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Sommario
Le biblioteche al tempo del Coronavirus
di Gianmario Baldi……..….……………........p. 1
Postscriptum…………………………..…….p. 58
Le biblioteche
al tempo del Coronavirus
di Gianmario Baldi
I |
n tempo di Coronavirus, con la chiusura forzata di musei, teatri e cinema, torniamo a chiederci a cosa servano le biblioteche. Dopo questa terribile esperienza è probabile che cambieranno i nostri comportamenti e i luoghi destinati al tempo libero o alla cultura. Alla fine della pandemia avremo sicuramente anche un rapporto diverso con i mezzi di informazione, con i nostri strumenti di lavoro e con la modalità per effettuare i nostri acquisti, con cui useremo il nostro tempo libero. In definitiva, cambieranno molte delle nostre abitudini e soprattutto il nostro sistema economico. Così, mentre diminuisce, ci si augura, la pressione sanitaria, dobbiamo cominciare a riflettere sulla ricostruzione di un nuovo sistema culturale e formativo nella convinzione che la cultura è essenziale per garantire una crescita duratura; poi sarebbe necessario chiedersi che cosa possano offrire le biblioteche per la crescita del sistema in Italia. Nel secondo dopoguerra ci si chiedeva se le biblioteche dovevano servire per realizzare la democrazia, favorendo innanzitutto la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, o se dovevano essere uno strumento per l’educazione, soprattutto permanente, dei cittadini. Queste visioni erano espressione di due concezioni politiche diverse, spesso opposte fra di loro; in ambedue i casi alle biblioteche era riconosciuto un ruolo centrale, indispensabile per modernizzare il Paese che usciva dalla seconda guerra mondiale. Nel rileggere oggi le testimonianze di quegli anni sorprende vedere come la politica e la società mettevano questo servizio al centro delle loro strategie culturali e formative. La fortuna delle biblioteche si basava sul profondo legame con il territorio, sulla loro diffusione capillare e, infine, sulla facilità con la quale potevano essere realizzate in qualunque contesto sociale ed economico. Sono gli anni in cui anche in Italia nasce la biblioteca pubblica come abbiamo imparato a conoscerla nell’ultimo mezzo secolo. Negli anni Ottanta del secolo scorso, per molti le biblioteche dovevano trasformarsi in “centri culturali”, per rispondere in modo adeguato alle profonde trasformazioni che stavano portando l’Italia da paese prevalentemente agricolo a paese industriale. Il tema di allora era come adeguare le biblioteche alle esigenze dei nuovi ceti e alle nuove modalità di trasmissione culturale che si stavano sempre più affermando accanto al libro: sono gli anni in cui, spesso per iniziativa di bibliotecari, sorgono nelle realtà più dinamiche del nostro Paese numerosi festival letterari, cinematografici, musicali, di danza... Da questa esperienza le biblioteche hanno imparato che non possono limitarsi solo a prestare libri, ma devono creare il dialogo e l’integrazione con altri mezzi di comunicazione; soprattutto è indispensabile che conquistino un pubblico sempre più ampio e aperto a nuovi linguaggi come il cinema, il teatro, la musica. Infine, negli anni Novanta, con la rivoluzione digitale e l’affermarsi di testi in formato digitale, molti hanno profetizzato la fine delle biblioteche e del libro stampato. Sono sorte, soprattutto nell’America del Nord, biblioteche prive di scaffali e di libri, arredate solamente con computer per accedere alle risorse digitali e, ovviamente, molti posti a sedere. Anche in Europa e in Italia parecchie biblioteche si sono trasformate in sale di studio prive di libri e con “micro” postazioni di lavoro in grado di garantire l’accesso alla rete informatica e, ovviamente, alla corrente elettrica per permettere la funzionalità del portatile o dello smartphone degli utenti. Anche da questa realtà i bibliotecari hanno imparato qualcosa: per avere un futuro, le biblioteche oggi devono “fare rete”, sia per contenere i costi economici, sia per valorizzare le professionalità presenti in ciascuna biblioteca. Inoltre, grazie al potenziamento delle attività telematiche avviato negli ultimi anni, si è colta per la prima volta la possibilità di creare e offrire servizi a distanza, come leggere libri e accedere a banche dati senza recarsi in biblioteca. Sta nascendo una nuova biblioteca senza più pareti e libri, una nuova biblioteca che si alimenta di tutte le altre, grandi e piccole, vicine e lontane, che rendono disponibile e accessibile il proprio patrimonio. Le biblioteche, nel corso della loro millenaria storia, hanno dimostrato di avere sempre la capacità di adeguarsi alle nuove esigenze della società. Oggi, però, la sfida per le istituzioni culturali e le biblioteche è decisamente più complessa che in passato, e non solo per la mancanza di risorse economiche. Si legge sempre meno e assistiamo a un pauroso analfabetismo di ritorno al punto che molti, compreso il mondo del lavoro, invocano un “piano Marshall” per favorire la lettura fin dalla prima infanzia. Contemporaneamente siamo inondati di informazioni, di cui spesso non siamo in grado di verificare la autenticità, anche per la mancanza di una cultura informatica diffusa. Infine (e ne abbiamo avuto conferma in queste settimane) un terzo delle famiglie italiane, per motivi economici, non possiede gli strumenti informatici per fruire dei servizi offerti dalla scuola o dalle istituzioni culturali. Sembra incredibile, ma mancano ancora luoghi dove garantire a tutti il libero accesso al sapere, così come mancano luoghi dove costruire la coesione sociale e gli incontri fra le generazioni. Anche le biblioteche trentine hanno vissuto queste fasi e da queste esperienze si sono arricchite, realizzando un sistema bibliotecario e dal 1985 un catalogo elettronico condiviso fra tutte le oltre centocinquanta biblioteche. Negli ultimi anni si è anche investito molto nella ristrutturazione delle sedi (si vedano i casi di Trento, Rovereto e Biblioteca universitaria) e nel sistema informatico del Catalogo bibliografico che a breve sarà cambiato. Ora, però, le biblioteche devono approfittare di questo momento, per riflettere su come riorganizzarsi, tenendo conto che probabilmente vi saranno meno risorse economiche. Fra le numerose problematiche da affrontare, sarà prioritario riflettere sulle modalità di organizzazione delle biblioteche che potrebbero collegarsi in rete, omogenee per territorio. Sarà anche necessario definire le modalità per investire nella digitalizzazione e nella rete informatica al fine di creare nuove modalità per erogare i servizi tipici delle biblioteche. Sarà anche necessario intensificare l’impegno congiunto di biblioteche, scuole e musei per promuovere la lettura e l’educazione permanente. Approfittando delle nuove tecnologie, si dovrà continuare a investire nella ricerca e nella tutela del patrimonio storico, sia delle biblioteche sia degli archivi. Infine, bisognerà definire le modalità più idonee per dare stabilità a quelle professionalità che, all’interno delle biblioteche, sono state esternalizzate. L’occasione della prossima riapertura della Biblioteca Civica di Rovereto sarà anche il momento per discutere sul futuro delle biblioteche, con amici del mondo bibliotecario come Luciano Canfora, Gherardo Ortalli, Sergio Zaninelli, Edoardo Barbieri... Spesso le biblioteche sono state date per morte, ma, grazie alla loro storia, al profondo legame con le comunità nelle quali sono cresciute, al loro patrimonio, alla strumentazione in loro possesso e alla professionalità dei bibliotecari, hanno sempre trovato le risorse anche economiche per rinnovare e ripensare il loro ruolo: confido che saranno in grado di farlo anche in questo contesto così difficile e complesso.
Per ricordare con gratitudine
la figura umana e scientifica di
Ugo Rozzo (1940-2020),
le edizioni Forum di Udine hanno pubblicato in formato digitale
a libero accesso il volume
o54-A Biblioteche Riscoperte. Ab artis inventae origine. Storie di libri, persone e biblioteche milanesi tra le edizioni quattrocentesche della Braidense, Milano, Biblioteca Nazionale Braidense 4 febbraio – 28 marzo 2020, Milano, a cura di Fabrizio Fossati, Cusl, 2020, pp. 155, ill., ISBN 978-88-8132-7768, s.i.p. «Amico discretissimo, il libro non è petulante, risponde solo se richiesto, non urge oltre quando gli si chiede una sosta. Colmo di parole, tace». Si tratta di un estratto dal libro Tacet (Milano, Adelphi, 2013) del grande filologo ticinese Giovanni Pozzi, che mette in luce un aspetto interessante dell’oggetto libro: la sua attesa di essere scoperto, di essere fatto parlare, di raccontare i molti tesori che, lungo più o meno secoli, ha raccolto. Ma lo fa con discrezione, senza pretese. Attende che arrivi il suo momento. Ed è molto virtuoso quando, grazie alla disponibilità degli istituti culturali e alle competenze dei ricercatori, vengono alla luce progetti come quello promosso dalla Biblioteca Nazionale Braidense e messo in opera da Fabrizio Fossati. Progetto che ha visto la valorizzazione del ricco e prestigioso fondo incunabolistico della Braidense, il quale conta quasi 2.300 voll. Un’attività di schedatura lunga, durata diversi anni, che come obiettivo aveva l’inserimento nel database internazionale Material Evidence in Incunabula (MEI) di questa preziosa collezione. A questo importante progetto ha contributo la Regione Lombardia, che ormai da una decina di anni sta finanziando un censimento degli incunaboli posseduti dalle biblioteche lombarde – circa 12.000 unità. A oggi, quasi 3/4 del totale sono già stati descritti e identificati, arrivando a definire identità e collocazione presso le diverse biblioteche pubbliche e private, grandi o piccole presenti sul territorio. Tornando a Brera e ai suoi incunaboli, l’alacre lavoro di Fabrizio Fossati è stato degnamente coronato da una prestigiosa esposizione tra le teche della celebre Sala Maria Teresa della Braidense, dove è stato possibile ammirare dal vivo la punta di diamante di questa collezione. Suddivisa in tre sezioni, il visitatore ha potuto compiere un vero e proprio viaggio nella storia del libro a stampa. La prima sezione, L’incunabolo: innovazione nel solco della tradizione, si poneva come obiettivo quello di portare alla scoperta delle peculiarità del libro del XV secolo. Attraverso alcuni significativi esemplari esposti, era possibile capacitarsi della tecnica di stampa vera e propria utilizzata dai primi tipografi, ma anche osservare come questa importante innovazione culturale non voleva allontanarsi da i canoni della tradizione manoscritta di mise en page di testo e immagini, ma migliorare il livello produttivo. Una seconda sezione, Rari e preziosi: i tesori della Braidense, era dedicata ai “pezzi da novanta” della collezione di incunaboli. Veri e propri capolavori dell’arte tipografica, accostati da altrettanti voll. conservatisi in numeri estremamente esigui, o addirittura in esemplare unico. La terza sezione, Incunaboli Braidensi: la formazione di una raccolta, aveva lo scopo di raccontare la storia della collezione braidense, attraverso le vicende legate ai possessori dei voll. e ai loro, spesso, lunghi viaggi che li hanno portati, di mano in mano, ad arrivare sugli scaffali della biblioteca milanese. Purtroppo, la recente pandemia non ha permesso di poter fruire di questa esposizione come si sarebbe sperato. Tuttavia, per rendere accessibile anche da remoto tale prestigioso allestimento, sono state attuate due belle iniziative. Da una parte una presentazione e una visita virtuale della mostra, curata da Edoardo Barbieri e reperibile sul canale YouTube della Biblioteca Nazionale Braidense. Dall’altra, la completa digitalizzazione e divulgazione online del prezioso catalogo della mostra. Sfogliarne le pagine ci riporta indietro nel tempo, in un viaggio tra legature, miniature e incisioni di indiscutibile bellezza. Ma oltre all’impatto visivo, vi è anche quello storico, che l’autore del catalogo ha saputo egregiamente valorizzare. Tra gli esemplari si intrecciano storie diverse, a motivo delle molteplici provenienze: si rintracciano nomi di istituzioni religiose milanesi soppresse durante le diverse dominazioni austriache e francesi tra il XVIII e il XIX secolo, le quali si combinano ai nomi di grandi bibliofili e amatori del libro. Un viaggio di storie singolari, che portano a comprende come, lungo i secoli, questi volumi abbiano viaggiato di mano in mano, fino a giungere nella loro ultima collocazione a Brera. Se, come scriveva Emily Dickinson, «There is no Frigate like a Book / To take us Lands away», questa mostra – raffinata e ben documentata – val bene che sia apprezzata anche solo sfogliando tutto d’un fiato le pagine di questa pubblicazione. – L.Mo.
o54-B Bibliothèque décors. Années 1780-années 2000: nationalités, historicism, transferts, édité par Frédéric Barbier – István Monok– Andrea De Pasquale, Budapest-Roma, Bibliothèque de l’Académie Hongroise des Sciences-Bibliothèque du Parlement de Hongrie-Biblioteca Nazionale Centrale di ROm, 2019, pp. 246, ill. col., ISBN 9788896527580, € 45. La storia del libro procede di pari passo con la storia degli spazi adibiti alla sua conservazione. Il presente vol. costituisce la seconda puntata di una serie dedicata alla storia delle strutture architettoniche e degli arredamenti interni impiegati nelle biblioteche in particolar modo europee, ma non solo. I saggi sono organizzati in quattro differenti sezioni, che ruotano attorno a tematiche specifiche. La prima parte (intitolata Construire et aménager) è dedicata allo sviluppo e alla costruzione di biblioteche: si apre con il contributo di Frédéric Barbier, che ripercorre la storia delle biblioteche francesi all’indomani della presa della Bastiglia, momento cruciale per la storia della Francia moderna, così come per le sorti delle principali raccolte librarie parigine nei trent’anni successivi. Per l’Italia, invece, Marco Guardo presenta uno studio sulla Biblioteca Corsiniana nel XIX secolo; gli fa da contraltare Andrea De Pasquale che fornisce un approfondito intervento sul riallestimento del Collegio romano per la Biblioteca Nazionale di Roma. La sezione si chiude con un ritorno in Francia, a Carpentras, con Jean-François Delmas che ripercorre la storia della Bibliothèque-musée Inguimbertine. La seconda parte (Illustrer) si propone d’indagare il rapporto dell’edificio-biblioteca all’interno del contesto urbano. In questo senso, tra Sette e Ottocento, in tutta Europa emerse una diffusa esigenza di progettare nuove biblioteche ponendo maggior cura a ergonomia ed estetica: María Luisa López-Vidriero delinea un percorso specificamente madrileno sul rapporto tra le biblioteche con l’architettura della capitale spagnola, mentre Christophe Didier propone una riflessione analoga per la città di Strasburgo. Jean-Michel Leniaud si focalizza invece sulle decorazioni interne della parigina Bibliothèque du Sénat al Palais du Luxembourg. La terza parte del vol. (Expériences centre-européennes) raccoglie un corposo nucleo di interventi dedicati all’Ungheria: György Papp Gábor illustra l’evoluzione delle strutture architettoniche della Biblioteca dell’Accademia Ungherese delle Scienze; Bálint Ugry ripercorre le tappe della costruzione e dell’allestimento della Biblioteca Centrale delle facoltà tecniche presso l’Università di Budapest; infine, József Sisa si sofferma a considerare il rapporto tra l’istituzione governativa e le collezioni librarie nel caso della Biblioteca del Parlamento ungherese. Voci fuori dal coro quelle di Zsuzsa Sidó, che getta uno sguardo sull’organizzazione domestica delle biblioteche all’interno delle abitazioni ungheresi di campagna durante il XIX secolo, e di Rainer Valenta, che analizza i cambiamenti apportati all’edificio della Familien-Fideikomissi-bibliothek, dapprima appartenuta alla dinastia degli Asburgo-Lorena e poi entrata a far parte del patrimonio pubblico della nazione austriaca, oggi Österreichische Nationalbibliothek. La pubblicazione termina con uno scorcio sul Nuovo Mondo offerto da Marisa Midori Deaecto (unico contributo per la quarta e ultima sezione, Exporter), in cui si rispolverano le fasi che portarono tra il 1905 e il 1911 a realizzare un nuovo padiglione della Biblioteca Nazionale Brasiliana a Rio de Janeiro. La ricercata veste editoriale e il nutrito apparato fotografico, arricchito da materiale d’archivio (vedute, istantanee e planimetrie) fanno di questo vol. un oggetto tanto prezioso per gli occhi quanto utile agli studi. – D.M.
o54-C Cavallo (Guglielmo), Scrivere e leggere nella città antica, Roma, Carocci, 2019 (Frecce, 285), pp. 313+XVI di tavole, ill. b/n e col., ISBN 978-88-430-9582-7, € 33. Il vol. raccoglie mirabilmente anni di studi del suo a., proponendo una lucida, seria, documentata e scorrevole riflessione sulle pratiche di scrittura e lettura in luoghi e momenti chiave della storia occidentale, focalizzandosi sulla sua matrice greco-latina, dapprima pagana e poi cristiana. Ed è proprio seguendo le tracce di questa cultura che lo studio, diviso in cinque capitoli tematici, si concentra su realtà cittadine ben precise: l’Atene antica (Uccelli famelici ad Atene, pp. 11-38), Alessandria e le biblioteche nei regni ellenistici (Alessandria, la vivisezione, le infinite genti, pp. 39-74), la Roma classica lungo tutta la sua parabola storica (Rischio di crolli a Roma, pp. 75-126), la Ravenna bizantina (Un treno per Ravenna, pp. 127-95) e Costantinopoli (Costantinopoli: l’occhio dell’universo, pp. 197-262). Al fine di fornire una storia della lettura e della scrittura che consideri anche gli enormi effetti che queste pratiche ebbero sulla società, sulla produzione libraria e persino sull’architettura delle civiltà, l’a. studia l’argomento chiamando in causa più discipline, quali la letteratura, l’epigrafia, la storiografia e in particolare la codicologia e la paleografia. Scorrendo il vol., si avrà l’impressione che l’a. insegua la cultura greco-latina lungo un percorso millenario fatto di rotoli di papiro, iscrizioni, pergamene e codici, originariamente custoditi presso istituzioni pubbliche o su scaffali privati. Il percorso che si delinea, che, come si è detto, è frutto di «molti anni di ricerca […] ripensati alla luce di bibliografia più recente e di un più ampio uso di materiali» (p. 9), è sempre coerente e arricchito da un apparato figurativo pregevole. Parole e immagini, sostenute dai richiami a innumerevoli fonti, accompagnano così il lettore dalla democrazia ateniese, alle abitudini epigrafiche romane imperiali, fino a una vera e propria caccia ai mss. della Ravenna bizantina, in cui l’a. dimostra come l’analisi codicologico-paleografica possa talvolta raccontare più storie del contenuto stesso dei libri in esame. L’ultima tappa di questo viaggio all’insegna della parola scritta e di tutte le sue manifestazioni sarà Costantinopoli, coi suoi «secoli bui», l’iconoclastia, l’«‘esplosione’ dei classici» (p. 247) nel IX secolo e, citazione immancabile, la Biblioteca di Fozio, fonte preziosa di letture e opere, molte delle quali oggi sono scomparse o testimoniate in modo frammentario. Il vol. non è pertanto un’opera solo storiografica o paleografica, oppure una storia del libro: esso è piuttosto un sapiente amalgama di tutte queste componenti che l’a. padroneggia e fa dialogare, narrando in tal modo una storia della cultura greco-latina antica, improntata sulla scrittura e la lettura, sul prestigio sociale a loro attribuito, sulla diffusione della loro pratica e, per ogni periodo analizzato, sull’influenza delle età precedenti e delle altre culture in tale ambito. Utili strumenti, infine, sono la ricca bibliografia (pp. 263-99) e gli indici dei nomi antichi (pp. 301-7) e delle testimonianze scritte (pp. 309-13), quanto mai preziosi per orientarsi nell’eterogenea quantità di fonti chiamate in causa. – S.C.
o54-D Editoria (L’) popolare in Italia tra XVI e XVII secolo. Testi, collezioni, mestieri. Atti delle giornate di studio. Università degli Studi Roma Tre – Fondazione Marco Besso (Roma, 13-14 dicembre 2017), a cura di Gabriele Bucchi – Paola Cosentino – Giuseppe Crimi, Manziana, Vecchiarelli, 2019 (Cinquecento. Testi e Studi di letteratura italiana, 58 = n.s. 22), pp. 362, ill. b/n, ISBN 978-88-8247-424-9, € 40. Per una delle tante difficoltà di comunicazione di questi tempi complessi, sull’ultimo numero del nostro «AB» è comparso lo spoglio di questo vol. (053-059) che avrebbe dovuto essere accompagnato da una recensione, che pubblichiamo invece ora. Il convegno tenutosi presso la Fondazione Marco Besso di Roma ha infatti diversi motivi di interesse, non foss’altro per il voluto ritorno alla definizione di “editoria popolare” rispetto a quella, più à la page, di “editoria di larga circolazione”. In effetti ciò è dovuto alla forte connessione qui posta in essere tra la pratica di una produzione editoriale che, per realizzazione modesta, basso prezzo, conformità a una tipologia ben nota (piccolo formato, limitato numero di pagine, lingua volgare, frequente inserzione di illustrazioni) si rivolgeva a un pubblico assai largo e intersecante le diverse classi socio-culturali ed economiche, e contenuto e forma delle opere pubblicate, che corrispondevano a un canone testuale, spesso di antica tradizione ma pur sempre in continuo aggiornamento, di letteratura bassa (potremmo dire, alla tedesca, “Trivialliteratur”). Evidentemente, l’intero progetto di ricerca si rifà in modo più o meno esplicito alla perspicacia di Francesco Novati (1859-1915), in quanto fu lui a unire l’interesse acuto per questo genere di produzione scritta (per Novati così ancorata al mondo medioevale, e anzi ai settori più marginali e conservativi di tale universo letterario e immaginativo), già valorizzata dai suoi maestri ancora figli del romanticismo, con la coscienza non solo del suo finire come produzione viva e autentica (soppiantata dalla produzione “delle cartoline della guerra di Libia” del 1911-12), ma della necessità di salvarne, valorizzarne, censirne i testimoni materiali, quelle rare edizioni costituite da fogli volanti e libretti che rischiavano di scomparire del tutto. Ma non si vuole qui fare apologia del Novati, del quale ci si è altrove occupati, ma tentare invece di penetrare nel complesso intreccio dei bei saggi raccolti in questo vol. Se i curatori arrivano a proporre la definizione di «un prodotto librario caratterizzato da una tendenziale esiguità e povertà materiale […] e destinato in prima istanza a intrattenere, istruire, disciplinare, attraverso la lettura e l’ascolto, un pubblico scarsamente o mediamente alfabetizzato» (p. 7), sono anche consci che a tale oggetto non si arriva per sovrapporsi dei diversi elementi che concorrono a delimitarlo, quanto grazie al dialogo tra metodi e punti di vista diversi, che si avvicinano all’oggetto qui preso in esame: e se, negli ultimi decenni, gli studiosi di letteratura hanno spesso disertato tale settore, sono oggi soprattutto gli storici della società e dell’informazione, i bibliografi e gli studiosi del collezionismo ad avere con più attenzione frequentato il tema: e non sarà un caso se uno dei nomi evocati è quello di uno studioso eteronomo ed eclettico come Carlo Ginzburg (ma, per un caso recentemente studiato e che curiosamente richiama al suo Menocchio, si veda qui «AB» 054-034, che però dimostra la necessità di leggere e interpretare una volta per tutte i testi fondanti della “cultura popolare” del tardo medioevo italiano). I saggi (comunemente abbastanza brevi) raccolti sono idealmente suddivisi in tre sezioni. La prima, Testi, dovrebbe essere quella più marcatamente filologico-letteraria (ma gli interessi e gli approcci, come è giusto che sia, specie in questo caso, si sovrappongono e mescolano più volte) e si muove tra la rilettura cristiana di exempla classici («AB» 053-053), la parodia villereccia della letteratura pastorale («AB» 053-051), la circolazione del Contrasto di Quaresima e Carnevale («AB» 053-031), i testi comici per la recitazione («AB» 053-074), le riscritture ariostesche («AB» 053-106). La seconda è incentrata sul tema, che qui preme in modo particolare (e non a caso si allarga a una Miscellanea Malfatti evocata nel primo saggio [e già studiata da Vitaletti su «La Bibliofilia» giusto un secolo fa] o alla raccolta di rarità anche popolari messa insieme da Hernán Colón, nome che ricorre più volte), delle Collezioni librarie: ecco così il completamento del censimento delle miscellanee popolari della Collezione Capponi della Vaticana («AB» 053-097) solo parzialmente catalogate molti anni fa assieme a un primo studio dei generi rappresentati («AB» 053-049), l’importante contributo di Ebe Antetomaso sulla formazione della raccolta popolare della Corsiniana («AB» 053-010), le notizie sui fondi della British Library e su Panizzi («AB» 053-038), quelle sulla raccolta dell’Arsenale con verifiche su Paolo Britti e G. C. Croce («AB» 053-083). Da ultima, la sezione dedicata ai Mestieri, nella quale si cerca, intelligentemente, di cogliere non tanto la natura, ma la “vita” di questo materiale editoriale nell’interazione tra una serie di personaggi implicati nella creazione, riproduzione, diffusione di questi libretti: dai ciarlatani («AB» 053-055) ai “performatori” del genere delle Prediche d’amore («AB» 053-100), dai librai ambulanti («AB» 053-161) agli stessi tipografi visti nell’ambito di un centro editoriale come Brescia («AB» 053-138). Il vol., pur mancando, forse volutamente, di un centro forte, non perde però mai il suo baricentro e offre una serie di contributi, spesso freschi e intelligenti, che permettono di navigare con efficacia non solo tra le molte competenze qui messe in gioco, ma tra una massa assai interessante di materiali non ovvi. Ciascun intervento pubblica le note a piè di pag., ma la bibliografia lì citata (sempre in forma abbreviata) viene elencata in fine al saggio (mentre sono pubblicate per blocchi le illustrazioni b/n, di qualità però assai modesta), cosicché (sia pur a costo di qualche ripetizione che si sarebbe potuta evitare con una tavola generale delle abbreviazioni per i repertori comuni etc.) è facile cogliere utilmente al volo il coté degli studi nel quale si colloca ciascuna ricerca. Chiude il denso vol. un indispensabile indice dei nomi (pp. 343-62). – Ed.B.
o54-E Futurism. A Microhistory, edited by Sascha Bru – Luca Somigli – Bart van den Bossche, Cambridge, Legenda – Modern Humanities Research Association, 2017 (Italian Perspectives, 36), pp. XIV+260, ill., ISBN 978-1-781884-85-0, € 85. Vol. che, come viene definito dagli stessi curatori nella loro premessa dal titolo Futurism from Below: By Way of Introduction (pp. 1-12), è tutto un inciampo sulla nozione di “microstoria” di Carlo Ginzburg. Questa affermazione curiosa è subito spiegata: nel 1993 lo studioso italiano conclude il suo famoso saggio uscito su «Critical Inquiry» e dal titolo Microhistory: Two or Three Things that I Know about It, affermando (ma senza dare spiegazione alcuna) che la sua opera e quella di altri microstorici italiani (Giovanni Levi, Pietro Redondi, Franco Ramella, Osvaldo Raggio, Alberto Banti) è rappresentata al meglio da alcuni dipinti del futurista Umberto Boccioni, in particolare, da La strada entra nella casa e da Visioni simultanee, entrambi del 1911. Perché? Perché, come sostiene Giovanni Levi, «i microstorici [...] si concentrano sulle contraddizioni dei sistemi normativi e quindi sulla frammentazione, le contraddizioni e la pluralità di punti di vista che rendono tutti i sistemi aperti e fluidi» (On Microhistory, in New Perspectives on Historical Writing, edited by Peter Burke, Cambridge, Polity Press, 1991), il che significa guardare il mondo con gli occhi di Umberto Boccioni. In altre parole, il tentativo di questo vol. è di consentire ai critici del Futurismo di guardare al proprio oggetto di studio con l’apertura mentale del Futurismo stesso, ovvero con sguardo scevro da quell’eccesso di contesto – ai giorni nostri dato, per esempio, dalle digital humanities, o da un approccio cognitivista e neuroestetico, ecocritico etc... – che avrebbe creato quella che, con una gustosa metafora anglosassone, viene definita «a situation in which the trees are often no longer seen for the forest». La modernità, in effetti, come scrive Tino Vittorio – in uno splendido saggio del 1992, dal titolo più microstorico mai pensato da un uomo: Formicolii. Per una storiografia dello scarto – è straordinariamente generosa in quel suo far coesistere (e rendere reciprocamente compatibili) i contrari. Futurism. A Microhistory si concentra allora su singoli temi, oggetti o luoghi (l’automobile, il letto, la ginnastica, le intestazioni delle lettere, i numeri, Londra, i cocktail etc...) dando vita a un vol. frizzante nel quale ognuno dei singoli capitoli del libro arricchisce la comprensione del Futurismo, utilizzando un metodo microstorico che permette di pensare a prospettive inedite e a volte enigmatiche su vari aspetti del Futurismo. Per esempio: il Futurismo che sembra ai neofiti così legato alla materia, in realtà, spesso smaterializza. Infatti, come scrive nel suo saggio sul rapporto Futurismo-automobile Samuele Pardini, mentre Proust vedeva l’automobile soprattutto come un oggetto materiale, concentrandosi sulle specifiche connessioni tra gli aspetti materiali e sociali della autovettura nonché sulle esperienze soggettive che essa impone, Marinetti e i suoi compagni futuristi erano propensi a smaterializzarla quasi completamente. I futuristi tendono a evocare la pura esperienza della velocità e a tenere ampiamente nascoste le caratteristiche tecniche, commerciali e sociali dell’auto. O il caso dell’interesse costante del Futurismo per la ginnastica che, come sottolinea Michael Syrimis, può essere attribuito solo in misura limitata a connessioni apparentemente ovvie con l’educazione, la guerra, l’agilità e la performance. Piuttosto, ciò che ha reso la ginnastica così attraente per i futuristi è stata la sua tensione intrinseca tra ordine e caos, metodo e pericolo, disciplina e confusione. E ancora, giusto per fare un esempio più calzante per il contesto che ci ospita, vi è il caso delle intestazioni delle lettere. Maria Elena Versari, infatti, nota che, a dispetto dell’ambizioso e onnicomprensivo programma di riforma radicale del movimento, Marinetti continuò a utilizzare la carta intestata in rosso della rivista «Poesia» (1905) fino alla fine del 1911 (mentre il Futurismo venne fondato nel febbraio 1909) fatto che, in un certo senso, potrebbe stare a indicare il tentativo di un travaso dall’ambiente di «Poesia» in quello dell’Avanguardia, piuttosto che di uno stacco totale fra le due esperienze artistiche. Il vol., dedicato al notissimo studioso di Futurismo, Günther Berghaus, in occasione del suo sessantaquattresimo compleanno, si conclude con una lunga e gustosa intervista al festeggiato dal titolo An Afterword with Günter Berghaus, pp. 234-48. – Andrea G.G. Parasiliti
o54-F Gallo (Federico), I manoscritti di Francesco Ciceri nella Biblioteca Ambrosiana, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2019 (Fontes Ambrosiani. Nova series, 11), pp. XIII+253+22 di tav., ill. col., ISBN 978-88-93593-71-7, € 38. Prendendo spunto dalle ricerche condotte per il conseguimento del Dottorato in Lettere presso la Pázmány Péter Katolikus Egyetem di Budapest, l’a. (dottore dell’Ambrosiana e responsabile della sua biblioteca) presenta un utilissimo strumento destinato a incrementare le nostre conoscenze sulla figura di Francesco Ciceri. Nato a Lugano nel 1527 da una famiglia di mercanti del comasco, Ciceri era già noto in ambito milanese grazie alle indagini condotte, tra gli altri, da Remigio Sabbadini e Mirella Ferrari, che si interessarono alla sua lunga carriera d’insegnante di greco e latino alle Scuole del Broletto, benché egli non riuscì mai a raggiungere il rango di umanista rinascimentale, nonostante i suoi ripetuti tentativi di allacciare rapporti con i letterati più importanti del tempo. Il vol. segue principalmente uno schema bipartito: nelle quattordici sezioni che costituiscono il primo capitolo, l’a. propone un’articolata biografia di Ciceri, indagando molteplici aspetti: la nascita, le varianti latine e volgari del cognome, i famigliari (in particolare il rapporto con il fratello Cesare, anch’egli insegnante), la formazione, il trasferimento a Milano e il servizio svolto nella scuola, fino a delineare il suo ruolo nel panorama culturale dell’epoca. Per gli studi di storia del libro, risulta particolarmente utile la sezione dedicata al rapporto tra Ciceri e gli stampatori (pp. 19-21), dove spicca soprattutto il legame cordiale e schietto con Johannes Oporinus, tipografo attivo a Basilea e a cui Ciceri commissionò alcune edizioni, benché il dato fosse già noto grazie alla recente edizione integrale dell’epistolario cicerino a cura di Sandra Clerc (2013). Al contrario, del nostro era meno nota la passione bibliofilica e la sua assidua frequentazione delle botteghe antiquarie milanesi, a cui è dedicato il secondo capitolo. Qui, infatti, viene fornita una descrizione completa della collezione di manoscritti che alla morte di Ciceri furono acquisiti in blocco dal cardinal Federico Borromeo tra il 1603 e il 1604, che li volle integrare nel patrimonio della nascente Biblioteca Ambrosiana. Una volta confluiti là, i codici cicerini furono disseminati tra gli altri voll. sugli scaffali: per questo motivo, l’a. ha dovuto condurre uno spoglio di tutti gli esemplari custoditi in Ambrosiana, isolandone circa 180 (ciascuno è censito in un’apposita scheda in appendice), principalmente grazie alla identificazione della grafia autografa, ma anche tramite le indicazioni apposte da Antonio Olgiati, primo Prefetto dell’Ambrosiana. Di questa collezione si possono però seguire anche le vicende evolutive, ovvero è possibile ripercorrere con assoluta precisione la cronistoria delle acquisizioni: Ciceri fu infatti un collezionista scrupoloso, tanto da apporre con diligenza la data di acquisto di ciascun vol. nel margine inferiore dell’ultima carta. Una prassi abbastanza diffusa in età moderna, che si riscontra in maniera altrettanto significativa nei voll. appartenuti al figlio di Cristoforo Colombo, Hernan Colón, oggi alla Biblioteca Colombina di Siviglia. Dall’elenco fornito emergono gli interessi di uno studioso di latino e greco, non scevro da un certo gusto artistico e anche scientifico. Si sarebbe potuta coronare questa ricerca identificando anche i libri a stampa posseduti da Ciceri: tuttavia, è plausibile che gli stampati, forse ritenuti meno preziosi rispetto ai codici, erano stati venduti alla spicciolata e in ordine sparso. Gallo è comunque riuscito a identificare due incunaboli nei depositi della Ambrosiana (segn. 198 e 2019, rispettivamente ISTC if00274000 e ic00575000). L’indubbio fascino di questa collezione libraria non può che nobilitare la storia e l’operato di Francesco Ciceri nella città di Milano, ma al contempo consente di gettare uno sguardo nella realtà dell’antiquario meneghino del XVI secolo, sul quale forse sarebbe utile approfondire gli studi. Chiude il vol. un vasto apparato d’appendice, con elenchi delle attribuzioni incerte, dei possessori precedenti, dei manoscritti (suddivisi in base all’istituto di appartenenza), oltre a un indice degli autori, dei nomi e delle fonti d’archivio. – D.M.
o54-G Gilson (Simon), Leggere Dante a Firenze. Da Boccaccio a Cristoforo Landino (1350-1481), Roma, Carocci, 2019 (Frecce, 286), pp. 333, ISBN 978-88-430-9645-9, € 28. «Questo libro si occupa della ricezione di Dante a Firenze nel periodo che va dal primo incontro fra Boccaccio e Petrarca, avvenuto nel 1350, fino alla prima edizione del commento alla “Commedia” di Cristoforo Landino stampata nel 1481. In questo lasso di tempo tutte le componenti principali della società fiorentina hanno a che fare con Dante […]. Nel produrre testi sia in volgare sia in latino, umanisti, scienziati, filosofi, teologi, artisti e poeti si misurano con Dante, la cui figura incide fortemente sui modi in cui l’identità fiorentina e il volgare toscano si sviluppano e vengono promossi. In queste opere Dante assume molteplici vesti: simbolo patriottico, cittadino politicamente impegnato, moralista, filosofo, teologo neoplatonico e profeta. Il libro esplora i modi in cui diverse generazioni di fiorentini hanno dato forma a questi “Danti” e sono state influenzate e hanno a loro volta influito sulle dinamiche culturali, politiche e letterarie della città». Il recensore prega il lettore di perdonargli la lunga citazione e di non imputarla alla sua pigrizia ma alle ragioni che ora dirà: poche volte infatti – e questa è una di quelle – le prime righe di un libro scientifico riescono a esprimere (in equilibrio tra brevità ed esattezza) il contenuto e lo spirito di tutto ciò che esso contiene, restituendo di esso la più precisa fisionomia possibile. Basterebbe quindi questa mezza pagina iniziale (p. 19) per capire l’intero vol., cioè la prima traduzione italiana di Dante and Renaissance Florence di Simon Gilson che, a quindici anni dalla sua uscita, ha già guadagnato tutte le patenti per essere un “classico” della critica dantesca. Basterebbe questa paginetta, si diceva, per capire tutto il libro e per raccontarlo poiché essa pare contenere gli stipiti (qui sopra in corsivo) su cui poggia l’argomentazione del saggio. Chiarissima è la prospettiva ricezionista dello studio (la «ricezione», appunto) dell’opera dantesca nella sua città di origine dall’autunno del Medioevo (Boccaccio e Petrarca) al pieno Rinascimento (Landino): l’intento dell’a. non è tuttavia quello di misurare la fortuna nuda e cruda di Dante a Firenze (sarebbe stata sufficiente la conta dei manoscritti e delle stampe riconducibili a questo ambiente), bensì quello di valutare i modi in cui i cittadini cólti della città del Giglio («tutte le componenti principali della società fiorentina») abbiano letto il profilo culturale dell’Alighieri. La complessità e la varietà – fino agli estremi opposti – di questa lettura antica delle opere di Dante, dipende, come ovvio, dalla diversa illuminazione che esse ricevono, nel bene (nella costruzione di un emblema, più o meno condiviso, di «identità fiorentina») e nel male, cioè nelle sue componenti più discusse: il difficile rapporto del poeta con la sua città o con parte dei suoi cittadini (cioè i progenitori dei fiorentini che Gilson tiene in osservazione), la sua idea di impero e – rilevantissima – la sua scelta per il “dolce idioma”, argomento centrale nel dibattito umanistico sulla gerarchia delle lingue («sia in volgare sia in latino»). Questo sfruttamento intenso dell’opera dantesca a Firenze tra metà Tre e fine Quattrocento, proprio per il suo carattere poliedrico, portò in molti casi a una appropriazione, più o meno debita, di alcune delle sue facce (le «molteplici vesti» indossate dall’Alighieri) che alcuni individui o alcuni gruppi hanno impugnato per il loro valore simbolico e poi piegato («dato forma») secondo la propria inclinazione e a vantaggio del proprio interesse, politico o culturale. Questo grande affresco storico tracciato da Gilson si rende quindi ora disponibile anche in italiano con un’agile edizione curata e aggiornata nella bibliografia da Anna Pegoretti, presentandosi non solo come un vol. per la ricerca (il cui valore rimane intatto), ma anche come prezioso strumento per la didattica universitaria. — M.G.
o54-H Margócsy (dániel) – Mark Somos – Stephen N. Joffe, The “Fabrica” of Andreas Vesalius. A Worldwide Descriptive Census, Ownership, and Annotations of the 1543 and 1555 Editions, Leiden, Brill, 2018 (Medieval and Early Modern Philosophy and Science, 28), pp. 536, ISBN 9789004336292, £ 146. Nella storia del libro in generale, e anche in quella del singolo esemplare, la parte più difficile da investigare rimane ancora quale sia stata la reale diffusione e la ricezione da parte dei lettori di quanto è stato stampato e immesso nel mercato librario. Non risale a molti anni fa l’idea di scegliere un’edizione in particolare, identificare le copie superstiti e analizzare per ciascuna quali fossero stati i proprietari, le postille, le annotazioni, le legature e altri segni lasciati dall’uso. Già nel 1988, in uno studio pionieristico, Owen Gingerich e Robert S. Westman avevano analizzato un gruppo di lettori dell’Europa orientale, che avevano letto il De revolutionibus di Copernico come una sorta di comunità, scambiandosi annotazioni sul testo (The Wittich Connection: Conflict and Priority in Late Sixteenth-Century Cosmology, Philadelphia, American Philosophical Society, 1988). Lo stesso Gingerich nel 2002 pubblicò un censimento degli esemplari superstiti delle prime due edizioni del De rivolutionibus nell’opera An annotated census of Copernicus’ De revolutionibus (Nuremberg, 1543 and Basel, 1566; si veda anche in italiano Alla ricerca del libro perduto: la storia dimenticata del trattato che cambiò il corso della scienza, Milano, Rizzoli, 2004), dando così il via ad analoghe operazioni, realizzate soprattutto in area anglosassone per autori del calibro di Chaucer, Shakespeare o Sidney. Nel presente vol. gli autori si sono invece occupati delle prime due edizioni (1543 e 1555) del notissimo atlante anatomico De humani corporis fabrica di Andrea Vesalio, la prima opera nella storia della medicina la cui illustrazione venne basata sulla descrizione di corpi realmente dissezionati. Con una ricerca di notevole portata, è stato realizzato il censimento degli esemplari superstiti (308 copie della prima edizione e 422 della seconda), associandolo però allo studio dei dati di ogni singolo esemplare, in schede suddivise in quattro campi distinti: descrizione fisica, legatura, provenienze e annotazioni. Il catalogo (pp. 135-491) è preceduto da cinque capitoli dotati di molte illustrazioni a colori: il primo (pp. 1-11) è una breve introduzione sull’inquadramento storico del testo e sulla metodologia di ricerca utilizzata per il censimento. Segue quindi un capitolo incentrato sul libro come oggetto materiale (A Valuable Book, pp. 13-29), in cui vengono analizzati i prezzi di vendita delle edizioni, la tipologia delle legature coeve superstiti e la presenza di xilografie acquarellate a mano. Le provenienze dei voll. costituiscono l’oggetto del terzo capitolo (Provenance, pp. 30-55). Mediante l’ausilio di grafici, vengono illustrati i cambiamenti di proprietà nell’arco di circa cinquecento anni: se nei primi due secoli gli acquirenti furono principalmente medici, dal XVIII secolo si fa più importante il ruolo delle istituzioni religiose e quindi dal secolo successivo le biblioteche pubbliche e private diventarono il principale punto di arrivo di queste edizioni. Dall’analisi dei singoli esemplari sono emersi commenti e annotazioni manoscritte, la cui analisi è discussa nel capitolo seguente (Reading and Annotating the Fabrica: the Sporadic Reader, pp. 56-120). Colpisce la relativa scarsezza di annotazioni in margine alle figure disegnate, oggi generalmente attribuite all’artista fiammingo Jan Stephan van Calcar, soprattutto in considerazione della loro accuratezza e del fatto che l’argomento del libro sia l’anatomia: è il testo quindi la parte che veniva maggiormente consultata e discussa dai lettori, in considerazione anche delle critiche di fondo del Vesalio a Galeno, che si basava principalmente sull’anatomia animale e la cui opera era stata il cardine dell’insegnamento anatomico tardo-medievale. Il quinto capitolo (Censorship: Controlling Reading, pp. 121-30) dimostra che l’opera non fu oggetto di particolari attenzioni da parte della censura oltre a quanto già era sottoposta, visto che era stata stampata a Basilea da Oporino, e tranne alcuni interventi di auto-censura da parte dei lettori nel mascheramento degli organi genitali. A completare la prima parte vi sono le conclusioni (pp. 131-2) e le indicazioni per la consultazione del catalogo (pp. 133-4), mentre dopo quest’ultimo vi è la bibliografia (pp. 492-500), l’indice generale (pp. 501-4), dei possessori (pp. 505-13) e dei luoghi dei possessori (pp. 514-7). – M.C.
o54-I Nida-Rümelin (Julian) - Nathalie Weidenfeld, Umanesimo digitale. Un’etica per l’epoca dell’intelligenza artificiale, traduzione di Giovanni Battista Demata, Milano, Franco Angeli, 2019 (Tracce, 12), pp. 190, ill. b/n, ISBN 978-88-91781-97-0, € 18. Il vol. propone la traduzione italiana del libro Digitaler Humanismus: Eine Ethik für das Zeitalter der Künstlichen Intelligenz, pubblicato originariamente in tedesco, nel 2018 dall’editore PIPER. Gli autori sono Julian Nida-Rümelin – uno dei più noti intellettuali tedeschi (già ministro della Cultura con Gerhard Schröder) e ordinario di Filosofia alla Ludwig-Maximilians Universität di Monaco di Baviera – e Nathalie Weidenfeld, studiosa di cinema. Il testo, valendosi di una prosa diretta, lineare e appassionata, tenta di rappresentare quello che gli autori definiscono umanesimo digitale: una sorta di terza via positiva per comprendere e “gestire” l’avanzamento tecnologico. La posizione espressa dagli autori si colloca, infatti, su un altro e più interessante livello rispetto alle due posizioni più estremistiche riguardo a questo tema: da un lato abbiamo le posizioni puramente critiche che teorizzano un ipotetico futuro dominato dalle macchine, mentre dall’altro tutti gli iper-entusiastici rispetto ai temi dell’evoluzione tecnologica, in cui questa arriva a rivestire quasi un ruolo metafisico (un qualcosa creato da alcuni eletti, capace di risolvere i principali problemi dell’essere umano). Rispetto a questi due estremi, i punti di distinzione dell’umanesimo digitale presentato e sostenuto nel presente vol. sono, da un lato, il credere che la ragione umana ci permetterà di godere dei vantaggi della tecnologia, salvandoci però da una deriva che vede l’uomo messo in secondo piano dalle machine e, dall’altro, il riconoscere serenamente come la tecnologia digitale non sia la panacea per tutti i mali del mondo, ma abbia invece i suoi limiti. A sostegno della loro tesi, gli a. usano lo strumento della riflessione filosofica, condendola con alcune immagini visionarie dei film degli ultimi decenni che hanno descritto il futuro e legandola ai nuovi scenari concreti aperti dalle scienze naturali e dalle tecnologie. Attraverso l’analisi delle nuove tecnologie – con particolare riferimento all’Intelligenza Artificiale – si tentano di individuare le peculiarità che distinguono l’uomo dalla macchina, discostandosi quindi da un’ideologia che riduce l’uomo a niente altro che una sorta di macchina iper-sofisticata e super complessa che potrà, a un certo punto, essere sostituta dalle macchine stesse. Dopo le due Prefazioni degli a. (pp. 7-13), nell’Introduzione (pp. 15-21) si rimarca l’intento del libro, cioè occuparsi «degli aspetti culturali e filosofici legati alla diffusione dell’Intelligenza Artificiale», prendendo però «posizione a favore dell’umanesimo digitale», che – in estrema sintesi – viene definito come un «umanesimo che va incontro agli esseri umani senza essere ostile alla tecnica» (p. 15). Sempre nell’Introduzione si ripercorrono poi a volo d’uccello alcune delle occasioni in cui l’uomo ha sognato di poter creare altri essere artificiali che potessero in qualche modo somigliarli e svolgere alcune mansioni: si parte dai racconti mitologici (con il mito di Prometeo), si transita per il Medioevo (con la storia del Golem) e si arriva ai giorni nostri, in cui questo tema è presente in maniera preponderante soprattutto nei romanzi e nei film di fantascienza, presenza che però – soprattutto negli ultimi anni – si sta sempre più concretizzando nella vita reale. Infatti, già molte attività industriali vengono eseguite da dei robot (certo non con aspetto umanoide, ma pur sempre dei robot) e molti di noi gestiscono elettrodomestici, luci e altro ancora in casa propria, affidandosi a un assistente vocale che è di fatto una sorta di Intelligenza Artificiale. In relazione quindi a questa emergenza dei robot e delle Intelligenze Artificiali nella vita reale, sorgono le due fazioni già ricordate: una ostile alla tecnologia e guidata dal timore che l’Intelligenza Artificiale possa prendere il sopravvento e una invece favorevole, convinta appunto che l’Intelligenza Artificiale sia una risposta assoluta a tutti i problemi dell’umanità. Il resto dei capitoli del vol. è quindi inteso a voler mostrare come possa esistere una terza via, che vede l’uomo non rifiutare le macchine e le Intelligenze Artificiali, ma ammetterne al contempo i limiti e, soprattutto, riconoscere se stesso – in quanto essere umano – come qualcosa di naturalmente differente rispetto alle macchine e ai software (non paragonabile a questi). Si riportano qui solo due esempi di come la materia viene trattata. Nel capitolo intitolato I robot come nuovi schiavi (digitali) (pp. 23-30), prendendo spunto da alcuni film sul tema (Io, Robot di Alex Proyas e Intelligenza Artificiale di Steven Spielberg), si sottolinea come sia improprio e pericoloso attribuire alle intelligenze artificiali quel nucleo di caratteristiche proprie dell’èthos umano, quali l’autostima e i sentimenti che costituiscono poi la base per stabilire i diritti stessi degli esseri umani. Sono quindi da scoraggiare quelle posizioni che vedono le macchine e le intelligenze artificiali come dei nuovi schiavi (in quanto – a oggi – non godono di diritti): il tema è che le Intelligenze Artificiali e i robot non vanno assimilati agli esseri umani (e senzienti aggiungerei, se vogliamo includere anche gli animali) e quindi, in quanto naturalmente distinti da questi, non gli si può neppure apporre la categoria di schiavi. Il capitolo Simulazioni digitali di sentimenti (pp. 31-9) prende invece spunto dal film Ex Machina di Alex Garland per riflettere sul tema dei “sentimenti” simulati dai software. Per esempio, il software di comunicazione Siri, installato su molti smartphone, è in grado di “interagire” con noi, “esprimendo” (attraverso il “tono” che il software fa assumere alle onde sonore che escono dalle casse) dei sentimenti, come delusione o contentezza; tuttavia Siri non possiede questi sentimenti, ma li simula solamente. Anche in questo caso, si mette in guardia dalle teorie estremistiche che riducono i sentimenti umani a niente altro che un insieme di comportamenti e atteggiamenti, visti una o più volte, imparati, simulati e replicati. Alla luce delle recenti evoluzioni – legate all’emergenza sanitaria mondiale – che hanno portato a una crescita esponenziale dell’uso di interfacce digitali per la comunicazione, un vol. come questo può essere quindi di grande aiuto per riflettere sul senso della nostra umanità in relazione alla tecnologia che ci circonda. – A.T.
o54-L Questo non è un catalogo. Babbomorto editore 2017-2019, premessa di Giuseppe Marcenaro, scritti di Antonio Castronuovo – Massimo Gatta, Macerata, Biblohaus, 2020, pp. 138, ill., ISBN 978-88-95844619, € 15. Catalogo dei primi 2 anni di attività (con la riproduzione delle copertine dei primi 100 voll. editi) di Babbomorto editore, fra i prodotti più curiosi dell’editoria contemporanea. La curiosità sta tutta nei dettagli. Babbomorto «è solo un piccolo esperimento tutto “famigliare” di produrre plaquette in pochi esemplari numerati, che vanno in poche mani (collezionisti, appassionati) – dice l’editore Antonio Castronuovo a Maria Gioia Tavoni in una intervista del giugno 2019 apparsa su “Insula europea”—. Pubblico letture ironiche o satiriche della realtà, ma anche memorie sorridenti (aneddoti e storie di vita) e collezioni aforistiche, possibilmente non narrativa, sebbene abbia ricevuto e stampato racconti anche buoni. Il nome “Babbomorto Editore” [...] giunge da una sonorità che mi piaceva: conoscevo il detto popolare “pagare a babbomorto”, cioè non onorare un debito, ma quel che mi ha convinto è stata l’armonia di una parola piena di consonanti, eppure ritmicamente sonora». Il suo logo è una grossa B il cui interno contiene un profilo hitchcockiano del volto dell’editore, «dotato di un inconfondibile naso» (p. 22). «Il fiuto, il fiuto solo, basta alle belve» diceva Marinetti e Castronuovo, consulente medico per la sicurezza nei luoghi di lavoro felicemente in pensione (fermo esser stato ributtato in trincea dal Covid-19), lo sa bene anche in quanto studioso di Futurismo e curatore di Alfred Jarry (pensiamo, almeno, al carteggio con Apollinaire; al Commentario utile alla costruzione pratica della macchina per esplorare il tempo e, da ultimo, all’Almanacco illustrato di Padre Ubu, uscito nel 2018 da Castelvecchi). Il sommo Alfred Jarry, come ricordiamo tutti, è il padre della Patafisica, “la scienza delle soluzioni immaginarie”, e patafisico altamente graduato è il Castronuovo stesso (e non immeritatamente, bisogna ammetterlo, se nel 2013, usando lo pseudonimo di Roberto Asnicar ha finanche dato alle stampe un corposo vol. storico-teorico sul tema: Della Patafisica. Diverticoli sulla Scienza delle Scienze, Editrice La Mandragora, conquistando il titolo di “Reggente di Patafisica Comparata & Esalazioni Scientifiche Multiple”). Ed è questa una casa editrice – come lo è anche questo catalogo, magrittianamente non catalogo – fatalmente inclinata («ma non determinata», aggiungerebbe san Tommaso) dalla Patafisica. Leggiamo, a tal proposito, alcune dichiarazioni dell’editore che sono tutte una primula rossa della nobile scienza di Jarry: «Mi accorgo di aver scritto il termine “babbomortale”, neologismo che reclama una pausa. Un gustoso fenomeno che s’è delineato attorno alla piccola avventura editoriale è rappresentato dall’insorgenza spontanea di un gergo. Così, già pochi mesi dopo la nascita non si parlava più delle “plaquette di Babbomorto” ma dei “babbimorti”, o ancor più semplicemente dei “babbi”; gli autori che confluiscono nel catalogo sono detti, e amano essi stessi definirsi “autori babbomortali”; la nostra stessa rivista ha assunto nel titolo quell’attributo, chiamandosi “Rivista di studi babbomortali”. [...] Il luogo in cui ascendono gli autori è stato battezzato “olimpo babbiforme” mentre il luogo di incontro tra editore e autori è la saletta di un bar battezzata “babbostanza”. Ancora: un edificio sito in un vicolo della città in cui vivo [Imola] è assurto a nostra sede astratta: nel cortiletto c’è un bidone panciuto che raccoglie bucce di frutta, foglie secche e altri residui organici atti a formare il buon terriccio detto “compost”. Ebbene, l’ampio contenitore, opportunamente immortalato, è diventato il nostro Bidone Maceratore Opere Respinte» (pp. 21-2). Fra gli autori, giusto per citarne alcuni il cui nome possa risuonare familiare ai nostri lettori, abbiamo la stessa Maria Gioia Tavoni con Da commessa: una storia inedita del novembre 2017 (ma è recidiva se ancora nell’ottobre 2018 pubblica anche L’appetito vien leggendo); Luigi Mascheroni con La lingerie delle scrittrici, Massimo Gatta con Lo sfrido e poi con Segnalibro; Giuseppe Langella con Brexidol. Storia di un bambino e di un libro galeotto; Guido Andrea Pautasso con L’assenza; Marcello Baraghini, l’immarcescibile fondatore di Stampa Alternativa, “editore all’incontrario, pirata e falsario”, nonché “Costruttore di incertezze” con, appunto, un volumetto dal titolo Manuale per diventare editore all’incontrario. E poi la buon’anima di Angelo Fortunato Formiggini con Il francobollo per la risposta e, ancora, il “Leonardo nazionale”, al secolo Leonardo da Vinci, con un piccolo vol. dal titolo Arguzie. Ad aprire le danze, ovvero a inaugurare la casa editrice, troviamo Le cose che non so di Paolo Albani, notoriamente conosciuto, per usare una espressione di Giorgio Manganelli, come uno dei “massimi esperti di cose che non esistono” altrimenti dette “irrealtà” (e ricordiamo almeno il suo insostituibile Dizionario degli istituti anomali nel mondo, o ancora l’Aga magéra difúra. Dizionario delle lingue immaginarie). Ora, giacché Babbomorto è tutto un dettaglio, è bene sostare su altri due dettagli. Questo che leggiamo non è il primo catalogo storico di Babbomorto, casa editrice nata nel 2017. Ma il secondo. Il primo è del 2017, dell’anno stesso della fondazione. Come a dire che Babbomorto, se non è figlio, è consanguineo di quegli Istituti Anomali di Paolo Albani. Infine, osservando bene il catalogo che abbiamo adesso fra le mani ci si accorge che il numero 17 è vuoto. Ma «non è affatto una incongruenza ottica o qualcosa legata alla superstizione – aggiunge Massimo Gatta –. È una casella deliberatamente lasciata vuota perché sia una specie di uscita di sicurezza, una via di fuga attraverso la quale gli autori possano fuggire per non lasciarsi intrappolare nelle maglie perfette e chiuse del catalogo». Qualcosa di simile, nota sapientemente Gatta, a quella usanza delle tessitrici del popolo Navajo e tramandata in Messico da Emilio Cecchi: «Quando una donna Navajo sta per finire uno di questi tessuti, essa lascia nella trama e nel disegno una piccola frattura, una menda; affinché l’anima non le resti prigioniera dentro al lavoro». – Andrea G.G. Parasiliti
o54-M Rubery (Matthew), The untold story of the talking book, Cambridge (Mass.), Harvard University Press, 2016, pp. 370, ill., ISBN 978-06-745-4544-1, € 31. Che cos’è un audiolibro e per quale motivo un ascoltatore di libri è percepito a un livello intellettualmente inferiore rispetto a un lettore tradizionale? Quali responsabilità ha un certo gusto per grafica e rarità del libro in quanto oggetto nel disconoscimento delle nuove tecnologie? Perché l’identità degli audiolibri si è sempre definita in relazione al libro stampato, allo stesso modo di come Gutenberg cercò di rimanere il più fedele possibile al proprio modello, il manoscritto? Quali sono stati i passaggi che portarono dalla lettura ad alta voce a quella silenziosa e, di conseguenza, per quale motivo oggigiorno si sente una nuova esigenza di percepire il suono delle parole? E ancora: ascoltare un audiolibro può migliorare la comprensione di un testo? Quale livello di influenza un narratore può avere sull’ascoltatore? È preferibile una lettura piana o una lettura enfatizzata? Quali differenze intercorrono tra la lettura visiva e quella auditiva? Esiste poi una lettura puramente visiva e silenziosa? E infine, stiamo assistendo a una nuova rivoluzione delle modalità di lettura, oppure, semplicemente, gli audiolibri si affiancheranno al libro stampato senza soppiantarlo del tutto, diventando una diversa forma di intrattenimento? Quali sono le prospettive per il mercato degli audiolibri? Questi sono solo alcuni degli interrogativi che, fin dalla sua invenzione, assillano il mondo audiolibrario e a cui l’a. si propone di rispondere. L’opera, scandita in tre tappe cronologiche fondamentali, si configura come un’appassionante storia degli audiolibri. Il primo capitolo è dedicato alle vicende che portarono Thomas Edison all’invenzione del fonografo e, di conseguenza, alla commercializzazione delle prime registrazioni di testi letterari di piccola durata. Egli, come spiega l’a., intuì da subito il potenziale del nuovo prodotto, al punto che alcuni intellettuali del suo tempo iniziarono a considerarlo una sorta di nuovo Gutenberg, che sarebbe riuscito di lì a poco a rivoluzionare il modo di leggere di milioni di americani. È inutile dire come il dibattito che si sviluppò in quegli anni continui tuttora in varie sedi culturali. L’a. propone molteplici testimonianze storiografiche, alcune delle quali decisamente interessanti. Vediamo, per esempio, come sia giornalisti, sia autori di romanzi utopici, tra cui Octave Uzanne e Albert Robida, si sbizzarrirono, fin dai primi anni dopo l’invenzione del libro parlato, a immaginare l’ascesa delle nuove tecnologie nella società americana e i cambiamenti che queste avrebbero potuto apportare (alcuni arrivarono persino a predire l’ascesa degli attuali lettori di Mp3 dotati di cuffie!). Inoltre è interessante osservare alcune delle illustrazioni di queste edizioni. La seconda parte narra le vicende che hanno portato gli audiolibri a divenire il più importante mezzo di divulgazione letteraria per non vedenti. Difatti, i ciechi, all’inizio del XX secolo, potevano accedere alla lettura solo in due modi: grazie alla tecnica dell’alfabeto Braille oppure chiedendo ad amici o parenti di leggere per loro. Entrambi i metodi erano assai svantaggiosi, dal momento che meno del 20% dei non vedenti conosceva il linguaggio Braille e che, spesso, chiedere a un’altra persona di leggere ad alta voce poteva essere umiliante e poco pratico. L’ a. conduce una narrazione degli eventi colma di testimonianze dirette, aiutando a comprendere l’enorme importanza che questo nuovo mezzo di divulgazione ha assunto nel tempo, soprattutto nel campo della democratizzazione della letteratura e dell’emancipazione intellettuale delle persone ipovedenti. L’idea di estendere gli audiolibri ai non vedenti era già venuta, del resto, a Edison e dagli inizi del XX secolo le istituzioni americane e inglesi iniziarono a progettarne la distribuzione. A quel tempo la tecnologia del fonografo era ancora troppo costosa e si potevano ottenere registrazioni di soli pochi minuti. Ma a partire dagli anni Trenta la Library of Congress iniziò a inviare per posta i propri audiolibri in tutto il territorio americano. Il secondo capitolo discute, perciò, in modo esaustivo, alcune delle questioni che si vennero a creare a seguito della distribuzione dei primi audiolibri: lo stile di lettura, i titoli da registrare e l’evoluzione della censura per tutto il XX secolo negli Stati Uniti, sono solo alcuni dei temi trattati dall’a. (peraltro si ricordi che la pratica è stata fruttuosamente diffusa anche in Italia con diverse iniziative di volontariato). Infine, la terza parte discute l’avvento dell’audiolibro nel mondo del commercio. Vengono raccontate le storie di alcune delle più famose case produttrici e distributrici di libri parlati, come la Caedmond che, a partire dal 1952, ha iniziato la produzione di diverse opere letterarie importanti, includendo nel proprio catalogo autori come Camus, Eliot, Joyce e Mann. La Caedmond, riporta l’a., è stata anche la prima a pubblicizzare il libro parlato come una sorta di ritorno alla cultura letteraria e orale del passato, proponendosi quindi come un luogo di difesa dei valori tradizionali della letteratura attraverso tecnologie moderne. Se questa è stata la leader della distribuzione degli anni Cinquanta e Sessanta, dal 1975 il suo posto è stato preso dalla BOT. La compagnia, specializzata nella produzione di audiocassette, nasceva con l’intuizione di fornire audiolibri da ascoltare in macchina per milioni di automobilisti e pendolari che in quegli anni iniziavano a invadere le strade americane. L’obiettivo era di promuovere il prodotto attraverso una nuova forma di intrattenimento che, a differenza della radio, avrebbe portato all’accrescimento della persona e al successo negli affari. Audible, in conclusione, è l’ultima grande casa distributiva che viene trattata nell’opera e, forse, quella a noi più familiare. La società, nata nel 1995 per capitalizzare la crescita del mercato degli audiolibri e per sfruttare le nuove potenzialità di Internet, è stata acquisita nel 2008 da Amazon, divenendo così la più grande casa distributrice di audiolibri digitali nel mondo ed esercitando un vero e proprio monopolio delle vendite in download. Attualmente, per quanto riguarda il mercato italiano, Audible si trova in netta concorrenza con un’altra casa distributrice, questa volta completamente europea, Storytel. Entrambe le società adottano un sistema di abbonamenti mensili per legare a sé i propri clienti, con un prezzo limitato di circa una decina di euro, fornendo la possibilità di scaricare qualsiasi libro presente nella piattaforma, senza alcun tipo di restrizione di tempo o di formato. Audible, inoltre, da pochi anni, oltre a distribuire audiolibri di editori italiani e stranieri, ha deciso di intraprendere la via della produzione autonoma, registrando libri sotto l’etichette di Audible Studios, per quanto riguarda i classici, e Audible Original. La carica innovativa del fenomeno audiolibro e la forte concentrazione di capitali di aziende consolidate nei mercati esterni, come quelle di cui abbiamo appena parlato, e determinate ad avere successo anche in Italia, ha permesso al mercato degli audiolibri di essere l’unico settore dell’editoria veramente dinamico e in continua crescita nel nostro paese, a dispetto di quello degli e-book su cui si era scommesso tanto e che invece ristagna. Il libro, presente anche in formato audiobook, è una leggera, anche se documentata, lettura, adatta a un pubblico che voglia farsi un’idea più consapevole riguardo il fenomeno degli audiolibri, che proprio negli ultimi anni inizia a coinvolgere anche l’Italia. – Francesco Ursino
054-001 «ABEI Bollettino di Informazione», 28/3, 2019. Il numero raccoglie alcuni contributi tratti dagli appuntamenti di studio organizzati dall’associazione, tenutisi nel corso del 2019: il convegno di studi annuale dal titolo La biblioteca illustrata. Tipologie, tecniche, autori, catalogazione, conservazione degli apparati illustrativi dei libri (Andria, 20-22 giugno 2019), anticipato come di consuetudine da una giornata organizzata in primavera, dal titolo La biblioteca illustrata. Apuliae exempla: libro antico e moderno (Bari, 21 marzo 2019) che ne ha introdotto il tema, aprendo la ricerca e la discussione. Da questa giornata di studi primaverile è tratto il primo contributo: Angela Articoni ripercorre la storia dell’illustrazione a partire dalle manifestazioni artistiche più antiche (su pietra e papiro) a quelle più moderne, dal Medioevo a oggi (con abbondanza di esempi). Gli articoli che seguono riportano invece le relazioni tenute al convegno annuale. Pietro Sisto tratta del libro illustrato nella storia dell’editoria pugliese, riportando alcuni modelli chiave dal XVI al XX secolo e analizzandone iconografia e fonti. Andrea De Pasquale si occupa della catalogazione della grafica antica in biblioteca, ripercorrendo le iniziative rivolte a questo delicato argomento e il percorso all’interno delle norme di descrizione, sottolineando come tale materiale sia spesso poco conosciuto e valorizzato. Miriam Viglione narra le tappe fondamentali del Fondo antichi e rari della Biblioteca della Pontificia Università Gregoriana evidenziando come esso sia stato caratterizzato da non poche problematiche conservative e come alcune importanti iniziative abbiano permesso una conservazione adeguata e un risanamento delle condizioni del fondo al fine di una corretta tutela e valorizzazione; nel 2018 è stata avviata l’attività di catalogazione, iniziativa fondamentale soprattutto per la rilevazione dei dati di esemplare. – Em.B.
054-002 Acidini (Cristina), Breve ricordo di Gabriele Morolli: lo studioso, l’amico, in Girolamo Macchi (1649-1734), a cura di A.A. Niccolini, pp. 16-20. Docente e ricercatore presso l’Università degli Studi di Firenze, Gabriele Morolli trovò nella letteratura artistica un punto di incontro tra studi di architettura e storia dell’arte. Dopo aver approfondito gli ordini architettonici classici, Morolli si appassionò di temi rinascimentali e si occupò di personaggi e momenti della cultura artistica e architettonica di Otto e Novecento. – Pietro Putignano
054-003 Adorni Braccesi (Simonetta), La «Germanica haeresis» nella corrispondenza di Enrico Cornelio Agrippa di Nettesheim (1519-1525), in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 101-26. L’analisi dell’epistolario dell’Agrippa (appassionato di scienze occulte) permette di cogliere le ragioni per cui un umanista poteva avvicinarsi non tanto alle posizioni teologiche luterane, ma compiacersi della polemica anticuriale. – Ed.B.
054-004 Agazzi (Dario), La Grande Enciclopedia italiana. Dalla Società Savoldi a Treccani. Una vicenda editoriale e famigliare, prefazione di Felice Accame, Milano, Biblion, 2018 (La serratura e la chiave), Þ rec. Loretta De Franceschi, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 446-50.
054-005 Alberti (Alessia), La Raccolta lafreriana di ritratti della Biblioteca Trivulziana (Triv. B 498), «Libri & Documenti», 42/43, 2016/2017, pp. 75-112. Si esamina il libro di ritratti dell’incisore Antoine Lafréry (1512-1577), francese trapiantato a Roma, conservato in Trivulziana. – Al.L.
054-006 Aldo Francesco Massèra tra scuola storica e nuova filologia: giornate di studio: Università di Ginevra, 2-3 dicembre 2015, a cura di Anna Bettarini Bruni – Roberto Leporatti; Rimini, Biblioteca Gambalunga, 16 aprile 2016, a cura di Paola Delbianco, Lecce, Pensa multimedia, 2018 Þ rec. Alberto Petrucciani, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 524-6.
054-007 Alessandrini (Adriana), Il libro a stampa e la cultura del Rinascimento: un’indagine sulle biblioteche fiorentine negli anni 1470-1520, Firenze, SISMEL Edizioni del Galluzzo, 2018 (Biblioteche e archivi, 35; RICABIM. Text and studies, 3), Þ rec. Giovanni Petrocelli, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 412-5.
054-008 Alonge (Guillaume), Evangelismi incrociati tra Francia e Italia: riforma dei vescovi e dottrina della giustificazione per sola fede, in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 355-77.
054-009 Angrisano (Elisabetta), L’ex ospedale psichiatrico San Niccolò di Siena: una realtà polimorfa fra architettura, archivio e biblioteca, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 312-44. Dopo un excursus storico – dal secolo XVI fino alla Legge Basaglia (1978) – l’a. analizza l’archivio sanitario e la biblioteca dell’ospedale psichiatrico San Niccolò di Siena. Intrecciando storia dell’istituzione e materiali documentari, prendono voce le esperienze dei medici, degli infermieri e quelle dei malati che hanno popolato il manicomio. Chiude il pezzo un’opportuna bibliografia, suddivisa in fonti archivistiche e opere a stampa. – E.G.
054-010 Aranda García (Nuria), La ilustración de un libro medieval: Historia de los siete sabios de Roma (Barcelona, Joaquín Bosch, 1861), in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sánchez Oliveira – A. Gamarra Gonzalo, pp. 531-43. L’a. analizza le illustrazioni per la prima volta aggiunte a un’edizione catalana di fine Ottocento del Libro dei Sette Savi di Roma, opera contraddistinta da una lunga e controversa storia editoriale. – D.M.
054-011 Ardolino (Enrico Pio), Alcuni documenti inediti su Giuseppe Fumagalli (con l’edizione di un necrologio di Vittorio Camerani), «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 115-68. Durante un più ampio lavoro di scavo, ancora work in progress, sulla figura di Vittorio Camerani (1898-1961) – con cui l’a. intende contribuire agli studi sulla storia dei bibliotecari, ormai filone di ricerca a sé nel più ampio quadro di storia delle biblioteche italiane in età contemporanea – è emerso un carteggio fra il Camerani e Giuseppe Fumagalli (1863-1939), oggi conservato presso l’archivio storico dell’AIB. L’a. lo propone e lo commenta, facendo affiorare tanto la sfera professionale dei due quanto quella privata, incluse le note biografiche del Fumagalli e una preziosa copia dattiloscritta del suo necrologio, entrambe stilate dallo stesso Camerani (Appendice I, pp. 139-52; Appendice II, pp. 153-61). Corredano il pezzo 8 tavole col. e la bibliografia. – E.G.
054-012 Ardolino (Enrico Pio), Prime ricerche su Augusto Campana e il Convegno internazionale di storia delle biblioteche (1954), «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 397-430. L’articolo – basandosi su alcuni documenti inediti conservati presso l’Archivio storico dell’AIB – ricostruisce il convegno internazionale dedicato alla storia delle biblioteche, svoltosi tra il 3 e il 7 ottobre del 1954, durante il IX Congresso dell’AIB. Ruolo di primo piano nell’organizzazione dell’evento ebbe tra l’altro Augusto Campana. – A.T.
054-013 Armando Sapori, a cura di S. Moscadelli, M.A. Romani, Milano, Università Bocconi - EGEA, 2018 Þ rec. Eleonora Lattanzi, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 526-29.
054-014 Asensio Muñoz (Elena) – Mariano Caballero Almonacid – Arsenio Sánchez Hernampérez, Las encuadernaciones perdidas de los códices moriscos de la BNE, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gamarra Gonzalo, pp. 123-36. Analisi delle legature moresche conservate presso la Biblioteca Nazionale spagnola che ha permesso di evidenziare alcune perdite causate da restauri operati nel passato, ma che ha anche consentito di distinguere negli esemplari sopravvissuti almeno sette principali tipologie di legature. – D.M.
054-015 Attard (Alex), Parallel existences: the Notarial Archives: a photographer’s inspiration, edited by Joan Abela & Emanuel Buttigieg, [Malta], Kite, 2018 Þ rec. Francesca Santoni, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 489-91.
054-016 «Avisos. Noticias de la Real Biblioteca», 89, sept.-dic. 2019. Si parla dell’uso della cifratura nella corrispondenza del conte di Gondomar; rec. di Sandra Establés Susán, Diccionario de mujeres impresoras y libreras de España e Iberoamérica entre los siglos XV y XVIII, Zaragoza, Universidad, 2018. Segue il racconto Ceniza di Pablo Andrés Escapa. Disponibile anche on line. – Ed.B.
054-017 Baldacchini (Lorenzo), The first Luther’s edition in Italy, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 75-87. Il saggio ricostruisce la storia e le vicende dell’unico esemplare superstite (conservato presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze) recante la prima traduzione italiana di Lutero, stampata dal tipografo editore Nicolò Zoppino: Uno libretto volgare: con la dechiaratione de li dieci comandamenti: del Credo: del Pater noster con una breve annotatione del vivere christiano: cose certamente utili & necessarie a ciascheduno fidele christiano. Nouamente stampato. – A.T.
054-018 Baldi (Diego), Una postilla al De Bibliothecis Romanorum di Christian Curio, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 98-114. A corollario della propria monografia (Roma, C.N.R., Istituto di studi sul Mediterraneo antico, 2019), l’a. propone analisi e traduzione dei paratesti – prefatoria (pp. 105-7); carme encomiastico in greco (pp. 108-11) – del De Bibliothecis Romanorum (1734), tesi di dottorato del tedesco Christian Curio nonché una delle prime dissertazioni accademiche di storia delle biblioteche, centrata infatti sulla storia di tutte le biblioteche dell’antica Roma note al Curio. – E.G.
054-019 Balsamo (Jean), Renaissance et modernité, «Studi giraldiani. Letteratura e teatro», 5, 2019, pp. 33-53. Che il Rinascimento sia un’età d’oro della cultura europea, fra la “barbarie” del Medioevo e la decadenza della Controriforma e del Barocco, è un mito elaborato nel XIX secolo, a partire da una definizione di Vasari. Un mito inserito in una visione teleologica di un continuo progresso dell’umanità, di cui il Rinascimento, appunto, costituirebbe la tappa fondamentale nel cammino verso la Modernità. In realtà, il Rinascimento è un movimento intellettuale, artistico e culturale basato sul ritorno al passato, una “rinascita” del mondo antico e del Cristianesimo. – L.Ma.
054-020 Barbier (Frédéric), En France, les bibliothèques en révolution: abandonner, aménager, construire, 1789-année 1830, in Bibliothèque décors, édité par F. Barbier – I. Monok – A. De Pasquale, pp. 13-30 Þ «AB» 054-B.
054-021 Barbieri (Edoardo), Introduzione, in Patrimonio librario antico, a cura di L. Bragagna – I. Franceschini, pp. IX-XXIII. L’a., nell’introdurre gli atti del convegno, presenta una riflessione sulla valorizzazione del patrimonio antico, all’interno di un discorso dove mette in luce alcune possibilità per far integrare due realtà diversissime tra loro, ma allo stesso tempo entrambe fondamentali: il libro in quanto oggetto fisico e l’era della digitalizzazione. – L.Mo.
054-022 Barbieri (Luca), Materia troiana e materia ovidiana nel ms. Gaddi 71 della Biblioteca Laurenziana di Firenze, in Storia sacra e profana, a cura di M. Colombo – P. Pellegrini – S. Pregnolato, pp. 299-318. Connessi con la corte angioina di Napoli, i volgarizzamenti della Istorietta troiana e delle Heroides trasmessi dal Gaddiano mostrano elementi di continuità tra loro e con antichi testi della prosa delle origini. – Ed.B.
054-023 Barbuti (Nicola), Editoria e censura in terra di Bari nel decennio preunitario: Le rime italiane e baresi di Francesco Saverio Abbrescia, «Paratesto», 16, 2019, pp. 153-8. L’a. studia la raccolta poetica di Francesco Saverio Abbrescia (Bari, 1813-1852), unica testimonianza del vernacolo barese delle origini, pubblicata nel 1848 e legata ai moti rivoluzionari. – S.C.
054-024 Barceló Plana (Alba), La decoración marginal en los manuscritos hebreos iluminados: la iconografía de las marginalia de las haggadot catalanas medievales, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gamarra Gonzalo, pp. 99-110. L’a. affronta lo studio delle decorazioni marginali delle haggadot talmudiche decorate in stile gotico catalano e il loro rapporto con altri manoscritti coevi. – D.M.
054-025 Bardelli (Laura), «LA BIERE DU PECHEUR» di Tommaso Landolfi: storia e controstoria di un’edizione, «Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria», 5, 2020, pp. 227-44.Il carteggio intrattenuto da Tommaso Landolfi con l’editore Enrico Vallecchi permette all’a. di ripercorre la storia di questo diario letterario (1953), uno dei più complessi del Novecento italiano. — M.G.
054-026 Benedettini (Riccardo), «Sathan veut une franche volunté». Ercole Cato traduttore della «Démonomanie des sorciers» di Jean Bodin, «Studi giraldiani. Letteratura e teatro», 5, 2019, pp. 185-231. Viaggi notturni, banchetti, danze, canti e accoppiamenti sono i momenti significativi della festa del diavolo, il sabba, nella Démonomanie des sorciers (Paris, Jacques du Puys, 1580) di Jean Bodin. Attento alla descrizione di una festa che infrange le regole, Bodin presenta il nuovo ordine di queste assemblee. A partire da queste osservazioni, il saggio analizza la traduzione italiana di Ercole Cato e i suoi modi di interpretare e rappresentare questa festa. Quali erano le funzioni – ideologiche e sociali – della versione italiana e soprattutto quali erano le motivazioni di questa traduzione? Infine, in quale misura l’opera del Cato ha adattato il discorso di Bodin al contesto italiano? – L.Ma.
054-027 Biagetti (Maria Teresa), Le biblioteche digitali. Tipologie, funzionalità e modelli di sviluppo, con scritti di Roberto Raieli – Antonella Iacono – Antonella Trombone – Simona Turbanti, Milano, Franco Angeli, 2019 Þ rec. Alberto Salarelli, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 456-9.
054-028 Biagetti (Maria Teresa), Le biblioteche digitali. Tipologie, funzionalità e modelli di sviluppo, con scritti di Roberto Raieli – Antonella Iacono – Antonella Trombone – Simona Turbanti, Milano, Franco Angeli, 2019, pp. 254, ill. b/n, ISBN 978-88-917-8047-8, € 32. Il saggio di Maria Teresa Biagetti, che da tempo studia gli aspetti teoretici dell’organizzazione della conoscenza in ambiente digitale, è una seria, ampia e vera guida al mondo delle biblioteche digitali, che fa chiarezza su prodotti che tutti usano, ma su cui pochi si interrogano. Invece, per aver chiare le possibilità che le biblioteche digitali offrono, occorre una conoscenza chiara non solo di cosa sono, ma di come funzionano e di come sono organizzate. Il vol. si divide in due parti: la prima (Tipologie, modelli e funzionalità per la ricerca), dovuta interamente alla penna dell’a., si divide in sei densi capitoli, cui seguono alcune considerazioni conclusive e un’ampia serie di riferimenti bibliografici (pp. 161-74). Il percorso muove da alcuni inquadramenti generali volti a definire cosa siano le biblioteche digitali e le varie tipologie di queste strutture, per poi presentare le più significative a livello internazionale e gli sviluppi più recenti, con particolare riguardo alle funzionalità connesse con le tecnologie di tipo semantico. La seconda parte (Funzionalità avanzate di ricerca e sviluppi “social”) si avvale di tre contributi di altri studiosi che affrontano vari aspetti del problema: Roberto Raieli (Potenzialità della ricerca multimediale nelle biblioteche digitali, pp. 177-206) si sofferma sul versante del multimedia information retrieval; Antonella Iacono (Le competenze dell’utente nello sviluppo delle digital libraries tramite il Crowdsourcing, pp. 207-27) su quello del crowdsourcing, inteso in senso collaborativo ampio (non solo sul reperimento di fondi) e, da ultimo, Antonella Trombone e Simona Turbanti (Sistemi di raccomandazione e filtraggio collaborativo nella ricerca bibliografica, pp. 229-49) sui recommender systems in ambito biblioteconomico. Chiude un indice tematico. – L.R.
054-029 Biagioni (Mario), Dalla certezza della ragione alle ragioni dell’incertezza: Pietro Pomponazzi e Sesto Empirico nel pensiero religioso di Christian Francken, in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 127-43.
054-030 Biancardi (Giovanni), La curiosità filologica dei librai, «ALAI. Rivista di cultura del libro della Associazione librai antiquari d’Italia», 6, 2020, pp. 11-21. Un buon librario antiquario deve necessariamente avere conoscenze di paleografia, codicologia e storia dell’editoria, riuscendo anche a muoversi nel non facile mondo degli archivi e della bibliografia. Del libraio filologo tratta il contributo che l’a. ha presentato al convegno Filologia e Formazione, organizzato dall’Università Cattolica e dalla Statale di Milano nel novembre 2019. – Ar.L.
054-031 Bianchi (Elisa), Annotazioni sul codice Trivulziano 340. Un minuto libro devozionale di età paleologa nella collezione dei Trivulzio, «Libri & Documenti», 42/43, 2016/2017, pp. 7-26. Il contributo intende esaminare l’ambiente in cui fu progettato e realizzato il codice Triv. 340, un ms. dell’inizio del XIV secolo vergato presumibilmente a Bisanzio. Di dimensioni assai ridotte (mm 64×49), contiene il Salterio e le Odi. Lo si sottopone a una analisi sotto tre rispetti: codicologico, paleografico e storico. – Al.L.
054-032 Bianchi (Enzo), Il monachesimo oggi tra profezia e storia, in San Silvestro. Attualità di un carisma, pp. 5-18. Il contributo propone una lettura dello stato attuale della vita monastica, in relazione alla realtà cattolica circoscritta all’area occidentale. Dopo aver evidenziato le principali criticità della vita monastica, l’a. sottolinea i passi urgenti da compiere perché questa possa rispondere alla sua vera e autentica vocazione. – A.T.
054-033 Bianchini (Carlo) – Mauro Guerrini, Guida alla biblioteca per gli studenti universitari, con la collaborazione di Andrea Capaccioni, Milano, Editrice Bibliografica, 2019 Þ rec. Agnese Galeffi, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 451-5.
054-034 Biasiori (Lucio), Il primo processo a dei “luterani” italiani (Firenze, 1524), in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 379-402. Interessantissimo saggio su un processo per l’affissione di un manifesto che insinuava dubbi sulla confessione sacramentale: il problema è che la fonte (come in Menocchio!) non è Lutero, ma i Viaggi di Mandeville, che fa riferimento agli usi dei cristiani siriaci… (vedi John Mandeville, Viaggi ovvero trattato delle cose più meravigliose e più notabili che si trovano al mondo, a cura di Ermanno Barisone, Milano, Il Saggiatore, 1982, p. 82). – Ed.B.
054-035 «Biblioteca di via Senato», 11/10, ottobre 2019. Prima parte del numero speciale monografico dedicato alla “Metafisica della Biblioteca”. Come si legge nell’editoriale a firma di Giulio Montinaro «questo fascicolo de “la Biblioteca di via Senato” e il successivo, quello di novembre, in un ‘doppio monografico’ articolato su due numeri, intendono indagare l’idea stessa di biblioteca: spazio mentale ove i saperi trovano collocazione e collegamenti, preesistendo alla simulacrità degli ‘oggetti-libro’. Ma anche luogo che ha accompagnato e permesso lo sviluppo culturale della civiltà occidentale, tanto durante i momenti di fasto quanto nel corso delle epoche buie» (p. 3). – L.Mo.
054-036 «Biblioteca di via Senato», 11/11, novembre 2019. Seconda parte del numero speciale monografico dedicato alla “Metafisica della Biblioteca”. Sempre dall’editoriale di Giulio Montinaro si legge: «la seconda parte, che ospitiamo su questo fascicolo, continua ad affrontare i medesimi temi, con un occhio attento al significato e alle vicende di biblioteche ‘private’, di raccolte ‘bibliofile’ e, più in generale, al rapporto fra l’uomo e i libri: fra l’intellettuale e la ‘materia viva’ della sua officina, fra lo studioso e le ‘pertinenze’ del suo lavoro» (p. 5). – L.Mo.
054-037 «Biblioteca di via Senato», 11/12, dicembre 2019. Numero speciale monografico dedicato a Niccolò Machiavelli, nella ricorrenza del 550° dalla nascita (1469-1527). Tra gli altri, un saggio di Piero Innocenti sulla fortuna editoriale dello scrittore fiorentino (pp. 58-65). – L.Mo.
054-038 «Biblioteca di via Senato», 12/1, gennaio 2020. Con saggi dedicati a Giordano Bruno, Carlo Goldoni, il pugile Arthur Cravan, le copertine dei libri di Julius Evola (Dalmazio Frau) e alle espurgatorie di un esemplare della Commedia, partendo da un accostamento al caso legato all’uscita del disco Is This The Life We Really Want? di Roger Waters, che ebbe un contenzioso giuridico con l’artista Emilio Isgrò (Giancarlo Petrella). – L.Mo.
054-039 «Biblioteca di via Senato», 12/2, febbraio 2020. Con saggi dedicati ad Ada Colantuoni, alle copertine delle opere di Salgari, a Roberto Ridolfi (Giancarlo Petrella), ai carnets di Henry de Montherlant (Antonio Castronuovo) e al bibliofilo Hilarius Moosbrugger (Massimo Gatta). – L.Mo.
054-040 «Biblioteca di via Senato», 12/3, marzo 2020. Con saggi dedicati a Domenico Caracciolo viceré di Sicilia, a Margherita Sarfatti e Giulio Cisari, ai voll. postillati appartenuti a un medico viennese del Cinquecento e oggi conservati in Queriniana (Giancarlo Petrella), alla metafisica nelle biblioteche (Massimo Gatta), alla grammatica latina di Dino Campana, alle donne lettrici (Piero Meldini) e agli aforismi di Dino Basili. – L.Mo.
054-041 «Biblioteca di via Senato», 12/4, aprile 2020. Con saggi dedicati ad Hans Barth, ai libri di Cesare Lombroso, a Giuseppe D’Alesi, a Girolamo Tagliente e al suo Tesauro universale (Giancarlo Petrella), alle tavole dei nobili d’Antan (Massimo Gatta) e alla storia del Premio Viareggio. – L.Mo.
054-042 «Biblioteca di via Senato», 12/5, maggo 2020. Numero speciale monografico dedicato all’artista Emilio Mantelli (1884-1918), noto, tra l’altro, per le sue xilografie. – L.Mo.
054-043 Biblioteca, catalogo, informazione: giornata di studio in onore di Diego Maltese, 8 febbraio 2018, a cura di Silvia Alessandri - Maria Chiara Iorio, Roma, Associazione italiana biblioteche, 2018 Þ rec. Marco Sferruzza, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 530-2.
054-044 Biblioteche e saperi. Circolazione di libri e di idee tra età moderna e contemporanea, a cura di Giovanna Granata, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2019, pp. X+309, ill. b/n, ISBN 978-88-93593-55-7 (cartaceo) - 9788893593564 (ebook), € 28 (cartaceo) - open access (ebook). Il vol. sviluppa una riflessione «sulle soluzioni, sulle modalità e sui protagonisti che, mettendo i libri ‘in circolo’, promuovono la ricezione delle idee» (p. VIII). Il tema è quindi, a livello più generale, quello della circolazione libraria e della formazione delle raccolte, principalmente private. I dodici contributi che compongono il vol. sono però distribuiti in due distinte sezioni: la prima – Biblioteche, collezionisti, bibliofili – approfondisce il tema delle raccolte come frutto di un percorso conoscitivo, come vere e proprie “opere”; in quest’ottica la raccolta non è la semplice somma delle unità che la compongono, ma piuttosto una sorta di unità superiore i cui membri sono fittamente interconnessi da relazioni di vario tipo. La seconda sezione – Libri, lettori, autori – focalizza invece l’attenzione sui libri come «strutture testuali complesse nelle quali echeggiano e rivivono altri libri» (p. IX): se il tutto è una struttura complessa i cui membri sono in stretta relazione tra loro, ciò vale anche per la singola parte, a sua volta costituita da fitti rimandi ad altre opere. Vol. disponibile in formato digitale Open Acces sul sito delle Edizioni di Storia e Letteratura. Si schedano i singoli contributi. F.F.
054-045 Bigardi (Alessandro), Sulla scia degli albatros. Il ruolo della Modern Continental Library nella nascita del paperback del Novecento, «Paratesto», 16, 2019, pp. 75-92. L’a. studia il ruolo nella definizione del paperback contemporaneo rivestito dalla Albatros Press, casa editrice voluta da Max Wegner negli anni ’30 del XX secolo, che coinvolse, tra gli altri, anche Arnoldo Mondadori. – S.C.
054-046 Billiani (Francesca), The Skyscraper, in Futurism. A Microhistory, pp. 69-90 Þ «AB» 054-E.
054-047 Bodenmann (Reinhard), Des projets de réforme dissemblables voire incompatibles. Farel et ses collègues de Romandie. Sur le traces d’un différent étouffé par l’historiographie, in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 553-64.
054-048 Boudalis (Georgios), El códice y la artesanía en la Antigüedad tardía, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gamarra Gonzalo pp. 23-38. Attraverso un’analisi che spazia dall’archeologia sperimentale allo studio dei codici copti e delle testimonianze iconografiche, l’a. dimostra che i codici a quaderno multiplo fossero l’evoluzione di formati preesistenti e che la loro fabbricazione fosse legata ad altri mestieri artigianali del tempo, come la produzione di tessuti, ceste, calzature e cinture. – D.M.
054-049 Bragagna (Laura), Il patrimonio librario storico delle biblioteche nel Catalogo Bibliografico Trentino. Dalla catalogazione alla valorizzazione dei dati di provenienza, in Patrimonio librario antico, a cura di L. Bragagna – I. Franceschini, pp. 43-76. L’a tira le fila dei numerosi interventi catalografici realizzati nei decenni passati in Trentino, sempre orientati alla descrizione degli esemplari e che grazie al contributo di Anna Gonzo hanno fornito un’enorme massa di dati sulle provenienze e gli antichi possessori. – L.Mo.
054-050 Braida (Lodovica), L’autore assente. L’anonimato nell’editoria italiana del Settecento, Bari-Roma, Laterza, 2019 Þ rec. Alfredo Serrai, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, p. 429.
054-051 Brambilla (Simona), Nota sul volgarizzamento della Fam. XII.2 di Francesco Petrarca, in Storia sacra e profana, a cura di M. Colombo – P. Pellegrini – S. Pregnolato, pp. 197-209. La lettera a Niccolò Acciaiuoli, grazie al suo contenuto politico, ebbe larga circolazione: se ne verifica la tradizione latina e si saggiano le varianti offerte dalla traduzione volgare. – Ed.B.
054-052 Brown (Michelle P.), The Image in its Place: Forms and Functions of Medieval Manuscript Illumination, in La fisonomía del libro medieval y moderno a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gamarra Gonzalo, pp. 39-58. L’a. studia gli aspetti cognitivi, didattici, estetici e strutturali del libro medievale, analizzando le origini di alcuni manoscritti miniati conservati in svariate biblioteche d’Europa, per capire quali fossero le potenzialità dell’apparato figurativo e in che modo venissero interpretate dai nostri avi. – D.M.
054-053 Bru (Sascha) – Luca Somigli – Bart van den Bossche, Futurism from Below: By Way of Introduction, in Futurism. A Microhistory, pp. 1-12 Þ «AB» 054-E.
054-054 Bruce McKittrick Rare Books, Printed on vellum 1503-1577, [Narberth (PA)]. Sei pregiatissime edizioni cinquecentesche impresse su pergamena e impreziosite da importanti provenienze e legature coeve. Liberamente disponibile online. – F.F.
054-055 Burattini (Ilaria), Annibal Caro editore. Postille a un epistolario, «Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria», 5, 2020, pp. 5-20. Lo studio ripercorre l’epistolario di Annibal Caro, fonte di grande rilievo per ricostruire i rapporti dell’erudito marchigiano con alcuni editori (Blado, Paolo Manuzio) e per tracciare i profili del milieu culturale in cui essi sono stati intrattenuti. — M.G.
054-056 Caccia (Patrizia), «Una donna tra due secoli». Profilo di Rosa Giolli Menni, «ALAI. Rivista di cultura del libro della Associazione librai antiquari d’Italia», 6, 2020, pp. 155-61.
054-057 Cadioli (Luca), Le Poesie Milanesi di Carlo Porta del 1817, «ALAI. Rivista di cultura del libro della Associazione librai antiquari d’Italia», 6, 2020, pp. 95-105. Si parla della rarissima e particolare emissione in carta forte Poesie Milanesi (1817, Presso Giovanni Pirotta) di Carlo Porta. – Ar.L.
054-058 Calafati (Marco), Il codice di Marco di Bartolomeo Rustici (1397-1457). Da Firenze al Santo Sepolcro di Gerusalemme e ritorno. Un itinerario simbolico, visivo e la sua fortuna, in Girolamo Macchi (1649-1734), a cura di A.A. Niccolini, pp. 109-13. Nel 1441 l’orafo Marco di Bartolomeo Rustici decise di intraprendere un viaggio da Firenze a Gerusalemme che documentò nel noto Codice Rustici: una combinazione di testo e immagini in cui non manca una rappresentazione visiva della Firenze quattrocentesca. Le illustrazioni offrono un quadro fisico, architettonico e sociale di una parte della città edificata entro le mura. – Pietro Putignano
054-059 Callegari (Marco), La tipografia del Seminario di Padova, Cornuda, Tipoteca italiana, 2019 (Quaderni di cultura tipografica, 2), pp. 64, ill. b/n e col., ISBN 978-88-8435-162-3, € 20. Lo scorso anno, le Antiga Edizioni e la Tipoteca Italiana Fondazione hanno inaugurato una nuova collana denominata “Quaderni di cultura tipografica”. Come esplicitato in copertina, la serie si pone l’obiettivo di dare «visibilità ai contenuti dell’archivio – memoria tangibile di esperienze umane ricche di cultura – conservato nella fondazione Tipoteca Italiana». Infatti, «ogni quaderno prende spunto da oggetti o documenti delle collezioni del museo e racconta una storia legata alla tipografia e ai suoi protagonisti». Il vol. di Marco Callegari, con testo bilingue italiano e inglese, elegantemente impaginato con bellissime immagini a colori, ripercorre la storia della tipografia del Seminario di Padova, «senza dubbio la più importante realtà tipografica nella storia della città» (p. 11). Fu san Gregorio Barbarigo (1625-1697) ad avviare e a dirigere nei primi anni la nuova impresa, volta dapprima alla produzione di libri che dovevano servire alla preparazione dei missionari, ma ben presto orientata alla stampa di testi liturgici e teologici che ebbero grande diffusione. L’attività proseguì, con alterne fortune, fino alla metà del Novecento (belle le fotografie poste in fine, con gli operai al lavoro alla fine degli anni Trenta). Le testimonianze rimaste (documenti d’archivio, libri, ma anche materiali tipografici) sono tuttora conservate presso la Biblioteca del Seminario patavino. – L.R.
054-060 Callegari (Marco), Le edizioni veneziane delle Novelle Arabe divise in Mille ed una notte nel XVIII secolo, in Antoine Galland (1646-1715) et son Journal. Actes du colloque international organisé à l’Université de Liége (16-18 février 2015) à l’occasion du tricentenaire de sa mort, édités par Frédric Bauden – Richard Waller, Leuven-Paris-Bristol, Peeters, 2020, pp. 105-15. Si parla della prima edizione delle Novelle arabe divise in Mille e una notte, tradotte dall’idioma francese in volgare italiano e apparse nel 1720 in 12°, di cui l’a. studia due degli esemplari completi, conservati presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e la Biblioteca Universitaria di Padova. – Ar.L.
054-061 Camaioni (Michele), «Ad noi non satisfa la littera». Riforme, escatologia e riforma tra i frati minori: dai romiti a Bernardino Ochino, in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 403-17. Al momento della fuga di Ochino religionis causa si temette che frotte di giovani francescani (non solo cappuccini) si mettessero a predicare le idee protestanti, a segnalare la penetrazione di opinioni non ortodosse nei conventi. – Ed.B.
054-062 Campi (Emidio), Sola Scriptura: l’autorità della Scrittura dal tardo Medioevo alla prima età moderna, in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 243-82. Con la profondità e la pacatezza che gli sono proprie, l’a. dimostra come il tema del sola Scriptura fosse già pienamente medioevale, indagando poi come si sia generata (e come sia stata esattamente intesa) la contrapposizione tra Scrittura e Tradizione, nelle chiese protestanti, nel Concilio tridentino e nel periodo postconciliare. – Ed.B.
054-063 Canfora (Luciano), Il sovversivo. Concetto Marchesi e il comunismo italiano, Bari-Roma, Laterza, 2019, pp. XI+1005, ill., ISBN 978-88-581-3693-5, € 38. A trentacinque anni dal primo vol. sulla figura di Concetto Marchesi (La sentenza. Giovanni Gentile e Concetto Marchesi, Sellerio), Luciano Canfora torna a rendere giustizia a un personaggio certamente tenebroso ma multiforme della storia italiana recente, negli anni ingiustamente stereotipato, relegato ad attore secondario nello scenario comunista del dopoguerra. Con l’impegno e la serietà dello storico consumato, forte di una bibliografia sterminata, l’a. penetra nella cortina fumosa e vischiosa di una rappresentazione distorta e deforme dell’accademico e politico siciliano, che lo voleva violento e sanguinario. – Ar.L.
054-064 Canova (Andrea), Dagli archivi bresciani dell’Università Cattolica. Il progetto della ‘Bibliotheca Scriptorum latinorum mediae et recentioris aetatis’ in alcune lettere di Giuseppe Billanovich a Franca Brambilla Ageno (1944-1951), in Storia e cultura a Brescia dall’antichità ai nostri giorni, pp. 407-33. Un corpus di lettere tra Giuseppe Billanovich e Franca Ageno, oggi conservato nel Fondo Ageno della biblioteca della sede bresciana dell’Università Cattolica, permette di gettare luce sulle fasi iniziali dell’importante progetto editoriale concepito da Giuseppe Billanovich tra gli anni ’40 e ’50 dello scorso secolo. – M.C.
054-065 Capaccioni (Andrea), Le origini della biblioteca contemporanea. Un istituto in cerca di identità tra Vecchio e Nuovo Continente (secoli XVII-XIX), Milano, Editrice Bibliografica, 2017 (Biblioteconomia e Scienza dell’informazione, 13) Þ rec. Francesca Nepori, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 437-9.
054-066 Capilla Aledón (Gema Belia), Formato y técnica en los Alfonsi Regis dicta aut facta memoratu digna de Antonio Beccadelli: los manuscritos humanísticos 445 de la BUV y Urb. Lat. 1185 de la BAV, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gamarra Gonzalo, pp. 149-60. Il contributo si concentra su alcuni manoscritti dell’opera intitolata Alfonsi Regis dicta aut facta memoratu digna dell’umanista Beccadelli, conservate alla Biblioteca Històrica de la Universitat de València e alla Biblioteca Apostolica Vaticana. Attraverso un’attenta analisi codicologica e paleografica, si stabilisce l’identità dei copisti e la loro appartenenza al medesimo scriptorium napoletano. – D.M.
054-067 Caproni (Attilio Mauro), Biblioteca e Bibliografia: una signatura rerum per il sapere, «Paratesto», 16, 2019, pp. 9-12. L’a. riflette sul valore conoscitivo delle figure della biblioteca e della bibliografia. – S.C.
054-068 Carapelli (Alberto), Per dimenticare Firenze. Teofilo Gallaccini e l’architettura a Siena nel Seicento, in Girolamo Macchi (1649-1734), a cura di A.A. Niccolini, pp. 82-90. Dopo un bilancio sulla situazione economica e demografica di Siena in seguito alla pace di Cateau-Cambrésis e sulle mutazioni architettoniche della città, l’a. si dedica alla figura di Teofilo Gallaccini, medico, filosofo, matematico e storico senese, autore del trattato Degli errori degli architetti. Membro dell’Accademia dei Filomati, amante dell’antiquaria e della storia locale. Tra i suoi scritti si ricorda il Memoriale, un’opera divisa in quattro parti in cui si narra l’importanza e la potenza senese nel tempo. – Pietro Putignano
054-069 Caravale (Giorgio), Il pulpito sotto processo. Predicazione e inquisizione nell’Italia del primo Cinquecento, in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 463-79. Proprio l’omiletica, che doveva sostenere l’attività e la dottrina cattoliche fu spesso tramite e veicolo di deviazione: si cerca di verificare le iniziative messe in atto per un suo capillare controllo. – Ed.B.
054-070 Carnelos (Laura), Svista o norma? La produzione di libri di larga diffusione nell’Italia della prima età moderna, «Paratesto», 16, 2019, pp. 135-41. Sono illustrati alcuni risultati del progetto europeo PATRIMONiT, una banca dati dedicata alle edizioni popolari del Cinquecento italiano custodite presso la British Library e non presenti nelle biblioteche della Penisola. – S.C.
054-071 Carpallo Bautista (Antonio) – José María Francisco Olmos – Yohana Yessica Flores Hernán Perez, Los superlibros en las encuadernaciones artísticas de la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gamarra Gonzalo, pp. 355-66. Gli a. presentano una rassegna di supralibros prevalentemente di origine spagnola, francese e italiana, che si possono trovare oggi nella collezione della Reale Accademia di Belle Arti di San Fernando. – D.M.
054-072 Carpentieri (Chiara Maria), La Biblioteca classica sacra di Ottavio Gigli e la «Vita del b. Giovanni Colombini» di Feo Belcari, «Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria», 5, 2020, 119-39. Il saggio prende in esame l’attività editoriale di Ottavio Gigli intorno alla «Biblioteca classica sacra» (1842-1848), raccolta di testi di pietà dei secc. XIV-XVII, fra i quali le Prose di Feo Belcari sulle quali l’autrice si sofferma in modo particolare. — M.G.
054-073 Carrafiello (Tommaso), La biblioteca di Berardo Galiani. Vicende storiche e catalogo commentato, con un approfondimento sugli inediti galianei, Firenze, Altralinea, 2019, pp. 200, ill. b/n, ISBN 978-88-94869-81-1, € 24. Il vol., di cui sono disponibili in rete il sommario e un estratto, contiene uno studio puntuale e una ricostruzione della biblioteca del marchese Berardo Galiani (1724-1774), colto architetto e curatore di una pregevole edizione napoletana del De architectura di Vitruvio (1758). Dopo l’introduzione intitolata Quasi un’excusatio, in onore del maestro dell’a. Gabriele Morolli (pp. 9-13), il lavoro si divide essenzialmente in due parti: la prima (pp. 17-64) indaga nel dettaglio l’opera e la biblioteca del Galiani, nonché le sorti a cui quest’ultima andò incontro dopo la morte del proprietario: acquistata dall’imperatrice Caterina II di Russia per l ’Ermitage a San Pietroburgo, la collezione fu in seguito parzialmente smembrata. Nel catalogo che segue (pp. 79-192), l’a. ricostruisce la biblioteca del Galiani, tramite i due rarissimi cataloghi di vendita di cui è fornita una fotoriproduzione, e procede a identificare le edizioni, indicandone, dove possibile, l’attuale collocazione. Tra lo studio e il catalogo, l’a., inoltre, inserisce un’appendice con la trascrizione commentata di una Lettera sull’acquisto di libri in Francia (pp. 65-7). La bibliografia chiude il vol. (pp. 195-200). – S.C.
054-074 Cassa (La) dei libri. La famiglia Michelstaedter e la Shoah, a cura di Marco Menato – Simone Volpato, Crocetta del Montello -Gorizia, Antiga Edizioni – Biblioteca Statale Isontina, 2019, pp. 232, ISBN 978-88-8435-174-6, € 20. A Gorizia, nel contesto della comunità ebraica che nel 1943 sta per essere travolta dalla deportazione nazista, Elda Michelstaedter ripone in una cassa un insieme di libri appartenuti, oltre che a se stessa, al padre Alberto (1850-1929), uomo d’affari e brillante letterato locale, e al ben noto fratello Carlo, filosofo (1887-1910). Questo materiale è comparso sul mercato antiquario grazie alla Libreria Drogheria 28 di Trieste ed è stato subito intercettato dalla Biblioteca Statale Isontina di Gorizia, dove è confluito nell’importante Fondo Carlo Michelstaedter, creato alcuni decenni fa. Un primo nucleo di libri tramandati dalla cassa è stato ritrovato nel 2013 ed è già stato studiato; un secondo gruppo di voll. è stato invece individuato nel 2018 (ma alcuni dei libri messi in salvo da Elda mancano tutt’ora all’appello). Il secondo ritrovamento viene presentato in questa raccolta di studi da Alberto Brambilla, Sergio Campailla, Antonella Gallarotti, Marco Menato, Alessandra Toschi e Simone Volpato con saggi dedicati a bio-biografia (riguardo ad Alberto), storia culturale, analisi/descrizione del fondo, ricostruzione della “biblioteche ideale” di Carlo, indagini antiquarie-commerciali, affondi sulla frequentazione da parte di Carlo di biblioteche goriziane e fiorentine. Viene posta notevole enfasi sui passaggi di locazione/proprietà e sulle dinamiche di ritrovamento dei voll.: il destino avuto da alcune raccolte librarie può essere complesso e affascinante, tra rilevanza culturale, proiezione venale-antiquaria, memoria intima familiare, oblio e valorizzazione pubblica. – R.G.
054-075 Castronuovo (Antonio), «Il Plaustro» (1911-1914). Regionalismo e xilografia di Aldo Spallacci, «ALAI. Rivista di cultura del libro della Associazione librai antiquari d’Italia», 6, 2020, pp. 165-76. Si parla della breve ma intensa esperienza della rivista romagnola «Il Plaustro», fondata nel 1911 da Aldo Spallicci. – Ar.L.
054-076 Catalogo dei manoscritti della Biblioteca Piana di Cesena, a cura di Lucrezia Signorello, con un saggio introduttivo di Angela Adriana Cavarra, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 2019 (Indici e Cataloghi. Nuova Serie, 30), pp. 251, ill., ISBN 978-88-240-1192-1 Þ rec. Leonardo Magionami, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 405-7.
054-077 Cátedra García (Pedro M.), Texto, tipografía e ilustración en los libros conmemorativos bodonianos, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gamarra Gonzalo, pp. 431-60. Contributo interamente dedicato ad analizzare le caratteristiche della mise en page e l’integrazione di immagini e testi nei libri del celebre editore italiano Giambattista Bodoni. – D.M.
054-078 Cella (Roberta), L’epistola dei palermitani ai messinesi (13 aprile 1282) e il suo volgarizzamento, in Storia sacra e profana, a cura di M. Colombo – P. Pellegrini – S. Pregnolato, pp. 173-95. Durante i Vespri Siciliani, la città di Palermo esortò Messina alla rivolta contro gli Angioini con una lettera densa di riferimenti biblici: si indaga il testo di un antico volgarizzamento. – Ed.B.
054-079 Chiabrando (Mauro), Effimeri fiammiferi. La piccola pubblicità di Prometeo, «ALAI. Rivista di cultura del libro della Associazione librai antiquari d’Italia», 6, 2020, pp. 139-53. «Chi ha vissuto nel corso del Novecento ricorderà come la vita quotidiana fosse avvolta da volute di fumo. […] Sigarette, sigari e pipe velavano la vita quotidiana di una sottile cortina […]. Questo spiega come i fiammiferi, presenti a casa vicino ai fornelli o nel caminetto, non mancassero mai in tasca» (p. 139). Proprio per la loro enorme diffusione, per la loro grande popolarità, le scatolette di fiammiferi sono divenute a poco a poco veicolo di pubblicità (anche del mondo dell’editoria). – Ar.L.
054-080 Cigliana (Simona), Doubles, in Futurism. A Microhistory, pp. 192-12 Þ «AB» 054-E.
054-081 Cinquecentine (Le) della biblioteca del Convento della Verna, a cura di Chiara Razzolini – Chiara Cauzzi, con una Nota di Carlo Ossola, Firenze, Olschki, 2019 (Istituto degli Studi Italiani. Università della Svizzera italiana. Biblioteca, 4) Þ rec. Francesca Nepori, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 420-2.
054-082 Ciocchetti (Marcello), Promozione o propaganda? L’Alleanza nazionale del libro (1927-1938), «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 315-38. L’articolo indaga le vicende legate alla vita dell’Alleanza nazionale del libro (ANL). Quest’ultima, costituitasi a Milano dopo la celebrazione della prima Festa del libro (con l’intento di curarne i successivi allestimenti) – ebbe un ruolo non secondario nel campo dell’informazione bibliografica e della promozione alla lettura, avvalendosi anche di personalità di rilievo, come Valentino Bompiani ed Enzo Ferrieri. – A.T.
054-083 Civale (Gianclaudio), Il «castillo de la malicia». Percorsi anticuriali della satira spagnola del primo Cinquecento, in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 161-96. Il genere della satira già nel medioevo colpiva gli ecclesiastici, soprattutto religiosi: gli esempi anticuriali spagnoli si muovono ancora su tale linea, pur facendo proprie tematiche nuove, come quelle successive al Sacco di Roma. – Ed.B.
054-084 Colombo (Michele), Lettera e voce nella “Passione Mai” in veneziano antico, in Storia sacra e profana, a cura di M. Colombo – P. Pellegrini – S. Pregnolato, pp. 155-70. La Passio conservata alla Mai di Bergamo è una interessante versione volgare di un’armonia evangelica (cioè della armonizzazione del racconto offerto dai quattro vangeli canonici). Probabilmente fu impiegata da una confraternita laicale veneziana, tanto da recare chiari i segni dell’uso recitativo orale durante il Triduo pasquale. – Ed.B.
054-085 Come si fanno i soldi. La produzione di cartamoneta tra tecnologia e tradizione, a cura di Luigi Lanfossi, Lodi, Museo della stampa e stampa d’arte “Andrea Schiavi”, 2019, pp. 145+[3], ill. col., manca ISBN, € 15. Come e quando nasce la cartamoneta? E quando si diffonde l’uso delle banconote in Europa? E in Italia? E ancora: quali sono stati i principali incisori italiani che hanno collaborato alla realizzazione delle banconote? E con quali tecniche queste si producono? Titoli, obbligazioni e francobolli sono l’oggetto dell’approfondito e piacevole volumetto (pubblicato a distanza di un paio di anni dal più sintetico catalogo: si veda «AB» 44), realizzato sulla scia di una bella mostra organizzata dal Museo della Stampa “Andrea Schiavi” di Lodi in collaborazione con la Tipoteca Italiana di Cornuda. – F.F.
054-086 Contarini (Silvia), The Bed, in Futurism. A Microhistory, pp. 223-33 Þ «AB» 054-E.
054-087 Crasta (Francesca Maria), Simboli eloquenti. Note sui testi di emblematica della collezione Praz, in Biblioteche e saperi, a cura di G. Granata, pp. 121-68.
054-088 Cristianini (Nello) – Thomas Lansdall-Welfare – Gaetano Dato – Marco Menato, Contea Principesca di Gorizia e Gradisca, 1873-1914: creazione e analisi di un corpus digitale di periodici nel loro contesto storico, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 169-218. Muovendo da un riuscito esempio di digital humanities – la creazione di un corpus digitale dei giornali italiani pubblicati a Gorizia tra 1873-1914 comparato con un analogo corpus di giornali sloveni coevi – gli autori dimostrano come sia possibile enucleare le direttrici dei mutamenti culturali di quell’area/periodo storico, andando a braccetto con le trasformazioni tecnologiche e sociali. Correda il pezzo un’utile bibliografia/sitografia. – E.G.
054-089 Crupi (Gianfranco), Le «buone letture». 3. La biblioteca ritrovata, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 363-74. Il contributo presenta la scoperta del catalogo della biblioteca di don Giovanni Casati (1881-1957) che fu uno dei protagonisti della Federazione italiana delle biblioteche circolanti cattoliche. Il documento contiene in tutto 11.913 registrazioni bibliografiche rappresentanti una grande varietà di soggetti, permettendo di avviare una riflessione sulla storia delle biblioteche circolanti cattoliche. – A.T.
054-090 D’Acunto (Nicolangelo), L’ascesi narrata. Varia fortuna delle Vite dei padri del deserto fra imitazione monastica e penitenza istituzionalizzata, in Storia sacra e profana, a cura di M. Colombo – P. Pellegrini – S. Pregnolato, pp. 3-17. Prendendo spunto dalle ampie ricerche di Carlo Delcorno, l’a. si interroga sulla fortuna in volgare italiano dei racconti agiografici dedicati alla vita eremitica, individuandovi il modello della predicazione di francescani e domenicani: più che a una vera e propria imitazione (esemplare il caso della astinenza dal vino, tanto ammirata quanto non praticata), i laici devoti erano richiamati a una vita ascetica, basata su confessione e comunione eucaristica. – Ed.B.
054-091 D’Ambrosio (Matteo), Numbers, in Futurism. A Microhistory, pp. 116-29 Þ «AB» 054-E.
054-092 Dall’Aglio (Stefano), Lutero, Savonarola e i savonaroliani: storia e interpretazione di una polemica cinquecentesca, in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 441-62. Certo Savonarola poteva apparire, agli occhi di Lutero, come un suo focoso predecessore, anche se in realtà la percezione “sul campo” fu comunemente assai diversa. – Ed.B.
054-093 Dall’Asta (Matthias), «Facile rixa oritur, sed difficiles habet exitus». Johannes Reuchlin umanista, polemista e figura simbolica, in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 145-57. Si studia la polemica dell’umanista tedesco in lotta coi teologi domenicani di Colonia in difesa dei testi ebraici. – Ed.B.
054-094 Dalmas (Davide), Dibattiti religiosi e polemica anticlericale nei poemi di Boiardo e Ariosto, in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 197-214. Anche se era chiara (persino agli inquisitori) la differenza tra testi letterari “di intrattenimento”, e quindi favolistici, e testi dimostrativi, la letteratura italiana tra fine Quattro e primo Cinquecentesca (specie nei poemi cavallereschi) testimonia una non banale attenzione a elementi dissacratori e di satira anticlericale, dei quali si analizzano le tipologie. – Ed.B.
054-095 Daniels (Tobias), Absatzmärkte und Verbreitungswege für Bücher des venezianischen Verlags Nicholas Jenson und Johannes von Köln nördlich der Alpen, in Venedig und der oberdeutsche Buchmarkt, hrsg. von F. Fuchs – T. Daniels, pp. 53-89. Si tratta senza dubbio del più importante dei saggi pubblicati dal volumetto. Prendendo le mosse da un bel contributo di Mariarosa Cortesi sul commercio del libro veneziano in area tedesca agli inizi degli anni ’70 del XV sec., l’a., facendo forza su un documento del 1484 pubblicato in fine, indaga con dovizia di riferimenti bibliografici circa i rapporti commerciali ed economici che sostanziavano la attività dei prototipografi e dei librai (nel senso di commercianti di libri) tedeschi attivi a Venezia fin verso la metà degli anni Ottanta. Il quadro è particolarmente ricco e interessante per capire il substrato mercantesco di molte delle imprese editoriali di quegli anni e la loro valenza internazionale, con Venezia centro della produzione ma anche dello smercio dei libri a stampa. – Ed.B.
054-096 Darnton (Robert), Un tour de France letterario. Il mondo dei libri alla vigilia della Rivoluzione francese, Roma, Carrocci, 2019 (Frecce, 278), pp. 375, ISBN 978-88-430-9638-1, € 31. Tredici capitoli per un viaggio nel mondo dei libri della Francia prerivoluzionaria, guidati dal commis voyageur della STN Jean-François Favarger, «il quale il 5 luglio 1778 montò sul suo cavallo per un viaggio di cinque mesi attraverso la Francia, visitando quasi tutte le librerie che si trovavano sul suo percorso: vendette libri, riscosse pagamenti, organizzò le spedizioni della merce, ispezionò tipografie, sondò i mercati, valutò le attività e il carattere di oltre un centinaio di librai» (p. 14). In questa sua ultima fatica storico-letteraria, Darnton ci restituisce l’anima verace, modesta e attendibile di quell ’Ancien Régime dei libri di cui il commesso Favarger è un umile e modesto esponente. Un’immagine sostanzialmente scevra dai romanticismi letterari, lontana – anche se non troppo – da quel bellissimo e triste mondo di illusioni perdute di cui ci parlava Balzac. – Ar.L.
054-097 Davoli (Francesco), «Reviʃta con diligεntia, ε corrεtta». Prassi correttoria e normalizzazione ortografica fra la prima e la seconda stampa della «Canzone» e della «Sophonisba» di Trissino, «Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria», 5, 2020, pp. 5-20. Tra filologia e storia linguistica (rilevantissima all’interno del dibattito cinquecentesco), l’autore esamina le correzioni intercorse tra la prima e la seconda edizione della Sophonisba e della Canzone di Giovan Giorgio Trissino, mettendo in rilievo la continuità di alcuni interventi formali con le teorie linguistiche del letterato vicentino. — M.G.
054-098 De Bibliothecis Romanorum di Christian Curio. Una tesi di storia delle biblioteche nel 1734, a cura di Diego Baldi; nota filologica e traduzione di Luca Tiberi; con una presentazione di Alfredo Serrai, Roma, CNR-Istituto di studi sul Mediterraneo antico, 2019 Þ rec. Eleonora De Longis, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 430-3.
054-99 De Caprio (Chiara), Figure dell’autore nei volgarizzamenti e nelle cronache in volgare. Aspetti teorici e linee di una ricerca storico-linguistica nei testi medioevali, in Storia sacra e profana, a cura di M. Colombo – P. Pellegrini – S. Pregnolato, pp. 211-36. Interessante intervento che, individuando un corpus di scritture prosastiche in volgare (cronache e volgarizzamenti storici), indaga la funzione dell’autore, la sua messa in risalto, la terminologia, il ruolo attribuitogli. – Ed.B.
054-100 De Franceschi (Loretta), Graphic novels e fumetti per la divulgazione storica. 1: Lutero e Manuzio, «Paratesto», 16, 2019, pp. 93-109. Si ragiona sull’affermazione dei graphic novel in Italia a scopo di divulgazione storica, concentrandosi in particolare sulle pubblicazioni legate alle vite di Martin Lutero e di Aldo Manuzio per i rispettivi centenari. – S.C.
054-101 De Franceschi (Loretta), Libri in guerra. Editoria e letture per i soldati in guerra nel primo Novecento, Milano-Udine, Mimesis, 2019 (Libricolae, 6) Þ rec. Francesca Nepori, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 443-5.
054-102 De Franceschi (Loretta), Libri in guerra: editoria e letture per i soldati nel primo Novecento, Milano-Udine, Mimesis, 2019 (Libricolae, 6) Þ rec. Roberta Cesana, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 516-21.
054-103 De Los Reyes Gómez (Fermín), La función de la imagen en las bulas de indulgencias incunables españolas, in La fisonomía del libro medieval y moderno, C. Sànchez Oliveira – A. Gamarra Gonzalo, pp. 173-83. Il contributo analizza l’evoluzione cronologica e tipologica delle bolle d’indulgenza stampate in Spagna, focalizzando in particolare l’attenzione sugli elementi illustrativi utilizzati dagli stampatori. – D.M.
054-104 De Pasquale (Andrea), Il riallestimento del Collegio romano per la Biblioteca Nazionale di Roma, in Bibliothèque décors, édité par F. Barbier – I. Monok – A. De Pasquale, pp. 41-58 Þ «AB» 054-B.
054-105 De Pasquale (Andrea), La digitalizzazione degli incunaboli d’Italia: la Biblioteca nazionale centrale di Roma da IGI al progetto Polonsky, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 297-311. Avviato in collaborazione con la Fondazione Polonsky e il CERL, il progetto di digitalizzazione degli incunaboli delle biblioteche delle abbazie e dei monumenti nazionali oggi afferenti al MiBACT è solo l’ultimo, in ordine di tempo, fra quelli ideati per il censimento/studio della stampa dei primordi in cui la BNCR abbia assunto un ruolo di rilievo. Muovendo dalla gloriosa impresa dell’IGI (1943-1981), l’a. ricorda forme e contenuti di tali progetti, per poi focalizzarsi su quello in questione (da poco esplorabile al sito; n.d.r.). Si tratta di un portale che funziona come un aggregatore, poiché consente di accedere contemporaneamente alle notizie sugli incunaboli e sui relativi materiali bibliografici (manoscritti di tipografia, codici significativi in relazione alla nascita della stampa, antichi cataloghi), alle riproduzioni digitali dei volumi (dalla teca della BNCR) e a data-base esterni da cui recuperare informazioni sull’edizione e sull’esemplare (SBN-Libro antico e quindi HPB e ISTC; Text-Inc; 15cIllustration; Bernstein-The memory of paper; MEI). Il sito offre anche un apparato di contenuti multimediali e testuali, fra cui alcuni video sulla nascita della prima impresa tipografica a Subiaco, il passaggio dalla produzione manoscritta del libro a quella a stampa. Chiude il pezzo la bibliografia (la sitografia è segnalata nelle note a piè di pagina lungo il testo). – E.G.
054-106 De Pasquale (Andrea), Tecniche e supporti di stampa speciali in Italia e in Francia tra XVIII e XIX secolo, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gamarra Gonzalo, pp. 461-74. L’a. focalizza il proprio contributo sull’interesse collezionistico di bibliofili e bibliotecari per i libri a stampa realizzati con tecniche speciali o supporti particolari. – D.M.
054-107 De Rita (Giuseppe), Il carisma silvestrino oggi, in San Silvestro. Attualità di un carisma, pp. 245-9. Il saggio inquadra il carisma di san Silvestro all’interno dell’odierna realtà territoriale di cui Silvestro e i Silvestrini sono figli (la regione Marche), con particolare riferimento alle virtù del silenzio, dell’umiltà e dell’obbedienza. – A.T.
054-108 De Roberto (Elisa), Raccontare il miracolo nel Medioevo italiano. Aspetti pragmatici e testuali della letteratura miracolistica in volgare, in Storia sacra e profana, a cura di M. Colombo – P. Pellegrini – S. Pregnolato, pp. 41-84. Basato su un non esiguo corpus di narrazioni agiografiche, il contributo si occupa delle formule retoriche e delle strategie narrative messe in atto, al fine di identificare quello che si potrebbe chiamare uno “stile” agiografico volgare. – Ed.B.
054-109 De Venuto (Liliana), Il “maso” di Ischia nel regolamento d’Isera, «Quaderni del Borgoantico», 20, 2019, pp. 73-84. Presso Rovereto, nel territorio di Isera in Val d’Adige, i terreni alluvionali erano detti ischia. Su uno di essi sorge ab antiquo una ampia magione, ampiamente descritta in un doc. del 1612 qui abilmente trascritto con un utile glossario. – Ed.B.
054-110 Deana (Danilo), A ciascuno il suo catalogo. La rivoluzione tecnologica e le biblioteche, Milano, Editrice Bibliografica, 2019 (Biblioteconomia e scienza dell’informazione, 23), pp. 348, ISBN 978-88-9357-045-9, € 30. L’a., bibliotecario presso l’Università degli Studi di Milano, propone una riflessione ampia sul tema della catalogazione e del catalogo, che faccia schiettamente i conti con la realtà, enunciando chiaramente presupposti e obiettivi, e respingendo una visione che, in ultima analisi, fondi l’utilità del catalogo sulla base… della sua stessa esistenza. Il percorso muove dalla storia dei cataloghi e delle teorie catalografiche, la storia e la funzione delle associazioni dei bibliotecari, la nascita e lo sviluppo delle fonti normative sulla catalogazione, dei soggettari e dei sistemi di classificazione. Nel corso di questa pur appassionante storia, osserva l’a., l’obiettivo di un catalogo che descriva in modo esauriente le risorse, e che sia allo stesso tempo facile da usare, non è ancora stato raggiunto. Il motivo fondamentale risiede nella complessità dell’universo bibliografico, cioè l’insieme degli oggetti che costituiscono le raccolte delle biblioteche, ma anche – la consapevolezza del necessario collegamento tra i diversi mondi è ormai imprescindibile – degli archivi e dei musei. La biblioteconomia ha però oggi a disposizione strumenti assolutamente nuovi, gli stessi che vengono costantemente sviluppati da chi ha, a livello planetario, interessi commerciali nel mondo del libro e di tutto ciò che possa essere descritto in un catalogo: Amazon Libri, Apple Music, Spotify. La possibilità di gestione, organizzazione, connessione di enormi masse di dati fornita dalla tecnologia potrebbe consentire – ecco il nocciolo della proposta –- di non perdere i milioni di registrazioni contenuti nei cataloghi, ma di farle fruttare consentendo l’interconnessione di dati di natura diversa che trovino il loro crocevia proprio nello strumento del catalogo, così da incontrare in modo più efficace le necessità di lettori, ascoltatori di musica, amanti del cinema. Il tutto iconicamente riassunto ma non esaurito, nella formulazione di una “sesta legge” della biblioteconomia: “A ciascuno – appunto – il suo catalogo”. – Al.L.
054-111 Dell’omo (Mariano), La nascita della famiglia monastica silvestrina nel secolo XIII: contesto ecclesiale e religioso, in San Silvestro. Attualità di un carisma, pp. 19-34. Concentrandosi sulle origini della famiglia monastica silvestrina, il saggio tenta di aiutare a comprendere in che misura lo spirito di riforma – che animò appunto l’esperienza silvestrina delle origini – si sia realizzato, quasi a preludio di quelli che saranno gli esiti di rinnovamento della Chiesa e della vita religiosa dell’età moderna e contemporanea. – A.T.
054-112 Delmas (Jean-François), Les aménagements de la bibliothèque-musée Inguimbertine de Carpentras, in Bibliothèque décors, éditè par F. Barbier – I. Monok– A. De Pasquale, pp. 59-78 Þ «AB» 054-B.
054-113 Descrivere gli archivi al tempo di RIC-CM, a cura di Giorgia Di Marcantonio – Federico Valacchi, Macerata, EUM, 2018 Þ rec. Francesca Nemore, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 535-7.
054-114 Di Domenico (Giovanni), “Organismo vivente”: la biblioteca nell’opera di Ettore Fabietti, Roma, Associazione italiana biblioteche, 2018 Þ rec. Paola Castellucci, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 510-3.
054-115 Diario di un’infamia. Le leggi, le vite violate, il ricordo, a cura di Bruno Manfellotto – Fabio Demi, Pisa, Pisa University Press, 2018, pp. 191, ill. col., ISBN 978-88-3339-153-3, € 26. A ottanta anni dalla promulgazione delle leggi razziali, a ottanta anni, cioè, dalla vergogna e dall’infamia di quei primi provvedimenti antiebraici del 5 settembre 1938, l’Università e le scuole pisane hanno dato vita a diverse iniziative, culminate nella “Cerimonia del ricordo e delle scuse” (20 settembre 2018). Rimembrare, avere sempre chiaro in mente la malvagità di una legislatura traviata, di una legislatura che prevede e giustifica l’ineguaglianza dei suoi cittadini, è il primo passo per non commettere gli errori dei propri avi; fare ammenda di fronte alle comunità ebraiche italiane per gli errori commessi dal mondo accademico (e non solo) è atto doveroso ancorché di lieve conforto, atto simbolico dalla valenza però tangibile e universale. Questo vol. ben curato, corredato da numerosissime immagini, molteplici documenti inediti e diverse schede su personalità e avvenimenti chiave del razzismo fascista, è il mirabile risultato della Cerimonia che si è tenuta all’Università di Pisa alla presenza dei rettori italiani e dell’UCEI. Quegli studenti, quei maestri elementari, quei docenti universitari, quei presidi, quei ricercatori, cacciati malamente dal sistema scolastico italiano, vittime innocenti della scatenata follia razziale, non possono e non devono subire l’appiattimento della storia: questa è la ragione per cui si deve tenere il “diario di un’infamia”. – Ar.L.
054-116 Díaz-Fajardo (Montserrat), Las iluminaciones astrológicas del Kitāb al-mawālīd de Abū Ma‘šar en el manuscrito árabe 2583 (BnF), in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gamarra Gonzalo, pp. 73-84. Studio delle illustrazioni astrologiche aggiunte nel manoscritto arabo 2583 della Bibliothéque Nationale de France e del loro rapporto con il testo dell’opera. – D.M.
054-117 Didier (Christophe), Décorer une bibliothéque, embellir une ville: science, urbanisme et politique à Strasbourg, 1871-1918, in Bibliothèque décors. Années 1780-années 2000: nationalités, historicism, transferts, a cura di F. Barbier – I. Monok– A.De Pasquale, pp. 109-122. Þ rec. «AB» 054-B.
054-118 Díez Platas (Fátima), Glosas visuales: la imagen y las ediciones latinas de las Metamorfosis de Ovidio a inicios del siglo XVI, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. S. Oliveira – A. G. Gonzalo, pp. 212-22. L’a. si interroga sul ruolo svolto dall’illustrazione in diverse edizioni italiane delle Metamorfosi di Ovidio apparse tra il 1493 e il 1513. – D.M.
054-119 Dinotola (Sara), Le collezioni nelle biblioteche accademiche del XXI secolo: fattori di cambiamento e nuove strategie di sviluppo per un elemento di importanza strategica, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 431-67. Il contributo riflette sui cambiamenti che stanno attraversando le biblioteche accademiche in relazione alle loro collezioni. Ci si concentra in particolar modo su tutti quegli elementi di discontinuità – generati dal nuovo contesto in cui le biblioteche si vengono a collocare – relativi appunto alle collezioni e al loro sviluppo, per poi passare ad analizzare alcune strategie adottate dalle biblioteche stesse per rispondere a questi cambiamenti di scenario. – A.T.
054-120 Docampo Capilla (Javier), La iluminación de impresos a comienzos del siglo XVI: a propósito del Missale Abulensis (Madrid, Biblioteca Nacional de España, Inc/1044), in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gamarra Gonzalo, pp. 251-63. Notando la scarsa attenzione prestata in Spagna alle miniature nei libri a stampa (incunaboli e post-incunaboli), presenta uno studio sulle abbondanti illustrazioni di un messale impresso su pergamena a Salamanca nel 1510. – D.M.
054-121 Doménech García (Sergi), La propaganda concepcionista franciscana en el mundo hispánico. El grabado apologético y la obra de Pedro de Alva y Astorga, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gamarra Gonzalo, pp. 367-78. Il contributo, attraverso un’attenta disamina del programma editoriale operato dall’Ordine francescano in difesa dell’Immacolata Concezione in Spagna, approfondisce il ruolo delle incisioni che accompagnano le pubblicazioni, dimostrando la loro funzionalità alle argomentazioni esposte. – D.M.
054-122 Domingo Malvadi (Arantxa), Juegos con libros y libros de juegos en las bibliotecas de los infantes, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gamarra Gonzalo, pp. 517-29. Contributo dedicato allo studio di diversi materiali bibliografici conservati presso la Biblioteca Reale di Spagna, acquisiti in passato per istruire e intrattenere i futuri sovrani. – D.M.
054-123 Donato (Maria Pia), L’archivio del mondo: quando Napoleone confiscò la storia, Roma-Bari, Laterza, 2019 Þ rec. Maria Iolanda Palazzolo, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 502-4.
054-124 Dondi (Cristina), The mapping of the early Italian book heritage around the world: from distribution to dispersal. Lectio magistralis in Library Science = La mappatura dell’antico patrimonio librario italiano nel mondo: tra distribuzione e dispersione. Lectio magistralis in biblioteconomia, Fiesole (Firenze), Casalini Libri, 2020 (Letture magistrali in biblioteconomia, 13), pp. 60, ill., ISBN 978-88-7656-028-6 (print), ISBN 978-88-7656-029-3 (ebook), s.i.p. In questa lectio magistralis, tenuta all’Università di Firenze nel marzo 2020, l’a. mostra le potenzialità che la mappatura del patrimonio librario antico può offrire alla ricerca. Ricordando come la mobilità sia un elemento intrinseco del libro a stampa e come la forte domanda di prodotti editoriali abbia permesso la loro diffusione ben oltre i confini territoriali di produzione, l’a. sottolinea l’importanza di progetti come MEI o il più recente PATRIMONiT per l’analisi della distribuzione e della dispersione di tale patrimonio. Le banche dati digitali offrono infatti potenzialità un tempo sconosciute, riuscendo a elaborare le informazioni immesse e permettendo ricerche trasversali che portano alla luce informazioni importanti sulle provenienze, individuando i lettori reali dei testi e l’entità di biblioteche ormai scomparse e disperse. Grande spazio è dato a diversi esempi inerenti alla città di Firenze divisi tra edizioni fiorentine ed esemplari posseduti da fiorentini: in molti casi si riescono a ricostruire diversi passaggi di proprietà che hanno caratterizzato i singoli voll. testimoniando sia l’attività di persone ed enti del passato, sia la formazione delle moderne collezioni librarie. Davvero la mappatura del patrimonio librario italiano antico è un modo per valorizzarlo e per mettere in luce quanto siano a esso debitori sia la cultura europea sia molte delle maggiori collezioni librarie anglo-americane odierne. – Em.B.
054-125 Donne e Inquisizione, a cura di Marina Caffiero – Alessia Lirosi, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2020 (Temi e Testi, 177. Serie “Religioni, frontiere, contaminazioni”), pp. XXIV+216, ill. col., ISBN 978-88-9359-301-4, eISBN 978-88-9359-302-1, € 28. Come informa l’Introduzione firmata dalle curatrici (pp. VII-XXIV), il vol. gemma dalla giornata di studio su L’Inquisizione e le donne del giugno 2014 (Roma, Dipartimento di Storia, culture e religioni dell’Università la Sapienza; Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede). In un’ottica di genere, il vol. affronta il tema – per la prima volta specificamente, non inserendolo, cioè, all’interno di questioni più generali – del rapporto tra Donne e Inquisizione. La scelta di un arco cronologico molto esteso (dal ’500 ai primi decenni del ’900) consente all’indagine di misurare i propri risultati sul lungo periodo, evidenziando meglio i tanti e profondi mutamenti via via posti in gioco. Le storie proposte non sono però nuove – gli studi su donne e Sant’Uffizio sono infatti numerosi – mentre nuovo, o comunque diverso, è l’approccio al tema, che ha portato gli a. a interrogare il già noto con domande nuove. Di tipo, diciamo così, istituzionale (è esistita una differenza tra i sessi sul piano della repressione/controllo? Il “femminile” influenzava dottrine e comportamenti? Di che tipo era il rapporto fra donne e procedure inquisitoriali in senso largo?) e di tipo storico-sociale (chi erano le inquisite? Che livello culturale avevano? Da quali ceti sociali provenivano? Trasgrediscono e delinquono come i maschi? Che tipo di difesa sono in grado di mettere in atto una volta sotto inchiesta?). Ed è sostanzialmente lungo questa struttura che si snodano i sette interventi del vol., che trattano casi (spesso rocamboleschi) interni ma anche esterni alle comunità religiose, luoghi per eccellenza delle eresie, con ampi e documentati affondi sulle realtà ebraiche. Oltre a un saggio di metodo, quello che ne esce è l’ampio e sorprendente universo del vissuto femminile, che consiglia di aprire il tema di fondo a una prospettiva più ampia di storia culturale, sociale e politica. Corredano il lavoro tre ill. col., un breve profilo biografico degli a. (pp. 205-6) e l’Indice dei nomi (pp. 207-16). – E.G.
054-126 Dorigatti (Marco), Giovan Battista Giraldi Cinthio e l’Ariosto a stampa, «Studi giraldiani. Letteratura e teatro», 5, 2019, pp. 345-87. Si ripercorrono le vicende e i retroscena dell’editoria veneziana che hanno fatto da preludio alla stesura delle Note critiche all’«Orlando furioso» di Giraldi Cinthio all ’indomani dell’uscita, presso Valgrisi, dell’edizione ariostesca del 1556. Ci si concentra sulle figure protagoniste di quel circolo di letterati – in particolare Ruscelli, il curatore della valgrisiana, Dolce, Pigna e Bernardo Tasso – cercando di coglierle sia in sé che (e soprattutto) nel rapporto, spesso improntato ad antagonismo, con i loro rivali. Conclude lo studio un epilogo che rivisita quel tormentato rapporto a distanza di anni, permettendo così di constatare quanto esso sia mutato col passar del tempo e quanto sorprendente sia stata la metamorfosi. – L.Ma.
054-127 Dota (Michele), Per una storia linguistico-editoriale di «Lotte civili» di Edmondo De Amicis, «Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria», 5, 2020, pp. 163-84. Le due edizioni (Nerbini 1899 e Treves 1910) della raccolta deamicisiana Lotte civili vengono ripercorse dall’a. con l’obiettivo di metterne in luce le vicende testuali, prima e dopo la morte dello scrittore. — M.G.
054-128 Eckerstorfer (Bernhard), Benedetto allo specchio, in San Silvestro. Attualità di un carisma, pp. 315-21. Si riporta la presentazione del vol. di Giacomo Ruggeri, «Ora et labora». La Regola di San Benedetto e il nostro tempo, prefazione di Elmar Salmann, Fabriano, Monastero San Silvestro abate, 2017 (Bibliotheca Montisfani, 32). – A.T.
054-129 Eckerstorfer (Bernhard), La stabilitas monastica nel mondo di oggi, in San Silvestro. Attualità di un carisma, pp. 277-96. Il saggio riflette sui vari tipi di instabilità che attraversano la realtà odierna, riflessione che è di vitale importanza per capire il valore e la portata della stabilitas monastica. – A.T.
054-130 Enríquez Arana (Argentina) – Silvia Salgado Ruelas, Forma y función del género de la pintura de castas en el manuscrito 4532 de la Biblioteca Nacional de España, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura C. Sànchez Oliveira – A. Gamarra Gonzalo, pp. 419-30. Sulla base di un manoscritto settecentesco composto da Pedro O’ Crouley, gli a. analizzano le caste europee, americane e africane presenti nel viceregno della Nuova Spagna, affrontando il tema della forma e funzione delle rappresentazioni iconografiche all’interno del manoscritto, così come il loro rapporto con il testo dell’opera. – D.M.
054-131 Fadini (Matteo), “Del Concilio”. Progetto di valorizzazione di fondi antichi delle biblioteche trentine, in Patrimonio librario antico, a cura di L. Bragagna – I. Franceschini, pp. 217-32. L’a. illustra ili fondo antico denominato “Del Concilio” e conservato presso la Biblioteca comunale di Trento. Partendo dalla considerazione che moltissimo materiale librario dedicato al Concilio di Trento o a esso collegabile è presente sul territorio, l’a. mira a una sua catalogazione e riproduzione digitale, così da costruire un vero archivio bibliografico sul tema. – L.Mo.
054-132 Faini (Enrico), Vegezio e Orosio: storia, cavalleria e politica nella Firenze del tardo Duecento, in Storia sacra e profana, a cura di M. Colombo – P. Pellegrini – S. Pregnolato, pp. 237-54. Seguendo le orme di Cesare Segre, viene studiata la “modernizzazione” di termini e figure dell’antica Roma nei volgarizzamenti di Bono Giamboni. – Ed.B.
054-133 Falchini (Cecilia), Il corpus agiografico silvestrino: struttura e finalità, in San Silvestro. Attualità di un carisma, pp. 135-49. Il contributo analizza il corpus agiografico silvestrino, arrivando a individuare alcuni elementi che unificano i diversi testi: ascolto e predicazione delle Scritture, amore per il prossimo e i fratelli, ricerca della gloria di Dio, dimensione umana con cui vengono coniugate, nel presente di san Silvestro, la fede cristiana e la vocazione monastica. – A.T.
054-134 Fattorini (Vincenzo), La Sacra Scrittura nella Vita Silvestri, in San Silvestro. Attualità di un carisma, pp. 49-75. Lo studio si propone di porre in evidenza l’incidenza del testo biblico all’interno della Vita Silvestri, opera agiografica che si costituisce come parte più consistente della documentazione riguardante la primitiva Congregazione Silvestrina. – A.T.
054-135 Felici (Lucia), Leggere il Nuovo Testamento nell’Italia del primo Cinquecento: le edizioni di Erasmo e di Antonio Brucioli, in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 295-314. Il saggio indaga la fortuna degli scritti neotestamentari di Erasmo e Brucioli (più i commenti che neppure la traduzione) nell’Italia della prima metà del XVI secolo. – Ed.B.
054-136 Ferroni (Giulio), Quale Rinascimento?, «Studi giraldiani. Letteratura e teatro», 5, 2019, pp. 15-32. Sintetica riflessione sui limiti del concetto di Rinascimento, sul suo orizzonte geografico e sui processi storici che conducono dal ritorno umanistico all’antico alla elaborazione nel primo Cinquecento di nuovi modelli culturali e di nuovi generi letterari, in quello che è stato chiamato “Rinascimento dei moderni”. Si mette in evidenza come questo processo culmina nel periodo delle guerre d’Italia, in una fase di lacerazione che lascerà il segno su tutta la storia successiva: la cultura italiana elabora le forme che nutriranno la moderna cultura europea, proprio mentre il paese cade sotto il controllo dei poteri stranieri. – L.Ma.
054-137 Finocchiaro (Giuseppe), Antonio Gallonio scrittore di santi. Agiografia nella Roma di Clemente VIII, Firenze, Olschki, 2019 (Biblioteca di bibliografia. Documents and Studies in Book and Library History, 210), pp. X+106+32 di tav., ill. b/n, ISBN 978-88-222-6663-7, € 20. Il vol. approfondisce le ricerche sul ruolo svolto nell’ambito degli studi agiografici dall’oratoriano Antonio Gallonio (1556-1605). La prima parte è dedicata alla libreria privata di Gallonio che, alla sua morte, lasciò in eredità alla Biblioteca Vallicelliana, per tramite dei fratelli Andrea e Francesco Zazzara. Grazie all’identificazione di postille e note di possesso autografe, l’a. è riuscito nell’intento di rintracciare gli esemplari galloniani citati in un inventario della sua biblioteca. Il secondo capitolo è invece dedicato a ricostruire la vicenda editoriale che portò Gallonio (di concerto con la Congregazione dell’Oratorio) a escludere dalla pubblicazione intitolata Le vite dei Santi (la cui stampa non andò a buon fine a causa del fallimento della tipografia Tornieri a cui era stata affidata) la Historia delle sante vergini forastiere, una sorta di Martyrologium Romanum figurato. Infine, nella sezione conclusiva del vol., si riflette sul quadro concettuale delle Vite dei Santi che oscilla tra ricerca letteraria e storiografico-agiografica, che già guardava con interesse all’arte figurativa del martire quale utile strumento al contrasto delle eresie. Chiude il vol. una riflessione sull’ambiziosa storia della Chiesa intitolata Vitae sanctorum (dal 34 d.C. fino all’imperatore Massimiano), che l’a. tratteggiò senza mai condurre a termine. In calce, un corposo apparato di appendici con trascrizioni di lettere e documenti, tra i quali il codicillo del testamento, l’inventario della libreria di voll. stampati, un indice di codici manoscritti appartenuti all’autore e una bibliografia delle sue edizioni. Seguono bibliografia, indici delle fonti, degli autori e dei nomi. – D.M.
054-138 Fiorentini (Isabella), La Galleria Vittorio Emanuele II. Dal progetto al cantiere, «Libri & Documenti», 42/43, 2016/2017, pp. 113-20. Il contributo esamina la documentazione disponibile presso l’Archivio Storico Civico di Milano a proposito della progettazione e costruzione della Galleria Vittorio Emanuele II. – Al.L.
054-139 Flores Hernández (Yohanna Yessica) – Antonio Carpallo Bautista, La estética de lo industrial. Un ejemplo en las encuadernaciones de la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gamarra Gonzalo, pp. 503-15. Gli a. sottolineano l’importanza della legatoria industriale di epoca ottocentesca e ne definiscono tipologie e caratteristiche attraverso un campione di esemplari conservati all’Accademia Reale di Belle Arti di San Fernando. – D.M.
054-140 Follesa (Laura), La Licht-Adrastea di J. G. Herder. Fonti, prestiti, controversie, in Biblioteche e saperi, a cura di G. Granata, pp. 185-200.
054-141 Fontana (Edoardo), Le pagine di un mito. Note sull’iconografia di Salomè tra Otto e Novecento, «ALAI. Rivista di cultura del libro della Associazione librai antiquari d’Italia», 6, 2020, pp. 177-211. Salomè, donna della modernità, femme fatale magistrale e mirabile, insieme terribile e bellissima… L’a. studia le sue mille e più rappresentazioni iconografiche tra Otto e Novecento. – Ar.L.
054-142 Formiga (Federica), Storia di un libro mai pubblicato: New York film vissuto di Fortunato Depero, «Paratesto», 16, 2019, pp. 111-32. È studiato, tramite una delle sue principali bozze, il libro con disco in allegato che il futurista Fortunato Depero avrebbe voluto pubblicare per rievocare le memorie e i suoni di New York, dove aveva vissuto dal 1928 al 1930. – S.C.
054-143 Fragnito (Gigliola), Rinascimento perduto. La letteratura italiana sotto gli occhi dei censori (secoli XV-XVII), Bologna, Il Mulino, 2019 (Collezione di testi e studi. Storiografia) Þ rec. Francesca Nepori, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 416-9.
054-144 Papp Gábor (György), The Houses of the Library of the Hungarian Academy of Sciences between 1827 and 1988: The Architectural Profile of an Institution, in Bibliothèque décors, édité par F. Barbier – I. Monok– A. De Pasquale, pp. 173-88. Þ «AB» 054-B.
054-145 Gallo (Valentina), Sull’epistola latina a Sperone Speroni attribuita a Giovan Battista Giraldi Cinthio, «Studi giraldiani. Letteratura e teatro», 5, 2019, pp. 233-63. Attraverso una lettura testuale e contestuale dell’epistola latina sulla Canace di Sperone Speroni, datata 1558, la studiosa impugna la presunta paternità giraldiana e prova a ricostruire l’identikit culturale e psicologico dell’anonimo mittente, avanzando l’ipotesi che il testo tràdito dai manoscritti superstiti possa presentare elementi di falsificazione volti ad accreditare la paternità giraldiana. – L.Ma.
054-146 Gamarra Gonzalo (Alberto), Materiales iconotipográficos en la imprenta burgalesa del siglo XVIII: propietarios, fabricación y precios, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gamarra Gonzalo, pp. 403-18. L’a. approfondisce gli usi iconografici operati dagli stampatori di Burgos durante il XVIII secolo, avvalendosi di esemplari librari e altro materiale d’archivio. – D.M.
054-147 Gambetti (Lucio), «L’opera di tutta una vita». Le edizioni del Canzoniere di Umberto Saba, «ALAI. Rivista di cultura del libro della associazione librai antiquari d’Italia», 6, 2020, pp. 65-83. L’a. studia le varie edizioni del Canzoniere di Saba, dalla prima del 1921 all’anastatica del 1983 (stampata da Lloyd Adriatico di Trieste). – Ar.L.
054-148 García Giménez (Carlos M.), «Ab les armes de sa Excel·lència»: las encuadernaciones heráldicas de Fernando de Aragón, duque de Calabria (1488-1550), in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. S. Oliveira – A. G. Gonzalo, pp. 265-78. Il contributo fornisce un’indagine sulle legature della biblioteca di Fernando de Aragón, Duca di Calabria, realizzate mentre prestava servizio come viceré di Valencia. – D.M.
054-149 García González (María), Las encuadernaciones artísticas de la familia Menoyre para la Real Librería, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gamarra Gonzalo, pp. 393-402. Il contributo presenta l’opera dei Menoyre, una famiglia di librai madrileni vissuti tra il XVII e il XVIII secolo, e descrive le legature realizzate nella loro bottega che aveva sede presso la Biblioteca Nazionale spagnola. – D.M.
054-150 García-Cervigón del Rey (Inmaculada), Los elementos iconográficos de las bulas impresas en Toledo en la primera etapa de la imprenta manual in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gamarra Gonzalo, pp. 162-72. L’a. espone le caratteristiche e la funzione dell’apparato iconografico presente nelle indulgenze a stampa prodotte a Toledo, fornendo anche notizia del ritrovamento di una nuova stampa toledana del 1518, attribuita a Arnao Guillén de Brocar. – D.M.
054-151 Gardini (Stefano), Lunga durata, attività amministrative e sedimentazione archivistica: prime note sulla documentazione dei transiti portuali, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 131-49. Il contributo prende in considerazione le scritture di registrazione dei transiti portuali, prodotte in tempi e luoghi differente da differenti soggetti, per il conseguimento di fini istituzionali diversi. Lo scopo è quello di evidenziarne le caratteristiche comuni e di sottolineare inoltre come alcuni aspetti ambientali abbiano invece contribuito a definire le forme documentarie. – A.T.
054-152 Gatta (Massimo), La tradizione del futuro. Progetto, corpo e tipografia nei Manuali Tipografici editi da Tallone, «Paratesto», 16, 2019, pp. 159-68. L’a. riflette sui quattro Manuali Tipografici di Alberto ed Enrico Tallone, editi tra il 2005 e il 2018. – S.C.
054-153 Gatta (Massimo), Raffaello Salari, dimenticato calligrafo, copista e restauratore fiorentino (1816-1895), «ALAI. Rivista di cultura del libro della Associazione librai antiquari d’Italia», 6, 2020, pp. 213-49. L’a. riscopre la figura dimenticata di Raffaello Salari, bibliofilo calligrafo «al servizio del libro antico» (p. 229). – Ar.L.
054-154 Gavinelli (Simona), Giovanni de Nuxigia, copista e cancelliere visconteo della prima metà del secolo XIV, in Storia e cultura a Brescia dall’antichità ai nostri giorni, pp. 259-75. Viene ricostruita l’attività di copista-libraio del notaio milanese Giovanni de Nuxigia, amanuense principale degli statuti del Comune di Orzinuovi del 1341. – M.C.
054-155 Gehl (Paul), Procurare all’America i migliori libri europei: storia della stampa alla Harvard University e alla Newberry Library, in Biblioteche e saperi, a cura di G. Granata, pp. 93-120.
054-156 Giardullo (Antonio), Da alunno ad assistente di 4ª classe nelle biblioteche governative: un concorso pubblico del 1882, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 199-211. L’articolo propone una ricostruzione – riportando anche i principali documenti – dello svolgimento concreto di un concorso per posti di assistente nelle biblioteche governative, bandito nel 1882 e tenuto presso la Biblioteca Nazionale di Firenze. – A.T.
054-157 Giazzi (Emilio), Frammenti di codici classici nell’Archivio di Stato di Brescia, in Storia e cultura a Brescia dall’antichità ai nostri giorni, pp. 245-57. Nell’Archivio di Stato di Brescia sono stati ritrovati e censiti frammenti di opere di classici utilizzati all’interno di legature soprattutto del fondo Notarile. –M.C.
054-158 Girard (Pierre), «La famosa libreria del Sig. Giuseppe Valletta». Libertas philosophandi et érudition dans la modernité à Naples, in Biblioteche e saperi, a cura di G. Granata, pp. 17-38.
054-159 Girolamo Macchi (1649-1734). Un viaggio a Siena al tramonto dell’età barocca in un’eclisse presunta, a cura di Andrea Amos Niccolini, Napoli, Arte’m, 2019, pp. 126, ill. col., ISBN 978-88-569-0689-9, € 12. Il vol. contiene gli atti del convegno tenuto il 22 giugno 2017 in occasione della presentazione del video-documentario realizzato dall’Università degli Studi di Firenze su Girolamo Macchi. Erudito, scrittore maggiore e archivista dell’ospedale Santa Maria della Scala di Siena, questo personaggio ha infatti lasciato otto libri di Memorie manoscritte – attualmente conservate presso l’Archivio di Stato di Siena – in cui notizie, ricerche e ricordi, oltre a essere corredati da numerosi schizzi e disegni, si pongono come punto di riferimento per la conoscenza del suddetto ospedale e della città senese. – Pietro Putignano
054-160 Giulio Rezasco politico, burocrate e lessicografo. Atti del Convegno, Bolano 13 maggio 2017, a cura di Francesca Nepori, La Spezia, Accademia Lunigianese di Scienze “Giovanni Capellini”, 2019 (Memorie della Accademia Lunigianese di Scienze “Giovanni Capellini”, 87) Þ rec. Elena Gonnelli, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 440-2.
054-161 Giulio Rezasco politico, burocrate e lessicografo. Atti del Convegno, Bolano 13 maggio 2017, a cura di Francesca Nepori, La Spezia, Accademia Lunigianese di Scienze “Giovanni Capellini”, 2019 (Memorie della Accademia Lunigianese di Scienze “Giovanni Capellini”, 87) Þ rec. Fiammetta Sabba, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 507-10.
054-162 Gli ordinamenti originari degli archivi, a cura di Raffaele Santoro, Trieste, EUT Edizioni Università di Trieste, 2018 Þ rec. Francesca Nemore – Giovanni Paoloni, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 491-4.
054-163 Gorris Camos (Rosanna), «Je voys, je viens ça et là tout pensif»: poesia ed eresia nel Piemonte francese, in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 315-52.
054-164 Granata (Giovanna), La ‘rivoluzione delle idee’ in Sardegna alla fine del Settecento. Le acquisizioni della Biblioteca Universitaria di Cagliari, in Biblioteche e saperi, a cura di G. Granata, pp. 39-78.
054-165 Grande (La) Galleria. Spazio del sapere e rappresentazione del mondo nell’età di Carlo Emanuele I di Savoia, a cura di Franca Varallo – Maurizio Vivarelli, Roma, Carocci, 2019, (Studi storici Carocci, 313 – Studi Sabaudi, 9), pp. 411, ill. b/n, ISBN 978-88-430-8672-6, € 46. Negli anni ’70 del XVI secolo, Emanuele Filiberto di Savoia (1528-1580) concepiva l’idea del Theatrum omnium disciplinarum: un “Teatro del mondo” che avrebbe dovuto includere ogni aspetto dell’universo rigorosamente ordinato e classificato. Il disegno sarebbe stato realizzato dal successore Carlo Emanuele I che, nella Galleria che collegava il Castello al Palazzo Ducale, avrebbe organizzato la ricchissima collezione di oggetti e libri dei Savoia. Le volte raffiguranti le costellazioni e i pavimenti musivi che riproducevano il mondo acquatico contribuirono a fare della Grande Galleria un vero e proprio spazio enciclopedico. Il vol., diviso in 3 sezioni (rispettivamente intitolate Luoghi della memoria, Fra Theatrum e Grande Galleria e Sulle tracce della bibliografia) raccoglie 15 contributi che esaminano i molteplici aspetti della Galleria, focalizzandosi in particolare sulla ricostruzione delle raccolte librarie. La prima sezione comprende gli scritti di Eric Gaberson, (Libraries, memory and the space of knowledge), Koji Kuwakino (The great theatre of creative thought. The Inscriptiones vel tituli theatri amplissimi (1565) by Samuel von Quiccheberg), Enrico Pio Ardolino (Le biblioteche delle corti italiane tra Medioevo e Rinascimento: una prospettiva storiografica) e Marzia Giuliani (La Grande Galleria nel contesto dell’Italia spagnola (1580-1610 ca.). Paralleli sabaudo-ambrosiani). Nell’ampia seconda parte trovano posto i contributi di Franca Varallo (Libri, natura e immagini: il mondo ri-creato della Grande Galleria. Studi e prospettive), Sergio Mamino (Ludovico Demoulin de Rochefort e il “Theatrum omnium disciplinarum” di Emanuele Filiberto di Savoia). Blythe Alice Raviola («La notizia, almeno mezana, dei paesi e dei siti». Geografia, storia e visione del mondo nella Grande Galleria di Carlo Emanuele I), Pietro Passerin d’Entrèves (La medicina e il mondo della natura), Patrizia Pellizzari (Nelle «guardarobbe» del duca: percorsi di letteratura italiana), Gabriella Olivero (Matematica, cosmografia, astrologia: un insieme ordinato e coerente?), Federico Barello (Numismatica e memoria dell’antico) e Sergio Mamino (Reimagining the Grande Galleria of Carlo Emanuele I of Savoy). Infine la terza e ultima sezione: Giuliana Leonardi (Le collezioni bibliografiche dei duchi di Savoia. Profilo storico e storiografico), Antonio Olivieri (Il catalogo librario «ex bibliotheca Rochefortii» di Basilius Amerbach. Nota introduttiva) e Maurizio Vitali, Erika Guadagnin (Le scansie della politica. Scavi bibliografici a partire dall’inventario Torrini).— F.F.
054-166 Griffin (Roger), The New Man, in Futurism. A Microhistory, pp. 13-28. Þ «AB» 054-E.
054-167 Gritti (Jessica) - Francesco Repishti, Francesco Sforza e il Palazzo Ducale di Milano, «Libri & Documenti», 42/43, 2016/2017, pp. 27-58. Gli autori esaminano gli interventi apportati alla residenza ducale di Milano all’epoca di Francesco Sforza. Si ricostruisce la fisionomia del progetto e si rintraccia, grazie alla consultazione di materiale documentario e grafico, la collocazione degli ambienti privati della coppia ducale. – Al.L.
054-168 Gross (Geneviève), Attaquer la messe-Proposer une «nouvelle» église. Mise en contexte et finalité d’un argumentaire gestuel et discursif (1530-1535), in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 483-504.
054-169 Guardo (Marco), La Bibliothèque Corsiniana: parcours et évéments au XIXe siècle, in Bibliothèque décors, èditè par F. Barbier – I. Monok – A. De Pasquale, pp. 31-40 Þ «AB» 054-B.
054-170 Guerrini (Mauro) – Rossano De Laurenti, Massèra, un bibliotecario dimenticato, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 345-57. Serviva un convegno ad hoc (Ginevra, 2-3 dicembre 2015; Rimini, 16 aprile 2016) per ricordarsi di Francesco Massèra (1883-1928), filologo e direttore della Biblioteca Gambalunga di Rimini (1907-1928), nonché allievo del Carducci prima e di Novati e D’Ancona poi. Seguendo la traccia degli atti del convegno, gli a. ne ricostruiscono la figura – notevole l’archivio delle sue carte; alla luce delle moderne tecniche archivistiche, è un esempio, ancora tutto da indagare, di stratigrafia archivistica d’autore – i rapporti con la città romagnola e soprattutto le sue eredità, di studioso e di bibliotecario. Chiude la bibliografia. – E.G.
054-171 Hamer Flores (Adolfo), Los grabados para El Evangelio en triunfo de Pablo de Olavide (1799-1803), in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gamarra Gonzalo, pp. 489-501. L’a. indaga la presenza di illustrazioni in alcune edizioni madrilene edite a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo dell’opera El Evangelio en triunfo, pseudo-autobiografia popolare del controverso ma illuminato Pablo de Olavide. – D.M.
054-172 Härmänmaa (Marja), The Cocktail, in Futurism. A Microhistory, pp. 167-82 Þ «AB» 054-E.
054-173 Hausbergher (Mauro), Progetti per una biblioteca digitale trentina, in Patrimonio librario antico, a cura di L. Bragagna – I. Franceschini, pp. 233-50. L’a. spiega l’idea della biblioteca digitale trentina in costruzione, che accoglierà riproduzioni digitali di moltissimo materiale relativo alla storia locale, ai libri, ai giornali, ai manifesti e alle fotografie. — L.Mo.
054-174 Huss (Bernhard), Petrarchismo e tragedia, «Studi giraldiani. Letteratura e teatro», 5, 2019, pp. 55-104. Il saggio analizza la relazione difficile tra, da una parte, la tragedia del Cinquecento come nuovo genere letterario che si basa su contemporanee riflessioni teoriche e il petrarchismo “ortodosso” fondato da Pietro Bembo dall’altra parte. La Poetica di Aristotele presuppone che la letteratura debba essere prodotta servendosi di uno stile gradevole, “dolce”. Questo presupposto si riferisce a tutti i generi letterari, dunque anche alla tragedia. Per autori e teorici della letteratura nel Cinquecento italiano uno stile “dolce” era inevitabilmente uno stile petrarchesco. Perciò da un punto di vista aristotelizzante la tragedia del Cinquecento doveva essere, stilisticamente, una tragedia sotto il segno del petrarchismo. Scrittori di tragedie come Giraldi e Speroni lottavano con questa situazione, offrendo diverse soluzioni del dilemma che stile petrarchesco e soggetto tragico non si combinano facilmente. Solo il dramma pastorale avrebbe offerto i mezzi per risolvere questo nodo gordiano. – L.Ma.
054-175 Ilari (Maria), Nella Siena di fine Seicento con Girolamo Macchi, in Girolamo Macchi (1649-1734), a cura di A.A. Niccolini, pp. 24-34. Nel contributo si ripercorre essenzialmente la vita di Girolamo Macchi, a partire dal battesimo avvenuto il 15 aprile 1649, passando per l’incarico di Scrittore maggiore presso l’ospedale Santa Maria della Scala di Siena che mantenne dal 1684 al 1729 e giungere alla sua morte, avvenuta il 19 luglio 1734. – Pietro Putignano
054-176 «inPRESSIONI. Colloquia grafica et exlibristica», 10/20, autunno 2019. Questo numero della rivista della Scuola Grafica Genovese dedica le sue pagine agli ex libris del pittore e disegnatore Franco Rognoni, a una panoramica dell’opera artistica di Adolf Kunst, alle incisioni di Luca Daum e a quelle di Evgeniya Hristova, e infine agli ex libris a tema dannunziano creati per il concorso indetto dal Comune di Pescara nel 1988, in occasione del cinquantenario della morte del Vate. – Martina Molino
054-177 Inserra (Simona), Simone Trento tipografo tra Siracusa, Catania e Caltagirone. Note sul paratesto di alcune edizioni catanesi, «Paratesto», 16, 2019, pp. 143-52. Il contributo analizza l’attività del tipografo catanese Simone Trento, attivo nella prima parte del XVIII secolo e specializzato nella stampa di materiale religioso. – S.C.
054-178 Io e la BUR. Scrittori, studiosi, lettori raccontano la Biblioteca Universale Rizzoli, a cura di Evaldo Violo Cermenate, New Press, 2019 (Contromossa, 3), pp. 182, ISBN 978-88-93560-75-7, € 12. Evaldo Violo, direttore editoriale della BUR per quasi tre decadi (!), è il curatore di questo agile volumetto che raccoglie gli scritti di più di cinquanta tra scrittori, lettori e studiosi che raccontano la propria esperienza con quella Biblioteca Universale Rizzoli dai libretti grigi e popolari, a settanta anni dalla loro nascita (il primo vol. vede la luce nel maggio del 1949, per volontà e idea di Luigi Rusca). – Ar.L.
054-179 Jansen (Monica) – Luca Somigli, The Church, in Futurism. A Microhistory, pp. 29-47 Þ «AB» 054-E.
054-180 Jesús Lacarra (María), La Tragicomedia de Calisto y Melibea en Zaragoza (1507-1607): los modelos iconográficos y su pervivencia, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gamarra Gonzalo, pp. 237-50. Il saggio contestualizza e valuta la sopravvivenza di programmi iconografici in sei diverse edizioni de La Celestina, stampate a Saragozza tra il 1507 e il 1607. – D.M.
054-181 Jiménez López (Jorge), El patrimonio librario del Colegio Mayor de San Bartolomé a través de los inventarios del Ms. Espagnol 524, BnF, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 61-73. Il contributo si concentra sul Ms. Espagnol 524 della Bibliothèque nationale de France, documento particolarmente interessante in quanto riporta gli inventari dei libri del Colegio Mayor del San Bartolomé negli anni 1433-1440. Lo studio analitico del documento ha permesso infatti di ricostruire le unità bibliografiche che componevano la raccolta, di individuare gli spazi destinati ai libri e di identificare i testi e molti degli esemplari, rilevando una presenza consistente di scritti attinenti ai problemi che minacciavano la Cristianità in quel periodo. – A.T.
054-182 Jiménez López (Jorge), La forma escolástica en los Comentarios de N. Trevet a la Consolatio Philosophiae y a las Tragedias, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gamarra Gonzalo, pp. 59-71. L’a. si interroga sull’esistenza di un modello scolastico di codice attraverso l’analisi di diversi esemplari manoscritti delle opere di Nicholas Trevet. – D.M.
054-183 Kavenagh (Terence), Montefano come centro di unità nella Congregazione Silvestrina attraverso i secoli, in San Silvestro. Attualità di un carisma, pp. 151-227. L’ampio saggio ripercorre i passaggi della vita della primitiva sede dell’ordine, il monastero di Montefano, evidenziando i momenti in cui questo – a seguito dell’espansione dell’ordine – passò momentaneamente in secondo piano rispetto al monastero di S. Benedetto. A fronte di ciò, si sottolinea però la centralità di Montefano per l’unità della Congregazione, centralità che arriva fino a oggi. – A.T.
054-184 Kelly (Michael), Introduzione, in San Silvestro. Attualità di un carisma, pp. 1-3.
054-185 Kempf (Klaus), La Bayerische Staatsbibliothek (BSB) e la digitalizzazione del proprio patrimonio librario storico, in Patrimonio librario antico, a cura di L. Bragagna – I. Franceschini, pp. 191-200. L’a. illustra la politica di digitalizzazione del patrimonio messa efficacemente in atto, ormai da anni, da una delle maggiori biblioteche europee, la Bayerische Staatsbibliothek di Monaco. La traduzione italiana del saggio è curata da Tatjana Dalla Tinta. – L.Mo.
054-186 Fisonomía (La) del libro medieval y moderno. Entre la funcionalidad, la estética y la informació, a cura di Camino Sánchez Oliveira – Alberto Gamarra Gonzalo, Zaragoza, Prensa de la Universidad de Zaragoza, 2019 (In culpa est, 8), pp. 556, ill. b/n e col., ISBN 978-84-1340-025-9, € 28. Corposa miscellanea che raduna gli interventi presentati in occasione del convegno Leer la belleza. Forma, estética y funcionalidad en el libro medieval y moderno (III Congreso Internacional sobre el Libro Medieval y Moderno), tenutosi a Zaragoza tra il 12 e il 14 settembre 2018. Allestito con l’intento di indagare l’oggetto-libro nel periodo medievale e moderno con un approccio interdisciplinare, il vol. sviluppa una riflessione congiunta sui prodotti manoscritti e stampati: accanto a indagini di carattere prettamente testuale, si affiancano approfondimenti su vari aspetti accessori come l’estetica, la struttura e l’uso degli esemplari, il rapporto testo/immagine. La premessa, curata dal prof. Manuel José Pedraza Gracia della Università di Zaragoza, esplicita le ragioni di tale approccio: «Un libro, en un lugar y un momento dado, tiene una función revelada por una morfología específica y posee una forma determinada porque está destinado a cubrir una necesidad concreta» (p. 14). È schedato sotto i singoli contributi. – D.M.
054-187 La vita di san Silvestro: uno sguardo aperto sull’infinito. Mostra Iconografica, in San Silvestro. Attualità di un carisma, pp. 343-5. Si riportano gli interventi di presentazione della mostra di nove opere ispirate alla vita di san Silvestro, esposte durante il convegno. – A.T.
054-188 Lacca (Emanuele), Comprare e leggere libri nella diocesi di Quito. L’evangelizzazione di Alonso de la Peña Montenegro (1596-1687) tra filosofia, teologia, diritto, in Biblioteche e saperi, a cura di G. Granata, pp. 171-84.
054-189 Lamberti (Andrea), La biblioteca di Pietro Custodi tra filosofia civile e nuova identità nazionale), in Biblioteche e saperi, a cura di G. Granata, pp. 79-92.
054-190 Biblioteche (Le) di privata lettura di principi, cavalieri e accademici gioeni (Biscari, Gioeni, Scuderi, Alessi, Sammartino, Maddem, Riggio), a cura di Mario Alberghina, con il contributo di Chiara Racalbuto, Salvatore Consoli, Lino Secchi, Giuseppe Giarrizzo, Catania, Maimone, 2018 Þ rec. Simona Inserra, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 505-7.
054-191 Leli (Letizia), Isabella Vitelli († 1598): fonti documentarie presso l’Archivio di Stato di Roma, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 89-104. L’articolo – attraverso un’indagine sistematica delle carte contabili, amministrative e giudiziarie conservate presso l’Archivio di Stato di Roma – permette di fare maggior luce sulla figura di Isabella Vitelli, nipote di Alessandro Vitelli. L’indagine d’archivio – che si è focalizzata in particolare sul contratto matrimoniale e sul di lei testamento – ha infatti permesso di ricostruire i momenti cruciali della sua vita. – A.T.
054-192 Leniaud (Jean-Michel), Les décors de la bibliothèque du Sénat, Palais du Luxembourg: classicisme contre identité nationale, in Bibliothèque décors, édité par F. Barbier – I. Monok – A. De Pasquale, pp. 91-108 Þ «AB» 054-B.
054-193 Les documents du commerce et des marchands entre Moyen Âge et époque moderne (XIIe-XVIIe siècle), études réunies par Cristina Mantegna – Olivier Poncet, Rome, École française de Rome, 2018 Þ rec. Alessia Legnani Annichini, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 485-8.
054-194 Liguori (Marianna), Lettere spirituali in tipografia. I casi di Vittoria Colonna e Paola Antonia Negri, «Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria», 5, 2020, pp. 39-54 Il saggio esamina – sotto un profilo chiaramente filologico, ma anche entro un ben tracciato perimetro culturale – due edizioni di lettere spirituali del XVI secolo, quelle di Vittoria Colonna e di Paola Antonia Negri, mettendo in luce l’attività delle due scrittrici nella supervisione dei processi editoriali. — M.G.
054-195 Livorini (Ernesto), The Café, in Futurism. A Microhistory, pp. 153-66 Þ «AB» 054-E.
054-196 Lombardi Vallauri (Edoardo), La lingua disonesta. Contenuti impliciti e strategie di persuasione, Bologna, il Mulino, 2020 (Intersezioni), pp. 286, ill. b/n, ISBN 978-88-15-28416-7, € 16. La manipolazione della mente umana agisce da sempre su diversi fronti e tende a condizionare coloro a cui è rivolta. Strumenti fondamentali per metterla in atto sono le immagini – che producono degli stimoli impliciti nelle nostre menti – e senza dubbio le parole – i cui stimoli possono essere sia espliciti che impliciti. Nel trattare delle strutture linguistiche, l’a. prende in esame delle pubblicità commerciali note per metterne in evidenza gli strumenti linguistici adoperati e approfondendo i concetti di impliciti del contenuto e di impliciti di responsabilità. L’attenzione è rivolta anche a studi di tipo neurologico e, nello specifico, ai processamenti automatici e controllati che si innescano. Un ’ultima sezione propone l’analisi di svariati discorsi politici attraverso si ha un effettivo riscontro con quanto argomentato in tutto il vol. – Pietro Putignano
054-197 López Carral (Alicia), Una nueva propuesta de descripción y análisis de los incunables musicales, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. S. Oliveira – A. G. Gonzalo, pp. 200-09. L’a. presenta una interessante proposta metodologica per la catalogazione e la classificazione degli incunaboli contraddistinti dalla presenza di notazione musicale. – D.M.
054-198 López Souto (Noelia), Texto e ilustración: Bodoni y su Horacio a finales del siglo XVIII, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gomarra. Gonzalo, pp. 475-88. Studio interamente dedicato alle edizioni di Orazio impresse da Giambattista Bodoni tra il 1791 e il 1793: un libro dedicato ai bibliofili, che scommetteva sulla bellezza tipografica come rivendicazione assoluta della purezza editoriale. – D.M.
054-199 López Varea (María Eugenia), Tipografía e ilustración en los incunables castellanos, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gomarra. Gonzalo, pp. 185-98. Il contributo offre una panoramica sul tema della tipografia e dell’illustrazione nella stampa castigliana del XV secolo, con riferimento alla produzione nelle città di Burgos, Salamanca, Segovia, Valladolid e Zamora. – D.M.
054-200 Lópéz-Vidriero (Maria Luisa), Bibliothèques, architecture et espaces urbains dans la capitale du royaume: Un parcours de modèles espagnols du XIXe siècle, in Bibliothèque décors, édité par F. Barbier – I. Monok– A. De Pasquale, pp. 79-90 Þ. «AB» 054-B.
054-201 Lorenzi (Cristiano), Tradurre la storia romana. Il caso delle due redazioni del volgarizzamento della prima Catilinaria fra Due e Trecento, in Storia sacra e profana, a cura di M. Colombo – P. Pellegrini – S. Pregnolato, pp. 255-72. La presenza di due anonime coeve traduzioni dell’orazione ciceroniana permette di indagare la personalità di due diversi volgarizzatori. – Ed.B.
054-202 Luciano De Vita. Antologica, a cura di Silvia Evangelisti, Bologna, Pendragon, 2020, pp. 135, ill. col., ISBN 978-88-336-4198-0, € 15. Il catalogo accompagna la mostra allestita all’inizio del 2020 nel Salone degli Incamminati della Pinacoteca Nazionale di Bologna e dedicata a Luciano De Vita, artista poliedrico del secondo dopoguerra italiano. La riproduzione di tutte le opere presentate in mostra è arricchita con testi che raccontano la biografia e l’esperienza artistica di De Vita, fotografie dell’artista realizzate da Nino Migliori e testimonianze di colleghi, amici e familiari che ricordano con affetto i momenti trascorsi insieme all’artista. Una ricca bibliografia curata da Federica Rossi chiude il catalogo. – Martina Mineri
054-203 Maddaluno (Paola), L’uso delle nuove tecnologie: dal virtuale al pragmatico, l’esperienza della biblioteca Luca Pacioli, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 382-93. Le trasformazioni enormi connesse alle nuove tecnologie hanno impattato sulla Pubblica Amministrazione così come sulle biblioteche che, talvolta a fatica, non si sono però sottratte alla sfida. In questa direzione si è mossa anche la biblioteca “Luca Pacioli”, organica alla Ragioneria Generale dello Stato, che dopo la riapertura del 2006 ha ripensato i propri spazi e servizi, puntando su un magazzino robotizzato, una piattaforma di e-learning, un catalogo interattivo e un ambiente elegante, che non guasta mai. Correda il pezzo la bibliografia. – E.G.
054-204 Mancini (Lorenzo), La politica tipografica della Compagnia di Gesù: una rete transnazionale di committenza e distribuzione?, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 105-30. Alla luce di documenti editi e inediti, testimoni dell’attività delle tipografie fondate dalla Compagnia di Gesù e della sua relazione con altri tipografi, l’articolo analizza la politica tipografica dell’ordine stesso. Si arriva poi a proporre la realizzazione di una raccolta documentaria (Monumenta typographica Societatis Iesu) che permetta di meglio chiarire le mosse dell’ordine all’interno del mercato librario in età moderna. – A.T.
054-205 Marcalitti (Romina), Una ‘società’ nella società. L’Accademia dei Catenati di Macerata dagli apparati paratestuali delle edizioni conservate presso la Biblioteca Mozzi-Borgetti, «Paratesto», 16, 2019, pp. 35-61. Considerando gli elementi paratestuali come «terzo spazio», ossia come una soglia tra il mondo dell’Accademia dei Catenati, fondata nel 1574, e la città di Macerata, l’a. studia la vita di quest’accademia tramite le edizioni a lei collegate e custodite presso la Biblioteca Mozzi-Borgetti. – S.C.
054-206 Marchesa (Una) in viaggio per l’Italia. Diario di Margherita Boccapaduli (1794-1795), a cura di Gilles Bertrand – Marina Pieretti, Roma, Viella, 2019 (La memoria restituita. Fonti per la storia delle donne, 14) Þ rec. Fiammetta Sabba, «Bibliothecae.it» 8/2, 2019, pp. 434-6.
054-207 Marchi (Gian Paolo), Schede liviane veronesi, in Attualità di Tito Livio. Incontro di studio in memoria di Emilio Pianezzola, a cura di Antonio Daniele, Padova, Accademia Galileiana, 2019 (Atti, documenti e testi, n.s., 2), pp. 241-61. Il contributo è parte del vol. che raccoglie gli atti dell’omonimo convegno (Padova, Accademia Galileiana, 5-6 dicembre 2017). L’a. studia importanti intrecci tra Verona e l’opera di Livio, quali la presenza o assenza dello storico tra le fonti dantesche, la sottrazione dalla Biblioteca Capitolare dell’attuale Laurenziano 63.19, donato dagli Scaligeri al funzionario Antonio da Legnago (1376), e l’opposizione del Prefetto della Capitolare all’invio del codice palinsesto XL alle celebrazioni liviane a Padova (1942). – S.C.
054-208 Martínez Pereira (Ana), Mirar el verso. Formas de representación de la poesía gráfica en la imprenta de la Edad Moderna, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gomarra. Gonzalo, pp. 223-36. Il contributo analizza le forme di rappresentazione grafica della poesia nelle stampe spagnole di epoca moderna, mostrando le possibilità degli artifici letterari e della tipografia come forma di esposizione poetica. – D.M.
054-209 Massa (Paola), I documenti privati dell’abbazia di S. Maria della Grotta: schemi e funzioni nella prassi notarile (secoli XI-XIII), «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 25-60. Lo studio – connesso a una riflessione più ampia sugli schemi adottati dai notai tra il X e la prima metà del XIII secolo – si focalizza sulle più antiche pergamene dell’abbazia di S. Maria della Grotta di Vitulano. I documenti analizzati, datati tra il 1101 e il 1249, permettono – se confrontati con altra documentazione della stessa area geografica – di ricostruire un quadro sempre più preciso dello sviluppo del notariato nei territori del principato longobardo di Benevento. – A.T.
054-210 Zaggia (Massimo), Alle origini della storia sacra: l’avvio del Genesi in volgare italiano, in Storia sacra e profana, a cura di M. Colombo – P. Pellegrini – S. Pregnolato, pp. 85-147. L’a. illustra i diversi testimoni che contengono volgarizzamenti medioevali del libro della Genesi (fino alla “doppia” princeps del 1471) mostrando come i loro complessi rapporti non consentano l’allestimento di un testo unico, ma spingano a restituire una molteplicità di lectiones tra loro parallele ma indipendenti. – Ed.B.
054-211 Masud (Zena C.), La raccolta dei poeti cristiani di Aldo. Edizioni multiple ed edizioni semi-aperte, «Libri & Documenti», 42/43, 2016/2017, pp. 59-74. Si esaminano i tre voll. dei Poetae Christiani Veteres di Aldo (1501-1504) da un punto di vista bibliologico, rintracciando le soluzioni tecniche adottate dall’officina aldina per risolvere una serie di problemi pratici, di cui si segue poi anche la successiva fortuna nell’ambiente editoriale. – Al.L.
054-212 Meazzi (Barbara), Seduction, in Futurism. A Microhistory, pp. 183-9. Þ «AB» 054-E.
054-213 Merklen (Denis), La bibliothèque et le pouvoir, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 7-23. Il contributo riflette sulle possibili declinazioni con cui le biblioteche pubbliche di quartiere possono esercitare una sorta di potere che le fa apparire – agli occhi del contesto sociale nel quale si collocano – come manifestazioni dell’istituzione politica. Secondo l’a., il potere può “transitare” attraverso le tre “porte” di una biblioteca: quella che fa entrare il pubblico, quella che fa entrare i libri e quella che fa entrare il personale. Potere che si esprime quindi attraverso le scelte che possono essere fatte in relazione a queste porte: delimitazione del pubblico, dei libri e del personale, organizzazione degli spazi e scelte culturali. – A.T.
054-214 Midori Deaecto (Marisa), La Bibliothèque de Rio de Janeiro: la construction d’un nouveau palais pour la république brésilienne (1905-1911), in Bibliothèque décors, édité par F. Barbier – I. Monok – A. De Pasquale, pp. 213-228. Þ «AB» 054-B.
054-215 Molinari (Carla), Giraldi annotatore dell’«Orlando furioso», «Studi giraldiani. Letteratura e teatro», 5, 2019, pp. 321-44. Prendendo spunto dagli esiti dell’edizione critica [Giovan Battista Giraldi Cinthio, Note critiche all’«Orlando furioso» (Classe I 377 e Classe I 406 della BCAFe)], curata da Marco Dorigatti e Carla Molinari (Ferrara, Edisai, 2018), questo studio mette a fuoco la figura di Giraldi come accurato annotatore del Furioso e considera tutte le sue opere pertinenti, specialmente gli autografi ora custoditi nella Biblioteca comunale Ariostea di Ferrara, che contengono le sue frammentarie annotazioni al poema di Ariosto e molti esempi delle sue obiezioni al Furioso 1556, uscito a cura di Girolamo Ruscelli. Tale analisi coinvolge anche G. B. Pigna, i suoi Romanzi e la controversia scoppiata fra lui e Giraldi a causa di Ariosto. – L.Ma.
054-216 Molino (Paola), L’impero di carta: storia di una biblioteca e di un bibliotecario (Vienna, 1575-1608), Roma, Viella, 2017 Þ rec. Lorenzo Mancini, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 498-500.
054-217 Montagner (Luca), L’antiquariato Hoepli: una prima ricognizione tra i documenti e i cataloghi, premessa di Giancarlo Petrella, Milano, EDUCatt, 2017 Þ rec. Vittorio Ponzani, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 521-4.
054-218 Montagner (Luca), La storia ritrovata del libraio antiquario Beniamino Burstein, «ALAI. Rivista di cultura del libro della Associazione librai antiquari d’Italia», 6, 2020, pp. 23-44. L’a. ripercorre le tappe fondamentali della vita di Beniamino Burstein (1905-1972), figura di imprescindibile importanza per la storia dell’antiquariato librario ticinese. – Ar.L.
054-219 Mor (Lucia), «Der Bote vom Gardasee» (1900-1914). Un giornale tedesco sul Garda bresciano, in Storia e cultura a Brescia dall’antichità ai nostri giorni, pp. 77-93. Dalla fine dell’Ottocento fino al primo conflitto mondiale, la riviera occidentale del Garda – da Salò fino a Gargnano – vide la nascita del primo turismo elitario proveniente dagli imperi guglielmino e asburgico; in contemporanea si assistette alla creazione di un giornale in lingua tedesca, che venne accolto con un certo interesse nel contesto giornalistico dell’epoca. – M.C.
054-220 Mori (Giulia), L’attività di catalogazione e valorizzazione presso la Biblioteca civica “G. Tartarotti” di Rovereto, tra note storiche e traguardi raggiunti, in Patrimonio librario antico, a cura di L. Bragagna – I. Franceschini, pp. 143-60. L’a. ricostruisce la storia degli interventi di catalogazione messi in atto sul patrimonio della Biblioteca civica “Girolamo Tartarotti” di Rovereto, che vanta le sue origini ancora settecentesche in un contesto di continua valorizzazione del patrimonio, frutto dell’iniziativa del direttore Gianmario Baldi. – L.Mo.
054-221 Murphy (Sharon), The British soldier and his libraries, c. 1822-1901, London, Palgrave Macmillan, 2016 Þ rec. Eleonora De Longis, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 513-6.
054-222 Negruzzo (Simona), Fermenti riformatori nelle università italiane tra XV e XVI secolo: i casi di Padova e Pavia, in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 75-99. Le università, sia col loro mettere in contatto docenti e studenti da tutta Europa, sia col dibattito filosofico, costituirono un valido bacino di cultura della Riforma in Italia. – Ed.B.
054-223 Nepori (Francesca), Origini e sviluppi della bibliografia nell’Ordine dei Frati minori Cappuccini (Parte II), «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 43-97. L’a. ricostruisce la storia della bibliografia cappuccina, le cui origini sono state a torto identificate tanto con la Bibliotheca di Dionisio da Genova (1680; IT\ICCU\SBLE\011534) quanto con quella di Bernardo da Bologna (1747; IT\ICCU\TO0E\012389). La riflessione ha evidenziato soprattutto quelle interdipendenze fra le varie bibliografie che hanno consentito di delineare un quadro credibile della historia litteraria dei Cappuccini fino ai nostri giorni. Corredano il pezzo 19 ill. col., la bibliografia e un’Appendice (Lettere di p. Dionisio da Genova ad Angelico Aprosio e conservate presso la Biblioteca Universitaria di Genova). – E.G.
054-224 Niccolini (Andrea Amos), Siena di Macchi. La città come spazio scenico: feste e palazzi dalla Cronaca manoscritta. Il disegno esplicita la parola, in Girolamo Macchi (1649-1734), a cura di A.A. Niccolini, pp. 40-53. Spinto dalla curiosità e dall’interesse per la storia senese, Girolamo Macchi ne realizza un memoriale di proprio pugno per sopperire all’eventuale mutazione o cancellazione dello spazio nosocomiale. L’a. prende in esame il documento Memorie D106 analizzando alcuni dei passaggi testuali e alcuni dei disegni – a inchiostro scuro, bruno o seppia e spesso acquarellati – realizzati dall’erudito senese. – Pietro Putignano
054-225 Nicolai (Gilda), Selezionare per conservare: la costruzione della memoria negli archivi ecclesiastici tra storia e prassi, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 255-96. In quest’epoca di trasformazioni profonde e rapidissime, la conservazione della memoria è un’esigenza ineludibile. Anche per la Chiesa, che ha faticato ad acquisire consapevolezza rispetto alla necessità di conservare la propria memoria. Dopo un excursus storico-normativo sugli archivi ecclesiastici, l’a. riflette sul portato delle pratiche di selezione e scarto nel contesto dei mutamenti socio-culturali che la documentazione archivistica ecclesiastica ha dovuto attraversare lungo i secoli. Correda il pezzo la bibliografia/sitografia. – E.G.
054-226 Nuovo (Angela), Das System der Druckprivilegien in Venedig (15.–16. Jahrhundert), in Venedig und der oberdeutsche Buchmarkt, hrsg. von F. Fuchs – T. Daniels, pp. 37-42. Il breve testo, privo di note a piè di pagina ma con essenziale bibliografia in fine, riprende i diversi studi dell’a. sul tema. – Ed.B.
054-227 Olivadese (Elisabetta), Studio sull’allestimento dell’ ‘opera omnia’ di Torquato Tasso a cura di Giovanni Bottari, «Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria», 5, 2020, pp. 55-96. L’a. prende in esame le vicende editoriali che hanno interessato l’edizione fiorentina delle opere di Tasso curata da Bottari nel 1742. — M.G.
054-228 Orsucci (Andrea), Le ‘pseudomorfosi’ racchiuse in uno scritto filosofico: critica testuale e circolazione libraria, in Biblioteche e saperi, a cura di G. Granata, pp. 255-68.
054-229 Paoli (Ugo), Dal carisma all’istituzione: il cammino della Congregazione Silvestrina dopo la morte del fondatore, in San Silvestro. Attualità di un carisma, pp. 77-134. L’ampio e documentato saggio, affronta i vari passaggi del cammino della Congregazione Silvestrina, avvenuti dopo l’elezione a priore – a seguito della morte di san Silvestro – di Bartolo da Cingoli. – A.T.
054-230 Paoli (Ugo), Una vita di san Silvestro in versi, in San Silvestro. Attualità di un carisma, pp. 323-4. Si riporta la presentazione del poema di Fernando Donatelli, Carmen Silvestri. Vita in versi latini e italiani di San Silvestro Guzzolini (1177-1267) nella ricorrenza del settecentocinquantesimo anniversario della morte, Fabriano, Monastero San Silvestro abate, 2017 – A.T.
054-231 Papale (Arianna), Il fondo Francesco Paolo Michetti dell’Aerofototeca nazionale: letture e ipotesi di un’indagine, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 213-33. Si riportano i primi risultati dell’indagine condotta dall’a. sul fondo fotografico a tema aeronautico, appartenuto all’archivio del pittore Francesco Paolo Michelli (1851-1929). In particolare, si avanzano varie ipotesi interpretative riguardo al perché questo tipo di materiale fosse finito tra le mani del pittore, amico tra l’altro di Gabriele D’Annunzio. – A.T.
054-232 Pardini (Samuel), The Automobile, in Futurism. A Microhistory, pp. 48-58 Þ «AB» 054-E.
054-233 Parlavecchia (Rosa), Il fondo “Chigi”: descrizione catalografica e analisi bibliologica dei volumi conservati alla Biblioteca Alessandrina di Roma, Cargeghe, Documenta, 2019 Þ rec. Lorenzo Mancini, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 501-2.
054-234 Parolin (Pietro), Omelia per il 750° della morte di san Silvestro abate, in San Silvestro. Attualità di un carisma, pp. 307-11.
054-235 Passeggiere (Il) disingannato. Guide di Ferrara in età pontificia. Atti del Convegno (Ferrara, Biblioteca Ariostea, 19 ottobre 2017). Omaggio a Carlo Bassi (1923-2017), a cura di Ranieri Varese, Firenze, Le Lettere, 2019 Þ rec. Fiammetta Sabba, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 423-8.
054-236 Passerini (Lucio), Il progetto TAUV Tipografia Artigiana Universitaria Veronese. Cronistoria del «Vivaio dell’Arte Tipografica», «ALAI. Rivista di cultura del libro della Associazione librai antiquari d’Italia», 6, 2020, pp. 45-56. Si parla dell’iniziativa veronese TAUV, un laboratorio didattico (di tipografia, per l’Università di Verona) che è anche un’impresa autonoma. – Ar.L.
054-237 Patrimonio librario antico: conoscere per valorizzare. Atti del convegno, Trento 26 settembre 2018, a cura di Laura Bragagna e Italo Franceschini, introduzione di Edoardo Barbieri, Provincia autonoma di Trento, Soprintendenza per i beni culturali, 2019 (Biblioteche e bibliotecari del Trentino, 10), pp. 252, ill., ISBN 978-88-7702-479-4, s.i.p. Il vol. raccoglie i contributi della giornata di studio Patrimonio librario antico: conoscere per valorizzare, che si è svolta presso il Polo culturale diocesano Vigilianum di Trento il 26 settembre 2018. È schedato sotto i singoli contributi. – L.Mo.
054-238 Pedraza Gracia (Manuel José), Entre la forma y la funcionalidad: reflexiones sobre la estética de las ediciones del siglo XVI, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gomarra Gonzalo, pp. 279-312. Corposo contributo che offre una riflessione sulla forma e la funzionalità estetica delle edizioni prodotte durante il XVI secolo, mettendo in relazione la materialità dell’elaborazione delle incisioni con il processo di produzione. – D.M.
054-239 Pellegrini (Paolo), «Sul cavoge» / «sui cavegi». Nota sul pronome enclitico in italiano antico, in Storia sacra e profana, a cura di M. Colombo – P. Pellegrini – S. Pregnolato, pp. 149-54.
054-240 Pérez Pérez (Cristina), «Tenía grand copia de libros e dávase al estudio». Las bibliotecas palaciegas de la Corona de Castilla: el caso del Palacio del Infantado de Guadalajara y los Mendoza, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gomarra Gonzalo, pp. 85-97. L’a. esplora, attraverso l’analisi della raccolta libraria appartenuta ai Mendoza di Guadalajara, l’importanza del libro come elemento distintivo dello status sociale e della ricchezza di una famiglia appartenente alla nobiltà spagnola. – D.M.
054-241 Petrella (Giancarlo), Nuovi accertamenti dal fondo incunabolistico della Biblioteca Queriniana. Tre cataloghi di devoluzione di biblioteche ecclesiastiche, in Storia e cultura a Brescia dall’antichità ai nostri giorni, pp. 319-34. Nell’Archivio della Biblioteca Queriniana sono stati identificati gli elenchi dei libri introitati da tre biblioteche ecclesiastiche (Minori Osservanti di San Giuseppe, Teatini di San Gaetano e i Cappuccini di San Pietro di Rezzato) in occasione delle soppressioni delle congregazioni religiose del 1866 e in particolare le «editiones saeculi XV», della cui presenza è stato effettuato un riscontro nei fondi della Biblioteca Queriniana stessa. – M.C.
054-242 Petrucciani (Alberto), Ancora per la biografia di Dino Campana: questioni di metodo e ipotesi sul viaggio in Argentina, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 235-86. Il contributo indaga alcuni passaggi relativi alla vita di Dino Campana. In particolare – dopo aver fissato i criteri metodologici sulla critica delle testimonianze – ci si sofferma sul suo viaggio in Argentina, proponendo quindi una data precisa e l’identificazione del piroscafo su cui si imbarcò, così come si avanza la proposta di una data per il ritorno. Si ritorna infine sulla questione del discusso viaggio del poeta a Odessa e sul suo ultimo incontro a Genova con Regolo Orlandelli. – A.T.
054-243 Peyronel Rambaldi (Susanna), Introduzione, in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 5-22. Oltre a presentare sinteticamente il percorso intellettuale dell’intero vol., l’a., che sostiene la necessità di un rinnovamento dello studio sulla Riforma in Italia morbosamente incentrato sul momento repressivo anziché sulle varie istanze riformistiche presenti nella società tardo-medioevale, si sofferma sull’episodio del cosiddetto sinodo di Chanforan del 1532 (quando sostanzialmente i barba valdesi aderirono alla Riforma), per mostrare un episodio nel quale profonde spinte innovative ancora medioevali vennero a contatto con alcune proposizioni protestanti. – Ed.B.
054-244 Pfotenhauer (Bettina), Kaufleute und Humanisten. Nürnberg und der Transfer venezianischer Frühdrucke, in Venedig und der oberdeutsche Buchmarkt, hrsg. von F. Fuchs – T. Daniels, pp. 109-30. Largamente basato sulla corrispondenza di Willibald Pirckeimer, si tratta di un informato status quaestionis circa la penetrazione dell’Umanesimo nella Germania meridionale (e in particolare Norimberga) avvenuta specie attraverso la stampa e la diffusione Oltralpe delle pubblicazioni aldine. – Ed.B.
054-245 Pignalosa (Simona), Testo e paratesto nel primo Cinquecento napoletano. Le edizioni possedute dalla Biblioteca Nazionale di Napoli (1503-1526), «Paratesto», 16, 2019, pp. 15-33. L’a. ragiona sulle cinquecentine della Biblioteca Nazionale di Napoli per studiare l’organizzazione del testo e del paratesto, e la circolazione del libro a stampa a Napoli nel primo quarto del XVI secolo. – S.C.
054-246 Pistoia (Ugo), Sulla biblioteca di Alcide De Gasperi. Prime rilevazioni, in Patrimonio librario antico, a cura di L. Bragagna e I. Franceschini, pp. 85-142. L’a. illustra un interessante work in progress relativo alla catalogazione e allo studio della raccolta libraria già appartenuta allo statista trentino e cofondatore della Comunità Europea Alcide De Gasperi, oggi, grazie a una donazione, patrimonio della Biblioteca di Borgo Valsugana. – L.Mo.
054-247 Pittella (Raffaele), «Tutto finì nella caldaia del termosifone»: la distruzione delle carte di Eugenio Casanova, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 375-96. Il saggio – partendo dalla vicenda che vide le carte personali di Eugenio Casanova bruciate, nel 1952, dopo la sua morte (per opera dell’esecutore testamentario) – focalizza l’attenzione sulle fortune alterne che caratterizzarono il personaggio. Questi fu infatti un noto archivista e un grande studioso di questioni demografiche, stretto collaboratore di Corrado Gini, statistico e sociologo italiano. – A.T.
054-248 Plebani (Tiziana), Le scritture delle donne in Europa. Pratiche quotidiane e ambizioni letterarie (secoli XIII-XX), Roma, Carocci, 2019 Þ rec. Valentina Sonzini, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 408-11.
054-249 Plebani (Tiziana), Le scritture delle donne in Europa: pratiche quotidiane e ambizioni letterarie (secoli XIII-XX), Roma, Carocci, 2019 Þ rec. Valentina Sestini, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 494-6.
054-250 Pontremoli (Libreria Antiquaria), Carlo Porta. Catalogo, a cura di Luca Cadioli, Milano, 2020, ill. col., pp. 85, senza ISBN, s.i.p. Si tratta del nuovo – e come sempre curatissimo, sia nella forma che nel contenuto – catalogo della Libreria Antiquaria Pontremoli, interamente dedicato al poeta milanese Carlo Porta. Quarantasei pezzi portiani descritti con magistrale perizia da Luca Cadioli, il curatore del bel volumetto, ripartiti in cinque sezioni (1810-1819. Edizioni originali di singole poesie; 1817. L’editio princeps delle Poesie; 1821. La prima raccolta curata da Tommaso Grossi; 1826. Edite, Inedite e contraffazioni; 1827-1958. Nuove edizioni, illustrate, commentate e tradotte), con un’introduzione di Mauro Novelli. In fine, il prezzario ci ricorda che si tratta pur sempre di un catalogo per la vendita. – Ar.L.
054-251 Pregnolato (Simone), La “verace ystoria”. Avviamento allo studio del volgarizzamento troiano di Mazzeo Bellebuoni, in Storia sacra e profana, a cura di M. Colombo – P. Pellegrini – S. Pregnolato, pp. 319-71. Mazzeo, notaio pistoiese attivo tra Due e Trecento, non solo tradusse in volgare uno Statuto di cui era autore del testo latino, ma volgarizzò la Historia destructionis Troiae. – Ed.B.
054-252 Pugliese (Silvia), La legatura di Pietro Giustiniani, Rerum Venetarum ab vrbe condita Historia, Venezia 1560. Note sulla Libreria di San Marco, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gomarra Gonzalo, pp. 326-40. L’a. analizza gli elementi che caratterizzano alcune legature realizzate in diversi esemplari dell’opera del veneziano Pietro Giustiniani, Rerum Venetarum ab urbe condita Historia, stampata a Venezia da Comin da Trino nel 1560. – D.M.
054-253 Puthenpurackal (Antony), La spiritualità silvestrina nei monasteri del mondo asiatico e la recente esperienza africana, in San Silvestro. Attualità di un carisma, pp. 229-43. Il contributo analizza l’espansione della spiritualità silvestrina nel modo asiatico e in Africa, espansione iniziata grazie all’attività missionaria del monaco Giuseppe Maria Bravia, sbarcato in Sri Lanka il 14 agosto del 1845. – A.T.
054-254 Ragghianti (Renzo) – Alessandro Savorelli, Friedrich Creuzer, Victor Cousin: discorrendo di filosofia e di collezioni librarie, in Biblioteche e saperi, a cura di G. Granata, pp. 229-54.
054-255 Raimondo (Gigi) – Raffaele Carrieri, Il sabato dei bibliofili. Milano 1963, a cura di Massimo Gatta, con scritti di Luca Montagner – Massimo Gatta – Antonio Castronuovo, Macerata, Biblohaus, 2020, pp. 117, ill. b/n, ISBN 978-88-95844-59-6, € 15. Il vol. presenta la ristampa anastatica delle due rare plaquette Generi vita e avvenire del “Sabato dei Bibliofili”. Meditazioni poetiche di Gigi Raimondo e Il Sabato del Bibliofilo di Raffaele Carrieri entrambe pubblicate nel 1936. Alcuni saggi conclusivi presentano brevemente la storia della libreria antiquaria Hoepli (Luca Montagner), la storia dei due autori delle plaquette e del loro rapporto con Mario Armanni (Massimo Gatta) e un commento alle Meditazioni poetiche del Raimondo (Antonio Castronuovo). – Ar.L.
054-256 Rando (Daniela), Á la recherche des livres perdus. Deutsche Gelehrte in Venedig 1821-1913, in Venedig und der oberdeutsche Buchmarkt, hrsg. von F. Fuchs – T. Daniels, pp. 9-35. Nel periodo considerate fu assai fitta a Venezia la presenza di studiosi tedeschi, legati soprattutto al progetto dei Monumenta Germaniae Historica. Alcune foto b/n in fine. –Ed.B.
054-257 Raugei (Anna Maria), Gian Vincenzo Pinelli e la sua biblioteca, Genève, Droz, 2018 Þ rec. Angela Nuovo, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 496-8.
054-258 Razzini (Enrico), Les presses de l’Hotel de Sagonne. Il primo gemito dei suoi torchi (Salut au Poète), «ALAI. Rivista di cultura del libro della Associazione librai antiquari d’Italia», 6, 2020, pp. 57-62. Breve studio sulla prima fatica tipografica dell’esperienza talloniana in Francia: il rarissimo Salut au Poète di Henri Mondor. – Ar.L.
054-259 Regoliosi (Mariangela), Tematiche preriformistiche nell’opera di Lorenzo Valla, in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 47-73. Al di là dell’uso polemico che Lutero fece della De falso credita, anche altri scritti del Valla contengono idee strettamente legate al rinnovamento ecclesiastico (filologia neotestamentaria, polemica antifratesca e antiscolastica, ruolo dei laici). – Ed.B.
054-260 Reske (Christoph), Buchwissenschaftliche Überlegungen zur Verwendung von Musiknoten deutscher und italienischer Drucker der Renaissance, in Venedig und der oberdeutsche Buchmarkt, hrsg. von F. Fuchs – T. Daniels, pp. 91-108. Dopo aver presentato il problema storico degli inizi della stampa musicale (sostanzialmente inserita nei libri liturgici e nei manuali di teoria musicale), l’a. si occupa del suo sviluppo nel corso del XVI sec. – Ed.B.
054-261 Rivali (Luca), Casualità o linearità? Gli studi di provenienza e la ricostruzione delle raccolte librarie antiche, in Patrimonio librario antico, a cura di L. Bragagna – I. Franceschini, pp. 1-22. L’a. si interroga, soprattutto in una prospettiva digitale e tenendo conto di molte esperienze anche a livello internazionale, sul riconoscimento degli antichi possessori del libro e sulla ricostruzione della storia dei fondi bibliotecari. – L.Mo.
054-262 Rodríguez Domínguez (Guadalupe), Biblioiconografía Mexicana del siglo XVI: uso y genealogía del grabado, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gomarra Gonzalo, pp. 313-24. Il saggio presenta uno studio sulla produzione iconografica dei torchi messicani dal 1539 al 1600 in base ai dati quantitativi rilevati dai repertori bibliografici, ricostruendo alcune relazioni che intercorrono tra forma, uso e funzionalità di alcune pubblicazioni. – D.M.
054-263 Romano (Angelo), Polemica letteraria, poesia del vituperio e satira antiecclesiastica tra Quattro e Cinquecento, in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 215-39. La satira è un genere caustico e colto, che spesso intrecciandosi a temi erasmiani (come in Folengo) mette al centro tematiche anticlericali e anticuriali (questo sin da Bracciolini), fino ad arrivare al Pasquino di Curione (di cui si può apprezzare la recente edizione di Stefano Prandi). – Ed.B.
054-264 Romano (Massimo), Il giallo in Italia negli anni Trenta, «ALAI. Rivista di cultura del libro della Associazione librai antiquari d’Italia», 6, 2020, pp. 85-93. Dodici anni (dal 1929 al 1941), 266 titoli: la storia degli iconici Gialli Mondadori. – Ar.L.
054-265 Rotundo (Filippo), La prima biblioteca scientifica americana. Il racconto di un libro, con copiose annotazioni, «ALAI. Rivista di cultura del libro della Associazione librai antiquari d’Italia», 6, 2020, pp. 109-35. L’a. ripercorre i cinquecento anni di storia della copia posseduta da John Dee della prima edizione delle Coniche di Apollonio (stampata nel 1537 con la traduzione latina di Giovanni Battista Memmo), uno dei primi libri scientifici ad arrivare nel Nuovo Mondo. – Ar.L.
054-266 Sabba (Fiammetta), Terza missione, comunicazione e Biblioteche accademiche, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 219-54. La Terza missione, oggi complementare alle università e ai centri di ricerca nel trasferimento di conoscenze, è identificabile anche «nel contributo che la scienza dà al progresso [...] sociale, civile, economico e politico, divulgando sé stessa e comunicando le proprie attività e i risultati derivatine» (pp. 219-20). Nella prima parte del pezzo l’a. dà conto (anche con affondi storici) dell’assunto, illustrando come la Terza missione, ormai svincolata da una prospettiva esclusivamente etica, abbia saputo cambiare pelle in un tutt’uno con società civile e istituzioni accademico-scientifiche. La seconda parte (p. 227) entra nel dettaglio delle normative e delle procedure ministeriali correlate a tale trasformazione, per poi focalizzare sulle biblioteche accademiche, luoghi ideali di incontro/sovrapposizione fra ricerca e società. Correda il pezzo un’utile bibliografia. – E.G.
054-267 San Silvestro. Attualità di un carisma. Atti del convegno di studio tenuto a Fabriano, Monastero San Silvestro abate, 1-3 giugno 2017 / St Sylvester. The Relevance of a Charism. Proceedings of the Symposium held at Fabriano, Monastery of St Sylvester, Abbot, 1-3 June 2017, a cura di Ugo Paoli, presentazione di Pietro Parolin, 2 voll., Fabriano, Monastero San Silvestro abate, 2018 (Bibliotheca Montisfani, 33/1), pp. XXI + 576 / pp. XXII+354, ill. col, ISBN 978-88-87151-53-4, € 45. Il vol. (in due tomi, il primo presenta il testo in lingua italiana, mentre il secondo è la traduzione in lingua inglese del primo) propone gli atti del convegno di studi tenutosi presso il Monastero di san Silvestro abate a Fabriano, dall’1 al 3 luglio 2017. Il convegno – organizzato dall’Abate Generale e dalla Curia Generalizia della Congregazione Silvestrina OSB in occasione del 750° anniversario della morte del fondatore san Silvestro Abate da Osimo (1267-2017) – ha avuto come tema proprio la figura di san Silvestro e la rilevanza e attualità del suo carisma «per l’odierna società multietnica e multiculturale dei cinque continenti dove oggi operano i monaci silvestrini (Europa, America del Nord, Australia, Asia, Africa)» (p. X). I numerosi contributi che compongono il vol. evidenziano la nutrita partecipazione al convegno di studiosi e cultori di storia e spiritualità monastica di varie nazionalità. Aprono il vol. la Presentazione (pp. IX-X) del Card. Pietro Parolin (Segretario di Stato di Sua Santità), la Prefazione (pp. XI-XII) dell’Abate Primate della Confederazione Benedettina, Gregory J. Polan OSB e la Premessa (pp. XIII-XVIII) del curatore del vol., Ugo Paoli OSB. Chiudono utili indici dei nomi di persona e di luogo, delle tavole e delle illustrazioni. Si spogliano i singoli contributi. – A.T.
054-268 Sánchez (Sergio), Ficción y metafísica de la voluntad en Guayaquil de Jorge Luis Borges, in Biblioteche e saperi, a cura di G. Granata, pp. 269-92.
054-269 Sánchez Oliveira (Camino), El significado social del símbolo heráldico y genealógico a través de las probanzas de hidalguía del Archivo patrimonial familiar Belmonte-Chico de Guzmán, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gomarra Gonzalo, pp. 341-54. L’a. approfondisce lo studio delle rappresentazioni iconografiche, araldiche e genealogiche esistenti nel patrimonio dell’archivio della famiglia Belmonte-Chico de Guzmán. – D.M.
054-270 Sciarra (Elisabetta), Segni sui libri e carte d’archivio. Storie di fondi attraverso l’Archivio dei possessori della Biblioteca Nazionale Marciana, in Patrimonio librario antico, a cura di L. Bragagna – I. Franceschini, pp. 23-42. L’a. approfondisce il caso del prezioso fondo musicale della Marciana, partendo dalla personale esperienza maturata l’archivio dei possessori costruito dalla biblioteca di Venezia. – L.Mo.
054-271 Sena (Lorenzo), Silvestro sceglie la Regola di San Benedetto, in San Silvestro. Attualità di un carisma, pp. 35-48. L’articolo torna sul tema complesso legato alle vicende che portarono Silvestro alla scelta di adottare la Regola di San Benedetto. Sulla scorta di un’analisi approfondita del contesto storico e religioso in cui questa scelta si collocò, l’a. arriva a definire come – a fronte di un condizionamento legato all’ambiente in cui il santo visse – la scelta di san Silvestro trascende in il tempo e lo spazio, superando quindi la cornice storica cui si colloca. – A.T.
054-272 Senra Alonso (Nerea), Una pinacoteca en un libro. Una aproximación a la pintura holandesa y flamenca a través de la edición de las Metamorfosis de F. Foppens (Bruselas, 1677), in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. S. Oliveira – A. G. Gonzalo, pp. 379-91. L’a. offre una riflessione sull’edizione delle Metamorfosi d’Ovidio, pubblicata a Bruxelles dallo stampatore belga François Foppens nel 1677 che, grazie alla sua ricca galleria iconografica, può ragionevolmente considerata un vero e proprio oggetto d’arte. – D.M.
054-273 Serrai (Alfredo), Pansofia versus Bibliofilia: la rifondazione delle scienze bibliografiche, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 5-7. L’inadeguatezza cronica dei cataloghi semantici si è trasformata oggi in un tema di ricerca urgente e ineludibile, che necessiterebbe di una Pansofia, cioè di una struttura universale comprendente tutte le conoscenze umane a base documentaria spettante di diritto alla Bibliografia. La quale, secondo l’a., è da tempo agonizzante e per giunta minacciata anche dalla Bibliofilia. In relazione a questi nodi, chiude il pezzo una riflessione sul futuro delle biblioteche, che offre una visione un po’ più rosea, almeno «per quelle buone e utili per lo studio e la ricerca», che «non verranno surrogate dalle reti a funzionamento digitale» (p. 7). – E.G.
054-274 Sidó (Zsuzsa), Library in the Country House: Social Representation and Use of Space in the 19th Century Hungary, in Bibliothèque décors, édité par F. Barbier – I. Monok – A. De Pasquale, pp. 152-172. Þ «AB» 054-B.
054-275 Sisa (József), La bibliothèque du Parlement hongrois, in Bibliothèque décors, édité par F. Barbier – I. Monok – A. De Pasquale, pp. 199-21 Þ «AB» 054-B.
054-276 Soldati (Irene), Per l’edizione de «Il Fanatismo», «La Superstizione» e «Il Pericolo» di Vincenzo Monti, «Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria», 5, 2020, pp. 99-117. Il saggio, basato sui fondamenti della bibliografia testuale, affronta i tre poemetti montiani (1797) riuscendo, oltre a una precisa disamina dei fatti testuali, a tracciare un preciso bilancio delle inclinazioni politiche dell’a. — M.G.
054-277 Solé Boladeras (Isaur), La publicidad editorial de la Llibreria Espanyola en L’Esquella de la Torratxa. Del dominio del texto a la hegemonía de la imagen, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gomarra Gonzalo, pp. 545-56. Il contributo analizza la produzione editoriale ottocentesca della Llibreria Espanyola di López Bernagossi (Innocenci), con particolare riferimento ai mezzi tecnici ed espressivi che sviluppò al fine di creare un efficace apparato pubblicitario. – D.M.
054-278 Soler Molina (Abel), La biblioteca de Enyego/Inico d’Àvalos, gran camarlengo del rey de Aragón en Nápoles, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez Oliveira – A. Gomarra Gonzalo, pp. 137-48. L’a. si focalizza sulla figura di Enyego o Inico d’Avalos, cavaliere nato in Castiglia ma attivo in Italia come diplomatico del re Alfonso V d’Aragona. Eccezionale bibliofilo del Quattrocento, fu proprietario della seconda biblioteca più grande del sud Italia. – D.M.
054-279 Solfaroli Camillocci (Daniela), Riforme, dissensi e resistenze. Gli esordi di Pierre Viret come “ministro” della Parola, in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 529-52.
054-280 Solimine (Giovanni), L’editoria scientifica: criticità e sfide, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 469-83. L’articolo si interroga sul ruolo del mondo accademico in relazione all’editoria scientifica. In particolar modo – di fronte a una reticenza nello sfruttare le potenzialità offerte dai mezzi tecnologici per realizzare prodotti editoriali innovativi e a un accesso aperto ai contenuti che non si è ancora diffuso come avrebbe potuto fare – si rilancia il compito del mondo accademico che deve riconquistare una capacità di leadership culturale, riuscendo a orientare la circolazione e l’accesso dei contenuti della ricerca. – A.T.
054-281 Sonzini (Valentina), Sigla Effe, editore genovese di Mio padre comandante di Fiume di Mario d’Annunzio, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 358-81. Lo scandaglio esperto di un carteggio (1955-1956) conservato presso la Biblioteca Universitaria di Genova – quello fra il letterato genovese Tito Rosina, il proprietario e il direttore della casa editrice genovese Sigla Effe – consente all’a. di delineare la genesi della pubblicazione di Mio padre comandante di Fiume di Mario d’Annunzio (il primogenito di Gabriele; 1884-1964) e, in parallelo, la storia e la produzione di Sigla Effe, attiva in città negli anni Sessanta del secolo scorso. Corredano il pezzo 4 tavole f.t. col. e la bibliografia. – E.G.
054-282 Spinelli (Giovanni), Conclusione, in San Silvestro. Attualità di un carisma, pp. 297-305.
054-283 Spinelli (Giovanni), Tra rinnovamento e continuità, in San Silvestro. Attualità di un carisma, pp. 325-31. Si riporta il testo conclusivo del Convegno di Studi La Congregazione Silvestrina nei secoli XIX-XX, tenuto nel Monastero di San Silvestro Abate, a Fabriano il 5-8 ottobre 2006. – A.T.
054-284 Squassina (Erika), Die Autoren im System der venezianischen Druckprivilegien (1469-1545), in Venedig und der oberdeutsche Buchmarkt, hrsg. von F. Fuchs – T. Daniels, pp. 43-51. L’a., cui va il merito di aver creato l’importante repertorio dei privilegi veneziani (basato sugli antichi lavori di Fulin e Brown, ma assai ampliato e perfezionato), già più volte e in più occasioni presentato, torna sul tema. – Ed.B.
054-285 Stagi (Tiziana), La bibliografia nazionale italiana è nata a Torino? Precisazioni e nuovi spunti di ricerca intorno all’«Annuario bibliografico italiano», «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 181-98. Il contributo riconsidera le fonti bibliografiche e archivistiche relative all’«Annuario bibliografico italiano» con lo scopo di meglio precisare la natura e il contesto in cui questo nacque. Infatti, l’«Annuario bibliografico italiano» – repertorio d’informazione bibliografica corrente uscito a Torino tra il 1864 e il 1865 – si può considerare come il primo tentativo di compilare un catalogo bibliografico nazionale. – A.T.
054-286 Stampfer (Ursula), Digitalizzazione. Uno strumento di studio, valorizzazione e tutela del bene librario in Alto Adige/Südtirol, in Patrimonio librario antico, a cura di L. Bragagna – I. Franceschini, pp. 201-16. L’a. descrive la situazione patrimoniale dell’Alto Adige- Südtirol e documenta i lavori fin qui svolti, presentando le linee di intervento futuro per quanto concerne catalogazione e digitalizzazione. – L.Mo.
054-287 Storia e cultura a Brescia dall’antichità ai nostri giorni. Lavori in corso del Dipartimento di Scienze storiche e filologiche dell’Università Cattoliche del Sacro Cuore, a cura di Andrea Canova – Giovanni Gregorini, Milano, Vita e Pensiero, 2019 (Ricerche. Storia), pp. X+444, ISBN 978-88-343-3847-6, € 40. Questa miscellanea di studi è frutto delle ricerche dei componenti del Dipartimento di Scienze storiche e filologiche dell’Università Cattolica di Brescia, con trenta contributi di carattere storico e filologico che partono dalla storia culturale di Brescia per aprirsi poi a tematiche di più ampio respiro. – M.C.
054-288 Storia sacra e profana nei volgarizzamenti italiani. Rilievi di lingua e di cultura, a cura di Michele Colombo – Paolo Pellegrini – Simone Pregnolato, Berlin-Boston, De Gruyter, 2019, pp. XII+386, ISBN 978-3-11-060857-1, € 99,95. Come spiegato nella breve Prefazione firmata dai tre curatori (pp. VII-XI), il vol. riprende (ma incrementandolo) l’omonimo convegno svoltosi il 25 e 26 ottobre 2017 presso l’Università Cattolica di Milano, pubblicando ben 14 contributi quasi equamente suddivisi in due sezioni, dedicate l’una alla storia sacra l’altra alla profana. L’idea di fondo – quantomai attuale – è di cogliere la contrapposizione moderna tra cultura di massa ed elitaria (che rispecchia in parte lo scollamento tra conoscenza scientifica e sapere religioso) come uno dei nostri drammi: lungo il medioevo, invece, e questo lo si nota in particolare nel mondo dei volgarizzamenti, le due culture trovarono diverse ed efficaci modalità di integrazione, come le molteplici esperienze qui efficacemente analizzate dimostrano. Ciascun contributo è dotato di bibliografia finale; il vol. è invece completato da un accurato indice dei nomi (pp. 375-80) e da uno dei mss. (pp. 381-5). Spicca forse l’assenza di illustrazioni. Si schedano i singoli contributi. – Ed.B.
054-289 Strożek (Przemysław), Football, in Futurism. A Microhistory, pp. 130-41 Þ «AB» 054-E.
054-290 «Studi giraldiani. Letteratura e teatro», 5, 2019, pp. 5-395. Numero monografico della rivista che pubblica gli Atti del convegno Una nueva mirada en Europa: el Renacimiento (Valencia, 15-17 novembre 2018), organizzato presso il «Departament de Filologia francesa i italiana» della «Facultat de Filologia, Traducció i Comunicació» dell’Università di Valencia. Si schedano i contributi pertinenti, disponibili open access. – L.Ma.
054-291 Studzinski (Raymond), La «tecnologia del sé» nel contesto monastico, in San Silvestro. Attualità di un carisma, pp. 251-75. Il contributo propone un’analisi del concetto di tecnologia – intesa in senso ampio come modalità per realizzare qualcosa o per realizzarsi nella propria vocazione – nel contesto del monachesimo. – A.T.
054-292 Sulla rotta di Pigafetta, a cura di Aldo Rozzi Marin, [Camisano Vicentino], Associazione Veneti nel mondo, 20192, pp. 161, ISBN 9788890445934, s.i.p. Realizzato con un finanziamento di Regione Veneto, il volumetto (purtroppo di modesta realizzazione editoriale), dopo diversi saluti di politici e imprenditori locali e cileni, presenta un’introduzione storica di Aldo Rozzi Marin, e quindi saggi dello stesso Rozzi Marin sull’emigrazione veneta in Cile, di Mateo Martinic Beros sulla storia dell’emigrazione veneta nel Cile meridionale, una breve nota di Ricardo Rozzi sulla diversità bioculturale dell’estremità meridionale del Cile. – Ed.B.
054-293 Syrimis (Michael), Gymnastic, in Futurism. A Microhistory, pp. 142-52 Þ «AB» 054-E.
054-294 Szczech (Nathalie), Une campagne polémique genevoise contre les indulgences au début des années 1530. Le groupe de Neuchâtel, sa critique de l’église et ses stratégies de diffusion de la Réforme, in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 505-28.
054-295 Tavoni (Maria Gioia), A tu per tu..., Interviste tratte da www.insulaeuropea.eu, Sinalunga, Tipografia Rossi, 2020, pp. 132, ill. col., ISBN 978-88-99530-40-2, s.i.p. Undici i dialoghi “a tu per tu” che l’a. ha intrattenuto con artisti dalla più varia provenienza culturale e che ha raccolto in questo vol. stampato in sole 50 copie numerate, tutte impreziosite da un’acquaforte firmata da Enrico Pulsoni. I dialoghi si sono svolti tra il 2018 e il 2019 e sono qui presentati in ordine cronologico, corredati da illustrazioni. – Martina Mineri
054-296 Tedesco (Alessandro), Il contributo della digitalizzazione del libro antico allo studio delle provenienze, in Patrimonio librario antico, a cura di L. Bragagna— I. Franceschini, pp. 161-90. L’a. approfondisce, a partire da molti casi concreti, l’efficacia e le problematiche aperte dal riconoscimento dei dati di esemplare nelle digitalizzazioni on line del libro antico. – L.Mo.
054-297 Tiberi (Luca), In margine alla leggenda di Alessandria: Epifanio, De mensuris et ponderibus, cap. 9, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 8-42. Muovendo dalla testimonianza diretta del vescovo Epifanio di Salamina (310 d.C. - 403 d.C)., l’a. offre una nuova e documentata interpretazione circa la volontà – autentica – da parte del re Tolomeo I Filadelfo di allestire un fondo latino all’interno della Biblioteca di Alessandria. La riflessione, evidenze testuali alla mano, dimostra che il ramo migliore della tradizione manoscritta riporta verosimilmente una lezione erronea, e che invece il testo più corretto fu malamente interpretato distorcendone, di conseguenza, il contenuto. – E.G.
054-298 Tintoretto rivelato. L’Annunciazione del doge Grimani a Lecco, a cura di Giovanni Valagussa, Bergamo, Welcome. 2019, pp. 80, manca ISBN, € 12. Il catalogo, di ampie dimensioni, presenta un evento unico: l’esposizione presso il Palazzo delle Paure di Lecco (sostenuta dalla parrocchia di San Nicolò e dal Comune) di una grande tela dell’Annunciazione (di proprietà privata) qui abilmente attribuita a Tintoretto. L’esposizione, sobria ma intelligente, conduce il visitatore a familiarizzare col tema, col periodo, con lo stile dell’opera, fino ad affrontare la visione del quadro. Il materiale, presentato da Valagussa con cura e con abbondanza di illustrazioni, conduce anche all’interno delle analisi tecniche che consentono di dispiegare le ragioni che permettono sia l’attribuzione sia la ricostruzione della storia del quadro. Ottime le pagine di inquadramento storico-artistico di Laura Polo d’Ambrosio e quelle sull’allestimento di Giorgio Melesi. Chiudono il vol. testimonianze del card. Scola, di Liliana Cavani, Giacomo Poretti e Andrea Vitali. Un’impresa splendida, che ha coinvolto decine di giovani in un’operazione di altissimo “volontariato culturale” che fa onore a chi ha reso possibile una simile impresa in un territorio prossimo a Milano, ma per tante ragioni assai laterale. – Ed.B.
054-299 Todde (Eleonora), Gli archivi distrettuali del Corpo reale delle miniere: un primo censimento, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 151-80. Lo studio si propone di indagare il Corpo reale delle miniere (ente statale dotato di uffici periferici dislocati sul territorio) come soggetto produttore, in modo da far luce sulla nascita e di ricostruire le vicende che portarono allo sviluppo delle sue diverse competenze. Il lavoro si basa sul censimento e sull’analisi del patrimonio archivistico prodotto dai vari distretti minerari durante gli anni di attività dell’ente. – A.T.
054-300 Toloni (Giancarlo), Tre capitoli bresciani di filologia ebraica biblica, in Storia e cultura a Brescia dall’antichità ai nostri giorni, pp. 277-88. Brescia è stata sede nei secoli scorsi di tre testimonianze di straordinaria importanza della Bibbia in lingua ebraica: i frammenti della pergamena ebraica del XIII secolo, conservati oggi alla Biblioteca di Economia e Giurisprudenza dell’Università degli studi di Brescia, l’edizione a stampa di Soncino del 1494 e la terza edizione del 1963 della traduzione in italiano della Bibbia dei LXX a opera di Aristide Brunello. – M.C.
054-301 Traniello (Paolo), Da letterato editore a «salariato». La parabola di Ugo Foscolo nella nascente editoria moderna, in Biblioteche e saperi, a cura di G. Granata, pp. 201-28.
054-302 Tripodi (Silvia), Corso di alta formazione Biblioteche d’autore contemporanee: metodologie di acquisizione, gestione e valorizzazione (Biblioteca nazionale centrale di Roma, 29-31 ottobre 2019), «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 394-404. Si propone il resoconto del corso di alta formazione che si è svolto lo scorso ottobre presso la BNCR (vedi «AB» 51). Il bilancio – conclude l’a. – è stato positivo: il corso ha fornito spunti di riflessione e consigli pratici per un approccio aggiornato e consapevole alle problematiche connesse alle biblioteche d’autore. Chiude il pezzo una breve bibliografia. – E.G.
054-303 Trombetta (Vincenzo), La politica delle dediche nella Biografia degli Uomini Illustri del Regno di Napoli (1813-1830), «Paratesto», 16, 2019, pp. 63-73. L’a. studia il rapporto tra la pubblicazione dei quindici voll. dell’ottocentesca Biografia degli Uomini Illustri del Regno di Napoli e le varie figure di spicco chiamate in causa in qualità di mecenati, analizzando dediche e nuovi documenti. – S.C.
054-304 Trombone (Antonella), Vita e pubblico della Biblioteca provinciale di Potenza: l’archivio e i registri dei servizi agli utenti (1900-1959), «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 339-62. Il contributo – prendendo in considerazione gli anni dal 1940 al 1943 – indaga l’archivio e i registri del servizio al pubblico della Biblioteca provinciale di Potenza. Lo scopo è ricostruire alcuni aspetti – inerenti appunto al pubblico e al servizio – della vita passata dell’istituzione, tentando di capire come questa veniva usata dai lettori. – A.T.
054-305 Ugry (Bálint), Between Modernity and Tradition: the Central Library of the Budapest University of Technology (formerly the Royal Joseph University) and the Mural of its Reading-room, in Bibliothèque décors, édité par F. Barbier – I. Monok – A. De Pasquale, pp. 189-98. Þ «AB» 054-B.
054-306 Una scrittura allo specchio. I segreti della sinistra mano di Leonardo, Milano, Castello Sforzesco, Archivio storico Civico e Biblioteca Trivulziana, 31 01 – 19 04 2020, Milano, Civica Stamperia, 2020, pp. 24, manca ISBN, s.i.p. Purtroppo, tra le “vittime” del Covid-19 anche una splendida mostra della Biblioteca Trivulziana curata da Isabella Fiorentini, Loredana Minenna, Marzia Pontone e dedicata a Leonardo. L’agile fascicolo (in italiano e inglese) mette brillantemente in relazione gli autografi leonardeschi conservati a Milano (Trivulziana e Ambrosiana) con gli usi della scrittura cancelleresca, con gli sviluppi della coeva umanistica e coi manuali di calligrafia del tempo. Il materiale qui pubblicato è per fortuna anche consultabile on line, dove addirittura è possibile accedere a numerosi approfondimenti scientifici sul tema, nonché a riproduzioni integrali dei materiali originali esposti! Un contributo davvero magnifico in questi tempi difficili. – Ed.B.
054-307 Usalla (Laura), Biblioteche dei filosofi. Biblioteche filosofiche private in età moderna e contemporanea, in Biblioteche e saperi, a cura di G. Granata, pp. 3-16.
054-308 Vaccaro (Giulio), Storia e geografia di un centone di volgarizzament: il Libro dell’Aquila, in Storia sacra e profana, a cura di M. Colombo – P. Pellegrini – S. Pregnolato, pp. 273-98. L’Aquila o Aquila volante (spesso con l’attribuzione a Leonardo Aretino, cioè al Bruni) è opera centonatoria, nota in alcuni mss. e in un buon numero di edizioni antiche: se ne indagano le caratteristiche salienti. – Ed.B.
054-309 Valenta (Ranier), Die k. u. k. Familien-Fideikomissionbibliotek. Orte einer dynastischen Sammlung als Indikatoren des Wandels von Privatheit zu Öffenlichkeit, in Bibliothèque décors, édité par F. Barbier – I. Monok – A. De Pasquale, pp. 123-150 Þ «AB» 054-B.
054-310 Vanni (Andrea), Tra confraternite, comunità religiose e percorsi di istituzionalizzazione. Modalità e strategie di riforma e proselitismo in Battista da Crema, in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 419-40. Si cerca di indagare l’esperienza e la vasta influenza del domenicano Battista da Crema le cui dottrine, pur condannate dalla Chiesa, ebbero un profondo influsso. – Ed.B.
054-311 Venedig und der oberdeutsche Buchmarkt um 1500. Akten des gemeinsam mit dem Deutschen Studienzentrum in Venedig am 26. und 27. November 2015 veranstalteten Symposions im Centro Tedesco di Studi Veneziani, Palazzo Barbarigo della Terrazza in Venedig, herausgegeben von Franz Fuchs – Tobias Daniels, Wiesbaden, Harrassowitz, 2018 (Pirckheimer Jahrbuch zur Renaissance- und Humanismusforschung, 31), pp. 136, ISBN 978-3-447-10896-6, € 39,80. Interessante e compatto volumetto (fin troppo minimalista, visto il prezzo) con gli atti di una giornata di studi sull’editoria veneziana del XV sec.: dopo la breve introduzione di Franz Fuchs si susseguono 7 interventi. In fine mancano però sia riassunti in una qualunque lingua (compreso il tedesco), nonché l’indice dei nomi. Si schedano i singoli contributi. – Ed.B.
054-312 Venturini (Fernando), Giacomo Matteotti e la Biblioteca della Camera dei deputati, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 287-314. Il contributo – dopo aver fornito alcune informazioni sulla storia della Biblioteca della Camera dei deputati – indaga il lavoro parlamentare di Matteotti, con particolare riferimento all’uso che questi fece della Biblioteca della Camera, dove era solito recarsi per raccogliere i materiali necessari per la stesura dei sui scritti antifascisti. – A.T.
054-313 Versari (Maria Elena), The Letterhead, in Futurism. A Microhistory, pp. 91-115 Þ «AB» 054-E.
054-314 Verso la Riforma. Criticare la chiesa, riformare la chiesa (XV-XVI secolo), a cura di Susanna Peyronel Rambaldi, Torino, Claudiana, 2019 (Collana della Società di studi valdesi, 42), pp. 686, ISBN 9788868982034, € 42. Il monumentale vol. raccoglie gli interventi di una ventina di studiosi sostanzialmente italiani (di levatura e prospettiva internazionale), tutti dedicati a illustrare ambiente e contesto di reformatio Ecclesiae che innervava la Cristianità della fine del medioevo. È proprio il tema dell’ansia di rinnovamento nella vita ecclesiale del tempo (prima e dopo Lutero) il centro del vol. che si pone come prezioso e innovativo. Il vol. è articolato in diverse sezioni: Tra Devozione e Umanesimo, Anticlericalismo, Il Libro i libri, Verso la Riforma, Proporre una nuova chiesa. Oltre che da un apparato illustrativo (di non immediato uso essendo concentrato in un unico fascicolo post p. 352, senza il rimando nelle didascalie al saggio cui si riferisce l’immagine), il vol. è completato da un’ampia bibliografia (pp. 565-653), e da preziosi indici (pp. 655-77). Si schedano i singoli contributi. – Ed.B.
054-315 Viaggi a bordo di una parola. Scritti sull’indicizzazione semantica in onore di Alberto Cheti, a cura di Anna Lucarelli – Alberto Petrucciani – Elisabetta Viti, Roma, Associazione Italiana Biblioteche, 2019 Þ rec. Alfredo Serrai, «Bibliothecae.it», 8/2, 2019, pp. 460-1.
054-316 Viaggi a bordo di una parola. Scritti sull’indicizzazione semantica in onore di Alberto Cheti, a cura di Anna Lucarelli – Alberto Petrucciani – Elisabetta Viti, Roma, Associazione Italiana Biblioteche, 2019 Þ rec. Simona Turbanti, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 533-5.
054-317 Villari (Susanna), Il rovesciamento del comico in tragedia: Silvia e Silla («Ecatommiti», I 10) e altri spunti esemplari, «Studi giraldiani. Letteratura e teatro», 5, 2019, pp. 295-319. Il saggio mette a fuoco un aspetto particolare della narrativa giraldiana, ovvero l’attitudine al riuso in chiave edificante degli elementi comici della tradizione novellistica. Alla combinazione dei registri, tragici e comici (come evidenziato in particolare dalla novella analizzata, Ecatommiti I 10), fa riscontro l’interpretazione non univoca della vicenda narrata, nel contesto di un vivace dibattito su tematiche etico-sociali che anima la “cornice” della raccolta. – L.Ma.
054-318 Vinall (Shirley), Puppets, in Futurism. A Microhistory, pp. 212-22 Þ «AB» 054-E.
054-319 Vírseda Bravo (Marta), Usos y fortuna del libro en la biblioteca de Pedro Fernández de Velasco, in La fisonomía del libro medieval y moderno, a cura di C. Sànchez. Oliveira – A. Gomarra. Gonzalo, pp. 111-22. L’a. esamina il ciclo iconografico presente nei Soliloquios di sant’Agostino (ms. 9539 della Biblioteca Nacional de España), in precedenza appartenuti a Pedro Fernández de Velasco, conte di Haro, e si sofferma sull’interpretazione e la comprensione delle miniature cavalleresche realizzate a Bologna. In calce, un’approfondita scheda descrittiva del manoscritto. – D.M.
054-320 Vivarelli (Maurizio), La lettura: storie, teorie, luoghi, Milano, Editrice Bibliografica, 2018 Þ rec. Paola Castellucci, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 33, 2019, pp. 538-40.
054-321 Vogel (Lothar), L’esegesi biblica di Martin Lutero, in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 283-94. La breve analisi si sofferma sul concetto di giustizia di Dio applicato da Lutero nella sua esegesi del testo biblico. – Ed.B.
054-322 White (John J.), London, in Futurism. A Microhistory, pp. 59-68 Þ «AB» 054-E.
054-323 Wilhelm (Raymund), Bonvesin da la Riva agiografo e volgarizzatore. Dagli exempla della Vita scholastica ai miracoli in volgare, in Storia sacra e profana, a cura di M. Colombo – P. Pellegrini – S. Pregnolato, pp. 19-40. Vengono indagate tre brevi narrazioni agiografiche per verificare se le loro doppie redazioni latina (in prosa) e italiana (in versi) possano essere attribuite entrambe al medesimo autore, lo stesso Bonvesin da la Riva. – Ed.B.
054-324 Zanette (Laura), La gestione delle provenienze nel CBT. Aspetti tecnici, in Patrimonio librario antico, a cura di L. Bragagna – I. Franceschini, pp. 77-84. L’a. mette in evidenza la differenza del catalogo delle provenienze nel Catalogo Bibliografico Trentino (CBT), risorsa online, e nei cataloghi cartacei. In questi ultimi le provenienze trovano il loro pieno sviluppo descrittivo. – L.Mo.
054-325 Zarri (Gabriella), Riforma, contemplazione e passione: testi devoti in volgare tra XV secolo e primo Cinquecento, in Verso la Riforma, a cura di S. Peyronel Rambaldi, pp. 25-46. L’a. illustra come il variegato complesso di testi devozionali e omiletici del pieno XV secolo e primo XVI portasse spesso i segni chiari di una spiritualità cristocentrica e aliena da forme “superstiziose”: il caso della dedica di Aldo Manuzio alla edizione 1500 delle lettere di santa Caterina ne è un esempio lampante. – Ed.B.
054-326 Zoo di carta. La diffusione delle immagini zoologiche dell’Histoire naturelle di Buffon nell’Italia del Settecento, a cura di Pierangelo Bellettini, [Santarcangelo di Romagna], Maggioli cultura, 2020 (Quaderni della Biblioteca di San Giorgio in Poggiale, 7), pp. 97, ill., ISBN 978-88-99785-29-1, € 10. Catalogo della mostra omonima, svoltasi nella biblioteca di San Giorgio in Poggiale (Bologna) dal 20 gennaio al 30 aprile 2020. Si racconta la fortuna italiana dell’Histoire naturelle, partendo dalle prime tre edizioni parigine (1749-1770), percorrendo le traduzioni, le emissioni e le contraffazioni stampate nello Stivale, da Milano a Napoli. La costante del vol. è il confronto dei disegni zoologici originali di Jacques de Sève con le riproduzioni nelle edizioni “figlie”. L’ultima ampia sezione è dedicata a un importante episodio della calcografia settecentesca bolognese, la pubblicazione a puntate di 200 fogli raffiguranti animali quadrupedi, a opera dei calcografi Antonio Cattani e Antonio Nerozzi. Il catalogo è scaricabile cliccando qui. – Martina Molino
ABEI 1
Antiquariato e collezionismo 30, 153, 217-8, 225, 255, 265
Archivi 9, 15, 113,138, 151, 159, 162, 167, 191, 193, 206, 209, 231, 242, 247, 269, 299, 304
Bibliografia 223, 273, 285
Biblioteca di via Senato 35-42
Biblioteconomia 27-8, 33, 43, 67, 110, 114, 119, 174, 203, 213, 266, 302
Brescia 287, 300
Dante G
Cultura femminile 125, 248-9
Editoria del ’400 A, G, 7, 95, 103, 105, 124, 197, 199, 210, 241, 308, 311
Editoria del ’500 H, 7, 17, 19, 26, 54-5, 81, 97, 118, 120, 126, 135-7, 143, 145, 150, 174, 180, 194, 205, 211, 215, 226, 238, 244-5, 260, 284, 290, 308, 311, 317
Editoria del ’600 59, 68, 109, 121, 175, 188, 204, 272
Editoria del ’700 50, 60, 77, 96, 106, 146, 171, 177, 198, 227, 235, 326
Editoria dell’800 23, 57, 72, 123, 127, 139, 160-1, 250, 256, 276-7, 292, 301, 303
Editoria del ’900 4, 45, 56, 63-4, 75, 79, 82, 85, 101-2, 115, 127, 142, 147, 178, 219, 221, 258, 264, 281
Editoria contemporanea L, M, 25, 100, 152, 196, 236, 295
Editoria popolare D, 70, 122
Futurismo E, 46, 53, 80, 86, 91, 142, 166, 172, 179, 195, 212, 232, 289, 293, 313, 318, 322
Illustrazione e storia dell’arte H, 2, 5, 10, 24, 52, 58, 75, 87, 103, 116, 118, 120, 122, 130, 141, 150, 176, 198-9, 202, 208, 262, 269, 272, 298
Legatura 14, 71, 139, 148-9, 252
Leonardo da Vinci 306
Lettura 320
Monachesimo 11, 32, 107, 128-9, 133-4, 183-4, 187, 229-30, 234, 253, 267, 271, 282-3, 291
Paleografia e manoscritti C, F, G, 10, 14, 18, 22, 24, 31, 48, 51-2, 58, 66, 71, 76, 78, 84, 90, 98-9, 108, 116, 130, 132, 153-4, 157, 182, 186, 201, 207, 210, 224, 239, 251, 323
Periodici 88, 219, 280
Riforma della Chiesa 3, 8, 17, 29, 34, 47, 61-2, 69, 83, 92-4, 135, 163, 168, 222, 243, 259, 263, 279, 294, 310, 314, 321, 325
Scritture cifrate 16
Storia delle biblioteche B, 6, 11-3, 18, 20-1, 44, 49, 65, 73-4, 81, 87, 89, 98, 104, 112, 114, 117, 119, 131, 140, 144, 155-6, 158, 164-5, 169-70, 173, 181, 189-90, 192, 200, 213-4, 216, 220, 227, 233, 237, 240-1, 246, 254, 257, 261, 268, 270, 274-5, 278, 297, 304-5, 307, 309, 312, 319, 324
Storiografia 22, 51, 78, 84, 90, 99, 108, 132, 201, 210, 239, 251, 288
Umanesimo digitale I, 131, 173, 185, 188, 203, 270, 286, 296, 315-6, 324
Vesalius H
In memoriam di Ugo Rozzo
Ricordo la prima volta che incontrai Ugo Rozzo: era il 1996 e io giovane studente avevo deciso di seguire il suo corso di “Storia delle biblioteche”, incuriosito dalle letture propedeutiche che Ugo consigliava e che comprendevano anche due romanzi, Fahrenheit 451 e Il nome della Rosa, confidando che le vicende di Guy Montag e di frate Guglielmo da Baskerville potessero avvicinare più facilmente noi studenti ai temi che avrebbe poi trattato nelle sue lezioni sui libri e la censura. Lezioni di straordinaria chiarezza con le quali riusciva a trasmetterci la passione per la ricerca storica e a farci comprendere l’importanza del controllo delle fonti e della precisione. Poi, nel corso degli anni ho avuto la fortuna di diventare suo amico e ho potuto così apprezzare da vicino la sua vasta cultura, la prodigiosa memoria, le sue doti di studioso infaticabile (la sua bibliografia conta oltre 230 titoli), ma anche la sua onestà intellettuale, la fermezza dei suoi principi e delle sue idee, e la sua squisita ironia con la quale riusciva a strappare un sorriso anche in momenti difficili. Ugo era nato a Viguzzolo (AL) nel 1940 e nel 1966 si era laureato in Lettere moderne all’Università Cattolica di Milano con una tesi dal titolo Indagini preliminari allo studio della letteratura critica di Antonio Gramsci sotto la direzione dell’italianista Mario Apollonio. Nel 1963 aveva iniziato a lavorare presso la Biblioteca e Museo di Tortona prima con l’incarico di sovrintendente provvisorio e quindi dal 1968 al 1986 come direttore, realizzando importanti mostre e cataloghi sulla storia della città. Poi nel 1987 arrivò all’Università di Udine, vincitore di concorso a professore associato di “Storia delle biblioteche”, e a partire dal 2001 fu chiamato, quale professore ordinario, a ricoprire la cattedra di “Storia del libro e della stampa”, incarico che mantenne fino al pensionamento nel 2009. Udine fu fin da subito la sua città adottiva, alla quale rimase sempre legato da un profondo affetto; qui strinse forti legami di amicizia sia nel mondo accademico sia al di fuori di esso; e a Udine e al Friuli dedicò alcune delle sue ricerche, contribuendo in maniera decisiva a riscoprire e valorizzare tante biblioteche pubbliche e private del territorio friulano. Nel 1993, con la complicità dell’amico e collega Cesare Scalon – allora direttore del Dipartimento di “Scienze storiche e documentarie” dell’Università di Udine –, Ugo diede vita al progetto della collana “Libri e biblioteche” pubblicata dalla Forum editrice universitaria udinese e inaugurata con l’uscita delle Linee per una storia dell’editoria religiosa in Italia (1465-1600): il libro in cui Ugo tracciava per la prima volta una sintesi dei rapporti tra editoria e storia religiosa durante i primi 150 anni della stampa e che si apriva con l’indimenticabile incipit «Il libro a stampa nasce ‘religioso’». L’idea di realizzare una collana dedicata alla storia del libro manoscritto e a stampa e alla storia delle biblioteche fu allora, come diceva lui stesso, “una scommessa”. Una scommessa ampiamente vinta se oggi “Libri e biblioteche” è arrivata a superare il quarantesimo volume della serie, garantendo agli studiosi delle nostre discipline uno spazio importante e prestigioso nel quale pubblicare le proprie ricerche. Nella stessa collana apparvero nel corso degli anni diverse monografie di Ugo Rozzo e anche gli atti di alcuni convegni da lui stesso organizzati, come il fondamentale La censura libraria nell’Europa del XVI secolo del 1997, con i contributi di numerosi studiosi che si confrontavano sul grande tema del controllo della stampa all’indomani del completamento della monumentale edizione critica dedicata agli Index des livres interdits diretta da Jesús Martinez De Bujanda – nel 1994 Ugo aveva curato l’edizione dell’Index de Parme inserito nel IX volume dell’opera pubblicata dall’Université de Sherbrooke insieme a Droz. Ma oltre alle ricerche sulla storia dell’editoria religiosa e sulla censura libraria, Rozzo condusse importanti indagini sulla storia del libro e delle biblioteche in età moderna, dedicando una particolare attenzione allo studio dei fogli volanti (La strage ignorata. I fogli volanti a stampa nell’Italia dei secoli XV e XVI, Udine, Forum, 2008). Non bisogna dimenticare poi i suoi contributi tesi a illustrare alcune figure di primo piano del dissenso religioso italiano – in più di una occasione aveva preso parte ai convegni organizzati dalla Società di Studi Valdesi a Torre Pellice e sul «Bollettino» della stessa Società aveva pubblicato importanti articoli su questo argomento; e, infine, i numerosi approfondimenti riservati alla iconologia del libro. Nel 2010 durante la presentazione della miscellanea di studi uscita in suo onore (Dalla bibliografia alla storia, Udine, Forum, 2010) Ugo tenne un breve discorso di ringraziamento e, di fronte ai tanti amici e colleghi intervenuti per festeggiarlo, con il sorriso sulle labbra disse: «Però ora non pensate di esservi liberati di me... ho ancora molti progetti e ricerche da realizzare»; e Ugo, come sempre, è stato di parola. Negli ultimi dieci anni con una forza e una energia inesauribile ha partecipato a convegni, pubblicato molti articoli e anche alcune monografie tra le quali ricordo solo Furor bibliographicus ovvero la bibliomania, Macerata, Biblohaus, 2011 (dedicato ai figli Lelia e Aldo) e Iconologia del libro nelle edizioni dei secoli XV e XVI, Udine, Forum, 2016. Dopo la scomparsa della moglie Luciana (l’inseparabile Luciana) nel 2013, aveva deciso di ritornare a Tortona dove oltre a proseguire i suoi studi si era fatto promotore di diverse iniziative culturali, sempre legate al mondo dei libri e delle biblioteche. Ugo Rozzo è mancato il primo aprile di quest’anno a causa del maledetto Coronavirus, e tutti noi che ci occupiamo di libri e biblioteche siamo rimasti orfani di un valente studioso sempre generoso in consigli e suggerimenti, di un fine intellettuale e soprattutto di un galantuomo. Il 14 marzo scorso è stata l’ultima volta che ho avuto modo di parlare con lui e la sua preoccupazione più grande era quella di non riuscire a rivedere in tempo e a sistemare uno studio a cui si era dedicato negli ultimi anni e che considerava il “suo libro”, quello che desiderava scrivere da tanto tempo. Il libro è dedicato a una delle tematiche principali del suo percorso di ricerca: la censura libraria nell’Italia del Cinquecento. Impegnarsi per far uscire nel più breve tempo possibile questo suo prezioso ultimo lavoro, credo sia il modo migliore per ricordare e onorare Ugo. – Lorenzo Di Lenardo
In memoriam di Dennis Everard Rhodes
Ricordare la figura e l’opera di Dennis Everard Rhodes (1923-2020) a chi studia la storia della cultura tipografica italiana (e non solo) è un dovere e un atto di riconoscenza, tanto il suo nome e la sua attività di studio e di ricerca sono note: di lui possediamo una ricca bibliografia pubblicata negli studi a lui presentati con Italian Book 1465-1800, London, British Library, 1993, e poi nel volume a lui dedicato della «Miscellanea Marciana» del 1997 e ancora testimoniata nel numero de «La Bibliofilia» del 2013 per il suo 90° compleanno. A questo corpus si aggiungono i successivi aggiornamenti ancora incompleti per aver l’idea di quanto abbia studiato e pubblicato fino a poco prima della scomparsa: si pensi che da un veloce esame del Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale dell’Istituto Centrale per il catalogo unico risultano elencati fino al 2019 ben 160 suoi titoli tra monografie e spogli. Ma quel che più risalta della sua personalità, per chi gli è stato amico e ha consultato e utilizzato i suoi studi, è il suo amore e la sua attenzione verso il nostro paese. Già giovane soldato dell’armata britannica durante la Seconda Guerra Mondiale percorse lo stivale dalla Puglia al Nord (ricordo di averlo sentito parlare in dialetto salentino), poi ritornato in patria fu impiegato presso la British Library dove fu allievo e collaborò con il grande incunabolista Victor Scholderer e si laureò discutendo con Robert Weiss (italiano di nascita) una tesi all’University College su Vivaldo Belcazer e il dialetto mantovano c. 1300 relativa al volgarizzamento del De proprietate rerum di Bartolomeo Anglico. Al di là delle pubblicazioni accademiche e dei suoi cataloghi, dei suoi annali, vale ricordare – credo – l’amore all’Italia, alla sua cultura e alla sua gente: basti pensare alla attenzione portata alla figura di George Dennis (Londra 1814-1898) “scopritore degli Etruschi”, iniziata, come lui stesso racconta, a un tavolo dell’antico caffè Schenardi di Viterbo, in compagnia degli amici italiani (tra cui il bibliotecario Attilio Carosi). George Dennis, dopo una serie di viaggi in Italia, aveva pubblicato a Londra una monumentale opera sulla civiltà etrusca, The Cities and Cemeteries of Etruria, London, John Murray, 1848 (con successive edizioni nel 1878, 1883, 1907), ma era un autore sconosciuto. Il nostro Dennis, sollecitato dagli amici viterbesi, si dedicò a scriverne una informata biografia che apparve a Londra nel 1973 e fu poi tradotta in italiano con aggiornamenti nel giugno 1992 (Siena, Nuova immagine, traduzione di Domenico Mantovani e prefazione di Denys Haynes). Se, vista l’importanza e le novità offerte dai suoi interventi nel campo delle edizioni italiane del Quattro e Cinquecento, tutti gli studiosi italiani del settore hanno attinto ai suoi studi, è d’obbligo rimarcare così il suo amore per l’Italia, le sue piccole e grandi città e per la sua cultura, spesso nascosta: basti ricordare i numerosi contributi sulla tipografia del Sud d’Italia dal 1954 (Cosenza, Bari, Foggia, Manfredonia, Barletta, Brindisi, Benevento, Avellino e altre località in un costante interesse); gli annali della tipografia di Treviso e di Firenze nel XV secolo, quelli di Siena, le aggiunte alla tipografia padovana e a quella mantovana e la sua lunga collaborazione a «La Bibliofilia» (dal 1954 a oggi). Parallela e non meno importante, anzi dello stesso valore, è l’attenzione da lui rivolta agli incunaboli italiani conservati nella sua British Library: basti ricordare il XII volume da lui redatto del Catalogue of Books printed in the XVth Century now in the British Library, London, British Library, 1985 (supplemento agli incunaboli italiani) dove completò le schede di Scholderer, Shepard, Painter anche con le nuove acquisizioni, nonché il suo contributo agli Short Titles delle edizioni italiane del XV, XVI e XVII secolo della stessa biblioteca britannica. Dunque, riunendo questi due aspetti da lui congiunti, nello studio e nella vita, del patrimonio librario italiano e britannico si ha il termine di paragone del suo lungo e magnifico viaggio nella ricerca, che ci ha fatto conoscere i tesori, i rapporti, le integrazioni tra le collezioni e le idee del suo paese natale e del nostro. Aggiungo che, personalmente, mi resta di lui il ricordo di tanti incontri (nelle biblioteche fiorentine, fino all’ultimo, di pochi mesi fa – ottobre 2019 – alla Fondazione Cini per il convegno di studi su Tammaro De Marinis, dove tenne un importante intervento denso di ricordi personali), della sua cara amicizia, di tante lettere scritte con la sua inimitabile stilografica blu, di tanti estratti dei suoi lavori che provvedeva a inviarmi e che costituiscono un esempio di ricerca e di attenzione verso la storia dei libri impressi a mano. E infine un augurio che condivido con tanti comuni amici: che la sua opera continui nei giovani studiosi! – Piero Scapecchi
Iniziative C.R.E.L.E.B.
a cura di L.R.
Rispetto ai soliti rutilanti avvisi, questa volta qualche riga di spiegazione. Come per tutti, anche per il CRELEB il Coronavirus (e il successivo isolamento) hanno avuto conseguenze gravi. Dopo i primi giorni di sconcerto, brancolanti tra disperazione e scetticismo, ci siamo assestati su un sano realismo, che accetta (a malincuore) le restrizioni (se sono ragionevoli) e cerca di valorizzare al massimo ciò che comunque abbiamo, le possibilità che siamo in grado di esperire. Come le lezioni on line: una gran fatica, uno sforzo cui non eravamo preparati, ma un contributo positivo per i nostri studenti!
¶ La grande mostra, finanziata dai progetti di Regione Lombardia e realizzata in sinergia con la Biblioteca Nazionale Braidense Biblioteche Riscoperte. Ab artis inventae origine. Storie di libri, persone e biblioteche milanesi tra le edizioni quattrocentesche della Braidense è stata di fatto soppressa a causa delle chiusure della biblioteca: sono però efficacemente disponibili il catalogo curato da Fabrizio Fossati e un video di presentazione, che a sua volta rimanda a una visita guidata predisposta dalla biblioteca (Introduzione, I, II, III).
¶ La maggior parte delle attività del CRELEB si sono perciò concentrate nella progettazione, nell’attivazione e nello sviluppo de “Il canale dei libri” su YouTube, che, nel momento in cui si scrive, veleggia su oltre 500 iscritti e quasi 12.000 visualizzazioni. Abbiamo creato tre playlist: I dialoghi di Urbisaglia, con interviste, IDEa, riservata agli incontri promossi dai Master in Professione editoria e Booktelling, e infine Mostre ed eventi, dove presentare varie iniziative. In coscienza, ci pare che l’iniziativa sia utile, corrisponda alle intenzioni originali, superi per capacità di rispondere a una esigenza reale le nostre più rosee aspettative. Vedremo nel corso dei prossimi mesi se e come proseguire.
¶ Intanto da Gerusalemme abbiamo lanciato la mostra The printer’s small library, accessibile dal sito della Biblioteca Generale della Custodia di Terra Santa: è disponibile anche un breve video di presentazione.
Se le iniziative del Canale hanno di fatto sostituito seminari e incontri in presenza che non si sono potuti svolgere, ci siamo tenuti da parte due eventi cui non abbiamo voluto rinunciare.
¶ Innanzitutto, i Seminari Aldo Manuzio di Sermoneta. Mentre è in uscita il primo numero dei “Quaderni”, con i contributi dei partecipanti all’edizione 2019, abbiamo il gruppetto selezionato di dottorandi e giovani ricercatori, nonché i tre docenti autorevoli che presenteranno le loro lezioni e discuteranno con loro: Alberto Cadioli, della Statale di Milano, Saverio Campanini, dell ’’Università di Bologna, e Matteo Al Kalak, dell’Università di Modena-Reggio. L’abbiamo semplicemente post-datato (si terrà il 23 e 24 giugno) tutto a distanza: anzi, l’occasione sarà preziosa per poter registrare le relazioni dei nostri relatori e renderle poi disponibili sul web, nel suddetto Canale! Le informazioni saranno inserite nel sito del CRELEB.
¶ In secondo luogo, la Scuola Estiva “Beniamino Burstein” di Torrita di Siena (24-27 agosto), quest’anno dedicata a Sulle tracce del lettore: scelte editoriali, segni di uso e storia dell ’esemplare. Per quella sono ancora aperte le iscrizioni. Anche con un numero ridotto di partecipanti, anche tenendo molte lezioni all’aperto, confidiamo che le nuove disposizioni favorevoli alle riaperture legate al turismo ci permettano (in sicurezza e in modo ragionevole) di svolgere il corso nelle date stabilite. Anche per questa iniziativa le informazioni saranno inserite nel sito del CRELEB.
¶ Invece le iniziative collegate al progetto A libro aperto: le esposizioni bibliografiche tra passato e futuro programmate per il 21-26 settembre e organizzate con l’Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana di Milano sono rimandate, suppergiù nelle stesse date, ma per l’anno successivo. Nel settembre 2020 vorremmo comunque svolgere però, in formato digitale, alcuni dei laboratori programmati. Informazioni sul sito CRELEB.
¶ Per ricordare e celebrare un grande maestro come Dennis E. Rhodes (1923-2020), che ci ha lasciato poche settimane fa, è stato indetto un concorso riservato a giovani studiosi di tutto il mondo – età massima allo scadere del bando anni 35 – che propongano uno studio originale dedicato a uno dei temi più cari a Dennis: storia della stampa e dei tipografi dei secoli XV-XVII in Italia e Spagna, la produzione editoriale a Firenze e Venezia, la produzione tipografica in greco, la storia del collezionismo librario. Il testo integrale del bando è disponibile sul sito de «La Bibliofilía».
Poi, in autunno, anche in formato digitale, vogliamo svolgere diverse iniziative (per esempio la seconda edizione di Lab.Lab. con la Fondazione Ugo Da Como di Lonato), ma ne parleremo…
Una sola anticipazione (e non da poco!). I giorni 14 e 15 dicembre prossimo si terrà, in collaborazione con l’Archivio di Stato di Milano, il convegno internazionale Con la penna e con il torchio. Produzione e diffusione di testi normativi di principi e città nell’Italia centro-settentrionale nella prima età moderna. A novembre si capirà come sarà possibile svolgerlo, se in presenza o con collegamento digitale.
Natale resta invece confermato al 25 dicembre, comite volente.
Taccuino
Mostra virtuale
Roma, Biblioteca Angelica
Il titolo dell’iniziativa racchiude una serie di visite necessariamente virtuali a teche altrettanto virtuali – accessibili dal sito della biblioteca tramite appositi link – che propongono al “visitatore” alcune chicche (voll. a stampa e manoscritti preziosi, disegni, incisioni) possedute dalla biblioteca.
La biblioteca ha attivato il proprio canale YouTube dai primi di aprile, proponendo per ora questi video: quattro videoletture (da Dante, Petrarca e Boccaccio), un bibliotour alla scoperta della biblioteca, sette puntate di “Mode e moda alla Biblioteca Universitaria di Napoli”, immagini dalla Mostra organizzata nel 2013 con il contributo di collezionisti privati e altre istituzioni, come la Biblioteca Alessandrina di Roma e l’Accademia di Belle Arti di Napoli e infine la presentazione del vol. Togliatti tra fine del fascismo e primi anni Venti di Ferruccio Diozzi.
Archiginnasio nascosto. Viaggio alla scoperta del palazzo dell’Archiginnasio
Bologna, Biblioteca comunale dell’Archiginnasio
In questi giorni di chiusura forzata, la biblioteca propone un “pacchetto” di 23 visite guidate virtuali alla scoperta dei suoi luoghi più nascosti o comunque non accessibili al pubblico. A ogni visita corrisponde un video, accessibile tramite apposito link dal sito della biblioteca.
www.youtube.com/channel/UCpgAB0KMU5XWysvFkN_AVXw
Dieci letture nelle dieci sale storiche dell’Archiginnasio. Sabadino degli Arienti, Novelle porrettane
Bologna, Biblioteca comunale dell’Archiginnasio
Nelle dieci sale storiche della biblioteca vengono lette altrettante novelle tratte dal “Decamerone Bolognese”, di Sabadino degli Arienti. A ogni sala/lettura corrisponde un video, accessibile tramite apposito link dal sito della biblioteca.
Viaggio in Italia
Le Biblioteche Pubbliche Statali raccontano il Belpaese attraverso antiche e rare carte geografiche: l’occasione è ‘Art you Ready’, il flash mob digitale lanciato dal Mibact con Enit e Touring Club Italiano. Trovate tutto qui.
#ViaggiareCoiLibri
dal 12 marzo
Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale
Dalla pagina Facebook della biblioteca è possibile “viaggiare” con libri, foto, video e storie che permettono di condividere aspetti del suo ricco patrimonio e di muoversi nel tempo e nello spazio delle sue attività e collezioni.
La digitalizzazione degli incunaboli delle biblioteche monastiche in Italia: il progetto della Fondazione Polonsky con BNCR e CERL
dal 16 aprile
Roma, Biblioteca Nazionale Centrale
Dal sito della biblioteca, è ora possibile esplorare virtualmente il portale dedicato al progetto, avviato in collaborazione con la Fondazione Polonsky e il CERL. Si tratta della digitalizzazione degli incunaboli delle biblioteche delle abbazie e dei monumenti nazionali ora afferenti al MiBACT.
#AIBLIGURIAONAIR: video-incontri con esperti
27 aprile-18 maggio
Si tratta di una serie di incontri/interviste a distanza – organizzati dalla Sezione Liguria dell’AIB, in collaborazione con la Biblioteca Universitaria di Genova – intesi come momento di approfondimento professionale. Sono rivolti tanto alla comunità dei bibliotecari quanto agli studiosi. La conduzione degli incontri è affidata a Valentina Sonzini, componente del Comitato Regionale della Sezione Liguria AIB.
§ 27 aprile
Intervista a Fiammetta Sabba (Università degli Studi di Bologna), I periodici bibliografici on line in open access, il caso di «Bibliothecae.it»
§ 4 maggio
Intervista a Lorenzo Baldacchini (già Università degli Studi di Bologna), Il libro antico
§ 11 maggio
Intervista a Simona Inserra (Università degli Studi di Catania), La conservazione in biblioteca
§ 18 maggio
Intervista ad Alessandra Boccone (Sistema Bibliotecario dell’Università di Salerno), Wikidata per bibliotecari
Ciclo di incontri on line del giovedì in Archivio provinciale di Trento
30 aprile - 11 giugno, ore 17 (per partecipare sarà di volta in volta attivato un link di accesso alla stanza virtuale)
Si tratta di una serie di incontri a distanza, organizzata dall’Ufficio Beni Archivistici e Librari, dall’Archivio Provinciale della Soprintendenza per i Beni Culturali e dalla Provincia Autonoma di Trento per far conoscere e valorizzare il materiale documentario del territorio, ma anche per riflettere sul significato e sulla necessità della conservazione della memoria.
§ 30 aprile
Lorenzo Pontalti (Restauratore), Colori fluttuanti: il viaggio della carta marmorizzata fra oriente ed occidente. Suminagashi, Ebru e carta marmo europea
§ 7 maggio
Marcello Bonazza (Società di Studi Trentini di Scienze Storiche), I volumi del catasto teresiano
§ 14 maggio
Fiammetta Baldo (Archivi Ecclesiastici della Provincia di Trento), Contesse ai fornelli. Le ricette di cucina delle contesse Thun
§ 21 maggio
Mariella Guercio (Università la Sapienza di Roma), Presentazione del volume Oblio, tempo, cultura ed etica. Saggi e riflessioni dai convegni ANAI 2015-2018, a cura di A. Guastalla – A. Lazzeri, Trento, Provincia Autonoma di Trento, 2019
§ 28 maggio e 4 giugno
Roberta G. Arcaini (Archivi Ecclesiastici della Provincia di Trento) – Fabio Campolongo (Provincia Autonoma di Trento) – Paolo Mayr, Paolo Mayr. Un ingegnere tra restauri e nuove costruzioni
§ 11 giugno
Edoardo Barbieri (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), Tra “l’antiche e le moderne carte”: il patrimonio librario storico attraverso la specola del digitale. Presentazione del volume Patrimonio librario antico. Conoscere per valorizzare. Atti del convegno di studio (Trento, 26 settembre 2018), Trento, Provincia Autonoma di Trento, 2019
Per partecipare, qui.
dal 30 aprile
L’AIB Liguria, in collaborazione con la Biblioteca Universitaria di Genova, ha presentato i primi due incontri di una serie di contributi-video attraverso i quali alcuni bibliotecari della regione raccontano la loro attuale esperienza rispetto all’emergenza sanitaria Covid-19.
§ 30 aprile
Simona Bo (Responsabile del Sistema Urbano delle biblioteche di Sestri Levante)
§ 6 maggio
Tiziano Vernazza (Biblioteca Civica “P. M. Beghi” di La Spezia)
§ 12 maggio
Marco Genzone (Biblioteca Anton Giulio Barrili di Savona)
§ 20 maggio
Marcella Rognoni (Sistema bibliotecario dell’Ateneo di Genova)
I contributi sono fruibili a questo link.
Decima edizione della campagna nazionale del Centro per il libro e la lettura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo ideata per costruire reti territoriali e condividere buone pratiche per la promozione della lettura; nel 2020 alla ricchezza di un consolidato patrimonio di rapporti, adesioni e iniziative ricorrenti, si unisce l’innovazione vissuta e sperimentata attraverso le nuove modalità di organizzazione e fruizione dei contenuti.
Bologna Children’s Books Fair – 57a edizione. On Line Special Edition
Dal 4 al 7 maggio si è tenuta on line la più grande fiera mondiale del libro per ragazzi e illustrato. Ma l’appuntamento è per la 58a edizione dal 12 al 15 aprile del 2021! Si veda il sito
Quante storie nella Storia: la Settimana della didattica e dell’educazione al patrimonio in archivio
Questa diciannovesima edizione dell’evento – promosso dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Emilia-Romagna, dall’IBC (Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna), dall’ANAI Sezione Emilia-Romagna (Gruppo di lavoro sulla didattica) e con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna del Ministero dell’Istruzione – è stata modificata per una fruizione sul web e sui canali social dei suoi contenuti, e fa parte degli eventi organizzati in regione nell’ambito del programma di #laculturanonsiferma. È inoltre possibile consultare i materiali video raccolti nella playlist del canale YouTube dedicato Quante storie nella Storia.
Il programma qui.
Salone Internazionale del Libro di Torino
14-17 maggio
Dopo trentadue anni, per la prima volta nella sua storia, il Salone Internazionale del Libro di Torino, una delle più importanti manifestazioni editoriali del nostro continente, non si può svolgere a maggio, nella sua forma consueta, a causa dell’emergenza Covid-19.
In attesa di tornare nella veste abituale, in autunno o non appena possibile, il Salone ha organizzato un’edizione straordinaria – dedicata alle vittime del virus e al personale sanitario impegnato in prima linea in questa emergenza. Sul sito del Salone sarà possibile seguire un ricco programma di eventi in live streaming e interagire con ospiti nazionali e internazionali.
21 maggio, ore 17
Webinar sul monitoraggio e il contrasto delle infestazioni che possono essersi sviluppate in archivi e biblioteche durante la chiusura.
L’appuntamento è organizzato dall’Associazione Italiana dei Conservatori e Restauratori degli Archivi e delle Biblioteche, AICRAB.
Summer School “Linked data per i beni culturali”
7-10 settembre
Ravenna, Palazzo Corradini
La Summer School sarà dedicata alla modellazione concettuale di aspetti legati alla catalogazione, alla descrizione di oggetti culturali e alla rappresentazione della conoscenza in grafi. Si rivolge prevalentemente a professionisti dei beni culturali (operatori museali, archivisti, bibliotecari), studenti e/o dottorandi in Library and information science e Digital humanities. Relatori: Fiammetta Sabba, Carlo Bianchini, Marco Chemello, Fabiana Guernaccini, Lucia Sardo.
Per informazioni e iscrizioni si rimanda alla pagina web.
Digital WHOmanities. Ciclo di seminari sul presente e sul futuro delle DH
18 maggio – 25 maggio – 1 giugno – 8 giugno
Università di Bologna (evento in streaming su YouTube e Microsoft Teams. Ingresso libero previa iscrizione)
Questo progetto – a cura degli studenti del corso di laurea internazionale di Digital Humanities and Digital Knowledge (DHDK) e della Prof.ssa Francesca Tomasi (dell’Università di Bologna), con il patrocinio del Dipartimento Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna – intende riflettere sull’identità professionale dell’umanista digitale per individuare le skills utili a determinare nuovi bisogni nelle realtà pubbliche e private, condividendo modelli teorici, metodologici e tecnici per valorizzare l’innovazione e la fruizione degli oggetti culturali. L’accesso al workshop è riservato esclusivamente agli utenti registrati, per un massimo di 25 posti.
Lunedì 18 maggio
§ 9.30-10.00 Introduzione alla giornata e presentazione del progetto Digital WHOmanities § 10.00-10.30 Claudio Tubertini (Digital Publisher, Clueb editore), I mestieri del libro nell’era digitale §10.30-11.00 Francesca Di Donato (Research projects presso Net7), Cultural Heritage and Digital Humanities § 11.00-11.05 Pausa § 11.15-12.00 Editoria digitale. Attività pratica guidata da Claudio Tubertini (le specifiche saranno fornite durante le attività) § 12.00-12.45 Tecnologia Web. Attività pratica guidata da Francesca Di Donato (le specifiche saranno fornite durante l’attività).
Lunedì 1 giugno
§ 9.30-10.00 Introduzione alla giornata e presentazione del progetto Digital WHOmanities § 10.00-10.30 Giacomo Golinelli (Chief Operating Officer presso Promemoria), Archiviare nell’epoca digitale § 10.30-11.00 Franz Fischer (Presidente del Venice Centre for Digital and Public Humanities, VeDPh), Presentazione del Centro VeDPh § 11.00-11.05 Pausa § 11.15-12.00 Biblioteche, archivi e musei. Attività pratica guidata da Giacomo Golinelli (le specifiche saranno fornite durante le attività) § 12.00-12.45 Ricerca nelle Digital Humanities (DH). Attività pratica guidata da Franz Fischer (le specifiche saranno fornite durante le attività)
Lunedì 8 giugno
§ 9.30-9.45 Introduzione alla giornata e presentazione del progetto Digital WHOmanities § 9.45-10.00 Laura Moro (MiBACT, Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale), Lo stato della digitalizzazione § 10.00-10.30 Claudio Leombroni (IBC - Istituto per i Beni Artistici Culturali Naturali della Regione Emilia-Romagna), Klaus Kempf (BSB - Bayerische Staatsbibliothek), Biblioteche, archivi e musei nell’era digitale § 10.30-10.45 Andrea Bolioli (Capo Ricerca e Innovazione presso CELI Language Technology), Data Science e Natural Language Processing § 10.45-11.30 Linguistica computazionale. Attività pratica guidata da Andrea Bolioli (le specifiche saranno fornite durante le attività) § 11.30-11.45 Pausa § 11.45-12.30 Biblioteche, archivi e musei. Attività pratica guidata da Francesca Ricci (IBC - Istituto per i Beni Artistici Culturali Naturali della Regione Emilia-Romagna)
Culture del libro e del documento. Temi, questioni, linee di evoluzione. Ciclo di videoconferenze sulla piattaforma Webex
3 giugno – 3 settembre
Università degli Studi di Torino.
Si tratta di una serie di iniziative pensate – inizialmente per essere svolte “in presenza” – dagli insegnamenti di Archivistica, Bibliografia, Biblioteconomia e Paleografia all’interno del Corso di Laurea Magistrale in Scienze del libro, del documento, del patrimonio culturale.
Mercoledì 3 giugno – ore 10
§ Franco Bianchini (Sibelius Academy Helsinki) – Alessandro Bollo (Polo del ‘900 Torino) – Giovanni Solimine (Università La Sapienza Roma) – Maurizio Vivarelli (Università di Torino). Introduce Gianluca Cuniberti (Università di Torino)
L’anno 2440 (dopo il COVID?). Futuro della città e futuro della biblioteca.
Giovedì 4 giugno – 0re 15,30
§ Enrico Artifoni e Pierangelo Gentile (Università di Torino) discutono con Andrea Giorgi (Università di Trento), Stefano Moscadelli (Università di Siena), Gian Maria Varanini (Università di Verona), Stefano Vitali (ICAR) curatori del volume Erudizione cittadina e fonti documentarie (Firenze, FUP, 2019). Introduce e modera Giovanni Paoloni (Università La Sapienza Roma)
Nuove prospettive di storia degli archivi
Martedì 23 giugno – ore 10
§ Cristina Dondi (University of Oxford), Matilde Malaspina (15cBOOKTRADE Project, University of Oxford) Introduce Gianluca Cuniberti (Università di Torino). Conduzione e conclusioni Alessandra Panzanelli e Maurizio Vivarelli (Università di Torino)
Strumenti digitali e metodi innovativi per la storia delle biblioteche
Giovedì 3 settembre – ore 15,30
§ Antonio Olivieri (Università di Torino) discute con Attilio Bartoli Langeli (già Università di Padova), Antonio Ciaralli (Università di Perugia), Jacques Dalarun (CNRS), Marco Palma (già Università di Cassino), Augusto Cherchi (Edizioni ANAI), curatori delle nuove edizioni degli scritti di Armando Petrucci. Interviene Massimo Vallerani (Università di Torino)
L’opera e l’eredità di Armando Petrucci: tra paleografia, letteratura, storia e impegno civile
Per informazioni e per accedere alle videoconferenze, si invita a scrivere a librodocumentopatrimonio@unito.it oppure a consultare l’apposita pagina web.
La Scuola Estiva
Internazionale
in Studi danteschi
promossa dall'Università Cattolica di Milano in collaborazione con il Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali di Ravenna e l'Università degli Studi di Verona, giunge quest'anno alla sua XIV Edizione. Con il supporto degli Enti promotori e grazie alla generosa disponibilità dei Relatori, che hanno messo gratuitamente a disposizione il loro tempo per realizzare le lezioni e cui va la gratitudine dei membri del Comitato scientifico, per il 2020 essa assume la forma di MOOC a partecipazione gratuita per i frequentanti, previa regolare iscrizione, come segno di condivisione e di solidarietà a fronte dell'emergenza Covid-19. Le lezioni e gli altri materiali della Scuola saranno messi a disposizione come registrazioni asincrone, cui sarà possibile assistere durante il periodo estivo in un arco di tempo di lunga durata; la tavola rotonda di chiusura si terrà invece in diretta streaming. Programma definitivo e modalità di iscrizione saranno disponibili tra poche settimane sul sito della Scuola.
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uando, ne I predatori dell’arca perduta Indiana Jones, giunto su una nave mentre è in fuga dall’Egitto, viene finalmente medicato dall’avvenente Marion Ravenwood, alle proteste di lei circa il suo stato di salute replica «Non sono gli anni, sono i chilometri!», a indicare che ciò che lo logora sono i lunghi viaggi in giro per il pianeta. E noi, somma eterogenesi dei fini, dalla pandemia (segnale del nostro mondo globalizzato) abbiamo imparato che molto (non tutto) si può fare restando a casa (certo a essere collegati, ad avere un computer che funziona e interlocutori connessi…). A dire il vero la situazione creatasi è in realtà il trionfo finale di Star Trek e del vulcaniano signor Spock con il suo teletrasporto, solo che a viaggiare nello spazio non sono DAVVERO le persone, ma solo le loro immagini e la loro voce (la possibile distorsione durante il teletrasporto è invece rimasta tale e quale…). E, occorre dirlo, se non avessimo avuto a disposizione questi strumenti digitali, che fine avrebbe fatto la nostra didattica universitaria? Per cui, tutti, prima con timore e apprensione, poi con fare più spigliato, ci siamo messi a far videolezioni, videoseminari e quant’altro. E per il primo semestre a.a. 2020-2021 sembra (ahimè) si continui più o meno così… Naturalmente, stante una massa critica di docenti assolutamente in linea che si sono impegnati dignitosamente, poi ci sono i furbetti estremisti: quelli “o così, o pomì” per cui se non possono far lezione davvero (e gli esami in presenza per controllare che i ragazzi non copino) non fanno nulla (e non fanno davvero nulla…) e quelli felici che “registro una volta e per i prossimi 10 anni sono a posto” (e in tal modo non fanno più nulla)… Così va il mondo. D’altra parte, che dire dei sistemi di prevenzione sanitaria messi in atto? Si capisce (e va rispettata) la ratio. Poi l’uso pare spesso del tutto arbitrario, improvvisato, feticistico e basato su fole e fake news: nel mio caseggiato prima ci hanno impedito di usare per giorni l’ascensore (io abito all’VIII piano…), poi hanno chiamato la polizia per due bambini che giocavano con la mamma in cortile; sulla metropolitana (adesso che hanno un po’ riaperto) ho visto una signora che si metteva il disinfettante sopra i guanti (e anche sul collo: profumo antivirus?); se sono DA SOLO per strada perché devo portare la mascherina? («Ti conosco, mascherina…»: mi si appannano anche gli occhiali e rischio di inciampare). Tra un po’ vedremo gente con mazzetti di prezzemolo e rosmarino per cacciare il contagio… “Occhio malocchio, corno, bicorno, aglio, fravaglio…” Ma non voglio scherzare: sono rimasto traumatizzato dalle immagini dei cadaveri abbandonati o peggio in Ecuador e ho pianto: per questo mi sono preso la briga di rileggere (in traduzione) per un po’ di amici (in podcast, una parola per me nuova) tutte le maggiori fonti letterarie sulla peste (per fortuna ho un po’ di libri a casa! Parti in fretta e non tornare di Fred Vargas me lo sono invece riletto per conto mio): Iliade, Sofocle, Tucidide, Lucrezio, Virgilio, Ovidio, Boccaccio, Manzoni, giù giù fino a Camus e Stephen King (L’ombra dello scorpione) e posso assicurare che tutto, dico tutto quello che ci dicono e raccontano è già stato detto e raccontato. Se i giornalisti sapessero leggere… Per fortuna poi la vita è SEMPRE ricominciata, come la ginestra sulle pendici del Vesuvio. D’altra parte, da fonte certa so che l’80% dei dipendenti ministeriali in questo periodo di smart working non ha fatto assolutamente nulla, non esistendo meccanismi di controllo, né possedendo molti di loro un computer a casa… Ma forse i danni maggiori li fanno quelli che restano al lavoro: perché la ridda degli esperti di tutti i tipi (che saltano fuori sempre DOPO, mai che ci fossero prima a indicare, indirizzare…) dice costantemente NO a qualcosa? Stante che devono prendere posizione su un numero x di questioni, le risposte dovrebbero essere in media 50% positive e altrettante negative… invece per loro è quasi sempre NO, tanto che si parla di una “infantilizzazione” della popolazione ossessionata dai divieti, o di un generale fenomeno di para….smo degli esperti che così POI hanno la coscienza tranquilla (e non temono denunce). Mi colpiscono per esempio le disposizioni di biblioteche e archivi sulla quarantena per libri e documenti… Ma quali evidenze scientifiche ci sono per dire che la carta trattiene vivo il virus? (mi scusino gli esperti, ma non so neanche se un virus possa essere vivo o morto: diciamo “attivo”, “aggressivo”, “pericoloso”. Se ci sono tracce del virus “morto” nelle fogne, chi se ne importa?). O i “massimi esperti” si sono rifatti sostanzialmente al manoscritto avvelenato della Poetica di Aristotele del Nome della rosa (non occorre abbiano letto il libro, ché è lungo, basta aver visto il film o la serie…)? Non mi risulta invece che siano mai stati bruciati libri e gride della peste del ’600, che pure hanno tracce dei relativi microrganismi. Lo faremo ora? Se invece c’è questa evidenza scientifica dovrebbe essere vietato vendere i giornali (sempre concesso), ricevere buste o pacchi (sempre consegnati: 26% di incremento del commercio elettronico), pagare in contanti (mai sentito… pecunia non contaminat?). Certo, hanno paura che qualcuno denunci una biblioteca perché si è ammalato leggendo un loro libro (il mio povero papà era contrarissimo a libri in prestito e usati, che riteneva “pullulanti di microbi”, ma si occupava di elettromeccanica, mica faceva il professore universitario o l’esperto della TV…). E se uno denunciasse la biblioteca per mancata erogazione di un servizio ritenuto essenziale? Dico sul serio… Mica avranno sempre ragione gli altri, o no? Comunque, dimentichiamo per un momento tutte queste tristezze (per forza poi mi sale la pressione!). Poche sere fa ho convocato la redazione del Canale dei libri trasmesso da Youtube: una dozzina di persone collegate da Milano, Varese, Monza, Torino, Brescia, Padova, Bologna, Firenze, Roma, Sicilia, Svizzera, Israele, Messico. Una bella squadra, una bella idea nata tra amici, senza pretese: interviste veloci, tecnicamente sempliciotte ma di sostanza, una presentazione arguta e simpatica, persone intelligenti e interessanti con cui parlare. Non solo una supplenza a seminari e presentazioni di libri che in università non si possono fare, ma l’esperienza di uno slancio, di un abbraccio alla realtà che non avevamo mai provato: 14.000 visualizzazioni, 550 iscritti… Quando mai in un incontro in università? E poi, da metà maggio si sono andati aggiungendo, a fianco dei Dialoghi di Urbisaglia (dal nome del primo “campo di concentramento” italiano, dove Bruno Pincherle contagiò dell’amor di libro Renzo Bonfiglioli, un’esperienza archetipica che volevamo ricordare), i video di IDEa realizzati dai ragazzi del Master in Professione editoria e Booktelling e altri video di mostre (una nuova, creata a Gerusalemme, dedicata a The printer’s small library) e seminari (come quelli della rivista «Prassi ecdotiche della modernità letteraria»). Un’allegra confusione per dire che la vita c’è ancora, che attraverso e in compagnia dei libri non ci accontentiamo di sopravvivere, vogliamo vivere, riappropriarci della capacità di vedere, conoscere, giudicare, lavorare… Della capacità, in sostanza, di sperare e progettare. Sennò, al contrario dei film horror dove i contagiati diventano zombie, qua si rischia che siano i sopravvissuti a zombizzarsi (guardiamoci in giro…)! – Montag
L’almanacco bibliografico
Bollettino trimestrale
di informazione sulla
storia del libro e delle
biblioteche in Italia
numero 054, giugno 2020
(chiuso il 30 maggio 2020)
disponibile gratuitamente in formato PDF e HTML all’indirizzo http://creleb.unicatt.it
(sono stati tirati 10 esemplari cartacei)
a cura del
C.r.e.l.e.b.
(Università Cattolica – Milano)
comitato editoriale: Edoardo Barbieri (coordinatore), Marco Callegari, Giuseppe Frasso, Marco Giola, Luca Rivali, Alessandro Tedesco, Natale Vacalebre, Roberta Valbusa
redazione: Emilia Bignami, Stefano Cassini, Fabrizio Fossati, Elena Gatti, Rudj Gorian, Alessandro Ledda, Arianna Leonetti (capo-redattore), Davide Martini, Luca Mazzoni, Luca Montagner, Francesca Turrisi
contatti: “L’almanacco bibliografico”, c/o Edoardo Barbieri, Università Cattolica, Largo Gemelli 1, 20123 Milano; e-mail: creleb@unicatt.it
edizioni CUSL – Milano
per informazioni: info@cusl.it