L’Almanacco

  Bibliografico

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 


66, giugno 2023

 

Bollettino trimestrale

di informazione sulla

storia del libro e delle

biblioteche in Italia

                       

                        a cura del C.R.E.L.E.B.

 

La questione

La Vetrina: un mondo dedicato ai libri per bambini e ragazzi
di Marina Menni

L

a Provincia di Brescia si distingue per la sua storica attenzione ai servizi bibliotecari di pubblica lettura, gestendo da oltre 35 anni la Rete Bibliotecaria Bresciana e Cremonese (RBBC). Peculiare è l’attenzione rivolta ai giovanissimi esplicitata con il suo Centro di documentazione La Vetrina, una delle oltre trecento biblioteche che costituiscono la Rete, specializzata nella promozione della lettura e dei servizi bibliotecari per bambini e ragazzi. Il Centro nasce a fine anni Novanta per rispondere al bisogno dei bibliotecari di acquistare consapevolmente le migliori pubblicazioni per i più giovani. All’epoca, infatti, l’unica libreria specializzata si trovava a Milano (la mitica Libreria dei Ragazzi di Milano di Roberto Denti), e poche erano le biblioteche dotate di spazi pensati per i piccoli lettori. L’Ufficio Biblioteche si fece interprete di queste esigenze proponendo uno spazio in cui si potessero raccogliere tutte le novità editoriali del settore, liberamente accessibile ai bibliotecari, con l’esperta guida del professor Luigi Paladin, in collaborazione con lo IAL Lombardia – sede di Brescia – tuttora tra i principali enti formatori di professionisti delle biblioteche.

Negli anni il Centro si è costantemente ampliato e aggiornato, modulando le proprie attività adattandole ai bisogni dei servizi bibliotecari in continua evoluzione, alle richieste dell’utenza, ai mutamenti del mercato editoriale e degli strumenti informativi, grazie alla presenza di bibliotecari specializzati. I principali obiettivi de La Vetrina sono: una tempestiva e corretta informazione  bibliografica della produzione editoriale (in stretto rapporto con il servizio di catalogazione, anch’esso dell’Ufficio Biblioteche della Provincia di Brescia) nell’OPAC della RBBC; la consulenza e la predisposizione di percorsi e suggerimenti di lettura; l’organizzazione di iniziative promozionali della lettura (ad esempio mostre bibliografiche itineranti nelle biblioteche del territorio); l’aggiornamento professionale per i bibliotecari; l’elaborazione originale di bibliografie tematiche.

Annualmente l’intera produzione editoriale italiana (circa 3.000 voll.) viene visionata dai bibliotecari e selezionata per l’acquisto (mediamente 2.000 documenti all’anno).

In estrema sintesi si può dire che l'obiettivo primario del Centro di Documentazione è quello di favorire un approccio oculato all'acquisizione di libri e la valorizzazione dei voll. di pregio per bambini e ragazzi, a sostegno delle attività delle biblioteche, non solo bresciane.  Il servizio si è rivelato prezioso anche per genitori e professionisti del mondo dell’educazione quali insegnanti, educatori, psicologi, pediatri, studenti universitari, ecc.

Ogni anno sono circa 150 le consulenze effettuate, che spaziano dal semplice orientamento bibliografico, all’elaborazione di specifici percorsi di lettura, all’organizzazione di attività di promozione della lettura.

Nonostante oggi i modi di tenersi al passo con l’andamento editoriale si siano moltiplicati, La Vetrina resta una realtà unica e tutt’ora attuale, data la ricchezza dei documenti conservati, che rappresentano la produzione editoriale italiana più significativa del settore dal 1997 a oggi. Di scaffale in scaffale, scorrendo i titoli dei suoi circa 50.000 voll., è possibile ripercorrere e ricostruire la storia editoriale degli ultimi venticinque anni. Non a caso, è riferimento per gli esperti del settore anche a livello nazionale che usufruiscono dei suoi servizi, fra tutti il programma Nati per Leggere.

La Vetrina promuove periodici incontri di formazione e aggiornamento sulle ultime novità, sui linguaggi della letteratura dall’infanzia ai giovani adulti, su tematiche urgenti e sempre più significative, come il pensiero ecologico o la discriminazione, anche in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia.

Per supportare le attività dei bibliotecari nelle proprie comunità (scuole, servizi sanitari, associazioni, ecc.) sono elaborate le bibliografie tematiche originali e percorsi di lettura anche su richiesta.

La facile accessibilità dei materiali nell’OPAC della RBBC, grazie all’accuratezza del lavoro catalografico – la cui qualità è riconosciuta dagli addetti del settore anche a livello nazionale – li mette a disposizione di un’utenza potenziale molto più ampia degli utenti del servizio, difficilmente misurabile.

Per esempio, nella sezione “Le Stelle” de La Vetrina, una originale selezione dei documenti più significativi disponibili nelle biblioteche della RBBC, costantemente aggiornata, è possibile anche ai non addetti ai lavori scegliere in autonomia i libri più adatti da proporre ai giovani lettori, selezionando fasce d’età e tematiche d’interesse.

Particolarmente apprezzata è anche l’annuale bibliografia redatta in collaborazione con il Settore Ragazzi della Rete Bibliotecaria Bergamasca, Tempo Lib(e)ro in Rete.

 La Vetrina è organizzata in modo da coniugare le esigenze di conservazione, con un’attività più dinamica e in costante aggiornamento. Si divide infatti in tre aree: l’archivio di conservazione; le sezioni tematiche costantemente aggiornate in base alle sensibilità sociali più attuali (educazione civica, ecologia, parità di genere, multi-cultura, libri senza parole, ecc.), affiancate da percorsi monografici dedicati ai principali aa. per l’infanzia; lo spazio per la consultazione autonoma della produzione editoriale dell’anno in corso.

Il patrimonio della Vetrina comprende anche uno scaffale professionale dedicato allo studio della letteratura per l’infanzia, alle strategie di promozione alla lettura e bibliografie di settore.

Sul catalogo online della Rete Bibliotecaria Bresciana e Cremonese sono disponibili a tutti gratuitamente le informazioni sul patrimonio,

La Vetrina è attiva anche sui canali social della RBBC, con proposte di lettura e suggestioni originali

 

 

 

 

 

 

Sono aperte le iscrizioni

ai Master in Editoria

dell’Università Cattolica,

edizioni 2023-2024!

 

Master di II livello

“Professione editoria cartacea e digitale”

Iscrizioni entro: 9 ottobre 2023

(prove di selezione il 12 e 16 ottobre)

 

 

 Master di I livello

“Booktelling. Comunicare e

vendere contenuti editoriali”

Iscrizioni entro: 30 ottobre 2023

(prove di selezione il 2 e 6 novembre)

 

 

Master di I livello
“Children’s Books & Co. Editoria per
ragazzi e crossmedialità”
Iscrizioni entro settembre 2023

(prove di selezione il 13 e 18 luglio)

 

 

Recensioni

 

066-A Baldacchini (Lorenzo), Il mio lungo viaggio tra libro antico e biblioteche, Manziana (Roma), Vecchiarelli, 2021 (Dal Codice al Libro, 39), pp. 511, ISBN 978-88-8247-457-7, € 50. Lorenzo Baldacchini (Roma, 1946) è personaggio di lungo corso nel mondo delle discipline del libro in Italia. Di formazione biblioteconomica, ha cominciato la sua carriera tra i banchi dell’ICCU (Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche italiane) per poi spostarsi in terra emiliano-romagnola prima alla Biblioteca Estense di Modena e poi alla direzione della Malatestiana di Cesena, salvo far ritorno nella Capitale per dirigere l’Istituzione Sistema delle Biblioteche Centri Culturali del Comune di Roma. Nel mezzo, un’intensa attività scientifica portata avanti in parallelo a quella didattica e accademica, culminata, a partire dal 2000, con l’insegnamento delle discipline del libro presso la facoltà di Conservazione dei beni culturali dell’Università di Bologna. Del suo considerevole impegno scientifico viene data parziale, seppur cospicua, testimonianza in questo libro pubblicato in occasione del settantacinquesimo compleanno dell’a., che raccoglie ben 31 contributi scritti nell’arco della sua carriera ma «sfuggiti alle sue pur numerose pubblicazioni monografiche», che rappresentano «un lungo viaggio attraverso la nostra civiltà occidentale compiuto a bordo del fascinoso mondo del libro e degli uomini che lo hanno prodotto, dei luoghi dove è stato conservato e tramandato, e del ruolo che ha avuto nella storia» (Varo A. Vecchiarelli, Nota dell’editore, pp. 9-10). Trentuno contributi che offrono una rappresentazione sia dell’intero arco temporale della carriera dell’a. (da Per una bibliografia delle stampe popolari religiose, 1976, pp. 245-60 fino a Tra i fili della rete. Libri e tipografi italiani nelle biblioteche francesi, 2020, pp. 105-16), sia dell’eterogeneità tematica degli interventi. Prima di tutto la storia del libro, sia quella che pone al centro illustri personaggi del calibro del “letterato in tipografia” Pietro Bembo (pp. 43-58), dei teologi Raimondo Lullo e Nicola Cusano (pp. 81-92), di Paolo Manuzio (pp. 93-104) e Martin Lutero con la prima traduzione italiana di una sua opera pubblicata a Venezia da Nicolò Zoppino nel 1525 (pp. 59-72), sia quella che ha per protagonisti personaggi o eventi minori ma non per questo meno importanti per la ricostruzione storica nelle sue diverse sfumature: ecco dunque il resoconto di una caccia alle streghe avvenuta in Valcamonica nei primi anni del XVI secolo trasmesso da un opuscolo miscellaneo di quattro carte conservato alla Biblioteca Casanatense di Roma (pp. 117-30) o l’analisi di alcuni aspetti che legavano i cosiddetti “cantastorie” e l’attività editoriale dell’Italia del Cinquecento (pp. 181-96). In secondo luogo la bibliografia e la bibliologia con al centro, dunque, il libro come oggetto da analizzare sia nella sua struttura fisica, come per esempio nel caso di una cinquecentina pisana conservata, in Italia, in un unico esemplare alla Biblioteca Augusta di Perugia, sia nel suo ruolo repertoriale, nella fattispecie per una mappatura delle già citate stampe popolari religiose o le considerazioni attorno al genere degli annali tipografici (pp. 289-308). Infine, negli anni e in stretta concordanza con la sua attività professionale ‘sul campo’, Baldacchini ha dedicato largo e fruttuoso spazio agli studi relativi alla biblioteconomia, con un accento specifico ai principi catalografici in particolar modo del libro antico (pp. 273-88), e al ruolo delle biblioteche nella società e per lo sviluppo di una coscienza nazionale (pp. 389-408), anche attraverso una loro ricostruzione grazie allo studio dei cataloghi, come nel caso della Malatestiana (pp. 335-48). Ruolo e funzione della biblioteca anche come presidio della lettura, nonostante i cambiamenti sociali e tecnologici che la investono, come spiegato nelle considerazioni offerte nell’ultimo saggio di questa raccolta (pp. 417-28), datato 2015 ma ancora, per diversi aspetti, di strettissima attualità. Diversi temi, dunque, e altrettanto variegati aspetti che rappresentano differenti itinerari di uno stesso viaggio che vengono qui ricongiunti con l’obiettivo di fornire alcune coordinate non solo sull’attività di uno dei maggiori studiosi del libro in Italia, ma anche sulla storiografia e sulla metodologia di una disciplina al tempo stesso eterogenea ma alla base degli studi storici in tutte le sue sfumature. In chiusura, un indice bibliografico delle opere citate (pp. 431-84) e dei nomi (485-508) e alcune Note a margine a firma di Anna Manfron (pp. 509-11) sulle motivazioni che hanno spinto la pubblicazione di questo libro. – P.S.

 

066-B Caravale (Giorgio), Libri pericolosi. Censura e cultura italiana in età moderna, Bari-Roma, Laterza, 2022 (“Cultura storica”), pp. VIII+533, ISBN 978-88-581-4751-1, € 28,50. La prima impressione del lettore a contatto con questa nuova pubblicazione di Giorgio Caravale (professore presso l’Università di Roma Tre), è quella di libro storiografico massiccio, affollato di dati e notizie sulle modalità in cui si applicò la censura libraria, in particolar modo ecclesiastica, nei primi secoli dell’Età moderna e i rapporti tra essa e la cultura italiana dell’epoca. E, in effetti, fin dalle prime pagine del vol. si capisce che tali elementi non mancano. Tuttavia, l’argomento – non certo tra i più facili da trattare e rendere accessibile al pubblico selezionato di lettori forti italiani – è trattato con estremo rigore, senza correre il rischio di scadere da un lato nella pedanteria e boriosità intellettuale, dall’altro nel facile giudizio di condanna all’oscurantismo di matrice cattolica. Il vol. offre infatti una disamina storica equilibrata e razionale, preferendo assumere un approccio per così dire “diagonale” al tema, dove un importante episodio di storia culturale è letto attraverso il filtro della storia del libro. Il risultato è un’opera dalla fisionomia ben definita, che traccia un percorso netto e approfondisce senza perdersi in inutili meandri i diversi ambiti di intervento in cui si esplicitò l’azione censoria della Chiesa di Roma. L’opera – suddivisa in 25 fruibilissimi capitoli di media lunghezza, raggruppati in 5 sezioni (Nel mondo del libro; Libri sotto controllo; Verso il basso; Il libro mutilato; Leggere, nonostante tutto) – ha il pregio di condensare una sterminata galleria di aneddoti, personaggi ed episodi, utili a ricostruire innanzitutto gli esordi istituzionali della censura nel XVI secolo, fenomeno notoriamente legato a doppio filo con la progressiva diffusione del protestantesimo e della stampa manuale. Di particolare interesse la terza sezione, che esplora il rapporto tra censura, il volgare e le classi subalterne di Ancien Régime, in cui si presta peraltro anche un occhio di riguardo verso i prodotti tipografici più effimeri e “volanti”. La quarta area esplora gli effetti indotti dall’emanazione dell’Indice dei libri proibiti, che finì per colpire la circolazione tanto di libri licenziosi quanto di pubblicazioni religiose, comunque considerate pericolose per l’ortodossia cattolica, poi manifestatisi sulla pagina scritta sotto forma di espurgazioni, riscritture, perfino autocensure. L’ultima macroarea, al contrario, sintetizza magistralmente gli sforzi messi in campo da vari agenti, tipografi e librai in contrasto all’azione censoria: tra questi, il ricorso al ms. per sfuggire al controllo sul libro a stampa, l’instaurarsi di un mercato librario clandestino, con una propria rete commerciale “alternativa”, fino alla inevitabile diaspora di tipografi in città e paesi più accomodanti verso la diffusione di idee riformate, dalle cui officine in esilio venivano poi emanate edizioni camuffate con falsi frontespizi, firmate da aa. altrettanto fittizi oppure sottoscritte in località inesistenti. Il risultato della censura non fu dunque quello di impedire l'effettiva circolazione dei libri, quanto piuttosto quella manipolare la coscienza dei fedeli, la quale finì anche per condizionare non solo il campo della scrittura ma anche quello dell’oralità. In ultimo, il vol. non può fare a meno di interrogarsi sulle condizioni della cultura italiana, affetta – come sappiamo – da analfabetismo diffuso e scarsa propensione alla lettura, spesso con gravi ripercussioni sulla scuola, gli insegnanti e la società tutta, che l’a. ha approfondito in un’altra monografia intitolata Senza intellettuali. Politica e cultura in Italia negli ultimi trent’anni, uscita nell’anno corrente sempre per Laterza. Tornando a Libri pericolosi, felice la scelta dell’editore di disporre le note bibliografiche a fine di testo, anziché a piè di pagina: operazione non sempre adatta alla saggista storica, ma che in questo particolare caso consente di godere appieno dello stile ben polito di Caravale, nonché di approfondire alla bisogna i riferimenti bibliografici, dai quali emerge una capillare e aggiornatissima documentazione dell’a. sul tema, che non disdegna anche rimandi a documenti di prima mano. In definitiva, si tratta di un libro intelligente e ben costruito, che non affatica la lettura e si offre al contempo come utile strumento divulgativo per la curiosità di lettori occasionali, ma anche di testo di riferimento per le esigenze degli studenti universitari e – perché no? – a termine di paragone per la ristretta cerchia di specialisti, i quali prediligono la chiarezza di pensiero alle oscure involuzioni di una qual certa prosodia accademica. – D.M.

 

066-C Domenichi (Lodovico), Lettere, a cura di Enrico Garavelli, Manziana, Vecchiarelli, 2022 (Cinquecento. Testi e Studi di letteratura italiana. Testi 38, n.s. 24), 325 p., ISBN 9788882474799, € 40. L’obiettivo della collana che lo ospita – proporre opere non più edite o, se già edite, ripresentate con nuovi allestimenti filologici, ricchi apparati indicali e commenti non elusivi – ben si attaglia al lavoro di Garavelli, che infatti offre l’edizione critica di un corpus di lettere di/a Lodovico Domenichi (Piacenza, 1515 - Pisa, 1564), stante che il suo non è un epistolario nel senso canonico del termine, quanto, piuttosto, un gruppo di testi allestito in base a un’operazione filologico-editoriale realizzata a posteriori. Se l’a. propone un’edizione critica stricto sensu per le missive in uscita, per il complesso delle lettere in entrata (una sorta di corpus nel corpus) non ne ha allestita una vera e propria – oggettivamente sarebbe stato troppo oneroso lo studio sistematico, a livello macrotestuale, delle tradizioni delle missive dei singoli mittenti – poggiando, invece, su edizioni critiche già esistenti, irrobustite comunque da ulteriori verifiche sui documenti originali. Quando ciò non è stato possibile, l’a. ha tentato la ricostruzione del testo critico del documento limitandosi al singolo pezzo che interessava la raccolta. Dal lavoro sono state escluse volutamente dedicatorie e postfazioni a opere a stampa. L’a., un habitué del poligrafo piacentino – nella stessa collana, per esempio, una ventina di anni fa aveva pubblicato Lodovico Domenichi e i Nicodemiana di Calvino. Storia di un libro perduto e ritrovato, con una presentazione di Jean-François Gilmont; si tratta, come noto, del De vitandis superstitionibus di Giovanni Calvino, pubblicato per la prima volta a Ginevra da Jean Girard nel 1549 (SBN IT\ICCU\MODE\035223) e corredato dall’appendice satirica Excuse à Messieurs les Nicodémites, da cui il nome di Nicodemiana, che causò al piacentino seri guai giudiziari – affronta 54 missive del Domenichi (10 qui pubblicate per la prima volte) e ben 73 a lui indirizzate da amici (ad esempio Pietro Aretino e Anton Francesco Doni), collaboratori e conoscenti (Brunetto, Contile, Martelli, Tolomei) ma anche semplici ammiratori. Chiara la ratio del lavoro: presentare in un’unica sequenza (filologicamente aggiornata e credibile) i disiecta membra del carteggio (127 pezzi in totale), evidenziando da un lato quella coreferenzialità così intrinseca al genere epistolare, dall’altro le tante notizie di interesse per la storia letteraria, linguistica, della tipografia e del costume del XVI secolo, nonché il significato più autentico di alcune vicende della vita del Domenichi. Per esempio un manipolo di missive inedite indirizzate a Luigi Cassola e a Ottavio e Giulio Landi permette di inquadrare meglio l’avventura, ancora piacentina, dell’Accademia degli Ortolani, fra mecenatismi più auspicati che reali e politiche di spregiudicata autopromozione, del Doni tanto quanto dello stesso Domenichi (pp. 63-7; 81-94; 241-5; 248; 263-4). Nell’Introduzione (pp. 7-13), allora, l’a. propone una disamina anche numerica (irrobustita da due utili grafici) delle tipologie di epistole incontrate, un’interpretazione complessiva del carteggio ma soprattutto offre una serie di considerazioni/partizioni – cronologiche, stilistiche e letterarie – riguardanti il Domenichi in quanto professionista di tipografia «che maggiormente contribuì alla nascita dell’antologia epistolare» (p. 7). Sul portato di questa circostanza l’a. insiste a giusta ragione, e la connette non solo al coinvolgimento editoriale del piacentino alla realizzazione del Terzo libro delle lettere dell’Aretino stampato dal Giolito nel 1546 (Edit 16, CNCE 2464; pp. 151-152), ma soprattutto alla sua ormai certa compartecipazione al Nuovo libro di lettere dell’editore e libraio Paolo Gherardo, materialmente stampato nel 1545 da Comin da Trino (Edit 16, CNCE 64158), che è tra i principali (e più intricati dal punto di vista della storia editoriale, infestata anche da un’ottima contraffazione; Edit 16, CNCE 257578; p. 18) testimoni a stampa su cui si fonda il lavoro (pp. 17-20). Nella Nota ai testi (pp. 15-27) l’a. elenca – e ovviamente sigla – i testimoni ms. e quelli a stampa alla base della propria edizione critica. Dei testimoni a stampa, corrispondenti a 21 edizioni, offre una scheda descrittiva con la trascrizione facsimilare del frontespizio e del colophon, l’indicazione del formato, della consistenza bibliologica, della formula collazionale nonché la segnalazione dell’esemplare utilizzato, sempre posto in connessione con il numero assegnato nel lavoro alla relativa lettera. Nell’Ordinamento (pp. 28-31) l’a. dà conto delle scelte filologiche operate – ad esempio un paio di espunzioni, alcune deroghe al principio dell’ultima volontà dell’a. (questo, in particolare, per gli effetti della rottura tra il Domenichi e il Doni), ma anche interventi sulle datazioni – e dell’impianto dell’edizione critica, che rispecchia, ovviamente, la differenza tra i due corpora. Le lettere sono state ordinate cronologicamente: i numeri romani contrassegnano quelle del Domenichi, i numeri arabi, invece, quelle di altri mittenti. Anche le Trascrizioni (pp. 31-4) risentono dell’eterogeneità (che si legge complessità) delle fonti, utilmente suddivise dall’a. in due distinte tipologie – a seconda che si possieda l’originale autografo oppure un testimone ms./a stampa coevo allo scrivente – che hanno condizionato le scelte grafiche dell’edizione, complessivamente (e giustamente) orientata, comunque, a una normalizzazione dei testi, passata anche attraverso lo scioglimento delle abbreviazioni e la regolarizzazione secondo l’uso moderno della punteggiatura. Segue il cuore del lavoro (Lettere; pp. 37-274), puntellato dall’apposito apparato critico (positivo) e da una serie di ricche note e commenti a piè di pagina, mai elusivi. Completano il vol. il Regesto bibliografico, l’Indice degli incipit, e quello dei nomi. Si tratta, nell’insieme, di uno strumento di agevole consultazione, che ha saputo rendere, ma anche razionalizzare, la notevole complessità della materia, operando scelte che metodologicamente e filologicamente paiono condivisibili. Ma soprattutto, lontano dal considerarsi definitivo, il lavoro ha inteso suggerire nuove piste di ricerca, come ha tenuto a precisare lo stesso a. (p. 12). – E.G.

 

066-D Gatti (Elena), Francesco Zambrini tra filologia e bibliografia, postfazione di Giuseppe Frasso, Dueville (VI), Ronzani, 2023 (Storia e culture del libro. Historica, 5), pp. 238, ISBN 979-12-5997-103-6, € 22. Il faentino Francesco Zambrini (1810-1887) è figura ben nota al mondo degli studi letterari e filologici, molto meno a quello dei bibliografi. È dunque da accogliere con favore questo lavoro di Elena Gatti, che viene alla luce per i tipi di Ronzani, perché coglie, senza dimenticarne o sminuirne il proprium filologico-letterario, un aspetto inedito, ma allo stesso tempo estremamente palese, degli studi di Zambrini. La contraddizione è solo apparente, poiché l’opera più famosa del filologo romagnolo – come non manca di rilevare l’a., sulla scorta anche della preziosa e recente voce firmata da Armando Antonelli per il Dizionario Biografico degli Italiani – è Le opere volgari a stampa dei secoli XIII e XIV, che ebbe, vivente l’a., ben cinque edizioni (1854, 1861, 1866, 1878 e 1884), ma soprattutto che è, per l’appunto, «un repertorio bibliografico fondato sull’idea di censire le pubblicazioni a stampa di opere in volgare del Duecento e del Trecento» (p. 9). Bene ha fatto, dunque, Elena Gatti a evidenziare fin dal titolo i due volti della ricerca zambriniana, quello filologico e quello bibliografico, da cui si evince anche – se mai ce ne fosse bisogno – che l’interdisciplinarietà, più che forzatura della moderna valutazione accademica, è aspetto intrinseco del lavoro storico e umanistico. La bibliografia, disciplina fondamentale per ogni settore, è al centro di queste interconnessioni, ma pare, di contro, troppo spesso passata in secondo piano, fino a divenire, come nel caso di Zambrini, “trasparente”. Il valore propriamente bibliografico degli studi zambriniani torna invece alla luce in queste pagine, grazie all’approfondita analisi de Le opere volgari a stampa e al recupero, ancorché non sistematico, di preziosi documenti inediti, perlopiù conservati presso la Biblioteca Manfrediana di Faenza e l’Archivio della Commissione per i testi di lingua, oggi nella sede bolognese della Biblioteca di Casa Carducci. Dopo le pagine introduttive, il corpus del vol. si presenta bipartito: nella prima sezione (Francesco Zambrini e il suo contesto: politica e cultura a cavallo dell’Unità), l’a. traccia un profilo di Zambrini, mettendo in evidenza soprattutto il lavoro presso la Commissione per i testi di lingua, da lui stesso fondata e a lungo presieduta, e l’amplissima rete epistolare, che pone in luce non solo i contatti del filologo, ma anche le sue competenze bibliografiche e editoriali; nella seconda (Nel cantiere de Le opere volgari a stampa dei secoli XIII e XIV), il lettore viene guidato all’interno del repertorio zambriniano, dai suoi rapporti stretti con il lavorio filologico dell’a. alle finalità, dalla struttura propriamente bibliografica agli strumenti e alle fonti utilizzate. In appendice, si trova anche una serie di tabelle che offrono un quadro sintetico dei vari aspetti: dai repertori impiegati da Zambrini (bibliografie e cataloghi) alla rete dei suoi contatti, dalle librerie frequentate alle edizioni antiche possedute. Il vol. offre così anche un primo, non ovvio, sguardo nella biblioteca di Zambrini che, come buona parte dei suoi predecessori e dei suoi contemporanei, lavora soprattutto sui libri che possiede. Il vol. di Elena Gatti, da ultimo, è impreziosito da una postfazione (Minima zambriniana, pp. 203-32) di Giuseppe Frasso, che aggiunge qualche ulteriore tassello al quadro proposto, specie per quanto attiene al rapporto, assai difficile e fortemente polemico (con il coinvolgimento anche di Alessandro D’Ancona), tra Zambrini e il giovane, poi prematuramente scomparso Enrico Molteni, sulla base di documentazione conservata presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano. Chiude l’indice dei nomi. – Ar.L.

 

066-E Giambattista Piranesi. Sognare il sogno impossibile, libro multimediale a cura di Maria Cristina Misiti e Giovanni Scaloni, 2022, ISBN 978-84-96406-71-1. Dal secondo Novecento fra gli studiosi di storia dell’arte, soprattutto dall’opera di Gombrich in poi, è aumentato l’interesse per il rapporto che si costruisce fra immagini e parole all’interno di manifestazioni artistiche di vario genere. Molta minore attenzione è stata invece spesa sull’importanza del rapporto fra parole e immagini (con un’analisi dei modi e della qualità della loro fruizione) nello studio della storia dell’arte e dell’opera degli artisti. Il tema da una parte ha riscosso meno attenzioni in quanto molto recente (sono infatti nati pochi decenni fa gli strumenti che permettono una vera ibridazione fra testo e immagini), dall’altra, come tutti i progetti innovativi e afferenti le digital humanities, deve superare ancora diversi pregiudizi metodologici. Eppure, basta sfogliare le pagine virtuali di questo progetto per accorgersi dell’importanza di questa sinergia. Piranesi Multimediale è infatti un libro virtuale, anzi, secondo le parole di Cristina Misiti «una biblioteca virtuale» che si prefigge lo scopo di indagare da prospettive multiple, concorrenti e integrate, l’opera di uno degli artisti più rappresentativi del Settecento, Gianbattista Piranesi (Venezia 1720 - Roma 1778). Sono presenti saggi, riproduzioni delle opere piranesiane, contenuti multimediali: tutti gli stimoli si integrano in maniera particolarmente efficace e contribuiscono a creare un prodotto scientificamente importante e al contempo dinamico e non lineare. Attraverso questo progetto il lettore ha accesso a un numero enorme di opere piranesiane, che sono alle volte presenti direttamente nel testo o in altri casi sono raggiungibili tramite link. Questa rete iconografica è preziosissima nell’economia del progetto e costituisce una sorta di seconda trama, che è parallela rispetto a quella svolta nei saggi e che riesce a fare da collante all’intera impalcatura narrativa. Sfogliando le pagine è possibile quindi “navigare” da una parte gli studi critici che vi sono contenuti, dall’altra, e anzi, simultaneamente, l’opera piranesiana in sé stessa. Assieme ai molti meriti “strutturali” del progetto, che agevolano la fruizione e che permettono una visione integrata dell’opera e degli studi, spicca poi la qualità dei contributi che lo compongono. Studiare Piranesi significa infatti guardare a uno dei più eclettici artisti della nostra storia culturale e l’approccio che viene mantenuto nell’impostazione metodologica e critica rende onore a tale diversità di interessi. Infatti, vengono affrontati problemi più squisitamente di storia dell’arte a fianco di studi dedicati al collezionismo dell’opera piranesiana, si studiano i contributi del Piranesi rispetto all’architettura e, in generale, si cerca di promuovere una visione integrata dell’artista e dell’opera. Simile impostazione è particolarmente felice in ragione del fatto che ormai sul Piranesi la bibliografia è sconfinata e studi trasversali di questa sorta riescono a inserirsi all’interno di prospettive avanzate in contesti disciplinari afferenti a diverse discipline. In definitiva, il vol., prodotto nel solco degli studi per il terzo centenario della nascita dell’artista veneto, si presenta come un oggetto non solo intellettualmente prezioso, ma anche come uno strumento interessante e dinamico, in grado di stimolare i fruitori in maniera intelligente e costruttiva proprio attraverso la sinergia efficacissima che viene costruita fra parti testuali ed elementi iconografici e multimediali. – Marco Francalanci

 

066-F Les Bourbons en leur bibliothèque (XIIIe-XVIe siècle), sous la direction de Olivier Mattéoni, Paris, Editions de la Sorbonne, 2022, pp. 424, ISBN 979-10-351-0794-9, € 39. Il vol., un oggetto di ampie dimensioni riccamente illustrato a colori, è opera quasi per intero del suo curatore, ma non mancano sezioni scritte invece da Claire Dechamps, Mathieu Deldicque, Marc-Édouard Gautier, Maxence Hermant e Marie-Pierre Laffitte. Si tratta non solo di descrivere una ricca famiglia della più alta nobiltà francese della fine del Medioevo in rapporto coi suoi libri (et), ma di coglierne il volto più profondo attraverso i suoi libri (en). Come per molte dinastie nobiliari del tempo (e non solo!) i libri preziosi, spesso miniati, erano parte integrante dell’esercizio e dello sfoggio del potere e della ricchezza.  Come il re di Francia e altri principi del tardo Medioevo, i duchi e le duchesse di Borbone (un insieme di possedimenti posti esattamente al centro dell’attuale territorio francese) mostravano un gusto spiccato per i libri, preoccupandosi di raccoglierli nelle loro residenze. È a Moulins, nel castello costruito da Luigi II a partire dal 1375, che fu allestita la loro principale “libreria”, anche se i libri erano conservati anche in altri luoghi, come l’Hôtel de Bourbon a Parigi o il Castello di Chantelle nel Ducato di Bourbonnais. Dopo Luigi II, i duchi e le duchesse arricchirono notevolmente la biblioteca: insieme a quella del castello di Aigueperse, che Charles de Montpensier portò con sé quando divenne duca di Borbone nel 1505, e ai libri non inventariati che questo studio ha portato alla luce, i Borboni possedevano circa 600 voll. all'inizio del XVI secolo. L'analisi di questa collezione rivela una tradizione bibliofilica che, dalla fine del XV sec., non trascurò anche i libri a stampa. Inoltre, evidenzia il ruolo attivo svolto dalle duchesse nello sviluppo della biblioteca, che non era dunque solo appannaggio della parte maschile. Come accadrà in parallelo anche per i Borgogna e gli Angiò, la frequentazione dei libri era un elemento chiave dell'identità dei principi, sia nel loro esercizio pubblico (nel corso persino dei pasti il duca non si lascia distrarre ma ascolta gli esempi degli antichi), sia nella vita più intima e privata (le letture religiose della parte femminile). Il percorso qui illustrato, da Luigi I di Borbone (anni ’20 del Trecento) a Carlo III di Borbone (anni ’20 del Cinquecento) copre due secoli esatti della più alta cultura libraria francese di cui la biblioteca dei Borboni (si noti la sottolineatura dell’unitarietà della raccolta lungo il tempo) costituisce un meraviglioso specimen. Al momento della fine della dinastia la raccolta di libri (come gli altri possedimenti terrieri…) entrarono nelle disponibilità del re di Francia, passando poi così nella maggior parte dei casi all’attuale Bibliothèque Nationale (altro materiale è ora sparso un po’ in tutto il mondo, compresa la Casanatense di Roma e l’Ambrosiana di Milano). Il lavoro svolto, concedendo ampio spazio all’analisi, generazione per generazione, delle scelte e dell’uso dei libri all’interno della dinastia, mostra, entro una sostanziale continuità in cui trovano luogo sia le compilazioni tardo medioevali sia i nuovi testi della letteratura volgare (anche Boccaccio tradotto in francese), le aperture alle novità della cultura del tempo: si veda un prezioso lezionario greco-latino un tempo del card. Carlo di Borbone (pp. 370-1). L’analisi non solo ha portato alla ricostruzione, sulla base sia di inventari contemporanei di cui viene fornita l’edizione sia del recupero di ulteriore materiale attribuibile su varie basi alla prestigiosa raccolta libraria, della consistenza della biblioteca (allargando persino il bacino di riferimento al personale al servizio della corte, spesso assai colto e raffinato), ma ha permesso di portare attenzione al mondo dei miniatori, così come nello specifico delle letture storiche che spaziavano tra le sintesi di storia biblica e Giuseppe Flavio, tra Plutarco alla cronache francesi. Il vol. è chiuso da un’ampia bibliografia (pp. 383-407), un indice dei nomi di luogo (409-10), uno dei nomi di persona (410-5), uno della collocazione di mss. e stampati per luogo e istituzione di conservazione (415-8) e uno delle 135 illustrazioni a colori (pp. 419-21). – Ed.B.

 

066-G Nardi (Andrea), Il lettore ‘distratto’. Leggere e comprendere nell’epoca degli schermi digitali, Firenze, Firenze University Press, 2022, ISBN 978-8855185004, pp. 298, €15,90. L’attenzione per le conseguenze e gli effetti del digitale sulle modalità di apprendimento e le capacità di lettura è quanto mai attuale, ora che gli effetti delle restrizioni pandemiche hanno persino accelerato un processo che non avrebbe comunque trovato alcuna battuta di arresto. Basti pensare, a questo proposito, che già nell’ignaro 2018 l’articolo più letto sul «The Guardian» era un approfondimento di Maryanne Wolf che poneva in esplicita correlazione l’incapacità di decodificare i testi presenti nel web con la necessità di proteggere gli individui, e di conseguenza le democrazie, dalle false notizie. Il libro di Andrea Nardi ha il grande merito di saper costruire un’architettura di pensiero fondata su dati certi, derivanti da studi e analisi specifiche sull’argomento. Un argomento su cui spesso si è avuta la tendenza a porre delle conclusioni affrettate e affidate in modo eccessivo alla semplice intuizione. Lungi dal prendere una posizione da apocalittico o integrato l’a. evita consapevolmente visioni assiomatiche, arrivando ad analizzare cause ed effetti, cambiamenti e involuzioni delle capacità di lettura nell’era del digitale. L’intento è quello, non di fomentare diatribe intellettuali, ma di informare e porsi al servizio degli organi politici e amministrativi, i quali sono chiamati a prendere decisioni immediate di fronte al dato drammatico per cui il 28% della popolazione italiana tra i 16 e 65 anni risulterebbe analfabeta funzionale (dati OCSE). Se parte degli individui non possiede le competenze adatte per la decodifica di testi lineari, la questione diviene ancora più complicata di fronte alla lettura di un testo online, per la quale è necessaria la capacità di selezionare e filtrare le informazioni disponibili in base all’attendibilità e alla pertinenza.  D’altra parte, la tendenza della lettura online a costituirsi come maggiormente superficiale e dispersiva va incontro ai bisogni della società, per cui spesso è inutile avere a che fare con individui dotati di spirito di profondità e di riflessione, ma è più redditizio basare i profitti sull’ossessione del multitasking e della velocità. Obiettivo del lavoro è tentare – come ripete l’a. – di porsi in una zona mediana, che vada al di là delle due posizioni incompatibili del mito della superficialità, come «elogio del multitasking, della velocità, del nativismo digitale» e del mito della profondità, come «esaltazione della linearità, dell’attenzione profonda, della cultura del libro». Questi gli interrogativi che alimentano ciascuno dei sei capitoli dell’opera: Che cosa possiamo imparare dalla storia? Lo schermo sta cambiando il nostro modo di leggere? Leggere in digitale sta trasformando il nostro cervello? Meglio leggere su carta o su schermo? Saper leggere su carta è sufficiente per comprendere testi digitali? E infine, come insegnare la lettura digitale? – Francesco Ursino

 

066-H Newbigin (Nerida), Making a Play for God: The Sacre Rappresentazioni of Renaissance Florence, 2 voll., Toronto, Centre of Renaissance and Reformation Studies, 2021 (Essays and Studies, 48), pp. 1039, ill. b/n e col., ISBN 978-0-7727-2493-9 (vol.I: 978-0-7727-2501-1, vol. II: 978-0-7727-2507-3), € 63,95. I due voll. che costituiscono questa pubblicazione indagano a tutto tondo il fenomeno letterario, sociale, culturale ed editoriale delle sacre rappresentazioni della Firenze rinascimentale. Aiutato da un apparato illustrativo ricco e colorato (194 immagini!), il lettore potrà esplorare la genesi, l’evoluzione, la produzione ms. e a stampa di questo tipo materiale, il suo legame fortissimo con l’arte coeva, così come la storia del suo collezionismo. Le parole stesse dell’a. ben sintetizzano il grande lavoro sotteso a questa pubblicazione: «This volume draws together a century of scholarship on drama and social history, and almost fifty years of my own research in the archives and on manuscript and printed sources, to provide a coherent overview and a new perspective» (p. 49). Ed effettivamente, dopo gli Acknowledgements (pp. 7-10), le utili e chiare istruzioni in Transcriptions and Other Essentials (pp. 11-5) e l’elenco delle numerose illustrazioni (pp. 17-36), l’introduzione (pp. 37-58) non si concentra solo sul contenuto dei voll. e sulla lunga esperienza dell’a. in questo ambito, ma desidera anche fornire lo stato degli studi e i diversi approcci con cui questo genere letterario è stato trattato. A seguire, il primo capitolo, The Manuscript Evidence of Florentine Sacre Rappresentazioni (pp. 59-88), ribadisce la tesi di fondo dell’intera opera: la maggior importanza dei testimoni mss. rispetto a quelli a stampa delle sacre rappresentazioni, di cui si ricostruisce la cronologia e la rete di rapporti che riconduce a Firenze anche opere non geograficamente fiorentine. Col secondo capitolo, Plays in Churches (pp. 89-155), l’accento non è posto sui testi ma sull’evoluzione della messinscena in feste legate alle sacre rappresentazioni, delle quali si sottolinea l’impiego di macchinari, luci, musica, insomma di tutti gli effetti scenici adoperati per impressionare gli spettatori. Se inizialmente i testi non erano centrali in queste feste, nondimeno il ruolo della parola guadagnò progressivamente campo, grazie a una nuova produzione, nata all’interno di confraternite a metà XV secolo, di sacre rappresentazioni in ottava rima, un fenomeno studiato nel capitolo 3 (Youth Confraternities and Their Plays, pp. 157-305). Col capitolo 4, Edifici for the Feast of St. John the Baptist (pp. 307-72), si indaga la trasformazione delle processioni di edifici (piattaforme mobili) durante la festa di san Giovanni Battista in vere e proprie rappresentazioni, per poi addentrarsi negli spazi pubblici che ospitavano questi eventi nel capitolo 5, Playing Outdoors (pp. 373-437). Se per dieci anni dopo la congiura dei Pazzi del 1478, tuttavia, questi spettacoli pubblici ebbero un declino, l’arrivo della stampa permise ai loro testi di circolare non più tra le confraternite o in zibaldoni privati, ma di arrivare a un pubblico più ampio. È così che l’a. tratta, insieme all’apporto della stampa, anche la comparsa dell’autorialità in un genere dove l’anonimato era frequente (capitoli 6, Antonia Pulci, Antonio Miscomini, and the Transition to Print, pp. 439-507, e 7, Defying Anonymity: Belcari, Poliziano, Bellincioni, and Lorenzo de’ Medici, pp. 515-66) e l’esportazione – come per Poliziano a Mantova e Bellincioni (caso che coinvolse pure Leonardo da Vinci) a Milano – del genere fuori da Firenze. Si torna così alle edizioni delle sacre rappresentazioni, cercando in particolare di ricostruire il rapporto tra le loro illustrazioni e la pittura coeva nel capitolo 8, Bartolomeo de’ Libri, Antonio Miscomini, and the Illustrated Editions (pp. 567-663). La fortuna del genere dopo il suo sostanziale arresto durante l’esperienza savonaroliana a Firenze, conclusasi con la morte del predicatore nel 1498, è trattata nei capitoli 9, Savonarola and Beyond: Castellano Castellani (pp. 665-779), e 10, The Afterlife of the Plays (pp. 783-810). Nell’ultimo capitolo, inoltre, trova spazio uno studio del collezionismo. Chiudono il vol. una serie di preziosissimi paratesti: tre tavole (Rappresentazioni and Frottole in Manuscript, pp. 811-27; Printed Rappresentazioni, pp. 828-50; Major Collectors and Sales, pp. 851-3) che offrono con sintetica efficacia il panorama dei testimoni mss. e a stampa, con eventuali facsimili, edizioni moderne e traduzioni in inglese – e qui è d’obbligo segnalare le trascrizioni e traduzioni online a cura dell’a. –, nonché un prospetto sul fronte del collezionismo; un’appendice documentale (pp. 855-87); i Cited Works (pp. 889-982), indispensabile prontuario bibliografico sul tema; l’indice dei nomi (pp. 983-1039). Questi due voll. si segnalano, quindi, per la loro assoluta ricchezza contenutistica, grazie all’indagine multidisciplinare dell’a., che si muove contemporaneamente sui piani socioculturale, politico, letterario, storico-bibliografico e storico-artistico, e agli utilissimi strumenti paratestuali. Per tutte le caratteristiche testé riassunte, questa pubblicazione si impone come un lavoro molto importante sul tema, la cui consultazione sarà senz’altro utilissima tanto a chi desiderasse informarsi sull’argomento, quanto a chi avesse bisogno di approfondire aspetti più dettagliati. – S.C.

 

066-I Salomoni (David), Educating the Catholic People. Religious Orders and Their Schools in Early Modern Italy (1500– 1800), Leiden-Boston, Brill, 2021 (History of Early Modern Educational Taught, 3), pp. 220, ISBN 978-90-04-43646-6, $ 25 David Salomoni ricostruisce in questo denso vol. il panorama pedagogico ed educativo in Italia tra XVI secolo e Rivoluzione Francese. Un panorama complesso ed eterogeneo, in cui hanno operato tanti e diversi ordini religiosi, sia femminili che maschili, e non solo gesuitici (come si concentra la maggior parte degli studi nel campo della pedagogia cattolica). Il 1500 è un secolo di grandi sconvolgimenti culturali (soprattutto nel campo delle scienze), sociali e religiosi (rottura dell’unità cristiana), che hanno spinto la Chiesa cattolica a rispondere alla crisi attraverso i suoi componenti più dinamici e organizzati: gli ordini. «most dynimic and organized components: its religious orders. As Mark Greengrass points out, “nothing was more challenging […] than the humanist notion that education can create pious and responsible citizens and change the world”» (p. 2). Fu così che si passò – lentamente, anche sperimentando forme ibride di cooperazione tra insegnanti secolari e non – da un sistema scolastico comunale a uno religioso, dove gli elementi preesistenti venivano fusi con nuovi paradigmi pedagogici. È soprattutto dopo la pace di Cateau-Cambresis nel 1559 che molti ordini (come i Cappuccini e Barnabiti), di fronte al rischio di essere giudicati eretici dal Sant’Uffizio, si indirizzarono verso una missione pedagogica, impegnandosi non solo nella formazione teorica, ma anche in quella pratica e tecnica: «the need of the orders to theologically train their novices meant that the congregations began to provide themselves not only with intellectual tools but also with material means. Classrooms, books, and desks put the congrega-tions in a position to extend their teaching to the populations in which they lived, both urban and rural. In addition to this were the ongoing transforma-tions taking place in the rural and economic structures of Italian territory, par-ticularly in the north. The extension of the reclamations, the enlargement of the cultivated areas, and the new cultivations required a whole series of pro-fessional figures, namely engineers, surveyors, notaries and rural police. These people needed different degrees of training from the religious orders» (p. 182). In uno stato (non ancora formato) dal tessuto sociale e politico molto complesso, quasi totalmente disinteressato o incapace, per mancanza di mezzi, di provvedere all’educazione, le congregazioni religiose hanno saputo rispondere ai bisogni scolastici della popolazione, anche poverissima (dando, per esempio, accesso scolastico gratuito a tutti). In cinque capitoli l’a. ricostruisce puntualmente (si veda la poderosa bibliografia utilizzata, alle pp. 185-210) una storia molto importante per il nostro paese, fornendo spunti per auspicabili studi successivi. A completamento del vol. un indice analitico di nomi (pp. 211-20). – Ar.L.

 

066-J Vecchiet (Romano), La biblioteca di tutti. Saggi sparsi sulla storia di un servizio pubblico in Friuli, presentazione di Giovanni Solimine, Udine, Forum, 2022 (Libri e biblioteche, 46), pp. 430, ill. a colori, ISBN 978-88-3283-265-5, € 34. Romano Vecchiet è stato il direttore della Biblioteca civica “Vincenzo Joppi” di Udine dal 1991 al 2020: questo libro è composto da trentatré saggi scritti durante la sua più che quarantennale carriera nelle biblioteche pubbliche del Friuli Venezia Giulia (in particolare tra il 1979 e il 2022). È bene specificare subito che non si tratta di una raccolta completa dei saggi prodotti da Vecchiet nell’arco della sua attività, ma di una scelta di titoli legati al Friuli e alle sue biblioteche. Il vol. si apre con una breve Presentazione di Giovanni Solimine, la cui attività professionale si è svolta praticamente nello stesso arco di tempo e lo ha visto più volte collaborare insieme all’amico friulano. L’opera è suddivisa in quattro sezioni. La prima, Udine e la sua Biblioteca (pp. 25-174), è composta da tredici contributi ed è dedicata principalmente alla Biblioteca civica “Vincenzo Joppi”, alla sua storia, ai servizi e agli aspetti sociali che l’hanno contraddistinta. Spicca tra questi la ricostruzione del furto di un gruppo di mss. avvenuto all’inizio degli anni Novanta con la successiva richiesta di un riscatto e le vicende che alla fine hanno portato al ritrovamento della preziosa refurtiva: al di là della curiosità della storia, quello che emerge è il forte legame che viene a svilupparsi tra chi lavora all’interno di una biblioteca (poco importa che sia il direttore, un bibliotecario o un distributore di libri) e i libri che gli sono stati affidati, con i quali ci si identifica soprattutto nelle situazioni di perdita ben al di là di quanto forse sarebbe lecito aspettarsi. Tale sezione è quindi seguita da tutte le illustrazioni del vol. raggruppate insieme in un’unica sequenza (pp. 175-90). La sezione Biblioteche e bibliotecari in Friuli-Venezia Giulia dal terremoto a oggi (pp. 193-257) sposta l’attenzione sulle istituzioni bibliotecarie regionali con una serie di contributi legati a singole realtà o a figure particolari. Il tema fondamentale della Legislazione bibliotecaria regionale (pp. 259-358) è trattato dai saggi della terza sezione, in cui vengono analizzate e messe a confronto le leggi promulgate dalle diverse Regioni, sempre però viste attraverso una concezione dell’apparato amministrativo finalizzato ai bisogni e al benessere della cittadinanza. Da ultimo la quarta sezione di Saggi sparsi (pp. 361-421) con studi dedicati alle biblioteche per ragazzi, ai rapporti tra il mondo delle biblioteche e gli autori, ma anche al ruolo delle biblioteche popolari e della biblioteca pubblica / public library. Come scrive Giovanni Solimine nella sua Prefazione, «lo scopo è evidenziare quanto la qualità del lavoro di un bibliotecario sia fortemente correlata alla sua capacità di essere in sintonia con il contesto in cui egli è chiamato ad agire: solo in questo modo una biblioteca può realmente dirsi civica e aspirare a essere incisivamente presente nella vita di una città e dei suoi abitanti». La biblioteca infatti è secondo l’a. una istituzione appartenente e riguardante tutti i cittadini e non solo una parte della popolazione del territorio in cui è collocata. Ogni biblioteca al contempo deve avere anche una sua precisa specificità, una sua propria identità in grado di poterla rendere non solamente riconoscibile, ma in sintonia con la popolazione che deve servire. Non è inutile sottolineare quanto sia importante nell’ambito delle biblioteche il ruolo e l’azione dell’elemento umano con la sua professionalità e la sua sensibilità. Le strutture, l’informatizzazione dei servizi, nuovi apparati tecnologici sono ovviamente importanti, ma restano sempre “i bibliotecari” quelli che fanno la differenza. Sono loro quel quid che fa tornare volentieri il lettore, lo studioso, l’utente, perché chiunque si rechi in biblioteca sa che lì può trovare non solamente le informazioni ricercate, ma anche un qualcosa di più: una sintonia con quel luogo e con le persone di quel territorio, che attualmente nessuna tecnologia è in grado di offrire. – M.C.

 

Spogli e segnalazioni

 

066-001 Abella López (Raquel), De biblioteca conventual a biblioteca-museo: la Biblioteca Patrimonial Recoleta Dominica, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 417-35. Una storia particolare caratterizza la Biblioteca Patrimonial Recoleta Dominica de Chile, inizialmente pensata per lo studio dei frati domenicani del relativo convento e attualmente convertita in spazio museografico che mantiene però le sue funzioni di conservazione e ricerca. – P.S.

066-002 Agustí (Lluís) – Mònica Baró Llambias, Com més illustració tè un poble, més lluny està de l’absolutisme. La materialización de un programa de educación popular en la Biblioteca Arús de Barcelona, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 353-67. Il contributo ricostruisce le finalità che hanno portato alla costituzione della Biblioteca Arús di Barcellona per opera del giornalista e drammaturgo Rossend Arús Arderiu (1845-1891) e del politico catalano Valentí Alirall Llozer (1841-1904). L’obiettivo fu quello di creare una biblioteca popolare, cioè un centro per l’educazione e la formazione dei ceti sociali più umili di Barcellona. – P.S.

066-003 Alberti (Vanessa), L’apport des archives privées à la connaissance des éditeurs corses au XIXe siècle, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 119-30. La mancanza di archivi istituzionali riguardanti l’attività editoriale in Corsica nell’Ottocento costringe a rivolgersi ad altre fonti documentarie, in particolare agli archivi di scrittori, politici, biblioteche, ovvero di quelle realtà che sono in stretto rapporto con l’editoria. – L.R.

066-004 Alcoy (Rosa), Extraños lectores y libros de rumbo incierto: una galería singular de imágenes del arte gótico a Bosch, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, ed. M. J. Pedraza Garcia, pp. 49-66. La lettura in epoca medievale è stata ben rappresentata nell’arte attraverso le raffigurazioni di importanti personaggi nei loro studioli o nelle loro biblioteche, ma non solo. Il contributo presenta alcuni esempi in questo senso. – P.S.

066-005 Alibert (Florence), Cathédrales de poche, William Morris et l’art du livre, La Fresnaie-Fayel, Otrante, 2018 Þ rec. Annika Hass, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 405-7.

066-006 Anastasio (Annalisa) – Lucrezia Signorello, Mille libri, cento nomi, una sola biblioteca, in Quaderni del Dottorato in Scienze documentarie, linguistiche e letterarie. 1. Prismi, a cura di Gianfranco Crupi – Filomena Diodato – Stefano Gensini – Cristina Pesaresi – Caterina Romeo – Silvia Toscano, pp. 101-24. Il contributo si propone riflettere su studi recenti sulle collezioni librarie di particolari figure di intellettuali. Nonostante l’ampia panoramica offerta, speciale attenzione viene data al contesto romano della prima età moderna e ai lavori che hanno pubblicato online l’esito delle ricerche. – Marco Francalanci

066-007 Andreolli (Alessandro), Nascita ed evoluzione di un patrimonio. Transizioni e fratture, in Beni privati e interessi pubblici, a cura di A. Andreolli, pp. 35-63. Dedicato alla storia della Biblioteca dell’Accademia Roveretana degli Agiati, il presente saggio ne ripercorre l’evoluzione dalle origini esclusivamente accademiche alla entrata delle proprie raccolte bibliografiche all’interno della Biblioteca Civica “Girolamo Tartarotti” di Rovereto, a cui sono state date in gestione. – M.C.

066-008 Anelli (Franco), Atenei fra mercato e tecnologia: cosa resta dell’educazione?, «Vita e Pensiero», 1, 2023, pp. 5-11. La didattica digitale ha portato a una dematerializzazione del rapporto educativo – con inevitabile ricadute sul valore e sul ruolo sociale – e a una sempre maggiore delocalizzazione dell’università. Se a questi elementi si aggiunge la continua disponibilità di corsi post-lauream – che offrono e garantiscono certificazioni delle competenze –, l’università si inserisce inevitabilmente in un contesto competitivo, ovvero quello del mercato dell’industria della formazione. In seguito a una prima analisi di questi cambiamenti, l’a. insiste su come l’università sia un’identità da riscoprire e sul suo compito nei campi della cultura e della conoscenza. – Pietro Putignano

066-009 Antetomaso (Ebe), “Il Dante di Foligno”: note per una lettura del paratesto dell’edizione e della copia Corsini, «Paratesto. Rivista internazionale», 19, 2022, pp. 11-26. Contributo dedicato all’analisi dei paratesti contenuti nell’editio princeps della Commedia impressa a Foligno nel 1472 e alla descrizione di una singola copia, conservata presso la Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana di Roma, ricca di annotazioni manoscritte. La storia di questo esemplare documenta la circolazione e la ricezione dell’edizione dantesca, in particolare nel XVIII secolo. – D.M.

066-010 Ardolino (Enrico Pio), «Il giardino più delizioso»: la donazione del cardinale Giovanni Maria Gabrielli e la biblioteca settecentesca del Monastero di San Sebastiano alla Catacombe di Roma, con una presentazione di Rosa Marisa Borraccini, Roma, CNR, Istituto di scienze del patrimonio culturale, 2020 Þ rec. Flavia Bruni «Paratesto. Rivista internazionale», 19, 2022, pp. 114-7.

066-011 Ascoli (Francesco), La penna in mano. Per una storia della cultura manoscritta in età moderna, presentazione di Giorgio Montecchi, Firenze, Olschki, 2020 Þ rec. Martyn Lyons, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 407-9.

066-012 Attardo (Ezio), Il segno a forma di “8” nelle iscrizioni etrusche, «Litterae Caelestes», n.s., 13, 2022, pp. 9-23. Si mostra, con l’ausilio di 18 immagini, il percorso che introdusse il segno a forma di “8” nell’alfabeto etrusco. – S.C.

066-013 Azzolini (Chiara), Spigolature sulla biblioteca gerolamina del Castellazzo in Manoscritti, a cura di M. Bollati, pp.77-88. Grazie alla settecentesca nota di possesso contenuta nell’Agenda mortuorum (ms. II-D-03-012), l’a. ne identifica l’appartenenza all’antica collezione della biblioteca gerolamina del Castellazzo, dove erano conservati prevalentemente testi liturgici e patristici. – Marco Barberis

066-014 Bagatin (Pier Luigi), «L’amor del pubblico bene». La riforma settecentesca della Biblioteca dell’Accademia dei Concordi alla base dell’odierno servizio bibliotecario di Rovigo, in Beni privati e interessi pubblici, a cura di A. Andreolli, pp. 191-226. L’a. delinea l’evoluzione delle vicende dell’Accademia dei Concordi e la creazione della sua raccolta libraria a partire in particolare dal Settecento a oggi. – M.C.

066-015 Bailo Benito (Lorena), Las procedencias de las encuadernaciones artísticas de la Universidad de Zaragoza: conventos, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 327-39. Il contributo si concentra sullo studio dei libri provenienti dai conventi ora conservati presso la biblioteca dell’Università di Saragozza. L’a. compie un’indagine attraverso l’analisi delle note di possesso e delle postille di diversa natura. – P.S.

066-016 Baldacchini (Lorenzo), Il mio lungo viaggio tra libro antico e biblioteche, Manziana, Vecchiarelli, 2021 Þ rec. Attilio Mauro Caproni, «Paratesto. Rivista internazionale», 19, 2022, pp. 122-4.

066-017 Banks (David), Translations from English in the Journal des sçavans under the editorship of l’Abbé Gallois, 1666–1674, in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. F. Forner, F. Meier, S. Schwarze, pp. 403-24. A differenza di quanto avvenne successivamente sotto la direzione di de la Roche, durante la quale venne applicata una modalità di selective translation”, gli articoli tradotti dalla rivista inglese Philosophical Transactions rispecchiano integralmente i testi originali, solamente in una forma più semplice per renderli maggiormente comprensibili a un pubblico non specialistico. – M.C.

066-018 Barberá Matías (Bárbara), Fuentes para reconstruir una biblioteca desaparecida: la collección de Francisco Pérez Bayer, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 317-25. Pur in assenza di cataloghi e inventari sopravvissuti, l’a. tenta di ricostruire la collezione libraria di Francisco Pérez Bayer (1711-1794), teologo valenciano la cui raccolta ha costituito il primo nucleo della Biblioteca Universitaria di Valencia, donata nel 1795 ma dispersa nel 1812. – P.S.

066-019 Barbier (Frédéric), Genealogia delle biblioteche accademiche nell’Europa d’Ancien Régime. La tradizione greca e il paradigma della politica, in Beni privati e interessi pubblici, a cura di A. Andreolli, pp. 15-32. Il contributo dello studioso francese recentemente scomparso evidenzia come le accademie e le loro biblioteche – soprattutto a partire dall’età moderna – non si siano mai concentrate su un solo campo della cultura, che si fosse trattato delle scienze o di belle arti o delle lettere, ma in quanto luoghi di sociabilità si sono sempre impegnate nello scopo di migliorare la società, entrando così la loro azione in un ambito anche politico. – M.C.

066-020 Barbier (Frédéric), L’éditeur en pays allemands: la Saxe à l’époque moderne (milieu du XVIe – début du XIXe siècle), «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 17-41. Soffermandosi sulle regioni di lingua tedesca e, in particolare, sulla Sassonia, l’a. analizza da vari punti di vista la figura dell’editore nella prima età moderna, fino agli albori della Restaurazione. – L.R.

066-021 Barbieri (Edoardo), Appunti per una storia del fondo Gerli della Biblioteca Braidense, in Opere Sante: la vita di San Niccolò raccontata da Beato Angelico, a cura di G. De Simone, pp. 85-95. Sono diversi i repertori e le fonti che permettono di ricostruire parte della storia del fondo Gerli – noto anche come “Biblioteca liturgica dei duchi di Parma” –, acquistato in blocco da Paolo Gerli nel 1936 e donato alla Biblioteca Nazionale Braidense nel 1938. Tra le sezioni che lo compongono, degna di nota è indubbiamente quella dei mss., i cui pezzi vantano in buona parte ricchi apparati illustrativi e preziose legature. – Pietro Putignano

066-022 Bartesaghi (Paolo), Estratto della letteratura europea (1758–1769), Gazzetta letteraria (1772–1776), Journal littéraire dédié au Roi (1772–1776): istituzionalizzazione della cultura scientifica nelle riviste letterarie, in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. F. Forner, F. Meier, S. Schwarze, pp. 289-306. Fortunato Bartolomeo De Felice è stato un promotore di riviste a livello italiano ed europeo mediante le quali fu un importante agente di diffusione della cultura italiana della sua epoca. – M.C.

066-023 Barzazi (Antonella), Before Napoleon. Change and Continuity in Italian Religious Book Collections, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 449-66. Si passano in rassegna alcuni eventi chiave nella storia delle biblioteche religiose italiane, nel corso dei tre secoli che costituirono l’Età moderna. – L.R.

066-024 Bas Martín (Nicolás), Paréceme prohibido. Libros y lecturas sediciosas de un noble libertino español en el París del XVIII, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por Pedraza Garcia, pp. 299-316. Oggetto di questo studio è la collezione libraria clandestina appartenuta a Joaquín Antonio de Castellví (1735-1800), conte di Carlet. La biblioteca del conte, raccolta a Parigi negli anni ’70 del XVIII secolo, dimostra chiaramente gli interessi del suo possessore legati all’enciclopedismo e alla modernità. – P.S.

066-025 Battistello (Cinzia), Il presente e le prospettive future, in Beni privati e interessi pubblici, a cura di A. Andreolli, pp. 185-9. Il contributo è dedicato alla situazione presente della Biblioteca dell’Accademia Olimpica di Vicenza e alle prospettive future come biblioteca specializzata costituita soprattutto dalle opere prodotte dagli accademici, da libri di argomento vicentino e veneto, oltre che a tesi di laurea e di dottorato. – M.C.

066-026 Battiston (Stefano), La biblioteca dell’abate Giuseppe Furlanmetto (1775-1848) al Seminario di Padova, «Bollettino del Museo Civico di Padova», CV-CVII, 2016-2018, pp. 5-27. Preziosa ricostruzione della figura dell’ecclesiastico padovano, dotto studioso del mondo classico, e della sua preziosa raccolta libraria. – Ed.B.

066-027 Baudo (Fabiana), Un viaggio frammentario tra Archivi e Biblioteche, tra Paradiso e liturgia, «Litterae Caelestes», n.s., 13, 2022, pp. 25-44. Si segnala la scoperta, presso l’Archivio di Stato di Parma, di altri fogli di un ms. dantesco appartenuto alla famiglia Appiani D’Aragona, da aggiungere a quelli già noti custoditi presso la Biblioteca Comunale Passerini-Landi di Piacenza, l’Archivio di Stato di Piacenza e la Wellesley College Library of Massachusetts. L’a., inoltre, informa di altre scoperte presso l’archivio parrocchiale di Pianello Val Tidone. – S.C.

066-028 Bazzani (Carlo), Modelli comunicativi e uso di false notizie tra i patrioti italiani: il caso dei giornali di Brescia (1797–1799), in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. F. Forner – F. Meier – S. Schwarze, pp. 115-34. Nel caso dei giornali bresciani nati durante l’epoca napoleonica avvenne un cambiamento del pubblico di riferimento, in quanto lo scopo delle riviste non fu più riferito tanto al campo scientifico o umanistico, ma all’istruzione dei cittadini secondo i nuovi principi rivoluzionari. – M.C.

066-029 Beccaro (William), L’attualità degli studi sui periodici del XVIII secolo: l’opinione di un ‘addetto ai lavori’, in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. F. Forner – F. Meier – S. Schwarze, pp. 567-74. Secondo l’a. i periodici del Settecento nel loro complesso si propongono come interessanti casi di studio, in grado di fornire suggerimenti utili per comprendere e affrontare problemi a volte non troppo diversi del complesso mondo dell’odierna comunicazione. – M.C.

066-030 Becedas González (Margarita), José Ortiz de la Peña (1747-1791): un bibliotecario consciente, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 213-23. Il contributo ruota attorno alla figura di José Ortiz de la Peña, bibliotecario della Università di Salamanca, e fa luce sulla sua attività, in particolar modo quella scientifica, forse a oggi meno conosciuta. – P.S.

066-031 Bellavia (Alberto) – Domenico Ciccarello – Vito Fortezza – Cristina Angela Iacono – Giovanna Iacono – Simona Inserra – Marco Palma, Incunaboli ad Agrigento I. Biblioteca Lucchesiana e Biblioteca del Seminario Arcivescovile, Roma, Viella, 2022 (Incunaboli, 7), pp. 266, ill. b/n, ISBN 979-12-5469-188-5, € 40. È il settimo numero della collana Incunaboli precedentemente rivoltasi alle biblioteche di Catania (I e II), Ragusa, Cesena, Cagliari e San Marino. Dopo alcuni testi prefatori, si schedano 103 incunaboli – di cui 73 della Biblioteca Lucchesiana e 30 della Biblioteca del Seminario Arcivescovile di Agrigento – con particolare attenzione alle evidenze materiali. Nelle ultime pagine del vol. (pp. 247-66) sono presentate venti tavole in bianco e nero che riproducono le carte più interessanti. – Sara Brasca

066-032 Beni privati e interessi pubblici. Storia e attualità delle biblioteche accademiche italiane. Atti del convegno, Rovereto, 4 ottobre 2019, a cura di Alessandro Andreolli, [Trento], Scripta edizioni; [Rovereto], Accademia Roveretana degli Agiati, 2022 (Memorie della Accademia Roveretana degli Agiati, n.s., 10), pp. 239, ill., ISBN 979-32-80581-32-7, s.i.p. Nell’ambito degli studi storici tout court, ma anche nella storia delle biblioteche e in campo biblioteconomico, quello delle biblioteche accademiche ha rappresentato un terreno preso poco in considerazione. Nel convegno, di cui questo vol. rappresenta gli atti, si è voluto offrire un quadro delle istituzioni appartenenti a tre regioni geografiche del nord dell’Italia, Lombardia, Trentino e Veneto. Si schedano i singoli contributi. – M.C.

066-033 Bernascoi Reusses (Marina) – Renzo Iacobucci – Laura Luraschi, Frammenti in situ nelle biblioteche cappuccine del Canton Ticino (CH), «Fragmentology. Journal for the Study of Medieval Manuscript Fragments», V, 2022, pp. 51-78. Il contributo presenta i primi risultati del progetto Ticinensia disiecta, promosso e avviato dal Centro di competenza per il libro antico (CCLA) della Biblioteca Salita dei Frati di Lugano nel 2020, che inventaria, cataloga e studia i frammenti mss. medievali in alfabeto latino conservati nelle biblioteche del Canton Ticino (Svizzera), con particolare attenzione ai frammenti in situ. La prima parte del progetto si è concentrata sulla collezione bibliotecaria del convento cappuccino della Madonna del Sasso a Orselina (Svizzera), collezione interamente catalogata nel sistema bibliotecario (SBT) del Canton Ticino. Lo studio e la pubblicazione online di questi frammenti hanno permesso di aiutare a delineare la circolazione, l’uso e forse la produzione di mss. medievali in quest’area, nonché a esaminare le pratiche del loro riutilizzo nella rilegatura di libri prodotti tra il XV e il XVIII secolo. Tra i primi risultati ottenuti vi è la scoperta di un frammento di laudario, una delle più antiche testimonianze del volgare lombardo conservate in Ticino. – L.Mo.

066-034 Bernini (Giovanna), Gli incunaboli della Biblioteca Francescana di Milano. Una storia di libri, luoghi e uomini dotti, Milano, Edizioni Biblioteca Francescana, 2022 (Carte e libri: tra biblioteche e archivi, 2), pp. XII+208, ill. col., ISBN 978-88-7962-387-2, € 49. Il vol. presenta il lavoro avviato con la partecipazione a un gruppo di ricerca triennale (2010-2013) finalizzato all’inserimento degli incunaboli della Biblioteca Francescana di Milano in MEI (Material Evidence in Incunabula). Nel primo capitolo si ripercorrono le vicende storiche dei conventi francescani coinvolti nella conservazione di tali esemplari; nel secondo si presentano la consistenza del fondo e gli aspetti materiali degli esemplari descritti; nel terzo si propone l’analisi bibliografica del Calendarium di Regiomontano (Venezia, Erhard Ratdolt, 1476) e dell’Imitatio Christi (Venezia, per Francesco de’ Madi, 1486); nel quarto è contenuto il Catalogo con le schede di 55 incunaboli e di 3 cinquecentine legate agli incunaboli all’interno di 2 voll.. Il testo è intervallato da immagini a colori. – Sara Brasca

066-035 Bertran de Balanda (Flavien), Robert «Émile» Babeuf et le Nain tricolore. Anamorphoses de l’opposition libérale dans les débuts de la Seconde Restauration, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 235-53. Si analizza la figura di Émile Babeuf (nato Robert, 1785-1842) e l’effimera esperienza del suo «Nain tricolore, ou journal politique, des arts, et de la littérature», un giornale satirico di cui uscì solo il primo numero nel gennaio 1816. – L.R.

066-036 Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria (siglos XIV-XIX), ed. Manuel José Pedraza Garcia, Zaragoza, Prensas de la Universidad de Zaragoza, 2022 (…in culpa est, 12), pp. 470, ill. b/n e col., ISBN 978-84-1340-583-4, € 30. Vol. che raccoglie una trentina di contributi di studiosi spagnoli e non, incentrato sullo studio delle biblioteche e della lettura in epoca medievale e moderna secondo una prospettiva multidisciplinare. Si schedano i singoli contributi. – P.S.

066-037 Biemans (Jos A.A.M.), The Foundation of the City Library of Amsterdam (1578) and the Confiscation of Manuscripts and Printed Books from Ecclesiastical and Monastic Libraries. Fact or Fiction?, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 247-71. Il passaggio della città di Amsterdam alla Riforma nel 1578 e il conseguente incameramento dei beni librari ecclesiastici rappresentano, tradizionalmente, il momento fondativo della biblioteca pubblica cittadina. L’a. aiuta a dipanare la questione, ripercorrendo le tappe strettamente connesse alla vicenda che dal 1578 hanno portato alla nascita dell’Università di Amsterdam (1877). – L.R.

066-038 Bitty (Yehouda), La bibliothèque religieuse imaginaire de l’israélite français au XIXe siècle, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 383-402. Sulla base della produzione editoriale francese di ambito ebraico, l’a. propone di ricostruire una ideale biblioteca ebraica, non necessariamente esistita nella realtà, ma ipoteticamente composta da una serie di libri reali. – L.R.

066-039 Boffadossi (Lorenzo), Un Antifonario ambrosiano miniato da Evangelista della Croce in Manoscritti, a cura di M. Bollati, pp. 119-35. L’a. presenta un’analisi dei contenuti miniaturistici, liturgici e delle legature dei mss. II-T-01-006 e II-T-01-011, offrendo una più approfondita conoscenza dell’attività di Evangelista della Croce, già miniatore di alcuni Graduali realizzati per la Certosa di Pavia. – Marco Barberis

066-040 Bollati (Milvia), Il miniatore del Pontificale di Antonio da Saluzzo, in Manoscritti, a cura di M. Bollati, pp. 39-48. L’a. completa il saggio di Campagna identificando il miniatore del Pontificale di Antonio da Saluzzo con il Maestro del Pontificale di Ugolino de Rossi, attivo a Parma. La tesi è argomentata da un ricco confronto con altre miniature di Pontificali di identificazione certa. – Marco Barberis

066-041 Bolzoni (Lina), Visualization of an Universal Knowledge: Images and Rhetorical Machines in Giulio Camillo’s Theater of Knowledge, in The Visualization of Knowledge in Medieval and Early Modern Europe, edited by M. Kupfer – A. S. Cohen – J. H. Chajes, pp. 45-60. L’a. indaga l’interazione tra immagini mentali e figurate come supporto alla memoria e alla conoscenza di carattere enciclopedico, così come concepita da Giulio Camillo (ca. 1480-1544) nel Teatro della Memoria (o della Saggezza), che organizza i misteri della Divinità, l’ordine della Creazione e il canone delle arti liberali e meccaniche nella struttura architettonica di un anfiteatro romano immaginario. Si analizza il rapporto tra le tecniche mnemoniche (un sistema ordinato di luoghi e immagini lasciati in eredità dall’Età antica e medievale) e i nuovi collegamenti che lo studio di questo macro riassunto visivo potesse stimolare, rivelando i segreti dietro la creazione delle grandi opere d’arte dall’Antichità. – Ludovica Montalti

066-042 Borraccini (Roma Marisa), Felice Peretti da vescovo a papa: istituzioni scolastiche e politica editoriale nel Presidato di Montalto, in Studi su Felice Peretti/Sisto V per le celebrazioni del V centenario della nascita 1521-2021. Atti del Ciclo di Convegni Sistini (Montalto delle Marche, luglio-ottobre 2021), a cura di M. Martellini, pp. 31-47. Anche prima della sua elezione al soglio pontificio, Sisto V (1585-1590) diede grande lustro alla cittadina d’origine della famiglia, Montalto delle Marche, istituendovi una scuola pubblica (1578). Più tardi agevolò l’insediamento della prima officina tipografica, aperta da Giovanni Giubari, che già esercitava nella vicina Fermo, dove aveva ereditato l’attività del suocero Astolfo Grandi. Di Giubari si tratteggia la produzione tipografica montaltese (1586-1591), legata alle committenze istituzionali laiche ed ecclesiastiche del luogo, effimera e soggetta a un equivoco bibliografico per via della confusione con l’omonima località di Montalto di Castro, nel Lazio, ma anche legata a doppio filo con l’influenza papale, tanto che non sopravvisse a lungo dopo la sua morte. Il saggio è supportato da quattro belle riproduzioni a colori di alcuni oggi rarissimi esemplari usciti dai torchi montaltesi. – E.Gam.

066-043 Bouju (Marie-Cécile), Le Maitron des ouvriers du livre et du papier: enjeux, méthodologie et perspectives, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 63-76. Il Dictionnaire biographique du mouvement ouvrier français, avviato sotto la direzione di Jean Maitron (1910-1987) nel 1964, rappresenta una fonte importantissima anche per la storia del libro e dell’editoria. L’opera, che si avvia alla conclusione, censisce 19.000 uomini del libro (e della carta) nel 1847, 91.000 alla vigilia della Grande Guerra e oltre 112.000 nel 1936 (numero dimezzato nel 2014). – L.R.

066-044 Bremond d’Ars (Alice de), Devenir éditeur à Paris sous la Restauration: l’itinéraire d’Eugène Renduel, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 255-68. Editore di Victor Hugo, Charles-Augustin Sainte-Beuve, Nodier, Sue, Musset et Gautier, Eugène Renduel (1798-1874), tra i protagonisti assoluti dell’editoria romantica francese, è oggi una figura in gran parte dimenticata. Se ne offre qui un preciso profilo, con particolare attenzione alla prima fase della sua carriera. – L.R.

066-045 Brescia e le sue Sante Croci. Sussidio storico artistico, a cura della Compagnia delle Sante Croci, con fotografie di Matteo Colli, Brescia, Diocesi di Brescia, 2020, pp. 29, ill. b/n e col., manca ISBN, s.i.p. In occasione del cinquecentesimo anniversario dalla fondazione della Compagnia dei Custodi delle Sante Croci, il vol. presenta il Tesoro delle Sante Croci di Brescia, un gruppo di manufatti artistici radunati intorno a una reliquia della Vera Croce, la cui prima testimonianza si colloca nel XIII secolo. In particolare, si segnala nel capitolo iniziale La Compagnia dei Custodi del Tesoro delle Sante Croci (pp. 3-16) la presenza di ill. riportanti incisioni sul tema e di un sommario a stampa delle indulgenze concesse alla Compagnia da Papa Urbano VIII, datato 6 marzo 1652. Il vol. è consultabile online. – S.C.

066-046 Bruck (Anton) – István Monok – Edina Zvara, Bewahrte Geistigkeit und Kulturerbe von drei Nationen. Die historische Bibliothek des Franziskanerklosters in Güssing, Budapest-Güssing, Bibliothek und Informationszentrum der Ungarischen Akademie der Wissenschaften – Franziskanerkloster, 2021 Þ rec. Frédéric Barbier, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 409-15.

066-047 Buiguès (Jean-Marc), Bibliotecas institucionales y suscripción en España (1752-1808), in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 251-76. Un interessante percorso di studi è quello che mette in relazione le collezioni librarie con i dati di alfabetizzazione delle società di riferimento. In particolare, viene qui studiato il sistema delle sottoscrizioni nella Spagna a cavallo tra XVIII e XIX secolo e di come questo nuovo sistema di acquisizioni riflettesse un aumento dell’alfabetizzazione e un cambiamento delle modalità di lettura da parte della borghesia spagnole di fine ’700. – P.S.

066-048 Cabral (Luís), Case study 1: Portugal, Porto – State Policy Concerning the Dissolution of Monastic Book Collections in Portugal, Especially during the Nineteenth Century, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 125-33. Vengono brevemente ripercorse le vicende che tra Otto e Novecento portarono alla soppressione degli enti ecclesiastici in Portogallo e all’incameramento dei beni nelle istituzioni pubbliche. – L.R.

066-049 Callegari (Marco), L’editore e il professore. L’Opera omnia di Giovanni Battista Morgagni stampata dai Remondini (Padova 1765), «Bollettino del Museo Civico di Padova», CV-CVII, 2016-2018, pp. 29-38. Abile valorizzazione di carte e documenti che testimoniano i rapporti tra lo scienziato e il suo editore, mettendo in risalto le capacità dell’officina remondiniana di realizzare in tempi brevi e a costi contenuti anche edizioni che richiedevano un ricco apparato illustrativo. – Ed.B.

066-050 Campagna (Claudia), Una nota iconografica per il Pontificale di Antonio da Saluzzo, in Manoscritti, a cura di M. Bollati, pp. 21-38. L’a. analizza le 27 iniziali ill. del ms. II-D-02-033, appartenuto all’arcivescovo Antonio da Saluzzo, relativo alle cerimonie dei sette ordini sacri e con sequenza di testi, assenti nella redazione romana, ma presenti nel codice originale. Segue una breve storia delle vicende relative al ms. – Marco Barberis

066-051 Canova (Andrea), Viaggi, racconti, archivi. Notizie di esplorazione e scoperta in I Gonzaga tra Oriente e Occidente. Viaggi, scoperte geografiche e meraviglie esotiche, a cura di Andrea Canova – Daniela Sogliani, Mantova, Edizioni di Storia e Letteratura, 2022 (I Gonzaga digitali, 5), pp. 17-37, ill., ISBN 978-88-9359-669-5, € 24. Il contributo prende in analisi diverse tipologie di documenti conservati nell’Archivio Gonzaga, terreno di caccia preferito dagli studiosi di storia dell’esplorazione geografica. Ciò è dovuto dalla fitta rete informativa della corte, agganciata quasi ovunque in Italia e in Europa, che raccoglieva notizie per soddisfare la curiosità dei signori, ma anche per tenerli informati sulle mutevoli coordinate degli equilibri politici ed economici. L’a. ci presenta come la ricchezza e l’eterogeneità dei materiali ivi conservati, che non è sfuggita all’attenzione di numerosi storici, può ancora essere utile per comprendere meglio l’attenzione che gli osservatori rinascimentali rivolgevano a tutti i mondi lontani, dando modo di avviare un’analisi dei testi di viaggio su scala più ampia. – L.Mo.

066-052 Cantarutti (Giulia), Dal Journal des Savans d’Italie alla Antologia romana: carteggi e manifesti editoriali, in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. F. Forner – F. Meier – S. Schwarze, pp. 215-36. Viene gettata nuova luce sulla rete epistolare di Giovanni Lodovico Bianconi (1717-1781) e sulla scelta di utilizzare nelle sue riviste la lingua francese per ottenere una maggiore diffusione tra i dotti non italiani, riuscendo a sfruttare in modo ottimale i manifesti per farle conoscere presso il pubblico. – M.C.

066-053 Caproni (Mauro Attilio), Il coraggio di sapere: la bibliografia e il suo infinito intrattenimento, a cura di Filippo Puddu, prefazione di Piero Innocenti, Manziana, Vecchiarelli, 2021 Þ rec. Rosa Marisa Borraccini, «Paratesto. Rivista internazionale», 19, 2022, pp. 134-40.

066-054 Caproni (Mauro Attilio), Il libro e la scrittura (e la letteratura?), «Paratesto. Rivista internazionale», 19, 2022, pp. 83-8. Breve saggio dedicato al rapporto tra libro e funzione della scrittura nel percorso di conservazione della memoria dei singoli lettori. L’a. approfondisce varie realtà che ruotano attorno alla tradizione del sapere, con la consapevolezza che ciascuna opera è destinata a sopravvivere oltre la vita di uno scrittore. – D.M.

066-055 Carpallo Bautista (Antonio), La Biblioteca del académico Ramón Stolz Viciano en la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando y sus encuadernaciones artísticas, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 341-52. Ramón Stolz Viciano (1903-1958) è stato un pittore spagnolo la cui raccolta libraria è ora conservata presso la Real Academia de Bellas Artes di Madrid. Attraverso l’analisi degli esemplari e dei documenti della sua donazione alla Reale Accademia, vengono qui fatte alcune considerazioni sulla sua collezione libraria. – P.S.

066-056 Carruthers (Mary), Geometries for Thinking Creatively, in The Visualization of Knowledge in Medieval and Early Modern Europe, edited by M. Kupfer – A. S. Cohen – J. H. Chajes, pp. 33-44. Il saggio indaga la relazione tra l’immaginazione, il ricordo, la meditazione e l’uso dei diagrammi, funzionali a tradurre dati sensoriali puri in rudimenti nozionali di pensiero, alcuni dei quali si consolidano poi in memoria. I diagrammi emulano e stimolano il processo di indagine, che la composizione e la disposizione formale di questi implica, tanto che la denominazione medievale si basava sulle forme che organizzano i concetti, come alberi, ruote, scale, torri, vasselli, mani, cherubini (mentre la classificazione odierna dei diagrammi dipende dalla funzione e dal contenuto). – Ludovica Montalti

066-057 Castagnino (Alessia), Le riflessioni sull’utilità delle traduzioni nelle riviste mediche italiane del secondo Settecento, in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. F. Forner – F. Meier – S. Schwarze, pp. 91-114. Medici come Giovanni Luigi Targioni nel Granducato di Toscana e Francesco Aglietti a Venezia sono stati mediatori di novità mediche provenienti da Oltralpe in modo critico e attento con lo scopo di formare medici colti e aperti anche alle conoscenze provenienti da altre scienze. – M.C.

066-058 Castellucci (Paola) – Sara Mori, Suzanne Briet nostra contemporanea, con la prima traduzione italiana di Que est-ce que la documentation?, Milano-Udine, Mimesis, 2022 Þ rec. Simona Turbanti, «Paratesto. Rivista internazionale», 19, 2022, pp. 130-4.

066-059 Catalano (Gabriella), Tradurre in rivista: il Göttinger Musenalmanach, August Wilhelm Schlegel e Petrarca, in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. F. Forner – F. Meier – S. Schwarze, pp. 373-86. Il giornale tedesco nacque sul modello del francese Almanach des Muses e divenne un punto d’incontro tra la poesia e lo studio erudito dell’antichità, riflettendo così la vivace attività accademica di Gottinga. Significativa in questo contesto fu la traduzione in tedesco del Petrarca volgare da parte di August Wilhelm Schlegel, una traduzione “libera” che ben riflette il clima di sperimentazione di quell’ambiente. – M.C.

066-060 Caviness (Madeline H.), Templates for Knowledge: Geometric Ordering of the Built Environmentm Monumental Decoration, and Illuminated Page, in The Visualization of Knowledge in Medieval and Early Modern Europe, edited by M. Kupfer – A. S. Cohen – J. H. Chajes, pp. 405-28. L’a. esamina quelle definizioni che confinano il diagramma alla dimensione della bidimensionalità: si interroga sulle retorica della geometria nel settore dell’architettura e della sua decorazione, spiegando come i modelli all'interno di spazi monumentali determinino una logica che ordina e guida il movimento a livello fisico, visivo e cognitivo. Tra i casi analizzati, le armature geometriche delle vetrate attraverso le quali erano narrate vicende agiografiche, la progettazione dei monasteri della cristianità latina e la composizione schematica della pagina manoscritta e della sua controparte monumentale. – Ludovica Montalti

066-061 Celora (Eleonora), Un graduale domenicano alla Capitolare del Duomo di Milano: prospettive dopo la catalogazione, in Manoscritti, a cura di M. Bollati, pp. 49-68. Allo scopo di estrapolare da un codice banale nuove informazioni, l’a. analizza il ms. descrivendone le caratteristiche paleografiche e codicologiche, facendo un’analisi liturgico-musicale sulla notazione e proponendo una riflessione sul concetto di biblioteca liturgica. – Marco Barberis

066-062 Ceriotti (Luca), Paratesti degli inediti, paratesti degli incompiuti. Segnali da un paio di storie prive di lieto fine, «Paratesto. Rivista internazionale», 19, 2022, pp. 47-60. Articolo che offre uno studio sulla presenza e la fruizione dei paratesti in opere che, pur complete, non approdarono mai in tipografia o non furono mai del tutto completate. Tra i molteplici esempi presi in esame, alcune opere di Valeriano Castiglione (1595?-1663), Agostino Lampugnani (?-1657), Lorenzo Moreschi (1590?-1625?), Alessandro Paveri Fontana (1603-1655). – D.M.

066-063 Chajes (J. H.), The Kabbalistic Tree, in The Visualization of Knowledge in Medieval and Early Modern Europe, edited by M. Kupfer – A. S. Cohen – J. H. Chajes,  pp. 449-73. Il contributo è dedicato allo studio e all’evoluzione dell'albero cabalistico attraverso i primi digrammi della matrice sefirotica, contenuti in manoscritti risalenti al 1280. Costruito sulla visualizzazione delle dieci sefirot e sulla parola ebraica, che nomina le manifestazioni che definiscono la Divinità, non è da intendersi né come un’allegoria né come simbolo del funzionamento interno della Divinità, bensì come schema iconico. – Ludovica Montalti

066-064 Chapron (Emmanuelle), Bibliothèques et suppressions ecclésiastiques en Toscane de Pierre-Léopold à Napoléon, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 273-86. L’a. torna su un tema a cui ha già dedicato importanti studi. Si sofferma, in questo caso, sul periodo 1765-1790, che costituisce un primo laboratorio, in Toscana, rispetto alle più massicce soppressioni napoleoniche e unitarie. – L.R.

066-065 Cinquecentine (Le) della Biblioteca del Convento della Verna, a cura di Chiara Razzolini – Chiara Cauzzi, Firenze, Olschki, 2019 Þ rec. Livia Castelli, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 415-7.

066-066 Clemente San Román (Yolanda), La presencia de lo hispano en una colección excepcional de la primera mitad del siglo XVIII: la biblioteca del Duque D’Estrées, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 169-85. La biblioteca del Duca Victor Marie d’Estrées (1660-1737) ha rappresentato una delle più ricche collezioni librarie della Francia del XVIII secolo. A partire dall’analisi del suo catalogo di vendita, il contributo si propone di rintracciarne gli elementi spagnoli presenti, vale a dire gli autori spagnoli e le edizioni stampate in Spagna. – P.S.

066-067 Cohen (S. Adam), Diagramming the Diagrammatic: Twelfth-Century Europe, in The Visualization of Knowledge in Medieval and Early Modern Europe, edited by M. Kupfer – A. S. Cohen – J. H. Chajes, pp. 383-404. Il contributo indaga la difficoltà di definire il termine “diagramma" per l’Europa del XII secolo, proponendo di evitare definizioni o classificazioni troppo rigide, che sminuirebbero la flessibilità del diagramma come strategia grafica efficace. L’a. riconosce due componenti diagrammatiche, testuale e figurativa, e si interroga sulla parola latina figura, il cui doppio significato spiegherebbe perché sia stata impiegata una modalità espressiva di carattere geometrico per fini ermeneutici. – Ludovica Montalti

066-068 Collantes Sánchez (Carlos M.) – Marco Paone, La traducción del Almanacco Universale del Pescatore di Chiaravalle: origen y evolución del Sarrabal en España en el siglo XVII, «Carte Romanze», 10/2, 2022, pp. 319-63. L’Almanacco Universale del Pescatore di Chiaravalle è un almanacco che si inserisce nella classica tradizione dei lunari e dei calendari ecclesiastici e che ha avuto una notevole diffusione in Italia nella seconda metà del XVIII secolo. Se la prima edizione attestata fu quella milanese del 1668, ci furono anche diverse traduzioni ed edizioni in altri Paesi europei. Il contributo analizza le edizioni pubblicate a Barcellona nel 1683 e nel 1699 e quella di Madrid dello stesso anno, dal titolo Almanaque del Sarrabal de Milán. Da sempre considerati come traduzioni dell’originale italiano, per la prima volta questo studio compie un confronto tra le versioni spagnole e le edizioni italiane (prendendo come riferimento le due milanesi del 1684 e del 1699), compiendo un’analisi sia linguistica che editoriale per fare luce sulle origini del Sarrabal spagnolo. – P.S.

066-069 Colombo (Lorenzo Francesco), I manoscritti liturgici commissionati da Giovanni Andrea Vimercati: una aggiunta al Catalogo di Giovanni Giacomo Decio, in Manoscritti, a cura di M. Bollati, pp. 137-71. Gli stemmi in bas de page dei mss. analizzati dall’a. identificano il committente. Segue un’analisi più artistica che codicologica delle miniature eseguite da tre mani diverse e della devozione del Vimercati alla festa della Presentazione della Vergine al Tempio. – Marco Barberis

066-070 Conterno (Chiara), Tra scienza e letteratura. I “Briefe aus England” di G. C. Lichtenberg nel Deutsches Museum, in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. F. Forner – F. Meier – S. Schwarze, pp. 335-56. Apparvero nelle pagine della rivista tedesca tre “lettere dall’Inghilterra”, che illustravano ai lettori germanofoni una particolareggiata descrizione del mondo teatrale inglese, mettendolo a diretto confronto con quello tedesco e contribuendo al transfer culturale tra le due diverse realtà. – M.C.

066-071 Courrèges d’Agnos (Constance de), L’édition militaire au travers de deux portraits: les maison Corréard (Paris) et Verronnais (Metz), «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 215-34. Il contributo considera l’editoria ottocentesca di argomento militare, mettendo a confronto due case editrici “specializzate”: la parigina Corréard (fondata da Alexandre Corréard) e quella aperta da Louis Verronnais a Metz. – L.R.

066-072 Curi Nicolardi (Silvia), Melchiorre Sessa tipografo ed editore (Venezia 1506-1555), Milano-Udine, Mimesis Edizioni, 2019, (Libricolae, 8), pp. 320, ill. b/n, ISBN 978-88-5755-591-1, € 24. Il vol. consiste nel racconto della vita e del lavoro del tipografo ed editore veneziano Melchiorre Sessa. È suddiviso in tre parti: nella prima si sofferma sulle notizie biografiche, sulle sue attività tipografiche-editoriali e sul lavoro dei suoi eredi. Nella seconda parte sugli annuali tipografici ed editoriali e nell’ultima e terza parte sono presenti gli apparati bibliografici. L’obiettivo è quello di raccontare la famiglia veneziana Sessa di editori-librai analizzandone sia il versante della produzione editoriale sia quello della vendita. – Erika Paoletti

066-073 Daniele (Antonio), La Biblioteca dell’Accademia Galileiana di Padova. Storia, arte e funzioni attuali, in Beni privati e interessi pubblici, a cura di A. Andreolli, pp. 133-43. L’a. – recentemente scomparso e a cui va l’affettuoso ricordo di chi scrive – offre un quadro della storia dell’Accademia Galileiana di Padova, sorta nel 1599 col nome di Accademia dei Ricovrati, e della sua biblioteca caratterizzata soprattutto da una importante collezione di riviste accademiche italiane e straniere. – M.C.

066-074 De Franceschi (Loretta), Libri in guerra. Editoria e letture per i soldati nel primo Novecento, Milano-Udine, Mimesis Edizioni, 2019 (Libricolae, 6), pp. 326, ill. b/n, ISBN 978-88-575-5107-4, € 26. Il vol. (disponibile anche in versione ebook) analizza un aspetto della Grande Guerra poco indagato prima: i testi inviati ai soldati come distrazione dai momenti vissuti al fronte o durante i ricoveri ospedalieri. La maggior parte dei titoli considerati consiste in letteratura di svago, ma è presente in buona parte anche manualistica e saggistica a fini didattici: la lettura, anche in guerra, diventa strumento di emancipazione e riscatto sociale per i soldati. La prima parte della ricerca è dedicata all’analisi dei titoli e delle collane inviati al fronte, prendendo in considerazione anche le strategie adottate dalle case editrici nel periodo pre e postbellico. La pubblicazione offre inoltre approfondimenti sugli scritti a carattere religioso, sulle voci femminili e sulle bibliografie di guerra. La seconda parte si concentra invece sull’attività dei Comitati per i libri ai soldati, sorti su gran parte del territorio italiano al fine di organizzare spedizioni librarie al fronte e nelle zone militari.  Il vol. è inoltre provvisto di indici e illustrazioni con esempi di pubblicazioni dedicate ai soldati. – Valentina Ricci

066-075 De Laurentiis (Rossano), Guido Biagi e la biblioteconomia in Italia tra XIX e XX secolo, presantazione di Mauro Guerrini, Roma, Associazione italiana biblioteche, 2017, pp. 306, ISBN 978-88-7812-250-5, € 30. Partendo dalla figura di Guido Biagi (Firenze, 1855-1925), direttore della Biblioteca Medicea Laurenziana, l’a. Rossano De Laurentiis, indaga in questo denso vol. le trasformazioni della biblioteca e della biblioteconomia in Italia tra Otto e Novecento. A corredo del lavoro di ricerca, un elenco cronologico degli scritti di Biagi di carattere biblioteconomico (pp. 279-84), una bibliografia sul personaggio (pp.285-7) e una generale (pp. 289-95), un indice dei nomi (pp- 297-306). – Ar.L.

066-076 Deaecto (Marisa Midori), Les gens du livre au Brésil: outils, approches et perspectives de recherche, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 95-105. Partendo da una periodizzazione storica, l’a. offre alcuni spunti e alcuni temi – con il caso dei traffici commerciali tra San Paolo e Parigi – riguardanti l’editoria brasiliana dell’Otto e del Novecento. – L.R.

066-077 Delpiano (Patrizia), Periodici, libri e traduzioni nell’Italia del Settecento. Le Efemeridi letterarie di Roma, in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. F. Forner – F. Meier – S. Schwarze, pp. 29-48. Del periodico diretto dal medico bolognese e ministro sassone Giovanni Lodovico Bianconi (1717-1781), l’a. pone in evidenza la presenza di contributi dalla posizione contraria a quella degli illuministi transalpini. – M.C.

066-078 Derwich (Marek), The Dissolution of Monasteries in Silesia and Poland, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 325-35. Le travagliate vicende politiche che coinvolsero Polonia e Slesia tra 1772 e 1840 si intrecciano con una serie di provvedimenti, emanati da varie istituzioni dominanti, volti alla soppressione degli enti religiosi, all’incameramento dei loro beni e alla formazione di biblioteche pubbliche. – L.R.

066-079 Di Palma (Luca), Un nuovo codice per il Maestro delle Vitae Imperatorum: il Lezionario II-D-01-019, in Manoscritti, a cura di M. Bollati, pp. 69-75. Al fine di testimoniare l’attività miniaturistica in Lombardia, l’a. analizza in dettaglio l’unica lettera miniata all’interno del Lectionarium ambrosianum per le prime cinque settimane di Quaresima, identificandola come opera realizzata dal Maestro delle Vitae Imperatorum. – Marco Barberis

066-080 Díez Ménguez (Isabel), Lectura y libros en las bibliotecas de la nobleza en la España de Felipe II, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 109-19. Attraverso l’analisi di 36 inventari di biblioteche di monarchi e nobili nella Spagna della seconda metà del XVI secolo, l’a. compie uno studio dettagliato e statistico di differenti elementi che caratterizzavano il libro e la lettura nelle corti rinascimentali spagnole. – P.S.

066-081 Dinkova-Bruun (Greti), Two Fragments of the Speculum humanae salvationis in Toronto, «Litterae Caelestes», n.s., 13, 2022, pp. 45-58. Si studiano due frammenti dello Speculum humanae salvationis, opera anonima composta nel primo quarto del XV secolo, oggi custoditi presso la biblioteca del Pontifical Institute of Mediaeval Studies di Toronto. – S.C.

066-082 Domingo Malvadi (Arantxa), El ala norte de palacio: la Real Biblioteca en tiempos de Isabel II, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 391-406. La Biblioteca Reale di Madrid durante il regno di Isabella II (1830-1904), primogenita di Ferdinando VII, è il tema centrale di questo contributo, che ne analizza attività e caratteristiche, nonché il passaggio da biblioteca privata a istituzione aperta ai ricercatori. – P.S.

066-083 Dondi (Cristina) – Dorit Raines – Richard Sharpe (), Introduction, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 11-7. Si illustrano le ragioni del convegno svoltosi all’Università di Oxford nel 2012, che è all’origine del vol. e che ne raccoglie gli atti. Il testo è seguito da un’utile cronologia, con gli eventi più rilevanti per la dispersione delle raccolte librarie religiose in Età moderna e contemporanea. – L.R.

066-084 Dondi (Cristina) – Lavinia Prosdocimi – Dorit Raines, The Incunabula Collection of the Benedictine Library of S. Giorgio Maggiore in Venice. Formation, Use, and Dispersal according to Documentary and Material Evidence (from MEI), in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 567-658. Ampio saggio volto alla ricostruzione del patrimonio librario dei benedettini veneziani di San Giorgio Maggiore, realizzata incrociando fonti documentarie – soprattutto inventari e cataloghi prodotti in varie occasioni – e i risultati della ricerca in MEI. – L.R.

066-085 Dondi (Cristina), Material Evidence in Incunabula and Other Tools for Searching the Provenance of Early Printed Books, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 529-47. Oltre a MEI, si offre una breve presentazione di alcuni strumenti utili alla ricerca e alla ricostruzione di antiche biblioteche: Bod-inc, Early Bookowners in Britain (EBOB), MLGB3 (vedi il saggio di James Willoughby) e il Corpus of British Medieval Library Catalogues. Con alcuni esempi di ricerca in appendice. – L.R.

066-086 Drogin (Marc), Anatema! I copisti medievali e la storia delle maledizioni nei libri, a cura di Simona Inserra, Milano, Ledizioni, 2022 Þ rec. Lucrezia Signorello, «Paratesto. Rivista internazionale», 19, 2022, pp. 105-6.

066-087 Dukh (Oleh), The dissolution of Roman-Catholic and Uniate Monasteries in the Western guberniyas of the Russian Empire and the fate of their libraries, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 337-55. Il saggio, che si ricollega a quello di Marek Derwich, si sofferma sull’area della Polonia passata sotto l’impero russo e, in particolare, sulle vicende dei monasteri uniati e delle loro raccolte librarie. – L.R.

066-088 Enríquez Arana (Argentina) – Silvia Salgado Ruelas, Reconstrucción de una biblioteca personal a partir de las fuentes textuales en un manuscrito: el caso de Pedro Alonso O’Crouley (1774), in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 289-98. Esistono biblioteche reali, ma esistono anche quelle immaginarie o immaginate. A partire dallo studio del ms. 4532 della Biblioteca Nacional de España, dal titolo Idea Compendiosa del Reino de la Nueva España, l’a. ricostruisce i passaggi relativi alla biblioteca ideale ma mai finalizzata del mercante e collezionista Pedro Alonso O’Crouley O’Donnel (1740-1817). – P.S.

066-089 Ernstinger (Hans Georg), Voyages en France et dans ses contrées voisines à l’époque d’Henri IV. Extraits du Livre de voyages du Tyrolien Johann Georg Ernstinger, traduction et comment par Jean Hienard – François Kihm, Paris, CTHS, 2019 Þ rec. Frédéric Barbier, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 417-9.

066-090 Errani (Paola) – Marco Palma, Incunaboli a San Marino, con la collaborazione di Gabriella Lorenzi e Claudia Malpeli, Roma, Viella, 2022 (Incunaboli, 6), pp. 128 + cc. 32 di tav. b/n, ISBN 9791254690116, € 30. Ultimo nato di una serie di cataloghi di incunaboli avviata nel 2015 – con il censimento di Siracusa (Þ «037-E»), cui hanno fatto seguito Ragusa nel 2019 (Þ «053-B»), Cesena nel 2020, Cagliari e Catania nel 2021 – il vol. si pone naturalmente in linea di continuità con quelli che lo hanno preceduto. Identica, dunque, la logica compilativa e di conseguenza l’impianto della descrizione catalografica, che costituisce il proprium di questi cataloghi: considerare i singoli incunaboli come fossero manoscritti e quindi focalizzare l’intera, dettagliatissima, descrizione sull’esemplare e non sull’edizione. L’accesso alla cui descrizione completa è comunque garantito dall’elenco dei principali repertori di riferimento (la relativa area nelle schede si chiama infatti Bibliografia dell’edizione). Dopo l’affondo della Direttrice degli Istituti Culturali della Repubblica di San Marino e quello di Luciano Canfora (Elogio di un catalogo, pp. 9-10), la Premessa degli autori (p. 11) illustra il contesto – si tratta di 31 esemplari in tutto, provenienti dalla Biblioteca di Stato (19) e dalla recentissima Biblioteca Universitaria (12), per complessivi 28 voll. – mentre le due collaboratrici delineano una storia dei fondi cui gli incunaboli appartengono (pp. 13-8). Segue il catalogo vero e proprio (pp. 19-62), corredato dalla bibliografia, dalla sitografia, da un buon apparato di indici (cronologico; degli autori, delle opere e degli incipit; dei nomi di persona e di luogo; dei nomi degli editori e dei tipografi; dei luoghi di edizione; dei possessori; delle tavole), dalle concordanze (tra ISTC e le schede del catalogo). Chiudono il vol. 32 cc. di tav. b/n, una per ciascun esemplare censito. – E.G.

066-091 Even-Ezra (Ayelet), Seeing the Forest beyond the Trees: A Preliminary Overview of a Scholastic Habit of Visualization, in The Visualization of Knowledge in Medieval and Early Modern Europe, edited by M. Kupfer – A. S. Cohen – J. H. Chajes, pp. 163-82. Il contributo indaga la pratica di annotare i margini dei manoscritti universitari del XIII secolo. I testi di studio erano solitamente articolati in varie categorie e questioni, collegate sotto un titolo generale, ma analiticamente differenziate secondo criteri particolari. I diagrammi di supporto, tra cui alberi verbali che si sviluppano orizzontalmente, abbondano nei manoscritti, delineando la struttura gerarchica del testo accademico: si analizza la complessità e la composizione di questi schemi arborei, nei quali la disposizione grafica di frasi o termini collegati sintetizza finemente il contenuto (mettendo in relazione le diverse sezioni tra loro e con l’insieme) e stimola l'attività intellettuale, incoraggiando le funzioni cognitive sia negli autori che nei lettori. – Ludovica Montalti

066-092 Évrard (Sébastien), Serpillon et le Code criminel. Quand le manuscript devient livre (1755-1772), Paris, L’Armattan, 2021 Þ rec. Xavier Prévost, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022,, pp. 419-21.

066-093 Feliciani (Elena), Per scoprire e conquistare una lingua, la lingua per tutti. La prima edizione sinottica dei Promessi sposi (1877), «Prassi ecdotiche e Modernità Letteraria», 8, 2023. Riccardo Folli realizzò per primo un’edizione sinottica dei Promessi sposi (Briola, 1877). Muovendo dal lavoro del Folli e attraverso un confronto filologico-linguistico tra le varianti adottate da Manzoni durante le molteplici revisioni del romanzo, l’a. dimostra come il capolavoro manzoniano funga da vero e proprio laboratorio di lingua e stile. – E.G.

066-094 Ferraglio (Ennio), La Biblioteca dell’Ateneo di Brescia. Stato e prospettive, in Beni privati e interessi pubblici, a cura di A. Andreolli, pp. 75-95. Vengono ripercorse le vicende della Biblioteca dell’Ateneo di Brescia, che spesso si sovrappongono a quelle della Biblioteca Queriniana, con alcune considerazioni finali sulle problematiche da affrontare per il prossimo futuro. – M.C.

066-095 Ferrari (Gian Arturo), Storia confidenziale dell’editoria italiana, Venezia, Marsilio, 2022, pp. 368, ISBN 978-8829715435, € 19. «Una storia di scrittori e editori, stampatori e mecenati, talenti e miserie» si unisce a una visione personale sulle evoluzioni dell’editoria italiana e straniera nel corso del Novecento. Arnoldo Mondadori, Angelo Rizzoli, Giulio Einaudi, Valentino Bompiani, Gian Giacomo Feltrinelli, Livio Garzanti e Roberto Calasso. Queste alcune delle vite che si intrecciano nei ricordi dell’a. – Francesco Ursino

066-096 Feyel (Gilles), De l’édition locale au service de l’édition Parisienne. L’imprimerie Durand à Chartres (1822-1914), «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022,, pp. 131-53. L’a. ritorna su un tema che gli è caro, la stampa e l’editoria a Chartres, soffermandosi qui sulla figura di Félix Durand (1798-1885), erede di una famiglia di stampatori attivi già da tre generazioni nel momento in cui egli prese le redini dell’azienda nel 1822. – L.R.

066-097 Fiore (Arianna), La Spagna nell’editoria veneziana del Cinquecento: il caso Gabriele Giolito, in Stampa e autorialità tra Italia e Penisola Iberica, in Stampa e autorialità tra Italia e Penisola Iberica, a cura di M. Graziani – S. Vuelta García, pp. 1-33. Tale studio si occupa dell’attività editoriale cinquecentesca intrapresa da Gabriele Giolito, noto per aver pubblicato il maggior numero di opere in castigliano a Venezia, centro editoriale principale italiano in quegli anni. – Carlotta Marasco

066-098 Fließende Raüme. Karten des Donauraums, 1650-1800, herausgegeben von Josef Wolf – Wolfgang Zimmermann, Regensburg, Schnell & Steiner, 2017 Þ rec. Frédéric Barbier, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022,, pp. 421-4.

066-099 Forner (Fabio), Traduzioni e giornali stranieri nel carteggio Lami-Calogerà, in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. F. Forner – F. Meier – S. Schwarze, pp. 237-68. L’esame del carteggio tra i due intellettuali mostra quanto fosse essenziale e continuo il confronto con il mondo culturale europeo mediante lo scambio epistolare con i dotti stranieri e l’esame delle riviste scientifiche prodotte all’estero. – M.C.

066-100 Francalanza (Eric), Les sciences dans la Gazette littéraire de l’Europe d’Arnaud et Suard (1764–1766), in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. F. Forner – F. Meier – S. Schwarze, pp. 307-34. La Gazette littéraire de l’Europe unì ad articoli di carattere umanistico altri di carattere scientifico, illustrando novità editoriali apparse in lingue diverse in tutta Europa e mirando sempre a garantire una elevata leggibilità dei suoi contributi per il pubblico non specialista. – M.C.

066-101 Freeman Sadeler (Lucy), Religious Instruction and Devotional Study: The Pictorial and the Textual in Gothic Diagrams, in The Visualization of Knowledge in Medieval and Early Modern Europe, edited by M. Kupfer – A. S. Cohen – J. H. Chajes, pp. 429-48. L’a. esamina le strategie tardo-medievali di esposizione diagrammatica come risposta alle esigenze didattiche e devozionali del clero secolare e dei laici. Vengono esaminate tre modalità compositive, esemplificate da opere della fine del XIII e del XIV secolo: un'immagine che funge sia da premessa concettuale che da modello visivo per la disposizione dei contenuti (l'Albero della Vita, ispirato all'omonima opera di Bonaventura del 126o ca.), e due interpretazioni grafiche di modelli astratti e geometrici, ovvero formati a griglia e schemi colonnari. – Ludovica Montalti

066-102 Gagliardi (Donatella), La Propalladia en el Índice: criterios y descuidos censorios, in Los Índices del Cardenal Quiroga (1583-1584). Agentes, elaboración, censuras, al cuidado de Donatella Gagliardi, Roma, Salerno editrice, 2022, pp. 159-82. Gaspar de Quiroga (1512-1594) fu un cardinale spagnolo, Inquisitore Generale a capo della promulgazione dell’Index librorum prohibitorum del 1583 e dell’Index librorum expurgatorum dell’anno successivo. Oltre ad alcune difficoltà nell’elaborazione degli Indici, nonché nella stampa dei relativi cataloghi, molte furono anche le loro contraddizioni normative e strutturali riscontrate. Il contributo si propone di portare alla luce queste incongruenze, analizzando in particolare il caso della Propalladia, raccolta di opere liriche e teatrali del drammaturgo spagnolo Bartolomé Torres Naharro (1485-1530), la cui prima edizione fu pubblicata a Napoli nel 1517. – P.S.

066-103 Gallesi (Luca), Quando fantasy e fantascienza hanno un’impronta religiosa, «Vita e Pensiero», 4, 2022, pp. 103-7. Fantasy e fantascienza sono generi letterari che molto spesso rimandano al concetto di distopico, o meglio a un futuro con sviluppi e situazioni politico-sociali negativi, in cui talvolta tecnologia e scienza rivestono un ruolo predominante. In questo contributo l’a. propone e argomenta una selezione di titoli – dai meno ai più recenti – in cui un ruolo significativo nelle dinamiche narrative è da individuarsi negli aspetti religioso-sacrali. – Pietro Putignano

066-104 Gamper (Rudolf), Klosteraufhebungen und das Schicksal ihrer Bibliotheken in der Deutschschweiz, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 67-81. L’a. fornisce una panoramica delle vicende che coinvolsero alcune biblioteche ecclesiastiche dopo la Riforma, in un’area definita da un quadrilatero con ai vertici le città di Basilea, Berna, Zurigo e Schaffhausen. – L.R.

066-105 García Giménez (Carlos M.), Un palacio, tres bibliotecas: libros y espacios de lectura en la Real de Valencia (1527-1550), in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 97-107. Le biblioteche istituzionali e nobiliari sono normalmente caratterizzate da aspetti particolari, dal punto di vista sia contenutistico che strutturale. Qui vengono dunque analizzati i libri e gli spazi di lettura del Palazzo Reale di Valencia dove si concentrano le raccolte di Fernando di Aragona (1488-1550), della sua seconda moglie Menciá de Mendoza (1508-1554) e delle principesse Julia (1492-1542) e Isabel di Aragona (1498?-1550). – P.S.

066-106 García-Cervigón del Rey (Inmaculada), El catálogo de la Biblioteca Turriana: los libros que el cardenal Lorenzana dejó en México, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 225-36. Grazie al ritrovamento di un inventario alla Biblioteca Regional de Castilla-La Mancha a Toledo, è stato possibile individuare il fondo della Biblioteca Turriana, così chiamata in onore dei suoi promotori, Luis Antonio de Torres Quintero e i suoi nipoti Cayetano Antonio e Luis Antonio de Torres Tuñón, vissuti nel corso del XVIII secolo. Lo studio di questa raccolta libraria, che ha successivamente costituito il nucleo originario della Biblioteca Nacional de México, ha inoltre permesso di approfondire la figura del cardinale Francisco Antonio de Lorenzana y Butitrón (1722-1804). – P.S.

066-107 Garibaldi (Emanuela), Note su acquisti e lasciti delle biblioteche certosine della Provincia Tusciae dei secoli XVI-XVII, «Paratesto. Rivista internazionale», 19, 2022, pp. 27-46. Intervento dedicato all’implementazione di alcuni fondi librari certosini nel periodo compreso tra XV e XVIII secolo. In particolare, per le certose di Firenze, Pisa, Padova e Vedana esistono registri, memorie di spese e lasciti relative alle rispettive biblioteche. Attraverso questa preziosa documentazione l’a. ricostruisce le tappe formative delle collezioni librarie. – D.M.

066-108 Garrett (Jeffrey), The Expropriation of Monastic Libraries in German-Speaking Europe, 1773-1817, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 83-97. L’a. considera l’incameramento di biblioteche di istituzioni cattoliche nello spazio germanofono dell’Europa centrale tra la soppressione dei Gesuiti e l’avvio della Restaurazione. – L.R.

066-109 Gascón García (Jesús), Genealogía (razonable) de las primeras reglas de catalogación en España (1815-1882), in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 369-79. Per le biblioteche, in particolare quelle che possiedono fondi antichi, giocano un ruolo fondamentale i cataloghi e le bibliografie. La loro centralità è ricordata in questo contributo in cui l’a. si occupa delle norme di catalogazione e le successive evoluzioni normative in Spagna nel corso del XIX secolo. – P.S.

066-110 Germann (Martin), Zurich and the Books of the Monasteries: From the Reformation to the 19th Century, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 507-17. Ampia rassegna di casi di biblioteche zurighesi disperse nel corso di quattro secoli, dalla Riforma al primo Ottocento. – L.R.

066-111 Giani (Marina), La Quadriga litteralis di Niccolò da Osimo. Per uno status quaestionis, in Manoscritti, a cura di M. Bollati, pp. 105-18. Dopo essersi soffermata sulla biografia di Niccolò da Osimo, l’a. offre un sunto della nascita e diffusione della Quadriga litteralis. Dallo studio del ms. II-E-04-024 (XV sec.), l’a. fa notare come il ms. migliori le indicazioni fornite da Osimo circa impaginazione, chiarezza e agilità di consultazione. – Marco Barberis

066-112 Giorgio Vasari e la Vita di Marcantonio Bolognese, e d’altri intagliatori di stampe. Edizioni e fortuna critica 1568-1760, a cura di Giovanni Maria Fara, Firenze, Leo S. Olschki, 2021, pp. 188, ISBN 978-88-222-6806-8, € 25. Il presente vol. intende riflettere, a partire da prospettive diverse ma che ben sono amalgamate nel contesto della raccolta, su un particolare capitolo delle Vite del Vasari, quello dedicato alla biografia e all’opera dell’incisore Marcantonio Bolognese (Molinella, 1480-Bologna, 1534). Gli aa. dei saggi, in grande parte allievi del curatore e legati quindi a prospettive di storia dell’arte, offrono qui un percorso particolarmente pregevole fra alcune delle principali edizioni dell’opera vasariana, ponendo particolare attenzione al passo del lavoro dedicato al Marcantonio Bolognese e all’incisione. In definitiva la presente collezione, che si inserisce in una florida corrente storiografica, riesce a offrire un approfondimento interessante e utile su un tema sinora affrontato soprattutto nel contesto di studi più ampi. – Marco Francalanci

066-113 Gipper (Andreas), Die Geburt der wissenschaftlichen Fachzeitschrift aus dem Geist der Übersetzung: Die Observations sur la physique, sur l’histoire naturelle et sur les arts, in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. F. Forner – F. Meier – S. Schwarze, pp. 69-90. Negli anni Settanta del XVIII secolo la rivista Observations sur l’histoire naturelle, la physique et la peinture diventò un vero e proprio giornale scientifico, in cui vennero pubblicate traduzioni in francese di articoli di carattere tecnico presentati nelle più importanti accademie europee nelle lingue nazionali o in latino. – M.C.

066-114 Gonzalo Sánchez-Molero (José Luis), La rueda de libros de Ramelli: antecedentes, difusión y desarrollo de una máquina para la lectura, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 121-43. L’opera più famosa dell’ingegnere italiano Agostino Ramelli (1531-1608) fu sicuramente rappresentata da Le diverse et artificiose machine, pubblicata a Parigi nel 1588. Tra tutti i macchinari presentati, molto curiosa è la ruota dei libri, una sorta di leggio rotante che poteva consentire la consultazione simultanea di più testi. In questo contributo l’a. contestualizza storicamente questa invenzione e la collega alla sua estrema utilità per le biblioteche. – P.S.

066-115 Gorian (Rudj), Prime indagini sugli estratti da periodici eruditi e scientifici italiani: dalle origini agli episodi di codificazione bibliografica del primo Ottocento, in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. F. Forner – F. Meier – S. Schwarze, pp. 49-68. Nel XVIII secolo in parallelo alle riviste si sviluppò un nuovo prodotto tipografico: l’estratto degli articoli dei singoli aa.. Tale pubblicazione, che conosceva una diffusione alternativa a quella della rivista, aveva lo scopo di raggiungere un pubblico diverso da quello abituale. – M.C.

066-116 Graheli (Shanti), Readers and Consumers of Popular Print, «Quærendo», 51, 2021, pp. 61-94. Nel suo contributo l’a. avvia un’interessante quanto eclettica riflessione sullo stato della diffusione della lettura in Europa nell’epoca tardo medievale. Il suo terreno di indagine, in particolare, si concentra sulla diffusione della cosiddetta “letteratura popolare” attraverso una ricerca che va a suddividersi in tre parti distinte, in considerazione degli studi svolti in materia negli ultimi anni. Nella prima di queste, dedicata ad una generale introduzione agli approcci e alle variabili possibili riscontrabili per l’avvio dello studio della materia, l’a. illustra un’ampia panoramica di scenari europei di stampo sociale fortemente connessi al succedersi di numerosi cambiamenti a livello storico. Nel secondo ordine di ricerca, l’a. si concentra sulle metodologie, nonché le fonti fondamentali per delineare un quadro della diffusione della lettura, a partire da concrete evidenze di tipo pratico pervenuti grazie allo studio di alcuni esemplari. Il contributo conclude la sua analisi esponendo i vari modelli di consumo della letteratura popolare in specifici gruppi sociali, come le istituzioni scolastiche, religiose e tra porzioni della popolazione spesso tenute ai margini, ricordando, in particolare, il caso delle donne. L’indagine svolta dall’a. dimostra come siano molteplici le linee di ricerca, di tipo linguistico, storico e sociale, per dare più ampio respiro a tale soggetto di studio. – Maddalena Baschirotto

066-117 Granata (Giovanna), The RICI Database. A Tool for the History of Religious Libraries in Italy at the End of the Sixteenth Century, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 549-65. Breve, ma puntuale presentazione del progetto RICI, relativo all’inchiesta della Congregazione dell’Indice di fine Cinquecento, nei suoi aspetti storici e nello stato di sviluppo. – L.R.

066-118 Granja (Lúcia), Les Garnier à Paris et à Rio de Janeiro: être éditeur en France ou en Amérique Latine?, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 177-93. Il trasferimento di Baptiste-Louis Garnier a Rio de Janeiro intorno al 1840 permise alla famiglia di editori parigini di allargare il proprio orizzonte commerciale in una dimensione atlantica estremamente moderna. – L.R.

066-119 Graziani (Michela), L’attività editoriale dei Craesbeeck in Portogallo e i commentarios di Paulo Craesbeeck, in Stampa e autorialità tra Italia e Penisola Iberica, in Stampa e autorialità tra Italia e Penisola Iberica, a cura di M. Graziani – S. Vuelta García, pp. 35-51. L’.a si concentra sui Craesbeeck, affermata famiglia di stampatori fiamminghi attivi in Portogallo tra fine Cinquecento e fine Settecento e sui commentarios di Paulo Craesbeeck, raccolta di resoconti dei viaggi intrapresi dal capitano Lourenço Skitte, ambasciatore della regina di Svezia presso la Corte portoghese. Minuziosamente dettagliati e di facile lettura, i commentarios permettono al lettore di rivivere episodi storici realmente accaduti. – Carlotta Marasco

066-120 Grimaldi (Claudio), Il contributo delle riviste scientifiche francesi della fine del Seicento alla costruzione delle reti terminologiche delle discipline scientifiche, in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. F. Forner – F. Meier – S. Schwarze, pp. 425-44. A cavallo tra XVII e XVIII secolo, riviste come il Journal des sçavans e le Histoire et Mémoires de l’Académie royale des sciences ebbero un ruolo fondamentale nella standardizzazione e nella diffusione nella lingua francese delle nuove terminologie scientifiche provenienti dal latino e dal greco, soprattutto nella chimica, nella botanica e nell’astronomia. – M.C.

066-121 Guerini (Giulia), Il Breviario di Francesco della Croce e il suo miniatore, in Manoscritti, a cura di M. Bollati, pp. 89-103. L’a. analizza le miniature del ms. II-D-03-006, evincendo la presenza di due mani diverse: l’una di un erede di Michelino da Besozzo e l’altra appartenente a un Maestro ignoto e più ingenuo. Pone altresì l’attenzione su alcune insolite miniature relative all’ill. di Salmi. – Marco Barberis

066-122 Guida (Giacomo Caspar), L’assedio di Aquileia del 238 d.C. Commento storico al libro VIII della Storia dell’Impero romano dopo Marco Aurelio di Erodiano, Udine, Forum, 2022 (Libri e biblioteche, 47), pp. 222, ISBN 978-88-328-3348-5, € 24. Dopo una breve introduzione (pp. 7-23) e una nota critica (pp. 25-28), viene fornito il testo greco con traduzione italiana e un ampio commento (pp. 31-172). Seguono la bibliografia (pp. 177-202) e diversi indici. – Ed.B.

066-123 Guida alla città Soncino, Soncino, Pro Loco, 2019, pp. 64, manca ISBN, s.i.p. Agile opuscolo, riccamente illustrato, che permette una visita “virtuale” alla cittadina, con notizie sul suo utile Museo della stampa. – Ed.B.

066-124 Haines (John), The Visualization of Music in the Middle Ages: Three Case Studies, in The Visualization of Knowledge in Medieval and Early Modern Europe, edited by M. Kupfer – A. S. Cohen – J. H. Chajes, pp. 327-40. L’a. indaga la sfida di tradurre e conservare la musica tramite espedienti grafici che potessero supplire alla provvisorietà del ricordo, considerando sia l’aspetto teorico che quello dell’esecuzione. A questo proposito, sono analizzate le annotazioni, la mano guidoniana e i digrammi geometrici dedicati alle relazioni tra i diversi intervalli che integrano sia il De institutione musica di Boezio sia le raccolte di dottrina neoplatonica di origine post carolingia. Le immagini manifestavano quindi il carattere rappresentativo della musica, facilitavano la comprensione dei segni, associando l'esperienza sensoriale a quella mnemonica, e infine alla sfera interiore delle idee musicali ascoltate e custodite dalla mente. – Ludovica Montalti

066-125 Hamburger (F. Jeffrey), Mindmapping: The Diagram as Paradigm in Medieval Art – and Beyond, in The Visualization of Knowledge in Medieval and Early Modern Europe, edited by M. Kupfer – A. S. Cohen – J. H. Chajes, pp. 61-86. L'a. indaga i processi di pensiero e il coinvolgimento emotivo che, con riferimento ai diagrammi medievali e moderni, favorirono l'impulso a tracciare sequenze, stabilire gerarchie, raggruppare, armonizzare, ordinare e rendendo visibile l’invisibile secondo una provvidenza divina. – Ludovica Montalti

066-126 Hamer-Flores (Adolfo), Espionaje, intrigas y robos en torno a las bibliotecas del ilustrado Pablo de Olavide, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 277-88. Quasi una trama thriller quella che caratterizza questo contributo, il quale si propone di ricostruire le vicende legate alla raccolta libraria dello scrittore e politico Pablo de Olavide (1725-1803). Al centro i testi proibiti a lui appartenuti e i conseguenti episodi relativi al processo che lo vide protagonista presso il Sant’Uffizio a causa di tale possesso. – P.S.

066-127 Harari (Yuval), Functional Paratexts and the Transmission of Knowledge in Medieval and Early Modern Jewish Manuscripts of Magic, in The Visualization of Knowledge in Medieval and Early Modern Europe, edited by M. Kupfer – A. S. Cohen – J. H. Chajes, pp. 183-210. Il saggio studia un nucleo di letteratura didattica ebraica che circolava al di fuori dei canali religiosi ufficiali. Anche coloro che praticavano magia (tra cui anche rabbini e cabalisti) possedevano libri: principalmente di carattere personale e utilitaristico (anche e soprattutto per assicurarne la disponibilità futura), questi manuali elencavano azioni rituali e formule linguistiche, dunque ricette da eseguire, destinate alla risoluzione di un preciso problema, eventualmente affiancate da segni non linguistici, diagrammi e immagini. Si indagano, inoltre, i paratesti funzionali (che permettevano di navigare quanto esposto), e i riferimenti che furono aggiunti ai margini delle pagine e dei trattati. – Ludovica Montalti

066-128 Haßler (Gerda), Forme di rappresentazione narrativa e concettuale nella trattazione di argomenti metalinguistici nel giornalismo spettatoriale del Settecento, in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. Fabio Forner – Franz Meier – Sabine Schwarze, pp. 469-92. L’a. analizza cinque pubblicazioni periodiche rappresentanti alcune delle principali lingue europee (tedesco, italiano, spagnolo e inglese), mostrando come sia possibile individuare una precisa interazione tra la riflessione teorica sul linguaggio e sulle lingue con le rappresentazioni narrative di quei concetti nella produzione giornalistica. – M.C.

066-129 Heikkilä (Tuomas), The Fate of Medieval Religious Book Collections in the Swedish Realm during the Reformation, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 489-505. In Svezia, dopo il passaggio alla Riforma, si assiste non solo alla dispersione delle biblioteche religiose, ma anche alla distruzione di molti libri, in parte oggi recuperabili dalle legature per le quali furono impiegati. – L.R.

066-130 How the secularization of religious houses transformed the libraries of Europe, edited by Cristina Dondi – Dorit Raines – Richard Sharpe (), Turnhout, Brepols, 2022 (Bibliologia. Elementa ad librorum studia pertinentia, 63), pp. 720, ill. b/n e col., ISBN 978-2-503-59392-0, s.i.p. Il vol. raccoglie gli atti di un convegno svoltosi alla University of Oxford nel 2012. Se non tantissime sono le novità che emergono da queste pagine, di estremo interesse è il quadro complessivo, che forse per la prima volta accosta una dopo l’altra una serie di realtà che videro soppressioni di istituti religiosi – dalla Riforma al primo Novecento – e conseguente dispersione, lineare o stellare, delle raccolte librarie ivi conservate. I saggi sono raggruppati in sette sezioni di diversa ampiezza: 1. The territorial and Temporal Map of the Dissolved Collections (Landi, Sharpe, Gamper, Garrett, Pelayo, Cabral, López-Vidriero, Rueda Ramírez), 2. State Policy toward Book Collections (Raines, Trombetta, Laffitte), 3. Sequestration, Redistribution, or Contribution to the Foundation of Public Libraries (Biemans, Chapron, Rita, Venier, Derwich, Dukh), 4. Impact on Book Trade and the Emergence of Private Collections (Varry, Zorzi, Wagner, Linenthal), 5. Migration of Books, Access to New Publics (op de Beek, Barzazi, Stoneman), 6. Destruction of Books, Spoils of War, and Clandestine Exportation (Heikkilä, Germann), 7. Tools for Research (Willoughby, Dondi, Granata, Dondi-Prosdocimi-Raines). Chiudono gli indici dei nomi e dei luoghi. È schedato sotto i singoli contributi. – L.R.

066-131 Ibáñez Abella (M. Belén), La Biblioteca del Casino de Zaragoza: formación, decoración de sus espacios y publicación de catálogos, como estrategias de prestigio y propaganda, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 381-90. Da sempre le biblioteche ricoprono un ruolo fondamentale anche per il prestigio del possessore o per la propaganda delle istituzioni a cui esse fanno riferimento. Per certi versi è questo il caso della raccolta libraria del Casinò di Saragozza, formata per essere il simbolo dell’istituzione che è inoltre riuscita, negli anni, a mantenere un certo grado di erudizione. – P.S.

066-132 «Inpressioni. Colloquia graphica et exlibristica», XIII/25, 2022. Prosegue le sue pubblicazioni l’agile bollettino realizzato dall’Istituto Pavoniano Artigianelli di Milano e consacrato al mondo variegato dell’incisione. Ecco gli ex libris di Angelo Sampietro, le figure di Alberto Helios Gagliardo, Michele Stragliati, (Cristina) Gladys Muñoz, Marilena Belloni. – Ed.B.

066-133 Invernizzi (Nazzarina), Reti, canali, linguaggi per dialogare e costruire memoria, in Beni privati e interessi pubblici, a cura di A. Andreolli, pp. 117-20. Di recente è stato realizzato l’inventario informatizzato dell’attuale patrimonio librario e del fondo periodici della Biblioteca dell’Ateneo di Bergamo, consultabile in rete tramite un motore di ricerca dedicato sul sito istituzionale. – M.C.

066-134 Jiménez López (Jorge), La biblioteca del Colegio Mayor de San Bartolomé: la collección manuscrita y la salvaguarda de la memoria institucional, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 187-97. Al centro lo studio dei documenti relativi alla fondazione della biblioteca del Colegio Mayor de San Bartolomé, nonché l’analisi di libri e frammenti mss. che permettono di offrire alcune coordinate della storia dell’istituzione. – P.S.

066-135 Kirsop (Wallace), L’Australie et l’Océanie, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 87-94. Breve, ma analitica rassegna degli studi di storia del libro e dell’editoria riguardanti l’Australia e l’Oceania. Con sintesi bibliografica finale. – L.R.

066-136 Kitzinger (Beatrice), Framing the Gospels, c. 1000: Iconicity, Textuality, and Knowledge, in The Visualization of Knowledge in Medieval and Early Modern Europe, edited by M. Kupfer – A. S. Cohen – J. H. Chajes, pp. 87-114. Si analizzano due Vangeli mss., che datano al 1000 circa e furono realizzati dall’abbazia fiamminga di Saint-Bertin, ponendo l’attenzione sia sulle componenti strutturali sia sulle rappresentazioni visuali e mentali, che permettono di comprendere come il sapere fosse trattato all’interno delle comunità. Studiando l’interazione tra l’apparato grafico e il testo scritto, l’a. mostra quali siano le strategie di composizione adottate in questi mss. e come queste siano rilevanti per indagare un contesto storico ancora più ampio. Dunque, gli elementi figurati, verbali e decorativi da una parte valorizzavano i singoli componenti e dall’altra li armonizzavano, esortando a una riflessione su cosa significasse conoscere Dio. – Ludovica Montalti

066-137 Krumenacker (Jean-Benoît), Un imprimeur lyonnais inconnu de la fin du XVe siècle: Jean Du Jardin, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 309-23. Il nome di Jean Du Jardin, attestato da documenti d’archivio a Lione nel 1498, compare solo su un’edizione delle Summulae logicales di Pietro Ispano impressa nel 1496 e conservata in esemplare unico alla Bibliothèque municipale de Saint-Dié-des-Vosges. L’a., forse con una troppo meccanicistica applicazione del metodo dei caratteri, riconduce a questo misconosciuto tipografo un corpus di sedici edizioni, in tutto o in parte sine notis, che lo renderebbero uno dei più attivi stampatori lionesi degli ultimi anni del Quattrocento. – L.R.

066-138 Kulessa (Rotraud, von), Studi naturalistici (antropologia, etnologia e geografia) nel Nuovo Giornale Enciclopedico: il ruolo di Alberto Fortis, in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. F. Forner – F. Meier – S. Schwarze, pp. 357-72. Tra i giornalisti della rivista diretta da Elisabetta Caminer Turra spicca la figura del naturalista Alberto Fortis, che utilizzò il periodico anche per promuovere le proprie opere e per elogiare quelle di altri studiosi vicini alle sue idee. – M.C.

066-139 Kupfer (Marcia), The Retoric of World Maps in Late Antiquity and the Middle Ages, in The Visualization of Knowledge in Medieval and Early Modern Europe, edited by M. Kupfer – A. S. Cohen – J. H. Chajes, pp. 259-90. L’. si concentra sulle mappe del mondo terrestre, sulla rappresentazione cartografica, ampiamente analizzata a livello culturale e cronologico. Il contributo esamina la perdita di innumerevoli mappe su fogli di pergamena non rilegati o su altri supporti, la normalizzazione del codice, che influenzò la direzione dell'immaginario cartografico a più livelli, fino al tardo Medioevo, e la nuova performatività degli strumenti cartografici, soprattutto con riferimento agli elementi diagrammatici. – Ludovica Montalti

066-140 Labriola (Ada), Il Messale Gerli 54 della Biblioteca Nazionale Braidense a Milano, in Opere Sante: la vita di San Niccolò raccontata da Beato Angelico, a cura di G. De Simone, pp. 66-83. Di ignota committenza e destinazione, il Messale Gerli – conservato presso la Biblioteca Nazionale Braidense di Milano – è uno dei mss. miniati più discussi tra quelli attribuiti a Beato Angelico. In questo contributo l’a. offre un quadro circa le miniature e il corredo illustrativo presenti nel ms., proponendo studi e posizioni – personali e non – circa la paternità artistica dell’artista. – Pietro Putignano

066-141 Laffitte (Marie-Pierre), Napoléon et les confiscations de livres dans les monastères italiens, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 223-44. Com’è noto, il periodo napoleonico, nelle sue varie fasi, portò alla migrazione verso la Francia di numerosi e preziosi libri italiani, poi solo in parte restituiti. – L.R.

066-142 Lahoz (Lucía), Espejo y reflejo institucional: bibliotecas salamantinas en el otoño de la Edad Media, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 83-96. Le biblioteche sono prima di tutto luoghi, spazi, e la loro struttura è fortemente collegata e adattata sia al contesto in cui si trova, sia alla funzione che è destinata a svolgere. Questo studio spiega come le biblioteche, anche nelle loro manifestazioni architettoniche, abbiamo ricoperto un ruolo centrale nella competizione e nell’esibizione del potere, anche tramite il ricorso a imprese artistiche che potessero amplificare una determinata immagine. – P.S.

066-143 Landi (Fiorenzo), The Dissolution of Monasteries and Convents in Europe. An Overview of the Economic Implications, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 27-38. Si fornisce un quadro d’insieme, a scopo di introduzione, degli aspetti economici riguardanti gli istituti religiosi e l’incameramento dei loro beni, che giocarono un ruolo non secondario nelle vicende legate alle soppressioni nei vari paesi d’Europa e del mondo. – L.R.

066-144 Laurent Coulet. Catalogue 81. Livres et documents XVe-XXIe siècle – Premières éditions – Livres illustrés – Livres en couleurs, pp. 124, 2022. Selezione di 65 pezzi splendidamente illustrati. – Ed. B.

066-145 Leclerc (Marie-Dominique), Lire et écrire dans l’almanach: François Domergue lecteur du Messager boiteux de Strasbourg (1847-1878), «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 333-57. Si presenta il raro caso di un almanacco postillato: il «Messager boiteux de Strasbourg». Una raccolta di una quarantina di numeri pubblicati tra il 1847 e il 1878 rispunta in collezione privata, palesando le annotazioni di François Domergue (1785-1879). – L.R.

066-146 Ledda (Elena), La Biblioteca dell’Ateneo di Salò. Non solo fonti benacensi, in Beni privati e interessi pubblici, a cura di Alessandro Andreolli, pp. 97-109. L’a. ripercorre la storia dell’Accademia di Salò e della sua biblioteca, che oggi conta 25.000 voll. comprendenti incunaboli e 1200 cinquecentine. - M.C.

066-147 Lerch (Dominique), L’éditeur lithographique Engelmann à Paris (XIXe et XXe siècles), «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 269-90. Un’indagine analitica delle vicende relative alla casa editrice di stampe fondata tra 1814 e 1815 da Godefroy Engelmann (1788-1839) e poi proseguita, con alterna fortuna e diverse sedi, dagli eredi fino alla fine del secolo scorso (1998). – L.R.

066-148 Levy (Alissar) – James K. Farge, Un unicum parisien à Toronto: l’Abbreviatio exponibilium de Gaspar Lax (1521), «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 325-32. Un esemplare della sconosciuta edizione dell’Abbreviatio exponibilium di Gaspar Lax (Paris, Jean II Du Pré per Hémon le Fèvre, 1521) rispunta dalla Joseph Pope Rare Book Room dell’Institut pontifical d’études médiévales di Toronto. Se ne fornisce una precisa descrizione, contestualizzando l’edizione negli ambienti parigini degli studenti universitari di origini ebraiche. – L.R.

066-149 Libri, biblioteche e società. Studi per Rosa Marisa Borraccini, a cura di Alberto Petrucciani – Valentina Sestini – Federico Valacchi, Macerata, EUM – Edizioni Università di Macerata, 2020 Þ rec. Romina Marcattili, «Paratesto. Rivista internazionale», 19, 2022, pp. 124-8.

066-150 Librizzi (Natalia), Il gioco di permutazioni con ripetizioni nel Doppio Sempione di Elio Vittorini, «Prassi ecdotiche e Modernità Letteraria», 8, 2023. Il Fondo Vittorini custodito presso il centro Apice dell’Università di Milano ha restituito il rifacimento di un brano de Il Sempione strizza l’occhio al Frejius (Bompiani, 1947), allestito in vista di una nuova pubblicazione del romanzo. L’a. indaga il processo scrittorio di Vittorini che, grazie a un’indagine delle varianti presenti nei mss., può definirsi un appunto gioco di permutazioni con ripetizioni. – E.G.

066-151 Linenthal (Richard A.), Monastic Collections and the Nineteenth-Century English Book Trade: A New Interest in Early Printed Fragments, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 417-28. Il collezionismo librario inglese visse nell’Ottocento il momento forse più ricco della sua storia. È in questo periodo che si formarono alcune delle più rilevanti collezioni, confluite poi in gran parte nelle biblioteche pubbliche – in primis quella del British Museum –. Si nota anche un vivo interesse per i primordi della stampa, da cui si generò, da Bradshaw in avanti, la moderna incunabolistica. – L.R.

066-152 Lloret Sos (Isabel), La biblioteca de don Fernando de Austria: el arte del dedicare, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 145-56. Si studia la raccolta libraria di Ferdinando d’Austria (1754-1806) attraverso l’analisi delle dedicatorie. Viene dunque tratteggiata la figura di un uomo che fu mecenate degli scrittori, amante della lettura di testi religiosi e filosofici. – P.S.

066-153 López-Vidriero (Maria Luisa), Case study 2: Spain, Seville and Madrid – The Formation of New Libraries, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 135-43. A Siviglia, l’espropriazione delle biblioteche gesuitiche portò alla vendita di grandi quantità di libri e alla formazione di importanti raccolte private. Anche a Madrid, nel corso dell’Ottocento, più che incrementare le raccolte nazionali, le soppressioni alimentarono il collezionismo privato. – L.R.

066-154 Lukenda (Robert), Zwischen Europäisierung und Nationalisierung – Zeitschriften, nation-building und Übersetzungspolitik im frühen Risorgimento, in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. F. Forner – F. Meier – S. Schwarze, pp. 135-69. In questa ampia analisi l’a. mostra la complessità della panoramica delle pubblicazioni giornalistiche italiane preunitarie, le quali si rivelano essere molto variegate per le diverse tipologie presenti, da quelle di carattere più prettamente politico a quelle vicine al modello delle riviste erudite settecentesche. – M.C.

066-155 Macián Ferrandis (Julio), Qui llegir-ho sabia. La lectura de las escrituras expuestas en la pintura gótica y renaceentista valenciana, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 37-48. Spesso, le rappresentazioni artistiche dedicate al libro e a illustri personaggi impegnati nell’atto della lettura contengono iscrizioni localizzate in diversi luoghi dell’opera d’arte. Qui l’a. si concentra su questa particolare tipologia testuale analizzandone stile, contenuto e finalità. – P.S.

066-156 Manguel (Alberto), Ma i libri per bambini richiedono la sovversione, «Vita e Pensiero», 1, 2023, pp. 103-9. Una riflessione sul notevole mutamento che la letteratura per l’infanzia ha avuto nel corso degli ultimi decenni, perdendo valore e qualità a dispetto di una crescente offerta insignificante e soprattutto scontata. – Pietro Putignano

066-157 Manoscritti (I) della Biblioteca del Capitolo Metropolitano di Milano. Studi e ricerche, a cura di Milvia Bollati, Roma, Viella, 2023 (Scritture e libri del medioevo, 23), pp. 270, ISBN 979-12-5469-231-8, € 38. La presente pubblicazione, curata da Milvia Bollati, si pone l’obiettivo di valorizzare gli studi ancora scarsi relativi a codici meno noti conservati presso la Biblioteca del Capitolo Metropolitano di Milano. La curatrice, in un’epoca di propaganda che si ripercuote nella trasmissione della memoria storica, incentra la sua attenzione sul tema della verificabilità, mettendo a confronto voci diverse che concordano con lei nell’affermare che esiste una carenza di studi. Questo vol. costituisce un invito a un maggiore approfondimento nello studio dei codici, dando la possibilità a giovani studiosi di offrire il proprio contributo a favore della ricerca dei mss. conservati in Capitolare e all’arricchimento della conoscenza storica del relativo fondo librario. La scelta dei vari curatori di privilegiare un modello descrittivo strettamente analitico, alternato a tratti ad uno più discorsivo, dimostra la serietà d’intento dell’opera. Si denota fin da subito l’estrema utilità di un’operazione di questo tipo, volta a dare una sintesi chiara e comprensibile dei mss. conservati nella Biblioteca Capitolare di Milano. Nella Prefazione (pp. 7-8) don Virginio Pontiggia, bibliotecario, elogia il vol. in quanto mezzo attraverso cui approfondire lo studio dei codici antichi e preziosi conservati. Egli pone l’attenzione sull’originalità della documentazione offerta, soffermandosi sulle accurate descrizioni dei mss. e sull’apparato fotografico che aiuta alla comprensione attraverso l’approccio visivo. L’opera è composta da dodici saggi, in ognuno dei quali, come sinteticamente riassunto da Milvia Bollati nell’Introduzione (pp.9-19), si sottolinea come i mss. testimonino i primi esiti del Rinascimento artistico e miniaturistico a Milano. Inoltre, dall’analisi dei suddetti, si evince il duplice intento di arricchire lo studio della cultura e della società milanese, a volte sfociando anche in settori tematici lontani dall’ambito librario e codicologico. Infatti, in alcuni casi vengono affrontati temi legati alla musica liturgica e alla devozione popolare, mentre in altri casi vengono investigati gli interessi di alcune personalità di spicco che hanno avuto legami con la Biblioteca capitolare. Il vol. comprende i seguenti saggi: Una nota iconografica per il pontificale di Antonio da Saluzzo (pp.21-38), Il miniatore del Pontificale di Antonio da Saluzzo (pp.39-48), Un Graduale domenicano alla Capitolare del Duomo di Milano: prospettive dopo la catalogazione (pp. 49-68), Un nuovo codice per il Maestro delle Vitae Imperatorum: il Lezionario II-D-01-019, (pp. 69-75), Spigolature sulla biblioteca gerolamina del Castellazzo (pp. 77-88), Il Breviario di Francesco della Croce e il suo miniatore (pp. 89-103), La Quadriga litteralis di Niccolò da Osimo. Per uno status quaestionis (pp. 105-118), Un Antifonario ambrosiano miniato da Evangelista della Croce (pp. 119-135), I manoscritti liturgici commissionati da Giovanni Andrea Vimercati: una aggiunta al catalogo di Giovanni Giacomo Decio (pp. 137-171), Il Maestro B.F. e gli altri: l’officina dei de Predis (pp. 173-210), Il ms. II-D-05-009: il livre d’heures di Anne d’Alençon? (pp. 211-224), La Declaratio di Francesco Castelli (1505 ca. - 1578) sulla presunta origine eusebiana delle Litanie triduane a Milano (pp. 225-253). Seguono Indice dei nomi (pp. 256-264) e Indice dei manoscritti e dei documenti d’archivio (pp. 265-270) curati da Laila Gagliano e Stefano Malaspina. Questi contributi verranno ricordati come testi iniziatori di una nuova fase di ricerca e di ricostruzione della memoria culturale e libraria della Biblioteca Capitolare di Milano. È schedato sotto i singoli contributi. – Marco Barberis

066-158 Marchesi (Michele), Giovanni Antonio Ranza e L’Amico del popolo (1797–1798), in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. F. Forner – F. Meier – S. Schwarze, pp. 387-400. L’Amico del popolo non poteva più essere definito un giornale erudito settecentesco, ma aveva già alcune caratteristiche tipiche del secolo successivo. Per esempio le traduzioni dei grandi illuministi francesi, che facevano circolare le idee rivoluzionarie anche in Italia, acquisirono un tono differente dal testo originario, strumentalizzandolo e piegandolo alle necessità politiche del momento. – M.C.

066-159 Margani (Lorenzo), L’association entre reliures et manuscrits: le cas des émaux de Limoges. Quelques réflexions préliminaires, «Bulletin du bibliophile», 2, 2020, pp. 221-38. Partendo da un più ampio progetto dedicato alle legature librarie di lusso smaltate prodotte nel Basso Medioevo negli atelier altamente specializzati della Francia meridionale, l’a. offre in un saggio puntuale e ben documentato, ricco di riferimenti bibliografici a repertori del settore e a studi sulle tecniche di produzione, un’approfondita panoramica sulle legature realizzate a Limoges fra il XII e il XIII secolo, attraverso un’analisi dettagliata di 11 manufatti. Frequenti discrasie fra il soggetto proposto nella decorazione e il contenuto del testo portano a un’importante considerazione di metodo: a causa di diffuse pratiche di riuso, non sempre l’epoca di fattura di una legatura coincide con quella del ms. che contiene. Si accenna anche a legature realizzate con diversi materiali preziosi: oro, argento e avorio. – E.Gam.

066-160 Martínez Pereira (Ana), La construcción del Ensayo de una Biblioteca española de libros raros y curiosos: hacia el V tomo del Gallardo, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 407-16. Uno dei più significativi contributi bibliografici spagnoli è certamente l’Ensayo de una Biblioteca española de libros raros y curiosos, compilato sulla base delle notizie raccolte durante tutta la sua vita dal bibliografo e letterato Bartolomé José Gallardo y Blanco (1776-1852) e pubblicato in quattro tomi tra il 1863 e il 1899. Il contributo si concentra sulla ricostruzione delle complessità nella preparazione di un’opera simile e della volontà – rimasta tale – del suo a. di prepararne un quinto vol.. – P.S.

066-161 Mascheretti (Lorenzo), Il Maestro B.F. e gli altri: l’officina dei de Predis in Manoscritti, a cura di M. Bollati, pp.173-210. L’a. analizza diversi ms. liturgici donati dal Casola al Capitolo della Cattedrale, identificandone le miniature come opere del Maestro B.F., attivo presso l’officina dei de Predis, e sottolineandone l’evoluzione artistica e l’aderenza ad un ammanierato leonardismo. – Marco Barberis

066-162 Matamoros (Isabelle), «Mais surtout, lisez!» Les pratiques de lecture des femmes dans la France du premier XIXe siècle, thèse de doctorat en Littératures, sous la direction de Christine Planté – Rebecca Rogers, Lyon, Université de Lyon, 2017 Þ rec. Martyn Lyons, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 425-8.

066-163 Meier (Franz), Costruzioni locative e aggiustamenti strutturali nelle traduzioni franco-italiane sulle riviste scientifiche tardo-settecentesche, in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. F. Forner – F. Meier – S. Schwarze, pp. 519-46. Le traduzioni in italiano dal francese di articoli scientifici sono l’oggetto di questo saggio, che esamina in particolare la resa dei termini spaziali e locativi usati nelle riviste Opuscoli scelti (Milano, 1775-1804) e Osservazioni spettanti alla fisica, alla storia naturale ed alle arti (Venezia, 1776-1780). – M.C.

066-164 Mellot (Jean-Dominique) avec la collaboration de Jean-Charles Geslot, Éditeurs et édition au XIXe siècle: un nouveau souffle historiographique?, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 7-13. Un’introduzione al vol., dedicato soprattutto all’Ottocento, che mostra come, nell’ambito della storia del libro, questo secolo abbia vissuto, dagli anni Ottanta in avanti, una vera e propria riscoperta. – L.R.

066-165 Mellot (Jean-Dominique) avec la collaboration de Nathalie Aguirre, Prosopographie d’éditeurs: apports et perspectives d’une entreprise pionnière, le Répertoire d’imprimeurs/libraires (vers 1470 – vers 1830) de la Bibliothèque nationale de France, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 43-61. Il contributo ripercorre l’ideazione, la realizzazione e le varie edizioni di un repertorio oramai fondamentale per lo studio dell’editoria antica, specie per l’area francese: il Répertoire d’imprimeurs / libraires (vers 1470 – vers 1830), Paris, Bibliothèque nationale de France, 20195. – L.R.

066-166 Mencaroni (Maria), «Iacentes excitat». Un motto tra passato e futuro, in Beni privati e interessi pubblici, a cura di Alessandro Andreolli, pp. 111-5. L’a. ripercorre a grandi linee le vicende dell’Ateneo di Bergamo e della sua Biblioteca, che negli anni Trenta dello scorso secolo venne in gran parte assorbita dalla Biblioteca Civica. – M.C.

066-167 Merida (Raphael), Politica linguistica e azione educatrice nella stampa periodica del Triennio repubblicano (1796–1799), in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. F. Forner – F. Meier – S. Schwarze, pp. 545-7. Se l’appoggio politico alle nuove idee provenienti da Oltralpe non veniva messo in discussione nei giornali italiani, diverso è l’atteggiamento nei confronti della lingua francese: numerosi furono infatti gli articoli che contestarono l’utilizzo al posto dell’italiano del nuovo idioma dominante in ambiti sempre più vasti dell’amministrazione civile e militare, nonché dell’invasione dei gallicismi nella lingua parlata e nelle pubblicazioni a stampa dell’epoca. – M.C.

066-168 Metin (Alper), Las bibliotecas del siglo XVIII de Estambul entre la invención y la innovación: el caso de la Biblioteca del Complejo de Nuruosmaniye (1748-1755), in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 199-212. Il contributo, attraverso l’analisi del caso specifico della Biblioteca di Nuruosmaniye a Istanbul, illustra come le scelte riguardo lo stile architettonico delle biblioteche venisse influenzato dal contesto socio-politico di riferimento. – P.S.

066-169 Minetti (Roberto) – Riccardo Pizzinelli, Dalla platea comunis alla piazza Grande. Evoluzione storico-architettonica della piazza di Montepulciano, Firenze, Leonardo Libri, 2022, pp. 144, ISBN 978-88-596-2267-3, € 38. In grande formato orizzontale, l’album promosso dalla Società Storica Poliziana raccoglie scritti e disegni (planimetrie, alzati, etc.) che permettono una intelligente rivisitazione del centro di Montepulciano. – Ed.B.

066-170 Misurare il sacro. Bernardino Amico e la Terra Santa fra Cinque e Seicento. Una mostra digitale a cura di Stefano Cassini, Prefazione di Francesca Romana Stasolla, febbraio 2023, on line. Bernardino Amico nato a Gallipoli, fu frate minore osservante; giunse presso la Custodia di Terrasanta tra il 1593 e il 1595. Il suo nome resta legato al Trattato delle piante et imagini de i sacri edificii di Terrasanta disegnate in Gierusalemme secondo le regole della prospettiva & vera misura della lor grandezzache (titolo secondo la prima edizione). L’opera ebbe due edizioni, la prima, un in folio imponente piuttosto raro, risalente al 1609-10, fu stampata a Roma presso la Typographia Linguarum Externarum (già Tipografia Medicea Orientale); alle parti verbali seguono le planimetrie e le sezioni degli edifici, dal Santo Sepolcro, alla Dormitio Virginis al Cenacolo. La seconda (1620) fu impressa presso la tipografia di Pietro Cecconcelli di Firenze ed è profondamente rivista, dal momento che le tavole illustrative e le descrizioni procedono in parallelo, probabilmente imponendo a compositori, calcografi e tipografi un impegno niente affatto indifferente. La mostra, oltre a schede informative puntuali, permette di avventurarsi tra le pagine del Trattato per ammirare le raffinate calcografie che illustrano i luoghi santi. Vengono rese disponibili anche le immagini di modelli in legno di ulivo e madreperla che il Trattato dell’Amico permetteva agli artigiani locali di riprodurre in scala. – Giuseppe Frasso

066-171 Molinarolo (Giulia), Il volto dell’Altro. Forme di rappresentazione nelle copertine delle scritture migranti, «Paratesto. Rivista internazionale», 19, 2022, pp. 61-79. Disamina degli spazi paratestuali presenti in alcune autobiografie della cosiddettaletteratura italiana della migrazione”. In particolar modo, vengono analizzate le copertine, punto di incontro di elementi verbali e visuali in cui si fondono significato strutturale del testo e strategie commerciali messe in campo dagli editori moderni. – D.M.

066-172 Monok (István), A könyv és az olvasás Zalamerenyén 1746-1846, Budapest-Eger, Kossuth Kiadó – Eszterházy Károly Egyetem, 2021 Þ rec. Daniel Baric, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 428-30.

066-173 Motta (Uberto), «Che le carte non fosser come l’arene del mare». Sul «corpus» dei «Dialoghi», «Studi tassiani», 69, 2021, pp. 201-25. Si presentano i primi risultati del gruppo di ricerca sorto presso l’Università di Friburgo e finalizzato all’allestimento di una nuova edizione commentata dei Dialoghi di Tasso. In essi, «Tasso avrebbe consapevolmente mirato a un’esplorazione, ricapitolazione e sistemazione del proprio sapere, sottratta alle ipoteche della farraginosità e della contraddittorietà, dell’aleatorietà e dell’emotività, quelle categorie che al contrario, talvolta, sono state adoperate proprio per definire l’atmosfera peculiare dell'opera». Si indicano fra l’altro le numerose fonti, antiche e moderne, cui Tasso ha fatto ricorso. – L. Ma.

066-174 Muratori (Lodovico Antonio), Contro l’inquisizione, a cura di Matteo Al Kalak, traduzione di Francesco Padovani, Roma, Donzelli, 2023, pp. 197, ISBN 978-88-5522-445-1, € 22. L’opera di Muratori si presenta con testo latino — dell’edizione Soliani del 1747– e una traduzione a fronte che ben mostra l’intento, dichiarato, di rivolgersi anche ai meno esperti. Interessante l’intervento di Al Kalak che, conquistando sin da subito l’attenzione, introduce alla lettura. Vengono chiarite le condizioni storiche e i meccanismi che portarono a una vera e propria guerra ecclesiastica che vide l’Inquisizione accusare il clero di non rispettare la segretezza delle confessioni; il curatore, tramite una scrittura appassionata e appassionante, cerca di avvicinarsi all’a., indagando sui motivi che lo spinsero a scrivere su tale scottante tema. — Eleonora De Crescenzo

066-175 Murray Jones (Peter), Visualization in Medicine between Script and Print, c. 1375-1550, in The Visualization of Knowledge in Medieval and Early Modern Europe, edited by M. Kupfer – A. S. Cohen – J. H. Chajes, pp. 341-60. Il capitolo indaga la letteratura medica tra il 1375 e il 1550 circa, riconoscendo nel pubblico di riferimento non esclusivamente quello professionale, ma anche quello laico. L’a. analizza i testi universitari illustrati, le traduzioni miniate in volgare delle enciclopedie, insieme a quei libri che ebbero un accesso sempre più ampio, i testi dotati di illustrazioni silografiche, i compendi e gli almanacchi. Tramite l’inventario di diverse serie figurative redatto dall’a., si nota una correlazione tra gli argomenti e le modalità di rappresentazione, che spesso riproducono diagrammi anatomici, isolando e schematizzando a scopo dimostrativo processi fisiologici o organi quasi come fossero mappe; al contrario, alcune immagini illustravano momenti di medici al lavoro. Inoltre, si considera come gli eventi storici e i progressi nel campo abbiano giocato un ruolo nell'iconografia, sopravvissuta al passaggio alla stampa tipografica. – Ludovica Montalti

066-176 Napoli europea: letteratura e circolazione di edizioni e di idee nel Rinascimento. Atti della giornata di studio, Napoli, 18.11.2016, a cura di Concetta Cavallini – Carmela Reale, Napoli, Loffredo, 2021 Þ rec. Simona Pignalosa, «Paratesto. Rivista internazionale», 19, 2022, pp. 107-11.

066-177 Nardello (Mariano), Il filo rosso della continuità, in Beni privati e interessi pubblici, a cura di A. Andreolli, pp. 173-84. L’Accademia Olimpica di Vicenza, sorta nel 1555, ebbe una piccola biblioteca interna, attestata già nell’anno successivo a quello della sua fondazione e che venne trasferita alla Biblioteca Civica Bertoliana alla fine dell’Ottocento. – M.C.

066-178 Nasti (Simone), Das BS with the real hip hop. Appunti per una storia dell’hip hop bresciano, Brescia, [per l’autore], 2020, pp. 160, ill. col., manca ISBN, s.i.p. La cultura hip hop deriva da un genere musicale nato negli anni Settanta negli USA e ormai diffuso in tutto il mondo. Tra le sue manifestazioni, però, figurano anche quelle – per usare le categorie di Armando Petrucci – della scrittura esposta e della grafica. In questo vol. fuori commercio l’a. ricostruisce, con ampia documentazione fotografica, l’arrivo, la diffusione, l’affermazione e l’attuale presenza della cultura hip hop a Brescia, soprattutto nelle manifestazioni musicali, ma anche in quelle grafiche. Un caso interessante, poiché «I principi di origine dell’hip hop si differenziano in ogni città perché sono fortemente influenzati da aspetti culturali e sociali oppure da luoghi». Il vol. va poi anche oltre se stesso, con QR code che rimandano a brani da ascoltare su YouTube. Per gli amanti del genere. – L.R.

066-179 Navarrini (Roberto), «Uno de’ più facili mezzi per promuovere la pubblica istruzione è il soccorso de’ buoni libri». Storia e attualità della Biblioteca dell’Accademia Nazionale Virgiliana, in Beni privati e interessi pubblici, a cura di A. Andreolli, pp. 121-32. Nel saggio vengono ripercorse le tappe storiche della vita della Biblioteca dell’Accademia Virgiliana di Mantova, nata a uso degli accademici e già nel 1780 aperta alla collettività. – M.C.

066-180 Obrist (Barbara), The Idea of a Spherical Universe and Its Visualization in the Earlier Middle Ages (Seventh to Twelfth Century), in The Visualization of Knowledge in Medieval and Early Modern Europe, edited by M. Kupfer – A. S. Cohen – J. H. Chajes, pp. 229-58. Nel saggio si riconosce l’importanza delle dottrine greche (e dei mezzi visivi che ne hanno garantito la solidità) per il corpus di figure iconografiche di oggetto cosmologico dal primo Medioevo in avanti. Partendo da un’analisi del processo di trasmissione dei temi centrali relativi alla cosmologia, dello studio matematico del mondo (verso l’idea del sistema geocentrico), e di quale fu il pubblico di riferimento, l’a. indaga dettagliatamente i due documenti rappresentativi della convergenza di concetti tradizionali e innovativi: il Dragmaticon philosophiae (1147-49) di Guglielmo di Conches e l’introduzione di oggetto cosmologico (1149-50) del Libellus de opere astrolapsus di Adelardo di Bath. – Ludovica Montalti

066-181 Olschki (Marcella), Terza liceo 1939, prefazione di Piero Calamandrei, Firenze, Olschki, 2022 (Particelle elementari), pp. 90, ISBN 978-88-222-6834-1, € 12. Il testo è una rappresentazione della scuola italiana ai tempi del regime fascista, in particolare del liceo e dei liceali durante il ventennio. Attraverso i capitoli, ognuno dedicato a un racconto in particolare, la Olschki propone le sue memorie autobiografiche. Tra queste troviamo episodi relativi alla quotidianità dell’epoca, come i discorsi propagandistici del preside il 28 ottobre in onore della Marcia su Roma, ed episodi che mettono in luce l’abuso di potere da parte dei cittadini antisemiti, come il processo della stessa Olschki, querelata da un suo docente per oltraggio a pubblico ufficiale. – Marina Marcotullio

066-182 Op de Beek (Bart), Jesuit Libraries in the Southern Netherlands and their Dispersal after 1773, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 431-48. Le biblioteche pubbliche dei Paesi Bassi meridionali e, in particolare, la nascente Bibliothèque Royale di Bruxelles dopo l’indipendenza del Belgio nel 1830, beneficiarono soprattutto delle vendite pubbliche delle raccolte gesuitiche dal 1777 in poi. – L.R.

066-183 Opere Sante: la vita di San Niccolò raccontata da Beato Angelico, a cura di Gerardo De Simone, Valmadrera, Editoria Grafica Colombo, 2022, pp. 106, ill. col., ISBN 978-88-99899-08-0, € 25. La quarta edizione della mostra Capolavoro per Lecco ha come oggetto san Nicolò e Beato Angelico, raccontati principalmente attraverso due scomparti della predella del Polittico Guidalotti – provenienti dalla Pinacoteca Vaticana – e il Messale Gerli 54 – della Biblioteca Nazionale Braidense di Milano. – Pietro Putignano

066-184 Ortore (Michele), L’astronomia nel primo Settecento tra carteggi e riviste: albori dell’articolo scientifico, in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. F. Forner – F. Meier – S. Schwarze, pp. 445-68. Gli studiosi delle “scienze pure” e di astronomia ancora nei primi anni del XVIII secolo continuarono a scriversi privatamente e a pubblicare saggi nelle riviste di carattere internazionale in latino, creando così l’infrastruttura linguistica adatta per essere poi utilizzata nelle lingue nazionali. – M.C.

066-185 Palma (Flavia), Presenze letterarie italiane nel Journal étranger, in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. F. Forner – F. Meier – S. Schwarze, pp. 269-88. Una rivista francese interessata a diffondere in patria le produzioni italiane in traduzione tra il 1754 e il 1762 fu il Journal étranger, che puntò la propria attenzione soprattutto sulle opere teatrali, poetiche, tecnico-erudite e storico-critiche. – M.C.

066-186 Panzanelli Fratoni (Alessandra Maria), La stampa a Perugia nel Rinascimento: dai tipografi tedeschi agli editori locali, Milano, Francoangeli, 2020 Þ rec. Monica Bocchetta, «Paratesto. Rivista internazionale», 19, 2022, pp. 106-7.

066-187 Panzanelli Fratoni (Alessandra)Paolo Tiezzi Maestri, 14+1 (con una appendice infernale), Torrita di Siena, Associazione culturale “Villa Classica”, 2022 (Fragmenta, 5), pp. 73, ill. b/n, ISBN 978-88-98282-70-8, s.i.p. Il vol., stampato in occasione del secentesimo dantesco dalla senese Villa Classica, si configura come un fragmentum recante brevi descrizioni delle edizioni della Divina Commedia possedute – un incunabolo e quattordici cinquecentine – corredate da illustrazioni in bianco e nero delle stesse. Da una prima edizione ill. aldina datata 1515 ad una più sfortunata – aspramente criticata dagli Accademici della Crusca – del 1595 del tipografo Manzani, il repertorio bibliografico ripercorre talune cinquecentine dantesche servendosi dei commenti tratti da uno studio di Bartolommeo Gamba del 1839. Come anticipato dal titolo, in appendice sono riprodotte incisioni in b/n raffiguranti l’Inferno dantesco a corredo di due opere di commento, entrambe fiorentine: una dei primissimi del Cinquecento di Antonio Manetti, l’altra, del 1544 del canonico fiorentino Pier Francesco Giambullari. – Margherita Nocera

066-188 «Paratesto. Rivista internazionale», 19, 2022. È schedato sotto i singoli contributi. – D.M.

066-189 Pederson (Jill), Leonardo, Bramante, & the «Academia». Art and Friendship in Fifteenth-Century Milan, London-Turnhout, Harvey Miller Publishers, 2020, pp. 360, ill. col., ISBN 978-1-912554-42-3, s.i.p. In questo elegante vol., riccamente illustrato, l’a., attraverso l’analisi di immagini e testi, discute dell’Academia Leonardi Vinci, schierandosi, nel dibattito sulla sua esistenza che ha attraversato gli studi, decisamente a favore. L’A. ha avuto modo di consultare un ms. di collezione privata allestito nel 1513 contenente l’Isola beata, testo finora inedito dello sconosciuto Enrico Boscano, un’opera nella quale si descrive un’immaginaria isola e che si conclude con un dialogo fra vari personaggi, i cui nomi vengono taciuti, sulla natura di questa «isola beata». Secondo la Pederson, uno dei personaggi sarebbe Leonardo, ma quello che conta è la prefazione dell’opera, nella quale viene citata un’accademia che si teneva nella casa milanese di Boscano negli anni Novanta del XV secolo, alla quale partecipavano personaggi come Bramante, l’orafo Cristoforo Foppa detto Caradosso, Leonardo, ma anche scrittori come Bernardo Bellincioni, Lancino Curti, Antonio Fileremo Fregoso, Gaspare Ambrogio Visconti. Secondo l’a., quest’opera non descrive l’accademia leonardesca, ma serve «as a springboard for an examination of the personalities that dominated Leonardo’s intellectual circle» (p. 29). La trascrizione dell’intero ms. contenente l’Isola beata, a cura di Silvia Donghi, si trova alle pp. 299-347 del vol. Un’altra tessera importante dell’argomentazione sono le sei stampe con la raffigurazione di nodi all’interno dei quali si trova l’iscrizione Academia Leonardi Vinci. Queste immagini costituirebbero degli oggetti artistici da condividere fra una cerchia di amici, appunto quelli facenti parte dell’accademia che vedeva al suo centro Leonardo, una sorta di network culturale di artisti, architetti, letterati e musicisti. La Pedersen analizza quindi i sette dipinti di Uomini d’arme di Bramante nella casa Panigarola, oggi alla Pinacoteca di Brera, in particolare quelli raffiguranti Eraclito e Democrito, che a suo dire non vanno interpretati solo in un contesto neoplatonico di origine fiorentina, ma rappresenterebbero «a synecdoche for the model of dialectic engagement embraced and promoted» (p. 92) dall’accademia di Leonardo. Il modello iconografico degli affreschi di Bramante deriva dal De viris illustribus di Petrarca, come nella Sala virorum illustrium del palazzo padovano di Francesco il Vecchio da Carrara. Un altro modello per Bramante avrebbe potuto essere lo studiolo di Federico da Montefeltro (i cui dipinti in passato sono stati attribuiti a Bramante stesso). Eraclito e Democrito sarebbero «representatives of the dialogical debate that pervaded the culture of the Milanese court and his own academic milieu» (p. 136). Gaspare Ambrogio Visconti, patrono di Bramante, conosceva l’ammirazione che Petrarca provava per Eraclito, perché possedeva una copia del De remediis utriusque fortunae, in cui il filosofo presocratico è spesso elogiato. La parte finale del vol. si sofferma sugli affreschi leonardeschi nella Sala delle Asse del Castello Sforzesco, «one of the least understood works of his [scil. Leonardo’s] celebrated oeuvre» (p. 11). Secondo l’a., la Sala era il luogo in cui avvenivano le riunioni degli uomini legati a Ludovico il Moro: la sua decorazione arborea rappresenterebbe infatti degli alberi di gelso, da cui il soprannome del duca, e sarebbe stata ispirata alla Pasitea di Gaspare Ambrogio Visconti, una commedia pastorale ricca di allusioni al gelso-Moro. La decorazione a corde intrecciate della Sala della Asse è molto simile alle stampe con i nodi e il cartiglio Academia Leonardi Vinci. – L. Ma.

066-190 Pedraza Garcia (Manuel José), El conocimiento de las bibliotecas del mundo medieval y moderno: retos y perspectivas, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 13-20. Contributo introduttivo che illustra ambiti e prospettive della pubblicazione. Tema nodale la biblioteca come centro di documentazione e informazione in un’ottica pluridisciplinare. In particolare viene approfondito il suo ruolo e le sue funzioni in epoca medievale e moderna. – P.S.

066-191 Pelaio (Javier Antón), The Secularization of Spanish Religious Libraries (1767-1836): The Catalan Case, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 99-124. Primo di una serie di saggi che prendono in esame la penisola iberica, il contributo si sofferma sulle biblioteche religiose catalane, dalla cacciata dei Gesuiti fino alla costituzione di alcune importanti biblioteche provinciali (Barcelona, Gerona, Tarragona…). Ampio spazio è dato ai provvedimenti normativi in materia di biblioteche. – L.R.

066-192 Peñas Ruiz (Ana), Mujer, francesa e independiente en el comercio madrileño de libros del siglo XIX: el caso de Clémentine Denné Schmitz, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 195-212. Clémentine Denné Schmitz (1801-1876), nata in una famiglia di librai, seppe costruire, in un mondo ancora quasi esclusivamente maschile, una importante carriera indipendente a Madrid, con una rete commerciale che coinvolgeva Spagna e Francia. – L.R.

066-193 Pérez Giménez (Juan Ignacio) – Vicente Pons Alós, La Librería de la Seu: profesionale al servicio de la catedral de Valencia (1394-1499), in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 67-82. Questo contributo si concentra sui mestieri del libro, in particolare quelli al servizio della biblioteca della Cattedrale di Valencia nel passaggio da ms. a libro a stampa. Copisti, correttori, miniatori, legatori che facevano parte di una funzionale rete di collaborazione tra artisti e artigiani. – P.S.

066-194 Periodici (I) settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi. Prospettive storiche, letterarie e linguistiche, ed. Fabio Forner – Franz Meier – Sabine Schwarze, Berlin, Peter Lang, 2022 (Europa periodica. Studies on periodicals and newspapers, 1), pp. 595, ISBN 978-3-631-84028-3, s.i.p. La gran parte dei saggi presenti nel vol. deriva dai contributi presentati nel convegno internazionale Le riviste erudite come luogo di comunicazione dei saperi: un modello per il dialogo interculturale? Prospettive storiche, letterarie e linguistiche, tenutosi presso l’Università degli studi di Verona l’8 e il 9 ottobre 2020. Si schedano i singoli contributi. – M.C.

066-195 Perosa (Giulia), Svevo in Francia negli anni Trenta: le traduzioni in due antologie e nella rivista «Dante», «Prassi ecdotiche della Modernità Letteraria», 8, 2023. Attraverso un’analisi dei paratesti, delle scelte editoriali delle traduzioni apparse soprattutto sulla rivista «Dante. Revue de culture latine», ma attraverso anche i carteggi della moglie di Svevo con il più importante traduttore francese del marito, l’a. indaga il tema della mediazione e della circolazione francesi dell’opera di Svevo negli anni Trenta. – E.G.

066-196 Ponziani (Luigi), Abruzzo tipografico. Annali del XVIII secolo, Teramo, Ricerche&Redazioni, 2022 (Abruzzo tipografico, 3), pp. 248, ISBN 978-88-85431-50-8, € 25. La produzione tipografica ed editoriale del Settecento abruzzese è un terreno di studi rimasto a lungo inesplorato; da qui l’esigenza alla base di questo vol., che con un corpus bibliografico organizzato in forma annalistica si propone come strumento per aiutare e alimentare nuove ricerche. Nel XVIII secolo i confini del dibattito culturale in Abruzzo sono spesso indefiniti, a causa del continuo oscillare tra temi comuni all’intero Regno di Napoli (filtrati dai maggiori intellettuali del territorio) ed esperienze di ambito marcatamente locale, che intravedono nella stampa un mezzo di costruzione sociale e identitaria. Il saggio introduttivo, sviluppato lungo nove sezioni, offre in prima battuta un sunto degli studi precedenti, e in seguito una panoramica sulle principali esperienze e peculiarità che caratterizzano la storia del libro abruzzese nel secolo. Da un lato si registra la formazione di raccolte private, che diventano importanti luoghi d’incontro (come quelle di Valignani, De Sterlich, e Dragonetti) e in seguito nuclei delle nascenti biblioteche (emblematico è il progetto di Melchiorre Dèlfico); dall’altro il proliferare di nuove officine tipografiche nei tre capoluoghi di provincia. In molti casi sono esempi di tradizioni familiari che coinvolgono più generazioni, come nel caso dei Castrati a L’Aquila, dove in seguito l’arte tipografica si consolida grazie a Giuseppe Ramelli e Francesco Grossi. A Chieti si ricordano, oltre ai torchi della famiglia Terzani nella prima metà del secolo, le stamperie dei Ferri, Pachetti, Cavallo e Grandoni. Un caso particolare è quello che riguarda la città di Teramo, dove a partire dagli ultimi anni del Cinquecento non si registrano nuove tipografie. Le prime informazioni sulla produzione dei piceni Valenti e Ricci appaiono infatti solo intorno alla metà del XVIII secolo. Fortunata è l’esperienza della stamperia dei Consorti e Felcini che, così come i Bonolis e i soci Carlucci e Polidori, si muovono in un orizzonte ormai editoriale, legato al clima politico e culturale di innovazione promosso in città dai fratelli Dèlfico. Il saggio si conclude, dopo aver presentato alcuni casi di censura libraria, ripercorrendo le vicende del «Commercio scientifico» (fondato a Teramo da Vincenzo Comi nel gennaio del 1792) e del «Corriere d’Abruzzo» (pubblicato a L’Aquila dal maggio del 1799), veri e propri apripista per la stampa periodica in Abruzzo. Il resto del vol. lascia quindi spazio agli annali, organizzati in ordine cronologico e alfabetico e supportati da un indice degli aa. e dei testi. Le più di settecento citazioni bibliografiche danno conto di una realtà che, pur con un ruolo spesso marginale, rappresenta lo spaccato di un territorio in un periodo di importanti cambiamenti. – Lorenzo Consorti

066-197 Prandi (Anna), Letture francescane. La Biblioteca dei Minori Osservanti di San Nicolò di Carpi nell’anno 1600, Milano, Mimesis Edizioni, 2020, pp. 550, ISBN 978-88-5756-745-7, € 34. Il monumentale vol. di Anna Prandi presenta lo studio e l’analisi di un oggetto curioso. Nel 1600, in pieno clima controriformistico, Giovanni Francesco Malazappi, padre francescano ed erudito, ricevette ordine di redigere l’inventario dei libri presenti nei conventi dei frati Minori Osservanti del territorio emiliano: l’obiettivo era quello di rilevare ed estirpare i testi proibiti dalla dottrina, in modo capillare e definitivo. Questo fatto lo portò a passare in rassegna anche i 662 voll. conservati a San Nicolò di Carpi, convento di cui era già stato due volte guardiano. Nel resoconto da lui redatto, in cui mostra una sicura padronanza bibliografica, padre Malazappi nota come la biblioteca custodisse solamente i voll. più antichi, mentre le edizioni recenti, quelle del pieno e tardo Cinquecento, fossero distribuite nelle celle dei religiosi e rispecchiassero le loro funzioni e interessi. Il libro di Prandi parte da qui, e si occupa dapprima di fornire un’analisi completa del contesto, offrendo la panoramica generale del periodo controriformistico insieme alla storia minuta della biblioteca, per poi passare, nella seconda parte, a una trascrizione dell’inventario di Malazappi, riportandone la traduzione e, per certi passaggi, il testo originale latino. L’iniziativa aggiunge un nuovo tassello agli studi su questi materiali: non va dimenticato, per esempio, il lavoro svolto dal progetto RICI, la banca dati della Biblioteca Apostolica Vaticana che raccoglie proprio le trascrizioni integrali di liste di questo tipo. A Prandi va il merito di aver saputo coniugare perizia bibliografica e contenutistica, traendo, da un episodio minore, acute riflessioni di storiografia religiosa e culturale. – Ambrogio Sanelli

066-198 Quaderni del Dottorato in Scienze documentarie, linguistiche e letterarie. 1. Prismi, a cura di Gianfranco CrupiFilomena Diodato – Stefano Gensini – Cristina Pesaresi – Caterina Romeo – Silvia Toscano, Milano, Ledizioni, 2022, pp. 448, ISBN 978-88-5526-770-0, € 39. Schedato sotto ai singoli contributi – Marco Francalanci

066-199 Raines (Dorit), Lo specchio della società. La Biblioteca dell’Ateneo Veneto di Venezia e la conservazione della memoria di una città, in Beni privati e interessi pubblici, a cura di A. Andreolli, pp. 145-64. L’Ateneo Veneto sorse a Venezia nel 1810 per decreto regio dall’unione della Società di Medicina, della Veneta Letteraria Accademia e dall’Accademia dei Filareti, dotato di una biblioteca frutto dell’unione delle raccolte librarie in dotazione delle accademie originarie, oltre dal 1814 all’istituzione di un Gabinetto di Lettura aperto al pubblico. L’a. ripercorre poi l’incremento dei fondi librari avvenuto nel corso degli anni successivi e gli interventi nella organizzazione biblioteconomica dell’istituzione fino ai giorni nostri – M.C.

066-200 Raines (Dorit), The Dissolution of the Libraries of Venetian Religious Houses and the Keeper of the Library of St Mark, Jacopo Morelli, under Venetian, French, and Austrian Governments (1768-1819), in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 163-94. La figura di Jacopo Morelli (1745-1819) è assolutamente centrale nelle vicende relative alla soppressione dei conventi veneziani e all’incameramento dei loro beni librari presso la Libreria di San Marco. – L.R.

066-201 Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia consolidato 2021 e primi sei mesi del 2022, a cura dell’Ufficio Studi Aie, n. 49, pp. 164, ISBN 978-88-9930-74-4, € 11,99. Chiunque voglia informarsi sullo stato di salute dell’editoria in Italia non può prescindere dal rapporto annuale pubblicato dall’ Associazione Italiana Editori. «Un anno straordinario» viene definito il 2021 dal Presidente AIE Ricardo Franco Levi nella sua introduzione (pp. 5-6). Anche il 2022, nonostante le preoccupazioni per il continuo aumento del costo della carta (cresciuto di più del 58% dall’anno precedente) e dell’energia, l’inflazione (che affligge le famiglie), le difficoltà di approvvigionamento e la mancanza di una legge di sistema per l’editoria, pare comunque dare segnali positivi (non tanto quanto il 2022, annus mirabilis, ma ben al di sopra del 2019, con 86 milioni di euro di spesa in più e 6 milioni di copie in più). La ricerca si divide in varie sezioni: Produzione (pp. 9-28), Lettura (pp. 29-46), Comportamenti e acquisto (pp. 47-57), Mercato (pp. 59-78), Mercato diritti (79-92), Mercati internazionali (93-112), Mercato 2022 primo semestre (pp. 113-24), Ciffre e numeri dell’editoria italiana (pp. 125-56). – Ar.L.

066-202 Rasera (Fabrizio), Contesti e prospettive di un patrimonio librario aperto a nuovi sviluppi, in Beni privati e interessi pubblici, a cura di A. Andreolli, pp. 65-74. L’ingresso della Biblioteca dell’Accademia Roveretana degli Agiati all’interno della Biblioteca Civica “Girolamo Tartarotti” di Rovereto negli anni Ottanta dello scorso secolo ha comportato un mutamento importante nell’ambito sia dell’organizzazione bibliotecaria, sia delle prospettive future. – M.C.

066-203 Reale (Carmela), A proposito di La percezione del libro. Studi in ricordo di Marco Santoro, «Paratesto. Rivista internazionale», 19, 2022, pp. 95-102. Itinerario che ripercorre le linee di ricerca messe in campo dal prof. Marco Santoro nell’ambito delle discipline bibliografiche, scaturita a seguito della pubblicazione del vol. La percezione del libro. Studi in ricordo di Marco Santoro, curato da Valentina Sestini (Messina, Università degli Studi di Messina – Centro internazionale di Studi Umanistici, 2021). – D.M.

066-204 Reitsam (David D.), Die Querelle d’Homère in der deutschsprachigen Presse. Leipziger Zeitschriften und Kulturtransfer im frühen 18. Jahrhundert, in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, ed. F. Forner – F. Meier – S. Schwarze, pp. 173-95. I periodici tedeschi con le traduzioni di saggi provenienti dai giornali letterari soprattutto francesi hanno creato uno spazio aperto alla discussione su tematiche letterarie provenienti da altre aree della République des lettres, anche se – come nel caso di Omero – non è chiaro quale fosse il reale interessamento del pubblico dei lettori. – M.C.

066-205 Rhodes (Dennis E.), The Early Bibliography of Central Italy. Annali tipografici (sec. XV-XVII) di alcuni centri di Umbria, Marche e Abruzzo, Firenze, Olschki, 2021 Þ rec. Carlo Alberto Girotto, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 430-4.

066-206 Rita (Andreina), La Biblioteca Vaticana e la dispersione delle biblioteche dei religiosi romani nella prima Repubblica Romana e nell’età napoleonica, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 287-312. Una precisa rassegna – con un’utile appendice documentaria – delle vicende che portarono all’incameramento dei beni di istituti religiosi romani, prima con il biennio repubblicano (1798-1799), poi con l’occupazione napoleonica (1808-1814). Con il caso esemplare di San Carlino alle Quattro Fontane. – L.R.

066-207 Rueda Ramirez (Pedro), The Secularization of Religious Houses in Latin America from Independence to the New Republics: Continuity and Fragmentation of Library Collections, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 145-59. In America Latina le soppressioni alimentarono la formazione di importanti biblioteche pubbliche. Tre i momenti chiave: l’espulsione dei Gesuiti (1767), l’indipendenza dalla Corona spagnola (soprattutto per Bolivia e Perù), le leggi sulla secolarizzazione del secondo Ottocento (specie in Messico). – L.R.

066-208 Sablonnière (Marguerite), Pour un recensement des éditeurs de musique en France au XIXe siècle: les «marges» de l’édition musicale, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 291-305. Un ampio panorama, con opportune periodizzazioni, dell’editoria musicale nella Francia dell’Ottocento. Preziosa fonte è l’opera di Anik Devriès – François Lesure, Dictionnaire des éditeurs de musique français, 3 voll., Genève, Minkoff, 1979-1988, sulla base della quale si suggeriscono anche ulteriori piste di ricerca. – L.R.

066-209 Safran (Linda), A Prolegomenon to Bizantine Diagrams, in The Visualization of Knowledge in Medieval and Early Modern Europe, edited by M. Kupfer – A. S. Cohen – J. H. Chajes, pp. 361-82. L’a. rileva i contesti (finora completamente trascurati) in cui sono apparsi i diagrammi bizantini di vario grado di complessità. Sono analizzati i disegni realizzati in tutta l’Europa medievale (che aveva una comune struttura di pensiero logico), dunque quelle strategie grafiche di annotazione dei testi che predisponevano i dati in forma schematica, esplicitando i concetti e progredendo nei ragionamenti. Allo stesso tempo, l’a. studia quei casi in cui gli stessi elementi grafici sono inseriti per scopi diversi, oppure in cui certi schemi non sono stati inglobati nel repertorio bizantino. – Ludovica Montalti

066-210 Salaroli (Matteo), Il ms. II-D-05-009: il livre d’heures di Anne d’Alençon?, in Manoscritti, a cura di M. Bollati, pp.211-24. L’a. propone un tentativo di ricostruzione della storia del ms., ipotizzandone l’appartenenza ad Anne d’Alençon. Si evidenziano le difficoltà circa l’identificazione dell’area geografica di realizzazione e l’appartenenza del ms., dovute alla perdita del corredo iconografico. – Marco Barberis

066-211 Saldanha (Sandra Costa), The «Art of Libraries» in Portugal: spaces, equipment and decoration of conventual libraries in the Modern Age, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 157-68. L’aspetto architettonico delle biblioteche è al centro anche di questo contributo, in particolare collegato alle istituzioni librarie conventuali del Portogallo dell’età moderna. Nello specifico, attraverso l’analisi delle fonti che le descrivono, l’a. si concentra sugli aspetti più “artistici”, ovvero quelli legati alla disposizione degli spazi, alle decorazioni e al corredo strumentale. – P.S.

066-212 Sanz Julián (María), Juan Fernández de Heredia a través de sus manuscritos, in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 21-35. Attraverso lo studio della collezione di mss. di Juan Fernández de Heredia (1310-1396), politico, militare e diplomatico aragonese, l’a. individua e analizza le tracce mss. lasciate dal possessore, ovvero elementi paratestuali di vario genere, catalogabili tra lo stile calligrafico e quello decorativo. – P.S.

066-213 Sarrazin (Véronique), Pourquoi et comment se faire éditeur? Les Degouy à Saumur, 1797-1830, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 155-75. Un profilo dell’attività editoriale della famiglia Degouy, librai-stampatori attivi a Saumur dalla fine del Seicento, ma editori – con una modesta produzione – solo in un breve arco cronologico: tra il 1797 e il 1830. – L.R.

066-214 Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di Rosa Parlavecchia – Paola Zito, Roma, Quasar, 2020 Þ rec. Valentina Sestini, «Paratesto. Rivista internazionale», 19, 2022, pp. 124-8.

066-215 Scarsi (Selene), A recently-discovered addition to the poems in praise of Violante Visconti: an unpublished, and hitherto unknown, autograph canzone in Bernardo Tasso’s hand, «Studi tassiani», 69, 2021, pp. 183-8. Si dà notizia (e si pubblica in appendice il testo) di un’inedita canzone di mano di Bernardo Tasso in onore di Violante Visconti (inc. Donna che di beltate ogn’altra excede) contenuta in un ms. di collezione privata. – L.Ma.

066-216 Schwarze (Sabine), Scrivere di lingua, letteratura e filosofia con la frusta: emergenza e continuazione di una tradizione discorsiva nel giornalismo italiano, in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, a cura di F. Forner – F. Meier – S. Schwarze, pp. 493-518. L’oggetto del giornalismo praticato da Giuseppe Baretti nella Frusta letteraria può essere sostanzialmente identificato nella critica sociale e morale unite contemporaneamente alla critica letteraria e linguistica: secondo l’a. tale formula continuò a riscontrare un certo successo e a essere usata anche successivamente per giungere fino ai giorni nostri. - M.C.

066-217 Sharpe (Richard ), Dissolution and Dispersion in Sixteenth-Century England: Understanding the Remains, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 39-66. Lo scisma anglicano provocò un precoce incameramento dei beni ecclesiastici da parte della Corona inglese, che si dichiarò titolare di quei beni, in ragione del nuovo status di capo religioso attribuitosi dal sovrano. L’ampio contributo ripercorre le vicende delle raccolte librarie. – L.R.

066-218 Sideri (Cecilia), Giuseppe Compagnoni traduttore di Ditti Cretese e di Darete Frigio, «Prassi ecdotiche della Modernità Letteraria», 8, 2023. Muovendo da una prospettiva di storia della filologia, l’a.  indaga la traduzione italiana delle cronache troiane pseudo-epigrafe di Ditti Cretese e Darete Frigio allestita da Giuseppe Compagnoni (1754-1833) e pubblicata a Milano, nel 1819, da Giovanni Battista Sonzogno che la inserì nella Collana degli antichi storici greci volgarizzati. – E.G.

066-219 Signorello (Lucrezia), Ars artificialiter scribendi. Le edizioni quattrocentesche dell’Archivio Generale Agostiniano, «Analecta Augustiniana», 85, 2022, pp. 213-22. A proposito di sei incunaboli conservati nel fondo antico dell’Archivio Generale dell’Ordine Agostiniano, a Roma, di cui si fornisce una scheda descrittiva essenziale ma accurata, esemplata sul modello del database MEI (Material Evidence in Incunabula) e pertanto orientata alla valorizzazione dei segni di provenienza. Interessante ai fini del sempre vitale rapporto fra gli Agostiniani e il libro antico il fatto che due voll. siano acquisizioni recentissime, successive al 2020. – E.Gam.

066-220 Sirtoli (Marco), La Declaratio di Francesco Castelli (1505 ca - 1578) sulla presunta origine eusebiana delle Litanie triduane a Milano, in Manoscritti, a cura di M. Bollati, pp. 225-53. L’a. propone l’analisi della Declaratio di Castelli, presente nei mss. II-E-03-023 e II-E-02-017. Seguono sunto storiografico circa l’origine delle litanie triduane ambrosiane e appendice con le due redazioni del testo. – Marco Barberis

066-221 Smith (A. Mark), More than Meets the Eye: What Made the Printing Revolution Revolutionary, in The Visualization of Knowledge in Medieval and Early Modern Europe, edited by M. Kupfer – A. S. Cohen – J. H. Chajes, pp. 211-28. Il contributo dimostra come l’arte tipografica abbia rivoluzionato il sapere non solo grazie alla tecnologia, che ha cambiato la visualizzazione del testo sulla pagina, ma anche perché la stessa disposizione grafica di un testo poteva essere caricata semioticamente. L’a., attraverso lo studio dell'editio princeps di Friedrich Risner del 1572 del De aspectibus di Alhacen, esamina la tradizione ms. relativa alla disciplina dell’ottica, la cui comprensione era però ostacolata da un testo molto denso, non suddiviso in demarcazioni interne, e da diagrammi geometrici vagamente coordinati. Dunque, l’edizione a stampa di Risner ha profondamente rinnovato il testo su livelli visivi, sintattici e strutturali, permettendo un tipo di lettura critica, facilitata dall’inserimento di diagrammi nel blocco di testo e da un’articolazione del discorso in più unità. – Ludovica Montalti

066-222 Smith (Lesley), Biblical Gloss and Commentary: The Scaffolding of Scripture, in The Visualization of Knowledge in Medieval and Early Modern Europe, edited by M. Kupfer – A. S. Cohen – J. H. Chajes, pp. 115-36. L’a. discute le cause e le conseguenze dell’impianto codicologico delle Sacre Scritture che, rispondendo a esigenze didattiche, fu composto da commentari di soggetto patristico che si sviluppavano simultaneamente con il testo biblico. La gerarchia di impaginazione, di testo e decorazione, da una parte permetteva al lettore di riconoscere subito i vari filoni, seguendo la continuità di ciascun elemento mentre si studiava il vol. intero, dall’altra costituiva una sfida per i calcoli del copista, che doveva razionalizzare gli schemi intrecciati sia per minimizzare lo spreco di pergamena sia il lavoro pratico. Dunque, la produzione libraria vide un’evoluzione dallo scriptorium monastico a un commercio artigianale e commerciale, che fiorì vicino ai centri scolastici nelle zone urbane, e allo stesso tempo superò l’apprendimento basato sull’oralità. Si vide poi un ritorno alla semplicità con gli esegeti domenicani e francescani. – Ludovica Montalti

066-223 Sordet (Yann), Histoire du livre et de l’édition. Production et circulation, forms et mutations, postface de Robert Darnton, Paris, Albin Michel, 2021 Þ rec. Renaud Adam, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 434-9.

066-224 Sorel (Patricia), L’édition en Bretagne au XIXe siècle, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 109-17. Una rassegna dei centri editoriali e degli editori attivi in Bretagna nell’Ottocento, che dimostra, in loco, una certa continuità con il secolo precedente. – L.R.

066-225 Squicciarini (Elisa), Un epodo rivoluzionario: Per il LXXVIII anniversario dalla proclamazione della Repubblica francese in un ritrovato manoscritto autografo con varianti inedite, «Prassi ecdotiche della Modernità Letteraria», 8, 2023. L’a. si concentra sull’analisi dell’epodo carducciano e sul contesto storico-politico del componimento, che presenta toni di forte dissenso contro il Potere e di disilluse attese per una ormai impossibile svolta repubblicana. Si pubblica anche il ms. autografo dell’epodo in questione, in cui si registrano varianti inedite che riconducono al pensiero del Carducci politico. – E.G.

066-226 Stampa e autorialità tra Italia e Penisola Iberica, a cura di Michela Graziani – Salomé Vuelta García, Firenze, Olschki, 2022 (Biblioteca dell“Archivum Romanicum”. Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia, 529), pp. VI+84, ISBN 978-88-222-6853-2, € 20. I tre saggi qui riuniti riflettono sulla figura dello stampatore ed elaborano tre diverse prospettive del tema dell’autorialità nella cultura letteraria tra Cinquecento e Settecento in Italia, Spagna e Portogallo, mediante figure illustri come Gabriele Giolito, Paolo Craesbeeck, Giuseppe Rosati. – Carlotta Marasco

066-227 Stern (David), The Topography of the Talmudic Page, in The Visualization of Knowledge in Medieval and Early Modern Europe, edited by M. Kupfer – A. S. Cohen – J. H. Chajes, pp. 137-62. Quando i copisti ebrei hanno iniziato ad affrontare il problema di come costruite più testi su una stessa pagina, le Glosse cristiane fornirono un modello (o forse ne furono ispirazione). L’a. ripercorre la ricezione ebraica della pagina in forma di glossa nel tardo Medioevo, prima adattata per le copie del Pentateuco poi per il Talmud babilonese. Sebbene pochissimi mss. completi dei trattati del Talmud siano oggi disponibili, per il Bavlì si dimostra un’appropriazione specifica dell’impaginazione di origine cristiana. Si analizza, infatti, come operò la prima tipografia che stampò il Talmud: Joshua Soncino fece ricorso ai mss. realizzati in forma di glossa per la stampa del testo, che venne proposto con i commenti di Rashi e Tosofat. Il nipote Gershom non riuscì però mai a ottenere il privilegio per l’edizione dell’intero Talmud, poi pubblicato dal tipografo cristiano Daniel Bomberg, che ottenne l’approvazione per la stampa, rifacendosi ampiamente alle edizioni dei Soncino. – Ludovica Montalti

066-228 Stoneman (William P.), North American Collection-Building: Gathering Monastic Books from Long Ago and Far Away, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 467-86. Come noto, molti libri provenienti da biblioteche religiose (e nobiliari) soppresse finirono, a più riprese, seguendo i canali dell’antiquariato librario, oltre Atlantico e si trovano oggi in collezioni pubbliche e private americane. – L.R.

066-229 Testimone della Resurrezione. La Basilica del Santo Sepolcro descritta nei libri (sec. XV-XX) della Biblioteca della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme. = Witness to the Resurrection. The Basilica of the Holy Sepulchre Described in the Books (15th-20th Centuries) of the Library of the Custody of the Holy Land in Jerusalem, Sinalunga-Jerusalem, General Library of the Custody of the Holy Land, 2022, pp. 90, ISBN 978-88-945403-5-2, s.i.p. Catalogo della mostra bibliografica allestita dal CRELEB presso la Custodia di Terra Santa nell’ambito “Libri Ponti di Pace” con il sostegno di Associazione Pro Terra Sancta, dedicata alla valorizzazione di 35 tra voll. e albi illustrati (dalle antiche edizioni del XVI secolo fino alle edizioni moderne), i quali recano immagini del Santo Sepolcro. Il vol. (scaricabile online) si apre con una Premessa firmata da Antonio Musarra (pp. 6-7), a cui segue un’introduzione descritta del percorso espositivo, sviluppato su tre sezioni: Raccontare la Basilica del Santo Sepolcro (pp. 14-42), dove il Santo Sepolcro compare nell’ambito di itinerari di pellegrinaggio; Descrivere la Basilica del Santo Sepolcro (pp. 43-66), in cui trovano posto varie descrizioni del monumento, con intenti eruditi/esotici/avventurosi, accompagnati spesso da rappresentazioni grafiche; Studiare la Basilica del Santo Sepolcro (pp. 67-89), dedicata agli studi tecnici finalizzati alla conservazione del sito. – D.M.

066-230 The Visualization of Knowledge in Medieval and Early Modern Europe, edited by Marcia Kupfer – Adam S. Cohen – J. H. Chajes, Turnhout, Brepols, 2020 (Studies in the Visual Cultures of the Middle Ages, 16), pp. 520, ill. col., ISBN 978-2-503-58303-7, € 200. Il vol., riccamente illustrato, si divide in quattro sezioni: Visualization between Mind and Hand (pp. 33-86), The Iconicity of the Text (pp. 87-228), Graphic Vehicles of Scientia (pp. 229-360), Diagrammatic Traditions (pp. 361-473). Chiudono il vol. una bibliografia di fonti secondarie e un indice delle figure. È schedato sotto i singoli contributi. – Ludovica Montalti

066-231 Tongiorgi Tomasi (Lucia), Ritratti, libri, giardini. Sebastiano del Piombo, Ferdinando Colombo, Agostino Chigi, Firenze, Olschki, 2021, pp. XX+200, ISBN 978-88-222-6768-9, € 25. Un vol. di eccezionale valore, anche metodologico, posto sotto il segno delle spie di ginzburghiana memoria. Di per sé tutto si concentra sul riconoscimento del giovane uomo effigiato in un misterioso dipinto di Sebastiano del Piombo (Ritratto di umanista) nella figura di Ferdinando Colombo, noto figlio di Cristoforo, studioso e, soprattutto, collezionista di libri e stampe. Pur toccando solo tangenzialmente la questione della raccolta libraria colombina (su cui si va concentrando l’attenzione degli studiosi negli ultimi anni grazie ad alcuni fortunati ritrovamenti) la ricerca permette di ricostruire, riannodando fili dispersi, le frequentazioni italiane di Ferdinando, collegandolo al mercante e mecenate Agostino Chigi e ricostruendo una fitta rete di legami personali e intellettuali che hanno sullo sfondo la scoperta delle Americhe, i temi geografici, le piante del Nuovo Mondo e la loro raffigurazione. Il prezioso vol., riccamente illustrato a colori, comprende in fine una bibliografia (pp. 173-88) e un indice dei nomi (pp. 189-98). – Ed.B.

066-232 Trombetta (Vincenzo), La politica delle soppressioni e le nuove biblioteche a Napoli tra illuminismo regalista e restaurazione (1767-1815), in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 195-221. Suddividendo la disamina in vari momenti storici, l’a. ripercorre le dispersioni delle biblioteche religiose di Napoli, in parte confluite nelle attuali Biblioteca Nazionale e Biblioteca Universitaria. – L.R.

066-233 Trombetta (Vincenzo), La stampa a Napoli nell’Ottocento: una storia per generi editoriali, Firenze, Olschki, 2022 Þ rec. Giancarlo Petrella, «Paratesto. Rivista internazionale», 19, 2022, pp. 120-2.

066-234 Troncarelli (Fabio), Da Vivarium a Verona: il lungo cammino delle “Complexiones” di Cassiodoro, «Litterae Caelestes», n.s., 13, 2022, pp. 59-81. Si studia il ms. XXXIX (37) della Biblioteca Capitolare di Verona, datato VI secolo e unico testimone delle Complexiones in Epistolas apostolorum, Actus apostolorum et Apocalypsim Iohannis di Cassiodoro, trascritto a Vivarium e appartenuto all’abbazia di Bobbio. – S.C.

066-235 Vallotton (François), Cartographier le monde du livre en Suisse: outils, besoins et nouvelles attentes à l’ère numérique, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 77-86. Grazie a una serie di fonti diverse, l’a. traccia un profilo dell’editoria svizzera dell’Ottocento, soprattutto dal punto di vista statistico. – L.R.

066-236 Valsecchi (Massimo), La Biblioteca dell’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona. La ricerca di nuovi obiettivi, in Beni privati e interessi pubblici, a cura di A. Andreolli, pp. 165-171. Nata nel 1768, l’Accademia veronese possiede una biblioteca aperta al pubblico, finalizzata a servire quale “cerniera” comunicativa e informativa fra i saperi tecnico-scientifici e la società civile. – M.C.

066-237 Varry (Dominique), Le commerce du livre d’antiquariat en France après la Révolution, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 359-70. L’a. si sofferma su un tema di estremo interesse, ovvero sulle connessioni tra le soppressioni degli enti religiosi e la nascita del mercato librario antiquario in senso moderno nella Francia di primo Ottocento. – L.R.

066-238 Venier (Marina), The Dispersal of Monastic Libraries in Rome. The Laws of Suppression during the Roman Republic of 1849 and after the Annexation of the City as the Capital of the Kingdom of Italy in 1873, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 313-24. Ideale continuazione del contributo di Andreina Rita, il saggio passa in rassegna le vicende delle soppressioni nella Seconda Repubblica Romana (1849) e nel giovane Regno d’Italia, allorché Roma ne divenne capitale. – L.R.

066-239 Versione (Una) toscana della Doctrina pueril di Raimondo Lullo, edizione e introduzione di Maria Cristiana Maraviglia, schede filologica e linguistica di Luciano Formisano, Roma, Antonianum, 2022 (Medioevo, 36), pp. 280, ill. b/n, ISBN 978-88-7257-125-5, € 28. Il vol. nasce dal ritrovamento di un volgarizzamento toscano della Docrina pueril di Raimondo Lullo (opera scritta in catalano tra il 1274 e il 1276), intitolato Libro della doctrina puerile, nel ms. Firenze, Biblioteca Ricciardiana, Riccardiano 1367. Il contenuto del vol. è il seguente: dopo la premessa di Sara Muzzi, Segretaria del Centro Italiano di Lullismo e della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani (pp. 7-8), l’introduzione (pp. 9-50) presenta l’opera di Lullo, i suoi testimoni (plurilingui) mss. e a stampa (edizioni antiche e moderne), riservando grande spazio ovviamente al ms. Riccardiano; segue la bibliografia (pp. 51-60); la scheda filologica (pp. 61-74) analizza poi i rapporti del ms. con la sua fonte occitana e i suoi testimoni, mentre quella linguistica (pp. 75-91) inserisce il volgarizzamento nell’area fiorentina del XIV secolo. Ha quindi inizio l’edizione critica del testo, preceduta dai consueti criteri di edizione (pp. 93-271). Chiudono il vol. l’indice dei nomi (pp. 273-5) e l’indice generale (pp. 277-80). – S.C.

066-240 Vilà Urriza (Natàlia), La Biblioteca de la Universidad de Cervera y sus bibliotecarios (1762-1842), in Bibliotecas. Conocimiento, prestigio y memoria, editado por M. J. Pedraza Garcia, pp. 237-50. Attraverso lo studio dell’epistolario di Josep Finestres, bibliotecario della Università di Cervera, l’a. ricostruisce le pratiche di gestione e organizzazione della biblioteca tra XVIII e XIX secolo. – P.S.

066-241 Vita (Saverio), Il trattamento delle fonti nel dattiloscritto della Gloria di Giuseppe Berto, «Prassi ecdotiche della Modernità Letteraria», 8, 2023. Nella nota conclusiva del romanzo La gloria, Giuseppe Berto indica le fonti alle quali ha attinto. Grazie soprattutto (ma non solo) a un dattiloscritto reso disponibile dalla famiglia di Berto, l’a. prova a ricostruire l’effettiva influenza di quest’ultimo, individuando però, nel contempo, anche l’uso di altre fonti, non dichiarate dallo scrittore veneto. – E.G.

066-242 Vuelta García (Salomé), Il repertorio teatrale spagnolo del Collegio dei Nobili di Parma edito da Giuseppe Rosati (1706-1722), in Stampa e autorialità tra Italia e Penisola Iberica, a cura di M. Graziani – S. Vuelta García, pp. 53-75. Il saggio si sofferma sull’apporto della tradizione teatrale spagnola nella raccolta teatrale di Giuseppe Rosati, stampatore al servizio del Collegio dei Nobili di Parma. La ricerca dimostra come un quinto delle opere stampate dal Rosati derivino dalla Comedia nueva spagnola e dalla comedia palatina. Il lavoro di rielaborazione su testi originali da Lope de Vega alla scuola di Calderón de la Barca mette in luce il tema dell’autorialità che tale studio si pone come scopo. – Carlotta Marasco

066-243 Wagner (Bettina), “Duplum Bibliothecae regiae Monaciensis”. The Munich Court Library and its Book Auctions in the Nineteenth Century, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 389-415. L’incameramento dei beni librari dei monasteri bavaresi nel 1803 fece della Biblioteca Reale di Monaco una delle più importanti biblioteche pubbliche del mondo per quanto attiene soprattutto ai mss. medioevali e ai primi libri a stampa. I doppi andarono, invece, ad alimentare il commercio antiquario, soprattutto attraverso le aste. – L.R.

066-244 Wallis (Faith), Visualizing Knowledge in Medieval Calendar Science: A Twelfth-Century Family of “Graphic Glosses” on Bede’s De temporum ratione, in The Visualization of Knowledge in Medieval and Early Modern Europe, edited by M. Kupfer – A. S. Cohen – J. H. Chajes, pp. 291-326. Il saggio ricostruisce il ruolo dell'arte nella trasformazione di informazioni in ragionamenti. Nello specifico, l’analisi è dedicata agli elementi visivi nella trasmissione del De temporum ratione, capolavoro di Beda sul calendario liturgico, di cui l’a. identifica quattro mss. inglesi, prodotti in scriptoria differenti, che includono copie del trattato completo di Beda tra opere recenti di critica computistica e altri materiali scientifici. Sono analizzate, inoltre, le «glosse grafiche», ovvero le tabelle, i diagrammi e gli elenchi che completano o decifrano il testo di riferimento, e che potevano essere accompagnate da elementi decorativi. – Ludovica Montalti

066-245 Waquet (Françoise), «Un petite affaire française qui ne reposait pas sur le profit…». Les Cours de droit, éditeur de polycopiés, «Histoire et civilisation du livre», 18, 2022, pp. 359-82. L’a. tratta di una speciale “casa editrice” dedita esclusivamente alla produzione di un particolare materiale – sorta di dispense più o meno autorizzate – rivolto agli studenti di scienze politiche e giurisprudenza. Si tratta di oggetti effimeri, realizzati in grandi quantità, ma non sistematicamente conservati. – L.R.

066-246 Willoughby (James), Medieval Libraries of Great Britain: MLGB3, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 521-7. Viene presentato lo strumento digitale Medieval Libraries of Great Britain – MLGB3 – disponibile on line. – L.R.

066-247 Zito (Paola), Anthony Grafton e La storia curiosa della nota a piè di pagina, «Paratesto. Rivista internazionale», 19, 2022, pp. 89-94. Articolata riflessione scaturita dalla rilettura della monografia di Anthony Grafton, La nota a piè di pagina: una storia curiosa, Cambridge (Mass.), Harvard University Press, 1997, di cui è stata allestita nel 2021 una seconda edizione italiana da parte di Editrice Bibliografica. – D.M.

066-248 Zito (Paola), Granelli di senapa all’Indice. Tessere di storia editoriale (1585-1700), Macerata, EUM-Edizioni Università di Macerata, 2021 Þ rec. Vincenzo Trombetta «Paratesto. Rivista internazionale», 19, 2022, pp. 111-4.

066-249 Zorzi (Marino), The Book Market in Nineteenth-century Venice, in How the secularization, edited by C. Dondi – D. Raines – R. Sharpe (), pp. 371-88. La caduta della millenaria Repubblica di Venezia e la conseguente dispersione delle biblioteche religiose e nobiliari portarono sul mercato antiquario una mole consistente di libri anche molto preziosi, che andarono ad alimentare il collezionismo, soprattutto inglese, dell’Ottocento. – L.R.

066-250 Zucchi (Enrico), Angelo Calogerà e il progetto di “compendiare i giornali oltramontani più rinomati” (1725–1727), in I periodici settecenteschi come luogo di comunicazione dei saperi, a cura di F. Forner – F. Meier – S. Schwarze, pp. 195-214. Importante è stato il contributo di Angelo Calogerà nella traduzione in italiano di articoli tratti dalle riviste straniere nel Gran giornale d’Europa, in cui si denota un atteggiamento di grande apertura nei confronti delle novità letterarie non italiane a differenza dell’approccio più restrittivo attuato nella posteriore Raccolta d’opuscoli scientifici e filologici. – M.C.

 

 Indici di recensioni e segnalazioni

Antiquariato 237, 243, 249

Bibliografia 135, 165, 196, 205, 229,

Biblioteche private 6, 10, 18, 21, 26, 55, 66, 80, 88, 105-6, 152, 212,

Biblioteconomia J, 53, 58, 75, 109,

Calligrafia 11

Censura B, 24, 102, 174, 248

Dante 27

Editoria contemporanea 8, 95, 103, 171, 178, 201,

Editoria del ’400 H, 9, 31, 34, 84, 90, 137, 186-7, 189, 219,

Editoria del ’500 C, H, 20, 41-2, 51, 65, 72, 97, 102, 112, 114, 117, 148, 173, 176, 186-7, 205, 226,

Editoria del 600 17, 20, 68, 119, 170,

Editoria del 700 20, 22, 28-9, 49, 52, 57, 59, 70, 77, 92, 98-100, 113, 115, 128, 138, 158, 163, 167, 174, 184-5, 194, 196, 204, 213, 216, 242, 250

Editoria dell’800 D, 3, 5, 20, 35, 38, 43-4, 71, 76, 93, 96, 118, 145, 147, 154, 164, 192, 208, 213, 218, 224-5, 233, 235,

Editoria del 900 43, 74, 147, 150, 181, 195, 241, 245

Editoria scolastica e per bambini I, 156

Grafica E, 5, 45, 56, 60, 63, 67, 91, 101, 132, 136, 139, 144, 147, 171, 175, 180, 189, 209, 221-2, 227, 230, 244,

Lorenzo Baldacchini A, 16,

Manoscritti 33, 39-40, 50, 61, 69, 79, 81, 86, 111, 140, 157, 161, 183, 210, 215, 202, 234, 239,

Marco Santoro 203

Paratesti 62, 247

Rosa Marisa Borraccini 149

Scrittura etrusca 12

Storia bibliografia D

Storia del libro 223

Storia della lettura G, 54, 114, 116, 155, 162,

Storia delle biblioteche F, 1-2, 4, 7, 13-5, 19, 23, 25, 30, 32, 36-8, 46-8, 64, 73, 78, 82-5, 87, 89, 94, 104, 107-8, 110, 117, 129-31, 133-4, 141-3, 146, 151, 153, 160, 166, 168, 172, 177, 179, 182, 190-1, 193, 197, 199-200, 202, 206-7, 211, 217, 228, 231-2, 236, 238, 240, 243, 246, 249

Storia legatura 15, 159,

Vincenzo Trombetta 214

 

 

Cronache

 

Mostra

Ciencia y Prática. Libros sobre arquitectura. Fondos de la Biblioteca General Histórica de la Universidad de Salamanca, Sala de exposiciones, Patio de Escuelas, Universidad de Salamanca, 22 de marzo – 28 de mayo de 2023. Dal 22 marzo al 28 maggio 2023, presso la Sala de exposiciones dell’Università di Salamanca, è stata allestita la mostra Ciencia y Prática, un’esposizione di circa cinquanta libri antichi (XVI-XVIII secolo) sul tema dell’architettura, alcuni provenienti dalle biblioteche conventuali o di collegi non più in attività e conservati presso la Biblioteca storica dell’Ateneo salamantino. Il percorso espositivo è stato organizzato in sei sezioni. La prima, Sobre la antigüedad clásica, sobre Roma, dedicata ad alcuni testi utili ai pellegrini e ai viaggiatori del Grand Tour per scoprire e conoscere i monumenti e palazzi della Capitale. L’opera di Vitruvio è stata al centro della seconda sezione, Vitruvio, vitruvianos y antivitruvianos, allestita sulla base di una copia ms. dei Dieci libri dell’architettura del trattatista romano ritrovata nel 1414 nel monastero svizzero di San Gallo che generò, nell’ambiente artistico italiano e in particolar modo fiorentino, un desiderio di recupero dell’arte antica, cui seguirono diverse scuole di pensiero. Dagli studi di Vitruvio deriva anche una tradizione di ricerche attorno alle proporzioni del corpo umano, tema al centro della terza sezione, Antropometría, che coinvolse e sollecitò la creatività e l’ingegno di artisti anche di campi diversi. Con la quarta sezione, El arte de la montea, si è tornati ai trattati tecnici di natura architettonica, in particolare quelli dedicati agli aspetti geometrici e volumetrici necessari al mastro di cantiere per una corretta analisi delle diverse parti di un edificio. La quinta sezione, Tratados de arquitectura militar y fortificación, è stata invece dedicata a una delle figure di spicco della prima età moderna, ovvero l’ingegnere militare, che aveva il compito di inventare e progettare innovativi sistemi di difesa contro le nuove modalità di attacco, in particolare i colpi di artiglieria. La conclusione del percorso espositivo è stata invece focalizzata sull’Università di Salamanca: il nucleo della sesta e ultima sezione, El final del viaje: Universitas. Studii Salamantini, è l’opera Il sogno di Polifilo (è stata esposta una riproduzione anastatica dell’edizione aldina del 1499), le cui incisioni ispirarono il progetto della Galería de los Enigmas dell’edificio delle Escuelas Mayores dell’Ateneo. – P.S.

 

 

Taccuino

 

Iniziative C.R.E.L.E.B.

a cura di Ludovica Montalti

 

Scuola Estiva “Beniamino Burstein” 2023 in memoria di Leonardo Botarelli

Per parole e per immagini: il sistema della comunicazione nel libro del Rinascimento

Torrita di Siena, Sala parrocchiale “Il convento”, e Montepulciano

28-31 agosto 2023

 

Docenti del corso

Edoardo Barbieri Direttore de «La Bibliofilí

Luca Rivali Università Cattolica di Milano

Laura Aldovini Musei Civici di Pavia

 

Programma

Lunedì 28 agosto

14.00                  Registrazione

14.30                   Saluti istituzionali introduttivi

15.00-16.30      Edoardo Barbieri, Tra Blochbuch e altri esperimenti di stampa di figure

16.30-17.00      Pausa

17.00-18.30      Luca Rivali, Uno sperimentatore tedesco a Venezia: Erhard Ratdolt

20.00                  Cena

Martedì 29 agosto

9.00-10.30       Luca Rivali, Il libro italiano del Rinascimento: tra collezionismo e bibliografia – Parte I

10.30-11.00      Pausa

11.00-12.30      Edoardo Barbieri, Testo e immagine nei libri religiosi del Quattro e Cinquecento

13.00                  Pranzo

15.00-16.30      Edoardo Barbieri, Testo e immagine nei libri scientifici e di viaggio del Quattro e Cinquecento

16.30-17.00      Pausa

17.00-18.30      Luca Rivali, Il libro italiano del Rinascimento: tra collezionismo e bibliografia – Parte II

19.00                  Per chi lo desidera, visita guidata alla cittadina di Torrita di Siena (posti limitati)

20.30                  Cena libera

Mercoledì 30 agosto

9.30-11.00        Edoardo Barbieri, Aldo Manuzio e il libro illustrato

11.00-11.30       Pausa

11.30-13.00      Luca Rivali, Un caso di studio: il libro illustrato a Brescia tra Quattro e Cinquecento

13.00                  Pranzo

15.00-17.00      Montepulciano, Biblioteca Comunale: Edoardo Barbieri, Alla caccia di libri antichi illustrati tra gli scaffali della Comunale di Montepulciano

17.30-18.30      Montepulciano, Teatrino della Canonica del Tempio di San Biagio: conferenza pubblica di Laura Aldovini (Musei Civici di Pavia), Raffaello Sanzio tra originalità e riproducibilità dell'immagine

20.00   Cena

Giovedì 31 agosto

9.00-11.00        Laura Aldovini, Alle origini dell'incisione in Italia: tecniche, materiali, protagonisti e strumenti per lo studio della grafica antica

11.00-13.00      Luca Rivali, Descrivere un libro illustrato: problemi e specificità

13.00-13.15       Edoardo Barbieri, Conclusioni

Sede

Il corso si svolgerà a Torrita di Siena, presso la sala parrocchiale “Il Convento”, via Passeggio Garibaldi 52, a ridosso delle mura del borgo.

 

 

Brigida di Svezia e Caterina da Siena: due patrone per l’Europa

16 e 23 settembre 2023

Siena e Montepulciano

 

I Sessione

Siena, Archivio di Stato, Palazzo Piccolomini, Banchi di Sotto, 52

16 settembre 2023 – ore 10.00-18.00

 

Ore 9.45             Saluti istituzionali

S. Em. Card. Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo di Siena, Colle di Val d’Elsa e Montalcino

p. Alfredo Scarciglia o.p., Assistente Ecclesiastico dell’Associazione Internazionale dei Caterinati

Franca Piccini, priore generale dell’Associazione Internazionale Caterinati

Enzo Mecacci, Società Bibliografica Toscana

Ettore Pellegrini, Rotary International Fellowship of Old and Rare Antique Books and Prints

don Domenico Zafarana, Istituto per la valorizzazione delle abbazie storiche della Toscana

 

Ore 10.00          Sessione mattutina

Presiede: Cinzia Cardinali, direttore dell’Archivio di Stato di Siena

Ore 10.00          Edoardo Barbieri, Università Cattolica Milano: Un progetto per un anniversario brigidino
Ore 10.30         
Silvia Nocentini, Università di Roma Tor Vergata: Caterina e Brigida, le due figure e i loro entourage

I codici di Alfonso Pecha di Vadaterra

Ore 11.00           Luca Cesarini, Università di Göteborg: Convergenze tra Brigida di Svezia e Caterina da Siena

Ore 11.30           Denis Searby, Università di Stoccolma: Some observations about the text of the “Revelationes” by saint Birgitta

Ore 12.00          Nelly Mahmoud Helmy, Università di Siena: Santa Brigida nell’epistolario cateriniano

Ore 12.30          Paolo Tiezzi Maestri, Biblioteca di Villa Classica: Presentazione della mostra e del catalogo:
Brigida e Caterina, le sante del libro

 

Ore 14.30          Sessione pomeridiana

Presiede: Maurizio Sangalli, Università per stranieri di Siena

Ore 15.00          don Luciano Cinelli, Diocesi di Civita Castellana: Antonino Pierozzi agiografo di Brigida di Svezia

Ore 15.30          Sandra Perriccioli, Soc. Napoletana di Storia Patria: Iconografia cristologica nelle miniature delle “Revelationes”

Ore 16.00          Michele Campopiano, Università di York: Scienza, natura e ordine del cosmo nelle “Revelationes” di santa Brigida

Ore 16.30          Paolo Nardi, Università di Siena: Girolamo Gigli, Anton Felice Zondadari e il culto di Santa Caterina

Ore 17.00          Franca Piccini, Associaz. Internazionale Caterinati: Caterina e Brigida, le due sante per l’Europa attraverso il carteggio dell’arcivescovo Castellano di Siena

 

Ore 17.30           Conclusioni

Pierantonio Piatti, Pontificio Comitato di scienze storiche

 

II Sessione

Montepulciano, Palazzo Comunale, Sala del Consiglio

23 settembre 2023 – ore 10.00

 

Ore 10.00          Saluti istituzionali

Michele Angiolini, Sindaco di Montepulciano

Cinzia Cardinali, Direttrice Archivio di Stato, Siena

Patrizia Marri, Rotary Club Chianciano Chiusi Montepulciano

Marco Mosconi, Preside dei Licei Poliziani

Franca Piccini, Priore generale dell’Associazione Internazionale dei Caterinati

don Manlio Sodi, Società Bibliografica Toscana

don Domenico Zafarana, Istituto per la valorizzazione delle Abbazie

Alamanno Contucci, Rotary Fellowship of old and rare antique books

 

Intervengono

p. Robert Godding s.j., Direttore Société des Bollandistes, Bruxelles Una santa europea: santa Brigida di Svezia

Michele Lodone, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia Santa Brigida in Toscana (secoli XV-XVI): letture, volgarizzamenti, riscritture

Edoardo Barbieri, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

Le edizioni romane del “Memoriale” e delle “Revelationes” di Santa Brigida (1556-1557)

p. Antonio Cocolicchio o.p. – p. Alfredo Scarciglia o.p. presentazione del Quaderno n. 14 “Santità Domenicana”

 

 

Convegno Internazionale

Imprimere l’evento: la stampa come massmedium tra Italia e Germania (origini-1515) |

(Im)printing the event: the printing press as mass medium between Italy and Germany

(origins-1515)

Trento, Fondazione Bruno Kessler

25-26 settembre 2023

 

Lunedì 25 settembre

14.00                  Keynote: Brian Richardson (University of Leeds), News in early Italian printing: strategies of collaboration and commercialization

 

15.00-16.30      Prima sessione

Nikolaus Weichselbaumer (Johannes Gutenberg-Universität Mainz), Early Single Sheet Printing

Natale Vacalebre (University of Copenhagen), L’armi et le feste: guerra e società italiane nella Biblioteca Universale di Hernando Colón

Giacomo Mariani (Fondazione Michele Pellegrino, Torino), La cometa del 1472 e le reazioni dei suoi osservatori: parole, manoscritti, stampa

 

16.30-17.00      Pausa

 

17.00-18.30      Seconda sessione

Paul Schweitzer-Martin (Ludwig-Maximilians-Universität München), Before the Event. Printed Invitations in the Incunabula Period

Matthias Thumser (Freie Universität Berlin), La guerra delle stampe a foglio singolo. Sul conflitto tra il ramo livoniano dell’Ordine Teutonico e la città di Riga alla fine del XV secolo

Marco Francalanci (Universidad de Alcalá), La conquista francese di Milano in tipografia (1499-1500). Documenti milanesi e veneziani a confronto

 

Martedì 26 settembre

9.00-10.30       Terza sessione

Tobias Daniels (Ludwig-Maximilians-Universität München), News, Reception, and the Formation of Historical Knowledge: Werner Rolevinck’s Fasciculus temporum

Stefano Cassini (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano), La voce dell’ancora: l’attualità in dediche e prefazioni aldine

Sandra Toffolo (Fondazione Bruno Kessler, Trento), La cultura materiale della mobilità: i libri di un pellegrino tra l’Italia, la Svizzera e la Terrasanta

 

10.30-11.00 Pausa

 

11.00-12.30 Quarta sessione

Matteo Fadini – Massimo Rospocher (Fondazione Bruno Kessler, Trento), Oltre la notizia: la (lunga) presa di Negroponte

Kristin Skottki (Universität Bayreuth), Boosting an Anti-Jewish Narrative with Humanist Means: Nikolaus Marschalk and Sternberg 1492

Saskia Limbach (Georg-August-Universität Göttingen), Explaining Policies and Seeking Support: Duke Ulrich of Württemberg and the Poor Conrad Revolt in 1514

 

12.30-14.30      Pausa

 

14.30-15.30      Quinta sessione

Michele Lodone (Università di Modena e Reggio Emilia), Tra informazione, propaganda e intrattenimento. Francesco Allegri nella Venezia del Rinascimento

Edoardo Barbieri (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano), Prato, 6 luglio 1484: il miracolo di Santa Maria delle Carceri come evento mediatico

15.30                   Conclusioni

 

 

Incontri, mostre, seminari e

call for papers

a cura di E.G.

 

Il ratto del fanciullo. Il caso Mortara e la Bologna pontificia nei documenti dell’Archiginnasio

mostra

Bologna, Biblioteca dell’Archiginnasio

fino al 2 settembre

Attraverso materiali della biblioteca, la mostra racconta la storia di Edgardo Mortara – un bambino di sei anni figlio di commercianti ebrei bolognesi, battezzato in segreto da una domestica, rapito (e mai più restituito) su mandato di Pio IX per essere educato cristianamente – e l’immensa eco che la vicenda ebbe nell’Italia preunitaria ma anche nel mondo occidentale, ispirando articoli, opuscoli e petizioni, opere pittoriche, letterarie e teatrali. Informazioni su orari di apertura, visite guidate e accessibilità sono disponibili online.

 

L’oro dei filosofi. Dai manoscritti bolognesi al laboratorio chimico

mostra

Bologna, Biblioteca Universitaria – Atrio dell’Aula Magna

fino al 17 giugno

La mostra offre una ulteriore – e originalissima – occasione per celebrare il genio di Ulisse Aldrovandi (1522-1605), a conclusione degli eventi organizzati per i cinquecento anni dalla nascita. Muovendo dalle nozioni tecniche sulla manipolazione di minerali fatte dagli antichi e dagli alchimisti, e riportate dall’Aldrovandi nel suo Musaeum metallicum in libros IV (1648), e grazie ai progetti ERC AlchemEast e FARE AlcheEast in the West, la mostra ha potuto raccontare il risultato di uno studio interdisciplinare tra storici della scienza, paleografi e chimici. Attraverso un approccio sperimentale, le pratiche alchemiche riprendono vita in un moderno laboratorio e permettono al pubblico di verificare il sapere mineralogico dell’Aldrovandi. Informazioni su orari di apertura, visite guidate e accessibilità sono disponibili dal sito della biblioteca.

 

Margherita, la sovrana lettrice

mostra (anche virtuale)

Torino, Biblioteca Nazionale Universitaria

fino al 30 dicembre

Alla raccolta libraria collezionata da Margherita di Savoia (1851-1926) è stato destinato un ambizioso progetto promosso dalla biblioteca, volto alla conservazione, valorizzazione e soprattutto fruizione del fondo. La mostra, suddivisa in cinque filoni tematici, rappresenta esattamente il punto di arrivo di questo progetto: grazie anche all’ausilio di apparati multimediali, il visitatore potrà infatti camminare tra le scaffalature del fondo (i libri rispettano l’ordine catalografico voluto dalla sovrana) e ammirare alcune decine di voll., scoprendo così i gusti letterari e le tante relazioni culturali che la regina seppe coltivare nell’arco della propria vita. Informazioni su orari di apertura e accessibilità sono disponibili dal sito della biblioteca.

 

Il genio e il suo tempo. A tu per tu con Leonardo

mostra

Torino, Biblioteca Reale

fino al 9 luglio

Puntando sulle proprie collezioni, la biblioteca offre al pubblico un’ampia e rara selezione di disegni, incisioni, mss., incunaboli e antiche carte geografiche. Si tratta di un’occasione unica – il percorso espositivo, per esempio, si snoda anche dentro il caveau Leonardo – per conoscere meglio ed esplorare da vicino l’opera del genio ma anche gli eventi del tempo che ebbe in sorte di vivere. Informazioni su orari di apertura e accessibilità sono disponibili online.

 

La peste orribile flagello tra vivere e scrivere

mostra

Milano, Biblioteca Nazionale Braidense – Sala Maria Teresa

fino all’8 luglio

La mostra – pensata in collaborazione con la Pinacoteca di Brera, l’Archivio Storico Ricordi e Casa del Manzoni nell’ambito del centocinquantesimo anniversario dalla morte del Manzoni – si focalizza in particolare sui Promessi Sposi e la Storia della Colonna Infame, cioè su due momenti della scrittura manzoniana segnati dalla tragicità della peste. Il visitatore percorrerà idealmente un ampio arco temporale (dal mondo antico alle soglie della contemporaneità) attraversando molteplici testimonianze librarie e documentarie del male epidemico, “toccandolo” nelle sue tante drammatiche conseguenze. Informazioni e tour virtuale del percorso espositivo disponibili dal sito della biblioteca.

 

Oro nei codici miniati della Biblioteca Universitaria di Pavia e nei Tableaux dorés di Remo Bianco

mostra

Pavia, Biblioteca Universitaria – Salone Teresiano

fino al 17 giugno

L’oro evoca da sempre, nell’arte, un senso di ricchezza, mistero, lusso e misticismo. La mostra – nata dall’idea di mettere a confronto tecniche di lavorazione diverse lungo varie epoche, in un dialogo ideale tra antico e moderno – espone miniature decorate con lamina d’oro, selezionate tra i mss. dei fondi Aldini e Ticinesi della biblioteca e tra i Tableaux dorés del pittore e scultore Remo Bianco (1922-1988), uno dei protagonisti del panorama artistico milanese e italiano dell’epoca. Informazioni su orari di apertura, visite guidate e accessibilità sono disponibili dal sito della biblioteca.

 

Io disegno di drizzar costì qualche bella libreria. La biblioteca dei duchi d’Este nel Cinquecento

mostra

Modena, Biblioteca Estense – Sala Campori

fino al 29 luglio

Seconda puntata del ciclo espositivo La Biblioteca infinita (inaugurato nel 2020), espressamente dedicato, questa volta, alla biblioteca dei duchi d’Este nel Cinquecento. Chiaro l’intento: mostrare al pubblico, e spiegargli per tappe, la storia dell’Estense e lo sviluppo delle sue raccolte nei secoli, sulla scorta della Mostra permanente della Biblioteca Estense voluta – ma soprattutto pensata – da Domenico Fava nel 1925. Informazioni su orari di apertura, visite guidate e accessibilità sono disponibili dal sito della biblioteca.

 

La storia dell’arte. Da lettura scolastica a disciplina istituzionale

mostra

Firenze, Biblioteca Marucelliana

fino al 13 ottobre

La mostra propone un percorso bibliografico centrato sui fondi della biblioteca, che ripercorre – lungo l’arco cronologico che va dall’Unità alla Riforma Gentile – la difficile affermazione nelle scuole della storia dell’arte. Il tormentato processo che l’esposizione documenta si concluderà solo nel secondo dopoguerra, quando i concetti di “tutela” e di “bene culturale” saranno finalmente equiparati ad atti responsabili di cittadinanza e coscienza del patrimonio nazionale. Informazioni su orari di apertura e accessibilità sono disponibili dal sito della biblioteca.

 

Dai libri alla pittura. Viaggio tra le fonti iconografiche di Luca Giordano a Palazzo Medici Riccardi

mostra

Firenze, Biblioteca Riccardiana

fino al 15 settembre

Il percorso espositivo – che intende affiancare e integrare la mostra Luca Giordano. Maestro barocco a Firenze prevista nello stesso periodo a Palazzo Medici Riccardi – è composto da libri, mss. e disegni della biblioteca, e racconta come le fonti iconografiche di alcuni miti raffigurati dal Giordano si possano individuare proprio nelle immagini contenute nei materiali esposti. Informazioni su orari di apertura e accessibilità sono disponibili online.

 

Luigi Vanvitelli architetto dei Borbone in mostra alla Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III

mostra

Napoli, Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III

fino al 15 settembre

La Biblioteca partecipa alle celebrazioni dei 250 anni dalla morte di Luigi Vanvitelli (1700-1773) offrendo al pubblico una mostra di autografi, disegni e molti progetti originali facenti parte delle Carte Vanvitelli conservate nella Sezione Manoscritti. La raccolta – un fondo composto da circa 500 carte tra relazioni, lettere, minute, disegni tecnici, appunti vari di lavoro e di spese – fa emergere la complessa personalità dell’architetto nonché la sua instancabile attività di ingegnere, scenografo e disegnatore, introducendo così i visitatori nell’atmosfera della Napoli del Settecento, quando cioè, salito al trono Carlo III di Borbone (1716-1788), la città si preparava a diventare davvero una grande e cosmopolita capitale europea. Informazioni su orari di apertura e accessibilità sono disponibili online.

 

Giovanni Pozzi. Il convento, l’università, la biblioteca

mostra bio-bibliografica

Lugano, Biblioteca Salita dei Frati - Porticato

fino al 31 agosto

L’Associazione Biblioteca Salita dei Frati propone una mostra documentaria dedicata, nella ricorrenza del centenario della nascita, a padre Giovanni Pozzi (1923-2002), poliedrica figura di uno dei suoi fondatori. Il percorso espositivo si snoda lungo i tre luoghi nei quali meglio si espresse la personalità di padre Pozzi: i conventi ticinesi e italiani (dove il cappuccino sviluppò la propria vocazione religiosa), il circuito accademico (che gli conferì notorietà internazionale in quanto italianista ed esperto di mistica e arti figurative) e infine la Biblioteca (cui dedicò gli ultimi operosi anni della sua vita). In parallelo all’inaugurazione della mostra, il 26-27 maggio la stessa Biblioteca, il Dipartimento di Italianistica dell’Università di Friburgo e l’Istituto di studi italiani dell’USI hanno organizzato un convegno internazionale per ripercorrere i molti ambiti della ricerca accademica del Pozzi ma anche per ricordarlo attraverso testimonianze personali di chi lo ha conosciuto e ha lavorato con lui. Informazioni su orari e accessibilità sono disponibili dal sito della Biblioteca.

 

Che tipi a Bergamo e Brescia! I più antichi libri a stampa testimoni di una rivoluzione

mostra

Bergamo, Biblioteca Angelo Mai - Atrio scamozziano

fino al 7 ottobre

In questo 2023 di Bergamo-Brescia Capitale italiana della cultura, la mostra propone un duplice itinerario nel mondo dei libri alle origini della stampa a caratteri mobili, offrendo infatti al visitatore rari e preziosi incunaboli della Biblioteca Angelo Mai di Bergamo e della Biblioteca Queriniana di Brescia. Curata da Maria Giuseppina Ceresoli, Marcello Eynard, Roberta Frigeni ed Eleonora Gamba, oltre a raccontare e valorizzare i patrimoni librari delle due biblioteche, l’esposizione dà conto pure della coeva circolazione libraria nel territorio bergamasco, legata a doppio filo con l’attività dell’erudito agostiniano Giacomo Filippo Foresti (1434-1520). Lungo il percorso espositivo il visitatore potrà toccare con mano anche le tecniche di produzione materiale del libro antico, fino a comprendere, in una sorta di traiettoria ideale, cosa abbia significato leggere, scrivere e fare cultura attraverso il nuovo e rivoluzionario medium tipografico. Informazioni sull’accessibilità e utili spiegazioni propedeutiche alla visita (corredate anche da immagini) sono disponibili dalla ricca pagina web appositamente progettata dai curatori.

 

Le legature d’arte nel Novecento bolognese

mostra (ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria)

fino al 22 luglio

Bologna, Biblioteca Universitaria – Atrio e Aula Magna

Curata da Domenico Calò, la mostra intende proporre al visitatore una sorta di piccola, ma significativa, antologia della produzione bolognese novecentesca di legature d’arte attraverso l’esposizione di alcuni esemplari eseguiti da artigiani esperti. Informazioni su accessibilità e prenotazioni sono disponibili dal sito della biblioteca.

 

Call for Paper

Miscellanee e collezionismo librario antiquario

convegno

12-13 ottobre 2023

Trieste, Biblioteca civica “Attilio Hortis”

Il convegno – proposto e organizzato da Sergio Cappello e Neil Harris dell’Università degli Studi di Udine, e da Amandine Bonesso dell’Università degli studi di Trieste, nell’ambito del gruppo di ricerca Sammelband 15-16, e con la collaborazione dei progetti di ricerca PRIN 2017 (The Dawn of Italian Publishing. Technology, Texts and Books in Central and Northern Italy in the 15th and 16th centuries; Transizione o rivoluzione? Per un nuovo paradigma della lingua e della letteratura francese tra Medioevo e Rinascimento: versi e prosa, manoscritti e stampe. Repertori, studi, edizioni critiche) – vuole riprendere e approfondire le tematiche affrontate in Perdite e sopravvivenze del libro antico: il ruolo delle miscellanee (Udine, 16-18 settembre 2021; si è trattato del sesto incontro organizzato da Sammelband 15-16, i cui atti, a cura di Amandine Bonesso, sono in corso di stampa). Stante che l’importanza fondamentale delle miscellanee nella sopravvivenza del libro antico è un fatto ormai assodato, resta invece da definire quale ruolo abbia avuto, e continui oggi ad avere, il collezionismo librario antiquario nella confezione, nella conservazione (o nello smantellamento) e nella circolazione dei voll. miscellanei. Il convegno intende dunque esplorare le relazioni fra collezionismo e miscellanee per verificare innanzitutto l’atteggiamento avuto dal collezionismo nelle sue varie fasi storiche di fronte ai voll. miscellanei. Spesso le miscellanee rappresentano una soluzione “povera”: sono voll. di piccolo formato, di testi popolari e con una copertura economica. Qual è stato, allora, l’interesse dei collezionisti? In quale misura le miscellanee corrispondevano ai loro parametri ed esigenze? Le caratteristiche materiali dei voll. (stato di conservazione e presentazione) e le caratteristiche compositive, tematiche, generiche, autoriali, linguistiche, editoriali delle raccolte, hanno avuto una rilevanza nelle scelte dei collezionisti?  Le stesse domande riguardano anche le pratiche dei librai antiquari che, a partire dall’Ottocento, hanno svolto un’azione sempre più incisiva di intermediazione e di condizionamento nel campo della bibliofilia e del mercato librario antiquario. E infine occorre chiedersi anche cosa ne sia, oggi, delle miscellanee nel collezionismo contemporaneo, presso le librerie antiquarie e le case d’asta.

Le proposte di partecipazione – in italiano, francese o inglese, con l’indicazione del nome e cognome, affiliazione istituzionale, indirizzo di posta elettronica, titolo del contributo e un breve sunto (4-6 righe) – vanno inviate entro il 30 luglio 2023 ad Amandine Bonesso (amandine.bonesso@units.it); Fabio Libasci (fabio.libasci@uniud.it). L’organizzazione del convegno coprirà le spese di trasporto, nonché di vitto e alloggio a Trieste. È prevista anche una sessione pratica di visione e discussione di voll. presenti nelle collezioni della Biblioteca Civica di Trieste, così come una visita al Castello di Miramare.

Segreteria organizzativa:

Amandine Bonesso - Università di Trieste: amandine.bonesso@units.it.

Fabio Libasci - Università di Udine: fabio.libasci@uniud.it.

 

Call for Paper

550 ans de l’imprimerie à Lyon

14-15 dicembre 2023

Enssib

 

Colloque des 550 ans de l’imprimerie à Lyon, 14-15 décembre 2023 à l’Enssib

En 1473, la ville de Lyon accueillait sa première presse à imprimer. Sous l’impulsion de Barthélemy Buyer et de l’imprimeur Guillaume Le Roy, commençait alors une longue histoire d’activité typographique dans la ville. Le renom de Lyon comme centre de production imprimée se construisit graduellement pour devenir une source de richesses et de rayonnement culturel à l’échelle nationale, européenne, et même mondiale.

Cette activité connut sans doute son apogée au milieu du XVIe siècle. Les éditions de Lyon, deuxième centre mondial de production imprimée, étaient achetées et lues tant en France que dans le monde germanique, italien ou ibérique – et de là exportées vers les Amériques et le reste du monde. Ce succès international, bâti en grande partie sur la qualité des impressions latines, s’accompagnait d’une production vernaculaire active et créatrice. Des poèmes aux chansons et tablatures musicales, en passant par les écrits d’un Rabelais ou la redécouverte du patrimoine gallo-romain de la ville, Lyon était un centre aux multiples visages caractérisé par l’innovation tant au niveau technique que dans l’approche commerciale et dans le choix de textes publiés.

Pour célébrer la contribution apportée par l’imprimerie et la librairie à la vitalité culturelle et économique de la ville de Lyon depuis 550 ans, l’Institut d’Histoire du Livre en collaboration avec l’Enssib, le Musée de l’imprimerie et de la communication graphique ainsi que les centres de recherche IHRIM, Jean-Mabillon et Gabriel Naudé, organisent les 14 et 15 décembre 2023 un colloque sur le livre à Lyon à la Renaissance.

Depuis plus d’un siècle, la production imprimée lyonnaise du XVIe siècle a fait l’objet de nombreux travaux. Des bibliographies de Baudrier et de Cartier, dans les premières décennies du XXe siècle, aux travaux récents de Gültlingen, de l’Universal Short Title Catalogue et de Lyon 15-16, les recherches bibliographiques nous ont permis de déterminer ce qui fut publié à Lyon à la Renaissance. L’intérêt pour le domaine des lettres ne s’est pas non plus démenti, comme en témoignent les nombreux travaux sur différents auteurs de la période et la controverse autour de Louise Labé. De grandes figures de l’imprimerie lyonnaise telles que Sébastien Gryphe, Jacques Moderne ou Claude Nourry ont également fasciné les chercheurs. Malgré cette activité foisonnante et multidisciplinaire incarnée par les rencontres annuelles Biblyon, bien des aspects de l’industrie et de son impact mériteraient d’être mieux connus.

Le colloque cherchera particulièrement à apporter un nouvel éclairage sur certaines de ces caractéristiques. S’il est ouvert à des interventions sur différents sujets traitant de l’imprimerie et la librairie lyonnaises, le comité scientifique encourage particulièrement des propositions touchant les thématiques suivantes :

¶Les aspects internationaux, que ce soit dans l’analyse des acteurs et actrices du livre ou dans la diffusion des exemplaires et l’interaction entre les éditions de Lyon et d’ailleurs. ¶L’impact économique de l’activité à Lyon – le financement d’éditions, les compagnies, les foires, les retombées directes et indirectes. ¶ Les livres et les gens : la place des femmes, l’organisation sociale des métiers, les acheteurs et leurs bibliothèques. ¶ La matérialité des éditions et des volumes : création des éditions, leur impression et illustration, leur reliure, la formation de recueils, leur utilisation, et les livres perdus (et retrouvés).

La publication des actes du colloque est envisagée dans la collection de l’Institut d’Histoire du Livre chez ENS éditions.

La date limite pour soumettre les propositions de communication est fixée au 31 août 2023. Elles seront à envoyer à l’adresse courriel: malcolm.walsby@enssib.fr. Les propositions seront évaluées par le comité scientifique et la réponse sera donnée la première semaine de septembre.

 

 

 

Postscriptum

O

gni tanto ci sta anche un post scriptum lamentoso. Non me ne vorranno i soliti 25 lettori. Rimango scandalizzato, stupito, amareggiato da tante cose che avvengono nel mondo degli studi, in particolare tra coloro che dovrebbero capirne di questioni bibliografiche. Pare, invece, che questa sapienza (non solo con tutto il suo bagaglio erudito ma anche, il che è peggio, con la sua logica ferrea e la capacità, sia pur iuxta sua propria principia, di ordinare il sapere) vada perdendosi, tra il compiacimento beota non solo di qualche burocrate ignorante, ma proprio di chi, bibliotecari e biblioteconomi, dovrebbero esserne custode e difensore. Basti pensare al caso, non certo secondario, dei titoli in lingua inglese di testi scritti in italiano. È così evidente che dal punto di vista bibliografico ci si trovi di fronte a una mostruosità, che non pare neppure necessario spiegarlo… Eppure lo fanno abitualmente… Certo, capisco che parole chiave, abstract (appunto…) e altre informazioni possano essere scritte in una lingua media di comunicazione, che attualmente è l’inglese (forse 200 anni fa ancora il latino, cento il francese, fra altri cento?), così da poter essere compresi anche da non italofoni e da poter essere indicizzate dai motori di ricerca. Ma i titoli no! Innanzitutto si creano problemi identificativi gravi del testo (ecco allora sbocciare l’ideona, creata certamente da qualcuno che non ha nulla da fare o che ci ha guadagnato sopra, di attribuire codici numerici ad autori e a testi) cui ci si sta riferendo, e in secondo luogo si crea il mito che le scienze (esatte o umanistiche) siano tutte in inglese. O, più semplicemente, si crede di conferire un respiro internazionale a iniziative editoriali modeste, spesso cucinate in qualche retrobottega puzzolente, comunemente di nessun valore. Non parliamo poi dell’Impact Factor, con qualcuno ancora lì a rincorrere questo dubbio e falsificante riconoscimento, quando persino Wikipedia (che cita la Fondazione Nobel!) lo definisce una “pappa d’avena”. Certo, lo so anch’io che ai loro tempi (1931), solo l’1% (12 su 1.200) dei professori universitari italiani si rifiutò al giuramento fascista, ma una certa insofferenza al mainstream del momento mi parrebbe il minimo da intellettuali pagati dallo Stato per pensare! Che lo facessero, almeno talvolta… Ancora, vorrei sapere, quale bibliotecario ubriaco ha creato la maschera di inserimento dei dati bibliografici in IRIS? O l’ha fatto un burocrate culo-di-pietra del Ministero? O un informatico decerebrato? Ma perché non si è chiesto a un bibliografo di stabilire quali dati fossero veramente identificativi di una pubblicazione? Perché i professori di codeste materie non PRETENDONO dal MUR di stabilire loro ciò che è davvero necessario? E poi, vista tutta la sapienza dei sistemi digitali, perché i sapientoni delle digital humanities, anziché riempirsi la bocca di tante chiacchiere, non creano, semplicemente, il PABI, un “Project for Automatic Bibliographical Identification”? Gli ho anche inventato il nome, se lo brevettino, lo realizzino e forse ci fanno anche qualche soldo (a me basta una torta in regalo). Cioè, perché nei vari dispositivi CINECA devo star lì a inserire nei vari campi la notizia bibliografica di una mia pubblicazione e non posso copiarla alla bell’e meglio lasciando che sia la macchina a riconoscere e distinguere (basandosi sulle “infinite” risorse del web) autore, titolo, luogo, editore, data etc? Poi io controllerò la correttezza del tutto e lo autenticherò, ma lo dovrebbe poter far lui in automatico senza che io perda 15 minuti a voce! Certo, se pubblico un articolo l’anno non perdo molto tempo, ma se sono anche solo 8, si parla di 2 ore di vita buttate via! Poi, per rabbia, raddoppiano. Questo sì che sarebbe un contributo utile! Ma, si sa, non sempre ciò che è ragionevole è anche ciò che poi la gente fa… Ci tocca confidare nei tempi in cui verremo governati dalla razionalissima IA? – Montag