di Vera Tika
La recente vittoria del Partito della Libertà (FPÖ), di estrema destra, alle elezioni legislative in Austria, dove ha ottenuto il 29,1%, rappresenta un evento significativo per la storia politica austriaca e per il contesto politico europeo. L’ascesa dell'FPÖ non è solo un fenomeno di successo locale, ma fa parte di una tendenza più ampia che riguarda molti paesi europei, dove i partiti di estrema destra stanno guadagnando terreno, facendosi paladini delle preoccupazioni sociali riguardo ai problemi relativi all’immigrazione, all’identità e alla sovranità nazionale.
L'FPÖ, sotto la guida di Herbert Kickl, appartiene a un filone del nazionalismo austriaco che ha le sue radici nel periodo postbellico. Il partito è stato fondato nel 1956, basando la propria identità politica sull'opposizione alla democrazia liberale e sul sostegno al nazionalismo. Nonostante i cambiamenti nelle strategie politiche e nella leadership, le posizioni principali dell'FPÖ rimangono stabili: critica feroce all'immigrazione, all'Unione Europea e alla globalizzazione, insieme alla difesa di un'identità austriaca "autentica".
Kickl, ex consigliere di Jörg Haider, continua a incarnare l'eredità dell'estrema destra degli anni Novanta, quando l'FPÖ ottenne ampio sostegno con un'agenda nazionalista e anti-immigrazione. Kickl è riuscito a far rivivere questa linea politica utilizzando la retorica della "rimigrazione", ossia dell'espulsione di migranti e rifugiati. Questa strategia riflette le preoccupazioni degli strati popolari che vedono la loro identità nazionale minacciata dai cambiamenti demografici e dal multiculturalismo.
Il successo dell’FPÖ deve essere analizzato tenendo presenti anche le evoluzioni politiche negli altri paesi europei. Come la Lega in Italia e il Rassemblement National in Francia, l'FPÖ sfrutta le preoccupazioni per l'immigrazione e la globalizzazione, riuscendo ad attrarre elettori che si sentono delusi dai partiti tradizionali. Tuttavia, a differenza di altri movimenti di estrema destra, adotta una posizione più rigida in politica estera, promuovendo posizioni filorusse e criticando con forza l’Unione Europea. Questa differenziazione lo rende un caso particolare nel panorama dell'estrema destra europea.
La strategia di Kickl, che combina il nazionalismo austriaco con preoccupazioni politiche e sociali, come l'instabilità economica e la minaccia all'identità nazionale, si è dimostrata particolarmente efficace. Il leader dell'FPÖ riesce a unire vari gruppi sociali che temono la perdita della sovranità nazionale, creando una base politica in continua espansione.
In conclusione, la vittoria dell'FPÖ evidenzia il fatto che l'estrema destra sta diventando sempre più un fattore rilevante nella politica europea. Anche se questo fenomeno è particolarmente forte in Austria, è chiaro che fa parte di una tendenza più ampia, che continuerà a influenzare il funzionamento dei sistemi politici in tutto il Vecchio continente.
Vera Tika collabora con il Centre for Political Research della Panteion University
Questo articolo è apparso sull’edizione cartacea del quotidiano greco Kathimerini. Viene pubblicato in italiano con il consenso dell’autrice.