n° 30, giugno 2014
Sommario
Discorso intorno a due edizioni
digitali della Bibbia
di Andrea G.G. Parasiliti p. 1
Postscriptum p. 46
Discorso intorno a due edizioni
digitali della Bibbia
di Andrea G.G. Parasiliti
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a crescente disaffezione nei confronti della lettura potrebbe avere radice nella percezione che l’uomo ha del suo tempo. Se il tempo è denaro o possibilità di relazione utile con i vivi, in un paese dove «ci sentiamo poveri perché non abbiamo il petrolio, scordandoci che siamo i detentori dei più grandi giacimenti di arte e cultura del mondo» (mi diceva, l’altro giorno, Salvatore Silvano Nigro), allora leggere o istruirsi alla lettura, alla cultura, all’affinamento dello spirito critico è tempo perso. Se è vero (ed è vero) che in Italia non si legge più (ma in Italia, che cosa significa e che cosa ha mai significato essere lettori?)1 la conseguenza, per dirla con Pietrangelo Buttafuoco, è che «noi saremo (e già siamo) degli sconfitti della Storia. Destinati a essere gli ultimi. Non avremo neanche più bisogno di affinare lo spirito critico, a un certo punto. Senza questo spirito non avremo visioni, né prospettive. [...] Mentre invece, chi si prenderà il mondo se lo prenderà in virtù di una sapienza antica e di occhi critici sempre più affinati. In Oriente vanno avanti a colpi di Confucio e Kant. I nostri nipoti citeranno Fabio Volo». E infatti, bisognerebbe sempre tenere a mente, come ha ricordato il cardinale Gianfranco Ravasi, qualche giorno prima della sua Lectio tenutasi al Salone del Libro di Torino, che «alle radici della nostra stessa storia c’è il “libro”, soprattutto la Scrittura per eccellenza, la Bibbia appunto, che come è noto, in greco, altro non è che il plurale di biblion, quindi i libri per eccellenza».2 E la Bibbia, essendo il «Grande Codice Figurato», ben si presta come modello per una, più consapevole, editoria digitale tutt’altro che da temere. Dalla fine di novembre - inizio dicembre scorso, sono disponibili due applicazioni digitali della Sacra Scrittura. La prima, forse più adatta alla preghiera e alla meditazione, è stata proposta dalla CEI e realizzata dalla SEED-Ed. Informatiche: gratuita e completa dell’apparato critico, offre accurate e semplici funzioni di lettura, navigazione, ricerca e condivisione sul web. La seconda, Bibleworld, del Gruppo Editoriale San Paolo e sviluppata da Applix (€ 8,99), è piena di apparati figurativi ed esperienze multimediali utili per una scoperta e presa di coscienza critica non solo della Parola Sacra ma, come dice lo stesso nome della App, dell’intero “mondo biblico”. Infatti, accanto all’Antico e al Nuovo Testamento, al lettore di oggi è data la possibilità di approfondire la Storia Sacra attraverso le immagini, attraverso un viaggio virtuale nei luoghi sacri tramite un Atlante Biblico multimediale, nonché prendere coscienza, visivamente e con le proprie dita, del corposo apparato simbolico disseminato nel suo testo che lega e disvela, come già i primi esegeti avevano capito, il Nuovo Testamento nell’Antico e viceversa. Se è vero quindi, come dice Agostino, che «il nuovo si cela nell’antico e l’antico si manifesta nel nuovo» (Novum in vetere latet, vetus in novo patet), questo è ancora più vero per il neonato libro digitale. Infatti la sua apparente novità assoluta, si può spiegare con una perdita di prospettiva storica che pretenderebbe di riallacciare il libro che, per usare un’espressione di Donald McKenzie, «tesse le sue parole» in maniera inedita per un singolo supporto (parola scritta, musica, parola orale, immagini e video) al libro stampato dei giorni nostri, figlio povero e deforme del libro a caratteri mobili. Nel caso della Bibbia, questo è estremamente evidente. Pensiamo, per esempio, al caso dei Salmi di Davide, i quali, nell’incipit, contengono i seguenti memoranda riservati al maestro del coro: «Al maestro del coro. Per strumenti a corda» (Salmo 4, 1); «Al maestro del coro. Per flauti» (Salmo 5, 1), e così via. Non è ancora il caso, quest’ultimo, delle nostre due applicazioni, le quali, al di là di ogni perfettibilità (per esempio, non si capisce il perché dei colori scuri e dell’ambientazione gotica per l’App del Gruppo Editoriale San Paolo, il che rende, a tratti, l’esplorazione un po’ inquietante, quando si tratterebbe invece di un messaggio di luce e comunque proveniente da una terra, in sé e per sé, soleggiata alquanto), sono entrambe meritevoli di nota. Se la liceità di questi esperimenti di editoria religiosa digitale, almeno all’interno del mondo cristiano, è data dallo spirito esplicativo del Vangelo e dal suo uso della “parola” come mezzo epifanico, ma anche, nei nostri giorni, dalla necessità della Chiesa di ripensare la propria presenza al tempo della rete;3 per quanto riguarda il contesto librario in sé, potrebbe essere utile ricordare le parole che Romano Guardini scriveva, a Monaco di Baviera nel 1951, nel suo Elogio del libro: «[...] il libro pare essere addirittura un simbolo in assoluto della nostra esistenza, tanto ampia è la sua natura e al tempo stesso tanto complessa, tanto mutevole e d’altra parte tanto maneggevole, nel senso proprio della parola».4 E d’altra parte, manco a dirlo, quando si parla di nuove tecniche di produzione-riproduzione libraria, la Bibbia è sempre in prima fila.
1 La domanda sorge spontanea, se già la situazione non era tanto diversa nel febbraio del 1828, come testimonia Giacomo Leopardi nel suo Zibaldone.
2 Gianfranco Ravasi, La Bibbia: il Grande Codice Figurato, «Il Sole 24 Ore», 4 maggio 2014, p. 28.
3 Si pensi a Domenico Pompili, Il nuovo nell’antico. Comunicazione e testimonianza nell’era digitale, Cinisello Balsamo, San Paolo, 2011; ma anche Antonio Spadaro, Cyberteologia, pensare il Cristianesimo al tempo della rete, Milano, Vita & Pensiero, 2012.
4 Romano Guardini, Elogio del libro, traduzione di Giuseppe Scandiani, Brescia, Morcelliana, 19932, p. 8.
Da Lucca a New York a Lugano.
Giuseppe Martini libraio
tra Otto e Novecento
Lucca, 17-18 ottobre 2014
Saloni Monumentali
della Biblioteca Statale di Lucca
Programma provvisorio
venerdì 17 ore 15.00
saluti introduttivi di Norbert Donhofer, Fabrizio Govi, Paolo Tiezzi § Laura Giambastiani, La società culturale lucchese di fine Ottocento § Piero Scapecchi, L’antiquariato librario dell’Italia umbertina § Alessandro Ledda, Per una biografia di Giuseppe Martini libraio § Carmelo Cintolo, Particolari inediti di un eccezionale bibliografo: Giuseppe Martini lucchese § William Stoneman, The Role of Giuseppe Martini in Building American Collections of Medieval Manuscripts
Visita alla mostra
Sezione 1 (Biblioteca Statale): Giuseppe Martini tra due secoli e due continenti
Sezione 2 (Biblioteca Statale): Le edizioni lucchesi donate all’Archivio Capitolare
Sezione 3 (Archivio Capitolare): Le pergamene donate all’Archivio Capitolare
sabato 18 ore 9.00
Luca Rivali, Giuseppe Martini bibliografo e bibliologo § Annette Popel Pozzo, I rapporti di Giuseppe Martini con il mercato antiquario internazionale § Edoardo Barbieri, Il catalogo degli incunaboli di Giuseppe Martini (1934) § Gaia Elisabetta Unfer Verre, Mille anni di documenti: il fondo di pergamene donato da Giuseppe Martini § Fiammetta Sabba, Percorso tra i volumi della raccolta Martini presso l’Archivio Capitolare di Lucca § Marco Paoli, Vincenzo Busdraghi nella raccolta di stampati lucchesi di Giuseppe Martini § Klaus Kempf, Conclusioni
Per informazioni:
convegno.giuseppe.martini@gmail.com
030-A Bibliothèque nationale de France, Catalogue des incunables (CIBN), I/4 : E-G e Supplément, Paris, Bibliothèque nationale de France, 2014, pp. 695-948, ill. b/n, ISBN 978-2-7177-2561-2, €. 55. La Bibliothèque nationale de France conserva uno dei primi tre fondi di incunaboli al mondo per ampiezza, ma anche per valore dei pezzi. Con il quarto fascicolo del primo tomo si viene sostanzialmente a concludere la pubblicazione del catalogo degli incunaboli della Bibliothèque (CIBN). Si tratta di un’impresa – e il termine, data l’ampiezza della collezione (circa 8.000 edizioni per un totale di circa 12.000 esemplari), non deve essere ritenuto eccessivo – iniziata con l’uscita, nel 1981, del primo fascicolo del tomo II. Una tale stranezza è da spiegarsi con l’intento, da parte degli autori, di completare quanto iniziato da Marie Pellechet, e poi continuato da Marie-Louis Polain, con il Catalogue général des incunables des bibliothèques publiques de France, interrottosi al volume III (Paris, Picard, 1909), che arrivava proprio alla lettera G. In realtà, si attende ancora un ultimo volume del CIBN, con gli indici (provenienze, tipografi, luoghi di edizione, specificità di esemplare), le concordanze con i principali repertori bibliografici, le aggiunte e le correzioni. Le schede di quest’ultimo fascicolo si devono a Nicolas Petit in collaborazione con Denise Hillard e Ursula Baurmeister. Il vol. presenta 143 schede relative alla lettera E (da Eaux artificielles a Albertus de Eyb), 197 per la lettera F (da Faber von Budweis a Baptista Fulgosius) e 551 per la lettera G (da Gabriele da Barletta a Guillelmus Saphonensis), per un totale di 891 edizioni rappresentate. A queste si aggiungono le cosiddette edizioni “post-incunabole”, inserite ugualmente nel repertorio ma non nella serie numerica progressiva (e dunque meglio rintracciabili solo quando usciranno gli indici) e un supplemento contenente «uniquement les notices nouvelles, à l’exception des notices établies pour des défets très fragmentaires ou pour des feuillets isolés provenant d’ouvrages bibliographiques» (p. 924), che saranno poi oggetto degli addenda del volume con gli indici. Le nuove schede sono un centinaio, da aggiungere alla serie principale. Come già notava M. C. Davis in una recensione su «The Library» (s. 3, 9/2, 2008, pp. 225-228) al terzo fascicolo del tomo I, CIBN ha subito un’evoluzione rispetto alle prime uscite, più simili a un catalogo di tipo short-title, piuttosto che a un catalogo con ampi spazi dedicati alla descrizione dell’esemplare. Certo avrà influito nel frattempo l’affermarsi di altri modelli descrittivi, grazie alla pubblicazione di importanti cataloghi di fondi incunabolistici come quello della Bodleian Library di Oxford, mirabile per l’accuratezza con cui vengono segnalati i singoli testi contenuti in ogni edizione. Tale influenza si riscontra qui, per esempio, nelle schede dedicate agli opera omnia di Johannes Gerson (G-139-G-143), ognuna delle quali occupa circa tre pagine. La struttura della scheda è piuttosto semplice. Dopo il numero d’ordine, si trova un’ampia area dell’intestazione, in cui oltre ai dati bibliografici essenziali (autore/i, titolo/i uniforme/i, luogo di edizione, editore/tipografo, anno) compaiono il formato bibliologico e la segnalazione dell’eventuale presenza di illustrazioni e/o iniziali silografiche. Talvolta, soprattutto per quanto riguarda le edizioni sine notis, il catalogo segnala anche il tipo di carattere impiegato – con eventuali rimandi a tavole con riproduzioni (per esempio i Veröffentlichungen der Gesellschaft für Typenkunde des XV. Jahrhunderts) o a descrizioni analitiche (per esempio quelle di BMC) – e la presenza di iniziali silografiche. In alcuni casi, soprattutto per le edizioni presenti alla BnF in più di un esemplare, si riportano anche le eventuali varianti riscontrate. Si prenda la scheda F-95, con una raccolta di opere di tipo scientifico-matematico (intestata a Firmicus Maternus, Julius), Venezia, Aldo Manuzio, [post 17] X 1499. Dell’edizione la BnF possiede ben cinque esemplari (tutti con prestigiose provenienze) su cui si riscontrano una serie di varianti testuali e nella segnatura dei fascicoli, tutte accuratamente segnalate. Per quanto riguarda le edizioni problematiche o le edizioni sconosciute, la scheda fornisce una descrizione più ampia, presentando sia l’area della collazione (con cartulazione e fascicolatura) sia l’area della descrizione (con trascrizioni facsimilari dei punti sensibili dell’edizione), che sono invece assenti nella scheda base. Si prenda la scheda F-144, con una guida alla confessione, intitolata Forma e regola di confessarsi, un opuscoletto di sole 14 cc., segnalato già in un articolo del 1914 (Lucien Auvray, Notice sur le manuscrits 1090 des nouvelles acquisitions du fonds latin de la Bibliothèque nationale, «Bibliothèque de l’École des chartes», 75, 1914, pp. 328-344), ma che pare essere sfuggito a tutti i repertori bibliografici (non in ISTC né in GW). L’edizione fa parte di una miscellanea di testi per lo più manoscritti, assemblata alla fine del Quattrocento in un monastero benedettino della zona di Genova, aderente alla congregazione di Santa Giustina di Padova. Il testo è il medesimo di ISTC ic00822800 = GW 7362 e di ISTC ic00822500 = GW 7363, ma si tratta di una differente edizione che CIBN, sulla base dell’analisi dei caratteri tipografici impiegati, assegna alla società veneziana composta da Antonio di Alessandria della Paglia, Bartolomeo da Fossombrone e Marchesino Savioni, e data a circa il 1480-1481. Tornando alla scheda di CIBN, segue l’area della bibliografia con una serie non troppo estesa di rimandi ai principali repertori bibliografici. Da segnalare qui, però, l’assenza del riferimento al numero di ISTC. Chiude la scheda la descrizione dell’esemplare (o degli esemplari), introdotta dalla segnatura di collocazione di ognuno. La parte dedicata all’esemplare non è molto ampia e si limita a segnalare i dati di provenienza (sciolti senza descrizione), le lacune o aggiunte, l’eventuale decorazione. Il vol. è corredato da alcune (poche) illustrazioni in bianco e nero. – L.R.
030-B Buchwissenschaft in Deutschland. Ein Handbuch, herausgegeben von Ursula Rautenberg, 2 vol., Berlin - New York, de Gruyter, 2010, pp. XVI + 1.110, ISBN 978-3-11-020036-2, s.i.p. Secondo le parole della curatrice Ursula Rautenberg, direttrice del Buchwissenschaft della Friedrich Alexander Universität di Erlangen-Nürnberg, l’intento di questo Handbuch (‘manuale’) in due tomi è quello di «dare un panorama complessivo di che cosa sia e che cosa faccia la Buchwissenschaft [etichetta sotto la quale il mondo tedesco riunisce le cosiddette ‘discipline del libro’]. In questi tempi – prosegue Rautenberg – di così rapida evoluzione dei media, nei quali quello che una volta era un confine profondo tra i diversi media diventa progressivamente più fluido, una panoramica degli ambiti di ricerca e dei risultati, delle tradizioni di studio e delle associazioni, può valere non solo come opera di ‘autocensimento’, ma anche come una proposta di collaborazione fatta alle discipline limitrofe, per lavorare insieme sul più antico medium collegato con la scrittura». L’opera, che ha visto il concorso di studiosi provenienti un po’ da tutto il mondo germanofono, è articolata in sei sezioni. La prima è dedicata al tema della “teoria dei media” e ai suoi rapporti con la Buchwissenschaft (contributi di Ursula Rautenberg, Ulrich Saxer, Sven Grampp, Helmut Schanze, Georg Stanitzek). La seconda presenta alcuni studi che hanno come oggetto il commercio librario (Oliver Duntze, Monika Estermann), la censura (Beate Müller), la storia della lettura (Sonja Glauch - Jonathan Green, Alfred Messerli, Axel Kuhn - Sandra Rühr), il ‘confronto’ fra manoscritto e stampato tra Quattro e Cinquecento (Arno Metzel Reuters), il rapporto tra libro e sapere nell’Età moderna (Helmut Zedelmaier). La terza sezione si occupa degli strumenti della comunicazione scientifica e della condivisione delle informazioni: si parla così di nuovi strumenti bibliografici (Konrad Umlauf), del tema della digitalizzazione (Thomas Stäcker), del portale b2i (Christof Capellaro - Oliver Duntze: http://www.b2i.de), della moderna associazione dei librai tedeschi (Monika Estermann), del Wolfenbütteler Arbeitskreis für Bibliotheks-, Buch- und Mediengeschchte (Peter Vodosek), la Internationale Buchwissenschaftliche Gesellschaft di Monaco (Wolfgang Schmitz). La quarta parte (Studium und Lehre) comprende contributi dedicati a illustrare gli studi di Buchwissenschaft in diversi centri della Germania contemporanea e dei territori di lingua tedesca: Erlangen (Volker Titel), Lipsia (Thomas Keiderling - Siegfried Lokatis, Ernst-Peter Biesalski, Julia Blume), Magonza (Stephan Füssel), Monaco (Christine Haug - Franziska Mayer), Stoccarda (Ulrich Ernst Huse), San Gallo (Werner Wunderlich), l’Austria (Johannes Frimmel). Alle biblioteche di ricerca e di museo è dedicata la quinta parte, in cui si presentano la Herzog August Bibliothek di Wolfenbüttel (Helwig Schmidt-Glintzer), la Bibliothek der Franckeschen Stiftungen di Halle (Brigitte Klosterberg), il Gutenberg Museum di Magonza (Eva Hanebutt-Benz), il Deutsches Buch- und Schriftmuseum della Deutsche Nationalbibliothek di Lipsia (Stephanie Jacobs), il Deutsches Literaturarchiv di Marbach. Alle associazioni di bibliofili di Germania, Austria e Svizzera tedesca è dedicata l’ultima parte (contributi di Wulf D. von Lucius, Reinhard Wittmann, Horst Gronemeyer, Herbert Kästner, Georg Winter, Aglaja Huber-Toedtli, Uta Schneider). – A.L.
030-C Catalogue of the Incunables in the Library and Information Centre of the Hungarian Academy of Sciences (Magyar Tudomanyos Akadémia Könyvtár és Információs Központ). INC-MTA, compiled by Marianne Rozsondai–Béla Rozsondai, Budapest, Argumentum Kiado, 2013, pp. 458 + 16 pp. di tavv. col., ISBN 978-963-446-695-6, € 50. Il presente catalogo raccoglie la seconda collezione, in ordine di grandezza, di incunaboli presente in Ungheria: quella conservata nella Library and Information Centre of the Hungarian Academy of Sciences. Formata da 1.200 pezzi, si presenta come composta in gran parte da donazioni di aristocratici collezionisti di libri o di membri dell’Accademia stessa, pochi i libri frutto di un acquisto diretto da parte della Biblioteca. La maggior parte degli incunaboli proviene quindi da lasciti delle famiglie Teleki, Ráth, e Vigázó. Dopo aver ricostruito quello che fu il ruolo delle tre famiglie nella formazione della raccolta si passa, nell’introduzione, a esaminare la composizione del fondo. Partendo dal presupposto che molti bibliofili ungheresi erano soliti acquistare incunaboli recanti testi circa la storia patria, e visto che anche i membri della famiglia Ráth erano di questa partita, si sottolinea come la collezione dell’Academy of Sciences sia molto ricca di tali pubblicazioni di Hungarica. Il fondo vanta inoltre anche alcuni pezzi unici quali: Almanach pro anno 1477 ([32] Inc. 1013, ISTC ia00494200); Almanach pro anno 1483 ([33] Inc. 1012, ISTC ia00501950); Antonius Haneron, Compendius artis epistolandi libellus ([436] Inc. 450, ISTC ih00004740); Obsequiale Strigoniense ([688] Ráth 1049, ISTC io00005200); Diurnale Romanum ([339] Inc. 909, ISTC id00277500). Analizzando la lingua delle pubblicazioni si rivela inoltre come la maggior parte degli incunaboli sia in latino, tedesco, italiano, greco ed ebraico, solo uno in olandese. Le officine tipografiche che li hanno dati alle stampe sono per la maggior parte italiane e tedesche: 295 edizioni sono stampate a Venezia, 122 a Strasburgo, 92 a Norimberga, 70 a Basilea, 68 a Colonia e 56 ad Augusta. Questo testimonia come gran parte dei libri presenti nella Biblioteca dell’Accademia provenga da fondi soppressi di vari monasteri, dispersi e acquistati poi da diversi nobiluomini e collezionisti che li donarono in parte alla biblioteca stessa. Poche sono infatti le copie rimaste oggi nella Biblioteca dell’Accademia delle Scienze presenti continuativamente, fin dai secoli scorsi, sul territorio ungherese; a causa anche del nemico Turco che ebbe buona parte nella devastazione e nello spopolamento del territorio. Molti dei volumi presenti nella raccolta sono arricchiti da preziose e ricche miniature realizzate a mano, tra questi anche numerosi esemplari dove le iniziali miniate e i vari elementi decorativi manoscritti erano stati eseguiti dal tipografo/editore stesso: è il caso dei numerosi libri, presenti nel fondo, stampati a Norimberga da Anton Koberger. Gran parte dei volumi presenta inoltre le sue legature originali: 195 pezzi hanno legature gotiche e 56 rinascimentali. Dopo aver tracciato così la fisionomia del prezioso fondo si passa a ripercorrere quelle che sono state, negli anni, le varie attività di catalogazione dei libri della Biblioteca dell’Accademia. Il primo a fornire una catalogazione precisa degli incunaboli fu Árpád Hellebrant: nel 1886 registrò 493 incunaboli, ordinandoli cronologicamente (senza distinguere però i volumi miscellanei e relegando i volumi senza colophon in una sezione finale, senza tentare un’identificazione). A metà del Novecento una risistemazione dei volumi, secondo un criterio bibliometrico, assegnò una nuova segnatura di collocazione agli incunaboli, che venne poi ripresa nel 1970 nel CIH (il catalogo delle collezioni di incunaboli delle biblioteche pubbliche in Ungheria) che censiva, in forma di short-title, 1.159 incunaboli conservati presso la Biblioteca dell’Accademia delle Scienze (senza fornire però alcuna informazione riguardo allo stato degli esemplari). Il presente catalogo, compilato partendo da dati già registrati in forma digitale in un catalogo elettronico online, si pone come ultimo traguardo di quest’attività di conservazione e valorizzazione del fondo. Prima di passare a considerare le schede ci si soffermi un momento sulla guida al catalogo che, discorrendo ampiamente dello stesso e delle schede, permette di entrare meglio nella logica delle descrizioni di edizione e di esemplare. La lunga lista di repertori bibliografici e cataloghi, citati nella tavola di scioglimento delle abbreviazioni, dà conto inoltre dell’attenzione bibliografica posta a tale lavoro di catalogazione. Gli incunaboli sono ordinati alfabeticamente: alla scheda generale di edizione (con anche note particolari riguardo all’edizione stessa), segue l’indicazione dei vari esemplari posseduti, ogni esemplare è descritto minuziosamente rilevando tutti quei dati (provenienza, note manoscritte, legatura, ecc…) utili a ricostruire la storia dell’esemplare stesso e, di riflesso, dell’intero fondo (curioso notare come anche le immagini siano qui considerate come dato di esemplare). Ben sette utili indici concludono il vol. Il primo è l’indice degli autori secondari (commentatori, editori o traduttori) non indicizzati nell’intestazione principale delle schede. Il secondo è invece quello dei luoghi di stampa, suddiviso poi al suo interno per tipografi e per data di stampa dell’edizione. Strettamente correlato a quest’ultimo è il terzo indice che, senza rimandare alle schede del catalogo, ordina alfabeticamente i tipografi, gli editori o i librai rimandando per ognuno alla città di attività. A seguire l’indice dei possessori con indicati, dove possibile ritrovarli, i dati di nascita e morte e il luogo di attività. Chiudono il catalogo tre ulteriori indici: quello delle officine di legatoria (ordinate per città), quello delle segnature di collocazione (in ordine alfabetico e numerico con rimando al numero di scheda) e quello dei principali repertori bibliografici e cataloghi di incunaboli con indicato il riferimento al repertorio o catalogo stesso e il rimando alla scheda catalografica della copia posseduta dalla Biblioteca dell’Accademia delle Scienze d’Ungheria. Chiude il tutto un’appendice fotografica (sedici pagine di tavole) che riproduce alcune delle edizioni più belle e dei pezzi miniati della collezione. Per ulteriori riproduzioni dei pezzi si rimanda alla versione digitale del catalogo, disponibile online all’indirizzo: http://konyvtar.mta.hu. – A.T.
030-D Danesi (Daniele), Cento anni di libri: la biblioteca di Bellisario Bulgarini e della sua famiglia, circa 1560-1660, Regione Toscana - Pacini, Firenze - Ospedaletto (Pisa), 2014, pp. 384, ISBN 978-88-6315-682-9, s.i.p. La voce di Francesco Agostini dedicata a Bellisario Bulgarini (1539-1620) sul XV vol. del DBI (1972: più di 40 anni fa!), pur celebrandone la cultura e l’erudizione, non fa neppure cenno alla sua raccolta libraria. Era stato però Dennis Rhodes con un intervento al convegno di storia del libro di Bolzano del 1965 (Studi bibliografici, Firenze, Olschki, 1967, pp. 159-160, poi in Id., Studies in early European printing and book collecting, London, Pindar Press, 1983, pp. 211-220 e appendice finale) a indicare nei libri recanti le note di acquisto del Bulgarini non solo la via sicura per ricostruirne la biblioteca (andata interamente dispersa) ma per studiare la storia del commerci librario a Siena. Il testimone è stato raccolto ormai da molti anni da Daniele Danesi che, dopo una piccola serie di interventi su singoli aspetti della vicenda (vedi qui p. 9 n. 8), ha voluto consacrare in questo ampio vol. un vero monumento alla cultura del Bulgarini, dei suoi (numerosissimi) figli e della Siena del tempo (si veda anche il suo saggio segnalato in «AB» 028-061). Il vol. presentato comprende un’ampia introduzione storica (pp. 7-48 con un proprio indice dei nomi, pp. 45-8), il catalogo dei libri appartenuti al Bulgarini (pp. 49-288 con 1.257 (!) schede, di cui oltre 700 identificate come esemplare reale, inserite in ordine alfabetico d’autore o di intestazione; c’è qualche scheda aggiunta all’ultimo segnata bis o ter), un elenco degli esemplari postillati da Bellisario o da suoi parenti o amici (pp. 291-5), una descrizione analitica delle opere a stampa del Bulgarini stesso (pp. 296-300), un elenco non del tutto perspicuo delle edizioni acquistate in un dato anno a confronto con quelle datate al medesimo anno (p. 301). L’a. – che richiama più volte il suo impegno come bibliotecario che non chiacchiera dei libri, ma li maneggia e descrive – parte inserendo il suo lavoro tra gli studi sulla storia delle biblioteche private, che hanno ricevuto un certa attenzione nell’Italia dell’ultimo decennio. I segni di provenienza sono il punto nodale della ricostruzione, che non ha la pretesa della completezza ma della larghissima esemplarità: alla fonte costituita dai libri stessi si affiancano un catalogo redatto da Bellisario Bulgarini il giovane ante 1657, una lista di volumi con note di Bellisario sr. redatto dal bibliotecario senese Giuseppe Ciaccheri a fine XVIII secolo, l’ampio carteggio del Bulgarini conservato a Siena. Un particolare interesse riscuotono poi i libri postillati dal Bulgarini (“marginati” diceva lui), segno di attenta lettura e studio. In realtà il “caso” Bulgarini è di particolare interesse perché è assai raro godere di una così vasta messe di dati su una singola biblioteca privata tra Cinque e Seicento: viene fuori il ritratto di un intellettuale certo minore, ma ben inserito nel circuito letterario del tempo, attivo tanto nella amministrazione pubblica e dei beni familiari quanto nell’accrescimento della sua biblioteca, vivacemente legato agli ambienti religiosi del tempo (suo il progetto di un viaggio in Terra Santa) senza ombre di particolari simpatie per protestanti o antitrinitari (fu in corrispondenza con Fausto Sozzini). La documentazione e la varietà dei libri reperiti permettono di riflettere su diversi aspetti della “vita” di questa biblioteca: il suo formarsi, specie con acquisti mirati presso diverse botteghe di librai senesi; la sua dispersione, fino al catalogo Fortuna di Firenze 1974, dove compariva una vasta sezione della raccolta e da cui provengono molti dei pezzi passati anche in anni recenti sul mercato antiquario; la sua stessa natura d’uso, coi libri annotati “comunitariamente” da una ristretta cerchia di amici o i libri più genericamente prestati in città e fuori; le spedizioni un po’ in tutta Italia di copie delle edizioni di opere del Bulgarini stesso. Anzi, il ricco materiale accumulato permette addirittura di disegnare un ritratto a 360° del rapporto del Bulgarini e del suo ambiente sociale e culturale con la stampa, con finanziamento di edizioni, polemiche, censure, plagi: ormai l’arte tipografica era divenuta il palco della notorietà e anche un pio domenicano poteva morire a novant’anni, più che per l’età, per l’emozione d’aver visto, per la prima volta, «una mostra d’una certa sua opera di teologia cominciata già a stamparsi» (p. 35). A documentare il metodo di lavoro prescelto dall’a. (che valuta la consistenza della biblioteca Bulgarini a circa il doppio dei libri finora identificati, quindi tra le 2.000 e le 2.500 unità), si legga il catalogo, qui punto centrale della ricerca. La singole schede prevedono, dopo il n° d’ordine, una intestazione con autore, titolo e dati editoriali standardizzati. Seguono il formato, la fascicolatura, cartulazione o paginazione, impronta. Viene quindi una impeccabile e ampia descrizione dell’esemplare con trascrizione facsimilare delle note presenti, specie se di mano del Bulgarini o dei suoi congiunti; in fine la collocazione dell’esemplare. Da ultimi sono posti gli indici, innanzitutto delle date di edizione in ordine cronologico (pp. 305-36), dei luoghi di stampa (pp. 337-66), dei proprietari precedenti o successivi al Bulgarini (pp. 367-72), delle attuali localizzazioni e degli inventari degli eredi (pp. 373-4), degli autori, reso necessario da intestazioni secondarie (pp. 375-84). Solo gli ultimi tre indici usano il rimando al n° delle schede del catalogo, mentre i primi due propongono una descrizione short-title dell’edizione. Nel testo sono inserite rare ma ottime riproduzioni fotografiche b/n delle note del Bulgarini. Il vol. è graficamente ben organizzato e stampato; si deve però lamentare la realizzazione in una veste poverissima, con fogli A4 incollati a una copertina di cartoncino. Un lavoro come questo avrebbe meritato una veste ben più dignitosa e duratura, anche se occorre ricordare che l’intero vol. è anche gratuitamente disponibile on line all’indirizzo web http://www.regione.toscana.it/documents/10180/320308/Cento+anni+di+libri/898f91c0-0100-4bee-954d-2379fabba509;jsessionid=BF2E4DC1B1465F4A23C60EF088BC33E2.web-rt-as01-p2?version=1.0 – E.B.
030-E Del Bono (Gianna), Storia della Biblioteca Nazionale di Firenze (1859-1885), Roma, Vecchiarelli, 2013, pp. 253, (Testi e Studi, 17), ISBN 88-8247-340-2, € 30. Come noto oramai a tutti gli studiosi del settore, fare storia delle biblioteche è impresa complessa, che necessita di pazienza, precisione e metodo. Questo assunto vale naturalmente per tutte le tipologie bibliotecarie, dalle raccolte private di Età moderna, costituite da poche centinaia di volumi, alle grandi biblioteche istituzionali. Tenuto conto di ciò, non è difficile sostenere che il nuovo vol. di Gianna Del Bono, edito dalla romana Vecchiarelli, sia un esempio tra i più felici degli ultimi anni di come si faccia concretamente “storia delle biblioteche”. L’argomento, poi, è tra i più vasti e complessi che il panorama italiano conosca, nonché uno dei meno indagati: la storia della Nazionale di Firenze. Se, infatti, per quanto riguarda le vicende sulla costituzione della prima biblioteca pubblica fiorentina esiste uno studio assai interessante (Maria Mannelli Goggioli, La Biblioteca Magliabechiana. Libri, uomini, idee per la prima biblioteca pubblica a Firenze, Firenze, Olschki, 2000), altrettanto non può dirsi per lo stabilimento bibliotecario nazionale che nella città medicea ha trovato una delle sue sedi d’elezione. L’a. colma, con questo vol., tale vuoto storiografico, incentrando la sua ricerca sui primi venticinque anni di attività dell’istituzione, ovverosia dall’entrata della Toscana nel nascente Regno d’Italia (1859) fino al regolamento Coppino (Regolamento organico delle biblioteche governative del Regno, 1885), che la trasformò in Biblioteca Nazionale centrale, vero perno del sistema bibliotecario italiano. Una scelta simile, naturalmente, ha una sua ragion d’essere precisa. Difatti, sono proprio questi gli anni in cui «la biblioteca si trasforma, da più punti di vista: cambia la fisionomia delle raccolte e quindi anche la loro gestione, muta in questo periodo l’organizzazione interna, le procedure biblioteconomiche applicate subiscono un’evoluzione importante» (p. 8). Servendosi dunque del materiale archivistico conservato presso l’Archivio centrale dello Stato, l’Archivio di Stato di Firenze e la Biblioteca nazionale stessa, l’a. ricostruisce una storia articolata e complessa muovendosi su piani d’azione diversi. Ripercorrendo le vicende storico-istituzionali più importanti della biblioteca, la Del Bono indaga accuratamente tutti i piani vitali dell’ente (personale, gestione delle raccolte, evoluzione dei sistemi di catalogazione e delle procedure biblioteconomiche etc.) per arrivare a un risultato compiuto che raggiunge pienamente l’obiettivo della compatta ricerca storico-bibliotecaria. – N.V.
030-F Ferrieri (Luca), Fra l’ultimo libro letto e il primo nuovo da aprire. Letture e passioni che abitiamo, Firenze, Olschki, 2013, pp. XVIII + 334, ISBN 978-88-222-6244-8, € 24. La pratica del leggere, complessissima per presupposti e conseguenze cerebrali e interiori, ricorre in una pluralità di attività e situazioni umane e in risposta a esigenze estremamente eterogenee. Al tempo stesso le persone interagiscono (o, se il punto di osservazione è storico, hanno interagito) con il testo scritto sulla base di una moltitudine di variabili culturali, psicologiche e biografiche. Ne consegue che gli approcci di studio al fenomeno della lettura siano numerosi e che non sia facile orientarsi tra ricerche che, sebbene abbiano interessi comuni, trattano a seconda dei casi di critica letteraria, psicologia, biblioteconomia, neuroscienze e storia culturale (ma la lista non si esaurisce qui). è pertanto arduo creare una sintesi fra diversi punti di osservazione, mentre non è inusuale che, attingendo a indagini maturate in settori diversi dal proprio, ci si limiti alla presa d’atto che questi fenomeni sono stati analizzati anche da punti di vista differenti, senza portare a nuove e sostanziali scoperte ed interpretazioni. Il saggio di Luca Ferrieri, in questa prospettiva, ha un’impostazione decisamente originale: affronta, infatti, la lettura tramite l’analisi di situazioni e stati d’animo in cui questa prassi può concretizzarsi, non senza raccogliere pareri di numerosi autori e intellettuali appartenenti a epoche ed ambiti di attività assai diversificate. Si tratta, insomma, di proiettare la lettura su molteplici livelli di interpretazione per collocarla sul piano complessivo delle esperienze umane. Il fatto che l’autore lavori come bibliotecario può essere utile per valutare la sua capacità di considerare la pratica del leggere da questa insolita angolazione e la stessa natura dell’opera. Il lavoro si articola in ben 31 capitoli che presentano una struttura complessa: le pagine, infatti, sono spesso organizzate in tre aree. La sezione principale è affiancata da una colonna che propone brevi pezzi in cui le riflessioni dell’autore si intrecciano con riferimenti letterari, rinvii storico-culturali e citazioni varie. Questi vanno a creare un’area che sta a metà strada tra lo spazio della divagazione e la raccolta di aneddoti (intellettuali), sempre accompagnati da opportuni rinvii bibliografici e, comunque, piacevoli e misurati. Sotto al testo principale ci sono invece le note, che suggeriscono il taglio scientifico-documentario della ricerca. Si tratta di un libro assai denso, attentissimo a parcellizzare la pratica del leggere abbinandola a una pluralità di azioni e sfumature che vengono scrupolosamente codificate, classificate e analizzate. L’approccio classificatorio è confermato dall’Indice delle accezioni, situazioni, azioni e passioni di lettura posto a fine volume: fitto (è stampato su tre colonne), dettagliatissimo e per certi versi sorprendente. Il libro, al di là del ritmo molto serrato e della stretta consequenzialità di argomentazioni e sezioni di testo, è comunque scritto con passione e l’acume di svariate osservazioni rende nel suo complesso scorrevole la lettura (che può comunque anche essere efficacemente episodica, quasi si fosse in presenza di un’opera di consultazione sulla lettura). Il fatto poi che molte delle situazioni prese in esame possono risultare familiari a chi abbia dimestichezza con la pratica del leggere favorisce la immedesimazione nei fenomeni descritti. Ma non deve sfuggire che siamo in presenza di un saggio ben meditato nei suoi sottesi filosofici e impostato con la forte e drammatica consapevolezza che è la stessa condizione esistenziale dell’uomo, caratterizzata da un fluire, denso e impotente, di dubbi interiori, conflitti, contingenze di vita e situazioni sociali, a spingere gli individui a leggere, scrivere e, comunque, a dare sistematicità alle proprie azioni (si legga a questo riguardo il primo capitolo: La lettura nella stiva). è certo anche grazie a questo approccio che l’autore ottiene il risultato, non scontato, di portare la leggerezza (intesa come immaterialità) della lettura su un livello di interpretazione lontano dal compiacimento che spesso aleggia tra chi studia questi fenomeni e che non di rado finisce per celebrare le pratiche letterarie come occasione d’incontro di autori e fruitori di testi che rimangono saldamente ancorati alle proprie appartenenze elitarie (ossia in una porzione davvero limitata dello spettro delle situazioni proprie della lettura). – R.G.
030-G Letteratura in copertina. Collane di narrativa in biblioteca tra il 1950 e il 1980, a cura di Giovanna Zaganelli, Bologna, Lupetti, 2013 (Scienze della comunicazione), pp. 171, ill., ISBN 978-88-95962-98-6, € 24. Questo bel vol., nato nell’ambito del Dottorato Internazionale in Scienza del Libro e della Scrittura dell’Università per Stranieri di Perugia, prende spunto dalla mostra Trenta anni di copertine alla Stranieri. Collane di narrativa in Biblioteca tra il 1950 e il 1980 che la stessa Università ha allestito dal 26 ottobre al 5 novembre 2010. Scopo del lavoro è indagare, in uno dei momenti più fecondi per la storia dell’editoria e della grafica italiane, il rapporto fra letteratura e collane editoriali attraverso le copertine, «anime intellettuali del volume», ma anche elementi importanti della storia dell’editoria nazionale e della cultura visiva dal Dopoguerra a oggi. Un panorama ampio, allora, e molto articolato, che prende corpo in 26 saggi (qui però si accennerà solo ad alcuni), suddivisi in due sezioni. Nella prima, dove si declinano ad hoc i temi della paratestualità/peritestualità cari a Genette, si concentrano, fra gli altri, gli interventi della curatrice (ben tre, di cui uno in collaborazione con Toni Marino, Sellerio visto da Sciascia, Nigro e Camilleri, p. 21) e di Salvatore Silvano Nigro (Tutto in prima pagina, p. 19). Prevale, in queste pagine iniziali, l’idea delle copertine come «luogo di scambio comunicativo tra editore, autore e lettore, terreno aperto attraverso cui si accede al testo», perchè le copertine stesse, nelle loro varianti giocate fra elementi grafici di continuità (il blu di Sellerio) o di variazione (Il Castoro della Nuova Italia), lo traducono visivamente e gli permettono, in definitiva, di diventare libro. Dunque, le copertine come sintesi estrema del rapporto fra centro e periferia del libro. Quel rapporto delicatissimo, fatto di equilibri multiformi e sempre in dialogo fra loro, su cui sovente si sono abbattuti «scorticatori esperti», che per “meglio” rilegare i libri, hanno sterminato impunemente migliaia di copertine, disperdendo «un patrimonio d’arte grafica e di informazioni critiche oltre che editoriali», come osserva Nigro. Sì, perchè le copertine sono anch’esse letteratura da studiare, non foss’altro perchè certi grandi scrittori sono stati pure grandi copertinisti, da Vittorini, a Calvino fino a Roberto Calasso. A suggello della prima sezione sta un’intervista della curatrice a Paolo Guidotti (p. 65), copertinista – come egli stesso tiene a definirsi – per le più importanti case editrici italiane, che riassume, attraverso la propria esperienza professionale, il senso delle pagine precedenti, inserendo nella riflessione anche la complessa dialettica autore-illustratore: «Chi illustra segue un percorso già tracciato dalla scrittura, chi si occupa della copertina elabora un’interpretazione che si condensa in una sintesi del testo. L’illustrazione racconta, è una narrazione ... Illustrare significa rifare ciò che l’autore ha scritto». Nella seconda sezione – frutto del lavoro dei dottorandi e degli assegnisti di ricerca – si offre, invece, una panoramica della narrativa italiana a corollario delle pagine precedenti. Gli a. ripercorrono infatti la storia di alcuni grandi editori e delle loro più famose collane (Adelphi, Bompiani, Einaudi, Feltrinelli, Garzanti, La Nuona Italia, Mondadori, Rizzoli, Vallecchi) con particolare attenzione agli aspetti grafici e copertinisti, pardon artisti, che seppero realizzarli meravigliosamente (Bruno Munari, Mario Mariotti, Mario Dagrada, per esempio). Tante, belle e coloratissime le immagini che corredano il vol., in particolare nella sua seconda parte, tutte inserite in un apposito archivio online che ripropone, fra l’altro, il percorso visivo della mostra (www.iconcollection.it). Al termine di ogni contributo viene sempre proposta un’utile bibliografia, nonché l’elenco delle illustrazioni. – Elena Gatti.
030-H Maclean (Ian), Scolarship, Commerce, Religion. The Learned Book in the Age of Confessions 1560-1630, Cambridge (Massachussetts), Harvard University Press, 2012, XVI, 380 pp, ISBN 9780674062085, $ 49,95. Questo vol. è derivato dal ciclo delle Lyell Lectures in Bibliography eseguite dall’a. nel 2010 presso l’Università di Oxford, dove è docente di Renaissance Studies. Dopo un primo breve capitolo introduttivo, l’opera entra nel vivo trattando le vicende dell’editoria della città di Francoforte tra il 1606 e il 1615, viste dalla particolare prospettiva del letterato Melchior Goldast von Haiminsfeld, che in quel periodo lavorava come correttore di bozze e curatore di edizioni soprattutto di tipo erudito-accademico. La Francoforte dell’epoca era nel momento di massima fioritura economica grazie alla fiera libraria, il più grande centro commerciale europeo, considerando che l’area tedesca era la maggiore produttrice editoriale in Europa di libri di erudizione e di insegnamento in lingua latina. Nel contempo però Francoforte era anche lo specchio delle tensioni di matrice confessionale che agitavano il continente: per esempio, gli editori e gli stampatori più attivi della città erano di fede calvinista, per lo più rifugiati provenienti dalla Francia e dai Paesi Bassi a causa delle persecuzioni religiose, mentre il Consiglio della Città era composto da luterani di stretta osservanza, ovviamente non favorevoli alle chiese calviniste, e controllava la censura libraria locale e l’organizzazione della fiera, che a sua volta ricadeva anche sotto la giurisdizione della Commissione Imperiale sui libri, organo centrale che tutelava gli interessi della Chiesa Cattolica. Goldast era un tipico studioso dell’epoca, dotato di scarsi mezzi economici e sempre alla ricerca di un patrocinatore o di un impiego nell’ambito dell’editoria per poter pubblicare le proprie opere. La sua attività era però più ampia, in quanto a Francoforte curava anche gli interessi di un certo numero di autori calvinisti di Zurigo e Heidelberg, al fine di trovare editori per i loro scritti e di evitare che incorressero nelle maglie della censura. In tale veste, Goldast poté sperimentare quanto influissero i contrasti di natura religiosa nel mondo della stampa, costringendo gli autori, o nel suo caso il curatore, a cambiare introduzioni, note e apparati paratestuali per nascondere o promuovere una determinata confessione religiosa, a stampare all’estero per sfuggire a norme censorie troppo rigide o per diminuire i costi di impressione, fino addirittura a giungere a operazione di pirateria editoriale. Il resto dell’opera espande l’orizzonte dal microcosmo di Francoforte per andare a esaminare le pratiche commerciali in Europa tra il 1560 e il 1630. Il terzo capitolo definisce il campo della pubblicazione scientifica dell’epoca, scritta in lingua latina e pubblicata soprattutto in Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi e Svizzera, e le problematiche affrontate dagli autori per trovare i finanziamenti per stampare i propri lavori. Le difficili condizioni che ogni giorno dovettero affrontare gli editori per garantirsi almeno il mantenimento del proprio spazio sul mercato, sono l’oggetto del capitolo successivo, incentrato soprattutto sulle strategie che adottarono per garantirsi gli autori più famosi e sui metodi che utilizzarono per la loro promozione. Nel quinto capitolo l’a. esamina in quale modo il mercato europeo fosse ovunque assoggettato alla potente forza di controllo della censura da parte dei singoli governi, che inoltre usavano lo strumento dei privilegi sia per promuovere l’industria locale, che per contenere la diffusione di eventuali testi sgraditi, e come gli operatori editoriali si ingegnassero a eludere tali restrizioni con opportune strategie, non ultima quella dell’auto-censura preventiva. Il capitolo seguente offre una analisi del funzionamento all’epoca della produzione libraria internazionale, utilizzando come principale fonte documentaria l’Archivio del Museo Plantin-Moretus di Anversa, con l’identificazione di un modello di aggiornamento programmato delle edizioni dei testi accademici di maggior successo, in modo da poterli periodicamente riproporre alla vendita con nuove vesti editoriali. Tale pratica però si rivelò una sorta di cane che si mordeva la coda: nell’arco di poco tempo il mercato si saturò di troppe edizioni degli stessi testi di successo, come viene evidenziato dall’a. nell’ottavo capitolo. Sebbene gli ideali della Repubblica delle Lettere rimanessero immutati, a partire dal 1630 si assistette a un declino del commercio di questo genere editoriale, complice la Guerra dei Trent’anni, la ri-cattolicizzazione di importanti centri di stampa e il progressivo affermarsi delle opere d’erudizione nelle lingue volgari a scapito di quelle in latino. – M.C.
030-I Zanantoni (Marzio), Albe Steiner. Cambiare il libro per cambiare il mondo. Dalla Repubblica dell’Ossola alle edizioni Feltrinelli, Milano, Unicopli, 2013 (L’Europa del Libro. Editoria e cultura in età moderna e contemporanea, 11), pp. 433, ill. (46 tav. a colori fuori testo), ISBN 978-88-4000-1692-4, € 20. L’ampio lavoro ricostruisce, attingendo all’Archivio di Albe e Lica Steiner, dal 2007 acquisito dal Dipartimento di Progettazione dell’Architettura del Politecnico di Milano, la figura e la vicenda professionale di Albe Steiner (1913-1974), «senza dubbio uno dei maggiori grafici italiani ed internazionali del Novecento». Il lavoro innanzitutto conferma l’importanza degli archivi personali e di quel filone di ricerche che da essi prende corpo. Nel caso specifico lo studio delle carte Steiner permette di affrontare in modo meno usuale, ossia dal punto di vista di un collaboratore esterno, alcuni capitoli dell’editoria italiana del secolo scorso. Bastano pochi riferimenti. Steiner fu infatti collaboratore, nell’ordine, di Einaudi, Feltrinelli e infine, seppur per poco, Zanichelli. Ricostruirne il percorso grafico significa in qualche modo arricchire di importanti tasselli di prima mano anche il discorso sull’editoria italiana novecentesca. Zanantoni organizza i risultati dello studio della carte archivistiche in una sorta di biografia umana e professionale, che non esaurisce la figura di Steiner soltanto nella sua attività di grafico editoriale, ma intende «restituire la sua storia, le sue amicizie, la sua attività sindacale e di insegnante sino al fondamentale rapporto con il Partito comunista». Quest’ultimo aspetto, che certo ha notevolmente pesato nella sua vicenda professionale offrendogli opportunità lavorative altrimenti difficilmente raggiungibili, è in particolare analizzato nei capitoli L’impegno militante nel PCI e L’editoria del PCI in cui si approfondiscono i rapporti con gli Editori Riuniti (1955-1962), ma anche gli allestimenti per i Festival dell’Unità e i disegni per le tessere, che contribuirono a modernizzare il Partito dal punto di vista visivo-propagandistico. Steiner arrivò alla collaborazione con le collane editoriali di Einaudi passando dalla rivista «Risorgimento» pubblicata a Roma tra l’aprile e l’agosto 1945, di cui era editore Giulio Einaudi, e il sodalizio con Vittorini, col quale collaborerà con l’«Unità» e «Milano Sera». Per Einaudi lavorerà al «Politecnico» dell’amico Vittorini, al progetto del Teatro popolare italiano di Vittorio Gassman e soprattutto a parecchie collane e singoli volumi della Biblioteca del Politecnico e dei Gettoni. In particolare per «Il Politecnico» Steiner progettò una gabbia grafica che consentiva l’integrazione tra parole e immagini così da valorizzare al massimo la fotografia. L’incontro con Feltrinelli, cui è dedicato il quarto capitolo della seconda parte, avvenne tra la fine del 1945 e il 1946, durante il periodo in cui Steiner lavorava al «Politecnico». Negli stessi anni in cui Steiner riprendeva la sua attività iniziando a occuparsi stabilmente di grafica editoriale e pubblicitaria Feltrinelli iniziava la costruzione di un archivio dedicato a raccogliere libri e testimonianze sulla storia del movimento operaio, la «Biblioteca Giangiacomo Feltrinelli». Steiner iniziò progettando lo studio grafico per la nuova serie di «Movimento Operaio» nel 1951, ma negli stessi anni, a conferma di un lavoro condotto su più fronti e sempre da collaborazioni esterne, aveva ricevuto un analogo incarico anche per la nuova veste grafica della collana socialista «Il Gallo» con la quale il quotidiano socialista «Avanti!» voleva riprendere la pubblicazione delle «Edizioni Avanti!». Al 1953 risalgono anche le prime prove grafiche per i libri della futura casa editrice Feltrinelli (anche se «tutti i modelli di libro disegnati di Albe non riportavano in copertina alcuna indicazione – un titolo, un Autore – utili a individuare pubblicazioni poi effettivamente avvenute») e per il marchio, dal momento che Steiner era «ben consapevole che il marchio era il primo degli elementi della comunicazione visiva». Il percorso grafico-editoriale con Feltrinelli si interruppe nei primi anni Sessanta in un duro confronto nel quale Steiner intese difendere di fronte all’Editore «la creatività autonoma del suo ingegno di conseguenza l’applicazione del diritto d’autore alle sue opere». Un passaggio fondamentale, che equiparava il mestiere del grafico a quello dell’autore, curatore, traduttore. La parabola professionale volge al termine, con l’ultimo capitolo dedicato all’importante esperienza con Zanichelli e alla progettazione dei nuovi libri scolastici per una nuova editoria scolastica. Furono Giovanni Enriques e Delfino Insolera a chiamare Steiner a collaborare a un innovativo progetto grafico che rinnovasse in profondità la struttura del libro scolastico, dalla copertina all’impaginato. La collaborazione durò una decina d’anni, cominciando dalle prime prove per l’anno scolastico 1962. Steiner venne improvvisamente a mancare nel 1974, ma il suo percorso si era probabilmente concluso all’indomani dalla fine del rapporto con Giangiacomo Feltrinelli (sarà per questo che nel titolo non si fa infatti riferimento all’epilogo con Zanichelli?). Il volume è corredato di un indice dei nomi e di un più utile indice delle case editrici e riviste citate. Una cinquantina di tavole a colori fuori testo consente di avere a portata alcuni dei prodotti grafici di Steiner. – G.P.
030-001 Abadal (Ernest), Acceso abierto a la ciencia, Barcelona, Editorial UOC, [2012] Þ rec. Andrea Capaccioni, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 315-7.
030-002 Aiello (Elena), Il Distretto culturale “Le Regge dei Gonzaga”: un modello innovativo di sviluppo e valorizzazione territoriale, in Tecnologie digitali e catalogazione del patrimonio culturale (sezione seconda), a cura di R. Salvarani, pp. 75- 6 Þ«AB» 030-220
030-003 Aimi (Chiara), I libri armeni a stampa della Biblioteca Palatina di Parma, Parma, Deputazione di storia patria per le province parmensi, 2013 (Fonti e studi, s. I, 18), pp. 176, s.i.p. Dopo le brevi note di Sabina Magrini sulla presenza delle raccolte orientali alla Palatina di Parma e di Gabriella Uluhogian sul fondo armeno (di cui nel 1978 pubblicò un primo elenco), il vol. si apre con una introduzione dell’a. che illustra la provenienza dei libri da un lato dagli orientalisti parmensi quali il De Rossi (soprattutto grammatiche e testi religiosi), dall’altro da Carlo Ludovico di Borbone (soprattutto dai Mechitaristi di S. Lazzaro a Venezia). Segue una utile bibliografia sul tema (pp. 31-5). Il fondo è dunque costituito da 160 edizioni, le cui schede catalografiche sono disposte cronologicamente (da Postel 1538 e Albonesi 1539 all’Eneide tradotta in armeno 1845 – segue un vol. di giochi infantili attribuito al 1816), descritte con ampia trascrizione del titolo, indicazioni della consistenza, rimandi bibliografici ai principali repertori specialistici, brevi dati sull’esemplare. Chiudono il catalogo indici di autori, traduttori e curatori, dei titoli in caratteri armeni e poi di quelli coi latini, l’indice dei luoghi di stampa, quello dei possessori. Peccato che il vol. risulti pubblicato un po’ alla macchia, senza ISBN. – E.B.
030-004 Albonico (Simone), Appunti sulla cultura letteraria a Milano dalla prima dominazione francese al 1560, in Prima di Carlo Borromeo. Lettere e arti a Milano nel primo Cinquecento, pp. 45-59.
030-005 Alligo (Santo), Pittori di carta, IV, Libri illustrati tra Otto e Novecento, Torino, Little Nemo, 2013 Þ rec. M[assimo] G[atta], «Charta», 131, gennaio-febbraio 2014, p. 74.
030-006 ANZSI conferences: last time and next time, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/1 (marzo 2014), pp. 37-8. Cronaca del convegno dell’associazione degli indicizzatori australiani e neozelandesi, svoltosi dal 13 al 15 marzo 2013 a Wellington (NZ) sul tema Intrepid indexing without borders, e lancio del prossimo evento che si terrà dal 6 al 9 maggio 2015 a Canberra. – L.R.
030-007 Archivistica. Teorie, metodi, pratiche, a cura di Linda Giuva - Maria Guercio, Roma, Carocci, 2014 (Beni culturali, 42), pp. 461, ISBN 978-88-430-7128-9, € 39. Il testo, con la sua parte tesa a fornire le conoscenze necessarie all’utilizzo degli strumenti operativi, si presenta come manuale per la formazione di giovani che desiderano intraprendere la professione, ma anche come spazio di riflessione aggiornato per quelle persone che già lavorano nel settore, grazie alla sua costante attenzione a quelli che sono i nodi teorici e metodologici della disciplina, con uno sguardo aperto anche alla loro prospettiva futura. Ogni capitolo è frutto dell’esperienza di diversi studiosi, il tutto è calibrato tenendo sempre presenti le due dimensioni che si vogliono dare al vol.: quella didattica e quella teorica. La materia è organizzata tenendo anche conto di una certa propedeuticità dei temi trattati: dalle funzioni principali del documento archivistico, ai metodi di costituzione di un fondo, fino alla formazione degli archivisti stessi. Trasversale a tutto il testo la dimensione digitale, l’ingresso e l’influenza delle nuove tecnologie nel lavoro d’archivio. – A.T.
030-008 Ardolino (Enrico Pio), Libri e biblioteche della Congregazione fogliante italiana (1592-1802). Una prima rassegna fra Roma e Perugia, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 161-85. Il saggio, riccamente documentato, costituisce il primo capitolo di una indagine sulle biblioteche della poco nota congregazione religiosa. Presenta le premesse metodologiche e le fonti per la conoscenza di tali biblioteche nell’area geografica indicata a titolo. – A.L.
030-009 «Avisos. Noticias de la Real Biblioteca», XIX, 70, mayo-agosto 2013. Si parla del ms. II/3087, forse prova di lavoro di un copista; dei libri di Luis de Castilla. – E.B.
030-010 «Avisos. Noticias de la Real Biblioteca», XIX, 71, septiembre-diciembre 2013. Vi si trovano notizie sulla banca dati sulle legature della BN de France; sul volume di Rosa M. Gregori Roig, La impresora Jeronima Gales i els Mey (València, segle XVI), Valencia, 2013; sulla storia della casa editrice Giustavo Gili di Barcellona (1902-2012); in fine un racconto di Pablo Andres Escapa. – E.B.
030-011 Azienda di servizi alla persona Golgi-Redaelli, Il paese dell’acqua. I Luoghi Pii Elemosinieri di Milano e le loro terre: un itinerario nel paesaggio dal Medioevo ai nostri giorni, a cura di Lucia Aiello - Marco Bascapè - Sergio Rebora, Como, NodolIbri, 2013, pp. 554, ISBD 978-88-7185-236-2, s.i.p. Il patrimonio fondiario dei luoghi pii elemosinieri della provincia di Milano racconta, anche grazie a una preziosa documentazione fotografica (e di mappe catastali), di beni artistici, risaie, prati, campi e cascinali, rogge, mulini, pesca, agricoltura, coltivazione di pioppi per la carta. Il vol. è dotato di bibliografia finale (pp. 510-28) e di indici dei nomi di persona, dei poderi, delle località, dei corsi d’acqua. – E.B.
030-012 Baldacchini (Lorenzo), Cantastorie-editori nell’Italia del Cinquecento, in Mobilità dei mestieri del libro, a cura di M. Santoro - S. Segatori, pp. 219-30. Analizzando alcune delle figure di cantastorie più significative del XVI secolo in Italia: Zanobi della Barba, Ippolito Ferrarese e Vincenzo Polo, si riflette su come la loro mobilità si sia sì espressa in relazione alla più generalizzata mobilità legata ai mestieri del libro, ma sia anche stata dettata dalla ricerca di protettori, oppure dalla necessità di sfuggire alla repressione e alla censura. – A.T.
030-013 Ballesdens (Jean), Les Fables d’Ésope le Phrygien, édition critique établie sous la direction de Bernard Teyssandier, Reims, EPURE (Université de Reims Champagne-Ardenne), 2011 Þ rec. Bernard Beugnot, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 407-9.
030-014 Barbanera 1762, Spello, Editoriale Campi per Fondazione Barbanera 1762, 2012, pp. 324 in curioso cofanetto in cartone con altre carte ripiegate aggiunte, s.i.p. Il “Barbanera” è un celebre lunario folignate che fin dal Settecento insegna ai contadini quando seminare l’insalata, ma anche un’infinità di altre cose. Un bel volume, con ricca bibliografia finale, molte foto, 15 saggi di 8 autori diversi per imparare a viaggiare nella cultura popolare tradizionale. Allegato il cd-rom col bel filmato Tempo al tempo dedicato alla cultura popolare e contadina.– E.B.
030-015 Barbier (Frédéric), Émigration et transferts culturels dans la «librairie» aux époques moderne et contemporaine: le cas de l’Allemagne et de la France, in Mobilità dei mestieri del libro, a cura di M. Santoro - S. Segatori, pp. 39-54. Evidenziato quello che fu il ruolo dei tipografi tedeschi, in relazione alla diffusione della stampa in Europa, il saggio considera poi quello che fu l’intervento delle reti commerciali e finanziarie nel mercato del libro. Passando poi ad analizzare i flussi di migrazione professionale tra Francia e Germania, si riserva particolare attenzione al fenomeno degli ugonotti rifugiati in Germania a seguito della revoca dell’Editto di Nantes e, di contro, dei professionisti tedeschi residenti in Francia, guardati attraverso la lente di ingrandimento dell’antropologia: esame delle reti familiari, delle pratiche di formazione e dei sistemi di solidarietà. – A.T.
030-016 Barbieri (Edoardo), I fratelli da Legnano editori a Milano e il libro religioso del primo quarto del XVI secolo in Prima di Carlo Borromeo. Lettere e arti a Milano nel primo Cinquecento, pp. 145-68 Þ «AB» 030-177
030-017 Barbieri (Edoardo), Note sulla committenza editoriale ecclesiastica nell’Italia del Quattro e Cinquecento, in Mobilità dei mestieri del libro, a cura di M. Santoro - S. Segatori, pp. 231-44. Dopo aver riflettuto sul significato e sulla pratica della committenza, in relazione prima a quella artistica e in riferimento poi alla committenza relativa alla produzione di manoscritti e di edizioni a stampa, l’a. si concentra in particolar modo su quella che era, tra Quattro e Cinquecento, la committenza editoriale ecclesiastica. Committenza che, sottolinea l’a., presenta punti di contatto con quella che era la committenza a opera di realtà comunitarie che commissionavano, a esempio, edizioni a stampa di statuti. Partendo da questa osservazione si giunge però presto a un’ulteriore considerazione, quella cioè che per i secoli XV e XVI la Chiesa Cattolica fu sostanzialmente al centro del mercato e della produzione di edizioni a stampa. Ci si sofferma allora chiedendosi che ruolo potesse avere la committenza all’interno di tale tipo di produzione, già di per sé autosufficiente e “istituzionalizzata”. Per rispondere a tale domanda si prendono come esempio alcuni casi particolarmente significati, evidenziando di volta in volta i motivi che spinsero a commissionare l’edizione: dalla mancanza totale di tipografie in loco (o all’inadeguatezza di quelle eventualmente presenti), alla volontà di disporre di pubblicazioni liturgiche particolarmente complesse e costose (uso di inchiostro rosso e nero e di calcografie), alla necessità di disporre di redazioni adeguate ai singoli usi liturgici locali, o di testi giuridici interni all’ordine. Conseguenza ultima della committenza ecclesiastica si raggiunge con l’apertura di officine tipografiche dipendenti dal potere del vescovo, per esempio, oppure di officine allestite direttamente all’interno dei monasteri. – A.T.
030-018 Barbieri (Edoardo), Per un ritratto di Luigi Balsamo uomo, studioso, professore, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 353-61. Un profilo biografico e intellettuale di Luigi Balsamo (1926-2012), bibliografo, esperto di storia del libro, maestro di generazioni di bibliotecari e studiosi di discipline bibliografiche. – L.R.
030-019 Bazzotti (Guido), Ricostruzioni 3D per la manutenzione e la tutela dei beni culturali, in Tecnologie digitali e catalogazione del patrimonio culturale (sezione prima), a cura di R. Salvarani, pp. 61-74 Þ«AB» 030-220
030-020 Benedetti (Federica), La biblioteca francescana di San Michele in Isola e le “sue biblioteche” (1829-2008) Þ rec. A[lessandro] S[carsella], «Charta», 132, marzo-aprile 2014, p. 75.
030-021 Benítez (Miguel), Le foyer clandestin des Lumières. Nouvelles recherches sur les manuscrits clandestins, 2 vol., Paris, Champion, 2013, pp. 898 complessive, ISBN 978-2-7453-2629-4, s.i.p. Un’ampia raccolta di studi qui ripubblicati per indagare la produzione di testi destinati alla circolazione privata durante l’epoca illuministica. Il vol. è dotato in fine di un’ampia bibliografia delle opera mss. e a stampa utilizzate (pp. 795-875), nonché di un indice dei nomi. – E.B.
030-022 Biagetti (Maria Teresa), Le edizioni del XVII secolo della biblioteca del Consiglio di Stato, Roma, Gangemi, 2012 Þ rec. Alfredo Serrai, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, p. 303.
030-023 Bianca (Concetta), La mobilità dei letterati, in Mobilità dei mestieri del libro, a cura di M. Santoro - S. Segatori, pp. 27-35. L’a., ripercorrendo alcuni casi di letterati, dotti, oratori e ambasciatori, spostatisi con l’intento di trovare una sistemazione presso varie corti italiane e presso la curia, luogo definito come domicilium sapientiae, evidenzia come, nel XV secolo, la mobilità fosse legata non tanto a un coinvolgimento univoco con i mestieri del libro, ma piuttosto con la volontà di raggiungere un certo status presso le corti o presso la curia stessa. – A.T.
030-024 «Biblioteca di via Senato (La)», 1, gennaio 2014. Si parla di Filippo Argelati e i Rerurum italicarum scriptores (Giancarlo Petrella), Mondadori fuori commercio – ultima puntata (Massimo Gatta). – E.B.
030-025 «Biblioteca di via Senato (La)», 11, novembre 2013. Con articoli dedicati ad Alfredo Cattabiani (Gianfranco De Turris), bibliografia astrologica (Giancarlo Petrella), edizioni non venali Mondadori (Massimo Gatta). – E.B.
030-026 «Biblioteca di via Senato (La)», 12, dicembre 2013. Dedicato al Principe di Machiavelli (con preziose fotografie dalle edizioni antiche), propone tra l’altro articoli sulle prime edizioni machiavelliane (Giancarlo Petrtella) e sulle eduizioni non venali di Mondadori (Massimo Gatta). – E.B.
030-027 «Biblioteca di via Senato (La)», 2, febbraio 2014. Con articoli sulla collezione Lanfranchi di Palazzolo (Giancarlo Petrella), Oreste del Buono (Gianfranco De Turris). – E.B.
030-028 Biblioteche effimere. Biblioteche circolanti a Venezia (XIX-XX secolo), a cura di Dorit Raines, Venezia, Edizioni Ca’ Foscari - Regione del Veneto, 2012 Þ rec. Elisabetta Zonca, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 344-5.
030-029 Bigardi (Alessandro), L’affermazione della griglia nell’organizzazione dello spazio tipografico, «Paratesto», 10, 2013, pp. 163-182. L’articolo si sofferma sull’analisi della griglia tipografica istituita dallo Stile Internazionale con un’ampia casistica che permette di seguirne l’evoluzione dalle origini della stampa al Novecento. – G.P.
030-030 Blaak (Jeroen), Literacy in Everyday Life. Reading and Writing in Early Modern Dutch Diaries, Leyden-Boston, Brill, 2009 Þ rec. Mariette Naud-Betteridge, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 409-11.
030-031 Bodoni (1740-1813). Principe dei tipografi nell’Europa dei Lumi e di Napoleone, a cura di Andrea De Pasquale, Parma, Grafiche Step, 2013, pp. 80, ISBN: 978-88-789-8071-4, s.i.p. In occasione del bicentenario della scomparsa di Giambattista Bodoni, Parma gli offre il proprio omaggio allestendo la mostra nel Palazzo della Pilotta “Bodoni principe dei tipografi nell’Europa dei Lumi e di Napoleone (1740-1813)”, a cura di Andrea De Pasquale, di cui questo volume è il catalogo. Il vol. si apre con i discorsi, tenuti in occasione dell’apertura della mostra, da Orazio Tarroni, presidente Fondazione Museo Bodoniano, da Carlo Gabbi, presidente Fondazione Cariparma, dal curatore della mostra e direttore scientifico del Museo Bodoniano, Andrea De Pasquale, e, infine, da Sabrina Magrini e Mariella Utili, rispettivamente, direttore del Museo Bodoniano e Soprintendente per i Beni Storico Artistici ed Etnoantropologici del Comune di Parma e Piacenza. La pubblicazione, corredata da un ricco e curato apparato figurativo, segue idealmente le varie sezioni della mostra. La prima sezione, La fabbrica del libro perfetto, è quasi un sunto di storia della produzione libraria, sottolineando come l’opera di Bodoni si collocasse in un’epoca in cui le tecniche di realizzazione del libro tipografico erano ben consolidate. La seconda sezione, invece, dal titolo Bodoni, gli ambienti culturali e le corti, ripercorre la formazione del giovane Bodoni presso Saluzzo, poi Roma e infine l’arrivo a Parma. A seguire i rapporti intrattenuti dal “principe dei tipografi” con i principi dell’epoca: dalla corte ducale parmense a quella papale a Roma; dai Borbone a Murat a Napoli; dalla corte sabauda all’ambiente culturale milanese fra gli Asburgo e Napoleone. A ogni tappa corrisponde la produzione di curate edizioni a stampa, frutto della lunga e laboriosa attività di Bodoni, che troverà una summa nell’edizione postuma, curata dalla vedova, del suo Manuale tipografico. Il vol. si chiude con l’elenco di tutte le opere in mostra: incunaboli, edizioni bodoniane, caratteri e punzoni, tele e marmi. – Giulia Zani
030-032 Bononia manifesta. Supplemento al Catalogo dei bandi, editti, costituzioni e provvedimenti diversi, stampati nel XVI secolo per Bologna e il suo territorio, a cura di Zita Zanardi, Firenze, Olschki, 2014, pp. XXXVIII + 160, ill. b/n, ISBN 978-88-222-6304-9 , s.i.p. Il repertorio Bononia manifesta uscì nel 1996, sempre per cura di Zita Zanardi, proponendo 3.295 schede relative a bandi, editti, costituzioni e provvedimenti impressi nella Bologna del Cinquecento. Il presente supplemento aggiunge 145 schede di ‘nuove’ edizioni e la notizia di numerosi esemplari nel frattempo ritrovati di edizioni censite in precedenza. Il volume presenta anche gli utili indici complessivi: dei tipografi e degli editori, dei sottoscrittori, delle cose notevoli, delle illustrazioni, dei tipografi delle tesi (cioè delle tesi a stampa dei lettori dello Studio locale, censite qui in numero di 100), dei nomi delle tesi. – A.L.
030-033 Borraccini (Rosa Marisa), La mobilità dei mestieri del libro nello Stato pontificio, in Mobilità dei mestieri del libro, a cura di M. Santoro - S. Segatori, pp. 299-318. Una volta stabilito come il nomadismo relativo ai mestieri del libro sia determinato da fattori che portavano a seguire quelle che erano le direttrici dei luoghi del potere politico, economico e culturale, si passa a considerare come questa realtà, quella appunto della mobilità dei mestieri del libro, si esplicitasse nello Stato Pontificio. Questo diviene, in alcuni casi, polo di attrazione per i professionisti itineranti (non mancano tuttavia esempi contrastanti), polo soggetto però a complessi mutamenti geopolitici. – A.T.
030-034 Braida (Lodovica), Una rete di librai cosmopoliti: i briançonesi in Italia e il loro ruolo di editori, in Mobilità dei mestieri del libro, a cura di M. Santoro - S. Segatori, pp. 151-62. La parte introduttiva dello studio riassume alcuni dei risultati e dei punti saldi definiti dalle prime ricerche sul commercio librario di Antico Regime: necessità di assumere uno sguardo sovranazionale, consapevolezza del fatto che il circuito dei libri clandestini non sfruttò solo canali illeciti, ma godette anche di appoggio da parte di personalità di rilievo della gerarchia sociale, attenzione al fatto che la modalità di classificazione dei librai editori del Settecento era spesso definita non tanto da una riflessione culturale, ma piuttosto da aspetti di organizzazione materiale, e, infine, la definizione di diverse categorie di librai editori. Tali caratteristiche del commercio librario valgono anche per quei librai provenienti da Briançon che si stabilirono in Italia, di cui, nello studio, vengono considerate le caratteristiche della produzione editoriale, confrontando diversi librai briançonesi, emigrati in diverse città d’Italia, in particolare Torino, Genova, Roma e Napoli. – A.T.
030-035 Browne (Glenda) - Jan Wright, with comments from David Ream - Michele Combs, Reply to Bill Johncocks, ‘EPUB indexes and the future of indexing revisited’ (Indexer 31(4), 151-2), «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/1 (marzo 2014), pp. 41-3. Replica ad alcune osservazioni critiche mosse da Bill Johncocks riguardo alle posizioni espresse dagli autori sul formato EPUB3 e il futuro dell’indicizzazione («The Indexer», 31/3, pp. 110-21). Vedi anche «AB» 028-032 e 030-131. – L.R.
030-036 Brunetti (Simona), La schedatura dei documenti gonzagheschi legati alla committenza teatrale, in Tecnologie digitali e catalogazione del patrimonio culturale (sezione seconda), a cura di R. Salvarani, pp. 117- 140 Þ«AB» 030-220
030-037 Bruni (Flavia), “Esercitare le stampe in honore et benefitio della Magnifica Comunità”: strategia di profitto o scelta obbligata? , «Paratesto», 10, 2013, pp. 71-9. Il contributo riflette sul problema della committenza pubblica e delle difficoltà economiche incontrate dai tipografi attivi in centri di modesta entità nei primi due secoli della stampa. – G.P.
030-038 Buona la prima! 20 copertine di libri riuscite giudicate da chi se ne intende, a cura di Stefano Salis, Artelibro-Bologna, Biblioteca Salaborsa, 6-22 settembre 2013, pp. n.n., manca ISBN, € 5. Vivace catalogo dellʼomonima mostra tenutasi dal 6 al 22 settembre 2013 presso la Biblioteca Salaborsa di Bologna, promossa dallʼAssociazione Artelibro in collaborazione con lʼIstituzione Biblioteche del Comune di Bologna-Salaborsa e lʼAssociazione Italiana Editori (AIE). Quella che si ha fra le mani è la rassegna cartacea di unʼesposizione tutta italiana dedicata non tanto allʼastrattismo della grafica editoriale quanto a oggetti fisici, corporei quali sono i libri e le loro copertine. Il catalogo è aperto dallʼOmaggio ai libri reali di Salis, una fotografia ravvicinata che immortala a introduzione i perché e i come della mostra, i perché e i come della sua rappresentazione su carta. Le copertine, abito dei libri, loro contenitore esterno e quanto mai intrensicamente necessario a carpire, dirigere la percezione che di essi hanno gli acquirenti-lettori, sono qui degli oggetti tutti particolari, oggetti scelti, riuniti nellʼassoluta libertà: la libertà di giudizio, di criterio di valutazione, di ordine concessa al gruppo di esperti incaricato della selezione, a una giuria che rispettando un solo dettame, la riuscita del prodotto, ha saputo dare vita a una combinazione di 20 copertine tuttʼaltro che aleatoria. Le cover scelte infatti sono tutte legate alla medesima dimensione spazio-temporale, appartengono a libri pubblicati da case editrici italiane tra settembre 2012 e settembre 2013 e tutte sono legate da un vincolo qualitativo, «non la belleza, non lʼestetica fine a sé stessa, meno che mai il contenuto del libro, ma proprio il risultato finale concreto e tangibie. Nella sua matericità, e nella sua “funzione” di copertina di un libro». Così spiega Salis nella sua introduzione, introduzione dopo la quale si entra nel corpo vivo, testuale della rappresentazione. Il catalogo infatti propone allo spettatore-lettore unʼosservatorio dʼimmagini precedute dai brevi, brevissimi testi dei giudici chiamati nella scelta. Grafici, editori, librai, scrittori, si succedono in una galleria che alterna la scrittura allʼarte mettendo in evidenza quegli elementi minimi ma efficaci che hanno guidato e guideranno lʼocchio di chi guarda. Cʼè chi ha preferito soffermarsi sullʼillustrazione, chi sulla perspicuità del progetto grafico, chi sulla possibilità di resa commerciale. La parola dellʼesperto anticipa a suggestione lʼimmagine che segue nella pagina accanto creando un triangolo univoco fra lʼoggetto, la sua rappresentazione e il fruitore. 20 giudici, 20 testi, 20 riproduzioni grafiche ma nessuna “copertina dellʼanno” solamente una “vincitrice morale”, quella per Tennis di John McPhee (Adelphi, Milano, 2013). È il particolare di unʼillustrazione del pittore italo-inglese Aldo Cosomati (1895-1977), un poster disegnato per sostenere il torneo di Wimbledon del 1922, una cover ipnotica giudicata perfetta perché adempie a tutti quei requisiti, grafici, contenutistici, editoriali, necessari a una copertina riuscita. Una copertina dal verde intenso, sapidamente tennistico, con una linea bianca che attraversa lo spazio, al fondo, disegnando un autentico campo da tennis e dove, alla postazione dʼattesa, cʼè un tennista: il lettore a inizio del libro. Ma qui, sulla copertina di questo catalogo, lo spettatore-lettore assisterà alla plastica schiacciata dellʼaltro, del controdettaglio, il “pezzo mancante” del manifesto di Cosomati omesso da Adelphi. Il tutto, una scelta monocromo, dʼeffetto: “buona la prima”, titolo della mostra, titolo della sua esposizione su carta, è anche, nel gergo tennistico, il servizio riuscito al primo colpo. Un grande risultato dunque, che rivela, con 20 immagini testuali, lʼimpegnativo, meticoloso, centrato allenamento della grafica editoriale. – Veronica Senatore
030-039 Burger (Marlene), Bibliographic style and reference techniques, Pretoria, University of South Africa, 2010 Þ rec. Jenny de Wet, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 31/4 (dicembre 2013), pp. 179-80.
030-040 Cairati (Carlo), Carta e cartai nel periodo sforzesco, in Sì, carta, pp. 29-38 Þ «AB» 30-211
030-041 Calimani (Riccardo), Storia degli Ebrei italiani, I, Dalle origini al XV secolo, Milano, Mondadori, 2013, pp. 631, ISBN 978-88-04-62704-3, € 28. Ampio e affascinante percorso che, dalle origini al XV secolo, ricostruisce la complessa storia delle comunità ebraiche in Italia. Il capillare e, al tempo stesso, difficile radicamento nella penisola viene narrato a partire dall’alleanza degli ebrei con la Roma repubblicana: quello che emerge, nel corso dei secoli, è una volontà tesa sì a salvaguardare la propria identità culturale, ma anche attenta a non isolarsi, a non chiudersi in se stessa, diventando parte attiva del tessuto sociale ed economico dei territori dove le comunità si insediavano. – A.T.
030-042 Callegari (Marco), Stampatori e librai a Padova nella prima metà dell’Ottocento, Saonara, Il Prato, 2013 (Libraría. Studi di bibliografia e storia del libro, 1), pp. 131, ISBN 978-88-6336-218-3, € 6,99, ebook. Basato in prevalenza su documentazione archivistica (notevole è la trascrizione di documenti dettagliati riguardanti stamperie e librerie), il saggio ricostruisce dapprima l’attività del celebre Nicolò Bettoni nel decennio (1808-1818) che precedette il suo spostamento nella vivacissima Milano. Si analizzano quindi le attività della Società Tipografica della Minerva, sorta nel 1818 per iniziativa dello stesso Bettoni (che grazie a questa operazione aveva evitato il fallimento), soffermandosi tra l’altro su Luigi Carrer, libraio presso la stessa Società (processato per importazione di opere proibite). Il terzo affondo riguarda Antonio Carrari detto Zambeccari, libraio-editore universitario di umilissime origini, cui un indiscusso talento professionale consentì di intessere legami di affari con l’Italia e con l’estero. Il quadro che si delinea è quello di una realtà provinciale e via via più oppressa dalla censura, fortemente legata alla ben più vivace Venezia e incapace di far fiorire il talento di Bettoni, ma in cui si mossero comunque figure non prive di capacità e iniziativa. – R.G.
030-043 Càntele (Giuseppe), Il Machiavelli di Ridolfi, Firenze, LoGisma editore, 2013 (Biblioteca dell’Accademia Florentia Mater, 4), pp. 89, ISBN 978-88-97530-29-9, € 13. Il marchese Roberto Ridolfi (1899-1991), come ricostruisce il nuovo lavoro di Giuseppe Càntele dedicato alla bibliografia ridolfiana, riservò complessivamente a Machiavelli quaranta studi, tessere di un lavoro incessante, condotto con i ferri del mestiere dell’archivista, dell’incunabolista, dello storico del libro e della stampa. Tutti sono racchiusi in questi limiti cronologici e tematici: il primo contributo apparve nel 1929, sulle pagine della «Rivista storica degli Archivi toscani», col titolo Filippo Scolari e un passo della Mandragola. Nel 1982, sulla gloriosa rivista «La Bibliofilia», pubblicò quello che sarebbe rimasto l’ultimo suo contributo machiavelliano, dedicato al De principatibus. In mezzo, alcuni clamorosi ritrovamenti che hanno aperto squarci sorprendenti per la comprensione della figura e dell’opera di Machiavelli. Il 15 aprile 1965, sulla terza pagina del «Corriere della Sera», diede notizia della scoperta presso la Biblioteca Laurenziana dell’unico manoscritto della Mandragola, fino ad allora nota unicamente tramite rarissime edizioni a stampa di cui già si era occupato nelle vesti di bibliologo. La scoperta fu l’occasione per riordinare il già noto e allestire un’edizione della commedia «per la prima volta restituita alla sua integrità» che l’editore Olschki avrebbe degnamente celebrato con quattrocento esemplari su carta speciale. All’epoca Ridolfi vantava già almeno un altro clamoroso successo machiavelliano. Un decennio prima aveva infatti risolto il mistero della contraffazione del Decennale, l’opera storica di argomento fiorentino stampata a Firenze nel febbraio 1506. Già si sapeva, da una lettera di Agostino Vespucci a Machiavelli, che pochi giorni dopo la pubblicazione ufficiale circolava un’edizione contraffatta stampata dai tipografi Antonio Tubini e Andrea Ghirlandi. Il Vespucci doveva aver allegato alla missiva una notula dei refusi e di altre brutture editoriali riscontrate nella contraffazione. Ma di quella notula si erano poi perse le tracce. Ridolfi la rinvenne nel 1955, seguendo le tracce del disperso epistolario machiavelliano, in una filza conservata presso i conti Bargagli e poi finita all’asta. Ci si augura che la presente bibliografia possa essere il preludio a una raccolta di tutti i contributi machiavelliani del marchese Ridolfi. – G.P.
030-044 Cappellini (Milva Maria) - Aldo Cecconi - Paolo Fabrizio Iacuzzi, La rosa dei Barbèra: editori a Firenze dal Risorgimento ai codici di Leonardo, a cura di Carla Ida Salviati, presentazione di Paolo Galluzzi, Firenze - Milano, Giunti, 2012 Þ rec. Oriana Cartaregia, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 339-44.
030-045 Caproni (Attilio Mauro), L’atto del leggere. Un metodo della memoria bibliografica, «Biblioteche Oggi», 31, 2013, 8, pp. 28-36. La pratica della lettura pone in relazione un testo con il lettore, soprattutto nella misura in cui quest’ultimo sia coinvolto e riesca a rapportarsi con quanto l’autore vuole comunicare, sottolineando però i rischi di una eventuale incomprensione, se non addirittura travisamento, del significato, che paradossalmente può condurre a inaspettate nuove scoperte. Se la bibliografia è la disciplina che si pone l’ambizioso, quanto impervio, obiettivo di organizzare il sapere, si deve però tenere presente che non ci può essere sapere, e dunque la sua organizzazione, senza quel misterioso incontro tra autore e lettore nelle pagine di un testo, all’interno del quale avviene la decodificazione del messaggio veicolato dallo scritto. Per capire le sfide che attendono le discipline bibliografiche in un’epoca in cui le nuove tecnologie, creando ulteriori e più complesse vie di accesso all’informazione e alla conoscenza, vengono ad alterare se non a emarginare, il tradizionale ruolo della bibliografia nel processo conoscitivo, pare utile ritornare ad analizzare il punto di origine, ovvero quell’atto del leggere da cui tutti i processi di conoscenza hanno avvio. L’a., da sempre teorico della bibliografia, mediante un percorso attraverso le modalità del leggere e le tipologie di lettori, mostra come «il lettore, che sia un lettore appassionato o meno, fa entrare le sue letture predilette nella costruzione della sua identità perché l’atto del leggere potrebbe permettere di stabilire quella coscienza del sapere che la Bibliografia, come disciplina scientifica, tenta di realizzare» (p. 21). Le pagine di questo breve testo, ripreso da una lectio magistralis tenuta dall’a. all’Università di Roma “Tor Vergata” il 2 maggio 2013, conducono a riflettere sulle inesauribili opportunità della lettura e sulle sue conseguenti potenzialità generative, in termini di nuovi messaggi proposti attraverso le pagine dei libri. – L.R. e M.C.
030-046 Caproni (Attilio Mauro), L’atto del leggere. Un metodo della memoria bibliografica, Milano, Cusl, 2014 (Minima bibliographica, 18), pp. 26, ISBN 978-88-8132-7027, disponibile gratuitamente sul sito http://centridiricerca.unicatt.it/creleb_Caproni.pdf. Versione rivista del contributo schedato al num. precedente.
030-047 Caroselli (Franco), La legatura del libro antico tra arte e documento, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp.187-211. Il contributo presenta un articolato approccio critico allo studio della legatura libraria, proponendo infine la sua interpretazione come «atto conclusivo della produzione [del libro]». – A.L.
030-048 Catalogo delle edizioni del XVI secolo della Biblioteca Moreniana, I, 1501-1550, a cura di Simona Periti, Firenze, Olschki, 2012 Þ rec. Francesca Nepori, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 324-5.
030-049 Catalogo storico 1983-2013, Magnano, Qiqajon, 2013, pp. XIV + 366, ill., ISBN 978-88-8227-410-8, € 20. Oltre 800 titolo in trent’anni di vita, il catalogo presenta le schede delle pubblicazioni della casa editrice nata all’interno dell’esperienza della comunità monastica di Bose, voluta come luogo di lavoro per i fratelli e le sorelle e come ‘laboratorio’ nel quale condividere e approfondire lo studio e la diffusione dei testi utili alla riscoperta delle radici dell’esperienza cristiana. Il lavoro editoriale è diventato negli anni importante: fino alla metà degli anni Novanta del secolo scorso la produzione era attorno alla decina di volumi annui, per poi aumentare progressivamente fino ai 25 a ottobre 2013. Ogni testo è presentato con una scheda bibliografica accompagnata dalla riproduzione della copertina e da una succinta presentazione. Il volume si arricchisce anche dell’indice cronistorico delle collane (dei libri, dei fascicoli e dei CD; anch’esse brevemente commentate) e dagli indici dei nomi e dei titoli. – F.L.
030-050 Cavagna (Anna Giulia), La biblioteca di Alfonso II Del Carretto marchese di Finale. Libri tra Vienna e Liguria nel XVI secolo, Finale Ligure, Centro Storico del Finale, 2012 Þ rec. Francesca Nepori, «Biblioteche Oggi», 31, 2013, 8, pp. 76-8.
030-051 Cavagna (Anna Giulia), La biblioteca di Alfonso II Del Carretto marchese di Finale. Libri tra Vienna e la Liguria nel XVI secolo, Finale Ligure, Centro Storico del Finale, 2012 Þ rec. Fiammetta Sabba, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 308-11.
030-052 Cavagna (Anna Giulia), Mappa e tipologia delle migrazioni di tipografi-editori. Riflessioni metodologiche: il caso di Pavia e Genova nel XVI secolo, in Mobilità dei mestieri del libro, a cura di M. Santoro - S. Segatori, pp. 267-82. Saggio che, partendo dall’utilizzo di quattro categorie di analisi, inquadra quelli che erano gli spostamenti e la mobilità territoriale, tra Pavia e Genova, nel XVI secolo, dei tipografi-editori della prima Età moderna. Le categorie considerate sono rispettivamente: direzione dei movimenti migratori, durata degli stessi, cause della mobilità e conseguenti ricadute o cambiamenti economici e professionali a causa degli spostamenti. – A.T.
030-053 Cent cinq rondeaux d’amour, un roman dialogué pour l’éducation du futur François Ier, édition critique par Françoise Féry-Hue, Turnhout, Brepols, 2011 Þ rec. Nathalie Dauvois, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 393-4.
030-054 Chapron (Emmanuelle), Le Gradus ad Parnassum: pratiques éditoriales et usage familiers d’un dictionnaire poétique latin (XVIIe-XVIIIe siècle), «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 289-309. Si ricostruiscono la fortuna editoriale, le strategie di mercato e le modalità d’uso di uno dei più celebri dizionari poetici latini, che conobbe una serie ininterrotta di edizioni dalla metà del XVII alla metà del XIX secolo. In appendice la serie di edizioni francesi. – L.R.
030-055 «Charta», 130, novembre-dicembre 2013. L’illustratore William Wallace Denslow, il giallista Augusto de Angelis, le pubblicità Cirio, Albe Steiner, una guida settecentesca di Parigi, i rapporti tra Boito e Verdi, l’illustratore Jules Grün. – A.L.
030-056 «Charta», 131, gennaio-febbraio 2014. L’iconografia dantesca tra Otto e Novecento, una “modesta proposta” per salvare le librerie, Astérix, grafica a Milano negli anni Trenta, grafica pubblicitaria del secondo Ottocento, la rivista «Le Grandi Firme», l’illustratore Andrea da Passano (Endré), gli amori di Giove nella grafica europea. – A.L.
030-057 «Charta», 132, marzo-aprile 2014. In memoriam Mario Scognamiglio, fortuna iconografica del salvadanaio, Il bibliomane di Charles Nodier, l’elefante nella grafica rinascimentale, Franco Antonicelli, “pecette” sui libri, etichette cecoslovacche, esordi letterari di De Amicis, l’editrice Rivoluzione, la cartiera Ventura di Cernobbio. – A.L.
030-058 Ciancio (Laura), Dal Catalogo alla Biblioteca digitale italiana di “Internet Culturale”, in Tecnologie digitali e catalogazione del patrimonio culturale (sezione prima), a cura di R. Salvarani, pp. 25- 36 Þ«AB» 030-220
030-059 Cicala (Roberto), Su alcune prime edizioni di Mario Soldati. Appunti di storia editoriale (con riproduzioni), in Mario Soldati, pp. 131-142. Interessante percorso tra le collaborazioni editoriali instaurate da Soldati per la pubblicazione dei suoi romanzi. – E.B.
030-060 Ciccarello (Domenico), Mobilità dei tipografi e committenza di aristocratici e religiosi nel XVII secolo, «Paratesto», 10, 2013, pp. 121-148. L’autore prende in esame parecchi casi di tipografi e officine attive in centri medio-piccoli dell’Italia meridionale per capire su quali proventi economici potessero contare e analizzandone la produzione alla luce della committenza aristocratica ed ecclesiastica. – G.P.
030-061 Cirillo (Giuseppe), Bodoni e l’arte antica, Parma, Grafiche Step, 2013, pp. 116, ISBN: 978-88-789-8074-9, € 15. Il vol., pubblicato in occasione delle celebrazioni per il bicentenario della morte di Giambattista Bodoni (1740-1813), lo presenta non più nelle vesti di tipografo o artista-incisore, ma in quelle, meno note, di collezionista. Egli, forte dell’amicizia di pittori, scultori e architetti del suo tempo, seppe formare, lungo il corso di una vita, una collezione di oggetti preziosi, specialmente stampe e disegni, con lo scopo di pubblicare una “monografia sul tempo, sulla vita e sulle opere del Principe dei Tipografi italiani”, mai realizzata. Cirillo delinea i rapporti intrattenuti da Bodoni esperto d’arte, gli acquisti e anche i furti da lui subiti, attraverso la citazione di numerose lettere e documenti d’archivio. – Giulia Zani
030-062 Coilly, (Nathalie) - Marie-Hélène Tesnière, Le Roman de la Rose. L’art d’aimer au Moyen Âge, Paris, Bibliothèque nationale de France, 2012 Þ rec. François Vieilliard, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 369-70.
030-063 Coq (Dominique), Catalogues régionaux des incunables des bibliothèques publiques de France. Volume XVIII Bibliothèque de l’École nationale supérieure des beaux-arts, Genève, Droz, 2012 Þ rec. Denise Hillard, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 380-2.
030-064 Corradini (Corrado), Dal 1898 la rivista della cooperazione trentina, «Paratesto», 10, 2013, pp. 183-200. L’articolo ricostruisce la vicenda della testata «Cooperazione trentina», organo ufficiale della Federazione Trentina della Cooperazione, associazione di rappresentanza delle cooperative trentine. Ne analizza i contenuti paratestuali (titoli, copertine, fotografie, pubblicità…) nell’evoluzione dal primo numero del 1898 a oggi. – G.P.
030-065 Corradini (Marco), Dal Moro a san Carlo: la poesia narrativa, in Prima di Carlo Borromeo. Lettere e arti a Milano nel primo Cinquecento, pp. 61-90.
030-066 Cossandi (Gianmarco), Il database bibliografico: un prototipo per la ricerca tematica, in Tecnologie digitali e catalogazione del patrimonio culturale (sezione seconda), a cura di R. Salvarani, pp. 77- 87 Þ«AB» 030-220
030-067 Cremonini (Dante), L’Italia nelle vedute e carte geografiche dal 1572 al 1894. Libri di viaggi e atlanti. Catalogo bibliografico di una collezione privata, 2 vol., Modena, Franco Cosimo Panini, 2013 Þ rec. C[hiara] C[allegari], «Charta», 130, novembre-dicembre 2013, p. 75.
030-068 Cucciniello (Omar), Fortune, gatti e santi. Appunti di analisi stilistica e iconografica sui marchi di cartari dell’Archivio di Stato di Milano, in Sì, carta, pp. 73-82 Þ «AB» 30-211
030-069 D’Anjou (René), Regnault et Janneton, édition et traduction par Gilles Roussineau, Genève, Droz, 2012 Þ rec. Florence Bouchet, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 373-6.
030-070 Da Ponte (Lorenzo), Lettere a Guglielmo Piatti (1826-1838), edizione critica a cura di Laura Paolino, Forum Italicum Publishing, Stony Brook, 2013, pp. 214, ISBN 1-893127-91-5, € 18. Vengono qui pubblicate le lettere inviate dagli Stati Uniti dal poeta di Ceneda (e già librettista di Mozart) al libraio fiorentino Guglielmo Piatti tra il 1826 e il 1838. Lorenzo Da Ponte trascorse gli ultimi decenni della propria vita, appunto, negli Stati Uniti (dove giunse da Londra, abbandonata per sfuggire all’assillo dei creditori), soprattutto a New York. Qui, insegnò italiano, fece il traduttore, compose libelli polemici e, oltre a mettere mano alle sue Memorie, si diede anche al commercio di libri italiani. Il carattere delle lettere al Piatti è, infatti, essenzialmente commerciale, dal momento che esse contengono ordini librari, ragguagli sui conti in sospeso et similia. Dal Piatti Da Ponte acquistava per i suoi clienti (fra cui istituzioni pubbliche, oltre che privati) soprattutto opere di autori italiani moderni, e non solo di letteratura, di cui il suo catalogo era ricco. Alla regola fa eccezione l’unica lettera, fra le 17 qui pubblicate, che non fa alcun riferimento ai libri ma che contiene il testo di una licenziosa canzonetta popolare in ottonari, Mamma mia non mi gridate. Le lettere sono oggi conservate presso la Biblioteca Labronica di Livorno, incluse nella Autografoteca Bastogi, ovvero la raccolta di autografi messa insieme dal conte livornese Pietro Bastogi (1808-1899) e donata dai discendenti alla biblioteca della città. Una accurata nota al testo delinea i criteri adottati per l’edizione. L’edizione del testo di ogni lettera è poi preceduta da una meticolosa descrizione del supporto e seguita da ampie note di commento linguistico, storico e letterario; chiude la scheda il commento bibliografico, teso a identificare le edizioni cui nel testo si fa cenno in modo sommario. Completa il volume l’indice dei nomi. – A.L.
030-071 Dallasta (Federica), Al cliente lettore. Il commercio e la censura del libro a Parma nell’epoca farnesiana, prefazione di Arnaldo Ganda, Milano, Franco Angeli, 2012 Þ rec. Alfredo Serrai, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 301-2.
030-072 De Venuto (Liliana), Botanici e speziali sul Monte Baldo. L’erbario di Valentino Passerini, [s.l.], Centro Studi Judicaria, 2013, pp. 118, ISBN 978-8897760160, € 16.
030-073 De Venuto (Liliana), L’informazione Bomporto, giurista trentino (sec. XVIII), «CIVIS studi e testi», 37, 2013, quaderno 110, pp. 51-65.
030-074 De Venuto (Liliana), Narrare la storia. Riflessioni sulla scrittura di storia in Trentino, «Il furore dei libri», 4, 2013, nn. 9-10, pp. 4-13.
030-075 De Venuto (Liliana), Scritti anonimi piemontesi del Settecento sulla questione della Porziuncola, «Studi Piemontesi», 42, 2013, pp. 461-8. Se l’occasione di questo saggio è piemontese, in quanto legato al fatto che Ivrea fu uno dei centri della discussione settecentesca intorno all’indulgenza della Porziuncola (forse più nota come Perdono di Assisi), esso si concentra però sul contributo dato al tema dai più celebri uomini di cultura trentini dell’epoca: Girolamo Tartarotti e Giuseppe Valeriano Vannetti. – A.L.
030-076 Désos (Catherine), La bibliothèque de Blaise Beaumont (†1758). Itinéraire d’un chirurgien français auprès de Philippe V d’Espagne, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 310-50. Si ricostruisce un profilo intellettuale del francese Blaise Beaumont, medico di Filippo V, sulla base dell’inventario post mortem della sua biblioteca, redatto dal libraio Lorenzo Cardona il 5 maggio 1758. In appendice l’edizione dell’inventario con l’identificazione delle edizioni. – L.R.
030-077 Dilda (Giovanni Luca), “Palperi d’ogni sorte, cartoni, libri da scrivere…” I marchi dei cartari milanesi d’epoca spagnola, in Sì, carta, pp. 63-72 Þ «AB» 30-211
030-078 Duncan (Dennis), ‘As if we were reading a good novel’: fiction and the index from Richardson to Ballard, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/1 (marzo 2014), pp. 2-11. Si indagano alcuni casi di indici riferiti alla narrativa, con alcune riflessioni sulle mutevoli intenzioni dell’autore e sull’integrazione dell’indice con il mondo immaginario del romanzo. – L.R.
030-079 Early printed books as material objects. Proceedings of the conference organized by the IFLA (International Federation of Library Associations and Institutions) Section for Rare Books and Manuscripts, Munich, 19-21 August 2009, edited by Bettina Wagner - Marcia Reed, Berlin, De Gruyter Saur, 2010 Þ rec. Yann Sordet, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 385-8.
030-080 Editore (L’) Giuseppe Mayländer e la casa editrice Apollo, a cura di Antonio Storelli - Gianfranco Tortorelli, Bologna, Pendragon, 2013 Þ rec. M[assimo] G[atta], «Charta», 131, gennaio-febbraio 2014, p. 75.
030-081 «Editoria vaticana» 5, 2013. Rivista quadrimestrale della Libreria Editrice Vaticana, che presenta con ampie schede di recensione e ricco apparato illustrativo le novità della casa editrice e alcune iniziative culturali da essa promosse. – F.L.
030-082 Edizioni (Le) Einaudi negli anni 1933-2013, Torino, Einaudi, 2013 Þ rec. M[assimo] G[atta], «Charta», 131, gennaio-febbraio 2014, p. 75.
030-083 Edizioni di Storia e Letteratura. Catalogo storico 1943-2010, a cura di Simona Segatori, premessa di Luisa Mangoni, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2012 Þ rec. Francesca Nepori, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 325-6.
030-084 Ehrensperger (Florian), In defense of multiple indexes: or the index as learning tool, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 31/4 (dicembre 2013), pp. 153-8. Un indice è un dispositivo che mira al recupero delle informazioni e a rispondere alle possibili domande di un ipotetico lettore. Quest’ultimo deve essere messo nelle condizioni di “navigare” nel testo senza necessariamente leggerlo integralmente, grazie ad apparati indicali strutturati su più livelli. – L.R.
030-085 Escolano Rodríguez (Elena), ISBD en la web semántica = ISBD nel web semantico, Fiesole (Firenze), Casalini Libri, 2012 (Letture magistrali in biblioteconomia, 5), pp. 97, ill., ISBN 978-88-85297-99-9, € 10. Si pubblica, in lingua originale e in traduzione italiana (dovuta a Claudio Venturato), la lectio magistralis tenuta da Elena Escolano Rodríguez (già Chair dell’IFLA ISBD Review Group), il 6 marzo 2012, presso l’Università degli Studi di Firenze. Partendo da alcune considerazione sul valore, anche per la comunità bibliotecaria, dei linked data, si presentano i contributi elaborati all’interno dell’IFLA per lo sviluppo del web semantico. Ci si sofferma, in particolare, sulla «linea di ricerca aperta sul multilinguismo che dovrebbe stare alla base del web semantico, e in modo particolare degli standard dell’IFLA» (p. 56), evidenziando alcune questioni sorte in corso d’opera. – L.R.
030-086 Étienne Dolet 1509-2009, édité par Michèle Clément, Genève, Droz, 2012 Þ rec. Romain Menini, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 395-7.
030-087 Ewald (Laura A.), Evaluating an index together: Heartland Chapter workshop, 11 May 2013, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 31/4 (dicembre 2013), pp. 168-9. Rispondendo a una questione posta sul numero di giugno 2013 della rivista, l’a. riporta i risultati di un seminario volto all’apprendimento delle tecniche di valutazione di un indice. – L.R.
030-088 Fassbender (Jochen), Software developments in Germany, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/1 (marzo 2014), p. 41. Alcune precisazioni in dialogo con il contributo di Isabel Steurer apparso su questo stesso numero della rivista (Þ «AB» 030-217). – L.R.
030-089 Fattahi (Rahmatollah), From Information to Knowledge: SuperWorks and the Challenges in the Organization and Representation of the Bibliographic Universe = Dall’informazione alla conoscenza: le super-opere e le sfide dell’organizzazione e rappresentazione dell’universo bibliografico, Fiesole (Firenze), Casalini Libri, 2010 (Letture magistrali in biblioteconomia, 3), pp. 48, ill., ISBN 978-88-85297-94-4, € 10. Si pubblica, in lingua originale e in traduzione italiana (dovuta a Maria Letizia Fabbrini), la lectio magistralis tenuta da Rahmatollah Fattahi (Ferdowsi University of Mashhad, Iran), il 16 marzo 2010, presso l’Università degli Studi di Firenze. Come è possibile strutturare e riprogettare il catalogo e il record bibliografico allo scopo di trasformare l’informazione in conoscenza? Partendo da questo interrogativo, «questo lavoro si propone di identificare i metodi con cui i cataloghi di biblioteca potrebbero prendere in considerazione i modelli concettuali entità/relazioni che sono stati proposti per organizzare in maniera migliore l’universo bibliografico. Lo scopo finale è quello di suggerire nuovi sistemi per ristrutturare il record bibliografico e per progettare e sviluppare cataloghi mirati a favorire la conoscenza» (p. 29). Il modello proposto è quello della super-opera che, fornendo «all’utente del catalogo un grande quadro d’insieme che rappresenta la conoscenza generale, come pure la conoscenza specifica, ai diversi livelli della gerarchia bibliografica» (pp. 42-3), può essere la risposta al problema. – L.R.
030-090 Fecteau (Uili), Archiving Samoan history for the future, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/1 (marzo 2014), pp. 30-1. Partendo dal presupposto che gli archivi sono entità deteriorabili, l’a. riflette sul destino degli archivi del Pacifico, illustrando lo sforzo impiegato per il salvataggio e il riordinamento dei documenti dell’amministrazione imperiale tedesca di Samoa. – L.R.
030-091 Ferro (Roberta), Osservazioni sull’Anthropologia di Galeazzo Capella (1553), in Prima di Carlo Borromeo. Lettere e arti a Milano nel primo Cinquecento, pp. 91-120. Muovendo dalla Anthropologia, l’a. delinea in modo convincente la dimensione sovramunicipale dell’esperienza letteraria di Galeazzo Flavio Capella (1487-1537), che lo pose in dialogo tanto con il Cortegiano – che, paradossalmente, ne decretò l’oblio – quanto con Erasmo. A riprova che la cultura milanese dell’epoca non rinunciò «al dialogo con quanto di più avanzato si stava delineando sulla scena italiana ed europea». Per non smarririsi nel diluvio di edizioni citate, avrebbe giovato uno “sguardo” ai repertori (manca qualunque rinvio!), anche perchè il rischio di creare fantasmi bibliografici è sempre dietro l’angolo – secondo l’a. il De bello mussiano del Capella costituisce un’edizione a sé stante (ma pubblicata dove?), mentre, in realtà, l’opera uscì (per la prima volta a Strasburgo) ma solo come appendice ai Commentarii de rebus gestis del nostro (SBN IT/ICCU/LO1E/007021). – Elena Gatti.
030-092 Finocchiaro (Giuseppe), Vallicelliana segreta e pubblica. Fabiano Giustiniani e l’origine di una biblioteca universale, [Firenze], Olschki, 2011 Þ rec. Anna Giulia Cavagna, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 304-5.
030-093 Finocchiaro (Giuseppe), Vallicelliana segreta e pubblica. Fabio Giustiniani e l’origine di una Biblioteca “Universale”, Firenze, Olschki, 2011 Þ rec. Vincenzo Trombetta, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 403-7.
030-094 Fontaine (Jean-Paul), Cazin ou l’éponyme galvaudé, Paris, L’Hexaèdre éditeur, 2012 Þ rec. Sabine Maffre, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 413-4.
030-095 Foot (Mirjam M.), Giles Barber (1930-2012), «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 362-6. Un profilo biografico e intellettuale di Giles Barber (1930-2012), studioso di storia del libro e della legatura e, soprattutto, di Voltaire e dell’Illuminismo. – L.R.
030-096 Formiga (Federica), Da Bergamo a Forlì: itineranza tra Serenissima, Ducati e Stato della Chiesa, «Paratesto», 10, 2013, pp. 81-98. Nell’ambito di una recente ricerca ad ampio raggio sul tema dell’itineranza tipografica, l’autrice indaga il fenomeno in un’area che muove dai confini nord occidentali della Serenissima fino all’Adriatico cercando di far luce sulle ragioni del fenomeno, le direttrici e i risvolti economici. – G.P.
030-097 Füssel (Stephan), Die Ausbreitung des Buchdrucks in Deutschland und durch deutsche Drucker in Europa (ca. 1454-1470), in Mobilità dei mestieri del libro, a cura di M. Santoro - S. Segatori, pp. 55-76. Si ripercorrono alcune delle principali vie di diffusione della stampa in Europa. In primo luogo la migrazione dei primi apprendisti dell’arte che, lasciata la città d’origine, stampano a Basilea, Strasburgo e Colonia. Ruolo non indifferente, nel richiamare alla mobilità, lo giocarono anche la Curia Papale di Roma e l’università di Parigi che promossero, a vari livelli, la stampa, chiamando esperti in materia dall’estero, si pensi ai tedeschi Sweynheim e Pannartz o agli stampatori provenienti dalla Germania convocati a Parigi dal presidente della Sorbona. – A.T.
030-098 Gamba (Ermis), Le fonti del periodo sforzersco, in Sì, carta, pp. 39-40 Þ «AB» 30-211
030-099 Ganda (Arnaldo), I Calusco: da fabbricanti di carta a cartolai ed editori a Milano (secc. XV e XVI), in Sì, carta, pp. XXI-XXXII Þ «AB» 30-211
030-100 Ganda (Arnaldo), Stampatori e librai del Quattrocento, che si spostano da Venezia a Milano e viceversa, in Mobilità dei mestieri del libro, a cura di M. Santoro - S. Segatori, pp. 255-265. Saggio che, partendo da nuove acquisizioni documentarie, ripercorre alcuni itinerari di tipografi e librari tra Venezia e Milano nel Quattrocento, tragitti lungo quella che l’a. stesso definisce come «strada dell’editoria […] tutta in salita, irta di difficoltà». – A.T.
030-101 Georis (Christophe), Claudio Monteverdi letterato ou les métamorphoses du texte, Paris, Honoré Champion, 2013, pp. 744, (Bibliothèque de littérature générale et comparée, 113), ISBN 978-2-7453-2357-2, € 120. Questo ricco volume ha come centro di interesse la produzione di musica vocale monteverdiana attraverso l’esame analitico della sua componente narrativa. Lo studio minuzioso del Monteverdi “letterato” mette in evidenza l’evoluzione creativa del padre del melodramma ponendo l’accento in particolare sugli influssi di natura testuale sviluppatisi tra le composizioni teatrali e quelle puramente vocali. In fine del vol. si trova la trascrizione di tutti i testi letterari musicati dal compositore cremonese. – N.V.
030-102 Ghersi (Fabio), La signora in rosso. Un secolo di guide del Touring Club Italiano, Macerata, Biblohaus, 2012 Þ rec. M[auro] C[hiabrando], «Charta», 130, novembre-dicembre 2013, p. 74.
030-103 Giacone (Franco), Comment les italiens lisent-ils l’épisode de “messer Francesco di Nianto, le thuscan” dans le Pantagruel?, «Cahiers de l’Association internationale des études françaises», 65, maggio 2013, pp. 87-100. Una brillante analisi permette di identificare il misterioso “di Nianto” esperto di crittografia citato da Rabelais con un coevo incisore piemontese (quello del ritratto dell’Ariosto cavato da Tiziano). Una proposta: visto che di crittografie si parla spesso nei manuali di calligrafia, che sono notoriamente opere silografiche, non ci sarà una connessione a questo livello? – E.B.
030-104 Gialdini (Anna), Il recupero delle scritture. I trattamenti a base di noce di galla, in Sì, carta, pp. 127-30 Þ «AB» 30-211
030-105 Gil (Marc), Le rôle des femmes dans la commande de manuscrits à la Cour de France, vers 1315-1358: la production de Jean Pucelle et de ses disciples, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 225-39. Sulla scorta di precedenti indagini condotte dall’a., il saggio descrive il ruolo delle principesse e delle regine francesi nell’ultimo secolo del Medioevo, nella committenza di importanti manoscritti miniati (soprattutto libri d’ore). Lo sguardo si fissa sopra la bottega di Jean Pucelle e dei suoi allievi. – L.R.
030-106 Giordano (Luisa), L’ultima stagione della corte ducale e il suo lascito, in Prima di Carlo Borromeo. Lettere e arti a Milano nel primo Cinquecento, pp. 169-187 Þ«AB» 030-177
030-107 Girardi (Maria Teresa), Da Parrasio a Maioragio: la scuola, luogo dell’elaborazione culturale in Prima di Carlo Borromeo. Lettere e arti a Milano nel primo Cinquecento, pp. 121-44 Þ«AB» 030-177
030-108 Global Informatica, La schedatura dei beni culturali per il Distretto culturale “Le Regge dei Gonzaga”, in Tecnologie digitali e catalogazione del patrimonio culturale (sezione seconda), a cura di R. Salvarani, pp. 87- 106 Þ«AB» 030-220
030-109 Gobble (Tyler), The indexer, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/1 (marzo 2014), pp. 16-7. Divertito elogio dell’indicizzazione come metodo della lettura. – L.R.
030-110 Goodenough (Sally), Structured data, standards, and indexes, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 31/4 (dicembre 2013), pp. 133-7. Si indagano la natura dei dati strutturati e alcuni benefici e implicazioni degli indici, intesi proprio come dati strutturati, secondo lo standard EPUB. – L.R.
030-111 Guerrini (Mauro), Il fondo librario Giovanni Marchetti ovvero la libreria di san Giovanni Battista, nucleo storico della Biblioteca comunale di Empoli, in G.M.D.E. Giovanni Marchetti da Empoli, Atti del tavolo di studio, Empoli, 17 novembre 2012, a cura di Mauro Guerrini, Empoli, Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Empoli, 2013, pp. 41-59. Vengono ripercorse le origini della Biblioteca comunale di Empoli, che nacque nel 1833 grazie all’unione della grande biblioteca privata di mons. Giovanni Marchetti – già aperta al pubblico dal 1819 grazie a un complesso e non sempre chiaro accordo tra i Canonici, il Comune stesso e mons. Marchetti – e di un piccolissimo fondo librario raccolto dal Comune di Empoli. – M.C.
030-112 Hajdu (David), Maledetti fumetti! Come la grande paura per i «giornaletti» cambiò la società statunitense, con una prefazione di Roberto Giammanco, postfazione di Matteo Sanfilippo, a cura di Marco Pellittieri, Latina, Tunué, 2008, (Lapilli Giganti, 2), pp.453, ill. b/n, ISBN 978-88-89613-88-7, € 28. Il saggio di David Hajdu, in una narrazione storica lineare che va dall’ultimo decennio dell’Ottocento alla fine degli anni cinquanta del Novecento, tratta della nascita e dello sviluppo della prima industria del fumetto americano, narrando le vicende che la porteranno via via a un forzato fallimento. Ogni capitolo contiene una trattazione dello sviluppo artistico degli albi (dalle semplici strisce iniziali fino alla prima graphic novel “It rhymes with lust”) affiancata dall’analisi delle continue critiche a questi rivolte da cultura ufficiale e associazioni di vario tipo. Poco meno della seconda metà del saggio è interamente dedicata alla narrazione delle vicende della casa editrice EC Comics, principale imputata di un processo-inchiesta, trasmesso sulle reti televisive americane, che, tra psicologismi d’accatto e assurde accuse di “corruzione dei giovani”, creerà una vera e propria paranoia collettiva e condurrà al varo di un codice di autoregolamentazione così edulcorante da portare di fatto al crollo del mercato del fumetto (un’appendice del volume riporta i nomi di tutte le persone costrette ad abbandonare il campo a seguito della chiusura di quasi tutte le case editrici). L’opinione di Hajdu è che il fumetto abbia rappresentato uno dei primigeni e più importanti contributi per la nascita della cultura popolare americana. Scritto “alla inglese”, associando l’ingente mole documentaria con il gusto per la narrazione, memorabili sono alcuni ritratti, come quello del fumettista Will Elder o dell’editore Bill Gaines. Il volume è riccamente corredato da una bibliografia, una prefazione e una postfazione; preziosa è sopratutto quest’ultima, nella quale sono acutamente problematizzate le conclusioni dell’autore. È infine degno di nota l’ampliamento dell’originale apparato iconografico che inserisce nel testo molte immagini atte a orientare il lettore, anche se non pare felicissima la scelta della collocazione: appena sopra il testo in alto a destra, spesso è impossibilitata la riproduzione per intero. – Francesco Reale
030-113 Handbuch Bibliothek. Geschichte, Aufgaben, Perspektiven, herausgegeben von Konrad Umlauf - Stefan Gradmann, Stuttgart-Weimar, J. B. Metzler, 2012 Þ rec. Alfredo Serrai, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, p. 301.
030-114 Haskins (Lucie), Working smarter, not harder, with the KPS Indexing Plugins, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 31/4 (dicembre 2013), pp. 143-50. Una dettagliata analisi dei plugin sviluppati da Kerntiff Publishing System (KPS) per aiutare nel processo di creazione di un indice incorporato in InDesign e come supporto all’indicizzatore professionista nell’uso di un software di gestione dedicato e nell’inserire il risultato in InDesign. – L.R.
030-115 Hellinga (Lotte), Printers move to England, in Mobilità dei mestieri del libro, a cura di M. Santoro - S. Segatori, pp. 89-100. Si ricostruisce quello che fu il panorama delle prime produzioni tipografiche inglesi, sottolineando come, fino alla metà del 1530, nelle isole britanniche la produzione di libri locale fosse di gran lunga inferiore al numero di libri importati dall’estero. Inoltre, la maggior parte dei tipografi inglesi vantava una formazione lavorativa di tipo europeo, formazione che si riscontra poi negli stili dei caratteri tipografici utilizzati dagli stessi. – A.T.
030-116 Hewitt (A. R.), Legal indexing, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/1 (marzo 2014), pp. 23-8. Si ripropone, con limitate modifiche, un articolo apparso nel 1963, riguardante l’indicizzazione di testi giuridici inglesi. Pur essendo profondamente cambiate le modalità di lavoro dell’indicizzatore, molti dei principi allora espressi rimangono validi ancora oggi. – L.R.
030-117 Hill (Gerard M.-F.), Working with Hannibal and the Folio Society, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 31/4 (dicembre 2013), p. 173. Si descrive il lavoro di indicizzazione per l’edizione di Tito Livio, The war with Hannibal, translated by J. C. Yardley, London, Folio Society, 2011. – L.R.
030-118 Hillard (Denise), Traité des eaux artificielles ou Vertus des eaux et des herbes. Le texte, ses sources et ses éditions: édition critique: une enquête lexicologique et bibliographique de 1483 à 1625, Genève, Droz, 2012 Þ rec. Stéphanie Öhlund-Rambaud, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 383-5.
030-119 Hirst (John), On indexing the Argus, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 31/4 (dicembre 2013), pp. 158-62. Si descrive il progetto di indicizzazione cumulativa dello storico quotidiano di Melbourne «The Argus» e i risultati raggiunti. – L.R.
030-120 Houston (Keith), Shady characters: ampersands, interrobangs and other typographical curiosities, London, Particular Books, 2013 Þ rec. Bill Johncocks, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 31/4 (dicembre 2013), p. 48.
030-121 Howarth (Lynne C.), From “A Magnificent Mistake” to “A Lively Community of Interest”: Anglo-American Cataloguing Codes and the Evolution of Social Cataloguing = Da “un magnifico errore” a “una comunità d’interazione dinamica”. I codici di catalogazione angloamericani e l’evoluzione della catalogazione sociale, Fiesole (Firenze), Casalini Libri, 2011 (Letture magistrali in biblioteconomia, 4), pp. 48, ill., ISBN 978-88-85297-97-5, € 10. Si pubblica, in lingua originale e in traduzione italiana (dovuta a Carlo Bianchini), la lectio magistralis tenuta da Lynne C. Howarth (University of Toronto, Canada), il 23 marzo 2011, presso l’Università degli Studi di Firenze. Il saggio intende dimostrare che, storicamente, la comunità degli utenti di una biblioteca, ben prima dell’invenzione e dell’affermazione dei moderni social networks, ha avuto da sempre un ruolo attivo nel processo logico di sviluppo dei codici e degli standard di catalogazione. Partendo da tale presupposto, si ricostruisce la storia delle regole angloamericane di catalogazione a partire dalla metà del XIX secolo, mostrando lo sviluppo della cooperazione (anche internazionale) e l’attenzione crescente per il “beneficio dell’utente” (un concetto caro già ad Antonio Panizzi). Un processo oggi sempre più in crescita, grazie alla partecipazione attiva di “catalogatori sociali” nello sviluppo dell’interoperabilità con i metadati e nella formazione di dati strutturati per la costruzione del web semantico. – L.R.
030-122 Images d’architectures antiques (1500-1850) dans les bibliothèques universitaires toulousaines, sous la direction de Marielle Mouranche, Toulouse, Service interétablissement de coopération documentaire de Oulouse, 2009 Þ rec. Dominique Morelon, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 401-3.
030-123 Incunaboli (Gli) della Biblioteca Provinciale dei Frati Minori di Firenze, a cura di Chiara Razzolini - Elisa di Renzo - Irene Zanella, con un saggio di Neil Harris, Pisa - [Firenze], Pacini - Regione Toscana, 2012 Þ rec. Simona De Gese, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 337-8.
030-124 Indexes reviewed, edited by Christine Shuttleworth, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 31/4 (dicembre 2013), pp. 174-8. Rubrica di recensioni di indici. – L.R.
030-125 Indexes reviewed, edited by Christine Shuttleworth, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/1 (marzo 2014), pp. 44-7. Rubrica di recensioni di indici. – L.R.
030-126 Inserra (Simona), Biblioteche e bibliotecari a Catania tra XIX e XX secolo, Acireale - Roma, Bonanno, 2012 Þ rec. Francesca Nepori, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 322-3.
030-127 Jahresbericht der Erlangen Buchwissenschaft 2013 Þ rec. Anna Giulia Cavagna, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 306-7.
030-128 Jammes (André), Un spécimen de caractères inconnu de Fournier le Jeune, 1759, Paris, Librairie Paul Jammes & éditions des Cendres, 2013 Þ rec. Paul F. Gehl, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 412-3.
030-129 Jean de Gonet relieur. Exposition présentée par la Bibliothèque nationale de France sur le site François-Mitterand dans la galerie François Ier du 15 avril au 21 juillet 2013, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 417-22. Cronaca, a firma di Benoît Forgeot, della mostra svoltasi alla Bibliothèque nationale di Parigi lo scorso anno. – L.R.
030-130 Jenner (Lynn) - Tordis Flath, ‘The index of heightened sensations’: collaboration between a skilled indexer and a creative writer to produce a special-purpose index, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/1 (marzo 2014), pp. 12-5. Jenner ha dedicato la sua tesi di dottorato in scrittura creativa alla Everyday life in the ancient world. La parte IV è The index of heightened sensations, realizzata con la collaborazione di un esperto indicizzatore. Si descrivono qui risultati e prospettive di tale lavoro. – L.R.
030-131 Johncocks (Bill), EPUB indexes and the future of indexing revisited, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 31/4 (dicembre 2013), pp. 151-2. L’a., tra i membri fondatori del SI Publishing Technology Group, fornisce un contributo al dibattito sulle norme per l’indicizzazione ebook, avviato nel numero di settembre 2013 della rivista. – L.R.
030-132 Kaplun (André H.), La reine de Saba, Genève, Slatkine, 2013, pp. 102, ill., ISBN 978-2-05102576-8, CHF 21. Gustoso libretto che si interroga sull’esistenza effettiva di uno dei personaggi più enigmatici della storia biblica e che termina, purtroppo, senza trovare una risposta esaustiva all’annoso mistero. – N.V.
030-133 Kempf (Klaus), Der Sammlungsgedanke im digitalen Zeitalter = L’idea della collezione nell’età digitale, Fiesole (Firenze), Casalini Libri, 2013 (Letture magistrali in biblioteconomia, 6), pp. 137, ISBN 978-88-7656-009-5, € 10. Si pubblica, in lingua originale e in traduzione italiana, la lectio magistralis tenuta da Klaus Kempf (Direttore del dipartimento Acquisizioni e Sviluppo delle Collezioni, della Catalogazione e responsabile per lo sviluppo della “biblioteca digitale” della Bayerische Staatsbibliothek, München), il 5 marzo 2013, presso l’Università degli Studi di Firenze. Partendo da alcune considerazioni sull’affermazione dei concetti di collezione e di biblioteca dal Cinquecento in poi, l’a. definisce il ruolo originario dell’istituto bibliotecario moderno, mettendolo in relazione alle grandi trasformazioni che queste realtà vivono ai giorni nostri. L’open access, la digitalizzazione massiccia del patrimonio librario, la formazione di “biblioteche ibride”, la concorrenza di nuovi media nel “mercato dell’informazione” sono sfide che portano a interrogarsi sul futuro delle biblioteche e delle collezioni. Il contributo, pur nell’incertezza del momento e nella pluralità di variabili interconnesse che sono in gioco, propone alcune chiavi interpretative, nel nuovo ruolo che almeno le grandi istituzioni potranno giocare nell’all-digital-world di domani. – L.R.
030-134 La Rosa (Manuela), L’attività di recensire attraverso le colonne del «Giornale ecclesiastico di Roma» (1785-1798) e del «Monitore di Roma» (1798-1799) , «Paratesto», 10, 2013, pp. 149-162. L’autrice mette a confronto l’attività di recensione sul «Giornale ecclesiastico di Roma» e sul «Monitore di Roma» analizzando un’ampia casistica di avvisi librari da cui ricava una serie di informazioni riguardanti la produzione letteraria del tempo e la circolazione libraria. – G.P.
030-135 Lanzini (Marco), Cartiere, carte e… archivi nel primo Ottocento lombardo, in Sì, carta, pp. 107-26 Þ «AB» 30-211
030-136 Laurioux (Bruno), Écrits et images de la gastronomie médiévale, Paris, Bibliothèque nationale de France, 2011 Þ rec. Carmélia Opsomer, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 370-3.
030-137 Le Bars (Fabienne), Éditorial. Des reliures en ligne: reliures.bnf.fr, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 217-24. Si descrive il progetto di una banca dati delle legature della BnF, disponibile online dall’11 aprile 2013. Al momento del lancio erano a disposizione circa 200 legature francesi, ricercabili attraverso parametri di tipo materiale, o per nome del possessore o, infine, per nome del legatore. – L.R.
030-138 Le Fèvre de la Boderie (Guy), Hymnes ecclesistiques (1578), publiés par Jean Cérard - Franco Giacone, Genève, Droz, 2014, pp. 568, ISBN 978-2-600-01701-5, s.i.p. Noti attraverso un’unica edizione parigina del 1578 (una presunta seconda del 1582 è solo una rinfrescatura) questi esempi di poesia cristiana costituiscono una parte non esigua di una produzione autonoma piuttosto circoscritta, mentre l’a. fu soprattutto un abile e noto traduttore. L’edizione, esemplare per puntualità e stringatezza degli apparati, riguarda sia il testo in versi, sia quello delle dediche. – E.B.
030-139 Leacock (Stephen), The perfect index - there is no index, and why, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/1 (marzo 2014), pp. 28-9. Grazie a una serie di divertiti esempi, si dimostra la difficoltà di costruire indici che rappresentino dei veri percorsi di navigazione all’interno di un testo. I problemi cominciano spesso già con la scelta dei lemmi principali e dei relativi rimandi. – L.R.
030-140 Leise (Fred), Successful subheadings, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 31/4 (dicembre 2013), pp. C1-C5. Creare appropriate e utili sottovoci è uno dei compiti peculiari dell’indicizzazione. Dopo aver definito cos’è una sottovoce, l’a. propone alcune metodologie per migliorare la creazione di sottovoci. – L.R.
030-141 Lennie (Frances), China Society of Indexers (CSI) Conference: Indexing and Indexers in the Age of Big Data 2-3 November 2013, Shanghai, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/1 (marzo 2014), pp. 39-40. Cronaca del convegno della società degli indicizzatori cinesi, svoltasi a Shangai il 2 e il 3 novembre 2013 sul tema Indexing and Indexers in the Age of Big Data. – L.R.
030-142 Letteratura (La) francescana, IV, Bonaventura: la leggenda di Francesco, a cura di Claudio Leonardi (†) - Mauro Donnini - Daniele Solvi, Milano, Fondazione Lorenzo Valla - Mondadori, 2013, pp. , ISBN 978-88-04-62692-3, s.i.p. Preziosa edizione commentata (con traduzione italiana a fronte) della Legenda maior. – E.B.
030-143 Letteratura in copertina. Collane di narrativa in biblioteca tra il 1950 e il 1980, a cura di Giovanna Zaganelli, Bologna, Fausto Lupetti Editore, 2013 Þ rec. Giovanna Spina, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 345-6; «AB» 030-G
030-144 Lexicographie (La) militante. Dictionnaires du XVIIIe au XXe siècle, publ. par François Gaudin, Paris, Champion, 2013, pp. 356, ISBN 978-2-7453-2530-3, s.i.p. Questa bella raccolta di studi si muove su tre diversi assi : la storia dei dizionari di area francese (da Chamber e l’Encycolopédie alla Larousse), le vicende della lessicografia in diversi ambiti geografici, le scelte ideologiche nella determinazione dei lemmi. Il vol. è arricchito di indici dei nomi, delle parole e degli argomenti. – E.B.
030-145 “Libri (I) degli altri”. Il lavoro editoriale di Italo Calvino. Catalogo della mostra, a cura di Giuliana Zagra, Roma, Biblioteca Nazionale Centrale, 2013 Þ rec. M[assimo] G[atta], «Charta», 130, novembre-dicembre 2013, pp. 74-5.
030-146 Libri di Terra Santa. Un viaggio tra i libri antichi della Biblioteca Generale della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme, a cura di Alessandro Tedesco, Torrita di Siena, Società Bibliografica Toscana, 2013 Þ rec. Enrico Pio Ardolino, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 313-5.
030-147 Libri e biblioteche degli ordini religiosi in Italia alla fine del sec. XVI, I, Congregazione di Santa Maria di Vallombrosa dell’Ordine di San Benedetto, a cura di Samuele Megli - Francesco Salvestrini, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 2013 Þ Francesca Nepori, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 317-9.
030-148 Lipari (Giuseppe), La mobilità dei mestieri del libro in Sicilia, in Mobilità dei mestieri del libro, a cura di M. Santoro - S. Segatori, pp. 319-31. L’a. ripercorre la storia del fenomeno della mobilità dei mestieri del libro in Sicilia, definita attraverso tre distinte fasi. La prima, nel XV secolo, vede la preminente presenza di prototipografi tedeschi e fiamminghi che vi introducono l’arte della stampa. La seconda, nel secolo successivo, è invece definita dalla consistente presenza di artieri del libro provenienti per la maggior parte dall’Italia settentrionale. L’ultima fase invece, nel Seicento, vede un forte consolidamento di aziende tipografiche locali e un conseguente aumento della mobilità a livello regionale, fattore che contribuì a diminuire la presenza di operatori del libro forestieri in Sicilia. – A.T.
030-149 Lozza (Valentina), Erasmo attraverso lo sguardo di un umanista milanese: il Philerasmo Primo de’ Conti in Prima di Carlo Borromeo. Lettere e arti a Milano nel primo Cinquecento, pp. 285-305. L’a. enuclea gli aspetti principali del clima culturale milanese di primo Cinquecento attraverso l’esperienza letteraria di Primo de’ Conti, umanista bifronte, pericolosamente in bilico fra la frequentazione di Carlo Borromeo, degli ambienti riformati (in odore di Inquisizione, come nel caso di Aonio Paleario) e soprattutto di Erasmo da Rotterdam, i cui legami (ancora poco indagati) con il mondo culturale lombardo, sullo scorcio del Quattrocento, sono testimoniati proprio dalla vicenda – biografica e professionale – di Primo. – Elena Gatti.
030-150 MacGlashan (Maureen), Editorial, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 31/4 (dicembre 2013), p. 133. Brevissime note sul 2013 Law via the Internet (LVI) Conference. – L.R.
030-151 MacGlashan (Maureen), Editorial, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/1 (marzo 2014), p. 1. Note riguardo all’ultimo numero della rivista, con particolare riguardo all’importanza dei contenuti strutturati. – L.R.
030-152 Malaguzzi (Francesco), De libris compactis. Legature di pregio in Piemonte, IX, Torino, Torino, Centro Studi Piemontesi - Regione Piemonte, 2013, pp. 272, 16 tav. col. e 126 tav. b/n fuori testo, ISBN 978-88-8262-205-3, s.i.p. Si tratta del nono volume del grande progetto di schedatura delle legature di pregio del Piemonte condotto da uno dei maggiori esperti italiani dell’argomento. Si schedano le legature di tredici raccolte cittadine (Archivio Storico, Biblioteca Nazionale Universitaria, Biblioteca Reale, Biblioteca dell’Armeria Reale, Biblioteca Antica dell’Archivio di Stato, Accademia delle Scienze, Biblioteca Civica Centrale, Museo Civico d’Arte antica, Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte della Provincia, Biblioteca della Scuola d’Applicazione dell’Esercito, Archivio della Diocesi, Biblioteca Provinciale dei Cappuccini al Monte, Biblioteca del Seminario Metropolitano). Un sontuoso apparato illustrativo e un articolato sistema di indici (dei legatori, dei tipografi, dei nomi, dei superlibros, di ex libris e note di possesso) permette di valorizzare il contenuto delle descrizioni, che si è scelto invece di proporre in forma discorsiva e non sotto la forma di vere e proprie schede dedicate ai singoli pezzi. – A.L.
030-153 Mangini (Marta), Il cambiamento della forma e la forma del cambiamento. Il supporto cartaceo in area milanese (secc. XIII e XIV), in Sì, carta, pp. 1-28 Þ «AB» 30-211
030-154 Marani (Pietro C.), Maniera Milano: 1513-1564 circa, in Prima di Carlo Borromeo. Lettere e arti a Milano nel primo Cinquecento, pp. 3-44.
030-155 Mario Soldati tra luoghi e memoria. Inediti, testimonianze, studi e immagini, «Microprovincia», 51-52, 2013-2014, Novara, Interlinea, 2013, pp. 196, ISBN 978-88-8212-941-5, € 25. Una bella raccolta di testi e immagini dedicate a Mario Soldati: alcuni inediti, una serie di fotografie, una serie di interventi critici. – E.B.
030-156 Marketing your indexing services, edited by Anne Leach, Medford (NJ), Information Today, 2011 Þ rec. Katherine Koopman, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 31/4 (dicembre 2013), p. 179.
030-157 McMaster (Max), Numbers in indexing, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 31/4 (dicembre 2013), pp. C6-C8. Un’articolata tabella in cui si considera il modo migliore per gestire i numeri in diversi contesti: sia che si presentino come elemento ordinatore di voci o sottovoci, sia che si trovino all’interno di una o più voci. – L.R.
030-158 Menato (Marco), “Lucantonio ritrovato”. Appunti bibliografici su Lucantonio degli Uberti, alias Lucantonio Fiorentino, «Paratesto», 10, 2013, pp. 37-44. Breve contributo nel quale è presentata l’attività editoriale di Lucantonio degli Uberti attivo a Venezia tra il 1489 e il 1525 circa e la sua produzione incisoria per parecchi tipografie veneziani. – G.P.
030-159 Milani (Chiara), Per i 350 anni della Biblioteca comunale di Como, «Biblioteche Oggi», 31, 2013, 8, pp. 11-15. Fondata nel 1663 grazie alla disposizione testamentaria di Francesco Benzi, la Biblioteca comunale di Como si è sviluppata nel corso dei secoli mutando sede e implementando le proprie raccolte sempre però nella coerenza dell’utilità alla cittadinanza. – M.C.
030-160 Mobilità dei mestieri del libro tra Quattrocento e Seicento. Convegno internazionale, Roma, 14-16 marzo 2012, a cura di Marco Santoro - Samanta Segatori, Pisa-Roma, Serra, 2013 (Biblioteca di Paratesto, 8), pp. 392, ill. b/n, ISBN 978-88-6227-523-1, s.i.p. Il presente vol. raccoglie le relazioni tenutesi in occasione del Convegno internazionale su “La mobilità dei mestieri del libro tra Quattrocento e Seicento (Roma 14-16 marzo 2012)”. Il fenomeno della mobilità è portatore di significativi scambi di esperienze, ma al contempo presuppone anche disagi, speranze e aspettative, all’interno di una realtà in mutamento. Realtà in cui, grazie alla nuova visione umanistica ed europea, correlata alla scoperte scientifiche, alle scoperte di nuove terre e al miglioramento dei sistemi commerciali, si inserisce quella che può essere definita come mobilità dei mestieri del libro. Al centro, nei primi due secoli in cui la stampa assunse un ruolo di primo piano, di quella che era la filiera della cultura e della comunicazione scritta, i tipografi, gli editori, i librai, permisero al libro di assumere in pieno la sua funzione di transfert culturale. La mobilità di una tale categoria professionale presuppone quindi tutta una serie di problematiche non indifferenti, legate al flusso della circolazione delle idee e allo statuto professionale stesso di queste persone, andando a sottolineare quelli che erano i meccanismi e logiche lavorative di tali artefici dei mestieri del libro. Indice dei nomi a fine del vol. Si indicizzano i singoli contributi. – A.T.
030-161 Molino (Paola), Il mestiere dei libri nel tardo Rinascimento. Edizione e commento del Consilium di Hugo Blotius a Rodolfo II del 1579, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 23-77. Il bibliotecario imperiale di Vienna Hugo Blotius preparò nel 1579 un Consilium per l’imperatore Rodolfo II. Esso consiste in un breve testo che raccoglie un insieme di remedia ai morbi che possono affliggere una biblioteca. Il testo, finora inedito, è qui criticamente pubblicato. – A.L.
030-162 Monok (István), Les bibliothèques et la lecture dans le Bassin des Carpates, 1526-1750, Paris, Honoré Champion, 2011 Þ rec. Claire Madl, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 398-401.
030-163 Montecchi (Giorgio), Circolazione libraria e mobilità dei primi tipografi in area medio padana, in Mobilità dei mestieri del libro, a cura di M. Santoro - S. Segatori, pp. 245-54. Studio che analizza l’attività dei primi tipografi nel territorio che, dalle città di Brescia e Piacenza, si estendeva fino a Parma, Reggio, Mantova e Ferrara, fino a giungere a Verona e a Bologna. Prospettiva di osservazione dei fenomeni, ritenuta fondamentale anche per le nuove acquisizioni relative all’introduzione della stampa in area medio padana, è appunto quella della relativa mobilità degli stampatori. – A.T.
030-164 Nepori (Francesca), Il Convegno Internazionale “Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing”, Milano, 10-12 settembre 2013: una riflessione di sintesi, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 285-97. Ampia cronaca del convegno, su cui si veda anche «AB» 027, pp. 42-4. – A.L.
030-165 Orlandi (Antonella), Le edizioni dell’opera di Giovan Battista Della Porta, presentazione di Marco Santoro, Roma-Pisa, Serra, 2013 (Istituto nazionale di studi sul Rinascimento meridionale. Studi, 12) , pp. 120, ISBN 978-88-6227-599-6, € 28. Opera postuma della studiosa, il volume ricostruisce nella densa introduzione la storia editoriale degli scritti del napoletano Giovan Battista della Porta (1535-1615), che spaziano dall’alchimia al teatro. Particolare attenzione è riservata dall’a. nel mettere in luce l’abilità dellaportiana per la promozione dei suoi lavori, sia scegliendo editori e centri editoriali alternativi a Napoli, sia aggirando le censure inquisitoriali, sia accreditando la propria persona e i propri testi attraverso un’accurata scelta dei dedicatari. Il catalogo si compone di 134 schede bibliografiche che coprono gli anni 1558-1679 e riescono a restituire l’estrema fortuna, non solo italiana ma anche europea, di cui gli scritti del Della Porta godettero. L’a. sceglie di riproporre «prefazioni, introduzioni, dediche e avvisi al lettore… per intero in calce alle schede la prima volta che compaiono». Chiudono il saggio i consueti indici. – F.L.
030-166 Paciaroni (Raoul), L’elettricità nelle Marche. Saggio bibliografico, «Quaderni del consiglio regionale delle Marche», XVI, 137, nov. 2013, pp. 206, ISSN 1721-5269, s.i.p. Notata la scarsa presenza di indicazioni dedicate alle Marche nei 5 vol. della Storia dell’industria elettrica in Italia (Laterza, 1992), l’a. s’è dato a una indefessa ricerca di bibliografia sul tema, qui proposta in ordine alfabetico per sezioni di decennio in decennio, accompagnata da un indice dei nomi di luogo. – E.B.
030-167 Palagiano (Cosimo), I flussi migratori in Italia tra il ’400 e il ’600, in Mobilità dei mestieri del libro, a cura di M. Santoro - S. Segatori, pp. 13-25. Inquadrato storicamente l’arco cronologico a cavallo tra XV e XVI secolo, periodo in cui a più riprese il flagello della peste produsse notevoli conseguenze negative per la vita economica e sociale in Europa, l’a. passa a considerare quelli che si possono definire come i modelli della migrazione in Italia. Questi vengono individuati in base a quattro distinte aree, distinguibili per diverse caratteristiche demografiche ed economiche: il modello Alpino (Italia settentrionale), il modello dell’Italia centrale dove prevale la mezzadria, il modello dell’Italia meridionale con il latifondo e, infine, il modello legato alla transumanza, diffuso in Puglia, Abruzzo, Lazio e Toscana. In questo scenario di crisi le città capitali diventano un grande polo di attrazione per i migranti, evidenziando come, anche per questi flussi rivolti ai grandi poli urbani, la stagionalità, la situazione politica e religiosa giocassero un ruolo non secondario nel determinare i flussi stessi. – A.T.
030-168 Parisi (Francesco), Publio Morbiducci. Catalogo ragionato dell’opera xilografica, con la collaborazione di Agnese Sferrazza, Cornuda (Treviso), Tipoteca Italiana Fondazione, 2013, pp. 207, ill., ISBN 978-88-95932-03-3, s.i.p. La ben nota Fondazione Tipoteca Italiana, di cui è presidente Silvio Antiga, inaugura con il catalogo ragionato dell’opera xilografica di Publio Morbiducci una preziosa collana dedicata a documentare il contributo di tipografi e artisti al libro d’arte. L’opera è sicuramente meritoria e bene testimonierà, in futuro, uno degli aspetti artisticamente più rilevanti del mondo del libro. Già questo primo catalogo, splendidamente allestito e superbamente stampato, a cura di Francesco Parisi, soddisferà non poco gli storici della grafica e dell’incisione cui è inevitabilmente rivolto. Vi si squaderna tutta la produzione xilografica e il percorso artistico di Publio Morbiducci (1889-1963), allievo di Duilio Cambellotti, scultore e pittore, oltre che incisore su legno, alla luce dell’importante fondo a lui intitolato che la Fondazione Tipoteca Italiana ha acquisito tra le proprie collezione nel 2011 grazie al lascito della figlia Anna Maria. Il ricco saggio introduttivo di Parisi (pp. 9-29) contestualizza l’opera xilografica dell’artista nel panorama artistico della prima metà del Novecento, ne mette in evidenza i rapporti con gli artisti coevi, passa in rassegna la produzione (dalla collaborazione alla rivista «L’Eroica» di Ettore Cozzani all’affermazione durante gli anni del Fascismo) e consente di seguire con maggior profitto le oltre 70o schede a lui dedicate nel catalogo vero e proprio. Chiude un saggio biografico (Publio Morbiducci, la vita) di Mario Finazzi (pp. 197-203). – G.P.
030-169 Parisi (Francesco), Publio Morbiducci. Catalogo ragionato dell’opera xilografica, con la collaborazione di Agnese Sferrazza, Cornuda, (Treviso), Tipoteca Italiana Fondazione, 2013 Þ rec. E[doardo] F[ontana], «Charta», 132, marzo-aprile 2014, p. 74.
030-170 Pedraza-Gracia (Manuel-José), Aproximación al estudio de la movilidad de los impresores en la Corona de Aragón peninsular en los siglos XV y XVI, in Mobilità dei mestieri del libro, a cura di M. Santoro - S. Segatori, pp. 101-14. L’a. fornisce uno studio (più di trecento casi considerati in quattordici diverse località) della mobilità dei tipografi, nei secoli XV-XVI, presso la Corona de Aragón. Viene analizzata la mobilità dei primi tipografi, dei maestri itineranti stampatori e dei lavoranti, e ci si sofferma poi sugli spostamenti legati alla necessità di apprendere l’arte tipografica. – A.T.
030-171 Penco (Sara), “Scoprire l’opera d’arte – Sistema Penco”. Sistemi di catalogazione su base iconografica: esempi e linee di sviluppo, in Tecnologie digitali e catalogazione del patrimonio culturale (sezione prima), a cura di R. Salvarani, pp. 37- 60 Þ«AB» 030-220
030-172 Petrella (Giancarlo), Iconografia dantesca ed elementi paratestuali nell’edizione della Commedia Brescia, Bonino Bonini, 1487, «Paratesto», 10, 2013, pp. 9-36. Il contributo prende in esame, con importanti novità dal punto di vista sia iconografico sia attribuzionistico, il corpus illustrativo dell’edizione della Commedia stampata a Brescia dal Bonini nel 1487 e i rapporti di dipendenza con l’edizione fiorentina del 1481. Della stessa edizione l’a. ha individuato una serie di importantissime varianti iconografiche analizzate nel recente contributo Dante in tipografia. Errori, omissioni e varianti nell’edizione Brescia, Bonino Bonini, 1487, «La Bibliofilia», 115, 2013, pp. 167-95. – E.B.
030-173 Piancastelli (Carlo), Pronostici ed almanacchi. Studio di bibliografia romagnola, a cura di Lorenzo Baldacchini. Presentazione di Elide Casali, Bologna, il Mulino, 2013, pp. 180, 22 tav. b.n., ISBN 978-88-15-24757-5, € 17,50. Nel 1913 il collezionista e studioso di letteratura popolare Carlo Piancastelli (1867-1938) dava alle stampe un volumetto per certi versi pionieristico: Pronostici ed almanacchi. Studio di bibliografia romagnola (Roma, Ripamonti, 1913). La pubblicazione non aveva però esaurito la ricerca sull’argomento e il bibliofilo romagnolo si era presto trovato con una messe di nuove acquisizioni in vista di una più corposa edizione ‘con aggiunte e correzioni’. Purtroppo però quella seconda progettata edizione non vide mai la luce e il brogliaccio preparatorio, rappresentato dalla sua personale copia dell’edizione 1913 fittamente postillata di aggiunte e integrazioni marginali, finì dimenticato nei fondi della biblioteca comunale di Forlì dove, per lascito testamentario, nel 1937 era confluita l’intera imponente raccolta Piancastelli di manoscritti, stampati e autografi. Per celebrare il centenario dell’edizione la meritoria collana dei “Quaderni Piancastelli” ha scelto di pubblicare l’autografo del Piancastelli (una sorta di risarcimento postumo per la seconda edizione mai uscita) a cura di Lorenzo Baldacchini e con una densa introduzione di Elide Casali che sottolinea come il lavoro del Piancastelli sia stato il «primo tentativo di disegnare un discorso storico, scientifico e letterario sulla cultura e la letteratura delle stelle in Romagna dal Medioevo all’alba del Novecento». Piancastelli, in effetti, agì in qualche modo da apripista, rivolgendo l’attenzione a un genere di largo consumo ma di altrettanto facile deterioramento fino a quel momento disdegnato dagli studiosi. L’opera di sensibilizzazione verso questo materiale ‘minore’, che avrebbe dato i suoi frutti migliori nella seconda metà del secolo scorso (si pensi soltanto all’interesse di Delio Cantimori, romagnolo anch’egli, per l’astrologo-profeta Antonio Arquato), passa attraverso dodici densi capitoli, gremiti di opuscoli e fogli volanti spesso noti attraverso l’unico esemplare da lui posseduto, in un percorso cronologico che muove dall’astrologo del XIII secolo Guido Bonatti alla congerie di letteratura lunaristica e almanacchistica del primo Novecento. L’edizione consente di seguire tutte le integrazioni apportate dall’autore e fedelmente riprodotte, le sue correzioni e gli esemplari nel frattempo aggiuntisi nella sua collezione oggi presso la Biblioteca Saffi di Forlì. – G.P.
030-174 Pignalosa (Simona), Di una cinquecentina ritrovata. Il triompho della lussuria di maestro Pasquino, «Paratesto», 10, 2013, pp. 47-59. In margine all’ampio contributo dedicato da Giancarlo Petrella al cantimbanco itinerante Ippolito Ferrarese apparso sulla stessa rivista («Paratesto», 8, 2011, pp. 23-79), l’a. dà conto del ritrovamento presso la Biblioteca Nazionale di Napoli dell’unico esemplare de Il triompho della lussuria di maestro Pasquino stampato a istanza di Ippolito Ferrarese che si credeva smarrito. La copia appartenne a Horace Landau prima che al collezionista napoletano Gino Doria – E.B.
030-175 Polger (Mark Aaron), Controlling our vocabulary: language consistency in a library context, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/1 (marzo 2014), pp. 32-7. Sulla base di una breve esperienza professionale come web/systems librarian in area accademica, l’a. analizza la coerenza terminologia impiegata in un contesto bibliotecario, relativamente a tre media: il materiale promozionale, la cartellonistica, i siti web. – L.R.
030-176 Preziosi (Ernesto), Il Vittorioso. Storia di un settimanale per ragazzi 1937-1966, Urbino, Il Mulino, 2013, pp. 344, ill. a colori, ISBN 978-88-15-23788-0, € 29. L’analisi che Preziosi fa della storia del settimanale Il Vittorioso parte da un inquadramento storico, per passare poi a un approfondimento dettagliato della rivista presa in esame e arrivare alla fine a un bilancio dei risultati che la rivista si era proposta. Nei sette capitoli di cui si compone il saggio, si affrontano i punti principali per mettere in luce sia il contesto storico in cui si inserisce l’editoria per ragazzi sia le varie fasi di elaborazione e di diffusione del giornale. In particolare, i primi capitoli si preoccupano di descrivere la situazione della stampa per ragazzi nell’Italia unita, mettendo in evidenza i primi passi per la formazione di un’editoria specializzata: in particolare, è nell’ambito dell’editoria cattolica per ragazzi che nasce Il Vittorioso. Segue poi l’elenco delle testate più importanti espressamente rivolte all’infanzia sottolineando come siano numerose le riviste per ragazzi che si sviluppano durante il clima delle due guerre mondiali. Preziosi passa dunque ad analizzare la crescita del giornale L’Aspirante, che segna un punto di svolta importante in ambito editoriale. Il clima in cui nascono e crescono tali riviste è quello che porta all’utilizzo del giornalismo come strumento di propaganda, creando alcuni personaggi dei fumetti che verranno amati e ricordati dalle giovani generazioni. Dopo questa introduzione storica che permette di capire il contesto in cui Il Vittorioso si inserisce e il successo che guadagna in breve tempo, l’autore passa ad analizzare nello specifico il settimanale per ragazzi. A partire dalla metà del saggio si inserisce la riflessione di Preziosi circa l’adesione della rivista ai temi patriottici senza però restare coinvolta dagli ordini del regime: viene tuttavia proposto l’amor di patria del buon cristiano a fianco alle vittorie militari che riguardano l’espansione coloniale. È in questo clima che si inserisce il confronto con la testata Il Balilla, che sottolinea la pretesa del regime di ottenere il monopolio dell’educazione della gioventù. Gli anni del boom della testata subiranno un duro colpo non solo con l’affermarsi di nuove riviste nell'immediato dopoguerra, ma soprattutto con la diffusione della televisione. È da sottolineare l'importanza dell'ultimo capitolo che contiene alcune riflessioni dell'autore riguardo alle caratteristiche del settimanale illustrato, rendendolo così una voce originale all'interno della stampa per ragazzi: l'intento di alfabetizzazione e diffusione delle informazioni tra i giovani, il confronto con il modello americano, il contributo per la formazione di un impegno civile nei giovani a cui il settimanale è rivolto sono gli elementi che Preziosi tocca per esprimere il suo giudizio positivo nei confronti della testata. Degno di nota è l'inserimento delle illustrazioni a colori che raffigurano sia i fumetti presenti all'interno della testata sia le copertine che subiscono nel corso degli anni diversi cambiamenti. – Francesca De Pra
030-177 Prima di Carlo Borromeo. Lettere e arti a Milano nel primo Cinquecento, a cura di Eraldo Bellini - Alessandro Rovetta, Milano - Roma, Biblioteca Ambrosiana - Bulzoni, 2103 (Studia Borromaica, 27), pp. XVI + 358, ill., ISBN 978-88-7870-892-1. Il vol., che origina nel Dies Academicus celebrato in Ambrosiana il 29 e 30 novembre 2012, raccoglie una serie di saggi dedicati alla produzione letteraria e artistica a Milano e nel suo contado, e costituisce la seconda parte del dittico dedicato all’analisi del milanese nel primo Cinquecento. Si indicizzano i singoli contributi. – Elena Gatti.
030-178 Primo seminario nazionale di biblioteconomia: didattica e ricerca nell’università italiana e confronti internazionali (Roma, 30-31 maggio 2013), a cura di Alberto Petrucciani - Giovanni Solimine. Materiali e contributi a cura di Gianfranco Crupi, Milano, Ledizioni, 2013, pp. 322, ISBN 978-88-6705-126-7, € 16. I cambiamenti determinati dall’impetuoso e rapidissimo imporsi delle tecnologie informatiche hanno investito con prepotenza la biblioteconomia: da un lato mettendone pesantemente in discussione competenze e peculiarità professionali-disciplinari (che già in precedenza avevano spesso assunto connotati abbastanza imprecisi), dall’altro investendola di un ruolo che la nuova ”società dell’informazione” potrebbe rendere più che mai centrale dal punto di vista sociale e culturale. Sullo sfondo di una situazione lavorativa assai incerta, 11 studiosi (non solo italiani) propongono riflessioni sulla biblioteconomia, sul suo insegnamento e sul suo contributo alla ricerca; seguono 40 piccoli saggi (sono sostanzialmente abstract) che esemplificano le multiformi applicazioni della disciplina, introdotti da un bilancio di queste ricerche presentato da ulteriori 5 docenti. – R.G.
030-179 Ramella (Roberta), Le folle da carta nel milanese, dal XV al XX secolo. Evoluzione storica di due edifici esemplari: il complesso delle folle di Ronchetto e quello di Fizzonasco, in Sì, carta, pp. 83-94 Þ «AB» 30-211
030-180 Rautenberg (Ursula), Editoria e ricerca in Germania. Sviluppo e interdipendenze di una relazione complessa, traduzione di Alessandro Italia, Milano, CUSL, 2014 (Minima Bibliographica, 17) pp. 39, ISBN 9788881-327010, disponibile online all’indirizzo http://centridiricerca.unicatt.it/creleb_Rautenberg.pdf. Basato sulla lezione tenuta al Simpósio Internacional Livros e Universidades svoltosi presso l’Università di San Paolo (8 novembre 2012), l’a. mostra, con dati puntuali e grafici esplicativi, come si sia instaurato una sorta di circolo vizioso fra comunità scientifica, editoria accademica e biblioteche, tale per cui la conoscenza, generata nelle università o in centri pubblici specializzati, da bene pubblico si trasforma in bene economico una volta pubblicata, per poi cambiar pelle e diventare nuovamente bene pubblico all’interno delle biblioteche, che l’hanno infatti acquisita attraverso budget provenienti, in larga parte, da denaro pubblico. Sugli esiti futuri di questa complessa dinamica, in cui si è inserita recentemente anche la pubblicazione/distribuzione in forma digitale, solo i prossimi anni potranno offrire, secondo l’a., risposte attendibili. – Elena Gatti
030-181 Rautenberg (Ursula), Verbreitender Buchandel im deutschen Sprachraum von circa 1480 bis zum Ende des 16. Jahrhunderts, in Mobilità dei mestieri del libro, a cura di M. Santoro - S. Segatori, pp. 77-87. Circoscrivendo la ricerca all’area linguistica tedesca, per un periodo compreso tra 1480 fine del XVI secolo, si analizza quello che fu il ruolo dei librai nella diffusione del nuovo medium del libro a stampa. Non è infatti sufficiente limitarsi ai tipografi o agli editori quando si vuole riflettere sulla mobilità dei libri e dei mestieri a essi associati: senza la presenza sul territorio di librerie di piccole, medie o grandi dimensioni, non sarebbe stato possibile creare quella tela commerciale di distribuzione, vendita e diffusione del prodotto libro. – A.T.
030-182 Repishti (Francesco), L’architettura milanese prima di Carlo Borromeo e l’idea di «letargo» in Prima di Carlo Borromeo. Lettere e arti a Milano nel primo Cinquecento, pp. 189-215 Þ«AB» 030-177
030-183 Reyes (Fermín de los), La movilidad de los impresores en Castilla en el siglo XV, in Mobilità dei mestieri del libro, a cura di M. Santoro - S. Segatori, pp. 115-131. Studio in cui si analizza la situazione dell’industria tipografica nella Castilla nel XV secolo. I punti nodali del discorso sono: l’iniziativa della Chiesa e della Corona in merito alla decisione di impiantare nuove officine tipografiche, la preminenza di stampatori stranieri (soprattutto italiani) sul territorio e l’instabilità della mole di richiesta del lavoro con il conseguente spostamento dei tipografi in altre località. – A.T.
030-184 RICABIM. Italia (Umbria, Marche, Abruzzo, Molise), a cura di Elena Somigli, Firenze, SISMEL - Edizioni del Galluzzo, 2013, pp. LV + 228, (Biblioteche e Archivi, 27), ISBN 978-88-8450-496-8, € 140. Terzo vol., a cura di Elena Somigli, del progetto RICABIM, incentrato sulla repertoriazione completa di inventari e cataloghi bibliotecari del Medioevo italiano. In questo vol. sono presentati i risultati concernenti le indagini effettuate su 79 siti delle regioni Umbria, Marche, Abruzzo e Molise, per un totale di 625 biblioteche repertoriate. – N.V.
030-185 RICABIM. Repertorio di inventari e cataloghi di biblioteche medievali dal secolo VI al 1520 / Repertory of inventories and catalogues of medieval libraries from the Vth Century to 1520, II/2, Italia. Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, con i documenti della Contea e del Ducato di Savoia, a cura di Giovanni Fiesoli, Firenze, SISMEL - Edizioni del Galluzzo, 2011 Þ rec. Francesca Nepori, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 319-22.
030-186 Ricca (Alfonso), I motivi dell’itineranza degli stampatori ebrei in Italia, «Paratesto», 10, 2013, pp. 99-109. L’autore indaga i motivi comuni che costrinsero parecchi tipografi di origine ebraica, a cominciare dai più noti Soncino, a muoversi da una località all’altra dalla fine del XV secolo agli inizi del XVII. – G.P.
030-187 Rivali (Luca), Per la “rinfrescatura” di s. Lorenzo Giustiniani, Opere, Brescia, Angelo Britannico, 28 marzo 1506, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 213-29. Il contributo intreccia brillantemente bibliologia e storia del collezionismo sciogliendo il nodo della rinfrescatura di un’edizione di Angelo Britannico del 1506 praticata dal bresciano Tommaso Bozzola oltre un sessantennio più tardi. – A.L.
030-188 Rivali (Luca), Profilo della libreria bresciana del Seicento: Bozzola, Turlino, Tebaldini, Fontana, Saonara, Il Prato, 2013 (Libraría. Studi di bibliografia e storia del libro, 2), pp. 202, ISBN 978-88-6336-221-3, € 6,99 in ebook. La ricerca, consapevole di muoversi all’interno di un secolo piuttosto trascurato dagli studi e in un ambito geografico periferico, presenta (con un taglio discorsivo e senza creare elenchi bibliografici) un gruppo di liste che descrivono l’assortimento di un alcune librerie presenti a Brescia, ricco complessivamente di migliaia di opere (corrispondenti a decine di migliaia di copie di edizioni). Sono il catalogo a stampa della libreria di Giovanni Battista e Antonio Bozzola (1613), il censimento del 1621 del magazzino librario degli Scoto (veneziani) che Bartolomeo Fontana (bresciano) comperò nel 1622 e l’inventario del deposito librario di Giacinto Turlino (1638); le liste più tarde sono il riscontro (1641) dei libri disponibili nei tre magazzini di Francesco Tebaldini a dieci anni dal decesso e l’inventario post mortem della libreria di Vincenzo Fontana, redatto dal collega Giovanni Battista Gromi (1648). La necessità di contestualizzare l’indagine e il fatto che si trattasse spesso non solo di venditori, ma anche di stampatori o editori, rende la ricerca utile anche come profilo della stampa bresciana entro la metà del Seicento (ma non solo). - R.G.
030-189 Romani (Valentino), L’Oratio Dominica di Giambattista Bodoni, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 79-87. Sulla genesi e la realizzazione di uno dei più complessi prodotti dell’arte del celebre tipografo, pubblicato a Parma nel 1806. – A.L.
030-190 Rowberry (Simon), Translating Zembla; or, how to finish Pale fire, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 31/4 (dicembre 2013), p. 142. Si discute di alcuni problemi posti dalla traduzione di indici di opere in alfabeto non latino. – L.R.
030-191 Ruffini (Graziano) La chasse aux livres. Bibliografia e collezionismo nel viaggio in Italia di Étienne-Charles de Lomenie de Brienne e François-Xavier Laire (1789-1790), Firenze, Firenze University Press, 2012 Þ rec. Alfredo Serrai, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, p. 302.
030-192 Russel (Mary), Footnote, endnotes and the indexer, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/1 (marzo 2014), pp. 18-22. Si discute sull’opportunità di indicizzare le note a piè di pagina o di chiusura nei testi non specialistici. Si propongono poi alcune eventuali modalità operative. – L.R.
030-193 Sacchi (Rossana), Cappelle potenziali e allestimenti provvisori in una chiesa-cantiere: santa Maria della Passione (1508-1560) in Prima di Carlo Borromeo. Lettere e arti a Milano nel primo Cinquecento, pp. 217-245 Þ«AB» 030-177
030-194 Salvarani (Renata), “New media” e valorizzazione del territorio: strategie e modelli di utilizzo, in Tecnologie digitali e catalogazione del patrimonio culturale (sezione prima), a cura di R. Salvarani, pp. 9-24 Þ«AB» 030-220
030-195 Sandal (Ennio), Uomini di lettere uomini di libri. I Britannico di Palazzolo (1469-1650): saggio storico, annali tipografici a cura di Rosa Zilioli Faden, presentazione di Giuseppe Frasso, Firenze, Olschki, 2012 Þ rec. Anna Giulia Cavagna, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 303-4.
030-196 Sanson (Ian), L’odore della carta. Una celebrazione, una storia, un’elegia, Milano, TEA, 2013, pp. 286, ISBN 978-88-502-3073-0, € 13. L’a. ci è ben noto per i deliziosi romanzi sul bibliobus di Tundrum. Qui però la penna s’è spuntata. Il viaggio nel mondo della carta (condotto con tanti buoni propositi di occuparsi davvero di TUTTI gli usi della carta, dalla tappezzeria alla carta igienica: vedi la ricca bibliografia alle pp. 263-285), scade in un guazzabuglio, un po’ riassunto di cose dette da altri, un po’ tentativo di sollevare il tutto sulle ali dell’ironia, senza però mai spiccare il volo. Un po’ come gli aquiloni (di carta…) di Charlie Brown. – E.B.
030-197 Santorelli (Flora) - Nicolò Titolo, L’industria cartaria lombarda tra Settecento e Ottocento, in Sì, carta, pp. 101-6 Þ «AB» 30-211
030-198 Santoro (Marco), La mobilità dei mestieri del libro: caratteristiche e valenze, in Mobilità dei mestieri del libro, a cura di M. Santoro - S. Segatori, pp. 285-297. Il saggio, in apertura, si sofferma sulla valenza e sull’incidenza socio-economica della mobilità dei mestieri del libro, per virare poi a considerare le coordinate, le metodologie e alcuni esiti che hanno caratterizzato il progetto PRIN 2008 “La mobilità dei mestieri del libro in Italia dal Quattrocento al Seicento”. In seguito, dopo aver definito tre principali ragioni di mobilità: fughe, ingaggi e dinamiche imprenditoriali, ci si sofferma in particolar modo sul caso della famiglia Giunta, considerando il ramo attivo a Madrid. – A.T.
030-199 Santoro (Michele), Leggere o non leggere (gli pseudobiblia). Nuove indagini sui libri immaginari tra finzione e realtà letteraria, «Biblioteche Oggi», 31, 2013, 8, pp. 37-62. L’a. analizza il concetto di pseudobiblia e la loro presenza nella storia della letteratura dall’antico Egitto fino a oggi, compresa anche la creazione di cataloghi e bibliografie di questo genere letterario. – M.C.
030-200 Sassi (Luciano), Carte colorate, marmorizzate, xilografate, goffrate. Ogni prodotto un metodo ed un suo piccolo mondo, in Sì, carta, pp. 95-100 Þ «AB» 30-211
030-201 Sassi (Luciano), La carta. Storia di un prodotto e della sua produzione, in Sì, carta, pp. XIV-XX Þ «AB» 30-211
030-202 Schwarzfuchs (Lyse), L’hébreu au XVIe siècle à Paris, Lyon et Genève, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 240-66. Raccogliendo i frutti di una lunga esperienza di studio sul tema, si offre una sintetica quanto precisa ricostruzione a tutto tondo della presenza dell’ebraico nell’editoria francese (con un’apertura su Ginevra) del Cinquecento. – L.R.
030-203 Scrima (Elena), Mobilità e iniziativa imprenditoriale. Esempi di società editoriali tra XVI e XVII secolo, «Paratesto», 10, 2013, pp. 111-120. Il contributo ricostruisce la vicenda dei librai di origine patavina Francesco Leni e Orlando Iadra attivi tra Brescia, Padova e Vicenza nel XVII secolo cercando di intravederne strategie di mercato e scelte imprenditoriali. – G.P.
030-204 Sébastien Castellion: des Ecritures à l’écriture, études réunis par Marie-Christine Gomez-Géraud, Paris, Classiques Garnier, 2013, pp. 568, ISBN 978-2-8124-0923-3, s.i.p. Il vol. raccoglie una fitta serie di interventi, particolarmente preziosi per ciò che concerne l’interpretazione moderna di Castellion e, soprattutto, i suoi lavori biblici. In fine è inserita l’edizione anche di alcuni rari testi del Castellion stesso dedicati all’interpretazione della Sacra Scrittura. Il vol. è dotato di bibliografia finale e di un indice dei nomi. – E.B.
030-205 Seidel (Matt), Détente by index, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 31/4 (dicembre 2013), p. 163. La rivalità professionale tra Earl Sprague e Thor Henderson ha dato origine a un ottimo indice che correda l’autobiografia di Sprague. – L.R.
030-206 Serrai (Alfredo), Bibliotheca beniana. Parte II, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp.231-81. Il contributo costituisce la seconda parte di quello apparso sul precedente fascicolo della rivista (Þ «AB» 029-168) e dedicato alla biblioteca del filosofo umbro Paolo Beni (1552-1625) – A.L.
030-207 Serrai (Alfredo), Editoriale. Bibliografia, Biblioteche, Bibliotecari, un decadimento fatale, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 11-9.
030-208 Serrai (Alfredo), Variazioni e modifiche nella suppellettile bibliotecaria. Il caso “teologico” della biblioteca di Monte Ripido di Perugia nel raffronto tra un antico catalogo topografico-analitico ed il successivo catalogo alfabetico, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 89-112. Il confronto tra i cataloghi dedicati alla classe di teologia morale della biblioteca del convento francescano di Monteripido di Perugia consente di ricostruire la variazione dell’orientamento teologico del convento nel corso del XVIII secolo. – A.L.
030-209 Serrai (Alfredo), Vasi o saloni librari, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 113-24. Il saggio guida il lettore in un percorso attraverso l’evoluzione fra Quattro e Seicento delle forme dei saloni delle biblioteche in quanto deputati a predisporre il lettore al giusto atteggiamento nei confronti dei libri. – A.L.
030-210 Shaw (David J.), One book, five printers. Shared printing in early sixteenth-century Paris (Franciscus Lichetus, Commentaria, Paris, 1520), «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 267-88. Partendo da alcuni esempi di edizioni condivise nell’Europa del Cinquecento, ci si sofferma sul caso estremo dell’edizione parigina dei Commentaria di Francesco Licheto, che vide la collaborazione difficilmente spiegabile di cinque officine tipografiche. – L.R.
030-211 Sì, carta! Catalogo della mostra, Milano, novembre 2013-febbraio 2014, Milano, Archivio di Stato, 2013, pp. XXXII + 142, ill. col., ISBN 978-88-909400-0-2, € 15. Il catalogo della mostra tenuta presso l’Archivio di Stato di Milano raccoglie un bel gruppo di saggi che affrontano diverse tematiche inerenti alla produzione della carta nel milanese dal Trecento fino al XIX secolo. Dopo i contributi introduttivi di Paola Caroli Alba Osimo I contributi (che sono indicizzati singolarmente) trattano della storia della produzione della carta (Luciano Sassi), dei cartai cartolai ed editori milanesi Calusco (Arnaldo Ganda), della carta milanese del basso medioevo (Marta Mangini), dei cartai di epoca sforzesca (Carlo Cairati; qui qualche dubbio potrebbe forse nascere intorno a termini, che ricorrono nei documenti, come scartagii, scartaziae, dal momento che il dialetto milanese contempla la voce scartàgg col significato di ‘cardo’, ‘strumento per cardare la lana’: si veda il Dizionario del Cherubini, s.v.); delle fonti dell’epoca (Ermis Gamba), di cartai e cancelleria (Edoardo Rossetti), dei cartai Squassi (Katia Toja), dei marchi dei cartai (Giovanni Luca Dilda, Omar Cucciniello), delle folle da carta (Roberta Ramella), delle carte decorate (Luciano Sassi), dell’industria cartaria lombarda tra Sette e Ottocento (Flora Santorelli - Nicolò Titolo), di archivi di cartiere ottocentesche (Marco Lanzini), di carta e noce di galla (Anna Gialdini). Il volume si completa con un ampio apparato iconografico. – A.L.
030-212 Smith (Jeanette C.), Amusing indexes in library science, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 31/4 (dicembre 2013), pp. 164-7. Si presentano alcuni esempi di indici umoristici applicati alla biblioteconomia, che si riscontrano nelle opere dei tre migliori umoristi delle biblioteche americane: Edmund Lester Pearson, Norman D. Stevens e Will Manley. – L.R.
030-213 Society indexing awards. ANZSI Medal 2013, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/1 (marzo 2014), pp. 43-4. Il premio della società degli indicizzatori australiani e neozelandesi è stato assegnato per il 2013 ad Alan Walker, per l’indice del volume di John Howard, Lazarus rising, New York, Harper Collins, 2011. – L.R.
030-214 Soglian (Pier Maria) - Giampiero Tiraboschi - Rodolfo Vittori, La biblioteca di un “intellettuale di provincia”: il canonico Marco Moroni (1520 ca.-1602), «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 125-58. Il Moroni raccolse quella che è ritenuta la maggiore biblioteca bergamasca del Cinquecento, costituita da oltre 1.100 edizioni, che lasciò ai cappuccini di Bergamo. La si studia attraverso i due inventari post mortem oggi conservati. – A.L.
030-215 Sogliani (Daniela), La pubblicazione di un database documentario sulla famiglia Gonzaga: problematiche e prospettive, in Tecnologie digitali e catalogazione del patrimonio culturale (sezione seconda), a cura di R. Salvarani, pp. 107- 116 Þ«AB» 030-220
030-216 Staglianò (Antonio), L’abate calabrese. Fede cattolica nella Trinità e pensiero teologico della storia in Gioacchino da Fiore, presentazione di Gianfranco Ravasi, postfazione di Piero Coda, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2013 (Itinera, 9), pp. 231, 16 tav. a colori, ISBN 978-88-209-9179-1, € 16. Un saggio teologico che si inserisce all’interno di quel rinnovamento degli studi su Gioacchino che ormai da qualche decennio ha preso avvio, e che mettendo a frutto il lavoro esegetico già realizzato, offre una lettura nuova del suo pensiero teologico sulla Trinità e della sua cristologia, ravvisandone tratti di sicura ortodossia e ortoprassi. – F.L.
030-217 Steurer (Isabel), Annual meeting of the DNI at the Frankfurt Book Fair, October 2013, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/1 (marzo 2014), pp. 38-9. Breve cronaca dell’incontro annuale della società degli indicizzatori tedeschi, svoltasi nell’ottobre 2013, in occasione della Fiera di Francoforte. – L.R.
030-218 Stijnman (Ad), Engraving and Etching 1400-2000. A History of the Development of Manual Intaglio Printmaking Processes, London - Houten, Archetype Publicastions - Hes & DE Graaf, 2012, pp. XIV-658. Dopo una rapida introduzione dedicata a spiegare il tema dell’incisione e del metodo per il suo studio, la ricerca si sofferma a documentare origini e storia dell’incisione su metallo, della calcografia e dell’acquaforte. Si passa quindi ad analizzare i modi della produzione, del commercio e della disseminazione di tale produzione. Si giunge poi a studiare la realizzazione della matrice, dalla scelta del supporto, al trasferimento del disegno. Da ultimo viene presa il considerazione la tecnica che permette di stampare le matrici realizzate. In fine viene fornita un’ampia selezione di trattati e manuali antichi, sia mss. sia a stampa, di trattati sul tema. Il vol., di ampie proporzioni, magnificamente pubblicato e illustrato, è munito di bibliografia (pp. 605-35) e di preziosi indici dei nomi e degli argomenti. – E.B.
030-219 Tavoni (Maria Gioia), Stampare in itinere: il torchio al seguito, in Mobilità dei mestieri del libro, a cura di M. Santoro - S. Segatori, pp. 205-16. Lo studio tratta una tematica che, già oggetto di una qualche attenzione in Spagna, si presenta pressoché ignorata in Italia. Si tratta della pratica di stampare in itinere, lungo un percorso fisico definito, pratica che veniva attuata durante le processioni religiose, dove il torchio veniva issato sopra un carro e, seguendo la processione stessa, stampava materiali della letteratura popolare destinati a un consumo immediato. Se le testimonianze di tale pratica si possono ritrovare con relativa abbondanza in Spagna, in Italia l’a., per il XVII secolo, individua solo un caso, dove è attestato che un torchio viaggiasse su un carro a seguito di una visita vescovile, estesa al contado di Imola. Giacinto Masso, tipografo autoctono che già aveva contribuito, alla fine del XVI secolo, a donare continuità e stabilità all’attività tipografica di Imola, fu incaricato di occuparsi del torchio da caricare sul carro. – A.T.
030-220 Tecnologie digitali e catalogazione del patrimonio culturale. Metodologie, buone prassi e casi di studio per la valorizzazione del territorio, a cura di Renata Salvarani, Milano, Vita e Pensiero, 2013, pp. 148, ill. b/n, ISBN 978-88-343-2619-0, € 18. Il vol. si propone di presentare le linee metodologiche principali di quella che dovrebbe essere la catalogazione del patrimonio culturale, in un’ottica tesa a organizzare e strutturare le informazioni sulle opere o sui complessi di un determinato territorio, in un sistema di schedatura che sfrutti al meglio le potenzialità delle nuove tecnologie e dei nuovi media. Presentandosi come raccolta di saggi che, in due distinte sezioni (Catalogazione e digitalizzazione per il territorio: elementi generali; Applicazione delle metodologie e modelli di valorizzazione integrata: il caso del Distretto culturale “Le Regge dei Gonzaga”), delinea alcuni progetti attuati in ambito italiano ed europeo, il vol. traccia una serie di esperienze di catalogazione e valorizzazione del patrimonio che si sono basate sulle tecnologie informatiche, al fine di individuare appunto quelle che potrebbero definirsi come buone pratiche di studio, catalogazione e valorizzazione del patrimonio culturale di un territorio. Si indicizzano i singoli contributi. – A.T.
030-220bis Tedesco (Alessandro), I libri di Terra Santa, «Studi Francescani», 110/3-4 (2013), pp. 435-54. Presentando il catalogo della mostra Libri di Terra Santa. Un viaggio tra i libri antiche della Biblioteca Generale della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme, a cura di Alessandro Tedesco, Torrita di Siena, Società Bibliografia Toscana, 2013, si ripercorrono le tappe del progetto “Libri Ponti di Pace” e si descrivono i più importanti fondi librari conservati presso i Francescani di Gerusalemme. – L.R.
030-221 Tillett (Barbara B.), The Bibliographic Universe and New IFLA Cataloging Principles = L’universo bibliografico e i nuovi principi di catalogazione dell’IFLA, Fiesole (Firenze), Casalini Libri, 2008 (Letture magistrali in biblioteconomia, 1), pp. 34, ill., ISBN 978-88-85297-81-4, € 10. Si pubblica, in lingua originale e in traduzione italiana (dovuta a Carlo Bianchini), la lectio magistralis tenuta da Barbara B. Tillet (Chief, Cataloging Policy & Support Office, Library of Congress – Washington), il 14 marzo 2008, presso l’Università degli Studi di Firenze. Un percorso che partendo da una riflessione sul modello concettuale di FRBR, attraverso alcune considerazioni su modelli e standard per i dati bibliografici e sui principi di catalogazione, giunge ad analizzare la bozza della Dichiarazione di principi di catalogazione internazionali, che all’epoca della lezione era in fase di elaborazione all’IFLA (se ne veda ora il testo, in traduzione italiana, alla pagina web: http://www.ifla.org/files/assets/cataloguing/icp/icp_2009-it.pdf ). Superando gli storici “Principi di Parigi” del 1961, si arriva a proporre nuovi principi adatti ai cataloghi odierni, che prescindono totalmente ormai dal rigido formato cartaceo. – L.R.
030-222 Toja (Katia), Gli Squassi, cartai ducali e imprenditori nel Quattrocento, in Sì, carta, pp. 57-62 Þ «AB» 30-211
030-223 Traniello (Paolo), Storia delle biblioteche in Italia, Bologna, Il Mulino, 2014, pp. 230, (Manuali), ISBN 978-88-15-25113-8, € 21. Seconda edizione riveduta e aggiornata di uno dei testi italiani più importanti di storia delle biblioteche contemporanee. Da segnalare in particolare il capitolo 6 (Tra beni culturali e autonomie locali. Le biblioteche italiane oggi) in cui l’a. attua una puntuale e approfondita riflessione sull’attualità bibliotecaria italiana. – N.V.
030-224 USTC (http://www.ustc.ac.uk/): collective database of all books published in Europe between the invention of printing and the end of the sixteenth century Þ rec. Jean-François Gilmont, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 388-92.
030-225 Ventrone (Paola), Modelli ideologici e culturali nel teatro milanese di età viscontea e sforzesca in Prima di Carlo Borromeo. Lettere e arti a Milano nel primo Cinquecento, pp. 247-82 Þ«AB» 030-177
030-226 Vincelli (Giovanna Maria Pia), Le sorprese di un ambulante: Jacopo Coppa tra testo e paratesto, «Paratesto», 10, 2013, pp. 61-69. Il breve articolo delinea, senza troppe novità, il profilo di Jacopo Coppa da Modena, cerretano, editore e scrittore, che fece carriera a Venezia pubblicando l’Ariosto minore. – G.P.
030-227 Visibile teologia. Il libro sacro figurato in Italia tra Cinquecento e Seicento, a cura di Erminia Ardissino - Elisabetta Selmi, introduzione di Giuseppe Mazzotta, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2012 Þ rec. Linda Barcaioli, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 331-5.
030-228 Visser (Arnoud S. Q.), Reading Augustine in the Reformation: the flexibility of intellectual authority in Europe, 1500-1620, Oxford-New York, Oxford University Press, 2011 Þ rec. Florian Ehrensperger, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 31/4 (dicembre 2013), pp. 178-9.
030-229 Volpato (Giancarlo), La mobilità dei mestieri del libro nell’area veneta tra Quattro e Seicento, in Mobilità dei mestieri del libro, a cura di M. Santoro - S. Segatori, pp. 333-359. Saggio che, dopo aver ripercorso la realtà economica, commerciale, politica e culturale della Repubblica Serenissima, passa, attraverso il confronto con le diverse realtà di altre città venete, a considerare il fenomeno della mobilità degli artieri del libro a Venezia, tra casi di emigrazioni temporanee o permanenti. – A.T.
030-230 Walsby (Malcolm), Mobilità tipografica in Francia durante le guerre di religione, in Mobilità dei mestieri del libro, a cura di M. Santoro - S. Segatori, pp. 135-149. Dopo un’iniziale introduzione, dove vengono esposti i primi incerti inizi della tipografia in Francia, seguiti dalla nascita di compagnie editoriali che, di fatto, estromisero dal mercato i tipografi itineranti, si passa ad analizzare quello che fu l’influsso delle guerre di religione sul commercio librario. Conseguenza principale fu il disgregarsi della rete di commercio e la profonda crisi dei due maggiori centri di produzione libraria, Parigi e Lione, roccaforti della Lega Cattolica. Oltre a questo va aggiunta anche la difficoltà relativa alla circolazione, sempre più difficoltosa, dei libri protestanti in Francia. Si assiste però, proprio a causa dei dissidi religiosi interni, a una ripresa della mobilità dei tipografi, protestanti da un lato e cattolici dall’altro, non più per necessità di tipo economico, ma per godere di quella libertà di stampare opere con diverso tipo di orientamento politico o religioso che sarebbero state inammissibili nella città in cui questi risiedevano. – A.T.
030-231 Welch (David), Propaganda. Power and Persuasion, London, The British Library, 2013, pp. 210, ISBN 978-0-7123-5700-5, £ 19.99. Il moderno significato della parola “propaganda” risale al periodo della Contro-Riforma, ma di fatto il concetto ha attraversato l’intera storia dell’umanità. Il libro, che è anche catalogo dell’omonima mostra tenutasi a Londra, raggruppa per temi l’uso che ne è stato fatto in particolar modo nello scorso secolo, testimoniando il largo utilizzo fatto delle pubblicazioni a stampa. – M.C.
030-232 Women at the Burgundian Court: Presence and Influence. Femmes à la cour de Bourgogne: présence et influence, edited by Dagmar Eichberger - Anne-Marie Legaré - Wim Hüsken, Turnhout, Brepols, 2011 Þ rec. Cynthia J. Brown, «Bulletin du bibliophile», 2013, 2, pp. 376-80.
030-233 Wright (Jan) – Glenda Browne – Michele Combs – David Ream – Pilar Wyaman, The Matrix: creating an active index in all kinds of formats, from all kinds of tools, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 31/4 (dicembre 2013), pp. 137-42. Si propone un’articolata tavola che dovrebbe rappresentare un vademecum per l’indicizzatore nella realizzazione di indici interattivi di testi nei principali formati digitali. – L.R.
030-234 Zanardi (Maria Cristina), Catalogo degli incunaboli della Biblioteca Antoniana di Padova, prefazione di Carlo Carena, introduzione di Alberto Fanton, Firenze, Olschki, 2012 Þ rec. Francesca Nepori, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 326-7.
030-235 Zappella (Giuseppina), Flussi di mobilità degli artisti del libro napoletano del Seicento, in Mobilità dei mestieri del libro, a cura di M. Santoro - S. Segatori, pp. 163-203. L’a. definisce quelli che possono essere considerati come alcuni dei percorsi comuni e privilegiati, seguiti dagli artisti del libro. Partendo da Napoli, così come già accadeva per gli altri operatori del libro, gli artisti, nel Seicento, si spostano spinti sì da motivazioni e situazioni contingenti (politiche, sociali, lavorative), ma anche sollecitati dalla volontà di ricalcare itinerari che permettessero lo studio e la conoscenza delle opere dei grandi maestri, distribuite sul territorio italiano. – A.T.
030-236 Zito (Paola), In carta ed ossa. Le immagini femminili nei libri a stampa del Mezzogiorno rinascimentale, Pisa - Roma, Serra, 2013, pp, 124, ill., (Istituto Nazionale di Storia sul Rinascimento Meridionale, Studi, 13), ISBN 978-88-6227-593-4, € 28. Vol. interessantissimo questo di Paola Zito, in cui l’a. conduce con perizia e precisione un’analisi tutt’altro che facile. Attraverso l’esame delle illustrazioni librarie con presenze femminili uscite dai torchi del Mezzogiorno, effettuata su una campionatura molto elevata, vengono messi in evidenza gli elementi peculiari della caratterizzione iconografica femminile nella produzione tipografica meridionale. – N.V.
030-237 Zito (Paola), L’esagono imperfetto. I libri proibiti della Biblioteca Crancacciana secondo l’inventario del 1730 circa, Pisa-Roma, Fabrizio Serra, 2012 Þ rec. Anna Giulia Cavagna, «Bibliothecae.it», 2, 2013, 2, pp. 305-6.
Albe Steiner I
Archivi 7
Avisos 9-10
Barbanera 14
Bellisario Bulgarini D
Beni culturali 19, 108, 220
Bibliofilia 191
Bibliografia 45, 46, 166, 173, 207
Biblioteca di via Senato 24-7
Biblioteconomia 58, 66, 85, 89, 113, 121, 133, 161, 171, 178, 208-9, 221
Buchwissenschaft B, 127
Carta 40, 68, 77, 98, 99, 104, 135, 153, 179, 196-7, 200-1, 211, 222
Carte geografiche 67
Cataloghi digitali 224
Censura 237
Charta 55-7
Commercio librario 34, 71, 188
Editoria del ’400 A, C, 17, 37, 63, 79, 97, 100, 118, 123, 158, 164, 172, 195, 224, 234
Editoria del ’500 H, 4, 12, 16, 17, 32, 37, 48, 52, 86, 91, 103, 118, 138, 158, 165, 174, 177, 187, 195, 203, 204, 210, 224, 226, 227, 236
Editoria del ’600 H, 22, 54, 60, 101, 118, 195, 203, 227
Editoria del ’700 31, 54, 61, 75, 128
Editoria dell ’800 42, 44, 189
Editoria del ’900 G, 38, 49, 59, 64, 80, 82, 83, 102, 143, 145, 176
Editoria contemporanea 49, 82, 83, 180, 199
Editoria ebraica 186, 202
Editoria vaticana 81
Erasmo 149
Fumetti 112
Giles Barber 95
Illuminismo 21
Illustrazione libraria 5, 168-9, 227
Incisioni 218
Indici 6, 35, 39, 78, 84, 87-8, 90, 109-10, 114, 116-17, 119-20, 124-5, 130-1, 139-41, 150-1, 156-7, 175, 190, 192, 205, 212-3, 217, 233
Lessicografia 144
Letteratura francescana 142
Lettura F, 45, 46, 162
Libri armeni 3
Libri di Terra Santa 146, 220bis
Lorenzo Da Ponte 70
Luigi Balsamo 18
Machiavelli 43
Manoscritti 105
Mario Soldati 59, 155
Milano rinascimentale 16, 91, 106, 107, 149, 182, 193, 225
Mobilità dei mestieri del libro 12, 15, 17, 23, 33, 34, 52, 60, 96, 97, 100, 115, 148, 160, 163, 167, 170, 181, 183, 198, 219, 229-30, 235
Open Access 1
Propaganda 231
Recensioni 134
Regina di Saba 132
Roberto Ridolfi 43
Storia degli ebrei 41
Storia della legatura 47, 129, 137, 152
Storia della stampa 29
Storia delle biblioteche E, 8, 20, 28, 50-1, 76, 92, 93, 111, 126, 147, 159, 161, 184-5, 206, 208-9, 214, 223
Antiquariato librario Bado e Mart, Edizioni pregiate, Padova. Ben 461 proposte tra cui una bella selezione di libri antichi, ma anche carte decorate e giochi da tavola.
Antiquariato librario Bado e Mart, Edizioni pregiate, Padova. 458 proposte tra cui una bella selezione di libri antichi, ma anche carte decorate e giochi da tavola.
Giuseppe Solmi Studio Bibliografico, Tesori dalla Persia, Ozzano Emilia, 2014. Una selezione di 12 mss., molti miniati, tutti di grande interesse.
La casa del collezionista di Lelio Severgnini, Listino I semestre 2014, 1, Pistoia. Ampia selezione (oltre 700 pezzi) di autografi, reliquie e “Agnus Dei”, cartoline e fotografie, stampe e carte geografiche, libri e grafica. Buoni prezzi.
Laurent Coulet, Catalogue 51, Paris. I cataloghi sono redatti da Pierre Wachenheim e Frédéric Moulin. Una selezione di 116 pezzi, ottimamente descritti e illustrati: splendide legature.
Laurent Coulet, Catalogue 54, Paris. 109 proposte yta preziosi illustrati e prestigiose legature.
Laurent Coulet, Catalogue 55, Paris. 101 pezzi, tra manoscritti autografi e illustrati, anche moderni.
Liberia Antiquaria La Fenice. Libri antichi e moderni, 1, 2013, Sanremo. Quasi 650 interessanti proposte di modernariato.
Liberia Antiquaria La Fenice. Libri antichi e moderni, 2, 2013, Sanremo. Oltre 600 proposte; ottimi prezzi.
Libreria ai due santi, Libri dal XVI al XX secolo. Stampe, 1, Padova. Bella selezione di oltre 700 pezzi di vari argomenti.
Libreria Antiquaria Malavasi, Catalogo 81, 2013, Milano. Selezione di oltre 200 pezzi, sempre di ottima qualità, tra arte e architettura, edizioni antiche, cerimonie e autografi.
Libreria Antiquaria Mediolanum, Libri antichi e rari, 40, Milano. 213 pezzi anche con foto a colori.
Libreria Antiquaria Mediolanum, Libri antichi e rari, 41, Milano. 201 offerte, ampiamente descritte e illustrate.
Libreria Antiquaria Mediolanum, Libri antichi e rari, Milano. Una scelta di 77 proposte, come sempre di primissima qualità e descritte nella maniera più esaustiva.
Libreria Galleria Demetra, Catalogo 4, Milano. 100 pezzi, non solo antichi, molti illustrati.
Libreria Galleria Demetra, Catalogo 5, Milano. Circa 230 pezzi, soprattutto illustrati.
LIM antiqua, Autografi e manoscritti, Catalogo 82, Lucca. 260 proposte, soprattutto scritture moderne.
LIM antiqua, Autografi e manoscritti, Catalogo 84, Lucca. Quasi 400 proposte, in larga parte ottocentesche.
Pandolfini casa d’aste, Stampe e disegni… Libri antichi, 2013, Firenze. Dal lotto 262 al 287, una selezione di splendidi volumi, soprattutto illustrati.
Primigenia studio bibliografico, Catalogo 50, Gattico. 200 pezzi con molte illustrazioni.
Primigenia studio bibliografico, Catalogo 50, Gattico. Una cinquantina di libri, tutti di ottima qualità e ampiamente descritti.
Primigenia studio bibliografico, Catalogo 51, Gattico. 500 proposte, molti illustrati.
Scriptorium Studio Bibliografico. Catalogo 25, 2013, Mantova. Oltre 500 proposte, molte varie, dalle carte geografiche ai manoscritti.
Studio bibliografico Bruno Pucci, Libri antichi e rari, 1, 2014, Napoli. Più di 200 pezzi.
Studio bibliografico Bruno Pucci, Libri antichi e rari, 2, 2013, Napoli. Più di 200 offerte, sempre interessanti per tema e prezzo.
Studio bibliografico Bruno Pucci, Libri antichi e rari, 3, 2013, Napoli. Oltre 400 proposte.
Studio bibliografico Bruno Pucci, Libri antichi e rari, 4, 2013, Napoli. Oltre 200 proposte.
Studio bibliografico Bruno Pucci, Libri antichi e rari, 5, 2013, Napoli. Oltre 400 proposte.
Studio bibliografico il Piacere e il Dovere, Catalogo 66, 2013, Vercelli. Quasi 650 proposte, come sempre legate allo sport e alle attività ludiche.
Studio bibliografico il Piacere e il Dovere, Catalogo 67, 2013, Vercelli. Si sfiorano le 950 offerte.
Studio bibliografico Orfeo di Piero Manganoni, Catalogo libri 21, Bologna. Oltre 1.650 offerte di tutti i generi. Ottimi prezzi.
Studio bibliografico Orfeo di Piero Manganoni, Catalogo libri 22, Bologna. Oltre 1.550 pezzi.
Archivio tesi
Accorsi (Lorenzo), Venditur ad Signum Angeli. I fratelli da Legnano editori a Milano e la loro produzione religiosa (1502-1525), tesi di laurea in Filologia Moderna, Università Cattolica, Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 2012-2013, rel. Edoardo Barbieri, pp. 211. Molto studiati, i fratelli da Legnano meritano però attenzione per la ricchezza della loro produzione che illumina la cultura milanese del loro tempo. La tesi tenta un’analisi disincantata della loro produzione, soffermandosi poi a descrivere e discutere una trentina di rare edizioni di carattere religioso.
Altomare (Marta Maria), I progetto scuol@ 2.0 tra prospettiva digitale e problematiche editoriali, tesi di laurea in Filologia Moderna, Università Cattolica, Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 2012-2013, rel. Edoardo Barbieri, pp. 222. Dopo un inquadramento normativo, e un’analisi dell’editoria scolastica sul web proposta da alcune case editrici, ci si avvia in un lungo iter italicum per analizzare cosa realmente accade nelle scuole italiane coinvolte nei progetti ministeriali di sperimentazione digitale.
Bertoli (Romina), La biblioteca di S. Maria del Carmine a Brescia nell’inventario di fine Cinquecento, tesi di laurea in Storia e conservazione dei beni culturali, Università Cattolica, Brescia, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 2012-2013, rel. Edoardo Barbieri, pp. 97. Dopo alcune pagine introduttive viene trascritto l’inventario dell’inchiesta romana di fine secolo dei Carmelitani bresciani e se ne identificano le edizioni citate sulla base dei repertori on line.
Carminati (Federica), Stampare la musica. Prospettive novecentesche e contemporanee per l’editoria musicale, tesi di laurea in Filologia Moderna, Università Cattolica, Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 2012-2013, rel. Edoardo Barbieri, pp. 247. Forte di un’ottima capacità di scrittura, la tesi affronta le questioni, spesso ignorate, dell’editoria musicale (delle partiture musicali): prima le questioni tecniche e tecnologiche, dalle silografie ai programmi digitali, poi la storia, soprattutto milanese (con al centro Ricordi), dell’editoria nell’Otto e nel Novecento. Da ultimo viene presa in esame un’azienda contemporanea (Volontè & Co.) analizzandone il catalogo e l’organizzazione.
Drufuca (Elena), Provenance Index: studio di fattibilità sul fondo antico a stampa della Biblioteca del Seminario Vescovile di Lodi, tesi di laurea in Scienze dell’Antichità, Università Cattolica, Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 2012-2013, rel. Paola Sverzellati, pp. 275. Ottima ricerca che, prendendo spunto dalla rilevazione dei segni di provenienza da un particolare fondo antico, mira a costruire percorsi “certificati” per creare “autorità di provenienza” utilizzabili in cataloghi digitali. Un esperimento che unisce armoniosamente riflessione storica e logica informatica.
Menichetti (Irene), Per un’editoria di cultura: Raffaele Mattioli e Giulio Einaudi (anni ’30 e ’40), tesi di laurea in Filologia Moderna, Università Cattolica, Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 2012-2013, rel. Edoardo Barbieri, pp. 287. Grazie alla guida di Roberto Cicala la tesi affronta con energia un tema nuovo e complesso: il contributo di intelligenza (oltre che economico) fornito da Mattioli alla giovane Einaudi. Non solo un mecenate (come si ripete da tutte le parti), ma un vero industriale della cultura.
Parasiliti (Andrea), Prospettive culturali dell’editoria digitale, tesi di laurea in Filologia Moderna, Università Cattolica, Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 2012-2013, rel. Edoardo Barbieri, pp. 227. Si tratta di un denso percorso che tenta di analizzare gli sviluppi dell’editoria digitale alla luce della cultura umanistica e religiosa: ne nasce un’analisi serrata del fenomeno, alla ricerca delle sue logiche più profonde. Alcuni esempi di prodotti editoriali digitali di alta qualità offrono il destro per illustrare possibilità e risorse di un “nuovo umanesimo digitale”.
Sigilli (Sveva Maria), La problematica dell’indicizzazione sul web: analisi di strategie e tecniche di ottimizzazione applicate ad un sito di informazione. Il caso del Fatto Quotidiano, tesi di laurea in Filologia Moderna, Università Cattolica, Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 2012-2013, rel. Edoardo Barbieri, pp. 142. Tentativo di analisi delle modalità di funzionamento di un motore di ricerca onde individuare le strategie per creare una strategia della ottimizzazione della ricerca (Search Engine Optimization).
Stepanov (Vladimir), L’editoria russa nell’Italia del Novecento, tesi di laurea in Filologia Moderna, Università Cattolica, Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 2012-2013, rel. Edoardo Barbieri, pp. 117. Un primo tentativo di ricostruire l’ampia vicenda delle pubblicazioni di narrativa Russa nell’Italia del secolo passato, dai romanzieri ottocenteschi ai futuristi, da Pasternak a Solženicyn e Grossman.
Zani (Giulia Francesca), Il Fondo Fossati della Biblioteca U.C.S.C. di Brescia: storia e catalogo delle edizioni del ’600 e ’700, tesi di laurea in Filologia Moderna, Università Cattolica, Brescia, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 2012-2013, rel. Edoardo Barbieri, pp. 289. Dopo aver ricostruito la vicenda biografica di mons. Luigi Fossati e della donazione della sua biblioteca, si offre il catalogo di quasi 800 vol. dei secolo XVII e XVIII, approfonditamente descritte. Oltre a diversi indici la tesi è completata da un progetto di esposizione bibliografica del suddetto fondo.
Risorse elettroniche
a cura di L.R.
Le biblioteche degli ordini regolari in Italia alla fine del secolo XVI (RICI)
Com’è noto, alla fine del Cinquecento, al fine di verificare il rispetto delle proibizioni contenute nell’Index librorum prohibitorum, emanato da papa Clemente VIII nel 1596, la Congregazione dell’Indice avviò una monumentale inchiesta, che prevedeva la raccolta a Roma degli inventari di tutte le biblioteche dei conventi maschili italiani. Tale massa di materiali, confluita presso gli archivi della Congregazione tra il 1600 e il 1603, ha dato origine a quelli che sono oggi noti come i codici Vaticani Latini 11266-11326, nei quali sono conservate le liste dei libri posseduti dai religiosi dei conventi e dei monasteri italiani. Esse riguardano ben 31 ordini regolari maschili e contengono elenchi corrispondenti a biblioteche monastiche e conventuali ovvero in uso di singoli monaci e frati. Solo occasionalmente si possono trovare anche elenchi di libri appartenuti a ecclesiastici e laici, nonché ad alcune monache. Tale massa di dati rappresenta una sorta di fotografia che immortala le biblioteche ecclesiastiche italiane alla fine del Cinquecento, fornendo un’istantanea da un lato delle raccolte librarie di singole istituzioni, dall’altro di quelle di interi ordini e congregazioni, fino a un panorama complessivo degli ambienti religiosi italiani. Attorno a tale prezioso archivio di materiali, si è sviluppato un gruppo di lavoro e di studio coordinato da Roberto Rusconi che ha prodotto oltre a due convegni e a numerosi interventi in diverse sedi, il database RICI (Ricerche sull’Inchiesta della Congregazione dell’Indice, ora disponibile gratuitamente online, sul sito della Biblioteca Apostolica Vaticana), nel quale trovano posto molte trascrizioni degli inventari compresi nel corpus vaticano assieme a un tentativo di identificazione delle diverse edizioni. Per ciascuno degli item sono stati indicizzati gli elementi bibliografici e, laddove possibile, è stata individuata l’edizione corrispondente ai titoli. I lavori sono ancora in corso, ma la banca dati contiene già la trascrizione integrale di molte liste. Per alcuni ordini la traduzione digitale delle liste di libri è già stata completata ed è stata anche pubblicata l’edizione a stampa degli inventari (si veda il caso dei Vallombrosani, su cui «AB», 028-131). Accedendo alla homepage del sito è possibile avere immediatamente alcune informazioni riguardo al progetto (cliccando su “Introduzione al progetto”) e riguardo al comitato scientifico e ai collaboratori dell’iniziativa (“Comitato scientifico e redazione”). Nella prima sezione è possibile anche avere delle dettagliate istruzioni riguardo alla navigazione e alle modalità di ricerca all’interno del database. Sempre nella home, ma più in basso, si trova il pulsante di accesso all’area di Ricerca. Quest’ultima si articola in due aree principali, ben identificabili sul lato sinistro della pagina: la ricerca delle liste dei libri (“Ricerca sulle biblioteche”) e la ricerca delle edizioni in esse presenti (“Ricerca bibliografica”). Nel primo caso, la ricerca può essere effettuata secondo diversi parametri: per “Codici”, per “Elenchi”, per località o per personaggi. Nella sezione “Codici” si può recuperare un intero manoscritto con tutto il suo contenuto. In “Elenchi” si possono fare varie ricerche: è possibile, infatti, recuperare l’intero patrimonio librario di un ordine, o di una provincia, o di un singolo convento, o, addirittura, di un singolo possessore. Queste medesime informazioni sono rintracciabili nei due indici, delle località e dei possessori, che sono un elenco di link attivi che rimandano al posseduto di un determinato personaggio, di un determinato convento, di una determinata area geografica. Nell’area di “Ricerca bibliografica” è possibile invece risalire a un singolo record bibliografico, eseguendo un’interrogazione per “Autori”, “Editori” o “Luoghi di pubblicazione”, oppure incrociando i parametri nella ricerca di “Edizioni”. Una terza modalità, che consente di incrociare i risultati della ricerca sulle biblioteche e della ricerca bibliografica, è offerta dalla “Ricerca combinata”, utile, per esempio, per verificare la presenza di una determinata edizione o di un determinato autore all’interno di uno specifico convento o di un certo ordine religioso. Il database, allora, svela così la sua doppia natura: da un lato quella storico-documentaria, dall’altro quella più propriamente bibliografica. RICI è uno strumento costruito con intelligenza e che, nella sua semplicità, rappresenta un utilissimo contributo a numerosi ambiti di ricerca. Lo studioso di storia delle biblioteche troverà utili spunti per l’indagine sulle raccolte librarie ecclesiastiche della fine del Cinquecento; lo storico della cultura potrà verificare la presenza e la diffusione di determinati autori e/o titoli all’interno del mondo religioso italiano; lo studioso di storia degli ordini religiosi avrà l’opportunità di tracciare un profilo delle letture dei monaci o dei frati tra la fine del Cinque e i primissimi anni del Seicento; gli esempi potrebbero moltiplicarsi. Un’ultima osservazione però varrà la pena di fare: RICI può infatti essere anche considerato a tutti gli effetti un repertorio bibliografico. Grazie alla precisione nella rilevazione dei dati bibliografici, non è raro, infatti, trovare notizia di edizioni oggi completamente scomparse, ma attestate in uno o più elenchi della fine del XVI secolo. Uno strumento, allora, che anche il bibliografo deve tenere ben presente e a portata di mano.
Cronache
Convegni
Il grande gioco delle biblioteche. Le realtà del mondo delle biblioteche bresciane alla luce dell’era digitale. Brescia, Ateneo di Brescia, 11 aprile 2014. Venerdì 11 aprile dalle ore 15.00 ha preso il via la tavola rotonda “La comunicazione tra utenti e biblioteche nell’era digitale. Tradizione e innovazione” ospitata dall’Ateneo di Brescia, e da esso organizzata in collaborazione con l’Associazione Bibliofili Bresciani Bernardino Misinta. L’occasione ha visto riunite le realtà bresciane del mondo delle biblioteche attraverso loro rappresentanti: la Biblioteca Civica Queriniana (Maddalena Piotti), la Rete Bibliotecaria Bresciana a Cremonese (Marco Gussago), l’Università degli Studi di Brescia (Enrica Veronesi) e l’Università Cattolica di Brescia (Gabriele Signorini). Dopo i canonici saluti di apertura da parte del presidente dell’Ateneo Sergio Onger, del Presidente Misinta Filippo Giunta, e del vicesindaco e assessore alla cultura del Comune di Brescia Laura Castelletti, ha trovato spazio l’intervento – meglio sarebbe dire lectio magistralis – di Klaus Kempf, Direttore del Dipartimento dell’Organizzazione e Fruizione patrimoniale della Biblioteca di Stato di Monaco di Baviera. Alla luce dell’esplosione di Internet e delle nuove tecnologie è necessario ripensare il concetto di raccolta, di collezione, l’idea stessa di biblioteca. In passato la biblioteca era intesa come collezione accessibile e visibile. Oggi possiamo definirla “ibrida”, una biblioteca in evoluzione verso quella che sarà la biblioteca del futuro, propria dell’età digitale. Dovremo dire addio, allora, alla biblioteca intesa come collezione, come luogo di incontro, come istituzione, in favore di un all digital world? Kempf definisce la biblioteca di oggi un player chiamato a giocare in un nuovo campo di gioco, con nuove regole, quelle del mondo digitale, contro degli avversari, siano essi Amazon, Google books, etc. Si prospetta dunque la necessità da parte degli organi dell’informazione di fare squadra, come accade per esempio per Europeana, che vede muoversi sullo stesso fronte biblioteche, archivi e musei. La biblioteca di oggi non può più essere intesa come istituzione, come luogo fisico in cui si conserva la memoria, come wunderkammer, ma certamente il compito da essa svolto non morirà, cambierà soltanto paradigma. La collezione non sarà più di libri o documenti, ma di dati e metadati, il tutto a favore di una digitalizzazione della memoria. È possibile interpretare in quest’ottica anche le realtà del mondo dell’informazione bresciano. Ecco allora che la Rete bibliotecaria Bresciana e Cremonese è un multi-player che vede unite due province, che a loro volta collaborano con altre realtà a livello regionale (Lombardia Beni Culturali) e a livello nazionale (MLOL – Media Library On Line). La Queriniana non è più la sola biblioteca cittadina, ma fa parte del Sistema Urbano – ancora una volta una squadra di players – ed è già al di là della biblioteca-istituzione: offre una raccolta di dati accessibile on line, Queriniana Digitale, e si sta dotando di un nuovo OPAC che vedrà la possibilità di collegarsi direttamente tramite link a Wikipedia, Google Books e Treccani on line. Anche l’Università degli Studi di Brescia sta affrontando il cambiamento di questi anni unificando le quattro “isole” (le quattro facoltà di Medicina, Economia, Ingegneria e Giurisprudenza), e Valeria De Antonellis (Università degli Studi di Brescia) ipotizza una nuova seconda legge di Ranganathan: “A ogni lettore il suo libro” diventerà “A ogni lettore i suoi contenuti informativi”. Il mondo dell’informazione è, dunque, chiamato a far fronte a un cambiamento epocale, come successe per la nascita della stampa, o la creazione del codex, ma, come ricorda Klaus Kempf, «c’era cultura prima del libro e ci sarà dopo di esso!». – Giulia Zani
Scriver veloce. Sistemi tachigrafici dall’antichità a Twitter. Rovereto 22-24 maggio 2014. Accademia Roveretana degli Agiati e Biblioteca Civica G. Tartarotti. Il convegno, realizzato grazie alla collaborazione tra l’Accademia Roveretana degli Agiati, la Biblioteca Civica G. Tartarotti e il Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca (CRELEB) si è aperto giovedì 22 maggio presso la Biblioteca Civica G. Tartarotti di Rovereto, con l’intervento dal titolo Scrivere (e leggere?) la lingua materna di Attilio Bartoli Langeli (Deputazione di storia patria per l’Umbria). La relazione ha toccato diversi temi centrali per la scrittura, dalla nascita della stessa in volgare mediante l’uso dell’alfabeto latino, all’assunzione, in questo quadro, di una parte minima del sistema abbreviativo latino, fino all’individuazione dell’assenza di una ‘convenzione’ della scrittura, e perciò della lettura, in volgare: problema che sarà risolto solo nel secolo XVI. A seguire è stata inaugurata la ricca mostra dal titolo “Alla lettera. La storia della scrittura attraverso i fondi della Biblioteca Civica di Rovereto”, realizzata grazie ad alcuni dei pezzi più belli della Fondazione “Francesco e Zaira Giulietti” di Firenze che ha donato le sue pubblicazioni, circa 3.000, dedicate ai manuali dei grandi maestri stenografi, ai libri di didattica della stenografia, agli studi storici sul tema, alla Biblioteca Civica di Rovereto. I successivi due giorni, presso la sede del Palazzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, hanno visto invece gli interventi di una ventina di esperti delle scritture veloci e abbreviate, dall’antichità ai giorni nostri. La relazione di apertura della sessione della mattina del 23 maggio, presieduta da Fabrizio Rasera (Accademia Roveretana degli Agiati), ha visto l’intervento di Nicoletta Giovè (Università di Padova) dal titolo Ritorno al passato. Di nuovo sulle origini delle abbreviature, che ha analizzato quello che era il sistema abbreviativo latino nel V secolo, arrivando a individuare (dopo un’analisi delle fonti documentarie) un progressivo depotenziamento dello stesso. A seguire, Paolo Poccetti (Università di Roma 2 - Tor Vergata), con un intervento dal titolo Abbreviare la pietra: prassi e percorsi dell’epigrafia antica, che ha dapprima ripercorso alcune delle problematiche linguistiche relative all’evoluzione del concetto di abbreviatura (usando anche fonti letterarie), per poi virare invece verso l’analisi delle principali strategie abbreviative utilizzate nell’epigrafia. Marco Petoletti, (Università Cattolica di Milano), Verbum abreviatum. Il Medioevo, le abbreviazioni, Petrarca, ha invece affrontato quella che era la percezione che gli scriventi del Medioevo avevano del sistema di abbreviazioni, considerando opere letterarie o grammaticali e andando alla ricerca dei testi tecnici che spiegavano ai copisti o agli utenti del manoscritto come interpretare le abbreviazioni. L’intervento Scritture segrete e crittografie. Il mestiere del segretario, di Fabio Forner (Università di Verona), si è focalizzato su quelle che erano le norme di chiarezza e segretezza, in materia di abbreviazioni, dettate dai manuali di lettere del XVIII secolo. La sessione pomeridiana, presieduta da Gianmario Baldi (Biblioteca Civica G. Tartarotti di Rovereto), si è aperta con la relazione di Edoardo Barbieri (Università Cattolica di Brescia): La contractio del piombo. Abbreviazioni e tipografia italiana del Rinascimento. L’intervento, indagando il ruolo delle abbreviazioni negli usi della tipografia del primo secolo della nuova arte, attraverso l’uso delle stesse in una serie di esempi quattro e cinquecenteschi, attraverso l’analisi di specimina tipografici e attraverso lo studio di un’edizione in cui si sbagliò il tipoconteggio, arriva a ipotizzare come queste fossero utilizzate spesso per ragioni di corretta impaginazione del testo nella forma e di preciso allineamento delle linee. Con l’intervento di Andrea Caranti (Università di Trento), dal titolo Tra brevitas e secretum. Note sui linguaggi cifrati, ci si è spostati dall’antichità ai giorni nostri. La relazione ha infatti considerato i fenomeni dell’abbreviazione, della correzione e della segretezza dei testi, dal punto di vista delle moderne tecnologie informatiche. Fenomeni che in informatica si traducono, conservando però interessantissime analogie con quello che era il loro manifestarsi nel passato, in compressione, correzione di dati mediante ridondanza e crittografia dei dati e delle comunicazioni. Francesca Chiusaroli (Università di Macerata), nel suo intervento Scritture brevi e velocità: i sistemi tachigrafici moderni e la stenografia, ha ripercorso i postulati teorici e le caratteristiche tecniche dei sistemi tachigrafici dall’epoca della formazione delle lingue nazionali europee (secoli XVI e XVII) fino ai più recenti metodi stenografici, osservandoli diacronicamente rispetto alla tradizione delle notae tironiane e in sincronia per l’adesione all’ideale moderno della lingua/scrittura perfetta. Anna Maria Trombetti (Fondazione Francesco e Zaira Giulietti), La stenografia nella scuola italiana e il contributo della Fondazione Giulietti, in un appassionato intervento ha ricostruito la storia della stenografia in Italia, evidenziando il contributo che la Fondazione Giulietti ha dato alla disciplina stessa, e richiamando a quella che è stata, è e sarà la valenza culturale della disciplina stenografica. La giornata si è conclusa con l’intervento Le abbreviazioni nei manuali di calligrafia fra il XVI e il XVIII secolo di Francesco Ascoli (Fondazioneperleggere di Abbiategrasso) che ha proposto un interessante esame di diversi manuali di calligrafia al fine di osservare come i calligrafi hanno proposto o anche ideato nuovi modi di abbreviare. La mattina di sabato 24 maggio, presieduta da Edoardo Barbieri (Università Cattolica di Brescia), si è aperta con l’intervento di Gabriele Miceli (Università degli Studi di Trento) dal titolo Scrivere col cervello, dove sono stati analizzati i meccanismi cerebrali e le diverse aree del cervello predisposte ai processi di apprendimento della scrittura. A seguire Paolo A. Paganini (giornalista), Il sistema Gabelsberger-Noe: alla ricerca del neurone perduto che, con un affascinante metodo d’indagine “giallistica”, ha tracciato alcune delle tappe storiche fondamentali per l’evoluzione dei sistemi tachigrafici. Marco Callegari (Museo Bottacin di Padova), con l’intervento dal titolo Giuseppe Aliprandi e la “Raccolta Aliprandi” presso la Biblioteca Civica di Padova, ha analizzato la collezione personale di libri, opuscoli e manuali di stenografia di Giuseppe Aliprandi (1895-1975), uno dei più noti e attivi studiosi di stenografia in Italia durante il secolo scorso, conservati presso la Biblioteca Civica di Padova. Gli ultimi due interventi si sono invece spostati su due temi attuali. Patrizia Bertini Malgarini (Università LUMSA di Roma) con Abbreviare nel mondo digitale: chat, SMS, Twitter, dopo aver presentato il quadro teorico nel quale si collocano le scritture che utilizzano i media digitali e aver discusso le forme abbreviative ricorrenti, soprattutto negli sms, si è soffermata a considerare il fenomeno di Twitter, analizzando in particolar modo il corpus costituito dai tweets di papa Benedetto e di papa Francesco. La giornata si è conclusa con l’intervento di Alessandro Mininno (Gummy Industries) dal titolo Writers e abbreviazioni murali tra arte, grafica e scrittura, dove, partendo dall’origine stessa del fenomeno dei writers che si colloca negli Stati Uniti, si è arrivati a considerare quali implicazioni sottostanno a tale fenomeno grafico e scrittorio: dalla necessità di abbreviare, alla volontà di sviluppare uno stile personale e riconoscibile e, per ovvi motivi legati all’illegalità della pratica stessa, all’urgenza dello scriver veloce. Al termine del convegno non sono mancati i numerosi spunti di riflessione e le domande del pubblico. A conclusione delle tre giornate l’auspicio è stato quello di una nuova e positiva spinta sinergica tra chi si occupa, a vari livelli, della scrittura. – A.T.
Taccuino
Da Lucca a New York a Lugano. Giuseppe Martini libraio tra Otto e Novecento.
Lucca, 17-18 ottobre 2014, Saloni Monumentali della Biblioteca Statale di Lucca.
Si veda il box a p. 1.
VI workshop di aggiornamento e formazione in discipline del libro e del documento 2014.
Lonato - Brescia, 30-31 ottobre 2014
giovedì 30 ottobre, Lonato (BS), Fondazione Ugo Da Como
ore 14.15 Per chi lo desidera, visita alla Casa del Podestà § ore 15 Saluto di Edoardo Barbieri § ore 15.15 Rosa Marisa Borraccini, Il Santuario di Loreto: produzione e circolazione del libro nella prima età moderna § ore 16.30 Gianna Del Bono, Per una storia della biblioteca Nazionale Centrale di Firenze § ore 18.00 rinfresco § ore 19.30 per chi lo desidera cena conviviale a Lonato
venerdì 31 ottobre, Brescia, Università Cattolica, via Trieste 17, Sala della Gloria
Ore 9 Saluto del Prof. Mario Taccolini § ore 9.15 Giovanna Zaganelli, Vicende e dinamiche delle copertine del libro italiano del Novecento § ore 10.30 pausa § ore 11.00 Marco Callegari, Le fonti archivistiche per la storia dell’editoria: il caso del Veneto ottocentesco § ore 12.15 conclusioni
Per informazioni creleb@unicatt.it tel. 0272342606 – 0302406260
Engaging the reader 2014.
Per un nuovo ecosistema della lettura
PROGRAMMA PROVVISORIO
giovedì 13 novembre 2014, Milano, Università Cattolica, Largo Gemelli 1, Aula Pio XI
Programma provvisorio:
9.30 Edoardo Barbieri, Relazione introduttiva § Lectio di Giovanni Solimine, La lettura, i libri e i lettori § Discussione con Pierluigi Battista e Roberto Casati, modera Roberto Cicala § Consegna del Premio Ancora Aldina per la cultura del libro e Premi Master Professione Editoria § Presentazione del libro prodotto dagli studenti del Master 2013-2014 e consegna dei diplomi
12.30 Buffet
14.00 Tavola rotonda: Che fine ha fatto la lettura nell’Italia di oggi? con Luca Ferrieri, Giuseppe Laterza, Romano Montroni, modera Alessandro Cunietti
Per info: http://engagingthereader.eu
engaging@unicatt.it
Il libro religioso antico: esperienze e progetti di conoscenza e valorizzazione
Convegno ABEI
24-26 giugno 2014
Venezia, Biblioteca dello Studium Generale Marcianum - Fondazione Marcianum
L’intento dell’iniziativa è triplice:
1) promuovere nei bibliotecari l’attenzione alla conoscenza del libro religioso antico e delle sue diverse tipologie;
2) dare indicazioni su come il bibliotecario ecclesiastico possa orientarsi ad una maggiore competenza in vista della valorizzazione del bene librario antico;
3) fornire esempi relativi a progetti già avviati in realtà ecclesiastiche, in armonia con le indicazioni e le risorse messe a disposizione dalle Soprintendenze competenti.
Si ritiene che, pur senza escludere la natura e il contesto religiosi dell’argomento, i contributi forniti dai relatori possano interessare anche bibliotecari non ecclesiastici.
Programma dettagliato, indicazioni logistiche e modalità di adesione sono disponibili ai seguenti link: www.abei.it e www.convegnoabei.it
Un manufatto straordinario, il libro antico. Laboratorio con Dorit Raines
25-30 giugno 2014
Venezia, Unversità Ca’ Foscari
Laboratorio della Summer School dell’Università Ca’ Foscari. Lo scopo del laboratorio è l’acquisizione di una conoscenza della storia e sviluppo del libro antico come manufatto; la conoscenza delle sue caratteristiche bibliologiche (storia dell’edizione) ed extra-bibliologiche (storia
dell’esemplare), con particolare riferimento al libro prodotto a Venezia dal XV al XVIII secolo. Dopo una introduzione alla storia del libro, della sua produzione e della sua circolazione, si analizzeranno le regole della sua catalogazione, e le basi dati nazionali ed internazionali oggi disponibili a secondo delle specifiche tipologie (incunaboli, cinquecentine, etc.).
Il laboratorio si articolerà in 5 incontri presso l’Università Ca’ Foscari, la Biblioteca dell’Ateneo Veneto e la Biblioteca della Fondazione Cini. Durata del laboratorio: 15 ore. Date degli incontri:
25, 26, 27, 28, 30 giugno dalle 09.30 alle 12.30.
Per le iscrizioni: www.unive.it/nqcontent.cfm?a_id=152718
La xilografia in rivista
8 agosto – 7 settembre 2014
Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana
La mostra espone i numeri di “Smens”: una rivista stampata su carta di cotone e con torchio a braccia, con caratteri di piombo e con le illustrazioni incise su tavolette di legno. Questo di per sé non basterebbe a dichiararla speciale ma si arriva a definirne l’importanza se si considera che vi hanno scritto poeti, studiosi, filosofi e scrittori come Mario Luzi e Norman Mailer, e poi Gianfranco Ravasi, Nico Orengo, Federico Zeri, Elemire Zolla, Roberto Sanesi, Mario Rigoni Stern; che vi sono state pubblicate le xilografie degli incisori più bravi al mondo come Barry Moser e Leonard Baskin, Evgenij Bortnikov e Jean Marcel Bertrand, ed artisti come Nespolo, Salvo, Luzzati; e che ancora vi sono stati riproposti Depero, Viani e Casorati. Importanza anche strategica, perché dopo la scomparsa della Xylon International - associazione mondiale che riuniva attraverso le Xylon nazionali tutti gli incisori xilografi – Smens si trova a essere oggi l’unico polo aggregatore per artisti che si cimentano ogni volta a commentare con immagini i testi, tutti originali, di autori che li offrono generosamente, con incredula curiosità per la spericolata avventura cui sono invitati a partecipare.
Hebraica Parmensia. Da molti luoghi e tempi: frammenti di memoria ritrovati
Fino al 12 settembre 2014
Parma, Biblioteca Palatina
Una mostra che svela al pubblico frammenti di manoscritti ebraici scoperti di recente nell’Archivio di Stato di Parma.
In occasione del trasloco dell’Archivio di Stato di Parma è stata rinvenuta infatti una ricca messe di straordinari documenti, che verrà in parte esposta, insieme ai più fortunati e splendidi esemplari della collezione ebraica della Biblioteca Palatina.
La mostra resterà aperta sino al 14 agosto e di nuovo dall’1 settembre al 12 settembre 2014.
Saranno esposti frammenti di manoscritti della Bibbia e di testi mirati ad agevolarne la lettura e l’interpretazione, di commenti biblici e raccolte di leggi nonché un rarissimo esempio di frammento di Talmud, sopravvissuto ai roghi.
A |
Rovereto si è svolto un convegno di grande interesse (vedine la cronaca di Alessandro Tedesco nelle pp. precedenti). Si tratta del primo tentativo italiano di ricostruire oltre due millenni di storia dell’uso delle scritture veloci e abbreviate. Spesso si pensa che si tratti di una (brutta) moda recente, con i giovanilistici “xké” degli sms o i “cmq” (comunque) o “scs” (scusa) di chat e Twitter; invece si scopre che sin dal mondo classico sono esistite e sono state usate forme di scrittura abbreviata che permettevano un risparmio di spazio e di tempo. Di qui la connessione con le “scritture veloci”. Fino a pochi anni fa tutti conoscevamo se non l’uso, almeno l’esistenza di una forma istituzionalizzata di “tachigrafia” (dal greco, appunto “veloce” “scrittura”), cioè i diversi sistemi di stenografia, un tempo insegnati anche in vari ordini di scuola. A Firenze la benemerita Fondazione “Francesco e Zaira Giulietti” ha conservato circa 3.000 pubblicazioni dedicate all’argomento, dai manuali dei grandi maestri stenografi, ai libri di didattica della stenografia, agli studi storici sul tema. Ora tale preziosissimo patrimonio ha trovato un porto sicuro presso la Biblioteca Civica di Rovereto, che ne sta realizzando la catalogazione. L’occasione è stata ghiotta: da un lato le celebrazioni per i 250 anni di vita della stessa Biblioteca Civica, dall’altro l’interessamento della Accademia degli Agiati di Rovereto per un tema così accattivante, che si distende su un arco temporale dall’antichità all’oggi, che coinvolge tanti diversi modi e tecniche di scrittura (dal manoscritto alla scrittura sul web), e che riguarda così diverse tipologie di registrazione della parola (da quella solenne, epigrafica, all’appunto di un contadino su un calendario): da qui è nato il progetto di un convegno interdisciplinare per tentare di capire questo fenomeno, collegandolo a una più ampia prospettiva di storia culturale. Non quindi una semplice riflessione erudita, ma la volontà – attraverso una ventina di autorevoli relazioni – di comprendere meglio un fatto complesso, dalle sue radici nel lontano passato fino, appunto, ai fenomeni più recenti, dagli SMS alle chat, da Twitter ai writer. Il salmo 45 (44) è costituito da un inno di lode del re al momento delle sue nozze, intessuto delle immagini del Cantico dei cantici; poi la tradizione cristiana l’ha attribuito alla persona di Cristo, di cui costituisce un’ampia esaltazione. Proprio all’inizio si dice: «Liete parole mi sgorgano dal cuore: / io proclamo al re il mio poema, / la mia lingua è come stilo di scriba veloce» (in latino lingua mea calamus scribae velociter scribentis). La letizia che urge nel cuore del poeta è paragonata all’energia messa in campo da uno scriba che col suo stilo incide velocemente una tavoletta cerata. Il saper scrivere velocemente è un’arte, la cui natura positiva è presupposta dall’uso metaforico. Se la scrittura è forma derivata del linguaggio parlato, essa svolge innanzitutto una funzione memorativa sintetica di oggetti significati, non di forme linguistiche. Per questo è all’inizio pittorica e poi iconica o ideogrammatica. Quando diviene alfabetica, è il contrasto tra lentezza della scrittura e velocità del parlare che genera le forme di tachigrafia che poi divengono un linguaggio grafico autonomo, una sorta di “scrittura2” di carattere esoterico e iniziatico. Si sviluppano allora sistemi di tachigrafia per ragioni pratiche: il più celebre cultore ne fu lo schiavo, poi liberto, di Cicerone, Tirone, cui si devono le notae tironianae. Infatti in Marziale nel primo secolo dell’era cristiana è già attestata la figura dello stenografo: è il notarius, colui che prende nota di un oratore che parla. Eccone la lode: Notarius / Currant verba licet, manus est velocior illis; / nondum lingua suum, dextra peregit opus. [STENOGRAFO / Corrano pure le parole: più veloce / di loro è questa mano. La lingua / è a metà ancora, lei ha già finito. (trad. di Guido Ceronetti, 1964)]. Diverso è il caso delle sigle, forme di abbreviazione che privilegiano l’iniziale della parola sostituita, e che erano in gran voga già nel mondo romano (SPQR…). Invece fu solo nel Medioevo che alcune brachigrafie (forme di scrittura abbreviata) confluirono nell’uso dei copisti, generando le abbreviazioni vere e proprie. Queste infatti non costituiscono un sistema organico, ma piuttosto una indicazione di abbreviatura, il cui significato è risolvibile solo dal contesto sintattico. Esse si applicano in modo particolare all’interno della parola o in fine (abbreviazioni morfologiche): fanno eccezioni le abbreviazioni relative ai gruppi “per/pro” e simili o “qui/que” e simili, che si applicano anche a inizio di parola. Si distingueranno perciò i veri e propri sistemi di scrittura abbreviata creati per renderla più veloce (braco-tachigrafia), siano essi del tutto personali oppure stabiliti e condivisi (stenografia); i sistemi di sigle e acronimi legati a particolari ambiti culturali o a generi di prodotto (le carte geografiche, per esempio); le abbreviazioni di tipo linguistico presenti con varia frequenza, specie nelle scritture latine. In quest’ultimo caso le abbreviazioni vengono a creare dei sistemi culturali che possono circoscrivere e caratterizzare un certo periodo o spazio della produzione scrittoria; più in generale si proporranno però come “segni” di abbreviazione, come indicatori di un avvenuto troncamento che richiederà, oltre alla capacità di riconoscimento del segno stesso, la conoscenza del contesto linguistico-sintattico in cui si pone: l’interpretazione del segno sarà dunque sempre contestuale. – Montag
Bollettino trimestrale
di informazione sulla
storia del libro e delle
biblioteche in Italia
numero 030, giugno 2014
(chiuso il 20 giugno 2014)
ISBN 9788881327072
disponibile gratuitamente in formato PDF all’indirizzo http://creleb.unicatt.it
(sono stati tirati 10 esemplari cartacei)
a cura del
CRELEB
(Università Cattolica – Milano e Brescia)
comitato editoriale: Edoardo Barbieri (coordinatore), Anna Giulia Cavagna, Pasquale Chistè, Giuseppe Frasso, Arnaldo Ganda, Ugo Rozzo
redazione: Marco Callegari, Rudj Gorian, Alessandro Ledda, Fausto Lincio, Giancarlo Petrella, Luca Rivali, Alessandro Tedesco, Natale Vacalebre, Roberta Valbusa
contatti: “L’almanacco bibliografico”, c/o Edoardo Barbieri, Università Cattolica, Largo Gemelli 1, 20123 Milano; e-mail: creleb@unicatt.it
edizioni CUSL – Milano
per informazioni: info@cusl.it