L’Almanacco

 Bibliografico

 
 

 

 

 

 

 

 

 


52, dicembre 2019

 

Bollettino trimestrale

di informazione sulla

storia del libro e delle

biblioteche in Italia

                       

                        a cura del C.R.E.L.E.B.

 

  Sommario

 

 

 

La nuova biblioteca digitale della

Veneranda Biblioteca Ambrosiana

di Fabio Cusimano……..….……………….........p. 1

Recensioni.…………………………………....p. 3

Spogli e segnalazioni……………….…...p. 11

(indici di recensioni e segnalazioni)……….…p. 33

Cronache convegni e mostre …….…p. 34

Taccuino………………………………………..p. 35

Postscriptum…………………………..…….p. 41

 

La questione

 

La nuova biblioteca digitale della

Veneranda Biblioteca Ambrosiana

 

di Fabio Cusimano

 

«L

a nuova Biblioteca Digitale dell’Ambrosiana è stata presentata alla comunità degli studiosi e alla stampa il 7 novembre 2019, presso la Sala delle Accademie della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, in una cornice di pubblico numeroso e interessato. Sono intervenuti il Prefetto dell’Ambrosiana, Marco Ballarini; il Vice Prefetto dell’Ambrosiana, Marco Navoni; il Presidente della Congregazione dei Conservatori della Ambrosiana, Lorenzo Ornaghi; tra i relatori: Mario Gatti, Direttore di Sede dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Giuseppe Lupo, docente della medesima Università; Klaus Kempf, Direttore della Biblioteca Digitale presso la Bayerische Staatsbibliothek (BSB) di Monaco di Baviera; Fabio Cusimano, Responsabile della catalogazione e del Digital Asset Management (D.A.M.) presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana; l’intero evento è stato moderato da Federico Gallo, Direttore della Biblioteca Ambrosiana. La nuova Biblioteca Digitale dell’Ambrosiana nasce con lo scopo di valorizzare i principali fondi (segnature inf., sup., S.P. e Trotti) attraverso la digitalizzazione e la diffusione pubblica e gratuita via Internet. In questo modo si preservano i manoscritti originali e se ne incentiva la fruizione con finalità di studio e di ricerca. In un orizzonte temporale di medio-lungo periodo si prevede di rendere progressivamente consultabile in formato digitale il patrimonio manoscritto già digitalizzato in passato con criteri tecnici differenti. Parallelamente a tale recupero del “pregresso digitale” si sta portando avanti la produzione delle copie ad alta risoluzione di altri manoscritti, in particolare quelli esclusi dalla consultazione a causa delle condizioni di conservazione. La Veneranda Biblioteca Ambrosiana ha potuto sviluppare e realizzare tale progetto grazie alla collaborazione culturale, scientifica e tecnologica con – in ordine alfabetico – l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e la University of Notre Dame (IN, USA). Il progetto è stato insignito da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali del logo ufficiale dell’iniziativa “2018 – Anno Europeo del Patrimonio Culturale” (http://annoeuropeo2018.beniculturali.it/eventi/veneranda-biblioteca-ambrosiana-digitale-virtual-broader-access/). La nuova Biblioteca Digitale ad accesso libero e gratuito dell’Ambrosiana attualizza la celebre espressione del fondatore, cardinale Federico Borromeo, «ad publicum commodum et utilitatem» («per il bene e l’utilità pubblica») anche grazie – prima istituzione culturale in Italia (https://iiif.io/community/#participating-institutions) – all’utilizzo dello standard IIIF – International Image Interoperability Framework, che consente la più ampia accessibilità dei propri contenuti digitali. L’ecosistema IIIF su cui si basa la nuova Biblioteca Digitale dell’Ambrosiana è interconnesso con l’OPAC al fine di garantire il collegamento diretto tra il record catalografico/descrittivo del manoscritto ricercato e la relativa risorsa digitale (a oggi sono disponibili 341 manoscritti integralmente digitalizzati): dalla scheda bibliografica presente nell’OPAC, infatti, tramite un apposito link, si attiva il visualizzatore web Mirador che consente all’utente on line un’ottima esperienza di visualizzazione. La Biblioteca Digitale potrà essere consultata attraverso la landing page predisposta (in italiano e in inglese) all’interno del sito web ufficiale della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, raggiungibile attraverso due differenti percorsi tematici: <Scopri> (italiano: https://www.ambrosiana.it/scopri/biblioteca-digitale/; inglese: https://www.ambrosiana.it/en/discover/the-digital-library/) e <Studia> (italiano: https://www.ambrosiana.it/studia/biblioteca-digitale/; inglese: https://www.ambrosiana.it/en/study/the-digital-library/). La Biblioteca Digitale dell’Ambrosiana si apre al pubblico attraverso la sezione a essa dedicata all’interno del proprio OPAC: https://ambrosiana.comperio.it/biblioteca-digitale/. Da qui ogni utente può accedere alla consultazione pubblica e gratuita delle copie digitali seguendo due vie principali:

- attraverso la consultazione diretta della scheda catalografica del manoscritto di proprio interesse a partire dalla segnatura dello stesso: in questo modo l’utente, utilizzando il catalogo per cercare tramite la segnatura il manoscritto cui è interessato, potrà accedere alla visualizzazione pubblica e gratuita della copia digitale seguendo il link <Visualizza la copia digitale> appositamente inserito all’interno della pagina di dettaglio di ciascun record catalografico;

- attraverso la consultazione della suddetta pagina riepilogativa (https://ambrosiana.comperio.it/biblioteca-digitale/), sfogliando idealmente la collezione digitale della Veneranda Biblioteca Ambrosiana tramite la lista dei manoscritti digitalizzati, peraltro riconoscibili grazie all’icona IIIF.

Nel percorso d’attuazione della nuova fase di digitalizzazione presso la Veneranda Biblioteca Ambrosiana si è cercato di tenere in debito conto quanto già sperimentato presso altre realtà a livello internazionale, avendo cura di porre le basi per la realizzazione di un progetto necessariamente scalabile e aperto a proficue collaborazioni e condivisioni, nazionali e internazionali, a livello sia tecnico che scientifico. Il nodo del data reuse si è subito imposto in maniera molto concreta: alcuni anni di precedenti attività di digitalizzazione, infatti, hanno prodotto un’ingentissima mole di dati (oltre 1.800.000 immagini ad alta risoluzione in formato .tif non compresso, colori, 24 bit) che rappresentano ancora oggi un prezioso nucleo composto da oltre 2.700 manoscritti integralmente digitalizzati su cui basare l’avvio di una nuova fase di digitalizzazione. Tale ingente quantità di dati, pari a circa 31 Tb. di spazio-disco, necessita di cure costanti e va ad aggiungersi alla quotidiana produzione di nuove copie digitali di manoscritti, il tutto con il preciso obiettivo di rendere progressivamente disponibili online, gratuitamente e pubblicamente, le riproduzioni digitali integrali di parte del patrimonio manoscritto ambrosiano. Tale meritorio obiettivo chiama in causa un aspetto fondamentale al giorno d’oggi per la realizzazione di una nuova biblioteca digitale: l’utilizzo di IIIF-International Image Interoperability Framework per la visualizzazione di contenuti digitali di qualità via Internet, scelta imprescindibile al giorno d’oggi. Viviamo in un’epoca, infatti, in cui le tecnologie web based, la connettività, la diffusione di dispositivi (anche mobili) sempre più performanti rendono possibile ciò che solo due lustri fa non era nemmeno immaginabile: ogni biblioteca digitale di nuova generazione dovrebbe pertanto cercare di approfittare di tali condizioni tecnicamente favorevoli, avendo ben chiaro che essa sarà soggetta a diversi livelli di lettura che riguardano l’istituzione-biblioteca che la predispone e gli utenti che ne fruiranno.

 

 

 

 

Winter School

Integrare conoscenza e informazione.

In viaggio verso la scuola digitale.

 

Milano, Università Cattolica

17 e 18 gennaio 2020

Ulteriori informazioni a questo link.

 

 

Recensioni

052-A Braida (Lodovica), L’autore assente. L’anonimato nell’editoria italiana del Settecento, Bari-Roma, Laterza, 2019 (Quadrante 217), pp. XX+200, ill., ISBN 978-88-581-5618-8, € 22. Quando oggi si consulta un catalogo di biblioteca, che sia informatizzato o ancora a schede cartacee, si ricavano normalmente dati bibliografici la cui sicurezza è garantita normalmente dalle storie letterarie, al punto che al ricercatore sembra che il legame tra l’autore e l’opera fosse stato indiscutibile sin dalla prima edizione. Molto spesso è in effetti così, ma non sempre: alle volte prima che un’opera potesse recare sul frontespizio il nome dell’autore reale (non lo pseudonimo dietro cui magari si celava) potevano trascorrere anni e in alcuni casi si dovette attendere dopo la sua morte. Senza considerare inoltre tutte quelle opere per cui l’anonimato dell’autore è rimasto tale per sempre. L’attenzione dell’a. si concentra su questa particolare categoria di testi, che nel Settecento erano molto diffusi e non solo in Italia. La decisione di pubblicare in forma anonima non era frutto di un caso, ma conseguenza di motivi ben precisi: la necessità di evitare gli strali della censura, per esempio, oppure un certo tipo di pudore determinato dall’argomento trattato, o il timore di sottoporsi a critiche, di rendere noto di avere scritto un’opera poco consona alla propria posizione sociale o al proprio status (soprattutto nel caso di religiosi o di nobili), fino alla vergogna di usare il proprio cognome quando poteva suonare ridicolo alle orecchie dei contemporanei, oppure per un semplice divertissement letterario. Dopo l’Introduzione (pp. V-XIX), il libro si apre con il primo capitolo intitolato Le ambiguità della «funzione autore» (pp. 3-46), dove viene presentato il contesto editoriale del XVIII secolo, in cui la carenza di normativa sul diritto d’autore rendeva difficile la tutela delle prerogative giuridiche degli scrittori dell’epoca. Il capitolo è chiuso dal racconto del difficile rapporto di Vittorio Alfieri con i tipografi e della sua diffidenza verso la stampa dei suoi lavori. Segue poi un approfondimento su uno dei generi più amati dai lettori del Settecento, ovvero la letteratura odeporica. L’anonimato nei libri di viaggio è infatti il titolo del secondo capitolo (pp. 47-74), dove si sottolinea come, nonostante l’indubbio successo di tali libri, il nome dell’autore venisse generalmente esplicitato solamente nel caso del resoconto di una spedizione sovvenzionata da un mecenate, che doveva essere pubblicamente ringraziato, o se l’opera apparteneva al genere della trattatistica scientifica. L’anonimato del “viaggiatore” serviva altrimenti a garantirgli una certa libertà nei resoconti e nell’espressione delle proprie opinioni, sempre potenzialmente compromettenti, su quanto aveva visto in merito ai popoli incontrati o in campo politico, sociale, culturale e religioso. I due capitoli successivi tornano a trattare di due celebri autori, le cui vicende sono prese come esempio di situazioni ben differenti. Il primo è l’autore delle satire Il Mattino e Il Mezzogiorno, Giuseppe Parini (Giuseppe Parini: tra anonimato e ritorno dell’autorialità, pp. 75-117), per il quale l’anonimato era necessario per la natura stessa dei suoi scritti, troppo espliciti dal punto di vista sociale, benché la sua identità fosse nota all’interno dei circoli intellettuali milanesi. Tale situazione gli procurò però problemi sia con il suo editore, sempre pronto ad approfittare economicamente della situazione, sia con un suo emulatore, Giovanni Battista Mutinelli, che pubblicò una ulteriore parte, La Sera, sfruttando il successo dell’abate milanese, al punto che uscirono edizioni comprendenti insieme i poemetti di entrambi gli autori, come se si trattasse di uno solo. Se Parini non reagì in alcun modo, il suo nome infatti apparve sui frontespizi solamente dopo la sua morte, diverso fu l’atteggiamento assunto da Carlo Goldoni (Carlo Goldoni e la costruzione dell’autorialità, pp. 75-117). Consapevole della posizione di debolezza dell’autore nel sistema editoriale dell’epoca, si impegnò in prima persona per proteggere la autorevolezza delle proprie opere, sfruttando i paratesti delle edizioni da lui curate unitamente alla sua opera autobiografica, i Mémoires, esplicitando la sua identità di uomo e autore e la volontà di essere ricordato per questo. Ultima casistica esaminata riguarda gli autori di romanzi (Romanzi: libri da leggere e da dimenticare, pp. 160-188), per antonomasia genere letterario di ampia circolazione e nel quale i librai-editori fecero investimenti non trascurabili. Sebbene i romanzi riscuotessero un grande successo di pubblico, non vi fu nessun riconoscimento da parte del mondo della cultura tradizionale. Ovviamente vi si impegnarono anche scrittori di chiara fama, come Pietro Chiari o Antonio Piazza, ma anch’essi ricorsero a stratagemmi per nascondere la propria identità, fingendosi semplici traduttori o imponendo false date per non nuocere alla propria reputazione. In questo vol. l’a. ha voluto riprendere e ampliare vari spunti già trattati separatamente in passato, strutturandoli in maniera da offrire un quadro più organico e convincente su un argomento, che in Italia è stato scarsamente trattato, se non addirittura ignorato, anche dalle storie letterarie. – M.C.

052-B Chiabrando (Mauro), Il particolare superfluo. Atlante delle minuzie editoriali, Milano, Luni, 2019, pp. VII+375, ill. col., ISBN 978-88-7984-623-3, 60. «“Riguardo questo puoi essere completamente tranquillo” ella disse e, voltategli le spalle, si mise a bere il caffè. Sollevò la tazza, staccando il mignolo, e l’accostò alla bocca. Dopo averne bevuti alcuni sorsi ella lo guardò e, dall’espressione del viso di lui, capì chiaramente che gli erano disgustosi la mano e il gesto e il suono ch’ella produceva con le labbra». La presa di coscienza di un amore che finisce, la profonda e straziante drammaticità di un’intollerabile epifania, raccontata attraverso un dettaglio insignificante, un mignolo sollevato nell’atto di portarsi una tazzina alla bocca. Un gesto così naturale, così privo di significato, eppure tanto angoscioso e solenne agli occhi di Vronskij – tanto considerevolmente significativo – da sancire la fine del suo amore per Anna Karenina. Chiabrando ha fatto sua questa lezione di Tolstoij – maestro dell’inessenziale, mago del realismo – raccontando cento e più anni di storia culturale e sociale d’Italia con agile perizia, partendo dai “particolari superflui”, dalle “minuzie editoriali”, dalle fascette, segnalibri, cedole, dagli ex libris e dai tagliandi di controllo, passando per le etichette librarie e le schede bibliografiche, e poi dai buoni, dalle tessere, dagli errata corrige, dalle variazioni di prezzo… Chiabrando ha messo gli ephemera bibliografici al centro, ed è riuscito a cavarne una storia colorata (bellissime le immagini che corredano i capitoli!) e interessante; una storia intelligente, mai banale, utile e affascinante tanto per gli studiosi di storia del libro che per i bibliofili più accaniti. Ma questo “Atlante delle minuzie editoriali”, come recita il sottotitolo, è molto di più: è una vetrina di pezzi unici, introvabili, è un forziere che custodisce gemme modestissime ma preziose, in grado di rivelare «la peculiarità di uno stile o di un gusto imperante rispecchiando i capricci del mercato e la volubilità delle mode», oppure «aspetti impalpabili quali le atmosfere e i riti della lettura nel loro mutare da un’epoca all’altra» (p. 3). E l’a., con l’occhio espertissimo dell’attento bibliofilo, ha il merito di aver riconosciuto il grande potenziale che si cela tra le pieghe delle piccole comunicazioni editore-libraio-lettore, scovando le parole dimenticate di un mondo perduto, portando alla luce precise informazioni altrimenti irreperibili, facendo loro rivivere, tra le sue pagine, un rinnovato splendore. Non una semplice antologia di belle quisquilie, non una raccolta fine a se stessa, ma un invito a indagare la storia del libro, dell’editoria e della lettura in un modo nuovo e davvero umile, partendo “dal basso”. Chiude il vol. un utile – e copiosissimo – indice dei nomi. – Ar.L.

052-C Del Vento (Christian), La biblioteca ritrovata. La prima biblioteca di Vittorio Alfieri, a cura di Gianna Del Bono, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2019 (Alfieriana, 4), pp. 387, ISBN 978-88-6274-941-1, € 40. Dedicarsi allo studio di un autore letterario non significa concentrarsi unicamente sull’analisi filologica e strutturale delle sue opere, ma richiede uno sguardo a trecentosessanta gradi, che tocca diversi aspetti. Uno di questi è sicuramente la fortuna, quando possibile, di entrare nella biblioteca personale dell’autore, per indagare la sua formazione e le letture che lo hanno determinato lungo gli anni della sua vita, e per capire più in concreto il rapporto avuto con gli scrittori del passato. È il caso, per esempio, della biblioteca di Alessandro Manzoni o della famiglia Leopardi, i cui libri risultano una testimonianza e una documentazione assolutamente di prima mano per gli studiosi. Nel caso più specifico del vol. di Del Vento, il punto centrale è Vittorio Alfieri. Dell’Alfieri sono note due biblioteche: una prima di quasi 3.800 volumi che venne sequestrata e dispersa intorno al 1792 a Parigi, quando il letterato dovette rocambolescamente fuggire a seguito della Rivoluzione Francese. Di questa raccolta si erano inesorabilmente perse le tracce. La seconda, invece, messa assieme dopo la fuga dalla Francia, ebbe una sorte diversa ed è oggi conservata tra Montpellier e Firenze. Ora, grazie al ritrovamento dell’inventario del sequestro, la situazione si è capovolta ed è stato così possibile ricostruire buona parte dei libri – il 46%, una percentuale molto elevata vista la devastazione seguita alle dispersioni durante la Rivoluzione – facenti parte della prima biblioteca dell’Alfieri. È lapalissiano sostenere che questo studio abbia offerto una nuova importante chiave di lettura della vita e delle opere dello scrittore astigiano. L’a., infatti, accompagna il lettore di queste pagine all’interno della biblioteca virtuale alfieriana, permettendo di comprendere l’importanza e l’uso che venne fatto di questi libri dal possessore, per esempio tramite l’analisi delle postille. Ciò permette di capacitarsi della grande attenzione che l’Alfieri aveva per i suoi volumi. In primo luogo, si nota come fossero strumenti di studio propedeutici alla stesura delle sue opere. Analizzare questi volumi, infatti, è come entrare nell’officina alfieriana stessa. Questo grazie al paratesto (note, postille, segni di possesso), che non è solamente frutto di studio personale dell’opera, ma spesso diventa il supporto stesso per la stesura di testi letterari. Si trova, quindi, un libro che, da strumento di lavoro si trasforma in manoscritto autografo. In secondo luogo, questi volumi presentano un secondo livello di analisi, poiché rappresentano il gusto letterario e la moltiplicazione delle pratiche di lettura che hanno caratterizzato soprattutto il XVIII secolo. In particolare, su queste tematiche, dedicate proprio alla lettura dei libri, sono ancora oggi fondamentali gli studi di Roger Chartier. Il vol. contiene anche un apparato bibliografico ricchissimo, che oltre a presentare il catalogo delle opere che hanno posato sugli scaffali della biblioteca dell’Alfieri, raccoglie una ricca e completa bibliografia di studio sullo scrittore astigiano. Attraverso queste pagine, quindi, è data l’opportunità di viaggiare, virtualmente e per la prima volta, tra la quasi totalità dei volumi della raccolta di Alfieri. Fare questo permette, perciò, di rivedere con occhi nuovi la personalità di colui che la raccolse e la studiò per tutta la vita, identificando i suoi interessi di lettore del XVIII secolo. – L.Mo.

052-D Dizionario degli editori musicali italiani. Dalle origini alla metà del Settecento, a cura di Bianca Maria Antolini, con contributi di Licia Sirch – Saverio Franchi, Pisa, ETS, 2019, pp. 796, ISBN 978-88-84675330-4, € 95. Quello dell’editoria musicale è un mondo complesso e dalla storia affascinante. Tuttavia gli studi a riguardo, soprattutto per la situazione in Italia, nonostante siano quantitativamente fioriti dalla seconda metà del secolo scorso in poi (e siano quasi sempre lavori di qualità), sono spesso a carattere monografico, oppure approfondiscono aspetti specifici in articoli e saggi in rivista. Non mancano certo le bibliografie generali, prima fra tutte il pioneristico Dizionario degli editori musicali italiani: tipografi, incisori, librai-editori (Firenze, Olschki, 1958) di Claudio Sartori poi repertori come il RISM (Répertoire international des sources musicales). Non specificatamente musicali, ma altrettanto utili sono il Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti in Italia tra Quattrocento e Seicento, a cura di Marco Santoro e il Dizionario dei tipografi e degli editori italiani. Il Cinquecento (Menato-Sandal-Zappella), progetto ambizioso rimasto fermo al primo volume (A-F). Era necessario però uno strumento che “tirasse le fila”: l’onere fu assunto da Bianca Maria Antolini nel 2000, con il primo vol. del Dizionario degli editori musicali italiani (1750-1930), patrocinato dalla Società Italiana di Musicologia, che copriva gli anni dalla ripresa dell’editoria di musica in Italia all’introduzione delle nuove tecnologie di riproduzione del suono e i conseguenti cambiamenti nei consumi. Restavano tuttavia scoperti tre secoli: il cruciale periodo delle origini, passando per gli iniziali sviluppi, fino alla prima, vera, grande crisi. Quasi vent’anni dopo, ecco allora il volume tanto atteso: i 36 compilatori delle 384 voci hanno avuto il tempo di avvalersi degli studi più recenti, sfruttare le ormai numerosissime digitalizzazioni di volumi messe a disposizione in open source on line dalle biblioteche e metter mano agli archivi, ricchi di informazioni biografiche e notarili (fondamentali in una società dove le connessioni familiari e commerciali erano alla base del mercato). Aprono questo secondo (ma cronologicamente primo) tomo tre saggi: quello firmato dalla Antolini, a carattere generale e di ampio respiro, ma che, seppur doverosamente sintetico, traccia con precisione la storia e le principali problematiche dell’editoria musicale nel periodo preso in esame; segue Licia Sirch, che descrive le tecniche di stampa della musica; il terzo intervento (Saverio Franchi) contestualizza il fenomeno editoriale musicale all’interno del panorama dell’editoria nel suo complesso. Le voci sono complete di dati cronologici e biografici, delle caratteristiche della casa e della produzione, delle particolarità tecniche delle edizioni e dei caratteri da musica usati, dei metodi di commercializzazione, e sono indicate opere e autori pubblicati da ciascun editore. Chiude ogni voce un’utile bibliografia. I criteri di inclusione sono stati generosi: si danno notizie anche di tipografi che hanno avuto una esigua attività musicale o a cui è solo stata attribuita un’edizione; trovano altresì posto le società editoriali più importanti, e i librai e cartolai che hanno avuto a che fare con questo particolare ramo del mondo del libro a stampa. I “mostri sacri”, quali Ottaviano Petrucci, Andrea Antico, gli Scotto, i Gardano e i Giunta, hanno avuto diritto a una trattazione assai più articolata (anche in virtù della maggiore quantità di dati a disposizione). Il Dizionario della Antolini, finalmente completo, sopperisce dunque alla mancanza di uno strumento onnicomprensivo sul tema, prendendo in considerazione differenti angolazioni: rivolto sia a musicologi che a bibliologi e storici del libro, si rivela un valido collettore da cui partire per ricerche più specifiche. Insomma, l’attesa è valsa la pena. – Martina Molino

052-E Fiera di Bologna. Cinquant’anni di libri per ragazzi da tutto il mondo, a cura di Giorgia Grilli, Bologna, BolognaFiere, 2013, pp. 549+147 di fotografie, ISBN 978-88-7395-813-0, € 35. La Children’s Book Fair di Bologna costituisce il maggiore evento italiano (e uno dei più importanti al mondo) per chi lavora nel campo dell’editoria e dei contenuti dedicati a bambini e ragazzi. Ogni anno si contano circa 30.000 visitatori, così che la Fiera costituisce un punto d’incontro per un pubblico internazionale, rappresentando l’evento più importante a livello mondiale per lo scambio dei diritti nel settore dell’editoria per bambini e ragazzi. Nei suoi oltre cinquant’anni di vita la Children’s Book Fair è divenuta un punto di riferimento per editori, autori, illustratori, agenti letterari, distributori, insegnanti, traduttori e per tutte le altre figure che operano nel mondo dell’editoria e dei contenuti per l’infanzia. Il catalogo qui presentato è stato pubblicato in collaborazione con l’Università degli Studi di Bologna, in particolare il Dipartimento di Scienze dell’Educazione, nel quale sono presenti corsi di Letteratura per l’infanzia e i cui professori partecipano attivamente alle edizioni della Fiera. Attraverso le parole di coloro che hanno visto crescere questo progetto e grazie alle immagini di illustrazioni di libri che hanno fatto la storia dell’editoria per ragazzi si può ripercorrere la storia della Fiera del Libro di Bologna. Il vol. consta di tre sezioni: la prima si occupa di documentare la storia della Fiera: quando, perché è nata e il suo sviluppo. Attraverso sette sottosezioni si può apprendere perché sia stato scelto per questo evento il capoluogo emiliano e quale successo l’abbia accompagnato per diventare oggigiorno un evento di portata internazionale. La storia è raccontata in maniera semplice ma efficace attraverso le parole di Carla Poesio, non dopo aver avuto una contestualizzazione storica e commerciale grazie a Tito Menzani e una puntualizzazione, proposta da Antonio Faeti, sul perché sia stata realizzata la Fiera. Utili per capire l’evoluzione dell’evento fieristico sono anche le sezioni dedicate alla nascita del premio BolognaRagazzi Award, istituito nel 1964 facendo nascere altri due riconoscimenti: il Torchio d’oro, destinato alla grafica, e il Balanzone d’oro, che premia l’opera letteraria. Pagine preziose sono dedicate a Giovanni Lanzi, grafico bolognese che negli anni Novanta prestò la propria penna per i loghi della Fiera. La seconda sezione illustra l’evoluzione dell’editoria per bambini e ragazzi dal 1964, anno di lancio della Fiera del Libro, fino al 2013, anno di pubblicazione del catalogo. A ogni Paese è dedicato uno spazio ad hoc per descrivere l’evoluzione dell’editoria per ragazzi. Particolare rilevanza assumono gli Stati Uniti, centro di sviluppo soprattutto per quanto riguarda le illustrazioni: si passa infatti da un iniziale realismo e iperrealismo, fino all’evocazione della dimensione del sogno, che caratterizzerà poi anche la realizzazione di film. È molto interessante che, attraverso la storia dell’editoria per ragazzi, si possa comprendere l’evoluzione sociale segnata dagli avvenimenti storici che hanno caratterizzato ogni singolo Paese: degni di menzione sono il Sudamerica, che avrà una crescita costante solo a partire dagli anni Sessanta; la Spagna, soggetta alla censura del Regime franchista e alle profonde evoluzioni politiche e culturali successive, e l’Africa, di cui sono menzionate le zone anglofone e francofone che, ribellandosi al predominio dell’editoria globalizzata, provocano una reazione locale dettata dal desiderio di produrre testi inerenti al contesto locale. Per nulla irrilevante è la Biennale di Illustrazione di Bratislava (BIB), evento divenuto importante nel mondo della illustrazione: grazie a esso si può avere una visione complessiva della letteratura infantile nei Paesi dell’Est, che molto ha patito a causa dei regimi, delle guerre e delle continue modifiche territoriali. L’ultima sezione, non certo per importanza, riporta le testimonianze dirette di autori, editori e illustratori che hanno partecipato alle Fiera: in questo modo si può avere un riscontro diretto da chi è intervenuto in prima persona, valido a capire cosa l’evento ha trasmesso loro in termini di incontri. – Alice Roesel

052-F Frasso (Giuseppe), Indagini su un postillato ambrosiano. Un pittore e il suo vocabolario, Milano, Biblioteca Ambrosiana. Centro Ambrosiano, 2019 (Fontes Ambrosiani in lucem editi cura et studio Bibliothecae Ambrosianae. Nova series, VIII), pp. 350, ill. b/n, ISBN 978-88-6894-354-7, € 26. Il manoscritto & 230 sup. della Biblioteca Ambrosiana di Milano è in realtà un esemplare della non rara princeps del Vocabolario, grammatica et orthographia de la lingua volgare, di Alberto Acarisio da Cento (Cento, per l’autore, giugno 1543, Edit16 on line CNCE 85), che deve la propria collocazione alle fitte postille, attribuite da una nota alla seconda guardia anteriore al fiorentino Filippo Baldinucci (1625-1696). A questo pittore e storico dell’arte, ascritto all’Accademia della Crusca dal 3 gennaio 1682, si devono un importante Vocabolario toscano dell’arte del disegno (Firenze, Santi Franchi, 1681) e le Notizie de’ professori del disegno (6 volumi, Firenze, Santi Franchi, 1681-1728), uscite in parte postume. L’attribuzione delle postille – e dunque la provenienza del volume – non desta, a un primo sguardo, alcuna perplessità; anzi, porterebbe a identificare una fonte importante del lavoro linguistico e lessicale di Baldinucci. Se a ciò si aggiunge che il postillatore si sottoscrive con il monogramma «FB», il cerchio sembra chiudersi senza alcun problema. A un’osservazione più attenta, però, si mostra che le cose non stanno esattamente così. L’a., il cui interesse per i postillati perdura da oltre un ventennio, fornisce in questo bel vol. l’ennesima lezione di metodo riguardo al lavoro intorno ai lettori con la penna in mano. Già l’introduzione (titolata Libri «tocchi di mano di huomini dotti», pp. 9-29) rappresenta per certi versi una summa della riflessione dell’autore intorno ai postillati, almeno sul versante della ricerca filologica ed erudita. Discutendo con autori soprattutto anglosassoni e portando una nutrita schiera di esempi, Frasso ritorna su alcune categorie proposte e mostra la ricchezza di spunti che un libro usato – secondo un’osservazione di Luigi Balsamo – può generare. Entrando poi nel merito del lavoro, nel primo capitolo (FB: chi era costui?, pp. 37-86) l’a., sulla scorta di una solida impalcatura di prove, frutto di una ricerca ad ampio spettro, disvela l’identità del postillatore FB, identificandolo inequivocabilmente nel pittore marchigiano Francesco Boniforti (1594-1671). Una ancor più approfondita analisi delle postille, di cui l’a. dà conto nel secondo capitolo (Francesco Boniforti: segni, postille, libri. Esempi e proposte, pp. 87-243), consente non solo di ricostruire il senso del lavoro di Boniforti e le sue modalità operative, ma anche alcuni tratti della sua biblioteca personale. Alcuni espliciti riferimenti, infatti, denunciano libri di proprietà del pittore a cui si possono affiancare altre ampie letture, desumibili da più essenziali, ma sempre puntuali, rimandi. Si tratta di una biblioteca numericamente di poco conto, ma affatto ovvia per un «non addetto ai lavori» e che dimostra un ventaglio di interessi e di letture di assoluto rispetto. In appendice (pp. 245-271), il vol. presenta l’edizione di «materiali vergati sulle carte aggiunte all’inizio del volume» ambrosiano (p. 245). Chiudono un’ampia e accurata bibliografia di riferimento, l’Elenco di alcune ‘voci’ che compaiono (anche in forme differenti) nelle postille di F. Boniforti, l’indice delle tavole, l’indice dei nomi e quello dei manoscritti e dei postillati. – L.R.

052-G In Search of Utopia. Art and Science in the Era of Thomas More, edited by Jan Van der Stock, [Leuven] – Amsterdam, Davidsfonds Uitgeverij – University Press, 2016, pp. 429, ill. col., ISBN 978-90-590-8811-5, s.i.p. Il bellissimo e poderoso vol. è il catalogo della mostra In Search of Utopia, svoltasi al M-Museum di Leuven il giorno 20 ottobre 2016. La mostra nasceva con l’intento di celebrare il cinquecentesimo anniversario della pubblicazione dell’Utopia di Thomas More, la cui princeps vide la luce proprio nella città di Leuven, grazie all’operato del maestro tipografo Dirk Martens. Il progetto della mostra – risalente al 2009 per l’iniziativa di Jan Van der Stock e Veronique Vandekerchove – è stato correlato da considerevoli ricerche e studi legati alle numerose e preziose opere d’arte che – da diverse istituzioni museali pubbliche e collezioni private – sono confluite nell’esposizione In Search of Utopia. Il presente vol. quindi, oltre al catalogo delle opere, presenta anche i risultati di queste estensive ricerche. Dopo la Prefazione (pp. 9- 10), seguono infatti i contributi di: Jan Van Der Stock, In Search of Utopia – The Exhibition (pp. 13-18); Hans Cools, Europe-America-Utopia: Visions of an Ideal World in the Sixteenth Century (pp. 21-28); Jan Papy, Thomas More, Utopia and Leuven: Tracing the Intellectual and Cultural Context (pp. 31-38); Paul Vandenbroeck, Erotic Utopia: the ‘Garden of Earthly Delights’ in Context (pp. 41-47); Barbara Baert, The Enclosed Garden: a Utopian and Mystical Sanctuary (pp. 49-53); Emmanuelle Vagnon, Beyond the Horizon: Terra Incognita (pp. 55-61); Koenraad van Cleempoel, The Ultimate Utopia: a Universe in the Land (pp. 63-69). Le tematiche presentate in questi testi, che precedono il catalogo vero e proprio, riflettono a pieno il pensiero e l’organizzazione che hanno guidato il progetto della mostra: non solo un focus sull’Utopia di More, ma un allargarsi a tutti i principali temi che – attraverso manufatti e opere d’arte, prodotti principalmente da artisti attivi nelle Fiandre e nel Brabante – si legano alla rappresentazione del mondo terreno, di quello ultraterreno e dell’intero universo. Si avranno allora, da un lato i pezzi che riguardano direttamente l’Utopia di Thomas More e dall’altro i pezzi che testimoniano l’immaginario riguardante il paradiso e l’infermo, la rappresentazione del mondo e la rappresentazione: quattro sezioni in tutto quindi. La prima sezione – Utopia of Thomas More (1516). A Golden Book from Leuven Conquers the World (pp. 73-159, schede nn. 1-19) – si suddivide in: Utopia the Book, in Leuven and the Low Countries in cui sono schedate la prima edizione dell’Utopia e varie opere d’arte o stampe che rappresentano l’autore, la sua famiglia e la città di Leuven; Editions and Transaltions of Utopia 1516-1750 in cui si trovano varie edizioni e traduzioni dell’opera successive alla princeps; Utopia and European Humanism in cui sono collocati diversi ritratti di umanisti europei, tra i quali spicca Erasmo da Rotterdam. La seconda sezione – Beyond Utopia. Images of Paradise and Hell (pp. 162-257, schede nn. 20-41) – si suddivide a sua volta in: The Garden of Eden – The Earthly Paradise e The Conservation of Enclosed Gardens from Melchelen. A Closer Look at Fragile Mixed Media che contiene numerose opere d’arte (dipinti, statue lignee) raffiguranti il giardino dell’Eden; Dystopia che raccoglie varie testimonianze (dipinti, ma anche miniature contenute in manoscritti) che raffigurano una realtà infernale e abissale. La terza sezione – Holding the Universe. Dreaming of Space and Time (pp. 261-327, schede nn. 42-58) – propone varie mappe manoscritte o stampate e statuette che testimoniano la tensione dell’uomo verso la rappresentazione del mondo nel quale viveva, mondo di cui molte parti erano a lui sconosciute. La quarta e ultima sezione – Holding the Universe. Dreaming of Space and Time (pp. 331-407, schede nn. 59-77) – si suddivide in: In Search of Utopian Perfection: Builders of Scientific Instruments – the ‘Leuven School’ in cui si trovano mappe celesti, astrolabi e sfere armillari prodotti a Leuven; Eternity: Imaging Time in cui compaiono raffigurazioni dei mesi e calendari realizzati da artisti di Leuven. Le schede, firmate da vari contributori (se ne veda l’elenco nel retrofrontespizio) sono dettagliate, ricche di informazioni e corredate da splendide fotografie dei pezzi. Chiudono il vol. la bibliografia puntuale citata nelle schede (pp. 408-423), l’indice dei nomi (pp. 424-425) e l’elenco delle istituzioni (p. 426) che hanno prestato i pezzi per l’esposizione: una cinquantina, tra istituzioni pubbliche e private, dislocate in dodici nazioni diverse. – A.T.

052-H Luzzato (Sergio), Max Fox o le relazioni pericolose, Torino, Einaudi, 2019, pp. 312, ISBN 978-88-06-19994-4, € 20. Che uno storico, sia pur specializzato sull’epoca contemporanea, si voglia immergere nella ricostruzione di avvenimenti ancora vividi nella nostra memoria, applicando alla cronaca la serietà della lettura dello studioso non è cosa ovvia. Che poi lo faccia non tanto su un fenomeno sociale o politico, ma piuttosto sulla vita, le disavventure e i crimini di una singola persona, questo è ancor più raro, sottraendo così i riflettori al lavoro del giornalista. Ma qui si gioca ancora più “sporco”, accettando non tanto o non solo di compiere un’inchiesta su Massimo De Caro, in carcere per aver devastato e svenduto (da direttore) il patrimonio della Biblioteca dei Girolamini di Napoli, ma lasciandosi coinvolgere in una “relazione pericolosa” che, accettato il rapporto umano e personale, si spinge, consapevolmente, fino al limite della possibilità di essere fagocitato e circuito dalle maglie di un maestro affabulatore come De Caro, e persino di essere preso dalla (giusta) pietà per il carcerato, perché la pur giusta giustizia umana conserva sempre una traccia della sua disumanità. La storia narrata accetta quindi di porsi dalla parte del protagonista, di seguirne (sino a riportarne persino frasi virgolettate) conversazioni orali o appunti scritti in un lungo racconto-confessione che ha portato Massimo De Caro a sciorinare tutta la propria esistenza, sino dai primi passi, un po’ all’ombra dei genitori comunisti-sindacalisti, passando per i malcerti studi, le ragazzate, il passaggio tra i carabinieri, i primi tentativi di truffa e di malversazione, che ebbero per oggetto sin dall’inizio quasi sempre i libri. Eppure si trattava di un personaggio dotato di un indiscutibile appeal, capace di trovarsi a proprio agio con cardinali e senatori, ma anche con vecchi tipografi e calorosi compagni di cella. Certo, spicca quel curriculum così incredibilmente falso, millantatore e deformante che a decine avranno letto e riletto ma sul quale non hanno avuto nulla da ridire fino al momento del tragico baratro (e dopo è facile infierire…). De Caro proclama a più riprese il proprio amore (quasi maniacale) per i libri antichi e preziosi, per il loro possesso, anche a costo di sottrarli ai legittimi proprietari (spesso preti sprovveduti o compiacenti, spesso biblioteche ammuffite e cadenti che quei libri neppure sapevano di averli…), quasi che il suo fosse un caso di cleptomania “selettiva”. Anche se poi questi libri il De Caro se li vendeva (e a caro prezzo!) per condurre una vita spensierata e spendacciona da alcolista donnaiolo su e giù per l’Italia, di qua e di là dall’oceano. Eccolo allora architettare la grande truffa intorno alla figura di Galileo (di cui è con ogni probabilità un ottimo conoscitore) con la produzione di veri e propri libri falsi, talvolta certificati come autentici da questo o quello studioso, o con l’allestimento di un celebre e corposo catalogo di vendita (oggi conservato in molte biblioteche italiane) che venne lungamente osannato da un noto giornalista culturale nostrano. E poi i furti condotti nelle nostre biblioteche pubbliche ed ecclesiastiche, camuffate da “ispezioni” ministeriali, e da ultima la grande, tragica, grandguignolesca rapina notturna della Biblioteca dei Girolamini. Un libro importante, drammatico, che chiunque si occupi di libri e beni culturali dovrebbe leggere, che pur coi suoi limiti ci mostra il ritratto non solo o non tanto di un “mostro”, ma di un modus operandi facilone e approssimativo da parte delle istituzioni, furbesco e privo di scrupoli da parte dei protagonisti. Al termine della lettura, due soli rimpianti: uno è la brevità con la quale viene tutto sommato trattato l’affaire Girolamini, che ci interessava al massimo grado, ma che è ancora in parte soggetto alle indagini di polizia, e l’altro è la mancanza di un indice dei nomi, che avrebbe messo ancor più in risalto il ruolo di tanti librai, politici, funzionari, ecclesiastici, docenti universitari e giornalisti (quasi tutti ancor oggi sulla piazza) vergognosamente compromessi dai lacci di De Caro. E qui sta l’aspetto più triste di tutta la vicenda: non il crimine (che c’è sempre stato…), non l’errore di valutazione del personaggio, che tutti possiamo commettere, ma l’assordante silenzio di tanti, funzionari dello Stato e dei Beni culturali, uomini di cultura e dell’informazione, che oggi fanno i manipulitisti dell’ultima ora, ma che per lungo tempo non hanno saputo né vigilare, né vedere, né semplicemente avuto il coraggio di parlare. – Ed.B.

052-I Monok (István), The Cultural Horizon of Aristocrats in the Hungarian Kingdom. Their Libraries and Erudition in the 16th and 17th Centuries, Wien, Presens 2019 (Verflechtungen und Interferenzen. Studien zu den Literaturen und Kulturen im zentraleuropäischen Raum, 3), pp. 390, ISBN 978-3-7069-1024-8, € 33. L’a. è uno dei maggiori studiosi ungheresi viventi, bibliotecario e docente di discipline umanistiche, attivista nello sviluppo degli studi locali incentrati sulla ricostruzione della storia culturale ungherese. Il vol. è allora una preziosa sintesi almeno di una certa parte dei suoi studi e dei numerosissimi progetti da lui promossi in una serie incessante di pubblicazioni di antichi cataloghi bibliotecari, di inventari librari, etc. Una parte, si diceva (e basti vedere la lunga sequela di studi a lui intestati nella bibliografia posta in fine), perché restano sostanzialmente esclusi quelli relativi alle biblioteche ecclesiastiche cattoliche (un po’ diverso è ciò che accade con quelle protestanti, più legate all’esperienza della nobiltà ungherese). Il vol. è organizzato in una densa discussione storica (pp. 7-230), in un’amplissima bibliografia organizzata alfabeticamente (pp. 233-319), nell’apparato delle note (pp. 320-61, numerate progressivamente sino a 1292!), l’indice dei nomi di persona e di luogo (pp. 362-90). Dopo aver affrontato la complessa questione dei confini della natio hungarica in seguito alla caduta della corona d’Ungheria con la battaglia di Mohács, per cui si possono rincorrere nobili ungheresi in un’ampia area che comprende almeno anche la Transilvania e la Croazia, si passa a ricordare il “mito” della biblioteca di Mattia Corvino e della dispersione dei suoi libri: non si scordi che la mossa iniziale della Bibliotheca Universalis di Conrad Gesner è proprio la considerazione della instabilità delle raccolte librarie, basata sulla notizia del disastro cui era andata incontro la libreria corviniana. C’è poi il tema della continua pressione turca, con spostamenti di confini, scontri militari, forme di vassallaggio, nonché quello del passaggio alla Riforma (luteranesimo e calvinismo) di parte della nobiltà ungherese, o ancora quello della fitta rete di relazioni transetniche e translinguistiche con le popolazioni limitrofe o con cui si entrava in contatto, con una presenza non trascurabile dell’italiano come lingua della cultura. Tutto questo in un ambiente in cui scarsa era la produzione libraria e difficile il commercio del libro. Eppure, numerosi inventari testimoniano la presenza di una nobiltà più colta e intellettualmente formata di quanto ci si potrebbe aspettare, nonché la disponibilità di raccolte librarie non ovvie e inoltre variamente presenti nel vasto territorio (meno indagato, forse, il tema dell’attuale conservazione di lacerti più o meno estesi di tale materiale). Certo, l’occasione degli studi in Austria o in Italia erano i momenti fondativi delle collezioni di libri dei singoli nobili, di cui vengono passate in rassegna ben ventiquattro realtà. Diverso il caso delle, numericamente assai minori, biblioteche femminili che però erano strettamente collegate, oltre che all’apprendimento della lettura, alla vita di corte e alla conversazione colta. Il vol. si presenta, quindi, non solo aggiornato dal punto di vista della metodologia di analisi delle raccolte librarie, ma capace di costituire un grandioso affresco della vita intellettuale e culturale dei ceti nobiliari ungheresi in un’ampia area dei Carpazi centrali, una zona complessa ma ricca di interessi e peculiarità che non verranno cancellate dalla progressiva assimilazione nel mondo asburgico. Due soli difetti di un vol. comunque prezioso: la veste editoriale troppo modesta per una pubblicazione che dovrebbe essere anche di consultazione, l’uso per le località site in quella che gli ungheresi considerano la “Ungheria storica” (o “Grande Ungheria”) dei toponimi solo secondo la dizione ungherese per cui, per scoprire che la misteriosa Nagyszombat è la slovacca Trnava o Gyulafehérvár la rumena (transilvana) Alba Iulia occorre ricorrere all’indice finale. – Ed.B.

052-J Plebani (Tiziana), Le scritture delle donne in Europa. Pratiche quotidiane e ambizioni letterarie (secoli XIII-XX), Roma, Carocci, 2019 (Frecce), pp. 367, ill. b/n, ISBN 978-88-430-9418-9, € 32. Ogni giorno e in modi diversi si celebra il lavoro degli autori che hanno reso grande il nostro patrimonio culturale attraverso la Letteratura: tutti uomini, se non poche eccezioni piuttosto recenti. Ma nel corso della storia molte più di quante comunemente si pensi sono state le donne che hanno prodotto testi scritti, quelle che hanno cioè preso in mano la penna per necessità amministrativa, bisogno comunicativo, desiderio di ricchezza, memoria personale o semplicemente per essere conosciute da un “pubblico”. Il vol., lungi dal rappresentare un’antologia, si presenta come un excursus delle scritture femminili in Europa dal XIII al XX secolo: da quelle che in un lontano passato hanno conosciuto e in parte ancora conoscono fama e gloria, fino a quelle ridotte al silenzio a causa dei cambiamenti delle regole letterarie e dei codici sociali. L’a. porta avanti un’analisi di quelle penne che sono giunte fino ai nostri giorni attraverso opere di diversa natura, contestualizzando paragrafo dopo paragrafo il loro lavoro diacronicamente. Partendo dal Medioevo, l’a. ha scelto deliberatamente di evitare l’analisi grafica e paleografica della scrittura femminile: le donne, a differenza del genere maschile, non hanno avuto un percorso formativo canonico se non a partire dalla fine dell’Ottocento. Il genere femminile è stato cioè per secoli tra le fila del popolo analfabeta o scarsamente alfabetizzato, pertanto sarebbe stato superfluo cercare di distinguere le personalità colte, da quelle semicolte e letterate nella schiera delle autrici prese in esame. Il secondo sesso ha quindi influito con le sue azioni nei principali momenti di fermento sociale nei modi più disparati, ma senza lasciare, almeno apparentemente, molte tracce o testimonianze scritte. Confrontando le percentuali di alfabetismo per entrambi i sessi nei diversi periodi storici, l’a. ripercorre la storia delle scriventi in Europa dal Medioevo sin quasi ai nostri giorni, soffermandosi sulle più importanti fasi che riguardano la storia dell’alfabetizzazione e la trasformazione dei mezzi di comunicazione. Ciò che emerge chiaramente è il quadro che racchiude i principali periodi di trasformazione culturale dell’Occidente. Il primo, che coincide con il crollo del latino, vede per la prima volta l’opportunità di donne e uomini comuni di emergere attraverso la possibilità di esprimersi nella lingua madre grazie all’uso dei volgari; grande spazio è dedicato alla seconda trasformazione sociale che scaturisce con la nascita della stampa, e successivamente nel Seicento con l’arrivo dei primi giornali. Da questa remota serie di cambiamenti consegue la diffusione di nuovi generi letterari e mansioni che hanno dato la possibilità di una vera carriera retribuita per tutti e tutte. Infine, molte pagine sono dedicate al periodo della scolarizzazione di massa che avviene a partire dal secondo Ottocento, che ha permesso l’accesso alla scrittura a una fetta di popolazione ancora più ampia. È proprio tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento che un dialogo più acceso e appassionante ha avuto modo di svilupparsi: scritti sul denaro, sul lavoro, sulla carriera, sulla qualità di vita e in senso più ampio sulle differenze tra uomini e donne. Il vol. fa luce sulla storia di donne che hanno prodotto testi scritti, ma inevitabilmente vi confluisce anche la storia di coloro che hanno trasmesso e gestito la memoria, alla scoperta di una ricchezza e varietà di voci per lo più sconosciute. Non curandosi dell’effettiva qualità dei testi presi in esame, e sicuramente senza rincorrere minuziosamente i numeri in una sfiancante lotta tra scrittori e scrittrici, l’a. ha operato in chiave storica, mostrando le relazioni e i contesti in cui queste penne hanno lavorato: cosa ha spinto le donne alla scrittura? Attraverso quali strade hanno avuto accesso all’alfabeto, alla penna e alla carta? Cosa volevano raccontare? E soprattutto: è mai esistita ed esiste oggi “una scrittura femminile”? – Giovanni Storiale

052-K Tipoteca. Una storia italiana, coord. Sandro Berra – Leonardo Facchin, introduzione di Lucio Passerini, Crocetta del Montello, Antiga Edizioni, 2018, pp. 320, ill. col., ISBN 978-88-8435-099-2, 90 €. «Le glorie della tipografia appartengono alle arti, certo “minori” rispetto a quelle cui presiedono solenni le Muse, ma non altrimenti classificabili senza smarrirne il senso, frutto dell’ingegno e del gusto, dello studio e dell’esperienza, opera degli artigiani, che agli artisti sono sempre stati umilmente vicini; e come di ogni arte anche della tipografia si è venuta accumulando una storia lunga e secolare, perché nel frattempo sono cambiate molte cose: gli strumenti, le macchine, i materiali e tante altre cose sono state inventate per raggiungere risultati migliori con minore fatica e senza incertezza». Come si sa, la storia culturale e sociale d’Italia coincide con la storia dell’artigianato, da sempre al centro della vita artistica e produttiva del Paese. La tipografia, che proprio in Italia ha conosciuto l’acme del suo sviluppo, è certamente una delle attività che, come sottolineato dalle parole di Cesare De Michelis poc’anzi citate, mette maggiormente in relazione abilità artigianali e creatività artistica. Al giorno d’oggi, se si pensa al legame tra artigianato e tipografia, non può non venire in mente la Tipoteca Italiana di Cornuda, museo della tipografia nato sul finire del secolo scorso grazie all’impegno e alla passione della famiglia Antiga, in particolar modo Silvio, fondatore e vera anima del progetto, e oggi punto di riferimento per tutto ciò che concerne tecniche e materiali per la stampa nella storia. Per festeggiare i primi 50 anni delle Grafiche Antiga, realtà imprenditoriale nel campo della stampa di qualità, la famiglia trevigiana ha deciso di dedicare questa pubblicazione proprio alla Tipoteca, che rappresenta l’attività a cui, forse, i fratelli Antiga tengono maggiormente. L’elegante vol. cartonato e con cofanetto, raccoglie 238 fotografie a colori che testimoniano l’attività, i locali e i materiali conservati presso il museo e presso il magazzino di deposito, ed è suddiviso in 8 sezioni, tutte in pubblicazione bilingue italiano e inglese: Il carattere della Tipoteca (pp. 26-75), Archivio caratteri di piombo (76-171), Archivio caratteri di legno (172-227), Officina di restauro (228-239), L’arte della stampa (240-257), Cultura tipografica (258-281), Caratteri in uso (282-303), La realizzazione del libro (304-317). Dopo l’introduzione di Lucio Passerini (pp. 17-24), all’interno delle sezioni sono presenti testi, anch’essi in italiano e inglese, di alcuni tra i più esperti grafici e studiosi di storia della tipografia, riguardanti rispettivamente vari aspetti storici e tecnici della stampa manuale e meccanica: James Clough (Qualche altra parola su Bodoni, pp. 84-93 e Caratteri di grandi dimensioni per una tipografia vernacolare, pp. 182-227); James Mosley (Notizie intorno a vari incisori di Caratteri e sopra alcune Getterie d’italia, pp. 94-129); Sergio Polano (Aldo Novarese e l’arte dei tipi, pp. 130-145); Enrico Tallone (Il mistero dei caratteri, pp. 146-165); Alberto Vigevani (Un poeta in tipografia, pp. 166-171); Mathieu Lommen (Lettere come modelli. Saggi di lettering a stampa, pp. 268-281); Alan Kitching (The Typogtaphy Workshop, pp. 286-291); Erik Spiekermann (Ritorno ai fondamentali: perché il vecchio è nuovo, pp. 292-297) e Bill e Jim Moran (Musica per i tuoi occhi, pp. 298-299). Inseriti tra le pagine, e senza indicazione di pagina, sono invece i contributi di Arnaldo Loner (Il bibliofilo e la fabbrica dei libri), Cesare De Michelis, il quale dedica un personale omaggio alla Tipoteca, e Jost Hochuli (Il dettaglio nella tipografia, leggibilità e cultura tipografica, un omaggio a Hans Peter Willberg). Il vol. contiene infine tre eleganti inserti in letterpress con caratteri piombo/legno dell’Archivio Tipoteca. – P.S.

 

Spogli e segnalazioni

052-001 «ABEI Bollettino di Informazione», 28, 2019/1. Continua la pubblicazione delle relazioni tenute al Convegno del 2018. Fausto Ruggeri ripercorre la storia dell’ABEI mettendone in luce i punti chiave, gli intenti e le iniziative di maggior rilievo. Elisabetta Zucchini riflette sulla centralità della formazione ricordando come l’ABEI sia sempre stata caratterizzata da una particolare attenzione per questo tema facendosi essa stessa promotrice di attività formative che permettessero l’aggiornamento e le conoscenze necessarie per lo svolgimento della professione bibliotecaria. Paola Sverzellati espone in maniera chiara quale sia stato il percorso dell’Unione Europea riguardo al riconoscimento delle competenze professionali e della formazione; la conoscenza della classificazione dell’esperienza professionale e le caratteristiche della formazione sono fondamentali per proporre attività che raggiungano gli scopi prefissi e siano davvero qualificanti per coloro che vi partecipano. Markus Krienke parla del concetto di carità intellettuale in Antonio Rosmini, centro del suo pensiero e del suo agire; l’a. lo spiega declinandolo in sette punti che ne chiariscono la natura e il risvolto sociale e pastorale. Roberto Alessandroni riflette sullo stretto rapporto tra uomini e libri, dove la parola scritta è testimonianza non solo del pensiero ma delle radici e della stessa essenza di un popolo; la domanda implicita è: quali conseguenze se si rompe tale legame? Flaminio Fonte ripercorre brevemente la storia della Biblioteca del Seminario Vescovile di Lodi e la sua esperienza di seminarista e utente ricordando il ruolo fondamentale della biblioteca per la crescita umana e pastorale. Chiude il fascicolo un contributo di Ursula Stampfer (che non fa parte delle relazioni del convegno) sul progetto di catalogazione dei manoscritti in Tirolo nel database manuscripta.it. – Em. B.

052-002 Acidini (Cristina)Elena Guerrieri, Firenze 1450 – Firenze oggi. I luoghi di Marco Rustici orafo del Rinascimento, Firenze, Olschki, 2018, pp. 128, ill. col., ISBN 978-88-222-6599-9, € 14. L’orafo e miniatore Marco di Bartolomeo Rustici, attorno al 1441-1442, intraprese un viaggio per la Terra Santa stabilendo come punto di partenza e di arrivo la città di Firenze. Dal 1450 iniziò raccogliere le memorie del suo itinerario spirituale in un libro e accompagnò al testo delle illustrazioni a penna colorate. Per introdurre Firenze, Rustici assegnò a alle porte principali delle mura nove grandi poeti e letterati, sia antichi che contemporanei. Estrapolando dunque le parti rivolte alla sua città natale, questo libro si presenta come una guida attraverso la quale è possibile ripercorrere 38 tappe mediante un confronto tra la Firenze di ieri – con le suddette illustrazioni – e la Firenze odierna. A queste tappe se ne aggiunge una, ovvero quella del Teatro romano: una ricostruzione congetturale con vista dall’alto di un anfiteatro, il quale sorgeva fuori dalla prima cerchia muraria della città. – Pietro Putignano

052-003 Aglio (Roberta) – Monica Feraboli, I libri di Pietro Duodo. Una “biblioteca da viaggio” ricostruita, Cremona, Biblioteca del Seminario Vescovile, 2016, pp. VIII+118, ill. b/n e col., manca ISBN, € 18. A partire dall’esemplare della piccola edizione del Goffredo tassiano (Venezia, Giovanni Battista Ciotti, 1594) conservata presso la Biblioteca del Seminario Vescovile di Cremona e precedente proprietà del patrizio veneziano Pietro Duodo, il v. ricostruisce virtualmente la consistenza della sua biblioteca cinquecentesca. La collezione di Duodo era costituita da volumi in-16° di facile trasporto, che l’aristocratico aveva fatto rilegare in caratteristiche legature à la fanfare con il suo stemma impresso in oro sui piatti, probabilmente opera del legatore parigino Clovis Ève. La biblioteca andò dispersa dopo la morte del suo proprietario, ma oggi se ne possono individuare almeno 133 esemplari nelle biblioteche italiane e straniere, grazie alla particolare legatura (il colore del marocchino cambia in base alla materia tratta nell’opera), oltre a un’inconsueta rigatura dei frontespizi in inchiostro rosso. Le schede bibliografiche realizzate per ciascun esemplare pongono particolare attenzione ad elencare i possessori precedenti, risultato di uno approfondito scavo tra bibliografie e cataloghi d’antiquariato. Indici e bibliografia in calce. – D.M.

052-004 Aguas Compaired (Alejandra) – Ana Ballestero Pascual, El legado del impresor zaragozano Miguel Montañés (1727-1731), «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 5, 2019, pp. 165-77. Il testamento di un tipografo di Saragozza permette di chiarire origine e destino successivo della sua impresa. – Ed.B.

052-005 Antonazzo (Antonino), Gli «excerpta» pliniani di Landino, «Studi medievali e umanistici», 15, 2017, pp. 363-92. Il Riccardiano 154, autografo di Cristoforo Landino, contiene numerosi excerpta dalla Naturalis historia di Plinio: si indagano la collocazione stemmatica della fonte, il metodo di compilazione e viene proposta una collocazione cronologica del ms. – L.Ma.

052-006 Apollonio (Dario), In viaggio con Leonardo, in Con Leonardo da Vinci a Bologna, a cura di R. Campioni, pp. 115-31. Coniugando la moderna tecnologia della geo-referenziazione alle testimonianze dello stesso Leonardo circa i propri spostamenti, l’a. ha realizzato un data-base che ripropone quei viaggi su una cartografia attuale in ordine cronologico. Ogni itinerario è corredato/irrobustito dalle relative fonti documentarie e soprattutto dall’indicazione delle opere eseguite in quel certo periodo. Corredano il pezzo 14 ill. col. – E.G.

052-007 «Avisos. Noticias de la Real Biblioteca», 25/87, enero-abril 2019. In questo numero un’ampia recensione delle due raccolte di prefazioni manuziani curate da Villa I Tatti (The Greek Classics, ed. by N. G. Wilson, 2016 e Humanism and Latin Classics, ed. by John N. Grant), una nota sulle caratteristiche editoriali della princeps degli scritti di Teresa de Avila, una presentazione del vol. di Fernando Bouza, Del escribano a la biblioteca. La civilización escrita europea en la alta Edad Moderna (signos XV-XVII), Madrid, Akal, 2018.

052-008 Bacchelli (Franco), Appunti su alcuni libri appartenuti a Leonardo, in Con Leonardo da Vinci a Bologna, a cura di R. Campioni, pp. 51-7. L’a. propone alcune documentate puntualizzazioni su come Leonardo approcciò e lesse alcuni testi facenti parte delle due liste librarie autografe, indicando anche nuove possibili piste di ricerca – centrate in particolare sullo spagnolo Pietro Monte e sulla sua produzione letteraria – per mettere a fuoco soprattutto «le discussioni filosofiche e scientifiche del così trascurato ambiente milanese» (pp. 54-5). – E.G.

052-009 Bacci (Giorgio), Lorenzo Mattotti. Immagini tra arte, letteratura e musica – The meeting point for art, literature and music, Pisa, Felici, 2018 Þ rec. Paolo Giambarella, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura Arte», n. 13-14, marzo-settembre 2018, pp. 240-3.

052-010 Baetens (Jan), Le paratexte du ciné-roman-photo, in Seuils, Paratexts I. Trente ans après, pp. 91-102.

052-011 Barbieri (Edoardo), “Libri ponti di pace”. L’esperienza del Gruppo di lavoro CRELEB a Gerusalemme in un progetto di ATS pro Terra Sancta, in Culture e religioni in dialogo. Atti della IV delle giornate di archeologia e storia del Vicino e Medio Oriente (Milano, Biblioteca Ambrosiana, 4-5 maggio 2018), Milano, ETS, 2019, pp. 61-70. L’intervento celebra e promuove la felice collaborazione che da più di quindici anni intercorre tra la Custodia di Terra Santa e il CRELEB dell’Università Cattolica (supportata tra gli altri dall’associazione ATS pro Terra Sancta), rivolta alla promozione di iniziative legate alla conservazione, allo sviluppo e alla valorizzazione della materiale librario conservato presso la Biblioteca Generale della Custodia a Gerusalemme. Il progetto, in cui sono stati coinvolti ormai più di 40 studenti universitari e neolaureati dell’Università Cattolica di Milano e Brescia, ha permesso di riportare in auge una parte cospicua del fondo antico gerosolimitano, meticolosamente catalogato e reso fruibile al pubblico tramite un OPAC proprietario, sviluppato in ambiente Koha. Opera collettiva e mai anonima, “Libri ponti di pace” si presenta innanzitutto come un’esperienza che coniuga i compiti educativi dell’università alla creazione di intensi legami amicali, calati in una realtà dove i libri possono rappresentare un reale strumento di dialogo tra culture e religioni diverse. Per questo motivo, ogni anno vengono allestite sia mostre bibliografiche in situ, ma anche digitali (vedi questo link: https://www.bibliothecaterraesanctae.org/cataloghi-di-mostre.html). Nel corso degli anni, alla catalogazione libraria e alla curatela di mostre si è affiancata anche la gestione dei canali social media (Facebook: https://www.facebook.com/bibgencts), oltre a progetti di più ampio respiro come la recente Ancient Pilgrimage in Holy Land Digital Library (https://www.bibliothecaterraesanctae.org/itinera-ad-loca-sancta/ancient-pilgrimage-in-holy-land-digital-library.html), portale online che si propone di censire tutte le edizioni a stampa (secoli XV-XVIII) degli itinerari in Terra Santa, fornendo descrizioni bibliografiche accurate, accompagnate, ove possibile, dalle riproduzioni digitali di esemplari conservati in importanti biblioteche europee. – D.M.

052-012 Barbieri (Edoardo), “Polyanthea” od Domenica Nanni Mirabelliho: encyclopédia pre modernú Európu, in Sunt libri mei…, ed. L. Heilandová – J. Pavelková, pp. 64-71. Una essenziale presentazione dell’enciclopedia rinascimentale Polyanthea. – Em.B.

052-013 Barbieri (Edoardo), L’antiquario e il filologo: la corrispondenza Giuseppe Martini - Michele Barbi, in Tra lo stil de’ moderni e ’l sermon prisco, a cura di E.R. Barbieri – M. Giola – D. Piccini, pp. 543-54. È introdotto ed edito lo scambio epistolare tra l’antiquario Giuseppe Martini e il filologo Michele Barbi, tenutosi durante gli anni ’30 del XX sec. – S.C.

052-014 Barbieri (Edoardo), Preistoria e fortuna dell’audiolibro, «Vita e Pensiero», 102/1, 2019, pp. 96-100. Nel 2014, a distanza di sette anni dal lancio del primo Kindle, quasi nessuno avrebbe immaginato che il (non così) lento declino dei libri elettronici sarebbe stato accompagnato dall’ascesa di un nuovo modo di sfogliare un testo scritto: nati negli anni trenta del XX secolo, sono quelli che solo oggi chiamano audiobook ad aver iniziato a prendere, anno dopo anno, il posto del Kindle. Sebbene oggi i dispositivi elettronici per la lettura contino un fatturato di 67 milioni di euro, gli audiolibri hanno iniziato ad allargare sempre più il loro mercato anche nel nostro Paese. Raccontando il passaggio da narrazione orale a testo scritto, senza trascurare ciò che comporta la differenza tra lettura endofasica ed edofasica, l’a. racconta quali sono oggi i vantaggi insisti nell’ascoltare la lettura di un libro da parte di un attore esperto, quali sono i principali produttori e distributori di audiolibri e quale fetta del mercato ne è maggiormente interessata. Non solo quindi un supporto per non vedenti e ipovedenti, ma anche un ottimo strumento per chi, troppo preso da altri media, può sfruttare proficuamente il tempo a disposizione in macchina o in palestra ascoltando una (possibilmente bella) storia. – Giovanni Storiale

052-015 Baroni (Raphaël), La dimension paratextuelle et l’intrigue des récits transmédiatiques, in Seuils, Paratexts I. Trente ans après, pp. 194-208.

052-016 Baroni (Silvia), Du paratexte au contre-texte. Les illustrations de La Comédie humaine, in Seuils, Paratexts I. Trente ans après, pp. 75-90.

052-017 Becerra Ramírez (Isaac), Reseña histórica de la Biblioteca Pública de la Catedral Metropolitana de México, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 5, 2019, pp. 89-100. La Biblioteca Nazionale messicana deriva dalla biblioteca capitolare della Cattedrale di Città del Messico, un’istituzione che ebbe continuità e crescita dal XVII al XIX sec. – Ed.B.

052-018 Bella ci! Piccolo glossario di una lingua sbalconata, a cura di Lorenzo Maria LucentiJacopo Montanari, Nuova edizione, Roma, Edicions de l’Alguer-LUMSA Università, 2019 (Alba_Pratalia), pp. 180, ill. b/n., ISBN 978-88-99504-23-6, s.i.p. Il vol. coincide con un repertorio dei termini più frequentemente utilizzati nell’odierno gergo giovanile, «o meglio nei diversi linguaggi giovanili» (p. 11). Uscito a due anni di distanza dalla prima edizione e approntato da un gruppo di lavoro composto da studenti universitari delle due Università romane LUMSA e ‘La Sapienza’, il glossario è realizzato con metodi che potremmo dire amatoriali (non s’enunciano i criteri di lemmatizzazione, non si delimita un corpus testuale di riferimento, né è chiara la macrostruttura-tipo d’una voce). La Prefazione di Marzia Caria (pp. 11-18) ci avverte che le voci sono state rintracciate grazie alla personale competenza linguistica degli studenti e alla compilazione d’un form pubblicato sul sito della LUMSA (pp. 11-12). Oltre ai singoli lessemi (Vocaboli, pp. 21-70), illustrati perlopiù con glosse ed esempi tratti dal mondo della rete e dei social media, questo Piccolo glossario contempla una sezione di Acronimi (pp. 71-76), una di Locuzioni e modi di dire (pp. 77-86), una inedita di Parole per ferire e infine una, inedita come la precedente, di Parole dei videogiochi (pp. 96-134). Delle oltre ottocento espressioni e singole parole citate nel vol., novanta sono corredate di contenuti digitali (pp. 135-46), raggiungibili attraverso la scansione d’un QR Code. Seguono quindi le tavole in bianco e nero d’un breve fumetto realizzato da Lucenti in cui s’immagina un Dante bufu (‘ignorante, stupido’) alle prese con un linguaggio giovanile che naturalmente gli è oscuro. Chiudono il volume un Indice dei lemmi (pp. 161-77), inutilizzabile perché privo dei rimandi di pagina, e la Bibliografia e sitografia (pp. 179-80). – Simone Pregnolato

052-019 Bernardi (Giuliano), Cronache dell’editoria italiana del dopoguerra, Milano, Unicopli, 2018 (Le quinte, 6) Þ rec. Paolo Tinti, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura Arte», n. 13-14, marzo-settembre 2018, pp. 237-9.

052-020 Bernardoni (Andrea), Leggere per costruire: la biblioteca di Leonardo per le arti meccaniche, in Leonardo e i suoi libri, a cura di C. Vecce, pp. 59-70. A un certo punto del suo percorso, Leonardo divenne «consapevole di dover estendere la propria formazione oltre la dimensione empirica delle produzioni artistico-artigiane» (p. 60). Muovendo da tale assunto, l’a. propone un excursus di testi per le arti meccaniche e idrauliche cui lo scienziato attinse pervenendo poi a una riflessione propria, chiaramente leggibile anche nei libri che acquistò per completare la propria raccolta. Completano il pezzo 6 ill. col. – E.G.

052-021 Bertin (Emiliano), Dantismo : irredentismo : nazionalismo, in Tra lo stil de’ moderni e ’l sermon prisco, a cura di E.R. Barbieri – M. Giola – D. Piccini, pp. 509-23. L’a. studia il rapporto tra culto di Dante e nazionalismo italiano nelle pubblicazioni e nelle riviste uscite tra il 1914 e il 1918. – S.C.

052-022Bibliologia”. Studi per Giorgio Montecchi, Pisa, Serra, 2018 (Quaderni di «Bibliologia», 12) Þ rec. Anna Giulia Cavagna, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura Arte», n. 13-14, marzo-settembre 2018, pp. 216-26.

052-023 «Biblioteca di via Senato», 11/4, aprile 2019. Con saggi dedicati a D’Annunzio a Parigi, il romanzo di Salinger, l’antica biblioteca gesuitica di Faenza (Stefano Drei), antichi libri di medicina (Giancarlo Petrella), Argan e l’Einaudi. – Ed.B.

052-024 «Biblioteca di via Senato», 11/5, maggio 2019. Dedicato al centenario di Stefano D’Arrigo e alla sua opera letteraria, con interessante documentazione sul materiale e le varianti dell’Horcynus Orca. – Ed.B.

052-025 «Biblioteca di via Senato», 11/6, giugno 2019. Si parla degli inizi della stampa a Genova, Savona e Mondovì (Piero Scapecchi), dell’edizione dei Sonetti del Belli (Pietro Gibellini), di Frederic Prokosch (Massimo Gatta), di Domenico Giuliotti, di Fabietti e dell’editoria popolare (Giancarlo Petrella), di Giorgio Manganelli. – Ed.B.

052-026 «Biblioteca di via Senato», 11/7-8, luglio-agosto 2019. Si parla delle incisioni di Doudelet per Maeterlinck (Edoardo Fontana), dei caratteri Tallone (Giancarlo Petrella), di Venus in the Kitchen (Massimo Gatta), dell’editoria popolare. – Ed.B.

052-027 «Biblioteca di via Senato», 11/9, settembre 2019. Numero speciale per il V centenario di Leonardo: si parla della sua biblioteca (Gianfranco Dioguardi), del possibile aquisto di libri bresciani (Giancarlo Petrella), del suo rapporto con la musica, di Giulio Einaudi (Massimo Gatta). – Ed.B.

052-028 Blades (William), I nemici dei libri, Bologna, Pendragon, 2018 (Varia, 251), pp. 136, ill. ISBN 978-88-6598-993-7, € 14. La bolognese casa editrice indipendente Pendragon di Antonio Bagnoli da alcuni anni presenta sul mercato italiano monografie (classici datati, editi in un numero limitato di copie o mai tradotti in lingua) che trattano di libri (libri sui libri). Un mondo bizzarro, popolato da bibliofili, bibliografi, ladri di libri, biblioclasti, librai, bibliotecari, che ruota attorno al commercio, all'accumulo, alla dispersione e alla distruzione libraria. Il numero 251 della collana “Varia” propone per la prima volta al pubblico nostrano l'opera The enemies of Books di William Blades, studioso di bibliografia inglese e noto agli esperti incunabolisti per aver ricostruito l'attività tipografica di William Caxton, che pubblicò una prima volta nel 1880 ma a cui susseguirono altre ristampe ed edizioni ampliate sino al 1902. L'edizione italiana, tradotta dalla seconda edizione ampliata del 1886, è accompagnata dalle divertenti illustrazioni originali dell'edizione del 1896. Blades dedica ciascun capitolo del volume ad un nemico dei libri (Fuoco – Acqua – Gas e calore – Polvere e negligenza – Ignoranza e fanatismo – Il tarlo – Altri infestanti – Rilegatori – Collezionisti – Domestici e bambini) intervallando la descrizione dei danni da esso provocati da aneddoti personali, soprattutto alla caccia di esemplari di Caxton, e da racconti di amici librai e collezionisti. La lettura è non solo divertente ma pur sempre attuale. I nemici dei libri, individuati da Blades alla fine dell'Ottocento, non sono ancor'oggi – per molti aspetti – da considerarsi pericolosi per la loro esistenza, conservazione e integrità? – Francesca Nepori

052-029 Bongiovanni (Carmela), Introduzione alla bibliografia musicale. Istituzioni, risorse, documenti, Milano, Ledizioni, 2018, pp. 267, ISBN 978-88-6705-839-6, € 24. Agile manuale per la ricerca bibliografica musicale, aggiornato alle risorse di rete odierne e alle modalità di ricerca, produzione e diffusione della musica scritta. Analizza le principali istituzioni nazionali e non che conservano documenti musicali, le risorse bibliografiche musicali cartacee e digitali e le maggiori problematiche per la catalogazione della musica notata. – Martina Molino

052-030 Brambilla (Alberto), Tra arte e letteratura. Storia di un libro e di una mancata introduzione, in Tra lo stil de’ moderni e ’l sermon prisco, a cura di E.R. Barbieri – M. Giola – D. Piccini, pp. 490-8. L’a. studia e descrive il vol. Scritti e ricordi dell’artista Adriano Cecioni (1836-1886), pubblicato a Firenze nel 1905. – S.C.

052-031 Brambilla (Simona), «È presunsione la mia a tanto iscrivere»: per una lettera di Chiara Gambacorta a Paolo Guinigi, in Tra lo stil de’ moderni e ’l sermon prisco, a cura di E.R. Barbieri – M. Giola – D. Piccini, pp. 141-59. È qui edita e studiata la lettera autografa di Chiara Gambacorta, fondatrice della prima istituzione femminile di Osservanza domenicana in Italia, al signore di Lucca Paolo Guinigi, inviata tra il 1395 e il 1419. – S.C.

052-032 Bucchi (Gabriele), Duelli di carta: scampoli, schegge, bricciche su Tassoni postillatore e lettore del Furioso in un codicetto della Biblioteca Correr, in Tra lo stil de’ moderni e ’l sermon prisco, a cura di E.R. Barbieri – M. Giola – D. Piccini, pp. 313-21. L’a. riflette sulla possibilità che il contenuto del ms. Correr 503 della Biblioteca del Museo Correr di Venezia sia collegabile con la biblioteca e lo scrittoio di Alessandro Tassoni. – S.C.

052-033 Cacho Blecua (Juan Manuel), Las imágenes del Olivier de Castille e del Olivieros de Castilla: de los manuscritos a los incunables, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 5, 2019, pp. 47-71. L’opera di Philippe Camus, scritta a metà del XV secolo, ebbe una certa circolazione ms. in francese, un’edizione ginevrina del 1492, e una traduzione spagnolo pubblicata a Burgos nel 1499. Si indagano (senza però proporre alcuna illustrazione!) i rapporti tra i diversi appararti illustrativi. – Ed.B.

052-034 Cadioli (Alberto), «Per formare edizioni corrette». Casi ecdotici tra Sette e Ottocento, «Ecdotica», 15, 2018, pp. 66-87. Il contributo prende in esame le prassi ecdotiche messe in atto da alcuni editori italiani tra il XVIII e il XIX: l’analisi è estesa sia ad alcuni casi relativi ad autori classici della letteratura italiana (Petrarca e Ariosto) sia ai contemporanei (Parini). – M.G.

052-035 Caesar (Mathieu), L’imprimerie et les legislations princières aux XVe et XVIe siècles. Quelques observations à partir des premières éditions des Statuta Sabaudie d’Amédée VIII, in La loi du prince. La raccolta normative sabauda di Amedeo VIII (1430), I, Les Statuts de Savoie d’Amédée VIII de 1430. Une oeuvre législative majeure / Gli Statuti sabaudi di Amedeo VIII del 1430. Un’opera legislativa di rilievo, sous la direction de Mathieu Caesar – Franco Morenzoni, Torino, Palazzo Carignano, 2019, pp. 121-36. L’a. propone un’attenta analisi delle differenze tra le diverse edizioni degli Statuta Sabaudie (princeps di Torino, 1477), chiarendo anche la natura del testo (dei testi) via via pubblicati. – L.R.

052-036 Caffiero (Marina), Il grande mediatore. Tranquillo Vita Corcos, un rabbino nella Roma dei papi, Roma, Carrocci, 2019, pp. 155, ISBN 978-88-430-9476-9, € 16. Andando oltre al semplice dato biografico, Marina Caffiero ripercorre la storia del rabbino Tranquillo Vita Corcos (1660-1720) – il “grande mediatore”, come recita il titolo del bel vol. –, figura chiave per comprendere (e rivedere, scostandosi dalla storiografia tradizionale) i rapporti tra la comunità ebraica romana e lo Stato della Chiesa. – Ar.L.

052-037 Cannata (Nadia), Paleografia, filologia romanza ed italiana: Ernesto Monaci e Roma, «Litterae Caelestes», 9, 2018, pp. 87-94. Il saggio ripercorre gli studi paleografici di Ernesto Monaci tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo con particolare riguardo alla pubblicazione della serie dell’Archivio Paleografico Italiano. – M.G.

052-038 Canova (Andrea), Il Cavaliere dell’Orsa: incunabolo perduto e lettura ‘apocrifa’ del giovane Baldo, in Tra lo stil de’ moderni e ’l sermon prisco, a cura di E.R. Barbieri – M. Giola – D. Piccini, pp. 227-41. Il cantare del Cavaliere dell’Orsa è al centro di uno studio testuale e intertestuale, con una descrizione ragionata della sua tradizione a stampa. – S.C.

052-039 Cantorales de la Orden de San Jerónimo en la catedral de Huesca: estudio interdisciplinar, ed. Carmen Morte García, Huesca, Instituto de Estudios Altoaragoneses, 2017 Þ rec. di Javier de Diego Romero, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 5, 2019, pp. 186-8.

052-040 Carboni (Alessandro), Italia e Terra Santa: un rapporto fecondo, con una premessa di Fr. Francesco Patton – Fabio SokolowiczDavide La Cecilia, s.e., s.l., 2019, pp. 190, ISBN 978-788894217834, s.i.p. Bel vol. con ricche illustrazioni a col. sul lungo e felice sodalizio tra Italia e Terra Santa. Il testo è interamente tradotto in inglese. Utile ma stringata la bibliografia. – Ar.L.

052-041 Carboni (Roberta) – Stella Dalla Costa, Imparare la storia del libro dalla visita alla mostra «Printing R-Evolution», «TECA. Testimonianze Editoria Cultura Arte», n. 13-14, marzo-settembre 2018, pp. 181-7. Sulla mostra Printing R-Evolution 1450-1500. I cinquant’anni che hanno cambiato l’Europa (Museo Correr, Venezia, settembre 2018-aprile 2019). – Ar.L.

052-042 Carte (Le) e le pagine. Fonti per lo studio dell’editoria novecentesca, Milano, Unicopli, 2017 (L’Europa del libro, 18) Þ rec. Elisa Pederzoli, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura Arte», n. 13-14, marzo-settembre 2018, pp. 226-30.

052-043 Carteggio Ceriani-Mercati 1893-1907, a cura di Cesare Pasini, con la collaborazione di Massimo Rodella, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 2019 (Studi e Testi, 531), pp. 316, ISBN 978-88-210-1019-4, € 40. Il prezioso vol. raccoglie le lettere scambiate tra Antonio Maria Ceriani (1828-1907), curatore della Biblioteca Ambrosiana di Milano, e Giovanni Mercati (1866-1957), dottore dell’Ambrosiana e successivamente prefetto della Biblioteca Vaticana, dal 1893 al 1907, anno di morte di Ceriani. La trascrizione del carteggio, che restituisce ed evidenzia il grande spessore intellettuale dei protagonisti, è preceduta da una breve ricostruzione contestuale della società e della Chiesa di quegli anni, nonché da scrupolosi profili biografici, caratteriali e stilistici di Ceriani e di Mercati, dalla rapida descrizione delle raccolte delle missive in Ambrosiana e Vaticana e dai criteri utilizzati per la trascrizione dei testi. – P.S.

052-044 Carthacea suppellex. L’inventario dei libri di Celio Calcagnini, VI, Roma, Istituto storico italiano per il Medioevo, 2016 (Nuovi studi storici, 101) Þ rec. Paolo Giambarella, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura Arte», n. 13-14, marzo-settembre 2018, pp. 209-12.

052-045 Cartier (Roger), Morphologie et histoire de la culture écrite: Armando Petrucci, «Litterae Caelestes», 9, 2018, pp. 11-21. L’intervento mira a collocare l’attività scientifica di Armando Petrucci nella riflessione sulla storia della cultura scritta ripercorrendone i maggiori interventi che hanno segnato la storia degli studi degli ultimi sessant’anni. – M.G.

052-046 Casali (Elide), Barbanera, Memory of the World (2015). Intorno a nuovi studi sulle Collezioni Campi della Fondazione Barbanera, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura Arte», n. 13-14, marzo-settembre 2018, pp. 175-9. Un nuovo studio – che arriva a sette anni dalla monografia di Paolo Tinti – sul famoso Almanacco Barbanera conservato a Spello (PG). – Ar.L.

052-047 Cascio (Giovanni), Due prolusioni di Demetrio Calcondila nella biblioteca di Hartmann Schedel, «Studi medievali e umanistici», 15, 2017, pp. 513-61. Testo e traduzione di due orazioni in lode della lingua greca, pronunciate da Calcondila a Padova nel 1463-64, raccolte da Hartmann Schedel. – L.Ma.

052-048 Cascio (Giovanni), Francesco Petrarca tra Jakob Heerbrand e Sigmund Ernhoffer: un episodio della “fortuna” del «Liber sine nomine» nell’Europa della Riforma, «Studi medievali e umanistici», 15 2017, pp. 263-87. Si ricostruisce la polemica del gesuita Ernhoffer con Heerbrand, professore di teologia a Tübingen e allievo di Lutero e Melantone, polemica nella quale vengono coinvolti gli scritti di Petrarca. – L.Ma.

052-049 Casiraghy (Alberto) – Luciano Ragozzino, Illusioni indispensabili. Aforismi incisi, Testi introduttivi di Roberto Bernasconi – Andrea Battistini – Maria Gioia Tavoni, Bologna, Pendragon, 2019, pp. 80, ISBN 9788833640686, € 10. Piccolo e imperdibile libretto nel quale si alternano i (caustici) aforismi del Casiraghy (quello di “Pulcinoelefante”, dalla cui sterminata produzione sono stati estratti questi lacerti) e sapide incisioni del Ragozzino (che con felice intuizione ha saputo dare forma ai pensieri dell’amico). Oltre che un’utile documentazione di una delle più curiose esperienze di private press italiana, una lettura divertente e mai banale: l’aforismo eponimo è accompagnato (così in copertina) da un rospo munito di corona… – Ed.B.

052-050 Cassini (Stefano), Una prima indagine sul primo-cinquecentesco Fausto di Virtù di Giovanni Gerosolimitano da Siena, in Tra lo stil de’ moderni e ’l sermon prisco, a cura di E.R. Barbieri – M. Giola – D. Piccini, pp. 217-26. L’a. studia e confronta le edizioni e il testimone ms. del Fausto di Virtù, opera in versi inserita anche in una raccolta del misterioso verseggiatore Notturno Napoletano nel 1518, ancorché attribuita al senese Giovanni Gerosolimitano da Siena. – Ar.L.

052-051 Castillo Gómez (Antonio), El placer de los libros inútiles y otras lecturas en los Siglos de Oro, Madrid, Consejo Superior de Investigaciones Científicas, 2018 Þ rec. di Camino Sánchez Oliveira, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 5, 2019, pp. 201-2.

052-052 Castillo Gómez (Antonio), Ideología, representación y memoria: epigrafía monumental en la monarquía hispana (siglos XVI-XVII), «Litterae Caelestes», 9, 2018, pp. 23-50. L’ampio saggio – accompagnato anche da un congruo corredo fotografico – prende in esame le scritture esposte di tipo monumentale con particolare attenzione alle epigrafi prodotte nella penisola iberica tra Cinque e Seicento. – M.G.

052-053 Catalogue régionaux des incunables des bibliothèques publiques de France, XIX/1-2, Marie-Claire Waille, Franche-Comté, Genève, Droz, 2019 (Histoire et civilisation du livre, 36), pp. 578+552, ill. b/n e col., ISBN 978-2-600-05-968-8, s.i.p. Prosegue con il vol. XIX, diviso in due corposi tomi, l’impresa di catalogazione analitica degli incunaboli conservati nelle biblioteche pubbliche francesi, figlia, per certi versi, della grande intuizione di Marie Pellechet nel secondo Otto e poi passata a Marie-Louis Polain, nel primo Novecento. Questo vol. presenta i 1.577 incunaboli (1354 edizioni, di cui 1305 effettivamente del Quattrocento, le altre post 1500) conservati nelle biblioteche della Franche-Comté (soprattutto, però, alla Bibliothèque municipale di Besançon), una regione che non ha avuto tipografie stabili prima della fine del Cinquecento. Dopo una breve introduzione, soprattutto di carattere statistico, il primo tomo presenta le schede in ordine alfabetico per autore e titolo, composte da una minimale descrizione bibliografica, da limitati rinvii ai più autorevoli repertori bibliografici internazionali e da un significativo corredo di dati di esemplare. Alla serie principale segue un elenco di una ventina di incunaboli deperditi e un’ampia tavola dedicata alle miscellanee (divise per singola biblioteca). Il secondo tomo è invece dedicato a un lungo apparato indicale: si parte dai testi traditi dalle pergamene di rinforzo, per poi passare ai più tradizionali indici degli autori secondari e dei titoli, dei tipografi e librai, dei luoghi di edizione. Si trovano poi l’indice cronologico, schede con dei profili degli istituti di conservazione (con rimandi agli incunaboli ivi conservati descritti nel catalogo) e, infine, un ampio indice delle provenienze. Nel tomo secondo anche un ricco corredo iconografico, composto da ben 116 tavole a colori e in bianco e nero. – L.R.

052-054 Chavennes (Édouard), I libri in Cina prima dell’invenzione della carta, Milano, Istituto di cultura per l’Oriente e l’Occidente – Luni Editrice, 2018 (Biblioteca ICOO; 4), pp. 69, ill. b/n, ISBN 978-88-7984-553-3, € 16. Un agile volumetto contenente la traduzione italiana di un contributo già pubblicato a Parigi nel 1906 da uno dei maggiori pionieri francesi della sinologia del XX secolo. Attraverso un ben argomentato saggio, supportato da evidenti scoperte archeologiche compiute tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del secolo successivo, l’a. argomenta gli usi scrittori e i supporti utilizzati nella società cinese prima dell’introduzione della carta: tavolette di legno, teli di seta, liste di bambù, rappresentano i casi più frequenti, ma non mancano anche corde annodate in uso presso gli uffici delle antiche amministrazioni contabili. Chiudono il volume alcune considerazioni sugli strumenti di incisione come lo xiao, il coltello da scrivano, e il bi, uno stilo di legno dotato di una punta per incidere e di una lama per cancellare. – D.M.

052-055 Cherubini (Paolo), Ricordo di un maestro e di un amico, «Litterae Caelestes», 9, 2018, pp. 117-9. Ricordo di Armando Petrucci con estratti di uno scambio epistolare intrattenuto con l’autore. – M.G.

052-056 Cicala (Roberto), «Grazie per la perfezione di questo volume»: filologia ed editoria nelle lettere tra Billanovich e Mardersteig a cavallo del centenario petrarchesco del 1974, in Tra lo stil de’ moderni e ’l sermon prisco, a cura di E.R. Barbieri – M. Giola – D. Piccini, pp. 595-606. L’a. indaga, tramite gli scambi epistolari, il rapporto tra Giuseppe Billanovich e lo stampatore Giovanni Mardersteig, importante per la storia di «Italia medioevale e umanistica». – S.C.

052-057 Ciccone (Lisa), Petrarca «parum prudens» in un commento quattrocentesco all’«Ars poetica» di Orazio, «Studi medievali e umanistici», 15, 2017, pp. 139-66. Un commento anonimo all’Ars poetica di Orazio, collocabile nella seconda metà del Quattrocento, contiene una glossa in cui si afferma che Petrarca fu «parum prudens», perché «postquam Bucolicam edidit, ad plures scripsit qui versus quosdam corrigerent». – L.Ma.

052-058 Clemente Mazzotta, studioso e filologo. Studi ricordi e mostra bibliografica a dieci anni dalla scomparsa, a cura di Paolo Tinti, Bologna, Università di Bologna, 20192 (Collana della biblioteca “Ezio Raimondi”, Petali 13), pp. 202, ill. b/n, ISBN 978-88-5497001-4, s.i.p. Il presente vol. è l’omaggio reso dai colleghi e dagli allievi dell’Università di Bologna al filologo Clemente Mazzotta, prematuramente scomparso nel 2006. Fa seguito al pomeriggio di studi e alla mostra bibliografia “Clemente Mazzotta (1942-2006): Studioso e filologo”, eventi organizzati in occasione dell’intitolazione di una sala di lettura al professore nella biblioteca “Ezio Raimondi” dell’Università di Bologna. La pubblicazione si divide in tre parti distinte: una prima con saggi dedicati alla sua attività filologica sulle figure di Vittorio Alfieri e Giovanni Pascoli; una seconda che raccoglie i ricordi di allievi, colleghi e amici; una terza con due articoli dedicati alla biblioteca personale di Mazzotta, con il catalogo analitico curato da Paolo Tinti delle quasi cinquanta edizioni a stampa antiche da lui raccolte negli anni (pp. 153-186). – L.Mo.

052-059 Colli (Gaetano), Machiavelli nelle biblioteche gesuitiche. Il Fondo librario antico dei Gesuiti italiani tra diaspora e recupero, «Culture del testo e del documento», 58 (n.s. 22), 2019, pp. 43-82. L’a. suddivide il suo contributo in due parti. Nella prima egli ricostruisce a grandi linee la fortuna del Segretario fiorentino presso l’ordine ignaziano, delineando un percorso che vide lo sviluppo della Compagnia procedere in parallelo alla pubblicazione delle opere machiavelliane. Nella seconda parte dell’articolo, dopo una sintetica ma densissima ricostruzione della storia generale delle biblioteche gesuitiche (con particolari riferimenti alla legislazione, sul tema fra Otto e Novecento), Colli descrive il progetto relativo al recupero dei fondi librari delle soppresse case ignaziane italiane, oggi confluiti presso tre differenti istituti, corrispondenti alle tre aree geografiche della penisola: l’Istituto Alojsianum di Gallarate per il Nord, il Gesù Nuovo di Napoli per il Centro e il Centro Educativo Ignaziano di Palermo per il Sud. In ultimo, il contributo propone un vasto campionario di opere, presenti nei depositi dei tre istituti, relativi alle opere di Machiavelli e alle polemiche “sorelle” antimachiavelliche e antigesuitiche. Chiude l’articolo un’appendice bibliografica degli esemplari di tali opere conservati presso le suddette istituzioni ignaziane contemporanee. – N.V.

052-060 Con Leonardo da Vinci a Bologna. Atti del convegno, Bologna, 15 maggio 2018, a cura di Rosaria Campioni, Santarcangelo di Romagna, Maggioli, 2019 (Biblioteca de «L’Archiginnasio», serie III, 12), pp. 160, ill. b/n col., s.i.p. Nulla a che vedere con le celebrazioni, ormai agli sgoccioli, legate al quinto centenario della morte del genio toscano. Il vol. infatti presenta gli atti dell’omonimo convegno promosso dalla Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio per ricordare Carlo Pedretti (1928-2018), studioso bolognese fra i maggiori esperti di Leonardo. Il trait d'union, semmai, sta nella mostra Leonardo da Vinci a Bologna e in Emilia che quest’ultimo curò, assieme anche al relativo catalogo, nel 1953, quando il Comune di Bologna volle contribuire alle celebrazioni per il quinto centenario della nascita di Leonardo. Duplice l’intento del recente convegno: mantenere viva la tradizione emiliana degli studi vinciani salvaguardando, nel contempo, e valorizzando il patrimonio librario e documentario raccolto dal Pedretti. Dopo la premessa della curatrice (Per Carlo Pedretti), i saluti istituzionali, un utile Introduzione di Learco Andalò e un’Appendice con una prolusione inaugurale di Pedretti datata 1952, completano il vol. un Indice dei nomi di persona e una trentina di ill. col. Si schedano solo i contributi di interesse bibliografico. – E.G.

052-061 Condello (Emma), «Per fare inchiostro negro e buono». Ricette inedite di inchiostri, da testimoni del XV secolo, «Litterae Caelestes», 9, 2018, pp. 121-34. Il contributo prende in esame alcune ricette (in volgare e in latino) per la produzione di inchiostro da scrittura rilevate in due codici conservati a Venezia e a Parigi: di queste viene fornita anche la trascrizione. – M.G.

052-062 Coribolo (Alessandro) - María Gioia Tavoni, Las Imprentas Nómadas. Artefactos, conspiraciones y propaganda, traduzione di Nora Sforza, Buenos Aires, Ampersand, 2019 (‘Scripta Manent’, n° 19), pp. 316, ill. b/n, ISBN 978-987-4161-30-7, s.i.p. Il vol. presenta la traduzione del libro Torchi al seguito di Alessandro Coribolo e Maria Gioia Tavoni (se ne veda la scheda di segnalazione in AB 042-060). Il vol. – mantenendo la struttura dell’edizione italiana – conferma il forte interesse internazionale per un tema come quello della “mobilità” della stampa, qui documentato e indagato con acume dagli autori. – A.T.

052-063 Crimi (Giuseppe), Una stampa ritrovata: “Il catalogo de tutte le prIncIpal e piú onorate cortegiane de Venezia”, «Filologia e Critica» 43, 2018, pp. 57-80. Questo denso articolo annuncia il ritrovamento, presso l’Universitätsbibliothek di Monaco di Baviera, di una copia sconosciuta del finora disperso Catalogo de tutte le principal e piú onorate cortegiane de Venezia. Questa curiosa stampa altro non è che una lista dei “prezzi” delle più note cortigiane lagunari del Cinquecento. Il primo a dare contezza di un tale documento fu Emmanuele Antonio Cicogna, che nell’Ottocento compilò una copia manoscritta del testo, in seguito usata per le edizioni moderne visto che l’esemplare a stampa andò perduto. Il confronto tra il nuovo esemplare e il manoscritto di Cicogna permette di affermare che la stampa è databile agli anni Sessanta del Cinquecento e che si tratta di un’edizione successiva a quella studiata da Cicogna. L’articolo offre un nuovo testo critico esemplato sulla copia di Monaco, corredato da un ricco apparato esegetico. – N.V.

052-064 Crupi (Gianfranco), Volvelles of knowledge. Origin and development of an instrument of scientific imagination (13th-17th centuries), «JLIS.it» 10/2, 2019, pp. 1-27. L’articolo ricostruisce la storia delle volvelle nella tradizione del libro stampato. Si trattava di dispositivi mobili che, attraverso l’interazione attiva del lettore, assolvevano numerosi scopi pratici (insegnamento, esercizi di mnemotecnica, rabdomanzia, etc.). L’indagine parte da libri manoscritti della tradizione medievale, e si sviluppa analizzando alcuni generi editoriali specifici, tra cui calendari, almanacchi, libri di anatomia, manuali di navigazione, libri di astronomia etc. – N.V.

052-065 Culturas del escrito en el mundo occidental del Renacimiento a la Contemporaneidad, ed. Antonio Castillo Gómez, Madrid, Casa de Velázquez, 2015 Þ rec. di Manuel José Pedraza Gracia, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 5, 2019, pp. 190-2.

052-066 Culture e religioni in dialogo. Atti della IV delle giornate di archeologia e storia del Vicino e Medio Oriente (Milano, Biblioteca Ambrosiana, 4-5 maggio 2018), Milano, Edizioni Terra Santa, 2019, pp. 272, ill. b/n e col., ISBN 978-88-6240-640-6, € 26. Il vol. raccoglie gli interventi presentati nel maggio 2018 nell’omonimo convegno presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano. Suddiviso in più sezioni, la prima parte è dedicata alla commemorazione della figura e di p. Michele Piccirillo, defunto dieci anni or sono, e delle campagne archeologiche da lui avviate in Terra Santa. La seconda e la terza sessione sono dedicate rispettivamente alla presentazione dei progressi relativi ad alcuni progetti attivi in Medio Oriente che promuovono la diversità culturale come strumento di coesione sociale (tra questi, si segnala in particolare l’intervento di Edoardo Barbieri sul progetto “Libri ponti di pace” promosso dal CRELEB) e alla celebrazione degli 800 anni della presenza francescana in Terra Santa. In chiusura, l’ultima sezione ruota attorno al tema del dialogo tra confessioni religiose. – D.M.

052-067 Cursi (Marco), Per Armando, “con molta malanconia”: un nuovo codice trascritto alle Stinche, «Litterae Caelestes», 9, 2018, pp. 51-72. Il contributo prende in esame sotto il profilo codicologico e paleografico il manoscritto Mediceo Palatino 22 della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze sottoscritto nel 1403 dal noitaio pistoiese Lapo Luigi de’ Canciglieri e copiato nel carcere fiorentino delle Stinche. – M.G.

052-068 Cursi (Marco), Scrittura e scritture nel mondo di Leonardo, in Leonardo e i suoi libri, a cura di C. Vecce, pp. 25-31. L’a. propone una documentata ricostruzione dei processi e dei modelli di scrittura che portarono il genio vinciano, scrivente infaticabile, a mettere insieme un corpus di autografi davvero considerevole nonostante la sua formazione alla scuola di abaco. Completano il pezzo 8 ill. col. – E.G.

052-069 Da Lucca a New York a Lugano. Giuseppe Martini libraio tra Otto e Novecento: atti del Convegno di Lucca, 17-18 ottobre 2014, a cura di Edoardo Barbieri, Firenze, Olschki, 2017 Þ rec. di Manuel José Pedraza Gracia, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 5, 2019, pp. 206-9

052-070 Dallasta (Federica), Certosini censurati: l’inventario della biblioteca di Parma e l’inquisitore (1660). Prima parte, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura Arte», n. 13-14, marzo-settembre 2018, pp. 41-127. L’a. propone uno studio dei 633 titoli (e una trascrizione, in appendice) di un inventario della biblioteca dei monaci certosini di Parma, redatto nel 1660. – Ar.L.

052-071 de Capua (Paola), Tra Giano Vitale, Pietro Corsi e Niccolò Ridolfi, «Studi medievali e umanistici», 15, 2017, pp. 451-511. Si ricostruiscono i rapporti fra l’umanista Pietro Corsi e la corte francese, e la polemica letteraria intercorsa fra lo stesso Corsi, il cardinale Niccolò Ridolfi e l’umanista Giano Vitale. In appendice si pubblicano, con traduzione italiana, tre testi inediti: l’elegia di Corsi a Ridolfi, la risposta dello pseudo-Ridolfi a Corsi e la defensio di Giano Vitale a favore di Corsi. – L.Ma.

052-072 De Luca (Andrea), La scienza, la morte, gli spiriti. Le origini del romanzo noir nell’Italia fra Otto e Novecento, Venezia, Marsilio, 2019, ISBN 978-88-3174288-7, € 16. Definire la nascita di un genere non è mai una faccenda da poco. Nel vol. preso in esame l’a. analizza la comparsa e lo sviluppo del giallo, il genere del noir all’italiana che ha appassionato più di una generazione. In molti ci hanno già provato in passato (Loris Rampelli, Renzo Cremante, Luca Crovi e Maurizio Pistelli), chi partendo dallo studio del giallo mondadoriano, chi da Francesco Mastriani. In questo caso, per scoprire l’origine del genere, l’a. investiga, paragrafo dopo paragrafo, con sguardo imparziale e scrupoloso, palesando tutte le strutture e gli stereotipi, le scuole e le idee di pensiero che da nord a sud lo hanno formato: dal gotico al fantastico fino al feuilleton, il viaggio alla scoperta di questo genere non è mai stato così appassionante. – Giovanni Storiale

052-073 De Michelis (Cesare), Editoria vicini e lontani, Trieste-Roma, ItaloSvevo, 2016 (Piccola biblioteca di lettura inutile, 5), pp. 103, ISBN 978-88-15-99028-17-6, € 13 Þ rec. Paolo Tinti, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura Arte», n. 13-14, marzo-settembre 2018, pp. 230-2.

052-074 De Venuto (Liliana), Cinque grandi protagoniste della mistica cristiana. Omaggio al genere femminile, «Santini et similia», 93/24, 2019, pp. 21-32. Breve indagine sull’iconografia delle sante Ildegarda, Scolastica, Gertrude, Valburga e Metilde. – Ed.B.

052-075 De Venuto (Liliana), Franz Gottfried Troilo: dalla Valle Lagarina alla corte dell’imperatore Rodolfo II, «Geschichte und Region / Storia e regione», 21/1, 2018, pp. 172-97 (con riassunto in tedesco). La nobiltà trentina (in realtà soprattutto quella della Contea del tirolo cui appartenevano la Val Lagarina e Rovereto) diede un importante contributo alla ricattolicizzazione di alcune zone dell’Impero che avevano subito una maggiore influenza dal mondo protestante: si indaga il ruolo della famiglia Troilo in Sesia, e in particolare di Franz Gottfried (circa 1583 – circa 1648) possessore di un’importante raccolta libraria. – Ed.B.

052-076 Del Bono (Gianna), La biblioteca dei Canonici regolari Lateranensi della Badia di Fiesole: origini, evoluzione, dispersione, «Culture del testo e del documento», 58 (n.s. 22), 2019, pp. 83-122. L’articolo costituisce un ottimo esempio di saggio volto a ricostruire la storia globale di una istituzione bibliotecaria religiosa. Concentrandosi sulla biblioteca dei canonici regolari Lateranensi della Badia fiesolana, l’indagine parte dalla storia dell’istituzione e si sviluppa prendendo in considerazione tutti i fattori connessi con la vita di una istituzione bibliotecaria religiosa. L’analisi si fonda su una vasta serie di documenti: libri di ricordi, lettere, elenchi seicenteschi, inventari, cataloghi. In ultimo viene offerta una analisi delle provenienze librarie che ha portato l’a. a rintracciare alcuni volumi dell’antica collezione fiesolana oggi conservati presso alcune delle più importanti biblioteche toscane. – N.V.

052-077 Diari di vita, viaggi e avventure di Leone Caetani, a cura di Anna Maria Trombetti, Roma, Edizioni Biblioteca d’Orfeo, 2019, pp. 428, ill. col., ISBN 978-8895310565, € 25. Leone Caetani (1869-1935) fu membro di una delle più antiche famiglie patrizie romane (il padre Onorato fu, tra le altre cose, Sindaco di Roma nel biennio 1890-92 e Duca di Sermoneta). Di formazione plurilinguista, Leone mostrò fin da bambino una passione per le lingue e gli alfabeti stranieri, interesse che maturò e sviluppò nei suoi studi universitari. Oltre a questo, all’età di diciassette anni, ottenne il Diploma di Stenografia presso la Società Stenografica Centrale Italiana a Roma. L’attrazione orientalistica e le competenze stenografiche del Caetani sono al centro di questo vol., che raccoglie la decodificazione e la trascrizione dei diari stenografici che il Caetani era solito scrivere durante i suoi viaggi. In particolare, il vol. raggruppa gli scritti del viaggio in Egitto e Sinai, avvenuto dal dicembre 1889 al dicembre 1890, compreso il ritorno attraverso Costantinopoli e i Balcani. Grazie all’attento e preciso lavoro della curatrice, è ora disponibile un’interessante testimonianza relativa alle esperienze odeporiche del Caetani, che restituiscono inoltre un suo profilo psicologico ed emotivo. – P.S.

052-078 Díaz de Miranda Macías (Ma Dolores) – Felipe Díaz de Miranda Fernández de Molina, Catedral de Toledo: características, estructura constructiva y reconstrucción virtuales de la enquadernación de diez cantrales, s. XVI-XVIII, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 5, 2019, pp. 139-63. Interessante esperimento di ricostruzione virtuale di legature e sistemi di legatura. – Ed.B.

052-079 Die Inkunabeln der Württembergischen Landesbibliothek Stuttgart, Beschrieben von Armin Renner unter Mitarbeit von Christian HerrmannEberhard Zwink, Geleitwort von Hannsjörg Kowark †, 4 voll., pp. 2894, ISBN 978-3-447-11075-4, € 512. Il monumentale catalogo degli incunaboli della Württembergischen Landesbibliothek di Stoccarda conta ben 7125 schede, di cui 32 relative a esemplari perduti elencati in fine e un certo numero di probabili postincunaboli numerati ma marcati in modo particolare, cui si devono aggiungere 11 Blockbücher descritti al principio (tra cui un libro tibetano già di Caterina di Russia). Oltre le notizie essenziali sull’edizione e una selezionata bibliografia, le schede riportano notizie dei possessori e dello stato di conservazione. L’opera è dotata di un ampio saggio introduttivo (I, pp. 7-103), nonché di un indice generale (IV, pp. 2319-2437), di uno dei possessori (IV, pp. 2437-2505), di quello dei tipografi (IV, pp. 2506-28), dei legatori (IV, pp. 2529-2547), di concordanze coi maggiori repertori e in fine di un’ottantina di belle tavole a colori. – Ed.B.

052-080 Edición y propaganda del libro. Las estrategias publicitarias en España e Hispanoamérica (siglos XVII-XX), ed. Lluís Agustí – Mònica Baró – Pedro Rueda Ramírez, Valencia, Calambur, 2018 Þ rec. di Alberto Gamarra Gonzalo, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 5, 2019, pp. 196-200.

052-081 Esteban Ochoa De Eribe (Javier), Discursos civilizadores: Escritores, lectores y lecturas de textos en euskera (c. 1767–c. 1833), Madrid, Sílex, 2018 Þ rec. di Alberto Gamarra Gonzalo, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 5, 2019, pp. 202-6.

052-082 Fanini (Barbara), La biblioteca di lettere di un uomo «sanza lettere», in Leonardo e i suoi libri, a cura di C. Vecce, pp. 33-41. Pur esaltando il valore dell’esperienza diretta, Maestra vera e unica, in evidente connessione con il proprio ruolo di omo sanza lettere estraneo al latino, ci fu sempre in Leonardo una tensione letteraria legata ai limiti consapevoli dell’educazione ricevuta. E più che dallo scrittoio, questa inquietudine è leggibile dagli scaffali della sua biblioteca, degna di un umanista, che l’a. analizza ricostruendo lo sforzo di autoapprendimento di questo ostinato scolaro. Completano il pezzo 5 ill. col. – E.G.

052-083 Fantasma (Il) della memoria. Conversazioni con W. G. Sebald, a cura di Lynne Sharon Schwartz, Prefazione di Filippo Tuena, Roma, Treccani, 2019, pp. XL+162, ISBN 978-88-12-00749-3, € 17. Per chi ama e ha amato i romanzi-saggi di Sebald (1944-2001), innanzitutto Austerlitz, ecco una piccola guida tra la critica (soprattutto anglofona) che si è occupata di lui. Ma anche un felice manifesto circa la sua fortuna, complessa per un autore radicato professionalmente in Gran Bretagna ma fedele alla sua lingua madre tedesca. Una chicca dall’introduzione alla trad. italiana: l’errore di copertina del suo primo libro divenuto Gli emigranti (schiacciato sull’attualità) anziché Gli emigrati (il monumento allo straniamento e alla privazione di sé): l’a. da Bompiani passò subito ad Adelphi… – Ed.B.

052-084 Ferreira de Almeda (Maria Cándida), De forti dulcedo: la marca editorial de Gabriel de León, mercader de libros y editor, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 5, 2019, pp. 73-87. Il poter ricondurre al libraio de León unamarca editoriale parlante accompagnata dal motto “De forti dulcedo” permette di ricondurre alla sua iniziativa diverse edizioni madrilene del pieno XVII sec. – Ed.B.

052-085 Fiesoli (Giovanni), RICABIM: Repertorio di inventari e cataloghi di biblioteche medievali. Friuli Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Firenze, Sismel, 2017 Þ rec. di Camino Sánchez Oliveira, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 5, 2019, pp. 181-2.

052-086 Finzioni (Le) del potere. L’Arco Trionfale di Albrecht Dürer per Massimiliano I d’Asburgo tra Milano e l’Impero, a cura di Alessia Alberti – Roberta Carpani – Roberta Ferro, Milano, Officina Libraria, 2019, pp. 295, ill., ISBN 978-88-3367-036-2, € 34. Si tratta del catalogo della bella mostra tenutasi presso la Biblioteca Nazionale Braidense tra il 7 maggio e il 29 giugno 2019, incentrato sulla stampa di grandi dimensioni dell’arco onorario di Massimiliano I d’Asburgo, realizzata in gran parte da Albrecht Dürer nel 1515. – M.C.

052-087 Folinea (Vittorio), Ugo Foscolo. La mia personale raccolta, Napoli, Edizioni Libreria Dante & Descartes, 2019, pp. 172, ill. b/n, ISBN 978-88-6157-196-9, s.i.p. Il presente v. è il catalogo della raccolta privata di opere e studi foscoliani di Vittorio Folinea, compilato da lui stesso. Sono descritte, in ordine cronologico, ben 183 edizioni che vanno dal 1796 al 1929. Si tratta di un prezioso e ricco strumento bibliografico per gli studiosi del Foscolo. – L.Mo.

052-088 Fondos y procedencias: bibliotecas en la Biblioteca de la Universidad de Sevilla: exposición virtual 2013, ed. Eduardo Peñalver Gómez, Sevilla, Servicio de Publicaciones de la Universidad de Sevilla, 2013 Þ rec. di Camino Sánchez Oliveira, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 5, 2019, pp. 188-90.

052-089 Forner (Fabio), Petrarca a Verona: alcune considerazioni sui manoscritti petrarcheschi della Biblioteca Capitolare e della Biblioteca Civica, «Studi medievali e umanistici», 15, 2017, pp. 111-38. Analisi dei manoscritti petrarcheschi veronesi: quelli con le opere volgari sono legati all’Umanesimo veronese e sono caratterizzati in genere dalla ricchezza dei materiali librari, dall’eleganza della scrittura e dell’apparato decorativo; quelli con le opere latine, invece, sono prevalentemente cartacei e sembrano più materiali di lavoro e studio che non opere d’arte (ma non mancano esemplari con raffinate miniature). – L. Ma.

052-090 Gallerani (Guido Mattia), Factual paratext, author and media. Tv Interviews by Roland Barthes and Primo Levi, in Seuils, Paratexts I. Trente ans après, pp. 159-70.

052-091 Garassini (Elena), Smartphone. 10 ragioni per non regalarlo alla prima Comunione (e magari neanche alla Cresima), Invito alla lettura di Mariolina Ceriotti Migliarese, Milano, Ares, 2019, pp. 106, IBN 9788881558391, € 9,50. Arguto volumetto che, con fare piano e pacato, spiega i molti equivoci e pericoli insito in un uso troppo disinvolto degli smartphones da parte di bambini e ragazzini: una guida per i genitori, ma anche una attenta riflessione sul sistema di comunicazione nel nostro contemporaneo. Per chi ama le voci fuori dal coro. – Ed.B.

052-092 Gazzotti (Marisa), Notizie intorno a Paolo Aicardo e al circolo intellettuale di Gian Vincenzo Pinelli, in Tra lo stil de’ moderni e ’l sermon prisco, a cura di E.R. Barbieri – M. Giola – D. Piccini, pp. 299-312. Il contributo si concentra sull’erudito Paolo Aicardo († 1597), figura vicinissima a Gian Vincenzo Pinelli e al suo circolo, raccogliendo indizi sui libri da lui annotati, emendati e/o posseduti, rintracciabili in mss., esemplari a stampa e opere che ne citano gli studi. – S.C.

052-093 Gheno (Vera), Potere alle parole. Perché usarle meglio, Torino, Einaudi, 2019, pp. 160, ISBN 978-88-06-24023-3, 13. Vera Gheno, sociolinguista, traduttrice e docente all’Università di Firenze, ha curato per anni l’account Twitter dell’Accademia della Crusca. L’Accademia fornisce una “consulenza linguistica” e riceve non raramente anche proposte bizzarre, considerazioni scandalizzate, persino piccate correzioni da parte di cultori della lingua arroccati in posizioni inespugnabili. In questo libro di godibilissima lettura, adatto tanto al neofita quanto all’esperto, l’autrice partendo dalle origini (cos’è un codice, come si impara una lingua…) sa molto abilmente condurre la discussione tra rigore e divertimento esaminando molti dei più comuni dubbi sull’italico parlare e scrivere (“d” eufonica, accenti, congiuntivo, uso di forestierismi e dialetto, storpiatura dei modi di dire…). Alla base di tutto il lavoro stanno tre fondamentali idee, ampiamente discusse ed esemplificate, tutte figlie dell’insegnamento prezioso di Tullio De Mauro: quella di «educazione linguistica democratica» (la democrazia ha bisogno di persone che capiscano cosa succede attorno a loro, lo sappiano interpretare e correttamente dire, non di succubi); quella secondo cui padroneggiare gli strumenti linguistici non significa parlare come un libro stampato ma saper scegliere in ogni situazione il registro più consono (competenza da «affinare con gioia e voglia di sperimentare; ma soprattutto, senza fare gli schizzinosi»); quella circa la natura mobile della norma linguistica, pur nel necessario rigore: la Linguistica (come il Dizionario) descrive, registra, spiega, ma non prescrive. C’è infatti in ballo una questione fondamentale: il conflitto fra “competenza” e autorità, studiosi consapevoli della flessibilità, e quindi capaci di uno sguardo ampio e spesso multidisciplinare, e “grammarnazi”. Ma ciò non toglie, ed è ben sottolineato, che occorrerebbe sempre comunicare al meglio e scrivere in modo corretto, siccome dalle nostre potenzialità linguistiche (e dalla nostra attenzione, con risvolti tanto sociali quanto psicologici) dipendono la nostra visione del mondo e la nostra consapevolezza del vivere, per il bene nostro e di chi ci circonda. – Sandro Montalto

052-094 Gimeno Blay (Francisco), Armando Petrucci: una lettura paleografica dalla Spagna, «Litterae Caelestes», 9, 2018, pp. 99-110. Bilancio dell’attività di Armando Petrucci con particolare attenzione al metodo e al ruolo delle tecniche della paleografia e della diplomatica nei confronti delle discipline storiche. – M.G.

052-095 Giola (Marco), Quattro lettere di Bartolomeo Veratti a Mussafia, in Tra lo stil de’ moderni e ’l sermon prisco, a cura di E.R. Barbieri – M. Giola – D. Piccini, pp. 453-68. L’a. indaga il rapporto tra l’erudito modenese Bartolomeo Veratti e Adolfo Mussafia, tramite quattro lettere spedite dal primo al secondo nel 1864 e nel 1867. – S.C.

052-096 Giunte e virgole. Attività culturale e di ricerca nella Biblioteca Statale Isontina (2014-2015), a cura di Marco Menato. Prefazione di Simone Volpato, Gorizia, Biblioteca Statale Isontina – Libreria Antiquaria Drogheria 28, 2019, pp. 208, ISBN 978-88-96925-29-4, € 20. Nate come fogli elettronici pubblicati sul web, queste preziose note permettono di navigare (per proseguire la metafora nautica usata dal prefatore) tra le iniziative della Isontina: testi di incontri, presentazioni di mostre, appunti su fondi e lasciti (vedi il sommario alle pp. 7-10, e l’indice alfabetico degli autori dei vari contributi alle pp. 10-11). – Ed.B.

052-097 Gnocchi (Maria Chiara), Le paratexte pour la définition et pour l’étude des collections: le cas des «Prosateurs français contemporains» des éditions Rieder (1921-1939), in Seuils, Paratexts I. Trente ans après, pp. 59-74.

052-098 Gorian (Rudj), Un libro a stampa gesuitico friulano-sloveno del 1688 e la committenza tipografica a Gorizia nel XVII secolo, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura Arte», n. 13-14, marzo-settembre 2018, pp. 129-145. Un caso eccezionale di edizione friulano-slovena, che mette in luce aspetti fino a oggi sconosciuti sulla stampa a Gorizia – città sotto dominazione asburgica e priva di officine tipografiche – del XVII secolo. Si tratta di un vol. del 1688 che contiene due testi distinti, uno stampato a Udine e l’altro a Lubiana, ma uniti a creare un’opera unica e omogenea. – Ar.L.

052-099 Gresti (Paolo), «…la grammatica ch’a messer Ludovico è piaciuto mandare». Notizie sulla circolazione del Donat proensal nel Cinquecento, in Tra lo stil de’ moderni e ’l sermon prisco, a cura di E.R. Barbieri – M. Giola – D. Piccini, pp. 323-35. Il contributo studia la circolazione della grammatica della lingua d’oc nota come Donat proensal e il suo arrivo nella biblioteca di Gian Vincenzo Pinelli (1535-1601). – S.C.

052-100 Howsam (Leslie), Vecchi libri e nuove storie. Introduzione agli studi sulla cultura del libro e della stampa, traduzione di Roberto Cesena, Milano – Udine, Mimesis, 2019 (Libricolae, 7), pp. 132, ISBN 978-88-575-4697-1, € 12. La casa editrice Mimesis propone la traduzione del saggio apparso nel 2006 con titolo originale Old Books & New Histories. An Orientation to Studies in Book and Print Culture (Toronto, University of Toronto Press), redatto dalla professoressa emerita dell’Università di Windsor (Canada), nonché dal 2009 al 2013 presidente di SHARP (The Society for the History of Authorship, Reading and Publishing). Obiettivo dell’opera è documentare l’ascesa degli studi legati alla cultura del libro a stampa, il cui segreto sembrerebbe risiedere nelle possibilità di approccio interdisciplinare a cavallo tra storia, letteratura, arte e scienze bibliografiche. Tale peculiarità concederebbe agli studiosi l’opportunità di creare inediti circuiti virtuosi, con i quali generare nuove narrazioni e aprire inediti punti di vista. In calce una bibliografia ragionata delle pubblicazioni più influenti del settore (perlopiù anglofone), utile per orientarsi nel settore di studi. – D.M.

052-101 Iacobi Primi instrumenta in Archivo Sedis Valentinae asservata, ed. Francisco Gimeno Blay, Valencia, Universitat de Valencia, 2017 Þ rec. di Julio Maciá, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 5, 2019, pp. 182-5

052-102 Imago libri. Représentations carolingiennes du livre, sous la direction de Charlotte Denoël – Anne-Orange Poilpré – Sumi Shimahara, Turnhout, Brepols, 2018 (Bibliologia. Elementa ad librorum studia pertinentia, 47), pp. 335, ill., ISBN 978-2-503-56767-9, s.i.p. Il presente vol. contiene gli atti di un importante convengo internazionale tenutosi nell’autunno 2015 (15-17 ottobre) presso l’Istituto nazionale di storia e arte della Sorbonne a Parigi, dedicato alla produzione di manoscritti durante l’epoca carolingia e ottoniana (Les représentations du livre aux époques carolingienne et ottonienne). I molti saggi che compongono la pubblicazione da una parte mettono in luce l’importanza della produzione dell’“oggetto libro” durante l’alto medioevo, a motivo del suo valore per la cultura e la società dell’epoca (si contano circa 8'000 manoscritti), dall’altra hanno cercato di colmare l’importante lacuna storiografia che vedeva l’assenza di lavori specifici dedicati alla rappresentazione, letteraria e figurata, di questi preziosi oggetti. All’interno di un discorso multidisciplinare, quindi, è stato rimesso al centro del tavolo il ruolo principale giocato dal codex in quell’epoca. I saggi, ben 19, sono suddivisi in cinque tematiche: raccontare e illustrare il libro in epoca carolingia; il rapporto del libro con la legge e le autorità civili; il rapporto del libro con la tradizione biblica; il rapporto del libro con la liturgia; il rapporto del libro con la letteratura. Chiude, dopo gli indici, una ricca e meravigliosa sezione con la riproduzione a colori di alcune carte di manoscritti. Si tratta, senza dubbio, di uno strumento imprescindibile per gli studi, di ogni settore, dedicati all’alto medioevo. I contributi sono redatti in francese e inglese. – L.Mo.

052-103 Knihovny a jejich majitelé : odraz zájmu a touhy po poznání, Ed. by Lucie Heilandová – Jindra Pavelková, Brno, Moravská zemská knihovna v Brně, 2018, pp. 260. ISBN 978-7051-259-3, s.i.p. Il vol., in ceco, slovacco, tedesco e inglese, raccoglie parte degli interventi di un convegno tenutosi alla Biblioteca Nazionale Morava di Brno nel 2017. Un elenco completo degli interventi è reperibile on line. – Ed.B.

052-104 Laurenza (Domenico), I libri della natura: l’uomo, la Terra, il cosmo, in Leonardo e i suoi libri, a cura di C. Vecce, pp. 51-7. Grazie alla mediazione linguistica di amici letterati, Leonardo potè affrontare anche testi in latino sullo studio della natura (in particolare anatomia, medicina, cosmologia, astrologia), sviluppando così una riflessione propria. L’a. si sofferma sul portato culturale di questo “incontro”, leggibile nei tanti libri posseduti dallo scienziato, in un modo o nell’altro afferenti a quella che all’epoca si definiva filosofia naturale. Completano il pezzo 4 ill. col. – E.G.

052-105 Leavenworth (Maria Lindgren), Paratext and Postapocalypse, in Seuils, Paratexts I. Trente ans après, pp. 128-40.

052-106 Ledda (Alessandro), La biblioteca del Capitano. Note sui libri di Neil McEacharn (1884-1964), creatore dei giardini botanici di Villa Taranto, in Tra lo stil de’ moderni e ’l sermon prisco, a cura di E.R. Barbieri – M. Giola – D. Piccini, pp. 529-524. Il contributo studia la biblioteca del capitano inglese Neil Boyd McEacharn (1884-1964), attualmente divisa tra la sua Villa Taranto a Verbania, tuttora celebre per i giardini botanici, e la Biblioteca Civica “Pietro Ceretti”. – S.C.

052-107 Leonardo e i suoi libri. La biblioteca del genio universale, a cura di Carlo Vecce, Firenze, Giunti, 2019, pp. 141, ill. col., ISBN 978-88-09-88357-4, € 18. Corollario dell’omonimo percorso espositivo (Firenze, Museo Galileo, 6 giugno - 22 settembre 2019), il vol. propone una serie di interventi in vario modo centrati sulla dispersa biblioteca leonardesca, il cui tentativo di ricostruzione (virtuale) è stato lo scopo della mostra. Il progetto di ricerca promosso e sostenuto dal MIUR, di cui l’evento fiorentino ha rappresentato il punto di arrivo e il momento di divulgazione, è andato oltre i confini temporali della mostra giacché la ricostruzione virtuale della biblioteca – possibile grazie alla digitalizzazione delle edizioni (a stampa o manoscritte) presumibilmente appartenute a Leonardo – ha permesso di mettere on line i suoi libri. Dal sito del Museo Galileo (www.bibliotecadileonardo.museogalileo.it) si possono infatti consultare/sfogliare i testi nella forma in cui li dovette vedere il genio vinciano, ma anche collegarli alle pagine dei suoi manoscritti. Oltre alle tantissime e azzeccate immagini, tutte a col., corredano il vol. Le liste dei libri (pp. 71-79; si tratta delle trascrizioni delle due liste librarie autografe, per un totale di oltre 200 libri), le Schede (pp. 81-126; suddivise per aree tematiche, si propongono assai sommarie schede relative ai volumi potenzialmente posseduti) e infine la Letteratura citata (pp. 129-141). Il vol. è schedato sotto i singoli contributi. – E.G.

052-108 Loner (Arnaldo), Il dovere della memoria, «Il cristallo. Rassegna di varia umanità», 61/1, aprile 2019, pp. 146-9. Da sempre attivo per non far dimenticare gli orrori del lager organizzato dai Nazisti a Bolzano, l’a. torna sul tema, illustrando il valore della memoria sia come ricostruzione del passato, sia come giudizio sul presente. – Ed.B.

052-109 Lumachi (Francesco), Nella repubblica del libro. Bibliomani celebri, librai d'altri tempi, spigolature e curiosità bibliografiche, a cura di Antonio Castronuovo, Bologna, Pendragon, 2019 (Varia, 272), pp. 152, ISBN 978-88-3364-105-8, € 14. Di Francesco Lumachi, che dopo aver lavorato come commesso nella succursale fiorentina della Libreria Fratelli Bocca di Torino, rilevandola nel 1899 e costruendo nel tempo la sua fama come libraio ed editore, si sa poco. Antonio Castronuovo, curatore ed autore della Premessa, lo definisce “uomo schivo, che lasciò poche tracce del suo passaggio, se non i libri che pubblicò e che scrisse” (p. 7). Della sua opera Nella repubblica del libro, uscita nel 1907 in sole 250 copie con la prefazione di Piero Barbèra, si conservano ad oggi poche decine di esemplari conservati per la maggior parte nelle biblioteche e sul mercato antiquario risulta assente. La nuova proposta editoriale di questo classico della bibliofilia risulta dunque vincente e rispondente a quella nicchia di lettori che fanno della lettura dei libri sui libri il proprio habitat naturale. Il volume, così come nell'edizione originale, è diviso in quattro capitoli (Bibliomani celebri - Librai d'altri tempi - Spigolature e curiosità bibliografiche - Errata) che trattano aspetti diversi del mondo della bibliomania, bibliofilia e biliografia. Le diverse figure dei bibliomani sono a tratti esilaranti e il ritratto del famoso studioso di storia della scienza, bibliografo ma anche ladro di libri Guglielmo Libri ricorda per certi versi la figura di un personaggio che è salito agli onori della cronaca per il ratto dei libri della Biblioteca dei Gerolamini di Napoli. Figure che ritornano dal passato ma che ricordano il presente quasi ci fosse un filo conduttore che lega la storia della bibliomania. Nel capitolo sugli Errata Lumachi prende in considerazione i pseudobiblia (libri immaginari, falsi, curiosi, mai scritti) un genere editoriale e letterario che ha una lunga e travolgente tradizione; si prenda ad esempio il curioso caso del volume dal titolo Del Collegio Petroniano, delle balie latine e del solenne suo aprimento in quest'anno 1719. In Siena per dote, e istituto del cardinale Riccardo Petroni a benefizio di tutta la nazione italiana ad effetto di rendere naturale la lingua latina quale fu presso i Romani col vero metodo degli studj per la gioventù dell'uno e dell'altro sesso, nel medesimo collegio stabiliti. Relazione del dottor Salvadore Tonci primo medico di detto collegio (In Siena: appresso Francesco Quinza stampatore del collegio medesimo, 1719) e di cui non sveleremo la storia. Un libro, quello di Lumachi, che affascina per lo stile leggero e per l'occhio disincantato e benevolo con cui descrive il mondo dell'editoria, del collezionismo e delle biblioteche popolato di personaggi strambi, vittime, per la maggior parte, della loro bibliomania. – Francesca Nepori

052-110 Malandrino (Aurelio), Intorno ai codici petrarcheschi latini della Biblioteca Marciana, «Studi medievali e umanistici», XV (2017), pp. 81-110. Introduzione al censimento dei codici petrarcheschi latini della Marciana. – L.Ma.

052-111 Malavolta (Maria Edvige), Armando Petrucci e la Biblioteca dell’Istituto di Paleografia. Ricordi di una bibliotecaria, «Litterae Caelestes», 9, 2018, pp. 111-116. Il contributo ricorda il ruolo di Armando Petrucci nell’arricchimento e nell’ammodernamento della Biblioteca dell’Istituto di Paleografia della Sapienza di Roma. – M.G.

052-112 Malta (Caterina), «Pretransformari studeo». In margine a «Triumphus Fame» I, «Studi medievali e umanistici», 15, 2017, pp. 3-25. La ricognizione dei testimoni latori delle postille all’incipit di Triumphus Fame I permette una nuova proposta di testo critico delle medesime, il cui portato semantico viene interpretato alla luce del tema agostiniano della mutatio, la palingenesi dall’uomo vecchio all’uomo nuovo, filone attivo anche nel terzo libro del Secretum. – L.Ma.

052-113 Marcuccio (Roberto), La ricezione di Leonardo da Vinci dal tardo Settecento alle celebrazioni novecentesche (1797-1953), in Con Leonardo da Vinci a Bologna, a cura di R. Campioni, pp. 85-106. Entro il range cronologico dichiarato, l’a. propone una panoramica critico-bibliografica limitata all’Italia sulla ricezione del genio vinciano. Stante che ogni epoca lo ha recepito da un punto di vista suo proprio, ripercorrere quelle vicende interpretative equivale a ricostruire un segmento cospicuo della cultura italiana ed europea, a patto però di mettere Leonardo al di là e al di fuori del mito, e con i piedi per terra. Come d’altra parte la lezione di Carlo Dionisotti aveva già indicato. – E.G.

052-114 Martin Lutero cinquecento anni dopo, a cura di Giovanni Puglisi – Gianluca Montinaro, Firenze, Olschki, 2019, pp. 130, ISBN 978-88-222-6636-1, € 19. Nato col progetto di valorizzare i materiali via via pubblicati sulla «Biblioteca di via Senato», la collana, promossa dalla eponima fondazione, offre in questo numero una bella serie di interventi che narrano di Lutero, della sua fortuna, delle polemiche in cui venne a trovarsi, della storia delle sue opere, della diffusione in Italia: tra gli autori, oltre ai due curatori, Claudio Bonvecchio, Silvana Nitti, Marco Vannini, Carlo Gambescia, Guido Del Giudice, Giancarlo Petrella. Si noti l’edizione integrale della prima traduzioni italiana di Lutero, la Dechiaratione del 1525 (pp. 87-122). – Ed.B.

052-115 Mazzoni (Luca), Il Petrarca sconosciuto: l’edizione bodoniana di «Rerum vulgarium fragmenta» e «Triumphi» (1799), «Studi medievali e umanistici», XV (2017), pp. 315-346. L’edizione del Petrarca volgare uscita da Bodoni nel 1799, curata dagli eruditi veronesi Giovanni Iacopo Dionisi e Bartolomeo Preazzini, fu stroncata dai duri giudizi di Marsand (1826) ed è sostanzialmente passata sotto silenzio. Si analizza l’Epistola proemiale dell’opera, firmata da Dionisi ma scritta da Perazzini (lo si desume dal carteggio intercorso fra i due, dal quale emergono altri dati sull’andamento dei lavori): alcune scelte testuali sono certamente poziori rispetto alle altre edizioni settecentesche, ma alcuni princìpi metodologici segnano un arretramento rispetto al precedente trattatello di Perazzini, le Correctiones et adnotationes in Dantis Comoediam. – M.G.

052-116 Mazzoni (Luca), Le Osservazioni sopra la Commedia di Filippo Rosa Morando, in Tra lo stil de’ moderni e ’l sermon prisco, a cura di E.R. Barbieri – M. Giola – D. Piccini, pp. 425-439. Il contributo studia le Osservazioni sopra la Commedia del veronese Filippo Rosa Morando (1732-1757), alle cui edizioni del 1751 e del 1757 si aggiunge un ms. del gennaio del ’57 ora a Vicenza. – S.C.

052-117 Meizoz (Jérôme), Extensions du domaine de l’oeuvre, in Seuils, Paratexts I. Trente ans après, pp. 186-93.

052-118 Meneghelli (Donata), Around the Metadata Wall. Some functions and effects of paratext in fan fiction, in Seuils, Paratexts I. Trente ans après, pp. 171-185.

052-119 Montagner (Luca), L’antiquariato Hoepli. Una prima ricognizione tra i documenti e i cataloghi, Milano, Educatt, 2017, pp. 221, ISBN 978-88-9335-230-7, € 12 Þ rec. Annafelicia Zuffrano, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura Arte», n. 13-14, marzo-settembre 2018, pp. 207-9.

052-120 Monti (Carla Maria), Gli esordi del pensiero politico signorile di Petrarca: i testi per Azzo da Correggio e Luchino Visconti, «Studi medievali e umanistici», 15, 2017, pp. 43-80. Gli scritti di Petrarca per Azzo da Correggio e Luchino Visconti costituiscono la prima manifestazione del suo orientamento politico verso regimi di tipo signorile. – L.Ma.

052-121 Montier (Jean-Pierre), La notion du seuil photographique, in Seuils, Paratexts I. Trente ans après, pp. 103-27.

052-122 Moscati (Laura), Alessandro Manzoni «avvocato». La causa contro Le Monnier e le origini del diritto d’autore in Italia, Bologna, Il Mulino, 2017, pp. 458, ISBN 978-88-15-26085-7, € 38 Þ rec. Maria Iolanda Palazzolo, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura Arte», n. 13-14, marzo-settembre 2018, pp. 214-6.

052-123 Nerozzi (Giacomo), Un galileo ritrovato, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura Arte», n. 13-14, marzo-settembre 2018, pp. 171-3. Si parla della intricata – e non ancora del tutto risolta – vicenda della sparizione di un vol. (una miscellanea di argomento astronomico, che accoglie – in apertura – una edizione del 1610 del Sidereus Nuncius) dalla Biblioteca Universitaria di Bologna nel 1956. – Ar.L.

052-124 Ognibene (Paolo), Gli alfabeti per le lingue iraniche orientali del Tagikistan, «QuadRI. Quaderni di RICOGNIZIONI», 8, 2018, pp. 85-94. Le lingue iraniche orientali non hanno una tradizione scritta antica: spesso parlate sui margini di territori alloglotti, hanno subito influssi assai forti dalle lingue e dalle scritture dominanti, tanto che i russi, già in epoca zarista, avevano compreso l’importanza di legare a sé nuovi popoli favorendo l’uso per le lingue locali dell’alfabeto russo. – Ed.B.

052-125 Olay Valdés (Rodrigo), Impresores, formatos y adornos en la historia editorial del Desengaño y conversión de un pecador (1740-1786), de Benito Jerónimo Feijoo, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 5, 2019, pp. 101-38. Viene analizzata la differente presentazione editoriale di un poemetto spagnolo del medio XVIII secolo. – Ed.B.

052-126 Ordinare il mondo. Diagrammi e simboli nelle pergamene di Vercelli, a cura di Timoty Leonardi e Marco Rainini, Milano, Vita e pensiero (Dies nova, 3), 2018, ill. col., € 38, ISBN 978-88-343-3576-5. Negli ultimi anni l’Archivio Capitolare di Vercelli vive un particolare periodo di grazia per quanto concerne lo studio della propria documentazione, come anche la sentita partecipazione della comunità locale (e non solo) a una bella serie di mostre ed eventi collaterali. Con questo v. si apre davvero una breccia riguardo l’importanza di schemi simbolici e rappresentazioni diagrammatiche nei rotoli pergamenacei della raccolta vercellese, che fin dal Medioevo servirono a illustrare la creazione, e dare forma visuale all’ordine del mondo e alla storia stessa. Impegnati nella miscellanea alcuni professori dell’Università Cattolica di Milano (Milvia Bollati, Mirella Ferrari, Marco Rainini), affiancati da un entourage internazionale di docenti ed esperti, oltre che dagli addetti dello stesso Archivio Capitolare, tra cui figurano Timoty Leonardi e Silvia Faccin, i quali propongono una riflessione a quattro mani su un caso concreto di studio per alcuni materiali pergamenacei attraverso le più recenti tecnologie d’indagine multispettrale. – D.M.

052-127 Pagliaroli (Stefano), Giano Lascari, Venezia, Mantova e uno sconosciuto θησαυρός di lettere autografe, «Studi medievali e umanistici», 15, 2017, pp. 393-449. Giano Lascari, tra la fine del 1504 e l’inizio del 1509, e cioè quando era ambasciatore francese a Venezia, scrisse 151 lettere in volgare a Francesco II Gonzaga, alle quali a sua volta il marchese rispose con 25 lettere, sempre in volgare: questa inedita corrispondenza emerge ora dall’Archivio di Stato di Mantova. Si pubblica una selezione di 65 lettere fra i due corrispondenti. – L.Ma.

052-128 Panckoucke et l’«Encyclopédie métodique». Ordre de matières et transversalité, sous la direction de Martine Groult et Luigi Delia, avec la collaboration de Claire Fauvergne, Paris, Classiques Garnier, 2019, pp. 443, ISBN 978-2-406-07472-4, s.i.p. L’Encyclopédie métodique pubblicata inizialmente da Charles-Joseph Panckoucke, quindi dal genero e dalla figlia (1782-1832), è opera talmente sterminata che è difficile affermare con certezza di quanti volumi sia composta: potrebbero essere 196, 203 o 212, a seconda del conteggio dei fascicoli (che venivano pubblicati sciolti: la rilegatura spettava ai sottoscrittori dell’opera). Non rappresenta solo un aggiornamento dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert (che contava 28 volumi!), ma propone un rinnovamento profondo dello stesso metodo enciclopedico. È organizzata in materie, ciascuna accompagnata da un tableau analitique, una sorta di guida alla lettura che indica il modo con cui si può consultare l’enciclopedia, basata non sull’ordine alfabetico ma logico. I saggi raccolti nel volume illustrano vari aspetti della biografia di Panckoucke e del suo metodo enciclopedico, l’influenza di una materia sull’altra, il rapporto dialettico con l’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert, i numerosi cambiamenti di redattori. Segnalo qui Clorinda Donato, «Discours sur l’autorité des historiens contemporaines» (1785) de Girolamo Tiraboschi dans l’édition de Padoue de l’«Encyclopédie métodique», pp. 43-60, dedicato appunto a questo saggio di Tiraboschi, da lui inserito nell’edizione padovana dell’Encyclopédie métodique (1784-1817), diretta da Giovanni Coi. Tiraboschi – che in questa edizione collaborò alla revisione dei volumi di Storia e Geografia – si contrappone al Discours préliminarie, scritto da Gabriel Henri Gaillard, contenuto nei volumi dedicati alla Storia nell’edizione di Panckoucke. – L.Ma.

052-129 Pederzoli (Elisa), “Who’s Who(Se) Epitext?” The Cartoline Parlanti of Angelo Fortunato Formiggini, in Seuils, Paratexts I. Trente ans après, pp. 45-58.

052-130 Pedraza Gracia (Manuel José), Editorial, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 5, 2019, pp. 7-9. Il direttore della rivista spiega l’idea dalla quale ha mosso il progetto: la creazione di una rivista che si occupasse di tutti gli aspetti del libro e delle biblioteche antichi. – Ed.B.

052-131 Petrella (Giancarlo), Dante all’Inferno. Pratiche espurgatorie su un esemplare mantovano della Commedia, Brescia, B. Bonini, 1487, in Tra lo stil de’ moderni e ’l sermon prisco, a cura di E.R. Barbieri – M. Giola – D. Piccini, pp. 389-402. L’a. studia l’attività espurgatoria che frate Ignazio da Belluno, cappuccino nel Convento di Mantova, praticò su un esemplare dell’edizione Bonini della Commedia nel 1636. – S.C.

052-132 Piattelli (Angelo M.), New documents concerning Bomberg’s printing of the Talmud, in Mehevah le-Menahem. Studies in honor of Menahem Hayyim Schmelzer, edited by Shmuel Glick – Evelyn M. Cohen – Angelo M. Piattelli, Jerusalem, JTS – The Scocken Institute, 2019, pp. 171*-199*. Preziosa e documentata disamina delle due edizioni del Talmud pubblicate da Bomberg, con particolare attenzione alle differenze tra due esemplari della princeps 1515 recanti importanti varianti (vedi anche le fotografie qui inserite in fine). – Ed.B.

052-133 Piccini (Daniele), La tradizione frammentaria del Quadriregio di Federico Frezzi, in Tra lo stil de’ moderni e ’l sermon prisco, a cura di E.R. Barbieri – M. Giola – D. Piccini, pp. 115-125. L’a. analizza i mss. che testimoniano excerpta del Quadriregio di Federico Frezzi (circa metà XIV sec.-1416), concentrandosi in particolare sul codice UCB 89 della Bancroft Library di Berkeley (California). – S.C.

052-134 Piris Garcete (Cynthia Lorena), La imprenta musical en España: análisis de las técnicas xilographicas y tipográficas entre 1485 y 1550, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 5, 2019, pp. 33-46. È ben nota la difficoltà della realizzazione delle edizioni musicali o delle parti musicali delle edizioni a esempio liturgiche: qui si prendono in esame, organizzandoli cronologicamente, i dati relativi ai primi 65 anni degli esperimenti realizzati in Spagna, talvolta usando la silografia, talvolta i caratteri tipografici (anche politipi). – Ed.B.

052-135 Pisano (Enrico), Liber Maiorichinus de gestis Pisanorum illustribus, Firenze, SISMEL Edizioni del Galluzzo, 2017 (Edizione nazionale dei testi mediolatini d’Italia, 44. Serie II, 20), VI, pp. 670, ISBN 978-88-8450-775-4, € 80. Þ rec. Veronica Bernardi, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura Arte», n. 13-14, marzo-settembre 2018, pp. 197-200.

052-136 Ponzani (Vittorio), Dalla «filosofia del ridere» alla promozione del libro. La Biblioteca circolante di A. F. Formiggini (Roma 1922-1938), Pistoia, Settegiorni, 2017 (Storia Editoria Biblioteche, 4), pp. 175, ISBN 978-88-97848-77-6, € 20 Þ rec. Paolo Tinti, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura Arte», n. 13-14, marzo-settembre 2018, pp. 232-4.

052-137 Prandi (Stefano), Giulio Cesare Pascali e la tradizione riformata dei volgarizzamenti dei Salmi, «Archivio italiano per la storia della pietà», 31, 2018, pp. 259-84. Il saggio è incentrato sulla figura del siciliano Giulio Cesare Pascali, esule religionis causa a Ginevra, dove nel 1592 pubblicò una versione in versi italiani dei Salmi. Dopo aver discusso la dedica alla regina Elisabetta d’Inghilterra (esperta anche nella nostra lingua: vedi Carlo M. Bajetta, Elizabeth I’s Italian Letters del 2017), l’a. indaga il valore letterario e poetico della traduzione (confrontata con altre versione pubblicate a Ginevra negli anni precedenti), per poi affrontare gli argomenti premessi e la presenza in essi di espliciti rimandi alla teologia calvinista. – Ed.B.

052-138 Rafti (Patrizia), Memorie di una “eternalista” di Paleografia. Per il Maestro, «Litterae Caelestes», 9, 2018, pp. 99-110. Ricordo del magistero di Armando Petrucci tra Sapienza e Biblioteca Corsiniana. – M.G.

052-139 Regolamento della Biblioteca Civica di Rovereto (1764), [a cura di Gianmario Baldi], Rovereto, Rovereto, Laboratorio “Il Riccio” della Biblioteca Civica “G. Tartarotti”, 2019, pp. [4] 12, manca ISBN, s.i.p. Edizione fuori commercio, di grandi dimensioni e stampata a mano di un importante documento: lo statuto fondativo della Biblioteca Civica roveretana, esemplato sul modello di quella di Vicenza. L’edizione di 99 copie numerate è dedicata alla memoria di Giovanni Caliò, ed è accompagnata in alcuni esemplari da una incisione di Pino Guzzonato. – Ed.B.

052-140 Reyes Gómez (Fermín de los), Álvaro de Castro, ¿impresor de la bulas incunables de cruzada en Valladolid?, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 5, 2019, pp. 11-31. Viene presa in esame la produzione di un gruppo di bolle di crociata attribuibili a de Castro, la cui impressione è ora collocabile, sulla base di diversi documenti, nel monastero di Nuestra Señora de Prado a Valladolid. – Ed.B.

052-141 Reyes Gómez (Fermín de los), La imprenta y el más allá: as bulas de San Esteban de Cuéllar (Segovia), Segovia, Fundación Las Edades del Hombre, Diputación de Segovia, Ayuntamiento de Cuéllar, Ayuntamiento de Aguilafuente, 2017 Þ rec. di Alberto Gamarra Gonzalo, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 5, 2019, pp. 193-5

052-142 Rhodes (Dennis E.), Un inglese identificato da un inglese?, in Tra lo stil de’ moderni e ’l sermon prisco, a cura di E.R. Barbieri – M. Giola – D. Piccini, pp. 525-527. L’a. suggerisce la possibilità di identificare con Walter Ashburner (1864-1936) un anonimo «amico inglese» nominato in una lettera di Tammaro De Marinis a Monsignor Giovanni Galbiati (lettura segnalata da Giuseppe Frasso in un articolo per i 90 anni dello stesso Rhodes). – S.C.

052-143 Rivali (Luca), Per una storia dell’incunabolistica napoletana (secoli XVIII-XX). Prime schede, in Tra lo stil de’ moderni e ’l sermon prisco, a cura di E.R. Barbieri – M. Giola – D. Piccini, pp. 403-421. L’a. fornisce una panoramica ben rappresentativa degli studi di incunabolistica napoletana, dei suoi principali studiosi e delle loro opere tra i secoli XVIII e XX. – S.C.

052-144 Rollo (Antonio), Un Tetravangelo appartenuto a Manuele Crisolora e una nota con la sua data di nascita, «Studi medievali e umanistici», 15, 2017, pp. 347-361. Il Par. gr. 67 della Bibliothèque Nationale di Parigi è un Tetravangelo appartenuto a Crisolora; è il primo dei suoi libri finora emersi a contenere un testo non profano. In esso si legge la stessa nota contenuta nel Vat. gr. 1299, dalla quale si ricava la data di nascita di Manuele. – L.Ma.

052-145 Rossi (Pietro B.), «Ex libris Antonii Gigantis» (e di Ludovico Beccadelli) nella Biblioteca Civica ‘Benedetto Passionei’ di Fossombrone, in Tra lo stil de’ moderni e ’l sermon prisco, a cura di E.R. Barbieri – M. Giola – D. Piccini, pp. 265-278. L’a. introduce e pubblica le schede delle cinquecentine della biblioteca di Antonio Giganti (1535-1598), oggi custodite presso la Biblioteca Civica Passionei di Fossombrone. – S.C.

052-146 Sala (La) delle Asse del Castello Sforzesco. Leonardo da Vinci, a cura di Claudio Salsi – Alessia Alberti, II: All’ombra del Moro, Cinisello Balsamo (Milano), Silvana Editoriale, 2019, pp. 271, ill. col., ISBN 9788836643752, s.i.p. (€ 34 sul sito dell’editore). Il vol. è stato pubblicato in occasione della riapertura straordinaria della Sala delle Asse durante l’evento milanese Leonardo mai visto, per celebrare il cinquecentenario leonardiano. La decorazione di questa sala del Castello Sforzesco fu infatti affidata da Ludovico il Moro a Leonardo, con l’intento di realizzare un pergolato dipinto. Il vol., riccamente illustrato, è aperto dai saluti del Sindaco, dell’Assessore alla Cultura di Milano e del Presidente della Fondazione Cariplo, e introdotto da uno scritto dei curatori intitolato All’ombra del Moro (pp. 12-13). I contributi sono suddivisi nelle seguenti parti: La Sala delle Asse (pp. 16-55), La camera della Torre (pp. 58-153); La camera “de’ moroni” (pp. 156-209); Intorno alla Sala delle Asse. Leonardo tra Natura, Arte e Scienza (pp. 211-233), catalogo dell’omonima mostra. Chiudono le Appendici (pp. 236-248), con ulteriori informazioni storiche e iconografiche, e gli Apparati (pp. 250-271), contenenti la bibliografia generale e l’indice dei nomi. I contributi portano la firma dei curatori del vol., di Anna Maria Penati e di Lorenzo Tunesi. Alle schede del catalogo e alle appendici hanno collaborato Flavia Barbarini, Lucia Bergamo, Stefano Balbiani, Ilaria De Palma e Giulia Bertolazzi. – S.C.

052-147 Santoni (Francesca), Trentacinque anni, «Litterae Caelestes», 9, 2018, pp. 95-98. Ricordo del magistero romano di Armando Petrucci negli Anni Ottanta del Novecento. – M.G.

052-148 Scrittura (La) dipinta. I corali di San Michele Maggiore e la miniatura tra sacro e profano nei manoscritti della Biblioteca Universitaria di Pavia, Pavia, PI-ME, 2017 (Il Labirinto, 2), pp. 11, ISBN 978-88-7963-375-8, s.i.p. Þ rec. Andrea Risi, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura Arte», n. 13-14, marzo-settembre 2018, pp. 200-5.

052-149 Scytica. Gli studi sugli sciti in Russia fra Ottocento e Novecento, a cura di Paolo Ognibene, Sesto San Giovanni, Mimesis, 2019 (Indo Iranica et Orientalia, 16), pp. 624, ISBN 978-88-5753-457-2, € 40. Frutto di una ricerca svolta nell’ambito del Dip. di Beni Culturali dell’Univ. di Bologna, il vol. si occupa di documentare le ricerche sui popoli sciti svolte prima in Russia poi in Urss, proponendo in versione italiana 16 saggi sul tema (pubblicati originariamente lungo l’arco di un secolo, dal 1872 al 1971), accompagnati da un saggio tedesco oltremodo “seminale” (come usa dire oggidì) di Müllenhoff datato al 1866 (pp. 455-78). Se la questione scitica (identità etnica e linguistica di uno o più popoli?) è complessa per la scarsità di documentazione archeologica (solo qualche tomba, assenza di scrittura e città), essa interessò in modo vivace gli studiosi russi (e poi sovietici) che vi vedevano dei nobili e antichissimi antenati, alla cui esperienza nomade far risalire la peculiarità della propria cultura. Seguono un’ampia bibliografia (pp. 479-525) e un indice prima latino poi greco (pp. 527-623). – Ed.B.

052-150 Seche (Giuseppe), Libro e società in Sardegna tra Medioevo e prima età moderna, Firenze, Olschki, 2018 (Biblioteca dell’Archivio Storico Italiano, 38), XI, pp. 318, ISBN 978-88-222-6558-6, € 36 Þ rec. Marco Guardo, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura Arte», n. 13-14, marzo-settembre 2018, pp. 205-7.

052-151 Seche (Giuseppe), Libro e società in Sardegna tra Medioevo e prima Età Moderna, Firenze, Olschki, 2018 Þ rec. di Manuel José Pedrza Gracia, «Titivillus. Revista Internacional sobre Libro Antiguo», 5, 2019, pp. 179-81

052-152 Sessantotto (Il) della scuola elementare, Milano, Unicopli, 2018 (Testi e Studi. Biografie, critica e saggistica storica, 298), pp. 325, ISBN 978-400-2018-1, € 20 Þ rec. Anna Giulia Cavagna, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura Arte», n. 13-14, marzo-settembre 2018, pp. 235-7.

052-153 Sestini (Valentina), Errata corrige: un percorso paratestuale tra autori, tipografi e correttori (XVI-XVII secolo), in Seuils, Paratexts I. Trente ans après, pp. 15-23.

052-154 Seuils, Paratexts I. Trente ans après, ed. by Guido Mattia Gallerani – Maria Chiara Gnocchi – Donata Meneghelli – Paolo Tinti, «Interférences littéraires», 23, 2019. Dopo una attenta introduzione dei curatori che ripercorre la fortuna dell’opera di Genette e gli sviluppi degli studi da essa derivati (pp. 1-11), il vol. raccoglie brevi interventi di numerosi autori: li si elenca secondo l’ordine alfabetico. Il testo integrale è leggibile all’indirizzo http://www.interferenceslitteraires.be/index.php/illi/issue/view/Galleranietal23/Galleranietal23 – Ed.B.

052-155 Signorini (Maddalena), Laura e il Tour de France, «Litterae Caelestes», 9, 2018, pp. 73-85. L’autrice ricostruisce la tradizione manoscritta della cosiddetta ‘nota di Laura’ (il cui autografo è conservato in un foglio di guardia del Virgilio Ambrosiano) ritrovandola in alcune decine di copie (per un totale di 81 codici), principalmente quattrocentesche. – M.G.

052-156 Špička (Jiří), La fortuna di Francesco Petrarca in Boemia e Moravia, in Tra lo stil de’ moderni e ’l sermon prisco, a cura di E.R. Barbieri – M. Giola – D. Piccini, pp. 89-114. L’a. studia la ricezione di Petrarca, tra XIV al XIX sec., nelle due regioni dell’attuale Repubblica Ceca, prestando attenzione anche ai censimenti e ai cataloghi delle biblioteche di conservazione. – S.C.

052-157 Stoppelli (Pasquale), Ricordo di Conor Fahy (1928-2009), con un’ipotesi sul «cancellans» del Furioso del 1532, «Ecdotica», 15, 2018, pp. 258-75. Il breve saggio, che nasce come una commemorazione di Conor Fahy a nove anni dalla morte, ripercorre le principali tappe della ricerca del grande studioso britannico e si sofferma in modo particolare (dando anche alcune nuove interpretazioni) su un problema celebre sollevato dallo stesso Fahy: il fascicolo A dell’edizione del 1532 del poema ariostesco. – M.G.

052-158 «Studi medievali e umanistici», XV (2017). Il fascicolo raccoglie gli atti – dedicati a Guglielmo Bottari per i suoi settant’anni – del convegno Tradizioni petrarchesche dal Veneto all’Europa, svoltosi a Verona il 3 e il 4 dicembre 2015. Si schedano alcuni contributi.

052-159 Sunt libri mei... : knihy ve výchovném procesu novověkého čtenáře, Ed. by Lucie Heilandová – Jindra Pavelková, 1980, Brno, Moravská zemská knihovna v Brně, 2018, pp. 182. ISBN 978-7051-262-3, s.i.p. Anche questo vol. (in ceco, slovacco, tedesco, inglese e italiano) raccoglie parte degli interventi di un convegno tenutosi alla Biblioteca Nazionale Morava di Brno nel 2017. Un indice del vol. è pubblicato on line: qui si schedano solo alcuni contributi. – Ed.B.

052-160 «TECA. Testimonianze Editoria Cultura Arte», n. 13-14, marzo-settembre 2018. Si schedano i singoli contributi di interesse bibliografico. – Ar.L.

052-161 Tedesco (Alessandro), II libro come elemento di “narrazione” sociale nell'Europa del XVI secolo: aneddoti, motti e rime di personaggi illustri nelle edizioni del poligrafo Lodovico Domenichi (1515-1564), in Sunt libri mei…, ed. L. Heilandová – J. Pavelková, pp. 121-30. Breve presentazione della forma e della fortuna editoriale cinquecentesca del genere delle raccolte di aneddoti, con particolare attenzione a quella pubblicata dal Domenichi. – Ed.B.

052-162 Tinelli (Giacomo), Alle soglie di Bruciare tutto. Processo al romanzo, in Seuils, Paratexts I. Trente ans après, pp. 141-58.

052-163 Tinti (Paolo), Il paratesto del libraio. Le vetrine della libreria nell’Italia del Novecento, in Seuils, Paratexts I. Trente ans après, pp. 35-44.

052-164 Tosi (Renzo), La donna è mobile e altri studi di intertestualità proverbiale, Bologna, Pàtron, 2011, pp. 356, ISBN 978-88-555-3116-0, Euro 30. I dodici saggi raccolti nel volume (in gran parte già pubblicati indipendentemente, ma non manca tuttavia qualche inedito) prendono in esame da una prospettiva squisitamente storico-filologica la storia e la fortuna delle sententiae antiche (greche e latine) divenute poi ‘proverbiali’ in senso stretto. Ciascun contributo analizza uno o più detti (alcuni celeberrimi come Omnia vincit amor oppure Homo homini lupus) e fornisce una meticolosa mappatura della loro presenza e della loro differente fenomenologia nelle opere degli autori classici, dando così conto della fase più alta della loro diffusione. In seconda battuta, vengono quindi studiati i rivoli della loro trasmissione medievale, spesso carsica, per arrivare fino alla modernità attraverso una ricerca comparativa minuziosa e puntualissima che raggiunge le pagine degli scrittori, dei filosofi e dei musicisti dell’Ottocento europeo. – M.G.

052-165 Tra lo stil de’ moderni e ’l sermon prisco. Studi di allievi e amici offerti a Giuseppe Frasso, a cura di Edoardo R. Barbieri - Marco Giola – Daniele Piccini, Pisa, ETS, 2019, pp. 670, ill. b/n, ISBN 978-884675523-0, € 60. Il vol. raccoglie quarantasette contributi offerti a Giuseppe Frasso, come ringraziamento per il suo insegnamento, nonché come segno d’affetto e d’amicizia. La ricchezza dei campi che hanno interessato, e tuttora interessano, il festeggiato (per conservare la bella metafora “festaiola” utilizzata dai curatori) è testimoniata dai contenuti degli scritti qui raccolti: essi spaziano, infatti, dalle Origini al Novecento, dalla metrica alla storia delle biblioteche, dalla filologia medioevale e umanistica alla storia della critica e della disciplina filologica. Se Dante e Petrarca (e Billanovich) si possono considerare gli snodi centrali, gli argomenti toccati si inoltrano comunque in campi ben lontani. Questa grande varietà è una tangibile testimonianza del fecondo magistero, tanto accademico quanto umano, cui l’intera iniziativa è dedicata. Arricchiscono la pubblicazione i ricchi indici dei nomi di persona e delle opere (pp. 623-656), dei nomi di luogo (pp. 657-663), dei manoscritti, dei postillati e dei documenti d’archivio (pp. 665-670). Del vol. sono schedati i contributi rientranti nei settori di competenza dell’«Almanacco bibliografico» (per l’indice completo, invece, si rimanda a questo sito). – S.C.

052-166 Un archivio, un palazzo, una città. L’Archivio Storico Diocesano di Lucca dal VII al XX secolo, a cura di Marcello Brunini, Lucca, Maria Pacini Fazzi, 2019, pp. 164, ISBN 978-38-3653830-5, 22 €. Il v. ripercorre il ruolo storico svolto nella città di Lucca dall’Archivio Diocesano, di cui vengono messi a nudo i preziosi documenti lì conservati in quattro densi contributi. Valentina Cappellini propone una panoramica dei tesori dell’Archivio Arcivescovile, mentre Gaia Elisabetta Unfer Verre offre una sintesi storica delle vicissitudini che hanno condotto alla formazione dell’Archivio Capitolare e della Biblioteca Capitolare Feliniana, composta da 645 volumi con opere manoscritte e incunaboli, in buona parte appartenute al vescovo Felino Sandei. Tommaso Maria Rossi si sofferma invece sugli archivi di chiese, enti, parrocchie e persone giunti nel corso dei secoli presso l’Archivio Diocesano. Chiude il libro un saggio di Beatrice Maria Chiti, attualmente laureanda presso l’Università di Firenze, sulla decorazione a grottesche di epoca cinquecentesca ancora oggi visibile nello studiolo del vescovo. Ampia bibliografia in calce. – Davide Martini.

052-167 Vacalebre (Natale), «Specchiu di Bellizza». Some notes on the first printed editions of Antonio Veneziano’s Canzoniere, in Tra lo stil de’ moderni e ’l sermon prisco, a cura di E.R. Barbieri – M. Giola – D. Piccini, pp. 337-348. L’a. analizza la (s)fortuna editoriale dell’opera di Antonio Veneziano, principale esponente del petrarchismo siciliano nel XVI sec., le cui prime antologie a stampa risalgono al 1637 e al 1645. – S.C.

052-168 Van Zundert (Joris J.), Why the Compact Disc Was Not a Revolution and «Cityfish» Will Change Textual Scholarship, or What Is a Computational Edition?, «Ecdotica», 15, 2018, pp. 128-156. L’autore affronta – in termini strettamente tecnici – il difficile problema del rapporto tra cartaceo e digitale nella resa delle edizioni critiche sottolineando il fatto che spesse volte queste ultime ripropongono su formato diverso le strutture caratteristiche di quelle tradizionali. Il discorso viene poi spostato sugli aspetti pienamente computazionali dell’editoria e sulle prospettive che si possono aprire su questo lato. – M.G.

052-169 Vecce (Carlo), Leonardo e i suoi libri in Leonardo e i suoi libri, a cura di C. Vecce, pp. 13-23. L’a. ripercorre la storia del rapporto fra il genio e i libri, suoi e non. Dal contesto familiare (di mercanti e notai) a Vinci, passando per la vivacità culturale della Firenze tardo-quattrocentesca e fino al cruciale approdo a Milano, l’a. dimostra che i libri accompagnarono tutta la vita di Leonardo, perfino negli spostamenti, mettendo bene in luce – grazie ad un accurato scandaglio delle due liste librarie autografe – come lo sviluppo della biblioteca andò di pari passo con quello dei suoi interessi e della sua cultura. Completano il pezzo 5 ill. col. – E.G.

052-170 Versiero (Marco), La semantica del tempo (tra letteratura, storia e filosofia), in Leonardo e i suoi libri, a cura di C. Vecce, pp. 43-49. L’a. si interroga su come i volumi e gli autori presenti nella biblioteca del genio vinciano (soprattutto Ovidio, Plinio e Seneca) abbiano inciso sull’orizzonte culturale e sulla formazione del suo pensiero. Irrobustisce il ragionamento un attento scandaglio di alcuni scritti e frammenti, riletti appunto alla luce delle considerazioni che all’a. qui premono. Completano il pezzo 6 ill. col. – E.G.

052-171 Viaro (Gisella Maria), Nippon Tenji Toshokan. La Biblioteca Nittento per non vedenti di Kazuo Honma, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura Arte», n. 13-14, marzo-settembre 2018, pp. 189-194. La Biblioteca di Nittento, in Giappone, nata dalla grande visione di un coraggioso pioniere – Kazuo Honma – nel 1940, con i suoi 81000 libri in braille, è un punto di riferimento internazionale «per i servizi bibliotecari riservati a persone con specifiche abilità» (p. 194).

052-172 Vitolo (Paola), Percorsi di salvezza e strumenti di legittimizzazione. I cicli dei Sette Sacramenti nell’arte del Medioevo, Roma, Gangemi, 2016, pp. 176, ISBN 978-88-492-3324-7, € 26. Il vol., riccamente illustrato e con testo in italiano e inglese, ripercorre una vicenda tutta trecentesca: dopo la riflessione teologica sviluppata dalla Scolastica, si giunge a una proposta iconografica centrata sui sette sacramenti. Tra Firenze, Napoli, Galatina e Priverno (LT) si studia, non senza perspicui raffronti con materiale miniaturistico, una serie di raffigurazioni sia a bassorilievo sia ad affresco. – Ed.B.

052-173 Voices and texts in early modern Italy society, London-New York, Routledge, 2017, VI, pp. 262, ISBN 978-14-724-8531-1, € 120 Þ rec. Laura Carnelos, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura Arte», n. 13-14, marzo-settembre 2018, pp. 212-4.

052-174 Volpato (Giancarlo), La Biblia del Oso e la Biblia del Cántaro. Alcune riflessioni sulle prime Bibbie tradotte in castigliano, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura Arte», n. 13-14, marzo-settembre 2018, pp. 9-39. Interessante saggio sulle vicende editoriali delle prime due Bibbie in castigliano, la Biblia del Oso (Basilea, 1569) e la Biblia del Cántaro (Amsterdam, 1602). – Ar.L.

052-175 Zito (Paola), Le soglie di Leopardi, in Seuils, Paratexts I. Trente ans après, pp. 24-34.

 

Indici di recensioni e segnalazioni

ABEI 1

Antiquariato e collezionismo 13, 51, 69, 87, 119, 142

Bibbia 174

Bibliofilia 109

Bibliografia musicale 29

Biblioteca di via Senato, 23, 24, 25, 26, 27

Biblioteca Pietro Duodo 3

Biblioteca Statale Isontina 96

Biblioteca Vittorio Alfieri C

Biblioteche medievali 85

Biblioteche religiose

Biblioteche ungheresi I

Caetani Leone 77

Calcagnini Celio 44

Cavaliere dell’Orsa 38

Cecioni Adriano 30

Censura 70

Commercio librario 80, 84

Dante 21, 116, 131

Donat proensal 99

Ebraismo 36

Editoria contemporanea B, 14, 49, 168

Editoria del 400 61, 140

Editoria del 500 50, 63, 161, 173

Editoria del 600 98, 167

Editoria del 700 A, 4, 46, 125

Editoria del 900 19, 72, 73

Editoria dell’800 122

Editoria ebraica 132

Editoria musicale D, 134

Editoria scientifica 64

Enciclopedismo 128

Fahy Conor 157

Fiera di Bologna E

Frasso Giuseppe 165

Frezzi Federico 133

Galilei Galileo 123

Gambacorta Chiara 31

Iconologia del libro 102

Illustrazione libraria 33, 86

Incunaboli 53, 79, 143

Landino Cristoforo 5

Lascari Giano 127

Legature 78

Leonardo da Vinci 6, 8, 20, 60, 68, 82, 104, 107, 113, 146, 169, 170

Libri Ponti di Pace 11

Libri rubati H

Linguistica 93

Linguistica asiatica 124

Lucca, Archivio Storico Diocesano 166

Lutero 114

Mattotti Leonardo 9

Mazzotta Clemente 58

Memoria 108

Miniatura 148

Mistiche cristiane 74

Monaci Ernesto 37

Montecchi Giorgio 22

More Utopia G

Mostre librarie 41

Neologismi 18

Paratesto 10, 15, 16, 91, 97, 105, 117, 118, 121, 129, 153, 154, 162, 163, 175

Patologia del libro 28

Pergamene medievali 126

Petrarca 48, 57, 89, 110, 112, 115, 120, 155, 156, 158

Petrucci Armando 45, 55, 67, 94, 111, 138, 147

Pinelli Gian Vincenzo 92

Polemiche umanistiche 71

Polyanthea 12

Postillati F, 32

Proverbi 164

Rustici Marco 2

Sacramenti 172

Schedel Hartmann 47

Sciti in Russia 149

Scritti riformati 137

Scrittura femminile J

Scritture esposte 52

Sebald Winfried Georg 83

Smartphones 91

Statuti a stampa 35

Storia del libro e della lettura 54, 65, 81, 100

Storia della filologia 34, 42, 56, 95

Storia delle biblioteche 7, 17, 43, 59, 75, 76, 88, 103, 106, 136, 139, 144, 145, 150, 151, 159, 171

Terra Santa 40, 66

Tipografi itineranti 62

Tipoteca italiana K

 

 

Cronache

Convegni

Storie di ieri (e di oggi). Acquisizioni di fondi archivistici e bibliotecari per lo studio dell’arte contemporanea, Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, Sede di via Nirone, 10 dicembre 2019. Presso la sede di via Nirone dell’Università Cattolica di Milano si è tenuto un incontro sul tema dell’acquisizione di fondi archivistici e librari di personalità legate al mondo dell’arte contemporanea. Come spesso accade per questa tipologia di raccolte, esse finiscono per essere disperse a seguito della scomparsa del proprietario, vuoi per intricate vicende famigliari, vuoi per una generalizzata noncuranza. Eppure le biblioteche e gli archivi di artisti e critici d’arte rappresentano l’ambiente culturale entro i quali si sono formati e hanno mosso i loro primi passi professionali, motivo per cui oggi sono importanti per sviluppare importanti ricerche di settore. L’Università Cattolica, consapevole del proprio duplice mandato di istituzione rivolta non soltanto alla custodia dei beni ma anche al loro studio, è da tempo impegnata nell’acquisizione di fondi destinati a incrementare la conoscenza della storia dell’arte contemporanea, in particolare italiana. All’ingresso dell’aula N010 dove si tiene la conferenza, il pubblico viene accolto da alcune teche con una selezione di lettere, libri d’artista e documenti appartenenti ai fondi Bertini e Bortolon, esposti qui per la prima volta in assoluto. Dopo un’introduzione del prof. Francesco Tedeschi, che modera gli interventi, seguono i saluti del dott. Paolo Sirito, Direttore della Biblioteca dell’Università Cattolica, e del dott. Mario Cesare Gatti, direttore della Sede di Milano e dell’Area Ricerca e Sviluppo. Interviene per prima la prof.ssa Cecilia De Carli, che illustra per linee generali le tappe storiche che hanno condotto l’Università Cattolica a raccogliere questa tipologia di materiale documentario fino dal 2015, anno in cui risale l’acquisizione dell’Archivio Mascherpa, oggi interamente inventariato, la cui consistenza è resa disponibile al pubblico grazie all’integrazione di funzionalità archivistiche all’OPAC di Ateneo, originariamente predisposto per la sola catalogazione libraria (link). Vengono successivamente presentati i fondi della storica dell’arte Liana Bortolon (link), fino ai più recenti materiali in comodato d’uso appartenuti alla Galleria Martano e all’artista Gianni Bertini, esponente dell’arte concreta, scomparso nel 2010. Infine, al prof. Kevin McManus spetta il compito di illustrare i lavori in corso d’opera sul Fondo Bertini e al prof. Tedeschi di chiudere l’incontro delineando un possibile percorso di lettura tra i volumi della biblioteca appartenuta a Piero Dorazio, pittore italiano legato alla corrente astrattista, giunti da pochi giorni in Università Cattolica in 384 scatoloni. – D.M.

 

Taccuino

Iniziative C.R.E.L.E.B.

a cura di Ar.L.

Il sabato del bibliofilo. Incontri con libri preziosi della Biblioteca Braidense. VII ciclo

Milano, Biblioteca Nazionale Braidense | Sala Maria Teresa

Ore 10-11

14 dicembre 2019

Giovanni Storiale (Università Cattolica di Milano)

Le morte vive della narrativa femminile di fine ’ 800: Carolina Invernizio e il romanzo popolare

 

Winter School “Integrare conoscenza e informazione. In viaggio verso la scuola digitale”

Milano, Università Cattolica | 17 gennaio e 18 gennaio 2020

 

venerdì 17 gennaio 2020

ore 9.45 - 10.00 Edoardo BARBIERI (Università Cattolica),

Introduzione ai lavori: per una Nuova Biblioteca Scolastica

ore 10.00 - 11.30 Donatella LOMBELLO SOFFIATO (già Università degli Studi di Padova),

La biblioteca scolastica nell’era digitale

ore 11.30 - 13.30 Giulio BLASI - Paola PALA (MLOL - Media Library Online),

Laboratorio - Guida all’uso del digitale nelle biblioteche scolastiche

ore 14.30 - 16.00

Giovanni SOLIMINE (Università degli Studi di Roma “La Sapienza”),

La funzione formativa della biblioteca scolastica

ore 16.00 - 18.00

Angelo BARDINI (Ambassador INDIRE),

Laboratorio - Da prima a dopo: “come passare da uno spazio che non c’è al terzo spazio”

 

sabato 18 gennaio 2020

ore 9.00 - 10.30 Fabio VENUDA (Università degli Studi di Milano)

“Fare” la biblioteca scolastica innovativa: problematiche e soluzioni informatiche per il catalogo

ore 10.30-12.00 Gino RONCAGLIA (Università della Tuscia),

Cultura del libro e scuola digitale

ore 13.30-17.30 Luigi CATALANI (Coordinatore nazionale di Wikimedia Italia - settore Scuola e Università),

Laboratorio - I progetti Wikimedia per le biblioteche scolastiche innovative: information literacy e coproduzione di sapere libero

 

Il corso è rivolto a docenti di qualsiasi disciplina delle scuole secondari di I e II grado, futuri insegnanti (laureandi o laureati), impiegati nelle biblioteche di pubblica lettura o nelle cooperative che si occupano di progetti nelle scuole secondarie.

Il corso prevede un totale di 14 ore suddivise in due giornate, con lezioni frontali e laboratori tenuti da esperti. Per maggiori informazioni, si rimanda al sito web

https://centridiricerca.unicatt.it/creleb-2019-integrare-conoscenza-e-informazione-in-viaggio-verso-la-scuola-digitale

 

 

Ab artis inventa origine. Storie di libri, di uomini e di biblioteche tra le edizioni quattrocentesche della Braidense

Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, Sala Maria Teresa | 4 febbraio-28 marzo 2020

La mostra bibliografica Ab artis inventa origine celebra la grandezza dell’invenzione della stampa attraverso gli incunaboli della Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, dal 4 febbraio al 28 marzo 2020. Due mesi in cui uno dei più importanti istituti italiani di conservazione aprirà le porte al grande pubblico che potrà ammirare, in un affascinante percorso adatto a tutti, oltre cento volumi, estremamente preziosi e rari, stampati entro la fine dell’anno 1500.

martedì 4 febbraio 2020

ore 17.30 Inaugurazione mostra, con James Bradburne (Direttore generale della Pinacoteca di Brera), Maria Goffredo (Direttrice della Biblioteca Nazionale Braidense), Edoardo Barbieri (Università Cattolica), Danilo Zardin (Università Cattolica), Fabrizio Fossati (curatore della mostra).

 

martedì 25 febbraio 2020

ore 16.30 Edoardo Barbieri (Università Cattolica) e Marco Palma (Università di Cassino),

Biblioteche perdute e storie ritrovate tra i cataloghi di incunaboli delle biblioteche siciliane.

 

martedì 16 marzo

ore 16.30 Luca Rivali (Università Cattolica), Maurizio Festanti e Roberto Marcuccio (Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia),

“Quelle edizioni le più sincere”. Libri e biblioteche dal catalogo degli incunaboli della Panizzi di Reggio Emilia.

 

 

Ateneo di Brescia. Accademia di Scienza Lettere ed Arti

Brescia, Palazzo Tosio | Via Tosio, 12

27 marzo 2020 | ore 17.30

Luca Rivali (Università Cattolica), «Anche i libri hanno le loro avventure e le loro battaglie»: Gaetano Fornasini e il collezionismo librario a Brescia tra Otto e Novecento.

 

 

Viaggiare nel testo. Scritture libri e biblioteche nella storia. Seminari “Aldo Manuzio”. Seconda edizione

Sermoneta, Castello Caetani | 5-7 giugno 2020

L’incontro, riservato a 12 dottorandi e giovani ricercatori in discipline umanistiche, italiani e stranieri, prevede la presenza di tre docenti universitari in qualità di discussant: Alberto Cadioli (Università degli Studi di Milano), Matteo Al Kalak (Università di Modena-Reggio) e Luca Rivali (Università Cattolica).

A partire da gennaio saranno disponibili maggiori informazioni sul sito web del CRELEB.

 

Scuola estiva “Beniamino Burstein” 2020 | Torrita di Siena, Residence Il Convento

24-27 agosto 2020

La scuola estiva di Torrita di Siena 2020 sarà dedicata alla storia degli esemplari e alla rilevazione dei dati di antichi lettori e possessori. Relatore, tra gli altri, Edoardo Barbieri, Luca Rivali, Fabrizio Fossati.

Maggiori informazioni da gennaio, alla pagina https://centridiricerca.unicatt.it/creleb-centro-di-ricerca-europeo-libro-editoria-biblioteca-creleb-international-summer-school#content.

 

 

A libro aperto

21-23 settembre 2020 | Milano, Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana

23-25 settembre 2020 | Milano, Università Cattolica

Una iniziativa speciale organizzata dal CRELEB e dall’Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana, dedicata alle esposizioni bibliografiche: teoria, storia e pratiche. Tre giorni di laboratori aperti a studenti e operatori del settore e due giornate di studi con relatori internazionali.

 

 

 

Incontri, mostre e seminari

a cura di E.G. e R.V.

The scattered poems of Petrarca. The other side of Canzoniere

5 dicembre 2019, ore 11.30-13.30

Bologna, Università degli Studi. Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica – Aula Affreschi

Roberto Leporatti (Università di Ginervra) e il suo team di ricerca (Dr. Anaïs Ducoli; Dr. Tommaso Salvatore) illustrano RdP Propject. Si tratta di un progetto, al momento ancora work in progress, che intende realizzare l’edizione digitale delle disperse petrarchesche.

Per informazioni: www.ficlit.unibo.it

 

Problemi di metodo per l’edizione critica delle disperse petrarchesche

5 dicembre 2019, ore 15

Bologna, Università degli Studi. Scuola di Lettere e Beni culturali ­– Aula Forti

A margine dell’incontro mattutino sull’RdP Propject, Pasquale Stoppelli (Università La Sapienza di Roma) e Paola Vecchi (Università degli Studi di Bologna) dialogano con Roberto Leporatti (Università di Ginervra), Anaïs Ducoli e Tommaso Salvatore.

Per informazioni: www.ficlit.unibo.it

 

Carte, penne, inchiostri. Imaging, 3D e restauro digitale

Seminario Internazionale di Studi

6 dicembre 2019, ore 10

Bologna, Palazzo Marchesini – Sala Rossa

Programma: § Saluti dei Direttori dei Dipartimenti Ficlit e Lilec dell’Università degli Studi di Bologna, Prof. Francesco Citti e Prof.ssa Paola Puccini § Maria Letizia Sebastiani, L’ICRCPAL: dal restauro tradizionale alle nuove tecnologie § Angela Nunez Gaitan – Irmgard Schuler, Restauro e fotografia in Vaticana al servizio dello studio dei manoscritti § Mercedes Iriarte, Forensic analysis of pigments and inks by Raman spectroscopy § Maria Della Valle Ojeda, Il progetto di un laboratorio di filologia forense § Fauzia Albertin, La tomografia X per i manoscritti § Alessandro Iannucci – Paola Italia – Roberta Priore, L’Infinito di Leopardi: analisi stratigrafiche e 3D § Marco Presotto – Sònia Boadas, Tecniche per lo studio dei manoscritti autografi di Lope de Vega § Loredana Chines – Sara Fazion – Giacomo Ventura, Un volto nascosto della Laura del Petrarca dall’autografo del Bucolicum carmen § Sara Obbiso - Carolina Rossi, Imaging e stratigrafie: le carte del Fondo Raimondi § Riccardo Gasperina Geroni, Il Quaderno a Cancelli di Carlo Levi alla luce del Microscopio elettronico MSM

Per informazioni: www.ficlit.unibo.it

 

 

Scopri i tesori nascosti

7-8 dicembre 2019

La Biblioteca Capitolare, in collaborazione con Fondazione Discanto, organizza un’esposizione temporanea alla scoperta della sua millenaria storia. La Biblioteca Capitolare di Verona è la sola Biblioteca del mondo occidentale che dall’inizio della sua storia non ha mai smesso di funzionare e non ha mai cambiato sede. Di questo primato ne dà ragione un piccolo manoscritto, il cosiddetto codice di Ursicino, dal nome del suo copista. Il veronese Ursicino, il primo agosto del 517, scrivendo il suo nome e la data alla fine del suo lavoro, inconsapevolmente scelse di entrare nella storia. Da quel primo agosto del 517 la storia della biblioteca non si è mai fermata, come all’interno di un libro di avventure si sono succeduti grandi personaggi, sparizioni, ritrovamenti, tragici e lieti eventi. Hanno varcato la sua soglia Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Bernardino da Siena, Scipione Maffei e molti altri.

I codici e i testi che saranno esposti, testimonianza preziosa e concreta di questa lunga storia, sono: il codice di Ursicino, le Istitutiones di Gaio (un palinsesto del VI sec.), l’Orazionale dell’arcidiacono Pacifico, l’iconografia Rateriana (la più antica rappresentazione grafica di Verona), uno splendido corale miniato del XIV secolo, un incunabolo dantesco e un codice con le più significative opere di Petrarca. Infine saranno visibili una copia del testamento dell’illustre Scipione Maffei, fautore di grandi scoperte e lasciti alla biblioteca, uno dei codici che venne scelto per essere portato a Parigi nel 1797 e due testi che porteranno per sempre le tracce dell’alluvione del 1882 e della seconda guerra mondiale.

Per informazioni:

www.bibliotecacapitolare.it/2019/11/17/scopri-i-tesori-nascosti-4

 

Presentazione del volume: Bruno Sabelli, Libri nel borgo, ovvero aprire una piccola libreria e vivere ugualmente felici (Macerata, Biblohaus, 2019)

9 dicembre 2019, ore 17.30

Bologna, Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio – Sala Stabat Mater

Il libro racconta come e perché l’Autore, dopo il congedo dall’Università, abbia deciso di entrare in punta di piedi nel mondo dei librai antiquari. Ne discutono Simone Volpato, che ha steso la Prefazione, e Loris Rabiti.

Per informazioni: www.archiginnasio.it

 

Augusto Grossi (1835-1919) e la stampa satirica tra Otto e Novecento

11 dicembre 2019, ore 16

Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio – Sala Stabat Mater

L’incontro è dedicato al celebre editore, giornalista e caricaturista bolognese.

Intervengono: Roberto Balzani, Marilena Pasquali, Giorgio Montecchi, Sandro Morachioli, Massimo Donati.

Per informazioni: www.archiginnasio.it

 

Volti e voci di e per Lucrezia

Convegno di studi

11-12 dicembre 2019

Bologna, Biblioteca Universitaria – Aula Magna

e Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica – Aula 3

Programma:

11 dicembre 2019, ore 9

Presiede Carlo Varotti

§ Saluti del Magnifico Rettore e del Direttore del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica §Introduzione di Loredana Chines e Paola Vecchi § Amedeo Quondam, Borgia, Lucrezia: dal mito alla storia al mito § Jean-Jacques Marchand, Lucrezia e Tebaldeo § Gian Mario Anselmi, Lucrezia e Cesare nella narrazione storiografica § Cristina Montagnani, I poeti di Lucrezia

Ore 15: Presiede Amedeo Quondam

§ Bruno Capaci – Maddalena Modesti, Le scritture di Lucrezia § Federica Fabbri – Paolo Tinti, I libri di Lucrezia § Elisa Curti, Di voi ne scriverò le carte, che ancora si leggeranno un secolo dopo noi. Bembo e Lucrezia § Elisabetta Selmi, Amorevole et iocunda visitatione. Lettere tra Lucrezia Estense de Borgia e Isabella d’Este § Francesca Tomasi, Per un ipertesto semantico lucreziano § Letture a cura di Nicola Bonazzi e Micaela Casalboni

12 dicembre 2019, ore 10

Presiede Cristina Montagnani

§ Francesca Florimbii, Le lettere di Lucrezia nella tradizione a stampa § Claudio Castelletti, La colonna che fu sculpita in Borgia. Lucrezia come cariatide della fonte ottagona nel Canto XLII dell’Orlando Furioso § Annarita Angelini, Vedere l’invisibile: filosofia e arte alla corte estense § Nicola Bonazzi, Con piacere de tutta la brigata: il trionfo di Plauto per le nozze di Lucrezia Borgia e Alfonso d’Este tra messinscena e pratica dei volgarizzamenti § Tavola rotonda Le lettere di Lucrezia tra manoscritti, stampe ed edizioni digitali: status quaestionis e criteri di edizione (Coordina Paola Vecchi – Partecipano: Giulia Raboni, Maddalena Modesti, Roberto Vetrugno, Ilaria Burattini, Giorgia Lambruschi)

Per informazioni: www.ficlit.unibo.it

 

In cielo e in terra. L’Astronomicon di Basinio e altri esempi

14 Dicembre 2019, ore 17.30

Rimini, Palazzo Buonadrata

Conferenza di Fabrizio Lollini, storico dell’arte e iconologo dell’Università di Bologna.

Per informazioni: www.bibliotecagambalunga.it

 

Il Natale attraverso gli antichi codici

14-15-21-22 dicembre 2019

Sarà possibile immergersi nell’atmosfera del Natale all’interno della suggestiva cornice della Biblioteca più antica del mondo, ammirando alcune delle pagine più belle di testi liturgici sontuosamente decorati con tecniche che si evolvono lungo i secoli.

Verranno infatti esposti alcuni splendidi corali miniati del 1300, oltre ad una selezione di incunaboli, cinquecentine e altri testi a stampa sulle cui antiche pagine sarà possibile ammirare gli episodi della Natività, l’adorazione dei Magi ed altre scene dei “Vangeli dell’infanzia”.

Sarà un percorso che attraverserà non solo gli episodi evangelici, ma anche la storia e l’arte: le opere esposte si snodano infatti tra il secolo XIV e il XIX, presentando al pubblico magnifici esempi delle varie tipologie di illustrazione che si sono sviluppate del tempo: dagli splendidi colori e i riflessi dorati della miniatura, fino alle minuziose incisioni della xilografia ed i chiaroscuri della calcografia.

Per informazioni:

www.bibliotecacapitolare.it/2019/12/01/il-natale-attraverso-gli-antichi-codici

 

Dalle spezie al tè

Fino al 16 dicembre 2019

Roma, Biblioteca Casanatense

L'esposizione bibliografica, a cura di Orazio Olivieri - docente al Master di Cultura Alimentare presso l'Università Roma Tor Vergata, e Linda Reali - sociologa storica che conduce studi sugli aspetti sociali e culturali legati al tè, racconta come il tè e le spezie sono stati percepiti dagli europei e quale ruolo hanno assunto nello stile alimentare.

Le spezie e il tè hanno rivestito un ruolo fondamentale nella storia dei consumi e la diffusione in Occidente ha contribuito a mutare lo stile alimentare, rivoluzionando la cucina e il gusto delle genti europee. Missionari e mercanti sono la voce e i protagonisti di questo mutuo scambio di esperienze culturali e commerciali. Dalle testimonianze scritte, rare e preziose, che fanno parte del grande patrimonio bibliografico della Biblioteca Casanatense, emerge un quadro variegato e vivace, capace di narrare l'approccio dei mercanti europei alle spezie e il valore culturale dato al tè, trasmesso dai missionari gesuiti. Con l'avvento della Compagnia delle Indie, il tè e le spezie diventano merce di interesse. Si aprono nuove rotte commerciali e il tè in Occidente perde la sua originaria identità, finendo per essere considerato soltanto come un prodotto da diffondere. È interessante scoprire un mondo connesso ai missionari che cambia anche radicalmente alcune abitudini alimentari.

Orari di apertura: lunedì-venerdì, 11.30-13

Per informazioni: www.casanatense.it

 

Francesco Mastriani. da Napoli a New York, dal giornale al dramma radiofonico

Fino al 20 dicembre 2019

Napoli, Biblioteca Nazionale. Salone storico della Biblioteca Lucchesi Palli

Pensata in occasione del bicentenario della nascita di Francesco Mastriani (Napoli 1819-1891) e allestita presso la Biblioteca Lucchesi Palli (che conserva una preziosa raccolta bibliografica dedicata allo scrittore napoletano), la mostra richiama l’attenzione sulla multiforme produzione di Mastriani e sulla popolarità della sua opera, divenuta fonte inesauribile di ispirazione per quanti, da Napoli a New York, l’hanno rielaborata riadattandola per il teatro, per il cinema e persino per il dramma radiofonico. Il percorso espositivo propone autografi e rare edizioni, provenienti prevalentemente dalla Raccolta Mastriani e dalla collezione privata degli eredi del romanziere.

Per informazioni:

www.bnnonline.it/index.php?it/22/eventi/681/francesco-mastriani-da-napoli-a-new-york-dal-giornale-al-dramma-radiofonico

 

Sulla Scuola di Milano. Antonio Banfi e Valentino Bompiani nella cultura e nella società italiana dalla dittatura alla democrazia

Fino al 31 dicembre 2019

Milano, Biblioteca Nazionale Braidense – Sala Maria Teresa

La mostra propone una selezione di documenti (manoscritti, libri, lettere, autografi della Scuola di Milano e molte foto della poetessa Antonia Pozzi) tratti dagli archivi dei protagonisti della Scuola di Milano di Antonio Banfi conservati presso il Centro Internazionale Insubrico. Il percorso espositivo si compone di 12 pannelli narrativi-descrittivi ed altrettante bacheche contenenti un’ampia serie testimonianze che, in ordine cronologico, concorrono a delineare la storia di questo cenacolo filosofico intorno alla figura del Maestro, Antonio Banfi.

Orari di apertura: lunedì-sabato, ore 9-13.30; domenica chiuso

Ingresso libero

Per informazioni: www.braidense.it

 

Epula Opiparae

3-5 gennaio 2020

Padova, Residenza Job Campus

C’è tempo fino al 23 dicembre per iscriversi a questa curiosa iniziativa della Schola Umanistica. Si tratta di un seminario residenziale – pensato soprattutto per docenti del liceo, per un pubblico appassionato, per gli studenti ma anche per i cultori dei piaceri della tavola – sul tema dei banchetti nel mondo antico e umanistico-rinascimentale, durante il quale saranno presentati brani tratti da autori antichi e moderni (poco o meno noti) che si sono occupati in latino dei banchetti e dell’arte della tavola. Le lezioni, 15 ore in tutto, si svolgeranno in latino.

Per informazioni e iscrizioni:

https://scholahumanistica.com

 

Svelare Leonardo. I codici, la commissione Vinciana e la nascita di un mito nel Novecento

Fino al 4 gennaio 2020

Roma, Biblioteca Nazionale Centrale

La mostra – curata da Andrea De Pasquale e Domenico Laurenza e realizzata grazie al contributo del Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, del sostegno finanziario della Commissione per l’Edizione Nazionale dei Manoscritti e dei Disegni di Leonardo da Vinci e della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma – ha come temi nodali la valorizzazione degli scritti e dei disegni di Leonardo ad opera della Regia Commissione Vinciana (fondata nel 1905 proprio per realizzare la prima pubblicazione sistematica dei manoscritti e dei disegni dello scienziato) e la divulgazione della loro conoscenza/influenza mediante una campagna fotografica senza precedenti che, producendo più di quattromila lastre fotografiche, permise di avviare un lavoro scientificamente robusto di trascrizione e studio di codici e disegni di Leonardo.

Per informazioni:

www.bncrm.beniculturali.it/it/790/eventi

 

Ghirardacci 500

Fino al 6 gennaio 2020

Bologna, Biblioteca comunale dell’Archiginnasio – Quadriloggiato superiore

A cinquecento anni dalla nascita, la mostra (e la giornata di studi ad essa collegata del 6 dicembre, giorno dell’inaugurazione) celebra la poliedrica figura del bolognese Cherubino Ghirardacci (1519-1598), agostiniano, storico e storiografo, erudito, miniatore e cartografo. Il percorso espositivo intende sondare i rapporti del frate con le cerchie di intellettuali sostenute dal cardinale Gabriele Paleotti, ma anche con storici, religiosi, artisti, tipografi ed eruditi della seconda metà del Cinquecento, illustrando nel contempo i rapporti delle sue opere storico-religiose con le discipline visive (pittura, architettura e cartografia). Inaugurazione venerdì 6 dicembre, ore 12.30.

Per informazioni: www.archiginnasio.it

 

1619-2019: 4° centenario della Historia del Concilio Tridentino di Paolo Sarpi

Fino al 19 gennaio 2020

Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana

La mostra è stata pensata da un lato per ricordare il quattrocentesimo anniversario della pubblicazione della Historia del Concilio Tridentino di Paolo Sarpi (Londra, John Bill, 1619) avvenuta senza il pieno consenso dell’autore, e dall’altro per evidenziare la genesi, la diffusione e la fortuna europea dell’opera del Sarpi. Curato da Carlo Campana, il percorso espositivo si avvale del materiale della Biblioteca, che infatti conserva numerose testimonianze e tracce della genesi e del compimento dell’edizione, in particolare il manoscritto It. V, 25 (=5942), che presenta la redazione definitiva del testo vergata da Marco Fanzano, con importanti e corposi interventi correttivi/di integrazione dello stesso Sarpi e di Fulgenzio Micanzio.

Per informazioni:

www.marciana.venezia.sbn.it

 

Per documento e meraviglia. Una storia lunga 400 anni

Fino al 26 gennaio 2020

Rimini, Biblioteca Gambalunga

La mostra propone un viaggio nel tempo alla scoperta dei poliedrici volti della città. Da leggersi attraverso i preziosi codici, le fragili carte d’archivio, le fantasmatiche fotografie “sviluppate” nell’esperienza immersiva della Galleria dell’Immagine. Si incontreranno i progenitori illustri di cui la città ha favoleggiato; si ammireranno i manoscritti della raffinata ed enigmatica corte malatestiana; si leggeranno le appassionate discussioni sull’identità cittadina, il suo segno zodiacale, i dialoghi scientifici con gli intellettuali d’oltralpe, fino alle narrazioni che hanno fatto di Rimini un mito dell’immaginario contemporaneo.

Per informazioni:

www.bibliotecagambalunga.it/articolo/documento-meraviglia-una-storia-lunga-400-anni

 

Pane e salame. Immagini gastronomiche bolognesi dalle raccolte dellArchiginnasio 

Fino al 16 febbraio 2020

Bologna, Biblioteca comunale dell’Archiginnasio

La mostraideata da Alessandro Molinari Pradelli e organizzata in collaborazione con la Biblioteca – è la prima di una serie di esposizioni documentarie che mirano a illustrare la storia della cucina bolognese. Questa prima tranche è dedicata al pane e ai salumi, cibi fra i più caratterizzanti la gastronomia petroniana. La loro evoluzione storica viene illustrata nelle undici bacheche della mostra, che propongono disegni, incisioni, libri, opuscoli e bandi provenienti dalle raccolte della Biblioteca, lungo un arco cronologico di ben quattro secoli (dalle incisioni di Annibale Carracci fino ai disegni novecenteschi di Alessandro Cervellati). L’ingresso è libero.

Per informazioni: www.archiginnasio.it

 

Leonardo di carta in carta: la costruzione del mito tra Ottocento e Novecento

Fino al 14 marzo 2020

Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale – Sala Dante

La mostra – incentrata sulla nascita e sullo sviluppo del mito leonardiano in Italia e in Europa – propone circa centodieci documenti di varie tipologie (libri a stampa, manoscritti, carteggi, incisioni, periodici, fotografie, francobolli, cartoline illustrate, piccoli calendari e figurine, provenienti dalle raccolte storiche della biblioteca ma anche da prestiti importanti di altri istituti e collezioni private) ed è suddivisa in otto sezioni secondo una progressione tematica e cronologica molto ampia, che arriva fino alla stagione delle grandi mostre italiane di epoca fascista.

Orari di apertura: lunedì-venerdì, ore 10-18; sabato, ore 10-13. Chiuso Domenica e festivi.

Per informazioni: www.bncf.firenze.sbn.it

 

Sguardi globali. Mappe olandesi, spagnole e portoghesi nelle collezioni del Granduca Cosimo III de’ Medici

Fino al 29 maggio 2020

Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana

Durante un viaggio nei Paesi Bassi tra il 1667 e il 1668, il Granduca Cosimo III de' Medici, penultimo Granduca di Toscana, arricchì una delle sue varie collezioni acquistando tramite l'intermediazione del mercante di libri Pieter Blaeu, cartografo ufficiale e copista per le Compagnie Olandesi delle Indie, sessantacinque carte raffiguranti le coste del continente americano, dell'Africa, l'Oceano Indiano, i mari del Sud-Est asiatico, le terre che si estendevano fin oltre il Pacifico.

Due anni dopo, durante un secondo e più lungo viaggio che lo portò nelle principali corti europee, egli acquistò copie di carte marine che riproducevano a grande scala le coste africane, della Persia e del subcontinente indiano, dal Capo di Buona Speranza allo stretto di Malacca.

Queste carte furono portate a Firenze e per oltre un secolo se ne persero le tracce documentali. In epoca lorenese gli inventari della Villa Medicea di Castello documentavano che almeno dal 1785 le carte erano nella biblioteca del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena.

Una volta incorniciate furono esposte sulle pareti della villa e lì rimasero fino al 1920, quando con la dismissione della residenza da parte dei Savoia per preservarle da sicura dispersione furono trasferite in modo stabile nella Biblioteca Medicea Laurenziana e furono identificate come Carte di Castello.

Nella mostra sono esposte trentasei Carte, fra le quali la più antica e unica pianta di New York che testimonia il periodo olandese della città e i due grandi volumi manoscritti contenenti le relazioni dei viaggi effettuati dal Granduca e corredati dai disegni acquarellati raffiguranti le città visitate e attribuiti al pittore e architetto della corte medicea Pier Maria Baldi, allievo del Volterrano.

Orari di apertura: lunedì-venerdì, ore 9.30-13.30 (chiuso sabato, Domenica e festivi) 

Per informazioni: www.bmlonline.it

 

Viaggio alla scoperta del libro

Fino al 5 giugno 2020

Cremona, Biblioteca Statale

La Biblioteca ha organizzato, a partire dal 25 novembre scorso e con cadenza settimanale, una serie di lezioni-incontro per favorire l’approccio di bambini e ragazzi al libro antico. Il viaggio comincia dalla preistoria per approdare, attraverso gli Egizi, i Sumeri e i Romani, al periodo medievale. Poiché la storia del libro passa necessariamente attraverso la storia della scrittura, si analizzeranno anche i materiali e i supporti scrittori (papiro, pergamena, carta). La lezione è corredata da immagini e dalla visione di alcuni facsimili di manoscritti miniati posseduti dalla Biblioteca Statale. Il biglietto è gratuito ma la prenotazione è obbligatoria.

Per informazioni e prenotazioni: www.bibliocremona.it

 

 

 

 

Postscriptum

L’

idea di Lab.Lab è nata circa un anno fa da una semplice constatazione, l’assenza o quantomeno la scarsità di iniziative in favore di quella rara razza di bibliotecari che si occupano del patrimonio antico. Forse travolti da altre urgenze (?) o illusi da qualche nuovo modello informatico (detto tra parentesi: ma cosa hanno fatto al povero SBN libro antico? Quale scellerato scempio si è commesso? Dove è andato a finire l’uso del catalogo come strumento di RICERCA? Trionfa la sola funzione identificativa basata sull’impronta, confermando così nelle loro scelte i divulgatori della retorica del libro antico come refugium degli inetti...) gli studiosi non si occupano più di bibliografia in favore delle “information sciences” e i bibliotecari di tutto credono utile interessarsi tranne che del patrimonio più antico e prezioso, così abbondante nel nostro paese! Quasi a voler dar ragione a quel famoso predone dei Girolamini di Napoli (vedi qui la recensione al libro di Luzzatto a lui dedicato) che proprio alla necessità di salvare i libri da dimenticanza e abbandono si appellava per giustificare i propri furti! Bene, mossi dal desiderio di agere contra, con un piccolo gruppo di amici si è pensato, coinvolgendo la Soprintendenza lombarda, la sede bresciana dell’Università Cattolica, la fondazione Ugo Da Como di Lonato del Garda e uno sponsor importante come Finarte, di dar vita a una piccola iniziativa. Presentato da una pagina estiva di «Biblioteche oggi», partner prezioso, è nato così il programma di Lab.Lab, cioè Laboratorio Libro Antico in Biblioteca, con due giornate a ottobre, il 15 a Brescia e il 24 a Lonato. Vedi il programma. Organizzata intorno a due tavole rotonde per ciascuna giornata, l’iniziativa ha visto l’attenta partecipazione di una cinquantina di professionisti: l’anno prossimo puntiamo a raddoppiare i partecipanti. Il contenuto è stato condividere alcune esperienze e sperimentazioni positive che si muovessero nell’ambito della valorizzazione dei fondi librari antichi, delle attività di promozione e sviluppo, guidati da un esperto che aiutasse a “tenere alto lo sguardo”, onde evitare cadute depressive, sfoghi di tristezze varie, mere rivendicazioni. Vogliamo andare avanti, sia approfondendo e allargando i temi, sia concedendo più spazio alle singole testimonianze, sia richiamando ancor più il ruolo positivo degli esperti che divengano veri animatori, coinvolgendo sempre più il pubblico per un confronto aperto, intelligente, costruttivo. Insomma, vorremmo che Lab.Lab divenisse davvero un laboratorio di aggiornamento, formazione, dialogo, sostegno e virtuosa imitazione sia per chi già opera nel settore sia per i giovani che vorrebbero cimentarsi in questa professionalità. – Montag

 

 

 

L’almanacco bibliografico

Bollettino trimestrale

di informazione sulla

storia del libro e delle

biblioteche in Italia

numero 052, dicembre 2019

(chiuso il 9 dicembre 2019)

ISBN 9788881327737

disponibile gratuitamente in formato PDF e HTML all’indirizzo http://creleb.unicatt.it

(sono stati tirati 10 esemplari cartacei)

a cura del

CRELEB - Centro di ricerca Europeo libro, editoria, biblioteca

 

(Università Cattolica – Milano e Brescia)

comitato editoriale: Edoardo Barbieri (coordinatore), Marco Callegari, Giuseppe Frasso, Marco Giola, Luca Rivali, Alessandro Tedesco, Natale Vacalebre, Roberta Valbusa

redazione: Emilia Bignami, Stefano Cassini, Fabrizio Fossati, Elena Gatti, Rudj Gorian, Alessandro Ledda, Arianna Leonetti (capo-redattore), Davide Martini, Luca Mazzoni, Luca Montagner, Francesca Turrisi

contatti: “L’almanacco bibliografico”, c/o Edoardo Barbieri, Università Cattolica, Largo Gemelli 1, 20123 Milano; e-mail: creleb@unicatt.it

 

edizioni CUSL – Milano

per informazioni: info@cusl.it