Articolo

Ue e Balcani: verso una svolta?

Ue e Balcani: verso una svolta?

Condividi su:

 

di Sabina de Silva*

 

Il 13 settembre 2023, durante l’annuale Discorso sullo stato dell’Unione, la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha ribadito la necessità di accelerare il processo di adesione dei paesi candidati alla membership europea. Accelerazione che, secondo la Presidente, deve essere perseguita, se necessario, anche attraverso una riforma dei Trattati istitutivi dell’Unione Europea.

La prospettiva di un processo di integrazione “più veloce, graduale e reversibile” è stata avanzata per la prima volta a maggio 2022 dal Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, che ha prospettato una graduale inclusione dei paesi candidati nei processi decisionali dell’Unione man mano che avessero conseguito determinati benchmark in settori come l’economia, le infrastrutture e l’ambiente. Da quel momento, l’idea di una riforma del processo di adesione dell’Unione Europea nella direzione di una “Staged Accession” – esaminata in un recente Policy Brief del Cespi (Centro Studi di Politica Internazionale), che offre una panoramica sulle più rilevanti proposte relative all’implementazione della Stage Accession, tra dubbi, criticità ed ipotesi di applicazione – si è fatta strada all’interno del dibattito politico sia all’interno delle istituzioni europee stesse, sia all’interno di diversi centri di ricerca indipendenti.

Si possono comunque trovare dei punti in comune all’interno delle diverse formulazioni. Prima di tutto, la Staged Accession prende le caratteristiche di un percorso reversibile: ad un’espansione dei benefici dettati dall’avanzamento dei paesi candidati nel processo di riforme interne richiesto dalle istituzioni europee corrisponde una contrazione degli stessi qualora il paese dovesse disattendere queste aspettative. In secondo luogo, la Staged Accession prevede un ripensamento delle regole relative all’unanimità e al diritto di veto per le questioni relative all’allargamento. Questo anche per aggirare il rischio di un totale immobilismo di un Unione Europea che – includendo i sei Paesi dei Balcani Occidentali con Ucraina, Moldavia e Georgia – arriverebbe a contare 36 membri.

Le nuove modalità di cooperazione tra UE e Balcani Occidentali prospettate dalla Staged Accession, infine, trovano la propria ratio anche nella necessità di rispondere a due questioni impellenti: da un lato, fornire una risposta congiunta alle nuove e urgenti sfide presentate dal conflitto russo-ucraino – prime fra tutte le questione relative alla sicurezza, alla crisi energetica e alla gestione delle migrazioni – dall’altro,  contrastare la crescente disillusione e sfiducia nelle istituzioni europee che sta covando tra l’opinione pubblica dei paesi candidati, ormai da anni bloccati nella “waiting room” europea.

I sostenitori della Staged Accession vedono in essa anche un mezzo per risolvere in maniera più agile le questioni bilaterali pendenti tra stati diversi dei Balcani Occidentali e tra stati dei Balcani Occidentali ed Unione Europea stessa, in un momento storico in cui la capacità di mediazione dell’UE sembra ai minimi storici.

In Kosovo, il compromesso presentato dall’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Josep Borrell, al Presidente serbo e al Primo Ministro kosovaro è stato rifiutato da quest’ultimo, mentre nel paese cresce l’escalation di violenza e tensione tra il governo centrale kosovaro e le municipalità autonome a maggioranza serba presenti a nord del paese. È del 24 settembre, infatti, la notizia di un attacco terroristico da parte di un gruppo armato non ancora identificato che ha causato la morte di un poliziotto kosovaro.

In Bosnia-Erzegovina, la legittimità dell’Alto Rappresentante, Christian Schmidt, viene continuamente sfidata dal leader della Republica Srpska, Milorad Dodik, in un confronto che procede a colpi di azioni legali da ambo le parti che minacciano la stabilità interna del paese.

Vecchie tensioni e conflitti irrisolti, quindi, distolgono sempre di più i Paesi dei Balcani Occidentali dal loro percorso verso la membership europea.

 

* Project Coordinator presso il Centro Studi di Politica Internationale (CeSPI) per il Balkan Focus project

Data

Condividi su:

Newsletter

Iscriviti alla newsletter