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Sport e ordine politico globale

Sport e ordine politico globale

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di Veronica Strina

 

La guerra in Ucraina e il conflitto israelo-palestinese hanno accelerato il processo di transizione dell’ordine politico globale, segnalando la crescente fragilità dell’ordine internazionale liberale di matrice occidentale. La giornata di studio “Lo sport e l’ordine politico globale”, promossa da Polidemos, che si è tenuta in Aseri il 17 novembre, è stata un’occasione di riflessione sul ruolo dello sport nello scenario internazionale contemporaneo, segnato dalla crescente domanda di nuovi principi e approcci di governance globale. Alla luce dell’attuale contesto di crisi delle istituzioni e delle norme condivise, l’evento ha promosso un momento di confronto sul futuro dei valori fondanti della pratica sportiva, primi tra tutti quelli di universalismo e neutralità.

La riflessione ha preso le mosse dall’osservazione delle dinamiche emerse nell’ultimo decennio delle edizioni dei Giochi Olimpici e dei campionati mondiali di calcio. Da quando i mega-eventi sportivi hanno iniziato a transitare dall’Occidente al cosiddetto “Sud globale”, l’elemento della contestazione è emerso come la “nuova norma” della diplomazia sportiva. Sochi 2014, Rio 2016 e Pechino 2022 sono gli esempi più evidenti del nuovo protagonismo dei paesi appartenenti al gruppo BRICS nell’arena olimpica. Le edizioni dei mondiali di calcio degli ultimi tredici anni ospitate in Sudafrica (2010), Brasile (2014), Russia (2018) e Qatar (2022) confermano questa tendenza.

In che modo tali manifestazioni hanno rappresentato un’occasione per i paesi organizzatori di segnalare al mondo la propria visione di relazioni internazionali e in che termini questi, a loro volta, sono stati oggetto di contestazione da parte dei paesi occidentali? È possibile che la contestazione sportiva emersa con forza nell’ultimo decennio conduca ad una definizione più condivisa di sport e di olimpismo, e quali sono invece i rischi di frammentazione all’interno del movimento sportivo globale? Dopo i saluti introduttivi di Damiano Palano, Professore ordinario di Filosofia politica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore di Polidemos, ad aprire la discussione è stato l’intervento di Emidio Diodato, Professore ordinario di Scienza politica presso l’Università per Stranieri di Perugia. Il contributo si è concentrato sul nesso tra diplomazia olimpica e contestazione, ovvero sulla reinterpretazione dei valori olimpici alla base dell’ordine internazionale promossa da Mosca e Pechino. Di seguito abbiamo avuto il piacere di ascoltare l’approfondimento sul ruolo della FIFA nella politica internazionale a cura di Francesco Belcastro, Senior Lecturer in International Relations presso l’Università di Derby. Al centro dell’analisi è stata la tensione tra le funzioni di forum di contestazione e guardiano dell’ordine internazionale che contraddistingue l’organizzazione che governa il calcio mondiale. Sul calcio globale si è concentrato anche il successivo intervento della sessione mattutina a cura di Valentina Fedele, Professoressa associata di sociologia dei processi culturali e comunicativi presso la Link Campus University di Roma. Contributo che è stato dedicato al caso studio del mondo islamico, analizzato attraverso un approccio discorsivo. Nicola Sbetti, docente di Storia dell’educazione fisica e dello sport presso l’Università di Bologna, ha aperto i lavori della sessione pomeridiana offrendo una prospettiva storica al dibattito. L’intervento di Sbetti ha analizzato la lunga e complessa parabola di boicottaggi, contro-boicottaggi e sanzioni che hanno attraversato il movimento olimpico internazionale sin dalle sue origini, e in particolar modo nel periodo della Guerra fredda. La contestazione nel contesto dei Giochi invernali di Pechino 2022 è stata oggetto del contributo di Veronica Strina, dottoranda in diplomazia e cooperazione internazionale presso l’Università per Stranieri di Perugia. Nel suo intervento, Strina ha esplorato la dimensione bidirezionale della contestazione, da un lato utilizzata da Pechino come modalità per avanzare una propria proposta di ordine internazionale e dall’altro sfruttata dall’amministrazione americana come strumento di ritorsione nella forma del boicottaggio diplomatico. Infine, il tema della neutralità dello sport è stato al centro della riflessione di Leo Goretti, Direttore della rivista The International Spectator e responsabile del programma di ricerca di Politica estera italiana presso l’Istituto Affari Internazionali. L’intervento si è concentrato su come il concetto di neutralità è stato costruito e articolato all’interno del movimento olimpico e su come esso sia divenuto oggetto di contestazione da più parti a seguito dell’aggressione russa all’Ucraina, evidenziando i conseguenti rischi di frammentazione per lo sport internazionale.

La questione interpretativa del ruolo dello sport quale indicatore del futuro della transizione degli equilibri geopolitici ha costituito il cuore dell’intera riflessione. La giornata di studio è stata pertanto un’occasione di dibattito per favorire, attraverso l’osservazione e la discussione delle dinamiche che sottendono l’arena sportiva, una maggiore comprensione dell'ambiente internazionale contemporaneo.

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