intervista

Media, democrazia ed Europa: le nuove frontiere della libertà di stampa

Media, democrazia ed Europa: le nuove frontiere della libertà di stampa

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Negli ultimi anni l’Unione europea ha assunto un ruolo sempre più attivo nella tutela della libertà e del pluralismo dei media, riconoscendone l’importanza come pilastro della democrazia e dello Stato di diritto. Dalla direttiva sulle SLAPPs - le azioni giudiziarie intimidatorie nei confronti di giornalisti e attivisti - alle iniziative contro la disinformazione e le interferenze esterne, l’Unione europea ha progressivamente ampliato il proprio intervento in un ambito tradizionalmente riservato agli Stati membri. Si tratta di un’evoluzione significativa, che solleva interrogativi giuridici e politici sul bilanciamento tra competenze nazionali, indipendenza dei mezzi di informazione e tutela dei valori fondamentali dell’Unione. Ne parliamo con la Professoressa Claudia Morini, docente di Diritto dell’Unione europea all’Università del Salento, che di recente ha partecipato a un seminario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore dedicato alla libertà d’espressione e alla responsabilità pubblica nell’ambito del modulo “Jean Monnet” EU–Media Freedom.

Professoressa, negli ultimi anni l’Unione europea sembra impegnata più che mai nella difesa della libertà dei media. Quali sono, secondo lei, le ragioni di questa crescente attenzione?

Sebbene esistano, anche a livello globale, norme e iniziative volte a tutelarli, i giornalisti e le giornaliste continuano a dover affrontare sfide complesse nell’esercizio della loro professione. Negli ultimi anni, l’Unione europea ha sviluppato una crescente attenzione verso la protezione della libertà dei media, e questa tendenza non è certo casuale, ma vi sono diverse ragioni che spiegano questo impegno. In primo luogo, in alcuni Stati membri si sono registrati significativi regressi nel rispetto della libertà di stampa. In paesi come l’Ungheria o la Polonia, ad esempio, il controllo e la concentrazione dei media nelle mani di pochi gruppi economici legati ai governi ha iniziato a minare l’indipendenza giornalistica. Quando i media non sono liberi di agire in modo critico e indipendente, le democrazie stesse rischiano di indebolirsi. Un altro fattore che ha spinto l’UE a concentrarsi sulla difesa della libertà dei media è il pericolo crescente che i giornalisti affrontano quotidianamente. In molti paesi europei, anche se le democrazie sembrano consolidate, i giornalisti sono stati oggetto di minacce, violenze fisiche, intimidazioni e, nei casi più tragici, sono stati uccisi. Il caso di Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese assassinata nel 2017, è un esempio lampante di come la libertà di stampa sia messa a rischio da attacchi esterni, ma anche dalle difficoltà interne nel proteggere i giornalisti.

Tra le iniziative più significative – e controverse – dell’Unione europea figura la direttiva anti-SLAPPs, pensata per contrastare le cause legali intimidatorie contro giornalisti e attivisti. Può spiegare di che cosa si tratta e quali strumenti prevede?

SLAPP è l’acronimo di "Strategic Lawsuit Against Public Participation": con ciò si intende un tipo di procedimento civile che ha come obiettivo primario non tanto la vittoria sostanziale del ricorrente, quanto intimidire, silenziare, o esaurire risorse - finanziarie, psicologiche, operative - di chi parla, indaga o manifesta opinioni su questioni di interesse pubblico (oltre ai giornalisti, anche difensori dei diritti umani, attivisti, ONG). In sostanza è una forma di “bavaglio” legale, travestito da causa, che indebolisce la partecipazione pubblica. La c.d. Direttiva anti-SLAPP – la n. 2024/1069, approvata l’11 aprile 2024 – stabilisce innanzitutto un livello minimo di “garanzie contro domande manifestamente infondate o procedimenti giudiziari abusivi in materia civile con implicazioni transfrontaliere avviati nei confronti di persone fisiche o giuridiche in ragione della loro partecipazione pubblica”. Si applica ai procedimenti civili o commerciali (comprese misure provvisorie/cautelari) con implicazioni cross-border, non alle cause penali o arbitrali. Uno degli aspetti chiave della direttiva è il meccanismo di sospensione immediata delle cause abusive. Se un tribunale rileva che una causa è manifestamente infondata, può decidere di bloccarla prima che venga avviata una lunga battaglia legale. Inoltre, la direttiva stabilisce che le persone che intraprendono SLAPP possono essere condannate a rimborsare tutte le spese processuali sostenute dal convenuto, comprese le spese legali. Un altro aspetto innovativo è poi la protezione transnazionale: gli Stati membri devono rifiutare di riconoscere o dare esecuzione a una decisione proveniente da un paese terzo qualora tale decisione risulti manifestamente infondata o abusiva ai sensi della direttiva stessa. Sebbene la direttiva rappresenti un passo decisivo nel proteggere la libertà di stampa e l’attivismo democratico, tuttavia, non mancano alcuni aspetti controversi: essa, invero, potrebbe non garantire a tutte le categorie uno stesso livello di tutela – specialmente in contesti economici sfavorevoli, come quelli che caratterizzano i piccoli media o gli attivisti indipendenti – o, in altri casi, potrebbe restringere il diritto di difesa di coloro che abbiano ragionevoli motivi per agire in giudizio, limitando così la possibilità di contrastare accuse false o diffamatorie.

Un altro terreno su cui si misura l’equilibrio tra libertà dei media e tutela dei diritti è quello del diritto all’oblio. Come si concilia la tutela della reputazione individuale con l’interesse pubblico all’informazione e con la libertà dei media?

Il diritto all’oblio è un tema complesso che si colloca in un delicato equilibrio tra la tutela della reputazione individuale e il diritto del pubblico all’informazione. Da un lato, c’è il bisogno di proteggere i singoli individui da informazioni passate che potrebbero continuare a danneggiarli ingiustamente, anche quando tali informazioni non sono più rilevanti. Dall’altro, si deve garantire che i media, e più in generale la società, possano continuare a esercitare la libertà di informazione, fondamentale per il corretto funzionamento della democrazia. Già la Corte europea dei diritti dell’uomo (M.L. e W.W. c. Germania, 2018), ha evidenziato come il bilanciamento tra il presunto “diritto all’oblio” dei ricorrenti – giustificato dal richiamo alla tutela della vita privata garantita dall’art. 8 della CEDU – e la libertà di espressione dei giornalisti tutelata dall’art. 10 CEDU, vada risolto nel senso di far prevalere quest’ultimo quando si tratti di archivi di testate giornalistiche, a differenza di quanto aveva rilevato la Corte di giustizia UE nel noto caso Google Spain (2014), con riferimento agli obblighi di deindicizzazione dei motori di ricerca. La tutela offerta al diritto all’oblio, dunque, non è assoluta: il diritto all’oblio deve essere bilanciato con l’interesse pubblico all’informazione, che gioca un ruolo cruciale nel garantire trasparenza, controllo e partecipazione democratica.

Guardando al futuro, quali ritiene saranno le principali sfide dell’Unione europea nel garantire un equilibrio tra libertà di stampa, protezione dei dati personali e lotta alla disinformazione?

La crescente interconnessione digitale, la rapida evoluzione delle tecnologie e la crescente polarizzazione dell’informazione pongono sfide complesse e spesso contraddittorie che richiederanno una gestione attenta e una regolamentazione dinamica. La sfida per l’UE sarà quella di mantenere un quadro normativo che non ostacoli l’attività giornalistica e il diritto del pubblico ad accedere a informazioni rilevanti, senza compromettere la protezione dei dati personali. Quanto alla disinformazione, l’UE dovrà potenziare la regolamentazione dell’attività delle grandi piattaforme globali come Google o Meta: queste aziende detengono un enorme potere nella diffusione delle notizie e nel determinare ciò che il pubblico vede e condivide, ma spesso sono accusate di favorire la diffusione di contenuti polarizzanti o ingannevoli. Infine, anche la regolamentazione dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale e dell’automazione dei contenuti saranno sfide decisive.

 

 

 

 

 

Project 101175844 – EU – MEDIA FREEDOM

 

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