L’Almanacco

 Bibliografico

 

 

 

n° 37, marzo 2016


Bollettino trimestrale

di informazione sulla

storia del libro e delle

biblioteche in Italia

                       

                        a cura del C.R.E.L.E.B.

 

 

Sommario

 

Nuovi printers e nuovo trend per il libro d’artista

di Maria Gioia Tavoni                                         p. 1

Recensioni                                                     p. 4

Spogli e segnalazioni                                p. 12

(indici di recensioni e segnalazioni)                  p. 33

Risorse elettroniche                                 p. 34

Cronache convegni e mostre                p. 34

Taccuino                                                         p. 36

Postscriptum                                                p. 42

 

 

 

La questione

 

Nuovi printers e nuovo trend

per il libro d’artista

 

di Maria Gioia Tavoni

Q

 

uando con Barbara Sghiavetta abbiamo pensato al nostro libro, Guida per i bibliofili affamati, ci siamo poste subito il problema di scovare quanti e quali potessero essere i microeditori di qualità a cui rivolgerci, e questo molto prima di intraprendere il Grand Tour volto a intervistarli. Quella sorta di iniziale censimento ci permise di racimolare un gruzzolo di 24 unità, fra l’altro costituito da presenze non sempre omogenee e organiche a quelli che sarebbero stati poi i criteri scelti a guida per i vari corollari, con i quali si è voluto dar seguito a quella primitiva esperienza. Subito dopo la pubblicazione del volumetto, quando, insieme con il nostro editore, Antonio Bagnoli della Pendragon, lo abbiamo presentato per la prima volta nel settembre del 2014 ad Artelibro, grazie alla liberalità di Giovanna Pesci Enriques, il numero da noi conosciuto dei microeditori di qualità si era già notevolmente arricchito: eravamo infatti state raggiunte da alcuni artisti/editori, non contemplati nel novero della originaria rilevazione. Quando poi Anna Buoninsegni, l’erede di “unaluna”, è riuscita a portare a compimento, con l’aiuto di Barbara Sghiavetta e mio, un progetto in nuce fin dalla sua partecipazione alla prima presentazione della Guida, ovvero, non solo spostare nell’ottobre del 2015 a Gubbio, terra di elezione di artisti celeberrimi, la nostra esperienza, ma renderla ‘visiva’ con una mostra e un convegno, aprendo nel contempo le porte al primo Forum su questa particolare editoria, furono ospitati in Sperelliana, la splendida biblioteca locale, anche alcuni degli artisti/editori rivelatisi strada facendo. Più ancora che ampliarsi, tale universo, in un certo senso ‘scoperto’, ha finito col qualificarsi, con l’aderire a miei più radicati interessi: studiare, sia nel libro antico sia in quello contemporaneo, il rapporto testo-immagine, soprattutto dei manufatti. La consapevolezza infatti della ricchezza del mondo ancora costituito da lastre e legni incisi da bulini e sgorbie, utilizzati al di là del “canone tecnico”; da testi scelti con acume, perfino con lungimiranti prospettive, tirati su carta al tino, in pochi esemplari da torchi più o meno grandi, come pure le esperienze in cui i libri manuali sono legati a pennelli arditi, ha finito col costituire uno degli ultimi miei approdi di studio, volto altresì a tentare di valorizzare una ricchezza mai sufficientemente considerata né tanto meno difesa dai pericoli dell’oblio, in cui a volte cade il lavoro artistico, perfino il più qualificato. Il progetto “Il libro d’artista fra tradizione e innovazione”, a cui ho cercato di dar vita, comprensivo di un corso già iniziato, prevedeva, oltre al corso, due mostre, l’una in cui artisti/editori contemporanei avrebbero esposto i migliori loro frutti, l’altra nella quale, invece, i protagonisti sarebbero stati gli incisori bolognesi che lavorarono fra gli anni Sessanta e Ottanta del Novecento con diversi editori. Grazie all’apporto insostituibile di Andrea Emiliani, presidente dell’Accademia Clementina di Bologna, coniugato con quello dell’Accademia di Belle Arti e della Pinacoteca Nazionale, struttura quest’ultima che ospiterà l’esposizione ‘storica’; alla competenza di Patrizia Raimondi, titolare della galleria L’Ariete artecontemporanea, così come al contributo del giovane ma già affermato critico d’arte Pierluca Nardoni, il progetto è felicemente decollato e ha permesso di coniugare in un profondo rapporto dialettico le varie componenti dell’idea-bozzolo da cui si era partiti. Nel guardare attentamente, prima di accingermi a scrivere queste pagine, il dépliant, il cui impaginato arioso si deve ad Alessandro Corubolo, e che accompagna le due mostre bolognesi, le quali, come ho detto, hanno entrambe per oggetto il libro d’artista, ho potuto meglio ispirarmi per relazionare sulle loro specifiche caratteristiche: sebbene intrinsecamente congiunte, esse risultano essere assai diverse in rapporto alla loro storia. È proprio questa constatazione a consentirmi alcune riflessioni. Il libro d’artista per Bologna non è nuovo, mentre è nuovissima la formula escogitata perché tali libri siano accolti da una galleria importante, la quale si rivolge ai suoi habitués, un pubblico particolarmente selezionato, a partire dal 19 di marzo, con la prima esposizione “Dalle pagine alle pareti”, rassegna non impostata solo sugli artisti tout court, bensì su coloro che personalmente creano, sviluppano l’idea e ne producono i risultati in pochissime copie, quasi sempre in stampa al torchio o in espressioni riservate unicamente alla manualità, ovvero su chi si offre come interprete di sé medesimo, capace di seguire, riunire e sviluppare tutti i processi della complessa catena del manufatto librario: dall’inventio al prodotto finito. Le pagine così concepite non si fermeranno nei libri chiusi esposti, quasi nell’impossibile attesa di essere sfogliate: le stampe al torchio o i libri manuali di altro tipo, si faranno ammirare per la precipua rarità e, “volando” sulle pareti, riusciranno a mostrare ancora di più la forte simbiosi tra testo e immagine, offrendosi, nel contempo, quali espressioni, intimamente coniugate fra di loro. La tipologia di questi manufatti risulta frutto di un’ editoria assai diversa da quella dell’altra mostra, come mi propongo ora di dimostrare. Ci si avventuri infatti nell’altra esposizione, “Il libro e la gravure ieri a Bologna”, la quale sarà ospitata, come si è detto, nella sala Clementina della Pinacoteca Nazionale, e che aprirà il 28 aprile sempre del 2016. Sebbene, in considerazione della sua vocazione storica, essa avesse dovuto per prima porsi all’ attenzione del pubblico, in modo da permettere di cogliere meglio attraverso il percorso diacronico il nesso da noi volutamente costruito anche in funzione didattica, l’esposizione non perderà l’ obiettivo che si era prefissa: offrire ai visitatori la stagione migliore della grafica bolognese del Novecento, fra le prime anche su scala nazionale. Quasi tutti allievi di Giorgio Morandi, non solo i grandi interpreti dell’incisione di quegli anni, da Ilario Rossi al geniale Luciano De Vita, che ebbe cara pure la lezione del Goya, passando attraverso un artista affermatosi prevalentemente come scultore, Luciano Minguzzi, per approdare al lirico e onirico Pirro Cuniberti che da pochissimo ci ha lasciato, a Renato Bruscaglia, legato anch’esso alle fonti bolognesi, o a un erede di elezione, quale Paolo Manaresi, ma anche chi si differenziava dal dettato morandiano, tutti trovavano per le pagine che andavano a impreziosire grande accoglienza da parte di editori non unicamente vocati nella direzione del libro d’arte, ma editori i quali, pur non lavorando in piombi, avevano nei confronti dell’impaginato, cura, amore, competenza, passione. Alla fungaia di grandi artisti, già affermati all’epoca, che si dedicavano alle loro diverse espressioni prevalentemente all’interno dei propri ateliers, faceva infatti da contrappunto un campo bene arato in cui editori piccoli e medi sfidavano il mercato con proposte alternative ai rispettivi cataloghi, immettendovi ‘perle’ tirate in pochi esemplari, nelle quali mani sapienti vi avevano lasciato segni inconfondibili delle peculiari capacità espressive spesso congiunte con testi parimenti encomiabili. E le buone gallerie d’arte anche a Bologna accoglievano entusiaste fra i ‘prodotti’ da promuovere e da esporre pure tali libri. Non con la stessa liberalità come fu per il libro d’avanguardia per il quale le gallerie, soprattutto in Francia, si accollarono pure le spese di edizione, ma con una consapevolezza dell’importanza di tali manufatti, da volerli rendere manifesti in più occasioni. Questo circuito virtuoso consentiva a chi si dedicava anche alla gravure, di continuare a svolgere, in altri spazi, ciascuno la propria personale e sfaccettata attività, senza doversi improvvisare né editore, né tanto meno tipografo di sé medesimo in uno dei diversi rami grafici perseguiti. L’incisione, negli anni in esame, a Bologna era fiorentissima; essa è andata invece via via esaurendo anche la propria forza propositiva nell’ultimo ventennio fra Novecento e nuovo secolo, per fattori in gran parte noti: crescita esponenziale alta di praticanti tale arte, diminuzione della loro etica professionale, mercato sempre più indecifrabile e riservato prevalentemente alle cosiddette ‘grandi opere’, grande diffidenza, o perfino presa di distanza, per ciò che non è un unicum, e altro ancora. Ma vorrei aggiungere, che in questo lasso di tempo, si è palesato pure a Bologna il problema forse più drammatico per un certo particolare libro d’artista: il destino avverso piombato sugli editori, anche i migliori, i quali, con l’incubo dell’informatica vincente, hanno dovuto circoscrivere il proprio catalogo a ciò che si pensava potesse vendere maggiormente, costretti, il più delle volte, perfino a chiudere i battenti. Penalizzato, come spesso è avvenuto nella storia, è stato in particolare il libro d’arte che aveva trovato negli anni fiorenti per la gravure non solo a Bologna, sbocchi in varie direzioni. Naturalmente sono stati penalizzati anche gli artisti, alcuni dei quali hanno scelto di rendersi autonomi, puntando sull’autoriproduzione, per tentare di ovviare, in questo modo, alle difficoltà del periodo che ha visto pure la cessazione di alcune attività, per esempio delle tipografie dotate di torchi a stella, necessari per stampare le incisioni. Ciò porta a chiedersi: l’autoriproduzione intesa non solo come piacere, ma come una necessità, e non più ancorata a quei presupposti che l’hanno resa celebre in anni lontani, ovvero in quell’ utilizzo di tempi al di fuori del lavoro principale, alla base della costituzione di famosissime private presses italiane, troverà spazi, dove, e come, in un prossimo futuro? Ora che si può incidere e stampare tutti i giorni e non solo nelle dominicae, ovvero in spazi resi liberi da un mestiere ‘altro’, ma quasi sempre negli interstizi larghi dell’insegnamento nelle Accademie e di molte altre realtà didattiche, sarà possibile salvaguardare di più e meglio mestieri antichi, espressioni che, come spesso ho avuto modo di sostenere, hanno in sé tutte le componenti per smarcarsi dalla resa dei conti con gli ebook? E se il circuito virtuoso degli anni d’oro, a Bologna ma anche altrove, non potrà più ricostituirsi, sarà consentito di premiare le diverse e in parte nuove specificità con cui ci si presenta ora al pubblico dei connaisseurs e dei collezionisti? Dopo la Guida, libro che sta avendo ancora una buona eco, dopo il Forum eugubino, di cui stanno uscendo gli Atti sempre per la Pendragon editrice, e altri corollari, seguiti a quei primi approcci al tema, credo di poter affermare che l’attuale situazione induce a essere ottimisti. Sembrano ad esempio risvegliarsi forze che si pensava da tempo sopite: enti locali e altre istituzioni pubbliche, oltre a privati, si sono infatti mossi, promuovendo varie iniziative nelle quali esibiscono o incentivano, perfino con concorsi a premi, il rilancio della grafica d’arte e del disegno d’artista sotto varie vesti. Penso nella mia regione non solo all’ALI, Associazione liberi incisori, ma a una città come Bagnacavallo, da sempre protesa a promuovere la grafica e che, erede di un trascorso legato all’incisore e torcoliere ravennate Giuseppe Maestri, proprio nel 2015 ha cominciato a dar corso a una biennale insieme con la città di Ravenna, riservando premi, anche ai giovani, per le migliori grafiche; penso altresì al bando di recente uscito per un concorso “per giovani illustratori”, promosso dal Comitato regionale dell’Associazione Italiana Biblioteche Emilia-Romagna con a partner l’Università di Bologna, l’ Accademia delle Belle Arti di Bologna, l’Associazione “Luigi Bernardi” e le librerie Coop. Senza dimenticare che numerose sono da qualche anno anche le iniziative organizzate da ateliers privati, e, in particolare, sempre a Bologna, dalla Libreria Modo Infoshop, le cui offerte istruttive nel campo del libro manuale sono molteplici. E ciò che si produce non è inerte: vi sono, ad esempio ancora a Bologna, librerie antiquarie, come la Docet e non solo, che ospitano i libri d’artista, sapendoli coniugare ai libri antichi, e altre librerie che indirizzano le proprie scelte soprattutto verso quei prodotti in cui il testo non è unicamente esornativo ma parla e seduce alla pari delle immagini. E, come si è visto, anche le gallerie d’arte riaprono con sempre maggiore convinzione le loro sale espositive a tali prodotti. Quanto alla formazione, le maggiori istituzioni che oggi sostengono il libro d’artista sono soprattutto le Accademie delle Belle Arti. In alcune di esse, come ad esempio in quella di Bologna, così come in altre realtà, parte consistente della didattica è rivolta a questo particolare aspetto: sono spesso gli stessi docenti, ‘nuovi’ printers, a crescere a loro volta ‘nuove’ leve, a creare i futuri artefici dell’ autoriproduzione. Da tutto ciò, passa non solo il rilancio in grande stile della grafica, ma, ed è più che una speranza, anche quello del libro d’artista. Diviene pertanto necessario ora divulgare nei modi più convincenti e convenienti una realtà artistica in movimento dovuta a varie forze, in attesa di quel riconoscimento a essa concesso negli anni presi in esame per Bologna nella mostra storica. Bisogna riaccendere i riflettori su questo composito mondo di carta, anche attraverso i giornali, affinché si possa ricostruire intorno a esso una vera e propria opinione consapevole. Torrita di Siena, centro antico e ridente, da qualche anno dedica al libro in molte delle sue valenze, particolari attenzioni, sollecitato da un animatore della statura di Giancarlo Torre, continuamente proteso nel promuovere attività culturali in tutta Italia. Ebbene, Torrita, non solo ha indetto per l’8 maggio di quest’anno un convegno dal titolo “Microeditoria di qualità nel Borgo di Torrita”, ma ha riservato agli organizzatori e agli artisti della mostra “Dalle pagine alle pareti” la grande soddisfazione di trovare ospitalità nel gioiello del suo piccolo teatro settecentesco, lungo le sue strade e all’interno delle sale del Palazzo Comunale. Ci si augura che il trend, di cui ho riassunto gli aspetti più significativi, possa continuare, anzi diffondersi su più larga scala.

 

 

 

Conferimento della

Laurea Honoris Causa

in Lettere al Professor

Jean-François Gilmont

 

***

Università Cattolica di Milano, 19 aprile 2016

 

 

Per informazioni

http://centridiricerca.unicatt.it/creleb

 

Si veda anche qui in

“Taccuino” e “Postscriptum”

 

 

Recensioni

037-A Cicero (Marcus Tullius), De oratore. Subiaco 1465. Ristampa anastatica, a cura del Comitato “Subiaco, la culla della stampa”, [Subiaco], Abbazia territoriale di Subiaco, 2015, pp. 47+[218], ISBN 978-88-8177-237-7, s.i.p. Per ricordare l’anniversario dei 550 anni dall’introduzione della stampa in Italia, è stata pubblicata la ristampa anastatica di una delle prime opere stampate a Subiaco dai prototipografi tedeschi Conrad Sweynheym e Arnold Pannartz. La scelta è caduta sul De oratore di Cicerone, impresso secondo l’Incunabula Short Title Catalogue in una data antecedente al 30 settembre 1465 e quindi considerato la prima edizione stampata in Italia. Il volume si apre con un breve saggio introduttivo di Maria Antonietta Orlandi dal titolo Sweynheym & Pannartz, prototipografi sublacensi e il De oratore di Cicerone, in cui viene offerta una sintesi degli studi sulle origini della stampa sublacense. Il monastero benedettino, dove venne impiantata la tipografia, vide nel corso della sua storia un’alta presenza di monaci non italiani – nel XV secolo tedeschi in particolare – ed era sin dal medioevo sede di due scriptoria molto attivi, in una posizione non troppo distante da Roma su un crocevia di strade che lo collegavano a tutta l’Italia centrale e nei pressi di una attiva zona mineraria. Inoltre è plausibile negli scriptoria locali l’uso già dal XIII secolo di matrici xilografiche per la stampa di iscrizioni e di iniziali su testi liturgici pergamenacei, fatto che potrebbe aver facilitato la venuta dei due tipografi dalla Germania. Sebbene negli ultimi anni il primato di Sweynheym e Pannartz sia stato messo in discussione dal cosiddetto “Frammento Parsons-Scheide”, oltre che da indicazioni tratte da documenti archivistici, è innegabile che quella avviata a Subiaco sia stata sicuramente la prima tipografia stabile sul suolo italiano e soprattutto la prima ad avere avuto un impatto importante sul commercio librario all’interno dell’ambiente accademico e scientifico. Secondo quanto i due stessi stampatori esposero nell’elenco di opere da loro prodotte nella famosa dedica a papa Sisto IV scritta da Andrea Bussi nel 1473, il primo volume stampato dovette essere un Donatus pro puerulis, di cui non è attualmente conosciuto nessun esemplare superstite, e a seguire proprio il De oratore di Cicerone. Fu il Fumagalli a datare l’edizione sulla scorta di una nota di mano dell’umanista parmense Antonio Tridentone all’interno dell’esemplare in suo possesso, anticipandone così l’impressione rispetto al Lattanzio, che nel colophon dichiara la data del 29 ottobre 1465, e al De civitate Dei di sant’Agostino del 12 giugno 1467. Se molto è stato scritto a proposito dei caratteri a stampa ideati e utilizzati dai due tipografi tedeschi per la realizzazione delle edizioni sublacensi e sui tempi di lavorazione del De civitate Dei, di cui è stato identificato il codice manoscritto utilizzato per la stampa, non altrettanto esaustiva si rivela la bibliografia sul De oratore. Non è infatti presente uno studio specifico concepito allo scopo di avere maggiori notizie sui modi e tempi di produzione dell’ edizione, studio che magari si sarebbe potuto prendere in considerazione proprio nell’occasione della presente ristampa anastatica. A seguire la Scheda bibliografica di Concetta Bianca, che descrive l’esemplare della Biblioteca Angelica di Roma del De oratore, utilizzato per la riproduzione anastatica. Infine una bibliografia di riferimento a cura di Maria Antonietta Orlandi. – M.C.

037-B Clough (James), L’Italia insegna. Viaggio fra scritte, targhe e iscrizioni dello stivale, Milano, Lazy Dog, 2015, pp. 247, ill. col., ISBN 978-88-98030-01-9, € 49,90. Sia il gioco di parole del titolo che la promessa del sottotitolo ben rappresentano ciò che è contenuto nel libro, libro che soddisfa – lo si dice fin da subito – l’orizzonte d’attesa creato nel lettore dalla copertina. L’Italia insegna: cioè l’Italia che si manifesta e che si esprime attraverso le sue insegne, e l’Italia che insegna a guardare alle evoluzioni grafiche e stilistiche, in relazione a queste scritte, che fanno un po’ da cartina tornasole del gusto e della società di un’epoca. L’insegnamento tuttavia non viene dato ex cathedra, ma – come da sottotitolo – il lettore viene invece condotto in un viaggio reale, fatto di luoghi, di paesi, di esercizi commerciali storici e di insegne che rivelano una grande varietà di stili e una ricchezza di materiale; insegne che ci conducono inevitabilmente attraverso un viaggio non solo spaziale, ma anche temporale a cavallo tra Ottocento e Novecento. Guida esperta, grazie al cui occhio attento e passione queste testimonianze sono state catturate dall’obiettivo della macchina fotografica, è l’a. del vol., esperto di typographic design. Con il suo tono tipicamente inglese, sempre preciso ma mai pedante, accompagna piacevolmente il lettore lungo questo viaggio per tutta la penisola, sistematizzando all’interno di varie tipologie, in parte stilistiche e in parte temporali, tutto il vastissimo materiale fotografico raccolto. Dopo questa doverosa premessa, utile per meglio calarsi nell’atmosfera che accompagna il lettore che sfoglia le pagine del vol., si considerano ora quelle che sono le varie sezioni del testo in cui si esplicita questo lavoro che costituisce un importante tassello per lo studio delle caratteristiche di uno stile peninsulare nella realizzazione delle insegne. Il vol. si apre con l’ introduzione dell’a. che subito inquadra l’ argomento, sottolineando la duplice natura dell’indagine condotta sulle insegne italiane (con insegne qui l’a. intende solo quelle insegne appositamente progettate e realizzate a mano, restano escluse quindi, e si capirà tra poco il perché, tutte quelle realizzate, a partire dalla seconda metà del Novecento, basate sul disegno dei font dei caratteri tipografici): da un lato la prospettiva storica ed estetica, con una particolare attenzione quindi allo stile del design a cavallo tra ’800 e ’900 e alla forma assunta dalle linee del disegno delle lettere; mentre dall’altro l’attenzione alla materialità, i materiali adoperati quindi, e il lavoro eseguito dagli autori delle scritte (pittori professionisti, architetti, fabbri, designer o dilettanti). Nel testo introduttivo ciò che l’a. “piange” è proprio la morte, nelle moderne insegne per esercizi commerciali, di questi due aspetti: da una lato il venir meno delle idee, del disegno e dell’originalità, idee che vengono soppiantate quasi completamente dalle font che sempre più sono usate a modello delle insegne, generando così un diffuso appiattimento dello stile; e dall’altro l’aspetto della manifattura artigianale: oggi nella maggior parte dei casi le insegne sono prodotte industrialmente, aumentando così il processo di omologazione delle stesse. Omologazione che si pone in antitesi con quel periodo che, a partire da fine Ottocento (in cui vengono accantonate le forme tradizionali delle lettere) passando poi per lo stile Liberty che sdogana quella libertà nel disegno, è il primo Novecento: «Sono proprio questa libertà e questo distacco dalle forme consuete delle lettere a rendere così straordinarie le insegne italiane del Novecento. Esse sono uno specchio della società italiana perché riflettono la varietà di ambienti culturali, attitudini e pulsazioni che attraversano il paese a tutti i livelli, sia pubblico che privato» (p. 10). Proprio queste due categorie, “Stili dell’Ottocento” e “Liberty” costituiscono i primi due capitoli del testo, in cui sono raggruppate varie insegne (l’a. stesso, in relazione alla sistematizzazione delle insegne nelle varie categorie, invita però a non considerare queste ultime come strettamente vincolanti, sottolineando come molte scritte potrebbero rientrare in più di una categoria ad esempio). A seguire i capp. relativi a: “Lettere e architettura”, “Pittori e insegne di negozio”, “Altre insegne di negozio”, “Insegne luminose tridimensionali”, “Insegne di cinema”, “Insegne pendenti e lettere in metallo”, “Mosaici e ceramiche”, “Vernacolare e istituzionale”, “Spettri del fascismo e insegne fantasma”, “Targhe toponomastiche e Chiusini”. Per ogni sezione sono riportate varie riproduzioni fotografiche con un ampio commento che riprende appunto ciò che l’a. promette nell’ introduzione: uno sguardo allo stile e uno alla materialità dell’ insegna. Chiudono il vol. alcune utili sezioni: un glossario visivo, in primis, che si propone come strumento esplicativo di alcuni tecnicismi in riferimento alla terminologia tipografica dei caratteri e una sezione in cui sono sintetizzati, grazie a delle riproduzioni grafiche, gli stili principali dell’ Ottocento e del Novecento in relazione al disegno delle lettere. Infine una sezione di bibliografia e un utile indice dei luoghi in cui le fotografie sono state scattate. – A.T.

037-C Fumian (Silvia), Gli incunaboli miniati e xilografati della Biblioteca Capitolare di Padova, introduzione di Federica Toniolo, Padova, Istituto per la Storia ecclesiastica padovana, 2014 (‘Fonti e ricerche di storia ecclesiastica padovana’, 38), pp. X+275, con 106 pp. di tavole e figure col. e b/n, ISBN 978-88-97835-45-5, € 45. Il tema dell’illustrazione del libro a stampa nel Quattrocento, ovvero nel momento di passaggio e di convivenza tra manoscritti e incunaboli, ha da tempo ricevuto grande attenzione. In particolare l’area veneta, vuoi per la presenza di Venezia, vera capitale dell’editoria quattrocentesca, vuoi per la concentrazione di importantissime collezioni e raccolte, ha goduto, anche di recente, di importanti studi. Si ricordino, in primo luogo, quelli di Lilian Armstrong, ma anche, sul versante della miniatura, quelli di Giordana Mariani Canova. Il vol. propone il catalogo analitico di una di queste rilevantissime raccolte di incunaboli con illustrazioni, quella conservata presso la Biblioteca Capitolare di Padova. Si tratta di una collezione del tutto particolare i cui esemplari, particolarmente preziosi dal punto di vista degli interventi decorativi, dovuti ad artisti di rilievo come il padovano Giovanni Vendramin o il polesano Antonio Maria da Villafora, non hanno avuto una grande circolazione. Si tratta, infatti, di libri pervenuti alla Capitolare molto presto e mai più usciti dalla biblioteca che ancora oggi li conserva. Dal punto di vista bibliografico, la collezione aveva già ricevuto una speciale attenzione da parte di Eugenia Govi (1921-1990), che aveva redatto un primo index nel 1958, mentre da quello dell’illustrazione, autorevoli contributi vengono dagli studi di Giordana Mariani Canova. L’a., storica dell’arte e della miniatura, ha saputo però far convergere le conoscenze pregresse in un contributo organico che, indagando sistematicamente anche pezzi mai prima studiati, giunge, in maniera originale, a isolare gruppi di opere e a fornire nuovi importanti dati sulla formazione dei singoli fondi e sul loro apparato decorativo. Il vol. si apre con una breve premessa di Federica Toniolo che prelude a un ampio saggio critico dell’a. Il testo, che ricostruisce attentamente le vicende della biblioteca attingendo ai dati emersi dal lavoro di descrizione, meritava forse maggior cura: il dettato, mentre risulta estremamente preciso nella presentazione delle problematiche legate alle tecniche e agli stili, è spesso ripetitivo nelle ricostruzioni storiche e a tratti difficoltoso nella sintassi. Mancano alcune note tecniche preliminari che, descrivendo la struttura delle schede, ne avrebbero favorito la lettura. Il catalogo è suddiviso in tre parti, secondo gli antichi proprietari. Si trovano prima gli incunaboli appartenuti a Iacopo Zeno (1418-1481, vescovo di Padova dal 1460), poi quelli di Pietro Barozzi (1441-1507, vescovo dal 1487) e infine quelli (solo una decina) di altre provenienze. La numerazione è continua, ma la serie alfabetica ricomincia ogni volta daccapo. Impossibile sapere a un primo sguardo quanti siano gli esemplari descritti, perché sono numerate solo le edizioni, per un totale di 251 (ma alcune testimoniate da più di un esemplare). Le schede si apprezzano in modo particolare. Dopo un’area dell’intestazione che riprende sostanzialmente la forma dell’IGI si passa a quella della bibliografia, ridotta a pochi ma significativi repertori bibliografici. Sotto, in corpo minore, l’ampia area dedicata all’esemplare. Un primo paragrafo è dedicato alla segnatura di collocazione, alle misure e alla legatura, con ulteriori elementi quali, per esempio, stato di conservazione e precedenti segnature di collocazione. Segue un’ampia sezione dedicata alle illustrazioni e alle decorazioni. Problematica, da questo punto di vista, la collocazione delle descrizioni delle silografie (ivi incluse le marche tipografiche), elementi caratterizzanti l’edizione e non il singolo esemplare, in quest’area. Ancora sotto sono schematizzati i passaggi degli antichi possessori e la provenienza del volume. Da ultimo si segnala l’eventuale presenza dell’esemplare in indici e inventari antichi. Chiude un apposito paragrafo volto a segnalare eventuale bibliografia specificamente dedicata all’esemplare e al suo apparato decorativo. Inspiegabilmente mancano nelle schede i rimandi alle tavole e alle figure che costituiscono quasi metà del libro e il cui ampio numero è giustificato dal genere del catalogo. Vasto e appropriato l’apparato di indici che chiude il vol. Dopo le concordanze si trovano, nell’ordine, gli indici degli autori e delle opere anonime, dei tipografi e degli editori, dei luoghi di edizione, cronologico, delle provenienze, dei miniatori, disegnatori di xilografie e degli intagliatori. – L.R.

037-D Gilmont (Jean-François), GLN 15-16. Les éditions imprimées à Genève, Lausanne et Neuchâtel aux XVe et XVIe siècle, Genève, Droz, 2015 (‘Travaux d’ Humanisme et Renaissance’, 552), pp. X+546, ISBN 978-2-600-01915-6, CHF 102,5. L’ avventura di GLN è iniziata molti anni fa, non solo nel senso che le ricerche dell’a. da molto tempo si muovono nel settore dell’editoria ginevrina e della svizzera riformata di ambito francofono con la pubblicazione di importanti ricerche e volumi (Jean Crespin, bibliografia Calvino), ma anche in quello che in modo pionieristico (complice una passione, che non condivido, per il Mac) l’a. si è dedicato a costruire artigianalmente questo database. Si tratta di un censimento delle edizioni pubblicate nel XV e XVI secolo nella svizzera romanda (circa 4.200 sicuramente verificate per circa 5.100 notizie tramandate dalla bibliografia pregressa), realizzato però includendo schede assai dettagliate e da molti punti di vista innovative dei volumi antichi via via descritti: di quasi la totalità delle edizioni è infatti stata esaminato direttamente almeno un esemplare, talvolta scovato nei luoghi più impensati d’Europa e non solo. Questo repertorio, affidato da un certo tempo alla gestione e alla responsabilità della Bibliothèque de Genève, è gratuitamente disponibile all’URL http://www. ville-ge.ch/musinfo/bd/bge/gln/index.php: le interrogazioni sono molteplici, i dati ampi e certificati (vedi in italiano l’esaustiva presentazione proposta da Luca Rivali, La bibliografia delle edizioni del Quattro e del Cinquecento di Ginevra, Losanna e Neuchâtel. Il database GLN 15-16, «La Bibliofilia», 2011, pp. 89-98). L’idea del vol. che qui si presenta è invece di Alexandre Vanautgaerden, già direttore della Maison d’Erasme a Bruxelles e da alcuni anni a capo di quella che è oggi la Bibliothèque de Genève: presentare in un vol. compatto le notizie bibliografiche estraibili da GLN ma relative alla sola produzione ginevrina, peraltro di gran lunga la più consistente. Dopo una breve Préface di Vanautgaerden, dove si illustra la necessità di poter avere una visione sintetica della più antica produzione editoriale di Ginevra che un database non può fornire, nella sua Introduction l’a. illustra sinteticamente logica e funzione del data base GLN. Seguono le 3.684 schede ordinate per anno, dal 1478 al 1600 (pp. 3-464). Le schede, dotate di un numero d’ordine, riportano un nome per l’intestazione, il titolo in forma abbreviata, luogo, editore e data, consistenza bibliografica (formato e numero di carte o pagine), fascicolatura, corrispondenza con la scheda di GLN online, numero di esemplari noti, collocazione degli esemplari conservati a Ginevra, eventuali notizie circa doppie emissioni. Si intende che davvero questa nuova presentazione dei dati, non solo per la possibilità di una vera e propria lettura (che solo il cartaceo in questo caso permette) ma anche per l’intelligente organizzazione cronologica, consente una visione “a volo d’uccello” sul mondo del libro ginevrino, così da permettere nuove considerazioni e rilevazioni, favorite anche dalla presenza di due preziosi strumenti quali l’indice alfabetico degli autori (pp. 507-31) e quello di tipografi-editori (pp. 533-44). Occorre però insistere sulla differenza che esiste tra uno strumento come quello qui presentato e altri tipi di short title messi recentemente in commercio e che forniscono utili ma genericissime mappature della produzione francofona del Cinquecento. Qui il cartaceo è stato ricavato da un database costruito lungo molti anni da un’unica mente che non solo lo ha ideato e gestito, ma lo ha “abitato” con informazioni inizialmente ricavate dalla bibliografia pre-esistente, poi lentamente verificate, implementate, completate da un assiduo lavoro di ricerca, controllo, confronto, collazione. È cioè la qualità autorale e certificata della fonte impiegata a rendere autorevole GLN cartaceo! A testificare questo processo ecco, in appendice al vol., un bellissimo scritto dell’a. (Une carrière de bibliographe, pp. 467-506), nel quale, con la consueta benevola ironia, si è voluto innanzitutto illustrare brevemente la carriera bibliografica dell’estensore delle schede, per poi dedicarsi però a un tema altrettanto personale ma di portata più generale. Infatti, sotto un titoletto malizioso che suona più o meno Per un approccio sociologico a biblioteche e bibliotecari, l’a., suddividendo il testo per capitoletti e paragrafi, raccoglie le sue riflessioni da utente, per più di 60 anni, di biblioteche di conservazione in tutto il mondo, mostrando continuità, differenze, assurdità e buone soluzioni incontrate qui e là. Questo a mostrare che un vero lavoro sui libri, si fa maneggiando appunto i libri… – E.B.

037-E Incunaboli a Siracusa, a cura di Lucia Catalano et al., con la collaborazione di Giuseppe Greco e Anna Reale, Roma, Viella, 2015 (‘Scritture e libri del Medioevo’, 14), pp. 350, ill., ISBN 978-88-6728-448-1, € 40. Ospitato nella collana Scritture e libri del Medioevo – che fino a oggi ha accolto solo lavori inerenti al mondo del codice manoscritto – il catalogo si propone due obiettivi: «descrivere gli esemplari conservati in provincia di Siracusa di edizioni pubblicate entro l’anno 1500 e far conoscere a un pubblico di addetti ai lavori e di persone potenzialmente interessate una parte illustre del patrimonio librario antico del territorio più meridionale d’Italia» (p. 7). Questa preziosa mappatura – che ha portato alla luce, fra l’altro, 27 esemplari non censiti in ISTC (elencati in Addenda. Esemplari non censiti da ISTC, p. 311) – si è concentrata sul posseduto di dieci biblioteche localizzate fra Siracusa e la sua provincia (Avola, Lentini, Noto, Palazzolo Acreide, Sortino), per un totale di circa centoventi edizioni (se ho contato bene). La scelta di inserire il catalogo in una collana focalizzata ab origine sui manoscritti tradisce i criteri del lavoro: a corollario degli intenti espressi chiaramente nella sua Premessa (pp. 7-8), le 148 schede che lo compongono presentano infatti un modello descrittivo molto più contiguo a quello di solito adottato per il codice manoscritto e – dettaglio niente affatto trascurabile – centrato interamente sull’esemplare (con tutte le implicazioni del caso, basti pensare, ad esempio, che l’intestazione delle schede, generalmente dotate di tutti gli elementi in grado di determinare l’edizione, qui è appunto all’esemplare!). Un confronto anche sommario fra qualche scheda del nostro catalogo e quelle, ad esempio, contenute nei voll. che fanno parte dei Manoscritti datati d’Italia, conferma la contiguità dei modelli. Contiguità che, ça va sans dire, non è senza conseguenze dal punto di vista della catalografia incunabolistica. A parte, diciamo così, “l’originalità” del modello descrittivo (un po’ spiazzante, inutile nasconderlo), resta il fatto che per capire e sfruttare questo lavoro come merita è indispensabile un cambio parziale di prospettiva, onde evitare pericolosissimi fraintendimenti. Occorre in un certo senso pensare un incunabolo come un manoscritto, avendo però ben presente sia l’uso dei principali strumenti bibliografici per il libro del XV secolo, sia la distinzione concettuale fra identificazione/descrizione bibliografica di un’edizione e descrizione degli elementi peculiari di un esemplare. Una volta disambiguato il campo, è possibile allora inoltrarsi con un poco più di tranquillità nelle pagine di questo catalogo, certamente bello e ricco. Le Storie dei fondi (pp. 9-21) costituiscono un’utile e ricca premessa all’ intero lavoro, se non altro perché – con le loro precise informazioni su consistenze, possessori e provenienze – consentono di inserire le edizioni e gli esemplari censiti in un più ampio e ormai irrinunciabile orizzonte di senso. Assolvono, in altre parole, uno dei compiti del catalogo: far conoscere (che significa valorizzare) nella maniera più trasversale e semplice possibile il patrimonio incunabolistico di questo lembo estremo della nazione. Segue la Nota sulle legature (pp. 23-32) in cui Rosalia Claudia Giordano riassume minuziosamente i risultati dello studio condotto sulle legature degli esemplari. La dovizia di particolari, così come un lessico esperto ma molto chiaro, tradiscono l’ attenzione assai rilevante che nelle schede è stata dedicata a questo aspetto, non a caso uno dei punti di forza del lavoro. Finalmente tocca al catalogo (pp. 33-261). Le schede, ordinate cronologicamente all’interno di ciascuna biblioteca, presentano un modello di descrizione così strutturato: dopo l’ intestazione, che è all’esemplare (biblioteca di appartenenza seguita dalla segnatura di collocazione), si trovano i dati tipografici, formulati (come in un catalogo di manoscritti) secondo anno, mese e giorno, luogo di stampa, tipografo, editore (se presente). Segue la bibliografia dell’ edizione, dove si squaderna l’elenco di tutti i repertori che la descrivono, riproponendo esattamente (ma in ordine alfabetico) il campo References di ISTC (GW e ISTC sono comodamente evidenziati in grassetto). A questa area sono delegate in toto l’ identificazione e la descrizione dell’edizione, altrimenti impossibile. Si continua con la bibliografia dell’ esemplare (qualora sia stato oggetto di studi specifici), con l’indicazione dell’autore e/o del titolo (e di eventuali altre responsabilità, ad esempio di curatori, cfr. n. 74, o traduttori, cfr. n. 92; spesso, ma non sempre, la forma prescelta è quella adottata da ISTC) seguiti dal riferimento alle relative carte fornito «sia secondo l’originale numerazione a registro che in base al numero progressivo apposto successivamente» (p. 7), nonché con la trascrizione integrale del colophon in edizione interpretativa. Seguono la descrizione interna – che dà conto di tutti gli aspetti testuali degli esemplari, sempre «con il riferimento alle relative carte, delle quali viene data l’indicazione sia secondo l’originale numerazione a registro che in base al numero progressivo apposto successivamente» (p. 7) – e la descrizione esterna, dedicata invece agli aspetti materiali degli esemplari. Quest’ultima area risulta scandita in tre “sottosezioni”: la prima, certamente da maneggiare con attenzione – occorre ripetersi che si ragiona sull’esemplare e non sull’edizione – riporta i dati sulla cartulazione (comprensivi delle carte di guardia), il formato (quello dell’esemplare e non quello bibliologico, stando alla ratio del catalogo), le dimensioni (di una carta specifica, dello specchio di stampa, dei margini), le linee di testo, la fascicolatura (attenzione agli esemplari mutili, poiché naturalmente la loro fascicolatura sarà diversa da quella dell’edizione, cfr. n. 73...), l’ impronta, il carattere, la presenza di iniziali silografiche, di eventuali spazi per le iniziali maiuscole e di illustrazioni. Non si segnalano, invece, la mise en page e la presenza di lettera d’attesa. La seconda sezione, allineandosi ai criteri che informano MEI, dà conto della storia dell’esemplare – un valore aggiunto imprescindibile per qualunque catalogo che si rispetti – rilevando puntualmente la presenza di note manoscritte e di ex libris. Una terza e curatissima sezione è dedicata invece alla descrizione delle decorazioni, delle legature (compresa l’ analisi dei materiali e delle tecniche impiegate), e dello stato di conservazione della copia. Oltre a 36 tavole in b/n e a una Bibliografia (che contiene anche lo scioglimento delle abbreviazioni bibliografiche presenti a testo; pp. 263-78), correda il lavoro un ricco apparato di indici: cronologico (pp. 279-81), degli autori, delle opere e degli incipit (pp. 283-99), dei nomi di persona e di luogo (pp. 301-6), dei nomi degli editori e dei tipografi (pp. 307-8), dei luoghi di edizione (pp. 309), delle tavole (p. 313). Manca (ma perché?) un indice dei possessori e delle provenienze, che avrebbe messo meglio a fuoco il milieu di questi fondi librari, contribuendo a indagare un territorio in questo senso troppo poco conosciuto. Si tratta, insomma, di un lavoro scrupoloso e particolare, che conferma un rinnovato interesse per l’incunabolistica, a dispetto dei tagli che continuano a infierire sulla cultura patria, ma che impone necessariamente allo studioso – assai meno al lettore comune – di collegarsi in contemporanea al sito di ISTC e accedere, da lì, alla descrizione delle edizioni nella loro interezza. Il che significa, forse, che un modello descrittivo un po’ più tradizionale avrebbe reso il catalogo più efficace e meglio fruibile, senza tradirne affatto la mission. - Elena Gatti

037-F Kaucher (Greta), Les Jombert. Une famille de libraires parisiens dans l’Europe de Lumières (1680-1824), Genève, Droz, 2015 (‘Bibliothèque de Lumières’, 84), pp. 1.592, ill. b/n, ISBN 978-2-600-01842-5, s.i.p. Il poderoso vol. propone il primo studio d’insieme sulla dinastia di librai, editori e tipografi Jombert, un lavoro che si inserisce nell’ambito di un più vasto cantiere storiografico dedicato alla produzione e alla circolazione del libro nell’Età dei Lumi, che da tempo impegna storici e storici del libro francesi. La famiglia Jombert, attiva a Parigi dal 1680 al 1824, si specializzò nel campo delle scienze e dell’arte. Primo operatore del settore fu Jean Jombert (1643-1705), figlio di un mercante parigino, cresciuto nei pressi del quartiere degli uomini del libro e dell’Università. Jean decise un po’ tardivamente di intraprendere quella strada, dapprima come apprendista presso il libraio Pierre Baudouin, poi come impiegato e infine in proprio. Il vertice della fortuna degli Jombert si colloca nel pieno Settecento con la figura di Charles-Antoine (1712-1784), che ricevette il prestigioso titolo di «libraire du Roi pour l’artillerie et le génie». Al di là della mole del vol., l’opera, che ha impegnato l’a. fin dalla tesi di dottorato condotta sotto la direzione di Frédéric Barbier e discussa nel 2009, è davvero monumentale perché analizza, soprattutto sulla scorta di fonti archivistiche inedite, le relazioni dei membri della famiglia con gli uomini del libro dell’epoca, i meccanismi editoriali, le associazioni scientifiche e artistiche che hanno animato o di cui hanno fatto parte, l’attività in campo artistico e iconografico, nonché l’intera produzione editoriale (992 notizie bibliografiche analitiche), presentata non in forma annalistica, ma come un unico grande catalogo editoriale ordinato alfabeticamente. Quasi 700 pagine sono dedicate dall’a. in un amplissimo saggio introduttivo alla minuziosa ricostruzione dell’attività della famiglia. Segue, appunto, il Catalogue raisonné de la production éditoriale des Jombert, che segnala le opere pubblicate, stampate o anche redatte dagli Jombert. Le schede, stilate non solo su base bibliografica, ma anche attingendo informazioni da fonti documentarie, presentano, all’inizio e in corpo più grande, i classici dati bibliografici (autore, titolo, luogo, editore, anno), seguiti dal formato bibliologico ed eventualmente dal numero di volumi e dalla paginazione/ cartulazione. Sotto, in corpo più piccolo, si trovano una serie di elementi presentati in forma più discorsiva: la collocazione nella tradizione editoriale, la descrizione dell’eventuale apparato illustrativo, note sulla redazione e la diffusione dell’opera, il privilegio concesso, la tiratura (quando nota) o il numero di esemplari presenti in libreria (dato desunto da diversi inventari coevi). Chiude l’area della bibliografia e l’elenco degli esemplari conosciuti. Unica nota stonata in una bibliografia altrimenti assai precisa, la presenza di alcune note descrittive relative agli esemplari consultati. In appendice si trovano alcuni documenti di grande interesse quali l’inventario della corrispondenza della famiglia Jombert (1707-1872, Annexe 1); un regesto dei libri ricevuti dagli Jombert (1697-1780) stilato sulla base di uno spoglio sistematico dei registri della dogana (Annexe 2); un elenco sommario di libri acquistati in blocco dagli Jombert in occasione di vendite di interi fondi librari (Annexe 4); una tavola dei librai-editori e tipografi che hanno pubblicato con gli Jombert (Annexe 7); il Catalogue de tableaux, sculptures, desseins, estampes, livres et autres objets curieux de cabinet de M*** [Charles-Antoine Jombert] in vendita il 15 aprile 1776 (Annexe 8); il catalogo della vendita post mortem di Charles-Antoine Jombert (20 settembre 1784, Annexe 9). Dopo l’appendice iconografica, con illustrazioni in bianco e nero, chiudono il vol. l’elenco delle fonti e l’amplissima bibliografia, l’indice dei titoli, l’indice topografico e delle istituzioni, l’indice dei nomi e gli indici delle figure e delle appendici. Un lavoro davvero vasto e a tutto tondo che diventerà una fonte assai utile per gli storici del libro e dell’editoria tra età moderna e contemporanea, ma anche, più ampiamente, per gli studiosi di storia della cultura e, dati gli interessi editoriali dei protagonisti, per gli storici della scienza. – L.R.

037-G Nel segno di Aldo. Catalogo della mostra, a cura di Loredana Chines - Piero Scapecchi - Paolo Tinti - Paola Vecchi Galli, Bologna, Patron, 2015, pp. 219, ill. b/n, ISBN 978-88-555-3328-7, €28. Il primo elemento che colpisce il lettore di questo vol. è la sobria eleganza con cui esso è confezionato. La sovraccoperta opaca, al tocco nobilmente ruvida, con il titolo “Nel Segno di Aldo” affidato a una impressione rosso cardinalizio, non mostra ma lascia intuire sulla coperta bianca sottostante proprio quel segno di ancora col delfino “avviticchiato” che del catalogo in oggetto costituisce il nucleo semantico. Nella non numerosissima serie di eventi approntati nel mondo per le celebrazioni aldine, l’esibizione bolognese rappresenta un felice scoglio da esplorare. Il vol. licenziato dalla Patron e affidato alle cure di quattro eminenti personalità degli studi bibliografici, racchiude in sé la intelligente esperienza della mostra manuziana ospitata nell’atrio e nella settecentesca Aula Magna della Biblioteca Universitaria, fatta costruire dall’ormai ex arcivescovo di Bologna Prospero Lambertini, divenuto pontefice romano col nome di Benedetto XIV. Come anche altri eventi della medesima impronta (non guasterà rammentare la mostra multimediale meneghina realizzata attraverso volumi della Biblioteca Trivulziana), anche l’esibizione emiliana – basata su un patrimonio aldino di 61 edizioni in 72 esemplari – ha tenuto conto delle multiformi sfaccettature di cui è imbevuta l’avventura culturale intrapresa e portata avanti dal maestro di Bassiano in quella Venezia ancora fulcro dei commerci europei ed erede indiretta se non della maestà, per lo meno della gloria intellettuale di Bisanzio. A questa mobilità interpretativa dell’impresa aldina la mostra e il catalogo bolognesi pagano dunque un felice tributo già a partire dalla loro impostazione strutturale. Il “Segno” di Aldo attorno a cui ruota la macchina culturale dell’evento viene letto sotto quattro differenti angolature prospettiche, alle quali corrispondono altrettante sezioni espositive. La prima di esse è, quanto meno per necessità narrativa, la “Nascita di un segno”. A sua volta, essa è organizzata in quattro sottosezioni, ognuna delle quali rappresenta uno degli elementi vitali dell’identità editoriale aldina, costruita nell’arco della ventennale carriera libraria dell’umanista. Le fondamenta di questa prima porzione d’indagine sono dunque quelle più squisitamente legate all’evoluzione culturale di Manuzio, il cui perno imprescindibile, ci suggerisce la storia, era costituito dalla fusione tra la primigenia dimensione pedagogica propria del maestro Aldo con quegli elementi di innovazione culturale e tecnologica costituiti dalla rivoluzionaria proposta dei “nudi” testi degli autori greci attraverso soluzioni tipografiche del tutto personali. In questa sezione trovano spazio perciò alcuni esempi principe della produzione editoriale aldina, i quali fortunatamente fanno parte del patrimonio librario della Biblioteca Universitaria. Ecco dunque, in questa prima “stanza” – curata da Piero Scapecchi – presentarsi agli occhi del lettore le immagini e le schede relative alle prime prove editoriali di Aldo nel campo della grammatica e della letteratura classica, tra cui campeggiano gli Erotemata del Lascaris, la Grammatica di Gaza, nonché le edizioni di classici quali Esopo, Giovenale e Persio. A fianco di queste vengono presentati i lavori dell’autore Manuzio, nella fattispecie le due edizioni 1508 e 1514 degli Institutionum grammaticarum libri. Al mondo greco che fu base del primo atto dell’avventura editoriale aldina è dedicato il secondo pannello della sezione (a cura di Francesco Citti e David Speranzi), arricchita, tra l’altro, dalla presenza delle edizioni di Aristotele (1495) e Tucidide (1502). Quest’ultima in particolare viene presentata attraverso immagini che riportano le ricche ed eleganti postille del proprietario, il bolognese Scipione Bianchini (XVI sec.), testimonianze dirette di una lettura finalizzata peculiarmente allo studio della lingua greca. I capolavori della produzione in volgare sono racchiusi nella “stanza” curata da Paola Vecchi Galli. Alle Epistole di santa Caterina (di cui viene proposta un’immagine che testimonia una provenienza gesuitica apparentemente fiorentina dell’esemplare purtroppo non registrata nella scheda) si affiancano, in ordine cronologico, gli esemplari del Petrarca, delle Terze rime dantesche e degli Asolani del Bembo. L’ultimo pannello della sezione (a cura di Paolo Tinti) è quello dedicato alle innovazioni di Aldo in campo squisitamente tecnico e al suo interno vengono raccolte edizioni che costituiscono testimonianze pregnanti del coraggio di sperimentare proprio del bassianese. Le questioni relative alla grafica generale della pagina, ai formati, al disegno dei caratteri sono illustrate attraverso alcuni celebri enchiridia (Sofocle, 1502; Ovidio, 1502; Lucrezio, 1515) unitamente a peculiari esempi di libro illustrato (Scriptores astronomici, 1499). Al successo del “Segno” aldino è dedicata la seconda sezione del catalogo, curata da Tinti, Francesco Citti e Stefano Martinelli Tempesta. I due pannelli che ne formano l’ossatura, infatti, sono incentrati rispettivamente sull’apporto dell’officina aldina alla riscoperta dei classici grecolatini e sul successo commerciale del marchio editoriale. L’evoluzione del percorso culturale manuziano in relazione ai testi della classicità viene qui ben evidenziato grazie all’esposizione di edizioni-cardine del programma editoriale di Aldo, dall’Aristofane (1498) prodotto quando era ancora in vita la società Manuzio-Torresano-Barbarigo, passando per la princeps di Euripide (1503-04) nella collana dei “tascabili”, per terminare con la prima monumentale edizione greca degli Opera omnia di Platone (1513). Il pannello seguente si focalizza invece sul significato culturale del marchio dell’àncora col delfino, che fin dalla sua comparsa nel secondo volume dei Poeti Chrisiani veteres (1502) venne riconosciuto dal pubblico come simbolo di un programma editoriale fondato su un meticoloso lavoro filologico e su una raffinata tecnica di produzione. La terza sezione del catalogo, curata da Giuseppe Olmi e Ilaria Bortolotti, introduce il lettore nel mondo del collezionismo storico aldino. Dei circa settanta esemplari posseduti dalla Universitaria, infatti, ben 52 contengono note materiali che rimandano agli antichi proprietari dei volumi manuziani. Ecco dunque presentati all’interno della vetrina principale i libri appartenuti a personaggi illustri come Ulisse Aldrovandi (di cui sono esposti sette esemplari, tra cui il mirabile De expetendis et fugiendis rebus opus di Giorgio Valla del 1501 e i due volumi dei già citati Poeti Christiani), come pure a personaggi minori o del tutto sconosciuti quali Girolamo da Brindisi, che in greco annotò il possesso dell’edizione di Epistolae di filosofi e oratori del 1499 e del Pindaro del 1514. La quarta e ultima sezione di questa ottima pubblicazione, la cui curatela spetta a Loredana Chines, si intitola “Aldo e Bologna” ed è dedicata a quelle pubblicazioni frutto del sodalizio intellettuale tra Manuzio e gli umanisti dell’Alma Mater. In particolare i pezzi esposti e descritti rimandano alle figure di Alessandro Sarti, il quale svolse un ruolo decisivo nella curatela degli Opera omnia di Poliziano (1498), a quella del grande Antonio Urceo Codro, cui venne dedicata la già menzionata edizione di Epistolae philosophorum, e, in ultimo, al punzonista Francesco Griffo da Bologna, ideatore delle serie di caratteri greci nonché creatore materiale dell’italico che tanta celebrità diede all’ editore di Bassiano. Ogni sezione è arricchita dalle schede realizzate da oltre venti specialisti, che documentano un patrimonio bibliografico notevole, adesso per la prima volta a portata del pubblico di specialisti e lettori. A tal proposito mi si permetta di citare una “chicca” posseduta dalla Biblioteca Universitaria, e cioè il raro quarto catalogo commerciale dei Manuzio pubblicato dagli eredi di Aldo nel 1526 la cui riproduzione è posta, quasi a suggellare la continuità ideale dell’avventura aldina, come introduzione alla prima sezione della mostra. Chiudono questo elegante e sobrio vol. una lista breve delle aldine della Universitaria, gli indici degli autori e dei titoli e delle provenienze, e una utile nota bibliografica a firma di Noelia López Souto. – N.V.

037-H Shamdasani (Sonu), C. G. Jung. A Biography in Books, New York-London, W. W. Norton & Company, 2012, pp. 224, ill. col., ISBN 978-0-393-07367-6, € 65. Questo importante libro è frutto del lavoro di uno dei maggiori studiosi della figura e del pensiero di Jung, Sonu Shamdasani. Specializzato in storia della psichiatria e della psicologia dalla metà del XIX secolo ai giorni nostri, è giustamente noto per la pubblicazione, nel 2009, del Libro Rosso di Jung (inaccessibile fin dalla morte di Jung, per sua stessa volontà), pubblicazione che si colloca all’interno del progetto di cui Shamdasani è cofondatore ed editor generale: quello della “Philemon Foundation”, un’organizzazione che si propone di realizzare edizioni storico-critiche aggiornate di tutte le opere del grande psicanalista e anche di tutti i suoi testi inediti (manoscritti, relazioni a conferenze, carteggi). Il presente vol. trae in parte le sue origini dalla mostra “C. G. Jung. Le rouge et le noir” (Cologny, Fondation Martin Bodmer, 26 novembre 2011-25 marzo 2012), esposizione che ha gravitato attorno al manoscritto del Libro Rosso, manufatto illustrato dallo stesso Jung contenente i capisaldi del suo pensiero, espressi attraverso la messa a nudo della sua anima e del suo inconscio. Infatti, le raccolte librarie attraverso cui Shamdasani, in questo suo lavoro, ricostruisce mirabilmente la vita e il pensiero di Jung, sono, da una parte proprio quella dell’ importantissima biblioteca svizzera, la “Martin Bodmer Library” a Cologny, e dall’altra quella della “Jung Library” a Küsnacht. Entrambe sono frutto della dedizione dei due grandi personaggi che le hanno fondate, Martin Bodmer, collezionista e filantropo, e Jung, il più grande psicanalista (assieme a Freud) del secolo scorso, ma anche bibliofilo e amante di libri. Passione questa, assieme a quella per l’alchimia, che Jung stesso rivela attraverso un sogno che dice essere ricorrente, quello cioè di un’ala sconosciuta della casa che si rivela essere una misteriosa e affascinante biblioteca che egli stesso data come del sedicesimo secolo, ricca di misteriosi incunaboli e cinquecentine di argomento probabilmente alchemico. Pur non avendo notizie certe riguardo al fatto che i due si siano mai conosciuti di persona, i libri e i manoscritti di queste due collezioni, vengono qui “esposti” dall’a., evidenziandone i punti di contatto e le divergenze. Si usa il termine “esposti” non a caso, infatti, il vol. è ricchissimo di centinaia di bellissime riproduzioni fotografiche dei vari pezzi usati dall’a. per tracciare questo percorso biografico; il tutto sostenuto da una solida ricerca che si esprime nella parte testuale e che conduce il lettore all’interno di quello che era lo studio di Jung, fin proprio alla scrivania del grande psicanalista. I libri raccolti da Jung non sono tuttavia frutto di una mera passione bibliofilica, ma esprimono appieno quelli che erano i suoi interessi e le sue idee, che si possono scorgere ancora oggi tra le numerose annotazioni marginali agli stessi; letture queste che andranno a sostenere e a corroborare l’ impalcatura del suo pensiero psicanalitico. È quindi questo, proprio per la prospettiva “bibliografica” da cui guarda all’operato di Jung, uno dei più importanti studi biografici sul personaggio, che può aprire a nuove interpretazioni della sua vita e del suo pensiero. Oltre a edizioni a stampa, anche rare e antiche (spesso ricche di marginalia dello stesso Jung), si viene condotti attraverso una grande mole di documenti e di materiali di lavoro inediti, block notes di appunti e manoscritti, e di scritti che celano gli aspetti più intimi dell’anima di Jung (fondamentali per poter scrivere la biografia di un tale personaggio che legava le sue teorie psicanalitiche a doppio filo, proprio con quella che era la sfera più intima del vissuto umano, collocata però nel contesto sociale), come il già citato famosissimo Libro Rosso, testi di argomento alchemico e il manoscritto calligrafico dei Septem Sermones ad Mortuos. Strutturalmente l’opera si articola in diverse sezioni che, attraverso differenti tipologie di documenti e di libri, indagano vari aspetti della vita e del pensiero dello psicanalista, in una prospettiva, lo si ribadisce nuovamente, che ha segnato la strada da intraprendere per proseguire nella comprensione della complessa figura di Carl Gustav Jung. Chiude il vol. un indice dei nomi e delle opere citate. – A.T.

 

Spogli e segnalazioni

037-001non fa scïenza, senza lo ritenere, avere inteso. Dante nei testi degli ultimi Pontefici. A cinquant’anni dall’Altissimi cantus, a cura di Giuseppe Frasso –Michele Faldi, Milano, Vita e Pensiero, 2015, pp. 109, ISBN 978-88-343-3065-4, € 12. In occasione delle celebrazioni dantesche e a mezzo secolo dall’emanazione della Lettera Apostolica Altissimi cantus di Paolo VI per il settimo centenario dalla nascita del poeta, l’Università Cattolica di Milano ha deciso di contribuire raccogliendo in vol. gli scritti dei pontefici in cui è presente l’aura del vate fiorentino. In chiusura due saggi di Giuseppe Frasso e Michele Faldi, incentrati rispettivamente sulla lunga devozione di papa Montini per Dante e sulla presentazione della Scuola estiva di Studi Danteschi organizzata dall’Università Cattolica di Milano e dal Centro Dantesco dei frati minori di Ravenna. – N.V.

037-002 ALAI rivista di cultura del libro, Modena, Associazione Librai Antiquari d’Italia, 1, 2015, pp. 219, ill. b/n, ISBN 978-88-940785-0-3, € 15. Vol. miscellaneo che inaugura la serie di quaderni pensata dall’ Associazioni Librai Antiquari d’Italia per rendere note le proprie attività e per conservare i saperi e le esperienze maturate in tanti anni di lavoro. Si vedano schedati i singoli contributi. - Elena Gatti

037-003 Alfier (Alessandro), Diffusione dell’e-Health e ripercussioni per gli archivi digitali nella visione di un custode, «JLIS.it», 6/3, 2015, pp. 121-52. La documentazione sanitaria digitale (dalle cartelle sanitarie alla gestione delle liste d’attesa) è sistema complesso per la varietà dei soggetti produttori, delle forme dei contenuti, dei software utilizzati, e per l’insito dinamismo che richiede il continuo e immediato aggiornamento dei dati e delle loro relazioni, con il mantenimento coerente delle catene documentarie. Si illustrano i problemi dell’ archiviazione precisa, completa e fruibile nel Polo archivistico dell’Emilia-Romagna (il “custode” del titolo), affrontati secondo le indicazioni dello standard internazionale Clinical Document Architecture, release 2 (CDA2, riconosciuto come norma ISO/HL7 27932:2009) e con particolare attenzione a preservare il contesto dei documenti, andando oltre una dimensione conservativa puramente autoreferenziale. – Pino Buizza

037-004 Allegrezza (Stefano), La certificazione dei depositi digitali. Il Data Seal of Approval, «JLIS.it», 6/3, 2015, pp. [39]-56. I tre livelli di certificazione riconosciuti in ambito europeo hanno come primo passo il Data seal of approval, un’autocertificazione che è considerata sufficiente per il livello di base. Si presentano le DSA guidelines che, secondo cinque principi fondamentali di archiviazione, conservazione e riuso sostenibili, indicano sedici linee guida, rivolte distintamente ai tre attori considerati (a chi produce archivi digitali, al deposito responsabile della conservazione e a chi li utilizza) e il grado di conformità richiesto per ottenere il sigillo di approvazione, rilasciato dal DSA board. Verifica sulle debolezze e garanzia dell’affidabilità del deposito digitale. – Pino Buizza

037-005 Arma nostrae militiae. Testimonianze di scrittura domenicana, «Memoriae Domenicanae», 127, 2010, pp. 639, ill., ISBN 978-886434-040-1, € 70. Il numero monografico della rivista ospita i cataloghi di alcune notevoli raccolte documentarie domenicane italiane. Vengono analizzati i manoscritti e i documenti pontifici originali dell’archivio di Santa Maria sopra Minerva (Stefania Calì, Rita Cosma), gli incunaboli e le cinquecentine della Biblioteca “Arrigo Levasti” presso il convento di San Marco di Firenze (Chiara Razzolini), le medaglie del Nummophylaceum Casanatense (Serafina Pennestrì) e i libri del convento domenicano di Pistoia conservati presso la biblioteca del Seminario di Arezzo (Elettra Giaconi). Chiude il vol. un saggio sull’Altare della Trinità di Masaccio come icona della storia della salvezza (Eugenio Marino). – N.V.

037-006 Arrigoni (Paola), I privilegi librari a Milano (secc. XV-XVI): una analisi quantitativa, in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 205-13. L’a. esamina i privilegi librari a Milano tra Quattro e Cinquecento mettendo in evidenza i punti cronologici in cui maggiore fu la richiesta di tali documenti, come pure i tipografi maggiormente coinvolti. – N.V.

037-007 «Avisos», 76, mayo-agosto 2015. Dopo un affondo sull’edizione plantiniana de Las obras de la S. Madre Teresa de Iesús, stampata ad Anversa nel 1630, sul suo frontespizio calcografico e sulla figura del dedicatario dell’opera, il Duque Conde de Olivares (Fernando Bouza), si parla del lavoro di Isabelle de Conihout, intitolato On ten new Groliers. Jean Grolier’s first library and his ownership marks before 1540, New York, The Grolier Club, 2013; da ultimo vengono prese in esame la biblioteca del Conde de Gondomar Diego Sarmiento de Acuña, degna di nota sia per quantità che per qualità, e le motivazioni che portarono alla redazione di uno tra i numerosi inventari a essa dedicati, quello del 1769 (Ana Sáez-Hidalgo). – F.T.

037-008 Azzini (Eleonora), …ut viginti sex tabulae aeneae diligenter exculperentur: Domizio Calderini e l’edizione della Cosmographia tolemaica (Roma, 1478), «Camenae», 10, 2012, pp. 1-10. Il saggio indaga sull’apporto dell’umanista Domizio Calderini all’edizione romana della Cosmographia di Tolomeo pubblicata da Sweynheym nel 1478. In particolare, l’a. si concentra sul coinvolgimento dell’umanista nello stabilimento del testo e soprattutto nella preparazione del corredo cartografico. - N.V.

037-009 Badgett (Nan), The accidental indexer, Medford (N.J.), Information Today, 2015 Þ rec. Nikki Davis, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/3, settembre 2015, pp. 118-9

037-010 Barbaro (Annarita) Monica Zedda Donatella Gentili Rafael Leon Greenblatt, The presence of high-impact factor open access journals in science, technology, engineering and medicine (STEM) disciplines, «JLIS.it», 6/3, 2015, pp. 57-75. Valutazione delle riviste liberamente accessibili (registrate in DOAJ, Directory of Open Access Journals) nell’insieme delle riviste che hanno un fattore d’impatto attribuito dai JCR, Journal citation reports (una rivista ad accesso libero su nove ha fattore d’impatto). Di ogni rivista si verifica la posizione in classifica all’interno del relativo campo disciplinare: il livello qualitativo delle riviste a libero accesso è solo leggermente inferiore alla media generale. – Pino Buizza

037-011 Barbier (Frédéric), La “mise en livre” (‘mettere in libro’): il Narrenschiff, 1494-1500, in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 83-95. Attraverso un approccio analitico-bibliografico al Narrenschiff di Sebastian Brant, l’a. offre nuove informazioni sulla sua storia editoriale del testo, sugli adattamenti culturali e le traduzioni, nonché sulla storia della ricezione dell’opera. – N.V.

037-012 Barbieri (Edoardo), Introduzione, in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 3-6. Testo del saluto che ha inaugurato il convegno di cui il volume contiene gli atti. – N.V.

037-013 Barbieri (Edoardo), Leo Samuel Olschki “auteur du mouvement des études sur l’origine de l’imprimerie”. I. I cataloghi di vendita, in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 281-303. Ampio ed esaustivo saggio incentrato sui cataloghi di vendita degli incunaboli di Leo S. Olschki pubblicati tra il 1892 e il 1915, che, grazie alle raffinate descrizioni bibliografiche e alla sensibilità propria del libraio antiquario, testimoniano dello speciale interesse riservato dal libraio-autore al mondo della stampa quattrocentesca. – N.V.

037-014 Belpassi (Eleonora), Il software RIMMF. RDA thinking in action, «JLIS.it», 7/1, 2016, pp. 207-23. Presenta il software RIMMF (RDA in Many Metadata Format), sperimentato in incontri organizzati dal RDA Technical Development Team per l’ALA. Il software è studiato per recuperare dati bibliografici e d’autorità codificati nel formato MARC 21 e creare nuclei e reti di dati collegati (detti r-ball) per le entità opera, espressione, manifestazione, esemplare, persona, famiglia ed ente, secondo le direttive di RDA. È predisposto per facilitare gli adattamenti necessari e produce insiemi di dati ulteriormente arricchibili e utilizzabili in contesti diversi del web semantico, per l’integrazione di risorse da diversi ambiti. – Pino Buizza

037-015 Benedetti (Amedeo), Le immagini dell’Enciclopedia dello spettacolo, «Culture del testo e del documento», 48, 2015, pp. 97-110. Un’indagine dedicata all’Enciclopedia dello Spettacolo (Roma-Firenze, Le Maschere-Sansoni, 1954-1962) – ideata dal critico Silvio D’Amico – e in particolare alla parte illustrativa dalla quale derivò un immenso archivio, oggi purtroppo perduto. – F.T.

037-016 Bergamaschi (Matteo), Piccola metafisica del libro, Torino, Effatà, 2015, pp. 143, ISBN 978-88-6929-070-1, € 12. Introdotto da una riflessione di Roberto Cicala, questo serrato volumetto si domanda a cosa corrisponda, per l’uomo di oggi, l’attività del pensare, nel contesto tumultuoso e problematico che ci è dato di vivere. La piccola metafisica cui il titolo allude prova a calarsi in questo interrogativo e a fornire, per quanto possibile, qualche risposta, indagando (davvero a tutto tondo) il medium che ospita e dà corpo al pensiero umano, da che mondo è mondo: il libro. Perfettamente consapevole, l’a., che oltre la fisicità e la finitezza dell’oggetto-libro c’è ben altro. Chiude il vol. un’essenziale ma sempre utile Bibliografia (pp. 139-143). – Elena Gatti

037-017 Biancardi (Giovanni), Le prime Parole di Antonia Pozzi, in ALAI rivista di cultura del libro, pp. 33-46. Incuriosito dalle vistose e frequenti varianti fra i diversi esemplari della princeps mondadoriana di Parole – titolo che la stessa Antonia Pozzi volle dare ad alcune delle proprie liriche raccolte in una serie di quaderni, rimasti inediti fino al suicidio, nel dicembre del 1938 – l’a. decide di disegnare i contorni dell’intricata storia editoriale dell’opera, tutta giocata fra le manomissioni del padre della poetessa e la casa editrice meneghina. Chiudono il pezzo sette illustrazioni (due ritraggono la Pozzi stessa, le altre alcune pagine dell’esemplare privato dell’a.). - Elena Gatti

037-018 Biblioteca (La) come servizio. Scritti (1971-2009) di Anna Maria Mandillo, a cura di Luca Bellingeri Giovanna Merola, Roma, Associazione italiana biblioteche, 2015, pp. XI+284, ISBN 978-88-7812-238-3, € 30. A un anno dalla scomparsa di Anna Maria Mandillo, l’AIB ha voluto raccogliere e pubblicare un’ampia selezione dei suoi scritti professionali, privilegiando alcuni temi significativi riguardo allo sviluppo delle biblioteche italiane. – M.C.

037-019 «Biblioteca di via Senato», 10, ottobre 2015. Gli articoli sono dedicati alle rare edizioni de I canti di Maldoror di Lautréamont (Antonio Castronuovo), all’opuscolo curato da Croce in ricordo di Vito Laterza (Massimo Gatta), alla censura della Cosmografia di Sebastian Münster (I parte, Giancarlo Petrella), all’arte plagiatoria (Luigi Mascheroni) e al tentativo di comprendere più a fondo la controversa figura di Telesio Interlandi (Massimo Gatta). – F.T.

037-020 «Biblioteca di via Senato», 11, novembre 2015. Il numero tratta dei libri di diete nel Secolo dei Lumi (Piero Meldini), dell’homo nullius libri, Roberto Bazlen (Massimo Gatta), del napoletano Giambattista Della Porta (Guido del Giudice), della censura applicata alla Cosmografia di Sebastian Münster (II parte, Giancarlo Petrella), dei sessant’anni della casa editrice Feltrinelli (Massimo Gatta). – F.T.

037-021 «Biblioteca di via Senato», 12, dicembre 2015. Si tratta di un numero speciale dedicato a Dante, nei 750 anni dalla sua nascita: gli attuali insegnamenti che ha lasciato (Claudio Bonvecchio), una lettura sociologica della sua opera (Carlo Gambescia), il suo sogno di una monarchia universale (Gianluca Montinaro), le problematiche testuali e interpretative legate alla trasmissione e alla storia editoriale dei suoi lavori (Enrico Malato), l’edizione illustrata della Commedia stampata a Brescia da Bonino Bonini (Giancarlo Petrella), il commento alla Divina Commedia realizzato da Benvenuto da Imola (Antonio Castronuovo), la grandezza e la totalità dell’Opera di Dante analizzati da una nuova prospettiva (Marco Cimmino), gli echi danteschi nei testi di Giordano Bruno (Guido del Giudice), le edizioni novecentesche dei Mardersteig della Commedia (Massimo Gatta), la parodia semi-futurista intitolata La profana commedia (Antonio Castronuovo), le edizioni dantesche del XV e XVI secolo conservate nella Biblioteca di via Senato (Giancarlo Petrella). – F.T.

037-022 «Biblioteca di via Senato», 9, settembre 2015. Si parla di libri di medicina nel Rinascimento (Guido del Giudice), di biblioteche private di illustri personaggi rese disponibili al pubblico (Massimo Gatta), della raccolta libraria di Carlo Maria Maggi e in particolare dei suoi incunaboli (Giancarlo Petrella), del corpo come supporto scrittorio (Vitaldo Conte) e dell’omaggio di Giovanni Papini ad Attilio Vallecchi (Massimo Gatta). – F.T.

037-023 Biblioteca (La) privata di Giovanni Gentile. Atti della giornata di studi, Roma, 17 giugno 2015, «Culture del testo e del documento. Le discipline del libro nelle biblioteche e negli archivi», 48, 2015, Manziana, Vecchiarelli Editore, 2015. Questo numero della rivista è dedicato alla giornata di studi sulla biblioteca privata di Giovanni Gentile, tenutasi a Roma nel giugno 2015. Si vedano schedati i singoli contributi. – F.T.

037-024 «Biblioteche oggi. Trends», 1, giugno 2015, € 10,50. Viene avviata una nuova serie della rivista «Biblioteche oggi» con un numero dedicato all’accesso alla conoscenza, tema scelto per riflettere sul ruolo delle biblioteche nell’era di internet. – M.C.

037-025 Biggi (Cecilia), I videogiochi in biblioteca, «JLIS.it», 6/3, 2015, pp. 77-100. La rivalutazione dei videogiochi da pregiudizi infondati e il loro valore come opere creative e per l’interattività richiesta, che stimola l’esercizio mentale e il coinvolgimento nelle vicende e nelle problematiche presentate dal gioco, insieme alla diffusione nel pubblico non solo adolescente e alla funzione socializzante fra i giocatori, suggeriscono ormai la loro introduzione fra le offerte delle biblioteche. Vengono quindi affrontate scelte e problemi di gestione, secondo diverse modalità: il prestito del videogioco, il gioco in biblioteca (gaming), sia individuale sia in forma di torneo, la giornata mondiale del gioco in biblioteca (International game day@your library), la creazione in proprio di videogiochi specialmente per presentare la biblioteca stessa; la valorizzazione del videogioco nella comunità di riferimento. Non ultimo il problema della conservazione e della fruibilità nel tempo. Con esempi di realizzazioni estere e italiane. – Pino Buizza

037-026 Bonomelli (Marina), Valori stilistici degli incunaboli milanesi: il Missale Ambrosianum, in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 97-111. L’illustrazione è, come noto, uno degli elementi che aiuta a definire l’evoluzione del libro tipografico come prodotto seriale autonomo. Lo studio esamina questo processo evolutivo attraverso l’analisi di sei edizioni del Missale ambrosianum. – N.V.

037-027 Book e la magica biblioteca, testi di Daniela Corsini, illustrazioni di Daniele Luciani, Roma, Youcanprint Self -Publishing, 2015, pp. [16], in gran parte ill., ISBN 978-88-89114-135-4, € 8. Nato da un’idea di Michela Corsini, bibliotecaria per vocazione, e sostenuto dalla sezione Toscana dell’AIB, il librino propone in forma di fumetto un delizioso dialogo tutto in rima baciata fra Book (un libro, appunto) e la sua nuova casa, la (magica) biblioteca. Che per tranquillizzarlo – poiché «dalla vetrina di una libreria polverosa... fu spedito ad una meta misteriosa» – gli spiega a cosa andrà incontro (inventariazione, catalogazione, collocazione e prestito) e chi saranno i suoi nuovi vicini di casa (i libri collocati nel medesimo scaffale). Insomma, tra filastrocca e fumetto si tratta di una guida alla biblioteca pubblica e ai suoi servizi, che intende dimostrare come «libri, utenti e bibliotecari sono protagonisti davvero necessari». - Elena Gatti

037-028 Broughton (Vanda), Essential classification, London, Facet, 20152 Þ rec. Glenda Brown, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/4, dicembre 2015, p. 150

037-029 Bruni (Silvia) Francesca Capetta Anna Lucarelli Maria Grazia Pepe Susanna Peruginelli Marco Rulent, Verso l’integrazione tra archivi, biblioteche e musei. Alcune riflessioni, «JLIS.it», 7/1, 2016, pp. 225-44. Nel MAB Toscana (Musei Archivi e Biblioteche Toscana) è attivo il Gruppo linguaggi, che studia l’integrazione e l’ uniformazione dei dati descrittivi prodotti dalle diverse istituzioni e le architetture dei rispettivi sistemi catalografici. Dopo una presentazione di significative esperienze di integrazione nazionali e internazionali, si evidenziano i problemi, derivanti innanzitutto dalla diversa natura dei materiali trattati oltre che dalle differenti tradizioni, e le prospettive di soluzione attraverso standard e modelli concettuali condivisi o almeno convergenti. Il convegno Il nome delle cose, tenuto a Firenze nell’ottobre 2015, è stato un passo in questa direzione e una presentazione pubblica del Gruppo. – Pino Buizza

037-030 Burek (JoAnne), Business continuity and resiliency for the freelancer, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/4, dicembre 2015, pp. 131-6. Nessuna azienda è immune da rischi e le imprese che dipendono da tecnologie informatiche sono particolarmente vulnerabili a causa della vasta gamma di problemi che li possono influenzare. Ciò può portare a perdite finanziarie e/o a danni di immagine. Il saggio discute come le organizzazioni valutano e riducono la loro esposizione al rischio, con particolare riferimento agli indicizzatori freelance. – L.R.

037-031 Cadioli (Alberto), Omaggio a Luigia Pallavicini. Un rarissimo opuscolo con la prima stampa di un’ode di Foscolo, in ALAI rivista di cultura del libro, pp. 115-56. Si sa che la storia editoriale dei sonetti e delle odi foscoliane, diversamente dai Sepolcri e dall’Ortis, «è storia di cambiamenti, di correzioni, di ripensamenti» (p. 116). L’a. dà conto di un caso emblematico di questa storia: quello legato all’ode A Luigia Pallavicini caduta da cavallo. Muovendo dalle riflessioni di Franco Gavazzeni sull’ importanza di tornare alla princeps genovese del 1799-1800 – la cui esistenza fu a lungo messa in dubbio e poi oscurata dall’edizione pisana del 1802, nonostante il ritrovamento di un esemplare presso l’allora biblioteca di Brignole-Sale – l’a. traccia un quadro sapiente e documentato dell’ intricata storia editoriale dell’opera, basandosi sulla collazione di tre esemplari appartenenti proprio a quella edizione. Chiude il pezzo la riproduzione integrale dell’esemplare Brusa (uno dei tre che l’a. ha collazionato) dell’Omaggio alla Pallavicini (pp. 129-156). – Elena Gatti

037-032 Callegari (Marco), Gli studi di incunabolistica a Padova nei primi anni dell’Ottocento: Pietro Brandolese e Fortunato Federici, in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 255-70. Il saggio esamina due distinti lavori riguardanti gli annali tipografici padovani, entrambi creati agli inizi del XIX secolo. I due autori, il libraio Pietro Brandolese e il benedettino Fortunato Federici, non riuscirono a portare a termine i loro progetti, ma i manoscritti preparatori, conservatisi fino a oggi, sono ora stati riscoperti. Questi documenti ci informano non solo circa le conoscenze di incunabolistica a Padova agli inizi dell’Ottocento, ma illustrano anche due metodologie di lavoro sviluppatesi in ambienti culturali assai differenti. – N.V.

037-033 Campanile (Silvana), La biblioteca diocesana “S. Tommaso d’Aquino” di Andria: libri e persone a servizio dell’ uomo, «Bollettino ABEI», 22-24, 2013-2015, pp. 25-33. Si presenta la biblioteca comunale di Andria e le sue numerose attività orientate alla promozione della lettura e alla didattica della biblioteca. – L.R.

037-034 Campioni (Rosaria), Quarant’anni di IBC: il punto su biblioteche e archivi, «IBC», 22, 2014, pp. 37-57. L’articolo mette in evidenza come le potenzialità culturali e le molteplici competenze dell’IBC possano favorire l’ interazione tra gli istituti culturali. – N.V.

037-035 Capozzi (Mirella), L’opera della Biblioteca di Filosofia nel valorizzare e diffondere il proprio patrimonio, «Culture del testo e del documento», 48, 2015, pp. 31-40. L’a. espone le tre ragioni che la hanno spinta a partecipare a questa giornata di studi: ruolo istituzionale ricoperto, importanza del progetto intrapreso per la Biblioteca privata di Gentile e infine una motivazione strettamente personale, legata all’Istituto di Filosofia dell’Università romana. – F.T.

037-036 Cappelli (Silvio), Pier Paolo Pasolini a quaranta anni dalla sua morte, a Chia, dove «i ragazzi fanno ancora i cacciatori di frodo e le madri cucinano cose buone in vecchie locande familiari nella stessa aria, nello stesso odore, nello stesso sole», «Culture del testo e del documento», 48, 2015, pp. 123-40. Per i quarant’anni dalla morte di Pasolini, l’a. compone questo saggio in ricordo dell’impegno e della passione profusa dall’ intellettuale nel valorizzare l’area del viterbese e la sua cultura. – F.T.

037-037 Caproni (Attilio Mauro), Giovanni Gentile: una biblioteca d’autore e il suo bibliografico rapporto. Una tavola fuori testo, «Culture del testo e del documento», 48, 2015, pp. 87-92. Una profonda riflessione su cosa sia realmente una biblioteca d’autore e, nella seconda parte dell’articolo, l’applicazione di questa stessa riflessione alla biblioteca personale di Gentile. – F.T.

037-038 Caproni (Attilio Mauro), La Bibliografia. Una voce dell’interpretazione del sapere, «JLIS.it», 6/3, 2015, pp. 6-12. Suggestivo ragionamento sulla bibliografia che, nella scelta e indicizzazione di testi, interpreta la fisionomia culturale del proprio tempo, la sua historia literaria, e crea un discorso del sapere, aperto all’universalità dell’interpretazione, cioè della lettura come desiderio, per lo studioso, di informazione e di cammino nella vita. – Pino Buizza

037-039 Castellani (Cecilia), Qualche osservazione sulla biblioteca di Giovanni Gentile, «Culture del testo e del documento», 48, 2015, pp. 41-56. Si ripercorrono le tappe principali che portarono alla donazione della biblioteca privata di Gentile all’Università La Sapienza di Roma e vengono identificati i tratti salienti e caratterizzanti questa ricca collezione. – F.T.

037-040 Castello di Masino: catalogo della Biblioteca dello Scalone, a cura di Lucetta Levi Momigliano – Laura Tosi, II: D-K, Novara, Interlinea, 2015, pp. 437 + XXXII p. di tav., ill. col., ISBN 978-88-8212-851-7, s.i.p. Prosegue la pubblicazione del catalogo della ricca raccolta libraria conservata presso il Castello di Masino (per la segnalazione del I vol. si veda Þ «AB»028-044), frutto di un collezionismo che vide tra i suoi protagonisti alcuni degli esponenti più in vista della famiglia Valperga a partire dagli inizi del XVII secolo. Aprono il vol. i saluti delle autorità, ai quali seguono sei Saggi introduttivi dedicati rispettivamente al collezionista Carlo Francesco II Valperga di Masino (pp. 17-25), alla raccolta di disegni, rilievi e incisioni conservata presso la Biblioteca storica – utile strumento per la ricostruzione della storia del Castello stesso – (pp. 27-38), a una serie di proposte e progetti ideati tra il 1758 e il 1770 volti a rinnovare la residenza e i suoi giardini (pp. 39-45), a decorazioni parietali e vasi dipinti la cui iconografia si lega ad alcuni libri conservati presso il Castello (pp. 47-54), a due particolari nuclei di stampe dedicati al paesaggio e all’ornato (pp. 57-65) e infine al Catalogo de’ libri della Biblioteca di Masino ordinata nel 1769, per comprendere più a fondo gli interessi e il gusto della famiglia Valperga nel secondo Settecento (pp. 67-75). Il catalogo vero e proprio (pp. 85-424), al quale è premessa la Bibliografia consultata e/o citata nelle schede stesse (pp. 77-83), segue l’ordinamento alfabetico per nome dell’ autore. Le schede, oltre all’area dell’intestazione, forniscono indicazioni bibliografiche ed essenziali ma utili informazioni inerenti lo stato di conservazione dei voll., della legatura e segnalano la presenza di note manoscritte, timbri, ex libris... Chiudono il catalogo un Elenco delle illustrazioni (pp. 427-31) e un Indice dei possessori (pp. 433-37). – F.T.

037-041 «Charta», 140, settembre- ottobre 2015. Il numero tratta della fratellanza dei Rosacroce, dei loro testi e della figura di Daniel Cramer (Giordano Berti), delle illustrazioni di Louise Ibels (Francesco Rapazzini), dell’editore romano Donatello De Luigi (Gianni Giovannelli), di Mary Poppins (Corrado Farina), di Ennio Flaiano (Marcello Soffici), del “culto” dantesco tra Otto e Novecento (Elisabetta Gulli Grigioni), della nascita e della diffusione delle sovraccoperte (Mauro Chiabrando), dell’esperto exlibrista Cesare Ratta e delle sue opere (Giuseppe Mirabella) e della Rivista italiana d’arte culinaria (Patrizia Caccia). – F.T.

037-042 «Charta», 141, novembre- dicembre 2015. Gli articoli sono dedicati al sigillo apposto sui testamenti di Aldo Manuzio (Tiziana Plebani), al romanzo Tre operai di Bernari (Marcello Soffici), all’iconografia della Crocerossina durante la Grande Guerra (Paola Pallottino), all’estetica del libro Einaudi sotto la supervisione di Oreste Molina (Claudio Pavese), ai calendari di piccole dimensioni prodotti tra Otto e Novecento (Elisabetta Gulli Grigioni), all’interesse per la fotografia di Baudelaire (Anna Rita Guaitoli), alle storie natalizie aventi come protagonista Paperino, ideate da Carl Barks (Corrado Farina), alla storia delle insegne commerciali (Mauro Chiabrando) e al rapporto tra Gino Barbieri e Renato Serra, testimoni della Grande Guerra (Gianignazio Cerasoli). – F.T.

037-043 Ciuffetti (Augusto), Carta e stracci. Protoindustria e mercati nello Stato pontificio tra Sette e Ottocento, Bologna, il Mulino, 2013 (Società e storia), ISBN 978-88-15-24776-6, € 16. L’oggetto del vol. è la ricostruzione della rete di produzione della carta nello Stato della Chiesa tra il XVIII e il XIX secolo, soprattutto riguardo all’ organizzazione interna delle manifatture e ai tentativi posti in atto dal governo per regolamentare il mercato degli stracci di carta. – M.C.

037-044 Coe (Mary), What do readers expect from book indexes and how do they use them? An exploratory user study, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/3, settembre 2015, pp. 90-101. Partendo dal presupposto che la prassi indicizzatoria corrente si basa su ipotesi piuttosto che sulla conoscenza del reale comportamento dei fruitori degli indici, il saggio presenta i risultati di una indagine condotta sui lettori al fine di colmare tale lacuna. – L.R.

037-045 Colli (Gaetano), Attività di valorizzazione e di promozione della fruizione della biblioteca privata di Giovanni Gentile, «Culture del testo e del documento», 48, 2015, pp. 9-22. L’intervento consiste in una cronistoria dei più importanti accadimenti legati alla Biblioteca di Filosofia (nome assunto nel 2012) dell’Università romana, la cui ricchezza si deve oggi indubbiamente anche alle numerosissime donazioni di cui è stata oggetto nel corso degli anni. Questo fattore ne ha mutato in qualche modo la natura: non solo «libri per favorire lo sviluppo di una Disciplina» (p. 12), ma un luogo in cui raccogliere e rendere fruibili libri appartenuti, tra gli altri, a grandi filosofi contemporanei. Proprio in questo contesto si sviluppa la volontà di valorizzare le singole raccolte qui conservate, inclusa quella di Gentile, arrivata in Biblioteca nel 1954 e costituita da ben 13.461 monografie, 9.972 opuscoli e 157 periodici. – F.T.

037-046 Conferences 2015, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/4, dicembre 2015, pp. 137-40. Cronache dei convegni dedicati all’indicizzazione nel 2015 e organizzati dalle società nazionali e internazionali del settore. – L.R.

037-047 Conselvan (Elisa Francesca), La fortuna di Mark Twain in Italia, Milano, Editoriale Documentata, 2015 (‘Bibliographica’, 9), pp. 220, ISBN 978-88-6454-341-3, € 20. Frutto di una tesi di laurea magistrale, il vol. affronta la storia editoriale e la fortuna che l’opera di Mark Twain ha avuto in Italia. Uno studio che ripercorre più di un secolo di storia, e che si è proposto di colmare 50 anni di vuoto negli studi della fortuna editoriale dello scrittore americano nel nostro Paese. L’opera ha vinto il Premio Bibliographica 2013 bandito dalla Biblioteca di Sardegna. - Luca Montagner

037-048 Cooperman (Larry), Managing the One-Person Library, Amsterdam etc., Elsevier–Chandos Publishing, 2015 (‘Chandos Information Professional Series’), pp. 72, ill. b/n e col., ISBN 978-1-84334-671-5, s.i.p. L’a., adjunct faculty librarian alla University of Central Florida, illustra con tono affabile e a tratti ironico il non sempre facile lavoro di gestione di una biblioteca con un unico bibliotecario. Il testo è ovviamente incentrato sul mondo anglosassone e, in particolare, statunitense, ma propone una serie di accorgimenti e “trucchi” universalmente applicabili. Nel corso di otto brevi capitoli, ognuno dotato di propria bibliografia di riferimento e suggerimenti per ulteriori letture e approfondimenti, l’a. tocca, sempre in modo estremamente concreto, praticamente tutti gli aspetti della gestione di una biblioteca: dall’ organizzazione personale del bibliotecario, alla promozione della biblioteca, dall’autoformazione allo sviluppo delle collezioni, dalla sicurezza (degli ambienti e dell’accesso alle risorse) alla catalogazione fino alla gestione degli eventuali volontari. Un testo semplice ma efficace, che vuole essere un vero e proprio manuale per il bibliotecario solitario che deve districarsi tra i numerosi aspetti della vita di una biblioteca ancorché di ridotte dimensioni. Ogni tema propone anche dei case studies sotto forma di interviste ad altri bibliotecari di realtà affini, seppur differenti. Chiude un utile indice analitico che permette un’agile consultazione del testo per temi. – L.R.

037-049 Coppens (Christian), Giovanni da Colonia, aka Johann Ewlyre/Arwylre/ Ahrweiler: the Early Printed Book and Its Investors, in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 113-9. Lo studio identifica il vero nome dell’editore veneziano Giovanni da Colonia, gettando nuova luce sulle sue molteplici attività. – N.V.

037-050 Crupi (Gianfranco), «Mirabili visioni». From movable books to movable texts, «JLIS.it», 7/1, 2016, pp. 25-87. Ampia rassegna, in sequenza cronologica dal Medioevo al Novecento, di movable books, i libri “che includono dispositivi meccanici o paratestuali che richiedono e sollecitano l’interazione del lettore” e rispondono alle finalità più varie: didattiche, mnemoniche, ludiche, divinatorie... Compaiono dischi girevoli sovrapposti alla pagina che consentono combinazioni multiple, alette ripiegate che ampliano lo spazio per le immagini o coprono e poi svelano l’interno del corpo umano o la visione futura di un ambiente da restaurare, immagini devozionali commestibili, o da portare addosso come amuleti. Dalla fine del Settecento la fantastica produzione di libri per l’infanzia, che alle illustrazioni aggiungono parti mobili, anche con effetti di movimento e di animazione, e poi i giocattoli ottici che creano effetti artificiosi, stupefacenti illusioni. Con il libro d’artista la creatività lavora sulla forma del libro, sui materiali, sulla scrittura stessa nella forma e disposizione di caratteri e parole, fino al libro illeggibile, alla scomposizione e ricomposizione di testi, vuoi in forma dal tutto casuale, vuoi secondo le possibilità combinatorie dei loro frammenti. Con pertinenti osservazioni sulle trasformazioni della “lettura” e dei lettori che i diversi materiali comportano e sui contesti culturali in cui si sono affermati. Testo anche in italiano. – Pino Buizza

037-051 De Coniuhout (Isabelle), À propos d’un incunable milanais découvert à Saint-Mihiel: quatre nouveaux incunables ayant appartenu à la bibliothèque italienne de Grolier (Cicéron, Dante, Thesaurus Cornucopiae, Pline), in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 179-91. Il saggio parte dalla scoperta nella biblioteca di un’abbazia benedettina della Lorena di una edizione di Cicerone rilegata per la biblioteca italiana di Grolier. Grazie a questo nuovo elemento l’a. identifica altri quattro incunaboli appartenuti alla prima biblioteca del collezionista francese, conservati oggi a Poitiers, Eton e Parigi. – N.V.

037-052 De Gregorio (Mario), Giorgio Santi. Un “savant” fra riformismo e Restaurazione, con una premessa di Ferdinando Abbri, Siena, Betti Editrice, 2014, 2 voll. di pp. ix+404 e 348, isbn 978-88-7576-390-9, € 45. Giorgio Santi (1746-1822) fu uomo di scienza, cultore di “storia naturale”: chimica, geologia, botanica, mineralogia, medicina e zoologia. Funzionario sotto Pietro Leopoldo di Lorena, professore all’Università di Pisa e responsabile dell’annesso giardino botanico, membro di varie Accademie, la sua opera maggiore è il Viaggio al Montamiata (1795), tradotto in francese e tedesco a inizio Ottocento. I due voll. a lui dedicati, modestamente definiti solo «un inizio» (p. 70) costituiscono in realtà un ampio e approfondito studio di questa figura tutt’altro che irrilevante di savant (nel senso di «cultore di scienze naturali, capace di spaziare all’interno di settori tematici diversificati», p. 11). Nel primo vol. (intitolato Tracce) l’a. ne disegna un’accurata biografia, attingendo a svariati documenti d’archivio, tra cui quelli conservati a Pienza presso i lontani discendenti, la famiglia Simonelli Santi, e all’ampia corrispondenza che egli intrattenne con vari scienziati e letterati, in primis Giovanni Fabbroni e Giuseppe Pelli Bencivenni (ma Santi fu in corrispondenza anche con il fratello Francesco Pio e con Giuseppe Chiaccheri, Sigismund von Hohenwart, William Thomson, Vincenzo Dandolo, Giuseppe Giuli, Hermann von Schubart, René Just Haüy, Giuseppe Raddi). Le raccolte più consistenti di lettere di o a Santi si trovano presso gli Archivi di Stato di Firenze e Milano, la Biblioteca Comunale di Siena, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e l’American Philosophical Society di Philadelphia. Il secondo vol. (intitolato Testi) contiene stralci di opere di e su Santi, oltre che la trascrizione di numerose lettere. - Luca Mazzoni

037-053 De l’argile au nuage. Une archeologie des catalogues, Genève, Bibliothèque de Genève, 2015, pp. 122, ill. col., s.i.p. La Bibliothèque Mazarine di Parigi e la Bibliothèque de Genève hanno organizzato lo scorso anno una importantissima mostra dedicata alla storia (o meglio, come recita il sottotitolo, all’archeologia) dei cataloghi. L’esposizione si è tenuta dal 13 marzo al 13 maggio a Parigi e dal 18 settembre al 21 novembre a Ginevra. All’appuntamento ginevrino, organizzato da Alexandre Vanaugaerden, ha partecipato anche il CRELEB. L’idea da cui è nata l’esposizione è semplice nella sua innovatività: da quando esiste la scrittura e quindi vengono prodotti dei testi, bisogna che esista anche un sistema per recuperare le informazioni, il catalogo. Da questo punto di vista è da considerarsi catalogo ogni forma di organizzazione del sapere, comprese le bibliografie o le classificazioni naturalistiche linneiane. L’esposizione ha anche avuto (a sua volta!) un poderoso catalogo con interventi di importanti studiosi tra cui i curatori, Frédéric Barbier, Yann Sordet e Thierry Dubois (se ne veda la recensione di N.V. in Þ «AB»035-C). La Bibliothèque de Genève ha predisposto però anche un più esile strumento (quello che qui si segnala) utile alla visita e il cui testo è consultabile liberamente anche online alla pagina http://institutions.ville-geneve.ch/fr/bge/actualites/actualites/ expositions/guide-de-visite-de-lexposition-de-largile-au -nuage/. Il volumetto, con belle illustrazioni a colori, è utile anche post eventum perché è pensato per guidare passo passo il lettore attraverso le trenta vetrine in cui la mostra era suddivisa. Ogni pezzo esposto è brevemente, ma accuratamente descritto permettendo così a chi consultasse la guida di rivedere il percorso espositivo. Uno strumento utile, anche a fini didattici, per ripercorrere la storia dei cataloghi, dalle tavolette d’argilla alle grandi opere della piena età moderna fino ai cataloghi a schede e all’informatica. – L.R.

037-054 De Simone (Giuliana), La Biblioteca del Collegium Goritiense Societatis Iesu nella Biblioteca Statale Isontina di Gorizia. Vol. 1: A-Bzowski, Baden Baden, Valentin Koerner, 2015 (‘Bibliotheca Bibliographica Aureliana’, 238), pp. 348, ISBN 9783873207387, € 114. Primo di una serie di sei volumi costituenti il catalogo alfabetico della ex biblioteca gesuitica goriziana. Grazie a un paziente lavoro sul posseduto della Biblioteca Statale Isontina, dove oggi è ospitata parte della collezione ignaziana, l’a. ha individuato 1.271 edizioni delle circa 4.000 di cui era costituita l’antica raccolta. Il primo vol. consta di 186 schede analitiche. Si aspetta il completamento di questa importante pubblicazione con l’aggiunta degli apparati paratestuali necessari alla consultazione di un così complesso e articolato strumento catalografico. – N.V.

037-055 De Venuto (Liliana), Carlotta Perini. La figura storica, «Il furore dei libri», 5, 2014, (nn. 12-13, settembre-dicembre), pp. 80-93, ill. col. Si tratta del profilo storico e intellettuale della scrittrice e poetessa trentina Carlotta Perini. Fin dall’adolescenza (nasce nel 1847), si cimenta nella produzione di opere poetiche a carattere storico, che hanno come centro di interesse le vicende della patria natia. La donna si può considerare come una delle prime dedite a tali attività letterarie nell’ambito della storia letteraria del Trentino, sicuramente una delle prime che apparteneva al ceto-medio che si andava formando, nel XIX secolo, dopo che Trento era stata annessa all’Impero Austro Ungarico. Vengono qui ricostruiti il clima culturale in cui la poetessa si formò, i suoi rapporti con varie figure di letterati del tempo e la sua produzione letteraria. – A.T.

037-056 De Venuto (Liliana), La carta porcellana, «Santini et similia», 20, 2015, (n. 78, aprile-giugno), pp. 16-19, ill. col. Il contributo si apre con una introduzione a quelli che furono i diversi usi del piombo in svariati campi tecnologici; e soprattutto alla visione che di questo metallo si può ricavare dai trattati di farmacopea del Settecento e dell’Ottocento, in relazione sia a possibili usi curativi e, successivamente, ai danni provocati dalle lavorazioni che ne prevedevano l’uso. Questa introduzione dell’a. è giustificata poiché protagonista della lavorazione della carta porcellana è proprio il piombo, o meglio la cerussa. Dopo una breve panoramica della tecnica di realizzazione di questo tipo di carta, si viene condotti attraverso una sorta di percorso che mostra i vari usi che di questa tecnica venivano fatti: dalla realizzazione di biglietti di invito o da visita, alle immaginette sacre, fino a quelle profane. Tecnica che permetteva di ottenere come risultato un disegno brillante e cangiante, che ricordava appunto quello della porcellana. Tale lavorazione, che produceva carta destinata principalmente alle classi elevate, nasce verso la fine degli anni trenta dell’Ottocento, principalmente in Belgio, tuttavia la sua esistenza fu breve poiché si riaffermò presto il tema della pericolosità a cui erano esposti gli artigiani che utilizzavano questa tecnica. – A.T.

037-057 Dondi (Cristina) – Neil Harris, Exporting Books from Milan to Venice in the Fifteenth Century: Evidence from the Zornale of Francesco de’ Madiis, in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 121-48. L’articolo analizza e descrive le edizioni milanesi individuate all’interno del diario di vendite (Zornale) del librario veneziano Francesco de’ Madiis, compilato tra il maggio 1484 e il gennaio 1488, gettando nuova luce sul commercio librario tra il ducato di Milano e la Serenissima alla fine del XV secolo. – N.V.

037-058 Duemila anni di cultura scritta in Croazia, a cura di Radoslav Katičić Slobodan P. Novak, Milano, Heffti, 1990, pp. 179, ill., manca ISBN, s.i.p. Il vol. riassume il materiale di due mostre degli anni Ottanta del secolo scorso dedicate alla cultura scritta sviluppatasi in oltre duemila anni nei territori dell’odierna Croazia. I documenti inseriti abbracciano un arco temporale che va dalle prime iscrizioni greche del III secolo a.C. fino alle pubblicazioni novecentesche a stampa. – N.V.

037-059 Dunn (Linda), Name authority control in large projects, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/3, settembre 2015, pp. C1-C7. Il name authority control è un sistema per garantire la standardizzazione nella gestione dei nomi indicizzati per le opere di ampia estensione o in continuazione. L’a. spiega come funziona il sistema, considerandone i punti deboli e quelli di forza e fornendo le fonti da utilizzare nella compilazione di un database autorevole di nomi – L.R.

037-060 Dunn (Linda), Names and the indexer, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/3, settembre 2015, pp. C8-C16. Si presentano le fonti da utilizzare per scegliere una forma adeguata per i nomi da inserire in un indice. – L.R.

037-061 Dunn (Linda), Resources for handling personal names in indexes, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/4, dicembre 2015, pp. C6-C16. L’a. fornisce una chiave di analisi riguardo alle risorse per la gestione dei nomi di persona nell’ indicizzazione e nella realizzazione di databases. – L.R.

037-062 Dunn (Linda), Resources for Handling titles to creative works in indexes, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/4, dicembre 2015, pp. C1-C5. L’a. fornisce una chiave di analisi riguardo alle risorse per la gestione dei titoli nell’ indicizzazione. – L.R.

037-063 Faggiolani (Chiara), Ricerca Qualitativa, Roma, Associazione Italiana Biblioteche, 2015 (‘Enciclopedia Tascabile’, 33), pp. 95, ill. b/n, ISBN 978-88-7812-239-0, € 12. Il volumetto, l’ultimo della nota serie rosa dell’AIB, affronta il tema della misurazione e della valutazione della qualità dei servizi in biblioteca. Si tratta di un aspetto che l’Italia conosce dagli anni Ottanta del Novecento, a partire da alcune indagini volte alla definizione del valore delle biblioteche. Oltre a ripercorrere brevemente la storia della ricerca qualitativa, l’a. si sofferma sui metodi di indagine e suggerisce alcune modalità di lettura di dati di non sempre facile e immediata interpretazione. Il tutto attingendo ampiamente agli ambienti e agli approcci tipicamente sociologici. Come nella tradizione della collana, anche questo vol. vuole essere una guida semplice, ma precisa, alla realizzazione di indagini sulla qualità dei servizi bibliotecari, di cui si descrivono anche le opportunità e i vantaggi in termini di un miglioramento globale dei servizi al pubblico e, quindi, una maggiore soddisfazione dell’utenza. La scena ovviamente si complica nella prospettiva di analizzare i cosiddetti big data, su cui l’a. si sofferma nell’ultimo cap.: l’ingente massa di dati sfida chi li voglia analizzare, a definire nuove metodologie e a creare nuovi strumenti di indagine. Chiudono l’indice delle figure e delle tabelle e un’ampia bibliografia di riferimento. – L.R.

037-064 Farkas (Gábor Farkas), The Buda Chronicles. The First Printed Book in Hungary: Printer, Work, Provenance, Patronage, «La Bibliofilìa», 117, 2015, n. 1, pp. 27-45. L’articolo prende in esame l’edizione della Cronaca di Buda, primo libro a stampa ungherese, pubblicata nel 1473 dal tedesco Andrea Hess. Di questa sono sopravvissuti dieci esemplari, analizzati dall’a. attraverso lo studio delle note di provenienza. – N.V.

037-065 Fedeli (Sara), La soggettazione della narrativa per bambini e ragazzi, «JLIS.it», 6/3, 2015, pp. 101-20. Dopo una rassegna della riflessione e delle pratiche scandinave e statunitensi, da tempo ben avviate, e dei passi ancora incerti compiuti in Italia, si propone di superare l’esclusione della narrativa dall’ indicizzazione semantica, adottando un linguaggio e criteri comuni a livello nazionale. – Pino Buizza

037-066 Feliciati (Pierluigi), L’usabilità degli ambienti bibliotecari e archivistici digitali come requisito di qualità. Contesto, modelli e strumenti di valutazione, «JLIS.it», 7/1, 2016, pp. 113-30. Lamentato lo scarso interesse agli studi dalla parte dell’utente e premesso un modello complessivo per la valutazione, esamina il problema della qualità d’uso delle interfacce, obiettivo da perseguire già in fase di progettazione degli ambienti digitali. Presenta le più significative proposte e protocolli di analisi, in particolare eGLU 2015, Come realizzare test di usabilità semplificati per i siti web e i servizi online delle PA. – Pino Buizza

037-067 Formiga (Federica), La biblioteca ritrovata: Saba e l’affaire dei libri Michelstaedter, «Culture del testo e del documento», 48, 2015, pp. 93-6. Recensione al vol. di Sergio Campailla, Marco Menato, Antonio Trampus e Simone Volpato (Firenze, Olschki, 2015), nel quale è ricostruito il percorso compiuto dai 271 libri appartenuti ad Alberto e Carlo Michelstaedter, tra spostamenti, perdite, vendite e rivendite, fino a giungere alla loro attuale “casa”, ovvero la Biblioteca Statale Isontina di Gorizia. – F.T.

037-068 Frati (Alessandro), L’ufficio diocesano per i beni culturali, Venezia, Marcianum Press, 2015, pp. 191, ISBN 978-88-6512-411-6, € 13. Dopo il Concilio Vaticano II, la Chiesa ha sviluppato una maggiore sensibilità nei confronti dei beni culturali ecclesiastici, non solo oggetti di tutela, ma anche patrimonio da valorizzare e rendere fruibile al pubblico. Dopo una sezione introduttiva che spiega la definizione “bene ecclesiastico”, la parte I svolge una disamina evolutiva delle sezioni interne al Corpus Iuris Canonicis che interessano specificamente i beni culturali. La parte II illustra le attuali responsabilità e il coordinamento interno dell’Ufficio Diocesano per i Beni Culturali con biblioteche, archivi e musei ecclesiastici. La sezione conclusiva si occupa invece delle possibili revisioni giuridiche e innovazioni istituzionali che potrebbero essere introdotte in un futuro prossimo. In calce al testo bibliografia, sitografia e un elenco delle fonti normative citate. – Davide Martini

037-069 Fröhlich (Dörthe), Register und digitale Bücher. Problematic, Erstellung und Gebrauchsmehrwert, Mainz, Mainzer Institut für Buchwissenschaft, 2015 Þ rec. Florian Ehrensperger, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/4, dicembre 2015, pp. 148-9.

037-070 Gallo (Federico), Didattica e annuncio della fede attraverso la biblioteca: l’esperienza dell’Ambrosiana, «Bollettino ABEI», 22-24, 2013-2015, pp. 33-6. Breve presentazione di una delle prime biblioteche italiane aperte al pubblico (1609), che fin dalla sua fondazione è orientata alla conservazione e alla fruizione del materiale librario, ma anche alla formazione e alla produzione scientifica. – L.R.

037-071 Gambetti (Lucio), Rari, rarissimi, introvabili. Considerazioni sul collezionismo del nostro Novecento letterario, in ALAI rivista di cultura del libro, pp. 9-32. Riflessione sul significato di libro raro e rarissimo (cioè prezioso) rivolta ai testi del Novecento letterario italiano. Segue (pp. 14-32) un elenco ragionato dei 50 libri che l’a. considera, a suo «sindacabilissimo giudizio», tra i più rari del secolo scorso. - Elena Gatti.

037-072 Ganda (Arnaldo), Cenni su carta, cartai e cartolai nel Quattrocento milanese, in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 149-63. Attraverso l’analisi dei documenti legali conservati presso l’Archivio di Stato di Milano, il saggio offre nuove informazioni circa le cartiere quattrocentesche della zona dei Corpi Santi, a sud della città. – N.V.

037-073 Gatta (Massimo), Quegli strani Canti stampati a Catania, in ALAI rivista di cultura del libro, pp. 47-60. Nel 1909 compaiono a Catania i Canti neri di Alfio Tomaselli, «un libretto oggi assai raro e dimenticato» (p. 56), stampato dal librario-editore Francesco Battiato: il libretto per grafica, disposizione del titolo di copertina e per caratteri tipografici, mostra una (finora) sconosciuta somiglianza con i Canti orfici di Dino Campana, impressi a Marradi ben cinque anni dopo. L’a. indaga, e inserisce così un ulteriore tassello nella vicenda dell’opera campaniana, un libro «indagato, censito e analizzato in ogni sua parte» (p. 50), sulla cui storia editoriale – compresa quella relativa alle rocambolesche vicende dell’exemplar – pareva restasse poco da aggiungere. Ma la bibliografia, si sa, non è scienza esatta e conclusa e ci regala, di tanto in tanto, sorprese inaspettate. Chiudono il pezzo due immagini (da raccolta privata) rispettivamente dei Canti orifici e dei Canti neri. - Elena Gatti

037-074 Gipponi (Tino), Arte è passione: da Funi a Capogrossi, Milano, Electa, 2007, pp. 115, ill. col., ISBN 978-88-370-503-3, s.i.p. Elegante catalogo della bella mostra lodigiana in onore di Tino Gipponi, in cui sono riportati splendidi esempi di arte figurativa italiana novecentesca, frutto dell’opera di autori vissuti al di fuori dei percorsi obbligatori della critica d’arte canonica. – N.V.

037-075 Gipponi (Tino), Attilio Rossi (1909-1994), Milano, Skira, [2009], pp. 77, ill. col., s.i.p. Catalogo della bella mostra tenuta a Maleo, Villa Trecchi dal 26 agosto al 6 settembre 2009, dedicata al pittore e grafico lombardo Attilio Rossi. – N.V.

037-076 Gipponi (Tino), La stampa d’arte antica. 60 capolavori da Dürer, Rembrandt a Goya, Lodi, Museo della stampa e stampa d’arte Andrea Schiavi, 2015, pp. 115, ill. b/n, s.i.p. Raffinata rassegna di stampe d’arte con alcuni autentici capolavori firmati da Brueghel, Rembrandt, Annibale Carracci, Dürer e Salvator Rosa. Si tratta di una esposizione tenuta presso il Museo della stampa e stampa d’arte di Lodi. – N.V.

037-077 Gipponi (Tino), Memoria di un amico. Il “segno” distintivo di G.B. Tregambe, Lodi, Museo della stampa e stampa d’arte Andrea Schiavi, 2015, pp. 43, ill. b/n, s.i.p. Omaggio all’incisore Girolamo Battista Tregambe, scomparso lo scorso anno, di cui è presentata una rassegna costituita da 33 notevolissime incisioni. – N.V.

037-078 Guerrini (Mauro), RDA in Italian. An opportunity to join the international context, «JLIS.it», 6/3, 2015, pp. 1-4. Annunciando la conclusione della traduzione ufficiale italiana di RDA, Resuorce Description and Access, destinata allo studio, se ne auspica l’impiego per ringiovanire il Servizio bibliotecario nazionale e allinearsi all’innovazione internazionale nel campo della catalogazione (o piuttosto metadatazione, o creazione di metadati). – Pino Buizza

037-079 Handbuch für Autorinnen und Autoren, herausgegeben von Sandra Uschtrin – Heribert Hinrichs, Inning am Ammersee, Uschtrin, 20158 Þ rec. Michael Robertson, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/3, settembre 2015, p. 120.

037-080 Hellinga (Lotte), A Few Words Before Beginning the First Session, in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 7-8. Sintetica presentazione della studiosa olandese dedicata in particolare al ricordo di Luigi Balsamo. – N.V.

037-081 Humez (Alexander) – Nicholas Humez, On the dot: the speck that changed the world, New York, Oxford University Press, 2008 Þ rec. Bill Johncocks, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/4, dicembre 2015, pp. 151-2.

037-082 Il collezionismo di Dante in casa Trivulzio. Guida alla mostra, a cura di Isabella Fiorentini Marzia Pontone, Milano, Biblioteca Trivulziana, 2015, pp. 18. Utilissima guida alla bella mostra organizzata dall’Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana di Milano in occasione dei 750 anni dalla nascita del sommo poeta e tenuta presso la Sala del Tesoro del Castello Sforzesco dal 4 agosto al 18 ottobre 2015. Il percorso espositivo, suddiviso in sette sezioni, propone dapprima le testimonianze relative a Convivio, Vita nuova, De vulgari eloquentia e Monarchia, per poi concentrarsi sulla Commedia e sulla fortuna del poema. I contenuti della mostra sono disponibili all’indirizzo online http://graficheincomune.comune.milano.it/GraficheInComune/bacheca/danteincasatrivulzio. N.V.

037-083 Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing. Atti del convegno internazionale, Milano, 10-12 settembre 2013, a cura di Alessandro Ledda, «La Bibliofilìa», 116, 2014, n. 1-3. Numero monografico della rivista dedicato al convegno Incunabula tenutosi a Milano nel settembre 2013. Si vedano schedati i singoli contributi.

037-084 Indexes reviewed, edited by Christine Shuttleworth, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/3, settembre 2015, pp. 115-8. Consueta rubrica di recensioni di indici. – L.R.

037-085 Indexes reviewed, edited by Christine Shuttleworth, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/4, dicembre 2015, pp. 144-8. Consueta rubrica di recensioni di indici. – L.R.

037-086 Innocenti (Piero), Insipiens dixi… Dediche nella biblioteca privata di Gentile, «Culture del testo e del documento», 48, 2015, pp. 57-78. L’a., utilizzando gli strumenti del mestiere (inventari, cataloghi…), concentra la sua attenzione su alcuni particolari documenti, parte del fondo Gentile, postillati dal filosofo stesso, recanti un’attestazione di un suo possesso o che gli furono donati. Chiudono il contributo alcune considerazioni polemiche relative alla poca attenzione prestata a questo materiale e più in generale alle collezioni personali di personaggi di questo calibro. – F.T.

037-087 Inpressioni [sic!]. Colloquia et exlibristica, anno 6, numero 12, autunno 2015, pp. 31. La rivista di piccolo formato, legata al network Grafica insieme che si occupa della promozione e della diffusione della cultura di alcune tecniche artistiche legate al libro e alla stampa, raccoglie brevi articoli di approfondimento sugli ex libris antichi e moderni. Presenta numerose immagini ed è arricchita da un ex libris in linoleografia autografo di Ettore Antonini. - Luca Montagner

037-088 «JLIS.IT», Vol. 6, Numero 3 (2015). Si vedano schedati i singoli contributi.

037-089 «JLIS.it», Vol. 7, Numero 1 (2016). Si vedano schedati i singoli contributi.

037-090 Lambroni (Giovanna), RIMMF and Olisuite/WeCat by @cult, or how to implement RDA, «JLIS.it», 6/3, 2015, pp. 175-80. La presentazione a Firenze (maggio 2015) da parte di Tiziana Possemato, del nuovo software WeCat, in grado di gestire la descrizione bibliografica e le entità persone, famiglie ed enti secondo i modelli entità-relazioni di FRBR e di FRAD, rappresentando così un ponte fra la vecchia generazione dei formati MARC e la nuova metadatazione proposta da RDA, Resource Description and Access, adottando la modalità linked open data per il miglior rendimento nel web semantico, e secondo quanto sviluppato alla Library of Congress con l’iniziativa BIBFRAME. – Pino Buizza

037-091 Ledda (Alessandro), Note sulla bibliofilia nella Milano della Restaurazione, in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 271-80. Il contributo analizza il collezionismo librario milanese del primo Ottocento focalizzandosi sulle figure del libraio Carlo Branca e del sacerdote Giacinto Amati, i quali registrarono nelle loro opere alcune delle rarità bibliografiche possedute nella città lombarda nel periodo della Restaurazione. – N.V.

037-092 MacGlashan (Maureen), Editorial, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/3, settembre 2015, p. 89. Alcune riflessioni sul self-publishing e sugli editori indipendenti. – L.R.

037-093 MacGlashan (Maureen), Editorial, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/4, dicembre 2015, p. 121. Un bilancio della stagione di convegni e conferenze dedicati all’indicizzazione. – L.R.

037-094 Marandola (Raffaella), Le declinazioni di Open Journal System, due studi di caso in Italia: Annals of Geophysics e Between, «JLIS.it», 7/1, 2016, pp. 131-79. Il software Open Journal System è in grado di supportare tutte le fasi di produzione e uso di riviste accademiche ad accesso aperto: il lavoro redazionale, il contributo degli autori, l’interrelazione dei lettori, secondo modalità scalabili e adattabili alle specifiche situazioni. L’ampia diffusione testimonia il valore culturale del software aperto, in grado di mettere in discussione le politiche dell’editoria commerciale. Vengono illustrate due realizzazioni italiane: Annals of geophysics, dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, evoluzione digitale degli Annali di geofisica, e Between, rivista dell’Associazione italiana di teoria e storia comparata della letteratura presso l’Università di Cagliari, nata digitale. Seguono interviste a John Willinsky, ideatore del sistema e ai responsabili delle due riviste. – Pino Buizza

037-095 Maspero (Gabriele), Importazioni illecite di libercoli scelerati. La prima traduzione italiana del Werther, in ALAI rivista di cultura del libro, pp. 61-7. Un mecenate-editore ricchissimo (Tommaso Francesco Maria de Bassus IV), un tipografo della Val Brembana senza attività propria ma tutt’altro che alle prime armi (Giuseppe Ambrosioni) e un titolo esplosivo (il Werther di Goethe). Il tutto ambientato sui monti retici (!), nell’ultimo ventennio del XVIII secolo. Questi gli ingredienti che fanno da sfondo alla princeps italiana del romanzo di Goethe che l’Ambrosioni licenziò a Poschiavo nel 1782 (SBN IT\ICCU\VIAE\025870), accompagnata – come se non bastasse – da un’ardita introduzione di Gaetano Grassi. L’a. racconta come e perché, tra affiliazioni massoniche e corrieri valtellinesi in odore di censura, l’avventura degli editori del “Werther italiano” terminò nel giro di soli otto anni. - Elena Gatti

037-096 Mazzucchi (Carlo Maria), Un inedito opuscolo greco autografo di Ciriaco d’Ancona sulle antiche magistrature romane, «Italia Medioevale e Umanistica», 55, 2014, pp. 291-302. L’articolo propone l’edizione con individuazioni delle fonti storiche di un autografo (ca. 1455) di Ciriaco d’Ancona, dedicato all’antica costituzione romana, contenuto nella parte terminale del codice Q 13 sup. della Biblioteca Ambrosiana. L’opuscolo, sebbene testimoni la poca dimestichezza dell’Anconitano con la lingua colta greca, mette in evidenza la fervente curiosità antiquaria del personaggio come pure la sua notevole capacità di confrontarsi con molteplici fonti. – N.V.

037-097 McKitterick (David), What Is the Use of Books without Pictures? Empty space in Some Early Printed Books, in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 67-82. La presenza degli spazi bianchi per le illustrazioni in due antiche edizioni ferraresi è il punto di partenza di questo saggio, in cui l’a. censisce gli esemplari superstiti delle edizioni e valuta le implicazioni delle pubblicazioni prive dei preventivati interventi manoscritti. – N.V.

037-098 McMaster (Max) – Michael Ramsden – Mary Russell, Indexing society news, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/3, settembre 2015, pp. 113-5. Rassegna di novità e di appuntamenti nel mondo delle società di indicizzazione. – L.R.

037-099 Milano (Alberto), Diplomi satirici e patenti umoristiche, in ALAI rivista di cultura del libro, pp. 69-83. Nel clima culturale milanese del XVIII secolo proliferarono le accademie più varie, l’appartenenza alle quali era attestata dai diplomi, manufatti a stampa destinati a una vita spesso effimera. L’a. si sofferma sull’ Accademia delle Chiccare (delle tazzine) e sull’unico (a oggi) esemplare noto del relativo diploma. Grazie al lungo testo in esso contenuto – quasi un pamphlet che si fa beffe delle frivole mode francesi – si evince che la finalità di quel diploma era soprattutto, per non dire unicamente, prendere in giro e fare satira. Completano il pezzo le riproduzioni di alcuni diplomi satirici (si veda pp. 78-83). - Elena Gatti

037-100 Millunzi (Gaetano), Storia del Seminario arcivescovile di Monreale, Monreale, Biblioteca “Ludovico II De Torres” - Seminario Arcivescovile, 2014, pp. X+[8]+324+[15], ISBN 978-88-99251-00-0, € 20. Ristampa anastatica dell’opera del canonico monrealese Gaetano Millunzi pubblicata a Siena nel 1859. Il vol. è corredato dai nuovi indici dei nomi e dei luoghi, utili a esplorare il testo e le numerose fonti in esso citate. – N.V.

037-101 Montecchi (Giorgio), Progetti e iniziative per la conoscenza, la desrizione e lo studio degli incunaboli milanesi, in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 231-6. Il saggio sintetizza le ricerche passate e presenti sugli incunaboli milanesi, ponendo particolare attenzione alla Historia literario-typografica Mediolanensis di Giuseppe Antonio Sassi (1745). – N.V.

037-102 Needham (Paul), Sixtus Riessinger’s Edition of Epistolae Hieronymi (GW 12420): circa (not after) 1470, in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 16-43. Nella disputa sulla datazione dell’edizione delle Epistolae Hieronymi pubblicata a Roma da Riessinger, l’a. si schiera con la tesi di Edwin Hall, secondo cui l’opera venne stampata in seguito all’edizione di Sweynheim e Pannartz del 1468. – N.V.

037-103 Nicolai (Roberto), La Biblioteca privata di Giovanni Gentile. Un Saluto, «Culture del testo e del documento», 48, 2015, pp. 7-8. Breve saluto del preside della facoltà di lettere e filosofia dell’ Università La Sapienza di Roma, che introduce alla giornata di studi sottolineando l’importanza del lavoro di ricerca svolto nella biblioteca personale di Giovanni Gentile, utile anche per ricostruire una parte di storia dell’Università romana e per riflettere, in un momento come questo, sulla riforma scolastica da lui ideata. – F.T.

037-104 Nuovo (Angela), Aldo Manuzio a Los Angeles. La collezione Ahmanson-Murphy all’University of California Los Angeles, «JLIS.it», 7/1, 2016, pp. 1-24. Una prestigiosa collezione di aldine, cresciuta grazie soprattutto all’appassionata promozione di Franklin Murphy, sesto chancellor dell’UCLA, e alla munificenza di vari mecenati locali, e poi ampliata alla tipografia italiana quattro e cinquecentesca, è fulcro degli studi sul nostro Rinascimento, nel contesto della metropoli californiana e della sua rinascita culturale a partire dagli anni sessanta del Novecento. Con note sugli studi biblioteconomici attuali, orientati al digitale. Con fotografie. – Pino Buizza

037-105 Nuovo (Angela), Privilegi librari a Milano (secc. XV-XVI), in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 193-204. Il saggio analizza lo sviluppo del sistema dei privilegi librari a Milano nella prima età moderna. Se in un primo momento esso rivela la fiducia nei confronti di un settore industriale altamente vitale e remunerativo, successivamente la presa di coscienza della effettiva dimensione della stampa locale portò a un intervento delle pubbliche autorità volto a favorire la costituzione di un solido commercio librario. – N.V.

037-106 Osbat (Luciano), Le biblioteche ecclesiastiche e l’Inquisizione romana, «Bollettino ABEI», 22-24, 2013-2015, pp. 37-42. Un excursus sul rapporto tra l’Inquisizione e le biblioteche ecclesiastiche italiane, con particolare riguardo all’applicazione degli Indices librorum prohibitorum, dal Cinque al Novecento. – L.R.

037-107 Palma (Marco), Aspetti quantitativi della produzione libraria manoscritta e a stampa nel Quattrocento, in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 165-78. Grazie all’analisi dei manoscritti datati e al confronto di questi con le contemporanee edizioni a stampa, l’a. offre uno schema della produzione manoscritta europea, evidenziando i rapporti quantitativi tra i due sistemi di riproduzione. – N.V.

037-108 Perbor (Gila), The Manuscript Collection of the Séminaire Israélite de France. Towards a New Catalogue, «La Bibliofilìa», 117, 2015, n. 1, pp. 3-26. L’articolo anticipa alcuni elementi del nuovo catalogo dei manoscritti ebraici del Seminario Israelitico di Parigi, presentando la collezione e mettendo in evidenza il suo significato in relazione alla necessità di una nuova catalogazione. – N.V.

037-109 Petrella (Giancarlo), Nuove acquisizioni per gli annali di Battista Farfengo, in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 45-65. Sulla base del ritrovamento di due documenti che mostrano come il tipografo Battista Farfengo fosse ancora in vita nell’anno 1513, il saggio approfondisce alcuni aspetti dell’avventura del bresciano, estendendo la datazione della sua attività agli anni Dieci del Cinquecento. – N.V.

037-110 Petrić (Tatijana), Bibliographic organisation of continuing resources in relation to the IFLA models. Research within the Croatian corpus of continuing resources, «JLIS.it», 7/1, 2016, pp. 181-205. Premesso che le regole di catalogazione croate non sono aggiornate per coprire le risorse continuative e che la pratica corrente recepisce gli standard dell’IFLA, si presenta un’indagine su un campione di seriali registrati dal centro nazionale ISSN presso la Biblioteca Nazionale di Zagabria, dal 2000 al 2011, che ha rilevato la presenza degli attributi e delle relazioni previste dai modelli FRBR, FRAD e FRSAD per le entità in essi rappresentate. I risultati mostrano che le attuali modalità mancano alcuni degli obiettivi richiesti dai modelli per la soddisfazione dell’utente, ma alcune incongruenze si rilevano negli stessi modelli, non completamente adeguati alla realtà delle risorse continuative, in particolare di quelle integrative. Testo solo inglese, titolo italiano: Organizzazione bibliografica delle risorse continuative in relazione ai modelli IFLA. Ricerca all’interno del corpus delle risorse continuative croate. – Pino Buizza

037-111 Petrucciani (Alberto), Tra Roma e Berlino: Luigi De Gregori, il GW e altre tracce della “repubblica degli incunabolisti”, in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 325-49. Gli incunabolisti europei, sebbene divisi da alcune controversie, formarono ai primi del Novecento una sorta di “repubblica” attraverso il reciproco scambio di informazioni e verifiche bibliografiche. Il saggio prende in esame le carte di Luigi De Gregori, in particolare in relazione alla collaborazione italiana al GW, per approfondire un aspetto poco conosciuto della storia dell’incunabolistica novecentesca. – N.V.

037-112 Pizzuto (Aldo), Paolo VI in Terra Santa, Milano, ETS, 2012, pp. 60, ill., ISBN 978-88-6240-145-6, € 5,70. Interessante libello sul pellegrinaggio intrapreso da Paolo VI nei luoghi santi all’indomani della chiusura del Concilio Vaticano II. Particolarmente toccante il capitolo dedicato all’incontro del papa col patriarca di Costantinopoli Atenagora, di cui viene trascritto il celebre colloquio. In chiusura una bella rassegna fotografica del pellegrinaggio. – N.V.

037-113 Poesia (La) della Svizzera italiana, a cura di Gian Paolo GiudicettiCostantino Maeder, Poschiavo, L’ora d’oro, 2014 (L’ora d’oro, 9), pp. 376, isbn 978-88-904405-8-8, € 24. Il vol., destinato «in particolare a giovani studenti di letteratura, sia liceali che universitari» (p. 7), presenta un panorama della poesia in lingua italiana scritta da autori che sono residenti o vivono in Svizzera. Vengono antologizzati testi di quindici poeti (nell’ordine Francesco Chiesa, a c. di C. Maeder; Valerio Abbondio, a c. di P. Montorfani; Felice Menghini, a c. di A. Paganini; Giorgio Orelli, a c. di P. Benzoni; Federico Hindermann, a c. di M. Pedroni; Remo Fasani, a c. di A. Paganini; Giovanni Orelli, a c. di G. P. Giudicetti; Grytzko Mascioni, a c. di C. Georis; Alberto Nessi, a c. di S. A. Delcroix; Gilberto Isella, a c. di S. Aman; Aurelio Buletti, a c. di J. Wijnants; Antonio Rossi, a c. di S. Ferrari; Fabio Pusterla, a c. di G. Güntert; Pietro De Marchi, a c. di G. Jacquet; Anna Ruchat, a c. di A. Mélan), più un capitolo finale dedicato alle «nuove generazioni» (a c. di R. Castagnola). In ogni cap. si fornisce una parca scelta di liriche, seguite da un profilo dell’autore, una «nota bibliografica» (edizioni delle opere e studi sull’autore) e un’altra lirica, dotata di ampio, talvolta amplissimo commento. - Luca Mazzoni

037-114 Politica de indexaçao, a cura di Isidoro Gil Leiva – Mariângela Spotti Lopes Fujita, São Paulo, Cultura Academic, 2012 Þ rec. Randa Dubnick, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/4, dicembre 2015, pp. 149-50.

037-115 Price (Ray), Electronic indexing using PagePlus, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/3, settembre 2015, pp. 105-7. L’a. illustra la funzione di indicizzazione automatica nel software PagePlus. – L.R.

037-116 Privitera (Antonello), Per una bibliografia aldina. I nuovi Annales della Stamperia degli Aldi, in ALAI rivista di cultura del libro, pp. 85-99. «Nell’intenzione di svecchiare gli Annales del Renouard mi sono prefisso... di fare incontrare il tono colloquiale e quasi complice delle vecchie bibliografie con una impostazione scientifica strictu sensu; nel tentativo di restituire al lettore... anche un panorama dell’universo manuziano... e dell’intreccio di legami... che intercorrono fra manoscritti, libri e autori scelti da Aldo» (p. 85): ovvero l’a. presenta e spiega (avventurandosi anche in cervellotici calcoli sulla possibile tiratura del Polifilo e del De Aetna, pp. 88-9) i “suoi” Nuovi Annales aldini, ancora work in progress (vol. 1: Aldo il Vecchio; vol. 2. eredi di Aldo e di Paolo; vol. 3: Aldo il Giovane). - Elena Gatti

037-117 Pugliese (Silvia), Dalla Persia a Venezia. Le carte e la legatura ‘laccata’ del Corano marciano Or. 68 (=65), «La Bibliofilìa», 117, 2015, n. 1, pp. 81-103. Il saggio esamina i differenti materiali e le tecniche utilizzate per la legatura di un prezioso Corano persiano manoscritto cinquecentesco conservato presso il fondo dei manoscritti Orientali della Biblioteca Marciana di Venezia. – N.V.

037-118 Quinn (Sherrey), Evaluating indexes: observations on ANZSI experience, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/3, settembre 2015, pp. 107-12. L’a. discute i criteri da impiegare per la valutazione di indici e presenta l’esperienza nel settore dell’associazione degli indicizzatori australiani e neozelandesi. – L.R.

037-119 Rapporto sulle biblioteche italiane 2013-2014, a cura di Vittorio Ponzani, direzione scientifica di Giovanni Solimine, Roma, Associazione italiana biblioteche, 2015, pp. 156, ISBN 978-88-7812-237-8, € 20. Il rapporto redatto per gli anni 2013-2014 evidenzia sempre più le difficoltà in cui si dibattono tutte le realtà bibliotecarie italiane, che purtroppo sembrano avviate a un destino di inarrestabile declino. – M.C.

037-120 Rhodes (Dennis E.), In memoria di Anthony Robert Alwyn Hobson (5 settembre 1921-12 luglio 2014), «La Bibliofilìa», 117, 2015, n. 1, pp. 105-7. Ricordo intenso di uno dei più grandi storici europei della legatura. – N.V.

037-121 Rhodes (Dennis E.), Un’edizione veneziana del Petrarca con le sue diramazioni bibliografiche, «La Bibliofilìa», 117, 2015, n. 1, pp. 47-57. Attraverso un accurato studio bibliografico, l’a. esamina l’edizione del Petrarca stampata nel 1541 da Comin da Trino per Vincenzo Valgrisi e Giovanni de Francesi. Il saggio corregge alcune sviste dei repertori aggiungendo preziose informazioni sull’edizione, come pure sui successivi usi della xilografia presente al frontespizio. – N.V.

037-122 Riccardi (Carla), Un rapporto editoriale tra affari e amicizia: Verga e Treves, in ALAI rivista di cultura del libro, pp. 157-179. L’indagine filologica su stampe e manoscritti di romanzi e novelle di Verga ha contribuito, tra le altre cose, a fare luce sulle abitudini e sui problemi che caratterizzavano l’editoria postunitaria. Mettendo a fuoco, per esempio, come Emilio Treves – più di altri editori suoi contemporanei - ebbe «capacità di consigliare, seguire, suggerire, a volte anche con giudizi taglienti e decisioni irrevocabili» (p. 159), lasciando intendere l’esistenza di un rapporto con Verga giocato tra affari e amicizia, come infatti si legge nel titolo. L’a. irrobustisce la propria riflessione appoggiandosi ad alcuni stralci, talvolta anche parecchio vivaci (si veda, per esempio, p. 162), della corrispondenza fra i due. Completano il pezzo le riproduzioni del frontespizio delle edizioni Treves 1880, 1881 e 1897 di Vita dei campi (pp. 177-79). – Elena Gatti

037-123 Rivali (Luca), La guerra dei libri. Marie-Louis Polain e l’incunabolistica tra Otto e Novecento, in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 305-23. Il contributo prende in esame la vita e la carriera di Marie-Louis Polain gettando nuova luce sull’importanza di questa figura per gli studi di incunabolistica. In particolare l’a. focalizza la sua attenzione sui rapporti intessuti da Polain con altri incunabolisti del suo tempo, primo fra tutti Konrad Haebler. Di estremo interesse l’analisi effettuata sulla raccolta privata del bibliotecario belga, conservata in parte presso la Bibliothèque Municipale di Versailles, che costituisce una fonte eccezionale per la comprensione del metodo di lavoro di uno dei più grandi incunabolisti di sempre. – N.V.

037-124 Rossi (Antonietta), La biblioteca di Giovanni Gentile. Sezione Miscellanea: curiosità e particolarità, «Culture del testo e del documento», 48, 2015, pp. 23-6. Di particolare interesse è la Sezione Miscellanea del fondo Gentile, descritta nel presente contributo e costituita da ben 10.000 documenti, chiara testimonianza dell’attività intellettuale del filosofo, dei suoi contatti e dell’ambiente entro cui agiva; la sezione riveste però anche un particolare interesse per la ricchezza di postille, appunti, inviti, ritagli di giornali inseriti tra una pagina e l’altra degli esemplari e per essere una rappresentazione della «produzione editoriale italiana e in alcuni casi anche straniera, della prima metà del Novecento» (p. 24). – F.T.

037-125 Rossi (Tiziano), Petrarca, Boccaccio, Leonzio e Omero, in ALAI rivista di cultura del libro, pp. 101-11. Con l’aiuto del calabrese Leonzio Pilato prima e di Giovanni Malpaghini poi, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio allestirono, fra il 1362 e il 1369, la traduzione latina dei poemi omerici. L’a. racconta le varie (e a tratti rocambolesche) fasi del lavoro, e quale sorte toccò, dopo la morte di Petrarca, ai codici contenenti le due traduzioni (approdarono a Parigi alla fine del XVI secolo, e dal 1666 si trovano presso la Bibliothèque Nationale). In attesa di un’edizione critica delle versioni di Leonzio, l’a. ha pubblicato il testo integrale dell’Iliade (corredato dalle postille petrarchesche), e sta lavorando – ci fa sapere – per pubblicare anche quello dell’ Odissea. Chiude il pezzo la riproduzione della carta iniziale di ciascuno dei due codici (pp. 110-11). - Elena Gatti

037-126 Sabba (Fiammetta), Panorama dei centri di documentazione e delle biblioteche delle camere di commercio italiane, «JLIS.it», 6/3, 2015, pp. 153-74. La situazione, molto variegata, delle biblioteche o centri di documentazione di diverse Camere di commercio italiane, fra servizi di aggiornamento per il mondo dell’economia e tutela di patrimoni storici anche importanti, in tempi di riduzione dei bilanci disponibili e del personale dedicato. – Pino Buizza

037-127 Salis (Fabio), La disciplina bibliografica, «Culture del testo e del documento», 48, 2015, pp. 111-21. L’a. riflette su cosa sia la Bibliografia, da sempre materia discussa per la sua eterogeneità, e soprattutto su cosa essa sia oggi: online e digitale potrebbero essere un punto di svolta per giungere a «un altro modo di fare Bibliografia» (p. 121). – F.T.

037-128 San Filippo Neri e compagni. La Società Bibliografica Toscana per i cinquecento anni dalla nascita, a cura di Mario De Gregorio, Siena, Società Bibliografica Toscana, 2015, pp. 36, ill., ISBN 978-88-982822-2-7, s.i.p. Piccolo catalogo che la Società Bibliografica Toscana ha presentato durante la mostra Filippo Neri: un santo tra cultura e devozione popolare, inaugurata a Firenze il 13 febbraio 2015 per i 500 anni dalla nascita di San Filippo Neri. Il vol. raccoglie 13 dettagliate schede bibliografiche relative ai libri esposti per l’ occasione, una breve raccolta di prime opere sulla vita del santo e dei suoi primi compagni. - Luca Montagner

037-129 Sarlatto (Mara), Paper engineers e dispositivi cartotecnici dei libri animati tra Otto e Novecento, «JLIS.it», 7/1, 2016, pp. 89-112. I libri animati per l’infanzia fino agli odierni libri pop-up attraverso le figure dei più importanti progettisti, veri e propri ingegneri dei dispositivi che costruiscono scene tridimensionali all’apertura delle pagine e mettono in movimento i personaggi tramite linguette, nastri o tiranti. Dopo il londinese Robert Sayer, dal 1850 l’editore Dean and Son, i tedeschi Lothar Meggendorfer e Ernest Nister, poi Saint Louise Giraud e infine il ceco Vojtěch Kubašta. Testo anche in inglese, con titolo: Paper engineers and mechanical devices of movable books of the 19th and 20th centuries. – Pino Buizza

037-130 Sasso (Gennaro), Per la biblioteca di Giovanni Gentile, «Culture del testo e del documento», 48, 2015, pp. 79-85. Una presa di coscienza di come le carte dell’Archivio della Fondazione Gentile – rispetto ai libri – siano state tristemente trascurate, tanto che ancora oggi, per mancanza di personale, l’Archivio rischia la chiusura, seppur nell’ultimo periodo siano state realizzate diverse iniziative didattico-scientifiche di valore. Una riflessione poi, accompagnata da esempi concreti, sull’utilità di studiare biblioteche appartenute a studiosi del calibro di Gentile, che spesso sono uno «specchio fedele» (p. 80) di interessi e gusti, ma anche di rapporti e relazioni, con personaggi altrettanto illustri. – F.T.

037-131 Scapecchi (Piero), Esemplari stampati a caratteri mobili presenti in Italia prima dell’introduzione della stampa. Prospettive di studio, in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 9-15. Il saggio prende in esame le informazioni esistenti circa i libri a stampa giunti nella penisola italiana prima del 1465, partendo dall’ analisi delle note di possesso di alcuni esemplari, per passare poi alle liste di libri certamente immessi sul commercio italiano prima dell’impresa di Subiaco. – N.V.

037-132 Schoff (Rebecca L.), Reformations. Three Medieval Authors in Manuscript and Movable Type, Turnhout, Brepols, 2007, pp. XV+230, ill., ISBN 978-2-503- 52316-3, € 70. Questo vol., pubblicato da Brepols, ineccepibile sotto il profilo estetico, ha come scopo fondamentale quello di evidenziare gli elementi di continuità nella ricezione tra medioevo ed età moderna di tre testi della letteratura medievale inglese: The Canterbury tales, The Book of Margery Kempe e Piers Plowman. L’opera rappresenta nel complesso un buon lavoro d’indagine, forse troppo generalista nella sua tesi fondamentale e alquanto povero in termini di innovazione metodologica. Ciononostante alcune intuizioni risultano apprezzabili, soprattutto in relazione alla funzione dei lettori nel processo di consolidamento della figura attiva dell’autore. – N.V.

037-133 Seche (Giuseppe), L’edizione sarda della Glosa di don Rodrigo de Valdepeñas alle Coplas di Jorge Manrique, «La Bibliofilìa», 117, 2015, n. 1, pp. 59-79. L’articolo si focalizza sulla fin qui ignota edizione della Glosa di Rodrigo de Valdepeñas pubblicata a Cagliari da Nicolò Canyelles nel 1568. L’esame getta nuova luce sulla circolazione del testo nel mondo iberico, nonché sulle vicende legate alla storia della tipografia di Canyelles. – N.V.

037-134 Shostak (Keith), Index your book fast using any word processor, Kindle edition via Amazon Media, 2015 Þ rec. Bill Johncocks, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/3, settembre 2015, pp. 119-20.

037-135 Shu (Xu), The Shen Bao Index: its academic significance and effect on the development of Chinese indexing, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/4, dicembre 2015, pp. 126-30. L’indice del noto giornale cinese «Shen Bao» è diventato una risorsa indispensabile per gli storici nella Cina moderna. L’a. spiega come e perché è stato realizzato. – L.R.

037-136 Simone (Carla), La Teca digitale della biblioteca privata di Giovanni Gentile, «Culture del testo e del documento», 48, 2015, pp. 27-30. Viene descritto il progetto di digitalizzazione del patrimonio librario della Sapienza (progetto nazionale Google Books Search), nel quale rientra anche il fondo Gentile. In particolare, in occasione del settantesimo anniversario della morte del filosofo, è stata presentata una teca digitale di 800 libri antichi, provenienti dal suddetto fondo. – F.T.

037-137 Spinazzola (Margherita), Tradurre il gusto, «IBC», 22, 2014, pp. 31-6. Dopo la pubblicazione della nuova edizione inglese di “Cucina all’Opera” l’autrice effettua alcune riflessioni sulle opportunità di proporre in un’altra lingua i testi che coniugano la letteratura culinaria e le vicende musicali dell’Emilia-Romagna. – N.V.

037-138 Splendori rinascimentali nelle corti dell’Italia settentrionale. Guida alla mostra, a cura di Isabella Fiorentini Marzia Pontone, Milano, Biblioteca Trivulziana, 2015, pp. 20. Il cataloghino di questa interessante mostra (20 marzo – 3 maggio 2015) organizzata dalla Biblioteca Trivulziana in coordinamento con l’analoga iniziativa espositiva di manoscritti miniati al J. Paul Getty Museum, è un ottimo esempio di libello espositivo, molto curato sia nella confezione dei testi, sia nella suddivisione degli stessi secondo un criterio geografico che comprende idealmente i potentati di Milano, Mantova e Venezia. – N.V.

037-139 Stevens (Kevin S.), Publishing the Constitutiones Dominii Mediolanensis (1541-1552): New Revelations, in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 215-29. Il contributo presenta nuove acquisizioni sulla stampa delle prime edizioni delle Constitutiones Dominii Mediolanensis, analizzando tiratura, vendita delle copie e altri elementi emergenti dai documenti archivistici riguardanti la pubblicazione del testo. – N.V.

037-140 Stock (Wolfgang G.) – Mechtild Stock, Handbook of information science, Berlin, De Gruyter Saur, 2013 Þ rec. Jon Jermey, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/4, dicembre 2015, pp. 150-1.

037-141 Storia degli Oscar Mondadori, a cura di Alberto Cadioli, Milano, Unicopli, 2015 (‘L’Europa del Libro’), pp. 170, ill. col., ISBN 978-88-400-1848-5, € 15. Un interessante vol. di approfondimento dedicato a una delle collane italiane che hanno fatto storia, gli Oscar Mondadori. Dopo il contributo di Alberto Cadioli (pp. 9-27), in cui si sostiene fermamente la necessità di dedicare attenzione allo studio delle collane librarie, il saggio di Isotta Piazza (pp. 29-76) si concentra sulla nascita e la storia della collana economica Mondadori, dal 1965 a oggi. Virna Brigatti (pp. 77-108) analizza invece la particolare relazione creatasi tra editore, autori e lettori e le loro “reazioni” di fronte agli Oscar, mentre Marco Corsi (pp. 109-26) si sofferma su un particolare genere letterario, ovvero la poesia, in rapporto alla collana mondadoriana. L’ultimo saggio, di Marta Sironi (pp. 127-42), prende in esame la grafica editoriale della collana, che rivestì un’importanza più che notevole. Chiudono il vol. un apparato iconografico e un’appendice dedicata alle maggiori collane letterarie degli Oscar. – F.T.

037-142 Storia della Biblioteca Apostolica Vaticana, III: La Vaticana nel Seicento (1590-1700): una biblioteca di biblioteche, a cura di Claudia Montuschi, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 2014, pp. 911, ill. col., ISBN 978-88-210-0918-1, s.i.p. È giunto alla terza tappa il grande progetto iniziato nel 2010 (per la recensione di N.V. ai primi due voll. si veda Þ «AB»027-G), dedicato alla ricostruzione della storia di una tra le più importanti biblioteche a livello mondiale. L’ampio vol., dedicato agli anni 1590-1700, è suddiviso in cinque differenti sezioni, ognuna delle quali offre una serie di interventi di illustri studiosi. La prima di queste sezioni è dedicata al Contesto storico culturale (pp. 15-74): imprescindibile risulta una panoramica tra i pontefici in carica dalla fine del XVI e per tutto il XVII secolo, utile per meglio comprendere lo sviluppo della Vaticana stessa (Ambrogio M. Piazzoni), la quale si colloca, come spiega Alfredo Serrai nel successivo contributo, all’interno di una vasta costellazione costituita da ben centoventisei biblioteche romane esistenti e operanti in questi anni. La seconda sezione è dedicata al Personale della Biblioteca (pp. 75-240) e si apre con due contributi, uno di Maria Antonietta Visceglia e l’altro di Orietta Filippini, dedicati alle figure di cardinali bibliotecari, custodi e scriptores rispettivamente sotto i pontificati susseguitisi da Urbano VII a Urbano VIII e da Innocenzo X a Innocenzo XII; segue poi, a cura di Christine Maria Grafinger, un elenco di nomi del personale con date di inizio e fine del servizio (oltre alle fonti dalle quali i dati sono stati prelevati), relativo al periodo preso in esame nel vol. I lavori di Thomas Cerbu e di Domenico Surace sono invece incentrati sulla figura di Leone Allacci e sul suo lungo percorso in Vaticana. Il contributo di Paolo Vian, infine, è dedicato a Lucas Holste, primo custode della Biblioteca. La sezione intitolata Le accessioni e la collocazione delle raccolte (pp. 241-598) è la più vasta tra le cinque e vede i primi due contributi, a opera di Sergio Pagano e Marco Maiorino, concentrarsi sull’Archivio Apostolico, che prima fu parte integrante della Biblioteca, poi divenne un istituto completamente autonomo nel 1630. I successivi saggi sono dedicati alle accessioni: fondi Palatini (Claudia Montuschi), fondi Urbinati (Marcella Peruzzi), fondi Reginensi (Eva Nilsson Nylander), gli Orientalia (Michele Piemontese), i Vaticani latini (Antonio Manfredi, Assunta di Sante), i Vaticani greci (Timothy Janz) e gli stampati (Tiziana Pesenti). La quarta sezione è incentrata sui Luoghi (pp. 599-744), ossia l’architettura degli ambienti, tema affrontato da Giovanni Curcio (con la collaborazione di Enrico Da Gai, Orante Paris, Eleonora Venti e una scheda di Eleonora Pistis), la decorazione pittorica, di cui si è occupata Elena Fumagalli, gli affreschi delle sale Paoline del Novum Vaticanum Archivium (Marco Maiorino, coadiuvato da un dossier fotografico) e le epigrafi, analizzate da Marco Buoncore. L’ultima sezione, Studiare in Vaticana (pp. 745-822), prende in esame da un lato i regolamenti e le modalità di accesso alla Biblioteca stessa (Christine Maria Grafinger), dall’altro il ruolo da essa giocato all’interno della cultura europea del periodo (Irene Fosi) e da ultimo un particolare ambito di studio, ovvero le scienze naturali nel contesto della vita culturale romana e italiana in generale (Maria Pia Donato). Chiudono il vol. la Galleria dei ritratti dei primi custodi, una Cronologia e tre differenti Indici. – F.T.

037-143 Sweazy (Larry D.), See also murder. A Marjorie Trumaine mystery, Amherst (NY), Seventh Street Books, 2015 Þ rec. Meredith Murray, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/4, dicembre 2015, p. 152.

037-144 Thomas (Keith), How the historians work, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/4, dicembre 2015, pp. 122-6. L’a. analizza i tradizionali metodi di lavoro di indicizzazione, giungendo alla conclusione che anche nell’era digitale essi non siano ancora del tutto superati. – L.R.

037-145 Tiezzi Maestri (Paolo) – Marco Gamannossi – Mario de Gregorio – Domenico Zafarana, Sant’Orsola di Bretagna, [Torrita di Siena], Società bibliografica toscana, 2015 (‘Ecclesia Sanctorum’, 7), pp. 53, ill. b/n, ISBN 978-88-9828-224-1. Il volumetto, incentrato sulla vergine e martire che la tradizione vuole di origine bretone, si apre con un contributo di Tiezzi, il quale ricorda le più importanti versioni note della vita della santa, contenute in diverse cinquecentine appartenenti ad associati della Bibliografica, concludendo con un pensiero ad Angela Merici, fondatrice tra Quattro e Cinquecento delle suore Orsoline. De Gregorio si dedica invece a Guidobaldo Mercati, noto solamente per aver composto la Tragedia o vero rappresentazione di santa Orsola di Brettagna, pubblicata postuma a Firenze nel 1585, per i tipi di Bartolomeo Sermartelli. La storia degli splendidi busti reliquiari delle Vergini di sant’Orsola, conservati nell’abbazia di Settimo (FI), è ripercorsa da Gamannossi. Chiude il settimo libriccino di questa bella collana, il contributo di Zafarana intitolato La nuzialità come via per la santificazione. – F.T.

037-146 Tomasi (Francesca) Marilena Daquino, Modellare ontologicamente il dominio archivistico in una prospettiva di integrazione disciplinare, «JLIS.it», 6/3, 2015, pp. 13-40. In un’ottica interdisciplinare, il contributo illustra un modello di descrizione archivistica centrato sugli agenti, produttori e non. Di questi considera le funzioni svolte, relativamente ai testi, alle fonti in cui sono nominati e alle attribuzioni che vi ricevono, e i ruoli politici ricoperti, fissando appropriate relazioni fra entità. Entità che inevitabilmente travalicano il dominio archivistico e sono governabili mediante ontologie che raccolgano competenze e interessi di altri campi coinvolti nell’organizzazione semantica dell’eredità culturale. L’ontologia PRoles (Political roles), appositamente concepita, consente come esito ricerche estremamente ricche e dettagliate, a cavallo tra archivistica e filologia, fra documento e contesto storico. L’edizione digitale delle lettere inviate e ricevute da Vespasiano da Bisticci è presentata come caso di studio; da qui una rielaborazione del modello, con la previsione di un’ulteriore applicazione allo stesso epistolario. – Pino Buizza

037-147 Trahan (François), An award-winning indexer tells his side of the story, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/4, dicembre 2015, pp. 143-4. Si pubblica l’intervento dell’a., vincitore del primo Edwart-Daveluy Indexing Award, alla cerimonia di premiazione, svoltasi durante la ISC/ICS Conference di Victoria, British Columbia, maggio 2015. – L.R.

037-148 Tramontana (Felicita), Una terra di intersezioni. Storia e istituzioni della Palestina di età moderna, Roma, Carocci, 2015, pp. 159, ill., ISBN 978-88-430-7458-7, € 17. Questo ottimo vol. presenta una densa ricerca sulle vicende del territorio palestinese dall’ inizio della dominazione ottomana ai primi scorci dell’Ottocento. Particolarmente interessante lo studio effettuato dall’a. sugli scambi commerciali e le connessioni sociali, come pure quello relativo all’arrivo dei missionari cattolici e all’influenza di questi sul territorio. In chiusura una nutrita bibliografia e l’indice dei nomi. – N.V.

037-149 Trésor du Saint-Sépulcre. Ouvrage publié à l’occasion de l’exposition présentée au Château de Versailles et à la Maison de Chateaubriand (Châtenay-Malabry) du 16 avril au 14 juillet 2013, sous la direction de Muriel Hoyaux, Cinisello Balsamo, Silvana, 2013, pp. 430, ill. col., ISBN 978-88-3662-591-8, € 39. Catalogo (disponibile anche in versione inglese) della mostra svoltasi allo Château de Versailles e alla Maison de Chateaubriand (Châtenay-Malabry) dal 16 aprile al 14 luglio 2013 e organizzata da Bernard Degout (direttore della Maison Chateaubriand) e dallo storico dell’arte Jacques Charles Gaffiot, in collaborazione con il Conseil général des Hauts-de-Seine e la Custodia di Terra Santa (vedi la cronaca in Þ «AB»26, pp. 53-4). Il poderoso vol., come la mostra, svela 250 tra i più significativi e preziosi pezzi componenti il tesoro della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme, formatosi lungo i secoli sulla base soprattutto di donazioni che giungevano a Gerusalemme dalle principali corti europee. Dopo i saggi introduttivi, si dedica ogni capitolo agli omaggi di una specifica entità politica europea. Si tratta, per lo più, di oggetti legati al culto e alla liturgia: paramenti, ostensori, candelabri, tabernacoli, pastorali, sovracoperte per messali o lezionari... Principale destinatario di questi capolavori dell’oreficeria e della manifattura tessile europea era la grande basilica del Santo Sepolcro, ma anche gli altri santuari, da Nazareth a Betlemme, beneficiarono di importanti e ricche donazioni. Alla Custodia venivano donati anche altri oggetti, meno preziosi, ma ugualmente utili alla vita dei frati e alle attività quotidiane dei conventi. Talvolta si tratta di oggetti, anche libri, portati dai pellegrini, a testimoniare il legame dei Francescani con coloro i quali, incessantemente anche dopo la caduta di San Giovanni d’Acri (1291), continuarono ad affluire a Gerusalemme e in Terra Santa. Libri che oggi si conservano presso la Biblioteca Centrale della Custodia, nel convento di San Salvatore. Un apposito capitolo del vol. (pp. 357-69) è appunto dedicato agli itinerari di viaggio in Terra Santa, riccamente illustrati con immagini calcografiche. Si va dalla traduzione tedesca del resoconto di viaggio di Felix Fabri (Frankfurt am Main, David Zöpfel, 1557), all’Itinerarium Hierosolymitanum et Syriacum di Jan van Cootwijk (Amsterdam, Hieronymus Verdussius, 1619) fino all’Itineraire de Paris à Jérusalem di François-René de Chateaubriand (Paris, Le Normant, 1811), passando per una piccola ma significativa selezione di resoconti di viaggio pubblicati tra Sei e Settecento. Un altro cap. è dedicato invece ai documenti, tra i quali spiccano per eleganza e ricchezza decorativa i firmani, ovvero i documenti dei sultani che concedevano ai Francescani il permesso di viaggiare nelle terre dell’impero. Il vol. è riccamente illustrato e si chiude con un glossario e un’ampia bibliografia. – L.R.

037-150 Trovare lavoro in editoria. Guida completa a una professione che cambia, a cura degli studenti del master Professione editoria cartacea e digitale 2015, Università Cattolica del Sacro Cuore - Scuola di Editoria del Centro Piamarta di Milano, Milano, Editrice Bibliografica, 2015 (‘I mestieri del libro’), pp. 163, ill. b/n, ISBN 978-88-7075-871-9, € 23,50. Trovare lavoro in editoria non è impossibile – come lascerebbe credere l’opinione comune – ma anzi, oggi più che mai si è di fronte a un settore in continuo sviluppo e cambiamento, che apre a un numero sempre maggiore di possibilità molto differenti tra loro: non solo narrativa e saggistica ma anche scolastica, stampa tecnica, editoria per bambini e ragazzi; non solo libri e giornali ma anche e-book, siti web, banche dati; non solo redazione, correzione di bozze e impaginazione, ma anche content management, social media management, progettazione di siti web; non solo case editrici, ma anche service e agenzie letterarie… solo per citare alcuni esempi. Esempi e testimonianze che vengono presentati all’interno di questo utile vol., a cura degli studenti del master Professione editoria cartacea e digitale dell’Università Cattolica, nei sei agili capitoli in cui è suddiviso (L’editoria oggi; Cosa si fa; Dove si lavora; Come si lavora; Come si impara; Come si cerca lavoro). – F.T.

037-151 Un volgarizzamento trecentesco degli «Stratagemmata» di Frontino, a cura di Sara Gobbini, Kraków, Faculty of Philology - Jagiellonian University of Kraków, 2014, pp. 263, ISBN 978-83-62705-11-5, s.i.p. Il manoscritto Ital. fol. 149 della Biblioteka Jagiellońske di Cracovia, copiato a Bologna nel 1381, costituisce l’«unico esemplare del primo volgarizzamento italo romanzo» (p. 8) degli Stratagemmata di Sesto Giulio Frontino. Segnalato già da Leandro Biadene nel 1887 che lo vide a Berlino, questo codice doveva far parte della biblioteca dell’umanista veneziano Ermolao Barbaro (così testimonia un erudito del sec. XVIII che poteva ancora leggere la nota di possesso, ora rimossa con la coperta originale) per poi passare al Monastero di San Michele di Murano: trasferito quindi alla Biblioteca Nazionale di Roma, il manufatto fu venduto nel 1833 alla Königliche Bibliothek di Berlino per poi raggiungere la Polonia insieme agli altri codici berlinesi durante il secondo conflitto mondiale. Il presente vol., oltre a descrivere correttamente la storia del codice e del testo che contiene, propone un’edizione integrale del volgarizzamento condotta con criteri giustamente conservativi che restituiscono le abitudini grafiche del copista bolognese (il cui profilo grafo-fonetico è analizzato con attenzione nel commento linguistico finale). – Marco Giola

037-152 Venuda (Fabio), Anecdota. Una base dati per gli annali tipografici, in Incunabula. Printing, Trading, Collecting, Cataloguing, pp. 237-53. Il contributo illustra la struttura e le funzionalità del database Anecdota, strumento creato per navigare all’interno degli annali tipografici, basato sugli Annali di Gabriel Giolito de’ Ferrari di Salvatore Bongi. – N.V.

037-153 Volgarizzamento della «Chirurgia parva» di Lanfranco da Milano nel manoscritto Ital. Quart. 67 conservato nella Biblioteca Jegiellonica di Cracovia, a cura di Roman Sosnowsky, Kraków, Faculty of Philology - Jagiellonian University of Kraków, 2014, pp. 283, ISBN 978-83-62705-10-8, s.i.p. La storia testuale dei testi pratici in volgare (e in modo particolare quella delle opere tecniche), come è noto, presenta percorsi spesso estravaganti e difficili da ridisegnare con esattezza: a questo modello non si sottrae il volgarizzamento italiano della Chirurgia parva di Lanfranco da Milano, manuale di medicina noto in larga parte dell’Europa tre-quattrocentesca sia nell’originale latino sia nelle versioni romanze che da questo ne erano state tratte. Il volgarizzamento italiano, indagato in questo vol., è attestato da quattro manoscritti, tutti settentrionali, che mostrano un quadro della tradizione pienamente in linea con quello delle opere che circolavano negli ambienti dei professionisti ma al di fuori di quelli delle Università: evidenti operazioni di aggiornamento del testo («la teoria doveva cedere il passo agli aspetti pratici della medicina», p. 79) hanno infatti adulterato la lezione al punto da rendere impossibile una ragionevole classificazione dei testimoni, ritenuti tra loro «autonomi» e privi di rapporti genealogici (p. 75). A questa ampia e argomentata introduzione segue l’edizione commentata del manoscritto Ital. quart. 67 della Biblioteka Jagiellońske di Cracovia, corredata a piè di pagina da un apparato critico e dal testo latino cui si riferisce. – Marco Giola

037-154 Walters (John L.), Fifty Typefaces That Changed The World, Alison Starling Publisher, 2013, pp. 106, ISBN 978-1-84091-629-4, £ 12,99. Il vol. fa parte della collana curata dal Design Museum di Londra, intitolata Fifty “x” That Changed The World, dove la “x” sta per un oggetto prescelto di volta in volta. I cinquanta caratteri selezionati come oggetti di design sono presentati in ordine cronologico e spaziano dai primissimi tipi usati da Gutenberg fino ai moderni font prodotti e sviluppati in ambiente digitale. Il libro è pensato per avere nella sezione superiore delle pagine di sinistra il nome del carattere e l’anno di brevetto/primo impiego, a seguire un testo che raccoglie la storia, il nome dell’inventore e altre curiosità, oltre a una serie campione di caratteri (un po’ ridotta). Le pagine di destra recano invece in fotografia, solitamente a colori, un progetto editoriale esemplificativo, commentato in un apposito box. Il ricco contenuto e la legatura finemente realizzata fanno di questo libro un oggetto davvero prezioso. In calce al testo, un glossario terminologico e un soggettario. – Davide Martini

037-155 Wood (Jenny) – Judith Cannon, People and place: new initiatives in database indexing for Indigenous collections in Australia, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/3, settembre 2015, pp. 101-4. Si presenta l’Aboriginal and Torres Strait Islander Biographical Index, dedicato ai nomi di persona delle collezioni a stampa dell’Australian Institute of Aboriginal and Torres Strait Islander Studies. – L.R.

037-156 Yacoub (Claire) Joseph Yacoub, Dall’Iraq alla Siria l’estinzione dei cristiani, trad. di Davide Frontini, «Vita e Pensiero», XCVIII, 2015 (n. 4, luglio-agosto), pp. 19-27. Il contributo si propone di far conoscere le persecuzioni ai danni delle comunità cristiane in Iraq e in Siria che dal 2014 sono seguite all’ invasione di gruppi terroristici appartenenti all’ autoaffermatosi “Stato islamico”. Dopo aver tracciato il profilo delle stragi e delle violenze che stanno avvenendo a Mosul e nel Khabur, vengono identificati gli antecedenti di questi eccidi: i massacri degli Assiro-Caldei, a cavallo del 1915 e del 1918. L’articolo si chiude con le parole di papa Francesco che, invitando alla cessazione delle persecuzioni, riconosce le stragi dei cristiani avvenute appunto tra il 1915 e il 1918, quegli stessi cristiani che oggi vengono cacciati e uccisi nel Khabur siriano. – A.T.

037-157 Yang (Guanghui) – Guoqiang Wen, China Society of Indexing (CSI), 2012-15, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/4, dicembre 2015, pp. 141-2. Un bilancio dell’attività della Società di indicizzazione cinese nel quadriennio 2012-2015. – L.R.

 

Indici di recensioni e segnalazioni

Alai 2

Aldo Manuzio G, 116

Antiquariato e collezionismo librario 13, 91, 111

Archivi 3, 4, 29, 30, 146

Bibliografia 14, 32, 38, 53, 123, 127

Bibliologia 50, 73, 129

Bibliometria 10, 94

Biblioteconomia 18, 24-5, 27, 48, 63, 65-6, 69, 78, 88-90, 110, 119, 126

Cataloghi di biblioteche 40, 54

Censura 106

Dante Alighieri 1, 82

Editoria contemporanea 16, 92, 150

Editoria del ’400 A, C, E, 8, 11-2, 26, 49, 57, 64, 80, 83, 101-2, 107, 109, 131-2

Editoria del 4 e ’500 D, 6, 105

Editoria del ’500 121, 133, 139, 152

Editoria del ’700 F, 99

Editoria dell’800 31, 52, 55, 95, 122

Editoria del ’900 17, 47, 71, 113, 141

Ex libris 87

Grafica B, 15, 97

Indicizzazione 44, 59, 60-2, 93, 98, 114-5, 118, 134-5, 144, 147, 155, 157

Manoscritti 96, 108, 125, 138, 151, 153

Paolo VI 112

Pier Paolo Pasolini 36

San Filippo Neri 128

Sant’Orsola 145

Storia dell’incisione 74-7

Storia della carta 43, 56, 72

Storia della scrittura 58

Storia della stampa 154

Storia delle biblioteche H, 5, 23, 33-5, 37, 39, 45, 51, 67-8, 70, 86, 100, 103-4, 124, 130, 136, 142

Storia delle legature 117, 120

Terra Santa 148-9, 156

 

Risorse elettroniche

a cura di L.R.

Het Geheugen van Nederland/ The Memory of the Netherlands http://www. geheugenvannederland.nl/?/en/homepage

The Memory of the Netherlands, disponibile in neerlandese e in inglese, è una libreria online di immagini relative alle collezioni di musei, archivi e biblioteche dei Paesi Bassi. Dal sito si può accedere alle riproduzioni (ma anche a video e registrazioni audio) di quasi 834.000 oggetti (fotografie, sculture, dipinti, bronzi, ceramiche, oggetti d’arte moderna, disegni, francobolli, manifesti, legature e ritagli di giornale) conservati nelle collezioni di cento istituti di conservazione non solo olandesi (c’è anche, per esempio, la British Library). Il portale offre dunque una panoramica sulla storia culturale dei Paesi Bassi, grazie a un repertorio organizzato per argomenti, che fornisce un accesso piuttosto semplice ai materiali censiti. In generale il progetto, che rientra nell’ambito di Metamorfoze, il programma nazionale olandese per la conservazione del patrimonio cartaceo, è coordinato dalla Koninklijke Bibliotheek de L’Aia (la Biblioteca Nazionale olandese), che garantisce che tutti i materiali digitali siano caricati e memorizzati correttamente e resi accessibili. Singoli progetti confluiti nel portale sono stati gestiti direttamente dalle istituzioni culturali partecipanti. I lavori sono ancora in fase di completamento, ma non sono previste, attualmente, ulteriori collezioni da aggiungere. Accedendo al sito è subito disponibile una semplice maschera di ricerca interrogabile per parole chiave, ma anche, cliccando su “advanced search”, per nomi di persona o di luogo, o per anno. Si possono limitare i risultati a una o più tipologie di materiale (immagini, video, audio, testi) a singoli temi (Società e storia, Geografia, Arte e cultura, Comunicazione e media, con relativi sottoinsiemi) o a singoli istituti. Sempre nella home page, in alto a destra, è disponibile un menu a tendina che consente di accedere direttamente alle pagine dedicate ai singoli progetti. Ci si soffermerà qui solo su quello relativo alle legature della Koninklijke Bibliotheek, un patrimonio costituito da circa 12.000 libri rilegati a mano. Il sito propone attualmente un campione rappresentativo della collezione, limitato a poco più di 1.000 legature utili per avere una panoramica storica, tipologica, ma anche dei materiali e delle tecniche impiegate per i legare i libri dal XII fino agli inizi del XXI secolo. I volumi hanno varia provenienza, ma i nuclei più significativi sono quelli che facevano parte delle collezioni degli stadholders settecenteschi come Willem IV e V o dei re Willem I, Willem II e Willem III o ancora della raccolta del banditore di Amsterdam Anton W. M. Mensing. È evidente che, in questi casi, le legature dei libri saranno particolarmente preziose e riccamente decorate. Del tutto originale è il gruppo di legature, in genere pergamenacee e ornate con lo stemma della città di provenienza sul piatto posteriore, riferibili all’usanza tutta olandese di concedere dei libri premio appositamente rilegati per l’occasione ad alunni delle scuole. Un’usanza che dal Seicento è continuata fino al 1860 circa, nonostante le molte riforme dell’istruzione susseguitesi. La scheda di ogni legatura presenta almeno una immagine ad altissima definizione, ingrandibile, scaricabile e stampabile. Al di sotto sono definiti la tipologia della legatura, la bottega che l’ha realizzata, la data di creazione, la fonte (ovvero la segnatura di collocazione dell’esemplare) e i dati bibliografici del volume. Per libri più moderni si offre anche un’utilissima riproduzione delle carte decorate impiegate come risguardi. La raccolta può essere esplorata anche per secolo, per luogo di realizzazione della legatura, per persona (legatore o proprietario) o anche, infine, scorrendo le icone delle riproduzioni. Si tratta, in conclusione, di uno strumento utile, anche se forse graficamente migliorabile, che permette di accedere a un patrimonio ricchissimo e poco noto e utile certo per gli studiosi locali, ma anche, visto che i libri e i materiali antichi hanno una storia più o meno lunga e una circolazione più o meno ampia, ai ricercatori stranieri di varie discipline.

 

Cronache

Mostre

“Infinito Pinocchio. Nel legno l’anima viva del burattino senza fili”. Milano, Spazio espositivo Biblioteca Sormani, 17 ottobre-30 dicembre 2015. Nata dall’impegno della esoterica Luni Editrice di Matteo Luteriani (http:// www.lunieditrice.com/epages/53174.sf/it_IT/?ObjectPath=/Shops/53174/Categories), la mostra ha goduto di un divertentissimo allestimento dovuto a Mobilitaty. Collocata in uno spazio un po’ labirintico caratterizzato da uno splendido scalone interno, la mostra si apriva su strada con una simpatica “bocca della balena” che ne costituiva l’ ingresso, individuato da subito come l’antro nella pancia del “pesce”. Qui, oltre a qualche attrezzo da falegname, qualche burattino in legno appeso alle pareti, qualche silhouette dei protagonisti del racconto, sono organizzate vetrinette con una essenziale ma bella serie di tavole per l’illustrazione di Pinocchio, nonché una selezione di edizioni illustrate del testo, soprattutto datate agli anni ’40 del secolo passato. Anche se manca la ricca serie delle riscritture guerresche e fasciste del romanzo, sono invece documentate le prime edizioni sia in rivista sia autonome. Alla mostra si accompagna, oltre a un’edizione ad hoc di Pinocchio, una della sua traduzione milanese; ottima anche l’iniziativa di un’anastatica del I fascicolo del “Giornale dei bambini” (7 luglio 1881) dove comparve per l’ appunto la prima puntata del romanzo collodiano. – E.B.

Il sogno di Aldo. Umanesimo e stampa nell’officina di Manuzio. Mostra bibliografica e iconografica, Napoli, Biblioteca Nazionale, Sala Esposizioni, 18 dicembre 2015-23 aprile 2016. Anche un istituto importante come la Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli non ha voluto mancare le celebrazioni per il quinto centenario della morte di Aldo Manuzio, tributando al grande editore bassianese una mostra, curata da Daniela Bacca, Vincenzo Boni, Maria Gabriella Mansi e Simona Pignalosa, che ripercorre le tappe salienti del suo percorso culturale, dall’approdo a Venezia alla morte nel 1515. L’esposizione, recentemente prorogata fino al 23 aprile prossimo, si avvale della cospicua raccolta di esemplari aldini conservati presso la Nazionale di Napoli, un fondo rappresentativo di gran parte delle 131 edizioni complessivamente stampate da Aldo, a partire proprio dagli Erotemata di Costantino Lascaris del 28 febbraio 1495. Sobria ed essenziale, ma non priva di elementi di interesse e didatticamente efficace, la mostra, collocata integralmente presso la grande Sala Esposizioni, alla fine dello scalone monumentale e passaggio obbligato per chi accede alle sale di lettura e ai servizi della biblioteca, presenta la parabola aldina per temi e nuclei di interesse. Non si poteva non partire dalla produzione di edizioni in greco, ovvero dal nucleo centrale della produzione libraria manuziana, che ha nella celebre edizione degli opera omnia di Aristotele, uscita in cinque volumi in folio dal 1495 al 1498, il suo esempio più alto. Se non mancarono anche prima di Manuzio tipografi capaci di stampare testi in greco, fu Aldo il primo a fare del greco il cuore di un ambizioso progetto editoriale e culturale che mirava alla riscoperta dei testi e della cultura orientali. Com’è noto, con Aldo il libro realizzato con la tecnica inventata da Gutenberg solo 50 anni prima, supera la passiva imitazione dei manoscritti e diventa “moderno”. Ecco allora in mostra una selezione dei celebri enchiridia, ovvero i classici proposti come testi nudi nel piccolo e maneggevole formato in 8°, usciti dai torchi aldini a partire dal 1501. L’umanista Aldo “romanus” non poteva certo tralasciare i classici latini, che assumono un’importanza progressivamente crescente nella seconda fase della sua esperienza. Ai più noti Cesare, Catullo, Ovidio si affiancano però nel catalogo aldino autori meno ovvi e più insidiosi come, per esempio, Lucrezio (il De rerum natura è del 1500, poi riproposto nel 1515 a pochi giorni dalla morte). Accanto agli autori classici si collocano però, nel programma aldino, anche gli umanisti latini contemporanei e, in primo luogo, il Poliziano (con gli opera omnia del 1498). Ma nel piano editoriale manuziano c’è spazio anche per il volgare: certo le “corone” fiorentine con Dante e Petrarca che figurano tra le prime uscite della nuova collana in 8°, ma anche i contemporanei come Bembo, il cui De Aetna è del 1496, o, per restare a Napoli e agli esemplari napoletani, il Sannazaro dell’Arcadia. Non potevano poi mancare in una esposizione dedicata ad Aldo i casi più eccezionali della sua esperienza: in primo luogo la realizzazione dell’Hypnerotomachia Poliphili (proposta in mostra anche nella più rara seconda edizione pubblicata “in casa de’ figliuoli di Aldo” nel 1545), il capolavoro dell’editoria rinascimentale, che però esula dal piano culturale più strettamente aldino e, in secondo, le Lettere di santa Caterina da Siena, con il primo esperimento del nuovo carattere corsivo, disegnato e inciso dal bolognese Francesco Griffo, ma che rappresenta anche il manifesto proposto dall’editore per il rinnovamento della Chiesa nell’anno giubilare 1500. In mostra si trovano anche pezzi usciti dagli eredi di Aldo, il figlio Paolo e il nipote Aldo il giovane, a testimoniare la permanenza in famiglia di un segno umanistico impresso dal fondatore e che caratterizzerà la produzione all’insegna dell’ancora con il delfino fino al tardo Cinquecento. Un’esposizione da cui forse non emergono elementi nuovi riguardo ad Aldo e alla sua impresa, ma certo consente, una volta di più, di ripercorrerne la storia e quindi di apprezzarne le intuizioni e le innovazioni che lo propongono come uno degli assoluti protagonisti di una delle più straordinarie stagioni della storia del libro e dell’editoria italiani. – L.R.

150 anni di Museo Bottacin. Non solo monete. Padova, Palazzo Zuckermann – Musei Civici, Corso Garibaldi 33, 5 febbraio-13 marzo 2016. L’esposizione, curata da Marco Callegari e Valeria Vettorato, ripercorre la storia del Museo Bottacin di Padova creato nel 1865 dal mercante di stoffe Nicola Bottacin e da allora preso in gestione dal Comune di Padova. Si tratta di uno dei musei più importanti in Europa, se non nel mondo, specializzati in numismatica e al suo interno è presente una biblioteca di oltre 60.000 volumi. Nel percorso espositivo è dedicata una sezione all’evoluzione del catalogo librario interno, presentando e mettendo a confronto il primo catalogo a schede del 1871 con il successivo in uso dal 1898 al 1997, fino all’attuale catalogo informatico. Molti volumi e documenti d’archivio sono poi inseriti nelle altre sezioni espositive, a testimonianza di quanto sia necessario il collegamento continuo tra oggetti di collezione, bibliografia e documentazione per una corretta valorizzazione storica e critica delle raccolte museali. – N.V.

 

Altre informazioni: museo.bottacin@comune. padova.it e http://www.padovacultura.it

 

Taccuino

a cura di R.V.

Iniziative promosse dal CRELEB

 

Editoria in progress 2016

Per una riflessione comune sul senso e le pratiche del mestiere editoriale. A cura del Master in Professione Editoria cartacea e digitale dell’Università Cattolica di Milano-Scuola di Editoria Piamarta

 

Martedì 8 marzo 2016, ore 17.00

Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, via Nirone 15, aula NI111-NI112

 

Il sapere al tempo di Wikipedia

Wikipedia sembra esaurire le esigenze di informazione di molti lettori, studenti e frequentatori della Rete, le slides fornite dai docenti o diffuse dai compagni di corso diventano spesso il principale strumento di studio per molti studenti universitari. Ma quali sono realmente le sfide, le tendenze e le esperienze più interessanti e innovative che si stanno sperimentando nell’editoria scolastica, nell’editoria universitaria e sul fronte della conservazione e diffusione del sapere? Quali i modelli cognitivi e di apprendimento coinvolti, quali le opportunità lavorative offerte a chi voglia operare in questi settori?

Intervengono:

Andrea Angiolini (presidente del gruppo accademico professionale dell’Associazione Italiana Editori, direttore editoriale Il Mulino)

Gino Roncaglia (professore dell’Università degli Studi della Tuscia, esperto di editoria digitale e scolastica multimediale)

Ellis Sada (caposervizio della biblioteca d’ateneo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, membro del board del progetto archiviazione globale Clockss)

Modera:

Nicola Cavalli (socio Ledi International Bookseller e presidente Librinnovando)

Consegna borse di studio erogate dalla Fondazione Achille e Giulia Boroli e dal Gruppo Maggioli agli allievi più meritevoli del Master.

 

Martedì 19 aprile 2016, ore 17.00

Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, via Nirone 15, aula NI110

 

Niente libri, siamo autori! Vivere di storytelling

Vedere il proprio nome sulla copertina di un libro è uno dei sogni più frequenti di chi ama scrivere e raccontare storie. Ma vivere di narrazione è possibile anche al di fuori del mondo editoriale in senso stretto, mettendo in campo competenze specifiche di ideazione e gestione dei testi e coltivando la propria creatività. Le storie infatti parlano a tutti e possono essere sfruttate in qualunque contesto comunicativo.

Intervengono:

Claudia Del Giudice (copywriter de L’Erbolario)

Andrea Fontana (managing director Storyfactory)

Tiziano Bonini (autore radiofonico e ricercatore in media studies)

Davide Pinardi (docente di tecniche di narrazione e autore del libro Narrativa d’impresa - Franco Angeli)

Modera:

Michela Gualtieri (fondatrice di Tribook, tutor e comunicazione del Master)

 

Venerdì 13 maggio 2016, ore 15.00

Book to the Future, Salone Internazionale del Libro di Torino

 

Self-publishing. Guida pratica (professionale) con Book to the Future, Salone Internazionale del Libro di Torino

Molti autori scelgono la strada dell’ autopubblicazione, dribblando la mediazione di un agente o di un editore tradizionale, optando per uno dei numerosi servizi di self-publishing e sperando nel successo. Come scegliere il servizio più adatto, quali le opportunità (e i rischi connessi) di una scelta di questo tipo, come evitare gli errori più frequenti nel predisporre il testo per la pubblicazione, come conquistare la visibilità necessaria, una distribuzione efficace e la presenza nelle librerie online, come promuovere il proprio testo sui social network?

Consigli e avvertimenti per l’uso da parte dei docenti del Master Professione Editoria cartacea e digitale:

Elisa Calcagni (coordinatrice editoriale)

Davide Giansoldati (social media strategist)

Paola Di Giampaolo (digital project manager Vita e Pensiero, responsabile coordinamento e sviluppo del Master)

 

Per informazioni:

editoria.piamarta@afgp.it

 

15cBOOKTRADE

5 aprile 2016, ore 14.30-17.30

Milano, Università Cattolica, via Nirone 15, Aula NI110

 

Nuove tecnologie per lo studio degli incunaboli. I databases MEI e TEXT-inc

 

Saluto

Edoardo Barbieri - Direttore del CRELEB, Università Cattolica di Milano

Intervengono

Cristina Dondi - Oakeshott Senior Research Fellow in the Humanities, Lincoln College, University of Oxford. Secretary of the Consortium of European Research Libraries (CERL)

Geri Della Rocca De Candal - Research Fellow

Sabrina Minuzzi - Research Fellow

Alessandra Panzanelli - Research Fellow

Matilde Malaspina - DPhil Student in the Faculty of Medieval and Modern Languages, University of Oxford

 

Per informazioni:

http://centridiricerca.unicatt.it/creleb

 

Da Subiaco a Roma: le origini dell’editoria in Italia. Un seminario

6 aprile 2015

mattino: Milano, Università Cattolica, via Nirone 15, aula NI110

 

ore 9.00

Presiede Edoardo Barbieri (Direttore CRELEB, Università Cattolica di Milano)

Saluto di Giuseppe Frasso (Direttore del Dipartimento di Studi Medioevali, Umanistici e Rinascimentali, Università Cattolica di Milano)

Giorgio Montecchi (Università degli Studi di Milano), La stampa in Italia: il dibattito sulle origini, ieri e oggi

 

ore 11.00

Concetta Bianca (Università degli Studi di Firenze), Uno sguardo alla tipografia di Subiaco

 

pomeriggio: Milano, Biblioteca Braidense, via Brera 28, Sala Maria Teresa

 

ore 15.00

Presiede Luca Rivali (Università Cattolica di Milano)

Saluto di Maria Goffredo (Direttore della Biblioteca Nazionale Braidense)

Edoardo Barbieri (Direttore CRELEB) - Aldo Coletto (Biblioteca Braidense), Esame di alcune edizioni di Sweynheym e Pannartz dalle collezioni Braidensi

 

ore 16.30

Graziano Ruffini (Università degli Studi di Firenze) e Ugo Rozzo (Istituto storico del libro antico- ISLA), discutono dei volumi: Incunabula. Printing, Trading, Collecting, a cura di Alessandro Ledda, Firenze, Olschki, 2015; Lotte Hellinga, Fare un libro nel Quattrocento. Problemi tecnici e questioni metodologiche, a cura di Elena Gatti, Udine, Forum, 2015; Lilian Armstrong, La xilografia nel libro italiano del Quattrocento, a cura di Paola Farina, Milano, Educatt, 2015

 

Per informazioni:

http://centridiricerca.unicatt.it/creleb

 

Visita di studio a Mainz

13-15 aprile 2016

Corsi di Bibliografia, Bibliologia, Biblioteconomia, Storia del libro e dell’editoria, Storia e forme della comunicazione scritta

 

Il programma prevede la visita alla Biblioteca universitaria di Heidelberg e al Gutenberg-Museum di Mainz.

 

Conferimento della Laurea Honoris Causa in Lettere al Professor Jean-François Gilmont

Università Cattolica di Milano, 19 aprile 2016

 

Per informazioni:

http://centridiricerca.unicatt.it/creleb

 

“Galeotto fu il libro”

Le fonti per lo studio dell’editoria novecentesca

mercoledì 4 maggio 2016, ore 10-16.30

Milano, Università Cattolica

 

Recenti esperienze sugli “archivi” dell’editoria novecentesca

10.00 Saluti

10.15 Edoardo Barbieri Introduzione

10.30 Piero Scapecchi (già Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze) e Roberto Maini (già Biblioteca Marucelliana di Firenze) Tra documenti ed esemplari superstiti: la prima edizione dei “Canti Orfici” di Dino Campana

11.15 Mauro Chiabrando (Direzione di “Charta”) Minima bibliologica: le “minuzie editoriali” che fanno storia

11.45 Dimitri Brunetti (Archivio di Stato di Torino) Gli archivi editoriali italiani: situazione e sviluppi

12.15 Elisa Rebellato (Biblioteca dell’ Archiginnasio di Bologna) Le fonti per la ricostruzione della collana “La scala d’oro”

pausa

I carteggi come fonte di storia editoriale: il caso Einaudi

14.30 Roberto Cicala (Università Cattolica) Le lettere dello Struzzo. Introduzione

14.45 Velania La Mendola (Università di Friburgo) Per un ritratto dello scrittore: l’epistolario editoriale di Sciascia

15.00 Irene Menichetti (Università Cattolica) Un banchiere in via Biancamano: Mattioli e Einaudi a proposito di Montale

15.15 Silvia Cavalli (Università Cattolica) Il laboratorio di Calvino e Vittorini: l’officina del “Menabò”

15.30 Maria Villano (Università La Sapienza di Roma) Il filologo e lo Struzzo: lavori in corso per l’edizione delle lettere tra Contini e Einaudi

16.00 Conclusioni di Edoardo Barbieri e Roberto Cicala

 

Nell’occasione sarà offerto a tutti i partecipanti un opuscolo contenente alcune lettere inedite indirizzate al noto poligrafo novecentesco Dino Provenzal.

Per informazioni:

http://centridiricerca.unicatt.it/creleb

 

Making cultural events happen. Avviamento alla organizzazione di mostre ed eventi

10-11 giugno 2016, Museo della stampa e stampa d’arte “Andrea Schiavi”, via della Costa 4, Lodi, in collaborazione col CRELEB

 

Venerdì 10 giugno

Introduzione e saluti

ore 9-11, I modulo Ideare e organizzare con Emiliano Bertin

ore 11-13, II modulo Progettare un budget con Luigi Lanfossi

ore 15-17, III modulo Fare fundraising con Elena Zanella

ore 17-19, visita al Museo della Stampa

 

Sabato 11 giugno

ore 9-11, IV modulo Pensare un percorso espositivo con Paola Sverzellati

ore 11-13, V modulo Gestire l’ospitalità con Emilia Ramundo

ore 15-17, VI modulo Comunicare sul web con Alessandro Tedesco

 

Per informazioni: segreteria organizzativa Paola Farina paolamfarina@libero.it

 

Le origini della stampa tipografica: mito, tecnica e storia

Scuola estiva 2016

Torrita di Siena, 5-8 settembre 2016

 

A 550 anni dagli inizi della stampa a Subiaco, snodo essenziale della storia culturale italiana, ci si propone di ripensare alle origini europee dell’arte tipografica, tentando di distinguere ciò che è certo da ciò che, invece, resta ancora materia di discussione.

 

Lunedì 5 settembre 2016

14.00 Registrazione

14.15 Saluti di Giacomo Grazi, Sindaco di Torrita di Siena; Luca Spadacci, Presidente della Fondazione Torrita Cultura; Marco Cicolini, Presidente dell’Associazione Librai Antiquari Italiani.

14.30-15.00 Mario de Gregorio, Introduzione

15.00-16.30 Edoardo Barbieri, Le favolose origini dell’ars impressoria

16.30-17.00 Pausa

17.00-19.00 Luca Rivali, La storiografia sulla stampa quattrocentesca: da Panzer ad Hain a Bradshaw

19.30 Cena

 

Martedì 6 settembre 2016

9.00-11.00 Edoardo Barbieri, Gutenberg fra Strasburgo e Magonza: cosa accadde esattamente?

11.00-11.30 Pausa

11.30-13.30 Luca Rivali, La scuola inglese del British Museum: da Proctor a Pollard, da Scholderer a Rhodes e Hellinga

13.30 Pranzo

15.00-17.00 Edoardo Barbieri, Problemi di tecnica e capitali

17.00-19.00 Luca Rivali, I metodi di Konrad Haebler e l’impresa del GW

Visita guidata alla cittadina di Torrita di Siena

Serata libera

 

Mercoledì 7 settembre 2016

9.00-11.00 Edoardo Barbieri, L’arrivo della stampa in Italia: alcune certezze e alcune domande

11.00-11.30 Pausa

11.30-13.30 Luca Rivali, Tra Francia e Belgio: Marie Pellechet, Marie-Louis Polain e la guerra dei libri

13.30 Pranzo e pausa

15.00-18.00 Visita alla Biblioteca dell’Accademia Etrusca di Cortona con Edoardo Barbieri, Esame autoptico di alcuni incunaboli delle origini

18.30 Incontro pubblico – Presentazione del catalogo degli incunaboli dell’Accademia Etrusca di Cortona, con Piero Scapecchi

19.30 Cena e rientro a Torrita

 

Giovedì 8 settembre 2016

9.00-11.00 Luca Rivali, Il presente di una tradizione bibliografica: i repertori per le edizioni del XV secolo

11.00-13.00 Piero Scapecchi, I segreti della Passio Christi e la protostampa italiana

13.00-13.15 Edoardo Barbieri, Conclusioni

 

Per informazioni e iscrizioni:

Luca Rivali luca.rivali@unicatt.it

http://centridiricerca.unicatt.it/creleb

 

 

Le origini

della stampa tipografica:

mito, tecnica e storia

 

Summer school 2016

Torrita di Siena,

5-8 settembre 2016

***

 

A 550 anni dagli inizi della stampa a Subiaco, snodo essenziale della storia culturale italiana, ci si propone di ripensare alle origini europee dell’arte tipografica, tentando di distinguere ciò che è certo da ciò che, invece, resta ancora materia di discussione.

 

 

Per informazioni e iscrizioni

http://centridiricerca.unicatt.it/creleb

luca.rivali@unicatt.it

 

Si veda anche qui in “Taccuino”

 

Incontri, mostre, seminari

Il sogno di Aldo. Umanesimo e stampa nell’officina di Manuzio. Mostra bibliografica e iconografica

18 dicembre 2015-23 aprile 2016

Napoli, Biblioteca Nazionale di Napoli

 

Per informazioni:

www.bnnonline.it/index.php?it/22/eventi/240/il-sogno-di-aldo

 

Fra tradizione e innovazione: costruire, mostrare, tutelare il libro d’artista di stampa manuale

8 incontri, dal 26 febbraio al 28 aprile 2016 e un laboratorio in quattro sessioni

Accademia Belle Arti di Bologna, Aula Magna

 

Per informazioni: mariagioia.tavoni@unibo.it, tel. 335 6197440; pierlucanardoni@gmail.com, tel. 340 6652287.

 

Mostra internazionale “Libri antichi e di pregio a Milano”

11-13 marzo 2016

Milano, Salone dei Tessuti, via san Gregorio 29

 

Donne di lettere. Viaggio nel collezionismo librario al femminile

17 marzo 2016, ore 18

Milano, La Cavallerizza, Via Carlo Foldi 12

 

Incontro con Cristiano Collari, bibliofilo ed esperto del mercato antiquario. Intervengono Annette Pozzo e Chiara Nicolini

 

Regine o cortigiane, intellettuali o imprenditrici: nell’universo della bibliofilia, tradizionalmente dominato dagli uomini, le figure femminili sono poche ma molto significative. Queste donne colte e raffinate hanno impresso nei secoli una traccia della loro passione per i libri, segnando le diverse epoche nelle quali hanno vissuto.

 

Per informazioni:

FAI – Fondo Ambiente Italiano tel. 024676151

mail: cavallerizza.braidense@fondoambiente.it

 

Bibliotecari al tempo di Google: profili, competenze, formazione

17-18 marzo 2016

Milano, Fondazione Stelline, Corso Magenta 61

Il focus del convegno di quest’anno si sposta sul bibliotecario: “dalla digital library al digital librarian”, dalla biblioteca digitale partecipativa al bibliotecario capace di innescare in ambiente digitale processi partecipativi.

Per informazioni:

http://www.convegnostelline.it/home.php

 

In particolare si segnala:

La memoria fra le nuvole: di bit in bit, dal presente al futuro. Per la conservazione del digitale, i nuovi tipi di “Beni culturali”, 17 marzo 2016, Fondazione Stelline, Sala Bramante

 

ore 10.30

Saluti d’indirizzo

ore 10.45-13.15

Sessione Tutorial

Presiede: Ornella Foglieni, MAB Lombardia, IFLA. Standing Committee Preservation & Conservation

Alessandro Piva, Direttore, Osservatorio Cloud:& ICT as a Service, School of Management, Politecnico di Milano: Parliamo del “Cloud”: quali le opportunità, i servizi, le potenzialità, i rischi

Simona Caraceni, VisIT Lab. CINECA: Big Data e 3D per la Cultura

Emilia Groppo, 4Science: Digital Humanities? Digital Cultural Heritage!? Ma saremo veramente in grado di conservarne memoria per il futuro?

Silvia Berselli, Studio Berselli Milano: La fotografia digitale. Dalla gelatina al pixel, prospettive di restauro

Maria Letizia Sebastiani, Direttore, MiBACT. Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario; Loredana Pirotti, Responsabile del Laboratorio digitale: L’ICRCPAL e gli oggetti digitali: progetti e programmi

Andrea Lisi, Presidente Associazione ANORC. Coordinatore Digital & Law Department: Ruoli e responsabilità nella conservazione dei documenti informatici

Comunicazioni

Sarah Dominique Orlandi, Creandoeducational.com: Creandoeducational.com: la comunicazione culturale nel web, tra utopia progettuale e memoria effimera

Lorenzana Bracciotti, Scuola di specializzazione in Archivistica e libraria, Università La Sapienza di Roma: EAP722: progetto di salvaguardia e digitalizzazione dei documenti della cultura Nzema (Ghana)

Interruzione

ore 14.15-17.15

Sessione esperienze e trends

Presiede e introduce: Anna Maria Tammaro, Chair IFLA. Library Theory and Research Section

Alenka Kavčič-Čolić, Head of Research and Development Division, National and University Library; Chair IFLA Preservation & Conservation Section: Digital preservation in the IFLA framework and experiences from the National and University Library of Slovenia

Matteo Pavesi, Direttore Cineteca e Museo del Cinema: Conservare il cinema e gli audio video digitali di oggi per il futuro

Maddalena Cerletti, Conservatore Museo di Fotografia Contemporanea; Alice Laudisa, Docente di Restauro dei materiali digitali, Accademia di Brera: Progetto di studio sul materiale digitale tra scuola e museo

Renata Meazza, Responsabile Archivio di Etnografia e Storia Sociale, Regione Lombardia: Il progetto Digital Archive e l’Inventario on line del patrimonio culturale immateriale delle regioni alpine

Gianni Penzo Doria, Direttore Generale, Università degli Studi dell’Insubria: Modello concettuale, formati e metadati idonei alla conservazione affidabile delle memorie digitali nella nuova normativa italiana

David Bidussa, Storico, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli: La rotta per Ararat. Costruire e leggere l’archivio di domani

Comunicazioni

Maurizio Lunghi, Associazione Arca Memorie: Personal archiving challenge: il progetto continua

ore 17.30 chiusura

 

Francesco Novati (1859-1915). Protagonista dimenticato della Milano tra Otto e Novecento

Dal 17 marzo 2016

Milano, Biblioteca Nazionale Braidense. Salone Maria Teresa

 

La mostra è stata realizzata grazie al contributo scientifico di studiosi e nasce dalla collaborazione della Biblioteca Braidense e della Società Storica Lombarda che conservano il materiale librario e archivistico proveniente dalla collezione privata di Francesco Novati. La mostra segue in ordine cronologico la biografia intellettuale di Novati, basandosi anzitutto sul copioso materiale d’archivio, e si sofferma su alcuni temi: i rapporti con gli studiosi contemporanei, i lavori più importanti nell’ambito della filologia romanza e, più in generale della medievistica, l’ambiente letterario milanese e italiano (da Giacosa a d’Annunzio). Particolare attenzione è stata rivolta alle due opere maggiori, alle Origini, di cui si espongono significativi documenti della complessa e travagliata elaborazione, e l’Epistolario di Coluccio Salutati. Una vetrina sarà dedicata ai suoi studi su Dante, Petrarca e Boccaccio. Le altre sezioni riguardano aspetti forse meno centrali, ma non per questo di secondaria importanza: la parte svolta da Novati in riviste scientifiche e anche di alta divulgazione, gli interessi nella storia dell’arte e dell’iconografia, i rapporti con le arti popolari, il libro su Stendhal e l’edizione incompiuta del Carteggio di Pietro e di Alessandro Verri, la sua attività nelle istituzioni milanesi.

Per informazioni: www.braidense.it

 

Aldo Manuzio. Il rinascimento di Venezia

19 marzo-19 giugno 2016

Venezia, Gallerie dell’Accademia

 

La mostra presenterà la storia dell’uomo che ha inventato il libro moderno e il concetto stesso di editoria, facendo di Venezia la capitale internazionale della stampa. L’esposizione, attraverso capolavori assoluti di Giorgione, Carpaccio, Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Tiziano, Lorenzo Lotto, Pietro Lombardo, racconterà come il progetto di Aldo e i suoi preziosi libri si intrecciarono a Venezia con un’arte nuova, nutrita dalla pubblicazione dei classici greci e latini.

 

Per informazioni:

www.gallerieaccademia.org/mostre-ed-eventi/in-corso/aldo-manunzio-il-rinascimento-di-venezia

 

La xilografia. La tecnica e l’arte

Milano, Castello Sforzesco, Sala Weil Weiss

Due laboratori a cura di Gianfranco Schiavino e Gianni Verna

 

La xilografia come tecnica: 31 marzo 2016 ore 15.30

La xilografia come arte: 7 aprile 2016 ore 15.30

 

Per informazioni e iscrizione inviare una mail entro e non oltre il 24 marzo, specificando le date d’interesse, ai seguenti indirizzi: isabella. fiorentini@comune.milano.it o loredana.minenna@ comune.milano.it

 

Journée d’études «Les livres des Giunta: de Venise et Florence à la Normandie»

Venerdì, 1° aprile 2016, ore 9.30-17

Caen, Maison de la Recherche en Sciences Humaines, Salle des Thèses

 

Organizzazione: S. Fabrizio-Costa (Université de Caen, LASLAR), H. Soldini (Université de Caen, LASLAR)

In collaborazione con: P. Mounier (Université de Caen, LASLAR)

 

Per informazioni:

helene.soldini@unicaen.fr

catherine.bienvenu@unicaen.fr

 

Presentazione della prima traduzione italiana di Lotte Hellinga “Fare un libro nel Quattrocento. Problemi tecnici e questioni metodologiche”, a cura di Elena Gatti (Udine, Forum, 2016)

Giovedì 7 aprile 2016, ore 16.00

Bologna, via Zamboni 32, Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica, Aula Forti

 

Interverranno: Edoardo Barbieri (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), Leonardo Quaquarelli (Università degli Studi di Bologna), Piero Scapecchi (già Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), Paolo Tinti (Università degli Studi di Bologna)

 

Manoscritti orientali in Marciana

14 aprile 2016, ore 17

Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, Vestibolo della Libreria Sansoviniana

 

Lucia Gentile terrà un intervento sui manoscritti in lingua sanscrita e tratterà una delle due opere del gesuita Costanzo Giuseppe Beschi, sottolineando il suo contributo nella relazione tra Oriente e Occidente.

 

Per informazioni:

www.marciana.venezia.sbn.it/eventi/manoscritti-orientali-marciana

 

Il borgo dei libri

7-15 maggio 2016

Torrita di Siena

 

Sabato 7 maggio, ore 10, Teatro degli Oscuri, Convegno di studi: La via Lauretana, cammino di fede, storia e arte

 

Domenica 8 maggio, ore 10, Teatro degli Oscuri, Convegno di studi: Microeditoria e libro d’arte; ore 12.30, Sale Comunali, Inaugurazione esposizione libri d’arte

 

Sabato 14 maggio, ore 9.30, Centro storico, Apertura Borgo dei Libri e stand Mostra Mercato; ore 10, Biblioteca comunale, Inaugurazione Biblioteca dei bambini; ore 10.30, Sale comunali, Apertura laboratorio del fumetto e delle marionette e Inaugurazione mostre fumetti d’epoca; ore 11, Teatro degli Oscuri, Anteprima nazionale del film “Convivium Italiano”; ore 16, Teatro degli Oscuri, Premiazione concorso letterario nazionale promosso dalla Accademia degli Oscuri di Torrita di Siena

 

Domenica 15 maggio, ore 10, Centro storico, Inaugurazione mostra mercato “Eccellenze librarie, Eccellenze culinarie”; ore 10, Teatro degli Oscuri, Presentazione “Le fusa del gatto” 2016; ore 10.30, Teatro degli Oscuri, Incontro scrittori italiani del “giallo”; ore 15.30, Teatro degli Oscuri, Maratona di lettura

 

Per informazioni:

http://ilborgodeilibri.it/

 

XXIX Salone Internazionale del Libro

12-16 maggio 2016

Torino, Lingotto Fiere

 

Per informazioni: www.salonelibro.it

 

L’editoria religiosa

19-20 maggio 2016

Torino, Università degli Studi, Aula Magna

 

La Bibbia tra traduzioni, censure, mercato editoriale, presiede Sabrina Corbellini

 

Ugo Rozzo (prof. Emeritus Università di Udine), Illustrare l’Apocalisse nell’Europa del Cinquecento (1498-1544)

Edoardo Barbieri (Università Cattolica, Milano) L’edizione delle Epistole e vangeli di Remigio fiorentino: un long seller biblico

Danilo Zardin (Università Cattolica, Milano), La ricezione nell’Italia moderna delle Epistole e vangeli di Remigio fiorentino

Massimo Firpo (Scuola Normale Superiore, Pisa), Eresie dottrinali e immagini bibliche. Propaganda e identità

Chiara Pilocane (Università di Torino), La Bibbia per gli ebrei italiani nella prima età moderna

 

L’interpretazione di laici e donne, in contesti cattolici, ereticali, ebrei, presiede Danilo Zardin

 

Elise Boillet (Centre National de la Recherche Scientifique-Centre d’Etudes Supérieures de la Renaissance, Tours, FR)

Sabrina Corbellini (University of Groningen, Groningen NL, Chair of COST Action IS1301, UE), Strategie di lettura biblica nell’Italia della prima età moderna

Abigail Brundin (Cambridge University, Cambridge, UK), La Bibbia nelle devozioni domestiche nell’Italia del Rinascimento

 

Riscritture letterarie, devozionali, drammaturgiche, presiede Massimo Firpo

 

Elisabetta Selmi (Università di Padova), Riscritture bibliche nel teatro italiano tra Seicento e Settecento

Pietro Petteruti Pellegrino (La Sapienza, Roma), Paesaggi della sterilità e della fecondità. Un percorso nelle immagini bibliche della lirica cinquecentesca

Erminia Ardissino (Università di Torino), Comunità ermeneutiche femminili: Firenze tra ’400 e ’500

 

Postscriptum

I

 

l 19 di aprile 2016 l’Università Cattolica di Milano assegnerà la Laurea Honoris Causa in Lettere a Jean-François Gilmont, classe 1934. Si tratta, finalmente, di una buona notizia per il mondo della storia del libro e delle biblioteche. Il prof. Gilmont infatti, oltre a essere uno dei maggiori bibliografi che si sia dedicato al XVI secolo, è stato a lungo bibliotecario della collezione antica dell’Università Cattolica di Louvain-la-Neuve. Membro dell’Accademia Reale di Bruxelles, con la sua incessante attività, la garbata ironia, lo stile riservato, il vivo senso dell’amicizia, la capacità di muovere e coinvolgere amici e colleghi, ha offerto una vasta gamma di ricerche, contributi, studi che vedono nello splendido volume Le livre et ses secrets, non meno che nella bibliografia di Calvino (sempre pubblicati da Droz), i loro apici. Negli ultimi anni la sua attività è stata peraltro largamente assorbita dalla realizzazione della banca dati GLN 15-16 dedicata alla produzione tipografica quattro e cinquecentesca della Svizzera romanda (Ginevra, Losanna, Neuchâtel: vedi il sito http://www.ville-ge.ch/musinfo/ bd/bge/gln/ index.php): tale opera viene peraltro oggi compendiata e illustrata nel bel volume eponimo (qui tra le recensioni). Questo postscriptum termina qui, col semplice invito a partecipare all’evento milanese per festeggiare assieme l’ illustre collega: se lo merita! – Montag

 

 

L’almanacco bibliografico

Bollettino trimestrale

di informazione sulla

storia del libro e delle

biblioteche in Italia

 

numero 037, marzo 2016

(chiuso il 7 marzo 2016)

ISBN 9788881327300

disponibile gratuitamente in formato PDF all’ indirizzo http://creleb.unicatt.it

 

a cura del CRELEB (Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca)

 

(Università Cattolica – Milano e Brescia)

 

comitato editoriale: Edoardo Barbieri (coordinatore), Anna Giulia Cavagna, Pasquale Chistè, Giuseppe Frasso, Arnaldo Ganda, Ugo Rozzo

redazione: Marco Callegari, Rudj Gorian, Alessandro Ledda, Fausto Lincio, Giancarlo Petrella, Luca Rivali, Alessandro Tedesco, Francesca Turrisi, Natale Vacalebre, Roberta Valbusa

contatti: “L’almanacco bibliografico”, c/o Edoardo Barbieri, Università Cattolica, Largo Gemelli 1, 20123 Milano; e-mail: creleb@unicatt.it

 

edizioni CUSL – Milano

per informazioni: info@cusl.it

 

ISBN: 978881327300