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Elezioni tra incertezza e percezione pubblica

Elezioni tra incertezza e percezione pubblica

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Margherita Farinella

 

In queste settimane il mancato raggiungimento del quorum ai referendum dell'8 e 9 giugno ha riacceso in Italia il dibattito sulla partecipazione democratica. Ma il già di per sé problematico dato del 30% di affluenza si inserisce in un quadro globale ben più preoccupante: quello delineato dal The Global State of Democracy 2024. Strenghtening the Legitimacy of Elections in a Time of Radical Uncertainty di International IDEA, che documenta come l’anno preso in esame – nonostante sia stato definito da "record" nella storia umana per il numero di persone chiamate alle urne, un "super-ciclo" con 3 miliardi di elettori chiamati a votare nel mondo – non rappresenti "un trionfo di democrazia" quanto piuttosto un momento di declino diffuso nella qualità elettorale, persino in paesi tradizionalmente solidi.

Come scrive Casas-Zamora - Segretario Generale di International IDEA - nella prefazione al report: "The success of democracy depends on many things, but it becomes utterly impossible if elections fail. And since democracy is an ideal that must be believed if it is to be true, a failure of perception is as serious as a failure of substance". Se le elezioni sono elemento necessario ma non sufficiente per definire la democrazia, quest'ultima non può funzionare se le elezioni perdono di credibilità.

I numeri delineano un trend globale allarmante. Negli ultimi 15 anni International IDEA ha evidenziato un calo di 10 punti percentuali nell'affluenza globale al voto, mentre tra il 2020 e il 2024 circa il 20% delle elezioni nel mondo ha visto i perdenti rifiutare l'esito delle urne. Nel 2023 prevale il numero di Stati in cui la democrazia è in declino rispetto a quelli in cui migliora: quattro paesi su nove registrano un peggioramento delle performance democratiche rispetto al 2018, mentre solo uno su quattro mostra miglioramenti. Nel 2024, una persona su tre troverà una situazione in cui la qualità delle elezioni è significativamente peggiore rispetto a cinque anni prima e in cui molte delle controversie hanno riguardato principalmente irregolarità nel momento del voto e dello scrutinio - le fasi più visibili ai cittadini.

I dati a livello globale evidenziano poi un preoccupante arretramento nei settori della Rappresentanza e dei Diritti, in particolare negli indicatori di Elezioni credibili, Parlamento efficace, Uguaglianza economica, Libertà di espressione e Libertà di stampa. Questa tendenza solleva dubbi sulla reale possibilità dei cittadini di esprimere un voto informato e sulla capacità dei rappresentanti eletti di bilanciare il potere dell'esecutivo.

"Percezione" è una delle parole che emerge con maggiore forza da questo lavoro, che si costruisce anche su un altro Report pubblicato da IDEA nel 2024, il Perceptions of Democracy Survey (PODS). In 11 dei 19 Paesi analizzati, meno della metà degli intervistati ritiene che le ultime consultazioni siano state libere e corrette. Dal PODS emerge che le valutazioni degli esperti spesso non coincidono con la percezione dei cittadini. Ad esempio, gli esperti identificano da tempo problemi strutturali nel finanziamento delle campagne e nella copertura mediatica come le maggiori debolezze elettorali, mentre il pubblico si concentra su voto e scrutinio.

Differenze significative emergono poi quando si considerano le percezioni delle minoranze, che anche in Paesi considerati "high-performing" come Cile, Danimarca, Lituania e Taiwan, si sentono meno libere di esprimere le proprie opinioni. Sul fronte dell’accesso alla giustizia, in 15 Paesi su 19 le minoranze mostrano una fiducia ancora più bassa rispetto a una popolazione già insoddisfatta. In Italia il divario di percezione tra maggioranze e minoranze arriva a 21 punti percentuali, seguito da Taiwan (20) e Stati Uniti (15), nonostante buoni punteggi nelle valutazioni tecniche.

Il Report si basa su diversi strumenti analitici: il Perceptions of Democracy Survey, l'Indice GSoD (Global State of Democracy) costruito su 165 indicatori provenienti da 24 fonti, che analizza le dimensioni della rappresentanza, dei diritti, dello stato di diritto e della partecipazione in 173 paesi dal 1975 al 2023, e il Democracy Tracker, che fornisce dati qualitativi sui cambiamenti democratici con aggiornamenti mensili da agosto 2022. La novità metodologica del 2024 è l'introduzione di una seconda parte tematica che esamina la percezione pubblica sull’integrità delle elezioni e le "elezioni contestate". Questo nuovo set di dati classifica tre tipi di rifiuto delle elezioni: boicottaggi da parte dell'opposizione (11,3% delle elezioni), mancata accettazione della sconfitta da parte dei candidati perdenti (19,5%), e presentazione di ricorsi legali (19,5%).

L'analisi dei contenziosi legali rivela che le contestazioni si concentrano principalmente sul processo di voto e di scrutinio (26 casi ciascuno), mentre sono molto meno frequenti quelle su finanziamenti alle campagne (4 casi), nonostante gli esperti ne segnalino da tempo le vulnerabilità. Questa minore attenzione probabilmente è dovuta alla maggiore difficoltà nel raccogliere prove, alla debolezza delle normative e al legame meno diretto con il voto finale.

La libertà di espressione e la libertà di stampa garantiscono agli elettori le informazioni e lo spazio per partecipare alle attività elettorali. Il rapporto evidenzia come anche le democrazie consolidate - Italia inclusa - stiano vivendo pressioni esecutive sui media.

La repressione digitale attraverso manipolazione dei contenuti, spyware e disinformazione - accentuati dall'uso dell'intelligenza artificiale -, è aumentata non solo nei regimi autoritari, ma anche nelle autocrazie e nelle democrazie. Le piattaforme social, spesso prive di regole chiare nella gestione dei contenuti, amplificano la diffusione di odio, attacchi contro le minoranze e violenza di genere.

International IDEA identifica otto categorie di potenziali minacce all'integrità elettorale, da riforme elettorali antidemocratiche a disastri ambientali, ma ciò che considera più urgente è che la fiducia del pubblico sia minacciata da false narrazioni - spesso alimentate dagli stessi politici - che cercano di screditare le elezioni senza evidenze concrete.

"Incertezza" è un’altra parola chiave del Report. Non sono solo gli Stati con le istituzioni più deboli a soffrire: vecchi e nuovi problemi - dalla pandemia al cambiamento climatico, dall'intelligenza artificiale ai conflitti - si intersecano, sfidando anche le democrazie più affermate, specialmente nelle Americhe e in Europa. Davanti a queste nuove crisi e contesti, molti cercano di mantenere il controllo restringendo i diritti delle persone.

Un esempio emblematico è quello di diversi paesi dell'America Latina, dove le sfide alla sicurezza pubblica sono state affrontate di recente con risposte statali autoritarie: El Salvador, ad esempio, ha raggiunto il secondo tasso di omicidi più basso dell'emisfero occidentale (dopo il Canada), ma attraverso politiche che hanno portato a centinaia di sparizioni forzate, migliaia di detenzioni arbitrarie, e centinaia di decessi nelle carceri statali. Anche negli USA, proteste studentesche propalestinesi sono state gestite con un uso eccessivo delle forze di polizia.

La sfiducia nelle elezioni non nasce solo da problemi interni al processo elettorale, ma riflette un malessere più profondo verso il sistema, alimentato da una crescente disillusione nei confronti dei governi e delle élite politiche. Tuttavia, agendo proprio su questo è possibile apportare dei miglioramenti democratici.

Non tutto è però perduto. Dal Report emerge come in alcuni paesi - Brasile, Francia, Gambia, Guatemala, India, Polonia e Zambia - siano state proprio le elezioni a contenere la retrocessione democratica e a invertire tendenze negative. Il report si conclude, quindi, con una serie di raccomandazioni differenziate per attori coinvolti.

Secondo queste, le autorità elettorali dovrebbero considerare le percezioni pubbliche, specialmente nelle fasi di voto e scrutinio, attuare riforme solo dopo ampie consultazioni e comunicare in modo trasparente durante tutto il ciclo elettorale. Le istituzioni di controllo dovrebbero rispondere prontamente ad accuse infondate che mirano a screditare le elezioni. Sia i ricercatori che gli organismi internazionali, inoltre, dovrebbero prestare maggiore attenzione alle percezioni pubbliche durante tutto il ciclo elettorale.

International IDEA ribadisce, infine, la necessità di un relatore speciale delle Nazioni Unite e/o degli organismi regionali sulla credibilità elettorale e l'integrazione delle opinioni pubbliche nelle missioni di osservazione per una migliore comprensione di rischi e percezioni. I ricercatori sono invitati a indagare l’effetto di disinformazione, violenza, meccanismi di voto speciali e osservazione elettorale, sulla fiducia pubblica e sul comportamento elettorale.

Il divario tra le valutazioni degli esperti e la percezione dei cittadini - in particolare delle minoranze - evidenzia l'importanza di monitorare costantemente l'opinione pubblica e differenziarla per gruppi sociali. La necessità di una vigilanza sui diritti democratici è evidente anche nei Paesi più avanzati, come stiamo osservando nelle recenti trasformazioni negli USA e in Europa. Il caso italiano, con il significativo divario di percezione tra maggioranze e minoranze, dimostra che anche le democrazie consolidate devono confrontarsi con problemi di inclusività che possono minare la fiducia istituzionale tra i gruppi più vulnerabili.

La lezione del Report è chiara: integrare sistematicamente l'opinione pubblica nel decision-making e nella ricerca non è più opzionale, ma necessario per comprendere appieno alcuni fenomeni - uno tra tutti l’astensione - e ricostruire quella fiducia elettorale su cui si fonda la legittimità democratica. Solo considerando anche coloro che restano ai margini sarà possibile affrontare le sfide dell'incertezza contemporanea e garantire che la democrazia mantenga la sua credibilità e la sua forza trasformativa.

 

Margherita Farinella è dottoranda in "Istituzioni e politiche" presso la Facoltà di Scienze politiche e sociali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.

 

Foto di Element5 Digital su Unsplash

 

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