L’Almanacco

  Bibliografico

 
 

 

 

 

 

 

 

 


47, settembre 2018

 

Bollettino trimestrale

di informazione sulla

storia del libro e delle

biblioteche in Italia

                       

                        a cura del C.R.E.L.E.B.

 

   Sommario

 

 

 

 

Incu…che?

di Fabrizio Fossati………….………………... .....p. 1

Recensioni.…………………………………....p. 2

Spogli e segnalazioni………………  …...p. 10

(indici di recensioni e segnalazioni)……….…p. 42

Taccuino………………………………………..p. 43

Postscriptum…………………………..…….p. 51

 

La questione

 

Incu…che?

di Fabrizio Fossati

N

el 1688 ad Amsterdam il bibliografo olandese Cornelis van Beughem (ca. 1635-1710) pubblicava, per i tipi di Johann Wolters, il primo grande repertorio dedicato al libro a stampa del XV secolo; elencando circa 3.000 notizie bibliografiche, l’Incunabula Typographiae Sive Catalogus Librorum Scriptorumque proximis ab inventione Typographiae annis, usque ad Annum Christi M.D. inclusive in quavis lingua editorum, era, di fatto, il primo tentativo di riunire tutte le notizie relative alla stampa delle origini, non limitandosi, cioè, a fornire l’inventario delle edizioni conservate in una singola collezione. Era però anche la prima volta che il termine incunabulum veniva utilizzato in senso bibliografico; definiva cioè il libro stampato entro il 31 dicembre 1500, uso che dura fino a oggi: dal latino incunabulum (pl. incunabula) si è passati all’italiano incunabolo (pl. incunaboli), o, tuttalpiù, incunabulo, voce che è però ormai obsoleta. Fin qui nulla da eccepire. Se non che di tanto in tanto capita invece di imbattersi in curiose storpiature, più o meno consapevoli, del termine. Che certo di uso comune non è, ma che, almeno a chi si occupa di beni culturali, proprio del tutto sconosciuto non dovrebbe essere… Recentemente, invece, la bibliotecaria di un importante istituto culturale ha apostrofato un gruppetto di edizioni quattrocentesche che stavo consultando con l’ambiguo titolo di incunabili, manco fossero affette da una qualche patologia degenerativa (e bisogna pur dire che, volendo farsi prendere dal pessimismo, una qualche riflessione sullo stato terminale delle biblioteche italiane a volte si è tentati di farla…); al di là dello spontaneo sorriso, sono propenso a credere che si sia trattato di un banalissimo errore di pronuncia; fatto più curioso, il catalogo SBN ci fornisce 7 records relativi a pubblicazioni che comprendono nel titolo la stessa forma incriminata (verificare per credere…). Il mistero è però presto svelato; di quasi tutti i records (6 su 7) ne esiste un altro con la forma corretta: in questo caso si tratta dunque, con ogni probabilità, di un semplice refuso dei catalogatori generato dalla vicinanza delle due lettere sulla tastiera. Una breve ricerca in internet permette invece di testimoniare l’esistenza anche in forma scritta di una variante che credevo solo attestata nel parlato. Si veda per esempio questa notizia, risalente a un paio di anni fa, dedicata alla mostra fiorentina E le acque si calmarono, in cui veniva esposto il patrimonio ebraico colpito dall’alluvione del 1966: come recita il comunicato tra i volumi recuperati dall’alluvione vi furono “manoscritti, incunanboli e cinquecentine”. Anche la casa d’aste Maison Bibelot “cura e organizza periodicamente importanti aste di libri antichi e stampe, i cui cataloghi includono spesso […] manoscritti, incunanboli”. Le agenzie giornalistiche online sembrano essere particolarmente attente al tema: ecco una notizia relativa a una conferenza organizzata alla Biblioteca Malatestiana di Cesena dedicata alla raccolta Piana che conserva, tra gli altri, anche 26 incunanboli… Spostandosi più a Sud una testata giornalistica online siciliana informa che gli incunanboli del seminario di Mazara del Vallo saranno fruibili sul web: e non ce ne vogliano i bravi giornalisti della Valle del Belice (che, peraltro, nel corpo dell’articolo usano la forma corretta): del resto, è la stessa Biblioteca del Seminario vescovile di Mazara, nella pagina a lei dedicata nell’Anagrafe degli Istituti Culturali Ecclesiastici, che dichiara di possedere, all’interno del proprio fondo antico, 5 incunanboli! (ma il dato è “nascosto”, occorre cliccare il pulsante “approfondimenti”). La pagina web dell’Editrice Antenore presenta una serie di prestigiose collane tutte dedicate a “chiunque si occupi di cultura letteraria e umanistica, di alta cultura umanistica”: tra queste anche «Itinera erudita», collana che ha accolto, per esempio, la riproduzione anastatica delle illustrazioni dell’Hypnerotomachia Poliphili, “incunambolo aldino del 1499”. Pure questa nuova variazione sul tema gode evidentemente di una certa fortuna, anche nel mondo dei bibliotecari: diamo un’occhiata al portale BeWeb, dedicato al patrimonio culturale ecclesiastico italiano, questa volta con la pagina dedicata alla Biblioteca Madonna della Vetrana di Castellana Grotte (Bari); scorrendo il breve testo di presentazione della biblioteca potremo apprendere qualche notizia sui fondi costitutivi della raccolta, che comprendono, tra gli altri, anche un prezioso incunambolo. Più ricco il patrimonio della Biblioteca Comunale "Ruggero Bonghi" di Lucera (Foggia) che, come descritto nella pagina web dedicata, possiede 34 incunamboli. Ultimo paio di esempi, tra i molti che ancora ce ne sarebbero: il primo è tratto da www.oriundi.net, sito dedicato agli italiani in Brasile: tra le tante notizie di attualità, politica e cultura anche una approfondita definizione, con tanto di bibliografia finale, di incunambolo. Ma il caso forse più rappresentativo è quello di una pubblicazione (scientifica) dedicata alla storia di una biblioteca siciliana: anche lì, nelle pagine dedicate al catalogo degli incunaboli, possiamo ritrovare la forma incriminata (ma, a onor del vero, non nelle pagine che precedono). Concludendo: devo ammettere che, memore dell’adagio “val più la pratica che la grammatica”, a un certo punto il dubbio di essere nell’errore mi è venuto. Poi ho ricontrollato: si dice incunanboli. Pardon, incunaboli.

 

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Recensioni

047-A Barbero (Giliola) – Adriana Paolini, Le edizioni antiche di Bernardino Telesio: censimento e storia, Paris, Les belles lettres, 2017 (Collection Giordano Bruno. Documents / essais, V), pp. XXVIII+736, ISBN 978-2-251-44651-6, € 65. Inserito in un vasto progetto editoriale di valorizzazione dei più originali filosofi italiani del Rinascimento, il vol. si propone quasi come un unicum nel panorama italiano degli studi. Non a caso le due ottime a., entrambe con larga esperienza bibliotecaria nella catalogazione dei mss., si impegnano in questo caso in una vera “caccia al libro” non solo individuando e descrivendo analiticamente le diverse edizioni (non moltissime, ancorché suddivise in complesse ripartizioni), ma andando a caccia di tutti gli esemplari noti delle edizioni antiche del filosofo cosentino e descrivendone di prima mano tutti gli esemplari che era ragionevole raggiungere sul territorio europeo. Il modello, come ricorda nella Presentazione Angela Nuovo, è certo rappresentato da un ormai celebre volume di Owen Gingerich (Leiden, Brill, 2002) dedicato al censimento delle copie di Copernico, un autore certo assai decisivo: non a caso quel censimento ha portato a una rilettura complessiva della fortuna dell’astronomo specie sulla prima generazione dei suoi lettori. Nella sua Premessa Nuccio Ordine mostra tutte le novità per gli studi telesiani dell’operazione condotta, perché mai era stato condotto uno spoglio di questo tipo, che ha portato alla individuazione di ben 700 esemplari, dei quali sono stati analizzati quasi 550. Come è noto, Telesio (1509-1588) raggiunse l’apice della propria riflessione con il De rerum natura iuxta sua propria principia (giunto in diverse fasi redazionali testimoniate dalle diverse edizioni): egli giudicava assolutamente superabile una riflessione sulla natura basata sulle auctoritates (specie aristoteliche) e ne professava invece una che partisse dalla scoperta delle leggi che governavano la natura stessa, in quanto creata da Dio. Telesio fu infatti uomo pio e zelante che rischiò persino di essere fatto arcivescovo della sua città (altro che libero pensatore…). Il vol. recensito (di dimensioni piuttosto piccole, anche in rapporto all’abbondante paginazione), dopo i testi introduttivi, pubblica il bel saggio La fortuna editoriale delle opere di Bernardino Telesio (pp. 1-142) che costituisce una completa lettura di tutto il materiale documentario poi pubblicato. Seguono, infatti, una essenziale Nota metodologica (pp. 143-7) e quindi i sette capitoli che via via descrivono e illustrano ciascuna delle edizioni telesiane fornendo via via quella serie di descrizioni dei singoli esemplari, della loro storia e dei loro lettori dei quali s’è detto (pp. 151-629). Le edizioni considerate vanno dalla princeps romana del De rerum natura del 1565 con varianti d’autore già note ma ora chiaramente distinte nei vari esemplari censiti, l’Iris del 1566, la napoletana dell’opera principale del 1570 (con gli opuscoli), la seconda edizione napoletana del Salviana datata al 1586, l’edizione ginevrina del 1588 e quindi le edizioni postume, il Ristretto di Sertorio Quattromani del 1589 e i Libelli veneziani del 1590. Visto che l’opera era però condannata dall’Indice sin dal 1593 (1596), stupisce non poco la grandissima quantità di esemplari sopravvissuti, quasi tutti di provenienza italiana. Chiudono il vol. la bibliografia (pp. 633-53), le tavole fotografiche (pp. 655-71), l’indice delle edizioni rilegate con gli esemplari considerati (pp. 673-88), l’indice degli esemplari censiti per luogo e poi istituzione (pp. 689-96), l’indice dei dedicatari (p. 697), l’indice dei nomi dei possessori (pp. 699-706) e infine quello dei nomi di persona e di luogo (pp. 707-34). Unica nota stonata dell’intero prezioso vol. il post scriptum a p. XXVII nel quale l’a. dell’Introduzione, Roberto Bondì, annuncia – davvero fuori luogo – il rinvenimento di un ulteriore esemplare rimasto ignoto alle due ricercatrici presso la biblioteca privata di un nobile cosentino: caso vuole che il pezzo sia andato di lì a poco distrutto nell’incendio del palazzo del chiacchierato proprietario, nel quale perirono peraltro anche tre persone. – E.B.

047-B Da Lucca a New York a Lugano. Giuseppe Martini libraio tra Otto e Novecento. Atti del Convegno di Lucca, 17-18 ottobre 2014, a cura di Edoardo Barbieri, Firenze, Olschki, 2017 (Biblioteca di Bibliografia. Documents and Studies in Book and Library History, 206), pp. X + 252 p., ISBN 978-88-222-65418, € 35. «Fare storia del commercio antiquario del libro è disciplina difficile, in cui mancano ancora esempi efficaci di ricerche consolidate»: così nell’Introduzione Edoardo Barbieri sintetizza lo stato di questa disciplina, in cui per gli studiosi risulta ancora fondamentale il problema della metodologia. Significativi infatti sono gli ostacoli in cui gli studiosi sono destinati a imbattersi nel trattamento delle fonti a causa della loro natura frammentaria, dato il carattere riservato – se non alle volte addirittura volutamente oscuro e reticente – delle contrattazioni commerciali tipiche del mercato antiquario. Tale situazione comporta la necessità di approntare in primis un quadro d’assieme il più composito possibile, sia pur necessariamente incompleto, nel quale inserire particolari approfondimenti mano a mano che vengono alla luce. Si tratta obbligatoriamente di ricerche lunghe e complesse, spesso condotte da più persone in tempi diversi e in ambiti disparati, e questo libro ne è un perfetto esempio. Il vol. pubblica gli atti del convegno di studi tenutosi a Lucca tra il 17 e il 18 ottobre 2014 incentrato sulla figura di Giuseppe Martini (Lucca 1870 – Lugano 1944), che fu importante collezionista e soprattutto libraio antiquario. Martini divise la propria vita e attività professionale tra Lucca, New York e Lugano, diventando uno dei migliori esperti del mercato internazionale dell’epoca e fungendo da mediatore con i collezionisti americani per l’acquisto di importanti manoscritti e stampati antichi provenienti dall’Europa. La sua importanza non si limitò solamente alla sfera commerciale, ma si distinse anche per la qualità bibliografica dei suoi cataloghi di vendita e della sua collezione di incunaboli, che tutt’oggi sono oggetto di studio e fonte di preziose informazioni. Nonostante il suo valore indiscusso, Martini è stato un po’ “dimenticato” e posto in secondo piano, almeno rispetto agli altri grandi librai antiquari della sua epoca come Leo Samuel Olschki o Tammaro De Marinis: questo vol. segna l’occasione per una sua rivalutazione e per una riflessione di natura metodologica su cosa vuol dire fare storia del commercio antiquario del libro, come testimoniano i dodici contributi contenuti. Dopo l’Introduzione (pp. 1-10) di Edoardo Barbieri, apre la serie degli interventi Piero Scapecchi (L’antiquariato librario nell’Italia umbertina, pp. 11-16) facendo il punto degli studi sull’antiquariato librario dell’Italia di fine Ottocento fino alla soglia del primo conflitto mondiale. Il compito di portare per primo l’attenzione sulla figura di Martini è affidato ad Alessandro Ledda (Per una biografia di Giuseppe Martini libraio, pp. 17-25), che offre un quadro biografico generale dell’antiquario lucchese, soffermandosi sugli ex libris martiniani e sulla loro interpretazione. Il sospetto delle autorità fasciste di attività filo-inglese e antifascista a Lugano da parte di Martini è oggetto del saggio seguente di Franco Bertolucci («Manifesta sentimenti favorevoli alla causa inglese». Giuseppe Martini nei documenti della polizia fascista: 1930-1942, pp. 27-35). Grazie al reperimento di lettere e documenti inediti, Carmelo Cintolo (Particolari inediti di un eccezionale bibliografo: Giuseppe Martini lucchese, pp. 37-48) offre una serie di approfondimenti su aspetti biografici e bibliografici poco noti di Giuseppe Martini. Annette Popel Pozzo (The impact of Giuseppe Martini for the international antiquarian booktrade at the beginning of the 20th century, pp. 49-64) illustra il fondamentale ruolo di mediatore rivestito da Martini nel mercato tra l’Europa e il Nord America, in maniera particolare per i manoscritti e gli incunaboli. Incentrato maggiormente sulla attività di Martini come assistente di numerosi collezionisti e istituzioni negli Stati Uniti per l’acquisto di codici medievali e rinascimentali è il saggio di William P. Stoneman (The role of Giuseppe Martini in building the Medieval and Renaissance manuscript collections now in North America libraries, pp. 65-80). Luca Rivali (Giuseppe Martini bibliografo e bibliologo, pp. 81-105) affronta l’aspetto bibliografico dell’attività professionale del Martini, analizzando le descrizioni dei libri presenti nei cataloghi di vendita prodotti nell’arco della sua attività e sottolineando le affinità metodologiche con le più avanzate scuole dell’epoca. Si deve a Edoardo Barbieri (Il catalogo degli incunaboli di Giuseppe Martini (1934), pp. 107-126) l’esame del catalogo degli incunaboli della collezione personale di Martini, da considerarsi come culmine delle sue conoscenze bibliografiche ed esempio nella pratica di trasformare una mera descrizione di libri in una vera storia dei testi. Col proprio testamento Giuseppe Martini destinò alla Biblioteca Capitolare di Lucca una raccolta di documenti e stampati antichi riguardanti la storia di Lucca, di cui dà notizia Fiammetta Sabba (La raccolta privata Martini presso la Biblioteca dell’Archivio Storico Diocesano di Lucca, pp. 127-143), mentre Gaia Elisabetta Unfer Verre (Mille anni di documenti: la raccolta diplomatica donata da Giuseppe Martini, pp. 145-165) incentra l’attenzione sulla raccolta di oltre 500 documenti dall’VIII al XVIII secolo donati da Martini all’Archivio Capitolare di Lucca, ricostruendo le modalità di acquisizione e le provenienze a partire dalle note lasciate dal collezionista stesso. L’archivio personale di Giuseppe Martini, costituito da uno schedario di lavoro contenente circa 8.000 schede autografe, è oggi conservato presso la Biblioteca di via Senato a Milano e grazie a esso Giancarlo Petrella (Fra le carte dell’archivio di Giuseppe Martini, libraio e bibliografo. Primi carotaggi, pp. 167-189) analizza il modus operandi dell’antiquario lucchese e contemporaneamente mostra come, a chi le esamini attentamente, tali schede possano essere ancor oggi fonti di notizie bibliografiche preziose. A chiudere la serie degli interventi è Klaus Kemf (Il mondo dell’antiquariato al tempo di Giuseppe Martini. Quasi una conclusione, pp. 191-194), che in qualche modo tira le fila conclusive sulla figura di Martini. A seguire il catalogo della mostra Giuseppe Martini tra due secoli e due continenti (pp. 195-237), ricca di autografi martiniani, di esemplari di cataloghi, documenti e volumi appartenuti al lucchese. – M.C.

047-C Dionisotti (Carlo)Giulia Gianella, Cabbages and kings. Carteggio 1966-1995, a cura di Ottavio Besomi, Lugano, Edizioni del Cantonetto, 2017, pp. 288, ISBN 978-88-907364-2-1, F.S. 22. – A leggere un libro, si sa, non si parte mai dal mezzo. Capita però sovente (per non dire sempre) che un album fotografico di corredo blocchi l’occhio e il dito quando scorrono per la prima volta col pollice le pagine di un vol. Sono foto in bianco e nero e le prime datano agli anni Sessanta. Carlo Dionisotti, il professore, anche accennando un sorriso manteneva sempre una misurata severità, un po’ britannica e mai burbanzosa. Giulia Gianella, la scolara, aveva un caschetto di capelli biondi, sfoggiava abiti alla moda e portava occhiali a montatura grande, un po’ da dattilografa. Tutti e due fumavano, fumavano sigarette. Intorno i prati e i pergolati della Valle Maggia; i tavoli ingombri di tazze e posacenere; i completi scuri di Vittore Branca e di Giuseppe Billanovich e le giacche chiare e i pullover degli allievi più giovani; il saio di padre Pozzi. Al di là della suggestione profonda delle immagini, è proprio da questo contesto – i seminari estivi organizzati da Pozzi nelle valli del Ticino per i suoi laureati di Friburgo – che scaturisce l’intenso carteggio intrattenuto da Dionisotti con la Gianella tra il 1966 e il 1995 (data della scomparsa di quest’ultima) e ora reso pubblico da un altro ticinese-friburghese di quegli anni, Ottavio Besomi. L’ambiente cordiale del laboratorio estivo di Pozzi che, lontano dalla liturgia dei corsi regolari, permetteva che la conversazione tra maestri e allievi si dilatasse «al di fuori dell’aula, nel refettorio e nel castagneto che attornia il convento» (p. 10) di Bigorio, mise di fatto a confronto due generazioni di studiosi: i ‘vecchi’ (oltre ai maestri già nominati, anche Dante Isella, Maria Corti, Cesare Segre e altri) che avevano sperimentato la tragedia – storica e culturale – della guerra e i ‘giovani’ nati dopo (o durante) il conflitto e che costituivano le ultime leve dell’accademia europea che stava attraversando allora una stagione di profondi mutamenti. Dionisotti – che era nato nel 1908 e che dal 1947 si era volontariamente trasferito in Inghilterra – e la Gianella – che era più giovane di una trentina d’anni e seguiva, in ritardo per la sua età, i corsi di letteratura italiana a Friburgo – si conobbero proprio in occasione (o nei dintorni) di uno di questi seminari. La prima lettera, inviata dalla Gianella a Dionisotti, data al 30 luglio del 1966 e fin da questo momento si apprezza il tono «tra il giocoso e l’allegretto» (p. 15) che ne caratterizza tipicamente lo stile: la giovane studiosa sfoggia già infatti una scrittura sbarazzina che, sempre in controcanto, finge di inseguire caratterizzazioni letterarie e di indulgere a suggestioni sonore («il ricordo ancora fresco della deliziosa giornata che abbiamo passata a casa sua mi spinge a ringraziarla calorosamente per la splendida e cortese ospitalità»); oltre a ciò, con una certa amabile civetteria, fa seguire al suo nome completo nella firma («Giulia Gianella»: il cognome scomparirà però nelle lettere successive lasciando spazio al solo nome) il nomignolo di «Feliciana» che le aveva procurato il suo lavoro di tesi sul Feliciano. Dionisotti (che si firma sempre virilmente come «Dionisotti» e basta) regge perfettamente il gioco della giovane ticinese e lo rispedisce al mittente nella sua risposta (o almeno, nella prima conservata) che, pur contenendo una seriosa scheda bibliografica sull’umanista veronese, è intestata alla «Cara Feliciana». Questo tenore di garbata scherzosità (più accentuato certo nella Gianella che in Dionisotti) si ritrova quasi sempre lungo le settanta lettere – anche quando le vicende della vita allungano ombre di malinconia sulla scrittura – facendosi spazio tra i temi seri che sostanziano il carteggio. Sotto la leggerezza dei toni, il gusto per l’iperbole («faccio un ultimo tentativo prima di rivolgermi all’INTERPOL affinché mi sappia dare qualche vostra notizia») e l’autoironia («io divento sempre più ‘zitellesca’») giacciono quasi in ogni lettera discorsi impegnati che – come è proprio del pensiero di Dionisotti – tagliano di traverso la storia e la letteratura, italiana e no. Infatti, quasi a contrasto con lo stile, la discussione affronta sovente problemi di grande momento che interessano in maniera estesa la cultura europea, e non solo quella letteraria. Come sottolineano bene sia la premessa di Besomi (pp. 17-21) sia un articolo-recensione di Andrea Canova (La Dionisottiade dell’amica di Bigorio, «Alias Domenica», 18 febbraio 2018, p. 5), uno dei momenti più intellettualmente intensi dell’epistolario è costituito da un mazzetto di lettere datate all’inverno del 1985. L’occasione è data dalla riproposizione a stampa del famoso saggio di Dionisotti del 1944 dedicato all’omicidio di Giovanni Gentile, ma la discussione si dilata ben presto verso orizzonti più ampi nella prospettiva di una lettura complessiva delle ricadute del fascismo sul pensiero e sulla cultura italiana negli anni della guerra civile. Il maestro scrive con toni pensosi, ma è fermo nel pensiero che aveva dettato quelle pagine; l’allieva, che, cattolica, dialoga su questo anche col francescano Pozzi, sente ancora un «brivido freddo» (p. 158) pieno di pietà al pensiero dei morti ammazzati che riaffiorano dai ricordi d’infanzia. Entrambi – e sembra questo il senso profondo di tutto il carteggio – sembrano cercare, l’uno dall’altro, il «conforto» (la parola ricorre più volte) dell’amicizia che è, «nella vita, ragione sufficiente, sempre, e a volte preminente» (p. 15), viatico o analgesico di fronte alla «divina indifferenza». Così la chiama lei, nascondendo tra le righe il nome del poeta, in una delle sue ultime lettere (p. 234); lui, poco dopo la morte dell’amica, la dice invece «inaccettabile e inspiegabile ingiustizia del destino» (p. 236). Questo Dionisotti, intimo e un po’ inaspettato, è quello che esce dal dialogo (e forse dal confronto) con la “Feliciana”. – M.G.

047-D Il «Fiore novello». Storia della tradizione ed edizione (libri I-III). Nota al testo, a cura di Marco Giola, Roma, Edizioni Efesto, 2018, pp. XXII + 229, ISBN 978-88-94855-81-4, € 13,90. Il Fiore novello è «una singolare compilazione storico-mitologica di argomento biblico in volgare in cui la Sacra Scrittura si mescola con la mitologia profana e in cui i principî della teologia tradizionale (agostiniana e scolastica) si combinano ecletticamente con quelli del sapere antico» (p. V). È conservato in quattro manoscritti del XV secolo, ma ha avuto una tradizione a stampa molto più abbondante, con ben trenta edizioni tra il 1473 e il 1522 (anche con i titoli alternativi Fioretto o Fioretti della Bibbia, che a rigore è il titolo di una delle fonti), fino a quando cioè l’opera non incorse nella censura ecclesiastica (era infatti il livre de chevet di Menocchio, il mugnaio friulano condannato al rogo dall’Inquisizione la cui storia è stata ricostruita dal memorabile saggio di Carlo Ginzburg). La evidente coloritura linguistica di tre codici su quattro e delle prime stampe ne permette di collocare la genesi nel Nord Est d’Italia. L’Introduzione (pp. V-XIX) disegna il quadro degli studi su quest’opera, che sono stati discontinui e fino all’Ottocento concentrati sulle stampe, finché alcuni studiosi (di primissimo piano: Mussafia, Parodi, Graf) hanno preso in esame la tradizione manoscritta di una compilazione toscana che ne sta a monte, il Fioretto della Bibbia. La svolta avviene a fine Ottocento con Hermann Suchier, che studiando una «Romanische Weltchronik» di probabile origine catalana per primo notò che tanto i manoscritti del Fioretto toscano quanto le stampe del Fiore novello avevano incorporato ampie sezioni di questo testo. Ma lo studio più solido – a parte la segnalazione, avvenuta nel 1992, dell’esistenza di due manoscritti conservati presso la Biblioteca Comunale di Trento, siglati Tn e Tn1 – è la tesi di laurea di Enrico Apolloni, discussa a Trento nel 1993 (avendo come relatore, piace ricordarlo, Saverio Bellomo), nella quale egli individuò le tre componenti fondamentali che hanno dato origine al Fiore novello: oltre al Fioretto toscano e alla «Weltchronik» di Suchier (ribattezzata Cronaca universale romanza), anche un volgarizzamento della Vita apocrifa di Adamo ed Eva. Quello degli studi è un percorso istruttivo di come sia cambiato negli anni il modo di guardare al Fiore novello: «da venerabile cimelio bibliografico a testimonianza della complessa circolazione dei testi parabiblici in volgare» (p. XIV). Opera prettamente medievale, che tuttavia trovò ancora lettori a Cinquecento inoltrato; lettori che avevano fra le mani un testo fortemente alterato, visto che un numero altissimo di esemplari è portatore di un testo gravemente compromesso a causa di un incidente meccanico originario, un foglio di stampa accidentalmente capovolto nel primo fascicolo di un esemplare della princeps del 1473 (denominata Ve1473) dal quale dipende tutta la tradizione successiva (ma anche uno dei manoscritti, conservato a Roma presso la Biblioteca dell’Accademia dei Lincei e siglato R, è descriptus della princeps). Se a questo si aggiunge che tutta la tradizione deriva da un archetipo già gravemente compromesso dalla presenza di moltissimi errori, c’è davvero da chiedersi cosa capisse chi leggeva quest’opera. L’Introduzione si chiude con un primo scorcio sulla varia lectio della tradizione, bipartita nei due rami a e b a causa di una macroscopica divergenza all’altezza del Libro VII, dove la famiglia b (un codice della Biblioteca Nazionale di Vienna denominato W e Ve1473 con i suoi derivati) interrompe bruscamente la narrazione della vita di Gesù all’episodio della Piscina Probatica, diversamente dalla famiglia a (costituita dai due manoscritti trentini), che prosegue con una lunga trattazione della materia neotestamentaria. La tradizione si presenta gravemente corrotta, ricca di lectiones singulares e per converso povera di errori utili ad apparentare i codici. Ne consegue che il più valido aiuto per «mettere in sicurezza il testo» (p. XVIII) è rappresentato dal confronto con i modelli dell’opera, ma anche questa operazione non è priva di rischi, dato che le fonti, a loro volta, non hanno assetti testuali ben definiti. Proprio al riscontro con le fonti è dedicato il Capitolo I (pp. 3-68), in particolare al rapporto con il Fioretto della Bibbia, la fonte principale dei primi tre libri del Fiore novello, il cui testo viene ricavato da sei manoscritti fiorentini «tendenzialmente più stabili» (p. 48). Il capitolo II (pp. 71-213) contiene la classificazione dei testimoni: dapprima si dà conto degli errori di R, descriptus della princeps; quindi, sulla scorta della tesi di Apolloni, delle stampe successive alla princeps, anch’esse descriptae di Ve1473. Si passa quindi all’elenco degli errori d’archetipo, che sono di natura tale da rendere molto improbabile una emendazione «che possa avvicinarsi in maniera appena verisimile alla lezione originale» (p. 93) – esiste però anche un limitato numero di luoghi in cui alcuni testimoni riescono a congetturare la lezione esatta –. Si passa quindi a enumerare gli errori comuni alla famiglia a (formata, lo si è già detto, da Tn e Tn1, il primo dei quali fornisce il testo-base per l’edizione) e alla famiglia b (W e Ve1473). In tre casi Tn e W, pur appartenendo a famiglie diverse, concordano in lezioni deteriori rispetto a Tn1 e Ve1473. In 14 luoghi Ve1473 ha la lezione corretta in opposizione a tutti gli altri testimoni: ciò avviene in gran parte per lezioni facilmente sanabili congetturalmente; in due casi tuttavia la congettura è difficilmente ipotizzabile, per cui, «pur con molta incertezza» (p. 213), è necessario ipotizzare una contaminazione extrastemmatica. In conclusione del capitolo si trova lo stemma codicum, bipartito nelle due famiglie a e b, discendenti da un archetipo x. Chiude il volume la bibliografia delle fonti, di «cataloghi, repertori e strumenti» e degli studi. – L.Ma.

047-E La biblioteca di Pier Paolo Pasolini, a cura di Graziella Chiarcossi Franco Zabagli, Firenze, Olschki, 2017, pp. XXII + 315, ISBN 978-88-22265-15-9, € 29. Pare che i libri – seppure silenti – abbiano questa incredibile capacità di dire molto della persona che li sta leggendo, o che li tiene – in ordine o disordine – nella propria libreria. E non è certo un caso che il Manzoni, per ben tre volte, abbia deciso di raccontare un personaggio attraverso la propria biblioteca. «Un grande scaffale di libri vecchi e polverosi», per l’avvocato Azzeccagarbugli, che li ha lasciati a riposo tanto tempo, «trentamila volumi stampati e quattordicimila manoscritti» sono quelli voluti dal cardinale Borromeo per l’Ambrosiana di Milano, «poco meno di trecento volumi, tutta roba scelta, tutte opere delle più riputate», quelli di Don Ferrante, intellettualotto di provincia dalla cultura enciclopedica ma dalla mentalità strettissima. Quasi tremila quelli di Pier Paolo Pasolini al momento della sua morte tragica e improvvisa, recentemente confluiti nell’Archivio Contemporaneo “Alessandro Bonsanti” del Gabinetto Vieusseaux, ora inventariati da Graziella Chiarcossi e da Franco Zabagli. Un elenco familiare, empirico, affettivo, che non tiene conto dei moderni criteri bibliografici ma che certo non perde d’efficacia. Il catalogo infatti risulta composto da sezioni eterogenee, suddivise internamente secondo logiche e criteri differenti, per cui risulta di grande utilità l’indice degli autori posto a conclusione del volume. Scorrendo le pagine – e quindi i titoli – si riesce a ricostruire pienamente il percorso di un intellettuale maledetto e contraddittorio, lettore vorace, di una voracità insaziabile, fin dalla giovinezza trascorsa tra la provincia friulana e il capoluogo emiliano: «Che giornate! Passavo ore e ore al “Portico della Morte”, a Bologna, dove si vendevano libri usati, a scegliere, a leggere titoli, a spiare pagine e indici. Avevo quindici anni, e fino allora avevo letto solo libri d’avventura […]; poi improvvisamente mi è capitato tra le mani L’idiota di Dostoevskij, ed è stata la rivelazione. Ho letto tutto Dostoevskij, e poi Tolstoj; e poi le tragedie di Shakespeare. Solo un anno dopo o due ho scoperto la poesia contemporanea […]. E allora ho letto Le Occasioni di Montale e il Sentimento del tempo di Ungaretti: che sono stati la rivelazione numero due. Mi sono messo a leggere come un disperato i poeti contemporanei, che allora erano i poeti ermetici: e da loro sono risalito ai simbolisti, soprattutto a Rimbaud. E, naturalmente, continuavo a leggere con voracità i narratori dell’Ottocento: i russi, gli inglesi, i francesi» (p. 3). E nel calderone, infatti, ci troviamo di tutto, dalla filologia alla filosofia, dalla poesia contemporanea a quella dialettale, passando per la narrativa straniera e italiana, finendo per approdare ai classici greci e latini o ai volumi su cinema e teatro. Verrebbe da prendere in mano un libro di Storia della letteratura contemporanea e controllare quali titoli e quali autori manchino all’appello; ne resterebbero fuori forse una manciata, certo, ma bisognerebbe capire perché manchino, se per una tradizione mancata o per una scelta ponderata. Un volume raffinato, con un’interessante appendice iconografica, importante strumento per quegli studiosi che cercheranno di conoscere e riconoscere le centouno personalità di un artista grande e poliedrico, di un vero e proprio genio della contemporaneità – uno degli ultimi del suo secolo. – Ar.L.

047-F Manutius (Aldus), Humanism and the Latin classics, edited and translated by John N. Grant, Cambridge (Massachusetts) – London, Harvard University Press, 2017 (‘The I Tatti Renaissance library’, 78), pp. 414, ill. b/n, ISBN 978-0-674-97163-9, € 21. Ho già avuto modo di menzionare il vol. de I Tatti sulle prefazioni aldine alle edizioni greche curato da Nigel G. Wilson nel 2016 (Þ «AB» 045-C), di cui il presente lavoro di John H. Grant costituisce «a companion volume». Questa premessa è necessaria perché, sebbene io continui a pensare che sia pericoloso isolare i rami linguistici della produzione tipografica di Aldo Manuzio (si veda il rischio di considerarlo solamente “il tipografo di edizioni greche”), l’abbinamento dei due volumi fornisce al contrario una bella e dettagliata panoramica del mondo aldino. In particolare, l’introduzione di Grant (pp. IX-XXXI) inquadra con buona sintesi il progetto e l’attività di Manuzio, la storia della sua tipografia e l’intento pedagogico che la ispira. Se si vuole trovare una pecca, lo studioso contestualizza solo le edizioni dei classici e tralascia quelle degli umanisti, che pure sono raccolte e commentate nel vol., così come non nomina mai le edizioni di opere in lingua volgare o il rapporto con Pietro Bembo. Le prefazioni aldine iniziano a p. 2, suddivise rispettivamente in edizioni di autori latini antichi (pp. 2-169) e umanisti (pp. 170-229), per un totale di quaranta testi con traduzione in inglese a fronte. Anche l’appendice (pp. 230-311) è molto interessante: vi trovano posto le lettere ad Aldo di Lorenzo Maioli e di Sigismondo Thurzó, la lettera di Girolamo Avanzi a Valerio Superchio, il monitum di Aldo ai tipografi di Lione, le lettere di Giovanni Giocondo a Giuliano de’ Medici e a papa Leone X, l’elogio di Aldo Manuzio scritto da Giambattista Egnazio, le lettere di Raffaele Regio e Niccolò Angeli sulla Rhetorica ad Herennium e infine il saggio di Randall McLeod intitolato Aldus on How to Assemble Your Own Bilingual Text. Tutti i testi presentano note sia nella versione in lingua originale sia nella traduzione: nel primo caso, si tratta di pochi ma oculati interventi filologici del curatore (Notes to the Text, pp. 315-317), mentre nel secondo le note contengono un corposo commento esegetico (Notes to the Translation, pp. 319-387), attento anche alle fonti letterarie. Questi due commenti, inoltre, sono introdotti da una più generale Note on the Texts and Notes (pp. 313-314), dove il curatore informa il lettore circa gli studi su cui ha basato il proprio lavoro: per il testo delle prefazioni e per le relative note, il punto di partenza è l’imprescindibile Aldo Manuzio editore. Dediche, prefazioni, note ai testi, introduzione di Carlo Dionisotti, testo latino con traduzione e note a cura di Giovanni Orlandi, Milano, Il Polifilo, 1975; per i testi in appendice, Grant ha invece utilizzato tanto edizioni altrui quanto proprie trascrizioni ex novo. Riguardo la datazione delle aldine, il vol. si discosta da Dionisotti-Orlandi e adotta quella proposta in The Aldine Press. Catalogue of the Ahmanson-Murphy Aldine Collection of Books by or Relating to the Press in the University of California, Los Angeles Incorporating Works Recorded Elsewhere, Berkeley – Los Angeles – London, University of California Press, 2001. A tal proposito, ho trovato utilissima l’idea di inserire di seguito alle note la Concordance (pp. 389-390), ossia una tavola sinottica in cui sono indicate le posizioni di ogni edizione aldina rispettivamente nel succitato The Aldine Press, in Dionisotti-Orlandi e negli Annales de l’imprimerie des Alde ou histoire des trois Manuce di Antoine Augustin Renouard (Paris, L. J. Renouard, 1834). Se questa sinossi e la successiva bibliografia (pp. 391-392) sono buoni strumenti per il lettore, non posso dire altrettanto dell’unico Index che chiude il vol. (pp. 393-414). Qui Grant fonde gli indici dei nomi, dei luoghi, delle edizioni aldine e dei titoli delle opere (che compaiono solo all’interno della voce dei relativi autori), mentre la loro classica separazione avrebbe agevolato non poco la consultazione. Al di là di queste osservazioni, ribadisco senz’altro che il lavoro di Grant, se affiancato al vol. di Wilson, può diventare una buona chiave di accesso all’esperienza tipografica e intellettuale di Aldo Manuzio, nonché una mappa della rete di contatti e collaborazioni che l’editore fu in grado di intrecciare. Sicuramente non si respirerà la stessa unitarietà e completezza della monumentale edizione Dionisotti-Orlandi (per esempio, sono trascurate le edizioni di opere volgari e la numerazione delle prefazioni non rende conto della loro effettiva posizione nella produzione generale di Aldo), eppure questi due volumi saranno nel loro insieme un agile e valido aiuto per chi si volesse studiare il mondo di Aldo e dell’umanesimo in generale. – S.C.

047-G Rémi (Jimenes), Charlotte Guillard. Une femme imprimeur à la Renaissance, préface de Roger Chartier, Tours-Rennes, Presses universitaires François-Rabelais – Presses universitaires de Rennes, 2017 (Renaissance), pp. 303 + VIII di tavole, ill. b/n e col., ISBN 978-2-86906-523-9, € 34. Le donne tipografe nel Rinascimento sono figure – usando un eufemismo – piuttosto rare. Il caso di Charlotte Guillard, da questo punto di vista, è eccezionale, in particolare per l’ampiezza e il livello della produzione riconducibile alla sua attività parigina. Originaria dell’antica provincia francese del Maine, si trasferì probabilmente piuttosto giovane a Parigi dove sposò, nel 1507, il tipografo Berthold Rembolt, prima socio (dal 1494) e poi erede di quell’Ulrich Gering, da considerare probabilmente il prototipografo francese. Alla morte di Rembolt nel 1518, la Guillard sposò nel 1520 il modesto libraio Claude Chevallon, che ebbe così l’occasione di fare il salto di qualità, occupandosi di una delle più importanti case editrici parigine. La donna però non si limitò a portare in dote l’attività, ma vi partecipò direttamente finché nel 1537, alla morte del secondo marito, ne divenne a tutti gli effetti la guida. Avvalendosi di una significativa rete familiare di supporto e appoggiandosi ad alcuni tra i più noti intellettuali parigini dell’epoca, la Guillard resse le sorti della tipografia al Sole d’oro per vent’anni, pubblicando oltre 180 edizioni, per le quali impiegò sei torchi e una quarantina di operai. L’a. ricostruisce minuziosamente l’avventura personale ed editoriale di questa donna, presentandola in un bel vol. (anche nella veste tipografica) che fornisce una mole ingente di dati, poggiati su una solida indagine archivistica e bibliografica. Facendo opportunamente reagire le più importanti tradizioni bibliografiche europee con la storia sociale francese, Jimenes offre una ricostruzione a tutto tondo di una delle più interessanti figure dell’editoria francese del Cinquecento, mostrando abilità non comuni sia nella ricerca d’archivio sia in quella più strettamente bibliografica. Il tutto condito con uno stile letterario quasi romanzato, degno dei migliori contributi anglosassoni (Darnton docet). Il risultato è un prodotto che anche metodologicamente andrà tenuto in grande considerazione negli studi successivi, sia francesi (spesso totalmente disinteressati ai libri come oggetti materiali), sia italiani (non infrequentemente orientati a passive elencazioni, magari mutuate dal solo SBN). Dopo la premessa di Roger Chartier, un indice delle abbreviazioni e una breve introduzione, l’a. dipana la trattazione suddividendola in nove capitoli raggruppati in quattro parti. La prima (Gens du livre) include tre capitoli che ricostruiscono la biografia di Charlotte Guillard (De Charles VIII à Henri II: une femme en son siècle) e il suo rapporto con parenti (Charlotte et les siens) e altre figure di rilievo nella gestione della tipografia e nella definizione degli orientamenti editoriali (La direction éditoriale). Nella seconda sezione (Sensibilités intellectuelles), l’a. affronta in due capitoli gli orientamenti di fondo dell’azienda guidata da Charlotte Guillard: da un lato la teologia, perfettamente in equilibrio tra tradizione e nuove istanze della Riforma (Préréforme et conservatorisme: les théologiens), e dall’altro gli ambienti della ricerca, con particolare riguardo alla medicina e al diritto (Les cercles humanistes: médecins et juristes). È proprio in questi campi che la storica casa del Sole d’oro si afferma nel Cinquecento, come viene puntualmente analizzato nella terza parte (Le catalogue du Soleil d’Or). In due capitoli vengono descritti i campi in cui l’azienda si specializza, acquisendo posizioni di mercato dominanti: il diritto, appunto, civile e canonico (Le droit savant), ma anche la teologia, con particolare riguardo alla patristica. L’ultima parte, composta da ulteriori due capitoli, conduce il lettore, rispettivamente, negli ambienti e nei meccanismi dell’officina (La fabrique du livre: matériels et mises en page) e nelle reti e nelle strategie del commercio librario, non solo parigino (Le commerce des livres). Dopo le conclusioni generali, si pubblicano due appendici documentarie: la prima con, tra gli altri, il testamento dettato da Charlotte Guillard il 15 gennaio 1557; la seconda con un inventario sommario di tutti i documenti relativi all’editrice parigina. Non potevano mancare, da ultimo, gli annali tipografici della Guillard, nel ventennio in cui fu direttamente responsabile della casa editrice, corredati da un indice degli autori e dei titoli. Le schede sono piuttosto precise e presentano, oltre ai dati bibliografici e bibliologici essenziali (ma sono sempre indicati oltre agli eventuali autori secondari, anche alcune note utili a collocare di volta in volta l’edizione nel contesto editoriale o a precisare precedenti attribuzioni imperfette). Chiude un’amplissima e strutturata bibliografia. Unica pecca, l’assenza di un indice generale dei nomi. – L.R.

047-H Sabba (Fiammetta), Viaggi tra i libri. Le biblioteche italiane nella letteratura del Grand Tour, Pisa - Roma, Serra, 2018 (‘Quaderni di «Bibliologia»’, 4), pp. 358, ill. b/n, ISBN 978-88-331-5111-3, € 74. L’ampio vol. fornisce una visione di insieme di una particolare tipologia di fonti utili ai fini dello studio della storia delle biblioteche in Italia tra XVII e XIX secolo: i testi odeporici, nella loro duplice forma di corrispondenza di viaggio o di veri e propri resoconti di letterati ed eruditi (redatti nel contesto di quella che era la pratica europea del Grand Tour). La suddivisione tipologica di queste “narrazioni” è utile – come precisa l’a. nella riflessione finale (Considerazioni storico-bibliotecarie attraverso la letteratura odeporica, pp. 247-254) che tira le fila del lavoro svolto e su cui si tornerà tra poco – per dare il giusto peso e il giusto valore alle fonti prese in considerazione: «Le lettere, infatti, forniscono informazioni su biblioteche, raccolte di singoli manoscritti ed edizioni, da un lato in modo frammentario e discontinuo – mescolandole con altri argomenti –, dall’altro godendo, però, di un’elevata attendibilità in quanto frutto di verifiche dirette. I resoconti ne riportano, invece, notizie più sistematiche e descrizioni più estese (particolarmente nel caso in cui il viaggiatore avesse nei libri e nelle biblioteche il proprio interesse principale, sia personale che relativo all’occasione del viaggio), ma presentano il rischio di aver subito interventi, di tipo letterario od editoriale, che possono averne ridotto il testo e alterata la veridicità» (p. 249). Il vol. si suddivide in tre ampie sezioni. La prima (Letteratura di viaggio: scritture e fonti, pp. 31-82) si caratterizza, da un lato, come riflessione attorno al fenomeno del Grand Tour e della letteratura di viaggio a esso collegata e, dall’altro, come lavoro eminentemente bibliografico in cui sono censite varie fonti bibliografiche e catalografiche relative ai viaggi in Italia, fornendo per ognuna una descrizione. Le fonti si suddividono in Bibliografie generali relative ai viaggiatori stranieri in Italia, Bibliografie generali relative ai viaggiatori italiani in Italia, Fondi bibliotecari specializzati in letteratura di viaggio in Italia e Memorie di viaggio manoscritte. L’indagine sulle fonti permette all’a. di avviare una riflessione sulle modalità di selezione adottate nella scelta e nella suddivisione del materiale utilizzato nelle successive sezioni: una distinzione formale (corrispondenza vs relazioni, di cui già si è detto), una delimitazione cronologica (dal XVII al XIX secolo, arco cronologico corrispondente alla manifestazione matura del Grand Tour) e una considerazione sull’influenza che la nazionalità, la professione, gli interessi e gli obiettivi del viaggiatore potevano esercitare sulla descrizione del viaggio. La seconda parte (Le corrispondenze di viaggio come documenti per la storia delle biblioteche e delle collezioni librarie italiane, pp. 83-141) raccoglie – in ordine cronologico dal XVII al XIX secolo – una ampia selezione di fonti (principalmente manoscritte), sotto forma di corrispondenza di viaggio, da cui è possibile ricavare interessanti informazioni circa le biblioteche italiane e i loro fondi. Particolarmente significativo è il caso dei gesuiti bollandisti Gottfried Henschen (1600-1682) e Daniel Papebroch (1628-1714) che furono in Italia per due anni (dal 1660 al 1662) alla ricerca di materiale – in vari depositi documentari – per la realizzazione degli Acta Sanctorum. Di questa esperienza si conservano un diario di viaggio e numerose lettere di Henschen indirizzate a Jean Bolland (già oggetto di diverse pubblicazioni) che l’a. ripercorre – «in forma libera e non ad litteram, onde agevolarne la lettura» (p. 29n) – evidenziando le varie tappe del loro itinerario e soffermandosi sulle descrizioni delle varie biblioteche italiane che in queste si ritrovano: impressioni riportate, descrizioni dell’architettura e annotazioni circa le tipologie di testi in queste conservate. L’ultima sezione (Le biblioteche italiane attraverso i resoconti di viaggio erudito nel quadro del Grand Tour, pp. 143-246) ripercorre vari resoconti odeporici, anche in questo caso dal XVII al XIX secolo, indicando per ognuno i vari passaggi in cui sono descritte biblioteche italiane incontrate nel corso del viaggio. Da questa tipologia di fonti, come evidenza l’a., più che dati sulle biblioteche frutto di una indagine diretta (come per le lettere di corrispondenza), ciò che emerge sono «informazioni preziose sul ruolo delle biblioteche, reale, immaginario e rappresentativo nella cultura del viaggio ma soprattutto nella storia della cultura, sia sociale che intellettuale» (p. 146). L’a. conclude l’ampio lavoro con alcune considerazioni di natura storico-bibliotecaria estraibili dalle fonti analizzate: in primis si ricava che le biblioteche più presenti in queste fonti sono l’Ambrosiana, la Vaticana e la Laurenziana, di cui vengono descritte la ricchezza delle raccolte, l’architettura, le decorazioni pittoriche e scultoree e il sistema di disposizione dei libri. Altro elemento caratteristico sono le valutazioni che i viaggiatori danno delle biblioteche, non sempre dipinte con toni positivi in relazione agli orari di apertura o alla difficoltà nel reperimento delle opere. Non sono infrequenti anche le descrizioni degli incontri con i bibliotecari che sono oggetto di elogi ma anche di critiche, in relazione al modo in cui svolgevano il proprio servizio. Ultimo dato rilevato dall’a. è come – nel passaggio dal Settecento all’Ottocento – muti l’atteggiamento dei visitatori nei confronti di certe istituzioni librarie italiane, considerate depositarie di una cultura ormai inutile e sorpassata. Chiudono il vol. un’appendice iconografica delle opere citate, e utili indici: Indice delle biblioteche per viaggiatore, Indice delle biblioteche per città, Indice dei cataloghi delle biblioteche italiane, Indice dei bibliotecari, Indice delle edizioni odeporiche per luogo di stampa e editore e Indice generale dei nomi. – A.T.

 

Spogli e segnalazioni

047-001 1992-2017. 25 anni a Milano della Congregazione Sacra Famiglia di Nazareth fondata da San Giovanni Battista Piamarta, a cura di Ferdinando Scala, pp. 118, Brescia, Artigianelli, 2017, manca ISBN, s.i.p. Un libro-testimonianza su un’importante presenza religiosa (e quindi educativa e caritativa) nella periferia milanese: presso le sue strutture a Crescenzago si svolgono anche i laboratori dei Master Professione editoria e Booktelling dell’Università Cattolica. – Ed.B.

047-002 A Pannonhalmi Főapatsági Könyvtár ősnyomtatványai, Incunabula Bibliothecae Sancti Martini de Sacro Monte Pannoniae (PFK-INC), Összeállította W. Salgó Ágnes, Pannonhalma, Bencés Kiadó, 2017 Þ rec. István Monok, «Magyar Könyvszemle», 133, 2017/4, pp. 503-4.

047-003 «ABEI Bollettino di Informazione», 26, 2017/3. Continua in questo numero la pubblicazione degli atti del Convegno ABEI tenutosi a Seveso (MI) a giugno 2017: valorizzazione delle raccolte, fundraising, sinergia tra biblioteche, archivi e musei sono alcuni degli argomenti trattati. Segue un interessante contributo sulla biblioteca del seminario “Barbarigo” di Montefiascone nella diocesi di Viterbo arricchito di una introduzione storica sulle diocesi dell’Alto Lazio. Chiude il fascicolo la presentazione del programma del convegno annuale dell’associazione previsto per giugno 2018 e la prima parte dei verbali del consiglio direttivo del 2017. – Em.B.

047-004 Aldi (Giovanni), RDA implementation at Casalini, «JLIS.it», 9/1, 2018, pp. 24-26. Le tappe della progressiva adozione di RDA nella fornitura di registrazioni d’autorità e bibliografiche di pubblicazioni in lingue romanze e in greco, in stretta collaborazione con la Library of Congress e rinnovando un’esperienza cinquantennale. – Pino Buizza

047-005 Alessandro Zanella tipografo-editore veronese, a cura di Massimo Gatta, Macerata, Biblohaus, 2013, pp. 74, ISBN 978-88-95844-32-9, € 15. Frutto della Tavola rotonda organizzata presso la Biblioteca Civica di Verona il 18 maggio 2013, il vol. ripercorre la carriera di Alessandro Zanella (1955-2012), tipografo-editore scomparso prematuramente all’età di 57 anni. Sul finire degli anni ’70, il giovane Zanella impara il mestiere da Richard-Gabriel Rummonds, tipografo attivo proprio nella Verona definita da Franco Riva “city of book” per la sua elevata concentrazione di private presses. Anche grazie ad alcuni viaggi negli Stati Uniti, riesce ad affinare le sue capacità presso la tipografia dell’Università dell’Alabama, presso la quale Rummonds svolgeva alcuni corsi. Abilità che gli permettono, dopo essere diventato socio dello stesso tipografo americano, di aprire, nel 1982, la propria stamperia. Grazie ai contributi di amici, colleghi e studiosi (Marina Bindella, Sandro Bortone, Gino Castiglioni, James Clough, Alessandro Corubolo, Massimo Gatta, Valerio Magrelli, Gian Paolo Marchi, Richard-Gabriel Rummonds, Alessandro Soldini), il vol. ricostruisce non solo l’attività, ma anche il pensiero e le scelte grafiche di Zanella. Sostenitore del mestiere come insieme di tradizione e innovazione, il tipografo veronese ha cercato per tutta la sua carriera un costante dialogo tra passato e presente, o ancora meglio futuro, per evitare che la tipografia manuale diventasse un reperto museale privo di vita. Il punto di partenza è rimasto sempre il torchio a mano in ghisa modello Stanhope, costruito da Amos Dell’Orto di Monza nel 1854, grazie al quale sono nate tutte le sue edizioni. L’evoluzione è stata l’introduzione dei tipi digitali, spesso di sua progettazione, per ottenere una stampa con cliché da fotopolimeri che risolvesse il problema dell’impossibilità di fondere nuovi caratteri in piombo, garantendo la stessa fisicità al segno impresso. In primo piano, Zanella ha sempre avuto un intento educativo di trasmissione del sapere dell’arte tipografica, per non scordare mai la funzione culturale del fare libri. – Pierfilippo Saviotti

047-006 All’origine delle grandi mostre in Italia (1933-1940). Storia dell’arte e storiografia tra divulgazione di massa e propaganda, a cura di Marcello Toffanello, Mantova, il Rio, 2017, pp. 240 ill. b/n, ISBN 978-88-85469-27-3, € 30. Gli anni ’30 del Novecento furono un periodo fecondo per le mostre d’arte italiane. Il vol., che pubblica alcuni degli interventi dell’omonimo convegno tenutosi a Ferrara nel 2012, ricostruisce la storia di alcune delle più importanti esposizioni: quella dedicata alla pittura ferrarese del Rinascimento (Marcello Toffanello), alla pittura del Correggio (Elisabetta Fadda), alle mostre piemontesi curate da Vittorio Viale (Cristina Maritano) e alla pittura bresciana (Matteo Zambolo); ancora: la mostra milanese della antica oreficeria (Federica Alloggio), quella gonzaghesca a Mantova (Paolo Bertelli), l’esposizione su Leonardo a Milano (Roberto Cara) e quella sulla pittura friulana (Marco Mozzo). Infine i contributi sulle mostre fiorentine negli anni Trenta (Alessio Monciatti) e sul Tintoretto (Alessandro Del Puppo). L’importanza del vol. non si esaurisce però nella ricostruzione storica della genesi e della realizzazione degli eventi, ma è fonte di interessanti spunti metodologici, sorta di linee-guida, che non sarà inutile tener presente anche oggi nella realizzazione di un evento culturale. Il primo punto di un certo rilievo è quello di un rapporto dialogico tra identità locale e contesto generale: la piena valorizzazione della “tendenza regionale” passerà dunque nel continuo confronto con un contesto più ampio. Importante sarà anche concepire l’esposizione come un momento privilegiato di confronto e revisione degli studi: la mostra diverrà allora occasione perché studiosi e appassionati possano entrare in contatto con materiale a cui normalmente hanno difficoltà ad accedere. In tal senso, ed è questa la terza indicazione, grande cura andrà prestata nella realizzazione dei cataloghi, facendo in modo che essi siano sia accessibili al grande pubblico sia strumenti per gli addetti ai lavori. In ultimo bisognerà cercare di presentare l’oggetto “non più solo come documento storico, ma come un manufatto capace di parlare all’uomo moderno” (p. 109). Chiudono il vol. un’ampia bibliografia (pp. 211-230) e l’indice dei nomi. – F.F.

047-007 Almanacco del bibliofilo. Indici 1990-2012, a cura di Massimo Gatta e con introduzione di Maurizio Nocera, Macerata, Biblohaus, 2014, pp. 137, ill., ISBN 978-88-95844-33-6, € 15. Il vol. raccoglie le fotoriproduzioni dei frontespizi e degli indici della storica rivista «Almanacco del bibliofilo», pubblicata dal 1990 al 2012. Il vol. è impreziosito da un breve scritto di Umberto Eco dedicato all’antiquario Mario Scognamiglio (pp. I-III), lo storico direttore della rivista, e ricordi di Oliviero Diliberto (pp. 21-5) e di Gianfranco Dioguardi (pp. 27-31) – Luca Montagner

047-008 Amico (Bernardino da Gallipoli), Il Trattato delle Piante & Immagini de Sacri Edifizi di Terra Santa (1620), a cura di Marcello Gaballo - Armando Polito, [Nardò], Fondazione Terra d’Otranto, 2016, pp. 201, ill. b/n, ISBN 978-88-906976-7-8, s.i.p. Anastatica del celeberrimo Trattato delle piante et immagini de sacri edifici di Terrasanta di fra Bernardino Amico da Gallipoli, opera di cui viene qui riprodotta la seconda edizione andata a stampa nell’anno 1620 a Firenze. L’esemplare riprodotto è quello conservato presso la biblioteca diocesana “Antonio Sanfelice” di Nardò, recentemente ritrovato e restaurato. Precede l’anastatica una Introduzione dei curatori che riflette sulle due edizioni del testo e sulla figura dell’Amico, chiude il vol. una sezione con annotazioni di tipo storico e linguistico al testo. – A.T.

047-009 Ammannati (Francesco), Book prices and monetary issues in Renaissance Europe, «JLIS.it», 9/2, 2018, pp. 179-91. Contributo al convegno Selling & collecting, Cagliari, 2017. All’interno delle varie componenti e difficoltà nello studio dei prezzi dei libri, focalizza il tema delle valute, illustrando la complessità e labilità del sistema monetario europeo del tempo e la difficile interpretazione dei dati riferiti a diverse aree monetarie o a diversi sistemi di cambio. Visti i limiti di ogni singolo criterio, il progetto EMoBookTrade (Early modern book trade) punta sull’assunzione combinata di ogni parametro utile e ha posto la lira veneziana e il suo contenuto d’argento a base dei confronti con altre valute. – Pino Buizza

047-010 Antonio Magliabechi nell’Europa dei saperi, a cura di Jean Boutier, Maria Pia Paoli, Corrado Viola, Pisa, Edizioni della Normale, 2017 (Seminari e convegni, 50), 2 vv. (573 p.; 141 p.), ISBN 978-88-7642-628-5, € 45. Si tratta della pubblicazione degli atti del convegno tenutosi nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze il 4 e 5 dicembre 2014. I contributi sono schedati singolarmente (vedi anche qui s.v. Marmi). – M.C.

047-011 Apta compositio. Formes du texte latin au Moyen Age et à la Renaissance, éd. par Christiane Deloince-Louette, Martin Furno et Valérie Méot-Bourquin, Genève, Librairie Droz, 2017, (Cahiers d’Humanisme et Renaissance. 146), pp. 488, ISBN 978-2-600-05787-5, € 65,40. Il vol. segue il IV congresso della Société d’Études Médio et Néolatines, tenutosi a Valence presso la sede dell’Université Grenoble-Alpes nel giugno 2015, e contiene un’introduzione e 21 contributi in lingua francese (di Christine Noille, Brigitte Gauvin, Catherine Jacquemard, Marie-Agnès Lucas-Avenel, Cécile Conduché, Estelle Ingrand-Varenne, Francine Mora, Elie Borza, Max Engammare, Danièle James-Raoul, Alice Lamy, Claude La Charité, Thoma Penguilly, Christiane Deloince-Louette, Martine Furno, Paule Desmoulière, Marie-Geneviève Grossel, Valérie Fasseur, Florent Coste, Anne Raffarin, Anne-Pascale Pouey-Mounou, Laurence Boulègue, Luce Claire), contributi dedicati alla disposizione dei testi latini, alla loro organizzazione e/o ri-organizzione messi in atto per produrre libri funzionali alla comunicazione che essi devono veicolare. I testi e le edizioni presi in considerazione coprono un ampio arco cronologico, coinvolgendo manoscritti e libri a stampa. Per fare solo alcuni esempi, nella sezione dedicata alla mise en page vengono analizzati l’inquadramento e il rapporto tra testo e immagini in alcune epigrafi dei sec. XII-XIII, i contenuti e la disposizione del testo nei frontespizi delle edizioni cinquecentine delle tragedie di Sofocle, e – ancora – l’evolversi dei titoli nelle bibbie da Gutenberg alla fine del XVI secolo. Nelle ultime due sezioni, dedicate a temi più legati alla filologia dei testi che alla storia del libro (mise en ordre e mise en œuvre), si approfondiscono alcuni aspetti della tradizione testuale del Timeo, delle traduzioni latine e francesi dell’Iliade, di traduzioni e riscritture del De consolatione philosophiae di Boezio, degli Adagia di Erasmo, di edizioni postume dei commenti di Marc Antoine Muret. Il vol. si chiude con una bibliografia (pp. 433-68) e un indice dei nomi propri (pp. 469-78). – Giliola Barbero

047-012 Attanasio (Piero), Legiferare sul digitale, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 139-46. Si analizzano i problemi del legiferare in materia di diritto d’autore nel mondo digitale. – Martina Molino

047-013 «Avisos. Noticias de la Real Biblioteca», 24/84, enero-abril 2018. Informazioni e recensioni su Viaggi tra i libri di Fiammetta Sabba, Come le armadure e l’armi di Natale Vacalebre, Itinera ad loca sancta di Alessandro Tedesco, il progetto di pubblicazione on line degli inventari librari “ex bibliotheca Gondomariensi”. – Ed.B.

047-014 Barbero (Giliola), Ordinary and extraordinary prices in the Giolito Libri spirituali sales list, «JLIS.it», 9/2, 2018, pp. 222-64. Contributo al convegno Selling & collecting, Cagliari, 2017. La lista di vendita di Libri spirituali di stampa de’ Gioliti, oggi in unico esemplare alla Biblioteca Augusta, è dapprima confrontata con altre tre liste dei Giolito riguardo ai prezzi medi per foglio e ne vengono discusse le incerte datazioni. I prezzi degli ottantuno ‘libri spirituali’ sono poi analizzati in rapporto all’anno di edizione, alla lingua, al formato, e un’indagine particolare è volta a capire e motivare il prezzo elevato di alcune edizioni che si distinguono proprio per questo: scelta commerciale in vista di una forte richiesta più che diverso costo di produzione. Con il facsimile della lista e la sua trascrizione, corredata dall’identificazione bibliografica delle edizioni e dal prezzo intero dove indicato e dal prezzo a foglio. – Pino Buizza

047-015 Barbieri (Edoardo), Nota su “Il Selvaggio” del 1535: una marca di autenticazione editoriale, un editore misterioso e una falsa indicazione di stampa, «La Bibliofilia», 119, 2017, pp. 367-78. Si analizza l’edizione del Selvaggio, poema cavalleresco minore stampato a Venezia da Nicolini da Sabbio. Di particolare interesse la silografia impressa alla fine del volume che assolve alla funzione di marca di autenticazione editoriale. Il disegno (specularmente invertito) raffigura piazza San Marco a Venezia sovrastata dal fenomeno atmosferico del parelio. Lo stesso legno con la raffigurazione del parelio – legno da cui è stata tagliata la pare inferiore raffigurante Venezia – si ritrova in una altra edizione del 1536 de El gran prodigio di tre soli (testo di propaganda antiluterana), che indica come luogo di stampa Roma e come tipografo un ignoto Albertino Zanelli. Il tutto porta quindi a ipotizzare che i dati di stampa di questa edizione siano falsi e che possa essere stata stampata dallo stesso Nicolini a Venezia. – A.T.

047-016 Barenghi (Mario), Oltre il terreno della memoria, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 75-80. Tre recenti uscite (Michele Mari, Leggenda privata, Einaudi 2017; Alberto Rollo, Un’educazione milanese, Manni 2016; Giuseppe Lupo, Gli anni del nostro incanto, Marsilio 2017) narrano storie di immigrazione nella Milano del secondo Novecento. – Martina Molino

047-017 Bargioni (Stefano), RDA implementation in the URBE Network, «JLIS.it», 9/1, 2018, pp. 44-47. In continuità con la precedente adozione di AACR2 l’Unione romana delle biblioteche ecclesiastiche avvia la catalogazione secondo RDA: momenti formativi e necessità di adeguamento dei software. – Pino Buizza

047-018 Bässler (Andreas), Ekphrasis and Printer’s Signets, in Typographorum Emblemata. Part A: Beginnings and Provenances, pp. 29-48.

047-019 Bazzani (Carlo), Il catechismo, il giornale, il libro: la letteratura democratica a Brescia durante l’epoca rivoluzionaria (1796-1799), «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXIV/48, dicembre 2017, pp. 67-85. L’a. indaga le numerose pubblicazioni che fiorirono a Brescia nel cosiddetto triennio rivoluzionario, volte a educare il popolo ai nuovi valori democratici di ispirazione giacobina. – L.R.

047-020 Bellesi (Sandro), I ritratti di Antonio Magliabechi, in Antonio Magliabechi nell’Europa dei saperi, pp. 445-455. Mentre era in vita Antonio Magliabechi non volle farsi mai ritrarre, nemmeno quando la richiesta gli pervenne dalla stessa famiglia Medici. Nonostante il suo rifiuto, a sua insaputa vennero eseguiti un quadro e una medaglia, che funsero da modelli per produzioni successive. - M.C.

047-021 Bertini (Giuseppe), La travagliata nascita della Vita del cavaliere Giovan Battista Bodoni di Giuseppe de Lama. Salamanca – Parma, Bibliotteca Bodoni, 2017, pp. 64, manca ISBN, s.i.p. Ideata e pubblicata in 100 esemplari fuori commercio da Pedro Catedra con la consueta eleganza, l’operetta qui presentata comprende, oltre all’edizione di alcuni documenti inerenti al tema, uno studio scientifico sulle contrastate origini del primo tentativo di una bio-bibliografia del Bodoni. – Ed.B..

047-022 Biancardi (Giovanni), Da «Il servidore di piazza» al «Calendario ad uso del foro». Storia di una rara guida milanese (1782-1796), «ALAI – Rivista di cultura del libro», 4, 2018, pp. 61-87. L’a. ripercorre le vicende tipografiche ed editoriali di una delle più longeve guide milanesi pubblicate lungo il secolo dei Verri e di Parini. Il saggio si conclude con una descrizione bibliologica e del contenuto dell’ultima guida pubblicata nel 1796 e con una serie di riproduzioni fotografiche dell’opera. – Luca Montagner

047-023 Bianchini (Carlo) - Mauro Guerrini, New terms for new concepts. Reflections about the Italian translation of RDA, «JLIS.it», 9/1, 2018, pp. 1-6. Riferisce i criteri del lavoro di traduzione in italiano e sostiene la necessità dell’innovazione lessicale sulla base della novità concettuale di RDA, riportando alcuni casi di più difficile soluzione. – Pino Buizza

047-024 «Biblioteca di via Senato», febbraio 2018. Si parla di D’Annunzio a Venezia (Luca Piva), la raccolta di Itinera ad loca sancta conservata dai francescani a Gerusalemme e descritta da Alessandro Tedesco (Giancarlo Petrella), Pietro Ghizzardi (Antonio Castronovo), Giordano Bruno (Guido Del Giudice). – Ed.B.

047-025 «Biblioteca di via Senato», marzo 2018. Interventi sui Sermones di Michele Durazzini (Giancarlo Petrella), le edizioni De Piante (Massimo Gatta), Primo Levi e le edizioni Einaudi (Sandro Montalto), la nuova rivista “L’Illustrazione” (Giancarlo Petrella), Dino Buzzati (Gianfranco De Turris), W. H. Auden lettore di Cioran (Luca Orlandini). – Ed.B.

047-026 Blanco (Emilio), Texto y subtexto en Antonio de Guevara: algunos casos paradigmáticos, in Saber (in)útiles. El encyclopedismo literario áureo entre acumulación y aplicatión, ed. Mechthild Albert – Ulrike Becker, Madrid – Frankfurt a.M., Universidad de Navarra – Iberoamericana,- Vervuert, 2016, pp. 33-67. Se al centro deve stare la volontà di «situarse en el mundo ideológico y libresco en lo que scribe y se mueve» l’autore, in questo caso occorre confrontarsi con l’evidente intenzione del Guevara «de presentar una Antigüedad ejemplar que sirva como modelo y que venga respaldada por autoridades clásicas». Si giunge così alla percezione che ci si trovi davanti «más que en un inmenso trabajo de lectura directa y selección de fuentes antiguas, en el recurso a algún tipo de repertorio o ejemplario de los utilizados habitualmente por escritores y predicadores». – Ed.B.

047-027 Borvölgyi (Györgyi) A magyar nyomda-, könyv, sajtó- és könyvtártörténeti szakirodalom 2016-ban, «Magyar Könyvszemle», 133, 2017/4, pp. 473-99. Bibliografia ungherese di storia della stampa, del libro, dei periodici e delle biblioteche per il 2016 (circa 500 voci). – Ed.B.

047-028 Boumarafi (Behdja) - Khaled Mettai, Archival education in the age of social media in Algeria. Opportunities and future horizons, «JLIS.it», 9/2, 2018, pp. 18-26. Premesse alcune osservazioni sulle differenze rispetto all’apprendimento tradizionale, riferisce i risultati di un’indagine sull’uso di social media da parte degli studenti di archivistica dell’Università Constantine 2: le piattaforme preferite e le fasi dell’apprendimento e del percorso di studio in cui sono utilizzate. – Pino Buizza

047-029 Boutier (Jean), Bibliografia magliabechiana, in Antonio Magliabechi nell’Europa dei saperi, I vol., pp. 469-81. Si tratta della più aggiornata bibliografia sia delle lettere edite del Magliabechi, sia degli scritti a lui dedicati e degli studi pubblicati sulla sua figura di erudito. – M.C.

047-030 Boutier (Jean), Cronobiografia di Antonio Magliabechi, in Antonio Magliabechi nell’Europa dei saperi, I vol., pp. 459-68. Utile strumento biografico, che organizza per fatti salienti la vita del Magliabechi in ordine cronologico. – M.C.

047-031 Boutier (Jean), Le «petite monde» parisien de Magliabechi, in Antonio Magliabechi nell'Europa dei saperi, pp. 333-377. Antonio Magliabechi ebbe 33 corrispondenti a Parigi da cui ricevette oltre 600 lettere dal 1660 fino alla sua morte e divenendo il referente principale per aggiornamenti di novità bibliografiche e di attività editoriali, riportando così Firenze all'attenzione degli eruditi francesi. - M.C.

047-032 Braida (Lodovica), Romanzi da leggere e da dimenticare: un’anomalia italiana del Settecento, «La Bibliofilia», 119, 2017, pp. 431-451. Il contributo riflette sulle ragioni che hanno portato alla sfiducia nei confronti del genere novellistico in Italia nel XVIII secolo, indagando i vari escamotage adottati dagli editori per promuovere questa tipologia di testi. – A.T.

047-033 Brambilla (Alberto) - Angelo Colombo, Il rinoceronte nero e altre inverosimili finzioni. Percorsi tra letteratura ed arte, intorno al pianeta libro, a cura di Marco Menato, Macerata, Biblohaus, 2018, edizione fuori commercio. L’occasione (o forse il pretesto) di questo vol. è la donazione da parte di Alberto Brambilla di un fondo di libri d’artista da lui prodotti alla Biblioteca statale isontina di Gorizia: una produzione artistica tanto sconosciuta quanto inaspettata per chi abbia conosciuto Brambilla nelle vesti di insegnante e studioso di letteratura italiana. Grazie al dialogo con Angelo Colombo, professore di Letteratura italiana all’Università di Besançon e amico fidato fin dai tempi della comune frequentazione prima del Collegio Rotondi di Gorla Minore (VA) e poi delle Facoltà di Lettere dell’Università Cattolica, Brambilla delinea una frizzante biografia dalla quale emergono amore per lo studio, aspirazioni personali e amati ricordi. Segue l’elenco delle esposizioni personali e dei libri d’artista, nella quale si inserisce anche una brillante argomentazione circa le difficoltà di catalogazione di questi particolarissimi prodotti ibridi, a metà strada tra arte ed editoria, che obbligano a ripensare i consueti canoni descrittivi che si applicano al materiale bibliografico. – D.M.

047-034 Brambilla (Alberto), Segni sui margini. Con Piero Chiara e i suoi libri, introduzione di Mauro Novelli, con uno scritto di Massimo Gatta, Macerata, Biblohaus, 2013, pp. 210, ISBN 978-88-95844-30-5, € 15. Ha qualcosa dell’antropofago, Alberto Brambilla, quando analizza Piero Chiara servendosi della sua maniera narrativa e investigativa, vivendo e facendo rivivere la patria dell’anima dell’amato scrittore luinese, lasciandosi travolgere dalla forza evocativa sprigionata dalle fredde acque del Lago Maggiore. Libri e paesaggi si intrecciano, quindi, in un miscuglio eterogeneo ma ben bilanciato di critica testuale ed esperienza personale, tra oggettività puntuale e esperienza umana soggettiva. I 12 saggi, che si conchiudono con uno scritto di Massimo Gatta, corredati da un buon apparato iconografico, si aprono con una bella e illuminante introduzione di Mauro Novelli. Tanto insolita quanto pregevole, l’attenzione alle vicende editoriali e agli aspetti paratestuali dei volumi di Chiara. – Ar.L.

047-035 Broletti (Alfredo Giovanni), Lo spazio nella biblioteca. Una riflessione metodologica, «JLIS.it», 9/2, 2018, pp. 44-52. L’importanza della collaborazione fra bibliotecari e architetti con le rispettive competenze per la costruzione di spazi funzionali da tutti i punti di vista, con uno sguardo storico sul passato e la proposta di incrementare la tematica negli studi e nella formazione dei bibliotecari. – Pino Buizza

047-036 Brumana (Angelo), Per la biblioteca di Antonio Rizzardi, autore dei Commentaria Symbolica (1591), «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXIV/48, dicembre 2017, pp. 25-39. Grazie a ritrovamenti documentari presso l’Archivio di Stato di Brescia, l’a. ricostruisce alcuni snodi biografici del bresciano Antonio Rizzardi, autore degli importanti Commentaria Symbolica (Venezia, Francesco de Franceschi, 1591), nonché alcuni tasselli della sua personale biblioteca. – L.R.

047-037 Bruni (Flavia), Peace at the Lily. The De Franceschi section in the stockbook of Bernardino Giunti, «JLIS.it», 9/2, 2018, pp. 265-279. Contributo al convegno Selling & collecting, Cagliari, 2017. All’interno di un inventario di bottega di Bernardino Giunti ora a Los Angeles (con la riproduzione disponibile in linea) è contenuto un elenco di edizioni di Francesco De Franceschi, con l’indicazione per ciascuna del numero di fogli e, per la metà circa, del prezzo di vendita. Per queste edizioni sono analizzate le fasce di prezzo al foglio in relazione alle materie trattate, prevalentemente opere tecniche e scientifiche destinate a professionisti e studiosi, al formato, alla presenza di illustrazioni e alla lingua. Con due facsimili. – Pino Buizza

047-038 Bussoni (Mario), Buffalo Bill in Italia. L’epopea del Wild West Show, Fidenza, Mattioli 1885, 2011, (‘Archivi Storici’, 6), pp. 126, ill. b/n, ISBN 978-88-6261-178-7, € 15. William Frederick Cody (1846-1917), meglio noto come Buffalo Bill, fu il personaggio che forse più di altri contribuì a creare il mito dell’epopea del West. Scout, cacciatore di bisonti, avventuriero: la sua figura, in cui fatti reali e leggendari si sovrappongono, ha ispirato opere letterarie, fumetti e, più tardi, il grande cinema di Hollywood. Ma più che alle imprese da lui compiute la sua fortuna è dovuta all’ideazione del Wild West Show, spettacolo circense che fu, come dissero le cronache dell’epoca, “storia e nello stesso tempo poesia”. L’incredibile successo riscosso in America fece sì che lo show fosse esportato anche in Europa: tra le tappe pure l’Italia, dove Cody mostrò di saper adattare lo spettacolo alle tradizioni locali. – F.F.

047-039 Buttò (Simonetta), Report on RDA Italian translation, «JLIS.it», 9/1, 2018, pp. 107-9. Riferisce anche le altre attività e le collaborazioni internazionali dell’ICCU. – Pino Buizza

047-040 Cadioli (Alberto), Leopardi e il moderno libro a stampa, «ALAI – Rivista di cultura del libro», 4, 2018, pp. 123-127. Attraverso una serie di citazioni dallo Zibaldone di pensieri di Giacomo Leopardi, l’a. del saggio espone le osservazioni del poeta di Recanati in merito alle trasformazioni editoriali e tipografiche che hanno toccato l’Italia tra gli anni Venti e Trenta del XIX secolo. – Luca Montagner

047-041 Çakmak (Tolga), RDA transition in Turkey. Perspectives and experiences of the libraries, «JLIS.it», 9/1, 2018, pp. 31-43. Dati sull’adozione di RDA in dieci biblioteche universitarie turche (di cui tre nuove), sulla base di questionari e interviste: motivazioni della scelta, metodi, strategie, punti di forza e difficoltà nell’implementazione. – Pino Buizza

047-042 Callegari (Marco), L’Autografoteca di Giulio Bernardino Tomitano con l’indice delle lettere dei suoi corrispondenti, «Archivio storico cenedese. Studi e ricerche tra Piace e Livenza», 3, 2017, pp. 73-137. Il fenomeno delle autografoteche è, nel suo complesso, abbastanza sconosciuto; l’articolo, oltre a fornire l’elenco dei nomi di quella del Tomitano (ora FI, BML, Aschb. 1720) offre preziose indicazioni in merito. – Ed.B.

047-043 Capaccioni (Andrea), Le biblioteche dell’università. Storia, modelli, tendenze, Santarcangelo di Romagna, Maggioli, 2018 (‘Apogeo Education’), pp. 150, ISBN 978-88-916-2561-8, € 12. Il vol. si apre con una storia delle biblioteche accademiche, di come si sono costituite e dei fattori che lungo i secoli le hanno portate ad assumere la fisionomia attuale. I successivi due capitoli affrontano in maniera analitica le sfide che questi istituti devono affrontare oggi soprattutto nei confronti del mondo digitale: l’avvento della rete da una parte e delle pubblicazioni digitali dall’altro ha dato l’avvio a una rivoluzione in cui le biblioteche d’ateneo sono chiamate a coprire un ruolo fondamentale. Tra open access, discovery tools e digital scholarship l’autore illustra i cambiamenti in atto e riafferma la centralità della biblioteca come intermediario tra le opere (in qualsiasi formato esse siano) e il mondo accademico (studenti, professori e comunità scientifica). – Em. B.

047-044 Capuana (Luigi), Il drago e Il tesoro nascosto, prefazione di Cristina Ubaldini, Viterbo, Alter Ego, 2017, (“Gli Eletti”), pp. 78, ISBN 978-88-9333-085-5, € 3,90. Il volumetto propone due racconti poco noti dell’autore verista: la novella Il drago (pp. 15-56) e la fiaba Il tesoro nascosto (pp. 57-73). Nella prima, forte è l’influenza della corrente verista e dominante è la dimensione umana; nella seconda, invece, trova spazio la magia. Nonostante questa differente declinazione di genere i due racconti sono accomunati dal vano tentativo, escogitato e messo in atto dai protagonisti, di modificare il corso del destino. Ciò che l’autore vuole insegnare ai suoi lettori è che la sorte, il fato, non possono essere cambiati. – Martina Mineri

047-045 Castronuovo (Antonio), “Valdilamone”. Le xilografie di una rivista romagnola, «ALAI – Rivista di cultura del libro», 4, 2018, pp. 153-161. Breve excursus sulle vicende della rivista «Valdilamone» e sulle incisioni d’autore pubblicate sulle sue pagine nelle annate 1927-1931. Seguono al termine del saggio alcune fotoriproduzioni in bianco e nero. – Luca Montagner

047-046 Cavalleri (Cesare), «Per vivere meglio». Cattolicesimo, cultura, editoria. Una conversazione con Jacopo Guerriero (‘Orso blu, 106’), Brescia, Morcelliana, 2018, pp. 186, ill. ISBN 9788826500348, € 16. In quattro quadri e nove documenti Jacopo Guerriero traccia un primo consuntivo della vita da editore, giornalista, polemista, critico militante e intellettuale controcorrente di Cesare Cavalleri (classe 1936). Chi legge questo libro-intervista non ha solo la possibilità di entrare nello studio di uno dei maggiori intellettuali cattolici del nostro Paese, ma pure di ripercorrere gli ultimi decenni della cultura di Italia, con uno sguardo – si badi bene – mai di rimpianto verso il passato, ma aperto sul futuro con le radici solide nella tradizione. Cavalleri, alieno da sempre alle celebrazioni personali, si apre ai ricordi su Ungaretti, Montale, Flaiano, Buzzati e Pound, che ritornano a più riprese nel fitto colloquio che dà corpo a questo volume. Lo seguono i riferimenti agli articoli su «Avvenire» (cui collabora fin dal primo numero), un inatteso giudizio benevolo sul Gruppo 63 e ovviamente gli aneddoti e i retroscena del suo mestiere di editore, tra talenti scovati con la ARES, collaboratori di vecchia data del “suo” «Studi Cattolici» e tutta quella doppia formazione umanistico-scientifica che gli giova ancora in questa veste. Nel colloquio entrano ancora il tema della complessità del mondo, le scelte di campo della vita, la sua adesione all’Opus Dei e la coerenza nel continuare ogni giorno quel raccordo tra il mondo contemporaneo e la fede cristiana che la sua Casa Editrice persegue con convinzione. In definitiva, c’è altro oltre il noto stroncatore: «Cesare Cavalleri andrebbe letto sempre per e non contro», scrive lo stesso Guerriero nell’introduzione. Noi aggiungiamo che andrebbe letto anche «per vivere meglio», stesso fine che – memore della massima di Saint-John Perse – si propone lui ogni volta che apre un libro o scrive un pezzo. – Dario Romano

047-047 Cenati (Giuliano), La vita in un fumetto, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 89-95. Si analizzano il fiorire di numerose graphic novel biografiche nell’editoria italiana e le loro potenzialità. – Martina Molino

047-048 Cerasoli (Graziano), Il fondo Ettore Cozzani. Nuovi materiali per approfondire la conoscenza del movimento xilografico in Italia agli inizi del Novecento, «ALAI – Rivista di cultura del libro», 4, 2018, pp. 163-174. Il saggio vuole essere uno strumento per fornire nuove informazioni in merito alla recente apparizione sul mercato antiquario di un nucleo assai eterogeno e vasto di materiali appartenuti all’editore e scrittore Ettore Cozzani. A conclusione del testo sono presenti alcune fotografie di questo materiale. – Luca Montagner

047-049 Cesana (Roberta), Calendario editoriale. Il problema dei problemi, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 181-90. Vengono commentati i dati dell’AIE sullo stato dell’editoria italiana nel 2016: crescita del fatturato complessivo, diminuzione degli indici di lettura, movimenti dell’editoria, ruolo spiccante di Milano e nuove modalità di acquisto da parte del pubblico. – Martina Molino

047-050 Chiabrando (Mauro), Primi esempi di cover design a Milano, «ALAI – Rivista di cultura del libro», 4, 2018, pp. 9-25. L’a. presenta una brevissima rassegna di progettazioni della comunicazione visiva a due dimensioni, note come graphic design, applicate a copertine di volume e realizzate a Milano tra il 1940 e il 1949. Al termine del saggio sono presenti alcune illustrazioni. – Luca Montagner

047-051 Cocchetti (Maria Grazia), L’autore in cerca di editore, Editrice Bibliografica, Milano, 2018, pp. 152, ISBN 978-88-7075-9754-4, € 16. Quarta edizione, rivista e ampliata, del reference book per scuole e corsi sul mondo del libro, analizzato nei suoi vari aspetti: l’autore, le scuole di scrittura, le agenzie letterarie, gli editori, il self-publishing, il contratto, i festival e i generi letterari. Ogni capitolo è corredato da interviste a esperti del settore. Martina Molino

047-052 Cohen (Ahava), Traduttore, traditore: Hebrew RDA as a Septuagint, «JLIS.it», 9/1, 2018, pp. 11-23. I motivi che hanno prima escluso la traduzione in ebraico di RDA (i costi e l’assenza di una terminologia catalografica assestata), limitandosi alla traduzione dei termini del glossario senza definizioni, e quelli che l’hanno poi giustificata (l’autorizzazione gratuita e i numerosi errori di interpretazione riscontrati nell’applicazione); le difficoltà incontrate per le profonde differenze linguistiche rispetto all’inglese, inclusa la scrittura da destra a sinistra, e per la frattura rispetto al lessico tradizionale. – Pino Buizza

047-053 Colonna (Lucilla), Ex libris. The New York Public Library: il cinema omaggia la bibliocultura, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXIV/48, dicembre 2017, pp. 41-4. Il film documentario Ex libris. The New York Public Library, firmato nel 2017 dal regista Frederick Wiseman, esplora l’immensa biblioteca americana, capofila di un sistema capillare che comprende ben 92 succursali nella Grande Mela. – L.R.

047-054 Concordantz des Alten und Neuen Testaments, von Perenyi Petri – Augustin Hirschfogel, Nachwort von Imre Téglásy, Budapest, 2017 Þ rec. Pál Ács, «Magyar Könyvszemle», 133, 2017/4, pp. 500-3.

047-055 Conrieri (Davide), Magliabechi lettore, in Antonio Magliabechi nell’Europa dei saperi, pp. 131-41. L’a. Si chiede quale tipo di lettore fosse Antonio Magliabechi, sottolineando quanto fossero importanti in lui la volontà di apprendimento dai libri, quanto la curiosità per non solo la erudizione di alto livello, ma anche per la raffinata bizzarria accademica. – M.C.

047-056 Coppens (Christian) – Angela Nuovo, Printed catalogues of booksellers as a source for the history of the book trade, «JLIS.it», 9/2, 2018, pp. 166-78. Contributo al convegno Selling & collecting, Cagliari, 2017. Un’interpretazione complessiva dell’uso dei cataloghi dei librai nel commercio librario, delle loro finalità e della rilevanza nello studio dei prezzi nel XVI secolo. Traccia il passaggio dalla forma dell’annuncio pubblicitario per un oggetto di lusso destinato al singolo acquirente in contesti di commercio al dettaglio, nella fase nascente delle imprese editoriali, al primo catalogo di Aldo Manuzio rivolto ai librai, e poi ai cataloghi in forma di opuscoli di imprese ben affermate che mostrano l’allargarsi del mercato su più vasta scala; fino a diventare strumenti d’informazione fra librai e verso il pubblico, assumendo poi anche il ruolo di fonti bibliografiche. In tema di prezzi, evidenziata la necessità di avviare e approfondire il confronto con dati sui prezzi di altre merceologie, di raccogliere più dati sui costi di produzione, indica nei cataloghi di vendita la fonte principale per lo studio del commercio librario, purché li si indaghi sistematicamente, a partire dall’identificazione delle edizioni, spesso non facile a volte impossibile. I prezzi indicati, numeri ideali che servono per fissare una quotazione pubblica di riferimento, sono da valutare criticamente, per esempio distinguendo nei cataloghi dei librai se si propongono libri nuovi o usati, in fogli sciolti o rilegati, mentre i prezzi apposti dagli acquirenti sui libri risentono delle variabili della contrattazione, e non mancano errori da scoprire, corrispondenze fra diverse valute da precisare. Uno studio sistematico è stato avviato con il progetto EMoBookTrade (Early modern book trade) finanziato dal Consiglio europeo delle ricerche, caricando il prezzo di oltre cinquemila libri e calcolando come unità base il prezzo per foglio. Si possono delineare prezzi mediamente superiori per i formati estremi rispetto a quelli medi, ma, nella considerazione di tutti i fattori, emergono anche scelte editoriali diversificate, mirate a mercati o occasioni particolari. – Pino Buizza

047-057 Corbellari (Alain), Postlude. Identités, échanges, transmissions: et la littérature dans tout cela?, in De l’(id)entité textuelle au cours du Moyen Âge tardif, sous la direction de B. Fleith – R. Gay-Canton – G. Veysseyre, pp. 323-7. L’a. conclude il vol. dedicato all’identità testuale nel Medioevo, proponendo una lettura dei vari contributi che mostra la ricchezza di un approccio pluridisciplinare a un tema ampio e complesso. – L.R.

047-058 Coronelli (Giacomo), Tre luoghi reali e immaginari della Milano del Ventennio, «ALAI – Rivista di cultura del libro», 4, 2018, pp. 28-42. Nel breve saggio l’a. ripercorre le vicende del giornalista Sandro Giuliani e del suo fondamentale ruolo come caporedattore de «Il Popolo d’Italia», giornale fondato da Benito Mussolini nel 1914. Chiude l’articolo una breve carrellata di fotografie storiche. – Luca Montagner

047-059 Costa (Paolo), Leggere sul cellulare: l’ecosistema è il dispositivo, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 163-8. Soprattutto negli U.S.A., si diffonde sempre di più l’uso di Wattpad per scrivere e leggere libri sullo smartphone. L’a. analizza se e come esso possa essere un supporto adeguato alla lettura letteraria. Martina Molino

047-060 Coste (Florent), De quoi la Légende dorée est-elle le nom? Proposition pour une philologie pragmatique, in De l’(id)entité textuelle au cours du Moyen Âge tardif, sous la direction de B. Fleith – R. Gay-Canton – G. Veysseyre, pp. 255-91. Diversi manoscritti veicolano un testo della Legenda aurea che poco ha a che vedere con l’opera di Jacopo da Varazze. A partire da tale considerazione, l’a. definisce la compilazione più un modus operandi che un’opera vera e propria. – L.R.

047-061 Cusimano (Fabio), Il libro antico. Limiti e prospettive dei censimenti (14-15/11/2017, Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, Sala Stabat Mater, Bologna), «JLIS.it», 9/2, 2018, pp. 294-300. Resoconto dell’evento con la segnalazione di tutti gli interventi presentati al convegno organizzato dall’Istituto per i beni artistici culturali naturali della Regione Emilia-Romagna. – Pino Buizza

047-062 D’Ambrosio (Margaret), The IRIS Consortium (Florence, Italy) and RDA. Perspectives and possibilities from a loyal (non!) opposition, «JLIS.it», 9/1, 2018, pp. 61-5. Illustra una situazione mista, con l’inserimento di registrazioni RDA dalla Berenson Library e dalla Library of Congress nel catalogo del consorzio, che resta conforme ad AACR2. – Pino Buizza

047-063 Daino (Luca), Franco Fortini ospite a Milano, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 63-8. Fortini, trasferitosi da Firenze a Milano nel 1943, visse la città da ospite più che da cittadino, anche se il suo rapporto con Milano mutò in parte nel corso dei decenni, come si evince dai diari e dalle poesie. – Martina Molino

047-064 Danskin (Alan), EURIG annual report 2016-2017, «JLIS.it», 9/1, 2018, pp. 6-10. Gli sviluppi dell’European RDA Interest Group e dei rapporti con il comitato per RDA, con notizie sulle nuove implementazioni in Europa e sui nuovi membri. – Pino Buizza

047-065 De Carné (Damien), Texte et cycle. L’identité contradictoire du Tristan en prose, in De l’(id)entité textuelle au cours du Moyen Âge tardif, sous la direction de B. Fleith – R. Gay-Canton – G. Veysseyre, pp. 229-54. La tradizione del testo del celebre Tristano in prosa è estremamente complessa, perché il contenuto varia nel tempo e perché il romanzo può essere sia autonomo sia inserito nel ciclo arturiano. Si nota la tendenza alla scomparsa dell’identità del racconto, che sfocia nel genere letterario. – L.R.

047-066 De Gennaro (Antonio), La Grande Guerra e le sue monete, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXIV/48, dicembre 2017, pp. 97-100. Nella rubrica “Le riviste dei bibliofili”, l’a. descrive il contributo celebrativo della Grande Guerra offerto nel 1919 dalla «Rivista italiana di numismatica e scienze affini», fondata nel 1888 dal numismatico comasco Solone Ambrosoli. – L.R.

047-067 De l’(id)entité textuelle au cours du Moyen Âge tardif. XIIIe-XVe siècle, sous la direction de Barbara Fleith – Réjane Gay-Canton – Géraldine Veysseyre, avec la collaboration d’Aude Mairey – Audrey Sulpice-Perard, Paris, Classiques Garnier, 2017 (Rencontres, 304. Série Civilisation médiévale, 27), pp. 410, ISBN 978-2-406-06702-3, s.i.p. Il vol. raccoglie gli atti di un omonimo convegno svoltosi a Losanna il 27 e il 28 febbraio 2013, che ha inteso indagare il rapporto dei copisti e degli autori medioevali con i testi (antichi o meno), tra riscritture, rifacimenti, traduzioni e produzione di nuovi contributi. Dopo l’introduzione delle curatrici, i dieci saggi raccolti si dividono in quattro sezioni. La prima (Réécritures et remaniements. Une (id)entité textuelle en forme de déclinaison) accoglie tre contributi (Norelli, Gadrat-Ouerfelli e Kerbastard) che discutono, sulla base di differenti esempi, la riscrittura e il rimaneggiamento dei testi. La seconda (La traduction, reproduction ou création d’une entité textuelle?), composta da due interventi (Perret e Mairey), affronta il complesso rapporto del traduttore medioevale con i testi originali. La terza sezione (L’auteur comme élément définitoire de l’(id)entité textuelle), pur rimanendo sul tema della traduzione, mostra due esempi (Mabboux e Fasseur) in cui il traduttore sostituisce l’opera antica, generandone di fatto una nuova. La quarta parte (Un texte, des textes? Les contours fuyants des légendiers et des romans cycliques), composta da due saggi (de Carné e Coste), si sofferma su altrettanti fortunatissimi testi di complessa definizione. L’epilogo si deve alla penna di Balázs J. Nemes, che si sofferma su alcuni problemi della trasmissione testuale nel Medioevo, mentre le conclusioni sono affidate ad Alain Corbellari. Chiudono la bibliografia, l’indice dei nomi di persona, dei luoghi e delle opere, l’indice dei manoscritti e degli stampati antichi e gli abstracts degli interventi. È schedato sotto i singoli contributi. – L.R.

047-068 Del Castillo (Francesco), Documenti e archivi digitali in ambito scolastico pubblico, «JLIS.it», 9/2, 2018, pp. 27-43. Una panoramica delle iniziative a livello centrale (MiBACT e MIUR) per la digitalizzazione nelle scuole, e delle competenze proprie dei singoli istituti, in autonomia. Richiamata la grande varietà di documenti, di ambito amministrativo o didattico, rileva i ritardi nella dematerializzazione di registri, iscrizioni, pagelle, le difficoltà di scelta fra gli applicativi delle offerte commerciali, per i quali non esiste certificazione, l’orientamento ministeriale verso la fornitura di servizi centrali per l’interoperabilità fra sistemi. Con alcune proposte a garanzia di autenticità e conservazione. – Pino Buizza

047-069 Delle Donne (Saulo) – Ferreri (Luigi), Plutarchi Consolatio ad Apollonium, in Le prime edizioni greche a Roma, parte VI B: Un’edizione anonima senza data, attribuibile allo stesso editore, pp. 387-398. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-070 Delle Donne (Saulo), Appendice 1: Di alcune vicende editoriali particolari concernenti il Pindarus di Calliergi, in Le prime edizioni greche a Roma, parte II: Edizioni di Zaccaria Calliergi, pp. 91-107. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-071 Delle Donne (Saulo), Appendice 2: S. Fogelmark, The Kallierges Pindar. A Study in Renaissance Greek Scholarship and Printing, Cologne, Dinter Antiquariat, 2015, in Le prime edizioni greche a Roma, parte II: Edizioni di Zaccaria Calliergi, pp. 109-111. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-072 Delle Donne (Saulo), Appendice 3: Una nuova “pièce” liminare: la lettera di Calliergi a Marco Musuro quale dedica del suo Pindarus, in Le prime edizioni greche a Roma, parte II: Edizioni di Zaccaria Calliergi, pp. 113-123. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-073 Delle Donne (Saulo), Pindari Carmina cum scholiis, in Le prime edizioni greche a Roma, parte II: Edizioni di Zaccaria Calliergi, pp. 51-89. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-074 Di Marcantonio (Giorgia), Resource Description and Access e il modello concettuale Records in contexts, A conceptual model for archival description: oggetti comparabili?, «JLIS.it», 9/1, 2018, pp. 128-35. La diversa natura, origine, impostazione e stato attuale di RDA e di RiC-CM non permettono oggi un vero confronto fra le linee guida per le biblioteche e il modello concettuale per gli archivi; tuttavia vengono evidenziati alcuni aspetti convergenti e altri divergenti, nel comune intento di servire la descrizione uniforme e condivisibile degli oggetti trattati nei due ambiti. – Pino Buizza

047-075 Dioguardi (Gianfranco), Per libri e per biblioteche. Scritti di bibliografia, premessa di Umberto Eco, a cura e con uno scritto di Massimo Gatta, Macerata, Biblohaus, 2014, 210 p., ISBN 978-88-95844-40-4, € 15. Vengono riproposti gli scritti di natura bibliografica di Gianfranco Dioguardi, che conducono nei suoi percorsi – non sempre lineari, mai banali – tra testi e autori di epoche diverse, a volte apparentemente inconciliabili, che fanno capire come una biblioteca – qualunque biblioteca – possa diventare un territorio di viaggio per un lettore accorto. – M.C.

047-076 Dispacci al Senato di Venezia 1620-1635. Edizione di una fonte storica per la Guerra dei Trent’anni nelle Alpi, a cura di Simone Signaroli, Edolo, Società Storica e Antropologica di Valle Camonica, 2018 (‘Fonti per la storia della Valle Camonica’, 1), pp. XXXIII + 232, ill. b/n, ISB 978-88-99256-05-0, € 25. Si pubblicano i dispacci inviati della magistratura straordinaria del Provveditore in Valcamonica al Senato di Venezia, dall’anno 1620 all’anno 1635. La magistratura del Provveditore in Valcamonica venne introdotta il 18 settembre 1620 a Edolo, a seguito di una serie di conflitti a sfondo confessionale scoppiati in Valtellina, conflitti che si inserivano nel più ampio scacchiere della Guerra dei Trent’Anni. Precede la trascrizione dei documenti una Introduzione che contestualizza il materiale pubblicato e ne ricava dei percorsi di lettura. Glossario e indice finali. – A.T.

047-077 Domínguez (Guadalupe Rodríguez), Manipulated Copies of Sixteenth Century Mexican Prints: Identification of False Editions and Issues, «La Bibliofilia», 119, 2017, pp. 417-30. L’a. analizza un campione di edizioni stampate in Messico nel Cinquecento. Lo studio permette di identificare esemplari modificati successivamente alla stampa, esemplari che hanno creato nel corso del tempo varie interpretazioni bibliografiche e fantasmi bibliografici. – A.T.

047-078 Don (Simone), Un tempio romano a Montisola? Una tradizione letteraria e la rilettura di una presunta epigrafe romana, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXIV/48, dicembre 2017, pp. 59-61. Grazie all’analisi di una presunta epigrafe romana del Santuario della Madonna della Ceriola a Montisola, sul Lago d’Iseo, l’a. dimostra che la tradizione che vuole un preesistente tempio romano dedicato al dio Fauno non ha alcun fondamento, poiché basata sulla testimonianza di un’incisione in realtà secentesca. – L.R.

047-079 Dondi (Cristina), Printed Books of Hours from Fifteenth-Century Italy. The Texts, the Books, and the Survival of a Long-Lasting Genre, Firenze, Olschki, 2016 Þ rec. Natale Vacalebre, «La Bibliofilia», 119, 2017, n. 3, pp. 453-5

047-080 Doni Garfagnini (Manuela), Corrispondenze epistolarie magliabechiane fra sapere critico e controversia religiosa, in Antonio Magliabechi nell’Europa dei saperi, pp. 201-31. All’interno del vastissimo carteggio magliabechiano sono presenti riferimenti a questioni che vennero dibattute nel mondo letterario coevo, in particolare riguardo all’evangelizzazione della Cina da parte dei Gesuiti alla fine del XVII secolo. – M.C.

047-081 Dorna (Sandro), Amate opere prime. Il Novecento su Charta, a cura di Massimo Gatta, prefazione di Mauro Chiabrando, Macerata, Biblohaus, 2014, pp. 148, ISBN 978-88-95844-34-3, € 15. In questo vol. sono riuniti gli scritti di bibliofilia pubblicati dall’autore sulla rivista “Charta”. Il progetto nasce dal desiderio di Massimo Gatta, in collaborazione con Mauro Chiabrando, di commemorare la poliedrica figura di Sandro Dorna (Torino, 1938-2004), scrittore, giornalista, fotografo, collezionista d’arte e raffinato bibliofilo. Tutti gli interventi qui raccolti sono accomunati dall’attenzione rivolta ai testi, agli scrittori e ai poeti del Novecento italiano (da Calvino a Montale, da Ottieri a Palazzeschi). Il libro è corredato da una piccola appendice in cui trovano spazio le illustrazioni in bianco e nero delle copertine di alcuni volumi citati dall’a. – Martina Mineri

047-082 Dubini (Paola), La ribellione delle bambine, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 123-6. Origini, successo e punti di forza di Storie della buonanotte per bambine ribelli, di Francesca Cavallo ed Elena Favilli (Mondadori 2017). – Martina Molino

047-083 Durazzini (Michele) da Empoli, Sermones, a cura del Rotary Club Empoli, Empoli, Edizioni dell’Acero, 2017, pp. 224, ISBN 978-88-86975-89-6, s.i.p. Preceduta da alcuni brevi saggi, ecco l’ed. anastatica dell’ed. Firenze, Bonaccorsi, 1490, riproduzione condotta sull’esemplare BNC di Firenze Magl. B.5.28: l’agostiniano Durazzini fu infatti probabilmente empolese e la locale biblioteca mancava di una copia della sua raccolta omiletica latina. Mauro Guerrini presenta l’intera operazione (pp. 5-13), Piero Scapecchi l’a. e la sua opera (pp. 14-18), Francesco Salvestrini la presenza agostiniana in Toscana (pp. 19-23), Francesca Gianninò – Carlo Ghilli – Eleonra Gargiulo discutono invece la costituzione del fondo di libri antichi posseduti dalla Comunale di Empoli (uno dei primi fondi di cinquecentine a essere catalogati on line!). – Ed.B.

047-084 Durocher (Onésyme), De la bibliophagie, Scritti di Paolo Albani – Oliviero Diliberto, a cura di Massimo Gatta, Macerata, Biblohaus, 2015, pp. 122, ISBN 978-88-95844-46-6, € 15. Come sempre, le pubblicazioni patrocinate da Massimo Gatta non mancano di originalità. Compare qui innanzitutto il breve saggio che dà il titolo al volumetto (pp. 3-20), quindi l’intervento di Diliberto su Il corpo dei libri (pp. 21-30) e quello di Albani su Istruzioni pe mangiare un libro (pp. 31-5). Segue la riproduzione del necrologio di Joseph Octave Delepierre dovuto a Nicolas Trübner, seguito dalla bibliografia dell’a. (pp. 41-109), nonché dall’intervento Paper chef del curatore (pp. 111-20) nel quale vengono svelati gli arcani di questa curiosa pubblicazione: Durocher è lo pseudonimo di Delepierre, che fu forse il primo a indagare questa curiosa deviazione dell’amor di libro. – E.B.

047-085 Eito-Brun (Ricardo), XML-based content management. Integration, Methodologies and Tools, Cambridge, Elsevier, 2018, pp. VIII, 231, ill. col., ISBN 978-0-08-100204-9, s.i.p. L'’ampio vol. offre una panoramica aggiornata ed esaustiva sulle applicazioni del linguaggio XML nella gestione di contenuti digitali e di metadati. Dopo un’introduzione che traccia l’evoluzione e le specifiche attuali del linguaggio, si passano ad analizzare gli scenari futuri che vedono l’impiego dell’XML finalizzato alla rappresentazione di dati strutturati complessi. Punto di forza del vol. è l’approccio eminentemente pratico e metodologico che si esprime attraverso l’analisi di strumenti che aiutino nella scrittura del codice e nella sua distribuzione e attraverso un denso capitolo finale dedicato alla presentazione di un Case Study. Bibliografia e Indice finali. – Em. B.

047-086 El-Sherbini (Magda), RDA implementation and the emergence of BIBFRAME, «JLIS.it», 9/1, 2018, pp. 66-82. Possibilità, problemi e limiti dell’implementazione di RDA nel formato MARC21, con particolare riferimento all’esperienza nella Ohio State University Library, e le opportunità di transizione all’ambiente web offerte da BIBFRAME, Bibliographic Framework Initiative della Library of Congress: tutto in continua evoluzione. – Pino Buizza

047-087 Fasseur (Valérie), Une Fontaine de science asséchée? L’idée d’œuvre scientifique au miroir de la traduction du Sidrac de l’arpenteur Bertrand Boysset, in De l’(id)entité textuelle au cours du Moyen Âge tardif, sous la direction de B. Fleith – R. Gay-Canton – G. Veysseyre, pp. 207-26. Il contributo analizza la versione occitana del Livre du Sirac le Philosophe, composta da Bertrand Boysset nel 1372. Il particolare contesto in cui opera il traduttore contamina il testo, che va letto in relazione alle altre opere di Boysset. – L.R.

047-088 Ferraglio (Ennio), L’isola che non c’è, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXIV/48, dicembre 2017, pp. 93-6. Nella rubrica di scoperte bibliografiche “Pepite queriniane”, l’a. ricostruisce la fortuna (anche mitica) dell’isola di Brazil, presente in molti atlanti e carte nautiche antiche, a partire dal 1325. Nonostante ci siano resoconti di visite alla misteriosa isola, collocabile a ovest dell’Irlanda, solo nell’Ottocento si è potuto dimostrare la sua inesistenza. – L.R.

047-089 Ferreri (Luigi) – David Speranzi, Ps. Cebetis Tabula et alia opuscula, in Le prime edizioni greche a Roma, parte III C: Un’edizione falsamente attribuita al Ginnasio greco, pp. 295-334. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-090 Ferreri (Luigi), 1520 [a] Aelii Theonis Progymnasmata, in Le prime edizioni greche a Roma, parte IV: Edizioni di Angelo Barbato, pp. 343-356. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-091 Ferreri (Luigi), Angelo Barbato, in Le prime edizioni greche a Roma, parte IV: Edizioni di Angelo Barbato, pp. 337-342. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-092 Ferreri (Luigi), Arsenii Apostolii Apophthegmata, in Le prime edizioni greche a Roma, parte III A: Edizioni sicuramente del Ginnasio greco, pp. 269-280. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-093 Ferreri (Luigi), Arsenii Apostolii Γέρας σπάνιον, in Le prime edizioni greche a Roma, parte III A: Edizioni sicuramente del Ginnasio greco, pp. 241-267. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-094 Ferreri (Luigi), Ercole Nani. Notizie biografiche, in Le prime edizioni greche a Roma, parte I: Un’edizione di Étienne Guillery ed Ercole Nani, p. 37. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-095 Ferreri (Luigi), Étienne Guillery. Notizie biografiche, in Le prime edizioni greche a Roma, parte I: Un’edizione di Étienne Guillery ed Ercole Nani, pp. 35-36. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-096 Ferreri (Luigi), Fort. 1520 [a]. Libanii Progymnasmata, in Le prime edizioni greche a Roma, parte IV: Edizioni di Angelo Barbato, pp. 356-362. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-097 Ferreri (Luigi), Scholia in Sophoclis Tragoedias, in Le prime edizioni greche a Roma, parte III A: Edizioni sicuramente del Ginnasio greco, pp. 233-240. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-098 Ferreri (Luigi), Theocriti Idyllia cum scholiis, in Le prime edizioni greche a Roma, parte II: Edizioni di Zaccaria Calliergi, pp. 125-138. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-099 Fiorentini (Isabella), Un salterio greco latino per il vescovo Bernardo de’ Rossi, in Aldèbaran III. Storia dell’arte, a cura di Sergio Marinelli, Milano, Scripta, 2015, pp. 45-56. Il ms. Trivulziano 2161 è un Salterio bilingue greco-latino di notevolissima fattura grafica e illustrativa, ma di ancora misteriosa committenza. Altrettanto ignoti sono i nomi dei copisti che vi operarono, mentre lo splendido apparato decorativo è stato infine attribuito al miniatore Francesco dei Libri, attivo in area veneta nella seconda metà del ’400. Attraverso l’utilizzo di fotografie con fotocamera digitale ai raggi infrarossi è stato possibile rilevare sotto lo stemma attualmente visibile all’interno della decorazione dei primi fogli (azzurro con scaglione arancione) l’esistenza di uno precedente, che reca un leone rampante affiancato dalle lettere B e R. Esso è stato identificato con quello di Bernardo Rossi, vescovo di Belluno (1488) e poi di Treviso (1499), che fu committente di altri preziosi manufatti, tra cui un suo ritratto realizzato da Lorenzo Lotto a Treviso nel 1505. Questa identificazione consente di spostare decisamente verso la fine del secolo la datazione del Salterio e costituisce il primo frutto della collaborazione in corso tra lo staff scientifico della Biblioteca Trivulziana e il gruppo ArtIS per indagini di imaging. – Carla Maria Monti

047-100 Fiori (Umberto), La canzone cita le scimmie, vince il Nobel e aggira le sdrucciole, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 41-4. Le molteplici citazioni letterarie di Francesco Gabbani, il Nobel per la letteratura a Bob Dylan, piane e sdrucciole che rimano in Vasco e Mario Venuti: lo stretto rapporto tra musica e letteratura è tema di indagine di molte recenti pubblicazioni. – Martina Molino

047-101 Flamand (Jean-Marie), Aristobulo Apostoli, poi Arsenio. Notizie biografiche, in Le prime edizioni greche a Roma, parte III: Edizioni del Ginnasio greco, pp. 211-213. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-102 Flamand (Jean-Marie), Demetrio Duca, in Le prime edizioni greche a Roma, parte V: Un’edizione di Demetrio Duca, pp. 365-366. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-103 Flamand (Jean-Marie), Giano Lascari. Notizie biografiche, in Le prime edizioni greche a Roma, parte III: Edizioni del Ginnasio greco, pp. 207-211. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-104 Flamand (Jean-Marie), Zaccaria Calliergi. Notizie biografiche, in Le prime edizioni greche a Roma, parte II: Edizioni di Zaccaria Calliergi, pp. 47-49. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-105 Fleith (Barbara) – Réjane Gay-Canton – Géraldine Veysseyre, Introduction. Penser la textualité médiévale: héritage critique et questions de méthode, in De l’(id)entité textuelle au cours du Moyen Âge tardif, sous la direction de B. Fleith – R. Gay-Canton – G. Veysseyre, pp. 9-59. Un’introduzione che analizza il modo in cui le edizioni, i repertori e gli studi affrontano il tema della testualità medioevale. Particolare attenzione va posta ai copisti, che hanno la sistematica tendenza ad attualizzare i loro modelli. – L.R.

047-106 Fumagalli (Giuseppe), Donne bibliofile italiane, premessa di Hans Tuzzi, con un saggio di Massimo Gatta, a cura di Henriette Doucé, Macerata, Biblohaus, 2015, pp. 99, ill. b/n, ISBN 978-88-95844-42-8, € 15. La lettura di questo agile volumetto conduce il lettore lungo una galleria di ritratti. Ma invece che appartenenti alla stessa famiglia (anche se il nome di alcune famiglie torna più volte) le donne rappresentate sono accomunate da un’unica passione: il libro e la lettura. Biblohaus ripropone un testo degli anni Venti di Giuseppe Fumagalli intitolato Donne bibliofile italiane; al suo breve contributo, che ha lo scopo di portare alla luce la passione femminile per il libro e per il collezionismo librario dal XIV secolo ai primi del Novecento, fa seguito il saggio di Hans Tuzzi che continua la teoria di ritratti intrapresa da Fumagalli arricchendola di testimonianze e notizie ricavate dal mondo dell’antiquariato librario. – Em.B.

047-107 Gadrat-Ouerfelli (Christine), Du Devisement du monde au Milione. Métamorphoses du récit de Marco Polo à travers ses titres, in De l’(id)entité textuelle au cours du Moyen Âge tardif, sous la direction de B. Fleith – R. Gay-Canton – G. Veysseyre, pp. 85-100. Le devisement du monde di Marco Polo ebbe ben 26 versioni in 13 lingue tra il 1298 e il 1500. L’a. si sofferma in particolare sui vari titoli assegnati a questo testo, traendo utili spunti per chiarire la recezione dell’opera nel basso Medioevo. – L.R.

047-108 Galbiati (Walter), I giornali e la nostalgia per quei libri da non leggere, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 127-35. Analisi del boom e successivo calo delle vendite dei collaterali, dal 2012 ad oggi. – Martina Molino

047-109 Gallarini (Luca), La scuola e la Banda dei Quattro, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 97-106. Andrea Marcolongo, Paola Mastrocola, Alessandro D’Avenia e Nicola Gardini decantano le bellezze di greco, latino e italiano, ma senza proposte concrete per la scuola d’oggi. – Martina Molino

047-110 Gaspari (Anna), Appendice: Descrizione dell’esemplare della Biblioteca Vallicelliana S.Borr. A.IV.19, in Le prime edizioni greche a Roma, parte VI B: Un’edizione anonima senza data, attribuibile allo stesso editore, pp. 399-401. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-111 Gaspari (Anna), Horae in laudem beatissimae Virginis, in Le prime edizioni greche a Roma, parte II: Edizioni di Zaccaria Calliergi, pp. 139-145. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-112 Gaspari (Anna), Octoechos, in Le prime edizioni greche a Roma, parte II: Edizioni di Zaccaria Calliergi, pp. 165-169. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-113 Gaspari (Anna), Phrynichi Ecloga verborum et nominum Atticorum, in Le prime edizioni greche a Roma, parte II: Edizioni di Zaccaria Calliergi, pp. 157-163. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-114 Gaspari (Anna), Thomae Magistri Attici eloquii elegantiae, in Le prime edizioni greche a Roma, parte II: Edizioni di Zaccaria Calliergi, pp. 147-156. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-115 Gatta (Massimo), Umanesimo Xilografico di Bruno da Osimo. Compie settant’anni la sua raccolta di ex libris, raro capolavoro dell’exlibrismo italiano del Novecento, «ALAI – Rivista di cultura del libro», 4, 2018, pp. 175-194. Omaggio alla figura del grande incisore italiano Bruno da Osimo. A conclusione del testo alcune riproduzioni di ex libris da lui incisi. – Luca Montagner

047-116 Ghel (Paul F.), Teaching With Type for the Renaissance Grammar Classroom, «La Bibliofilia», 119, 2017, pp. 327-43. Analizzando quattro casi di testi di grammatica redatti dagli umanisti Giovanni Francesco Boccardo, Pomponio Leto, Giovanni Battista Cantalicio e Johannes Aventinus, si mostrano gli effetti della presenza dell’autore in tipografia su quello che era il design dell’edizione. – A.T.

047-117 Giola (Marco), Frammenti da un carteggio: Adolfo Mussafia e Giovanni Veludo, «Filologia italiana», 14, 2017, pp. 111-30. Bibliotecario alla Marciana, tra il 1861 e il ’74 Veludo fu valido corrispondente del grande Mussafia su questioni di varia filologia. – Ed.B.

047-118 Giovannetti (Paolo), Sotto lo scandalo, molto, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 69-74. L’a. recensisce Bruciare tutto di Walter Siti (Rizzoli 2017), che narra la vicenda di un pentito prete pedofilo. Il plot apertamente scandaloso e l’ambientazione nella Milano di Porta Nuova risultano forse artificiosi; lo stile è profondamente saggistico. – Martina Molino

047-119 Girotto (Carlo Alberto), Due miscellanee di opuscoli cinquecenteschi presso la Bibliothèque de l’Arsenal di Parigi, in Dentro il Cinquecento. Per Danilo Romei, Manziana, Vecchiarelli, 2016, pp. 163-207. Nel suo ampio articolo, dopo alcune notizie sulla storia dei fondi dell’Arsenal, l’a. presenta due miscellanee tardo cinquecentesche (8-BL-6350 (1-10) e 8-BL-6351 (1-9)). Pur fornendo esaustive descrizioni dei singoli pezzi, complessivamente piuttosto rari, ci si sofferma anche sulla natura di queste raccolte fattizie. In fine diversi indici e bibliografia citata. – Ed.B.

047-120 Gli antichisti italiani e la Grande Guerra, a cura di Elvira MigliarioLeandro Polverini, Milano-Firenze, Mondadori Education-Le Monnier, 2017 («Quaderni di storia»), pp. VI-250, ISBN 978-88-00-74783-7, € 21,60. Frutto, almeno in parte, di un convegno tenutosi nel centenario dell’ingresso italiano in guerra (Trento, maggio 2015), il vol. raccoglie undici interventi che indagano gli orientamenti culturali e politici che archeologi, storici e filologi italiani elaborarono di fronte alle dinamiche e alle motivazioni del conflitto. Gli esiti furono diversi, sovente in rottura con il legame di stima che legava il mondo accademico italiano alla Germania. Qualche esempio tra i personaggi più famosi: interventisti furono Ettore Pais, Ettore Ciccotti, Pietro Bonfante (anche se antinazionalista); tra i neutralisti annoveriamo Gaetano De Sanctis e Giorgio Pasquali (che poi, però, si arruolò come volontario). Anche gli studi furono influenzati dal clima nazionalista e irredentista, indirizzandosi, in chiave antigermanica, «alla codificazione delle identità nazionali» (p. 5). (Introduzione di E. Migliario, contributi di G. Corni, L. Polverini, F. Santangelo, G. Santucci, A. Guida, M. Harari, A. Maranesi, C. Bassi, G. Bandelli, V. Calì, P. Pombeni). – Emiliano Bertin

047-121 Goldberga (Anita) - Maira Kreislere - Anita Rašmane - Aiva Stūrmane - Edgars Salna, Identification of entities in the linked data collection “Rainis and Aspazija” (RunA) , «JLIS.it», 9/1, 2018, pp. 83-106. La collezione raccoglie l’epistolario dei due poeti e intellettuali che hanno svolto un ruolo importante nella storia della Lettonia e una varietà di oggetti a loro collegati, presso la biblioteca nazionale lettone e altrove. Il progetto in corso di svolgimento mira a rappresentarne formalmente tutte le entità (con riferimento a FRBR e RDA) secondo i metodi dei linked data. – Pino Buizza

047-122 Golinelli (Paolo), Antonio Magliabechi, Benedetto Bacchini e gli eruditi italiani, in Antonio Magliabechi nell’Europa dei saperi, pp. 293-331. Nell’epistolario di Antonio Magliabechi, conservato alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, le lettere di Benedetto Bacchini costituiscono il corpus più consistente tra quelle dei corrispondenti italiani del bibliotecario fiorentino, corrispondenti tra cui si distinguono tra gli altri anche Giovanni Cinelli Calvoli, Bernardino Ramazzini, Enrico Noris, Daniel Papenbroeck. – M.C.

047-123 Gömöri (György), Ifjabb Enyedi István külföldi tanulása és levele Sir Isaac Newtonhoz, «Magyar Könyvszemle», 133, 2017/4, pp. 418-26. Uno scienziato transilvano in rapporto con Newton. – Ed.B.

047-124 Grammatica del Donato e Liber Jesus. Due libri per l’educazione di Massimiliano Sforza, a cura di Jonathan J.G. Alexander, Modena, Panini, 2016, pp. 142, ill. col., ISBN 978-88-570-1169-1, s.i.p. Elegante volumetto che accompagna l’edizione in facsimile dei codici Milano, Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana, 2163 e 2167. Si tratta di due manoscritti noti, contenenti uno la Ianua (la grammatica confusa spesso con l’Ars minor di Donato) e l’altro una miscellanea di testi tra cui le preghiere della tradizione (noto come Liber Iesus), fatti esemplare e miniare da Ludovico il Moro per la formazione elementare del figlio Massimiliano Sforza. In realtà i libretti, più che per l’uso, furono concepiti all’interno di un più ampio programma iconografico, volto a legittimare il potere di Ludovico Sforza e dei suoi eredi. Il libro comprende tre saggi. Il primo (I libri di scuola di Massimiliano Sforza e il loro contesto, pp. 9-41), a firma del curatore, pur con qualche imprecisione (la data di edizione del perduto Donatus sublancense, per esempio, andrà anticipata al 1464) «traccia una storia della fortuna della Ianua e approfondisce il rapporto fra testo e immagini nei due codici trivulziani» (p. 8). Il secondo (L’iconografia ducale nei libri di Ludovico Sforza, pp. 43-92), dovuto a Pier Luigi Mulas, oltre a offrire al lettore una descrizione dei manoscritti, si sofferma sul progetto iconografico sforzesco, in cui anche i due codici trivulziani rientrano. Nel terzo contributo (La Grammatica del Donato e il Liber Iesus tra storia e scrittura nella Milano di Ludovico il Moro, pp. 93-117), Marzia Pontone affronta la scrittura dei due codici, ricostruendo anche le vicende collezionistiche che li hanno portati alla loro attuale collocazione. Impreziosisce la pubblicazione un corposo apparato iconografico con immagini di alta qualità, soprattutto delle miniature dei manoscritti. Chiude la riproduzione di dieci pagine di note manoscritte a commento del Liber Iesus, autografe di Carlo Trivulzio (1715-1789), che acquistò i due preziosi manufatti tra il 1775 e il 1789. – L.R.

047-125 Granata (Giovanna) - Angela Nuovo, Introduction. The development of the book market and book collecting in the sixteenth century, «JLIS.it», 9/2, 2018, pp. I-III. Presenta la raccolta di saggi pubblicati di seguito nello stesso fascicolo di JLIS.it e derivati dal convegno Selling & collecting: printed book sale catalogues and private libraries in early modern Europe, tenuto all’Università di Cagliari il 20 e 21 settembre 2017, affiancando due temi di solito affrontati separatamente, commercio e collezionismo librario. La raccolta degli atti è disponibile anche come monografia edita a Macerata, EUM, 2018, a cura delle due studiose. I singoli contributi sono schedati sotto i rispettivi autori: Ammannati, Barbero, Bruni, Coppens, Granata, Panzanelli Fratoni, Proot, Rueda Ramírez, Ruffini. – Pino Buizza

047-126 Granata (Giovanna), The collection of Monserrat Rosselló in the University Library of Cagliari, «JLIS.it», 9/2, 2018, pp. 53-73. Contributo al convegno Selling & collecting, Cagliari, 2017. Della biblioteca privata del giurista cagliaritano (circa 1560-1613), concepita come ampia risorsa informativa su molteplici soggetti e offerta al pubblico accesso con il lascito ai gesuiti, sono evidenziati la ricchezza di fonti bibliografiche e di cataloghi di editori e librai, segno dell’intelligenza e del metodo adottati e proposti per le acquisizioni. Con riproduzioni facsimilari. – Pino Buizza

047-127 Granata (Giovanna), Un elenco di vendita di libri dei Giolito conservato nella Biblioteca Universitaria di Cagliari. Parte II (Appendice), «La Bibliofilia», 119, 2017, pp. 379-416. Si pubblica la trascrizione, completa dell’identificazione, delle 243 edizioni indicate in uno sconosciuto catalogo di vendita dei Giolito, rilegato assieme a una copia del catalogo di Rouillè heirs (Lione 1593) e oggi conservato presso la Biblioteca Universitaria di Cagliari. – A.T.

047-128 Gribaudo (Ezio), I libri metafora di una vita, a cura di Paola Gribaudo, Pistoia, Gli Ori, 2018, pp. 136, ill., ISBN 978-88-7336-722-2, € 25. Catalogo della mostra (Torino, 5 maggio-3 giugno 2018), in onore dei 90 anni (il prossimo 10 gennaio) di Ezio Gribaudo. L’avventura artistica di Gribaudo, pittore, scultore, grafico ed editore, è stata raccontata nella mostra come in questo catalogo, dove un posto speciale viene occupato dai libri, d’arte e d’artista. Il percorso illustra la vicenda artistica ed editoriale di Gribaudo a partire dai Fratelli Pozzo, i quali stampavano all’origine gli orari dei treni e grazie a Gribaudo iniziarono a fare libri d’artista (e ricordiamo almeno la resa tattile, in copertina, dei buchi e dei tagli di Lucio Fontana, Devenir de Fontana, F.lli Pozzo 1961). Per dirla con Roberto Coaloa, La maison d’un artiste: Ezio Gribaudo. Dinosauri d’autore a due passi dalla Mole, (in «Rivista Savej», 18 aprile 2017): «Vicino alle esperienze di Tàpies, Burri, Fontana, l’artista torinese ha esaltato l’importanza della materia; per le sue tavole (rilievi, serigrafie, bassorilievi) e per le sue sculture, realizzate in polistirolo (Logogrifi), ha sempre usato prevalentemente il bianco su bianco. Il Maestro è anche un noto collezionista d’arte, una figura ricca di sfaccettature anche se l’editoria è stata sempre la sua passione predominante». Nella “galleria editoriale” di Gribaudo ci sono, infatti, Fabbri editore (per il quale curò, e non solo esteticamente, la collana le “Grandi Monografie”), Tallone (pensiamo al Pinocchio del 2014), e Vanni Scheiwiller. In questo catalogo troviamo, in ordine, gli interventi di Maria Gioia Tavoni, All’origine dell’amor di libro in Ezio Gribaudo; dello stesso Ezio Gribaudo con Gli artisti, i libri, le opere; a seguire, Maria Teresa Roberto, Morfologie altre: le edizioni d’arte di Ezio Gribaudo; e dopo il ritorno di Ezio Gribaudo (Gli amici, gli editori, gli eventi) conclude il volume Pierluca Nardoni con Arte come libro d’artista in Gribaudo. Andrea G.G. Parasiliti

047-129 Harris (Neil), Poetic Gymnasium and Bibliografical Maze: Publishing Petrarch in Renaissance Venice, in Specialist Markets in the Early Modern Book World, edited by Richard Kirwan – Sophie Mullins, Leiden, Brill, 2015, pp. 145-74. Partendo dal presupposto che le teorie sul consumo culturale non siano mai state applicate alla produzione libraria, l’a. indaga con gli strumenti della bibliografia analitica le complessità dell’edizione petrarchesca di Gabriel Giolito de’ Ferrari curata da Ludovico Dolce (Venezia, 1557). In tal modo, si evince la possibilità che l’editore abbia realizzato un’opera raffinata dal punto di vista sia grafico che filologico, con l’intento di sbaragliare la concorrenza proponendo prodotto non più generalista, ma destinato a una nicchia di ricercati lettori. – D.M.

047-130 Hayaert (Valérie), The Legal Significance and Humanist Ethos of Printers’ Insignia, in Typographorum Emblemata. Part C: Concepts, Historical and Systematic, pp. 297-314.

047-131 Hoftijzer (Paul), Pallas Nostra Salus. Early Modern Printer’s Marks in Leiden as Expressions of Professional and Personal Identity, in Typographorum Emblemata. Part B: Regions & Places, pp. 169-96.

047-132 Houwen (Luuk), Beastly Devices: Early Printer’s Marks and Their Medieval Origins, in Typographorum Emblemata. Part A: Beginnings and Provenances, pp. 49-76.

047-133 Hufnagel (Silvia), Iceland’s Lack of Printer’s Devices: Filling a Functional and Spatial Void in Printed Books during the Sixteenth Century, in Typographorum Emblemata. Part B: Regions & Places, pp. 256-66.

047-134 Jakimyszyn-Gadocha (Anna), Jewish Printers’ Marks from Poland (Sixteenth-Seventeenth Centuries), in Typographorum Emblemata. Part B: Regions & Places, pp. 125-50.

047-135 Kerbastard (Nolwenn), Les réécritures hagiographiques en français au Moyen Âge. Le dossier de sainte Geneviève, in De l’(id)entité textuelle au cours du Moyen Âge tardif, sous la direction de B. Fleith – R. Gay-Canton – G. Veysseyre, pp. 101-42. Verso la fine del Medioevo inizia una fortunata tradizione di traduzioni in francese di testi agiografici latini. Il contributo si sofferma sul caso della vita di santa Geneviève, di cui si conoscono sei differenti riscritture, con autori e pubblici di riferimento diversi. – L.R.

047-136 Kiliańczyk-Zięba (Justyna), The Transition of the Printer’s Device from a Sign of Identification to a Symbol of Aspirations and Beliefs, in Typographorum Emblemata. Part C: Concepts, Historical and Systematic, pp. 315-32.

047-137 Lai (Andrea) – Luigi G. G. Ricci, Circolazione di trattati scientifici in Sardegna nei secoli XV-XVI: biblioteche e utenti. Primi sondaggi, «Archivio storico sardo», 2017, II, pp. 465-505. Presentato nell’ambito del convegno Il codice Atlantico, Leonardo, Archimede e la Sardegna, Cagliari, 21 giugno 2017, l’intervento analizza la circolazione dei trattati scientifici (da intendere, come precisano gli a., in senso largo e comunque oltre i confini del sapere naturalistico-fenomenico fino a comprendere le compilazioni riguardanti le Arti liberali del Quadrivio, p. 465) in Sardegna fra il 1401 e il 1600, in particolare nelle aree urbane di Sassari e Cagliari. Si tratta di una ricerca ancora work in progress, fondata soprattutto su inventari notarili (principalmente post mortem), che ha mappato con precisione e metodo il possesso e/o l’uso dei libri (a stampa e non) e delle biblioteche nelle aree di interesse. Muovendo dal generale al particolare, gli a. hanno individuato le discipline di appartenenza del materiale inventariato (pp. 473-481), la tipologia sociale e professionale dei possessori e infine il loro status giuridico (pp. 482-490). Spostandosi poi dai possessori al posseduto, l’indagine ha voluto mettere a fuoco gli autori, in particolare l’epoca di afferenza, che ha rivelato un arco cronologico assai ampio – dalla Antichità fino a tutto il Rinascimento – cui corrisponde un campo altrettanto ampio di interesse dei lettori. Molto interessanti e trasversali, benché ancora provvisorie, le conclusioni, che hanno saputo tenere nel debito conto, e governare, l’eterogeneità della materia trattata: non poco. Che dire? Ad maiora! – E.G.

047-138 Le prime edizioni greche a Roma (1510-1526), a cura di Concetta Bianca – Saulo Delle Donne – Luigi Ferreri – Anna Gaspari, Turnhout, Brepols, 2017 (‘Europa Humanistica”. Collection fondée par l’Institut de recherche et d’histoire des textes, Paris et dirigée par le Centre d’études supérieures de la Renaissance, Tours, 20: “Répertoires et inventaraires”, II), pp. 447, ISBN 978-2-503-57029-7, € 95. Il vol. intende studiare la produzione a stampa in greco a Roma e le sue diciannove edizioni pubblicate tra il 1510 e il 1526. Nasce così un’opera corale che, dopo la premessa di Concetta Bianca (pp. 7-14) e l’introduzione di Luigi Ferreri (pp. 15-27), è suddivisa in sei parti, ciascuna dedicata ai diversi stampatori e curatori delle edizioni. Di questi è fornito un profilo biografico, mentre delle edizioni si dànno la descrizione bibliografica, i testi liminari con traduzione e l’analisi filologica, tesa a identificare le fonti manoscritte. La prima parte, Un’edizione di Étienne Guillery ed Ercole Nani (pp. 33-43), studia la prima edizione greca stampata a Roma nel 1510, col titolo Operetta bellissima da imparare la lingua greca, composta per Paulo Enea (un verseggiatore in volgare, compositore di opere di argomento religioso e traduttore dall’ebraico attivo all’inizio del XVI secolo). La seconda parte (pp. 45-204), studia le edizioni di Zaccaria Calliergi, copista ed editore attivo a Roma tra il 1514 e il 1524. Le edizioni studiate comprendono le seguenti opere: Pindaro con gli scoli antichi (1515), al cui studio sono allegate tre appendici; Teocrito con gli scoli (1516); le Horae beatissimae Virginis (1516); le Elegantiae Attici eloquii del grammatico bizantino del XIII-XIV secolo Tommaso Magistro (1517); la Scelta di verbi e nomi attici del grammatico greco del II secolo d. C. Frinico Arabio di Bitinia (1517); il libro liturgico Octoechos (1520); il Lexicon del letterato e vescovo del XV-XVI secolo Guarino Favorino (1523). La terza parte (pp. 205-334) è dedicata alla produzione editoriale del Ginnasio greco, fondato a Roma da Giano Lascaris nel 1514, ed è tripartita. La parte III A tratta le Edizioni sicuramente del Ginnasio greco, comprendenti gli Scholia in Homeri Iliadem (1517), le Quaestiones Homericae e l’Antrum Nympharum del filosofo del III-IV secolo Porfirio da Tiro (1518), gli Scholia in Sophoclis Tragoedias (1518), il Γέρας σπάνιον e gli Apoftegmi (1519) di Arsenio (Aristobulo) Apostoli (1465 ca. e il 1535), arcivescovo metropolita di Malvasia, copista erudito, editore e successore di Lascaris nella direzione del Ginnasio greco. Nella parte III B, Un’edizione attribuibile al Ginnasio greco, una raccolta di tre orazioni di Isocrate stampata tra il 1514 e il 1519 è attribuita al Ginnasio. Nella parte III C, Un’edizione falsamente attribuita al Ginnasio greco, una Tabula Cebetis stampata nel 1495 ca. è ricollegata a Firenze. La quarta e la quinta parte si occupano rispettivamente delle edizioni di Angelo Barbato, stampatore e insegnante attivo nei primi decenni del XVI secolo (pp. 335-362) e di Demetrio Duca, filologo greco, insegnante e correttore presso Aldo Manuzio (pp. 363-373). Di Barbato sono studiati i Progymnasmata del grammatico del I-II secolo Elio Teone (1520) e quelli del retore del IV secolo Libranio (1520). A Demetrio Duca si deve un’edizione Varia liturgica Graeca del 1526. La sesta e ultima parte, Due edizioni dall’incerta attribuzione (pp. 375-401), contiene la descrizione e lo studio degli Erotemata di Manuele Crisolora (1522) e della plutarchea Oratio consolatoria in Apollonium, priva di datazione ma attribuibile allo stesso editore. Di quest’ultima si dà in appendice anche la descrizione dell’esemplare conservato presso la Biblioteca Vallicelliana di Roma. Chiudono il vol. l’elenco delle Abbreviazioni bibliografiche (pp. 405-434), l’Indice dei nomi e delle opere (pp. 435-447) e l’Indice degli autori e dei destinatari delle lettere di dedica e delle composizioni poetiche (p. 449). – S.C.

047-139 Lectures princières et commerce du livre. La bibliothèque de Charles III de Croÿ et sa mise en vente (1614), sous la direction de Pierre Delsaerdt et Yann Sordet, 2 vols [vol. 1: Fac-similé; vol. 2: Études], Paris, Fondation d’Arenberg – Société des bibliophiles François – Éditions des cendres, 2017 Þ rec. Renaud Adam, «La Bibliofilia», 119, 2017, n. 3, pp. 455-7

047-140 Lorenzotti (Pietro), Statuta Vallis Camonicae (1624), «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXIV/48, dicembre 2017, pp. 63-6. Un’analisi dell’edizione degli Statuta Vallis Camonicae, Brescia, Ludovico Britannico, 1624, con riferimento anche alle stampe successive. – L.R.

047-141 Lundblad (Kristina), The Printer’s Mark in Early Modern Sweden, in Typographorum Emblemata. Part B: Regions & Places, pp. 227-56.

047-142 Luraschi Barro (Laura), Due dubbie edizioni Agnelli di Lugano: gli “Elementi della pronunzia e dell’ortografia” e gli “Elementi della calligrafia” di Francesco Soave, «Fogli», 39, 2018, pp. 55-65. L’a. del saggio, attraverso un nuovo studio bibliologico, espone i suoi dubbi e le sue certezze in merito all’attribuzione di due importanti volumi scolastici di Francesco Soave agli Agnelli di Lugano. – Luca Montagner

047-143 Mabboux (Carole), Bono Giamboni volgarizzatore. Entre traduction et réécriture, célébrité de l’œuvre contre postérité de l’auteur?, in De l’(id)entité textuelle au cours du Moyen Âge tardif, sous la direction de B. Fleith – R. Gay-Canton – G. Veysseyre, pp. 185-206. Il contributo mostra l’atteggiamento di Bono Giamboni (1240-ca. 1292) alle prese con le traduzioni (piuttosto dei rifacimenti) italiane delle Historiae adversum paganos di Paolo Orosio (375-420) e del De miseria humanae conditionis di Lotario di Segni (poi Innocenzo III, 1161-1216). – L.R.

047-144 Maccarelli (Luca), Non è una manifestazione per vecchi. I giovani e la partecipazione culturale, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 157-62. Nonostante la quantità e la varietà dei festival letterari in Italia, i dati sulla lettura restano bassi. Bisogna far leva sulla partecipazione attiva ad essi per fidelizzare alla fruizione della cultura, soprattutto con i giovani. – Martina Molino

047-145 Macchi (Federico), Cosway bindings, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXIV/48, dicembre 2017, pp. 101-6. Per “L’angolo della legatura”, l’a. descrive la storia e le caratteristiche delle legature Cosway, «in voga durante il primo trentennio del Novecento», che traggono «il nome da Richard Cosway (1742-1821), noto miniaturista inglese del tutto estraneo a questa produzione» (p. 101). L’ideatore sembrerebbe la libreria londinese Henry Sotheran e/o il suo direttore J. Harrison Stonehouse (1864-1937). – L.R.

047-146 Macchi (Federico), Legature in cartapesta, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXIV/48, dicembre 2017, pp. 87-92. Fornendo anche diversi esempi, l’a. affronta il tema delle «legature in cartapesta, tecnica povera che utilizza prevalentemente carta e stracci macerati in acqua bollente, affiancati da pasta di cellulosa, argilla, gesso intrisi di un materiale legante» (p. 87). La tecnica ebbe una certa fortuna nell’Ottocento inglese. – L.R.

047-147 Mairey (Aude), Boccace en Angleterre. The Fall of Princes de John Lydgate (1421-1428), in De l’(id)entité textuelle au cours du Moyen Âge tardif, sous la direction de B. Fleith – R. Gay-Canton – G. Veysseyre, pp. 163-82. L’opera di John Lydgate (ca. 1370-ca. 1451), The Fall of Princes, tra i testi alla base della cultura volgare inglese, è basata in gran parte sulla traduzione di Laurent de Premierfait (†1418) del boccacciano De casibus virorum illustrium. – L.R.

047-148 Makkai (Béla), Határon túli sajtó - Trianon előtt, Médiatudományi Intézet, Budapest, 2016 Þ rec. Attila Buda «Magyar Könyvszemle», 133, 2017/4, pp. 506-8.

047-149 Mannelli Goggioli (Maria), Magliabechi il bibliotecario, in Antonio Magliabechi nell’Europa dei saperi, pp. 61-90. Comunemente Antonio Magliabechi era ed è tutt’oggi definito come bibliotecario granducale, quando invece più precisamente ricopriva la carica di Custode della Biblioteca Palatina, in quanto l’altro titolo più prestigioso era riservato al senatore Alessandro Segni. Nella veste di curatore delle raccolte librarie medicee, pur non avendo compilato nessun inventario o catalogo in quanto si affidò sempre alle sue eccezionali doti mnemoniche, Magliabechi venne apprezzato per la sua pronta disponibilità nel soddisfare le richieste di informazioni bibliografiche dei suoi padroni e dei suoi innumerevoli corrispondenti. In appendice all’articolo vi è una breve trattazione sui manoscritti orientali di provenienza medicea nella biblioteca di Antonio Magliabechi. – M.C.

047-150 Marazzi (Elisa), Sotto il segno di Barbanera. Continuità e trasformazioni di un almanacco tra XVIII e XXI secolo, Milano-Udine, Mimesis, 2017, (“Libricolae”, 4), pp. 126, ISBN 978-88-5754-656-8, € 11. Esaminando le collezioni della Fondazione Barbanera 1762 di Spello (Perugia) e i materiali conservati presso l’archivio di Stato di Perugia, l’autrice – ricercatrice dell’Università degli Studi di Milano – ha ricostruito la storia di uno dei più famosi e longevi almanacchi italiani: l’almanacco «Barbanera». Stampato per la prima volta a Foligno nel 1762 il «Barbanera», oggetto di numerose contraffazioni e imitazioni, è diventato un vero e proprio long-seller pubblicato ancora oggi con un certo successo e definito da D’Annunzio come «il fiore dei tempi e la saggezza delle nazioni». Il vol. è suddiviso in due parti: nella prima l’autrice presenta la genesi, la diffusione e il successo dell’almanacco; nella seconda, invece, conduce un’indagine relativa ai lettori e ai compilatori del fortunato prodotto editoriale. In fine l’indice dei nomi. – Martina Mineri

047-151 Marinucci (Ludovica), Language as scientific instrument. A preliminary digital analysis of Christiaan Huygens' last writings and correspondence, «JLIS.it», 9/2, 2018, pp. 1-17. Attraverso l’analisi linguistica delle ultime opere e della corrispondenza dello scienziato olandese della seconda metà del Seicento, condotta con il software per l’estrazione testuale AntConc su tre lemmi-concetti, ‘anima/-us’, ‘potentia/-stas’ e ‘lex’ e loro termini affini, collocazioni e co-occorrenze nelle cinque lingue usate, si rileva, tra l’altro, la continuità col pensiero precedente e fra corrispondenza scientifica e scritti filosofici. L’analisi computazionale, nelle due fasi quantitativa e qualitativa, per le sue potenzialità è impiegata e proposta come metodo da diffondere nella ricerca sulla storia delle idee e delle scienze. – Pino Buizza

047-152 Marmi (Anton Francesco), Vita di Antonio Magliabechi, a cura di Corrado Viola, Pisa, Edizioni della Normale (Seminari e convegno, 50), 2017, 138 pp., ill. b/n. Pubblicato come II parte di Antonio Magliabechi nell’Europa dei saperi (qui spogliato), il vol. raccoglie l’edizione critica commentata della biografia inedita di Antonio Magliabechi, redatta dall’allievo Anton Francesco Marmi (1665-1736) all’indomani della sua morte. Da questo testo, finora inedito, trasse ispirazione Apostolo Zeno che ne propose una versione più stringata per il «Giornale de’ Letterati d’Italia» nel 1721. Al curatore si deve il merito di aver individuato l’autografo integrale alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, che si riteneva perduto, ma anche di aver proposto un’accuratissima trascrizione non scevra di annotazioni esegetiche e filologiche. Indice dei nomi e tavole in calce al testo. – D.M.

047-153 Marra (Dora), Croce bibliofilo, prefazione di Barbara Beth e una testimonianza di Lidia Croce, contributi di Maurizio Tarantino e Vincenzo Trombetta, a cura e con uno scritto di Massimo Gatta, Macerata, Biblohaus, 2014, pp. 92, ill. b/n, ISBN 978-88-95844-38-1, € 15. Dora Marra (1921-2012), che già da tempo frequentava la casa di Benedetto Croce, iniziò a collaborare con lui, specie per quanto attiene alla gestione della sua biblioteca, dal settembre 1945. Da quel momento accompagnò il filosofo nei viaggi, nelle visite quasi quotidiane ai librai napoletani e non solo, fu responsabile della battitura di molti suoi scritti. Già bibliotecaria dell’Istituto italiano per gli studi storici dalla sua fondazione (1947), se ne allontanò nel 1979, quando si trasferì in Germania insieme al marito. La biblioteca crociana rimase però una presenza costante nella sua vita, tanto che le si deve l’edizione di due volumi di scritti che Croce apponeva ai propri libri e, proprio nell’anno della morte del filosofo le Conversazioni con Benedetto Croce su alcuni libri della sua biblioteca (Milano, Hoepli, 1952). Di poco successivo è lo scritto riproposto qui in anastatica, Croce bibliofilo, apparso su «Letterature Moderne» nel 1953 (pp. 547-554). Il breve contributo è accompagnato da due ricordi della figlia di Dora Marra, Barbara Beth, e di Lidia Croce, che della bibliotecaria paterna fu amica dai tempi del liceo e per tutta la vita. Seguono due saggi inediti di Maurizio Tarantino (I libri di Dora (e Kurt), pp. 23-7) e di Vincenzo Trombetta (Croce e le bibliotecarie, pp. 29-41). Più ampio l’intervento di Massimo Gatta (De bibliotheca. Benedetto Croce, i suoi libri, la sua biblioteca. Per una bibliofilia sui generis, pp. 43-73), che affronta il tema del complesso rapporto di Croce con i libri e i librai. Chiudono la trascrizione dei passi dei Taccuini di lavoro crociani, in cui è citata Dora Marra, e un’appendice iconografica. – L.R.

047-154 Maspero (Gabriele), La ribellione in una plaquette del settecento. Padre Pasquale da Scapezzano e la sua Solenne Concio-Abiura, «ALAI – Rivista di cultura del libro», 4, 2018, pp. 139-150. L’a. porta alla scoperta della figura dell’eretico italiano del XVIII Padre Pasquale da Scapezzano, tracciandone il profilo umano «ribelle, più che teologico di protestante». Di Padre Pasquale è nota una famosa Concio-Abiura pronunciata a Poschiavo il 26 agosto 1759 e poi pubblicata a stampa dal tipografo ambulante engadinese Giacomo Not Gadina. – Luca Montagner

047-155 Meeus (Hubert), From Nameplate to Emblem. The Evolution of the Printer’s Device in the Southern Low Countries up to 1600, in Typographorum Emblemata. Part A: Beginnings and Provenances, pp. 77-100.

047-156 Meßmer (Gabriele), Summary of the speeches and presentations of the “Open Seminar on RDA in Europe: a reality and a challenge”, «JLIS.it», 9/1, 2018, pp. 27-30. Riassume gli interventi al seminario dell’European RDA Interest Group (EURIG annual meeting 2017, Firenze e Fiesole, 8-10 maggio 2017) che sono interamente pubblicati nel medesimo fascicolo di JLIS.it. – Pino Buizza

047-157 Miniati (Stefano), Antonio Magliabechi e la scienza moderna, in Antonio Magliabechi nell’Europa dei saperi, pp. 233-55. Sebbene Antonio Magliabechi non fosse direttamente interessato alle ricerche scientifiche della sua epoca, fu corrispondente di matematici e scienziati italiani ed europei, per i quali fu comunque fondamentale punto di riferimento per lo scambio di informazioni bibliografiche e mediatore di contatti epistolari, che facilitarono la discussione e la diffusione di notizie tra studiosi di nazioni diverse. – M.C.

047-158 Mirto (Alfonso), Al servizio dei principi. Antonio Magliabechi e i Medici, in Antonio Magliabechi nell’Europa dei saperi, pp. 91-130. Utilizzando l’epistolario superstite di Antonio Magliabechi, l’a. ricostruisce i rapporti – legati soprattutto alla sfera libraria – che intercorsero tra l’erudito e i tre membri della famiglia Medici con cui ebbe relazioni più strette, ossia i cardinali Leopoldo e Francesco Maria, e il granduca Cosimo III. – M.C.

047-159 Mondadori (Arnoldo) – Giovanni Mardersteig, Carteggio inedito per tutte le opere di Gabriele D’Annunzio (1926-1971), a cura di Massimo Gatta, con una nota di Luisa Finocchi, premessa di Agostino Contò e Camilla Bianchi, scritti di Luigi Mascheroni e Massimo Gatta, Macerata, Biblohaus, 2013, pp. IV + 148, ill. b/n, ISBN 978-88-95844-31-2, € 15. Il vol. pubblica la fitta corrispondenza tra Arnoldo Mondadori e Hans Mardersteig: lettere, telegrammi e scambi di documenti che testimoniano un rapporto professionale lungo 45 anni. Dal carteggio emerge un vivido spaccato del lavoro tipografico ed editoriale, ricostruendo una collaborazione che ebbe come suo esito più alto la pubblicazione degli Opera Omnia dannunziani. – F.F.

047-160 Morandini (Mino), De quibusdam libris ante gymnasium legendis ovvero proposte di lettura per orientarsi in vista degli studi classici, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXIV/48, dicembre 2017, pp. 115-22. Un percorso di letture di libri recenti, propedeutico all’avvio degli studi classici: dalle Dieci lezioni sui classici di Piero Boitani (Bologna, il Mulino, 2017) al fortunato Viva il latino di Nicola Gardini (Milano, Garzanti, 2016). – L.R.

047-161 Morandini (Mino), Editoriale, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXIV/48, dicembre 2017, pp. 3-6. A partire da alcuni libri, l’a. riflette su prospettive positive per il futuro della politica e della cultura. – L.R.

047-162 Morandini (Mino), Tra filologia e bibliofilia. Scrittori greci e latini editi dalla Fondazione Lorenzo Valla / Mondadori, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXIV/48, dicembre 2017, pp. 107-14. Si descrive brevemente la collana degli “Scrittori e greci e latini”, pubblicata dalla Fondazione Lorenzo Valla, con tre affondi su altrettante uscite recenti (2017). – L.R.

047-163 Morandini (Mino), Visti in libreria, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXIV/48, dicembre 2017, pp. 123-6. Consueta rassegna di recensioni librarie. Si parla dalle prefatorie greche di Aldo Manuzio (Milano, Adelphi, 2017) al Padre Nostro di papa Francesco (Milano, Rizzoli, 2017). – L.R.

047-164 Mostra documentaria e iconografica, in Antonio Magliabechi nell’Europa dei saperi, I vol., pp. 483-92. In occasione del convegno tenutosi a Firenze il 4 e 5 dicembre 2014, è stata allestita nella Biblioteca Nazionale Centrale una piccola esposizione su Antonio Magliabechi con schede di Micaela Sambucco Hamoud e Palmira Panedigrano. – M.C.

047-165 Nemes (Balázs J.), Trampelpfade historischer Textdeutung. Die mittelalterliche Überlieferung und ihre spatialen Ordnungen, in De l’(id)entité textuelle au cours du Moyen Âge tardif, sous la direction de B. Fleith – R. Gay-Canton – G. Veysseyre, pp. 295-322. La trasmissione medioevale dei testi è modellata dalle interpretazioni precedenti. Si analizzano qui aspetti grafici, spaziali e storici. – L.R.

047-166 Nocera (Maurizio), Officina Mardersteig. Un incontro con Martino Mardersteig, Macerata, Biblohaus, 2015, pp. 146, ill, ISBN 978-88-95844-39-8, € 15. La figura di Giovanni (Hans) Mardersteig (Weimar, 1892 – Verona, 1977) è senza dubbio una delle più prestigiose e affascinanti dell’arte tipografica italiana del Novecento. Dopo i primi passi nel mondo dell’editoria, il giovane Mardersteig, affascinato dai processi della stampa inglese e tedesca, fonda la propria tipografia dando vita, nel 1922, all’Officina Bodoni. Inizialmente a Montagnola di Lugano e poi trasferita, cinque anni più tardi, a Verona, l’Officina, il cui nome è un chiaro omaggio al grande stampatore nativo di Saluzzo, si caratterizza per pubblicazioni, tutte rigorosamente impresse con torchio a mano, dotate di grande eleganza e sperimentazione grafica. Verona è stata la città della crescita e dell’affermazione di Mardersteig: nel 1948 fonda un’azienda grafica, la Stamperia Valdonega, per la stampa di libri di arte e letteratura di alta qualità ma anche di più ampia diffusione. Dotata di macchinari più efficienti come la monotype e la pianocilindrica, la Valdonega ha goduto negli anni della collaborazione di prestigiosi marchi editoriali come Riccardo Ricciardi Editore, Editrice Antenore diretta da Giuseppe Billanovich, Adelphi, Salani ed altre case editrici francesi, inglesi e americane. Grazie ad un dialogo dell’a. con Martino Mardersteig, figlio di Giovanni, il v. ci offre l’immagine di un tipografo colto, appassionato e attento alle regole dell’arte di fare libri. Mardersteig ha rappresentato appieno quella figura di stampatore-editore dotto e competente, eredità del XV e XVI secolo. Un erudito della tipografia a tutto tondo che si è impegnato per la creazione e digitalizzazione di nuovi caratteri e per la stampa di grandi opere come gli Opera Omnia di Gabriele d’Annunzio. Anche grazie al carteggio con Alberto Vigevani, titolare della libreria antiquaria-editrice il Polifilo di Milano, il vol. fa luce anche sulla capacità di Mardersteig di mantenere vivi rapporti con le maggiori personalità della cultura italiana, che hanno fatto di lui uno dei protagonisti indiscussi del mondo intellettuale italiano del Novecento. – Pierfilippo Saviotti

047-167 Nodier (Charles), Franciscus Columna, traduzione di Giovanni Fazzini, scritti di Giovanni Fazzini Gianluca Montinaro, a cura e con un saggio di Massimo Gatta, Macerata, Biblohaus, 2015, pp. 86, ill. b/n, ISBN 978-88-95844-48-0, € 15. In occasione del quinto centenario della morte di Aldo Manuzio, il vol. ripropone la traduzione di Giovanni Fazzini dell’ultimo racconto del francese Charles Nodier (1780-1844), scrittore, bibliofilo e fondatore del «Bulletin du Bibliophile». I protagonisti di questa novella, approfittando del ritrovamento di un esemplare dell’Hypnerotomachia Poliphili presso un antiquario trevigiano, indulgono in un’affascinante e romantica digressione sulle origini misteriose dell’opera e del suo autore Francesco Colonna. Il racconto di Nodier (pp. 3-23) è seguito dal commento del traduttore Giovanni Fazzini, intitolato Charles Nodier e il Polifilo ovvero un “sogno fatto a Venezia” (pp. 25-31), mentre la storia degli studi sull’Hypnerotomachia è oggetto del saggio di Gianluca Montinaro L’utopia di Polifilo. L’Hypnerotomachia Poliphili e il suo misterioso autore (pp. 33-55), in cui si propone un nuovo papabile autore dell’opera: Eugenio da Viterbo (1472-1532). Chiude il vol. uno scritto di Massimo Gatta intitolato Nel nome di Aldo Manuzio l’estremo omaggio di Charles Nodier (pp. 57-71), in cui l’a. analizza il rapporto del francese col Polifilo. Trattandosi di ristampe, in Luoghi di stampa (pp. 85-86) sono indicate le pubblicazioni originali. Gli articoli di Montinaro e Gatta sono stati comunque aggiornati per l’occasione. – S.C.

047-168 Norelli (Enrico), La littérature ancienne sur la Dormition de Marie. La transformation de ses formes et de ses fonctions, in De l’(id)entité textuelle au cours du Moyen Âge tardif, sous la direction de B. Fleith – R. Gay-Canton – G. Veysseyre, pp. 63-84. Il tema della dormitio Virginis ha avuto ampia fortuna lungo tutto il Medioevo. Il contributo si sofferma su una famiglia legata al Liber requiei, un testo in ge’ez pubblicato da Victor Arras nel 1973. – L.R.

047-169 Nova (Giuseppe), La Scuola dei Carmelitani. Un’eccellenza bresciana tra XV e XVI secolo, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXIV/48, dicembre 2017, pp. 45-54. Il contributo ritorna sulla discussa presenza di artisti (pittori e incisori), presso il convento dei Carmelitani osservanti di Brescia, cui si dovrebbero forse, oltre ai cicli pittorici locali, anche alcune incisioni realizzate per le tipografie cittadine. – L.R.

047-170 Novelli (Mauro), Lei “non” è in arresto!, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 21-6. Il pubblico diffida della giustizia ufficiale, i detective nascondono ombre e i colpevoli non vengono più puniti col semplice arresto. Nel giallo d’oggi, il lettore brama a finali emozionanti, non più a risoluzioni di enigmi. – Martina Molino

047-171 Orbán (János), Teleki Sámuel marosvásárhelyi könyvtáráról és gyűjteményeiről, «Magyar Könyvszemle», 133, 2017/4, pp. 427-54. Presentazione della raccolta librario primo ottocentesca di Sámuel Teleki, oggi in Romania. – Ed.B.

047-172 Palieri (Maria Serena), Sellerio, il giallo all’italiana, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 115-20. Si ripercorrono gli esordi e i successi dei gialli della collana «La memoria». – Martina Molino

047-173 Pallotta (Valeria), Uffici stampa 4.0? Dalla “terza pagina” alla promozione digitale della lettura, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 147-53. Nell’era di internet e della “lettura multicanale”, anche la comunicazione dovrebbe esserlo. Si mostra come gli uffici stampa editoriali d’oggi debbano conoscere linguaggi e strumenti del digitale per essere efficaci. – Martina Molino

047-174 Palmieri (Giorgio), La mediazione difficile. Tipografie, biblioteche, bibliografie nell’Italia meridionale tra ’800 e ’900, introduzione di Vincenzo Trombetta, a cura di Massimo Gatta, Macerata, Biblohaus, 2015, pp. 160, ISBN 978-88-95844-50-3, € 15. L’a. contribuisce a rendere nota la situazione del mondo del libro nel sud Italia – Campania, Abruzzo e Molise – tra Otto e Novecento. Il risultato è una rapida ma chiara panoramica sui tipografi, le biblioteche e le bibliografie del Meridione italiano. Nei sei capitoli che costituiscono il libro l’autore crea un percorso che, partendo dall’attività del tipografo “itinerante” Gabriele Bastone, continua con la rassegna delle piccole tipografie presenti nei centri minori del Molise e con le vicende di due importanti biblioteche, la Biblioteca “Melchiorre Dèlfico” di Teramo e la Biblioteca “Sacro Cuore” di Campobasso. L’itinerario si conclude con un capitolo dedicato alle biblioteche private – in particolare quella del filologo Umberto di Chiro e quella dell’antropologo Giulio di Iorio – e un capitolo in cui sono presentati i “libri dei libri”, ovvero le bibliografie, degli storici meridionali. La stesura dei capitoli è sostenuta da un’ampia bibliografia di riferimento e il volume è corredato da un utile indice dei nomi. – Martina Mineri

047-175 Palmieri (Giorgio), Tipografia e editoria nell’Italia meridionale. Gli studi sull’Abruzzo (1992-2014), introduzione di Giorgio Chiosso, a cura e con uno scritto di Massimo Gatta, Macerata, Biblohaus, 2016, 166 pp., ISBN 978-88-95844-74-9, € 15. Il v. offre una lettura a doppio binario della realtà storica tipografica, editoriale e libraria dell’Abruzzo. Da un lato, infatti, non è altro che una rassegna bibliografica (ordinata per anno di pubblicazione) sullo stato degli studi a disposizione per l’area regionale; dall’altro, propone una serie di accurate riflessioni che aprono interrogativi tematiche aperte, che ancora aspettano di essere indagate a fondo. Il risultato è tutto fuorché banale e limitatamente provinciale, anzi. L’a. dimostra come oggi, a partire da una semplice revisione bibliografica degli studi su un soggetto si possano sollevare nuove questioni o aprire inediti indirizzi di ricerca. Un valido modello per chi volesse avviare una tesi di laurea d’argomento bibliografico. – D.M.

047-176 Panzanelli Fratoni (Maria Alessandra), Building an up-to-date library. Prospero’s Podiani use of booksellers’ catalogue, with special reference to law books, «JLIS.it», 9/2, 2018, pp. 74-113. Contributo al convegno Selling & collecting, Cagliari, 2017. Dall’indagine sui cataloghi di editori, librai e fiere librarie e sulle liste manoscritte di libri in vendita, in stampa o non disponibili, presenti nella raccolta privata del Podiani che fu a fondamento della Biblioteca Augusta, gli indizi per comprendere il lavoro di costruzione e aggiornamento di una biblioteca che servisse gli studiosi stando al passo coi tempi e vari spunti per una migliore conoscenza del mercato del libro intorno al 1600, prezzi inclusi. Con riproduzioni facsimilari. – Pino Buizza

047-177 Paoli (Maria Pia), Antonio Magliabechi e Firenze: il contesto ‘familiare’, in Antonio Magliabechi nell’Europa dei saperi, pp. 9-59. La figura del Magliabechi risulta per molti versi sfuggente, ma grazie all’epistolario l’a. ha cercato di ricostruire la sua dimensione più “domestica”, sebbene sia sempre stata intrecciata con la sfera erudita, fatto questo che lo accomuna agli usi dei letterati suoi contemporanei. – M.C.

047-178 Papahagi (Adrian), A Fragment of the Graduale Varadiense at the Romanian Academy Library in Cluj (Kolozsvár), «Magyar Könyvszemle», 133, 2017/4, pp. 455-9.

047-179 Pápai Páriz Ferenc, A Gyulafehérvár- Nagyenyedi Bethlen- Kollégium alapítása és története, Kísérő tanulmányokkal és jegyzetekkel közzéteszi Rácz Emese, A latin szöveget fordította Imregh Monika, Kolozsvár, Erdélyi Múzeum Egyesület, 2016, 203 p. Þ rec. István Monok, «Magyar Könyvszemle», 133, 2017/4, pp. 504-6.

047-180 Parise (Stefano), Taccuino bibliotecario. Le biblioteche e l’invenzione della ruota, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 199-204. Dalla biblioteconomia anglossassone arriva il concetto di biblioteca come “hub di comunità”. L’a. spiega come in Italia il concetto sia talvolta travisato: ci si scorda che, perché incida veramente a livello culturale, alla base del cambiamento devono esserci un progetto e degli scopi ben delineati. – Martina Molino

047-181 Peil (Dietmar), Early Modern Munich Printer’s Marks (and Related Issues), in Typographorum Emblemata. Part B: Regions & Places, pp. 197-226.

047-182 Per Pierangelo Bellettini bibliotecario, Bologna, Pendragon, 2018, pp. 42 + 241 + 76, manca ISBN, € 10. Ed. in 120 copie numerate, realizzata al momento del pensionamento del festeggiato dopo una lunga carriera nei servizi bibliotecari bolognesi. Fedele e affezionato allievo di Luigi Balsamo, membro da molti anni del comitato scientifico de “La Bibliofilia” di cui è stato a lungo redattore, P.B. si è sempre distinto per la serietà professionale e il rigore dello studioso. Oltre a 14 ricordi di amici e colleghi si ripubblica in appendice il suo importante saggio Il torchio e i caratteri: l’attrezzatura tipografica a Bologna in età moderna tratto dagli studi in onore proprio di Balsamo, Firenze, Olschki, 1997. – Ed.B.

047-183 Per una bibliografia degli scritti di Giulio Einaudi, a cura di Massimo Gatta, prefazione di Mauro Chiabrando e un dialogo con Malcom Einaudi Humes, Macerata, Biblohaus, 2012, pp. 46, ill., ISBN 9788895844213, € 15. Gli scritti di Giulio Einaudi a cento anni dalla nascita (1912-2012): interviste, prefazioni, carteggi, note, lectiones universitarie, lettere di e all’editore, tra cui una inedita a Montale. C’è tutto questo e molto altro nel piccolo opuscolo bibliografico della Biblohaus, a cura di Massimo Gatta. Si incontra, ad esempio, l’interessante caso della Presentazione del 1977 a Lettere agli eretici. Epistolario con i dirigenti della nuova sinistra italiana, pubblicato con l’indicazione di Enrico Berlinguer quale autore, ma contraffatto dal gruppo situazionista milanese e diffuso per mezzo di una distributrice alternativa (autore reale Pierfranco Ghisleni). Si sottolinea poi il ruolo importante delle copertine – qui riprodotte numerose – in casa Einaudi: la grafica classica e liberale ma pure d’avanguardia e giovanile e il colore usato come codice sono le due anime del laboratorio grafico che ha prodotto il grigioverde della collana Biblioteca di cultura storica e il viola ametista di Collezione di studi religiosi, etnologici e psicologici. Come non ricordare poi le tinte pastello, le copertine monocrome e i titoli scavati? Giulio ha sicuramente aggiunto del proprio, ma sono state anche la perizia tecnica di Oreste Molina e le abilità commerciali di Roberto Cerati a consegnare alla storia editoriale certi tratti inconfondibili della produzione dello Struzzo. Chiude l’agilissimo libretto un dialogo con Malcom Einaudi Humes, nipote del “principe blu carta da zucchero”. – Dario Romano

047-184 Perret (Noëlle-Laetitia), Adaptations, compilations ou traductions? Le De regimine principum de Gilles de Rome en langues vernaculaires (XIIIe-XVe siècle), in De l’(id)entité textuelle au cours du Moyen Âge tardif, sous la direction de B. Fleith – R. Gay-Canton – G. Veysseyre, pp. 145-62. Il De regimine principum di Egidio Colonna (ca. 1279) ha avuto grande fortuna nell’Europa medioevale. Il contributo ne indaga i volgarizzamenti, mostrando però i possibili interventi di riscrittura, adattamento e aggiornamento. – L.R.

047-185 Peruginelli (Susanna) - Marco Rulent - Silvia Bruni - Caterina Del Vivo - Laura Manzoni - Francesca Capetta - Carlo Vivoli, RDA e archivi: ricerca di un raccordo tra mondi diversi, «JLIS.it», 9/1, 2018, pp. 137-147. Lo studio, da parte del MAB Toscana, dell’applicabilità di RDA in ambito archivistico, con una sperimentazione su fondi della Ligue européenne de coopération économique. Evidenzia alcuni aspetti critici emersi e la possibilità di proseguire in direzione dell’interoperabilità pur nel rispetto delle specifiche esigenze e competenze. – Pino Buizza

047-186 Petneházi (Gábor), Exemplum és prudentia. Jan Zamoyski [cenzúrázott] Kasszandra- levele Báthory Zsigmondnak 1593-ból, «Magyar Könyvszemle», 133, 2017/4, pp. 381-417. Una lettera del cancelliere polacco Zamoyski al principe transilvano Báthory ripubblicata secondo la sua versione originale contenente passaggi critici sugli Asburgo, soppressi nell’edizione a stampa della II metà del XVII sec. – Ed.B.

047-187 Petruzzi (Maria Sofia), Teresa Ciabatti, la voluttà di rendersi antipatica, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 81-8. La Ciabatti si distingue per il suo stile ironico che scoraggia l’empatia del lettore e per la tematica ricorrente (in parte autobiografica): il rapporto padre-figlia nella borghesia italiana del secondo Novecento. – Martina Molino

047-188 Piccione (Rosa Maria), Isocratis Orationes tres, in Le prime edizioni greche a Roma, parte III B: Un’edizione attribuibile al Ginnasio greco, pp. 281-294. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-189 Pischedda (Bruno), Eco, o il romanzo popolare triste, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 35-40. Nei suoi romanzi, Eco attinge a piene mani alla tradizione del romanzo popolare, ma, nell’ambito del postmoderno, si allontana da qualunque finale positivo o gratificatorio. In realtà il finale, qualunque sia, non ha autonomia artistica: dipende molto dal contesto e riflette e si riflette sull’intera opera. – Martina Molino

047-190 Pontani (Filippomaria), Porphyrii Quaestiones Homericae, Eiusdem de Antro Nympharum, in Le prime edizioni greche a Roma, parte III A: Edizioni sicuramente del Ginnasio greco, pp. 227-232. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-191 Pontani (Filippomaria), Scholia in Homeri Iliadem, in Le prime edizioni greche a Roma, parte III A: Edizioni sicuramente del Ginnasio greco, pp. 215-226. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-192 Ponzani (Vittorio), Dalla “filosofia del ridere” alla promozione del libro. La Biblioteca circolante di A. F. Formiggini (Roma, 1922-1938), presentazione di Alberto Petrucciani, Settegiorni Editore, Pistoia, 2017, pp. 176, ill. b/n, ISBN 978-77-97848-77-6, € 20. Il lavoro di Ponzani indaga i diversi aspetti dello sfaccettato rapporto di Angelo Fortunato Formiggini con i libri. Viene presentata la figura di Formiggini: gli studi, le simpatie politiche, le idee filosofiche, e come esse si riversano nella sua doppia attività di editore e bibliotecario, solo apparentemente in contraddizione. L’a. ripercorre poi, tramite i documenti originali, la storia della Biblioteca Circolante de «L’Italia che scrive», e cerca di ricostruirne la collezione attraverso i cataloghi a stampa superstiti. In chiusura, uno studio sui 546 voll. della Biblioteca dell’ICS ritrovati nella Biblioteca Estense universitaria dei Bologna, utile per approfondire nuovi aspetti del grande progetto culturale di Formiggini. – Martina Molino

047-193 Poole (William), John Fell’s New Year books 1666-1686, Oxford, The Oxford Bibliographical Society, 2018 (‘Oxford Bibliographical Society publications, 3rd series’, 9), pp. 108, ill. b/n, ISBN 978-0901420626, £ 40. Il vol. analizza tutte le edizioni fatte realizzare – dall’anno 1666 all’anno 1686 – a spese del decano della Christ Church Cathedral di Oxford: l’accademico John Fell (1625-1686). Queste pubblicazioni di opere classiche o patristiche erano concepite da John Fell come una strenna accademica e venivano donate ogni anno ai suoi studenti (New Year Book): un’iniziativa che costituisce una vera e propria collana, la prima di questo tipo in Inghilterra. Le schede delle singole edizioni sono precedute da un’ampia Introduzione dell’a. che indaga la tipologia di testi fatti pubblicare di anno in anno e riflette sul fatto che questi libri – benché nati come strenne – andassero poi a finire in commercio. Le descrizioni bibliografiche realizzate dall’a. sono estese e dettagliate: trascrizione del frontespizio, collazione e bibliografia, descrizione del contenuto, note di edizione, note relative alla vendita delle edizioni e copie consultate. Chiudono il vol. bibliografia e indici. – A.T.

047-194 Porcelli (Tina), Triste, solitario y final. Il sorprendente destino dei finali, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 45-50. Nelle trasposizioni cinematografiche di opere letterarie, i finali vengono spesso cambiati: il motivo sta nelle differenze tra i due media, l’obiettivo è sempre l’efficacia. – Martina Molino

047-195 Possemato (Tiziana), How RDA is essential in the reconciliation and conversion processes for quality Linked Data, «JLIS.it», 9/1, 2018, pp. 48-60. Presenta alcuni progetti in corso per il riuso di registrazioni bibliografiche in ambiente linked open data, attraverso i processi di identificazione delle entità (persone, opere …) con la convergenza delle loro diverse denominazioni (nomi, titoli …) e con l’aggiunta di relazioni a fonti varie che arricchiscono il potenziale informativo e le possibilità di ricerca ed esplorazione nel web. – Pino Buizza

047-196 Pozzi (Giovanni), Varie fortune del libro italiano in Svizzera, «Fogli», 39, 2018, pp. 43-54. Il contributo del grande italianista ticinese era già apparso sul settimanale «Cooperazione», in due puntate, il 16 e il 23 dicembre 1971. Si tratta del testo che l’a. ha pronunciato a Basilea durante la mostra sul libro italiano moderno promossa dal libraio antiquario Mirio (sic) Romano e dal Centro di studi italiani in Svizzera. Il saggio è strutturato in due parti distinte. Nella prima si tracciano le figure di due importanti umanisti che operarono in Svizzera e in Italia nel XVI secolo: Pietro Falck, fondatore del movimento umanista a Friburgo, e Francesco Ciceri, che si prodigò nello scambio di volumi tra Basilea e Milano, soprattutto delle edizioni di Johannes Oporinus. La seconda parte, invece, è dedicata alla fortuna che ebbe Scipione Maffei in Svizzera, per poi concludere con una panoramica generale dell’editoria italiana nella Confederazione dal XVIII al XX secolo. – Luca Montagner

047-197 Proot (Goran), Prices in Robert Estienne’s booksellers’ catalogues (Paris 1541-1552). A statistical analysis, «JLIS.it», 9/2, 2018, pp. 192-221. Contributo al convegno Selling & collecting, Cagliari, 2017. Le nove edizioni note del catalogo di vendita di Robert Estienne, esaminate direttamente, portano a un corpus di circa 1801 edizioni di cui il 77% identificate tramite repertori e il 60% usate per l’analisi statistica, ricavandone, per ciascun catalogo, il prezzo medio per foglio e le differenze di prezzo in relazione all’età dell’edizione, al formato, alla presenza di scrittura ebraica o greca, alla provenienza da altre tipografie; sono riportate le variazioni di prezzo per le edizioni presenti in più cataloghi successivi. – Pino Buizza

047-198 Quaranta (Alessandra), Erudizione e dispute scientifiche del medico bresciano Girolamo Donzellini (1513?-1587). Alcuni spunti, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXIV/48, dicembre 2017, pp. 7-24. Il medico di origini bresciane Girolamo Donzellini, passato ben presto alla Riforma, subì quattro processi da parte dell’inquisizione veneziana. Si offre qui un profilo, con particolare attenzione al Donzellini editore di testi classici della medicina. – L.R.

047-199 Rautenberg (Ursula), Das Buch als Artefakt und kommunikatives Angebot. Die exemplargeschichte des Herbarius latinus (Mainz; Peter Schöffer, 1484) aus der Bibliothek des Christoph Jacob Trew, in Biographien des Buches, herausgegeben von Ulrike Gleixner – Costanze Baum – Jörn Münkner – Hole Rößler, Göttingen, Wallstein Verlag, 2017, pp. 39-87 e 439-45, ill., ISBN 978-3-8353-3145-7, € 49. Il contributo si divide in due parti. Una prima teorica, dove l’a. discorre sul concetto di “biografia dei libri”, definendo la storia dei libri come storia degli esemplari e introducendo il concetto di “biografia dell’oggetto”, come termine che può essere utilizzato anche nello studio dei libri. Prosegue poi con la definizione di libro come artefatto, ossia come prodotto di un processo di produzione manuale o industriale. Partendo da questi concetti l’a., nella seconda parte, ripercorre la storia dell’esemplare dell’Herbarius latinus stampato a Magonza da Schöffer nel 1484, oggi all’università di Norimberga, e di come è stato utilizzato e letto nel percorso che lo ha portato alla sua collocazione attuale. In fondo al volume sono presenti alcune fotoriproduzioni di parti dell’esemplare analizzato. – Luca Montagner

047-200 Richelmi (Chiara), Cinquanta sfumature di rosa, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 51-60. L’a. analizza alcune novità editoriali, figlie del nuovo canone della fiction rosa “Volo-Moccia”. Due sono le caratteristiche principali: le storie, pur moderne, si concludono con il classico matrimonio-casa-figli e si evidenzia un’inedita sensibilità maschile. – Martina Molino

047-201 Rivali (Luca), Per il Dante in 24° di Alessandro Paganini (con uno sconosciuto esemplare in pergamena), «La Bibliofilia», 119, 2017, pp. 345-65. Il contributo – tornando sulla controversa edizione della Commedia stampata da Alessandro Paganini senza luogo e data – stabilisce come esistano due diverse edizioni del testo, una delle quali è una ricomposizione linea per linea dell’altra. Grazie a una analisi delle caratteristiche tipografiche, si propongono quindi nuove ipotesi circa la datazione e il luogo di stampa di entrambe le edizioni; si segnala inoltre un nuovo esemplare in pergamena di una delle due edizioni, conservato presso la Fondazione Ugo Da Como a Lonato. – A.T.

047-202 Rizzi (Andrea), Vernacular Translations in Quattrocento Italy. Scribal culture, Authority, and Agency, Turnhout, Brepols, 2017 (‘Late medieval and early modern studies’, 26), pp. 233, ill., ISBN 978-2-503-56785-3, s.i.p. Antonio Loschi, all’inizio della sua traduzione delle Declamationes dello pseudo-Quintiliano, afferma che i volgarizzamenti del passato, utili ma poco eleganti, sono diversi dalla sua traduzione, che oltre a essere utile è anche destinata a persone istruite, che ne sappiano cogliere la bellezza e la grazia. L’a. afferma che è stato indotto da questa frase a investigare le traduzioni quattrocentesche e a riconsiderare la nozione acquisita che gli umanisti guardassero con disprezzo alle traduzioni in volgare, per cui il volume mira non tanto a verificare lo status letterario e culturale assegnato dai traduttori quattrocenteschi alle loro opere, ma piuttosto a studiare le loro strategie di «self-fashioning» (p. 3), ovvero gli strumenti testuali che i traduttori (definiti «cultural agents», p. 3) usavano per convincere i lettori del ruolo determinante che le loro opere assumevano nella diffusione della cultura (tanto latina quanto volgare: Loschi e altri dopo di lui tradussero non solo dal latino, ma anche in latino). Nel primo capitolo vengono prese in esame le opere di 38 umanisti che tradussero dal latino in volgare dal 1392 al 1465 (ma il numero sale a 81 considerando i due decenni successivi). Il cap. 2 si concentra sulle strategie di promozione culturale contenute nelle prefazioni delle traduzioni scritte da umanisti minori gravitanti attorno alla corte aragonese di Napoli (Aurelio Simmaco Iacobiti, Cola de Jennaro, lo sconosciuto Ghinazzone da Siena, traduttori rispettivamente della Batracomiomachia e del sesto libro dell’Eneide, del Secretum secretorum pseudo-aristotelico, del Pentateuco e delle Omelie sul Vangelo di Matteo di s. Giovanni Crisostomo). Le argomentazioni con cui i primi umanisti quattrocenteschi sottolineano la dignità del volgare sono oggetto del cap. 3. I capp. 4, 5, 6, 7 sono dedicati a quattro concetti chiave che emergono dal paratesto delle traduzioni: autorità (in particolare le teorie sulla traduzione di Leonardo Bruni), eloquenza, collaborazione, amicizia. Seguono le Conclusioni, che possono essere riassunte come segue: le traduzioni in volgare non finirono con il trionfo dell’Umanesimo; quelle dal greco in latino stimolarono la produzione di versioni in volgare; molti umanisti tradussero anche dal volgare – anch’esso visto come una lingua di cultura – in latino; le traduzioni in volgare erano finalizzate a diffondere la cultura latina. Prima della bibliografia finale (ivi comprese le numerose fonti manoscritte consultate) e dell’indice dei nomi si trova la lista dei traduttori in volgare dal 1392 al 1480. – L.Ma.

047-203 Rollo (Antonio), Manuelis Chrysolorae Erotemata, in Le prime edizioni greche a Roma, parte VI A: Un’edizione anonima datata, pp. 377-385. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-204 Rollo (Antonio), Paolo Enea, Operetta bellissima, in Le prime edizioni greche a Roma, parte I: Un’edizione di Étienne Guillery ed Ercole Nani, pp. 39-43. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-205 Romby (Giuseppina Carla), Da ‘teatro d’istrioni’ a ‘teatro di sapienza’. L’architettura della pubblica Libreria Magliabechiana tra decoro e ornamento, in Antonio Magliabechi nell'Europa dei saperi, pp. 429-443. L'a. ripercorre le vicende che portarono all'apertura della Biblioteca Magliabechiana nel 1747, a quasi trent'anni dalla decisione di trasformare uno stanzone utilizzato in precedenza per le rappresentazioni teatrali nella sede dei volumi dell'erudito fiorentino. - M.C.

047-206 Rossi (Marco), I due manoscritti delle Postillae bibliche di Nicolò de Lyra commissionati da Gian Galeazzo Visconti, «Arte cristiana», CVI (904), 2018 pp. 30-9. Se l’importanza dell’esegesi biblica del da Lira è difficilmente sottovalutabile, ancora da indagare sono i suoi rapporti con l’iconografia biblica, visto l’inserimento di immagini nel commento stesso. L’a. studia acutamente due mss. finora poco valorizzati, realizzati per i Visconti a cavallo dell’anno 1400, l’uno Paris, BNF Lat. 364 e l’altro Arras, BM, 252(2). – Ed.B.

047-207 Rueda Ramírez (Pedro), La venta de libros italianos en Madrid en tiempos de Felipe II. El catálogo de Simone Vassalini (1597), «JLIS.it», 9/2, 2018, pp. 280-293. Contributo al convegno Selling & collecting, Cagliari, 2017. Illustrata l’importanza degli spostamenti di diplomatici e di uomini d’affari per la circolazione libraria in Spagna, presenta e analizza l’unico catalogo di vendita pubblicato in Spagna nel sedicesimo secolo, un catalogo di ‘importazione’ del Vassalini, veneziano con libreria in Madrid, ricco specialmente di edizioni italiane, soprattutto veneziane, con prevalenza di opere di diritto e di teologia; il solo esemplare superstite è a Cagliari, proveniente dalla biblioteca di Monserrat Rossellò. – Pino Buizza

047-208 Ruffini (Graziano), Une vente de livres à Gênes en 1583, «JLIS.it», 9/2, 2018, pp. 114-65. Contributo al convegno Selling & collecting, Cagliari, 2017. L’analisi di un documento notarile di vendita del libraio ed editore genovese Cristoforo Zabata ad Antonio Orero (un altro libraio) relativo a 434 edizioni per un totale di 1809 esemplari, consente di rilevare elementi caratteristici dell’attività dello Zabata e del commercio librario genovese. Le edizioni oggetto della transazione sono identificate con schede bibliografiche riportate in appendice con la trascrizione dell’atto. Per ogni edizione i dati ricavati dalla rilevazione delle lingue dei testi, dei luoghi e delle date di pubblicazione e delle caratteristiche bibliografiche come formato, numero di pagine e presenza di illustrazioni sono organizzati in tabelle, distinte per materie, dove sono rapportati, insieme al numero di esemplari venduti, ai prezzi di vendita unitari; alcuni casi permettono anche di valutare l’incremento di prezzo rappresentato dalla legatura. – Pino Buizza

047-209 Sampietro (Marco), “Nel Canton Ticino” di Ermanno Monteferri. Un raro taccuino di viaggio del 1878, «Fogli», 39, 2018, pp. 27-36. Tra il 4 maggio e il 22 giugno 1878 veniva pubblicato sul «Gazzettino del Circolo Filologico e Stenografico di Genova e del Comitato Ligure per l’educazione del Popolo» un simpatico taccuino di viaggio firmato dal giornalista genovese Ermanno Monteferri e dedicato a un suo viaggio nel Canton Ticino. Lo stesso testo venne pubblicato quello stesso anno in un unico volume dal titolo Nel Canton Ticino. Gite e Bozzetti, di cui oggi sono noti solo due esemplari: uno conservato alle Duke University Library nel fondo Guido Mazzoni e un secondo in una collezione privata milanese. L’a. del saggio ripercorre le vicende di questo ‘quasi’ sconosciuto autore e presenta il contenuto di questo rarissimo volumetto di 66 pag. – Luca Montagner

047-210 Schmitz (Wolfgang), Grundriss der Inkunabelkunde. Das gedruckte Buch im Zeitalter des Medienwechsels, Stuttgart, Hiersemann, 2018 (Bibliothek des Buchwesens, 27), pp. X-420, ISBN 978-3-7772-1800-7, € 169. Pubblicato nella collana “Bibliothek des Buchwesens” diretta da Ursula Rautenberg, il vol. si presenta come un severissimo strumento per lo studio degli incunaboli. Se Konrad Haebler ci aveva offerto uno Handbuch, un manuale dunque (vedi la traduzione di Alessandro Ledda, Milano, CUSL, 2008), quello di Schmitz (direttore della biblioteca di Colonia), è un vero trattato o compendio della scienza incunabolistica. L’opera, di solidissima fattura e grande serietà, si compone di diversi capitoli che affrontano il tema in un’ottica sostanzialmente sincronica e bibliologica: il rapporto con i mss. e la stampa tabellare, i materiali, i formati, la tecnica di stampa, i paratesti, i caratteri, la decorazione. L’apparato illustrativo, in b/n e colori, è parco ma ben indirizzato. Chiudono il vol. la bibliografia (pp. 363-404, quasi ignota quella italiana) e l’indice dei nomi (pp. 407-20). – Ed.B.

047-211 Scholz (Bernhard F.), In Place of an Afterword: Notes on Ordering the Corpus of the Early Modern Printer’s Mark, in Typographorum Emblemata. Part C: Concepts, Historical and Systematic, pp. 361-74.

047-212 Scholz (Bernhard F.), The Truth of Printer’s Marks: Andrea Alciato on “Aldo’s Anchor”, “Froben’s Dove” and “Calvo’s Elephant”. A Closer Look at Alciato’s Concept of the Printer’s Mark, in Typographorum Emblemata. Part C: Concepts, Historical and Systematic, pp. 269-96.

047-213 Schreur (Philip), RDA, linked data, and the end of average, «JLIS.it», 9/1, 2018, pp. 120-7. RDA come il miglior strumento di transizione ai dati collegati nel web, per la flessibilità e scalabilità dei dati (contro il mito ormai sorpassato della ‘media’ assunta come tipo ideale), il ruolo rilevante delle relazioni, la focalizzazione sulla scoperta. Con una rassegna dei progetti in corso presso la Standford University e le altre istituzioni aderenti a Linked Data for Production (LD4P) per i particolari problemi presentati dal materiale musicale, cartografico, sonoro, audiovisivo, archivistico, dai libri rari, dagli oggetti delle raccolte museali. – Pino Buizza

047-214 Seche (Giuseppe), Libro e società in Sardegna tra Medioevo e prima Età moderna, Firenze, Olschki, 2018 (Biblioteca dell’Archivio storico italiano, 36), XI + 318 pp., ISBN 9788822265586, € 36. Coprendo un arco cronologico che va dal XIII al XVI secolo, il vol. tratta un’epoca di estremo dinamismo e di decisiva evoluzione del mondo del libro (già oggetto di diversi studi dell’a.), dalla tarda età del manoscritto e alla prima età del libro tipografico. In generale, gli studi sul libro sardo hanno ricevuto un forte impulso a partire dagli ultimi decenni del secolo scorso: per esempio si pensi, in ambito tipografico, alla valorizzazione di una salda prospettiva editoriale in cui inquadrare i fatti tipografici delle origini, e alla sempre maggiore attenzione accordata alla storia delle raccolte librarie. I quattro capitoli che costituiscono il corpo del vol. sono dedicati rispettivamente a un quadro introduttivo delle istituzioni scolastiche e dei centri di cultura della Sardegna dell’epoca, a una analisi delle tipologie di proprietari di libri, alla circolazione del libro, alle tipologie di testi documentate sull’isola nell’epoca presa in esame. Interessante ricordare le tipologie di fonti che vengono considerate: testamenti, inventari post mortem, incanti ma anche lettere, prefazioni, testi normativi (si veda il caso della Carta de logu de Arborea, il longevo codice legislativo sardo, una norma del quale imponeva la presenza di una copia della Carta stessa presso le curadorias di ogni circoscrizione amministrativa); viene anche valorizzata la presenza di note di possesso negli esemplari reali. In appendice si trovano le liste di 54 possessori (persone o enti) di libri tra il XII e il XV secolo, 240 del XVI secolo, 162 biblioteche religiose, 7 istituzioni politico amministrative e scolastiche: numeri che pochi decenni fa non sarebbero sembrati verosimili e con i quali è invece oggi necessario fare i conti. Il vol. è dotato dei necessari indici. – Alessandro Ledda

047-215 Segre (Anna), La Pasqua ebraica. Testo e contesto dell’Haggadà. Le Haggadot dell’Archivio Terracini. Schede di Claudia De Benedetti – Luisa Sacerdote, Torino, Zamorani, 2001, pp. 316, ISBN 88-7158-094-X, € 24,79. Sfuggito all’informazione bibliografica sul libro antico in Italia, il vol. presentato è invece di grande interesse. Non solo perché permette di conoscere un prezioso fondo librario dedicato al mondo ebraico come l’Archivio Terracini di Torino, non solo perché offre la possibilità, frutto del lavoro dell’a. principale, di ripercorrere significato e valore della celebrazione rituale della Pasqua ebraica, ma per l’ampia appendice finale (pp. 201-302). Qui, dopo una illustrazione del fondo librario, sono presenti schede relative a 45 esemplari dell’Haggadà, oltre a 2 mss., edizioni a stampa dal 1662 al 1928. Fra queste diverse edizioni illustrate veneziane (ma anche livornesi e triestine) che riportano la traduzione italiana del testo trascritta però in caratteri ebraici. Di particolare interesse l’antichissima edizione, purtroppo non conservata a Torino, dell’Haggadà impressa a Venezia dal tipografo cristiano Giovanni di Gara nel 1609, celebre per la bellezza delle sue illustrazioni, talvolta persino acquerellate, nota in tre emissioni, una col testo italiano, l’altro ladino (giudeo-spagnolo), l’altro in yiddish, tutti sempre in caratteri ebraici. – Ed.B.

047-216 Seláf (Levente), Szent Albanus magyar királyfi francia nyelvű legendája (Vie de saint Albin, roi de Hongrie), «Magyar Könyvszemle», 133, 2017/4, pp. 460-5.

047-217 Sergio (Giuseppe), Sognare e non dormire, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 15-20. L’happy ending nel romanzo rosa: nessun evento è risolutivo, il finale è sempre aperto, ripaga i giusti e tratteggia un sognante destino di eterna felicità. – Martina Molino

047-218 Shieh (Jackie), Reports from the Program for Cooperative Cataloging Task Groups on URIs in MARC & BIBFRAME, «JLIS.it», 9/1, 2018, pp. 110-119. Il gruppo sugli URI ha analizzato e proposto l’incremento nel formato MARC di campi e sottocampi per accogliere con procedure automatizzate gli identificativi necessari all’uso dei dati in ambito linked open data. Il secondo gruppo ha effettuato confronti delle registrazioni di seriali da CONSER e di monografie da BIBCO con BIBFRAME 2.0, rilevando problemi e possibilità: un passo nel lungo viaggio verso un ambiente di dati collegati veramente integrato e funzionale. – Pino Buizza

047-219 Simon (Melinda), European Printers’ and Publishers’ Marks in the Eighteenth Century. The Three C’s: Conformity, Continuity and Change, in Typographorum Emblemata. Part C: Concepts, Historical and Systematic, pp. 347-60.

047-220 Simonutti (Luisa), Prime osservazioni sulle curiositates magliabechiane d’Oltremanica, in Antonio Magliabechi nell'Europa dei saperi, pp. 395-426. Pur non essendo in diretto contatto con il mondo editoriale inglese, Antonio Magliabechi veniva regolarmente informato delle novità librarie d'oltremanica tramite Pieter Blaeu di Amsterdam, gli editori lionesi e gli eruditi svizzeri e viennesi, mentre limitati furono i contatti epistolari con gli eruditi locali. - M.C.

047-221 Speciale (Andreina), L’export dei piccoli, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 107-13. Il Rapporto sull’import/export dei diritti 2017 dell’AIE mostra come l’export di libri per bambini e ragazzi sia il doppio dell’import, soprattutto tra i piccoli editori. – Martina Molino

047-222 Spinazzola (Vittorio), Chi festeggia il lieto fine, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 9-13. Il lieto fine è davvero una soluzione narrativa semplice per lettori “minori” o la giusta conclusione dopo una vicenda di peripezie e difficoltà? L’a. indaga il senso contemporaneo dell’happy ending. – Martina Molino

047-223 Staikos (Konstantinos Sp.), Heraldic and Symbolic Printer’s Devices of Greek Printers in Italy (Fifteenth and Sixteenth Centuries), in Typographorum Emblemata. Part B: Regions & Places, pp. 103-24.

047-224 Stefani (Enrico), I Corsini. Uno stemma tante famiglie, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», XXIV/48, dicembre 2017, pp. 55-8. Il contributo fornisce alcune ipotesi sul rapporto tra i Corsini di Brescia e quelli fiorentini, sulla base anche dell’affinità degli stemmi araldici. – L.R.

047-225 Strazzeri (Giuseppe), L’editoria si impara a scuola?, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 135-8. L’a. analizza gli apporti che un curriculum umanistico, sapientemente innovato, può dare a un operatore editoriale. – Martina Molino

047-226 Sullam (Sara), Mappe transnazionali. Notizie dalla Cina, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 191-8. Dalla fine degli anni Ottanta la letteratura cinese contemporanea ha preso piede in Italia. L’a. presenta gli autori di spicco e le case editrici, le collane, i generi che in Italia guardano alla Cina. – Martina Molino

047-227 Taschini Domenico, Il vento del nord in Umbria. Ricerca sulla divulgazione del metodo di stampa di Gutenberg dal XV al XXI secolo, Selci-Lama [San Giustino], Pliniana Editrice, 2017, pp. XXXV-301, ill., ISBN 978-88-97830-61-0, € 65. L’Umbria è una delle regioni italiane maggiormente interessate dal fenomeno della stampa a caratteri mobili. Pochi anni dopo l’invenzione di Gutenberg e il conseguente sviluppo nel resto d’Europa nel periodo successivo al sacco di Magonza del 1462, a Trevi e Foligno – e pochi mesi più tardi a Perugia – cominciano a formarsi le prime società tipografiche. Nel ’500 questa pratica viene imitata anche da altre città umbre, su tutte Assisi, Città di Castello e Gubbio. A ricostruire le tracce dello sviluppo della stampa in questa regione è questo lavoro frutto della ricerca di Domenico Taschini, giuslavorista di Confindustria Umbria, il quale ha presto spunto per il suo studio dalla ritrovata tesi di laurea del padre Ugo, docente e poeta del secolo scorso. L’elegante vol. ripercorre quindi, città per città in ordine cronologico a partire dal XV secolo, le prime esperienze tipografiche tentate dai tedeschi provenienti da Magonza, fino allo sviluppo dell’arte della stampa dovuto anche ai tipografi “ambulanti”, coloro cioè che giravano tra le città con gli strumenti del mestiere in cerca di fortuna. Le prima stampe si sono occupate di materie giuridiche e sono state seguite da pubblicazioni religiose e itinerari di Terra Santa. Questa ricostruzione, forse non completamente approfondita ma certamente completa nei nomi e nei numeri, fa luce su un fenomeno riguardante un’intera regione e risulta di estremo interesse per la storia del libro in Italia. In coda al vol. un prezioso elenco di tutte le opere stampate a Perugia dal 1471 al 1610, molto utile per studiosi e appassionati e che sarebbe interessante sviluppare ai secoli successivi ed estendere ad altre città. Unica mancanza è forse un approfondimento alla tipografia Grifani-Donati di Città di Castello, citata soltanto nell’introduzione, che dal 1799 risulta essere una delle attività più prestigiose della regione. – Pierfilippo Saviotti

047-228 Tavoni (Maria Gioia), Alla memoria, «La Piê. Rivista bimestrale d’illustrazione romagnola», 87, 1 (gennaio-febbraio 2018), pp. 26-9. Prendendo spunto dalla poesia di Ino Savini in dialetto romagnolo dedicata alla figlia della direttrice, cioè alla biblioteca costituita a Faenza nel periferico quartiere Reda, l’autrice dipinge un ritratto dell’Italia degli ultimi anni ’70 e delle iniziative a cui prese parte. Nel paese che attraversava gli anni di piombo, con tanti episodi di tensione, il ricordo va orgoglioso e felice alle iniziative culturali come la fondazione della biblioteca sopra ricordata e al vivace dibattito biblioteconomico che portò alle nuove regole di catalogazione per autore. – Em.B.

047-229 Tavoni (Maria Gioia), Divagazioni per la giubilazione di Pierangelo Bellettini, romagnolo doc, «La piê. Rivista bimestrale d’illustrazione romagnola», 87, 2018, V, pp. 58-61. Il tono amichevole e scherzoso salva l’articolo, di grande interesse ma di impianto altrimenti iettatorio. – Ed.B.

047-230 Tavoni (Maria Gioia), Parliamo di Victoria Surliuga, Ezio Gribaudo. Il mio Pinocchio, «Paratesto», 14, 2017, pp. 179-183. Nella produzione dell’artista torinese Ezio Gribaudo trova più volte posto la figura di Pinocchio. Le interpretazioni artistiche del burattino, unite a una loro analisi, sono oggetto del vol. curato da Victoria Surliuga (con la collaborazione della moglie dell’artista Paola Gribaudo) Ezio Gribaudo. Il mio Pinocchio (Pistoia, Gli Ori, 2017), di cui si discute in questo contributo. – F.F.

047-231 Terreni (Alessandro), Almanacco delle classifiche. Quando sono i piccoli che si affacciano, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 171-80. Analisi delle tendenze del mercato editoriale, basata sui dati raccolti da Gfk tra ottobre 2016 e settembre 2017. – Martina Molino

047-232 The European Fortune of the Roman Veronica in the Middle Ages, edited by Amanda Murphy – Herbert L. Kessler – Marco Petoletti – Eamon Duffy – Guido Milanese, Brno, Masaryk University, 2018 (Convivium Supplementum, 2017) ma BREPOLS, 2018, pp. 304, ISBN 978-80-210-8779-8, € 75. Il vol. prende spunto da un colloquio internazionale tenutosi a Cambridge nel 2016: un folto gruppo di studiosi si interessa della figura della Veronica (la donna che nel Vangelo deterge il volto di Gesù che sale al monte Calvario) e della miracolosa immagine del Volto rimasto impresso sul suo panno. I punti di vista sono diversi, pur convergendo in un interesse storico non banale e in un’eccezionale attenzione all’aspetto figurativo (ben documentato dal ricco apparato illustrativo qui inserito): oltre ai numerosissimi mss. evocati, anche una nota silografia quattrocentesca acquerellata col volto di Cristo ora al Metropolitan Museum (qui p. 105). Si elencano i contributi (suddivisi in 4 macroaree) che offrono una visione realmente a 360° dell’intera questione agiografica e iconografica. I. The origins of the fame of the Roman Veronica: Herbert L. Kessler, Introduction: The Literary Warp and Artistic Weft of Veronica’s Cloth; Zbigniew Izydorczyk, The Cura Sanitatis Tiberii a Century after Ernst von Dobschütz; Rémi Gounelle – Céline Urlacher-Becht, Veronica in the Vindicta Salvatoris; Barry Windeatt, ‘Vera Icon’? The Variable Veronica of Medieval England; Federico Gallo, De sacrosanto sudario Veronicae by Giacomo Grimaldi; Nigel Morgan, ‘Veronica’ Images and the Office of the Holy Face in Thirteenth-Century England. II. The devotion and cult of the Veronica: Aden Kumler, Signatis… vultus tui: (Re) impressing the Holy Face before and after the European Cult of the Veronica; Rebecca Rist, Innocent III and the Roman Veronica: Papal pr or Eucharistic Icon?; Guido Milanese, Quaesivi vultum tuum. Liturgy, figura and Christ’s Presence; Jörg Bölling, Face to Face with Christ in Late Medieval Rome. The Veil of Veronica in Papal Liturgy and Ceremony; Uwe Michael Lang, Origins of the Liturgical Veneration of the Roman Veronica. III. The promotion of the Veronica cult: Gisela Drossbach, The Roman Hospital of Santo Spirito in Sassia and the Cult of the Vera Icon; Kathryn M. Rudy, Eating the Face of Christ. Philip the Good and his Physical Relationship with Veronicas; Étienne Doublier, Sui pretiossisimi vultus Imago: Veronica e prassi indulgenziale nel XIII e all’inizio del XIV secolo; Marc Sureda i Jubany, From Holy Images to Liturgical Devices. Models, Objects and Rituals around the Veronicae of Christ and Mary in the Crown of Aragon (1300–1550); Chiara Di Fruscia, Datum Avenioni. The Avignon Papacy and the Custody of the Veronica. IV. The spread of the Veronica cult: Hanneke van Asperen, ‘Où il y a une Veronique attachiée dedens’. Images of the Veronica in Religious Manuscripts, with Special Attention for the Dukes of Burgundy and their Family; Marco Petoletti – Angelo Piacentini, The Veronica of Boniface of Verona; Stefano Candiani, The Iconography of the Veronica in the Region of Lombardy: 13th–14th Centuries; Raffaele Savigni, The Roman Veronica and the Holy Face of Lucca: Parallelism and Tangents in the Formation of their Respective Traditions; Raffaella Zardoni – Emanuela Bossi – Amanda Murphy, The Iconography of the Roman Veronica. From the Repertoires of Karl Pearson to Veronica Route. – E.B.

047-233 Tirature ’18. Lieto fine, a cura di Vittorio Spinazzola, il Saggiatore/Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Milano, 2018, pp. 218, s.i.p., senza ISBN. L’annuario ideato e curato da Vittorio Spinazzola per il Saggiatore sul mondo del libro e dell’editoria ha come tema, quest’anno, il lieto fine nelle tendenze editoriali contemporanee. Seguono contributi su autori e libri che si sono distinti nel 2017, e inclinazioni e problematiche del mondo dell’editoria italiana. È scaricabile gratuitamente dal sito dell’Associazione Arnoldo e Alberto Mondadori. Si vedano schedati i singoli contributi. – Martina Molino

047-234 Tomicka (Joanna A.), Fama Typographica. In Search of the Emblem Form of Printer’s Devices. The Iconography and Emblem Form of Printer’s Devices in Sixteenth- and Seventeenth-Century Poland, in Typographorum Emblemata. Part B: Regions & Places, pp. 151-68.

047-235 Torda (István), A Bácsmegyey ismeretlen első kiadása, «Magyar Könyvszemle», 133, 2017/4, pp. 466-72. Una sconosciuta edizione settecentesca. – Ed.B.

047-236 Tozzi (Federigo), Bestie cose persone, prefazione di Cristina Ubaldini, Pescara, Ianieri Edizioni, 2018, pp. 155, ISBN 978-88-94890-24-2, € 14. A cento anni dalla loro prima pubblicazione, tornano le Bestie tozziane, insieme a Cose e Persone, riunite per la prima volta in un agile volumetto corredato dalla prefazione di Cristina Ubaldini. Una prosa tripartita dal sapore quasi lirico, dove il mondo dell’anima viene evocato con fare sibillino attraverso una serie di avvenimenti senza evoluzione, come sospesi in una dimensione altra, eterea e atemporale. Ed è proprio questa asincronia a rendere tutto attualissimo, di una potenza psicologica e filosofica soverchiante. – Ar.L.

047-237 Turchetta (Gianni), Finali quasi felici, in Tirature ’18, a cura di V. Spinazzola, pp. 27-34. Il finale è simbolo e specchio della complessità del reale: per questo, dai Promessi sposi a Moravia, l’happy ending si carica di ambiguità e di “però” tutt’altro che rassicuranti. – Martina Molino

047-238 Typographorum Emblemata. The Printer’s Mark in the Context of Early Modern Culture, edited by Anja Wolkenhauer - Bernhard F. Scholz, Berlin – Boston, De Gruyter Saur, 2018 (‘Schriftmedien – Kommunikations- und buchwissenschaftliche Perspektiven’, 4), pp. XI + 429, ill. b/n, ISBN 978-3-11-043027-1, € 99,95. Il vol. raccoglie vari contributi che tentano di riflettere sulle marche tipografiche presenti sui libri a stampa: un “genere” figurativo che lega parola e immagine considerato raramente al di fuori del dominio della storia del libro. Il vol. si divide in tre sezioni: A. Beginnings and Provenance (pp. 1-100), in cui si indagano le origini di alcuni filoni rappresentativi delle marche tipografiche (emblemi e i bestiari per esempio); B. Regions & Places (pp. 101-266), in cui si ripercorrono le tipologie di marche tipografiche in diverse regioni europee; C. Concept, Historical and Systematic (pp. 267-374), in cui si tentano di inserire le iconografie presenti nelle marche tipografiche all’interno di una più ampia riflessione sui generi artistici. Chiude il vol. la sezione di bibliografia e indici D. Research Bibliography and Index (pp. 375-429). Si indicizzano i singoli contributi. – A.T.

047-239 Ucciardello (Giuseppe), Guarini Favorini Magnum Dictionarium Graecum, in Le prime edizioni greche a Roma, parte II: Edizioni di Zaccaria Calliergi, pp. 171-204. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-240 Usalla (Laura), I trattati scientifici del fondo Rosselló della Biblioteca Universitaria di Cagliari, «Archivio Storico Sardo», 52, 2017, pp. 507-35. Come è noto la donazione Rosselló costituiva il nucleo iniziale della raccolta libraria del Collegio gesuitico cagliaritano (vedi qui Giovanna Granata), almeno in teoria completamente assorbito dalla successiva Biblioteca Universitaria. Il contributo, che mira anche a testare l’utilità del database CLASAR creato da Giovanna Granata, cerca di documentare la circolazione in Sardegna di volumi cinquecenteschi di matematica e geometria. Pur risentendo di una forte approssimazione metodologica, si tratta di un primo tentativo di valutazione di questo tipo di informazioni. – E.B.

047-241 Vacalebre (Natale), Come l’armadure e l’armi. Per una storia delle antiche biblioteche della Compagnia di Gesù. Con il caso di Perugia, Premessa di Edoardo Barbieri, Firenze, Olschki, 2015 Þ rec. E. Ann Matter, «La Bibliofilia», 119, 2017, pp. 457-9

047-242 van Vugt (Ingeborg), Geografia e storia di una rete epistolare. Contatti e mediazioni nell’epistolario di Magliabechi, in Antonio Magliabechi nell’Europa dei saperi, pp. 260-92. L’a. prende in esame la porzione della corrispondenza di Antonio Magliabechi in Olanda (la più consistente tra quelle internazionali), evidenziandone i flussi in una griglia geografico-cronologica e comparandola ad altre dello stesso periodo. – M.C.

047-243 Villani (Daniela) – Giuseppe Solmi – Alessandro Balistrieri, Il Libro d’Ore. Un’introduzione, Padova, Nuova Charta, 2017, (Cimelia), pp. VIII, 149, ill. col., ISBN 978-88-95047-34-8, € 19. Il vol. è interamente dedicato a quello che gli stessi autori definiscono il best-seller del tardo Medioevo e del Rinascimento: il Libro d’Ore. Con uno spirito didattico che rende agevole la lettura anche ai non addetti ai lavori, i vari capitoli illustrano le origini, la struttura e l’apparato decorativo di questo particolare libro devozionale. Due capitoli sono dedicati rispettivamente ai Libri d’Ore italiani e ai Libri d’Ore a stampa, mentre chiude il libro un’analisi di quanto le immagini a corredo del testo ci possano dire del luogo e del periodo in cui furono create. Chiude il vol. una ricca bibliografia sull’argomento. – Em.B.

047-244 Viola (Corrado), Magliabechi ‘autore’, in Antonio Magliabechi nell’Europa dei saperi, pp. 143-77. Come è noto, Antonio Magliabechi non fu autore di nessuna opera o catalogo, anche se collaborò con molti eruditi per opere compilative o repertoriali, inviando notizie bio-bibliografiche che spesso vennero utilizzate con minime variazioni e senza la menzione del suo nome. – M.C.

047-245 Vizkelety-Ecsedy (Judit), Mottos in Printers’ Devices – Thoughts about the Hungarian Usage, in Typographorum Emblemata. Part C: Concepts, Historical and Systematic, pp. 333-46.

047-246 Voicu (Sever J.), Varia liturgica Graeca, in Le prime edizioni greche a Roma, parte V: Un’edizione di Demetrio Duca, pp. 367-373. Þ si veda la segnalazione del vol.

047-247 Volpato (Simone) – Menato (Marco), Sotto il segno di Bodoni. La private press «Libreria Antiquaria Umberto Saba», «ALAI – Rivista di cultura del libro», 4, 2018, pp. 91-101. Il saggio è una breve anticipazione del recentissimo volume pubblicato dai due a. con il titolo La biblioteca di Virgilio Giotti e il suo sodalizio con la Libreria Antiquaria di Umberto Saba, prefazione di Anna Modena e a cura di Massimo Gatta, Macerata, Biblohaus, 2018. – Luca Montagner

047-248 Wallnig (Thomas), «Magna tua […] in Germanos omnes benignitas»: Magliabechi e il mopndo germanico, in Antonio Magliabechi nell'Europa dei saperi, pp. 379-393. Il più famoso tra i corrispondenti di lingua germanica di Antonio Magliabechi fu senza dubbio Gottfried Wilhelm von Leibniz, ma al grande filosofo-matematico (e bibliotecario) si devono aggiungere anche altre personalità di spicco, come Otto Mencke, l’editore degli Acta eruditorum di Lipsia, Peter Lambeck, Ezechiel Spanheim e altri ancora, per lo più di fede protestante, per i quali il fiorentino rappresentò il tramite privilegiato per l'ambiente culturale italiano dell'epoca. – M.C.

047-249 Waquet (Françoise), «Faticare a benefizio della letteraria Repubblica»: Magliabechi et la communication du savoir, in Antonio Magliabechi nell’Europa dei saperi, pp. 182-99. La forma di comunicazione di Antonio Magliabechi fu esclusivamente orale ed epistolare, che di fatto è la forma scritta più vicina a quella orale, e sempre finalizzata ad aiutare altri letterati nella preparazione delle loro opere. – M.C

047-250 Wolkenhauer (Anja) - Bernhard F. Scholz, Preface, in Typographorum Emblemata, pp. VII-XII.

047-251 Wolkenhauer (Anja), Sisters, or Mother and Daughter? The Relationship between Printer’s Marks and Emblems during the First Hundred Years, in Typographorum Emblemata. Part A: Beginnings and Provenances, pp. 3-28.

 

Indici di recensioni e segnalazioni

Aldo Manuzio F

Almanacco del Bibliofilo 7

Antiquariato B, 247

Archivi 68, 151

Autografoteca 42

Bibliografia 27, 75, 167, 183

Biblioteche ecclesiastiche 3

Biblioteconomia 35, 43, 53, 180

Cartografia 88

Catalogazione 4, 17, 23, 39, 41, 52, 61, 62, 64, 74, 85, 86, 156, 185, 195, 213, 218

Commercio librario 9, 14, 37, 56, 125-127, 176, 197, 207, 208

Editoria del ’400 2, 25, 79, 83, 199, 210

Editoria del ’500 A, G, 15, 24, 26, 36, 69-73, 77, 89-98, 101-104, 110-114, 116, 119, 129, 138, 188, 190, 191, 198, 201, 203, 204, 239, 246

Editoria del ’600 76, 123, 140, 193, 215

Editoria del ’700 19, 21, 22, 142, 154, 235

Editoria dell’800 40, 44, 117, 171, 174, 209

Editoria del ’900 C, 33, 34, 38, 50, 58, 63, 66, 81, 120, 121, 159, 166, 170, 172, 175, 192, 236

Editoria contemporanea 12, 16, 28, 46, 47, 49, 51, 82, 100, 109, 118, 128, 144, 160-163, 173, 187, 189, 194, 200, 217, 221, 222, 225, 226, 231, 233, 237

Editoria popolare 150

Epigrafia 78

Libro italiano in Svizzera 196

Manoscritti D, 11, 57, 60, 65, 67, 87, 99, 105, 107, 124, 135, 143, 147, 165, 168, 178, 184, 206, 216, 243

Marche tipografiche 18, 130-134, 136, 141, 155, 181, 211, 212, 219, 223, 234, 238, 245, 250, 251

Master Editoria 1

Mostre d’arte 6

Periodici 108

Storia dell’incisione 8, 45, 48, 115, 169, 230

Storia della lettura 32, 59, 84, 106, 214

Storia della tipografia 5, 227

Storia delle biblioteche E, H, 10, 13, 20, 29-31, 43, 55, 80, 122, 137, 139, 149, 152, 153, 157, 158, 164, 177, 182, 205, 220, 228, 229, 240-242, 244, 248, 249

Storia delle legature 145, 146

Veronica romana 232

Volgarizzamenti umanistici 202

 

Taccuino

a cura di R.V.

Iniziative C.R.E.L.E.B.

Cattedra “Alessandro Manzoni” a San Carlo al Lazzaretto di Milano

LETTERATURA E CRISTIANESIMO 18-19

Grandi romanzi del ’900

24 settembre ’18

RICCARDO BACCHELLI – Il mulino del Po

con Mauro Grimoldi (Liceo don Gnocchi di Carate)

29 ottobre ’18

GEORGES BERNANOS – Diario di un parroco di campagna

con Marco Ballarini (Biblioteca Ambrosiana)

26 novembre ’18

MICHAIL A. BULGAKOV – Il Maestro e Margherita

con Maria Grazia Bianchi (Liceo F. Enriques di Lissone)

4 febbraio ’19

JOHN STEINBECK – Furore

con Edoardo Barbieri (Università Cattolica)

4 marzo ’19

VASILIJ S. GROSSMAN – Vita e destino

con Anna Bonola e Maurizia Calusio (Università Cattolica)

8 aprile ’19

IGNAZIO SILONE – Vino e pane

con Emiliano Bertin (Istituto E. Toti di Lentate sul Seveso)

6 maggio ’19

GRAHAM GREENE – Il potere e la gloria

con Francesco Valenti (Collegio della Guastalla di Monza)

Ciascun incontro vedrà anche l’intervento di un attore, sotto la direzione di Michele Faracci.

Gli incontri si svolgono sempre il lunedì alle ore 21 tra le storiche mura della chiesa di San Carlo al Lazzaretto (San Carlino) in Largo Bellintani (viale Tunisia) a Milano. Tram 1, 5, 9, 33, metro 1 e passante ferroviario (Porta Venezia), metro 3 (Repubblica)

Ingresso libero sino a esaurimento posti

Scarica programma completo

 

Il sabato del bibliofilo. Incontri con libri preziosi della Biblioteca Braidense. V ciclo

Sala Maria Teresa della Biblioteca Braidense - via Brera 28, Milano

sabato 29 settembre 2018 (ore 10-11)

Edoardo Barbieri, Prove di enciclopedismo: l’esperimento primo cinquecentesco della Polyanthea di Domenico Nani Mirabelli

Il tema dell’accesso rapido alla conoscenza sembra tipico della nostra società digitale. In realtà, già con l’avvento della stampa la moltiplicazione dei testi disponibili aveva spinto a creare strumenti atti a svolgere il ruolo di collettori delle fonti e di indirizzatori della ricerca. Il tutto tramite l’individuazione di “parole chiave” dette allora loci communes. Tra questi “libri-utensili”, come li ha definiti Amedeo Quondam, spicca un curioso dizionario-enciclopedico, la Polyanthea del piemontese, ma attivo in Liguria, Domenico Nani Mirabelli: dagli inizi del Cinquecento (la prima edizione è del 1503) ebbe indiscussa fortuna per circa due secoli. L’incontro mira a presentare questa eccezionale opera, indagando le vicende delle sue prime edizioni con la progressiva conquista di un pubblico europeo.

sabato 27 ottobre 2018 (ore 10-11)

Davide Martini, Come si crea un monopolio sulla filiera libraria: l'iniziativa di Vincenzo Busdraghi nella Repubblica di Lucca (1549-1601)

sabato 24 novembre 2018 (or 10-11)

Luca Rivali, Olanda, Germania, Francia o Italia? La Repubblica delle lettere alle prese con l’invenzione della stampa

Per informazioni: tel. 02.8646.0907 int. 504; email b-brai.comunicazione@beniculturali.it

Ingresso libero. Scarica il programma

 

“Seminari del dipartimento di studi medioevali, umanistici e rinascimentali”

Univesità Cattolica, Largo Gemelli 1, Sala esercitazioni I piano Gregorianum, h. 15.30 (salvo diversa indicazione)

martedì 9 ottobre

Arianna Leonetti, A ottant’anni dalle Leggi razziali. La fabbrica del falso: i “Protocolli dei savi anziani di Sion” e la creazione di un mito razzista

martedì 16 ottobre

Giuseppe Frasso e Andrea Canova discutono del volume di Carlo Dionisotti- Giulia Gianella, Cabbages and Kings. Carteggio 1966-1995, a cura di Ottavio Besomi, Lugano, Cantonetto, 2017

martedì 23 ottobre 

Edoardo Barbieri – Marco Petoletti, 

Comenio e la descrizione della stampa nel XVII secolo: un tentativo di traduzione (SEMINARIO DIDATTICO)

martedì 30 ottobre 

Giornata di studi “I codici diplomatici delle Tre Corone Fiorentine”

Aula G.016 Sala Maria Immacolata

h. 10.00-13.00, modera Marco Petoletti

Teresa De Robertis (Università degli Studi di Firenze), Introduzione generale

Giuliano Milani (Università La Sapienza di Roma), Il codice diplomatico dantesco

     Segue discussione

 h. 14.30-17.30, modera Carla Maria Monti

Laura Regnicoli (Università degli Studi di Firenze), Il codice diplomatico del Boccaccio

Manila Soffici (Università degli Studi di Firenze), Il codice diplomatico del Petrarca

    Segue discussione

martedì 13 novembre 

Elisabeth Engl (Friedrich-Alexander-Universität Erlangen-Nürnberg)

The library of Christoph Jacob Trew (1695-1769), Nurembergian erudite physician and botanist

martedì 20 novembre 

Bert Van Den Bossche (Katholieke Universiteit Leuven)

La memoria letteraria di Fiume: un progetto in corso

martedì 27 novembre 

Andrea Mazzucchi (Università Federico II di Napoli)  

Questioni ecdotiche nell’edizione degli antichi commenti alla “Commedia”

martedì 11 dicembre 

Rosario Pierri (Decano Studium Biblicum Franciscanum – Gerusalemme) 

La Bibbia in italiano nel XVI secolo: Antonio Brucioli traduttore dell’Apocalisse

 

Metodologia della ricerca in discipline umanistiche e bibliografiche 2018

III Corso di Alta Formazione in metodologia della ricerca in discipline umanistiche e bibliografiche 2018

Lonato, Fondazione Ugo Da Como – Brescia, Università Cattolica, 25-26 ottobre 2018

giovedì 25 ottobre

Lonato (BS), Fondazione Ugo Da Como

ore 14.00 visita alla casa-museo e alla biblioteca della Fondazione Ugo Da Como

ore 15 Rocca di Lonato, modera Edoardo Barbieri

15.15 Andrea Canova (Università Cattolica di Brescia), Letteratura e libri nella storia di una città: Mantova tra Medio Evo e Umanesimo

16.45 Angela Nuovo (Università degli studi di Udine), La storia economica del libro: fonti, metodi, problemi

ore 18.30 rinfresco

ore 19.45 cena conviviale a Lonato (su prenotazione)*

venerdì 26 ottobre

Brescia, Università Cattolica, via Trieste 17, Sala della Gloria

ore 9 modera Luca Rivali

Saluti di Mario Taccolini (Università Cattolica di Brescia, Direttore del Dipartimento di Scienze Storiche e Filologiche) e Sergio Onger (Presidente Fondazione Ugo Da Como)

ore 9.15 Alessandro Tedesco (Università Cattolica di Milano), Tipologie editoriali dei viaggi in Terra Santa di età moderna

ore 11.00 Laura Melosi (Università degli Studi di Macerata), Gabriele D’Annunzio e il Dante monumentale di Leo Samuel Olschki

ore 12.45 pranzo presso la struttura “Giardino” Cooperativa Agazzi

ore 14.00 Edoardo Barbieri – Pierangelo Goffi, Presentazione della Biblioteca Viganò

ore 15.00 conclusione dei lavori

Per informazioni creleb@unicatt.it tel. 0272342606 – 0302406260

* Per chi viaggia coi mezzi pubblici, Lonato è raggiungibile da Brescia o da Desenzano con gli autobus interurbani della linea Brescia-Verona (www.trasportibrescia.it). È possibile prenotare la cena e il pernottamento a prezzo concordato utilizzando il modulo allegato. Per l’iscrizione rivolgersi all’Ufficio Formazione Permanente di Brescia: glauco.pentenero@unicatt.it

 

Gerusalemme, Biblioteca generale della Custodia di Terra Santa

The Bible on the move: traditions and translations of the Holy Scriptures – La Bibbia in movimento: tradizioni e traduzioni della Sacra Scrittura

Jerusalem – New Gate

November 6th, 7th and 8th 2018 h. 9 a.m. – 6 p.m.

An exhibit by project “Books bridges of peace”

La mostra “La Bibbia in movimento: tradizioni e traduzioni della Sacra Scrittura” offre al pubblico un percorso inedito tra le più antiche Bibbie possedute dalla Biblioteca dei francescani di Gerusalemme.

Tra Medioevo ed età moderna si rincorrono testi in ebraico, samaritano, greco, arabo, siriaco, etiopico, armeno, copto, latino, tedesco, inglese, polacco, spagnolo e italiano.

Un viaggio affascinante per scoprire i tanti, diversi modi nei quali la Sacra Scrittura ha alimentato la vita di comunità e Chiese, non meno che suscitato l’attenzione di teologi e linguisti.

The Bible on the move: traditions and translations of the Holy Scriptures provides visitors an unique journey through the most ancient Bibles preserved in the Franciscan Libraries of Jerusalem: from the Middle Ages to the modern age, moving from texts in Hebrew to Samaritan, Greek, Arabic, Syriac, Ethiopic, Armenian, Coptic, Latin, German, English, Polish, Spanish and Italian. A fascinating experience in discovering the different ways in which the Sacred Scriptures have enlivened communities and churches, attracting also the interest of theologians and linguists.

FREE ENTRANCE – CATALOGUE AVAILABLE

Informations: https://www.bibliothecaterraesanctae.org/

 

Engaging The Reader. IX edizione 2018

Un bastimento carico, carico di... esperienze e sfide editoriali nel mercato globale

giovedì 15 novembre, 9.30-16.00, Università Cattolica di Milano, L.go Gemelli 1, Aula Pio XI

Workshop a cura del Master Professione Editoria cartacea e digitale e del nuovo Master BookTelling Comunicare e vendere contenuti editoriali

PROGRAMMA PROVVISORIO

introduzione Edoardo Barbieri

lectio di Elena Pasoli Exhibition Manager della Bologna Children’s Book Fair

discussione di Sandro Ferri (edizioni E/O) e Marco Vigevani (TILA)

tavola rotonda “Editoria tra locale, globale e... immateriale” con Veronica Manfrotto (Libreria Palazzo Roberti di Bassano del Grappa), Federica Ceretti (Hearst Digital Media), Marco Ferrario (Storytel).

Etc. etc. etc.

Per informazioni https://engagingthereader.eu/ e http://mastereditoria.unicatt.it/

 

Incontri, mostre e seminari

Collection Security Summer School 2018

5-7 settembre 2018

Roma, Biblioteca Nazionale Centrale

Organizzata dal Security Network del Consortium of European Research Libraries (CERL), si tratta della seconda edizione della Summer School sulla sicurezza delle collezioni, durante la quale curatori di collezioni e addetti alla sicurezza di biblioteche ed archivi hanno l’opportunità di frequentare un breve corso finalizzato alla condivisione di esperienze e informazioni di grande rilievo per la sicurezza delle collezioni. L'obiettivo è quello di costruire una rete di funzionari e operatori in grado di lavorare insieme sulle buone pratiche, aggiornarsi in merito alle potenziali aree di minaccia presenti sul mercato e, più in generale, supportarsi a vicenda sulle questioni inerenti alla sicurezza.

Per informazioni e iscrizioni:

www.bncrm.beniculturali.it

 

La Biblioteca: crocevia e connessione di mondi

XIII convegno internazionale

7-9 settembre 2018

Bagni di Lucca – Villa, Biblioteca Comunale “A. Betti”

Il tema s’incentra sull’immagine della Biblioteca, intesa sia come luogo fisico, nelle cui svariate forme architettoniche si raccolgono e catalogano testi di diversa natura e provenienza e che entra variamente in relazione dinamica con gli altri spazi sociali, sia come locus simbolico che ambisce alla conservazione del sapere e della memoria collettiva (in essa strutturata e armonizzata come in un grande archivio), così come alla registrazione di una conoscenza in fieri, di un progresso umano che la biblioteca è costantemente chiamata ad accogliere, aggiornare e, in ultima istanza, testimoniare. A questa declinazione pubblica del topos se ne affianca una privata altrettanto pregnante: da un lato, la biblioteca familiare, che, a partire dal Settecento, diventa spazio di ostentazione della ricchezza e simbolo di affermazione sociale; dall’altro, la biblioteca intesa come spazio intimo, oggettivazione topologica di scelte individuali che trascendono l’ambito prettamente culturale e letterario e si tramutano in cifra di una particolare filosofia di vita. Tanto nella dimensione pubblica, quanto in quella privata, emerge in maniera evidente l’immagine della biblioteca come crocevia di mondi, in cui il lettore si apre all’infinita varietà dell’esperienza che i libri sono capaci di veicolare in modi diversi e talvolta sorprendenti. Nel contemporaneo, poi, le nuove tecnologie e i sofisticati sistemi di digitalizzazione impongono una riflessione sulla natura stessa della biblioteca in un presente in cui marcatamente si intrecciano tradizione e innovazione, nonché in scenari futuribili nei quali il libro, inteso nella sua dimensione di prodotto cartaceo, rischia di perdere la centralità che ad esso è sempre stata garantita nella storia della cultura umana. Obiettivo del convegno è ricostruire un quadro dei modi in cui le diverse epoche hanno concepito, interpretato e rappresentato la biblioteca, non soltanto nelle sue funzioni socio-culturali, ma anche e soprattutto nelle sue implicazioni simbolicometaforiche.

Per informazioni:

http://www.fondazionemontaigne.it/convegniinternazionali/convegno-internazionale-2018

 

Giornate Europee del Patrimonio

22-23 settembre 2018

"L’Arte di condividere" è il tema proposto quest'anno per un appuntamento ideato nel 1991 dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea.
Le Biblioteche pubbliche statali aderiscono alle #GEP2018 con incontri e/o aperture straordinarie per declinare e approfondire, attraverso il proprio patrimonio bibliografico, i temi proposti. Un panorama inedito tra bellezza e patrimonio culturale che aiuta a conoscere meglio la Storia e la Cultura della propria e delle altre nazioni dell'Europa comunitaria, chiamate a condividere il fascino della scoperta.

Per l’elenco aggiornato dei luoghi aperti:

http://librari.beniculturali.it/it/notizie/notizia/Giornate-Europee-del-Patrimonio-22-e-23-Settembre-2018/

 

Patrimonio librario antico: conoscere e valorizzare

Convegno

26 settembre 2018, ore 9

Trento, Vigilianum. Polo culturale diocesano

Il convegno “Patrimonio librario antico: conoscere e valorizzare” è dedicato non solo alla catalogazione, allo studio e all’approfondimento della conoscenza dei fondi librari storici conservati dalle biblioteche trentine, ma soprattutto al rilevamento, all’analisi e alla gestione dei dati di provenienza e alle possibilità offerte dalle più recenti tecniche di riproduzione digitale dei volumi.

L'iniziativa è organizzata dall'Ufficio Beni archivistici, librari e Archivio provinciale della Soprintendenza per i Beni culturali, in collaborazione con la Fondazione Biblioteca San Bernardino di Trento.

La prima sessione è dedicata alla catalogazione dei fondi storici e alla loro valorizzazione attraverso lo studio e la gestione dei dati di provenienza.

La seconda approfondisce il tema della digitalizzazione dei beni librari, proponendo un confronto su vari progetti, attualmente in corso di svolgimento, finalizzati alla conoscenza, alla tutela delle raccolte e a nuove possibilità di accesso e di consultazione delle collezioni librarie antiche.

Programma:

Prima sessione: coordina Armando Tomasi (Ufficio Beni archivistici, librari e Archivio provinciale)

§ Saluto e apertura dei lavori: don Andrea Decarli (delegato vescovile per l’Area Cultura), Franco Marzatico (Soprintendente per i Beni culturali della Provincia autonoma di Trento) § Luca Rivali (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), Casualità o linearità? Gli studi di provenienza e la ricostruzione delle raccolte librarie antiche § Elisabetta Sciarra (Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia), Segni sui libri e carte d’archivio. Storie di fondi attraverso l’Archivio dei possessori

della Biblioteca Nazionale Marciana § Laura Bragagna (Ufficio Beni archivistici, librari e Archivio provinciale), I fondi storici delle biblioteche trentine nel Catalogo Bibliografico Trentino. Dalla catalogazione alla valorizzazione dei dati di provenienza § Laura Zanette (Servizio Attività culturali, Ufficio per il Sistema Bibliotecario Trentino e la partecipazione culturale), La gestione delle provenienze nel Catalogo Bibliografico Trentino. Aspetti tecnici § Anna Gonzo (Trento), Per una lettura storica della biblioteca di Antonio Rosmini. Primi dati conoscitivi dall’indagine sugli esemplari e su alcune fonti documentarie § Ugo Pistoia (Ufficio Beni archivistici, librari e Archivio provinciale), I libri di Alcide Degasperi presso la Biblioteca comunale di Borgo Valsugana § Gianmario Baldi (Biblioteca civica “G. Tartarotti” di Rovereto), Il significato della conservazione degli esemplari nelle biblioteche storiche. L’approccio della Biblioteca civica “G. Tartarotti” di Rovereto

Seconda Sessione: Coordina Italo Franceschini (Fondazione Biblioteca San Bernardino di Trento)

§ Klaus Kempf (Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera), Il progetto di digitalizzazione del libro antico presso la Bayerische Staatsbibliothek § Alessandro Tedesco (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), La digitalizzazione per lo studio delle provenienze § Ursula Stampfer (Biblioteca della Libera Università di Bolzano), Digitalizzazione. Uno strumento di studio, valorizzazione e tutela del bene librario in Alto Adige § Matteo Fadini (Università degli Studi di Trento), “Del Concilio”. Progetto di valorizzazione di fondi antichi delle biblioteche trentine § Mauro Hausbergher (Biblioteca comunale di Trento), Progetti per una biblioteca digitale trentina § Conclusioni e discussione

 

1914-1918. Echi di guerra

Fino al 28 settembre 2018

Firenze, Biblioteca Mediceo-Laurenziana

Nell’ultimo anno delle celebrazioni del centenario della Prima Guerra mondiale, la Biblioteca ha allestito una piccola esposizione con documenti oggi conservati nel fondo “Carteggio Pistelli”. Ermenegildo Pistelli, sacerdote e professore di lingua greca e latina a Firenze, raccolse soprattutto cartoline e lettere che dal fronte o genericamente dalle zone di guerra gli pervenivano da parte dei suoi tanti scolari. Altri documenti e cimeli sono stati prestati da privati cittadini.

 

Printing R-Evolution 1450-1500

I cinquant’anni che hanno cambiato l’Europa. Mostra

Fino al 30 settembre 2018

Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana

Fino al 7 gennaio 2019

Venezia, Museo Correr

La rivoluzione della stampa in Europa: da un progetto dell’Università di Oxford a una mostra “digitale” a Venezia. “Printing Revolution 1450-1500”, dal 1 settembre al Museo Correr e alle Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana. La mostra documenta l’impatto della rivoluzione della stampa sullo sviluppo economico e sociale della prima Europa moderna. Un percorso di scoperta attraverso strumenti digitali e metodi di comunicazione innovativi che permettono di documentare e rendere accessibili decine di migliaia di dati raccolti da un ampio network internazionale – coordinato dal progetto 15cBOOKTRADE dell’Università di Oxford – in anni di rigorose ricerche. Un’invenzione non è una rivoluzione, ma solo l’inizio di un percorso. La stampa con blocchi di legno debuttò in Cina nel IX secolo; 400 anni dopo, la stampa a caratteri mobili di metallo cominciò a essere usata in Corea, ma fu in Europa che la stampa divenne una rivoluzione, perché è qui che modificò radicalmente la vita di ogni giorno. Fino al 1450 circa i libri erano scritti a mano, ma nel 1455 venne stampata la Bibbia di Gutenberg a Magonza, cambiando la società per sempre. Nei 50 anni successivi milioni di libri a stampa circolarono in tutta Europa, mezzo milione di essi sopravvive ancora oggi in circa quattromila biblioteche europee e americane. La ricerca ha riguardato 50mila di questi libri sparsi oggi tra 360 biblioteche europee e americane con la collaborazione di oltre 130 editors. Dai dati raccolti durante la ricerca nasce la mostra “Printing Revolution 1450-1500. I 50 anni che hanno cambiato l’Europa”, presentata dal 1 settembre 2018 al 7 gennaio 2019 al Museo Correr di Venezia, con una sezione alle Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana (qui fino al 30 settembre). L’esposizione è il risultato di un grande progetto di ricerca europeo che usa i libri come fonte storica: basato all’Università di Oxford, alla British Library, a Venezia, e finanziato dal Consiglio Europeo delle Ricerche, il 15cBOOKTRADE applica le tecnologie digitali alle fonti storiche ampliando la capacità di comprendere la rivoluzione della stampa: è diretto dall’italiana Cristina Dondi, professoressa del Lincoln College di Oxford, che è anche curatrice di questa mostra, organizzata in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia – Biblioteca del Museo Correr e la Biblioteca Nazionale Marciana, e in partnership con Intesa Sanpaolo; con il sostegno di Venice in Peril, l’Ambasciata d’Italia a Londra, Fedrigoni, la Fondazione Giorgio Cini, e la Scuola Grande di San Rocco. Attraverso una decina di sezioni, l’esposizione mette in evidenza come nel 1500 in Europa ci fossero milioni di libri, non solo per le élite, come comunemente si ritiene, ma per ‘tutti’, con una vasta produzione per la scuola. La rivoluzione della stampa è una delle colonne portanti dell’identità europea perché si è tradotta in alfabetizzazione diffusa, promozione del sapere, formazione di un patrimonio culturale comune. In quei primi decenni (dal 1450 al 1500) la stampa coincise con la sperimentazione e l’intraprendenza. I libri a stampa furono il prodotto di una nuova collaborazione tra diversi settori della società: sapere, tecnologia e commercio. Anche la Chiesa comprese immediatamente l’enorme potenzialità dell’invenzione e ne divenne precoce promotrice. Le idee si diffusero veloci come mai prima. Ora si è in grado di tracciarne la circolazione seguendo il movimento e l’uso dei libri stessi. Ogni sabato la Tipoteca Italiana Fondazione sarà presente al Museo Correr per illustrare e coinvolgere i visitatori nell’attività di stampa con gli strumenti originali del tipografo.

Per informazioni:

http://correr.visitmuve.it/it/mostre/mostre-in-corso/printing-r-evolution-1450-1500/2018/02/19517/i-cinquantanni-che-hanno-cambiato-leuropa/

 

1725. Quando a Bologna arrivarono i mori: il tarocchino tra gioco e politica

Fino all'11 novembre 2018

Bologna, Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio

Attraverso i documenti conservati presso la Biblioteca comunale dell’Archiginnasio la mostra intende ricostruire una delle storie più curiose e appassionanti accadute nella Bologna del XVIII secolo: quella del tarocchino bolognese, un gioco di carte condannato dalla Chiesa ma largamente praticato (e difeso con orgoglio!) nelle tante osterie che ancora popolano il centro storico cittadino.

Per informazioni:

http://bimu.comune.bologna.it/biblioweb/mostra-tarocchino-bolognese/

 

Printing Revolution and Society 1450-1500

I cinquant’anni che hanno cambiato l’Europa

Fifty Years that Changed Europe

19-21 settembre 2018

Venezia, Palazzo Ducale

19 settembre

Costo della vita e costo dei libri nell’Europa del 15° secolo = The cost of living and the cost of books in 15th-century Europe

9.30-10: Welcome - Mariacristina Gribaudi (Presidente Fondazione Musei Civici di Venezia), Gabriella Belli (Direttore Fondazione Musei Civici di Venezia), Stefano Campagnolo (Direttore Biblioteca Marciana), Pasquale Gagliardi (Segretario Generale Fondazione Cini)

10-10.15: Introduction - Cristina Dondi

Session 1: Monica Viero (Biblioteca del Museo Correr) § Isabella Cecchini (Università Ca’ Foscari Venezia), Setting the context. A reconstruction of the cost of living in late 15th-century Venice § Paola Pinelli (Università di Firenze), La compravendita di libri nella contabilità dei mercanti fiorentini: un confronto coi prezzi dei generi di prima necessità e col potere d’acquisto dei salariati nella seconda metà del 15° secolo § Questions

Session 2: Mario Infelise (Università Ca’ Foscari Venezia) § Cristina Dondi (15cBOOKTRADE), From the Corpus Juris to ‘psalterioli da puti’, on parchment, bound, gilt ... The price of any book sold in Venice 1484-1488 § Neil Harris (Università di Udine), Costs we don’t think about: rubrication and illumination. An unusual copy of Franciscus de Platea, Opus restitutionum (1474) § Sara Mansutti, “Con un altro piccolo indice in 4° bislungo”: un inventario di libri conservato dentro il Zornale di Francesco de Madiis § Ester Peric (Università di Udine), La lista di libri di Antonio Moretto (Padova, 1480) § Lorenz Böninger (Firenze), Da Venezia a Firenze, Lucca e Genova: il commercio librario di Leonardo Donà e Franz Renner, c. 1477-1487 § Questions / Discussion

Session 3: Dorit Raines (Università Ca’ Foscari Venezia) § Claire Bolton (Oxford), The Memmingen book network § Monique Hulvey (Bibliothèque municipale de Lyon), Sellers and Buyers of the Lyon book market in the late fifteenth century § J. Antoni Iglesias Fonseca (Universitat Autònoma de Barcelona), Tra il libro manoscritto e l’edizione a stampa in Catalogna nella seconda metà del 15° secolo (1450–1500) § Questions

Session 4: Marian Lefferts (Executive Manager, CERL) § Elena Gatti (Università di Bologna), “Heredes de Plauto stampadore deno avere infrascritte robe e dinari: consumo del libro, prezzi e mercato librario a Bologna”. Un caso di studio § Paolo Tinti (Università di Bologna), “Emptus Ferrarie”. I prezzi del libro nella città estense fra Quattro e primi del Cinquecento § Questions / Discussion § Martin Stokhof (Vice-President ERC Social Sciences and Humanities), Lectio Magistralis § Visit of the exhibition

20 settembre

La trasmissione dei testi a stampa e la distribuzione e ricezione dei libri = The transmission of texts in print and the distribution and reception of books

Session 1: Henry Woudhuysen (Rector of Lincoln College Oxford) § Kristian Jensen (The British Library and Chairman of CERL), Establishing and recording provenance, from the Bodleian Library Catalogue of Incunabula to MEI § Maria Alessandra Panzanelli Fratoni (15cBOOKTRADE), Printing the Law in the 15th-century, with a focus on Corpus Juris Civilis and the works of Bartolus

de Saxoferrato § Geri Della Rocca de Candal (15cBOOKTRADE), Printing in Greek before Aldus Manutius § Questions

Session 2: Andrea De Pasquale (Biblioteca Nazionale Centrale di Roma) § Sabrina Minuzzi (15cBOOKTRADE), Printing Medicine in the 15th century, with a focus on the distribution and use of Materia Medica books § Alessia Giachery (Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia), La formazione delle raccolte marciane. I cataloghi storici § Elisabetta Sciarra Biblioteca Nazionale (Marciana di Venezia), Acquisizioni ed esportazioni alla caduta della Repubblica § Questions / Discussion

Session 3: Paul Needham (Scheide Library, Princeton University) § Eric White (Princeton University Library), Patterns of Non-Survival among the Earliest Mainz Editions § Falk Eisermann (Gesamtkatalog der Wiegendruke Berlin), “Did you mean incurable?” Searching and Finding Incunabula in the World Wide Web § John Lancaster (US MEI Editor), Bringing American collections into MEI §

Session 4: Martin Davies (London) § Pasqualino Avigliano, Andrea Cappa, Andrea De Pasquale and Marina Venier (Biblioteca Nazionale Centrale di Roma) - Cristina Dondi (CERL) - Adalbert Roth (Biblioteca Apostolica Vaticana), To protect and research the incunabula collections of the libraries annexed to National Monuments: Santa Scolastica at Subiaco – A Polonsky, National Library of Rome, and CERL collaboration § Edoardo Barbieri (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), ll contributo del CRELEB e della Regione Lombardia alla catalogazione in MEI: descrizione, risultati, problemi aperti § Viktorija Vaitkeviciute - Agne Zemkajute (Vilnius, Martynas Mažvydas National Library of Lithuania and Wroblewski Library of the Lithuanian Academy of Sciences), Lithuanian importation of foreign editions, especially from Italy § Marco Bertagna - Rahel Fronda - Alexander Gordin (15cHEBRAICA), The distribution and use of Hebrew early printed books in Europe § Questions / Discussions

21 settembre

Illustrazione e strumenti digitali = Illustration and digital tools

Session 1: William Stoneman (Houghton Library, Harvard University) § Lilian Armstrong (Wellesley College), The Decoration and Illustration of Venetian Incunabula: From Hand-Illumination to the Design of Woodcuts § Susy Marcon (Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia), Incunaboli marciani miniati § Matilde Malaspina (15cBOOKTRADE) - Abhishek Dutta (Visual Geometry Group University of Oxford), The use and reuse of printed illustrations in 15th-century Venetian editions § Ilenia Maschietto - Ilaria Andreoli (Fondazione Cini Venezia), The Essling project: the census and the copies

Session 2: Claudia Fabian (Bayerische Staatsbibliothek, Munich) § Marieke van Delft (Royal Library of The Hague), CERL’s Provenance Digital Archive § John Goldfinch - Karen Limper-Herz (The British Library), The Incunabula Short Title Catalogue (ISTC): Past, Present and Future § Alex Jahnke (DCG University of Göttingen) - Simon Walton (Oxford e-Research Centre), Capturing and visualising the movement of incunabula: MEI and 15cv.trade § Gregory Prickman (Folger Shakespeare Library Washington), Mapping the ISTC: Visualisation and the Material History of Data § Discussion / Conclusion

Per informazioni:

http://15cbooktrade.ox.ac.uk/printing-revolution-and-society-1450-1500-fifty-years-that-changed-europe/

 

Cesena ebraica. Un percorso fra carte e codici

Fino al 20 settembre 2018

Cesena, Biblioteca Malatestiana

In esposizione i sette codici ebraici malatestiani, le carte Saralvo nonché i frammenti ebraici dall'Archivio diocesano e dall'Archivio comunale. 
La Malatestiana conserva un fondo di
sette manoscritti ebraici le cui origini risalgono al Quattrocento e ad alcune famiglie ebraiche risiedenti e operanti nella città malatestiana in qualità di banchieri prestatori e di medici (come risulta da documenti coevi). Gli Archivi dello Stato e della Diocesi vantano invece importanti e rari frammenti ebraici variamente riutilizzati e impiegati.

Per informazioni:

http://www.comune.cesena.fc.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/38178

 

Facce di Marmo! Percorsi di cultura antiquaria in Biblioteca Universitaria di Genova.

22 settembre-31 dicembre 2018

Genova, Biblioteca Universitaria

La mostra, curata da Alberta Bedocchi, Mariangela Bruno, Oriana Cartaregia e Valentina Sonzini, propone una riflessione sulla cultura antiquariale in Europa attraverso alcuni volumi del fondo antico della Biblioteca (secoli XVI-XVIII). Degno di nota, fra i tomi in esposizione, è il ricco apparato iconografico della Galleria Giustiniana, il bellissimo catalogo dei marmi antichi appartenuti al marchese Vincenzo Giustiniani, di cui la Biblioteca Universitaria possiede un esemplare del 1757. La mostra si articola in cinque sezioni (“Roma quanta fuit, ipsa ruina docet; Impossessarsi dell’antico: raccolte di epigrafi, monete e gemme;
La scienza antiquaria: la sistematizzazione di un sapere. Osservare, catalogare e divulgare; Nobilia opera. Statue e busti. Le collezioni; Cultura antiquaria a Genova) e il 22 settembre prevede in parallelo l’apertura presso il Museo dell’Accademia Linguistica (Largo Sandro Pertini, 4) di un’altra esposizione intitolata L’antico come modello. Marmi, calchi e incisioni nelle collezioni dell’Accademia Linguistica.

Per informazioni:

http://www.bibliotecauniversitaria.ge.it/it/eventi/GEP2018-mostra-Facce-di-Marmo/

 

Malatesta 600

5 ottobre – 20 novembre 2018

Cesena

Malatesta 600 è il contenitore tematico che la Biblioteca Malatestiana ha promosso in occasione delle celebrazioni per il 600° anniversario della nascita di Malatesta Novello (1418-2018) per ospitare le diverse iniziative che sono state organizzate per rilanciare lo studio e la ricerca sulla figura di Malatesta Novello e più in generale sul periodo malatestiano. Convegni, conferenze, presentazioni e mostre approfondiranno aspetti diversi in una prospettiva il più possibile unitaria, spaziando dalla presenza ebraica a Cesena alla miniatura dei codici malatestiani, dalle architetture segrete della Libraria Domini all’esito delle indagini scientifiche condotte sui resti mortali di Malatesta Novello.

Programma:

5 e 6 ottobre 2018

Convegno di studio

Hortus in bybliotheca. Un itinerario nel giardino della miniatura

Il convegno è dedicato all’illustrazione medievale e rinascimentale nei manoscritti malatestiani, della Piana e del Duomo cittadino. Verranno presentate importanti e nuove ricerche dedicate ai miniatori emiliani, e al loro rapporto con la Romagna, all’iconografia dell’Ovidio moralizzato, alla decorazione rinascimentale nei codici di committenza bessarionea e in quelli della Cattedrale; sarà dato spazio alla tematica della musica e della liturgia nei corali cesenati, con la spiegazione e l’esecuzione di alcuni brani di particolare interesse.

5 ottobre, ore 10

§ Apertura e saluti § Christopher De Hamel (Cambridge, Corpus Christi College), Introduzione ai lavori

Prima sessione: la miniatura bolognese del XIII-XIV secolo in Malatestiana

§ Beatrice Alai (New Haven, Beinecke Library),
Il fondo dei manoscritti conventuali della Biblioteca Malatestiana ed una proposta per il Maestro del 1328
§ Gianluca Del Monaco (Università di Bologna), L’Infortiatum miniato della Biblioteca Malatestiana di Cesena (ms. S.IV.2): una preziosa testimonianza
dell’illustrazione giuridica bolognese del Trecento
§ Dibattito

Seconda sessione: la miniatura del XV-XVI secolo
§ Cristina Venturini (Università degli Studi di Padova), L’alterna fortuna iconografica del mito di Perseo nei codici medievali delle Metamorfosi di Ovidio e dell’Ovidius moralizzatus di Pierre Bersuire § Lucrezia Signorello (Università degli studi di Roma "La Sapienza"), La tradizione del ritratto numismatico nell’illustrazione dei codici malatestiani delle Vitae di Plutarco: mss. S.XV.I, S.XV.2 e S.XVII.3 § Bryan Keene (Getty Museum, L.A.), Novità sui Bessarioni § Dibattito § Giacomo Baroffio - Kim Eu, Liturgia e canto nei corali del Bessarione

6 ottobre, ore 17

Christopher De Hamel presenta il suo ultimo libro Storia di dodici manoscritti

13 ottobre, ore 17

Presentazione del volume e inaugurazione della mostra “La Biblioteca Malatestiana. Storie & segreti” (Il Vicolo Editore, 2018)

Intervengono: Paola Errani, Piero Lucchi, Ilaria Maggiulli, Marco Palma, Daniele Pascale Guidotti Magnani e Marisa Zattini

Questo nuovo lavoro collettivo dedicato alla Malatestiana presenta elementi di novità che coinvolgono l’intero processo produttivo, dall’ideazione del progetto alle modalità di finanziamento, dalla metodologia di lavoro utilizzata ai risultati conseguiti dai diversi percorsi di ricerca. Il volume dedica un’attenzione privilegiata agli aspetti materiali del manufatto e del corpus manoscritto: quelle “architetture segrete” che rimandano tanto alle caratteristiche costruttive della biblioteca quanto alle modalità di formazione e di strutturazione della raccolta libraria, ovvero l’ordine degli spazi e l’ordine dei libri. E ancora, strettamente connesso alla materia edilizia e a quella scrittoria, l’elemento umano: quello simbolico dei viri illustres testimoniati dai codici a formare un pantheon ideale di riferimento e quello carnale di coloro che quegli spazi hanno percorso e quei libri hanno consultato lasciando la propria indelebile traccia sui muri e sui plutei.
27 ottobre, ore 11

Indagini sulle presunte spoglie di Malatesta Novello
Interviene Francesco Maria Galassi

Nelle giornate dall’8 all’11 febbraio 2018 sono state effettuate indagini non invasive, condotte dalla ditta Ahrcos sulla parete di fondo della Malatestiana nella zona adiacente alla lapide, per consentire una ricognizione archeologica, antropologica e paleo-patologica sui presunti resti di Malatesta Novello. Dopo le operazioni – eseguite alla presenza dell’architetto Emilio Roberto Agostinelli, responsabile Patrimonio Architettonico della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Ravenna, e della dott.ssa Cinzia Cavallari, funzionaria archeologa della Soprintendenza responsabile del territorio di Cesena – si è proceduto all’apertura dell’urna rinvenuta dietro alla lapide. L’urna conteneva una serie di ossa, due rotoli di pergamena chiusi in due cilindri di piombo, e due suole in cuoio appartenenti a un paio di calzature. La ricognizione antropologica e paleo-patologica
è stata compiuta da un team dell’Università di Zurigo guidata dal paleopatologo Francesco Maria Galassi. Durante l’incontro saranno dunque resi noti i risultati delle indagini condotte sui campioni delle ossa tramite C14 volte a stabilire il secolo di appartenenza delle stesse.

20 novembre, ore 17

Premio Malatesta Novello

Il Premio Malatesta Novello - Città di Cesena è stato istituito nel 2007 quale riconoscimento per i cesenati che, con la loro opera, hanno contributo al miglioramento della città, proprio come in passato fece Malatesta Novello, Magnifico Signore, con l’istituzione della Libraria Domini, oggi “Memoire du Monde”.

Per informazioni:

http://www.comune.cesena.fc.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/38134#id-fe9b97db3fd71253331823055152b7bb

 

MUSEO IN FESTA!

Incontri in occasione dei 10 anni di attività

6 ottobre 2018, dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 19

Lodi, Museo della stampa e stampa d’arte a Lodi “Andrea Schiavi”

Utilizzando antichi macchinari, verranno fatte dimostrazioni di: stampa tipografica, xilografica e calcografica, fabbricazione carta a mano, oltre che laboratori per bambini.

Dalle 17, racconti e testimonianze, asta di grafica d’arte e libri e aperitivo in musica.

Per informazioni: www.museostampa.org

 

Luoghi della Cultura Digitale

Il patrimonio culturale nell’era di internet

8-12 ottobre 2018

Una settimana di incontri per conoscere progetti e iniziative di biblioteche, musei e archivi per lo sviluppo e la condivisione del patrimonio culturale digitale.

Programma:

8 ottobre: Roma

9 ottobre: Napoli

10 ottobre: Firenze

11 ottobre: Torino

12 ottobre: Prato

Per il programma completo:

https://www.luoghidellaculturadigitale.it/

 

Libri e biblioteche: le letture dei frati mendicanti tra Rinascimento ed età moderna

46° Convegno internazionale di Studi francescani

18-20 ottobre 2018

Assisi, Palazzo Bernabei, via S. Francesco 19

18 ottobre

§ Edoardo Barbieri (Università Cattolica Milano), I frati e i libri: dai manoscritti alle stampe § Ugo Rozzo (Università di Udine), I frati e la censura libraria § Discussione

19 ottobre

§ Francesca Nepori (Biblioteca dei Cappuccini della Liguria), I libri dei “luoghi” dei Cappuccini alla fine del Cinquecento § Domenico Ciccarello (Biblioteca universitaria Palermo) - Giusy Sinagra (Biblioteca Officina di Studi Medievali, Palermo), Tra grandi biblioteche e grandi lettori: i Conventuali § Giovanna Granata (Università di Cagliari), Dalle povere origini alle grandi biblioteche: gli Osservanti § Discussione § Giovanni Grosso (Pontificia Facoltà Teologica Marianum, Roma), Tra fedeltà e riforma. Cultura e libri nei conventi dei Carmelitani del XVI secolo § Antonella Mazzon (Università La Sapienza, Roma), Gli Eremitani tra normativa e prassi libraria § Flavia Bruni (ICCU, Roma), Ad usum fratrum et amicorum: ordinamento mendicante, Rinascimento e Controriforma nelle raccolte librarie dei Servi di Maria § Massimo Carlo Giannini (Università degli studi di Teramo), Intellettuali militanti: i frati Predicatori tra censura e Inquisizione; segue discussione

20 ottobre

§ Gabriella Zarri (Facoltà Teologica di Bologna), Le monache e i libri nel secolo XVI: produzione, letture, uso § Fabienne Henryiot (LARHRA, Lione), Libri e letture dei Mendicanti in Francia § Bernard Dompnier (Université de Clermont), Conclusioni

Per informazioni: www.sisf-assisi.it

 

Postscriptum

C

ontrariamente al nostro solito stile parco e un po’ serioso, il 6 giugno scorso in Università Cattolica è stato presentato, con tanto di aperitivo conclusivo, un nuovo master dedicato al mondo dell’editoria. Dopo il duraturo successo (anche in termini occupazionali!) del Master di secondo livello in “Professione editoria cartacea e digitale” giunto alla sua XIII edizione, senza in nulla rinunciare alla consueta concretezza positiva e costruttiva che caratterizza il nostro modo di agire, nasce ora il master di primo livello “Booktelling. Comunicare e vendere contenuti editoriali” perché, come ci ricorda sempre Giuliano Vigini, non si può commercializzare nulla che innanzitutto non si conosca! Le ragioni di questa scelta sono complesse. Mi soffermo solo su una. Innanzitutto occorre interrogarsi sulla necessità di creare un nuovo percorso. Uso un’immagine, quella del pescatore di frodo che butta in acqua l’esplosivo perché, comunque, qualcosa di buono alla fine verrà pure a galla… E intanto distrugge tutta la fauna ittica. C’è un modo di fare editoria che è molto simile a quello descritto: pubblicare il più possibile – abdicando al diritto-dovere della selezione, cioè al ruolo di responsabilità culturale dell’editore – perché alla fine un best-seller salterà ben fuori! Non insisto sull’esempio: basta entrare in una qualsiasi libreria e guardarsi in giro… L’altra strada mi è apparsa chiara nella primavera scorsa, durante uno dei nostri seminari di “Editoria in progress”, cioè negli incontri periodici con gli operatori del settore editoriale. L’altra via è quella della scelta, delle competenze, della qualità cioè dei diversi prodotti editoriali (sono diversi, non c’è una regola che valga ugualmente per la guida turistica e il testo scolastico, per il romanzo d’autore e la graphic novel). Ecco allora la necessità. In una realtà in cui i contenuti editoriali (nella loro molteplicità, come si accennava) sono chiaramente riconosciuti come dei prodotti commerciali, emerge evidente una domanda, non riconducibile solo al tema della profilatura degli utenti del web. È qualcosa di più profondo, che tiene in qualche modo conto anche delle profetiche osservazioni proposte qualche anno fa da André Schiffrin. Il mondo editoriale ha bisogno di autentici esperti che aiutino a collocare sul mercato i prodotti dell’editoria! Esperti che conoscano il lavoro editoriale e la sua filiera, che sappiano muoversi nell’attuale mercato e nel commercio sul web, che siano in grado di presentare e promuovere con competenza i prodotti editoriali al mondo degli acquirenti privati e istituzionali. Questo è il lavoro che ci si propone di svolgere con il nuovo Master. Le iscrizioni alla selezione chiudono a giorni. – Montag

 

L’almanacco bibliografico

Bollettino trimestrale

di informazione sulla

storia del libro e delle

biblioteche in Italia

numero 047, settembre 2018

(chiuso il 14 settembre 2018)

ISBN 9788881327638

disponibile gratuitamente in formato PDF e HTML all’indirizzo http://creleb.unicatt.it

(sono stati tirati 10 esemplari cartacei)

a cura del CRELEB – Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca

(Università Cattolica – Milano e Brescia)

 

comitato editoriale: Edoardo Barbieri (coordinatore), Marco Callegari, Giuseppe Frasso, Marco Giola, Luca Rivali, Alessandro Tedesco, Natale Vacalebre, Roberta Valbusa

redazione: Emilia Bignami, Stefano Cassini, Fabrizio Fossati, Elena Gatti, Rudj Gorian, Alessandro Ledda, Arianna Leonetti, Davide Martini, Luca Mazzoni, Luca Montagner, Francesca Turrisi (capo-redattore)

contatti: “L’almanacco bibliografico”, c/o Edoardo Barbieri, Università Cattolica, Largo Gemelli 1, 20123 Milano; e-mail: creleb@unicatt.it

 

edizioni CUSL – Milano

per informazioni: info@cusl.it