Articolo

Il realismo politico: diagnostica e prasseologia del potere

Il realismo politico: diagnostica e prasseologia del potere

Condividi su:

 

di Saverio Gileno e Tommaso Rossi*

 

«Anche la nuova epoca» – osserva Pier Paolo Portinaro alla fine delle pagine introduttive de Il realismo politico (Scholé, 2023) – «richiede diagnosi articolate e strategie di ampio respiro, non concessioni a illusioni palingenetiche. Nella consapevolezza che, di fronte alla soglia estrema dell’irrazionalità umana, anche il realismo è destinato a restare privo di argomenti». È questo il fulcro attorno al quale si è sviluppato il seminario di presentazione di questa nuova edizione del libro di Portinaro, professore dell’Università di Torino, organizzato da Polidemos il 13 novembre scorso presso l’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali (Aseri). All’incontro, moderato da Damiano Palano, hanno preso parte, oltre all’autore, Maria Laura Lanzillo dell’Università di Bologna e Lorenzo Ornaghi, a lungo professore di Scienza politica e Storia delle dottrine politiche all’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Lanzillo ha ricordato che, già nel 1999, dopo l’uscita della prima edizione de Il realismo politico, si percepiva un venir meno della fiducia e dell’ottimismo che avevano caratterizzato il decennio successivo alla fine della Guerra Fredda. Il ritorno della guerra «giusta e umanitaria» e i primi segni di crisi del sogno di una Europa veramente unita resero necessaria la riscoperta di uno sguardo pragmatico e disincantato sulla realtà politica. 

Non a caso, per Ornaghi, acquisire una piena consapevolezza del fatto che il realismo rappresenta una «criptologia della politica» – ossia «una analisi di ciò che è occulto, nascosto, ma che risulta decisivo» nei moventi che guidano l’agire degli esseri umani – costituisce l’unico modo di scorgere «il reale che sta dietro le apparenze».  

Sollecitato da questi stimoli, nel suo articolato intervento, Portinaro ha offerto la sua interpretazione di cosa si debba intendere per realismo politico, sottolineando che le categorie che lo definiscono sono state utili per comprendere fenomeni decisivi per la storia, come l’11 settembre, la successiva crisi economica e quella migratoria. Questa consapevolezza – ha proseguito – è forse ancor più marcata ai nostri giorni. Infatti, la lezione del realismo ci aiuta a comprendere come il mondo sia sempre più articolato e complesso – come aveva compreso e argomentato già Guicciardini. Nella parte conclusiva del suo intervento, non sono mancati accenni alla stretta attualità: secondo Portinaro, alcune fasi della crisi russo-ucraina sarebbero state governate in modo più puntuale qualora si fosse adottato un punto di vista realista e non utopista.

 

* Studenti del Polidemos Student Program

Data

Condividi su:

Newsletter

Iscriviti alla newsletter