L’Almanacco

  Bibliografico

 

 n° 59, settembre 2021

 

 Bollettino trimestrale

 di informazione sulla

 storia del libro e delle

 biblioteche in Italia

 

                        a cura del C.R.E.L.E.B.

 

 

  Sommario

 

 

v Biblioteche, archivi e pandemia”

   di Giovanna Murano……..….……………...........p. 1

v  Recensioni.…………………………………....p. 4

v  Spogli e segnalazioni……………….…...p. 13

v  (indici di recensioni e segnalazioni)……….…p. 41

v  Cronache convegni e mostre …….…p. 42

v  Taccuino………………………………………..p. 43

v  Postscriptum…………………………..…….p. 49

 

 
La questione

 

 Biblioteche, archivi e pandemia*

 di Giovanna Murano

 

 

Il Davide di Michelangelo (o meglio, una sua copia in resina e polvere di marmo), «il sesso più inquietante dalla scultura rinascimentale»,1 è stato scelto per rappresentare l’Italia all’Expo 2021. Peccato che l’Expo si tenga a Dubai, negli Emirati arabi, una federazione dove l’Islam è la religione ufficiale e la shari’a una delle fonti della legislazione. La scelta del giovinetto «fulvo, con begli occhi e gentile di aspetto» (I Sam. 16, 12), figlio del popolo di Israele, che abbatte il filisteo Golia al grido di «io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti» (I Sam. 17,45) avrebbe potuto aprire una grave crisi diplomatica se non fossero prevalse le ragioni economiche. Le opere di Muhammad ibn Mūsā al-Khwārismi, Ibn Sina (Avicenna), Abū al-Walīd Muhammad ibn ʾAhmad ibn Rušd (Averroè) conosciute in Europa a partire dal XII secolo, grazie ad un intrepido e multilingue gruppo di traduttori attivo in Spagna, hanno segnato svolte epocali in campo matematico, astronomico, delle scienze naturali, della medicina. La riproduzione di una carta geografica o del globo di Egnazio Danti o della dorata e maestosa sfera armillare di Antonio Santucci2 (solo per ricordare un paio di opere fisicamente prossime al Davide) avrebbero allo stesso tempo rievocato il contributo degli arabi in campo astronomico e i progetti enciclopedici e visionari dei granduchi di Toscana. In ogni caso, una ricerca preliminare sul paese che avrebbe ospitato l’Expo, sulla sua cultura, sulla sua storia, sulla sua religione avrebbe portato a individuare un soggetto diverso, egualmente rappresentativo dell’Italia, ma meno divisivo, e, soprattutto, non discriminatorio (a quante donne arabe sarà consentito l’accesso al padiglione italiano per ammirare la copia del capolavoro di Michelangelo?). Ma una ricerca, qualsiasi ricerca, oltre a una adeguata preparazione, necessita di strumenti (libri, fonti documentarie) e luoghi fisici, non virtuali, dove realizzarla, ovvero biblioteche, archivi, laboratori, musei.

 

Biblioteche & pandemia

Le biblioteche e gli archivi sono ancora indispensabili per svolgere qualsiasi tipo di ricerca. La loro chiusura o la drastica riduzione dei loro servizi a causa dalla pandemia da Covid-19 ha avuto pesantissime ripercussioni. Non solo, ma come ha sottolineato un osservatore particolarmente attento come Edoardo Barbieri, non ci sono segnali che quanto è stato tolto alla ricerca, dal lavoro in biblioteca, allo studio in archivi e su materiale antico e raro, venga restituito all’attività accademica.3 Soltanto una minima parte degli strumenti necessari alla ricerca è digitalizzato. Non sono disponibili, se non talvolta a pagamento, le monografie, la gran parte del patrimonio manoscritto, pressoché la totalità del materiale archivistico. A ciò si aggiunga che il materiale librario e manoscritto disponibile in formato digitale non sempre è di qualità sufficiente da sostituire l’originale. Gallica, la biblioteca digitale della Bibliothèque Nationale de France, è alimentata in parte da microfilm in bianco e nero (di manoscritti medievali, per esempio) realizzati nel secolo scorso e non sempre leggibili. La Bayerische Staatsbibliothek mette a disposizione degli studiosi di tutto il mondo un’imponente biblioteca digitale. Anche in questo caso, a fianco di perfette riproduzioni digitali, sono stati digitalizzati (soprattutto del materiale più raro e antico) non gli originali ma i microfilm degli originali realizzati in bianco e nero. Egualmente la Biblioteca Apostolica Vaticana. Hathitrust è la principale Digital Library statunitense. Il problema, in questo caso, è che il materiale digitalizzato (persino le edizioni dei secoli XVI e XVII) è spesso consultabile nei soli USA. MANUS è il database adottato dall’Istituto Centrale per il Catalogo Unico che dovrebbe consentire di visualizzare descrizioni di manoscritti e immagini; da mesi il sistema di visualizzazione delle immagini non funziona e nessuno ha ancora provveduto a riattivarlo. Non è migliore la situazione della banca dati Manuscripta Mediaevalia che raccoglie le riproduzioni dei cataloghi di oltre 90.000 manoscritti conservati in Germania. Le immagini non sono più accessibili ma in questo caso si sta provvedendo ad allestire un nuovo portale. Per quanti svolgono attività di ricerca, le biblioteche e gli archivi fisici sono indispensabili e in Italia, più che altrove, la pandemia da Covid-19 si è abbattuta su un sistema in grande affanno già da molti anni per carenza di personale e di adeguati finanziamenti; a questi si sono aggiunte una serie di «restrizioni cervellotiche e incomprensibili»4 da parte di funzionari, direttrici e direttori di biblioteche e d’archivio che ne hanno oltremodo limitato la fruizione e l’accesso. Le biblioteche universitarie che generalmente non soffrono per carenza di personale sono state le più solerti a varare provvedimenti per limitarne l’accesso. L’Università di Firenze, per esempio, oltre al badge con ID e Password già da tempo in uso, ha adottato, a partire dallo scorso 6 marzo 2021, un nuovo sistema di prenotazioni che prevede per gli esterni l’uso dello SPID. Le nuove norme intendono ricalcare il modello americano, ovvero servizi erogati ai soli strutturati e a coloro che pagano le tasse universitarie. Difficile pensare che quando la pandemia terminerà l’accesso nelle biblioteche universitarie tornerà a essere consentito anche agli esterni. La Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze ha offerto i suoi servizi su appuntamento prenotabile tramite app, non così la Biblioteca Medicea Laurenziana a cui si accede su prenotazione telefonica. I tempi di attesa per la prima variano da 2 a 3 giorni, per la seconda, che ha una utenza ben più ridotta, da 10 a 15. Nell’impossibilità di recarsi personalmente nelle biblioteche e negli archivi non si è pensato di potenziare o comunque garantire i servizi di riproduzione (è il caso della Marciana di Venezia). In Abruzzo le biblioteche regionali sono state addirittura chiuse al pubblico per la mancanza di finanziamenti per le operazioni di sanificazione. Anche gli Archivi di Stato di Firenze e Roma hanno adottato una app per la prenotazione. Dal 1° aprile 2021 l’Archivio di Stato di Firenze è passato da un accesso a settimana per ogni singolo utente, a uno due volte al mese, con un tetto massimo di otto unità archivistiche consultabili mensilmente. Ma già dal mese di gennaio 2019 (ben prima dell’inizio della pandemia), la distribuzione di unità archivistiche era stata limitata da 4 a 3 (cioè da 20 a 15 documenti alla settimana per ogni utente), per poi passare, nel giugno 2019, a 3 unità distribuite unicamente nei giorni dispari (sic). Quanto accade nell’Archivio di Stato a Roma è stato denunciato in una lettera indirizzata a Francesco Merlo pubblicata su La Repubblica del 28 marzo 2021: «bisogna prenotarsi attraverso un sito e venerdì alle 18,00 si aprivano le prenotazioni per aprile. Alle 18,00 in punto ho fatto il mio tentativo, ma alle 18,03 era già tutto prenotato fino al 30 aprile». La lettera si chiude sconsolata: «com’è possibile che in tre minuti quasi cinquecento studiosi si siano prenotati?». Temo che lo studioso sia ancora in attesa di una risposta.

 

Biblioteche e archivi

assenti dal Recovery plan

Quando la pandemia finirà, la situazione delle biblioteche e degli archivi italiani purtroppo non migliorerà. Gli stanziamenti previsti dal “Recovery plan” per il patrimonio culturale sono inferiori al 2,7% del totale. Di questa cifra niente è destinato alle biblioteche, agli archivi, ai siti archeologici, ai musei.5 La scelta degli estensori del piano presentato alla UE è stata ancora una volta quella di marginalizzare la spesa culturale e questo porterà inevitabilmente alla chiusura di biblioteche e di gran parte degli archivi. In linea con la politica sui beni culturali degli ultimi decenni, i problemi del settore (carenza di personale e assenza di pianificazione) non sono stati neppure sfiorati, mentre sono confermati i due principi-guida della politica del ministro Franceschini e dei suoi predecessori: esternalizzazione dei servizi e – soprattutto – degli introiti. Questo è quanto si legge nel “Recovery plan”: «investimento 1.1 – Strategia digitale e piattaforme per il patrimonio culturale. Gli interventi sul patrimonio “fisico” saranno accompagnati da un importante sforzo per la digitalizzazione di quanto custodito in musei, archivi, biblioteche e luoghi della cultura, così da consentire a cittadini e operatori di settore di esplorare nuove forme di fruizione del patrimonio culturale e di avere un più semplice ed efficace rapporto con la pubblica amministrazione. Una infrastruttura digitale nazionale raccoglierà, integrerà e conserverà le risorse digitali, rendendole disponibili per la fruizione pubblica attraverso piattaforme dedicate. Sarà inoltre sostenuta la creazione di nuovi contenuti culturali e lo sviluppo di servizi digitali ad alto valore aggiunto da parte di imprese culturali/creative e start-up innovative, con l’obiettivo finale di stimolare un’economia basata sulla circolazione della conoscenza».6 L’intero capitolo meriterebbe un’ampia disamina. Mi limito a segnalare un paio di punti. Il primo: «per la digitalizzazione di quanto custodito in musei, archivi, biblioteche e luoghi della cultura». Il solo Archivio di Stato di Firenze custodisce 75 Km di materiale documentario. Attualmente è digitalizzato il fondo Mediceo avanti il Principato (MAP) ma oltre alle filze, sono stati acquisiti in formato digitale l’inventario a stampa e l’Indice generale degli inventari.7 Il progetto, durato diversi anni e diretto da Francesca Klein, non si è limitato ai soli documenti, ma offre anche gli strumenti necessari alla ricerca. Chi guiderà le scelte del materiale da digitalizzare? Immagino una commissione ad hoc, ma questa commissione “di esperti” saprà offrire strumenti all’altezza di quello creato da Francesca Klein? I precedenti non sono confortanti. Ricordo soltanto che per il portale italia.it sono stati spesi tra il 2007 ed il 2014 circa 60 milioni di euro.8 E ancora, questa commissione “di esperti” prevede la presenza di bibliotecari, di archivisti, di ricercatori? Il secondo punto riguarda la “infrastruttura digitale nazionale [che] raccoglierà, integrerà e conserverà le risorse digitali, rendendole disponibili per la fruizione pubblica attraverso piattaforme dedicate”. Come provano i casi francese e tedesco, le biblioteche nazionali sono anche per il formato digitale la principale via d’accesso alle fonti librarie e manoscritte. È inutile creare una nuova infrastruttura: ai libri sia fisici sia in formato digitale si accede attraverso le biblioteche. Questo ruolo in Italia potrebbe essere svolto dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze ma è impensabile che ciò avvenga, considerate le gravissime carenze di personale di cui soffre. L’impressione che ricavo dalla lettura di quanto scritto nel Recovery plan a proposito del ‘patrimonio culturale’ (e spero davvero di sbagliarmi) è che l’estensore ignori cosa significhi fare ricerca o, addirittura, che non riesca a distinguere tra la ricerca e social media. Ricerca non è fare scrolling, far scorrere immagini su immagini e di tanto in tanto mettere un like. Come dimostra il caso di Dubai, non è sufficiente consentire l’accesso all’immagine di un’opera d’arte (o di un documento), occorre offrire gli strumenti per comprenderla. Per non commettere errori clamorosi.

 

 

 

 * Si pubblica qui, con lievi modifiche Biblioteche, archivi e pandemia by Giovanna Murano - https://www.roars.it/online/ redazione.roars@gmail.com [11/06/2021]

 1 Così Antonio Forcellino, Michelangelo. Una vita inquieta, Roma-Bari, Laterza, 2005, p. 81.

 2 https://brunelleschi.imss.fi.it/mediciscienze/

 3 Edoardo Barbieri, Introduzione, in Contro lo sfascio delle biblioteche italiane. Un manifesto per i presìdi culturali del territorio, a cura di Edoardo Barbieri, Milano – Creleb Torrita di Siena – Associazione Villa Classica, settembre 2020.

 4 Alessandro Barbero, I paradossi delle biblioteche proibite, dove entrano soltanto pochi eletti, «La Stampa», 18 gennaio 2021.

 5 https://emergenzacultura.org/2021/05/02/il-patrimonio-culturale-rimosso-dal-recovery-plan/

 6 https://quifinanza.it /5/2021/04/pnrr.pdf

 7 https://www.archiviodistato.firenze.it/map/

 8 http://www.italia.it/it/home.html

 

 

 

 

 

 

 

 

 Sono aperte le iscrizioni

 ai Master in Editoria

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 (prove di selezione il 4 e 8 novembre)

 

 

 

 

Recensioni

 059-A Battista Mantovano, Adolescenza divisa in egloghe, a cura di Andrea Severi, Napoli, La scuola di Pitagora, 2021 (Umanesimo e Rinascimento, 12), pp. 265, ISBN 978-88-6542-771-2, € 20. Definito «Christianus Maro» da un giovane Erasmo da Rotterdam, menzionato da Shakespeare in Love’s Labour’s Lost, nonché beatificato da papa Leone XIII nel 1885, Battista Spagnoli detto il Mantovano (1447-1516), oltre a essere una personalità eminente dell’Ordine carmelitano, fu anche un a.ben inserito nell’ambiente culturale della sua epoca e senz’altro prolificissimo, quasi tacciabile di grafomania coi suoi circa 50.000 versi. La grande fama europea di cui godettero le opere dello Spagnoli deve moltissimo alla promozione di “classico moderno” operata da Josse Bade Ascensius: quest’ultimo, infatti, le pubblicò e le annoverò tra le opere dell’umanesimo italiano da leggere e studiare a scuola, considerando il loro a. simile agli antichi per abilità poetica e retorica, ma ineguagliabile per dottrina ed edificazione cristiana. Battista Mantovano si impose quindi, soprattutto fuori dalla Penisola, «come ‘classico’ moderno, dove ‘classico’ è da intendersi qui nel senso originario», ossia come «a. da proporre sui banchi di scuola per l’apprendimento della lingua (latina)» (p. 41). Tra le opere che più si prestarono a tale fortuna scolastica ci fu la raccolta di ecloghe latine Adolescentia: si pensi che per buona parte del XVI sec. in Europa – e anche nel XVII sec. in Inghilterra – molti maestri adottarono questo testo (e non la prima ecloga di Virgilio!) per avviare gli studenti all’apprendimento del latino, come testimoniato, per es., da Martin Lutero. Pubblicata per la prima volta da Vincenzo Bertocchi a Mantova nel 1498 e introdotta da una lettera all’umanista Paride Ceresara, la fortuna editoriale continentale dell’Adolescentia rispecchia quella didattica: le ecloghe furono scelte per aprire gli Opera omnia del Mantovano stampati a Bologna da Benedetto d’Ettore Faelli nel 1502, curati dal filologo e amico del carmelitano Filippo Beroaldo il Vecchio, ma approvati e supervisionati anche dallo Spagnoli in persona (sarà pertanto questo il testo di riferimento scelto dal curatore Andrea Severi); sempre nel 1502 comparve a Parigi l’edizione commentata dal già menzionato Josse Bade, che sancì la consacrazione oltralpe; numerose altre stampe furono quindi realizzate in diverse città d’Europa. Al di là del valore pedagogico attribuitogli, anche a livello contenutistico questo testo è piuttosto singolare, laddove il canone bucolico latino sembra esser stato seguito solo nella organizzazione in dieci ecloghe: i versi del Mantovano, infatti, costruiscono un vero e proprio Bildungsroman cristiano, la cui vicenda dai tratti anche autobiografici passa dagli amori onesti o infelici dell’adolescenza (ecloghe I-IV), alla virilitas attenta a questioni sociali e politiche quali l’avarizia dei ricchi – con la conseguente topica difficoltà economica dei letterati – e le differenze tra città e campagna (ecloghe V-VI), fino a una senectus all’insegna dell’elevazione spirituale e della conversione a Dio (ecloghe VII-VIII). Le ultime due ecloghe, cioè la IX e la X, vivono una genesi diversa dalle precedenti e trattano più allegoricamente i vizi della curia romana – con una lode al protonotario apostolico Falcone Sinibaldi – e la controversia sul colore dell’abito sorta tra i carmelitani a metà XV sec., che lo Spagnoli fa presiedere da Bernardo Bembo. A tutte queste tematiche, cui si aggiungono altri passaggi quali la lunga e all’epoca ben nota invettiva misogina dell’ecloga IV, corrisponde una pari varietà di registri, stili e generi: in un’epoca in cui il latino vantava una forza espressiva più forte del volgare, i versi bucolici dell’Adolescentia si nutrono dei modi della letteratura classica, rusticana, satirica e religiosa, nonché di modelli che spaziano dagli antichi ai contemporanei del poeta, discostandosi così dalle varie strade intraprese in precedenza dalla bucolica medioevale e umanistica. Il sapido realismo con cui la campagna “va in scena” è stato, non a caso, paragonato alla pittura di Pieter Bruegel il Vecchio (i cui contadini sono stati scelti sapientemente come immagine di copertina) o del Caravaggio pittore di genere. Data perciò l’evidente importanza di quest’opera e di questo a., il vol. che qui si recensisce, che segue le edizioni inglesi di Wilfred Mustard (1911) e Lee Piepho (1989 e 2009) e aggiorna il testo critico dello stesso Andrea Severi uscito nel 2010, è certo un prezioso strumento da sfogliare, consultare e possedere. Nella introduzione, il curatore presenta la vita e gli importanti legami culturali di Battista Spagnoli, nonché la genesi, il contenuto e la fortuna dell’Adolescentia (pp. 7-45). Seguono un’utile rassegna bibliografica di approfondimento (pp. 47-50), una nota al testo di carattere filologico e metodologico (pp. 51-3) e la tavola delle abbreviazioni (pp. 55-69). A questo punto inizia il testo del Mantovano: la presenza di una puntuale e integrale traduzione a fronte permette al curatore di proporre un agile commento a piè di pag., fatto di note puntuali «di carattere prevalentemente intertestuale», che arricchiscono quanto detto nell’introduzione e mostrano al lettore «la quantità davvero impressionante di echi poetici, tanto classici quanto moderni, rielaborati dalla memoria» del Mantovano (p. 52). Nel complesso il vol. si segnala come un’edizione seria e virtuosamente divulgativa dell’Adolescentia, ottima per avvicinarsi alla lettura dei versi bucolici di Battista Spagnoli, a. di spicco di una stagione letteraria quasi dimenticata, ma essenziale per comprendere appieno la produzione culturale italiana ed europea tra XV e XVI sec. – S.C.

 059-B Bechtel (Guy), Gutenberg, traduzione italiana di Daniela Solfaroli Camillocci, prefazione di Edoardo Barbieri, Milano, EDUCatt, 2021, pp. 474, ill. b/n, ISBN 978-88-9335-776-0, € 20. Il vol. riproduce la traduzione italiana (oggi esaurita) di Gutenberg et l’invention de l’imprimerie di Guy Bechtel, opera uscita in Francia presso l’editore Fayard nel 1992. Le ragioni che hanno spinto a mettere nuovamente in circolazione la traduzione del testo, dovuta alla storica Daniela Solfaroli Camillocci (edizione originale: Torino, SEI, 1995), sono ben spiegate da Edoardo Barbieri nel testo introduttivo alla ristampa: Ripensare oggi Gutenberg e la sua Bibbia (pp. V-XXV). Innanzitutto, si segnala la bontà del lavoro condotto da Bechtel che, pur non essendo uno storico del libro, condusse uno studio equilibrato e scrupoloso, senza mai scadere nel romanzesco, ma evitando di limitarsi al solo dato documentario, proponendo invece interpretazioni e contestualizzando. In secondo luogo, la riproposizione del testo è giustificata anche dal fatto che l’operazione di traduzione condotta dalla Solfaroli Camillocci fu molto valida: «una buona versione italiana con la scrupolosa presentazione della bibliografia sul tema» (p. VI). Infine, sottolinea Edoardo Barbieri, va tenuto conto di come, dalla traduzione del Gutenberg, non siano più usciti altri contributi così significativi, in italiano, sul tema specifico. Siamo quindi di fronte a un testo che meritava di essere rimesso in circolazione, la cui importanza viene molto sottolineata nell’ intervento di Barbieri, sul quale vale la pena di soffermarsi, dato che – oltre a spiegare le ragioni della ristampa – ha il merito di fungere da vera e propria guida al testo. Nello spazio di poche pagine, si viene condotti attraverso quelle che furono le tappe principali della vicenda che si ritroveranno poi nello studio di Bechtel: dalle prime testimonianze che parlano dell’invenzione della stampa (dovute all’umanista Enea Silvio Piccolomini, futuro Papa Pio II e a Leon Battista Alberti), ai problemi tecnologici con cui Gutenberg dovette confrontarsi e ai dissidi con i soci Fust e Schöffer, per finire con il sacco di Magonza del 1462, la conseguente dispersione dei lavoranti dell’officina gutenberghiana (che dovette contribuire alla diffusione della stampa) e la morte in sordina del protagonista della vicenda, Gutenberg. Il testo introduttivo alla ristampa si chiude con una rassegna ragionata dei principali strumenti e studi che hanno interessato l’incunabolistica nel trentennio trascorso dalla pubblicazione del vol. di Bechtel. Nel contesto dell’operazione di ristampa della traduzione del Gutenberg, va segnalata un’importante integrazione all’opera originale del Bechtel, quella cioè di un apparato di illustrazioni che aiutino a meglio comprendere quanto spiegato nel testo: Per Johannes Gutenberg e la sua Bibbia: un dossier iconografico, a cura di Edoardo Barbieri, febbraio 2021 (il dossier è liberamente disponibile online). Non volendo, per ovvie ragioni, recensire in questa sede l’opera di Bechtel, ci si limita a ribadire la bontà di questa operazione di ristampa e di rimessa in circolazione del Gutenberg (operazione caratterizzata da un nobile intento didattico) e si lascia la parola a Guy Bechtel stesso che così apre il suo studio sul tipografo di Magonza: «Lo storico che si accinge a studiare Gutenberg è simile al bambino del racconto arabo, che entra nudo nel deserto per la più severa delle iniziazioni; conoscerà la sete e il sole, la prova del vuoto e la prova del pieno». – A.T.

 059-C Bertieri (Raffaello), Come nasce un libro, [Monticello Conte Otto], Ronzani, 2021 (Storia e cultore del libro. Typographica, 5), pp. XII-243, ill. b/n, ISBN 978-88-94911-60-2, € 22. I Mechanick Exercises di Joseph Moxon – in particolare la parte dedicata alla stampa, On the Whole Art of Printing –, pubblicati a Londra nel 1683 dopo una preliminare uscita periodica, inaugurarono di fatto una lunga tradizione di manuali per la stampa, ovvero testi, rivolti perlopiù agli addetti ai lavori, che trattavano da un punto di vista tecnico, in modi più o meno dettagliati, tutte le pratiche di produzione di un libro. Se i maggiori Paesi europei possono vantare importanti trattati del genere – basti citare La Science pratique de l’imprimerie di Fertel (Saint Omer, 1723), il Die so nöthig als nützliche Buchdruckerkunst und Schriftgießerei (Leipzig, 1740-1745) di Gessner e il Mecanismo del arte de la Imprenta para facilidad de los operarios que la exerzan (Madrid, 1811) di Sigüenza y Vera – l’Italia ha una tradizione, almeno quantitativamente, più debole: del periodo della stampa manuale oggi sono note soltanto le Istruzioni pratiche ad un novello capo-stampa di Zefirino Campanini, proto della Stamperia Reale di Parma diretta da Giambattista Bodoni, rimasto in forma manoscritta fino all’importante studio di Conor Fahy della fine degli anni ‘90 del secolo scorso. Di grande importanza è anche il Manuale tipografico dello stesso Bodoni, pubblicato postumo nel 1818, ma si tratta più di un campionario dei caratteri e fregi da lui incisi, che di un’esposizione pratica delle tecniche di realizzazione. A questo genere, seppur con qualche differenza di stile, può essere ricondotto anche Come nasce un libro di Raffaello Bertieri (1875-1941), editore e tipografo fiorentino, pubblicato in prima e unica edizione dall’Istituto Bertieri di Milano nel 1931 e ora riproposto in edizione facsimilare dalla casa editrice Ronzani. Il testo, che presenta un carattere maggiormente teorico e concettuale rispetto alla impostazione tecnica e pratica dei manuali prima citati, tratta tutte le fasi di fabbricazione del libro e si può a tutti gli effetti considerare un classico della tipografia italiana novecentesca. Dopo una breve introduzione dell’a., il libro è diviso in sei parti principali: La costruzione del Libro (pp. 21-93) che tratta le fasi preliminari come la scelta del carattere e del formato; La decorazione del Libro (pp. 95-128) che alterna rapidi riferimenti storici delle tecniche di illustrazione e alcune pratiche di incisione e decorazione; La stampa del Libro (pp. 129-67) dedicato all’impressione, alla scelta della carta e dell’inchiostro e alla mise en page; La Legatura del Libro (pp. 169-79), La Rilegatura officinale (pp. 181-90) e la La Rilegatura d’arte (pp. 191-239) in cui vengono fatte alcune distinzioni tra i termini «legatura» e «rilegatura» e indicati alcuni stili particolari, come il curioso caso delle rilegature da lui chiamate “officinali”, ovvero quelle prodotte in serie direttamente nell’officina tipografica e non pezzi unici scelti dall’acquirente nella bottega del legatore. Questo lavoro, per stessa ammissione dell’a., vuole essere una «illustrazione divulgativa dell’arte di fare il Libro, e di farlo bello» (p. 20); non un trattato tecnico e dettagliato di ogni pratica tipografica, ma un utile compendio di introduzione a quest’arte, arricchito di alcuni riferimenti storici e considerazioni personali di Bertieri, nonché di 127 illustrazioni esemplificative degli argomenti trattati. L’obiettivo è dunque fare luce su aspetti a quel tempo, almeno secondo il giudizio dell’a., ancora in parte conosciuti in modo non adeguato o addirittura ignoti. Questo è dopotutto un topos dei manuali tipografici sette-ottocenteschi, nelle cui introduzioni gli autori lamentano costantemente la mancanza di strumenti che spieghino in modo adeguato i segreti del mestiere, e anche Bertieri non si sottrae a questo luogo comune: nella premessa e nella conclusione (pp. 241-43) egli denuncia troppa ignoranza riguardo l’arte del libro e «l’incomprensione e il disinteresse del pubblico italiano per il Libro» (p. 242) e per questo si propone di «descrivere nella forma più facile “come nasce un Libro”; perché mi sono persuaso che gran parte della incomprensione che tutti lamentiamo dipende da scarsa o da poco diffusa conoscenza non dico dell’arte nostra, ma delle nozioni che ci sembrano più elementari di essa». Apre il vol. una introduzione di Alessandro Corubolo che ricostruisce in modo puntuale il contesto tipografico-editoriale nel quale si svolse l’attività di Bertieri. – P.S.

 059-D Campopiano (Michele), Writing the Holy Land. The Franciscans of Mount Zion and the Construction of a Cultural Memory, 1300-1550, London, Palgrave Macmillan, 2020, pp. XVII+438, ill. col., ISBN 978-3-030-52774-7, € 103,99. L’affascinante mondo dei pellegrinaggi medievali e premoderni in genere alla volta dei luoghi santi in terra di Palestina ha affascinato e continua ad affascinare numerosi studiosi europei e americani. Negli ultimi anni si è visto il fiorire di moltissime pubblicazioni che in un modo o nell’altro hanno analizzato le relazioni tra l’Europa cristiana e la Terrasanta nei tempi più travagliati e complessi del cattolicesimo. In particolare, la storiografia recente italiana si è focalizzata sullo sviluppo della letteratura di viaggio verso Gerusalemme, sulla presenza storica degli ordini religiosi nei luoghi sacri, come pure sulla storia della produzione letteraria e libraria dei cristiani in Terrasanta. Basti pensare alla nemmeno troppo lontana nel tempo riproduzione anastatica con saggi critici del Codice Rustici (Þ «AB» 038-D), al denso vol. I francescani in Terrasanta (Padova, libreriauniversitaria.it, 2017) di Beatrice Saletti o al fondamentale catalogo Itinera ad loca sancta (Þ «AB» 045-G) di Alessandro Tedesco. Ma le tematiche indagate dagli studiosi non si fermano ovviamente solo a queste ultime tipologie. Da decenni orde di ricercatori sono impegnate nella ricostruzione dei rapporti tra il Medioriente e i regni cristiani, degli scambi culturali, delle relazioni economiche, della storia geografica, dei conflitti culturali e religiosi in quelle terre ancor oggi tanto martoriate. L’eccellente vol. che qui si recensisce (si veda anche la presentazione fatta dall’a. su Il Canale dei libri) costituisce uno studio imprescindibile nella vastissima letteratura accademica circa la storia premoderna della Terrasanta cristiana. L’a. è ricercatore fecondo che da anni lavora sulla tematica della cultura francescana nei luoghi sacri della cristianità. La pubblicazione di questo libro costituisce il punto di arrivo di una lunga, dettagliata e ricchissima ricerca che comprende una pluridimensionalità di tematiche d’indagine. Il punto focale dell’opera è la cultura scritta dei francescani gerosolimitani fra Tre e Cinquecento e il loro ruolo storico nella produzione libraria e nella costruzione della memoria globale della Terrasanta nel mondo mediterraneo dell’età premoderna. Il vol. è strutturato in dieci capitoli, più una corposa appendice dedicata alla descrizione di tutti i mss. analizzati dall’a. nel suo lavoro. Dopo l’esauriente introduzione che inserisce il vol. nel più ampio spettro d’indagine della storiografia contemporanea sul tema dei francescani in Terrasanta, il cap. 2 si concentra sull’incontro tra la vita spirituale francescana e i luoghi santi, e ricostruisce una panoramica sulla presenza dell’ordine del poverello di Assisi nei luoghi della vita e della passione di Cristo. Nel terzo cap. l’a. ci accompagna nella biblioteca dell’antico convento francescano del Monte Sion, mettendo in evidenza il suo ruolo di centro di produzione libraria. In questa sezione del vol., basata sull’esame di parte del patrimonio librario della biblioteca della Custodia Francescana in Gerusalemme, Campopiano analizza non solo la variegata cultura manoscritta dei frati ma delinea inoltre il rapporto vivo tra i libri e i religiosi, gli usi extra-liturgici dei voll., la relazione diretta tra i frati e la loro collezione e soprattutto l’utilizzo quasi archivistico dei libri da parte dei francescani per la produzione di testi sulla Terrasanta. Nel cap. 4 l’a. analizza le forme di rappresentazione geografico-spaziali dei luoghi santi nelle descrizioni e nelle mappe elaborate dai francescani durante il periodo di fondazione del convento del Monte Sion. Il cap. 5 analizza le miscellanee sulla Terrasanta prodotte a Gerusalemme fra Tre e Quattrocento e le loro fonti. I voll. analizzati dall’a. per questa sezione dell’opera, conservati in differenti biblioteche del mondo, costituiscono le testimonianze di un genere materiale di libro che giocò un ruolo fondamentale nello sviluppo della cultura scritta dei francescani gerosolimitani. Lo scopo di questi libri compositi era di fatto quello di sviluppare un’immagine specifica dei luoghi santi e della loro storia che potesse raggiungere i fedeli di tutta la cristianità. L’efficacia di tali materiali si rivelò presto nella formazione di immagini collettive che stabilirono una memoria plurisecolare di Gerusalemme e degli altri luoghi santi come di un territorio strappato al controllo cristiano, il cui unico ponte con il mondo cattolico era rappresentato proprio dall’ordine francescano che continuava imperterrito la sua attività missionaria in quelle terre ormai perdute. Legati a filo diretto con quest’ultima sezione sono i capp. 6 e 7, nei quali l’a. prende in esame numerosi trattati compilati dai francescani di Gerusalemme fra Tre e Cinquecento con lo scopo di stabilire la centralità della Terra Santa nell’identità religiosa occidentale. Il cap. 8 analizza la trasmissione dei cosiddetti indulgenziari e delle liste dei luoghi santi compilate dai francescani gerosolimitani. Molto interessante, in questa sezione del vol., l’analisi di tracce di lettura quali aggiunte e commenti manoscritti, alcuni dei quali correggono addirittura gli errori delle prime edizioni a stampa degli indulgenziari, aggiungendo nomi di città e di altri luoghi delle terre palestinesi che mancavano negli stampati; segno evidente, questo, di un concreto uso di tali testi da parte dei lettori pellegrini nei loro viaggi di redenzione. Il capitolo 9, l’ultimo su cui si concentra l’effettiva ricerca dell’a., si occupa delle dinamiche attraverso le quali i testi prodotti dai francescani di Terrasanta hanno condizionato la formazione dei racconti di pellegrinaggio rinascimentali. Il prolificare delle miscellanee del Monte Sion e dei trattati francescani sulla Terrasanta influenzò grandemente i grandi libri di pellegrinaggio del XV secolo come la Peregrinatio in Terram Sanctam di Bernhard von Breydenbach e il Reisebuch di Hans Tucher. Grazie all’amplissima circolazione di tali opere nel mondo cristiano della prima età moderna, le rappresentazioni francescane della storia e dei popoli della Terrasanta ebbero un impatto assai longevo sulla percezione della Palestina in Occidente. Il decimo cap. contiene le conclusioni generali dell’a. e a esso fa seguito l’ampia appendice documentaria relativa ai ventisei mss. analizzati nei capp. precedenti. In ultima analisi, il vol. di Campopiano rappresenta uno studio dettagliatissimo e rigoroso di tutti gli aspetti della cultura scritta dei francescani di Terrasanta tra medioevo ed età moderna e della loro influenza sulla percezione e la memoria collettiva di quelle terre nell’Europa cristiana. Il contributo di questa nuova opera alla conoscenza delle vicende culturali del Medioriente cristiano è francamente straordinario. Siamo davanti alla classica pietra miliare che ogni studioso di studi mediterranei, storia religiosa, cultura francescana, relazioni interculturali e storia della cultura scritta dell’età premoderna non potrà evitare di consultare. In chiusura del vol. troviamo un’ampia, aggiornata e metodica bibliografia seguita dal sempre utile e fondamentale indice dei nomi. – N.V.

 059-E Cicala (Roberto), I meccanismi dell’editoria. Il mondo dei libri dall’autore al lettore, Bologna, Il Mulino, 2021, pp. 266, ISBN 9788815292209, € 12. Giangiacomo Feltrinelli diceva che «un editore può anche affrontare il proprio lavoro sulla base di una ipotesi di lavoro molto azzardata: che tutto, ma proprio tutto, deve cambiare, e cambierà» (p. 15). Se viste in un’ottica post avvento del digitale e – forse soprattutto – post avvento del Covid, queste parole ci appaiono ancora attualissime nella loro quasi profetica semplicità. Ed è proprio con questa sentenza feltrinelliana che Roberto Cicala, professore di Editoria presso l’Università Cattolica di Milano, nonché editore della novarese Interlinea, ha deciso di aprire il suo vol. di recentissima pubblicazione, I meccanismi dell’editoria. Il mondo dei libri dall’autore al lettore, un vero e proprio viaggio dal ms. alla brossura in libreria, tra scrivanie di scout, lettori esterni, editor, correttori di bozze, uffici di marketing, ma anche fiere librarie, presentazioni, concorsi letterari… Il percorso di un libro è infatti lungo e intricato, spesso non lineare, qualche volta non facile e neanche felice (come dimenticare il caso de Il Gattopardo!), ma Cicala, con una chirurgica precisione, con un linguaggio piano ma mai banale, mai noioso, con la sua annosa e duplice esperienza diretta, da editore e da professore, riesce a raccontare e spiegare i meccanismi sottesi alla creazione del prodotto-libro, spesso sconosciuti o dati per scontati, arricchendoli con 60 (sessanta!) casi editoriali più o meno noti, ma sempre interessantissimi. Dopo una riflessione sull’industria editoriale (settore anomalo, perché a metà tra cultura ed economia: Parte I, capp. 1 e 2), il vol. si concentra (Parte II) sul lavoro autoriale (cap. 3), su quello dei consulenti (e quindi di agenzie letterarie, traduttori, lettori esterni, scout: cap. 4), passando poi alle attività della casa editrice (capp. 5, 6 e 7), della tipografia e legatoria (cap. 8) e del lavoro promozionale (cap. 9). Si arriva in fine al lettore e alle nuove forme liquide di fruizione libraria (e-book, podcast, audiolibri: cap. 10). L’ultima parte del vol., la terza, raccoglie una riflessione – dai toni, almeno iniziali, decisamente poco ottimistici – sulla situazione attuale dell’editoria italiana. Ricordando le parole di Feltrinelli poste in apertura, scrive l’a., «urge una riprogettazione non individuale ma sociale, collettiva, istituzionale, accompagnata da una modifica e da un ragionamento delle competenze, così da compensare il ridimensionamento della sfera fisica rispetto a quella liquida, anche per quanto riguarda lo stesso lavoro editoriale sull’a., una prerogativa dell’editore tradizionale che va ripensata. Lo stesso mutamento di prospettiva deve avvenire nella comunicazione di fronte all’importanza dei cosiddetti aggregatori che aiutano la navigazione sul web come Google e delle piattaforme partecipative come Facebook, Instagram o YouTube» (pp. 234-5). Insomma, per sopravvivere, l’editoria, l’editore, i progetti editoriali, devono continuamente cambiare, a beneficio di libro e pubblico. Chiudono il vol. una utile bibliografia essenziale ragionata (pp. 239-48), un indice dei termini editoriali italiani e inglesi (pp. 251-6) e uno dei nomi propri (pp. 257-66). – Ar.L.

 059-F Dizionario dei tipografi e degli editori italiani. Il Cinquecento, diretto da Marco MenatoEnnio Sandal – Giuseppina Zappella, vol. II: G, a cura di Marco Menato, Trieste, Libreria Antiquaria Drogheria 28, 2020, pp. 215, ISBN 978-88-96925-41-6, € 70. Il primo vol. dei tre inizialmente previsti per questo Dizionario usciva oltre vent’anni fa (A-F, Milano, Editrice Bibliografica, 1997), con l’intento dichiarato di proporre uno strumento nuovo, nell’impostazione e nei contenuti. Strutturate infatti per la prima volta in un dizionario suddiviso per secoli, a cominciare appunto dal XVI, le varie voci avevano richiesto l’elaborazione di un diverso modello normativo di compilazione che, per risultare efficace, doveva aggiungere elementi nuovi alla sintesi del già noto, sottoponendo in parallelo a revisione le informazioni contenute nella letteratura specifica. Questa scelta, indovinata, ha consentito di definire meglio la produzione di tanti tipografi (censendo edizioni fino ad allora sconosciute o proprio non registrate nei repertori) ma soprattutto di fornire nuove indicazioni di carattere bibliografico relative, ad esempio a contributi minori, di solito ignoti o difficilmente intercettabili. E alla logica dell’ aggiungere nuovo al già noto si era dimostrato assolutamente funzionale anche l’ approfondimento dello scavo archivistico, finalizzato, nel caso specifico, a enucleare documenti e materiali per una più corretta messa a fuoco dei singoli tipografi e/o editori. A distanza di un tempo così cospicuo – che significa anche mutamenti altrettanto cospicui, a partire, ad esempio, dall’editore – si offre ora al pubblico il secondo vol. del Dizionario, curato dal solo Marco Menato. Fondamentalmente il lavoro è rimasto fedele all’impianto originario (non è stata infatti inclusa una nuova Guida alla consultazione, per cui occorre fare riferimento a quella pubblicata nell’ed. 1997; p. IX) sebbene con alcune concessioni in più. Allineandosi alla scelta di Edit16, sono stati infatti inseriti anche i nomi di editori/librai occasionalmente attivi purché citati nell’area tipografico-editoriale (si veda, per esempio, la voce relativa al libraio romano Gelli, Giovanni Paolo, p. 53, oppure quella dell’editore trevigiano Giuseppe di Pietro, p. 158, entrambe redatte dallo stesso Menato). Identici si confermano pure struttura e argomenti delle singole voci, suddivise in cinque aree: 1. Notizie di carattere generale (varianti del nome, notizie biografiche, rapporti con altri stampatori, ubicazione e denominazione dell’officina, contenuto e segnalazione dei documenti d’archivio); 2. Produzione (numero delle edizioni prodotte, caratterizzazione per materia o per generi, rilevanza filologica, eventuali segnalazioni di edizioni non conosciute e non registrate nei repertori); 3. Caratteristiche tecniche e materiali tipografici (marca, caratteri, illustrazioni); 4. Problemi aperti e discussione critica; 5. Fonti e bibliografia (si citano prima le fonti manoscritte e poi quelle a stampa). Anche l’impaginato non presenta variazioni sostanziali se si eccettua il fatto che, tra area e area, manca la distinzione grafica degli a capo, conservati solo per introdurre la bibliografia, ora fornita sempre sciolta alla fine di ciascuna scheda e non più in sigla, anche per i repertori di frequente citazione. Ciò che invece risulta davvero nuovo, e che rappresenta, qualitativamente e quantitativamente, il valore aggiunto del lavoro, sono i contenuti, tanto è vero che questo secondo vol. comprende la sola lettera G (avvisa però Menato, nella Premessa, che forse non sarà possibile perseguire sistematicamente un tale trattamento anche nei prossimi voll.; p. 5). Le schede sono infatti ben più ricche rispetto al passato grazie alla larga messe di dati oggi disponibili: in rete (basti pensare a Edit16 e di EMoBookTrade) così come nei repertori e strumenti open access. È il caso, per esempio, delle voci Gadaldini, Antonio (G. Montecchi, pp. 16-22), Giaccarelli, Anselmo (D. Simoncini – P. Temeroli, pp. 62-9), Griffo, Francesco (D. Bufalini – A. Manfron, pp. 178-83). Ma c’è di più: accade che singole schede si dilatino fino a diventare veri saggi laddove sono state reperite nuove fonti documentarie di prima mano, insistendo dunque, e ancora, su quell’ approfondimento archivistico che già a suo tempo era stato uno dei punti di forza/novità del progetto. Il riferimento è in particolare alla voce Giolito de’ Ferrari, Gabriele di Ilaria Andreoli (pp. 95-111) e a quelle dedicate alla famiglia Giunta (pp. 131-57) nel suo complesso (P. Scapecchi, pp. 131-6) e ai suoi singoli componenti. Queste schede oltrepassano di molto i limiti consueti di una voce biografica, e non si intende solo per la loro consistenza. Grazie anche ai competenti scandagli dei vari cataloghi editoriali, le voci offrono infatti affondi (pure metodologici) che si collocano fra storia del libro, storia della produzione e del commercio librario, talvolta aggiornando oppure dissentendo, ma ponendosi sempre in un dialogo costante e necessario con i Maestri, uno su tutti Carlo Dionisotti. Appuntamento allora, con alte aspettative, al prossimo vol. – H-L – per la cui uscita, assicura il curatore, non dovrebbe esserci molto da attendere. – E.Gat.

 059-G Greeks, Books and Libraries in Renaissance Venice, edited by Rosa Maria Piccione, Berlin-Boston, De Gruyter, 2021 (Transmissions, 1), pp. 401, ill. b/n e col., ISBN 978-3-11-057520-0, € 89,95. Il vol. inaugura un’attesa collana (Transmissions. Studies on conditions, processes and dynamics of textual transmission), prima del suo genere, che ambisce a delineare una fenomenologia e teoria del processo di trasmissione dei testi tramite la valorizzazione delle fonti librarie e documentali, la riflessione teoretica e metodologica e la discussione critica: al centro gli itinerari dei testi, dei libri e delle collezioni di libri in lingua greca e latina – ma con aperture ad altre aree culturali –, inseriti nei loro contesti socio-culturali. La miscellanea, che ripropone alcuni degli interventi di un workshop svoltosi a Torino nel 2017 (Biblioteche private e produzione di libri manoscritti greci a Venezia nel ‘500) nell’ambito di un progetto sulle raccolte di Gabriel Seviros e Guillaume Pellicier, è dedicata alla produzione e circolazione del libro greco a Venezia nel Rinascimento. I dodici contributi, scritti in inglese da valenti (e in molti casi giovani) studiosi di caratura internazionale, sono organizzati in tre sezioni, premesso un saggio introduttivo della curatrice (Piccione Þ «AB» 059-181). La prima sezione si concentra sui Greci, possessori, patroni e attori nella produzione libraria: primo fra tutti il metropolita di Filadelfia Gabriel Seviros, guida della confraternita greca a Venezia e possessore di una imponente biblioteca (Carpinato Þ «AB» 059-046; Elia-Piccione Þ «AB» 059-081), quindi Nicola Coniate (Montalto Þ «AB» 059-153), Manuel Glyzuni (Papadaki Þ «AB» 059-171) e Massimo Margunio (Ciccolella Þ «AB» 059-058). La seconda sezione riguarda le raccolte allestite da occidentali: Diego Hurtado de Mendoza (Martínez Manzano Þ «AB» 059-142), Guillaume Pellicier (Piccione Þ «AB» 059-182), e alcuni personaggi minori padovani (Giacomelli Þ «AB» 059-102); trova spazio anche la vicenda di un ms. passato da Venezia a Torino tramite Henri Estienne (Elia Þ «AB» 059-082). L’ultima sezione raccoglie esperienze di ricerca basate su fonti eterogenee: il registro dei prestiti della biblioteca di S. Marco (Mazzon Þ «AB» 059-145), l’Archivio dei possessori (Braides-Sciarra Þ «AB» 059-033), e alcuni fondi archivistici veneziani (Zampakolas Þ «AB» 059-230). Completano la pubblicazione, oltre a un ricco corredo di immagini (purtroppo di qualità non uniforme), le sigle delle istituzioni e le abbreviazioni bibliografiche (pp. 327-28), una bibliografia cumulativa comprensiva degli autori antichi e moderni (pp. 329-75), una brevissima sitografia (p. 376), l’indice delle fonti, dei mss. e dei libri a stampa (pp. 377-86), dei nomi propri (pp. 387-96) e delle tavole e figure (pp. 397-401). Sull’intero vol. aleggia la figura di Gabriel Seviros, personaggio di primissimo piano nella Venezia dell’epoca e caso emblematico di collezionista di libri greci ­(si conservano gran parte della raccolta, un suo catalogo antico, e diari e testimonianze coeve), ispiratore dei temi e delle linee di metodo del workshop, ma forse troppo presente in un libro programmaticamente dedicato alla produzione manoscritta greca nella Venezia del Cinquecento (anche se vi sono citate solo en passant le biblioteche di Pinelli, Grimani, Bembo, o Gian Francesco d’Asola…). D’altronde, dal tema generale sembrano scostarsi anche alcuni contributi, pur accurati e ricchi di spunti metodologici: fatta salva l’apertura su Padova, la cui università costituiva una promanazione di Venezia, vi sono divagazioni sul Quattrocento e sul Seicento, itinerari di singoli esemplari (piuttosto che di biblioteche intere), approfondimenti sulla produzione letteraria di un singolo, o studi focalizzati sugli stampati. Avrebbero potuto trovare più spazio gli scriptoria veneziani, ripetutamente menzionati e oggetto di qualche affondo su uno specifico copista, ma non presentati in modo sistematico. Meritoria e in linea con l’interesse attuale è la sensibilità con cui è trattato il tema, sempre problematico, della coesistenza di più mani in mss. non fattizi, nel tentativo – riuscito – di descrivere le pratiche di collaborazione e di divisione del lavoro all’interno degli atelier. L’opportunità di un approccio multidisciplinare nella ricerca sul libro antico, che faccia interagire le competenze di storici e paleografi, codicologi e filologi, archivisti e bibliotecari, permea il vol., ma, al di là degli auspici, ancora se ne attende una vera fondazione teoretica. Non all’altezza del rigore della casa editrice alcuni refusi e il trattamento inconsueto e incoerente della sillabazione delle parole inglesi, che in qualche caso ostacola la lettura: l’impressione è che sia mancata una seria revisione editoriale, e che molto sia stato demandato ai singoli autori. Si schedano i singoli contributi. – E.Gam.

 059-H Limbach (Saskia), Government Use of Print. Official Publications in the Holy Roman Empire, 1500-1600, Frankfurt am Main, Vittorio Klostermann, 2021, pp. 348, ISBN 978-3-465-04425-3, € 79. Questo saggio, frutto della tesi di dottorato sostenuta dall’autrice presso l’University of St. Andrews nel 2017, si pone l’obiettivo di considerare il peso che ebbero le stampe ufficiali nel Sacro Romano Impero durante il XVI secolo. Tale ricerca si inserisce in un filone di studi che di recente ha apportato contributi rilevanti. Negli ultimi anni, infatti, gli storici hanno mostrato interesse crescente nei confronti dei rapporti che si costruirono nella prima età moderna fra l’arte tipografica e istituti di potere di vario genere. Limbach si muove con sicurezza e acume fra gli studi recenti, considerando contributi provenienti da diversi ambiti delle scienze sociali e mostrando speciale interesse per gli studi sull’area nord-europea. Con questo lavoro l’autrice ambisce a offrire elementi innovativi sia nell’ambito della storia del libro sia, anche se queste prospettive sono secondarie e vengono affrontate in misura minore nella ricerca, nell’ambito della storia del diritto e della comunicazione politica. A livello documentario il lavoro poggia su un’ampia selezione di materiale portata avanti presso enti di conservazione di natura varia. Questi scavi hanno restituito un numero ragguardevole di documenti: in chiusura ne viene inoltre proposto un catalogo confluito anche in USTC (Universal Short Title Catalogue). Si deve sottolineare la volontà dell’autrice di trattare scritture fra loro molto diverse: bandi, raccolte di leggi e scritture non normative, quali inviti a cerimonie o a battute di caccia. Questa varietà documentaria, se da una parte garantisce un’analisi completa del fenomeno della stampa ufficiale nei suoi termini generali, premia forse la prospettiva dei produttori su quella dei fruitori. Difatti la distanza che corre fra le scritture esaminate, pur riuscendo a mettere molto bene in luce l’importanza e la varietà dei ruoli che i tipografi svolsero per il potere, impedisce ricostruzioni sistematiche relativamente alla circolazione e agli usi delle stesse. Risulta particolarmente pregevole, inoltre, la scelta operata dall’autrice di condurre il lavoro su due livelli. Limbach, infatti, sempre nell’intento di restituire un’idea più accurata possibile del fenomeno dell’impressione di testi ufficiali nella sua dimensione complessiva, compara realtà distinte del Sacro Romano Impero, studiando dapprima il contesto amministrativo e tipografico del Ducato di Württemberg, analizzando poi la città imperiale di Colonia. Il confronto fra i due casi è specialmente felice in virtù delle differenze confessionali e giurisdizionali che correvano fra le realtà esaminate e permette alla ricerca di superare il localismo e di riuscire a mettere in luce quali fossero i diversi ruoli che la stampa ufficiale riuscì a svolgere nel polimorfo contesto del Sacro Romano Impero del XVI secolo. Altro notevole merito del lavoro, di nuovo non comune in studi di questo tipo, sta nelle frequenti incursioni che l’autrice propone nell’ambito della produzione manoscritta. Tale prospettiva permette la comprensione della complessità del mondo della comunicazione ufficiale del Cinquecento, che, come mette bene in luce l’autrice, dipendeva da strategie di comunicazione fra loro diverse e complementari. Questa attenzione arricchisce di molto la ricerca e rappresenta uno dei caratteri maggiormente innovativi di questo studio, che in definitiva risulta originale ed esaustivo. Visto che sinora non erano stati prodotti studi sistematici per quest’area, il contributo ha inoltre il merito di colmare tale lacuna storiografica e di arricchire la letteratura relativa agli usi istituzionali della stampa. – Marco Francalanci

 059-I Pérez Fernández (José María) – Edward Wilson-Lee, Hernando Colón’s New World of Books. Toward a Cartography of Knowledge, New Haven-London, Yale University Press, 2021, pp. VIII+333, ill. b/n, ISBN 9780300230413, $ 35. Da qualche tempo a questa parte, gli studi su Hernando Colón e la sua Biblioteca Colombina di Siviglia hanno ricevuto un forte impulso grazie all’opera di divulgazione offerta da Edward Wilson-Lee (Sidney Sussex College - Cambridge, a. della monografia Il catalogo dei libri naufragati, traduzione di Susanna Bourlot, Torino, Bollati Boringhieri, 2019) e all’affioramento del cosiddetto Libros de los epitomes, fondamentale registro della Biblioteca Colombina da tempo considerato perduto, ma ritrovato all’Arnamagnæan Institute di Copenhagen. Tuttavia, se la prima opera di Wilson-Lee proponeva un’avvincente ricostruzione storico-biografica dell’illustre discendente di Cristoforo Colombo, in questo nuovo saggio, composto a quattro mani insieme a José María Pérez Fernández (Università di Granada), si ripercorrono gli straordinari progetti intrapresi da Colón, che non si limitarono esclusivamente alla accumulazione libraria. Come altri suo contemporanei, Colón fu animato dal desiderio di sperimentare le potenzialità di un nuovo modello di sapere, fondato su un modello enciclopedico in cui tutte le discipline erano interconnesse, alla luce della rinnovata fiducia verso il progresso scientifico, in piena conformità con la massima rinascimentale dell’uomo “al centro del cosmo” (cap. 1, Life in the Library, pp. 15-54). Ecco allora spiegata la smaniosa necessità di raccogliere quanti più voll. possibili (tanto mss., quanto a stampa) sugli argomenti più disparati, poi destinati a un meticoloso (ma caleidoscopico) processo di censimento, catalogazione e indicizzazione, che impegnò fino allo sfinimento la servitù addetta, tra cui l’olandese Johannes Vaseus, il borgognone Johannes Ammonius e, ultimo in ordine di tempo, il sivigliano Juan Pérez (cap. 4, New World Order, pp. 125-166). Il reperimento di questi materiali non era però estemporaneo o lasciato al caso: Colón comprese presto che le sue sole forze non sarebbero potute bastare per raggiungere l’ambìto scopo di realizzare una biblioteca davvero universale. Per questo motivo, così come il padre navigatore aveva disegnato una fitta maglia di rotte marittime per consentire il transito di merci, denaro e notizie tra la Spagna e il Nuovo Mondo, Hernando dispiegò sulla terraferma un’articolata rete di intermediari, sovvenzionati attraverso altrettanto complesse transazioni finanziarie, che gli garantirono un continuo approvvigionamento di materiali dai principali centri d’Europa verso la Siviglia (cap. 2, Trade Secrets, pp. 55-96). Anche l’interesse per la cartografia rispondeva alle medesime logiche di una conoscenza onnicomprensiva, in cui trovavano spazio non solo le rappresentazioni iconografiche di terre e mari, ma anche del cosmo, insieme a ogni loro possibile interpretazione fantastica e mitologica (cap. 3, Cartography, pp. 97-124). Il vol. si chiude con un nutrito capitolo sulla raccolta Colombina (cap. 5, After Hernando, pp. 167-198), in cui si ripercorrono i momenti salienti della sua storia e le fasi che le hanno permesso di sopravvivere fino ai giorni nostri nelle sale della monumentale Giralda, nonostante nel tempo abbia subìto una notevole diminuzione del patrimonio (degli oltre 15.000 voll. originari, se ne sarebbe salvato poco più di un terzo), fino al tremendo crollo di una parte della soletta sulle scaffalature, avvenuta poco prima del 1992. Gli a. riservano un paragrafo anche agli eruditi che nei secoli passati hanno preservato i tesori di questa straordinaria biblioteca o si sono accostati per ragioni di studio. In calce al testo, una vasta appendice di fonti primarie in traduzione inglese, tra cui Juan Pérez Memoria (pp. 201-26, con un utilissimo prontuario che spiega il meccanismo dei registri e le abbreviazioni ivi adottate); Hernando’s Will (pp. 227-37, che riporta l’ampia sezione del testamento di Hernando dedicata ai voll. della sua biblioteca); Proposal to King Ferdinand (pp. 238-42, sul progetto di circumnavigazione del globo presentato da Colon alla corona spagnola nel 1511, a completamento dell’opera iniziata dal padre Cristoforo). Il vol. si presta dunque come uno strumento versatile e di facile lettura, in grado di introdurre al meglio le prossime generazioni di studiosi. Tuttavia, agli occhi dell’utente italiano potrà risultare alquanto macchinosa la scelta dell’editore di adottare lo stile citazionale Chicago-A, con note assiepate a fondo testo e bibliografia in forma abbreviata, da sciogliersi in un ulteriore apparato conclusivo (pp. 293-314). Chiude il vol. un indice unico di nomi, città e materie (pp. 315-33). – D.M.

 059-L Roggero (Marina), Le vie dei libri. Letture, lingua e pubblico nell’Italia moderna, Bologna, Il Mulino, 2021 (Saggi, 912), pp. 294, ISBN 978-88-15-29214-8, € 26. L’a., che da molto tempo indaga non solo libri e lettori dell’età moderna, ma anche i fenomeni di alfabetizzazione, censura e disciplinamento, offre qui un «libro vagabondo», che tocca molti aspetti e molti problemi, legati soprattutto alla lettura nell’Italia di Antico regime, spaziando in maniera fluida in tre secoli di storia. Sbaglierebbe, però, chi guardasse a questo lavoro da un’ottica di pura storia della lettura (solo tangenzialmente toccati, per esempio, gli aspetti legati alle modalità del leggere), così come, seguendo il titolo, vi cercasse notizie sulla circolazione dei libri. Qui, piuttosto, il focus – se mai se ne possa individuare uno solo – è da un lato la disseminazione dei testi, o almeno di alcune tipologie testuali, dall’altro le modalità di alfabetizzazione e di educazione che su quei testi si basano. Come in precedenti lavori dell’a., l’oggetto dell’osservazione è soprattutto la “classe subalterna”, quella che più difficilmente raggiunge una piena padronanza del testo scritto, ma soprattutto quella più soggetta a meccanismi di controllo, censura e autocensura indotta. L’obiettivo è individuare le radici dell’atavica arretratezza italica nella diffusione dell’alfabetizzazione prima e della lettura poi. Dopo l’introduzione, che propone, tra le altre cose, un parallelismo tra l’analfabetismo antico e il contemporaneo digital divide per molti versi esasperato dalla pandemia, il percorso si snoda in sette densi capitoli. Il primo (Percorsi e ostacoli) mira a «capire come le fasi iniziali dell’insegnamento orientassero i passi dei principianti, come le regole, i testi e i materiali d’esercizio disegnassero percorsi preferenziali alla lettura, inculcando per un verso le “buone” pratiche e disseminando per l’altro divieti e ostacoli» (p. 15). Qui vengono evidenziate le analogie tra i due poli del cattolicesimo, l’Italia e la Spagna. Il secondo capitolo (Letture più o meno disciplinate) si sofferma sui testi di larga circolazione e sui lettori occasionali, «provando a ragionare sulla questione anche alla luce di quanto si è detto su forme d’istruzione e competenze linguistiche» (p. 63). Un discorso che intreccia tipologie testuali e librarie e, quindi, strategie di produzione e di censura. Il terzo capitolo (Le altre facce della lettura) conduce il lettore in una selva di pubblicazioni “alternative”, fatta di fogli volanti e librettini di piccole dimensioni, spesso legati a performances di canterini e saltimbanchi che per secoli hanno raccontato le gesta degli antichi cavalieri. Per certi versi si tratta di un ponte che porta a una tipologia diversa di letteratura, che costituisce il tema del capitolo quarto (Libri di mezzo). Il genere è lo stesso, ma dimensioni del prodotto editoriale e storie sono più consistenti e quindi escono dal genere più strettamente di larga circolazione per collocarsi in quella terra di mezzo, non particolarmente popolosa ma nemmeno deserta, che sono i lettori con piena competenza, ma non professionisti. Le sfide poste dal XVIII secolo cambiano profondamente lo scenario che si era configurato e consolidato con la Controriforma. Con significativo ritardo, anche l’Italia si trovò ad avviare «difficili processi di trasformazione, non solo sul piano dello sviluppo e della concorrenza economica, ma anche su quello dell’ammodernamento della sfera del governo e della cultura» (p. 171). Il capitolo quinto (La fatica di cambiare) parte proprio dall ‘interrogativo legato a come gli stati italiani hanno raccolto queste sfide, fissando la lente su tre aspetti: «riforme dei processi educativi, svecchiamento dei modelli linguistici per la comunicazione, ampliamento dell’offerta del sistema letterario ed editoriale» (p. 171). Il punto di vista degli intellettuali, ovvero dei professionisti del testo scritto, riguardo alle novità del Secolo dei Lumi, è espresso nel capitolo sesto (Una veste tutta toppe e buchi). Lo sforzo di allineare il linguaggio alle novità che venivano, specie a livello scientifico, dall’estero fu solo una delle imprese affrontate dalle élites culturali italiane. Il settimo e ultimo capitolo (Le sfide dei tempi nuovi) ritorna ai libri di più ampia circolazione, mostrando la rinnovata offerta editoriale settecentesca, frutto di nuove strategie che in molti punti si scontrano con una robusta tradizione dura a cedere il passo. Chiude l’indice dei nomi. – L.R.

 

 Spogli e segnalazioni

059-001 «ABEI Bollettino di Informazione», 29, 2020/2. Il fascicolo comprende gli atti del terzo modulo, dal titolo La biblioteca back-office, del corso di formazione Il bibliotecario ecclesiastico organizzato dall’ABEI in sinergia con la Pontificia Università Gregoriana e l’Ufficio per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI. Si dà un accenno ai contributi presenti: Silvia Tichetti approfondisce le dinamiche e le ragioni della partecipazione a reti e sistemi bibliotecari mostrando le caratteristiche e le funzioni di tre applicativi in uso nel Servizio Bibliotecario Nazionale; gli interventi di Ugo Taraborrelli e di Claudia Guerrieri trattano la gestione del materiale archivistico nelle biblioteche ecclesiastiche, la sua descrizione e riordino; Maria Teresa Rizzo presenta CEI-F, il progetto di censimento del materiale fotografico di enti e istituti culturali ecclesiastici illustrandone il contesto in cui è nato, lo standard catalografico, le caratteristiche e le funzionalità; il laboratorio software e catalogazione, tenuto da Silvia Tichetti, affronta questioni legate agli authority file, alla valorizzazione del legame di possessore e di provenienza e alla gestione delle collezioni; chiude il fascicolo l’intervento di Ilaria Fiumi Sermattei e Gabriella Pace che introduce alla cura e alla conservazione delle raccolte di disegni e stampe. – Em.B.

059-002 «ABEI Bollettino di Informazione», 29, 2020/3. Il fascicolo comprende gli atti del quarto e ultimo modulo, dal titolo La biblioteca front-office, del corso di formazione Il bibliotecario ecclesiastico organizzato dall’ABEI in sinergia con la Pontificia Università Gregoriana e l’Ufficio per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI. Ecco un breve resoconto dei contenuti: in apertura troviamo la sintesi dell’intervento tenuto dal Gruppo di Lavoro Formazione del Comitato Biblioteche di NILDE (Network Inter Library Document Exchange), un software per automatizzare il processo di document delivery che integra in modo sicuro la trasmissione elettronica dei documenti fornendo indicatori di performance; Laura Ballestra tratta dell’information literacy e della sua educazione; Lucia Marchi traccia un quadro sui regimi di accesso al patrimonio bibliotecario e le sue limitazioni; Francesca D’Agnelli e Silvia Ticchetti parlano del portale BeWeB e dei servizi che offre ai lettori; Valeria Pennasso e Francesca M. D’Agnelli approfondiscono il tema della valorizzazione del patrimonio culturale nell’epoca della pandemia e del rapporto creato con il pubblico. – Em.B.

059-003 Acanfora (Adele), La biblioteca dell’ex-ospedale psichiatrico ‘Vittorio Emanuele II’ di Nocera Inferiore, in Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp.193-9. L’a. propone una descrizione della biblioteca dell’ospedale psichiatrico di Nocera Inferiore, fondato nel 1884. La biblioteca raccoglieva soprattutto testi e riviste di medicina e psichiatria sia nazionali sia internazionali. – Marco Francalanci

059-004 Alessandrini (Adriana), La biblioteca del monastero di San Benigno di Capofaro a Genova. L’inventario dei libri conservato nel codice Vat. Lat. 11269, in In solis locis turba. Studi offerti a Graziano Ruffini, a cura di M. Guerrini M.E. Vadalà, pp. 25-35. L’a. ha condotto un primo studio su uno degli inventari conservati nei codici Vaticani Latini 11266-11326, ovvero quello del monastero di San Benigno di Capofaro. L’elenco in questione, compilato da una singola mano, testimonia quello che era lo status della biblioteca agli inizi del XVII secolo. – Pietro Putignano

059-005 Almeida Mendes (Paula Cristina), L’édition de «Vies» de saints et de «Vies» dévotes au Portugal au XVIe siècle: textes et contextes, «Ticontre. Teoria Testo Traduzione», 11, 2019, pp. 153-73. Le Vite di santi, beati, venerabili e uomini/donne di virtù, pubblicati in funzione di exempla, sono servite all’a. per mettere a fuoco, nel contesto portoghese, varie questioni: la diffusione della cultura scritta, l’evoluzione di quella visiva (queste opere erano generalmente accompagnate da immagini relative ai personaggi di cui raccontavano) e infine il portato dei paratesti. L’a. insiste soprattutto su questi ultimi in relazione alle strategie comunicative del tempo, incentrate su rapporti solitamente di tipo mecenatico, con tutto ciò che la cosa comportava. Corredano il pezzo i Riferimenti bibliografici. Il testo è consultabile sul sito della rivista. – E.Gat.

059-006 Amato (Salvatore), La libreria di Silvestro Miccù tra Ravello, Scala e Amalfi (1792-1830), in Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 135-42. Il contributo, attraverso l’analisi di alcuni inventari, studia la libreria che appartenne a Silvestro Miccù, arcivescovo di Amalfi dal 1804. La libreria, per la maggior parte composta di voll. del Sei e del Settecento, contava anche un Lattanzio stampato nel 1478 a Venezia e 60 cinquecentine. – Marco Francalanci

059-007 Andria (Marcello), Erudizione e missione pedagogica nel periodico salernitano «Il Nuovo Istitutore» (1869-1888), in Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 185-91. Il contributo riflette sullo spirito con cui nacque, e sui temi che veicolò, la rivista «Il Nuovo Istitutore», stampata a Salerno da Raffaello Migliaccio e diretta da Giuseppe Olivieri. – Marco Francalanci

059-008 Antonicelli (Franco), Le letture tendenziose, introduzione di Norberto Bobbio, con una nota di Goffredo Fofi, Roma, e/o, 2021 (Piccola Biblioteca Morale), pp. 96, ISBN 978-88-3357-321-2, € 7. Riproduzione del discorso pronunciato da Franco Antonicelli a Livorno il 15 ottobre 1967, in occasione dell’inaugurazione della Biblioteca dei Portuali (a suo tempo edito in opuscolo da Giardini editori e stampatori in Pisa). Il testo che si rivolge ai lavoratori del mare di Livorno è contraddistinto da uno spiccato afflato morale che vede nel libro e nelle biblioteche uno strumento di lotta radicale e di costruzione identitaria delle masse, tant’è che l’a. viene accolto da Goffredo Fofi nella “Piccola Biblioteca Morale” che quest’ultimo dirige per l’editore romano, il cui scopo è quello di liberare il popolo dalla “servitù volontaria” di debordiana e situazionista memoria. Accompagna il testo l’introduzione che Noberto Bobbio aveva pensato per gli Scritti letterari. 1934-1974 dell’Antonicelli, pubblicati a Pisa nel 1985. – Andrea G.G. Parasiliti.

059-009 Ardolino (Enrico Pio), Tra azione e contemplazione: le biblioteche dei foglianti a Roma, in I cistercensi foglianti in Piemonte, a cura di G. Armando – S. Beltramo – P. CozzoC. Cuneo, pp. 342-53. La storia dei foglianti italiani è in larga parte ancora da raccontare, così come il valore che il monachesimo fogliante attribuì alla formazione dei monaci, agli studi e alla creazione di biblioteche. Auspicando studi capillari sul tema, l’a. offre intanto un documentato affondo sulla storia di tre biblioteche foglianti romane (quella del cenobio di Santa Pudenziana, residenza ufficiale dell’abate generale; del monastero di Santa Maria di Testona e quella di San Bernardo alle Terme), esaminando contesto generale e soprattutto genesi e ruolo che i relativi patrimoni librari ebbero nella vita della congregazione. Anche i foglianti si dotarono di una normativa comune in materia di libri, biblioteche e archivi, così come vennero disciplinati figura, compiti e pratiche di servizio dei bibliotecari. In contemporanea si sancirono pure specifiche norme in materia di studi, ruolo dei docenti, formazione dei novizi e letture consigliate, dando così corpo a un canone bibliografico finalizzato all’educazione morale dei giovani, che dette un impulso decisivo allo sviluppo di biblioteche funzionali alla lettura e alla preghiera, certo, ma anche allo studio e alla ricerca. Da qui all ‘allestimento di poderose raccolte – divenute poli culturali e spirituali della congregazione – il passo fu abbastanza breve, come testimoniano, oltre a fonti coeve (guide seicentesche ai monumenti della città), gli inventari e i cataloghi superstiti (in particolare quelli relativi alla biblioteca del cenobio di Santa Pudenziana) nonché i libri stessi, se ed in quanto sopravvissuti alle soppressioni napoleoniche e ai tanti successivi smembramenti. Corredano il pezzo tre ill. b/n. – E.Gat.

059-010 Bacardí (Montserrat), Edición y traducción en catalán: momentos fundacionales, in Pliegos alzados, edición de F. Larraz – J. Mengual – M. Sopena, pp. 275-86. Si ripercorrono le tappe fondamentali delle traduzioni in lingua catalana. – A.T.

059-011 Baldacchini (Lorenzo), Streghe in tipografia. Un opuscolo della Biblioteca Casanatense, «Ticontre. Teoria Testo Traduzione», 11, 2019, pp. 141-51. Si offre lo studio di un opuscoletto dedicato a Isabella d’Este e sine notis – viene attribuito dall’a. a Guglielmo da Fontaneto sulla base di due iniziali silografiche – riguardante un episodio di caccia alle streghe avvenuto nel 1517 in Valcamonica. Questa opera, non nota ai repertori e conservata in copia unica presso la biblioteca Casanatense, assume anche un elevato valore documentario in quanto composta da un castellano di Breno (località della Valcamonica) che si suppone in qualche modo testimone dei fatti. Corredano il pezzo i Riferimenti bibliografici. Il testo è consultabile sul sito della rivista. – E.Gat.

059-012 Barbier (Frédéric), Histoire des bibliothèques. D’Alexandrie aux bibliothèques virtuelles, Malakoff, Armand Colin, 2021 (Mnémosya), pp. 303, ill., ISBN 978-2-200-63012-6, € 23,90. A otto anni di distanza dalla prima edizione (2013) esce nuovamente l’opera di Barbier sulla storia delle biblioteche, che offre un quadro d’unione della evoluzione e delle tappe fondamentali di questa istituzione culturale a partire dalla antichità fino alla fine dello scorso secolo. – M.C.

059-013 Barbieri (Edoardo), L’edizione 1579 dei ‘Vita et miracula’ di san Benedetto: qualche nota bibliografica, in Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 33-8. L’a. in questo contributo descrive e analizza l’edizione romana del 1579 dei Vita et miracula di San Benedetto. Tale edizione, interamente calcografica, è composta da 50 preziose tavole, disegnate da Bernardino Passeri e incise da Aliprando Caprioli. – Marco Francalanci

059-014 Barbieri (Edoardo), Rileggendo il dossier sui prototipografi veneziani Johann e Wendelin da Spira, in In solis locis turba. Studi offerti a Graziano Ruffini, a cura di M. Guerrini M.E. Vadalà, pp. 37-45 Il contributo vuole ripercorrere in breve l’attività tipografica dei due fratelli provenienti da Spira, Johann e Wendelin, evidenziando tre esperienze principali: gli inizi della tipografia a Venezia, l’inserimento dell’attività tipografica negli ampi sistemi economici dell’epoca, la sperimentazione del mercato del libro volgare. – Pietro Putignano

059-015 Barker (Sheila) – Julie James, Art as a Conduit for Nuns’ Networks. The Case of Suor Teresa Berenice Vitelli at S. Apollonia in Florence, in Convent Networks in Early Modern Italy, edited by M. Dunn – S. Weddle, pp. 303-30. Il contributo indaga la produzione artistica di suor Teresa Berenice Vitelli che utilizzò l’arte per creare e mantenere contatti con l’élite culturale fiorentina. – A.T.

059-016 Bellini (Barbara Julieta), La ricezione editoriale di Max Frisch in Italia (1959-1973). Ascesa di uno svizzero engagé, «Ticontre. Teoria Testo Traduzione», 11, 2019, pp. 299-326. Homo Faber e Diario d’antepace – pubblicati da Feltrinelli nel 1955, ma in precedenza scartati tanto da Mondadori che Einaudi – consacrarono definitivamente Max Frisch, in patria e all’estero. La sua ricezione fu però condizionata/manipolata dal traduttore italiano (nonché consulente di Feltrinelli) che, di fatto, finì per allineare l’a. svizzero alla “politica” della casa editrice, all’epoca schierata apertamente. L’a. analizza l’altra possibile lettura di Frisch (quella proposta dall’einaudiano Cesare Cases), raccontando così anche un pezzo di storia dell’editoria italiana in anni veramente cruciali per il Paese. Corredano il pezzo i Riferimenti bibliografici. Il testo è consultabile sul sito della rivista. – E.Gat.

059-017 Belpassi (Eleonora), Il caso di studio “Fondo musicale Mario Castelnuovo-Tedesco”: le risorse musicali per la sperimentazione di approcci cross-domain, in La trasmissione della conoscenza registrata, pp. 319-30.

059-018 Bertini (Severino), La peste del 1576-1577 a Lonato e l’affare del medico condotto, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXVII/54, 2020, pp. 37-59. Sulla base di un’ampia ricognizione archivistica, vengono presentate le vicende che riguardano la presenza di medici a Lonato del Garda (BS) nell’imminenza della pestilenza del 1577. – L.R.

059-019 Bertulli (Cesare), Travagliato. Spigolature dall’Archivio Notarile, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXVII/54, 2020, pp. 97-100. Grazie ad alcuni documenti conservati nel Fondo notarile dell ‘Archivio di Stato di Brescia, l’a. ricostruisce alcune inedite vicende che riguardano Travagliato (BS) nel Seicento. – L.R.

059-020 Bertulli (Cesare), Vecchi libri che riemergono, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXVII/54, 2020, pp. 101-6. Si parla di alcuni libri manoscritti e a stampa, conservati dall’a. come cimeli di famiglia. – L.R.

059-021 Bianchi (Paolo), Dell’inutilità della scrittura. Inchiesta sull’editoria italiana, Milano, Editrice Bibliografica, 2021 (I saggi, 19), pp. 192, ISBN 978-88-9357-324-5, € 22. Se uno dei più grandi paradossi di cui vive l’industria libraria italiana è avere molti scrittori (per non dire dei moltissimi aspiranti tali) e pochi lettori, allora si può parlare dell’utilità – o dell’inutilità – della scrittura in chiave altrettanto paradossale. Lo fa il giornalista Paolo Bianchi, riprendendo in mano il suo Inchiostro antipatico. Manuale di dissuasione della scrittura creativa (Bietti, 2012) per aggiornarlo alla luce dei profondi cambiamenti avvenuti nel settore in meno di un decennio. Ne nasce un lavoro nuovo, prova di una forte pars destruens dell’a., che vuole mettere in guardia più persone possibili dal pubblicare quello che scrivono o hanno scritto. Ma nell’inchiesta, condotta con l’aiuto di tutta la documentazione del caso e con i toni della divulgazione, Bianchi offre anche degli ottimi consigli: come farsi leggere, come si pubblica, come si interagisce con l’ambiente letterario e via dicendo. L’approccio corretto per il lettore di questo “manuale”? Passione per la lettura e umiltà nella scrittura. Dietro «mezzo chilo di carta» esistono già sufficienti tonnellate di aspiranti scrittori egoriferiti. – Dario Romano

059-022 Bianchi (Patrizio), Nello specchio della scuola. Quale sviluppo per l’Italia, Bologna, il Mulino, 2020, pp. 182, ISBN 978-88-15-29119-6, € 13. Bianchi avanza una fotografia della scuola italiana ai tempi del Covid per delineare cosa le serva per essere davvero luogo di educazione e sviluppo della persona. Fornisce inoltre un excursus storico per comprendere i problemi attuali, dati completi di grafici e una analisi della situazione amministrativa del territorio italiano. – Martina Molino

059-023 Bianchini (Carlo), L’information literacy degli studenti del Dipartimento di Musicologia dell’Università di Pavia. Un’indagine diacronica (anni accademici 2012/2013-2019/2020), in La trasmissione della conoscenza registrata, pp. 293-306. Una ricerca sull’information literacy di alcuni studenti che frequentano il Dipartimento di Musicologia dell’Università di Pavia. – Francesco Ursino

059-024 Bianchini (Carlo), Wikidata per JLIS.it. Un nuovo passo nella mappatura della letteratura italiana di ambito bibliografico e biblioteconomico, in In solis locis turba. Studi offerti a Graziano Ruffini, a cura di M. Guerrini M.E. Vadalà, pp. 47-58.

059-025 Bobbio (Giacomo), Fra tipi e copie. Autori, editori, tipografi, clienti, a cura di Giuseppe Cantele, prefazione di Alessandro Corubolo, [Monticello Conte Otto], Ronzani, 2021 (Storia e culture del libro. Documenti, 6), pp. 383, ISBN 979-12-5960-026-4, €20. Giacomo Bobbio (1848-1924) fu giornalista, scrittore e tipografo, direttore della Tipografia del Senato e delegato del Governo italiano all’Esposizione Universale di Parigi del 1878. I testi di Bobbio dedicati agli aspetti tecnico-produttivi della tipografia sono stati recentemente ripubblicati dalla casa editrice Ronzani (I materiali e i prodotti tipografici, 2020 Þ «AB» 058-019) che questa volta ripropone altri scritti dello stampatore di Fossano, apparsi su alcune riviste di settore dell’epoca (perlopiù «L’Arte della Stampa») e raccolti per la prima volta nel 1913 (Fra tipi e copie. Variazioni su temi tipografici, Roma, Tipografia del Senato). Questa prima edizione riscosse molto successo, tanto che ne fu richiesta una seconda l’anno successivo, che è quella ristampata da Ronzani (Fra tipi e copie. Autori, editori, tipografi, clienti, Roma, E. Loescher e C. – W. Regenberg). Gli scritti di Bobbio qui raccolti trattano diversi temi e offrono una ricca panoramica dell’editoria italiana a cavallo tra Otto e Novecento, con un interesse particolare verso alcune tematiche di carattere sindacale particolarmente care all’a., nonché qualche articolo discusso e controverso (in particolare Il gentil sesso, pp. 255-65). In apertura la prefazione di Alessandro Corubolo. – P.S.

059-026 Bongarzone (Antonella), Fede e superstizione nella Calabria post-tridentina. Fonti archivistiche e a stampa, prefazione di Micaela Procaccia, Cosenza, Luigi Pellegrini, 2020 (Thesaurus scientifica, Beni culturali), pp. 157, ISBN 978-88-6822-927-6, € 16. Lo studio analizza le procedure adottate a difesa della fides catholica nella Calabria post-tridentina. Un’area geografica, questa, molto particolare, perché stretta nella morsa di due importanti istituzioni cattoliche: l’inquisizione romana da una parte e quella spagnola dall’altra. Il lavoro si divide in due parti distinte. Una prima dove viene proposta una indagine del problema attraverso lo studio, in particolare, dei concili provinciali e dei sinodi diocesani celebrati tra il 1564 e il 1597. Questi, infatti, furono incaricati a dettare nuove norme particolari a corredo di quelle della chiesa universale in tema di contrasto all’eresia e ai comportamenti assimilati. La seconda parte, invece, raccoglie una miscellanea di scritti inediti. In questo caso si tratta di trascrizioni di brani, estratti dalle fonti consultate, che mettono in luce alcuni significativi aspetti di questo processo religioso in area calabra. – L.Mo.

059-027 Boni (Donatella), Uno splendido buffet. Percorsi interdisciplinari nella memoria scritta del Novecento, «Studi goriziani. Rivista della Biblioteca Statale Isontina, Gorizia», 114, 2020/2, pp. 7-10. La curatrice introduce gli argomenti trattati nel vol. monografico della rivista, intitolato Novecento da riscoprire: dalle fonti alla ricerca editoriale, incentrato sulla memoria scritta del Novecento visto come un secolo ancora tutto da scoprire. Si veda lo spoglio dei singoli contributi. – M.C.

059-028 Borraccini (Rosa Marisa), La terra trema, le ‘Relationi’ raccontano: il terremoto del 1672 in Romagna e nella Marca di Ancona, in Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 83-94. L’a. considera il terremoto che colpì la zona adriatica nel 1672 attraverso l’analisi delle relazioni che su questo tema vennero prodotte. Di questi materiali viene proposto in chiusura anche un breve censimento. – Marco Francalanci

059-029 Borrelli (Antonio), Maria Belsani Roche Direttrice della Biblioteca Universitaria di Napoli, in Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 239-42. L’a. propone un’analisi dell’operato di Maria Belsani Roche (1878-1936), direttrice della Biblioteca Universitaria di Napoli negli anni Trenta. La riflessione è condotta specialmente sulla base delle relazioni scritte dalla stessa Roche. – Marco Francalanci

059-030 Boyer (Anne) – Francis Freundlich, Colporteurs «sous le manteau», compagnons imprimeurs et intermédiaires du livre clandestin dans les papiers du commissaire Philippe-Aignan Miché de Rochebrune (1701-1774), «Histoire et civilisation du livre», 16, 2020, pp. 325-50. Il contributo studia la stampa clandestina parigina e tutte le attività a lei collegate tramite i documenti lasciati dal commissario de Rochebrune tra gli anni ‘40 e ‘70 del XVIII sec. – S.C.

059-031 Boyle, (Mary), Writing the Jerusalem Pilgrimage in the Late Middle Ages, Cambridge, D.S. Brewer, 2021, pp. XVIII+234, ill. b/n, ISBN 978-1-84384-580-5, s.i.p. Il vol. affronta il tema – piuttosto fortunato nella storiografia degli ultimi anni – dei resoconti di viaggio in Terra Santa dell’ultimo Quattro e del primo Cinquecento da un punto di vista originale. Vengono considerati analiticamente, infatti, in una prospettiva comparata, solo 4 testi, 2 dovuti a viaggiatori tedeschi e 2 a pellegrini inglesi, alla ricerca di caratteristiche, che possano definire modi diversi di essere pellegrini – o almeno di raccontare la propria esperienza attraverso un testo scritto (edito o inedito) – a seconda della provenienza geografica. Certo il campione poteva essere più ampio, ma i risultati raggiunti sono senz’altro interessanti, poiché evidenziano, per esempio, approcci differenti alle popolazioni e alle religioni locali, o una particolare concezione dello spazio, anche in relazione all’aspetto liturgico del pellegrinaggio. Dopo una breve serie di testi di apparato, l’introduzione mette a parte il lettore degli obiettivi e delle metodologie della ricerca, che vengono poi posti in opera nei seguenti quattro capitoli. Il primo è dedicato all’a. di un inedito (all’epoca) resoconto in inglese, William Wey, che fu in Terra Santa due volte, nel 1458 e nel 1462; il secondo alla celebre Peregrinatio di Bernhard von Breydenbach, pellegrino nel 1482; il terzo al resoconto, inedito, ma probabilmente con ampia circolazione manoscritta, di un altro tedesco, Arnold von Harff, il cui viaggio risale agli anni 1496-1499; il quarto a Thomas Larke, identificato come l’a. di un rarissimo resoconto di pellegrinaggio, pubblicato nel 1511 (ma racconta di un viaggio svolto tra 1506 e 1507). A seguire, le conclusioni. Chiudono un’appendice con una selezione di resoconti di viaggio inglesi e tedeschi, disposti in ordine cronologico; un’ampia bibliografia (quasi esclusivamente in inglese, con qualche inserto tedesco) e un indice analitico. – L.R.

059-032 Braida (Lodovica), La réception d’Henri-Jean Martin en Italie. La médiation d’Armando Petrucci, «Histoire et civilisation du livre», 16, 2020, pp. 75-85. L’a. studia il contesto culturale della pubblicazione in Italia della traduzione de L’apparition du livre di Henri-Jean Martin (1977) e l’incontro tra l’opera di Martine e Armando Petrucci. – S.C.

059-033 Braides (Orsola) – Elisabetta Sciarra, Reconstructing a Library: Case Studies from the Archivio dei possessori of the Marciana National Library in Venice, in Greeks, Books and Libraries, edited by R. M. Piccione, pp. 285-305. L’Archivio dei possessori, di cui è qui descritta la struttura, rende disponibili in rete le informazioni sui proprietari e postillatori (anche Non identificati!) di libri e manoscritti antichi, e le riproduzioni dei segni di possesso, favorendo nuove identificazioni da parte degli studiosi. – E.Gam.

059-034 Bricchi (Mariarosa) – Giorgio Pinotti – Raffaella Poletti – Domenico Scarpa, L’invenzione editoriale. Storie di libri latenti, resuscitati, traditi, Milano, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 2018, pp. 96, ISBN 9788885938632, € 12. In questo bel volumetto della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori è stata raccolta una serie di storie editoriali interessantissime. Tutto parte da un’idea, quella della “invenzione editoriale”, che è la capacità di un editore di trasformare le parole, le idee, i pensieri scritti, in un prodotto finito, pronto al consumo. L’editore è, citando dalla introduzione, «uno studioso capace di confezionare un oggetto destinato al mercato, è un professionista dell’editoria in grado di concepire, di costruire, di rifinire un libro che i lettori acquisteranno e ameranno: un libro la cui stessa struttura, il cui stesso indice, costituirà un discorso implicito […] sullo scrittore, sul genere letterario, sul movimento artistico di cui offre un’immagine inconsueta» (pp. 9-10). Ogni contributo (nove, in totale), corredato da una breve ma utile bibliografia, si concentra su una singola “invenzione editoriale”, sondandone la nascita, lo sviluppo, la fortuna. – Ar.L.

059-035 Broletti (Alfredo Giovanni), Lo spazio della biblioteca. La rappresentazione civile dello spazio nella civiltà del Rinascimento, in In solis locis turba. Studi offerti a Graziano Ruffini, a cura di M. Guerrini M.E. Vadalà, pp. 59-68.

059-036 Bruce McKittrick Rare Books, Catalog 69, Narberth (PA, USA), [2021], pp. 52, ill. col., s.i.p. Nata nel 1979, la ditta di Bruce McKittrick produce ogni anno quattro cataloghi di vendita di antiquariato librario ante 1830 corredati da illustrazioni a colori di alta qualità e soprattutto dotati di descrizioni bibliografiche di elevato livello, attente non solo alla storia del singolo esemplare, ma anche alla storia editoriale dell’opera con un buon uso dei repertori e di cataloghi online. – M.C.

059-037 Bruni (Flavia) – Matteo Fadini – Chiara Lastraioli, La letteratura sotto i torchi introduzione, «Ticontre. Teoria Testo Traduzione», 11, 2019, pp. VII-X. I curatori introducono la sezione monografica dal titolo La letteratura sotto i torchi. Bibliologia, storia del libro e studi filologico-letterari. L’intento di questa pubblicazione è raccogliere casi di studio che, coniugando bibliologia, bibliografia testuale e filologia dei testi a stampa, dimostrino l’apporto di tali discipline all’approfondimento delle conoscenze delle opere letterarie. I saggi hanno per oggetto l’ambito europeo nel periodo della stampa manuale, con una particolare attenzione al contesto italiano. Il fascicolo è consultabile sul sito della rivista. Si schedano solo i contributi di interesse bibliografico. – E.Gat.

059-038 Cacace (Valerio), Due riviste napoletane tra futurismo e guerra: Vela Latina e La Diana, in Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 233-8. Il contributo considera le riviste napoletane «La Diana» e «Vela Latina» nel delicato contesto cronologico degli anni Dieci del Novecento. L’a. per entrambe mette in luce posizioni politiche e orientamenti culturali. – Marco Francalanci

059-039 Callahan (Meghan), Nuns’ Networks. Letters from Suor Domenica da Paradiso at La Crocetta in Renaissance Florence, in Convent Networks in Early Modern Italy, edited by M. Dunn – S. Weddle, pp. 53-84. L’a. si concentra sull’ampia corrispondenza epistolare intrattenuta da suor Domenica da Paradiso – fondatrice del Convento della Crocetta a Firenze – con svariate personalità ecclesiastiche e autorità politiche. – A.T.

059-040 Capaccioni (Andrea) – Elena Ranfa, Sulle origini della bibliografia contemporanea. Alcuni spunti di riflessione, in Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 213-7. Il contributo si propone di considerare la storia della bibliografia negli anni conclusivi dell’Ottocento e in quelli iniziali del Novecento. Gli a. descrivono l’avvicinamento agli studi bibliografici dei due avvocati Paul Otlet e Henri La Fontaine. – Marco Francalanci

059-041 Capaccioni (Andrea), I contratti trasformativi e i sistemi bibliotecari di ateneo. Alcune considerazioni, in In solis locis turba. Studi offerti a Graziano Ruffini, a cura di M. Guerrini M.E. Vadalà, pp. 69-77.

059-042 Cappelli (Lucia), Il Master Universitario di II livello in Archivistica, Biblioteconomia e Codicologia. 18 anni di alta formazione a Firenze, in La trasmissione della conoscenza registrata, pp. 307-316. L’articolo offre un’analisi professionale e personale del Master Universitario di II livello in Archivistica, Biblioteconomia e Codicologia iniziato nel 2003. – Francesco Ursino

059-043 Capriolo (Giuliana), Manoscritti superstiti da antiche ‘librarie’ francescane (secc. XVII-XVIII), in Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 95-100. L’a. propone con questo intervento una prima ricognizione dei mss. presenti presso la Biblioteca Provinciale di Salerno provenienti da biblioteche conventuali del salernitano. – Marco Francalanci

059-044 Carena (Giacinto), Le parole del libro. Stampatore, fonditore di caratteri, legatore di libri, cartaio, a cura di Giuseppe Cantele – Alessandro Corubolo – Elsa Zuapa, [Monticello Conte Otto], Ronzani, 2021 (Storia e cultore del libro. Documenti, 5), pp. 157, ISBN 970-12-5960-031-8, € 15. Uno dei più grandi problemi per chi studia la storia della tipografia in Italia è quello relativo alla terminologia tecnica dei mestieri legati alla produzione del libro. Più attenzione da questo punto di vista è stata dedicata dal mondo anglosassone, ma per i termini inglesi è spesso arduo trovare i corrispettivi in italiano. Già nel XIX secolo furono però pubblicati alcuni strumenti che provarono a entrare nel merito della questione (su tutti occorre ricordare lo spazio dedicato ai lemmi riguardanti il mondo del libro in Francesco Cherubini, Vocabolario milanese-italiano, 1814 e il Vocabolario tipografico posto in calce alla prima edizione del Manuale di tipografia di Giulio Pozzoli, 1861). Il testo maggiormente interessante, però, è senza dubbio il Vocabolario metodico d’arti e mestieri di Giacinto Carena, pubblicato per la prima volta nel 1846 (Torino, Alessandro Fontana) e ristampato nel 1853 (Torino, Stamperia Reale) con l’aggiunta di un utilissimo Indice generale alfabetico, riportato in questa nuova edizione Ronzani. Dopo la prefazione del Carena, i lemmi sono suddivisi in quattro sezioni principali, Stampatore, Fonditore di caratteri, Legatore di libri e Cartaio. Questa nuova edizione, che riporta dunque alla luce un testo di straordinario interesse anche per gli addetti ai lavori, è impreziosito dall’introduzione di Alessandro Corubolo. – P.S.

059-045 Carmignani (Paola), Attualità del pensiero di Giuseppe Tonna nel centenario della nascita (1920-2020), «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXVII/54, 2020, pp. 89-90. Appunti su Giuseppe Tonna (1920-1979), editore e traduttore della celebre Massera da bé, noto testo popolare bresciano del Cinquecento. – L.R.

059-046 Carpinato (Caterina), Venice in the Time of Gavriil Seviros (before 1540-1616): People, Books, Languages and Images. Dialogue with Greeks (and with Greek), in Greeks, Books and Libraries, edited by R. M. Piccione, pp. 15-32. Con un approccio immersivo e multidisciplinare che ammicca anche alle digital humanities l’a. tratteggia l’ambiente che Gabriel Seviros trovò al suo arrivo a Venezia nel 1577, fra arte, musica, letteratura, e relazioni con la comunità greca, l’ambiente pinelliano e il mondo protestante transalpino. – E.Gam.

059-047 Cassini (Stefano), Espedienti tipografici ed esperimenti metrici umanistici, «Ticontre. Teoria Testo Traduzione», 11, 2019, pp. 85-107. I carmina figurata tra i secc. XV e XVI hanno lasciato tracce non solo letterarie ma anche nelle tipografie, costrette, per restituire efficacemente ai lettori questi giochi letterari spesso basati sulla posizione delle parole, ad adottare espedienti formali molto particolari. L’a. presenta due interessanti case studies cinquecenteschi, forte anche di alcuni testimoni manoscritti di questi esperimenti che sottolineano, e pongono a confronto, le diverse strategie adottate rispettivamente da copisti e tipografi per la resa finale dei testi. Corredano il pezzo 12 ill. b/n e i Riferimenti bibliografici. Il testo è consultabile sul sito della rivista. – E.Gat.

059-048 Catalogues régionaux des incunables des bibliothèques publiques de France, XXI, Région Île-de-France, par Dominique Coq – Annie Taurant-Boulicaut, Genève, Droz, 2020 (Histoire et civilisation du livre, 38), pp. 448, tavv. b/n e col., ISBN 978-2-600-06222-0 (cartaceo) – 978-2-600-16222-7 (ebook), s.i.p. (cartaceo) – € 55,20 (e-book). Dominique Coq completando un lavoro di Annie Taurant-Boulicaut propone il catalogo degli incunaboli (570, per 509 edizioni) posseduti da 19 enti della regione dell’Île-de-France (esclusa Parigi città, cui è dedicato il vol. XX; ma sono qui recuperate l’École Estienne e l’Alliance Biblique Française). La Bibliothèque municipale di Versailles e il fondo Desguine agli Archives des Hauts-de-Seine di Nanterre apportano da soli 312 e 155 esemplari; gli altri istituti censiti sono: Médiathèque Luxembourg (Meaux), Médiathèque Centre-Ville (Saint-Denis-Plaine-Commune), Bibliothèque municipale (Provins), Bibliothèque du Service Historique de la Défense (Vincennes), Médiathèque Gérard-Billy (Lagny-sur-Marne), Médiathèque Astrolabe (Melun), Bibliothèque municipale (Fontainebleau), Bibliothèque diocésaine Guillaume-Briçonnet (Meaux), Bibliothèque municipale (Saint-Germain-en-Laye), Musée Alfred-Bonno (Chelles), Observatoire Camille-Flammarion (Juvisy-sur-Orge), Médiathèque Chantemerle (Corbeil-Essonnes), Bibliothèque du Ministère de l’Europe et des Affaires Étrangères (La Courneuve), Musée National de Port-Royal-des-Champs (Magny-les-Hameaux). Di ciascuno è offerta una scheda storico-descrittiva (pp. 323-54). Nella sezione introduttiva si sottolineano le rarità (due edizioni di Johann Mentelin ante 1467, tre di Ulrich Zell databili al 1467-70; il Missale Trecense e gli Statuta diocesis Lingonensis), i possessori illustri (fra gli altri Luigi XVI, il prototipografo Ulrich Gering, il Convento dei Minimi di Nigeon, William Grocyn ed Edward Gwynn, il matematico Oronce Fine), 13 esemplari unici e 42 miniati. Il catalogo alfabetico per a. (pp. 29-231), redatto con attenzione alle varianti e ai dati d’esemplare, è seguito dalla descrizione delle miscellanee contenenti incunaboli e dagli addenda e corrigenda ai voll. precedenti. Permettono di orientarsi nella vasta mole di dati le tavole delle legature antiche o di pregio, dei luoghi di stampa, degli stampatori e librai e il prezioso indice delle provenienze. – E.Gam.

059-049 Caterina da Siena, Epistolario. Catalogo dei manoscritti e delle stampe, a cura di Marco Cursi – Antonella Dejure – Giovanna Frosini, Roma, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, 2021 (Fonti per la storia dell’Italia medievale. Antiquitates, 54), pp. 298, ISBN 978-88-31445-13-9, € 40. Il vol. – che si colloca tra i materiali di corredo dell’Edizione Critica dell’Epistolario di Caterina da Siena in corso d’opera – raccoglie le schede codicologiche e bibliografiche dei mss. e delle stampe antiche che costituiscono la tradizione antica delle lettere della Santa. Il prospetto dei testimoni permette di contare 8 codici di epistole originali e 58 copie manoscritte variamente organizzate oltre a due edizioni (1492 e 1500); allato a questi sono state considerate come tradizione indiretta altre 5 traduzioni latine. Precedono il catalogo tre studi: uno di carattere paleografico (di Marco Cursi), uno di carattere linguistico (di Giovanna Frosini) e uso espressamente dedicato alle lettere originali (di Sara Bischetti). – M.G.

059-050 Cavalli (Jennifer), Advising Women. Holy Women and Female Advisees in Early Modern Italy, in Convent Networks in Early Modern Italy, edited by M. Dunn – S. Weddle, pp. 31-51. Sulla base della corrispondenza epistolare tra le monache agostiniane di S. Croce a Brescia Francesca Caprioli e Laura Mignani, e la terziaria domenicana Stefana Quinzani di Soncino, l’a. indaga le relazioni tra madre spirituale e le nobildonne nell’Italia del nord, nei primi decenni del sedicesimo secolo. – A.T.

059-051 Cecchetti (Valentino), Generi della letteratura popolare. Feuilleton, fascicoli e fotoromanzi in Italia dal 1870 ad oggi, Latina, Tunué, 2011, pp. 414, ill. b/n, ISBN 978-88-97165-13-2, € 19,90. Il vol., rielaborazione di materiali messi a punto dall’a. durante alcune lezioni universitarie, si presenta come un profilo storico di editoria e letteratura popolare, non solo italiana. Il nutrito apparato bibliografico e la trattazione per sezioni indipendenti lo rendono uno strumento utile a chi voglia una sintesi accurata, piuttosto che a collezionisti in cerca di edizioni rare. In esso il lettore potrà trovare, oltre a discorsi più generali, come il significato di paraletteratura o le coordinate della formazione di una editoria industriale, alcune incursioni più mirate, ad es. sulle serie poliziesche o sul romanzo rosa. Notevole anche lo spazio autonomo dedicato a Emilio Salgari, vero e proprio caso emblematico nel campo dell’editoria di massa e dei nuovi gusti dei lettori. – Francesco Ursino

059-052 Cerdeira (Virginie), Le Mercure françois au miroir de l’histoire du livre, «Histoire et civilisation du livre», 16, 2020, pp. 179-91. Il contributo analizza il caso editoriale del Mercure françois, ossia venticinque vol. di circa un migliaio di pagine ciascuno, periodicamente pubblicati a Parigi tra il 1611 e il 1648, incentrati su fatti politici accaduti tra il 1605 e il 1644. – S.C.

059-053 Chapron (Emmanuelle), Une enquête appuyée sur les travaux d’Henri-Jean Martin: le livre d’éducation au xviiie siècle, «Histoire et civilisation du livre», 16, 2020, pp. 211-24. Il contributo indaga, tramite il metodo e l’opera di Henri-Jean Martin, le prospettive e le direzioni degli studi nel campo dei libri scolastici e pedagogici d’Ancien Régime. – S.C.

059-054 Chartier (Robert), Paradoxes d’un historien: Henri-Jean Martin, «Histoire et civilisation du livre», 16, 2020, pp. 243-7. L’a. analizza alcuni “paradossi”, punti critici e fruttosi grazie anche ai loro contrasti, dell’opera e del pensiero di Herni-Jean Martin. – S.C.

059-055 Chirico (Maria Luisa), Imprese scientifiche e dispute accademiche nel primo decennio del Novecento (dalle lettere di Vitelli a Croce), in Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 219-32. L’a. propone un’interessante disamina dei rapporti che corsero fra Benedetto Croce e il filologo Girolamo Vitelli. Attraverso queste relazioni il contributo riflette sulla temperie culturale del primo Novecento. – Marco Francalanci

059-056 Ciccarello (Domenico), “Let there be light”. Andrew Carnegie e le biblioteche pubbliche, in La trasmissione della conoscenza registrata, pp. 197-208.

059-057 Ciccarello (Domenico), Sul commercio librario tra Palermo e Napoli. Un’inedita fonte seicentesca, in Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 71-82. Il contributo analizza un quaderno di appunti commerciali redatto per il libraio Francesco Ciotti nel 1628. Il documento offre spunti importanti per considerare i caratteri della compravendita libraria fra Napoli e Palermo. – Marco Francalanci

059-058 Ciccolella (Federica), Maximos Margounios and Anacreontic Poetry: An Introductory Study, in Greeks, Books and Libraries, edited by R. M. Piccione, pp. 147-60. Su stile e contenuti, modelli e fonti, fortuna – con un saggio di edizione dell’inno 8 – dei nove inni anacreontici pubbicati nel 1601 da Massimo Margunio (ca. 1549-1602), teologo ed erudito collaboratore dell’editore D. Hoeschel. – E.Gam.

059-059 Cistercensi (I) foglianti in Piemonte tra chiostro e corte (secoli XVI-XIX), a cura di Gianfranco Armando – Silvia Beltramo – Paolo CozzoCristina Cuneo, Roma, Viella, 2020 (Chiese d’Italia, 8), pp. 455, ill. b/n, ISBN 978-88-3313-733-9 (cartaceo) – 978-88-3313-670-7 (pdf), € 45 (cartaceo) – 26,99 (pdf). La miscellanea, esito di un progetto di ricerca interdisciplinare e internazionale, ha inteso fare luce su una delle più significative, e finora meno studiate, esperienze monastiche di età moderna, quella dei cistercensi foglianti (appartenenti cioè all’ordine sorto dalla riforma di Jean Baptiste de la Barrière nella abbazia cistercense di Notre-Dame de Feuillant, da cui hanno appunto mutuato il nome). Dalla fine Cinquecento e fino alla Restaurazione, quando la loro vicenda si esaurì, i conventi furono fucine di esperienze spirituali che, soprattutto nei territori del ducato di Savoia e nella provincia romana (zone privilegiate di sviluppo dell’ordine in Italia), lasciarono tracce profonde e durature. Si schedano solo i contributi di interesse bibliografico. – E.Gat.

059-060 Cita (Martina), Towards an Atlas Of Italian Printer’s Copies in the Fifteenth and the Sixteenth Centuries, «Ticontre. Teoria Testo Traduzione», 11, 2019, pp. 7-62. Muovendo sia dal pionieristico censimento dei manoscritti di tipografia di Paolo Trovato sia da quello più recente steso da Lotte Hellinga (Þ «AB» 04o-147), giustamente assunto a modello vista l’esaustività e la chiarezza dell’impianto, l’a. offre una ricca e documentata proposta per un (futuro) atlante italiano di questa tipologia di materiali attraverso un’analisi comparativa di 21 antigrafi di tipografia e delle relative edizioni a stampa poi derivate. Corredano il pezzo 78 utilissime ill. b/n e col. e i Riferimenti bibliografici. Il testo è consultabile sul sito della rivista. – E.Gat.

059-061 Coco (Lucio), La biblioteca di Dostoevskij. La storia e il catalogo, Firenze, Leo S. Olschki, 2021, pp. 124, ISBN 978-88-222-6732-0, € 75. La biblioteca che appartenne a Dostoevskij è oramai perduta: ne restano meno di trenta voll., alcuni frontespizi e alcune copertine. Le traversie che hanno determinato tale dispersione, che riescono a parlare eloquentemente anche della vita dello scrittore, sono al centro del libro di Coco, che le illustra e le ricostruisce. In conclusione, soprattutto sulla base degli inventari che redasse Anna Grigorev’na, moglie di Fëdor, l’a. propone un catalogo in grado di mostrare gli interessi, le passioni e gli orizzonti culturali del grande romanziere russo. – Marco Francalanci

059-062 Codispoti Azzi (Vittoria), Prime edizioni e rarità bibliografiche del Novecento nella Biblioteca Cantonale di Lugano, «Studi goriziani. Rivista della Biblioteca Statale Isontina, Gorizia», 114, 2020/2, pp. 11-20. Viene presentato il progetto di censimento delle prime edizioni italiane del Novecento della Biblioteca cantonale di Lugano, che assommano ad alcune migliaia. – M.C.

059-063 Convent Networks in Early Modern Italy, edited by Marilyn Dunn – Saundra Weddle, Turnhout, Brepols, 2020 (Europa Sacra, 25), pp. 350, ill. b/n, ISBN 978-2-503-58607-6, € 90. Il vol. raccoglie diversi saggi interdisciplinari che esaminano le connessioni presenti nei monasteri italiani della prima età moderna. Tali relazioni con altri monasteri o con il mondo esterno si potevano esprimere in svariati modi: testi, arte, architettura, musica, doni e scambi di favori. I saggi presenti nel vol. – che considerano sia il periodo precedente che quello successivo al Concilio di Trento – focalizzano la loro attenzione su diversi centri della penisola. Chiude il vol. un indice dei nomi e delle cose notevoli. Si spogliano i singoli contributi. – A.T.

059-064 Cooper-Richet (Diana), The House of Galignani: une institution parisienne du xixe siècle, au cœur de la sphère médiatique transnationale et de la République mondiale des lettres, «Histoire et civilisation du livre», 16, 2020, pp. 369-86. L’a. studia la ricezione e la fortuna della libreria Galignani fondata a Parigi nel 1801, importante per la promozione della stampa in inglese, nonché per la pubblicazione di propri periodici sempre in lingua inglese e del quotidiano Galignani’s Messenger. – S.C.

059-065 Cornellà-Detrell (Jordi), Importación, venta y consumo de libros ilegales durante el franquismo, in Pliegos alzados, edición de F. Larraz – J. Mengual – M. Sopena, pp. 237-50. L’a. tratta della diffusione di pubblicazioni illegali durante la dittatura franchista. – A.T.

059-066 Crupi (Gianfranco), L’algoritmo di John Locke e i commonplace books, in In solis locis turba. Studi offerti a Graziano Ruffini, a cura di M. Guerrini M.E. Vadalà, pp. 89-100. Partendo dall’algoritmo di John Locke, i metodi di annotazione, ordinamento e indicizzazione dei commonplace books divennero materia di insegnamento in quanto indicano la fonte dell’attività intellettuale dell’a. Il contributo entra nel merito individuando principalmente due tipi di annotazione: i loci communes e gli adversaria. – Pietro Putignano

059-067 Dante e gli altri. Nel VII centenario dantesco: la Commedia e la grande letteratura italiana nella Raccolta Lanfranchi. Palazzolo sull’Oglio, Villa Lanfranchi, 23 maggio-27 giugno 2021, Catalogo a cura di Stefano Cassini, Roccafranca (Brescia), La Compagnia della stampa Massetti Rodella, 2021, pp. 100, ill. col., ISBN 978-88-8486-855-8, s.i.p. (pdf gratuito). Il piacevole catalogo presenta l’ultima esposizione libraria – dopo Mundus in figuris (Þ «AB» 041; «AB» 044-186), Omo sanza lettere (Þ «AB» 051-004) e Brixia Typographica (Þ «AB» 055) – frutto di una collaborazione fra il CRELEB e il Comune di Palazzolo sull’Oglio volta a valorizzare il fondo antico della Raccolta Lanfranchi. Dopo una breve premessa dell’Assessore alla Cultura, il curatore introduce il lettore/visitatore a un viaggio ideale nella letteratura italiana, dalla selva oscura di Dante alla balena di Pinocchio. I 35 pezzi esibiti, presentati in schede essenziali e accattivanti ciascuno con una bella riproduzione fotografica, ripropongono le tappe della mostra: le orgini; le edizioni antiche di Dante; Petrarca e Boccaccio; la prosa volgare; la poesia del Quattro e Cinquecento; la tradizione comico-giocosa; la letteratura, la musica e il teatro nel Sei/Settecento; la produzione neoclassica e romantica; la letteratura dell’Italia unita; in chiusura trovano spazio alcuni strumenti bibliografici usati da Giacinto Ubaldo Lanfranchi per allestire la raccolta. – E.Gam.

059-068 De Diego (José Luis), Editores, políticas editoriales y otros dilemas metodológicos, in Pliegos alzados, edición de F. Larraz – J. Mengual – M. Sopena, pp. 19-32. Il contributo riflette sul senso e sul significato di alcune categorie adottate quando si parla di storia dell’editoria: “editori/politiche editoriali”; “libro/edizione/lettura”; “nazionale/mondiale”; “disciplinare/ interdisciplinare”; “quantitativo/ qualitativo”. – A.T.

059-069 De Franceschi (Loretta), L’Astrogallo: piccola editoria di alta qualità, in Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 251-6. L’a. ripercorre la genesi della casa editrice L’ Astrogallo, fondata nel 1973 dal marchigiano Carlo Antognini (1937-1977). Il contributo riflette inoltre sul rilievo che ebbe l’iniziativa e sugli interessi dell’editore. – Marco Francalanci

059-070 De Gennaro (Antonio), Il volo della Vittoria in Queriniana, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXVII/54, 2020, pp. 107-9. Si pubblicano alcuni stralci della prefazione di un monumentale vol. (Il volo della Vittoria in Queriniana, a cura di Antonio De Gennaro e Giovanna Inverardi, Brescia, Comune di Brescia, 2020) dedicato al più celebre monumento bresciano, la cosiddetta Vittoria alata. Coprendo un arco di circa due secoli, l’opera riunisce gli articoli di periodici, per lo più conservati presso l’Emeroteca Queriniana, una silloge di saggi scientifici e una rassegna stampa degli ultimi tre anni, legata al restauro e alla ricollocazione della scultura bronzea. – L.R.

059-071 De Laurentiis (Rossano), Spigolature paleografiche per un Dante epigrafista in servigio della Commedia, in La trasmissione della conoscenza registrata, pp. 171-84. Ricerca paleografica su come Dante Alighieri ha immaginato l’iscrizione dorata nel paradiso argentato di Giove: DILIGITE IUSTITIAM QUI IUDICATIS TERRAM (Paradiso XVIII 91, 93). – Francesco Ursino

059-072 De Magistris (Raffaele), Biblioteca pubblica: quali prospettive?, in Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 281-7. In questo contributo l’a. considera le prospettive che la contemporaneità sembra offrire alle biblioteche. Si illustrano inoltre i meriti di alcuni istituti scandinavi, che si ritiene abbiano superato le rigidità tradizionali a vantaggio di una migliore funzionalità. – Marco Francalanci

059-073 De Pasquale (Andrea), Le carte del tipografo: libri e manoscritti dall’ archivio di Giambattista Bodoni e della vedova, «Ticontre. Teoria Testo Traduzione», 11, 2019, pp. 203-33. Focalizzando in particolare sui manoscritti e sulle edizioni usate in tipografia per la composizione dei testi, l’a. analizza il contenuto dell’archivio di Giambattista e Margherita Bodoni – uno dei pochi esistenti legati a un’impresa tipografica d’Ancien Régime – e ricostruisce fasi, modi e criteri archivistici del complesso riordino. Si offrono pure una dettagliata descrizione di quei rari materiali di tipografia (Appendice I) e l’indice degli exemplares manoscritti riscontrati a suo tempo da Angelo Pezzana (Appendice II, in forma di tabella), con anche alcune ipotesi riguardo le modalità di preparazione dei testi all’interno della stamperia. Corredano il pezzo i Riferimenti bibliografici. Il testo è consultabile sul sito della rivista. – E.Gat.

059-074 De Venuto (Liliana), La produzione dei santini nell’Istituto trentino degli “Artigianelli”, «Santini et similia», XXV, 100, pp. 17-26 e XXVI, 101, pp. 15-28. Utile contributo alla storia di un genere editoriale misconosciuto, concentrato sulla produzione della tipografia di Trento impiantata a vantaggio dell’istruzione superiore dei giovani dalla congregazione dei Pavoniani. – Ed.B.

059-075 Delfitto (Silvia), Lo studio sulla classe 200 della DDC. Una passione trasmessa e condivisa, in La trasmissione della conoscenza registrata, pp. 331-4. Una breve testimonianza ispirata da ricordi dell’a. circa la genesi e lo sviluppo della tesi di laurea sulla classe 200 della DDC (Dewey Decimal Classification). – Francesco Ursino

059-076 Desgranges (Olivier), Histoire du livre et philosophie: quelques remarques sur l’épistémologie et sur les références aux philosophes dans l’œvre d’Henri-Jean Martin, «Histoire et civilisation du livre», 16, 2020, pp. 61-72. Il contributo ricerca usi più o meno espliciti della filosofia nei lavori di Henri-Jean Martin. – S.C.

059-077 Desideri (Laura), Giovan Pietro Vieusseux, San Bernardo e la tipografia fiorentina, in In solis locis turba. Studi offerti a Graziano Ruffini, a cura di M. Guerrini M.E. Vadalà, pp. 101-11. Grazie allo studio dell’a. di alcuni opuscoli appartenenti alla collezione Vieusseux, è certo che nella prima metà dell’Ottocento i tipografi fiorentini festeggiavano s. Bernardo abate come loro protettore. A dimostrarlo sono soprattutto dei sonetti o dei componimenti in prosa che i tipografi realizzavano per i propri committenti. – Pietro Putignano

059-078 Di Domenico (Giovanni), La stamperia salernitana di Ferdinando Campo, in Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 115-22. L’a. presenta il lavoro tipografico di Ferdinando Campo, che aprì la sua stamperia a Salerno nel 1787. Il contributo riflette sul contesto culturale cittadino dell’epoca e sulle aperture del Campo a tendenze internazionali. – Marco Francalanci

059-079 Donvito (Vincenza) – Magliani (Mirella), Andrea Moschetti, il «Bollettino del Museo Civico di Padova» e la Società Cooperativa Tipografica, «Studi goriziani. Rivista della Biblioteca Statale Isontina, Gorizia», 114, 2020/2, pp. 147-62. Il «Bollettino del Museo Civico di Padova» venne fondato nel 1898 dal direttore del museo, Andrea Moschetti, e dal 1901 venne affidata la stampa alla Società Cooperativa Tipografica, che stampò ininterrottamente la rivista fino al 1993. – M.C.

059-080 Dunn (Marilyn), Family Dynasties and Networks of Alliance in Post-Tridentine Convents in Rome and its Environs, in Convent Networks in Early Modern Italy, edited by M. Dunn – S. Weddle, pp. 261-301. L’a. indaga il grado di indipendenza e la portata delle relazioni attivate dalle monache – spesso appartenenti a famiglie nobili – in molti conventi romani nel diciassettesimo secolo. – A.T.

059-081 Elia (Erika) – Rosa Maria Piccione, A Rediscovered Library. Gabriel Severos and His Books, in Greeks, Books and Libraries, edited by R. M. Piccione, pp. 33-82. La ricostruzione della biblioteca di Gabriel Seviros poggia sulle testimonianze autografe greco-latine (i manoscritti e i postillati, i diari e le carte dell’archivio personale), qui sottoposte ad accurata analisi paleografica. Con un primo quadro sulle provenienze, soprattutto veneziane, dei voll. – E.Gam.

059-082 Elia (Erika), A Book Journey. About an Henri II Estienne’s Greek Manuscript in Turin, in Greeks, Books and Libraries, edited by R. M. Piccione, pp. 221-55. Sul ms. Taur. B.I.3, realizzato a Venezia alla metà del sec. XVI in un atelier specializzato nella produzione in serie – lo dimostrano le filigrane, le mani del copista e dei revisori, la legatura –, acquistato a Firenze nel 1555 da Henri Estienne (1528-1598) e utilizzato per le prime edizioni latina (1562) e greca (1621) di Sesto Empirico. – E.Gam.

059-083 Engammare (Max), L’histoire de la Bible comme livre: la question de la livraison, «Histoire et civilisation du livre», 16, 2020, pp. 150-61. Il contributo studia alcuni esempi di edizione della Bibbia in dispense nel XVI sec., quali, per es., la traduzione di Lutero e la Bibbia ebraica di Robert Estienne. – S.C.

059-084 Feliciati (Pierluigi), Gli archivi in un grafo. L’ontologia Records in Contexts nel quadro degli standard e della pratica della descrizione archivistica, in In solis locis turba. Studi offerti a Graziano Ruffini, a cura di M. Guerrini M.E. Vadalà, pp. 125-37.

059-085 Ferraglio (Ennio), Stampare libri “a commun beneficio” in India: A.M. Querini e il Progetto di reintroduzione della stampa a Goa nel XVIII secolo, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXVII/54, 2020, pp. 77-82. Alcune inedite tracce consentono di ricostruire un progetto, poi abortito, di reintrodurre la stampa a Goa, grazie alla laboriosità della comunità gesuitica e al sostegno del card. Angelo Maria Querini. – L.R.

059-086 Ferrari (Mirella), Un Virgilio dei Giunta (Venezia 1543-1544) nella biblioteca del Liceo Beccaria di Milano, «Aevum», 94/3, 2020, pp. 643-74. Partendo dall’ esemplare custodito presso la plurisecolare biblioteca del Liceo Classico Statale “Cesare Beccaria” di Milano, l’a. studia un’edizione illustrata delle opere di Virgilio stampata dai Giunta a Venezia tra il 1543 e il 1544. Di questa raccolta, inquadrata all’interno della produzione virgiliana dei Giunta (che conta diverse edizioni tra il 1493 e il 1522), si descrive il contenuto e si indagano le fonti, con particolare attenzione al ruolo della Francia e del belga Josse Bade detto Ascensio. Il discorso, in tal modo, si amplia e arriva a toccare più in generale l’evoluzione editoriale delle edizioni giuntine del massimo poeta latino. – S.C.

059-087 Forum (Antiquariaat) – Antiquariat In libris Gilhofer Nfg. GmbH, The World and the Region. Six Centuries of Middle Eastern Travel and Related Material Arranged in Chronological Order, s.l., s.n., 2021, pp. 431, manca ISBN, s.i.p. Catalogo presentato dalle librerie antiquarie “In Libris” di Vienna e “Forum BV” di ‘t Goy – Houten, relativo a libri e documenti (manoscritti e a stampa) che testimoniano sei secoli (XV-XX) di viaggi – siano essi pellegrinaggi, eruditi, commerciali, politici, ecc. – nel Vicino e Medio Oriente. Il materiale, elencato in ordine cronologico di pubblicazione o stesura, è composto da 215 pezzi e riguarda libri a stampa (con alcuni rari e preziosi incunaboli), mappe, cartografie, tavole illustrate e documenti manoscritti, perlopiù relativi a relazioni commerciali. È possibile scaricare il catalogo, gratuitamente e in formato pdf, a questo link. – P.S.

059-088 Forum (Antiquariaat) – Antiquariat In libris Gilhofer Nfg. GmbH, The Golden Age of Arab Science. A Catalogue of Early Western Editions and Some Manuscripts, s.l., s.n., 2021, pp. 211, manca ISBN, s.i.p. Catalogo, presentato dalle librerie antiquarie “In Libris” di Vienna e “Forum BV” di ‘t Goy – Houten, relativo a libri, manoscritti e a stampa, di carattere scientifico (medicina, geometria, astronomia, ecc.). Il filo conduttore che lega questo materiale è la lingua araba, in quanto si tratta di testi di autori arabi o di autori europei tradotti in arabo. È possibile scaricare il catalogo, gratuitamente e in formato pdf, a questo link. – P.S.

059-089 Francioni (Elisabetta), Il catalogo sognato: Torello Sacconi e il suo indice per materie, in La trasmissione della conoscenza registrata, pp. 209-22. Il saggio tratta l’origine e lo sviluppo del catalogo librario della Biblioteca nazionale centrale di Firenze, fondato da Torello Sacconi, suo direttore dal 1877 al 1885. – Francesco Ursino

059-090 Fratini (Marco), Una biblioteca fogliante tra Piemonte e Francia. Il patrimonio librario dell’abbazia di Santa Maria di Pinerolo, in I cistercensi foglianti in Piemonte, a cura di G. Armando – S. Beltramo – P. CozzoC. Cuneo, pp. 355-63. L’a. apre con un excursus sulla storia dell’abbazia – dalla sua fondazione fino all’erezione della diocesi, nel 1748 – necessario per comprendere come i numerosi mutamenti nella storia dell’istituzione si siano abbattuti sulle vicende del suo patrimonio librario (un paragrafo intero è dedicato alle tante dispersioni, pp. 362-3) con conseguenze tali da rendere impossibile ripercorrerne la storia e delinearne una fisionomia credibile. Stante che la presenza certa dei foglianti a Pinerolo risale al 1590, il solo momento documentabile della vita della biblioteca è nel 1599, data dell’Inventario delli libri che sono nel Monasterio della Madonna di Pinarolo, compilato in occasione dell’inchiesta promossa dalle due congregazioni romane del Sant’Uffizio e dell’Indice a seguito della promulgazione dell’Indice dei libri proibiti da parte di Clemente VIII nel 1596. Da qui l’a. muove la sua interessante analisi quantitativa/qualitativa e fotografa il profilo della biblioteca tenendo ben presenti le finalità della lista, che non mirava a una mera inventariazione patrimoniale. I 155 titoli censiti testimoniano una raccolta esigua (esclusivamente una bibliotheca conventus) e aggiornata in larghissima parte con titoli di recente pubblicazione, allineati, più che alle opere di riferimento previste nelle Regulae della congregazione, ai modelli bibliografici dominanti (la Bibliotheca Selecta e l’Apparatus Sacer del Possevino), che in buona sostanza, a seguito anche di una radicale revisione del patrimonio, modificarono la “natura cistercense” della biblioteca, piegata ormai, a quell’altezza cronologica, alle prescrizioni tridentine. – E.Gat.

059-091 Galeazzo (Ludovica), Entrepreneurship Beyond Convent Walls. The Augustinian Nuns of S. Caterina dei Sacchi in Venice, in Convent Networks in Early Modern Italy, edited by M. Dunn – S. Weddle, pp. 193-229. L’a. indaga l’ampia e imprenditoriale rete di contatti attivata dalle monache agostiniane di S. Caterina dei Sacchi a Venezia. – A.T.

059-092 Galeffi (Agnese), “Do we catalog title pages or works contained under the t.p.?”. Alcuni appunti inediti di Lubetzky su Verona durante l’ICCP, in La trasmissione della conoscenza registrata, pp. 335-44. Nel 1961 Lubetzky si trova a Parigi per la Conferenza Internazionale sui Principi di Catalogazione, dove scrive alcuni appunti sul lavoro di Eva Verona. – Francesco Ursino

059-093 Gallo (Claudio) – Bonomi (Giuseppe), Viaggio tra fonti e raccolte salgariane, «Studi goriziani. Rivista della Biblioteca Statale Isontina, Gorizia», 114, 2020/2, pp. 105-18. La Biblioteca Civica di Verona possiede un importante nucleo documentario e bibliografico riguardante Emilio Salgari in parte già presente nei suoi fondi storici, in parte frutto di successive acquisizioni mirate e soprattutto grazie all’arrivo della collezione di Giuseppe Turcato, confluita per sua volontà dopo la sua morte nella città d’origine dello scrittore. – M.C.

059-094 Gambari (Stefano) – Antonio Panizzi, Chichemetecatl, tra gioco, nonsense e avvisi burleschi, in La trasmissione della conoscenza registrata, pp. 223-34. The works of C. I. Chihemetecatl è un libro raro, posseduto dalla British Library, che raccoglie anche alcuni giornali stampati in casa: The Elf, The Fairy e The Mite. – Francesco Ursino

059-095 Garone Gravier (Marina), Entre lo material y lo visual: consideraciones para historiar el diseño editorial, in Pliegos alzados, edición de F. Larraz – J. Mengual – M. Sopena, pp. 161-76. L’a. indaga, da vari punti di vista, il concetto di “progetto editoriale”. – A.T.

059-096 Gaspa (Pier Luigi), Dal signor Bonaventura a Saturno contro la Terra. Agli albori del fumetto in Italia (1908-1945), Roma, Carocci, 2020, pp. 280, ill. b/n, ISBN 978-88-430-9890-3, € 21. Il vol. è un racconto, come afferma l’a. stesso, «quasi da romanzo» dei primi quarant’anni del fumetto italiano. L’attenzione si rivolge particolarmente ai principali giornali a fumetti di questo periodo, dal «Corriere dei Piccoli», archetipo del fumetto in Italia e modello per la nascita di numerose altre pubblicazioni, all’«Avventuroso» e a «Topolino», non tralasciando un’ampia trattazione del genere fantascientifico. Attraverso questa scorrevole e documentata storia del fumetto italiano, si ha dunque l’occasione di ripercorre le tappe di formazione e mutamento non solo di questo particolare genere editoriale, ma dell’intera società italiana, divisa tra anelito popolare, propaganda e censura di Stato. – Francesco Ursino

059-097 Gatta (Massimo), ‘Nel paesaggio delle loro biblioteche’. Da biblioteca privata a bene pubblico. Le biblioteche di Luigi Einaudi, Luigi Firpo, Piero Sraffa e Raffaele Mattioli, in Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 257-65. L’a. riflette sul destino di quattro biblioteche private, quelle di Luigi Einaudi, Luigi Firpo, Piero Sraffa e Raffaele Mattioli, donate tutte a istituzioni pubbliche che oggi ne garantiscono la conservazione e la fruibilità. Il contributo esamina in margine anche la sorte della biblioteca di Benedetto Croce e di quella di Aby Warburg. – Marco Francalanci

059-098 Gatta (Massimo), Ferraglia futurista in forma di libro. Litolatte & C., «Studi goriziani. Rivista della Biblioteca Statale Isontina, Gorizia», 114, 2020/2, pp. 163-81. L’a. ripercorre il fenomeno tutto futurista del “libromacchinismo”, durante il quale vennero prodotti libri, oggi vere rarità bibliografiche, usando metalli in modo preponderante nel loro confezionamento. – M.C.

059-099 Gatti (Elena), Il catalogo culturale di Giovanni Antonio de’ Benedetti (1499-1512 circa), fra nuove proposte e crepuscolo del sogno bentivolesco. Una prima mappatura, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 34, 2020, pp. 27-53. L’attività di Giovanni Antonio de’ Benedetti è nota grazie alle 69 edizioni superstiti, 42 in latino e 27 in volgare. Analizzando il catalogo, l’a. identifica due nuclei principali (edizioni umanistiche e medico-filosofiche, titoli devozionali), ai quali si aggiungono tesi e pronostici dei dottori, testi di letteratura d’occasione e plaquettes storiche. – Pietro Putignano

059-100 Genetasio (Giuliano), Problemi e prospettive del Deposito legale in Italia. Uno sguardo dalla Biblioteca nazionale centrale di Roma, in La trasmissione della conoscenza registrata, pp. 185-94. Il deposito legale è un dovere dell’editore al fine di depositare copie di materiale bibliografico pubblicato sul territorio nazionale e di mettere a disposizione dell’uso pubblico nelle biblioteche. – Francesco Ursino

059-101 Ghiringhelli (Lapo), Entità e modelli concettuali: un’analisi da Functional Requirements for Bibliographic Records a IFLA Library Reference Model (LRM), in La trasmissione della conoscenza registrata, pp. 345-56. Il saggio vuole esaminare la natura dell’universo bibliografico e la sua evoluzione teorica, utilizzando alcuni modelli concettuali, a partire dal Funcional Requirements for Bibliographic Records (1998) al più recente IFLA (2017). – Francesco Ursino

059-102 Giacomelli (Ciro), Greek Manuscripts in Padua: Some New Evidence, in Greeks, Books and Libraries, edited by R. M. Piccione, pp. 197-219. Il contributo evidenzia il ruolo chiave dello studium patavino nella trasmissione dei testi greci tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento, e fornisce, con dati aggiornati e svariate identificazioni paleografiche, un’ampia panoramica sulle biblioteche private e pubbliche dell’epoca. – E.Gam.

059-103 Giglio (Daniela), Biblioteca: digitale, elettronica o virtuale? Evoluzione terminologica e definizioni, in La trasmissione della conoscenza registrata, pp. 235-44. Il fine di questo saggio è analizzare cronologicamente e criticamente gli aspetti teorici delle librerie digitali durante il loro sviluppo e la corrispondente terminologia specifica recentemente adottata. – Francesco Ursino

059-104 Granata (Giovanna), Alle origini della Biblioteca Universitaria di Cagliari, in Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 109-14. Il contributo analizza la storia e le ragioni della fondazione della Biblioteca Universitaria di Cagliari, nata nel 1785. L’a. presenta e commenta inoltre le raccolte storiche della Biblioteca. – Marco Francalanci

059-105 Granata (Giovanna), Dalla Liguria alla Sardegna. Note su alcuni incunaboli della Biblioteca Universitaria di Cagliari, in In solis locis turba. Studi offerti a Graziano Ruffini, a cura di M. Guerrini M.E. Vadalà, pp. 139-48. Nel contributo si ripercorre la formazione della Biblioteca Universitaria di Cagliari e si mette in risalto l’importanza storica di 206 edizioni di pregio (tra queste si contano diverse decine di incunaboli) che riflettono le fasi di stratificazione dell’accumulo del patrimonio librario. – Pietro Putignano

059-106 Grellety Bosviel (Olivier), Henri-Jean Martin et l’histoire du livre de musique, «Histoire et civilisation du livre», 16, 2020, pp. 194-210. L’a. inquadra il ruolo di Henri-Jean Martin all’interno degli studi della stampa della musica, di cui delinea così anche una storia. – S.C.

059-107 Grifoni (Giovanna), Il piano Marshall per le biblioteche. Libri americani nell’Università di Firenze dal dopoguerra agli anni Sessanta, in In solis locis turba. Studi offerti a Graziano Ruffini, a cura di M. Guerrini M.E. Vadalà, pp. 149-58.

059-108 Guercio (Maria), La responsabilità per la gestione e la conservazione delle fonti documentarie. Fragilità digitale e impegno etico, in In solis locis turba. Studi offerti a Graziano Ruffini, a cura di M. Guerrini M.E. Vadalà, pp. 159-68. L’a. propone una riflessione sulla digitalizzazione del patrimonio culturale, mettendo in evidenza le difficoltà dei modelli infrastrutturali e organizzativi che sono proposti al giorno d’oggi. – Pietro Putignano

059-109 Guerrini (Mauro) – Franco Neri, La tormentata formulazione delle Regole del British Museum del 1839: da Horne e Baber a Panizzi, ovvero del presente e del futuro di una grande biblioteca nazionale. Una ricognizione, in Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 153-65. Gli a. ripercorrono la genesi delle Rules for the compilation of the catalogue del 1839, anteposte al Catalogue del 1841. Dall’analisi emergono le aspettative dei compilatori e si evince il ruolo che Panizzi voleva appartenesse al catalogo. – Marco Francalanci

059-110 Guerrini (Mauro), La nascita e il primo sviluppo della Biblioteca del Servizio per i beni librari e archivistici della Regione Toscana (1972-1984), in In solis locis turba. Studi offerti a Graziano Ruffini, a cura di M. Guerrini M.E. Vadalà, pp. 169-79.

059-111 Guillo (Laurent), L’importation des livres de musique en Espagne (1530-1604), «Histoire et civilisation du livre», 16, 2020, pp. 251-80. Il contributo studia diversi inventari di librai spagnoli del XVI secolo, concentrandosi sui riferimenti ai libri di musica e proponendo un metodo di calcolo dell’età media delle giacenze. – S.C.

059-112 Hidalgo Nácher (Max), Historia del libro y teoría de la literatura en Argentina y España: un estudio comparado, in Pliegos alzados, edición de F. Larraz – J. Mengual – M. Sopena, pp. 33-50. Si ripercorrono le principali tappe delle discipline della storia del libro e della critica letteraria, in Argentina e in Spagna. – A.T.

059-113 Holtz (Grégoire), «Puisque c’est son art»: Melchior Tavernier graveur de tailles douces contre la corporation des marchands libraires (Paris, 1620), «Histoire et civilisation du livre», 16, 2020, pp. 281-302. L’a. studia e contestualizza un processo parigino del 1620 che ha visto contrapposti l’incisore Melchior II Tavernier e la corporazione dei librai, convinta che la vendita da parte di Tavernier di libri, seppur illustrati, fosse condannabile come concorrenza sleale. – S.C.

059-114 Hurtley (Jacqueline), «Un tupido velo»: elementos paratextuales en publicaciones de José Janés, 1945-1947, in Pliegos alzados, edición de F. Larraz – J. Mengual – M. Sopena, pp. 197-207.

059-115 In solis locis turba. Studi offerti a Graziano Ruffini, a cura di Mauro Guerrini Maria Enrica Vadalà, Macerata, EUM, 2021, pp. 273, ill. b/n, ISBN 978-88-6056-688-1, € 20. Il vol. raccoglie diversi studi offerti a Graziano Ruffini, membro della Società italiana di Scienze Bibliografiche e Biblioteconomiche (SISBB) e iscritto all’Albo dei bibliotecari tenuto dall’AIB. Si schedano i singoli contributi. – Pietro Putignano

059-116 «InPressioni. Colloquia graphica et exlibristica», 22, autunno 2020. Si tratta del periodico dedicato al mondo degli ex-libris. Questo numero raccoglie brevi studi su Lorenzo Alessandri (pp. 4-7), Gerard Gauden (pp. 8-11), Paolo Graziani (pp. 14-9) e Frank Eissner (pp. 20-5), maestri della grafica exlibristica. In chiusura, si dedica qualche pagina alla fortuna – sempre negli ex-libris – della raffigurazione di Leda e il cigno. Ad arricchire il tutto, una bella silografia originale su legno di testa di Stefano Patrone, stampata su carta Fabriano e donata in 500 copie alla rivista. – Ar.L.

059-117 Inserra (Simona) – Marco Palma, Incunaboli a Catania II. Biblioteca Regionale Universitaria, Roma, Viella, 2021 (Incunaboli, 4), pp. 348, ill. b/n, ISBN, 978-88-3313-784-1, € 40. Nella collana “Incunaboli”, che da alcuni anni pubblica cataloghi di fondi di libri a stampa del Quattrocento conservati in biblioteche pubbliche italiane, ecco il secondo vol. dedicato alle catanesi, incentrato sui 114 esemplari della Biblioteca Regionale Universitaria. Come nei precedenti, anche in questo caso si dichiara una voluta rottura con la tradizione incunabolistica, con i singoli pezzi descritti secondo uno stile più consono a un manoscritto che a un libro a stampa. Dopo i saggi introduttivi, che ricostruiscono la storia della biblioteca (una menzione meritava, forse, anche il passaggio in Sicilia di Giovanni Bresciano) e il profilo di alcune provenienze, le schede, ordinate secondo la segnatura di collocazione, concedono largo spazio soprattutto alla rassegna bibliografica sull’edizione e, meno, sull’esemplare, e alla descrizione delle particolarità della singola copia, specie in termini di provenienze e segni e note di lettura. A seguire la serie di fonti archivistiche e manoscritte, la bibliografia e la sitografia di riferimento e gli indici cronologico; degli autori, delle opere e degli incipit; dei nomi di persona e di luogo; degli editori e dei tipografi; dei luoghi di edizione; dei possessori (ma perché non mettere collegi, monasteri e conventi sotto il luogo?); più aggiunte e correzioni (in termini di esemplari) a ISTC e le concordanze tra la stessa bibliografia e le schede del catalogo. Chiudono una ventina di tavole in bianco e nero. – L.R.

059-118 Inserra (Simona), ‘Si in alcuna cosa è defectuosa, cui la legi la corregia et perdunimi’: annotazioni a margine dei cinque esemplari superstiti di un testo di letteratura religiosa siciliana, «Ticontre. Teoria Testo Traduzione», 11, 2019, pp. 63-83. La Scala de virtuti et via de paradiso – un testo di letteratura religiosa del frate francescano Iacopo Mazza – venne impresso nel 1499 a Messina (ISTC im00416800). L’a. ha analizzato le cinque copie superstiti dell’edizione, focalizzando sulle annotazioni vergate a margine dai lettori, ma soprattutto sull’apparato paratestuale. È infatti proprio da lì che Mazza si rivolge direttamente al lettore invitandolo alla tolleranza e alla autocorrezione del testo in caso di errori. Corredano il pezzo 5 ill. col. e i Riferimenti bibliografici. Il testo è consultabile sul sito della rivista. – E.Gat.

059-119 Inserra (Simona), ‘Un foglio e mezzo di composizione e stampa’: la commissione di libri liturgico-devozionali e pubblicazioni effimere nel Settecento, in Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 101-7. Con questo contributo l’a. considera alcune sobrie edizioni a carattere liturgico-devozionale. Queste, commissionate dai monaci del monastero catanese San Nicolò l’Arena, vennero stampate da Simone Trento, tipografo attivo fra gli anni ‘20 e gli anni ‘50 del Settecento. – Marco Francalanci

059-120 Intartaglia (Maria Grazia), La Terra Santa a Firenze. Le matrici del Museo di Casa Martelli, con un contributo di Francesca Fiorelli Malesci, Firenze, Mandragora, 2020, pp. 46, ill. b/n, ISBN 978-88-7461-520-9, € 12. Il bel volumetto illustra 193 matrici in metallo su supporto ligneo della seconda metà dell’Ottocento (realizzate in diverse città europee) che andavano a illustrare la rivista fiorentina «La Terra Santa», ritrovate nel Museo di Casa Martelli, alcune ancora con incarti coevi. Come spiega l’a., peraltro, questo periodico aveva un gemello (poco più vecchio, ma più famoso) francese, «La Terre Sainte», uscito per la prima volta nel 1875 e che ha funzionato da modello (soprattutto grafico) per la versione italiana. – Ar.L.

059-121 Iorio (Maria Chiara), Andare oltre la propria istituzione e avere una visione mondiale: intervista a Barbare B. Tillet, in La trasmissione della conoscenza registrata, pp. 245-56. Il saggio si basa sull’intervista con Barbara B. Tillet, una delle protagoniste degli studi sulla catalogazione negli ultimi anni. – Francesco Ursino

059-122 Kempf (Charlotte), Différences partagées. Buchwissenschaft et Histoire du livre en Allemagne et en France, «Histoire et civilisation du livre», 16, 2020, pp. 99-111. Il contributo traccia le differenze nella direzione della ricerca nelle discipline del libro tedesca e francese, sottolineando anche come opere fondamentali di un Paese, quali, per es., L’apparition du livre di Martin, abbiamo avuto una modesta ricezione nell’altro e viceversa. Al termine, comunque, l’a. parla di progetti di cooperazione coinvolgenti entrambe le nazioni. – S.C.

059-123 Kusukawa (Sachiko), Images in Early Modern Scientific Books, «Histoire et civilisation du livre», 16, 2020, pp. 135-49. Il contributo studia il ruolo delle illustrazioni nelle opere scientifiche stampate tra XVI e XVIII sec., con attenzione a casi quali l’Herbarum vivae eicones di Otto Brunfels (1530), il De historia stirpium di Leonard Fuchs (1542), l’Historia animalium e il De rerum fossilium, lapidum et gemmarum […] figuris di Conrad Gessner (rispettivamente 1551-1558 e 1565), la Fabrica di Andrea Vesalio (1543), il Saggiatore di Galileo (1643), la replica a Galileo di Orazio Grassi del 1626, e altri ancora. – S.C.

059-124 Lambroni (Giovanna), Descrizione e accesso ai beni culturali dai Principi di Parigi a FRBRoo, in La trasmissione della conoscenza registrata, pp. 357-68. Una nuova concezione di catalogo è il risultato di una riflessione teorica, risalente alla Conferenza internazionale sui Principi di Catalogazione di Parigi del 1961. – Francesco Ursino

059-125 Lando (Mariangela), Rapporto tra editoria e letteratura tra Ottocento e Novecento: le lettere di Remo Sandron a Giovanni Pascoli, «Studi goriziani. Rivista della Biblioteca Statale Isontina, Gorizia», 114, 2020/2, pp. 91-104. L’a. presenta il corpus di lettere e telegrammi inviati a Giovanni Pascoli dall’editore Remo Sandron tra il 1898 e il 1912, ora conservato presso l’archivio Giovanni Pascoli nello specchio delle sue carte, diventato dal 2014 portale online. – M.C.

059-126 Larraz (Fernando), El catálogo como fuente primaria de la historia de la edición, in Pliegos alzados, edición de F. Larraz – J. Mengual – M. Sopena, pp. 89-100. Il contributo indaga l’importanza dei cataloghi editoriali come fonti per lo studio della storia dell’editoria. – A.T.

059-127 Lastraioli (Chiara), Studiare il libro per capire la Riforma: le ricerche di Jean-François Gilmont e Ugo Rozzo, «Riforma e movimenti religiosi», 9, giugno 2021, pp. 231-44. Il bel contributo ricorda con efficacia i due eminenti studiosi, amici nella vita e mancati entrambi in tempi vicini. Si tratta di due ritratti tanto carichi di personale affezione quanto di lucide indicazioni culturali e di metodo: chiude il tutto una bibliografia selettiva dei contributi forniti dai due ricercatori. – Ed.B.

059-128 Latham (Martin), The Bookseller’s Tale, [London], Penguin Book, 2020, pp. 348, ill. b/n, ISBN 978-0-241-40881-0, £ 16.99. Martin Latham, libraio inglese di lungo corso, guida il lettore dentro la quotidianità del suo lavoro, grazie a una gustosa serie di aneddoti e ricordi personali della sua trentennale esperienza. Un viaggio nel mondo del libro condotto da chi di libri vive. – F.F.

059-129

059-130 Levy (Alissar), Une production hors normes à Paris au debut du xvie siècle: le livres mathématiques (1480-1550), «Histoire et civilisation du livre», 16, 2020, pp. 165-78. Il contributo studia la produzione di libri di matematica a stampa a Parigi tra XV e XVI, indagandone anche il mercato e il pubblico di riferimento. – S.C.

059-131 Libreria Antiquaria Mediolanum, Libri antichi e rari, Catalogo 48, Milano, 2021. Ben 154 offerte che vanno dal 1477 (Statuti di Venezia e Dante di Vindelino) al 1970 (copia della tiratura speciale ad personam della traduzione de Il signore degli anelli). Come sempre le impeccabili schede accompagnate dalle ottime fotografie e dagli indici fanno di questi cataloghi Mediolanum dei veri contributi agli studi bibliografici di settore. – Ed.B.

059-132 Libreria Antiquaria Mediolanum, Scelta di stampe e acquarelli, Catalogo 5, Milano, 2021. Ottima selezione di un centinaio di pezzi, soprattutto mappe e vedute (anche un globo). – Ed.B.

059-133 Llanas (Manuel), Fuentes de la historia de la edición: heterogéneas, multiformes y de credibilidad variable, in Pliegos alzados, edición de F. Larraz – J. Mengual – M. Sopena, pp. 101-18. Utile rassegna di fonti per lo studio della storia dell’editoria nel contesto iberoamericano. – A.T.

059-134 Llewellyn (Laura), Botticini’s Saint Monica Altarpiece and the Augustinian Network of Florence’s Oltrarno, in Convent Networks in Early Modern Italy, edited by M. Dunn – S. Weddle, pp. 115-51. Basandosi su nuove fonti e reinterpretando i documenti già noti, l’a. esamina la vicenda legata al dipinto di Santa Monica, conservato presso la chiesa agostiniana di S. Spirito a Firenze. – A.T.

059-135 Macchi (Federico), Legatore Roger Payne: vanitoso o entusiasta?, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXVII/54, 2020, pp. 91-6. Si presentano l’attività e i prodotti di Roger Payne (1739-1797), «il più influente e più completo legatore del secondo Settecento inglese» (p. 91). – L.R.

059-136 Macchi (Federico), Legature assassine, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXVII/54, 2020, pp. 111-6. Si presenta il curioso caso di quattro legature tedesche del Cinque e del Seicento (conservate presso l’Università della Danimarca meridionale e la Smithsonian Library di Washington) «parzialmente dipinte con della vernice verde contenente dell’arsenico» (p. 111). – L.R.

059-137 Mallarmé, la tipografia e l’estetica del libro, a cura di Giuseppe Cantele, traduzione di Marco Cavalli, [Monticello Conte Otto], Ronzani, 2021 (Documenta, 3), pp. 176, ISBN 978-88-87007, € 16. Il Libro, «unico tra gli accessori umani, sappilo, esso nasce compiuto: fatto, esistente. Il senso sepolto si muove e si dispone in coro, tra i fogli» (p. 15). Così è il Libro (con la L maiuscola, perché materializzazione di un’opera totale) secondo Stephane Mallarmé, di cui la Ronzani raccoglie e pubblica, per la prima volta in Italia, suggestive divagazioni tipografiche, accompagnandole con tre saggi che raccontano il rapporto del poeta con la pagina stampata (Gérard Blanchard, Mallarmé e la tipografia, pp. 39-71; Barvara Bohac, Mallarmé e l’estetica del libro, pp. 73-102; Fabrizio M. Rossi, Mallarmé: scrittura e forma del testo, pp. 103-38). Completano il bel volumetto una bibliografia (relativa ai saggi) e una appendice documentaria e fotografica. – Ar.L.

059-138 Mansi (Maria Gabriella), Le magnifique tournoy de Naples. Il torneo del 1612 nella Napoli del settimo conte di Lemos, in Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 63-9. L’a. considera l’importanza politica che ebbero le edizioni di descrizione delle feste e delle cerimonie organizzate dal settimo conte di Lemos, viceré di Napoli dal 1610 al 1616. – Marco Francalanci

059-139 Manzo (Pio), Periodo costituzionale transitorio: testimonianze bibliografiche nella raccolta di Giovanni Cuomo, in Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 243-50. Il contributo descrive la figura del salernitano Giovanni Cuomo (1874-1948). L’a. ripercorre le principali fasi della vita di Cuomo, dalle prime esperienze politiche all’elezione all’Assemblea Costituente. In conclusione viene proposto un breve elenco di testi posseduti da Cuomo relativi all’Assemblea. – Marco Francalanci

059-140 Manzoni (Laura), La biblioteca antica dell’Osservatorio Ximeniano: da Leonardo Ximenes ai giorni nostri, in La trasmissione della conoscenza registrata, pp. 257-66. Il saggio ambisce a rintracciare brevemente i passi della fondazione dell’Osservatorio Ximenes, una delle più antiche istituzioni scientifiche di Firenze, fondata dal gesuita Leonardo Ximenes nel 1756. – Francesco Ursino

059-141 Martín Rodríguez (Manuel M.), El estudio de la edición en contextos multilingües y marginalizados. El caso de la literatura chicana, in Pliegos alzados, edición de F. Larraz – J. Mengual – M. Sopena, pp. 133-47. L’a. traccia un quadro metodologico per lo studio della storia delle edizioni della letteratura chicana, scritta da messicani americani. – A.T.

059-142 Martínez Manzano (Teresa), Towards the Reconstruction of a Little-Known Renaissance Library: The Greek Incunabula and Printed Editions of Diego Hurtado de Mendoza, in Greeks, Books and Libraries, edited by R. M. Piccione, pp. 163-76. Tentativo di ricostruzione della raccolta di incunaboli e cinquecentine in lingua greca di Diego Hurtado de Mendoza (1503-1575), ambasciatore di Carlo V a Venezia dal 1539 al 1546: più di 90 gli esemplari individuati fra l’Escorial e Madrid grazie a note di provenienza, ex libris o tipiche legature veneziane. – E.Gam.

059-143 Martínez Rus (Ana), La política del libro: entre la historia de la edición y la historia de la lectura, in Pliegos alzados, edición de F. Larraz – J. Mengual – M. Sopena, pp. 211-22. L’a. esamina il ruolo delle varie iniziative di promozione editoriale o di promozione culturale attivate a livello statale nel contesto della storia dell’editoria. – A.T.

059-144 Martini (Davide), Missalia Lucensia. Per la conoscenza di due messali cinquecenteschi conservati a Lucca, in «Un discepolo innamorato». Studi offerti a don Marcello Brunini direttore dell’Archivio Storico Diocesano di Lucca, a cura di Valentina Cappellini – Tommaso Maria Rossi – Gaia Elisabetta Unfer Verre, Lucca, Pacini Fazzi, 2021, pp. 143-72. Vengono recuperati e descritti due rarissimi esemplari riccamente illustrati di altrettante edizioni realizzate a Savona (1522) e a Lucca (1563), la prima in copia unica all’Archivio di Stato e l’altra in Biblioteca Statale di Lucca (unica integra: una seconda mutila è nello stesso istituto). In epoca moderna furono usati sul territorio lucchese da confraternite e chiese diocesane. – Ed.B.

059-145 Mazzon (Ottavia), Knocking on Heaven’s Door. The Loan Registers of the Libreria di San Marco, in Greeks, Books and Libraries, edited by R. M. Piccione, pp. 259-83. La nuova e aggiornata lettura critica (con puntuale descrizione codicologica) dei registri di prestito della Libreria di S. Marco relativi agli anni 1545-1558 traccia l’identikit dei primi utenti e i loro interessi, confermando il ruolo chiave della raccolta bessarionea nella produzione e circolazione dei testi greci. – E.Gam.

059-146 Mellot (Jean-Dominique), Introduction, «Histoire et civilisation du livre», 16, 2020, pp. 9-35. Si introducono i temi di questo numero monografico della rivista, intitolato Où va l’histoire du livre? Bilans et chantiers dans le sillage d’Henri-Jean Martin (1924-2007), curato dall’a. dell’introduzione insieme a Christine Bénévent ed Emmanuelle Chapron. È schedato sotto i singoli contributi. – S.C.

059-147 Melo (Daniel), Historia de la edición y de las bibliotecas en el marco transatlántico, in Pliegos alzados, edición de F. Larraz – J. Mengual – M. Sopena, pp. 287-302. L’a. analizza il ruolo delle organizzazioni operanti nei settori dell’editoria e delle biblioteche in alcuni paesi dell’area iberoamericana, dalla fine della Seconda guerra mondiale fino all’inizio del XXI secolo. – A.T.

059-148 Menato (Marco), Per un catalogo dei volumi legati da Luigi Degli Esposti e dagli eredi. La Collezione Calò, «Studi goriziani. Rivista della Biblioteca Statale Isontina, Gorizia», 114, 2020/2, pp. 21-44. L’a. presenta un primo catalogo parziale di legature prodotte da Luigi Degli Esposti e dai suoi eredi, operanti a Bologna dal 1899 fino al 1984. – M.C.

059-149 Mendonça (José Tolentino), Ma sono i libri ad aver fatto l’Europa, «Vita e Pensiero», 6, 2020, pp. 120-3. Il ruolo del libro in quanto rappresentante principale della civiltà è stato da anni sostituito dallo schermo. Il libro ha creato – e crea tuttora – cultura, scienza, spiritualità e pensiero, ha posto le basi per la formazione dell’Europa, è la mappa per decifrare da dove veniamo e puntare i telescopi al futuro. – Pietro Putignano

059-150 Mengual (Josep), Historia de la edición e historia de la publicación: delimitando el terreno de juego, in Pliegos alzados, edición de F. Larraz – J. Mengual – M. Sopena, pp. 51-61. Riflettendo sui concetti di edizione di un testo e di pubblicazione di un testo, l’a. sottolinea come la storia del libro non debba occuparsi di quelle forme di pubblicazioni testuali quali pagine web, blog, e-book o audiolibri. – A.T.

059-151 Milana (Luca), Tsarskij Tituliarnik. Il Grande Libro dello Stato Russo, 1672. Ritratti dei patriarchi, principi e degli zar russi, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXVII/54, 2020, pp. 61-72. Il Grande libro dello Stato russo (Tsarskij Tituliarnik) del 1672 è un manoscritto prodotto in tre copie di cui una collocata presso l’Archivio di Stato di Mosca, la seconda all’Ermitage e la terza alla Biblioteca Nazionale russa di San Pietroburgo. Vero monumento dell’arte russa, il codice contiene una succinta storia della Russia dalle origini mitiche, fino allo Zar Alekseij Mikhailovic Romanov. Viene qui brevemente descritto con abbondanza di illustrazioni. – L.R.

059-152 Moi (Alessandra), Da universale a globale. Il controllo bibliografico nel web semantico, in La trasmissione della conoscenza registrata, pp. 369-78. Il saggio tratta dei vari significati che il concetto di UBC ha assunto nel tempo. – Francesco Ursino

059-153 Montalto (Riccardo), Anonymous Collaborators of Nikolaos Choniates’ atelier in Manuscripts from Achilles Statius’ Library, in Greeks, Books and Libraries, edited by R. M. Piccione, pp. 83-113. Studio paleografico e codicologico sulla produzione dello scriptorium veneziano di Nicola Coniate, con nuove attribuzioni fra i manoscritti di Achille Stazio alla Biblioteca Vallicelliana. Si evidenziano le pratiche di distribuzione del lavoro all’interno dell’atelier. – E.Gam.

059-154 Montecchi (Giorgio), Le biblioteche storiche sulla soglia del XXI secolo. Considerazioni storiche, bibliografiche e istituzionali, in Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 273-9. Il contributo riflette sul ruolo delle biblioteche, sulle loro funzioni di conservazione del patrimonio documentario e sulla pubblica utilità di questi enti. L’a. considera poi le funzioni che questi istituti hanno svolto nel corso dei secoli e le sfide che la modernità ha posto. – Marco Francalanci

059-155 Montford (Kimberlyn), Musical Networks and the Early Modern Italian Convent, in Convent Networks in Early Modern Italy, edited by M. Dunn – S. Weddle, pp. 231-59. L’a. esamina come le monache sfruttassero la forza della musica sacra per estendere la loro presenza e la loro influenza anche al di fuori dei monasteri. – A.T.

059-156 Moore (Kathryn Blair), Braidense Ms. Castiglioni 5: An additional early illustrated copy of Niccolò da Poggibonsi’s Libro d’oltramare, «Peregrinations. Journal of Medieval Art and Architecture», 7/3, 2021, pp. 116-41. Il saggio prende in esame il codice Castiglioni 5 della Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, testimone rilevante nella tradizione testuale del Libro d’Oltramare di Niccolò da Poggibonsi. Di questo ms. l’a. discute la natura codicologica, la qualità della lezione e il notevolissimo corredo illustrativo che accompagna il testo. – M.G.

059-157 Morandini (Mino), Ovidio, storie di metamorfosi: Pietro Boitani rilegge un testo che da più di duemila anni «volĭtat per ora cuncta virōrum» e inaugura La voce degli antichi, la nuova collana del Mulino, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXVII/54, 2020, pp. 3-10. Ampia recensione/commento al vol. di Pietro Boitani sulle Metamorfosi ovidiane, che inaugura la nuova collana “La voce degli antichi” del Mulino. – L.R.

059-158 Mosqueda (Ana), De la historia de la edición a la historia social de la cultura escrita: las cartas editoriales como fuente primaria, in Pliegos alzados, edición de F. Larraz – J. Mengual – M. Sopena, pp. 73-87. L’a. indaga la fondamentale importanza della corrispondenza editoriale per lo studio della storia dell’editoria. – A.T.

059-159 Mouren (Raphaële), De la bibliographie à l’histoire du livre, la réception des travaux d’Henri-Jean Martin en Grande-Bretagne, «Histoire et civilisation du livre», 16, 2020, pp. 87-97. L’a. studia la ricezione del magistero e delle opere di Henri-Jean Martin all’interno della scuola bibliografica anglosassone. – S.C.

059-160 Nativitatis Elegiae. Il Santo Natale dal XVI al XX secolo, a cura di Vincenza Musardo Talò, Manduria, Barbieri, 2020, pp. 214, ill., ISBN 978-88-6187-074-1, € 30. Uno splendido vol. illustrato, catalogo della mostra organizzata a Roma nel 2020, ricco di innumerevoli riproduzioni di immaginette e santini dedicati al Natale cristiano (dal Presepio, al Bambin Gesù, dai Magi alla Fuga in Egitto) su un arco cronologico che abbraccia la modernità e arriva alle soglie del contemporaneo. Il tutto organizzato secondo una decina di saggi di argomento iconografico (Liliana De Venuto il sonno di Gesù, Vittorio Pranzini il Sacro Cuore, Giuseppina Licordari i Pastori, Stefania Colafranceschi i Magi, Attilio Gardini la Stella, Carluccio Frison Fuga in Egitto, Vincenza Musardo Talò simulacri di Bambinelli, Laura Borello immagini floreali). Chiude il vol. un contributo dedicato a Santa Maria in Portico di Roma che liberò la città dalla peste del 1656. – Ed.B.

059-161 Nepori (Francesca), Le relazioni e avvisi a stampa delle feste e rappresentazioni sceniche alla corte dei Savoia tra Cinque e Settecento, in Scaffali come segmenti di storia, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 55-61. Con questo saggio l’a. riflette sui caratteri e sull’importanza che ebbero gli avvisi e le relazioni a stampa in area sabauda fra XVI e XVIII secolo. Questi materiali, spesso miseri e sobri, offrono spunti interessanti per considerazioni di storia sociale e di storia della stampa. – Marco Francalanci

059-162 Nova (Giuseppe), Gli Etruschi a Brescia (indizi, dubbi e conferme), «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXVII/54, 2020, pp. 11-4. Si ripercorre il dibattito storiografico (dal Cinquecento a oggi) sulla presenza degli Etruschi a Brescia tra VI e V secolo a.C. – L.R.

059-163 Nova (Giuseppe), Il Gruppo dei bresciani protagonisti dell’introduzione della stampa a Padova, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXVII/54, 2020, pp. 15-9. Alla luce di nuovi documenti dell’Archivio di Stato di Padova, riemergono pressoché ignote figure di studenti bresciani (Giacomo Bordigazzi e Giacomo Vitali di Orzinuovi, Tommaso Capitani di Asola, Giovanni dei Frescati e Girolamo da Brescia, Bartolino e Maffeo da Chiari), che negli anni Settanta del Quattrocento ebbero rapporti di collaborazione e committenza con i tipografi padovani. – L.R.

059-164 Nuovo (Angela) – Laura Pani, Commerciare libri in tempo di peste (1522), in In solis locis turba. Studi offerti a Graziano Ruffini, a cura di M. Guerrini M.E. Vadalà, pp. 191-201. Le lettere del libraio ed editore Giovanni Bartolomeo Gabiano sono una preziosa fonte che dimostra come produzione e commercio librario proseguissero nel pieno di una situazione pandemica. – Pietro Putignano

059-165 Oechslin (Werner), Das Wahre ist das Ganze! …und die Bibliothek als «das durch seine Entwicklung sich vollendende Wesen», in Scaffali come segmenti di storia, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 17-26. L’a., a partire da un passo di Hegel e da una massima di Goethe, riflette sulla complessità delle biblioteche e sui ruoli del bibliotecario. – Marco Francalanci

059-166 Olivadese (Elisabetta), L’ «Orazione in lode della serenissima casa de’ Medici» di Torquato Tasso. Studio di un caso filologico, «Studi tassiani», 67 (2019), pp. 75-90. Si percorre l’iter del testo di una lettera-orazione ai Medici, scritto da Tasso all’indomani della scarcerazione da Sant’Anna, il cui autografo è conservato alla Biblioteca Estense e Universitaria di Modena. Il testo della lettera-orazione venne pubblicato nel 1666 da Marcantonio Foppa tra le Opere non più stampate del Signor Torquato Tasso, ma questa edizione contiene il corpo centrale dell’opera, senza il brano introduttivo e quello conclusivo, i quali vennero accorpati da Muratori ed editi separati dal resto dell’opera nel 1742. Lo stesso accade nelle raccolte delle opere di Tasso pubblicate nell’Ottocento prima da Giovanni Rosini, quindi da Cesare Guasti. Dato che nelle varie edizioni il testo appare molto rielaborato rispetto all’autografo, si propongono alcune osservazioni sulle origini di queste varianti. – L.Ma.

059-167 Panchieri (Roberto), Un portale in corso Magenta a Brescia nel contesto dell’architettura rinascimentale bresciana di inizio XVI secolo, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXVII/54, 2020, pp. 21-35. Si contestualizza il bel portale di corso Magenta, 18 a Brescia, oggi cornice di una vetrina, nel complesso di altre tracce importanti della architettura bresciana del Cinquecento. – L.R.

059-168 Pantin (Isabelle), L’espace visuel du livre: bilan et perspectives, «Histoire et civilisation du livre», 16, 2020, pp. 115-33. Il contributo traccia una storia e in generale lo stato degli studi dell’esteriorità del libro, della sua mise en texte e mise en page, concentrandosi anche sugli sviluppi odierni in questo ambito delle discipline bibliografiche. – S.C.

059-169 Paoli (Marco), Digitalizzazione e ricerca umanistica. Il versante dello studioso, «DigItalia», 1, 2020, pp. 13-25. L’articolo affronta lo sviluppo delle Digital Humanities, focalizzandosi sui risultati delle campagne di digitalizzazione che hanno interessato le biblioteche negli ultimi decenni, al fine di verificarne il rapporto con la ricerca umanistica. Il punto di vista adottato è strettamente quello dello studioso e del fruitore dei repertori online e delle risorse digitali. L’a. non si limita a una mera riflessione, ma attinge dalla sua personale esperienza di studioso di storia della miniatura. Colpisce il gran numero di siti e progetti citati, sempre arricchiti da un breve commento delle principali caratteristiche e funzioni. Interessante anche la riflessione, appena accennata, sulla differenza tra progetti centrati sulla testualità digitale e progetti focalizzati sulla fruizione di un’immagine digitale di risorse fisiche, nei quali l’immagine è di per sé l’oggetto dell’osservazione e dello studio. – Em.B.

059-170 Paoli (Marco), I Congressi degli scienziati italiani e il dibattito sul commercio librario (1841-1862), in Scaffali come segmenti di storia, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 167-74. Il contributo analizza le proposte avanzate per agevolare il commercio librario nel contesto dei congressi degli scienziati italiani di metà Ottocento. Speciale attenzione è prestata alle iniziative di Gian Pietro Vieusseux. – Marco Francalanci

059-171 Papadaki (Irene), Manolis Glyzounis, Greek Publisher and Copyist in Venice in the Second Half of the Sixteenth Century, in Greeks, Books and Libraries, edited by R. M. Piccione, pp. 115-46. Sulla complessa vicenda esistenziale del chiota Manuele Glyzunis (ca. 1540-1596), letterato e copista (i 55 manoscritti da lui vergati sono elencati alle pp. 136-46), mercante di libri ed editore, ma anche diplomatico impegnato in missioni segrete per il Vaticano e la Spagna. – E.Gam.

059-172 Parlavecchia (Rosa), I libri e la biblioteca del Collegio della Compagnia di Gesù a Salerno, in Scaffali come segmenti di storia, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 175-81. Il contributo riflette attorno alla storia del Collegio della Compagnia di Gesù, fondato a Salerno nel 1590. L’a. considera inoltre le sorti del suo patrimonio librario, confluito a metà Ottocento nei fondi della biblioteca provinciale. – Marco Francalanci

059-173 Pellegrini (Paolo), Dante Alighieri. Una vita, Torino, Einaudi, 2021 (Piccola Biblioteca Einaudi. Nuova serie, 747. Saggistica letteraria e linguistica), pp. 252, ill. b/n, ISBN 978-88-06-24721-8, € 22. Il vol. propone una biografia aggiornata di Dante Alighieri, frutto delle ricerche dell’a. ma anche di una sua raccolta critica e ragionata dei risultati e dei lavori precedenti sull’argomento. Dopo la premessa, che introduce alla storia degli studi della biografia di Dante e contestualizza questa pubblicazione, e i ringraziamenti (pp. XI-XXI), il vol. è organizzato come segue: I. Firenze tra XII e XIII secolo (pp. 3-14); II. Dante a Firenze (1265-1302) (pp. 15-60); III. L’impegno politico (pp. 61-71); IV. Il primo esilio (pp. 73-117); V. In Toscana (pp. 119-39); VI. Enrico VII (pp. 141-60); VII. Ritorno a Verona (pp. 161-200); VIII. A Ravenna: l’ultimo rifugio (pp. 201-15). Oltre alle novità del testo in sé, la ricchezza delle letture dell’a. fornisce una bibliografia sicuramente utile a chi volesse approfondire la materia dantesca, suddivisa in Edizioni delle opere di Dante Alighieri (pp. 217-9) e Bibliografia (pp. 219-40). Chiudono il vol. gli indici dei nomi, dei luoghi e dei passi danteschi citati (pp. 241-52). Si segnala anche la presenza di due cartine e alcune illustrazioni, elencate in un apposito indice a p. IX. – S.C.

059-174 Perini (Silvia), Un inedito punzone della bottega orafa bresciana “All’insegna del Cervo”, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXVII/54, 2020, pp. 83-8. Da Varsavia emerge una coppia di saliere di fattura bresciana, che consentono di aggiungere qualche notizia sulla bottega “All’insegna del Cervo”. – L.R.

059-175 Peste (La) e la stampa. Venezia nel XVI e XVII secolo, a cura di Sabrina Minuzzi, Venezia, Marsilio, 2020 (Albrizziana. Documenti per la storia dell’editoria a Venezia), pp. 124, 12 ill. b/n, ISBN 978-88-317-4458-4, € 12. Nell’annus horribilis che ci siamo lasciati alle spalle (ma la partita non pare chiusa, purtroppo...), spesso è capitato di correre con il pensiero alle passate pandemie – gli esempi, anche cronologicamente molto lontani, di sicuro non mancano. Ed è proprio ciò che questo delizioso vol. ha fatto, offrendo un’antologia di testi a stampa oggi rarissimi (si tratta di esemplari unici) apparsi soprattutto in territorio veneto tra Cinque e Seicento in occasione delle varie ondate epidemiche, e ascrivibili alle forme più effimere di tipografia (bandi e fogli volanti): quelle, cioè, con maggior potenzialità di penetrazione e quindi di ricaduta sociale. Tre in buona sostanza gli obiettivi del lavoro: dimostrare che la peste fu anche un agente propulsore della stampa; che la stampa, a sua volta, favorì il contenimento dell’epidemia; esplorare le ripercussioni pandemiche sulle vite delle persone per meglio riflettere sul nostro presente (e sentirci meno smarriti). Il vol. è articolato in quattro sezioni, ben introdotte dalla curatrice (pp. 9-15). La prima – Provvedimenti in tempo di peste – presenta alcuni decreti sanitari ufficiali della Repubblica (tra cui, in conseguenza di uno di essi, anche una missiva a Francesco Gonzaga di Aldo Manuzio, arrestato per un increscioso equivoco sulla via del ritorno a Venezia dalla Lombardia, territorio temporaneamente bandito dalla Serenissima; pp. 26-7) molto illuminanti ed efficaci, quanto a modi e criteri di disinfezioni, cordoni e passaporti sanitari. La seconda – Scorci di vita quotidiana in prosa e in versi – è dedicata all’uso della stampa come testimone dell’emergenza sanitaria, ed è complementare alla precedente in quanto presenta i provvedimenti sanitari dal punto di vista di chi li visse sulla propria pelle (molto illuminante, oltre al lamento delle cortigiane rimaste senza lavoro, il foglio volante che riproduce a stampa i messaggi scritti dai proprietari sulle porte sbarrate delle proprie botteghe e che, tra un insulto e l’altro rivolto ai provvedimenti restrittivi, lascia spazio anche all’ironia; pp. 92-8; 87-9). La terza sezione riguarda ancora la quotidianità, poiché offre Ricette per il corpo e per la mente, di solito impresse su foglietti volanti di piccolo formato, spesso anonimi e sempre in volgare, che hanno quasi più valore documentario. Chiude il vol. Epiloghi in versi. Riciclaggi di emergenza, sezione che offre una piccola antologia di versi composti – o adattati, pardon riciclati, da componimenti preesistenti, addirittura petrarcheschi! – durante la pandemia del 1577. Oppure, ed è il caso di una canzone di Giorgio Colonna, creati non appena la città si liberò dalla peste. Grazie, insomma, alla ricchezza delle fonti – scelte, interrogate e interpretate con metodo e rigore – il vol. riesce certamente a centrare i propri obiettivi, strappando anche più di un sorriso al lettore. Che di questi tempi, ora come allora, non è poca cosa. – E.Gat.

059-176 Petrella (Giancarlo), ‘Observare debeant decretum in materia imprimendorum librorum’. Un’edizione sconosciuta della Vita di s. Massimo e un episodio di micro-editoria nella Venezia del Cinquecento, in Scaffali come segmenti di storia, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 39-47. L’a., poggiando l’analisi su documenti inquisitoriali, descrive le vicende che nel 1588 condussero all’edizione di una Vita di s. Massimo. L’opera, impressa per iniziativa di Camillo Zanelli, venne pubblicata senza l’autorizzazione dell’inquisizione. – Marco Francalanci

059-177 Petrella (Giancarlo), “Vedo profilarsi un contrasto con De Marinis”. Tammaro de Marinis, Anita Mondolfo e la liquidazione della biblioteca Landau-Finaly, in In solis locis turba. Studi offerti a Graziano Ruffini, a cura di M. Guerrini M.E. Vadalà, pp. 203-13. Per quattro anni i rapporti fra Tammaro de Marinis e Anita Mondolfo furono piuttosto burrascosi a causa della liquidazione della collezione allestita da Horace Landau. Nel contributo sono riportati alcuni carteggi che testimoniano l’avanzamento di questo conflitto tra le due parti. – Pietro Putignano

059-178 Petrella (Giancarlo), Nuovi accertamenti per la tipografia ferrarese del primo Cinquecento. Lorenzo Rossi e una miscellanea Trivulziana di stampe popolari, «Ticontre. Teoria Testo Traduzione», 11, 2019, pp. 109-40. Grazie a nuovi accertamenti bibliologici l’a. ha ricondotto a Lorenzo Rossi – tipografo e cartolario piemontese attivo a Ferrara tra Quattro e Cinquecento – una ventina di edizioni sine notis (alcune sconosciute ai principali repertori bibliografici), tràdite da una miscellanea della Biblioteca Trivulziana di Milano, permettendo di meglio delinearne l’attività dei primi anni del Cinquecento, sinora ritenuta saltuaria. Corredano il pezzo 18 ill. b/n, le schede bibliografico-descrittive delle edizioni e i Riferimenti bibliografici. Il testo è consultabile sul sito della rivista. – E.Gat.

059-179 Petrucciani (Alberto), Dai censimenti bibliografici alla storia della cultura e della società: riflessioni sul ruolo delle biblioteche tra ricerca e comunità, in In solis locis turba. Studi offerti a Graziano Ruffini, a cura di M. Guerrini e M.E. Vadalà, pp. 257-70. La storia delle biblioteche è fortemente influenzata da quella del libro, ma l’a. invita a riporre l’attenzione in altre fonti, come registri di lettura e di prestito. Per una ricostruzione più fedele della suddetta storia occorrerebbe procedere con una ricognizione integrale, topografica e sistematica di tutte le collezioni, mirando a un catalogo integrato di tutti i materiali. – Pietro Putignano

059-180 Petrucciani (Alberto), Una fonte per la storia degli studi filologici, bibliologici e storici tra Otto e Novecento: i registri della Biblioteca nazionale di Napoli, in Scaffali come segmenti di storia, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 201-6. Il contributo riflette sull’importanza che i registri di consultazione delle biblioteche rivestono per lo studio della loro utenza e per mettere in luce gli interessi degli studiosi in un determinato frangente. – Marco Francalanci

059-181 Piccione (Rosa Maria), Greek Books in Renaissance Venice: Methodological Approaches and Research Perspectives, in Greeks, Books and Libraries, edited by R. M. Piccione, pp. 1-12. Grazie agli émigrés greci nel ‘500 a Venezia si diffusero la stampa e la produzione di manoscritti in lingua ellenica: alcuni, come Gabriel Seviros e Massimo Margunio, commissionavano codici, altri si adattarono alla realtà locale, diventando scribi, editori, tipografi, mercanti di libri. – E.Gam.

059-182 Piccione (Rosa Maria), The Greek Library of Guillaume Pellicier: The Role of the Scribe Ioannes Katelos, in Greeks, Books and Libraries, edited by R. M. Piccione, pp. 177-95. Sull’attività, la produzione e il ruolo dello scriba greco Giovanni Catelo da Nauplia, qui ascritto alla cerchia di Bartomoleo Zanetti, in relazione alla committenza dell’ambasciatore francese a Venezia Guillaume Pellicier (ca. 1490-1567). – E.Gam.

059-183 Pliegos alzados. La historia de la edición, a debate, edición de Fernand0 Larraz – Josep Mengual – Mireia Sopena, Gijón, Ediciones Trea, 2020, pp. 302, ill. b/n, ISBN 978-84-17767-32-7, € 25. Il vol. – attraverso molti contributi – si propone di offrire una guida metodologica per lo studio della storia dell’editoria nel contesto iberoamericano. Si spogliano i singoli contributi. – A.T.

059-184 Ravasi (Gianfranco) – Romano Montroni – Mariapia Veladiano – Lorenzo Fazzini – Giuliano Vigini, Analfabetismo religioso: è dramma in libreria, «Vita e Pensiero», 6, 2020, pp. 79-92. Nella lettera apostolica Scripturae sacrae affectus, dedicata al XVI centenario della morte di san Girolamo (3 settembre 2020), papa Francesco denuncia la scarsa importanza attribuita al libro religioso nel panorama culturale. Accanto alla costante proposta di testi devozionali, morali, spirituali ed encomiastici, sembra che manchino scritti religiosi di qualità. Uno dei motivi dello scarso successo del libro religioso potrebbe essere la mancanza di una moderna e accattivante promozione degli editori presso i librai. L’editoria religiosa appare di fatto stanca, rivolta esclusivamente al mercato interno, incapace di navigare le leggi del mercato. Urgerebbe un rinnovamento delle grafiche, un ripensamento delle collane, una prospettiva rivolta alla qualità piuttosto che alla quantità. Bisognerebbe sdoganare il libro religioso quale accessorio della fede e ampliare gli orizzonti e i canali di comunicazione trasmettendo messaggi attraverso spettacoli, mostre, conferenze, format televisivi, serie tv e webinar. Partendo dal presupposto che la cultura non consente solo accesso al sapere ma anche presa di coscienza, formazione di giudizio e crescita nella ricerca della verità e del bene, un ruolo essenziale nella promozione del libro religioso dovrebbe essere affidato alle biblioteche parrocchiali che, attraverso dibattiti, presentazioni e altre variegate attività, garantirebbero spazi di ascolto e confronto alla comunità. – Pietro Putignano

059-185 Recalcati (Massimo), A libro aperto. Una vita è i suoi libri, Milano, Feltrinelli, 2018, pp. 185, ill., ISBN 978-88-07-89336-0, € 9,50. L’a. propone una teoria della lettura, filtrata attraverso il concetto lacaniano di “lalingua”: leggere è esporsi al libro ed “esserne letti”. Avanza e argomenta inoltre una triplice definizione di libro. Nella seconda parte, autobiografica, applica la sua teoria alle opere che più lo hanno segnato, tra cui i Vangeli, Il sergente nella neve, l’Odissea, L’interpretazione dei sogni e gli Scritti di Lacan. – Martina Molino

059-186 Rideau-Kikuchi (Catherine), Henri-Jean Martin, l’histoire du livre et les archives, «Histoire et civilisation du livre», 16, 2020, pp. 39-50. Il contributo analizza l’importanza, per la storia del libro, dello studio dei documenti degli archivi ed evidenzia il ruolo di Henri-Jean Martin in tale ambito. – S.C.

059-187 Riffaud (Alain), Quelle confiance accorder aux privilèges imprimés dans les livres parisiens du xviie siècle?, «Histoire et civilisation du livre», 16, 2020, pp. 303-24. Il contributo analizza l’autenticità dei privilegi di stampa contenuti in alcune edizioni francesi del XVIII sec. tramite il confronto coi registri ufficiali. – S.C.

059-188 Rivali (Luca), Una lettera inedita di Konrad Haebler a Benedetto Croce, in Scaffali come segmenti di storia, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 207-12. L’a. trascrive e commenta una lettera del 1898 inviata da Kondar Haebler a Benedetto Croce. Come il contributo mette in luce, i due intellettuali, diversi per interessi e per approccio metodologico, erano legati dal comune interesse per la storia e la letteratura spagnola. – Marco Francalanci

059-189 Riviste per la cultura, Roma, CRIC (Coordinamento delle Riviste Italiane di Cultura), 2021, pp. 58, ill. col., manca ISBN, s.i.p. Fondato nel 2003 il CRIC ha tra i suoi scopi principali quello di promuovere la diffusione e la lettura delle riviste culturali, tra le altre cose attraverso la partecipazione a fiere editoriali nazionali, a manifestazioni e festival culturali. Il catalogo, scaricabile dal sito del CRIC, riporta le notizie relative alle 282 riviste associate, 81 associate singolarmente e 201 associate alle 6 case editrici affiliate al CRIC (Casalini Libri, Edizioni di Storia e Letteratura, Fabrizio Serra Editore, Casa Editrice Olschki, Pacini Editore e Pagine). Ogni rivista contenuta nel catalogo è presentata attraverso la riproduzione della sua immagine di copertina accompagnata dalle seguenti informazioni: direttore, periodicità, tipologia di abbonamento, sito web e contatti social. A ciò si aggiunge una breve descrizione della rivista con indicazione di storia, obiettivi e tematiche affrontate. Tutte le riviste aderenti hanno una pagina loro dedicata sul sito del CRIC, costantemente aggiornato, e sono disponibili in formato digitale tramite la piattaforma Torrossa. – Martina Mineri

059-190 Roig Sanz (Diana) – Sílvia Coll-Vinent, Las editoriales como agentes: redes y mediadores en el campo literario catalán, in Pliegos alzados, edición de F. Larraz – J. Mengual – M. Sopena, pp. 253-73. Il contributo, analizzando alcuni esempi di progetti editoriali di traduzioni, riflette sull’importanza delle reti interculturali e internazionali che vedono coinvolte figure come traduttori o editori, che diventano così veri e propri mediatori culturali. – A.T.

059-191 Rojas Claros (Francisco), Disidencia editorial y dirigismo cultural. Reflexión teórica y propuesta metodológica (1962-1979), in Pliegos alzados, edición de F. Larraz – J. Mengual – M. Sopena, pp. 223-36. Il contributo indaga, da un lato, il ruolo delle pubblicazioni dissidenti e, dall’altro, quello delle pubblicazioni dettate dalla politica franchista. – A.T.

059-192 Rueda Ramírez (Pedro) – Mònica Baró, La publicidad del libro: marco metodológico y teórico en el ámbito de la historia de la edición, in Pliegos alzados, edición de F. Larraz – J. Mengual – M. Sopena, pp. 177-95. Il contributo indaga le diverse tipologie pubblicitarie che si possono prendere in esame lavorando sulla storia dell’editoria. – A.T.

059-193 Sabba (Fiammetta), I costi del consumo culturale a Napoli a fine Settecento. Informazioni da un documento allegato al Diario di viaggio nel Sud Italia di Angelo Maria Bandini, in Scaffali come segmenti di storia, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 129-34. L’a. si propone con questo contributo di esaminare le spese sostenute da Angelo Maria Bandini (1726-1803) durante un soggiorno nella città di Napoli. Oltre a spese correnti il Diario del Bandini riporta interessanti informazioni sui costi sostenuti per visitare attrazioni culturali, quali biblioteche, giardini, ecc. – Marco Francalanci

059-194 Sabba (Fiammetta), Tra bibliografia e documentazione: la proposta di Guerriera Guerrieri per un catalogo collettivo dei periodici, in In solis locis turba. Studi offerti a Graziano Ruffini, a cura di M. Guerrini e M.E. Vadalà, pp. 233-55. Il contributo prende in esame la figura di Guerriera Guerrieri, ex direttrice della Biblioteca nazionale di Napoli e soprintendente per la Campania e la Calabria, e il suo impegno nel salvataggio, ricovero e recupero del patrimonio bibliografico campano. – Pietro Putignano

059-195 Saenger (Paul), Henri-Jean Martin and the Birth of the History of Reading: A Memoir, «Histoire et civilisation du livre», 16, 2020, pp. 51-60. L’a., tramite una narrazione basata sulla sua esperienza personale, ripercorre il contributo di Henri-Jean Martin alla storia della lettura. – S.C.

059-196 Sáizar (Consuelo), La industria de la memoria: la necesidad de preservar archivos y bibliotecas, in Pliegos alzados, edición de F. Larraz – J. Mengual – M. Sopena, pp. 149-58. L’a. indaga la funzione degli archivi e delle biblioteche nello studio della storia dell’editoria. – A.T.

059-197 Santacana (Carles), La historia de la edición vista desde el análisis de la cultura y de los intelectuales, edición de F. Larraz – J. Mengual – M. Sopena, in Pliegos alzados, pp. 63-9. L’a. riflette su come la storia dell’editoria possa e debba emergere anche da campi di studio come quelli della storia della cultura e dei letterati. – A.T.

059-198 Sardelli (Marcello) – Susanna Graziosi, Biblioteche ecclesiastiche: origini e nuove sfide, in La trasmissione della conoscenza registrata, pp. 267-76.

059-199 Sardo (Lucia), Il parente povero è la catalogazione? Alcune riflessioni, in In solis locis turba. Studi offerti a Graziano Ruffini, a cura di M. Guerrini M.E. Vadalà, pp. 215-24. L’a. riflette sulla definizione di catalogazione, offrendone un quadro più ampio che va oltre alla concezione prettamente teorica e che cerca continuamente di adeguarsi ai mutamenti tecnologici, sociali e culturali. – Pietro Putignano

059-200 Sardo (Lucia), L’evoluzione dell’authority control, in La trasmissione della conoscenza registrata, pp. 379-90. Il saggio rintraccia brevemente l’evoluzione del concetto di controllo di autorità fino ai giorni d’oggi. – Francesco Ursino

059-201 Savino (Christina), Il medico di Utopia. Giovanni Battista Rasario (1517-1578) traduttore e falsario di testi medici greci, prefazione di Augusto Guida, Udine, Forum, 2020 (Libri e biblioteche, 44), pp. 178, ISBN 978-88-3283-227-3, € 20. Figura controversa quella di Giovanni Battista Rasario, medico e umanista divenuto celebre ai suoi tempi soprattutto per le numerosissime traduzioni di opere di molti autori greci, da Aristotele a Oribasio, da Alessandro di Afrodisia a Galeno. Dall’ inizio dello scorso secolo però l’analisi filologica di quei testi ha rivelato un notevole numero di parziali falsi e plagi, andando a inficiare la credibilità del Rasario agli occhi degli studiosi moderni. – M.C.

059-202 Saviotti (Pierfilippo), I Promessi sposi in Umbria. Foligno e il torchio per la stampa del capolavoro manzoniano, «Bollettino storico della città di Foligno», 38-42, 2015-2019, pp. 373-86. L’a. studia il torchio (o uno dei torchi) che i tipografi Guglielmini e Redaelli avrebbero utilizzato per la stampa della quarantana del romanzo di Alessandro Manzoni, attualmente posseduto dalla Tipografia Sociale di Foligno. Incrociando l’analisi della pressa e la consultazione di fonti documentarie, il contributo si propone di far chiarezza sul come e sul perché dell’arrivo a Foligno di questo importante oggetto, sopravvissuto allo scorrere dei secoli e riemerso solo nel 2014. In tal modo, si inizia a dare anche un taglio “materiale” agli studi filologico-bibliografici dei Promessi sposi del 1840, che, in particolare con Conor Fahy, avevano individuato idealmente la tipologia del torchio utilizzato, senza però trovarne un esemplare fisicamente esaminabile. – S.C.

059-203 Scaffali come segmenti di storia. Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di Rosa Parlavecchia – Paola Zito, Roma, Quasar, 2021, pp. 332, ISBN 978-88-5491-129-1, € 28. Il vol. nasce come omaggio di ex allievi, colleghi e studiosi al lavoro di Vincenzo Trombetta. È schedato sotto i singoli contributi. – Marco Francalanci

059-204 Scaglioni (Massimo) – Alberto Oliva – Gianni Sibilla – Nadia Righi – Paola Di Giampaolo, Per il mondo della cultura choc totale o reset benefico?, «Vita e Pensiero», 2, 2021, pp. 10-32. La situazione pandemica ha inevitabilmente colpito il mondo della cultura e i suoi protagonisti, facendo emergere le criticità presenti nel nostro Paese. Se nel marzo 2021 i cinema americani hanno riaperto i battenti, in Italia la situazione è stata molto più lenta e ha fatto sorgere diversi dubbi sulla effettiva possibilità di tornare in sala come avveniva prima della covid – considerato il sempre maggiore utilizzo delle piattaforme di streaming. Altrettanto fragile si è rivelato il teatro, il quale ha subito un’importante battuta di arresto a discapito degli artisti che vi operano. Diverso è stato il ruolo della musica: sempre più in crescita sulle piattaforme digitali, ha sfruttato intelligentemente gli strumenti di cui poteva disporre, come il livestream. Nonostante questo, fatica ancora a farsi riconoscere come uno dei pilastri della produzione culturale italiana. Anche la realtà museale ha saputo far fronte alla chiusura pandemica attraverso una diversificata proposta di contenuti online – quali approfondimenti sulle mostre, webinar e corsi – che hanno garantito un rapporto vivo e costante con il proprio pubblico. Infine, il mondo dell’editoria è riuscito a trarre dei vantaggi grazie al digitale (basti pensare all’incremento dei lettori di ebook o al successo riscontrato dagli audiolibri e dai podcast) e alle iniziative – inerenti alla consegna libraria e agli eventi online – delle librerie indipendenti. – Pietro Putignano

059-205 Scapecchi (Piero), Tommaso Giustiniani, ricco di libri, in In solis locis turba. Studi offerti a Graziano Ruffini, a cura di M. Guerrini M.E. Vadalà, pp. 225-36. I libri donati da Tommaso Gustiniani all’Eremo di Camaldoli delineano tre periodi principali della sua vita: lo studio e l’interesse per l’Università di Padova, la partecipazione alla compagnia degli amici e il ritiro a Murano. È sul primo che l’a. del contributo si concentra, individuando e catalogando 39 edizioni. – Pietro Putignano

059-206 Sen (Amartya), Libri e libertà, dissenso e tirannia, «Vita e Pensiero», 6, 2020, pp. 113-9. Il libro consente di viaggiare, di apprendere ciò che il mondo ha da offrirci, di ragionare ma soprattutto di essere liberi. Eppure, oggigiorno sono numerosi i paesi in cui aumentano le tendenze repressive, in cui il dissenso è considerato una minaccia, in cui non si è davvero liberi. In questo contributo l’a. offre uno sguardo sulla situazione politica dell’India contemporanea. – Pietro Putignano

059-207 Senatore Polisetti (Maria), Il Convento di Santa Maria degli Angeli in Nocera Superiore: le origini, lo studium, in Scaffali come segmenti di storia, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 49-54. La fondazione del complesso monumentale di Santa Maria degli Angeli si attesta attorno al XVI secolo. L’a., grazie a un catalogo ottocentesco descrive e analizza lo studium del Convento. – Marco Francalanci

059-208 Shapira (Nicolas), Histoire de la censure et histoire du livre. Les usages de la censure dans la France d’Ancien Régime, «Histoire et civilisation du livre», 16, 2020, pp. 225-41. Il contributo analizza gli effetti di trasformazione che la censura e il suo modus operandi ebbero sul libro nella sua totalità (quindi non solo nel mero testo) nella Francia d’Ancien Régime, considerando anche il posto che ebbe tale argomento negli studi di Henri-Jean Martin. – S.C.

059-209 Solana Pujalte (Julián), La Biblioteca Grecolatina conservada de Sebastián de León, secretario de Juan Ginés de Sepúlveda y Antonio Agustín, «Bibliothèque d’Humanisme et Renaissance», 38/1, 2021, pp. 47-90. Grazie a una ricorrente nota di possesso (a volte parziale, criptica, o erasa), l’a. rintraccia nella Biblioteca Diocesana e nella biblioteca dell’Instituto Séneca di Córdoba 37 stampati appartenuti a Sebastián León, segretario di Juan Ginés de Sepúlveda e Antonio Agustín, filologo e cacciatore di manoscritti vissuto in Italia dal 1558 al 1561, dove ebbe anche contatti con esponenti della Controriforma. Ripercorse le linee di dispersione della raccolta, vengono analizzati i temi, le note di acquisto e di lettura: ne emerge una inconsueta specializzazione nella letteratura greca e latina. Nel catalogo dei voll. (pp. 58-81), di tipo short-title e organizzato in sezioni tematiche, si dà particolare risalto ai dati d’esemplare e agli approfondimenti bibliografici. – E.Gam.

059-210 Sopena (Mireia), La historia de la edición en catalán: balance y retos, in Pliegos alzados, edición de F. Larraz – J. Mengual – M. Sopena, pp. 121-32. Bilancio e prospettive future per la storia dell’editoria catalana. – A.T.

059-211 Stefani (Enrico), Il Grande Sigillo della Città di Brescia del XIII secolo, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXVII/54, 2020, pp. 73-6. Viene descritto il Grande Sigillo della Città di Brescia a partire dal più antico, databile a fine XIII secolo e conservato presso il Museo di Santa Giulia. – L.R.

059-212 Toschi (Alessandra), Organizzazione e percezione dei servizi al pubblico nella Biblioteca nazionale centrale di Firenze all’inizio del Novecento, «Nuovi annali della scuola per archivisti e bibliotecari», 34, 2020, pp. 171-209.

059-213 Trasmissione (La) della conoscenza registrata. Scritti in onore di Mauro Guerrini offerti dagli allievi, a cura di Carlo Bianchini e Lucia Sardo, Milano, Editrice Bibliografica, 2021, pp. 414, ISBN 978-88-9357-347-4, € 26. Il vol. raccoglie venti saggi, comprendenti temi dedicati alla bibliografia, alle biblioteche, alla formazione e alla metadatazione, offerti dagli allievi al professor Mauro Guerrini, in segno di riconoscenza per l’attività di docenza svolta presso diversi atenei italiani, nonché come testimonianza del suo instancabile impegno verso la professione bibliotecaria e come presidente dell’AIB e membro di comitati dell’IFLA. In esso, oltre ai diversi interventi, la bibliografia completa degli scritti di Mauro Guerrini (pp. 27-178). – Francesco Ursino

059-214 Trombetta (Vincenzo), La Biblioteca Molisana di Pasquale Albino (1865), «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 34, 2020, pp. 135-56. La Biblioteca Molisana ossia Indice di libri ed opuscoli pubblicati fino al 1865 da autori nati nella provincia di Molise, stampata nella tipografia dei fratelli Giovanni e Nicola Colitti, è un lavoro bibliografico redatto da Paquale Albino – avvocato, giornalista e bibliofilo – con l’intento di rimarcare l’identità culturale della regione attraverso una rassegna di circa 200 autori. – Pietro Putignano

059-215 Trombetta (Vincenzo), Torquato Tasso nell’editoria napoletana dal Seicento all’Ottocento, «Ticontre. Teoria Testo Traduzione», 11, 2019, pp. 175-201. A Napoli tra Seicento e Ottocento vennero impresse circa 180 edizioni tassiane, a riprova dell’attenzione costante che la città partenopea riservò al poeta. Attraverso l’analisi di fonti insostituibili quali gli apparati paratestuali di alcune di quelle edizioni (dediche, avvisi ai lettori, revisioni, indici e anche illustrazioni), l’a. offre una bella riflessione sui contesti – culturali e storici – che determinarono questa fortuna critica, facendo emergere, nel contempo, un interessante spaccato dell’editoria partenopea tra XVII e XIX secolo. Corredano il pezzo i Riferimenti bibliografici. Il testo è consultabile sul sito della rivista. – E.Gat.

059-216 Trovato (Paolo), A Few Words on Manuscripts, Printed Books and Printer’s Copies, «Ticontre. Teoria Testo Traduzione», 11, 2019, pp. 1-5. Dopo un trentennio circa, l’a. torna su un tema a lui caroquello dei manoscritti di tipografia – e riconsidera il nodale momento di transizione fra manoscritto e libro stampato. Ciò in virtù anche di un numero molto maggiore di printer’s copies oggi censite, le sole in grado di suggerire come lavorò davvero il compositore, quali furono le competenze letterarie e linguistiche dei curatori e infine di mettere in evidenza la ricezione di un’opera in una certa epoca. Corredano il pezzo un utile grafico e i Riferimenti bibliografici. Il testo è consultabile sul sito della rivista. – E.Gat.

059-217 Turrill Lupi (Catherine), Pursuing a Savonarolan Thread. Patrons, Painters, and Piagnoni at S. Caterina in Cafaggio, in Convent Networks in Early Modern Italy, edited by M. Dunn – S. Weddle, pp. 85-114. L’a. esamina la rete di connessioni che gravitava attorno al convento domenicano di S. Caterina in Cafaggio a Firenze, la cui fondazione fu ispirata da Girolamo Savonarola. – A.T.

059-218 Vecchio (Erica), Questo capitolo non s’ha da fare: la semantica in RDA, in La trasmissione della conoscenza registrata, pp. 391-402. Il saggio tratta della rivalutazione a livello globale dei principi, del modello concettuale e dei processi dei sistemi di catalogazione, in vista delle nuove sfide tecnologiche. – Francesco Ursino

059-219 Veltri (Giuseppe), Il Rinascimento nel pensiero ebraico, Torino, Claudiana (Paideia), 2020, pp. 234, ISBN 978-88-394-0950-8, € 32. L’a. è un esperto della letteratura ebraica che documenta in modo affascinante la presenza della cultura del Rinascimento italiano fra tardo Medioevo e prima età moderna nel mondo delle comunità giudaiche. Ne nasce un quadro assai variegato che spaziando dall’influsso di Dante alla letteratura giudeo-italiana, da Elia Levita a Leone Ebreo mostra la permeabilità delle mura del ghetto, spesso assai più attento ai fermenti culturali esterni di quanto si possa immaginare. Si veda anche l’intervista su “Il canale dei libri”. – Ed.B.

059-220 Venezia (Carmine), I libri napoletani nelle recensioni delle «Efemeridi letterarie di Roma» (1772-1798): alcuni spunti, in Scaffali come segmenti di storia, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 123-28. Il contributo si propone di considerare le recensioni dedicate a libri napoletani e stampati a Napoli che furono pubblicate sulla rivista «Efemeridi letterarie di Roma». Tale rivista fu promossa e finanziata da Giovanni Ludovico Bianconi (1717-1781). – Marco Francalanci

059-221 Veneziani (Noemi), Qual è il libro italiano più tradotto al mondo. Tre italiani a confronto, Milano, Maremagnum, 2021, pp. 142, ill. a col., senza ISBN, s.i.p. Questo agile libricino è una bibliografia delle traduzioni in lingua straniera di Pinocchio, di Don Camillo e de Il nome della rosa. Promosso da Maremagnum lo studio si rivela certamente utile per i collezionisti: stampato in 50 esemplari, è comunque anche liberamente disponibile online. Si veda anche il breve Biblio Snack dedicatogli su “Il canale dei libri”. – F.F.

059-222

059-223 Viti (Elisabetta), Progetti GLAM in giro per il mondo: alcune esperienze, in La trasmissione della conoscenza registrata, pp. 277-90. L’articolo tratta dei progetti internazionali conosciuti con l’acronimo GLAM (Gallerie, Biblioteche, Archivi e Musei). – Francesco Ursino

059-224 Vivarelli (Maurizio), Assaggi di complessità: dall’ordine dei libri all’ordine della lettura, in Scaffali come segmenti di storia, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 267-72. L’a., avviando l’analisi dalle opinioni di Roger Chartier, Georges Perec e Giuseppe Fumagalli sul concetto di ordine dei libri, riflette sulle capacità (e sulle possibilità) dei lettori di costruire esperienze interpretative complesse e imprevedibili. – Marco Francalanci

059-225 Volpilhac-Auger (Catherine), «La critique idiote de M. Dupin»: Reflexions et Observations sur L’Esprit des lois de Claude Dupin, «Histoire et civilisation du livre», 16, 2020, pp. 351-68. Il contributo studia la storia e la datazione delle Réflexions e delle Observations sull’Esprit des lois di Montesquieu scritte da Claude Dupin (1686-1769). – S.C.

059-226 von Lojeswki (Wolf), Verstreute Blätter. Scattered Leaves, Bad Nauheim, ASKU-PRESSE, 2020, pp. 60, ill., ISBN 978-3-930994-33-5, s.i.p. Il vol. racconta la bizzarra impresa dell’a., durata quasi 40 anni, il quale ha voluto ricostruire un esemplare del celeberrimo Liber Chronicarum di Hartmann Schedel (Nürnberg, 1493) attingendo unicamente a fogli sciolti repertiti sul mercato antiquario internazionale. Le carte sono di varia provenienza e di diversa conservazione. Alcune presentano xilografie colorate (l’opera originale ne conta ben 1.800!), altre contengono glosse o descrizioni, mentre altre ancora sono state oggetto di restauro. Un’operazione forse un po’ folle, ma che contrappone due aspetti: da una parte l’opera di distruzione di un vol. per farne singoli oggetti da arredo, in questo caso le xilografie, e dall’altra la volontà di ricostruire, ricercando un foglio dietro l’altro, un esemplare completo. Il libro è pubblicato in tedesco, a cui segue la traduzione in lingua inglese. – L.Mo.

059-227 Weddle (Saundra), Identity, Alliance, and Reform in Early Modern Venetian Convents, in Convent Networks in Early Modern Italy, edited by M. Dunn – S. Weddle, pp. 153-91. L’a. esamina l’impatto della riforma dei conventi a Venezia (1519) sulla rete di alleanze preesistenti tra i conventi stessi e la nobiltà veneziana. – A.T.

059-228 Weston (Paul Gabriele), «The age of periodicals»: la formazione della working class negli anni della Rivoluzione industriale, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 34, 2020, pp. 88-134. Si parla dell’età dei periodici, fondamentali per la formazione della classe operaia durante gli anni della Rivoluzione industriale. – Pietro Putignano

059-229 Weston (Paul Gabriele), Watts, Panizzi e un catalogo nuovo, in Scaffali come segmenti di storia, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 143-51. Il contributo studia la figura di Thomas Watts (1811-1869), collaboratore al British Museum di Panizzi. L’a. mette in luce i molti meriti culturali e personali di Watts e la lungimiranza del catalogo che propose. – Marco Francalanci

059-230 Zampakolas (Christos), Archival Research on Private Libraries in Renaissance Venice: Considerations, Elements, Perspectives, in Greeks, Books and Libraries, edited by R. M. Piccione, pp. 307-25. Lo scandaglio dell’Archivio dell’Istituto Ellenico di Studi bizantini e Postbizantini e dell’Archivio di Stato di Venezia restituisce documenti sulle biblioteche di Tomaso Flangini (1573-1648), Gerasimo Vlachos (1605-1685), Gabriel Seviros e Massimo Margunio, ma anche il testamento di Andrea Darmario e notizie sul famoso ms. noto come Dodechaprofito. – E.Gam.

059-231 Zito (Paola), I sogni di Artemidoro. Un grande successo editoriale dal piccolo formato, in Scaffali come segmenti di storia, a cura di R. Parlavecchia – P. Zito, pp. 27-32. L’a. ricostruisce in questo saggio la fortuna editoriale di un’opera che fu cara a Freud, l’Oneirocritica di Artemidoro di Daldi (120-192 d.C. circa). Questa, stampata fra gli altri dai Manuzio, da Gabriele Giolito e da Froben, conobbe un vasto successo in tutta Europa, venendo tradotta e impressa a più riprese. – Marco Francalanci

 

 Indici di recensioni e segnalazioni

ABEI 1, 2

Antiquariato 36, 87, 88, 128, 131, 132, 177, 226

Archivistica 108

Arte orafa 174

Biblioteche private 20

Biblioteconomia 41, 42, 56, 72, 75, 84, 92, 100, 101, 103, 109, 121, 124, 152, 165, 179, 199, 200, 212, 218, 223, 224, 229

Censura 208

Commercio librario 170

Controriforma 26, 80, 227

Dante Alighieri 67, 71, 173

Digitalizzazione del patrimonio antico 169

Editoria 400 A, B, G, 14, 47, 48, 49, 99, 105, 117, 118, 142, 163, 217

Editoria 500 F, G, H, 5, 11, 13, 18, 39, 47, 83, 86, 123, 130, 144, 164, 167, 175, 176, 178, 201, 219, 231

Editoria 600 19, 28, 57, 113,123, 138, 151, 166, 175, 187, 215

Editoria 700 15, 30, 53, 73, 78, 85, 119, 123, 193, 215, 220, 225

Editoria 800 25, 44, 64, 77, 125, 202, 215

Editoria 900 C, 27, 34, 38, 45, 55, 62, 65, 69, 70, 74, 93, 94, 96, 98, 114, 137, 139, 141, 147, 149, 157, 191, 221

Editoria contemporanea E, 21, 23, 24, 95, 204

Editoria e Riforma 127

Editoria popolare 51

Etruschi a Brescia 162

Filologia dei testi a stampa 37, 47, 60, 216

Fogli volanti 10, 68, 74, 150, 160, 161, 183

Fumetto 96

Incisione 116

Lettura femminile 50

Libri greci G, 46, 58, 81, 102, 142, 145, 153, 171, 181, 182

Manoscritti D, 43, 49, 82, 102, 156

Periodici 7, 52, 79, 189, 190, 194, 220, 228

Scuola 22

Stampa musicale 17, 106, 111, 155

Storia del libro 32, 53, 54, 76, 106, 112, 122, 126, 133, 146, 159, 168, 186, 192, 195, 196, 197, 210

Storia dell’editoria 158

Storia della bibliografia 40, 188, 214

Storia della legatura 135, 136

Storia della lettura L, 8, 16, 63, 66, 143, 184, 185, 195, 205, 206

Storia delle biblioteche I, 3, 4, 6, 9, 12, 29, 33, 35, 59, 61, 63, 81, 89, 90, 91, 97, 103, 104, 107, 110, 140, 142, 148, 154, 172, 177, 180, 182, 198, 207, 209, 230

Studi per Graziano Ruffini 115

Studi per Mauro Guerrini 213

Studi per Vincenzo Trombetta 203

Terra Santa D, 31, 120, 156

 

 

 

Cronache

Convegni

Bibliothèques bleues, exposition du 15 février au 7 mai 2021, Centre de conservation et de ressources, Marseille. Quella di Marsiglia è la terza collezione di Francia (dopo Troyes e Nationale) di pubblicazioni riconducibili al genere della Bibliothèque bleu. Con tale espressione (si noti usata al plurale nel titolo della mostra per sottolineare la pluralità e la diversificazione interna del fenomeno) si intendono edizioni di materiale di larga circolazione (o meno correttamente ma più comprensibilmente “popolari”) che avevano spesso una tipica coperta di colore grigio-turchino. Tipico prodotto di Troyes, divennero presto appannaggio di altri centri periferici come Rouen, Caen, Lille, irradiando da lì milioni di piccoli libretti che per alcuni secoli hanno costituito la lettura comune soprattutto di bambini e dei ceti più bassi della società. Il frequente anche se povero apparato illustrativo, la lingua semplificata, i testi abbreviati, le unità narrative segmentate in brevi capitoli ne rendevano infatti più semplice la lettura. C’era poi il contenuto che si muoveva tra racconti popolari e fatti di cronaca, leggende agiografiche e consigli per la vita comune… e poi almanacchi e calendari tra cui il famoso Calendrier des bergers, proibitissimo a Ginevra perché diffondeva il culto dei santi… Come infatti ha dimostrato Roger Chartier, il materiale che ci è rimasto è per la stragrande maggioranza di contenuto “laico” ma da ciò non si deve inferire che la mentalità delle campagne francesi fosse decristianizzata: è vero piuttosto l’inverso, cioè che i libri religiosi sono stati quelli più consumati perché letti e che furono i bibliotecari post-rivoluzionari a distruggere i pochi di carattere religioso rimasti. Quando infatti si ritrovano cataloghi antichi delle pubblicazioni della tipologia “bibliothèque bleu” si riscontra un’altissima percentuale di libretti di argomento religioso. Intorno a questo interessantissimo materiale si organizza la bella mostra, allestita con competenza da Sophie Bernillon e Elisa Marazzi, che non ha però purtroppo prodotto un catalogo. – Ed.B.

 

“memorie e smarrimenti” IL VIAGGIO DI DANTE tra manoscritti, antiche edizioni della Biblioteca e i disegni di Guido Scarabottolo, Biblioteca Universitaria di Pavia, Salone Teresiano, giovedì 16 settembre 2021, ore 17. Si è svolta giovedì 16 settembre, presso l’affascinante Salone Teresiano della Biblioteca Universitaria di Pavia, la mostra Memorie e smarrimenti. Il viaggio di Dante tra manoscritti, antiche edizioni della Biblioteca e i disegni di Guido Scarabottolo, che è possibile visitare fino al 31 dicembre 2021 (per maggiori informazioni si veda il sito dedicato). Come ha sottolineato in apertura dei lavori la direttrice della biblioteca Marzia Pontone, l’evento ha inoltre celebrato, seppur con tutte le restrizioni del caso, la riapertura al pubblico del Salone Teresiano, che da molti mesi ormai non ospitava manifestazioni del genere. La direttrice Pontone ha poi mostrato la propria soddisfazione nell’evidenziare come quella inaugurata risulti essere una mostra che celebra il connubio tra patrimonio antico e creatività moderna, un’intesa che può certamente rappresentare un modo per far avvicinare ancora di più i giovani alla ricchezza culturale del Paese. La parola è poi passata, per i saluti introduttivi, a Michele Petrocelli del Provveditorato di Pavia, il quale ha evidenziato la triplice funzione – culturale, formativa e didattica – dell’iniziativa; Mariangela Singali, Assessore alla Cultura del capoluogo lombardo, che ha espresso la continua esigenza, in particolar modo di progetti come questo, di rivolgersi ai più giovani; Gianfranca Lavezzi, Professoressa Ordinaria di Letteratura italiana all’Università di Pavia, ha sottolineato l’importanza di fare rete tra le istituzioni culturali, come in questo caso tra l’Ateneo, la Biblioteca e il Collegio Borromeo, rappresentato da Caterina Lascaris, la quale ha condiviso il valore della collaborazione che ha portato proprio il collegio a prestare alcuni pezzi per la mostra. Dopo i saluti istituzionali ha preso la parola Mirko Volpi, ricercatore dell’Università pavese, protagonista di un interessante intervento (che lui stesso ha precisato di non voler chiamare lectio) sulla tradizione manoscritta e a stampa della Commedia dantesca. I mss. superstiti in Italia (oltre 700 tra completi, mutili e frammenti) sono di area perlopiù toscana, in particolar modo fiorentina, e testimoniano anche una certa fortuna popolare dell’opera del Sommo Poeta. La più consistente tradizione a stampa (circa 800 edizioni italiane dal XV secolo a oggi) è cominciata nel 1472 con la prima edizione stampata a Foligno, seguita poi dal primo incunabolo fiorentino relativo alla Commedia, con commento di Cristoforo Landino e incisioni basate sui disegni di Botticelli, del 1481. Il ‘500 si è invece aperto con la celebre edizione aldina, per certi versi rivoluzionaria (per formato, carattere corsivo, interpunzione e assenza di commento), curata da Pietro Bembo e stampata a Venezia nel 1502, ed è proseguito con altri importanti lavori (in totale 29 cinquecentine italiane della Commedia) come quello, sempre veneziano, pubblicato da Giolito de’ Ferrari nel 1555 dove l’opera di Dante è stampata per la prima volta con l’aggettivo “divina” (inserito, come successivamente specificato da Luisa Erba, in una cornice silografica a cartocci). Il XVII e il XVIII secolo sono in assoluto quelli meno “danteschi”: il ‘600 conta solo 3 edizioni italiane, mentre il ‘700 circa una ventina che fanno da preludio all’assoluta ripresa ottocentesca, inaugurata dall’interesse di Ugo Foscolo, e proseguita nel ‘900 e negli anni a noi contemporanei con la pubblicazione – anche, letteralmente, negli ultimi giorni – dei lavori più scientificamente rilevanti. La relazione di Luisa Erba, professoressa dell’Ateneo pavese, è stata invece dedicata alla presentazione delle edizioni illustrate della Commedia presenti in mostra, a cominciare dall’incunabolo del 1491 (Venezia, con commento del Landino) che conta 100 silografie riutilizzate per un’edizione veneziana del 1527 voluta dal tipografo pavese Jacopo da Burgofranco, per arrivare all’unico esemplare seicentesco presente in mostra (Venezia, 1629), prestato dalla collezione del Collegio Borromeo, che presenta le stesse matrici lignee di un’edizione del 1544 con commento di Alessandro Vellutello, fino alle nuove tecniche illustrative a bulino del ‘700 e ad alcune pubblicazioni ottocentesche. Hanno chiuso l’inaugurazione le parole dell’artista Guido Scarabottolo, a. di alcuni disegni che arricchiscono l’esposizione dantesca, immagini, come da lui stesso sottolineato, che si intrecciano al testo di Dante in un rapporto più emotivo che letterario o didascalico. – P.S.

 

 

Taccuino

Iniziative C.R.E.L.E.B.

A libro aperto: le esposizioni bibliografiche tra passato e futuro

Mostra-laboratorio e convegno internazionale,

Milano, Castello Sforzesco e Università Cattolica del Sacro Cuore | 22-23-24 settembre 2021

 

Mercoledì 22, dalle ore 14.30, visite guidate al Laboratorio-mostra, Milano, Castello Sforzesco, Sala del Tesoro

Ore 17-18 Civica Raccolta delle Stampe "Achille Bertarelli", Milano, Castello Sforzesco

Saluti iniziali

Claudio Salsi (Soprintendente Castello Sforzesco)

Isabella Fiorentini (Direttrice Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana)

Lectio magistralis di Klaus Kempf (già Bayerische Staatsbibliothek di Monaco) Bavarikon. Dalle mostre analogiche a quelle virtuali: per una nuova forma di cooperazione tra le istituzioni della memoria

 

Giovedì 23, h. 9.30, Convegno, Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, via Nirone 15, aula NI.110

Saluti iniziali

Angelo Bianchi (Preside Facoltà di Lettere e Filosofia)

Nicolangelo D’Acunto (Direttore del Dipartimento di Studi Medioevali, Umanistici e Rinascimentali)

Annalisa Rossi (Soprintendente per gli archivi e le biblioteche della Lombardia, della Puglia e della Basilicata)

La filosofia del libro esposto - Presiede Isabella Fiorentini (Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana)

Maria Luisa López-Vidriero (già Biblioteca Real di Madrid), La luce fuori dall’ombra: progettare mostre, aprire vie

Yann Sordet (Bibliothèque Mazarine di Parigi), Un libro deve essere o aperto o chiuso (Alfred de Musset?) 10 anni di mostre alla Bibliotheca Mazarine

Marco Cursi (Università Federico II di Napoli), «Una collezione così ricca e varia»: la Biblioteca Apostolica Vaticana e le mostre di manoscritti

Gianfranco Crupi (Università degli Studi di Roma La Sapienza), Libri in moto e in mostra

Graziano Ruffini (già Università degli Studi di Firenze), Il collezionismo tra nascondimento e ostentazione

 

Ore 14.30 | Storia delle mostre bibliografiche italiane – Presiede Giuseppe Frasso (Professore Emerito di Filologia Italiana – Università Cattolica del Sacro Cuore)

Igor Melani (Università degli Studi di Firenze), Arte della stampa e oggetto-libro: ruolo, funzioni, significati dell’industria libraria nel Rinascimento italiano all’Esposizione Universale di Roma (E42)

Edoardo Barbieri (Università Cattolica del Sacro Cuore), Tra le glorie della nazione: Fascismo e mostre bibliografiche

Giovanni Biancardi (ALAI – Il muro di Tessa), Antiquariato e mostre bibliografiche: la lezione del passato e prospettive per il futuro

Andrea De Pasquale (Archivio Centrale dello Stato, Roma), “Come oggetti da fiera”. Le mostre del libro italiano all’estero nella prima metà del XX secolo

Anna Manfron (già Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna), Una grande biblioteca e le sue mostre bibliografiche

 

Venerdì 24, ore 9.00, Convegno Milano, Università Cattolica, Largo Gemelli, 1, aula G.001 Bontadini | Biblioteche e musei tra esposizioni analogiche e mostre digitali - Presiede Federico Gallo (Dottore della Veneranda Biblioteca Ambrosiana)

Evelien Hauwaerts (Bruges Public Library – Henri Pirenne Institute for Medieval Studies Ghent University), Haute Lecture by Colard Mansion: organising a book exhibition at a fine arts museum

Alexandre Vanautgaerden (Académie Royale de Belgique, Centre d’Études Supérieures de la Renaissance de Tours, Le Studium Research Fellow), Le visiteur à l’oeuvre. Livres et lieux de mémoire

Irmgard Schuler (Biblioteca Apostolica Vaticana), Manoscritti “in proiezione”: dalla fotografia alla mostra virtuale

Duccio Dogheria (MART, Museo di Arte contemporanea di Rovereto), Libri e riviste come opere d’arte: il caso del Mart

Martina Bagnoli (Gallerie Estensi di Modena), Sempre in mostra, mai esposti. Di libri, musei e collezioni digitali

 

Ore 14.30 | Professioni e prospettive a confronto - Presiede Maria Cristina Misiti (già Istituto Centrale per la Grafica di Roma)

Maria Gregorio (International Committee of Literary and Composers’ Museums), Musei letterari e musei del libro. Intrecci e alleanze

Claudio Giorgione (Museo Nazionale della Scienza e della Tecnicnologia "Leonardo da Vinci" di Milano), Libri antichi in un’esposizione permanente, tra valorizzazione e conservazione: il caso delle Gallerie Leonardo

Federica Manoli (Museo Poldi Pezzoli di Milano), Il libro e le esposizioni temporanee: un protagonista di molteplici e straordinarie narrazioni

Lucia Panini (Franco Cosimo Panini Editore di Modena), 25 anni di editoria facsimilare, dal retino stocastico al digitale

Ornella Foglieni (IFLA International Federation of Library Associations and Institutions), Il libro in mostra fra valorizzazione e tutela: il punto di vista dei bibliotecari

 

 

Le Carte Ritrovate. Commercio e raccolte librarie a Lucca tra declino della Repubblica e fine dell’indipendenza cittadina: Pietro Pera bibliotecario palatino e arcivescovo di Lucca

Convegno di studi

Lucca, Chiesa dei Servi, Piazza dei Servi | 16 ottobre 2021

 

Prima Sessione | Presiede Luca Rivali (Università Cattolica del Sacro Cuore)

Lucca e la Toscana tra fine Settecento e inizi Ottocento: libri e biblioteche

Renzo Sabbatini (Uiversità degli Studi di Siena), Tra fine della Repubblica lucchese e annessione

granducale. Un quadro storico

Piero Scapecchi (già Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), Circolazione e commercio librario in Toscana fra Sette e Ottocento

Davide Martini (Università Cattolica del Sacro Cuore) – Giovanni Battista Ricci (Università degli Studi di Pisa), Le ricerche bibliografiche di Giacomo Sardini e i cataloghi delle biblioteche ecclesiastiche a Lucca

Edoardo Barbieri (direttore de «La Bibliofilia»), Giacomo Sardini e la sua “Storia critica di Nicolao Jenson” del 1798

 

Seconda Sessione | Presiede Don Marcello Brunini (Archivio Storico Diocesano di Lucca)

Pietro Pera bibliotecario palatino e arcivescovo di Lucca: ritratto a quattro voci

Lucia Romiti (studiosa indipendente), L’uomo, la famiglia e la lampada votiva per il Volto Santo

Marco Paoli (direttore di «Rara Volumina»), Il bibliotecario della Palatina e le altre biblioteche lucchesi al tempo del Ducato

Marius Rusu (Rutgers University- New Jersey), I librai Molini e Pietro Pera bibliotecario palatino: volumi, relazioni, commercio

Tommaso Maria Rossi (Archivio Storico Diocesano di Lucca): L’Arcivescovo e la sua opera

 

Nei giorni 15-16-17 ottobre sono visitabili due mostre con il materiale dell’archivio di Pietro Pera, allestite presso la Chiesa dei Servi, Piazza dei Servi e la Libreria Antiquaria Pera, Corte del Biancone.

 

Engaging the Reader 2021 (parte I). Dare voce ai libri

Giovedì 18 novembre 2021 - h. 14.30-18.30

 

Winter School 2022

Il gioco di Shahrazade. Promuovere la lettura a scuola

Quattro pomeriggi dedicati ad ascoltare, raccontare, riflettere per sostenere l’attività formativa della scuola secondaria.

Programma ancora  in fase di definizione.

 

 

Incontri, mostre e seminari

a cura di E.Gat. e R.V.

 

“memorie e smarrimenti” IL VIAGGIO DI DANTE | 17 settembre 2021 – 31 dicembre 2021

Biblioteca Universitaria di Pavia, Salone Teresiano, Strada Nuova, 65 – Pavia

Inaugurazione giovedì 16 settembre 2021, ore 17.00

Riapre al pubblico giovedì 16 settembre alle ore 17 il Salone Teresiano con l’inaugurazione della Mostra memorie e smarrimenti IL VIAGGIO DI DANTE.

In occasione del Settecentenario della morte di Dante nel 2021 la Biblioteca Universitaria di Pavia, in collaborazione con la casa editrice La Grande Illusion e con l’Associazione culturale Compagnia della Corte, propone nel Salone Teresiano una mostra che vede affiancati ai manoscritti e alle antiche edizioni illustrate della Divina Commedia conservati nel nostro Istituto le tavole originali di "Smarrimenti" dell’illustratore, grafico e designer Guido Scarabottolo. Le ventotto tavole (50 x 70 cm circa) hanno come tema figurativo la prima terzina del Poema dantesco, illustrata parola per parola con effetto straniante e grande impatto visivo. Già ospitata a Pisa e a Fano, la mostra di Scarabottolo è stata anche oggetto di un libro d’artista, pubblicato nel 2016 da La Grande Illusion in 699 esemplari.

 

DICITUR. Funzioni nella diceria di corte, nelle scienze, nella memoria, nella poesia

Convegno

Università di Bologna - Dipartimento di Filologia classica e Italianistica, Via Zamboni 32

15-17 settembre

Il convegno – organizzato dal Dipartimento di Filologia classica e Italianistica dell’Università di Bologna (FICLIT Unibo), in collaborazione con Micrologus. Scienze, natura e società medievali (S.I.S.M.E.L.) e la Fondation du Patrimoine culturel, historique et artisanal di Losanna – intende mettere a fuoco le molteplici, e non sempre così scontate, funzioni delle dicerie, di cui si analizzano la tradizione letteraria e i contesti di sviluppo (politico, sociale, ecclesiastico, culturale, speculari infatti alle quattro sessioni che scandiscono l’evento) lungo un arco cronologico che, dalla letteratura antica e tardo-antica, si spinge fino al XVII secolo. La partecipazione è gratuita e non occorre iscrizione. Il programma dettagliato del convegno è disponibile al sito del FICLIT Unibo, da cui è scaricabile anche la relativa locandina.

 

GEP – Giornate Europee del Patrimonio

sabato 25 e domenica 26 settembre

Nelle due giornate dedicate alla più estesa manifestazione culturale d’Europa, come di consueto sono previste visite guidate, aperture straordinarie e iniziative digitali nei musei e nei luoghi della cultura, statali e non. Tema di quest’anno è Patrimonio culturale: TUTTI inclusi!, una riflessione sulla partecipazione al patrimonio culturale estesa a tutti i cittadini, includendo ogni fascia d’età, gruppi etnici, minoranze presenti sul territorio e persone con disabilità. Sabato 25 sera sono previste aperture straordinarie dei musei statali con ingresso al costo simbolico di 1 euro (escluse le gratuità previste per legge). Gli appuntamenti delle GEP 2021 saranno pubblicati sul sito del Ministero della Cultura (eventi diurni ; aperture serali) e sui canali istituzionali dei singoli istituti.

 

 

LiBrixia

25 settembre – 3 ottobre 2021

Brescia

Librixia è la Fiera del Libro di Brescia, il festival letterario frutto della collaborazione tra Confartigianato Imprese Brescia attraverso il suo circolo culturale Ancos e porta in scena la letteratura, autori e personaggi del mondo della cultura, dello spettacolo e dell’informazione.

www.librixia.eu

 

La Biblioteca piattaforma della conoscenza collaborativa, inclusiva, reticolare

29-30 settembre 2021

Milano, Palazzo delle Stelline

La situazione che le biblioteche hanno vissuto con il lockdown di primavera e con le limitazioni riproposte a novembre le ha fortemente provate, mettendo in discussione lo stesso rapporto con gli utenti e le comunità di riferimento, nonostante in molti casi abbiano reagito trasformando la contingenza negativa in un’opportunità per innovare e sperimentare soprattutto sul versante dei servizi digitali.

Resilienza appare la parola più adatta a questo contesto. Biblioteche resilienti, dunque, non solo perché sanno difendersi e cercano di rimettersi in piedi, ma anche perché nel farlo non si limitano a desiderare un ritorno al passato o alla “normalità” ma cercano di riprogettare il loro futuro, le loro strategie di servizio, la loro visione.

In questa ottica il Convegno delle Stelline 2021 si propone di approfondire il concetto di biblioteca come piattaforma della conoscenza, individuato come modello a cui ispirarsi – valido per ogni tipologia di biblioteca – e con cui confrontarsi per ripensare il servizio.

Non si tratta di affermare il primato degli aspetti tecnologici e l’uso unidimensionale del digitale, quanto piuttosto di pensare a un diverso modello di organizzazione e di fruizione culturale centrato sull’ approccio orizzontale e sull’integrazione dei servizi, anche se non potrà non risultare oggetto di specifico approfondimento l’apporto che per realizzare questo obiettivo può giocare il digitale.

Piattaforma significa aumentare l’interazione partecipativa delle biblioteche con le loro comunità e rafforzare la loro missione nella società. In altri termini la biblioteca viene a configurarsi come un hub della conoscenza basato sulle relazioni che consente a molteplici partecipanti di connettersi, interagire e creare un valore aggiunto. Questo è quello che ci fa dire che la sua natura è collaborativa e reticolare.

Le biblioteche, non solo come piattaforme tecnologiche ma come piattaforme sociali e “infrastrutture resilienti” che offrono gli spazi e gli strumenti per costruire comunità. La conoscenza è il risultato delle connessioni, delle reti, delle relazioni tra i membri della comunità e la piattaforma è il luogo in cui si incontrano, che diventa a sua volta nodo di conoscenza.

In questo quadro risultano inoltre fondamentali quei progetti che mirano a sviluppare una logica di rete e forme di integrazione tra le reti bibliotecarie e altre reti culturali.

www.convegnostelline.com/milano

 

Eccellenze italiane. La nuova generazione degli illustratori per ragazzi

Mostra (ingresso gratuito, consentito esclusivamente con Certificazione verde Covid-19 valida)

Bologna, Biblioteca dell’Archiginnasio

fino al 30 settembre

La biblioteca ospita la terza edizione della mostra internazionale sul panorama italiano dell’illustrazione per ragazzi. Organizzata da Bologna Children’s Book Fair/BolognaFiere, in collaborazione con Regione Emilia-Romagna e Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e curata dalla Cooperativa Giannino Stoppani e dall’Accademia Drosselmeier, questa edizione presenta le opere di venti giovani illustratori italiani scelti tra le personalità più promettenti del settore. Si tratta di artisti già pubblicati, alcuni dei quali ben noti anche a livello internazionale, che con i loro libri rinnovano la tradizione di grande qualità dell’illustrazione del nostro paese. Maggiori informazioni sono disponibili direttamente al sito dell’evento. Le modalità richieste per l’ingresso (art. 3 D. L. n. 105/23 luglio 2021) sono invece elencate nell’apposita sezione del sito Bologna biblioteche.

Per informazioni:

tel. 051-276811

 

 

 

Marino Darsa. Lo Shakespeare croato

Mostra (ingresso con prenotazione obbligatoria, consentito esclusivamente con Certificazione verde Covid-19 valida)

fino al 17 settembre

Milano, Biblioteca Nazionale Braidense

Attraverso una serie di opere preziosissime, la mostra, curata da Katja Bakija (Università di Dubrovnik), intende valorizzare il lavoro di Marin Držić (Marino Darsa; Ragusa 1508 - Venezia 1567), il più importante drammaturgo croato. Frutto di un progetto pluriennale – grazie a cui si offre al visitatore la possibilità di ammirare alcuni esemplari unici al mondo, in larga parte stampati a Venezia – la rassegna presenta opere che testimoniano l’amicizia e la sinergia culturale che da sempre unisce, ed ha unito, le due sponde dell’Adriatico.

I libri in mostra testimoniano inoltre la ricchezza della letteratura e della lingua croata e intendono contribuire fattivamente alla promozione del comune patrimonio culturale italiano e croato. Informazioni, prenotazioni e modalità richieste per l’ingresso (art. 3 D. L. n. 105/23 luglio 2021) sono disponibili direttamente dal sito della mostra.

 

En el medio de la feria: los orígenes de la primerà edición impresa de la Divina Comedia, Foligno 1472

4 ottobre 2021 ore 12 (orario di Città del Messico)

Conferenza di Natale Vacalebre

Commentano Idalia García e José Abel Ramos.

Trasmissione diretta su INAH TV.

 

Libriamoci

9-31 ottobre 2021

La Spezia, Teatro Civico, Sala Dante, Mediateca Regionale Ligure e Auditorium Beghi

Rassegna promossa dal servizio bibliotecario civico e dedicata alla promozione alla lettura.

https://libriamocisp.it/

Salone Internazionale del Libro

14-18 ottobre 2021

Torino, Lingotto Fiere

XXXIII edizione della rassegna, diretta da Nicola Lagioia.

“Vita Supernova” è il tema di questa edizione davvero speciale, la prima dopo la chiusura per la pandemia e nell’anno in cui si celebra il settimo centenario della morte di Dante Alighieri.

www.salonelibro.it

 

 

 

Offerta didattica 2021-2022

Genova, Biblioteca Universitaria

1 settembre 2021 - 30 giugno 2022

Curata da Mariangela Bruno, questa bella iniziativa – completamente gratuita e pensata per essere fruita anche a distanza – intende avvicinare i ragazzi della scuola primaria e secondaria di I e II grado al mondo del libro (antico, ma non solo) e delle biblioteche. Programma e modalità di prenotazione sono disponibili all’apposito sito.

Per informazioni:

mariangela.bruno@beniculturali.it

bu-ge.eventiculturali@beniculturali.it

 

Dante e la Liguria

Manoscritti e immagini del Medioevo

Fino al 10 dicembre 2021

Genova, Archivio di Stato

La mostra espone per la prima volta tutti i manoscritti e i frammenti di codici danteschi conservati in Liguria, o realizzati per committenti liguri, o giunti in seguito, per le mille vie del collezionismo e del mercato librario.

Essi testimoniano che nel Trecento e nel Quattrocento l’opera dell’Alighieri ebbe, in Liguria, una fortuna notevole: a Genova fu infatti realizzato, nel 1336, il codice ritenuto il più antico tra quelli datati del poema (il ms. 190 della Biblioteca Comunale Passerini-Landi di Piacenza); mentre intorno al 1340 fu miniato da Francesco Traini per Lucano Spinola lo splendido manoscritto con le Expositiones all’Inferno di Guido da Pisa, oggi al Musée Condé di Chantilly. Qui altre informazioni.

 

Dante e il suo tempo nelle biblioteche fiorentine

Mostra (ingresso gratuito, consentito esclusivamente con Certificazione verde Covid-19 valida)

Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale

Firenze, Biblioteca Mediceo Laurenziana

Firenze, Biblioteca Riccardiana

dal 23 settembre 2021 al 15 gennaio 2022

Promossa dalla Società Dantesca Italiana, curata da Gabriella Albanese, Sandro Bertelli, Sonia Gentili, Giorgio Inglese e Paolo Pontari, la mostra si svolgerà contemporaneamente nelle sedi espositive delle tre storiche biblioteche fiorentine che la organizzano. Ciò che si intende offrire al pubblico è un percorso originale, che permetterà di ammirare, per la prima volta integrati in un unico percorso espositivo, materiali rarissimi e di straordinaria importanza culturale facenti parte del patrimonio delle tre biblioteche (manoscritti e antiche edizioni delle opere dantesche). In particolare, presso la Biblioteca Nazionale Centrale, nella sezione Leggere e studiare nella Firenze di Dante: la biblioteca di Santa Croce, saranno riuniti per la prima volta alcuni codici dell’antico patrimonio librario del convento francescano fiorentino di Santa Croce, la cui conservazione è oggi dislocata tra la Biblioteca Medicea Laurenziana e la Biblioteca Nazionale Centrale. Dal sito dell’evento è scaricabile anche la brochure con tutte le informazioni sull’iniziativa. Le modalità richieste da tutte e tre le biblioteche per l’ingresso (art. 3 D. L. n. 105/23 luglio 2021) sono consultabili qui.

Per informazioni:

tel. 055 24919 96-97

bnc-fi@beniculturali.it

 

Dante e il ‘900: parole, immagini, letture

Progetto e Sezione espositiva permanente (ingresso gratuito, consentito esclusivamente con Certificazione verde Covid-19 valida)

fino alla fine del 2021

Roma, Biblioteca Nazionale Centrale

Questo progetto – inaugurato il 25 marzo u.s. in occasione del Dantedì, ma pensato per snodarsi lungo tutto il 2021 – vuole indagare il rapporto di poeti e scrittori del Novecento con Dante, a partire dagli autori esposti nel museo Spazi900 della Biblioteca (Gabriele d’Annunzio, Eugenio Montale, Pier Paolo Pasolini, Giorgio Caproni, tanto per ricordarne alcuni). E lo farà attraverso edizioni e documenti originali facenti parte delle collezioni dell’Istituto. Saranno “presenti” anche gli artisti del Novecento che hanno illustrato la Divina Commedia. Il viaggio, che prende avvio in modo virtuale, diverrà poi reale attraverso una sezione espositiva permanente allestita all’interno del museo Spazi900, e precisamente nella sala dedicata a Pier Paolo Pasolini. Sul sito della biblioteca è disponibile una dettagliata presentazione del progetto. Le modalità richieste per l’ingresso (art. 3 D. L. n. 105/23 luglio 2021) sono consultabili nell’apposita sezione del sito della biblioteca.

Per informazioni:

tel. 06-49891

 

 

Image. Le illustrazioni della Divina Commedia nelle collezioni della Biblioteca Marucelliana

Mostra (ingresso gratuito, consentito esclusivamente con Certificazione verde Covid-19 valida)

Firenze, Biblioteca Marucelliana

fino al 31 ottobre 2021

La biblioteca offre al visitatore un viaggio dentro la Commedia (iniziato il 25 marzo u.s. in occasione del Dantedì) attraverso una preziosa selezione di disegni, stampe e volumi illustrati appartenenti alle proprie collezioni. Dal sito della biblioteca sono scaricabili la brochure dell’evento nonché le modalità richieste per l’ingresso (art. 3 D. L. n. 105/23 luglio 2021).

 

 

The International Trade in Pre-Modern Manuscripts 1890-1945 and the Making of the Middle Ages

Conference | School of Advanced Study, University of London | September 2022

Between 1890 and 1945 an enormous number of manuscripts made before c.1600 changed hands. Some appeared at auction multiple times, while others were sold as part of complete libraries. Many manuscripts entered collections where they have since remained. The conference, which is organised by the Cultivate MSS project (funded by the European Research Council under the Horizon 2020 work programme) aims to bring together scholars from different disciplinary backgrounds to examine the trade in pre-modern manuscripts and its consequences.

 

 

 

Postscriptum

La sindrome di Maramaldo, ovvero dell’odio freddo

 

Una delle sezioni meno conosciute del nostro lunghissimo inno nazionale recita «ogn’uom di Ferruccio / ha il cuore e la mano». Ferruccio… chi era costui? Il Ferruccio in questione era Francesco Ferrucci, famoso condottiero fiorentino del Cinquecento. La storia racconta che, durante l’assedio di Firenze del 1530 da parte dell’esercito imperiale, Ferrucci cadde prigioniero dei suoi avversari. Ferito gravemente, fu condotto davanti al suo nemico giurato Fabrizio Maramaldo, capitano degli imperiali. Costui, fregandosene altamente delle sacre regole della cavalleria, lo uccise inerme e disarmato come glielo avevano portato. La leggenda vuole che, poco prima di morire, il condottiero abbia rivolto con disprezzo al suo assassino la famosa frase “tu dai a un uomo morto”, cioè “tu uccidi un uomo morto”. Questo episodio vergognoso non fu certamente l’unico accaduto nella plurimillenaria storia della nostra penisola. L’odio, il livore che si può provare per una persona o per una categoria di persone (rivali in amore, nipoti preferiti, avversari politici) ha da sempre sfociato nelle più vili forme di vendetta. Tuttavia, poche sono così orribili e infami come attaccare i morti (o i quasi morti, come nel caso di Ferrucci). Purtroppo, invece che maestra di vita, la storia è spesso scomoda passeggera, che entra da un orecchio e sfreccia via dall’altro con la velocità di un proiettile. E questo fa sì che anche gli episodi più orrendi del nostro passato possano essere dimenticati e, ciò che è peggio, ripetuti. Di esempi ce ne sono a migliaia, non da ultimo il ritorno in auge degli ammiratori imbelli del regime fascista, oggi mascherati (e mi si perdoni il giochetto facilone) da no-mask, sedicenti alfieri della libertà d’ espressione. Ma non sono solo le legioni di scontenti cultori dei social che ricadono sui passi sbagliati della storia. Purtroppo, anche coloro che affermano con orgoglio e convinzione di appartenere alla vera (e per loro sola) classe intellettuale italiana piombano spesso nel baratro dello smarrimento mnemonico. Così facendo si macchiano di azioni tra le più meschine, come quelle veicolate dalla “sindrome di Maramaldo”, e cioè il prendersela coi presunti antagonisti solo una volta che sono morti. Il caso più recente registrato di questa purtroppo non rara sintomatologia è quello dell’accademico e divulgatore Piergiorgio Odifreddi. Il primo di agosto, il matematico ha criticato dalle colonne de «La Stampa» le posizioni, francamente insensate, del (vivissimo) Massimo Cacciari circa il Green pass e le politiche sanitarie del governo, giudicando il filosofo fondamentalmente incapace e inadatto a dar giudizi su questo tema perché seguace dell’antiscientismo originato dalla filosofia di Nietzsche. Per buona misura, Odifreddi ha poi puntato il dito contro la casa editrice Adelphi e il suo ormai ex presidente Roberto Calasso, che, secondo lui, sarebbero all’origine delle uscite infelici di Cacciari, perché colpevoli di aver pubblicato per primi in Italia le opere complete del filosofo tedesco, come pure molti libri infetti dell’ex sindaco di Venezia. Purtroppo, oltre a non conoscere la storia editoriale della casa editrice milanese e a dare un’interpretazione molto superficiale (e qui mi ritengo un galantuomo) della filosofia di Nietzsche, Odifreddi precipita nella voragine dell’infamia sferrando una coltellata (metaforica) contro il corpo non ancora freddo di Calasso, venuto a mancare il 28 luglio scorso. Nel suo editoriale, Odifreddi afferma innanzitutto che il catalogo scientifico Adelphi è striminzito, che pubblica pochi testi di divulgazione non umanistica e che quelli pubblicati sono pieni di cialtronerie. Accusa il fu Calasso di aver operato in questo senso solo attraverso furberie, di aver voluto pubblicare in vita solo libri “new age del cazzo” (citazione presa dalla voce di Libero de Rienzo, altro recente scomparso illustre) che seguono la moda culturale di un dato momento storico e non testi scientifici di qualità. Nell’opinione assoluta di Odifreddi, il defunto editore sarebbe il vero colpevole della mancanza di una solida componente scientifica nella odierna ultra-umanistica cultura italiana, proprio perché ha dato voce a quelli che il professore cuneese giudica ciarlatani e “scienziati in libera uscita”, come René Guénon ed Elémire Zolla. Secondo il matematico impenitente, Calasso con le sue “astuzie editoriali” sarebbe, di fatto, il Caino che ha impedito la nascita dei nuovi Fermi, Dulbecco e Levi Montalcini. Non Mondadori che nel suo catalogo conta capolavori di divulgazione scientifica come… be’ sì, le opere di Odifreddi. Non Longanesi che ha pubblicato e pubblica testi di fisica e matematica come… ah già, quelli di Odifreddi. No: la colpa di tutto è di Calasso e della sua Adelphi che nella sua insulsa Biblioteca Scientifica ha pubblicato e pubblica le opere di poveri e semisconosciuti come Richard Feynman, Wolfgang Pauli, Jim Baggott e Carlo Rovelli (ma non quelle di Odifreddi, perbacco!). L’ironia abbonda, mi sembra. Non sono qui a giudicare le posizioni di Odifreddi in merito all’abbattimento della cultura umanistica e all’eliminazione degli insegnamenti storico-letterari dai programmi scolastici e universitari; non è questo il punto. Il professore è liberissimo di esprimere con il tono che gli pare (gentile, cortese, ironico o arrogante che sia) le sue opinioni circa la supremazia della “razza scientifica” contro quella degli umanisti, giudicati, arguisco, perlopiù inutili e inefficienti. Egli è altrettanto libero di dire la sua anche sulla storia letteraria europea, sulla non esistenza delle divinità, sul valore delle mele di Newton e su chi abbia scritto gli ultimi canti della Divina Commedia. È libero di fare tutto ciò e anche di più; è libero di avere ragione quando dimostra i fatti con prove inoppugnabili, come pure di essere bonariamente umiliato da chi ne sa più di lui tutte le volte che dice castronerie strabilianti. In realtà è anche libero di attaccare Roberto Calasso quando non può rispondergli per ovvie ragioni tecniche. Ripeto, non è questo il punto. Il nocciolo della questione è il dubbio. Il dubbio che il professor Odifreddi abbia smesso ormai da tempo di essere uomo di cultura (scientifica, mediatica, teologica e quant’altro) e che sia di fatto divenuto l’idolo-sacerdote di un ennesimo, sfiancante culto della personalità. Il nemico giurato delle religioni sembra averne costruito una sua propria, un Odifreddismo totalitario che taccia di incompetenza, ignoranza, inutilità chi non aderisce al pensiero del sommo leader. Un culto cattedratico, colorato di freddo odio e arrogante disprezzo. Un culto che, come ci insegna la storia, è destinato fortunatamente a evaporare, ma che, fin quando dura, come nella più arcaica tradizione zarista, non ammette opinioni o repliche. Né dai vivi, né (ovviamente) dai morti. – Leone di Nemea.