55, settembre 2020

 

Bollettino trimestrale

di informazione sulla

storia del libro e delle

biblioteche in Italia

                       

                        a cura del C.R.E.L.E.B.

 

   Sommario

 

 

 

Una biblioteca digitale rivolta al

mondo

di Martina Bagnoli                                             p. 1

Recensioni                                           p. 3

Spogli e segnalazioni                      p. 13

(indici di recensioni e segnalazioni)           p. 36

In memoriam Jean-François

Gilmont

di Alexandre Vanautgaerden                    p. 36

Cronache convegni e mostre         p. 37

Taccuino                                              p. 40

Postscriptum                                      p. 49

 

La questione

 

Una biblioteca digitale rivolta al mondo

di Martina Bagnoli

 

I

cataloghi sono strumenti indispensabili per musei e biblioteche. La catalogazione è il mezzo principale per organizzare, studiare e comprendere le collezioni, promuovere la loro conoscenza presso gli studiosi e per presentarle al pubblico in maniera coerente e chiara. La catalogazione è quindi una dell’attività base dei musei, delle biblioteche e degli archivi. Da anni ormai queste istituzioni affiancano alla pubblicazione di cataloghi a stampa la messa in rete di cataloghi digitali che permettono di raggiungere un numero vastissimo di persone facilitando la ricerca, la conoscenza e la fruizione dei materiali. La capacità di visualizzare le opere pagina per pagina ad alta definizione consente di utilizzare il catalogo digitale non solo come punto di arrivo di studi approfonditi, ma anche come semplice punto di partenza per aggregare conoscenze intorno a fondi e collezioni poco studiate. A partire da questa premessa, negli ultimi quattro anni le Gallerie Estensi, a cui la Biblioteca Estense Universitaria appartiene, hanno intrapreso una vasta azione di promozione e pubblicazione delle collezioni d’arte e librarie. Sul sito del museo sono oggi pubblicate circa 15.000 opere, molte delle quali, come per esempio medaglie e matrici, poco note perché conservate nei depositi e fino a oggi mai pubblicate in maniera integrale. A queste si aggiungono ora circa 8.500 opere conservate nella Biblioteca, a cui nei prossimi mesi se ne aggiungeranno un altro migliaio. Le mappe, le lettere, i libri a stampa e quelli manoscritti oggetto di questa prima fase di digitalizzazione sono visualizzabili sulla nuova piattaforma digitale della biblioteca. La ricerca è consentita con una semplice parola chiave su un catalogo unificato che per la prima volta accomuna varie fonti catalografiche diverse (solo in questa prima fase sono undici). Le informazioni raccolte da queste fonti disparate fotografano lo stato della conoscenza attuale sui fondi della biblioteca. Si è scelto di pubblicare solo i dati anagrafici di ogni opera, in modo da consentire all’utente di confrontarsi in maniera semplice e diretta con le opere. EDL (Estense Digital Library) utilizza il protocollo IIIF, ciò consente di consultare le opere in un ambiente digitale condiviso in cui i volumi della Biblioteca Estense sono visibili insieme a quelle di altre biblioteche che usano lo stesso protocollo. EDL quindi, non solo facilita l’accesso alle proprie collezioni, ma anche a quelle di altre importanti biblioteche di conservazione del mondo. La piattaforma EDL – in quanto basata anche su MLOL, un sistema in uso in oltre 6.500 biblioteche italiane –beneficia del lavoro di “harvesting” e indicizzazione di contenuti IIIF da altre istituzioni realizzato nella sezione open di MLOL da una redazione dedicata. Al momento sul catalogo open della piattaforma EDL si possono infatti consultare più di un milione di opere, ma si tratta di un numero in rapida e costante crescita. In un vicino futuro anche le collezioni d’arte delle Gallerie Estensi saranno migrate su EDL così che non solo sarà possibile confrontare, per esempio, un reperto etrusco con la descrizione che ne fece il bibliotecario di Francesco IV Celestino Cavedoni, ma anche raffrontare quello stesso reperto con altri simili in musei diversi. In questa prima fase del progetto, la piattaforma mette in rete in maniera integrale tre fondi importanti della Biblioteca Estense Universitaria: il mappario, le collezioni musicali e l’archivio Muratori. Il partenariato con l’Università di Modena e Reggio Emilia è stato determinante per raggiungere questo traguardo. Tre giovani assegnisti hanno lavorato al censimento di queste collezioni che hanno in parte anche schedato. Il loro lavoro di ricerca sarà integrato alle attività promosse dal nuovo centro di Digital Humanities dell’Università di Modena il DHMoRe, che si è costituito proprio a partire dalla proficua collaborazione con la Biblioteca Estense sul progetto EDL. Molte delle opere pubblicate su EDL sono corredate da dati che provengono dai cataloghi storici della Biblioteca. Questi non sono mai stati l’oggetto di una sistematizzazione progressiva, così che spesso l’utente doveva confrontarsi con più fonti per trovare quello che cercava. In massima parte questi cataloghi non erano ricercabili online. Uno dei vantaggi di EDL è l’integrazione di fonti diverse in un unico catalogo indicizzato. Potrà capitare che in alcuni casi i dati recuperati siano incompleti e/o non aggiornati. Questo fatto non è stato considerato un ostacolo alla pubblicazione, ma un valore per gli studiosi, che si vorranno cimentare con nuove ricerche e scoperte e che invitiamo a contribuire con le loro segnalazioni all’indirizzo ga-esten@beniculturali.it. L’Estense Digital Library in questo senso rispecchia e adotta uno dei principi cardine del Manifesto dell’Associazione Italiana Biblioteche (AIB), secondo cui le biblioteche digitali devono essere accessibili e farsi conoscere. Per questo EDL mette a disposizione del pubblico una serie di strumenti che permettono di annotare, confrontare i documenti, creare delle liste che possono essere condivise con pochi o distribuite pubblicamente, nonché di creare delle vere e proprie presentazioni a partire da volumi, pagine o semplici dettagli. Queste così dette “stories” sono uno strumento ideale per l’insegnamento e l’esposizione di temi, concetti e informazioni anche complessi. Il sito dell’Estense Digital Library prevede un video tutorial per spiegarne l’utilizzo. EDL non è solo luogo di pubblicazione delle collezioni fisiche digitalizzate, ma anche una piattaforma per la condivisione e l’interoperabilità dei dati grazie all’utilizzo di formati standard aperti. Il sistema consente l’aggregazione e il riuso dei metadati. Questo vuol dire che su EDL non sono condivise le sole immagini, ma che i metadati stessi possono essere oggetto di aggregazione da parte di soggetti terzi. I nostri dati (come quelli di molte altre biblioteche del mondo) sono una miniera di informazioni utili per creare altro sapere, altre informazioni. Questa prima importante fase del progetto Estense Digital Library è stata realizzata con il supporto di Fondazione Modena nell’ambito di AGO Modena Fabbriche Culturali. Nei prossimi mesi si avvierà la seconda fase del progetto che ha come scopo quello di inserire in EDL, nucleo dopo nucleo, tutti i manoscritti schedati su Manus OnLine. Il progetto è di grande respiro e di lungo percorso per cui sono necessari fondi ingenti a integrazione di quelli già a disposizione delle Gallerie Estensi. Per questo motivo e nello spirito di apertura e condivisione che anima l’Estense Digital library, abbiamo lanciato una campagna di crowdfunding sul sito Art Bonus a cui speriamo in molti vorranno partecipare. Al progetto Estense Digital Library hanno partecipato aziende italiane leader nel settore: oltre a MLOL anche Mida informatica, Hyperborea e Franco Cosimo Panini. Per saperne di più clicca qui. La rassegna stampa su l’Estense Digital Library è disponibile qui.


 

 

Sono aperte le iscrizioni

ai Master di Editoria

dell’Università Cattolica,

edizione 2020-2021!

 

Master di II livello in

Professione editoria cartacea e digitale entro il 2 novembre 2020

(selezione il 5 e 6 novembre)

 

Master di I livello in

Booktelling. Comunicare e vendere contenuti editoriali

entro il 16 novembre 2020

(selezione il 19 e 20 novembre)

 

 

Recensioni

055-A Angioni (Martin), Amazon dietro le quinte, Milano, Raffaello Cortina, 2020 (Temi), pp. 288, ISBN 978-88-3285-163-2, € 16. Angioni, amazonian e country manager italiano del colosso dal 2011 al 2015, intraprende una lucida indagine intorno alla tanto celebre quanto misteriosa e riservata azienda americana. La crescita spropositata, la struttura aziendale, la cultura gerarchica e disciplinata dei suoi dipendenti, l’attenzione per il dettaglio e l’adesione a nuovi metodi lavorativi di totale immersione nel proprio lavoro (flow) sono solo alcuni dei temi trattati dall’ a. secondo le regole di una narrazione chiara. Il libro ripercorre le tappe di crescita dell’azienda: dalle origini fino all’apertura dei vari mercati nazionali (l’Italia tra gli ultimi in Europa), dalla vendita di solo materiale culturale, soprattutto libri, DVD e CD, allo smercio di qualsiasi tipo di oggetto e all’apertura di servizi e prodotti personalizzati Amazon. Angioni, figlio di librai torinesi costretti a chiudere i battenti nel 2006, si dimostra molto sensibile al tema dei libri e del loro commercio. Altra tappa della sua carriera, prima di arrivare ad Amazon, è la direzione della casa editrice Electa (gruppo Mondadori) dal 2005 al 2010, specializzata in libri d’arte e gestione di servizi museali. Amazon – spiega l’a. – nei primi anni di attività, si configura come azienda all’avanguardia, non solo tecnologicamente ma anche culturalmente. L’iniziale intento di abbassare il prezzo risponde a istanze di democratizzazione del sapere e la polemica contro i cosiddetti “sacerdoti della cultura”, i grandi editori, colpevoli a loro tempo di voler influenzare i comportamenti di lettura, è molto aspra. Rei di aver deciso a priori quali siano i libri buoni e quelli cattivi, ritrovandosi sostanzialmente a pubblicare solo novità di potenziale successo e libri commercializzabili, sono destinati a soccombere, spazzati via da un’azienda in grado di mutare in continuazione, che pone al centro le scelte dei consumatori e i loro gusti. Azienda che, tuttavia, da oppositrice di culture e poteri monolitici rischia di diventare un invalicabile monopolio, detentrice di una cultura unica e controllata. Una rivoluzionaria a metà, insomma, che ha distrutto e continua a distruggere poteri, per fagocitare e creare un’egemonia unica: all’antitrust dei vari paesi – sostiene Angioni – e alla coesione di leggi e regolazione europee il compito di gestire in futuro l’enorme questione. Nel caso italiano Amazon sembra aver avuto il ruolo di rottura nei confronti di un sistema editoriale per molti versi viziato. La scelta di costruire un mercato con offerta potenzialmente illimitata ha per la prima volta dato la possibilità di realizzare un’utopia ben radicata nella nostra cultura, quella di un potenziale accesso a tutto lo scibile. Come per altri paesi, però, la progressiva ascesa della società americana rischia di creare un sistema monopolistico in cui i vari editori, nel ruolo di venditori terzi, non hanno alcun potere contrattuale, sostanzialmente obbligati ad accettare le condizioni dei manager del megastore, i quali prima di tutto impongono il prezzo (alcuni, come E/O, a dire il vero, hanno deciso di opporsi); mentre nel ruolo di venditori autonomi non possono competere, sovrastati dall’imponente capacità di spesa e adattamento del colosso, in grado di investire capitali ineguagliabili e fornire servizi di consegna e supporto eccellenti. L’obiettivo di questo libro è quello di scovare le ragioni del successo di Amazon, rintracciate principalmente nel visionario approccio del suo inventore, Jeff Bezos, abile nel creare un sistema pressoché perfetto, una macchina dove ogni singolo componente è un ingranaggio valido ma sostituibile, che, per la sua straordinaria crescita e pervasività, a tratti sembra acquisire i connotati di un inquietante mostro. – Francesco Ursino

055-B Bauer (Stefan), The Invention of Papal History. Onofrio Panvinio between Renaissance and Catholic Reform, Oxford, Oxford University Press, 2020 (Oxford-Warburg studies), pp. VIII+262, ill. b/n, ISBN 978-01-98807-00-1, £ 70. Il bel vol. presenta un importante studio sulla figura e sull’operato di Onofrio Panvinio. Il Panvinio fu personaggio di rilievo che – durante il sedicesimo secolo – iniziò a mutare la modalità di raccontare le tappe della storia della Chiesa Cattolica, focalizzandosi in particolar modo sulla storia papale, caratterizzando i suoi lavori per un certo taglio critico e basando la sua ricerca su fonti storiche attendibili. Lo studio dell’a. risulta inoltre particolarmente interessante perché rimette al centro un tema – quello dei testi storici scritti a Roma in questo periodo – che è sempre parso secondario rispetto alle altre espressioni artistiche di cui la città è ricca. Nel primo capitolo, ‘The Clouds Roar’ Panvinio’s Early Career (pp. 16-61), l’a. ricostruisce la biografia intellettuale aggiornata del Panvinio: attraverso l’analisi della sua formazione e del suo operato vengono mostrati quelli che erano i suoi numerosi ambiti di interesse e di ricerca storica. Panvinio nacque a Verona e qui ebbe la sua prima formazione, presso la Scuola degli Accoliti. All’età di undici anni prese l’abito agostiniano e continuò la sua formazione anche grazie al legame con il generale dell’ordine, Girolamo Seripando, che gli permise di proseguire gli studi a Napoli e a Roma, interessandosi principalmente di cronologia e antichità romane. In questi anni giovanili Panvinio iniziò a scrivere testi storici, principalmente storie di alcune famiglie romane del suo tempo; particolarmente significativo per il giovane fu poi il rapporto di stima e di amicizia che lo legò al cardinale Alessandro Farnese. Il secondo capitolo, Between Church and Empire. Panvinio’s Final Decade (pp. 62-88), prosegue la ricostruzione della vita e dell’operato del Panvinio, partendo dal suo viaggio in Germania nell’anno 1559. Dopo il suo ritorno in Italia, iniziò a pubblicare quasi esclusivamente opere di materia sacra, anche se continuò a fare ricerca (senza però mai pubblicare nulla) sui temi a lui cari delle antichità romane. Morirà nel pieno della sua attività, nell’anno 1568. Nel terzo capitolo, Panvinio’s History of Papal Elections (pp. 90-145), l’a. inizia invece a focalizzarsi su uno dei testi più importanti del Panvinio, il De varia creatione Romani pontificis. Questa è un’opera che – tracciando la storia delle elezioni dei papi – copre un arco storico assai rilevante e ampio, di quasi 1.500 anni. Le posizioni espresse dal Panvinio – come evidenzia l’a. – non sono tenere nei confronti dei papi del passato che vengono criticati per il loro desiderio di potere; ciò nonostante, in tutto il testo c’è una costante difesa del primato del papato stesso. In tal senso, Panvinio è attento a documentare come avveniva l’elezione dei papi, oppure quanti e quali papi erano stati “guidati” da vari imperatori di turno. Il quarto capitolo, Church History, Censorship, and Confessionalization (pp. 146-206), si focalizza invece sulle interrelazioni tra storia e teologia. Lo sguardo dell’a. è rivolto particolarmente all’“uso” che della storia fecero le varie confessioni, in un’ottica tesa a dimostrare la bontà delle proprie posizioni. Per ragionare su questo tema la ricerca allarga lo sguardo, oltre a quelle che furono le opere del Panvinio, considerando tutti i testi che appartengono al genere delle biografie dei papi. In particolar modo ci si concentra sulla continuazione che il Panvinio fece della Vite dei Papi di Bartolomeo Platina. Ed è proprio grazie a questa operazione sul testo del Platina che Panvinio sancisce la sua fama come quella di maggiore autorità in relazione alla storia papale. Una parte significativa del quarto capitolo è dedicata inoltre all’analisi di quella che fu l’attività censoria della Chiesa nei confronti di varie opere storiche. In particolar modo, si porta come esempio la censura adottata sull’opera del Panvinio Romani pontifices et cardinales (1557), così come quella applicata su alcuni manoscritti del Panvinio relativi alla storia dell’elezione dei papi. In relazione a quest’ultimo aspetto, l’a. si interroga poi sul ruolo del Panvinio come “voce ufficiale” del papato; in tal senso va tenuto conto di come la morte prematura del Panvinio non gli permise di completare l’opera che lo avrebbe (forse) consacrato come tale, l’Historia ecclesiastica (si ricordi come un’opera di tal fatta sarà successivamente portata a compimento da un altro autore, Cesare Baronio). Chiude il vol. un Epilogo (pp. 208-12) in cui l’a. propone alcune riflessioni su quello che fu lo sviluppo dell’attività storiografica ecclesiastica dopo l’anno 1580. La ricerca, oltre che per aver messo in luce la figura e l’operato del Panvinio, risulta particolarmente significativa e rilevante perché l’a. ha cercato di mettere in luce quello che doveva essere il processo di scrittura di un testo storico nel Cinquecento, evidenziandone tutte le varie implicazioni (anche economiche), tutte le varie fasi e tutte le diverse fonti prese in considerazione; è anche grazie a questi primi lavori che è stato possibile gettare le basi di un metodo storico, sempre più sofisticato e sempre più attento alla ricostruzione critica e fedele delle vicende passate. Sul vol. si veda anche la bella video intervista fatta all’a. da Edoardo Barbieri, disponibile sul Canale dei Libri. – A.T.

055-C Danesi (Daniele) – Ilenia Maschietto, Catalogo del fondo Cesare Grassetti della Fondazione Giorgio Cini, Firenze, Olschki, 2020 (Biblioteca di Bibliografia. Documents and Studies in Book and Library History, 212), pp. XXVIII+350, ill. b/n, ISBN 978-88-222-6694-1, € 45. Nel 2008 arriva alla Fondazione Cini di Venezia, a seguito di un lascito testamentario, un’importante raccolta libraria appartenuta all’avvocato e professore milanese Cesare Grassetti. Non si tratta di una collezione qualunque, bensì di 832 edizioni di cui circa 170 incunaboli, 659 cinquecentine, una contraffazione settecentesca e una seicentina. Da qui è cominciato, quindi, un lungo lavoro di catalogazione e studio di questo prestigioso fondo, coronato con questa importante pubblicazione, strumento di studio di fine fattura. Il catalogo si apre con un ricordo personale dell’avv. Grassetti (pp. IX-XI), firmato dall’esecutore testamentario, avv. Salvatore Trifirò, e con l’introduzione (pp. XIII-XVIII) dei curatori. Se il primo testo è più di natura “privata”, il secondo presenta un interessante profilo a tutto tondo dell’illustre bibliofilo milanese. Si mettono in luce, infatti, non solo le sue passioni collezionistiche, come risultano dall’omogeneità dei volumi arrivati alla Cini, ma anche le modalità con cui questo prezioso fondo è andato costituendosi lungo gli anni e le provenienze degli esemplari. E questo, attraverso lo studio di apparati paratestuali e del carteggio privato con antiquari e collezionisti che è stato possibile recuperare. Segue, quindi, il vero e proprio catalogo che, come si legge nell’introduzione, è strutturato secondo «l’ordine alfabetico per autore nella sua forma normalizzata (o per titolo nel caso di opere anonime). [] La struttura della scheda vede in prima posizione il numero d’ordine del catalogo e la relativa segnatura di collocazione adottata in biblioteca. La descrizione del vol. è composta da un livello normalizzato (autore, titolo uniforme o titolo breve, luogo di stampa, stampatore e/o editore, data) e da un livello con la trascrizione fedele del frontespizio e del colophon (maiuscole, minuscole e punteggiatura riportate fedelmente)» (p. XXV). Per meglio muoversi tra le numerose schede, vengono in aiuto cinque diversi indici: Indice di editori e stampatori; Indice dei luoghi di stampa; Indice delle edizioni per data; Indice delle responsabilità secondarie; Indice provenienze, librai, legatori e segni di possesso. Non servono particolari spiegazioni per comprovare l’importanza fondamentale di questa sezione, che svolge una duplice funzione. Da una parte permette di sfogliare in maniera mirata le pagine del catalogo, dall’altra di presentare, seppur sinteticamente, il panorama entro il quale si è mossa la stampa nei primi 60 anni dalla sua comparsa e, in particolare grazie all’ultimo indice, ripercorrere i viaggi dei libri tra biblioteche, collezionisti e librai antiquari. Di particolare interesse anche le due Appendici che seguono il catalogo, delle quali è necessaria una breve presentazione. Nella prima vengono elencate e descritte, più o meno sommariamente, le edizioni appartenute all’avv. Grassetti che per svariati motivi non sono confluite nel lascito alla Fondazione Cini. Nella seconda, invece, si presenta la trascrizione dell’unico supporto archivistico arrivato insieme ai libri sull’isola di San Giorgio: un prezioso schedario di fotocopie contenente una breve descrizione del volume in questione e il prezzo pagato per il suo acquisto. Fanno eccezione a questo elenco 79 libri, che gli autori della presente pubblicazione, verosimilmente, identificano come gli ultimi acquisti fatti dall’avv. Grassetti che non furono inseriti, quindi, nello schedario. La somma che si ottiene da ogni singola scheda ammonta a quasi 200 milioni di lire. – L.Mo.

055-D Davies (Martin) – Neil Harris, Aldo Manuzio. L’uomo, l’editore, il mito, Roma, Carocci, 2019 (Frecce, 283), pp. 206, ill. b/n, ISBN 978-88-430-9501-8, € 18. A cinque anni dalle celebrazioni per il cinquecentenario della morte, non si esauriscono gli studi e le pubblicazioni dedicate a una delle più straordinarie figure del Rinascimento italiano: Aldo Manuzio. Il vol. di Martin Davies e Neil Harris raccoglie «tre saggi scritti in periodi diversi e per ragioni molto differenti, che hanno però l’obiettivo comune di inquadrare la figura di Aldo Manuzio e di spiegare come e perché ha avuto un ruolo basilare nella storia della cultura occidentale» (p. 9). Il risultato finale, se non si può dire che sia una sintesi complessiva della figura, dell’attività e della fortuna di Manuzio – una sorta di “manuale aldino” –, pone il lettore davanti ai molti aspetti e agli ancora maggiori problemi che connotano l’esperienza aldina. A oltre cinque secoli dalla morte del grande bassianese rimangono, infatti, ancora molti i misteri e gli interrogativi e ancora va compresa a pieno – al di fuori del “mito”, per buona parte costruito dallo stesso Aldo – l’attività aldina e la sua portata. Il vol., dunque, può essere considerato un’alta, non ovvia e allo stesso tempo assai godibile, introduzione allo studio di Manuzio, alle fonti, ai problemi in gioco, alle sue imprese editoriali (Hypnerotomachia Poliphili in testa), al sistema commerciale… Il primo saggio/capitolo (Aldo Manuzio, uomo ed editore, pp. 13-53), di Martin Davies, è la versione italiana del volumetto Aldus Manutius, Printer and Publisher of Renaissance Venice (London, British Library, 1995), scritto e pubblicato venticinque anni fa per le celebrazioni del quinto centenario dell’avvio dell’attività editoriale di Manuzio a Venezia. Il saggio, che «delinea il ruolo storico e umanistico di Aldo come protagonista della cultura rinascimentale, insieme a un sunto biografico» (p. 9), è stato non solo tradotto in italiano, ma anche aggiornato e corredato da un essenziale apparato di note (purtroppo posto in fondo). Il secondo contributo (Aldo e la costruzione del mito, o ciò che realmente fece, pp. 55-99), di Neil Harris, «è nato come le conclusioni al convegno veneziano del 26-28 febbraio 2015 […]. Esso fu incluso, con il titolo Aldus and the Making of the Myth (or What Did Aldus Really Do?), come l’articolo finale del volume degli atti» (p. 10) curati da Mario Infelise (Venezia, Marsilio, 2016). Anche in questo caso, il saggio è stato tradotto in italiano e aggiornato, soprattutto con i riferimenti ai molti studi realizzati in occasione delle ultime celebrazioni aldine. Il terzo saggio/capitolo (I cataloghi aldini: la deontologia di una merce, pp. 101-20), il più breve, sempre dovuto a Neil Harris, pur derivando dal precedente è in gran parte inedito e consiste «in una breve analisi dei tre cataloghi pubblicati da Aldo, mentre era in vita, e oggi conosciuti (non si può escludere che ce ne fossero altri)» (p. 10). Quest’ultima parte, che affronta gli aspetti commerciali della vicenda aldina, si avvale però anche di un’altra importantissima fonte: il Zornale di Francesco de Madiis, che l’autore da molti anni sta minutamente studiando e di cui sta preparando l’edizione (con Cristina Dondi). Chiudono la bibliografia, una nutrita serie di immagini, con relative referenze bibliografiche, e l’indice dei nomi e delle cose notevoli. – L.R.

055-E Foffano (Tino), Il cardinale Branda Castiglioni legato pontificio e mecenate della cultura, a cura di Angela Contessi Mirella Ferrari, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2019 (Opuscola collecta, 18), pp. XV+220, ill. b/n, ISBN 978-88-93593-81-6, € 38. Tino (Valentino) Foffano è una figura nota a coloro che hanno frequentato la biblioteca dell’Università Cattolica di Milano. E anche chi non avesse avuto il piacere di conoscerlo di persona, ne ha sicuramente sentito parlare per via della sua lunga e onorata carriera nei chiostri di Largo Gemelli. Nato nel 1929 a Trebaseleghe (PD), dopo gli studi classici compiuti a Treviso si trasferì a Milano, dove si laureò in Lettere e successivamente si perfezionò in Filologia romanza sotto la guida di Giuseppe Billanovich. In seguito, Foffano divenne vicedirettore e poi direttore della Biblioteca dello stesso ateneo che lo aveva formato, per il quale tenne anche i corsi di Biblioteconomia e bibliografia, dal 1994 (anno del suo pensionamento) fino al 2001. A due anni dalla scomparsa, occorsa la notte del 16 aprile 2017, le amiche e colleghe Angela Contessi e Mirella Ferrari curano un vol. commemorativo in cui vengono ripubblicati in forma anastatica una serie di saggi firmati da Foffano su un personaggio storico a lui molto caro: il cardinal Branda Castiglioni. Un incontro, quello con il dotto canonista e diplomatico lombardo, che risale fin agli anni della formazione universitaria: il primo contatto si registra intorno al 1960 quando Foffano, ancora studente, pubblicò il saggio intitolato La costruzione di Castiglione Olona in un opuscolo inedito di Francesco Pizolpasso (pp. 31-66), apparso sul terzo fascicolo di «Italia medievale e umanistica». Poi la tesi di laurea Il cardinale Branda Castiglione (1350-1443), mecenate della cultura (ricerche e testi), che lo portò ad approfondire la personalità di colui che riuscì a fare della piccola e provinciale Castiglione Olona (VA) una «isola di Toscana in Lombardia», secondo la definizione che ne diede Gabriele D’Annunzio. Tuttavia, l’interesse si spinse ben oltre gli obblighi universitari: negli anni successivi, Foffano tornò a indagare la vita e le opere del cardinale da diversi punti di vista, a cominciare dal saggio I primi benefici del card. Branda Castiglioni in una bolla inedita di Bonifacio IX (pp. 3-12), pubblicato nel 1963 sulla «Rivista di Storia della Chiesa in Italia», seguito a distanza di qualche anno da un approfondimento sui rapporti tra Castiglioni e Gasparino Barzizza (Tra Padova, Parma e Pavia: appunti su tre allievi di Gasparino Barzizza, pp. 67-82). Durante il convegno di Leuven The late Middle Ages and the dawn of humanism outside Italy (11-13 maggio 1970), Foffano presentò un intervento sul rapporto tra Castiglioni e il mondo d’Oltralpe, sul quale ritornò con maggiore enfasi in occasione del II Convegno di studi italo-ungheresi del 1973, dedicato al ruolo di legato pontificio svolto da Castiglioni presso Sigismondo di Lussemburgo (La politica del legato pontificio Castiglioni nella crociata antiussita e i suoi rapporti con Sigismondo di Lussemburgo, pp. 13-24). A partire dagli anni ’80, invece, le ricerche dedicate all’epistolario del cardinale lombardo: nel 1984, Foffano omaggiò Billanovich con un saggio sulla corrispondenza tra Castiglioni e Cosimo de’ Medici (Un carteggio del cardinal Branda Castiglioni con Cosimo de’ Medici, pp. 117-34), per poi curare nel 1988 una Breve nota sull’epistolario del card. Branda Castiglioni, con due lettere inedite (pp. 109-16) ed entrare nei risvolti più riservati di una lettera indirizzata da Castiglioni allo stesso Cosimo («Hanc lectam, si placet, ad ignem detis»: una lettera personale riservata del cardinale Branda Castiglioni a Cosimo de’ Medici, pp. 135-58, qui corredata da alcune inedite riproduzioni delle sue sottoscrizioni autografe a due bolle pontificie conservate presso la Biblioteca Medicea Laurenziana). Nel tentativo di fornire un ritratto a tutto tondo del cardinale, Foffano condusse studi sulle caratteristiche dell’attività mecenatizia svolta nel piccolo borgo varesino (Musica e grammatica a Castiglione Olona nel primo Quattrocento alla corte del cardinale Branda Castiglioni, pp. 159-73, suggellata dalla nuova trascrizione – a cura di Mirella Ferrari – della pergamena con la biografia di Castiglioni composta da Giovanni da Olomouc, ritrovata nel 1935 all’interno del sarcofago nella Collegiata di Castiglione Olona, dove il prelato fu deposto), sulla sua permanenza romana (L’opera di Giordano Orsini e Branda Castiglioni nella rinascita di Roma degli anni 1430-1431, pp. 25-30) e, infine, sull’orazione per le esequie composta dal cugino Guarnerio Castiglioni (Inediti di Guarnerio Castiglioni da codici Ambrosiani, pp. 181-202). La raccolta di saggi – prova tangibile di uno studioso di grande cultura e umanità, sempre condotti sulla base di una rigorosa ricerca documentaria – sono preceduti da una bibliografia completa degli scritti di Foffano (comprese le recensioni e le dispense adottate per le lezioni universitarie) e una lista delle tesi assegnate agli studenti dell’Università Cattolica (30 in totale, ordinate per cognome del tesista), entrambe a cura di Laura Ballestra. – D.M.

055-F Incunaboli (Gli) della Biblioteca Oratoriana dei Girolamini. Un primo catalogo, a cura di Giancarlo Petrella, premessa di Andrea Mazzucchi, presentazione di Vito De Nicola, Roma, Salerno Editrice, 2019, pp. 93+XL tav., ill. col., ISBN 978-88-6973-400-7, € 59. In un momento storico tanto particolare, in cui espressioni come “ripartire insieme” e “ricominciare a vivere” sono quasi onnipresenti, tali slogan si possono tranquillamente riferire anche a questo vol. Difatti, sarà grazie a iniziative come questa se la napoletana Biblioteca Oratoriana dei Girolamini potrà riaprirsi al mondo, superando gli eventi che l’hanno colpita e costretta a un lockdown non sanitario ma giudiziario (Þ AB 052-H). In questa direzione va senz’altro la Presentazione del direttore Vito De Nicola (p. 5), dove si parla di «far vivere, rivivere, un posto di bellezza struggente, ma ferito nel profondo, saccheggiato, devastato» e di «riaffermare la necessità di conservare ai Girolamini un ruolo di istituto di ricerca»; di pari spirito è poi la Premessa di Andrea Mazzucchi (pp. 7-10), che esprime l’impegno di «reagire […] all’odioso reato» tramite l’istituzione, presso i Girolamini, della Scuola di Alta Formazione in «Storia e filologia del manoscritto e del libro antico». Ovviamente entrambi gli autori dei testi prefatori sono consapevoli che non basta affermare: «Ricominciamo», sottolineando piuttosto come alla base dell’operazione siano stati e siano tuttora fondamentali il rigore, la serietà e la ricerca, intesa – dato il contesto – sia come “studio” sia come “caccia”. Non sarà perciò casuale il fatto che il contributo incipitario del curatore Giancarlo Petrella si intitoli eloquentemente Un catalogo per ricominciare. Prime note sugli incunaboli della Biblioteca Oratoriana di Napoli e sul suo, disatteso, catalogo (pp. 11-48). Qui, si impone con chiarezza la natura di un catalogo che non considera solo gli esemplari tuttora presenti in biblioteca (27), ma che si offre come strumento di ricerca per scoprire quanto e che cosa manchi ancora all’appello. Per fare ciò, sono state collazionate in modo accorto e fruttuoso le fonti bibliografiche, in un percorso a ritroso che parte da IGI e ISTC per arrivare ai cataloghi storici del XVII e XVIII secolo, in attesa che le carte archivistiche tornino a essere consultabili dagli studiosi. Nasce così un «catalogo condotto, in buona parte, in absentia librorum» che enumera e identifica ben 123 incunaboli un tempo custoditi presso la Biblioteca dei Girolamini di Napoli, seguito da una necessaria analisi della storia dei pochi fisicamente conservati. Al termine di questo bel saggio e dopo quaranta fotografie a colori (alcune purtroppo non bellissime), la lista di abbreviazioni bibliografiche (p. 49) introduce il catalogo dei 27 incunaboli curato dagli allievi della Scuola di alta formazione (pp. 51-84), nelle cui schede – secondo la volontà del progetto – i dati di esemplare hanno ricevuto uno spazio adeguato. Chiudono il vol. un’utile e ricca serie di indici (pp. 85-92) e l’indice generale dei contenuti (p. 93). – S.C.

055-G Letters (The) of Jacob Tonson in the Bodleian MS. Eng. lett. c. 129, edited by Stephen Bernard, Oxford, The Oxford   Bibliographical Society, 2019 (Oxford Bibliographical Society Publications. 3rd series, 10), pp. 222, ill. b/n, ISBN 978-0-901-42064-0, £ 45. Quella di Jacob Tonson il vecchio (1655/56-1736) è stata senza dubbio una delle più influenti personalità della scena editoriale britannica tra la seconda metà del Seicento e la prima metà del Settecento. Secondogenito di un chirurgo londinese, Tonson incarna perfettamente la figura del self-made man: dopo un rudimentale percorso formativo, all’età di 14 anni iniziò a lavorare come apprendista presso la libreria di Thomas Basset. Dotato di uno spiccato fiuto per gli affari, desiderò presto mettersi in proprio, seguendo peraltro le orme del fratello Richard, che da tempo gestiva una libreria nella City. Con una serie di fortunate acquisizioni di diritti editoriali, Tonson ottenne fama e successo presso il pubblico inglese (soprattutto di conservatori, grazie alla sua frequentazione del Kit-Cat Club) in qualità di editore di opere moderne e traduzioni di classici latini, al punto da orientare i gusti di intere generazioni di lettori, contribuendo perfino a definire i canoni della letteratura nazionale che si sarebbe imposta nel corso dell’Ottocento. Nel 2015, Stephen Bernard aveva già curato per i tipi della Oxford Bibliographical Society il corpus di lettere scambiate da Tonson con eminenti letterati dell’epoca, tra cui William Congreve, John Dryden e Alexander Pope (si veda The Literary Corrispondence of the Tonsons, edited by Stephan Bernard, Oxford, Oxford Bibliographical Society, 2015). A distanza di quattro anni, Bernard integra la sua precedente pubblicazione dando alle stampe una parte inedita dell’epistolario tonsoniano, relativa alla corrispondenza intercorsa tra l’editore-librario di Chancery Lane e Jacob Tonson il giovane, suo nipote e socio in affari, che rilevò i diritti della casa editrice quando, nel 1722, lo zio decise di ritirarsi a Parigi per speculare sulle azioni della Compagnia delle Indie Orientali: pur continuando a vigilare a distanza sulla conduzione del giovane nipote, Tonson il vecchio si assunse consapevolmente un grosso rischio, che avrebbe potuto compromettere in maniera irreparabile le sue finanze. Ma la fortuna gli arrise ancora una volta e qualche anno più tardi egli riuscì a rientrare in patria più ricco di quando era partito. Le 65 lettere qui proposte, rimaste a lungo nelle mani della nobile famiglia Baker (poi Clinton-Baker), furono vendute nel 1948 alla Bodleian Library grazie anche all’intermediazione dell’antiquario Percy J. Dobell. Esse ci mostrano il lato più intimo dell’editore inglese durante il suo buen retiro nella tenuta di campagna a Ledbury (Herefordshire), dove scelse di trascorrere i suoi ultimi anni, circondato dagli affetti più cari e dai suoi inseparabili libri. Leggere la corrispondenza di Tonson di questo periodo (la prima lettera è datata 25 ottobre 1727, l’ultima invece è del 4 marzo 1731/32) consente di conoscere da vicino alcuni meccanismi della comunità letteraria dell’epoca, impegnata in un constante aggiornamento bibliografico sulle principali testate giornalistiche e frequenti scambi epistolari con cui affinare simpatie culturali e sociali, non di rado congiunte a interessi politici. Il testo di ciascuna lettera è trascritto in forma integrale seguendo accurate norme editoriali, esplicitate in apertura dal curatore, che non dimentica di riportare in nota anche eventuali ripensamenti cassati dall’autore. Un corposo apparato di note consente invece di contestualizzare alcuni avvenimenti citati di scorcio, sciogliendo quelle allusioni che un lettore non specialista potrebbe ignorare o non cogliere a prima vista. Inoltre, per ciascuna lettera vengono fornite precise informazioni riguardo misure, filigrana e numero di piegature a cui sono state sottoposte le carte, insieme ad altri dettagli postali, quali indirizzo di mittente e ricevente, presenza di timbri o sigilli. In calce, un utilissimo indice ragionato delle personalità citate nella corrispondenza (pp. 175-82), insieme a un apparato indicale misto, dedicato a persone, luoghi e materie più rilevanti (pp. 205-22). L’ampia bibliografia di fonti di prima mano e di pubblicazioni dedicate ai Tonson (pp. 183-203) sarà certamente utile a chi in futuro vorrà approfondirne le conoscenze. – D.M.

055-H Preto (Paolo), Falsi e falsari nella Storia. Dal mondo antico a oggi, a cura di Walter Panciera – Andrea Savio, Roma, Viella, 2020 (Alia, 8), pp. 618, ISBN 978-88-331-3289-1, € 32. Pubblicato postumo, il densissimo vol. presentato costituisce un vero monumento, non solo all’intelligenza del suo a. (1942-2019) e all’affetto dei due curatori, ma al mondo della falsificazione, o meglio del suo smascheramento. Come scriveva l’a.: «Elogiare o condannare come vero o falso un libro, un documento, un oggetto, un’opera d’arte, una religione, una dottrina, un evento, una notizia è decisivo per la vita degli uomini: le parole sono pietre» (p. 12). In un mondo e un periodo che ha fatto delle fake news quasi uno stile di vita, ma, forse, ancor più profondamente (e conseguentemente), dello scetticismo e del “vale tutto” un criterio per credere a tutto senza credere a nulla, riducendo il linguaggio a pura serie di suoni “insignificanti” (anche in politica), l’affermazione dell’a. è una vera bomba, che costringe a riprendere con serietà l’atteggiamento criticamente costruttivo che dovrebbe caratterizzarci come esseri senzienti in una società (sostanzialmente) libera (diverso se vivessimo in Cina o in Turchia). La trattazione si distende in 16 capitoli, organizzati in parte cronologicamente, poi per tematiche. Si prende l’avvio da una riflessione terminologica che permette di indagare sul concetto di vero e falso applicato alla storia e al racconto storico, così da distinguere problematiche e casi differenti. Per l’età classica, dopo aver illustrato il concetto di proprietà letteraria del periodo, ci si sofferma sui falsi documenti inseriti nella storiografia antica e, più ampiamente, su falsi e apocrifi nella letteratura cristiana delle origini, tra cui spicca il carteggio tra Seneca e san Paolo. Per il Medioevo (definito l’età d’oro dei falsi: a causa della «ignorantia literarum et imperitia criticae artis» spiegherà Muratori) il campo d’indagine si allarga così da permettere, oltre a un esame del significato della falsificazione in tale periodo, di indagare tanto le “verità dei falsari”, quanto l’attività degli scriptoria monastici spesso impegnati nella produzione di falsi. Il diritto diviene il campo nel quale gli interventi falsificanti abbondano, come l’agiografia un settore particolarmente ghiotto per la pia fraus. La Donazione di Costantino resta però il capolavoro di tale modus agendi (chi scrive resta invece assai perplesso rispetto alle affermazioni dell’a. circa la Sindone, pp. 71-4). L’epoca moderna porta in auge una ancor più larga tipologia di falsi, generando un capitolo di particolare ampiezza e articolazione: dai falsi di ambiente cristiano tra agiografia, produzione di apocrifi (come la lettera di Maria ai messinesi) e i Monita privata, l’archetipo funzionale dei Protocolli dei Savi di Sion, nei quali i gesuiti si sarebbero organizzati per la conquista del mondo. Non mancano i falsi anti cristiani, come il leggendario Trattato dei tre impostori, o la creazione (anche recente) di nuovi apocrifi neotestamentari. Se è anche la nobiltà a favorire la creazione di false genealogie, l’età moderna esercita la falsificazione anche sul mondo antico con una bella tradizione che va da Annio da Viterbo fino all’Artemidoro di Torino. Il Medioevo, oltre a infiniti restauri di fantasia, annovera testi sui Templari piuttosto che i versi di Ossian. L’Italia diviene ora il centro dell’attenzione dell’a. che passa dall’abate Vella di sciasciana memoria alle Carte di Arborea. L’età contemporanea, anziché dissipare la nebbia, sembra infittirla: ecco i falsi politici nella storia risorgimentale, ecco la propaganda ben orchestrata, i diari di Hitler e quelli di Mussolini. Il mondo ebraico richiede un capitolo a sé, con gli apocrifi veterostamentari e i falsi archeologici (anche oggi spesso usati in Israele), ma anche l’infinita serie dei falsi antisemiti, dalla leggenda dei sacrifici cruenti ai citati Protocolli, passando per la tragica farsa di Terezin. Un genere particolarmente fortunato sono poi le iscrizioni, per le quali sembra esistere una vera e propria comunità internazionale di falsari (dalle rune alle iscrizioni etrusche, all’opera del Baruffaldi, ma a lungo si è dubitato anche della fibula prenestina). La serie dei falsi è però sterminata, ritrovandosi anche in ambienti di cultura materica coi falsi per esempio di natura paleontologica o archeologica, per non parlare della serie sterminata dei falsi artistici, letterari (basterebbe l’esempio dei falsi salgariani o di quelli legati alla figura di Sherlock Holmes), musicali, fotografici e cinematografici (il documentario sulla ricordata Terezin…). Da qui si arriva alla vera e propria contemporaneità, coi falsi giornalistici, le leggende metropolitane, le deviazioni informative e propagandistiche (i missili di Saddam Hussein…), i falsi nella scienza, o nelle monete e nel commercio. Vedo segnalata ora l’uscita in italiano del vol. di William Boyd, Nat Tate. Un artista americano (1928-1960), Vicenza, Neri Pozza, 2020 che narra l’impagabile beffa giocata da David Bowie con la pubblicazione della biografia di un pittore dimenticato (amico di Picasso) totalmente inventato… Insomma, quello dell’a. è un viaggio ricchissimo e impressionante che, pur nella impossibilità di catalogare e censire tutti i fenomeni inerenti, ne mostra una vastissima e preziosa casistica. Mentre le note (che contengono una sterminata bibliografia sui singoli temi evocati) sono pubblicate al termine di ciascun capitolo, chiude il vol. l’indice dei nomi su due colonne (pp. 547-618). – Ed.B.

055-I Rozzo (Ugo), Il libro religioso italiano del Quattro e Cinquecento: linee di studio, prefazione di Edoardo Barbieri, Udine, Forum, 2020 (Libri e biblioteche, 42), pp. 162, [2], ill. b/n, ISBN 978-88-3283-205-1, s.i.p. (ebook PDF in open access). Ugo Rozzo è venuto a mancare il primo aprile di quest’anno vittima del virus SARS-CoV-2, che ha colpito il suo fisico già precedentemente indebolito. Si è così interrotta improvvisamente l’attività di uno studioso colto, serio, a volte severo, ma profondamente ironico anche con se stesso. Chi scrive conserva il ricordo di un seminario con i dottorandi di ricerca di Scienze Bibliografiche avvenuto a Udine pochi mesi dopo il suo pensionamento, quando rispose alle immancabili, e per la verità un po’ stereotipate, lodi degli organizzatori con una spiazzante quanto inaspettata battuta a sorpresa, che provocò grande divertimento tra gli studenti e qualche sguardo imbarazzato tra gli altri presenti. Le particolari ed eccezionali circostanze di blocco di ogni attività e spostamento, che al momento della sua morte caratterizzavano la nostra società, non hanno subito permesso di ricordare adeguatamente la sua figura da parte di amici, allievi e colleghi (ma iniziative in questo senso sono previste nel prossimo futuro): per ovviare almeno in parte a questo limite, è stata realizzata in tempi rapidissimi una edizione in formato digitale di due sue opere, ponendola quindi a libera disposizione sul web nel sito della casa editrice Forum, come spiegato nella Prefazione di Edoardo Barbieri. La scelta è caduta innanzitutto sul libro Linee per una storia dell’editoria religiosa in Italia (1465-1600), uscito per la prima volta a Udine nel 1993 con le Arti Grafiche Friulane, vol. in cui Ugo Rozzo offrì una sintesi tutto sommato rapida (si tratta di un libro di 125 pp.) del tema dei rapporti intercorrenti tra il mondo dell’editoria quattro-cinquecentesca con la storia religiosa, offrendo una sorta di status quaestionis dell’argomento. Oggi i dati riportati in quell’occasione sono considerati ormai come assodati, a partire dall’importanza in termini quantitativi del libro religioso nel mercato editoriale dell’epoca, ma a colpire il lettore odierno è anche il tono di pacata autorevolezza con cui tali dati vengono messi in evidenza dall’a. sin dalla emblematica frase iniziale del primo capitolo, «Il libro a stampa nasce “religioso”», a voler ricordare che non fu solo un caso se la Bibbia sia stata il primo libro stampato da Gutenberg. L’a. seguì nella trattazione uno svolgimento cronologico, dividendo il testo in tre parti (Nell’epoca degli incunaboli; L’età della Riforma e del Concilio; Il trionfo della Controriforma), nelle quali va a toccare tutte le varie tipologie di stampati – anche quelli più popolari e oggi meno noti in quanto sopravvissuti in pochissimi esemplari o scomparsi del tutto – prodotti in quegli anni e che circolarono con grandissime tirature. Moltissimi i temi trattati, moltissimi gli stimoli presenti, che si pongono alla base di successive ricerche da parte di altri studiosi. Ma una caratteristica di Ugo Rozzo era anche quella di saper concatenare e poi proseguire nel tempo gli studi da lui effettuati: ecco infatti che poco più di vent’anni dopo l’apparizione delle Linee uscì nel 2015 negli «Annali di Scienze Religiose» l’articolo Nuove linee di ricerca sul libro religioso nell’Italia del Cinquecento. La sua origine stava in una lezione tenuta all’Università Cattolica di Milano con lo scopo di aggiornare il suo libro precedente, proponendo e delineando percorsi almeno in parte inediti e ricerche ancora non approfondite. Cinque sono i paragrafi di cui è composta l’opera: il primo, dal titolo «È la stampa bellezza...», tratta della capacità della stampa a caratteri mobili di diffondere idee sia nello spazio che nel tempo, come mai era avvenuto prima grazie alla possibilità di tirare in contemporanea molte copie di un testo, ristampabile più e più volte. In questo modo anche opere eterodosse, come quelle legate al mondo della Riforma, potevano essere mascherate facilmente in contesti in apparenza pienamente cattolici e fatte circolare impunemente (secondo paragrafo intitolato Infiltrati eccellenti). Ma anche opere letterarie erano soggette alle attenzioni dell’Inquisizione a causa sicuramente della licenziosità delle storie, ma soprattutto per la carica anti-clericale presente, visto che spesso religiosi e religiose erano presi come protagonisti in negativo, come per esempio nelle novelle del Decameron del Boccaccio (terzo paragrafo: Quando si censuravano le favole). Vi fu sicuramente il tentativo di rendere compatibili con il nuovo clima anti-riformistico anche i capolavori della letteratura italiana del passato mediante l’uso della espurgazione, ma tale pratica venne applicata di fatto solo al Decameron (quarto paragrafo: Ma è poi esistita l’espurgazione?). Termina l’opera un breve paragrafo sulla dispersione della letteratura spirituale, che era diffusissima nel XVI secolo anche con fogli sciolti recanti singole preghiere, ma che è giunta a noi solo in minima parte (Il « grande massacro » dei libri spirituali). Infine a chiudere il vol. è stata aggiunta da Rudj Gorian una breve selezione aggiornata della bibliografia di Ugo Rozzo sul tema dell’editoria religiosa. – M.C.

055-L Sabba (Fiammetta), Angelo Maria Bandini in viaggio a Roma (1780-1781), Firenze, Firenze University Press, 2019 (Biblioteche & bibliotecari, 3), pp. 210, ill., ISBN 978-88-6453-961-1, € 25,90. Ci troviamo di fronte a un appuntamento bibliografico annunciato. Fiammetta Sabba con la pubblicazione Viaggi tra i libri. Le biblioteche italiane nella letteratura del Grand Tour, uscita nel 2018 per i tipi di Fabrizio Serra (Þ AB 047-H), aveva anticipato, attraverso una trattazione di ampio respiro, come le opere odeporiche (a stampa e manoscritte) avessero un’importanza determinante per ricostruire il ruolo delle biblioteche come mete di viaggio per i letterati e gli accademici. Inoltre aveva immaginato come in Italia ci fossero diari di viaggio sconosciuti o non debitamente studiati che avrebbero potuto confermare come la letteratura del Grand Tour, se studiata con un occhio attento alle raccolte bibliotecarie, sia tra le categorie della scrittura quella che meglio si sposa, per un’angolazione diretta che l’autore ha con il proprio vissuto odeporico, per fornire una fotografia nitida delle realtà bibliotecarie. Sabba, partendo dalla letteratura odeporica, ricostruisce la storia delle biblioteche attraverso le informazioni registrate dai suoi visitatori occasionali. Notizie che spaziano dalle descrizioni accurate dei saloni librari (arredi, illuminazione, posizionamento dei libri sulla scaffalatura), agli orari di apertura e regolamenti di accesso, alla segnalazione di cataloghi per l’orientamento all’interno della struttura bibliografica, fino a descrizioni (a volte anche spassose) dei bibliotecari che hanno in cura il patrimonio librario. Una mèsse di dati sorprendente che serve in alcuni casi ad anticipare la data di apertura di una biblioteca (si veda il caso della Biblioteca Berio di Genova), a conoscere nomi di bibliotecari finora sconosciuti o semplicemente a individuare esemplari dispersi. Con Angelo Maria Bandini in viaggio a Roma (1780-1781) pubblicato nella nuova collana della Firenze University Press “Biblioteche & bibliotecari” diretta da Mauro Guerrini, Sabba propone un esempio concreto di ciò che aveva teorizzato a livello metodologico nel precedente vol.. partendo dallo studio del manoscritto ms.B.I.18 della Biblioteca Marucelliana e concentrando la propria attenzione sulla parte romana del viaggio che Angelo Maria Bandini condusse per la durata di sette mesi, dal 30 ottobre 1780 al 19 maggio 1781, tra Roma, Napoli e Montecassino. Oggigiorno è particolarmente raro immaginarsi di poter dedicare così tanto tempo ai viaggi culturali, essendo questi relegati alla durata di pochi giorni o al massimo di alcune settimane. Ed è già questo dato che ci permette di comprendere come il taccuino di viaggio di Bandini, prefetto della Biblioteca Marucelliana (dal 1751) e della Medicea-Laurenziana (dal 1756), abbia una rilevanza sociale, culturale, antiquaria e bibliografica sorprendente. Composto da più di 600 carte (si veda la descrizione codicologica e lo spoglio analitico a p. 166), il manoscritto ms.B.I.18 (così come ms.B.I.16 relativo al viaggio in Piemonte oggetto di una tesi di laurea diretta dalla stessa Sabba) rappresenta una fonte documentaria di inestimabile valore. La trascrizione facsimilare del testo permette di avere contezza della struttura del manoscritto che si presenta in più punti come un vero memoriale di viaggio con annotazione sparse, sottolineature, cancellazioni, appunti interlineari, inserti e allegati a stampa. Un documento complesso dal punto di vista sia codicologico che testuale a differenza del ms.B.I.16 che risulta essere già in bella copia, forse per essere dato alle stampe. Dalla complessità testuale traspare una serie di descrizioni di luoghi, incontri ed eventi che hanno il sapore dell’immediatezza non ancora lavorata da una successiva riflessione, quasi ci trovassimo di fronte a una ripresa diretta di un documentario di una realtà romana altolocata di fine Settecento. Bandini si muove tra salotti, celebrazioni eucaristiche, visite mondane, appuntamenti culturali e incontri curiali. La sua conoscenza della Roma antica lascia sbigottiti, la sua cultura antiquaria affascina così come la sua competenza bibliografica. La sete di cultura e la curiosità che infiammano l’animo di Baldini scorrono tra le pagine del diario di viaggio e ci restituiscono il ritratto di un uomo ben addentro alle dinamiche sociali della Roma curiale e benestante. Non solo di biblioteche si interessa dunque Bandini, ma di tutto ciò che ha il gusto e il sapore dolce della Cultura: numismatica, bibliologia, codicologia, paleografia, sfragistica, antiquaria, e ancora archeologia, pittura, scultura, letteratura, religione, epigrafia, ecc. E per soddisfare la sua curiosità, Bandini instaura rapporti epistolari con chiunque gli possa dare accesso a raccolte e collezioni sia private che pubbliche, facendo leva sul suo ruolo all’interno della società. Naturalmente Sabba, come la maggior parte di noi, è interessata alle raccolte librarie e analizza attentamente i passi dedicati a questa tematica individuando i manoscritti citati, gli esemplari librari antichi a stampa segnalati da Bandini per la loro rarità o per il loro possessore. Ne emerge una carrellata interessantissima di monumenti bibliografici ancor oggi ricercati e studiati. Un itinerario bibliologico che rende giustizia al mondo del libro, all’importanza (oggi in parte scemata) delle biblioteche e delle loro raccolte. Immaginarsi oggi un viaggio nella cultura libraria, come quello vissuto da Bandini, è quasi impossibile anche se dovrebbe essere auspicabile. Poter accedere ai saloni librari per ammirarne le vestigia senza dover aver per forza un motivo di consultazione è uno dei miraggi che il libro lascia intravedere e che la risorsa digitale La Roma monumentale visitata da Angelo Maria Bandini (1780-1781) curata da Michele Stefani, Fiammetta Sabba e Lucia Sardo, ospitata all’interno del sito web della casa editrice Firenze University Press e associata al vol., permette di poter rivivere almeno virtualmente. – Francesca Nepori

055-M Sachet (Paolo), Publishing for the Popes. The Roman Curia and the Use of Printing (1527-1555), Leiden-Boston, Brill, 2020, (Library of the Written Word, 80), pp. VIII+305, ill. col., ISBN 978-90-04-34864-6 (cartaceo) – 978-90-04-34865-3 (ebook), € 138 (cartaceo ed ebook). Il 1527 fu un anno che fece da spartiacque per le sorti della Chiesa romana. Il Sacco di Roma mise la parola fine ai sogni espansionistici del papato costringendo la Curia ad accettare il dominio politico dell’imperatore Carlo V sull’Italia e ad affrontare il problema della Riforma protestante, ormai diffuso a livello europeo grazie a un massiccio e sistematico utilizzo del mezzo della stampa a caratteri mobili. Che la stampa abbia svolto un ruolo fondamentale per lo sviluppo del protestantesimo è un fatto ormai consolidato (si vedano in particolare gli studi di Jean-François Gilmont e Andrew Pettegree); meno considerato è invece l’utilizzo e lo sfruttamento della nuova tecnica di riproduzione libraria da parte del mondo cattolico, specialmente romano, ritenuto, forse per un approccio troppo ideologico all’indagine storica, inetto e reazionario nei confronti del nuovo mezzo di diffusione delle idee. Alla base di questo lavoro di Paolo Sachet c’è proprio questo assunto che l’a. prova a interrogare non tanto con intenti apologetici, quanto con rigore storico e filologico. L’arco cronologico preso in considerazione da Sachet comincia proprio con il 1527, anno così importante per lo sviluppo del ruolo della Chiesa romana, e termina nel 1555, altro anno di cambiamenti sostanziali per la politica europea e per le sorti della Curia (basti ricordare l’elezione a Papa di Gian Pietro Carafa, che regnò con il nome di Paolo IV, capo dell’Inquisizione romana e forza motrice del primo Indice dei Libri Proibiti promulgato pochi anni più tardi). Attraverso l’analisi dei progetti editoriali intrapresi dalla Chiesa romana durante questi anni, l’a. prova a capire se l’utilizzo della stampa da parte del mondo cattolico possa essere considerato come una prova di una politica e di una strategia ben definite. Per farlo, Sachet esamina tre punti sostanziali. Il primo riguarda l’analisi dettagliata degli esperimenti editoriali presi in considerazione e la valutazione di loro punti di forza e carenze specifiche, soprattutto in termini culturali e finanziari. Il risultato fu l’elaborazione di una strategia editoriale ben definita (nuove edizioni dei testi dei Padri della Chiesa precedentemente curate da autori di area protestante, pubblicazione dell’intero corpo dei decreti tridentini, testi religiosi in lingue orientali per stringere i rapporti con le Chiese d’Oriente) indirizzata a un target ugualmente delineato. Il secondo è una panoramica dei principali intellettuali coinvolti nella realizzazione e nella sponsorizzazione dei testi pubblicati. Il terzo, e ultimo, punto riguarda il rapporto tra il tentativo di utilizzo della stampa per contrastare la diffusione delle idee protestanti, e la stigmatizzazione dello stesso mezzo stampa attraverso un massiccio utilizzo della censura. Se la contemporanea presenza di queste due concezioni risulta in apparenza paradossale, essa si rivela essere in realtà necessaria per lo sviluppo di una precisa volontà politica. La seconda parte è invece dedicata alla figura del cardinale Marcello Cervini (1501-1555), personalità di grande spessore intellettuale alla base di tutte le iniziative culturali ed editoriali della Chiesa di questo periodo. Grazie a una scrupolosa ricerca presso le collezioni della Biblioteca Casanatense di Roma, della Vaticana, della Braidense di Milano e della British Library, nonché presso gli archivi Vaticano, di Roma e di Firenze, l’a. elabora un resoconto dettagliato dell’utilizzo della stampa da parte della Chiesa cattolica nel corso del XVI secolo e aiuta a fare chiarezza su un pregiudizio storico consolidato nonostante lo scarso interesse accademico per le vicende in questione. Questo testo risulta di estremo interesse anche per gli studi sulla storia del libro, in quanto incoraggia nuove ricerche sul commercio librario privato e sull’utilizzo della censura istituzionale, sia religiosa che laica. In chiusura del vol. due appendici dedicate alla trascrizione di alcuni documenti fondamentali citati e all’elenco dei libri promossi dal cardinal Cervini. Sul Canale dei libri una breve intervista all’a. – P.S.

055-N Weduwen (Arthur der) – Andrew Pettegree, The Dutch Republic and the Birth of Modern Advertising, Leiden-Boston, Brill, 2019 (Library of the written word, 77), pp. XVIII+319, 69 ill. col. e b/n, 13 cc. di tav. col. e b/n; ISBN 978-90-04-41380-1 (cartaceo) – 978-90-04-41381-8 (ebook), € 132 (cartaceo ed ebook). Tanto vale dirlo subito: questo vol. è bellissimo. Affermare che si tratta di una storia a tutto tondo dei primi cinquanta anni circa (inizi sec. XVII-1675) delle pubblicità contenute nei quotidiani della cosiddetta Repubblica delle Sette Provincie Unite (la Ducht Republic cui il titolo allude) è corretto ma altrettanto limitativo. Sì, perché in realtà ciò che si offre al lettore non è solo un espertissimo scandaglio storico-comparativo (cioè di respiro europeo) condotto su un corpus vasto e diversificato di annunci pubblicitari, spesso riprodotti per la gioia dell’occhio (deliziosa la riproduzione del manifesto con una scena di vita quotidiana, p. 233; buffa e un tantino sinistra, invece, la pubblicità di un medico-chirurgo che quotidianamente offriva i propri servigi ad Amsterdam dalle 8 alle 10 del mattino..., p. 235), ma anche uno spaccato del mercato librario nonché delle dinamiche sociali, economiche e culturali dei Paesi Bassi nel loro secolo d’oro, il Seicento appunto. Il vol. viene da lontano, come generalmente accade ai lavori di questa portata, essendo infatti il crocevia di una serie di percorsi/progetti di ricerca degli a. – basti pensare a USTC (https://www.ustc.ac.uk/), di cui Andrew Pettegree, da tempo studioso del mercato librario olandese, coordina il gruppo di ricerca presso la St. Andrews University – che hanno finito per convergere in questo stesso punto. Lo step iniziale dell’indagine è in un certo senso riconducibile alla prima bibliografia di giornali in lingua olandese mai pubblicata, quella, cioè, redatta in due corposi voll. da Arthur der Weduwen (St. Andrews Post Doctoral Fellow; Dutch and Flemish newspapers of the Seventeenth century, 1618-1700, Leiden-Boston, Brill, 2017; Library of the Written World, 43) anche per colmare una lacuna abbastanza clamorosa – nessuno aveva mai scandagliato il mondo librario della golden age olandese, su cui tanto, ma proprio tanto, è invece stato detto! – legata probabilmente al fatto che mancava una visione d’insieme dell’editoria olandese nel XVII secolo. Prendendo le mosse da questo decisivo lavoro, gli a. pensano di aprire l’indagine alla storia degli annunci pubblicitari, limitandone però l’arco cronologico al 1675, cioè subito dopo il cosiddetto Rampjaar (Anno del Disastro: 1672) che coincise con l’invasione francese dei Paesi Bassi durante la Guerra franco-olandese ma, soprattutto, con la fine dell’incredibile Seicento olandese. La ricerca approda così a un corpus di ben seimila annunci/pubblicità, di cui The Dutch Republic avrebbe dovuto costituire l’introduzione. Fortunatamente la ricchezza della documentazione e i suoi legami profondi tanto con i circuiti di smercio quanto con le dinamiche di produzione del libro convincono gli a. ad allestire una pubblicazione a sé stante, arricchita e integrata, per ciò che concerne gli annunci pubblicitari riprodotti/commentati a testo, da un amplissimo reference survey uscito sempre per i tipi di Brill (Arthur Der Weduwen – Andrew Pettegree, News, business and public information. Advertisements and announcements in Dutch and Flemish newspapers, 1620-1675, Leiden-Boston, Brill, 2020; Library of the Written World, 60). Strutturalmente, il vol. è diviso in due parti. I primi cinque capitoli, centrati quasi del tutto sulla realtà olandese, contestualizzata, data la complessità, con vari affondi storici, offrono una rassegna ragionata della nascita e soprattutto della successiva evoluzione degli annunci pubblicitari. Gli ultimi tre capitoli, invece, allargano il ragionamento anche ad altri ambiti europei, inglesi in particolare, verificando se e in quale misura l’originalità del modello pubblicitario olandese – che molto precocemente intuì i vantaggi della connessione con i giornali – abbia costituito un paradigma di riferimento per il resto della prima età moderna. Per ciò che concerne il mondo librario strictu sensu, la forza del modello olandese va individuata, secondo gli a., proprio nell’approdo ai giornali del messaggio pubblicitario, precedentemente affidato, invece, al frontespizio, al passaparola, ai cataloghi del singolo editore e infine ai cataloghi delle fiere (più di un editore). I capitoli iniziali – in particolare, ma non solo, il primo (Newspapers and the birth of advertising) e il secondo (Newspapers advertising and the book industry) – oltre a fornire sottotraccia preziose coordinate metodologiche, sostano volutamente sulle intersezioni con la storia del libro. Si chiarisce, per esempio, la connessione degli annunci con le dinamiche di mercato in chiave protezionistica, allorché a essere reclamizzati erano spesso proprio i privilegi (bisognava pure avvertire e diffidare eventuali concorrenti ...), così come si insiste sul delicato tema della sopravvivenza dei libri, visto che di parecchie edizioni di largo consumo (in particolare devozionali) apprendiamo l’esistenza solo grazie agli annunci pubblicitari. Si tratta, insomma, di un lavoro di alto livello e a “più dimensioni”, di lettura agile nonostante la complessità e la mole, arricchito da un corpus di ben 82 immagini (fra ill. e tav.) sia col. che b/n, dalla bibliografia (pp. 291-303) e da un utile indice dei nomi/dei temi trattati (pp. 304-19). – E.G.

 

Spogli e segnalazioni

055-001 Adam (Renaud), Les collections d’imprimés italiens du XVIe siècle dans les fonds patrimoniaux universitaires: le cas de l’Université de Liège, in Traduire et collectionner les livres en italien, sous la direction de É. Boillet – B. Conconi – C. Lastraioli – M. Scandola, pp. 251-61. Soffermandosi sul caso dell’Università di Liegi, la terza del Belgio per ricchezza dei fondi quattro e cinquecenteschi, il contributo analizza la presenza di edizioni italiane in biblioteche universitarie, valorizzando antichi possessori, collezionisti e lettori. – L.R.

055-002 Adams (Jonathan), On Preaching Passions and Precepts: the Role of Jews and Muslims in East Norse Sermons, in Christian, Jewish, and Muslim Preaching, pp. 93-119. Stante che ebrei e musulmani non erano residenti in Scandinavia, perché la loro “assenza presente” è così riscontrabile nella predicazione medievale? – Ed.B.

055-003 Adenmatten (Bernard) – Nadia Togni, Scripteurs et production documentaire dans le Chablais médiéval: le Minutarium Maius de l’abbaye de Saint-Maurice d’Agaune (Suisse) (fin XIIIe-début XIVe siècle), in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 79-101. Nonostante presso l’abbazia svizzera di Saint-Maurice d’Agaune non fosse attivo un vero e proprio scriptorium, al contrario la cancelleria locale fu responsabile della produzione di un Minutarium maius, una sorta di registro notarile vergato su pergamena. Vengono qui riportati alcuni risultati ottenuti in seguito al suo recente restauro, tra cui un’approfondita analisi codicologica, insieme ad altre considerazioni riguardo le diverse mani dei copisti che si alternarono nella compilazione del testo. – D.M.

055-004 Alvarez Carbajal (Francisco Javier), The Notaries of the Count of Luna at the End of the Middle Ages, in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 279-98. Il caso medievale della casata spagnola di Luna rappresenta un tipico esempio di uso strategico del notariato finalizzato alla promozione sociale dell’aristocrazia locale attraverso i documenti di natura ufficiale o autorizzativa. – D.M.

055-005 Ammenti (Luciano), Per litteras ad astra. Storia dell’automazione della Biblioteca Apostolica Vaticana dalla carta al digitale, Canterano, Aracne, 2020 (Fuoricollana), pp. 171, ill., ISBN 978-88-255-3188-6, € 22. Il vol. narra l’affascinante percorso di studio delle potenzialità della informatica e di integrazione della stessa nei processi della Biblioteca Apostolica Vaticana. L’a. ne è stato uno dei protagonisti, avendo lavorato per trentacinque anni (dal 1983 al 2018) a capo del Centro Elaborazione Dati (CED) della BAV. Con una prosa scorrevole e accattivante, egli racconta il passaggio dal catalogo cartaceo a quello elettronico e lo studio della digitalizzazione delle risorse più fragili e preziose della biblioteca (i manoscritti): una storia fatta di incontri, collaborazioni, studio e inventiva con il fine di rendere sempre più accessibile il patrimonio conservato. Uno dei pregi maggiori del vol. è sicuramente quello di non limitarsi ai semplici fatti – che sarebbero già di loro sufficientemente degni di nota – ma di evidenziare e sottolineare lo spirito, e soprattutto gli interrogativi e le sfide, che hanno guidato l’evoluzione digitale della biblioteca. Il vol. suggerisce un metodo di lavoro che risulta tutt’oggi provocatoriamente attuale, un metodo in cui umanesimo e scienza si incontrano, uno al servizio dell’altra, avendo come unico fine la conservazione e la diffusione della cultura. – Em.B.

055-006 Andreoli (Ilaria) – Ilenia Maschietto, The Essling LOD Project. From the Census to the Copies, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 873-86. Il contributo presenta un nuovo strumento digitale concepito dalla Fondazione Giorgio Cini di Venezia e basato sulla tecnologia LOD che permette una più agevole navigazione tra i dati proposti. Lo strumento è stato testato con l’inserimento della collezione di incunaboli e post-incunaboli veneziani di Victor Masséna, principe di Essling, ora quasi completamente posseduta dalla Fondazione Cini. – P.S.

055-007 Armstrong (Lilian), The Decoration and Illustration of Venetian Incunabula From Hand Illumination to the Design of Woodcuts, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 775-818. In questo contributo, l’a. presenta un’ampia panoramica sul libro illustrato e miniato a Venezia tra il 1469 e il 1500. – P.S.

055-008 Avigliano (Pasqualino) – Andrea Cappa – Andrea De Pasquale – Cristina Dondi – Adalberth Roth – Marina Venier, Le collezioni di incunaboli delle biblioteche annesse ai monumenti nazionali. Come tutelarle e fare ricerca: Santa Scolastica a Subiaco, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 421-30. Il contributo presenta l’ambizioso progetto di catalogazione degli incunaboli della biblioteca del monastero di Santa Scolastica a Subiaco, realizzato grazie alla stretta collaborazione tra la Fondazione Polonsky, il CERL (Consortium of European Research Libraries) e la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. – P.S.

055-009 Balsamo (Jean), «Cetera omnia opera, quanta cura possumus, congregamus». Quelques remarques sur l’édition d’œuvres complètes dans la tradition imprimée (1460-1535), in Éditer les œuvres complètes, publ. par P. Desan – A.  Régent-Susini, pp. 21-39.

055-010 Balsamo (Jean), La traduction de l’italien: activité éditoriale, engagement religieux et loisir lettré (1575-1595), in Traduire et collectionner les livres en italien, sous la direction de É. Boillet – B. Conconi – C. Lastraioli – M. Scandola, pp. 13-34. Ampio contributo che mette in relazione l’attività di traduzione (specie dall’italiano al francese) nell’ultimo quarto del XVI secolo non solo con il mondo più generico della cultura, ma anche con i meccanismi professionali, economici ed editoriali, nonché con le implicazioni religiose del tradurre e pubblicare un testo. – L.R.

055-011 Balsamo (Jean), Le Petrarcha en France: éditions, reliures, collectionneurs (XVIe-XVIIIe siècle), in Traduire et collectionner les livres en italien, sous la direction de É. Boillet – B. Conconi – C. Lastraioli – M. Scandola, pp. 193-217. Attraverso una ricognizione degli esemplari di antiche edizioni petrarchesche conservati nelle biblioteche francesi, l’a. presenta un quadro della ricezione e del collezionismo delle opere di Petrarca nel corso dell’età moderna. – L.R.

055-012 Baragetti (Stefania), Le carte di Salvator Rosa alla Biblioteca Ambrosiana: primi sondaggi, «Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria», 4/2, 2019, pp. 143-71. Il recupero di alcuni autografi conservati presso la Biblioteca Ambrosiana consente all’a. di avanzare proposte ecdotiche su alcune delle satire del pittore e poeta seicentista Salvator Rosa, composte nella seconda metà del XVII secolo ma edite (in maniera imperfetta) solo alla fine dell’Ottocento. – Marco Giola

055-013 Barbero (Giliola) – Luigi Tessarolo – Angela Nuovo – Francesco Ammannati – Francesca De Battisti –  Renaud Milazzo – Andrea Ottone – Goran Proot – Erika Squassina, The Database of the EMoBookTrade Project. A Proposal to Encode Early Modern Book Prices and Privileges, «JLIS.it» 11/2, 2020, pp. 108-32. L’articolo analizza le caratteristiche e le peculiarità di un database molto particolare, quello legato al progetto EMoBookTrade. Il progetto, finanziato dall’European Research Council e diretto da Angela Nuovo, ha avuto, infatti, come obiettivo quello di sviluppare un database dedicato ai prezzi dei libri (dal 1530 al 1630) e ai privilegi librari a Venezia (dal 1469 al 1603). Nel contributo si mostra come il database sia stato strutturato per tenere conto da un lato delle differenti tipologie di fonti e dall’altro delle modalità necessarie a processare i dati relativi. Nell’articolo si propone inoltre una possibile “ontologia”, in relazione proprio ai prezzi dei libri e alla concessione dei privilegi. – A.T.

055-014 Barbieri (Edoardo), Le antiche edizioni del Quadriregio nella storia dell’antiquariato e del collezionismo librario, in Federico Frezzi e il Quadriregio, a cura di E. Laureti – D. Piccini, pp. 247-69. L’a. si muove tra la storia degli esemplari e la storia del collezionismo librario nonché dell’antiquariato, per studiare la princeps del 1481 e le edizioni del 1494 e del 1508 del Quadriregio. In particolare, per l’edizione del 1494 l’a. analizza una scheda del 1934 del libraio Giuseppe Martini al fine di ricavare informazioni utili altrimenti introvabili. – S.C.

055-015 Barbieri (Edoardo), ll contributo del CRELEB e della Regione Lombardia alla catalogazione in MEI. Descrizione, risultati, problemi aperti, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 413-20. L’a., nonché direttore del CRELEB (Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca) dell’Università Cattolica di Milano, ricostruisce il contributo del centro di ricerca nella catalogazione di circa 12.000 incunaboli presenti nelle biblioteche lombarde, grazie a un progetto finanziato da Regione Lombardia. Fondamentale è stato inoltre l’apporto intellettuale di diversi studiosi nell’orbita del CRELEB per l’inserimento dei dati di 8.500 incunaboli lombardi nella banca dati internazionale MEI. – P.S.

055-016 Barsi (Monica), Les instruments mécaniques dans les devises de Paolo Giovio en France au XVIe siècle, in Traduire et collectionner les livres en italien, sous la direction de É. Boillet – B. Conconi – C. Lastraioli – M. Scandola, pp. 73-96. La presenza di alcune imprese nelle edizioni francesi di opere di Paolo Giovio, raffiguranti strumenti meccanici, dimostra una corrispondenza metaforica tra meccanismi artificiali e stati d’animo o condotte umani. – L.R.

055-017 Ben-Aryeh Debby (Nirit), St. John of Capestrano’s Crusade Preaching and the Ottoman-Italian Encounter, in Christian, Jewish, and Muslim Preaching, pp. 251-72.

055-018 Ben-Shalom (Ram), Rabbi Isaac Nathan, Vincent Ferrer, Pope Benedict XIII, Thomas Connecte and the Mendicants: Jewish Homiletics and Preaching as a Reflection of Jewish-Christian Encounters, in Christian, Jewish, and Muslim Preaching, pp. 195-223.

055-019 Bertagna (Marco), Not Wanderers but Faithful Companions. A Brief Overview on the Hebrew Incunabula Held in Italian Libraries, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 299-320. Attraverso l’analisi di atti di vendita, postille, note di possesso private e istituzionali degli incunaboli ebraici posseduti dalle biblioteche italiane ed europee, l’a. riesce a fornire un quadro dettagliato dell’uso e della distribuzione delle edizioni in lingua ebraica anche al di fuori dell’Europa durante il XV secolo. – P.S.

055-020 Bertelli (Sandro), La tradizione manoscritta del Quadriregio di Federico Frezzi. Alcuni approfondimenti, in Federico Frezzi e il Quadriregio, a cura di E. Laureti – D. Piccini, pp. 165-74. Il contributo analizza la tradizione manoscritta del Quadriregio del Frezzi, partendo dal lavoro di Giuseppe Rotondi (1917), per proporre nuove datazioni e integrare i testimoni scoperti dopo lo studio novecentesco. Infine, l’a. fornisce considerazioni codicologiche e paleografiche sugli aspetti peculiari del corpus sia nel loro insieme sia per alcuni casi specifici. – S.C.

055-021 Berthon (Guillaume), «En belle forme de livre». Éditer les œuvres de Clément Marot au XVIe siècle, in Éditer les œuvres complètes, publ. par P. Desan – A.  Régent-Susini, pp. 41-60.

055-022 Bertolino (Alessandro), À propos de quelques traductions de Boccace: aspects matériels des éditions, réception des ouvrages, figures de traducteurs, in Traduire et collectionner les livres en italien, sous la direction de É. Boillet – B. Conconi – C. Lastraioli – M. Scandola, pp. 35-56. L’a., integrando alcuni importanti contributi sul tema della ricezione delle opere di Boccaccio in Francia, analizza gli aspetti materiali (formato, caratteri, illustrazioni) di edizioni boccacciane francesi, ricavando utili notizie su strategie editoriali, pubblico di riferimento, lavoro dei traduttori. – L.R.

055-023 Biancardi (Giovanni), Giunta minima all’epistolario di Vincenzo Monti, «Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria», 4/1, 2019, pp. 5-17. Il saggio contiene l’edizione critica di sette lettere indirizzate da Vincenzo Monti a Giovanni Antonio Maggi e datate al terzo decennio dell’Ottocento: il testo di queste missive, pur nella loro brevità, consente di ricostruire alcuni momenti della vita culturale milanese e di far luce su alcune importanti imprese editoriali come quella dedicata al Convivio dantesco. – Marco Giola

055-024 Bianchi (Maria Grazia), Jacopo Corbinelli lettore di Federico Frezzi, in Federico Frezzi e il Quadriregio, a cura di E. Laureti – D. Piccini, pp. 609-22. Partendo dallo studio della corrispondenza tardo-cinquecentesca tra Gian Vincenzo Pinelli e l’esule fiorentino Jacopo Corbinelli, l’a. identifica le edizioni del Quadriregio del Frezzi lette dal Corbinelli e analizza i suoi metodi per approntare una nuova edizione del poema, all’interno di un progetto culturale opposto a quello dell’Accademia Fiorentina. – S.C.

055-025 Bianchi (Viola), «In morte di Andrea Appiani pittore» e «In morte di Antonio Canova scultore»: versi inediti di Felice Bellotti, «Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria», 4/1, 2019, pp. 19-52. L’a. pubblica due composizioni inedite in versi dedicate da Felice Bellotti rispettivamente ad Andrea Appiani e ad Andrea Canova, morti nel 1817 il primo e nel 1822 il secondo. Tali rime – rinvenute autografe presso la Biblioteca Ambrosiana – sembrano preludere a un progetto di pubblicazione celebrativa poi mai portato a conclusione. – Marco Giola

055-026 Bidot-Germa (Dominique), Scribes d’archives et de Cort Major dans la principauté de Béarn à la fin du Moyen Age, in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 389-400. Il contributo offre una rassegna delle personalità che ebbero un ruolo rilevante nella produzione di atti amministrativi nei territori governati dai visconti di Béarn, in Guascogna. – D.M.

055-027 Boilletlise), Les psaumes de l’italien au français: langage biblique et traduction à la fin du XVIe siècle, in Traduire et collectionner les livres en italien, sous la direction de É. Boillet – B. Conconi – C. Lastraioli – M. Scandola, pp. 115-34. Soprattutto alla fine del Cinquecento si diffondono in Francia numerose traduzioni di opere italiane dedicate ai Salmi. L’a. propone qui una analitica rassegna di testi, autori, traduttori ed edizioni, inserendo un non amplissimo corpus nell’orizzonte problematico dei volgarizzamenti biblici in Europa. – L.R.

055-028 Bolton (Claire), The Memmingen Book Network, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 701-26. In questo contributo, l’a. studia il mercato del libro nella città tedesca di Memmingen, durante la seconda metà del XV secolo. Le fonti principali sono le indicazioni di provenienza, che permettono di mappare con una certa precisione il commercio librario della città. – P.S.

055-029 Böninger (Lorenz), Da Vespasiano da Bisticci a Franz Renner e Bartolomeo Lupoto. Appunti sul commercio librario tra Venezia, la Toscana e Genova (ca. 1459-1487), in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 623-48. L’a., a partire da un importante, seppur incompleto, studio di Roberto Ridolfi del 1967 sul commercio librario veneto-fiorentino alla fine degli anni ’70 del ’400, ricostruisce la rete di relazioni tra il tipografo veneziano Francesco della Fontana e il suo finanziatore Leonardo Donà tra Firenze, Venezia, Genova e Lucca. – P.S.

055-030 Bouyer (Mathias), Les secrétaires du duc de Bar Robert Ier. L’exemple de Clarin de Crine Crépey (fin XIVe-début XVe siècle), in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 265-78. Durante il XIV secolo, la contea Bar, un piccolo territorio della Lorena nord-occidentale, conobbe importanti cambiamenti istituzionali. L’a. focalizza l’attenzione sulle responsabilità amminitrative di Clarin de Crépey, un ufficiale che si distinse in un carriera lunga 34 anni, da 1373 al 1407. – D.M.

055-031 Bretthauer (Isabelle), Figures de notaires bas-normands. Profils sociaux et choix de carrière (1280-1520), in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 363-88. Ampia ricognizione cronologica sulle figure dei notai attivi in Bassa Normandia tra l’epoca medievale e l’età moderna, con un caso di studio sulla famiglia Tropafeves, lungamente dedita alle professioni cancelleresche e amministrative. – D.M.

055-032 Brisville-Fertin (Olivier), La predicación aljamiada: en torno a la religiosidad mudéjar y morisca, in Christian, Jewish, and Muslim Preaching, pp. 69-91. Anche se fin qui poco studiata, la predicazione dei musulmani andalusi, trasmessa in lingua castigliana scritta in alfabeto arabo, è assai significativa. – Ed.B.

055-033 Burgers (Jan), Allinus of Haarlem (fl. 1174-1222), Monk, Clerk, Historiographer. The Reconstruction of a Many-sided Career, in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 203-16. L’a. getta nuova luce sull’oscura figura di Allinus da Harlem, ripetutamente citato dalle fonti tra il 1174 e il 1217 come cappellano di tre diversi conti olandesi, ma anche come monaco dell’abbazia di Egmond, di cui compilò a più riprese gli Annales Egmundenses, oggi conservati alla British Library di Londra, segn. Cotton Tib C.IX. – D.M.

055-034 Cadioli (Alberto), Note su alcune riflessioni ecdotiche di Oreste Macrì sugli autori contemporanei, «Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria», 4/1, 2019, pp. 53-70. Il contributo indaga un aspetto poco noto del complesso profilo intellettuale di Oreste Macrì cioè lo sguardo filologico che il critico seppe mantenere sempre vigile nella sua attività letteraria. Tale prospettiva permette di conoscere la grande attenzione dedicata da Macrì al dato testuale, non solo a quello promosso nei piani alti della pagina, ma anche alle varianti espresse dagli apparati critici della poesia antica e contemporanea. – Marco Giola

055-035 Caffulli (Giuseppe), Abu Dhabi un anno dopo: qualcosa si muove nell’islam, «Vita e Pensiero», 1/2020, pp. 42-6. A inizio 2019 è stato sottoscritto da cattolici e musulmani un atto di importanza straordinaria, il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune. Si tratta di un passaggio fondamentale che segna il felice inizio di un ripido ma necessario cammino per una comune e civile convivenza. Tante sono state le iniziative volte alla diffusione e allo studio di questo eccezionale documento, che ha portato peraltro alla nascita di «una casa interreligiosa ad Abu Dhabi che al suo interno accoglierà una moschea, una sinagoga e una chiesa dedicata a san Francesco d’Assisi» (p. 42). L’a. ripercorre i movimenti culturali in atto nel mondo islamico a un anno dalla sua firma, arrivando alla conclusione che «il cammino aperto ad Abu Dhabi riafferma con forza che cristianesimo e islam non sono religioni in guerra, ma condividono i valori della fede in Dio e della dignità umana» (p. 46). – Ar.L.

055-036 Carapezza (Sandra), «In carta, in tela, in bronzo, in marmo e ’n legno». Immagini vere e finte nel “Rinaldo”, «Studi tassiani», LXVI, 2018, pp. 121-37. Il contributo indaga le occorrenze del verbo fingere e le descrizioni ecfrastiche nel Rinaldo, in considerazione di una tendenza diffusa alla retorica dell’evidentia che percorre tutto il poema di Tasso. – L.Ma.

055-037 Carrafiello (Tommaso), L’erudizione artistica a Siena dopo Macchi. Galiani, Saccenti, Ciaccheri e l’asse culturale Napoli-Siena, in Girolamo Macchi (1649-1734). Un viaggio a Siena al tramonto dell’età barocca in un’eclisse presunta, a cura di Andrea Amos Niccolini, Napoli, Arte’m, 2019, pp. 98-108. Il contributo parte dall’edizione del 1790 del De architectura di Vitruvio curato da Berardo Galiani (1724-1774), soggetta a una doppia emissione rispettivamente a Napoli e a Siena, per studiare il rapporto culturale tra queste due città nel XVIII secolo. L’a. ricostruisce in tal modo un vero e proprio scambio (anche in chiave anti-fiorentina) tra intellettuali ed eruditi senesi e partenopei, in cui la circolazione libraria rivestiva un ruolo di rilievo. Per il vol. da cui è tratto il contributo Þ AB 054-159. – S.C.

055-038 Cassini (Stefano), La cucina italiana in tipografia: la fortuna del ricettario di Bartolomeo Scappi tra XVI e XVII secolo, in Knížky naučení všelikého, pp. 107-21. Quello dei libri di cucina, e in particolare di quelli riguardanti la tradizione gastronomica italiana, costituisce un tema riservato a una ristretta cerchia di specialisti della storia dell’arte culinaria. In questo caso, con felice trovata, l’a. presenta il ricettario dello Scappi, vera «enciclopedia della cucina rinascimentale», che, dopo la princeps del 1570, ebbe diverse edizioni almeno fino al 1643: l’opera è anche finemente illustrata. – Ed.B.

055-039 Castro Correa (Ainoa), Pedro Kendúlfiz (†1051). Notary of the Royal Chancery of León: Training, Career, and Relationships, in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 103-31. L’a. propone un caso di studio su alcuni documenti prodotti dal notaio iberico Pedro Kendúlfiz, di cui si delineano parti della sua biografia, insieme all’analisi paleografica della sua scrittura visigota e le tappe salienti della sua carriera professionale. – D.M.

055-040 Catalán (Oriol), Anti-Jewish Preaching as Part of an Anti-Jewish  Narrative in Late Medieval Spain, in Christian, Jewish, and Muslim Preaching, pp. 123-46.

055-041 Cecchini (Isabella), Patterns of Consumption in Renaissance Venice, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 477-94. Per la storia del libro anche l’analisi dei prezzi può essere un caso di studio fruttuoso. Grazie all’indagine su alcuni libri contabili, registri di acquisto e parametri sociali, è possibile fare alcune valutazioni sul commercio e sul consumo librario nei diversi Paesi d’Europa nel XV secolo. – P.S.

055-042 Christian, Jewish, and Muslim Preaching in the Mediterranean and Europe. Identities and Interfaith Encounters, edited by Linda G. Jones – Adrienne Dupont-Hamy, Turnhout, Brepols, 2019 (Sermo. Studies on Patristic, Medieval and Reformation Sermons and Preaching, 15), pp. X+338, ISBN 978-2-503-58271-9, € 90 excl. VAT. L’arte sermocinale risuona per tutta Europa lungo l’intero Medioevo, costituendo uno strumento ineguagliato di autodefinizione e di orientamento. È assai interessante il progetto qui lanciato, inerente alla possibilità non solo di studiarne lo sviluppo in relazione alle tre religioni monoteiste che si dovettero (si devono) confrontare intorno al Mediterraneo, ma di vederlo, pur nella durezza di alcuni momenti di scontro e desiderato annientamento reciproco, come una grande occasione di incontro, se non sempre di dialogo. Si pensi anche alla moderna rilettura dell’incontro di Francesco col Sultano, che da vera e propria ordalia diviene invece una pacifica presentazione delle proprie opinioni. Come è infatti illustrato nella Introduction dei curatori (pp. 1-22), il materiale qui pubblicato documenta sia lo sviluppo di una vera e propria comparatistica omiletica, sia l’interesse di guardare soprattutto all’ambiente iberico come a un laboratorio di contatti e relazioni. Gli studi raccolti (e accompagnati da un rarefatto apparato illustrativo in b/n) sono perciò organizzati in tre sezioni, Religious and Gendered Identities and Alterities, Hermeneutical Identities, Alterities, and Transcultural Relations in Christian and Jewish Preaching e Muslim and Christian Orators and Interfaith Encounters. Se ciascun contributo è dotato in fine della propria bibliografia, il vol. è invece chiuso da un prezioso indice dei nomi e dei concetti notevoli (pp. 321-37). Si schedano i singoli contributi. – Ed.B.

055-043 Cimatti (Felice), La fabbrica del ricordo, Bologna, Il Mulino, 2020, pp. 192, ill. b/n, ISBN 978-88-15-28658-1, 14. Cos’è un ricordo? E la dimenticanza può avere un valore? Felice Cimatti, docente di Filosofia del Linguaggio all’Università della Calabria, ci guida in un percorso nei meandri della mente e del passato (ammesso che di passato si possa parlare quando si parla di ricordi). Il ricordo «è questione più di desiderio che di conoscenza» (p. 11) e talvolta lo stesso atto del ricordare modifica il presunto ricordo iniziale generando le cosiddette “false memorie”. Il tema è ampio, oltre il binomio memoria-oblio: tra filosofia, neuroscienze ed etologia, Cimatti indaga il dovere della memoria, il rapporto memoria-linguaggio, il ricordo degli animali, le memorie volontarie e involontarie, le mnemotecniche («quelle abitudini che ricordano per noi», p. 10), i ricordi espliciti e quelli dimenticati, le sfide della memoria del computer e quelle dei libri come questo, memoria impressa su carta… (sul Canale dei Libri una sua breve intervista) – Dario Romano

055-044 Clément (Michèle), Scève. Comment réunir les œuvres d’un auteur qui refuse de faire œuvre?, in Éditer les œuvres complètes, publ. par P. Desan – A.  Régent-Susini, pp. 83-100.

055-045 Conconi (Bruna), Pierre l’Arétin psalmiste entre Lyon et Paris: traductions, éditions, exemplaires, in Traduire et collectionner les livres en italien, sous la direction de É. Boillet – B. Conconi – C. Lastraioli – M. Scandola, pp. 57-72. Prendendo in considerazione soprattutto le opere religiose dell’Aretino e, nello specifico, le edizioni francesi cinquecentesche de I sette salmi della penitenza di David, l’a. indaga il ruolo giocato dai luoghi di edizione, dalle strategie editoriali e dai traduttori nella ricezione dell’opera, verificata grazie alle tracce presenti su singoli esemplari. – L.R.

055-046 Cunha (Maria Cristina) – Maria João Silva,Publico notario, notario meo”. Careers and Connections of Portuguese Scribes in the Middle Ages, in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 299-313. Basato su un’ampia documentazione conservata negli archivi ecclesiastici delle cattedrali di Braga, Porto, Coimbra, Lamego e Viseu, il contributo dimostra la mobilità del notariato portoghese del XIV secolo tra istituzioni laiche cittadine e cancellerie ecclesiastiche. – D.M.

055-047 D’Ambrosio (Mariano), Il processo editoriale delle prime edizioni italiane del «Tristram Shandy», «Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria», 4/1, 2019, pp. 91-154. Il saggio prende in esame le prime due edizioni del romanzo di Laurence Sterne in versione italiana pubblicate rispettivamente nel 1922 e nel 1958, quest’ultima l’einaudiana contenente una prefazione di Carlo Levi. – Marco Giola

055-048 De Hemptinne (Therese), Les bréviaires, scribes de documents comptables des comtes de Flandre au XIe siècle, in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 163-86. L’amministrazione finanziaria fiamminga dell’XI secolo costituisce un precoce esempio di ricorso alle scritture contabili. L’a. propone un approccio paleografico a tali documenti, delineando al contempo l’evoluzione dell’amministrazione finanziaria nelle Fiandre e le diverse terminologie utilizzate per qualificare i propri ufficiali. – D.M.

055-049 De Las Heras (Amélie), El Contra Judaeos de Isidoro de Sevilla en la predicación regular ibérica del final del siglo XII. Entre identidad confesional y estaturia, in Christian, Jewish, and Muslim Preaching, pp. 147-74. Il tratto di Isidoro di Siviglia fu la fonte di molta predicazione antisemita. – Ed.B.

055-050 De Paermentier (Els), Les scribes comtaux au service de Jeanne de Constantinople, comtesse de Flandre et de Hainaut (1212-1244). Une approche pluridisciplinaire: diplomatique, paléographie et prosopographie, in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 187-202. Il saggio propone un’indagine di ampio respiro sulla cancelleria al servizio della contessa Giovanna delle Fiandre e focalizza l’attenzione sulla carriera notarile di Gilles de Bredene, la cui attività è attestata fin dal 1224. – D.M.

055-051 Delerce (Arnaud), Ecrire pour Aulps. Pratiques diplomatiques et scribes des archives d’un monastere cistercien au diocèse de Genève du XIIe au XIVe siècle, in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 63-76. Il contributo prende in esame un corpus di documenti prodotti dal monastero cistercense di Sainte-Marie D’Aulps nella diocesi di Ginevra. Nonostante il territorio fosse stato a lungo refrattario al notariato, l’a. analizza una serie di scritture anonime, accanto ad altre facilmente attribuibili ai ben più noti scribi di corte. – D.M.

055-052 Della Rocca de Candal (Geri), Printing in Greek Before Aldus Manutius, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 279-98. Tra le edizioni più belle e significative di Aldo Manuzio ci sono certamente quelle con caratteri greci. Ma Aldo non fu il primo a stampare in questa lingua. Il contributo analizza quindi le primissime edizioni in greco a cavallo tra il 1471 e il 1488. – P.S.

055-053 Desan (Philippe) – Anne Régent-Susini, Œuvre-monument, œuvre-mouvement. Éditer les œuvres complètes des auteurs des XVIe et XVIIe siècles, in Éditer les œuvres complètes, publ. par P. Desan – A.  Régent-Susini, pp. 7-19.

055-054 Desan (Philippe), Vers une édition des œuvres complètes de Montaigne aux XVIIe et XVIIIe siècles. Les paradoxes de Marie de Gournay et de Pierre Coste, in Éditer les œuvres complètes, publ. par P. Desan – A.  Régent-Susini, pp. 129-56.

055-055 Di Santo (Federico), La retorica degli affetti fra poesia epica e musica: i madrigali tassiani di Wert e la poetica della “Liberata”, «Studi tassiani», 66, 2018, pp. 71-101. I madrigali su ottave della Gerusalemme liberata composti da Giaches de Wert negli anni ’80 e ’90 del Cinquecento costituiscono «un caso piuttosto raro di probabile influenza diretta di una poetica letteraria su una poetica musicale, ben al di là […] dei continui e consueti rapporti fra i due ambiti» (p. 72). – L.Ma.

055-056 Diez (Martino), I musulmani in Italia e la formazione degli imam, «Vita e Pensiero», 1/2020, pp. 47-51. Un approccio nuovo e innovativo per un’integrazione sociale e culturale dei musulmani è davvero possibile. Un approccio inclusivo, costruttivo, capace di superare quell’etnocentrismo che troppe volte ha tolto (e toglie) il fiato all’Occidente. Il buon esempio in questo senso ci arriva dalla Germania, dove sono nati dei centri di ricerca islamici all’interno di Facoltà di teologia cristiane. L’a. espone nel breve articolo gli aspetti positivi del modello tedesco, ponendo in fine una proposta: «due ore di religione nella scuola dell’obbligo, entrambe secondo una prospettiva culturale e non confessionale. Si potrebbe cioè forse pensare a un’ora di religione cattolica per tutti e una seconda lasciata alle diverse comunità religiose che abbiano sottoscritto l’intesa con lo Stato o a quell’insegnamento di etica laica che andrebbe finalmente attivato» (p. 51). – Ar.L.

055-057 Dondi (Cristina) – Abhishek Dutta – Matilde Malaspina – Andrew Zisserman, The Use and Reuse of Printed Illustrations in 15th-Century Venetian Editions, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 841-72. Questo contributo presenta la banca dati 15cILLUSTRATION, progetto sviluppato da 15cBOOKTRADE in collaborazione con VGG (Visual Geometry Group) del dipartimento di Ingegneria dell’Università di Oxford. Si tratta di uno strumento che raccoglie gli esempi di matrici silografiche usate per le illustrazioni degli incunaboli, e che risulta di prezioso supporto per diversi campi di studio, dalla storia dell’arte alla filologia e alla storia del libro. – P.S.

055-058 Dondi (Cristina), From the Corpus Iuris to ‘psalterioli da puti’, on Parchment, Bound, Gilt..., in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 577-600. Punto di partenza del contributo è ancora una volta il Zornale di Francesco De Madiis, fonte che offre molte notizie sul valore dei primi libri a stampa e permette un confronto con il costo della vita nella Venezia rinascimentale. – P.S.

055-059 Éditer les œuvres complètes (XVIe et XVIIe siècles), publ. par Philippe Desan – Anne  Régent-Susini, Paris, Classiques Garnier, 2020, pp. 354, ISBN 978-2-86503-313-3, € 30. Compatto vol. (privo però di indici e dotato di un limitatissimo apparato illustrativo), intelligentemente (alla francese: abbondano le agudezas) concentrato sul problema editoriale degli opera omnia di un autore, sia pur qui nella sostanza francese e rinascimentale, partendo dal presupposto di una differenza sostanziale tra queste esperienze e quelle delle edizioni degli autori latini (forse il paragone con le edizioni delle opere complete di san Girolamo o sant’Agostino, per non parlare di san Tommaso, avrebbe giovato). L’effervescente premessa dei due curatori parte dal problema della reale completezza dell’opera di un autore, per spingersi a insistere sulla specificità di presentarlo nella interezza della sua produzione, interezza che potrebbe interrompere però il dialogo – voluto dall’autore – con testi di altri scrittori: tuttavia la nostra concezione di opera sottintende l’esistenza di un responsabile, di un solo autore, appunto. Ma è la volontà dell’editore di ampliare il più possibile il canone, di offrire novità a spingerlo ad allargare sempre più la serie dei testi compresi nelle opere complete, sottoponendole inoltre a un (arbitrario) processo di ordinamento e presentazione. Si intende così come l’idea stessa di opera omnia sia connessa a una scelta editoriale, anacronistica rispetto all’autore, ma socialmente storicizzabile.  Si forniscono i dati dei singoli contributi. – Ed.B.

055-060 Esmein-Sarrazin (Camille), Le cas Lafayette pour l’éditeur du XXIe siècle. Du chef-d’œuvre aux œuvres complètes: auctorialité, définition du corpus et collaboration, in Éditer les œuvres complètes, publ. par P. Desan – A.  Régent-Susini, pp. 273-94.

055-061 Fanlo (Jean-Raymond), Éditer les œuvres d’Agrippa d’Aubigné, in Éditer les œuvres complètes, publ. par P. Desan – A.  Régent-Susini, pp. 157-69.

055-062 Federico Frezzi e il Quadriregio nel sesto centenario della sua morte (1416-2016), a cura di Elena Laureti – Daniele Piccini, Ravenna, Longo, 2020 (Memoria del tempo, 63), pp. 805, ill. b/n e col., ISBN 978-88-9350-023-4, € 60. Il vol. raccoglie gli atti dell’omonimo convegno internazionale promosso dal Centro di ricerche Federico Frezzi (Foligno-Perugia, 23-25 febbraio 2017), in occasione del sesto centenario della morte del domenicano e vescovo di Foligno Federico Frezzi († 1416), autore del poema in terzine Quadriregio. La ricchezza degli argomenti trattati spazia dagli studi biografici a quelli filologico-letterari, passando per i campi archivistico-bibliografici e storico-artistici. L’iniziativa editoriale è impreziosita dalle 32 pp. di illustrazioni a colori (pp. 409-40), curate da Michelangelo A. Spadoni, e dal rimario del Quadriregio curato da Francesco Scomparin (pp. 655-759). Chiudono il vol. un indice dei nomi curato da Michelangelo A. Spadoni (pp. 761-86), gli abstract dei contributi (pp. 787-802) e l’indice generale (pp. 803-5). Sono schedati i contributi rientranti nei settori di competenza dell’«Almanacco bibliografico». Per un elenco completo si rimanda al sito dell’editore. – S.C.

055-063 Ferrero Hernández (Cándida), La Disputa de la Sagena de Marraqech entre Fray Pedro de Alcántara y el Talbe Abdalá Ordopesa, in Christian, Jewish, and Muslim Preaching, pp. 301-19.

055-064 Ferrigno (Amalie), Le fonds italien de la Bibliothèque Mazarine: méthodologie, premières données, in Traduire et collectionner les livres en italien, sous la direction de É. Boillet – B. Conconi – C. Lastraioli – M. Scandola, pp. 239-49. L’a. ripercorre le tappe di una approfondita esplorazione dei fondi della Bibliothèque Mazarine a caccia di stampati in lingua italiana. Si tratta di un corpus di più di 4.000 libri, impressi tra il Quattro e il Seicento. Particolare attenzione è stata riservata ai segni di provenienza per risalire agli antichi possessori e lettori di questo importante materiale. – L.R.

055-065 Formisano (Luciano), Quelques remarques sur les traductions françaises des récits de voyage italiens au XVIe siècle, in Traduire et collectionner les livres en italien, sous la direction de É. Boillet – B. Conconi – C. Lastraioli – M. Scandola, pp. 135-54. Soffermandosi soprattutto sulla versione francese (la prima nota) del resoconto del viaggio intorno al mondo di Magellano redatto da Antonio Pigafetta, l’a. propone un’analisi linguistica che mostra scambi e passaggi significativi tra spagnolo, portoghese, italiano e francese. – L.R.

055-066 Fortin (Damien), Les premières éditions des œuvres complètes de La Fontaine, in Éditer les œuvres complètes, publ. par P. Desan – A.  Régent-Susini, pp. 239-57.

055-067 Fortin (Stefano), Il Tasso “omerico” dell’ultimo Foscolo, «Studi tassiani», 66, 2018, pp. 139-66. Il contributo prende in esame i luoghi del Foscolo “inglese” dedicati a Tasso per ricollegarli alle principali elaborazioni teoriche di Foscolo sulla letteratura, i suoi princìpi e i suoi fini. – L.Ma.

055-068 Fortuna (Stefania), L’insegnamento di Nicolò Leoniceno e la sua incidenza nella storia della medicina italiana ed europea, in Nicolò Leoniceno 1428-1524. Un umanista veneto nella storia della Medicina. Atti del Convegno in Lonigo per il 590° anniversario della nascita, a cura di A. Lonigo, pp. 81-95. Si esplora il cosiddetto “umanesimo medico” propugnato da Leoniceno. Viene data una breve panoramica dei suoi principali allievi (Giovanni Battista da Monte, Antonio Musa Brasavola e Giovanni Mainardi) e si fornisce un ritratto di Amato Lusitano (1511-1568), importante medico portoghese, che soggiornò a Ferrara, dove aveva insegnato Leoniceno, a cui le opere di Amato devono molto. – Martina Molino

055-069 Frova (Carla), La formazione di Federico Frezzi nel quadro della organizzazione scolastica dei predicatori, in Federico Frezzi e il Quadriregio, a cura di E. Laureti – D. Piccini, pp. 111-24. L’a. studia l’organizzazione scolastica dell’ordine dei Predicatori tra XIII e XIV secolo e le letture e la circolazione culturale di questi ambienti, per contestualizzare la formazione e gli interessi letterari di Federico Frezzi. – S.C.

055-070 Gallo (Valentina), Sulla «Tragedia non finita» di Tasso: da «Alvida» a «Re Torrismondo», «Studi tassiani», 66, 2018, pp. 103-19. Un abbozzo della Tragedia non finita, primo esperimento tragico di Tasso che a sua volta sfocerà nel Re Torrismondo, circolava con il nome eponimo di Alvida. Confrontando quest’ultima con la princeps del 1587, l’a. individua un profondo ripensamento nei ruoli dei protagonisti da parte di Tasso. – L.Ma.

055-071 Gambacorta (Carla) – Enzo Mattesini, Sondaggi sulla lingua del Quadriregio dalla tradizione manoscritta all’Editio Princeps del 1481, in Federico Frezzi e il Quadriregio, a cura di E. Laureti – D. Piccini, pp. 307-58. Il contributo studia i tratti linguistici dei mss. del Quadriregio antecedenti all’editio princeps (1481). – S.C.

055-072 Gatti (Elena), «Heredes de Plauto stampadore deno avere infrascritte robe e dinari». Consumo del libro, prezzi e mercato librario a Bologna alla fine del Quattrocento, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 649-80. A partire dall’analisi di due fonti archivistiche della fine del XV secolo, riguardanti i libri dello stampatore bolognese Francesco Platone de’ Benedetti e quelli relativi ai suoi eredi, l’a. indaga e confronta prezzi dei libri e costo della vita nella Bologna del Rinascimento. – P.S.

055-073 Génetiot (Alain), Éditer des œuvres posthumes. Le cas Sarasin, in Éditer les œuvres complètes, publ. par P. Desan – A.  Régent-Susini, pp. 221-37.

055-074 Giachery (Alessia), La formazione delle raccolte marciane. I cataloghi storici: genesi, struttura, presenza di incunaboli, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 341-74. Questo contributo prende in considerazione quattro cataloghi dell’ex Biblioteca di San Marco, oggi Biblioteca Marciana. Il risultato fornito è molto interessante, anche a livello biblioteconomico. Dal punto di vista bibliografico, l’a. si concentra invece sullo studio di alcuni incunaboli citati nei suddetti cataloghi, la loro tracciabilità e, in alcuni casi, la loro presenza nell’attuale collezione della biblioteca. – P.S.

055-075 Girardi (Maria Teresa), La “Gerusalemme” tassiana e le cronache della prima crociata, «Studi tassiani», 66, 2018, pp. 167-82. Si scandagliano «entità, natura e modi dell’effettivo impiego delle fonti storiche da parte dell’autore della Gerusalemme» (p. 167): la Cronaca di Guglielmo di Tiro (fonte privilegiata, com’è noto), la Historia Hierosolymitana di Roberto Monaco e il De rebus gestis Francorum di Paolo Emilio Veronese. – L.Ma.

055-076 Goldfinch (John) – Karen Limper-Herz, The Incunabula Short Title Catalogue (ISTC). Past, Present and Future, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 899-910. Il contributo ricostruisce la storia di ISTC (Incunabula Short Title Catalogue), strumento fondato nel 1980 e diventato negli anni punto di riferimento internazionale per gli studi di incunabolistica. Il saggio si concentra poi sulle innovazioni apportate alla banca dati, evidenziando la sua continua rilevanza. – P.S.

055-077 Gordin (Alexander), Hebrew Incunabula in the National Library of Israel as a Source for Early Modern Book History in Europe and Beyond, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 321-40. Per la storia dell’uso e della diffusione dei libri in lingua ebraica in Europa nel corso del XV secolo, una fonte interessante è rappresentata dalle edizioni conservate presso la Biblioteca Nazionale d’Israele, sulle quali si concentra lo sviluppo di questo contributo. – P.S.

055-078 Grande (Nathalie), Éditer les œuvres complètes d’une autrice. Le cas de Mme de Villedieu, in Éditer les œuvres complètes, publ. par P. Desan – A.  Régent-Susini, pp. 259-71.

055-079 Hamel (Sebastien) – Serge Lusignan, Chirographes et compétences linguistiques des cleres des villes francophones du Nord, in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 425-40. L’estesa produzione di chirografi nella Francia settentrionale consente all’a. di dimostrare che in epoca medievale la pratica di leggere e scrivere fosse diffusa tra chierici, borghesi e funzionari pubblici, che si formavano nelle comuni aule di numerose scuole urbane, capillarmente distribuite sul territorio. – D.M.

055-080 Hanska (Jussi) – Sari Katajala-Peltomaa, Giving Birth as a Metaphor: Eudes de Châteauroux’s Preaching to the Nuns of Orvieto, in Christian, Jewish, and Muslim Preaching, pp. 25-49. Comprende l’edizione del suddetto, breve sermone (pp. 43-4). – Ed.B.

055-081 Harris (Neil), Costs We Don’t Think About. An Unusual Copy of Franciscus de Platea, Opus restitutionum (1474), and a Few Other Items, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 511-40. Lo studio parte dall’analisi di un incunabolo veneziano, l’Opus restitutionum di Franciscus de Platea, ora conservato presso la Boston Public Library il quale, all’ultima carta, presenta una nota manoscritta che elenca i prezzi di miniatura e rubricatura dell’esemplare. Questi, confrontati con alcuni prezzi presenti nel Zornale di Francesco de Madiis, permettono di determinare le spese legate alla decorazione di un libro nel ’400 e di paragonarle con il costo della vita e con gli stipendi del tempo. – P.S.

055-082 Hellinga (Lotte), Obituary Dennis Rhodes, in stampa per «The Library» (2020, pp. 532-8), ma già disponibile sul sito della Bibliographical Society: http://www.bibsoc.org.uk/content/dennis-everard-rhodes-1923%E2%80%932020. Si tratta di un prezioso necrologio, scritto da una maestra degli studi, per molti anni collega alla British Library: ricco di informazioni e ricostruzioni dell’attività del carissimo Dennis, il testo costituisce un bel capitolo della storia degli studi bibliografici. – Ed.B.

055-083 Huchon (Mireille) – Romain Menini, «Un bon ouvrier mect indifferentement toutes pieces en œuvre». Rabelais, in Éditer les œuvres complètes, publ. par P. Desan – A.  Régent-Susini, pp. 101-28.

055-084 Hulvey (Monique), Sellers and Buyers of the Lyon Book Market in the Late 15th Century, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 727-52. Lione, nell’ultimo quarto del XV secolo, divenne uno dei più importanti centri europei di produzione e distribuzione libraria. Questo anche grazie a un rapido sviluppo economico della città francese, che da piccolo centro mercantile divenne una città di riferimento per il mercato europeo. Questo contributo analizza l’organizzazione del commercio librario lionese grazie a un’attenta mappatura dei dati a disposizione. – P.S.

055-085 I Tesini, le stampe, il mondo. Uomini e immagini in viaggio, a cura di Massimo Negri, Milano, Gabriale Mazzotta, 2014, pp. 120, ISBN 978-88-202-2009-9, € 25. L’occasione della pausa estiva è stata propizia per una visita più volte rimandata, quella a un interessante, ancorché piccolo, museo: si tratta del Museo “per via” a Pieve Tesino (sull’altopiano del Tesino, quasi alla fine della Valsugana, ormai verso Bassano) dedicato al mestiere del venditore ambulante. Anche solo l’arrivare in loco permette di comprendere quanto la zona fosse isolata e difficile da raggiungere (quantomeno prima della ferrovia Trento-Bassano), pur situata non lontano da Borgo Valsugana e quindi lungo una delle direttrici importanti del commercio lungo il Brenta, da Vicenza e l’alto vicentino con Feltre verso Trento, e da qui verso il Garda o il Brennero. I tesini, complice la locale produzione di pietre focaie, divennero ben presto venditori ambulanti di tale prodotto che però, con l’andar del tempo, venne via via sostituito da una ricca congerie di materiali “minori” (bottoni, aghi, passamaneria, sementi, occhiali, forbici, rasoi…), sempre di valore contenuto, sempre così essenziali da essere vendibili in giro per l’Europa in città o piccoli villaggi, sempre di piccole dimensioni per essere trasportati nelle apposite cassette (“cassele”) in legno che, agganciate alle spalle come strani zaini o gerle, divenivano al contempo imballaggi atti a proteggere, contenitori adatti al trasporto, espositori per mostrare i propri prodotti ai clienti. Soggetti a permessi e concessioni, spesso personaggi sospetti alle autorità per una certa propensione al contrabbando e alla vendita di materiale proibito, questi colporteurs furono attivi sino alla Seconda Guerra Mondiale. Il Museo, costruito con intelligenza e buon gusto, mira a documentare in maniera efficace sia l’attività di questi ambulanti, sia il contesto nel quale vivevano a Pieve, ponendolo in relazione a quello dei loro punti d’arrivo che andarono lentamente allargandosi sino a raggiungere tutti i continenti, Australia compresa. Se si rincorrono le storie di diverse famiglie di venditori (un ruolo decisivo lo svolgevano anche le donne! Si veda almeno Elda Fietta Ielen, Con la cassela in spalla: gli ambulanti di Tesino, Scarmagno, Priluli e Verlucca, 20082), non meno ben documentata è la relazione con gli editori Remondini di Bassano, alla vendita delle cui pubblicazioni “minori” (stampe agiografiche e no, fogli da ritagliare, giochi di carta) i tesini erano particolarmente dediti (Alberto Milano – Mauro Fantinato, Remondini. Le stampe. Le carte decorate, Bassano, Tassotti, 2007). Il Museo (gestito dal propinquo Museo Alcide De Gasperi: lo statista era nato proprio qui) con la documentazione raccolta ed esposta è di grande interesse non solo perché permette una intelligente (sia pur virtuale) correlazione con le esposizioni bassanesi dedicate ai Remondini (il Museo e la collezione Tassotti), non solo perché consente una visione storiografica ed etnografica del popolo degli ambulanti, ma anche perché rende possibile riportare prospettivamente gli studi sul commercio librario dall’iperuranio in cui sembrano spesso sollevarsi alla concreta realtà del commercio al minuto. Il catalogo, assai bene illustrato, manca però di una bibliografia sul tema. – Ed.B.

055-086 Iglesias-Fonseca (J. Antoni), Tra il libro manoscritto e l’edizione a stampa in Catalogna nella seconda metà del XV secolo (1450-1500), in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 753-74. Grazie ad alcuni documenti notarili catalani è possibile risalire ai primi stampatori e ai primi libri pubblicati in Catalogna a partire dagli anni ’70 del ’400. Il contributo riesce quindi a offrire informazioni preziose sulla prima produzione libraria della regione. – P.S.

055-087 Jones (Linda G.), Abū Madyan, Shu‘ayb al-urayfīsh, and the Miraculous Conversion of Ten Monks to Islam: Reflections of Contacts between the Western and Eastern Mediterranean, in Christian, Jewish, and Muslim Preaching, pp. 273-99. La creazione, in ambienti egiziani, di un racconto circa la conversione all’Islam di dieci monaci cristiani andalusi va ricondotta al periodo di persecuzione contro la chiesa copta. – Ed.B.

055-088 Jones (Robert), Learning Arabic in the Renaissance Europe (1505-1624), Leiden-Boston, Brill, 2020 (The History of Oriental Studies, 6), pp. 320, ill., ISBN 978-90-04-41811-0 (cartaceo) – 978-90-04-41812-7 (ebook), € 145 (cartaceo ed ebook). Nel Rinascimento, alcuni importanti esponenti del mondo intellettuale europeo hanno provato a introdurre nei più prestigiosi centri di apprendimento del Continente lo studio della lingua araba. Basti pensare alla prima grammatica araba stampata a Granada nel 1505 e a tutte le edizioni seicentesche in arabo dell’olandese Thomas Erpenius. A questi studiosi si deve anche l’impegno nella raccolta di preziosi manoscritti ancora oggi conservati nelle collezioni di alcune tra le più importanti biblioteche europee tra cui Firenze, Leida, Parigi e Vienna. L’a. ha quindi indagato proprio queste collezioni ed è così riuscito a offrire un interessante contributo per la storia della grammatica araba. Nella seconda parte, Robert Jones approfondisce invece la figura di Giovanni Battista Raimondi (1536-1614), filosofo e orientalista, primo direttore della Stamperia orientale medicea. – P.S.

055-089 Knížky naučení všelikého = Libri speculum vitae, ed. Lucie Heilandová – Jindra Pavelková, Brno, Moravská Zemská Knihovna, 2019, pp. 202, ISBN 978-80-7051-279-1, s.i.p. Si tratta della seconda parte degli atti dell’omonimo convegno tenuto a Brno nel 2017 (per la prima, col titolo, Sunt  libri  mei..., Þ AB 052-159). L’indice completo del vol. è reperibile on line: si schedano qui solo alcuni dei contributi. – Ed.B.

055-090 Lamberti (Anton Maria), Memorie degli ultimi cinquant'anni della Repubblica di Venezia, a cura di Manlio Pastore Stocchi Marino Zorzi, trascrizione di Laura Muraro, Venezia, Istituto Veneto di Scienze, lettere ed arti, 2019 (Memorie. Classe di scienze morali, lettere ed arti, 146), pp. XCIX+359, ill., ISBN 978-88-95996-91-2, € 47. Viene per la prima volta pubblicata integralmente l’opera storica di Anton Maria Lamberti (Venezia 1757 - Belluno 1832), maggiormente noto come poeta dialettale, conservata in tre voll. mss. presso la Biblioteca Nazionale Marciana. Si tratta di un ritratto della declinante Repubblica di Venezia eseguito da chi aveva vissuto in prima persona quel peculiare periodo storico, in contrapposizione a una pubblicistica del primo Ottocento, in particolare filo-giacobina e filo-napoleonica, volta esclusivamente a denigrare il passato Stato Veneto senza riconoscerne gli aspetti positivi. – M.C.

055-091 Lancaster (John), Bringing American Collections into MEI, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 463-76. Il contributo analizza il rapporto tra le biblioteche statunitensi e il progetto Material Evidence in Incunabula, avviato nel 2009, che ha permesso di incrementare notevolmente il materiale presente nella banca dati internazionale. – P.S.

055-092 Lastraioli (Chiara), Chappuys traducteur de lui-même dans La Toscane françoise italienne (Paris 1601)?, in Traduire et collectionner les livres en italien, sous la direction de É. Boillet – B. Conconi – C. Lastraioli – M. Scandola, pp. 179-90. L’a. analizza, con nuove rilevanti acquisizioni, un’opera occasionale, ma paradigmatica di alcune strategie editoriali, come La Toscane françoise italienne di Gabriel de Chappuys uscita a Parigi, a spese dell’autore, nel 1601. – L.R.

055-093 Lazzi (Giovanna), L’apparato decorativo del Quadriregio tra manoscritti e stampe, in Federico Frezzi e il Quadriregio, a cura di E. Laureti – D. Piccini, pp. 271-85. Il contributo studia la decorazione dei testimoni mss. e a stampa del Quadriregio del Frezzi, come il ms. miniato Milano, Biblioteca Ambrosiana, S.P.13bis e l’edizione illustrata Firenze, per Piero Pacini da Pescia, 1508. – S.C.

055-094 Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de Xavier HermandJean-François NieusÉtienne Renard, Turnhout, Brepols, 2019 (Utrecht studies in medieval literacy, 43), pp. XV+530, ill. b/n, ISBN 978-2-503-58433-1, € 125. Il vol. contiene gli atti dell’omonimo convegno tenutosi presso l’Université de Namur dal 2 al 4 maggio 2012. Principale obiettivo del convegno è quello di sottolineare le differenze sostanziali che intercorrono tra la figura dello scriba “di biblioteca” dallo scriba “d’archivio”: professioni onnipresenti a partire dalla cultura antica occidentale, ma le cui personalità spesso sfuggono allo storico moderno perché anonime. Altre volte, invece, di essi è possibile ricostruire vite, carriere e percorsi professionali. La miscellanea si propone dunque di gettare una nuova base per lo sviluppo di una storia sociale delle professioni impegnate in archivi e cancellerie dalla tarda latinità fino al pieno Medioevo. Il vol. è suddiviso in cinque sezioni: Solutions ecclésiastiques (Ecclesiastical Solutions), Administrations princières (Princely Administrations), Notaires (Notaries), Contextes urbains (Urban Contexts), Écritures comptables (Accounting Records). Prefazione a cura degli organizzatori Xavier Hermand, Jean-François Nieus e Étienne Renard, le conclusioni sono invece affidate a Paul Bertrand. Si spogliano i singoli contributi. – D.M.

055-095 Lefeuvre (Philippe), Le notariat dans les campagnes de Florence: Chianti, Val d’Arno supérieur et Val di Pesa aux XIIe et XIIIe siècles, in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 315-42. Dallo studio di alcuni fondi archivistici medievali legati al contado fiorentino meridionale emergono i nomi ricorrenti di alcuni notai, che tra XII e XIII secolo risultano ben inseriti nella vita delle piccole comunità rurali toscane. – D.M.

055-096 Leguil (Matthieu), Poinsot Guichart de Chancey demeurant à Montréal (vers 1341-vers 1428). Réussir par l’écrit dans un bourg ducal de Bourgogne au tournant des XIVe et XVe siècles, in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 469-96. L’a. ripercorre la biografia di Poinsot Guichart per gettare una nuova luce sul ruolo svolto dai notai, chierici o laici, in rapporto agli aspetti economici e sociali in un borgo della Borgogna medievale. – D.M.

055-097 Lembo (Alberto), Anno 1404: dedizione di Vicenza e di Lonigo alla Serenissima Repubblica, in Nicolò Leoniceno 1428-1524. Un umanista veneto nella storia della Medicina. Atti del Convegno in Lonigo per il 590° anniversario della nascita, a cura di A. Lonigo, pp. 11-13. Breve compendio della storia di Lonigo dagli anni del dominio scaligero (XIV sec.) a quelli veneziani, fino ai primi del Cinquecento. – Martina Molino

055-098 Leone (Valentina), La «ventura della spada». Funzioni, strategie e revisioni del «romanzo» tra l’«Amadigi» e la «Liberata», «Studi tassiani», 66, 2018, pp. 49-70. L’episodio della «ventura della spada» ricorre spesso nell’Amadigi di Bernardo Tasso. Era presente anche nella Liberata, ma è andato incontro a un ridimensionamento negli anni della «revisione romana» del poema. – L.Ma.

055-099 Liberti (Giuseppe Andrea), Come si presenta un libro di poesia tardo-novecentesca: i peritesti di “Cumae” di Michele Sovente, «Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria», 4/2, 2019, pp. 5-25. Partendo da una raccolta del poeta contemporaneo Michele Sovente (Cumae, 1998), il saggio intraprende una serrata analisi di un aspetto editoriale che, già individuato dalla riflessione critica di Genette, è poi stato poco interessato dagli studi: il peritesto cioè – con le parole dell’a. – tutto ciò che riguarda «elementi quali la copertina, il frontespizio, il formato, o ancora la composizione tipografica». – Marco Giola

055-100 Libro (Il), il popolo, il territorio: da un’indagine socio-statistica memoria storica di biblioteche, a cura di Maria Gioia Tavoni, Bologna, Pendragon, 2019, pp. 45+78+159, ill. b/n, ISBN 978-88-336-4099-0, € 20 (cartaceo) – s.i.p. (ebook). Il vol. ha l’obbiettivo di diffondere gli studi socio-statistici svolti oltre 40 anni fa dall’équipe del sociologo Achille Ardigò, incaricato dall’amministrazione comunale di Faenza (RA) e dalla direzione della biblioteca pubblica locale. Lo scopo di questa indagine era quello di capire in che modo fosse possibile avvicinare la popolazione più svantaggiata alla biblioteca, da intendersi non solo come luogo di studio ma anche di socialità. I risultati della ricerca sono qui raccolti e suddivisi in due sezioni: “Biblioteca Comunale e partecipazione popolare a Faenza” e “Biblioteche e servizi culturali a Faenza” (le indagini sono state condotte rispettivamente da Pierpaolo Donati e da Everardo Minardi). I testi delle ricerche sono accompagnati da numerose tabelle e da mappe della città di Faenza che rendono comprensibili e chiari i dati raccolti. Le due sezioni sono precedute da tre saggi introduttivi che fanno da anticamera all’inchiesta socio-statistica, firmati da Maria Gioia Tavoni, Madel Crasta ed Everardo Minardi. Il vol. è disponibile gratuitamente sul web in edizione digitale. – Martina Mineri

055-101 Longo (Alberto), La famiglia e i rapporti col mondo culturale dell’Umanesimo, in Nicolò Leoniceno 1428-1524. Un umanista veneto nella storia della Medicina. Atti del Convegno in Lonigo per il 590° anniversario della nascita, a cura di A. Lonigo, pp. 17-53. Il contributo passa dapprima in rassegna la storia della famiglia Lonigo, poi la biografia di Nicolò da Lonigo, il contributo dato allo sviluppo dell’umanesimo e della Medicina Umanistica, la critica ai classici, la carriera di insegnante e gli apporti dati alla nascente editoria del tempo. – Martina Molino

055-102 Losada (Carolina M.), Addressed in absentia. Meaning and Uses of Jewish Cultural References on Medieval Preaching: The Case of St Vincent Ferrer’s Sermons, in Christian, Jewish, and Muslim Preaching, pp. 175-94.

055-103 Lucioli (Francesco), Bernardo e Torquato Tasso e un inedito dialogo gesuitico “De tragoedia”, «Studi tassiani», 66, 2018, pp. 29-47. Il De tragoedia di Bernardino Stefonio S.J., docente presso il Collegio Romano e autore prolifico di svariate opere, è conservato nel ms. 43 E 45 della Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei di Roma. Si tratta di un dialogo fra Jacopo Sadoleto, Pietro Bembo, Gian Giorgio Trissino, Annibal Caro e Bernardo Tasso che «si rivela […] testo significativo non solo per poter ricostruire un aspetto finora trascurato della storia del teatro gesuitico, ossia l’influsso esercitato da Stefonio, come teorico di tragedia oltreché come autore tragico, sui suoi allievi e sulla riflessione critica successiva; ma anche per poter riflettere sulle dinamiche di interpretazione della Poetica (e delle poetiche) dentro e fuori le mura del Collegio Romano alla fine del XVI secolo» (p. 47). – L.Ma.

055-104 Manca (Dino), La genesi del testo e la filologia redazionale. Volontà d’autore, mediazione editoriale e critica delle varianti. Esempi di filologia deleddiana, «Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria», 4/2, 2019, pp. 27-60. L’a., con un’operazione dichiaratamente ispirata ai principi della filologia d’autore, ripercorre le vicende editoriali di alcuni romanzi di Grazia Deledda (Elias Portolu, La via del male, Cenere, L’edera e Cosima) con uno sguardo che, partendo dal dato testuale, si estende progressivamente al contesto culturale e umano entro il quale è avvenuta la pubblicazione di queste opere. – Marco Giola

055-105 Mansutti (Sara), «Con un altro piccolo Indice in 4° bislungo». Un inventario di libri conservato dentro il Zornale di Francesco de Madiis, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 601-22. Il Zornale di Francesco De Madiis non è in verità l’unica fonte importante presa in considerazione per gli studi sul commercio librario nella Venezia del XV secolo. Insieme a esso, infatti, è conservato un altro piccolo ms. che contiene 262 voci, di cui 235 di libri a stampa. Il contributo analizza questo elenco e lo confronta con quello del Zornale. – P.S.

055-106 Marcon (Susy), La Biblioteca pubblica veneziana e gli incunaboli miniati, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 819-40. Il contributo ha per oggetto lo studio degli incunaboli miniati della Biblioteca della Serenissima. La stampa a Venezia nel XV fu in qualche modo favorita anche dall’attività del cardinale Bessarione, la cui collezione di incunaboli viene qui studiata. – P.S.

055-107 Melani (Igor), Rinascimento in mostra. La civiltà italiana tra storia e ideologia all’esposizione universale di Roma (E42), Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2019 (Temi e Testi, 173), pp. XXXIV+390, ill. b/n, ISBN 978-88-9359-255-0 (cartaceo) – 978-88-9359-256-7 (ebook), € 32 (cartaceo) – 25,60 (ebook). Nel 1942 a Roma si sarebbe dovuta tenere un’Esposizione Universale (E42), mai realizzata a causa della Seconda Guerra Mondiale, al cui interno la Mostra della Civiltà Italiana avrebbe dovuto dimostrare l’importanza italiana dentro la cultura europea, e quindi anche mondiale. La Mostra avrebbe rappresentato, infatti, la civiltà italiana attraverso tre periodi: la Roma antica, il Rinascimento e l’Italia fascista. L’oggetto di ricerca di questo libro è proprio il Rinascimento visto dal fascismo e da alcuni tra i suoi maggiori esponenti culturali, tra cui Gentile, Chabod, Baldini, Géza de Francovich, Caraci, Sapori e Cantimori, attraverso documenti pubblici e privati, redatti in preparazione dell’evento, e un ricchissimo apparato illustrativo (pp. 321-70). L’a. riesce a entrare all’interno di quel difficile tempo storico e a narrarcelo, ma allo stesso tempo amplia la sua ricerca storiografica per arrivare a una riflessione generale su come la storia e la cultura possano creare i presupposti per generare atrocità e tragedie, e giustificare concetti come il razzismo. – Gabriele Russotto

055-108 Merlin-Kajman (Hélène), Corneille et l’édition de 1660. Des «œuvres complètes»?, in Éditer les œuvres complètes, publ. par P. Desan – A.  Régent-Susini, pp. 205-19.

055-109 Minuzzi (Sabrina), La stampa medico-scientifica nell’Europa del XV secolo. Con cenni sulla fruizione dei libri di materia medica e ricettari, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 199-252. Il contributo, attraverso la dettagliata analisi di alcuni numeri e dati tra cui la comparazione di edizioni latine e volgari e la loro area di pubblicazione, è in grado di offrire un’interessante panoramica della produzione di testi di argomento medico, nonché della loro ricezione e diffusione nella società europea durante il XV sec. – P.S.

055-110 Monaci Benedettini Silvestrini, San Silvestro in Montefano – Fabriano (Ancona). Guida del monastero, Fabriano, Monastero San Silvestro, 2018, pp. 48, manca ISBN, s.i.p. Preziosa guida fotografica alla storia della congregazione e ad alcuni dei suoi tesori librari: autore sempre p. Ugo Paoli. – Ed.B.

055-111 Monaci Benedettini Silvestrini, Vita di San Silvestro Guzzolini in immagini, Fabriano, Monastero San Silvestro, 20192, pp. 36, manca ISBN, s.i.p. Utile fascicolo sull’iconografia delle vicende umane del santo fondatore dei Silvestrini: autore p. Ugo Paoli. – Ed.B.  

055-112 Montorsi (Francesco), Jacques Vincent, “professionnel” de la traduction, et ses versions de l’italien (avec des documents inédits), in Traduire et collectionner les livres en italien, sous la direction de É. Boillet – B. Conconi – C. Lastraioli – M. Scandola, pp. 155-78. Il misconosciuto Jacques Vincent, letterariamente talentuoso, ma scomparso prematuramente, giocò un ruolo non secondario nel processo di professionalizzazione dei mestieri della penna e, in particolare, di quello di traduttore, volgendo in francese numerose opere italiane, latine e spagnole. – L.R.

055-113 Mozzati (Riccardo), La nostalgia del non invocabile. Poesia e senso religioso nell’opera di Giorgio Caproni, Bologna, Edizioni Studio Domenicano, 2020, pp. 175, ISBN 978-88-7094-995-7, € 26. L’a. sviluppa un approfondito itinerario di ricerca attraverso l’opera di Caproni, poeta capace di costruire – specialmente nelle raccolte più tarde degli anni Ottanta – una sua originale “ateologia” che riflette l’incessante lotta con un Dio lontano e inafferrabile, tanto più oggetto di una strenua e ossessiva domanda: «L’occasione era bella. / Volli sparare anch’io. / Puntai in alto. Una stella / o l’occhio (il gelo) di Dio?» (Il franco cacciatore). Merito di Mozzati è estendere il perimetro della sua indagine all’intera produzione caproniana, dalle prime plaquettes giovanili fino agli ultimi, innovativi sviluppi poetici: «il contributo che questo studio vorrebbe offrire […] è teso perciò a scandagliare la presenza costante di un’ansia e di una dimensione religiosa lungo tutto il corpus poetico caproniano». Dalla levitas e gravitas dei primi libri fino al problema del male, messo in scena ne Il conte di Kevenhüller, il lettore è guidato alla scoperta di un poeta di eccezionale sensibilità metrica e musicale, in grado di rivitalizzare originalmente forme e modelli letterari. Attraverso l’analisi dei numerosi topoi e reminiscenze, emerge infatti tutta la genialità di Caproni, scrittore capace di muoversi all’interno della tradizione letteraria con incredibile libertà stilistica, per «comporre musica nuova su pentagrammi vecchi». – Massimiliano Mandorlo

055-114 Mugnai Carrara (Daniela), Alla scoperta di una “mirabile” biblioteca, in Nicolò Leoniceno 1428-1524. Un umanista veneto nella storia della Medicina. Atti del Convegno in Lonigo per il 590° anniversario della nascita, a cura di A. Lonigo, pp. 97-128. Si ripercorre il tentativo di “ricostruzione” della biblioteca del Leoniceno, a partire dalla scoperta di un triplice inventario dei suoi libri presso la Biblioteca Civica Bertoliniana di Vicenza. Se ne analizzano i contenuti, fedele specchio dell’attività del Leoniceno, e si presentano i risultati del confronto tra la lista dei manoscritti nell’inventario e quelli contenuti nel fondo Ridolfi presso la Bibliothèque Nationale di Parigi. – Martina Molino

055-115 Musarra (Antonio), Francesco, i Minori e la Terrasanta, Monsagrati (LU), La Vela, 2020, (Peregrinantes in mundo, 2), pp. 380, ill., ISBN 978-88-99661-63-2, € 20. L’a. ricostruisce in modo preciso la storia dei frati minori in Terrasanta nel corso del Duecento, concentrandosi sull’evento delle crociate e sul significato che esse poterono avere nel pensiero francescano, e in quello di san Francesco in particolare. Grande attenzione è rivolta proprio alla figura del poverello di Assisi e al suo incontro con il sultano al-Malik al-Kāmil avvenuto nella tarda estate del 1219 a Damietta, in Egitto. Musarra riflette sullepisodio partendo dalle fonti e inquadrandolo nel contesto del tempo. La ricostruzione degli eventi storici è accompagnata da una ricca bibliografia, da un indice dei nomi, da un indice dei luoghi citati e da tre carte geografiche. – Martina Mineri

055-116 Nicolò Leoniceno 1428-1524. Un umanista veneto nella storia della Medicina. Atti del Convegno in Lonigo per il 590° anniversario della nascita, a cura di Alberto Lonigo, [Lonigo], Contro Riccardo Editore, 2019, pp. 148, ill., ISBN 978-88-9037545-6-0, € 15. Il vol. raccoglie gli atti del convegno tenutosi il 9 marzo 2018 nella città natale di Nicolò da Lonigo, o Leoniceno. Si schedano i singoli contributi. – Martina Molino

055-117 Palazzolo (Maria Iolanda), Il primo custode Angelo Mai nella scena editoriale romana ed europea, in La Biblioteca Vaticana dall’occupazione francese all’ultimo papa re (1797-1878), a cura di Andreina Rita, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 2020 (Storia della Biblioteca Apostolica Vaticana, 5), pp. 221-37. Il breve articolo, che si inserisce all’interno del V vol. della monumentale storia della Biblioteca Apostolica Vaticana, ripercorre gli anni romani del cardinale Angelo Mai, soffermandosi in particolar modo sui suoi rapporti con l’allora Tipografia di Propaganda fide e in seguito il ruolo avuto nella rinascita della Tipografia Vaticana. – L.Mo.

055-118 Panzanelli Fratoni (Maria Alessandra), La fortuna del Quadriregio nelle prime edizioni a stampa, in Federico Frezzi e il Quadriregio, a cura di E. Laureti – D. Piccini, pp. 207-45. L’a. studia la fortuna del poema del Frezzi analizzando le sue prime edizioni a stampa tra 1481 e 1511, interessandosi in particolare all’approccio di tipografi ed editori verso questo testo e alla sua ricezione presso i lettori, grazie all’esame di un numero significativo di esemplari. – S.C.

055-119 Panzanelli Fratoni (Maria Alessandra), Printing the Law in the 15th Century. With a Focus on Corpus iuris civilis and the Works of Bartolus de Saxoferrato, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 67-198. Il contributo analizza la produzione di libri giuridici, parte importante della stampa europea del XV secolo e rappresentante circa il 15% delle edizioni sopravvissute. L’a. elabora la ricerca indagando due filoni principali: i testi di diritto canonico e diritto romano e i regolamenti delle autorità locali. – P.S.

055-120 Paolino (Laura), Esperienze di lavoro di un editore delle “Memorie” di Lorenzo Da Ponte, «Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria», 4/1, 2019, pp. 71-89. Come avverte l’a., le Memorie di Lorenzo Da Ponte – documento imprescindibile per conoscere i molti profili del librettista mozartiano – sono ancora affidate alla benemerita edizione laterziana del 1918, utilissima ma non criticamente ineccepibile. «In attesa che ricorrano le condizioni necessarie alla messa in cantiere di un’edizione critica iuxta propria principia, si possa fare qualcosa per avere un testo delle Memorie migliore di quello in cui attualmente si legge quest’opera», viene dunque proposto un saggio di edizione critica di una porzione del testo. – Marco Giola

055-121 Pècout (Thierry), Au cour de l’Archivium regium. Scribes d’archives en Provence angevine, milieu du XIIIe-fin du XIVe siècle, in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 237-63. L’a. propone un excursus sui profili e le carriere professionali dei notai nella Provenza angioina tra XIII e XIV secolo, ricostruendo anche una cronologia precisa con i nomi dei cancellieri camerali che si avvicendarono al servizio dei conti di Aix. – D.M.

055-122 Peric (Ester Camilla), Il commercio degli incunaboli a Padova nel 1480: il Quaderneto di Antonio Moretto, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 541-76. Il contributo analizza un’importante transazione commerciale di un editore e libraio, Antonio Moretto, che nel 1480 organizzò la vendita di circa 900 incunaboli e registrò il tutto in un fascicolo di 8 carte, il Quaderneto, oggi di estremo interesse per la conoscenza del commercio librario nel Rinascimento. – P.S.

055-123 Piccini (Daniele), Questioni filologiche relative al Quadriregio, in Federico Frezzi e il Quadriregio, a cura di E. Laureti – D. Piccini, pp. 287-306. L’a. ragiona, in prospettiva filologica, sulla tradizione manoscritta del Quadriregio e sulla sua vulgata tra il XVIII e gli inizi del XX secolo. – S.C.

055-124 Pietrobon (Ester), La penna interprete della cetra. I “Salmi” in volgare e la poesia spirituale italiana nel Rinascimento, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2019 (Biblioteca italiana testi e studi, 13), pp. 360, ISBN 978-88-9359-297-0, € 48. L’a., esperta della lirica religiosa del nostro XVI sec., indaga il complesso rapporto tra testo biblico (in particolare il libro più poetico, quello dei salmi) e produzione poetica italiana del Rinascimento, in bilico fra traduzione, rifacimento e censura ecclesiastica. Il campo è vasto e complesso, e l’a., dopo aver esplorato i vari livelli di prossimità al testo sacro, sceglie la strada di un’analisi metrico-formale, che le permette di meglio indagare il confluire anche della questione del petrarchismo. Resta aperta la questione del rapporto, che travalica evidentemente ogni analisi letteraria, tra parole scritte e preghiera personale, sia sul versante della prossimità e assiduità reiterata della recita (o anche solo dell’ascolto) dei salmi latini grazie alla liturgia eucaristica e alla salmodia della liturgia delle ore, sia su quello, assai complesso, della “poetica” dei salmi che, superando la semplice ripetizione della lode alla grandezza divina tipica di altre tradizioni religiose, instaurano con Dio un vero dialogo, fatto dell’espressione di tutte le svariate sfumature psicologiche del rapporto interpersonale tra l’orante e Dio stesso. Chiudono il vol. alcune appendici. Innanzitutto, le utili schede bio-bibliografiche sui diversi protagonisti delle vicende evocate (un «corpus eterogeneo e sfuggente» veniva definito a p. 10), da quelli più noti ai minori (pp. 233-45), poi le tavole sinottiche delle edizioni-raccolte poetiche utilizzate (dallo pseudo-Dante a Francesco Bembo, passando per il riformato Giulio Cesare Pascali, pp. 247-97), quindi la bibliografia (pp. 299-348), e ancora l’indice dei mss. (pp. 349-50) e quello dei nomi (pp. 351-9). – Ed.B.  

055-125 Pinelli (Paola), La compravendita di libri nella contabilità dei mercanti fiorentini. Un confronto coi prezzi dei generi di prima necessità nella seconda metà del XV secolo, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 495-510. Questo contributo analizza diversi libri contabili di commercianti fiorentini del XV secolo. Seppur queste non siano fonti utili per capire nel dettaglio tutte le caratteristiche delle edizioni riportate, offrono notizie interessanti sul prezzo dei libri, che in questo caso l’a. confronta con quello di altri due prodotti alla base della dieta degli uomini del tempo, il vino e il grano, per cercare di capire quale fosse il reale valore di un libro per la società toscana nel ’400. – P.S.

055-126 Poisson (Gabriel), Un notaire pour un notable: Guilhem del Bosc et le cartulaire de Pons de Capdenier (Toulouse, 1225-1228), in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 401-24. Saggio dedicato allo studio del cartulario di Pons de Capdenier, redatto dal notaio Guilhem del Bosc, la cui ricchezza documentaria permette di conoscere la consistenza del patrimonio appartenuto a un ricco console di Tolosa durante la prima metà del Duecento. – D.M.

055-127 «Prassi Ecdotiche della Modernità Letteraria», 4/1, 2019. Si spogliano i singoli contributi pertinenti.

055-128 Pretalli (Michel), Les traductions d’ouvrages militaires au XVIe siècle: l’évolution de l’art et du lexique de la guerre entre Italie et France, in Traduire et collectionner les livres en italien, sous la direction de É. Boillet – B. Conconi – C. Lastraioli – M. Scandola, pp. 97-113. I profondi cambiamenti che interessano l’arte della guerra nel Cinquecento coinvolgono anche il relativo linguaggio tecnico. Nel pieno Cinquecento, le opere militari italiane, giungendo in Francia, portarono alla diffusione della terminologia nostrana al di là delle Alpi. – L.R.

055-129 Prickman (Gregory), Visual Interpretation of the ISTC. The Atlas of Early Printing and the Material History of Data, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 887-98. Il contributo presenta l’Atlas of Early Printing, uno strumento digitale online dal 2008 e che ha l’obiettivo di analizzare geograficamente lo sviluppo e la diffusione della produzione libraria in Europa nella seconda metà del XV secolo. Il portale utilizza i dati di ISTC (Incunabula Short Title Catalogue) e propone una grande quantità di informazioni grazie a ormai più di dieci anni di lavoro di catalogazione e organizzazione di dati. – P.S.

055-130 Printing R-Evolution and Society 1450-1500. Fifty Years that Changed Europe, edited by Cristina Dondi, Venezia, Edizioni Ca’ Foscari-Digital Publishing 2020 (Studi di storia, 13), pp. 980, ill. col., ISBN 978-88-6969-333-5 (cartaceo) – 978-88-6969-332-8 (ebook), € 48 (cartaceo) – s.i.p. (ebook). Il vol. raccoglie gli atti dell’omonimo convegno svoltosi dal 19 al 21 settembre 2018 presso la Biblioteca Marciana di Venezia. Il filo conduttore è la rivalutazione dell’economia e dell’impatto sociale della rivoluzione della stampa sulla società della prima età moderna. Tutto ciò indagato attraverso l’analisi incrociata di diverse fonti, tra cui libri a stampa del XV secolo, documenti relativi alla produzione, al commercio e al costo dei libri, confrontati con il costo della vita, l’alfabetizzazione, la stessa trasmissione dei libri. Il progetto qui presentato è sostenuto dal programma 15cBOOKTRADE e supportato dal CERL (Consortium of European Research Libraries). Il file pdf del vol. è scaricabile gratuitamente sul sito delle edizioni Ca’ Foscari. Del vol. sono schedati i singoli contributi. – P.S.

055-131 Puglia (Andrea), Formazione e attività degli scriptores della Chiesa nella Toscana occidentale tra i secoli XI-XII (prima metà), in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 7-33. L’a. propone una disamina dell’attività dei notai e il loro ruolo nella definizione dei poteri ecclesiastici e cittadini attraverso l’analisi di alcuni documenti che riguardano le regioni geografiche degli antichi comitatus di Pisa, Lucca e Volterra tra il secolo X e la prima metà del secolo XII. In questo periodo, infatti, le tre città e i rispettivi comitatus furono protagoniste di uno sviluppo sociale, politico ed economico di grande rilievo, dove le curiae episcopali contribuirono in maniera considerevole allo sviluppo dell’identità civica e politica: in definitiva, il milieau ecclesiastico fu in grado di utilizzare le proprie abilità librarie e cancelleresche per creare nuove forme grafiche e testuali capaci di donare un titolo solenne ai domini vescovili e alle concessioni provenienti dalla corte episcopale. – D.M.

055-132 Quaderno (Il) di calligrafia medievale. Onciale e gotica, a cura di Agnieszka Kossowska, Vittorio Veneto, Kellermann, 20208, pp. 96, ISBN 978-88-86089-84-5, € 9. Può la paleografia trasformarsi in calligrafia, insegnando, quasi si fosse davvero nello scriptorium di un monastero medievale, a tracciare le lettere una a una secondo il ductus di antiche scritture? L’esperimento dell’a. è perfettamente riuscito! Esistono altri Quaderni di calligrafia pubblicati dalla stessa casa editrice, ma non si è avuto modo di esaminarli. – Ed.B.

055-133 Ramazzotti (Mauro), Un “nuovo” autografo di Bernardo Tasso: l’epitalamio per le nozze di Federico II Gonzaga e Margherita Paleologo, «Studi tassiani», 66, 2018, pp. 9-27. Il confronto con alcune scritture sincrone di Bernardo Tasso permette di considerare come autografo l’epitalamio (un carme di 226 versi) contenuto nel ms. Membr. II 107 della Forschungsbibliothek di Gotha, scritto fra il 1531 e il 1532. Il ms., già emerso nel 1966, faceva parte del patrimonio librario gonzaghesco, disperso nel Settecento, ma non si hanno certezze su quando entrò a far parte della biblioteca di Gotha. L’a. dà anche conto delle varianti, una cinquantina (di cui dieci di sostanza), fra il testo contenuto nell’autografo e quello pubblicato da Tasso nel Libro secondo degli Amori (1534). – L.Ma.

055-134 Rao (Ida Giovanna), I codici frezziani della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, in Federico Frezzi e il Quadriregio, a cura di E. Laureti – D. Piccini, pp. 175-93. L’a. del contributo descrive i sette mss. del Quadriregio di Federico Frezzi custoditi presso la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze. – S.C.

055-135 Reguig (Delphine), Des Œuvres diverses aux Œuvres completes. Éditer Boileau entre le XVIIe et le XXIe siècle, in Éditer les œuvres complètes, publ. par P. Desan – A.  Régent-Susini, pp. 295-312.

055-136 Renedo Puig (Xavier), Notes on the Speeches at the 1228 Corts in Barcelona to Debate the Conquest of Mallorca, in Christian, Jewish, and Muslim Preaching, pp. 227-49.

055-137 Riffaud (Alain), Molière et ses livres. De la surprise à la maîtrise, in Éditer les œuvres complètes, publ. par P. Desan – A.  Régent-Susini, pp. 171-203.

055-138 Rippa Bonati (Maurizio), La Medicina all’epoca del Leoniceno, in Nicolò Leoniceno 1428-1524. Un umanista veneto nella storia della Medicina. Atti del Convegno in Lonigo per il 590° anniversario della nascita, a cura di A. Lonigo, pp. 55-63. Nel 1492, a Ferrara, fu stampato il De Plinii et plurium aliorum medicorum in medicina erroribus, pietra miliare della medicina moderna, firmato da Nicolò Leoniceno. Per capire le conoscenze mediche diffuse prima di quest’opera, si passano in rassegna i contenuti delle tavole del Fasciculo de medicina (1491), famosa summa della Medicina greco-romana così come interpretata dagli autori arabi. – Martina Molino

055-139 Rouget (François), Ronsard devant ses Œuvres. Le cas de l’in-folio de 1584, in Éditer les œuvres complètes, publ. par P. Desan – A.  Régent-Susini, pp. 61-82.

055-140 Rubio Muñoz (Francisco Javier), La república de sabios. Profesores, cátedras y universidad en la Salamanca del siglo de Oro, Madrid, Editorial Dykinson, 2020 (Historia de las Universidades, 53), pp. 295, ill. b/n, ISBN 978-84-1324-624-6 (cartaceo) – 978-84-1324-810-3 (ebook), € 24,70 (carteceo) – 19,50 (ebook). Il vol. è il traguardo di un lavoro quinquennale condotto dall’a. all’interno del Departamento de Historia Medieval, Moderna y Contemporánea y del Grupo de Investigación Reconocido (GIR) “Historia Cultural y Universidades Alfonso IX”, dell’Instituto de Estudios Medievales y Renacentistas y Humanidades Digitales (IEMYRhd) de la Universidad de Salamanca. La ricerca si concentra sull’insegnamento universitario a Salamanca nel Secolo d’Oro, dal 1550 al 1650. Ciò che si è cercato di far emergere è come l’attività dei professori che esercitavano in questa università fosse collocata nello spazio sociale, economico e culturale del tempo, andando a disvelare anche tutta quella trama di relazioni intrattenute da questi personaggi. Il lavoro si basa su di un intenso e solido scavo d’archivio, condotto principalmente nell’Archivo Histórico Provincial de Salamanca, nell’Archivo Histórico Nacional (Madrid) e nell’Archivo de la Universidad de Salamanca. Chiude il vol. un’utile appendice onomastica dei cattedratici presi in considerazione nella ricerca, con indicate le date di attività e la cattedra loro attribuita. – A.T.

055-141 Ruiz (Damien), “Penre am gran amor via de penedensa”: la prédication d’Hugues de Digne et le mouvement pénitentiel à Hyères dans la première moitié du XIIIe siècle, in Christian, Jewish, and Muslim Preaching, pp. 51-67.

055-142 Salemme (Timothy), “Ego Anselmus Boccardus notarius civitatis Mediolani tradidi et scripsi”. Le parcours professionnel et social d’un notaire milanais (deuxième moitié du XIIIe siècle-début du XIVe siècle), in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 343-62. Il contributo ripercorre le tappe della carriera professionale del notaio milanese ser Anselmo Boccardo, tanto al servizio delle autorità comunali quanto di quelle ecclesiastiche, in particolar modo per conto del monastero di S. Vittore di Meda. – D.M.

055-143 Savino (Christina), Niccolò Leoniceno (1428-1524) traduttore di testi medici greci. Il caso del Commento di Galeno agli Aforismi di Ippocrate (1490), in Nicolò Leoniceno 1428-1524. Un umanista veneto nella storia della Medicina. Atti del Convegno in Lonigo per il 590° anniversario della nascita, a cura di A. Lonigo, pp. 65-77. Dopo una breve presentazione del metodo filologico di Leoniceno e della sua proposta di ritorno agli originali, il contributo propone il confronto di alcune lezioni della traduzione del Commento di Leoniceno con alcuni possibili modelli manoscritti da lui utilizzati. – Martina Molino

055-144 Scandola (Massimo), Sur les traces de la lecture italianisante à l’âge classique: les lecteurs français et leurs livres anciens en italien, in Traduire et collectionner les livres en italien, sous la direction de É. Boillet – B. Conconi – C. Lastraioli – M. Scandola, pp. 219-37. Contributo soprattutto di carattere metodologico, che mostra come sia possibile ricavare importanti dati sulla lettura e la conoscenza dell’italiano in Francia guardando non solo al posseduto di biblioteche private, ma anche ad altre fonti documentarie, come, per esempio, gli epistolari. – L.R.

055-145 Sciarra (Elisabetta), Acquisizioni e asportazioni alla caduta della Repubblica di Venezia, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 375-412. Dopo la caduta della Repubblica di Venezia (1797), il dominio francese e austriaco sulla città furono causa di diversi furti dalla Biblioteca Marciana e da quelle di alcuni ordini religiosi. Gli elenchi dei libri rubati rappresentano dunque una fonte molto importante, presa in considerazione in questo contributo, per l’identificazione e la mappatura del materiale in precedenza sottratto. – P.S.

055-146 Senséby (Chatal), Les scribes au travail à Saint-Aubin d’Angers (France de l’Ouest, XIe-XIIe siécles), in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 35-62. L’abbazia benedettina di Saint-Aubin d’Angers fu uno tra i monasteri più importanti della diocesi d’Angers, dove fiorì uno scriptorium particolarmente produttivo. I nomi di alcuni monaci che là furono attivi sono conosciuti, altri invece rimangono anonimi. Attraverso l’analisi di manoscritti e documenti d’archivio riconducibili all’abbazia, l’a. dimostra l’elevata capacità di adattamento di questo entourage. Particolarmente interessante la proposta di identificare la mano responsabile di una scrittura in base al sistema di punteggiatura utilizzato: elementi grafici impiegati in maniera diversa da scriba a scriba, che potrebbe essere d’aiuto ai paleografi che volessero identificare l’identità di uno scrivente. – D.M.

055-147 Senza titolo. Le metafore della didascalia, a cura di Maria Chiara Ciaccheri – Anna Chiara Cimoli – Nicole Moolhuijsen, Busto Arsizio (VA), Nomos, 2020, pp. 104, ill., ISBN 978-88-94811-61-2, € 14,50. Nato da una serie di percorsi formativi tenuti presso la Fondazione Querini Stampalia di Venezia, il vol. mette in luce alcuni aspetti volti a valorizzare e comunicare i servizi della suddetta Fondazione e della museologia contemporanea tutta. Particolare attenzione è riservata alla didascalia, strumento diffuso e riconoscibile all’interno dei musei, che fornisce informazioni o interpretazioni inerenti all’oggetto esposto. Formalmente accademica o con toni più informali e amichevoli, la didascalia non è composta dal solo testo, ma anche da ogni elemento che innesca le condizioni utili all’apprendimento informale e, al fine di ottenere maggiore efficacia comunicativa per il pubblico a cui è rivolta, necessita di essere sottoposta a processi di progresso e innovazione. – Pietro Putignano

055-148 Simon (Melinda), Compra da me! Metodi di comunicazione e di marketing degli editori e stampatori usati per le loro marche, in Knížky naučení všelikého, pp. 92-106. Basandosi su un certo numero di esempi di marche editoriali (riprodotti anche in fotografia) l’a. cerca di indagarne il valore comunicativo e identificativo (dopo il celebre caso dell’Ascensius, si notino anche marche raffiguranti la stessa officina tipografica). – Ed.B.

055-149 Simonet (Caroline), Le scribe à Laon et à Soissons. Au service de l’Église, du roi et de la ville: Esquisses de carrières (XIIe-XVe siècles), in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 441-68. La documentazione archivistica di epoca medievale delle città di Laon e Soissons nell’Alta Francia offre la possibilità di indagare a fondo la carriera di diversi notai, conoscerne le vicende personali e individuare le ragioni professionali che ne determinavano la mobilità. – D.M.

055-150 Soriani Innocenti (Maria), Federico Frezzi ‘licentiatus et vesperiatus’ nello Studium di Santa Caterina a Pisa, in Federico Frezzi e il Quadriregio, a cura di E. Laureti – D. Piccini, pp. 131-63. L’a. fornisce l’edizione latina, accompagnata dalla traduzione italiana di Emilio Panella, di due sermoni pronunciati dal domenicano Simone da Cascina, magister dello Studium del Convento di Santa Caterina a Pisa, in occasione della licentia in theologia di Federico Frezzi. L’edizione è preceduta da un’introduzione sullo Studium del convento e i suoi libri tra il XIV e gli inizi del XV secolo, e sulla figura di Simone da Cascina. – S.C.

055-151 Stella (Martina), Il codice ariostesco del Quadriregio, in Federico Frezzi e il Quadriregio, a cura di E. Laureti – D. Piccini, pp. 195-206. L’a. ragiona sul ms. Ferrara, Biblioteca Comunale Ariostea, segn. II.331, un testimone del Quadriregio riconducibile al secondo Quattrocento, e sulla possibilità, proposta da studi precedenti, che alcune delle postille marginali nel codice siano di Ludovico Ariosto. – S.C.

055-152 «Studi tassiani», 66, 2018. Si schedano tutti i contributi.

055-153 Tavoni (Maria Gioia), Le angosce di Luciano De Vita ricomposte nei suoi libri d’artista, bibliografia e indici a cura di Federica Rossi, Bologna, Pendragon, 2019 (Studi e ricerche, 152), pp. 84, ill., ISBN 978-88-336-4156-0, € 15. Quattro sono i libri d’artista di Luciano De Vita presentati in questo vol., tutti illustrati con grafiche originali. L’autrice fornisce una descrizione short-title dei libri (maggiori notizie, anche bibliologiche, sono disponibili in bibliografia) e una breve ma esauriente presentazione degli stessi. La sezione dedicata ai libri d’artista è preceduta da una riflessione sul legame di De Vita con Bologna, sua città d’adozione, e da uno studio sul contesto editoriale e di stampa della città nell’arco temporale in cui si svolse l’attività dell’artista. Il vol. è corredato da numerose illustrazioni e fotografie e da un ricco apparato di note. Federica Rossi ha curato la bibliografia, organizzata in ordine cronologico, e gli indici. – Martina Mineri

055-154 Tedeschi (Paola) – Attilio Turrioni, La riflessione di Federico Frezzi sul tirannicidio, in Federico Frezzi e il Quadriregio, a cura di E. Laureti – D. Piccini, pp. 587-607. Il contributo contestualizza, trascrive, commenta e traduce dal latino il ms. Paris, Bibliothèque nationale de France, Latin 1485 (2), ritrovato da Roberto Tavazzi. Si tratta del testimone delle argomentazioni del Frezzi sul tirannicidio, esposte durante il Concilio di Costanza cui prese parte tra il 1415 e il 1416. – S.C.

055-155 Theiller (Isabelle), Le “comptable” et son registre en Normandie orientale à la fin du Moyen Âge, in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 509-20. Analisi delle strategie scritturali perseguite dai funzionari contabili della Normadia orientale alla fine del Medioevo. – D.M.

055-156 Thirouin (Laurent), Compléter Pascal. Entre disparate et prolifération, in Éditer les œuvres complètes, publ. par P. Desan – A.  Régent-Susini, pp. 313-32.

055-157 Tinti (Paolo), «Emptus Ferrarie». I prezzi del libro a stampa nella città estense fra Quattro e primi del Cinquecento, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 681-700. Questo contributo analizza alcuni, inediti, listini di prezzi di libri della Ferrara del Rinascimento per ricostruirne le vicende riguardanti la circolazione libraria, legata sia alla corte degli Estensi, ma anche a edizioni più economiche acquistate da nobili, professori, medici, giudici, ecc. – P.S.

055-158 Traduire et collectionner les livres en italien à la Renaissance, sous la direction de Élise Boillet – Bruna Conconi – Chiara Lastraioli – Massimo Scandola, Paris, Honoré Champion, 2020 (Le savoir de Mantice), pp. 282, ill. b/n, ISBN 978-2-7453-5295-8, € 48. Il vol. raccoglie tredici contributi frutto di ricerche maturate nell’ambito del progetto L’édition italienne dans l’espace francophone à la première modernité, del Centre d’Études Supérieures de la Renaissance dell’Università di Tours. I saggi, che si muovono su orizzonti diversi, ciascuno con proprio metodo, si dividono in due serie: la prima (Des traductions et des traducteurs), più ampia (Balsamo, Traduction, Barsi, Bertolino, Boillet, Conconi, Formisano, Lastraioli, Montorsi, Pretalli), riguarda il fenomeno della traduzione, ma più specificamente l’affermarsi della professionalità del traduttore nell’ambito editoriale più che culturale; la seconda (Lire et collectionner à la première modernité), composta da soli 4 saggi (Adam, Balsamo, Petrarca, Ferrigno, Scandola), insegue più il versante collezionistico e delle biblioteche private. Chiude l’indice dei nomi. È schedato sotto i singoli contributi. – L.R.

055-159 Tsimbidy (Myriam), Créations et fabrications des Œuvres complètes du cardinal de Retz, in Éditer les œuvres complètes, publ. par P. Desan – A.  Régent-Susini, pp. 333-47.

055-160 Unger (Gerard), Teoria del type design, Dueville (VI), Ronzani, 2020 (Typographica. Storia e culture del libro, 4), pp. 251, ill. col., ISBN 978-88-94911-43-5, € 30. Si passano giorni o settimane o mesi interi a maneggiare volumi brutti, mediocri, “comuni”. Poi te ne capita uno come questo, Teoria del type design, e allora rinsavisci. Ti ricordi che un libro è molto di più del suo contenuto, molto più della sua narrazione. Rammenti che il libro è un innanzitutto un oggetto, con la sua fisicità, la sua “sensualità”, la sua propria, individuale, bellezza. E quello che caratterizza “Typographica. Storia e culture del libro”, la collana Ronzani diretta da Beppe Cantele (qui una sua breve intervista sul tema) e Alessandro Corubolo destinata alla divulgazione della cultura editoriale e tipografica è proprio la cura del dettaglio, il buon gusto (il progetto grafico è di Giorgio Cedolin), la qualità dei materiali (non a caso il vol. è stampato da Grafiche Antiga). Metafisicamente e contenutisticamente parlando, in 25 brevi, illustratissimi e coloratissimi (le immagini sono più di 200!) capitoli, Teoria del type design (traduzione italiana dell’originale rotterdamiana del 2018), ultima fatica di Gerard Unger (1942-2018), tratta il disegno dei caratteri in ogni aspetto, dalla storia all’evoluzione (soprattutto digitale), passando per la leggibilità, l’espressività, gli stili etc. Chiudono il vol. un pratico e utile glossario, una fitta bibliografia, un elenco di fonti delle illustrazioni, un indice dei nomi e una nota del traduttore (sempre Cedolin). – Ar.L.

055-161 Vaitkevičiūtė (Viktorija) – Agnė Zemkajutė, How Provenance Marks from Lithuanian Incunabula are Contributing to Historical Narrative, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 431-62. Il contributo presenta una panoramica dell’incunabolistica in Lituania. In questo Paese, la stampa arrivò con anni di ritardo rispetto al resto d’Europa, infatti tutte e 510 le edizioni del XV secolo conservate presso le biblioteche lituane sono di importazione. I “segni” presenti su questi libri sono però delle fonti molto preziose per ricostruire parte della storia della Lituania e degli eventi che hanno segnato le sue biblioteche. – P.S.

055-162 Van Camp (Valeria), Clercs, notaires, professionnels. Le personnel de la chancellerie des comtes de Hainaut sous les Avesnes (1280-1345), in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 217-36. Il contributo propone una panoramica sulle personalità impegnate presso la cancelleria fiamminga dei conti Hainaut, i cui risultati dimostrano che la maggior parte dei notai appartenesse al milieau ecclesiastico. – D.M.

055-163 Van Delft (Marieke), A New Tool for Describing Provenance Images. CERL’s Provenance Digital Archive, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 911-24. Lo studio sulle provenienze librarie ha assunto negli anni una rilevanza sempre maggiore per la storia del libro. Il CERL (Consortium of European Research Libraries) ha abbracciato questo filone di ricerca e si è negli anni sviluppato, fino a presentare un nuovo strumento, il CERL’s Provenance Digital Archive, ovvero una banca dati internazionale che raccoglie e descrive le immagini legate ai segni di provenienza. – P.S.

055-164 Vignuzzi (Ugo) – Patrizia Bertini Malgarini – Maria Carosella, Eh? Espressioni tipiche regione per regione, Milano, Einaudi Ragazzi, 2019, pp. 96, ill. col., ISBN 978-88-6656-558-1, € 14. Il libro, rivolto a un pubblico di giovani lettori, propone 40 espressioni tipiche delle varie regioni italiane, delle quali si spiegano il significato e l’origine popolare. Ad accompagnare i testi ci sono le illustrazioni a colori di Jan Sedmark. – Pietro Putignano

055-165 Vincent (Nicholas), Scribes in the Chancery of Henry II, King of England, 1154-1189, in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 132-62. Il contributo si sofferma ad analizzare la quantità e la qualità dei documenti prodotti dai cancellieri di Enrico II, re d’Inghilterra. Ne emerge una visione complessiva delle pratiche attinenti il potere regale e le antiche urgenze burocratiche della corona britannica. – D.M.

055-166 Viola (Corrado), Il Quadriregio nei giudizi dei principali teorici e critici arcadici, in Federico Frezzi e il Quadriregio, a cura di E. Laureti – D. Piccini, pp. 637-54. L’a. studia la ricezione del Quadriregio del Frezzi presso gli ambienti arcadici. – S.C.

055-167 «Vita e Pensiero», 1/2020. Sono schedati i contributi pertinenti.

055-168 White (Eric Marshall), Binding Waste as Book History. Patterns of Survival Among the Early Mainz Donatus Editions, in Printing R-Evolution and Society 1450-1500, edited by C. Dondi, pp. 253-78. In questo contributo l’a. analizza alcuni frammenti di legature degli esemplari dell’Ars Minor di Elio Donato, stampata a Magonza negli anni ’50 e ’60 del ’400, e li confronta con altri frammenti di almeno 15 esemplari diversi della Bibbia di Gutenberg, usati per ricoprire libri dai legatori di tutta Europa. L’a. quindi propone un metodo per valutare la durata di vita funzionale di un testo, arrivando alla conclusione che il capolavoro gutenberghiano ha conservato la sua utilità per molto più tempo rispetto ai libri scolastici dello stesso periodo. – P.S.

055-169 Wranowix (Matthew), Priests and their books in late medieval Eichstätt, Lanham-Boulder-New York-London, Lexington Books, 2017, pp. XX+220, 1 mappa b/n, ISBN 978-1-4985-4886-1, € 152,98. Il vol. esamina l’acquisizione e l’uso di testi da parte del clero nella diocesi tedesca di Eichstätt nel tardo medioevo e nella prima età moderna. L’a. sottolinea la vasta consapevolezza teologica che consentì agli ecclesiastici bavaresi di ritagliarsi nella società dell’epoca una ben precisa identità di comunicatori e mediatori culturali. Il contributo si sviluppa su cinque capitoli: il primo affronta gli aspetti legati alla formazione clericale, mettendo in luce quali fossero i testi adottati; il secondo offre un’analisi del ruolo attivo dei prelati e il loro rapporto con i testi, manoscritti e a stampa. Il capitolo terzo, invece, focalizza l’attenzione sulle raccolte librarie d’uso collettivo e sul caso specifico dei libri appartenuti alla biblioteca personale di Ulrich Pfeffel. Chiude il libro una panoramica generale sugli interessi di lettura del clero bavarese, tra cui spiccano soprattutto opere di medicina e trattati di natura pratica. In appendice, due corposi elenchi librari di opere appartenute e/o prodotte dagli ecclesiastici bavaresi, insieme a una lista di libri posseduti dalla biblioteca della parrocchia di Schwabach nel 1515. Bibliografia e indice dei nomi, luoghi e argomenti in calce. – D.M.

055-170 Yante (Jean-Marie), Du “scribe” au “comptable”. Profil en évolution ou émergence d’un nouvel acteur des écritures?, in Le scribe d’archives dans l’Occident médiéval. Formations, carrières, réseaux, sous la direction de X. HermandJ.-F. NieusÉ. Renard, pp. 497-508. Il contributo offre una panoramica sulle mansioni amministrative e contabili svolte dagli ecclesiastici al servizio dei governanti nelle confinanti contee di Barrois e Luxembourg tra XIV e XV secolo. – D.M.

055-171 Zorzi (Marino), Il contributo del Leoniceno alle edizioni di Aldo Manuzio, in Nicolò Leoniceno 1428-1524. Un umanista veneto nella storia della Medicina. Atti del Convegno in Lonigo per il 590° anniversario della nascita, a cura di A. Lonigo, pp. 131-45. Si analizza il rapporto tra il Leoniceno e l’editoria, dai suoi tardivi esordi a stampa, al contributo dato alle edizioni greche di Aldo Manuzio, all’importanza della sua collezione di codici, a lungo usati dagli editori anche dopo la sua morte. – Martina Molino

 

 Indici di recensioni e segnalazioni

Aldo Manuzio D, 52

Archivi medioevali 3, 4, 26, 30, 31, 33, 39, 46, 48, 50, 51, 79, 94, 95, 96, 121, 126, 131, 142, 146, 149, 155, 162, 165, 170

Bibliografia 6, 76, 129

Catalogazione incunaboli 15, 91

Commercio librario 13, 85, 105, 122, 125, 130, 157

Dennis Rhodes 82

Editoria del ’400 F, I, 7, 8, 14, 28, 29, 41, 52, 57, 58, 62, 71, 72, 81, 84, 86, 107, 109, 118, 119, 130, 161, 168

Editoria del ’500 B, C, I, M, 9, 10, 11, 16, 21, 22, 24, 27, 36, 38, 44, 45, 53, 55, 59, 61, 65, 70, 75, 83, 88, 98, 103, 107, 112, 124, 128, 133, 135, 139, 158

Editoria del ’600 N, 11, 12, 38, 53, 54, 59, 66, 73, 78, 92, 108, 140, 156

Editoria del ’700 G, 37, 54, 90, 137, 159, 166

Editoria dell’800 23, 25, 67, 120

Editoria del ’900 99, 104, 113

Editoria contemporanea A, 34, 47, 60, 147, 160, 164

Falsi e falsari H

Federico Frezzi 14, 20, 24, 62, 69, 71, 93, 118, 123, 134, 150, 151, 154

Islam 35, 56, 115

Libro d’artista 153

Libro ebraico 19, 77

Libro religioso I

Manoscritti e miniatura 7, 20, 62, 93, 106, 123, 132, 134, 150, 151, 154

Marche tipografiche 148

Memoria 43

Monaci Silvestrini 110, 111

Predicazione medioevale 2, 17, 18, 32, 40, 42, 49, 63, 80, 87, 102, 136, 141

Storia del libro 89

Storia delle biblioteche e della lettura L, 1, 5, 64, 74, 100, 114, 117, 144, 145, 163, 169

Umanesimo E, 68, 69, 97, 101, 114, 116, 138, 143, 171

 

 

 

 

 

 

 

In memoriam Jean-François Gilmont

Jean-François Gilmont (1934–2020) joined the scientific staff of the Université Catholique de Louvain-la-Neuve in 1968. He became Curator of the theology library there in 1977. After a two-year mission in Geneva to publish the bibliography of Calvin’s works published in the sixteenth century (1989–1991), he returned to Louvain-la-Neuve as Curator of the General and Human Sciences Library. Although he was only appointed part-time lecturer in 1992, he has been teaching since 1975. He was admitted to emeritus on 1 April 1999. He was elected to the Royal Academy of Belgium in 2004. He became Dr. honoris causa of the Catholic University of Milan in 2006. Deeply “feminist”, he always valued the work of his wife, Martine Jacobs, who was then working at the Royal Library of Belgium, at the Archives and Museum of Literature. She accompanied him on his bibliographical journeys during which he scoured the old collections of libraries in America, Switzerland, Germany, France, and Italy. They always worked together. It would not have been possible to carry out his extensive bibliographical work without his wife’s attentive presence at his side. He had his own way of preparing his study trips: neither too much nor too little, he used to say. He set goals and stuck to them. As he wrote in his beautiful Letter to a Beginning Bibliographer in 1991, as an editorial for the first issue of the «Bulletin du bibliophile»: «Let’s be methodical. A bibliography is, first of all, a project. Then it is a survey. Finally, it is a publication». He rarely got lost along the way and hated digressions that diluted the subject. Jean-François Gilmont was quick to perceive the new challenges of the electronic dissemination of knowledge. So, he devoted immense energy to completing a database which, in many respects, remains his masterpiece: gln 15–16. This database offers a bibliography of the fifteenth and sixteenth century print production of the cities of Geneva, Lausanne and Neuchâtel, as well as Morges. He could proudly proclaim in 2015 that it could be «considered complete, even though corrections and additions are made regularly». At the beginning of the 1980s, enthusiastic, he bought the first personal computer in the Macintosh family: the “128 k”. Jean-François Gilmont was able to carry out his bibliographies with meticulousness because he designed very early the tool he needed (a relational database). Jean-François Gilmont was a recognized specialist in Physical Bibliography, a term he had little taste for, preferring to evoke the notion of the archaeology of the book. He did indeed work as an archaeologist. He noted, described, and recorded, paying attention to the slightest typographical error. But, above all, he put into perspective the data collected. These bibliographies are the result of the encounter between his keen sense of observation and his desire never to separate the book from the text. From Rome to Geneva, from Saint Ignatius of Loyola to John Calvin, his intellectual journey is first and foremost that of a man for whom texts have a meaning. After the Greco-Latin humanities (1944–1950), Jean-François Gilmont entered the Society of Jesus, an order he left in 1964. He said little about the reasons for his departure from the order. Jean-François Gilmont was a talkative but modest man. He spoke mainly of his stay in Rome at the Gregorian University (Pontificia Università Gregoriana) and the teaching that was given there in Latin. During these “Jesuit years”, he acquired a degree in philosophy (Egenhoven-Leuven, 1957) and a degree in ecclesiastical history (Rome, 1962). Jean-François Gilmont was then very much influenced by the “Tuesday seminar” given by Roland Crahay at the University of Mons. One of the first non Anglo-Saxon, Roland Crahay, had measured the importance of research on ancient prints. Geneva and Strasbourg were two other essential centers in his intellectual formation. I shall confine myself to recalling the names of Henri Meylan, Alain Dufour, Jean Rott, and Rodolphe Peter, whose work on Calvin’s bibliography he took over and completed. In Brussels, at the Royal Library, Jean-François Gilmont had the good fortune to leave “isolation” by discussing his research with Marie-Thérèse Lenger and Elly Cockx-Indestege. After receiving much, he gave much. Jean-François Gilmont liked to help young researchers, and many of them have benefited from his in-depth re-readings and wise and sometimes prickly advice. Jean-François Gilmont preferred wit to flattery. The best that one could get out of him as a compliment was a: «not too bad». His latest paper book, gln 15-16 in 2015, is a tool, we would say in computer language. It accompanies his database. When I proposed to him during a meal in Geneva in 2014 to edit a book from his database, he looked up and said, «this is a foolish project». Familiar with his his blunt remarks, I didn’t give up. I managed to convince him that the time had come to establish an account of his research. It would be useful to have a manual that could be flipped through, complete with unpublished indexes, which would enable him to query his electronic database with greater finesse. He then set to work extracting a short title catalogue and composing these new indexes. He was already over 80 years old, but as always, when we worked together, I was amazed to see him work so quickly. All specialists of the Reformation are familiar with his bibliographies of Crespin (1981) and Calvin (1991–2000), which have become “must-haves”, as well as his research on The French Evangelical Book before Calvin (2004). He has accompanied this work with essays in which he draws on the discoveries made during his patient work as a bibliographer. In particular his book Calvin et le livre imprimé (1997) and this singular collection, Le livre et ses secrets (2003), a mixture of published and rewritten texts, and unpublished articles opening up avenues for reflection on the survival of ancient books, or on how to read and compile bibliographies. Like many Belgian historians, Jean-François never lost sight of the fact that there was an individual behind a historical figure. Insupportable mais fascinant. Jean Calvin, ses amis, ses ennemis et les autres (2012) is a good illustration of his biographical approach. He has edited about ten collective works and created the collection Nugæ humanisticæ. We had the pleasure of co-directing 16 volumes in this collection (2000–2014) at Brepols. Each of these books was an adventure, as they were conceived to open up new avenues of research. The volume on La page de titre à la Renaissance (2008) is representative of this conception. While he proclaimed that «vagueness is not admissible in bibliographical doctrine» (Le livre et ses secrets), he was not afraid of imperfection when it came to the history of ideas, because he knew that a successful book is a work to be continued. – Alexandre Vanautgaerden

 

 

Cronache

Mostre

L’invenzione del colpevole. Il “caso” di Simonino da Trento dalla propaganda alla storia, Trento, Museo Diocesano, 14 dicembre-13 aprile 2020 (prorogata sino al 15 settembre). Se le mostre di cui ci si occupa sulle pagine di «AB» sono sempre tra le più belle e significative via via organizzate, questa di Trento spicca non solo per la pregnanza del materiale esposto (in larga parte – ma non solo – proveniente da diverse istituzioni locali, in primis lo stesso Museo Diocesano), ma per l’intelligente apparato didattico che, affidandosi a una organizzazione abbastanza classica (pur non prescindendo da qualche video e da una ricostruzione con filmati ad hoc all’interno di una sala virtuale), sa però presentare una vicenda complessa e “politicamente sensibile” con grande intelligenza e ponderazione. In ciò l’accorta allestitrice, Domenica Primerano, direttrice del Museo, ha messo saggiamente a frutto il ricco lavoro di scavo e documentazione da cui nasce la mostra e che viene ampiamente proposto dall’imprescindibile catalogo, di cui si darà ragione sul prossimo «AB»: qui ci si accontenta di alcune note più generali nate dalla visita alla mostra stessa. Distribuita in alcune aree all’interno del consueto percorso espositivo, la mostra si concentra su un arco cronologico di circa cinque secoli, dagli orrendi fatti svoltisi a Trento fra 1475 e ’76 e gli anni del Concilio Vaticano II, con l’abolizione del culto di Simonino (1965). Si deve infatti all’impegno militante di don Igino Rogger (1919-2014), storico della chiesa trentina, la crescita di un movimento intellettuale di portata internazionale (e collegato alla sviluppo vaticano di una nuova impostazione dei rapporti col mondo ebraico) che volle prima, superando un passivo atteggiamento di devota ripetizione, affrontare una rilettura storico-critica dell’intera vicenda processuale per arrivare poi, con grande coraggio, a una revisione storiografica che porterà fino a giudicare nullo e falso tutto quanto era stato scritto e detto sul presunto santo, giungendo alla cancellazione del suo culto. Le vicende sono note: la sparizione del piccolo Simonino e il ritrovamento del suo corpo martoriato (tanta attenzione alla morte “anche di uno solo di questi piccoli” stride con quanto avverrà subito dopo: scrivo nei giorni del ritrovamento dei miseri resti del povero Gioele Mondello a Caronia nel messinese) portarono ad accusare la comunità ebraica di Trento di aver commesso uno di quegli omicidi rituali dei quali da tempo si favoleggiava un po’ in tutta Europa (ricordate le polemiche sorte pochi anni fa intorno al libro, poi ritirato e rimesso in circolazione in una versione “censurata”, Pasque di sangue di Ariel Toaff?). Sottoposti a tortura, gli ebrei confessarono e furono crudelmente messi a morte, i loro beni requisiti. Tra questi anche alcuni libri, finiti poi nella raccolta del dotto vescovo-principe, Johannes Hinderbach, uomo colto, formato ai fermenti della cultura umanistica, uomo “di sinistra” aperto alla nuova arte della stampa. Grazie proprio all’abile uso delle tecniche tipografiche il vescovo riuscì a lanciare il culto del novello martire, nullificando i rapporti aspramente critici proprio dell’inviato da Roma (e alla condanna dell’intera agio-poiesi da parte di papa Sisto IV), che vedeva giustamente nell’operazione una grossolana mistificazione, ma usava ancora sistemi di comunicazione manoscritta. Ben presto il culto del santo-bambino, collegato a una narrazione e a una iconografia dai toni accesamente antisemiti, si diffuse in un ampio spazio geografico (particolarmente sensibile il Bresciano), anche se col tempo, a partire dalla seconda metà del XVI secolo, più che la condanna dei presunti assassini, prevalse la valorizzazione del santo bambino, del santo innocente protettore dei più piccoli (vedi le foto di processioni et similia nella prima metà del Novecento). La mostra, a fianco di una ricchissima documentazione relativa al culto (dipinti, sculture, argenteria e oreficeria, reliquiari, l’officio proprio in un esemplare miniato), presenta carte d’archivio e documentazione libraria: celeberrima la grande silografia del Liber chronicarum di Hartmann Schedel. Il tutto (una esemplare ricostruzione di come si possa individuare, a proprio esclusivo vantaggio e sulla base di false accuse ovvero fake news, un colpevole) si pone in un tentativo generoso di inquadrare l’intera vicenda all’interno del suo contesto storico, in cui ebbe un ruolo decisivo anche la predicazione svolta dai francescani osservanti del tempo contro l’usura e a favore dello sviluppo dei banchi dei pegni. Piace inoltre che la mostra abbia pure contribuito a ricordare un celebre saggio dell’amico Ugo Rozzo che oltre vent’anni fa aveva insistito nel porre in risalto il nesso tra uso della stampa e affermazione della propaganda “agiografica” (Il presunto “omicidio rituale” di Simonino di Trento e il primo santo tipografo, «Atti dell’Accademia di scienze, lettere e arti di Udine», 1998, pp. 185-223). – Ed.B.     

L’opera e l’eredità di Armando Petrucci: tra paleografia, letteratura, storia e impegno civile. Seminario virtuale, 4 settembre 2020. L’appuntamento, organizzato per volontà di Antonio Olivieri e da lui stesso moderato, si inserisce all’interno dell’offerta formativa pensata per il neonato corso di laurea in Scienze del libro, del documento, del patrimonio culturale dell’Università degli Studi di Torino. L’obiettivo, evidente anche dal titolo, è di riflettere attorno alla figura di Armando Petrucci in una chiave doppia; prima considerandone l’opera, nei suoi elementi di originalità e di rilevanza, poi guardando all’influenza che questi hanno avuto e che continuano ad avere dentro e fuori il mondo dell’accademia. L’evento è stato pensato attorno a una serie di interventi svolti da chi ha incontrato Petrucci (in taluni casi anche solo scientificamente), così da restituire il ritratto di un maestro capace non soltanto di insegnare, ma di guidare e ispirare. Ad aprire la serie di interventi sono le considerazioni di Maurizio Vivarelli, che riflette specialmente sull’approccio di Petrucci al tema della lettura e alla sua capacità di cogliere la portata che i cambiamenti tecnologici hanno avuto e avranno nel mondo della fruizione dei testi, sottolineando quindi la sensibilità dello studioso. Sono seguite le parole di Jaques Dalarun, che ha curato la traduzione francese di Prima lezione di paleografia, resa con l’evocativo titolo Promenade au pais de l’écriture. Questi si sofferma soprattutto sui problemi che comporta tradurre l’opera di Petrucci, esperto di materie assai diverse fra loro, i cui testi pongono il traduttore di fronte alle proprie lacune e di fronte alla vastità degli orizzonti dell’autore. Attilio Bartoli Langeli, poi, riflette sulla figura di Petrucci considerandone aspetti d’eccezionalità e di inimitabilità. Ne restituisce una viva immagine di studioso fuori dal comune, di insegnante amato e di uomo profondamente inserito nelle lotte civili e politiche del suo tempo. Dalle parole di Bartoli Langeli emerge con forza il profilo del Petrucci militante e maestro di civiltà. Il tema è ripreso e rafforzato poi nell’intervento di Marco Palma, il quale riflette sull’impegno civile di Petrucci, che lo ha accompagnato nel corso di tutta la vita e che è stato parte integrante del suo atteggiamento verso l’Università e verso la società. Antonio Ciaralli ne ricorda poi gli orizzonti culturali, descrivendo Petrucci come un lettore onnivoro, curioso, interessato e attento a temi anche lontani da quelli immediatamente relativi alle materie di insegnamento. Poi, Augusto Cherchi, curatore del volume Armando Petrucci. Scrittura documentazione memoria, sottolinea invece come l’attenzione al metodo abbia sempre accompagnato la produzione petrucciana, e come in questa attenzione al rigore sia da cogliere la vera forza dei suoi lavori, capaci di riflettere su temi anche complessi e sfuggenti, su tutti quello dell’evoluzione dei media, con un’efficacia senza pari. Infine, Massimo Vallerani, ha evidenziato l’importanza dell’ambiente nel quale Petrucci si è mosso, considerando il seminario permanente “Alfabetismo e cultura scritta” come testimone di un movimento complesso che certo a Petrucci deve molto, ma che ha anche contribuito alla formazione di Petrucci stesso. In chiusura hanno portato i loro saluti Antonio Castillo Gómez e Francisco Gimeno Blay. L’appuntamento, in definitiva, restituisce l’immagine di un uomo eccezionalmente calato nel suo tempo, un intellettuale novecentesco a tutto tondo, uno studioso dinamico e una mente in costante divenire, capace di vivere i suoi tempi in una tensione continua e in grado, soprattutto, di sensibilizzare una vasta comunità di studiosi. – Marco Francalanci

La cultura nascosta: alla scoperta dei tesori della Biblioteca di San Vito, Somma Lombardo (VA), Castello Visconti di San Vito, 26-27 settembre 2020. Nell’ambito delle Giornate Europee del Patrimonio 2020, dal titolo “Imparare la vita”, il Castello Visconteo mostra per la prima volta al pubblico la sua biblioteca. Un ingente patrimonio librario di cui pochi conoscevano l’esistenza, ma stimato attorno ai 30.000 volumi perlopiù di epoca sette-ottocentesca. La biblioteca e l’intero castello sono attualmente gestiti dalla Fondazione Visconti di San Vito, dopo l’improvvisa scomparsa di Gabrio Visconti, ultimo erede dell’illustre casata milanese, deceduto a causa di un incidente stradale nel 1997. Dopo una breve introduzione sulla storia e le tecniche della trasmissione testuale a cura delle guide volontarie, i visitatori hanno potuto apprezzare il bellissimo scalone d’ingresso, con volta decorata a grottesche, e il Salone d’onore, sulle cui pareti spicca un delizioso ciclo di affreschi a soggetto mitologico-simbolico, non senza motivi autocelebrativi della famiglia Visconti. La biblioteca, collocata nell’ala nord del castello, si sviluppa in tre stanze contigue, anch’esse a pareti affrescate, accanto alla saletta che ospita una mirabile collezione di piatti da barba. Un mobile d’epoca con incastonata la data 1768 testimonia la presenza di una raccolta libraria nel castello di Somma fin dalla seconda metà del XVIII secolo per esplicita volontà del conte Carlo Ermes Visconti, che poi lasciò una parte della propria raccolta di manoscritti, incunaboli e cinquecentine (insieme anche a un fondo di libretti musicali e pubblicazioni sulla città di Milano) alla Società Storica Lombarda (si veda la relativa descrizione sul sito web). Tuttavia, non tutto il materiale antico appartenuto alla famiglia Visconti è confluito nel capoluogo lombardo: una parte (forse la più consistente?) è ancora custodita in provincia di Varese, in attesa di essere debitamente catalogata. Tra questi volumi non mancano esempi di rara bellezza, come la crestomazia di Giuseppe Flavio impressa a Lione dagli eredi Giunta nel 1566 (OPAC di SBN IT\ICCU\BVEE\012675) e la seicentina di Francesco Angeloni, La historia augusta da Giulio Cesare a Costantino il Magno, stampata a Roma da Andrea Fei nel 1641 (OPAC di SBN IT\ICCU\CFIE\003312), con le bellissime incisioni calcografiche di monete e medaglie. Di notevole interesse anche lo schedario otto-novecentesco, conservato integro, disposto in un pesante mobile di legno massiccio nella seconda stanza della biblioteca, che contiene le schede bibliografiche redatte per mano della bibliotecaria Carlotta Cotta Sacconaghi (insignita della Medaglia d’argento ai benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte il 2 giugno 1966). I volumi sono ordinatamente conservati secondo un criterio ottocentesco, con i formati più alti disposti ai piani passi e a salire i libri più minuti, spesso sistemati in doppia fila. La visita termina con una carrellata di ex-libris scovati tra i libri della biblioteca, a partire da quello appartenuto a Carlo Ermes Visconti, fino a quello dei suoi discendenti Alberto e Roberto. Notevole anche la presenza di altri fondi, di cui si possono distinguere con sicurezza quello della famiglia milanese Casati, portato a Somma Lombardo dopo il matrimonio tra Anna Casati e Carlo Ermes Visconti, e quello del nobile meneghino Carlo Piuri (1811-1876), perlopiù con libri di botanica. Non manca una piccola sezione catastale con mappe storiche relative ai possedimenti della famiglia Visconti, oltre a una raccolta di periodici ottocenteschi (sopra tutti, «La Perseveranza»), conservati in mastodontiche legature atlantiche in pelle verde smeraldo. Per maggiori informazioni storiche sul Castello Visconti di San Vito è disponibile online il recente volume I Visconti marchesi di San Vito. Tra storia, arte e araldica nel Castello di Somma Lombardo (Gallarate, Prodigi, 2019). – D.M.

Storie di pagine dipinte. Manoscritti e miniature recuperati dal Nucleo Tutela del Patrimonio di Firenze, Firenze, Palazzo Pitti, 24 giugno-4 ottobre 2020.

L’esposizione ospitata nelle sale di Palazzo Pitti, e di cui si spera di rendere ragione dell’importante catalogo in uno dei prossimi «AB», è di eccezionale interesse per diverse ragioni. Innanzitutto, stante l’importanza del materiale di cui si occupa, cioè la decorazione miniaturistica nei codici liturgici dell’Italia centrale in un arco cronologico che va dal Due al Cinquecento, perché mostra al pubblico una porzione del patrimonio culturale nazionale fin qui dimenticata (e addirittura “quasi” dispersa). In secondo luogo, perché offre l’occasione per mostrare l’operato positivo di un nucleo delle forze armate che si batte per la difesa del suddetto patrimonio, senza con ciò ricorrere a toni forcaioli. In terzo luogo, perché, superando l’idea un po’ astratta del capolavoro assoluto (che qui manca), mostra invece l’importanza della salvaguardia di un patrimonio minuto ma prezioso, più quotidiano ma pregevole per la sua antichità e la sua fitta connessione col territorio e le istituzioni fratesche e monastiche cui era collegato. Da ultimo, perché si dimostra capace di ricondurre questi lacerti preziosi alla loro integrità di codice liturgico, riletto nell’ambito del suo contesto d’uso e della comunità religiosa cui è appartenuto. Di tutto ciò va reso merito alla curatrice, Sonia Chiodo, che ha organizzato con garbo, chiarezza e precisione il percorso, permettendo di muoversi tra l’altro, fra i corali provenienti dal convento dei Minori Osservanti di San Lucchese a Poggibonsi, oggetto di ben due furti (negli anni  ’30 del Novecento e poi di nuovo nel 1982), gli oltre venti volumi dell’abbazia benedettina di Montemorcino in Umbria (trasferiti nell’abbazia di Monte Oliveto Maggiore ad Asciano, vennero rubati nel 1975) e l’Ufficio dei Morti di Leone X de’ Medici, prezioso ed elegante come si conveniva a quel papa. Semmai sarà da osservare che i furti cui si tenta qui di rimediare sono, guarda caso, quasi sempre recenti (cioè inerenti all’epoca post-conciliare) quando, tra diminuzione dei religiosi e confusione liturgica, le comunità monastiche cui erano affidati persero un reale interesse per la conservazione e la tutela del proprio patrimonio. Giustamente ha affermato il generale di brigata Roberto Riccardi, comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela Patrimonio Culturale: «L’avvio di questa mostra è carico di significati importanti. È una luce che si accende alla fine del tunnel, la bellezza che sopravvive all’orrore e torna a rincuorarci. È la traccia di un impegno per la difesa dell’arte che niente e nessuno potrà fermare. È il segno di un’attenzione, quella della direzione degli Uffizi, verso la quale sento di esprimere, a nome di tutti i Carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale, la più profonda e affettuosa riconoscenza». – Ed.B.

 

Taccuino

Iniziative C.R.E.L.E.B.

“Il canale dei libri”. Proseguono le pubblicazioni, con cadenza almeno settimanale, dei contenuti prodotti per “Il Canale dei libri” su Youtube. Nella sezione “Dialoghi di Urbisaglia” interviste a piccoli e grandi protagonisti del mondo del libro e del suo studio. In quella “IDEa” incontri sulla realtà viva dell’editoria contemporanea e del mercato librario. In fine, in “Eventi” seminari, letture, riflessioni sul libro e la lettura. Nato nel momento del lockdown, il Canale vuole però contribuire a tenere viva l’intelligenza per aiutare il superamento dell’emergenza. Si tratta del più ricco e aggiornato repository italiano a libero accesso dedicato al mondo del libro, con oltre 22.000 visualizzazioni, più di 650 iscritti e circa 80 video caricati, in continuo aumento.

 

Brixia Typographica. La grande tradizione dei tipografi bresciani. Il contributo della Raccolta Lanfranchi. Palazzolo sull’Oglio (BS), Villa Lanfranchi, via Zanardelli 81 | 11 ottobre-15 novembre 2020

Giacinto Ubaldo Lanfranchi nella sua passione per il collezionismo librario ebbe un’attenzione particolare verso la tipografia bresciana d’antico regime: è grazie a questa sua cura che la raccolta da lui creata è oggi una delle più ricche a livello internazionale di antiche edizioni stampate a Brescia. Proprio questo è il tema della mostra Brixia Typographica. Il contributo è della Raccolta Lanfranchi che, nella consueta cornice di Villa Lanfranchi, esporrà dall’11 ottobre al 15 novembre 2020 una selezione di preziosi volumi antichi: un percorso che guiderà il visitatore alla scoperta dei principali protagonisti dell’editoria bresciana a partire dalle origini fino al 1800, introducendolo alla conoscenza di un settore che portò la città a essere una delle realtà più importanti della Penisola. Una esposizione ricca di esemplari pregiati e in alcuni casi particolarmente rari, impreziosita ancor di più dalla presenza di un’edizione cinquecentesca finora sconosciuta, la cui copia è quindi oggi unica al mondo, concessa in prestito per l’occasione da un collezionista privato ed esposta al pubblico per la prima volta. La mostra è però anche l’occasione per tornare a godere di un patrimonio culturale importante, quello della Raccolta Lanfranchi, nuovamente accessibile dopo la difficile situazione che ha interessato l’Italia, la Lombardia e la provincia di Brescia in particolare: un momento che vuole essere un gioioso ritrovarsi insieme e uno stimolo alla ripresa delle attività, anche grazie alla riscoperta delle vicende del passato. L’esposizione, la cui realizzazione è stata curata dal Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca (CRELEB) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, verrà inaugurata ufficialmente, alla presenza delle autorità, il giorno 11 ottobre alle ore 15 nella sede di Villa Lanfranchi. Interverranno il prof. Edoardo Barbieri, Ordinario di storia del libro all’Università Cattolica di Milano e Brescia e direttore del CRELEB e il dott. Fabrizio Fossati, curatore della mostra. La mostra sarà visitabile nelle giornate 11, 18 e 25 ottobre, nonché 1, 8 e 15 novembre oppure su appuntamento per gruppi e scuole.

Per informazioni e prenotazioni: UFFICIO CULTURA - Comune di Palazzolo sull'Oglio | cultura@comune.palazzolosulloglio.bs.it / tel. 030 7405520

 

Cultural heritage travels: books across seas and mountains.

An international Seminary in partnership between the University of Franche-Comté (Besançon) and the Catholic University of Sacred Heart of Jesus (Milan)

First digital edition, Monday 9th November 2020, h. 15.00-17.00

Welcome and opening remarks by Rudy Chaulet and Edoardo Barbieri

Speechs by Vincent Giroud, Luca Rivali, David Wrisley

Discussion and Conclusion

Partecipazione solo a inviti (scrivere a creleb@unicatt.it)

 

Lab.Lab. Laboratorio Libro Antico in Biblioteca - Alcune esperienze di mostre librarie in biblioteca (aspettando il convegno “A libro aperto” rimandato al settembre 2021)

Università Cattolica del Sacro Cuore (sede di Brescia) e Fondazione Ugo Da Como (Lonato del Garda) – Special Digital Edition 2020, 17 e 24 novembre 2020

Il laboratorio Lab.Lab., iniziato lo scorso anno, prosegue l’idea lanciata di creare uno spazio di incontro dedicato a studenti e bibliotecari che si occupano del materiale antico e prezioso. Quest’anno le tematiche trattate preannunciano i temi che verranno sviluppati nel convegno internazionale “A libro aperto”, previsto a Milano verso la fine estate 2021. 

Martedì 17 novembre 2020 ore 16-17.30

modera Edoardo Barbieri

Isabella Fiorentini (Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana di Milano)

Alessandro Tedesco (Biblioteca “Card. Carlo Maria Martini” del Seminario Arcivescovile di Milano)

Martedì 24 novembre 2020 ore 16-17.30

Modera Luca Rivali

Paola Sverzellati (Biblioteca del Seminario Vescovile di Lodi)

Marco Callegari (Biblioteca del Museo Bottacin di Padova)

I seminari si svolgeranno in diretta su “Il canale dei libri” di Youtube, dove le registrazioni saranno disponibili anche in seguito.

 

Collezionisti in Toscana: libri, lettori, librerie. La passione d’aver libri

Firenze, Museo Stibbert | sabato 21 novembre 2020

¶ ore 9.30 – Saluti

Enrico Colle, Direttore del Museo Stibbert

Maurizio Pera - Studio bibliografico Pera

Carlo Salvioni - Società Bibliografica Toscana

Giuseppe Rogantini, Associazione amici della Crusca

ore 10 – Presentazione

Rotary International Fellowship of old and rare antique books and prints

Rodolfo Cigliana, Delegato distretto 2071

Rotary International per le celebrazioni dantesche

Paolo Tiezzi Maestri, presidente Fellowship

¶ ore 10.30 – Presentazione del primo volume del Catalogo delle edizioni del XVI secolo della Biblioteca di Villa Classica con Giovanni Cipriani - Jacopo Tiezzi Maestri

¶ ore 11 – Pausa caffè

¶ ore 11.30 – Parlano i collezionisti: Edoardo Barbieri intervista Paolo Malesci, Andrea del Re, Ettore Pellegrini, Stefano Del Corto

 

Con la penna e con il torchio. Produzione e diffusione di testi normativi di prìncipi e città nell’Italia centro-settentrionale della prima età moderna

Milano, Archivio di Stato di Milano | lunedì 14 e martedì 15 dicembre 2020

Il passaggio dalla cultura manoscritta a quella tipografica ha comportato un trasferimento del patrimonio scritto da una tecnologia all’altra, ridefinendo i canoni nella trasmissione dei saperi e la nascita di nuove forme di comunicazione. Tra i primi a dover fare i conti con questa realtà, gli istituti del potere dovettero adattarsi ai nuovi mezzi tecnologici per diffondere adeguatamente le proprie leggi, tanto nei consueti formati librari, quanto attraverso la produzione di bandi e proclami in fogli volanti. Alla luce di questa transizione, il convegno internazionale Con la penna e con il torchio. Produzione e diffusione di testi normativi di prìncipi e città nell’Italia centro-settentrionale della prima età moderna vuole essere un momento di riflessione su produzione, fruizione e conservazione di testi normativi. Inserito all’interno del progetto PRIN (2017) The Dawn of Italian Publishing. Technology, Texts and Books in Central and Northern Italy in the Fifteenth and Sixteenth Centuries, l’evento sarà ospitato dall’Archivio di Stato di Milano nel pomeriggio di lunedì 14 dicembre 2020 e nella mattina di martedì 15 dicembre. Il variegato scacchiere geopolitico dell’Italia centro-settentrionale rappresenta un contesto privilegiato per osservare da vicino in che modo le tipografie entrarono in maniera attiva nella costruzione dell’identità e del discorso politico di ducati, principati e repubbliche rinascimentali. In questo contesto, l’ampiezza di problematiche e questioni aperte permette di affrontare il tema da prospettive proprie ora della storia del libro, ora di quella istituzionale.

avvertenza Covid-19: A seconda delle condizioni epidemiologiche che si verranno a creare nella città di Milano a metà di dicembre 2020 il convegno si svolgerà in presenza o da remoto.

Il Convegno rientra nelle iniziative di formazione e aggiornamento del personale della scuola organizzate dall’Università Cattolica, in quanto Soggetto qualificato dal MIUR ai sensi della Direttiva n. 170 del 21/03/2016. La partecipazione dà luogo agli effetti giuridici ed economici previsti dalla normativa vigente (nota MIUR n. 2915 del 15/09/2016).

Lunedì 14 dicembre 2020, h. 14.00-18.00

Saluti di Benedetto Luigi Compagnoni (Archivio di Stato di Milano)

Modera Edoardo Roberto Barbieri (CRELEB - Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), intervengono:

Francesco Salvestrini (Università degli Studi di Firenze), Celebrazioni ed epitaffi di una tradizione municipale. Riflessioni storiografiche sulla stampa degli statuti in alcune città toscane del XVI secolo

Stephen Milner (British School of Rome), I bandi fiorentini nell’età repubblicana tra sorveglianza e autogestione sociale

Davide Martini (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), “Nuperrime castigata, et quam accuratissime impressa”: le riforme statutarie della Repubblica di Lucca e la promozione di iniziative editoriali tra XV e XVI secolo

Mathieu Caesar (Université de Genève), Il duca, gli Stati e i comuni. Ordinanze e statuti a stampa in area sabauda tra fine ’400 e inizio ’500

Alessandro Tedesco (Biblioteca “Card. Carlo Maria Martini” del Seminario di Milano), Gli Statuti di Brescia di Tommaso Ferrando: tra stampa e annotazioni manoscritte. Indagine sulla ricezione della prima edizione del corpus statutario bresciano

Discussione e visita alla mostra documentaria

 

Martedì 15 dicembre 2020, h. 10.00-13.00

Modera Mathieu Caesar (Université de Genève), intervengono:

Paolo Tinti (Università Alma Mater Studiorum di Bologna), Bandi, manifesti e moduli a stampa a Bologna nel Quattrocento: primi sondaggi d’archivio

Marco Francalanci (Università degli Studi di Milano - Universidad de Alcalà), Controllare la comunicazione istituzionale. Le gride milanesi del primo Cinquecento fra produzione manoscritta e tipografica

Monica Bocchetta (Università degli Studi di Macerata), “Pro commodiori lectione”. Gershom Soncino e la stampa degli statuti cittadini di Fano, Jesi e Rimini

Luca Montagner (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), Dagli Statuti di Valtellina alla propaganda contro il regno dell’Anticristo. La tipografia di Dolfino Landolfi “in media ipsa Italia”

Stefano Cassini (Università Ca’ Foscari di Venezia), “Le stampe in corpo, e in fogli volanti”: alcune riflessioni sulla stampa pubblica a Venezia nel Saggio di bibliografia veneziana di Emmanuele Antonio Cicogna

Discussione

Conclusioni: Antonio Castillo Gómez (Universidad de Alcalà)

Accesso libero previa iscrizione

Per scaricare il programma del convegno: https://centridiricerca.unicatt.it/creleb-home

Segreteria organizzativa: Marco Francalanci e Davide Martini (convegno.statuti@gmail.com)

 

 

 

 

Incontri, mostre e seminari

a cura di E.G. e R.V.

 

Francesco Martinengo Colleoni. Dall’Europa al Mediterraneo

Castello di Cavernago (Bergamo) | Domenica 6 settembre 2020

Nel 2021 cadrà un doppio anniversario: i quattrocento anni dalla morte di Francesco Colleoni (1548 circa-1621, personaggio di spicco del suo tempo, attivo soprattutto fra Piemonte e Lombardia) e i quattrocentocinquanta anni dalla gloriosa battaglia di Lepanto, cui lo stesso Colleoni prese parte. Il comune di Cavernago, grazie anche a non poche novità documentarie, ha anticipato le celebrazioni già previste per l’anno venturo organizzando un convegno ad hoc sulla figura del Colleoni e della moglie Beatrice Langosco dei conti di Stroppiana.

§ 16­-16.30 Accoglienza e registrazione dei partecipanti § 16.30-17 Saluti istituzionali: Giuseppe Togni (Presidente del Progetto Coglia e sindaco di Cavernago), Mario Seghezzi (Sindaco di Martinengo), Antonio Castello (Sindaco di Pianezza), Davide Casati (Sindaco di Scanzarosciate), Angelo Colleoni (Presidente Pro loco Due Castelli), Carlos Gonzaga (Castello di Cavernago) § 17-17.10 Gabriele Medolago (Direttore Progetto Coglia), Introduzione ai lavori § 17.10-17.30 Paolo Pellegrini (Università degli Studi di Verona), Dalla fine delle guerre d’Italia al ripristino dell’equilibrio: l’epoca di Francesco Martinengo Colleoni § 17.30-17.50 Gabriele Medolago (Direttore Progetto Coglia), Francesco Martinengo Colleoni dall’Europa al Mediterraneo § 17.50-18.10 Giovanna Franceschin Ravasio (Castello di Malpaga), Francesco Martinengo Colleoni e Venezia § 18.10-18.30 Maria Mencaroni Zoppetti (Presidente dell’Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo), In scena per amore. Cavalieri e commedianti in una notte di maggio del 1602 § 18.30-18.40 Dibattito § 18.40-18.50 Conclusioni § 18.50-19.30 Rinfresco

Per informazioni:

035-840513 (interno 9)

www.coglia.org

info@coglia.org

 

Mastica brodo Papè Satàn e... abbozza

Sassari, Biblioteca Universitaria | fino al 24 settembre

La mostra – organizzata dall’Associazione culturale Aristeo in collaborazione con la Biblioteca Universitaria di Sassari – propone immagini e sorrisi nella satira d’altri tempi attraverso figurine, pupazzetti e caricature tratte dai vari periodici e giornali sardi di fine Ottocento-inizi Novecento posseduti dalla biblioteca.

Per informazioni:

bu-ss@beniculturali.it

http://www.circoloaristeo.org/aristeo/

 

Incisa nel tempo. L’opera di Teodoro Cotugno donata alla Diocesi di Lodi

Lodi, Seminario vescovile | 28 settembre 2020, ore 21

Presentazione del catalogo delle incisioni donate da Teodoro Cotugno alla Diocesi di Lodi.

Sarà presente l’a., Valentina Fagnani, che dialogherà della propria esperienza con don Luca Anelli, direttore del Museo diocesano d’Arte sacra. Il pubblico potrà inoltre visionare in loco alcune opere dell’artista in esposizione. 

Ingresso libero fino a esaurimento posti nel rispetto delle norme anti-Covid.

 

Icone di Scienza. Autobiografie e ritratti di naturalisti bolognesi della prima età moderna

Bologna, Museo di Palazzo Poggi – Via Zamboni 33 | fino al 30 settembre 2020

La mostra – organizzata dal Sistema Museale dell’ateneo bolognese, dalla Biblioteca Universitaria e dal Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Università di Bologna – ripercorre la storia della scienza in città nella prima età moderna attraverso le autobiografie e i ritratti dei suoi principali protagonisti. Alla documentazione iconografica si affiancano altri materiali (medaglie, sculture, monumenti lapidei, epigrafi, libri, album, manoscritti e lettere) che mostrano come i naturalisti bolognesi, dal Rinascimento alla fine del Settecento, avessero elaborato sofisticate tecniche di autorappresentazione alle quali attribuivano grandissima importanza per migliorare/affermare l’eminenza della propria reputazione.

Per informazioni e prenotazioni: https://sma.unibo.it/it/agenda/icone-di-scienza-mostra

 

Festival “Insieme” del Centro per il libro e la lettura

Roma, Cavea dell’Auditorium | Giovedì 1 ottobre 2020, ore 16

Il Centro per il libro e la lettura apre il ricco programma del Festival Insieme – lettori, autori, editori, in programma dal 1° al 4 ottobre al Parco Archeologico del Colosseo e all’Auditorium Parco della Musica di Roma, con una riflessione e una testimonianza diretta sul potere taumaturgico della lettura: l’appuntamento è con La cura dei libri, giovedì 1 ottobre alle 16, nella Cavea dell’Auditorium.

Il racconto di cosa i libri possono fare per noi, e cosa noi possiamo fare per i libri, inizia con le parole dello scrittore Paolo Giordano, che ricorda quanto sia positivo il contagio della passione per la lettura. Proprio durante il periodo delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, infatti, i libri si sono dimostrati particolarmente di conforto, non solo per evadere con la mente ma anche per acquisire nuove competenze e conoscenze e impiegare al meglio quel tempo sospeso. Le capacità affinate dall’abitudine alla lettura, inoltre, sono tornate utili per distinguere le notizie dalle bufale, la verità dal rumore di fondo, e per capire come e dove approfondire gli argomenti principali legati alla pandemia. Anche sul fronte medico la lettura è stata un’alleata fondamentale, come spiega Alberto G. Ugazio, direttore dell’Istituto per la salute del bambino e dell’adolescente dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, che condivide con il pubblico l’esperienza del reale e quasi magico potere curativo dei libri nella crescita dei bambini. Dalla scuola in ospedale alle tante attività di gioco e istruzione sia in corsia che in casa, i libri si confermano strumenti irrinunciabili e prediletti per una salute equilibrata dei più piccoli. A coordinare l’incontro, il direttore del Cepell Angelo Piero Cappello, il quale illustra brevemente anche le iniziative che il suo istituto cura da anni, come il Programma 0-6, il progetto Città che legge e le campagne nazionali Il Maggio dei Libri  - nella quale rientra questo evento romano - e Libriamoci. Giornate di lettura nelle scuole.

Un appuntamento per scoprire quindi come la cura dei libri sia quella che riceviamo dalle pagine di una storia, che giunge in nostro soccorso nei momenti bui o ci illumina nella comprensione di noi stessi, di idee, fatti e persone, e anche quella di cui questa straordinaria invenzione ha sempre bisogno, affinché tale presidio di cultura e civiltà continui a diffondersi superando ogni ostacolo, e accompagni con passione per tutta la vita.

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria su www.insiemefestival.it 

Ufficio stampa Il Maggio dei Libri, tel. 02-45475230; mail: exlibris@exlibris.it.

 

Terre di mezzo. Superare la distanza, conservare la memoria

Firenze, Università di Firenze, Aula Magna Rettorato | 1 ottobre 2020, ore 11

La conversazione si concentra sui mezzi e le forme della comunicazione in una prospettiva diacronica che va dall’invenzione della scrittura all’attuale editoria accademica. Il filo rosso è un viaggio attraverso i contesti e le situazioni sociali in relazione all’innovazione tecnologica in ambito comunicativo scientifico che ha segnato le diverse epoche.

§ Chair: Marcello Garzaniti (Università di Firenze); § Speakers: Roberto Delle Donne (Università di Napoli “Federico II); Roberta Lanfredini (Università di Firenze); Graziano Ruffini (Università di Firenze); § Discussants: Fulvio Guatelli (Università di Firenze); Alessandro Pierno (Università di Firenze)

È possibile seguire l’evento in diretta streaming all’indirizzo: www.unifi.it/mod-MDVideo.html.

Per informazioni: marta.tiezzi@unifi.it

 

Convegno di studi Dante poeta della patria. Temi e suggestioni intorno al centenario del 1865 tra Firenze, Ravenna e Venezia

Venezia, Biblioteca nazionale Marciana. Libreria Sansoviniana | 6 ottobre 2020, ore 10

Il convegno vuole offrire una riflessione interdisciplinare sul sesto centenario della nascita del Poeta nelle tre città sedi delle Istituzioni proponenti, che per diversi motivi furono profondamente segnate da quelle celebrazioni. Il VI centenario dantesco rappresentò, del resto, un momento altamente significativo sotto il profilo politico e simbolico, centrale nella elaborazione della nuova “religione della Patria” eretta a fondamento del processo risorgimentale, in quanto il primo celebrato dopo il raggiungimento dell’unità d’Italia. Mentre a Firenze le iniziative dantesche, culminate con l’inaugurazione in Piazza Santa Croce dell’imponente monumento a Dante opera dello scultore ravennate Enrico Pazzi, furono un modo per affermare solennemente il nuovo status di capitale del Regno d’Italia; a Ravenna il ritrovamento fortuito delle ossa del Poeta durante i lavori di restauro del Quadrarco di Braccioforte, con la loro successiva ostensione pubblica a fianco del sepolcro del Morigia, conferirono al centenario una connotazione quasi sacrale. Diverso il caso di Venezia, ancora sotto il dominio austriaco, dove le celebrazioni dantesche, inevitabilmente ristrette all’ambito letterario-filologico per aggirare la censura asburgica, furono nondimeno l’occasione per un’affermazione dei sentimenti nazionali.

Programma: § Sandro Rogari, Fra Firenze e Ravenna: la costruzione del poeta della patria § Marco Callegari, L’editoria veneziana nella terza dominazione austriaca § Giovanni Fanti, Da Ravenna a Firenze: una statua per Dante § Silvia De Santis, Percorsi dell’iconografia dantesca nel sec. XIX § Giovanni Gardini, L’“invenzione” delle ossa di Dante. Il ritrovamento del 1865 § Susy Marcon, Dante veneto nelle celebrazioni del 1865 § Federica Benedetti, Fondi documentari conservati a Venezia relativi al centenario del 1865 § Claudia Foschini, Le celebrazioni dantesche a Ravenna nel 1865: la raccolta di carte e atti fra la Biblioteca Classense e l’Archivio storico comunale

 

Per garantire il necessario distanziamento, il convegno sarà trasmesso sul canale YouTube della Biblioteca, con possibilità di interagire tramite chat, al link: https://www.youtube.com/channel/UCesk4_I8FuO08GpqmnYJINg

Sarà possibile accedere in presenza, esclusivamente su prenotazione, fino ad un massimo di 16  persone.

Per la prenotazione: https://marciana.venezia.sbn.it/eventi-e-mostre/visite-guidate?evento=5043

 

Lavorare in Editoria. A colloquio con… i professionisti del settore

Ciclo di eventi online | Dal 7 ottobre al 4 novembre 2020

Diretta live e Registrazione dell’evento su:

www.youtube.com/c/Ilcanaledeilibri

www.facebook.com/MasterEditoriaUnicatt/live

Molti studenti terminano l’università con la convinzione che lavorare in editoria significhi leggere e correggere bei romanzi d’autore, oppure che l’editoria si riduca a una contrapposizione tra “piccola editoria di qualità” e “editoria commerciale”. Ma l’editoria è molto di più.

Editrice Bibliografica e i Master in Editoria dell’Università Cattolica organizzano un ciclo di dirette streaming per raccontare le professioni che animano il settore dell’editoria e della comunicazione.
Dall’editor al redattore, dal responsabile degli ebook all’ufficio diritti, passando per il copywriter: un percorso per aiu
tare chi vuole lavorare con parole e testi a individuare la professione più adatta alle proprie attitudini.

§ Mercoledì 7 ottobre, ore 18.00

Lavorare in editoria. A colloquio con i social media manager

La figura del social media manager è divenuta fondamentale per una casa editrice e per ricoprire questo ruolo servono tanta creatività e molte conoscenze specifiche. Ce ne parleranno Davide Giansoldati, esperto di marketing digitale e docente di social media per l’editoria nei Master dell’Università Cattolica, e Massimo Salomoni, fondatore dell’Agenzia Smack – Comunicazione di Parola. Insieme mostreranno come costruire una strategia di comunicazione efficace e racconteranno i trucchi di un mestiere nuovo, ma che non lascia più spazio all’improvvisazione.

§ Mercoledì 14 ottobre | ore 18.00

Lavorare in editoria. A colloquio con la redattrice e l’editor

Come si fa un libro? Quali sono le fasi che ne caratterizzano la produzione?

Il lavoro che porta alla creazione di un libro, dalla correzione delle bozze al Visto si stampi, raccontato da una redattrice e da una editor. Elisa Calcagni, redattrice freelance e docente dei Master dell’Università Cattolica, e Alessandra Berello, editor di narrativa per ragazzi, entreranno nel vivo del mestiere editoriale.

§ Mercoledì 21 ottobre | ore 18.00

Lavorare in editoria. A colloquio con il responsabile distribuzione e promozione di ebook

Non di sola carta è fatta l’editoria. L’ebook gioca un ruolo di vitale importanza nel settore. Professionisti esperti in promozione e vendita si occupano di gestirne il collocamento e la distribuzione nei maggiori player online, lavorando con le case editrici per migliorare le performance dei loro prodotti digitali. Andrea Cirillo, Bookrepublic, parlerà di questo sbocco professionale valido e interessante per tutti gli amanti dell’editoria.

§ Mercoledì 28 ottobre | ore 18.00

Lavorare in editoria. A colloquio con l’ufficio diritti

L’ufficio diritti è una funzione cruciale della casa editrice, ponte tra autori, agenzie letterarie, case di produzione ed editori italiani e stranieri. Cristina Foschini, Direttore Ufficio diritti e acquisizioni del Gruppo Editoriale Mauri Spagnol e docente del Master BookTelling dell’Università Cattolica, traccerà il quadro di un’attività appassionante per tutti coloro che vogliono mettere a frutto amore per i libri e per le lingue e competenze gestionali.

§ Mercoledì 4 novembre | ore 18.00

Lavorare in editoria. A colloquio con il copywriter

Come spendere le competenze redazionali al di fuori del mondo del libro? Per chi ama lavorare tra e con le parole, una professione stimolante è sicuramente quella del copywriter, che trova spazio nella comunicazione e nella pubblicità. A raccontarla Rodolfo Croce, copywriter freelance, consulente creativo per gruppi televisivi ed editoriali internazionali, autore e sceneggiatore.

 

Presentazione del volume di Enzo Di Martino: A proposito di Piranesi. Una rilettura (Venezia, CLEUP, 2019)

Venezia, Biblioteca nazionale Marciana | 15 ottobre 2020

Con questo volume, l’autore si propone di chiarire alcuni punti fondamentali della storia personale e della lettura critica della opera di Piranesi.

Giovan Battista Piranesi (Venezia 1720 – Roma 1778), notissimo incisore e architetto, tra le figure più importanti del Settecento europeo, è uno degli artisti più studiati e conosciuti della storia dell’arte. La sua vicenda esistenziale ed espressiva ha alimentato per tre secoli, nella vasta bibliografia che lo riguarda, una serie notevole di omissioni, malintesi e fraintendimenti.

Lo scopo di questa pubblicazione è di rivisitare criticamente alcuni punti fondamentali della vita dell’artista e della lettura critica della sua opera.

Per garantire il necessario distanziamento, la conferenza sarà trasmessa sul canale Youtube della Biblioteca, con possibilità di interagire tramite chat, al link:

https://www.youtube.com/channel/UCesk4_I8FuO08GpqmnYJINg

Sarà possibile accedere in presenza, esclusivamente su prenotazione, fino ad un massimo di 20 persone.

Per la prenotazione: 

https://marciana.venezia.sbn.it/eventi-e-mostre/visite-guidate?evento=5048

 

Carta d’Epoca. 13a mostra mercato della stampa e del libro antico

Lucca, Centro Culturale Agora, piazza dei Servi | sabato 17 e domenica 18 ottobre 2020

La manifestazione Carta d’Epoca giunge quest’anno alla tredicesima edizione, realizzata dal Comune di Lucca con la collaborazione degli operatori del settore, in particolare librai e negozianti di stampe. Ospitata nella stupenda cornice del Centro Culturale Agorà, nel centro storico di Lucca, Carta D’Epoca si presenta al pubblico degli appassionati e dei collezionisti, degli operatori commerciali del settore e di chiunque voglia vedere dal vivo stampe di alto valore e interesse. Si tratta di un’occasione da non perdere per scoprire fascinosi gioielli dell’editoria e ammirare stampe d’epoca. Saranno infatti esposte opere di prestigio da circa 25 espositori italiani, esperti antiquari, specializzati in libri e stampe d’epoca provenienti da ogni parte d’Italia che rendono questo appuntamento un punto fermo nell’ambito della tradizione antiquaria della città.

Ingresso libero.

 

Giornata di studi “Restaurare per conoscere”: il Dittico bessarioneo, il Globo celeste di Coronelli e la Mappa cordiforme di Hajji Ahmed

Venezia, Biblioteca nazionale Marciana | 20 ottobre 2020, dalle ore 10.30

Verranno illustrate le metodologie adottate nel restauro, dando particolare rilievo alle campagne diagnostiche e alle diverse fasi degli interventi, calibrati su opere molto diverse tra loro e già restaurate e rimaneggiate in passato.

Per garantire il necessario distanziamento, il convegno sarà trasmesso sul canale YouTube della Biblioteca, con possibilità di interagire tramite chat, al link:

https://www.youtube.com/channel/UCesk4_I8FuO08GpqmnYJINg 

Sarà possibile accedere in presenza, esclusivamente su prenotazione, fino ad un massimo di 18 persone.

Per la prenotazione:

https://marciana.venezia.sbn.it/eventi-e-mostre/visite-guidate?evento=5049

 

I Seminario Hispano-Italiano en Biblioteconomía y Documentación: “Estado actual y perspectivas de futuro”

Seminario online | Giovedì 29 e venerdì 30 ottobre 2020

Programma:

§ 1. Organización de los estudios en España y en Italia / Organizzazione degli studi in Spagna e in Italia: Mauro Guerrini (UNIFI), Vittorio Ponzani (La Sapienza), Ernest Abadal (UB), José Luis Gonzalo (UCM) § 2. Revistas científicas / Riviste scientifiche: Mercedes Caridad (UC3), Daniel Martínez Ávila (UC3), Giovanni Solimine (La Sapienza), Alberto Salarelli (Unipr) § Invitados: Juan Carlos Marcos Recio (UCM) § 3. Mercado Editorial / Mercato editoriale: María Olivera Zaldua (UCM), Fátima García (UC3), Andrea Capaccioni (UniPg), Paola Castellucci (La Sapienza) § 4. Asociaciones científicas / Associazioni scientifiche: Antonio Carpallo Bautista (UCM), Sara Martínez Cardama (UC3), Giovanni Di Domenico (Unisa), Marisa Borraccini (Unimc) § Invitados: Maria Teresa Biagetti (Università di Roma “La Sapienza”), Loretta De Franceschi (Università di Urbino). § 5. Bibliotecas, archivos y centros de documentación / Biblioteche, archivi e centri di documentazione: Maurizio Vivarelli (Unito), Chiara Faggiolani (La Sapienza), Benito Rial Costas (UCM), Ana María Morales (UC3), Margarita Pérez Pulido (Unex) § Invitados: Maddalena Battagia, Alberto Del Fabbro.

 

La Biblioteca Marciana. Riflessioni di oggi e di ieri sull’acqua alta

Venezia, Biblioteca nazionale Marciana (sale monumentali, Piazzetta San Marco 13/a) | Giovedì 12 novembre 2020, ore 17

Si tratta dell’evento conclusivo del ciclo La laguna e il suo territorio (serie di incontri a tematica veneziana e lagunare aperti alla cittadinanza). Discuteranno del tema Stefano Campagnolo (direttore della Biblioteca Nazionale Marciana) e Maddalena Bassani (Centro Studi ClassicA - IUAV)

 

Piranesi a Milano

Milano, Biblioteca nazionale Braidense | Fino al 14 novembre 2020

L’esposizione della Biblioteca Braidense si avvale di materiale proveniente dalla Biblioteca dell’Accademia di Brera, dalla Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli, dal Civico Gabinetto dei disegni, dall’Archivio di Stato di Milano, dal Museo teatrale alla Scala, dalle collezioni del Teatro alla Scala e della ditta di attrezzeria Rancati, dalla Biblioteca della Scuola Militare Teulié nonché da raccolte private legate a Milano.

L’esposizione testimonia l’attenzione che Milano riservò alle incisioni di Piranesi (come la serie delle “Carceri” e dei “Vasi” dalla Bertarelli in parte già di proprietà dei Trivulzio), documentandone gli inediti processi di acquisizione e la loro fortuna nella stagione neoclassica di Brera. In particolare, tra i cataloghi conservati alla Biblioteca Braidense si segnala l’unica copia al mondo delle “Antichità Romane”, già di proprietà del plenipotenziario Carlo Firmian, alla quale è anteposta la manoscritta “Allocuzione” agli accademici di San Luca.

La mostra è aperta tutti i giorni, tranne la domenica, dalle 9.30 alle 13.30 dal 2 ottobre al 14 novembre.
La visita è possibile attraverso la prenotazione su:  booking.bibliotecabraidense.org

 

Libri e lettori nella Bologna dei papi (1506-1796)

Seminario online | 19-20 novembre 2020

Programma presto online.

 

In “fondo” allo scaffale. Storie, momenti, personaggi nella vita delle biblioteche trentine

Per fine novembre 2020 è programmato un evento online organizzato dalla Soprintendenza della Provincia Autonoma di Trento dal titolo In “fondo” allo scaffale. Storie, momenti, personaggi nella vita delle biblioteche trentine.

Gli organizzatori sono: Armando Tomasi, Laura Bragagna (Soprintendenza per i Beni culturali, Ufficio Beni archivistici, librari e archivio provinciale); Italo Franceschini (Fondazione Biblioteca San Bernardino, Trento); Mauro Hausbergher (Biblioteca comunale di Trento); Matteo Fadini (Biblioteca FBK)

Registrazione e post-produzione degli interventi: Walter Biondani (Soprintendenza per i Beni culturali, Laboratorio di fotografia e digitalizzazione)

Programma provvisorio:

Intervento di apertura: § Edoardo Barbieri (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano), I libri non sono tutti uguali: il significato di un fondo in biblioteca

Interventi su fondi antichi: § Italo Franceschini (Fondazione Biblioteca San Bernardino, Trento), Allestire una biblioteca nella Trento di fine Quattrocento. I frati minori osservanti a San Bernardino; § Mauro Hausbergher (Biblioteca comunale di Trento), La Biblioteca vescovile di Trento; § Claudio Andreolli (Archivio Diocesano Tridentino), Il lascito testamentario di Johannes Sulzpach, nucleo fondante della Biblioteca capitolare di Trento; § p. Gabriele Ingegneri (Biblioteca provinciale dei padri Cappuccini, Trento), La Biblioteca dei Cappuccini di Arco nell’Alto Garda tra i secoli XVI e XX; § Marina Tomasi – Anita Malossini (Biblioteca civica di Riva del Garda), Il nucleo originario del Fondo storico.

Interventi su fondi moderni: § Alessandro DeMartin (Biblioteca civica “B. Emmert” di Arco), Il Fondo storico appartenuto a Bruno Emmert e le pubblicazioni di interesse locale tra ’800 e inizio del ’900; § don Ludovico Gadaleta (Biblioteca del Centro internazionale di Studi rosminiani, Stresa e Biblioteca Rosminiana di Rovereto), “Santità soltanto compie il canto”. La biblioteca di Clemente Rebora; § Rodolfo Taiani (Biblioteca della Fondazione Museo storico del Trentino), Tracce di una biblioteca militante: la famiglia Battisti e le eredità di Cesare; § Alessandra Facchinelli (Biblioteca del Museo Castello del Buonconsiglio, Monumenti e collezioni provinciali) Il Fondo Giuseppe Gerola al Buonconsiglio: testimonianze della cultura in Trentino nel primo Novecento; § Matteo Fadini (Biblioteca di FBK, Trento), Fondo Jedin.

Interventi su fondi musicali: § Giulia Mori (Biblioteca civica “G. Tartarotti”, Rovereto), Raccolte d’autore: Riccardo Zandonai e la sua biblioteca; § Cecilia Delama (Università degli Studi di Trento e Biblioteca Diocesana Vigilianum), Musica e spettacolo nel Seminario minore di Trento a fine Ottocento; § Elena CorradiniGabriele Anesi – Claudia Deimichei (Biblioteca comunale di Ala), Il Fondo storico della Banda sociale di Ala, specchio della vita di una comunità trentina.

 

Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante

Ravenna, Biblioteca Classense | Fino al 10 gennaio 2021

La mostra è la prima delle tre che compongono il progetto espositivo Dante. Gli occhi e la mente, ideato dal Comune di Ravenna – Assessorato alla cultura, dal MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna e dalla Biblioteca Classense in occasione del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri. Tra manoscritti autografi di Gabriele d’Annunzio, opere di Alfonso De Carolis, Galileo Chini e Carlo Wostry, si ripercorrono le celebrazioni ravennati del 1921 in occasione del sesto centenario della morte del poeta, quando la città suo ultimo rifugio divenne capitale internazionale del “culto” dantesco. Sono in mostra edizioni preziose e rare, manifesti, fotografie, dipinti e numerosi oggetti d’arte conferiti come omaggio a Dante e alla città, che raccontano vicende e persone inscritte in un arco cronologico che va dalla fine dell’Ottocento al 1921.

Per informazioni:

https://www.classense.ra.it/secentenario/

 

C’era una volta poco tempo fa: 5 anni di eventi in BNCF

Mostra virtuale visitabile online | Firenze, Biblioteca nazionale Centrale

In attesa di vedere realizzati i progetti già in cantiere, la biblioteca vuole offrire una sintesi delle attività degli scorsi anni proponendo una galleria che ripercorre gli ultimi cinque anni di mostre ed eventi attraverso alcune delle locandine realizzate per le rispettive occasioni. La mostra è visitabile dall’apposito link.

 

Giambattista Piranesi. Sognare il sogno imposibile

Roma, Istituto centrale per la grafica (Palazzo Poli alla Fontana di Trevi) | 15 ottobre 2020-31 gennaio 2021

Nell’anno 2020 ricorre il terzo centenario della nascita di Giambattista Piranesi (Venezia, 4 ottobre 1720), architetto, fondatore del moderno metodo scientifico di indagine archeologica, designer e imprenditore, noto soprattutto al grande pubblico come incisore tra i più grandi nella storia dell’arte grafica. Il rapporto privilegiato che l’Istituto centrale per la grafica ha con Piranesi, al quale ha dedicato un progetto di studio decennale, si deve principalmente al fatto che tutte le matrici calcografiche incise dall’artista veneziano e bottega in oltre trent’anni di attività sono conservate nella Calcoteca, della quale costituiscono uno dei nuclei più rappresentativi. Acquistato per volere di Papa Gregorio XVI dall’editore parigino Firmin Didot, nel dicembre del 1838, il Fondo di matrici Piranesi si compone di 1191 soggetti (964 autografi, altri incisi dal figlio Francesco o comunque entrati a far parte negli anni della Calcografia Piranesi). L’Istituto possiede, inoltre, l’intera raccolta delle stampe dell’artista conservate nelle collezioni della Calcografia; e alcune serie di particolare pregio sono presenti anche nelle collezioni del Gabinetto dei disegni e delle stampe dello stesso Istituto.

Ingresso su prenotazione alla mail:  ic-gr.cerimoniale@beniculturali.it

Per informazioni:

https://www.grafica.beniculturali.it/tutti-gli-archivi/eventi/giambattista-piranesi-1720-2020-9711.html

 

Postscriptum

D

opo uno dei semestri (anche in senso universitario) più strani del Dopoguerra, abbiamo avuto un’estate altrettanto strampalata, e, sembra, ci attenda un autunno all’insegna dell’incertezza. Non parlo, naturalmente dei deceduti, degli ammalati, dei loro cari, per i quali c’è stata solo (o quasi) la patologia con cui combattere, spesso la solitudine imposta e necessaria, il dolore, nei casi più fortunati la speranza cristiana. Parlo di noi “fortunati” che fino a ora ce la siamo scampata, ma chiusi in casa, prima, e poi costretti a mille restrizioni, mascherine, distanziamenti, impossibilità ad accedere a luoghi o a svolgere attività consuete. Ciò che più mi stupisce in queste ultime settimane è l’incapacità della comunicazione ufficiale (cioè del MinCulPop costituito dalla RAI) di modulare il messaggio. L’unica nota suonata è stata sempre e ancor oggi è  quella della PAURA, ossessiva, sadica, cadaverica, con la povera Maria Teresa Palamà divenuta un’icona della sciagura, una figura tragica, una Cassandra che la gente se la passa se l’incontra per strada. E, certo, che se la popolazione la tieni buona solo con la paura (guardare un TG sembra di entrare in una foto di quelle sui pacchetti delle sigarette), ottieni una buona media di ubbidienti, ma con due effetti collaterali. Da un lato gli “scafati” che se ne fregano altamente, continuano a far tutto come prima, non usano le mascherine e gridano al complotto. Dall’altro i depressi, con aumenti esponenziali di patologie psicologiche, angosce notturne, crisi di panico, autosegregazione. E tutti, un po’ come tanti dottor Jekyll e mister Hyde, siamo alternativamente tutte e due queste cose (dipende dai momenti). Il “caso” Berlusconi ha dimostrato che anche con tutte le precauzioni immaginabili, anche con tutto lo sforzo economico inerente, il virus circola lo stesso. Certo, se ci muriamo tutti in casa, poi la malattia non si propaga: moriamo magari tutti di inedia, ma perfettamente sani… E poi la pletora dei furbetti, degli autoproclamati “lavoratori fragili” che vanno al mare lo stesso e comunque la salsa di pomodoro per tutta la famiglia la preparano: insomma, il popolo dei nullafacenti, felici di fare lo smart working magari senza neanche il computer a casa o la connessione, insomma, più che altro il long sleeping… Ma, se si guarda con attenzione la realtà non fermandosi ai soli aspetti negativi, ci sono persino gli studenti che hanno voglia di tornare a scuola: cose mai viste… Sarebbe come dire che Pinocchio abbandona la strada verso il teatro della marionette per andare coi suoi libri sottobraccio a sedersi tra i banchi (monoposto e rotellati come vuole la Signora Ministra, ovviamente). Credo che, allora, sia il tempo di una comunicazione che punti sulla RESPONSABILITÀ. Fin quando non ci sarà il vaccino, con ’sto virus dobbiamo convivere (o sopravvivere…): allora ok distanziamenti ragionevoli, mascherine (ma anche quelle di stoffa; quelle in plastica monouso inquinano più della petroliera alle Mauritius!), lavaggio mani, ma ricominciando a vivere e lavorare! Certo che la scuola (e a ottobre anche le università!), con tutti i ragazzi che si spostano e si incontrano, diventerà un punto forte di contagio. Come lo sono e lo sono state le aziende, per forza (ma, senza fare Hansel il fratello di Greta, questa connessione virus/animali macellati, con la costante diffusione della malattia proprio nei macelli, non vorrà dire qualcosa? Chiedo agli scienziati onniscienti). Lo sappiamo, diciamocelo, non spaventiamoci però: chi si ammala verrà curato (cure migliori di qualche mese fa ce ne sono, posti in ospedale anche, per fortuna le terapie intensive sono al momento mezze vuote), qualche classe passerà all’insegnamento a distanza, qualche professore insegnerà da remoto oppure verrà sostituito da un supplente (ma succedeva anche nella vita reale “di prima”, ve ne ricordate?). Sennò siamo sempre in “fase 1”, invece occorre passare alle successive… Prepariamoci a una vita più elastica, più easy, più capace di convivere con questa strana malattia che ci è capitata addosso. Tutto sommato abbiamo capito che per tante cose di lavoro si può anche connettersi e parlarsi su qualche piattaforma, non serve sempre (ma ogni tanto sì! Che bello è stato riprendere tante amicizie un po’ dimenticate…) incontrarsi di persona, basta anche solo vedersi, che è già più di solo sentirsi o leggersi. Allora si capisce l’essenzialità, però, di riprendere appunto tutto ciò che fa cultura, edificazione e coltivazione dell’umano, dal cinema alla musica, dal teatro ai musei. E al centro la scuola e l’università con le loro lezioni, le biblioteche coi loro libri!!! Dell’insegnamento molti stanno (più o meno adeguatamente) parlando, ma comunque il tema è “caldo”. Invece, delle biblioteche… Per questo alcuni amici hanno pensato a un piccolo libro che raccogliesse riflessioni e un appello, proprio per salvare le nostre biblioteche in questo tempo di difficoltà. Non necessariamente un brodino caldo, una tisana per anziani, una predica lenitivo-lubrificante di qualche dirigentessa ministeriale: piuttosto un bel piatto ben condito, con diversi sapori e spezie, con un po’ di peperoncino che non guasta. Lo si può leggere e scaricare gratuitamente dal web. Dal prossimo AB cerchiamo di far partire una discussione sui temi sollevati. Buona lettura! Serve a fare quello a cui spesso questi mesi ci hanno più disabituato: a pensare… – Montag

 

 

 

 

 

 

 L’almanacco bibliografico

 Bollettino trimestrale

 di informazione sulla

 storia del libro e delle

 biblioteche in Italia

 numero 055, settembre 2020

 (chiuso il 30 settembre 2020)

 ISBN 978-88-98282-54-8

 disponibile gratuitamente in formato PDF e HTML all’indirizzo http://creleb.unicatt.it

 (sono stati tirati 10 esemplari cartacei)

 a cura del

CRELEB

Centro di Ricerca Europeo

Libro Editoria Biblioteca

 

 (Università Cattolica – Milano e Brescia)

 comitato editoriale: Edoardo Barbieri (coordinatore), Marco Callegari, Giuseppe Frasso, Marco Giola, Luca Rivali, Alessandro Tedesco, Natale Vacalebre, Roberta Valbusa

 redazione: Emilia Bignami, Stefano Cassini, Fabrizio Fossati, Elena Gatti, Rudj Gorian, Alessandro Ledda, Arianna Leonetti (capo-redattore), Davide Martini (correzione e impaginazione), Luca Mazzoni, Luca Montagner, Pierfilippo Saviotti, Francesca Turrisi

 contatti: “L’almanacco bibliografico”, c/o Edoardo Barbieri, Università Cattolica, Largo Gemelli 1, 20123 Milano; e-mail: creleb@unicatt.it

 

 edizioni Villa Classica

Torrita di Siena