L’Almanacco

  Bibliografico

 
 

 

 

 

 


56, dicembre 2020

 

Bollettino trimestrale

di informazione sulla

storia del libro e delle

biblioteche in Italia

                       

                        a cura del C.R.E.L.E.B.

 

 

   Sommario

 

 

v Biblioteche chiuse. Ma perché?

di Andrea Capaccioni                                 p. 1

v Recensioni                                                 p. 2

v Spogli e segnalazioni                          p. 15

v (indici di recensioni e segnalazioni)         p. 41

v Cronache convegni e mostre           p. 42

v Taccuino                                                    p. 42

v Postscriptum                                           p. 45

 

La questione

Biblioteche chiuse. Ma perché?

di Andrea Capaccioni

U

na lettera intitolata Librerie (e parrucchieri) aperti, biblioteche chiuse. Ma perché?, inviata da una studentessa di un ateneo milanese al «Corriere della Sera» del 9 novembre 2020, mi ha fatto tornare in mente la lettura dell’e-book scritto a più mani e curato da Edorado Barbieri Contro lo sfascio delle biblioteche italiane. Un manifesto per i presìdi culturali del territorio, pubblicato a settembre di quest’anno. La studentessa descrive una situazione che può essere riassunta, con le sue stesse parole, in questo modo: «Capisco che le sale di lettura siano un problema, ma che problema c’è a prendere in prestito un libro? Basterebbe adottare un sistema di prenotazione con orari differenziati per il ritiro per evitare assembramenti». La missiva (che contiene anche qualche generalizzazione) così come altri interventi che abbiamo letto in questi giorni, diversi dei quali pubblicati dal «Corriere», possono essere considerati come la manifestazione del disagio di una parte della cultura e della ricerca italiani nei confronti del modo in cui le autorità hanno deciso di affrontare i problemi causati dalla pandemia in ambito bibliotecario. Contro lo sfascio delle biblioteche italiane si inserisce in questo clima. I dieci saggi che lo compongono esprimono diverse sfumature di questo malessere. Siamo di fronte a quella che potremmo definire una raccolta di pamphlet (possiamo chiamarli e-pamphlet?) che infatti non risparmiano alla politica valutazioni critiche (ma senza nessuna invettiva!) sulle decisioni prese in materia di libri e biblioteche. Gli autori che Barbieri ha coinvolto nell’impresa – docenti universitari, bibliotecari e dottorandi che in vario modo collaborano col CRELEB – sono stati lasciati liberi di declinare il tema dell’emergenza in modi e stili diversi. Una pluralità di voci che induce a pensare a una sorta di “caos calmo” (l’espressione è venuta fuori durante una conversazione con uno degli autori). Bisogna dunque avvicinarsi a questo e-book con la giusta attenzione. Chi dovesse ricercare in esso uno stato dell’arte delle biblioteche nell’era del Covid-19 o il punto sulle politiche bibliotecarie nella fase dell’emergenza resterebbe deluso. A una prima lettura Contro lo sfascio delle biblioteche italiane produce come abbiamo detto l’effetto di una sorta di disordine creativo all’interno del quale coesistono contributi più meditati su specifici argomenti, come le riflessioni di Paola Sverzellati sul catalogo o gli spunti di Luca Rivali sulla conservazione, e divagazioni sul tema (con toni autobiografici) come quelle elaborate da Andrea G. G. Parasiliti e Natale Vacalebre. Oppure si affiancano le esperienze dei dottorandi in cerca di qualche biblioteca aperta e costretti a compilare mille moduli (Stefano Cassini, Davide Martini) alle riflessioni dei bibliotecari sulle difficoltà del lavoro presente (Fabrizio Fossati, Marco Callegari) senza però dimenticare di guardare anche un po’ più avanti («Cosa significa far diventare la biblioteca interamente digitale?» si domanda fra le altre cose Alessandro Tedesco). Chiude il volume il contributo dello stesso Barbieri che potrebbe essere scambiato per un elogio della sala di lettura, ma in realtà è una partecipata e ironica difesa del ruolo della biblioteca come garante dell’acceso «non tanto all’informazione, ma alla conoscenza». Contro lo sfascio delle biblioteche italiane è dunque una raccolta di contributi che alle frecciate verso un certo modo di affrontare l’emergenza affianca idee e riflessioni sul futuro delle biblioteche lasciando trasparire una chiara tensione civile, come si conviene ai pamphlet.

 

Winter School

 

Conoscere per capire:

la biblioteca multimediale

come strumento per didattica

ed educazione

 

Due pomeriggi dedicati

ad ascoltare, raccontare, riflettere

per sostenere l’attività formativa

della scuola secondaria

 

Milano, Università Cattolica

22 e 28 gennaio 2021

 

Ulteriori informazioni a questo link

 

 

Recensioni

056-A Contro lo sfascio delle biblioteche italiane. Un manifesto per i presìdi culturali del territorio, a cura di Edoardo Barbieri, Milano-Torrita di Siena, Creleb-Associazione Villa Classica, 2020, pp. 114, ill. col., ISBN 978-88-98282-53-1, s.i.p. Ora che siamo nel pieno della cosiddetta “seconda ondata” di diffusione del Covid-19, nonché, chi più chi meno (in base a una variegata scala cromatica di gravità), di nuovo bloccati quasi completamente tra le mura domestiche, è arrivata anche una seconda ondata di disagi e criticità che forse si sarebbe potuto – dovuto – evitare. È pur vero che ogni settore o categoria sia solito lamentare maggiori difficoltà e disagi rispetto al resto del mondo circostante, ma è altrettanto vero – e, credo, indubitabile – che il settore culturale, in particolare quello bibliotecario e archivistico, abbia subìto (e stia tuttora subendo) un trattamento di disparità, probabilmente tanto inutile quanto ingiusto. Le problematiche che si stanno riscontrando in tema di apertura e possibilità di fruizione del patrimonio archivistico e bibliotecario – non un vezzo da appassionati, ma quotidianità professionale di studiosi, ricercatori e non solo – sono le medesime che hanno colpito il mondo culturale durante la prima fase emergenziale della pandemia e per cui, evidentemente, nulla si è fatto in termini di progettualità per porvi rimedio. Una critica, dai toni talvolta decisi e polemici ma con intento costruttivo, dei problemi legati al settore bibliotecario è stata sollevata da questa interessante pubblicazione digitale, disponibile online in open access. Questo vero e proprio manifesto, come recita il sottotitolo, raccoglie dieci contributi di altrettanti docenti, studiosi, ricercatori e bibliotecari che ragionano, ciascuno dal proprio punto di osservazione, sia delle misure prese – o meglio, non prese – per garantire la possibilità di vivere gli spazi della biblioteca in sicurezza, sia di tutti i problemi che esistono da sempre e che l’emergenza sanitaria ha soltanto riportato alla luce dopo anni di “orecchie da mercante”. Se è vero che le biblioteche sono state vittima di misure di riapertura di cui si fatica a capire il senso, riguardanti estreme limitazioni in tema di accessi nelle sale e consultazione dei voll., mentre la frequentazione di altre attività pubbliche è stata ammessa senza particolari restrizioni, è pur vero che gli scarsi investimenti economici nel settore, con tutte le conseguenze collegate, e un altrettanto insufficiente spirito propositivo di idee e iniziative di tutela e valorizzazione del patrimonio, hanno più che mai dimostrato l’urgenza di un intervento serio. In chiusura di vol. un’appendice provocatoria ma simpatica, che farà divertire – o indispettire? – gli esperti del settore. – P.S.

056-B Formíggini (Angelo Fortunato), Dizionarietto rompitascabile degli editori italiani compilato da uno dei suddetti, a cura di Antonio Castronuovo, Roma, Elliot, 2020 (Lampi), ISBN 978-88-927-6006-6, € 8. Ci troviamo di fronte a quella che può essere considerata a tutti gli effetti la quinta edizione dell’opera di Angelo Fortunato Formíggini, questa volta a cura di Antonio Castronuovo, che da diversi anni va riproponendo agli studiosi di storia dell’editoria i testi di questo editore e ha, nel corso del tempo, approfondito aspetti molteplici della sua vita (nonché della sua tragica morte, di cui ci fornisce i dettagli nel Suicidio della secchia, raccolto nel suo volumetto Suicidi d’autore, Viterbo, Stampa Alternativa, 2003 e 2019) e della sua attività di editore e scrittore. Non solo infatti Castronuovo ha pubblicato Formíggini. Un editore piccino picciò (Viterbo, Stampa Alternativa, 2018, a sua volta edizione ampliata e rivista di Libri da ridere: la vita, i libri e il suicidio di Angelo Fortunato Formíggini, uscito nel 2004 con la stessa casa editrice), il cui titolo riprende l’autodefinizione offerta dall’editore modenese nel Dizionarietto, ma si è interessato di far ristampare nel 2019, con la propria casa editrice Babbomorto Editore, un simpatico libretto di Formíggini dal titolo Il francobollo per la risposta, nel quale l’editore modenese lamenta l’eccesso di lettere che gli giungono da persone che chiedono consigli, credono che un editore abbia ore a disposizione per reagire a ogni richiesta e nemmeno allegano il francobollo per la risposta. Il Dizionarietto rompitascabile fu pubblicato una prima volta, come ci ricorda il curatore nell’introduzione Il tascabile del suddetto (pp. 5-14), nel 1928 nell’Almanacco letterario Mondadori, volume-strenna pubblicato tra il 1925 e il 1928. Venne riedito da Angelo Fortunato Formíggini, «in seconda edizione con nuovi errori ed aggiunte e con una appendice egocentrica» come riporta il frontespizio, nello stesso anno e nel periodo in cui la sua attività si era spostata a Roma. Di questa seconda uscita sono state nel tempo riproposte, appunto, nuove riedizioni: una nel 1998 nella collana “Millelire” di Stampa Alternativa, una nel 2013 da Greco & Greco e infine quella di cui qui ci occupiamo. L’ordine dell’opera per singole città catalogate alfabeticamente (e all’interno delle località i nomi ordinati a loro volta alfabeticamente) permette di avere una mappatura, non è chiaro se esaustiva, dell’attività libraria in quello scorcio di secolo. Le definizioni delle singole voci sono per la maggior parte irriverenti e con punte di alta ironia.; in ciò sta la forza e l’attualità dell’opera poiché permette di comprendere, mediante l’occhio dell’autore, quali erano gli editori affini al Regime fascista e quelli che in un modo o nell’altro ricevevano favori dallo stesso (per esempio la voce Imperia” sotto Genova, p. 31: «Imperia – Direttore tecnico il Diena. Si propone in particolar modo di seguire le direttive del Governo Nazionale, e agogna a diffondere il libro nostro nell’America. L’America è a due passi da Genova»). Formíggini non solo censisce gli editori ma in alcuni casi decide di inserire anche semplici tipografi e librai che occasionalmente hanno pubblicato (si vedano le voci «Cordani» sotto Milano a p. 39 e «Cabianca» sotto Verona a p. 72) o nomi che non possono essere classificati in nessuna delle categorie anzidette: «Alleanza del libro – Non è una casa editrice e tantomeno una libreria. Però bisogna farne cenno, perché si è fatta editrice di un almanacchissimo per il 1928, l’Arcilibro, e perché, pur non essendo libraia, le pensa tutte per vendere libri. Il menager è Carrera, che farà carriera» (p. 35). Interessanti sono i ritratti delle figure più importanti del mercato antiquario librario del secolo scorso come Hoepli, di cui si consiglia la lettura tanto è spassosa (pp. 40-1, tra le voci più lunghe del Dizionarietto), o ancora quella di Olschki per cui pare avere una profonda stima: «Olschki – Sebbene Leo S. Olschki sembri, a vederlo, nato nel 1891, è nato invece nel 1861. È uno dei maggiori competenti del mondo in materia di antiquariato librario, e da un ventennio pubblica una rassegna di fama internazionale da lui diretta: La Bibliofilia. Ha dato poche edizioni ma insigni ed ora sta snocciolando vari voll. filologici che sono una propaggine dell’Archivum Romanum diretto dal Bertoni» (p. 27). Un bell’affresco dell’editoria di un secolo fa, artigianale ma nello stesso tempo variopinta e succube del regime in cui si trovava a dover convivere e di cui Formíggini – per le proprie origini ebree – fu vittima illustre. La novità dell’edizione del Dizionarietto rompitascabile degli editori italiani compilato da uno dei suddetti qui presentata sta proprio nel fatto che è a sua volta opera di uno dei suddetti cioè dell’editore Castronuovo che con questa nuova curatela conferma la fascinazione che subisce di questo personaggio del passato con cui pare avere diversi elementi in comune. La sua Babbomorto Editore – il titolo ironico e burlesco fa di per sé cogliere assonanze con l’attività editoriale di Formíggini, che si caratterizzò per una vena di bonaria irrisione della vita e del mondo optando per scelte editoriali sempre irriverenti e creando collane in tema come “I classici del ridere” – si configura come una casa editrice sui generis che pubblica plaquette a tiratura limitata con un catalogo editoriale (si veda il catalogo: Questo non è un catalogo. Babbomorto editore 2017-2019, premessa di Giuseppe Marcenaro; scritti di Antonio Castronuovo e Massimo Gatta, Macerata, Biblohaus, 2019) che ha diverse somiglianze impertinenti e sarcastiche con quelle del modenese editore. Un editore che analizza la vita e l’attività di un altro editore, e che si fa editore della riedizione di alcune sue edizioni: un fenomeno interessante di cui si hanno rari casi nella storia dell’editoria. – Francesca Nepori

056-C Grafton (Anthony), Inky Fingers. The Making of Books in Early Modern Europe, Cambridge-London, The Belknap Press of Harvard University Press, 2020, pp. 392, ill., ISBN 9780674237179, € 36. Gli studi di Anthony Grafton sull’attività intellettuale della “Repubblica delle lettere” europea tra XVI e XVII sec. proseguono ormai da molto tempo. Nel 2002 lo storico statunitense vinse il prestigioso Balzan Prize che l’omonima Fondazione gli conferì per il suo impegno nel campo degli studi umanistici. Già nel 2011 egli pubblicò, per la casa editrice Olschki, una prima ricognizione del suo lavoro, dal titolo Humanists With Inky Fingers. The Culture of Correction in Renaissance Europe (Þ AB 23-B). È noto come assidua fosse la frequentazione degli intellettuali nelle tipografie Europee della prima età moderna. Essi svolgevano spesso non solo un ruolo autoriale, ma una vera e propria collaborazione erudita nella correzione e rilettura dei testi da pubblicare (si pensi soltanto alle personalità che collaboravano con l’officina veneziana di Aldo Manuzio). Quanto fossero fruttuose queste sinergie e quanto significativi i risultati che scaturirono ce lo spiega questo prezioso vol. che riprende parte del titolo edito ormai nove anni fa, ma che offre la completezza e il coronamento di un ampio periodo di studi. Già il titolo, Inky Fingers, ovvero “dita sporche d’inchiostro” smentisce il pensiero comune che vede l’intellettuale del ’500 quasi come allergico al lavoro, inteso come pratico e manuale, incline soltanto allo sforzo della mente e alla frequentazione dei circoli eruditi. Infatti, come detto, molti erano i casi in cui le maggiori personalità del tempo si “sporcavano le mani”, letteralmente, tra bozze, torchi e inchiostro. Il vol. raccoglie diversi esempi di grandi intellettuali, da Polidoro Virgilio a Baruch Spinoza, Jean Mabillon, Annio da Viterbo e altri, il cui lavoro nelle officine tipografiche ha assunto una assoluta rilevanza in diversi aspetti della produzione del libro. Gli interventi di correzione e revisione non si limitavano infatti alla ricerca di eventuali refusi o errori di stampa, ma interessavano anche la forma e soprattutto il contenuto delle opere; una vera e propria azione editoriale e culturale che diede spesso vita a testi e trattati che ancora oggi fanno parte del canone letterario, e non solo, occidentale. L’a., grazie a questi esempi, insiste con successo sull’importanza dei contesti urbani e sociali, sulle reti di corrispondenza e anche su rapporti umani e professionali senza la comprensione dei quali sarebbe impossibile delineare il contesto erudito della prima età moderna. Grazie a una straordinaria collaborazione tra artigiani e intellettuali, spesso a stretto contatto proprio nelle officine dove i testi venivano creati, è stata possibile la straordinaria circolazione di quelle idee, sia le più diffuse sia quelle rimaste ancora oggi in secondo piano, che hanno contribuito in maniera decisiva allo sviluppo della cultura europea. Il vol. traccia quindi in maniera brillante nuove connessioni tra le tradizioni umanistiche e le innovazioni intellettuali anche dei due secoli successivi, chiarendo come il libro, nei suoi aspetti intellettuali così come in quelli artigianali, sempre in rapporto fra loro, abbia avuto un forte impatto sulla nascita e diffusione del pensiero a cavallo di tre secoli. Inoltre, è ora disponibile online su “Il canale dei libri” l’intervista di Natale Vacalebre ad Anthony Grafton. – P.S.

056-D Inscribing Knowledge in the Medieval Book. The Power of Paratexts, edited by Rosalind Brown-Grant – Patrizia Carmassi – Gisela Drossbach – Anne D. Hedeman – Victoria Turner – Iolanda Ventura, Berlin, De Gruyter, 2019 (Studies in Medieval and Early Modern Culture, 66), pp. XVI+395, ill. a col., ISBN 9781501517884, € 112,95. Il vol. raccoglie alcuni contributi originariamente presentati durante un convegno tenutosi a Orléans dal 6 al 9 giugno 2016. I saggi provengono da studiosi di diversi ambiti disciplinari ed esaminano come l’apparato paratestuale dei mss. medievali possa essere espressione dei rapporti di potere intercorrenti tra i produttori di testi librari e gli intellettuali loro fruitori. Nel suo complesso l’opera cerca di definire quali siano le caratteristiche paratestuali – annotazioni, commenti, correzioni, glosse, immagini, prologhi, rubriche e titoli – comuni ai mss. di diversi rami della conoscenza medievale e come funzionino in una particolare disciplina. Questa raccolta, che riunisce studiosi della storia del libro, del diritto, della scienza, della medicina, della letteratura, dell’arte, della filosofia e della musica, si interroga sul ruolo svolto dai paratesti nel mettere in rilievo l’autorità, creare apparati del sapere, promuovere l’istruzione, condizionare la reazione del lettore e preservare o sovvertire la tradizione nella cultura dei mss. medievali. Tutte azioni, queste, che derivano dalle espressioni del potere, organizzate o contrastate in modo più o meno consapevole nella pagina scritta e illustrata da parte di autori, scribi, artisti, mecenati e lettori. I testi presentati nel vol. sono preceduti da una densa introduzione dei curatori (pp. 1-17), per poi iniziare la prima parte dell’opera, intitolata Constructing Bodies of Knowledge, che prende avvio con il saggio firmato da Mario Ascheri e Paola Maffei, Juridical Late Medieval Paratexts and the Growth of European Jurisprudence (pp. 21-45), in cui l’a. del testo è Ascheri, mentre responsabile della bibliografia e delle note è Maffei. Il caso dei testi giuridici è paradigmatico del modo in cui i paratesti sono legati alle questioni di potere e di autorità nella società del XIII sec. in particolare, al punto da essere considerati centrali per le innovazioni del pensiero giuridico dell’epoca. Gisela Drossbach prosegue la discussione riguardo ai corpora giuridici nel saggio Prefaces in Canon Law Books (pp. 46-55): attraverso lo studio delle prefazioni nelle collezioni delle decretali, l’a. esamina come i paratesti abbiano influenzato gli sviluppi del diritto canonico tra XII e XIII sec. Tramite l’esame degli esemplari superstiti del Liber Nemroth de astronomia, scritto tra il VI e il X sec., Isabelle Draelants nel saggio “Depingo ut ostendam, depictum ita est expositio”: Diagrams as an Indispensable Complement to the Cosmological Teaching of the Liber Nemroth de astronomia (pp. 56-92) mostra come disegni e grafici fungano da supporto e completino le argomentazioni del testo stesso, ampliandone la portata e la comprensione con una funzione didattica. La seconda parte del vol., Negotiating Tradition, Creating Practice, sposta l’attenzione su come i paratesti abbiano dato modo di creare nuove pratiche. A tale proposito Concetta Pennuto, From Text to Diagram: Giambattista Da Monte and the Practice of Medicine (pp. 95-116), mostra come nel XVI sec. il medico italiano abbia creato una serie di diagrammi con lo scopo di usarli come strumento applicativo nella pratica diagnostica e non più come semplice apparato mnemonico e didattico. Nel saggio successivo di Hanna Wimmer, Immortal Souls and an Angel Intellect: Some Thoughts on the Function and Meaning of Christian Iconography in Medieval Aristotle Textbooks (pp. 117-40), viene affrontata la produzione di testi aristotelici con la presenza di immagini derivate dalla religione cristiana, sebbene non fossero pertinenti allo spirito del filosofo greco. Pone invece in primo piano il ruolo del lettore il saggio Writing in the Margin. Drawing in the Margin: Reading Practices of Medieval Jurists (pp. 141-59) di Joanna Frońska, dove viene esaminato l’apparato paratestuale delle immagini disegnate sui margini dei mss. giuridici medievali, in particolare quelli riguardanti il diritto romano. Si riferisce al ruolo dei copisti nella impostazione del testo e nella organizzazione del paratesto il contributo di Géraldine Veysseyre, Structuring, Stressing, or Recasting Knowledge on the Page? Rubrication in the Manuscript Copies of the Pèlerinage de l’âme by Guillaume de Deguileville (pp. 160-81), incentrato nella comparazione degli esemplari rimasti di questo poema religioso del XIV sec. La terza parte, Framing Knowledge, Empowering Readers, si apre con l’articolo di Sinéad O’Sullivan, From Troy to Aachen: Ancient Rome and the Carolingian Reception of Vergil (pp. 185-96). Si tratta di uno studio su come nei codici carolingi di Virgilio i paratesti abbiano il potere di rendere contemporaneo il passato romano, con l’obiettivo di legittimare le aspirazioni imperiali dei regnanti dell’epoca. Anne D. Hedeman, Translating Prologues and Prologue Illustration in French Historical Texts (pp. 197-223), considera il modo in cui le immagini inserite nelle traduzioni medievali in vernacolo suggeriscano quale fosse stato l’apporto di novità fornito dal traduttore all’opera stessa, oltre a eventuali segnali di sostegno verso il committente o chi al momento era detentore del potere locale. L’uso del paratesto nella deformazione della Storia, in chiave di legittimazione personale o familiare del potere, è trattato da Victoria Turner in Paratext and the Politics of Conquest: Questing Knights and Colonial Rule in Le Canarien (pp. 224-46) con l’esame del racconto della spedizione alle Isole Canarie di due cavalieri francesi, risalente agli inizi del XIV sec. La sezione termina col contributo di Rosalind Brown-Grant, Prologues and Frontispieces in Prose Romance Manuscripts (pp. 247-64), che esamina le interconnessioni tra testo, immagine d’apertura (frontispiece) e prologo di un corpus di prose prodotte in Borgogna tra il 1450 e il 1465 nella bottega di un miniatore di Lille, conosciuto col nome di Maestro di Wavrin. La quarta e ultima sezione, Appropriating Tradition, Expressing Ownership, Embodying the Book, prende avvio dal saggio di Alison Stones, Visualizing Pontifical Power: Paratextual Elements in Some French Liturgical Books, Thirteenth-Fifteenth Centuries (pp. 267-88), in cui mostra come i paratesti di natura araldica presenti nei pontificali di vescovi di epoca medievale siano segnali di possesso, ma anche di appartenenza a un ben determinato status sociale. Sempre su questa particolare tipologia di segnali è incentrato l’articolo di Outi Merisalo, Paratext in the Manuscripts of Hartmann Schedel (pp. 289-303). L’umanista Hartmann Schedel, vissuto alla fine del XV sec., inserì nei testi della propria raccolta libraria note, postille e immagini, che dimostravano sia le sue conoscenze erudite, sia la sua condizione sociale. A chiudere il vol. è il saggio di Patrizia Carmassi, Book Material, Production, and Use from the Point of View of the Paratext (pp. 304-30), dove l’a. sposta l’attenzione su come i paratesti nel manoscritto medievale possano rivelare particolari sui processi di produzione dei libri, sui materiali di cui sono composti e sugli usi dei lettori. Il vol. termina con l’elenco dei mss. e delle antiche edizioni citate, la bibliografia e l’indice dei nomi. – M.C.

056-E Invenzione (L’) del colpevole. Il ‘caso’ di Simonino da Trento dalla propaganda alla storia, a cura di Domenica Primerano con Domizio Cattoi – Lorenza Liandru – Valentina Perini e la collaborazione di Emanuele Curzel – Aldo Galli, Trento, Museo Diocesano Tridentino-Temi, 2019, pp. 368, ill. col., ISBN, 978-88-99910-26-6, € 40. Al compianto Ugo Rozzo si deve un’efficacissima definizione di Simonino da Trento e della sua nota quanto triste vicenda. Per la prima volta, infatti, a metà degli anni Settanta del Quattrocento, a poco più di vent’anni dalla invenzione di Gutenberg, la stampa fu impiegata nel pieno delle sue potenzialità dal principe vescovo di Trento, il dotto umanista tedesco Johannes Hinderbach, per dimostrare che il piccolo Simone Unverdorben, trovato morto il 26 marzo 1475, fosse vittima di un omicidio rituale da parte degli ebrei della città. Hinderbach fu abilissimo a condurre una campagna mediatica che portò alla estemporanea beatificazione de facto del primo «santo tipografico» – secondo appunto la definizione di Rozzo –, il cui culto fu vietato solo in anni recenti, grazie a una profonda revisione storico-documentaria della vicenda. Il bellissimo vol., di forma quadrata, rappresenta il catalogo della mostra svoltasi presso il Museo Diocesano Tridentino dal 14 dicembre 2019 al 13 aprile 2020, che ha ripercorso tramite libri, stampe e oggetti d’arte la storia del piccolo Simone e della sua fortuna cultuale. In realtà, il contributo del vol. va ben oltre l’esposizione (peraltro parzialmente vittima della pandemia), come dimostra la sezione del tutto minoritaria, in termini di pagine (meno di 50 su un totale di 368), dedicata alle schede delle opere (pp. 299-341). Si segnalano, però, la riproduzione della rarissima Historie von Simon zu Trient, Trento, Albrecht Kunne, 1475 (nell’esemplare della Bayerische Staatsbibliothek di Monaco), il celeberrimo Liber Chronicarum di Hartmann Schedel, Nürnberg, Anton Koberger, 1493 (esemplare della Comunale di Trento), alcune silografie ritagliate e incollate nel ms. Ravenna, Biblioteca Classense, inv. n. 22 e il ms. Torno, Collezione Manfredi, ca. 1480 (Horae Beatae Mariae Virginis), con una miniatura che raffigura Simonino e lo colloca tra i santi martiri. Dopo i contributi introduttivi, i curatori tributano un doveroso omaggio a mons. Iginio Rogger (1919-2014), che dedicò una lunga vita agli studi su Simonino, con i quali contribuì all’abolizione del suo culto. I saggi che seguono sono raggruppati in due sezioni. La prima titola Storia e devozione e inquadra complessivamente la vicenda: dal contesto coevo (Tommaso Caliò) all’abolizione del culto (Emanuel Curzel), dalla figura di Hinderbach (Daniela Rando) al processo agli ebrei (Diego Quaglioni, Anna Esposito e Anna Foa), fino a tratti dell’agiografia (Antonella Degl’Innocenti) e della devozione novecentesca (Lorenza Liadru) e all’antisemitismo europeo del XX sec. (Massimo Giuliani e Francesco Germinario). Una menzione particolare, perché più vicini agli interessi di «AB», si deve ai contributi di Matteo Fadini (La creazione del ‘caso’ di Simonino: il ruolo della stampa, pp. 95-101) e di Donatella Frioli (Prime testimonianze manoscritte su Simone nell’Archivio di Stato di Trento, pp. 73-83), che mostrano sui due fronti della stampa e del manoscritto la diffusione, precoce e duratura, del culto del piccolo “martire” trentino. La seconda sezione, Iconografia e luoghi di culto, ha carattere più storico-artistico. Oltre ai casi specifici presentati da Domizio Cattoi (cappella del Simonino nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Trento) e Maddalena Ferrari (il ciclo processionale delle Storie e dei Miracoli del Simonino già nella chiesa di San Pietro a Trento, la cappella di Palazzo Salvadori in via Manci, la cappella di Palazzo Bortolazzi Larcher Fogazzaro in via del Simonino e il “bacino del Simonino” e alcune opere di committenza francescana a esso collegate), si trovano vari spunti di iconografia più generalmente antiebraica (Laura Dal Prà) e più specifica del Simonino (Valentina Perini e Domizio Cattoi). Anche in questo caso si segnala, per i motivi già esplicitati, il saggio di Lorenza Liandru (Foglio volante d’odio. Il motivo della Judensau in una stampa del XVII secolo, pp. 195-9), che studia il caso di un’immagine decisamente oscena, con una propria tradizione, ma in questo caso – un foglio conservato dall’Università degli Studi di Trento (n. inv. 10000005159/2014) – posta esplicitamente in relazione al bimbo trentino. Chiudono gli Apparati, con il regesto, a cura di Gaia Bolpagni, del Registro dei miracoli del “beato” Simonino (Trento, Archivio di Stato, Archivio del Principato Vescovile, sezione latina, capsa 69, ms. 5/A), un’ampia bibliografia, a cura di Sara Retrosi, e i crediti fotografici. Il vol. è ampiamente illustrato da ottime riproduzioni fotografiche a colori. – L.R.

056-F Livesey (Steven J.), Science in the Monastery. Texts, Manuscripts and Learning at Saint-Bertin, Turnhout, Brepols, 2020 (Bibliologia. Elementa ad Librorum Studia Pertinentia, 55), pp. 352, ill. col., ISBN 978-2-503-58563-5, € 85. La tradizione di studi degli ordini monastici nella cultura scolastica tardo-medievale ha sempre relegato i benedettini a un ruolo di secondo piano, riservando invece un peso di gran lunga maggiore ai francescani, ai domenicani e, in misura minore, agli agostiniani e ai cistercensi. Eppure ci sono esempi in cui i benedettini hanno giocato un ruolo da assoluti protagonisti nelle università tra XIII e XV sec. È questo il caso del monastero di Saint-Bertin (inizialmente conosciuto con il nome di Abbazia di Sithiu) a Saint Omer, fondato alla fine del VII sec. e divenuto rapidamente centro nevralgico di sviluppo della conoscenza e ponte di trasmissione in particolare tra i confini continentali e il mondo anglosassone. Grazie a una prima fase di importazione di voll. dall’Italia e dall’Inghilterra, in meno di due secoli la biblioteca di Saint-Bertin poteva vantare una delle maggiori collezioni librarie del tardo medioevo, sviluppata ulteriormente a partire dal IX sec. con la fondazione di uno scriptorium nel quale vennero prodotti mss. ora conservati presso le più importanti biblioteche d’Europa. Tra il X e l’XI sec. la produzione crebbe anche grazie alla crescente richiesta interna che costrinse, a partire dal XII sec., l’avvio di una politica di acquisizioni che consacrò il monastero come centro di conservazione materiale e intellettuale di assoluto livello, punto di riferimento anche in età moderna, quando sono documentate visite e scambi epistolari con i più grandi intellettuali del tempo, tra cui Erasmo, che oggi risultano essere anche fonti bibliografiche molto preziose. Questo interessante vol. è quindi un acuto tentativo di indagine della diffusione libraria in epoca medievale nel nord della Francia, con un approfondimento specifico alla comunità benedettina di Saint-Bertin. Una fonte di assoluto valore per questo studio è stato un inventario dello stesso monastero, compilato nel XVIII sec. e di grande importanza per il riconoscimento dei pezzi, oggi in gran parte conservati presso le biblioteche civiche di Saint Omer e Boulogne-sur-Mer, dopo le soppressioni napoleoniche del 1789. Dopo una prima ricostruzione storica del monastero e dell’attività del suo scriptorium, l’a. analizza la collezione libraria attraverso i mss. sopravvissuti, concentrandosi in particolare sulla indagine filologica di tre pezzi: il De rerum natura di Lucrezio (Voss.Lat.Q.94 conservato a Leiden, Universiteitbibliotheek); gli Agrimensores veteres (Gud.lat.105 a Wolfenbüttel, Herzog August Bibliothek), corpus di testi sulla topografia legata alla misurazione dei terreni, e gli Aratea, opera astronomica attribuita a Germanicus Caesar (Boulogne-sur-mer, BM 188). Attraverso lo studio di questi testimoni, l’a. fornisce acute osservazioni su alcune pratiche, anche illustrative, di veicolazione dei contenuti e del dialogo intellettuale tra materie e tematiche differenti, come la filosofia naturale, la matematica e l’astronomia. Lo studio procede inoltre evidenziando l’aggiornamento scientifico e culturale della comunità benedettina di Saint-Bertin nei secoli successivi, dimostrato dalla presenza di testi letterari, grammatiche latine e autori classici come Persio e Giovenale, ma anche di medicina e ottica. Segue poi un approfondimento della figura di Pierre d’Allouagne, studente prima a Parigi e poi a Saint-Bertin, le cui postille e segni d’uso risultano essere un percorso di studio molto fruttuoso e che lo stesso a. ha avuto modo di trattare in modo più esaustivo in un altro lavoro (Pierre d’Allouagne and Saint-Omer, Bibliothèque de l’agglomération 504, in Portraits de Maîtres offerts à Olga Weijers, edited by Claire Angotti – Monica Brînzei – Mariken Teeuwen, Porto, Fédération Internationale des Instituts d’études Médiévales, 2012, pp. 381-92). La seconda parte del vol. è costituita da un dettagliato catalogo dei voll. della collezione di Saint-Bertin: per ogni esemplare vengono riportati i dati formali (materiale, carte, ecc.), il tipo di scrittura utilizzata, eventuali segni particolari e d’uso. Molto approfondita l’analisi del contenuto con indicazione delle carte e dell’incipit di ogni capitolo o argomento trattato. Per ogni vol. descritto è anche indicata una breve bibliografia. – P.S.

056-G Pallottino (Paola), Le figure per dirlo. Storia delle illustratrici italiane, Roma, Treccani, 2019, pp. XI+225, ill. col., ISBN 978-8812007868, 32. La Pallottino ha veramente usato “le figure per dirlo” (per citare il bel titolo). Ha scelto cioè di far parlare le innumerevoli immagini del suo vol. (curatissimo in ogni aspetto, dalla veste grafica alla legatura), facendogli raccontare una storia difficile, di doppia e dolorosa emarginazione, quella delle donne illustratrici (messe quindi in un angolo sia socialmente che artisticamente, perché dedite alla grafica, una disciplina considerata “minore”, poco nobile). Miniaturiste, ricamatrici, fumettiste, silografe, decoratrici… Sono state tantissime, un esercito. Eppure i loro nomi ci suonano del tutto nuovi. Dal Seicento a oggi, le multiformi opere di queste centinaia, migliaia di donne sconosciute hanno raccontato i piccoli cambiamenti epocali di cinque secoli di storia: «escluse di fatto dall’avventura e dalla grande letteratura, le illustratrici mettono il loro epos al servizio di una microstoria fatta degli eventi ciclici del quotidiano e del volgere delle stagioni, registrate non nei loro fenomeni più appariscenti ma presagite nei sintomi minuti e spiate nei minimi trasalimenti, cogliendo e raccordando il fluente e torrentizio coro delle ‘piccole voci’» (p. X). Relegate per tanto tempo alla rappresentazione sacra e a quella bambinesca (i soli e unici ambienti in cui avevano il potere di muoversi: la chiesa e la famiglia), solo nel Novecento hanno goduto di una libertà a loro inedita (e non soltanto in campo artistico), anche (e soprattutto) grazie al fiorire di riviste periodiche (come «Italia Ride», «La Donna», «Tutto», e poi «La Lettura» e il «Corriere dei Piccoli»). E «una volta accesa la miccia, il coraggio e l’ostinazione di molte illustratrici avrebbe cominciato a palesarsi attraverso immagini ribelli di straordinaria originalità, sempre più personali e competitive, che dalle sedi più disparate invocano solo il giudizio dello sguardo» (p. XI). I quattordici capitoli del vol. sono quindi un viaggio nella storia (dapprima privatissima e poi sempre più pubblica) di donne che hanno affermato la propria personale dignità in silenzio, con il solo rumore delle proprie mani operose, contro un mondo di uomini che le ha sempre volute vergini sacerdotesse del focolare domestico e del talamo nuziale. E l’a. con zelo ed eleganza dà vita e fisicità a quarant’anni di ricerche, regalando ai lettori innumerevoli e inestimabili illustrazioni, tutte perfettamente riprodotte a colori. In fine di vol., una ricca bibliografia e un dettagliato (e utilissimo) indice dei nomi. – Ar.L.

056-H Parasiliti (Andrea G. G.), All’ombra del vulcano. Il Futurismo in Sicilia e l’Etna di Marinetti, Firenze, Olschki, 2020 (Biblioteca dell’«Archivio Romanicum». Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia, 479), pp. XX+287, 74 ill. b/n+6 cc. di tav. col., ISBN 978-88-222-6672-9, € 30. Questo lavoro, pubblicato con il contributo della Fondazione Cesare e Doris Zippelli, è al primo approccio un po’ spiazzante per almeno tre ordini di motivi. Per il titolo – perché mai l’Etna dovrebbe essere di Filippo Tommaso Marinetti? Per l’argomento stesso – è difficile immaginare l’energia dirompente e arrogante dei futuristi e dello stesso Marinetti (il “vulcanico” ritratto di copertina di Carlo Carrà, fornito dal nipote/fotografo Luca, non lascia dubbi a riguardo...) dispiegata nell’immobilismo gattopardescamente immobile, almeno in apparenza, dell’isola. E infine perché, sulla carta, esula dagli ambiti di interesse/studio dell’a. ragusano, da tempo concentrato sull’editoria contemporanea e sulle tecnologie a essa legate, cui ha infatti dedicato i suoi precedenti lavori. Come però spesso accade, ci si è messo di mezzo il caso, consentendo così all’a. di coniugare, e declinare, in diverso modo due dei suoi grandi amori: la storia del libro e la letteratura contemporanea. La scintilla è scoccata in occasione di una mostra di libri d’artista tenuta qualche anno fa a Ragusa (e guarda caso Zang Tumb Tumb di Marinetti, uscito nel 1914 prendendo le mosse proprio dalla Sicilia, è il primo “libro d’artista” strictu sensu in quanto sintesi di molteplici istanze espressive, testuali e visuali), nel corso della quale l’a. individua una rivista, «La Balza Futurista» – stampata a Ragusa presso la tipografia del nobile-bibliofilo Serafino Amabile Guastella (e consultata in originale, nei pochissimi fascicoli usciti!) ma edita a Messina nel 1915 da un gruppo di futuristi siciliani, Guglielmo Jannelli (1895-1950, luogotenente del futurismo in Sicilia, come lo definì lo stesso Marinetti), Luciano Nicastro (1895-1977) e Vann’Antò (pseudonimo di Giovanni Antonio Di Giacomo; 1891-1960) – che lo colpisce soprattutto per l’impostazione grafico-editoriale, di cui danno infatti ampiamente conto le numerose illustrazioni inserite nel secondo capitolo (pp. 11-32). Dunque la Sicilia di inizio secolo non coincide in toto con quella raccontata da Tomasi di Lampedusa. È infatti anche molto altro. Il suo nutrito manipolo di artisti futuristi – tante le figure (meno note ai non addetti ai lavori) citate lungo le pagine; di grande rilievo, poi, il riordino delle lettere di Salvatore Lo Presti, giovanissimo animatore del futurismo isolano, che reinterpreta la tradizione folkloristica locale in chiave eversiva (cap. 4; pp. 85-108) – è parte veramente integrante della macchina marinettiana, se non altro perché dà al poeta la possibilità di creare una rivista futurista purosangue («La Balza Futurista» appunto), proprio quando, per dissapori con il gruppo di «Lacerba» legati principalmente a questioni interventiste, egli era rimasto, di fatto, senza una rivista di riferimento. Ed è muovendosi ancora nella dimensione delle riviste che l’a. dimostra tutta la sua acribia di studioso – e l’attrazione crescente, percepibile dal lettore pagina dopo pagina, verso il mondo futurista. Sì perché il lavoro, carte alla mano e con piglio sicuro, affronta per la prima volta un’analisi critico-letteraria di «Haschisch. Mensile d’arte e varietà» (questo il titolo completo della testata, dedicata non a caso a Mario Carli, padre degli Arditi; cap. 3, pp. 33-83) nato dalle istanze di un gruppo di poeti catanesi che, rientrati in città dopo l’avventura fiumana al fianco di D’Annunzio, fanno convergere sulla rivista tutta l’intensità e l’impeto di dell’impresa vissuta, nell’intento di “restituirli” alla loro Catania. Oltre alle scoperte strettamente legate alle vicende editoriali di «Haschisch» – dalla figura del direttore Mario Shrapnel, focalizzata grazie anche a decisivi inediti messi a disposizione dalla figlia, fino a importanti precisazioni bibliologiche, che hanno consentito di quantificare, per la prima volta, il numero esatto di fascicoli effettivamente pubblicati – l’a. scandaglia poi opportunamente il contesto sociale in cui la testata si inserì, dimostrando come l’apporto a dir poco rilevante della Sicilia al movimento fosse inscritto anche in un sogno di modernità. Sopraffatto, suo malgrado, dalle ataviche carenze socio-strutturali dell’isola. Quello stesso sogno innervò anche i progetti degli industriali che immaginarono di modernizzare l’isola attraverso l’energia eolica e l’elioterapia – cioè attraverso l’indotto dell’Etna – a cui le competenze da pubblicitario navigato di Marinetti si prestavano perfettamente (si veda la foto del poeta attorniato da alcuni industriali locali, p. 211). E al rapporto del poeta con l’isola e soprattutto a quello viscerale con il vulcano – l’Etna di Marinetti – è dedicata allora la seconda parte del lavoro (capitoli 5 e 6). Se è noto che il vulcano rappresenta la forza creatrice/distruttrice, l’elemento futurista per eccellenza (Marinetti nel romanzo in versi liberi Le mon plane du Pape, 1914, lo identifica addirittura con il proprio padre), se è vero che l’Etna e le sue eruzioni rappresentano il simbolo stesso di poesia e di belligeranza, è altrettanto vero che l’a. propone qui il primo vero studio specifico sul rapporto tra il poeta e il vulcano. Seguendo passo passo l’intero percorso di Marinetti, dal periodo pre-futurista fino alla morte (1944), Parasiliti scava infatti con mano esperta in libri, carteggi, biblioteche, musei, fondazioni e negozi di antiquariato, ricomponendo così, e commentando, larga parte del corpus del poeta. Insomma, ciò che esce dal vol. non è solo un’amena lettura e una interessante e documentatissima serie di scoperte (si veda la ricchezza delle note a piè di pagina), quanto, piuttosto, una ricostruzione del quadro d’insieme del futurismo in Sicilia da un punto di vista originale e niente affatto ovvio, che non si sovrappone, se non nello stretto indispensabile, al già noto (da cui l’a. non avrebbe potuto prescindere). Attraverso una prosa leggera ed elegante, si dà conto di come l’isola rispose/corrispose al sogno di modernità e alle provocazioni marinettiane – intese come occasione per colmare un gap rivelatosi purtroppo incolmabile – offrendo, nel contempo, un’angolazione nuova da cui guardare il futurismo post-bellico e la sua necessità di risorgere. Dalle ceneri di tanti dei suoi giovani militanti mitragliati nelle trincee del Carso. Corredano il vol. belle e opportune immagini a col. e b/n, l’Introduzione dell’a. e l’Indice dei nomi. – E.G.

056-I Renaud (Adam), Le théâtre de la censure (XVIe et XXIe siècles). De l’ère typographique à l’ère numérique, Bruxelles, Académie royale de Belgique, 2020, pp. 120, ill. b/n e col. ISBN 978-2-8031-0749-0, 7 €. Un oggetto sconosciuto circondato da uno sfondo piatto e monotono non rivela le sue vere proporzioni fino a quando non si accosta una seconda entità, questa volta familiare. Alla luce di questo semplice fatto, intuiamo quanto possa essere utile una comparazione storica per comprendere i meccanismi del nostro presente. E quale migliore oggetto di paragone per studiare la rivoluzione informatica dei nostri tempi, che il XVI sec., epoca di stravolgimento e riassestamento del potere informativo, di rivoluzione di supporto e di lettura? Erudizione, capacità di sintesi e sguardo verso le problematicità del presente sono i tre elementi che distinguono quest’opera di Renaud Adam, storico del libro della prima modernità e antiquario, che concentra tradizionalmente la maggior parte dei suoi studi nell’area degli antichi Paesi Bassi. La rivoluzione tecnologica e informatica del nostro secolo ha deformato in modo irreversibile la modalità di accesso all’informazione, provocando un capovolgimento delle forze di potere che sono in grado di controllarla e produrla. Facebook, Google, Amazon si ergono e minacciano ormai sempre di più le tradizionali istituzioni dedite al controllo della cultura e dell’informazione. Nuovi dèi partoriti dalla società liberale che fanno apparire invecchiato un mito come lo Stato, impotente – ma forse per interesse – ad arginarli e contrastarli. L’obbiettivo del libro è di mettere in luce le similitudini tra le nuove forme di censura contemporanea e le iniziative repressive messe in atto dalle Chiese e dall’Impero nel XVI sec., in seguito all’avvento del luteranesimo; in modo non passivo o banale, ma cercando di individuare differenze e affinità, nella convinzione di quanto, nonostante il mutamento di società e di tecnologie, alcuni comportamenti umani si ripetano nel tempo. Il libro si diparte in quattro brevi capitoli. Il primo e il secondo mantengono un impianto di analisi storiografica tradizionale, anche se sintetica, trattando le differenti modalità censorie dell’Impero all’epoca di Carlo V e di suo figlio Filippo II. Un occhio di riguardo ovviamente all’area dei Paesi Bassi. Censura repressiva, quindi, e violenta, nel regno di Carlo V. Adozione di politiche maggiormente preventive durante la reggenza di Filippo II. Il terzo capitolo (Le théâtre de la censure, da cui il titolo del vol.), getta luce sulla volontà di creare una vera e propria spettacolarizzazione del fenomeno censorio. Un tentativo di intimidazione generale da parte del potere ufficiale nei confronti dell’opinione pubblica cittadina, attraverso meccanismi di suggestione teatrale. Questa parte propone un’analisi – dobbiamo ammettere – originale delle modalità censorie repressive dell’epoca; arrivando, seppure in modo tangenziale, a sfiorare argomenti di ordine più generale e complesso, come la concezione dell’oggetto libro nella prima età moderna. La tesi è quella di una percezione umanizzata del libro. E la prova è il trattamento che spesso i libri pericolosi ricevono: il rogo, allo stesso modo degli esseri umani. Il libro a questa altezza è, perciò, ancora un oggetto dal potere affabulatorio, come per il mondo medievale, e la biblioclastia non è il semplice tentativo di distruzione di oggetti prodotti in serie per evitare la propagazione di informazioni e di discorsi pericolosi, ma la volontà di annientare la persona che si nasconde dietro quelle pagine, di ucciderla mediaticamente ancora prima che fisicamente – e a volte ucciderla fisicamente non è possibile – proibendole l’accesso a una tecnologia che deve rimanere indiscutibilmente al servizio del potere ufficiale. Quello che importa non è di certo la distruzione materiale, come in certi altri episodi di distruzione sistematica di prodotti dell’intelletto (Leone IIII saurico, Daesh?), ma la dissoluzione, cioè l’annientamento del discorso, della parola e quindi della persona. La società occidentale non sembra scagliarsi arbitrariamente contro la materialità delle proprie invenzioni, non ha perciò un atteggiamento antitecnologico, quanto piuttosto una volontà ferrea di controllo delle persone che possono accedere all’utilizzo delle nuove tecnologie. L’ultimo capitolo, infine, individua alcuni punti di discontinuità e alcune similitudini tra il modo di operare la censura nel XVI sec. e nella nostra epoca. Uno spunto di riflessione profondo, che culmina in un’inquietante constatazione. Quella che, forse, il “teatro della censura” non sia mai cessato, e i burattini, questa volta, sarebbero miliardi. – Francesco Ursino

056-J Savoir/Pouvoir. Les bibliothèques, de l’Antiquité à la modernité, textes réunis et édités par Yves Lehmann, Turnhout, Brepols, 2018 (Recherches sur les Rhétoriques Religieuses, 29), pp. 201, ISBN 978-2-503-58380-8, € 75. Nel corso del maggio 2015 si teneva presso la Biblioteca nazionale e universitaria di Strasburgo un convegno internazionale dedicato al mondo delle biblioteche. Durante le tre giornate di studio, si è cercato di argomentare la funzione di questo luogo all’interno delle città e di come abbia giocato una funzione importante nella trasmissione del sapere su larga scala. Tre anni dopo l’appuntamento, vengono pubblicati i quindici interventi in questo vol. di atti, che traccia un profilo ben documentato dell’ascesa delle biblioteche in Oriente e in Occidente dalle origini ai giorni nostri. I saggi sono suddivisi all’interno di tre grandi aree tematiche. La prima approfondisce il concetto di biblioteca come “pôles d’apprentissage et de rencontre” (luoghi d’apprendimento e d’incontro), per richiamare una felice definizione di Frédéric Barbier nel suo Histoire des bibliothèques (Paris, Armand Colin, 2013). Qui, vengono presentati tre esempi: il caso della Biblioteca nazionale e universitaria di Strasburgo e della sua recente metamorfosi (pp. 7-16), la storia della Real Biblioteca di Madrid dai Re Cattolici ad Alfonso XIII (pp. 17-36) e un resoconto dei primi quarant’anni di attività della Biblioteca nazionale centrale di Roma nella sede al Castro Pretorio (pp. 37-64). Nei diversi saggi un aspetto che emerge con forza riguarda l’aspetto architettonico del luogo, che contribuisce con forza alla creazione di uno spazio di scambio intellettuale prestigioso. Proprio perché il connubio tra biblioteca e architettura, già presente fin dai tempi delle grandi biblioteche egiziane e greche, è uno degli aspetti che più ha caratterizzato l’Europa letteraria fin dall’epoca barocca. Il secondo nucleo è dedicato al patrimonio intellettuale conservato nelle biblioteche, non tanto in senso prettamente quantitativo, ma sull’evoluzione che la fruizione di questo materiale ha avuto lungo i secoli. La biblioteca, infatti, passa gradualmente da luogo accessibile a pochi eletti, spesso appartenenti al ceto del clero, a spazio pubblico. Questo porta a un cambiamento sia nelle pratiche di lettura che negli usi di questi spazi, custodi del sapere. Ne sono un esempio concreto le istituzioni moderne, dove il grosso del lavoro viene svolto nell’ottica di rendere il più possibile fruibile il patrimonio culturale. Per comprende questo importante cambiamento, però, è opportuno studiare gli statuti delle prime istituzioni conosciute. Ed è proprio a questo che si dedicano i saggi di questa sezione, in un viaggio che parte dalla Mesopotamia (pp. 65-80) fino al mondo greco-romano (pp. 81-92), passando per la Gallia del IV e V sec. (pp. 93-118) e approdando alle realtà monastiche della Grecia settentrionale (pp. 119-38) e al Collegio della Sorbone durante il XV sec. (pp. 139-72). La terza e ultima parte si concentra sul ruolo sociale della biblioteca. Infatti, non va dimenticato che, come custode del patrimonio culturale di una città, la biblioteca ha avuto forte influenza ideologico-politica, così come religiosa, sulla società. E questo, non solo in tempi moderni, ma fin dalle antiche vestigia romane. Anche qui, i saggi proposti spaziano da un approfondimento sul De bibliothecis di Varrone (pp. 173-84) a una riflessione sulla storia della Biblioteca Estense di Modena (pp. 185-212); dal ruolo economico e politico avuto dalle biblioteche ungheresi e dell’area transilvana durante l’Ancien Régime (pp. 213-32) – in particolare la Biblioteca nazionale di Romania (pp. 233-48) – alla gestione delle biblioteche di area germanofona durante la Riforma protestante (pp. 249-72). Chiudono la sezione due saggi dedicati al mondo francese, che presentano una storia della Bibliothèque de l’Hòtel de Villa (pp. 273-84) a Parigi e della Bibliothèque Mazarine (pp. 284-302). Si segnalano i singoli contributi. – L.Mo.

056-K Scapecchi (Piero), Incunabolo. Itinerario ragionato di orientamento bibliografico. Nuova edizione aggiornata, Roma, Associazione Italiana Biblioteche, 2019 (Enciclopedia tascabile, 41), pp. 116, ISBN 978-88-7812-266-4, € 15. Se una prima più breve edizione uscì nel 2004 come n° 25 della medesima collana, questa nuova edizione dimostra, se ce ne fosse bisogno, quanto l’incunabolistica sia disciplina viva e in continuo aggiornamento. Come è noto, l’a., forte anche di una lunga militanza nelle maggiori biblioteche fiorentine, è il migliore incunabolista italiano, autore tra l’altro del catalogo della BNC di Firenze, pubblicato (dopo lunga attesa) nel ‘17. Staccandosi volutamente dalla impostazione ormai classica dello Handbuch di Konrad Haebler (tradotto in it. solo pochi anni fa da Alessandro Ledda), in un volumetto di limitata estensione l’a. propone un essenziale percorso assieme analitico e bibliografico, che mira a introdurre allo studio della produzione editoriale del XV sec., in specie italiana. Ne trarranno profitto i neofiti, ma anche gli specialisti per le precise indicazioni fornite dall’a. quanto a singole definizioni, ovvero ai più autorevoli contributi sui temi via via esaminati (avrebbe giovato un indice per argomenti). Senza piaggeria né deferenza ad alcuno, si viene quindi guidati a ciò che oggi è essenziale sapere sulla materia. Innanzitutto, perché la incunabolistica è davvero una particolare branca degli studi bibliografici e di storia del libro, con una propria tradizione e specifiche metodologie che non possono essere bypassate, se non correndo il rischio di cadere nel grottesco, non smascherato unicamente dal dilagare dell’ignoranza altrui. Per prima cosa l’a. si sofferma sul tema della definizione di cosa sia un incunabolo, anche delimitando il campo ed escludendo dalla trattazione tanto la stampa tabellare, quanto quella con caratteri ebraici o slavi. Passa poi a indicare gli elementi più forti della continuità materiale e grafica tra ms. e primi libri a stampa, concentrandosi su aspetti come l’illustrazione, il giudizio espresso dai contemporanei, la presenza di libri a stampa nelle coeve raccolte librarie, la stessa facies bibliologica. L’a. si sofferma quindi con precisione sui procedimenti di stampa parlando della carta e della sua fabbricazione, o della tecnica tipografica (si passa dall’allestimento dell’exemplar alla scelta dei formati). Col capitolo Strumenti e materiali per la stampa si approfondiscono i caratteri (produzione, metodologia di studio, misurazione, classificazione), la gestione della cassa tipografica (dalla sua organizzazione al suo continuo aggiornamento), la composizione tipografica con la questione della correzione delle bozze o della stampa in rosso e in nero, il torchio e la sua conformazione col passaggio dalla pressa a un colpo al torchio a due colpi, l’inchiostro e i problemi collegati alla sua essicazione, come le contrastampe. Si passa quindi all’incunabolistica come disciplina che si sviluppa con la movimentazione del materiale librario causata dalle soppressioni rivoluzionarie tra fine Sette e inizi Ottocento, e quindi la nascita dei primi grandi repertori incunabolistici o delle specifiche collezioni a essi dedicate, lo sviluppo di cataloghi e studi specifici. Per restando ancorato alla prospettiva italiana, dopo aver specificato che «ciò che determina un salto di qualità nello studio delle singole officine e delle edizioni sine notis deriva dalla catalogazione intrapresa in altri paesi europei tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo» (p. 58), l’a. fornisce in alcune densissime pagine (59-66) una ricca panoramica ragionata degli studi internazionali di settore tra Otto e Novecento. Si viene ora alla redazione odierna dei cataloghi di edizioni quattrocentesche, con specifiche indicazioni circa i criteri (spesso disattesi) che devono presiedere alla redazione di tali strumenti. Ecco la sezione dedicata agli annali tipografici (che ne illustra la specificità), facendo da apripista alle pagine successive, incentrate sulla storia dell’introduzione e dello sviluppo dell’arte nera in Italia. Nonostante la generosa indicazione di strumenti e studi che ha accompagnato fin qui tutta la trattazione, ora l’a. si impegna a fornire in modo più sistematico chiare indicazioni bibliografiche sia di carattere generale, sia via via più specifiche, prima ai repertori autorevoli di uso più costante e abituale (compresa una serie di studi ritenuti fondamentali, da Haebler alla Armstrong), e poi alle ricerche specificatamente dedicate ai centri tipografici italiani del XV sec., in ordine alfabetico da Ascoli Piceno a Voghera. Come peraltro precisamente riassunto dall’a. nelle pagine iniziali del vol. (prima di insistere sull’importanza delle ricerche archivistiche e sulle novità offerte dalla disponibilità online di molte riproduzioni digitali di incunaboli): «A mio giudizio oggi le linee portanti dello studio riguardano l’approfondimento dei rapporti materiali dello stampato con il mondo del codice manoscritto, l’approvvigionamento e l’uso della materia scrittoria (la carta per la gran parte della produzione ma anche la pergamena), la divisione del lavoro all’interno dell’officina tipografica, la produzione, l’integrazione e l’uso delle casse di caratteri» (p. 5). Insomma, la proposta dell’a. si muove in senso opposto a quanto sembrano sostenere taluni novatores contemporanei, accomunati da una sostanziale estraneità al percorso bibliografico tradizionale che fonda per l’appunto la scienza incunabolistica (“ch’uno la fugge e l’altro la coarta”), i primi per volgersi troppo indietro quasi che gli incunaboli fossero realmente ancora dei mss. e dimenticando la loro natura di multipli, i secondi per guardare troppo in avanti, ritenendo di poter ridurre il libro al suo uso, illudendosi di poter elaborare addirittura automaticamente i segni di tale utilizzo e faveloggiando di ricostruirne così la storia. Il volumetto riafferma invece in modo lineare e chiaro come non esista spazio né per curiose scorciatoie, né per enfatizzazioni mostruose della materia, ma come lo studio dei paleòtipi debba, movendo dalle solide basi della tradizione, incamminarsi su sentieri nuovi che sappiano al contempo dialogare fittamente coi risultati già raggiunti dalla disciplina, soprattutto nei suoi punti più alti e sicuri. Un’intervista con l’a. è disponibile su YouTube – “Il canale dei libri”. – Ed.B.

056-L Storie di pagine dipinte. Miniature recuperate dai Carabinieri, a cura di Sonia Chiodo, Firenze-Livorno, Le Gallerie degli Uffizi-Sillabe, 2020, pp. 391, ill. b/n e col., ISBN 978-88-334-0148-5, € 40. Molto più di un semplice catalogo pubblicato a corredo della omonima mostra allestita a Firenze, Palazzo Pitti, dal 24 giugno al 4 ottobre 2020 (Þ «AB» 055, sezione “Cronache”), questo vol. può ambire a diventare un modello virtuoso nel complesso panorama della gestione dei beni culturali italiani, per vari ordini di ragioni. In primis, è evidente l’intenzione di voler far conoscere al pubblico l’operato del Reparto per la Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri, la cui attività si svolge per la maggior parte in seno a indagini giudiziarie, condotte – come è giusto che sia – sottotraccia e nel più assoluto riserbo. Il secondo motivo, invece, va ricercato nel positivo coinvolgimento di alcuni dottorandi in Storia dell’arte e studenti della Scuola di Specializzazione in Beni Storico-Artistici dell’Università degli Studi di Firenze che, oltre ad aver allestito la mostra e aver firmato i saggi e le schede descrittive del catalogo, hanno davvero avuto l’occasione di mettere le proprie competenze al servizio della collettività, traendo certamente una forte motivazione dall’esercizio proposto. In ultimo, perché il vol. presta l’occasione di riflettere, oltre che sull’importanza di censire i beni librari e sulla necessità di una loro accurata catalogazione preventiva. E di questo l’Italia ne ha un disperato bisogno: tanti, troppi, gli appelli inascoltati riguardo la carenza di personale negli istituti di conservazione, così come troppe frequenti le notizie sulla sottrazione di beni culturali che popolano le pagine dei nostri giornali. Com’è noto, infatti, la criminalità cresce se il sistema istitutionale mostra falle e, per giunta, rimane immobile a danno subìto. Per far fronte a questa piaga dilangante (non c’è solo il Covid!), però, un’antidoto esiste: è quello di mettere in campo cittadini capaci e determinati nel difendere la nostra arte, la nostra storia. Tra le altre cose, questo catalogo dimostra che, tra mille misfatti, esistono anche storie a lieto fine e persone di talento, competenti e desiderose di mettersi al lavoro, ce ne sarebbero eccome! A discapito di critiche e reprimenda a una gioventù egoista e lassista. Anche la voglia di fare squadra non manca: dove possibile, infatti, il lettore viene accompagnato in un percorso tracciato dal generale al particolare, ovvero da un contesto storico-artistico a descrizioni tanto minuziose quanto tecniche delle miniature o dei frammenti di codici recuperati (e sempre accompagnati da riproduzioni ad alta definizione, una vera delizia per gli occhi!). Si passa così dalle vicende pistoiesi dei corali duecenteschi di S. Francesco al prato (pp. 33-84) ai codici quattrocenteschi del convento di Giaccherino a Pistoia (pp. 213-42), con una tappa dedicata ai miniatori della chiesa di San Lucchese a Poggibonsi (pp. 288-361) e alla pieve dei Santi Ippolito e Biagio a Castelfiorentino (pp. 161-84). Inoltre, risultano ritornati a Firenze alcuni frammenti di corali trecenteschi da Santo Stefano al Ponte (pp. 185-209), mentre la città di Perugia ha potuto riscattare alcuni frammenti anticamente miniati nelle abbazie di Montemorcino (pp. 243-344) e San Pietro (pp. 345-64). Certo, piange davvero il cuore nel vedere intere pagine di corali strappate dalle proprie legature per il solo scopo di ricavare dei ritagli (cutting) delle preziose iniziali miniate, poi rivendute sul mercato antiquario senza alcuna possibilità di verificarne la provenienza; ma ciò dimostra, al contempo, l’utilità di un certo filone di studi che promuove lo studio della frammentarietà della documentazione antica. Altrettanto lodevole e ben riuscita la sezione divulgativa a cura di Sonia Chiodo (pp. 17-31), corredata dalle simpatiche e accattivanti vignette disegnate da Vanna Vinci, in cui sono descritti in un linguaggio non specialistico le peculiarità degli attori coinvolti nella produzione, decorazione, trasmissione, sottrazione, conservazione dei beni librari. Simona Pasquinucci propone in apertura un saggio sulla protezione dei beni culturali ecclesiastici (pp. 187-99), ma il vol. si chiude sulle immagini del delizioso Officium mortuorum, piccolo gioiello commissionato da Leone X Medici, con una decorazione che imita le sfarzose suppellettili liturgiche. In definitiva, la mostra e il catalogo sono la vera prova di un’Italia giovane che sa creare valore sul bello, custodisce senza appropriarsene, lavora con competenza e sa spiegare, su richiesta, anche senza tecnicismi... sarà questa la ricetta che si vorrà perseguire nel predisporre la tanto chiaccherata “Netflix della cultura italiana” annunciata dal Mibact? Chiude il vol. un’utilissima appendice bibliografica, si segnalano i dati dei saggi più vicini agli interessi di «AB». – D.M.

056-M Transmission of Knowledge in the Late Middle Ages and the Renaissance, edited by Outi Merisalo – Miika KuhaSusanna Niiranen, Turnhout, Brepols, 2019, pp. 239, ill. col., ISBN 978-2-503-58156-9, € 80. Il vol.– grazie al contributo di diversi specialisti – tenta di ricostruire la forma dei testi che circolavano a cavallo tra XIII e XVI sec., in riferimento non solo al loro aspetto eminentemente testuale, ma anche a quello materiale relativo ai supporti e alle tecniche che permettevano l’effettiva circolazione degli stessi. La pubblicazione nasce in seno al progetto Transmission of Knowledge in the Late Middle Ages and the Renaissance (Tralmar) ed è ispirata a un ciclo di dibattiti sul tema organizzati a cavallo tra il 2013 e il 2017. In particolar modo, queste pagine raccolgono le sollecitazioni emerse nell’ultimo di questi workshop (Roma, luglio 2017) che si proponeva proprio di tirare le fila del ciclo di incontri. Come già anticipato, il vol. presenta diversi contributi che analizzano vari generi testuali documentati a cavallo tra tardo medioevo e Rinascimento: diritto romano, medicina, letteratura religiosa, storiografia, letteratura militare e poesia. Dopo la introduzione di uno dei curatori (Outi Merisalo), si trova la sezione dedicata al diritto romano, con il contributo di Mario Varvaro (Note sulla definizione della possessio nel Festo Farnesiano - Napoli, BNN, IV. A. 3, pp. 15-29) che mostra come anche le edizioni più autorevoli di un testo non permettano di prescindere dalla consultazione del ms. originale. Ampio spazio è poi dedicato al genere della medicina: Stefania Fortuna (La tradizione latina di Galeno e il De farmaciis, pp. 33-44) analizza una traduzione latina del De farmaciis dal punto di vista discorsivo e linguistico, fornendo anche una prima edizione critica del testo; Monica H. Green (Recovering ‘Ancient’ Gynaecology. The Humanist Rediscovery of the Eleventh-Century Gynaecological Corpus, pp. 45-54) ricostruisce le vicende legate alla trasmissione rinascimentale dei testi di ginecologia, mostrando come solo uno studio combinato di mss. ed edizioni possa chiarire quale fosse la dotazione testuale effettivamente a disposizione di un aspirante medico, a cavallo tra medioevo ed età moderna; Iolanda Ventura (Una trasmissione complessa da rivedere. Appunti sul corpus di scritti di Giovanni di Saint-Amand, pp. 55-71) propone un riesame della complessa e controversa trasmissione dei lavori di un importante medico francese del XIII sec.; infine, Vivian Nutton (The Transmission of Medical Knowledge in Script and Print, pp. 73-83) si sofferma sulla questione relativa al passaggio di numerosi testi di medicina dalla forma manoscritta alla forma stampata, mostrando come proprio l’incremento di edizioni di testi di medicina nel XVI sec. contribuì alla rapida diffusione della conoscenza medica in tutta l’Europa Occidentale. La terza sezione è invece dedicata ai testi religiosi: Elena Parina e Maria Volkonskaya (Middle Welsh Texts on the Virtues of the Mass in Their European Context, pp. 87-99) analizzano la tradizione e la traduzione di alcuni testi – dal latino al gallese – relativi alle virtù della Messa. Segue una quarta ampia sezione dedicata alla storiografia: Samu Niskanen (Copyists and Redactors. Towards a Prolegomenon to the editio princeps of Peregrinatio Antiochie per Vrbanum papam facta, pp. 103-14) si concentra sulla complessa tradizione dei testi relativi alla letteratura di crociata; Jakub Kujawiński (Saved in Translation. Vernacular Translations from Paris, BNF, fr. 688, as Witnesses of Lost Texts, Manuscripts and Readings, pp. 115-29) dimostra come le traduzioni possano aiutare a ricostruire testi oggi scomparsi; Concetta Bianca (Revisione d’autore o intervento ideologico? A proposito del De expeditione in Turcos di Biondo Flavio, pp. 131-39) analizza la tradizione manoscritta dei testi dello storico e umanista italiano relativi alle spedizioni contro i Turchi, mostrando come l’attribuzione dei testimoni all’autore debba sempre tenere conto anche dell’aspetto materiale degli stessi; Miika Kuha (The Reception of Humanist Historiography in Venice. Simultaneous Copying of the De gestis, moribus et nobilitate civitatis Venetiarum by Lorenzo de’ Monaci at the Beginning of the Sixteenth Century, pp. 141-52) propone una dettagliata analisi paleografica e codicologica di un complesso ms., collocandolo nel contesto più generale la trasmissione di testi storiografici nella Venezia rinascimentale; Susanna Niiranen (From Prison to Print. Johannes Messenius’ Scondia illustrata as a Co-Product of Early Modern Prison Writing, pp. 153-65) analizza le modalità di composizione e trasmissione di un testo latino scritto da un autore svedese mentre era in prigione, mostrando come l’operazione che portò alla stampa del testo permetta di rilevare dispute e negoziazioni tra la famiglia dell’autore e il governo svedese. La quinta sezione è dedicata alla letteratura militare: Joëlle Ducos (De la glose à la parenthèse. Traduire Végèce en français au XVIe siècle, pp. 169-83) esamina le modalità di traduzione e trasmissione di Vegezio attraverso una poco conosciuta traduzione francese di un autore del XVI sec. L’indagine permette di collocare l’opera di Vegezio in un più ampio contesto culturale, mostrandone l’importanza per gli schemi educativi del XVI sec. L’ultima sezione è invece dedicata alla poesia: Lorenzo Amato (Le serie di madrigali alla Strozzi. Una prima ricognizione e analisi socio-culturale di un genere poetico granducale, pp. 187-99) analizza le modalità di trasmissione delle poesie di Giovan Battista Strozzi, mentre Paul Gwynne (Problems Mainly Propertian. Francesco Sperulo and Renaissance Commentary, pp. 201-13) indaga i numerosi riferimenti intertestuali concernenti l’opera di un autore di successo del XVI sec. come Francesco Sperulo. Chiudono il vol. degli utili indici (Index codicum, Index rerum, Index nominum) e le tavole delle illustrazioni. – A.T.

056-N Van Peteghem (Julie), Italian Readers of Ovid from the Origins to Petrarch. Responding to a Versatile Muse, Leiden-Boston, Brill, 2020 (Medieval and Renaissance Authors and Texts, 24), pp. 345, ill. b/n, ISBN 978-90-04-42168-4 – eISBN 978-90-04-42169-1, € 110 (cartaceo ed ebook). Questo vol. fresco di stampa, pubblicato dall’olandese Brill a metà di questo annus horribilis 2020 è un ottimo esempio del nuovo trend dei material studies della scuola angloamericana applicato agli studi di storia della letteratura italiana. L’a. è infatti Assistant Professor di Italian Studies presso la City University of New York, e da anni è impegnata in progetti eccellenti di digital humanities come il celebre Digital Dante della Columbia University. Come infatti esplicitato nell’eloquente titolo, l’opera si concentra sulla storia della lettura delle opere di Ovidio nell’Italia medievale, partendo dall’esperienza dei primi lettori colti del Duecento per arrivare alle rielaborazioni tardotrecentesche di Petrarca. Il vol. è diviso in due parti, comprensive a loro volta di cinque capitoli. La struttura argomentativa è in realtà fortemente squilibrata in favore della trattazione relativa alla ricezione letteraria dei testi ovidiani in età medievale, mentre la parte dedicata alla storia della lettura stricto sensu è concentrata in un unico capitolo. La prima parte (Writers as Readers) è, infatti, costituita dal solo capitolo 1, mentre la seconda (Readers as Writers, ovviamente) si dipana nello spazio dei rimanenti quattro capitoli. La sezione iniziale, dal lunghissimo titolo Ovidius – Ovidi – Ovide – Ovidio: A History of Reading Ovid in the Due- and Trecento, è in realtà una ricostruzione generale del contesto culturale e linguistico in cui ebbero a operare i lettori medievali italiani del poeta delle Metamorfosi. L’a. traccia una storia della ricezione materiale che si concentra specialmente sulle tipologie librarie attraverso le quali l’Ovidio medievale trovò posto tra gli scaffali e sui banchi dei fruitori italiani del Due-Trecento. In realtà, sebbene non manchino alcuni esempi, più che uno studio sui mss. e altro materiale di prima mano, il capitolo è una densa e mirata analisi delle fonti edite e della letteratura accademica sulla circolazione e l’utilizzo dei testi ovidiani in epoca medievale. I punti salienti della trattazione riguardano le forme della trasmissione testuale (commenti, citazioni, traduzioni, excerpta), gli elementi paratestuali precipui dei differenti veicoli librari e i contesti sociali e culturali in cui si diffuse l’opera di Ovidio nella penisola in parallelo allo sviluppo della grande letteratura volgare italiana. L’elemento sicuramente più interessante che emerge dallo studio di questo materiale riguarda le conoscenze linguistiche dei primi lettori colti italiani dei testi ovidiani, i quali, come spiega l’a., erano in grado di leggere quelle opere in lingua originale, nel loro idioma patrio e in almeno una lingua vernacolare straniera. Proprio queste abilità poliglotte costituirono, a parere della studiosa, l’elemento chiave che trasformò i lettori medievali di Ovidio in scrittori capaci di assorbire il messaggio del poeta e rielaborarlo a loro piacimento nelle proprie opere. Su questa base argomentativa si sviluppa la seconda parte del libro, che si apre con un capitolo dedicato alle rielaborazioni che i poeti siciliani, siculo-toscani e gli stilnovisti operarono in seguito alla ricezione delle opere di Ovidio. L’appropriazione “ovidiana” attuata dai primi maestri della nostra letteratura avvenne, secondo l’a., a partire dal modello trobadorico occitano, che fu alla base delle rielaborazioni formali dei versi del sulmonese operate nel Duecento dai poeti della penisola. Al superamento del modello occitano è dedicato il capitolo successivo, incentrato sulla ricezione marcatamente “latina” dei testi ovidiani da parte di Dante e Cino da Pistoia. Pure di ambito dantesco è il quarto capitolo, focalizzato questa volta sulla Commedia e sulla ipotetica lettura materiale operata dall’Alighieri parallelamente sull’Ovidio latino e sulla sua traduzione toscana al momento di stendere su pergamena il testo del suo sacro poema. Il vol. si chiude con un capitolo dedicato alla lettura petrarchesca di Ovidio e ai tratti comuni che uniscono l’esperienza letteraria dell’autore latino a quella del poeta di Laura. Il libro costituisce una interessante panoramica sulla ricezione di uno dei più importanti autori della latinità nel periodo più rigoglioso della nostra letteratura. Non mancano certo spunti interessanti, ma più che un testo incentrato sui lettori di Ovidio nell’Italia medievale, quest’opera è una densa analisi interpretativa dell’influenza dell’opera ovidiana sugli autori della letteratura volgare italiana tra Due e Trecento. Si tratta certamente del primo testo in lingua inglese a trattare in maniera sistematica questo importante argomento, ma il suo pubblico di riferimento è quello degli studiosi di letteratura medievale piuttosto che, come vorrebbe il titolo, la più variegata audience degli specialisti di storia della cultura scritta e di storia della lettura. – N.V.

Spogli e segnalazioni

056-001 #iostoacasaaleggereepoi? Biblioteche, librerie, lettori ed editori di fronte al Covid-19, a cura di Luca Ferrieri – Federico Scarioni – Paolo Testori, Abbiategrasso, Edizioni Fondazione Per Leggere, 2020 (Millelibri), 180 pp. (cartaceo) – 140 pp. (ebook), ill. a col., ISBN 978-88-96575-00-0 – eISBN 978-88-96575-02-4, € 10 (+ 5 € di spedizione, cartaceo) – € 5 (ebook). Il Covid-19 fece irruzione nelle nostre vite con una violenza inaudita, provocando uno shock muto di parole e di pensieri: ma il silenzio a poco a poco si è rianimato, i libri ci riconsegnavano la forza del racconto, dell’immaginazione e della riflessione; e con questi, anche il desiderio immutato di condividere il nostro personale percorso di ripresa, di riconquista di senso. I quindici saggi che compogono #iostoacasaaleggereepoi? sono in filigrana la storia dell’alleanza solidale e per molti aspetti inedita tra editori, librai, bibliotecari e lettori, per salvare a tutti i costi il bene prezioso della lettura, forse mai apparso a tutti così limpidamente in tutta la sua radicale capacità di rigenerarci. Questa lotta appassionata ha sprigionato energie, progetti, modalità di operare nuovi, che costituiscono ora un patrimonio da non disperdere, insieme col coraggio di guardare avanti. A questo invitano gli artisti, che hanno accettato di illustrare il vol.; così come di futuro parla la scelta di acquistare col ricavato dalla vendita del vol. libri per bambini con difficoltà di accesso alla lettura. – Paola Sverzellati

056-002 Aggiunta (Un’) al catalogo delle cinquecentine della Biblioteca di Montevergine, a cura di Domenico D. De Falco, presentazione di p. Andrea Davide Cardin, Avellino-Atripalda, Monkey adv-Mephite, 2020, pp. 145, ill. b/n, ISBN 978-88-6320-206-9, s.i.p. Nel giugno 2020 la Biblioteca Statale di Montevergine (Mercogliano, AV) ha dato alle stampe un piccolo aggiornamento al poderoso catalogo delle proprie cinquecentine – pubblicato nel 2015 in due voll. – che aveva già consentito di censire 1016 edizioni. Il recente supplemento ne descrive ulteriori 34, acquistate sul mercato antiquario dopo il 2015 o sfuggite alla precedente ricognizione per i motivi più disparati. Tra le acquisizioni più interessanti, un commento a san Bonaventura del teologo francese Etienne Brulefer (Venezia, Lazzaro Soardi, 1504), l’Opera del monaco e mistico fiammingo Tommaso da Kempis (Anversa, in aedibus Philippi Nutij, sub Ciconijs, 1574), ma anche materiale effimero, come la bolla di papa Sisto V per l’istituzione del Collegio delle Scale (Roma, apud Impressores Camerales, 1590) con testo ricomposto rispetto agli esemplari già censiti dall’OPAC di SBN. L’elemento più degno di attenzione, però, è l’edizione della Bibbia stampata nel 1574 da Pierre de Saint-André (a Ginevra, ma senza luogo di stampa: si veda la scheda dell’OPAC di SBN), a cui sono allegate due cartine della Terra Santa. Benché le schede proposte seguano uno stile descrittivo prossimo a quello adottato per la catalogazione del libro antico dall’OPAC di SBN, vengono comunque forniti dettagli relativi alla legatura e alle provenienze, di cui viene spesso allegata un’immagine esemplificativa: da questo punto di vista, si apprende che l’esemplare di Aulo Gellio, Noctes redditae nuper omni caligine micantissimae (Firenze, Filippo Giunta, 1513) appartenne in precedenza a mons. Silvano Burgalassi – prete e sociologo, scomparso nel 2004, che si interessò anche di aspetti legati all’editoria pisana tra Quattro e Cinquecento –, come testimoniano un timbro e gli ex-libris con il suo nome. Premesso al catalogo delle edizioni un saggio firmato da Sabrina Tirri che indaga dediche, dedicatari e dedicanti delle edizioni in elenco, insieme a un’incursione di Giuseppina Zappella, che propone un breve contributo dedicato alla marca tipografica della Pazienza rappresentata in un’edizione di Petrarca, stampata a Venezia da Niccolò Bevilacqua nel 1568. – D.M.

056-003 «AIB Studi», 60/2, maggio-agosto 2020 (disponibile online). Si effettua uno spoglio selettivo dei contributi.

056-004 Albani (Paolo), Bibliofilia curiosa. Libri immaginari, bizzarri, mai scritti & falsi, Sesto Fiorentino, Apice libri, 2018 (Marginalia, 8) Þ rec. Francesca Nepori, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura», 15-16, 2019, pp. 167-8.

056-005 Alberto Vigevani: una vita da editore. Il Polifilo tra libri di cultura e immagini. Atti del Seminario di Apice, Università degli Studi di Milano, 30 ottobre 2018, a cura di Roberta Cesena, Pisa-Roma, Serra, 2020 (Quaderni di «Bibliologia», 5), pp. 164, ill. b/n, ISBN 978-88-3315-229-5, € 180. Per celebrare i cento anni dalla nascita del letterato-editore Alberto Vigevani (Milano, 1 agosto 1918 - 23 febbraio 1999), fondatore della casa editrice Il Polifilo, il Centro Apice dell’Università di Milano, custode delle carte del bibliofilo, ha voluto dedicargli una giornata di studi, incentrata sull’attività editoriale. Il vol. raccoglie gli atti del convegno, con interventi dedicati a specifiche collane pubblicate dal Polifilo o a precisi ambiti disciplinari nei quali confluiscono alcune delle maggiori realizzazioni editoriali di Alberto Vigevani: bibliologia, tecnica e scienza, arte, bibliografia. – L.Mo.

056-006 Alidori Battaglia (Laura), Il libro d’ore in Italia tra confraternite e corti 1275-1349. Lettori, artisti, immagini, Firenze, Olschki, 2020 (Biblioteca di bibliografia. Documents and Studies in Book and Library History, 209), pp. XVI+414, ill. b/n e col., ISBN 978-88-222-6664-4, € 66,50. È convinzione diffusa che quella particolare tipologia che è il libro d’ore compaia nella seconda metà del ’300 e che in Italia si diffonda soprattutto in ambito cortese, spesso nella forma di regalo nuziale e come parte della dote di giovane nobili. Alcuni dati, tuttavia, smentiscono questa visione: la precocità di alcuni esemplari, la veste libraria modesta di altri e l’attestato utilizzo anche in ambito maschile, hanno portato l’a. a esaminare testimonianze dirette e indirette, con lo scopo di comprendere la genesi del libro d’ore italiano. Prendendo in considerazione i mss. prodotti tra la seconda metà del XIII e la prima del XIV sec., l’a. identifica un corpus di 17 codici (dettagliatamente descritti nella seconda parte del vol.), fatto che di per sé è testimone della necessità di retrodatare la diffusione del libro d’ore nella nostra Penisola. Il secondo importante risultato è quello di “restituire” il libro d’ore alla sua utenza originaria, che nella maggior parte dei casi è quella delle confraternite, dato che solo nella seconda metà del secolo si diffonderà l’uso legato al contesto cortese. Tutto questo grazie a una serrata analisi dei mss. nei loro aspetti iconografici e bibliologici, che porta a identificare singoli artisti o botteghe, ma anche committenti. Il vol. è corredato di un ricchissimo apparato iconografico, sia in b/n che a col. e si chiude con una ricca bibliografia e un indice dei mss. – F.F.

056-007 Allotti (Pierluigi), La libertà di stampa. Dal XVI secolo a oggi, Bologna, Il Mulino, 2020 (Universale Paperbacks il Mulino), pp. 246, ISBN 978-88-15-28657-4, € 15. Nel 1925 la casa editrice Corbaccio pubblicò La libertà di stampa, un pamphlet del giornalista italiano antifascista Mario Borsa, nel quale proponeva i momenti essenziali attraverso cui la libertà si stampa si è affermata, ribadendo come questo concetto non coincidesse con la libertà di esprimere opinioni proprie, ma con l’assoluta indipendenza dagli uomini del Governo. In seguito all’evoluzione dei mezzi di comunicazione e del conseguente largo accesso alle notizie, questo omonimo vol. di Pierluigi Allotti offre una cronaca della libertà di stampa con scansione cronologia e topografica, partendo dal XVI sec. e arrivando ai giorni nostri, spaziando tra Europa occidentale e Stati Uniti. – Pietro Putignano

056-008 Altieri (Orietta), Il Protestantesimo nella Gorizia dell’Ottocento: la famiglia Ritter, in La portata storica della Riforma protestante, pp. 87-92.

056-009 Amato (Lorenzo), Le serie di madrigali alla Strozzi. Una prima ricognizione e analisi socio-culturale di un genere poetico granducale, in Transmission of Knowledge in the Late Middle Ages and the Renaissance, edited by O. Merisalo – M. KuhaS. Niiranen, pp. 187-99 Þ «AB» 056-M.

056-010 Amici di Carla, a cura di Gianni Gangai, Milano, Scoglio di Quarto edizioni, 2020, pp. 85, ill., manca ISBN, s.i.p. Libretto di ricordi per la scomparsa Carla Maria Roncato, fra le più note galleriste e libraie d’arte italiane, morta prematuramente nel settembre del 2017, e sulla sua Derbylius di via Pietro Custodi a Milano (1997-2017), insostituibile luogo d’incontro di artisti, collezionisti e studiosi di Avanguardie e di libri d’artista. Fra i contributi più interessanti di questo vol. si segnalano quelli di Alberto Casiraghi, di Francesco Tedeschi e di Evelina Carrara. Su Carla Maria Roncato e la sua Derbylius mi sia consentito anche il rimando al mio Ultima notte di Derbylius, Imola, Babbomorto editore, 2020. – Andrea G. G. Parasiliti

056-011 Ardolino (Enrico Pio), in Biblioteche. Ieri, oggi e domani, a cura di V. Ponzani, pp. 101-12. L’a. tratta anch’egli del progetto L&L: Lives and Libraries: lettori e biblioteche nell’Italia contemporanea con un’ottica più focalizzata allo studio della storia delle biblioteche. – Em.B.

056-012 Ascheri (Mario) – Paola Maffei, Juridical Late Medieval Paratexts and the Growth of European Jurisprudence, in Inscribing Knowledge in the Medieval Book. The Power of Paratexts, edited by R. Brown-Grant – P. Carmassi – G. Drossbach – A. D. Hedeman – V. Turner – I. Ventura, pp. 21-45 Þ «AB» 056-D.

056-013 Baffi (Valentina), I corali quattrocenteschi [del convento di Giaccherino a Pistoia] e i loro miniatori: un percorso tra arte e devozione, in Storie di pagine dipinte, a cura di S. Chiodo, pp. 215-29 Þ «AB» 056-L.

056-014 Bambini per sempre! Infanzia e illustrazione nell’arte del primo Novecento, a cura di Nadia MarchioniArabella S. Natalini, Pontedera, Bandecchi & Vivaldi, 2020, pp. 95, ill. col., ISBN 978-88-8341-776-4, 19 €. Il vol. è il catalogo della mostra collettiva allestita presso il Salone Borghini del Museo degli Innocenti di Firenze (dal 9 luglio al 14 settembre 2020) e curata da Nadia Marchioni e Arabella Natalini. La mostra raccoglie opere di celebri artisti italiani del primo Novecento (tra cui Balla, Carrà, Soffici, Rosai e Viani), tutte dedicate all’universo dell’infanzia. Il catalogo si apre con due pp. di introduzione a cura di Maria Grazia Giuffrida e Giovanni Palumbo, rispettivamente presidente e direttore generale dell’Istituto degli Innocenti, e continua con tre brevi testi firmati dalle curatrici e da Silvia Assirelli. Nella seconda parte del catalogo troviamo la riproduzione di tutte le opere presenti in mostra, accompagnate da brevi schede descrittive. – Martina Mineri

056-015 Bandini (Michele), Il Polibio di Leonardo Bruni, in Libri e biblioteche di umanisti tra Oriente e Occidente, a cura di S. Martinelli Tempesta – D. Speranzi – F. Gallo, pp. 13-22. L. a. attribuisce una serie non ancora studiata di note interlineari e di glosse del ms. polibiano Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. gr. 124 (X sec.) al primo lettore di Polibio dell’Italia umanistica: l’aretino Leonardo Bruni (1370-1444). – S.C.

056-016 Barbero (Giliola), Il ms. Vat. lat. 7129 di Aldo Manuzio il Giovane: studio paleografico e codicologico al servizio della storia del libro, «La Bibliofilía», 121/3, 2019, pp. 429-49. In questo articolo l’a. analizza il ms. Vat. lat. 7129, noto agli studiosi di Aldo Manuzio il Giovane per la grande quantità di informazioni fornite riguardo l’organizzazione della sua attività. Con approccio codicologico, l’a. offre diversi spunti e informazioni riguardo diverse persone associate alle attività commerciali di Aldo il Giovane. – P.S.

056-017 Barbier (Frédéric), La foi, le talent, le service: l’éthique protestante et l’esthétique des bibliothèques (XVe-XVIIe siècle), in Savoir/Pouvoir. Les bibliothèques, de l’Antiquité à la modernité, textes réunis et édités par Y. Lehmann, pp. 249-72 Þ «AB» 056-J.

056-018 Barbieri (Edoardo), La biblioteca serve a… studiare!, in Contro lo sfascio delle biblioteche italiane, a cura di E. Barbieri, pp. 100-8 Þ «AB» 056-A.

056-019 Bedon (Robert), Les bibliothèques privées dans la Gaule du IVe et du Ve siècle de notre ère, in Savoir/Pouvoir. Les bibliothèques, de l’Antiquité à la modernité, textes réunis et édités par Y. Lehmann, pp. 93-118 Þ «AB» 056-J.

056-020 Bernabè (Anna), In mostra. Libri mai mai visti e La bibliothèque imaginaire de Rabelais. Intervista a Gianni Zauli, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura», 15-16, 2019, pp. 188-98. L’a. intervista Gianni Zauli – curatore di eventi culturali nonché esperto di ludolinguistica e di cinema d’azione – tra i fondatori dell’associazione VACA (VAri Cervelli Associati), nata per proporre al pubblico i “libri mai mai visti” citati nel titolo (cioè «prototipi di libri manufatti mai editi presentati in pubblico o recensiti», p. 188). L’occasione è giusta anche per presentare/raccontare le attività di VACA sul territorio, tra cui, appunto, la mostra La bibliothèque imaginaire de Rabelais, esposta per la prima volta a Parigi nel 2003-2004. Il pezzo è corredato da immagini, consultabili nella versione online della rivista «TECA». – E.G.

056-021 Bertrand (Paul), Documenting the Everyday in Medieval Europe. The social Dimension of a Writing Revolution 1250-1350, Turnhout, Brepols, 2019 (Utrecht studies in medieval literacy, 42), pp. XXI+493, ill. b/n, ISBN 978-2-503-57990-0, € 120. Il vol. esplora la complessità delle relazioni tra parola scritta e società medievale, concentrandosi sulla proliferazione di documenti amministrativi e commerciali tra il XIII e XIV sec. La ricerca svolta dall’a. si concentra prevalentemente sui territori della Francia settentrionale e delle Fiandre, pur tenendo sempre a riferimento la storia dell’alfabetizzazione nel più ampio contesto europeo. Basato su un’esauriente scavo archivistico condotto su una molteplicità di istituzioni, grazie anche al nutrito apparato di illustrazioni, il vol. presenta al lettore un ampio campione di fonti documentarie e sviluppa una vasta serie di ipotesi sul ruolo dell’alfabetizzazione e le dimensioni sociologiche della scrittura nel Medioevo. In calce, ampia bibliografia e indice dei nomi. – D.M.

056-022 Biagioni (Mario), Viaggiatori dell’utopia. La Riforma radicale del Cinquecento e le origini del mondo moderno, Roma, Carocci, 2020 (Studi storici Carocci, 323), pp. 246, ISBN 9788843099368, € 26. Versione minor e it. di The Radical Reformation and the Making of the Modern Europe: A Lasting Hertage (Leiden, Brill, 2016), iI bel vol. tenta di raccogliere in un quadro unitario (non tanto di dottrine ma di posizioni di fondo, o, se si vuole, di sfaccettature di un unico “dissenso radicale” che dalla sue essenza teologica sfocia in posizione filosofica se non addirittura politica) l’esperienza di un certo numero di pensatori italiani e non solo che giunsero a coltivare posizioni di totale rottura col sistema religioso maggioritario nell’Europa tra ’500 e ’700. Scritto con fluida perspicacia, parcamente ma costantemente annotata, la ricerca si sviluppa in una traiettoria complessa che potremmo disegnare dal razionalismo teologico all’ateismo. In fine l’indice dei nomi (pp. 233-45). – Ed.B.

056-023 Bianca (Concetta), Revisione d’autore o intervento ideologico? A proposito del De expeditione in Turcos di Biondo Flavio, in Transmission of Knowledge in the Late Middle Ages and the Renaissance, edited by O. Merisalo – M. KuhaS. Niiranen, pp. 131-39 Þ «AB» 056-M.

056-024 Biblioteche. Ieri, oggi e domani. XX Workshop Teca del Mediterraneo (Bari, 6 giugno 2019), a cura di Vittorio Ponzani, Roma-Bari, Associazione Italiana Biblioteche-Consiglio regionale della Puglia, 2020 (Sezioni regionali AIB. Puglia, 4), pp. 188, ill. col., ISBN 978-88-7812-314-4, € 15. Il vol. raccoglie gli atti del workshop organizzato dalla Biblioteca del Consiglio regionale della Puglia (Teca del Mediterraneo). Centrale la riflessione sulla funzione culturale e sociale delle biblioteche analizzata sia in relazione al cammino percorso sia agli scenari futuri. Interessante l’attenzione data al rapporto tra le biblioteche e il loro pubblico, un rapporto definito da quello che l’utente si aspetta, da come utilizza la biblioteca e dai servizi offerti. Diversi gli approfondimenti sulla storia delle biblioteche pugliesi e sulle buone prassi diffuse sul territorio regionale. Si schedano i singoli contributi. – Em.B.

056-025 Bono (Francesco), L’«assai e scelta biblioteca» dei notai Visconti. Libri e cultura illuministica in una famiglia dell’élite lombarda, presentazione di Dario Mantovani, Milano, Cisalpino, 2019 (Fonti e studi per la storia dell’Università di Pavia, 75), pp. XII+393, ill. b/n, ISBN 978-88-205-1118-0, € 40. Il vol. propone l’edizione del catalogo settecentesco della biblioteca appartenuta ai Visconti, famiglia di notai pavesi. La biblioteca – donata recentemente alla Biblioteca Universitaria di Pavia – grazie ai suoi 1908 titoli, permette di riflettere sul legame presente tra la borghesia pavese settecentesca (della quale i Visconti erano esponenti di spicco) e il clima culturale della città, legato in particolar modo all’Ateneo. In tal senso, l’a. fa precedere alla edizione vera e propria del catalogo un’attenta analisi della raccolta, che viene riletta proprio in questa prospettiva. Al catalogo seguono un’appendice documentaria e gli utili indici (autori, editori, tipografi e luoghi di edizione). – A.T.

056-026 Book Conservation and Digitization. The Challenges of Dialogue and Collaboration, edited by Alberto Campagnolo, Leeds, Arc Humanities Press, 2020, pp. XI+303, ill. b/n, ISBN 9781641890533 – eISBN 9781641890540, $ 125. Perché libri e documenti vengano trasmessi alle generazioni future, la digitalizzazione degli stessi è un passaggio fondamentale. Tuttavia, per poter compiere al meglio questa transizione è richiesta la collaborazione sinergica tra diverse figure professionali: da un lato, c’è chi si occupa dell’oggetto fisico e si sforza di conservarlo al meglio, dall’altro c’è chi si occupa della digitalizzazione e, non di minore importanza, anche coloro che si occupano di gestire e rendere fruibili le informazioni in essa contenute. Il più delle volte, il ruolo del conservatore è considerato ausiliario rispetto al processo di digitalizzazione, limitato cioè a un mero allestimento degli oggetti da sottoporre a scansione. Il vol. offre uno studio comparato di vari progetti che dimostrano quanto un buon oggetto digitale possa nascere esclusivamente solo dal dialogo tra il personale archivistico/bibliotecario e gli addetti alla digitalizzazione informatica. Si sviluppano tre sezioni: la prima, Books as Objects and Their Digitization (pp. 17-88), interamente a firma di Alberto Campagnolo, presenta questioni relative alla materialità del libro e del delicato rapporto tra conservazione e digitalizzazione; la seconda, Conservation and Digitization in Practice (pp. 89-198), presenta una serie di casi di studio reali volti a mostrare la centralità del conservatore nei processi di digitalizzazione; la terza parte, Conservators and Digitization Experts in Dialogue (pp. 199-242), offre la testimonianza di due personalità di spicco nel campo delle cosiddette digital humanities. Si spogliano i singoli contributi. – D.M.

056-027 Bordone (Martina), L’Officium mortuorum di Leone X, in Storie di pagine dipinte, a cura di S. Chiodo, pp. 367-80 Þ «AB» 056-L.

056-028 Bracci (Mario), Carte sparse. Riflessioni, pagine di diario, relazioni, discorsi (1934-1945), introduzione, edizioni e note a cura di Stefano Moscadelli, Siena, Accademia senese degli Intronati, 2020, pp. 270, ISBN 978-88-89073-42-1, s.i.p. Il vol. propone il contenuto, ampliato, della conferenza Vicende di storia internazionale, italiana e locale dalle carte di Mario Bracci. Un incontro a 60 anni dalla morte del giurista senese (Siena, Accademia senese degli Intronati, 3 dicembre 2019). Si tratta della pubblicazione e soprattutto del commento alle carte, riordinate dal curatore, facenti parte dell’archivio personale di Mario Bracci (1900-1959), donato nel 2008 dagli eredi all’Archivio di Stato di Siena. Attraverso un’analisi attenta ed esperta delle cc., il curatore da un lato ha potuto tracciare il profilo dell’archivio, individuandone con chiarezza dinamiche/tempi di sedimentazione, e dall’altro è riuscito a inquadrare meglio la personalità del Bracci stesso, giurista insigne e accademico di fama, che ha attraversato anni cruciali per la storia del nostro Paese, intessendo rapporti decisivi – uno su tutti quello con Pietro Calamandrei – e donando generosamente il proprio apporto alla ricostruzione nazionale dopo il tragico ventennio fascista. Scorrendo le carte (pp. 49-248), oltre alla voce del Bracci, si percepisce anche quella di un Paese ancora in ginocchio sulle proprie macerie ma disposto, dopo anni di pensiero unico, a guardare avanti imparando faticosamente a camminare/pensare sulle proprie gambe (toccante e significativo a riguardo i Discorsi nei paesi della provincia, luglio-novembre 1945, pp. 193-232), grazie anche a persone come Mario Bracci. Appunto. Completano il vol. le Opere citate e l’Indice analitico. – E.G.

056-029 Brown-Grant (Rosalind), Prologues and Frontispieces in Prose Romance Manuscripts, in Inscribing Knowledge in the Medieval Book. The Power of Paratexts, edited by R. Brown-Grant – P. Carmassi – G. Drossbach – A. D. Hedeman – V. Turner – I. Ventura, pp. 247-64 Þ «AB» 056-D.

056-030 Bruni (Flavia), Per un indice condiviso di possessori e provenienze in SBN: una prospettiva concreta, «AIB Studi», 60/2, maggio-agosto 2020, pp. 293-309 (disponibile online). L’a. avvia il saggio con l’analisi di punti di forza e delle problematiche di cataloghi e banche dati nazionali e internazionali riguardo ai possessori e alle provenienze, per poi presentare un progetto dell’ICCU, al momento allo stadio di studio di fattibilità, per la realizzazione di un indice condiviso di possessori nell’ambito del Servizio bibliotecario nazionale (SBN). – M.C.

056-031 Buttò (Simonetta), Cooperazione e servizi ai cittadini, fra passato e futuro, in Biblioteche. Ieri, oggi e domani, a cura di V. Ponzani, pp. 55-66. Il contributo evidenzia come la cooperazione sia essenziale per la qualità dei servizi e per un abbattimento dei costi. – Em.B.

056-032 Cadioli (Alberto), La biblioteca Monrepos di Ludwig Heinrich von Nicolay, intellettuale europeo del XVIII secolo, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura», 15-16, 2019, pp. 101-4. L’esplorazione della ricca biblioteca dell’intellettuale Ludwig Heinrich von Nicolay (1737-1820), oggi conservata presso la Biblioteca Nazionale di Finlandia, diventa testimonianza insostituibile non solo delle vicende personali del suo possessore – dispiegate fra la nativa Strasburgo, Parigi e la corte di San Pietroburgo – ma anche di un contesto letterario-culturale, ricco, multiforme e assai ramificato. L’a. indaga in particolare il profilo della raccolta (pp. 106-8) e il suo catalogo (pp. 109-14), fornendo così, in filigrana, anche un prezioso saggio metodologico su come approcciare/scandagliare una biblioteca d’autore. – E.G.

056-033 Calasso (Roberto), Come ordinare una biblioteca, Milano, Adelphi, 2020 (Piccola Biblioteca Adelphi, 750), pp. 127, ISBN 978-88-459-3490-2, € 14. Il filo conduttore di questo vol. è l’ordine dei libri, tanto mentale quanto pratico, tema sviluppato maggiormente nel saggio di apertura (Come ordinare una biblioteca, pp. 9-61), e in quello di chiusura (Come ordinare una libreria, pp. 111-26). Nel mezzo, altri due scritti (Gli anni delle riviste, pp. 63-104 e Nascita delle recensioni, pp. 105-10) affrontano argomenti paralleli intrecciando storie e aneddoti, talvolta di carattere autobiografico. – P.S.

056-034 Callegari (Marco), La fortuna bibliografica di Aquileia nell’Universus terrarum orbis scriptorum calamo delineatus di Raffaele Savonarola (Padova 1713), in Aquileia. Una fortuna più lunga di duemila anni. Atti della XLIX settimana di studi aquileiesi, Aquileia, Sala del Consiglio Comunale, 7-8 maggio 2008, a cura di Giuseppe Cuscito = «Antichità Altoadriatiche», 91, 2019, pp. 263-74. La sezione riguardante Aquileia nell’opera primo settecentesca del teatino Savonarola, costituì il maggiore repertorio bibliografico riguardante la città e la sua storia fino a oltre la metà del XIX sec.: se ne indaga la portata informativa, soffermandosi in particolare sulla voce dedicata ad Aquileia nelle diverse edizioni del Grand dictionaire historique by Louis Moréri. – Ed.B.

056-035 Callegari (Marco), Una questione “personale”, in Contro lo sfascio delle biblioteche italiane, a cura di E. Barbieri, pp. 67-74 Þ «AB» 056-A.

056-036 Campagnolo (Alberto), Conservation and Digitization: A Difficult Balance?, in Book Conservation and Digitization, edited by A. Campagnolo, pp. 49-88. L’a. mostra come gli sforzi tra gli addetti alla conservazione e alla digitalizzazione documentaria possano relazionarsi tra loro, e come possono lavorare in sinergia per la produrre prodotti digitali migliori. L’equilibrio tra significato e uso si orienta spesso verso quest’ultimo, causando spesso una perdita di informazioni cruciali per la ricerca storica. – D.M.

056-037 Campagnolo (Alberto), Understanding the Artifactual Value of Books, in Book Conservation and Digitization, edited by A. Campagnolo, pp. 17-48. Nonostante il crescente interesse per il libro in quanto oggetto di valore culturale, il contributo illustra come si stia progressivamente perdendo coscienza delle sue peculiarità materiali. Le nuove tecnologie consentono infatti di stabilire un nuovo rapporto tra noi e il contenuto dei libri, senza tuttavia veicolare informazioni adeguate riguardo ai supporto dell’oggetto. – D.M.

056-038 Cappe (Marco), I corali dell’abbazia di San Pietro a Perugia fra Quattro e Cinquecento, in Storie di pagine dipinte, a cura di S. Chiodo, pp. 347-53 Þ «AB» 056-L.

056-039 Carelli (Fabiana), I corali trecenteschi [della Pieve dei Santi Ippoli e Biagio a Castelfiorentino] e i loro miniatori, in Storie di pagine dipinte, a cura di S. Chiodo, pp. 163-77 Þ «AB» 056-L.

056-040 Carmassi (Patrizia), Book Material, Production, and Use from the Point of View of the Paratext, in Inscribing Knowledge in the Medieval Book. The Power of Paratexts, edited by R. Brown-Grant – P. Carmassi – G. Drossbach – A. D. Hedeman – V. Turner – I. Ventura, pp. 304-30 Þ «AB» 056-D.

056-041 Carnelos (Laura), «Rare and Curious Objects». Politiche di acquisto e di conservazione di materiale “popolare” nella biblioteca del British Museum ai tempi di Panizzi, «La Bibliofilía», 121/3, 2019, pp. 501-19. Diversi libri conservati in Italia furono dispersi, dalla seconda metà del XVIII sec. in poi, a causa di diversi fattori, tra cui il declino delle aristocrazie, la Rivoluzione Francese e le conseguenti soppressioni degli ordini religiosi. L’obiettivo di questo articolo è ricostruire la storia di questi libri, molti dei quali sono finiti nelle collezioni librarie inglesi, in particolare quella del British Museum. – P.S.

056-042 Casselle (Pierre), La Bibliothèque de l’Hôtel de Ville de Paris, in Savoir/Pouvoir. Les bibliothèques, de l’Antiquité à la modernité, textes réunis et édités par Y. Lehmann, pp. 273-84 Þ «AB» 056-J.

056-043 Cassese (Michele), Affermazione della Riforma protestante in Europa e la sua eredità spirituale e culturale, in La portata storica della Riforma protestante, pp. 45-86.

056-044 Cassini (Stefano), Un servizio per il lettore (ovvero una storia veneziana priva di amore), in Contro lo sfascio delle biblioteche italiane, a cura di E. Barbieri, pp. 25-31 Þ «AB» 056-A.

056-045 Castillo Gómez (Antonio), Edictos, carteles y pasquines. Papeles efimeros y comunicación urbana en la sociedad hispana de la temprana Edad Moderna, «La Bibliofilía», 121/2, 2019, pp. 207-36. Questo contributo indaga alcuni aspetti della comunicazione urbana nella Spagna della prima età moderna, in particolare il ruolo avuto da alcuni testi, mss. e a stampa, appesi ai muri o letti ad alta voce per le strade. La ricezione di queste forme di comunicazione fu ovviamente diversa in base a differenti fattori quali le competenze linguistiche e culturali delle diverse comunità etniche presenti in Spagna nel periodo considerato. – P.S.

056-046 Castro Rojas (Isabel), A viva voz y en papel. Formas y espacios de publicación de las disposiciones oficiales en el Madrid de los Austrias, «La Bibliofilía», 121/2, 2019, pp. 259-82. Il contributo tratta l’argomento delle disposizioni ufficiali nella Madrid del XVII sec., dei loro metodi di stampa e delle strategie con cui venivano diffusi nel tessuto cittadino. – P.S.

056-047 Cauti (Giuseppe), “Io ho quel che ho donato”. La Donazione Stacchi di ex libris dannunziani alla Biblioteca Isontina, «Studi goriziani», 112, 2019, pp. 57-60. Frutto di un concorso a tema dannunziano tenutosi a Pescara nel 1988, la serie di ex-libris è ora approdata alla Biblioteca Isontina. – Ed.B.

056-048 Cavallotto (Stefano), La Riforma protestante nel XVI secolo: evento religioso e politico in prospettiva storica, in La portata storica della Riforma protestante, pp. 7- 28.

056-049 Cesare Guasti: un protagonista della scena culturale fiorentina dell’Ottocento. Atti della Giornata di studio (Firenze, 4 aprile 2014),a cura di Lorenzo Fabbri, Firenze, Olschki, 2020 (Archivi di Santa Maria del Fiore. Studi e Testi, 5), pp. XII+148, 8 cc. di tav. col., ISBN 978-8822-267016, € 28. Il vol. – bene inquadrato in apertura dal suo curatore (Introduzione, pp. V-XII) – raccoglie le riflessioni della giornata di studi dedicata, ormai qualche tempo fa, a Cesare Guasti (1822-1889). Intellettuale eclettico, filologo, accademico (fra le altre) della Crusca, Guasti fu archivista prima all’Opera di Santa Maria del Fiore (di cui riordinò le carte valorizzandone le potenzialità in campo storiografico, come dimostrano le fondamentali sillogi documentarie da lui pubblicate nel 1857 e nel 1887) e poi, nel 1852, presso il costituendo Archivio Centrale dello Stato toscano, dove conobbe e affiancò (per poi sostituirlo alla morte, nel 1874) Francesco Bonaini. Consapevoli dei risicati margini per ricerche nuove – la messe di studi sul Guasti è infatti notevole, giacché la poliedricità della figura ha attirato da tempo l’attenzione degli studiosi – i relatori hanno deciso di focalizzare sulle singole sfere di attività dello studioso: più che sulla sua personalità (idee politiche, fede religiosa e indole, pp. 11-34) si è dunque puntato su archivi (pp. 35-70), accademie (pp. 71-110), letteratura civile (pp. 1-10), edizione dei testi e critica d’arte (pp. 111-27). Quello che affiora dalle pagine del vol. è un ritratto sapido, documentato e godibile: dell’uomo e del suo rigore incrollabile, dello studioso ma anche di un’epoca decisiva per il Paese, che Guasti – fin troppo inscritto nel suo tempo, ma proprio per questo ancora oggi personaggio di grande interesse – contribuì a modellare «attraverso l’impegno incessante nei luoghi nevralgici di quella costruzione di un’identità nazionale, che è tratto distintivo dell’Ottocento italiano» (p. XII). Corredano il vol. 8 cc. di tav. col., le Fonti e la bibliografia, l’Indice delle illustrazioni e infine l’Indice analitico. – E.G.

056-050 Cevolini (Alberto), «Uti saepius e charta sapere, ita etiam saepissime e chartam eminisse ac recordari cogimur». La carta come modo di dimenticare nell’Europa primo-moderna, «La Bibliofilía», 121/3, 2019, pp. 481-99. Tema di questo articolo sono i cambiamenti di lettura e di ricezione delle informazioni dai testi da parte degli studiosi europei tra XVII e XVIII sec., periodo che rivela interessanti cambiamenti come il massiccio utilizzo di indici e nuovi metodi di annotazione. – P.S.

056-051 Charpin (Dominique), Les bibliothèques en Mésopotamie: des fonds de manuscrits privés aux bibliothèques royales, in Savoir/Pouvoir. Les bibliothèques, de l’Antiquité à la modernité, textes réunis et édités par Y. Lehmann, pp. 65-80 Þ «AB» 056-J.

056-052 Chiodo (Sonia), Storia di pagine dipinte, in Storie di pagine dipinte, a cura di S. Chiodo, pp. 21-32 Þ «AB» 056-L.

056-053 Cicala (Roberto), Editoria malata di Covid: ma alla politica interessa?, «Vita & Pensiero», 4, 2020, pp. 122-8. Con la chirurgica precisione di chi da anni lavora nel settore, Roberto Cicala – direttore della novarese Interlinea e docente universitario – compie una lucida analisi dello stato dell’editoria italiana nell’annus horribilis 2020. L’a. non si limita però a delineare il tragico scenario aggravato (ma non iniziato, ahinoi) dalla crisi post-Covid («a marzo il 29% delle editrici ha avuto un calo del fatturato superiore al 70%, con la previsione di ventunmila titoli in meno nell’anno, quasi tremila opere non tradotte […] e con uscite tra settembre e dicembre poco più del 50% di quelle del 2018», p. 124), ma auspica una possibile ripresa combattuta (quasi) tutta sul terreno delle nuove sperimentazioni nel digitale (campo peraltro abbondantemente e forzatamente esplorato, ormai, da tutti i lavoratori “agili”). Insomma: non tutto il male viene per nuocere… – Ar.L.

056-054 Coco (Lucio), Contro i ladri di libri. Maledizioni e anatemi, con una nota di Edoardo Barbieri, Firenze, Le lettere, 2020, pp. 80, ill. col., ISBN 978-88-93661-36-2, € 13,50. È nato prima il libro o prima il furto dei libri? Quanti e quali metodi sono stati escogitati, nel corso dei secoli, per proteggere i cari (e preziosi) voll. dalle mani di perfidi malintenzionati? Lucio Coco, a. di questo agile e bel volumetto con nota introduttiva di Edoardo Barbieri, racconta le maledizioni e le minacce (pp. 37-49), le punizioni e i castighi (pp. 50-60), progettati per tenere al sicuro i tesori di carta. In capitoletti sono corredati da un nutrito e ben documentato corpo di note. Ricca la bibliografia in fine di vol. e le immagini, che impreziosiscono il testo. Ar.L.

056-055 Comelli (Michele), Un ampliamento della biblioteca di Giovanni Della Casa, «La Bibliofilía», 121/3, 2019, pp. 413-27. Questo contributo propone una rilettura dell’inventario della biblioteca di Giovanni della Casa rispetto a quelle precedentemente offerte. Partendo da un’analisi del documento ms. contenuto nel Vat. lat. 14826, l’a. analizza anche alcune delle edizioni citate. – P.S.

056-056 Consiglio (Corrado), I videogiochi nella biblioteca pubblica. Dalle origini al Multiplo Centro di Cultura di Cavriago (2011), «TECA. Testimonianze Editoria Cultura», 15-16, 2019, pp. 149-63. Si presenta uno specifico case-study (quello del Multiplo Centro di Cultura di Cavriago, RE) per raccontare, nel concreto, l’interazione tra biblioteca pubblica contemporanea e videogiochi, gradualmente affiancati – e ormai ben integrati – alle tradizionali risorse presenti in biblioteca. E.G.

056-057 Conte (Maria Antonietta), La biblioteca del Liceo Classico Statale “Cesare Beccaria” di Milano. Quattro secoli di storia e catalogo delle cinquecentine, Milano, Vita e Pensiero, 2020 (Biblioteca erudita. Studi e documenti di storia e filologia, 3), pp. CXXXII+160+[16] di tavole, ill. b/n, ISBN 978-88-343-3846-9, € 30. Il vol. ripercorre la storia dell’istituzione, dalle originarie Scuole Arcimbolde all’attuale Liceo Classico “Beccaria”; fornisce la struttura e la consistenza dell’archivio storico del Liceo e ripercorre la storia della costituzione della biblioteca e le tappe delle vicende del patrimonio librario nei secoli, dopo la soppressione dei Barnabiti. Fondamentali, per questa operazione, sono i diversi inventari dei libri della Biblioteca, redatti nel tempo: di ognuno se ne descrive il contenuto e l’organizzazione delle voci e delle informazioni. L’ultima sezione è dedicata al fondo delle cinquecentine: se ne descrivono consistenza, stato di conservazione dei voll., provenienze, eventuali segnature, etichette e timbri. Segue il catalogo del fondo cinquecentine. In chiusura, un utile apparato di indici e tavole che riproducono timbri e segni di possesso. – Martina Molino

056-058 Corbach (Almuth), Caring for the Object during Digitization of Written Heritage: The Strategy of the Herzog August Library Wolfenbüttel, in Book Conservation and Digitization, edited by A. Campagnolo, pp. 127-44. L’a., responsabile della cura e conservazione delle collezioni presso la Herzog August Bibliothek di Wolfenbüttel, descrive in dettaglio le tipologie di danni che possono verificarsi ai libri durante le fasi di digitalizzazione, proponendo al contempo anche strumenti e pratiche per evitarli. – D.M.

056-059 Corbeto (Albert), Minerva de doctos. La Real Biblioteca y los hombres de letras del siglo de las luces al servicio del estado y del beneficio público, Mérida, Editora Regional de Extremadura, 2019, pp. 564, ill. b/n, ISBN 978-84-985-2607-3, s.i.p. Il poderoso vol. propone una documentata e profonda analisi della storia della Real Biblioteca Pública (l’attuale Biblioteca Nacional de España), mettendo in relazione la sua evoluzione con il tessuto culturale, letterario ed editoriale della Spagna del XVIII sec. Lo studio – vincitore del XXI Premio “Bartolomé José Gallardo” de Investigación Bibliográfica (Ayuntamiento de Campanario) – si articola in varie parti. In apertura, si ripercorrono le ragioni che portano Filippo V a progettare una biblioteca aperta al pubblico, biblioteca che raccogliesse anche varie raccolte private di nobili ed ecclesiastici. Dopodiché si passa ad analizzare la “funzione” di questa raccolta libraria, in relazione al progetto di comunicazione e diffusione della politica culturale dello Stato, comunicazione che passò certamente anche attraverso la promozione – da parte della Real Biblioteca – di attività editoriali. Chiudono il vol. un’appendice delle opere edite, stampate o patrocinate dalla Real Biblioteca, le fonti e la bibliografia di riferimento, l’indice dei nomi e le illustrazioni. – A.T.

056-060 Correspondances urbaines. Les corps de ville et la circulation de l’information. XVe-XVIIe siècles, publié par Florence Alazard, Turnhout, Brepols, 2020, pp. 406, ISBN 978-2-503-58812-4, € 60. La raccolta di studi, nata nell’ambito del Centre d’études sup. de la Relaissance di Tours, riunisce poco meno di una ventina di interventi dedicati al ruolo delle lettere e della corrispondenza all’interno del sostema politico e civile della società (quasi tutta) francese nell’età moderna. I temi della circolazione delle informazioni, dei rapporti interpersonali, dei rapporti di potere tra entità sociali diverse viene declinato sulla lunghezza d’onda di rapporti epistolari, così da rileggerli come un fenomeno non tanto letterario, ma legato anche a stringenti questioni di attualità. Il vol. è completato da utili indici dei nomi (pp. 389-400) e dei luoghi (pp. 401-4). – Ed.B.

056-061 Dallasta (Federica), Certosini censurati: l’inventario della biblioteca di Parma e l’inquisitore (1660). Seconda parte, con documenti sugli acquisti librari (1562-1759), «TECA. Testimonianze Editoria Cultura», 15-16, 2019, pp. 51-99. Si tratta della seconda parte di una riflessione/ricerca d’archivio che ha per oggetto il catalogo dei libri della biblioteca dei Certosini di Parma redatto nel 1660 (per la prima «TECA», 13-15, 2018). L’a. indaga qui il portato culturale e funzionale (cioè la capacità di soddisfare bisogni, usi e pratiche della lettura) del prezioso documento, assieme a quello di altri materiali archivistici (per esempio fatture emesse da tipografi, librai e cartolai cittadini ma anche elenchi di opere interdette), contribuendo così a delineare un quadro del ruolo attribuito dai certosini alla lettura, così come dei loro orientamenti culturali, non sempre ovvi, e dei rapporti con il mondo dei librai/tipografi, delle università, degli altri ordini religiosi. Completa il pezzo una Trascrizione di fatture per pagamenti a librai e legatori (pp. 84-99). – E.G.

056-062 De Franceschi (Loretta), Libri in guerra. Editoria e letture per i soldati nel primo Novecento, Milano-Udine, Mimesis, 2019 (Libricolae, 6) Þ rec. Sara Nannetti, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura», 15-16, 2019, pp. 175-7.

056-063 De Jong (Ralf), Die digitale Walbaum-Antiqua, «Gutenberg Jahrbuch», 95, 2020, pp. 215-33. Il contributo presenta il nuovo font utilizzato per l’ultimo numero del «Gutenberg Jahrbuch», ovvero un nuovo modello del carattere Walbaum del 2018. – P.S.

056-064 De Pasquale (Andrea), La Biblioteca nazionale centrale di Roma a quarant’anni dall’inaugurazione della sede al Castro Pretorio: dalla scelta del sito ai progetti attuali, in Savoir/Pouvoir. Les bibliothèques, de l’Antiquité à la modernité, textes réunis et édités par Y. Lehmann, pp. 37-64 Þ «AB» 056-J.

056-065 De Simone (Giuliana), Il progetto Google Books alla BSI, «Studi goriziani», 112, 2019, pp. 52-6. La digitalizzazione dei voll. della Biblioteca Statale Isontina. – Ed.B.

056-066 De Stefani (Caroline) – Philippa Smith, The Great Parchment Book Project, in Book Conservation and Digitization, edited by A. Campagnolo, pp. 145-56. Alcuni oggetti particolarmente preziosi ma delicati richiedono ingenti sforzi di digitalizzazione, come dimostra il caso del progetto Great Parchment Book sviluppato dal London Metropolitan Archives in collaborazione con il Centre for Digital Humanities. Si sottolinea il ruolo fondamentale dello studio preventivo sugli oggetti destinati alla digitalizzazione. – D.M.

056-067 De Venuto (Liliana), L’antico ponte di Rovereto sul Leno e i suoi nomi, «Civis. Studi e testi», XLIII, 2019, pp. 111-41. Con la consueta perizia, l’a. si muove tra documenti antichi, registri, vecchie raffigurazioni, per indagare le denominazioni via via mutate nel tempo e riservate a un importante punto di passaggio tra il borgo di Rovereto e la pieve di Lizzana. – Ed.B.

056-068 Del Bono (Gianna), Le liste delle congregazioni dei Canonici regolari Laternanesi e dei Canonici regolari di San Salvatore: struttura, ordinamento e stile citazionale, «La Bibliofilía», 121/3, 2019, pp. 451-79. Questo articolo analizza le liste delle congregazioni dei Canonici regolari Lateranensi e di San Salvatore inviate alla Congregazione dell’Indice nel 1600, soffermandosi maggiormente sullo stile citazionale di mss. e libri a stampa. – P.S.

056-069 Della Casa (Giovanni), Corrispondenza con i legati al Concilio di Trento (1544-1549), edizione e commento a cura di Monica Marchi, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2020 (Biblioteca italiana testi e studi, 16), pp. 304, ISBN 978-88-9359-448-6, € 34. Viene offerta l’edizione integrale, adeguatamente commentata e accompagnata da una utile illustrazione della organizzazione interna, del ms. Vat. Lat. 14830, contenente la corrispondenza di Della Casa (legato presso la Repubblica di Venezia) coi legati pontifici al Concilio di Trento, Giovanni Maria Del Monte, Marcello Cervini e Reginald Pole, studiato a inizio ’900 da Lorenzo Campana per il suo ampio saggio su Della Casa. Il vol. è completato dall’indice dei nomi (pp. 285-95), di luoghi e cose notevoli (pp. 297-300), dei mss. (p. 301), tutti a cura di Irene Tani. – Ed.B.

056-070 Della Valle (Nicolò), Hesiodi ascræi Opera et dies, edición crítica por Jesús López Zamora, Genève, Droz, 2020, pp. 246+[5], ISBN 978-2-600-06029-5, € 39. Dopo un’introduzione bio-bibliografica su Nicolaus De Valle, Zamora illustra la ricezione dell’ργα καὶ Ἡμέραι di Esiodo in Italia nel periodo dell’Umanesimo; passa poi alla prima traduzione latina dell’opera, Hesiodi ascræi Opera et dies di Niccolò della Valle, di cui descrive la trasmissione, dà il metodo di traduzione e la caratterizzazione metrica, retorica e stilistica. Seguono la recensio, con descrizione dei testimoni mss. e a stampa dell’Opera et dies, la collazione, con indicazione delle varianti tra i testimoni, e una proposta di stemma codicum. Chiudono il vol. l’edizione critica e un’appendice completa di paratesti e dei marginalia mss. apparsi nei diversi testimoni. – Martina Molino

056-071 Dester (Elizabeth) – Linda Cioni, I miniatori dei corali di San Lucchese [a Poggibonsi], in Storie di pagine dipinte, a cura di S. Chiodo, pp. 101-15 Þ «AB» 056-L.

056-072 Di Mauro (Alessandro), Dispersione e recupero dei libri di coro duecenteschi [di San Francesco al Prato a Pistoia], in Storie di pagine dipinte, a cura di S. Chiodo, pp. 43-8 Þ «AB» 056-L.

056-073 Didier (Christophe), Métamorphoses d’un lieu de savoir: l’exemple de la Bibliothèque nationale et universitaire de Strasbourg, in Savoir/Pouvoir. Les bibliothèques, de l’Antiquité à la modernité, textes réunis et édités par Y. Lehmann, pp. 7-16 Þ «AB» 056-J.

056-074 Draelants (Isabelle), “Depingo ut ostendam, depictum ita est expositio”: Diagrams as an Indispensable Complement to the Cosmological Teaching of the Liber Nemroth de astronomia, in Inscribing Knowledge in the Medieval Book. The Power of Paratexts, edited by R. Brown-Grant – P. Carmassi – G. Drossbach – A. D. Hedeman – V. Turner – I. Ventura, pp. 56-92 Þ «AB» 056-D.

056-075 Droixhe (Daniel) – Alice Piette, Pour une histoire liégeoise des best-sellers. La fabrique du livre d’éducation au XVIIIe siècle, «Gutenberg Jahrbuch», 95, 2020, pp. 108-36. Questo contributo illustra una panoramica della stampa a Liegi durante il XVIII sec. La città belga si caratterizzò perlopiù per la ristampa di “bestseller” europei, ma qui vengono inoltre portate alla luce alcune edizioni sconosciute di libri didattici e di formazione. – P.S.

056-076 Drossbach (Gisela), Prefaces in Canon Law Books, in Inscribing Knowledge in the Medieval Book. The Power of Paratexts, edited by R. Brown-Grant – P. Carmassi – G. Drossbach – A. D. Hedeman – V. Turner – I. Ventura, pp. 46-55 Þ «AB» 056-D.

056-077 Ducos (Joëlle), De la glose à la parenthèse. Traduire Végèce en français au XVIe siècle, in Transmission of Knowledge in the Late Middle Ages and the Renaissance, edited by O. Merisalo – M. KuhaS. Niiranen, pp. 169-83 Þ «AB» 056-M.

056-078 Efimeros y menudencias en España e Italia durante la Edad Moderna, a cura di Antonio Castillo Gómez, «La Bibliofilía», 121/2, 2019. Dossier monografico di cui vengono schedati i singoli contributi. – P.S.

056-079 Fabbri (Federica), Il commercio della carta nell’Europa moderna e contemporanea. Pratiche, materiali di studio, reti di ricerca, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura», 15-16, 2019, pp. 131-37. Si propone il resoconto della due giorni di studi The Paper Trade in Early Modern Europe. Practises, Materials, Networks (Erlangen, 26-27 febbraio 2019), momento di incontro/riflessione per approfondire dinamiche e indotto – in larga parte ancora da esplorare adeguatamente – del commercio della carta in Europa fra la seconda metà del Quattrocento e la prima metà dell’Ottocento. – E.G.

056-080 Facchinetti (Simone), Storie e segreti dal mercato dell’arte. Opere, collezionisti, mercanti, Bologna, Il Mulino, 2019, pp. 229, ill. b/n, ISBN 978-88-15-28365-8, € 15,00. L’a., nome noto nel panorama della storia dell’arte, guida il lettore alla scoperta del mondo del mercato dell’arte, definito come un grande luna-park, in un viaggio fra case d’aste, abilissimi mercanti e collezionisti stravaganti. Utile per il confronto con il mondo dell’antiquariato librario. – L.Mo.

056-081 Fadini (Matteo), La creazione del ‘caso’ di Simonino: il ruolo della stampa, in L’invenzione del colpevole. Il ‘caso’ di Simonino da Trento dalla propaganda alla storia, a cura di D. Primerano, pp. 95-101 Þ «AB» 056-E.

056-082 Fella (Federica), La Biblioteca “De Gemmis” di Bari dal “barone” sino ai nostri giorni. L’attenzione del lettore, in Biblioteche. Ieri, oggi e domani, a cura di V. Ponzani, pp. 147-56. Il contributo parla dell’evoluzione della Biblioteca metropolitana “De Gemmis” di Bari e degli scenari futuri. – Em.B.

056-083 Ferretti (Gian Carlo), Il marchio dell’editore. Libri e carte, incontri e casi letterari, Novara, Interlinea, 2019 (Biblioteca del Centro novarese di studi letterari, 72; Biblioteca del Centro novarese di studi letterari. Biblioteca delle soglie, 1) Þ rec. Samuele Rossi, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura», 15-16, 2019, pp. 179-81.

056-084 Ferretti (Gian Carlo), Un editore imprevedibile: Livio Garzanti. Con una intervista inedita,Novara, Interlinea, 2020 (Alia), pp. 101, ill. col., ISBN 978-88-6857-325-6, €12. In questo vol., l’a. ricostruisce le dinamiche interne alla casa editrice Garzanti tra gli anni Cinquanta e Novanta sotto la direzione di Livio, una personalità complessa e imprevedibile, che adottò un orientamento editoriale difficilmente definibile, con una fisionomia contraddittoria e mutevole. Una lunga e attenta rassegna che tocca lo sfrondamento dalle collane paterne, ricordala presenza di Attilio Bertolucci e la conseguente acquisizione di autori quali Gadda, Pasolini e Caproni, esalta un celebre caso letterario del Novecento – ovvero Ragazzi di vita di Pasolini –, evidenzia le novità sul panorama italiano portate dai gialli e dalle collane di lusso, dalla serie delle Garzantine (dedicata a discipline specifiche) e dalla monumentale ma problematica Enciclopedia Europea, passa dall’acquisizione della casa editrice Guanda e giunge poi alla crisi economico-finanziaria degli anni Ottanta e allo smembramento della casa editrice in diverse società nel 1998. A chiudere il vol. è un’intervista inedita fatta dallo stesso Gian Carlo Ferretti a Livio Garzanti nel settembre del 2000. – Pietro Putignano

056-085 Ferrieri (Luca), La biblioteca che verrà. Pubblica, aperta, sociale, Milano, Editrice Bibliografica, 2020 (I saggi, 16), pp. 415, ISBN 978-88-9357-040-4, € 29,50. Ferrieri costruisce il profilo di una biblioteca aperta, polimorfa e diffusa. Riprende le tesi di diversi autori e le argomenta, creando la sua nuova e attuale visione di biblioteca. Il modello di public library a cui si sono ispirate le esperienze bibliotecarie del XIX e XX sec., sostiene infatti l’a., è entrato in una fase di rapida trasformazione. Le pagine di testo sono accompagnate da una ricchissima sezione dedicata a citazioni bibliografiche, note esplicative e approfondimenti. Ferrieri ha diretto per molti anni la biblioteca di Cologno Monzese e il Sistema bibliotecario Nord-Est Milano e si è occupato di servizi formativi, educativi e culturali. – Martina Mineri

056-086 Floramo (Angelo), La sensualità del libro. Piccole erranze sensoriali tra manoscritti e libri antichi, Portogruaro, Ediciclo, 2019 (Piccola filosofia di viaggio, 41) Þ rec. Anna Bernabè, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura», 15-16, 2019, pp. 168-70.

056-087 «Fogli», 41, 2020. Tra i diversi contributi dell’ultimo numero della rivista annuale dell’Associazione Biblioteca Salita dei Frati di Lugano, oltre al contributo di Giordani Castellani su un Savonarola censurato, merita una segnalazione particolare il contributo di Davide Dellamonica e Roberto Garavaglia dal titolo La Biblioteca Abate Fontana di Sagno. Un progetto di catalogazione e valorizzazione digitale a cura del Centro di competenza per il libro antico. L’articolo presenta i risultati degli anni di lavoro che hanno portato alla valorizzazione di questo prezioso gioiello custodito in un piccolo paese all’inizio della Valle di Muggio, in Canton Ticino. – L.Mo.

056-088 Fortuna (Stefania), La tradizione latina di Galeno e il De farmaciis, in Transmission of Knowledge in the Late Middle Ages and the Renaissance, edited by O. Merisalo – M. KuhaS. Niiranen, pp. 33-44 Þ «AB» 056-M.

056-089 Fossati (Fabrizio), Un nome per molti volti, in Contro lo sfascio delle biblioteche italiane, a cura di E. Barbieri, pp. 18-24 Þ «AB» 056-A.

056-090 Fournier (Gilbert), Une bibliothèque en temps de crise. Lecteurs étrangers et désenchaînements de manuscrits au collège de Sorbonne dans le second quart du XVe siècle, in Savoir/Pouvoir. Les bibliothèques, de l’Antiquité à la modernité, textes réunis et édités par Y. Lehmann, pp. 139-72 Þ «AB» 056-J.

056-091 Francalanci (Marco), Produzione e strategie di diffusione di testi normativi nella Milano del Cinquecento: un caso di studio, «La Bibliofilía», 121/2, 2019, pp. 237-57. Questo contributo analizza il rapporto tra stampa manuale e testi di natura normativa nella Milano del XV sec., e lo fa attraverso l’analisi di tre tipologie di documenti: mss., a stampa e raccolti in un corpus di leggi. Questa indagine illustra chiaramente i cambiamenti della prassi compilatoria, sia da un punto di vista linguistico che di organizzazione del testo, secondo strategie politiche e comunicative ben definite. – P.S.

056-092 France (Fenella G.), Spectral Imaging to Aid Preservation and Conservation of Cultural Heritage, in Book Conservation and Digitization, edited by A. Campagnolo, pp. 169-78. L’a., responsabile della divisione Preservation Research and Testing della Library of Congress a Washington (USA), riferisce sulle potenzialità dell’analisi multispettrale applicata alla documentazione antica. Tali tecnologie, infatti, non sono adatte solo per il recupero di palinsesti o scritture evanite, ma anche per ottenere accurate informazioni sulla composizione chimica di inchiostri e pigmenti. – D.M.

056-093 Frioli (Donatella), Prime testimonianze manoscritte su Simone nell’Archivio di Stato di Trento, in L’invenzione del colpevole. Il ‘caso’ di Simonino da Trento dalla propaganda alla storia, a cura di D. Primerano, pp. 73-83 Þ «AB» 056-E.

056-094 Frońska (Joanna), Writing in the Margin. Drawing in the Margin: Reading Practices of Medieval Jurists, in Inscribing Knowledge in the Medieval Book. The Power of Paratexts, edited by R. Brown-Grant – P. Carmassi – G. Drossbach – A. D. Hedeman – V. Turner – I. Ventura, pp. 141-59 Þ «AB» 056-D.

056-095 Füssel (Stephan), Die Entwicklung der Buchdruckerkunst im Team. Ein Themenaufriss, «Gutenberg Jahrbuch», 95, 2020, pp. 13-21. Se è vero che ormai le fonti sono concordi nell’indicare in Gutenberg il protagonista principale dell’invenzione della stampa a caratteri mobili, è pur vero che egli non agì in solitudine. Questo contributo offre una prima indagine sulle persone che lavoravano con il tipografo tedesco e su come essi riuscirono a diffondere una rete di stamperie in giro per l’Europa durante tutto il XV sec. – P.S.

056-096 Füssel (Stephan), Die Gutenberg-Bibel von 1454 und ihre Stellung in der Weltmediengeschichte. Am Beispiel der Exemplare aus Göttingen, Wien und Moskau, «Gutenberg Jahrbuch», 95, 2020, pp. 39-56. L’articolo si concentra sul ruolo avuto nel tempo dalla Bibbia di Gutenberg, in particolare come mezzo di espressione e comunicazione. A riguardo vengono studiati gli esemplari ora conservati a Göttingen, Vienna e Mosca. Inoltre, il contributo approfondisce l’importanza della stampa per il passaggio a una fase moderna della storia anche grazie alla possibilità di pubblicare e diffondere calendari, grammatiche e fogli volanti. – P.S.

056-097 Galeffi (Agnese) – Paul Gabriele Weston, Varcare la soglia: il digitale nel catalogo, alcune riflessioni, «AIB Studi», 60/2, maggio-agosto 2020, pp. 345-60 (disponibile online). L’incremento sempre più elevato di riproduzioni digitali di esemplari di libri antichi, sia di pubblico dominio online, sia consultabili autonomamente mediante tecnologie differenti, ha stimolato la riflessione su come possano essere integrate nel catalogo, con l’opportunità di farlo diventare uno degli strumenti per l’organizzazione semantica del web. – M.C.

056-098 Galletti (Monica), Dalla piazza all’officina: l’eco della strada in stamperia. La società genovese del Seicento attraverso i “non libri”. Alcune riflessioni, «La Bibliofilía», 121/2, 2019, pp. 283-312. Il contributo indaga alcuni aspetti della produzione genovese del XVII sec. per quanto riguarda i cosiddetti “non-libri”, ovvero i testi a stampa come fogli volanti, editti, ecc. che avevano funzione di comunicazione più rapida e diretta, spesso utilizzati dalle autorità cittadine. – P.S.

056-099 Gamba (Eleonora), Libri greci nella biblioteca di Pietro da Montagnana, in Libri e biblioteche di umanisti tra Oriente e Occidente, a cura di S. Martinelli Tempesta – D. Speranzi – F. Gallo, pp. 61-122. L’a. esamina i ventisette mss. greci della biblioteca di Pietro da Montagnana, sacerdote e grammatico veneto attivo nella prima metà del XV sec., con un’appendice su un lessico bilingue ricollegabile al Lexicon Cyrilli. – S.C.

056-100 Garavelli (Enrico), I contributi di Italianistica su «Neuphilologische Mitteilungen» dalle origini ad oggi (1899-2016), in Finland’s Door to Europe. Proceedings of the Seminar in Honour of the 120th anniversary of the Foundation of the Chair of Germanic and Romance Philology at the University of Helsinki (1898-2018). Helsinki, December 14, 2018, hrsg. von Enrico Garavelli – Juhani Härmä, Helsinki, Société Néophilologique, 2020 (Mémoires de la Société Néophilologique de Helsinki, CV), pp. 45-84. Gli studi sulla cultura italiana pubblicati in Finlandia sulla prestigiosa rivista «Neuphilologische Mitteilungen» corrispondono di fatto con la storia degli studi italiani nel paese scandinavo, a partire dalla cattedra di Filologia romanza avviata a fine Ottocento da Werner Jarl Söderhjelm e poi sviluppatisi prima con un lettorato di italiano e quindi con la creazione di una vera e propria cattedra di Filologia Italiana con figure di prestigio come Elina Suomela-Härmä e ora l’a. stesso del contributo: anche se le prospettive di sviluppo della materia non sono al momento entusiasmanti, la lunga tradizione degli studi svolti a Helsinki è senza dubbio notevole. Il saggio è completato in fine da una puntuale bibliografia (pp. 61-2), dall’elenco dei contributi pubblicati sulla rivista (pp. 63-79) o sui relativi Mémoires (pp. 80-4). – Ed.B.

056-101 Geerdink (Nina) – Alie Lassche, Social and Economic Imperatives for the Production of Wedding Poetry in the Dutch Republic. A Data-Driven Analysis, «Quaerendo», 50, 2020, pp. 81-108. Questo contributo tratta un tema decisamente singolare, ovvero la poesia per matrimoni. In particolare, gli autori intendono qui fare il punto su alcune accortezze sociali ed economiche che autori e stampatori di questo genere editoriale dovevano tenere in considerazione, e lo fanno analizzando in particolare 3.500 pubblicazioni di poesia per matrimoni nella Repubblica Olandese tra XVII e XVIII sec. – P.S.

056-102 Gentile (Sebastiano), «La Cosmographia di Ptolomeo con la pictura fece venire insino da Costantinopoli...», in Libri e biblioteche di umanisti tra Oriente e Occidente, a cura di S. Martinelli Tempesta – D. Speranzi – F. Gallo, pp. 209-32. L’a. studia le relazioni tra il ms. della Cosmographia di Tolomeo Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Urb. gr. 82 con il Paris, Bibliothèque Nationale de France, Lat. 17542 e il Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Conv. soppr. 626, così da dimostrare che il primo fu il ms. donato dal Crisolora al fiorentino Palla Strozzi, menzionato nel testamento di quest’ultimo nel 1462. – S.C.

056-103 Gianico (Marilina), D’une bibliothèque l’autre: réflexions sur l’histoire de la Bibliothèque Universitaire Estense de Modène, in Savoir/Pouvoir. Les bibliothèques, de l’Antiquité à la modernité, textes réunis et édités par Y. Lehmann, pp. 185-212 Þ «AB» 056-J.

056-104 Gimeno Bay (Francisco M.), Ameusa viesa. Los libros de la Universitat de València, València, Vicerrectorat de Cultura i Igualtat, Univèrsitat de València, 2016 Þ rec. Paolo Tinti, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura», 15-16, 2019, pp. 171-5.

056-105 Giornata di studio “Leggere il Cinquecento. 130 titoli dalle pubblicazioni di Vecchiarelli Editore”, Manziana, Vecchiarelli, 2019, pp. [48], manca ISBN, s.i.p. L’opuscolo – prodotto in occasione della Giornata di Studio “Leggere il Cinquecento. 130 titoli dalle pubblicazioni di Vecchiarelli Editore”, svoltasi sabato 29 agosto 2019 a Manziana nel parco della Associazione culturale “Vecchiarelli Editore” – propone il catalogo ragionato di tutta la produzione della casa editrice romana in relazione alla letteratura del XVI sec. Si tratta di 130 titoli che coprono molta della letteratura cinquecentesca e che sono frutto del lavoro e dello studio di alcuni dei più noti esperti in materia. Alle indicazioni bibliografiche riferite a ciascuna pubblicazione, segue un abstract che ripercorre sia le ragioni della pubblicazione che il contenuto della stessa. – A.T.

056-106 Giro (Matteo), Di alcune cornici figurate nei frontespizi giuntini degli anni Trenta del XVI secolo, «La Bibliofilía», 121/3, 2019, pp. 373-92. Questo articolo analizza e confronta due cornici silografiche utilizzate da Lucantonio Giunta per i frontespizi dell’edizione del 1532 di una traduzione biblica di Antonio Brucioli e di tre trattati di medicina stampati insieme nel 1533. – P.S.

056-107 Green (Monica H.), Recovering ‘Ancient’ Gynaecology. The Humanist Rediscovery of the Eleventh-Century Gynaecological Corpus, in Transmission of Knowledge in the Late Middle Ages and the Renaissance, edited by O. Merisalo – M. KuhaS. Niiranen, pp. 45-54 Þ «AB» 056-M.

056-108 Guernelli (Daniele), «L’arte mia non fa più niente per amore de’ libri». Due nuove opere di Bernardino Cignoni, «Gutenberg Jahrbuch», 95, 2020, pp. 165-75. Bernardino Cignoni è stato un miniatore attivo a Siena nella seconda metà del XV sec. La sua particolarità risiede in un documento in cui egli lamenta l’interruzione dell’attività dei miniatori causata dall’invenzione della stampa. Egli continuò però il suo impegno artistico, anche sui prodotti a stampa. Il contributo riassume la figura di Cignoni e aggiunge due nuovi pezzi al catalogo dei suoi lavori. – P.S.

056-109 Gwynne (Paul), Problems Mainly Propertian. Francesco Sperulo and Renaissance Commentary, in Transmission of Knowledge in the Late Middle Ages and the Renaissance, edited by O. Merisalo – M. KuhaS. Niiranen, pp. 201-13 Þ «AB» 056-M.

056-110 Hamann (Olaf) – Stephanie Jacobs, Kriegsbedingt verlagertes Kulturgut und die Chancen digitaler Sammlungrekonstruktionen. Beständeaus Moskau und Leipzig finden im Netz zusammen, «Gutenberg Jahrbuch», 95, 2020, pp. 27-38. Il contributo è un aggiornamento dello stato dei lavori di studio delle collezioni librarie delle biblioteche tedesche e russe a seguito delle distruzioni causate dalla seconda guerra mondiale, cominciati nel 2009 con il progetto DRBG (Deutsch-russischer Bibliotheksdialog). Una delle ultime iniziative ha riguardato l’allestimento di una mostra presso la Russian State Library di Mosca, in collaborazione con la German National Library di Lipsia. – P.S.

056-111 Harris (Neil), The Earliest Aldine Device. Reviewing the Situation, «Gutenberg Jahrbuch», 95, 2020, pp. 59-93. Questo articolo fa il punto della situazione sul primo utilizzo della celebre marca tipografica di Aldo Manuzio e fa finalmente chiarezza su quale sia realmente la prima opera pubblicata dal tipografo attivo a Venezia con la sua inconfondibile ancora con il delfino. – P.S.

056-112 Hedeman (Anne D.), Translating Prologues and Prologue Illustration in French Historical Texts, in Inscribing Knowledge in the Medieval Book. The Power of Paratexts, edited by R. Brown-Grant – P. Carmassi – G. Drossbach – A. D. Hedeman – V. Turner – I. Ventura, pp. 197-223 Þ «AB» 056-D.

056-113 Heller (Marvin J.), Hebrew printing in Turka. Home to a barely remembered hebrew press, «Gutenberg Jahrbuch», 95, 2020, pp. 108-51. L’articolo ricostruisce l’attività di una tipografia ebraica a Turka, in Ucraina, attraverso le sue pubblicazioni nell’arco del XVIII sec. – P.S.

056-114 Hendré Biro (Doina), Bibliothèque, confession et identité collective: le Batthyaneum de Karlsburg/Alba Iulia, in Savoir/Pouvoir. Les bibliothèques, de l’Antiquité à la modernité, textes réunis et édités par Y. Lehmann, pp. 233-48 Þ «AB» 056-J.

056-115 Hufnagel (Silvia), Der Wechsel von Pergament und Wachstafeln zu Papier in Island im 15. und 16. Jahrhundert, «Gutenberg Jahrbuch», 95, 2020, pp. 176-91. Il contributo analizza il passaggio dall’utilizzo di pergamena e tavolette di cera a quello della carta nell’Islanda del XV e XVI sec. I generi documentari che subirono per primi questo passaggio di supporto furono i contratti, i fogli di calcolo e i verbali di carattere amministrativo. – P.S.

056-116 Italia (Paola), Editing Duemila. Per una filologia dei testi digitali, Roma, Salerno, 2019 (Strumenti per l’università, 9), pp. 245, ill. b/n, ISBN 978-88-6973-415-1, € 21. L’a. di questo vol., che rimanda per titolo e ispirazione al precedente Editing Novecento (Roma, Salerno, 2013), affronta tematiche strettamente attuali, quali il rapporto di autori, lettori e curatori coi testi digitali; la natura e le problematiche di questo tipo di supporti; il ruolo delle Digital e le nuove frontiere filologiche digitali. Il vol., dopo un’introduzione intitolata Il lettore Google (pp. 7-15) e una tavola delle abbreviazioni (p. 16), è organizzato come segue: 1. Autore, curatore, lettore (pp. 17-40); 2. Strutture e forme (pp. 41-121); 3. Due case of study: Manzoni e Leopardi (pp. 122-70); 4. Per una filologia dei testi digitali (pp. 171-235); Indice dei nomi (pp. 239-44) e Indice dei contenuti (p. 245). – S.C.

056-117 Jagersma (Rindert) – Joanna C. Rozendaal, Female Book Ownership in the Eighteenth-Century Dutch Republic. The Book Collection of Paper-Cutting Artist Joanna Koerten (1650-1715), «Quaerendo», 50, 2020, pp. 109-40. Questo articolo esamina il catalogo di vendita dei libri appartenuti alla collezione privata dell’artista olandese Joanna Koerten (1650-1715), con l’obiettivo di illustrare la circolazione dei libri e delle idee, in particolare nel mondo femminile, nell’Europa del XVIII sec. – P.S.

056-118 Kemp (William), Peter II Schoeffer Descends on Venice with his Types (1541-1542), «La Bibliofilía», 121/3, 2019, pp. 393-412. Il contributo stabilisce una lista di caratteri tipografici utilizzati da Peter Schoeffer il giovane per le edizioni realizzate durante il suo soggiorno veneziano tra il 1541 e il 1542. L’argomento fa inoltre da apripista per indagare altri aspetti dell’attività in Italia dello stampatore tedesco. – P.S.

056-119 Kempf (Klaus), La biblioteca senza libri? Le biblioteche nel XXI secolo, in Biblioteche. Ieri, oggi e domani, a cura di Vittorio Ponzani, pp. 83-99. Il contributo tratta della biblioteca pubblica contemporanea, dei modelli messi in atto e della diversificazione dei servizi offerti. – Em.B.

056-120 Korsch (Dietrich), Per una comprensione dell’uomo Martin Lutero e della sua teologia nel contesto storico del Cinquecento, in La portata storica della Riforma protestante, pp. 29-44.

056-121 Kuha (Miika), The Early Formation of Leonardo Donà’s Collection of Printed Books and Manuscripts in the Light of His Autograph Library Catalogue, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura», 15-16, 2019, pp. 21-50. Movendo dal noto e studiato catalogo che lo stesso doge Leonardo Donà (1536-1612) stilò per la propria biblioteca, l’a. focalizza sul meno indagato aspetto della formazione/sedimentazione della raccolta libraria. Quello che ne esce non è solo un affondo sulle attività del doge, ma anche (e soprattutto) una riflessione sulle strategie di acquisto dei voll. e sulla loro organizzazione una volta entrati in biblioteca. – E.G.

056-122 Kuha (Miika), The Reception of Humanist Historiography in Venice. Simultaneous Copying of the De gestis, moribus et nobilitate civitatis Venetiarum by Lorenzo de’ Monaci at the Beginning of the Sixteenth Century, in Transmission of Knowledge in the Late Middle Ages and the Renaissance, edited by O. Merisalo – M. KuhaS. Niiranen, pp. 141-52 Þ «AB» 056-M.

056-123 Kuitert (Lisa), The Art of Printing in the Dutch East Indies. Laurens Janszoon Costeras Colonial Hero, «Quaerendo», 50, 2020, pp. 141-64. Molto nota è la figura dell’olandese Laurens Janszoon Coster e il mito secondo il quale sarebbe lui – e non Gutenberg – il vero inventore della stampa. Questo articolo cerca di fare luce in particolare sulla misura in cui la presunta invenzione di Coster era conosciuta e sviluppata nelle colonie olandesi delle Indie orientali. – P.S.

056-124 Kujawiński (Jakub), Saved in Translation. Vernacular Translations from Paris, BNF, fr. 688, as Witnesses of Lost Texts, Manuscripts and Readings, in Transmission of Knowledge in the Late Middle Ages and the Renaissance, edited by O. Merisalo – M. KuhaS. Niiranen, pp. 115-29 Þ «AB» 056-M.

056-125 Künast (Hans-Jörg), Schreibkalender der 158oer Jahre im Augsburger Stadtarchiv, «Gutenberg Jahrbuch», 95, 2020, pp. 94-102. Quello dei calendari è un genere editoriale largamente diffuso, specialmente durante i primi decenni dopo l’invenzione della stampa a caratteri mobili. Questo contributo analizza una serie di calendari stampati nella città bavarese di Augusta dal tipografo Michael Manger durante gli anni ’80 del XVI sec. Questo studio offre quindi informazioni interessanti sia sull’attività della stamperia, sia sulla società della città tedesca del tempo. – P.S.

056-126 Latini (Arianna), Il maestro Maestro di Sant’Alessio in Bigiano per i Francescani di Pistoia, in Storie di pagine dipinte, a cura di S. Chiodo, pp. 49-60 Þ «AB» 056-L.

056-127 Lazaris (Stavros), Manuels d’enseignement dans une bibliothèque monastique du nord de la Grèce: le cas d’un livre illustré d’histoire naturelle et de morale chrétienne, in Savoir/Pouvoir. Les bibliothèques, de l’Antiquité à la modernité, textes réunis et édités par Y. Lehmann, pp. 119-38 Þ «AB» 056-J.

056-128 Lehmann (Aude), Autour du De bibliothecis de Varron: politique et culture dans la Rome césarienne, in Savoir/Pouvoir. Les bibliothèques, de l’Antiquité à la modernité, textes réunis et édités par Y. Lehmann, pp. 173-84 Þ «AB» 056-J.

056-129 Lehmann (Yves), Encyclopédisme documentaire et impérialisme planétaire dans l’Antiquité gréco-romaine, in Savoir/Pouvoir. Les bibliothèques, de l’Antiquité à la modernité, textes réunis et édités par Y. Lehmann, pp. 81-92 Þ «AB» 056-J.

056-130 Leombroni (Claudio), Biblioteche e pandemia in un’età secolare, «Bibliothecae.it», 9/1, 2020, pp. 1-10. L’editoriale analizza la pandemia in corso e le reazioni sociali e intellettuali che essa ha suscitato confrontandola in parte con quanto accadde ai tempi della spagnola. Nell’ultima parte la riflessione si concentra sulle biblioteche, sui servizi (garantiti e non) durante l’emergenza sanitaria e sulle reazioni dei bibliotecari (pubblici o privati), professionisti – consapevolmente o meno – fondamentali tanto quanto gli istituti di cui si occupano per il futuro del nostro Paese. – Em.B.

056-131 Leonetti (Arianna) – Pierfilippo Saviotti, Un cimelio della antica tipografia francescana di Gerusalemme. Analisi del torchio manuale in ghisa, «Gutenberg Jahrbuch», 95, 2020, pp. 152-62. Questo contributo ricostruisce la complicata storia dell’arrivo di un torchio tipografico austriaco a Gerusalemme, usato per molti anni dalla Franciscan Printing Press, la stamperia dei francescani della Città Santa e oggi ancora lì conservato. La seconda parte analizza la pressa dal punto di vista tecnico e strutturale, confrontandola con un esemplare gemello ora conservato presso il Museo della stampa Lodovico Pavoni di Artogne (BS). – Ed.B.

056-132 Liandru (Lorenza), Foglio volante d’odio. Il motivo della Judensau in una stampa del XVII secolo, in L’invenzione del colpevole. Il ‘caso’ di Simonino da Trento dalla propaganda alla storia, a cura di D. Primerano, pp. 195-9 Þ «AB» 056-E.

056-133 Libri e biblioteche di umanisti tra Oriente e Occidente, a cura di Stefano Martinelli Tempesta – David Speranzi – Federico Gallo, Milano, Biblioteca Ambrosiana-Centro Ambrosiano, 2019 (Accademia Ambrosiana. Classe di Studi Greci e Latini. Fonti e studi, 31), pp. 384, ill. b/n, ISBN 978-88-6894-387-5, € 26. Il vol., figlio di un omonimo Colloquio internazionale (Milano, 27-29 gennaio 2016), propone molteplici esempi di movimenti di libri tra Oriente bizantino e Occidente umanistico nel XV sec., ricostruendo così le storie di mss., di biblioteche e di passaggi di mano tra lettori più o meno noti. Aiutano a comprendere l’ampiezza dei contributi i ricchi indici dei mss. e dei nomi a cura di Stefano Costa (pp. 351-82). Il vol. è schedato sotto i singoli contributi. Il sommario è consultabile nella pagina profilo di uno dei curatori sulla piattaforma Academia.edu. – S.C.

056-134 Libri, edizioni e biblioteche del Cinquecento italiano, a cura di Luca Rivali, «La Bibliofilía», 121/3, 2019, pp. 371-538. Del numero monografico sono schedati i singoli contributi. – P.S.

056-135 López-Vidriero Abelló (María Luisa E.), Las bibliotecas palaciegas de la monarquía hispánica: de los Reyes Católicos a Alfonso XIII, in Savoir/Pouvoir. Les bibliothèques, de l’Antiquité à la modernité, textes réunis et édités par Y. Lehmann, pp. 17-36 Þ «AB» 056-J.

056-136 Lutero per via. Luther on the Streets. Ambulanti e stampe in Trentino e in Valsugana al tempo della Riforma, a cura di Alessandro Paris – Massimo Rospocher, Pieve Tesino (TN), Museo Per via, 2019, pp. 78, manca ISBN, s.i.p. Il bel cataloghino (in italiano e inglese) della mostra svoltasi tra l’estate e l’autunno del 2019 al Museo “Per via” dedicato ai venditori ambutanti tesini, si apre con una illustrazione storico-geografica della realtà trentina del XVI sec., per poi presentare alcuni esempi della satira luterana contro la Chiesa cattolica, e quindi una bella selezione di stampe propagandistiche di ambiente protestante (esemplari soprattutto dal British Museum). Le brevi ma precise spiegazioni storiche permettono un minimo di contestualizzazione di un materiale fortemente satirico e polemico, molto lontano dalla sensibilità moderna. – Ed.B.

056-137 Macor (Celso) – Ervino Pocar, La lotta con il tempo e con la parola. Carteggio 1967-1981, a cura di Gabriele Zanello, Trieste, Libreria Antiquaria Drogheria 28, 2019, pp. 254, ISBN 978-88-96925-44-7, € 25. In un gioco fortemente caratterizzato dalla “gorizianità” il dialogo tra il poeta e il grandissimo traduttore dal tedeco si intreccia su molti temi: preziosi anche la bibliografia (pp. 233-43) e l’indice dei nomi (pp. 245-51). Sul vol. si vedano tre recenti interventi di Renate Lunzer (Intorno a Ervino Pocar e Celso Macor, pp. 8-12), Sergio Tavano (Una gorizianità onorata e generosa, pp. 13-9) e Gabriele Zanello (Una saldatura perfetta tra due generazioni di goriziani. Pubblicato il carteggio di Ervino Pocar e Celso Macor, pp. 20-4) tutti usciti in «Studi goriziani», 112, 2019. – Ed.B.

056-138 Majolino (Giulia), I corali trecenteschi [di Santo Stefano al Ponte a Firenze] e i loro miniatori, in Storie di pagine dipinte, a cura di S. Chiodo, pp. 187-99 Þ «AB» 056-L.

056-139 Manfrin (Francesca) – David Speranzi, Un Platone mediobizantino tra oriente e occidente. Il Tub. Mb 14, Palla Strozzi e i ‘visti’ di Francesco Da Lucca, in Libri e biblioteche di umanisti tra Oriente e Occidente, a cura di S. Martinelli Tempesta – D. Speranzi – F. Gallo, pp. 23-60. Il contributo fornisce un’analisi testuale e paleografica del ms. Tübingen, Universitätsbibliothek, Mb 14 (una selezione di dialoghi platonici del X-XI sec.) e della sua stratificazione di emendamenti e annotazioni. In questo modo, il codice diventa testimone di vicende erudite che partono dalla prima Costantinopoli paleologa per arrivare alla ripresa degli studi greci in Occidente, all’interno della cerchia di Crisolora. In particolare, il ms. appartenne a un celebre allievo di quest’ultimo, il fiorentino Palla Strozzi (1372-1462), del quale si analizza anche la biblioteca. – S.C.

056-140 Marini (Paolo), Collezionismo librario ed erudizione nel Settecento romagnolo. Il caso di Carlo Francesco Zampiccoli, «Filologia & Critica», 39/3, 2014, pp. 305-336. L’a. ci conduce in un viaggio alla scoperta del collezionista forlivese Carlo Francesco Zampiccoli (1683-1746). Lo fa attraverso un’estesa documentazione bibliotecaria e archivistica che ha permesso di far luce sulle relazioni professionali e culturali intrattenute nel contesto locale: dalla affiliazione ai Filergiti, ai rapporti con il medico Morgagni, al dialogo con gli eruditi Canneti, Fiacchi e Ginanni. A partire dalle note di possesso si è identificato un piccolo ma significativo nucleo di voll. appartenuti alla biblioteca di Zampiccoli. L’analisi del carteggio intrattenuto dal 1744 con il marchese Capponi ha precisato i contorni della bibliofilia di questo collezionista proiettandone gli esiti in una dimensione nazionale di più ampio respiro. – L.Mo.

056-141 Martinelli Tempesta (Stefano), Lo scriba anonimo. Storie di libri e di uomini in cerca di una identità. Per concludere, in Libri e biblioteche di umanisti tra Oriente e Occidente, a cura di S. Martinelli Tempesta – D. Speranzi – F. Gallo, pp. 317-29. L’a., a mo’ di chiusura del vol., studia il ms. Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana, F 14 sup., una raccolta di opere grammaticali, le cui vicende sono legate all’umanista Francesco Filelfo. – S.C.

056-142 Martínez Manzano (Teresa), Fortuna humanística de un antiguo códice de Aristóteles, entre Constantinopla y Mesina, in Libri e biblioteche di umanisti tra Oriente e Occidente, a cura di S. Martinelli Tempesta – D. Speranzi – F. Gallo, pp. 173-208. È studiata la storia del ms. Madrid, Biblioteca Nacional de España, 4684, da quando fu inizialmente composto nel XIV sec. nell’ambiente del monaco poligrafo bizantino Massimo Planude, fino al suo arrivo nella biblioteca messinese di Costantino Lascaris, con un’appendice sulla collezione di mss. greci del commerciante Armonio Ateniese. – S.C.

056-143 Martini (Davide), Così aperti, così chusi. Un appello per una cultura in presenza, in Contro lo sfascio delle biblioteche italiane, a cura di E. Barbieri, pp. 39-49 Þ «AB» 056-A.

056-144 Marzo (Flavio), British Library/ Qatar Foundation Partnership and the Digitization Project: A Case Study about Conservation Processes within Mass Digitization of Library Material, in Book Conservation and Digitization, edited by A. Campagnolo, pp. 105-16. L’a., già responsabile alla conservazione per la British Library/Qatar Foundation Partnership (ma oggi conservatore presso il Cambridge Colleges’ Conservation Consortium di Cambridge), riferisce sulla digitalizzazione dei materiali relativi alla storia del Golfo e alla scienza araba. Il contributo si concentra sul ruolo che un conservatore moderno deve assumere, cercando di stare al passo con le moderne tecnologie digitali. – D.M.

056-145 Megna (Paola), Due epistole greche di Manuele Adramitteno al Poliziano, in Libri e biblioteche di umanisti tra Oriente e Occidente, a cura di S. Martinelli Tempesta – D. Speranzi – F. Gallo, pp. 287-316. L’a. propone una nuova edizione critica di due epistole in greco che il dotto cretese Manuele Adramitteno spedì ad Angelo Poliziano dalla casa di Giovanni Pico della Mirandola nel 1483. – S.C.

056-146 Menato (Marco), Carlo Michelstaedter lettore a Gorizia in Studienbibliothek e in Biblioteca Civica, «Studi Goroziani», 113, 2020, I, pp. 140-6.

056-147 Menato (Marco), Il fondo Orsoline della Biblioteca Statale Isontina, «Studi Goroziani», 113, 2020, I, pp. 151-5 (già in «Accademie e biblioteche d’Italia», 2018, pp. 42-5).

056-148 Menato (Marco), Qualche ricordo sulla nascita del fondo Michelstaedter, «Studi Goroziani», 113, 2020, I, pp. 147-50.

056-149 Menchelli (Mariella), Forme di circolazione delle parenetiche e lettura umanistica di Isocrate. Prime osservazioni su stemmatica e flussi di contaminazione nella seconda famiglia, in Libri e biblioteche di umanisti tra Oriente e Occidente, a cura di S. Martinelli Tempesta – D. Speranzi – F. Gallo, pp. 233-67. L’a. riflette sullo stemma della seconda famiglia della tradizione delle parenetiche di Isocrate, concentrandosi sui gruppi di apografi del ms. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. gr. 65 (codice Lambda), individuabili grazie allo scritto spurio A Demotico. Questo studio filologico sottolinea l’importanza della contaminazione orizzontale e delle traduzioni d’età umanistica. – S.C.

056-150 Merisalo (Outi), Introduction, in Transmission of Knowledge in the Late Middle Ages and the Renaissance, edited by O. Merisalo – M. KuhaS. Niiranen, pp. 9-12 Þ «AB» 056-M.

056-151 Merisalo (Outi), Paratext in the Manuscripts of Hartmann Schedel, in Inscribing Knowledge in the Medieval Book. The Power of Paratexts, edited by R. Brown-Grant – P. Carmassi – G. Drossbach – A. D. Hedeman – V. Turner – I. Ventura, pp. 289-303 Þ «AB» 056-D.

056-152 Miralles (Eulàlia), Versos efimeros para la guerra de Separación catalana, «La Bibliofilía», 121/2, 2019, pp. 313-27. Questo contributo analizza un aspetto particolare della produzione a stampa di materiale cosiddetto “minore”, ovvero versi e poesie appese ai muri e diffuse per le strade di Barcellona durante la Guerra dels Segadors (1640-52) che avevano funzione di propaganda politica in favore della monarchia Spagnola o Francese. – P.S.

056-153 Molinelli (Beatrice), Storia di un furto straordinario [presso l’Abbazia di Montemorcino a Perugia], in Storie di pagine dipinte, a cura di S. Chiodo, pp. 263-72 Þ «AB» 056-L.

056-154 Möncke (Gisela), Stuttgarter Drucke von 1517 in der Nachfolge Konrad Fyners, «Gutenberg Jahrbuch», 95, 2020, pp. 103-7. Il contributo riguarda un breve resoconto sulla stampa a Stoccarda dal 1517 da parte dei successori del tipografo Konrad Fyner. – P.S.

056-155 Monok (István), Économie et politique de bibliothèque: la Hongrie et la Transylvanie d’Ancien Régime, in Savoir/Pouvoir. Les bibliothèques, de l’Antiquité à la modernité, textes réunis et édités par Y. Lehmann, pp. 213-32 Þ «AB» 056-J.

056-156 Niiranen (Susanna), From Prison to Print. Johannes Messenius’ Scondia illustrata as a co-product of early modern prison writing, in Transmission of Knowledge in the Late Middle Ages and the Renaissance, edited by O. Merisalo – M. KuhaS. Niiranen, pp. 153-65 Þ «AB» 056-M.

056-157 Niskanen (Samu), Copyists and redactors. Towards a prolegomenon to the editio princeps of Peregrinatio Antiochie per Vrbanum papam facta, in Transmission of Knowledge in the Late Middle Ages and the Renaissance, edited by O. Merisalo – M. KuhaS. Niiranen, pp. 103-14 Þ «AB» 056-M.

056-158 Nuñez Gaitán (Angela), Conservation towards Large-Scale Digitization at the Vatican Library, in Book Conservation and Digitization, edited by A. Campagnolo, pp. 89-96. Resoconto delle soluzioni messe in campo dalla Biblioteca Apostolica Vaticana in merito alla colossale digitalizzazione del proprio patrimonio manoscritto (quasi 82.000 pezzi), con una sintesi degli obiettivi perseguiti, in linea con la secolare tradizione di rendere liberamente accessibile il proprio patrimonio testuale. – D.M.

056-159 Nutton (Vivian), The Transmission of Medical Knowledge in Script and Print, in Transmission of Knowledge in the Late Middle Ages and the Renaissance, edited by O. Merisalo – M. KuhaS. Niiranen, pp. 73-83 Þ «AB» 056-M.

056-160 O’Sullivan (Sinéad), From Troy to Aachen: Ancient Rome and the Carolingian Reception of Vergil, in Inscribing Knowledge in the Medieval Book. The Power of Paratexts, edited by R. Brown-Grant – P. Carmassi – G. Drossbach – A. D. Hedeman – V. Turner – I. Ventura, pp. 185-96 Þ «AB» 056-D.

056-161 Orlandi (Luigi), Dall’Italia all’Athos. Ancora sui libri greci di Baldassar Migliavacca, in Libri e biblioteche di umanisti tra Oriente e Occidente, a cura di S. Martinelli Tempesta – D. Speranzi – F. Gallo, pp. 123-39. Il contributo dà notizia di tre nuovi mss. appartenuti all’umanista pavese Baldassar Migliavacca, allievo del bizantino Andronico Callisto, e del viaggio da Occidente a Oriente che li ha portati al Monte Athos, territorio autonomo nel Nord della Grecia abitato da monaci ortodossi. – S.C.

056-162 Orlando (Medica Assunta), La Comunale di Maglie, biblioteca pubblica pugliese da 353 anni, in Biblioteche. Ieri, oggi e domani, a cura di V. Ponzani, pp. 157-78. Il contributo si occupa della storia della Biblioteca Comunale di Maglie fondata nel 1666. – Em.B.

056-163 Orsini (Lorenzo), Una incredibile storia di incuria e furti reiterati, in Storie di pagine dipinte, a cura di S. Chiodo, pp. 95-100 Þ «AB» 056-L.

056-164 Parasiliti (Andrea G. G.), Uno spazio per me (Bibliotehe e disabilità. Storia non romanzata delle mie ricerche), in Contro lo sfascio delle biblioteche italiane, a cura di E. Barbieri, pp. 50-66 Þ «AB» 056-A.

056-165 Parina (Elena) – Maria Volkonskaya, Middle Welsh Texts on the Virtues of the Mass in Their European Context, in Transmission of Knowledge in the Late Middle Ages and the Renaissance, edited by O. Merisalo – M. KuhaS. Niiranen, pp. 87-99 Þ «AB» 056-M.

056-166 Pasquinucci (Simona), La protezione dei beni culturali ecclesiastici, in Storie di pagine dipinte, a cura di S. Chiodo, pp. 17-20 Þ «AB» 056-L.

056-167 Pennuto (Concetta), From Text to Diagram: Giambattista Da Monte and the Practice of Medicine, in Inscribing Knowledge in the Medieval Book. The Power of Paratexts, edited by R. Brown-Grant – P. Carmassi – G. Drossbach – A. D. Hedeman – V. Turner – I. Ventura, pp. 95-116 Þ «AB» 056-D.

056-168 Peresson (Giovanni), Se ti dico biblioteca, cosa pensi? Un’indagine su come gli italiani percepiscono la biblioteca, in Biblioteche. Ieri, oggi e domani, a cura di V. Ponzani, pp. 39-42. Il contributo indaga su come le persone vedano la biblioteca e quale idea si crei nell’immaginario dei potenziali utenti. – Em.B.

056-169 Petrucciani (Alberto), Che ci sei andato a fare in biblioteca?, in Biblioteche. Ieri, oggi e domani, a cura di V. Ponzani, pp. 43-54. L’a. presenta il progetto dell’Università Sapienza di Roma L&L: Lives and Libraries: lettori e biblioteche nell’Italia contemporanea, che ha lo scopo di mettere a disposizione e studiare testimonianze che permettono di rispondere alla domanda su cosa le biblioteche hanno significato per la vita delle persone e continua narrando il rapporto che alcuni personaggi noti hanno avuto con le biblioteche. – Em.B.

056-170 Pettegree (Andrew) – Arthur der Weduwen, Forms, Handbills and Affixed Posters. Surveying the Ephemeral Print Production of the Seventeenth-Century Dutch Republic, «Quaerendo», 50, 2020, pp. 15-40. Questo articolo è un interessante approfondimento sul cosiddetto “materiale minore” (fogli volanti, editti, ecc.) prodotto nella Repubblica Olandese nel corso del XVII sec., e segue uno studio già affrontato dai due autori nel 2018 riguardo i libri a stampa pubblicati nei Paesi Bassi nello stesso periodo. – P.S.

056-171 Pickwoad (Nicholas), Unfinished Business. Incomplete Bindings made for the Booktrade from the Fifteenth to the Nineteenth Century, «Quaerendo», 50, 2020, pp. 41-80. Questo contributo ha come oggetto lo studio di alcune legature, in particolare quelle previste per libri che sarebbero dovuti entrare in un commercio di ampio raggio tra il XV e il XIX sec. – P.S.

056-172 Ponzani (Vittorio), Francesco Barberi, la Puglia e i bibliotecari pugliesi, in Biblioteche. Ieri, oggi e domani, a cura di V. Ponzani, pp. 119-31. Il contributo si occupa della figura di Francesco Barberi, soprintendente alle biblioteche della Puglia dal 1935 al 1943. – Em.B.

056-173 Portata (La) storica della Riforma protestante dopo 500 anni dal suo inizio. Messaggio, diffusione e conseguenze in Europa, «Studi goriziani», 113, 2020, I, pp. 3-92. Bella iniziativa “ecumenica” svolta a Gorizia, della quale si pubblicano qui gli atti. Sono schedati i singoli interventi. – Ed.B.

056-174 Qua la penna! Autrici e art director nel fumetto italiano (1908-2018), a cura di Giuseppe Bonomi – Claudio Gallo – Laura Scarpa – Nicola Spagnolli – Ingrid Zenari, Roma-Rovereto, Comicout-Accademia degli Agiati di Rovereto, 2020, pp. 184, ISBN 9788897926863, €14,90. Il vol. pubblica gli atti dell’edizione 2018 del seminario biennale dell’Accademia Roveretana degli Agiati sul fumetto, incentrata sul tema delle figure femminili che hanno lasciato il segno nell’industria, dal superamento dei pregiudizi e dello scetticismo nel secolo scorso, alla storia recente con la dimostrazione pratica della loro poliedricità sotto la spinta di gusti nuovi e unici. L’opera è suddivisa in sezioni, ognuna delle quali presenta, in forma di saggi, i singoli interventi dei partecipanti al convegno. I testi sono accompagnati da numerose illustrazioni, molte nello stile fumettistico, che comprendono anche scansioni di copertine e vignette, oltre a stralci di documenti e fotografie. La sezione che funge da premessa racconta la marcia delle donne alla conquista di un ruolo di rilievo nel mondo del fumetto; dopo uno sguardo alla situazione estera, in particolare nell’epoca prodromica dei comics americani, tra il XIX e il XX sec., viene dedicata un’intera sezione all’attività di Paola Lombroso Carrara per il «Corriere dei Piccoli», all’impegno profuso e alle schermaglie con i suoi direttori. Trovano spazio gli elogi a due capiscuola a tutto tondo come Lina Buffolente e Grazia Nidasio, insieme a quelli per donne che si sono distinte per uno spiccato spirito imprenditoriale: da Tea Bonelli, marcia in più della casa editrice dell’ex marito, alle sorelle Giussani, inventrici di un personaggio che ha retto la prova del tempo come Diabolik. Le ultime sezioni affrontano, infine, il massiccio afflusso di autrici negli ultimi decenni all’interno delle redazioni, tra coloro che si sono cimentate con il fumetto classico (ne è l’esempio Legs Weaver della Bonelli, con uno staff quasi tutto al femminile) e chi, invece, ha trovato spazio nelle più moderne forme editoriali, su tutte il graphic novel. – Matteo Galiè

056-175 «Quaerendo», 50, 2020. Di questo numero sono segnalati i singoli contributi. – P.S.

056-176 Quandt (Abigail B.), The Digitization of Manuscripts from the Point of View of a Book Conservator, in Book Conservation and Digitization, edited by A. Campagnolo, pp. 199-216. L’a., responsabile della conservazione al Walters Art Museum (Baltimora, USA) e da un decennio alla guida del progetto Archimedes and Syriac Galen Palimpsest, descrive la sua esperienza passata a lavorare in stretto contatto con gli informatici addetti alla digitalizzazione, offrendo loro supporto e formazione sulla gestione delle risorse documentarie. – D.M.

056-177 Requeno (Vincenzo), Osservazioni sulla chirotipografia ossia antica arte di stampare a mano, premessa di Edoardo Barbieri, a cura di Antonio Castronuovo, Macerata, Biblohaus, 2020, pp. 158, ISBN 978-88-95844-86-2, € 15. Riproduzione anastatica dell’ultima opera di Vicente María Requeno y Vives (1743-1811), un gesuita il cui contributo culturale tra la fine del Settecento e i primi anni del Novecento fu notevole. Con Osservazioni sulla chirotipografia ossia antica arte di stampare a mano (1810) l’a. voleva affermare l’esistenza di una tecnica di stampa esistente già secoli prima dell’invenzione gutenberghiana: una teoria che prendeva i passi dall’osservazione diretta di alcuni mss., i cui caratteri – uniformi, se non identici – lo fecero sospettare di un sistema di riproduzione meccanico della scrittura fino ad allora mai sospettato. Un interessante errore di prospettiva che metterebbe piuttosto in evidenza i livelli di altissima perfezione calligrafica che potevano raggiungere i copisti professionisti. – Pietro Putignano

056-178 Reyez Gómez (Firmin de los), Hacia un control de los incunables hispanos. El Repertorio bilbiográfico de incunables españoles, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura», 15-16, 2019, pp. 9-20. L’a. presenta il progetto di ricerca Repertorio bibliográfico de incunables españoles che – prendendo inevitabilmente le mosse dalla gloriosa Bibliografía Iberica del Siglo XV di Haebler e dai suoi vari aggiornamenti – sta per confluire in un catalogo/mappatura di tutta la produzione incunabolistica spagnola. Si propone anche, nell’occasione, un rapido ma preciso affondo storico-geografico sulla stampa iberica del Quattrocento. – E.G.

056-179 Rivali (Luca), Conservare senza muffa, in Contro lo sfascio delle biblioteche italiane, a cura di E. Barbieri, pp. 31-8 Þ «AB» 056-A.

056-180 Rollo (Antonio), Lettura degli auctores e costruzione dei lessici nella scuola di greco del primo Umanesimo, in Libri e biblioteche di umanisti tra Oriente e Occidente, a cura di S. Martinelli Tempesta – D. Speranzi – F. Gallo, pp. 268-86. Il contributo analizza le dinamiche della costruzione dei primi lessici grecolatini nel XV sec., basandosi sul latino usato dal costantinopolitano Manuele Crisolora e su testimonianze di interpretazione degli autori provenienti dalla sua scuola. – S.C.

056-181 Roselli (Mariangela), La biblioteca tra irrilevanza e conflittualità. Il caso delle mediateche in Francia, in Biblioteche. Ieri, oggi e domani, a cura di V. Ponzani, pp. 67-81. L’a. tratta del caso delle mediateche in Francia con le questioni e le varie implicazioni sociali che tale modello solleva. – Em.B.

056-182 Rossi (Samuele), Bookpride. Appunti di un aspirante editor, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura», 15-16, 2019, pp. 185-7. Si dà conto – e si riflette – sulla quinta edizione di Bookpride. Fiera nazionale dell’editoria indipendente (Milano, 15-17 marzo 2019) e sul suo portato. Il pezzo è corredato da immagini, consultabili nella versione online della rivista «TECA». – E.G.

056-183 Rueda Ramirez (Pedro), Efimeros de fe: estrategias de distribución de impresos y estampas devotas en Cataluña (siglos XVII-XVIII), «La Bibliofilía», 121/2, 2019, pp. 329-52. Questo articolo analizza un documento particolare, intitolato Memorial de las impressions y estampas, riguardante un elenco di libri e stampe di carattere religioso in vendita in alcuni paesi della campagna della Catalogna. Questo documento risulta interessante anche perché permette di realizzare una panoramica sulla diffusione e sulle pratiche di lettura nella Spagna della prima età moderna. – P.S.

056-184 Russakoff (Anna), Imagining the Miraculous: Miraculous Images of the Virgin Mary in French Illuminated Manuscripts, ca. 1250-ca. 1450, Toronto, Pontifical Institute of Mediaeval Studies, 2019 (Studies and texts, 215; Text, image, context: Studies in medieval manuscript illumination, 7), pp. XVII+194, ISBN 978-0-88844-215-4, € 90. Lo splendido vol. si interroga, attraverso lo studio comparativo di una trentina di mss., sul trattamento del tema di alcuni particolari miracoli mariani: i testi considerati sono Gautier de Coinci, Les Miracles de Nostre Dame; La Vie des Pères; Jean de Vigay, Miroir historial, nonché Cit nous dit e Miracles de Nostre Dame. La ricerca non è solo preziosa per lo storico della miniatura o dell’iconografia, ma anche per il rapporto testo-immagine all’interno delle opere e dei particolari mss. trattati. – Ed.B.

056-185 Rusu (Marius), Un catalogo illuminista in Inghilterra. Angelo Maria Bandini e i librari-editori Molini, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura», 15-16, 2019, pp. 115-27. Attraverso un’analisi dei carteggi inediti (conservati presso il Fondo Bandini della Biblioteca Marucelliana) e dei rapporti fra Bandini e i librai-editori Molini, l’a. illustra ratio e criteri di compilazione del celebre catalogo bandiniano, facendo emergere, nel contempo, un interessante spaccato sul commercio librario settecentesco. – E.G.

056-186 Sammarco (Mariangela), CHER (Culturale Heritage Engineering Revolution): nuove strategie di narrazione per le biblioteche di domani, in Biblioteche. Ieri, oggi e domani, a cura di V. Ponzani, pp. 179-88. Riflessione e analisi del progetto CHER (Cultural Heritage Engineering Revolution). – Em.B.

056-187 Sampietro (Marco), Parole di Antonia Pozzi (1939). Vicende editoriali dell’editio princeps mondadoriana, «Archivi di Lecco e della Provincia. Rivista di Storia e Cultura del Territorio», a cura dell’Associazione Giuseppe Bovara di Lecco, 1, giugno 2019, pp. 103-23. Usciva, nel 1939 – ottantuno anni fa – la prima edizione delle Parole di Antonia Pozzi, commissionata dalla famiglia della poetessa ai tipi mondadoriani. Una pubblicazione che doveva essere (e restare, forse) “privata”, quella di questo bel vol. impreziosito dai disegni di Michele Cascella. La realtà è che le Parole pozziane ebbero un’eco potentissima, virulenta, che spinsero da subito la Mondadori a stampare (e quindi a vendere) più copie di quelle trecento inizialmente dichiarate. L’a. ricostruisce qui l’intricata vicenda editoriale per anni rimasta in ombra. – Ar. L.

056-188 Sassano (Marco), I libri sono come le ciliegie. Cesare De Michelis in parole sue, Venezia, Marsilio, 2019, pp. 238, ISBN 978-88-297-0173-5, €16. A due anni dalla scomparsa di Cesare De Michelis, Marco Sassano racconta la figura dell’editore di Marsilio. Partendo dalla particolare storia familiare e ricostruendo i momenti cruciali della vita dell’editore, l’a. dipinge un ritratto completo di De Michelis, con il suo entusiasmo, l’onestà, l’abilità e la passione per il lavoro, senza però nasconderne le debolezze e il carattere battagliero. Come promesso nel sottotitolo, l’a. si serve di interviste, lettere e altra corrispondenza di De Michelis, per lasciare più spazio possibile alla sua testimonianza diretta, intervenendo soltanto a legare tra loro i vari passaggi d’argomento. Lo stile agile di Sassano e i vari aneddoti che inserisce nel testo rendono la lettura davvero scorrevole; il legame di amicizia tra l’a. e De Michelis, che traspare in tutte le pagine, aggiunge grande profondità e senso all’opera. – Valentina Ghetti

056-189 Scholz (Casten), Louis Senaults Heures, ein kalligraphisches Meisterwerk des französischen Barock, nacheinander gewid met zwei Kronprinnzessinen. Ausgaben, Varianten und Einbände 1680-1747, «Gutenberg Jahrbuch», 95, 2020, pp. 192-212. Il contributo ricostruisce l’attività del calligrafo e incisore francese Louis Senault, analizzando in particolare un libro d’ore, considerato uno dei capolavori del barocco francese, da lui pubblicato in occasione del matrimonio tra l’erede al trono di Francia, Louis de Bourbon e Maria Anna Victoria di Baviera nel 1680. – P.S.

056-190 Signorello (Stefania), The Digitization of Medieval Western Manuscripts at Wellcome Collection, in Book Conservation and Digitization, edited by A. Campagnolo, pp. 117-26. L’a. riferisce della digitalizzazione dei 335 mss. medievali della Wellcome Collection a Londra: viene illustrato come il progetto si sia evoluto grazie a una serie di partnership e collaborazioni, che hanno incentivato un notevole aumento di studi su questo particolare fondo librario. – D.M.

056-191 Sognare l’impossibile. La fantascienza italiana tra letteratura e fumetti, tra scienza e utopia, a cura di Nicola Spagnolli – Claudio Gallo – Giuseppe Bonomi, Roma-Rovereto, Comicout-Accademia degli Agiati di Rovereto, 2018, pp. 208, ISBN 9788897926566, €14,90. Il vol. raccoglie le testimonianze offerte nel seminario, organizzato biennalmente dall’Accademia Roveretana degli Agiati, sul rapporto tra parole e immagini nel fumetto. L’edizione, svoltasi il 18 e il 19 novembre 2016, è imperniata sul tema della fantascienza, un genere o, per meglio dire, un contenitore di generi, che soprattutto dalla fine del secolo scorso ha mostrato le sue potenzialità anche all’interno dei fumetti, dopo la rapida proliferazione novecentesca tramite letteratura e animazione. L’opera, divisa in sessioni, presenta i singoli interventi dei partecipanti al convegno sotto forma di saggi, conditi da un numero moderato di illustrazioni, principalmente raffiguranti tavole fumettistiche, ma anche locandine di eventi cinematografici e disegni prettamente futuristici. La prima sessione racconta le origini del fantascientifico, che si innesta su un terreno reso fertile grazie alla corrente del Futurismo, precorritrice di un’ultra-modernità non ancora raggiunta. Tutte le derive della narrazione fantascientifica si sono riversate nell’Universo Cinematico Marvel, autore di veri e propri blockbuster, però consolidati attraverso una confusione, se non una perdita, del vero rapporto tra fumetto e altri media. Le sessioni successive si soffermano sull’importante ruolo degli anime per l’introduzione dei robot giganti all’interno dell’immaginario fantascientifico collettivo: soprattutto, si dà risalto al divario culturale tra Oriente e Occidente che soltanto negli ultimi decenni ha permesso una maggiore comprensione e diffusione delle serie d’animazione giapponesi, che sono state importanti anche per lo sviluppo di Nathan Never, primo fumetto popolare italiano sulla fantascienza. Inoltre, diverse testimonianze di come questo genere non si limiti ai più banali viaggi spaziali, ma si presti a fare da sfondo ad avventure mondane, sposandosi bene in particolare con il poliziesco, oppure permettendo agli autori di fare da comparsa nelle proprie serie. Soluzioni più creative si scoprono nelle più recenti serie televisive che costituiscono la cosiddetta Space Opera. – Matteo Galiè

056-192 Solimine (Giovanni), Lo stargate della lettura, ovvero il passaggio che stiamo attraversando, «AIB Studi», 60/2, maggio-agosto 2020, pp. 325-44 (disponibile online). I mutamenti portati negli ultimi vent’anni nel mondo della lettura e del libro dalle innovazioni tecnologiche e digitali, in qualche modo accelerate in questo periodo di forzato confinamento delle persone a causa della pandemia di Sars-CoV-2, non si fermeranno una volta tornati alla normalità sanitaria e dipenderanno dagli stili di vita che verranno scelti in futuro nella nostra società. – M.C.

056-193 Sonzini (Valentina), Il Fondo Laura della Biblioteca universitaria di Genova: un fondo di persona, «AIB Studi», 60/2, maggio-agosto 2020, pp. 451-60 (disponibile online). Il Fondo Pietro Laura, entrato nella Biblioteca Universitaria di Genova nel 1938, non ha ricevuto nel corso dei decenni passati l’attenzione e il rispetto dovuto alla specificità dell’essere un fondo personale. Il presente contributo prende avvio dalla situazione in cui si trova attualmente il fondo Laura, per poi illustrare l’ipotesi di un trattamento biblioteconomico futuro secondo le Linee guida sul trattamento dei fondi personali licenziate nel 2018 dalla Commissione nazionale biblioteche speciali, archivi e biblioteche d’autore dell’AIB. – M.C.

056-194 Sordet (Yann), Information, politique et bibliothéconomie dans l’Europe du XVIIe siècle: aux origines de la Bibliothèque Mazarine, in Savoir/Pouvoir. Les bibliothèques, de l’Antiquité à la modernité, textes réunis et édités par Y. Lehmann, pp. 284-302 Þ «AB» 056-J.

056-195 Speranzi (David), Libri, umanisti, biblioteche. Quasi un’introduzione, in Libri e biblioteche di umanisti tra Oriente e Occidente, a cura di S. Martinelli Tempesta – D. Speranzi – F. Gallo, pp. 3-10. L’a. introduce gli argomenti trattati nel vol. ripercorrendo la storia di un ms. quattrocentesco di Strabone, conservato a Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana, G 93 sup. – S.C.

056-196 Spina (Giulia), La decorazione dei corali di Montemorcino di Perugia. Una testimonianza della miniatura umbra all’inizio del Cinquecento, in Storie di pagine dipinte, a cura di S. Chiodo, pp. 273-87 Þ «AB» 056-L.

056-197 Stones (Alison), Visualizing Pontifical Power: Paratextual Elements in Some French Liturgical Books, Thirteenth-Fifteenth Centuries, in Inscribing Knowledge in the Medieval Book. The Power of Paratexts, edited by R. Brown-Grant – P. Carmassi – G. Drossbach – A. D. Hedeman – V. Turner – I. Ventura, pp. 267-88

056-198 «Studi goriziani», 112, 2019. Si schedano i singoli contributi. – Ed.B.

056-199 «Studi goriziani», 113/1, 2020. Si schedano i singoli contributi. – Ed.B.

056-200 Sverzellati (Paola), Non di solo catalogo, in Contro lo sfascio delle biblioteche italiane, a cura di E. Barbieri, pp. 11-7 Þ «AB» 056-A.

056-201 «TECA. Testimonianze Editoria Cultura», 15-16, 2019. La rivista è schedata sotto i singoli contributi.

056-202 Tedesco (Alessandro), Un futuro non solo digitale, in Contro lo sfascio delle biblioteche italiane, a cura di E. Barbieri, pp. 75-91 Þ «AB» 056-A.

056-203 Terras (Melissa), Implementing Advanced Digital Imaging Research in Cultural Heritage: Building Relationships between Conservators and Computational Imaging Scientists, in Book Conservation and Digitization, edited by A. Campagnolo, pp. 217-32. L’a., docente di Digital Cultural Heritage presso la University of Edinburgh, ma già direttore del Centre for Digital Humanities a Londra, rappresenta gli obiettivi e le aspettative delle digital humanities, senza dimenticare l’importanza di conservare adeguatamente i supporti originali. – D.M.

056-204 Thompson Baum (Catt), Large-Scale Digitization at The National Archives, in Book Conservation and Digitization, edited by A. Campagnolo, pp. 97-104. L’a. offre una testimonianza sull’approccio e le pratiche di digitalizzazione archivistica adottate su larga scala a Londra dal The National Archives e riflette sull’importanza che gli istituti di conservazione si dotino di un digital support conservator, da integrare pienamente nel flusso di lavori di digitalizzazione delle risorse. – D.M.

056-205 T[iezzi] d[ella] S[tella] M[aestri] (P[aolo]), La peste. Aggiunta al capitolo XXVII de I Promessi Sposi, con una prefazione di Edoardo Barbieri, Sinalunga-Torrita di Siena, Tipografia Rossi per l’Associazione Culturale “Villa Classica”, 2020, pp. 63, ill., ISBN 9788898282517. Paolo Tiezzi Mazzoni della Stella Maestri (P.T.M.d.S.M.), bibliofilo e collezionista, fra i fondatori della Società Bibliografica Toscana, dà alle stampe un vol. curioso e pungente come appendice alle divagazioni pestilenziali dei Promessi Sposi, immaginando un’assemblea contadina convocata da Don Ferrante all’interno della propria biblioteca nella quale il nostro tentò di ripararsi dal morbo (al quale tuttavia non credeva, dunque negazionista ante Saeculum), fermo morire per lo stesso non prima di aver maledetto le stelle, come un eroe di Metastasio o come il Caligola di Camus. Il lettore ritroverà pertanto Don Ferrante, martire della dottrina inutile e sedicente conoscitore di scienze astrali, fra le Cinquecentine di tema sanitario e pestilenziale di Paolo Tiezzi, nell’atto di dare entropici e assurdi consigli al popolo circa la peste che «per non essere sostanza né accidente, non esiste». – Andrea G. G. Parasiliti

056-206 Tinti (Paolo), Nuovi studi sulla Malatestiana. Dall’ordine dell’edifico ai graffiti di memoria, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura», 15-16, 2019, pp. 139-47. Attraverso una rapida rassegna sui principali studi, recenti e non, dedicati alla Malatestiana e ai suoi tesori, l’a. inquadra il vol. La Biblioteca Malatestiana. Storie e segreti (Cesena, Il vicolo, 2018) – di cui propone ampio resoconto – così come i (finora tre) titoli della neonata collana “Quaderni della Biblioteca Malatestiana”, cogliendo anche l’occasione per sottolineare come la gloriosa creatura del Malatesta abbia saputo, da sempre, «coniugare la tensione per l’alta divulgazione e la ricerca ai massimi livelli all’apertura verso l’esterno» (p. 146) servendosi anche di linguaggi diversi da quelli tradizionalmente bibliografici. – E.G.

056-207 Toffolo (Sandra), Describing the City, Describing the State: Representations of Venice and the Venetian Terraferma in the Renaissance, Leiden-Boston, Brill, 2020 (Studies in Medieval and Reformation Traditions, 221), pp. X+332, 10 tav. a col., ISBN 978-90-04-42820-1, € 157. L’analisi delle descrizioni e delle rappresentazioni di Venezia e della Terraferma veneziana nel Rinascimento, quando lo Stato Veneto era ancora in corso di formazione, evidenzia che nessuna tipologia narrativa ha prevalso nell’immaginario europeo dei primi tempi moderni e che gli autori hanno continuamente adattato le descrizioni geografiche di Venezia alle circostanze politiche, mano a mano che esse andavano cambiando. – M.C.

056-208 Tornabuoni (Lucrezia), Storia di Hester e Vita di Tubia, edizione critica e commento a cura di Luca Mazzoni, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2020 (Biblioteca italiana testi e studi, 15), pp. 332, ISBN 978-88-9359-403-5, € 38. Il ms. Magliabechiano VII.338 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze trasmette, testimone unico, due operette le cui rubriche riferiscono alla penna di Lucrezia Tornabuoni, moglie di Piero de’ Medici e madre del Magnifico. Questi due poemetti in terza rima, volgarizzamenti in versi delle storie bibliche di Ester e di Tobia, si qualificano come chiari esempi della scrittura devota di Lucrezia, la cui produzione agiografica e laudistica caratterizza una ben definita casella della letteratura medicea. L’ottima edizione di Luca Mazzoni consente ora di rileggere queste due opere in un testo molto affidabile, corredato da un preciso apparato introduttivo che descrive la fisionomia linguistica della copia manoscritta e il profilo stilistico dell’a. Di valore è anche il commento che, oltre a rendere conto della lettera, permette di ricostruire la cultura poetica della Tornabuoni, in dialogo con sé stessa ma anche con le altre voci della poesia laurenziana. – M.G.

056-209 Toth (Michael B.), Multispectral Imaging for Special Collection Materials, in Book Conservation and Digitization, edited by A. Campagnolo, pp. 179-98. Il contributo affronta le problematiche e le sfide legate all’uso dell’analisi multispettrale su una serie di preziosi collezioni americane. Il pionieristico progetto Archimedes Palimedes Palimpsest, sviluppato in stretto rapporto con gli addetti alla conservazione, persegue procedure di digitalizzazione in ambiente controllato e a bassa intensità luminosa, nel pieno rispetto degli standard di sicurezza che si applicano alla conservazione dei beni librari. – D.M.

056-210 Trombetta (Vincenzo), Collezionismo e bibliofilia a Napoli tra Sette e Ottocento. Un ritratto epistolare, prefazione di Edoardo Barbieri, a cura di Massimo Gatta, in appendice Angelo Mara d’Elci, Lettere bibliografiche a Francesco Taccone (1803-1807), Macerata, Biblohaus, 2020, pp. 224, ill. b/n, ISBN 978-88-95844-57-2, € 15. Edizione anastatica del carteggio epistolare intrattenuto dal collezionista e bibliofilo napoletano Angelo Maria d’Elci con Luigi Serra, duca di Cassano, e Francesco Taccone, marchese di Sitizano, comparso a stampa in prima battuta sul periodico locale «La Farfalletta» tra il 1842 e il 1845 e poi nella monografia intitolata Lettere bibliografiche (Messina, dalla stamperia di Tommaso Capra all’insegna del Maurolico, 1861). Già lo stesso D’Elci dichiarò che il contenuto di tali lettere potesse leggersi alla stregua di un «piccolo trattato bibliografico» (p. 151), da cui traspare un’approfondita conoscenza del mondo dei librai e un’assidua dedizione alla lettura dei cataloghi di vendita antiquaria. L’edizione si accompagna a un pregevole saggio di Vincenzo Trombetta che delinea un efficace ritratto del collezionismo librario partenopeo fiorito tra la fine del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento, rispettivamente dedicato alle figure di Luigi Serra (pp. 21-48) e Francesco Taccone (pp. 49-96). – D.M.

056-211 Trombone (Antonella), La biblioteca della colonia confinaria delle isole Tremiti negli anni Trenta, in Biblioteche. Ieri, oggi e domani, a cura di V. Ponzani, pp. 133-46. Il contributo tratta della biblioteca della colonia confinaria delle isole Tremiti. – Em.B.

056-212 Turner (Victoria), Paratext and the Politics of Conquest: Questing Knights and Colonial Rule in Le Canarien, in Inscribing Knowledge in the Medieval Book. The Power of Paratexts, edited by R. Brown-Grant – P. Carmassi – G. Drossbach – A. D. Hedeman – V. Turner – I. Ventura, pp. 224-46 Þ «AB» 056-D.

056-213 Vacalebre (Natale), Il karma della rosa. Ricordo (quasi vero) di Umberto Eco bibliofilo, Imola, Babbomorto, 2020 (L’acero contuso, 44), pp. [12], manca ISBN, s.i.p. Il testo di questa plaquette rielabora fantasiosamente un incontro bolognese del 2012 tra Umberto Eco e il narratore della storia, all’epoca un giovane dottorando da poco trasferitosi a Milano. Il libello tocca temi quali la bibliofilia, i rapporti umani in ambiente universitario e l’ammirazione per la figura di Eco, narrando ogni episodio tramite ironia, autoironia e comicità. – S.C.

056-214 Vacalebre (Natale), Uno sguardo da oltreoceano (ovvero di tasse, speranze e biblioteche), in Contro lo sfascio delle biblioteche italiane, a cura di E. Barbieri, pp. 92-9 Þ «AB» 056-A.

056-215 Vaccari (Roberto), C’è poco da ridere. Angelo Fortunato Formíggini, l’italiano, Modena, Elis Colombini, 2019 Þ rec. Elisa Pederzoli, «TECA. Testimonianze Editoria Cultura», 15-16, 2019, pp. 177-9.

056-216 van Capelleveen (Paul), A Number of Books. The Flexible Function of Limitation Statements, «Quaerendo», 50, 2020, pp. 165-93. Questo contributo tratta un tema decisamente particolare, ovvero quello dei libri numerati e delle edizioni di lusso e/o a tiratura limitata stampati durante il XX sec. Vengono toccati diversi aspetti, dall’avvento delle edizioni numerate alle più recenti edizioni di lusso e di quelle a tiratura limitata offerte dalle private presses. – P.S.

056-217 van der Deijl (Lucas), The Dutch Translation and Circulation of Spinoza’s Tractatus Theologico-Politicus in Manuscript and Print (1670-1694). A Computational Reconstruction, «Quaerendo», 50, 2020, pp. 207-37. Il filosofo Baruch Spinoza fu uno dei pochi autori censurati nell’ambiente sostanzialmente liberale dell’editoria della Repubblica Olandese. L’articolo analizza in particolare, con approccio filologico, le tre più antiche traduzioni del Trattato Teologico-Politico (1670) del filosofo olandese. – P.S.

056-218 Varvaro (Mario), Note sulla definizione della possessio nel Festo Farnesiano (Napoli, BNN, IV. A. 3), in Transmission of Knowledge in the Late Middle Ages and the Renaissance, edited by O. Merisalo – M. KuhaS. Niiranen, pp. 15-29 Þ «AB» 056-M.

056-219 Velios (Athanasios) – Nicholas Pickwoad, The Development of the Language of Bindings Thesaurus, in Book Conservation and Digitization, edited by A. Campagnolo, pp. 157-68. Il contributo descrive la metodologia e le tecniche di digitalizzazione promosse dal Ligatus Research Centre della London University of the Arts. Si sottolineano le potenzialità del web semantico nella conservazione e digitalizzazione delle legature librarie, che ha promosso anche lo sviluppo di un dizionario terminologico uniforme per questa disciplina. – D.M.

056-220 Vendruscolo (Fabio), «Iam pudet me repetere totiens libros illos». Sui codici sequestrati a Francesco Filelfo dagli amici veneziani, in Libri e biblioteche di umanisti tra Oriente e Occidente, a cura di S. Martinelli Tempesta – D. Speranzi – F. Gallo, pp. 141-79. L’a. indaga sulla storia dei mss. greci che Francesco Filelfo portò in Italia da Costantinopoli. L’attenzione si concentra sulla parte di questa collezione trattenuta da tre patroni veneziani dell’umanista. – S.C.

056-221 Ventura (Iolanda), Una trasmissione complessa da rivedere. Appunti sul corpus di scritti di Giovanni di Saint-Amand, in Transmission of Knowledge in the Late Middle Ages and the Renaissance, edited by O. Merisalo – M. KuhaS. Niiranen, pp. 55-71 Þ «AB» 056-M.

056-222 Veysseyre (Géraldine), Structuring, Stressing, or Recasting Knowledge on the Page? Rubrication in the Manuscript Copies of the Pèlerinage de l’âme by Guillaume de Deguileville, in Inscribing Knowledge in the Medieval Book. The Power of Paratexts, edited by R. Brown-Grant – P. Carmassi – G. Drossbach – A. D. Hedeman – V. Turner – I. Ventura, pp. 160-81 Þ «AB» 056-D.

056-223 Vian (Giovanni Maria), I libri di Dio. Breve storia dei testi cristiani, Roma, Carocci, 2020 (Quality Paperbacks, 580), pp. 266, ISBN 978-88-430-9960-3, 19. Ha unito e ha diviso, si è incarnata ed è stata ispirata: non c’è forse storia più affascinante di quella della Parola cristiana, cioè della Bibbia e di molti altri testi che l’hanno tradotta e commentata; storia di filologi e stampatori, di chierici e laici, di umanisti e di popoli antichi, oltre che di conversioni, lingue e riforme. Storia di Gerusalemme, Alessandria e Roma e di molte periferie, di un impero e della fede. Con quell’“amore per la parola” che dà nome alla filologia, l’a. ripercorre cronologicamente le vicende della Sacra Scrittura compendiando, rivedendo e aggiornando la sua Bibliotheca divina (Roma, Carocci, 2001) in un vol. che merita di far parte di ogni libreria personale, per il mistero che indaga, per la rilevanza culturale della materia nella grande storia dell’umanità e per la passione che riesce a trasmettere nello scoprire la storia dei “Libri di Dio”, che è pure storia di tutti noi. Entro breve sarà pubblicata una intervista all’autore su YouTube “Il canale dei libri”. – Dario Romano

056-224 Wimmer (Hanna), Immortal Souls and an Angel Intellect: Some Thoughts on the Function and Meaning of Christian Iconography in Medieval Aristotle Textbooks, in Inscribing Knowledge in the Medieval Book. The Power of Paratexts, edited by R. Brown-Grant – P. Carmassi – G. Drossbach – A. D. Hedeman – V. Turner – I. Ventura, pp. 117-40 Þ «AB» 056-D.

056-225 Zappella (Giuseppina), La marca della pazienza: storia di un’allegoria e delle sue fonti iconografiche, in Un’aggiunta al catalogo delle cinqucentine della Biblioteca di Montevergine, a cura di D. D. De Falco, pp. 33-52.

 

 Indici di recensioni e segnalazioni

Antiquariato, collezionismo e bibliofilia 4-6, 10, 80, 117, 121, 140, 185, 205, 210, 213, 216

Archivi 28, 67

Bibliografia 34

Biblioteche e biblioteconomia A, F, 1, 3, 18, 24, 30-1, 33-4, 44, 56, 57, 64-5, 82, 85, 89, 97, 119, 130, 143, 164, 168-9, 172, 179, 181, 186, 192-3, 200, 202, 211, 214

Carta 79, 115

Censura e libertà di stampa I, 7, 61, 136

Conservazione e digitalizzazione 26, 36-7, 58, 65-6, 92, 110, 144, 158, 176, 190, 203-4, 209, 219

Editoria del ’400 E, K, 81, 95-6, 177-8, 208, 210

Editoria del ’500 2, 16, 22, 43, 48, 55, 57, 69, 91, 105-6, 111, 118, 120, 122, 125, 134, 136, 154, 173, 225

Editoria del ’600 98, 101, 123, 132, 152, 170, 189, 217

Editoria del ’700 75, 101, 113, 117, 185

Editoria dell’800 8, 49, 131

Editoria del ’900 B, G, H, 5, 14, 62, 83-4, 100, 137, 174, 187-8, 191, 215-6

Editoria contemporanea 20, 53, 63, 105, 116, 182, 213

Editoria popolare 41, 45, 183

Ex libris 47

Furti L, 13, 27, 38-9, 52, 54, 71-2, 126, 138, 153, 163, 166

Futurismo H

Grafica, illustrazione, miniature G, H, L, 6, 13-4, 27, 38-9, 52, 71-2, 74, 106, 108, 126, 132, 138, 153, 167, 174, 184, 189, 191, 196-7, 224-5

Informazione, scritture pubbliche ed esposte 46, 60, 78, 98, 101, 132, 136, 152, 183

Legature 171, 219

Manoscritti D, E, F, L, M, N, 6, 9, 13, 15-6, 21, 23, 27, 29, 38-9, 40, 66, 71-2, 86, 88, 93, 99, 102, 107, 126-7, 133, 138-9, 141-2, 145, 149, 153, 156, 161, 177, 180, 184, 190, 195-7, 208, 218, 220, 224

Paratesti D, 12, 29, 40, 74, 76-7, 94, 112, 151, 157, 160, 167, 197, 212, 222

Storia del libro 16, 223

Storia delle biblioteche e della lettura J, 11, 17, 19, 25, 32, 33, 41-2, 50-1, 54-5, 57, 59, 61, 64, 68, 73, 87, 90, 103-4, 110, 114, 117, 121, 127-9, 133-5, 146-8, 155, 161-3, 192, 194, 206, 210, 223

Testi digitali 116

Trasmissione del sapere M, 9, 23, 77, 107, 109, 122, 124, 150, 156-7, 159, 165, 221

Umanisti in tipografia C, 70, 133

Venezia 207

 

Cronache

Lab.Lab 2020. Riprendendo un’idea nata già lo scorso anno, il LABoratorio Libro Antico in Biblioteca organizzato dal CRELEB, dall’Università Cattolica – sede di Brescia e dalla Fondazione Ugo Da Como di Lonato del Garda, propone incontri di aggiornamento e formazione dedicati a bibliotecari dei fondi antichi. Quest’anno il tema era Alcune esperienze di mostre librarie in biblioteca (aspettando il convegno “A libro aperto”, rimandato al settembre 2021) con relazioni di Isabella Fiorentini, Alessandro Tedesco, Paola Sverzellati e Marco Callegari. Su Youtube – “Il canale dei libri” è possibile rivedere il primo incontro (17 novembre) e il secondo incontro (20 novembre).

 

Con la penna e con il torchio. Nei giorni 14 e 15 dicembre si è svolto online il convegno Con la penna e con il torchio. Produzione e diffusione di testi normativi di prìncipi e città nell’Italia centro-settentrionale della prima età moderna organizzato dall’Archivio di Stato di Milano, dal CRELEB dell’Università Cattolica, dal Progetto PRIN 2017 “The dawn of the Italian publishing”, dall’Université de Genève e dall’Universidad de Alcalá. La fitta serie di relazione ha compreso i seguenti interventi: Francesco Salvestrini (Università degli Studi di Firenze), Celebrazioni ed epitaffi di una tradizione municipale. Riflessioni storiografiche sulla stampa degli statuti in alcune città toscane del XVI secolo; Stephen Milner (British School at Rome), I bandi fiorentini nell’età repubblicana tra sorveglianza e autogestione sociale; Davide Martini (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), “Nuperrime castigata, et quam accuratissime impressa”: le riforme statutarie e la promozione di iniziative editoriali nella Repubblica di Lucca tra XV e XVI secolo; Mathieu Caesar (Université de Genève), Il duca, gli Stati e i comuni. Ordinanze e statuti a stampa in area sabauda tra fine ‘400 e inizio ‘500; Alessandro Tedesco (Biblioteca “Card. Carlo Maria Martini” del Seminario di Milano), Gli Statuti di Brescia di Tommaso Ferrando: tra stampa e annotazioni manoscritte. Indagine sulla ricezione della prima edizione del corpus statutario bresciano; Paolo Tinti (Università Alma Mater Studiorum di Bologna), Bandi, manifesti e moduli a stampa a Bologna nel Quattrocento: primi sondaggi d’archivio; Marco Francalanci (Università degli Studi di Milano - Universidad de Alcalà), Controllare la comunicazione istituzionale. Le gride milanesi del primo Cinquecento fra produzione manoscritta e tipografica; Monica Bocchetta (Università degli Studi di Macerata), “Pro commodiori lectione”. Gershom Soncino e la stampa degli statuti cittadini di Fano, Jesi e Rimini; Luca Montagner (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), Dagli Statuti di Valtellina alla propaganda contro il regno dell’Anticristo. La tipografia di Dolfino Landolfi “in media ipsa Italia”; Stefano Cassini (Università Ca’ Foscari di Venezia), “Le stampe in corpo, e in fogli volanti”: alcune riflessioni sulla stampa pubblica a Venezia nel Saggio di bibliografia veneziana di Emmanuele Antonio Cicogna; Antonio Castillo Gómez (Universidad de Alcalà), Conclusioni. In attesa della pubblicazione degli atti, su YouTube – “Il canale dei libri” è possibile rivedere gli interventi della prima sessione (14 dicembre) e della seconda sessione (15 dicembre).

 

“In fondo” allo scaffale. Dal 16 dicembre, dopo una breve presentazione online, è stato reso disponibile il materiale relativo a un ricco tele-convegno organizzato da alcune istituzioni librarie trentine (Soprintendenza per i Beni culturali, Fondazione Biblioteca San Bernardino di Trento, Biblioteca comunale di Trento e Biblioteca FBK), dal titolo In “fondo” allo scaffale. Storie, momenti, personaggi nella vita delle biblioteche trentine, con un ricco programma. In attesa della pubblicazione degli atti, gli interventi possono essere seguiti sulla piattaforma web dedicata.

 

Taccuino

a cura di E.G. e R.V.

Libri e lettori nella Bologna dei Papi (1506-1796)

Seminario internazionale online

19-20 novembre 2020

Bologna, Dipartimento di Filologia classica e Italianistica - Università degli Studi di Bologna

Organizzato dal gruppo di ricerca del progetto PRIN17 - The Dawn of Italian Publishing e dal CERB, Centro di Ricerca in Bibliografia del Dipartimento di Filologia classica e Italianistica, il seminario intende indagare il libro nella Bologna pontificia, dalla caduta dei Bentivoglio (1506) fino all’arrivo in città delle truppe napoleoniche (1796), ponendo l’accento sulla produzione tipografica – attraverso l’esame di cataloghi di tipografi, editori e librai della città, anche itineranti – sul commercio del libro bolognese ma anche sulle direzioni/ramificazioni del mercato in cui la città felsinea era inserita, sui generi editoriali, sulla costruzione dei testi e dei paratesti, su usi e pratiche di lettura, sul ruolo di specifiche categorie di operatori e fruitori del libro. Si indagheranno, infine, l’apporto delle donne nella produzione e circolazione del libro a Bologna e la sopravvivenza della miniatura nel libro bolognese tra XVI e XVIII secolo.

Per informazioni:

bolognadeipapi2020@gmail.com

 

La biblioteca digitale: stato dell’arte e prospettive

Giornata di studio online

24 novembre 2020, dalle ore 9

Ravenna, Dipartimento Beni Culturali - Università degli Studi di Bologna

La giornata di studio presenta alcune esperienze italiane e internazionali relative alla realizzazione di biblioteche digitali, insistendo, in particolare, sugli aspetti progettuali. Verrà quindi offerta ai partecipanti una disamina sui risultati ottenuti e sulla realtà disponibile online, così come una panoramica sulle modalità organizzative e sulle competenze tecniche necessarie per la messa online di una collezione digitalizzata. Nell’occasione verranno presentate anche alcune fra le esperienze più significative in ambito italiano nonché le principali novità tecniche. La giornata di studio si svolgerà su Microsoft Teams.

La partecipazione è libera e non è necessaria l'iscrizione.

Programma:

§ Fiammetta Sabba (Università di Bologna) e Claudio Leombroni (IBC, Istituto Beni Culturali Regione Emilia-Romagna), Introduzione § Giorgio Spedicato (Università di Bologna), Biblioteche digitali e diritto d’autore § Klaus Kempf (Direttore del dipartimento Biblioteca digitale e Bavarica), I progetti di digitalizzazione in Baviera § Laura Ciancio (ICCU), Il progetto Internet Culturale § Chiara Storti (Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), Non solo digitalizzazioni: la conservazione della memoria digitale § Giulio Blasi (MLOL), La nuova collezione open di MLOL e la Estense Digital Library. Prospettive d'uso del framework IIIF per le biblioteche digitali § Fabio Cusimano (Veneranda Biblioteca Ambrosiana), I progetti di digitalizzazione e la Digital Library della Veneranda Biblioteca Ambrosiana § Ambra Carboni (Fondazione Biblioteca Europea di Informazione e Cultura), La biblioteca digitale della BEIC § Lucia Sardo (Università di Bologna), Chiusura dei lavori

Per informazioni: fiammetta.sabba@unibo.it

lucia.sardo@unibo.it

 

Storia del libro antico dall’invenzione della stampa a caratteri mobili al libro moderno

Conferenza online

2 dicembre 2020, ore 17

Conferenza di Claudia Bonfiglioli (ex Biblioteca BiGeA, Alma Mater Studiorum, Bologna)

 

Marietti 1820-2020. Due secoli di libri tra Torino e Bologna

Fino al 10 gennaio 2021 (attualmente non visitabile)

Bologna, Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio

Il libro più antico (Della sovranità) è datato 1822, quello più recente (Fiordiluna) 2020. Tra l’uno e l’altro intercorrono quasi duecento anni di storia che sono oggetto della mostra – articolata in sedici vetrine contenenti libri, lettere, fotografie, cataloghi e folderpromossa dalla stessa casa editrice Marietti in occasione del suo bicentenario, dalla biblioteca dell’Archiginnasio e dalla Biblioteca dello Studentato per le Missioni (che conserva larga parte della produzione dell’editore), con il patrocinio dell’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna.

Per informazioni: tel. 051-276811

www.bibliotechebologna.it/eventi/

 

La storia della Bibliografia di Alfredo Serrai a vent’anni dalla pubblicazione

Conferenza on line

11 gennaio 2021, ore 9.30

§ Saluti istituzionali § Saluti della Presidente della SISBB Rosa Marisa Borraccini § Introduce e coordina Maria Teresa Biagetti § Mario Infelise (Università degli studi di Venezia), Vent’anni dopo. Cosa ho imparato dalla Storia della bibliografia § Maria Teresa Biagetti (Sapienza Università di Roma), Bibliografia indicale e Organizzazione della conoscenza § Giovanna Granata (Università degli studi di Cagliari), Bibliografia, circolazione delle idee, storia della cultura § Maurizio Vivarelli (Università degli studi di Torino), Alle origini del pensiero bibliografico: una prospettiva per interpretare la complessità § Conclude Alfredo Serrai

Diretta streaming collegandosi al link

https://youtu.be/HeclOCRSrZ8

 

Iniziative C.R.E.L.E.B.

22 e 28 gennaio 2021. Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore | Winter School “Samuel Paty” 2021 – Conoscere per capire: la biblioteca multimediale come strumento per didattica ed educazione. Due pomeriggi dedicati ad ascoltare, raccontare, riflettere per sostenere l’attività formativa della scuola secondaria. Una iniziativa gratuita, proposta on line e dedicata a una scuola che studia, legge, discute. Vi si parla di strumenti, di spazi, di idee per reperire, archiviare e usare risorse digitali atte alla didattica integrata. Per uscire dal pedagogismo e dal tecnicismo digitale e proporre cultura, facendo ragionare docenti e bibliotecari su realtà che ancora non conoscono. Si vogliono sviluppare competenze relative a strumenti, metodi e spunti per elaborare forme di didattica digitale in presenza e a distanza che restituiscano alla scuola la sua vivacità nell’introdurre alla conoscenza della realtà storica, umana e naturale, secondo la sua globalità e complessità, cioè secondo la totalità dei suoi fattori.

 

Venerdì 22 gennaio 2021

§      h. 15-17.30 Introduzione di Gino Roncaglia, Università degli Studi Roma Tre

§      h. 15.15 Lezione di Maria Elena Colombo autrice di Musei e cultura digitale. Fra narrativa, pratiche e testimonianze, Milano, Editrice Bibliografica, 2020

§      h. 16.10 Laboratorio-testimonianza con Marco Giani (Scuola Media La Zolla – Milano)

§      h. 16.30 Laboratorio-testimonianza con Diana Perego, Laura Polo D’Ambrosio, Monica Putzu (Liceo Classico Manzoni – Lecco)

§      h. 17.00 Discussione

 

Giovedì 28 gennaio 2021

§     h. 15-17.30 Lezione di Maria Vittoria Alfieri, Innovation & digital education manager

§     h. 16.00 Laboratorio-esercitazione dedicato all’uso delle digitalizzazioni storiche per la didattica sulla piattaforma MLOL Scuola

§     h. 16.45 Discussione

§     h. 17.15 Conclusione Donatella Lombello

14 marzo 2021, h. 19.00, Jerusalem, National Library of Israel (Israel time) | Conferenza Edoardo Barbieri – Luca Rivali, The Dawn of Modern Book: Erhard Ratdolt printer in Venice (1476-1486).

 

27 aprile 2021 | Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore. Giornata di studi – À la mémoire de Jean-François Gilmont. Jean-François Gilmont (1934-2020) storico del libro

 

§     h. 10.30 Saluti di Angelo Bianchi, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica

 

Presiede Giuseppe Frasso

§    h. 10.45 Dominique Varry (Université de Lyon – ENSSIB), La contribution de J.-F. Gilmont à l’histoire du livre

§    h. 11.15 Robert Goddings (Société desBollandistes, Bruxelles), J.-F. Gilmont et la bibliographie de la première Compagnie de Jésus

§    h. 11.45 Luca Rivali (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano), J.-F. Gilmont bibliografo: riflessioni di pratica e di metodo

§    h. 12.15 Max Engammare (Librairie Droz, Genève), De Crespin à Calvin. J.-F. Gilmont historien de la Réforme par les livres

§    Pausa

 

Presiede Luca Rivali

§     h. 15.00 Lorenzi Di Lenardo (Fondazione Centro Culturale Valdese, Torre Pellice), L’editoria riformata nell’Italia del ‘500 e gli studi di J.-F. Gilmont

§     h. 15.30 Alexandre Vanautgaerden (Centre d’études supérieures de la Renaissance, Tours), La méthode de travail de J.-F. Gilmont: les “Nugae humanisticae”

§     h. 16.00 Lyse Schwarzfuchs (National Library of Israel, Jerusalem), J.-F. Gilmont et l’imprimerie en hébreu au XVIe siècle

§     h. 16.30 Edoardo Barbieri (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano), Cosa racconta la storia del libro? L’apporto di J.-F. Gilmont

Maggio 2021, Palazzolo sull’Oglio | Esposizione bibliografica su Dante basata sul fondo di libri antichi Lanfranchi del Comune di Palazzolo.

4-6 giugno 2021 (data provvisoria), Castello di Sermoneta | Seminario “Aldo Manuzio” per dottorandi e giovani ricercatori.

 

30 agosto-2 settembre 2021 | Scuola Estiva “Beniamino Burstein”, Gutenberg e la sua Bibbia: un’invenzione capitale (e il capitale di un’invenzione) (titolo provvisorio).

 

16-18 settembre 2021, Montepulciano | Convegno su san Roberto Bellarmino.

 

20-25 settembre 2021, Milano, Biblioteca Trivulziana e Università Cattolica del Sacro Cuore | Laboratori e convegno “A libro aperto”.

 

15-16 ottobre 2021, Lucca | Convegno su Pietro Perna bibliotecario e arcivescovo.

 

Postscriptum

S

e questo Postscriptum avesse un titolo, si chiamerebbe Il “discorso” delle mutande (un po’ come, si licet, il celebre “Discorso” dei capelli di Pier Paolo Pasolini, negli Scritti corsari, ma datato al 1973). Il riferimento è a un celebre (quantomeno per chi ebbe la fortuna di frequentarlo un po’, come chi scrive) aneddoto reiteratamente narrato da Giuseppe Billanovich. A dir la verità, si trattava di un dittico dedicato ai discorsi tenuti coram populo dal direttore delle sue scuole elementari in quel di Padova (circa un secolo fa). La prima ancona raffigurava il direttore mentre esortava i discoletti a impegnarsi maggiormente nello studio: «perché se no, ve roviné l’ano!», ripeteva Billanovich, per mostrare come lo scempiamento delle consonanti possa portare gravi conseguenze… L’altro aneddoto (si tratta di un’altra o della medesima occasione?) vede il suddetto direttore puntare invece all’igiene dei piccoli discenti, spiegando loro l’etimologia del termine mutanda, per esortare, ovviamente, a un certo frequente ricambio delle stesse… L’episodio m’è venuto in mente giorni fa, mentre ascoltavo le norme (dal tono tra il suoresco e il grottesco) circa il costante utilizzo delle mascherine e loro ciclica sostituzione: i nuovi mutanda! Si stanno infatti ripetendo in queste settimane diversi decreti governativi che, per far fronte all’aggravarsi del contagio, rendono via via più severe le norme già esistenti, insinuando anche il dubbio su possibili denunce a riguardo di comportamenti privati svolti all’interno dei nuclei familiari e delle proprie abitazioni (cene con amici o troppi parenti). Ci si rende conto? Neanche con Pinochet o nella DDR… Per forza che gira la finta pubblicità della nuova applicazione “Infami”, a scherno dell’app “Immuni” (il cui sistema di tracciamento intanto è saltato perché sono troppi i positivi da tracciare [ma allora per cosa l’hanno inventata a fare, per tracciarne solo pochi?])! Poi si sono corretti, dicendo che le norme intra moenia sono solo consigli… Da quando in qua, però, il governo dà consigli? L’attività legislativa, che è al momento parzialmente demandata al governo solo in ragione dello stato di emergenza (che per questo deve essere proclamato o rinnovato dal Parlamento, non dichiarato dal governo stesso, come hanno invece ripetuto i giornalisti, vil razza dannata!) non dovrebbe solo sancire o obbligare, lasciando le scelte del come agire all’esercizio della libertà personale? Da quando in qua il capo di governo “consiglia”? Si è confuso con mia mamma? Si tratta di uno stato-madre per bamboccioni impenitenti? Per forza che poi l’ironia non si arresta, per esempio con un bellissimo messaggino circa la cura sperimentale russa: «Ciao Ragazzi, volevo dirvi che a Ravenna fanno i primi test per il vaccino russo. Io mi sono offerto volontario e stamattina alle 7 sono stato vaccinato con la supervisione del Consolato Russo. Fino ad ora senza alkuna reakzione o effettto sekondaritzky, tanto meno mi vanwчесеитгю дерлесте авиоо вут Лопес Обрадор, иякорру мпирова нииэтобылашутка». Geniale! Almeno quanto il profilo di una presunta studiosa (nella vita veste i cadaveri, occupazione santa e rispettabilissima, peraltro), ma che si presenta come (cito letteralmente [vedi «La lettura» del I novombre scorso, p. 8]): «Specializzata tanatoesteta, tanatoprattore, cerimoniere funebre… diplomata in Studi sulla Sacra Sindone e in Scienza bibliologica cinque-seicentesca, è ricercatrice in Storia della Tanatologia e in Storia della dissezione su corpo sacro femminile in epoca contro-riformistica». Insomma, non si sa mai se ridere o piangere… Ma tutta la potenza della scienza, delle scienze (una volta si diceva “esatte”, adeso “dure”) dove è andata a finire? Alla fin fine tra isolamento e mascherine, l’unico rimedio è in realtà il distanziamento “sociale”. Ma non ci volevano certo dei geni per inventarlo. Forse si sono dimenticati che già nel libro del Levitico (si parla di 3.200 [tremiladuecento] anni fa…) per evitare la diffusione della lebbra si sapeva proporre esattamente solo l’isolamento! Ma torno sulla questione della abitudine alla mascherina. Va bene usarla, se serve, anche all’aperto (inizia a far freddo…), anche con gli studenti… Ma che diventi un’abitudine (una “sana” abitudine), come viene ripetuto e pubblicizzato, eh no, questo proprio no! Dice il vocabolario che per abitudine si intende una «tendenza alla continuazione o ripetizione di un determinato comportamento, collegabile a fattori naturali o acquisiti e riconducibile al concetto di consuetudine o di assuefazione». C’è di mezzo l’assuefazione: assuefarsi a nascondere mezza faccia? Certo, ci sono casi di persone che scelgono di fare così, ma si tratta di squilibrati mentali gravi! Vi ricordate la fine di Pastorale americana di Philip Roth? Assuefarsi poi a non vedere mezza faccia di chi incontro… Certo, posso interpretare qualcosa fissando gli occhi e la fronte, e può essere interessante, ma è come l’esercizio di leggere una riga coprendo con una cartolina la metà inferiore della riga stessa… Si può fare, ma è uno sforzo, non è naturale. Come se vivessimo tutti in Arabia Saudita (o adesso anche in Turchia)… Eh, no! Un obbligo, una necessità, una contingenza ok, ma un’abitudine… Sono felice di dover tornare in casa una volta su due per essermi dimenticato di indossarla, vuol dire che sono rimasto normale! Ma i politici (si fa per dire… quelli che abbiamo adesso… speriamo possano migliorare… avete visto il nuovo sceneggiato Netflix La Révolution?) sanno di cosa si sta parlando? Oltre alla pletora di virologi (le cui ragioni, spesso di bassa cucina, iniziano a saltar fuori…), non intervistano mai uno dei tanti ottimi psicologi che esercitano nei nostri ospedali o insegnano nelle nostre università? Temo ci sarebbero MOLTO utili… – Montag


 

L’almanacco bibliografico

Bollettino trimestrale

di informazione sulla

storia del libro e delle

biblioteche in Italia

 

numero 056, dicembre 2020

chiuso martedì 15 dicembre 2020

ISBN 978-88-98282-57-9

disponibile gratuitamente in formato PDF e HTML all’indirizzo http://creleb.unicatt.it

(sono stati tirati 10 esemplari cartacei)

a cura del

CRELEB

Centro di Ricerca Europeo

Libro Editoria Biblioteca

(Università Cattolica – Milano e Brescia)

comitato editoriale: Edoardo Barbieri (coordinatore), Marco Callegari, Giuseppe Frasso, Marco Giola, Luca Rivali, Alessandro Tedesco, Natale Vacalebre, Roberta Valbusa

redazione: Emilia Bignami, Stefano Cassini, Fabrizio Fossati, Elena Gatti, Rudj Gorian, Alessandro Ledda, Arianna Leonetti (capo-redattore), Davide Martini, Luca Mazzoni, Luca Montagner, Pierfilippo Saviotti, Francesca Turrisi

contatti: “L’almanacco bibliografico”, c/o Edoardo Barbieri, Università Cattolica, Largo Gemelli 1, 20123 Milano; e-mail: creleb@unicatt.it

Edizioni Villa Classica

Torrita di Siena