n° 31, settembre 2014
Sommario
La “cultura del libro” oggi
di Giovanni Solimine p. 1
Postscriptum p. 41
La “cultura del libro” oggi
di Giovanni Solimine
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olti segnali provenienti dai cambiamenti in atto nella circolazione delle conoscenze ci indicano che la “cultura del libro” potrebbe essere messa in discussione. È convinzione di chi scrive queste brevi note che, per contrastare tale tendenza, non sia sufficiente il ricorso ad argomenti tautologici, ricordando la funzione di centralità che il libro occupa da molte centinaia di anni nei processi di studio e nelle pratiche di lettura o ribadendo fideisticamente la certezza nella sua sopravvivenza. Serve piuttosto un circostanziato e bilanciato confronto tra il libro e altri veicoli di comunicazione culturale, allo scopo di analizzare ciò che si rischia di perdere e ciò che conviene conservare, per costruire su questi argomenti una ipotesi di rilancio della “forma libro”. Ovviamente, non si ha la presunzione di sviluppare in questa sede tutte le ragioni con le quali si potrebbe sostenere un tale rilancio, ma di presentarne solo alcune. Dichiaro subito che, pur riconoscendo i grandi benefici che i testi (e, in particolare, gli ipertesti) elettronici portano con sé, non ritengo che si possa dare per acquisito un cambio di paradigma di portata tale da rappresentare il definitivo superamento della tradizione basata sul libro, inteso come strumento avente come sua principale caratteristica una organicità di trattazione e una complessità di esposizione e argomentazione che sicuramente consente all’autore la piena esposizione di un tema e favorisce nel lettore l’affinarsi di capacità critiche. Da questo punto di vista è poco significativa la materialità del libro, e quindi fa poca differenza se il libro sia stampato su carta o prodotto in formato elettronico, mentre invece credo che il libro, su qualsiasi supporto, sia tutt’altra cosa rispetto ad altre forme di testo che circolano in Rete e che possiamo consultare sui nostri smartphone e sui nostri tablet. Provo a spiegarmi meglio e premetto che non mi sembra necessario definire, a beneficio dei lettori di questo Almanacco, le caratteristiche strutturali di un libro, mentre può essere forse utile sottolineare la differenza che esso conserva in confronto ai tanti “contenuti” che la Rete ci propone. La multilinearità dei testi registrati su supporto digitale e la frammentarietà1 che spesso li caratterizza ne fanno oggetti assai diversi da quelli analogici, i quali invece ci inducono più facilmente, anche per la loro linearità, alla concentrazione e alla riflessione; nella realtà digitale si impara a “leggere senza leggere”, scorrendo i testi quasi inconsapevolmente e saltando da un codice comunicativo all’altro, subendo a volte in modo passivo il percorso dei link ipertestuali; la capacità di leggere e comprendere un testo diviene più istintiva che cognitiva. Anche la natura del Web, questa ragnatela nata come una collezione di documenti interconnessi, sta mutando e va perdendo almeno in parte la sua fisionomia prevalentemente documentaria, per trasformarsi in uno strumento social e di comunicazione, in cui i documenti perdono la loro centralità per fare posto alle attività di interazione informativa, in cui la frammentazione prende il posto della organicità. C’è da chiedersi se questo cambiamento e questa perdita di sistematicità non siano almeno in parte riconducibili alla evoluzione delle modalità di connessione: fino a qualche anno fa l’uso prevalente di Internet avveniva da computer fissi e quindi bisognava decidere di sedersi a un tavolo da lavoro per “fare una determinata cosa” invece di altre, mentre ormai è sempre più frequente la connessione in mobilità e quindi un uso non esclusivo dell’accesso alla Rete, che avviene nelle circostanze più diverse e facendo tante altre cose contemporaneamente. Potremmo quasi dire che è la Rete ad accedere a noi, e non viceversa. Anche quando il Web sembra riproporre la tradizione fatta di libri e biblioteche, lo fa con una logica profondamente diversa: si pensi, per esempio, a Google Books, che con i suoi 20 milioni di libri digitalizzati potrebbe essere intesa come una grande biblioteca online. All’azienda di Mountain View non interessa l’accesso ai libri in quanto tali, ma ai loro contenuti, ai loro testi, assimilando le pagine dei libri a quelle di un qualsiasi sito Web, al cui interno far lavorare il proprio motore di ricerca. In questo modo viene meno l’idea stessa di libro, come trattazione organica di un tema, per far posto a ciò che Internet ci sta abituando a fare: navigare all’interno di atomi di informazione decontestualizzati. Una raccolta digitale costruita con questa logica «più che biblioteca di libri è biblioteca di frammenti», come ha scritto Robert Darnton.2 La “forma libro” non è ininfluente nella proposizione dei contenuti, mentre in Rete i contenuti perdono forma. Quindi i libri e i testi online restano in gran parte oggetti di differente natura, anche dal punto di vista dei processi cognitivi e delle attitudini personali che vengono stimolate. Punterei su queste diversità per evitare una inutile competizione e per evidenziare le ragioni che dovrebbero spingere a prevedere anche in futuro uno spazio per il libro, specialmente all’interno delle attività didattiche. Per i motivi esposti in precedenza sono piuttosto preoccupato nel vedere studenti delle scuole secondarie e delle università utilizzare sempre meno i libri e sempre più altri “contenuti”. Al contrario, mi sarei augurato che le tante riforme varate nell’ultimo ventennio avessero valorizzato la funzione formativa del libro e previsto anche nuovi modelli di insegnamento, realizzando una didattica a contatto con le fonti e con gli strumenti dell’ apprendimento, in cui ad esempio la biblioteca avesse assunto un ruolo centrale, utilizzata come palestra o laboratorio del sapere. I risultati delle indagini sulle competenze possedute dai giovani e dalla popolazione adulta mostrano il profondo divario esistente tra l’Italia e gli altri paesi dell’Unione europea e dell’area OCSE: in particolare, destano preoccupazione i dati dell’indagine PIAAC pubblicati ad ottobre 2013, che hanno messo in evidenza un forte tasso di analfabetismo funzionale, che affligge il 70% degli italiani, e che ci colloca all’ultimo posto tra i paesi OCSE per le competenze alfabetiche (literacy: «comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere con testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità») e al penultimo posto per le competenze matematiche (numeracy: «accedere, utilizzare, interpretare e comunicare le informazioni numeriche»), ben al di sotto del livello minimo indispensabile per vivere bene e lavorare efficacemente nel XXI secolo.3 Tra le principali cause di questo spread possiamo senz’altro ricordare le differenze riscontrabili nei livelli di istruzione (in Italia nella fascia d’età compresa fra i 25 e i 64 anni i diplomati sono il 56% della popolazione rispetto a una media europea del 73,4% e i laureati sono il 15% rispetto al 28% dell’Europa e al 31% dei paesi OCSE) e nel tasso di lettura (solo il 43% degli italiani legge almeno un libro all’anno, contro il 61,4% degli spagnoli, il 70% dei francesi, il 72% degli statunitensi, l’82% dei tedeschi). Questi dati pesano come un macigno non solo per quanto riguarda le capacità di comprensione dei testi scritti, ma anche per le stesse abilità d’uso della Rete e, più in generale, per la piena consapevolezza nel “leggere” la realtà che ci circonda e nel partecipare alla vita collettiva. Occorrerebbe un più deciso impegno, politico e finanziario, nella scuola e nell’università, nella diffusione delle pratiche culturali e nell’offerta di più ampie opportunità di accesso alla conoscenza. In particolare, credo che le istituzioni formative, comprese le biblioteche, dovrebbero realizzare congiuntamente una vera e propria campagna di information literacy a tutto tondo, indirizzata quindi a vecchi e nuovi strumenti, dai libri a Internet. Per information literacy possiamo intendere la capacità di recuperare l’informazione attuando strategie di ricerca efficaci, selezionare e valutare l’informazione recuperata, organizzare e rielaborare i contenuti, saper presentare e comunicare i risultati del proprio lavoro. Ciò presuppone capacità di contestualizzazione e argomentazione per le quali la monografia ci sembra uno strumento ancora insostituibile. È proprio in questo specifico campo di attività che possiamo individuare un ampliamento della concezione del ruolo di mediazione esercitato dagli istituti bibliotecari. Le biblioteche che operano all’interno delle istituzioni scolastiche e universitarie non sono soltanto un servizio di supporto all’attività didattica e di ricerca, ma una delle componenti del processo formativo, un luogo nel quale si impara a imparare, si lavora a contatto con le fonti, si utilizzano contemporaneamente strumenti primari e strumenti secondari, strumenti specialistici e strumenti di corredo e di riferimento più generale.
Se saremo capaci di proporre in questo modo le biblioteche, forse riusciremo ad arrestarne il declino e a dare loro un futuro. E, con esse, lo daremo anche al libro.
1 Va aggiunto che questa caratteristica non è intrinseca ai documenti elettronici, ma, piuttosto, un limite contingente che potrebbe essere superato nel prossimo futuro attraverso lo sviluppo di strumenti capaci di conferire loro maggiore complessità e legami narrativi più forti, costruiti tramite applicazioni come il Web semantico, i linked data etc.
2 Robert Darnton, Il futuro del libro, Milano, Adelphi, 2011, p. 199.
3 Ho ampiamente discusso queste statistiche nel mio recente volumetto Senza sapere. Il costo dell’ignoranza in Italia, Roma-Bari, Laterza, 2014.
Engaging the reader 2014
Per un nuovo ecosistema
della lettura
Workshop del Master
in Professione Editoria
dell’Università Cattolica di Milano
giovedì 13 novembre 2014
Università Cattolica, Milano
Largo Gemelli 1, Aula Pio XI
h 9.30
Edoardo Barbieri, Relazione introduttiva
Lectio di Giovanni Solimine, La lettura, i libri e i lettori
ne discutono Massimo Gatta e Roberto Casati; modera Roberto Cicala
Consegna del Premio Ancora Aldina per la cultura del libro a padre Romano Scalfi di Russia Cristiana, e dei Premi Master Professione Editoria
Presentazione del libro prodotto dagli studenti del Master 2013-2014: Come si fa l’editore. Competenze economiche, fiscali e contrattuali per orientarsi tra carta e web, Milano, Editrice Bibliografica, 2014
Consegna dei diplomi agli studenti del Master 2013-2014
h 12.30
Buffet
h 14.00
Tavola rotonda: Che fine ha fatto la lettura nell’Italia di oggi?
ne discutono Ambrogio Borsani, Luca Ferrieri, Romano Montroni, Francesco Tranquilli; modera Alessandro Cunietti
031-A Benedetti (Federica), La biblioteca francescana di San Michele in Isola e le “sue biblioteche”. 1829-2008. Il modello delle biblioteche di Santa Maria delle Grazie di Conegliano San Bernardino di Collalto San Francesco di Ceneda, Venezia, Biblioteca San Francesco della Vigna, 2013, pp. 708, ill. (tav. a colori), ISBN 978-88-7962-218-9, s.i.p. Il poderosissimo vol. raccoglie, con una struttura che pare eccessivamente complicata e poco lineare nel suo svolgimento, le vicende storico-librarie della Biblioteca di San Michele in Isola a Venezia, trasferita nel 2008 a S. Francesco della Vigna. La pubblicazione è frutto del lavoro pluriennale di catalogazione del fondo antico condotto da Federica Benedetti che ha portato alla produzione di circa 8.000 schede bibliografiche e al rilevamento di un’ampia messe di dati relativi alle note d’esemplare. Ciò ha permesso innanzitutto di accertare, come ampiamente e facilmente intuibile a priori, che il fondo antico della biblioteca francescana è il risultato di una frammentaria e occasionale riaggregazione di libri provenienti da una trentina di conventi francescani di area veneta (parecchi dei quali non più esistenti) e da numerosi donatori, sia religiosi sia laici. Ciò chiarisce quindi subito il riferimento nel titolo alle “sue biblioteche”. Il lavoro di catalogazione a monte è stato dunque ben condotto secondo i metodi della prassi più aggiornata e ciò consente all’autrice di aprire importanti squarci sulla circolazione libraria nell’entroterra veneto e su biblioteche conventuali ora estinte. Si veda in particolare l’utilissimo e intelligente «Prospetto dei conventi le cui biblioteche sono parzialmente confluite in quella di san Michele in Isola» alle pp. 32-53. Piuttosto lacunoso sia sul versante della riflessione metodologica sia su quello dell’aggiornamento bibliografico è invece il paragrafo precedente (pp. 25-31) in cui affronta il tema della stratificazione libraria in San Michele (l’autrice avrebbe potuto ricavare qualche utile riflessione sul fronte della storia delle biblioteche, anche francescane, da alcuni recenti contributi che le sembrano invece del tutto sconosciuti). Assai discutibile appare anche la scelta di «presentazione di alcuni volumi dalla biblioteca di san Michele in Isola» che segue alle pp. 59-147 e che conclude la prima parte del vol. Si tratta della presentazione di una quarantina di schede (accompagnate da belle fotografie a colori) di edizioni quattro-cinquecentesche conservate in San Michele in Isola scelte in quanto «prime edizioni o edizioni rarissime», quando invece sarebbe forse stato assai più utile e necessario offrire il catalogo del ben più compatto fondo incunabolistico composto di circa 200 esemplari. Qui la scelta evidentemente rimanda ancora al criterio ormai superato dei cosiddetti ‘tesori della biblioteca’. Tra le schede offerte sono presenti anche 26 incunaboli (tra cui l’edizione Venezia 1497 del poema l’Aquila volante dall’autrice ancora scorrettamente assegnato a Leonardo Bruni). La seconda parte, decisamente più robusta e interessante, è occupata da un ampio saggio sulla presenza francescana in terra trevigiana e in particolare sulle biblioteche dei conventi di Santa Maria delle Grazie di Conegliano, San Bernardino di Collalto e San Francesco di Ceneda. L’autrice, partendo da alcuni volumi con note di possesso rinvenuti a San Michele, indaga con maggiore attenzione l’esistenza o meno di una biblioteca nei tre conventi trevigiani, la loro consistenza e specificità. Le fonti, oltre al più noto codice Vaticano Latino 11268 che tramanda i risultati dell’inchiesta cinque-seicentesca promossa dalla Congregazione dell’Indice, sono un paio di inventari e cataloghi sei-settecenteschi rinvenuti presso l’Archivio Provinciale di Marghera e il convento di San Francesco di Ceneda. In particolare il catalogo compilato nel 1751 proveniente dalla biblioteca di Santa Maria delle Grazie ha consentito all’autrice di offrire uno spaccato della piccola biblioteca di San Bernardino di Collalto. Il vol. comprende infine una terza ampissima parte di appendici in cui l’autrice ha scelto di pubblicare la trascrizione diplomatica dei citati cataloghi di Santa Maria delle Grazie di Conegliano, San Bernardino di Collalto e San Francesco di Ceneda (pp. 371-708). La trascrizione, priva di ogni tentativo di identificazione e analisi bibliografica, rischia però di apparire un pur ammirevole esercizio di pazienza certosina. – G.P.
031-B Biblioteca (La) di Antonio Rosmini. Le raccolte di Rovereto e Stresa, I, Le edizioni dei sec. XV-XVII, a cura di Anna Gonzo, con la collaborazione di Eleonora Bressa, Trento, Provincia autonoma di Trento, 2014 (Biblioteche e bibliotecari del Trentino, 7), pp. CLXXXII + 576 e 16 di tav. fuori testo, ill. b/n e col., ISBN 978-88-7702-361-2, s.i.p. Roveretano di origini, ma poi vissuto soprattutto tra Milano, Domodossola e Stresa, Antonio Rosmini (1797-1855), sotto il profilo delle sue posizioni religiose e dottrinali, è stato un personaggio lungamente controverso, prima della definitiva riabilitazione degli ultimi anni, che ha avuto il suo culmine nel processo di beatificazione (2007). Il progetto di catalogazione della sua biblioteca è stato avviato nel 2010, dopo una gestazione durata alcuni anni. Si tratta di un lavoro complesso perché la raccolta libraria del filosofo si trova oggi dislocata in due differenti sedi: la casa natale di Rovereto e il Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa. L’obiettivo, pertanto, è stato di ricondurre a un’unità almeno virtuale un patrimonio di svariate migliaia di volumi, dagli incunaboli alle edizioni del XIX secolo. Il risultato finale sarà un’opera in ben cinque volumi di cui il primo, appena pubblicato, censisce le edizioni dei secoli XV-XVII, il secondo e il terzo saranno dedicati, rispettivamente, ai cataloghi dei libri del Sette e dell’Ottocento, il quarto conterrà gli indici cumulativi (con più ampie note relative agli antichi possessori) e il quinto conterrà una serie di saggi volti a ricostruire, sulla base del materiale raccolto nei primi quattro tomi, la storia della biblioteca. Il catalogo si colloca nel solco della ormai avanzatissima e raffinatissima tradizione di cataloghi di fondi librari antichi del Trentino, la regione italiana certamente più all’avanguardia nella repertoriazione e nello studio del patrimonio librario conservato nelle proprie biblioteche. Dopo i testi proemiali, a firma di Tiziano Mellarini (Assessore alla cultura della Provincia autonoma di Trento), Umberto Muratore (Direttore del Centro Internazionale di Studi Rosminiani) e Ugo Pistoia (Soprintendente per i beni storico-artistici, librari e archivistici del Trentino), una serie di contributi aiutano a entrare nella biografia umana e culturale di Antonio Rosmini, proponendo alcune chiavi interpretative di questa prima parte del catalogo e dunque della collezione rosminiana. Michele Dossi («Io non sono già nato per essere dotto…». Un profilo biografico di Antonio Rosmini, pp. XV-XXXVIII) ripercorre la biografia del filosofo roveretano, comprese le polemiche che seguirono la sua morte e fino alla beatificazione. Il secondo saggio, a firma di Samuele Francesco Tadini («Inter exempla exemplum». Traduzioni e opere ficiniane presenti nella biblioteca filosofica di Antonio Rosmini, pp. XXXIX-LI), propone un percorso nel pensiero rosminiano, analizzando, sulla base dei testi catalogati nel vol., l’interesse di Rosmini verso Marsilio Ficino e il neoplatonismo. Piero Innocenti («Antonio Rosminius possideo». Il catalogo dei libri di Antonio Rosmini: secoli XV-XVII, pp. LIII-LXXXI) riflette brillantemente sul rapporto tra Rosmini e i suoi libri e sulle modalità attraverso cui egli se ne appropriò, tramite la lettura e/o l’apposizione di note e segni di possesso. Il saggio di Anna Gonzo (La biblioteca Rosmini. I libri, le fonti, pp. LXXXIII-CLXXVII) aggiorna quanto emerso in uno studio preliminare pubblicato alcuni anni orsono (La biblioteca di Antonio Rosmini Serbati (Rovereto 1797-Stresa 1855). Indagine preliminare e prospettive di studio, in “Books seem to to me to be pestilent things”. Studi in onore di Piero Innocenti per i suoi 65 anni, a cura di Cristina Cavallaro – Varo A. Vecchiarelli, Manziana, Vecchiarelli, 2011, pp. 625-641). Ne emerge un interessante discorso metodologico che permette di seguire passo passo il cammino compiuto dalla curatrice del vol., nella ricostruzione del patrimonio librario rosminiano. Dopo alcune note metodologiche, si apre il catalogo vero e proprio, che elenca in un’unica sequenza, con numerazione continua, 1.564 (39 incunaboli, 533 cinquecentine e 992 edizioni del XVII secolo) schede ordinate alfabeticamente per autore o titolo. Ogni scheda presenta nella prima parte la nota bibliografica relativa all’edizione e nella seconda, in corpo minore, la descrizione dell’esemplare. In alto a destra è indicata l’attuale segnatura di collocazione nelle biblioteche di Rovereto o di Stresa. La descrizione bibliografica segue sostanzialmente il modello ISBD (Consolidated edition) mentre, seguendo l’uso di Edit16 nella versione on-line, l’area della collazione è limitata solo al formato bibliologico, alla cartulazione/paginazione e all’impronta. I rimandi bibliografici sono essenziali, ma efficaci, più ampi quelli relativi agli incunaboli. In appendice, una tavola con una suddivisione tipologica delle postille di Antonio Rosmini ai suoi libri e un elenco delle opere citate nelle note rosminiane. Segue l’indice delle provenienze, la tavola delle concordanze degli incunaboli, la bibliografia, l’indice nei nomi (di persona e di luogo) e quello cronologico. Un primo saggio di un lavoro imponente di cui si attendono, ora con aumentate aspettative, i successivi tasselli. – L.R.
031-C Frasso (Giuseppe) - Massimo Rodella, Pietro Mazzucchelli studioso di Dante. Sondaggi e proposte, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2013 (Fontes ambrosiani, 5), pp. X + 420, ill. b/n, ISBN 978-88-6372-468-4, € 65. Scrivono gli autori di questo vol. nella premessa, relativamente al milanese (ma di famiglia originaria di Gallarate) Pietro Mazzucchelli, prefetto della Biblioteca Ambrosiana dal 1823, conoscitore di latino, greco ed ebraico oltre che esperto di storia della Chiesa, teologia, e filologia, che «quanto […] fece per altri studiosi è di certo superiore a quanto il probo abate riserbò per sé, pago, probabilmente, della libertà di studio e del prestigio che gli conferivano l’Ambrosiana e la ‘Trivulziana’, della quale, nel 1806, era stato nominato ‘curatore’ dal marchese Gian Giacomo. Di qui la sua relativamente contenuta produzione a stampa. Con semplicità generosa fece ricerche tra i fondi di queste due biblioteche per rispondere ai più disparati quesiti che gli venivano rivolti da intellettuali italiani e stranieri: revisionò, migliorò e corresse scritti eruditi non suoi; egli, davvero, concepiva la propria funzione come un servizio alla scienza e, insieme, al suo ministero». Proprio su questo versante sommerso e pressoché sconosciuto dell’attività del Mazzucchelli si colloca il suo lavoro sull’opera di Dante, oggetto principale del presente vol. Esso è composto da una prima sezione bio-bibliografica, dovuta a Massimo Rodella, ove trovano spazio una ampia biografia del personaggio e l’edizione degli elenchi ottocenteschi che descrivono il cosiddetto ‘Fondo Pietro Mazzucchelli’ dell’Ambrosiana, cioè le carte autografe «concernenti le sue ricerche di erudito bibliografo» vendute dagli eredi all’istituto milanese nel 1829. Conclude questa prima parte la bibliografia (manoscritta e a stampa) sul Mazzucchelli. La sezione del vol. a firma di Giuseppe Frasso è composta da tre capitoli dedicati al ruolo rivestito dal Mazzucchelli nella realizzazione di tre importanti opere di “filologia dantesca” prodotte nella Milano dei primi decenni dell’Ottocento. Si tratta dell’edizione del Comento di Lorenzo Magalotti ai primi cinque canti dell’Inferno (Milano, Imperial Regia Stamperia, 1819); del Saggio diviso in quattro parti dei molti e gravi errori trascorsi in tutte le edizioni del Convito di Dante (Milano, Società Tipografica dei Classici Italiani, 1823) di Vincenzo Monti; infine, dell’edizione milanese del Convivio del 1826. Se negli ultimi due casi un cenno ai graditi suggerimenti del Mazzucchelli è fatto apertamente, è però l’analisi insistita dei testi e dei prodotti editoriali, il confronto con vari volumi postillati, la compulsazione degli autografi mazzucchelliani a restituire la completa e sorprendente portata del contributo dell’abate milanese ai lavori filologici dei suoi più famosi contemporanei. Un contributo che dimostra «la sua capacità di passare da una erudizione certamente raffinatissima, ma sulla quale incombeva il rischio di essere fine a se stessa, a una filologia in grado di contribuire a imprese che hanno lasciato una traccia significativa nella storia degli studi danteschi». In appendice Paolo Pedretti pubblica con identificazione e commento bibliografico le schede dell’inventario preparato dal libraio Carlo Salvi per la vendita della collezione dantesca del pittore Giuseppe Bossi a Gian Giacomo Trivulzio, relativamente alla quale il Mazzucchelli «si impegnò, secondo il suo solito, nell’esaminare il valore scientifico e anche commerciale di manoscritti e stampati». Il vol., percorso da un’attenzione ai problemi anche più strettamente editoriali, è corredato di alcune tavole in bianco e nero ed è completato da ampi indici, dei nomi e luoghi e dei manoscritti e libri con note. - A.L.
031-D Henriot (Fabienne), Livres et lecteurs dans les couvents mendiants. Lorraine, XVIe-XVIIIe siècles, Genève, Librairie Droz, (Cahiers d’Humanisme et Renaissance, 110) 2013, pp. 562, ill., ISBN 978-2-600-01599-8, € 61. La branca delle discipline del libro che si occupa di ricostruire le vicende degli istituti bibliotecari, comunemente identificata col nome di “storia delle biblioteche”, persegue una molteplicità di obiettivi: ricostruzione storica di uno o più fondi, politiche e modalità di acqusizione libraria, livello di “pubblicità” delle raccolte bibliografiche, genealogia di possessori e bibliotecari etc. Ricostruire la storia polisemica di una o più biblioteche è impresa ardua, soprattutto a causa della onnipresente carenza di materiale documentario che possa portare a un’indagine esaustiva dell’oggetto di ricerca. Fortunatamente, in molte occasioni la mancanza di documenti è superata da un solido metodo di lavoro, maturato tramite esperienza diretta, il quale consente di indagare e portare alla luce elementi di primaria importanza che altrimenti rimarrebbero nell’ombra. Questo è il caso dell’ultimo felice lavoro di Fabienne Henryot, dedicato alle pratiche di lettura dei conventi mendicanti della Lorena in età Moderna. In esso l’a. opera una serrata e rigorosa indagine volta a ricostruire la fisionomia dei lettori appartenenti ai più importanti ordini mendicanti (agostiniani, francescani, carmelitani e domenicani) e il rapporto binario esistente tra questi e le raccolte costruite all’interno dei conventi dopo l’avvento dello strumento tipografico. Ma in che modo viene operato questo lavoro archeologico-culturale? Il primo passo condotto dall’a. è quello di modellare il profilo del soggetto lettore, grazie prevalentemente all’analisi dei regolamenti ufficiali dei diversi ordini e degli archetipi intellettuali simboleggiati dagli exempla di religiosi illustri rappresentanti della cultura medievale. I libri, unico collante tra lettura e soggetto intellettuale, andavano a creare un vero e proprio stato culturale corredato da un bagaglio di implicite regole il cui luogo normativo per eccellenza è rappresentato dalla biblioteca, che diviene deposito e fonte della “legislazione” intellettuale. L’a. vede quindi nelle biblioteche una sorta di forziere simbolico che racchiude e mostra al fruitore (lettore del passato o studioso del XXI secolo) le norme intellettuali dei diversi ordini. I lettori quindi andavano a formarsi in questi “loci canonici” seguendo una disciplina rigorosa, illustrata dall’a. a seconda della macro casistica. Libri proibiti, prestiti, sorveglianza, tipologie di raccolte, sono tutti aspetti che vengono indagati con metodo intelligente portando alla ribalta non soltanto il profilo del lettore ideale cappuccino o agostiniano o carmelitano, ma anche le pratiche di selezione e distribuzione del patrimonio librario tra i religiosi, e di rimando le tipologie di lettura praticate all’interno dei conventi. Se, a esempio, le Regole degli ordini erano consultabili da tutta la popolazione conventuale, ciò non accadeva per quanto riguardava la lettura della Bibbia, interdetta in toto ai frati laici e in parte ai novizi, i quali avevano la possibilità di leggere unicamente i vangeli. L’analisi dell’a. si sposta poi sulle letture legate all’insegnamento e alle pratiche di apostolato degli ordini mendicanti, in modo da rilevare l’elaborazione di un preciso metodo di lettura sviluppatosi a cavallo tra i secoli XVI e XVII. Nell’ultimo capitolo vengono infine indagate le fonti storiografiche composte da autori mendicanti e possedute all’interno dei conventi, la cui analisi risulta fondamentale per la ricostruzione della storia locale. L’opera della Henryot si distingue per rigore metodologico e per vastità di approccio d’indagine, elementi che ne fanno emergere tutta l’utilità e l’interesse nel panorama degli studi di settore. Un testo, in definitiva, che rappresenta un modello cui far riferimento per qualsiasi ricerca riguardante la storia delle biblioteche religiose, in quanto custode di un generoso metodo d’indagine applicabile ergonomicamente alla variegata realtà culturale europea. – N.V.
031-E Infelise (Mario), I padroni dei libri. Il controllo sulla stampa nella prima età moderna, Roma-Bari, Laterza, 2014 (Storia e Società), pp. 227, ISBN 978-88-581-1105-5, € 22. Il controllo dell’informazione è un argomento a cui oggi, forse più che in altri periodi storici, viene prestata estrema attenzione, a causa dell’invasività dei mass media nella vita di ogni giorno e, primo di tutti, per la diffusione di uno strumento globale qual è internet. Porsi interrogativi su questo argomento non è però un fatto recente, ma ha preso il via già pochi anni dopo la nascita della stampa a caratteri mobili. In maniera particolare il problema si evidenziò nel corso del Cinquecento, quando per la prima volta la stampa stessa venne utilizzata consapevolmente come principale strumento di diffusione delle idee riformate, provocando la reazione della Chiesa romana con l’emissione dell’Indice dei libri proibiti e l’allestimento di un formidabile apparato di controllo e repressione dell’editoria e della stampa. Tale questione è stata oggetto di approfondite analisi storiche negli ultimi decenni, mentre un minore interesse ha riscosso la contemporanea azione del potere civile in rapporto a quella della Chiesa. L’a. si propone di esplorare proprio tale aspetto dalla particolare angolatura della Repubblica di Venezia, unico stato della penisola italiana sensibile alle ingerenze romane nelle questioni di natura non religiosa – in primis sulla concessione delle licenze di stampa a testi politici – e il solo a reagire contro con forza, almeno per un certo periodo. Il vol. si apre con l’oscura, ma esemplare, vicenda del ravennate Apollinare Calderini, canonico regolare lateranense vissuto nella seconda metà del Cinquecento e autore di un libro intitolato Discorsi sopra la ragion di Stato del Botero. Proprio la sua uscita a Milano nel 1597 provocò un aspro dibattito all’interno del Consiglio dei Dieci della Repubblica di Venezia, durante il quale venne addirittura più volte proposta la pena di morte per lo scrittore, da comminarsi anche segretamente. In riva alla laguna veneta un libro del genere, nient’altro che uno dei tanti commenti alla famosa Ragion di Stato di Giovanni Botero, era considerato tanto pericoloso a causa della posizione anti-repubblicana e filo-monarchica che era propugnata nelle sue pagine riguardo all’ordinamento ideale dello Stato. Si trattava dell’inizio di quella che poi durante il Seicento divenne un’abbondante pubblicistica di matrice spagnola indirizzata a sminuire la fama della Repubblica di Venezia e per tale ragione l’autore era da punire in modo adeguato e le tesi del testo dovevano essere neutralizzate mediante una confutazione anch’essa letteraria. A tal proposito l’a. nota che «la scrittura e la stampa erano da considerarsi a tutti gli effetti armi e come tali andavano trattate», rifacendosi volutamente a Paolo Sarpi, la cui figura risulta centrale nel dibattito sulle prerogative dello Stato e della Chiesa in tutta l’età moderna. A lui infatti si deve la frase che caratterizza il titolo, I padroni dei libri, una citazione tratta dal Discorso dell’origine, forma, leggi, ed uso dell’Ufficio dell’Inquisitione nella città et dominio di Venetia, citazione che non è stata scelta a caso dall’a. La figura del frate servita veneziano non si limita infatti a dominare la prima parte del libro (Il principe è tutto), ma di fatto aleggia sull’intera opera, quale riferimento costante per ogni decisione in chiave anti-romana presa dalla Repubblica di Venezia anche dopo la morte di Sarpi (si vedano anche i consulti di Fulgenzio Micanzio, stilati ispirandosi chiaramente alle posizioni del suo predecessore). Non a caso all’epoca i suoi scritti furono considerati talmente pericolosi da parte delle autorità inquisitoriali, che sul suo nome venne operata già nel corso del Seicento una sistematica operazione di damnatio memoriae: un’operazione tanto capillare non conobbe uguali neppure nei confronti di autori riformati o condannati per eresia. Per contro invece il pensiero sarpiano fu sempre ben presente nei paesi di area protestante e le ripetute ristampe e traduzioni delle sue opere stanno chiaramente a dimostrare quanto la sua figura sia stata apprezzata in Europa (indicative in tal senso le pagine dedicate a Milton e a quanto delle sue idee sulla libertà di espressione sia dovuto al servita). La questione di chi avesse l’autorità di controllare e permettere la stampa e la diffusione di uno stampato non era cosa di secondaria importanza. Se indiscutibile era la competenza della Chiesa riguardo alla materia religiosa dove il parere dell’inquisitore diventava vincolante, ben diverso era il caso di tutto il resto della produzione libraria, in cui tale parere vincolante non aveva ragione di essere richiesto e tanto meno di venir preso in considerazione da parte del potere laico. La posta in gioco era alta, ovvero quale dei due poteri avesse il reale controllo dell’informazione e in prospettiva avesse la predominanza sull’altro. Ben noti sono i punti salienti dei contrasti, che attraversarono tutto il XVII secolo, tra le pretese del Papato e la volontà di autonomia della Repubblica di Venezia, tutti rivisti attraverso la documentazione d’archivio, che fotografa il sottile gioco delle parti tra gli opposti schieramenti e le immancabili sfumature nelle diverse prese di posizione, impossibili da comprendere dagli atti riportanti gli accordi ufficiali. Risulta evidente che dopo lo scontro aperto del periodo dell’Interdetto, Venezia non fu in grado di sostenere un contrasto aperto con la Santa Sede e ripiegò su posizioni di ambiguità giuridiche per salvaguardare la propria sovranità almeno dal lato formale, a scapito di un sostanziale adeguamento agli imprimatur concessi dall’inquisitore di turno. Nella seconda parte del libro (Guerre culturali) risulta particolarmente stimolante l’allargamento della visuale a quali conseguenze avessero poi effettivamente comportato questi scontri tra Roma e Venezia sul mondo dell’editoria e del commercio librario lagunare. Un’accurata indagine nei fondi archivistici veneziani del Sant’Uffizio, come in quelli delle magistrature civili, hanno permesso di ricostruire i meccanismi esistenti tra committenti, tipografi e librai nel corso di un secolo segnato prepotentemente dalle conseguenze della peste. Se i primi tre decenni avevano mantenuto un livello produttivo tutto sommato in linea con la fine del secolo precedente, la fine della pestilenza nel 1632 vedeva a Venezia la presenza di soli cinque torchi attivi. In un momento così drammatico per la stampa veneziana, la ripresa avvenuta tra il 1630 e il 1650 vide l’importante ruolo editoriale del gruppo di intellettuali libertini dell’Accademia degli Incogniti, raccolti attorno alla figura del patrizio Giovanni Francesco Loredan. Soprattutto negli anni Trenta almeno la metà della produzione editoriale di rilievo fu sostenuta dall’Accademia, e in particolar modo dallo stesso Loredan, che utilizzò un gruppo di tipografi di medio-piccola importanza, legandoli facilmente a sé in un periodo di così grave depressione del mercato. Piacevole nella lettura, il vol. affronta tematiche di tipo diverso – politiche, giuridiche, religiose, economiche, editoriali, giurisdizionali etc. – che si intrecciano continuamente tra loro, offrendo spunti inediti per la comprensione di un secolo, il Seicento, che anche dal lato della storia dell’editoria presenta ancora numerose zone d’ombra da indagare. – M.C.
031-F Libri (I) dei Patriarchi. Un percorso nella cultura scritta del Friuli medievale, a cura di Cesare Scalon, Udine, Deputazione di Storia Patria per il Friuli - Istituto Pio Paschini per la Storia della Chiesa in Friuli, 2014, pp. XVI + 462, ISBN 978-88-87948-37-0, s.i.p. Si tratta innanzitutto di un vol. di grandi dimensioni, rilegato in cartone e tela, dotato di un ricco apparato illustrativo a colori: già questi elementi materiali fanno apprezzare l’ultima fatica di Cesare Scalon come un contributo solido e duraturo alla nostra conoscenza del mondo «del medioevo friulano attraverso i libri più significativi che ebbero circolazione nella regione dall’età longobarda al pieno Umanesimo». Già questa impostazione fa cogliere l’importanza dell’operazione: certo una scelta, una sineddoche ma non basata sul discutibile criterio dei “tesori” di una biblioteca, ma piuttosto il risultato di una sintesi di ricerche non solo nelle biblioteche del territorio ma alla Beinecke Library, alla Vaticana, alla Mazzarina, alla Nationale di Parigi, alla Marciana, alla Bodleian Library, al Paul Getty Museum, alla Österreichische Nationalbibliothek, alla Staatsbibliothek di Berlino, alle Universitätsbibliothek di Graz e di Lipsia. Frutto di un vasto lavoro d’équipe (i quattordici saggi sono opera di una decina di studiosi, cui si aggiungono gli autori di singole schede), il censimento messo in atto non ha ignorato anche i testimoni mutili o frammentari, superando quindi la logica del “bel pezzo” o del manoscritto miniato (oggetto negli anni ’70 e ’80 di due mostre tematiche) verso quella del testimone storico. L’idea poi di suggellare questa “mostra virtuale” sotto le insegne dei patriarchi di Aquileia ha voluto essere il riconoscimento del ruolo precipuo, anche culturale, svolto da questa istituzione lungo il millennio di produzione e circolazione libraria qui considerato, dalla tarda antichità agli inizi del XVI secolo. Si tratta infatti di un viaggio tra i testimoni manoscritti identificati come connessi con l’ambiente friulano, vuoi per produzione vuoi per passaggi. Si parte da un monumento preziosissimo, il cosiddetto codex foroiuliensis, un evangeliario latino degli inizi del VI secolo, oggi smembrato in più sedi (la preziosa legatura medievale è nel tesoro di S. Marco), connesso col culto di s. Marco e con la leggenda della redazione del suo vangelo proprio ad Aquileia. Col codex Rehdigeranus, sempre un evangeliario, si è proiettati invece nella prima metà del VIII sec. in un momento di grave confusione qui più che grafica (il testo è redatto in onciale), soprattutto linguistica. La sezione successiva, allentando la pressione dell’antichità, comprende più testimoni, in questo caso di età carolingia (si noti lo splendido Psalterium duplex con a sinistra i salmi nella cosiddetta versione gallicana in lettere maiuscole e a destra la versione latina condotta direttamente dal testo ebraico in onciale). Seguono, secondo la scansione cronologico/tipologica, i libri di età ottoniana, il magnifico Salterio di santa Elisabetta riccamente miniato e rilegato (conservato tra le reliquie della santa, è un salterio di lusso predisposto per l’aristocrazia laica, realmente preparato per l’ambiente familiare di Elisabetta), le Bibbie (dalle atlantiche alle tascabili), i libri liturgici musicali con pezzi dal XII al XV sec., i corali del Tre e Quattrocento, i libri scolastici con una bella carrellata di testi diversi, i libri in volgare (vedi più sotto), i libri di Guarnerio d’Artegna (oggi a San Daniele del Friuli) e degli umanisti, i libri scientifici e tecnici (con anche Brunetto Latini?), i libri per le corti signorili, qui identificabili sostanzialmente con quella patriarcale. Di speciale interesse è proprio la sezione dedicata ai libri in volgare (ma vedi anche il Tresor e il suo volgarizzamento toscano alle pp. 365-369). Infatti, come è noto, l’area qui presa in considerazione vede non solo lo sviluppo della letteratura di ascendenza toscana (vedi i bei mss. di Dante – in particolare il ms. Padova, Civica, C.M. 937 con la Commedia esemplata per la famiglia Claricini di Cividale – e Petrarca), ma da un lato una persistente presenza della letteratura oitanica e occitanica, dall’altra lo stentato sviluppo di una letteratura nel volgare locale friulano. Curioso risulta piuttosto che non trovino spazio in questa generosa selezione mss. in lingua tedesca (e la slovena?), che fu assai diffusa nel territorio (vedi a esempio p. 330). È questo il frutto ancora di una storiografia nazionalistica, timorosa di offrire testimonianze della natura liminare del Friuli? Il vol. è chiuso da un’ampia bibliografia (pp. 425-452 con quasi un migliaio di titoli), e da un indice dei mss. descritti o anche solo citati disposti per collocazione (pp. 453-462). – E.B.
031-G Pittion (Jean-Paul), Le livre à la Renaissance. Introduction à la bibliographie historique et matérielle. Préface de Frédéric Barbier, Turnhout, Brepols, 2013 (Nugae Humanisticae, 15), pp. xxxii + 432, ISBN 978-2-503-53056-7, s.i.p. L’importanza di questo vol. è eccezionale perché costituisce il primo vero tentativo organico di trapiantare grosso modo la bibliografia analitica inglese (alla quale l’autore si è a lungo abbeverato) in terra francofona: e forse non a caso tutta l’operazione avviene in realtà tra Belgio e Ginevra, sia pur con la benedizione del massimo studioso francese del settore, che sottolinea tra l’altro, oltre alle competenze dell’a. unite a un’attitudine “didascalica” che gli permette di organizzare una trattazione organica sul tema, come si tratti qui non solo di “tradurre” ciò che la scuola inglese ha insegnato o di applicarlo senza teorizzarlo (come fece più o meno Jeanne Veyrin-Forrer), ma di saper integrare gli insegnamenti d’Oltremanica (e d’Oltreoceano) con la scuola della storia del libro francese, in particolare con l’insegnamento di Henri-Jean Martin, con le sue mise en livre e mise en texte. L’a. vuole proporre una guida alla descrizione del libro del Quattro e Cinquecento, e quindi sottolinea come le conoscenze che noi abbiamo dei processi produttivi possano aiutare a meglio comprendere le caratteristiche particolari dei prodotti tipografici di questo periodo. Il vol. si sviluppa poi in maniera piana (con capitoli, paragrafi e suddivisioni minori non reperibili però né dal sommario a p. v, né da un indice per materie, assente) dedicandosi innanzitutto ai materiali del libro con paragrafi sulla carta, sulle caratteristiche tipografiche, sul problema della identificazione e datazione. Si passa poi alla fabbricazione del libro con note sulla composizione e l’imposizione (ma anche correzione e tiratura: si vede qui una differenza rispetto alla logica prettamente filologica inglese, verso un maggior peso dato al proprium tecnologico, tipico della migliore scuola tedesca), colophon e frontespizio, problemi di descrizione. Si viene quindi alla struttura del libro con formato, fascicoli e segnatura, la collazione, la lettura di un catalogo incunabolistico. Si passa alla decorazione del libro con marche editoriali, la nascita dell’illustrazione e la legatura. Si giunge così al libro come prodotto commerciale con la rete europea del commercio, i rapporti con l’autorità (privilegi, censura), l’economia editoriale. Da ultimo ci si sofferma sul valore culturale del libro, con osservazioni sul rapporto con l’autore e altra su quello con la lettura e le raccolte librarie. Chiude il tutto una serie di appunti sulla sopravvivenza del libro dopo l’epoca rinascimentale. La trattazione proposta è piana e chiara, accompagnata da note impaginate nei margini del libro e da un parco (fin troppo: per il torchio è proposta una sola assai piccola illustrazione!) ma puntualissimo apparato iconografico. Due sono i punti sui quali sarebbe utile discutere. In primo luogo l’abitudine di mescolare alla trattazione circa il libro come era o come veniva prodotto, quelle circa il nostro modo di osservare o descrivere tali fenomeni. Così avviene a esempio con la sezione Identifier et dater o con quella Cataloguer, décrir, transcrire o Lire un catalogue d’incunables. Proprio il fine didattico di un’opera come questa deve obbligare a distinguere, diciamo così, i fatti dalla loro interpretazione. In secondo luogo non pare convincente la riduzione a elementi decorativi di tre aspetti così diversi come l’inserimento delle marche editoriali, l’uso dell’illustrazione e le caratteristiche della legatura. Certo, la marca ha anche un elemento decorativo ma è innanzitutto un logo aziendale; certo, l’illustrazione ha anche un ruolo decorativo, ma dovrebbe innanzitutto entrare in dialogo con testo che illustra; certo la legatura ha anche un ruolo decorativo, ma è innanzitutto un elemento strutturale nel quale tecniche, materiali, gusto esprimono problematiche sociali e storiche (Miriam Foot parlava di legatura come specchio della società). Per fare un esempio che piacerà certo all’a., questa estate mi è capitato di vedere a Debrecen in Ungheria delle magnifiche legature cinque-secentesche in pergamena coi piatti decorati con coloratissimi disegni “a tappeto” (un esempio, migliorabile, all’indirizzo http://www.kartonpack.hu/en/en_history.php). Siccome questo tipo di legatura risulta diffuso in tutte le comunità calviniste d’Ungheria, il tema non sarà solo di tipo decorativo… (ma, a esempio, anche teologico, vista la a-iconicità del disegno). Il lavoro di Pittion è comunque un contributo di grande importanza che richiederà di essere consultato e letto con calma per saggiarne la capacità di risposta ai sempre infiniti interrogativi che il libro antico pone allo studioso. Il vol. è chiuso da un’utile bibliografia dalla quale è però pressoché assente la produzione scientifica italiana (pp. 371-430). – E.B.
031-H Solimine Giovanni, Senza sapere. Il costo dell’ignoranza in Italia, Roma - Bari, Laterza, 2014 (Saggi tascabili Laterza, 402), pp. 191, ISBN 978-88-581-1185-7, € 12. Il saggio analizza la cronica disattenzione italiana nei confronti della sfera culturale e dell’istruzione (non solo scolastica e universitaria) all’inizio del XXI secolo, accennando alle origini storiche del fenomeno e descrivendone le conseguenze attuali sia sul piano interno, sia in rapporto a uno scenario socio-economico internazionale ormai globalizzato ed estremamente dinamico. Il deficit italiano in questi settori rimane assai grave anche nella odierna transizione verso una società dominata da Internet e dal potenziamento dei circuiti di trasmissione culturale e documentaria partecipata (dai dialoghi disimpegnati sui social network alla pubblicazione di ricerche accademiche). Le conseguenze di questo stato di cose potrebbero essere assai pesanti, limitando la possibilità di sviluppare conoscenze, di valutare criticamente le informazioni e di «esercitare i diritti di cittadinanza all’interno del mondo digitale» (p. 83). è uno studio scritto con grande chiarezza e consequenzialità (rimarcabile la scelta delle citazioni tratte da opere prevalentemente recenti o recentissime, sempre efficaci ed essenziali), ma al tempo stesso di lettura abbastanza impegnativa, sia per la grande quantità di dati raccolti (incluse percentuali e statistiche), sia perché l’autore riesce ad esaminare i fenomeni tenendo conto di molteplici approcci di analisi (sociologico, biblioteconomico, documentario, filosofico, economico). In Italia spesso si fatica a comprendere che l’ignoranza costa di più e rende di meno della cultura e si sottovaluta la funzione della costruzione e della valorizzazione delle competenze, prestando poca attenzione a mettere i cittadini nella condizione di padroneggiare contenuti e contenitori delle informazioni e di beneficiare del diritto allo studio e di maggiore mobilità sociale. La questione si pone, oggi, con particolare urgenza, dal momento che gli effetti della grave crisi economica suggeriscono con drammatica immediatezza che la prosperità, che negli ultimi decenni era ingenuamente sembrata quasi un presupposto dell’esistenza, non è scontata, ma va ricercata e mantenuta con un continuo aggiornamento della conoscenza. Come osserva lo studioso «non è possibile continuare ad essere al tempo stesso ricchi e ignoranti per più generazioni» (p. 137). Tuttavia la maturazione di una diffusa percezione del nesso tra cultura - formazione e qualità della vita non è immediata né scontata: basti considerare che questi elementi stentano persino ad essere utilizzati come fattori di misurazione del benessere e tenore di vita, non solo in Italia. L’opera solleva questioni che hanno attinenza diretta con la realtà della scuola, delle biblioteche, delle università e di altri enti culturali ed è pertanto fruibile con consapevolezza in primo luogo da figure come ricercatori, docenti di ogni grado, artisti, librai, editori e via dicendo (professionisti che certo troveranno in questo libro qualche spunto di amara riflessione autobiografica), ma non va considerata come una lettura specialistica, essendo utile a chiunque veda nella cultura un collante imprescindibile tra prosperità economica, democrazia e maturazione civica. Sono tuttavia le biblioteche ad essere sovente chiamate in causa come possibili punti di appoggio per lo sviluppo della cultura nell’epoca della prodigiosa espansione di Internet e degli smartphone, in veste di enti pubblici a fruizione gratuita preposti ad organizzare e rendere utilizzabili le conoscenze; sempre che la società (oggi propensa a sopravvalutare la spendibilità di forme più o meno improvvisate di fai-da-te nelle attività di selezione, raccolta e utilizzo dei contenuti diffusi dal Web) non consideri anche questo servizio, come altri tipi di intermediazione, ormai superfluo. Le ingenuità, infatti, sono diffuse, a partire dalla convinzione che circolazione e facile accessibilità dei prodotti culturali siano scontate o dalla tendenza a confondere le potenzialità di uno strumento squisitamente pubblico e aperto, ma complesso, come Internet, con gli esiti di superficie di una ricerca frettolosa condotta su un motore di ricerca privato (e interessato a battere cassa). Il saggio, insomma, è utile sia per mettere a fuoco preoccupanti elementi di conferma della decadenza italiana (tali da giustificare la crescente “fuga di cervelli” dalla penisola), sia per trovare stimoli costruttivi e suggerimenti utili a risollevare, prima che sia troppo tardi, le sorti di un paese ancora ricco di talenti, beni culturali e risorse ambientali. – R.G
031-I Tipografia (La) a Mantova nel Quattrocento, a cura di Andrea Canova - Pasquale Di Viesti, Mantova, Publi-Paolini, 2014, pp. 79, ill., ISBN 978-88-95490-68-7, € 10. Il vol. nasce in occasione della mostra legata alla riapertura della celebre Biblioteca Teresiana di Mantova, biblioteca che, dopo travagliate vicende legate al terremoto del 2012, riapre al pubblico con le sue opere a stampa che testimoniano i primordi di tale arte nella città, primordi che si accostano, cronologicamente parlando, a quelli che furono, più in generale, gli inizi della novella arte di imprimere libri in Italia. Il presente catalogo, si inserisce all’interno di un più ampio progetto che, come auspica Irma Pagliari (Dirigente del Settore Cultura del Comune di Mantova), dovrebbe portare alla redazione di un catalogo complessivo degli incunaboli mantovani. Tale mostra, come ricorda Pasquale Di Viesti (Biblioteca Teresiana), non si colloca come evento isolato all’interno di quella che fu la storia della biblioteca, ma si riallaccia bensì a due tappe significative che, a diversi livelli hanno illustrate le tappe salienti della nascita della tipografia a Mantova, attraverso i testi stampati nella città. Nel 1959 Ubaldo Meroni, dopo aver preso in esame le officine tipografiche che operavano a Mantova nel XV secolo espone, nei saloni dell’allora restaurata biblioteca, dieci dei pezzi più significativi per la storia della tecnica della stampa; mentre nel 1972 Giancarlo Schizzerotto espone, in occasione del Cinquecentenario del primo libro stampato a Mantova, tutte le ventiquattro edizioni mantovane incunabole possedute dalla biblioteca. Sempre Di Viesti, nei testi introduttivi del presente catalogo, ricorda come, il 16 febbraio 1785 , presso l’Accademia di Mantova proprio il prefetto Leopoldo Camillo Volta, sulla di cui iniziativa nacque la Biblioteca Teresiana, aprì quelli che furono gli studi sulla tipografia a Mantova con la sua prolusione dal titolo Saggio storico-critico sulla tipografia mantovana del secolo XV. Studi che oggi sono arrivati a definire e mettere ordine nelle varie vicende legate alla nascita della stampa, al commercio e alle effettive edizioni stampate a Mantova grazie ai contributi, usciti in anni recenti, di Dennis Rhodes (British Library) e di Andrea Canova (Università Cattolica del Sacro Cuore). Le schede vere e proprie del catalogo sono precedute da un’utile sezione (a cura di Pasquale Di Viesti) con indicate le diverse officine tipografiche delle Mantova nel XV secolo, per ognuna vengono elencate le pubblicazioni e viene fornita una descrizione della stessa. Per redigere tali schede, come dichiara il curatore stesso, ci si è serviti della non esile bibliografia sulla storia della non stampa a Mantova, ordinata e sistematizzata nella Nota Biografica, curata da Andrea Canova. Nota che segue il saggio introduttivo al catalogo Un taccuino per gli inizi della tipografia mantovana redatto dallo stesso Canova, che da anni si occupa della tipografia a Mantova tra Quattro e Cinquecento. In particolare nel saggio, servendocisi anche dei documenti conservati presso l’Archivio di Stato (Archivio Gonzaga e Archivio notarile), vengono ricostruite in modo lucido quelle che furono le principali tappe dello sviluppo dell’arte della stampa a Mantova, legandole anche con quello che era il mercato del commercio librario del tempo. È a opera di Pietro Adamo de’ Micheli, appartenente a una famiglia della piccola nobiltà locale, che si deve la chiamata di alcuni tipografi, con il fini di impiantare una tipografia in loco. Sempre Pietro Adamo scriverà, il 25 dello stesso mese, al marchese Ludovico Gonzaga per ottenere in prestito un codice del Decameron con l’intento di stampare l’opera. Da qui in avanti, dopo che il primo libro fu stampato (il Tractatus maleficiorum, testo di Angelo Gambiglioni, la cui stampa viene sottoscritta dallo stesso Pietro Adamo), gli archivi restituiscono una grande messe di informazioni a riguardo anche di quella che era appunto l’attività commerciale legata alla stampa, fondamentale, come si evidenzia nel saggio, per legare l’attività produttiva al contesto sociale in cui si inseriva. Accanto alla figura di Pietro Adamo si staglia quella del tedesco Paul Butzbach che, dopo aver trascorso i primi anni da stampatore in Italia a Verona, si sposta a Mantova dove avrà diverrà il più prolifico stampatore cittadino. Tale attività fervente è testimoniata proprio dagli esemplari rimasti delle sue edizioni che, una volta lasciate le dense pagine introduttive del vol., si ritrovano nelle schede del catalogo vero e proprio della mostra. Trenta i volumi incunaboli schedati, (dei quali il n.1, n. 17, n. 18, n. 25, n. 26 e il n.28 prestati alla Teresiana da altre biblioteche), nelle schede, oltre alle principali indicazioni di edizione (si è scelto di seguire la forma di intestazione di ISTC), vengono segnalate anche delle note relative allo specifico esemplare (provenienze, segnatura di collocazione attuale, note riguardo lo stato di trasposizione di alcune carte o indicazioni di decorazioni manoscritte). Tra i pezzi del catalogo, tutti corredati da bellissime fotografie, alcune delle edizioni più significative della storia dell’origine della stampa a Mantova, molti degli esemplari sono inoltre impreziositi da decorazioni miniate dei capilettera. A chiudere il vol. le belle riproduzioni fotografiche di alcuni dei documenti (tra cui il testamento dello stampatore Paolo Butzbach), conservati presso l’Archivio di Stato di Mantova, che restano fondamentali testimoni di quella che fu la nascita dell’arte della stampa a Mantova. – A.T.
031-001 A proporre bellezza e umanità. I colophon di Alessandro Scansani, a cura di Giuliana Manfredi - Georgia Corbo, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2013, pp. 152, ISBN, 9788863725872, € 22. Splendida edizione oblunga legata in cartone cilestrino, fatta per celebrare un vero poeta-artista-tipografo. In particolare, in tanta invadenza fosforescente di copertine dell’oggi o invadenza ripetitiva dei paratesti degli “studiosi”, qui si assumono come punto d’osservazione i colophones dei libri di Scansani. Egli scelse questo luogo modesto e nascosto, quasi umbratile, per farvi rifluire notizie e commenti, soprattutto ragioni e intenzioni di ciò che andava pubblicando, oltre che a fissare nel tempo, quasi coordinate di una geografia tipografica, le caratteristiche tecniche del suo prodotto, fatto sì di parole, ma anche di carta e di tipi in piombo. Il libro, curato con grazia e sapienza, si presenta come un vademecum dello spirito scritto in forma di epigrafi. – E.B.
031-002 Abadal (Ernest), La Biblioteconomía y la Documentación en la universidad española a principios del siglo XXI, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 211-228. Si analizza la situazione attuale della biblioteconomia e della scienza dell’informazione (LIS) in Spagna: collocazione, offerta didattica, sbocchi occupazionali e grado di sviluppo della ricerca. Lo studio, basato su dati desunti da fonti statistiche e da contributi precedenti, propone stretegie per incrementare accademicamente la LIS e per attrarre studenti all’interno dei suoi corsi. – Elena Gatti
031-003 Arbizzani (Luigi), La stampa periodica socialista e democratica nella provincia di Bologna 1860-1926, a cura di Maria Chiara Sbiroli, Bologna, Editrice Compositori, 2014 (Emilia-Romagna biblioteche archivi, 81), pp. 631, ISBN 978-88-779-4787-1, € 24. Luigi Arbizzani, partigiano, storico della resistenza, politico e sindacalista, cominciò già durante la guerra di liberazione dai nazifascisti a raccogliere periodici, numeri unici, e fogli occasionali di stampo politico, sociale e sindacale. Obiettivo era quello di creare un repertorio che fornisca un quadro di quella produzione periodica che la dittatura fascista mise a tacere perché espressione di un dissenso non tollerabile in uno stato totalitario. La scomparsa di Arbizzani, nel 2004, rischiava di interrompere il progetto, ma la curatrice, basandosi sul fondo messo a disposizione dalla famiglia, è riuscita a creare un importante strumento (517 titoli descritti) per indagare la storia d'Italia e le idee degli italiani subito prima che il fascismo mettesse loro un bavaglio. – Nicola Pensa
031-004 Archivio d’autore: le carte di Fabrizio De André. Inventario a cura di Marta Fabbrini - Stefano Moscadelli, introduzione di Stefano Moscadelli, Roma, Ministero per i beni e le attività culturali, Direzione generale per gli archivi, 2012 Þ rec. Maria Procino, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 239-241.
031-005 Baldacchini (Lorenzo), Alle origini dell’editoria in volgare. Niccolò Zoppino da Ferrara a Venezia (1503-1544), nota di Amedeo Quondam, Manziana, Vecchiarelli, 2011 Þ rec. Valentina Sestini, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 229-230.
031-006 Ballestra (Laura), Information literacy in biblioteca: teoria e pratica, Milano, Editrice Bibliografica, 2011 Þ rec. Valeria Lo Castro, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 254-255.
031-007 Baronti (Giancarlo), Storie funeste. Prudenza Anconitana e Marzia Basile, Francesco Novati e Benedetto Croce, Perugia, Morlacchi, 2013, pp. 386, ISBN 978-88-6074-602-3, € 15. Non sono certo solo la stampa scandalistica di oggi o, peggio, certi talk show televisivi a dare reiterato e morboso spazio alle più diverse vicende di violenza, specie se perpetrate all’interno della famiglia o dei legami sociali consolidati. Anche la letteratura di larga circolazione amava sommamente questo genere di temi, veicolati però da una cultura non cinica come la nostra, per cui il tutto diventava exemplum o addirittura esortazione morale. A tal genere di testi possono far riferimento due historie al femminile che ebbero una vasta diffusione nell’età moderna, quella di Prudenza Anconitana e quella Marzia Basile. Il bel vol. di Baronti ricostruisce le due vicende narrative, offrendo la possibilità di una minuta disamina del testo, rincorrendo in ciò i primi approfondimenti della scuola storica, Novati da un lato e il Croce erudito dall’altro. Preziose le ampie disamine delle edizioni dei due testi e dei loro testimoni sopravvissuti: Prudenza edizioni fiorentine pp. 19-21, veneziane pp. 78-95, venete 95-98, edizione di Perugia 98-100, bolognesi 100-104, altre località 109-113, toscane 118-126; Marzia edizioni secentesche varie 211-217, poi settecentesche venete 220-223, napoletane 227-237, lucchesi 244-252. Utili ma un po’ troppo ingrandite le immagini dei frontespizi riprodotti. In fine una aggiornata bibliografia e l’elenco delle edizioni antiche citate. – E.B.
031-008 Battaglia (Anna Silvia), Libri di testo, ultima battaglia di Gaza, «Vita e pensiero», 2, 2014, pp. 56-59. Interessante analisi dei libri per la scuola adottati nella striscia di Gaza, coi problemi connessi alla interpretazione delle azioni di guerra contro Israele. – E.B.
031-009 Beltramo (Alberto) - Maria Gioia Tavoni, I mestieri del libro nella Bologna del Settecento, Sala Bolognese (BO), Arnaldo Forni, 2013 (Bibliografia e storie del libro e della stampa. Documenta, II), pp. 300, [14] tav., ISBN 978-88-271-3084-1. Il vol. rappresenta il punto d’arrivo di circa trent’anni di ricerche sui mestieri del libro della Bologna settecentesca, rielaborate in quattro capitoli, di cui i primi tre a firma di M.G. Tavoni e l’ultimo di A. Beltramo. – M.C.
031-010 Benvenuti (Daniel), Il cardinale Ignazio Boncompagni Ludovisi (1743-1790) e la sua biblioteca. Contributo alla definizione di un profilo intellettuale, bibliografico e documentario, Manziana, Vecchiarelli, 2014 (Biblioteche riemerse, 5), pp. 139, ISBN 978-88-8247-354-9, € 25. Il cardinale Ignazio Boncompagni Ludovisi (1743-1790) ricoprì il ruolo di legato pontificio a Bologna, prima di divenire Segretario di Stato di Pio VI, verso la fine della sua vita, nel 1785. Il colto prelato assemblò anche una significativa raccolta libraria composta soprattutto da testi di diritto (canonico in primis). Ma egli fu anche un uomo attento alle più moderne correnti culturali che trovano spazio nella sua biblioteca personale. Ecco allora i testi dei più importanti illuministi francesi, tra cui spiccano i nomi di Voltaire e Rousseau. Boncompagni Ludovisi, che ben padroneggiava la lingua inglese, fu però maggiormente attratto dalla cultura britannica, che trova ampi e significativi riscontri nella sua personale biblioteca. Dopo una breve introduzione, il vol. di Benvenuti, che avrebbe meritato maggior cura redazionale e qualche ulteriore affondo nell’indagine, si divide in tre parti. Nella prima si tenta di tracciare un profilo di Boncompagni Ludovisi, basato sui titoli presenti nella sua raccolta libraria. Nella seconda si pubblica l’inventario post mortem della biblioteca del cardinale, compilato nel 1791 sotto la supervisione del libraio Antonio Monaldini. La terza parte propone una serie di documenti riguardanti la formazione della biblioteca: si tratta di una serie di ricevute di acquisto e di un elenco di libri presi in prestito (e poi restituiti) dalla raccolta libraria di famiglia. Chiude l’indice dei nomi, comprendente anche i luoghi, i tipografi e gli editori. – L.R.
031-011 Benvenuti (Daniel), Un episodio di collezionismo nel Settecento: incunaboli nelle biblioteche di Silvio e Luigi Valenti Gonzaga, in Le fusa del gatto. Libri, librai e molto altro, pp. 141-148. Muovendo dai ricchi cataloghi settecenteschi delle biblioteche dei porporati Silvio e Luigi Valenti Gonzaga (rispettivamente zio e nipote), l’a. racconta un episodio di collezionismo, ma anche uno spaccato di storia delle biblioteche e dell’editoria, nella quale gli incunaboli finiscono per diventare anche punti nodali di vicende poco note, che meritano invece di essere conosciute adeguatamente (si vedano, a esempio, quelle che ruotano intorno agli Auctores vetustissimi di Annio da Viterbo, nell’edizione veneziana di Bernardino Vitali, 1498; ISTC ia00749000). – Elena Gatti
031-012 Bertrand (Anne-Marie), À propos, in 50 ans d’histoire du livre: 1958-2008, sous la direction de D. Varry, pp. 9-14. Partendo da un breve omaggio a Henri-Jean Martin (1924-2007), si forniscono alcune chiavi di lettura del vol., ponendo alcuni interrogativi sul presente e sul futuro della storia del libro. – L.R.
031-013 Bertrand (Anne-Marie), Anthropologie de la bibliothèque, in 50 ans d’histoire du livre: 1958-2008, sous la direction de D. Varry, pp. 173-82. Fare storia delle biblioteche, soprattutto per quelle di età contemporanea, non significa solo ricostruire la loro formazione, ma definisce l’impatto sulla società dal punto di vista culturale, politico, economico… – L.R.
031-014 «Biblioteca di via Senato (La)», aprile 2014. Con articoli su bibliotecari in letteratura (Massimo Gatta, II parte), edizioni del Piovano Arlotto (Giancarlo Petrella).
031-015 Boccaccio (Il) inciso. La vita e le opere. Gli ex libris di 73 artisti illustrano e narrano, a cura di Gian Carlo Torre, Torrita di Siena, Associazione culturale “Villa Classica” per Società Bibliografica Toscana, 2013, pp. XX + 168, ill. b/n e col., ISBN 9788898282067, s.i.p. La mostra eponima, di cui il presente vol. costituisce il catalogo, promossa in occasione del centenario boccacciano dell’anno passato, ha viaggiato dall’Ungheria all’Italia tra l’aprile e l’ottobre del 2013, concludendo il suo percorso presso la Casa natale del Boccaccio di Certaldo. In Ungheria il 2013 è stato anche l’Anno della cultura italiana, e ciò illumina, insieme alla biografia di alcuni soci della Bibliografica Toscana, il nesso tra l’oggetto della mostra e la sua prima sede di allestimento. La figura del Boccaccio è stata celebrata attraverso il mezzo espressivo dell’ex libris: i 101 pezzi esposti, realizzati da 73 diversi artisti contemporanei “illustrano e narrano” «luoghi, incontri e momenti salienti della sua vita, brani delle opere e di trenta delle novelle del Decameron, partendo dai riferimenti alla lieta brigata che si incontra in Santa Maria Novella» (p. 3), con un’appendice dedicata alla memoria di Vittore Branca, di cui nello stesso 2013 è caduto il centenario della nascita. Il vol. include anche una breve storia dell’ex libris (pp. 145-52) e una descrizione delle tecniche grafiche (pp. 153-58). – A.L.
031-016 Braida (Lodovica), La lettura silenziosa: una rivoluzione inavvertita, «La Fabbrica del Libro. Bollettino di storia dell’editoria in Italia», 19, 2013, n. 1, pp. 2-8. Lo studio dell’evoluzione della lettura nel mondo occidentale ha conosciuto negli ultimi due decenni un deciso progresso con la pubblicazione di un buon numero di saggi e monografie. L’a. ripercorre la bibliografia più recente con attenzione particolare alle trasformazioni avvenute tra XVIII e XIX secolo, quando la progressiva affermazione del romanzo mutò drasticamente l’atteggiamento dei lettori con la definitiva interiorizzazione dell’azione del leggere. – M.C.
031-017 Brescia contesa: la storia della città e del territorio attraverso secoli di dominazioni, assedi, battaglie e lotte fratricide, a cura di Angelo Brumana– Ennio Ferraglio–Filippo Giunta, 2 vol., Brescia, Associazione Bibliofili Bresciani “Bernardino Misinta”, 2013, pp. 661, ill., ISBN 978-88-909228-0-0, s.i.p. I libro è stato realizzato in occasione dei vent’anni dell’Associazioni Bibliofili Bresciani “Bernardino Misinta”, associazione che, radicata profondamente nella storica Biblioteca Queriniana di Brescia, si caratterizza per la fervente attività finalizzata alla promozione della cultura del libro, delle biblioteche e della lettura. Il libro, frutto dell’impegno di numerosi membri dell’Associazione, percorre la storia della città, attraverso i suoi protagonisti e le sue vicende, dalla preistoria fino alle vicende attuali. – A.T.
031-018 Brescia nella storiografia degli ultimi quarant’anni, a cura di Sergio Onger, Brescia, Ateneo di Brescia - Accademia di scienze lettere ed arti, Morcelliana, 2013, (Annali di Storia Bresciana, 1), pp. 455, ISBN 978-88-372-2717-3, € 32. Il vol. raccoglie gli atti del convegno di studi tenutosi a Brescia il 1 e il 2 ottobre 2010 presso l’Ateneo di Brescia, dal titolo “Brescia nella ricerca storica, artistica e letteraria degli ultimi quarant’anni”. Il libro si pone all’interno di un più ampio progetto, quello di proseguire, visti i progressi degli ultimi decenni nello studio della realtà storica bresciana, la Storia di Brescia, promossa e diretta da Giovanni Treccani. In questo primo vol., in particolar modo, ci si è occupati, in vista appunto del disegno generale che dovrebbero assumere gli Annali, di definire criticamente quanto pubblicato negli ultimi decenni, in relazione alla storia, alla letteratura e alla storia dell’arte. – A.T.
031-019 Cadelano (Sara), Le biblioteche pubbliche comunali. Profili di diritto dell’attività amministrativa tradizionale ed informatizzata, Tricase, Libellula, 2012 Þ rec. Daria Verzilli, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 251- 252.
031-020 «Cantieri», 27 gennaio-marzo 2014. Il numero è interamente dedicato ai primi anni degli Struzzi einaudiani: editoriale in memoria di Roberto Cerati e Luisa Mangoni, Vittorio Messori sui “buchi” nei cataloghi Einaudi, Claudio Pavese sull’Einaudi commissariata, Mauro Chiabrando e Paolo Fossati sulle primitive scelte grafiche, Roberto Cicala su Roberto Cerati (vedi «AB» 28, pp. 39-41), Massimo Gatta su Giulio Einaudi, in fine la riproduzione di molte copertine dei cataloghi Einaudi. – E.B.
031-021 Castellucci (Paola), Mundaneum. Una prospettiva geopolitica per la documentazione, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 103- 117. «In questo punto di snodo tra passato e futuro occorre fermarsi e chiedersi quale ruolo si profili adesso per una disciplina figlia di alterna fortune» (p. 104): questo, in sintesi, l’interrogativo che si pone l’a. a proposito della documentazione, una scienza che ancora oggi offre solidi strumenti interpretativi per analizzare, in tutta la sua complessità, la società dell’informazione, sospesa fra nuove tecnologie, diritti di accesso e idea stessa di documento. L’a. propende per un approccio politico e internazionalista alla questione, da sempre connaturato alla disciplina stessa, che costringe però a una rilettura critica dell’intero corpus disciplinare. – Elena Gatti
031-022 «Charta», 133, maggio-giugno 2014. Si parla di finali e finalini nei libri dei secc. XVII-XVIII, carte pregiate, storia illustrata della goliardia, il disegnatore Marino Di Carlo, il fumettista Guido Moroni Celsi, libri per i soldati, il designer Silvio Coppola. – A.L.
031-023 Chartier (Roger), Épilogue. De l’histoire du livre à l’histoire de la culture écrite, in 50 ans d’histoire du livre: 1958-2008, sous la direction de D. Varry, pp. 207-22. Il libro a stampa non esaurisce le forme di comunicazione nella storia moderna. Le nuove prospettive della storia del libro non possono non allargare gli interessi a una più generale storia della cultura scritta. – L.R.
031-024 Cinquant ans d’histoire du livre: 1958-2008, sous la direction de Dominique Varry, Villeurbanne, Presse de l’Enssib, 2014 (Papiers), pp. 224, ISBN 979-10-91281-15-7, € 34. Il vol. pubblica gli atti del convegno svoltosi presso l’Enssib e la Bibliothèque Municipale di Lione, dall’11 al 13 dicembre 2008, in occasione del cinquantesimo anniversario della pubblicazione de L’apparition du livre di Febvre e Martin. Si è trattata di un’occasione importante per fare un bilancio di mezzo secolo di studi sulla storia del libro, con particolare attenzione al mondo francese e a una metodologia d’indagine che proprio con quella pubblicazione ha avuto avvio. È schedato sotto i singoli contributi. – L.R.
031-025 Cinquecentine (Le) della Biblioteca diocesana Pio XII di Teggiano, catalogo a cura di Giovanna Cappelli - Patrizia Ianniello, con un saggio di Giuseppina Zappella, Teggiano, Biblioteca Pio II - Diocesi di Teggiano-Policastro, 2012, pp. 320, ill. b/n e col., manca ISBN, s.i.p. La Biblioteca Pio XII di Teggiano, fondata nel 1564 contestualmente al seminario, ha nel tempo incrementato il proprio patrimonio bibliografico grazie soprattutto a donazioni di sacerdoti e prelati. I fondi conservati – almeno quelli antichi – non sono, pertanto, omogenei giacché non scaturiscono da un progetto complessivo originario, né rappresentano il deposito di una singola collezione privata. Il catalogo descrive l’incunabolo e le 79 edizioni del XVI secolo conservate presso la biblioteca. Dopo le presentazioni delle autorità, l’ampio saggio di Giuseppina Zappella (Valenze iconografiche e simboliche dell’immagine nel libro del Rinascimento, pp. 13-50), basandosi sul ricco materiale iconografico offerto dalle edizioni della Pio XII (silografie, marche, iniziali…), propone alcune considerazioni generali riguardo i significati delle immagini nell’editoria del Cinquecento. Seguono alcune note metodologiche delle curatrici, che preludono al catalogo vero e proprio, redatto secondo standard tipici del libro antico, purtroppo con un ridotto numero di rinvii a repertori di settore. Chiude un ricchissimo (anche ridondante!) apparato di indici. Oltre ai più “classici”: intestazioni principali e secondarie, cronologico, dei tipografi e degli editori, dei luoghi di stampa, dei possessori, si trovano anche quelli delle marche tipografiche (con descrizione) e dei motti, cui si aggiunge una tabella con la localizzazione delle edizioni nelle biblioteche italiane (dati da SBN). Il vol., che avrebbe meritato maggiore cura redazionale, è dotato di un amplissimo e utilissimo apparato iconografico che riproduce fregi, iniziali e marche tipografiche presenti negli esemplari descritti. Soprattutto per le iniziali, manca però, purtroppo, il riferimento all’edizione in cui si trovano. – L.R.
031-026 Collezione (La) epigrafica del Seminario Patriarcale di Venezia. Catalogo (secoli XII-XV), a cura di Lorenzo Di Lenardo, Venezia, Marcianum Press, 2014, pp. 226, ill. b/n, ISBN 978-88-6512-179-5, € 26. Il sesto vol. degli “Anecdota Veneta” torna a occuparsi di un tema di storia del Seminario Patriarcale di Venezia, presso la cui sede è radicato lo Studium Generale Marcianum, promotore della collana editoriale. All’affacciarsi sulla scena di un nuovo libro dedicato allo studio di una collezione veneziana di epigrafi, è naturale che su di esso si stenda l’ombra dell’opus magnum di Emmanuele Cicogna, che stipò la descrizione di migliaia di epigrafi cittadine nei sei volumi delle sue monumentali Inscrizioni veneziane, che, nella loro espansione informativa sono diventati e sono tuttora una imprescindibile fonte storica per chi pratichi temi di storia veneziana. Per quanto sia scontato – o proprio per questo –, l’accostamento risponde perfettamente alla realtà dei fatti. La formazione della collezione epigrafica del Seminario Patriarcale, infatti, si svolse per lungo tempo in parallelo alla redazione dell’opera di Cicogna, che lavorò spesso spalla a spalla con il principale artefice della trasformazione del Seminario in uno dei principali luoghi della conservazione della memoria cittadina, l’ex somasco Giannantonio Moschini (su cui si veda ora la voce di Michele Gottardi, in Dizionario Biografico degli Italiani, 77, 2012, mentre sull’altra creatura di Moschini presso il Seminario, la biblioteca, alcune coordinate si trovano in Alessandro Ledda, La biblioteca del Seminario patriarcale di Venezia nel secolo XIX. Notizie da una ricerca in corso, in Claustrum et armarium. Studi su alcune biblioteche ecclesiastiche italiane tra Medioevo ed Età moderna, Milano - Roma, Biblioteca Ambrosiana - Bulzoni, 2010, pp. 275-97). Il tutto si colloca nei decenni successivi alla caduta della Serenissima Repubblica (1797), e in particolare negli anni che seguono le soppressioni napoleoniche (1806 e 1810) degli istituti religiosi della città, quando diversi edifici storici esposti al rischio di distruzione furono visitati da Cicogna e Moschini, e quest’ultimo riuscì a farsi consegnare un buon numero di epigrafi, che furono apposte alle pareti del chiostro del Seminario, trasferito alla Salute dall’antica sede di San Cipriano di Murano. Preceduto da una compatta introduzione storica, il catalogo è costituito dalle schede delle 27 epigrafi medievali conservate presso il Seminario Patriarcale, cui seguono tre schede relative a epigrafi descritte a suo tempo da Moschini e oggi irreperibili. Provengono tutte da edifici religiosi della città e delle isole. Le schede, corredate di riproduzione fotografica del manufatto, sono ordinate cronologicamente e sono così strutturate: intestazione (comprendente luogo di provenienza, tipologia/funzione dell’iscrizione, datazione); regesto, descrizione dell’attuale collocazione all’interno del Seminario, eventuali note riguardanti storia del rinvenimento e del trasferimento; descrizione del manufatto; descrizione della “scrittura”; bibliografia; trascrizione semidiplomatica. Il vol. è completato da una Tavola delle concordanze con i tre principali riferimenti bibliografici: le Inscrizioni di Cicogna, La Chiesa e il Seminario di Santa Maria della Salute di Moschini (Venezia, Antonelli, 1842), la Guida del visitatore artista attraverso il Seminario Patriarcale di Venezia (Venezia, Tipografia San Marco, 1912) e dagli indici topografico, cronologico, dei nomi e delle illustrazioni. – A.L.
031-027 Conihout (Isabelle de), On ten new Grolier. Jean Grolier’s first library and his ownership marks before 1540, New York, The Grolier Club, 2013, pp. 61, ill. col., ISBN 978-1-60583-046-9, s.i.p. L’elegantissima plaquette, dotata di una ricco apparato iconografico a colori (che occupa più di metà del volumetto), presenta il testo di una conferenza tenuta dall’a. al Grolier Club di New York il 25 gennaio 2012. Il saggio, già anticipato in una precedente occasione (Dix (ou onze) nouveaux Groliers: notes sur la première bibliothèque de Grolier et ses marques de possession en France et en Italie antérieurs à 1540, in La verve, la plume et l’échoppe. Etudes renaissantes à la mémoire de Michel Simonin, Tours-Turnhout, Centre d’études supérieures de la Renaissance – Brepols, 2012), è diviso in quattro brevi capitoli nei quali accanto all’attribuzione di dieci nuovi esemplari alla collezione di Jean Grolier si discutono, oltre alle legature, come sempre di grande pregio ed eleganza, anche altri segni di possesso apposti dal grande collezionista francese suoi propri libri: motti, ex libris manoscritti, stemmi araldici, di cui si fornisce una precisa descrizione tipologica. In realtà, alcuni degli esemplari di cui si discute erano già noti agli specialisti, ma in un primo momento non furono considerati come appartenenti alla biblioteca di Grolier. Oggi gli rivengono convincentemente attribuiti. Tutti questi libri appartennero alla primitiva biblioteca di Grolier, quella assemblata in circa trent’anni durante il cosiddetto periodo “italiano”, che fu dispersa nel 1536. Nonostante i numerosi studi ricevuti, la collezione di Grolier riserva ancora qualche sorpresa. – L.R.
031-028 Consegnare al futuro archivi e biblioteche, a cura di Ugo Dovere, Noventa Padovana, Mediagraf, 2012 Þ rec. Maria Procino, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 250-251.
031-029 Corbeto (Albert), Especímenes tipográficos españoles. Catalogación y estudio de las maestras de letras impresas hasta el año 1833, Madrid, Calambur, 2010, pp. 190, ISBN 9788483591604, s.i.p. Ottima edizione che si occupa delle “mostre di caratteri” nella tipografia spagnola dal Sei all’inizio dell’Ottocento: fu Updike nel su Printing Types del 1922 il primo a richiamare l’attenzione su cataloghi dei tipi spagnoli che erano da sempre «materias de circulación limitada, destinadios fondamentalmente para un uso profesional dentro del ámbito de la imprenta, y faltos de sustancia erudita o literaria». Dopo un’ampia ed esaustiva introduzione, trovano posto una preziosa bibliografia delle edizioni (un’ottantina in tutto) di questi rari prodotti tipografici, con una riflessione sulla loro tipologia e un elenco degli esemplari. Segue un’abbondante e preziosa serie di riproduzioni di singole pagine dei suddetti reperi e una bibliografia finale. – E.B.
031-030 Crupi (Gianfranco), Le «buone letture» 1. La Federazione italiana delle biblioteche circolanti cattoliche (1904-1912), «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 137-163. Per indagare la politica culturale e religiosa e le strategie comunicative della Federazione italiana delle biblioteche circolanti cattoliche, l’a. ne ricostruisce la storia, dall’anno di fondazione (1904) fino al 1912. Benché adombrata da un’altra istituzione analoga – la Federazione italiana delle biblioetche popolari – la Federazione italiana delle biblioteche circolanti cattoliche fu importante strumento al servizio dell’ampio progetto educativo e propagandistico della Chiesa, incentrato sui temi della moralità e delle buone letture, appunto. – Elena Gatti.
031-031 Dallasta (Federica), La “libreria sacra” di Antonio Parazzi, arciprete di Viadana, «Vitelliana. Viadana e il territorio mantovano fra Oglio e Po. Bollettino della Società Storica Viadanese», 8, 2013, pp. 219-56. Il sacerdote viadanese Antonio Parazzi (1823-1899), fondatore del locale museo archeologico, raccolse una significativa biblioteca di argomento teologico lasciata a beneficio dei suoi successori. Se ne pubblica il catalogo. – L.R.
031-032 Damien (Robert), Les ennemis de l’institution bibliothécaire: nobles et notables contre «L’homme sans qualité», in 50 ans d’histoire du livre: 1958-2008, sous la direction de D. Varry, pp. 183-205. Nell’epoca di Naudé, nobili e notabili rappresentarono i principali nemici alla formazione di istituzioni bibliotecarie. – L.R.
031-033 De Bellis (Nicola), Introduzione alla bibliometria: dalla teoria alla pratica, Roma, AIB, 2014, pp. 205, ISBN 978-88-7812-227-7, € 25. Il vol. rappresenta lo studio italiano più completo in materia di analisi quantitativa della comunicazione scientifica. Il libro si articola in cinque capitoli in cui vengono esaminati i molteplici aspetti della bibliometria, dagli strumenti basilari (indici citazionali) al calcolo dell’Impact factor, effettuando una panoramica sui più importanti indicatori bibliometrici internazionali. A chiudere il vol. vi è, oltre a una utile bibliografia, una corposa appendice contenente le indicazioni riguardanti le fonti e gli strumenti per lo studio della bibliometria. – N.V.
031-034 De Gregorio (Mario), L’inedito bibliotecario. Nuovi apporti manoscritti alla biografia di Giuseppe Ciaccheri, in Le fusa del gatto. Libri, librai e molto altro, pp. 175-210. Meticolosa ricostruzione – con parecchie nuove acquisizioni – della biografia di Giuseppe Ciaccheri, poliedrico erudito senese, nonché bibliotecario della donazione dell’arcidiacono Sallustio Bandini all’Università di Siena, nucleo originario dell’attuale Biblioteca Comunale di Siena. – Elena Gatti
031-035 De Marino (Maria Carmela), L’umanista e lo scienziato: Silvio Giuseppe Mercati ed Ettore Biocca, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 195-209. Si mettono a confronto gli archivi personali di Mercati (1877-1963) e di Biocca (1912-2001), umanista il primo, medico e antropologo il secondo. Quello che ne esce è un quadro nitido e stimolante sui rispettivi contesti storico-sociali, sugli anni di formazione ma soprattutto sui criteri attraverso cui i due studiosi hanno organizzato e documentato la propria attività. In definitiva, il fil rouge che lega Mercati e Biocca, così come raccontano le loro carte, sono le indiscuitibili doti umane ma soprattutto quell’insaziabile curiosità di sapere, che ha saputo travalicare la specificità degli insegmamenti e delle discipline. – Elena Gatti
031-036 Del Cornò (Andrea), Nel mille quattro cento septe et due ... Foligno e l’edizione principe della Divina Commedia, in Le fusa del gatto. Libri, librai e molto altro, pp. 71-91. Si delinea la storia della prima società tipografica folignate (l’Orfini-Neumeister), e quella della sua esigua produzione editoriale (tre edizioni in tutto), con particolare attenzione al manufatto più noto, La Commedia (1472; ISTC id00022000), di cui l’a. propone un’attenta e documentata analisi bibliologica, allargando, nel contempo, la riflessione a questioni tutt’ora irrisolte (chi finanziò effettivamente l’edizione dantesca? dove si trovava l’officina tipografica?). Chiude il pezzo una carrellata degli esemplari conservati presso biblioteche delle Isole Britanniche. – Elena Gatti
031-037 Delpiano (Patrizia), Educare alla lettura antiphilosophique nell’Europa dei Lumi, «La Fabbrica del Libro. Bollettino di storia dell’editoria in Italia», 19, 2013, n. 1, pp. 9-15. Nel Settecento non esistette solamente la letteratura di stampo illuminista, ma fiorirono per reazione anche trattati polemici nei confronti della nuova filosofia. In questa ottica l’a. esamina il Traité de la lecture chrétienne (Parigi 1774) del benedettino Nicolas Jamin e le traduzioni che ne seguirono. – M.C.
031-038 Diliberto (Oliviero), La memoria e l’oblio, in Le fusa del gatto. Libri, librai e molto altro, pp. 23-28. Con la sua opera (più volte ristampata) sui vescovi della diocesi di Grosseto, l’erudito senese Giovanni Antonio Pecci (1693-1768) restituisce alla memoria personaggi che altrimenti, con ogni probabilità, sarebbero rimasti ignoti. Sottraendo all’oblio anche sé stesso. Da qui muove l’a. per una raffinata e colta riflessione sulla dialettica memoria/oblio/documentazione, da tempo al centro dei suoi interessi. – Elena Gatti
031-039 Dionisi (Emanuele), Profili giuridici del fedecommesso artistico, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 81-91.
031-040 Dono (Un) ai buoni studi: la ristampa del «Dante. Storia della “Commedia”» di Mario Apollonio, Verona, QuiEdit, [2014], pp. 56, ISBN 9788864642604, s.i.p. Plaquette che nella prima parte raccoglie alcuni articoli di giornali e riviste usciti in occasione della ristampa di Dante. Storia della «Commedia» di Mario Apollonio (Þ «AB» 029-A). Ne sono autori Carlo Annoni («Giornale di Brescia», 28 novembre 2013), Andrea Bisicchia («Avvenire», 28 febbraio 2014), Aldo Grasso («Corriere della Sera. Sette», 21 febbraio 2014), Gian Paolo Marchi («L’Arena», 5 marzo 2014), Luca Mazzoni («Verona fedele», 12 gennaio 2014). La seconda parte contiene gli interventi letti alla presentazione del vol. tenutasi il 17 marzo 2014 presso l’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona: Giuseppe Chiecchi, Introduzione; Pierantonio Frare, Intorno al Dante di Mario Apollonio; Gian Paolo Marchi, Una lettura della Commedia «che lume fia tra ’l vero e lo ’ntelletto». La nuova edizione del Dante di Mario Apollonio; Corrado Viola, Co’ vivi ancor congiunto… – Luca Mazzoni
031-041 Dora (Paola), Santa Caterina d’Alessandria. Una martire tra storia e leggenda, in Le fusa del gatto. Libri, librai e molto altro, pp. 29-52. Origine e significato della vicenda di Caterina d’Alessandria (III-IV sec. d.C.). L’a. riflette soprattutto sulla fortuna altalenante del suo culto e sulle circostanze che lo hanno determinato. – Elena Gatti
031-042 Durand (Pascal), Apparitions, disparitions. Vers une histoire des pratiques d’édition en Belgique, in 50 ans d’histoire du livre: 1958-2008, sous la direction de D. Varry, pp. 71-81. Si traccia un profilo dell’editoria contemporanea nel Belgio francofono, definendo le peculiarità degli editori belgi. Da leggersi con il saggio di Tanguy Habrand («AB31» …). – L.R.
031-043 Durando (Furio Orazio) - Marianna Fatti, Gatto bifronte, Torrita di Siena, Società Bibliografica Toscana, 2013 (Minima Libraria, 4), pp. 78, ISBN 978-88-9828211-1, s.i.p. Delizioso volumetto della Società Bibliografica Toscana, pensato con una «veste tipografica rotante», sulle cui copertine campeggiano rispettivamente due gatti (ovvio e voluto il riferimento ai Sessa), uno impresso in rosso l’altro in nero. Inutile dire chi sono i principali protagonisti dei raccontini che compongono il vol. ... Si schedano solo i contributi di interesse bibliografico. – Elena Gatti
031-044 Durando (Furio Orazio), Poi arrivò il mattino. Breve epicedio per una gatta, in Gatto bifronte, pp. 15-44.
031-045 Engel (Sabine), Clementia in forma di Cristo e l’adultera. La Commissione ducale di Antonio Grimani, capitano di Verona (1561), «Bollettino dei Musei Civici veneziani», s. III, 8, 2013, pp. 93-99. Studio iconografico - artistico di un manoscritto conservato al Museo Correr di Venezia. – R.G
031-046 Faggiolani (Chiara), La ricerca qualitativa per le biblioteche. Verso la biblioteconomia sociale, Milano, Editrice Bibliografica, 2012 Þ rec. Paola Castellucci, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 245-246.
031-047 Fanti (Sigismondo), Trattato di scrittura. Theorica et pratica de modo scribendi (Venezia 1514), a cura di Antonio Ciaralli - Paolo Procaccioli, Roma, Salerno editrice, 2013, anastatica + pp. 91, ISBN 978-88-8402-909-6, € 24,00. Primo titolo della neonata collana diretta dai due curatori del vol. Antonio Ciaralli e Paolo Procaccioli dedicata a “La scrittura nel Cinquecento. I manuali” che si propone di offrire in agili riproduzioni anastatiche i manuali di scrittura rinascimentali. Si tratta dell’opera pionieristica del ferrarese Sigismondo Fanti, che nel 1521 era «inzegnero general» della repubblica di Venezia, pubblicata a Venezia nel 1514, punto di avvio di un’attività editoriale giustamente definita «per varietà di prodotti e particolarità di contenuti un vero e proprio genere letterario». L’opera è qui riprodotta attraverso l’esemplare del Museo Correr di Venezia (Op. Cicogna 383 1) per i fascicoli *-H e attraverso uno degli esemplari mantovani per l’ultimo fascicolo I (Biblioteca Teresiana di Mantova, f II 5): si veda a riguardo la breve nota al testo a firma Piero Lucchi alle pp. 58-61. Al trattato del Fanti è invece dedicato un ricco saggio in otto paragrafi (pp. 6-57) nel quale Paolo Procaccioli e Antonio Ciaralli mettono a fuoco l’autore, la sua produzione scritta, la struttura, il lessico e il contenuto della sua opera principale. La Theorica si pone al centro del dibattito rinascimentale sulla scrittura che aveva già coinvolto l’Alberti, Mantegna, Leonardo, Felice Feliciano, Luca Pacioli e offre al lettore dell’epoca una trattazione sistematica in quattro libri, a partire dagli aspetti tecnico-materiali (la penna, l’inchiostro, la carta) per poi passare a quelli teorico-matematici, fino a un’illustrazione analitica, lettera per lettera, dei modelli grafici all’epoca più diffusi. – G.P.
031-048 Fatti (Marianna), L’anello celato o sia la scampata disfatta del dissoluto punito, in Gatto bifronte, pp. 19-34.
031-049 Fatti (Marianna), L’inaffidabile associazione tra diversi. Piccola favola per la Società Bibliografica Toscana e la sua gatta, in Gatto bifronte, pp. 9-16. Storia di fedeltà, amore e perdono fra Giovanni Battista Sessa e la sua gatta, l’io narrante. Che ci racconta, non senza una punta di orgoglio, perchè la propria immagine compaia nella celebre marca tipografica dello stampatore veneziano. – Elena Gatti.
031-050 Fatti (Marianna), La stanza segreta, in Le fusa del gatto. Libri, librai e molto altro, pp. 9-17. Delizioso e malinconico raccontino su quella "bislacca malattia" (p. 14) che si chiama bibliofilia ... – Elena Gatti
031-051 Fatti (Sergio), Una rara edizione perugina del XVI secolo: il Kalendario perpetuo di frate Giovanni Agostino da Perugia, in Le fusa del gatto. Libri, librai e molto altro, pp. 101-14. Si ragiona sulla possibile data da assegnare al Kalendario perpetuo de le feste mobile, rara edizione (a oggi trádita da un unico esemplare, Edit 16, CNCE 21106), di un’operetta di Giovanni Agostino da Perugia stampata da Bianchino del Leone. L’a. presenta anche la riproduzione silografica dell’opera, che ha una particolarità rispetto all’unico originale. Dopo il colophon compare infatti un piccolo trattato con l’illustrazione del metodo da seguire per trovare le feste mobili usando la mano sinistra, che proverebbe l’esistenza di una società tipografico-editoriale fra il del Leone e Domenico Sumbolo. Corredano il pezzo cinque tavole numerate in b/n. – Elena Gatti
031-052 Ferrando (Anna), Fonti inedite: l’archivio delle due traduttrici Liliana e Alessandra Scalero, «La Fabbrica del Libro. Bollettino di storia dell’editoria in Italia», 19, 2013, n. 1, pp. 43-47. A volte capita che in biblioteche di piccoli comuni, come nel caso di Mazzè in provincia di Torino si conservino inaspettatamente fonti documentarie di primaria importanza per la comprensione della storia dell’editoria – e non solo – italiana del ‘900. Le sorelle Scalero sono state importanti traduttrici nel panorama editoriale in particolare tra gli anni ’30 e ’40, periodo a cui fa riferimento il ricco carteggio conservato. – M.C.
031-053 Ferretti (Gian Carlo), Siamo spiacenti. Controstoria dell’editoria italiana attraverso i rifiuti dal 1925 a oggi, Milano, Bruno Mondadori, 2012 Þ rec. Giovanni Colucci, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 243-244.
031-054 Fiorino (Mimmo), Alla guida dell’Einaudi, Milano, Mondadori, 2011 Þ rec. Giovanni Colucci, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 236-238.
031-055 «Fogli. Rivista dell’Associazione Biblioteca Salita dei Frati di Lugano», 35, 2014. Questo numero comprende interventi di Mario Botta sul progetto architettonico della biblioteca, Marina Bernasconi Reusser – Laura Luraschi Barro sulla biblioteca della Madonna del Sasso di Locarno, Theo Mäusli sugli archivi radiotelevisivi, Rromir Imami sui progetti di digitalizzazione dei manoscritti, Fabio Soldini sui rapporti epistolari tra Giovanni Pozzi e Giorgio Orelli, dello stesso su due opuscoli goldoniani, Enrico Tallone sui caratteri tipografici, in fine Fernando Lepori e Alessandro Soldini rispettivamente sugli incontri e le mostre svoltisi durante l’anno in biblioteca. – E.B.
031-056 Frattini (Silvia), Comunicare il libro: dalla quarta al Web, Milano, Editrice Bibliografica, 2012 Þ rec. Daria Verzilli, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 241-243.
031-057 Fumetto, cinema, televisione, teatro, a cura di Mario Allegri - Claudio Gallo, Verona, Delmiglio, 2014, pp. 119, ill., ISBN 978-88-96305-44-7, € 18. Il vol. ospita gli atti dell’omonimo convegno tenutosi a Rovereto nell’ottobre 2010. Come bene suggerisce l’eloquente titolo, gli undici appassionati contributi trattano aspetti diversi riguardanti le interconnessioni tra il fumetto e le arti performative. Molto interessanti le riflessioni circa i modelli culturali che si celano dietro creazioni fumettistiche e cinematografiche di identico argomento (Batman), nonché quelle riguardanti gli autori ibridi che dividono (prficuamente) il loro genio tra produzioni legate alla settima e alla nona arte. – N.V.
031-058 Fusa (Le) del gatto. Libri, librai e molto altro, Torrita di Siena, Società Bibliografica Toscana, 2014, pp. 293, ISBN 978-88-982821-59, s.i.p. Vol. miscellaneo-celebrativo, pubblicato in occasione dell’assemblea annuale della Società Bibliografica Toscana. È schedato sotto i singoli contributi. – Elena Gatti
031-059 Gallo (Federico), Erudizione e bellezza. Le epigrafi del prefetto Giovanni Galbiati nella Pinacoteca Ambrosiana, Milano - Roma, Biblioteca Ambrosiana - Bulzoni, 2013, pp. 192, 26 tavv. f.t., ISBN 978-88-7870-778-8, s.i.p. Giovanni Galbiati (1881-1966), prefetto della Biblioteca Ambrosiana, fu anche promotore, negli anni 1927-1932, di una profonda ristrutturazione degli ambienti museali della pinacoteca. Nell’ambito di tale operazione, dettò i testi di una serie di epigrafi, la più parte in latino e greco, molte delle quali ancora sussistono. La prima parte del vol. è costituita da uno studio di don Federico Gallo, dottore dell’Ambrosiana, dedicato a tale materiale, cui segue un dettagliato percosrso tra le epigrafi ancora presenti, di cui si propone testo, traduzione italiana e un breve commento. La seconda parte del vol. è costitutita invece da una corposa appendice docxumentaria, che ripubblica alcuni testi di Galbiati epigrafista, ed è corrdata da una rosa di descrizioni del prefetto dovute a contemporanei. Un ricco apparato iconografico, in cui ha gran parte anche una serie di rare immagini d’archivio, costituisce il plus del vol. – A.L.
031-060 Habrand (Tanguy), L’édition contemporaine en Belgique francophone. Quelques grandes lignes de force, in 50 ans d’histoire du livre: 1958-2008, sous la direction de D. Varry, pp. 82-93. Si definiscono alcune linee di tendenza nella storia dell’editoria del Belgio francofono negli ultimi due secoli. Da leggersi con il saggio di Pascal Durand («AB31» …). – L.R.
031-061 Jacob (Christian), «Le livre ce ferment». Réflexions d’un historien de l’antiquité, in 50 ans d’histoire du livre: 1958-2008, sous la direction de D. Varry, pp. 122-39. Un parallelismo tra le trasformazioni e i fermenti apportati dall’invenzione della stampa e quelli vissuti nel passaggio dal rotolo al codice circa un millennio prima. – L.R.
031-062 Jahresbericht der Buchwissenschaft an der Friedrich-Alexander-Universität Erlangen Nürnberg 2013. Forschung und Lehre, herausgegeben von Ursula Rautenberg, Erlangen - Nürnberg, Friedrich-Alexander-Universität, 2014. Il volumetto raccoglie i report delle attività di ricerca sviluppate dalla Buchwissenschaft dell’Università di Erlangen Nuernberg. Vi si parla di editoria contemporanea e commercio librario, di specimina tipografici, lettura, relazioni scientifiche tra Germania e Cina. – A.L.
031-063 Juratic (Sabine), Commerce et marché du livre, vus de Paris, à l’époque moderne, in 50 ans d’histoire du livre: 1958-2008, sous la direction de D. Varry, pp. 44-61. Un bilancio degli studi sul commercio librario in Francia tra Sei e Settecento, visto dalla prospettiva di Parigi, a partire dall’opera di Henri-Jean Martin, Livre, pouvoirs et société à Paris au XVIIe siècle (Genève, Droz, 1969). – L.R.
031-064 Kecskeméti (Judit), Fédéric Morel II. Éditeur, traducteur et imprimeur, Turnhout, Brepols, 2014 (Nugae humanisticae sub signo Erasmi, 16), pp. 323, ill. b/n. ISBN 978-2-503-54511-0, s.i.p. Fédéric Morel il giovane (1552-1630) rappresenta una delle ultime figure in Europa di tipografo-umanista. Dopo essere divenuto titolare della stamperia paterna nel 1581, ereditando anche il titolo di imprimeur du roi, egli svolse a tempo pieno l’attività editoriale per alcuni anni, prima di ottenere la cattedra di latino al Collège royal nel 1586. L’incarico accademico fu conservato da Morel fino al 1629, mentre la gestione della tipografia passò, già all’inizio del Seicento, ai figli Fédéric III e Claude I, cosicché egli poté dedicarsi soprattutto ai suoi veri interessi: la filologia e le traduzioni. Il vol. di Judit Kecskeméti, dopo un saggio introduttivo che ripercorre la biografia di Fédéric Morel II, censisce tutte le edizioni in cui il tipografo-umanista abbia una qualsiasi responsabilità, vuoi per esserne stato l’editore (sia in senso commerciale che filologico), vuoi per aver firmato prefazioni o lettere di dedica, vuoi per esserne il traduttore… Le schede seguono un ordine annalistico e ai dati bibliografici essenziali uniscono l’edizione dei testi moreliani: prefazioni, dediche, carmi… Chiudono gli indici degli autori, dei dedicatari, cronologico e generale. In appendice la riproduzione anastatica della prima opera di Fédéric Morel II, uno studio sulla metrica dei salmi, pubblicato dal padre, Fédéric Morel I, come postfazione alla sua edizioni dei Salmi (1575). – L.R.
031-065 Kerbaker (Andrea), Breve storia del libro (a modo mio), Milano, Ponte alle Grazie, 2013 Þ rec. «Charta», 133, maggio-giugno 2014, p. 75.
031-066 Kerbaker (Andrea), Breve storia del libro (a modo mio), Milano, Ponte delle Grazie, 2014, pp. 268, ISBN 978-88-6833-065-1, € 16.80. Parlare dell’ultimo libro di Andrea Kerbaker non è facile: affascinante e intrigante come sempre, scritto con garbo, salottiero, è fatto per piacere. Eppure c’è qualcosa da chiarire. Se, visti anche gli impegni didattici dell’a., ci si aspettasse un manuale universitario, ci si sbaglierebbe; non è neppure una sintesi per illuminanti esempi, come che so (per citare un esempio volutamente inimitabile di brevitas) la storia dell’arte raccontata da Gombrich. Quella prodotta è invece, come dice l’a. stesso, “una cosa leggera e ironica”, da non prendere troppo sul serio se non per il divertimento che può procurare alla lettura. Sarebbe infatti facile elencare approssimazioni, errori, qualche confusione, ma sarebbe sbagliato: l’essenza del tutto sta in quel “a modo mio”, che ne sublima le intenzioni nel divertissement di un raffinato conoisseur, che nulla ha a che vedere con la ricerca storica. – E.B.
031-067 La Biblioteca di via Senato (La)», marzo 2014. Si parla di bibliotecari e rilegatori in letteratura (Massimo Gatta), Saint Exupéry, il corsivo aldino e la sua santa Caterina (Giancarlo Petrella). – E.B.
031-068 La macchina nel tempo. Studi di informatica umanistica in onore di Tito Orlandi, a cura di Lorenzo Perilli - Domenico Fiormonte, Firenze, Le Lettere, 2011 Þ rec. Cecilia Carloni, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 256-257.
031-069 Lattanzi (Eleonora), L’archivio di Antonio Gramsci: criteri di riordinamento di un “totem di carte”, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 177-194. Attraverso la descrizione dei criteri adottati per il suo riordinamento, l’a. ripercorre il meticoloso lavoro di recupero e schedatura dell’archivio di Antonio Gramsci, nucleo archivistico quanto mai complesso e articolato nella sua sedimentazione, a metà fra archivio personale e collezione di autografi, collocando il proprio lavoro nel proficuo alveo di riflessioni sugli archivi personali, in particolare per la storia del Novecento. Ricco e aggiornato l’apparato di note a piè di pagina. – Elena Gatti
031-070 Lettere d’uomini oscuri, a cura di Cesare De Marchi, Milano, Il saggiatore, 2014, (La piccola cultura, 14), pp. 297, ill., ISBN 978-88-428-1911-0, € 15. Il vol., seconda stampa riveduta e corretta di quello del 2004, presenta l’edizione, in traduzione italiana delle Epistolae obscurorum virum (1515): raccolta di lettere satiriche grottesche. Testo controverso, pubblicato come contraltare delle Epistolae clarorum virorum (1514), si colloca in quelli che erano, nella Germania e nell’Europa del XVI secolo, i contrasti legati ai dibattiti sull’ortodossia, in relazione anche alle pratiche religiose e ai testi sacri delle comunità ebraiche e alle critiche di cui era oggetto la Scolastica. Nell’introduzione del vol. si intrecciano quindi le vicende che vedono protagonisti diversi testi e diversi personaggi, tra loro in contrasto riguardo queste diverse questioni: l’ebreo convertito al cattolicesimo Johannes Pfefferkorn, il maestro dell’università di Colonia Ortwin van Graes, il filosofo, umanista e teologo Johannes Reuchlin e l’impetuoso umanista Ulrich von Hutten che curerà la seconda, ancor più violenta per contenuto e satira, edizione delle Epistolae obscurorum virum (1517). – A.T.
031-071 Lucchi (Piero), Le Commissioni ducali del Correr tra Biblioteca e Museo, «Bollettino dei Musei Civici veneziani», s. III, 8, 2013, pp. 7-23. Un ricco studio sulla pregiata collezione di “commissioni ducali” miniate posseduta dal Correr (con una presentazione su questa tipologia di manoscritti e sullo studio degli stessi da parte di Emmanuele Antonio Cicogna) dà l’occasione per tracciare un lucido percorso sull’evoluzione e sulla gestione dei fondi di questa biblioteca. – R.G
031-072 Lux in arcana. L’Archivio Segreto Vaticano si rivela, a cura di Alessandra Gorzato - Marco Maiorino - Pier Paolo Piergentili - Gianni Venditti, Roma, Palombi, 2012 Þ rec. Nico Ciampelli, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 249-50.
031-073 Mancini (Lorenzo), L’inventario della libreria Bouchard e Gravier di Roma, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 45-61. L’inventario della bottega romana di Jean Bouchard e Joseph Gravier (1795) ha consentito all’a. di esaminare l’attività commerciale della famosa libreria di via del Corso, il suo volume d’affari (per ogni titolo, si riporta anche il numero di copie disponibili), e la dotazione (libraria e non), suggerendo, nel contempo, nuove traiettorie di ricerca sul mercato librario romano nel XVIII secolo. Ricco l’apparato di note a piè di pagina; peccato siano stati omessi, in maniera pressocché sistematica, i rinvii ai repertori per le edizioni citate a testo (si veda p. 53). – Elena Gatti
031-074 Marchianò (Grazia), Muse feline, in Gatto bifronte, pp. 5-12.
031-075 Marchitelli (Andrea) - Frigimelica (Giovanna), OPAC, Roma, AIB, 2012 Þ rec. Valeria Lo Castro, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, p. 259.
031-076 Marshall (Alan), Pour une histoire des techniques graphiques du XXe siècle, in 50 ans d’histoire du livre: 1958-2008, sous la direction de D. Varry, pp. 62-70. Profilo degli studi relativi alla storia delle tecniche grafiche nel Novecento, settore che ha avuto minore attenzione, rispetto alla più generale storia del libro e della stampa. – L.R.
031-077 Mauri (Cinzia), Leggere in digitale, Roma, Associazione italiana biblioteche, 2012 Þ rec. Valeria Lo Castro, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 257-258.
031-078 Mazzei (Ferdinando), Un plagio durato due secoli, in Le fusa del gatto. Libri, librai e molto altro, pp. 135-40. «Surfando sulla rete» (p. 137), l’a. ha ricostruito (tortuosamente, a dire il vero ...) la lunga e intricata storia di un plagio riguardante alcune incisioni all’acquaforte, rappresentanti episodi del Vecchio e Nuovo Testamento, che compongono una suite grafica originarimente uscita dalla mani di Jollain (ma non è chiaro a quale personaggio della nota famiglia di incisori l’a. si riferisca) e di Campion. – Elena Gatti
031-079 Mazzini (Doriano) - De Gregorio (Mario), Lo Stato di Siena antico e moderno di Giovanni Antonio Pecci e Grosseto città vescovile, in Le fusa del gatto. Libri, librai e molto altro, pp. 159-74. Genesi e impostazione della monumentale compilazione erudita del Pecci (Lo Stato di Siena antico e moderno, che contiene Grosseto città vescovile), che la Società Bibliografica Toscana ha voluto offrire al proprio Presidente onorario (monsignor Rodolfo Cetoloni) in occasione del suo insediamento sulla cattedra vescovile di Grosseto. – Elena Gatti
031-080 Mecacci (Enzo), Una copia dell’editio princeps della Lectura super Digesto veteri di Bartolo da Sassoferrato nella Biblioteca Comunale degli Intronati di Siena, in Le fusa del gatto. Libri, librai e molto altro, pp. 53-70. In occasione del settimo centenario della nascita del giurista, l’a. propone una (artigianale) riflessione sull’esemplare «lacunoso e mutilo» (p. 58) della princeps perugina della Lectura super prima parte Digesti veteris posseduto dalla Biblioteca Comunale degli Intronati di Siena (ISTC ib00223600). Tanto per rendere l’idea: per ricostruire la copia senese, l’a. effettua una «collazione di massima» (p. 62) con un’edizione differente (!) – quella veneziana da Colonia-Manthen del 1475 (ISTC ib00224000; p. 58) – benché tutti i principali repertori descrivano l’edizione cui appartiene l’esemplare degli Intronati (a esempio GW 3582). Optando per un esame autoptico, sarebbe stato sufficiente spingersi fino alla Biblioteca Augusta di Perugia per compulsare una copia completa ... – Elena Gatti
031-081 Mellot (Jean-Dominique), De L’apparition du livre à l’Histoire de l’édition française et au-delà: un moment historiographique, in 50 ans d’histoire du livre: 1958-2008, sous la direction de D. Varry, pp. 16-26. Interessante ricognizione sull’impatto delle più importanti opere di Henri-Jean Martin (1924-2007), a partire da L’apparition du livre. Un “momento storiografico” che ha il suo apice nella monumentale Histoire de l’édition française. – L.R.
031-082 Melot (Michel), Histoire du livre et histoire de l’image: Henri-Jean Martin précurseur, in 50 ans d’histoire du livre: 1958-2008, sous la direction de D. Varry, pp. 110-9. Ne L’apparition du livre testo e immagine sono ricondotti in un’unica storia del libro. Anche in questo Henri-Jean Martin (1924-2007) fu un pioniere. – L.R.
031-083 Metri (Michela), “La Grande Esposizione Internazionale di Milano 1906”. Due pubblicazioni a testimonianza e ricordo in attesa di Milano Expo 2015, in Le fusa del gatto. Libri, librai e molto altro, pp. 221-228. L’a. analizza due pubblicazioni gemmate da “La Grande Esposizione Internazionale del Sempione”, organizzata nel 1906 per inaugurare l’apertura dell’omonimo traforo. La ricchezza degli apparati illustrativi (per lo più in b/n, ma anche a colori applicati su cartoncino) e l’entusiasmo della prosa offrono al lettore la possibilità di fare un viaggio a ritroso, e di immergersi, molto realisticamente, nel contesto e negli scenari di quell’evento. Corredano il pezzo quattro immagini in b/n tratte dalle pubblicazioni. –Elena Gatti
031-084 Micheli (Raffaella), Libri e Popone, in Le fusa del gatto. Libri, librai e molto altro, pp. 275-285. Riferimenti più o meno espliciti e aneddoti curiosi sul popone – il melone – raccolti nel corso delle peregrinazioni bibliofile dell’a. – Elena Gatti.
031-085 Milano e le sue associazioni. Cinque secoli di storia cittadina (XV-XX secolo), a cura di Lucia Aiello - Marco Bascapè - Danilo Zardin, Milano, Scalpendi, 2014, pp. VIII + 180, ISBN 9788889546611, € 25. Ottimo vol. (anche fotografico) a più voci, dedicato all’associazionismo milanese: tra libri di statuti e archivi, un vero mare magnum per gli studiosi. – E.B.
031-086 Monok (István), Les bibliothèques privées et la lecture à l’époque moderne. Un aperçu des orientations de la recherche en Europe, 1958-2008, in 50 ans d’histoire du livre: 1958-2008, sous la direction de D. Varry, pp. 140-56. Negli ultimi cinquant’anni gli studi su biblioteche private e storia della lettura hanno avuto un grande sviluppo. L’a. propone una rassegna delle tipologie di fonti da usare in questo settore. – L.R.
031-087 Mosillo (Irene Maria Civita), La Biblioteca dell’Istituto nazionale di cultura fascista, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 165-76. L’a. ricostruisce formazione, dispersione, fisonomia e consistenza della raccolta libraria della biblioteca dell’Istituto nazionale di cultura fascista (1927-1943), progettata «per la formazione della coscienza nazionale» (Giovanni Gentile) e divenuta, in un ristretto arco di tempo, moderno e attivo punto di riferimento culturale. Ciò che rimane di quella raccolta, dopo la razzia e l’incendio del 26 luglio 1943, si trova ora presso la biblioteca universitaria Alessandrina di Roma. – Elena Gatti.
031-088 Mouren (Raphaële), Réflexions historiographiques et méthodologiques sur les éditions savantes, in 50 ans d’histoire du livre: 1958-2008, sous la direction de D. Varry, pp. 158-72. Studiare un’edizione antica significa prima di tutto focalizzare l’attenzione su tre problemi di fondo: perché è stata realizzata? Come è stata prodotta? Chi è o chi sono gli autori? – L.R.
031-089 Muller (Raphaël), La diffusione del libro francese nell’Italia liberale, «La Fabbrica del Libro. Bollettino di storia dell’editoria in Italia», 19, 2013, n. 1, pp. 33-38. La seconda metà dell’Ottocento vide il successo del libro francese tradotto anche nella lingua italiana: il presente lavoro cerca di rilevare gli aspetti quantitativi del fenomeno, inquadrandolo nel gusto dei lettori dell’epoca e nella scena del mercato librario intercorso tra le due nazioni. – M.C.
031-090 Nunnari (Tano), Le fonti storiche dei «Promessi sposi», Milano, Casa del Manzoni, 2013, (Quaderni Manzoni, IX), pp. 554, ISBN 978-88-87924-59-6, € 45. Il vol. si propone di indagare ed accertare il rapporto tra i “Promessi sposi” e le sue fonti, compito che in molti si sono dati sin dalle prime apparizioni del romanzo. Nunnari immagina Manzoni nella villa di Brusuglio all'altezza del 1821, seduto al suo scrittoio, circondato da manoscritti, documenti e non solo e si mette sulle tracce proprio di quelle fonti, a carattere storico, raccolte e studiate dall'autore. Quale metodo migliore per comprendere più a fondo, se non quello di analizzare concretamente anche i libri appartenuti o presi in prestito dal Manzoni, andando alla ricerca di note, segni, postille varie da lui lasciate sulle pagine? Confrontando ogni passo del romanzo con le possibili fonti, Nunnari ritiene individuata la fonte nel momento in cui non si trovano alternative plausibili. Il vol. si apre con un'introduzione corredata da una vasta Bibliografia, da un Catalogo delle fonti (in cui si elencano quelle dichiarate nel romanzo, le altre accertate, le gride usate dal Manzoni e altre sue probabili letture), dal Catalogo dei manoscritti (che presenta invece una descrizione di tutti gli appunti appartenuti al Manzoni), a cui seguono le Trascrizioni (integrali, di alcuni autografi manzoniani), un Catalogo dei volumi appartenuti ad A. Manzoni (che spesso presentano tracce d’uso) e infine un'utile Cronologia delle letture storiche di A. Manzoni. A questo punto incontriamo il primo dei quattro capitoli (Il Tadino e il Ripamonti dal “Fermo e Lucia” ai “Promessi sposi”), in cui vengono riassunti i principali avvenimenti dell'opera, accompagnati nel caso in cui si sia potuto trovare un riscontro, dal relativo passo del Tadino e/o del Ripamonti, che risultano essere i riferimenti storici principali utilizzati dal Manzoni. Egli però, come spiega Nunnari nel secondo capitolo (Le altre fonti edite dal “Fermo e Lucia” ai “Promessi sposi”), non si avvale solo di queste due fonti ma anche di opere di altri autori come il Gioia, il Rivola o di gride e gridari spagnoli, che vengono messe in luce seguendo sempre l'ordine narrativo dell'opera. Il terzo capitolo intitolato Le novità dei Promessi sposi (fonti ufficiali e fonti edite) è dedicato alle numerose novità di tipo quantitativo e qualitativo che segnano il passaggio dal “Fermo e Lucia” alla “Ventisettana”; il passaggio successivo, dalla “Ventisettana” alla “Quarantana”, descritto nel quarto capitolo (Le novità della Quarantana. Nuove fonti e varianti linguistiche), comporta sostanzialmente soltanto novità di tipo linguistico e a questa altezza siamo quindi in grado di collocare la conclusione delle ricerche storiche manzoniane. – Francesca Turrisi
031-091 Nuovo (Angela), La scoperta del Corano arabo, ventisei anni dopo: un riesame, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 9-23. L’a. traccia un bilancio della sua trouvaille (2 luglio 1987, biblioteca dei Frati Minori di San Michele in Isola, Venezia), intrecciando dati acquisiti (a esempio che quel Corano non sparì affatto; non circolò in Europa semplicemente perchè i Paganini lo pensarono solo per il mercato arabo-turco), questioni ancora aperte (data l’alta percentule di errori nel testo, tutti ancora da studiare adeguatamente, a quale antigrafo si deve pensare? quegli errori avrebbero potuto essere corretti, almeno in parte?) e nuove acquisizioni (la parentela tra i Paganini, i da Gabiano e i montenegrini Vukovic colloca il progetto del Corano entro gli interessi di una società commerciale che aveva influenti entrature proprio laddove, guarda caso, quel testo doveva essere venduto e letto). Corredano il pezzo due riproduzioni in b/n di alcune carte del testo (la prima, p. 10, con le postille di Teseo Ambrogio degli Albonesi). – Elena Gatti
031-092 Orczy (Emma), La primula rossa, Milano, Salani, 2012, pp. 336, ISBN 978-88-6256-991-0, € 12,90. Simpatica anastatica di un vecchio, e fortunato, titolo Salani, realizzata in occasione del centenario di attività. – E.B.
031-093 Ornaghi (Lorenzo), Nell’età della tarda democrazia. Scritti sullo stato, le istituzioni, la politica, Milano, Vita & Pensiero, 2013, pp. 386, ISTC 978-88-343-2637-4, € 28. Uno dei più noti e apprezzati scienziati della politica italiani riflette con lucidità su una serie di questioni essenziali alla vita pubblica nazionale e non solo: corporazione, politica, rappresentanza politica, stato, gruppi di pressione, eguaglianza, bene comune… In fine un utile indice dei nomi. – E.B.
031-094 Paglia (Gabriele), Il leone, la vergine e la dea. Appunti su alcuni temi iconografici in miniature del Museo Correr, «Bollettino dei Musei Civici veneziani», s. III, 8, 2013, pp. 73-85. Studio di alcuni motivi ricorrenti nella decorazione di “commissioni”, documenti ufficiali prodotti nella Cancelleria del doge di Venezia, con esempi dal XVI al XVIII secolo. – R.G
031-095 Pallecchi (Nicola), Note su Simone Nardi e sul commercio di edizioni senesi, in Le fusa del gatto. Libri, librai e molto altro, pp. 91-100. A integrazione di un suo precedente lavoro apparso nel 2002 sul «Bullettino senese di storia patria» (Una tipografia a Siena nel XVI secolo. Bibliografia delle edizioni stampate da Simone di Niccolò Nardi, 1502-1539), l’a. propone un’analisi quantitativa delle opere impresse dal Nardi, il primo tipografo senese. Chiude il pezzo una breve riflessione (riassunta in un sintetico e chiaro schema) sui libri del Nardi destinati al mercato extra moenia, romano in particolare. – Elena Gatti
031-096 Paredes (Alonso Víctor de), Institución y origen del arte de la imprenta y reglas generales para los componedores, edición y prólogo de Jaime Moll, nueva noticia editoriál de Víctor Infantes, Madrid, Calambur, 2002, pp. XXX + cc. 48, ISBN 8488015976, s.i.p. Preziosa edizione che, dopo una breve introduzione, riproduce l’unica edizione moderna del secentesco trattato del Paredes, giunto in un unico esemplare piuttosto consunto. Si tratta di un prezioso esempio spagnolo, da porre a fianco dei più antichi monumenti della manualistica tipografica, da Moxon a Fournier jr. – E.B.
031-097 Pellegrini (Ettore), Siena bibliofila: cinque anni dopo la mostra, in Le fusa del gatto. Libri, librai e molto altro, pp. 229-74. Cinque anni dopo la mostra Siena bibliofila. Collezionismo librario a Siena e su Siena, per ribadire la centralità (non solo municipale) dell’editoria senese e la ricchezza della documentazione di storia locale che essa seppe offrire dalle pagine dei suoi manufatti, l’a. propone una rassegna di (164) saggi, elencati in ordine cronologico, che ruotano intorno alla storia del libro e alla sua evoluzione nella cultura della città. Ne esce una sorta di (prezioso) corpus di studi, che consente di scandagliare la storia senese del libro in ogni sua fase, e che soprattutto vuole essere uno sprone a insistere, pur in tempi così diffcili, su questo inesauribile filone di studi. – Elena Gatti
031-098 Perozzo (Valentina), Romanzi, romanzieri, società in Italia alla fine dell’Ottocento: una banca dati e un progetto di ricerca, «La Fabbrica del Libro. Bollettino di storia dell’editoria in Italia», 19, 2013, n. 1, pp. 25-32. Il “problema” del romanzo in Italia alla fine dell’Ottocento viene affrontato da una prospettiva diversa, mirante a delineare il fenomeno nei suoi termini quantitativi, per comprendere maggiormente le caratteristiche del mercato editoriale anche dal lato degli autori. – M.C.
031-099 Pesenti (Tiziana), Stampe & stampa: nuovi studi sulla xilografia delle origini, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 25-43. Dopo l’epocale mostra European Printmaking. Fifteenth-Century Woodcuts and their public (Washington-Norimberga, settembre 2005-marzo 2006) e dopo le ricerche dell’ultimo decennio, la storia della xilografia delle origini ha imboccato un percorso nuovo e multidisciplinare, eleggendo a proprio modello la monografia-repertorio di Peter Schmidt (Gedruckte Bilder in handgeschriebenen Büchern). L’a. illustra e contestualizza i punti nodali di questo rinnovato quadro di studi, insistendo, in particolare, su come il concetto di print culture (nel senso in cui lo usò McLuhan per la prima volta, e poi la Eisenstein), usurpato a esclusivo vantaggio della tipografia, pertenga anche, e ancor prima, all’arte incisoria. – Elena Gatti
031-100 Petrucciani (Alberto), L’utopia della documentazione: a proposito di una lettera inedita di Paul Otelet a Luigi De Gregori, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 119-135. La lettera (finora inedita) che Otelet inviò a De Gregori per ringraziarlo del breve saggio gemmato dalla sua partecipazione al Congresso mondiale della documentazione (Parigi, 1937), fornisce all’a. lo spunto per ricordare, in una prospettiva ormai storica, il dibattito italiano di allora, e per confrontare gli esiti di quegli anni così cruciali con le attività di cooperazione e normalizzazione catalografica di cui le nostre biblioteche sono state protagoniste a partire dalla seconda metà del XX secolo. – Elena Gatti
031-101 Salarelli (Alberto), Introduzione alla scienza dell’informazione, Milano, Editrice Bibliografica, 2012 Þ rec. Antonella Iacono, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 238-239.
031-102 Santoro (Marco), Lezioni di bibliografia, con la collaborazione di Gianfranco Crupi, Milano, Editrice bibliografica, 2012 Þ rec. Fiorella Romano, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 231-233.
031-103 Scrivere e leggere nell’alto Medioevo. Atti delle settimane di studio della fondazione Centro italiano di studi sull’Alto Medioevo (Spoleto, 28 aprile-4 maggio 2011), Spoleto, Fondazione Centro italiano di studi sull’Alto Medieovo, 2012 Þ rec. Luana Zorzi, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 247-248.
031-104 “Se io fossi editore…” Vittorio Sereni direttore letterario, a cura di Edoardo Esposito - Antonio Loreto, Milano, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 2013 (Carte Raccontate), pp. 64, ISBN 978-8885938489, € 12. Il vol. ripercorre, tra le carte d’archivio della Fondazione Mondadori, l’attività editoriale di Vittorio Sereni, prima come direttore letterario, poi come consulente, per Mondadori. Si mette in luce la sensibilità umanistica mediata dalle preoccupazioni di mercato che Sereni, in una casa editrice come la Mondadori successiva alla morte del fondatore Arnoldo, tiene sempre presente nei propri giudizi. Ne viene fuori il ritratto di un, utilizzando un’autodefinizione dello stesso Sereni, “lettore sospetto”, pronto a parlare senza remore del valore letterario di un’opera, più cauto però, in un’ottica commerciale, nel suggerire o rifiutare. Tra opere fortemente volute anche contro la ragione di mercato (il “caso Celan”) e concessioni al principio della vendita, fra insofferenze nella mediazione tra politica letteraria e politica editoriale, il libro lascia spazio a importanti riflessioni sul principio di scelta, in particolar modo riguardo “l’identità” o “immagine” che una collana o una casa editrice o il lavoro editoriale in genere vorrebbe o dovrebbe avere. – Francesco Reale
031-105 Segatori (Samanta), “Conviene seguire una bandiera”: il «Conciliatore» tra carteggi, testimonianze e scritti vari, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 63-80. Che la stampa periodica abbia rivestito, nel paese, un ruolo cruciale, nell’affermazione delle istanze risorgimentali è fatto noto e indagato. Attraverso la disamina di alcuni importanti carteggi (Pellico, Di Breme, Borsieri, Foscolo, Monti), l’a. aggiunge un nuovo tassello alla riflessione, ripercorrendo gli anni della nascita della celebre rivista, con un occhio attento, in particolare, alla sua visione profondamente etica della letteratura, che impronterà di sé, come esempio di vera e propria rivolta culturale, tutta la stampa periodica successiva. – Elena Gatti
031-106 Seicentine (Le) della Biblioteca diocesana Pio XII di Teggiano, catalogo a cura di Giavanna Cappelli - Patrizia Ianniello, con un saggio di Giuseppina Zappella, Teggiano, Biblioteca Pio XII - Diocesi di Teggiano-Policastro, 2013, pp. 400, ill. b/n e col., manca ISBN, s.i.p. Il vol. prosegue idealmente quello dedicato alle cinquecentine della biblioteca Pio XII di Teggiano («AB31»…) e fornisce un nuovo contributo alla conoscenza di quel fondo antico. Sono descritti 117 esemplari (per un totale di 94 edizioni) del XVII secolo conservati presso la biblioteca. Dopo i testi prefatori, il saggio di Arturo Didier (La storiografia del Vallo di Diano nel Seicento, pp. 13-8) ripercorre la storia del Vallo di Diano nel XVII secolo, a partire dalla fondazione del Seminario (1564) e dunque della locale biblioteca. Seguono alcune note di Anna Maria Vitale riguardo all’indicizzazione semantica del libro antico (Una possibile indicizzazione del libro antico: primi esperimenti, pp. 19-23). Come nel catalogo delle cinquecentine un ampio saggio di Giuseppina Zappella (Invisibilium per visibilia contemplatio: la funzione dell’immagine sacra nel libro del Seicento, pp. 31-91), basandosi sul materiale iconografico delle edizioni della Pio XII (silografie, marche, iniziali…) e con piglio storico-artistico, propone alcune riflessioni e chiavi interpretative delle immagini impiegate nel libro a stampa del Seicento. Dopo le note metodologiche delle curatrici, si apre il catalogo vero e proprio, redatto secondo standard tipici del libro antico, purtroppo con un ridotto numero di rinvii a repertori di settore. Da rilevare, rispetto al precedente catalogo, la presenza sistematica, in ogni scheda, della riproduzione (talvolta di dimensioni troppo ridotte!) del frontespizio. Segue un amplissimo apparato iconografico che riproduce fregi, iniziali e marche tipografiche presenti negli esemplari descritti. Anche in questo caso, purtroppo, soprattutto per le iniziali, si deve riscontrare l’assenza di qualsiasi riferimento all’edizione in cui si trovano. Chiude il consueto, abbondante, apparato indicale: intestazioni principali e secondarie, cronologico, dei tipografi e degli editori, dei luoghi di stampa, dei dedicatari, delle localizzazioni nelle biblioteche italiane (dati da SBN), dei possessori, delle concordanze delle marche tipografiche con le schede del catalogo. – L.R.
031-107 Serrai (Alfredo), Bibliografia e bibliofilia, in Le fusa del gatto. Libri, librai e molto altro, pp. 19-21. «Una Società Bibliografica deve essere un sodalizio che abbia quale effetto primario la evoluzione cerebrale e della sensibilità dei suoi singoli componenti, e non semplicemente un club di curiosi che tentano di distanziarsi dalle banalità collettive e meniali, ma non fanno il passo decisivo» (p. 21): ovvero consigli a una Società Bibliografica perchè sia davvero all’altezza del nome che porta (fatta salva l’inadeguata e fallace definizione di bibliografia che si trascina ab antiquo). – Elena Gatti
031-108 Silleni (Maria Angela), La “Collana di manuali scientifici, storici e letterari” di Francesco Vallardi (1866-1940), «La Fabbrica del Libro. Bollettino di storia dell’editoria in Italia», 19, 2013, n. 1, pp. 16-24. In passato i libri scolastici non hanno mai goduto la fortuna di essere conservati nelle biblioteche, in quanto testi d’uso e funzionali esclusivamente all’ambito scolastico. Lo studio di una collana specificamente destinata all’istruzione apre uno scorcio inedito nel panorama editoriale italiano a cavallo tra Ottocento e Novecento. – M.C.
031-109 Sinibaldi (Alessandro) - Paolo Bartolomeo Bongiorno, Manuale di conservazione digitale, Milano, Franco Angeli, 2012 Þ rec. Nico Ciampelli, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 255-256.
031-110 Sodi (Manlio) - Sofia Tavella, Torna di attualità dopo quattro secoli l’Herbario Novo di Castore Durante edito a Venezia nel 1602, in Le fusa del gatto. Libri, librai e molto altro, pp. 115-134. Si illustra il contenuto, tutt’ora di grande interesse per la storia della medicina, dell’Herbario novo di Castore Durante (1602; IT\ICCU\PUVE\019157), ora disponibile in una preziosa edizione anastatica uscita nel 2013 per i tipi della Velar di Bergamo (col titolo di In herbis medicina) e curata dagli stessi a. – Elena Gatti
031-111 Soffio (Un) tra le pagine. Lo spirito nella letteratura italiana contemporanea: un’antologia di casi editoriali, Milano, Educatt, 2014 (Quaderni del laboratorio di editoria), pp. 208, ISBN 9788867801510, € 14. Con la costanza di un appuntamento ormai atteso dagli addetti ai lavori, ecco il Quaderno 20134 del Laboratorio di Editoria dell’Università Cattolica, guidato come sempre da Roberto Cicala. Il vol. è innanzitutto espressione di un ben preciso metodo didattico, quello dell’imparare facendo, soprattutto del fare insieme. Il prodotto sortito è assai buono: oltre 200 pp. per una novantina di autori suddivisi in nove categorie, testi chiari ed equilibrati, anche nella lunghezza così da occupare sempre due pagine affrontate. Ottimo il lavoro redazionale e ottimo il prodotto editoriale finale, meglio di molte sedicenti University Press. Qualche critica si deve invece muovere al contributo concettuale offerto, perché rimane troppo generica la definizione di spirito e di spiritualità che si vuole proporre: occorre infatti sempre discernere tra gli spiriti… Forse oggi non serve più spirito (si confonde questo con la volatilità del digitale): occorre più carne, invece, per poter contemplare, come diceva Péguy, «l’intersezione del temporale con l’eterno». – E.B.
031-112 Stile (Lo) della casa. Qualità dei processi di apprendimento nell’Alta formazione in Università Cattolica, a cura di Giuseppe Scaratti - Mauro Meda - Michele Faldi - Roberto Brambilla, Milano, Università Cattolica, 2014, pp. 80, ISBN 9788867801459, s.i.p. Il volumetto raccoglie gli atti del Workshop “Tutorship e qualità nei master universitari”, tenutosi presso l’Università Cattolica di Milano il 27 giugno del 2013. – A.L.
031-113 Strumenti di ricerca per gli archivi fra editoria tradizionale, digitale e in rete, a cura di Francesca Cavazzana Romanelli - Stefania Franzoi - Domenica Porcaro Massafra, Trento, Provincia autonoma di Trento, Soprintendenza per i beni librari, archivistici e archeologici, 2012 Þ rec. Francesca Nemore, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 253- 254.
031-114 «Studia Historica. Historia Medieval», XXXI, 2013. Si veda in particolare il prezioso dossier Los “pequeños mundos”: sociedades locales en la Alta Edad Media. – E.B.
031-115 Szépe (Helena K.), Painters and Patrons in Venetian Documents, «Bollettino dei Musei Civici veneziani», s. III, 8, 2013, pp. 25-40. L’operato di alcuni artisti attivi nel ’400 e nel ’500 nella decorazione di documenti (“promissioni” e “giuramenti” / “commissioni”) che ufficializzavano e celebravano l’elevazione dei patrizi veneziani a certi incarichi della Serenissima . – R.G.
031-116 Tacchinardi (Riccardo), Nicolò Bettoni su Giambattista Bodoni, nel bicentenario della sua morte, «La Fabbrica del Libro. Bollettino di storia dell’editoria in Italia», 19, 2013, n. 1, pp. 39-42. In occasione della morte di Giambattista Bodoni, Nicolò Bettoni pubblicò nella rivista «Il Poligrafo» un lungo necrologio, che nell’occasione viene riproposto integralmente. – M.C.
031-117 Tavoni (Maria Gioia), D’Annunzio, l’“estremo dei bibliomanti”. Il singolare rapporto del poeta con i libri e l’editoria contemporanea, «Biblioteche oggi», 32, 3, aprile 2014, pp. 59-63. Spregiudicatezza e personalità incontenibile (sostenuta, però, da sensibilità e competenze tipografiche e autopromozionali) avevano spesso generato tensioni nei rapporti fra D’Annunzio e i suoi editori. Per il poeta la stampa era in grado di spezzare l’ intimissimo legame che univa l’autore ai propri manoscritti, un legame soggettivo cui corrispondeva, in qualche modo, l’abitudine di D’Annunzio di personalizzare i libri: acquisiti senza badare a spese (anche sul mercato dell’antiquariato) o sottratti a qualche biblioteca, i volumi posseduti venivano rilegati da artigiani di fama e letti apponendovi fitte postille (attività di studio che qualifica il Vate come bibliofilo e non come bibliomane). Le burrascose vicende biografiche portarono D’Annunzio a costruirsi varie biblioteche private: l’ultima, quella del Vittoriale, contava 36.000 volumi e fu gestita assumendo un bibliotecario. Negli ultimi anni il poeta accentuò sia la smania per l’accumulo di libri, sia la volontà di trarre profitto commerciale dai propri scritti, culminata nell’avvio di una stamperia privata al Vittoriale. – R.G.
031-118 Tavoni (Maria Gioia), Tinti (Paolo), Pascoli e gli editori, Bologna, Patron, 2012 Þ rec. Samanta Segatori, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 234-6.
031-119 Tesnière (Valérie), Filiation et dialogues: Lucien Febvre, Henri-Jean Martin et l’École pratique des hautes études, in 50 ans d’histoire du livre: 1958-2008, sous la direction de D. Varry, pp. 27-42. Per comprendere a pieno la portata delle innovazioni metodologiche proposte da Febvre e Martin ne L’apparition du livre, se ne indagano la genesi e il contesto culturale di riferimento. – L.R.
031-120 Tiezzi Maestri (Paolo), Cinquanta ritratti del Cinquecento, Torrita di Siena, SBT, 2014, pp. 83, ISBN 978-8-89828-214-2, s.i.p. Un gustosissimo libello in cui il raffinato bibliografo toscano scolpisce con ironia e sapere cinquanta biografie di altrettanti protagonisti della storia culturale europea. Il tutto legato da un meraviglioso leitmotiv grafico rappresentato da cinquanta splendide incisioni cinquecentesche. – N.V.
031-121 Tiezzi Maestro (Paolo), Nihil sub sole novi, in Le fusa del gatto. Libri, librai e molto altro, pp. 149-58. La vergognosa zuffa intercorsa fra monaci greci e armeni presso il Santo Sepolcro, offre all’a. il pretesto per presentare la riproduzione di un opuscolo non censito in SBN (Relazione del saccheggio e della rapina commessi da’ Greci scismatici ad istigazione de’ loro monaci nel tempio del SS. Sepolcro la notte della domenica delle Palme di quest’anno MDCCLVII), in cui l’allora padre Guardiano dà conto non solo dei doni fatti agli altari del Tempio, ma anche della rete di tutela che si strinse intorno al Santo Sepolcro allorché, dopo una stagione di pioggie dirottissime, occorreva riparare urgentemente il sepolcro della Madonna. Quando si dice gli exempla ... – Elena Gatti
031-122 Torchio (Il) e l’architetto. Opere a stampa e biblioteche di architettura nei ducati di Parma e Piacenza in età farnesiana (1545-1731), a cura di Carlo Mambriani, Roma, Edizioni Quasar, 2013, pp. 119, ISBN 978-88-7140-527-8, € 25. I tre saggi qui pubblicati, dovuti al curatore, ad Oronzo Brunetti e a Chiara Travisonni, analizzano rispettivamente il ruolo dei Farnese come committenti, le edizioni di architettura militare e il ruolo di architetti, disegnatori e di incisori nella creazione dei libri, stante la difficoltà di trovare manodopera in loco. L’appendice propone 73 schede di edizioni «architettura e discipline affini» stampate a Parma e Piacenza dal 1545 al 1731, redatte dalla stessa Travisonni, l’elenco di edizioni su questo tema pervenute alla Biblioteca farnesiana di Napoli, dovuto al curatore, e un affondo sui libri di architettura reperiti in biblioteche private e librerie della Parma dei Farnese, di Federica Dallasta. Si tratta, complessivamente, di veri e propri manuali e trattati specializzati, di opere utili alla formazione degli architetti e di libri in cui questa disciplina ha un ruolo importante, ma non centrale, come le “relazioni” su spettacolari eventi pubblici e dinastici o le edizioni ornate da ricchi frontespizi illustrati architettonici. – R.G.
031-123 Trombetta (Vincenzo), Il Rinascimento meridionale nell’editoria napoletana dell’Ottocento, Pisa - Roma, Serra, 2014 Þ rec. M[assimo] G[atta], «Charta», 133, maggio-giugno 2014, p. 74.
031-124 Ubaldini (Cristina), Metamorfosi, parodia ed eros: studi su Dante, Ariosto e Dosso Dossi, Manziana, Vecchiarelli, 2012, pp. 203, ISBN 88-8247-318-1, € 25. In un percorso critico di ampio respiro e di interessi dialoganti tra letteratura e rappresentazione delle arti figurative, il vol. procede nell’analisi di alcuni casi illustri tra Medioevo ed età moderna. Nel primo saggio, l’attenzione si concentra sulle immagini della ‘trasformazione’ nel poema dantesco, con una diffusa riflessione sul materiale offerto dai canti X-XII (con qualche estensione ai due successivi) del Purgatorio. Il secondo, dedicato al Furioso, muovendo dalla descrizione del ‘fumo’ e della ‘caligine’ del viaggio ultramondano di Astolfo, analizza i debiti dell’invenzione ariostesca non solo nei confronti del Purgatorio dantesco, ma anche della tradizione classica e biblica. Costituisce quasi una postilla a questo il terzo contributo nel quale si valuta il celebre intervento di Galilei (nelle Considerazioni) sulla poesia di Tasso e Ariosto declinata nei termini propri del linguaggio delle arti rappresentative. Ancora indugiando nel contesto della cultura ferrarese dell’età di Ariosto, l’ultimo saggio si occupa della difficile (e molto dibattuta) interpretazione sul piano iconologico e iconografico di uno dei più celebri dipinti di Dosso Dossi, il Giove che dipinge farfalle, individuando una pista esegetica che sembra ricondurre alla simbologia propria del linguaggio filosofico di Marsilio Ficino. – Marco Giola
031-125 Vanek (Klara), Ars corrigendi in der frühen Neuzeit. Studien zur Geschichte der Textkritik, Berlin - New York, de Gruyter, 2007, pp. 402, ill. b/n, ISBN 978-3-11-019234-6, s.i.p. Per quanto siano passati sette anni dalla pubblicazione, vale ugualmente la pena di segnalare questo vol., che non pare abbia avuto dalle nostre parti una grande diffusione, forse a motivo dell’ostacolo rappresentato dalla lingua. Oggetto è la storia della filologia nella prima Età moderna. Il discorso viene sviluppato a partire da tre opere del maturo Cinquecento, la Disputatio de arte corrigendi dell’udinese Francesco Robortello (1557), il Syntagma de ratione emendandi di Willem Canter da Utrecht (due edizioni, rispettivamente 1566 e 1571), infine il Commentariolus de arte critica del tedesco Kaspar Schoppe (1597). Si tratta di veri e propri manuali per il “correttore” di testi, un genere che nasce proprio con l’opera del Robortello ed è tipica di un’epoca in cui la filologia, da tempo compiuta l’età “eroica” dell’umanesimo, comincia a esprimere riflessioni teoriche sui propri metodi e strumenti. Se si riflette sul forte nesso che ha legato, fin dall’apparire dell’arte nera, gli umanisti alla tipografia, si apprezza la potenziale utilità di questo ampio studio, completato da ampia bibliografia e indice dei nomi. – A.L.
031-126 Varry (Dominique), Avant-propos, in 50 ans d’histoire du livre: 1958-2008, sous la direction de D. Varry, p. 7. Breve introduzione agli atti del convegno lionese (11-13 dicembre 2008). – L.R.
031-127 Varry (Dominique), La bibliographie matérielle: renaissance d’une discipline, in 50 ans d’histoire du livre: 1958-2008, sous la direction de D. Varry, pp. 96-109. Partendo da una breve rassegna storica della disciplina, si traccia un bilancio degli attuali orientamenti della bibliografia materiale e della diffusione dell’insegnamento nelle università e negli istituti di ricerca francesi. – L.R.
031-128 Wiegand (Wayne A.), “A part of our lives”: a people’s history of the American public library, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 27, 2013, pp. 93-102. Il titolo del pezzo, anticipando quello (ancora provvisorio) del suo prossimo libro, ben rissume il senso della riflessione dell’a. Si tratta infatti di una disamina delle public libraries americane ma “dal basso in alto”, analizzando, cioè, quanto e in che modo la biblioteca pubblica abbia interagito con le vite dei suoi utenti, consentendo loro accesso all’informazione, ma anche – e in questo caso soprattutto – creando storie e spazi adeguati da cui diffonderle, spazi che «fused them [gli utenti] into communities and gave them a sense of belonging» (p. 101). – Elena Gatti
031-129 Zafarana (Domenico), Il Messale agostiniano dell’Archivio storico diocesano di Montepulciano, in Le fusa del gatto. Libri, librai e molto altro, pp. 211-9. L’a. illustra struttura e contenuto del Missale Romanum di Montepulciano (1716) che, oltre a presentare le celebrazioni proprie dell’Ordine eremitico agostiniano, offre un’interessante Bolla (la Quo primum), il cui autore, papa Pio V, si firma «Pius Episcopus servus servorum Dei», in larghissimo anticipo sui tempi. Fatto che rende il messale poliziano un unicum per l’epoca. – Elena Gatti
031-130 Zolotova (Ekaterina), Il Maestro delle Commissioni del doge Girolamo Priuli (1559-1567). Cenni sulla personalità artistica, «Bollettino dei Musei Civici veneziani», s. III, 8, 2013, pp. 87-92. Studio sul decoratore di tre “commissioni” dogali, conservate alla Accademia delle Scienze di Russia, alla Fondazione Cini e alla Sächsische Landesbibliothek Staats- und Universitätsbibliothek. – R.G
Antonio Rosmini B
Architettura 122
Archivi 4, 35, 52, 69, 72, 85, 113
Bibliofilia 97
Bibliografia 102, 107
Bibliometria 33
Biblioteca di via Senato 14, 67
Biblioteche private 86
Biblioteconomia 2, 19, 46, 75, 100, 128
Censura E
Charta 22
Collezionismo 11
Commercio librario 73, 95
Conservazione 109
Dante Alighieri 40, 124
Documentazione 21
Editoria contemporanea 56, 60
Editoria del ’400 B, I, 36, 80
Editoria del ’500 5, 25, 47, 51, 64, 70, 91, 120, 125
Editoria del ’600 64, 106, 110
Editoria del ’700 9, 38, 79
Editoria dell’800 3, 89, 98, 105, 108, 116, 123
Editoria del ’900 1, 3, 7, 8, 20, 53-4, 92, 104, 108, 111
Editoria digitale 77
Epigrafia 26, 59
Ex libris 15
Filologia dantesca C
Fumetti 57
Gabriele D’Annunzio 117
Giovanni Pascoli 118
Illustrazione libraria 78, 99
Informatica umanistica 68
Information Literacy 6
Manoscritti F, 45, 71, 103
Mostre di caratteri 29
Promessi sposi 90
Salita dei Frati 55
Santa Caterina d’Alessandria 41
Scienza dell’informazione 101
Storia del libro G, 12, 13, 23-4, 42, 58, 60-3, 65-6, 76, 81-2, 88, 119, 126-7
Storia della legatura 27
Storia della lettura H, 16, 30, 37, 77
Storia della miniatura 130
Storia della miniatura 94
Storia della tipografia 96
Storia delle biblioteche A, D, 10, 30-2, 34, 87
Storia di Brescia 17-8
Anthony Hobson
Il 13 luglio 2014 Anthony Hobson, il più grande studioso della legatura italiana degli ultimi decenni, “passed away very peacefully at home with his family around him”. Anthony nacque a Rhyl nel 1921; cresciuto a Londra nella casa di Bedfore Square 1, abbandonata per permettere l’ ampliamento del British Museum destinato ad ospitare gli Elgin Marbles nella Duveen Gallery, frequentò la Sandroyd School e quindi Eton come Oppidan Scholar. Nel 1940 è a Oxford; consegue il BA di guerra; entra nel corpo delle Scot Guards e partecipa alla campagna d’Italia. Seguendo le orme paterne, entra nel 1947 nella principale casa d’aste inglese, Sotheby’s; a 27 anni diventa responsabile del Book Department maturando una preziosa conoscenza del libro antico e battendo per più di vent’anni con competenza e abilità le maggiori raccolte librarie. Sposatosi nel 1959 con Tanya Vinogradoff, si sistema a Glebe House, una bella residenza Queen Anna nello Hampshire. A seguito delle complesse vicende che investirono Sotheby’s, dal 1971 sino al 1985 ne rimase consulente. In parallelo all’attività strettamente professionale Hobson coltivò la bibliografia tenendo corsi specifici a Cambridge, a Oxford, in Pennsylvania, che lo portarono alla Gold medal (1992) e alla presidenza della Bibliographical Society; sempre nel 1992 gli fu conferita la Fellowship della British Academy. I meriti scientifici, uniti allo stile ineguagliabile di gentiluomo inglese, all’aristocratica figura, alla conoscenza delle lingue, alla profonda conoscenza del mondo bibliofilico internazionale ne fecero il presidente ideale dell’Association Internationale de Bibliophilie che guidò dal 1985 al 1999 con una serie di Convegni in tutta Europa; ricordo fra gli altri i due di Venezia, i due di Roma, e, pour cause, quello di Torino. Hobson produsse un numero sterminato di minori contributi comparsi principalmente su «The Book Collector» e su TLS oltre a diversi preziosi cataloghi di mostre (per l’Italia ricordo quella di Bologna e quella di Milano del 1991, quella di Roma del 1998) e di biblioteche (ultimo fresco di stampa quello sulla biblioteca di Waddeston). La sua fama di studioso della legatura italiana del Rinascimento, però, rimane principalmente affidata ad alcuni volumi che costituiscono ormai un monumento insuperabile per l’acutezza di giudizio, la rigorosa ricostruzione documentaria, l’analisi stilistica. In uno di questi volumi Hobson rilegge l’intricatissima storia di un gruppo di legature romane di metà Cinquecento con medaglione di Apollo e Pegaso la cui committenza fu inizialmente attribuita dal Libri a tal Mecenate, e successivamente dai massimi esperti di metà Ottocento a Pier Luigi Farnese e a Demetrio Canevari; a complicare la situazione la contraffazione del medaglione su numerosi esemplari. Hobson nel 1975 ricostruisce la storia della specifica tipologia attribuendola definitivamente a tre legatori attivi a Roma (Maestro Luigi, Marcantonio Guillery e Niccolò Franzese) per conto del bibliofilo genovese Giovan Battista Grimani; parallelamente si svela la falsificazione del medaglione ad opera di legatore italiano di tale abilità da trarre in inganno a lungo antiquari e bibliofili. Un vol. del 1989 è dedicato ai due più celebri bibliofili del Cinquecento, Jean Grolier e Diego Hurtado de Mandoza, francese il primo, spagnolo il secondo. Attraverso la ricostruzione delle loro personali vicende, entrambi alti funzionari finanziari, entrambi collezionisti, entrambi finiti in galera, perveniamo a quella delle loro raccolte, in particolare alle legature della c. d. “biblioteca italiana” del primo e a quelle all’Escorial del secondo. In un vol. del 1989 sono raccolte le Walls Lecture tenute da Hobson dieci anni prima alla Pierpont Morgan Library sulle legature del periodo umanistico. Il panorama che ne risulta è ricco e variegato; in particolare è innovativo l’approccio al tema: invece di studiare il classico rapporto committente/legatore, Hobson approfondisce il fenomeno umanesimo nei vari contesti spaziando dalle influenze islamiche a quelle classiche. Allegato un prezioso Census delle plachette e dei medaglioni utilizzati su legature umanistiche; riferendosi alle risultanze del Census, nel contributo offerto da Hobson per gli ottanta anni dello scrivente, l’autore arriva a ipotizzare, oltre a Genova, Mondovì come centro di produzione di legature con medaglione in Italia. Anomalo come tematica principale uno splendido vol. intitolato Bartolomeo Sanvito. The life & work of a Renaissance scribe edito dalla AIB nel 2009, secondo titolo di una collana dedicata a The handwriting of the italian humanists di cui Hobson è uno dei curatori e autore del saggio sulle legature. Elegante e prolifico scriba dello studio padovano, il Sanvito introdusse a Roma l’uso della pelle di capra con decoro dorato invece della seta, del velluto o del broccato tradizionali. Al Sanvito Binder è attribuita la legatura dei Messali Sistini per il cardinale Della Rovere a Torino e New York, esempio dell’evoluzione del decoro, da quello mammalucco a quello classico. Anthony Hobson fu un personaggio straordinario non solo come studioso impareggiabile del libro, come bibliofilo raffinatissimo, come promotore di convegni e di edizioni; egli fu anche un instancabile viaggiatore e noi italiani abbiamo goduto della sua disponibilità a venire da Londra anche dopo i novant’anni in auto per esaminare esemplari di pregio scovati in qualche sperduta biblioteca o per presentare i risultati di ricerche a suo parere meritevoli d’apprezzamento. Ricordo ancora con emozione l’ultima sua puntata a Torino nell’aprile 2011 per esaminare un misterioso Aristotile legato per il Mendoza e per partecipare, dopo una passeggiata per chiese e palazzi subalpini, alla presentazione nella Sala del Parlamento del mio catalogo delle legature di Palazzo Madama. – Francesco Malaguzzi
Altri ricordi grande studioso di legature possono essere letti ai seguenti indirizzi:
http://www.telegraph.co.uk/news/obituaries/10986051/Anthony-Hobson-obituary.html
Librairie Laurent Coulet, Catalogue 55, 2014, Paris. Un centinaio di splendide proposte tra illustrati e legature preziose.
Libraria Alberto Govi, Catalogue 2013, Modena. Come al solito ottime descrizioni e pezzi di grande interesse, parcamente ma puntualmente illustrati. Di particolare valore la ricca sezione di opere cinquecentesche.
Libraria Antiquaria La Fenice, Catalogo 1 2014, Sanremo. Oltre 600 proposte, qualche libro antico e molto modernariato. Proposte sempre interessanti.
Libreria Antiquaria Malavasi, Catalogo 82 2014, Milano. Circa 370 proposte, la maggior parte di letteratura varia: belle descrizioni, esemplari di qualità.
Lim Antiqua, Catalogo 87, Lucca. Oltre 300 autografi e manoscritti divisi tra Storia, filosofia e scienze; Storia della Chiesa; Letteratura; Arte e archeologia; Musica e teatro.
Studio Bibliografico Bruno Pucci, Catalogo 2, 2014, Napoli. Bella selezione di libri soprattutto del Sei e Settecento, talvolta figurati.
Studio bibliografico il piacere e il dovere, Catalogo 68 (1 2014), Vercelli. Quasi 750 voci suddivise tra monti, volo, viaggi, storia del libro, storia e militaria.
Studio Bibliografico Orfeo, Catalogo libri 23, Bologna. Oltre 1550 offerte suddivise tra una cinquantina di temi. Ottimi prezzi.
Raccontare di libri
a cura di E.B.
Bartezzaghi (Stefano), Anche meno. Viaggio nell’italiano low cost, Milano, Mondadori, 2013, pp. 208, ISBN 978-88-04-63358-7, € 17. Un viaggio intelligente (pur se talvolta pedante) su brutture e volgarità dell’italiano d’oggi.
Camilleri (Andrea), Inseguendo un’ombra, Palermo, Sellerio, 2014, pp. 246, ISBN 88-389-3169-0, € 14. Più sciasciano che mai, l’a. propone un’inchiesta in tre capitoli su un ebreo geniale e traditore, alla fine il Flavio Mitridate di Pico.
Frediani (Andrea), Jerusalem, Roma, Newton Compton, 2011, pp. 446, ISBN 978-88-541-1739-6, € 6,90. Tra vangeli apocrifi, ebrei perseguitati e crociate un gran minestrone narrativo, cucinato però con buona tecnica.
Galbraith (Robert alias J. K. Rowling), Il richiamo del cuculo, Milano, Salani, 2013, pp. 550, ISBN 978-88-6715-678-8, € 16,90. Un bel personaggio l’investigatore Kormoran Strike dalla vita e dal fisico mutilati, chiamato a risolvere un fattaccio nella meglio società londinese. L’a., sempre sotto pseudonimo, ha già prodotto una seconda inchiesta.
Giordano (Paolo), Il nero e l’argento, Torino, Einaudi, 2014, pp. 122, ISBN 978-88-06-22161-4, €15. Tornando ai temi autobiografici, l’a. ci guida con arte alla scoperta di una donna dolorosamente viva, capace di infondere vita a chi le sta intorno.
Kundera (Milan), Lo scherzo, Milano, Adelphi, 2011, pp. 358, ISBN 978-88-459-0803-3, € 12. Il primo libro di Kundera, una storia di continui, drammatici, fraintendimenti, in cui la lettura e, soprattutto, la musica tradizionale morava fanno da conduttore sotto l’egida del più cupo comunismo.
Louis (Edouard), Il caso Eddy Bellegueule, Milano, Bompiani, 2014, pp. 172, ISBN 978-88-452-7729-0, € 16. Molto alla moda, le disavventure di giovane gaio (e per questo tormentato da tutti) praticamente sin dalla culla.
Ovadia (Moni) [con Gianni Di Santo], Il conto dell’ultima cena. Il cibo, lo spirito e l’umorismo ebraico, Torino, Einaudi, 2010, pp. VI + 140, ISBN 978-88-06-20035-0, € 16. Un divertimento sostanzialmente innocuo fra storielle yiddish e riflessione di varia umanità.
Sebald (W. G), Gli anelli di Saturno. Un pellegrinaggio in Inghilterra, Milano, Adelphi, 2010, pp. 308, ISBN 978-88-459-2509-2, € 20. Un grande libro, tristissimo, in cui tutto si riduce in polvere dai parchi, ai palazzi, alle biblioteche…
Tuzzi (Hans alias Adriano Bon), Il Trio dell’arciduca, Torino, Bollati Boringhieri, 2014, ISBN 978-88-339-2551-6, € 14,90. Senza abbandonare l’amore incorruttibile per le vecchie guide del Touring, l’a. ci conduce in un originale viaggio balcanico (con botto finale) proprio alla vigilia dei tragici avvenimenti di un secolo fa.
Risorse elettroniche
a cura di L.R.
L’archivio possessori della Biblioteca Nazionale di Napoli
http://www.bnnonline.it/index.php?pageId=324&draft=0&sespre=MW_.
Tra gli aspetti più interessanti della catalogazione dei fondi librari antichi delle biblioteche si deve collocare certo la rilevazione dei segni di provenienza e la conseguente individuazione, quando possibile, degli antichi possessori. Com’è noto, le tipologie di attestazione di proprietà apposte sui libri nel corso dei secoli possono essere le più diverse: dagli ex libris (manoscritti, a stampa, a timbro, araldici…), alle note ad usum, dai timbri alle legature alle armi, fino alla marchiatura a fuoco dei tagli (Marcas de fuego). La sistematica rilevazione dei segni di provenienza nei fondi librari antichi permette di ricostruire, almeno virtualmente, non solo la storia della formazione di singole raccolte, ma, se eseguita in maniera estesa, la mappatura della circolazione del libro in una determinata regione e la ricostruzione di antiche biblioteche e dunque dell’intelligencija del passato. Siano concessi due esempi, in riferimento all’impiego di metodologie differenti. Utilizzando un approccio di tipo tradizionale, il sistematico lavoro di catalogazione dei fondi librari antichi messo in atto ormai da oltre un decennio dalla Provincia autonoma di Trento, non solo ha ormai permesso la catalogazione di quasi tutto il patrimonio librario presente nel territorio ma, corredando i singoli cataloghi di ricchi indici dei possessori, ha fornito (e continua a fornire) agli studiosi fonti preziosissime per ricostruire la storia culturale locale. Su un versante più moderno, tutto orientato alle nuove tecnologie e in riferimento a un contesto geografico assai più ampio, si colloca l’ambizioso progetto MEI (Material Evidence in Incunabula), che, grazie alla rilevazione dei dati di provenienza apposti sugli incunaboli conservati nelle biblioteche di tutto il mondo e il loro inserimento in un database gratuitamente accessibile on-line, si pone l’obiettivo ultimo di ricostruire la storia della circolazione del libro a stampa del Quattrocento nel corso dei secoli. Da alcuni anni, l’Ufficio Libro Antico della Biblioteca Nazionale di Napoli (BNN) ha avviato un bel progetto di censimento degli antichi possessori dei propri libri, che nasce da una semplice esigenza di supporto alla catalogazione dei libri antichi della biblioteca, ma che può essere utilissimo anche ai catalogatori di altri fondi (non solo locali) e agli studiosi di varie discipline. Il lavoro è ancora in corso, ma l’incremento dei dati è costante e, una volta completato, rappresenterà un’impresa all’avanguardia in questo settore. L’archivio dei possessori è disponibile gratuitamente sul sito web della BNN e, elemento utilissimo, contiene la riproduzione digitale di tutti i segni di possesso rilevati (ex libris, timbri, annotazioni manoscritte, legature…): ciò è fondamentale per altri catalogatori che si imbattessero nei medesimi segni, in particolare, per esempio, in sigle o timbri araldici, in cui il nome del possessore (persona o istituto) non è esplicito. In tali casi il confronto con il medesimo segno decrittato diventa l’unica chiave per risolvere l’impasse. All’archivio si accede dalla sezione del sito della BNN dedicata all’Ufficio Libro Antico. La maschera di interrogazione è preceduta da una pagina di introduzione al progetto e da una breve guida alla consultazione. Le schede dei singoli possessori sono semplici e strutturate in campi, tutti ricercabili, in modo da consentire una molteplicità di accessi e di interrogazioni. La ricerca può essere fatta per possessore (sono previsti rinvii alla forma accettata), inserendo il nome, anche in forma parziale. Questo vale, ovviamente, anche per possessori collettivi, come gli istituti religiosi. Grazie al menu a tendina “Tipologia” è possibile limitare la ricerca a una particolare categoria di segni. Qui si può selezionare anche i timbri storici della BNN e i segni che ancora non sono stati identificati. L’archivio si propone, infatti, anche come uno strumento aperto alla collaborazione degli utenti che fossero in grado di identificare segni di provenienza non riconosciuti dai catalogatori. Un segno di onestà intellettuale e un uso intelligente della fluidità delle nuove tecnologie, che consentono un continuo aggiornamento dei dati. La ricerca può essere fatta, qualora siano noti questi dati, anche secondo la forma normalizzata del nome del possessore o il relativo PID, cioè il codice numerico che lo identifica. Il campo “Descrizione” è il più vago, potendo contenere sia note biografiche sul possessore, sia altre forme del suo nome, sia note sul segno di possesso con eventuali riferimenti bibliografici (p.e. Egisto Bragaglia, Gli ex libris italiani dalle origini alla fine dell’Ottocento, Milano, Editrice Bibliografica, 1993). La ricerca può essere eseguita, sostanzialmente, con parole chiave. Da ultimo, si può fare un’interrogazione per collocazione. Questa indica l’esemplare della BNN da cui è stata tratta la riproduzione digitale del segno di provenienza. Quest’ultimo campo potrebbe essere ancor più utile se indicasse tutti gli esemplari in cui si trova quel determinato segno di provenienza, permettendo così di ricostruire alcuni sottoinsiemi all’interno del più generale fondo antico della biblioteca. I risultati della ricerca possono essere stampati in pdf, oppure condivisi tramite email. Il progetto, ancora in progress, promette di fornire un contributo importante alla ricostruzione della storia dei fondi conservati alla Biblioteca Nazionale di Napoli, per molti versi ancora poco esplorati e conosciuti.
Cronache
Mostre
Karl der Grosse / Charlemagne. Macht, Kunst Schätze, Aachen, 20 giugno – 21 settembre 2014. Carlo Magno è morto ad Aquisgrana (Aachen) 1.200 anni fa, dopo aver trascorso gli ultimi anni di vita e di regno nella sua residenza imperiale più importante. Per questo la città tedesca ha organizzato quest’anno tre grandi mostre collegate fra loro dedicate rispettivamente alla cultura, all’azione e alla vita di corte di Carlo Magno. Oltre ai pezzi delle collezioni locali, vengono esposti numerosi manoscritti e altri manufatti provenienti da musei e collezioni private di tutta Europa: il patrocinio dell’esposizione è dovuto ai tre presidenti tedesco, francese e italiano. Presso la Krönungssaal del Rathaus, cioè il cuore di quello che un tempo fu il complesso palaziale di Carlo Magno, la mostra sviluppa un percorso che va dai centri di potere dell’Europa medievale ai “luoghi di potere” virtuali della nostra epoca. Essa presenta l’impressionante evoluzione delle strutture europee, dalla corte itinerante dei Franchi alle vestigia di pietra del potere carolingio, e getta uno sguardo su una società che doveva il proprio successo anche alla diversa provenienza degli individui che la componevano. Presso il Centre Charlemagne ci si concentra invece sull’arte dell’epoca carolingia, in particolare sulla produzione artistica attribuita alla Scuola Palatina di Carlo Magno. Per la prima volta sono di nuovo riuniti tutti insieme una trentina di manoscritti preziosi, intagli in avorio e lavori di arte orafa realizzati nelle officine di Aquisgrana. La presentazione dei diversi oggetti riesce a mettere in risalto ogni singolo pezzo, combinandolo però con una selezione di opere affini di epoche precedenti e con altre contemporanee ma di stile diverso. Infine, presso la Domschatzkammer viene esposto il tesoro della cattedrale di Aquisgrana, che è strettamente legato all’epoca di Carlo Magno, in particolare esso include l’antico Sarcofago di Proserpina, in cui l’imperatore fu probabilmente seppellito il 28 gennaio dell’814. Per il periodo della mostra, la camera del tesoro riporta inoltre ad Aquisgrana opere d’arte sacra che un tempo facevano parte del suo patrimonio. La scelta degli oggetti si estende fino al tardo Medioevo, ma il fulcro si colloca in epoca carolingia con pezzi che appartenevano già allora al tesoro della cattedrale di Carlo Magno. Naturalmente, non bisogna dimenticare la visita alla Cattedrale di Aquisgrana, che racchiude al suo centro la Cappella Palatina uno degli edifici di epoca carolingia meglio conservati, più splendidi e rappresentativi. Le tre mostre (forse in tono un po’ minore quella della Domschatzkammer dove si può anche ammirare un libro a stampa del XIV secolo…) sono ricchissime di manoscritti originali, molti dei quali magnificamente miniati. Spiccano tra i tanti esempi, un manoscritto di Lucrezio del IX secolo, altri con glosse interlineari in antico tedesco, un manoscritto in maiuscola nel quale un lettore più tardo s’è sentito in dovere di copiare il testo in una “più leggibile” gotica…– E.B.
Taccuino
Da Lucca a New York a Lugano. Giuseppe Martini libraio tra Otto e Novecento. Lucca, Biblioteca Statale. Saloni Monumentali, 17-18 ottobre 2014.
Il Convegno di Studi approfondisce per la prima volta la figura e l’opera del bibliofilo e libraio antiquario lucchese Giuseppe Martini (1870-1944). Negli stessi giorni, presso la Biblioteca Statale, sarà visitabile una mostra dal titolo Da Lucca a New York a Lugano. Giuseppe Martini libraio tra Otto e Novecento, con l’esposizione di documenti e materiale inedito, che rimarrà aperta fino al 23 ottobre.
Programma del Convegno:
venerdì 17 ottobre 2014, ore 15
Presiede Marco Paoli
Saluti introduttivi di Alessandro Tambellini (Sindaco di Lucca), don Marcello Brunini (Direttore Archivio Storico Diocesano) Norbert Donhofer (Presidente ILAB-LILA), Fabrizio Govi (Presidente ALAI), Paolo Tiezzi (Presidente Società Bibliografica Toscana)
§ Laura Giambastiani (Università degli Studi di Firenze), La cultura lucchese di fine Ottocento: l’esempio di Salvatore Bongi § Piero Scapecchi (già Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), L’antiquariato librario dell’Italia umbertina § Alessandro Ledda (CRELEB, Università Cattolica di Milano), Per una biografia di Giuseppe Martini libraio § Carmelo Cintolo (bibliofilo, Firenze), Particolari inediti di un eccezionale bibliografo: Giuseppe Martini lucchese § William Stoneman (Houghton Library, Harvard University), The Role of Giuseppe Martini in Building American Collections of Medieval Manuscripts
sabato 18 ottobre 2014, ore 9
Presiede Fabrizio Govi
§ Luca Rivali (Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli), Giuseppe Martini bibliografo e bibliologo § Annette Popel Pozzo (Casa d’asta Bolaffi, Libri Antichi di Milano), I rapporti di Giuseppe Martini con il mercato antiquario internazionale § Edoardo Barbieri (CRELEB, Università Cattolica di Milano), Il catalogo degli incunaboli di Giuseppe Martini (1934) § Gaia Elisabetta Unfer Verre (Archivio Storico Diocesano di Lucca), Mille anni di documenti: la raccolta diplomatica donata da Giuseppe Martini § Fiammetta Sabba (Università degli Studi di Parma), Percorso tra i volumi della raccolta Martini presso l’Archivio Storico Diocesano di Lucca § Marco Paoli (Biblioteca Statale di Lucca), Vincenzo Busdraghi nella raccolta di stampati lucchesi di Giuseppe Martini § Klaus Kempf (Bayerische Staatsbibliothek di Monaco), Conclusioni
Ingresso libero
Per informazioni:
convegno.giuseppe.martini@gmail.com
MFH
Manuscripta Franciscana Hierosolymitana. Gerusalemme, Custodia di Terra Santa, 23 ottobre 2014
Alle ore 9, presso il Convento di S. Salvatore, inaugurazione della mostra di manoscritti con la presenza del Custode di Terra Santa fr. Pierbattista Pizzaballa e benedizione della nuova vetrata della Biblioteca.
Alle ore 17, presentazione dell’inventario online “MFH. Manuscripta Franciscana Hierosolymitana”
http://www.bibliothecaterraesanctae.org/descrizione-inventario-manoscritti.html
§ Saluti di fr. Lionel Goh Ofm (Direttore della Biblioteca Generale della Custodia di Terra Santa) § Comunicazione di Marcello Mozzato (ATS pro Terra Sancta) § Moderatore Alessandro Tedesco (CRELEB – Centro di Ricerca Eurpeo Libro Editoria Biblioteca) § Conferenza del professor Michele Campopiano (Università di York), Writing the Holy Land: Manuscripts and Texts from the Franciscan Convent in Jerusalem (1333-1530 ca)
VI workshop di aggiornamento e formazione in discipline del libro e del documento 2014. Lonato del Garda, Fondazione Ugo Da Como e Brescia, Università Cattolica, 30-31 ottobre 2014.
Programma:
giovedì 30 ottobre, ore 14.15 (Lonato del Garda, Fondazione Ugo Da Como)
§ Visita alla Casa del Podestà § Saluto di Edoardo Barbieri § Rosa Marisa Borraccini (Università degli Studi di Macerata), La mobilità dei mestieri del libro in età moderna nello Stato Pontificio § Gianna Del Bono (Università degli Studi di Roma Tor Vergata), Per una storia della biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
venerdì 31 ottobre, ore 9 (Brescia, Università Cattolica. Sala Della Gloria
§ Saluto del Prof. Mario Taccolini (Direttore del Dipartimento di Scienze Storiche e Filologiche) § Giovanna Zaganelli (Università per Stranieri di Perugia), Vicende e dinamiche delle copertine del libro italiano del Novecento § Marco Callegari (Museo Bottacin di Padova), Le fonti archivistiche per la storia dell’editoria: il caso del Veneto ottocentesco
Per informazioni: creleb@unicatt.it
tel. 0272342606 – 0302406260
Conoscere, catalogare e descrivere il patrimonio librario del XV secolo - II edizione. Incunabula Autumn School 2014. Napoli, Biblioteca e Complesso dei Padri Vincenziani, 3-6 novembre 2014.
Gli incunaboli, ovvero i primi libri a stampa, realizzati dall’invenzione di Gutenberg fino al 31 dicembre 1500, sono degli oggetti molto particolari, sia dal punto di vista materiale, sia da quello catalografico. Il corso di incunabolistica, articolato in 4 giorni, mira a fornire alcune competenze di base riguardo alla conoscenza, alla descrizione e alla catalogazione degli incunaboli, attraverso un percorso fatto di lezioni frontali, seminari e conferenze.
Oltre a un quadro generale sulla materialità dell’oggetto (struttura, elementi peculiari, metodologie descrittive), verrà anche fornita una panoramica sugli strumenti utili all’identificazione bibliografica e alla catalogazione degli incunaboli, accompagnata dalla presentazione di alcuni casi concreti.
Il corso è rivolto in modo particolare a bibliotecari, studenti universitari, neolaureati e dottorandi di ricerca dei corsi di bibliografia e storia del libro e dell’editoria, ma anche a tutti coloro, collezionisti, amatori, bibliofili, che hanno interesse per il libro antico a stampa.
E’ previsto un numero di partecipanti che andrà da un minimo di 20 a un massimo di 35.
Programma:
lunedì 3 novembre, ore 14
§ Edoardo Barbieri, Che cos’è un incunabolo § Luca Rivali, Seminario: Gli incunaboli dei Francescani di Gerusalemme: un caso di studio
martedì 4 novembre, ore 9
§ Edoardo Barbieri, La struttura bibliologica dell’incunabolo § Luca Rivali, Seminario: Gli strumenti bibliografici on-line per l’incunabolistica § Edoardo Barbieri, Gli elementi identificativi dell’incunabolo § Incontro pubblico presso l’Istituto italiano per gli studi storici: Elli Catello, visita alla mostra temporanea “Tra studio e bibliofilia: la collezione di Benedetto Nicolini.
Saluto di Marta Herling (Segretario generale dell’Istituto italiano per gli studi storici). Silvana Acanfora – Simona Pignalosa – Marina Venier, La rilevazione delle provenienze nelle edizioni antiche: il caso di due biblioteche nazionali.
mercoledì 5 novembre, ore 9
§ Luca Rivali, Seminario: Gli strumenti bibliografici cartacei per l’incunabolistica § Edoardo Barbieri, La descrizione dell’esemplare
giovedì 6 novembre, ore 9
§ Edoardo Barbieri – Luca Rivali, Incontro pubblico: Una banca dati per la descrizione degli incunaboli: l’esperienza di MEI
Per informazioni: creleb@unicatt.it - segreteria@abei.it
Engaging the reader 2014, “Per un nuovo ecosistema della lettura”. Workshop del Master in Professione Editoria dell’Università Cattolica di Milano. Giovedì 13 novembre 2014, Università Cattolica, largo Gemelli 1, Milano, Aula Pio XI.
Si veda qui il box a p. 3.
Gli incunaboli lombardi e il progetto internazionale Material Evidence in Incunabula (MEI). Corso di aggiornamento per bibliotecari. Milano, Regione Lombardia e Università Cattolica, novembre-dicembre 2014 (tutti gli incontri h9.00-17.00).
Programma:
venerdì 14 novembre 2014 (Regione Lombardia - Via M. Gioia 37 Milano – Ingresso N4 – 2° Piano Aula 34) § Edoardo Barbieri, Che cos’è un incunabolo § Luca Rivali, Gli strumenti bibliografici on-line per l’incunabolistica
venerdì 21 novembre 2014 (Regione Lombardia - Via M. Gioia 37 Milano – Ingresso N4 – 1° Piano Aula 5) § Edoardo Barbieri, La struttura bibliologica e gli elementi identificativi dell’incunabolo § Luca Rivali, Gli incunaboli dell’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario di Roma e dei Francescani di Gerusalemme: due casi di studio
venerdì 28 novembre 2014 (Università Cattolica di Milano - Largo Gemelli, 1 – ingresso da Largo Gemelli 1 – aula G023 mons. Colombo) § Edoardo Barbieri, La descrizione dell’esemplare § Luca Rivali, Gli strumenti bibliografici cartacei per l’incunabolistica
venerdì 5 dicembre 2014 (Regione Lombardia - Via M. Gioia 37 Milano – Ingresso N4 – 7° Piano Stanza 10) § Alessandro Ledda - Luca Rivali, Material Evidence in Incunabula: istruzioni per l’uso - Laboratorio di inserimento dati in MEI
Informazioni e iscrizioni: Francesca Giupponi - email: soprintendenzabl@regione.lombardia.it - tel. 02 6765 5023
Le domande di iscrizione al seminario dovranno pervenire entro il giorno 30 ottobre 2014 mediante l’invio a mezzo fax al numero 02-6765 2616 dell’allegato modulo di iscrizione oppure mediante l’invio per posta elettronica del file relativo alla scansione del modulo (per cortesia evitare il doppio invio); l’ufficio provvederà a selezionare le domande e a inviare la conferma di iscrizione (oppure la comunicazione di non ammissione) entro il giorno 6 novembre 2014. Non potranno essere ammessi in aula partecipanti che non abbiano ricevuto la conferma di iscrizione al corso.
La partecipazione al seminario è gratuita.
I Congreso Internacional Sobre Libro Medieval Y Moderno. Edición, Producción Y Distribución Del Libro, Zaragoza, 10-12 de Septiembre de 2014.
Miércoles 10 de septiembre
08.30 h. Entrega de documentación.
09.00 h. Inauguración.
Sesión I: El manuscrito
Ponente: Elisa Ruiz García (Universidad Complutense); Relatora: Mª Victoria Chico Picaza (Universidad Complutense)
9.30 h. Elisa Ruiz García (Universidad Complutense), Manuscritos de autor: Avatares de dos ediciones frustradas.
10.15 h. Mª Victoria Chico Picaza (Universidad Complutense), Edición/es y función/es de un manuscrito del siglo XIII: el caso de las Cantigas de Sta. María de Alfonso X el Sabio.
10.35 h. Helena Carvajal González (Universidad Complutense), “Perfecto de lienda e bien illuminado”: la figura del editor en los manuscritos bajomedievales hispanos.
10.55 h. Andrea Puglia (Università de Pisa), Produzione e circolazione di manoscritti tra XIII e XIV in Toscana: il caso della Biblioteca del Convento di Santa Caterina di Pisa.
11.15 h. Descanso.
11.45 h. Herbert González Zymla (Universidad Complutense), El scriptorium y la biblioteca del Monasterio de Piedra: noticias y evidencias materiales.
12.05 h. Mercedes López Mayan (Universidad de Santiago de Compostela), Los libros de los canónigos compostelanos en la baja Edad Media: un ensayo de reconstrucción.
12.25 h. Fernando Villaseñor Sebastián (Universidad de Cantabria), El Libro de Horas del Infante don Alfonso en el contexto de la iluminación tardogótica de la Península Ibérica.
12.45 h. Debate.
Sesión IIa: El libro impreso
Ponente: Edoardo R. Barbieri (Università Cattolica Del Sacro Cuore di Milano); Relator: Victor Infantes de Miguel (Universidad Complutense)
16.00 h. Edoardo R. Barbieri (Università Cattolica Del Sacro Cuore di Milano),
Oltre la censura. Domande aperte su un compendio neotestamentario italiano del del XVI secolo.
16.45 h. Javier Ruiz Astiz (Universidad Pública de Navarra), Litigantes ante los Tribunales Reales de Navarra: impresores y libreros durante los siglos XVI y XVII.
17.05 h. Isabel Díez Ménguez (Universidad Complutense), Características tipográficas y de impresión de Juan de Cánova en Salamanca.
17.25 h. Alberto Gamarra Gonzalo (Universidad Nacional de Educación a Distancia),
Realidad económica y problemática de las imprentas institucionales en el Burgos del Setecientos : los talleres de la Compañía de Jesús y de la Catedral (1745-1766).
17.45 h. Descanso.
18.15 h. Albert Corbeto (Reial Acadèmia de Bones Lletres de Barcelona), Eruditos y “pobres diablos”. La corrección en las imprentas españolas del Siglo de las Luces.
18.35 h. Yolanda Clemente San Román (Universidad Complutense), Los libros latinos de una librería de provincias de la segunda mitad del siglo XVIII: el catálogo de Johann Gothfried Bauer.
18.55 h. Debate.
Jueves 11 de septiembre
Sesión IIb: El libro impreso
Relator: José Luis Gonzalo Sánchez Molero (Universidad Complutense)
9.30 h. José Luis Gonzalo Sánchez Molero (Universidad Complutense), Los orígenes de la portada: un laberinto editorial con una salida inesperada.
9.50 h. Emma Luisa Cahill Marrón (Universidad de Cantabria), Serenissimae Anglie Reginae Erasmus Roterdami dono misit: Catalina de Aragón y la comisión de obras humanistas.
10.10 h. Silvia González-Sarasa Hernáez (Investigadora independiente), La producción editorial hebrea ibérica hasta 1520: estado de la cuestión y problemas metodológicos.
10.30 h. María Jesús Lacarra (Universidad de Zaragoza), La Hystoria de los siete sabios de Roma [Zaragoza: Juan Hurus, ca.1488 y 1491]: un incunable desconocido.
10.50 h. Antonio Moreno Hernández (Universidad Nacional de Educación a Distancia), La transmisión impresa de los Academica de Cicerón: de la editio princeps (Roma 1471) a la primera edición aldina (Venecia 1523). Fondos conservados en España.
11.10 h. Descanso
11.40 h. Rosa M. Díaz Burillo (Universidad Nacional de Educación a Distancia), La tradición incunable de Lucano: corpus de ejemplares conservados en España.
12.00 h. Natale Vacalebre (Università degli Studi di Udine), Produzione e distribuzione libraria gesuitica nel Cinquecento: il caso delle Adnotationes et meditationes in Evangelia di Jerónimo Nadal (Anversa, 1595).
12.20 h. Jesús Gascón García (Universitat de Barcelona), Publicar en tiempos convulsos: el caso de las ediciones de Francesc Martí i Viladamor durante la Guerra de los Segadores: problemas bibliográficos habituales en impresos polémicos del siglo XVII.
12.40 h. Marta Ortega Balanza (Universitat de Barcelona), Eulalia Ferrer de Brusi: librera, impresora y editora. Una mujer de espíritu en el siglo XIX barcelonés.
13.00 h. Debate.
Sesión III: El viaje de los libros
Ponente: Clive H. Griffin (Trinity College, Oxford University) ; Relatora: Elvia Carreño Velázquez (ADABI de México)
16.00 h. Clive H. Griffin (Trinity College, Oxford University), El libro español en América y más allá.
16.45 h. Elvia Carreño Velázquez (ADABI de México), El libro en cuerpo y alma, las bibliotecas femeninas en la Nueva España.
17.05 h. Víctor Julián Cid Carmona (El Colegio de México), La Gaceta de México y la promoción de impresos españoles durante la primera mitad del siglo XVIII.
17.25 h. Margarita Martín Velasco (Centro Universitario Villanueva), La biblioteca invisible del Duque de Uceda.
17.45 h. Debate.
18,15 h. Descanso.
Presentación de Proyectos y herramientas de investigación
Relator: Nicolás Bas Martín (Universidad de Valencia).
18.45h. Manuel José Pedraza Gracia (Universidad de Zaragoza), Yolanda Clemente San Román (Universidad Complutense), Nicolás Bas Martín (Universidad de Valencia), Helena Carvajal González (Universidad Complutense), ‘Base de datos de contratos de edición, producción y distribución del libro medieval y moderno’.
19.00 h. Gemma Avenoza Vera (Universitat de Barcelona) y J. Antoni Iglesias-Fonseca (Universitat Autònoma de Barcelona), El mundo del libro medieval: del volumen a los membra disiecta de la Corona de Aragón.
19.15 h. REBIUN.
Incunables en bibliotecas universitarias españolas.
19.30 h. Antonio Moreno Hernández (Universidad Nacional de Educación a Distancia), El ‘Corpus de Incunables Clásicos Latinos en España (CICLE)’: Un repertorio virtual especializado del patrimonio editorial clásico del s. XV.
19.45 h. Julián Solana Pujalte, Cristina Ruiz de Villegas García-Pelayo, Pilar Sánchez Polaina (Universidad de Córdoba), El proyecto ‘Bibliotheca Erasmiana Hispanica’ (2006-2014): evaluación y perspectivas.
20.00 h. María Jesús Lacarra, Juan Manuel Cacho Blecua (Universidad de Zaragoza), Presentación del proyecto ‘Reescrituras y relecturas: hacia un catálogo de obras medievales impresas en castellano hasta 1600 (Comedic)’.
20.15h. Giacomo Sciommeri, (Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”), José María Domínguez Rodríguez (Universidad de La Rioja), Un nuevo instrumento para el estudio de la difusión europea de la música vocal profana de cámara en la Edad Moderna: ‘Clori. Archivio della cantata italiana’.
20.15h. Víctor Infantes de Miguel (Universidad Complutense de Madrid), prinQueps 1615
Viernes 12 de septiembre
Sesión IV: Tendencias y metodologías de investigación sobre el libro antiguo
Ponente: Manuel J. Pedraza Gracia (Universidad de Zaragoza); Relatora: María Jesús Lacarra Ducay (Universidad de Zaragoza).
9.30 h. Manuel José Pedraza Gracia (Universidad de Zaragoza), Editar en el siglo XVI: la intervención del editor en el impreso.
10.15 h. Sarah Fiddyment (University of York), Biomolecular codicology: How non-invasive techniques can uncover the secrets hidden in parchment.
10.35 h. Mª Dolores Díaz de Miranda (Taller de Restauración del Monasterio de Sant Pere de las Puel·les) y Gerard van Thienen (Biblioteca Real de La Haya), Datación e identificación de libros y manuscritos a través de las filigranas papeleras.
10.55 h. Remedios Prieto de la Iglesia (Investigadora independiente), Constricciones y libertades ortográficas de los impresores en cuatro ediciones tempranas de La Celestina: Toledo 1500, Burgos 1499-1502 (?), Zaragoza 1507 y Valencia 1514.
11.15 h. Descanso.
11.45 h. Emily C. Francomano (Georgetown University), Re-reading Woodcut Illustration in Cárcel de amor / Hacia una nueva lectura de los grabados de Cárcel de amor.
12.05 h. Almudena Torrego Casado (Investigadora independiente), Un breve estudio sobre precios en una biblioteca nobiliaria del siglo XVII: las librerías de los Eguía y marquesado de Narros.
12.25 h. Debate.
13.15 h. Clausura.
Carta antica a Milano. III mostra internazionale. Milano, Hotel Michelangelo, 13 settembre 2014.
Mostra del libro e della stampa antica organizzata dall’Associazione Culturale CivitellArte con il patrocinio dell’Associazione Roberto Almagià e del Museo della Cartografia Lombarda
Per informazioni: www.cartanticamilano.it
Convegno: Aldo Manuzio e l’invenzione del libro moderno (Venezia, 26-28 febbraio 2015)
Call for Papers
Entro il 15 settembre 2014
In occasione del quinto centenario della morte di Aldo Manuzio (6 febbraio 1515), il convegno intende ricordare la figura del tipografo ed editore più importante del Rinascimento.
L’obiettivo dell’incontro è soprattutto di dar conto delle nuove ricerche attorno alle seguenti tematiche:
- Vicende biografiche e rapporti con la cultura e la politica del tempo
- Ricerche di ambito filologico ed ecdotico
- Officina tipografica, produzione editoriale, analisi bibliologica, contributo al illustrazione e alla grafica
- Collezionismo, annali, e bibliografia
- Il mito e l’eredità di Aldo Manuzio
Gli studiosi che desiderano presentare un contributo al convegno, sono invitati a presentare un abstract di max. 300 parole e un CV entro il 15 settembre 2014.
Lingue delle relazioni: auspicabilmente in italiano e inglese.
Il Comitato scientifico del convegno comunicherà le scelte agli autori entro il 30 settembre 2014.
Le spese di viaggio e di soggiorno sono a carico dell’organizzazione.
Comitato scientifico del convegno: Edoardo Barbieri (Creleb, Università Cattolica, Milano); Lorena Dal Poz (Ufficio Sovrintendenza Beni librari, Regione del Veneto); Cristina Dondi (University of Oxford); Neil Harris (Università di Udine), Mario Infelise, (Università Ca’ Foscari, Venezia); Dorit Raines (Università Ca’ Foscari, Venezia); Piero Scapecchi (Biblioteca Nazionale Centrale, Firenze).
Il programma definitivo del convegno verrà reso noto entro il 30 ottobre 2014.
Gli abstract vanno inviati alla segreteria scientifica: convegnomanuzio2015@unive.it
Digital Cultural Heritage Roadmap for Preservation. Roma, Biblioteca Nazionale Centrale. Sala conferenze, 22 settembre 2014.
Conferenza finale del progetto europeo DCH-RP – Digital Cultural Heritage Roadmap for Preservation, un progetto biennale di coordinamento, avviato nel settembre 2012, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del settimo programma quadro per la ricerca, lo sviluppo scientifico e tecnologico, specifico per le infrastrutture digitali.
In occasione della conferenza finale, verranno presentati i principali risultati ottenuti nei due anni trascorsi e i prossimi obiettivi, indicati nella Roadmap, volti all’implementazione di una e-infrastruttura federata per il patrimonio culturale digitale. Una rete sovranazionale, basata sulle infrastrutture per la ricerca operanti nel campo delle e-Science, in grado di offrire servizi per la conservazione a lungo termine dei contenuti digitali.
La giornata si articolerà in due sessioni: la prima sarà dedicata alla presentazione della Roadmap per la conservazione del patrimonio culturale digitale e ai risultati raggiunti dal progetto e alle strategie messe in atto dalla Commissione europea per lo sviluppo delle infrastrutture digitali nella ricerca nell’ambito del programma Horizon 2020; la seconda si articolerà in una tavola rotonda sul tema "Dalla Roadmap alla sua attuazione" che riunirà esperti e ricercatori in rappresentanza delle infrastrutture digitali, di istituti culturali, di enti di ricerca e dell’editoria, per discutere la sostenibilità del progetto, dando una prospettiva sulle prossime attività e sulle sfide per il futuro per lo sviluppo di una infrastruttura digitale federata per il patrimonio culturale europeo.
L’evento, in traduzione simultanea italiano-inglese, è organizzato dall’Iccu – Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane e per le Informazioni Bibliografiche, e inserito nel programma ufficiale del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea.
Per partecipare alla conferenza è necessario registrarsi online all’indirizzo web http://www.dchrp.eu/index.php?en/134/registration-form-roma-22-september-2014
Le livre et les bibliothèques, XVe-XXIe siècle, Strasbourg, 13-15 octobre.
Lundi 13 octobre 2014
h 9.30 Accueil des participants § h 10 Ouverture du colloque § h 10.15 Rémy Casin, La bibliothèque de Ludwig Ber (1479-1554), théologien bâlois et ami d’Erasme § h 10.45 Georges Bischoff, La commanderie Saint-Jean de l’Ile verte et sa bibliothèque, une “maison des sciences humaines” (et divines) à la veille de la Réforme § h 11.15 Edoardo Barbieri, Centralité de Strasbourg entre les chemins de l’hérétique Francesco Negri (1529-1538) § h 11.45 Jonas Kurscheidt, Autour du Narrenschiff de Sébastien Brant § h 14.30 Stephan Füssel, Neues zu Gutenberg-in neuer Form § h 15 Ursula Rautenberg, Straßburg als Zentrum des Buchdrucks und Buchhandels von der Mitte des 15. bis zur Mitte des 16. Jahrhunderts. Ein Überblick § h 15.30 Istvan Monok, L’édition en Alsace et le royaume de Hongrie, 1480-1620 § h 16.15 Sabine Juratic, La librairie strasbourgeoise et Paris à l’époque des Lumières § h 16.45 Claire Madl, Strasbourg et l’exportation des livres vers l’est de l’Europe au XVIIIe siècle § h 17.15 Dorothée Rusque, Jean Hermann et ses pratiques d’annotation des livres scientifiques § h 18.00 Conférence publique : Berger-Levrault, un libraire éditeur strasbourgeois, entre hier, aujourd’hui et demain
Mardi 14 octobre 2014
h 9. Isabelle Laboulais, La bibliothèque de P. F. de Dietrich : circulations de livres et de savoirs à Strasbourg à la fin du XVIIIe siècle § h 9.30 Annika Haß, Un libraire fournisseur des grandes bibliothèques à Strasbourg… et en Europe : Treuttel et Würtz § h 10.15 Hans-Jürgen Lüsebrink, Les éditions strasbourgeoises de l’Essai Géognostique sur le gisement des roches dans les deux hémisphères (1823, 1826) de Alexander von Humboldt – contexte scientifique, traductions et enjeux transculturels § h 10.45 Marie-Claire Boscq, Les catalogues des bibliothèques de Strasbourg sous la Révolution § h 11.15 Nicolas Bourguinat, Le livre à Strasbourg sous l’Empire § h 14.00 Andrea De Pasquale, Gloire à Gutenberg : fêtes et commémorations à Strasbourg et en Europe pour commémorer l’invention de l’imprimerie § h 14.30 Frédéric Barbier, Les fournisseurs strasbourgeois de la nouvelle Kaiserliche Universitäts u. Landesbibliothek § h 15.00 Laurence Buchholzer, La BNU : dons et échanges (matériels, épistolaires, techniques...) avec les bibliothèques allemandes (1871-1918) § h 15.45 Daniel Baric, Naissance et développement d’une dualité fonctionnelle nationale et universitaire dans le contexte européen : une comparaison entre la BNU de Strasbourg et la Bibliothèque nationale et universitaire de Zagreb § h 16.15 Marisa Midori Deaecto, Entre la France et l’Allemagne : Gobineau et la Bibliothèque de Strasbourg § h 17.00 Visite des fonds anciens de la Bibliothèque nationale et universitaire
Mercredi 15 octobre 2014
h 9.00 Catherine Maurer, Les bibliothèques de Strasbourg pendant la deuxième annexion allemande (1941-1944) § h 9.30 Agnès Callu, Paul Hartmann aux fondements de La Nuée Bleue § h 10.15 Christophe Didier, Sujet à préciser § h 10.45 Guylaine Beaudry, Etat et avenir des bibliothèques à l’aube du XXIe siècle § h 11.15 Claude Lehmann, Le réseau des bibliothèques EUCOR : avènement, développement, prolongements
Après-midi : visites de bibliothèques : la Bibliothèque Malraux ; la Bibliothèque du Grand Séminaire de Strasbourg ; la Bibliothèque nationale et universitaire de Strasbourg ; la Bibliothèque municipale de Colmar (sous toutes réserves).
Library 2.0
The future of libraries in the digital age
8-9 ottobre 2014
Per Informazioni: www.library20.com/2014
Sixteenth International Conference on Grey Literature. Grey Literature Lobby: Engines and Requesters for Change. Washington, Library of Congress, 8-9 dicembre 2014.
Per programma e informazioni:
http://www.textrelease.com/gl16program.html
Le livre au fil du temps, Krumlov (CZ), 23-28 ottobre [lingue del convegno : ceco, francese, tedesco].
Jeudi 23 octobre 2014 (18h - 22h)
Arrivée des participants
Hébergement (à partir de 16h00)
Visite guidée de la ville de Krumlov (17h30 – 19h00)
Souper (20h00 – 22h00)
Vendredi 24 octobre 2014 (9h30 – 13h00)
Frédéric Barbier: Le livre au fil du temps
Section 1a: Stratégies de mise en forme des textes et pratiques du livre : forme et illustrations
Elisabeth Klecker, Modifier pour conserver ? Les éditions humanistes des panégyriques latins § Kamil Boldan, Les feuilles imprimées de Günther Zainer d’Augsbourg et la bibliothèque des Rosenberg dans les années 1470 § Hana Beránková, Les transformations des frontispices des imprimés profanes des pays tchèques au XVIIe siècle et les stratégies commerciales des imprimeurs, éditeurs et libraires § Marián Zervan, La première édition d’une « Hongrie illustré » Ungaricae Sanctitatis Indicia § Christian Scheidegger, Les livres de piété, objets de lecture et de collection. Les usages du livre à Zurich de 1500 à 1800 § Pause café et débat (11h15 – 11h45)
Section 1b : Stratégies de mise en forme des textes et pratiques du livre : réception
Miguel Angel Echevarría Bacigalupe, Le livre, témoin privilégié du temps. Guerre et polémique des imprimés aux Pays-Bas, 1566-1648 § Erika Juríková - Ladislav Tkáčik, Le livre, image de la communauté monastique § Ádám Hegyi, Le rôle des « Buchbinderprediger » dans la formation de l’opinion des communautés réformées germanophones de Hongrie au XVIIIe siècle du point de vue des imprimés § Barbieri Edoardo, Le livre ancien entre Europe et Amérique : l’expérience des libraires italiens avant la Première Guerre mondiale § Viliam Čičaj, Le livres et les transformations de la communication à l’époque moderne § Pause déjeuner (13h00 – 15h00) § Visite de la bibliothèque du château de Krumlov (15h00 – 16h00)
Vendredi 24 octobre 2014 (16h00 – 19h00)
Section 2 : Mobilité des genres
Vojtěch Balík, La consultatio comme genre polémique politique et religieux - la Consultatio de J.A. Comenius § Jan-Andrea Bernhard, Les Bibles pour enfants du XVIe au XVIIIe siècle § Jaroslava Kašparová, Amadis de Gaule, manuel des courtisans et manuel de langue § Olga Granasztoi, Les sources d’inspiration du jardin à l’anglaise dans les bibliothèques aristocratiques de Hongrie (de la poésie à la littérature spécialisée § Pause café et débat
Richard Šípek, L’approvisionnement en livre des religieux de Wrocław-Breslau à l’époque moderne § Krzysztof Walczak, Les transformations des manuels d’histoire polonais au XIXe siècle et leur place dans l’histoire du livre en Pologne § Beata Ricziová - Katarína Pekařová, Les catéchismes de la santé en Europe centrale § Jindra Pavelková, Comment les livres liturgiques sont-ils parvenus à la bibliothèque du monastère de Rajhrad ? § Pause dîner
Samedi 25 octobre 2014 (9h00 – 12h00)
Section 3 : Mobilité des oeuvres
Dana Stehlíková, L’Opus apertum de Christian de Prachatice § Ewa Andrysiak, Le Livre des nations slaves dans la vie et l’oeuvre d’Alfons Parczewski § Martin Bundi, Marcello Squarcialupi et son oeuvre De fontium ac fluviorum origine ac fluctu (1585), au carrefour des langues, des régions et des époques § Marie Ryantová, Le jardinage pour la gloire. Les transformations des imprimés sur les jardins de Jiří Holík, éxilé tchèque § Eva Frimmová, Peter Révai et son histoire de la couronne du royaume de Hongrie § Pause café et débat
Eva Augustinová, Les contextes de parution du livre de Slovaquie le plus souvent édité § Mária Kohútová, L’oeuvre de Samuel Timon Purpura Pannonica... § Marie Voždová, Les Bibles et les Imitations de Jésus-Christ françaises de la bibliothèque de Kroměříž § Jiřina Matoušková, Les éditions du Télémaque de Fénelon et ses adaptations dans la bibliothèque de Kroměříž § Matthieu Magne, De la vie à l’oeuvre : les inédits cachés du comte Charles-Joseph de Clary-Aldringen (1777-1831) § Pause déjeuner
Visite de l’abbaye des cisterciens et de la bibliothèque à Zlatá Koruna (14h00 – 16h00)
Samedi 25 octobre 2014 (16h00 – 19h00)
Section 4 : Mobilité des collections
Marta Hradilová, La bibliothèque des clarisses de Český Krumlov § Renáta Modráková, Les collections privées des bénédictines du couvent Saint-Georges du château de Prague § Isabelle de Conihout, La bibliothèque d’un amateur de romans de chevalerie français (vers 1570) découverte dans les collections des bibliothèques de Bohême § Klára Komorová, De l’éditeur au couvent. Les pérégrinations des livres des bibliothèques franciscaines § Jindřich Špinar, Bibliothèques ecclésiastiques conventuelles ou séculières ? L’impact de l’incorporation de collections conventuelles sur la bibliothèque du sanctuaire de Kájov § Pause café et débat
Olga Fejtová, « Et en particulier un coffre de livres de droit ». Le droit dans les bibliothèques de la bourgeoisie des Pays tchèques aux Temps modernes § Lucie Heilandová, Les livres de Matyáš František Chorinský z Ledské dans la bibliothèque du couvent de Rajhrad § Luca Rivali, Pèlerinage des hommes, pérégrinations de livres. La formation de la bibliothèque de la Custodie de Terre Sainte à Jérusalem § Débat et clôture de la conférence
Dimanche 26 octobre 2014 (9h00 – 12h00)
Excursion à Kájov (église gothique) et à l’abbaye des cisterciens à Vyšší Brod
Arrivée à České Budějovice vers midi
Le materie dei libri, le legature storiche della Biblioteca Teresiana. Mantova, Biblioteca Teresiana, fino al 11 gennaio 2015.
La mostra, curata da Carlo Federici e Federico Macchi, è aperta al pubblico dal martedì al sabato.
Per informazioni: tel. 0376 338450,
biblioteca.comunale@comune.mantova.gov.it
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uale è lo stato della lettura oggi in Italia? Questa domanda mi tormenta almeno da un anno, da quando ingaggiai una feroce discussione con un amico italiano che insegna negli States: secondo lui chi vuol leggere legge esattamente quanto prima, solo che usa l’ebook. Chi invece non leggeva prima non legge neanche adesso. Io invece temo sia vero quel che dice Roberto Casati, che cioè i nuovi strumenti digitali inducono per loro natura alla non concentrazione, alla lettura breve o brevissima sempre vittima dell’ultimo richiamo di un sms o di un messaggio sui social network. Una vita piena di stupidaggini che non si dà il tempo neppure per leggere davvero un romanzo! Proprio i romanzi, che sembravano la lettura meno seria cui si potesse giungere... E poi, che romanzi? La paccottiglia dalle sfumature grigiastre, il best seller internazionale, il Camilleri nazionale? Se posso usare un’immagine forte mi chiedo: ma tra 10 anni, fatta esclusione per gli studenti di lingua e letteratura russa, ci sarà qualche giovane che legga Dostojevski per il puro gusto di capire ciò che l’autore ha scritto? Cioè di esercitare l’arte del leggere? (detto tra parentesi, basta coi corsi di scrittura creativa! sosteniamo i corsi di scrittura professorale! inventiamo corsi per insegnare a leggere!). Quando abbiamo iniziato Engaging the reader nel 2010 in aperta polemica coi giornali marchettari che discutevano della lettura solo per far pubblicità all’ultimo device alla moda, osammo porre la domanda seria (il caso serio) su come il testo fosse ancora in grado di coinvolgere il lettore. Oggi, dopo un percorso di alcuni anni, torniamo sul tema della lettura, ma un passo più avanti. Non vogliamo solo sapere le solite percentuali dei lettori, spesso in realtà confusi dagli editori con le percentuali dei compratori di libri (mai che si consideri il prestito bibliotecario o interpersonale come una ricchezza sociale...). Vogliamo capire che ne sarà domani della lettura. Quale è lo status del lettore oggi? Una madre che vede il figlio occupato nella lettura pensa che questo sarà una risorsa per il suo futuro o lo vorrebbe smanettone del pc? In questo momento di transizione, reso più difficile da una crisi economica che sembra non demordere, da una politica spesso inconsapevole dei problemi reali del Paese, da una gravissima situazione internazionale, dove va la lettura? Si tratta ancora, come è stato negli ultimi secoli, della grande risorsa per attingere alla tradizione, la sapienza dei padri di cui parlava Goethe? Non ci basta resistere, come una cittadella assediata. Vogliamo scoprire, sentire di chi sa percorrere vie innovative che costruiscano modelli nuovi del leggere, dello studio, della trasmissione delle conoscenze. Per questo il 13 novembre ci ritroveremo a Milano per Engaging di quest’anno, dedicato a “Per un nuovo ecosistema della lettura”. Finisco con un’immagine, volutamente provocatoria. Penso a Pinocchio che se ne esce con sotto il braccio i suoi libri di scuola, che ben presto finiranno venduti per andare a divertirsi. Se succedesse oggi in qualche classe che è completamente passata all’ipad forse la storia si svilupperebbe diversamente. Basterebbe un click e addio scuola e Pinocchio, senza tanta fatica, sarebbe già immerso nel paese dei balocchi, con tutto ciò che ne consegue. - Montag
Bollettino trimestrale
di informazione sulla
storia del libro e delle
biblioteche in Italia
numero 031, settembre 2014
(chiuso l’8 settembre 2014)
ISBN 9788881327102
disponibile gratuitamente in formato PDF all’indirizzo http://creleb.unicatt.it
(sono stati tirati 10 esemplari cartacei)
a cura del
CRELEB - Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca
(Università Cattolica – Milano e Brescia)
comitato editoriale: Edoardo Barbieri (coordinatore), Anna Giulia Cavagna, Pasquale Chistè, Giuseppe Frasso, Arnaldo Ganda, Ugo Rozzo
redazione: Marco Callegari, Rudj Gorian, Alessandro Ledda, Fausto Lincio, Giancarlo Petrella, Luca Rivali, Alessandro Tedesco, Natale Vacalebre, Roberta Valbusa
contatti: “L’almanacco bibliografico”, c/o Edoardo Barbieri, Università Cattolica, Largo Gemelli 1, 20123 Milano; e-mail: creleb@unicatt.it
edizioni CUSL – Milano
per informazioni: info@cusl.it