come il libro si presenta e si è presentato nel mondo occidentale nel corso dei secoli, dal Medioevo all’età contemporanea. Dopo l’introduzione (Barbier), venti saggi sono raggruppati in quattro sezioni: Non di solo codex: forme alternative del libro occidentale (Maniaci, Skemer, Rainini, Frasso, Roncaglia), La parola sul foglio: spazio e resa grafica (Campanini, Stampfer, Frioli, Gehl, McKitterick), Dal testo al libro: organizzare e comunicare contenuti (Rautenberg, Palma, Barbieri, Sideri, Castillo Gómez), Illustrare il testo / raffigurare il testo ovvero la sfida tra parole e immagini (Zaganelli, Dal Poz, Urbaniak, Crupi, Dogheria). In coda, i sommari in inglese dei contributi, una serie di immagini a colori di pezzi esposti alla mostra collaterale al convegno (l’intero catalogo è disponibile on line sul sito https://libriantiqui.it/risorse-in-pdf/item/47-imago-librorum-mille-anni-di-forma-del-libro) e gli ottimi indici (dei mss. e dei documenti d’archivio, delle illustrazioni e dei nomi di persona e di luogo) curati da Stefano Cassini. È schedato sotto i singoli contributi. – L.R.

062-087 Immagini dal Centro. Le Raccolte Storiche dell’Università Cattolica di Brescia, a cura di Andrea Canova — Pierangelo Goffi, Milano, Vita e Pensiero, 2021, pp. XV+186, ill. b/n e col., ISBN 978-88-343-4679-2, € 25. Il vol., arricchito da un prezioso e variopinto apparato illustrativo, celebra l’importante unificazione dei fondi speciali e degli archivi nel nuovo Centro di Documentazione e Ricerca «Raccolte Storiche» presso la Sede bresciana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Frutto di una gestazione pluriennale conclusasi con la fondazione nella primavera del 2021, il Centro «Raccolte Storiche» raccoglie numerose collezioni, i cui ambiti spaziano dalla scienza antica alla pedagogia, dalla storia contemporanea agli studi sul Vicino Oriente, dall’ebraistica alla filologia italiana. Questa iniziativa permetterà una maggiore valorizzazione di questi fondi, nonché la promozione del loro studio e della ricerca in senso lato. Il vol. è aperto dalle parole introduttive di Franco Anelli, Magnifico Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Esplorare il passato per scoprire il futuro, pp. VII-VIII), di Marco Taccolini, Coordinatore delle strategie di sviluppo della Sede bresciana dell’Università (La duratura vocazione di una Sede, pp. IX-X), di Giovanni Panzeri, Direttore di Sede (A Brescia, per ricominciare, p. XI), di Andrea Canova, Direttore delle «Raccolte Storiche» (Notizie dalle «Raccolte Storiche dell’Università Cattolica di Brescia», pp. XIII-XV); seguono le descrizioni dei singoli fondi del Centro, accompagnate da illustrazioni, e una panoramica sulle collezioni ancora in fase di catalogazione. Il vol. è schedato sotto i singoli contributi. – S.C.

062-088 «inPressioni. Colloquio graphica et exlibristica», 24, autunno 2021. Come sempre gli ex libris al centro del nuovo numero di questa rivista. Si parla di Emma Goitein Dessau (pp. 4-9), artista di origine tedesca ma cresciuta artisticamente in Italia dopo gli studi presso l’Accademia di Bologna; Péter Ürmos (pp. 10-5), disegnatore ungherese a. di più di 300 tra ex libris e opere grafiche; Carlo Iacomucci (pp. 16-9), artista urbinate a. di una serie di ex libris a tema dantesco (a p. 19 incollata una sua acquaforte); Irina Kozub (pp. 20-5), giovane artista nata in Kamchatka a. di diversi ex libris realizzati perlopiù con le tecniche della litografia e acquaforte. In conclusione (pp. 26-31) un approfondimento a sfondo collezionistico sul tema del libro “gemmato”, ovvero arricchito dalla presenza di un ex libris. – P.S.

062-089 Irace (Erminia), Scrittura e società: l’età moderna, in Armando Petrucci, a cura di A. Cherchi, pp. 35-42. Il vol. Scrittura documentazione memoria. Dieci scritti e un inedito – recentemente riproposto con la curatela di Attilio Bartoli Langeli in occasione dell’incontro dell’ANAI del 6 aprile 2019 presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma – raccoglie undici contributi di Petrucci pubblicati tra il 1963 e il 2009 che riflettono intorno allo stato dell’arte delle discipline paleografiche e diplomatistiche, aprendo però convintamente anche a quelle che indagano le pratiche testuali, letterarie e linguistiche. Da qui muove l’a. per soffermarsi sul confronto intrattenuto da Petrucci con l’Età moderna (da intendere come epoca della storia europea e occidentale), insistendo in particolare sugli orizzonti cronologici delle ricerche del paleografo e poi sul portato (necessariamente) interdisciplinare delle edizioni documentarie. – E.G.

062-090 Kaenel (Philippe), Is not the book illustrator a translator? Dante réinventé par Gustave Doré, «L’Illustrazione», 5, 2021, pp. 51-72. Oggetto di indagine è l’importantissima opera di illustrazione della Commedia da parte di Gustave Doré per l’editore parigino Hachette (Inferno, 1861; Purgatorio e Paradiso, 1868), nonché della competizione in cui questa fu messa con le illustrazioni di John Flaxman e Francesco Scaramuzza. – S.C.

062-091 Kumar (Akash) – Julie Van Peteghem, Digital Dante. Reimagining Dante in a Virtual World, «L’Illustrazione», 5, 2021, pp. 211-22. Il contributo presenta Digital Dante: concepito già negli anni ‘90 e rilanciato nel 2014, il progetto della Columbia University si concentra sull’interazione tra testo e immagine, per proporre nuovi spunti e direzioni di ricerca su Dante, sulla sua opera e sulla sua ricezione. – S.C.

062-092 Lattanzi (Eleonora), Il fondo librario Antonio Gramsci fra documenti d’archivio e note di possesso: appunti per una ricerca, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 245-53. Alcune note sulla biblioteca assemblata da Gramsci nel periodo del carcere, andata per un certo periodo in Russia e poi rientrata in Italia nel 1950. – L.R.

062-093 Letteratura bresciana del Seicento e del Settecento, a cura di Rosaria Antonioli – Enrico Valserati, Brescia, Morcelliana, 2021 (Annali di storia bresciana, 7), pp. 348, ISBN 978-88-372-3522-2, € 30. Il vol. è il settimo numero degli Annali di storia bresciana, collana curata da Pietro Gibellini, Sergio Onger e Valerio Terraroli, promossa dall’Ateneo di Scienze Lettere ed Arti di Brescia Onlus e realizzata con il contributo della UBI Fondazione CAB. Nella pubblicazione sono proposti una serie di interventi che approfondiscono il tema della letteratura bresciana tra XVII e XVIII secolo. Il vol. è corredato da una ricca bibliografia e si conclude con un indice dei nomi. Si spogliano i singoli contributi di carattere bibliografico. – Martina Mineri

062-094 Libri (I) di Adriano. Le Edizioni di Comunità di Adriano Olivetti 1946-1960. Catalogo della mostra bibliografica 6-31 ottobre 2020, a cura di Vincenzo Passerini, presentazione di Giulia Robol, prefazione di Gianmario Baldi, Rovereto, Biblioteca civica “G. Tartarotti”, 2021, pp. 42+49 di tavole, ill. col., manca ISBN, s.i.p. Si tratta del catalogo della omonima mostra bibliografica allestita presso la Biblioteca civica “G. Tartarotti” di Rovereto dal 6 al 31 ottobre 2020. Adriano Olivetti (1901-1960) fu un visionario imprenditore di Ivrea, innovatore della celebre azienda fondata dal padre Camillo e specializzata nella produzione di macchine da scrivere. Di Olivetti si ricorda però la sua straordinaria attenzione nel costruire una vera e propria comunità nella quale i lavoratori potessero essere al centro di un ambiente culturale attivo. Una “utopia concreta” che lo portò alla fondazione di una biblioteca di fabbrica a disposizione dei dipendenti in modo da favorire un accrescimento del livello culturale della comunità e di due case editrici: Nuove Edizioni Ivrea (1942), per la quale coinvolse importanti consulenti editoriali del calibro di Bobi Bazlen e Luciano Foà (che vent’anni più tardi fondarono, insieme al figlio di Adriano, Roberto, la Adelphi), ed Edizioni di Comunità (1946). I cataloghi di queste due imprese, le cui edizioni rappresentano l’oggetto della mostra e di questo catalogo, rispecchiano dunque un vero e proprio manifesto culturale di una delle figure più significative del mondo imprenditoriale italiano del Novecento. – P.S.

062-095 Libri (I) di Alfred Jarry. Dalla collezione di Andrea Albertini e Patabaj. La ‘Patafisica nell’archivio e nella biblioteca di Enrico Baj al Mart a cura di Andrea AlbertiniDuccio Dogheria, Rovereto, Biblioteca Civica “G. Tartarotti”, 2021, pp. 32, ill. col., manca ISBN, s.i.p. Un agile fascicolo raccoglie due cataloghi, uno a specchio dell’altro, che raccontano due diverse mostre, tenutesi in contemporanea alla Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto. La prima esponeva tutti i materiali e i libri di Alfred Jarry collezionati da Andrea Albertini in ventinove anni di studio e lavoro: mss., voll. illustrati, disegni dell’a. e addirittura una bicicletta. La seconda, invece, riportava tutta la raccolta di documenti patafisici (riviste stravaganti, corrispondenze fantastiche, pubblicazioni effimere) appartenuta ad Enrico Baj e oggi conservata al Mart. Entrambe le mostre si sono tenute da novembre 2021 a gennaio 2022. – Ambrogio Sanelli

062-096 Lo Castro (Valeria), La direzione di Alberto Petrucciani dei «Nuovi annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 39-46. L’a. analizza l’attività di direzione dei «Nuovi annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari» nel periodo 2013-2020, «con uno sguardo particolare alla costruzione della relazione tra il piano editoriale della rivista e l’attività di ricerca nell’ambito del dottorato in Scienze documentarie, linguistiche e letterarie dell’ Università di Roma La Sapienza» (p. 39). – L.R.

062-097 Lolli (Elena), Codicum Hebraicorum fragmenta. Nuovi frammenti di manoscritti ebraici medievali provenienti da legature nella Biblioteca del Seminario Vescovile di Asti, «La Bibliofilía», 123, 2021, pp. 179-87. Il riutilizzo di frammenti di mss. – perlopiù medioevali – come coperture, rinforzi o legature è fenomeno assai frequente, specialmente tra Cinque e Seicento. Negli ultimi decenni si è rinnovato l’interesse per lo studio in particolare dei frammenti di mss. ebraici. Questo contributo ricostruisce brevemente lo stato dell’arte sul tema e analizza alcuni lacerti ritrovati in alcune legature nella Biblioteca del Seminario Vescovile di Asti. – P.S.

062-098 Lollini (Fabrizio) – Marco Veneziale, Il «Breviario […] in carte bone littera moderna che fo principiato per in sino al tempo del duca Borso»: un nuovo codice di Martino da Modena, «La Bibliofilía», 123, 2021, pp. 7-36. L’articolo è formato da due parti principali. La prima presenta e analizza dal punto di vista codicologico un inedito breviario ms. conservato presso la biblioteca dell’Università di Liegi. Grazie all’analisi incrociata di alcuni elementi testuali e di documenti della corte estense, è stato possibile geolocalizzare il ms. al ducato di Borso ed Ercole d’Este, e di datarne la produzione agli anni ‘60 del Quattrocento. La seconda esamina le straordinarie miniature di Martino da Modena, artista della cosiddetta officina ferrarese. – P.S.

062-099 Lomonaco (Fabrizio), Il “commercio” delle idee. Contributi allo studio dei periodici europei di Sei-Settecento, Milano, FrancoAngeli, 2021 (Filosofia), pp. 154, ISBN 9788835107132, € 20. Il vol. è composto da quattro saggi, di cui il primo introduttivo, mentre gli altri sono contributi allo studio rispettivamente degli «Acta Eruditorum Lipsiorum», delle «Bibliothèques» di Le Clerc e della «Bibliothèque raisonnée» allo scopo di documentare la storia e la circolazione delle idee tramite l’operato dei “giornalisti” nella Europa moderna e nella Napoli dell’epoca di Vico. – M.C.

062-100 Loner (Arnaldo), Ieri ho parlato con i libri della biblioteca, Cornuda, Tipoteca Italiana, 2021, pp. 38, manca ISBN, s.i.p. Elegantissima plaquette tirata in 100 copie numerate, nella quale l’a. racconta la sua lunghissima passione per i libri: collezionista raffinato e intelligente, uomo pubblico impegnato nella società civile, Loner dialoga coi suoi libri a beneficio degli amici e dei bibliofili. – Ed.B.

062-101 Maiello (Rosa), Un monumento, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 5-6. Un tributo ad Alberto Petrucciani, specie in relazione ai suoi rapporti con l’AIB. – L.R.

062-102 Maltese (Diego), Alberto, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 9-11. Un breve profilo di Alberto Petrucciani, a firma di uno dei suoi maestri, con il riferimento a molte collaborazioni, specie nel mondo delle biblioteche. – L.R.

062-103 Mancini (Lorenzo), Antigesuitismo in tipografia: le carte di Nicolò Pagliarini conservate nell’Archivio generale della Compagnia di Gesù, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 225-34. Grazie a fondi documentari custoditi presso l’Archivio generale della Compagnia di Gesù, l’a. propone una serie di novità intorno alla figura del tipografo Niccolò Pagliarini, direttamente e convintamente coinvolto nelle polemiche che portarono alla soppressione dei Gesuiti nel 1773. – L.R.

062-104 Manfredi (Antonio), Niccolò Niccoli e le biblioteche antiche: vecchie e nuove testimonianze autografe, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 49-57. L’a. si concentra sul Vat. lat. 1899, colmo di postille di Niccolò Niccolì, diverse delle quali inerenti allo studio delle biblioteche del mondo antico, nell’ottica di un progetto già petrarchesco, di realizzare una biblioteca pubblica per gli studiosi. – L.R.

062-105 Maniaci (Marilena), Rotoli medievali greci e latini (e non solo): tipologie, funzioni, prospettive di ricerca, in Imago librorum, a cura di E. Barbieri, pp. 3-25. Lungi dal proporre un’esaustiva rassegna tipologica dei rotoli medievali, l’a. indaga acutamente le problematiche connesse a questa forma libraria e le prospettive di ricerca che ne possono scaturire, mettendola in relazione al corrispondente del mondo antico e al più diffuso codex. – L.R.

062-106 Mavilla (Anna), «Nato per sentire Dante». Francesco Scaramuzza, interprete e rievocatore del poema dantesco, «L’Illustrazione», 5, 2021, pp. 29-49. Si studia la pluriennale attività di commento visivo alla Commedia da parte dell’emiliano Francesco Scaramuzza (1803-1886), contestualizzandola all’interno del Risorgimento italiano. – S.C.

062-107 Mazzola Merola (Giovanna), Partendo da una fotografia, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 19-23. Si tracciano sette anni di lavoro di Alberto Petrucciani (2001-2008) nella Commissione per il nuovo codice italiano di catalogazione e gli obiettivi di quella realtà. – L.R.

062-108 McKitterick (David), Collecting early printed books for modern type designs, in Imago librorum, a cura di E. Barbieri, pp. 191-204. I casi di William Morris e della Monotype Corporation, tra 1890 e 1930, dimostrano la necessità, nell’elaborazione di modelli grafici per i caratteri, di ricorrere agli esempi tradizionali, assemblando importanti collezioni librarie. – L.R.

062-109 Melis (Guido), Storie di libri che parlano: indizi, segnali, tracce, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 265-75. Osservando la biblioteca del padre, l’a., grazie anche ai “segni” posti sui libri, ripercorre le “stagioni” del Novecento e le domande che i libri stessi pongono al lettore, proprio anche per la loro storia. – L.R.

062-110 Monok (István) – Edina Zvara, Esterhasiana Biblioteca. A gyűjtemény története és könyvanyagának rekonstrukciója, Budapest, Magyar Tudományos Akadémia Könyvtár és Információs Központ, 2020, pp. 582, ill. b/n e col., ISBN 978-96-37451-62-1, Ft. 9900. Il magnifico vol., ampiamente illustrato, documenta la storia della biblioteca appartenuta alla celebre famiglia ungherese degli Esterházy, in particolare a Pal Esterházy De Galantha (1635- 1713), così come documentata dal catalogo ms. del 1756. Fu lo stesso testamento di Pál Esterházy a definire la sua collezione libraria come Esterhasiana Bibliotheca. Anche se Pál Esterházy ne fu in larga parte l’artefice, la collezione di famiglia si era in realtà sviluppata nel corso di diverse generazioni, cosicché le vicende della raccolta si intrecciano con quelle della nobile schiatta ungherese. Pertanto, sono stati segnalati e descritti tutti i libri posseduti dalla famiglia più stretta o a lei dedicati o quelli la cui pubblicazione è stata finanziata da singoli membri, raccogliendo nel limite del possibile anche i dati relativi all’uso dei libri. Per famiglia più stretta si intende il nonno riformato di Pál, Ferenc Esterházy, suo zio Tamás, i suoi genitori, Miklós Esterházy e Krisztina Nyáry, i suoi fratelli István, László e Ferenc, lo zio Dániel Esterházy che divenne il capo della famiglia dopo la morte di Miklós, la sua prima moglie, Orsolya Esterházy, così come i suoi figli, Miklós Antal, László Ignác, Gábor, Mihály, Pál e József. I libri di Pál Esterházy sono suddivisi in diverse sezioni. La prima racchiude libri scritti o curati da lui, voll. che sono stati pubblicati grazie al suo sostegno finanziario, nonché pubblicazioni a lui dedicate. Quindi viene riprodotto l’inventario librario cui si accennava. Nel capitolo successivo sono elencati i libri non inclusi nell’inventario del 1756, ma che è dimostrabile (grazie a una nota del possessore o a una dedica) appartennero alla collezione di Pál Esterházy. Il capitolo seguente include libri che potrebbero aver fatto parte della collezione di libri del Palatino e che oggi si trovano a Kismarton (Eisenstadt) nella biblioteca domestica degli Esterházy. Non sono stati dimenticati documenti e altre carte che forniscono utili informazioni sui libri e sulla biblioteca: testamenti, le cambiali che attestano i suoi acquisti librari, i dati presenti nei suoi libri contabili e nella sua corrispondenza con i membri della sua famiglia, i conoscenti e i clienti. Un capitolo a parte presenta i libri lasciati a Estreházy da Francesco Orsolini, sacerdote a Kismarton, e, più dubitativamente, quelli di Sebastian Ferdinand Dobner, per un totale complessivo di quasi tremila edizioni. Completano la ricerca una ricca bibliografia specifica (pp. 489-97), un indice dei nomi (pp. 499-537), uno dei luoghi (pp. 538-40), uno dei possessori identificati nei libri (pp. 541-9), uno dei tipografi e dei luoghi di stampa (pp. 550-76). – Ed.B.

062-111 Mor (Lucia), Fondo Grünanger, in Immagini dal Centro. Le Raccolte Storiche dell’Università Cattolica di Brescia, a cura di A. Canova — P. Goffi, pp. 145-55. Il contributo presenta il Fondo Grünanger della Sede bresciana dell’Università Cattolica, frutto della donazione da parte della famiglia della biblioteca del germanista di vaglia Carlo Grünanger (1891-1963). – S.C.

062-112 Motta (Umberto), Dono d’amicizia. Sul valore della traduzione, «Vita e Pensiero», 6, 2021, pp. 85-91. Ripercorrendo in breve il ruolo di san Girolamo come traduttore ed esegeta erudito, il contributo induce alla riflessione linguistica e al bisogno che ci spinge a ricorrere alla traduzione, qui intesa principalmente come volontà di appropriazione del linguaggio, della percezione e della cultura altrui. – Pietro Putignano

062-113 Nicolini (Chiara), Illustratrici della Divina Commedia dai primi dell’Ottocento a oggi, «L’ Illustrazione», 5, 2021, pp. 141-71. Il contributo si propone come un primo tentativo di individuare le artiste illustratrici della Commedia da inizio Ottocento (con Sophie Giacomelli) a oggi, analizzandone approccio, stile e modelli, grazie anche a interviste alle protagoniste contemporanee di questa ricerca. – S.C.

062-114 «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 35, 2021. Si schedano i singoli contributi.

062-115 Orlandi (Maria Antonietta), Sweynheym & Pannartz, prototipografi sublacensi, e il De oratore di Cicerone, in Subiaco 1465. Nascita di un progetto editoriale?, pp. 161-80. Si tratta della riproposizione del saggio introduttivo all’edizione anastatica dell’opera, uscita nel 2015. – M.C.

062-116 Orsini (Pasquale), Dagli alberi alla foresta: per uno sguardo archivistico alla storia della cultura scritta, in Armando Petrucci, a cura di A. Cherchi, pp. 13-20. Negli scritti di Armando Petrucci la storia dell’alfabetismo e quella della cultura scritta sono temi ricorrenti che lasciano intendere però anche la possibilità di un diverso percorso di indagine, volto a comprendere se e come sia possibile occuparsi di storia della cultura scritta partendo non dai singoli documenti, o da gruppi di essi, bensì dagli archivi. L’a. si inoltra nella riflessione organizzandola intorno a quattro temi: archivistica e diplomatica; archivi e classi subalterne; i documenti e gli archivi notarili; archivi, conservazione e cultura scritta. – E.G.

062-117 Palma (Marco), Forme e funzioni del colophon nel libro manoscritto e a stampa del XV secolo, in Imago librorum, a cura di E. Barbieri, pp. 225-34. L’a. propone un confronto tra i colophones che si trovano nei libri mss. e quelli nei primi stampati. Pur derivando dai primi, i secondi propongono al lettore informazioni spesso diverse, ponendo l’accento sulla qualità del prodotto e sui protagonisti della sua realizzazione. – L.R.

062-118 Petrella (Giancarlo), Un’ integrazione agli annali di Antonio Zarotto (Niccolò Perotti, Rudimenta grammatices, 1488) e uno sconosciuto esemplare di un presunto incunabolo parigino, «La Bibliofilía», 123, 2021, pp. 65-72. L’articolo presenta un’edizione dei Rudimenta grammatices di Niccolò Perotti stampata a Milano nel 1488 da Antonio Zarotto e non registrata né in ISTC, né negli annali del tipografo compilati da Arnaldo Ganda nel 1984. Qui viene inoltre offerto uno sguardo su uno sconosciuto incunabolo parigino, il De Neapolitana Fornoviensique victoria di Publius Faustus Andrelinus (31 agosto 1496). – P.S.

062-119 Pierno (Franco), Una (doppia) opera, sconosciuta e tardiva, di Pietro Paolo Vergerio il Giovane: Quali sieno gl’articoli suscitati da’ luterani, 1564, «La Bibliofilía», 123, 2021, pp. 109-22. Grazie alla scoperta di una edizione attribuita a Pietro Paolo Vergerio (Quali sieno g’articoli, 1564) ora conservata nella biblioteca dell’Università di Erfurt in Germania, l’a. fa luce su alcuni aspetti riguardo la vita e l’attività del vescovo di Capodistria. L’edizione oggetto dello studio è infatti composta da due opere differenti: la prima è un dialogo riguardo i decreti del Concilio di Trento, la seconda contiene frammenti nei quali il Vergerio parla della sua vita. – P.S.

062-120 Ponzani (Vittorio), «Finché fu manoscritto il libro rimase privo di frontespizio»: prime ricerche sul carteggio tra Francesco Barberi e Alberto Vigevani, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 333-42. Il contributo conduce alle origini del famoso studio di Francesco Barberi, Il frontespizio nel libro italiano del Quattrocento e del Cinquecento, grazie alla corrispondenza con Alberto Vigevani, fondatore delle Edizioni Il Polifilo, per i cui tipi il libro fu pubblicato, in due tomi, nel 1969. – L.R.

062-121 Pulsoni (Carlo), Carducci e il “ritrovamento” del Canzoniere di Petrarca, «Critica del testo», 24/2, 2021, pp. 125-55. Il contributo analizza, anche tramite lo studio di importante materiale inedito, le controversie accademiche sorte in seguito alla riscoperta, nel 1886, dell’originale petrarchesco dei Rerum vulgarium fragmenta, il ms. Vaticano Latino 3195. Questo dibattito, alimentato dalla pressoché contemporanea identificazione del ms. da parte del francese Pierre de Nolhac e del tedesco Arthur Pakscher, nonché, per l’Italia, dal fatto che tale traguardo era stato raggiunto da studiosi stranieri, coinvolse anche Giosuè Carducci, protoeditore di Petrarca nel 1876. – S.C.

062-122 Rainini (Marco), I rotoli del Compendium historie in genealogia Christi di Pietro di Poitiers: origini e primo sviluppo dal testimone di Milano, Biblioteca Trivulziana, ms. 489, in Imago librorum, a cura di E. Barbieri, pp. 41-77. La complessità strutturale della Genealogia Christi ideata da Pietro di Poitier alla fine del XII secolo non poteva trovare altra realizzazione materiale che in voll. in forma di rotolo. Si indagano i primi testimoni, con particolare riguardo al trivulziano ms. 489. – L.R.

062-123 Ratta (Cesare), Tipografia e arte del libro, Dueville, Ronzani Editore, 2021 (Typographica. Documenti, 7), pp. 424, ill. b/n, ISBN 9-791259970176, € 20. Il vol. pubblicato per i bei tipi di Ronzani ripropone in ordine cronologico gli articoli di Cesare Ratta (1857-1938) usciti tra il 1905 e il 1932 sulle riviste «Il Risorgimento Grafico» e «Archivio Tipografico». Colpito e attratto dall’estetica delle correnti artistiche di primo Novecento, soprattutto dall’Art nouveau, Cesare Ratta non smette di sostenere la sobrietà tipografica e la necessità di un libro accessibile a tutti. In questi articoli sono rintracciabili molti argomenti, tra cui l’arte del libro, l’insegnamento professionale e le innovazioni tecniche. – Francesco Ursino

062-124 Rautenberg (Ursula), “Last words on the history of the title page”: research on the origin and development of the title page from Alfred W. Pollard to today, in Imago librorum, a cura di E. Barbieri, pp. 207-24. La storia del frontespizio è un altro terreno su cui si misurarono la scuola incunabolistica inglese (Alfred W. Pollard) e quella tedesca (Konrad Haebler), ma anche altri studiosi fino ai giorni nostri. Un censimento sistematico dei frontespizi antichi è utile non solo a mostrare le varie tipologie, ma anche a definirne più efficacemente le funzioni, fino a considerare più attentamente le scelte catalografiche odierne. – L.R.

062-125 Ridi (Riccardo), Il documento bibliografico: alcune considerazioni sul concetto e sul termine, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 189-200. Si ragiona, mostrando l’estrema complessità della questione, sulla definizione di documento bibliografico, oggetto primario della bibliografia e della biblioteconomia. – L.R.

062-126 Rigo (Paolo), Pocatesta, molto inchiostro. Per una rassegna della presenza di Dante nei fumetti Disney pubblicati in Italia, «L’Illustrazione», 5, 2021, pp. 191-209. Il contributo elenca e analizza le presenze di Dante nei fumetti Disney dagli anni ‘40 del Novecento a oggi. – S.C.

062-127 Rivali (Luca), Stampatori e autori bresciani del Seicento, in Letteratura bresciana del Seicento e del Settecento, a cura di R. Antonioli – E. Valserati, pp. 14-36. Nel contributo viene analizzata la produzione editoriale bresciana del Seicento, con particolare attenzione al ruolo svolto da tipografi e autori. – Martina Mineri

062-128 Romani (Valentino), Intorno alle prime stampe sublacensi, in Subiaco 1465. Nascita di un progetto editoriale?, pp. 101-18. L’a. ripercorre la documentazione conosciuta inerente alla presenza di libri nella biblioteca dei monaci di Subiaco, integrandola con una appendice di testimonianze settecentesche. – M.C.

062-129 Roncaglia (Gino), La biblioteca e l’impero, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 127-37. L’a., nell’ambito delle “biblioteche fantastiche”, si sofferma «su uno specifico mondo possibile letterario, di ambito strettamente fantascientifico: quello legato al cosiddetto ‘ciclo della Fondazione’ di Isaac Asimov» (p. 129), in cui un ruolo centrale è giocato dalla biblioteca di Trantor, «il pianeta-città che, nell’universo narrativo immaginato da Asimov, costituisce la capitale del primo impero galattico». – L.R.

062-130 Roncaglia (Gino), Oltre il libro: le frontiere del testo digitale, in Imago librorum, a cura di E. Barbieri, pp. 93-100. Le problematiche legate alla diffusione dei testi in formato digitale vanno indagate da almeno tre prospettive: lo sviluppo dei devices per la lettura, i contenuti degli e-book e le trasformazioni nelle modalità di fruizione dei contenuti testuali. Quest’ultima è senza dubbio quella più interessante per le interazioni transmediali sempre più fluide che i nuovi strumenti consentono. – L.R.

062-131 Rossi (Vanessa), La Difesa del Mutio Iustinopolitano. Un caso “esemplare” di bibliografia analitica, «La Bibliofilía», 123, 2021, pp. 141-56. Il contributo presenta l’analisi bibliografica dell’edizione stampata a Pesaro nel 1568 della Difesa del Mutio Iustinopolitano di Girolamo Muzio. È stato dunque possibile ricostruire un inusuale metodo di imposizione che, a causa di molteplici possibilità di piegatura, avrebbe potuto creare una certa difficoltà interpretativa da parte dei legatori. In conclusione, una riflessione sulla descrizione bibliografica dell’esemplare in relazione ad alcune sue varianti. – P.S.

062-132 Ruffini (Graziano), La Prelatura Spinola e due lettere inedite di Salvatore Bongi, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 279-85. Tra gli anni Settanta e Ottanta dell’Ottocento, la famiglia Spinola fu impegnata in una lunga contesa legale per la liquidazione della Prelatura fondata a inizio XVIII secolo dal card. Giovanni Battista Spinola (1646-1719). Per le ricerche d’archivio si ricorse anche a Salvatore Bongi (1825-1899). – L.R.

062-133 Sachet (Paolo), La Chiesa davanti ai Padri: Erasmo, gli umanisti riformati e la patristica cattolica romana tra Rinascimento e Controriforma, «Rivista di Storia e Letteratura Religiosa», 54/2, 2018, pp. 389-419. Acuta indagine sulla pubblicazione di testi patristici greco-latini nel Cinquecento europeo, focalizzata sul rapporto fra l’editoria transalpina – dall’intensa attività erasmiana per Froben al contributo degli ambienti riformati di area svizzero-tedesca – e le iniziative promosse dal papato nella penisola italiana culminate nell’esperienza della Tipografia Vaticana (1587). – E.Gam.

062-134 “Salottino del Governatore” (Il). Una collezione di libri antichi e di pregio, a cura di Simonetta Schioppa con la collaborazione di Maria Grazia MasoneMonica Sinatra, Roma, Banca d’Italia, 2021 (Collezioni e studi della Biblioteca Paolo Baffi, 4), pp. 446, ill. b/n e col., ISSN 2611-4518 (cartaceo), 2611-9048 (online), s.i.p. Dopo venticinque anni, la pubblicazione di un nuovo catalogo del “Salottino del Governatore”, il fondo di libri rari e di pregio conservato presso la Biblioteca Paolo Baffi della Banca d’Italia, ha avuto origine dalla necessità di un rinnovato assetto bibliografico che desse ragione dei vantaggi offerti dalle nuove tecnologie. L’utilizzo del digitale applicato alla ricerca tramite cataloghi e repertori online ha infatti favorito la ricostruzione delle peculiarità delle edizioni censite e del contesto che decretò la nascita del fondo. Nelle pagine introduttive è ripercorsa dunque la storia della raccolta, ideata da Luigi Suttina, divenuto Capo dell’Ufficio Stampa dell’Istituto nel 1936: l’acquisto sul mercato antiquario avvenne tra la seconda guerra mondiale e il dopoguerra, e fu costituito da centocinquanta edizioni datate tra il XV e il XIX secolo. Le schede di descrizione analitica che compongono il catalogo, introdotte dai criteri che guidano la consultazione, sono inoltre arricchite di un ricco apparato iconografico. – Ludovica Montalti

062-135 Sardo (Lucia), L’instruction pour procéder à la confection du catalogue (1791), «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 35, 2021, pp. 39-59. A seguito della nazionalizzazione dei beni ecclesiastici in Francia, si cercò di uniformare la catalogazione del patrimonio librario attraverso una Direttiva, emanata il 15 maggio 1791, che è l’oggetto di analisi del contributo. – F.F.

062-136 Scapecchi (Piero), Viaggi di tipografi e di libri, in Subiaco 1465. Nascita di un progetto editoriale?, pp. 119-24. Nel presente contributo viene preso in esame il problema della produzione occasionale di stampati da parte di tipografi itineranti provenienti dal mondo germanico prima dell’istituzione della tipografia di Pannartz e Sweynheym. – M.C.

062-137 Scarpa (Domenico), La speranza di imparare, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 13-8. «Queste pagine sono un omaggio ad Alberto Petrucciani sotto forma di descrizione: la descrizione del suo metodo così come lo intravedo nei brogliacci preparatori dei suoi articoli o dei suoi interventi a convegni» (p. 13). – L.R.

062-138 Serrai (Alfredo), I limiti dei cataloghi per soggetti, ovvero le radici triadiche della catalogazione semantica, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 171-8. Si ragiona dei limiti della catalogazione semantica, mostrando però alcuni esempi riusciti di indicizzazione semantica, come le Pandectae gesneriane del 1548-1549. – L.R.

062-139 Sideri (Cecilia), Per la tipologia del manoscritto annotato: il caso dei marginalia autografi di Poggio Bracciolini sulla sua traduzione di Diodoro Siculo, in Imago librorum, a cura di E. Barbieri, pp. 257-327. Ampio contributo che si sofferma sul ms. Princeton, Princeton University Library, Garrett 105, realizzato da un copista che lavorava per Poggio Bracciolini a Roma, intorno alla metà del Quattrocento e che contiene la sua traduzione di Diodoro Siculo. Le postille autografe di Poggio mostrano il suo lavorio, nel tentativo di costruire una sorta di apparato utile per la navigazione nel testo. – L.R.

062-140 Signorello (Lucrezia), Storia di un acquisto: come un codice del Petrarca si sia fatto attendere per mesi alla Vittorio Emanuele dopo aver vagato per le librerie antiquarie d’ Europa, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 35, 2021, pp. 99-113. Sono ricostruite le peripezie di un codice quattrocentesco, dal mercato dell’antiquariato alla biblioteca nazionale romana. – F.F.

062-141 Signorini (Maddalena), Chi e perché: la rivoluzione paleografica di Armando Petrucci, in Armando Petrucci, a cura di A. Cherchi, pp. 5-12. Alle domande già in uso nella prassi metodologica, storica e paleografica (che cosa? quando? dove? come?) Petrucci aggiunge le fondamentali chi? e perché? consentendo quel cambio prospettico alla base, in particolare, dell’elaborazione dei concetti di cultura scritta e funzione della scrittura. L’a. ripercorre diacronicamente l’articolazione teorica di queste rivoluzionarie intuizioni, organizzando il proprio discorso attorno ai principali nodi tematici del (multiforme) pensiero del paleografo. – E.G.

062-142 Simeoni (Gianluca), Storia editoriale di una vita. Bibliografia delle edizioni dell’Histoire de ma vie di Giacomo Casanova 1822-2019, Verona, Oltrepagina, 2021, pp. 432, ISBN 979-12-80355-01-0, € 35. Quando, negli anni Cinquanta del ‘900, James Rives Childs pubblica la sua celebre bibliografia su Giacomo Casanova (1725-1798), decide di dividerla in cinque sezioni: A (Works other than Memoirs), B (Memoirs), C (Correspondance of Casanova), D (Works relating to Casanova), E (Creative works inspired by Casanova). Da quel momento la struttura rimane nell’uso. Il poderoso lavoro di Simeoni si concentra sulla sezione B (Memorie). Dall’accattivante taglio bibliofilico, l’a. è riuscito a inventariare le edizioni in quasi tutte le lingue in cui le Memorie sono state stampate. – Francesco Ursino

062-143 Sisto (Michele), Per fortuna non c’è solo il mercato: ragioni di un nuovo premio alla traduzione, in Atti della Accademia roveretana degli agiati, s. X, 1 A, 2020, pp. 225-228. Contributo sul senso profondo del lavoro di Claudio Groff. Michele Sisto, in qualità di presidente della giuria del nascente Premio Groff (2020), evidenzia le buone ragioni dell’istituirsi del suddetto giacché «tradurre non è sempre e necessariamente un’attività nobile [...] le librerie sono inondate di libri brutti, in cattive traduzioni, pagate poco e curate male». – A.P.

062-144 Skemer (Don C.), Magic rolls and folding sheets: physical forms of textual amulets in the Middle Ages, in Imago librorum, a cura di E. Barbieri, pp. 27-40. L’a. porta il lettore – e lo storico – a non considerare solo i mss. tradizionali, ma anche forme di testi e di manufatti diversi come i rotoli usati come amuleti, che hanno ampia fortuna e attestazioni nel corso del Medioevo. – L.R.

062-145 Solimine (Giovanni), ‘A piacere’, ovvero la serendipità in biblioteca, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 151-8. L’esperienza della scoperta casuale in biblioteca, ma anche in libreria, è «molto più divertente e affascinante rispetto a quella di andare a colpo sicuro, alla ricerca solo di libri scritti da autori “che la pensano come noi”, seguendo un cammino prestabilito e finalizzato solo a trovare conferme alle ipotesi da cui siamo partiti» (p. 151). Le biblioteche, in particolare, come sosteneva in altri termini anche Aby Warburg, dovrebbe favorire la serendipità. – L.R.

062-146 Son (Suhyoung), Official Development Assistance and Library Activities, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 35, 2021, pp. 311-23. Analisi dell’impatto di un programma di sostegno ai servizi bibliotecari nei paesi in via di sviluppo. – F.F.

062-147 Stampfer (Ursula), Gli anni d’oro dello scriptorium di Novacella, in Imago librorum, a cura di E. Barbieri, pp. 117-31. Lo scriptorium dell’abbazia tirolese di Novacella, a nord di Bressanone, visse il momento di massimo splendore nel secondo Quattrocento, quando produsse alcuni tesori ancora oggi conservati nella biblioteca del monastero. – L.R.

062-148 «Studi tassiani», 68, 2020, pp. 213, ill. b/n, ISSN 1123-4490. Spoglio selettivo.

062-149 Subiaco 1465. Nascita di un progetto editoriale? Atti del convegno Subiaco 2-3 ottobre 2015, Abbazia di Santa Scolastica, Subiaco, Iter edizioni, Tipografia editrice Santa Scolastica, 2021, pp. XI, 193, ill., ISBN 9788881773091, s.i.p. Si vedano i singoli spogli.

062-150 Taccolini (Mario) – Riccardo Semeraro – Giovanni Gregorini, Archivio per la storia del movimento sociale cattolico in Italia «Mario Romani». Sezione di Brescia, in Immagini dal Centro. Le Raccolte Storiche dell’Università Cattolica di Brescia, a cura di A. Canova — P. Goffi, pp. 93-100. Dopo un’introduzione sul movimento sociale cattolico e i suoi studi, il contributo presenta la sezione bresciana dell’Archivio dedicato a Mario Romani, che lo fondò nel 1961, rivolto alla conservazione e alla valorizzazione dei documenti relativi alle iniziative sociali del cattolicesimo italiano tra XIX e XX secolo, nonché alla promozione degli studi in quest’ambito. – S.C.

062-151 Tamburrini (Renato), Anni decisivi: la trasformazione delle biblioteche delle università a partire dagli anni Settanta, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 119-25. Un profilo delle biblioteche delle università italiane, tra sfide, deficit, problemi e opportunità, con particolare riguardo agli scambi avuti con Alberto Petrucciani nel periodo di insegnamento a Pisa. – L.R.

062-152 Tancini (Francesca), Cantiche e nuvole. Mattotti, Glaser, Moebius e la Commedia Nuages, «L’ Illustrazione», 5, 2021, pp. 173-91. Si studia la Commedia illustrata edita nel 1999 da Nuages, un progetto editoriale che coinvolse tre personalità di spicco del mondo della grafica e del fumetto, Lorenzo Mattotti, Milton Glaser e Jean Giraud (Moebius). – S.C.

062-153 Tedesco (Alessandro), La produzione editoriale bresciana del Settecento: primi appunti per un repertorio e un’analisi quantitativa, in Letteratura bresciana del Seicento e del Settecento, a cura di R. Antonioli – E. Valserati, pp. 199-220. L’a. analizza la produzione editoriale del Settecento a Brescia, soffermadosi su un’analisi quantitativa e qualitativa della stampa e su un’indagine relativa agli autori, bresciani e non, più stampati. – Martina Mineri

062-154 Terrasanta 1921-2021. Cento anni di informazione. La raccolta digitale completa della rivista, Milano, TS Edizioni, 2022, Chiavetta USB, € 100. Nel 2021 la rivista Terrasanta ha compiuto 100 anni. Per celebrare la fortunatissima ricorrenza, l’editore TS Edizioni ha digitalizzato e messo su chiavetta (acquistabile online) tutti i numeri del periodico: uno strumento comodissimo e importantissimo per gli studiosi delle vicende d’Oltremare, sia di ieri che di oggi.

062-155 Terzi (Paolo), Fare i conti con la modernità. La nascita delle editrici La Scuola e Morcelliana e la cultura cattolica a Brescia, Brescia, Morcelliana, 2021 (Quaderni per l’università, 25), pp. 272, ISBN 9788837235550, € 23. Itinerario di ricerca attraverso tre tappe fondamentali del cattolicesimo bresciano tra fine Ottocento e inizio Seconda Guerra Mondiale: la costituzione della rivista «Scuola italiana moderna» nel 1893, la nascita della Editrice La Scuola nel 1904, e l’avvio dell’Editrice Morcelliana, fondata, come noto, nel 1925 da un gruppo di giovani cattolici, tra cui Mario Bendiscioli e Giovanni Battista Montini, futuro papa Paolo VI. – Francesco Ursino

062-156 Toloni (Giancarlo), Seminario del Vicino Oriente e del Mediterraneo «Luigi Cagni», [appendice di Riccardo Contini], in Immagini dal Centro. Le Raccolte Storiche dell’ Università Cattolica di Brescia, a cura di A. Canova — P. Goffi, pp. 115-31. Si presentano i fondi e l’attività del Seminario del Vicino Oriente e del Mediterraneo dedicato all’assiriologo Luigi Cagni (1929-1998), attivo presso la Sede bresciana dell’Università Cattolica. Arricchisce il contributo un’appendice di Riccardo Contini sul Fondo Garbini. – S.C.

062-157 Traniello (Paolo), Alle soglie dell’editoria moderna: Foscolo Leopardi Manzoni. Tracce di ricerca, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 287-97. Prendendo spunto dai più importanti “casi letterari” italiani della prima metà dell’Ottocento, il contributo dimostra quanto sia stato opportuno il superamento del 1830 come data limite tra libro antico e libro moderno. – L.R.

062-158 Trombone (Antonella), «Accademie e biblioteche d’Italia» per la formazione dei bibliotecari italiani tra le due Guerre mondiali: prime considerazioni per l’avvio di una ricerca, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 95-104. Primi appunti sul ruolo svolto dalla rivista «Accademie e biblioteche d’Italia», organo ufficiale della Direzione generale per le accademie e le biblioteche, nella formazione professionale dei bibliotecari. – L.R.

062-159 Trombone (Antonella), Biblioteche scomparse: fonti e testimonianze sulle biblioteche nelle colonie di confino politico degli anni Trenta, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 35, 2021, pp. 177-96. Attraverso l’analisi di documentazione d’archivio, l’a. traccia un quadro della realtà delle “biblioteche dei confinati”, finora nota solo attraverso le testimonianze degli ex confinati. – F.F.

062-160 Tschichold (Jan), La forma del libro. Venticinque risposte sul libro e la tipografia, [Dueville], Ronzani, 2022 (Storia e culture del libro. Typographica, 6), pp. 241, ill. b/n, ISBN 978-88-94911-47-3, € 16. Jan Tschichold (1902-1974), tedesco di Lipsia, è stato uno dei più influenti stampatori e designer tipografici del XX secolo. Il suo pensiero è di fatto raccolto in questo libro, ristampato a distanza di 19 anni dalla prima edizione italiana (Milano, Sylvestre Bonnard, 2003) e che riprende titolo e struttura della edizione originale (Basilea, 1974). Pubblicata in un piccolo ed elegante formato – che risponde al fondamentale criterio di maneggevolezza teorizzato da Tschichold nei Dieci errori fondamentali nella produzione di libri (pp. 239-41) –, questa nuova edizione ripropone una versione riveduta dei saggi più rilevanti del tipografo tedesco che illustrano tutti i passaggi più importanti della progettazione di un libro. Un manuale a tutti gli effetti, se non tecnico, certamente teorico sulle buone pratiche da osservare per essere «servitori leali e sensibili della parola scritta». – P.S.

062-161 Turbanti (Simona), Tra due ‘manuali’: quindici anni di regole, modelli e dibattiti nella catalogazione, in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 179-87. Considerando soprattutto SBN, l’a. mostra il riflesso degli ultimi quindici anni di dibattiti, pubblicazioni e studi sulla catalogazione. – L.R.

062-162 Umanesimo Memoria Bellezza, a cura della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica, Milano, Vita e Pensiero, 2021 (Le parole del futuro), pp. 88, ISBN 978-88-343-4697-6, € 12. Questo vol., il primo della sua collana, si inserisce nel quadro delle iniziative promosse da parte dell’Università Cattolica per celebrare il centenario dalla sua fondazione. Organizzato in sette capitoli, fa riferimento alle grandi aree scientifiche e tematiche che costituiscono il complesso dell’offerta formativa della Facoltà di Lettere e Filosofia. La disposizione dei saggi è stata decisa seguendo l’ordine storico dell’avvio dei diversi corsi di laurea: si parte dunque da un saggio di Filosofia (presente sin dalla fondazione nel 1921) e si arriva, passando per Lettere, Storia, Scienze Religiose e Beni Culturali, al giovane settore delle Scienze della Comunicazione e dei Media. La linea unificante dell’intero vol. è costituita dalla terna di parole Umanesimo, Memoria e Bellezza, che sono state individuate nel corso di un Consiglio di Facoltà. Ciascuno degli interventi ha come obiettivo quello di mettere in luce non soltanto la condizione presente delle diverse aree scientifiche, ma anche il futuro delle diverse discipline interessate e, più in generale, della cultura umanistica. – Ambrogio Sanelli

062-163 Urbaniak (Martyna), Per parole e per immagini: le edizioni illustrate dell’Orlando furioso, in Imago librorum, a cura di E. Barbieri, pp. 403-26. L’evoluzione che emerge dalle edizioni illustrate cinquecentesche dell’Orlando furioso mostra l’influenza degli apparati figurativi nella “canonizzazione” del poema, anche come supporto interpretativo. – L.R.

062-164 Virelli (Giuseppe), Dante britannico. Flaxman e Blake illustratori della Commedia, «L’Illustrazione», 5, 2021, pp. 5-27. Il contributo studia i differenti stili e approcci delle illustrazioni della Commedia a opera degli inglesi John Flaxman (1755-1826) e William Blake (1757-1827), in cui si contrappongono da una parte il modello classico e del primo Quattrocento, dall’altra la ripresa dei codd. medioevali e Michelangelo Buonarroti. – S.C.

062-165 Weston (Paul Gabriele), «Mine is a fair remuneration. I believe the Assistant Librarian and everybody else are badly paid», in L’arte della ricerca, a cura di S. Buttò – V. Ponzani – S. Turbanti, pp. 59-67. Si propongono alcuni tasselli al profilo di Antonio Panizzi e dei suoi rapporti con colleghi, sottoposti e superiori, alla biblioteca del British Museum, grazie ad alcune testimonianze dirette. – L.R.

062-166 Weston (Paul Gabriele), Thomas Watts, an obscure but important figure, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 35, 2021, pp. 61-97. Il contributo illumina la figura di Thomas Watts (1811-1869): poco sovente citato negli studi biblioteconomici, Watts ebbe invece un significativo ruolo nella storia della biblioteca del British Museum. – F.F.

062-167 Zaganelli (Giovanna), Sul block-book e il rapporto fra parola e immagine: il caso della Biblia pauperum, in Imago librorum, a cura di E. Barbieri, pp. 363-75. L’a. si sofferma non tanto sui blockbucher dal punto di vista tecnico e materiale, bensì sulle relazioni semiotiche tra testo e immagine in questi particolari prodotti, cogliendo alcuni importanti punti di contatto con i primi incunaboli e le icone russe medievali. – L.R.

062-168 Zaggia (Massimo), Una mancata prefazione folenghiana di Sandro Sinigaglia al Folengo ricciardiano, «Quaderni folenghiani», 10, 2018-2020, pp. 81-118. Con grande ricchezza di particolari e di allegati documentari di prima mano, il saggio ricostruisce le vicende editoriali dell’edizione Ricciardi delle Opere di Teofilo Folengo in cui, fra i nomi di studiosi e intellettuali ben noti – Cordiè, Billanovich, Bernardi Perini, Cederna, Contini –, si affaccia anche quello del poeta, e partigiano, Sandro Sinigaglia. – Marco Giola

062-169 Zendri (Christian), Le opere di Antonio Rosmini e la Congregazione dell’Indice: Spigolature storico-giuridiche, in Atti della Accademia roveretana degli agiati, s. X, 1 A, 2020, pp. 155-64. Il contributo mette in luce come «il processo alle opere di Antonio Rosmini davanti alla Congregazione dell’Indice è stata l’occasione per la prima ampia disamina del pensiero del filosofo roveretano». In quanto esso «è stato anche l’applicazione della dottrina del processo romano-canonico non a una persona, ma ai libri». – A.P.

062-170 Zur Verabschiedung von Frau Professorin Dr. phil. Ursula Rautenberg in den Ruhestand. Friedrich-Alexander-Universität Erlangen-Nürnberg, Institut für Buchwissenschaft. Orangerie im Erlanger Schloßgarten am 17. Mai 2019, [Leipzig, Ursula Rautenberg, 2021], pp. 83, ill. col., senza ISBN, s.i.p. L’elegante sovracoperta a motivo floreale richiama il contenuto del volumetto in ricordo della festa di pensionamento di Ursula Rautenberg dall’ Institut für Buchwissenschaft della FAU di Erlangen-Nürnberg, tenutasi nel maggio 2019 sotto forma di incontro accademico sul naturalista Christoph Jacob Trew (1695-1769) e sui libri di botanica. Dopo una breve premessa di Hans Dickel (Erlangen), sono qui pubblicati i discorsi tenuti per l’occasione da Ute Schneider (Mainz), Elisabeth Engl (Erlangen/Wolfenbüttel) e Frédéric Barbier (Paris), un elenco tematico delle pubblicazioni scientifiche più rilevanti di U. Rautenberg e, alle pp. 23-83, il suo estratto Christoph Jacob Trews Aloestudien. Die Sammlungen als Wissens- und Forschungsraum, già edito in Frühneuzeitliche Naturforschung in Briefen, Büchern und Bildern. Christoph Jacob Trew als Sammler und Gelehrter, Hrsg. von Hans Dickel, Elisabeth Engl, Ursula Rautenberg, Stuttgart, Hiersemann, 2021 (Bibliothek des Buchwesens, 29), pp. 181-224. – E.Gam.

 

 Indici di recensioni e segnalazioni

Accademia Roveretana degli Agiati 9, 68

Alberto Petrucciani 8, 63, 96, 101, 102, 107, 137, 151

Annibal Caro 4, 26

Antiquariato librario 30, 43

Archivistica 3, 37, 38, 77, 87, 96, 103, 114, 116, 146, 150

Armando Petrucci 7, 56, 70, 89, 116, 141

Bellarmino 21

Bibbia 34, 64, 167

Bibliografia e Biblioteconomia 63, 125, 131, 135, 138, 142, 145, 146, 158, 161

Censura L

Commercio librario 85

Dante D, E, 1, 20, 33, 53, 69, 74, 90, 91, 106, 113, 126, 152, 164

Editoria del ‘400 2, 13, 16, 17, 24, 28, 31, 52, 54, 59, 74, 84, 85, 115, 117, 118, 120, 128, 136, 140, 147, 149, 167

Editoria del ‘500 C, G, 2, 12, 14, 36, 39, 44, 119, 120, 133, 163

Editoria del ‘600 C, 42, 44, 127

Editoria del ‘700 153, 170

Editoria dell’800 A, 155, 157

Editoria del ‘900 B, 14, 29, 60, 61, 62, 67, 94, 126, 155, 160

Editoria periodica 45, 58, 99

Grafica e illustrazione 10, 11, 66, 69, 73, 86, 88, 90, 107, 113, 124, 152, 160, 163, 164

Imago Librorum 15, 16, 18, 50, 51, 60, 72, 73, 75, 86, 105, 108, 124, 130, 139, 144, 147, 163, 167

Letteratura cristiana 32

Manoscritti 97, 98, 105, 117, 121, 122, 139

Marketing editoriale 27

Mino Maccari 47

Nazismo 61, 65, 71

Panini 62

Storia bresciana 3, 37, 38, 76, 77, 78, 79, 80, 81, 87, 93, 111, 127, 150, 153, 155, 156

Storia dei librai F, I, 100

Storia del collezionismo 35, 57, 134, 140

Storia del pensiero 55, 169

Storia della tipografia 1, 25, 46, 103, 108, 115, 123, 124, 136, 160

Storia delle biblioteche M, 5, 6, 22, 23, 76, 78, 79, 80, 81, 87, 92, 95, 104, 110, 111, 129, 145, 151, 158, 159, 165, 166

Storiografia H, 41, 82, 109, 101, 102, 132, 137

Teofilo Folengo 49, 168

Terra Santa 19, 48, 154

Torquato Tasso 40, 148

Traduzione 68, 80, 83, 112, 143

Ugo Da Como M

Università Cattolica 162

 

Cronache

Convegni

Rivoluzione della stampa rivoluzione digitale. La ricerca scientifica di ambito umanistico nel XXI secolo, Torino, 4 maggio 2022. Il seminario di studi tenutosi a Torino (ma fruibile anche on line) e dedicato alla memoria di Lilian Armstrong e Richard Sharpe, è stato suddiviso in due momenti: la sessione Le rivoluzioni (storiografiche) del libro. Discussione intorno agli atti del convegno, tenutasi presso l’Auditorium Vivaldi della Biblioteca Nazionale Universitaria, e la sessione Progetti in corso: temi diversi, metodo e strumenti coordinati, svoltasi nell’Aula Seminari del Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Torino. Dopo i saluti del Direttore della Biblioteca Nazionale Universitaria Guglielmo Bartoletti, Alessandra Panzanelli (Università degli Studi di Torino) ha introdotto e coordinato gli interventi, ruotanti intorno agli atti del convegno – e ai temi ivi trattati – Printing R-Evolution and Society 1450-1500 Fifty Years that Changed Europe a cura di Cristina Dondi, anch’essa partecipante all’evento (Venezia, Edizioni Ca’ Foscari, 2020; vol. disponibile anche on line): Gianluca Cuniberti (Università degli Studi di Torino) ha letto i punti nodali del vol. con gli occhi di un antichista, per poi riflettere sull’arrivo del digitale nel mondo del libro e delle discipline a lui collegate; Erminia Irace (Università degli Studi di Perugia) ha descritto il contenuto degli atti soffermandosi in particolare sull’introduzione di Cristina Dondi (pp. 21-54 del vol.) e sull’esperienza del MEI, sottolineando la necessità di tornare a studiare l’Europa ma in una prospettiva che superi i confini locali e nazionali, nonché il valore del lavoro di gruppo nella ricerca accademica anche in ambito umanistico; Paolo Rosso (Università degli Studi di Torino) si è concentrato sullo studio della produzione d’incunaboli d’argomento giuridico, commentando il contributo di Alessandra Panzanelli pubblicato nel vol. (Printing the Law in the 15th Century. With a Focus on Corpus iuris civilis and the Works of Bartolus de Saxoferrato, pp. 67-197); Manuel Vaquero Piñeiro (Università degli Studi di Perugia) ha ragionato sul libro come merce, quindi sul suo mercato e sulla filiera produttiva legata più o meno direttamente alla stampa (permettendo così ad Alessandra Panzanelli di menzionare il progetto EMoBookTrade e, per le maestranze, l’importanza del Typenrepertorium der Wiegendrucke); Antonio Olivieri (Università degli Studi di Torino) si è concentrato sulla documentazione su registro, partendo dal contributo agli atti di Sara Mansutti («Con un altro piccolo Indice in 4° bislungo». Un inventario di libri conservato dentro il Zornale di Francesco de Madiis, pp. 601-21); partendo dai testi di Marco Bertagna (Not Wanderers but Faithful Companions A Brief Overview on the Hebrew Incunabula Held in Italian Libraries, pp. 299-319) e Alexander Gordin (Hebrew Incunabula in the National Library of Israel as a Source for Early Modern Book History in Europe and Beyond, pp. 321-38), Chiara Pilocane (Archivio Ebraico Terracini e Progetto I-Tal-Ya Books) ha trattato il tema della conservazione degli incunaboli e del materiale a stampa ebraici in Italia, presentando i progetti I-Tal-Ya Books e Libri ebraici a Corte, oltre al progetto non ancora in rete sui libri a stampa dell’Archivio Ebraico Terracini; Fabio Uliana (Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino) ha presentato la mostra di incunaboli suggestivamente allestita di fronte agli oratori; la prima sessione si è chiusa con l’intervento di Rosa Maria Piccione (Università degli Studi di Torino) che si è confrontata con il contributo di Geri Della Rocca de Candal (Printing in Greek Before Aldus Manutius, pp. 279-97) sul ruolo di Aldo Manuzio nei primordi della stampa in greco. Durante la seconda sessione, coordinata da Blythe Alice Raviola (Università degli Studi di Milano), sono stati presentati progetti in corso legati alle discipline del libro e al digitale: Alessandra Panzanelli (Università degli Studi di Torino, Programma Giovani Ricercatori “Rita Levi Montalcini”) ha tenuto la presentazione del progetto IVS Commune online con un intervento dal titolo “IVS Commune online”: per un corpus dei testi dello ius commune dal manoscritto alla stampa; Sabrina Minuzzi (Università Ca’ Foscari Venezia, Marie Skłodowska-Curie Fellow, Global), col suo intervento Fonti per tutti: circolazione delle conoscenze di materia medica nella prima età moderna, ha illustrato il progetto MAT-MED in Transit. The Transforming Knowledge of Healing Plants e MatMed-Readers; Matilde Malaspina (Università di Copenaghen, Postdoc, “The Book of Books Project”), come indicato dal titolo della sua comunicazione “1516”: Per una ricerca sistematica delle illustrazioni stampate nel Quattro e Cinquecento, ha parlato dei database incentrati sull’illustrazione libraria nel XV e XVI sec. 15cILLUSTRATION e 1516; Camilla Marangoni (Università degli Studi di Torino) ha parlato, col suo intervento Gli incunaboli miniati della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, del censimento degli incunaboli della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, con particolare attenzione agli esemplari miniati, e della partecipazione al progetto IVS Commune online per quanto riguarda i testi giuridici nelle biblioteche torinesi. La chiusura dell’evento è stata arricchita da un dibattito finale. – S.C.

 

 

In memoriam

In memoria di Lilian Armstrong

(1936 -2021)

Il 26 novembre scorso è mancata improvvisamente Lilian Armstrong, grande specialista della storia della miniatura e dell’illustrazione libraria del Rinascimento veneto e professoressa emerita al Wellesley College, in Massachussets, di cui era stata lei stessa allieva. Conseguita la laurea ad Harvard, nel 1964 aveva discusso la sua tesi di dottorato dedicata al pittore quattrocentesco Marco Zoppo alla Columbia University, sotto la direzione di Rudolph Wittkower. Dopo aver insegnato brevemente alla Boston University, era ritornata nella sua alma mater dove, come Mildred Lane Kemper Professor, è rimasta fino alla pensione, nel 2006, insegnando ogni anno, oltre a lezioni e seminari legati alle sue tematiche di ricerca, anche un corso di introduzione alla Storia dell’arte destinato agli allievi del primo anno. Il suo interesse per la miniatura e l’illustrazione libraria, come il suo amore per Venezia, risalgono ai tempi della sua tesi di dottorato: se il materiale relativo alla pittura e al disegno di Marco Zoppo confluì in The Paintings and Drawings of Marco Zoppo, poi pubblicato nel 1976 nella prestigiosa Garland Series of Outstanding Dissertations in the Fine Arts, la parte sulla miniatura fornì la base per ulteriori ricerche, culminate poi nell’importante Renaissance Miniature Painters and Classical Imagery: The Master of the Putti and His Venetian Workshop, pubblicato nel 1981. Qui Lilian apriva la strada ad un nuovo campo – e al tempo stesso, ad un nuovo metodo – di ricerca basato sull’analisi sistematica delle immagini presenti nei singoli esemplari incunaboli stampati a Venezia durante i primi decenni della tipografia e nell’identificazione dei loro autori, rivelando così non solo tutta la ricchissima messe, fino ad allora inedita, di pittura e immagini classiche, ma anche l’importante ruolo che i miniatori svolsero nell’interpretazione rinascimentale dell’antico. Tra di essi, due in particolare – il Maestro dei Putti (the Putti Master, attivo a Venezia tra il 1469 e il 1475) e il suo seguace, il Maestro del Plinio di Londra (the Master of the London Plinio, attivo a Venezia e Napoli tra 1472 e 1483 e che deve il suo nome ad un esemplare dell’Historia naturalis stampata a Venezia da Nicolaus Jenson nel 1472 e conservata alla British Library di Londra) – dimostrano di avere avuto un’ampia conoscenza dell’arte antica e di aver creato a partire da essa i propri, originalissimi e fantasiosi, stili decorativi che, apprezzati dai mecenati e collezionisti, contribuirono a stimolare il gusto dell’Antico nella Venezia della fine del Quattrocento. Le ulteriori ricerche di Lilian hanno continuato a sottolineare l’importante ruolo dei miniatori nell’adattare modelli visivi antichi per creare nuove forme e temi, ma anche nell’interpretare o decorare i testi di autori antichi e del primo Rinascimento come Plutarco, Plinio, Livio e Petrarca, e si sono concentrate sul fondamentale ruolo degli artisti del libro e sul loro immaginario anche in altri aspetti chiave della cultura rinascimentale, tra cui la cartografia e la decorazione, miniata e a stampa, di un importante genere editoriale, quello dei corali. L’avvento e l’affermarsi della stampa a Venezia attirò in città numerosi miniatori che ebbero lunghe e feconde carriere, passando dalla decorazione manoscritta a quella artificialiter picta, fornendo disegni per le matrici xilografiche e realizzando anche stampe indipendenti: Lilian ha avuto il grande merito di dedicarsi a questo complesso momento di passaggio tra i due mondi dell’illustrazione libraria, arricchendo il panorama della storia della xilografia tracciato, sebbene a grandi linee, da Arthur M. Hind e ampliando sostanzialmente la nostra conoscenza sulle identità e le carriere di numerosi artisti, tra cui – oltre, ovviamente, a Marco Zoppo, il Maestro dei Putti, il Maestro del Plinio – Benedetto Bordone, Cristoforo Cortese, il Maestro del Donato, “Petrus”, il Maestro del Pico e il Maestro dell’Ovidio di Rimini. Una selezione di articoli su questi personaggi è stata raccolta nei due voll. Studies of Renaissance Miniaturists in Venice (Londra, 2003). Nel 1994-1995 Lilian collabora con Giordana Mariani Canova e Jonathan Alexander – anch’essi pionieri nello studio della miniatura dei libri a stampa italiani attivi contemporaneamente ma inizialmente indipendentemente da Lilian – alla straordinaria e innovativa mostra The Painted Page, tenutasi alla Royal Academy di Londra e alla Morgan Library di New York, che riunì per la prima volta 137 mss., libri a stampa con decorazione manoscritta e singole pagine provenienti da collezioni europee e statunitensi. La particolare attenzione di Lilian per gli incunaboli, e il suo meticoloso metodo di esaminare con attenzione quante più copie possibili di una stessa edizione, ne hanno fatto una delle rappresentanti più importanti del nuovo studio della storia del libro a stampa basato sui principi della bibliografia materiale, atto a indagare anche gli aspetti sociali, dal mecenatismo, passando per l’organizzazione della produzione, alla distribuzione e al consumo, ovvero al pubblico dei lettori. Similmente agli studiosi degli incunaboli nord-europei, Lilian ha così dimostrato che anche le immagini più semplici possono fornire prove primarie estremamente rilevanti per molte e diverse aree di studio della cultura rinascimentale. Pubblicazione dopo pubblicazione, Lilian ha continuato ad approfondire e farci conoscere la straordinaria ricchezza delle miniature e delle xilografie all’interno degli incunaboli e delle Cinquecentine della prima metà del secolo. I suoi studi hanno richiamato l’attenzione sull’alta qualità e l’importanza culturale dell’immagine su supporti altri che il muro, la tavola e la tela. I suoi metodi innovativi, la meticolosità delle sue indagini e le sue analisi incisive hanno aperto una nuova strada per indagare la cultura visiva italiana nel Rinascimento. Estremamente generosa del suo tempo e della sua esperienza, Lilian ha collaborato a importanti progetti di catalogazione di incunaboli come consulente per la miniatura e la decorazione a stampa, sostenendo instancabilmente l’inclusione all’interno di cataloghi descrittivi di informazioni sulle immagini che appaiono in copie specifiche di libri a stampa. Il primo tra questi è stato quello della Biblioteca Bodleiana, inizialmente guidata da Kristian Jensen e dal suo team, il cui risultato è stato un catalogo in più voll. ora disponibile on-line come Bod-Inc Online, cui seguirono un catalogo digitalizzato di incunaboli della Cambridge University Library, in cui lavorò a stretto contatto, in particolare, con Laura Nuvoloni, cui era affidata la catalogazione dei materiali italiani, e i cataloghi cartacei degli incunaboli conservati nei college della Cambridge University e nel Fitzwilliam Museum. Nel catalogo degli incunaboli della Biblioteca del Seminario Vescovile di Padova (1998), a cura di Pierantonio Gios e Federica Toniolo, cui collaborarono anche Giordana Mariani Canova e Piero Scapecchi, Lilian ha contribuito con un fondamentale e magistrale saggio dedicato all’ illustrazione xilografica negli incunaboli, poi ripubblicato nel 2015 come vol. separato dal titolo La xilografia nel libro italiano del XV secolo: Un percorso tra gli incunaboli del Seminario Vescovile di Padova nel quadro del PIL Project (Production of Incunabula in Lombardy) avviato dal CRELEB della Università Cattolica. In un articolo del 1999 sulla miniatura del Breviarium Romanum stampato da Nicolas Jenson a Venezia nel 1478, Lilian è passata dal suo primo metodo, incentrato sull’identificazione dei singoli miniatori, ad un nuovo approccio, basato sull’analisi di tutte le copie miniate conosciute di un’unica edizione, al fine di ricostruire in seguito le scelte del mecenatismo nella produzione dei libri a stampa e della loro decorazione miniata. Su questo metodo è basato anche il suo libro più recente, Petrarch’s Famous Men in the Early Renaissance: The Illuminated Copies of Felice Feliciano’s Edition (London: The Warburg Institute, 2016), frutto di una Andrew W. Mellon Emeritus Fellowship che le ha permesso un lungo soggiorno di studi e ricerche in Europa. In esso Lilian apporta nuova luce sulle ambizioni e le strategie delleccentrico umanista Felice Feliciano, e ricostruisce le vicende della pubblicazione della sua edizione dell’opera petrarchesca nel 1476 a Poiano, un piccolo paese fuori Verona, ben lontano dai maggiori centri italiani di stampa dell’epoca. Lilian ha fatto parte dei comitati editoriali dei periodici Word and Image e Rivista di Storia della Miniatura, ed è stata più recentemente consulente del progetto 15cBOOKTRADE e del database MEI, il cui obiettivo è inserire le informazioni sulla provenienza dei circa 500.000 libri sopravvissuti stampati in Europa nel XV secolo, incoraggiando alla partecipazione del progetto il ricco fondo antico della Biblioteca del Wellesley College. Un vol. d’imminente pubblicazione presso Brepols/Harvey Miller a cura di Helena K. Szepe e di chi scrive, era stato pensato come regalo di compleanno per i suoi ottantacinque anni da parte di sedici amici, colleghi e studenti, europei e americani tra i migliori specialisti del settore che le hanno dedicato ognuno un contributo su temi attinenti alle sue ricerche, saggi che saranno accompagnati dalla bibliografia completa dei suoi scritti. Con la sua scomparsa è diventato un omaggio alla sua memoria, al suo esempio e alla sua straordinaria generosità tanto scientifica quanto umana, doti assai rare nel mondo accademico. Quando, dopo averne letto per molti anni saggi e articoli, ho conosciuto Lilian a Venezia, mi è sembrata un po’ l’incarnazione di Miss Marple: una signora estremamente distinta, brillante, curiosa e attenta al suo prossimo – non solo per quanto riguardava ricerche e studi ma anche, e soprattutto, umanamente – riflessiva ed estremamente ben organizzata. A differenza però della armchair Detective creata dalla fantasia di Agatha Christie, a Lilian piaceva moltissimo viaggiare e non solo per recarsi nei musei e negli innumerevoli fondi antichi per “indagare” tra pagine di carta e pergamena, ma anche e soprattutto per piacere, soprattutto in Italia, dove amava le buone cene con i buoni amici. – Ilaria Andreoli

 

Taccuino

a cura di E.G.

 

Iniziative C.R.E.L.E.B.

Leonardo da Vinci:

il suo mondo, i suoi libri,

le sue scritture

Scuola estiva

“Beniamino Burstein” 2022 in memoria di Leonardo Botarelli

Torrita di Siena, Sala parrocchiale “Il Convento”, e Montepulciano,

29 agosto – 1° settembre 2022

 

Presentazione

La figura di Leonardo da Vinci, complici anche le recenti celebrazioni del centenario del 2019, gode ormai di una raccolta abbondante di studi, non solo, ovviamente, sulla sua produzione artistica, ma anche sul suo profilo di lettore e scrittore. Il suo orizzonte culturale e il suo articolato rapporto con i libri e con la scrittura hanno beneficiato di un’attenzione più recente, ma che ha prodotto una serie notevole di contributi. “Nativo tipografico”, ma cresciuto in una famiglia di notai, Leonardo ha grande consuetudine con la scrittura e a più riprese, nei suoi numerosi scritti, rimanda a libri che ha letto oppure produce liste di testi da leggere. L’«omo sanza lettere» possiede in realtà un bagaglio ampio di letture che ne conferma la doppia natura di personaggio saldo nella tradizione culturale, ma prepotentemente orientato al futuro. La scuola estiva 2022 intende offrire un profilo di Leonardo visto da questa angolazione, con particolare attenzione al contesto bibliografico ed editoriale che fa da sfondo alla sua vita. L’immersione in un eccezionale contesto naturalistico e artistico come il borgo di Torrita di Siena, in Val di Chiana (a pochi chilometri dall’autostrada, ma raggiungibile anche in treno, non lontano da Pienza e Cortona), e Montepulciano e la formula residenziale vorrebbero favorire l’instaurarsi di un clima fecondo di lavoro, ma conviviale nelle modalità di svolgimento. Lo sforzo di contenimento dei costi consente di offrire ai partecipanti un’occasione unica di formazione e conoscenza.

 

Destinatari

Il corso si rivolge a studenti universitari, neolaureati e dottorandi di ricerca nelle discipline del libro, bibliografia e storia del libro e dell’editoria, ma anche a tutti coloro, bibliotecari, collezionisti, amatori e bibliofili, che hanno interesse per il libro antico a stampa.

 

Docenti del corso

Edoardo Barbieri Direttore de «La Bibliofilía»

Luca Rivali Università Cattolica di Milano

Marco Cursi Università degli Studi di Napoli “Federico II”

 

Programma

Lunedì 29 agosto

14.00              Registrazione

14.30               Saluti istituzionali introduttivi

15.00-16.30    Edoardo Barbieri, La figura di Leonardo tra arte e scienza

16.30-17.00    Pausa

17.00-18.30    Luca Rivali, Gli scritti di Leonardo: natura e tradizione

20.00              Cena

Martedì 30 agosto

9.00-10.30     Luca Rivali, Leggere liste e cataloghi librari del Quattrocento

10.30-11.00     Pausa

11.00-12.30     Edoardo Barbieri, Per la Biblioteca di Leonardo – Parte I

13.00               Pranzo

15.00-16.30    Edoardo Barbieri, Per la Biblioteca di Leonardo – Parte II

16.30-17.00    Pausa

17.00-18.30    Luca Rivali, L’editoria tecnico-scientifica nell’età di Leonardo

19.00              Per chi lo desidera, visita guidata alla cittadina di Torrita di Siena (posti limitati) con possibilità di degustazione di birra artigianale locale

20.30              Cena libera

Mercoledì 31 agosto

9.30-11.00      Edoardo Barbieri, Leonardo lettore: i testi letterari

11.00-11.30     Pausa

11.30-13.00     Luca Rivali, L’editoria medico-naturalistica nell’età di Leonardo

13.00               Pranzo

15.00-17.00    Montepulciano, Biblioteca Comunale: Edoardo Barbieri, Nella biblioteca di Leonardo: un viaggio tra gli antichi libri scientifici a stampa della Comunale di Montepulciano

17.30-18.30    Montepulciano, Teatrino della Canonica del Tempio di San Biagio: conferenza pubblica di Marco Cursi (Università degli Studi di Napoli “Federico II”), «Perché la minestra si fredda»: i libri e la biblioteca di Leonardo

20.00  Cena

Giovedì 1° settembre

9.00-11.00      Marco Cursi, La prima e la seconda scrittura di Leonardo

11.00-13.00     Luca Rivali, Leonardo in tipografia: macchine e torchi

13.00-13.15     Edoardo Barbieri, Conclusioni

 

Sede

Il corso si svolgerà a Torrita di Siena, presso la sala parrocchiale “Il Convento”, via Passeggio Garibaldi 52, a ridosso delle mura del borgo.

Modalità di partecipazione

Per partecipare è necessario far pervenire entro e non oltre il 15 luglio 2022 la propria candidatura, compilando il modulo disponibile a questo link e alla pagina web del CRELEB e allegando un proprio curriculum vitae. L’organizzazione si riserva la facoltà di revocare l’iniziativa qualora non si raggiunga il numero programmato di partecipanti. Il corso si svolgerà in ottemperanza alle misure sanitarie in vigore durante i giorni previsti. Una volta ricevuta conferma dell’avvio del corso, gli iscritti dovranno provvedere al pagamento della quota di iscrizione secondo le modalità che verranno comunicate.

Quote di partecipazione

Il costo di iscrizione alla Scuola estiva è di € 250, con una riduzione a € 225 per chi avesse già partecipato ad almeno una delle precedenti edizioni. La quota comprende la partecipazione all’intero ciclo di lezioni e attività, nonché i pranzi di martedì 30 e mercoledì 31 agosto e le cene di lunedì 29 agosto e di mercoledì 31 agosto. Dalle quote di iscrizione è escluso l’alloggio.

Quote agevolate

Tra gli studenti universitari, i neolaureati e i dottorandi di ricerca che ne faranno richiesta con lettera motivazionale verranno anche messe a disposizione 12 quote agevolate per il corso (€ 150, invece di € 250 o € 125, invece di € 225, per chi avesse già partecipato ad almeno una delle precedenti edizioni). Tali agevolazioni sono messe a disposizione da: ALAI (4), Casa editrice Leo S. Olschki (1), «La Bibliofilía. Rivista di storia del libro e di bibliografia» (1), famiglia Burstein (5), Società Bibliografica Toscana (1), alla memoria di Leonardo Botarelli. Il Rotary International Fellowship of Old and Rare Antique Books and Prints mette inoltre a disposizione una quota completa (€ 250) che verrà assegnata a discrezione dell’organizzazione.

Alloggio

A Torrita di Siena sono disponibili varie possibilità di sistemazioni alberghiere (da prenotare autonomamente). Tra queste si segnalano in maniera particolare:

-         Albergo La Stazione (http://albergolastazione.com). In tal caso è opportuno essere automuniti.

-         Appartamento composto da una camera matrimoniale e una camera con due letti. Telefonare al +39.338.7417864 (Massimo).

Al momento della prenotazione specificare la partecipazione alla scuola estiva.

Avvertenze importanti

Stante che le indicazioni nazionali e locali legate all’emergenza sanitaria si modificano continuamente, il corso si svolgerà solo nell’assoluto rispetto delle norme e in condizioni di sicurezza. Per tali ragioni verrà predisposto un adeguato protocollo, che sarà fornito ai partecipanti e che dovrà essere rigorosamente rispettato.

Attestato

Alla conclusione del corso sarà rilasciato un attestato di partecipazione.

Informazioni

Per informazioni sul corso

Pierfilippo Saviotti:

pierfilippo.saviotti@unicatt.it

Per informazioni logistiche

Pro loco di Torrita di Siena:

info@prolocotorritadisiena.it

 

Incontri, mostre e seminari

Seminari di filologia moderna

Bologna, Dipartimento di Filologia classica e Italianistica – Università degli Studi di Bologna

fino a giugno 2022

Proseguono i seminari di filologia moderna organizzati dal Dipartimento di Filologia classica e Italianistica dell’Università degli Studi di Bologna. Per la partecipazione in presenza (le aule cambiano di volta in volta) è obbligatorio il Green Pass rafforzato; per i seminari on line, accedendo dall’apposita sezione eventi del sito del Dipartimento verrà fornito il link di accesso all’aula virtuale. È disponibile anche il programma (le date di alcuni appuntamenti sono però ancora da definire).

 

Di carte, di libri e dintorni. Ciclo di seminari

Ravenna, Dipartimento di Beni Culturali – Università degli Studi di Bologna

fino a maggio 2022 (ma fruibile anche in differita da remoto)

Pensati e organizzati da LUDI - Laboratorio Universitario di Documentazione e Informazione (che si occupa delle tematiche relative allo studio e alla valorizzazione delle raccolte librarie e documentarie analogiche e digitali, storiche e contemporanee) e curati da Paola Degni, Fiammetta Sabba, Stefano Allegrezza e Lucia Sardo, proseguono i seminari di approfondimento Di carte, di libri e dintorni su temi riguardanti i documenti e il libro antico e a stampa, la loro conservazione e fruizione, anche in rapporto alle nuove tecnologie. Il calendario completo degli eventi, fruibili anche in differita da remoto, è disponibile all’apposita sezione del sito del Dipartimento.

 

Illustrissimi. Autografi celebri e storie curiose dalla collezione Giuseppe Campori

mostra

Modena – Biblioteca Estense Universitaria

fino al 27 agosto

Offrendo al pubblico una cinquantina di documenti mai visti – tra autografi e altri materiali conservati in biblioteca – la rassegna racconta la storia dell’Autografoteca Campori, offrendo così un saggio della sua straordinaria ricchezza e rilevanza. La mostra è curata da Luca Sandoni con la consulenza di Matteo Al Kalak, Carlo Baja Guarienti, Elena Fumagalli, Marco Iacovella, Giacomo Mariani.

 

L’idea della biblioteca. La collezione di libri antichi di Umberto Eco alla Biblioteca Nazionale Braidense

mostra (accesso gratuito con prenotazione obbligatoria a questo link)

Milano, Biblioteca Nazionale Braidense

fino al 2 luglio

Viene offerta per la prima volta al pubblico una selezione dei voll. antichi di Umberto Eco acquisiti dal MiBACT grazie alla donazione della famiglia nel 2018. Nell’occasione, in Biblioteca sarà inaugurato lo “Studiolo”, spazio a disposizione degli studiosi che custodirà i 1300 titoli rari (tra cui alcuni incunaboli) provenienti dalla Bibliotheca semiologica, curiosa, lunatica, magica et pneumatica (come la chiamava il grande semiologo) che hanno mantenuto, per quanto possibile, la collocazione originale voluta dal loro proprietario.

Per informazioni:

tel. 02-72263401

 

Cinque maggio cancellato

mostra (accesso gratuito con ingresso libero, in orario di apertura al pubblico)

Milano, Biblioteca Nazionale Braidense – Salone Teresiano

fino al 3 luglio

Protagonista della mostra è la donazione da parte di Emilio Isgrò della minuta cancellata della poesia manzoniana, quella, cioè, in cui l’artista ha apportato le proprie cancellature sul ms. autografo. Nella stessa Sala Maria Teresa sarà esposto anche l’originale del Cinque Maggio manzoniano.

Per informazioni:

tel. 02-72263401

www.bibliotecabraidense.org

Mesdames. Ritratti femminili e dettagli contemporanei nelle stampe d’epoca napoleonica della Biblioteca Universitaria di Pavia

mostra

Pavia, Biblioteca Universitaria – Salone Teresiano

fino al 9 luglio

In occasione del bicentenario dalla morte di Napoleone, la Biblioteca ha allestito una mostra di ritratti femminili d’epoca conservati nei propri fondi a stampa. L’evento è stato pensato e realizzato in collaborazione con AGC - Associazione Gioiello Contemporaneo, che ha infatti inteso promuovere un dialogo immaginario con i dettagli di uno stile – quello neoclassico – che oltrepassa il proprio tempo e che reitera un concetto di body ornaments fuori dal tempo. Informazioni e accessibilità sono disponibili dal sito dedicato all’evento.

 

Impressum est

mostra

Roma, Biblioteca Vallicelliana

fino al 30 giugno

Curata da Marina Bindella e Beatrice Peria, la mostra offre una selezione di libri d’artista – realizzati dagli studenti del biennio della scuola di Grafica d’arte dell’Accademia – per avvicinare il pubblico, dei giovani soprattutto, a questo particolare e complesso universo visivo-comunicativo. Informazioni e accessibilità dal sito della biblioteca.

 

Napoli in scena. Prologo “Le raccolte teatrali della Biblioteca Nazionale”

mostra (accesso gratuito con prenotazione obbligatoria a questo link)

Napoli, Biblioteca Nazionale

fino al 30 luglio 2022

La mostra – allestita con materiali della biblioteca e dedicata alla produzione/pratica teatrale napoletana nell’Ottocento, ai suoi luoghi e protagonisti – ha una forte valenza iconografica, essendo incentrata su immagini dedicate al celebre Antonio Petito, locandine, documenti, testi, e autografi che ci fanno rivivere le pulcinellate del Teatro San Carlino e l’atmosfera della stagione d’oro del teatro Fiorentini, sul cui palcoscenico si esibirono, tra gli altri, Eleonora Duse, Ettore Petrolini e Marta Abba. Informazioni e modalità di accesso sono disponibili direttamente sul sito della biblioteca.

 

 

 

 

 

Postscriptum

M

arco (nome di fantasia) è bibliotecario in una delle maggior università italiane. Nei primi mesi dell’anno ha realizzato, con l’aiuto di una collega, una piccola mostra bibliografica. Marco è soddisfatto del risultato ottenuto: ha studiato una materia che non conosce, selezionato il materiale, chiesto l’aiuto di alcuni docenti del dipartimento. Si rende conto però che quello che ha costruito potrebbe essere valorizzato maggiormente; decide allora di proporre anche una versione virtuale della mostra. Marco è fortunato: il direttore della biblioteca in cui lavora condivide la sua idea e lo esorta a procedere. Marco inizia a documentarsi sulle possibili soluzioni tecnologiche: tuttavia non è un informatico e, essendo solo una piccola parte di un sistema più ampio, non ha piena autonomia. Decide allora di rivolgersi alla divisione informatica dell’università: durante una breve riunione online gli vengono prospettate alcune possibili soluzioni. Intanto, dall’allestimento della mostra fisica, è trascorso circa un mese. Nel corso della riunione, a Marco viene consigliato di rivolgersi anche a uno specifico ufficio dell’ateneo che si occupa proprio della valorizzazione dei beni culturali presenti nelle varie strutture afferenti all’università. In effetti poco senso avrebbe realizzare ex novo qualcosa se già sono in corso o in programma iniziative simili. Dopo alcune settimane di falliti tentativi di comunicazione, riceve finalmente dall’ufficio la risposta: al momento non esistono progetti né in corso né in programma che siano similari. Pensando di poter finalmente procedere (è intanto trascorso un altro mese) Marco torna a bussare alla porta dei colleghi informatici, che però gli prospettano la necessità di ottenere autorizzazioni dai livelli gerarchicamente superiori, cioè dalla direzione dei servizi informatici e da quella bibliotecaria. Marco riesce ad ottenere un colloquio con un collega della direzione bibliotecaria, a cui spiega nuovamente l’idea, e ottiene un assenso di massima, che andrà però sottoposto definitivamente al direttore del servizio bibliotecario. Passano nuovamente giorni, poi settimane. In quattro mesi Marco, il cui scopo è semplicemente offrire al più ampio pubblico possibile un progetto che valorizzi alcuni beni dell’istituzione per cui lavora, ha potuto partecipare a tre brevi riunioni online. La fase di realizzazione vera e propria non è mai iniziata e Marco inizia a chiedersi se a qualcuno interessi realmente ciò che ha proposto, nonostante tutti coloro con cui ha parlato abbiano fatto i complimenti per la bella e intelligente iniziativa. Chi è oggi un bibliotecario? Cosa può offrire al mondo di oggi, quello segnato da due anni di chiusure forzate e dalla guerra? Così posta la domanda permette una varietà di risposte, a seconda del contesto, della tipologia di biblioteca in cui si opera, della mission… Certo i maestri della biblioteconomia potrebbero fornire preziose riflessioni. Ma qui vogliamo evitare un approccio teorico, astorico, disincarnato e limitarci a sollevare interrogativi e a sottolineare tendenze. Innanzitutto, il tema delle competenze. In molte biblioteche italiane competenze e professionalità sono indiscutibili, nel senso che non possono essere oggetto di discussione; non vengono valutate, né in ingresso né tanto meno durante la carriera. Si diffondono comunicati sindacali in cui si denuncia “il richiamo ossessivo al merito e alla valutazione” da parte del Ministero della Pubblica Amministrazione… Non riconoscere né coltivare le competenze, però, oltre che essere profondamente ingiusto, ha evidenti ricadute sul servizio che si offre. Ecco, il servizio. Che servizio offrono oggi i bibliotecari italiani? Purtroppo, ci sono realtà in cui ci si limita a due compiti principali: la consegna dei libri all’utente e la “sorveglianza” delle sale di consultazione, dove peraltro sempre più spesso è obbligatoria la prenotazione del posto (salvo poi lamentarsi della scarsa affluenza). Ma che ne è del contributo intellettuale? Del sapersi orientare e del saper guidare un lettore tra la miriade di letture oggi disponibili? Del saper offrire e organizzare una scelta di contenuti che vada oltre ciò che un algoritmo può offrire? Del saper portare all’attenzione pubblica temi, problemi, punti di vista? Del saper riproporre ciò che la storia offre declinandola nel presente? Forse che di questo oggi non c’è bisogno? Oppure è una mancata comprensione di questo compito (che di questo si tratta), magari a partire dai ruoli apicali, a far sì che il bibliotecario sia sempre più una figura “a impatto zero”? – Roland di Gilead