di Beatrice Nicolini
Secondo V-Dem, che misura la democrazia in tutti i paesi del mondo, le elezioni in Africa, che hanno costi complessivi superiori a quelli delle elezioni in Europa, sono molto migliorate negli ultimi decenni. Ciò non toglie che durante le ultime elezioni svoltesi in Sudafrica, si siano verificate lunghe ed estenuanti file, numerose difficoltà durante il voto, interventi depistanti sui social media e altri tentativi di manipolazioni. Karen Allen, ricercatrice del Institute for Security Studies (ISS) di Pretoria afferma che ‘gli Stati Uniti e l’Europa hanno accesso ai dati relativi ai social media mentre l’Africa no’. Le democrazie sono minacciate dai comportamenti online. Moltissimi sono i profili ‘fake’ creati con l’intelligenza artificiale per pilotare le scelte elettorali.
I risultati delle elezioni parlamentari in Sudafrica, tenutesi nel mese di maggio 2024, sono stati caratterizzati da una svolta storica per il partito al potere da 35 anni, l’African National Congress (ANC), il partito di Nelson Mandela (1918-2013). Secondo i primi risultati, l’ANC è a un passo dal perdere la maggioranza assoluta in parlamento per la prima volta nella sua storia. Le proiezioni suggeriscono che il partito non riuscirà a mantenere la maggioranza, obbligandolo a formare una coalizione per governare. Questo cambiamento potrebbe segnare una nuova era politica nel paese, con l’Alleanza Democratica che si confermerebbe come seconda forza politica. I votanti delle periferie del Sudafrica, che hanno esigenze basilari come casa, lavoro e sanità, hanno espresso disillusione e speranza attraverso il loro voto. Se l’ANC dovesse perdere la maggioranza assoluta alle elezioni parlamentari di maggio 2024, come indicato dai primi risultati, dovrà affrontare diverse sfide per governare. Senza la maggioranza, l’ANC sarà costretto a collaborare con uno o più partiti di opposizione per formare un governo di coalizione. Questo richiederà compromessi e concessioni, poiché i principali partiti di opposizione come DA (Democratic Alliance) e EFF (Economic Freedom Fighters) hanno visioni politiche molto diverse. Ma una coalizione eterogenea potrebbe rivelarsi instabile e non riuscire a completare il mandato fino al 2029. Ci potrebbero essere tensioni e disaccordi che paralizzano l’azione di governo. A seconda dei partiti con cui l’ANC formerà una coalizione, vi potrebbero essere cambiamenti significativi nelle politiche governative. In caso di risultati molto deludenti per l’ANC, anche il futuro del presidente Cyril Ramaphosa, 71 anni, potrebbe essere messo in discussione. La perdita di controllo della maggioranza da parte dell’ANC sta già causando timori d’instabilità economica tra gli investitori, con il rand sudafricano che ha registrato un calo dell’1% dopo i primi risultati. Questo potrebbe portare a modifiche nel piano macroeconomico G.E.A.R (Green Economy as a Resource).
Il Sudafrica svolge un ruolo molto importante nel commercio all’interno della Southern Africa Development Community (SADC), rappresentando il 44% dell’esportazioni e il 40% dell’importazioni del gruppo. Un periodo d’instabilità potrebbe avere ripercussioni su questi flussi commerciali. L’incertezza politica potrebbe scoraggiare anche nuovi investimenti esteri diretti, rallentando la crescita economica. Il turismo, già in calo nel 2015 per le nuove normative sui visti, potrebbe risentirne ulteriormente. Finora il governo è riuscito a contenere l’inflazione e garantire stabilità economica, nonostante le critiche. Tutto ciò in un contesto di frustrazione popolare per le condizioni economiche inadeguate. La disoccupazione è al 32%, il pil pro-capite è sceso da $8800 nel 2012 a $6190 nel 2023. Il 7% dei bianchi sudafricani possiede il 72% dei terreni agricoli del paese. Il Sudafrica ha bisogno di politiche che riducano la disuguaglianza economica ereditata dall’apartheid, letteralmente ‘separazione’, politica di segregazione razziale istituita nel 1948 e in vigore fino al 1991 e applicata anche alla Namibia. Ciò potrebbe essere raggiunto attraverso misure come la redistribuzione della ricchezza, l’incremento del salario minimo e la creazione di posti di lavoro stabili. L’istruzione è fondamentale per ridurre le divisioni sociali.
Il Sudafrica deve investire nella formazione e nell’istruzione per garantire che tutti i cittadini abbiano le stesse opportunità di sviluppo. L’installazione di infrastrutture come strade, acqua e servizi igienici in aree rurali e township può aiutare a ridurre le divisioni sociali. Questo potrebbe migliorare le condizioni di vita e aumentare le opportunità per i cittadini. La creazione di un sistema di governance più trasparente e partecipativo può aumentare la fiducia nella politica e ridurre le tensioni sociali. Il riconoscimento e la valorizzazione delle differenze culturali possono aiutare a ridurre le divisioni sociali attraverso la promozione delle diversità culturali e grazie alla creazione di opportunità per tutte le comunità presenti nel paese. La segregazione spaziale è un problema persistente in Sudafrica. Ridurre la segregazione spaziale attraverso la creazione di aree miste e la promozione dell’integrazione sociale può aiutare a ridurre le divisioni sociali. Un’economia sostenibile che favorisca lo sviluppo locale e la crescita economica potrebbe aiutare a ridurre le divisioni sociali attraverso la promozione dell’agricoltura sostenibile, dell’industria locale e del turismo. Jakkie Cilliers, capo del South Africa Futures and Innovation di Pretoria, afferma che ‘per migliorare le condizioni di vita, i sudafricani devono mettere da parte l’ideologia e le altre divisioni. Un paese diviso cresce lentamente’.
Beatrice Nicolini è Professoressa ordinaria di Storia e Istituzioni dell’Africa presso la Facoltà di Scienze Politiche e sociali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.
* Foto di Leo Moko su Unsplash