Sommario
Il morbo del bibliomane
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di Paolo Tiezzi Maestri
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uglio 1969. Più o meno consapevolmente, l’Italia e gli italiani si avviavano verso quello che gli storici avrebbero poi definito “l’autunno caldo”. Luglio 1969. Più o meno consapevolmente, il sottoscritto trascorreva il solito mese di vacanza dai nonni, nel profondo Sud della provincia di Siena. In una casa grande, molto grande e molto antica, dove da alcuni secoli i membri della stessa famiglia nascevano (allora si partoriva in casa) vivevano e morivano (allora si moriva in casa), con le loro soddisfazioni e delusioni, successi e smarrimenti, amori e, con ogni probabilità, qualche corno. Alcuni, nei secoli, avevano studiato, imparando a leggere e scrivere e quindi erano entrati in contatto con quelli che, dello studio, sono (o forse erano) lo strumento principe: i libri. Lasciandoli ai familiari al momento del trapasso. Ecco quindi, sparpagliati in alcune delle tante stanze, volumi grandi e piccini, rivestiti di pergamena e di cartone, talvolta con accattivanti “brochure” colorate, dei più svariati argomenti: religiosi, giuridici, letterari. Memore del donativo ricevuto, più o meno consapevolmente, dal nonno all’ingresso in IV ginnasio (una cinquecentina greco-latina dell’Odissea) chiedo alla nonna il permesso di “mettere ordine” in cotanta congerie libresca. Risposta affermativa, anche se penso che, in cuor suo, si rallegrasse per siffatta concentrazione della carta vecchia, ché meglio avrebbe poi potuto utilizzare nella capace stufa dell’ampia cucina. Ho la granitica certezza di avere, nel compiere tale operazione di raduno e al contempo timida e inesperta catalogazione, inalato il famoso morbo del bibliomane, causato da una non ancora ben studiata miscela di polvere, carta vecchia, inchiostro, residui di tarli, pesciolini d’argento ecc., che, dopo l’iniziale fase acuta, cronicizza segnando il destino del malcapitato. Così è stato per me. La sindrome compulsivo-accumulatoria mi ha accompagnato per mezzo secolo e come la febbre terzana, si sono avuti alti e bassi, acquisti voraci e pause di riflessione, mostre al pubblico e stampa di cataloghi. La successiva presentazione del babbo a un libraio antiquario di Firenze che mi insegnò a “capire” un esemplare, la lettura di tanti cataloghi, la compulsazione dei repertori, mi portò all’individuazione dell’obiettivo della collezione: le edizioni giuntine di Firenze e poi le altre cinquecentine toscane e poi quelle romane, in un crescendo rossiniano di ricerca e ammasso dei tanti libri che, uniti alla “base familiare”, costituiscono oggi la “biblioteca di Villa Classica” che registra cinque decine di incunaboli, quattro migliaia di cinquecentine e un corpus agiografico, di libri e di incisioni, composto da alcune migliaia di esemplari. Di tutto questo non posso che ringraziare la Divina Provvidenza, in primis, e poi i miei genitori, i nonni e gli antenati, alcuni dei quali mi hanno accompagnato con le note di possesso che compaiono nei frontespizi. Un’esperienza che ha limato la mia vasta ignoranza, facendomi conoscere persone di vaglia che molto mi hanno insegnato e anche altri, non pochi, che mi hanno confermato quanto si legge nella Bibbia “maledictus homo qui confidet in homine”.
067 | 068-A Baydova (Anna), Illustrer le Livre. Peintres et enlumineurs dans l’édition parisienne de la Renaissance, Tours, Presses universitaires François-Rabelais, 2023 (Renaissance), pp. 345+XVI di tavole, ill. b/n e col., ISBN 978-2-86906-893-3, € 49. Il vol. analizza a 360° l’illustrazione libraria, le professioni e le tecniche connesse, permettendo «enfin de prendre la mesure du phénomène dans sa globalité» (p. 11). Al fine di avere un campione affidabile da studiare, si sceglie di concentrarsi sull’editoria parigina del XVI secolo, di cui si indicano, in particolare, gli anni tra il 1540 e il 1585 come fortunati per la produzione di libri illustrati in quella città, nonché contrassegnati da una certa uniformità estetico-stilistica, perciò utilissimi allo scopo dello studio. A tal proposito, l’a. si dimostra consapevole della difficoltà di imporsi termini cronologici troppo rigidi, a fronte dell’impossibilità di datare con certezza tutto il materiale da studiare, laddove l’assenza di datazioni esplicite chiama talvolta in causa la necessità di affidarsi a né semplici né sicure datazioni stilistiche. La trattazione, dopo la prefazione di Guy-Michel Leproux (pp. 11-3), i ringraziamenti (pp. 15-6) e l’introduzione (pp. 17-24), passa con la prima parte dell’opera, La fabrique de l’illustration: une synthèse, a delineare il mondo dell’illustrazione partendo dal passaggio dal ms. al libro a stampa, considerando poi il rapporto tra immagine, formato e le tecniche di produzione di immagini per la stampa in epoca rinascimentale (cap. 1: L’image dans le livre, pp. 29-52); questa parte più tecnica è poi utile a introdurre considerazioni sul ruolo dell’illustrazione e sulla concezione stessa del libro illustrato nella Parigi del XVI secolo, prendendo in considerazione anche il rapporto tra immagini e autore e/o editore (cap. 2: La conception du livre illustré, pp. 53-72); l’obiettivo si stringe, in seguito, su persone attive nel campo in esame quali pittori e miniatori, sul loro lavoro e compenso, sul dialogo e l’incontro tra libro a stampa illustrato e tipologie di mss. che a lungo hanno affiancato la pagina stampata, come i mss. di dedica, lavori preparatori e fonti di ispirazione (cap. 3: L’illustrateur au travail, pp. 73-109); non è certo trascurato il frutto materiale dell’attività degli illustratori, ossia le matrici che poi incontreranno inchiostro e torchi, di cui si considerano anche la circolazione, i casi di uso e riuso, ecc. (cap. 4: Les planches gravées, pp. 111-36). Dopo questa generosa prima parte, ricca di spunti, nomi e casi esemplari, la seconda parte del vol., Les illustrateurs, si concentra sull’analisi dell’operato di figure chiave dell’illustrazione libraria parigina del XVI secolo: Jean Cousin il Vecchio (ca. 1490-ca. 1560), Baptiste Pellerin (attivo dal 1543 al 1575) – dei quali, proprio grazie all’a., è dimostrato anche un caso di collaborazione nell’illustrazione di un libro d’ore – e i meno noti miniatori Geoffroy Ballin e Charles Jourdain. Se ne mostrano la tecnica, i legami con le figure dell’editoria, e persino gli elementi decorativi da loro prodotti. Questi ultimi, inoltre, dopo le conclusioni (pp. 253-6), sono al centro di dettagliate e preziose appendici (pp. 265-301) in cui per ciascuna delle tre tipologie affrontate (1: Alphabets, 2: Bandeaux, 3: Culs-de-lampe) sono fornite dimensioni, riproduzioni fotografiche ed elenco delle edizioni in cui compaiono. L’a., inoltre, fornisce ai lettori un’appendice documentale (Pièce justificatives, pp. 257-61), una corposa bibliografia (pp. 303-14), un indice dei nomi (pp. 315) e un indice delle edizioni citate, organizzato per luogo di stampa e anno (pp. 325-45). Oltre a una tale mole di apparati – che già di per sé si impongono come strumenti utilissimi per chi volesse intraprendere lo studio del libro illustrato rinascimentale francese (e non solo) –, non si può non menzionare la ricchezza delle immagini che accompagnano il testo: le numerose illustrazioni in bianco e nero e le belle tavole a colori non solo rispecchiano lo spirito dell’argomento del vol., ma accompagnano la lettura di quest’opera, aiutando la comprensione delle numerosissime tematiche toccate dall’a. Si instaura così un prezioso dialogo tra parola e immagine, specchio del dialogo interdisciplinare che mutua il meglio del modus operandi delle varie discipline storico-artistiche, storico-letterarie e storico-bibliografiche, che il tema dell’ illustrazione libraria necessariamente chiama in causa e che l’a. ha saputo far coesistere con armonia. – S.C.
067 | 068-B Catalogo generale delle edizioni Interlinea. I primi 30 anni di libri (1992-2021), a cura di Alessandro Curini, Novara, Interlinea, 2022, pp. 186, ISBN 978-88-6857-502-1, s.i.p. Sono passati poco più di trent’anni da quando la novarese Interlinea ha stampato il suo primo libro, nel 1992. Si trattava di Una Topolino amaranto, dello scrittore Dante Graziosi. Dopo quel vol., ne sono venuti altri, inizialmente legati alle ricerche e alla promozione del Centro novarese di studi letterari, i cui membri illustri (Marziano Guglielminetti, Giorgio Bárberi Squarotti, Maria Corti, Carlo Dionisotti, Carlo Carena, Giovanni Tesio) sono diventati, negli anni, consulenti editoriali di Interlinea. Per celebrarne la feconda attività, i fondatori della casa editrice – Roberto Cicala e Carlo Robiglio – hanno dato alle stampe un prezioso volumetto a tiratura limitata (30 esemplari, numerati) che ripercorre tutte le sue edizioni. Con circa 1500 titoli, Interlinea si è specializzata, tra le altre cose, in critica letteraria, poesia (con la collana «Lyra», inaugurata nel 1993), letteratura per l’infanzia («Le rane», stampata su carta ecologica ricavata dalle alghe della laguna di Venezia, iniziata nel 2001 con un testo di Gianni Rodari) e Natale (con la collana «Nativitas», unica, nel suo genere, in Europa). Nonostante l’apertura nazionale, i due editori hanno sempre mantenuto saldo il legame con il territorio novarese, pubblicando testi di storia, arte, cultura (e una rivista specializzata, «Novarien»). Questo agile e candido volumetto (la copertina, come i suoi risvolti, sono bianchissimi e ricordano un po’ Il giovane Holden) arriva qualche anno dopo, come aggiornamento della parte centrale, del Catalogo storico delle edizioni Interlinea. I primi 25 anni (1992-2016), sempre a cura di Alessandro Curini, ma con un saggio introduttivo di Gian Carlo Ferretti, scomparso nel dicembre 2022, e presentazione di Giorgio Montecchi edito da FrancoAngeli nel 2017. Dopo il catalogo generale delle edizioni (pp. 9-128), si apre una cronologia delle collane (pp. 129-58), dei fuori collana (p. 159-61) e delle riviste (pp. 161-3). Chiude il vol. un corposo indice dei nomi di autori, collaboratori, illustratori, fotografi e artisti (pp. 165-85) – a eccezione di quelli riportati nelle opere. «Il nome nasce dall’interlinea, lo spazio bianco tra due righe scritte o stampate, apparentemente inutile ma in verità necessario alla lettura. Infatti le parole si confonderebbero sulla pagina senza questa distanza, il cui bianco fa risaltare il nero del testo illuminando così il significato di un romanzo, di uno studio, di una poesia. Se la letteratura è una riscoperta di parole vecchie e nuove nel 1992 da Novara è salpato il piccolo vascello di carta che non chiede altro se non di avere lettori che sappiano leggere la verità di quelle parole vecchie e nuove nell’interlinea dell’editoria e della cultura italiana» (p. 8). – Ar.L.
067 | 068-C Con la penna e con il torchio. Scritture politiche e normative di prìncipi e città nell’Italia centro-settentrionale della prima età moderna. Atti del convegno internazionale (Milano, Archivio di Stato, 14-15 dicembre 2020), a cura di Davide Martini – Marco Francalanci, Milano, Archivio di Stato, 2023 (= Annuario dell’ Archivio di Stato di Milano, 2021), pp. XIII+321, ill. b/n, s.i.p. Due sono i poli bibliografici attorno ai quali ruotano questi atti, esito di un coraggioso convegno svoltosi a Milano durante una cesura pandemica: da un lato gli statuti di alcune città italiane (Arezzo, Pistoia, Siena e altre realtà toscane Þ «AB» 067 | 068-178; Lucca Þ «AB» 067 | 068-128; la Torino sabauda Þ «AB» 067 | 068-031; Brescia Þ «AB» 067 | 068-203; Fano, Jesi e Rimini Þ «AB» 067 | 068-024; e ancora la Valtellina Þ «AB» 067 | 068-137 e Perugia Þ «AB» 067 | 068-147), dall’altro materiali più effimeri quali bandi, proclami e fogli volanti contenenti comunicazioni ufficiali (fiorentine Þ «AB» 067 | 068-135 e milanesi Þ «AB» 067 | 068-084). Accomunati dall’essere promanazioni dei centri del potere, entrambi raccontano di un rapporto tra dominanti e dominati che utilizza come medium il testo scritto, letto, stampato. L’attenzione va al periodo tra la fine del Quattro e la metà del Cinquecento, quando la stampa diviene strumento principe di questa comunicazione e il tipografo-editore mediatore e garante dell’ufficialità del testo, per la cui pubblicazione escogita strategie innovative ed efficaci. Questo si legge a sfondo della maggior parte dei contributi. Trasversalmente sono messe a fuoco, talvolta con qualche ridondanza, questioni di più ampio respiro, ben rilevate nel contributo conclusivo di Antonio Castillo Gómez (Þ «AB» 067 | 068-039). Anzitutto, il rapporto tra manoscritto e testo a stampa, e il concetto stesso di edizione, testimoniati dagli statuti, tipologia testuale aperta e fluida, destinata a essere rimaneggiata e aggiornata a ogni mutar di bandiera. Statuti manoscritti e a stampa convivono, si direbbe pacificamente, per decenni, gli uni e gli altri ugualmente postillati dagli esperti del diritto. Al rapporto tra oralità e comunicazione scritta richiamano gride, bandi e proclami: anche quando il testo è destinato a essere affisso in pubblico, la divulgazione dei contenuti normativi è affidata alla viva voce di un banditore. Del resto, la maggior parte dei destinatari è analfabeta; a costoro gli editori si rivolgono comunicando l’ufficialità del messaggio, più che i contenuti, attraverso un eloquente apparato iconografico fatto di emblemi, allusioni, richiami al ruolo e alla funzione del potere. Infine, si ribadisce l’importanza delle miscellanee come collettori dall’elevato gradiente conservativo, veicoli esclusivi o privilegiati della sopravvivenza di testi d’uso che altrimenti andrebbero persi (Þ «AB» 067 | 068-076). Proprio da una miscellanea prende le mosse il contributo di Stefano Cassini (Þ «AB» 067 | 068-037), unico non dedicato alla comunicazione “dall’alto”, che tratta di alcuni testi formali e d’occasione prodotti da rappresentanti diplomatici o da giovanissimi rampolli patrizi quando divenne doge Leonardo Loredan, divulgati a mezzo stampa. Nel suo insieme il vol. restituisce, come promette, una prima, parziale analisi della produzione tipografica legata alle esigenze del potere civile in alcune aree dell’Italia centro-settentrionale, con una netta focalizzazione sulla storia del libro (si parla anche di tirature, stampa su carta o pergamena, rapporto tra latino e volgare, sopravvivenza e uso delle copie superstiti, paratesti e frontespizi…). Fresco nell’impaginazione e nella grafica, forte di un esteso apparato iconografico che permette di verificare gli sviluppi del ragionamento, con un intelligente indice cumulativo dei nomi di persona e di luogo, esso si configura come un nuovo riferimento (e punto di partenza) per gli studi sull’editoria politica del primo Rinascimento. – E.Gam.
067 | 068-D Darnton (Robert), Editori e pirati. Il commercio librario nell’età dei lumi, traduzione di Svevo D’Onofrio, Milano, Adelphi, 2023 (Saggi nuova serie, 86), pp. 491, ISBN 978-88-4593780-4, € 38. Agli appassionati di sport non sarà di certo sfuggita la scritta “la pirateria uccide il calcio” apparsa negli ultimi tempi sui tabelloni pubblicitari dei campi della massima categoria calcistica italiana, motto di una campagna avviata da Lega Serie A per contrastare la pirateria audiovisiva. Come diceva quel tale, però, ciò che non uccide, fortifica. Se infatti si compie un salto all’indietro di circa trecento anni, e dall’ambito calcistico ci si sposta in quello editoriale, ci si accorge di come – nel bene e nel male – la pirateria non solo non abbia ucciso, ma abbia dato nuova e diversa linfa alla circolazione libraria in tutta Europa. Il Settecento, secolo denso di decisivi cambiamenti socio-culturali, ha conosciuto l’espandersi di un fenomeno, quello della pirateria libraria, che sebbene avesse certamente danneggiato gli affari degli editori coperti dal privilegio e dalle garanzie delle corporazioni, è stato allo stesso tempo alla base della proliferazione di un grande numero di case editrici che con metodi ai limiti (spesso oltrepassati) della legalità riuscirono a far circolare una enorme quantità di libri ed edizioni spesso contraffatte. Massimo esperto delle dinamiche socio-culturali ed editoriali del secolo dei lumi (basti citare qui la sua ultima fatica tradotta in italiano e pubblicata da Carocci nel 2019, Un tour de France letterario. Il mondo dei libri alla vigilia della Rivoluzione francese Þ «AB» 54-096, di cui Editori e pirati risulta essere una naturale continuazione), l’a. ritorna con forza sul tema della pirateria libraria con questo lavoro che rappresenta di fatto il capitolo definitivo di decenni di ricerche. Il vol. è diviso in tre parti principali. La prima (Editoria, pp. 23-110) spiega le regole del gioco che ordinavano (o quantomeno tentavano di farlo) la produzione editoriale europea nel XVIII secolo (con un approfondimento al caso di Parigi e dei suoi editori e commercianti protetti dalla Corporazione dei librai) e chi a quelle regole non voleva sottostare e cercava in qualche modo di infrangere, ovvero quei “librai di provincia” esuli dalla Francia verso la Mezzaluna fertile (una vasta area che comprendeva Amsterdam e Bruxelles e si estendeva verso la Renania, la Svizzera e Avignone) entro i cui confini si sviluppò una vera e propria rete commerciale di edizioni contraffatte. La seconda sezione (Pirateria, pp. 111-243) offre alcune coordinate sui metodi più comuni utilizzati per la contraffazione delle edizioni e per la loro circolazione. Vengono poi presentati i ritratti e le biografie di alcuni tra i più celebri protagonisti di questa vera e propria industria editoriale e, attraverso una attenta analisi dell’epistolario (perlopiù proveniente dagli archivi parigini e da quello della Société typographique de Neuchâtel, d’ora in poi STN), si chiariscono i tratti di una organizzata confederazione di personalità e ruoli diversi che seguivano tutte le fasi di questo “ciclo aziendale”, «dalla produzione all’incasso delle fatture» (p. 179). L’archivio della STN (che raccoglie circa 50.000 tra documenti e lettere che testimoniano in maniera capillare l’attività della casa editrice svizzera), per decenni scandagliato a fondo dall’a., è il fondamento della stesura della terza e ultima parte del vol. (Dentro una casa editrice svizzera, pp. 245-363). La metodologia di lavoro della STN è un caso di studio, per certi versi unico, che ben esemplifica tutte le pratiche raccontate nelle pagine precedenti, così come la gestione di una rete di contatti quasi senza fine che permise alla casa editrice svizzera di essere per diversi anni vera e propria regina del commercio libraio europeo. Scritto nell’ormai conosciuto e riconoscibile stile dell’a., che riesce ad amalgamare rigore storico e una scrittura fluente, coinvolgente e a tratti ironica, questo libro, anche per mezzo di un ricco apparato di note (che però sarebbe stato forse più agevole leggere a piè di pagina), tratteggia e riunisce in maniera documentata – e, de facto, definitiva – prassi e regole del commercio di edizioni contraffatte dell’Europa del XVIII secolo. – P.S.
067 | 068-E De Ocheda (Tommaso), Lettere a familiari e amici (1779-1830), a cura di Cinzia Rescia, con saggi di Giuseppe Decarlini – Rudj Gorian – Fausto Miotti, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2023 (La lettera e il torchio. Collana del Centro di Studi “Ugo Rozzo”, 1), pp. 447, ill. b/n, ISBN 978-88-3613-340-6, ISSN 2974-9131, € 45. Tommaso De Ocheda (1757-1831) è noto in particolar modo per la sua attività di bibliotecario prima del collezionista attivo ad Amsterdam Pietro Antonio Bolongaro Crevenna e, dal 1790, di Lord George John Spencer a Londra, e la sua popolarità è in gran parte dovuta a uno studio pubblicato da Ugo Rozzo nel 1980 (Un grande bibliotecario tortonese: Tommaso De Ocheda, in Miscellanea Storica Tortonese, Tortona, Biblioteca Civica, pp. 41-52). La Biblioteca Civica di Tortona (città natale di De Ocheda), a lui intitolata nel 1999, ha da una quindicina di anni acquisito la parte più cospicua del carteggio del bibliotecario, suddiviso ora in due fondi: uno (di circa 300 missive) indirizzate a De Ocheda e l’altro, meno consistente, che raccoglie le lettere autografe dello stesso bibliotecario tortonese. Già dando un primo sguardo all’elenco dei corrispondenti (basti citare, tra tutti, Girolamo Tiraboschi, Ludovico Antonio Muratori, Giacomo Leopardi, Pietro Giordani e il tipografo Giambattista Bodoni) ci si può rendere facilmente conto da un lato della centralità della figura di De Ocheda nel panorama intellettuale italiano ed europeo a cavallo tra XVIII e XIX secolo, dall’altro il potenziale culturale che una doverosa indagine rigorosa e approfondita del carteggio potrebbe regalare. Il vol. in oggetto si concentra su un particolare nucleo di lettere autografe di De Ocheda indirizzate a familiari e amici. Si tratta di 40 corrispondenze collocabili cronologicamente tra il 1779 e il 1830, che hanno diversi destinatari, tra cui il fratello Carlo, la cognata Giuseppa Fulchignoni e il cugino Ercole Bigurra, ma anche il Conte e la Contessa Spencer, Vincenzo Gioberti e Sir Sterling. Dalle lettere in questione, trascritte integralmente e affiancate da una loro riproduzione fotografica (che sarà resa disponibile sul catalogo online della biblioteca), emergono, più che temi di natura intellettuale, bibliografica e bibliofila (ben presenti nelle corrispondenze con altre illustri personalità), spunti di natura privata, quindi emozioni, passioni e inquietudini che delineano sia i tratti della personalità di De Ocheda, sia le sue relazioni con i parenti e gli amici più stretti, offrendo anche alcune indicazioni importanti riguardo il contesto e gli eventi storici da lui vissuti più o meno in prima persona. Ad arricchire il volume, un contributo a firma di Rudj Gorian (I libri, «maggior conforto della mia vita»: la vocazione bibliotecaria di Tommaso De Ocheda (1757-1831) fra Italia, Olanda e Inghilterra, pp. 349-419) che riprende le fila di un lavoro di studio e raccolta documentaria sul bibliotecario tortonese cominciata diversi anni fa sotto l’egida dello stesso Ugo Rozzo e che trova ora finalmente compimento in queste pagine. Da questo contributo esce la biografia aggiornata e approfondita di De Ocheda, in particolare «sul suo rapporto con la professione bibliotecaria, unendo a dati già noti informazioni e argomenti nuovi» (p. 350). Grazie anche all’analisi di tre diversi fondi epistolari (il gruppo di lettere scritte da De Ocheda ora conservate all’Accademia delle Scienze di Torino, il nucleo di lettere familiari raccolte in questo vol. e un insieme di corrispondenze inviate al bibliotecario da eruditi e librai di natura maggiormente intellettuale e professionale, acquistato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona e oggi conservato presso la Biblioteca Civica della cittadina piemontese), viene dunque ricostruita l’attività di De Ocheda, dagli studi tortonesi alle esperienze ad Amsterdam e Londra, dove l’interesse per le biblioteche, oltre che a una viscerale passione bibliografica, era «connesso anche all’esigenza di condurre una vita riservata e tranquilla, in cui i contatti con le persone fossero sovente mediati dai libri» (p. 354), fino agli ultimi anni trascorsi a Firenze, in cui riuscì a essere «bibliotecario di se stesso» e godere dell’importante biblioteca privata che era riuscito a costruirsi negli anni. In chiusura di vol., oltre alla bibliografia (pp. 435-39) e all’indice dei nomi (441-7), una precisa e documentata ricostruzione della famiglia De Ocheda – Calvino, compresa dell’albero genealogico (pp. 421-34), a firma di Giuseppe Decarlini, Fausto Miotti e Cinzia Rescia. – P.S.
067 | 068-F Dizionario dei bibliotecari italiani del Novecento, a cura di Simonetta Buttò – Alberto Petrucciani, con la collaborazione di Andrea Paoli, Roma, Associazione italiana biblioteche, 2022, pp. 882, ISBN 978-88-7812-365-6, s.i.p. Oltre vent’anni fa veniva pubblicato da AIB un primo dizionario riguardante i bibliotecari italiani, dal titolo Per una storia dei bibliotecari italiani del XX secolo: dizionario bio-bibliografico 1900-1990, a cura di Giorgio De Gregori e Simonetta Buttò (Roma, AIB, 1999). Buttò dal 2000 ha curato anche la versione online dal titolo Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari del XX secolo (DBBI20), che può essere consultato sul sito di AIB. Si tratta di un’opera che si inserisce nel solco del lavoro di Carlo Frati, il Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari e bibliofili italiani dal sec. XIV al XIX, uscito postumo nel 1933 a opera di Albano Sorbelli. Questo repertorio di dati biografici, ordinati alfabeticamente con i relativi riferimenti bibliografici, divenne un modello. Quando infatti Marino Parenti decise di continuare l’opera di Frati, non progettò un libro totalmente nuovo, ma preparò delle “aggiunte” così come esplicitato nel titolo stesso: Aggiunte al dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari e bibliofili italiani di Carlo Frati, uscite nel 1952 con un totale di quasi 600 pagine, poi ripubblicate tra il 1957 e il 1960. L’aggiornamento dei dati biografici e bibliografici è ovviamente il problema principale per le opere a stampa di tipo enciclopedico, che in parte oggi è risolto grazie all’informatica. Se infatti il volume del 1999 presentava 212 voci, frutto del lavoro di raccolta dati provenienti principalmente dalle commemorazioni pubblicate in «Accademie e biblioteche d’Italia» e nel «Bollettino AIB», il repertorio DBBI20 dal momento della pubblicazione in internet è stato arricchito, aggiornato, corretto con continuità, grazie alla collaborazione di colleghi, studiosi, ricercatori e anche di familiari dei bibliotecari biografati. Naturalmente, l’attuale Dizionario trova le sue basi in quanto effettuato nel passato e che comunque resta sempre disponibile online (attualmente DBBI20 ha oltre 850 schede sia pure a diversi livelli di completezza): le 826 voci pubblicate a stampa sono però state completamente riviste e aggiornate sia nel testo che nella bibliografia. Questo vol. è quindi un punto fermo, che testimonia lo stato della ricerca alla data della pubblicazione. Si vuole inoltre sottolineare che la sua utilità non riguarda solo i frequentatori delle odierne sale di consultazione delle biblioteche di tutto il mondo, ma anche gli studiosi del futuro che potranno così confrontarsi con una versione non “fluida” del testo e saranno in grado di vedere l’opera così come era stata concepita all’atto della sua pubblicazione. In un periodo di libri digitali, di testi online sempre modificabili senza lasciare traccia dei cambiamenti prodotti, è importante avere l’opportunità di fissare a un momento preciso una determinata opera (o versione di un’opera) e renderla inalterabile mediante una edizione a stampa, permettendo così di storicizzarla in modo inequivocabile. Con questo non si vuol dire che non debbano essere programmate integrazioni e ulteriori voci in una nuova versione online del Dizionario: anzi, è assolutamente fondamentale il continuo aggiornamento dei dati consultabili da remoto. Ma il significato e l’utilizzo dei due prodotti repertoriali è decisamente differente e infatti nella Presentazione da parte dei curatori viene annunciata una ulteriore versione web di un database, che estenderà la copertura temporale delle biografie a partire dall’Unità d’Italia, ovvero dei bibliotecari già in servizio nel 1861, per proseguire poi nel secolo attuale. Tornando al vol., è doveroso sottolineare l’alta qualità delle singole voci sia dal punto biografico che bibliografico, grazie all’impegno profuso dagli autori oltre a quello dei due curatori: senza dubbio si tratta di un repertorio di riferimento per il mondo dei bibliotecari italiani del XX secolo. Infine, non può non essere condiviso l’appello fatto a ogni biblioteca italiana, che «dovrebbe raccogliere, conservare e studiare con attenzione tutto ciò che riguarda la sua attività nel tempo, e in particolare la memoria e il profilo delle persone che vi hanno operato» (p. 10): l’efficacia del servizio nelle biblioteche, come anche nei musei e negli archivi, va ben oltre la quantità e il valore degli oggetti che vi sono contenuti e la tipologia dei mezzi tecnologici utilizzati, ma dipende soprattutto dalle donne e dagli uomini che operano al suo interno, a prescindere dall’incarico e dalla mansione sia stata loro affidata. E sono proprio queste persone, spesso dimenticate e oscurate dalle applicazioni digitali e dai database informatici, che dovrebbero essere valorizzate e ricordate con gratitudine. Dopo aver scritto queste righe è giunta la notizia della perdita di Alberto Petrucciani, che è stato sì stimato professore universitario, ma in primis un bibliotecario e come tale in questo caso lo vogliamo ricordare. – M.C.
067 | 068-G Henryot (Fabienne), De l’oratoire privé à la bibliothèque publique. L’autre histoire des livres d’heures, Turnhout, Brepols, 2022 (From text to written heritage. Interdisciplinary perspectives, 1), pp. 482, ill. b/n e col., ISBN 978-2-503-59377-7, s.i.p. L’oggetto di questo lavoro è rappresentato da quello che l’a. definisce un bestseller per sei secoli. Ed è proprio per tale ragione che esso può essere considerato un testimone privilegiato delle trasformazioni del libro tra il XIV e il XX secolo. Si tratta dei libri d’ore, ovvero di particolari prodotti librari che negli ultimi anni hanno goduto di notevole fortuna nel mondo degli studi. Basti ricordare il corposo repertorio delle edizioni quattrocentesche italiane pubblicato da Cristina Dondi nel 2016 (Cristina Dondi, Printed Books of Hours from Fifteenth-Century Italy. The Texts, the Books, and the Survival of a Long-Lasting Genre, Firenze, Olschki, 2016), qui peraltro – se non erro – non preso in considerazione nell’amplissima bibliografia di riferimento. La prospettiva scelta dalla studiosa in questa ricerca è, d’altra parte, affatto diversa. Ricorrendo a un approccio vicino, se non proprio perfettamente aderente, all’histoire du livre alla francese, l’a. intende guidare il lettore, riuscendoci perfettamente, in un percorso che, distaccandosi – senza tuttavia completamente ignorarli – dagli aspetti più propriamente bibliografici, mostra piuttosto l’impatto – o forse meglio gli impatti – che questi particolari oggetti hanno avuto sulla società. Nati già come prodotti destinati all’uso privato, i libri d’ore rimangono estranei per secoli agli ambienti “ufficiali” delle biblioteche (pubbliche e private) per muoversi, di contro, seguendo le vie del collezionismo. È solo in anni relativamente recenti che questo patrimonio è giunto tra gli altri libri, ponendo una serie di interrogativi in parte nuovi per quanto attiene alla loro conservazione, ma soprattutto alla loro valorizzazione. Proprio la loro preziosità e la loro storia, fatta quasi esclusivamente di prestigiosi possessori, hanno contribuito al “mito”, anche politico, dei libri d’ore, avvicinandoli a un patrimonio di maggior appeal anche per il grande pubblico: quello delle opere d’arte e d’architettura. Il vol. è corredato da un misurato apparato iconografico a colori e in bianco e nero, sempre utile a seguire il percorso e che non indugia al decorativismo o alla semplice suggestione del lettore. Dopo i ringraziamenti, la tavola delle illustrazioni e una puntuale introduzione, il vol. si suddivide in tre parti, ciascuna con articolazione interna in capitoli. La prima (Six siècles de livres d’heures) presenta un’ampia ricognizione storica che mostra, da una prospettiva “francocentrica” – quindi che considera l’area geografica di maggior fortuna di questo genere –, il dispiegarsi lungo i secoli delle manifestazioni dei libri d’ore, giustificando la riproposizione e le trasformazioni di tali oggetti. Se il primo capitolo tratta l’età del manoscritto, il secondo passa alla fortuna a stampa per buona parte dell’Età moderna, con il terzo che conduce il lettore dal pieno Settecento all’epoca contemporanea. La seconda sezione (La requalification du livre d’heures dans le champs du patrimoine: redécouvertes et mise sous protection) affronta, sempre in forma diacronica, vari passaggi che hanno rappresentato cambi di prospettiva nella considerazione dei libri d’ore: in particolare il processo che da oggetti d’uso li ha resi patrimonio, generalmente prezioso, da conservare. Se i primi collezionisti si trovano già a partire dal Cinquecento, come mostra il quarto capitolo, è soprattutto nell’Ottocento che cresce l’interesse, spesso di gusto romantico, per questi libri, fino alla loro collocazione “istituzionale” all’interno delle biblioteche di conservazione (capitoli quinto e sesto). La terza e ultima parte (Le livre d’heures et ses médiations: lieux et acteurs), che porta l’a. verso alcune considerazioni conclusive, conduce il lettore a guardare da un’altra prospettiva ancora. Ci si concentra, infatti, sui nuovi, contemporanei tipi di fruizione: nelle scuole, nei musei, nelle pratiche culturali, sociali e religiose, nelle mostre… fino ai più recenti strumenti di consultazione e uso digitali (capitoli settimo e ottavo). È solo, infatti, nella valorizzazione che trova piena ragione la conservazione di oggetti anche molto preziosi quali sono, in genere, i libri d’ore. Chiudono una puntuale rassegna delle fonti utilizzate, un’ampia e dettagliata bibliografia di riferimento e gli indici dei nomi di persona e dei libri d’ore manoscritti menzionati nel testo. – L.R.
067 | 068-H Hsia (R. Po-chia), Trento 1475. Storia di un processo per omicidio rituale, Firenze, Giuntina, 2023 (Schulim Vogelmann, 235), pp. 246, ISBN 978-88-8057-975-5, € 18. Ormai diversi anni fa Il compianto Ugo Rozzo fornì una perspicua interpretazione della vicenda del presunto martirio di Simonino da Trento arrivando a definirlo il primo “santo tipografico”: voleva sottolineare come per la campagna di promozione della santità del povero bambino, ucciso sì in quel di Trento nel 1475 ma non nel corso di un omicidio rituale perpetuato dalla locale comunità ebraica, fosse stato centrale il potere della stampa (Il presunto “omicidio rituale” di Simonino di Trento e il primo santo tipografo, «Atti dell’Accademia di scienze, lettere e arti di Udine», 1998, pp. 185-223). Se infatti il processo contro gli ebrei atto a dimostrare il martirio del bambino intentato dal vescovo Johannes Hinderbach suscitò dubbi e apprensioni nella Curia romana tanto che venne inviata un’ispezione da parte di un domenicano, mentre questo si rivolgeva al papa illustrandogli tutti i suoi dubbi e sospetti usando il “vecchio” sistema della corrispondenza manoscritta, il vescovo di Trento, un colto umanista ben addentro alle novità culturali e tecnologiche del tempo, in particolare la stampa, seppe guadagnarsi la fiducia generale, convincendo un vasto “pubblico” del martirio del bambino (grazie alla collaborazione di alcuni intellettuali e umanisti) e condannando gli ebrei accusati dell’omicidio alla tortura e alla morte. Questa terribile storia è sempre parsa a chi scrive un grave ammonimento contro coloro che credono e presumono che le nuove tecnologie siano automaticamente portatrici di meravigliose soluzioni… La vicenda ha inoltre goduto negli ultimi anni di una bella e documentatissima mostra tenutasi al Museo Diocesano di Trento, di cui esiste, preziosa testimonianza, un ricco catalogo (L’invenzione del colpevole. Il “caso” di Simonino da Trento, dalla propaganda alla storia, a cura di Domenica Primerano, Trento, Museo Diocesano, 2019). Peraltro, le discussioni locali destate da quella mostra (ma non si scordino le polemiche suscitate nel mondo ebraico italiano dal libro Pasque di sangue. Ebrei d’Europa e omicidi rituali, Bologna, Il Mulino, 2007 e 20082 di Ariel Toaff) illustrano quanto ancor oggi nella realtà trentina e non solo il ricordo di quel tragico episodio sia traumatico e divisivo. Il nuovo vol. proposto in italiano da Giuntina nella scorrevole traduzione di Rosanella Volponi (l’edizione originale della Yale University è del 1992) si basa sul recupero e lo studio di un ms. tedesco realizzato a pochi anni di distanza dai fatti a vantaggio dei membri della casa di Württemberg, codice poi passato presso i Carmelitani scalzi di Vienna, di qui in una collezione privata americana intorno al 1930 e giunto per dono a fine anni ’80 del secolo scorso alla Yeshiva University di New York. Se la vicenda narrata corrisponde in tutto a quella nota attraverso il complesso degli atti processuali già pubblicati (Anna Esposito – Diego Quaglioni, Processi contro gli ebrei di Trento (1475-1478), 2 voll., Padova, Cedam, 1990-2009), ed è anzi costituita da una selezione di tali documenti ufficiali, una sorta di dossier redatto ad hoc, la sua presentazione conferisce alla narrazione una particolare vivezza e drammaticità. Il lavoro condotto dall’a., arricchito da centinaia di note, sempre puntuali e talvolta aggiornate dalla traduttrice, conferisce poi al testo un particolare valore permettendone sia una lettura continua, sia una puntuale compulsazione grazie alla segmentazione dell’opera in numerosi capitoli (manca invece un indice dei nomi). Più tenue l’apparato iconografico, che permette comunque anche di documentare la diffusione del culto di Simonino (si pensi al Liber chronicarum di Schedel), culto peraltro abolito dalla Chiesa cattolica nel 1965. – Ed.B.
067 | 068-I Kienhorst (Hans) – Ad Poirters, Book Collections as Archaeological Sites. A Study of Interconnectedness and Meaning in the Historical Library of the Canonesses Regular of Soeterbeeck, with a catalogue of the Soeterbeeck Collection compiled with Eefje Roodenburg and pictures by Anton Houtappels, Turnhout, Brepols (Nijmegen art historical studies, 29), 2023, pp. XIII+702, ill. col., ISBN 9782503604589, € 200. Questo poderoso vol. recentemente pubblicato da Brepols si pone come obiettivo la ricostruzione delle vicende storiche relative alla biblioteca appartenuta alle canonichesse di Soeterbeeck, nei Paesi Bassi. Quando queste, nel 1997, si trasferirono dal convento di Deursen a Nuland, decisero di affidare la loro antica raccolta libraria alle cure della Biblioteca universitaria di Nijmegen (Nimega). Tale biblioteca, sorta insieme al convento nel 1448, costituisce un terreno fertile per i due autori (Kienhorst ha impartito corsi di Letteratura olandese e Storia del libro e della miniatura presso la Radboud Universiteit di Nijmegen; Poirters, invece, ha recentemente conseguito il dottorato presso lo stesso Ateneo con una tesi sulle note di provenienza della collezione Soeterbeeck, peraltro sotto la guida dello stesso Kienhorst) per saggiare innanzitutto il rapporto intercorso tra le suore della congregazione e i libri, nel contesto di rinnovamento spirituale della devotio moderna. Lo studio, inoltre, afferma di essere il primo ad avvalersi dei principi teorici dell’archeologia per realizzare una mappatura stratigrafica dell’antica biblioteca come un sito archeologico, nella convinzione che «[the] traces of production and use do not only reveal the stratification of individual volumes, but also that of the historical library as a whole» (p. 22). Questo approccio “archeologico” non è certo una novità per gli studi di settore: perpetrato in ambito codicologico da Léon Gilissen negli anni Settanta del secolo scorso (Prolégomènes à la codicologie, 1977), è stato un refrain caro anche al compianto Jean-François Gilmont, il quale sottolineava la necessità di un’archeologia del libro a stampa, intesa come 1) descrizione degli esemplari nella loro costituzione materiale; 2) interpretazione delle particolarità della produzione; 3) studio delle conseguenze nella trasmissione testuale (Le livre et ses secrets, 2000). Benché gli autori non sembrino aver tratto ispirazione né dall’opera di Gilissen né da quella di Gilmont, il vol. sviluppa ed estende questa metodologia al più ampio contesto della storia delle biblioteche. Il vol. è dunque diviso in due parti, in cui la prima non è altro che una corposa raccolta di saggi, mentre la seconda costituisce il vero e proprio catalogo della raccolta libraria. Dei sei capitoli della prima parte, il cap. I (An Archeological Approach, pp. 19-30) illustra la metodologia applicata e la storia della collezione Soeterbeeck nel contesto della storia conventuale, mentre il cap. II (Faithful to the Divine Office, pp. 31-78) è dedicato allo studio di un nutrito gruppo di manoscritti liturgici tardomedievali, con buona probabilità realizzati appositamente nel convento di Marienhage per le suore di Soeterbeeck. Il cap. III (In Times of Trouble, pp. 79-130) ripercorre la storia della biblioteca di pari passo alle tumultuose vicende in cui incorse la comunità conventuale tra XVI e XVIII secolo, compreso il drammatico incendio del 1539, il quale distrusse buona parte dei volumi radunati fino a quel momento, in particolar modo delle edizioni a stampa. Il cap. IV (Personal Ownership of Books in a Monastic Environment, pp. 131-200) si concentra sull’analisi di svariati nuclei confluiti nella raccolta, ricostruiti in base ai segni di provenienza rilevati sia nei codici manoscritti che nei libri a stampa. I capp. V e VI (Changing Attitudes towards Old Books, pp. 201-321; On the Edge of Beyond, pp. 321-50) sono quelli più inconsueti, ma non per questo meno suggestivi, in cui si considera la storia della biblioteca negli ultimi due secoli, analizzando alcune consuetudini come quella, non particolarmente virtuosa, di smembrare gli antichi manoscritti per utilizzarne la pergamena quale copertura per volumi più recenti. Infine, il cap. VII (Back to Hodder, pp. 351-76) è pensato per contenere ulteriori considerazioni ed excursus collaterali, che difficilmente avrebbero trovato posto nelle sezioni precedenti, che contribuiscono ad arricchire un quadro già molto nutrito. Chiude l’opera il catalogo dell’intera collezione, corredato da un corposo apparato indicale, suddiviso per praticità in manoscritti e libri a stampa. In estrema sintesi, il risultato ottenuto da Kienhorst e Poirters risulta molto accurato e rigoroso dal punto di vista della ricerca storica e dell’analisi degli esemplari, tuttavia la mole del vol. (pesa più di 3 kg) rischia di mettere a dura prova la lettura anche da parte di specialisti, i quali potrebbero incontrare una certa difficoltà a seguire il caleidoscopico approccio “archeologico” proposto dagli autori (in questo senso, da notare come la ricostruzione stratigrafica segue un modello bottom-up, ovvero dal livello più antico al più recente, anziché la consueta prassi bottom-down). La scelta della lingua inglese è chiaramente indirizzata a rendere accessibile al più ampio pubblico internazionale i risultati di una lunga attività di ricerca, che mosse i suoi primi passi nel 2010. Di non trascurabile interesse il ricco apparato iconografico, le note a fondo testo (scelta non particolarmente felice per un’opera di consultazione come questa) e la bibliografia. - D.M.
067 | 068-J Pellegrini (Letizia), Intus et extra. Un formulario epistolare delle clarisse bolognesi (1463-1467), con una presentazione di Gabriella Zarri, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2022 (Temi e Testi, 222. Scritture nel chiostro), pp. 148 + cc. 19 di tav. b/n, ISBN 9788893596909, € 28. La preziosa riflessione di Armando Petrucci, collocata in esergo al vol. (e raccolta anche in Scritti civili, a cura di Attilio Bartoli Langeli, Antonio Ciaralli, Marco Palma, Viella, Roma, 2019, alle pp. 127-8), ben si attaglia all’operazione dell’a.: offrire un contatto diretto e non superficiale (guai a privilegiare la schiuma, ammoniva il paleografo nel lontano 1992!) con una fonte storica, attraverso un lavoro ingrato e pericoloso come un’edizione critica. Ed è esattamente questo l’obiettivo che il lavoro della Pellegrini riesce a centrare, con metodo e con un prudente – ma esperto – accerchiamento progressivo alla questione (p. 65). Il vol. ruota attorno a un ms. proveniente dal monastero clariano del Corpus Christi di Bologna, contenente un corpus/formulario di lettere risalente alla seconda metà del XV secolo. Il formulario si presenta, secondo l’inventariazione e descrizione del XVI-XVII secolo, come Copie di lettere spirituali da scrivere in diversi casi, definite antichissime già all’epoca del relativo riordino. La fonte però, qui pubblicata per la prima volta, era nota fin dagli inizi del Novecento e nel 2000 Silvia Serventi l’aveva descritta tra i codici usati per l’edizione delle laudi, dei trattati e delle lettere di Caterina Vigri (1413-1463). La prima vera presentazione e interpretazione del corpus si deve, nel 2014, a Gabriella Zarri che, data la singolarità e la rilevanza, ne ha affidato l’edizione appunto a Letizia Pellegrini, firmando poi, non a caso, la Presentazione al vol. Genere e prassi del formulario non sono in sé una novità storiografica – si tratta infatti di una raccolta di lettere-modello inquadrabili nella pratica monastica del parlare-per-lettera, qui declinata al claustrale-femminile – ma il suo vero plus sta nel fatto che presenta una doppia, e non comune, dimensione, in quanto conserva e trasmette diciotto lettere redatte intus (dentro al chiostro) ma rivolte extra (fuori dal chiostro). Si tratta, cioè, di missive che, se da un lato magnificano la vita monastica e la auto-rappresentano proiettandola fuori dalle mura claustrali, dall’altro sono aperte a donne esterne al monastero (che quindi potevano essere formate solo via lettera) che aspirano a unirsi alle religiose o a proseguire con esse un cammino già iniziato. La bidirezionalità del formulario, in altre parole, buca la clausura e rappresenta una soglia (esattamente come le grate, le porte, la ruota) che mette in comunicazione l’intimità del chiostro con l’esterno. Stante, dunque, una tale valenza della fonte – e bene ha fatto l’a. a modellare su di essa il titolo del vol. – il lavoro di edizione prima di tutto ha dovuto capire i testi delle lettere (di cui ben quattro attribuibili alla stessa Caterina) e, in parallelo, ricostruire fin dove possibile date e personaggi. Sono stati poi analizzati finalità e metodo che hanno informato la realizzazione del documento. Ad esempio Pellegrini ha fatto emergere con chiarezza come il corpus sia scevro da velleità letterarie, così care, invece, all’epistolografia umanistica coeva, e come, nel contempo, non abbia scopi meramente pratici o di natura burocratico-amministrativa. Ovviamente si è rivelata indispensabile la collocazione del formulario nell’ambiente umano, religioso, culturale e scrittorio da cui è gemmato – quello della clausura bolognese, laddove, invece, gli anni ferraresi della Vigri non sembrano avere a che fare con la fonte – alla luce, in particolare (ma non solo; pp. 50-1), di missive o testi ms coevi elaborati nello stesso monastero e conservati nel relativo archivio oppure negli archivi dei destinatari. A tutta questa parte, propedeutica all’edizione critica vera e propria e davvero di piacevole lettura, anche per i non addetti ai lavori, è dedicata la prima sezione del vol. (Introduzione al Formulario; pp. 3-69). Il cuore del lavoro, l’Edizione del Formulario (pp. 73-125), come di consueto presenta la descrizione del manoscritto, un’analisi esperta della lingua e degli usi grafici e infine i criteri di edizione, complessivamente orientati al massimo equilibrio possibile tra leggibilità del testo e sperimentazione nella resa grafica di un volgare con marcata patina padana. Doppio l’apparato critico: filologico (indicato da esponenti alfabetici) e storico-critico (indicato da esponenti numerici), che non ostacola leggibilità e fruibilità del lavoro. Chiude il vol. – corredato dalle immagini b/n di tutte le lettere e da un utile apparato indicale (dei nomi dei personaggi storici, degli studiosi, dei luoghi) – una Appendice. Trascrizione delle lettere mantovane (pp. 129-32), in cui l’analisi paleografica di quattro missive inviate dal monastero bolognese a Mantova consente all’a. di ipotizzare che fu la beata Giovanna Lambertini (m. 1476; vicaria del monastero) a compilare e ordinare il formulario. – E.G.
067 | 068-K Roncaglia (Gino), L’architetto e l’oracolo. Forme digitali del sapere da Wikipedia a ChatGPT, Bari-Roma, Editori Laterza, 2023, pp. XVIII+225, ISBN 9788858152508, € 19. Dopo L’età della frammentazione, Gino Roncaglia riprende il tema dei modelli architettonici di organizzazione delle informazioni, con l’obiettivo di «proseguire quella ricerca da un punto di vista diverso, ponendo al centro dell’attenzione non più l’età della frammentazione e i suoi effetti sul sistema formativo, ma alcuni fra i principali modelli per la creazione di contenuti digitali complessi e le loro conseguenze rispetto alla costruzione – e alla natura stessa – dell’edificio del sapere» (p. XIII). L’architetto e l’oracolo, pur in continuità con il precedente volume, se ne distacca proponendosi come opera autonoma. Nelle sue quattro parti affronta l’affascinante percorso cronologico che dalle prime enciclopedie testuali online porta alla possibilità (intravista per il futuro) di integrare enciclopedie semantiche e intelligenze artificiali generative, passando attraverso l’avvento dei CD-rom e le enciclopedie web. L’architetto e l’oracolo del titolo «che – per le lettrici e i lettori più nerd – gioca anche sulla contrapposizione tra l’architetto e l’oracolo nei film della serie Matrix» (p. XV), altro non sono che «due modelli – apparentemente alternativi, ma forse integrabili – di organizzazione complessa delle conoscenze: quello architettonico, basato sull’idea di un sapere fortemente strutturato, organizzato in base a ontologie e gerarchie solide e ben fondate, e quello organico, che vede l’insieme delle nostre conoscenze come una sorta di organismo vivente capace di modificarsi e crescere in forme non sempre ben definite e comprensibili» (pp. XIII-XIV). Al modello architettonico-deterministico corrisponde l’esempio paradigmatico dell’enciclopedia; a quello organico-probabilistico quello delle reti neurali; la biblioteca viene invece posta a metà strada in quanto, pur collegata al modello enciclopedico, assorbe in sé anche alcuni elementi del modello organico. Di grande interesse l’approfondimento sulle IA generative, prima fra tutte ChatGPT, con uno sguardo al mondo del libro e a possibili proficue applicazioni nell’editoria. La domanda di fondo, che permea tutto il volume e a cui l’autore non offre una risposta definitiva è: l’ibridazione tra paradigma architettonico e oracolare è possibile? Apprezzabile il dichiarato intento divulgativo, «nella convinzione che le tematiche legate al rapporto tra cultura e digitale siano di interesse generale e legate a cambiamenti culturali, sociali ed economici di grande portata, che toccano direttamente tutte e tutti noi», sorretto dalla parte IV dedicata alla fantascienza, non come vezzo o divagazione, bensì come «riflessione non meno seria» (p. 150), ancorché basata su testi letterari. Interessante che l’immagine di copertina del volume sia stata realizzata dall’IA generativa Midjourney, citata nel testo come «il migliore sistema di intelligenza artificiale per la generazione di immagini» (p. 118), pur con il significativo intervento della responsabile grafica della casa editrice circa il suo utilizzo. Chiude il volume l’apparato di note, volutamente posto alla fine per rendere più agevole la lettura e offrire occasione per successivi approfondimenti. – Martina Guerinoni
067 | 068-01 «ABEI Bollettino di Informazione», 31/1-2, 2022. Il numero doppio del Bollettino di informazione raccoglie vari contributi dedicati allo studio e valorizzazione del libro antico, alla conservazione del patrimonio culturale, ai testi sinodali a stampa e manoscritti e all’evoluzione dei sistemi di metadatazione in biblioteca. La prima sezione ospita le relazioni tenute alla giornata regionale di studio Il libro antico a stampa e la sua valorizzazione (Piacenza, 15 giugno 2022) con in apertura un intervento di Massimo Baucia sul patrimonio antico a stampa della Biblioteca Comunale Passerini-Landi di Piacenza e sulla partecipazione a vari progetti di censimento e digitalizzazione. Carlo Francou delina un profilo della Biblioteca Scientifica del Collegio Alberoni e di alcuni esemplari antichi di particolare pregio, mentre Piero Scottini ripercorre le origini e l’evoluzione degli Archivi storici diocesani di Piacenza-Bobbio. Fabio Obertelli prende invece in esame le collezioni artistiche e librarie del Museo Diocesano di Bobbio e del suo Archivio Storico, specchio del territorio della diocesi e della sua estesa rete di legami con le contigue aree geografiche. Indira Gandi e Rita Ferrari tracciano infine una breve storia del Seminario vescovile di Piacenza e dei tentativi di riordino e recupero della sua biblioteca, fino alla costituzione nel 2022 della nuova Biblioteca diocesana e del Seminario vescovile. Segue alla prima sezione del volume il contributo di Valeria Arena dedicato alla conservazione dei beni fotografici, scaturito dall’esperienza di uno dei corsi promossi dall’ABEI e incentrato sulle corrette pratiche di conservazione, gestione, catalogazione e valorizzazione del patrimonio fotografico. La terza sezione del volume ospita poi uno studio di Luciano Osbat sui sinodi diocesani italiani editi ed inediti composti da testi manoscritti o a stampa, con alcune proposte relative alla catalogazione di questo complesso materiale documentale; segue a questo contributo un dialogo tra Mauro Guerrini e Valentina Sonzini a proposito del volume di quest’ultima La biblioteca dei parroci di Oleggio. Catalogo delle edizioni antiche dal XVI al XIX (Velar 2022, con un saggio introduttivo di Paola Sverzellati). A conclusione del volume troviamo infine un articolo di Stefano Bargioni che riflette sull’evoluzione degli Opac e della catalogazione in biblioteca attraverso l’individuazione e cura delle entità che compongono il record bibliografico, in un’ottica di collegamento e interconnessione con il web semantico e con i linked open data. – Massimiliano Mandorlo
067 | 068-02 Agresta (Rosalba), Le salon musical de la famille Rothschild: autour du legs de Charlotte de Rothschild à la bibliothèque du Conservatoire, in De la sphère privée à la sphère publique. Les collections Rothschild, dir. de P. Prevost-Marcilhacy – L. de Fuccia – J. Trey, pp. 139-56. Sul mecenatismo musicale della famiglia Rothschild a partire dai manoscritti donati alla Biblioteca del Conservatorio di Parigi da Charlotte de Rothschild (1825-1899), pianista e compositrice amatoriale allieva di Chopin. Il lascito, di cui si ricostruisce l’esatta consistenza attraverso i registri d’ingresso della biblioteca, le segnature, l’esame degli esemplari, comprende importanti autografi di Chopin e di Gioachino Rossini. – E.Gam.
067 | 068-03 Alfier (Alessandro), La frammentazione del concetto di autenticità in età moderna, tra diplomatica delle origini e ius archivi, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 36, 2022, pp. 67-88. Si analizza come, in Età moderna, la nozione di autenticità abbia assunto significati tra loro antitetici, che sottendono una diversa valutazione su come il documento possa acquisire la necessaria credibilità per essere davvero tale. – E.G.
067 | 068-04 Algoritmi di Servizio Pubblico. Sistemi di raccomandazione ed engagement per le nuove piattaforme multimediali pubbliche, a cura di Rai Ufficio Studi, Roma, Rai Libri, 2022, pp. 265, ISBN 9788839718532, € 18. I media di servizio pubblico devono sfruttare le caratteristiche della fruizione digitale per rinnovare la loro missione, mantenendo valori come universalità e indipendenza. Devono anche competere con le piattaforme commerciali per attrarre il pubblico giovanile, cercando nuove identità nel mondo digitale. Interessante saggio sugli scenari e le prospettive delle piattaforme multimediali. – Francesco Ursino
067 | 068-05 All’ombra di un nome. Casi editoriali di autori sotto pseudonimo, Milano, EduCatt, 2023, pp. 160, ISBN 979-12-5535-112-2, € 9. Come ogni anno, ritorna il “Quaderno” prodotto dagli studenti del Laboratorio di Editoria dell’Università Cattolica. La scelta, avvenuta attraverso una discussione in classe e condivisa da tutti gli studenti, si concentra sul tema dei cosiddetti nom de plume, gli pseudonimi degli scrittori: chiunque abbia scritto un testo, infatti, ha desiderato, almeno per una volta, di «nascondersi all’ombra di uno pseudonimo […] chi lo fa per paura, chi per necessità, chi per desiderio». Il volume è stato costruito attraverso una rigorosa ricerca bibliografica, scegliendo, fra i molti casi editoriali, una cinquantina di titoli e autori: da Italo Svevo a Moravia, da Orwell a Harper Lee, da Collodi a Sophie Kinsella. La raccolta è stata organizzata e divisa in nove sezioni, corrispondenti ad altrettanti generi: narrativa italiana, narrativa europea, narrativa extraeuropea, gialli, letteratura al femminile e romance, ragazzi, fantasy e graphic novel, poesia e, da ultimo, saggistica. L’idea non è stata soltanto quella di fornire un’antologia ben fornita, ma anche di indagare, sfruttando le voci degli autori e i retroscena degli editori, le ragioni per cui uno scrittore è portato a scegliere uno pseudonimo. Motivi non sempre chiari e lineari, ma che portano quasi sempre nello stesso punto: «pseudonimo significa obbligo di essere qualcun altro, ma anche libertà di essere chi vuoi». – Ambrogio Sanelli
067 | 068-06 Andreoni (Luca) – Marianna Astore, Carta e mercati. Le geografia del commercio della carta nel tardo Settecento nella corrispondenza di Pietro Miliani, in La carta e il Mediterraneo: produzione, commercio, comunicazione, a cura di L. Faggioni – M. Mussolin, pp. 207-24. Il contributo propone una riflessione sull’introduzione di innovazioni nella produzione di carta a Fabriano nel tardo Settecento. In particolare, grazie allo studio dei documenti relativi a Pietro Miliani, imprenditore che contribuì all’utilizzo di questi nuovi metodi, è stato possibile risalire ai percorsi commerciali della carta di Fabriano in questi secoli, anche grazie al ruolo delle fiere. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-07 Arata (Filippo), Il Teatro Civico di Tortona. Un Teatro per la Città, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 72, 2021, pp. 97-102. Saggio dedicato alla storia del Teatro Civico di Tortona, aperto nel 1938, con particolare riferimento al periodo della riapertura dal 1990 a oggi. – D.M.
067 | 068-08 Ardolino (Enrico Pio), Geopolitica bibliotecaria: Camerani, Ranganathan e la ricostruzione democratica dell’AIB, «Bibliothecae.it», 12/1, 2023, pp. 192-222. Dal 1933, quando su «La Bibliofilia» apparve la prima recensione italiana di un’opera di Ranganathan, firmata dal bibliotecario dell’Istituto internazionale di agricoltura, Vittorio Camerani (1898-1961), tra i due si consolidò un fecondo rapporto di amicizia e collaborazione, qui puntualmente ricostruito. – L.R.
067 | 068-09 Arrigoni (Paola), Filippo Ghisolfi. Tipografo, editore, calcografo (Milano 1629-1669), Milano, Mimesis, 2022, ISBN 978-88-5758-849-0, pp. 520, € 36. Il volume in oggetto presenta gli annali delle edizioni e delle stampe di Filippo Ghisolfi (1603-1669). L’attività del Ghisolfi, editore, tipografo e calcografo attivo a Milano a partire dagli anni Venti del Seicento, è particolarmente interessante per ricostruire il contesto del mondo del libro milanese relativamente a un secolo che ha goduto di minor fortuna fra gli studiosi rispetto ai ben più frequentati secoli precedenti e successivi. Tale approfondimento è possibile, oltre che grazie ai suddetti annali, anche per il lungo e acuto saggio che introduce il volume. In questa sede l’Arrigoni si sofferma nella ricostruzione della biografia del Ghisolfi, procedendo poi nello studio dei suoi “tre volti”, parte tutti della stessa attività culturale e professionale: il lavoro di editore, quello di tipografo e quello di calcografo. A corredo del volume, inoltre, vengono proposti “apparati” di tutto valore (contenenti grafici e immagini), che accompagnano la lettura. – Marco Francalanci
067 | 068-010 Arte povera, a cura di Camilla Lietti, Milano, Libreria Antiquaria Pontremoli, 2023, pp. 144, ill col., senza ISBN, s.i.p. La Libreria Antiquaria Pontremoli presenta in questo catalogo le opere di alcuni riconosciuti esponenti del movimento eterogeno, critico e anti-ideologico dell’Arte povera, nato nel 1967 con il manifesto di Germano Celant, Arte povera. Appunti per una guerriglia. Nel volume sono presenti 86 schede (scritte dalla curatrice e da Raffaella Colombo) che raccontano e descrivono nel dettaglio cataloghi, libri d’artista e monografie con cui questi artisti vogliono opporsi all’arte convenzionale di quegli anni, schiava del tentativo di soddisfare le aspettative di un intellettualismo inutile e dannoso e delle richieste del mercato. Le schede dalla 87 alla 97 presentano riviste del settore; le schede dalla 98 alla 101 illustrano i cataloghi che Germano Celant e Paolo Mussat Sartor realizzarono per le precedenti mostre del movimento. – Alice Maggiolini
067 | 068-011 Attanasio (Piero) – Raffaella Pellegrino, L’impatto del recepimento della Direttiva 2019/790/UE sulla gestione collettiva dei diritti nel settore librario, «SE-Sistema editoria. Rivista Internazionale di studi sulla contemporaneità», 1/1, 2023, pp. 31-62. Il contributo analizza la Direttiva 2019/790/UE in relazione alla gestione sia diretta che collettiva dei diritti nel settore librario, soprattutto considerando il contesto del digitale e le diverse strategie implementate, come le licenze volontarie. Particolare attenzione è dedicata all’ambito didattico. – Ludovica Montalti
067 | 068-012 Bagnoli (Martina), Tammaro De Marinis e la Bibbia di Borso. Cronaca di un trionfale recupero, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. maschietto, pp. 67-75. Quando nel 1923 la Bibbia di Borso d’Este venne acquistata da Giovanni Treccani presso l’antiquario francese Gilbert Romuef, per poi donarla al re Vittorio Emanuele III, non emerse il ruolo oscuro – ma fondamentale – di Tammaro De Marinis nella creazione a Roma di una rete di intellettuali di alto profilo, che furono in grado di convincere le autorità di governo a coinvolgere il giovane industriale in qualità di mecenate. – M.C.
067 | 068-013 Bailo (Marina) – Maria Paola Repetto, Sulle orme di Don Lorenzo Ratti, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», 73, 2022, pp. 103-22.
067 | 068-014 Baldi (Diego), John Cotton Dana e la biblioteca: una nuova idea, un’idea antica, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 36, 2022, pp. 231-48. John Cotton Dana (1856-1929) è stato uno dei bibliotecari americani più innovativi del XIX-XX secolo. Fu direttore di varie biblioteche pubbliche e in ognuna di esse introdusse molte innovazioni quali, ad esempio, sale di lettura per bambini, scaffali aperti, sezioni tematiche riservate agli uomini d’affari, orari di apertura prolungati. L’a. spiega come alcuni saggi di Dana rivelino le radici antiche delle sue idee nuove – egli conosceva infatti bene il De bibliothecis syntagma di Giusto Lipsio e l’Advis pour dresser une bibliothèque di Gabriel Naudé – e come confermino che la bontà della sua innovativa visione di biblioteca pubblica gemmi proprio da quelle radici antiche. – E.G.
067 | 068-015 Barbieri (Andrea), La libertà di tradurre. Lodovico Castelvetro interpreta la Riforma, Milano-Udine, Mimesis, 2021 (Libricolae, 10), pp. 322, ill. b/n, ISBN 978-88-5758-045-6, € 26. In questo studio l’a. propone l’attribuzione al modenese Lodovico Castelvetro (1505-1571) di alcune traduzioni di testi legati alla Riforma. Il vol. è così organizzato: Introduzione, pp. 7-17; Il modo di tradurre di Castelvetro, pp. 19-38; Il Libretto volgare fra Savonarola e Lutero, pp. 39-50; Lutero in Italia: La libertà del cristiano, pp. 51-6; Un testo lavorato a intarsio: il Libro de la emendatione, pp. 57-65; Contro i detrattori: Opera utilissima, pp. 67-70; La Prefatione a’ Romani, pp. 71-5; Il Libretto consolatorio e la Dottrina verissima, pp. 77-82. Segue la sezione che fornisce al lettore i testi, introdotti da una nota alle pp. 85-6: Breve annotatione, pp. 87-97; Opera divina, pp. 99-138; Opera utilissima, pp. 139-202; Prefatione a’ Romani, pp. 203-26; Libretto consolatorio, pp. 227-72; Dottrina verissima, pp. 273-319. Chiude il vol. l’indice dei nomi alle pp. 321-2. – S.C.
067 | 068-016 Barbieri (Edoardo), Il Calepino 1533: una doppia emissione, un frontespizio “metalibrario” e una nuova edizione delle Tre Parche, in The Art of the Renaissance Book. Tributes in Honor of Lilian Armstrong, edited by Ilaria Andreoli – Helena Katalin Szépe, Turnhout, Brepols, 2023, pp. 475, ISBN 978-2-503-58463-8, € 175 (online), pp. 159-72. Il contributo si concentra sulle due emissioni contemporanee che furono previste per l’edizione del Dictionarium dell’agostiniano Ambrogio da Calepi, stampata da Aurelio Pinzi nel 1533. Pubblicato in editio princeps nel 1502 da Dionigi Bertocchi e riproposto con particolare fortuna in una serie di versioni corrette, aggiornate e ampliate, il Dictionarium del 1533 vide la partecipazione editoriale di Antonio Brucioli con l’attività che avviò tra il 1533 e il 1534, per la quale il Pinzi fu proprio il tipografo di riferimento (prima della più famosa società tipografico-editoriale all’insegna della Vigna che avviò dal 1542): la marca editoriale identificativa dell’avventura del Brucioli (delle Tre Parche) è presente al colophon ed è riconosciuta per la prima volta dall’a. L’attenzione, poi, si concentra sui due frontespizi che aprono le due emissioni già citate: il primo, arricchito da una cornice silografica di riuso, di tipo architettonico, che presenta, nel basamento centrale, la sigla «O.S.M.», relativa a Ottaviano Scoto da Monza; il secondo dispone il titolo, molto pulito, in una cornice silografica che assume le forme di un libro rilegato chiuso. Si tratta di una delle più antiche raffigurazioni di una legatura riprodotta realisticamente. Chiude il contributo la descrizione bibliografica dell’edizione e un repertorio di Primary and Secondary Sources. – Ludovica Montalti
067 | 068-017 Barbieri (Edoardo), Tammaro e gli altri: De Marinis e il mondo dell’antiquariato librario italiano del primo Novecento, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. Maschietto, pp. 105-117. Sono ripercorse dall’a. le vicende professionali di Tammaro De Marinis in rapporto agli altri colleghi librai antiquari con cui venne in contatto per motivi commerciali. Per lunghissimo tempo De Marinis fu al centro di importanti interessi riguardo al patrimonio bibliografico-culturale italiano, che vengono considerati senza ignorare le luci e le ombre del suo agire. – M.C.
067 | 068-018 Basiglio (Vincenzo), Un nobile milanese, diplomatico e cultore delle arti nella Tortona di Cristierna. Per un iniziale approccio alla singolare figura di Prospero Visconti marito di Giustina Garofoli, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 73, 2022, pp. 59-74.
067 | 068-019 Bergaglio (Armando), E se i canonici non incensavano…, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 73, 2022, pp. 39-44.
067 | 068-020 Berretta (Federico), L’archivio del Regio Istituto di Chimica della Sapienza: settant’anni di ricerca tra via Panisperna e la città universitaria, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 36, 2022, pp. 313-25. Lo studio delle carte del relativo archivio permette di ricostruire l’attività didattico-scientifica dell’Istituto (1872-1940) – così come gli impatti della convulsa storia istituzionale successiva – nonché l’operato di alcuni dei suoi direttori più famosi: Stanislao Cannizzaro, Emanuele Paternò e Nicola Parravano. – E.G.
067 | 068-021 Biagetti (Maria Teresa) – Annalisa Anastasio – Marianna Morreale – Lucrezia Signorello, Il censimento delle edizioni italiane a stampa contenenti illustrazioni (1501-1830), «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 36, 2022, pp. 409-25. Si presenta il progetto di ricerca dedicato al censimento delle edizioni italiane impresse tra 1501 e 1830 che contengono illustrazioni (tavole, vignette, mappe, ritratti, illustrazioni infratestuali di vario genere, antiporte e frontespizi incisi). In particolare, si spiegano gli obiettivi (l’idea è quella di pervenire a uno strumento bibliografico/un portale che consenta ricerche interdisciplinari tra bibliografia e storia del libro), la metodologia seguita e infine si illustra il trattamento dei record bibliografici via via generati e dei relativi elementi descrittivi. Questi ultimi, in particolare, arricchiscono quanto già presente in SBN grazie a dati bibliografici dedicati specificamente all’illustrazione. – E.G.
067 | 068-022 Bianchini (Carlo), Ranganathan and the social role of Bibliography, «Bibliothecae.it», 12/1, 2023, pp. 44-62. Ranganathan usa raramente il termine ‘bibliografia’ e sempre in relazione al lavoro di reference del bibliotecario. – L.R.
067 | 068-023 Bianchini (Carlo) – Lucia Sardo, A Conference in memory of the 50th anniversary S.R. Ranganathan’s (1892-1972) death (Cremona, University of Pavia, May 23rd, 2022), «Bibliothecae.it», 12/1, 2023, pp. 1-10. Un editoriale che presenta gli atti, pubblicati sulla rivista, di una giornata di studi svoltasi presso la sede di Cremona dell’Università degli Studi di Pavia e dedicata a Ranganathan, in occasione del cinquantesimo anniversario della morte. – L.R.
067 | 068-024 Bocchetta (Monica), «Pro commodiori lectione». Gershom Soncino e la stampa degli statuti cittadini di Fano, Jesi e Rimini, in Con la penna e con il torchio, a cura di D. Martini – M. Francalanci, pp. 211-36. Nel contesto delle peregrinazioni sonciniane nella Marca anconitana si considerano tre prodotti tipografici scaturiti da iniziative istituzionali: gli Statuta civitatis Fani (1508), gli Statuta sive sanctiones et ordinamenta Aesinae civitatis (Jesi, 1516), le Reformationes di Rimini (1526). – E.Gam.
067 | 068-025 Boiardo (Matteo Maria), Vita de alcuni electi capitani (da Cornelio Nepote), a cura di Fabio Romanini, [Scandiano]-Novara, Centro Studi Matteo Maria Boiardo – Interlinea, 2020 (Opere di Matteo Maria Boiardo, 2), pp. 309, ISBN 978-88-8212-993-4, € 36. Il vol. fornisce l’edizione critica commentata della Vita de alcuni electi capitani, volgarizzamento di Boiardo del De viris illustribus di Cornelio Nepote, testimoniato dal ms. membranaceo Bologna, Biblioteca Universitaria, 2616, non autografo ma idiografo, e concepito per l’educazione del futuro duca estense Ercole. Il testo è accompagnato da una ricca introduzione (pp. 9-113) che, oltre a fare il punto sulla fortuna dell’opera di Cornelio Nepote, descrive il testimone ms. del volgarizzamento, la storia del testo, lo stile della traduzione di Boiardo, la ricerca dell’eventuale ramo della tradizione latina cui apparterrebbe il testo latino usato, l’analisi linguistica. Seguono la nota al testo (pp. 115-8), la tavola delle opere citate (pp. 119-32) e l’edizione commentata (pp. 133-290). Chiude il vol. l’indice delle parole notevoli (pp. 291-309). – S.C.
067 | 068-026 Bolton (Claire), The incunable collection in Memmingen Stadtarchiv. History, introduction and catalogue, Memmingen, Memmingen Stadtarchiv, 2023, pp. 175, ill. col., s.i.p. La collezione degli incunaboli custoditi presso lo Stadtarchiv di Memmingen è una vecchia conoscenza della Bolton. L’a. infatti se ne era già occupata ma da una differente angolazione, focalizzando cioè, attraverso l’analisi delle book provenances, sulla complessa rete che vide la città bavarese al centro del commercio del libro accademico lungo la seconda metà del XV secolo (The Memmingen book network, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500. Fifty years that changed Europe, a cura di Cristina Dondi, Venezia, Edizioni Ca’ Foscari, 2020, pp. 701-26). Ora l’a. offre il catalogo di quella collezione, che ammonta a 603 edizioni (non è specificato a quanti esemplari siano corrispondenti), comprese quindici edizioni a suo tempo censite ma oggi irreperibili (segnalate nelle schede di catalogo dalla dicitura not found dopo la segnatura di collocazione) e tredici esistenti solo come frammenti (elenco a p. 25), cioè come coperte oppure controguardie di alcune legature più tarde. Un utile profilo introduttivo della raccolta (pp. 13-31) ne delinea luoghi di stampa (domina la Germania, seguita, ma a distanza, da Italia, Svizzera e Francia), possessori (spicca il bibliofilo Pierre Mitte de Caprariis, priore dell’ospedale degli Antoniani a Memmingen dal 1439 fino al 1479, anno della sua morte), argomento (prevalgono le edizioni teologiche e di diritto canonico laddove, invece, risultano marginali quelle letterarie, liturgiche e mediche), luoghi in cui vennero confezionate le legature (Memmingen, Colonia, Augusta) e, per quanto possibile, anche specifiche legatorie (sono state identificate circa i due terzi di esse). Viene poi dato conto degli esemplari con iniziali miniate (e dei relativi stili; p. 26) o rubricate (spesso da legatori locali; pp. 27-31). Segue finalmente il catalogo (pp. 37-150), ordinato alfabeticamente per autore secondo ISTC. Le schede sono numerate progressivamente all’interno di ciascuna lettera (A-1; A-2; B-1; B-2 e così via). Il modello descrittivo propone una scheda short-title che ricalca palesemente quelle di ISTC. All’intestazione seguono i dati bibliografici (Imprint), l’indicazione del formato (Format) e l’indicazione dei principali repertori che garantiscono l’accesso a una descrizione completa dell’edizione (References). Segue poi la rilevazione dei dati di esemplare – dimensioni, miniature, rubricature, postille, marginalia, dettagliata descrizione della legatura e relativa assegnazione (se possibile) a una legatoria, provenienze, segnatura di collocazione – che rappresentano il vero valore aggiunto del catalogo rispetto al già noto da ISTC. Ampio l’apparato indicale, spalmato lungo sei Appendici: si parte con le persone e i luoghi ricavati dalle provenienze, per poi passare all’indice per luogo dei tipografi, a quello delle legatorie per luogo, a quello dei voll. ora nella collezione di Memmingen appartenuti al Mitte corredato dal relativo rinvio ad ISTC. Seguono in ordine: l’indice delle concordanze tra la segnatura di collocazione (ancora attuale) del catalogo ottocentesco compilato da Friedrich Dobel, l’indicazione della relativa p. e la scheda approntata dalla Bolton; l’indice delle concordanze tra l’attuale segnatura di collocazione, cioè quella voluta dal Dobel, e la scheda approntata dalla Bolton (quest’ultimo indice davvero ridondante). Corredano il vol. 30 ill. col., relative soprattutto a dettagli di iniziali miniate o rubricate. – E.G.
067 | 068-027 Booton (Diane E.), Publishing and Reading Baptista Spagnoli’s Humanist Hagiography in Sixteenth-Century France, «Bulletin du bibliophile», 190/1, 2023, pp. 25-42. L’a. si sofferma qui, in particolare, sulla ricezione in Francia della Parthenice Catharinaria (princeps Bologna, Francesco (Platone) de Benedetti e Benedetto Hector, 9 febbraio 1489, 4°, ISTC ib00066000) del carmelitano mantovano Battista Spagnoli (1448-1516), spesso riproposta Oltralpe con il commento di Josse Bade. – L.R.
067 | 068-028 Boringhieri (Giulia), Paolo Boringhieri editore del Novecento, in L’editoria del Novecento in Piemonte, a cura di G. Ioli, pp. 89-101. Grazie a un’attenta ricerca compiuta su carte private e documenti d’archivio, l’a. ripercorre le tappe fondamentali vissute nella vicenda biografica e professionale del padre. A una prima serie di considerazioni circa la formazione umanistica e i primi anni di esperienza editoriale vissuti nell’alveo delle edizioni einaudiane, segue un’ampia trattazione circa gli obiettivi perseguiti dalla casa editrice Boringhieri nei suoi trent’anni di attività, perseguendo un’ideale di umanesimo scientifico, fino al suo declino alla fine del secolo scorso. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-029 Borioli (Paolo), L’Istituto Geografico De Agostini: una testimonianza familiare in L’editoria del Novecento in Piemonte, a cura di G. Ioli, pp. 215-23. L’a. propone una breve ma coincisa rassegna storica della casa editrice De Agostini, ponendo una precisa suddivisione delle quattro “vite” che la stessa ha attraversato dalla sua fondazione, nel 1901, a oggi, ripercorrendo le gestioni e le conseguenti linee e decisioni editoriali adottate nel corso degli anni. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-030 Buhagiar (Vanessa) ‒ Chanelle Briffa ‒ Charles J. Farrugia, A multi-disciplinary reassessment of a sixteenth-century poem: the case of Ad Patriam, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 36, 2022, pp. 39-66. Ad Patriam è un poema del XVI secolo attribuito a Luca de Armenia, trascritto su un foglio assieme ad altri scritti vari e oggi allegato a un ms. appartenente alla Magna Curia Castellania, conservato presso l’Archivio Nazionale di Malta. Attraverso un approccio multidisciplinare – paleografico e codicologico – il contributo mette in discussione l’attribuzione al de Armania e analizza (con l’ausilio di ill.) il foglio che lo conserva. – E.G.
067 | 068-031 Caesar (Mathieu), Il principe, i comuni e gli stati. La stampa di statuti e testi normativi in area sabauda tra fine ’400 e inizio ’500, in Con la penna e con il torchio, a cura di D. Martini – M. Francalanci, pp. 109-34. L’a. si sofferma sulla complessa storia, editoriale, ma non solo, di alcuni testi normativi ufficiali prodotti entro il 1536 fra Torino e Ginevra; evidenzia i legami tra alcuni tipografi e la corte dei Savoia, nonché il ruolo di gruppi di intellettuali-giuristi, promotori e fruitori di questa tipologia testuale, che si concretizza spesso in miscellanee o nell’interazione fra testo stampato e ms., per allestire dossier aggiornati. – E.Gam.
067 | 068-032 Calvelli (Lorenzo), Epigraphic Forgeries: A Critical Approach, in Le vie del falso. Storia, letteratura, arte, a cura di A. Comboni – S. La Barbera, pp. 55-75.
067 | 068-033 Campanelli (Giulia), «Miei pensieri, mie elucubrazioni»: la politica e le battaglie della prima guerra mondiale nel memoriale di Giacomo Casalis, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 36, 2022, pp. 249-79. In quanto fonte storica, si propone la trascrizione integrale di un memoriale degli eventi bellico-politici relativo ai primi anni della Grande guerra, scritto e commentato da Giacomo Casalis, reduce di guerra e figlio del senatore Bartolomeo Casalis. – E.G.
067 | 068-034 Canegallo (Eraldo), Nel campo non c’erano fiori. Gli appunti di prigionia di Alfonso Tambussi (1943-1945), in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 73, 2022, pp. 185-96.
067 | 068-035 Capaccioni (Andrea) – Elena Ranfa, Gli editori e le monografie scientifiche ad accesso aperto: un rapporto in evoluzione, «SE-Sistema editoria. Rivista Internazionale di studi sulla contemporaneità», 1/1, 2023, pp. 79-94. L’open access book è indagato sulla base dell’aumento della diffusione delle monografie ad accesso aperto e sul superamento, negli ultimi anni, del sospetto iniziale. A partire dagli editori scientifici, anche nel rapporto con gli studiosi, con le biblioteche accademiche e gli istituti di ricerca, si analizza il modello dell’OPB, studiando le tappe storiche, i repentini cambiamenti contemporanei e le opportunità commerciali e di rilancio del settore scientifico. – Ludovica Montalti
067 | 068-036 Carta (La) e il Mediterraneo: produzione, commercio, comunicazione, a cura di Livia Faggioni – Mauro Mussolin, Fabriano, Fondazione Fedrigoni Fabriano, 2022 (Collana di “Storia della carta”, 15), pp. 239, ISBN 978-88-908519-9-5, s.i.p. Il vol. pone al centro l’importanza essenziale avuta dallo storico e rinomato centro di Fabriano, come punto focale per la storia della carta in Europa. L’apertura e il libero accesso del ricco archivio e museo della Fondazione, nonché del Corpus Chartarum Fabriano, ha offerto numerose fonti di notevole valore per i contributi degli studiosi raccolti nella presente pubblicazione. Il vol. si divide in dodici contributi, firmati rispettivamente da Renzo Sabbatini (pp. 29-47), Giovanni Luzi (pp. 49-63), Emanuele Di Stefano (pp. 65-79), Livia Faggioni (pp. 81-96), Orietta De Rold (pp. 99-114), Benito Rial Costas (pp. 117-30), Maria Giuseppina Muzzarelli (pp. 133-45), José María Pérez Fernandez (pp. 147-67), Mauro Mussolin (pp. 169-91), Maria Alessandra Chessa (pp.191-205), Luca Andreoni e Marianna Astore (pp. 207-24), Giovanni Tarantino (pp. 227-32). Si conclude con una breve e ultima sezione dedicata agli autori dei singoli contributi (pp.235-38). È schedato sotto i singoli contributi. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-037 Cassini (Stefano), L’eco tipografica dell’elezione del doge Leonardo Loredan (1501) a partire da una miscellanea roveretana, in Con la penna e con il torchio, a cura di D. Martini – M. Francalanci, pp. 257-68. Una miscellanea conservata alla Biblioteca Civica di Rovereto costituisce il pretesto per scandagliare la diffusione a mezzo stampa di componimenti redatti e pubblicati in occasione dell’elezione a doge di Leonardo Loredan. – E.Gam.
067 | 068-038 Castellani (Giordano), Correggere per “dar piacere al mondo”. Anton Francesco Doni e le varianti, in Dietro le quinte: il lavoro redazionale nelle tipografie italiane del Rinascimento, a cura di S. Cassini, pp. 299-308. L’a. analizza un caso esemplare, una lettera di Anton Francesco Doni pubblicata quattro volte tra il 1544 e il 1552, per studiare come e perché sia stata modificata, sottolineando il peso delle circostanze che hanno influenzato le varianti. – Ar.L.
067 | 068-039 Castillo Gómez (Antonio), Statuti, bandi e gride nella prima età moderna. Uno sguardo tra storia del libro e storia della comunicazione politica, traduzione di Davide Martini – Marco Francalanci, in Con la penna e con il torchio, a cura di D. Martini – M. Francalanci, pp. 293-305. Oltre a presentare i contributi del vol. sintetizzandone il contenuto e contestualizzandoli in un più ampio panorama degli studi, l’a. fa il punto su alcuni recenti riaffioramenti di editti e bandi, rimarcando la necessità di conservazione e catalogazione di questi materiali effimeri. – E.Gam.
067 | 068-040 Cecchi (Sandro) – Giulia De Giovanni – Federica De Matteo – Chiara Faggiolani, Definire la sostenibilità editoriale. Un’indagine esplorativa sull’editoria indipendente in Italia, «SE-Sistema editoria. Rivista Internazionale di studi sulla contemporaneità», 1/1, 2023, pp. 95-119. Com’è possibile declinare la sostenibilità all’editoria italiana indipendente? La risposta a questo quesito ha definito il progetto sviluppato dal Master in Editoria, Giornalismo e Management Culturale dell’Università di Roma Sapienza (2021-2022), considerando sia il difficile contesto economico in cui l’editoria tenta di muoversi sia la fruizione digitale dei contenuti. La ricerca si è avvalsa della collaborazione con 22 editori indipendenti italiani. – Ludovica Montalti
067 | 068-041 Ceresoli (Maria Giuseppina), Il fondo incunaboli della Civica Angelo Mai: excursus storico sulla formazione del catalogo, in Che tipi a Bergamo e Brescia!, a cura di E. Ferraglio – E. Gamba, pp. 13-20. Il saggio ripercorre le tappe della formazione e progressiva crescita del catalogo della Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo, dal lascito fondativo del cardinale Giuseppe Alessandro Furietti (1684-1764) all’acquisizione del fondo del monsignor Giuseppe Locatelli nel 1958, fino ai più recenti lavori di catalogazione informatica e digitalizzazione. L’attenzione si sofferma inoltre sulla progressivo accrescimento e riordino del patrimonio incunabolistico. – Lorenzo Consorti
067 | 068-042 Che tipi a Bergamo e Brescia! I più antichi libri a stampa testimoni di una rivoluzione, Bergamo, Biblioteca civica Angelo Mai / Brescia, Biblioteca Queriniana, 30 giugno-7 ottobre 2023, catalogo della mostra cura di Ennio Ferraglio – Eleonora Gamba, Bergamo, Lubrina Bramani Editore, 2023, pp. 256, ill. col., ISBN 978-88-7766-802-8, € 25. Nell’anno di Bergamo-Brescia Capitale Italiana della Cultura, la Biblioteca Angelo Mai e la Biblioteca Queriniana schiudono il loro patrimonio di incunaboli per una mostra che propone due itinerari attraverso i primi libri a stampa prodotti alla fine del XV secolo. Il catalogo è frazionato in due ampi segmenti – uno bergamasco, l’altro bresciano – organizzati secondo il medesimo schema: due gruppi di saggi introducono l’oggetto della mostra e fanno il punto sullo stato degli studi, introducendo con esaustività il contesto in cui si inseriscono le due ampie sezioni di schede. Queste ultime, riccamente illustrate, ricalcano i percorsi delle esposizioni, e sono supportate da porzioni testuali che lavorano in sinergia con le immagini. Grande protagonista della prima metà è il frate Giacomo Filippo Foresti (1434-1520), autore del fortunato Supplementum chronicarum (editio princeps nel 1483) e figura emblematica della vivacità culturale della Bergamo di fine secolo, attorno alla quale gravitano altre figure come Bernardino Benaglio e Jacopo da Balsemo. La seconda sezione si cala poi nel trentennio che segue l’approdo della stampa tipografica a Brescia (fissato ai primissimi anni ’70 del secolo), passando in rassegna esperienze editoriali note alla storia del libro: dalle edizioni raffinate di Bonino Bonini all’impresa familiare dei Britannico, fino alle edizioni “per tutti” di Battista Farfengo e alla parentesi bresciana di Gershom Soncino. Il catalogo si chiude, subito dopo la bibliografia, con tre preziosi indici organizzati per nomi di persona, di luogo e di esemplari citati. – Lorenzo Consorti
067 | 068-043 Chiodo (Antonella), Spazi e collezionismo. Tammaro De Marinis nelle ville di Montalto e di Celle, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. Maschietto, pp. 275-85. Tammaro De Marinis fu anche un collezionista di opere d’arte, con cui arredò le sue ville, manifestando un gusto molto personale e spesso legato a motivi affettivi più che al mercato. –M.C.
067 | 068-044 Ciappelli (Giovanni), Un falso laurenziano: forme e motivi di una contraffazione, in Le vie del falso. Storia, letteratura, arte, a cura di A. Comboni – S. La Barbera, pp. 199-217.
067 | 068-045 Cicala (Roberto), Coltivare fiori di parole. Un’idea di piccola editoria e di cultura secondo Interlinea in L’editoria del Novecento in Piemonte, a cura di G. Ioli, pp. 229-33. L’a. offre una lucida disamina dei valori e delle linee guida portati avanti dalla casa editrice Interlinea, da lui fondata, insieme a Carlo Rubiglio, nel 1992. Le cosiddette “riscoperte marginali, ripescaggi e rivalutazioni” di opere e autori spesso dimenticati, in particolare dalla produzione dominante del mercato, hanno costituito e costituiscono ancora oggi linfa vitale del catalogo, seguendo un’idea di editoria che pone al centro una passione sia per i testi che per la forma fisica del libro da consegnare al lettore. Numerosi i nomi celebri che hanno contribuito alla storia della casa editrice, tra cui Carlo Dionisotti e Maria Corti. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-046 Cicchella (Attilio), Aldo Manuzio e l’edizione delle Epistole devotissime di Caterina da Siena, in Dietro le quinte: il lavoro redazionale nelle tipografie italiane del Rinascimento, a cura di S. Cassini, pp. 251-64. Il contributo studia la storia dell’edizione aldina delle Epistole di santa Caterina del 1500 considerando il lavoro filologico-testuale propedeutico all’edizione stessa e la sua ricezione. – Ar.L.
067 | 068-047 Coco (Lucio), Biblioteche perdute. Il destino dei libri di F. Dostoevskij O. Mandel’štam e I. Brodskij, Macerata, Bibliohaus, 2022, ISBN 979-12-81214-02-6, pp. 140, € 15. Il presente vol. indaga la storia di tre biblioteche eccellenti, oggi – del tutto o in parte – andate disperse. Lucio Coco illustra in questa sede la collezione libraria del grande romanziere (Mosca, 1821 - San Pietroburgo, 1811), di quella dei poeti Osip Mandel’štam (Varsavia, 1891 - Vladivostock,1938) e di Iosif Broskij (San Pietroburgo, 1940 - New York, 1996). Oltre a un ampio saggio introduttivo viene offerto in appendice il catalogo dei libri superstiti di Mandel’štam e di Brodskij, quelli di Dostoevskij sono già usciti per la cura dello stesso Coco (Olschki, 2021). – Marco Francalanci
067 | 068-048 Coilly (Nathalie) – Caroline Vrand, Éditorial. Imprimer! L’Europe de Gutenberg, à la Bibliothèque nationale de France, «Bulletin du bibliophile», 190/1, 2023, pp. 3-8. L’editoriale di questo numero presenta, dalla viva voce delle curatrici, la bella mostra che si è svolta presso la Bibliothèque nationale de France a Parigi, dal 12 aprile al 16 luglio 2023. – L.R.
067 | 068-049 Con la penna e con il torchio. Scritture politiche e normative di prìncipi e città nell’Italia centro-settentrionale della prima età moderna. Atti del convegno internazionale (Milano, Archivio di Stato, 14-15 dicembre 2020), a cura di Davide Martini – Marco Francalanci, Milano, Archivio di Stato, 2023 (= «Annuario dell’Archivio di Stato di Milano», 2021), pp. XIII+321, ill. b/n, s.i.p. Recensito supra e schedato sotto i singoli contributi.
067 | 068-050 Condello (Federico), False voci di donne, antiche e nuove, in Le vie del falso. Storia, letteratura, arte, a cura di A. Comboni – S. La Barbera, pp. 77-102.
067 | 068-051 Conia (Flavio), Voci dal sottosuolo. Di miniere, lotte e proteste: carte dalla vertenza sindacale amiatina, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 36, 2022, pp. 327-40. L’a. mostra come e perché l’Archivio Vertenza Amiata rappresenti ancora un’importante fonte documentaria per la storia delle miniere e dei minatori del Monte Amiata. E spiega, quindi, come siano necessarie strategie multidisciplinari di divulgazione. – E.G.
067 | 068-052 Cortoni (Claudio Ubaldo), «Questa anco s’hà à copiare». Materiali preparatori alle Lettere volgari di diversi nobilissimi huomini di Paolo Manuzio tra le carte di San Michele di Murano, in Dietro le quinte: il lavoro redazionale nelle tipografie italiane del Rinascimento, a cura di S. Cassini, pp. 351-78. Il contributo studia le lettere e i discorsi in volgare contenuti nel ms. 844 del Fondo di San Michele di Murano dell’Archivio Storico di Camaldoli, una silloge allestita probabilmente tra 1554 e 1556, che testimonierebbe un progetto editoriale di Paolo Manuzio che non vide mai la stampa, se non per due discorsi editi nel 1556. – Ar.L.
067 | 068-053 Covino (Sandra), Falsificazioni testuali nell’Ottocento italiano (e nel contesto europeo), tra «questione della lingua» e costruzione della nazione, in Le vie del falso. Storia, letteratura, arte, a cura di A. Comboni – S. La Barbera, pp. 265-88.
067 | 068-054 Craveri (Benedetta), In visita a villa Montalto, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. Maschietto, pp. 19-21. La nipote di Benedetto Croce racconta le sue visite alla villa fiesolana di Tammaro De Marinis e della reputazione che aveva nell’ambiente dei bibliofili del Regno Unito nell’ultimo periodo della sua vita. – M.C.
067 | 068-055 Cremonini (Cinzia), Pierantonio Frare – Paola Ponti – Danilo Zardin, Le pandemie in Italia tra cronaca, letteratura e storia, a cura di Maicol Cutrì, Venezia, Marcianum Press, 2023, pp. 327, ISBN 978-88-6512-896-1, € 29. Il 2020 è stato un anno di sconvolgimenti traumatici e dolorosi, che hanno investito il mondo e i suoi abitanti inaspettatamente. La società contemporanea, soprattutto quella occidentale, ha dovuto fare i conti con i limiti delle proprie sicurezze, con la fallacità dell’operare umano. Ha dovuto aspettare, più o meno pazientemente, che l’ondata pandemica diventasse endemica, e così, quasi innocua. Ma la storia è piena di contagi ed epidemie. Il vol. qui presentato è una antologia che ripercorre i momenti più significativi delle pandemie che hanno interessato il contesto italiano nel corso dei secoli. Articolato in cinque sezioni, il testo attraversa diverse epoche, dall’affronto della peste secondo la narrazione boccaccesca passando a Guicciardini, Manzoni e altri, offrendo una prospettiva ampia e penetrante, capace di sottolineare la complessa interazione esistente tra malattie contagiose e il tessuto sociale. In fine di vol., trovano spazio schede biografiche e un’esaustiva bibliografia, che rende possibile un approfondimento completo circa le pandemie in Italia. – Ar.L.
067 | 068-056 Crippa (Giulia), Tra comunicazione scientifica, scienze del documento e Scienza dell’informazione: Ranganathan e la documentazione negli anni ’50 e ’60 del Novecento, «Bibliothecae.it», 12/1, 2023, pp. 83-109. Un’analisi del processo di elaborazione di Ranganathan del concetto di Documento e Documentazione per comprendere la sua posizione nel dibattito del pieno Novecento, che ha per protagonisti Paul Otlet e Suzanne Briet fino ai teorici del neo-documentalismo. Si storicizza così il contributo di Ranganathan allo sviluppo della Scienza dell’informazione. – L.R.
067 | 068-057 Cucchetti (Paolo), Le origini del Reference: analisi e sviluppo del servizio, «Bibliothecae.it», 12/1, 2023, pp. 223-48. Si analizzano le origini e lo sviluppo dell’attività di reference, mostrando come, progressivamente, dalla seconda metà dell’Otto e fin oltre la metà del Novecento, essa sia divenuta la pratica più importante all’interno delle biblioteche. – L.R.
067 | 068-058 Curini (Alessandro), Pagine di confine. L’editoria del Novecento a Novara tra De Agostini e Interlinea, in L’editoria del Novecento in Piemonte, a cura di G. Ioli, pp. 191-208. Il contributo offre un’interessante panoramica delle più interessanti ed eclettiche iniziative editoriali in ambito novarese nel secolo scorso. L’attenzione è focalizzata sulle pubblicazioni curata dalla celebre De Agostini, sulle riviste «La Libra» e «Posizione», proseguendo con le piccole imprese come la casa editrice L’Azione, per poi concludere con Interlinea. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-059 D’Andrea (Corrado), Tortona si racconta. 10 anni di ricerche, mostre e cataloghi, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 72, 2021, pp. 103-16. Resoconto delle grandi mostre oranizzate dal Comune negli ultimi dieci anni, sulla base degli archivi pubblici e dei fondi anche iconografici offerti dai privati, ispirate ai grandi eventi del ’900. – D.M.
067 | 068-060 Da Rold (Orietta), Early Italiann Paper-Stocks in British Archives in La carta e il Mediterraneo: produzione, commercio, comunicazione, a cura di L. Faggioni – M. Mussolin, pp. 99-114. Il contributo offre i risultati di studi condotti per comprendere meglio l’evoluzione della produzione della carta in Italia, a partire da ricerche sviluppate in Inghilterra. La presa in esame di alcuni documenti conservati negli archivi di Cambridge del primo XIV secolo hanno infatti permesso di ricavare nuovi dati circa la cronologia e l’uso della carta in Inghilterra e sui suoi metodi d’uso nel tardo Medioevo. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-061 Dalla Radio all’Audio di Servizio Pubblico. Tra rinascita dell’ascolto, offerte digitali, comandi vocali e opportunità di innovazione, a cura di Rai Ufficio Studi, Roma, Rai Libri, 2022, pp. 512, ISBN 9788839718419, € 22. Gli anni Venti del Duemila sono il "Decennio digitale europeo" con una crescita significativa dei consumi di contenuti audio. La Radio di Servizio Pubblico deve affrontare sfide nell'adattarsi all'Audio-Suono e nella ridefinizione del concetto di pubblico. Uno studio coordinato dalla Rai cerca di immaginare percorsi innovativi per servire i cittadini nella sfera pubblica digitale attraverso analisi di dati internazionali e casi di studio. – Francesco Ursino
067 | 068-062 Damus (María Arminda), I concetti di documento e documentazione dal punto di vista ranganathiano, «Bibliothecae.it», 12/1, 2023, pp. 63-82. Partendo dal volume di Ranganathan, Documentation. Genesis and development, Delhi, Vikas, 1971, risultato di una conversazione che l’a. ebbe con giovani bibliotecari a Bangalore nel 1970, si ricostruiscono i concetti centrali di documento e documentazione, nel pensiero del grande teorico indiano. – L.R.
067 | 068-063 Davoli (Francesco), Nell’ officina tipografica di Tolomeo Ianiculo: alcune considerazioni sulle stampe trissiniane del 1529, in Dietro le quinte: il lavoro redazionale nelle tipografie italiane del Rinascimento, a cura di S. Cassini, pp. 279-97. L’a. studia il diretto e attivissimo coinvolgimento di Giovan Giorgio Trissino durante tutto il processo della stampa delle sue opere nel 1529, tramite anche l’analisi della carta (per una datazione più precisa di edizioni che non indicano il mese di stampa) e la collazione di quasi cinquanta esemplari delle Rime. – Ar.L.
067 | 068-064 de Fuccia (Laura), James Édouard de Rothschild à Venise: un jeune bibliophile face à la dispersion des collections de la famille Mocenigo, in De la sphère privée à la sphère publique. Les collections Rothschild, dir. de P. Prevost-Marcilhacy – L. de Fuccia – J. Trey, pp. 122-37. Sull’archivio della nobile famiglia veneziana dei Mocenigo, acquistato a Venezia poco dopo il 1860 dal giovane James Édouard de Rothschild (1844-1881) per essere salvata dalla dispersione e donata alla Biblioteca della Sorbona. Qui è stato recentemente individuato il fondo: 81 voll. ms. (talvolta con inserti a stampa) riguardanti la storia delle istituzioni veneziane e di alcune famiglie dogali legate ai Mocenigo. Di questi ultimi si delineano genealogie e diramazioni. – E.Gam.
067 | 068-065 De la sphère privée à la sphère publique. Les collections Rothschild dans les institutions publiques françaises, dir. de Pauline Prevost-Marcilhacy – Laura de Fuccia – Juliette Trey, Paris, Publications de l’Institut national d’histoire de l’art, 2019, pp. 341, ISBN 9782917902875, s.i.p. (pdf in open access). Atti delle tre giornate internazionali di studio organizzate dal parigino Institut national d’histoire de l’art nel dicembre 2018 sull’eclettico mecenatismo della famiglia Rotschild fra XVIII e XIX secolo, strutturati attorno ai temi seguenti: gusto per l’antico, disegni e stampe, libri ed edizioni, musica, oggetti d’arte e curiosità, prospettive internazionali. Si schedano i contributi di interesse bibliografico. – E.Gam.
067 | 068-066 De Pasquale (Andrea), Gli esordi degli studi sulla legatura in Italia e la prima Mostra storica della legatura artistica del 1922: il contributo di Tammaro De Marinis, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. Maschietto, pp. 153-67. Nel presente contributo è ripercorsa la genesi e la realizzazione della mostra sulla legatura artistica realizzata a Firenze nel 1922, e di cui De Marinis fu il segretario organizzativo, preceduta da una premessa sullo stato delle conoscenze dell’epoca in materia. – M.C.
067 | 068-067 Decarlini (Giuseppe), I restauri della Cattedrale 1937-1940, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 73, 2022, pp. 163-84.
067 | 068-068 Delatour (Jérôme), Doucet chez Rothschild. La Bibliothèque d’art et d’archéologie de 1923 à 1935, in De la sphère privée à la sphère publique. Les collections Rothschild, dir. de P. Prevost-Marcilhacy – L. de Fuccia – J. Trey, pp. 93-109. Sulla storia rocambolesca della Bibliothèque d’art et d’archéologie, fondata a Parigi dallo stilista Jacques Doucet nel 1904, destinata all’Università e collocata nel 1923-1935 presso la fondazione Salomon de Rothschild, a sua volta nata dal lascito della baronessa Adèle de Rothschild scomparsa nel 1922. Di rilievo per la storia delle biblioteche le osservazioni sull’organizzazione interna degli spazi, dei servizi al pubblico e della catalogazione del posseduto nella prima metà del Novecento. – E.Gam.
067 | 068-069 Di Biaso (Angela), Editori, librai e il futuro del libro: Un nuovo equilibrio tra ricchezza della proposta editoriale e sostenibilità, «SE-Sistema editoria. Rivista Internazionale di studi sulla contemporaneità», 1/1, 2023, pp. 63-78. Il processo decisionale che definisce l’attività dell’editore e del libraio è affrontato in questo contributo: entrambi di fondamentale importanza per la filiera del libro, permettono di studiarne l’interno meccanismo, nelle sue componenti culturali e imprenditoriali. L’equilibrio tra la ricca proposta editoriale e il pubblico delle librerie è indagato considerando la complessità della macchina di produzione libraria, i costi sempre più difficili da sostenere, gli obiettivi di vendita, un sistema di resi quasi illimitato, le vendite online e le catene di librerie. – Ludovica Montalti
067 | 068-070 Di Stefano (Emanuela), Dalle Marche all’Europa: produzione e diffusione della carta occidentale. Dinamiche commerciali e meccanismi di rete nel basso Medioevo in La carta e il Mediterraneo: produzione, commercio, comunicazione, a cura di L. Faggioni – M. Mussolin, pp. 65-79. L’a. pone al centro del suo saggio una riflessione sulla diffusione dell’uso e della produzione della carta in epoca medievale. A seguito dello studio dell’archivio del mercante pratese Francesco di Marco Datini, rivela come la diffusione del supporto cartaceo abbia costituito nel tempo un più che valido strumento da una duplice prospettiva: da una parte legandosi a sviluppi in campo intellettuale, culturale e sociale, e dall’altra nel favorire l’ampliarsi dei commerci, in particolare in ambito contrattuale, e le pratiche legali e notarili. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-071 Dietro le quinte: il lavoro redazionale nelle tipografie italiane del Rinascimento, a cura di Stefano Cassini, «La Bibliofilía», 124/2, 2022. Questo fascicolo ha lo scopo di accendere i riflettori tanto su alcuni protagonisti quanto su episodi esemplari del lavoro redazionale nelle tipografie rinascimentali, raccogliendo contributi incentrati su casi italiani tra XV e XVI secolo. Tramite differenti approcci e metodi di indagine, emerge il ruolo dei poligrafi e in generale dei letterati impiegati nell’allestimento di raccolte e sillogi, così come l’attività di editori quali Aldo e Paolo Manuzio o di autori coinvolti nella stampa delle proprie opere come Giovan Giorgio Trissino, nonché l’interesse di studiosi del primo Settecento nei confronti delle figure legate al lavoro redazionale nel Quattrocento. L’indice e gli abstract del dossier, che è qui schedato sotto i singoli contributi, sono consultabili anche sul sito della rivista. – Ar.L.
067 | 068-072 Donati (Giacomo Alberto), Giulio Cesare Calvino (+1664): vita e opere di un esponente tortonese della giurisprudenza barocca, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 72, 2021, pp. 137-60. Giulio Cesare Calvino, esponente tortonese della cosiddetta “giurisprudenza barocca” con una carriera costellata di importanti avvenimenti e successi, compose il trattato De aequitate in cui raccolse svariati casi (perlopiù penali), di cui proponeva la risoluzione ispirandosi al principio di aequitas. – D.M.
067 | 068-073 Dondi (Cristina), The mapping of the early Italian book heritage around the world: from distribution to dispersal / La mappatura dell’antico patrimonio italiano nel mondo: tra distribuzione e dispersione, Firenze, Casalini Libri, 2020 (Letture Magistrali in Biblioteconomia, 13), pp. 60, ISBN 978-88-7656-028-6, € 10. Il vol. presenta la Lectio Magistralis in Biblioteconomia tenuta da Cristina Dondi (Lincoln College, University of Oxford) presso l’Università degli Studi di Firenze il 3 marzo 2020. L’a. si interroga sulla dispersione del patrimonio antico librario italiano nel mondo, ricostruendo inizialmente le cause e gli effetti dell’avvento e del successo della stampa, analizzato come fenomeno commerciale per una società, quella occidentale, che prediligeva il testo scritto. Predilezione che si estendeva ai ceti medi, e infatti «l’Italia del primo periodo moderno è un paese strabordante di libri» (p. 38). Dopo questa premessa iniziale, è esposta la metodologia e gli strumenti di ricerca, tra cui il prezioso MEI, PATRIMONiT, banca dati modellata su, e integrata con, MEI, e Owners of Incunabola. A partire da quest’ultimo, è stata condotta un’indagine sia sul materiale prodotto a Firenze, ma non più conservato nella città, sia sul posseduto di collezioni della città. In traduzione inglese e italiana, una geografia della dispersione libraria antica per capire come i libri sono stati usati, e come e se sono sopravvissuti, dimostrando la dinamicità delle provenienze e la necessità di riuscire a mappare il patrimonio librario italiano antico nel mondo per valorizzarlo. – Ludovica Montalti
067 | 068-074 Editoria (L’) del Novecento in Piemonte. Atti del convegno nazionale San Salvatore Monferrato 22-23 ottobre 2021, a cura di Giovanna Ioli, Novara, Interlinea, 2023 (Studi, 109), pp. 240, ISBN 978-88-6857-499-4, € 20. Il vol. raccoglie gli atti del convegno nazionale (San Salvatore Monferrato, 22-23 ottobre 2021) della ventiduesima edizione della Biennale “Piemonte e Letteratura”, finalizzato a offrire un significativo contributo su ciò in cui la regione Piemonte si è distinta nel secolo scorso in ambito scientifico, storico, filosofico e, in maniera particolare, letterario ed editoriale. A seguito dei testi introduttivi, che vedono il saluto del sindaco di San Salvatore Monferrato, Corrado Tagliabue (pp. 9-10), del presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Luciano Mariano (p. 11) e del presidente della Fondazione Carlo Palmisano, nonché curatrice, Giovanna Ioli (p. 13), il vol. è tripartito: Nella capitale (pp. 17-101), Nelle province (pp. 103-208) e Testimonianze (pp. 209-33). Si schedano i singoli contributi. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-075 Fabrica mundi. Illustrer les idées scientifiques au Moyen Âge et à l’époque moderne [in russo], édité par Anna Baydova – Elena Efimova – Marina Lopukhova, Moskva, KDU / Dobrosvet, 2022 Þ rec. Anna Markova, «Bulletin du bibliophile», 190/1, 2023, pp. 174-6.
067 | 068-076 Fadini (Matteo), Una miscellanea senese e fiorentina dei secoli XVI-XVII della Fondazione Bruno Kessler. Spunti per lo studio delle antiche raccolte di bandi, in Con la penna e con il torchio, a cura di D. Martini – M. Francalanci, pp. 159-85. Studio di un vol. fattizio di 27 edizioni impresse a Siena tra il 1584 e il 1691, tre delle quali precedentemente ignote, sopravvissute proprio grazie all’essere state raccolte in questa miscellanea. Si analizzano gli interventi, stratificati nel tempo, dei principali postillatori, tutti professionisti del diritto. – E.Gam.
067 | 068-077 Faggioni (Livia), Corpus Chartarum Fabriano: il database delle filigrane fabrianesi tra le collezioni digitali europee in La carta e il Mediterraneo: produzione, commercio, comunicazione, a cura di L. Faggioni – M. Mussolin, pp. 81-96. Oltre a render noto lo straordinario valore scientifico e documentale della Fondazione Fedrigoni Fabriano e la ricchezza documentaria custodita negli archivi ed esposta nel Museo della Fondazione, il contributo porta all’attenzione il recente lavoro di digitalizzazione del Corpus Chartarum Fabriano. La raccolta di formati cartacei, particolarmente rilevante in quanto costituisce testimonianza sia delle innovazioni di Fabriano, come nel caso della filigrana, sia per ricostruire la storia della carta nel Mediterraneo e in Europa, costituisce un prezioso strumento digitale a livello internazionale. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-078 Fernandez (Victoria), «Un ensemble harmonieux et instructif»: la collection de livres imprimés et de recueils d’estampes du baron Edmond de Rothschild, in De la sphère privée à la sphère publique. Les collections Rothschild, dir. de P. Prevost-Marcilhacy – L. de Fuccia – J. Trey, pp. 64-79. Nel 1935 il Museo del Louvre incamerava quale lascito di Edmond Rothschild (1845-1934) una eccezionale raccolta di stampe artistiche e 539 libri antichi a stampa dall’elevato interesse iconografico. Un primo sguardo sulla sezione tipografica – forse estrapolata da una raccolta più ampia – restituisce un corpus omogeneo, selezionato dal collezionista secondo il proprio gusto per l’arte dell’incisione su legno e la storia dell’illustrazione: incunaboli silografici e tipografici di assoluta rarità, come l’Apocalypsis Johannis (ante 1470) colorata mano, ma anche testi religiosi, di architettura e dedicati alle arti minori, così come di storia militare francese. – E.Gam.
067 | 068-079 Ferreri (Davide), L’editoria letteraria e poetica ad Alessandria e provincia nel dopoguerra in L’editoria del Novecento in Piemonte, a cura di G. Ioli, pp. 135-44. Si propone un approfondimento significativo circa le case editrici più attive e longeve nella provincia alessandrina, portate all’attenzione per il loro importante numero di pubblicazione nel secolo scorso, per il legame al territorio e per l’ampio ventaglio di proposte in ambito umanistico. Risaltano, in questo panorama, le alessandrine Edizioni dell’Orso, le casalesi Edizioni Tersite e la novese “galassia Gutenberg”. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-080 Ferrero (Ernesto), La via einaudiana all’editoria in L’editoria del Novecento in Piemonte, a cura di G. Ioli, pp. 81-8. Partendo da una riflessione circa i dettami seguiti spesso dalle imprese editoriali piemontesi, fondatesi su uno stretto connubio tra comunità, contesti favorevoli inseriti all’interno di una società civile, l’a. offre un suggestivo racconto dell’impesa editoriale einaudiana. Il contributo si concentra su un fervido ritratto di Giulio Einaudi, sulle sue strette collaborazioni con grandi intellettuali novecenteschi, come Cesare Pavese, e sulle scelte avveniristiche per la selezione delle pubblicazioni. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-081 Formiga (Federica), Correre restando fermi: il libro in movimento durante la pandemia, «SE-Sistema editoria. Rivista Internazionale di studi sulla contemporaneità», 1/1, 2023, pp. 13-29. L’a. si interroga sulla sopravvivenza e sulle modalità di adattamento del libro e della filiera editoriale in un mondo bloccato dalla pandemia. Tramite un’analisi condotta sui dati messi a disposizione da uno più grandi distributori italiani di prodotti editoriali, Messaggerie libri, si presenta uno studio sugli ottimi risultati dell’online, sull’andamento delle rese e si riflette sulla fedeltà del lettore alla libreria fisica (considerando anche l’età anagrafica) o a una casa editrice. – Ludovica Montalti
067 | 068-082 Formiga (Federica), Presentazione, «SE-Sistema editoria. Rivista Internazionale di studi sulla contemporaneità», 1/1, 2023, pp. 7-11. Si espongono gli obiettivi che hanno dato vita alla rivista in open access: il progetto mira a una riflessione sul mondo editoriale contemporaneo e sui suoi cambiamenti, analizzati tramite una serie di fattori tra loro convergenti (produzione, distribuzione e comunicazione). Si schedano i singoli contributi. – Ludovica Montalti
067 | 068-083 Forni (Tommaso), Compilatori e tipografi all’opera. Le edizioni italiane della Polyanthea, in Dietro le quinte: il lavoro redazionale nelle tipografie italiane del Rinascimento, a cura di S. Cassini, pp. 265-78. Si studia l’evoluzione di edizione in edizione di un testo di natura fortemente compilatoria come la Polyanthea di Domanico Nani Mirabelli, florilegio che godette di grande diffusione tra XVI e XVII secolo. – Ar.L.
067 | 068-084 Francalanci (Marco), Fra scelte di produzione ed esiti comunicativi. L’evoluzione delle gride tipografiche milanesi del primo Cinquecento, in Con la penna e con il torchio, a cura di D. Martini – M. Francalanci, pp. 187-209. Sulle gride stampate a Milano dal 1494, esempio di una «documentazione ordinaria e quotidiana» pensata per essere letta e affissa in pubblico. Se ne sottolinea la costruzione grafico-comunicativa, dal forte gradiente iconografico, per raggiungere anche i non alfabetizzati, e il ruolo dei tipografi nel sostenere l’ufficialità della comunicazione. – E.Gam.
067 | 068-085 Frigeni (Roberta), La circolazione libraria nel convento di S. Agostino di Bergamo all’epoca dei primi libri a stampa, in Che tipi a Bergamo e Brescia!, a cura di E. Ferraglio – E. Gamba, pp. 35-50. Il convento di S. Agostino a Bergamo è un catalizzatore della rivoluzione culturale di fine secolo. Al suo interno studiano e redigono i propri lavori in particolare tre frati: Paolo Olmi (1414-1484), Giacomo Filippo Foresti (1434-1520) e Ambrogio da Calepio (1435?-1510), autori di opere diverse e di significativa fortuna. Dialogando direttamente con gli autori e i titoli stampati in quei decenni, il saggio fotografa un periodo di importante crescita per la biblioteca agostiniana. – Lorenzo Consorti
067 | 068-086 Gaballo (Graziella), Storia e arte nell’editoria alessandrina del Novecento, in L’editoria del Novecento in Piemonte, a cura di G. Ioli, pp. 105-34. Apre la seconda sezione del vol., dedicata alle attività editoriali di stampo provinciale, il contributo di Graziella Gaballo, che si dedica a un’ampia panoramica sulle principali iniziative editoriali novecentesche nell’alveo alessandrino, concentrate principalmente sul versante storico e artistico. Non solo case editrici locali tuttora attive, come le Edizioni dell’Orso, ma anche e soprattutto riviste, collane editoriali e pubblicazioni d’arte, come la «Rivista di storia arte archeologia» e il caso di Isral, che nel corso degli anni hanno sempre voluto proporre validi contributi scientifici. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-087 Galimberti (Beatrice), Audiolibri, statistiche, reti e sistemi bibliotecari: l’andamento negli anni della pandemia, «SE-Sistema editoria. Rivista Internazionale di studi sulla contemporaneità», 1/1, 2023, pp. 121-38. Il rapporto tra audiolibri e biblioteche, due mondi solo apparentemente in contraddizione tra loro, è indagato dall’a., che basa la propria ricerca sui dati di cinque sistemi bibliotecari italiani tra Lombardia, Toscana, Puglia. In relazione alla pandemia, che ridefinito l’approccio al digitale, il materiale audiolibrario è analizzato in base all’utilizzo che ne viene fatto nelle biblioteche, studiando, per esempio, i sistemi di prestito e le piattaforme che lo regolano. – Ludovica Montalti
067 | 068-088 Gamba (Eleonora), La cultura libraria a Bergamo attraverso i suoi testimoni quattrocenteschi: gli incunaboli della Mai, in Che tipi a Bergamo e Brescia!, a cura di E. Ferraglio – E. Gamba, pp. 21-34. A partire da postille, etichette, timbri e altre evidenze materiali rintracciabili negli incunaboli della Mai, è possibile ricostruire interi rami di storia della biblioteca; un lavoro di “filologia dell’esemplare” che permette di indagare i nuclei di provenienza dei voll. che negli anni hanno arricchito il catalogo, e in generale di fotografare un periodo di vivace cultura libraria nella Bergamo degli ultimi trent’anni del XV secolo e i primi decenni del successivo. – Lorenzo Consorti
067 | 068-089 Gamba (Eleonora), La tavola dei correttori nell’Origine e progressi della stampa di Pellegrino Antonio Orlandi: fonti e fortuna di un apparato di corredo, in Dietro le quinte: il lavoro redazionale nelle tipografie italiane del Rinascimento, a cura di S. Cassini, pp. 235-50. Il contributo analizza l’elenco di correttori del XV secolo all’interno dell’Origine e progressi della stampa del carmelitano Pellegrino Antonio Orlandi (1722), con particolare attenzione al rapporto con gli Annales typographici di Michel Maittaire, il cui primo vol. uscì nel 1719. – Ar.L.
067 | 068-090 Gardini (Stefano), Definirsi archivisti in Italia tra Antico Regime e Rivoluzione, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 36, 2022, pp. 341-69. Si delineano, nel contesto italiano, gli elementi caratterizzanti la professione archivistica durante l’Antico Regime e fino alla Rivoluzione francese. Muovendo dalla autorappresentazione voluta dagli stessi professionisti – che si definiscono archivista o citano il termine archivio nel titolo delle opere a stampa – l’a. traccia il perimetro identitario di una comunità professionale in anni segnati da cambiamenti profondi, istituzionali tanto quanto culturali. – E.G.
067 | 068-091 Gatti (Giorgio), Una passeggiata nella libreria di Ugo Rozzo, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 72, 2021, pp. 253-67. L’a., già direttore della Biblioteca di Tortona, accompagna i lettori in una passeggiata nella vasta e varia raccolta libraria di Ugo Rozzo, che gli eredi hanno messo a disposizione del Comune a titolo di comodato e che troverà presto collocazione per la pubblica fruizione nei locali restaurati nel Chiostro dell’Annunziata. – D.M.
067 | 068-092 Gennari (Paolo), L’ information literacy nella biblioteca scolastica, Milano, Mimesis Edizioni, 2021, pp. 160, ISBN 978-88-5755- 470-9, € 12. Il National Forum, fondato nel 1989 dell'American Library Association, definisce l’information literacy come la capacità di identificare, individuare, valutare, organizzare, utilizzare e comunicare determinate notizie. Una competenza informativa, dunque: un requisito indispensabile per partecipare effettivamente alla società del mondo odierno. L’agile testo di Paolo Gennari, giornalista pubblicista e professore di lettere, nasce proprio dalla necessità alfabetizzare gli alunni alla notizia e ai quotidiani, ai social e ai podcast. Egli afferma che, per compiere l’impresa, sarebbe utile ripensare le biblioteche scolastiche (che oggi giacciono in uno stato di incuria e disordine, se non, a volte, di totale abbandono) e sfruttarle proprio a questo scopo. La biblioteca, infatti, rappresenta un ambiente educativo in cui lavorare sulla promozione del piacere e del gusto della lettura, sviluppando insieme competenze di ricerca e uso delle fonti. L’approccio, una metodologia chiamata “Big6” messa a punto dagli americani Eisenberg e Berkowitz, è stato sperimentato in due contesti didattici: una classe di Scuola Secondaria di Primo Grado e una di Scuola Primaria, entrambe appartenenti all’istituto “Maria Ausiliatrice” di San Donato Milanese. Il libro è, pertanto, una raccolta di spunti didattici facilmente applicabili a qualsiasi contesto classe, al fine di orientare i ragazzi e renderli pronti ad affrontare la marea di stimoli informativi – Ambrogio Sanelli
067 | 068-093 Giola (Marco), Un compendio (trecentesco?) anonimo del «Libro d’Oltramare» di Niccolò da Poggibonsi, «Filologia italiana», 19, 2022, pp. 105-33. Contributo dedicato a una tanto ampia quanto dettagliata analisi editoriale e filologica della vicenda che vide protagonista il bibliografo Francesco Zambrini quando, nel 1867, sulla scia di un periodo in cui la letteratura odeporica vide una felice serie di pubblicazioni di antichi libri di viaggio, si dedicò all’edizione del Libro d’Oltramare di Niccolò da Poggibonsi. La narrazione fu ricavata da una miscellanea ms. conservata nella biblioteca privata dell’archivista romano Costantino Corvisieri, grazie a una trascrizione. Il saggio studia le varie fasi di lavorazione del ms. da parte di Zambrini, per poi, a seguito di un’attenta ricostruzione della tradizione del resoconto di pellegrinaggio, proporne un’accurata edizione dello stesso. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-094 Giro (Matteo), Appunti, lettere e frottis. Genesi e inediti della legatura artistica in Italia, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. Maschietto, pp. 199-207. La presenza alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia del materiale preparatorio del libro La legatura artistica in Italia nei secoli XV e XVI ha permesso di ripercorrere non solo le fonti, ma anche il metodo di lavoro usato da Tammaro De Marinis. – M.C.
067 | 068-095 Girotto (Carlo Alberto), La collection Rothschild et l’édition italienne de la Renaissance, in De la sphère privée à la sphère publique. Les collections Rothschild, dir. de P. Prevost-Marcilhacy – L. de Fuccia – J. Trey, pp. 110-21. Alcuni affondi nella sezione della collezione Rothschild dedicata ai libri del Rinascimento italiano (ora presso il Site Richelieu della BnF) rivelano i raffinati gusti collezionistici del barone James Édouard (1844-1881) e del figlio Henri (1872-1947): voll. selezionatissimi per rarità e qualità, con provenienze cinquecentesche illustri (come l’esemplare unico della Rufianela attribuita a Boccaccio, ante 1515, già appartenuto a Fernando Colón), legature di pregio antiche o commissionate ai migliori atelier parigini contemporanei e, soprattutto, un precoce interesse per le effimere edizioni popolari del XVI secolo. – E.Gam.
067 | 068-096 Gnetti (Donatella), Avventure editoriali della Asti del Novecento, in L’editoria del Novecento in Piemonte, a cura di G. Ioli, pp. 145-54. In ambito astigiano, si porta all’attenzione come, al di fuori di una rete di attività commerciali locali riportate sull’annuale Guida d’Asti, si individuano due iniziative editoriali che si pongono al di fuori di questa cerchia: la rivista «Poeti d’oggi», diretta da Fidia Gambetti e la casa editrice Arethusa, più concentrata sull’ambito scolastico. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-097 Gorian (Rudj), Una stagione di straordinarie opportunità culturali: la vicenda professionale di Ugo Rozzo (1940-2020) dalle biblioteche locali alla fama accademica, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 72, 2021, pp. 1-74. Minuzioso ed esteso contributo che ripercorre con dovizia di particolari la vita e l’opera di Ugo Rozzo, di cui l’a. fu allievo. Il percorso, permeato da un commosso sentimento di stima e affetto, si è avvalso di un ampio accesso a documenti e memorie. – D.M.
067 | 068-098 Grafton (Anthony), Forgery, Criticism and Anachronism: The Magdeburg Centuriators and their Critics, in Le vie del falso. Storia, letteratura, arte, a cura di A. Comboni – S. La Barbera, pp. 239-64.
067 | 068-099 Graheli (Shanti), Tammaro De Marinis, la ricerca bibliografica e l’antiquariato librario, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. Maschietto, pp. 119-129. In questo saggio l’a. propone uno studio bibliologico dei cataloghi librari appartenuti a Tammaro De Marinis con l’esame dei suoi segni di lettura e del contesto materiale. – M.C.
067 | 068-100 Graziano Picchi (Monica), La narrazione dell’assedio di Tortona nel «Folchetto Malaspina» di Carlo Varese: storia ed invenzione, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 72, 2021, pp. 161-202. Contributo che analizza la mescolanza di verità storica e invenzione letteraria nel Folchetto Malaspina, celebre opera dell’a. tortonese Carlo Varese a cui è intitolato il locale Liceo Classico. – D.M.
067 | 068-101 Grizzi (Gaia), La terra del libro. L’Exposition du Livre italien, Parigi, 1926, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. Maschietto, pp. 77-87. Tenutasi tra il maggio e il giugno del 1926, la mostra venne definita “l’apoteosi del libro italiano” e contava di ben 1.034 pezzi esposti tra libri a stampa, legature e mss. di alta qualità dall’XI secolo fino a Bodoni. – M.C.
067 | 068-102 Henryot (Fabienne), De l’oratoire privé à la bibliothèque publique. L’autre histoire des livres d’heures, Turnhout, Brepols, 2022 Þ rec. Thierry Claerr, «Bulletin du bibliophile», 190/1, 2023, pp. 179-81.
067 | 068-103 Hermant (Maxence), Réflexions sur les prétendus Statuts de Saint-Michel enluminés par François Le Barbier fils et Jean Hey, «Bulletin du bibliophile», 190/1, 2023, pp. 9-24. Ampio contributo, corredato da un ricco apparato iconografico, che partendo da un importante studio del 2022 sulla biblioteca dei Duchi di Borbone, riesamina la questione dei cosiddetti Statuti di San Michele, un manoscritto commissionato da Pietro II di Borbone per il re Carlo VIII, vergato a Parigi e miniato da François Le Barbier figlio e Jean Hey. – L.R.
067 | 068-104 Hernando (Agustín), Jordi Estruga (1934-2020), Evocation of an enthusiastic bibliophile, «Bulletin du bibliophile», 190/1, 2023, pp. 153-61. Un ricordo di Jordi Estruga (1934-2020), a lungo presidente dell’Academia de Bones Lletres de Barcelona, ma soprattutto grande collezionista e figura di spicco dell’Association Internationale de Bibliophilie. – L.R.
067 | 068-105 Iotti (Luisa) – Fabio Morreale, I Civici Istituti Culturali di Tortona, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 72, 2021, pp. 75-6. Intervento a quattro mani, composto rispettivamente dal Dirigente del Settore Servizi alla Persona e alla Comunità del Comune di Tortona e dall’Assessore alla cultura della stessa città, dedicato a ricostruire l’attività tortonese di Ugo Rozzo alla guida dei Civici Istituti Culturali dal 1963 al 1987. – D.M.
067 | 068-106 Jacquet (Carole), La valorisation numérique des collections patrimoniales du Centre Culturel Irlandais, «Bulletin du bibliophile», 190/1, 2023, pp. 167-9. Novità (mostre virtuali, partenariati, borse di studio…) dal più importante centro di cultura irlandese dell’Europa continentale, che ha sede in uno storico palazzo settecentesco nel cuore di Parigi. – L.R.
067 | 068-107 Jacomuzzi (Ulisse), Cromatismi editoriali, in L’editoria del Novecento in Piemonte, a cura di G. Ioli, pp. 211-13. Interessante panoramica offerta sul connubio di prospettiva editoriale intrapresa da alcune celebri case editrici piemontesi novecentesche, come sono state e sono tuttora Einaudi, SEI e Utet, sia per le scelte di linee editoriali che per il mobilio e l’arrendamento scelto per le loro sedi principali. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-108 Jimenes (Rémi), Claude Garamont: typographe de l’humanisme, Paris, Éditions des Cendres, 2022 Þ rec. Nicolas Barker, «Bulletin du bibliophile», 190/1, 2023, pp. 176-8.
067 | 068-109 Lamal (Nina), Italian communication on the revolt in the Low Countries (1566-1648), Leiden, Boston, Brill, 2023 (Library of the written word, 109; Library of the written word. The handpress world; 88), pp. XI+266, ill. b/n, ISBN 9789004538061, € 136,74. Le guerre nei Paesi Bassi, avvenute a cavallo tra il XVI e XVII secolo, videro coinvolti nelle armate asburgiche numerosi soldati – nobili e non – provenienti dalle regioni italiane. Questo fatto fece sì che le vicende belliche in un posto così distante destassero comunque un forte interesse nelle città italiane, cosa già ben attestata visto il successo, che ebbero nel corso degli anni, delle monumentali storie riguardanti le “Guerre di Fiandra” pubblicate a stampa. Le informazioni di quanto succedeva sui campi di battaglia raggiungevano l’Italia e venivano diffuse tramite diversi canali, tra cui lettere personali, rapporti, racconti ms., relazioni a stampa, opuscoli e trattati storico-politici. Dal loro studio e dalla comparazione tra le varie fonti risulta come la complessa costellazione politica della penisola italiana e l’influenza della monarchia asburgica abbiano plasmato in modi differenti le notizie, i dibattiti e le interpretazioni dei fatti provenienti dai Paesi Bassi. – M.C
067 | 068-110 Lanzini (Marco), Un’eco lontana da cogliere e interpretare: proposte per un’analisi statistica dell'utenza degli archivi attraverso il caso di studio dell’Archivio di Stato di Milano, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 36, 2022, pp. 371-407. Con l’ausilio di alcuni grafici ma soprattutto delle statistiche fornite dal sistema di gestione del servizio di sala studio – un’applicazione web che consente di classificare annualmente gli utenti per categoria professionale, finalità di ricerca, area disciplinare di appartenenza e periodo cronologico di interesse – il saggio analizza le caratteristiche degli utenti dell’Archivio di Stato di Milano dal 2008 al 2018, proponendo anche alcuni modelli interpretativi dei dati ottenuti. – E.G.
067 | 068-111 Lepape (Séverine), Ce qu’Edmond ne donna pas: réflexions sur la collection personnelle d’arts graphiques du baron Edmond de Rothschild, in De la sphère privée à la sphère publique. Les collections Rothschild, dir. de P. Prevost-Marcilhacy – L. de Fuccia – J. Trey, pp. 42-63. Attraverso documenti di lavoro conservati negli archivi di Waddesdon Manor, in passato una delle residenze inglesi della famiglia, l’a. ricostruisce la collezione personale di arti grafiche del XIX secolo raccolta da Edmond Rothschild (1845-1934) così come si presentava prima della spoliazione nazista e il recupero da parte dai suoi discendenti dopo la guerra: vi spiccano acqueforti, litografie romantiche, caricature e riproduzioni di stampe antiche realizzate da artisti contemporanei. – E.Gam.
067 | 068-112 Leutrat (Estelle), La gravure d’histoire au temps des premiers Bourbons: une catégorie méconnue de la collection d’estampes d’Edmond de Rothschild, in De la sphère privée à la sphère publique. Les collections Rothschild, dir. de P. Prevost-Marcilhacy – L. de Fuccia – J. Trey, pp. 80-91. La precoce passione di Edmond Rothschild (1845-1934) per le stampe artistiche di contenuto storico è contestualizzata nel più largo fenomeno del collezionismo francese dell’Ottocento, che si infiamma per soggetti come l’ingresso del Re a Parigi nel 1594, il battesimo del Delfino, l’effigie funebre di Enrico IV, le incoronazioni di Maria de’ Medici e di Luigi XIII, la morte di Concino Concini. – E.Gam.
067 | 068-113 Libreria Docet [Bologna], Catalogo 267. 250 libri per le città di Emilia e di Romagna e 250 opere pubblicate a Bologna, nel secolo XVIII, di Lelio e Petronio Dalla Volpe, Bologna, Libreria Docet, 2023, pp. 96, ill., s.i.p. I cataloghi di vendita di libri d’antiquariato presentano più di qualche volta l’occasione per focalizzare l’attenzione su determinati aspetti della storia del libro. In questo caso vi sono descritti ben 492 esemplari di tipografie bolognesi d’antico regime e in particolare 241 esemplari usciti dalla stamperia dei Dalla Volpe, di cui molti non presenti in bibliografia e per questo da dover essere tenuto in considerazione dagli studiosi delle tipografie felsinee. – M.C.
067 | 068-114 Licul (Caterina), L’ applicazione dei Linked Open Data alla creazione dei numeri di libro, «Bibliothecae.it», 12/1, 2023, pp. 249-78. Nel contributo si conferma la possibilità di una creazione automatizzata o semi automatizzata dei numeri di classe per le opere e si dimostra la fattibilità della creazione dei numeri di libro, grazie a un’indagine condotta mediante l’estrazione dei dati necessari dal catalogo Primo dell’Università degli Studi di Udine. – L.R.
067 | 068-115 Luoghi (I) dell’anima. In viaggio con i grandi scrittori, a cura di Fulvio Panzeri, Novara, Interlinea edizioni, 2008 (Passio, 24), pp. [4] 5-243 [5], ISBN 978-88-8212-638-4, € 12. Ventiquattresimo numero della collana Passio, questa antologia racchiude un itinerario immaginario composto da testi di varia natura (epistolari, poesie, reportage, storie…) in cui scrittori e poeti raccontano di un viaggio, in Italia o nel mondo, e di esperienze inedite e segrete legate al senso dell’avventura umana che il luogo ha rivelato. Il viaggio dunque viene visto come strumento di formazione e momento fondamentale dell’elaborazione artistica che, in molti casi, non solo risolve questioni aperte, ma offre anche l’occasione per delimitare un centro di verità. Il lettore può quindi prendere parte alle esperienze di Buzzati, Caproni, Dickens, Gogol', Huxley, Rebora, Silone, Soldati, Volponi e di tanti altri autori. – Alice Maggiolini
067 | 068-116 Luraschi (Laura), Catalogo delle cinquecentine del Fondo librario del Convento della Madonna del Sasso a Orselina, Roma, Edizioni Collegio San Lorenzo da Brindisi, 2023 (Subsidia Scientifica Franciscalia, 15), pp. 456, ill. col., ISBN 978-88-99702-27-4, € 50. L’a., collaboratrice scientifica e bibliotecaria presso il Centro di competenza per il libro antico della Biblioteca Salita dei Frati di Lugano e l’Archivio di Stato del Cantone Ticino di Bellinzona, cura il catalogo del fondo cinquecentesco del Convento della Madonna del Sasso a Orselina. Il vol., oltre ad ospitare il catalogo vero e proprio – 505 schede relative alle cinquecentine di Orselina –, è corredato da alcuni utili strumenti di consultazione quali un inventario tematico e un inventario cronologico di tutte le edizioni, un’appendice dedicata a 56 cinquecentine di provenienza locarnese attualmente conservate presso altre istituzioni, le tavole di concordanza con le antiche segnature, un nutrito apparato di immagini a colori e un elenco degli esemplari le cui legature impiegano materiali di riuso cartacei o membranacei. Il Catalogo di Luraschi non si limita a “fotografare” lo stato del fondo, ma procede a un suo più ampio inquadramento rispetto alla storia della biblioteca nel quale è conservato. Costituitasi a seguito della fusione dei fondi librari appartenuti al Convento cappuccino dei Santi Rocco e Sebastiano e ai due Conventi minoriti di San Francesco e della Madonna del Sasso, l’attuale biblioteca del Santuario di Orselina realizza quello che Fra Mauro Jöhri definisce nella premessa al testo un «ecumenismo interfrancescano dei libri». – Lucia Giustozzi
067 | 068-117 Luzi (Giovanni), Lo stato degli studi sulle origini della carta occidentale e la diaspora dei cartai fabrianesi, in La carta e il Mediterraneo: produzione, commercio, comunicazione, a cura di L. Faggioni – M. Mussolin, pp. 49-63. Il contributo offre un’estesa analisi dell’evoluzione delle tecniche di lavorazione della carta nel corso del tempo, a partire dalle sue origini in Cina. Luzi, appoggiandosi ai risultati ottenuti da studi recenti, mette in particolare in luce il ruolo della carta di Fabriano nel mondo, evidenziando, tra le sue principali innovazioni, l’uso della filigrana. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-118 Maillet (Sandrine), Albert Boton ou «trente-neuf kilos de talent!...», «Bulletin du bibliophile», 190/1, 2023, pp. 143-50. Viene presentata la donazione (trentuno scatole e sette pacchi) fatta nel 2003 alla Réserve des livres rares della Bibliothèque nationale di Parigi da parte del grafico Albert Boton (1932-2023), recentemente scomparso, e riguardante materiale grafico, prove di stampa e disegni, realizzati tra il 1960 e il 1996. – L.R.
067 | 068-119 Malaspina (Matilde), Tracce di Tammaro De Marinis nelle collezioni americane: primi spunti per una ricerca, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. Maschietto, pp. 139-51. Il contributo si articola in due parti distinte: la prima è incentrata sulla rassegna di un campione di libri la cui provenienza è collegata a Tammaro De Marinis, mentre la seconda parte documenta la partecipazione del libraio e bibliofilo napoletano nell’organizzazione del viaggio effettuato in Italia da parte dei membri del Grolier Club di New York nel 1962. – M.C.
067 | 068-120 Malaspina (Silvia), L’Archivio del Capitolo della Cattedrale di Tortona, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 72, 2021, pp. 233-46. L’a., responsabile dell’Archivio Storico Diocesano di Tortona, racconta le vicende e il contenuto dell’Archivio Capitolare della Cattedrale di Tortona. – D.M.
067 | 068-121 Manfredi (Antonio), Appunti su De Marinis e la Vaticana, in Tammaro De Marinis e la cultura napoletana del primo Novecento, a cura di G. Petrella, pp. 33-51. La storia e la biografia di alcuni personaggi spesso si ricostruiscono attraverso l’analisi del rapporto con i luoghi frequentati e le relazioni intrattenute. Nel caso di De Marinis, viene qui posta la lente d’ingrandimento sul suo legame con la Biblioteca Apostolica Vaticana, in particolare attraverso le corrispondenze con alcune personalità connesse con l’istituzione e con una raccolta libraria da lui donata. – P.S.
067 | 068-122 Manfron (Anna), Tammaro De Marinis e Bologna, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. Maschietto, pp. 181-97. La conoscenza tra Albano Sorbelli e Tammaro De Marinis prese avvio nel 1906 e si sviluppò per circa vent’anni, incentrata in maniera particolare nell’acquisto di incunaboli per la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. – M.C.
067 | 068-123 Mansi (Maria Gabriella), Tammaro De Marinis e le legature della Biblioteca Nazionale di Napoli, in Tammaro De Marinis e la cultura napoletana del primo Novecento, a cura di G. Petrella, pp. 163-79. Uno degli aspetti al centro degli studi di Tammaro De Marinis fu quello delle legature, tema che vide il suo compimento nell’opera La legatura artistica in Italia nei secoli XV e XVI (3 voll., Firenze, Fratelli Alinari, 1960), nella quale il libraio napoletano raccolse ed esaminò più di tremila legature. Un lavoro imponente, per il quale qui l’a. si concentra su alcune legature presenti presso la Biblioteca Nazionale di Napoli oggetto degli studi di De Marinis. – P.S.
067 | 068-124 Mantovani (Alessandra), Un anno con Dante. Diario di lettura, Novara, Interlinea, 2023, pp. 171, ISBN 978-88-6857-519-9, €14. Il libro nasce da una rubrica digitale sviluppatasi sui social network in occasione del centenario dantesco e trova forma cartacea come breviario laico e civile nel quale sono presentati 52 temi, uno a settimana per la durata di un anno. Di varia natura, questi sono a loro volta affrontati in tre momenti: analisi del tema scelto nella contemporaneità, contestualizzazione delle terzine dantesche selezionate per la chiusura della riflessione, proposta delle terzine stesse. – Pietro Putignano
067 | 068-125 Manzoni (Laura), Alfonso Miola e Albano Sorbelli alle origini della catalogazione della cartografia in Italia, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 36, 2022, pp. 301-11. Solo negli anni Trenta del secolo scorso Alfonso Miola e Albano Sorbelli si occuparono di catalogazione della cartografia. L’a. spiega perché le proposte catalografiche di entrambi i bibliotecari rimasero inascoltate fino al 1956, quando, cioè, la stesura delle norme nazionali di catalogazione impose finalmente di prendere in considerazione anche questi materiali. – E.G.
067 | 068-126 Marini (Manuela), Le acquisizioni delle Civiche Raccolte d’arte negli ultimi venti anni, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 72, 2021, pp. 83-96. Contributo destinato a fornire un percorso tra le recenti acquisizioni che hanno portato la Quadreria delle Civiche Raccolte d’Arte a incamerare ottanta nuovi dipinti. – D.M.
067 | 068-127 Marquardt (Luisa) – Raj Kumar Bhardwaj, Ranganathan’s Legacy and Implications of The Five Laws of Library Science on School Librarianship: An Exploratory Study, «Bibliothecae.it», 12/1, 2023, pp. 154-91. Le opere di Ranganathan sono largamente riconosciute per il contributo innovativo alla Documentazione e alla Biblioteconomia, inclusa quella scolastica. In particolare, nel volume New Education and School Library. Experience of half a century, Delhi, Vikas, 1973, egli sottolinea che la biblioteca scolastica è centrale nel processo di apprendimento e di insegnamento. – L.R.
067 | 068-128 Martini (Davide), “Nuperrime castigata et quam accuratissime impressa”. Riforme statutarie e iniziative editoriali a Lucca tra XV e XVI secolo, in Con la penna e con il torchio, a cura di D. Martini – M. Francalanci, pp. 61-108. Sugli statuti a stampa lucchesi: dai primi impressi da Enrico da Colonia (1490), responsabile anche degli statuti della Corte dei Mercanti in volgare (1490), agli statuti del 1539 realizzati da Giovanni Battista Faelli in due distinte edizioni, una latina e una in volgare. Con buon corredo di immagini, ampia bibliografia, fonti documentarie di prima mano. – E.Gam.
067 | 068-129 Martoni (Alessandro), Tammaro De Marinis consulente d’arte per Vittorio Cini e la genesi delle raccolte grafiche della Fondazione Giorgio Cini, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. Maschietto, pp. 287-305. Risale al 1939 l’acquisto della raccolta appartenuta a Victor Masséna, principe di Essling e duca di Rivoli, da parte di Vittorio Cini grazie alla mediazione di Tommaso De Marinis che mantenne tale ruolo di fiducia anche in occasioni successive per disegni, legature, oggetti d’arte e altro ancora. – M.C.
067 | 068-130 Maschietto (Ilenia) – Giulia Barbero, L’Esopo di De Marinis. L’esemplare unico, la carta ritrovata, il restauro, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. Maschietto, pp. 313-27. Il saggio descrive come sia stato possibile identificare e recuperare sul mercato antiquario un foglio staccato proveniente dall’unico esemplare esistente dell’edizione delle favole di Esopo, stampata da Bernardino Benali a Venezia all’incirca nel 1490, appartenuto a Tammaro De Marinis e ora alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia. – M.C.
067 | 068-131 Maschietto (Ilenia), Il bibliofilo e il suo studiolo. Un primo sguardo alla biblioteca di studio di Tammaro De Marinis, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. Maschietto, pp. 259-73. L’obiettivo dell’a. è la descrizione della biblioteca di studio di Tammaro De Marinis presente oggi nella Fondazione Giorgio Cini di Venezia, che fu lo strumento principale delle sue ricerche per gli studi e per i commerci librari. – M.C.
067 | 068-132 Menato (Marco), I disastri della guerra. Una nota su Tammaro De Marinis e Gorizia, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. Maschietto, pp. 307-11. Durante il primo conflitto mondiale Tammaro De Marinis, chiamato da Ugo Ojetti, lavorò per cinque mesi presso la “Commissione governativa per la salvaguardia del patrimonio artistico e bibliografico delle terre occupate” col compito di catalogare le biblioteche pubbliche e private portate in salvo dalle zone di guerra a Firenze: in tale occasione ebbe modo di occuparsi anche di fondi librari provenienti da Gorizia. – M.C.
067 | 068-133 Milani (Maria Grazia), Don Angelo Bassi e la sua passione per i viaggi, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 73, 2022, pp. 123-62.
067 | 068-134 Milani (Maria Grazia), L’Italia in guerra. Nel luglio del 1941, iniziava per l’Italia la Campagna di Russia, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 73, 2022, pp. 197-206.
067 | 068-135 Milner (Stephen J.) – Simona Giordano, Public proclamations and the “longue durée”: Multimedial publication in Florence between the Thirteenth and Sixteenth centuries, in Con la penna e con il torchio, a cura di D. Martini – M. Francalanci, pp. 35-60. A partire da 750 bandi relativi agli anni 1478-1527 conservati all’Archivio di Stato di Firenze si riflette sulle modalità di fruizione delle gride, testi normativi mss. o a stampa che attraverso la voce del pubblico banditore raggiungevano la collettività. – E.Gam.
067 | 068-136 Miotti (Fausto) – Carlo Prosperi, Il monastero benedettino femminile di Santa Eufemia di Tortona: nuove ipotesi e nuovi documenti, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 73, 2022, pp. 19-38.
067 | 068-137 Montagner (Luca), Dagli Statuti di Valtellina alla propaganda contro il regno dell’Anticristo. La tipografia di Dolfino Landolfi “in media ipsa Italia”, in Con la penna e con il torchio, a cura di D. Martini – M. Francalanci, pp. 237-55. Sugli esordi del primo tipografo eretico Dolfino Landolfi, attivo a Poschiavo poco prima della metà del Cinquecento e molto vicino agli ambienti della Riforma protestante. L’a. si sofferma sugli Statuti di Valtellina (1549), di cui viene fornita una serrata analisi bibliologica e una lettura dei principali paratesti. – E.Gam.
067 | 068-138 «Multa renascentur». Tammaro De Marinis studioso, bibliofilo, antiquario, collezionista, a cura di Ilenia Maschietto, Venezia, Marsilio, 2023, pp. 367, ill., ISBN 978-88-297-1869-6, € 25. È schedato sotto i singoli contributi.
067 | 068-139 Mussolin (Mauro), Il manoscritto del Libro VI di Sebastiano Serlio della Avery Library: vecchie e nuove letture attraverso un secolo di studi sulla carta, in La carta e il Mediterraneo: produzione, commercio, comunicazione, a cura di L. Faggioni – M. Mussolin, pp. 169-91. Il contributo offre un’interessante riflessione sul valore documentario della filigrana non soltanto per gli storici della carta, ma anche per gli storici dell’arte. L’a., in particolare, analizzando gli studi di un esperto archeologo condotti su un ms. del libro VI del trattato architettonico del Serlio, propone l’avvio di nuove ricerche in merito alla questione, seguendo paradigmi ascrivibili a quella che lui stesso definisce come «archeologia della carta», prestando attenzione alla natura materiale della carta. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-140 Nepori (Francesca), I frati cappuccini tra letture e librarìe, Imola, La Mandragora, 2023, (Autografi, 17), pp. 180, ISBN 978-88-7586-722-5, € 15. A seguito di anni di indagini approfondite sulle biblioteche cappuccine, svoltesi in qualità di bibliotecaria per la Biblioteca Provinciale dei Cappuccini di Genova, l’a. offre un’ampia disamina finalizzata a proporre, oltre che una guida alle specificità delle librariae capuccinorum, un quadro dei vari aspetti legati al rapporto che l’Ordine ha avuto con l’ambito librario nel corso dei secoli, includendo anche rilevanti circostanze storiche come l’inchiesta della Congregazione dell’Indice dei libri proibiti. I cinque capitoli in cui è suddivisa l’opera corrispondono alle linee di ricerca considerate, includendo sia disamine di tipo storico sul primo secolo di esistenza dell’Ordine sia le varie fasi di evoluzioni normative incluse dai Cappuccini per la gestione del patrimonio librario e documentale, fino ad arrivare anche a considerazioni sullo stato dell’Ordine in epoca contemporanea. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-141 Nezzo (Marta), “Il fucile non è peso per le mie braccia”: il sodalizio De Marinis-Ojetti nella cultura italiana fra la Grande Guerra e il Ventennio, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. Maschietto, pp. 209-19. La corrispondenza conservata nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma tra Tammaro De Marinis e Ugo Ojetti, intercorsa dal 1912 fino al 1946, permette di comprendere il legame che venne a crearsi tra i due, che giunse a diventare una vera e propria condivisione di intenti, che mirava a cambiare il sistema delle arti in Italia per mezzo del contributo dei privati. – M.C.
067 | 068-142 Olocco (Riccardo), Il carattere Griffo di Officina Bodoni, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. Maschietto, pp. 247-57. Viene ricostruita la storia del carattere tipografico Griffo, utilizzato per comporre la prima edizione dei Cento amici del libro, l’Aminta del Tasso del 1939, stampata col torchio a mano dal Mardersteig, carattere che fu particolarmente apprezzato da Tammaro De Marinis. – M.C.
067 | 068-143 Oriani (Lucio), Per la biblioteca di Alfonso d’Aragona e Ippolita Maria Sforza, duchi di Calabria. Nuove ricerche, in Tammaro De Marinis e la cultura napoletana del primo Novecento, a cura di G. Petrella, pp. 147-61. Il lascito più importante di De Marinis studioso è certamente La Biblioteca napoletana dei Re d’Aragona, monumentale bibliografia pubblicata in 4 voll. dal 1947 al 1952 (più due voll. di supplemento del 1969). Questo contributo si concentra su una particolare sezione della collezione libraria aragonese, ovvero quella raccolta da Alfonso d’Aragona (1448-1495) e Ippolita Maria Sforza (1445-1488), duchi di Calabria, e compie alcune considerazioni sul metodo di lavoro di De Marinis. – P.S.
067 | 068-144 Pagano (Sergio), Libri d’archivio da identificare o da ritrovare nel Tortonese, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 72, 2021, pp. 247-52. Il Prefetto dell’Archivio Apostolico Vaticano riporta l’elenco dei libri antichi e spartiti musicali conservati in alcuni archivi ecclesiastici della Diocesi di Tortona e segnalati negli atti del censimento avviato nel 1942 dal cardinale Giovanni Mercati. – D.M.
067 | 068-145 Palermitano (Andrea), Luigi Rusca e la «propaganda intellettuale» al fronte della grande guerra, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 36, 2022, pp. 281-99. Durante la Grande Guerra cui partecipò come ufficiale di fanteria, Luigi Rusca si impegnò a diffondere il libro e la lettura tra i soldati italiani al fronte, essendo interessato da sempre alla questione della circolazione/fruizione culturale tra gli strati popolari. Testimoniano l’attività del Rusca alcuni articoli pubblicati sul «Bollettino delle biblioteche popolari» e la sua corrispondenza con Adolfo Orvieto, delegato speciale del Ministero dell’Istruzione per i libri ai soldati. – E.G.
067 | 068-146 Pallier (Denis), Pierre II Pautonnier (1579-163?), imprimeur du roi ès lettres grecques et libraire au Palais. Un itinéraire professionnel de Paris aux Pays-Bas, «Bulletin du bibliophile», 190/1, 2023, pp. 43-73. Nonostante gli insuccessi, quella del misconosciuto Pierre II Pautonnier, marito della nipote di Plantin, è una figura da cui si può capire molto riguardo alle strategie editoriali e commerciali tra Francia e Paesi Bassi tra ultimo Cinque e Seicento. – L.R.
067 | 068-147 Panzanelli Fratoni (Maria Alessandra), La princeps degli Statuti di Perugia (Cartolari, 1523-1528). Committenza pubblica, iniziativa privata e mecenatismo, in Con la penna e con il torchio, a cura di D. Martini – M. Francalanci, pp. 269-92. L’a. si addentra fra le pieghe della prima edizione degli Statuti di Perugia impressa da Girolamo Cartolari in quattro voll.: partendo dai paratesti e dall’interessante apparato silografico, ne valorizza il contesto di produzione e suggerisce linee di interpretazione. – E.Gam.
067 | 068-148 Pastena (Carlo), Alcune osservazioni su storia e uso di cuoio, pergamena, carta, «Biblioteche oggi», 40, 2022, pp. 35-43. L’a. dell’articolo offre un’ampia ed eclettica panoramica dell’evoluzione dei tre più celebri supporti scrittori, vagliando attentamente i loro usi e le tradizioni a loro collegati nell’antichità in varie aree geografiche, considerando sia l’area greco-romana che quella prettamente orientale e asiatica. Di particolare interesse la disquisizione finale sui risultati di ricerca riguardanti l’origine della carta. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-149 Pastena (Carlo), Sulla definizione dell’oggetto libro, «Biblioteche oggi», 41/2, 2023, pp. 45-57. Il contributo presenta un breve excursus storico sulle diverse forme che l’oggetto libro ha avuto nel mondo. Come illustra l’a., nel corso dei secoli e dei continenti quello che noi chiamiamo libro ha assunto conformazioni diverse rispetto a quelle occidentali, più note alle nostre latitudini. Inoltre, se si legge la definizione di libro nei dizionari, essa descrive unicamente la variante occidentale del codex. Pertanto, viene ribadita la necessità, soprattutto oggi nell’era della globalizzazione, di riformulare una nuova definizione che possa identificare e tenere conto di tutte le forme dell’oggetto libro. – L.Mo.
067 | 068-150 Pellegrino (Giorgio), La lettera, prefazione di Walter Muchetti, Brescia, Marco Serra Tarantola, 2022 (leRagnatele), pp. 99, ISBN 9788867773473, € 15. Il ritorno del mercato a Brescia nel giorno dei Santi Faustino e Giovita, dopo la sospensione durante la pandemia di Covid-19, permette sicuramente di godere ancora di più dell’incipit di questo romanzo: la misteriosa lettera cui allude il titolo, infatti, sarà reperita in un volume che il protagonista Eugenio – alter ego dell’autore – ha acquistato presso una bancarella di libri e stampe antichi, ritratta anche dall’acquerello in copertina firmato da Roberto Bertoli. Il reperimento di questo scritto innescherà una caccia agli indizi, che Eugenio condurrà con alcuni suoi amici (anch’essi adombranti affetti reali dello scrittore), al fine di scoprire la provenienza e la storia che cela questa reliquia del passato. In questo modo, seguendo un classico topos del genere romanzesco, Eugenio potrà raccontare al lettore un’avventurosa storia di ormai due secoli prima altrimenti dimenticata: l’amore impossibile tra due giovani bresciani, una nobile e un popolano al suo servizio, negli anni turbolenti del Risorgimento italiano. L’intreccio tra affetti familiari, amore, amicizia, dinamiche socioculturali e grandi eventi rendono la narrazione capace di attirare la curiosità del lettore; inoltre, la generosità dell’autore, che si diverte in più punti a inserire spiegazioni di luoghi, usi più o meno locali e pratiche dell’epoca, lungi dall’appesantire il dettato, arricchisce le pagine e di conseguenza l’esperienza del lettore. L’opera si presenta, quindi, come una lettura molto piacevole e divertente, che lascia trasparire il piacere stesso di chi, prima di scrivere, ha nutrito la propria ispirazione di libri e documenti storici. – S.C.
067 | 068-151 Peloso (Flavio), Il Proclama alle mondine e la carità sociale di Don Orione, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 73, 2022, pp. 87-102.
067 | 068-152 Petrella (Giancarlo), «Un modesto dilettante collabora col Principe dei Letterati». Tammaro De Marinis e Benedetto Croce, in Tammaro De Marinis e la cultura napoletana del primo Novecento, a cura di G. Petrella, pp. 15-31. Attraverso una minuziosa lettura e analisi dell’epistolario tra De Marinis e Benedetto Croce, ora conservato alla Fondazione Biblioteca Benedetto Croce di Napoli, vengono portati alla luce alcuni aspetti del rapporto tra l’antiquario e il filosofo, tutti – o quasi – con al centro la compravendita di libri che hanno negli anni formato la biblioteca crociana. – P.S.
067 | 068-153 Petrella (Giancarlo), Il filosofo e l’antiquario. Tra le pieghe del carteggio Benedetto Croce - Tammaro De Marinis, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. Maschietto, pp. 23-33. Tra il 1902 e il 1952 Benedetto Croce e Tammaro De Marinis intrattennero un fitto rapporto epistolare, di cui a oggi restano quasi 400 lettere, imperniato sulla comune passione per i libri antichi e le rarità bibliografiche. – M.C.
067 | 068-154 Piana (Giannino), Umanesimo per l’era digitale. Antropologia, etica, spiritualità, Novara, Interlinea, 2022, pp. 115, ISBN 978-88-6857-465-9, €12. L’ esistenza umana è stata ed è tutt’oggi soggetta a molteplici e rapidi mutamenti indotti dagli sviluppi della scienza e della tecnica. Interrogandosi sulla possibilità di un umanesimo digitale, l’autore ne propone un possibile quadro in veste contemporanea attraverso una scansione in tre approcci: quello antropologico, quello etico e quello spirituale. – Pietro Putignano
067 | 068-155 Pilotti (Ottavio), Le parole raccontano, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 73, 2022, II, pp. 45-58.
067 | 068-156 Pizzamiglio (Gilberto), Tammaro De Marinis e l’Enciclopedia Treccani, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. Maschietto, pp. 239-45. Il coinvolgimento di Tammaro De Marinis nella compilazione dell’Enciclopedia fu voluto da Giovanni Gentile ed è testimoniato da una corrispondenza composta da quasi quattrocento pezzi tra il 1925 e il 1938, in gran parte rivolta al capo-redattore Emilio Servadio. – M.C.
067 | 068-157 Pizzorusso (Giovanni), Propaganda Fide. I: La Congregazione pontificia e la giurisdizione sulle missioni, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2022 (Temi e testi, 209), pp. XXXIV+427, ISBN 978-88-9359-596-4, € 48. Con la bolla Inscrutabili Divinae del 1622 venne fondata, sotto l’egida di Papa Gregorio XV, la Congregatione de Propaganda Fide, l’istituzione pontificia che aveva il compito di dirigere e gestire l’attività missionaria ed evangelizzatrice nel mondo non cattolico. Un «amplissimo programma di espansione del cattolicesimo, concentrato in un’unica istituzione, [che] riguardava tutto il mondo mirando alla conversione di eretici, scismatici, infedeli, pagani e anche, allo stesso tempo, alla difesa e al consolidamento di quelle comunità cattoliche di recente conversione o di consistenza minoritaria all’interno di realtà non cattoliche, come ad esempio le Chiese di rito orientale sottoposte al papa nel mondo islamico» (p. X). Tra le numerose attività previste per il raggiungimento di tale scopo, un ruolo fondamentale venne giocato, in campo formativo e culturale, da due istituzioni satellite della Congregazione, ovvero la Tipografia poliglotta (fondata nel 1626), specializzata nella pubblicazione di traduzioni di testi sacri negli alfabeti del Vicino e Medio Oriente e di strumenti linguistici (dizionari, lessici, grammatiche) per la preparazione dei missionari inviati in quelle terre, e il Collegio Urbano, istituito nel 1627 per la formazione dei giovani seminaristi stranieri per diventare missionari dei loro popoli. Questo vol. si concentra però sulle circostanze giurisdizionali e istituzionali attorno alla nascita e all’attività della Congregazione. Sono qui raccolti e rielaborati diversi contributi dell’a. scritti nell’arco di circa 20 anni, molti editi e qualcuno inedito, divisi in questo vol. in quattro parti principali: L’officium pastorale universale del Papa e le missioni (pp. 3-83), Il meccanismo istituzionale di Propaganda (pp. 85-190), Missioni e missionari: il quadro giuridico (pp. 191-244), Propaganda e gli ordini religiosi (pp. 245-403). In chiusura di vol. indice dei nomi e dei luoghi. – P.S.
067 | 068-158 Polimeni (Giuseppe), «Ristorando la Tosca favella d’una sua parte». Notizia di Giovanni Stefano Montemerlo, lessicografo tortonese, e delle Phrasi toscane (1566), in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 72, 2021, pp. 117-36. Saggio che porta l’attenzione sul lessicografo Giovanni Stefano Montemerlo, con il Phrasi toscane autore di uno dei primi dizionari della lingua italiana. – D.M.
067 | 068-159 Pregnolato (Simone), Soffredi Del Grazia: la voce antica di Pistoia nella civiltà della traduzione medioevale, «Migrazioni linguistiche e trasmissioni culturali in Italia (secoli XIII-XV)», 3, 2021, pp. 95-107. Si tratta di una esauriente analisi lessicografica dell’Albertano Forteguerriano, traduzione in volgare dei Trattati morali di Albertano da Brescia a opera di Soffredi Del Grazia, notaio pistoiese attivo nel XIII secolo. Un volgarizzamento, quello del Soffredi, che si distingue per importanza dialettologica e lessicografica nel contesto del Duecento, offrendo anche una prospettiva unica sulla lingua e la cultura di Pistoia dell’epoca, “regina” nel contesto culturale della Toscana medievale. L’a. dell’analisi sottolinea l’urgenza e la necessità di una edizione critica dell’opera, per preservare l’autenticità e la purezza del suo substrato linguistico antico. – Ar.L.
067 | 068-160 Prevost-Marcilhacy (Pauline), Les collections Rothschild dans les institutions publiques françaises: perspectives de recherche, in De la sphère privée à la sphère publique. Les collections Rothschild, dir. de P. Prevost-Marcilhacy – L. de Fuccia – J. Trey, pp. 5-9. Il mecenatismo della famiglia Rothschild ha arricchito più di duecento musei e istituzioni culturali francesi con oggetti legati alla storia dell’arte, alla storia materiale e a quella visuale che risultano ancora in gran parte sconosciuti: la loro valorizzazione passa attraverso la catalogazione sistematica del patrimonio, la digitalizzazione, l’interesse accademico. – E.Gam.
067 | 068-161 Print and Power in Early Modern Europe (1500–1800), edited by Nina Lamal – Jamie Cumby – Helmer J. Helmers, Leiden-Boston, Brill, 2021 (Library of the Written World, 92; The Handpress World, 73), pp. 443, ill. col., ISBN 978-90-04-44888-9 (cartaceo) – 978-90-04-44889-6 (ebook), € 161,12. Il vol., disponibile anche gratuitamente in formato PDF sul sito dell’editore, si ripropone l’ambizioso compito di descrivere connessioni ed esiti dell’invenzione della stampa a caratteri mobili sugli equilibri e le strategie politico-governative in Europa dal secolo XVI fino al XIX. I 18 saggi sono suddivisi per aree tematiche: 1. Governing through Print, 2. Printing for Government, 3. Patronage and Prestige, 4. Power of Persuasion, 5. Religious Authority. È schedato sotto i singoli contributi. – Lucia Giustozzi
067 | 068-162 Procaccioli (Paolo), Dionigi Atanagi e le raccolte di lettere e rime, in Dietro le quinte: il lavoro redazionale nelle tipografie italiane del Rinascimento, a cura di S. Cassini, pp. 309-27. Il contributo si concentra sulla figura di Dionigi Atanagi (ca. 1504-1573), poligrafo originario di Cagli e curatore di diverse edizioni veneziane, in particolare di sillogi di lettere e rime, di cui l’a. fornisce in appendice un elenco. Lo studio della sua produzione e della sua carriera permettono di inquadrare l’attività dei poligrafi collaboratori di editori e tipografi a Venezia a metà Cinquecento. – Ar.L.
067 | 068-163 Rascaglia (Mariolina), Tammaro De Marinis e gli amici napoletani, in Tammaro De Marinis e la cultura napoletana del primo Novecento, a cura di G. Petrella, pp. 53-86. Nonostante avesse abbandonato la città natìa a soli 22 anni, Tammaro De Marinis mantenne con Napoli costanti relazioni. Oltre alla fitta corrispondenza con Benedetto Croce (nativo di Pescasseroli ma napoletano di adozione), il libraio conservò relazioni con altri illustri personaggi partenopei come Bartolomeo Capasso (1815-1900), Salvatore Di Giacomo (1860-1934), Fausto Nicolini (1879-1965), Carlo De Frede (1922-2008) e Riccardo Ricciardi (1879-1973). – P.S.
067 | 068-164 Raviolo (Cesare), A come ALFA. Storia non a lieto fine di una grande impresa tortonese, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 73, 2022, II, pp. 207-61.
067 | 068-165 Reimann (Caren), Ferdinando de’ Medici and the Typographia Medicea, in Print and Power in Early Modern Europe (1500–1800), edited by N. Lamal – J. Cumby – H. J. Helmers, pp. 220-38. L’a. ripercorre da vicino la storia della Typographia Medicea – fondata nel 1584, al momento della chiusura nel 1614 il suo catalogo contava solo 25 edizioni – mostrando come la stampa di raffinate edizioni in lingue orientali contribuisse in modo strategico al consolidamento del prestigio personale e dell’influenza politica del fondatore, il cardinale – poi Granduca di Toscana – Ferdinando de’ Medici. Attraverso un’attenta analisi degli scambi epistolari tra Giovanni Battista Raimondi, dotto orientalista a capo della stamperia, e svariati collaboratori di Ferdinando de’ Medici, Reimann smentisce l’ipotesi invalsa tra gli studiosi che i dissesti finanziari della Typographia Medicea sarebbero dipesi dallo scarso interessamento del Granduca Ferdinando. Al contrario, secondo Reimann, «Ferdinando, although indirectly through agents and intermediaries, kept a very close eye on Raimondi’s activities». L’a. non manca di indagare i tentativi del Raimondi di immettere la tipografia in una rete di scambi commerciali su scala internazionale, evidenziando come, anche in questo caso, il Granduca mise a disposizione «his trading connections [...] via merchants and agents that were attached/affiliated with his household». – Lucia Giustozzi
067 | 068-166 Rescia (Cinzia), La riscoperta di un bibliotecario: Tommaso De Ocheda, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 72, 2021, pp. 77-82. Percorso dedicato a Tommaso da Ocheda, personaggio storico a cui è dedicata la Biblioteca di Tortona. – D.M.
067 | 068-167 Rhodes (Dennis E.), Tammaro De Marinis: i miei ricordi, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. Maschietto, pp. 15-7. Il noto studioso e bibliotecario della British Library offre ai lettori il ricordo degli incontri avuti con Tammaro De Marinis, non solo nelle sale della prestigiosa biblioteca londinese, ma anche in Italia ospite nelle sue dimore, con sempre sullo sfondo la passione per i libri antichi e per le illustrazioni xilografiche, che li accumunava. – M.C.
067 | 068-168 Rial Costas (Benito), A Few Notes on Paper Sizes and Formats in the First Books Printed in Spain, in La carta e il Mediterraneo: produzione, commercio, comunicazione, a cura di L. Faggioni – M. Mussolin, pp. 117-30. L’a. offre un contributo incisivo circa la stretta correlazione che intercorre tra la materialità dei formati cartacei, la storia della stampa e quella del libro. In particolare, caso di studio è la vicenda dell’uso e della lavorazione della carta nella pubblicazione dei primi libri a stampa pubblicati nella prima officina tipografica fondata in Spagna, da parte di Johannes Parix a Segovia. Le ricerche condotte in merito hanno rivelato come i formati di carta utilizzati all’interno della ristretta cerchia di incunaboli considerati fossero strettamente legati a importanti considerazioni circa le scelte tipografiche adottate. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-169 Riffaud (Alain), De nouvelles éditions de Molière, «Bulletin du bibliophile», 190/1, 2023, pp. 129-42. Breve, ma puntuale rassegna, relativa a tre nuove edizioni secentesche di opere di Molière, sfuggite a precedenti lavori bibliografici dedicati al grande drammaturgo francese e che in alcuni casi emergono dal collezionismo privato. – L.R.
067 | 068-170 Rouget (François), Aspects de la diffusion éditoriale de l’Histoire et des Muses de la Nouvelle France de Marc Lescarbot, «Bulletin du bibliophile», 190/1, 2023, pp. 75-102. L’a. pubblica e discute nuovi documenti intorno alla ben nota figura di Marc Lescarbot (1570-1641). In particolare, si sofferma sulla più importante delle sue opere, l’Histoire de la Nouvelle France, pubblicata con i poemi Les Muses de la Nouvelle France. È fornito un censimento degli esemplari superstiti delle prime tre edizioni parigine (1609, 1611-1612, 1617-1618). – L.R.
067 | 068-171 Rozzo (Lelia), Una ricognizione sui fondi della biblioteca del Seminario di Tortona: dal fondo dei Gesuiti di Castelnuovo Scrivia al fondo Scabini, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 72, 2021, pp. 219-32. L’a., figlia del compianto Ugo e attualmente Responsabile Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Tortona, espone i risultati della ricognizione dei fondi librari che hanno integrato la Biblioteca del Seminario di Tortona, tra cui spiccano il fondo dei Gesuiti di Castelnuovo Scrivia, del Seminario di Stazzano (chiuso negli anni Settanta) e quello del Capitolo della Cattedrale di Tortona (trasferito nel 2000). Tra le acquisizioni di fondi più recente, la biblioteca di don Pino Scabini e degli ultimi due vescovi Martini Canessa e Vittorio Viola. – D.M.
067 | 068-172 Ruellet (Aurélien), Un gnomoniste amateur et ses livres au début du règne de Louis XIV. La bibliothèque de Charles du Tertre à la lumière de son catalogue domestique, «Bulletin du bibliophile», 190/1, 2023, pp. 103-26. Il saggio si sofferma analiticamente sulla biblioteca privata del giurista, originario di Le Mans, Charles du Tertre, a partire dall’inventario, datato 1661 e tradito da una vacchetta conservata presso gli Archives départimentales de la Sarthe. – L.R.
067 | 068-173 Sabba (Fiammetta), I carteggi quali strumenti d’indagine per la storia delle biblioteche, «Epistolographia», 1, 2023, pp. 83-93. Senza ignorarne limiti e rischi, il contributo illustra le potenzialità e l’ampiezza di risultati derivanti dall’applicazione di fonti documentarie quali i carteggi allo studio delle discipline bibliotecarie. Anche pensando a future prospettive di digitalizzazione, l’a. si focalizza sulle raccolte librarie e sulle biblioteche formatesi anteriormente al XIX secolo, prima, cioè, che mutassero i modelli culturali interpretativi. Indagando in particolare XVII e XVIII secolo (epoche in cui i carteggi rappresentano una tra le fonti più preziose per la storia delle biblioteche; p. 84), si sottolineano anche le connessioni tra questa pratica di scambio erudito e quella, così cara all’a., del Grand tour, in particolare settecentesco, canonizzazione dell’esperienza «di spostamento alla scoperta dei paesaggi e dei patrimoni culturali di paesi e territori diversi dal proprio» (p. 88). Nel contributo l’a. naturalmente evidenzia anche il fondamentale apporto delle sperimentazioni nelle/delle accademie erudite. – E.G.
067 | 068-174 Sabba (Fiammetta), Il “Library Tour” (1948) di Shiyali Ramamrita Ranganathan: la costruzione dell’io bibliotecario indiano attraverso un ‘tour of the West’, «Bibliothecae.it», 12/1, 2023, pp. 11-43. L’a. presenta in maniera estremamente analitica la testimonianza di viaggio più consistente trasmessa da Ranganathan, relativa a un soggiorno del 1948 in Europa e in America. – L.R.
067 | 068-175 Sabbatini (Renzo), La cultura del far carta a mano, un viaggio nella storia, in La carta e il Mediterraneo: produzione, commercio, comunicazione, a cura di L. Faggioni – M. Mussolin, pp. 29-47. Un’ampia e dettagliata disamina della storia della carta e delle dinamiche che ne hanno favorito la sua evoluzione, nonché le implicazioni da una prospettiva sociale e culturale, sono al centro di questo contributo. Sabbatini, già a. in passato di una monografia dedicata alla manifattura della carta in età moderna, offre anche un’interessante riflessione sulla cultura cartaria italiana proponendo stralci delle memorie scritte da Carlo Magnani di Pescia, celebre centro di produzione, per portare infine all’attenzione la percezione di questa sfera tipografica dal punto di vista di autori ed eruditi. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-176 Sachet (Paolo), The Rise of the Stampatore Camerale: Printers and Power in Early Sixteenth-Century Rome, in Print and Power in Early Modern Europe (1500–1800), edited by N. Lamal – J. Cumby – H. J. Helmers, pp. 181-201. Il contributo studia le dinamiche storico-politiche sottese al rapporto tra potere e stampa presso la Curia romana, fornendo in particolare una nuova lettura del processo di formalizzazione della carica di stampatore camerale. – S.C.
067 | 068-177 Saldanha (Gustavo), Ranganathan between philosophical and epistemological dilemmas: around the problem of Library Science “scientificity” in the 1930s, «Bibliothecae.it», 12/1, 2023, pp. 123-53. Il contributo evidenzia alcune interpretazioni di una certa ermeneutica brasiliana sull’opera di Ranganathan. – L.R.
067 | 068-178 Salvestrini (Francesco), Traduzioni in volgare e stampe degli statuti cittadini nella Toscana medievale e moderna, in Con la penna e con il torchio, a cura di D. Martini – M. Francalanci, pp. 1-33. L’analisi degli statuti stampati ad Arezzo e Pistoia, delle Reformationes di Siena, degli statuti di Lucca, Massa e Carrara e dei loro spesso elaborati frontespizi evidenzia come la pubblicazione tipografica fosse dettata da logiche politico-ideologiche più che pragmatico-normative. – E.Gam.
067 | 068-179 Salwa (Piotr), Sulle orme di Ortensio Lando e altri studi, Roma, Accademia Polacca, 2022 (Conferenze, 146), pp. 302, ISBN 9788366847309, s.i.p. L’a. è un apprezzato studioso della letteratura italiana, per sette anni direttore dell’Accademia Polacca delle Scienze di Roma, già professore di scienze umanistiche presso il dipartimento di Italianistica nell’Università di Varsavia e poi della facoltà Artes Liberales. Proprio nella collana dell’Accademia Polacca di Roma vede la luce questa raccolta di suoi contributi, apparsi nell’arco all’incirca degli ultimi quarant’anni in varie sedi e in lingue diverse. Nell’occasione sono stati tutti rivisti, non solo dal lato bibliografico, e tradotti in italiano. Si tratta di ventuno saggi riguardanti la letteratura italiana dal XIV al XVI secolo, spesso in rapporto col mondo culturale polacco. In particolare si segnalano i saggi Ortensio Lando e la versione francese dei suoi Paradossi (pp. 95-105), Le tre fortune del Decameron nella Francia del Cinquecento (pp. 197-215) per le tematiche strettamente legate alla fortuna editoriale dei testi a stampa. – M.C.
067 | 068-180 Santi (Francesco), Anonimato e pseudoepigrafia nei secoli XII-XIV, in Le vie del falso. Storia, letteratura, arte, a cura di A. Comboni – S. La Barbera, pp. 143-61.
067 | 068-181 Sardo (Lucia), Ranganathan e le associazioni professionali internazionali, «Bibliothecae.it», 12/1, 2023, pp. 110-22. L’a. analizza il coinvolgimento di Ranganathan nelle associazioni professionali internazionali, in particolare l’IFLA e la FID (Fédération Internationale d’Information et de Documentation). Nel primo caso, si considerano soprattutto le riflessioni sul ruolo dell’associazione e sul suo posizionamento rispetto ai paesi “non occidentali”. Nel secondo, invece, si mostra la partecipazione alla creazione del FID/CA, il comitato sulla teoria della classificazione. – L.R.
067 | 068-182 Sardo (Lucia) – Fiammetta Sabba, I fondi personali e le biblioteche accademiche. Il caso dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Roma, Bulzoni, 2022 (Biblioteconomia Scienza dell’ Informazione Archivistica, 2), pp. XIV+154, ill. b/n, ISBN 978-88-6897-283-7, € 18. Il vol. presenta una riflessione sul concetto di fondo personale in riferimento alla realtà delle biblioteche accademiche, con una parte introduttiva di carattere generale sul concetto di fondo personale, seguita da una parte sulle potenzialità dei fondi nell’attuazione delle mission dell’Università, con un focus sulla Terza Missione. La seconda parte presenta i risultati di un progetto di ricerca promosso dal Dipartimento di Beni Culturali dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna rispetto alla gestione dei fondi personali, con particolare riferimento alla gestione catalografica. Completano il vol. alcune appendici dedicate alla presentazione di documenti ritenuti rilevanti per lo studio effettuato, nonché di materiali e dati che aiutano a inquadrare meglio le realtà presentate in corso d’opera. – D.M.
067 | 068-183 Satija (Mohinder Partap), A living library: Padma Shri S.R. Ranganathan (1892-1972), the Sole Architect of Indian Library Movement, «Bibliothecae.it», 12/1, 2023, pp. 279-89. Ripercorrendo le vicende biografiche di Ranganathan, se ne evidenzia il decisivo contributo al rinnovamento delle biblioteche indiane. – L.R.
067 | 068-184 Saviotti (Pierfilippo), Remigio Nannini nell’officina dei Giolito: il caso di un esemplare postillato della collezione Rosenthal (ora a Yale), in Dietro le quinte: il lavoro redazionale nelle tipografie italiane del Rinascimento, a cura di S. Cassini, pp. 329-49. L’a. studia una copia postillata dell’edizione Venezia, Nicolò Bascarini per Michele Tramezzino, 10 gennaio 1545 delle Antichità romane di Dionigi di Alicarnasso, già collezione Bernard Rosenthal e oggi presso la Beinecke Library della Yale University, ricostruendo così il lavoro del domenicano fiorentino Remigio Nannini (1518-1580) su questo esemplare, di cui si dimostra l’uso in tipografia, nell’allestimento di due raccolte di orazioni militari e in materia civile e criminale (Venezia, Gabriele Giolito de’ Ferrari, 1557 e, sempre per i tipi di Giolito, 1561). – Ar.L.
067 | 068-185 Scapecchi (Piero), Tammaro De Marinis, studioso di incunabolistica italiana, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. Maschietto, pp. 89-95. L’a. pone l’attenzione sugli anni iniziali di Tammaro De Marinis nel campo dell’incunabolistica, ossia in particolare tra il 1896 e il 1903, anni in cui lavorò anche nella libreria di Leo Samuel Olschki. - M.C.
067 | 068-186 Scapecchi (Piero), Tammaro napoletano: gli incunaboli e i suoi studi, in Tammaro De Marinis e la cultura napoletana del primo Novecento, a cura di G. Petrella, pp. 117-23. Tra le molteplici attività svolte da De Marinis nella sua vita, trovò spazio anche lo studio di alcune edizioni incunabole. In questo contributo, l’a. compie alcune riflessioni a partire dall’analisi delle postille manoscritte del libraio napoletano sulla sua copia della Tipografia Napoletana, oggi conservata presso la Fondazione Cini di Venezia. – P.S
067 | 068-187 Schettino (Monica), Tipografi, librai, editoria a Vercelli nel Novecento, in L’editoria del Novecento in Piemonte, a cura di G. Ioli, pp. 173-89. A partire da alcune riflessioni di Giuseppe Deabate circa le due importanti figure di editori vercellesi, Jacopo Suigo e Pietro Cara, l’a. offre un interessante contributo circa le iniziative editoriali locali, sottolineandone la rilevanza a partire da alcuni comuni denominatori, tra cui lo stretto contatto con le committenze cittadine e una certa artigianalità legata all’attività economico-industriale. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-188 Schreur (Philip Evan), Homo Deus. Techno-Humanism vs Dataism and the Place of Information in Society, Florence, Casalini Libri, 2023 (Magisterial Lessons in Library Science, 16), pp. 51, ISBN 978-88-7656-102-3, € 10. Il 7 marzo 2023 Philip E. Schreur, Deputy University Librarian presso l’Università di Stanford, ha tenuto su invito del Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo dell’Università degli Studi di Firenze una lectio magistralis dal titolo Homo Deus. Tecno-Umanesimo vs Dataismo e il ruolo dell’informazione nella società. L’agile vol., pubblicato nella collana “Letture Magistrali in Biblioteconomia” a cura di Mauro Guerrini, propone il testo in lingua originale e in traduzione italiana della lezione. Schreur prende le mosse dal film di fantascienza Forbidden Planet per introdurre le ipotesi di Yuval Harari sul «destino potenzialmente disastroso» che attende l’Homo sapiens, evolutosi in Homo Deus grazie al Tecno-Umanesimo. L’alternativa a tale scenario apocalittico consiste, secondo Harari, nel Dataismo, una «nuova religione» che «ha un solo e unico comandamento: privilegiare il diritto dell’informazione di circolare liberamente». Schreur tenta di prevederne conseguenze e applicazioni nel contesto della biblioteca; la seconda parte dell’intervento è appunto dedicata a esempi pratici di strategie di accesso, collegamento e scoperta dei dati attuate nelle Stanford University Libraries. Scopo dell’autore è dimostrare che il «flusso incondizionato di dati e le reti intersoggettive di significato costruite su di esso, ci aiuteranno a raggiungere le stelle». – Lucia Giustozzi
067 | 068-189 Scritti in memoria di Ugo Rozzo, 2 voll., «Iulia Dertona. Bollettino della Società Storica Pro Iulia Dertona», s. II, 72-73, 2021-2022. La Fondazione Pro Iulia Dertona offre al pubblico un doppio volume miscellaneo per commemorare la recente scomparsa di Ugo Rozzo (aprile 2020), già docente dei corsi “Storia delle biblioteche” e poi “Storia del libro e della stampa” presso l’Università di Udine, sottratto anzitempo ai propri familiari e al mondo accademico e culturale dopo aver contratto il virus Covid-19. I contributi incentrati sulla figura di Rozzo o su temi a lui cari sono oggetto di spoglio, per la restante parte (soprattutto i saggi contenuti nel vol. II) sono riportate soltanto le segnalazioni. – D.M.
067 | 068-190 «Senza fatica e senza occhiali». La nascita della stampa negli incunaboli della Biblioteca Negroni. Catalogo della mostra, a cura di Alessandra Panzanelli – Valentina Sonzini, Milano, Educatt, 2023 (Quaderni del Laboratorio di Editoria, 35), pp. 64, ill. col., ISBN 979-12-5535-107-8, € 10. Il presente catalogo porta all’attenzione l’iniziativa della mostra bibliografica tenutasi nel maggio 2023 alla Biblioteca Civica Carlo Negroni di Novara, per cui sono state selezionate le più interessanti e peculiari edizioni di incunaboli ivi conservate, all’interno di un percorso di valorizzazioni delle collezioni storiche novaresi. Le cinque sezioni previste per l’esposizione si rispecchiano nei cinque capitoli del catalogo, e intendono ripercorrere, grazie a un ricco apparato illustrativo, alcune delle più significative tappe della storia tipografica quattrocentesca. Il catalogo si conclude con un’appendice dedicata alle future possibilità per lo studio degli incunaboli, rese possibili dai supporti offerti dalle digital humanities. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-191 Serafini (Luigi), Codex Seraphinianus. 40th Anniversary Edition, New York, Rizzoli, 2021 Þ rec. Didier Barrière, «Bulletin du bibliophile», 190/1, 2023, pp. 182-4.
067 | 068-192 Sesti (Emanuela), L’avventura artistica di Tammaro De Marinis alla Fratelli Alinari, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. Maschietto, pp. 221-37. Nel 1920 Tammaro De Marinis entrò come socio e membro del Consiglio di amministrazione della I.D.E.A. Istituto di Edizioni Artistiche, il nuovo assetto assunto dalla ditta Fratelli Alinari, collaborando ai progetti editoriali – sia pur a fasi alterne – e rimanendo all’interno della società fino alla morte. – M.C.
067 | 068-193 Signorello (Lucrezia), Ars artificialiter scribendi. Le edizioni quattrocentesche dell’Archivio Generale Agostiniano, «Analecta Augustana», 85, 2022, pp. 213-222. Breve contributo che dà conto di 6 esemplari quattrocenteschi a stampa (e di due cinquecentine) conservati presso l’Archivio Generale degli agostiniani. Naturalmente particolare attenzione è prestata ai dati di esemplare, confluiti anche in MEI. Tra questi si segnalano una nota di acquisto fine quattrocentesca e un elenco di edizioni conservate presumibilmente nell’antico convento di san Giacomo a Bologna. – F.F.
067 | 068-194 Signorello (Lucrezia), Miseria e nobiltà di due bibliotecari del Settecento italiano: Tommaso Cerani e Carlo Carlini tra professione e erudizione, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 36, 2022, pp. 89-139. La corrispondenza tra Carlo Carlini (1730-1789), custode della Regia Biblioteca di Brera, e l’agostiniano Tommaso Verani (1729-1803), archivista e bibliotecario in diversi cenobi della Congregazione osservante di Lombardia, permette di gettare luce sulle vicende umane e professionali di entrambi i bibliotecari, che sperimentarono – tra collezionismo internazionale, acquisizione di biblioteche private e spoliazione dei patrimoni librari degli ordini religiosi – il grande movimento dei libri di fine Settecento. Il carteggio consente anche di valutare le riflessioni metodologiche gemmate dal quotidiano lavoro in biblioteca e dal confronto sulla catalogazione e organizzazione delle collezioni librarie. Si presentano pure due esempi significativi e inediti dei loro scritti. – E.G.
067 | 068-195 Simone (Sara), Tammaro De Marinis e la Biblioteca Apostolica Vaticana, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. Maschietto, pp. 169-79. Sono ripercorsi i rapporti di studio durati per oltre sessant’anni, e in particolare il dono da parte del bibliofilo e libraio napoletano del cosiddetto fondo De Marinis, costituito da 22 mss. e 222 libri a stampa, effettuato a partire dal 1953 fino al 1969. – M.C.
067 | 068-196 Siragusa (Danilo), I pontefici e l’emiro. Giuseppe Vella e le false lettere papali del IX secolo, in Le vie del falso. Storia, letteratura, arte, a cura di A. Comboni – S. La Barbera, pp. 121-42.
067 | 068-197 Solimine (Giovanni), L’uovo o la gallina: il declino delle biblioteche italiane, «La Bibliofilía», 124/2, 2022, pp. 379-88. Il contributo analizza, dati alla mano, la situazione critica delle biblioteche in Italia al di là dei motivi legati alla pandemia di Covid-19, mostrando situazioni che nascono in anni precedenti. – S.C.
067 | 068-198 Sordet (Yann), Histoire du livre et de l’édition. Production & circulation, formes & mutations, Postface de Robert Darnton, Paris, Albin Michel, 2021 Þ rec. François Moureau, «Bulletin du bibliophile», 190/1, 2023, pp. 173-4.
067 | 068-199 Stramesi (Ernesto), Guazzora, 4 dicembre 1904: il contestato ingresso di un parroco, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 73, 2022, pp. 75-86.
067 | 068-200 Tallone (Enrico), I caratteri: le forme del pensiero, in L’editoria del Novecento in Piemonte, a cura di G. Ioli, pp. 225-27. Il figlio del celebre tipografo Alberto Tallone ripercorre le imprese editoriali del padre, ricordando la missione della storica casa editrice, le finalità dell’impresa e le specificità tecniche che resero il carattere Tallone uno dei più distintivi e riconoscibili, in un armonioso equilibrio tra tradizione aldina e un’ispirazione più moderna. Interessante anche la breve rassegna storica circa le ultime pubblicazioni curate dalla casa editrice. – Maddalena Baschirotto
067 | 068-201 Tammaro De Marinis e la cultura napoletana del primo Novecento. Atti del Convegno Napoli, 30 settembre 2021, a cura di Giancarlo Petrella, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2022 (Fondazione Biblioteca Benedetto Croce. Documenti, fonti e studi critici, 4), pp. 210, ill. col., ISBN 978-88-498-7497-6, € 16. Tammaro De Marinis (1878-1969) è stato una figura di grande rilievo nel mondo del libro italiano (ma non solo) del Novecento, vista la sua pluridecennale esperienza come antiquario, collezionista, bibliografo, storico del libro e della legatura. Nonostante un importante convegno organizzato dalla Fondazione Cini di Venezia nel 2019 (di cui sono disponibili gli atti: «Multa renascentur». Tammaro De Marinis studioso, bibliofilo, antiquario, collezionista, a cura di Ilenia Maschietto, Venezia, Marsilio, 2023 Þ «AB» 067 | 068-138) abbia contribuito a fare luce sulla sua attività, il nome di De Marinis fatica ancora a uscire dalle aule accademiche. Questo vol. (che raccoglie gli atti dell’omonimo convegno tenuto a Napoli presso la Fondazione Benedetto Croce il 30 settembre 2021) pone al centro il rapporto di De Marinis con la cultura e gli intellettuali napoletani. Chiudono il vol. un’appendice fotografica e l’indice dei nomi. Si schedano i singoli contributi – P.S.
067 | 068-202 Tanselle (G. Thomas), Bibliography Week in New York, 23-28 January 2023, «Bulletin du bibliophile», 190/1, 2023, pp. 165-6. Cronaca del tradizionale evento che si svolge a New York e vede protagonisti importanti sodalizi come il Grolier Club o la Antiquarian Booksellers Association of America. – L.R.
067 | 068-203 Tedesco (Alessandro), Gli Statuti di Brescia di Tommaso Ferrando: nuova indagine sulla stampa e la ricezione della prima edizione del corpus statutario bresciano, in Con la penna e con il torchio, a cura di D. Martini – M. Francalanci, pp. 135-57. Sulle fasi di realizzazione dell’edizione bresciana del 1473, uscita in circa otto mesi in sei parti vendibili separatamente, inelegante, ma autorevole, e comunque più sfortunata che nelle previsioni dell’editore. Si evidenziano, fra le 24 copie superstiti, pratiche d’uso distinte, con esemplari “di conservazione”, spesso miniati, ed esemplari di lettura, fittamente postillati. Precede, a rimarcare la complessità del genere, un excursus sulla storia degli statuti bresciani nel Basso Medioevo, oggetto di tante riforme quanti i cambi di dominante. – E.Gam.
067 | 068-204 Tissoni Benvenuti (Antonia), Tipologie del falso in epoca umanistica, in Le vie del falso. Storia, letteratura, arte, a cura di A. Comboni – S. La Barbera, pp. 181-98.
067 | 068-205 Toniolo (Federica), Tammaro De Marinis e la miniatura: una ricerca in filigrana tra mercato e bibliofilia, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, a cura di I. Maschietto, pp. 51-65. Pur non essendo stato un particolare appassionato della miniatura libraria, Tammaro De Marinis possedeva una piccola collezione privata e durante la sua pluridecennale attività commerciale si occupò di opere importanti del settore. – M.C.
067 | 068-206 Toscano (Gennaro), Per La Biblioteca napoletana dei re d’Aragona: Tammaro De Marinis e i conservatori della Bibliothèque nationale, in «Multa renascentur». Tammaro De Marinis, pp. 35-49. Tammaro De Marinis ebbe con gli amministratori e i conservatori della Bibliothèque Nationale di Parigi rapporti non solo professionali, ma anche di reale amicizia, che si rivelarono fondamentali per la preparazione della sua monumentale opera, La Biblioteca napoletana dei re d’Aragona. – M.C.
067 | 068-207 Toscano (Gennaro), Tammaro De Marinis e Julien Cain, amministratore della Bibliothéque Nationale di Parigi. Storia di un’amicizia, in Tammaro De Marinis e la cultura napoletana del primo Novecento, a cura di G. Petrella, pp. 125-45. Il saggio analizza il rapporto (professionale e amicale) intercorso tra De Marinis e Julien Cain (1887-1974), amministratore della Bibliothéque National de France, nata e maturata durante i viaggi parigini del libraio napoletano negli anni in cui lavorò alla sua opera più rilevante, ovvero La Biblioteca napoletana dei re d’Aragona, edizione in sei volumi pubblicati tra il 1947 e il 1969, che videro De Marinis impegnato per buona parte della sua vita. In appendice la trascrizione di dieci lettere di De Marinis a Cain ora conservate alla BNF. – P.S.
067 | 068-208 Tra Adda e Mincio. Bergamo e Brescia, l’Occidente della Serenissima. Palazzolo sull’Oglio, Villa Lanfranchi, 6 maggio-28 maggio 2023, a cura di Stefano Cassini, Roccafranca (BS), La Compagnia della stampa Massetti Rodella, 2023, pp. 100, ill. col., ISBN 978-88-8486-925-8, s.i.p. L’agile volumetto è il catalogo della mostra bibliografica, recentemente organizzata a Villa Lanfranchi di Palazzolo sull’Oglio grazie alla collaborazione fra l’Università Cattolica e il Comune. La mostra, cogliendo l’occasione della nomina di Bergamo e Brescia Capitale della Cultura 2023, ha esposto alcune chicche tratte dall’ampia raccolta del bibliofilo palazzolese Giacinto Ubaldo Lanfranchi: gli statuti di Bergamo, Brescia e di altre città del Bresciano (sezione A), alcune opere di storia locale (fra cui un’edizione settecentesca della Sacra istoria di Bergamo di Mario Mozzi, che tra le altre cose parla del martirio di sant’Alessandro a Bergamo nel 303) nella sezione B, quelli che vengono chiamati «monumenti su carta», vale a dire i libri illustranti alcuni monumenti di questo lembo della Serenissima (sezione C), una serie di edizioni che testimoniano la ricca produzione letteraria delle varie accademie del territorio (degli Occulti e degli Erranti di Brescia, dei Laboriosi di Bergamo, sezione D), e alcuni volumi di letteratura più popolare e dialettale (fra cui l’edizione del 1566 delle Satire alla carlona di Andrea da Bergamo, nom de plume del senese Pietro Nelli) nella sezione E. L’ultima sezione raccoglie mappe del territorio e un mappamondo ligneo commissionato nel 1843 da un sacerdote bergamasco. – L.Ma.
067 | 068-209 Trombetta (Vincenzo), Tammaro De Marinis e la «collection extraordinaire» del Duca Cassano Serra, in Tammaro De Marinis e la cultura napoletana del primo Novecento, a cura di G. Petrella, pp. 87-115. Negli ultimi anni della sua vita, De Marinis si occupò dello studio della raccolta libraria di uno dei più noti bibliofili napoletani a cavallo tra Sette e Ottocento, ovvero Luigi Serra duca di Cassano (1747-1825), confluita poi nella collezione di lord John Spencer e, successivamente, in quella del facoltoso imprenditore di Manchester John Rylands. Attraverso l’analisi del carteggio e di inediti documenti d’archivio, il contributo prova ricostruire una storia, quella della costituzione di questa importante raccolta libraria, per certi versi ancora sconosciuta. – P.S.
067 | 068-210 Valle (Luciano), Ugo Rozzo tra percorsi di vita e di cultura, in Scritti in memoria di Ugo Rozzo, «Iulia Dertona», s. II, 73, 2022, pp. 7-18. Ricordo personale sulla figura umana e intellettuale Ugo Rozzo da parte dell’a., già docente di Etica/Deontologia presso il Dipartimento Scienze del Farmaco dell’Università di Pavia. – D.M.
067 | 068-211 Vaussy (Henri), Épreuves des caractères de Henry Vaussy. A Specimen of printing types, Paris, Fontegrâce, 2023 Þ rec. Rémi Jimenes, «Bulletin du bibliophile», 190/1, 2023, pp. 178-9.
067 | 068-212 Ventura (Marco), Il fuoruscito. Storia di Formiggini, l’editore suicida contro le leggi razziali di Mussolini, Milano, Piemme, 2023, pp. 302, ISBN 978-88-566-8945-7, € 19,50. Angelo Fortunato Formiggini, editore modenese vissuto fra il 1878 e il 1938, era diverso da tutti gli altri: un intellettuale vulcanico, estroverso, contrario. A detta dei suoi amici: «Uno degli uomini meno noiosi del suo tempo». Ma Formiggini non era solo questo: era anche un ebreo, e la sua vicenda, come scrive Aldo Cazzullo nella prefazione, permette di «comprendere quale tragedia sia stato il fascismo». L’editore, infatti, dopo censimento razzista del 22 agosto 1938, vedendosi privare delle sue libertà umane e professionali, decise di gettarsi dalla Ghirlandina, il campanile del Duomo di Modena, al grido «Italia! Italia! Italia!». Si uccise per protesta, da patriota e da italiano prima ancora che da ebreo. Il libro di Ventura, giornalista e scrittore, ha raccontato la sua storia, a volte scrivendo in prima persona, secondo il punto di vista di Formiggini, a volte concentrandosi sulla descrizione esterna del contesto storico. Mettendosi a metà fra il ricercatore e il romanziere, l’a. dipinge un affresco dell’uomo e del suo tempo e porta il lettore attraverso un emozionante percorso di scoperta. Il libro, data l’importanza che riveste nel tema, è stato presentato alla giornata di studi Il contributo del mondo ebraico allo sviluppo dell’editoria italiana. Dall’Unità alle leggi razziali, organizzata dal CRELEB, in collaborazione con CDEC, e tenutasi il 23 maggio presso il Memoriale della Shoah di Milano. – Ambrogio Sanelli
067 | 068-213 Verardi (Andrea Antonio), Letters of Gregory the Great, Paul the Deacon, and Carolingian debate, «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 36, 2022, pp. 7-38. Il testimone più antico della tradizione delle lettere di Gregorio Magno è un ms. che contiene una raccolta di cinquantaquattro lettere. Si indaga come e perché questa raccolta da un lato testimoni il nuovo ruolo di auctoritas attribuito a Gregorio Magno nel dibattito ecclesiologico e teologico carolingio, dall’altro come la silloge potrebbe rappresentare una testimonianza significativa del tentativo di controllarne diffusione e correttezza testuale. – E.G.
067 | 068-214 Vie (Le) del falso. Storia, letteratura, arte, a cura di Andrea Comboni – Sandro La Barbera, Bologna, il Mulino, 2023 (Percorsi. Storia / Critica letteraria), pp. 400+XVI di tavole, ill. col., ISBN 978-88-15-38378-5, € 36. Il vol. raccoglie gli atti dell’omonimo convegno tenutosi presso l’Università di Trento dal 26 al 28 maggio 2022, più altri testi aggiuntisi in seguito. I contributi raccolti indagano il tema del falso nelle sue molteplici manifestazioni letterarie, artistiche e storiche dall’antichità all’età contemporanea, fornendo al lettore una casistica ricca e di respiro multidisciplinare. Dopo i ringraziamenti (pp. 7-10), la Premessa di Andrea Comboni (pp. 11-4) e lo scritto introduttivo Le vie del falso: partenza e viatico di Sandro La Barbera (pp. 15-28), il falso nell’antichità è affrontato nell’ambito delle profezie greche con Elena Franchi (Il falso e l’impossibile. Storie di corvi imbiancati di gesso, pp. 29-38) e in quello dell’epigrafia con Lorenzo Calvelli (Epigraphic Forgeries: A Critical Approach, pp. 55-75), mentre sul versante letterario si leggono lo studio sull’Hercules Oetaeus di Seneca di Lucia Degiovanni (Aemulatio vs Imitatio: On the Misattribution of the Hercules Oetaeus to Seneca, pp. 39-53) e quello sui casi di false attribuzioni di opere a donne di Federico Condello (False voci di donne, antiche e nuove, pp. 77-102), che sconfina anche in epoche successive. L’attenzione sulla falsificazione di documenti è centrale nel caso di Giuseppe Vella, falsificatore di materiale relativo alla Sicilia sotto la dominazione musulmana, studiato da Danilo Siragusa (I pontefici e l’emiro. Giuseppe Vella e le false lettere papali del IX secolo, pp. 121-42) e in quello di una falsa lettera di Lorenzo il Magnifico proposto da Giovanni Ciappelli (Un falso laurenziano: forme e motivi di una contraffazione, pp. 199-217). Più ampia è la prospettiva, invece, di Francesco Santi (Anonimato e pseudoepigrafia nei secoli XII-XIV, pp. 143-61) e Antonia Tissoni Benvenuti (Tipologie del falso in epoca umanistica, pp. 181-98), che forniscono una panoramica delle epoche rispettivamente medioevale (con la sua produzione latina) e umanistica. La categoria del falso in relazione a testi di età medioevale e moderna si ritrova negli interventi di Giuseppe La Bua sull’uso della figura di Catilina (Dal «vero» al «falso» Catilina: retorica e politica negli pseudepigrapha ciceroniani, pp. 103-20), di Walter Stephens sul caso di Annio da Viterbo (Naming, Un-naming, and Renaming in the Forgeries of Annius of Viterbo, pp. 163-79), di Camilla Russo su un falso sonetto cinquecentesco attribuito a Barbara Torelli riconducibile all’abilità di Girolamo Baruffaldi nel primo Settecento (Nel laboratorio del falsario: analisi e commento di un sonetto pseudocinquecentesco, pp. 219-38) e, infine, di Anthony Grafton sui Centuriatori di Magdeburgo (Forgery, Criticism and Anachronism: The Magdeburg Centuriators and their Critics, pp. 239-64). Riguardo l’Otto e il Novecento, dal punto di vista della storia della letteratura, Sandra Covino esamina la comparsa di contraffazioni, falsi, rifacimenti e interpolazioni testuali nel XX secolo, legata alla costruzione dell’identità nazionale italiana e alla questione della lingua (Falsificazioni testuali nell’Ottocento italiano (e nel contesto europeo), tra «questione della lingua» e costruzione della nazione, pp. 265-88), Massimiliano De Villa studia contenuto e storia dell’opera antigiudaica del tedesco August Rohling Der Talmudjude del 1871 («Con tutti gli artifici della menzogna e dell’inganno»: L’ebreo talmudista di August Rohling, pp. 289-316), Luca Crescenzi usa le Conversazioni con Kafka di Gustav Janouch (1951 e 1968), oggi ritenute frutto di invenzione, per riflettere sull’applicazione dell’etichetta “vero/falso” a opere basate «su una fonte orale nota a un unico testimone» (Le Conversazioni con Kafka di Gustav Janouch. Vero e falso nella testimonianza dialogica, pp. 317-30); per la storia dell’arte, invece, Gianni Mazzoni e Federica Rovati scrivono rispettivamente sul falsario senese Icilio Federico Joni (Riflessione su falsi e falsari. Il caso senese: Icilio Federico Joni (1866-1946), pp. 331-40) e sui casi di retrodatazione operate da artisti novecenteschi (Fra memoria e invenzione. Alcuni casi di retrodatazione, pp. 341-59). Infine, una riflessione teorica di Maggie Nolan analizza identità e falsità nella personalità autoriale contemporanea (Hoaxes, Imposture and the Fabrication of Literary Selves, pp. 361-74). Chiudono il vol. un indice dei nomi (pp. 377-95) e Autrici e autori (pp. 397-400). Legati a questa iniziativa si segnalano anche l’Archivio dei Falsi Letterari Italiani (ArFLI) e la futura rivista «FALSVM.com». Si spogliano alcuni contributi attinenti alle tematiche trattate in questa sede. – S.C.
067 | 068-215 Weston (Paul Gabriele), «He chose a very unfortunate medium for his useful communications»: gli interventi di Thomas Watts su «Mechanics’ Magazine», «Nuovi Annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», 36, 2022, pp. 141-229. Nel contesto delle pubblicazioni pensate per diffondere la useful knowledge, The Mechanics’ magazine (testata a basso costo destinata alle classi meno abbienti) fu una di quelle in cui articoli di argomento tecnico si alternavano a contributi di varia umanità. Thomas Watts, tra i più validi collaboratori di Panizzi, vi pubblicò numerosi interventi, alcuni dei quali dedicati alla biblioteca del British Museum. L’a. documenta come – dopo la pubblicazione del rapporto del Select Committee del 1836 – Watts propose un confronto tra i dati relativi alla Bibliothèque du Roi e quelli del British Museum, visto che non erano state tradotte le risposte al questionario inviato alle biblioteche europee allegate al rapporto. – E.G.
067 | 068-216 Zaffiro (Martina), Dai social media al social reading: il ruolo strategico dei book influencer nella comunicazione editoriale e nella diffusione della lettura, «SE-Sistema editoria. Rivista Internazionale di studi sulla contemporaneità», 1/1, 2023, pp. 139-60. Il fenomeno dei book influencer è analizzato in questo contributo, che riconosce la centralità del lettore all’interno della filiera editoriale. Dunque, il rapporto che si instaura tra utente social e creatore di contenuti, insieme a tutte le strategie di marketing impiegate in questo schema, diventa un modo per stimolare la lettura, promuovere l’acquisto e fidelizzare i lettori a una casa editrice. – Ludovica Montalti
ABEI 1
AIB 8
Archivistica 3, 20, 51, 62, 90, 110, 144
Audiolibro 61, 87
Biblioteca scolastica 92
Biblioteconomia 22, 23, 56, 57, 114, 127, 174, 177, 181, 183, 197, 215
Cappuccini 140
Cartografia 125
Collezioni Rothschild 2, 64, 65, 68, 78, 95, 111, 112, 160
Collezionismo e antiquariato 10, 12, 17, 43, 54, 64, 65, 78, 99, 101, 104, 113, 121, 122, 129, 130, 131, 132, 202, 209
Commercio librario 73
Dante Alighieri 124
Tammaro De Marinis 12, 17, 43, 54, 66, 99, 119, 121, 122, 123, 129, 130, 131, 132, 138, 141, 142, 143, 152, 153, 156, 163, 167, 185, 186, 192, 195, 201, 205, 206, 207, 209
Diritto d’autore 11
Editoria del ’400 H, 26, 31, 41, 42, 46, 48, 85, 88, 89, 185, 190, 193, 203
Editoria del ’500 16, 24, 27, 30, 31, 37, 38, 52, 63, 76, 83, 84, 95, 108, 116, 137, 147, 158, 162, 165, 179, 184
Editoria del ’600 9, 72, 76, 109, 146, 169, 170
Editoria del ’700 D, 89, 113
Editoria del ’900 28, 29, 58, 79, 80, 86, 96, 107, 145, 156, 187, 200, 212
Editoria contemporanea B, 40, 45, 69, 74, 81, 82, 87, 191, 216
Editoria e potere politico 161, 176
Esposizioni culturali 106
Falsi 32, 44, 50, 53, 98, 180, 196, 204, 214
Illustrazione e grafica libraria A, 16, 21, 75, 112, 118, 142, 211
Intelligenza artificiale e mondo digitale K, 4, 154, 188
Lavoro redazionale 38, 46, 52, 63, 71, 83, 89, 162, 184
Libri d’ore G, 102
Ludovico Castelvetro 15
Manoscritti 25, 93, 103, 148, 159, 160, 205, 213
Memorialistica 33, 34
Open access 35
Pandemie 55, 81
Propaganda Fide 157
Pseudonimi 5, 180
Scritture femminili J
Simonino da Trento H
Statuti a stampa C, 24, 31, 37, 39, 49, 76, 84, 128, 135, 137, 147, 178, 203
Storia delle biblioteche E, F, I, 14, 26, 47, 143, 166, 171, 172, 173, 182, 193, 194, 197, 206, 207
Storia del libro 149, 198, 208
Storia della carta 6, 36, 60, 70, 77, 117, 139, 168, 175
Storia della legatura 66, 94, 123
Storia della lettura 140
Tortona 7, 13, 18, 19, 59, 67, 72, 100, 105, 120, 126, 133, 134, 136, 144, 151, 155, 164, 171, 199
Ugo Rozzo 91, 97, 189, 210
Viaggi in Italia 115
Cronache
Mostra
Scartafacce. Le mani, i volti, le voci della letteratura italiana del ’900 nelle collezioni del Centro Manoscritti dell’Università di Pavia (Pavia, Palazzo del Broletto, 10-29 ottobre 2023).
Un appuntamento imperdibile è stata la mostra Scartafacce. Le mani, i volti, le voci della letteratura italiana del ’900 nelle collezioni del Centro Manoscritti dell’Università di Pavia (Pavia, Palazzo del Broletto, 10-29 ottobre 2023) a cura di Giovanni Battista Boccardo, Federico Francucci, Federico Milone, Giorgio Panizza e Nicoletta Trotta, realizzata in occasione del cinquantesimo anniversario della fondazione del Fondo manoscritti di autori moderni e contemporanei (riconosciuto legalmente nel 1973), istituito da Maria Corti (1915-2002), studiosa, filologa, linguista e docente presso l’Università di Pavia. Il fondo conserva manoscritti, bozze di stampa, stesure provvisorie, lettere, disegni e diari appartenuti ai più grandi nomi della letteratura italiana del Novecento. Evidente hommage a Maria Corti è l’esposizione nella prima stanza della corrispondenza da lei avuta con alcuni protagonisti del panorama letterario italiano; ciò è testimonianza della sua grande passione nei confronti della scrittura. Significativa è la scelta della disposizione dei documenti nelle tre sale successive, atta a conferire il giusto spessore a ogni singolo documento, grazie alla sapiente “regia” che valorizza anche i più piccoli particolari che di solito finiscono per essere trascurati, anche se la calligrafia a volte può essere non facilmente decifrabile. La suddivisione nelle sei qualità “calviniane” della scrittura dà il giusto spazio alla comprensione della complessità del lavoro cui uno scrittore è sottoposto. In questo senso, la categoria «Esattezza» illustra cancellature e correzioni realizzate in fase redazionale, così come l’attenzione di Umberto Eco per l’esattezza lessicale e il tratto preciso della scrittura di Giuseppe Ungaretti; segue «Visibilità», in cui si propongono schizzi e disegni intesi come elaborazione di un’idea o come ricordo di un fatto presente. Originale è l’accostamento immagini-parole di Fortini (disegni di penne stilografiche affiancate alla scritta “argomenti”), così come suggestivi sono i disegni dei paesaggi evocati da Montale nelle sue poesie, e anche il suo tentativo di realizzare un merlo con la lettera “w” della macchina da scrivere. «Leggerezza» pone l’attenzione sui curiosi supporti scrittori utilizzati dagli autori, certamente diversi da quelli convenzionali, e appartenenti al quotidiano. Essi testimoniano il modo di vivere degli autori, che si fanno protagonisti di un virtuoso riciclaggio. Curiose sono le annotazioni di Meneghello sul retro dei pacchetti di sigarette, così come la stesura di due poesie di Saba su un manoscritto settecentesco. «Rapidità» pone l’attenzione sull’energia creativa degli autori, da cui si scatena una stesura rapida di pensieri o brevi poesie. Gli scritti risultano essere silenziosi, in quanto privi di correzioni. Essi rappresentano il forte coinvolgimento interiore dell’autore il quale ha sentito la necessità di scrivere di getto un’idea. «Coerenza» riflette sull’aspetto editoriale dell’opera (indici, elenchi, abbozzi di mappe). Sicché, questa categoria permette di meglio comprendere la struttura della forma scritta. Da ultimo, «Molteplicità» ha lo scopo di stupire il visitatore. Di fatto, un’opera letteraria non è mai fissa, ma è sempre in evoluzione, talvolta anche dopo la pubblicazione. Ogni opera presenta diverse stesure, come il caso di Pinocchio di Collodi, che in una prima bozza prevedeva un finale completamente diverso da quello definitivo. Oltre a fonti scritte, sono esposti anche documenti fotografici realizzati da Carla Celati. Si tratta di scatti fatti agli stessi autori, protagonisti degli scritti esposti. In questo senso, «Scartafacce» assume totale realizzazione: scritti e volti permettono di far sopravvivere la memoria dei protagonisti della letteratura italiana. Concludendo, manoscritti, dattiloscritti, appunti, disegni, abbozzi rappresentano il lessico proprio della fase redazionale del lavoro di scrittori e poeti, in quanto essi mettono in risalto la cura nei confronti della terminologia usata. In altre parole, questi scartafacci (così definiti in maniera sprezzante da Benedetto Croce nel 1947) permettono di far vivere a lungo l’autore, oltre la sua morte, attraverso parole e pensiero. «Al di là degli eventi che passano, le carte durano – ciascuna con la sua minuscola storia – e vivono in quella che Borges chiama la nostra «quarta dimensione, la memoria», e quando anche noi ce ne andremo, «le carte resteranno lì e non sapranno mai che non ci siamo più». Così Maria Corti scriveva nel suo libro Ombre dal fondo (1997). Implicitamente, la mostra invita anche a riflettere sul rapporto tra cultura cartacea e cultura digitale. Infatti, gli scartafacci sono una testimonianza che rischia di scomparire a causa della cultura digitale, che consente cancellatura e riscrittura ma non la possibilità di testimoniare il passaggio redazionale precedente. Questo, sia da un punto di vista filologico sia da un punto di vista umano, è uno svantaggio, perché porta verso una scrittura “fredda” e lontana rispetto alla mente che pensa e alla mano che scrive. – Marco Barberis
In memoriam
Hommage à Frédéric Barbier
Le 28 mai 2023 est décédé Frédéric Barbier, laissant orpheline toute une génération d’historiens et d’historiennes du livre qu’il aura marquée de son inventivité, de sa capacité d’entraînement et de renouvellement, de son enthousiasme communicatif. Lui-même se présentait volontiers comme un héritier, celui d’Henri-Jean Martin, le père de «l’histoire du livre à la française» dont il suivit les cours à l’École des chartes à partir de 1972. Sous la houlette de ce maître à forte personnalité, Barbier fit sienne l’idée d’une histoire du livre ambitieuse, largement déployée dans l’espace et le temps et inscrite dans une réflexion plus générale sur les transformations médiatiques. Sa thèse d’École des Chartes, préparée en 1976 sous la direction d’H.-J. Martin et François Furet, Nouvelles recherches sur l’imprimerie strasbourgeoise (1676-1830), est en large partie consacrée à l’imprimerie Berger-Levrault, la plus importante imprimerie de Strasbourg, dont il exploite les archives privées. Dans le choix de ce sujet, on retrouve l’idée que, dans l’histoire de l’édition, la périodisation historique habituelle et le tournant révolutionnaire comptent moins qu’une autre révolution du livre, celle de l’industrialisation des années 1830; on trouve aussi un certain tropisme pour les pays de langue allemande et de culture protestante, lié à des attaches familiales anciennes. À sa sortie de l’École des chartes, Frédéric Barbier est nommé conservateur de la bibliothèque municipale classée de Valenciennes. À la tête de cette institution aux collections exceptionnelles, installée dans un ancien collège jésuite, mais assoupie et dépourvue de moyens, il impulse une politique active d’expositions dont les thématiques annoncent des axes forts de ses recherches futures, comme le livre dans l’histoire urbaine, l’imprimé et les voyages ou les débuts du livre imprimé, en même temps qu’il fait aménager une réserve pour les livres rares et entame la rédaction du Catalogue des incunables de la région Nord-Pas-de-Calais: ainsi Frédéric Barbier fait-il partie de ces rares historiens du livre capable de décrire un incunable autant que de saisir les transitions de l’âge industriel. En 1982, il rejoint le Centre national de la recherche scientifique (CNRS) en tant qu’attaché de recherche; il devient chargé de recherche en 1985 puis directeur de recherche en 1992. C’est à l’Institut d’histoire moderne et contemporaine que Frédéric Barbier donne toute la mesure de son talent de chercheur. Il y développe de nombreux chantiers, dont trois se signalent particulièrement. Le premier, dans le sillage de ses premiers travaux, est l’histoire socio-économique des mondes du livre. Sa thèse d’État, soutenue en 1987 et publiée en 1995 sous le titre L’empire du livre: le livre imprimé et la construction de l’Allemagne contemporaine (1815-1914), contient les clés d’analyse que Frédéric Barbier a constamment mobilisées, l’histoire économique, celle des techniques et de l’innovation – jusqu’à comparer, dans L’Europe de Gutenberg (2006), les imprimeurs du xve siècle et les start-ups d’aujourd’hui – mais aussi le processus de construction des nations par le livre, thème récurrent dans la suite de ses recherches. Le second axe est celui d’une histoire urbaine du livre, marquée par la grande exposition de la Bibliothèque historique de la Ville de Paris sur Paris, capitale des livres du Moyen Âge au XXe siècle (2007). Frédéric Barbier aimait «penser par carte», jouer avec les échelles, avec une attention particulière aux transferts culturels Est-Ouest (2005), un terrain de recherche qu’il partageait avec Michel Espagne et Istvan Monok. Au milieu des années 2000, ses recherches se sont davantage portées vers l’histoire des bibliothèques, dans une perspective très européenne. Frédéric Barbier a construit la notion de «bibliothèque centrale» qui permet de penser dans la longue durée les transformations des bibliothèques liées au cœur de l’État, des collections des résidences princières aux institutions incarnant au xixe siècle la «construction des identités collectives» (2005). Il a ainsi impulsé et conduit à terme plusieurs chantiers importants, sur la bibliothéconomie des Lumières (2013), l’archéologie des catalogues, «de l’argile au nuage» (2015), les décors et les bâtiments (2016 et 2019) entendus comme observatoires complexes des circulations culturelles et des constructions identitaires. Chercheur passionné, Frédéric Barbier avait aussi le goût de l’enseignement. Il a assuré pendant plusieurs années le cours de bibliographie à l’École des chartes, en complément du cours d’histoire du livre assuré par Henri-Jean Martin. En 1993, il a pris sa suite sur la chaire d’Histoire et civilisation du livre de l’EPHE, maintenant presque religieusement l’horaire initial de la conférence, le lundi à 16h, à défaut de pouvoir en conserver la salle dans l’escalier E de la Sorbonne. Bon orateur, soucieux de transmission, drôle et volontiers caustique, il remplissait facilement ses conférences d’ étudiants, de conservateurs et d’anciens typographes, de collègues chercheurs et enseignants-chercheurs de tous pays invités à présenter leurs travaux. Si les livres étaient dématérialisés dans son enseignement, Frédéric Barbier entretenait l’exigence d’un contact avec les objets, les lieux et les institutions et organisait tous les ans une «séance foraine» au cours de laquelle il menait son auditoire vers une bibliothèque provinciale, à Auxerre, Amiens, Chantilly, Lyon ou Troyes. Ce souci de transmission s’est aussi manifesté dans les nombreuses directions de thèse et dans la publication de plusieurs manuels publiés chez Armand Colin, plusieurs fois réédités et traduits dans de nombreuses langues: Histoire des médias, de Diderot à Internet avec Catherine Bertho-Lavenir (1ère éd. 1996), mais surtout Histoire du livre (1ère éd. 2000) et Histoire des bibliothèques (1ère éd. 2013) qui ont longtemps constitué les seuls instruments de travail commodes en français sur ces thématiques. Frédéric Barbier était un historien du livre européen, et un historien européen du livre. Voyageur infatigable, organisateur de manifestations scientifiques importantes stratégiquement situées le long de toutes les voies de chemin de fer menant vers l’Europe centrale, à Strasbourg, à Francfort-sur-le Main, Leipzig, Prague ou Budapest, villes dont il connaissait aussi bien les gares que les bibliothèques, les incunables et les livres rares. Il était très fier de ses titres de docteur honoris causa des universités hongroises de Szeged et de Eger, de son blog d’histoire du livre nourri pendant dix ans de plusieurs centaines de billets, et surtout de la revue qu’il avait fondée en 2005 et dirigée jusqu’en 2014, Histoire et civilisation du livre, dont l’intitulé montre son attachement à l’héritage de Martin et à la chaire de l’EPHE, et qui s’est rapidement imposée comme une des principales revues du champ. Il était revenu ces dernières années à des objets plus circonscrits, presque intimes, ceux qu’il avait mis dans la réserve de Valenciennes au début de sa carrière : le Voyage pittoresque de la Grèce de Choiseul-Gouffier dans Le rêve grec de monsieur de Choiseul (2010), la Nef des fous de Sébastien Brant à laquelle il a dédiée un livre (2018) et les Tischreden de Luther, qui le décrivaient à la manière du bibliothécaire d’Arcimboldo: l’amour des voyages, le sens de l’autodérision, le goût de la convivialité. Au moment de son décès, des suites d’une longue maladie qui s’était récemment aggravée, nous étions en train de préparer, avec Jean-Dominique Mellot, conservateur général à la BnF, les mélanges de ses amis, collègues et élèves en son hommage. Il a pu prendre connaissance de la table des matières avant de mourir, ce qui est une petite consolation dans l’immense sentiment de perte que tous les historiens du livre ont ressenti à l’annonce de sa disparition. – Emmanuelle Chapron
Taccuino
a cura di E.G e R.V.
Pop-Up Show. Mostra di libri tridimensionali dall’800 ai giorni nostri
mostra
fino al 3 settembre
Cesena, Biblioteca Malatestiana
Un percorso nella storia del libro tridimensionale, oggi noto come “pop-up”, che partendo dalle prime produzioni della seconda metà dell’800 giunge fino alle pubblicazioni contemporanee. Nella mostra “Pop-up Show” si può ammirare l’evoluzione di pieghe e volumi con cui abili ingegneri della carta hanno saputo stupire e meravigliare il lettore, creando magiche costruzioni tridimensionali che catturano l’attenzione di grandi e piccoli. I 167 pop-up esposti mettono in evidenza le evoluzioni tecniche ed estetiche che hanno scandito le principali tappe di questa affascinante storia, con un percorso nel tempo in compagnia degli autori più innovativi e le opere più significative.
Archivi ecclesiastici e realtà accademiche. Relazioni antiche, nuovi tesori
convegno (iscrizione obbligatoria)
11-12 settembre
Bologna, Dipartimento di Storia, Culture e Civiltà - Aula Prodi; Convento di san Domenico - Sala della Traslazione
Tra archivi ecclesiastici (custodi di fonti importanti per la ricerca storica) e mondo accademico (lo studio di docenti e ricercatori ha spesso consentito la valorizzazione di quelle fonti) si è instaurata nel tempo una relazione vitale, ma non priva di ostacoli. Il convegno intende quindi sollecitare la ripresa di una coscienza collettiva da parte delle diverse comunità ecclesiali (diocesi, enti religiosi, parrocchie) ma anche dell’intera società civile riguardo al potenziale valore delle carte conservate negli archivi ecclesiastici, dimostrando quanto possa essere essenziale, in tal senso, il dialogo appunto con la ricerca e il mondo accademico. Informazioni e modalità di iscrizione (obbligatoria) disponibili dal sito dell’Associazione Archivistica Ecclesiastica.
Dai libri alla pittura. Viaggio tra le fonti iconografiche di Luca Giordano a Palazzo Medici Riccardi
mostra
Firenze, Biblioteca Riccardiana
fino al 15 settembre
Il percorso espositivo – che intende affiancare e integrare la mostra Luca Giordano. Maestro barocco a Firenze prevista nello stesso periodo a Palazzo Medici Riccardi – è composto da libri, manoscritti e disegni della biblioteca, e racconta come le fonti iconografiche di alcuni miti raffigurati dal Giordano si possano individuare proprio nelle immagini contenute nei materiali esposti. Informazioni su orari di apertura e accessibilità sono disponibili dal sito della biblioteca.
Luigi Vanvitelli architetto dei Borbone in mostra alla Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III
mostra
fino al 15 settembre
Napoli, Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III
La Biblioteca partecipa alle celebrazioni dei 250 anni dalla morte di Luigi Vanvitelli (1700-1773) offrendo al pubblico una mostra di autografi, disegni e molti progetti originali facenti parte delle Carte Vanvitelli conservate nella Sezione Manoscritti. La raccolta – un fondo composto da circa 500 carte tra relazioni, lettere, minute, disegni tecnici, appunti vari di lavoro e di spese – fa emergere la complessa personalità dell’architetto nonché la sua instancabile attività di ingegnere, scenografo e disegnatore, introducendo così i visitatori nell’atmosfera della Napoli del Settecento, quando cioè, salito al trono Carlo III di Borbone (1716-1788), la città si preparava a diventare davvero una grande e cosmopolita capitale europea. Informazioni su orari di apertura e accessibilità sono disponibili dal sito della biblioteca.
Riviste. La cultura in Italia nel primo ’900
mostra
fino al 17 settembre
Firenze, Galleria degli Uffizi
Organizzata in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, la mostra è dedicata alle riviste culturali italiane del primo quarto del ’900 che raccontano il pensiero filosofico, i movimenti artistici, le correnti letterarie, ma anche la storia politico-sociale di un Paese in fermento. Oltre 250 i pezzi in mostra (edizioni originali delle riviste, libri, lettere, caricature) che, assieme a una selezione di dipinti, disegni e sculture del tempo, ripercorrono un periodo di intreccio intenso fra i vari gruppi intellettuali mediante le testimonianze editoriali e artistiche delle raccolte dei due istituti fiorentini, cui si aggiungono importanti prestiti esterni. Informazioni e accessibilità dal sito appositamente dedicato.
Intelligenze marginali. Glosse come luoghi della creatività e della differenza
convegno (in presenza, ad accesso libero)
Bologna, Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica - Sala Manfredi, Via Zamboni 31
21-23 settembre
Glosse e annotazioni marginali costituiscono un mondo complesso, specifico delle culture che hanno nel manoscritto un elemento decisivo di comunicazione intellettuale. Il convegno, pensato nell’ambito delle tante iniziative legate al rinnovato interesse per le scritture marginali, si propone di valorizzare e indagare le glosse che documentano un’esigenza creativa, innovativa o alternativa rispetto al testo che accompagnano. Programma e relatori sono disponibili al link appositamente dedicato.
Imprimere l’evento. La stampa come massmedium tra Italia e Germania (origini-1515)
convegno
25-26 settembre
Trento, Fondazione Bruno Kessler - Aula grande
Tema del convegno è il rapporto tra eventi dell’attualità e stampa, in particolare dal suo esordio fino al 1515 circa. La conferenza esplorerà quindi il modo in cui i materiali stampati, nella loro grande varietà di forme e contenuti (non di rado illustrati) funzionavano come mezzi di comunicazione. In parallelo gli interventi illustreranno come e perché questi materiali hanno plasmato il modo in cui l’attualità veniva percepita e interpretata, se le hanno dato significato – oppure se lo hanno distorto – come hanno orientato il corso degli eventi, e infine cercheranno di spiegare in che modo il “mercato delle notizie” abbia finito per modificare la stampa stessa. Locandina e programma sono disponibili sul sito della Fondazione Kessler.
Le Digital Humanities dalla scuola al lavoro
giornata di studio (9,30-13; 14,30-18,30 - iscrizione obbligatoria)
27 settembre
Bologna, Biblioteca Universitaria - Aula magna
In collaborazione con la Biblioteca Universitaria di Bologna e l’Associazione per l’Informatica umanistica e la Cultura digitale, la giornata intende proporre un momento di riflessione per mettere a confronto diversi punti di vista sulle Digital Humanities – una realtà consolidata ma dai confini ancora labili – in tema di ricerca e formazione (scolastica così come universitaria) ma anche di lavoro. Varie le voci che animeranno la discussione: dalla lectio magistralis introduttiva di Luciano Violante, alla presentazione delle attività del BolDH.Unibo in seno al Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica, fino agli interventi dei rappresentanti di Istruzione, Cultura, Università e mondo del lavoro, le realtà non solo istituzionali maggiormente coinvolte in questo percorso. Previa iscrizione (obbligatoria), l’evento è fruibile anche da remoto via Teams. Informazioni su programma e modalità di iscrizione sono disponibili dal sito del DH.ARC - Digital Humanities Adcanced Research Centre.
Luigi Vanvitelli: splendore ed innovazione nel Regno di Napoli
mostra
fino al 27 settembre
Napoli, Biblioteca Universitaria
La Biblioteca partecipa alle celebrazioni dei 250 anni dalla morte di Luigi Vanvitelli (1700-1773) esponendo documenti ed autografi del Vanvitelli posseduti dall’Archivio storico Fondazione Banco di Napoli. Informazioni su orari di apertura e accessibilità sono disponibili dal sito della biblioteca.
Che tipi a Bergamo e Brescia! I più antichi libri a stampa testimoni di una rivoluzione
mostra
Bergamo, Biblioteca Angelo Mai
fino al 7 ottobre
In questo 2023 di Bergamo-Brescia Capitale italiana della cultura, la mostra propone un duplice itinerario nel mondo dei libri alle origini della stampa a caratteri mobili, offrendo infatti al visitatore rari e preziosi incunaboli della Biblioteca Angelo Mai di Bergamo e della Biblioteca Queriniana di Brescia. Curata da Maria Giuseppina Ceresoli, Marcello Eynard, Roberta Frigeni ed Eleonora Gamba, oltre a raccontare e valorizzare i patrimoni librari delle due biblioteche, l’esposizione dà conto pure della coeva circolazione libraria nel territorio bergamasco, legata a doppio filo con l’attività dell’erudito agostiniano Giacomo Filippo Foresti (1434-1520). Lungo il percorso espositivo il visitatore potrà toccare con mano anche le tecniche di produzione materiale del libro antico, fino a comprendere, in una sorta di traiettoria ideale, cosa abbia significato leggere, scrivere e fare cultura attraverso il nuovo e rivoluzionario medium tipografico. Informazioni sull’accessibilità e utili spiegazioni propedeutiche alla visita (corredate anche da immagini) sono disponibili dal ricco sito appositamente progettato dai curatori.
Dal Monviso al Moncenisio. Cartografia a stampa dal XVI al XVIII secolo
mostra
Torino, Biblioteca Nazionale Universitaria
fino all’8 ottobre
Partendo dai materiali cartografici posseduti dalla biblioteca, la mostra intende proporre un itinerario storico-geografico rappresentativo delle Alpi Cozie che conduca anche ad una scoperta del territorio. Per l’occasione sarà esposto anche il globo terrestre in oro, argento e metalli realizzato nel 1570 dal milanese Giovan Francesco Pellizzoni (detto il Basso) per il duca Emanuele Filiberto di Savoia. A corredo dell’evento, sono previste due visite guidate in Val Chisone e in Val Pellice. Maggiori informazioni, anche su orari e accessibilità, sono disponibili dal sito della biblioteca.
I libri di Don Ferrante nella Biblioteca Ambrosiana
mostra
fino al 10 ottobre
Milano, Pinacoteca Ambrosiana
Nell’anno manzoniano, l’esposizione cerca di ricostruire, per quanto possibile con il materiale presente in Ambrosiana, la “raccolta di libri considerabile, poco meno di trecento volumi” appartenente a Don Ferrante, che Alessandro Manzoni descrive nei Promessi Sposi. La mostra, allestita nelle vetrine delle Sale 2 e 3 della Pinacoteca, si compone di sette sezioni, che spaziano dall’astrologia alla filosofia con Alchabizio e Aristotele, alla storia e politica con Machiavelli, fino ad arrivare alla scienza cavalleresca.
V Biennale Oggetto Libro
mostra
11-30 ottobre
Milano, ADI Design Museum
La mostra internazionale vede la partecipazione di 140 autori provenienti da 20 diverse nazioni di 3 continenti. L'esposizione propone 170 opere tra libri d'artista, di design e ibridi. OGGETTO LIBRO è l’occasione per riflettere su due mondi apparentemente lontani, quello del design e quello dell’arte, che trovano nella creatività la propria ragion d’essere. I libri d'Artista rappresentano un esempio sorprendente di come un libro possa assumere le forme più inaspettate. Realizzati con tutti i materiali e le tecniche possibili, queste opere si configurano come veri e propri artefatti in forma di oggetto o di scultura. I libri di Design proposti sono i portavoce della varietà presente nel mondo del design. Accanto al libro che rappresenta uno status di eleganza e pregio, realizzato con tecnologia e cura raffinata, in mostra sono esposte opere il cui contenuto impone forme originali, rendendo il libro testimone della creatività (e innovazione) di una determinata cultura. Tra le due categorie, per cercare di fare ordine nel multiforme mondo del libro d’artista, la Biennale prevede una sezione di libri “Ibridi”, che coniugano gli elementi distintivi dei libri d'artista e di design. Realizzati grazie all’utilizzo di qualsiasi tecnica di stampa, dalla calcografia tradizionale fino alle sperimentazioni più attuali, come la stampa risografica o l'uso della realtà aumentata, hanno una storia lunga e gloriosa.
La ricostruzione della biblioteca di Francesco Maria II Della Rovere. Studi e ricerche, riordino e stato dei fondi
convegno
12-13 ottobre
Ravenna, Dipartimento di Beni Culturali - Sala conferenze
Curato da Fiammetta Sabba, il convegno presenta i risultati del progetto di ricostruzione della libraria di Francesco Maria II Della Rovere, oggi conservata presso la Biblioteca Universitaria Alessandrina di Roma, di cui costituisce il nucleo fondante. Gli interventi espongono i contenuti bibliografici di ciascuna scansia libraria (sulla base dei singoli volumi pubblicati dal progetto), approfondiscono lo stato/riordino dei fondi librari nonché la loro valorizzazione (attraverso attività espositive, didattiche, di restauro, ricerca e digitalizzazione), e infine presentano altri progetti, vicini per storia o per metodologia storico-ricostruttiva. Il programma e la locandina del convegno sono disponibili sul sito del Dipartimento.
La storia dell’arte. Da lettura scolastica a disciplina istituzionale
mostra
Firenze, Biblioteca Marucelliana
fino al 13 ottobre
La mostra propone un percorso bibliografico centrato sui fondi della biblioteca, che ripercorre – lungo l’arco cronologico che va dall’Unità alla Riforma Gentile – la difficile affermazione nelle scuole della storia dell’arte. Il tormentato processo che l’esposizione documenta si concluderà solo nel secondo dopoguerra, quando i concetti di “tutela” e di “bene culturale” saranno finalmente equiparati ad atti responsabili di cittadinanza e coscienza del patrimonio nazionale. Informazioni su orari di apertura e accessibilità sono disponibili dal sito della biblioteca.
Dall’Egitto alla via Aemilia. I papiri bolognesi raccontano…
mostra bibliografica
Bologna, Biblioteca Universitaria
fino al 14 ottobre
La collezione di papiri della biblioteca – la più grande tra quelle possedute da alcune istituzioni cittadine – venne acquisita nel 1930 e ancora oggi offre una preziosa combinazione di papiri letterari, semi-letterari e documentari risalenti all’epoca tolemaica, romana e bizantina. Nel corso degli ultimi tre anni accademici, grazie anche a un progetto finanziato dalla Fondazione Carisbo, i papiri bolognesi sono stati al centro di una intensa attività di restauro, ricerca e studio, che questa mostra in parte anticipa. I risultati finali delle ricerche, invece, confluiranno in un volume di edizioni che comprenderà anche i papiri rimasti finora inediti: in quell’occasione le immagini dei papiri restaurati e ricongiunti saranno messe a disposizione della comunità scientifica sul sito della biblioteca. Maggiori informazioni (anche sull’accessibilità) sono disponibili dal sito della biblioteca.
Sant’Agostino a Pavia. 723-2023 nelle carte della Biblioteca Universitaria
mostra
Pavia, Biblioteca Universitaria - Salone Teresiano
fino al 23 ottobre
Curata da Antonella Campagna, Luisa Erba e Maria Cristina Regali e con il patrocinio del Comitato nazionale Sant’Agostino a Pavia 1300 anni, la mostra è divisa in due sezioni: nella prima i documenti e i libri esposti ripercorrono i tredici secoli della presenza dei resti di Agostino a Pavia e illustrano le vicende relative alle reliquie, all’arca e alla chiesa; la seconda testimonia la presenza di Agostino in Biblioteca, attraverso le sue opere, le opere che scrivono di lui e le più belle illustrazioni del Santo. Maggiori informazioni, anche su orari e accessibilità, sono disponibili dal sito della biblioteca.
Sommersi salvati. Libri liberati dal fango
mostra
Forlì, Seminario vescovile
22 ottobre – 21 novembre
La mostra, con le foto di Silvia Camporesi, le installazioni video di Mara Moschini e Marco Cortesi e il coordinamento di Sauro Turroni, racconta il salvataggio dei libri, tra cui le preziose cinquecentine, della biblioteca del seminario della diocesi di Forlì-Bertinoro sommersa dall’acqua nell’alluvione del maggio 2023 in Romagna, con l’esposizione anche di alcuni dei volumi antichi, recuperati dal fango e restaurati.
Milan Antiquarian Book Fair
mostra mercato internazionale di libri antichi e rari
Milano, Villa Necchi
29-29 ottobre
L’ALAI – Associazione Librai Antiquari Italiani riunisce i più importanti professionisti del settore a Milano per un evento dedicato a tutti gli amanti dei libri; per i collezionisti è l'occasione perfetta per scoprire tesori bibliofili, fare incontri e condividere la passione per la cultura dei libri. In un ambiente unico presso Villa Necchi, dove ogni dettaglio è un tributo all'arte, circa 40 librai provenienti da tutto il mondo presentano le loro opere più rare e affascinanti.
Le quattro giornate di Napoli tra cronaca e storia
mostra
Napoli, Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III
fino al 24 ottobre
In occasione dell’ottantesimo anniversario dell’insurrezione dei cittadini partenopei contro le truppe tedesche di occupazione, la Biblioteca propone un percorso espositivo fatto sia con materiali custoditi nei propri fondi librari, documentari e iconografici, sia con materiali provenienti dall’Istituto Campano per la Storia della Resistenza. Completano la mostra opere storico-letterarie relative alle vicende del biennio 1943-1945, che arricchiscono la conoscenza del periodo storico e consentono di inserire la vicenda napoletana nel contesto del movimento di liberazione nazionale. Informazioni su orari e accessibilità disponibili dal sito della biblioteca.
La storia ci appartiene
Festa Internazionale della storia
Bologna, luoghi vari
21-29 ottobre
L’edizione di quest’anno festeggia i venti anni dell’iniziativa con il proposito di richiamare il valore di risorsa personale e collettiva della conoscenza storica, che è sempre più necessario indagare con spirito critico e aperto, facendo riferimento alle fonti ed evitando pericolose strumentalizzazioni di parte. Il ricchissimo programma degli incontri è disponibile al sito dedicato all’iniziativa.
MicroEditoria 21a edizione. Paesi come pagine
fiera della microeditoria e degli editori indipendenti
Chiari, Villa Mazzotti
3-5 novembre
Curata dall’Associazione Culturale l’Impronta, in collaborazione con il Comune di Chiari, la manifestazione ha luogo ogni Novembre a Chiari. Si tratta di uno dei significativi appuntamenti a livello nazionale con le piccole e piccolissime case editrici italiane e i loro autori, i grandi ospiti, i readings, gli eventi, le tavole rotonde e i laboratori per i bambini.
Costruire la pace in Terra Santa. La tipografia dei francescani a Gerusalemme (1847-1948)
mostra
Università Cattolica, sede di Milano, via Nirone, 15
27 novembre-1 dicembre
Esposizione, a pannelli fotografici e vetrinette, della mostra Il carattere di una missione: l’avventura della tipografia francescana a Gerusalemme e, nel pomeriggio di lunedì 27 novembre, presentazione del volume di Arianna Leonetti, Stampato a Gerusalemme. Storia della tipografia francescana di Terra Santa fra Otto e Novecento (Terra Santa Edizioni) con Maria Pia Alberzoni e Alessandro Tedesco (la registrazione è disponibile su Il canale dei libri). Si raccontano i primi cento anni di attività della tipografia francescana di Terra Santa, la prima che stampò con caratteri mobili in arabo nella Palestina storica. Il catalogo (accessibile gratuitamente online) e l’esposizione sono stati organizzati da un gruppo di giovani collaboratori del C.R.E.L.E.B, col sostegno della associazione Pro Terra Sancta.
Alpha Beta. Apprendere il greco in Italia, 1360-1860
mostra
Milano, Biblioteca Nazionale Braidense
fino al 9 dicembre
Attraverso una settantina di volumi di straordinaria rilevanza – libri di testo, copie di studio, traduzioni e sussidi iconografici, in una continua relazione tra manoscritto e stampato – la mostra ripercorre la trasmissione ininterrotta del greco in Italia da metà Trecento in avanti, articolando il proprio percorso espositivo attorno alle tappe fondamentali della vita culturale della penisola, dalla Firenze umanistica fino alla Milano del Romanticismo. In particolare, la mostra indaga l’apprendimento del greco attraverso il dialogo che gli studenti hanno intessuto nei secoli con i loro testi di studio, sottolineandoli, prendendo appunti, ma anche distraendosi e scarabocchiandoci sopra. Sei le sezioni che ripercorrono le diverse tappe dello studio del greco: da Bisanzio all’Italia; dal manoscritto alla stampa; il Cinquecento; l’impronta dei Gesuiti; nuovi Lumi; l’avvento del volgare. Informazioni su orari e accessibilità sono disponibili dal sito della biblioteca.
Più libri più liberi
fiera nazionale della piccola e media editoria
Roma, La Nuvola
4-8 dicembre
Organizzata dall’Associazione Italiana Editori, Più libri è la prima fiera italiana dedicata esclusivamente all’editoria indipendente dove ogni anno circa 500 editori, provenienti da tutta Italia, presentano al pubblico le novità ed il proprio catalogo. Cinque giorni e oltre 650 eventi in cui incontrare gli autori, assistere a reading e performance musicali, ascoltare dibattiti sulle tematiche di settore.
Margherita, la sovrana lettrice
mostra (anche virtuale)
Torino, Biblioteca Nazionale Universitaria
fino al 30 dicembre
Alla raccolta libraria collezionata da Margherita di Savoia (1851-1926) è stato destinato un ambizioso progetto promosso dalla biblioteca, volto alla conservazione, valorizzazione e soprattutto fruizione del fondo. La mostra, suddivisa in cinque filoni tematici, rappresenta esattamente il punto di arrivo di questo progetto: grazie anche all’ausilio di apparati multimediali, il visitatore potrà infatti camminare tra le scaffalature del fondo (i libri rispettano l’ordine catalografico voluto dalla sovrana) e ammirare alcune decine di volumi, scoprendo così i gusti letterari e le tante relazioni culturali che la regina seppe coltivare nell’arco della propria vita. Informazioni su orari di apertura e accessibilità sono disponibili dal sito della biblioteca.
Cefalonia 1943-2023: una storia da ricordare
mostra
fino al 31 dicembre
Firenze, Biblioteca Marucelliana
Nell’ottantesimo anniversario degli eventi di Cefalonia (dopo l’8 settembre 1943 e il conseguente ultimatum tedesco per imporre la resa, la Brigata Acqui, stanziata sull’isola, mise in atto un’azione di resistenza che si concluse con il drammatico eccidio), la biblioteca ricorda l’eroico episodio con una mostra bibliografica che gemma dal proprio patrimonio, in cui sono custodite infatti alcune testimonianze dei superstiti che vissero in prima persona quella barbarie. Informazioni su orari e accessibilità sono disponibili sul sito della biblioteca.
Spedizioni ed esplorazioni scientifiche dal XVI al XIX secolo. Luoghi e scoperte nelle raccolte della Biblioteca Universitaria di Napoli
mostra
fino al 12 gennaio 2024
Napoli, Biblioteca Universitaria
Protagonisti del percorso espositivo sono tavole cartografiche (che assunsero grande importanza per il tracciamento di nuove rotte di navigazione), volumi corredati da illustrazioni (incise in rame o realizzate tramite calcografia e cromolitografia da artisti che riportavano le meraviglie del mondo naturale osservato dal vivo), opere che raccontavano le imprese di James Cook e dell’illustre scienziato Friederich Von Humboldt. Accanto a questi significativi materiali posseduti dalla biblioteca, la mostra offre anche reperti e prototipi del mondo animale provenienti dal Museo di Zoologia cittadino, a testimonianza delle osservazioni e delle scoperte compiute dai viaggiatori e studiosi che partivano alla volta di mondi lontani e sconosciuti. Informazioni su orari e accessibilità sono disponibili sul sito della biblioteca.
Marsilio Ficino. Un umanista e l’ immagine di un’epoca
mostra
fino al 14 gennaio 2024
Figline Valdarno, Palazzo Pretorio
I 590 anni dalla nascita di questo illustre cittadino di Figline Valdarno sono l’occasione per mostrare al pubblico preziose opere tra dipinti, sculture e manoscritti quattrocenteschi. Custoditi presso la Biblioteca Medicea Laurenziana ed esposti per la prima volta a Figline, i manoscritti comprendono le traduzioni dei testi platonici decorati dal miniaturista Attavante Attavanti (1452-1525), la prima redazione del commento ficiniano al Simposio di Platone (con annotazioni in greco dello stesso Marsilio) e i tre libri del De Vita composti dallo stesso Ficino tra il 1480 e il 1489. Informazioni su orari e accessibilità sono disponibili sul sito del Comune di Figline e Incisa Valdarno.
Lo sguardo dell’archeologo. Calvino mai visto
mostra
fino al 26 gennaio 2024
Roma, Biblioteca Nazionale Centrale
Il percorso espositivo – pensato per entrare nel laboratorio dello scrittore e conoscere come lavorava, tra fogli di appunti, di schemi, stesure manoscritte in brutta e bella copia, dattiloscritte, e libri con tracce di lettura – pone al centro oggetti, documenti e libri mai visti. Un Calvino inedito, insomma, che il visitatore potrà gustare attraverso materiali provenienti dalla biblioteca personale e dalle carte dell’autore, oggi conservate alla Nazionale di Roma. La mostra, patrocinata dal Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Italo Calvino, si snoda in tutti gli spazi espositivi della Biblioteca, creando una narrazione unitaria che coinvolge l’intero Istituto, dall’esterno all’interno. Integra la mostra il convegno internazionale Calvino guarda il mondo. Pluralità, coesione, metamorfosi (19-21 ottobre) che si svolgerà tra la Biblioteca Nazionale, la Sapienza e Villa Medici - Accademia di Francia a Roma. Maggiori informazioni sono disponibili sull’apposito sito.
Matrice Colore Ornato. Carte per legare e coprir libri
mostra
fino al 28 gennaio 2024
Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana – Salone Sansoviniano
La mostra intende avvicinare alla conoscenza delle carte silografate e di quelle decorate mediante impressione di matrici lignee, entrambe ampiamente utilizzate in ambito librario. Molto connesse per tecnica e decorazioni alle carte da parati e ai tessuti, è proprio in Veneto che la produzione di carte silografate diventa il centro di un vasto circuito commerciale che ebbe i Remondini come protagonisti. Da Bassano, infatti, lungo il Settecento questa famiglia di moderni imprenditori seppe fare arrivare in ogni regione d’Italia questa particolare tipologia di carte, che in catalogo erano definite appunto per legare e coprir libri. Il percorso espositivo propone un centinaio di pezzi, articolati in più sezioni, e punta soprattutto a fornire gli strumenti per guidare il pubblico a una corretta scomposizione dei motivi, in modo da riconoscere autonomamente la modifica dell’impianto decorativo ottenuta con la ripetizione dello stesso legno e/o con l’aggiunta di una matrice differente. Informazioni su orari e accessibilità sono disponibili sul sito della biblioteca.
Gli Ebrei, i Medici e il ghetto di Firenze
mostra
fino al 28 gennaio 2024
Firenze, Galleria degli Uffizi – Gallerie d’arte moderna (Palazzo Pitti)
Il Ghetto fiorentino, vero fulcro della mostra nonché baricentro dell’ebraismo fiorentino, fu fondato nel 1570 e demolito tra il 1892 e il 1895. Il percorso espositivo – articolato in cinque sezioni ed arricchito da preziosi pezzi tra cui manoscritti, incunaboli ed edizioni del Cinque-Seicento – attinge allo straordinario patrimonio culturale della città ma anche a importanti prestiti internazionali, svelando una pagina significativa e dimenticata della strategia politica dei Medici, in un contesto plurisecolare di conflitti, diplomazia e scambi culturali. Informazioni su orari e accessibilità sono disponibili sul sito della biblioteca.
Ars botanica. Giardini di carta
mostra
Trieste, Castello di Miramare
fino al 31 gennaio 2024
La biblioteca del Castello di Miramare offre per la prima volta ai visitatori le proprie collezioni librarie dedicate a botanica, fiori, piante e giardini. Si tratta di un autentico giardino su carta, che incarna un ideale di perfezione, bellezza e relazione con la natura così come la intesero, in pieno XIX secolo, Ferdinando Massimiliano d’Asburgo e la sua consorte Carlotta del Belgio, non a caso creatori del giardino che circonda il castello. Informazioni su orari di apertura e accessibilità sono disponibili sul sito dedicato.
Il corpo della parola. I libri di Giulia Napoleone
mostra
Modena, Palazzo dei Musei e Biblioteca civica d’arte e architettura “Luigi Poletti” (Largo Porta S. Agostino, 337)
fino al 4 febbraio 2024
La mostra, curata da Paolo Tinti, ripercorre la storia del libro dall’origine all’età moderna e prende le mosse dai libri manoscritti – realizzati da Giulia Napoleone a partire dal 1963 – per approdare ai libri tipografici, ponendo particolare attenzione ai materiali (carte, inchiostri, caratteri mobili) che li rendono copie uniche con disegni e tavole incise. Una sezione è riservata alle legature, che da semplici cartoni ripiegati che abbracciano carte sciolte si trasformano in studiati involucri. Maggiori informazioni, anche su orari e accessibilità, sono disponibili sull’apposito sito.
Favoloso Calvino
mostra
Roma, Scuderie del Quirinale
fino al 4 febbraio 2024
La mostra è pensata come un viaggio attraverso la vita, le scelte, l’impegno politico-civile, i luoghi e, soprattutto, la produzione letteraria di Calvino. Saranno esposte più di duecento opere – tra dipinti, sculture, disegni e illustrazioni di decine di artisti (dal Rinascimento a oggi) codici miniati medievali, arazzi, fotografie, ritratti d’autore e molte editiones principes dei libri di Italo Calvino – così come oggetti di varia natura che dialogheranno costantemente, lungo il percorso espositivo, con le parole dello scrittore. Informazioni su orari e accessibilità sono disponibili sul sito delle Scuderie del Quirinale.
Malos libros. La cesura en la España moderna
mostra
fino all’11 febbraio 2024
Madrid, Biblioteca Nacional de España – Sala Hipóstila
Inaugurata il 23 novembre 2023 presso la Biblioteca Nacional de España, la mostra – organizzata nell’ambito del progetto Censura, expurgación y lectura en la primera era de la imprenta. Los índices de libros prohibidos y su impacto en el patrimonio textual – propone una riflessione riguardo l’impatto della censura sul patrimonio bibliografico e sulla storia culturale europea. Il percorso espositivo ruota, in particolare, intorno al contenuto degli Indici in quanto toccarono anche la storia, la letteratura d’evasione, le preghiere e le forme di pietà popolare, trasformando l’industria editoriale, la disposizione delle biblioteche, l’organizzazione delle professioni e dei mestieri legati al mondo del libro, e perfino la concezione stessa della scrittura e della lettura. Informazioni su orari e accessibilità sono disponibili sul sito della biblioteca.
La città del sole. Arte barocca e pensiero scientifico nella Roma di Urbano VII
mostra
fino all’11 febbraio 2024
Roma, Palazzo Barberini
La mostra – organizzata dal Museo Galileo in collaborazione con la Biblioteca nazionale centrale di Roma nell’ambito delle celebrazioni del quarto centenario dell’elezione di papa Urbano VIII (Maffeo Barberini) – è dedicata al sodalizio tra arti e scienze promosso appunto dal mecenatismo barberiniano in ragione dei buoni rapporti del papa con gli scienziati del suo tempo, in primis l’amicizia con Galileo. Preziose e numerose le opere della Biblioteca nazionale centrale di Roma offerte al pubblico, tra cui spicca la princeps de Il saggiatore dedicato non a caso proprio a Urbano VIII (Roma, Giacomo Mascardi, 1623).
Francesco Arcangeli: le provincie dell’arte
mostra
fino al 14 febbraio 2024
Bologna, Biblioteca Comunale dell’ Archiginnasio (Quadriloggiato superiore)
In occasione dei cinquant’anni dalla morte del critico e storico dell’arte bolognese, la mostra espone alcuni documenti del Fondo archivistico e librario dei fratelli Arcangeli conservato, appunto, presso la Biblioteca dell’Archiginnasio. I materiali selezionati testimoniano l’ampiezza degli interessi di Arcangeli in ambito storico-artistico ma anche letterario, sottolineando il suo rapporto con la provincia, in particolare l’Emilia. Il filo conduttore tra le dieci bacheche del percorso espositivo è il concetto di trama, che caratterizzò tutta la ricerca storico-artistica di Arcangeli: dalla passione per la poesia all’incontro con gli Impressionisti, dalla vicinanza con l’arte informale all’estetica romantica, da Wiligelmo a Morandi, passando per Bastianino, Tasso, i Carracci, Aspertini, Crespi, Fontanesi e Pascoli. Informazioni su orari e accessibilità sono disponibili sul sito della biblioteca.
L’arcano del mare. Tracce e testimonianze dell’incontro con l’altro nei viaggi per mare di età moderna
mostra
fino al 1° marzo 2024
Roma, Biblioteca Casanatense – Salone monumentale
La mostra bibliografica intende ripercorrere – attraverso preziose testimonianze manoscritte, a stampa, carte geografiche e globi dipinti a mano, tutti provenienti dai ricchissimi fondi antichi della Biblioteca – lo sviluppo delle tecniche di navigazione che hanno consentito l’intensificarsi dei viaggi per mare in epoca moderna, indagandone l’impatto sulle culture delle popolazioni coinvolte. Informazioni su orari e accessibilità sono disponibili sul sito della biblioteca.
Postscriptum
S |
ussiste in questo periodo una forte enfatizzazione del tema del libero accesso alle fonti informative, in particolare ai prodotti della ricerca. Il tema è di grande rilevanza e lo si intende in modo particolare se solo si pensa al problema dell’accesso alle informazioni medicali e farmaceutiche. Peraltro, proprio queste ricerche (che sono così essenziali per la vita e la sopravvivenza degli esseri umani) vengono spesso protette da complessi sistemi e diritti che rendono il loro utilizzo e sfruttamento economico un appannaggio solo di grandi industrie farmaceutiche. Di qui una discussione ampia, articolata e complicata che abbiamo visto svilupparsi specie nel momento della pandemia circa l’accesso e la produzione di vaccini adeguati da parte di paesi delle aree non industrializzate. Il tema dell’accesso però ai risultati della ricerca si pone senza dubbio con forza anche nel campo umanistico: se io penso a un progetto di ricerca, un PRIN che riceve un finanziamento da parte dello Stato, è naturale immaginare che i risultati di questo PRIN vengano poi messi a disposizione di un largo pubblico, in quanto appunto nati da un finanziamento pubblico. A questa esigenza sembra di dover rispondere o dicendo che questi prodotti vanno finanziati solo in quanto sarebbero generatori di risorse digitali, di database consultabili online, oppure ritenendo che le pubblicazioni monografiche o miscellanee nate appunto da una ricerca di questo tipo debbono essere semplicemente pubblicate sul web a libero accesso. A questo fine sono nate diverse iniziative editoriali (legate anche all’università) che dovrebbero appunto garantire questa libera circolazione dei risultati della ricerca. Si noti che qui non si parla perché vittime di uno sguardo prevenuto sul tema: questo bollettino è a libero accesso da una dozzina d’anni, così come lo è la collana dei Minima bibliographica, o quella di EDITIO, nonché tutto il materiale pubblicato sul sito libriantiqui, o quello dello mostre organizzate dal CRELEB alla pagina della Bibliotheca Terrae Sanctae. Molte sono ormai le collane e le case editrici legate a singole università che si propongono appunto questo fine; addirittura c’è chi arriva a sostenere che solo pubblicando in questi ambiti di editoria a libero accesso si potrebbe accedere appunto ai finanziamenti o che i finanziamenti dovrebbero essere legati all’impegno da parte del ricercatore a pubblicare in questo tipo di forma editoriale. Sul tema della qualità delle case editrici universitarie vorrei intervenire in un’altra occasione. Qui mi limiterò a una semplice osservazione, che riguarda proprio la questione del libero accesso alle informazioni scientifiche o comunque ai prodotti della ricerca. Questa non è una invenzione di oggi: da sempre si è sentita l’esigenza che i risultati della ricerca fossero liberamente accessibili da parte degli studiosi, e non riservati a una particolare élite. Ma per tutto questo si era già trovata una soluzione, che io ritengo sia anche l’unica ancora realmente valida per una serie di ragioni che adesso non illustrerò compiutamente: si tratta delle biblioteche. Cioè, il vero punto di libero accesso ai risultati della ricerca si chiamano biblioteche, in particolare le biblioteche universitarie. Certo, se io non finanzio adeguatamente tali biblioteche, se tali biblioteche non hanno spazio adeguati, se tali biblioteche non aggiornano il loro patrimonio librario, se tali biblioteche non permettono (come è successo durante il covid) un accesso razionale e libero alle informazioni tutti i giorni lavorativi secondo un arco temporale ampio, in quel caso il libero l’accesso all’informazione viene negato. Ma questo non è a causa del fatto che i libri vengono pubblicati su carta da vere case editrici, ma è legato al fatto che le biblioteche non funzionano. Certo c’è chi ha tutto l’interesse a non far funzionare le biblioteche anche universitarie: ci sono bibliotecari che da anni anziché fare i bibliotecari si sono inventati di fare gli editori, perché molte delle sedicenti University press sono in realtà create da bibliotecari che si sono appunto riciclati come produttore di libri e non come gestori dei libri prodotti dagli editori e che devono appunto arrivare ai lettori. La questione è grave: bisogna riflettere perché in realtà le pubblicazioni digitali online, se hanno tutto il loro valore per un concorso, hanno però una scarsissima capacità di essere realmente lette. Al di là degli slogan e delle posizioni ideologiche, vorrei sapere quanti dei lettori di queste pagine hanno mai letto per davvero per intero o hanno studiato una monografia pubblicata solo in formato digitale. Vorrei sapere anche se l’hanno scaricata, se l’hanno letta direttamente online, su che device l’hanno scaricata, su quali strumenti l’hanno poi letta… Qualcuno, ma solo una esigua minoranza. So che gli studenti anche quando hanno un libro in formato digitale da leggere o da studiare semplicemente se lo stampano e sottolineano le fotocopie. Sarà per un’altra occasione poi riflettere sul valore della scelta e della selezione che l’editore deve realizzare. Scelta e selezione che se l’editore è lo stesso che riceve finanziamenti dall’ente di cui fa parte il medesimo autore, evidentemente non sarà realmente libero di poter valutare con attenzione e con oggettività i miei scritti. Quindi il vero open access, checché se ne dica, si chiama semplicemente biblioteca. – Montag