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Sommario
Monografie e Open Access, a che punto siamo?
di Nicola Cavalli….…….……………….........p. 1
Postscriptum…………………………..…….p. 32
Monografie e Open Access, a che punto siamo?
di Nicola Cavalli
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ome è ormai noto, l’avvento del digitale ha favorito diversi cambiamenti nel mondo editoriale. Siamo già tutti in qualche misura avvezzi a leggere in digitale, in diversi formati, come nel caso di questa rivista, che, da diversi anni, viene pubblicata in formato PDF, in Open Access e più recentemente anche in un formato “liquido”. I cambiamenti, per diverse ragioni degne di nota e di approfondimento, che qui non è però possibile seguire, sono stati diversi, in grado, intensità e modalità in ragione delle aree disciplinari e della modalità di pubblicazione, in rivista o in un vol. monografico. Se le riviste delle cosiddette scienze “dure” (in realtà alcune molto più di altre) sono passate ad essere prevalentemente o esclusivamente in digitale da alcuni decenni, le stesse riviste in ambito umanistico escono ancora per lo più anche in cartaceo, e in alcuni casi ancora esclusivamente in cartaceo. Ci sono certamente dei casi degni di nota di riviste umanistiche che escono solo in digitale e in Open Access (e AB, come detto, è una di queste), ma non si può affermare che questa sia la prassi. E quindi le monografie di ricerca, il mezzo principe di comunicazione dei saperi accademici in ambito umanistico, sono l’ultima tipologia a dover o voler affrontare la questione digitale. Sicuramente le abitudini dei lettori a una fruizione prolungata di un testo in digitale non si sono ancora sviluppate; come questa vi sono altre ragioni, evidenti e da tenere in conto, che pongono questioni sulla opportunità di una transizione completa al digitale di questa forma di pubblicazione, ma l’interesse verso una situazione in cui sia anche disponibile, oltre alla forma cartacea, anche una digitale in Open Access delle monografie accademiche, è sicuramente in crescita. Ne è prova il fatto che la nuova versione di Plan-S, un piano di azione frutto di una coalizione internazionale di diverse istituzioni accademiche e di ricerca, pubblicata il 31 Maggio 2019, afferma che: “Entro la fine del 2021, cOAlition S rilascerà una dichiarazione sui principi di Plan-S che si applicano alle monografie e ai capitoli di libri, unitamente alle relative linee guida per l’implementazione”. Su questa stessa linea i quattro enti di finanziamento responsabili dell’educazione superiore in Gran Bretagna hanno segnalato l’intenzione di rendere obbligatorio l’OA per le monografie presentate per la valutazione degli enti e dei ricercatori entro il 2021. Sappiamo d’altronde che ogni paese europeo si trova in differenti situazioni, sia per quanto riguarda la legislazione, che per quanto riguarda la diffusione e l’accettazione di pubblicazioni in Open Access. Da questo punto di vista l’Italia non brilla certo per essere la più avanzata a livello europeo. Vi è comunque una mancanza di coerenza a livello europeo su come supportare la transizione delle monografie scientifiche al digitale e all’Open Access, per quanto riguarda il finanziamento, la infrastruttura necessaria e la consapevolezza sui vantaggi e gli svantaggi di questa modalità di pubblicazione. Tra i dubbi che provengono da diverse parti, non posso non citare quelli che vengono dagli editori, che appaiono giustificati, anche se non insormontabili. Ma se guardiamo alle dichiarazioni ufficiali e all’orientamento della Comunità Europea, non sembra esserci dubbio che la strada sarà quella di una diffusione forte della monografia accademica, in digitale e in Open Access. Il ministro francese dell’istruzione superiore Frederique Vidal, ad esempio, ne ha parlato chiaramente all’ultima conferenza Liber. Il rischio è però che si vada verso un modello che rispecchi troppo le necessità della comunità accademiche delle scienze dure, senza tenere in conto le infinite specificità delle diverse discipline umanistiche, un po’ come si è anche visto in diversi esercizi valutativi. È quindi necessario che si sviluppi un dibattito e che nascano iniziative di studio e approfondimento su come poter sfruttare al meglio le possibilità offerte dal mezzo informatico, al fine di costruire una monografia accademica digitale, che non dimentichi la tradizione secolare del libro, ma che incorpori le possibilità di visualizzazione della informazione, di messa a disposizione di documenti primari e delle molte opzioni concesse dal nuovo formato. Allo stesso modo è necessario trovare delle modalità di finanziamento per la diffusione in Open Access, che non si può basare solo sul lavoro volontario. La crisi dei budget delle biblioteche, unita alla crescita costante dei prezzi di abbonamento alle riviste accademiche, ha fatto sì che le risorse per l’acquisto delle monografie siano state ridimensionate in quasi tutte le università e le istituzioni di ricerca: non è possibile ignorare questo problema e, se il digitale promette risparmi e l’Open Access maggiore diffusione, non ci si può aspettare che avvenga a costo zero. Una maggiore consapevolezza, da parte di tutti gli attori della filiera (autori, ricercatori, editori, biblioteche, enti di finanziamento, valutatori, ma anche intellettuali che sarebbero beneficiari di una maggiore diffusione delle opere accademiche) dei vantaggi e delle criticità di questo nuovo modello, è sicuramente necessario, così come un confronto costruttivo, per far evolvere un sistema chiave per la nostra civiltà, quello della trasmissione del sapere.
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051-A “Ad stellam”. Il Libro d’Oltramare di Niccolò da Poggibonsi e altri resoconti di pellegrinaggio in Terra Santa fra Medioevo ed Età Moderna. Atti della giornata di studi (Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, 5 dicembre 2017), a cura di Edoardo Barbieri, con una premessa di Kathryn Blair Moore, Firenze, Olschki (Studi sulle abbazie storiche e ordini religiosi della Toscana, 2), 2019, pp. 220, ill. col., ISBN 978-88-222-6640-8, € 25. Il vol. raccoglie gli atti dell’omonima giornata di studi organizzata presso la Biblioteca Nazionale Braidense il 5 dicembre 2017. L’occasione – accompagnata anche da un’importante mostra bibliografica e artistica dedicata agli 800 anni della presenza francescana in Terra Santa – nasce dalla volontà di approfondire i risvolti legati alla produzione e alla circolazione degli itinerari di viaggio ai luoghi santi della cristianità. Un genere fiorito sia in ambito letterario che editoriale, ma che interessa direttamente anche i settori della linguistica, così come della storia dell’arte, dell’archeologia e della bibliografia: un concetto ben sottolineato dalla premessa di Edoardo Barbieri, in cui si insiste proprio sulla straordinaria contaminazione di generi e ambiti del sapere. In questo contesto, il Libro d’Oltramare di Niccolò da Poggibonsi è di primaria importanza, perché rappresenta uno dei primi capolavori della narrativa odeporica in Terra Santa. Nato a Poggibonsi, Niccolò decise presto di vestire l’abito fratesco e altrettanto velocemente lasciò la sua città alla volta di Gerusalemme, con l’intento di redigere un dettagliato resoconto perché, rileggendolo, tutti potessero ripercorrere idealmente il pellegrinaggio da lui compiuto. Per questo motivo, il contributo introduttivo di Marco Giola indaga la tradizione del Libro d’Oltramare: in attesa di poter disegnare lo stemma dei testimoni e di redigere l’edizione critica, lo studioso riporta i primi risultati delle indagini filologiche, facendo notare alcune particolarità emerse dall’analisi del codice Landau Finaly 244 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. In maniera analoga, anche Michele Campopiano propone alcune note sull’edizione (e per l’edizione) di un altro resoconto di viaggio a Gerusalemme, l’Itinerarium del francescano tedesco Paul Walther von Gugligen, manoscritto conservato alla Staatliche Bibliothek di Neuburg an der Donau. Tuttavia, la risonanza del Libro d’Oltramare deve essere stata recepita soprattutto in ambito toscano, tanto da ispirare all’orafo Marco di Bartolomeo Rustici la composizione di un pellegrinaggio ideale svolto all’interno delle mura di Firenze, novella Gerusalemme: il testo, oggi noto come Codice Rustici del Seminario Arcivescovile Maggiore di Firenze, è accompagnato da un ricchissimo apparato iconografico, che viene qui attentamente passato al vaglio da Cristina Acidini. Fuori di Toscana, invece, Marzia Caria fa una minuziosa disamina dell’articolato ms. 1106 della Biblioteca Augusta di Perugia (Trattatello delle indulgentie di Terra Santa) composto da Francesco Suriano, missionario francescano che tra il 1493 e il 1512 ricoprì la carica di Guardiano del Monte Sion e del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Edoardo Barbieri riferisce invece le nuove acquisizioni intorno alla princeps del Viazo da Venesia al Sancto Iherusalem (ed. Giovanni Cola, Bologna, Giustiniano da Rubiera per Giovanni del Pratello, 1500), riduzione a stampa del resoconto di Poggibonsi, corredato da una gran varietà di silografie panoramiche, architettoniche e illustrative. Successivamente, questo corpus di immagini sarebbe servito da modello per le successive riedizioni dell’opera, tanto che Alessandro Tedesco è riuscito nell’intento di mappare le famiglie di matrici adottate dagli stampatori, fino al 1800. Per rispondere alla sempre più diffusa devozione ai Luoghi Santi, ma anche alle difficoltà di farvi visita, Guido Gentile analizza l’evocazione della Terra Santa nei sacri monti, mentre gli interventi di Marco Galateri di Genola e Luca Rivali approcciano la materia dei resoconti di viaggio in Terra Santa dal punto di vista bibliografico, focalizzandosi rispettivamente sulla genesi delle ricerche e sui successivi approdi dei bibliografi tra Otto e Novecento. Chiude l’opera, peraltro calorosamente sostenuta dall’Istituto per la Valorizzazione delle Abbazie Storiche della Toscana, un saggio cronologico di opere bibliografiche dedicate alla Terra Santa. In calce, gli indici sono curati da Tommaso Forni. – D.M.
051-B Alessandrini (Adriana), Il libro a stampa e la cultura del Rinascimento. Un’indagine sulle biblioteche fiorentine negli anni 1470-1520 [con una Premessa di Ugo Rozzo], Firenze, SISMEL – Edizioni del Galluzzo, 2018 (Biblioteche e archivi, 35; RICABIM. Texts and studies, 3), pp. XXVI+340, ISBN 978-88-8450-903-1, € 160. L’ampio vol. presentato costituisce un contributo davvero importante alla storia della circolazione del libro a stampa nel primo cinquantennio dell’affermazione dell’arte tipografica in Italia. Facendo seguito agli ormai classici lavori di Christian Bec su Les livres des Florentins del 1984 e di p. Armando Verde, Libri tra le pareti domestiche del 1987, l’a. ha dedicato al tema la sua tesi di dottorato del 2015, conseguita presso l’Università degli Studi di Firenze sotto la guida di Graziano Ruffini. E Firenze è al centro dell’indagine, potendosi giovare del primo vol. uscito nel 2009 di RICABIM, il Repertorio di inventari e cataloghi di biblioteche medievali (secoli VI-XVI) dedicato da Giovanni Fiesoli ed Elena Somigli per l’appunto alla Toscana. Se il lavoro ha comunque un valore più generale, come sottolinea nella breve premessa Ugo Rozzo (un autore più volte citato per i suoi diversi e preziosi contributi sul tema), il contributo si incentra proprio sulla realtà cittadina di Firenze, comprendendo sia biblioteche di singoli privati, sia di intellettuali di spicco, sia di istituzioni religiose, interrogandosi sulla presenza del libro a stampa nelle numerose raccolte librarie tenute in conto, in quanto dotate di inventari o cataloghi antichi che, “fotografandone” la consistenza in un dato momento storico, ne permettano l’analisi (pp. XIII-XXVI: si veda però la n. 135 a p. 24 che elenca casi di volumi rinvenuti appartenuti a persone o istituzioni di cui disponiamo dell’inventario, ma che non sono lì registrati, il che deve farci riflettere sulla non esaustività neppure degli inventari…). Partendo proprio dal citato vol. di RICABIM, l’a. ha potuto selezionare tutti gli inventari lì censiti che rientrassero nei criteri cronologici e di consistenza da lei fissati, così da potersi giovare delle edizioni già realizzate (ma sempre ricollazionando le trascrizioni sui documenti originali) per realizzare a sua volta una lista (con ampie descrizioni interne che permettono di ricavare, sia pur in forma molto sintetica [vedi l’attenta spiegazione alle pp. 43-8], precisi dati sia sull’oggetto documentario, sia sulla sua organizzazione testuale, sia sulla forma descrittiva applicata vuoi ai manoscritti vuoi ai libri a stampa, pp. 49-106) delle 34 persone, famiglie o istituzioni a cui si riferiscono i diversi inventari, cataloghi o liste di altra natura prese in considerazione. La parte più innovativa del contributo è forse quella anche più ampia (pp. 109-288), con l’identificazione, autore per autore (ovvero titolo per le opere anonime), delle edizioni citate nei vari inventari. Di ciascuno autore con l’opera relativa si indica l’editio princeps con alcune note sulla fortuna del testo, funzionali a meglio intendere le osservazioni seguenti sotto il nome di ciascun titolare di inventario, e si forniscono le trascrizioni delle voci relative alla data opera, accompagnate da una eventuale spiegazione e relegando in fine i casi dubbi. Molti i dati che balzano all’occhio, come per le tre corone, Dante con 14 occorrenze contro Boccaccio e Petrarca con 20 ciascuno (quanto alla organizzazione bibliografica, più discutibili i Sette salmi penitenziali o le Epistole e vangeli, assimilati alla Bibbia, mentre esistono voci autonome per lo Psalterium ebraico, latino e greco [in quest’ordine]). Meno chiare le “edizioni non identificabili” alle pp. 287-8, per le quali era necessaria una spiegazione dettagliata, perché la loro collocazione in questo particolare limbo ha in realtà ragioni e spiegazioni diverse. È però possibile avanzare qualche proposta: il “Serafino in vulgare in versi” è certo l’Aquilano, forse con un’edizione perduta; “il “libro de Troyani… in rima”, senza dover pensare a Darete Frigio o a Ditti il Cretese, sarà senz’altro Il Troiano; il “Landulfus” è assai probabilmente la diffusissima Vita Christi (Meditationes…) di Ludulfo di Sassonia; le “Correctiones Plini” saranno le Castigationes plinianae di Ermolao Barbaro; le “Sforzete” in un esemplare di lusso è identificabile con la Sforziade del Simonetta tradotta dal Landino; il “Mombrino bombitio” sarà Bonino Mombrizio. Il fulcro dell’opera è però costituito dal saggio Il libro a stampa nelle biblioteche fiorentine (1470-1520) (pp. 1-40), che mira a sintetizzare e discutere l’ampia messe raccolta. Partendo da una riflessione sul significato degli inventari librari, quanto più significativi in una realtà nella quale i libri avevano ancora un valore patrimoniale assai significativo, si passa poi ad analizzare la fattura dei numerosi cataloghi presi in considerazione soffermandosi sia sulla struttura descrittiva (si distinguono mss. e stampati), sia dal modo della formulazione e organizzazione dei dati (la lingua, l’impaginazione…), sia l’ordinamento delle voci laddove possa rispecchiare la distribuzione di volumi all’interno della raccolta libraria, sia il lessico usato per descrivere i libri stessi. A questo punto l’a. può passare a discutere della presenza del libro a stampa nelle raccolte analizzate, analisi per la quale sono di grande aiuto i grafici (che raccolgono i dati statistici ricavati) posti alle pp. 26-40, constatando come le biblioteche (religiose) di più antica, solida e ampia dotazione siano quelle più restie all’ingresso dei nuovi libri tipografici (o di “libri nuovi”, anche mss., in quanto tali? Come potremmo riuscire a saperlo?) mentre le raccolte (specie private ma non solo) più moderne e agili ne accolsero in misura maggiore. Il vol. è completato da diversi strumenti: una appendice documentaria con la trascrizione di alcuni inventari fin qui non pubblicati (pp. 291-4), una bibliografia (pp. 295-302), l’indice dei 144 esemplari identificati (pp. 305-8), quelli di autori e testi anonimi (309-19), quello di editori e stampatori (pp. 321-5), quello dei luoghi di stampa (327-8), quello dei possessori (329-37), quello delle fonti documentarie. – E.B.
051-C Bolzoni (Lina), Una meravigliosa solitudine. L’arte di leggere nell’Europa moderna, Torino, Einaudi (Saggi, 987), 2019, pp. 256, ill. col., ISBN 978-88-06-23359-4, € 30. Per molti di noi, il periodo degli studi liceali è stato un vorticoso viaggio alla scoperta di nuovi autori, testi e idee. Le ore faticosamente spese sui manuali di letteratura sono state una vera e propria palestra di vita, durante le quali era impossibile non porsi domande su di sé e sulla propria condizione di studente: come faceva Petrarca a non saziarsi mai dei suoi libri, quando preparare una singola interrogazione già comportava grandi fatiche? E quanto suonava famigliare la metonimia leopardiana delle “sudate carte”, sintesi perfetta tra l’abnegazione di sé e il piacere di apprendere nuove conoscenze? Che la lettura sia innanzitutto un incontro con l’altro è una consapevolezza che si acquisisce solo con la maturità: ne era ben consapevole Erasmo da Rotterdam, che considerava i libri un mezzo di comunicazione in grado di abbattere i confini spazio-temporali. Lina Bolzoni parte da questa considerazione per chiedersi quanto le moderne tecnologie abbiano modificato il nostro rapporto con la parola scritta: un interrogativo a cui non è facile rispondere, soprattutto perché è ardua l’impresa di chi volesse decifrare il presente senza conoscere il proprio passato che, nello specifico, significa aver ben in mente in che modo i nostri antenati abbiano approcciato i testi della loro epoca. Così, in questo saggio appassionato (e decisamente appassionante!) l’a. racconta la storia di illustri letterati-lettori da Petrarca a Proust, passando per Machiavelli, Tasso e Montaigne. Per il poeta recanatense, leggere i classici era un modo per ritrovare un mondo di sperduta bellezza, da imitare con la scrittura (o riscrittura?) di nuove opere nel suo rifugio in Valchiusa: leggere e scrivere erano attività necessarie e complementari, le postille diventavano tracce di un ricercato dialogo con le auctoritates e nel mentre scemava il desiderio erotico per Laura. In una genuina lettera a Francesco Vettori, invece, l’autore del Principe confessava di mitigare le pene dell’esilio presso il podere dell’Albergaccio a Sant’Andrea in Percussina coltivando gli studi nelle ore serali, rigorosamente vestito in abiti curiali per omaggiare al meglio gli ospiti illustri che si affacciavano tra le pagine dei volumi. I libri diventano allora un dispositivo per registrare e, all’occorrenza, riprodurre la voce autentica di illustri poeti, storici e filosofi, tanto che Michel de Montaigne fu persuaso a far incidere massime greche e latine sulle travi della sua biblioteca privata, nella tenuta fra Bordeaux e Bergerac, perché fungessero da monito a se stesso e, al contempo, trasmettessero agli ospiti chiari indizi della sua personalità. Decisamente interessante anche il capitolo in cui l’a. sviluppa una articolata riflessione sull’installazione di busti e dipinti di autori antichi negli studioli rinascimentali. A torto considerati vezzi artistici o sfoggi di nobiltà, le presenze figurate di uomini illustri (si pensi al celebre studiolo urbinate di Federico da Montefeltro) diventavano la mediazione perfetta per interrogare e avviare un rapporto diretto con le autorità del passato. Alla fine del saggio (che è rielaborazione delle Berenson Lectures presentate nel 2012 presso Villa I Tatti, Firenze) ci si sente appagati e impazienti di avviare nuovi confronti con il pensiero sviluppato da scrittori più tardi, come Leopardi, Manzoni, Calvino, ma anche Pennac, Borges, Vargas Llosa, ecc.. Ecco allora farsi avanti l’idea che la storia della lettura possa serbare ancora molte novità: è presto per dire se questo saggio avrà il merito di ravvivare le ricerche di settore, ma certamente trova svariati punti di contatto con la storia delle idee e delle mentalità, un filone di studi che in Italia non è molto frequentato. – D.M.
051-D Buying and Selling. The Business of Books in Early Modern Europe, edited by Shanti Graheli, Leiden-Boston, Brill, 2019 (Library of the Written Word, 72 = The Handpress World, 55), pp. XIII + 559, ill. b/n, ISBN 978-90-04-34-032-9, s.i.p. (€ 159 sul sito dell’editore). Il vol. si presenta come una vera e propria opera corale di venticinque autori uniti da un unico grande scopo: contribuire con studi puntuali al tema del mercato librario dal XV al XX secolo, includendo in tal modo l’antiquariato (e forse forzando un po’ il sottotitolo della pubblicazione). L’indagine sulle strategie commerciali e sulle sorti economiche delle imprese tipografiche e delle botteghe dei librai è introdotta da uno scritto di Andrew Pettegree e Shanti Graheli (pp. 1-20), le cui firme non possono che rimandare al gruppo di studio gravitante attorno all’Universal Short Title Catalogue (USTC). A queste pagine seguono gli interventi, suddivisi in cinque parti dai titoli esplicativi: Debt Economies and Bookselling Risks (pp. 23-108) contiene i contributi di stampo più prettamente economico e statistico; in Day to Day Practices of Book Buying and Selling (pp. 111-177) il lettore potrà approfondire le pratiche di compravendita che coinvolgevano librai e lettori; in Selling Strategies (pp. 181-200) si analizzano casi molto specifici o di respiro nazionale; List and Inventories (pp. 303-394) è la parte più incentrata sulle fonti documentarie e archivistiche; New Markets (pp. 397-486) esplora l’evoluzione di nuovi orizzonti della stampa, in termini sia di prodotti sia di confini geografici; in Modern Book Markets (pp. 489-539) si studia il mercato del libro antico dal XVIII al XX secolo. Per l’indice completo rimando al sito dell’editore. A livello di organizzazione, al di là della chiara suddivisione tematica, la pluralità delle voci e degli argomenti sfugge a un’impostazione manualistica, presentando piuttosto i più disparati casi concreti attraverso i secoli e le nazioni. Insieme a interventi sul mercato librario scozzese o sui pellegrinaggi a Cracovia, si possono trovare articoli riguardanti librai italiani, Robert Estienne o le edizioni contraffatte delle opere di Lutero. Il risultato è un vol. in cui la storia del libro incontra l’archivistica, l’economia e altre discipline, in un panorama eterogeneo che testimonia la ricchezza dell’argomento trattato. Questa caratteristica ha fugato il sospetto iniziale di avere tra le mani un lavoro eccessivamente devoto ai “numeri”, in cui cioè si pensi che la sola conta dei libri alla stregua di cassette di mele possa svelare i massimi sistemi. A ogni modo, laddove è stato applicato un metodo statistico o più genericamente numerico, mi ha lasciato un po’ perplesso l’uso quasi pervasivo ed esclusivo (a parte qualche eccezione) di USTC nell’identificazione delle edizioni e nella ricerca degli esemplari sopravvissuti, secondo una consuetudine a cui ormai ci stiamo abituando leggendo i lavori legati a questo strumento e a chi lo gestisce. Da un punto di vista meramente formale, invece, trattandosi di un vol. senza dubbio costoso, devo segnalare l’inadeguatezza di alcune ill., fatto che tra l’altro vedo già rilevato altrove in un altro prodotto dello stesso editore (⇒ «AB» 049-E). In particolare, mi riferisco alla scelta di non stampare a colori immagini, tabelle e grafici che sembrerebbero (e talora sono palesemente) concepiti per avere distinzioni cromatiche al loro interno. Un esempio calzante si legge alle pp. 77-78, dove l’a. commenta una carta dell’Europa su cui ha indicato tramite determinati colori le città dove Hernando Colón comprava i libri e quelle dove essi erano stampati: le tonalità tuttavia sono pressoché indistinguibili perché diventate nella stampa una scala di grigi quasi uniforme. Ciononostante, ribadisco che i contenuti del vol. sono di grande interesse e di ampio respiro, nonché utili a comprendere lo stato degli studi di un settore della storia del libro diffuso su scala internazionale. – S.C.
051-E Congregazioni dei canonici regolari del Ss. Salvatore, a cura di Gianna Del Bono, Città del Vaticano, Tipografia Vaticana, 2018 (Libri e biblioteche degli Ordini religiosi in Italia alla fine del secolo XVI, 6), pp. 564, ISBN 978-88-210-1020-0, s.i.p. Sono ormai diversi anni che la Biblioteca Apostolica Vaticana sta portando avanti il progetto di Ricerca sull’Inchiesta della Congregazione dell’Indice (RICI), il cui obiettivo principale è quello di rendere fruibile, in maniera ordinata e sulla base di precise chiavi di ricerca, l’importante massa documentaria conservata all’interno dei 61 codici Vaticani Latini dal numero 11266 al 11326. Ivi sono riportate le più o meno lunghe liste dei titoli dei libri posseduti dai religiosi dei conventi e dei monasteri italiani fino ai primi anni del XVII secolo, liste che, dopo la divulgazione dell’Index librorum prohibitorum da parte di papa Clemente VIII nel 1596, vennero richieste e acquisite dalla neonata Sacra Congregazione dell’Indice dei libri proibiti. In questi documenti si trovano informazioni di carattere bibliografico che riguardano ben 31 ordini regolari maschili e alcuni femminili. Il progetto ha portato allo sviluppo di una vasta banca dati digitale, raggiungibile all’indirizzo web http://rici.vatlib.it, la quale accoglie già una parte assai rilevante del materiale – trascrizioni delle liste e identificazione delle edizioni – contenuto in questi manoscritti ed è in costante aggiornamento. Accanto a questo importante strumento on line, la Biblioteca Apostolica ha inaugurato anche una collana di studi dal titolo Libri e biblioteche degli Ordini religiosi in Italia alla fine del secolo XVI, che sta accogliendo su carta stampata questo enorme lavoro di bibliografia, riservando delle monografie a ogni singola congregazione religiosa. La collana ha già accolto dal 2013 alcune pubblicazioni (si veda la nota 17 a p. 7), la cui ultima è proprio quella dedicata alla congregazione dei canonici regolari del Santissimo Salvatore, detta anche congregazione Renana, prendendo in esame il codice Vaticano latino 11286 e il Vaticano latino 11289. La parte più consistente del volume, curato egregiamente dalla professoressa Del Bono, è quella dedicata all’edizione del testo dei due codici, con la trascrizione delle lunghe liste di libri presenti tra gli scaffali dei canonici. Ma interessante risulta, in particolare, la parte storica introduttiva. Il primo saggio, firmato da Gabriella Zarri, presenta una ricca e completa storia della congregazione dalla sua fondazione, sulla fine dell’XI secolo, fino ai primi anni del XV, con il riconoscimento papale il 4 aprile 1408, e giù lungo tutto il XVI secolo, quando i canonici entrarono in contatto con la Sacra congregazione dell’indice dei libri probiti. Ed è proprio su questo rapporto che si concentra il secondo saggio, firmato da Gianna Del Bono. L’a. mette in luce la relazione intercorsa tra i canonici e la congregazione, relazione che, del resto, non fu mai totalmente serena, in quanto l’operato della congregazione veniva visto con grande riluttanza da parte degli ordini religiosi. Questa pubblicazione è sicuramente una nuova pietra miliare per gli studi attorno alla storia degli ordini religiosi. Non si può mettere in dubbio che si tratti di un’opera specialistica, rivolta principalmente a una specifica categoria di addetti ai lavori. Ma resta anche un’importante fonte di studio ricca di informazioni sul clima venutosi a instaurare dopo il Concilio di Trento all’interno della Chiesa, in particolare con alcune istituzioni vaticane, come, appunto, la Sacra congregazione dell’Indice dei libri proibiti. — L.Mo.
051-F Ferretti (Gian Carlo), Il marchio dell’editore. Libri e carte, incontri e casi letterari, Novara, Interlinea, 2019, pp. 383, ISBN 978-88-6857-257-0, € 20. Quella di Gian Carlo Ferretti per la storia dell’editoria è una passione profonda, quasi atavica. È una vocazione che inizia precocissima, già nel 1952 (lui classe 1930) – come testimonia il primo (“primo” quasi in tutti sensi) scritto in apertura di vol. – e che l’a. ha portato avanti con scrupolosa intensità e con pionieristico fervore da più di mezzo secolo. Il marchio dell’editore. Libri e carte, incontri e casi letterari è un viaggio temporale e umorale, un viaggio spesse volte romantico e nostalgico, per certi versi doloroso, alla scoperta di un vivace panorama culturale a noi ormai lontano ed estraneo. Quarantotto scritti di vario genere e di varia natura (articoli, trascrizioni di interventi, atti…) – editi e inediti – ripartiti in due ampie sezioni: da una parte ci sono gli attori dell’industria libraria italiana, i letterati, gli editori e i letterati-editori; dall’altra c’è il prodotto nella sua concretezza più vera e tangibile, nella sua fisicità terrena, commerciale. Perché editoria è cultura, ma anche mercato. E Ferretti, nella “sua” storia umana e materiale, sembra non dimenticarsi mai di niente e di nessuno. Le sue carte sono così sudate, così impregnate di storia e di eventi, di incontri personali e particolari, pubblici e privati, che “Esperienze personali”, il capitolo conclusivo del vol., scisso in tre diversi paragrafi – Piaceri e insidie della ricerca d’archivio; Il mio apprendistato editoriale; Cronistoria e storia di un fondo privato – non può non provocare nel lettore/studioso una gioia quasi illecita, un po’ voyeuristica. Come Ferretti è diventato il Ferretti, questo è quello che ci racconta. Come, cioè, in tutti questi anni sia riuscito a fare una storia della letteratura nella sua più umana concretezza, una storia di bandelle, di fascette, di prime seconde terze e quarte di copertina. Ma anche una storia di amicizie, di affinità intellettuali, di solidi legami. E le pagine di questo vol. rivelano un amore grande, grandissimo, per i libri, per la letteratura, per gli uomini dell’editoria. Quarantotto brevi storie di editoria, che sono come pepite di un tesoro prezioso (la memoria collettiva), scritte con elegante maestria e indiscutibile saggezza. – Ar.L.
051-G Gli Italiani e la Bibbia nella prima età moderna. Leggere, interpretare, riscrivere, a cura di Erminia Ardissino – Élise Boillet, Turnhout, Brepols, 2018, pp. 297, ill. col., ISBN 978-25-035-8406-5, € 50. Il presente vol. nasce nell’alveo del più ampio progetto di ricerca The Lait and the Bible. Religious Reading in Early Modern Europe, diretto da Élise Boillet. Il progetto aveva come intento quello di analizzare il rapporto dei laici europei, in particolar modo italiani, con la Bibbia. Frutto del progetto (oltre a questo libro) è un vol. di prossima pubblicazione: Repertorio della letteratura biblica in Italiano (1463?-1650) ad opera di Erminia Ardissino, vol. che raccoglierà più di 3.500 voci relative a tutte quelle riscritture bibliche in italiano, dall’inizio della stampa fino al 1650. Riscritture che nacquero anche in ragione della censura verso la traduzione in lingua italiana del testo Biblico e che testimoniano, se indagate, in che modo gli Italiani si siano rapportati con la Bibbia. Il vol. qui considerato invece – quasi un preambolo del lavoro della Ardissino – tenta, attraverso saggi di vari studiosi, di proporre alcune chiavi di lettura sul tema. La materia è organizzata e divisa in tre sezioni che indagano il fenomeno da diversi punti di vista. La prima sezione, La Bibbia tra produzione editoriale e censura, riguarda quella che fu «la costituzione e la circolazione dei testi biblici in italiano a stampa in un contesto segnato dallo sviluppo del mercato editoriale religioso, dalla diffusione della Riforma e dalle misure censorie da parte della Chiesa romana cattolica» (p. 12). Nel primo saggio – Ugo Rozzo, Illustrare l’Apocalisse nell’Europa del Cinquecento (1498-1547), pp. 21-42 – vengono indagate tutte quelle raffigurazioni che, nel corso del tempo, scaturirono dalla lettura della Bibbia e che – grazie anche alla stampa – diventano un consueto accompagnamento al testo sacro. Segue il contributo di Edoardo Barbieri – Un long seller biblico nell’Italia moderna: le Epistole e Vangeli di Remigio Nannini da Firenze, (pp. 43-72) – che – interrogandosi sul perché questo fortunatissimo testo fosse stato autorizzato dalla censura – si focalizza soprattutto sulla figura dell’autore che si era proposto di realizzare uno strumento che fosse formativo per religiosi e laici. Chiude la prima sezione Élise Boillet – Tra censura e tolleranza. Le due edizioni del volgarizzamento dei salmi penitenziali di Domenico Buelli, inquisitore di Novara (1572 e 1602), pp. 73-93 – che indaga il dibattito che doveva sussistere all’epoca circa la liceità nella creazione di testi, in lingua italiana, con contenuti di ispirazione biblica. In particolar modo, si riflette sulla proposta dell’inquisitore Domenico Buelli che realizzò, in versi sciolti, due edizioni volgarizzate e con commento dei salmi penitenziali. L’idea era che l’eresia si dovesse combattere non solo censurando i testi eretici, ma anche contribuendo alla diffusione, attuata con il mezzo della stampa, di contenuti adeguati, pure in lingua volgare. La seconda sezione del vol. – Contesti e prassi di lettura biblica – si focalizza maggiormente su quelli che dovevano essere i contesti in cui il testo biblico veniva letto e anche su quali dovevano essere le prassi legate a tali letture. Danilo Zardin – Circolazione e usi delle Epistole e vangeli nell’Italia post-tridentina, (pp. 97-123) –, tornando su di un testo già trattato nella prima sezione del vol., grazie a prove archivistiche, mostra come un’opera del genere, seppure ufficialmente tollerata, doveva suscitare non poche intolleranze e insofferenze. Segue un saggio di Abigail Brundin – La lettura domestica della Bibbia nell’Italia rinascimentale, (pp. 125-142) – che affronta il tema scarsamente esplorato di una eventuale pratica di lettura domestica del testo biblico: non solo Bibbie quindi, ma anche libri con contenuto biblico (lezionari, libri d’ore, fino a oggetti domestici contenenti formule bibliche). Chiude la sezione il contributo di Chiara Pilocane – “Girala e rigirala perché c’è tutto; e contemplala e incanutisci e invecchia su di essa” (Pirqè Avot 5, 25). La Bibbia in ambiente ebraico fra XVI e XVII secolo: alcuni casi, (pp. 143-170) – che indaga le prassi di lettura in un ambiente in cui qualsiasi forma di lettura, di interpretazione o di riscrittura del testo della Bibbia si doveva necessariamente confrontare con quella che era la Torah orale. Chiude il vol. una sezione dedicata a tutte quelle riscritture della Bibbia caratterizzate da una dimensione letteraria, riscritture che sono di fatto entrate nel canone della letteratura italiana: Riscritture letterarie: poesia, narrativa, teatro. Il saggio di Pietro Petteruti Pellegrino – Come pioggia feconda. Immagini della divina grazia nella lirica del Cinquecento, (pp. 173-216) – traccia un percorso attraverso la poesia italiana del Rinascimento, percorso che individua tutte quelle fonti bibliche relative al particolare archetipo della pioggia come raffigurazione della grazia divina. Erminia Ardissino – Raccontare la Bibbia nell’Italia della prima età moderna. Cantari, poemi, romanzi, (pp. 217-235) – si focalizza invece sulle opere di tipo narrativo che rivelano una matrice biblica. Chiude il vol. un saggio di Elisabetta Selmi – Riscritture bibliche nel dramma sacro fra Seicento e Settecento, (pp. 237-284) – che analizza come storie, personaggi e vicende dell’Antico Testamento vengano riprese all’interno dei vari generi del dramma sacro nel XVII secolo. Indice dei nomi finale. – A.T.
051-H Le Livre & la Mort XIVe-XVIIIe siècle, Paris, Éditions des Cendres – Bibliothèque Mazarine – Bibliothèque Sainte-Geneviève, 2019, pp. 526, ill. col., ISBN 979-10-90853-13-3 / 978-2-86742-288-1, € 48. Il bel vol., corredato da ottime riproduzioni fotografiche, è stato pubblicato in occasione della mostra organizzata dalla Bibliothèque Mazarine e dalla Bibliothèque Sainte-Geneviève di Parigi dal 21 marzo al 21 giugno 2019. Si conferma, ancora una volta, l’altissimo livello delle esposizioni librarie promosse negli ultimi anni dalla Mazarina e dai partners che, di volta in volta, la affiancano. Da notare, inoltre, la rilevantissima produzione di cataloghi che le accompagnano, che dimostrano come l’evento espositivo sia l’occasione per contributi scientifici di estremo interesse e di grande originalità. Il macabro tema di quest’anno è affrontato con la consueta competenza, ma soprattutto con un’ampiezza di tagli, osservazioni e spunti che non tralascia i vari soggetti iconografici coinvolti, gli aspetti produttivi del libro come le illustrazioni, i riferimenti letterari che si trovano lungo il periodo considerato, gli elementi formali come le legature e, da ultimo, i possibili interessi collezionistici. Ciò è evidente fin dall’ampia serie di saggi e interventi introduttivi che seguono la Préface di Xavier Darcos (La bouche d’ombre, pp. 7-9), chancelier de l’Institut de France. L’introduzione, che inquadra il progetto e i temi della mostra e del catalogo, è affidata ai direttori delle due biblioteche parigine coinvolte, François Michaud e Yann Sordet (Le livre, espace de dialogue avec les morts, nos morts, ma mort, pp. 11-14). Si parte poi con il contributo di Danielle Quéruel (Écrire la mort à la fin du Moyen Âge, pp. 15-26), che offre un percorso letterario sulla morte, considerando soprattutto l’ultimo Medioevo. Dominique Vanwijnsberghe (Le livre d’heures et la mort, pp. 27-51), declina il tema osservando i libri d’ore, mentre Ilona Hans-Collas (La destinée humaine à travers deux thèmes macabre: la Rencontre des trois morts et des trois vifs et la Danse macabre, pp. 53-77) presenta i due temi forse più famosi: l’incontro dei tre vivi e dei tre morti e la danza macabra. Quest’ultimo soggetto è al centro anche del contributo di Marie-Dominique Leclerc e Alain Robert (Quatre siècles d’impressions troyennes de la Danse macabre, pp. 79-111), che ne mostra la traiettoria editoriale fissando la lente soprattutto sulle edizioni di Troyes, dove il tema ricompare regolarmente fino all’Ottocento. Il breve saggio di Jocelyn Bouquillard (Le cimetière des Saints-Innocents et ses représentations gravées, pp. 113-7) descrive la fortuna iconografica del cimitero parigino dei Santi Innocenti, demolito alla fine del Settecento. Soggetti macabri non sono infrequenti anche nell’emblematica, come si ricava dalla panoramica di Paulette Choné (La Mort et les recueils d’emblèmes: l’ère du soupçon?, pp. 119-42), così come nelle legature, specie della fine del XVI secolo, ampiamente descritte da Fabienne Le Bars («Miserere mei Deus…»: Reliures funèbres et macabres en France du XVIe au XVIIIe siècle, pp. 143-67), ma anche nell’araldica, con gli esempi forniti e commentati da Christoph Vellet (La mort et l’héraldique: une relation particulière, pp. 169-80). Il saggio di Valérie Hayaert (Le rituel judiciaire d’Ancien Régime et ses image face à la mort, pp. 181-204) affronta il tema della raffigurazione del giudizio, spesso legata alla presenza di soggetti macabri. Chiude la rassegna il contributo di Ariane Adeline (La bibliophilie et la mort, pp. 205-15), che mostra come anche la morte trovi spazio nella passione bibliofilia e collezionistica, vuoi con soggetti macabri negli ex libris, vuoi con la raccolta di oggetti funerei o collegati ai defunti. Il catalogo vero e proprio si apre con l’inquadramento generale di Nathalie Rollet-Bricklin e Anne Weber (Genres et figures macabres dans le livre, un panorama, pp. 219-35), cui segue una ricca serie di schede suddivise per temi. La prima sezione (Memento mori) vede i tre morti e i tre vivi, la danza macabra, le arti del ben morire e le cose ultime (inferno e paradiso, resurrezione e giudizio finale). La seconda sezione (Figures de la Mort dans le livre) considera, invece, alcune figure della morte nei libri dalle illustrazioni, alle legature agli elementi decorativi. La terza e ultima sezione (Célébrer les morts) affronta invece il tema della celebrazione della morte: dalle preghiere per i morti ai luoghi della memoria, fino alla realizzazione di apparati funebri, soprattutto principeschi e nobiliari, supremo gesto per conquistare l’immortalità attraverso i libri. Lo sguardo è, ovviamente, orientato al mondo francese e all’Europa settentrionale, dove i temi in oggetto hanno visto una più ampia fortuna. In chiusura la bibliografia, l’indice dei nomi di persona e di luogo e quello delle opere e dei documenti citati. – L.R.
051-I McNeil (Paul), The Visual History of Type, London, Laurence King Publishing Ltd, 2017, pp. 672, ill. col., ISBN 978-1-78067-976-1. «Le forme delle lettere vivono dove vedere, ascoltare, parlare, sentire e disegnare si incontrano. Incarnano il linguaggio e sono contemporaneamente arte astratta, manifestazioni fisiche dell’intelletto e dell’emozione. Come la migliore architettura, pittura, scultura, musica, letteratura, teatro e danza, le migliori forme di lettere dovrebbero comunicare su più livelli possibili». A far comunicare le lettere, seguendo il pensiero qui riportato del grafico statunitense Sumner Stone, ci ha pensato Paul McNeil che, nel suo The Visual History of Type, raccoglie ed esamina più di 320 font tipografiche dell’alfabeto latino, usate negli anni perlopiù nelle tipografie di Europa e Stati Uniti. In quest’opera, l’a. prende in esame le diverse font dividendole in sezioni in base al loro utilizzo in ciascuna epoca, dai primi anni dall’invenzione della stampa a caratteri mobili (1450, pp. 10-63), periodo in cui vennero di fatto introdotti gli elementi che da quel momento in poi avrebbero definito il disegno tipografico, fino agli anni 2000 (pp.576-665), in cui le tecnologie digitali hanno favorito e in certi casi imposto cambiamenti negli stili dei disegni. Altre sezioni sono dedicate ai periodi: 1650- (pp.64-101), caratterizzati dall’espansione della tipografia europea e dalle innovazioni portate dal Barocco e dall’Illuminismo; 1800- (pp. 102-153), secolo in cui la stampa conobbe decisivi progressi tecnologici incoraggiati dai bisogni del mercato durante la Rivoluzione Industriale; 1900- (pp. 154-321), decenni che videro la nascita dei movimenti di avanguardia e la conseguente creazione di una grande quantità di forme innovative; 1950- (pp. 322-437), il dopoguerra in cui il graphic design cominciò a evolversi a professione specifica e 1980- (pp. 438-575), gli ultimi decenni del secolo che testimoniarono il progressivo passaggio dal procedimento meccanico a quello digitale. Ogni sezione è avviata da un’introduzione che contestualizza la stampa del periodo in oggetto da un punto di vista storico e tecnico, concentrandosi sulle fasi di sviluppo grafico dei caratteri in relazione agli elementi culturali e tecnologici di quegli anni. Oltre all’analisi storica dello sviluppo delle font tipografiche è presente anche un’indagine dal punto di vista grafico e stilistico che ben spiega la forma e la costruzione di ciascun tipo. Le descrizioni sono inoltre correlate da tanto interessanti quanto utili apparati che illustrano la “carta d’identità” di ciascun segno grafico, chiarendone i tratti identificativi, le connessioni con altre font contemporanee o successive e un’eventuale disponibilità di un loro formato digitale utilizzabile (nelle pagine successive all’introduzione del vol. è presente un’efficace guida alla comprensione di tali apparati, p. 9). In conclusione, questa risulta essere un’opera di grande interesse per grafici professionisti, studenti di tipografia e, più in generale, lettori interessati ai temi di storia della comunicazione scritta e di cultura visiva, che ha quindi come obiettivo la presentazione di un «quadro accurato di ogni fase di sviluppo del tipo e che comprende anche un certo numero di caratteri sopravvissuti solo per brevi periodi a causa dei repentini cambiamenti di tendenze, mercati o tecnologie» (Introduzione, pp. 6-9). Il vol. non rappresenta dunque un dettagliato approfondimento dei singoli caratteri, operazione che sarebbe risultata ardua – e, forse, inutile – per un testo che ha come obiettivo – che si direbbe raggiunto – una puntuale panoramica dell’universo grafico della storia della stampa. Chiudono il vol. un glossario dei termini tecnici utilizzati (pp. 666-667), la bibliografia (668-669) e gli indici dei nomi e dei termini divisi in sezioni e argomenti (pp. 670-671). – Pierfilippo Saviotti
051-L Vivarelli (Maurizio), La lettura. Storie, teorie, luoghi, contributi di Cecilia Cognigni e Chiara Faggiolani, Milano, Editrice Bibliografica, 2018, pp. 371, ill. col., ISBN 9788893570282, € 29,50. Come avverte l’a. nella nota finale all’Introduzione (pp. 9-17), il vol. è da considerarsi per molti versi un’opera di sintesi di idee e lavori precedentemente pubblicati, in parte rielaborati e ampliati, in parte confluiti nel testo. Per questo motivo il risultato vede un’opera composta da parti molto diverse l’una dall’altra, che abbracciano aspetti del processo della lettura derivati da varie discipline. Tale impostazione può inizialmente creare un senso di disorientamento nel lettore non specialista, giustificabile inoltre dai differenti approcci (anche stilistici) assunti nei singoli capitoli e a volte pure all’interno degli stessi. Tutto questo è dovuto alla scelta dell’a. di affrontare in modo estesamente interdisciplinare quella che è una delle capacità maggiormente peculiari e identificative della specie umana, frammentando l’azione della lettura (e quindi di conseguenza il vol.) secondo le diverse prospettive prese in considerazione. Così, dopo una densa introduzione in cui l’a. ripercorre anche i suoi lontani inizi di lettore, il libro prende l’avvio col primo capitolo dal titolo Storia e storie della lettura (pp. 19-74). Nell’ambito della evoluzione storica della pratica del leggere sono tre i temi principali, che ne hanno segnato in modo particolare la sua evoluzione: la lettura ad alta voce con il progressivo affermarsi di quella invece silenziosa; la lettura di tipo erudito e quella più genericamente popolare con le inevitabili reciproche relazioni; i cambiamenti della lettura nell’ambiente digitale di recente affermazione. Segue poi il breve capitolo Fare storia: fonti, strumenti, metodi (pp. 75-93), in cui la prima parte, largamente dipendente dagli studi di Robert Darnton come lo stesso a. esplicita già nell’Introduzione, è incentrata sulle fonti tramite le quali è possibile compiere indagini di storia della lettura, mentre la seconda parte è incentrata sul libro di Luca Ferrieri, Fra l’ultimo libro letto e il primo nuovo da aprire. Letture e passioni che abitiamo (2013). La lettura per immagini è il titolo del terzo capitolo (pp. 95-146), in cui l’attenzione è centrata sulle fonti di tipo iconografico, riportando le lezioni principalmente di Peter Burke, Fritz Nies, James Smith Allen, Kate Flint, Stewart Garret, Anna Finocchi. Dedicato all’esame di modelli di rappresentazione della lettura derivati dalla linguistica, dalla critica letteraria e dalle neuroscienze è il quarto capitolo, Le discipline della lettura (pp. 147-198). Il quinto capitolo, I luoghi della lettura (pp. 199-252), riguarda i posti dove la lettura viene, in modi diversi, organizzata e offerta, a partire dai “luoghi” istituzionali, per poi passare alle case editrici, le librerie, le scuole e le biblioteche, per finire con la descrizione del progetto “La Biblioteca del Salone”, realizzato nell’ambito della XXX e XXXI edizione del Salone internazionale del libro di Torino. Seguono poi due capitoli scritti da due autrici diverse. Opera di Cecilia Cognini è il sesto capitolo, Promuovere e comunicare la lettura (pp. 253-291), dove l’a. riesce a dare un’immagine generale non solo dei motivi sul perché è importante una corretta educazione alla lettura sin da bambini in età pre-scolare, ma offre anche una panoramica delle azioni e dei progetti di varia natura messi in atto in Italia e in Europa. Il settimo capitolo, Conoscere, valutare, interpretare la lettura di libri: dal dato statistico ai big data di Chiara Faggiolani (pp. 293-333), ha come oggetto l’insieme dei metodi valutativi da utilizzarsi per indagare le tracce che l’azione del leggere lascia nei vari contesti, ripercorrendo la storia delle rilevazioni statistiche sulla lettura a partire dagli anni ‘50 del secolo scorso, per soffermarsi sull’analisi degli ultimi dati Istat disponibili (2016) e su come integrarli con informazioni derivanti da rilevazioni qualitative o tratte per esempio dalle piattaforme di social reading in internet. L’ultimo capitolo (Fare il punto, pp. 333-368) torna a essere opera di Maurizio Vivarelli, dove l’a. indica tre campi argomentativi entro cui incentrare una riflessione di sintesi sul fenomeno della lettura. Il primo è riferito a quali sono i confini del termine “lettura” a partire dalle tesi di Michel de Certeau nell’opera Invenzione del quotidiano. Il secondo invece è legato alla complessità della lettura stessa e per questo l’a. prende spunto da considerazioni di Edgar Morin, mentre l’ultimo campo riguarda la “ricerca delle radici” della lettura. Al termine di ogni capitolo è presente una ricca bibliografia di riferimento. – M.C.
051-001 «ALAI rivista di cultura del libro», 5, 2019, pp. 284, ill. b/n, ISBN 978-88-940785-3-4. La nota rivista dell’Associazione librai antiquari d’Italia raggiunge il quinto anno di vita con un’edizione ricca di interessanti contributi. Apre Edoardo Barbieri, con un saggio che racconta la natura di un importante strumento di lavoro del libraio antiquario: lo schedario (Gli schedari dei grandi librai antiquari d’Italia. Olschki, Hoepli, Martini, pp. 9-31). Segue il breve articolo di Antonio Castronuovo, dedicato al rapporto di amicizia tra Federico Ravagli e Dino Campana durante gli anni universitari bolognesi (Federico Ravagli tra riviste e ricordi campaniani, pp. 33-40). Lucio Gambetti, invece, si sofferma sulle vicende editoriali de Il Porto Sepolto di Giuseppe Ungaretti, uno dei libri italiani più amati e ricercati dai collezionisti di modernariato (Un sogno del Novecento. Il Porto Sepolto di Ungaretti: breve storia dell’edizione, pp. 41-76). Il rapporto tra il metallo e il libro è, invece, il tema principale del saggio di Massimo Gatta, dedicato all’editoria futurista (Ferraglia futurista in forma di libro. Litolatte & company, pp. 76-106). Giovanni Biancardi si dedica a Giosuè Carducci, con un articolo che ripercorre le vicende dell’ode La guerra, scritta dal poeta lucchese nei giorni della III Conferenza interparlamentare per l’Arbitrio e la Pace del 3 novembre 1891 (La Guerra. Vicende editoriali di un’ode carducciana, pp. 107-122). A un raro libro di Luigi Grossi dedica il suo breve saggio Irene Tesoriero (Luigi Grossi e le Rime piacevoli di un lombardo, pp. 123-132), mentre chiude la prima sezione della rivista – Storie ed indagini – Gustavo Vagnone, dedicandosi alle opere a stampa di Dione di Prusa in Bitinia, detto Crisostomo (Divagazione su di un libro perduto e un altro ritrovato, pp. 133-138). La sezione Di musica e di immagini si apre con Mauro Chiabrando che propone un articolo dedicato alla canzonetta scacciapensieri degli anni Cinquanta (La sciocchezza cantata. Il genere estinto della canzonetta scacciapensieri, pp. 141-164). Segue un lungo saggio di Edoardo Fontana dedicato alle vicende biografiche dello xilografo Emilio Mantelli, ricco di numerose fotoriproduzioni (Emilio Mantelli, xilografo, pp. 164-222). Chiudono Chiara Nicolini con un articolo su Il Pinocchio di Joyce Mercer (pp. 223-238) e Giacomo Coronelli che torna a riparlare di bibliografia dei manifesti futuristi (Nuove spigolature bibliografiche sui manifesti futuristi, pp. 239-250. Per il primo contributo si veda «ALAI rivista di cultura del libro», 2, 2016, pp. 59-77). – L.Mo.
051-002 «Fogli», 40, 2019. Si spogliano i singoli contributi.
051-003 «inPRESSIONI. Colloquia graphica et exlibristica», 10, XIX, primavera 2019. La piccola rivista pubblicata dalla Scuola Grafica Genovese dedica questo suo nuovo numero al pittore, illustratore e incisore Adolfo De Carolis, ad Akseli Gallen-Kallela, pioniere dell’ex libris finlandese, a Gianni Verna e alle sue incisioni naturalistiche (è presente un’incisione dell’autore tirata in 500 copie), agli ex libris di Günther Hujber, all’Arca di Noè come motivo di ex libris e ad alcune considerazioni sull’Associazione Exlibristica Cinese. – Pierfilippo Saviotti
051-004 «Omo sanza lettere». Architettura, scienze, tecnica dalla Raccolta Lanfranchi nel 5° centenario di Leonardo da Vinci. Palazzolo sull’Oglio, Villa Lanfranchi, 4 maggio-8 giugno 2019, catalogo a cura di Fabrizio Fossati, Roccafranca, La Compagnia della Stampa Massetti Rodella Editori, 2019, pp. 78, ill. col., ISBN 978-88-8486-791-9, s.i.p. La mostra – ideata perché anche Palazzolo sull’Oglio (BS) e la sua Biblioteca Civica potessero a loro modo rendere omaggio a Leonardo valorizzando nel contempo il proprio patrimonio librario, come d’altra parte già da qualche anno accade – propone una rassegna ragionata e selezionata di testi provenienti dal Fondo antico della Biblioteca cittadina, che ben introducono il visitatore alla poliedrica figura di questo omo sanza lettere, come lo stesso Leonardo si definiva, essendosi accostato tardi al latino. Quasi ovvia la scelta della location, Villa Lanfranchi (per altro già sede della Biblioteca), in connessione evidente e diretta con Giacinto Ubaldo Lanfranchi, il mecenate e bibliofilo cittadino cui si deve infatti la costituzione del Fondo antico, come ben si puntualizza alle pp. 9-10. Muovendo non tanto dai labili (ancorché veri) riferimenti di Leonardo al territorio bresciano quanto, piuttosto, da connessioni più profonde, [da] percorsi sotterranei che permettono di collegare il genio di Vinci alla preziosa raccolta libraria custodita a Palazzolo sull’Oglio (p. 5), il curatore ha saputo allestire un bel percorso tematico-espositivo ancorato al territorio e alla sua Biblioteca ma in grado di rappresentare quasi tutti gli interessi del genio toscano. Ampio spazio trovano infatti, nel Fondo antico della raccolta Lanfranchi, opere di architettura militare e civile, di ingegneria, di idraulica, di musica, di astronomia e matematica, come gli esemplari in mostra efficacemente documentano. Veniamo ora al delizioso cataloghino. Come la mostra, è suddiviso in sei sezioni tematiche – A: Fortezze, macchine e instrumenti bellici; B: In tempo di pace: architettura e ingegneria civile; C: «Non mi legga chi è matematico»; D: «Il lustro della luna»: astronomia e moti del cielo; E: La musica «sorella della pittura»; F: Gli strumenti del collezionista – per un totale di 27 schede bibliografiche numerate progressivamente da 1 a 27, e corrispondenti ad altrettanti esemplari (tutti a stampa tranne uno: D.19; p. 59) che coprono un arco cronologico compreso fra il 1497 (E.22; p. 67) e il 1946 circa (F.26; p. 75), anche se la stragrande maggioranza dei pezzi esposti è posteriore alla morte di Leonardo. Preceduta da una breve nota esplicativa del contenuto, ogni sezione propone anche la riproduzione fotografica a colori dell’esemplare affrontata alle schede bibliografiche (dove compare unicamente il rinvio ai cataloghi di Rosa Zilioli Faden, ai quali il curatore rimanda per le descrizioni bibliografiche e per i riferimenti ad altri repertori). Chiude il vol. la Bibliografia e la riproduzione b/n dell’ex libris del Lanfranchi. – E.G.
051-005 A fior di pelle. Legature bolognesi in Archiginnasio, Bologna, Comune di Bologna, 2019, pp. 63, ill. col., € 3. Tra il 25 marzo e il 23 giugno 2019 è stata realizzata una bella mostra di legature storiche presso la Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna, sfruttando nelle sue raccolte librarie la ricca presenza di tali manufatti, già oggetto di un censimento, da cui sono derivate circa 1650 schede e oltre 14000 immagini, tutte riversate in una banca dati online. A questa operazione è legata l’esposizione sopracitata, a cui a sua volta è collegata la pubblicazione di questo opuscolo, in cui sono descritte 59 legature bolognesi datate tra il XV e il XX secolo. – M.C.
051-006 Acidini (Cristina), Firenze come Gerusalemme: il pellegrinaggio di Marco di Bartolomeo Rustici entro le mura della sua città, in “Ad stellam”, a cura di Edoardo Barberi, con una premessa di Kathryn Blair Moore, pp. 25-31. Þ rec. 051-A.
051-007 Adoyo (Chaterine S.), Dante decrypted: musica universalis in the textual architecture of the «Commedia», «Bibliotheca Dantesca», 1, 2018, pp. 37-69. Il contributo – molto articolato nelle sue linee portanti – prende in esame la struttura complessiva del poema dantesco e propone una lettura della sua architettura vista in rapporto ai concetti (fisici e metafisici) della cosmologia tolemaica e ai principi di armonia e proporzione di ascendenza pitagorica descritti da Boezio nel Medioevo. – M.G.
051-008 Afterlife (The) of Aldus. Posthumous Fame, Collectors and the Book Trade, edited by Jill Kraye – Paolo Sachet, London, The Warburg Institute, 2018. Þ rec. Simona Inserra, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 341-3
051-009 Aldo Manuzio e la nascita dell’editoria, a cura di Gianluca Montinaro, Firenze, Olschki, 2019 (Piccola Biblioteca Umanistica, 1), pp. 110, ill. b/n, ISBN 978-88-222-6635-4, € 14. Questo vol. su Aldo Manuzio apre la collana di studi della Biblioteca di via Senato di Milano, diretta da Gianluca Montinaro. I contributi di vari autori, elencati nell’indice a p. V, sono: Gianluca Montinaro, Aldo Manuzio, editore in Utopia (pp. 1-7), Piero Scapecchi, Aldo Manuzio e la cultura del suo tempo (pp. 9-14), Giancarlo Petrella, L’eredità di Aldo. Cultura, affari e collezionismo all’insegna dell’ancora (pp. 15-33), Ugo Rozzo, Aldo e Paolo Manuzio nell’elogio di Lodovico Domenichi (pp. 35-53), Antonio Castronuovo, Nel delfinario di Aldo (pp. 55-69), Gianluca Montinaro, Aldo Manuzio e gli Scriptores astronomici veteres (pp. 71-85), Massimo Gatta, L’altro Aldo Manuzio. La figura e l’opera dalla narrativa al fumetto (secoli XVI-XXI) (pp. 87-102). Seguono infine gli Indici dei nomi e delle aldine citate, a cura di Antonio Castronuovo (pp. 103-110). Il vol. è schedato sotto i singoli contributi. – S.C.
051-010 Balbo (Andrea), I volumi latini del fondo “Bruce Braswell” alla Biblioteca Universitaria di Lugano: riflessioni e prospettive, «Fogli», 40, 2019, pp. 1-8.
051-011 Barbieri (Edoardo), L’editio princeps bolognese del Viazo da Venesia al sancto Iherusalem riduzione del Libro d’Oltramare di Niccolò da Poggibonsi, in “Ad stellam”, a cura di Edoardo Barberi, con una premessa di Kathryn Blair Moore, pp. 71-106. Þ rec. 051-A.
051-012 Barbieri (Edoardo), L’evoluzione del torchio tipografico di Gutenberg: qualche nota sulle presse da stampa manuali, «inPRESSIONI. Colloquia graphica et exlibristica», supplemento n. 26, primavera 2019. L’a. ricostruisce i progressi storici e tecnici del torchio tipografico manuale, dalla prima pressa in legno utilizzata da Gutenberg fino agli ottocenteschi modelli in metallo. – Pierfilippo Saviotti
051-013 Barcaioli (Linda), Tra il descrivere e il disegnare: un “errore di trascrizione” nell’illustrazione delle monstrificate fanciulle nell’Hypnerotomachia Poliphili, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 213-26. Nell’Hypnerotomachia Poliphili aldina del 1499 si trovano illustrazioni con funzione narrativa, legate in termini spaziali al testo che esplica l’azione, e altre con funzione descrittiva, che rappresentano un sunto grafico dei particolari registrati dal protagonista. Fa eccezione, in questo sistema, la vignetta 73, raffigurante una decorazione del pozzo che si trova nel tempio di Venere Physizoa. – L.R.
051-014 Bertelli (Sandro), La «Commedia» di Dante alla corte degli Este (con una scheda paleografica su Anicio Bonucci falsario), «La Bibliofilia», 120, 2018, n. 3, pp. 377-397. Il contributo, basandosi sui primi inventari della biblioteca Estense, ricostruisce la ricezione e la fortuna della Commedia di Dante a Ferrara sotto il ducato degli Este. – A.T.
051-015 Biagi Maino (Donatella) – Giuseppe Maino, Minorum Capuccinorum bibliotheca Bononiae: incunaboli e cinquecentine conservati nella Biblioteca del convento dei Frati minori Cappuccini di Bologna, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 60-83. Il contributo «presenta alcuni risultati relativi alla catalogazione delle cinquecentine, conservate presso la biblioteca del convento dei Cappuccini di Bologna» (p. 60), con particolare riferimento ad alcune provenienze da altri locali conventi dell’ordine. – L.R.
051-016 Biblioteca (La) di Pier Paolo Pasolini, a cura di Graziella Chiarcossi – Franco Zabagli, Firenze, Olschki, 2017 Þ rec. Valentina Sonzini, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 364-8.
051-017 Bilotta (Anna), I fondi personali come tracce d’uso, di legami e di memorie: note dal convegno internazionale “Il privilegio della parola scritta: gestione, conservazione e valorizzazione di carte e libri di persona” (Università degli Studi di Salerno, 10-12 aprile 2019), «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 315-33. Ampia e dettagliata cronaca del convegno internazionale svoltosi a Salerno dal 10 al 12 aprile 2019 e dedicato ai fondi librari e archivistici personali. – L.R.
051-018 Blair (Ann), The 2016 Jospehine Waters Bennet Lecture: Humanism and Printing in the Work of Conrad Gesner, «Renaissance Quarterly», 70, 2017, n.1, pp. 1-43. Il contributo ricostruisce il ruolo della stampa in quella che era la pratica dell’insegnamento nel XVI secolo; lo studio è condotto esaminando il lavoro dell’umanista, naturalista e bibliografo Conrad Gessner. – A.T.
051-019 Bocchetta (Monica), What happened in the library? = Cosa è successo in biblioteca? Readers and libraries from historical investigations to current issues = Lettori e biblioteche tra indagine storica e problemi attuali. Cronaca del convegno, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 309-14. Il contributo offre un dettagliato resoconto del seminario internazionale svoltosi presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, il 27 e il 28 settembre 2018. – L.R.
051-020 Boccone (Alessandra) – Remo Rivelli, I metadati bibliografici in Wikidata: Wikicite e il case study di «Bibliothecae.it», «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 227-48. L’attenzione sempre crescente del mondo bibliotecario verso i progressi della tecnologia Linked Open Data e ai progetti Wikimedia si è concentrata su Wikidata. Il contributo riferisce l’esperienza del Centro Bibliotecario di Ateneo dell’Università degli Studi di Salerno, che ha inserito in Wikidata i metadati bibliografici della rivista «Bibliothecae.it». – L.R.
051-021 Bolla (Stefano), La magia dei libri. Sulle tracce delle due duchesse di Devonshire, «Fogli», 40, 2019, pp. 53-72.
051-022 Bruno (Annarita) – Francesca Nepori, Bibliografia di Giulio Rezasco, in Giulio Rezasco, politico, burocrate e lessicografo, a cura di F. Nepori, pp. 131-7. Le a. propongono la bibliografia del Rezasco – cioè tutta la sua produzione oggi nota – facendo emergere come egli si fosse in realtà occupato anche d’altro oltre al Dizionario: di materie letterarie, filosofiche e artistiche, ad esempio, senza per questo tralasciare gli avvenimenti politico-istituzionali coevi. – E.G.
051-023 Callegari (Marco), A bibliographical (and not only) correspondence letters of Simone Assemani to Giovanni Bernardo Rossi (1788-1815), in 5th Simone Assemani Symposium on Islamic Coins (Rome, 29-30 September 2017), edited by Bruno Callegher – Arianna d’Ottone Rambach, pp. 13-30. Il contributo ripercorre la venticinquennale corrispondenza tra Simone Assemani e Giovanni Bernardo De Rossi, il primo famoso per gli studi di numismatica orientale, mentre il secondo fu presbitero e appassionato studioso di lingua e letteratura giudaica. Dal carteggio, conservato alla Biblioteca Palatina di Parma, emergono due principali oggetti di discussione tra i due studiosi: le controversie sulla Cattedra di San Pietro conservata presso la Basilica di San Pietro di Castello a Venezia e sulla cosiddetta “arabica impostura” del Codex Martinianus dell’abate Giuseppe Vella. – D.M.
051-024 Campioni (Rosaria), La professione del bibliotecario negli ultimi quarant’anni uno sguardo datato, «ABEI Bollettino di Informazione», 27, 2018/3. L’autrice, nel contributo presentato al Convegno di Studi dell’Associazione del 2018, riflette sulla professione del bibliotecario, sui compiti a essa affidati e sul ruolo che ricopre non solo all’interno della biblioteca ma anche come tramite tra l’istituzione e la società. La riflessione spazia dalle biblioteche di pubblica lettura a quelle di conservazione per le quali si ricorda l’importanza della sinergia tra operatori del settore e studiosi. La relazione suscita interesse non solo per lo sguardo storico al mutare di una professione che si è più volte rinnovata in continuo dialogo con l’evoluzione della tecnologia e della società, ma soprattutto per le sfide che vengono rilanciate. L’accento viene posto sulla necessità di un’adeguata formazione e sul ruolo fondamentale del bibliotecario come mediatore di conoscenza e di garante per un accesso alle fonti del sapere. – Em.B.
051-025 Campopiano (Michele), Sull’edizione (e per l’edizione) dei racconti di pellegrinaggio e delle descrizioni di Terra Santa: osservazioni preliminari sull’opera di Paul Walther von Guglingen, in “Ad stellam”, a cura di Edoardo Barberi, con una premessa di Kathryn Blair Moore, pp. 55-70. Þ rec. 051-A.
051-026 Cardini (Franco), Andare per le Gerusalemme d’Italia, Bologna, Il Mulino, 2015, pp. 163, ill. b/n, ISBN 78-88-15-25793-2, € 12. È possibile fare la conoscenza di Gerusalemme e dei luoghi santi senza mai uscire dall’Italia? Per secoli lo è stato (e lo è ancora), come illustra l’a. Franco Cardini. L’esigenza di partecipare fisicamente alla vicenda terrena di Cristo ha portato a una «translatio simbolica, ma anche concreta – si pensi alle reliquie della sacralità gerosolimitana in Occidente» (p. 39). Interessante la bibliografia in chiusura di libro. – Ar.L.
051-027 Caria (Marzia), «Incomençano le peligrinatione de la cità sancta de Ierusalem»: il viaggio in Terra Santa di Francesco Suriano, in “Ad stellam”, a cura di Edoardo Barberi, con una premessa di Kathryn Blair Moore, pp. 33-54. Þ rec. 051-A.
051-028 Carteggio (Il) Caruso-Martini 1966-2002, a cura di Noemi Madonna, con contributi di Duccio Dogheria – Sonia Puccetti Caruso – Teresa Spignoli, Rovereto, Mart, 2019 (Documenti, 18), pp. 560+XVI di tavole, ill., ISBN 978-88-95133-42-3, € 18. Edizione completa del carteggio tra Luciano Caruso (1944-2002) e Stelio Maria Martini (1934-2016). Oltre a un articolato saggio di commento, il vol. contiene un’introduzione che presenta in breve l’idea di avanguardia dei due artisti e due contributi sugli archivi che conservano le missive, quello del ’900 del Museo di Arte Moderna e Contemporanea (Mart) di Rovereto e l’Archivio Luciano Caruso di Firenze. In chiusura, utili schede di approfondimento sulle riviste e le opere citate nelle lettere. – Martina Molino
051-029 Cassella (Maria) – Nicola Madonna, Biblioteche accademiche e di ricerca: Terza missione tra esperienza di pratica e teoria (CNR, Roma, 9 aprile 2019), «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 285-308. Ampia cronaca del seminario Biblioteche accademiche e di ricerca. Terza missione tra esperienza di pratica e teoria, svoltosi il 9 aprile 2019 presso la Biblioteca centrale “G. Marconi” del CNR di Roma e che ha visto la presentazione di esperienze di biblioteche di importanti Atenei e del CNR. – L.R.
051-030 Castronuovo (Antonio), Nel delfinario di Aldo, in Aldo Manuzio e la nascita dell’editoria, a cura di G. Montinaro, pp. 55-69. Si espongono genesi, evoluzione e significato della marca tipografica di Aldo Manuzio. – S.C.
051-031 Cavagna (Anna Giulia), Pubblicare parole nell’Ottocento: editare un dizionario con Le Monnier, in Giulio Rezasco, politico, burocrate e lessicografo, a cura di F. Nepori, pp. 55-88. Aprendo anche a un’interessante riflessione sul mercato editoriale coevo, l’a. illustra come, in una prospettiva d’indagine rovesciata, il materiale archivistico-documentario del Rezasco riesca a dar conto “dall’esterno” delle dinamiche e delle tempistiche di lavoro di una grande ditta editoriale dell’Ottocento, Le Monnier, che infatti nel 1881 pubblicò il Dizionario dell’intellettuale lunigiano. Chiudono il pezzo un’appendice (Lettere di e a Giulio Rezasco) e 10 ill. b/n. – E.G.
051-032 Chiabrando (Mauro), Il peritesto nel tempo. Sovraccoperte & sovra-sovraccoperte, «inPRESSIONI. Colloquia graphica et exlibristica», supplemento n. 25, primavera 2019. In questo numero, l’a. entra nel dettaglio di un aspetto particolare del libro del Novecento, analizzando funzioni, stili e diversi utilizzi delle sovraccoperte durante il XX secolo. – Pierfilippo Saviotti
051-033 Ciabattoni (Francesco), «Temprando col dolce l’acerbo»: instrumental and vocal polyphony in the «Commedia», «Bibliotheca Dantesca», 1, 2018, pp. 108-126. In una prospettiva strettamente musicologica, l’autore interviene sul lemma «organo», presente due volte nella Commedia (Pg. IX 144 e Pd. XVII 44) e – facendo opportuni riferimenti alla trattazione medievale – riconduce il significato a quello dello strumento a canne. Molto rilevanti sono gli affondi sulla teoria musicale tra la fine del Duecento e l’inizio del secolo successivo. – M.G.
051-034 Cipollone (Giulio), When a Pope and a Sultan Spoke the Same Language of War. Tolerance and the Humanitarian Way at the Time of Jihad and the Crusades: a New Outlook on “the Other”, Cairo – Bruxelles, Mahjar, 2019, pp. 654, ill. col., ISBN 978-97-785-4675-0, € 129. Il poderoso vol. – qui nella versione inglese, ma pubblicato anche in lingua araba – propone un’ampia, articolata e documentata ricerca storica relativa a quelli che furono i rapporti tra cristianità e islam, in un contesto che vedeva la città di Gerusalemme nelle mani del sultano Saladino. L’a. – professore emerito di storia medievale presso l’Università Gregoriana di Roma – basa il suo studio su di un serio e profondo scavo documentario, documenti che raccontano una storia complessa e affascinante e che vengono proposti dall’a. alle pp. 485-591 del vol. Precede i documenti il quadro storico che tratteggia magistralmente il confronto religioso e giuridico tra cristianità e islam. Grande rilevanza è data alla figura e al ruolo di papa Innocenzo III, in relazione soprattutto alla sua approvazione dell’ordine dei Trinitari. L’ordine dei Trinitari – in contrasto con le guerre di religione di quegli anni – aveva come missione la mediazione al fine della liberazione o dello scambio dei prigionieri cristiani e mussulmani. Chiudono il vol. un’utile bibliografia di riferimento e l’indice generale. – A.T.
051-035 Comenius (Iohannes Amos), Orbis sensualium pictus. El mundo en imágenes, Barcelona, Libros del Zorro Rojo, 2017, pp. X+341, ill. b/n, ISBN 9788494773464. Questa edizione spagnola dell’Orbis sensualium pictus recupera le silografie (la mano è quella del Kreutz Berger) della princeps del 1658 (a partire però dall’anastatica londinese del 1959). Jan Amos Komenský – meglio conosciuto come Comenius – è l’a. di questo vol. rivoluzionario, il primo libro illustrato in Europa dedicato esclusivamente ai bambini. In questa elegante edizione, è stato scritto il testo latino originale affiancandolo a una puntuale traduzione in castigliano (del 1993), mantenendo così lo scopo formativo dell’opera: insegnare il latino attraverso le immagini del mondo. – Ar.L.
051-036 Crudale (Alfred R.), «Canzone... t’ho allevato per figliuola d’Amore»: three songs of love in Dante’s «Vita nuova», «Bibliotheca Dantesca», 1, 2018, pp. 1-11. L’autore prende in esame tre canzoni del prosimetro dantesco (Donne ch’avete, Donna pietosa e Li occhi dolenti) e ne fornisce un’analisi di tipo emozionale prendendo le mosse da elementi musicologici. – M.G.
051-037 Da Lucca a New York a Lugano: Giuseppe Martini libraio fra Otto e Novecento. Atti del convegno di Lucca, 17-18 ottobre 2014, a cura di Edoardo Barbieri, Firenze, Olschki, 2017 Þ rec. Simone Volpato, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 354-60.
051-038 De Turris (Gianfranco), Giallo, nero, rosa, blu: la letteratura popolare. La Fondazione Rossellini di Senigallia, «La Biblioteca di via Senato», 9, luglio-agosto 2019, pp. 47-51. Di grande tradizione, ma non considerata all’altezza della grande stampa fino a quando Umberto Eco non ha sdoganato l’ingiusto tabù: si parla di letteratura popolare in questo articolo di De Turris, cioè di quel ventaglio di prodotti editoriali che spaziano dalla fantascienza ai fumetti, dai romanzi d’avventura all’horror, attraversando anche una gamma di colori con cui i singoli generi sono stati identificati, dal giallo al nero appunto. Oltre sessantamila fra libri e periodici come questi si trovano a Senigallia, in Via Manni 27, sede della “Fondazione Rosellini per la Letteratura Popolare”. Fra i molti pezzi di pregio, spesso anche introvabili, le storiche illustrazioni per Mondadori di Carlo Jacono, il primo “Diabolic” (ancora con la ‘c’) e gli stampati in clandestinità durante la guerra. È tutta opera dell’ex magistrato Adriano Rosellini, convinto che la cosiddetta “letteratura popolare” abbia un’incidenza non trascurabile sull’immaginario collettivo di una nazione. Come dargli torto? – Dario Romano
051-039 Delcorno (Carlo), I “Sermones ad Iudeos” di Ludovico da Pisa o.p., «Studi medievali», Anno LVIII – Fasc. II, 2017, pp. 771-811. Il manoscritto Canonici Misc. 8 della Bodleian Library di Oxford conserva i sermoni (probabilmente autografi) di Ludovico da Pisa, «dotto inquisitore e missionario» (p. 773). L’a. si concentra qui sulle tre interessanti prediche rivolte alla comunità ebraica di Chio, che in parte ricalcano il modello delle Quaestiones disputae contra Hebreos di Niccolò da Lira. Conclude l’articolo l’edizione di uno dei tre sermoni, quello della Domenica delle Palme, in cui vengono messi in evidenza i poderosi prestiti dall’opera lirana. – Ar.L.
051-040 Di Domenico (Giovanni), “Organismo vivente”. La biblioteca nell’opera di Ettore Fabietti, Roma, Associazione Italiana Biblioteche, 2018 Þ rec. Elisabetta Zonca, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 361-3.
051-041 Di Lenardo (Lorenzo), Un’edizione italiana dell’Épistre du Seigneur De Brusquet di Guillaume Guéroult (1559), «Riforma e movimenti religiosi», 5, 2019, pp. 141-178. L’a. focalizza l’attenzione sul contenuto della miscellanea ottocentesca (ma contenente materiali cinquecenteschi, tra cui anche alcuni bandi milanesi) che si conserva a Venezia presso la Biblioteca Nazionale Marciana, segnata MISC. 2025. In particolare, si osserva da vicino il volgarizzamento intitolato Litera giudicevole alli Signori di Geneva del Signor Bruschetto, probabilmente stampato a Torino da Martino Cravotto, che riprende l’opera del poeta-tipografo francese Guillaume Guéroult, il quale l’aveva originariamente data alle stampe sotto pseudonimo a Lione per i tipi Benoit Pignot. Si tratta di un opuscolo di quattro carte contenente una lettera ai Signori di Ginevra colma di amara ironia, che fu utilizzata sia in Italia che in Svizzera come mezzo di propaganda anticalvinista. – D.M.
051-042 Establés Susán (Sandra), Diccionario de mujeres impresoras y libreras. De España e Iberoamérica entre los siglos XV y XVII, dir. Manuel Jose Pedraza Gracia, Zaragoza, Prensas Universitarias, 2018 (‘… in culpa est’, n° 5), pp. 578, ill. b/n, ISBN 978-84-17358-68-6, € 30. Il vol. presenta il primo dizionario di quelle che furono le donne attive in Spagna e in America Iberica come tipografe, editrici e librarie (a cavallo tra XV e XVIII secolo). A fronte di una letteratura scientifica che ha sempre messo al centro – in relazione a queste attività – il ruolo delle figure maschili, il lavoro dell’a. rivela invece la grandissima rilevanza delle donne in questo comparto produttivo e culturale. Apre il vol. una ampia sezione in cui l’a. ricostruisce il ruolo delle donne impegnate come stampatrici, editrici e librarie in Spagna e in America Iberica tra XV e XVIII secolo, analizzando anche le varie strategie editoriali adottate dalle stesse. Segue il dizionario vero e proprio: 415 voci in cui si presentano altrettante donne impegnate come editrici, stampatrici e libraie; per ognuna – in base ai dati disponibili – si traccia un breve profilo biografico e dell’attività. Chiudono il vol. la bibliografia, gli indici dei luoghi e cronologico e un’appendice che propone diversi alberi genealogici di famiglie attive in questi settori, così da meglio evidenziare il ruolo delle donne al loro interno. – A.T.
051-043 Fadini (Matteo), Lanciare lo sguardo oltre il confine. Sulla cinquecentesca e rinnovata fortuna di alcune opere cavalleresche minori, «La Bibliofilia», 120, 2018, n. 3, pp. 405-437. L’articolo esamina la fortuna di dieci opere di letteratura cavalleresca nel XVI secolo: grazie ad acquisizioni di nuove edizioni e di nuovi esemplari, sconosciuti agli studi e conservati in biblioteche estere, la percentuale di quella che era la produzione da un lato e la conservazione dall’altro di edizioni e copie di testi appartenenti a questo tipo di genere letterario risulta notevolmente incrementata. – A.T.
051-044 Faia (Chiara), Libro d’Uccelli in pictura. Uno studio del manoscritto 2 della Biblioteca Universitaria Alessandrina, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 4-59. Si analizza da più punti di vista (legatura, carta, filigrana, segni di possesso…) il manoscritto 2 della Biblioteca Universitaria Alessandrina di Roma, contenente circa 300 tavole a colori con uccelli e altri animali reali e fantastici e proveniente dalla raccolta personale di Francesco Maria II Della Rovere. I dati emersi portano a concludere che il manoscritto sia stato commissionato per il Duca di Urbino dal bolognese Ulisse Aldrovandi. – L.R.
051-045 Ferrante (Riccardo), Giulio Rezasco “giurista”: da legislatore a lessicografo, in Giulio Rezasco, politico, burocrate e lessicografo, a cura di F. Nepori, pp. 39-46. Intrecciando la formazione culturale e le molteplici esperienze politiche del Rezasco, l’a. puntualizza come egli interpretò e dette risposta (con il Dizionario del linguaggio italiano storico amministrativo) alla necessità di rendere certo il diritto anche attraverso una sua definitiva messa a punto linguistica, rivelando così un approccio alla questione quasi da storico della lingua. – E.G.
051-046 Ferrari (Gian Arturo), Libro, Torino, Bollati Boringhieri, 2014 Þ rec. Alfredo Serrai, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 334-5.
051-047 Fortuna (Stefania), Neonati e bambini nei libri di medicina e nelle stampe della Biblioteca Civica di Fermo, «Lettere dalla Facoltà. Bollettino della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche», XIX/6, 2016, pp. 41-45. Una panoramica su alcuni aspetti della pediatria e della puericultura, dall’antichità al Settecento, attraverso una selezione di libri medici conservati alla Biblioteca Civica Romolo Spezioli di Fermo. L’opuscolo dà notizia dei più importanti esemplari esposti in occasione di una mostra dedicata, tenutasi presso il gabinetto delle stampe e dei disegni della Biblioteca e conclusasi nel 2017. Una breve ricognizione sui più noti trattati dedicati alle patologie infantili, dalle precoci evidenze anatomiche di Ippocrate e Galeno alle prime forme di prevenzione con l’introduzione del vaccino antivaioloso di Edward Jenner. – Elena Gadeschi.
051-048 Fusco (Francesca), Giulio Rezasco lessicografo. Il Dizionario del linguaggio italiano storico ed amministrativo, in Giulio Rezasco, politico, burocrate e lessicografo, a cura di F. Nepori, pp. 101-105. L’a. spiega in cosa e perché il Dizionario del Rezasco, con la sua impostazione scarsamente normativa (p. 103) e non toscanocentrica (p. 105), si differenzi dalla coeva produzione giuridico-burocratica, delineando così il contesto politico-culturale da cui gemmò il rinnovamento del lessico dell’intero settore. – E.G.
051-049 Galateri di Genola (Marco), Itinerari e cronache francescane di Terra Santa: genesi e sviluppo della ricerca bibliografica, in “Ad stellam”, a cura di Edoardo Barberi, con una premessa di Kathryn Blair Moore, pp. 179-82. Þ rec. 051-A.
051-050 Galluzzi (Anna), Il cortocircuito della biblioteca pubblica, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 183-212. L’a. si interroga sul ruolo della biblioteca pubblica nel contesto socioeconomico contemporaneo, che vede anche un ripensamento di spazi e servizi, partendo dall’aspirazione originaria della stessa biblioteca pubblica a essere per tutti. – L.R.
051-051 Gamba (Eleonora), «In inclita Venetiarum civitate». Editori e tipografi bergamaschi a Venezia dal XV al XVI secolo, Bergamo, Archivio Bergamasco Centro studi e ricerche, 2019, pp. 608, ill. b/n e col., ISBN 978-88-902739-5-7. Alla fine del Quattrocento Venezia è centro multiculturale, centro politico e polo commerciale di primo ordine ed è qui che molti bergamaschi trovarono capitali, materie prime, contatti e colleghi per avviare delle attività editoriali. La scelta di spostarsi dalla propria terra natale è probabilmente dovuta alla poca apertura nei confronti dei libri a stampa e dalla volontà di detenerne il controllo da parte del comune di Bergamo (basti pensare che alla fine del Cinquecento è presente un’unica tipografia ufficiale: quella di Comino Ventura). L’a. approfondisce i ruoli di dieci bergamaschi attivi a Venezia tra Quattro e Cinquecento: l’editore e tipografo Bernardino Celeri da Lovere (1478–1486), nonché primo bergamasco nel settore; il prototipografo Marco Catanello (1489); Bernardino Benali (1483–1543) che si distinse per la sua longeva attività; il sacerdote tipografo Boneto Locatello (1486–1519), collaboratore di Ottaviano Scoto e dei suoi eredi; Simone da Lovere (1489–1519), collaboratore di Andrea Torresano prima che questi entri in società con Manuzio; Vincenzo Benali (1492–1494); Pietro Quarenghi (1492–1517), il quale seppe creare una forte rete di contatti con editori veneziani; Pietro Benali (1494); il libraio Giovanni di Lorenzo da Bergamo (ca. 1494-1495); l’editore Antonio Zanchi (1495–1505) che nel 1512 spostò la propria attività a Mantova. Seguono gli annali di ciascun bergamasco menzionato. – Pietro Putignano
051-052 Gardini (Stefano), Archivi ed archivisti nella genesi del Dizionario di Giulio Rezasco, in Giulio Rezasco, politico, burocrate e lessicografo, a cura di F. Nepori, pp. 89-99. L’a. indaga da un lato il ruolo delle fonti archivistiche nell’elaborazione del Dizionario, dall’altro la mediazione degli archivisti che collaborarono con l’autore, delineando così una rete conservativa archivistica statale che, a ridosso dell’unità del Paese, contribuì alla realizzazione di uno strumento ancora oggi importante per chi si occupa della documentazione burocratica degli antichi stati italiani. – E.G.
051-053 Gatta (Massimo), “Non per emettere sentenze, ma per capire chi era”. Note a margine di un volume contestato, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 273-84. Documentata e argomentata recensione al discusso vol. di Sergio Luzzatto, Max Fox o le relazioni pericolose, Torino, Einaudi, 2019, dedicato alla vicenda di Marino Massimo De Caro e ai furti presso la Biblioteca dei Gerolamini di Napoli. – L.R.
051-054 Gatta (Massimo), L’altro Aldo Manuzio. La figura e l’opera dalla narrativa al fumetto (secoli XVI-XXI), in Aldo Manuzio e la nascita dell’editoria, a cura di G. Montinaro, pp. 87-102. Il contributo passa in rassegna l’eco letteraria della figura di Aldo Manuzio fino al XXI secolo. – S.C.
051-055 Gazzoni (Andrea), «Scores for a particular chemical orchestra»: The «Commedia» and the matter of sound in Osip Mandelstam’s «Conversation about Dante», «Bibliotheca Dantesca», 1, 2018, pp. 12-36. Prendendo spunto da un celebre saggio dell’intellettuale russo Osip Mandelstam, il saggio riflette sulla funzione del suono nella creazione di un sentire poetico nel lettore, con particolare riferimento alle opere di Dante. – M.G.
051-056 Gentile (Guido), Dall’immaginario del pellegrinaggio all’evocazione della Terra Santa nei Sacri Monti, in “Ad stellam”, a cura di Edoardo Barberi, con una premessa di Kathryn Blair Moore, pp. 161-78. Þ rec. 051-A.
051-057 Gentile (Guido), Sacri Monti, Torino, Einaudi, 2019, pp. 379, ill., ISBN 978-88-06-24040-0, € 38 L’a., già sovrintendente archivistico per il Piemonte e la Valle d’Aosta, porta il lettore alla scoperta della realtà dei Sacri Monti, luoghi di pellegrinaggio e meditazione sorti in gran numero soprattutto durante il periodo della Controriforma, e sviluppatisi in particolar mondo lungo l’arco Alpino, in particolare nelle regioni del Piemonte e della Lombardia. Il percorso parte dal Sacro Monte di Varallo, il più antico e significativo di questi luoghi, e presenta le numerose derivazioni che si sono create a partire da quel modello. Il vol. è riccamente ornato da numerose illustrazioni. – L.Mo.
051-058 Giola (Marco), Primi appunti sul Libro d’Oltramare di Niccolò da Poggibonsi: i manoscritti e le forme del testo, in “Ad stellam”, a cura di Edoardo Barberi, con una premessa di Kathryn Blair Moore, pp. 1-23. Þ rec. 051-A.
051-059 Giulio Rezasco, politico, burocrate e lessicografo. Atti del Convegno. Bolano, 13 maggio 2017, a cura di Francesca Nepori, La Spezia, s.n., 2018, pp. 195, ill. col. b/n, s.i.p. Pensato per celebrare i cento anni di fondazione dell’Accademia lunigianese di Scienze “Giovanni Capellini”, il vol. – numero monografico della rivista Memorie della Accademia Lunigianese di Scienze “Giovanni Cappellini”, 87, 2017 – raccoglie le relazioni presentate al convegno di studi svoltosi nel maggio 2017 a Bolano (SP), dove sono conservati la biblioteca e l’archivio della famiglia Grossi (donati al Comune nel 1986), in cui confluirono libri e materiale vario appartenuti all’eclettico intellettuale lunigianese Giulio Rezasco (1813-1894). Autore del Dizionario del linguaggio italiano storico amministrativo (Le Monnier, 1881), patriota filo-sabaudo nel 1848, deputato subalpino per i collegi della Spezia e Sarzana ma soprattutto alto funzionario del Ministero della Pubblica Istruzione dopo l’Unità, Rezasco soggiornò a Bolano, ospite proprio dei Grossi fra il 1848 e il 1850. Introdotto dalla curatrice (pp. 13-20), il convegno è articolato in due sezioni, ulteriormente arricchite, in questo vol., da tre Appendici: nella prima sezione (Giulio Rezasco politico e burocrate) si esamina l’attività politica di Rezasco; nella seconda (Giulio Rezasco lessicografo) si mettono a fuoco alcuni aspetti del lungo percorso che portò alla redazione del Dizionario; nelle Appendici si dà conto dell’archivio del Rezasco, della sua produzione ad oggi nota e dei libri a lui appartenuti individuati nella biblioteca dei Grossi. Corredano il vol. una dozzina di Tavole b/n e col. (pp. 155-165); l’elenco delle Fonti archivistiche e la Bibliografia (pp. 169-183) e infine un utile apparato di indici (dei nomi e dei luoghi). Si schedano solo i contributi di interesse bibliografico. – E.G.
051-060 Heinsen (David), Ironizing Ugolino, «Bibliotheca Dantesca», 1, 2018, pp. 70-95. Il personaggio dantesco del conte Ugolino viene letto attraverso l’adattamento musicale che Gaetano Donizetti scrisse di questo episodio nel 1828: attraverso l’elemento sonoro e un’analisi di carattere musicologico vengono messe in rilievo analogie e discontinuità rispetto al modello letterario. – M.G.
051-061 Hinter dem Pergament. Der Frankfurter Kaufmann Peter Ugelheimer und die Kunst der Buchmalerei in Venedig der Renaissance, herausgegeben von Christoph Winterer, Frankfurt am Main-München, Dom Museum-Hirmer, 2018 ⇒ rec. Lotte Hellinga, «La Bibliofilia», 120, 2018, n. 3, pp. 481-486.
051-062 Istituto per la valorizzazione delle abbazie storiche della Toscana, Torrita di Siena, 2019 (I Quaderni, 1, maggio 2019), ill. col., ISBN 9788894218756. A tre anni dalla nascita dell’Istituto per la valorizzazione delle Abbazie storiche della Toscana, vede la luce il primo numero de I quaderni, importante strumento per la salvaguardia del patrimonio culturale e religioso toscano. Si tratta di un’interessante e corposa raccolta di studi bibliografici e storico-artistici, alla scoperta di veri e propri tesori nascosti, come la Chiesa della Madonna dell’Olivo a Torrita di Siena, o l’Abbazia di S. Pietro a Roti, oppure il manoscritto (ms. 3431) camaldolese liturgico musicale rinvenuto nella Biblioteca Comunale Augusta di Perugia. In apertura, un catalogo dei voll. di primo Seicento del monastero di S. Benedetto a porta Tufi (Siena) compilato da Dennis E. Rhodes. Correda il tutto una bella appendice di immagini a colori. – Ar.L.
051-063 Jimenes (Rémi), Charlotte Guillard. Une femme imprimeur à la Renaissance, préface de Roger Chartier, Tours-Rennes, Presses universitaires François Rabelais de Tours – Presses universitaires de Rennes, 2017 Þ rec. Valentina Sonzini, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 346-50.
051-064 Knoche (Michael), Die Idee der Bibliothek und ihre Zukunft, Göttingen, Wallstein, 2017 Þ rec. Alfredo Serrai, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 377-81.
051-065 Le cinquecentine della biblioteca del Convento della Verna, a cura di Chiara Razzolini – Chiara Cauzzi, Firenze, Olschki (Istituto di studi italiani, Università della Svizzera Italiana, Biblioteca, 4), 2019. Realizzato grazie alla collaborazione tra Università della Svizzera Italiana, la comunità religiosa e la provincia dei Frati Minori di Toscana, il catalogo censisce più di 1000 volumi del XVI secolo. La collezione dello storico monastero è descritta attraverso scrupolose schede bibliografiche, in cui si ritaglia un apposito spazio per una più dettagliata descrizione delle legature e delle note di provenienza. Il catalogo è ordinato alfabeticamente per autore ed è corredato da un esteso apparato indicale (autori secondari, tipografi/editori, luoghi di stampa, provenienze e possessori). Nota introduttiva firmata da Carlo Ossola, fervido sostenitore dell’iniziativa. – D.M.
051-066 Lechner (Jean-Claude), L’edizione maurina delle opere di s. Agostino (1679-1690), «Fogli», 40, 2019, pp. 80-98.
051-067 Leonardo Sciascia scrittore editore ovvero La felicità di far libri, a cura di Salvatore Silvano Nigro, Palermo, Sellerio, 2019, pp. 338, ill. b/n, ISBN 978-88-389-3945-7, € 16. A sedici anni dalla sua prima apparizione (con tanto di strascichi giudiziari), in occasione del cinquantesimo anniversario della Sellerio e nel trentennale della scomparsa di Leonardo Sciascia (1921-1989), riecco, per le cure di Salvatore Silvano Nigro, una curiosa raccolta di testi minori dello scrittore siciliano, in cui lo cogliamo nel ruolo di editore – smentendo, com’egli stesso ebbe a dire, «la convinzione diffusa che “stampare libri in Sicilia è come coltivare fichidindia a Milano”» (p. 21) – intento a scrivere non romanzi, saggi o articoli, bensì segnalibri, risvolti di copertina, note editoriali. Uno Sciascia copywriter, come si direbbe in gergo odierno, ma a ben vedere «non c’è soluzione di continuità fra la scrittura creativa di Sciascia, le polemiche civili dello scrittore, e l’attività dell’editore» (p. 12). In realtà il vol. può essere letto, in filigrana, «come il racconto, per capitoli più o meno minimi, della storia di un’impresa editoriale inventata dalla letteratura di Sciascia, e che ora celebra se stessa» (in quarta di copertina). Per un ventennio, dal 1969 al 1989, cioè dalla fondazione della Sellerio alla morte di Sciascia, la casa editrice e lo scrittore vissero in strettissimo contatto, con il secondo che fu per la prima un vero e proprio consulente, ideatore di collane, selezionatore di titoli e di autori da pubblicare o ripubblicare, contribuendo finanche alla definizione della grafica. La Testimonianza di Maurizio Barbato (pp. 27-39) descrive il rapporto dello scrittore con la casa editrice, con alcuni ricordi personali, ribadendo il valore dei testi contenuti nel vol., «brevi e rapidi lampi critici, pagine critiche» (p. 35). Chiudono le schede bibliografiche delle edizioni in cui compaiono testi sciasciani riprodotti. – L.R.
051-068 Lepori (Fernando), Bibbia, letteratura e filosofia, «Fogli», 40, 2019, pp. 109-114.
051-069 Levi Della Vida (Giorgio), Scritti sull’Islam, a cura di Tommaso Munari, Pisa, Edizioni della Normale, 2019, pp. 201, ISBN 978-88-7642-656-8, € 10. Giorgio Levi Della Vita non ha bisogno di grandi presentazioni, in quanto i suoi studi sull’orientalistica sono ancora oggi delle vere e proprie pietre miliari. Inoltre, fu uno dei dodici luminari che, nel 1931, rifiutarono di giurare fedeltà al re e al regime fascista. Questo vol. fresco di stampa raccoglie dieci tra i più significativi saggi che lo studioso ha dedicato al mondo islamico. I testi, attraverso una lucida analisi, affrontano numerosi aspetti legati all’Islam e presentano una dettagliata panoramica che permette non solo di leggere gli avvenimenti del presente in chiave storica, ma anche di tracciare importanti premesse che riguardano il futuro. – L.Mo.
051-070 Luigi Mannocchi. Lo studio del folklore marchigiano tra Ottocento e Novecento, 2a Mostra documentaria a cura di Pierluigi Vitellozzi, Fermo 21 ottobre – 2 dicembre 2017, Porto San Giorgio, ELPIS – Centro Stampa Comunale, 2017, pp. 45, ill. b/n, manca ISBN, s.i.p. Catalogo della seconda esposizione dedicata alla figura di Luigi Mannocchi (1855-1936), studio del folklore e poeta dialettale originario di Petritoli (FM). Questa seconda esposizione si è concentrata principalmente sugli interessi folkloristici locali del poeta piceno. – L.Mo.
051-071 Lupton (Ellen), Thinking with type. A critical guide for designers, writers, editors & students. Second, revised and expanded edition, New York, Princeton Architectural Press, 20102, pp. 224, ill. col., ISBN 978-1-61689-022-3. Questo testo, pubblicato in prima edizione nel 2004, è, come si intuisce già dal titolo, una guida per tutti coloro, più o meno esperti, legati al mondo della tipografia e del graphic design. Il libro è suddiviso in tre sezioni principali: Letter (pp. 10-83, dedicata ai caratteri e alle font), Text (pp. 84-147, dedicata ai rapporti tra i diversi tipi di caratteri che compongono, appunto, il testo) e Grid (pp. 148-207, che tratta invece l’organizzazione dello spazio e delle proporzioni della pagina). Ogni sezione è aperta con un saggio che ricostruisce storicamente gli stili e le influenze culturali delle diverse epoche e correnti artistiche; successivamente viene approfondita la parte tecnica e pratica riguardante la struttura tipografica di ciascun elemento considerato. – Pierfilippo Saviotti
051-072 Maniaci (Marilena), Rotoli medievali greci e latini (e non solo): tipologie, funzioni, prospettive di ricerca, «La Bibliofilia», 120, 2018, n. 3, pp. 353-375. L’articolo ripercorre le principali problematiche rimaste ancora irrisolte in relazione ai rotoli medievali. A fronte di una situazione che – da un punto di vista bibliologico – vede languire gli studi su questi oggetti, l’a. analizza una grande varietà degli stessi in modo da inquadrare tipologie e particolarità significative. – A.T.
051-073 Manni (Domenico Maria), Vita di Aldo Pio Manuzio insigne restauratore delle lettere greche, e latine in Venezia, Venezia, Giambattista Novelli, 1759. Riproduzione anastatica a cura della Fondazione Roffredo Caetani di Sermoneta, pp. [16]+72, manca ISBN, s.i.p. La Fondazione Roffredo Caetani di Sermoneta, in occasione del cinquecentesimo anniversario della morte di Aldo (2015), ripropone in una elegante edizione anastatica (500 copie numerate) uno dei classici profili aldini, la Vita di Aldo Manuzio (Venezia, Novelli, 1759), dovuta alla penna dell’erudito toscano Domenico Maria Manni (1690-1788). Benché oggi sostanzialmente superato, il lavoro ebbe significativi meriti tra i contemporanei, tra cui si segnala la minuziosa analisi delle testimonianze coeve e uno dei primi ordinamenti bibliografici (anche se non sistematici) della produzione aldina. Grazie a questa ampia ricognizione, l’a. fissa con certezza in Bassiano il luogo di nascita del grande umanista editore. Purtroppo, non viene indicato l’esemplare riprodotto, recante una legatura in piena pergamena e al contropiatto anteriore l’ex libris calcografico del nobile veneziano Bernardo Nani di San Trovaso (1712-1761), figlio di Antonio e fratello di Giacomo. Quest’ultimo lasciò, alla sua morte (1797), la ricca collezione familiare di manoscritti alla Marciana di Venezia. – L.R.
051-074 Marchetti (Elisabetta), La Biblioteca Gaetano Cicognani di Faenza. Una ricerca in corso tra storia, libri e carte, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 148-82. Nel 1953, il Seminario di Faenza venne spostato nella sua attuale sede. Il progetto prevedeva anche la realizzazione di una biblioteca, che ebbe il sostegno del card. Gaetano Cicognani (1881-1962), già studente del seminario faentino. Il prelato lasciò alla nuova istituzione parte dei suoi libri e delle sue carte personali. – L.R.
051-075 Monti (Luciano) – Clemente Pernarella, Pagine dedicate al Giardino di Ninfa, Sermoneta, Fondazione Roffredo Caetani, 2019 (Quaderni di Ninfa. Documenti, 7), pp. IV+64, ISBN 978-88-942875-4-7, € 7. Chi ha avuto l’occasione e la fortuna di visitare il Giardino di Ninfa sa bene «che questo sito è magico e ispiratore di arte già di per sé, per quel “genius loci” che lo permea» (p. I). Sorto sulle rovine dell’antica città di Ninfa, in un feudo da sempre appartenuto alla famiglia Caetani, il Giardino fu voluto da Marguerite Chapin, moglie di Roffredo Caetani, che lo aprì alla frequentazione di alcuni tra i più importanti scrittori italiani e stranieri del Novecento. Tra di essi basti citare: Giorgio Bassani, Attilio Bertolucci, Pietro Citati, Gabriele d’Annunzio, Thomas S. Elliot, Wallace Fowlie, Philippe Jaccottet, Carlo Levi, Elsa Morante, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Boris Pasternak, Ignazio Silone, John Orley Allen Tate e Virginia Woolf. Dopo una breve introduzione di Tommaso Agnoni, presidente della Fondazione Roffredo Caetani, e da una nota dei curatori, vengono presentati 10 testi in versi e 2 in prosa (in lingua originale e traduzione se non italiani), che descrivono il sito di Ninfa. Si va dal medievista Ferdinand Gregorovius (1821-1891), fino ad autori viventi (l’autore più giovane è uno dei curatori, Clemente Pernarella, classe 1971), passando per Il Giardino dei Finzi Contini di Bassani e le liriche di Philippe Jaccottet. Un volumetto che si propone come «compagno di chi visiterà Ninfa come Parco Letterario, ma anche un amico che, magari nella propria casa, farà ricordare con le parole dei poeti le sensazioni provate nella visita» (p. II). Chiudono dei brevi profili biografici degli autori. – L.R.
051-076 Montinaro (Gianluca), Aldo Manuzio e gli Scriptores astronomici veteres, in Aldo Manuzio e la nascita dell’editoria, a cura di G. Montinaro, pp. 71-85. L’a. parla dell’edizione aldina degli Scriptores astronomici veteres (1499), di cui analizza le opere contenute e gli aspetti che l’accomunano alla Hypnerotomachia Poliphili. – S.C.
051-077 Nascita (La) nell’arte, l’arte della nascita. Libri ed incisioni dal XVI al XIX secolo nella Biblioteca Civica “R. Spezioli” di Fermo, [Fermo], Biblioteca civica “Romolo Spezioli”, [2016], pp. 32, ill., senza ISBN, s.i.p. Catalogo della mostra tenutasi a Fermo, presso il Palazzo dei Priori, dal 4 dicembre 2015 al 31 gennaio 2016. Attraverso antichi libri a stampa di ostetricia e ginecologia e incisioni artistiche che rappresentano la nascita, si ricostruisce il quadro storico dell’arte ostetrica tra il 1500 e il 1800. I libri fanno parte del fondo storico medico di Romolo Spezioli. – Martina Molino
051-078 Nepori (Francesca), I libri di Giulio Rezasco, in Giulio Rezasco, politico, burocrate e lessicografo, a cura di F. Nepori, pp. 139-151. Nella biblioteca dei Grossi di Bolano confluirono anche i libri del Rezasco, ospite infatti dell’illustre famiglia fra il 1848 e il 1850. Grazie a un lavoro di destratificazione libraria, unito a uno scandaglio delle note di possesso, degli ex libris, delle dediche manoscritte, dei marginalia e di altri segni di lettura, l’a. ha fatto luce sugli anni giovanili del Rezasco ma anche su quelli della maturità piena. Corredano il pezzo le schede bibliografiche delle varie edizioni (pp. 144-151), comprensive anche delle note di esemplare. – E.G.
051-079 Nepori (Francesca), L’Archivio di Giulio Rezasco a Bolano, in Giulio Rezasco, politico, burocrate e lessicografo, a cura di F. Nepori, pp. 109-130. Dopo un conciso profilo biografico del Rezasco, l’a. dà conto dei vari interventi di riordino e inventariazione effettuati sul relativo subfondo archivistico a partire dal 1986, ma soprattutto ne propone la descrizione attuale (pp. 112-130), normalizzata secondo i moderni standard internazionali di descrizione archivistica. – E.G.
051-080 Nepori (Francesca), Origini e sviluppi della bibliografia nell’Ordine dei Frati minori Cappuccini (parte I), «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 84-118. Il contributo mira a mettere ordine nella storia della bibliografia relativa agli autori cappuccini. In questa prima parte l’a. si sofferma, in particolare, sulle origini secentesche, anticipandole di alcuni decenni rispetto ai più noti repertori apparsi verso la fine del XVII secolo. – L.R.
051-081 Nori (Gabriele), Viaggio devotissimo di Gerusalemme. Marco Lusardi e il suo pellegrinaggio in Terra Santa (1588), in “Ad stellam”, a cura di Edoardo Barberi, con una premessa di Kathryn Blair Moore, pp. 151-60. Þ rec. 051-A.
051-082 Ordinamenti (Gli) originari degli archivi, a cura di Raffaele Santoro, Trieste, Edizioni Università di Trieste, 2018 Þ rec. Stefano Gardini, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 336-40.
051-083 Orelli (Ugo), I Francescani e i libri, «Fogli», 40, 2019, pp. 46-52.
051-084 Palacio Real (Madrid). Biblioteca, Impresos del siglo XVI, Madrid, Editorial Patrimonio Nacional, 2014 Þ rec. Alfredo Serrai, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 344-5.
051-085 Pedroia (Luciana), Il 2018 in biblioteca, «Fogli», 40, 2019, pp. 99-108. Utile report delle attività riguardanti la Biblioteca Salita dei Frati di Lugano nell’anno 2018. – F.F.
051-086 Pedrojetta (Guido), Dalla scrivania di padre Pozzi: due documenti, «Fogli», 40, 2019, pp. 73-79.
051-087 Pelizzoni (Luigi), Agli amici ed estimatori del geniale tipografo Giambattista Bodoni nella ricorrenza del suo giorno natale 15 febbraio 1740, Parma, stampa privata, 2019. L’a., bibliotecario alla Biblioteca Palatina di Parma, tenta di fare chiarezza sulla precisa data di nascita di Giambattista Bodoni, indagando e mettendo in relazione fra loro numerose e differenti fonti. – Pierfilippo Saviotti
051-088 Per Pierangelo Bellettini bibliotecario, a cura di Francesca Bruni, Antonio Bagnoli, Marco Antonio Bazzocchi, Romano Montroni, Bologna, Pendragon, 2018 ⇒ rec. Edoardo Barbieri, «La Bibliofilia», 120, 2018, n. 3, p. 492.
051-089 Peterson (Thomas E.), From Casella to Cacciaguida: a musical progression toward innocence, «Bibliotheca Dantesca», 1, 2018, pp. 156-232. L’indagine – anzitutto critica ma anche storica e teologica – tenta di mettere in connessione i personaggi di Casella e Cacciaguida (collocati da Dante rispettivamente nel Purgatorio e nel Paradiso) cercando di dimostrare un percorso evolutivo nel segno della musica da uno stato di elegiaca commiserazione per il mondo al completo distacco da esso. – M.G.
051-090 Petrella (Giancarlo), L’eredità di Aldo. Cultura, affari e collezionismo all’insegna dell’Ancora, in Aldo Manuzio e la nascita dell’editoria, a cura di G. Montinaro, pp. 15-33. L’a. riflette sul progetto editoriale di Aldo Manuzio, comprese le difficoltà che egli dovette affrontare. Dell’esperienza aldina sono inoltre sottolineate le conseguenze culturali ed economiche, con particolare attenzione al collezionismo settecentesco. – S.C.
051-091 Petrocelli (Giovanni), Considerazioni sugli esiti dell’Inchiesta della Congregazione dell’Indice (1598-1603): il caso lucano, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 119-47. Il contributo analizza i dati bibliografici (spesso problematici) che emergono dalle liste di 51 tra monasteri e conventi lucani, fornite alla Congregazione dell’Indice nell’ambito della celebre inchiesta svolta tra fine Cinque e primissimo Seicento. – L.R.
051-092 Phillips-Robins (Helena), Singing for Dante in «Purgatorio» 30-31, «Bibliotheca Dantesca», 1, 2018, pp. 127-145. Con particolare interesse per i canti del Paradiso terrestre collocati alla fine del Purgatorio, il saggio prende in esame alcuni episodi di canto corale di tipo liturgico che l’autrice collega – in maniera opportuna – al tema della penitenza che sostanzia l’ultima parte della seconda cantica della Commedia. – M.G.
051-093 Pigliapoco (Stefano), Progetto Archivio digitale. Metodologia, Sistemi, professionalità, Torre del Lago (LU), Civita Editoriale, 2018 Þ rec. Giovanni Aprea, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 382-5.
051-095 Rapporto sulle biblioteche italiane 2015-2017, a cura di Vittorio Ponzani, direzione scientifica di Giovanni Solimine, Roma, Associazione Italiana Biblioteche, 2019 Þ rec. Lucia Sardo, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 386-9.
051-096 Reggi (Giancarlo), Il codice di s. Zenone della Biblioteca cantonale di Lugano e il manoscritto della Capitolare di Verona scoperto da Guarino nel 1419, «Fogli», 40, 2019, pp. 9-45.
051-097 Rivali (Luca), Repertoriare il viaggio: bibliografi e bibliografie di Terra Santa tra Otto e Novecento, in “Ad stellam”, a cura di Edoardo Barberi, con una premessa di Kathryn Blair Moore, pp. 183-203. Þ rec. 051-A.
051-098 Roggero (Marina), Alfabetizzazione, libri e frontiere religiose. Interpretazioni da ridiscutere, «Studi storici», 3, 2018, pp. 667-88. L’a. prende in esame i recenti studi, che disegnano contorni meno netti di quanto creduto in passato, sul dibattito riguardo all’alfabetizzazione nei mondi protestante e cattolico all’epoca della Riforma. Cerca poi di saggiarne la tenuta, analizzando, per entrambe le aree, l’uso dei catechismi, del libro come “arma” e dell’influenza delle Scritture sulla diffusione del volgare. – Martina Molino
051-099 Rozzo (Ugo), Aldo e Paolo Manuzio nell’elogio di Lodovico Domenichi, in Aldo Manuzio e la nascita dell’editoria, a cura di G. Montinaro, pp. 35-53. L’a. commenta le lodi di Aldo e Paolo Manuzio tessute dal poligrafo piacentino Lodovico Domenichi (1515-1556) ne La stampa, l’ottavo dei suoi Dialoghi (1562). – S.C.
051-100 Rozzo (Ugo), Lodovico Domenichi e il dialogo su La stampa, «La Bibliofilia», 120, 2018, n. 3, pp. 439-457. Il contributo analizza il famoso dialogo su La stampa, scritto dal noto poligrafo Lodovico Domenichi e contenuto all’interno della sua edizione dei Dialoghi (1562): qui, oltre ad attaccare l’acerrimo nemico Anton Francesco Doni, il Domenichi riflette su quelli che sono i meriti da attribuire all’arte della stampa. – A.T.
051-101 Russo (Fiorentina), Stasis and carnal song: Dante’s Medusa and the siren, «Bibliotheca Dantesca», 1, 2018, pp. 96-107. Le figure mitologiche di Medusa e delle sirene, collocate da Dante nell’Inferno e nel Purgatorio vengono analizzate attraverso la lente della riflessione mediolatina e vengono in questo modo individuate nella loro rappresentazione dell’amore sensuale, anche in relazione con altri testi poetici dell’Alighieri. – M.G.
051-102 Rusu (Marius), «Una corrispondenza già da molt’anni interrotta»: Giambattista Venturi cliente degli editori Molini di Firenze, «La Bibliofilia», 120, 2018, n. 3, pp. 459-476. Il contributo analizza una lettera inedita conservata presso la Biblioteca Panizzi a Reggio Emilia: lo studio tenta quindi di ricostruire le relazioni commerciali e culturali tra la famiglia di editori librai fiorentini Molini, quello che era il vasto network dei loro fornitori in Francia e nel Regno Unito e il bibliofilo Giambattista Venturini. – A.T.
051-103 Sardo (Lucia), La catalogazione. Storia, tendenze, problemi aperti, Milano, Editrice Bibliografica, 2017 Þ rec. Alfredo Serrai, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 390-1.
051-104 Scapecchi (Piero), Aldo Manuzio e la cultura del suo tempo, in Aldo Manuzio e la nascita dell’editoria, a cura di G. Montinaro, pp. 9-14. Si espongono la vita e i contatti di Aldo Manuzio, nonché la rilevanza e la peculiarità del suo operato. – S.C.
051-105 Scapecchi (Piero), Due precisazioni sulle edizioni quattrocentesche del Breviario olivetano (ISTC ib01130300) e di quello camaldolese (ISTC ib01132000), «La Bibliofilia», 120, 2018, n. 3, pp. 399-403. L’a. corregge l’attribuzione del Breviario olivetano (ISTC ib01130300): non Andrea Torresani, ma un ignoto tipografo operante in Toscana; l’a. identifica inoltre la copia italiana del Breviario camaldolense (ISTC ip01041800) come copia imperfetta del Breviario camaldolense completo (ISTC ib01132000), il record ISTC ip01041800 va quindi cassato. – A.T.
051-106 Scianna (Nicolangelo), Watermarked Paper from Archives in Ravenna (1287-1693), Turnhout, Brepols, 2018 ⇒ rec. Pierangelo Bellettini, «La Bibliofilia», 120, 2018, n. 3, pp. 488-489.
051-107 Scoprire la Biblioteca di Fermo. Guida alle collezioni storiche e artistiche, Ancona, il lavoro editoriale, 2000, pp. 128, ill., ISBN 88-7663-287-5, s.i.p. Attraverso un viaggio lungo i secoli che parte dal medico di Cristina di Svezia Romolo Spezioli (1642-1723) e arriva fino agli antiquari fermani dell’Ottocento, il vol. ripercorre brevemente e attraverso numerose ill. la storia della biblioteca di Fermo, una delle più antiche biblioteche italiane e già sede di un’antica università. – L.Mo.
051-108 Scriver veloce. Sistemi tachigrafici dall’antichità a Twitter. Atti del convegno, Rovereto 22-24 maggio 2014, a cura di Alessandro Tedesco, Firenze, Olschki, 2016 ⇒ rec. Antonio Castillo Gómez, «La Bibliofilia», 120, 2018, n. 3, pp. 489-492.
051-109 Segni esemplari 16.03 – 18.05.2019. Ragionamenti e divagazioni intorno alla forma della scrittura in occasione del bicentenario della stampa del Manuale tipografico di Giambattista Bodoni, Parma, Museo Bodoniano – Biblioteca Palatina, 2019. Non si tratta di un vero e proprio catalogo, ma di una raccolta di materiale relativo alla mostra “Segni esemplari”, inaugurata il 16 marzo 2019 alla Biblioteca Palatina di Parma in occasione del duecentesimo anniversario della pubblicazione del Manuale tipografico di Giambattista Bodoni e conclusa il 18 maggio 2019 con un omonimo convegno. Il cofanetto contiene l’elenco degli organizzatori e dei collaboratori dell’esposizione, gli abstract degli interventi del convegno (anche se non aggiornati agli effettivi relatori) e una serie di eleganti cartoline contenenti opere e citazioni di alcuni tra i più noti grafici e studiosi a livello europeo. – Pierfilippo Saviotti
051-110 Serrai (alfredo), Bibliografia come scienza. Introduzione al quadro scientifico e storico della bibliografia, prefazione di Fiammetta Sabba, postfazione di marco menato, Milano, Biblion Edizioni, 2018, (Civiltà del libro 1), pp. 136, ISBN 978-88-98490-95-0, € 14. Un interessante volumetto sulle molteplici forme e competenze della Bibliografia. Nella premessa l’a. inquadra la Bibliografia come disciplina accademica in continuo rapporto con le altre e con i cambiamenti della Storia. Procede poi con un chiarimento sulle sue funzioni specifiche tra definizioni teoretiche e applicazioni concrete, passando in rassegna le differenze metodologiche tra aree geografiche. L’a. dedica una parte a indici e cataloghi, secondo la sua visione della Bibliografia come scienza degli indici, un’altra a uno sguardo sul futuro della disciplina. Serrai conclude con un percorso storico dei principali repertori a testimonianza della loro evoluzione. È presente l’indice dei nomi. – Sara Vergari
051-111 Serrai (Alfredo), Catalogazione libraria: la strada inversa, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 249-59. Il contributo mostra come le regole di catalogazione derivate per induzione solo dall’esperienza diretta, basata su singole collezioni librarie, siano inevitabilmente destinate a essere incomplete e imprecise, essendo legate al contesto in cui vengono formulate. L’unica soluzione è che non venga meno la loro subalternità alla bibliografia. – L.R.
051-112 Serrai (Alfredo), Editoriale. Linguaggi, Codici e Informazione, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 1-3. L’a. riflette sull’evoluzione storica dei sistemi di comunicazione, in relazione allo sviluppo contemporaneo dell’intelligenza artificiale come surrogato del pensiero (e del sentimento) umano. – L.R.
051-113 Soldini (Alessandro), L’attività espositiva nel porticato della biblioteca, «Fogli», 40, 2019, pp. 115-122.
051-114 Sotto il torchio. Libri e monete antiche dalle raccolte della Biblioteca Universitaria di Padova e del Museo Bottacin, a cura di Michele Asolati e Alessandro Cattaneo, Padova, Padova University Press, 2019, pp. 176, ill. b/n, ISBN 978-88-6938-152-2, € 15. Le monete e la stampa condividono un legame tecnico legato all’impiego di macchine produttive piuttosto affini, infatti il torchio da stampa e quello per le monete sfruttano il medesimo principio impressorio. Oltre al catalogo della mostra bibliografica omonima (realizzata da 106 opere) dedicata ai libri di numismatica stampati dal XVI al XVIII secolo (Padova, Palazzo Zuckermann, 13 aprile-19 giugno 2019), il volume raccoglie anche i saggi di Michele Asolati (Sotto il torchio), Giovani Gorini (Nota introduttiva alla storia degli studi di numismatica), Michele Asolati (La moneta nelle rappresentazioni a stampa tra XVI e XVIII secolo), Carla Lestani (Lettori di numismaica appartenuti a Charles Patin. Qualche riscontro nel Fondo Morgagni della Biblioteca Universitaria di Padova) e Marco Callegari (Libri di numismatica stampati a Padova nel XVII e XVIII secolo). In calce bibliografia e indice dei nomi. – D.M.
051-115 Statuta populi Sermonetani (secolo XVI). Riproduzione anastatica dall’originale presso l’Archivio storico della Fondazione Camillo Caetani in Roma (Miscellanea 11/32), Sermoneta, Fondazione Roffredo Caetani, 2017 (Fondazione Roffredo Caetani di Sermoneta Onlus. Documenti, 3), pp. 30+[146] con l’anastatica del manoscritto, allegato un fascicoletto di pp. 80 con la trascrizione, ISBN 978-88-942875-0-9, s.i.p. Nell’ottobre del 1499, il papa regnante Alessandro VI, nell’ambito di una vasta offensiva contro la famiglia Caetani, occupava militarmente e politicamente il feudo di Sermoneta, comprendente un’area che da Norma si estende fino a Bassiano, patria di Aldo Manuzio. Nonostante i tentativi dei Borgia di trovare consenso presso la popolazione locale, essa rimase sempre legata ai Caetani, che immediatamente dopo la morte di Rodrigo Borgia furono reinvestiti del feudo e dei beni loro sottratti. Estremo tentativo fu la concessione, da parte di Lucrezia Borgia, del nuovo statuto a Sermoneta, confermato poi, anche se con la rasura di parti del testo e della sottoscrizione della principessa di Salerno, da Guglielmo Caetani. In occasione del 45° anniversario dalla sua istituzione, la Fondazione Roffredo Caetani di Sermoneta pubblica in edizione anastatica (2.000 copie numerate) il manoscritto Miscellanea 11/32, conservato a Roma presso l’archivio storico della Fondazione Camillo Caetani. La riproduzione è introdotta da una breve premessa di Giacomo Sottoriva, già presidente della Fondazione, e da un prezioso contributo di Giovanni Pesiri che inquadra gli Statuti, voluti da Lucrezia Borgia, nel quadro storico dell’ultimo Quattro e del primissimo Cinquecento. Al vol. è allegata una trascrizione dovuta alle cure dello stesso Pesiri. – L.R.
051-116 Tallone (Enrico), Considerazioni sulla stampa tipografica, «inPRESSIONI. Colloquia graphica et exlibristica», supplemento n. 24, primavera 2019. In questo numero, il celebre ed esperto tipografo Enrico Tallone illustra alcune pratiche tecniche del procedimento tipografico, in particolar modo quella chiamata in gergo “avviamento”, ovvero la calibrazione del processo di stampa precedente la tiratura, effettuata attraverso l’analisi dei primi fogli stampati. – Pierfilippo Saviotti
051-117 Tavoni (Maria Gioia), La voce del silenzio: percorsi storico-critici per le Contemplazioni di Arturo Martini, «Fogli», 40, 2019, pp. 123-134. Il contributo, originariamente presentato per l’inaugurazione della mostra sull’opera grafica dello scultore Arturo Martini (1889-1947) tenutasi a Lugano, propone alcune delle linee interpretative più ampiamente fornite dall’a. nella sua monografia dedicata al criptico libretto silografico (Riproporre il ‘silenzio’ per le Contemplazioni di Arturo Martini, Faenza, Fratelli Lega, 2017). Chiude il contributo un’utile bibliografia. – F.F.
051-118 Tedesco (Alessandro), Itinera ad loca sancta. I libri di viaggio delle Biblioteche Francescane di Gerusalemme. Catalogo delle edizioni dei secoli XV-XVIII, Milano, Edizioni Terra Santa, 2017 ⇒ rec. Sundar Henny, «La Bibliofilia», 120, 2018, n. 3, p. 486-488.
051-119 Tedesco (Alessandro), Le antiche edizioni del Viaggio di Niccolò da Poggibonsi: per una prima mappatura delle serie di illustrazioni silografiche, in “Ad stellam”, a cura di Edoardo Barberi, con una premessa di Kathryn Blair Moore, pp. 107-50. Þ rec. 051-A.
051-120 Trombone (Antonella), Principi di catalogazione e rappresentazione delle entità bibliografiche, presentazione di Diego Maltese, Roma, Associazione Italiana Biblioteche, 2018 Þ rec. Alfredo Serrai, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 375-6.
051-121 Turi (Gabriele), Libri e lettori nell’Italia repubblicana, Roma, Carocci, 2018 Þ rec. Elisa Marazzi, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 369-74.
051-122 Tyre (Jess), Conversations with Francesca: Tchaikovsky, Liszt, and Wagner (and Zandonai and Granados and Rachmaninov) go to Hell, «Bibliotheca Dantesca», 1, 2018, pp. 146-156. Il saggio prende in esame l’interesse dei musicisti romantici e post-romantici per il personaggio di Francesca: particolari attenzioni vengono dedicate al caso di Tchaikovsky facendo luce sulle relazioni che strinse con Wagner (e con altri contemporanei europei) e sulle reciproche influenze. – M.G.
051-123 Vacalebre (Natale), Il ritrovato esemplare del Convivio (Venezia, Melchiorre Serra, 1531) postillato da Torquato Tasso, «La Bibliofilia», 120, 2018, n. 3, pp. 477-479. L’a. annuncia il ritrovamento del perduto esemplare del Convivio con le annotazioni manoscritte del Tasso, usato da Vincenzo Monti e dal marchese Gian Giacomo Trivulzio per la loro edizione dell’opera filosofica dantesca: l’esemplare è stato ritrovato – dall’a. stesso – presso la Van Pelt Library della University of Pennsylvania di Philadelphia. – A.T.
051-124 Vivarelli (Maurizio), La Bibliografia tra ordine e disordine: alla ricerca della forma, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 260-72. Ampia recensione, con riflessioni sul concetto di Bibliografia, al vol. di Alfredo Serrai, Bibliografia come scienza. Introduzione al quadro scientifico e storico della bibliografia, Milano, Biblion, 2018, che inaugura la collana “Civiltà del libro”. – L.R.
051-125 Wilson-Lee (Edward), Il catalogo dei libri naufragati. Il figlio di Cristoforo Colombo e la ricerca della biblioteca universale, traduzione di Susanna Bourlot, Torino, Bollati Boringhieri, 2019 Þ rec. Hans Tuzzi, «Bibliothecae.it», 8/1, 2019, pp. 351-3.
Abbazie storiche toscane A, 6, 11, 25, 27, 49, 56, 58, 62, 81, 97, 119
ALAI 1
Aldo Manuzio 8, 9, 13, 30, 54, 70, 78, 90, 99
Archivi 52, 80, 82, 93
Arte contemporanea 28
Bibbia G, 68
Bibliografia 17, 20, 80, 91, 110, 124
Biblioteconomia 19, 24, 29, 50, 64, 88, 95, 103, 111, 113, 120
Bodoni 87, 109
Cataloghi 15
Comenius 35
Commercio librario D
Conrad Gessner 18
Dante 7, 14, 33, 36, 55, 60, 89, 92, 101, 104, 122
Donne tipografe 42, 63
Editoria contemporanea F, 67, 121
Editoria del 400 51, 61, 105
Editoria del 500 41, 43, 51, 65, 84, 100, 123
Editoria del 600 66
Editoria dell’800 31, 102
Filigrane 106
Folklore 70
Fondazione Roffredo Caetani 75, 115
Gerusalemme e Terra Santa 26, 34, 57, 118
Giulio Rezasco 22, 45, 48, 52, 59, 78, 79
Islam 69
Leonardo 4
Letteratura popolare 38
Libri d’artista 117
Libri di Medicina 47, 77
Manoscritti 10, 14, 39, 44, 72, 94, 96
Mostre bibliografiche H, 4, 113
Numismatica 23, 114
Padre Giovanni Pozzi 86
Scritture tachigrafiche 108
Sovracoperte 32
Storia dei caratteri tipografici e della grafica I, 3, 71, 116
Storia del collezionismo 37
Storia della comunicazione 112
Storia del libro 46
Storia della lettura C, L, 98, 123
Storia delle biblioteche B, E, 16, 21, 40, 53, 74, 78, 83, 85, 107, 125
Storia delle legature 5
Terra Santa A, 6, 11, 25, 27, 49, 56, 58, 81, 97, 119
Torchio tipografico 12
Cronache
Convegni
«Scripta in itinere» Discursos, prácticas y apropriaciones del escrito en el espacio público (siglos XVI-XXI). XI Congreso Internacional de Historia de la Cultura Escrita (CIHCE), Alcalá de Henares, Universitad de Alcalá, Facultad de Filosofía y Letras, 18-20 giugno 2019. Nel corso del mese di giugno 2019 si è svolto presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Alcalá un congresso internazionale sulla produzione e la fruizione della parola scritta nello spazio pubblico con l’intento di aggregare studiosi di discipline diverse intorno alla tematica delle “scritture esposte”, di cui Armando Petrucci è stato uno dei primi fautori. L’iniziativa, organizzata dal prof. Antonio Castillo Gómez dell’Università di Alcalá, rientra tra le attività del progetto di ricerca Scripta in itinere. Discursos, formas y apropiaciones de la cultura escrita en epacios públicos desde la Primera Edad Moderna a nuestros días (HAR2014-51883), che ha peraltro ricevuto il patrocinio nazionale del Ministerio de Ciencia Innovación y Universidades. L’avvio dei lavori e l’accoglienza dei relatori avvengono in una giornata estiva, soleggiata ma ventosa, all’interno del Paraninfo dell’Università di Alcalá, una magnifica sala con soffitto a cassettoni policromi a motivo geometrico. Qui, il prof. Castillo Gómez – accompagnato da Verónica Sierra Blas, coordinatrice del convegno – ripercorre di fronte al preside della Facoltà di Lettere le tappe che dal 1993 hanno portato a organizzare l’undicesima edizione di questo evento esclusivo. Inaugura i lavori del convegno la prof.ssa Beatrice Frankel (École des Hautes Études en Sciences Sociales de Paris), che presenta una relazione dal titolo Écritures en mouvement: gestes, postures, espaces, dove si riflette sulle nozioni di ductus, “scrittura esposta” e “interagibilità tra testualità e ambiente”. Accompagnati dal richiamo delle cicogne madrilene, tutti gli invitati si dirigono poi verso il Salón des Actos della sede della facoltà di Lettere per assistere alle comunicazioni dei relatori ufficiali: la prima tavola rotonda è introdotta dall’intervento del poliedrico (e, in questa occasione, infaticabile!) Antonio Castillo Gómez che, assunta la veste di relatore, interviene sui rapporti esistenti tra propaganda e memoria nella Spagna del Secolo d’Oro. Gli succedono Diego Carnevale (Università degli Studi di Napoli) e Jordi Henales (ricercatore indipendente), che propongono rispettivamente un’indagine sulla scrittura funeraria a cavallo tra Settecento e Ottocento e un’analisi della nomenclatura viaria novecentesca della città di Alicante, come luogo privilegiato per l’esposizione della memoria collettiva. Dopo una fitta serie di domande del pubblico e i tempi per la “siesta”, il pomeriggio è invece animato da una seconda serie di testimonianze sul tema “voci ribelli e dissidenti”: si presenta per prima Cristina Fontcuberta Famadas (Universidad de Barcelona), che propone un ampio studio sul rapporto tra testo e immagini negli opuscoli diffamatori di epoca sei-settecentesca; con un salto di oltre due secoli, Philippe Artieres (CNRS di Parigi) compie una ricognizione sull’estesissima mole di materiale serigrafico prodotto dall’Atelier Populaire des Beaux Arts de Paris durante gli anni della contestazione studentesca; infine, Gloria Espigado Tocino (Universidad de Cádiz) illustra un’approfondita ricerca sul dissenso politico femminile spagnolo durante la seconda metà del XVIII secolo. Il giorno successivo, il ciclo di relazioni ufficiali vede protagoniste Eulàlia Miralles Jori (Universitat de València) che esamina i bandi tipografici prodotti durante la dominazione francese sulla regione catalana durante il XVII secolo; successivamente Nuria Rodríguez Martín (Universidad de Màlaga) espone uno studio sulla pubblicistica spagnola tra il 1890 e il 1936; mentre Mercedes Penalba-Sotorrío (Manchester Metropolitan University) offre un interessantissimo studio sociologico-editoriale sulle forme editoriali della propaganda nazista in territorio spagnolo durante la Seconda Guerra Mondiale. A seguire, la fitta schiera di studiosi invitati si divide contemporaneamente in varie aule dell’Università per offrire un assaggio delle proprie ricerche: tra gli altri, si segnala in particolar modo il tavolo dedicato alla produzione italiana di bandi e relazioni a stampa tra Cinquecento e Seicento, moderato dalla prof.ssa Marina Roggero dell’Università di Torino, che segue l’avvicendarsi di Monica Galletti (dottoranda presso Universidad de Alcalá), di Marco Francalanci (dottorando presso l’Università degli studi di Milano) e di chi qui scrive. Si segnala poi la stupenda performance di Jenni Hyde (University of Lancaster), che ripropone alcune arie cantate dai menestrelli inglesi di epoca Tudor; lo studio di Maite Comalat (Universitat de Barcelona) sull’evoluzione del “bibliobus” in Spagna, dalla sua introduzione ai giorni nostri; e infine l’analisi di Véronique Plesch (Colby College, Waterville, Maine) sui graffiti di epoca tardo-medievale tracciati sugli antichi affreschi dell’oratorio di San Sebastiano ad Arborio (VC). Il fitto programma del convegno non consente di fornire qui un’adeguata recensione a tutte le relazioni proposte (ma si potrà scorrere il programma completo sul sito internet dedicato https://scriptainitinere.weebly.com/): per questo motivo, senza far torto agli studiosi stranieri, basti citare gli interventi degli italiani presenti, ovvero Graziano Mamone (Università degli studi di Genova, Escribir en el mármol. Las inscripciones monumentales de la Primera Guerra Mundial en Italia), Fabio Contu (Universidad de Sevilla, Il movimento per l’emancipazione della poesia. Un caso di scrittura esposta del XXI secolo, tra anonimato e autorialità) e Mia Gaia Trentin (The Cyprus Institute, Writing around Cyprus: the diary and graffiti of Vasilij Gregorovich Barskij). – D.M.
Mostre
Alcalá. Ciudad escrita. Del renacimento a nuestros días, a cura di SIECE (Seminario Interdisciplinar de Estudios sobre Cultura Escrita de la Universidad de Alcalá) e LEA (Grupo de Investigación “Lectura, Escritura, Alfabetzación” de la Universidad de Alcalá), Alcalá, Università di Alcalá, Facoltà di Lettere e Filosofia (Colegio de Málaga), 18 giugno-19 luglio 2019. Che la città di Alcalá abbia sviluppato nei secoli un rapporto privilegiato con la scrittura, sarebbe evidente anche a un turista che per la prima volta visitasse la città. È infatti sufficiente passeggiare per le strade e sotto gli antichi portici, per accorgersi come questa tranquilla cittadina alle porte di Madrid viva un intenso rapporto con tutto ciò che è parola scritta. Tale attenzione si irradia certamente dalla casa natale di Miguel de Cervantes, situata nella centralissima Calle Mayor, e si riflette sulle piazze e vie adiacenti attraverso una moltitudine di insegne, cartelli e pubblicità (senza dimenticare i fasci luminosi, che di sera proiettano sul selciato celebri frasi degli scrittori vincitori del Premio Cervantes, conferito ogni anno dal Ministero dell’Educazione, della Cultura e dello Sport spagnolo). La mostra in questione – allestita su dei cartelloni disposti attorno al primo chiostro del Colegio de Málaga dell’Università di Alcalá – è pensata proprio per dare voce alla straordinaria varietà di scritture esposte presenti un po’ in tutti gli angoli del centro storico. Il percorso è suddiviso in più moduli testuali, arricchiti da numerose e preziosissime immagini, a indagare diversi aspetti della cosiddetta “grafosfera” urbana: Piedras con historia, è destinato alle scritture murarie presenti in città sia antiche che recenti; La memoria de las calles, invece, dedica uno spazio alla nomenclatura stradale e alle insegne con i nomi delle vie; Rótulos comerciales prende in analisi la variegata casistica legata alla grafica pubblicitaria e Por orden de... affronta a grandi linee l’evoluzione dei bandi destinati all’affissione muraria dal XVI secolo fino ai giorni nostri. L’esposizione prosegue con una sezione dedicata alle Voces de las gentes, ovvero tutte le forme espressive tipicamente popolari, dal graffito inciso sulle pareti, agli stickers, finanche ai murales realizzati con bombolette spray. Infine, l’esposizione termina con un omaggio al grande Cervantes, la cui presenza ad Alcalá è onnipresente e viene celebrata da lapidi, striscioni, cartelli e perfino da alcuni ristoranti (anche se andrebbe appurato quanto l’a. del Don Chischiotte sarebbe stato felice del menù!). La mostra è stata inaugurata in occasione del convegno «Scripta in itinere» Discursos, prácticas y apropriaciones del escrito en el espacio público (siglos XVI-XXI). XI Congreso Internacional de Historia de la Cultura Escrita (CIHCE) e per l’occasione è anche stato realizzato un catalogo (disponibile online) che riporta la maggior parte dell’apparato testuale presente nell’allestimento, realizzato in maniera virtuosa dal folto gruppo che anima il centro di ricerca LEA (Grupo de investigaciòn Lectura, Escritura y Alfabetizaciòn) coordinato dal prof. Antonio Castillo Gómez. – D.M.
Writing: Making your Mark, Londra, British Library, fino al 27 agosto. Manca poco ormai alla chiusura di questa mostra (bello e ricco il relativo catalogo, curato da Ewan Clayton e pubblicato dalla British Library) che, attraverso un centinaio di oggetti che coprono un arco cronologico di circa 5000 anni, accompagna il visitatore alla scoperta di una delle più grandi conquiste dell’umanità: la scrittura. Suddivisa in cinque sezioni cronologico-tematiche, quasi tutte interattive (1: The origins of Writing; 2: Writing Systems and Styles; 3: Materials and Technology; 4: People and Writing; 5: The Future of Writing), la mostra insiste sul ruolo che la scrittura gioca – e ha giocato fin dalla sua introduzione, coniugando infatti estetica e funzionalità – sulle nostre vite, ma allarga in parallelo la riflessione ai vari sistemi di scrittura adottati nel mondo, sviluppati indipendentemente (ma solo in apparenza, come ben dimostra il percorso espositivo) gli uni dagli altri. Alla luce dell’odierna rivoluzione comunicativa legata alla tecnologia digitale (davvero divertente, nella relativa sezione tematica, la parte dedicata all’uso delle emoticons), la mostra congeda i suoi visitatori con una domanda, più che mai aperta e forse anche un tantino inquietante: what happens next? – E.G.
Taccuino
Domenica in biblioteca
Lugano, Biblioteca Cantonale | 13 ottobre 2019
Ore 10.30-11.30 (Atrio e Sala espositiva) Visita guidata alla Biblioteca cantonale di Lugano
Ore 10.30-12.00 (Sala giornali) “L’uccel Belverde”, racconto e animazione creativa per bambini, con Luca Saltini e Alessandra Shadlou
Ore 14.00-15.00 (Atrio e Sala espositiva) Visita guidata alla mostra L’uomo prima del lavoro. 100 anni di OCST 1919-2019
Ore 15.00-16.00 (Libero accesso, piano -1) “Storie dal calderone magico”
a cura di Maddalena Moccetti, Barbara Rossi, Oriana Montanari
Ore 16.30-17.30 (Sala Tami) Presentazione del vol. di Luca Montagner Beniamino Burstein. Libraio e intellettuale a Lugano (Biblioteca cantonale, Lugano 2019). Con Edoardo Barbieri (professore di storia del libro all’Università Cattolica di Milano), Giovanni Maria Staffieri (storico e collezioni- sta), Luca Montagner e Elena Burstein. Moderazione: Luca Saltini
Ore 17.30 Aperitivo e chiusura della giornata
È gradita l’iscrizione via mail bclu-seminari.sbt@ti.ch o telefonando allo 091/815.46.11
LAB.LAB LABoratorio Libri Antichi in Biblioteca
I edizione Brescia e Lonato del Garda
Brescia, Università Cattolica — Lonato, Fondazione Ugo Da Como | 10 e 24 ottobre 2019
giovedì 10 ottobre
Brescia, Università Cattolica di Brescia, Sala della Gloria
ore 10.00-10.30 registrazione e saluti di Annalisa Rossi (Soprintendenza archivistica e bibliografica della Lombardia)
ore 10.30-12.30 Una raccolta di libri antichi per la storia delle scienze: la biblioteca Carlo Viganò
Presiede Luca Rivali (Università Cattolica di Milano)
Edoardo Barbieri (Università Cattolica di Brescia), La figura dell’ingegnere Carlo Viganò tra antiquariato e collezionismo
Pierangelo Goffi (Biblioteca dell’Università Cattolica di Brescia), Gestione e sviluppo di una raccolta libraria di storia della scienza
Discussione ed esperienze
Pausa
ore 14.00-16.00 Non solo in biblioteca: libri antichi fuori dalle biblioteche
Presiede Andrea Capaccioni (Università degli Studi di Perugia)
Marco Callegari (Museo Bottacin di Padova), Il fondo librario antico di un museo di Numismatica
Francesca Nepori (Archivio di Stato di Massa), Antichi libri giuridici presso l’Archivio di Stato di Firenze
Discussione ed esperienze
giovedì 24 ottobre
Lonato, Fondazione Ugo Da Como
ore 10.00-11.00 visita alla biblioteca di Ugo da Como
ore 11.00-13.00 Rilevazione dei dati di esemplare e banche dati digitali
Presiede Edoardo Barbieri (Università Cattolica di Brescia)
Laura Bragagna (Provincia Autonoma di Trento), Una lunga fedeltà. L’esperienza trentina di catalogazione del libro antico
Fabrizio Fossati (CRELEB Università Cattolica), Tre anni di lavoro: gli incunaboli della Braidense in MEI
Discussione ed esperienze
Pausa
ore 14.00-16.00 Attività di didattica e promozione per la conoscenza del libro
Presiede Paola Sverzellati (Università Cattolica di Milano)
Timoty Leonardi (Biblioteca Capitolare di Vercelli), Ogni libro racconta una storia: didattica e promozione alla Biblioteca Capitolare di Vercelli
Silvia Merigo (Museo della Carta di Toscolano), Le attività didattiche del Museo della Valle delle Cartiere
Discussione ed esperienze
Per maggiori informazioni: lab.libriantichibiblioteca@gmail.com. L’iscrizione anche a uno solo dei due moduli è gratuita ma obbligatoria.
Il gusto di collezionare. Una passione che diventa cultura
Fermo, Biblioteca civica “Romolo Spezioli” | 26 ottobre 2019
L’evento, che avrà inizio alle ore 17.00 presso la Sala storica della biblioteca, vedrà gli interventi del Prof. Stefano Papetti della Pinacoteca civica di Ascoli Piceno, del Prof. Edoardo Barbieri dell’Università Cattolica di Milano e del Dott. Luca Montagner dell’Università Cattolica di Milano. Centro delle tre relazioni sarà il dibattito intorno al collezionismo artistico, con un’attenzione particolare rivolata al mondo dell’antiquariato librario. Al termine delle tre relazioni seguirà l’inaugurazione ufficiale della mostra bibliografica “Viaggi di libri. Il contributo dell’antiquariato Hoepli nella prima metà del Novecento” curata dal dott. Luca Montagner presso la Sala Boscoli del Palazzo dei Priori di Fermo. Sarà disponibile il catalogo.
Five Centuries since Leonardo Da Vinci (1519-2019)
Jerusalem, New Gate. Foyer of the Custody of the Holy Land | November 4th to 8th 2019 h. 9 a.m. – 6 p.m.
Scienziato, pittore, scrittore… Leonardo da Vinci era tutto questo e molto di più. A cinquecento anni dalla sua scomparsa, la mostra “Five Centuries since Leonardo da Vinci (1519-2019)” ne celebra la grandezza e il genio. I visitatori sono guidati tra le discipline più care a Leonardo, come botanica, medicina, geometria, geografia, astronomia e architettura: un modo inedito di raccontare la storia della scienza e della tecnica, attraverso le antiche e preziose edizioni illustrate della Biblioteca Generale della Custodia di Terra Santa. Gli oltre 30 voll. esposti, pubblicati tra il XV e il XVII secolo, testimoniano l’enorme evoluzione dei saperi tra Medioevo e Rinascimento, l’incontro tra cultura greca, latina e araba, tra innovazione e tradizione.
Presentazione vol.
Jerusalem, New Gate | Custodia di Terra Santa, Sala s. Francesco | 6 novembre 2019, ore 16.00
Eugenio Alliata (Studium Biblicum Franciscanum, Gerusalemme) e Edoardo Barbieri (Università Cattolica, Milano) presentano il vol. “Ad stellam”. Il Libro d’Oltramare di Niccolò da Poggibonsi e altri resoconti di pellegrinaggio in Terra Santa fra Medioevo ed Età moderna (Olschki, 2019). L’ingresso è libero. Sarà disponibile il catalogo.
Value and fortune of some travel accounts in the Holy Land in the late Italian Middle Ages | Book presentation
Jerusalem, The Nationall Library of Israel | November 7th h. 2 p.m. – 3 p.m.
On the occasion of the publication of the vol., prof. Eugenio Alliata (Studium Biblicum Franciscanum of Jerusalem) and professor Edoardo Barbieri (Catholic University of Milan) will talk about “Ad stellam”. Il Libro d’Oltramare di Niccolò da Poggibonsi e altri resoconti di pellegrinaggio in Terra Santa fra Medioevo ed Età moderna, Leo Samuel Olschki publisher in Florence.
Free entrance
Engaging The Reader. X edizione 2019 | La guerra delle immagini: per un’etica della parola
Milano, Università Cattolica. Aula Pio XI | 14 novembre 2019
Workshop a cura del Master Professione Editoria cartacea e digitale e del Master BookTelling. Social, web, media ci inondano di immagini e di parole: un flusso che stordisce e spesso non lascia spazio a una reale presa di coscienza. Come ridare senso alle immagini e alle parole, anche attraverso la loro sottrazione e il silenzio? Come riconquistare una lettura e una scrittura capaci di alimentare un’etica della parola? A confronto il punto di vista di un sociologo, un illustratore e un esperto di editoria. Nell’ambito dell’evento sarà presentato il libro a cura degli studenti del Master, e si terrà l’assegnazione dei Diplomi dell’a.a. 2018/19. La partecipazione al workshop è aperta al pubblico previa iscrizione. Per informazioni http://mastereditoria.unicatt.it/engaging-the-reader/
Scrivere, stampare e collezionare libri a Brescia tra Quattro e Ottocento. VIII giornata di studi “Libri e lettori a Brescia tra Medioevo ed Età moderna”
Brescia, Università Cattolica. Sala della Gloria, via Trieste 17 | venerdì 15 novembre
Ore 9.00 Saluti di Giovanni Gregorini, Direttore del Dipartimento di Scienze storiche e filologiche, Università Cattolica di Brescia e di Sergio Onger, Presidente della Fondazione Ugo Da Como di Lonato
Piero Scapecchi, Paolo Veneziani studioso della stampa a Brescia nel XV secolo
Carlo Cairati, Manoscritti e codici miniati di S. Barnaba: una prima ricognizione
Luca Rivali, Tracce della biblioteca di S. Barnaba alla Fondazione Ugo Da Como di Lonato
Pausa
Federica Rossetti, Le Regulae ad institutionem filiorum suorum di Giovanni Britannico: maestri, allievi e polemiche nell’Umanesimo bresciano
Carolina Bortolotti, L’autografo di Taddeo Solazio alla Fondazione Ugo Da Como di Lonato
Marco Giola, I modi della scrittura nella Massera da be’: qualche considerazione sulla rima
Pausa pranzo
Ore 14.30 Edoardo Barbieri, Il camaldolese Bernardino Gadolo e l’edizione della Bibbia latina di Paganino Paganini del 1495
Luca Piccinali, Benedetto Castelli e Galileo Galilei: scambi epistolari e diffusione delle opere scientifiche nel Bresciano all’inizio del XVII secolo.
Diego Cancrini, La Brixia sacra (Pontificum Brixianorum series) di Giovanni Girolamo Gradenigo nell’ambiente erudito bresciano tra XVIII e XX secolo
Pausa
Domenico Ciccarello, Un curioso episodio sul commercio librario tra Palermo e Brescia (via Napoli) nella prima metà del Seicento
Marco Zanini, Brescia e il coturno. Il successo della tragedia nel Settecento Bresciano
Enrico Valseriati, Cultura documentaria e libraria di un lignaggio aristocratico di Terraferma: il fondo Ducco di Camignone
Comitato scientifico: Edoardo Barbieri, Stefania Buganza, Andrea Canova, Simona Gavinelli, Carla Maria Monti, Luca Rivali, Roberta Valbusa
Esposizione di codici manoscritti e di testi a stampa dalle raccolte della Biblioteca Universitaria di Bologna, Bologna, Biblioteca Universitaria - Via Zamboni 35, fino all’8 ottobre. Inaugurata il 15 settembre in occasione della XX Giornata Europea della Cultura Ebraica e prorogata fino all’8 ottobre, questa piccola mostra intende proporre al visitatore alcune “chicche” provenienti dalle collezioni ebraiche della Biblioteca. Il percorso espositivo, costituito da 7 manoscritti, 1 incunabolo e 6 cinquecentine, è articolato in tre vetrine. La prima contiene unicamente testi manoscritti, fra cui un delizioso rotolo pergamenaceo con il Megillat di Esther (sec. XVII-XVIII), un codice pergamenaceo del 1193 – il pezzo più antico in mostra, dovendo escludere la celebre Torah da poco riscoperta, esposta solo virtualmente tramite touch screen per ovvi motivi – e soprattutto il Canone di Avicenna nell’unica versione ebraica completa oggi nota del testo (sec. XIV), aperto proprio su una delle tante meravigliose miniature da anni al centro di una intricata quaestio attributiva (si tratta davvero del miniatore veneziano Giovanni di Niccolò Bellini?). Nella seconda vetrina spiccano la princeps del Moreh Nevukhim (La guida dei perplessi) di Maimonide tirato in pergamena (ISTC im00079800), nonché un codice pergamenaceo miniato del XIV secolo contenente il Mahazor di rito sefardita. La parte conclusiva del percorso offre invece i primi tre voll. della monumentale Biblia poliglotta uscita dall’officina di Christophe Plantin fra il 1570 e il 1573 (IT\ICCU\UBOE\004836), di cui il visitatore può ammirare alcune fra le tante incisioni che abbelliscono l’intera edizione. Si tratta nel complesso di una mostra godibile e a suo modo preziosa: peccato un po’ per le didascalie, non sempre all’altezza dei pezzi che vorrebbero descrivere. – E.G.
Leonardo da Vinci: a Mind in Motion, a cura di Andrea Clarke e Stephen Parkin. Londra, British Library, fino all’8 settembre. C’è ancora un po’ di tempo per visitare questa preziosa mostra, che ha provato a sbirciare dentro la mente del genio vinciano attraverso tre dei suoi straordinari quaderni. Si tratta del Codice Arundel (tesoro fra i più raffinati della British Library), del Codice Forster (Victoria and Albert Museum) e soprattutto di una selezione di fogli appartenenti al Codice Leicester (uno dei più importanti quaderni scientifici di Leonardo acquistato da Bill Gates nel 1994) esposta ora per la prima volta nel Regno Unito. Attraverso le fitte note manoscritte, i disegni e i diagrammi – esibiti davvero ad arte soprattutto grazie all’illuminazione, tanto studiata quanto indovinata – il visitatore può farsi un’idea dei “meccanismi” della mente leonardesca e, soprattutto, della sua fascinazione divorante per il movimento (a Mind in Motion si intitola non a caso la mostra) in qualsiasi forma esso si manifesti. Fra le tante chicche in mostra, vanno segnalate la scrittura al contrario (con l’ausilio di uno specchio collocato ad hoc il visitatore più temerario si può anche avventurare nella lettura …), gli studi sulla formazione/movimento delle bolle d’aria così come delle onde marine, e infine il disegno di una specie di auto-respiratore subacqueo, antesignano a suo modo delle più moderne attrezzature da sub. – E.G.
“Multa renascentur”. Tammaro De Marinis studioso, bibliofilo, antiquario, collezionista, Venezia, Fondazione Giorgio Cini, 14-15 ottobre 2019. Nell’occasione dei 50 anni dalla morte di Tammaro De Marinis (1878-1969) sarà organizzato dall’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini un importante convegno di studi, con l’intento di promuovere un iniziale approfondimento sulle vicende personali e professionali del famoso libraio, napoletano di nascita e fiorentino d’adozione. Sono stati coinvolti più di venti relatori, che contribuiranno a incrementare le informazioni su De Marinis, precoce e instancabile studioso di legature, manoscritti e libri illustrati, bibliofilo e collezionista di gusto raffinato, attivissimo e colto antiquario. Sia a seguito dei suoi lavori di ricerca, sia per la propria attività commerciale, si riscontrano testimonianze del suo passaggio nelle più importanti istituzioni culturali italiane ed europee, con qualche traccia lasciata anche oltreoceano. Gli stretti legami con la Fondazione Giorgio Cini, dati dalla presenza a San Giorgio della sua biblioteca di lavoro, di una rilevante porzione della sua collezione antica e di numerosi documenti archivistici e di studio, sono alla base delle nuove ricerche di cui la Fondazione si fa ora promotrice.Il programma dettagliato è scaricabile all’indirizzo: https://www.cini.it/wp-content/uploads/2019/09/pieghevole-definitivo.pdf.
Una zoografia per Pinocchio. Disegni di Filippo Sassòli 2009-2019, Roma, Istituto centrale per la grafica, 19 settembre – 31 ottobre 2019. Sarà aperta ancora fino a fine ottobre la bella mostra organizzata dall’Istituto centrale per la grafica di Roma e dal Museo della Grafica di Pisa, dedicata agli animali che incontrano Pinocchio nelle sue avventure narrate da Carlo Collodi. Si tratta di 35 bellissimi disegni a penna con inchiostro nero, steso anche a pennello più o meno diluito e con rifiniture a punta metallica, realizzati in due formati: il più grande dedicato agli animali personaggi e il più piccolo riservato agli animali comparse, ovvero, come sottolinea l’a., quelli «senza nome proprio, in minuscolo e non dialoganti». La storia di Pinocchio, infatti, vede una notevole presenza di animali non solo direttamente coinvolti nelle vicende del protagonista. Da qui l’idea e il lavoro di Sassòli, il quale propone non generiche illustrazioni di commento al testo di Collodi, ma compie una scelta precisa, frutto della propria sensibilità, di riproporre gli animali nella loro vivida concretezza, senza l’aggiunta di nessun particolare attributo che ne snaturi l’essenza, cercando di porre in risalto il loro personale incontro con il burattino. Il tutto con un tocco di ironia, tratto caratteristico dell’opera dell’artista, che con un linguaggio in bianco e nero tracciato nel solco dell’aulica tradizione della calcografia restituisce con sobrietà la forza delle emozioni suscitate dal capolavoro collodiano. Lo stesso Sassòli, romano, classe 1961 e collaboratore di diverse testate, motiva così la propria scelta: «Pinocchio è un noir. Prevalgono le oscurità, i notturni, le ombre profonde e la penombra. E poi qualche squarcio di luce, qualche volta. Con la scelta del bianco e nero a inseguire il disegnare dell’a., ho voluto anche sottolineare il ritorno alle origini, cioè risalire al tempo della nascita editoriale del libro». La mostra è accompagnata da un raffinato catalogo pubblicato da Edifir – Edizioni Firenze, che riproduce tutte le opere esposte, accompagnate da testi di Barbara Jatta, Maria Antonella Fusco, Rita Bernini, Gabriella Bocconi, Isabella Rossi e Fabio Fiorani, commissario della mostra. Ulteriori notizie a questo link: http://www.grafica.beniculturali.it/in-evidenza/una-zoografia-per-pinocchio-disegni-di-filippo-sassoli-2009-2019-9869.html. – L.R.
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uando i presidenti del consiglio dei ministri iniziano ad avere meno anni di te, cominci a sentirti vecchio… E così (per rivalsa) ti viene da riflettere su quanto poco però durino questi “personaggi istituzionali”, o, se si vuole, su quanto sia volatile il potere degli uomini: oggi sembra debbano conquistare il mondo intero e domani (spesso perché persi in un vero delirio di onnipotenza) cadono malamente non si dice proprio nel dimenticatoio, ma subendo un autentico “brusco ridimensionamento”. Per questo una iniziativa che duri ormai da 5 anni e che nel corso di questo periodo si sia maturata e rafforzata, merita una certa attenzione. Ci si riferisce alla Scuola Estiva dedicata al libro antico che viene organizzata ormai da un lustro in una splendida località del senese, Torrita di Siena, non lontano dall’uscita Bettolle dell’A1. Già in precedenza si era cercato di organizzare una scuola estiva (prima a Venezia, poi in un castello in Lunigiana), ma poi per problemi vuoi di logistica, vuoi economici, non si era arrivati a nulla. Poi il felice incontro con l’avv. Paolo Tiezzi della Società Bibliografica Toscana ha cambiato radicalmente le cose. Torrita, infatti, offre il contesto ideale per un’iniziativa così: posizione centrale in Italia, bellezze paesaggistiche, specialità culinarie, costi contenuti sono tutte caratteristiche essenziali. E poi la location del corso in un bel salone della parrocchia, la continua assistenza e il sostegno dell’avvocato Tiezzi e di alcuni membri dell’Associazione, la sinergia con la Fondazione Torrita Cultura, negli ultimi anni in particolare anche l’indispensabile collaborazione della Pro Loco di Torrita hanno contribuito a creare un format dell’iniziativa ormai consolidato. I partecipanti (molti tornano di anno in anno) hanno poi inteso pienamente il tono del corso, che è assieme serio ma informale, culturalmente raffinato ma non accademico, pieno di curiosità intellettuale e vuoto di saccenteria: parte integrante e centrale sono anche i pranzi e le cene insieme, momenti essenziali di socializzazione. E poi ci sono state iniziative anche in alcune splendide località vicine come Pienza e Montepulciano (dove è in allestimento un Museo del libro), che permettono di movimentare un po’ il corso, offrendo un evento pubblico sul tema svolto. La costante presenza ogni anno di una media di 25 partecipanti (in parte sostenuti da alcune borse di studio di ALAI, Olschki e più recentemente degli eredi dell’antiquario luganese Beniamino Burstein, cui è oggi intitolato il corso), ci rendono speranzosi sulle possibilità di proseguire il percorso anche dopo il “giro di boa” di questi primi cinque anni di attività. Non si tratta, infatti, di un corso ripetitivo, che ripropone sempre la stessa minestra più o meno riscaldata, ma di una serie di seminari che spaziano su alcuni argomenti di attualità o di grande centralità per chi si occupa della storia del libro antico (certo non per chi fa altro): da Aldo Manuzio (2015) alle origini della stampa (2016), da Lutero e l’editoria religiosa del ‘500 (2017) ad antiquariato e collezionismo (2018), fino ai libri di viaggio (2019). E si cerca di andare avanti! L’anno prossimo (date probabili 24-27 agosto), si parlerà di “Segni, tracce, indizi: il lettore tra le pagine del libro antico”. Un’occasione più che ghiotta… – Montag
Bollettino trimestrale
di informazione sulla
storia del libro e delle
biblioteche in Italia
numero 051, settembre 2019
(chiuso il 30 settembre 2019)
ISBN 9788881327720
disponibile gratuitamente in formato PDF e HTML all’indirizzo http://creleb.unicatt.it
(sono stati tirati 10 esemplari cartacei)
a cura del
C.R.E.L.E.B.
Centro di Ricerca Europeo
Libro Editoria Biblioteca
(Università Cattolica – Milano e Brescia)
comitato editoriale: Edoardo Barbieri (coordinatore), Marco Callegari, Giuseppe Frasso, Marco Giola, Luca Rivali, Alessandro Tedesco, Natale Vacalebre, Roberta Valbusa
redazione: Emilia Bignami, Stefano Cassini, Fabrizio Fossati, Elena Gatti, Rudj Gorian, Alessandro Ledda, Arianna Leonetti (capo-redattore), Davide Martini, Luca Mazzoni, Luca Montagner, Pierfilippo Saviotti, Francesca Turrisi
contatti: “L’almanacco bibliografico”, c/o Edoardo Barbieri, Università Cattolica, Largo Gemelli 1, 20123 Milano; e-mail: creleb@unicatt.it
edizioni CUSL – Milano
per informazioni: info@cusl.it