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La destra italiana oggi

La destra italiana oggi

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di Tommaso Rossi *

 

Quali sono gli elementi caratteristici della destra italiana oggi? È questa la domanda al centro del seminario di studio organizzato da Polidemos lo scorso 3 maggio. Dopo i saluti di Damiano Palano, Valerio Alfonso Bruno ha avviato i lavori sottolineando come Fratelli d’Italia abbia un’ideologia ambigua, ambivalente, pragmatica, poiché, a seconda delle situazioni, si presenta, per esempio, come partito conservatore o populista. Da questo punto di vista, infatti, è difficile attribuirgli l’etichetta di “far right party”.

Adriano Cozzolino, dell’Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, ha concentrato il suo intervento su alcuni aspetti dell’economia politica del governo Meloni. Contrapponendolo al caso inglese di Margaret Thatcher, in cui “era presente una forte critica della social theory”, l’idea di base del governo Meloni è un “too Nation project”. Infatti, ha argomentato Cozzolino, la filosofia di fondo della premier britannica era concentrata su una critica all’eccesso di Stato che ha portato ad una traiettoria di “populismo autoritario”, che in Meloni invece non si trova. Non a caso, se “i conservatori fino agli anni Settanta volevano integrare tutti i ceti sociali tramite welfare e politiche espansive, l’elemento di novità della Thatcher è stato rompere tale sistema, tracciando una nuova linea verticale tra produttivi e improduttivi”.

Naturalmente, riflessioni simili si intrecciano con le analisi sul fenomeno populista. Per Anna Napoletano, dell’Università degli Studi di Bologna, il populismo non va considerato come un fenomeno episodico e, ancora più importante, è analizzarlo in relazione al concetto di democrazia e a quello di destra. L’elemento chiave è capire in che misura “intrattiene rapporti di influenza sui sistemi partitici, ossia il supporto elettorale che ha, l’effettività organizzativa e la prossimità ideologica”. Per ora, infatti, “i temi promossi dalla destra son sì più diffusi, ma occorre considerare tantissimi elementi prima di dare un chiaro giudizio sulla loro effettiva capacità di incidere”.

Se quindi il tema del populismo e della destra si intrecciano, sia dal punto di vista partitico che da quello economico, centrale sarà anche il problema di come “normalizzare” l’estrema destra. Per Alessio Scopelliti dell’Università degli Studi di Milano – osservando i casi di Italia e Francia – si possono identificare alcuni elementi comuni come “una forte tendenza al ‘maggioritarismo’ e quindi ad un esecutivo più forte, rispetto a vere e proprie pulsioni antidemocratiche”. Infatti, per “normalizzare l’estrema destra l’idea chiave è quella di renderla un partito mainstream”, senza trascurare le precedenti “ondate” che l’hanno coinvolta; l’ultima – tra il 1980 e il 2000 – ha portato a una legittimazione della destra radicale nel panorama istituzionale. Ha chiuso la discussione l’interessante contributo di Matilde Zubani, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, nel quale ha mostrato le tendenze, le modalità e le caratteristiche della narrativa della destra italiana, in relazione ai rapporti con l’Unione Europea durante la crisi dovuta alla pandemia da Covid-19.

 

* Studente della Laurea Magistrale in Politiche pubbliche

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