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Sommario
Il nuovo catalogo storico dell’editrice “Vita e pensiero”
di Paola Sverzellati……..….……………….........p. 1
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Il nuovo catalogo storico dell’editrice “Vita e pensiero”
di Paola Sverzellati
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iamo lieti di annunciare ai nostri lettori che alcuni amici nostri hanno costituita la Società editrice Vita e Pensiero, la quale si propone a) di contribuire nel nostro paese, all’indomani della pace, alla diffusione della coltura cristiana, mediante la pubblicazione di opere originali e di buone traduzioni, che valgano a far conoscere le verità del Cattolicismo; b) di aiutare gli studiosi nella pubblicazione dei loro lavori; c) di curare la pubblicazione di testi sussidiari della scuola e di classici del nostro pensiero; d) di assumere l’amministrazione di riviste e periodici [...]». Questo il comunicato che la redazione della rivista «Vita e Pensiero» pubblicò in apertura del fascicolo 49 del 20 gennaio 1918. La decisione era stata presa e le carte firmate proprio quel giorno: dare seguito stabile e ben più corposo ai nove titoli – monografie di limitata estensione e opuscoli – apparsi negli anni della guerra come Edizioni di «Vita e Pensiero» rivista. Gli “amici” erano Ludovico Necchi, Francesco Olgiati, Armida Barelli e Costanza Malcotti, soci della Società editrice Vita e Pensiero, “arbitro” – e regista, aggiungiamo noi – padre Agostino Gemelli. I tempi erano difficili e la prudenza d’obbligo, perciò la società sarebbe durata fino al 31 dicembre 1921 con tacito rinnovo per un successivo triennio, salvo disdetta da parte dei soci. La disdetta non arrivò mai e così dopo un secolo possiamo trovarci a festeggiare un traguardo lusinghiero, che invita al tempo stesso a ripercorrere il cammino, per incontrare consapevolmente il presente e progettare il futuro. Tutto questo vuole significare Vita e Pensiero: cento anni di editoria. Catalogo storico 1918-2017, pubblicato in occasione dei numerosi eventi celebrativi dell’anniversario, svoltisi a Milano tra ottobre e novembre 2018 e raccolti sotto il titolo Viva il lettore. 100 anni di Vita e Pensiero. Il catalogo è l’unico strumento che può attestare nei fatti la fedeltà a quel programma sinteticamente presentato ai lettori nel 1918: apostolato, riflessione culturale, studio e ricerca, formazione e aggiornamento. La corrispondenza di padre Gemelli, conservata presso l’archivio storico dell’Università Cattolica consente di andare dietro le quinte dell’editrice e di cogliere il lavorìo indefesso e quotidiano che impegnava il rettore con autori italiani e stranieri, traduttori e collaboratori, prima di ogni progetto editoriale e lungo le fasi della sua realizzazione. Lo vediamo all’opera, per esempio, quando si congratula con Grazioso Ceriani per la conclusione del suo studio su Rosmini, destinato alla collana Pubblicazioni dell’ Università Cattolica del Sacro Cuore (catalogo, scheda 1256); mentre scrive a padre Felice Rinaldi, direttore de «La Civiltà cattolica», inviando in omaggio il primo volume fresco di stampa dell’edizione di Michaelis Pselli Scripta minora, curata da Franz Drexl (catalogo, scheda 3874), chiedendo di presentare sulla prestigiosa rivista dei Gesuiti la collezione che lo ospitava, Orbis Romanus, importante investimento culturale e finanziario per l’Università Cattolica; quando racconta a Vincenzo Arangio-Ruiz che nei bombardamenti del 1943 l’editrice aveva perso dieci milioni di lire in volumi stoccati in un magazzino; oppure impegnato in un tête à tête con Mario Apollonio su ciò che vale la pena di pubblicare, sulla necessità che la cultura cattolica si apra a nuove forme di arte. Molte energie furono profuse per sviluppare il settore scientifico e culturale di alto profilo, collegato in primis con l’Università Cattolica; e altrettante, allo scopo di fare dell’editrice anche un potente strumento per l’apostolato, la formazione cristiana dei laici e delle giovani generazioni, la cura della spiritualità sacerdotale, puntando sulla perenne fecondità del messaggio francescano, individuando opere di predicazione e di spiritualità italiane e straniere – in particolare francesi – e avvalendosi della stretta collaborazione con la Gioventù Femminile di Azione Cattolica e l’Opera della Regalità. In tutto questo vasto e impegnativo orizzonte progettuale i contenuti furono veicolati per gran parte da pubblicazioni seriali: dalle origini a oggi il catalogo presenta infatti una quarantina di periodici e più di trecento collane. L’identità forte e il carisma di padre Gemelli, capace di scegliere collaboratori fidati, instancabili, culturalmente attrezzati – si pensi a Ezio Franceschini – lasciarono un segno profondo nel cammino dell’editrice, che si mantenne fedele a quelle scelte originarie, pur impegnata a declinarle in rapporto col mutare dei tempi. Il catalogo permette appunto di seguire negli anni gli sviluppi dell’attività editoriale, di riflettere sulla scelta di autori e contenuti. Prezioso a questo proposito l’inserto a colori posto in appendice: una selezione di opere, documenti, fotografie commentati, così da costruire il piacevole racconto di tappe significative nel cammino di Vita e Pensiero. Millecentotrenta pagine di dati raccolti, elaborati e strutturati, elenco sterile o servizio alla cultura? Rispondono i versi di Paul Valéry, posti sul frontone del Palais de Chaillot a Parigi: «Il dépend de celui qui passe / que je sois tombe ou trésor / que je parle ou me taise. / Ceci ne tient qu’à toi. / Ami, n’entre pas sans désir».
Vita e Pensiero: cento anni di editoria. Catalogo storico 1918-2017, a cura di Roberto Cicala - Mirella Ferrari - Paola Sverzellati, Milano, 2018
mercoledì 20 marzo 2019, ore 17-18.30
Cripta Aula Magna
Università Cattolica - Largo Gemelli 1 – Milano
saluti di
Aurelio Mottola, (Direttore Edizioni Vita & Pensiero)
Edoardo Barbieri (Direttore del CRELEB)
intervengono
Roberta Cesana (Università degli Studi di Milano),
Il catalogo storico fonte per la storia dell’editoria del Novecento
Paola Sverzellati (co-curatrice del volume)
Fare un catalogo: il lavoro del bibliografo contemporaneista
Roberto Cicala (co-curatore del volume)
Il contributo di V&P a un secolo di editoria italiana
modera Marco Bruna (RCS - La lettura)
Viaggiare nel testo. Scritture, libri e biblioteche nella storia
Seminari “Aldo Manuzio”
Prima edizione
Sermoneta, Castello Caetani,
24-26 maggio 2019
Un’iniziativa per dottorandi e giovani ricercatori: informazioni qui.
Iscrizioni entro il 31 marzo 2019
049-A Adam (Renaud), Vivre et imprimer dans les Pays-Bas Méridionaux (des origines à la Réforme), 2 voll., Turnhout, Brepols, 2018 (Nugae humanisticae), I pp. XXXIII+ 349, II pp. IX + 235, ill. b/n, ISBN 978-2-503-55015-2, s.i.p. L’obiettivo di questo importante studio può riassumersi in una semplice domanda: in che modo la stampa è diventata parte integrante del tessuto socioeconomico dei Paesi Bassi meridionali a cavallo tra il XV e il XVI secolo? Proprio a questo quesito l’a. ha provato a dare un’esaustiva risposta, analizzando a fondo non solo i libri e la stampa da un punto di vista tecnico, ma concentrandosi sulla professione stessa del tipografo, sul suo stato giuridico, sulla organizzazione di questa professione, nonché sulla commercializzazione dei libri e sul profilo della clientela. Il territorio preso in considerazione sono, appunto, i Paesi Bassi meridionali, nati dallo smembramento della Borgogna dopo la morte di Carlo il Temerario (1477), che si distinguono da quelle che, nel 1568, saranno chiamate le Province Unite. Si tratta, in pratica, dell’attuale Belgio, compresi i territori sotto il dominio del principe-vescovo di Liegi, e della regione settentrionale della Francia (Fiandre francesi e Hainaut). Cronologicamente, invece, lo studio copre gli anni dal 1473 al 1520, ossia le prime generazioni di tipografi dei Paesi Bassi, campo in cui restano ancora fondamentali i lavori dell’editore francese secentesco Prosper Marchand. Il primo vol. è diviso in due parti distinte. La prima (pp. 41–154) è dedicata al mestiere del tipografo, dove si entra esaustivamente nel merito della professione e dove ci si concentra principalmente sull’attività di tre città: Lovanio, Bruges e Anversa. L’a. porta il lettore dentro lo spazio dell’officina tipografica, presentando gli “attrezzi” del mestiere e il personale impiegato, per poi ampliare lo sguardo a tutta la rete che ruota attorno al tipografo, dalla distribuzione dei libri stampati fino ai suoi fruitori. La seconda parte (pp. 155–244), invece, è più di carattere sociale. L’a. propone una ricca panoramica sul ruolo del tipografo nella società, presentando le origini di questa tradizione, che si insedia in un gruppo specifico di persone, dando inizio a una lunga consuetudine di stampatori. In questa sezione vengono presentate figure del calibro di William Caxton, Colard Mansion e Thomas van der Noot, precursori della stampa nei Paesi Bassi. Il secondo vol. è, invece, di carattere storico, e presenta in maniera dettagliata come la stampa nei Paesi Bassi sia riuscita, nel cinquantennio in questione, a costruire quelle solide basi che sono perdurate fino alle fine dell’Ancien Régime. L’opera presenta una bibliografia ricchissima e completa, che rende questi voll. una pietra miliare per gli studi sulla nascita dell’arte tipografica nei Paesi Bassi. Ma oltre a questa ricchezza di fonti, è da segnalare il dizionario prosopografico (pp. 137-187) presente nel secondo vol. Si tratta dell’aggiornamento del precedente Dictionaire des imprimeurs, libraires et éditeures belges de XV et XVI siècles (1975) di Anne Rouzet e si compone di 43 voci di tipografi, elencati in ordine alfabetico, al cui interno sono presenti 14 rubriche che contengo notizie biografiche e professionali sulle singole figure. Nato dalla tesi discussa a Liegi dall’a. nel 2011, il lavoro si inserisce, quindi, nella tradizione di studi legati al metodo promosso da Henri-Jean Martin con la pubblicazione del vol. La nascita del libro del 1958, che combina l’approccio scientifico con la storia economica e sociale delle comunità. – L.Mo.
049-B Barbier (Frédéric), Storia del libro in Occidente, traduzione di Rita Tomadin – Vito Carrassi, Bari, Edizioni Dedalo, 2018 (‘Storia e civiltà’, 79), pp. 494, ill. b/n, ISBN 978-88-220-0579-3, € 33. La storia del libro non è un argomento proprio solo di paleografi, codicologi o bibliografi, ma concerne intimamente la storia, la cultura, l’economia e la società dell’uomo nelle varie epoche. L’Histoire du livre en Occident di Barbier (di cui si recensisce qui la traduzione italiana dell’edizione Paris, Armand Colin, 2012) rispecchia esattamente questi propositi, contestualizzando sempre le evoluzioni materiali dell’oggetto nel loro tempo. Tutti i capitoli contengono, insieme agli argomenti più propriamente bibliografici, folti paragrafi sugli eventi storici e sociali coevi, nonché su altri fattori determinanti come i cambiamenti nelle pratiche di lettura e scrittura. Dopo un’Introduzione che fornisce etimologia, definizioni e un breve riassunto della storia e delle prospettive degli studi (pp. 11-17), il vol. si articola in quattro parti: L’epoca del manoscritto, dalle prime forme di scrittura all’inizio del XV secolo (pp. 19-102); La rivoluzione di Gutenberg, dal XV secolo agli albori del XVI (pp. 103-201); Il mondo del libro dell’Ancient Régime (1520-1760) (pp. 203-320); La seconda rivoluzione del libro e la produzione di massa (1760-1914) (pp. 321-441); un Epilogo sulla contemporaneità (pp. 443-72). Chiudono il vol. la bibliografia (pp. 473-79), un glossario dei termini più tecnici (pp. 481-87) e l’indice dei nomi (pp. 489-94). La forte impronta storiografica può certo avvicinare un pubblico più vasto e interessato al mondo del libro da punti di vista differenti. D’altra parte, tale approccio rischia in certi punti di trattare la materia in modo troppo evenemenziale, diluendo le descrizioni più tecniche nel discorso generale. Così come sono inseriti schemi e grafici sulla diffusione e sulla produzione dei libri, si sarebbe potuto ricorrere forse a immagini più didattiche (per esempio disegni con le classiche frecce che collegano i termini tecnici a ciò cui si riferiscono), laddove si spiegano il codex, il torchio, ecc. È pur vero che il glossario finale soccorre proprio chi non abbia familiarità con la terminologia. Quest’ultima tuttavia risente di una traduzione talvolta rigida e poco funzionale, se non assai problematica come l’italiano “foglietti” anziché “carte” per il francese feuillets, presente sia nel testo sia nel glossario (alla voce Foglio). Nondimeno, le sviste non sono solo dei traduttori: a p. 165 si legge che l’Hypnerotomachia Poliphili contiene «incisioni in calcografia» (esatta traduzione del francese «gravures en taille-douce») e non silografie. Da un punto di vista storiografico, inoltre, l’ampio respiro dell’opera può cadere in generalizzazioni o approssimazioni. Parlando di geografia, a p. 191 si legge: «La concezione del Medioevo è quella di un mondo piatto circondato da un oceano circolare», cui sono contrapposti i «progressi decisivi» della navigazione marittima, delle carte nautiche e dei portolani, per poi arrivare a p. 193 con l’immancabile Cristoforo Colombo che, avendo letto Tolomeo e Pierre d’Ailly, «si basa sull’ipotesi di una Terra sferica per preparare il suo viaggio». Quanto sostenuto è perlomeno ambiguo e rischia di promuovere l’infondato e trito stereotipo di un Medioevo terrapiattista (perdonate l’anacronismo). A questi nei, si aggiunge il fatto che chiunque in Italia legga questa storia del libro, un’opera comunque francese, si scontrerà con l’inevitabile assenza in bibliografia di importanti titoli nostrani. L’adozione di questa traduzione come primo manuale o come lettura propedeutica richiederà quindi inevitabili correzioni, chiarificazioni tecniche e integrazioni bibliografiche. Il vol. potrà essere più utile a chi abbia già conoscenze nel campo, magari come prontuario o ausilio nell’inquadramento storico dei fenomeni. – S.C.
049-C Di Domenico (Giovanni), «Organismo vivente». La biblioteca nell’opera di Ettore Fabietti, Roma, Associazione Italiana Biblioteche, 2018, pp. 206, ill. b/n, ISBN 978-88-7812-266-6, 25 €. “Che cos’è una biblioteca popolare?” Questa è la domanda al centro dell’intera opera e dell’attività bibliotecaria di Ettore Fabietti. Nativo di Trifoglieto nella provincia senese, dopo aver frequentato la scuola elementare si formò da autodidatta seguendo la passione del padre per la lettura e la poesia. I primi lavori da impiegato lo portarono a trasferirsi nel capoluogo fiorentino, ma dal 1901 lo troviamo a Milano, dove si avvicinò al riformismo di Filippo Turati, che conobbe in prima persona. E fu proprio Turati a coinvolgerlo nelle prime opere di educazione e cultura popolare nelle ferventi attività della Società Umanitaria. Successivamente, promosso alla professione di catalogatore, Fabietti fondò il Consorzio Milanese per le biblioteche popolari (1903) e la Federazione italiana delle biblioteche popolari (1908). Il vol. ripercorre in sette capitoli il suo contributo da bibliotecario, ma anche scrittore, traduttore e – forzando un po’ la mano – anche di statista della cultura popolare e della biblioteconomia italiana. Profondamente dedito al suo lavoro, Fabietti ebbe modo di riflettere a lungo sulla funzione sociale della lettura e del libro come unico motore di emancipazione del proletariato. L’indipendenza del suo pensiero lo portò anche ad allontanarsi dalle idee socialiste (alle quali aveva inizialmente aderito): infatti, egli comprese come non potesse esistere una contrapposizione tra biblioteche pubbliche e biblioteche popolari, così come non era credibile una cultura proletaria contrapposta a una borghese. Piuttosto, era necessario parlare più in generale di una «lotta della coltura contro la incoltura» (p. 24). Da qui, la visione del bibliotecario come un reale promotore di conoscenza, in grado di farsi carico delle esigenze popolari, anche adottando soluzioni innovative (si pensi alla cosiddetta “autobiblioteca”, modellata sul “bibliobus” di matrice statunitense) per avvicinare i cittadini alla cultura, al libero pensiero. Convinto assertore della classificazione Dewey, Fabietti pose grande attenzione anche agli aspetti più prettamente biblioteconomici: sostenne, dimostrandone l’utilità, la rendicontazione statistica nelle biblioteche, al fine di orientare le politiche bibliotecarie e anticipare le necessità dei frequentatori. Purtroppo lo spirito progressista dell’opera di Fabietti fu stroncato dall’imperversare di quella politica legata al motto “Libro e moschetto”. Un adagio che Fabietti rifuggì perché propugnava la fedeltà a un solo, unico, libro. Per questo, rileggere le vicende biografiche e professionali ha dunque il sapore di una riscoperta sincera dei valori fondanti della nostra cultura, che è ancora oggi minacciata da più parti da teorie monolitiche e unitarie di facile consenso. In calce, sono disposti un indice dei nomi e un’ampia bibliografia suddivisa in quattro sezioni (scritti di Fabietti sulla cultura popolare e sulle biblioteche; altri lavori di Fabietti; scritti anonimi o di altri autori attinenti alla cultura popolare e alle biblioteche; letteratura di riferimento 1962-2018). – D.M.
049-D Five Centuries Later. Aldus Manutius: Culture, Typography and Philology, a cura di Natale Vacalebre, Firenze, Leo S. Olschki Editore; Milano, Biblioteca Ambrosiana, 2018 (Biblioteca di Bibliografia. Documents and Studies in Book and Library History, 207), pp. XXXVI, 244, ISBN 978-88-222-6601-9, € 35. Organizzato dal CRELEB dell’Università Cattolica di Milano con Il Grolier Club di New York come partner internazionale, il 19 e 20 novembre 2015 si è svolto a Milano presso la Biblioteca Ambrosiana il convegno di cui sono ora apparsi a stampa gli atti. Il vol. si apre con una Presentazione di Federico Gallo (pp. VII-XII), in cui viene spiegato il legame tra la figura di Aldo e dei suoi successori con la Biblioteca Ambrosiana, luogo ove Federico Borromeo aveva raccolto testimonianze della attività dei tre Manuzio e che nell’occasione del cinquecentenario della morte di Aldo il vecchio è stata sede di una serie di incontri e celebrazioni. Il curatore dell’opera, Natale Vacalebre, apre la sua introduzione dal titolo «Dignus profecto immortalitate». Riflessioni sull’Umanesimo aldino (pp. XIII-XXXVI) con una riflessione su quale fosse l’effettiva domanda di edizioni in greco da parte del mercato prima dell’avvio dell’attività di Manuzio a Venezia. In effetti Manuzio non presentò la sua proposta editoriale in un ambiente in cui il greco era una assoluta novità, anzi si può tranquillamente affermare che in un’ampia area geografica italiana tra Veneto e Toscana ormai l’editoria in greco fosse una realtà già pienamente avviata. L’approccio di Manuzio si rivela diverso da quello degli altri editori, forte com’era non solo della conoscenza della lingua, ma anche di un collaudato approccio pedagogico e didattico, che gli permise di formulare un progetto editoriale organico e non episodico a partire – non a caso – dalla pubblicazione di una grammatica, quella del Lascaris, integrata dal Manuzio stesso. E anche quando volle dare l’inizio a un programma editoriale di opere in latino, fu la grammatica latina di Aldo a inaugurare significativamente il catalogo, dando gli strumenti ai lettori per poi poter affrontare le altre opere, tipograficamente eleganti e filologicamente ineccepibili, ma anche utili alla formazione morale dei singoli. Si trattava di un’operazione condotta secondo una logica prettamente umanistica tipica di Aldo, il quale nel suo ruolo di magister – mai del tutto abbandonato – mirava allo sviluppo di una virtus della cultura, al fine di creare le condizioni per un miglioramento delle condizioni dell’umanità stessa. Il primo contributo presente nel vol. è Venti anni dopo di Piero Scapecchi (pp. 1-9), in cui viene fatto il punto riguardo ai principali studi manunziani apparsi a partire dalle celebrazioni del 1994, ripercorrendo i diversi temi e filoni di indagine proposti dagli studiosi. Segue Pressing business. The economics of the Aldine press di Scott Clemons (pp. 11-24), dove vengono analizzati gli aspetti economici dell’impresa aldina a partire dalle origini evidenziando le difficoltà finanziarie e di marketing. Nicolas Barker nel breve intervento dal titolo The Ahmanson-Murphy catalogue revisited (pp. 25-28) relaziona sulla più importante raccolta di edizioni aldine del Nord-America conservata dalla University of California di Los Angeles. I modelli a cui si sono ispirati i caratteri greci aldini è l’oggetto del saggio di David Speranzi, La scrittura di Aldo e il suo carattere greco (con uno sconosciuto esemplare di tipografia), che utilizza in particolar modo alcuni inediti codici postillati dallo stesso Aldo, sottoponendoli a un attento esame paleografico e codicologico (pp. 29-60). A Patrizia Bertini Malgarini e a Ugo Vignuzzi si deve «La grammatica insignata da mi ad vui vi farra honore & utile». Il volgare nelle Institutiones grammaticae (pp. 61-71): pochi sono gli interventi in volgare presenti nelle edizioni delle grammatiche aldine, soprattutto traduzioni di verbi nelle corrispettive forme vernacolari, ma utili ad aprire uno squarcio sulla lingua comunemente parlata da Manuzio. Contemporaneamente ad Aldo, sul mercato editoriale veneziano si affacciava anche un altro importante imprenditore del libro, il piemontese – di Trino o di Cerreto – Giovanni Tacuino. Sulla sua figura è incentrato l’intervento di Alessandro Ledda e Luca Rivali, Johannes alter Aldus? Giovanni Tacuino e l’editoria umanistica nella Venezia di Manuzio (pp. 73-94), che contribuisce a contestualizzare l’attività del Basianese in un ambiente in cui altre figure si interessavano alla produzione di edizioni filologicamente corrette ed eleganti, comunque di alta qualità sebbene meno raffinate ed innovative. L’analisi di diverse tipologie di legature cinquecentesche di esemplari aldini ancor oggi esistenti è trattata da Mirjam Foot in The binders who worked for the bookshop «Al segno dell’anchora et dolphin» (pp. 95-101): in particolare l’a. pone l’attenzione su due legatori in particolare, i cui nomi non sono conosciuti, ma che sono identificabili per aver ripettivamente rilegato le aldine appartenute a Johann Jakob Fugger e a Hurtado de Mendoza. Con il saggio di Dorit Raines, Becoming collectable: collecting and selling Aldines in early-modern Venice (pp. 103-168), l’attenzione si sposta a come le edizioni aldine siano diventate oggetti da collezionare da parte dei bibliofili veneziani soprattutto a partire dal XVIII secolo, come dimostra l’attento esame dei cataloghi delle loro biblioteche. Nell’ambiente culturale e artistico francese del XVI secolo le edizioni aldine e il motto “Festina lente” con l’ancora e il delfino ebbero un grande successo, come testimonia Robin Raybould in Aldus, Grolier and Erasmus (pp. 169-179). Si torna a trattare del collezionismo delle aldine col saggio di Andrea De Pasquale, Il collezionismo di aldine nelle biblioteche dell’Italia nord-occidentale del XIX secolo: i casi delle biblioteche nazionali di Milano e Torino (pp. 181-187), dove vengono descritte le origini delle raccolte manunziane della Biblioteca Braidense di Milano e di quella della Biblioteca Universitaria di Torino. Opera di Susy Marcon è invece il contributo dal titolo Ritratti aldini (pp. 191-200), in cui vengono presi in esame i ritratti dei tre maggiori esponenti della famiglia Manuzio nelle incisioni presenti nei volumi di loro produzione, in altre raffigurazioni coeve, come anche i celebri dipinti conservati nella Biblioteca Ambrosiana di Milano. La parte finale del vol. è dedicata alla presentazione di tre collezioni di aldine di tre biblioteche italiane. Isabella Fiorentini nel contributo La raccolta aldina della Biblioteca Trivulziana: un catalogo bibliografico e una mostra virtuale (pp. 201-203) ripercorre le modalità di formazione della raccolta fino alle più recenti iniziative catalografiche informatiche ed espositive anche virtuali. Alla grande collezione di oltre duecento esemplari della Biblioteca Ambrosiana è dedicato l’intervento di Marina Bonomelli, La collezione aldina dell’Ambrosiana: un catalogo, una mostra e un video (pp. 205-215), dove viene anche proposto il percorso espositivo della mostra tenutasi a Milano. Chiude il vol. la descrizione dei fondi manunziani di due biblioteche di Monreale da parte di Marzia Sorrentino in Aldo Manuzio e i suoi eredi a Monreale nelle biblioteche”Ludovico II De Torres” e “Santa Maria La Nuova” (pp. 217-227), seguita dall’Indice dei nomi (pp. 229-244). Gli studi qui presentati sono stati strutturati secondo due aree tematiche differenti. Nella prima parte infatti i contributi riguardano direttamente la figura di Aldo e il contesto in cui operò il Bassianese nell’ambiente della produzione del libro veneziano, mentre la seconda parte tratta soprattutto della fortuna dei Manuzio e delle loro edizioni in modo diacronico nelle raccolte di bibliofili dei secoli scorsi fino a giungere alle biblioteche odierne, a testimonianza di come l’interesse per le edizioni dei tre Manuzi non sia mai venuto a mancare nel corso del tempo. – M.C.
049-E Hellinga (Lotte), Incunabula in Transit. People and Trade, Leiden-Boston, Brill, 2018 (Library of the Written Word, 62 = The Handpress World, 47), pp. XIV+522 con in fine 8 pp. n.n. di ill. a colori, ISBN 978-90-04-34035-0, s.i.p. (attualmente si trova in commercio solo l’e-book 978-90-04-34036-7 a € 185). Dopo il riuscito esperimento della raccolta di studi (sempre presso Brill) Texts in Transit del 2014, la vigorosa a. (classe 1932) presenta una seconda raccolta di suoi studi, debitamente scelti, rivisti, “omogeneizzati” a costituire un vol. organico. L’attuale disseminazione mondiale del circa mezzo milione di copie di incunaboli giunte sino a noi presso quasi 5.000 istituzioni (senza contare i privati e i librai) non è che l’ultima tappa di una mobilità dei primi libri tipografici che si affermò (di necessità) sin dal XV secolo. Questo è il filo conduttore del vol. che nei suoi 13 capitoli sperimenta vari approcci per cercare di definire e penetrare il fenomeno. Si parte infatti con uno studio delle prime vendite all’asta di libri, attestate addirittura sin dal 1429 (in epoca preincunabolistica, quindi) a Namur, per poi passare subito a un prezioso studio dei primi cataloghi a stampa (spesso semplici fogli volanti a stampa, a loro volta degli incunaboli, quindi…) prodotti dai prototipografi per informare la possibile clientela circa la loro produzione (vedi anche Appendice, pp. 393-404): in questo settore andrà tenuto in grande considerazione un vol. come Graham Pollard – Albert Ehrman, Distribution of books by catalogue from the invention of printing to A.D. 1800, Cambridge, Roxburghe Club, 1965, in Italia purtroppo rarissimo. Il focus si sposta ora sul rapporto tra pubblico dei lettori-acquirenti e scelte della serie dei caratteri usati per le pubblicazioni e la loro produzione: il caso esaminato è relativo alla figura di Jenson e alle sue scelte in questo settore, motivate non solo da ragioni estetiche, ma anche tecnologiche. Segue l’approfondimento sull’attività di tipografo e libraio di uno dei protagonisti della storia della stampa, forse il primo la cui precisa attività esca totalmente dal mito e possa essere osservata in modo storicamente documentato, Peter Schoeffer il vecchio: ecco infatti messe in risalto le evidenze dell’attività di commerciante di libri grazie a un preciso studio anche di legature antiche conservate e interventi di decorazione miniata inseriti nei singoli esemplari (Appendici, pp. 405-43, 444-6, 446-8 e 448-52). Col lungo V capitolo l’a. torna su uno dei soggetti cui ha dedicato più attenzione nel corso della sua vita, la problematica edizione del Catholicon (ISTC ib00020000): la sua difficile datazione (e la individuazione di tre differenti “stati” dell’edizione) hanno infatti a che fare con il problema dell’attività di Gutenberg dopo la stampa della Bibbia delle 42 linee, temi sui quali le ricerche dell’ultimo quarto di secolo hanno portato nuove scoperta circa i caratteri impiegati, l’inchiostro, la commercializzazione e la diffusione dell’edizione (vedi anche Appendice, pp. 453-66). Si passa quindi a esaminare il caso di una serie di frammenti da protoedizioni neerlandesi (in particolare libri scolastici) recuperati da legature e a studiare le connessioni tra produzione e riutilizzo di questo materiale (Appendice, pp. 467-75), mentre il saggio successivo si applica più specificatamente a un gruppetto di edizioni olandesi di testi umanistici (ma di natura elementare) pubblicati in caratteri gotici e connessi alla celebre polemica su Laurens Janszoon Coster presunto inventore della stampa con caratteri mobili in legno (Appendice, pp. 476-87). Il capitolo seguente si incentra sulla figura di William Caxton, prototipografo inglese, in nesso con quella di Colard Mansion e alla sua eccezionale esperienza di “uomo del libro” tra manoscritti e tipografia nella Bruges della seconda metà del XV secolo (Þ «AB» 048-A). Si passa quindi a un capitolo dedicato alla figura di Wynkyn de Worde, compagno nell’impresa di Caxton in Inghilterra, e probabilmente originario dei territori neerlandesi. Ecco quindi il caso esemplare dell’Aesopus di Anversa 1488 di cui si indaga la primitiva disseminazione incrociando diversi dati (note di possesso, segni d’uso, etc.). Con gli ultimi saggi l’idea della diffusione degli incunaboli supera la proiezione sul periodo coevo alla stampa per avviarsi al commercio “antiquario” dei secoli successivi, in particolare il XVIII. I due successivi interventi (scritti a quattro mani con Margaret Nickson) si occupano l’uno della ricca e preziosa collezione di incunaboli dei domenicani di Francoforte ceduta (in gran parte alla locale università) già a inizio Settecento e degli inizi del collezionismo inglese rivolto alla produzione di Caxton. L’ultimo capitolo, il tredicesimo, è quello più connesso all’Italia perché si interessa degli acquisti condotti dal console Smith tra Venezia, Varese e Milano (Appendice, pp. 488-95). In un periodo come quello attuale in cui lo studio del commercio librario sembra andare molto di moda e divenire quasi una disciplina autonoma e autoreferenziale, il vol. della Hellinga aiuta a guardare al fenomeno in maniera più storicizzata e critica. Innanzitutto riconducendo il discorso a uno sguardo chiaro sulle diverse tipologie di fonti e sulla loro possibile elaborazione, non presupponendo che una qualche soluzione meccanica o qualche grafico possa prescindere dalla necessaria applicazione dell’intelligenza interpretativa. In secondo luogo mostrando che questo lavoro va condotto tenendo nel debito conto (ricostruendola e citandola in modo onesto e adeguato) la bibliografia precedente, che, anche quando verrà corretta e approfondita, nulla toglie all’impegno di oggi, ma anzi certifica della bontà del lavoro che stiamo conducendo. In terzo luogo mostrando come non si possa studiare la circolazione del libro senza connetterla alla produzione del libro e alle sue caratteristiche bibliologiche. Peraltro, onde meglio comprendere in italiano il valore generale del contributo offerto dalla studiosa olandese trapiantata in Inghilterra è preziosa la disponibilità della traduzione di Fare un libro nel Quattrocento. Problemi tecnici e questioni metodologiche, a cura di Elena Gatti, Udine, Forum, 2015 (Þ «AB» 039-F). Incunabula in Transit si chiude con alcune appendici ai singoli capitoli (pp. 393-495: qui il titolo corrente Appendices non permette purtroppo di orientarsi in maniera efficace), un indice degli incunaboli citati (pp. 496-505: ordinati per n° ISTC), un indice generale dei nomi (pp. 506-19). In fine anche una utile serie di 12 ill. a colori (molte quelle b/n disseminate nel testo – a pp. X-XI un elenco – anche se quella di p. 320 n° 8.4 ha una definizione inaccettabile per un vol. di questa importanza e di questo costo!). – E.B.
049-F Petrella (Giancarlo), L’impresa tipografica di Battista Farfengo a Brescia. Fra cultura umanistica ed editoria popolare (1489-1500), Firenze, Olschki, 2018, (Biblioteca di bibliografia, 208), pp. XXXI+507, ill. b/n, ISBN 978-88-222-6607-1, € 50. Il poderoso vol. consiste negli annali del tipografo Battista Farfengo, attivo a Brescia a fine del XV secolo. Il lavoro dell’a., frutto di ricerche che lo vedono impegnato da quindici anni sul tema, non si riduce tuttavia ai soli annali del suddetto tipografo, ma fiorisce in una ampia e innovativa ricerca che tocca tutti gli aspetti della vita, della produzione editoriale e della fortuna che quest’ultima ha goduto fino a oggi. Infatti, se gli Annali veri e proprio occupano la parte finale del vol. – più precisamente il capitolo quinto (pp. 343-478) – ben quattro capitoli e oltre trecento pagine li precedono. In questa sede, si analizzerà il vol. andando a ritroso e partendo cioè dagli Indici finali (pp. 479-507), questo perché (soprattutto per curiosità) così si è letto il libro. Gli indici – a partire da quelli degli autori/titoli, delle provenienze, dei nomi, fino a quelli degli esemplari censiti – sono una preziosa bussola e un metro di valutazione per capire la mole, la portata e l’interesse del lavoro svolto: oltre cento le biblioteche presso quali si sono consultati i vari esemplari e oltre duecentocinquanta i possessori rilevati. Numeri del genere fanno cogliere bene quale sia il potenziale dello studio condotto: non solo una ricostruzione dell’attività tipografica del Farfengo, ma la possibilità di tracciare alcune linee attraverso l’Europa – a cavallo tra XV e XIX secolo –, linee che parlano dell’uso e della circolazione dei libri e che vengono tracciate dall’a. con mano sicura, grazie all’analisi attenta di una campionatura di edizioni (che condividono un comune denominatore) inserite con intelligenza in un contesto storico che cambia. Dati tali indici, è facile allora immagine quale sia realmente la fisionomia degli Annali che li precedono: oltre alle consuete schede bibliografiche delle edizioni, si trova un censimento e una analisi di tutti gli esemplari noti (sia in collezioni pubbliche che private, ma di cui si è informati anche solo da notizie bibliografiche) delle 57 edizioni del Farfengo. Infatti, le schede bibliografiche sono sì 57 (numero delle edizioni prodotte dal Farfengo tra il 1489 e il 1500), ma le copie considerate sono circa 473. Gli Annali sono divisi in quattro parti: Edizioni datate sottoscritte (o di attribuzione certa) (nn. 1-37); Edizioni sottoscritte (o di attribuzione certa) non datate (nn. 38-44); Edizioni sine notis attribuite a Battista Farfengo (nn. 45-57); chiude il tutto una parte finale contenente tre edizioni già erroneamente assegnate a Battista Farfengo. Le schede sono strutturate come di seguito: numero, intestazione, data, area della collazione (formato, carattere, cartulazione, fascicolatura ed eventuali indicazioni di elementi decorativi o iconografici), area della bibliografia sull’edizione, area del contenuto in cui vengono trascritte le parti liminari più significative e area degli esemplari esaminati in cui, come già specificato, viene reso conto di tutti gli esemplari noti delle edizioni schedate. Per ognuno di questi si scende nei dettagli, rilevando caratteristiche fisiche della copia e note di possesso e provenienza: dalla legatura, alle postille, fino ai timbri, agli ex libris e ai segni di passaggio sul mercato antiquario. Questo lavoro sugli esemplari dà di fatto vita a quello che è l’ampio e articolato quarto capitolo, dedicato appunto all’analisi della diffusione delle edizioni del Farfengo in tutto il mondo: Tra produzione e mercato. La Disseminazione delle edizioni Farfengo (pp. 267-342). In questa parte del vol., l’a. delinea quella che è la percentuale di conservazione delle edizioni del Farfengo, notando come questa risponda sostanzialmente a una tendenza nota, quella cioè che vede una grande dispersione dei cosiddetti testi di larga circolazione (spesso in volgare). Costituendo questi testi buona parte della produzione del tipografo, le sole dieci edizioni che superano i dieci esemplari conservati contano circa 360 esemplai, corrispondenti ai tre quarti di tutte le copie superstiti. Tra queste dieci spiccano in particolar modo l’Iliade latina (n. 29) di cui sono noti 82 esemplari e i Sermones di Èfrem (n. 7) di cui si conoscono 71 copie, testi che – vuoi per la lingua, vuoi per la struttura più ampia delle edizioni – si prestavano maggiormente ad essere conservati, rispetto alle altre pubblicazioni del Farfengo costituite da poche carte e recanti testi in lingua volgare, spesso illustrati. A questa analisi – come già anticipato in apertura – grazie alla rilevazione dei vari segni di possesso e provenienza sui numerosi esemplari esaminati, segue una analisi della disseminazione degli esemplari in tutta Europa: una “fenomenologia della diffusione”, per usare le parole dell’a. Proseguendo a ritroso nella lettura del vol., va considerato che un lavoro come quello annalistico non può prescindere dalla «ricostruzione sistematica dell’attrezzatura impiegata da un tipografo» (p. 173), ricostruzione che «non può essere limitata, come ancora spesso accade, a un rapido elenco, secondo la formula haebleriana, dei caratteri riscontrati.» (p. 173). Con queste parole l’a. apre il capitolo terzo in cui ricostruisce in maniera analitica la dotazione tipografica del Farfengo nel corso di tutta la sua attività: Dentro la bottega. L’attrezzatura tipografica (pp. 173-266). Come rileva l’a. – data la scarsità di documenti archivistici coevi per le officine tipografiche del XV secolo – la principale fonte di informazioni in tal senso sono i libri stessi: ecco allora che gli Annali diventano una cassaforte piena di “informazioni”, cassaforte da cui attingere per ricostruire la dotazione di un tipografo e anche per verificare se inserire o meno altre “informazioni” nella stessa. L’a., infatti, grazie a una conoscenza non solo dei materiali del Farfengo (carta, caratteri, iniziali e illustrazioni), ma anche dei vari tipografi attivi in area bresciana nel Quattrocento, riesce «ridiscutendo, dopo i primitivi tentativi di classificazione proposti da Haebler, BMC e poi da Veneziani, le serie di caratteri via via a disposizione del tipografo» (p. X) a «poter intervenire in modo scientificamente solido nell’ambito delle possibili attribuzioni di edizioni non sottoscritte» (p. X), come rileva Edoardo Barbieri nella Presentazione (pp. VII-XIII). Apre il libro un capitolo che ricostruisce la figura del Farfengo, Per venerabile pre Baptista Farfengo (pp. 1-15), in cui – a fronte della esigua documentazione archivista conservatasi – fa da contraltare l’importante novità che il Farfengo sarebbe attestato ancora agli inizi del XVI secolo. A questo segue Il mestiere del tipografo. Battista Farfengo tra cultura umanistica e plaquettes di larga circolazione (pp. 17-172), in cui l’a. – forte della conoscenza della produzione editoriale bresciana del XV secolo – incastona in questo importante vol. un capitolo fondamentale sia per la storia editoriale dell’attività del Farfengo, ma – in una prospettiva più ampia – per l’editoria bresciana di fine XV secolo. – A.T.
049-G The Afterlife of Aldus: Posthumous Fame, Collectors and the Book Trade, edited by Jill Kraye – Paolo Sachet, London, Warburg Institute, 2018 (Warburg Institute Colloquia 32), pp. XIII+200, ill. b/n e col., ISBN 978-1-908590-55-8 £30. Questo vol. raccoglie gli atti dell’omonimo convegno tenutosi nel 2015 presso il Warburg Institute di Londra. Il libro si articola in tre sezioni principali ed è costituito da nove saggi più il catalogo di una piccola mostra allestita per l’occasione alla British Library. Nel primo saggio (From the Printer’s Mind to the Author’s Hand: Paolo Manuzio and his Tre libri di lettere volgari, pp. 3-20) Lodovica Braida analizza le raccolte di lettere pubblicate da Paolo Manuzio. In seguito, Shanti Graheli (Strategies and Failures of a Renaissance Publishing Venture: the Accademia Veneziana and the Myth of Aldus, pp. 21-44) fornisce alcuni ragguagli su una ricerca in corso d’opera circa il programma (in larga parte fallimentare) di pubblicazioni dell’Academia Veneta. Il terzo contributo (The End of the Manutius Dinasty, pp. 45-78), di Angela Nuovo, si concentra invece sugli ultimi infelici anni di vita di Aldo il Giovane e le vicissitudini della sua biblioteca, fornendo la trascrizione di alcuni interessanti documenti circa l’epilogo della dinastia Manuzio. La seconda sezione del libro è dedicata al collezionismo privato aldino in Italia e Francia in Età Moderna. Nel primo dei tre ottimi saggi, Luca Rivali (Five Centuries of Aldine Collecting in Italy: Known and Lesser-known Cases, pp. 81-114) mostra come l’interesse per le edizioni aldine nella nostra penisola si sia pienamente sviluppato solo a partire dal Settecento, quando furono create raccolte erudite incentrate sulla storia del libro (e il caso della famiglia Trivulzio è qui esemplare). Nel contributo seguente, Shanti Graheli (Aldine Editions in Early Modern France, pp. 115-132) mette in evidenza come di fatto la bibliofilia aldina stricto sensu abbia avuto origine in Francia, dove i collezionisti erano guidati da quella moda italofila, che aveva contagiato anche il monarca Francesco I e il suo tesoriere Jean Grolier. Il terzo saggio (Aldine Collecting and Aristocratic Values in French Bibliophily Before and After the French Revolution, pp. 133-142) di François Depuigrenet Desroussilles e Jean Viardot mette in evidenza come il periodo di massimo splendore del collezionismo francese di aldine sia stato quello successivo alle grandi rivoluzioni che scossero la nazione tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento, grazie soprattutto alla grande circolazione di esemplari dovuta allo smembramento di numerose collezioni nobiliari. La terza sezione del vol. comprende tre resoconti sul commercio e il collezionismo aldino contemporaneo in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. Nel primo, Paolo Sachet (Selling Aldus in the UK [c. 1630-2015]: Towards a Checklist of British Sale Catalogues of Books Published by the Manuzio Family, pp. 145-156) offre alcuni interessanti dati sul collezionismo britannico ottocentesco basandosi su un database di cataloghi di vendita inglesi interessati alle edizioni aldine che egli sta ora sviluppando e di cui si attende la pubblicazione. Gli ultimi due contributi (The Aldine in British Book Trade History: A Look at Three Major Collections, pp. 157-169; Aldine Tributaries: Collecting Aldus Manutius in the 21st Century, pp. 171-192), a firma rispettivamente di Nicholas Poole-Wilson e G. Scott Clemons, costituiscono due gustosi racconti personali sul collezionismo di aldine nel ventunesimo secolo. Chiude questo bel vol. il catalogo della mostra Collecting the Renaissance, curata dai due editors del vol. e da Stephen Parkin, corredato da alcune ottime immagini a colori e in b/n, nonché dal sempre utile indice dei nomi. – N.V.
049-H Vita e Pensiero: cento anni di editoria. Catalogo storico 1918-2017, a cura di Roberto Cicala – Mirella Ferrari – Paola Sverzellati, Milano, Vita e Pensiero, 2018, pp XXXVIII+1052+XL di tavole, ill. col., ISBN 978-88-343-3691-5, € 40. A un secolo dalla nascita della casa editrice Vita e Pensiero è stato pubblicato questo bel catalogo – molto ragionato – a cura di Roberto Cicala, Paola Sverzellati e Mirella Ferrari, che arriva ventiquattro anni dopo quello storico, uscito nel 1994 (e di cui, questo, è diretta prosecuzione). Il vol. è molto più che un semplice elenco di libri, autori, collane o riviste, è la storia di una visione, di un’idea, è la storia della tenace volontà di una manciata di uomini poco più che trentenni a rinnovare la cultura italiana, che si ritrovava isolata, confusa e abbandonata nel buio di un caos totale (e totalizzante): «questo abbiamo fatto», scriveva Agostino Gemelli nella Prefazione al Carlo Marx di Olgiati, primo volume di V&P, «(siamo un gruppo di giovani, che sperano nella rinascita cristiana del nostro Paese) nella Rivista di Filosofia Neoscolastica e nella rassegna di cultura Vita e Pensiero. Questo vogliamo fare oggi con la collezione, che questo volume inizia. Vogliamo mostrare come una cultura che risponda alle esigenze attuali non può trovare il suo asse fondamentale che nel Cristianesimo. I problemi attuali della scienza, della filosofia e dell’arte abbiamo cercato di prospettarli ai nostri lettori in funzione della concezione cristiana. […] Sentiamo il bisogno di qualche cosa di completo, di più sistematico. E con questi frammenti raccolti, perché non ci sentiamo le forze di scrivere una Somma, ecco qui una collezione, nella quale vogliamo, anno per anno, segnare il frutto dei nostri studi religiosi. Certo, è un’audacia e forse una pretesa la nostra. C’è un poco della inconsapevolezza dei giovani. Ma sentiamo tanto desiderio della buona battaglia, sentiamo tanto il bisogno di arrivare agli altri giovani, abbiamo tanta fiducia nell’aiuto di Dio, che osiamo. E osiamo in questo momento tragico, perché teniamo gli occhi fissi al domani e perché vogliamo che questo primo volume, come un amico, giunga a quanti sono oggi, per compiti vari, lontani dagli studii, suoni per essi come una fanfara nota e cara, li risvegli, li inciti a venire con noi, a lavorare insieme con noi per riconquistare a Gesù Cristo le anime dei giovani d’Italia». Ecco quindi spiegato il senso autentico della casa editrice (ma anche della futura Università Cattolica): dare voce forma e consistenza a un’idea, a un modo di pensare, consegnare alle nuove generazioni una cultura vera, vivificante, che trova la propria essenza in Gesù Cristo. La vita e il pensiero al centro di tutto, perché non esiste una senza l’altro, e viceversa: non c’è pensiero senza esperienza pratica della vita e non c’è vita che non sia sterile quando non è tutta immersa nella ragione. E il pensiero di V&P non si è mai chiuso tra le mura dell’Università o dell’ambiente cattolico (nonostante per lunghi periodi abbia dovuto fare le veci di un’editoria cattolica generalista o spirituale gravemente carente), riuscendo a confrontarsi con un largo pubblico né solamente universitario e neanche solamene cattolico, come si può facilmente intravedere dando una scorsa veloce a questo bel catalogo, che è anche una parata di nomi fondamentali per la cultura italiana del Novecento (Papini, Bo, Montini, Vigorelli, La Pira…). Ben fatta l’appendice iconografica – 40 pagine di storia a colori – che mette in luce pure la tenacia con cui la casa editrice sia riuscita a sopravvivere a un secolo di gravi e grandi sconvolgimenti storici, sociali e culturali: nata durante la Prima Guerra Mondiale, ha vissuto l’ascesa e il declino di una dittatura, di un nuovo conflitto internazionale, ha visto gli anni e delle contestazioni giovanili e quelli di piombo, passando per il crollo del Muro di Berlino, e attraverso innumerevoli innovazioni tecniche, tecnologiche e informatiche. Vita e Pensiero ha saputo cambiare insieme ai cambiamenti, senza mai perdere la sua vera natura, senza mai smarrire l’attrito con la storia, con la realtà. Interessanti e illuminanti le parole introduttive del Rettore dell’Università Cattolica, Franco Anelli, di Giuliano Vigini e di Roberto Cicala; utilissime le avvertenze. Un catalogo ben fatto e ben pensato, dove nessuna scelta risulta mai casuale. – Ar.L.
049-001 «ABEI Bollettino di Informazione», 27, 2018/2. Si parla di “Manus online” (Lucia Negrini) e della “Nuova biblioteca manoscritta (NBM)” (Lorena Dal Poz, Paolo Eleuteri), dei fondi manoscritti conservati preso la Biblioteca di San Francesco della Vigna (Federica Benedetti) e del database “Manuscripta.at” per la catalogazione dei manoscritti in Tirolo (Matti Myllykoski). – Em. B.
049-002 Ammannati (Francesco), Book prices and monetary issues in Renaissance Europe, in Selling & Collecting, edited by G. Granata – A. Nuovo, pp. 161-76. Il contributo analizza vari aspetti di economia monetaria relativamente all’Europa del Rinascimento, mostrando i problemi connessi all’analisi dei prezzi dei libri, dedotti di volta in volta da fonti diverse. – L.R.
049-003 Ancora per Aldo Manuzio. Ai margini del V centenario – Contributi e Ricerche Interdisciplinari, a cura di Alessandro Scarsella e Marco Menato, Gorizia-Trieste, Biblioteca Statale Isontina e Simone Volpato Studio Bibliografico Editore, 2018 (Studi Goriziani. Rivista della Biblioteca Statale Isontina), pp. 178, ISBN 978-88-96925-21-8, € 25. Il vol. presenta gli atti del convegno promosso dal Dipartimento Studi Linguistici e Culturali Comparati dell’Università di Venezia e dal Convento di San Francesco della Vigna. Le due giornate di studio si sono tenute a Venezia l’8 e il 9 aprile 2016 tra l’Università Ca’ Foscari e il Convento di San Francesco. Il vol. è schedato sotto i singoli contributi principali. – L.Mo.
049-004 Armenia. Antichi manoscritti armeni, [mancano note tipografiche], pp. [16], ill. col., manca ISBN e prezzo. Agile opuscolo che ripercorre in maniera succinta la storia di alcuni codici armeni, ma con un apparato iconografico estremamente ricco di immagini con vangeli miniati e antiche legature sempre di origine armena. – D.M.
049-005 Ascenzi (Anna), La prensa periódica para la infancia y la juventud en Italia entre los siglos XIX y XX: el caso Milanés, in Prensa pedagógica, mujeres, niños, sectores populares y otros fines educativos, J. M. H. Díaz (ed.), pp. 285-95. Con un lavoro molto ben documentato, l’a. ha il merito di aver ricostruito per la prima volta in modo organico la storia della stampa periodica per bambini in Italia tra i secoli XIX e XX, prestando attenzione particolare al mondo editoriale milanese. Oltre a contribuire fattivamente allo sviluppo del centro editoriale ambrosiano, i periodici per l’infanzia e la gioventù hanno assunto un ruolo centrale nell’accrescimento globale dell’alfabetizzazione e nell’ammodernamento culturale-educativo del paese tra ‘800 e ‘900. – Ar.L.
049-006 «Avisos», XXIV, 85 mayo-agosto 2018. Si tratta di due documenti secenteschi relativi a un incidendo occorso all’ambasciata inglese di Madrid, e del legatore Manuel Bueno. – ED.B.
049-007 Barbero (Giliola), Ordinary and extraordinary prices in the Giolito Libri spirituali sales list, in Selling & Collecting, edited by G. Granata – A. Nuovo, pp. 211-64. L’a. presenta un catalogo a stampa di libri dei Giolito, conservato presso l’Augusta di Perugia. Si tratta di un elenco di 81 libri religiosi, specie a carattere devozionale, di cui si forniscono i prezzi, oggetto di analisi nella seconda parte del saggio. – L.R.
049-008 Bardelli (Daniele), «Vita e Pensiero» 1914-1921. Una rivista cattolica d’avanguardia alle origini dell’Università Cattolica, Milano, Vita e Pensiero, 2017 (Storia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Temi, questioni, protagonisti, VII), pp. X+421, ISBN 978-88-343-3443-0, € 50. Daniele Bardelli ripercorre in questo bel vol. i primi passi (dal 1914 al 1921) della rivista “Vita e Pensiero”, nata dalla tenace determinazione a “fare di più”, dallo strenuo desiderio di rinvigorire «la anemica coltura italiana con questo pensiero cristiano che anima tutta la nostra vita e le conferisce un significato», come scriveva il padre fondatore Agostino Gemelli nel 1920. Nella bufera dei movimenti avanguardisti, in mezzo a quella che Mangiagalli chiama la “cultura della crisi”, “Vita e Pensiero” chiede un ritorno al Medioevo: «siamo medioevalisti perché abbiamo compreso essere necessario che l’anima che ispirava la coltura medioevale, – proprio quell’anima, ma maturata – ispiri pure la nostra coltura, vivifichi il nostro pensiero contemporaneo. Noi ritorniamo cioè al Medioevo, non per arrestarci e cristallizzarci in esso, ma per trovare in esso le armi efficaci a conquistare l’avvenire, ossia per far sì che, come la Chiesa Cattolica era allora l’anima della coltura, lo sia, o meglio lo divenga anche oggi» (Agostino Gemelli, Medioevalismo, «Vita e Pensiero», I, 1, 1914, p. 2). Di fronte a una scienza che evita con maestria funambolesca i problemi più seri dell’esistenza umana, il Cristianesimo è apparso come l’unica cosa in grado di dare una sintesi profonda, rivelandosi una vera e propria “dottrina della vita”. – Ar.L.
049-009 Bernini (Rita), Adolfo De Carolis e il recupero della tradizione editoriale manuziana, in Parole che restano, a cura di A.G. Cassani – D. Ferrara – G. Turria, pp. 119-21. L’a. discute dell’attività dell’incisore Adolfo De Carolis (1874-1928) e in particolare il suo rapporto lavorativo con Pascoli e D’Annunzio. – S.C.
049-010 Berra (Claudia), Giovanni della Casa umanista e filologo, in La filologia in Italia nel Rinascimento, pp. 217-37. Le carte di Giovanni della Casa, anche quelle acquistate da poco dalla Biblioteca Vaticana, rivelano un assiduo esercizio filologico su testi greci e latini. Diversamente da quanto si è ripetuto in alcuni “medaglioni” dedicati al Della Casa, egli ebbe «non solo una formazione, ma anche una forma mentale umanistica e filologica; fu un umanista modernamente trilingue, di cultura e metodo raffinati, e con una innata, poi anche professionalmente sviluppata, geniale propensione a misurare e ritagliare sul presente i temi libreschi» (p. 236). – L.Ma.
049-011 Bocconi (Gabriella), Immagini narranti. Edizioni illustrate nelle collezioni dell’Istituto Centrale per la Grafica, in Parole che restano, a cura di A.G. Cassani – D. Ferrara – G. Turria, pp. 123-27. L’a. espone la storia e l’evoluzione delle collezioni di incisioni, disegni, libri antichi e moderni dell’Istituto Centrale per la Grafica di Roma. – S.C.
049-012 Bonicoli (Louis-Gabriel), L’illustration des Renards traversans de Jean Bouchet. Décryptage d’un cycle iconographique original (1500-1531), «L’illustrazione», 2, 2018, pp. 21-45. L’opera di Jean Bouchet mira a denunciare l’operato dei suoi contemporanei visti come volpi false e insidiose: il ricco apparato illustrativo mostra un rapporto complesso con le sue fonti iconografiche. – Ed.B.
049-013 Brancato (Dario), Filologia di (e per) Cosimo I: la revisione della «Storia fiorentina» di Benedetto Varchi, in La filologia in Italia nel Rinascimento, pp. 257-273. La Storia fiorentina del Varchi fu lasciata incompiuta alla morte dell’autore (1565) e venne pubblicata solo nel 1721, al termine di rocambolesche vicende. Si analizza il lavoro di Cosimo I e del suo segretario Baccio Baldini, che sottoposero l’originale del Varchi a un lungo lavoro di sfoltimento e razionalizzazione. – L.Ma.
049-014 Bruni (Flavia), Peace at the Lily. The De Franceschi section in the stockbook of Bernardino Giunti, in Selling & Collecting, edited by G. Granata – A. Nuovo, pp. 265-81. In un registro della libreria di Bernardino Giunti, compilato nei primi vent’anni del Seicento e oggi conservato presso il Department of Special Collection della University of California Library (L.A.), si trova un cospicuo nucleo di libri stampati da Francesco De Franceschi e dai suoi eredi. -L.R.
049-015 «Bulletin de l’AELAC», 26-27, 2016-2017. Come sempre un prezioso strumento bibliografico che permette di tenere sotto controllo tutto ciò che si pubblica nel mondo relativamente agli apocrifi cristiani (comunemente ed erroneamente detti “apocrifi del Nuovo Testamento”). Collegato alla collana “Corpus christianorum. Series apocryphorum” di Brepols, la pubblicazione annuale, oltre a rendere ragione delle riunioni dell’Association pour l’Étude de la Littérature Apocryphe Chrétienne, informa su quanto viene pubblicato sul settore a livello internazionale suddividendo le informazioni secondo i numerosi soggetti individuati. – Ed.B.
049-016 Cagnolati (Antonella), La maestrina entra in redazione. La presenza delle donne nella stampa pedagogica dell’Italia postunitaria, in Prensa pedagógica, mujeres, niños, sectores populares y otros fines educativos, J. M. H. Díaz (ed.), pp. 29-44. Con l’aumento del numero delle scuole nel periodo postunitario, è stato necessario un frettoloso e massiccio reclutamento di insegnanti, che si ritrovarono, quasi completamente inesperte, a recitare la parte della “maestra”. Per cercare di colmare almeno in parte le mancanze più gravi, vennero create diverse riviste di argomento pedagogico. È così che “la maestrina” entrava nelle redazioni, «evidenziando la nuova immagine delle donne che lavoravano fuori casa ed esaltando il concetto di lavoro intellettuale come primo passo verso la loro emancipazione» (p.29). Per la loro natura pionieristica, l’a. ha concentrato le sue ricerche su due diverse riviste, “La educatrice italiana” e “La donna”. – Ar.L.
049-017 Caldura (Riccardo), Scripta volant. Verso la tipografia futurista, in Parole che restano, a cura di A.G. Cassani – D. Ferrara – G. Turria, pp. 93-101. L’a. tratta il rapporto tra il movimento futurista e la tipografia. – S.C.
049-018 Capelli (Roberta) – Pulsoni (Carlo), Ezra Pound editore (mancato) di Arnaut Daniel e Guido Cavalcanti, «Giornale italiano di filologia», 70, 2018, pp. 315-50. Un aspetto poco noto di Ezra Pound è il suo rapporto di amore-odio con la filologia neolatina. Da dottorando con una tesi su Lope de Vega (mai discussa), Pound finì per rinnegare la disciplina, ma non senza spendersi nella pubblicazione di alcune traduzioni in inglese di Arnaut Daniel e Guido Cavalcanti, di cui si ripercorrono qui i lavori di allestimento, le travagliate vicende editoriali e il giudizio della critica italiana. – D.M.
049-019 Caruso (Carlo), Boccaccio anni Venti: Andrea Calvo, Hieronimo Claricio, Tizzone Gaetano da Pofi, in La filologia in Italia nel Rinascimento, pp. 177-91. La filologia boccacciana di inizio Cinquecento: le edizioni dell’Ameto (1520) e dell’Amorosa visione (1521) curate da Calvo e Claricio – con l’annosa questione dell’esistenza di una presunta seconda redazione d’autore del poema boccacciano, attestata appunto dall’edizione del 1521 –, e quelle della Fiammetta (1524) e del Teseida (1528) curate da Tizzone Gaetano da Pofi. – L.Ma.
049-020 Cassani (Alberto Giorgio), Festina lente. Di possibili tangenze tra Aldo Manuzio e Leon Battista Alberti, in Parole che restano, a cura di A.G. Cassani – D. Ferrara – G. Turria, pp. 59-69. L’a. analizza il rapporto tra Manuzio e l’Alberti, sottolineando in particolare la vicinanza tra alcuni passi di opere dell’umanista e il motto Festina lente adottato dall’editore. – S.C.
049-021 Cassese (Giovanna), Caratteri ad arte. La Tipografia nelle Accademie di Belle Arti italiane: un Patrimonio tra passato e futuro, in Parole che restano, a cura di A.G. Cassani – D. Ferrara – G. Turria, pp. 103-15. L’a. parte dall’attività di Aldo Manuzio per iniziare una riflessione sul rapporto tra l’Accademia di Belle Arti, la tipografia e la grafica d’arte. – S.C.
049-022 Castelli (benedetto), Della misura dell’acque correnti. Alcuni opuscoli filosofici, a cura di Salatore Ricciardo, Brescia, Morcelliana, 2018 (Biblioteca degli scienziati religiosi, 2), pp. 163, ill. b/n, ISBN 9788837231484, € 26. Accanto al Della misura dell’acque correnti (1628), il volume curato da Ricciardo propone per la prima volta l’edizione critica degli Opuscoli filosofici (postumi nel 1669) di Benedetto Castelli (1577/78-1643), che Vincenzo Antinori definì «primo e solenne discepolo» di Galileo. Bresciano d’origine, il Castelli compose il trattato sulle acque dopo quello che oggi definiremmo un “sopralluogo tecnico” a Ravenna, Ferrara e Bologna, per accertarsi della possibilità di divergere il corso del fiume Reno nel Po come avrebbe voluto il pontefice Urbano VIII. L’autore fornì un’analisi matematica delle grandezze fluenti e la stamperia della Camera Apostolica diede alla luce il testo come autorevole contribuito scientifico alla politica barberiniana di consolidamento del potere dello Stato Pontificio nel delta del Po contro le influenze della Serenissima. Negli Opuscoli, invece, Castelli tenta di ampliare l’orizzonte delle dottrine e del metodo del maestro all’indomani del 1633 trattando di luce, calore e movimento. Il testo è noto come Mattonata per via degli esperimenti sull’argomento differenziale del calore condotto attraverso un mattone, ma anche in riferimento alla strategia canzonatoria messa in atto da Castelli e dal giovane Carlo Appiani contro le dottrine propugnate da Giovanni Luigi Confalonieri. – Dario Romano
049-023 Castillo Gomez (Antonio), El placer de los libros inútiles y otras lecturas en los Siglos de Oro, Madrid, Editorial CSIC, 2018, pp. 120, ill. col., ISBN 978-84-00-10327-9, € 10. Un libretto di piccole dimensioni che rispolvera antiche letture popolari d’intrattenimento, ma che pone l’attenzione anche a una serie di antiche pubblicazioni effimere, estremamente difficili da conservare perché conservate in fogli sciolti. A partire da alcuni episodi narrati nel Don Chisciotte, l’a. compie un ampio percorso sulla cultura scritta del Secolo d’Oro descrivendo manoscritti, bandi, avvisi, pasquinate e altre letture che potevano essere incontrate per le strade dell’epoca. – D.M.
049-024 Cipollone (Annalisa), Parole tra parentesi, in La filologia in Italia nel Rinascimento, pp. 37-59. Analisi dell’uso della parentesi nelle edizioni aldine di Petrarca (1501) e Dante (1502). – L.Ma.
049-025 Collins (Matthew), Highlights from the Illustration History of Dante’s Commedia at the Harvard Art Museums: from the Quattrocento to the Digital Age, «L’illustrazione», 2, 2018, pp. 95-101. Presentazionedi un percorso espositivo allestito prsso l’Harvard Art Museum e dedicato alle illustrazioni della Divina Commedia. – Ed.B.
049-026 Coppens (Christian) – Angela Nuovo, Printed catalogues of booksellers as a source for the history of the book trade, in Selling & Collecting, edited by G. Granata – A. Nuovo, pp. 145-60. Un contributo di carattere metodologico che mostra il valore storico ed economico dei cataloghi a stampa di librerie rinascimentali, fonti imprescindibili per la storia del commercio librario, ma anche per la politica dei prezzi. – L.R.
049-027 Cortesi (Mariarosa), Niccolò da Cusa a Cortemaggiore, in Edizioni, traduzioni e tradizioni filosofiche, a cura di L. Bianchi – O. Grassi – C. Panti, II, pp. 473-86. L’a. studia la storia della seconda edizione degli Opuscula varia theologica et mathematica del Cusano, stampata a Cortemaggiore nel 1502 dal tipografo Benedetto Dolcibelli e sovvenzionata dal marchese locale Rolando II Pallavicino. – S.C.
049-028 Csernus (Sándor), Naissance d’un adage flexible et aujourd’hui de retour: «La Hongrie, rempart de la Chrétienté», in Ex oriente amicitia. Mélanges offerts à Frédéric Barbier, édité per C. Madl – I. Monok, pp. 17-41. Se è vero che ogni popolo ha una propria missione, quella che la Storia ha assegnato alla nazione magiara è di essere un baluardo di civiltà contro la barbarie, in riferimento naturalmente alle guerre turco-ungheresi. L’a. ripercorre le origini di questo adagio e dimostra come la Francia non sia stata affatto estranea alla sua nascita (la prima storia ungherese di un qualche spessore scientifico vide la luce in francese, appunto). Correda il pezzo una ill. b/n. – E.G.
049-029 D’Onghia (Luca), Primordi della filologia dialettale, in La filologia in Italia nel Rinascimento, pp. 311-325. Alcuni casi cinquecenteschi che documentano una germinale attenzione filologica ai testi dialettali: gli inserti di parlate locali del De vulgari eloquentia nel volgarizzamento del Trissino (1529); quelli del Decameron e il diverso trattamento editoriale a essi riservato da Ludovico Dolce e Girolamo Ruscelli (edizioni del 1552); Ruzante (le cui opere vennero pubblicate tutte postume). – L.Ma.
049-030 Dal Poz (Lorena), Sull’illustrazione del libro a Venezia prima del Poliphilo, tra classicità e avanguardia, in Parole che restano, a cura di A.G. Cassani – D. Ferrara – G. Turria, pp. 71-8. L’a. offre una panoramica dell’illustrazione dei libri a stampa a Venezia fino all’Hypnerotomachia Poliphili, di cui sottolinea gli elementi di novità. – S.C.
049-031 De Pasquale (Andrea), Che cos’è la bibliologia, Bologna, Carocci (Le Bussole), 2018, pp. 143, ill. b/n, ISBN 978-88-430-9088-4, 12 €. Come suggerito la collana d’appartenenza, intento del v. è quello di orientare lettori non specialisti al mondo della bibliologia. Chi fosse già pratico della materia potrà apprezzare il saggio introduttivo con una chiara definizione della disciplina e una sua breve storia, mentre sulle parti più tecniche (edizioni, esemplari, catalogazione, descrizione del libro antico) l’impressione è che alcuni aspetti si sarebbero potuti approfondire maggiormente. Infelice la scelta dell’editore sulla qualità della carta che compromette un’agevole consultazione delle immagini, già di per sé riprodotte in piccole dimensioni. – D.M.
049-032 Decaria (Alessio), Poeti, copisti e filologi tra Quattro e Cinquecento, in La filologia in Italia nel Rinascimento, pp. 19-35. Quella del poeta che si fa copista è una figura non infrequente nella tradizione della letteratura italiana. Si esaminano in particolare gli interventi del notaio e poeta fiorentino Benedetto Biffoli su alcuni versi di Fazio degli Uberti, Bruzio Visconti, Domenico da Prato, e l’antologia poetica di Lorenzo Strozzi (Magliabechiano VII.1041). – L.Ma.
049-033 Des jardins & des livres, sous la direction de Michael Jakob, Genève, MetisPresses – Fondation Martin Bodmer, 2018 Þ rec. Massimo Visone, «L’illustrazione», 2, 2018, pp. 110-2.
049-034 Di carta. Edizioni e fogli preziosi tra antico e contemporaneo, a cura di Pierluca Nardoni – Maria Gioia Tavoni, Pistoia, Gli Ori, 2018, pp. 128, ill. b/n e col., ISBN 978-88-7336-741-3, € 22. L’interessante vol. curato da Pierluca Nardoni e Maria Gioia Tavoni accompagna l’esposizione torinese “Di carta. Edizioni e fogli di pregio tra antico e contemporaneo” (11 ottobre 2018-3 febbraio 2019), offrendo un viaggio unico alla scoperta del mondo della carta. Un percorso ben studiato e ampiamente documentato (anche visivamente) che racconta la storia di un materiale dalle mille anime e dalle molteplici forme, che si modella tra le mani sapienti di un artista, o sotto la forza violenta della pressa di un torchio o la gentile carezza di un calamo inchiostrato di uno scrittore… – Ar.L.
049-035 Die Hungarica-Sammlung der Frankeschen Stiftungen zu Halle, hrsg. von Brigitte Klosterberg und István Monok, Alte Drucke 1495-1800, Bd. I. A-O, Bd. II. P-Z, bearbeitet von Attila Verók, Budapest, MTA Könyvtár és Információs Központ, 2017 Þ rec. Judit P. Vásárhelyi, «Magyar könyvszemle», 134, 2018, II, pp. 237-40.
049-036 Dogheria (Duccio), La Controcultura ai tempi della Belle Époque. «L’Assiette au Beurre» (1901-1912), «L’illustrazione», 2, 2018, pp. 65-79 (con 4 tav. a colori). La rivista satirica francese, uscita in ben seicento numeri, fu riccamente illustrata da artisti del tempo, ai quali assegnava una rilevanza prima sconosciuta alle riviste. – Ed.B.
049-037 Dorigatti (Marco), Momenti della filologia ariostesca nel Cinquecento, in La filologia in Italia nel Rinascimento, pp. 193-215. Storia e traversie nel Cinquecento del testo dell’Orlando furioso, la cui edizione definitiva presenta un testo fortemente dissestato, di cui l’autore si dichiarò apertamente insoddisfatto. – L.Ma.
049-038 Drusi (Riccardo), La filologia di Vincenzio Borghini, in La filologia in Italia nel Rinascimento, pp. 167-76. Borghini applicò il suo metodo filologico non solo alla rassettatura del Decameron del 1573: negli anni Settanta pubblicò il Novellino, le trecentesche Storie pistolesi, lavorò alla castigazione della Cronica del Villani, elaborò le Annotazioni al Decameron dei Deputati e scrisse la Lettera intorno a’ manoscritti antichi. – L. Ma.
049-039 Ducreux (Marie-Elizabeth), Qu’est-ce qu’un propre des saints dans les «pays de l’empereur» après le Concile de Trente? Une comparaison des livres d’offices liturgiques imprimés aux XVIIe et XVIIIe siècles, in Ex oriente amicitia. Mélanges offerts à Frédéric Barbier, édité per C. Madl – I. Monok, pp. 157-234. I Propria Sanctorum dedicati al culto dei santi locali rappresentano una parte a sé stante dei libri liturgici. L’a. si concentra su quelli post tridentini, prima rapportandoli alle novità introdotte dal Concilio e poi, confrontandoli con le forme di quelli in uso fra XVII e XVIII secolo nelle diocesi di Ungheria, Boemia, Moravia, Austria e Slesia (i pays de l’empereur appunto), illustra cosa sia definibile come culto dei santi locali. – E.G.
049-040 Dukkon (Ágnes), Le cheminement dans l’Europe des XVIe et XVIIe siècles du «Calendrier historial», un type de publication populaire, in Ex oriente amicitia. Mélanges offerts à Frédéric Barbier, édité per C. Madl – I. Monok, pp. 63-85. L’a. concentra la propria attenzione sui cosiddetti calendari storici, il cui sviluppo/diffusione è da connettere al milieu della Riforma protestante perché questa particolare tipologia di pubblicazioni fu ideata per la prima volta a Wittemberg nel 1550 da Paul Eber, allievo di Filippo Melantone. L’a. ricostruisce le derivazioni dell’opera, la diffusione, i suoi contenuti e le varie tradizioni successive. Corredano il pezzo 17 ill. b/n. – E.G.
049-041 Edizioni, traduzioni e tradizioni filosofiche (secoli XII-XVI). Studi per Pietro B. Rossi, a cura di Luca Bianchi – Onorato Grassi – Cecilia Panti, Canterano, Aracne editrice, 2018 (‘Flumen sapientiae. Studi sul pensiero medievale’, 7), 2 voll., pp. V+338+V+341-623, ISBN 978-88-255-1661-6, € 40. È schedato sotto i singoli contributi. – S.C.
049-042 Errani (Paola) – Marco Palma, Graffiti malatestiani. Storie di donne, uomini, muri e banchi (secoli XV-XXI), Roma, Viella, 2018, (Scritture e libri del Medioevo, 17), pp. 139, ill. b/n, ISBN 978-88-331-3007-1, € 25. Il vol. è un vero e proprio catalogo di tutti i graffiti presenti all’interno della Biblioteca Malatestiana. L’intento è quello di ricostruire la vita della biblioteca attraverso la testimonianza lasciata dai visitatori della stessa, dal Quattrocento fino a oggi. Il catalogo dei graffiti è preceduto da un’introduzione storica relativa alla vita della biblioteca nel contesto della città di Cesena, segue una parte che ripercorre le principali tipologie di graffiti rinvenute nella biblioteca e infine vengono indicati i criteri di edizione. 241 sono i graffiti qui schedati, ogni scheda è composta da numero, testo del graffito, dimensioni, localizzazione, uso di materiali o tecniche diverse dall’incisione, segnalazione delle grafiche più rilevanti (nei graffiti dei secoli XV-XVI), datazione, bibliografia e tavola (qualora presente). Seguono alcune appendici che citano vari documenti attraverso i quali è possibile ricostruire la storia della biblioteca. Chiude il vol. un’appendice fotografica che dà conto di alcune modalità di incisione presenti alla Malatestiana. – A.T.
049-043 Ex oriente amicitia. Mélanges offerts à Frédéric Barbier à l’occasion de son 65e anniversaire, édité per Claire Madl – Istvàn Monok, Budapest, Magyar Tudomànyos Akadémia Könyvtàr és Informàciós Központ, 2017 (L’Europe en réseaux. Contribution à l’histoire de la culture écrite 1650-1918, VII), pp. 420, ill. b/n, ISBN 978-963-7451-317, s.i.p. Si tratta di un vol. miscellaneo offerto a Frédéric Barbier (de ses amis d’Europe centale, p. 9) in occasione del suo sessantacinquesimo compleanno. È schedato sotto i singoli contributi. – E.G.
049-044 Exportgut Reformation, Ihr Transfer in Kontaktzonen des 16. Jahrhunderts und die Gegenwart evangelischer Kirchen in Europa, Hrsg. von Ulrich A. Wien – Mihai D. Grigore, Göttingen, Vandenhoeck und Ruprecht, 2017 Þ rec. Pál Ács «Magyar könyvszemle», 134, 2018, I, pp. 106-10.
049-045 Ezio Gribaudo. I libri, metafora di una vita, a cura di Paola Gribaudo, Pistoia, Gli Ori, 2018, Þ Pasquale Fameli, «L’illustrazione», 2, 2018, pp. 117-8.
049-046 Farkas Gábor (Farkas), Andrássy Ignác Thuróczy- krónikája, «Magyar könyvszemle», 134, 2018, II, pp. 222-7. La storia di un prezioso esemplare della celebre Chronica Hungarorum. – Ed.B.
049-047 Fekete (Csaba), Kinek és mit ajánlott 1567-ben a debreceni zsinat?, «Magyar könyvszemle», 134, 2018, II, pp. 211-5. Sugli atti del concilio della chiesa calvinista tenutosi a Debrecen nel 1567. – Ed.B.
049-048 Ferenc Pintér. L’illustratore perfetto. Museo Ettore Fico outside (Torino 24 gennaio-22 aprile 2018) a cura di Pietro Alligo – Andrea Busto Þ rec. Erik Balzaretti, «L’illustrazione», 2, 2018, pp. 115-7.
049-049 Ferro (Antonella), Le aldine di Marco Besso, in Ancora per Aldo Manuzio. Ai margini del V centenario – Contributi e Ricerche Interdisciplinari, a cura di A. Scarsella e M. Menato, pp. 75-90. Contributo inedito al convegno, dove l’a. porta alla scoperta della piccola ma preziosa collezione aldina presente nella Fondazione Marco Besso di Roma, che conserva un patrimonio librario di oltre sessantamila volumi. Delle edizioni aldine si presentano le schede bibliologiche. – L.Mo.
049-050 Formiga (Federica), Aldo Manuzio: dal fumetto al graphic novel, in Ancora per Aldo Manuzio. Ai margini del V centenario – Contributi e Ricerche Interdisciplinari, a cura di A. Scarsella e M. Menato, pp. 50-68. L’a. ripercorre la ricezione dei lavori di Aldo Manuzio all’interno del settore del fumetto e del graphic-novel, fenomeno di recente apparizione e sorprendere. Si cita a proposito il fumetto di Andrea Aprile e Gaspard Njock dedicato ad Aldo Manuzio e promosso dal comune di Bassiano. – L.Mo.
049-051 Frasso (Giuseppe), Piccolo scambio epistolare dantesco tra Bruno Nardi e Giovanni Galbiati, in Edizioni, traduzioni e tradizioni filosofiche, a cura di L. Bianchi – O. Grassi – C. Panti, pp. 585-97. Sulla base dei fondi epistolari di Bruno Nardi e Giovanni Galbiati, rispettivamente conservati a Milano presso la Biblioteca Ambrosiana e a Firenze presso gli Archivi della Fondazione Franceschini, l’a. riporta e commenta alcune missive spedite tra i due studiosi attorno all’organizzazione di un ciclo di lezioni dantesche. – D.M.
049-052 Gatta (Massimo), Il Franciscus Columna ovvero l’estremo omaggio di Charles Nodier ad Aldo Manuzio, in Ancora per Aldo Manuzio. Ai margini del V centenario – Contributi e Ricerche Interdisciplinari, a cura di A. Scarsella e M. Menato, pp. 38-49. L’a. racconta in questo saggio, contributo inedito al convegno di studi, le vicende dell’ultima novella del poeta e bibliofilo francese Charles Nodier, pubblicata postuma nel 1844 e dedicata al grande tipografo veneziano. – L.Mo.
049-053 Gatti (Maria Vittoria), L’ufficio stampa in editoria, Milano, Editrice Bibliografica, 2018 (I mestieri del libro), pp. 156, ill. b/n, ISBN 978-88-9357-021-3, € 23.50. Il vol. si presenta come un pratico strumento per la gestione di un ufficio stampa di una casa editrice. Sviluppando il discorso in tre sezioni, l’a., dopo una prima parte introduttiva, presenta quali sono gli strumenti a disposizione di un ufficio stampa e quali devono essere le competenze complementari di chi in questo ufficio vi lavora. Il vol. è arricchito da interviste e contributi scritti di professionisti del settore e dalla presentazione di casi concreti di case editrici. Utile anche la presenza di numerose ill. in b/n con esempi esplicativi di comunicazione. Si segnala, inoltre, che il vol. è stato rivisto, impaginato e corretto dagli allievi del Master Professione Editoria (2018) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano in collaborazione con la Scuola di editoria AFGP. – L.Mo.
049-054 Gerencsér (Péter), A kisvárosi nyilvánosság a Hany Istók élclap példáján, «Magyar könyvszemle», 134, 2018, I, pp. 65-77. Il rapporto pubblico-privato nelle pagine di un periodico satirico del 1893. – Ed.B.
049-055 Gorman (Michael), I nostri valori, rivisti. La biblioteconomia in un mondo in trasformazione, traduzione di Giuliano Genetasio, prefazioni di Rosa Maiello e Alberto Petrucciani, edizione italiana a cura e con introduzione di Mauro Guerrini, Firenze, Firenze University Press, 2018 (Studi e saggi, 189), pp. XXXVI, 210, ISBN 978-88-6453-722-1, € 17,90. A quindici anni dalla sua prima edizione, l’interessante vol. propone lo storico lavoro di Michael Gorman ampliato e rivisto dallo stesso a. Il testo riflette su quelli che sono i valori connessi al lavoro in biblioteca: capacità di gestione, servizio, libertà intellettuale, razionalità, alfabetismo, apprendimento, equità nell’accesso alla conoscenza e all’informazione, privacy, democrazia e bene superiore. L’ottica è tesa alla difesa del valore e della funzione delle biblioteche con la giusta consapevolezza che il lavoro del bibliotecario richiede una professionalità in continua evoluzione, capace di rispondere a bisogni sociali e culturali in divenire. Il tutto è arricchito da due prefazioni (una di Rosa Maiello e una di Alberto Petrucciani) e da un’introduzione di Mauro Guerrini che riflette sull’advocacy della biblioteca. – Em.B.
049-056 Granasztói (Olga), «Éloge du roi de Prusse». Les connotations politique d’un succès de librarie. La Prusse et la Hongrie entre 1780 et 1790, in Ex oriente amicitia. Mélanges offerts à Frédéric Barbier, édité per C. Madl – I. Monok, pp. 267-288. La morte di Federico II di Prussia (1786) ebbe un impatto così grande sulla cultura europea che il mercato del libro fu invaso da edizioni di ogni sorta riguardanti la vita dell’imperatore. L’a. propone una panoramica delle opere – e di alcune importanti collezioni librarie ungheresi che le contenevano – sottolineando le motivazioni politiche alla base di alcuni di questi best seller. – E.G.
049-057 Granata (Giovanna) – Angela Nuovo, Introduction. The development of the book market and book collecting in the sixteenth century, in Selling & Collecting, edited by G. Granata – A. Nuovo, pp. 7-10. Si presentano sinteticamente i contenuti del vol. e le ragioni del convegno di cui i contributi sono il frutto. – L.R.
049-058 Granata (Giovanna), The collection of Monserrat Rosselló in the University Library of Cagliari, in Selling & Collecting, edited by G. Granata – A. Nuovo, pp. 11-33. La raccolta libraria del giurista Monserrat Rosselló (ca. 1560-1613), comprendente circa 4.500 edizioni, passò prima ai Gesuiti di Cagliari, poi alla biblioteca dell’Università. L’esame dell’inventario mostra i criteri di selezione dei libri e le pratiche di acquisto, basate sui antichi cataloghi, molti dei quali ancora conservati. – L.R.
049-059 Gutenberg (The) Bible of 1454. With a commentary on the life and work of Johannes Gutenberg, the printing of the Bible, the distinctive features of the Gottingen copy, the “Gottingen Model Book” and the “Helmasperger Notarial Instrument”, edited by Stephan Füssel, 3 volumi (2 di ripr. Anastatica e 1 fascicolo di 116 pp. di testi), Köln, Taschen, 2018, ill. col., ISBN 978-38-3656-2218, € 100. Taschen offre a tutti gli appassionati la riproduzione anastatica integrale della Bibbia di Gutenberg nell’esemplare della Niedersächsische Staats- und Universitätsbibliothek di Göttingen. I monumentali voll. sono accompagnati da un fascicolo di testi di accompagnamento dovuti a Stephan Füssel, direttore del Gutenberg Museum di Mainz. Non si tratta di un prodotto d’occasione, ma di una vera e propria risorsa originale, di grande interesse per gli studiosi della tipografia quattrocentesca. Corredato di ottime riproduzioni fotografiche, il volumetto si apre con un aggiornato profilo biografico di Gutenberg. Il secondo capitolo si sofferma sulla Bibbia, presa in considerazione da vari punti di vista (testo, mise en page, caratteri, correzioni manoscritte, rubriche…). L’a. passa poi a descrivere analiticamente l’esemplare di Göttingen, che presenta una straordinaria legatura in pelle di porco. Gli ultimi due capitoli sono probabilmente i più interessanti: uno contiene la riproduzione fotografica, la trascrizione e la traduzione inglese del documento redatto dal notaio magontino Ulrich Helmasperger il 6 novembre 1455, anch’esso conservato a Göttingen, che è l’unica evidenza documentaria della partecipazione di Gutenberg e Fust nella realizzazione di una Bibbia a stampa; l’altro offre la riproduzione, la trascrizione e la traduzione inglese di un altro preziosissimo cimelio di Göttingen, un manoscritto con modelli di decorazione a uso di miniatori. Chiudono le note, la bibliografia di riferimento, l’elenco delle copie note (anche riprodotte in digitale) della Bibbia di Gutenberg e un utile glossario. – L.R.
049-060 Gyáni (Gábor), Lipták Dorottya (1951-2018), «Magyar könyvszemle», 134, 2018, I, pp. 87-9. Necrologio.
049-061 Haraszti Szabó (Péter), A prágai egyetem magyarországi diákjainak könyvkultúrája a középkorban, «Magyar könyvszemle», 134, 2018, I, pp. 1-16. Inchiesta sulla cultura libraria degli studenti ungheresi iscritti all’Università di Praga nel corso del Medioevo. – Ed.B.
049-062 Hendre Bíró (Doina), Le contexte politique et les conditions d’achat de l’ancienne imprimerie des jesuites par Ignace Batthyány, évêque de Transylvanie, in Ex oriente amicitia. Mélanges offerts à Frédéric Barbier, édité per C. Madl – I. Monok, pp. 309-26. La personalità del vescovo Ignace Batthyány e l’audacia della sua intrapresa editoriale (acquistò la tipografia dei Gesuiti nel 1784) forniscono all’a. l’occasione per riflettere sul contesto politico e sulle condizioni in cui la stamperia operò, gettando luce sulle attività di un’impresa (la Typographia episcopalis) ancora poco studiata nonostante la sua rilevanza. Completa il pezzo una ill. b/n. – E.G.
049-063 Hevesi (Andrea), A Somogyi- könyvtár Vizsolyi Bibliája, «Magyar könyvszemle», 134, 2018, II, pp. 216-21. Il recupero di un nuovo esemplare della Bibbia protestante ungherese del 1590. – Ed.B.
049-064 Il libro d’artista nelle Edizioni Il Bulino di Roma. Beatriz Salvo Castro intervista Sergio Pandolfini, in “Insula europea”, 8 dicembre 2018. La rivista culturale perugina diretta da Enrico Pulsoni (on line all’indirizzo www.insulaeuropea.eu), ospita l’intervista a Sergio Pandolfini in occasione dei quarant’anni dell’attività di stampatore d’arte di quest’ultimo. Pandolfini, palermitano di nascita, trasferitosi a Roma e appassionatosi alla tecnica dell’incisione, dopo aver acquistato, assieme al padre, un torchio Bendini all’inizio degli anni ‘70, nel 1979 iniziò a realizzare le prime stampe in piccolo locale nel rione Monti. E fu questo l’inizio di un cammino che lo portò anche ad aprire una galleria (chiusa nel 2010), senza mai tralasciare l’attività della stamperia. Nel corso dell’intervista Pandolfini ricorda come il libro d’artista nasca grazie alle Avanguardie storiche del Novecento e, in particolare, al Futurismo. È, infatti, in un brano degli Indomabili di Marinetti (1922) il luogo in cui viene teorizzata la “smaterializzazione del libro consueto”, afferma Pandolfini, “per una sua trasfigurazione e decontestualizzazione in forme e materiali che potessero esaltare il contenuto di un libro-oggetto d’arte o ne potessero indicare un senso inusuale, ma sempre in una logica di esaltazione del valore culturale, formativo, creativo che un libro può e deve ricoprire”. Conclude l’intervista una breve ma interessante analisi sullo stato e la salute del libro d’artista in Italia e in Europa. – Andrea G.G. Parasiliti
049-065 Incunaboli a Catania, I: Biblioteche Riunite ‘Civica e A. Ursino Recupero’, Roma, Viella, 2018 (Incunaboli, 1), pp. 300, ill. b/n, ISBN 978-88-6728-986-8, € 40. L’incunabolistica è una disciplina che ha una sua nobile tradizione. Il primo a impiegare sistematicamente un metodo paleografico agli stampati quattrocenteschi fu probabilmente Henry Bradshaw (1831-1886), che però mai ne mise in discussione la natura. Che gli incunaboli siano ibridi è ormai assodato e a dimostrarlo c’è la varietà dei modelli descrittivi a essi applicati. Si pensi, per esempio, alle norme di SBN antico, che assurdamente prevedevano, data l’assenza, di solito, del frontespizio, di inserire nell’area del titolo le prime parole del testo, così da rendere impossibile il riconoscimento dell’edizione. Il giusto equilibrio si deve al modello Bod-Inc (da cui il progetto Text-Inc), che valorizzando la natura bibliografica delle edizioni descritte, ne sviscera analiticamente i contenuti. Il primo volume del catalogo degli incunaboli delle biblioteche catanesi, come altri suoi più recenti predecessori siciliani e non, scavalca invece il confine e imposta le 126 schede come se si avesse davanti un fondo di manoscritti. La sequenza è dunque ordinata per segnatura di collocazione. All’intestazione seguono i dati bibliografici (data, luogo, tipografo), un elenco di repertori di riferimento (sostanzialmente mutuati da ISTC) la successione dei testi pubblicati nel volume e una serie di note bibliologiche che sfociano in una descrizione dell’esemplare che insiste soprattutto su minuti particolari sullo stato dell’esemplare. La serie delle schede si chiude con un’ampia bibliografia di riferimento e da un apparato indicale che rappresenta l’unica chiave di accesso al catalogo: cronologico, degli autori delle opere e degli incipit, dei nomi di persona e di luogo (?), degli editori e dei tipografi, dei luoghi, dei possessori (ma con un ordinamento da rivedere e privo di qualche nome, come il Martino da Brescia della scheda 2). Chiude un’ampia serie di tavole in bianco e nero, mentre i testi proemiali presentano alcuni spunti per la storia del fondo. – L.R.
049-066 «InPRESSIONI. Colloquia graphica et exlibristica», 9, XVIII, autunno 2018. La rivista trimestrale della Scuola Grafica Genovese propone, in questo numero, interventi sugli incisori Costante Costantini, Attila Sassy, Michel Fingesten, Bruno Misseri, Elena Hlodec e sulla presenza delle iscrizioni runiche negli ex libris. – Martina Molino
049-067 Italia (Paola), Alle origini della filologia d’autore. L’edizione del «codice degli abbozzi» di Federico Ubaldini, in La filologia in Italia nel Rinascimento, pp. 379-98. L’edizione del Vat. Lat. 3196 pubblicata da Ubaldini nel 1642 è alle origini della filologia d’autore (e infatti Santorre Denenedetti, nella sua edizione dei frammenti autografi dell’Orlando furioso – atto di nascita della critica delle varianti – segue alcune strategie di mise en page di Ubaldini). Ne se ricostruisce il contesto culturale (la cerchia di Urbano VIII e la rinascita classicistica da lui promossa), e il sistema filologico, strettamente legato a quello dell’edizione del Documenti d’amore di Francesco da Barberino, del 1640. – L.Ma.
049-068 Kasza (Péter), Lazius kéziratok. Filológiai alapvetés egy kritikai kiadás elé, «Magyar könyvszemle», 134, 2018, II, pp. 148-69. Ricerca sui mss. che conservano la decade relativa agli anni 1540-1556 (quella più rilevante) delle monumentali Rerum Austriacarum Decades si Wolfgang Lazius (1514-1565). – Ed.B.
049-069 Keiderling (Thomas), Aufstieg und Niedergang der Buchstadt Leipzig, Beucha-Markkleeberg, Say Verlag, 2012 Þ rec. Mária Rósza, «Magyar könyvszemle», 134, 2018, I, pp. 90-3.
049-070 Kiss Farkas (Gábor), A második magyar filológus, Joannes Baptista Novosoliensis, «Magyar könyvszemle», 134, 2018, II, pp. 136-47. Joannes Baptista Novosoliensis stidiò a Bologna e poi insegnò umanità a Cracovia dove ha lasciato traccia dei suoi studi filologici nel primo decenni del XVI sec. – Ed.B.
049-071 Kocsis (Lajos), Györgyjakab Márton csíkszeredai nyomdász könyvkiadói tevékenysége (1884-1899), «Magyar könyvszemle», 134, 2018, I, pp. 56-64. Note sull’opera editoriale di Marton, attivo a Csikszereda a fine XIX sec. – Ed.B.
049-072 Kovács (Andrea), Vergente mundi vespere. Egy ismeretlen Szent László- himnusz a Szepességben és Sittenbe, «Magyar könyvszemle», 134, 2018, II, pp. 125-35. Sul recupero di un inno dedicato a s. Stefano d’Ungheria. – Ed.B.
049-073 Kristóf (Ildiko Sz.), Anthropologie dans le calendrier: la représentation des curiosités de la nature et des peuples exotiques dans les calendriers de Nagyszombat (Tyrnavia), 1676-1773, in Ex oriente amicitia. Mélanges offerts à Frédéric Barbier, édité per C. Madl – I. Monok, pp. 87-113. L’a. offre una lettura – di storia culturale e sociale più che di storia del libro – della collezione dei calendari custoditi nei fondi antichi della biblioteca dell’Università Loránd Eötvös di Budapest, l’istituzione che succedette all’Accademia dei Gesuiti fondata a Nagyszombat (oggi Tyrnavia, in Slovacchia) nel 1635 e che stampò larghissima parte del materiale oggi raccolto in questa collezione. Corredano il pezzo 12 ill. b/n. – E.G.
049-074 L’eredità di Ernesto Rossi. Il fondo della Biblioteca Paolo Baffi, a cura di Simonetta Schioppa – Silvia Mastrantonio, Roma, Eurosistema Banca d’Italia, 2018, (Collezioni e studi della Biblioteca Paolo Baffi, 1), pp. 437, ill. col., ISSN 2611-4518, s.i.p. Il bel vol. presenta il catalogo dei libri appartenuti al politico e giornalista Ernesto Rossi (1897-1967), libri donati alla Biblioteca di economia della Banca d’Italia (intitola a Paolo Bariffi) da Giulio Cifarelli e Claudio Treves, che li avevano a loro volta ricevuti – grazie a un legato testamentario – dalla moglie Ada. Il catalogo è preceduto da tre sezioni che introducono proficuamente il lettore all’argomento. Nella prima, Amici, compagni di prigionia, testimoni: i libri di economia appartenuti a Ernesto Rossi (pp. 13-103), Simonetta Schioppa ricostruisce, attraverso una serie di documenti (lettere e istanze), il formarsi di parte della raccolta libraria durante gli anni di detenzione e di confino di Ernesto Rossi. Nella seconda, Le fonti archivistiche (pp. 105-113), Renata Martano rende nota delle fonti archiviste di cui ci si è avvalsi per la redazione del catalogo e nella terza, Il fondo Ernesto Rossi. Presentazione e guida alla consultazione del catalogo (pp. 115-123), Silvia Mastrantonio informa riguardo alla struttura stessa del catalogo e delle schede. Segue quindi il catalogo dei 527 pezzi di Ernesto Rossi donati alla Biblioteca Paolo Bariffi, catalogo curato da Simonetta Schioppa e Silvia Mastrantonio (con la collaborazione di Maria Grazia Masone). Il catalogo è così suddiviso: monografie (nn. 1-413), estratti (nn. 414-504), atti parlamentari (nn. 505-513) e periodici (nn. 514-527). Seguono 106 schede di lettere che testimoniano l’attività di traduttore del Rossi. Il vol. è corredato da belle e numerose fotografie che documentano la raccolta, chiudono il vol. l’indice delle responsabilità autoriali, quello dei titoli, quello dei timbri, dei visti e dei numeri di matricola e quello delle illustrazioni. – A.T.
049-075 La filologia in Italia nel Rinascimento, a cura di Carlo Caruso – Emilio Russo, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2018 (Biblioteca dell’Arcadia. Studi e testi, 4), pp. XXIII + 421, ill. b/n, ISBN 978-88-9359-157-7, € 58. Il volume, che raccoglie le comunicazioni tenute nel corso delle giornate di studio svoltesi a Roma tra il 30 maggio e il 1° giugno 2016, riunisce lavori su aspetti ed episodi concernenti la cura dei testi fra il Quattrocento inoltrato e il pieno Seicento. Si schedano i singoli contributi. – L.Ma.
049-076 La luna | The Moon, Premio Internazionale Libro d’Artista Torrita di Siena, II edizione, Fondazione Torrita Cultura, 6-13 maggio 2018, Sinalunga, Tipografia Rossi, 2018, pp. 64, ill., ISBN 978-88-99530-22-8, s.i.p. Questo volumetto tirato in 200 copie è un catalogo illustrato delle opere vincitrici (pp. 25-37) e di quelle classificate (pp. 39-63) alla seconda edizione del Premo Internazionale Libro d’Artista Torrita di Siena. Dopo la Presentazione di rito e la Prefazione della giuria, troviamo la premessa vera e propria dal titolo Passare il testimone a opera di Maria Gioia Tavoni (pp. 11-24). In questa lunga premessa la Tavoni, oltre a commentare squisitamente le opere vincitrici, si concede un excursus sulle origini del premio torritese, riconducibili alla mostra sui libri d’artista, Dalle pagine alle pareti, 8-15 maggio 2016, (sulla quale si veda: Microeditoria di qualità nel borgo di Torrita. Mostra di libri d’artista e incisioni, a cura di Pierluca Nardoni, Maria Gioia Tavoni, Gian Carlo Torre, Fondazione Torrita Cultura MMXVI, Tipografia Rossi, Sinalunga 2016) avvenuta in occasione della seconda edizione de Il Borgo dei Libri (“mostra mercato del Libro dedicata a case editrici, librai, librerie, antiquari, autori, scrittori, fumettisti e appassionati di carta stampata”). Se a seguire questo primo evento sul libro d’artista del 2016, continua la Tavoni, le fu concesso di organizzare un convegno sul libro d’artista, svoltosi presso il Teatro municipale degli Oscuri (i cui atti sono on line su insulaeuropea.eu) l’anno successivo, ancora a Torrita, la stessa varò il primo concorso internazionale per libro d’artista con tema le abbazie, dedicato agli under 30. – Andrea G.G. Parasiliti
049-077 La prensa pedagógica de los profesores, José María Hernández Díaz (ed.), Salamanca, Ediciones Universidad Salamanca, 2018 (Aquilafuente, 259), pp. 868, ISBN 978-84-9012-982-1, s.i.p. Il vol. raccoglie una parte degli atti (i restanti sono in un secondo tomo indipendente, Prensa pedagógica, mujeres, niños, sectores populares y otros fines educativos) relativi alla stampa periodica universitaria del congresso internazionale tenutosi a Salamanca il 18, 19 e 20 ottobre 2018 “III Jornadas de estudio sobre prensa pedagógica de los profesores. Su contribución al patrimonio histórico educativo”, coordinato dal prof. José María Hernández Díaz, storico dell’educazione. È schedato sotto i singoli contributi di interesse bibliografico. – Ar.L.
049-078 Laureti (Elena), La Frottola de’ cento Romiti di Marco Rasilio da Foligno, presentazione di Ettore Orsomando, Spoleto, Michelangelo Spadoni Editore, pp. 107 (PDF su CD-ROM), ill. col., 978-88-94061-63-5, s.i.p. Elena Laureti studia la Frottola de’ cento Romiti del poeta, medico e filosofo Marco Rasilio o Rosiglia/Rasiglia (Foligno, metà XV sec.-1508), di cui fornisce anche il testo commentato. Lo studio è basato sull’esemplare dell’edizione Venezia, Giorgio Rusconi, 1516 custodito presso la Biblioteca Comunale “Dante Alighieri” di Foligno. L’organizzazione della pubblicazione, impreziosita da numerose tavole a colori, è la seguente: Il Pensiero di un botanico. Presentazione di Ettore Orsomando (pp. 6-7), Marco Rasilio da Foligno e la Frottola de’ cento Romiti di Elena Laureti (pp. 9-20), testo e commento della Frottola (pp. 21-103), Appendice prima. Marco Rasilio. Il suo testamento, 24 novembre 1500, con trascrizione del documento a opera di Paola Tedeschi (pp. 104-106), Appendice seconda. Marco Rasilio. Concessione di licenza per l’arte medica (9 aprile 1502), con trascrizione sempre di Paola Tedeschi (pp. 106-107). – S.C.
049-079 Leardini (Isabella), Manuzio 2.0. La poesia come test dell’editoria contemporanea, in Parole che restano, a cura di A.G. Cassani – D. Ferrara – G. Turria, pp. 131-133. È presentata la collana Print & Poetry, collezione di poesia e grafica d’arte d’autore curata dall’a. dell’intervento e da Giovanni Turria. – S.C.
049-080 Leonardi (Lino), Guittone nella Giuntina del 1527, in La filologia in Italia nel Rinascimento, pp. 61-81. Analisi della ballata e dei trenta sonetti di Guittone contenuti nella “Giuntina di rime antiche” del 1527, celebre raccolta di poeti prepetrarcheschi culminante con il Dante lirico. La Giuntina rappresenta l’unico testimone di questi componimenti, solo in parte assimilabili al resto della produzione guittoniana e quindi in sospetto di falsificazione. – L.Ma.
049-081 Leonetti (Arianna), Tra editoria pedagogica e stampa missionaria: le origini della Franciscan Printing Press di Gerusalemme, in Prensa pedagógica, mujeres, niños, sectores populares y otros fines educatives, J.M.H. Díaz (ed.), pp. 531-42. L’a. espone, contestualizza e documenta la nascita della Franciscan Printing Press (1847), la tipografia della Custodia di Terra Santa che per prima stamperà in arabo nel territorio. Tramite i due documenti in appendice (pp. 541-542), l’a. fornisce anche i dati sull’entità dell’investimento e sui materiali inviati dall’Europa. – S.C.
049-082 Libreria Antiquaria Pontremoli, 30 anni, [a cura di Giacomo Coronelli], Milano, 2018, pp. 110 (con cartoncino dei prezzi a parte). Per i primi (gliene auguriamo assai ancora!) trent’anni di attività la Libreria Pontremoli propone 30 raffinatissimi e interessantissimi pezzi dell’editoria otto e novecentesca accompagnati, oltre che da intriganti fotografie a colori, da esaustive schede redatte con eleganza e competenza da Luca Cadioli, Giacomo Coronelli, Edoardo Fontana e Laura Nicora. La scelta spazia, oltre che sui prediletti libri futuristi con pezzi eccezionali come il numero di «Le Figaro» con testo originale del Manifesto marinettiano o un disco con la registrazione della voce di Marinetti, sulla rara rivista “fascista” «Il selvaggio» illustrata con grande libertà e fantasia, i Canti leopardiani 1831, l’edizione originale dei Fiori del male, una poesia autografa di Campana, libri d’artista, la prima edizione della Invasione di Buzzati, la princeps degli Osso i seppia… – Ed.B.
049-083 Libreria Antiquaria Pontremoli, Giovanni Pascoli, Milano, 2018, pp. 140. Redatto da Luca Cadioli, Francesco Kerbaker e Laura Nicora, l’elegante e prezioso volumetto permette di navigare all’interno di una ricchissima collezione di materiale pascoliano (184 pezzi!) che va dai nuptialia alle opere in versi, dalle opere latine in versi alle opere in prosa, dagli scritti di critica letteraria ai documenti autografi alle fotografie e ai manifesti. Le schede (spesso accompagnate da riproduzioni fotografiche) sono di assoluta serietà e interesse critico-bibliografico: un consiglio alla libreria: perché non munire i suoi cataloghi del codice ISBN? Si tratta di prodotti assai migliori di tante pubblicazioni, purtroppo anche universitarie. –Ed.B.
049-084 M. Horváth (Mária), Oláh Miklós könyvei Esztergomban, «Magyar könyvszemle», 134, 2018, I, pp. 78-9. La biblioteca di Miklos Olah a Esztergom (Þ «AB» 049-096). – Ed.B.
049-085 M. Horváth (Mária), Ráday Eszter és Ráday Pál könyvei Esztergomban és Szegeden, «Magyar könyvszemle», 134, 2018, I, pp. 80-2. Sui libri appartenuti a Pal e Eszter Raday. – Ed.B.
049-086 Madl (Claire), Langue et édition scolaire en Bohême au temps de la réforme de Marie-Thérèse. Retour sur une grande question et de petits livres, in Ex oriente amicitia. Mélanges offerts à Frédéric Barbier, édité per C. Madl – I. Monok, pp. 235-65. Forte della lezione metodologica di Frédéric Barbier, l’a. si propone di illustrare l’impatto intellettuale, politico, tecnico ed economico dell’inserimento del tedesco – voluto nel contesto della riforma dell’insegnamento promossa da Maria Teresa d’Austria nel 1774 – nei manuali scolastici per l’educazione primaria in Boemia. Corredano il pezzo due ill. b/n e alcuni grafici. – E.G.
049-087 Manni (Domenico Maria), Vita di Aldo Pio Manuzio insigne restauratore delle lettere greche, e latine in Venezia, Wrocław, Amazon Fulfillment, [s.a.], pp. [82], ISBN 978-14-8001-1979-9, s.i.p. Non si può dire che sia un bel libro quello che ripropone al pubblico contemporaneo uno dei classici profili aldini, la Vita di Aldo Manuzio (Venezia, Novelli, 1759), dovuta alla penna dell’erudito toscano Domenico Maria Manni (1690-1788). Benché oggi sostanzialmente superato, il lavoro ebbe significativi meriti tra i contemporanei, tra cui si segnala la minuziosa analisi delle testimonianze coeve e uno dei primi ordinamenti bibliografici (anche se non sistematici) della produzione aldina. Grazie a questa ampia ricognizione, l’a. fissa con certezza in Bassiano il luogo di nascita del grande umanista editore. L’edizione originale non è particolarmente rara e ne esistono diverse riproposizioni in varie forme, l’ultima è l’anastatica pubblicata dalla Fondazione Roffredo Caetani di Sermoneta in occasione del cinquecentesimo anniversario della morte di Aldo (2015). – L.R.
049-088 Marazzi (Elisa), Imparare con le figure. Tavole didattiche tra Otto e Novecento: testo e immagine nel libro didattico-educativo, «TECA», 7/11-12, 2017, pp. 155-70. L’articolo analizza due materiali didattici in circolazione nell’Italia postunitaria: le tavole murali e i libri illustrati, che fecero le fortune degli editori Paravia, Vallardi e Hoepli. Nel contributo si esaminano alcuni esemplari e si ipotizzano gli scambi tra gli editori di diversi Paesi, che furono avvantaggiati dalla crescente alfabetizzazione di massa dovuta alle leggi Casati (1859) e Coppino (1877). – Dario Romano
049-089 Marcon (Susy), L’ Hypnerotomachia Poliphili, il più bel libro illustrato del mondo, in Parole che restano, a cura di A.G. Cassani – D. Ferrara – G. Turria, pp. 35-43. L’a. descrive il Polifilo. – S.C.
049-090 Mario Verdone (1917-2009). Lo sguardo oltre lo schermo, Atti della giornata di studi nel centenario della nascita, Siena, Biblioteca comunale degli Intronati, 6 dicembre 2017, a cura di Stefano Moscadelli, Siena, Accademia senese degli Intronati, 2018, pp. xviii + 274, Isbn 978-88-890-7335-3, € 25. Volume che raccoglie diverse testimonianze sulla poliedrica figura di Mario Verdone, critico cinematografico e storico del cinema, precoce e profondo studioso del futurismo (suo per esempio, Cinema e letteratura del futurismo 1968, o ancora Teatro del tempo futurista 1969), nonché commediografo e docente universitario. Il vasto patrimonio archivistico e librario di Mario Verdone è conservato presso il Centro sperimentale di cinematografia di Roma, la «Fondazione Primo Conti Onlus» di Fiesole e la Biblioteca comunale degli Intronati di Siena. In particolare la Biblioteca senese, che ha organizzato di concerto con l’Accademia degli Intronati questa giornata di studi, ne possiede tre scatole donate dal figlio Luca Verdone, due delle quali consegnate nell’ottobre 2011 e la terza nel dicembre 2017, contenenti testi per commedie, libretti e radiodrammi. Il volume riporta una breve ma intensa premessa dei figli: Carlo, il noto attore, autore fra le altre cose di un celebre scherzo ai danni del padre e narrato nel suo La casa sopra i portici, Bompiani 2012 (si finse al telefono un vecchio e inesistente pittore futurista di Pistoia, ispiratore della Città che sale di Boccioni ma fatalmente dimenticato negli accurati repertori di Mario Verdone); Luca, autore del primo documentario sul Futurismo uscito nel 2013, Art/Life, The Futurism Revolution; e della figlia Silvia, anch’ella legata al mondo del cinema, essendo produttrice. – Andrea G.G. Parasiliti
049-091 Mârza (Eva) – Iacob Mârza, Le catalogue de la Bibliothèque des théologiens roumanis de Budapest (1890-1891), in Ex oriente amicitia. Mélanges offerts à Frédéric Barbier, édité per C. Madl – I. Monok, pp. 405-18. L’a. analizza come e perché il catalogo della Biblioteca dei Teologi rumeni del Seminario Generale di Budapest rifletta tutte le difficoltà cui si trovarono davanti gli studenti rumeni in Transilvania, provincia appartenente prima alla monarchia asburgica e poi, dal 1867, all’Austria-Ungheria. Completa il pezzo una ill. b/n. – E.G.
049-092 Máté (Ágnes), Pacorus és az elképzelt régi magyar irodalom néhány 16. századi francia forrása, «Magyar könyvszemle», 134, 2018, II, pp. 170-84. La fortuna francese dell’Historia de duobus amantibus si connette alla figura di Pacorus, che nel testo viene detto pannonius. – Ed.B.
049-093 McLaughlin (Martin), Un petrarchista legge la «Commedia»: il Dante postillato di Giovanni Brevio, in La filologia in Italia nel Rinascimento, pp. 101-116. Analisi della copia postillata da Giovanni Brevio (1480 ca – 1560 ca, sacerdote veneziano) dell’edizione aldina della Commedia (1502), conservata presso la Bodleain Library di Oxford. – L.Ma.
049-094 Menato (Marco), La tipografia cinquecentina italiana. Appunti di bibliografia generale: i repertori cartacei. Con un capitolo sugli annali tipografici di Aldo, in Ancora per Aldo Manuzio. Ai margini del V centenario – Contributi e Ricerche Interdisciplinari, a cura di A. Scarsella e M. Menato, pp. 91-147. L’a. presenta una bibliografia dei principali repertori dedicati alla tipografia italiana dei secondi XV e XVI, cercando di creare idealmente “lo scaffale minimo del bibliotecario specializzato nel libro antico o del ricercatore, filologo o storico che sia”. – L.Mo.
049-095 Mollo (Paola), Sul Musarum Panagyris di Aldo Manuzio. Fonti letterarie e traduzione italiana, in Ancora per Aldo Manuzio. Ai margini del V centenario – Contributi e Ricerche Interdisciplinari, a cura di A. Scarsella e M. Menato, pp. 23-32. Il saggio, contributo inedito al convengo di studi, ripercorre la vicenda del Panegirico alle Muse, poema di Aldo Manuzio ritenuto lungamento e a torto un testo scolastico, ma che rappresenta, invece, un vero capolavoro della poesia umanistica. – L.Mo.
049-096 Monok (István) – Edina Zvara, Oláh Miklós könyvtára és olvasmányai, «Magyar könyvszemle», 134, 2018, I, pp. 17-25. Ricerche su raccolta libraria e letture di Miklos Olah, arcivescovo di Ezstergom, attivo tra la fine del XV secolo e oltre la metà del successivo (Þ «AB» 049-084). – ED.B.
049-097 Monok (Istvàn), Frédéric Barbier, un historien du livre qui sait où se trouve l’Europe centrale, in Ex oriente amicitia. Mélanges offerts à Frédéric Barbier, édité per C. Madl – I. Monok, pp. 9-15. Ringraziando per l’attenzione prestata all’Europa centrale nel corso del proprio magistero (significativo a riguardo è il titolo del pezzo), l’a. traccia alcuni temi nodali del lungo percorso di ricerca di Frédéric Barbier – insistendo in particolare, data l’aria che tira, sulla sua concezione di Europa (p. 12) – per poi concentrarsi sulle prospettive/sfide professionali che a 65 anni attendono ancora lo studioso francese. – E.G.
049-098 Monok (Istvàn), L’aristocratie de Hongrie et de Transylvanie aux XVIIe et XVIIIe siècles et «le livre pour tous», in Ex oriente amicitia. Mélanges offerts à Frédéric Barbier, édité per C. Madl – I. Monok, pp. 115-126. Adottando come paradigma interpretativo del livre pour tous il repertorio dei titoli offerti a suo tempo dalla Bibliothèque bleue, l’a. racconta come e perché l’aristocrazia magiaro- transilvana fece del libro per tutti uno strumento di politica culturale, finanziando soprattutto adattamenti moderni dei testi antichi e letteratura (anche straniera) a larga diffusione. – E.G.
049-099 Moreno (Paola), Filologia d’autore, filologia della copia e per il testo a stampa. La battaglia della Ghiaradadda e i suoi effetti nella «Storia d’Italia» di Francesco Guicciardini, in La filologia in Italia nel Rinascimento, pp. 239-255. Si indagano le varie redazioni manoscritte, ricche di correzioni e interventi successivi, che Guicciardini e il suo segretario dedicarono a un episodio centrale della Storia d’Italia, quello della battaglia di Agnadello (detta anche della Ghiaradadda). – L.Ma.
049-100 Motolese (Matteo), Lingua d’autore nel Cinquecento. Storicizzazione, codificazione, idealizzazione, in La filologia in Italia nel Rinascimento, pp. 167-76. I primi grammatici (Giovan Francesco Fortunio, Nicolò Liburnio) di fronte alla variabilità grafica, morfologica e microsintattica della lingua italiana antica. Rispetto a questi primi tentativi di confronto con la lingua d’autore, le Prose di Bembo rivelano una capacità di analisi e di storicizzazione molto più consapevole. – L.Ma.
049-101 Munari (Angela), Le aldine «della Biblioteca delli Gesuati ad uso dell’Accademia istessa». Tracce manuziane nei fondi librari a stampa, in Parole che restano, a cura di A.G. Cassani – D. Ferrara – G. Turria, pp. 45-57. L’a. parte dalle vicende d’età napoleonica della Biblioteca dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, legate alle sorti di quelle dell’ordine soppresso dei Padri Gesuati e di Apostolo Zeno. Segue l’analisi di note di letturi anonimi in tre edizioni rispettivamente di Aldo (il Polifilo), dei suoi eredi e di Paolo Manuzio custodite presso l’Accademia. – S.C.
049-102 Museo Civico della Stampa di Mondovì. Guida Scientifica, a cura di James Clough e Alessandro Bracco, Mondovì, Città di Mondovì, 2007, pp. 143, ill. ISBN 978-88-902897-0-5, € 12. Il Museo Civico della Stampa di Mondovì rappresenta una delle più importanti raccolte di materiale tipografico in Italia; questo vol. risulta esserne un’utile guida per approfondire la conoscenza della sua storia e degli oggetti in esposizione. La prima parte, a cura di James Clough, ricostruisce in modo essenziale ma puntuale la storia della tipografia con uno sguardo particolare dedicato ai caratteri (pp. 17-44), alla composizione (pp. 45-62), alla stampa tipografica (pp. 63-82), alle tecniche di stampa dell’illustrazione (pp. 83-90), alla stampa offset (pp. 91-96), alla carta (97-104) e alla rivoluzione digitale (pp. 105-108). La seconda parte, a cura di Alessandro Bracco, direttore del Museo, è dedicata invece all’approfondimento delle vicende storiche della stampa nella città di Mondovì, a partire dagli anni ‘70 del ‘400 fino ai giorni nostri, con una ripresa dei suoi protagonisti e delle sue più celebri tipografie (pp. 109-126). In chiusura del v. un’utile sezione dedicata alle schede tecniche delle macchine e delle attrezzature esposte (pp. 127-140): per ogni oggetto vengono indicati, oltre al codice d’inventario, le misure, una breve descrizione storico-tecnica e i precedenti possessori e/o donatori. – Pierfilippo Saviotti
049-103 Nagy (Levente), Todoreszku Gyula és az OSZK Cyrillica- gyűjteménye, «Magyar könyvszemle», 134, 2018, I, pp. 185-210. Sulla nascita della collezione di cirrilica della Biblioteca Nazionale d’Ungheria. – Ed.B.
049-104 Negri (Martino), Dai Manga di Hokusai alle tavole di Rubino. Riflessioni e ipotesi sulla storia di un incontro, «L’illustrazione», 2, 2018, pp. 81-94 (con 8 tav. a colori). Le celebri illustrazioni di Antonio Rubino mostrano di essere state inflenzate dall’opera del giapponese Katsushika Hokusai. – ED.B.
049-105 Nigro (Salvatore Silvano), La funesta docilità, Palermo, Sellerio, 2018 (La memoria, 1113), pp. 214, ill. b/n e col., Isbn 978-88-389-3856-6, € 15. Silvano Nigro, manzonista perspicace e di lungo corso (ricordiamo almeno la sua Tabacchiera di don Lisander, o la propria curatela ai Romanzi di Alessandro Manzoni per i “Meridiani” Mondadori) propone un avvincente racconto critico volto a risolvere un giallo filologico dell’animo manzoniano. La funesta docilità, espressione manzoniana (I promessi sposi, XIII), è una colpa di condiscendenza: quel conformare il proprio animo «all’affermare appassionato» della moltitudine. In una lettera del 1814, Manzoni si fece sì cronista dell’insurrezione milanese ma soprattutto relatore del truce e immotivato omicidio di Giuseppe Prina, ministro delle finanze del Regno Italico. In questa lettera a Fauriel, Manzoni si mostra distaccato e per così dire «funestamente docile». Leonardo Sciascia, inquietato dal tono della lettera, per amore di Manzoni, si fece investigatore proprio perché non riusciva ad accettare una lettera «scritta senza inquietudine», considerando in più che un così spietato assassinio avesse avuto luogo proprio di fronte la casa del Manzoni. Iniziò dunque una lunga investigazione sciasciana alla ricerca di un rimorso che non venne trovatò. A trovarlo fu, invece, Silvano Nigro, «lettore illegale» del capolavoro manzoniano, nelle illustrazioni che Manzoni dettò a Gonin per l’edizione definitiva del suo romanzo. A conferma del fatto che sia la Storia della colonna infame sia le numerose illustrazioni di Gonin, a differenza di quanto è stato corroborato da una stolta, «legale» e consolatrice lettura manzoniana, fanno e devono sempre far parte dei Promessi sposi. – Andrea G.G. Parasiliti
049-106 Nuovo (Angela), Transferring Humanism: the Edition of Vitruvius by Lucimborgo de Gabiano, in Lux Librorum. Essays on Books and History for Chris Coppens, a cura di Goran Proot – David McKitterick – Angela Nuovo – Paul F. Gehl, Mechelen, Flanders Book Historical Society, 2018, pp. 17-37. Dopo l’apertura introduttiva sulla famiglia Gabiano e sulla produzione di contraffazioni aldine, l’a. focalizza l’attenzione sulla biografia di Lucimborgo da Gabiano e, più in particolare, sulle vicende che lo portarono ad allestire l’edizione di Vitruvio pubblicata a Lione nel 1523. Composta assemblando elementi di altre edizioni più antiche, se ne propone un’accurata descrizione considerando anche la storia delle silografie di cui fu corredata l’opera e i privilegi che furono richiesti dall’editore per la stampa. – D.M.
049-107 Ogni cosa quaggiù passa e non dura. Giuseppe Maria Mitelli e la fugacità del vivere, a cura di Pierangelo Bellettini, [s.l.], Maggioli Musei, [2018] (Quaderni della Biblioteca di San Giorgio in Poggiale, 4), pp. 56, ill. col., € 10. Per la doppia ricorrenza del terzo centenario della morte di Giuseppe Maria Mitelli (1634-1718) e dei quarant’anni dalla pubblicazione del catalogo delle sue incisioni ancora oggi principale riferimento per l’opera grafica dell’incisore (Le incisioni. 1. Giuseppe Maria Mitelli, a cura di Franca Varignana), la Biblioteca di San Giorgio in Poggiale a Bologna ha organizzato una mostra sull’opera dell’artista. Il titolo scelto, tratto da un’incisione dello stesso, ben evidenzia il taglio dato all’esposizione in cui si è voluto mettere in luce uno degli aspetti meno conosciuti della vasta produzione di Mitelli: la vena malinconica, riconducibile a una costante riflessione sul fluire del tempo e sulla vanità delle passioni umane, un tema caro alla sensibilità barocca del tempo. Da questa idea nasce una mostra ben curata, le cui introduzioni alle sezioni da un lato mostrano con chiarezza la connessione tra l’opera dell’artista e il clima culturale e religioso del tempo e dall’altro delineano la figura biografica di Mitelli attraverso la sua produzione e testimonianze scritte. Il catalogo presenta la riproduzione di tutte le opere esposte accompagnate da ricche schede descrittive che spesso mettono in luce la particolarità dei pezzi conservati presso la collezione. – Em.B.
049-108 Oláh (Róbert), Samuel Rochotius könyvei a Rákóczi család gyűjteményében, «Magyar könyvszemle», 134, 2018, I, pp. 26-42. A metà XVII secolo i libri dell’esule per motivi religiosi Rochotius finirono nella biblioteca della nobile famiglia Rakoczi che lo ospitò. – Ed.B.
049-109 Panzanelli Fratoni (Maria Alessandra), Building an up-to-date library. Prospero Podiani’s use of booksellers’ catalogues, with special reference to law books, in Selling & Collecting, edited by G. Granata – A. Nuovo, pp. 35-78. La biblioteca privata di Prospero Podiani (ca. 1535-1615) costituisce il nucleo fondativo dell’Augusta di Perugia. Tra i suoi libri figura anche un preziosissimo fondo di cataloghi di editori e librai. Il contributo offre una panoramica di questo materiale, mostrando il modus agendi di Podiani nell’acquisto di libri specie di carattere giuridico. – L.R.
049-110 Parole che restano. Per celebrare il cinquecentenario della morte di Aldo Manuzio. Atti della giornata di studio Venezia, Accademia di Belle Arti, 23 aprile 2015, a cura di Alberto Giorgio Cassani – Diana Ferrara – Giovanni Turria, Venezia, Accademia di Belle Arti, [2018], pp. 143, ill. col., ISBN 978-88-9856-973-1, s.i.p. Il vol. contiene gli atti della giornata di studio Parole che restano, tenutasi il 23 aprile 2015 presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, in occasione del cinquecentenario della morte di Aldo Manuzio. L’evento è stato accompagnato da una mostra, in cui grande importanza è stata data all’esemplare dell’Hypnerotomachia Poliphili custodito presso l’Accademia. Gli atti si aprono con i saluti istituzionali e le parole introduttive degli organizzatori Diana Ferrara e Giovanni Turria, cui seguono tredici interventi suddivisi come segue: cinque in Manuzio e il suo tempo (pp. 23-78), tre in Attualità di Manuzio (pp. 81-115), due in Imitatori & seguaci (pp. 117-27), uno in Omaggio ai poeti (pp. 129-33), due in L’allestimento multimediale della biblioteca (pp. 135-42). Per quest’ultimo argomento, gli interventi di Francesco Arrivo con Giulia Natalia Salamon (pp. 137-40) e di Carlo Tombola (pp. 141-42) illustrano le operazioni e le tecnologie legate all’organizzazione dell’evento. In chiusura è inserito un indice degli autori (p. 143). Il vol. è schedato sotto i singoli contributi. – S.C.
049-111 Passera (Claudio), Un incunabolo per lo sposalizio di Isabella d’Aragona: le Nuptiae illustrissimi ducis Mediolani di Stefano Dolcino (1489), «Drammaturgia», 14/4, 2017, pp. 305-26. Nel denso contributo l’a. prende in esame l’opuscolo di Stefano Dolcino, stampato in occasione delle nozze di Isabella d’Aragona con Gian Galeazzo Sforza. Di questo interessante incunabolo – «componimento cortigiano di raffinata fattura, ricco di legami intertestuali con altre prose encomiastiche coeve» (p. 306) – l’a. ricostruisce le vicende redazionali, cercando anche di ricavare utili indizi per comprendere i significati e le forme degli spettacoli offerti alla sposa, tenendo conto anche degli espedienti tipografici utilizzati per celebrare l’immagine del duca come principe magnifico. La prima parte dello studio è dedicata proprio a individuare i modelli letterari ed editoriali che sottostanno alla pubblicazione delle Nuptiae illustrissimi ducis Mediolani (Milano, Antonio Zarotto, 13 aprile 1489), libretto stampato circa due mesi dopo l’ingresso di Isabella d’Aragona a Milano, come sposa di Gian Galeazzo Sforza. La seconda parte dello studio è dedicata invece a individuare tutti gli ornamenti urbani e le decorazioni delle vie segnalate dal Dolcino nel testo. Nella sezione finale l’a. rivela invece quale fosse l’intento del test0 del Dolcino, quello cioè di realizzare «la proiezione in un immaginario classico dell’ingresso di Isabella d’Aragona» (p. 324). Tutto ciò – conclude l’a. – lascia presuppore che il suddetto libretto (considerata anche l’alta tiratura dello stesso) non avesse la sola funzione di ricordare l’evento, ma piuttosto di «diffondere in maniera massiccia un’immagine, o meglio un’idea della festa» (p. 326). Uno strumento di propaganda quindi, sofisticato, destinato ad ambasciatori e dignitari che a loro volta avrebbero potuto trasmetterlo in patria e che estendeva quindi il suo potenziale ben al di là del pubblico che assisteva al momento delle feste e degli spettacoli. – A.T.
049-112 Penke (Olga), La traduction hongroise de La Nouvelle Héloïse. Un transfert culturel manqué, in Ex oriente amicitia. Mélanges offerts à Frédéric Barbier, édité per C. Madl – I. Monok, pp. 289-307. L’a. spiega come e perché la versione ungherese da La Nouvelle Héloïse rappresenti un’occasione mancata di transfert culturale. Nel 1882 infatti, quando fu completata la traduzione ungherese del romanzo, il traduttore-editore finì per tradire il testo, manipolandolo con il solo scopo di soddisfare il nuovo gusto del pubblico, ormai lontano dagli ideali di Rousseau. – E.G.
049-113 Per amor di libro. Legatoria L. Degli Esposti (1899-1984), a cura di Domenico Calò – Gottardo Cendron – Ferruccio Massa, Bologna, Edizioni Libreria Piani, 2018, pp. 112, ill. ISBN 9788895666327, € 20. Questo vol. fa seguito alla mostra “Bellezza e ornamento del libro. Premiato Stabilimento Luigi Degli Esposti – Bologna. Legature d’arte novecentesche dalle collezioni Calò, Cendron e Massa”, realizzata presso la Biblioteca dell’Archiginnasio dal 7 luglio all’8 ottobre 2017, che ha esposto documenti e materiali della celebre legatoria bolognese. Nella prima parte, il vol. ricostruisce brevemente la storia della legatoria Luigi Degli Esposti e propone alcuni cenni sulla legatura italiana del primo novecento in un articolo essenziale ma chiaro. La seconda parte è invece dedicata a un interessante apparato iconografico di alcune delle più preziose legature realizzate da Luigi Degli Esposti e provenienti dalla collezione di Domenico Calò. – Pierfilippo Saviotti
049-114 Per Pierangelo Bellettini bibliotecario, a cura di Antonio Bagnoli – Marco Antonio Bazzocchi – Romano Montroni, Bologna, Pedragon, 2018, pp. 42 + 241 + 76, € 10. Pubblicazione realizzata in occasione dell’ultimo giorno da direttore dell’Istituzione Biblioteche del Comune di Bologna di Pierangelo Bellettini. Dopo i saluti del sindaco di Bologna, Virginio Merola, il v. raccoglie gli omaggi di 14 autori (Marco Antonio Bazzocchi, Jadranka Bentini, Giuliano Berti Arnoaldi Veli, Francesca Bruni, Rosaria Campioni, Marina Deserti, Daniele Donati, Gian Luca Farinelli, Carlo Ginzburg, Angelo Mazza, Romano Montroni, Cristiana Morigi Govi, Eugenio Riccòmini, Siriana Suprani) che hanno incontrato o hanno lavorato insieme a Bellettini. Chiude il libretto la riproduzione anastatica del saggio Pierangelo Bellettini, L’attrezzatura tipografica a Bologna in età moderna, in Libri, tipografi, biblioteche: ricerche storiche dedicate a Luigi Balsamo, Firenze, Olschki, 1997, pp. 241-276. – D.M.
049-115 Pistoia (Ugo), La biblioteca di Silvestro Valenti (1865-1916). Tra bibliografia, irredentismo e storia locale, «Studi Trentini. Storia», 97, 2018, pp. 449-85. Originario delle Valli Giudicarie e della Val di Sole, il Silvestri fu avvocato e bibliotecario, ma soprattutto irredentista: con lo scoppio della I G.M. varcò il confine abbandonando l’Impero e si rifugiò a Verona dove morì collaborando con l’esercito. Di lui resta una piccola raccolta libraria (ancora conservata con altri cimeli familiari a Carciato), ciò che si salvò dal sacco della sua casa di Trento proprio a opera dei militari italiani. – Ed.B.
049-116 Pittiglio (Gianni), La Commedia in chiave transalpina. Intrecci iconografici tra gli incunaboli veneziani e due codici del Paradiso alla corte di Francesco I, «L’illustrazione», 2, 2018, pp. 5-19 (con 8 tav. a colori). Alla corte di Francesco I si leggeva la Commedia in traduzione francese in alcuni mss. splendidamente miniati tenendo come modello le serie di silografie impiegate negli incunaboli italiani. – Ed.B.
049-117 Pomante (Luigiaurelio), La prensa periódica para profesores universitarios en Italia entre la guerra y la posguerra (1939-1960), in La prensa pedagógica de los profesores, J. M. H. Díaz (ed.), pp. 275-289. Prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale, le riviste universitarie non furono solo uno strumento per comunicazioni interne al mondo accademico, ma si configurarono anche come dei veri e propri cahiers de doléances che raccoglievano preziosissime testimonianze sullo stato dell’educazione superiore, offrendo un quadro vario e articolato della sua complessità e delle sue antinomie. – Ar.L.
049-118 Prensa pedagógica, mujeres, niños, sectores populares y otros fines educativos, José María Hernández Díaz (ed.), Salamanca, Ediciones Universidad Salamanca, 2018 (Aquilafuente, 258), pp. 640, ISBN 978-84-9012-981-4, s.i.p. Questo denso vol. contiene una parte degli atti (i restanti sono stati raccolti in un secondo tomo indipendente ma pubblicato contestualmente, La prensa pedagógica de los profesores) del congresso internazionale tenutosi a Salamanca il 18, 19 e 20 ottobre 2018 “III Jornadas de estudio sobre prensa pedagógica de los profesores. Su contribución al patrimonio histórico educativo”, coordinato dal prof. José María Hernández Díaz, storico dell’educazione. È schedato sotto i singoli contributi di interesse bibliografico. – Ar.L.
049-119 Printing Colour 1400-1700. History Techniques, Functions and Receptions, ed. by Ad Stijnman – Elizabeth Savage, Leiden-Boston, Brill, 2015 Þ rec. Ilaria Andreoli, «L’illustrazione», 2, 2018, pp. 103-9.
049-120 Procaccioli (Paolo), Filologia epistolare del medio Cinquecento. La lettera tra pratica individuale e teorizzazione, in La filologia in Italia nel Rinascimento, pp. 275-291. La lettera è «un oggetto tra i più rappresentativi e al tempo stesso più problematici tra quelli che […] hanno segnato in profondità […] il Cinquecento» (p. 275). – L.Ma.
049-121 Proot (Goran), Prices in Robert Estienne’s booksellers’ catalogues (Paris 1541-1552): a statistical analysis, in Selling & Collecting, edited by G. Granata – A. Nuovo, pp. 177-209. Il contributo analizza l’ingente mole di dati, relativa a oltre 1.800 edizioni, ricavabile da nove cataloghi a stampa cinquecenteschi della libreria parigina di Robert Estienne, con particolare riguardo ai prezzi dei libri. – L.R.
049-122 Raugei (Anna Maria), Gian Vincenzo Pinelli e la sua biblioteca, Genève, Droz, 2018 (Cahiers d’Humanisme et Renaissance, 151), pp. 221, ISBN 978-2-60005817-9, s.i.p. Nel quadro dell’ambiente culturale veneto della seconda metà del XVI secolo, Giovanni Vincenzo Pinelli ha rivestito un posto davvero particolare, se non unico. Figura atipica tra gli intellettuali della sua epoca, non pubblicò infatti nessuno studio, la sua grande biblioteca padovana fu punto di incontro privilegiato per le menti più avanzate tra gli studiosi dell’Università (Galileo fu uno dei frequentatori per esempio), ma anche per selezionati eruditi stranieri. – M.C.
049-123 Ricotta (Veronica) – Giulio Vaccaro, «Riveduti con più testi a penna». La filologia di Bastiano de’ Rossi, in La filologia in Italia nel Rinascimento, pp. 343-359. Bastiano fu il più giovane tra i fondatori dell’Accademia della Crusca. Nato nel 1556, fu eletto segretario dell’Accademia nel 1584, con il nome di Inferigno, e avviò i lavori per la compilazione del primo Vocabolario. Viene analizzato il suo lavoro sui volgarizzamenti da Albertano da Brescia e da Piero de’ Crescenzi. – L.Ma.
049-124 Roith (Christian) – Ingrid Lohmann, La imagen de la Turquìa y los turcos en la prensa pedagógica alemana entre 1820 y 1830, in La prensa pedagógica de los profesores, J. M. H. Díaz (ed.), pp. 291-302. Studiando la collezione digitale della Bibliothek für Bildungsgeschichtliche Forschun di Berlino di un centinaio di riviste tedesche e di una ventina di enciclopedie pedagogiche pubblicate tra la seconda metà del Settecento e la prima metà del Novecento, i due autori sono arrivati a ricostruire l’evoluzione della figura dei turchi nell’immaginario popolare alemanno in rapporto agli interessi geopolitici del proprio paese. – Ar.L.
049-125 Romera Pintor (Irene), Per una bibliografia giraldiana commentata, «Studi giraldiani: letteratura e testo», 4, 2018, pp. 217-24. L’a. propone una nuova bibliografia giraldiana, illustrandone prima la ratio e poi auspicando la formazione di un gruppo di studio vero e proprio dedicato all’umanista ferrarese, a vantaggio di un’informazione più esaustiva e condivisa. – E.G.
049-126 Rózsa (Mária), A kiegyezés témája a bécsi lapokban, , «Magyar könyvszemle», 134, 2018, I, pp. 43-55. I coevi periodici viennesi si interessarono in vario modo del “compromesso” austrico-ungherese del 1867. – Ed.B.
049-127 Rueda Ramírez (Pedro), La venta de libros italianos en Madrid en tiempos de Felipe II: el catálogo de Simone Vessalini (1597), in Selling & Collecting, edited by G. Granata – A. Nuovo, pp. 284-99. Si analizza il catalogo a stampa del libraio Simone Vassalini, il più antico catalogo di vendita a stampa spagnolo noto. L’a. ne traccia un profilo statistico, specie per generi e luoghi di edizione. – L.R.
049-128 Ruffini (Graziano), Une vente de livres à Gênes en 1583, in Selling & Collecting, edited by G. Granata – A. Nuovo, pp. 79-144. Il contributo si sofferma su una vendita di libri acquistati soprattutto a Venezia, avvenuta a Genova nel 1583. Protagonisti due librai: Cristoforo Zabata e Antonio Orero. Oltre a identificare le edizioni oggetto della vendita, l’a. analizza i prezzi dei libri, soprattutto in riferimento ai generi. – L.R.
049-129 Russo (Emilio), La prima filologia tassiana, tra recupero e arbitrio, in La filologia in Italia nel Rinascimento, pp. 293-310. La tradizione della Gerusalemme liberata presenta un testo non suggellato da una versione definitiva d’autore, ma il mosaico filologico del poema è disperso in varie stampe, anche postillate, tutte gravitanti intorno alla figura dell’editore Febo Bonnà. Si sottolinea la necessità di nuove indagini sull’attività del Bonnà e si prospetta la possibilità di una soluzione nuova per l’edizione della Gerusalemme. – L.Ma.
049-130 Salvatore (Tommaso) – Paola Vecchi Galli, «Ex originali libro». Schede sul canzoniere casanatense, in La filologia in Italia nel Rinascimento, pp. 133-65. Analisi del ms. 924 della Biblioteca Casanatense di Roma, il più ricco collettore di varianti tra gli apografi petrarcheschi, circolato a lungo negli ambienti dominati dalla figura di Bembo. – L.Ma.
049-131 Sani (Roberto), La stampa periodica per gli insegnanti nell’Italia dell’Otto e del Novecento (1861-1945), in La prensa pedagógica de los profesores, J. M. H. Díaz (ed.), pp. 35-64. Riprendendo le fila di una ricerca iniziata negli anni Ottanta e portata avanti da una vera e propria équipe nazionale di ricerca che ha portato alla collaborazione di diversi atenei italiani, Roberto Sani, professore ordinario di Storia dell’Educazione presso l’Università degli Studi di Macerata, torna a indagare la stampa periodica per insegnanti pubblicata in Italia tra Otto e Novecento, arrivando a dare una «sintetica ma puntuale ricostruzione delle sue caratteristiche e dei suoi orientamenti di fondo, nonché del ruolo esercitato in relazione ai dibattiti pedagogici e didattici, alle vicende scolastiche e alle esperienze maturate dalla classe docente nel suo tempo» (p. 35). Non, quindi, un’arida schedatura o uno sterile elenco di pubblicazioni periodiche, non un insieme squallido di dati, ma una “fonte viva”, a cui attingere per una storia della pedagogia e della scuola italiana più completa possibile. – Ar.L.
049-132 Sberlati (Francesco), L’infame. Storia di Pietro Aretino, Bologna, Marsilio, 2018, pp. 414, ISBN 978-88-317-4289-4, € 32. Approfondita ricerca sulla figura dell’Aretino, controverso scrittore e politico del Cinquecento italiano, bollato da tanti come osceno per alcuni suoi scritti eccessivamente libertini, tanto da meritarsi l’appellativo di “infame”. Il v. fornisce una panoramica a tutto tondo del letterato, ripercorrendone la biografia in base ai suoi soggiorni di Roma, Mantova, Venezia e Firenze e inserendone l’attività all’interno del quadro storico-politico dell’epoca. – D.M.
049-133 Scapecchi (Piero), Erasmo e Aldo, Aldo e Erasmo, in Ancora per Aldo Manuzio. Ai margini del V centenario – Contributi e Ricerche Interdisciplinari, a cura di A. Scarsella e M. Menato, pp. 33-7. Breve saggio che ripercorre lo stretto legame di amicizia e solidarietà instauratosi tra il tipografo veneziano e l’umanista di Rotterdam, rapporto che è perdurato anche dopo la morte di Aldo (1515). – L.Mo.
049-134 Schiavone (Oscar), Luca Martini filologo dantesco: collazioni, annotazioni e committenze (1543-1551), in La filologia in Italia nel Rinascimento, pp. 117-32. Luca Martini, famoso per le sue postille all’Aldina del 1502 della Commedia, nelle quali ha trascritto le varianti di un codice del 1330 appartenuto a Forese Donati (la celebre “Aldina Martini” della Braidense), ha postillato anche un’altra aldina del poema, quella del 1515, conservata presso la Biblioteca Laurenziana di Firenze. Se ne analizza il contenuto (citazioni da commenti al poema, schede lessicali, storico-geografiche e letterarie). – L.Ma.
049-135 Seidel (Martin) Origo et fundamenta religionis christianae, Un tratado clandestino del siglo XVII, Kiadta, gondozta és fordította Francisco Socas és Pablo Toribio Pérez, Madrid, Consejo Superior de Investigaciones Científicas, 2017 Þ rec. Gábor Almási, «Magyar könyvszemle», 134, 2018, II, pp. 230-5.
049-136 Selling & Collecting: Printed Book Sale Catalogues and Private Libraries in Early Modern Europe, edited by Giovanna Granata – Angela Nuovo, Macerata, EUM, 2018, pp. 312, ill. col., ISBN 978-88-6056-572-3, € 20. Il vol. raccoglie gli atti di un convegno svoltosi all’Università di Cagliari nel settembre 2017. Nove saggi esaminano sia dalla prospettiva della formazione di biblioteche private, sia da quella del commercio librario, dati importanti e numericamente consistenti riguardo ai prezzi dei libri, in particolare (ma non solo) tra Cinque e Seicento. Chiude l’indice dei nomi. È schedato sotto i singoli contributi. – L.R.
049-137 Stella (Angelo), Lo scaffale silenzioso. Xilografie di Gianni Verna e Gianfranco Schialvino, Milano, Casa del Manzoni, 2018, pp. 31, ill. b/n, manca ISBN, s.i.p. L’associazione di bibliofili Cento Amici del Libro edita ogni anno un libro d’artista. In concomitanza con l’edizione di pregio viene solitamente pubblicata anche una plaquette che lo descrive e lo commenta. Questa del 2018 – una chicca già a partire dalla copertina, tirata in 300 esemplari, composta con il carattere Garamond e stampata su carta Fedrigoni Old Mill Avorio – si apre con un excursus storico-tecnico di Gianfranco Schialvino sulla silografia – dall’introduzione della stampa a caratteri mobili fino ai giorni nostri (pp. 5-18) – la tecnica scelta per illustrare il libro d’artista di quest’anno. Seguono, a mo’ di saggio, 3 silografie in b/n (12 quelle proposte nell’edizione di pregio, di cui otto colorate personalmente a mano dagli artisti) realizzate dallo stesso Schialvino e da Gianni Verna. Dopo una breve nota biografica (corredata anche da un paio di fotografie b/n) dei tre professionisti che l’hanno realizzata (pp. 22-25), la plaquette presenta nell’ordine: un sintetico ma efficace profilo della Campi, la storica tipografia milanese di via Larga che ha stampato materialmente il volume d’artista (utilizzando ancora la monotype!); alcuni cenni storici sulla legatoria monzese di Ruggero Rigoldi, che ha eseguito la legatura, e infine l’attività di un altro artigiano, Alberto Valese, che nella sua bottega a Venezia ha realizzato con una tecnica particolarissima i fogli di carta marmorizzata che ricoprono l’astuccio contenente il libro d’artista 2018. Scopriremo a gennaio 2020 cosa ci riserva la prossima edizione: ad maiora dunque! – E.G.
049-138 Stock (Karl F.) Quintessenz der internationalen Exlibris- Literatur, Bibliographien und Nachschlagewerke für Forscher und Sammler / Quintessence of the international Bookplate Literature, Bibliographies and Reference Works for Researchers and Collectors, Band I–III, Graz, Verlag der Technischen Universität, 2017 Þ rec. Kornélia Vasné Tóth, «Magyar könyvszemle», 134, 2018, II, pp. 240-3.
049-139 Svatoš (Martin), La Bibliotheca Bohemica et la Nova collectio scriptorum rerum Bohemicarum de Magnoald Ziegelbauer OSB. Un regard extérieur sur l’histoire et l’historiographie du royaume de Bohême, in Ex oriente amicitia. Mélanges offerts à Frédéric Barbier, édité per C. Madl – I. Monok, pp. 127-156. Il benedettino tedesco Magnoald Ziegelbauer (al secolo Johann Michael; 1688-1750), noto soprattutto come storico dell’erudizione del proprio Ordine, redasse anche un’importante storia della Boemia, rimasta però solo manoscritta. L’a. racconta la genesi della Bibliotheca Bohemica, ne illustra i contenuti e spiega le motivazioni (in larga parte politiche) per cui non passò mai sotto i torchi. – E.G.
049-140 Sylvester (János), Új Testamentum, Sárvár, 1541, Fakszimile kiadás, kísérő tanulmány Edina Zvara, Budapest, Kossuth Kiadó, MTA Könyvtár és Információs Központ, 2018 Þ rec. Pál Ács, «Magyar könyvszemle», 134, 2018, II, pp. 228-30.
049-141 Szegvári (Zoltán), A teljesség felé - két új forrásgyűjtemény a magyar vonatkozású bizánci kútfőkről, «Magyar könyvszemle», 134, 2018, I, pp. 83-6. Circa due raccolte di fonti bizantine importanti anche per la storia ungherese. – Ed.B.
049-142 Tancini (Francesca), Libri di gran classe alla fermata del treno. L’altra faccia degli Illustrators of the Eighteen-Sixties, «L’illustrazione», 2, 2018, pp. 47-64 (con 8 tav. a colori). Con lo sviluppo della rete ferroviaria nasce anche una produzione di “libri da viaggio” a basso cisto le cui sgargianti copertine sono però frutto dell’opera di alcuni dei maggiori incisori del tempo. – ED.B.
049-143 Tomasco (Clelia), Il periodico socialista «La Squilla Lucana» a favore dell’istruzione nella Basilicata del primo Novecento, in Prensa pedagógica, mujeres, niños, sectores populares y otros fines educativos, J. M. H. Díaz (ed.), pp. 419-429. L’a. indaga lo stato dell’istruzione lucana tra il 1901 e il 1921 servendosi delle pagine di interesse pedagogico-educativo del periodico socialista «La Squilla Lucana». – Ar.L.
049-144 Trovato (Paolo), Qualche appunto sulla filologia della prima Crusca, in La filologia in Italia nel Rinascimento, pp. 361-77. La filologia della Crusca è più arretrata rispetto a un Borghini, che negli stessi anni degli Accademici arriva a precorrere il neolachmannismo. Bastiano de’ Rossi e gli altri Accademici seguono invece un metodo più approssimativo, che «non mira tanto alla ricostruzione di un originale perduto, quanto a fornire una larga documentazione lessicale dell’aureo Trecento» (p. 377). – L.Ma.
049-145 Tuzzi (Hans), Libro antico libro moderno, Roma, Carocci, 2018, pp. 233, ill. b/n, ISBN 978-88-430-9349-6, € 16. Con un taglio divulgativo ma accurato, l’a. racconta e descrive nella sua totalità l’oggetto-libro tipografico, dalle origini gutenberghiane ai moderni sviluppi dell’editoria. Il libriccino ripercorre le tecnologie di stampa e produzione del libro e ne illustra gli elementi testuali, extra-testuali (frontespizio, paginazione, marca tipografica…), grafici (illustrazioni, impaginazione…) e gli aspetti commerciali (tirature, modelli di vendita, concentrazioni d’impresa…). Si tratta della seconda edizione di un’opera già pubblicata dalla Sylvestre Bonnard nel 2006. – Martina Molino
049-146 Vallese (Gloria), Italics. Venezia, la pittura “alla prima” e i tascabili di Aldo Manuzio, in Parole che restano, a cura di A.G. Cassani – D. Ferrara – G. Turria, pp. 83-91. L’a. analizza dal punto di vista formale gli enchiridia di Aldo Manuzio, di cui considera anche la geometria della pagina e l’uso del corsivo, confrontando la produzione aldina all’arte coeva. – S.C.
049-147 Vecce (Carlo), Leonardo filologo? In margine al codice trivulziano, in La filologia in Italia nel Rinascimento, pp. 1-17. Analisi delle liste di «altori» (autori) e vocaboli vergate da Leonardo nel Codice Trivulziano (Triv. N 2162). – L.Ma.
049-148 Vela (Claudio), Poesia del Duecento nel primo Cinquecento: istruzioni per l’uso, in La filologia in Italia nel Rinascimento, pp. 83-100. L’esame del paratesto di alcune edizioni (quella del 1491 del commento di Cristoforo Landino alla Commedia, con in appendice 18 canzoni; la raccolta veneziana del 1518 con – fra gli altri – Dante, Cino; la princeps bonaccorsiana, 1490, di Iacopone; la “Giuntina di rime antiche” del 1527) permette di indagare il modo in cui a un lettore del Cinquecento veniva presentata la letteratura duecentesca. – L. Ma.
049-149 Vigini (Giuliano), Chiesa: un piano Marshall per la lettura, «Vita e Pensiero», 5, 2018, pp. 104-7. Come fa a reggersi il mercato del libro in un Paese in cui solo il 41% legge almeno un libro all’anno? A partire da questa domanda l’a. richiama l’attenzione su un grave problema nazionale e lancia un appello in favore di un “piano Marshall” che abbia come obiettivo la promozione della lettura e il rilancio del mercato editoriale. La riflessione dell’a. si concentra poi sull’editoria religiosa e sull’importanza del ruolo della Chiesa affinché la lettura tra i fedeli non diventi sempre di più una questione marginale. – Pierfilippo Saviotti
049-150 Vigini (Giuliano), Editori a Milano. Una storia illustrata dal 1860 al 1940, Milano, Editrice Bibliografica, 2018, pp. 168, ISBN 978-88-93570-26-8, € 21. Il vol. è un tanto interessante quanto utile compendio sulle più influenti case editrici milanesi di quasi cento anni. Il saggio, come specificato nella premessa, raccoglie notizie derivanti perlopiù dai più preziosi contributi sull’editoria contemporanea (citati dall’a. a p. 7), organizzate e assemblate sapientemente dall’a. Il testo è suddiviso in tre parti principali dedicate alla seconda metà dell’800 (pp. 17-46), agli inizi del ‘900 (pp. 47-68) e all’editoria negli anni del regime (pp. 69-104). Chiudono il vol. un’appendice sulle edizioni milanesi di Honoré de Balzac, Alexandre Dumas e Victor Hugo nel periodo preso in considerazione e due puntuali indici dei nomi e delle case editrici, società e istituzioni. – Pierfilippo Saviotti
049-151 Villari (Susanna), Gli Opera aliquot e l’eredità di Calcagnini la testimonianza di Giraldi Cinthio, «Studi giraldiani: letteratura e testo», 4, 2018, pp. 5-36. L’a. muove da due autografi giraldiani inediti (si tratta di uno scritto in forma di postilla marginale e di un’epistola al Brasavola, entrambi riportati in Appendice, pp. 91-3) per sollevare originali questioni critiche e quesiti inerenti tanto all’allestimento degli Opera aliquot del Calcagnini (usciti postumi a Basilea nel 1544) quanto la loro consistenza. – E.G.
049-152 Xavier Giudicelli, Portraits de Dorian Gray. Le texte, le livre, l’image. Préface de Pascal Aquien, Paris, Presses de l’Université de Paris-Sorbonne, 2016 Þ rec. Francois Dupuigrenet Desroussilles, «L’illustrazione», 2, 2018, pp. 112-5.
049-153 Zaganelli (Giovanna), Corrispondenze, richiami e interscambi tra parole e immagini nel Polifilo, in Ancora per Aldo Manuzio. Ai margini del V centenario – Contributi e Ricerche Interdisciplinari, a cura di A. Scarsella e M. Menato, pp. 9-22. Il saggio presenta lo stretto rapporto che intercorre tra le immagini e il testo all’interno del capolavoro manuziano dell’Hypnerotomachia Poliphili, inquadrando la storia del libro all’interno di metodologie incrociate di studio della scrittura, della comunicazione e dell’immagine. – L.Mo.
049-154 Zappella (Giuseppina), Le marche dei tipografi e degli editori europei (sec. XV-XIX). Parte I. Le tipologie. 2. Parlanti (nome e cognome) (1068-2610), Milano, Bibliografica, 2018, pp. 863, ill. b/n, ISBN 978-88-9357-000-8, € 95. Secondo vol. (il primo, del 2016, è dedicato a iniziali e monogrammi Þ« AB» 041-143) della prima parte dell’ampio progetto di censimento delle marche tipografiche degli editori europei in ancient régime. Frutto di una frequentazione più che trentennale (si ricorda l’importante precedente studio dedicato alle marche dei tipografi italiani del XVI sec. che risale al 1986, ma anche altri diversi successivi lavori sull’iconografia nel libro antico) il progetto si presenta estremamente ambizioso: nonostante infatti l’a. sottolinei immediatamente l’assenza di ogni pretesa di esaustività dell’opera, il piano della stessa (la cui sola prima parte si comporrà di 10 tomi) è quello non solo di censire il più ampio numero possibile di marche e insegne di tipografi (peraltro descrivendole una ad una e affiancandole da riproduzioni delle stesse) ma anche di “offrire un esame comparato […] che permetta di seguire l’evoluzione e i rapporti dei vari segni attraverso confronti di forme simili nei vari ambiti geografici” (p. 9). Il vol. elenca dunque oltre 1500 marche, divise per tipologie (riferite al nome del tipografo, al cognome, al soprannome…) accompagnando ogni descrizione, come detto, da immagini delle stesse, a dire il vero anche molto differenti tra loro per qualità e risoluzione (fatto che in alcuni rari casi rende difficile leggere, per esempio, il motto o la legenda). Corposo l’apparato di indici e tavole di concordanze (pp. 760-863). – F.F.
049-155 Zorzi (Marino), Aldo Manuzio, editore geniale, in Parole che restano, a cura di A.G. Cassani – D. Ferrara – G. Turria, pp. 25-33. L’a. apre il convegno presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia con una sintesi della personalità e dell’attività di Aldo Manuzio. – S.C.
ABEI 1
Aldo Manuzio D, G, 3, 9, 20, 49, 50, 52, 87, 89, 94, 95, 101
Apocrifi cristiani 15
Bibliologia 31
Biblioteconomia 55
Carta 34
Collezionismo G, 49, 58, 74, 82-5, 98, 101, 103, 108, 115, 122
Commercio librario 2, 7, 14, 26, 57, 109, 121, 127, 128, 136
Editoria del ’400 A, D, E, F, G, 3, 20, 46, 59, 65, 111
Editoria del ’500 A, D, G, 3, 27, ,70, 78, 94, 96, 106, 125, 132, 133, 110, 133, 146, 153, 155
Editoria del ’600 22, 39, 107
Editoria del ’700 39, 56, 62, 86
Editoria dell’800 71, 81, 82, 88, 150
Editoria del ’900 H, 17, 51, 82, 90, 150
Editoria contemporanea 53, 79
Editoria popolare 23, 40, 73, 78
Ex-libris 138
Ezio Gribaudo 45
Frédéric Barbier 43, 97
Giovanni Pascoli 83
Graffiti 42
Grafica e illustrazione libraria 11, 12, 21, 25, 30, 33, 36, 48, 50, 66, 88, 104, 107, 116, 142, 152-54
Legatura 113
Libro d’artista 64, 76, 137
Manoscritti 4, 68, 72, 139, 141, 151
Marche tipografiche editoriali 154
Periodici 5, 8, 16, 36, 54, 77, 117-8, 124, 126, 131, 143
Pierangelo Bellettini 114
Pietro B. Rossi 41
Riforma 44, 47, 63, 135, 140
Storia del libro B, 145
Storia della filologia 10 ,13, 18 ,19, 24, 29, 32, 37-8, 67, 75, 80, 93, 99, 100, 105, 120, 123, 129, 130, 134, 144, 147, 148
Storia della lettura 149
Storia della stampa 102, 119
Storia delle biblioteche C, 91
Terra Santa 81
Ungarica 28, 35, 60, 61, 72, 92, 114
Cronache
Convegni
Textual and Material Bibliography. Commemorating Conor Fahy (1928-2009), Udine, 27 e 28 febbraio 2019. A dieci anni dalla scomparsa di Conor Fahy, mercoledì 27 e giovedì 28 febbraio 2019 presso l’Università degli Studi di Udine si è tenuto il Convegno Textual and Material Bibliography organizzato in suo onore da Neil Harris, che già nel 1997, in occasione del conferimento della laurea honoris causa, promosse il convegno Bibliografia testuale o filologia dei testi a stampa? Definizioni metodologiche e prospettive future di cui poi furono pubblicati gli atti (Udine, Forum, 1999). Ad avviare gli interventi del Convegno è Pasquale Stoppelli (Roma), filologo e critico letterario (curatore dell’importante raccolta di studi Filologia dei testi a stampa, Bologna, il Mulino, 1997 e Cagliari, CUEC, 2008) il quale attribuisce a Conor Fahy l’epiteto di “evangelizzatore bibliografico”. Stoppelli ne ripropone rapidamente gli studi di bibliografia testuale e in particolare lo sviluppo del concetto di esemplare ideale, per il quale Fahy, partendo dalle formulazioni di Fredson Bowers, lavorò alla ricostruzione filologica degli interventi autorali avvenuti in stampa sull’Orlando Furioso del 1532. Francisco Rico, già dell’Università autonoma di Barcellona, approfondisce alcuni degli aspetti riguardanti il necessario rapporto tra bibliografia analitica e ricostruzione filologica dei testi, facendo riferimento non solo ai saggi di Fahy, ma anche alla Introduzione agli studi di filologia italiana di Alfredo Stussi. Prendendo in considerazione un caso specifico, ovvero l’edizione de El ingenioso hidalgo Don Quixote de la Mancha di Cervantes del 1604 e quella del 1608, Rico offre alcuni esempi dei suddetti concetti attuando una ricostruzione filologica del testo. Precedente al Don Chisciotte, e fonte d’ispirazione per Cervantes, è l’edizione catalana del 1490 di Tirant lo Blanch, oggetto di studio di Jacopo Gesiot (Trieste). Collazionando l’editio princeps di Valencia con quella stampata a Barcellona nel 1498 è stato possibile riscontrare delle varianti non solo a livello linguistico, ma anche a livello testuale. Queste si ritrovano anche nella traduzione italiana di Lelio Manfredi del 1538. Per la ricostruzione filologica del testo si fa affidamento allo stemma codicum di Vincent Martines, il quale ritiene che tra l’edizione stampata a Valencia e quella stampata a Barcellona vi sia un’edizione perduta dalla quale si sarebbero trasmesse le varianti. Ester Camilla Peric (Udine) ha presentato un caso editoriale riguardante un’opera in più volumi, la Summa maioris beati Antonini stampata da Lazzaro de’ Soardi a Venezia nel 1503. Gli esemplari dell’edizione presentano, in posizioni differenti, un’aggiunta di carte a fine fascicolo con un paratesto curato da un certo frate Alberto. Lo studio dei tipi presenti in queste carte aggiunte, e il confronto con quelle che compongono il resto dell’edizione, ha permesso di ipotizzare un caso di standing type, che consiste nel lasciare delle forme composte per il loro riutilizzo in un intervallo di tempo non troppo lungo (in questo caso non più di tre mesi). Professore di lingua francese presso l’Università degli Studi di Udine, Sergio Cappello ha basato il proprio intervento sull’analisi di alcune delle edizioni dell’editore e stampatore parigino Michel Le Noir, come Le livre d’Orpheus e Pyrame et Thisbé. Le edizioni di Le Noir hanno la caratteristica comune di presentare la medesima silografia al frontespizio, nonostante essa non sia attinente al testo. Questa è articolata su più piani: partendo dal basso vi sono un uomo e una donna in abiti medievali, i quali percorrono un sentiero e hanno alle proprie spalle due bambine nude. A destra del sentiero è eretto un complesso architettonico dal quale si affaccia un uomo anziano con un uovo in mano (il quale è stato identificato come Ovidio), mentre sulla sinistra ci sono dei diavoli. Altri diavoli, scacciati dall’arcangelo Michele, sono presenti nella parte superiore della silografia. Attraverso uno studio più attento è stato possibile scoprire che la silografia in questione è copia di una presente in La Bible des poètes, meglio nota come Ovidio moralizzato, stampata nel 1507 da Antoine Vérard. Le edizioni di Michel Le Noir, infatti, altro non sono che estratti dell’Ovidio moralizzato, un’opera che ebbe larga fortuna nel Medioevo. Un altro caso editoriale che presenta delle imitazioni manoscritte del frontespizio, e non solo, è quello dell’Orlando Furioso di Nicolò Zoppino del 1524 studiato Luca Degl’Innocenti, ricercatore presso l’Università degli studi di Firenze. Attraverso lo studio di diversi esemplari attribuiti alla stessa edizione, Degl’Innocenti è riuscito a identificare alcune carte rifatte a penna o tramite litografia la cui falsificazione potrebbe essere attribuita a John Harris (come l’esemplare ora alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano), mentre un altro abile artigiano realizzò tre splendide legature finto-antiche. Professore emerito dell’Università di Toronto e ideatore di una macchina collazionatrice, Randall McLeod ha presentato il suo lavoro sugli invisible books: utilizzando la luce radente su alcune edizioni incunabole di Aristotele e su alcune edizioni aldine, ha determinato che gli spazi bianchi delle pagine sono costituiti da “impressi cieche”, cioè da porzioni di pagine composte (senza inchiostrare i tipi) usate appunto per riempire spazi nella forma. Questi si presentano talvolta capovolti e, una volta ricostruito il testo nascosto, lo si ritrova – stampato correttamente – all’interno dell’opera stessa: i compositori, dovendo a volte comporre dei testi che non occupavano la totalità della pagina, per riempire la forma tipografica utilizzavano delle porzioni di testo che non venivano inchiostrate in quanto adoperate come bianchi tipografici. Diverso è stato il taglio dato dall’intervento di Daniele Gessi (Udine), il quale ha riproposto il proprio lavoro di tesi basato sull’epistolario privato di Fahy. Tra i tanti corrispondenti compaiono nomi di studiosi di rilievo come quelli di Luigi Balsamo, il quale cerca un confronto in materia bibliografica con il nostro, Lotte Hellinga e Dennis Rhodes. Funzionaria della BNCF, Simona Mammana ha preso in esame dei documenti presenti nella Biblioteca per poter risalire agli acquisti di titoli cavallereschi per la Biblioteca Palatina di Firenze all’asta di Guglielmo Libri del 1847. Guglielmo Libri decise di mettere all’asta la propria biblioteca, formata da 800 manoscritti e 40.000 volumi a stampa, in seguito a una denuncia anonima per appropriazione indebita. A spingere all’acquisto di titoli cavallereschi per la Palatina fu un certo Frank, sicuramente funzionario interno della Biblioteca, ma la cui identità non è ancora nota. Sempre sulla scia degli insegnamenti di Conor Fahy, altri interventi hanno mantenuto vivo l’interesse dei presenti: Daniele Danesi (Firenze) ha reso note alcune edizioni italiane del XVI secolo da lui scoperte, ma non ancora presenti in EDIT16; Shanti Graheli, docente presso l’Università di Glasgow, ha presentato un caso particolare inerente alle opere di Giulio Camillo stampate presso l’officina tipografica di Gabriele Giolito; sempre proveniente dall’officina giolitina è il caso degli Apoftemmi di Plutarco proposto dalla studentessa dell’Università di Udine Elena Fogolin; Valentina Lepri (Varsavia) ha presentato una vicenda editoriale riguardante Giordano Bruno, il quale a Francoforte, per la stampa delle sue opere, si rivolge probabilmente al tipografo sbagliato per l’omonimia (Wechel) dei responsabili di due diverse officine; proveniente dall’Università degli Studi di Chieti, Antonio Sorella prende in esame il rapporto tra Bembo e il Petrarca aldino del 1514, ipotizzando che per la stampa sia stato utilizzato un exemplar postillato dello stesso Bembo oggi perduto; partendo dall’esemplare presente presso la Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna, Paolo Tinti confronta direttamente questo con gli altri esemplari della prima edizione de Hystoria del sacrato templo de Laureto, un testo di Battita Spagnoli tradotto in italiano, presenti su territorio nazionale (Ancora e Roma); direttore romano di casa d’aste, in occasione del Convegno Fabio Massimo Bertolo riprende in mano i suoi studi inerenti alle fasi di stampa del Cortegiano, attingendo da documenti conservati dalla famiglia Castiglione. Sara Mansutti (Udine) riprende il proprio lavoro sul Catechismus ex decreto Concilii Tridentini, stampato nel 1566 nella Stamperia del Popolo Romano da Paolo Manuzio. Attraverso il confronto tra alcuni esemplari e la precisa attenzione ai tipi presenti principalmente al titolo corrente, la Mansutti è riuscita a dimostrare una doppia composizione tipografica di alcune parti dell’opera. A chiudere il Convegno è Neil Harris che si focalizza sulla stampa della prima edizione fiorentina della Commedia: un celebre in folio edito da Niccolò Tedesco nel 1481, con il commento di Cristoforo Landino e con calcografie realizzate da Baccio Baldini su disegno di Sandro Botticelli. L’interesse di Harris nei confronti di questa edizione nasce dal ritrovamento da parte di Lorenz Boeninger del contratto editoriale (Þ «AB» 044-029), nel quale si legge che la stampa doveva procedere «una carta per dì per istrectorio per insino alla somma di tre strectoi che fieno ogni dì tre carthe». Partendo da questo passo, Harris ha collazionato alcuni degli esemplari di questa edizione e ha ipotizzato che nell’officina tipografica fossero in funzione tre torchi a un solo colpo, uno per ogni cantica della Commedia. L’edizione in sé non si presenta perfetta: le silografie si sovrappongono all’ultima riga di testo e non tutti gli esemplari presentano le diciannove previste. Il contributo di Conor Fahy nelle discipline riguardanti il libro antico e la filologia è fondamentale per gli studiosi presenti in questo campo e non solo. Gli strumenti da lui forniti, valorizzati dagli interventi dei relatori del Convegno, consentono una precisa attenzione ad aspetti essenziali nella ricostruzione bibliologica e filologica di testi a stampa e si rivelano fondamentali per l’approccio alle suddette discipline. – Pietro Putignano
Taccuino
Milano, mart. 5 marzo, I piano Gregorianum, Largo Gemelli 1, h. 15.30
Pedro M. Cátedra (Università di Salamanca)
Gli studi su Giambattista Bodoni e la sua produzione tipografica
Brescia, merc. 6 marzo 2019, Libreria dell’Università Cattolica, via Trieste 17, ore 17,
Presentazione di Five Centuries Later. Aldus Manutius: Culture, Typography and Philology, a cura di Natale Vacalebre, Firenze, Olschki, 2018
Ne discutono Luca Rivali e Marco Callegari (Università Cattolica di Brescia)
Milano, ven. 15 marzo ore 16.00-17.50, Master: Editoria in progress
Book Pride, Fabbrica del Vapore, Via Giulio Cesare Procaccini 4, Milano, Auditorium
Fare network. Tra social reading, bookinfluencer e chimica organica
con Matteo Fumagalli, Maria Vittoria Alfieri,
Pierluigi Vaccaneo, Silvia Pettinicchio Krebs, Davide Giansoldati.
Miano, sab. 16 marzo, ore 10.00, Sabato del bibliofilo, Biblioteca Braidense, Sala Teresiana
Marco Petoletti (Università Cattolica)
Contra haereticos: la predicazione del vescovo Fulco da Piacenza in un manoscritto del ’400
Un dotto vescovo di Piacenza e di Pavia, attivo intorno all’anno 1200, Fulco Scotti, ha lasciato il proprio nome nel grande libro della letteratura per la sua eloquenza, lodata fin dai tempi in cui frequentava l’Università di Parigi. Ammirato dagli antichi e studiato in tempi moderni per la sua azione politica, in particolare per le relazioni con l’imperatore Federico II, Fulco ha scritto in un latino vivace e non troppo complesso molti sermoni (più di 100), che sono tutti quanti inediti in un bellissimo manoscritto del Quattrocento, conservato nella Biblioteca Nazionale Braidense (AD.XIII.33) e proveniente dalla Certosa di Pavia. Queste prediche per le principali feste liturgiche sono la testimonianza più efficace della sua fama di ardente predicatore, impegnato contro le eresie che in quegli anni percorrevano l’Italia settentrionale.
Milano, merc. 20 marzo, Università Cattolica, Largo Gemelli 1, Cripta aula Magna, ore 16.30
Presentazione del volume Vita e Pensiero: cento anni di editoria. Catalogo storico 1918-2017
con Marco Bruna, Aurelio Mottola, Roberto Cicala e Paola Sverzellati
Milano, mart. 26 marzo, Largo Gemelli 1, I piano Gregorianum, h. 15.30
Giovanni Di Domenico (Università di Salerno)
Ettore Fabietti e l’idea di “biblioteca popolare”
Trento-Bressanone-Rovereto, merc. 3-ven. 5 aprile, Visita di studio in alcune biblioteche del Trentino e dell’Alto Adige
Mercoledì 3 aprile
Treno MI-TN Biblioteca Comunale, Biblioteca S. Bernardino, Cena e pernottamento a TN
Giovedì 4 aprile
Treno TN-Bressanone, Biblioteca Seminario, Biblioteca Novacella, (forse Torchio Klarissa)
Treno Bressanone-TN, Cena e pernottamento a TN
Venerdì 5 aprile, Treno TN-Rovereto, Biblioteca Civica, MART, Casa Depero, (forse Museo Storico della Guerra)
Treno Rovereto-MI
Milano, mart. 9 aprile, I piano Gregorianum, Largo Gemelli 1, h. 15.30
Franco Pierno (University of Toronto)
“La Parola in fuga”: gli esuli cinquecenteschi
religionis causa e l’uso della lingua italiana
Brescia, merc. 10 aprile 2019, Libreria dell’Università Cattolica, via Trieste 17, ore 17,
Presentazione di Giancarlo Petrella, L’impresa tipografica di Battista Farfengo a Brescia. Fra cultura umanistica ed editoria popolare (1489-1500), Firenze, Olschki, 2018
Edoardo Barbieri ne discute con Mino Morandini (Associazione bibliofili bresciani “B. Misinta”)
Milano, giov. 11 aprile 2019, Università Cattolica, Largo Gemelli 1, ore 17.00-18.30 Master Editoria in Progress
aula Vismara, G.019
Olschki, un editore a cavallo di tre secoli
con Daniele Olschki
Milano, sab. 27 aprile, ore 10.00, Sabato del bibliofilo, Biblioteca Braidense, Sala Teresiana
Martina Molino
Carta canta: i Da Ponte e la stampa musicale nella Milano del Rinascimento
Milano, lun. 6 maggio, Largo Gemelli 1, aula G.130 S. Maria, ore 15.30
Giorgio Domokos (Università Cattolica d’Ungheria)
Memorie ungheresi in Italia: il progetto Vestigia tra Milano, Modena e Mantova
Milano, mart. 7 maggio, Largo Gemelli 1, I piano Gregorianum, h. 15.30
Jiří Špička (Università di Olomouc)
Petrarca in Provenza: luoghi e spazi dell’immaginario morale e poetico
Torino, ven. 10 maggio ore 14.00-15.30, Master: Editoria in Progress
Salone del Libro di Torino (da confermare)
Narrare la storia. Dal romanzo alla carta stampata alla TV
con Antonio Scurati, Marcello Simoni, Focus Storia, Rai Storia/Sky Storia/Medici
Milano, lun. 13 maggio, Biblioteca Ambrosiana, ore 16.30
Presentazione del volume di Giancarlo Petrella, L’impresa tipografica di Battista Farfengo a Brescia. Fra cultura umanistica ed editoria popolare (1489-1500), Firenze, Olschki, 2018
Edoardo Barbieri ne discute con l’autore
Milano, sab. 18 maggio 2019 ore 10.00, Sabato del bibliofilo, Biblioteca Braidense, Sala Teresiana
Ilaria Longo
Raccontare i mulini a vento: la fortuna del Don Chisciotte in Italia tra Sei e Ottocento
Sermoneta, Castello Caetani, 24-26 maggio 2019
Viaggiare nel testo. Scritture, libri e biblioteche nella storia
Seminari “Aldo Manuzio”. Prima edizione
La proposta è rivolta a dottorandi di ricerca e giovani ricercatori (per un massimo di 12) in discipline umanistiche, italiani e stranieri, che vogliano proporre interventi di massimo 20 minuti, in francese, inglese e italiano, cui seguirà una discussione.
Programma:
Venerdì 24 maggio 2019, ore 14 – Sessione 1
§ Accoglienza e registrazione § Saluti e introduzione ai lavori di Tommaso Agnoni (Fondazione Roffredo Caetani), Edoardo Barbieri (Università Cattolica di Milano) e Maria Cristina Misiti (MIUR) § Maria Luisa López-Vidriero, Biblioteche e cultura nella Spagna del Settecento § Comunicazioni di dottorandi e giovani ricercatori § Visita al Castello Caetani di Sermoneta
Sabato 25 maggio 2019, ore 9 – Sessione 2
§ Marilena Maniaci, Scrivere e leggere nel monachesimo altomedievale § Comunicazioni di dottorandi e giovani ricercatori
Sabato 25 maggio 2019, ore 15 – Sessione 3
§ Giuseppe Frasso, Sui libri postillati nell’Italia della prima età moderna § Comunicazioni di dottorandi e giovani ricercatori § Visita alla città di Sermoneta
Domenica 26 maggio 2019
§ Visita al Giardino di Ninfa
Per informazioni:
Milano, lun. 3 e mart. 4 giugno Convegno internazionale
Biblioteca Braidense (Sala Maria Teresa) – Università Cattolica (Cripta Aula Magna):
“Raccontare la Terra Santa: narrazioni e guide di pellegrinaggio tra medioevo ed età moderna. // Talking About the Holy Land: Pilgrim Guidebooks and Travelers’ Tales from the Middle Ages to Modern Times” (vedi programma dettagliato).
Torrita di Siena, Residence “Il Convento”
26-29 agosto 2019
Scuola estiva 2019
Libri di viaggio tra Medioevo ed Età moderna: la scoperta culturale, religiosa e visiva del Vicino Oriente (vedi programma dettagliato)
La forza delle lettere. Storia e futuro della comunicazione scritta
22 febbraio 2019
Bologna, Museo MAST. Auditorium
1 - 8 - 13 marzo 2019
Bologna, Biblioteca Universitaria. Aula magna
Si tratta di un ciclo di incontri e conferenze curato da Paolo Tinti (Università degli Studi di Bologna) e pensato dal comitato Griffo la grande festa delle lettere, in collaborazione con il Dipartimento di Filologia classica e Italianistica dell'Università degli Studi di Bologna, la Biblioteca Universitaria di Bologna e la Fondazione MAST (Manifattura Arti Sperimentazione Tecnologica) di Bologna, per restituire al carattere tipografico – la più rivoluzionaria e durevole creazione umana nella storia della comunicazione moderna e contemporanea – tutta la centralità e l'importanza che merita.
Programma:
§ venerdì 22 febbraio, ore 18
Antonio Cavedoni (Progettista di caratteri), Disegnare lettere oggi
§ venerdì 1 marzo, ore 16
Riccardo Olocco (Progettista di caratteri ed esperto di storia dei caratteri tipografici), Eredità del Rinascimento: le minuscole nei caratteri tipografici
§ venerdì 8 marzo, ore 18
Neil Harris (Università degli Studi di Udine), All'insegna dell'àncora: dal carattere alla marca
§ venerdì 13 marzo, ore 16
Enrico Tallone (Editore in tipi mobili), Vestire la letteratura. Psicologia e design dei caratteri
Per informazioni: www.bub.unibo.it
I 70 anni della BUR
23 febbraio 2019, ore 11
Milano, Biblioteca Nazionale Braidense. Sala Lalla Romano
All'interno del ciclo di incontri dedicati a I mestieri del libro, in occasione dei 70 anni dall'origine della celebre collana BUR, Evaldo Violo (figura notissima dell’editoria nonché direttore, per un trentennio, proprio di questa collana) colloquia con Marco Vitale (traduttore letterario e poeta), ripercorrendo così un buon tratto dell’editoria del dopoguerra e non solo di quella italiana, ma, più in generale, anche di quella europea, tema per altro affrontato insieme nel volume Ah, la vecchia BUR! L’Europa del libro (Edizione Unicopli), che verrà presentato nel corso dell'incontro. Introduce Gabriella D’Ina.
Per informazioni:
http://www.braidense.it/attivita/news.php?ID_news=985
L’Omero miniato di Francesco Filelfo: storia di un manoscritto conteso
28 febbraio 2019, ore 17
Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana. Libreria Sansoviniana
Conferenza di Antonio Iacobini (Università Sapienza, Roma).
Si tratta del terzo incontro del ciclo organizzato dalla Biblioteca per l’Anno Bessarioneo, destinato a celebrare il 550° anniversario della donazione a San Marco, vale a dire alla Repubblica Veneta, della preziosa raccolta libraria del cardinale Bessarione, primo fondamentale nucleo della Biblioteca Marciana. Nell’occasione, dalle ore 16 alle 17 sarà possibile visitare gratuitamente la mostra Gli ultimi giorni di Bisanzio. Splendore e declino di un impero, con ingresso da Piazzetta San Marco 13/a.
Per informazioni: www.marciana.venezia.sbn.it
Tra aromi e sapori. La cultura del cibo attraverso il tempoo
Finissage della mostra
28 febbraio 2019, ore 17
Roma, Biblioteca Casanatense
Interventi di: § Paola Passarelli (direttore generale Biblioteche e istituti culturali) § Lucia Marchi (direttore Biblioteca Casanatense) § June Di Schino (storica della cultura dell'alimentazione) § Letture a cura di Gennaro Momo
Per informazioni: www.casanatense.it
12 mm: un mare di pagine
Fino al 1° marzo 2019
Bologna, Biblioteca Universitaria
La mostra, allestita e curata da Elisabetta Bagliani, propone una serie di macrofotografie di Andrea Battaglini che ritraggono dodici millimetri di libri (in particolare pagine, dorsi, coste, angoli) consumati dal tempo e masticati dagli acari e dall’incuria. L'autore affronta con originalità il tema della perdita e della rigenerazione della memoria scritta, facendo diventare i dettagli dei libri orizzonti marini (il mare di pagine richiamato dal titolo), e lacerazioni della natura le ferite della memoria mal conservata.
Per informazioni: www.bub.unibo.it
I libri del Granduca Cosimo I de’ Medici
I manoscritti personali e quelli per la Biblioteca di Michelangelo
Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana
8 marzo – 18 ottobre 2019
Nel 2019 ricorrono i cinquecento anni dalla nascita del granduca Cosimo I e la Biblioteca Medicea Laurenziana lo celebra con una mostra a lui dedicata in cui sono esposti 50 manoscritti, 2 opere a stampa e 2 oggetti artistici, tutti conservati in Biblioteca e che testimoniano sia i suoi interessi personali, sia un momento particolarmente prestigioso della città di Firenze.
Nella prima sezione dell’esposizione sono presentati i libri che il granduca conservava nella sua biblioteca privata: alcune biografie, opere che gli furono offerte in cambio di favori, scritti da lui commissionati, manoscritti da lui posseduti.
La seconda sezione della mostra è dedicata invece al grande incremento di manoscritti voluto da Cosimo I per la Biblioteca pubblica, per la quale Michelangelo aveva progettato la costruzione del nuovo edificio.
Per informazioni: www.bmlonline.it
Editoria e filologia - Ciclo di conferenze
Da lunedì 11 marzo a lunedì 1° aprile 2019
Associazione Biblioteca Salita dei Frati
Salita dei Frati, 4ACH-6900 Lugano
Per informazioni:
Intorno a un codice 2019
13 e 20 marzo, 10 aprile 2019, alle ore 16.30
Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana
Ciclo di tre incontri durante i quali tre studiosi presenteranno ciascuno un codice ambrosiano di particolare pregio, illustrandone le caratteristiche e guidando alla sua comprensione.
Programma:
13 marzo
Mirella Ferrari, Un codice di Lucano fra Genova e Spagna
20 marzo
Marco Fressura, I frammenti dell’Eneide latinogreca nel palinsesto L 120 sup.
10 aprile
Carlo Maria Mazzucchi, codici F. 93 e 96 sup. di Nicola Mesarite, intellettuale ed ecclesiastico bizantino ai tempi della IV crociata
Per informazioni:
www.ambrosiana.it/partecipa/mostre-e-iniziative/intorno-a-un-codice-2019
La biblioteca che cresce. Contenuti e servizi tra frammentazione e integrazione
14-15 marzo, Milano, Palazzo delle Stelline
http://www.convegnostelline.it/
Strategie digitali per la scuola.
14-15 marzo, Milano, Palazzo delle Stelline
Una nuova, decisiva occasione per parlare, discutere, imparare su libri, lettura, scuola, mondo digitale.
https://www.convegnoscuola.com/
Nato di donna. Studi e rappresentazioni del parto dal XVI secolo a oggi
Fino al 15 marzo 2019
Roma, Biblioteca Medica Statale
La mostra – dedicata al tema della nascita – presenta alcuni rari esemplari presenti nei fondi storici della Biblioteca e numerose edizioni moderne, che contengono gli studi e le raffigurazioni della natalità nel corso dei secoli. Da segnalare, un esemplare della Comare raccoglitrice di Girolamo Mercurio, stampata a Venezia nel 1595, prima opera italiana di ostetricia, conobbe una ventina di edizioni e rimase per un secolo e mezzo l’unico manuale in lingua italiana sull’argomento. L’opera è particolarmente significativa sia per i contenuti scientifici che per il carattere divulgativo.
Per informazioni:
Byblos 2.0
16-17 marzo 2019
Milano, Parco Esposizioni Novegro
Mostra mercato del libro antico e del ‘900, e della stampa d’epoca.
Per informazioni:
www.parcoesposizioninovegro.it/fiere/byblos
Segni esemplari
Ragionamenti e divagazioni intorno alla forma della scrittura in occasione del bicentenario della stampa del Manuale tipografico di Giambattista Bodoni
16 marzo – 18 maggio 2019
Parma, Biblioteca Palatina
Si è da poco concluso l’anno in cui ricorreva il bicentenario della pubblicazione del Manuale tipografico di Giambattista Bodoni, ed è da questo spunto che si parte per organizzare una mostra e una giornata di studio promosse dalla Fondazione Museo Bodoniano di Parma.
Per informazioni: www.museobodoniano.it/segni-esemplari
Il libro digitale. La parola agli editori
18 e 25 marzo - 1 aprile 2019
Bologna, Biblioteca dell'Archiginnasio - Sala dello Stabat mater
Si tratta di un ciclo di tre incontri coordinati da Paola Italia (docente di Letteratura italiana all'Università degli Studi di Bologna) per capire come sta cambiando il mondo dell'editoria digitale e come saranno i libri/i lettori del futuro, ascoltando direttamente le voci dei maggiori editori nazionali (dal Mulino a Clueb, da Mondadori Education a Zanichelli, da Giunti alle Edizioni di Storia e Letteratura). Il ciclo nasce nell'ambito del corso di Digital Humanities and Digital Knowledge dell’Università degli Studi di Bologna e fa parte del progetto Le vie della parola organizzato dall'Istituzione Biblioteche del Comune di Bologna, in collaborazione con CUBO/Unipol nell'ambito del Patto di Bologna per la Lettura.
Prenotazione obbligatoria al sito:
Per informazioni: tel. o51276811
archiginnasio@comune.bologna.it
Accesso ai saperi e partecipazione culturale nell'era della rete
20 marzo 2019
Roma, Biblioteca Nazionale Centrale. Sala linguistica Tullio De Mauro
Incontro con Giovanni Solimine (Università Sapienza, Roma).
L'incontro è organizzato dalla Biblioteca (che ospita il fondo librario di Tullio De Mauro nella Sala Linguistica a lui dedicata) nell'ambito del ciclo Per Tullio De Mauro pensato proprio per ricordare l'insegnamento del grande linguista e i suoi temi di ricerca.
Per informazioni: www.bnrcm.beniculturali.it
Delacroix, Manet, Picasso, Matisse
PAGINE DA COLLEZIONE. I libri d’artista della Fondazione Cariparma
Donazione Corrado Mingardi
Fino al 24 marzo 2019
Fontanellato, Labirinto della Masone
Da Delacroix ad Andy Warhol passando per Manet, Matisse, Picasso, Klimt, Kandinskij e ancora Depero, De Chirico, Campigli, Mattioli e Fontana: non si tratta di quadri ma di una collezione di migliaia di pagine meravigliosamente concepite, disegnate e colorate dagli artisti più famosi dell’Otto e del Novecento, i cosiddetti libri d’artista.
Per informazioni:
www.labirintodifrancomariaricci.it
Il Filo d’Arianna
Libri di pregio antichi e moderni nel Labirinto di Franco Maria Ricci
22-24 marzo 2019
Fontanellato, Labirinto della Masone
Nella cornice che è il suo Labirinto della Masone, Franco Maria Ricci, editore, collezionista e bibliofilo, ospita la prima edizione de "Il filo d'Arianna", mostra mercato di libri antichi e moderni da lui fortemente voluta e ideata quale occasione per permettere ai migliori librai di mostrare i loro tesori e a curiosi, appassionati e collezionisti di poterli ammirare, sfogliare e acquistare.
Per informazioni:
www.labirintodifrancomariaricci.it
GRAFICA in PROGRESS
10° inCONTRO a Carattere Nazionale
30 marzo 2019, dalle ore 9
Genova, Istituto Pavoniano Fassicomo
Incontro organizzato dall’Associazione c.f.p. “E. Fassicomo” - Scuola Grafica Genovese
Programma:
§ Registrazione dei partecipanti § Saluti: p. F. Salomoni, Superiore Ist. - fr. P. Franchin, direttore Scuola Grafica Genovese - dr. G. C. Torre, Redazione inPRESSIONI - M. Picasso, direttore di MetaPrintArt § Edoardo Barbieri, L’evoluzione del torchio tipografico di Gutenberg § Enrico Tallone, Attualità e significato della stampa in piombo § Mauro Chiabrando, Il peritesto nel tempo § Lucio Gambetti - Modera la discussione e gli interventi § Alice Ferroni, Conservazione e durabilità dei materiali cartacei per l’arte § Conclusioni: Elio Osler, Marco Picasso, Gian Carlo Torre § Consegna degli attestati ai ragazzi della Scuola Grafica Fassicomo
Adesione consigliata: e.osler@pavoniani.it
paolo.franchin@scuolafassicomo.it
Per informazioni: www.inpressioni.it
L’arte di legare. Tesori nascosti tra le legature della Biblioteca nazionale centrale di Roma
Fino al 31 marzo 2019
Roma, Biblioteca Nazionale Centrale
Attraverso un percorso tendenzialmente cronologico - ma con excursus dedicati a materiali e tipologie, con particolare attenzione alla produzione di ambito romano - si porteranno alla luce preziose testimonianze dell'arte della legatura.
Per informazioni:
www.bncrm.beniculturali.it/it/790/eventi/2723
Napoli Map Fair
5-6 aprile 2019
Napoli, Grand Hotel Oriente
Per informazioni: www.napolimapfair.com
Digital Humanities. Verso un nuovo ordine del sapere? Inganni, disinganni, sfide e prospettive – I Seminari di Apice
8 aprile 2019, ore 15.00
Università degli Studi di Milano, Via Festa del Perdono, 7 – Aula Crociera Alta di Giurisprudenza
§ Stefano Vitali (Istituto Centrale per gli Archivi), Le ambiguità del digitale: archivi e ricerca archivistica sul web § Paola Italia (Università di Bologna), Editing Duemila. Testualità e responsabilitৠStefano Ghidinelli (Università degli Studi di Milano), Visualizzazioni letterarie. Analizzare, interpretare, argomentare § Alice Raviola (Università degli Studi di Milano), Storici al lavoro: interrogare archivi e biblioteche secondo nuovi percorsi § Jeroen Salman (Università di Utrecht), Databases as tools for comparative book historical research. Options and obstacles § Introduce e coordina Lodovica Braida (Presidente di Apice)
32° Salone Internazionale del Libro
9-13 maggio 2019
Torino, Lingotto Fiere
Nella sezione Salone Off, presso l’Auditorium Vivaldi della Biblioteca Nazionale, una speciale sezione dedicata a “Libri Antichi e Rari”.
Per informazioni: www.salonelibro.it
Bibliotheca Dantesca – Call for Articles
After the first special volume on “Dante and Music,” the online peer-reviewed journal Bibliotheca Dantesca is calling for articles for its second volume, to be published on December 2019. The journal welcomes contributions that investigate the work of Dante and its reception in a widely interdisciplinary perspective. We invite essays related to traditional areas of study but also to digital humanities, material culture, Mediterranean studies, history of emotions, gender studies, etc. Bibliotheca Dantesca represents the result of a productive collaboration between the students of Penn’s Italian Studies doctoral program, who were its first promoters, the faculty in the program, and the Center for Italian Studies.
For submitting an article and learning more about Bibliotheca Dantesca, please go to our website: https://repository.upenn.edu/bibdant/
We welcome articles in English. The submission deadline is 30 June 2019.
Leonardo da Vinci. Disegnare il futuro
fino al 14 luglio 2019
Torino, Musei Reali
Si tratta di una mostra – curata da Enrica Pagella, Francesco Paolo Di Teodoro, Paola Salvi; realizzata in collaborazione con Regione Piemonte, Città di Torino, Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino; compresa tra le iniziative finanziate dal Comitato per le Celebrazioni dei 500 anni della morte di Leonardo da Vinci presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali – che con oltre cinquanta opere racconta le ricerche tra scienza e arte di Leonardo da Vinci attraverso lo strumento del disegno. Il percorso ruota intorno al nucleo di disegni autografi di Leonardo conservati alla Biblioteca Reale di Torino, che comprende tredici disegni acquistati dal re Carlo Alberto nel 1840, e il celebre Codice sul volo degli uccelli, donato nel 1893 da Teodoro Sabachnikoff al re Umberto I.
Per informazioni: www.museireali.beniculturali.it
U |
n collega, qualche giorno fa, sentendomi formulare l’ennesima proposta di un progetto dedicato ai racconti di viaggio in Terra Santa, mi ha apostrofato con un insolentito: “Ancora?!”. Beh, un po’ ha certo ragione… Tutto sommato sono vissuto per quasi 50 anni senza interessarmi minimamente dell’argomento e anche snobbando un po’ i pellegrinaggi in Israele. Poi le cose sono andate in una certa direzione, ed eccomi così a coordinare il progetto “Libri ponti di pace” che (pur gestito con tanta buona volontà e tanta parsimonia, non godendo dei finanziamenti milionari di qualche altra iniziativa…) ha coinvolto ormai quasi 50 studenti ed ex studenti, che ha portato alla creazione di diverse mostre con molte centinaia di visitatori di tutte le comunità che vivono a Gerusalemme, che ha favorito la creazione di altre esposizioni on line che hanno un loro assiduo pubblico internazionale, oltre all’aiuto costante fornito alla gestione normale delle biblioteche francescane di Gerusalemme. Anche qualche amico mi ha dato però una mano, come Gino Roncaglia e Luisa Lopez Vidriero che hanno tenuto una lezione o Mirjam Foot, Chiara Frugoni, Falk Eisermann, Nicoletta Giovè, Saverio Campanini che hanno scritto le premesse di nostri vari cataloghi! Oltre ai viaggi veri e propri, con gli allievi via via coinvolti ci siamo però appassionati anche agli antichi racconti di viaggio, un tema studiato dal punto di vista storico e filologico, ma ancora assai acerbo da quello bibliografico. Prima c’è stato lo studio della preziosa raccolta di antichi libri di viaggio conservata nella biblioteca della Custodia a Gerusalemme, a cui hanno dedicato due importanti interventi prima Luca Rivali (Itinerari di viaggio in Terra Santa del Quattro e Cinquecento nelle biblioteche francescane di Gerusalemme, «Nuova rivista storica», 100, 2016, pp. 569-602) e poi Alessandro Tedesco con un decisivo volume, e al cui allargamento nel progetto di una vera biblioteca digitale lavora ora Fabrizio Fossati. Complice una mostra di antichi libri di viaggio in Terra Santa tenutasi in Braidense a fine 2017, organizzai una prima giornata di studi, che ebbe un ottimo successo di qualità e di pubblico: ne stanno per uscire gli atti col titolo “Ad stellam”. Il Libro d’Oltramare di Niccolò da Poggibonsi e altri resoconti di pellegrinaggio in Terra Santa fra Medioevo ed Età moderna, Atti del convegno di Milano, 5 dicembre 2017, a cura di Edoardo Barbieri, Firenze, Olschki, 2019 (Studi sulle abbazie storiche e ordini religiosi della Toscana). Dopo quell’iniziativa non siamo però rimasti con le mani in mano perché il tema del pellegrinaggio in Terra Santa è uno dei più fortunati nella storiografia. Sono parecchi, infatti, i viaggiatori e i pellegrini che hanno prodotto una consistente mole di testimonianze: resoconti, diari, guide, rilevazioni archeologiche e architettoniche… Tuttavia, solo di recente gli studiosi si sono rivolti più specificamente a questa vasta produzione, che ancora attende un ordinamento bibliografico che possa servire anche come base per più precisi approfondimenti interdisciplinari. Per questo abbiamo deciso di organizzare il convegno internazionale Raccontare la Terra Santa: narrazioni e guide di pellegrinaggio tra Medioevo ed Età moderna - Talking About the Holy Land: Pilgrim Guidebooks and Travelers’ Tales from the Middle Ages to Modern Times, che si svolgerà alla Biblioteca Nazionale Braidense e all’Università Cattolica di Milano il 3 e il 4 giugno 2019 e di cui è disponibile un programma quasi definitivo. L’evento porterà a Milano relatori da varie parti d’Europa e del Medio Oriente che interverranno, con approcci innovativi e fortemente interdisciplinari, sull’esperienza del pellegrinaggio non solo in ambito cattolico, ma anche ebraico e armeno. L’iniziativa, infatti, patrocinata dalla Custodia francescana di Terra Santa, cade nell’ottavo centenario della visita di san Francesco d’Assisi in Medio Oriente e, in qualche modo, vuole essere proprio un momento di incontro anche tra realtà diverse, ma avvicinate dal comune afflato verso una terra da sempre cuore e centro della storia religiosa. Il tema è tanto più interessante perché prefigura le difficoltà ma anche le possibilità del dialogo e della convivenza pacifica tra popolazioni diverse in un’area geografica tanto martoriata quanto strategica. Per questo vorremmo tornare a parlarne anche nella Scuola Estiva di agosto…– Montag
Bollettino trimestrale
di informazione sulla
storia del libro e delle
biblioteche in Italia
numero 049, marzo 2019
(chiuso il 6 marzo 2019)
ISBN 9788881327683
disponibile gratuitamente in formato PDF e HTML all’indirizzo http://creleb.unicatt.it
(sono stati tirati 10 esemplari cartacei)
a cura del
CRELEB – Centro di ricerca Europeo libro, editoria, biblioteca
(Università Cattolica – Milano e Brescia)
comitato editoriale: Edoardo Barbieri (coordinatore), Marco Callegari, Giuseppe Frasso, Marco Giola, Luca Rivali, Alessandro Tedesco, Natale Vacalebre, Roberta Valbusa
redazione: Emilia Bignami, Stefano Cassini, Fabrizio Fossati, Elena Gatti, Rudj Gorian, Alessandro Ledda, Arianna Leonetti (capo-redattore), Davide Martini, Luca Mazzoni, Luca Montagner, Francesca Turrisi
contatti: “L’almanacco bibliografico”, c/o Edoardo Barbieri, Università Cattolica, Largo Gemelli 1, 20123 Milano; e-mail: creleb@unicatt.it
edizioni CUSL – Milano
per informazioni: info@cusl.it