L’Almanacco

 Bibliografico

 

 

 

n° 33, marzo 2015


Bollettino trimestrale

di informazione sulla

storia del libro e delle

biblioteche in Italia

                       

                        a cura del C.R.E.L.E.B.

 

 

Sommario

 

La crisi della lettura non esiste

di Francesco Tranquilli                                     p. 1

Recensioni                                                       p. 4

Spogli e segnalazioni                                 p. 12

(indici di recensioni e segnalazioni)               p. 32

Raccontare di libri                                      p. 33

Antiquariato                                                   p. 33

Archivio tesi                                                   p. 34

Cronache convegni e mostre             p. 35

Taccuino                                                           p. 37

Postscriptum                                                 p. 40

 

 

 

Je suis Garissa!

 

 

 

La questione

 

La crisi della lettura non esiste

 

di Francesco Tranquilli

 

N

oi italiani siamo sempre stati in crisi. Su tutto. Al punto che quando, nei primi anni Trenta, arrivò in Europa l’ondata del recente crollo di Wall Street, l’irriverente chansonnier napoletano Rodolfo De Angelis spopolò con una canzoncina satirica intitolata proprio “Ma cos’è questa crisi?”. Solo nel secondo dopoguerra, quando smettemmo di essere “poveri ma belli”, vivemmo un’effimera era di benessere nel corso della quale, con la lavatrice e specialmente il televisore per tutti, sembrò finalmente che anche ogni nostro problema di alfabetizzazione degli adulti (Non è mai troppo tardi!)[1] fosse risolto. E guarda caso, proprio in quegli anni di tenore di vita crescente cominciarono i foschi presagi sul futuro della lettura nel nostro Paese. Ora, dopo sessant’anni di trend discendente (e trentacinque di TV commerciale), praticamente in Italia dovrebbero essere sopravvissute solo alcune manciate di lettori sparsi fra le vallate della Lunigiana, la Bassa Ciociaria e la provincia di Akragas. Alcuni operatori sul campo fra cui, immodestamente, il sottoscritto, vi diranno però che nella realtà le cose stanno diversamente: la crisi della lettura non esiste. Anzi, non esiste nemmeno “la” lettura! Ma andiamo per ordine… Ogni qual volta gli statistici, gli accademici, gli editori, i librai, sventolano sul ponte la bandiera bianca della “crisi della lettura”, si limitano a enunciare una serie di numeri percentuali preceduti dal segno meno. Ora, a parte che, se la matematica non è un’opinione, la statistica lo è, i numeri in questione che parlano di chiusura di librerie indipendenti, calo irrefrenabile dei libri venduti, aumento delle rese, “spostamento” degli adolescenti verso i device elettronici, sembrano indicare un dato oggettivo: solo che è un dato puramente economico, che trascura i cambiamenti sociali e culturali rapidissimi di questi ultimi quindici anni. In parole povere, nessuno dice che in Italia si legge meno di cinque anni fa, ma che si acquistano meno libri. Vi pare la stessa cosa? Bene, non lo è affatto. Infatti il mercato editoriale (la cui crisi, va detto di passaggio, non è solo di introiti, ma di idee, di coraggio, di libertà e di fiducia nell’intelligenza delle persone), officiando il suo perpetuo rito di autocommiserazione, sembra dare per scontato che leggere e acquistare libri siano la stessa cosa. Strano abbaglio. Ma autolesionista. Al punto che spinge i professionisti del settore (dai più grandi gruppi editoriali, fino all’ultimo minuscolo tipografo di provincia) a “rallegrarsi” perché in Italia, nonostante tutto, l’ebook non “sfonda”, e ha percentuali di vendita a una sola cifra, e pare che anche negli USA perda terreno. Come se i libri digitali non contassero come “lettura”, o fossero un’insidia. Come se si riducesse tutto alla quantità di carta stampata che editori e librai riescono a far confluire nelle case delle persone. D’altra parte, chiedetelo a qualunque autore di best-seller (io ne ho uditi molti con le mie orecchie), ammetterà candido che “non m’interessa se non leggete il mio libro, però compratelo!”. E magari regalatelo: ha una bella copertina. Ora, i libri come noi li conosciamo esistono, più o meno, soltanto dalla fine del ’400, epoca dell’invenzione della stampa a caratteri mobili. Forse prima non leggeva nessuno? O la scrittura che non è ospitata su fogli di carta rilegati non conta? Avete capito dove voglio andare a parare. Non solo è scorretto e fallace identificare il tasso di lettura di una nazione con il tasso di vendita dei libri, ma oramai, grazie all’invenzione del libro liquido, nemmeno più l’oggetto libro è l’unico supporto indispensabile alla lettura, anche se per secoli ci è sembrato fosse così. Statisticamente il “lettore forte”, zoccolo duro dell’editoria italiana, è quello che “compra” (qui sta l’inghippo) almeno un libro al mese (chi come me ne compra minimo una quindicina, dunque, è un alieno). Ma noi preferiamo considerare il “lettore vero”, definendolo come quella persona per cui leggere è più o meno come respirare, dunque lo fa praticamente sempre, in ogni stagione e in ogni epoca della vita. Questa persona, se da una parte di un solo libro al mese non sa che farsene, dall’altra non sempre può (o deve) acquistare tutto ciò che desidera. Facciamo due esempi. Ammettiamo che io sia un appassionato di narrativa poliziesca, e voglia acquisire tutte le pubblicazioni del genere che escono ogni settimana in libreria e in edicola. Per tutti gli editori (dalla Mondadori in giù, parlando di quote di mercato) sarò un eroe, il sol dell’avvenire. Ovviamente non potrò leggere tutto ciò che acquisto, lo accumulerò soltanto. Ma le magnifiche sorti e progressive del libro saranno, grazie a me, forse meno a rischio. Se io sono invece una persona di media cultura, con uno stile di vita che mi consente di dedicare alla lettura un’ora al giorno, può darsi che decida che è giunto il momento di affrontare finalmente Guerra e Pace o Ulisse. Per le statistiche, io che leggerò un solo libro per mesi, proprio non esisto. Eppure chi, a parte forse i librai, oserebbe considerarmi un lettore meno “importante” del summenzionato giallofilo? Insomma, fra il “lettore forte” che acquista più libri di quanti ne possa leggere, e il “lettore vero” che legge molto di più di quanti libri acquisti, chi dei due salverà dal crac il mercato editoriale italiano? Se sono un lettore di soli classici, con tutta probabilità, il mio libraio (indipendente o di catena) non avrà presente la mia faccia. I libri che leggo li avrà magari acquistati mio padre negli anni ’60, o io stesso negli anni ’80, oppure certamente me li presterà la biblioteca della mia città (anche un piccolo centro di provincia dispone di un numero di opere – non solo classici – sufficiente a farmi leggere tutta la vita senza spendere un euro). Ma se ho la vista ormai debole, e preferisco lo schermo del tablet che mi fa ingrandire i caratteri,[2] trovo moltissimi siti (compreso il colosso Amazon) dove scaricare gratis le opere fuori diritti.[3] Sembrerebbe quindi che possa capitare di amare la lettura alla follia, di considerarla un’attività essenziale per il proprio benessere, senza peraltro riuscire a dare alcun sollievo alla sofferente industria editoriale, che deve bruciare le novità come un adolescente le calorie. Come cercherà di sopravvivere il colosso agonizzante? La tattica più usata è quella di giocare sul prezzo: altissimo per  le nuove uscite, salvo essere abbattuto con campagne promozionali regolari (che dimostrano, ogni volta, che il prezzo “pieno” è gonfiato), e una ristampa in tascabile che segue in tempi sempre più stretti. Allora, che fretta ho io di acquistare oggi un libro “imperdibile” che ristamperanno in tascabile fra pochi mesi? E che sarà intanto stato rimpiazzato in vetrina da altri dieci “imperdibili” dello stesso tipo? Ora, è giunto il momento di spiegare la sibillina affermazione fatta nell’introduzione: non esiste “la” lettura, ma “le” letture. Innanzi tutto, la “lettura finalizzata” (apprendimento, documentazione, aggiornamento professionale) che è focalizzata a qualcosa di esterno al testo (il percorso scolastico, la professione), esula dal nostro discorso; quella che ci interessa è la “lettura in sé” o lettura di piacere (che trova appagamento nel testo). Ebbene, questo secondo tipo di lettura (che – almeno a parole – tutti consideriamo un valore importante per la cultura e per la società, e cerchiamo di promuovere) si manifesta in forme molto diverse, spesso anomale e “invisibili”. Il signore che legge per sei mesi Guerra e Pace, abbiamo detto, è sicuramente uno del nostro clan. Ma chi legge, per passione, riviste di settore specializzate, e le colleziona, e le rilegge, non è un “lettore vero”? O chi si fa prestare i libri dagli amici? Chi fa bookcrossing? Oppure un reprobo come me che compra moltissimi libri direttamente dall’estero in digitale, bypassando i distributori internazionali che per farmeli avere su carta mi chiederebbero settimane e un prezzo raddoppiato?  Tutte queste tipologie di lettori (che non sono, attenzione, affatto minoritarie, tutto al contrario) non vengono rilevate dalle statistiche. Pare che anche i “giovani d’oggi” – quelli tutti twitter e whatsapp e videogames – leggano più di quanto si creda; nella fascia di età 15-19 anni i tablet e gli e-reader possono essere uno strumento di formidabile promozione del piacere di leggere; e non perché offrono l’opportunità di cambiare schermata e postare su Facebook senza dare nell’occhio (questo lo fanno pure gli adulti più seri coi loro pc dell’ufficio), ma perché, nei fatti, la lettura di un ebook su un lettore di buona marca è un’operazione oggettivamente comoda, piacevole e – scusate il termine – divertente. Un recente studio del 2013 indica quello che io come insegnante posso empiricamente rilevare e confermare: «Oggi soprattutto nelle fasce infantili e giovanili la “lettura” è molto più pervasiva di quanto i numeri e le statistiche riescano a rappresentare: non tanto per il tempo dedicato al controllo delle e-mail (…) quanto piuttosto per quelle di pagine Web di quotidiani e periodici, di pdf scaricati dalla rete, ecc.».[4] Restiamo sugli ebook, perché in loro risiede, a mio avviso, uno strumento chiave per uscire da questa impasse (solo apparente), in cui c’è chi crede che per salvarci dall’apocalisse bisogna sostenere artificialmente l’industria del cartaceo, anche vendendo solo ricettari e biografie di calciatori. I “lettori veri” hanno visto l’avvento definitivo del libro digitale come una grande, attesa, positiva rivoluzione.[5] Per loro il libro di carta è superato. Perché le loro priorità sono altre: la portabilità, la maneggevolezza, la leggerezza, la accessibilità, l’interattività del testo.[6] I “lettori veri” hanno problemi di spazio, perché in una casa normale lo spazio per custodire i libri costa più dei libri stessi. E hanno problemi di soldi, ça va sans dire, quindi vedono come manna dal cielo il prezzo più accessibile del libro digitale. Chi resterà – fra dieci anni – paladino del libro cartaceo? I tradizionalisti a oltranza, i feticisti dell’aroma della colla o della bella rilegatura, i lettori occasionali che devono darsi un tono, i lettori di status che, se non possono mostrare sullo scaffale dietro alla propria scrivania una bella fila di tomi e di enciclopedie, non sanno cosa metterci. Ma il piacere della lettura sta nel rapporto con un testo e il suo autore, non nella qualità della carta. Sembra così lapalissiano che quasi imbarazza doverlo dire. I “lettori veri” considerano la lettura uno dei massimi godimenti perché l’infinita gamma di emozioni che ne possono ricavare è superiore a quella di quasi ogni altra attività; e non parlo solo di paura e di tensione, legate a generi ben codificati, ma di emozioni in senso lato: quelle della scoperta, della conoscenza, della comprensione di sé, del confronto con l’altro, del divertimento, dell’incontro con la bellezza, della speculazione filosofica, della meditazione. E di queste emozioni assolutamente nulla va perso nel passaggio dalla carta al file .epub. Naturalmente sta a noi “operatori culturali”, docenti, insegnanti, divulgatori e compagnia cantante, cominciare ad abbattere le nostre antiche strutture mentali, i nostri luoghi comuni a cui abbiamo creduto a lungo, talvolta in buona fede. Evitiamo di trasformare la lettura in una virtù, di caricarla di una tensione etica, di prescriverla per la salvezza dell’anima. Asteniamoci dal razzismo intellettuale per cui chi legge Joyce o Kant è colto e chi legge gialli e noir è un babbeo (borderline se legge fumetti!). Adoperiamoci invece perché questa potentissima “macchina del tempo” (e dello spazio) che è la lettura sia sempre più accessibile ed economica. Incentiviamo in maniera capillare la diffusione dei dispositivi digitali non nella didattica (dove per ora sono solo gadget inefficienti), ma come accesso alla Biblioteca della Letteratura Universale. Abbiamo i mezzi, ma forse non la volontà di farlo. Il rapporto dell’uomo con la conoscenza, l’informazione, la lettura di piacere e le modalità di accesso a esse stanno subendo un mutamento d’importanza storica. Editori e librai, se vogliono cavalcare la storia invece di fare la fine dei postiglioni all’avvento dell’automobile, debbono intercettare quelle persone che in libreria non mettono più piede se non per sbirciare le nuove uscite, che acquisteranno eventualmente online in digitale. Il contatto fra lettori e librai va ricreato, ma certo non colpevolizzando i primi e commiserando i secondi. Cosa ci vorrebbe, per esempio, a munire ogni punto vendita di una o più postazioni di digital download dove il cliente porta il proprio dispositivo e, chiacchierando col libraio, scarica legalmente e con facilità i testi che vuole, pagandoli il giusto, e magari ci aggiunge d’impulso un paio di libri di carta?[7] Se i professionisti della carta sposeranno il digitale e le infinite risorse che ci mette a disposizione, invece di arroccarsi su posizioni nostalgiche e tradizionaliste, si renderanno conto che, se pur l’oggetto libro ha fatto il suo tempo, la lettura, come attività fondamentale per l’equilibrio della mente umana, non è mai stata così bene.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Aldo Manuzio

e il libro del Rinascimento

tra produzione e collezionismo

Summer school 2015

Torrita di Siena,

31 agosto-3 settembre 2015

 

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Il quinto centenario della morte del grande umanista-editore Aldo Manuzio è l’occasione per promuovere un corso che intende avviare alla conoscenza del prodotto editoriale del XVI secolo tanto dal punto di vista della storia della stampa, quanto da quella delle vicende del collezionismo.

 

Per informazioni e iscrizioni

http://centridiricerca.unicatt.it/creleb

luca.rivali@unicatt.it

 

 

 

Raccolta documentaria CRELEB

 

Da qualche settimana, cliccando il bottone “Raccolta Documentaria” dalla home page del CRELEB, si accede, in via sperimentale, a un indice parziale della raccolta libraria del CRELEB. La consultazione di tale materiale, riservata ai collaboratori del Centro di Ricerca, è eccezionalmente concessa a laureandi, dottorandi e colleghi sulla base di un permesso del direttore del CRELEB.

 

 

 

Recensioni

033-A Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance. Actes du LIVe Colloque Internationale d’Études Humanistes. Passeurs de textes II : Gens du livre et gens de lettres à la Renaissance (savants, traducteurs, imprimeurs, colporteurs, voyageurs). CESR, 27 juin-1er juillet 2011, textes réunis & édités par Christine Bénévent – Isabelle Diu – Chiara Lastraioli, Turnhout, Brepols, 2014 (Études Renaissantes), pp. 450, ill. b/n e col., ISBN 978-2-503-55242-2, s.i.p. L’elegante vol. raccoglie gli atti del LIV convegno internazionale di studi umanistici, svoltosi dal 27 giugno al I luglio 2011, presso il Centre d’études supérieures de la Renaissance dell’Université François Rabelais di Tours. Si tratta della seconda edizione del convegno dedicato a Passeurs de textes; della prima, svoltasi il 30 e 31 marzo 2009, sono stati pubblicati gli atti nel 2012 (Passeurs de textes. Libraires et imprimeurs à l’âge de l’Humanisme, Paris, École des Chartes, vedi «AB» 026-G). Un testo, nel momento in cui giunge alla sua pubblicazione, subisce un lavorio più o meno assiduo e più o meno accorto di una serie di personaggi che partecipano al meccanismo editoriale. “Gens du livre” e “gens de lettres” li ha felicemente definiti Robert Darnton, uomini che, secondo competenze proprie, fanno sì che un testo diventi un libro e possa così muoversi verso i suoi destinatari, verso i suoi lettori. Il viaggio talvolta è breve, talaltra è assai lungo, nello spazio e nel tempo. È evidente che se anche nell’età del manoscritto esistevano delle figure che si possono definire “passeurs de textes”, è solo con l’invenzione della stampa e con la sua definitiva affermazione tra Quattro e Cinquecento che il meccanismo giunge alla sua definizione e alla sua completa maturazione. I saggi contenuti nel vol. si snodano attraverso un percorso che indaga i testi nella loro materialità, gli itinerari attraverso i quali si muovono, i percorsi intellettuali che hanno portato alla loro creazione o a modalità differenti della loro fruizione. L’indagine può essere, di volta in volta, orientata a un solo personaggio o a una specifica categoria, oppure a un’intera fase del processo editoriale. L’opera si divide in due grandi macrosezioni, con delle suddivisioni interne. La prima, intitolata Passeurs de textes, è dedicata proprio alle numerose figure attraverso le cui mani i testi passano nel loro viaggio dall’autore al lettore. Si inizia con una prima sequenza di sette saggi dedicata a Traducteur et philologues che propone dapprima una panoramica sulla nascita del mestiere di traduttore nel Cinquecento (Toshinori Uetani) e un’indagine sui traduttori dall’italiano al francese nel Cinquecento (Jean Balsamo) per poi muovere verso la figura di Guillaume Budé e il suo De Asse et partibus eius (Paris, Josse Bade, 1515, Luigi-Alberto Sanchi) e al commento a Orazio di Laevinus Torrentius (Marc Laureys). Il percorso permette di entrare, poi, negli ateliers di Pierre de La Ramée e dei suoi collaboratori al Collège de Presles (Marie-Dominique Couzinet) e del tipografo lionese François Juste in che pubblicò una rielaborazione di Rabelais della Batracomiomachia dello pseudo Omero (Romain Menini e Olivier Pédeflous). Da ultimo si scoprono alcuni esempi di come testi eterodossi abbiano circolato in modo occulto all’interno addirittura di testi di grammatica (Enrico Garavelli). La seconda sottosezione riunisce tre contributi dedicati a Textes et savoirs techniques. Dall’influenza degli autori antichi sulle opere tecniche di Leon Battista Alberti (Pierre Caye) alla fortuna dell’anonima traduzione francese del dialogo intitolato Medidas del Romano di Diego de Sagredo (Toledo, Remòn de Petras, 1526) da cui derivano i termini tecnici impiegati in successive traduzioni, tra cui quella dell’Hypnerotomachia (Frédérique Lemerle). Chiude un interessante saggio sulle tecniche per trasmettere le modalità dell’esecuzione musicale nell’Italia del Cinquecento (Dinko Fabris). Il terzo gruppo di contributi, tre anche stavolta, è dedicato ai Passeurs de textes médicaux: sono presi in considerazione il letterato e filosofo naturale Scipion Dupleix (Violaine Giacomotto-Charra), il celebre naturalista Charles de l’Écluse (Marie-Élisabeth Boutroue) e alcuni medici e cartografi del XVI secolo (Rafael Mandressi). In questi casi, oltre ai testi, sono gli apparati e i modelli iconografici a muoversi da un’edizione a un’altra. Chiude la prima sezione un ultimo gruppo di quattro saggi su Textes (et) voyageurs, in cui si indagano le edizioni di Strasburgo della Geographia di Tolomeo (Alice Klein e Laurent Naas), l’iconografia del riformatore olandese Menno Symons (Luc Bergmans), il ruolo dei missionari nella circolazione dei testi e nella diffusione della cultura scritta al di fuori dell’Europa nel Cinquecento (Antonella Romano) e, infine, il ruolo della famiglia di librai-editori di origine fiamminga Sonnius nella diffusione di opere a carattere geografico (Grégoire Holtz). La seconda parte, Passeurs de livres (autour de Garamont), pone maggiormente l’accento su quelle figure professionali che hanno contribuito alla produzione del libro nella sua materialità. Infatti il primo gruppo di quattro saggi si concentra su Imprimeurs, libraires, typographes. Si disegna dapprima una geografia urbana del sistema editoriale a Rouen dal 1485 al 1600 (Pierre Aquilon), per poi definire, attraverso un esempio parigino del XVI secolo, le strategie familiari attraverso le quali conservare nel tempo una bottega tipografica (Rémi Jimenes). Tra Quattro e Cinquecento il mondo dell’editoria francese subì un profondo rinnovamento, sia a Parigi, grazie all’opera del tedesco Thielman Kerver (Thierry Claerr), sia a Lione, dove si introducono nuovi modelli di caratteri romani e corsivi (Guillaume Berthon e William Kemp). L’ultima sottosezione è tutta dedicata al grande incisore e fonditore di caratteri Claude Garamont, oggetto di celebrazioni in Francia nel 2011: Un «passeur» particulier: Garamont. Dai fregi a “foglie aldine” utilizzati da Garamont (Hendrik Vervliet), si passa ad analizzare il tentativo di codificazione informatica dei suoi “tipemi” caratteristici per la digitalizzazione delle sue edizioni (Jacques André), fino a definire un ampio profilo di tutti coloro che si sono variamente “ispirati” all’elegantissimo disegno dei suoi caratteri tipografici (Matthieu Cortat). Chiudono l’indice dei nomi e le referenze fotografiche. – L.R.

033-B Great Books of Horsemanship. Bibliotheca Hippologica Johan Dejager, compilated and edited by Koert van der Horst, Leiden, Brill, 2014, pp. 784, ill. col., ISBN 978-90-6194-480-5, s.i.p. Il cavallo è stato per millenni uno dei più forti alleati dell’energia umana (in particolare maschile), e alle sue cure, allevamento, ammaestramento fu, com’è ovvio, dedicata una ampia letteratura, spesso impreziosita da illustrazioni con una funzione certo anche decorativa, ma principalmente didascalica. Nella sua bella introduzione Johan Dejager (pp. 16-21) spiega la nascita della sua passione per i cavalli e, quindi, del gusto di collezionare libri sui cavalli (grazie alla amicizia col libraio antiquario Philippe Deblaise): da qui un lungo percorso collezionistico, il coinvolgimento di diversi studiosi di settore, fino alla realizzazione del catalogo della sua raccolta libraria, affidato per la redazione a stampa alle cure di Koert van der Horst. A illustrare la varietà degli approcci al mondo ippico (per forza di cose qui è poco rappresentato il cavallo da lavoro, privilegiando quello da guerra o da corsa) valgono alcuni preziosi saggi iniziali, da quello di Elisabeta Deriu sulla dimensione internazionale delle conoscenze equestri, a quello di Bernard Clerc sullo sviluppo delle conoscenze di veterinaria ippica (mascalcia), dalle pagine di Thierry d’Erceville sugli spettacoli equini nella cavalleria militare, a quelle di Tim Clayton sull’arte di rappresentare il cavallo. Se il vol. si presenta come il catalogo di una particolare collezione, nel contempo intende essere una guida alla bibliografia sull’argomento. Si dirà da subito che l’opera spicca per la magnificenza e la ricchezza della esecuzione: in grande formato, ottimamente illustrata a colori, legata in cartone e tela, conservata in custodia, pesa circa 5 kg! Il sommario iniziale permette una visione d’insieme del vol., che comprende descrizioni di ben 364 tra mss. ed edizioni antiche, dall’anonimo Ross and Artznay Büchlein (un codice cartaceo ancora quattrocentesco esemplato in tedesco nella Germania meridionale) al Perfetto cavaliere di Antonio Locatelli, 2 vol., Milano, Sonzogno, 1825-7 (l’unico libro italiano del XIX sec. riportato). La successione delle schede prevede infatti innanzitutto una suddivisione per secoli, all’interno della quale le opere sono organizzate per nazionalità dell’autore (o dei testi anonimi) e quindi per cronologia. Di ciascun testo o autore si fornisce però una più o meno ampia presentazione posta a inizio della successione delle edizioni, così da permettere una comprensione anche biografica e culturale del trattato (come nel caso di Giordano Ruffo, pp. 146-7 con bibliografia). Le schede prevedono una intestazione cui segue una concisa ma precisa descrizione dell’edizione e del suo apparato illustrativo; seguono alcune note (talvolta assai succinte, talaltra più ampie) sull’esemplare e la sua provenienza. Segue da ultimo un commento circa le caratteristiche dell’edizione e la relativa bibliografia (nel caso di opere in miscellanea, ciascuna edizione qui pertinente ha, ovviamente, la propria scheda). Chiudono il vol. una utile bibliografia (pp. 750-5), e indispensabili indici degli autori, degli artisti, di tipografi ed editori, di altri nomi e luoghi, delle citazioni interne delle diverse edizioni, dei possessori (pochi gli italiani segnalati, tra cui un Felice Bulgarini e il noto bibliofilo Giacomo Manzoni). Infine, alette della sovracoperta, risguardi e carte di guardia trasmettono una preziosa selezione di una sessantina di ex libris recuperati nei volumi della collezione. – E.B.

033-C Hebrew (The) Book in Early Modern Italy, edited by Joseph R. Hacker – Adam Shear, Philadelphia, University of Pennsylvania Press, 2011, pp. vi+326, ill., ISBN 978-0-8122-4352-9, s.i.p. Il vol. curato da Hacker e Shear, che comprende 9 saggi in lingua inglese dovuti ad altrettanti specialisti, si presenta come un importante esperimento di “storia del libro” ebraico nell’Italia moderna. Da una parte, infatti, la penisola italiana è stata a lungo, forse anche per il suo ruolo di mediazione tra Europa centrale e mondo mediterraneo, il maggior centro di produzione del libro ebraico (seguito, ma solo a cavallo tra XVI e XVII sec., dalla Polonia e in misura ancora minore dall’Impero Ottomano), celebre anche per la qualità testuale dei suoi prodotti (da Istanbul scriveva a metà ’500 Abraham ibn Migash che “in tutte le terre dell’esilio è noto che solo i libri veneziani sono corretti e senza errori”); dall’altra, invece, l’evoluzione anche recente della sociologia del libro trova un terreno quasi completamente vergine nel campo della ebraistica. Non a caso, sul finire del ’500 a Praga, il cronista ebreo David Gans poteva esaltare la stampa come il maggiore dono di Dio, in quanto “meta-arte” capace di permettere la circolazione di tutte le conoscenze. Il mondo ebraico aderì infatti presto alle possibilità offerte dalla stampa se nel periodo incunabolistico si contano circa 140 edizioni che divengono dieci volte tanto nel cinquantennio successivo. Ciò non abolì la produzione di mss., in particolare per determinati tipi di testi riservati alla preghiera, e per certe aree del mondo sefardita (l’Africa del nord, e poi in particolare lo Yemen), ma ne limitò la produzione e la conservazione: è in tale periodo che i mss. ebraici in pergamena vennero spesso ridotti a materiale di scarto utile per la legatura di altri libri, generando quella dispersione di frammenti che viene significativamente, anche se imprecisamente, definita “genizah” europea. Una delle caratteristiche della produzione tipografica ebraica, e che la distingue nettamente dalla realizzazione di copie mss., è l’interazione col mondo cristiano, per cui ci sono spesso dei cristiani implicati nella progettazione o stampa o distribuzione di libri ebraici, così come lo saranno nella attività censoria: si sviluppa cioè una nuova funzione di mediazione della cultura ebraica. Gli studi pubblicati vedono una notevole varietà di temi. Evelyn Cohen si occupa delle informazioni fornite dai colophones dei mss. prodotti per un pubblico femminile, mentre Nurit Pasternak del ruolo di censore di mss. ebraici svolto a Firenze dal notaio ser Marchion già a fine XV sec. I due saggi successivi si incentrano sulla figura dell’editore Daniele Bomberg, con Bruce Nielsen che ne indaga la figura e l’attività veneziana e David Stern che si occupa di confrontare fra loro due edizioni bibliche da lui pubblicate rispettivamente nel 1517 e 1525, nelle quali svolge un ruolo decisivo anche il redattore Jacob ben Hayyim ibn Adoniyahu. Vengono poi Joseph Hacker che studia il fenomeno dell’autocensura nelle edizioni ebraiche del Cinquecento, e Piet van Boxel che analizza invece il lavoro di espurgazione e discussione del commento di Rashi al Pentateuco offerto da s. Roberto Bellarmino. Federica Francesconi si concentra sulle letture proibite dalla Inquisizione all’interno della comunità ebraica di Modena nella prima metà del XVII sec., mostrando da una parte una larga varietà di interessi (ma a p. 138 la Bibbia spagnola di Moisè Modena sarà un esemplare della Bibbia “ladina” di Ferrara del 1553), dall’altra la rilevanza via via acquisita dalla biblioteca della comunità. Infine, Michela Andreatta studia la produzione di libri ebraici per la preghiera nel ’600 (con un processo di progressiva standardizzazione e specializzazione dei testi), mentre Francesca Bregoli ricostruisce le edizioni livornesi del ’700 che passano dal controllo delle autorità pubbliche al libero mercato. Pur scarso di illustrazioni, questo interessante vol. uscito nella bella collana “Jewish Culture and Contexts”, presenta un ricco apparato di note (relegate però alle pp. 197-307) e un utile indice dei nomi. – E.B.

033-D Modo di legare i libri. Un inedito manuale manoscritto del XVIII secolo, trascrizione e commento a cura di Fabio Cusimano, Palermo, Officina di Studi Medievali, 2014 (Libridine - Studi e ricerche sul libro, sul documento e sui beni immateriali, 3), pp. 136, ill. b/n, ISBN 978-88-6485-088-7, € 15. Presso l’Archivio storico dell’abbazia benedettina di San Martino delle Scale, a Palermo, è stata rinvenuta una guida pratica a uso dei legatori di libri redatta, con un’estensione di 27 pagine, probabilmente alla fine del XVIII secolo da un autore sconosciuto e inserita da mano anonima in un vol. miscellaneo contenente vari testi manoscritti. Il curatore di questa recente edizione uscita presso l’Officina di Studi Medievali propone la trascrizione dell’opera, corredata da note utili soprattutto a spiegare la terminologia, prettamente specialistica, che ricorre nel manuale. Alla trascrizione, seguita dalla riproduzione integrale del documento (con immagini, però, piuttosto scure), sono premessi alcuni brevi saggi introduttivi che illustrano taglio e contenuti della guida, con un affondo sul mondo del libro nel monastero di San Martino (noto, peraltro, per la produzione di un particolare tipo di legatura conosciuta come “martiniana”) e con riferimenti ad alcune opere coeve che hanno influenzato, in modo più o meno diretto, la stesura del manuale. L’ approfondimento sulla trattatistica settecentesca di settore fa capire come un’attività eminentemente pratica quale l’arte della legatura possa essere collocata all’interno di una letteratura specialistica che, pur essendo ancora esigua e limitata, stava allora conoscendo un certo sviluppo (si considerino le voci dedicate all’argomento nella Cyclopaedia di Ephraim Chambers o nell’Encyclopédie e, soprattutto, il pionieristico manuale di René Martin Dudin stampato nel 1772 a Parigi). Il manoscritto palermitano illustra con precisione diverse attività (assieme ai materiali necessari a eseguirle) che trasformavano un insieme di fogli sciolti in un volume rilegato: tecniche di cucitura, realizzazione delle coperte e dei tasselli per i dorsi, creazione di legature di tipo “olandese”, “inglese” o “francese”, tintura delle pelli, coloritura delle carte marmorizzate, decorazione e altro ancora. Nello scorrere le pagine di questo vol., però, l’interesse destato dalla materia trattata si unisce al rilievo di alcune incertezze di tipo tecnico-strutturale che emergono a più riprese, soprattutto nei testi premessi alla trascrizione. C’è, innanzitutto, qualche problema di equilibrio fra il testo dei saggi e le relative note a piè pagina, che si può osservare specialmente quando vengono fornite precisazioni sulla storia editoriale di alcune opere e sull’accessibilità di fonti e studi specialistici. Tali informazioni, che in sé non sono negative (anzi, forniscono spesso coordinate utili per muoversi tra riproduzioni digitalizzate, edizioni antiche e moderne e url di siti Internet più o meno specializzati e spesso assai ricche di dati), in un’opera di questo tipo rischiano di risultare ridondanti perché troppo estese. A fronte della meticolosità delle digressioni, ci sono, peraltro, alcune distrazioni nella forma in cui si citano nomi propri e nei criteri di formulazione delle citazioni bibliografiche. L’omogeneità della trattazione risente, a volte, in modo negativo anche della ripetizione dei medesimi dati in più punti e della proposta di ampie trascrizioni di testi di altri studiosi. Una certa disinvoltura si riscontra nel tratteggiare i presupposti culturali della redazione dell’opera, come si vede, per esempio, in un riferimento a Gabriel Naudé, figura che nelle note è correttamente inserita nella prima metà del XVII secolo, ma che nel testo viene catapultata nella realtà tardo-settecentesca. In ogni caso, il proposito di dare alle stampe questo piccolo manuale, che peraltro dimostra il sussistere di nessi non scontati che uniscono la tradizione della legatoria monastica alla circolazione internazionale di testi professionali contemporanei, è stato senz’altro buono, non da ultimo perché è abbastanza insolito incontrare opere settecentesche in lingua italiana di carattere eminentemente pratico dedicate alla creazione delle legature, attività che, collocata tra la produzione (o la riproduzione) dei testi e la commercializzazione e la lettura delle opere, rimane spesso in secondo piano nella percezione complessiva dei tanti fenomeni di cui è opportuno tenere conto quando si studiano o si gestiscono volumi antichi. – R.G.

033-E Parasiliti (Andrea G. G.), La totalità della parola. Origini e prospettive culturali del libro digitale, Vittoria, Baglieri Editrice, 2014, pp. XI+243, ill., ISBN 978-88-98081-11-0, € 15. Di libri che parlano della trasformazione, della “morte” o del ricambio tecnologico della parola scritta il mondo è ormai pieno. Di questi, però, soltanto una piccola porzione risulta essere interessante o quantomeno sembra dire cose sensate. Dubbio non v’è sul fatto che il vol. di Parasiliti rientri nella seconda virtuosa categoria. Il giovane a., sensibile in modo raffinato alle tematiche riguardanti lo sviluppo e i destini del libro, ha prodotto infatti un interessante saggio che, oltre a dare un’opinione intelligente su questa spinosa materia, spiega con dovizia di argomentazioni e in maniera mai pedante ogni minima asserzione a sostegno delle sue tesi. Quale sia l’opinione di Parasiliti è presto detto: il libro digitale non è un monstrum sconosciuto venuto a scardinare secoli e secoli di tecnologia scrittoria, ma è uno strumento che si inserisce ergonomicamente nel percorso millenario della parola scritta in funzione di talune sue specifiche conformazioni chiamate dall’a. “unimedialità”. Queste risultano essere né più né meno che le sintesi di secoli e secoli di esperienze tecnologiche al servizio della scrittura largamente utilizzate negli ambienti influenzati dalla cultura cristiana e arrestatesi solo con l’entrata in scena della tecnica tipografica. Il cristianesimo, spiega l’a., «adottando ogni mezzo a sua disposizione al fine di annunciare e rendere comprensibile la buona novella con il libro (commentato, glossato e dotato di strumenti di navigazione testuale), con la predicazione, con le immagini e talvolta attraverso il loro intreccio (si pensi ai mosaici commentati ai fedeli oppure agli Exultet meridionali), sembra aver già percorso le strade che il libro digitale, sfruttando le potenzialità del nuovo supporto, potrebbe in potenza seguire e sintetizzare» (p. X). La comunicabilità della parola nel mondo digitale, risponderebbe quindi alla medesima necessità sentita dai cristiani dei primi secoli di divulgare l’εαγγέλιον al mondo degli uomini, una necessità che si pone, nella visione di Parasiliti, come la radice culturale della nuova tecnologia libraria. In quest’ottica interpretativa, l’a. dipana in queste pagine un ventaglio accurato di informazioni sulla storia della parola scritta e dei supporti su cui essa ha viaggiato nel corso dei millenni. Tale impostazione permette quindi al lettore di riconoscere le diverse categorie interpretative utili per comprendere la valenza e il significato pregnante del libro digitale nel mondo contemporaneo nonché il suo straordinario potenziale evolutivo. Partendo quindi dall’interpretazione sul valore dato da sumeri ed egizi ai supporti scrittori, si passa dunque all’analisi del libro in ambito ebraico e cristiano, giungendo alla grande avventura del libro tipografico e alle sue innumerevoli sfaccettature semantiche e materiali. La trattazione sposta dunque il suo asse speculativo sulla parte più originale del lavoro, riguardante gli ultimi decenni della storia del libro, analizzando infine alcuni esempi fortunati e memorabili di libro (o App) digitale, in cui l’a. mette in evidenza le peculiarità delle nuove tecnologie in parallelo con le esperienze di “navigabilità” delle produzioni scrittorie della cultura cristiana. In ultimo, Parasiliti giunge a illustrare come le potenzialità delle nuove tecnologie non siano unicamente appannaggio degli eserciti di ingegneri informatici che popolano il Reich della produzione libraria digitale. Sebbene infatti oggi la tendenza sia quella di affidare la realizzazione di tali prodotti alla figura “grigia” dell’editor digitale, i risultati perlopiù anemici delle opere messe in commercio rappresentano un sintomo chiaro della necessità di una “voce” umanistica nello sviluppo di questo filone dell’editoria. Non bastano i tecnici per realizzare un buon libro digitale, ci dice l’a., poiché esso non ha solo bisogno delle cure estetiche e funzionali, ma soprattuto necessita di una plasmazione umanistica che risponda in maniera totale ai bisogni cognitivi e “umani” del lettore. Lo stile del libro è fresco e intelligente, e le tesi di Parasiliti solide e ricche di spunti e di interpretazioni originali, impreziosite ancor più dalle belle interviste ai rappresentanti, a diversi livelli, del panorama culturale italiano odierno poste in fine di ogni capitolo. Forse l’unico appunto che può essere mosso risiede nella sovrabbondanza di citazioni, che spesso occupano intere pagine del vol. (i “per dirla con” si sprecano) e nella mancanza, all’interno della ricerca, di taluni fondamentali autori che hanno mirabilmente trattato l’evoluzione storica e semantica della parola scritta, primo fra tutti il mai abbastanza rimpianto Giorgio Raimondo Cardona (Antropologia della scrittura, Torino, Loescher, 1981; Storia universale della scrittura, Milano, Mondadori, 1986). Ciononostante, il libro del giovane a. siciliano risulta un bell’esempio di analisi socioculturale sullo strumento librario, portato avanti con solido mestiere e intelligenza genuina, seguendo un filone di indagine intellettuale che vede il ricambio tecnologico nel mondo editoriale semplicemente come la continuità logica di un percorso culturale ininterrotto e multiforme. Tale percorso, visibile ancor più chiaramente seguendo il braudeliano concetto di “lunga durata”, ha come protagonista la parola, che nella scrittura trova la sua forma tangibile e nel supporto il mezzo fondamentale per la sua divulgabilità. Come nell’era delle App questo potrà sopravvivere dipenderà solo dalla capacità del libro digitale di adattarsi non solo alle necessità comunicative ma anche a quelle “umanistiche”, palesi e occulte, del lettore, giacché (mi perdonerà l’a.) per dirla con Sciascia: «nulla di sé e del mondo sa la generalità degli uomini, se la letteratura non glielo apprende». – N.V.

033-F Salzberg (Rosa), Ephemeral city. Cheap print and urban culture in Renaissance Venice, Manchester, University Press, 2014, pp. xi+199, ill., ISBN 978-0-7190-8703-5, s.i.p. Il vol. cerca di tracciare un profilo sociale, culturale ed economico della città, definita come “effimera”, di Venezia, a cavallo tra il XV e il XVI secolo. Tale definizione, effimera, è data in riferimento al punto di vista da cui l’a. osserva i fenomeni sociali, culturali ed economici della Venezia rinascimentale: quello dei più piccoli, umili ed economici risultati della florida industria tipografica veneziana, le stampe popolari, o meglio stampe di largo consumo. Il compito non è certo privo di complessità, in primis perché ricollocare i resti di questa produzione, oggi conservati in biblioteche e archivi, nel contesto produttivo e distributivo dell’epoca non sfugge a rischi interpretativi; inoltre, la natura effimera di tali oggetti ha permesso solamente a una piccola parte di questi di giungere integri fino a oggi. Tuttavia, le difficoltà non devono scoraggiare nell’intraprendere tale indagine: infatti, le stampe di larga circolazione sono delle chiavi d’accesso privilegiate per entrare nella quotidianità e nelle abitudini della città e dei suoi abitanti, riflessi nelle sue attività produttive, in questo caso quella tipografica, espressione della cultura del tempo. Prima di iniziare il discorso vero e proprio che, come si dirà, si articola attraverso diversi aspetti legati alla produzione delle stampe di largo consumo, in relazione al contesto culturale del tempo, l’a. vuole sottolineare le ragioni che hanno portato alla scelta della città di Venezia per intraprendere tale indagine. La storia dell’industria tipografica in questa città è, infatti, riconosciuta come unica ed esemplare, con una produzione che, fin dagli inizi, ha conosciuto, accanto ai più prestigiosi stampatori, tutta una serie di realtà tipografiche dedite alla stampa di prodotti di modesta fattura, realizzabili in tempi brevi (sovente fogli volanti, manifesti) e di scarso valore economico. Spesso, sottolinea l’a., tali stampe di larga circolazione erano di soggetto religioso. Una volta evidenziate le potenzialità di tale indagine, le difficoltà presenti, e le ragioni della scelta di un contesto urbano e culturale come quello della città di Venezia, si considerano i nuclei principali attraverso cui si viene condotti leggendo le pagine del vol. Il primo ripercorre quelle che furono, nella città stessa, le riflessioni e i dibattiti sorti attorno ai potenziali cambiamenti apportati dal nuovo mezzo della tipografia, soffermandosi in particolar modo sulla ricezione della stampa di larga circolazione. Tale produzione provocava, infatti, reazioni ambivalenti causate dalla sua capacità di fluidità e di mobilità che le permettevano di attraversare e appianare, pericolosamente, le divisioni sociali e di classe della popolazione di Venezia. La composizione sociale e anche la topografia stessa della città lagunare contribuirono a definire quello che fu l’effetto della stampa nella città: un grande crocevia, per qualsiasi parte del mondo, che aveva però, al tempo stesso, una sua struttura e organizzazione sociale e spaziale bene definita. L’a., partendo da questa considerazione, indaga quindi le ragioni della straordinaria e rapida diffusione della stampa di largo consumo a Venezia, diffusione ritenuta in stretto rapporto proprio con la natura fisica della città, costellata di diverse e floride attività commerciali, così come di differenti e stratificate realtà sociali e culturali. L’attività commerciale e produttiva di tale materiale a stampa non era dovuta solamente a tipografi o commercianti siti stabilmente in laguna, ma anche a tutta una serie di cosiddetti tipografi itineranti e venditori ambulanti, analizzati dall’a. nel terzo capitolo del vol. Questi soggetti portavano il loro bagaglio di abitudini, cultura e testi a Venezia e, viceversa, una volta rientrati in patria, portavano a casa quanto appreso in Laguna. In relazione a quanto anticipato in apertura, nel quarto capitolo, si riflette invece su quelli che erano i testi che, attraverso le diverse classi sociali, formavano un sostrato di conoscenze condivise. Questi testi di larga circolazione dalle officine tipografiche finivano in piazza, declamati o letti, attraversando rapidamente la città e giungendo anche ad altri centri urbani della penisola. Queste larghe potenzialità di diffusione, difficili da controllare, suscitarono, a partire dalla seconda metà del XVI secolo, una reazione che tentò in parte di regolamentare questa vastissima, capillare e spesso anonima produzione. Censura, creazione della corporazione dei tipografi e dei librari, sono alcune delle realtà che vengono considerate dall’a. nel capitolo finale del vol., realtà che, pur non riuscendo ad arginare totalmente il flusso di testi di larga circolazione, imposero dei limiti riguardo a chi poteva partecipare a questo tipo di produzione e a cosa poteva essere passato sotto i torchi. – A.T.

033-G Segatori (Samanta), Giuseppe De Luca. Dopo cinquant’anni (1962-2012), Pisa-Roma, Serra, 2013, (Nuovi Saggi, 115) pp. 101, ISBN 978-88-6227-486-9, s.i.p. L’importanza della figura di Giuseppe De Luca nell’ambito dell’editoria cattolica del Novecento, soprattutto nel campo degli studi umanistici, storici e letterari, continua a essere oggetto di approfondimenti e – per molti versi – di rivalutazione. A cinquant’anni dalla scomparsa, avvenuta nel 1962, è stata avvertita l’esigenza di ripercorrere l’itinerario culturale e umano del sacerdote lucano alla luce della prospettiva storica maturatasi nel frattempo in un periodo di cambiamenti decisivi nella storia della Chiesa cattolica contemporanea. Nato in un paesino della provincia di Potenza nel 1898, Giuseppe De Luca giunse a Roma appena tredicenne grazie all’ interessamento dello zio materno don Vincenzo D’Elia. Nella capitale percorse tutte le tappe della formazione seminariale e scolastica, e qui nel 1921 si addottorò in teologia e fu ordinato sacerdote, venendo incardinato nella diocesi romana. Chiamato da don Luigi Sturzo, a cui fu legato da stima e amicizia fino alla sua morte, nel 1923 ebbe inizio la collaborazione alla terza pagina de Il Popolo, organo del Partito Popolare Italiano, mentre dall’anno successivo avviò la pubblicazione della collana «Piccola Raccolta», formata da opere di modesto formato, che ebbe termine nel 1927 e che rappresentò il suo esordio nel campo dell’editoria. In quel periodo venne colpito da una malattia di origine nervosa, che lo segnò per tutta la vita, e da quel momento De Luca si distaccò sempre di più dall’associazionismo cristiano in favore di un progetto culturale di élite, in questo prendendo le distanze anche dall’amico cardinale Montini, il futuro papa Paolo VI. Tra le varie iniziative editoriali, a cui De Luca collaborò in quegli anni, spicca la rivista diretta da Piero Bargellini il «Frontespizio», attorno alla quale si coagulò un gruppo di giovani intellettuali cattolici con lo scopo di confrontarsi con le esperienze dell’arte e della cultura contemporanee, idee che divennero la base dell’attività futura di De Luca. Numerose le collaborazioni anche con altre testate – dal «Carroccio» all’«Avvenire d’Italia», dalla «Nuova Antologia» all’«Osservatore Romano», e poi «Studium», «Scuola e cultura», «Tribuna», «Omnibus», etc. – che lo portarono a stabilire e consolidare numerosi contatti nella sfera sia politica che culturale italiana. De Luca fu infatti amico o corrispondente di figure di primissimo piano dell’epoca come Papini, Prezzolini, Croce, ma anche Bottai e Gentile. Differentemente da suoi amici, in primis il cardinale Montini, De Luca non ebbe remore nello stabilire contatti e avere rapporti anche ravvicinati con il governo fascista, consapevole di quanto tale atteggiamento potesse facilitare la creazione di una sorta di egemonia culturale cattolica nella nazione. De Luca fu sempre determinato a stampare libri che probabilmente nessun altro avrebbe mai voluto pubblicare, spesso anche di pura erudizione. Per esempio con la casa editrice Morcelliana di Brescia, che vide tra i fondatori anche il cardinale Giovanni Battista Montini ed era diretta da Fausto Minelli, De Luca fu il curatore della collana “Per Verbum ad Verbum”, uscita tra il 1931 e lo scoppio della guerra. Il ruolo che si proponeva per la nuova collezione era di «sostituire nelle mani di cattolici italiani libri di pietà sciocchi e devozionali: e mettercene, antichi e nuovi, nostrani e stranieri, che sian fatti con intelligenza ed arte». Con le collane “I Compagni d’Ulisse” e “Omnibus”, De Luca ampliò la produzione della casa editrice dalla sola spiritualità cristiana all’orizzonte più vasto della letteratura, ma non riuscì a far sì che la Morcelliana diventasse quella «casa dell’ aristocrazia dell’arte e del pensiero» da lui tanto agognata. Per poter realizzare il suo sogno, dovette aprire nel 1943 una casa editrice propria, Edizioni di storia e letteratura, che fu incentrata sulla collana «Storia e Letteratura. Raccolta di studi e testi», in cui si proponeva di pubblicare insieme maestri di storia e letteratura sacra e profana grazie al lavoro di giovani e promettenti studiosi (Billanovich, Branca), ma anche di nomi già affermati (Praz, Dionisotti, Campana) o con l’uscita di edizioni postume di intellettuali importanti. Il fine ultimo rimaneva il «far nascere il desiderio e […] l’amore di Cristo nella cosiddetta alta cultura». La sua iniziativa venne accolta dalla Chiesa piuttosto freddamente, ma tale atteggiamento non fece demordere De Luca, il quale continuò nel suo progetto insieme al fratello Luigi, che curò la raffinata veste grafica dei volumi e la loro produzione tipografica nell’Istituto Grafico Tiberino: negli anni Cinquanta l’unico catalogo editoriale che poteva vantare una tale ricchezza di autori di storia, di filologia medievale e moderna, di erudizione in Europa era solamente quello della olandese Brill. Parallelamente De Luca diede il via ad altre collane, tutte imperniate su testi di altissimo livello culturale e di erudizione, tese a esplorare anche gli studi che venivano prodotti negli altri paesi europei (URSS compresa) e negli Stati Uniti. Accanto alla storia più strettamente editoriale, l’a. investiga anche le vicende economiche della casa editrice, offrendo uno spaccato di quella che fu una iniziativa culturale non a scopo di lucro, ma che rischiò di naufragare già in partenza per gravi problemi di finanziamento. Tale impresa, che comunque per sopravvivere esigeva non poco denaro, poté reggersi – a fatica – solo grazie all’aiuto esterno di amici del sacerdote lucano (in primis il marchese Stefano Majnoni e Raffaele Mattioli della Comit, ma anche il capo del governo italiano, Alcide De Gasperi) che gli garantirono personalmente prestiti e si posero come intermediari perché enti e istituzioni sottoscrivessero abbonamenti alle sue collane. In questa situazione di difficoltà, il silenzio delle alte gerarchie della Chiesa, a eccezione del cardinale Montini e di papa Giovanni XXIII, alle richieste di aiuto di De Luca rivela la profonda distanza creatasi tra la Curia e il sacerdote lucano. L’analisi dei registri amministrativi della casa editrice è condotta nelle ultime pagine del vol.: forse non sarebbe stato inutile approfondire ulteriormente tale aspetto per cercare di comprendere con maggiori particolari quale fu la rete di sostenitori che permise la sopravvivenza dell’impresa di De Luca e inserirla nel quadro della cultura italiana dell’immediato dopoguerra, ancor oggi per molti versi da delineare. – M.C.

033-H Welten des Wissens. Die Bibliothek und die Weltkronik des Nürnberger Artzes Hartmann Schedel (1440-1514), herausgegeben von der Bayerischen Staatsbibliothek, München, Allitera, 2014, pp. 168, ill. col., ISBN 978-3-86906-657-8, s.i.p. La Bayerische Staatsbibliothek di Monaco ha organizzato negli ultimi anni alcune esposizioni bibliografiche di altissima qualità, mirate a valorizzare il suo straordinario patrimonio librario, corredate da altrettanto validi cataloghi a stampa: 2009 Als die Letten laufen lernten (mostra 18 agosto - 31 ottobre 2009, catalogo Wiesbaden, Reichert, 2009): un percorso dal “quasi-didactic purpose” (recuperando la perfetta definizione di Lotte Hellinga nella recensione al catalogo su «The Library» 2010, 11, 2, pp. 234-5) tra gli incunaboli della BSB, un percorso di storia della stampa e della tecnologia del libro impresso nel XV secolo, prerogativa che è stata mantenuta dal catalogo (si veda anche «AB» 016-A); 2012 Vom ABC bis zur Apokalypse. Leben, Glauben und Sterben in spätmittelalterlichen Blockbüchern, (mostra febbraio –maggio 2012; catalogo, Luzern, Quaternio, 2012 Þ «AB» 023-A): sui libri tabellari della BSB dedicati all’apprendimento della lettura e della grammatica, alla devozione e alla meditazione e all’Apocalisse. Nell’occasione del quinto centenario della morte di Hartmann Schedel, a Monaco è stata allestita da novembre 2014 a marzo 2015 una mostra bibliografica a lui collegata, di cui il vol. costituisce il catalogo. Lo Schedel (Nürnberg 1440-1514), medico e umanista, formatosi fra Lipsia e l’Italia (Padova), raccolse come è noto una grande biblioteca, che nella quasi totalità pervenne alla biblioteca di corte di Monaco negli anni Settanta del Cinquecento, inclusa nel lascito del banchiere Johann Jacok Fugger. È per questo che oggi la Bayerische Staatsbibliothek possiede, per esempio, la copia personale annotata dall’autore dell’opera più famosa dello Schedel, il celeberrimo e illustratissimo Liber Chronicarum, nella versione Latina del 1493, pezzo monumentale che apre infatti anche il catalogo della mostra. Il catalogo è articolato in sette sezioni, che si presentano rapidamente: Ascesa e declino di una famiglia di Norimberga (raccoglie documenti e libri manoscritti e a stampa riconducibili a membri della famiglia Schedel, e ne documenta anche i contatti con l’Italia); Hartmann Schedel studente a Lipsia (1456-1463; vi compaiono gli appunti di Schedel studente, il suo personale Liederbuch manoscritto, manoscritti relativi ai suoi interessi umanistici, quali il Virgilio quattrocentesco in pergamena oggi segnato Clm 319); Hartmann Schedel Studente a Padova (1463-1466, illumina questa sezione, fra le altre cose, il vocabolarietto manoscritto veneziano-tedesco redatto dal fratello minore dello Schedel, Johannes, nonché volumi più strettamente attinenti agli studi condotti dallo Schedel presso lo studio patavino); Hartmann Schedel medico a Noerdlingen, Amberg e Nürnberg; Il collezionista e la biblioteca (vi compare la copia posseduta dallo Schedel del Lattanzio di Sweynheym e Pannartz, 1468, e la famosa lista manoscritta delle edizioni dei prototipografi italiani, nonché documentazione relativa alla continua ricerca di libri da parte del medico tedesco); Il “Liber Chronicarum” e le sue fonti; I libri e il loro destino. Corredato al solito di belle immagini a colori e completato dalla bibliografia (pp. 157-64), e dall’indice dei nomi (pp. 165-7). – A.L.

 

Spogli e segnalazioni

033-001 Agenda letteraria Dante Alighieri. 2015, a cura di Gianni Rizzoni, Milano, Metamorfosi, pp. 160, ill., ISBN 978-88-95630-80-9, € 18. L’elegante edizione speciale a colori, con le immagini di Amos Nattini, dell’Agenda letteraria, celebra il 750° anniversario della nascita del grande poeta, data fondamentale per la cultura e la lingua dell’Italia. – A.T.

033-002 Alcorn (John), Evolution by Design, a cura di Stephen Alcorn – Marta Sironi, Milano, Moleskine, 2013 Þ rec. M[auro] C[hiabrando], «Charta», 136, novembre/dicembre 2014, p. 74.

033-003 André (Jacques), Les typèmes de Garamont. À propos d’un projet de codage des caractères anciens, in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 369-89 Þ «AB» 033-A

033-004 Andresen (Johannes), Bibliotheken in Südtirol in der Zeit der Faschismus, in Das deutsche und italienische Bibliothekswesen im Nationalsozialismus und Faschismus, herausgegeben von K. Kempf – S. Kuttner, pp. 109-22 Þ «AB» 033-057

033-005 Angiolini (Enrico), Il fondo del Magistrato poi Giunta suprema di giurisdizione sovrana presso l’Archivio di Stato di Modena: una “macchina del tempo” nel sistema documentario estense, «Quaderni estensi», 5, 2013, pp. 389-402. Studio realizzato nell’ambito del progetto di edizione dei più antichi documenti estensi dell’Archivio di Stato di Modena. – R.G.

033-006 Aquilon (Pierre), Géographie urbaine de l’édition rouennaise. Imprimeurs et libraires dans la ville Rouen 1485 - vers 1600, in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 293-307 Þ «AB» 033-A

033-007 Archibald (Sasha), Indexes, in praise of, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/4, dicembre 2014, pp. 142-8. Sintetico excursus storico in cui si prendono in considerazione la natura e i requisiti degli indici e dei loro realizzatori dall’antichità ai giorni nostri. – L.R.

033-008 Armano (Antonio), Maledizioni. Processi, sequestri e censure a scrittori e editori in Italia dal dopoguerra a oggi, anzi domani, Torino, Aragno, 2013 Þ rec. Davide Ruggerini, «TECA», 6, 2014, pp. 173-8.

033-009 Armano (Antonio), Maledizioni. Processi, sequestri e censure a scrittori e editori in Italia dal dopoguerra a oggi, anzi domani, Torino, Aragno, 2013, pp. XVIII + 517 + CD-Rom, ISBN 978-88-8419-630-9, € 35. L’a., in questa raccolta di processi relativi a sequestri e a censure avvenuti in Italia dal dopoguerra a oggi, racconta di oltre cinquanta casi letterari, soprattutto romanzi, soggetti al fenomeno censorio. I processi analizzati percorrono oltre sessanta anni, partendo da quelli immediatamente precedenti alla formulazione dell’articolo 21 della Costituzione. Di particolare rilievo le fonti documentarie di tipo giudiziario, raccolte nel CD-Rom allegato alla pubblicazione. – A.T.

033-010 Asselineau (Charles), L’inferno del bibliofilo, a cura di Gerardo Mastrullo, traduzione di Lorenzo Babini, testo francese a fronte, Milano, La vita felice, 2014, pp. 96, ill. b/n, ISBN 978-88-7799-608-4, € 8,50. Si tratta della traduzione italiana della divertente operetta sulla bibliofilia del francese Asselineau (1820-1874), amico di Baudelaire, esperto di letteratura e collezionista di libri. L’Enfer du bibliophile uscì a Parigi nel 1862, e contiene la descrizione di una discesa dell’autore all’inferno dei bibliofili, ove un demone custode lo obbliga per contrappasso della sua passione ad acquistare, sia dai bouquinistes del lungo Senna, sia ad aste di antiquariato, libri di pessima qualità a prezzi esorbitanti. – A.L.

033-011 Autografi dei letterati italiani. Le Origini e il Trecento, I, a cura di Giuseppina Brunetti – Maurizio Fiorilla – Marco Petoletti, Roma, Salerno, 2013 Þ rec. Stefano Cremonini, «TECA», 6, 2014, pp. 152-7.

033-012 «Avisos», 72, enero-abril 2014. Si parla del vol. Leggere nella Spagna moderna di Antonio Castillo Gómez, di Hacer escena. Capitulos de historia de la empresa teatral en el Siglo de oro di Carmen Sanz Ayán, di Gregorio Pueyo (1860-1913) librero y editor di Miguel Ángel Buil Pueyo, di La Biblioteca di Alfonso II del Carretto di Anna Giulia Cavagna, infine dei libri di Juan Gomez de Sanabria. – E.B. 

033-013 «Avisos», 73, mayo-agosto 2014. Si parla del vol. Antonio Perrenot de Granvelle. Politica e diplomazia al servizio dell’impero spagnolo (1517-1586) di Marco Legnani e del rapporto di Gondomar con le lingue straniere. – E.B.

033-014 Balsamo (Jean), La première génération des traducteurs de l’italien (1500-1541), in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 15-31 Þ «AB» 033-A

033-015 Barbian (Jan-Peter), “Faktoren der Großen Durchdringungsarbeit des Volkes mit nationalsozialistischem Geist”. Das Öffentliche Büchereiwesen des NS-Staates zwisachen Ideologie und Realität, in Das deutsche und italienische Bibliothekswesen im Nationalsozialismus und Faschismus, herausgegeben von K. Kempf – S. Kuttner, pp. 221-42 Þ «AB» 033-057

033-016 Barbieri (Edoardo), Alcune osservazioni sull’editoria universitaria nell’Italia di oggi, «TECA», 6, settembre 2014, pp. 103-20. Concentrandosi sulla realtà dell’Italia settentrionale degli ultimi cinquant’anni, il contributo fornisce una guida per l’interpretazione del complesso mondo della editoria universitaria in Italia, mettendo in rilievo i fattori che a diversi livelli entrano in gioco (dagli aspetti economici a quelli di politica universitaria, dalle University press all’open access). – A.L.

033-017 Battini (Annalisa), La donazione del cancelliere Voroncov alla Biblioteca Estense di Modena, «Quaderni estensi», 5, 2013, pp. 259-84. Sui libri donati al duca d’Este nel 1766 dal cancelliere russo Michail Voroncov: sono edizioni in lingua russa oggi conservate alla Biblioteca Estense Universitaria di cui viene fornito l’elenco, trascritto (con note) da un documento settecentesco. – R.G.

033-018 Bell (Hazel K.), The personality of the indexer, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/4, dicembre 2014, pp. 149-55. L’a. si interroga sulla percezione generale del ruolo professionale degli indicizzatori, presentando alcuni esempi reali. – L.R.

033-019 Bellettini (Pierangelo), Luigi Balsamo direttore de La Bibliofilia, «Quaderni estensi», 5, 2013, pp. 111-36. Un percorso sull’attività di Balsamo alla guida della prestigiosa rivista (gennaio 1983 - dicembre 2010), ricco di trascrizioni da lettere scambiate con illustri studiosi e di una serie di immagini significative sul percorso professionale dell’illustre studioso. – R.G.

033-020 Bellingeri (Luca), Un archivio di fondi chitarristici, «Quaderni estensi», 5, 2013, pp. 315-8. Presentazione del progetto di creazione di un importante fondo di materiale per lo studio della storia chitarristica italiana presso la Biblioteca Estense di Modena. – R.G.

033-021 Bénévent (Christine) – Isabelle Diu – Chiara Lastraioli, Avant-propos, in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 7-11 Þ «AB» 033-A

033-022 Bergmans (Luc), L’iconographie de Menno Simonis (1496-1561) comme passeur de textes et voyageur, in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 257-62 Þ «AB» 033-A

033-023 Berio (La) in mostra, a cura di E. Ferro, «La Berio» 1-2, gennaio-dicembre 2013, pp. 69-74. Si dà conto delle esposizioni organizzate dalla Biblioteca Berio nel 2013 – per esempio quella intitolata “A pubblico vantaggio. La biblioteca dell’abate Berio tra scienza e erudizione”, 2 marzo-19 aprile 2013 – e di quelle alle quali la biblioteca ha partecipato concedendo in prestito i suoi materiali. –  Elena Gatti

033-024 Berthon (Guillaume) – William Kemp, Le renouveau de la typographie lyonnaise, romain et italique, pendant les années 1540, in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 341-55 Þ «AB» 033-A

033-025 Bertone (Giorgio), L’eros, il dono, la donna nuda squartata (Inf. XIII, Dec. V, 8 e il Botticelli), «Dante e l’arte» (DeA), 1, 2014, pp. 179-206. Il confronto tra la novella di Nastagio degli Onesti (Decameron V 8), le quattro tavole a essa dedicate dipinte da Botticelli e il canto di Pier delle Vigne (Inf. XIII) permette all’a. di applicare alla novella la teoria antropologica del dono, elaborata da Marcel Mauss: una lettura che secondo l’a. può utilmente essere applicata anche ad altre celebri novelle (Federigo degli Alberighi, Cisti fornaio). – Luca Mazzoni

033-026 Bianco (Milena), L’Ufficio anagrafe del Comune di Genova dal 1865 al 1927, «La Berio» 1-2, gennaio-dicembre 2013, pp. 27-39.

033-027 Biblioteca (La) del Greco, edición a cargo de Javier Docampo - José Riello, Madrid, Museo Nacional del Prado, 2014 Þ rec. Giuseppe Mazzocchi, «TECA», 6, 2014, pp. 164-8.

033-028 Billanovich (Giuseppe), Tra don Teofilo Folengo e Merlin Cocaio, a cura di Andrea Canova, Torino, Aragno, 2014, pp. LXXII+270, ISBN 978-88-8419-680-4, € 20. Ribellandosi al mito, consacrato da De Sanctis, di un autore delle Macaronee ignorante e buffonesco, Billanovich volle ricostruire il percorso umano, intellettuale e religioso del monaco benedettino Folengo in un vol. uscito un po’ fortunosamente nel 1948 e qui opportunamente riproposto dal benemerito curatore. In realtà il vol., che rappresenta una sezione non casuale o estemporanea degli interessi billanovichiani (a Folengo è per esempio legata la molto più tarda amicizia con Dennis E. Rhodes), non fu unanimemente accolto dal mondo degli studi. Vi si volle talvolta vedere una sorta di rilettura cattolica del Folengo, spesso invece dipinto come eterodosso se non filoprotestante (ma forse la meditazione del contemporaneo vol. di Febvre sulla “religione” di Rabelais – datato al 1947 – avrebbe evitato tante letture distorte! Se ne può scaricare la versione digitale dell’edizione francese all’indirizzo elettronico http://classiques.uqac.ca/classiques/febvre_lucien/probleme_incroyance_16e/incroyance_16e.html ma ne esiste una bella traduzione einaudiana). Se dunque lo scritto di Billanovich si occupa di ridisegnare il profilo biografico e culturale di Folengo (integrato e confermato poi da studi come quelli di Collett o di Zaggia sulla Congregazione Cassinese nel XVI sec.), l’ampia introduzione di Canova, animata da una sincera devozione per il lavoro del maestro, mira a meglio collocare tale studio nell’ambito del percorso billanovichiano e degli studi folenghiani. – E.B.

033-029 Bononia manifesta. Supplemento al Catalogo dei bandi, editti, costituzioni e provvedimenti diversi, stampati nel XVI secolo per Bologna e il suo territorio, a cura di Zita Zanardi, Firenze, Olschki, 2014 Þ rec. Maria Gioia Tavoni, «TECA», 6, 2014, pp. 157-60.

033-030 Book (The) of Books. Biblical Canon, Dissemination and Its People, edited by Jerry Pattengale – Lawrence H. Schiffman – Filip Vukosavović, Jerusalem, Bible Lands Museum, 2013, pp. 128, ISBN 978-965-7027-26-4, s.i.p. Splendido catalogo di una mostra dedicata a “raccontare” la mise en livre dell’Antico e del Nuovo Testamento attraverso i secoli e le culture: dai rotoli ebraici ai papiri greci, dai manoscritti armeni, greci e siriaci ai grandi volumi a stampa. Il vol., ottimamente illustrato, costituisce un entusiasmante viaggio tra tante tipologie di libri e di approcci al testo, ma anche un avviamento scientificamente valido alla conoscenza di tale materiale. – E.B.

033-031 Boutroue (Marielisabeth), Charles de l’Écluse et la diffusion des modernes, in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 185-208 Þ «AB» 033-A

033-032 Broletti (Alfredo Giovanni), La biblioteca tra spazio fisico e spazio digitale, Milano, Editrice Bibliografica, 2014 (Biblioteconomia e scienza dell’informazione, 4), pp. 231, ISBN 978-88-7075-795-8, € 24. Sebbene la biblioteconomia e l’ architettura non siano mai state – ovviamente – considerate come facenti parte di una stessa classe disciplinare, risultano avere un punto di contatto comune di notevole importanza: l’edificio della biblioteca. L’a. ha scelto di puntare la propria attenzione in particolar modo sulla biblioteca pubblica, tipologia bibliotecaria che meglio delle altre si presta a delineare il rapporto tra la figura dell’architetto, che la progetta, e il bibliotecario, che vi lavora, tenendo sempre comunque presente l’utilizzatore finale dell’edificio, ossia il lettore/frequentatore. Non si tratta però di un manuale per la costruzione di nuove biblioteche, ma di una riflessione su questo rapporto complesso che prese il via già con la creazione delle prime biblioteche storiche, per poi approdare a quello che oggi si intende per biblioteca pubblica e terminare con una apertura verso le nuove prospettive determinate dagli sviluppi tecnologici del mondo dell’informazione. Suddiviso in quattro sezioni, il vol. si apre con un esame della biblioteca nel suo significato bibliografico, considerato in una sorta di parallelismo con la sua struttura spaziale e architettonica. Prosegue poi con le diverse tipologie assunte nel tempo e con le nuove tendenze, spesso associate alle figure di importanti professionisti, soffermandosi sulle trasformazioni che le innovazioni, soprattutto in campo digitale, stanno comportando anche riguardo alla concezione stessa dello spazio-biblioteca. L’opera si chiude con la delineazione dei nuovi criteri secondo i quali è possibile immaginare l’evoluzione futura della progettazione degli edifici destinati a essere utilizzati come biblioteche. – M.C.

033-033 Brunetti (Dimitri), Norme sabaude per gli archivi dei comuni, Torino, Centro Studi Piemontesi, 2012 Þ rec. Monica Galletti, «La Berio» 1-2, gennaio-dicembre 2013, pp. 50-1.

033-034 «Bulletin de l’AELAC», 22-23, 2012-2013. Il bollettino della Association pour l’étude de la littérature apocryphe chrétienne offre, come sempre, un adeguato aggiornamento circa gli studi di settore fornendo non solo informazioni sulle riunioni, i seminari e i progetti di ricerca, ma un aggiornamento bibliografico completo sulle pubblicazioni relative al tema (pp. 35-64 con quasi 400 voci), nonché l’indirizzario dei membri e dei corrispondenti. – E.B.

033-035 Caiffi (Paola), Analisi tecnica del Libro d’Ore beriano, «La Berio» 1-2, gennaio-dicembre 2013, pp. 15-8. Si propone l’analisi – eseguita con l’ausilio della fotografia infrarossa – delle tecniche pittoriche e grafiche che caratterizzano l’apparato illustrativo del manoscritto delle Horae Beatae Mariae Virginis (m.r.Cf bis.2.1.) conservato alla Biblioteca Berio di Genova. Correda lo studio un utile apparato iconografico a colori (pp. I-XVI), che ben rende la bellezza di quello originale. – Elena Gatti

033-036 Campioni (Rosaria), Luigi Balsamo soprintendente bibliografico in Emilia, «Quaderni estensi», 5, 2013, pp. 73-85. Un percorso sull’operato di Balsamo alla direzione della Soprintendenza bibliografica dell’Emilia, incarico mantenuto dal 1964 al 1973 all’insegna della consapevolezza del ruolo delle biblioteche nella vita civica e nell’istruzione. – R.G.

033-037 Campodonico (Pierangelo), Cercando Conrad. Note a margine della mostra, «La Berio» 1-2, gennaio-dicembre 2013, pp. 83-8. Propaggine genovese del Programma Conrad – che ha trovato la sua realizzazione in tre luoghi differenti (Genova appunto, ma anche Milano e Cesenatico) – la recente mostra Cercando Conrad. Storie e navi di uno scrittore marinaio (Genova, Galata Museo del Mare, 17 maggio-12 ottobre 2014) invita a riflettere, ancora una volta, sul grande scrittore ucraino-polacco (al secolo Teodor Józef Konrad Korzeiniowski). L’a. sottolinea però come la mostra genovese sia stata impostata “per richiami”: «all’illustrazione nautica [...] ma anche alla parola scritta, alle pagine, ai titoli di questo autore» (p. 87). Completa il pezzo un elenco (a cura di Alberta Dellepiane) delle opere di/su Conrad contenute nelle collezioni della biblioteca Berio e De Amicis (pp. 89-96). – Elena Gatti

033-038 Canepa (Fernando), Un percorso di cooperazione: presentazione del Polo Università e Comune di Genova e la sua integrazione nel catalogo nazionale SBN, «La Berio» 1-2, gennaio-dicembre 2013, pp. 53-8. Sintesi degli interventi della giornata di presentazione del Polo SBN (costituito da Università e Comune di Genova) tenutasi il 6 dicembre 2013, fra prospettive future e progetti già realizzati o in corso d’opera. – Elena Gatti

033-039 Carfi (Maria) – Chiara Pulini, L’archivio privato della famiglia dei conti Sabbatini di Modena, «Quaderni estensi», 5, 2013, pp. 319-23. Panoramica sul corposo insieme di documenti privati depositati nel 2013 presso l’Archivio di Stato di Modena e contenente materiale datato dal 1448 al 1913. – R.G.

033-040 Carfi (Maria), La “schedatura diplomatica” del fondo Feudi, usi, livelli e censi, «Quaderni estensi», 5, 2013, pp. 403-9. Esposizione di una metodologia di schedatura legata al progetto di pubblicazione dei più antichi documenti del casato degli Este che si conservano all’Archivio di Stato di Modena. – R.G.

033-041 Catalogue régionaux des incunables des bibliothèques publiques de France, XV: Yvonne Fernillot – Pierre Aquilon, Bibliothèque de l’Académie de médecine – Bibliothèques interuniversitaires de santé (médicine et pharmacie) – Bibliothèque centrale du Service de santé des armées – Bibliothèque du Muséum national d’histoire naturelle – Bibliothèque de l’Observatoire de Paris – Bibliothèque de l’École nationale des ponts et chaussées – Bibliothèque du Conservatoire national des arts et métiers – Bibliothèque du Sénat, Genève, Droz, 2014 (Histoire et civilisation du livre, 34), pp. 407, ill. b/n e col., ISBN 978-2-600-01856-2, s.i.p. Prosegue la pubblicazione dei prestigiosi cataloghi regionali di incunaboli delle biblioteche francesi, impresa avviata nel 1979, riprendendo, con profonde modificazioni concettuali, l’idea di Marie Pellechet e del suo Catalogue général des incunables des bibliothèques publiques de France. Questo vol., il XV della serie, riguarda gli incunaboli appartenenti alle biblioteche scientifiche e mediche di Parigi. Le 272 schede che compongono il catalogo sono redatte con grande cura e seguono i più recenti modelli descrittivi relativi agli incunaboli. L’edizione è descritta sempre in modo ampio, con un’attenzione particolare ai testi contenuti secondo il modello proposto dal catalogo degli incunaboli della Bodleian Library di Oxford, noto agli incunabolisti come Bod-inc. I segni di provenienza sono rilevati scrupolosamente, con uno speciale riguardo riservato alle legature. Non deve sorprendere la presenza di due edizioni apparentemente sconosciute, come l’Accursius, Compendium Elegantiarum Laurentii Vallae, Paris, Antoine Caillaut, 8.VIII.1492 (scheda 2) e lo pseudo Alberto Magno, Liber aggregationis, [Lyon, s.n. post 1500(?)] (scheda 8). A seguire una tavola delle miscellanee in cui vengono descritti anche i pezzi non incunaboli che le compongono; l’indice degli autori secondari; un corposo apparato di tavole a colori e in bianco e nero, con la riproduzione di legature, annotazioni, pagine miniate, timbri, ex libris e postille, ma anche incisioni con i ferri dalle legature. Proprio alle legature è dedicato uno specifico indice, con i profili degli ateliers identificati. Seguono, ancora, dei brevi profili storici delle biblioteche coinvolte nel catalogo, con le tavole di concordanza tra le segnature di collocazione e le schede descrittive, prima di passare ai più tradizionali indici degli editori e tipografi, dei luoghi di edizione e delle provenienze. – L.R.

033-042 Cattermole Ordóñez (Carlota), Virgilio e la strumentalizzazione della ragione nell’«Inferno» di Peter Weiss, «Dante e l’arte» (DeA), 1, 2014, pp. 139-56. Viene presentato il progetto di riscrittura teatrale della Commedia di Peter Weiss, ideato nel 1964 e abbandonato cinque anni dopo. L’Inferno è stato pubblicato postumo e messo in scena nel 2005. L’a. si concentra sulla figura di Virgilio, in relazione al concetto di “ragione strumentale” elaborato da Adorno e Horkheimer. – Luca Mazzoni

033-043 Cavagna (Anna Giulia), La biblioteca di Alfonso II Del Carretto marchese di Finale. Libri tra Vienna e la Liguria nel XVI secolo, Finale Ligure, Centro storico del Finale, 2013  Þ rec. Laura Malfatto, «La Berio» 1-2, gennaio-dicembre 2013, pp. 45-8.

033-044 Cavagna (Anna Giulia), Segni e disegni: tra carte, libri, alfabeti, lettere e giochi. Spunti e riflessioni intorno alla mostra “Architettura della lettera”, «La Berio» 1-2, gennaio-dicembre 2013, pp. 75-82. La mostra Architettura della lettera. Dai primi incunaboli ai libri pop-up – ideata da Maurizio Loi e allestita presso le biblioteche Berio e De Amicis di Genova dal 6 maggio al 13 giugno 2014 – fornisce all’a. lo spunto per una riflessione sul tema degli alfabeti, della loro «fascinazione segreta, della loro costruzione, realizzazione grafica, invenzione, espressione artistica». Dopo una breve ma sapida carrellata dei principali (o più sorprendenti) titoli che costellano la relativa manualistica (in vita da almeno cinque secoli), l’a. racconta la mostra. La prima sede espositiva, la biblioteca Berio, ha proposto i libri antichi, italiani in particolare – nella loro infinita e mirabolante casistica di lettere e capilettera figurati, parlanti, ornati – mentre la seconda sede, la biblioteca De Amicis, ha ospitato la sezione più moderna e giocosa del percorso – caratterizzata da manuali vari, vecchi alfabetari, abbecedari, libri pop-up (moderni eredi dei libri mobili e divinatori del Rinascimento) e manipolazioni del segno alfabetico a scopi pubblicitari. Come «Alice nel paese delle meraviglie», l’a. si è lasciata trasportare in «un viaggio fantastico sul terreno della parentela tra alfabeto e architettura, alla caccia di somiglianze tra forme alfabetiche e oggetti del reale»:  che era, in definitiva, lo scopo della mostra. – Elena Gatti

033-045 Caye (Pierre), L’Humanisme comme art de la contrebande. Alberti, lecteur des Anciens, in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 133-43 Þ «AB» 033-A

033-046 Cent’anni di parole di «Vita e Pensiero» la rivista di cultura dell’ Università Cattolica: 1914-2014, a cura di Roberto Cicala, Milano, Vita e Pensiero, 2014, ISBN 978-88-343-0000-8, s.i.p. Il vol. – che è il catalogo della mostra allestita dal Laboratorio di editoria dell’Università Cattolica in occasione del centenario della rivista (Milano, 22-24 ottobre 2014) – racconta come l’Università Cattolica abbia fatto uscire dalle sue aule la riflessione scientifica e l’impegno educativo, interrogandosi, domandando, ascoltando e vedendo. Le parole preziose di alcuni illustri autori (Agostino Gemelli, Giovanni Papini, Giuseppe De Luca, Romano Guardini, Jacques Maritain, Luigi Giussani, Oscar Luigi Scalfaro, Karol Wojtyla, Madre Teresa di Calcutta, Gianfranco Ravasi) conducono per mano il lettore/visitatore lungo cento anni di storia editoriale della rivista, che ancora oggi trova il suo meridiano nell’idea di chi, nel secolo scorso, l’aveva fondata: promuovere «una cultura capace di permettere alla personalità umana di svolgersi, creando il pensiero». Correda il vol. una serie di immagini a colori (delle copertine e di tanti documenti conservati nell’Archivio generale per la storia dell’Università Cattolica) e un’appendice (l’editoriale 2014 di Lorenzo Ornaghi e la scheda sulla rivista di Mirella Ferrari). – Elena Gatti.

033-047 «Charta», 135, settembre/ottobre 2014. Oltre ai consueti e utili resoconti e calendari di mostre, fiere, aste, il fascicolo propone articoli su iconografia delle ciminiere (Michele Rapisarda), Tipoteca Italiana (Mauro Chiabrando), manuali per scrivere lettere (Elisabetta Gulli Grigioni), ex libris italiani dalle origini al 1945 (Giuseppe Mirabella), l’editore Ricordi e la grafica pubblicitaria (Rut Francia Ferrero), le edizioni illustrate Carabba di Lanciano (Massimo Gatta). – A.L.

033-048 «Charta», 136, novembre/dicembre 2014. Oltre ai consueti e utili resoconti e calendari di mostre, fiere, aste, il fascicolo propone articoli su castrati tra Sei e Ottocento (Nino Insinga), club del libro francesi nel secondo Dopoguerra (Lorenzo Grazzani), iconografia della “Nera Signora” (Elisabetta Gulli Grigioni), l’artista Uberto Bonetti (Corrado Farina), auguri aziendali a stampa (Mauro Chiabrando), fortuna di Diderot in Italia (Riccardo Di Vincenzo), ex libris italiani dal 1945 al 1986 (Giuseppe Mirabella) Eleonora Duse (Anna Rita Guaitoli). – A.L.

033-049 Chiarelli (Alessandra), Un nucleo di musica mitteleuropea del tardo Settecento: percorsi e punti salienti, «Quaderni estensi», 5, 2013, pp. 39-62. Una prima presentazione di provenienze e contenuti del fondo di materiale musicale stampato e manoscritto, databile alla seconda parte del XVIII secolo, che si conserva alla Biblioteca Estense e che è ricco di oltre 500 pezzi. – R.G.

033-050 Cinco siglos de carta. Historia y prácticas epistolares en las épocas moderna y contemporánea, a cura di Antonio Castillo Gómez - Verónica Sierra Blas, Huelva, Universitad de Huelva, 2014 Þ rec. Ilaria Bortolotti, «TECA», 6, 2014, pp. 168-71.

033-051 Claerr (Thierry), Le rôle de Thielman Kerver dans l’évolution de la typographie à Paris à la fin du XVe siècle et au début du XVIe siècle, in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 323-39 Þ «AB» 033-A

033-052 Clayton (Ewan), Il filo d’oro. Storia della scrittura, traduzione di Benedetta Antonielli D’Oulx, Torino, Bollati Boringhieri, 2014 (Saggi. Storia, filosofia e scienze sociali), pp. 394, ill. b/n, ISBN 978-88-339-2538-7,€ 25. Il filo d’oro è quello che, nel corso di ormai circa 5.000 anni, lega gli scriventi di ogni epoca. Il mutamento, anche profondo, delle tecnologie scrittorie non interrompe questo lungo percorso che dalla pietra scolpita conduce fino ai più moderni sistemi digitali. L’a., calligrafo e docente alla facoltà di Arti, Design e Media presso l’Università del Sunderland in Gran Bretagna (si veda anche il sito http://www.ewanclayton.co.uk/), ripercorre con tono divulgativo questa lunga storia soffermandosi in modo particolare sull’evoluzione grafica della scrittura alfabetica occidentale. Ci si sofferma sia sui supporti (dalla pietra al computer) sia sugli strumenti scrittori (dallo scalpello alla tastiera), ma soprattutto si indagano i disegni dei caratteri, il ductus, evidenziando il contributo della scrittura a mano nella realizzazione dei caratteri tipografici e anche nei moderni fonts della videoscrittura. Se l’a. dimostra le sue qualità di grafico e di calligrafo (anche nella realizzazioni di studi a imitazione delle grafie antiche), frutto anche della sua esperienza professionale presso il Xerox Research Laboratory di Palo Alto (California), meno sicuro appare quando si avventura nelle ricostruzioni storiche e letterarie, laddove infarcisce il libro di ingenuità e di errori tanto grossolani quanto clamorosi (come quando definisce Petrarca «l’inventore della forma sonetto», p. 102). Chiude l’apparato di note e l’indice dei nomi. – L.R.

033-053 Coe (Mary), Where is the evidence? A review of the literature on the usability of book indexes, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/4, dicembre 2014, pp. 161-8. Partendo da una revisione complessiva della bibliografia sull’usabilità degli indici, l’a. sulla necessità di nuovi studi sugli utenti e sulle loro aspettative riguardo agli indici di libri, in modo ma migliorare la pratica indicizzatoria orientando gli indici ai loro destinatari reali. – L.R.

033-054 Comunicare la cultura fra tradizione e transmedialità, premessa di Mario Gatti, Milano, Educatt, 2014, pp. 118, ISBN 978-88-6780-509-9, € 5. Il volumetto, disponibile anche in formato digitale, raccoglie la documentazione relativa a un progetto finanziato dalla Regione Lombardia tramite l’impegno della Università Cattolica: sostenere studenti e neolaureati per stages all’estero dedicati alla sperimentazione tecnologica applicata alle discipline umanistiche. Il manipolo di giovani che hanno usufruito di tale opportunità nell’area degli audiovisivi ovvero dell’editoria digitale hanno potuto presentare le proprie esperienze “lavorative”, mostrando un esempio positivo di avviamento alla professionalità. – A.T.

033-055 Cortat (Matthieu), Descendances, copies, émules, ersatz, disciples, plagiaires, successeurs, in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 391-407 Þ «AB» 033-A

033-056 Cotticelli (Francesco), Di Dante, Pellico, Petito e «Francesca da Rimini». Qualche divagazione, «Dante e l’arte» (DeA), 1, 2014, pp. 85-96. Analisi della parodia della Francesca da Rimini di Silvio Pellico, messa in scena nel 1866 da Antonio Petito, «astro dei palcoscenici napoletani» (p. 87). – Luca Mazzoni

033-057 Couzinet (Marie-Dominique), La transmission des textes dans l’édition scolaire: l’atelier du collège de Presles, in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 87-96 Þ «AB» 033-A

033-058 Cremonini (Patrizia), Il più antico, compiuto, inventario dell’Archivio Segreto Estense. Pellegrino Prisciani 4 gennaio 1488, «Quaderni estensi», 5, 2013, pp. 353-87. Dettagliato studio che rientra nel progetto di edizione della documentazione più antica degli Este, conservata all’Archivio di Stato di Modena. – R.G.

033-059 «Dante e l’arte» (DeA), 1, 2014, ISSN 2385-5355. Primo numero di una nuova rivista on line (si trova, in consultazione gratuita, all’indirizzo http://revistes.uab.cat/dea) che si prefigge di «indagare le relazioni di Dante con l’Arte, e con le altre discipline artistiche, da un doppio punto di vista: quello della ricezione e della funzione dell’Arte nell’opera dantesca da una parte, quello della ricezione dell’opera di Dante nelle diverse manifestazioni artistiche (pittura, musica, teatro, cinema, ecc.), dall’altra» (Presentazione, p. 5). Il fascicolo ha come titolo Dante e il teatro: una parte degli articoli (raggruppati sotto il titolo Dossier monografico) rientra infatti in questo ambito. – Luca Mazzoni

033-060 De Floriani (Anna), Il Libro d’Ore beriano m.r.Cf bis.2.1. Osservazioni sul contenuto liturgico e sull’apparato illustrativo, «La Berio» 1-2, gennaio-dicembre 2013, pp. 3-14. Attraverso un’analisi attenta del contenuto liturgico e del ricco apparato illustrativo l’a. formula un’ipotesi riguardo provenienza e datazione del manoscritto (di ambito fiammingo) che contiene le Horae Beatae Mariae Virginis (m.r.Cf bis.2.1., appunto), conservato alla Biblioteca Berio di Genova. Chiudono il pezzo la scheda descrittiva del codice (Appendice 1) e la trascrizione del calendario in francese (Appendice 2). – Elena Gatti

033-061 De Venuto (Liliana), Prodotti cartacei di pregio, «Santini et similia», 19/74, aprile-giugno 2014, pp. 3-13. L’a., sostenuta da uno splendido apparato iconografico, si immerge questa volta nello studio di immaginette realizzate con appositi macchinari che permettono la merlettatura e la goffratura del supporto, così da realizzare dei veri, ancorché minuscoli ed effimeri, tesori di carta. – E.B.

033-062 Delvecchio (Andreina), Pietro Gelatti. Un libraio tra sileni e minotauri, «La Berio» 1-2, gennaio-dicembre 2013, pp. 23-6. Commosso ricordo di Pietro Gelatti (1944-2012), bancarellaio, titolare della libreria-editrice Il Sileno di Genova – punto di incontro di scrittori, politici, artisti e intellettuali – e di un altro storico negozio, Il minotauro di Verona, spazio aperto a prelibatezzze gastronomiche ma anche a mostre ed eventi culturali in genere. – Elena Gatti

033-063 Depaolis (Federica), Tra i libri di Indro. Percorsi in cerca di una biblioteca d’autore, Pontedera, Bibliografia e Informazione, 2013 Þ rec. A[lessandro] S[carsella], «Charta», 136, novembre/dicembre 2014, p. 74.

033-064 Deutsche (Das) und italienische Bibliothekswesen im Nationalsozialismus und Faschismus. Versuch einer vergleichenden Bilanz, herausgegeben von Klaus Kempf – Sven Kuttner, Wiesbaden, Harrassowitz, 2013, pp. 246, ill. b/n, ISBN 9783447069915, s.i.p. Il vol. raccoglie gli atti del seminario tenuto all’inizio del settembre 2012 presso il centro italo-tedesco di Villa Vigoni sul Lago di Como. L’incontro, che ha visto la partecipazione di bibliotecari e studiosi di biblioteconomia e storia delle biblioteche provenienti da Italia, Germania e Austria ha inteso indagare il tema del “Bibliothekswesen” nei tre paesi citati all’epoca delle dittature nazi-fasciste. Due i principali punti che si sono voluti sviscerare: quale influenza l’ideologia abbia avuto sulla legislazione, l’organizzazione e la gestione delle biblioteche, e quale era l’autonomia possibile dei bibliotecari; l’evoluzione dei mondi bibliotecari dopo la fine dei regimi. Si è dunque parlato di confronto tra il Nazismo e il Fascismo nell’ambito della Science Policy (Christof Dipper), politica culturale nell’Italia fascista (Andrea Hindrichs), archivi e biblioteche italiani nella politica interna del regime (Angelo Turchini), strutture e personaggi delle biblioteche italiane nel Ventennio (Alberto Petrucciani), biblioteche in Alto Adige al tempo del Fascismo (Johannes Andresen), il primo Congresso mondiale delle biblioteche e di bibliografia del 1929 (Mauro Guerrini), “bottini” nazisti alla Bayerische Staatsbibliothek (Klaus Kempf), la Oesterreichische Nationalbibliothek durante il Nazismo (Alfred Schmidt); bibliotecari, bibliotecarie  e biblioteche nella Germania nazista e nell’Austria dell’Anschluss (Christina Koestner-Pemsel & Markus Stumpf, Sven Kuttner, Michael Knoche, Jan-Pieter Barbian). Si indicizzano i singoli contributi. – A.L.

033-065 Dipper (Christof), Nationalistische und faschistische Wissenschaftpolitik im Vergleich, in Das deutsche und italienische Bibliothekswesen im Nationalsozialismus und Faschismus, herausgegeben von K. Kempf – S. Kuttner, pp. 1-36 Þ «AB» 033-057

033-066 Disegnare Lucca. Terrilogi di chiese e monasteri nell’Archivio Storico Diocesano (secoli XVI-XVIII), a cura di Valentina Cappellini – Tommaso Maria Rossi – Gaia Elisabetta Unfer Verre, Lucca, Pacini Fazzi, 2014, pp. 64, ISBN 978-88-6550-405-5, € 13.  Pubblicato in ampio formato, il catalogo raccoglie un’interessante documentazione riguardante planimetrie e alzati di edifici religiosi lucchesi, bella testimonianza iconografica delle ricchezze di un archivio come il Diocesano della città toscana. – E.B.

033-067 Fabris (Dinko), La trasmissione dei “segreti” dell’esecuzione musicale nell’Italia del Cinquecento: le intavolature di liuto da Capirola ai fogli volanti, in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 153-68 Þ «AB» 033-A

033-068 Facchini (Bianca), Petrarca e l’agiografia camaldolese: la fonte della vita di san Romualdo nel Leggendario di Nicolò Malerbi, «Hagiographica», 21, 2014, pp. 179-96. L’a. rileva come la Vita di s. Romualdo, contenuta nella traduzione volgare della Legenda Aurea di Nicolò Malerbi (Jacobus De Voragine, Legenda aurea sanctorum, sive Lombardica historia, [Italiano] Legendario di Sancti, traduzione di Nicolò Malerbi, Venezia, Nicolas Jenson, [dopo il I luglio 1475 e prima del 23 febbraio 1476]), sia una traduzione del “Supplementum Romualdinum” contenuto nel De vita solitaria del Petrarca. – A.T.

033-069 Fede, cultura, educazione. Nodi e prospettive per la missione della Chiesa nella cultura contemporanea, introduzione di Claudio Giuliodori, Bologna, EDB, 2014, pp. 192, ISBN 978-88-10-14081-9, € 15. La commissione CEI per la cultura e le comunicazioni sociali pubblica una raccolta di una quindicina di interventi riguardanti le prospettive dell’annuncio cristiano e della approccio umanistico nella società secolarizzata di oggi. – E.B.

033-070 Festanti (Maurizio), Luigi Balsamo: un maestro, «Quaderni estensi», 5, 2013, pp. 99-109. Un ricordo dell’impegno di Balsamo presso l’Istituto di Biblioteconomia di Parma, non solo come formatore di bibliotecari e studiosi consapevoli del proprio ruolo, ma anche come maestro di vita. – R.G.

033-071 Fioretti (Marco), Come si fa l’editore. Competenze economiche, fiscali e contrattuali per orientarsi tra carta e web, Milano, Editrice Bibliografica, 2014, pp. 253, ISBN 978-88-7075-822-1, € 23,50. In collaborazione con gli allievi del Master in Professione Editoria Cartacea e Digitale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’a. ha realizzato una guida operativa di facile e immediata consultazione – come peraltro lascia capire la veste tipografica asciutta ma friendly – che intende fornire il know-how legale e amministrativo di base indispensabile per gestire proficuamente un’azienda del settore. La consapevolezza che, oggi, l’editoria è cambiata profondamente e che le attività culturali, un tempo appannaggio esclusivo dell’editore, non possono più restare distinte rispetto a quelle economico-amministrative, giustifica il taglio scelto dall’a., non a caso dottore commercialista e revisore legale. Si tratta, insomma, di uno strumento che si propone agile e schematico al lettore, come testimoniano anche le tante tabelle e i grafici a corredo del testo, e che mira non solo agli operatori della filiera del libro ma anche agli organizzatori di corsi di formazione e specializzazione. Chiudono il libro un’utile Bibliografia e una altrettanto utile Sitografia. – Elena Gatti

033-072 Foschi (Paola), Oltre i confini: da Modena e da Reggio lungo le strade d’Europa, «Quaderni estensi», 5, 2013, pp. 199-256. Una rassegna sul “Mappario Estense” conservato all’Archivio di Stato di Modena, visto come fonte (di pregevole valenza estetica) sulla rappresentazione del territorio tra i secoli XV e XIX. – R.G.

033-073 Fregni (Euride), Il “Codice diplomatico estense”. Avvio di un progetto, «Quaderni estensi», 5, 2013, pp. 337-42. Presentazione del progetto di edizione dei più antichi documenti della casa d’Este, conservati all’Archivio di Stato di Modena, importante anche per ripercorrere la storia dell’archivio dei signori di Modena. – R.G.

033-074 Fregni (Euride), Presentazione, «Quaderni estensi», 5, 2013, pp. 65-70. Introduzione agli atti del convegno Libri e biblioteche: l’impegno civile di Luigi Balsamo, ospitati sulla rivista modenese, con un profilo dell’attività di Luigi Balsamo, soprattutto in Emilia-Romagna. – R.G.

033-075 Garavelli (Enrico), Colporteurs d’idées. Grammariens et vulgarisateurs entre orthodoxie et hérésie, in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 119-30 Þ «AB» 033-A

033-076 Giacomotto-Charra (Violaine), Scipion Dupleix, passeur de textes savants et poétiques, in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 171-83 Þ «AB» 033-A

033-077 Gilmont (Jean-François) – Dominique Varry, Du parchemin à l’ère électronique. Une histoire du livre et de la lecture, illustration de Christophe Jacobs – Jean-Pierre Lemaître, Liège, Céfal, 20145, pp. 154, ill. b/n, ISBN 978-2-87130-361-9, s.i.p. Nuova edizione del fortunato manuale dovuto allo studioso belga Jean-François Gilmont, questa volta coadiuvato da Dominique Varry, che ha curato gli aggiornamenti. Sulla quarta edizione è basata la versione italiana curata da chi scrive (Firenze, Le Monnier, 2006). Partendo dall’osservazione che un libro è, allo stesso tempo, un prodotto artigianale, il supporto di un messaggio e un prodotto commerciale, Gilmont analizza i rapporti tra queste tre dimensioni collocandole in una prospettiva storica. Il percorso, nel tono piano e preminentemente didattico rimane sostanzialmente invariato con un profilo storico descrittivo delle tecniche di produzione del libro, ma anche dei fenomeni di circolazione e conservazione dei libri. Parallelamente si propongono alcune note sulla storia della lettura, sia sul versante delle modalità, sia su quello della diffusione. Non mancano, infine, alcuni essenziali ma puntuali affondi nel mondo della correzione tipografica, della bibliografia analitica e in quello della bibliofilia. L’opera è stata aggiornata nei riferimenti bibliografici (che rimangono volutamente minimali) e ampliata in alcuni passaggi. Pur conservando l’impostazione grafica delle precedenti edizioni, sono state aggiunte alcune nuove illustrazioni, che si sommano ai disegni di Christophe Jacobs. Chiude un indice dei termini tecnici e uno bibliografico. – L.R.

033-078 Green (David A.), The wonderful woman indexer of England: Nancy Bailey, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/4, dicembre 2014, pp. 155-60. Ampio profilo biografico e professionale di Nancy Bailey (1863-1913), pioniera dell’indicizzazione. – L.R.

033-079 Gregorio Magno, Storie di santi e di diavoli (Dialoghi), I, a cura di Salvatore Pricoco – Manlio Simonetti, Milano, Fondazione Lorenzo Valla, 20144, pp. C+410, ISBN 978-88-04-53813-4, s.i.p. Il vol., che ripropone quello uscito nel 2005, presenta il I e II libro dei Dialogi (perché l’ammiccante nuovo titolo? quanti nuovi lettori avrà saputo catturare? o quanti dei vecchi avrà ingannato?). Oltre alla solida introduzione (con la bibliografia alle pp. LXXXIII-XCIX), al testo latino con la traduzione italiana a fronte, a un ampio commento, il vol. comprende in appendice una disamina degli studi di Francis Clark, il maggiore esperto di Gregorio Magno. – E.B.

033-080 Guerrini (Mauro), Il primo Congresso mondiale delle biblioteche e di bibliografia, in Das deutsche und italienische Bibliothekswesen im Nationalsozialismus und Faschismus, herausgegeben von K. Kempf – S. Kuttner, pp. 123-36 Þ «AB» 033-057

033-081 Guerrini (Mauro), Olschki, Leo Samuel, in Dizionario Biografico degli Italiani, LXXIX, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2013, pp. 290-3. Al solito «AB» non segnala voci del DBI, ma qui s’è ritenuto giusto fare un’eccezione per la curiosità del caso. La voce del DBI dedicata a Leo Samuel Olschki, infatti, laddove non riprende alla lettera le sue fonti, mostra un’incredibile confusione: si ignorano i suoi rapporti con Ferdinando Ongania, non si distingue il periodico «Bulletin» (divenuto un casereccio Bollettini) dalla serie dei cataloghi d’antiquariato, per gli Stati Uniti si dimentica l’organica relazione con Henry Walters, si frammischiano i contributi storico-critici da lui pubblicati con i cataloghi di vendita, nulla si dice degli studi in suo onore usciti nel 1921, si obliterano i suoi rapporti anche di parentela coi Rosenthal, si ignora la concessione della cittadinanza italiana… Per non parlare della bibliografia segnalata, totalmente insufficiente: manca persino il saggio di suo nipote Bernard Rosenthal, Cartello, clan o dinastia? Gli Olschki e i Rosenthal 1859-1976, pubblicato nella traduzione di Alessandro Olschki su «La Bibliofilìa», 114, 2012, pp. 39-59, ma già comparso in inglese nel 1977, o l’intervista allo stesso Alessandro Olschki, Mio nonno Leo Samuel perseguitato dalle leggi razziali, a cura di Francesco Papafava, «La Nuova Antologia», 193, 2008, pp. 214-30. Ora, certo non possiamo credere che il noto docente di biblioteconomia si sia messo a scrivere, e in tal modo, una voce del DBI: chi dunque s’è subdolamente impossessato del suo nome? – E.B. 

033-082 Heilandová (Lucie) – Richard Mahel – Jindra Pavelková – Eva Richtrová, Letzte zweihunderts Jahre in der Geschichte des Benediktinerkloster in Rajhrad, Brno, Moravská zemská hnihovna, 2013, pp. 208+30 riproduzioni di documenti archivistici in fine, ISBN 978-80-7051-198-5, s.i.p. Per una serie di ovvi motivi, la storia specie recente del monastero benedettino di Rajhrad in Moravia (vedi i siti, anche in inglese, http://www.rajhradskyklaster.cz/ e http://www.rajhrad.cz/benediktini/) con anche un importante capitolo sugli studi là coltivati e la biblioteca allestita, non era stata ancora narrata: il presente vol. (arricchito da indice dei nomi e bibliografia finale), nato dalla fruttuosa collaborazione di più autori, supplisce a tale lacuna, anche se un po’ di immagini fotografiche in più avrebbero certo giovato. – E.B.

033-083 Hindrichs (Andrea), Kulturpolitik im italienischen Faschismus, in Das deutsche und italienische Bibliothekswesen im Nationalsozialismus und Faschismus, herausgegeben von K. Kempf – S. Kuttner, pp. 37-54 Þ «AB» 033-057

033-084 Holtz (Grégoire), L’appro-priation du savoir géographique: les Sonnius à la conquête du monde, in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 277-90 Þ «AB» 033-A

033-085 In margine al Progetto Codex. Aspetti di produzione e conservazione del patrimonio manoscritto in Toscana, a cura di Gabriella Pomaro, Ospedaletto-Pisa, Regione Toscana-Pacini, 2014, pp. XIV, 273, ill., ISBN 978-88-6315-532-7, € 25. Negli ultimi anni la catalogazione dei manoscritti medievali della Toscana, sostenuta da un progetto regionale, ha prodotto importanti risultati consegnati al mondo della ricerca: il vol. nasce appunto, come si legge nel titolo, ‘in margine’ al lavoro eseguito, segno efficace che la catalogazione di fondi grandi e piccoli (questi ultimi possono ancora rivelare preziose sorprese) è un importante strumento di conoscenza che può attivare studi e approfondimenti monografici. I sei contributi raccolti nel libro, che si concentrano ora su un singolo manoscritto, ora su gruppi di codici riconducibili a un’istituzione religiosa, sono testimonianza sul campo delle potenzialità a diversi livelli di queste ricognizioni integrali. Alessandro Boccia, pp. 1-27, studia una raccolta di poesia volgare (sec. XV, seconda metà), conservata nell’Archivio privato Simonetta di Firenze: ne viene fornita una descrizione interna, accompagnata dalla trascrizione dei testi inediti consegnati alle pagine del modesto volume cartaceo. Lo scriptorium di san Bernardino nel Convento dell’Osservanza di Siena, dove tra 1430 e 1444 si copiavano le opere del santo e «si allestivano i codici che ne avrebbero costituito la biblioteca personale», è oggetto dell’ampio saggio di Rossella De Pierro, pp. 29-105, con attenta analisi codicologica e descrizione interna di venti manoscritti ora presso la Biblioteca Comunale degli Intronati di Siena. I codici liturgici ancora custoditi nelle chiese di Bagno a Ripoli e Pontassieve sono presi in esame da Francesca Mazzanti, pp. 107-37: sono così descritti dieci manoscritti, dei secoli XIV-XV, talvolta miniati, rimasti ancora in loco e spesso sfuggiti all’attenzione degli studiosi. A un monumento della paleografia, il famoso ms. Lucca, Biblioteca Capitolare Feliniana, 490, sec. VIII-IX, è consacrato l’articolato contributo di Gabriella Pomaro, pp. 139-99, che offre un affresco a tutto tondo del codice (dati codicologici e contenutistici), con attenzione nel distinguere le numerose mani, circa quaranta, che si sono alternate nella confezione del volume adoperando ora una minuscola precarolina ora una più sontuosa onciale: un importante contributo che manifesta chiaramente come lo studio di manoscritti celebri, che apparentemente non hanno più nulla da dire, possa portare ancora a novità e proporre ulteriori piste di ricerca. La biblioteca del convento di Santa Margherita di Cortona, il cui imponente patrimonio manoscritto a seguito delle soppressioni napoleoniche è in gran parte pervenuto nella Biblioteca del Comune e dell’Accademia Etrusca (ma altro è finito oltralpe, a Londra, presso la British Library, nel fondo Harley), è analizzata da Patrizia Stoppacci, pp. 201-42, che si concentra sui copisti e gli studiosi attivi presso l’istituzione francescana nel Quattrocento, con particolare attenzione alla complessa figura del magister Marco di Michele Basili (e al più sfuggente Evangelista da Cortona, da identificare con il «misterioso copista-bibliotecario di Santa Margherita»). Infine Maria Luisa Tanganelli, pp. 243-59, indaga l’attività del francescano Luigi De Angelis (1761-1833), attivo come bibliotecario nella Biblioteca di Siena, che nel 1818 aveva pubblicato una prima descrizione dei «testi a penna di lingua italiana dei secoli XIII, XIV e XV»: viene offerta una tavola di concordanza tra le segnature attuali e quelle adottate dal De Angelis, con sintetiche indicazioni relative alla datazione e al contenuto. Completano il vol. l’indice delle illustrazioni e dei manoscritti citati. – Marco Petoletti

033-086 Indexes reviewed, edited by Christine Shuttleworth, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/4, dicembre 2014, pp. 178-9. Consueta rubrica di recensioni di indici. – L.R.

033-087 Infantes (Víctor), Segunda bibliografía (constans studiorum, 1977-2013), Madrid, Almeida, 2013, un foglio di grandi dimensioni. In occasione della cinquecentesima pubblicazione dell’a. (noto studioso di letteratura spagnola non meno che di storia dell’editoria iberica), non senza un misto di magniloquenza e ironia, ne viene pubblicata la lista in forma di manifesto in un minutissimo carattere Garamond e in 512 esemplari. – E.B.

033-088 Innocenti (Piero), Bibliografia, filologia (e qualche assaggio di iconologia): breve riflessione sulle discipline ausiliarie della storia. Ovvero: di alcuni roghi, due madonne, qualche Maddalena, e molti libri, in Nel cantiere degli umanisti. Per Mariangela Regoliosi, a cura di Lucia BertoliniDonatella CoppiniClementina Marsico, Firenze, Polistampa, 2014, pp. 631-75. Il saggio, dopo un discorso preliminare sulla Bibliografia in Italia negli ultimi decenni e sul rapporto della stessa con alcune discipline ausiliarie agli studi storici, si articola lungo un duplice binario di indagine iconologica. Dapprima si studiano le immagini che corredano gli Actes and Monuments of these latter and Perillous Days, touching Matters of the Church di John Foxe, noti soprattutto come Book of Martyrs, usciti nel 1563 e più volte ristampati anche a breve distanza dall’edizione originale. Le riflessioni su queste incisioni coinvolgono anche il tema della raffigurazione dell’atto del leggere, che è l’oggetto di interesse della terza sezione dell’intervento: qui domina la lettura femminile, analizzata in un percorso che parte da modelli antichi e giunge ad anni recenti, toccando numerosi contesti culturali e politici. Al testo seguono 30 immagini, prevalentemente dedicate a scene di lettura e a raffigurazioni di lettrici. – R.G.

033-089 Ippolito (Antonella), L’«In-ferno» nel ciclo dei «Contorni danteschi» di Bonaventura Genelli, «Dante e l’arte» (DeA), 1, 2014, pp. 241-70. Analisi dei Contorni danteschi del pittore e disegnatore berlinese Giovanni Bonaventura Genelli (1798-1868), in particolare dei sedici disegni dedicati all’Inferno. – Luca Mazzoni

033-090 Jimenes (Rémi), Passeurs d’atelier. La transmission d’une librairie parisienne au XVIe siècle: autour de Charlotte Guillard, in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 309-21 Þ «AB» 033-A

033-091 Kempf (Johannes) – Christoph Willmitzer, Kriegstagebuch / Journal de guerre, «La Revue de la BNU», 9, primtemps 2014, pp. 92-5. Una mostra dell’agosto 2014 è stata l’occasione per la riscoperta del diario-cronaca della Grande Guerra, redatto dalla scrittrice ebreo-tedesca Leonore (detta Lola) Landau (1892-1990). – L.R.

033-092 Kempf (Klaus), NS-Raubgut in der Bayerischen Staatsbibliothek: Annärung an ein sensibles Thema, in Das deutsche und italienische Bibliothekswesen im Nationalsozialismus und Faschismus, herausgegeben von K. Kempf – S. Kuttner, pp. 137-56 Þ «AB» 033-057

033-093 Kilian (Sven Thorsten), «Non sanza prima far grande aggirata». Turning the Pages in Dante and Botticelli, «Dante e l’arte» (DeA), 1, 2014, pp. 227-40. La modalità con cui Botticelli raffigura Inf. VIII-XI ha, secondo l’a., conseguenze teologiche: Botticelli elimina la dimensione «tropologica» (p. 238) del viaggio di Dante, per mettere invece in evidenza il sistema organizzativo dell’Inferno. – Luca Mazzoni

033-094 King (David Lee), Face2Face. Using Facebook, Twitter, and other social media tools to create great customer connections, Medford, Informations Today, 2012 Þ rec. Christopher Phipps, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/4, dicembre 2014, p. 180.

033-095 Klein (Alice) – Laurent Naas, Les éditions strasbourgeoises de la Géographie de Ptolémée dans le premier quart du XVIe siècle: de l’appropriation au dépassement de l’héritage ptoléméen, in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 233-56 Þ «AB» 033-A

033-096 Knoche (Michael), „Es ist doch einfach grotesk, dass wir für die Katastrophe mitverantwortlich gemacht werden. Die Einstellung von deutschen wissenschaftlichen Bibliothekaren zu ihrer Vergangenheit im Nationalsozialismus, in Das deutsche und italienische Bibliothekswesen im Nationalsozialismus und Faschismus, herausgegeben von K. Kempf – S. Kuttner, pp. 203-20 Þ «AB» 033-057

033-097 Korbacher (Dagmar), Paradiso Terrestre su pergamena: il canto XXVIII del «Purgatorio» disegnato da Sandro Botticelli, «Dante e l’arte» (DeA), 1, 2014, pp. 207-26. Analisi dei disegni di Botticelli che illustrano Purg. XXVIII, conservati presso il Kupferstichkabinett di Berlino. – Luca Mazzoni

033-098 Köstner-Pemsel (Christina) –  Markus Stumpf, BibliothekarInnen der Universität Wien im Austrofaschismus und in der NS-Zeit: Modellfall oder Ausnahme? Eine Annäherung, in Das deutsche und italienische Bibliothekswesen im Nationalsozialismus und Faschismus, herausgegeben von K. Kempf – S. Kuttner, pp. 171-90 Þ «AB» 033-057

033-099 Kuttner (Sven), “Verwendung im Büchereidienst der Hauptstadt der Bewegung”: Alte Kämpfer in der Universitäsbibliothek München, in Das deutsche und italienische Bibliothekswesen im Nationalsozialismus und Faschismus, herausgegeben von K. Kempf – S. Kuttner, pp. 191-202 Þ «AB» 033-057

033-100 «La Biblioteca di via Senato», 9, settembre 2014. Vi si leggono contributi dedicati alla bibliografia di edizioni e commenti danteschi (Giancarlo Petrella), ai segnalibro di Sellerio (Massimo Gatta), al rapporto di Giordano Bruno coi libri (Guido Del Giudice), alle problematiche estetiche legate all’uso dei caratteri tipografici (Massimo Gatta). – E.B.

033-101 «La Biblioteca di via Senato», 10, ottobre 2014. Vi si leggono contributi dedicati a Giuseppe Martini I parte (Giancarlo Petrella), alle note a piè di pagina (Massimo Gatta), a fantascienza e Fascismo (Gianfranco De Turris). – E.B.

033-102 «La Biblioteca di via Senato», 11, novembre 2014. Vi si leggono contributi dedicati a Giuseppe  Martini II parte (Giancarlo Petrella), al commercio librario nella narrativa contemporanea (Massimo Gatta), al celebre Dante a stampa miniato posseduto dalla Casa di Dante in Roma (Gianluca Montinaro). – E.B.

033-103 «La Revue de la BNU», 9, primtemps 2014. Numero speciale della rivista della Bibliothèque nationale et universitaire de Strasbourg che, riprendendo una rubrica, intitolata Le trésor du mois, che appare regolarmente sul sito della BNU, propone un percorso attraverso il patrimonio librario della biblioteca. I temi in ordine alfabetico, dalla A alla Z, da cui il titolo del numero: Trésors de l’écrit: un abécédaire. Ottimo il corredo iconografico Si parla dell’illustratore Théophile Schuler (1821-1878), di Emile Verhaeren (1855-1916) e dei suoi Poèmes légendaires de Flandre et de Brabant, di un esemplare acquerellato dei Commentari di Cesare (Strasbourg, Grüninger, 1508), di un manoscritto in francese della Città di Dio (XV secolo), del resoconto del viaggio in America Latina di Alexander von Humbolt et Aimé Bonpland (Paris, Schoell, 1810), di una particolare legatura novecentesca dei Fioretti di san Francesco (Roma, Editrice “San Francesco”, 1926), del Gargantua di Johann Fischart (Strasbourg, Bernhard Jobin, 1582), di una raccolta umanistica postillata da Paul Volz (1473/74-1544), di un Monument littéraire consacré aux mânes de l’auguste Catherine II (Hamburg, [s.n.], 1798), di un manoscritto di memorie di Valentin Jamerey-Duval (1695-1775), di una fotografia della Kaiserliche Universitäts- und Landesbibliothek (1910) di Strasburgo, di un’edizione delle Lettres angloises, di Samuel Richardson (Paris, chez les Libraires Associés, 1770), di un manoscritto con la traduzione tedesca del Mélusine (XV secolo), della propaganda nazista attraverso i pacchetti delle sigarette, di alcune carte di Abramo Ortelio (1573), di alcune illustrazioni di Max Klinger (Leipzig, Selbstverlag, 1898), degli emblemi dell’Atalanta fugiens di Michael Maier, della rivista «Die Kunst für alle», di Kandinsky e del suo Über des Geistige in der Kunst (München, Piper, 1912), di traduzioni tedesche di Pirandello, dell’edizione Basel, Froben, 1518 dell’Utopia di Thomas More, di varianti in un manoscritto di Franz Liszt (1876), del Bilder aus vergangener Zeit di Léo Schnug (1878-1933), di una Biblia pauperum del 1460-1470, di una guida Michelin dei campi di battaglia di Ypres (1919) e di alcuni testi settecenteschi di zoologia. Seguono due articoli (vedi «AB» 033- e ) e una breve rassegna con le nuove acquisizioni. – L.R.

033-104 Laureys (Marc), Torrentius «passeur» d’Horace: le commentaire d’Horace par Laevinus Torrentius et sa place dans l’exégèse horatienne du XVIe siècle, in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 75-86 Þ «AB» 033-A

033-105 Lemerle (Frédérique), «Passer les Pyrénées». La fortune de la traduction anonyme des Medidas del Romano de Diego de Sagredo (Tolède, 1526), in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 145-51 Þ «AB» 033-A

033-106 Leo Spitzer. Lo stile e il metodo. Atti del XXXVI Convegno Interuniversitario (Bressanone / Innsbruck, 10-13 luglio 2008), a cura di Ivano Paccagnella – Elisa Gregori, Padova, Esedra, 2010, pp. XVIII+566, ISBN 88-6058-036-6, € 48. Si racconta che una sera Leo Spitzer (era ormai anziano e ospite nella biblioteca di una università statunitense) a un giovane che gli chiedeva se si fosse fermato fino a tarda ora per lavorare abbia risposto «Per godere, per godere», a significare l’amore che provava per la lettura e lo studio dei testi. Più e meno di un filologo romanzo “classico”, Spitzer nei suoi numerosi lavori (in larga parte disponibili anche in italiano) ha saputo mostrare l’intelligenza e la sensibilità applicate ai testi: non alieno dallo scrupolo erudito ma lontano da uno specifico interesse linguistico (se non in ambito di un’etimologia intellettuale e semantica), Spitzer con la sua “critica stilistica” ha gettato un ponte tra gli studi filologici e quelli critici, immergendosi in una lettura totalizzante del testo, fino a lasciarsene completamente penetrare: fino alla scoperta del clic, del momento illuminante circa la interpretazione dell’opera ricercata all’interno del testo stesso nelle scelte per l’appunto stilistiche messe in atto dall’autore. L’ampio vol. di atti indaga, attraverso una quarantina di relazioni, numerosi aspetti dell’opera spitzeriana, anche se manca purtroppo una bibliografia degli scritti spitzeriani, almeno delle traduzioni italiane. Dal vol. dedicato alle lettere dei prigionieri italiani durante la I Guerra Mondiale fino alla ricerca sull’armonia del mondo, dai saggi tradotti da Schiaffini per incarico di Croce in un mitico volumetto laterziano sino alla raccolta degli studi italiani curati da Claudio Scarpati, la produzione spitzeriana resta un esempio eccezionale di cultura del testo e del libro. – E.B.

033-107 Letteratura, politica e religione in Italia e in Ungheria (secc. XV-XVIII), a cura di István Bitskey – Amedeo Di Francesco – Orsolya Száraz, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2013 (ISTER. Collana di studi ungheresi, 3), pp. 324, ISBN 978-88-6274481-2, € 20. Il vol., nato dalla collaborazione tra l’Orientale di Napoli e l’Università di Debrecen, ripubblica, laddove necessario tradotti in italiano, una quindicina di saggi dovuti ad altrettanti studiosi e dedicati al “rinascimento” ungherese e italiano. Di grande interesse quelli di argomento magiaro, dalla politica di Mattia Corvino al modello della Querela Hungariae, dai libri di preghiera calvinista alla fortuna di Segneri. In fine un utile indice dei nomi (pp. 307-22). – E.B.

033-108 Libri e biblioteche: l’impegno civile di Luigi Balsamo, «Quaderni estensi», 5, 2013, pp. 63-153. Sono gli atti del convegno svoltosi il 19 giugno 2013 a Modena, pubblicati all’interno di questo numero di «Quaderni estensi»; se ne veda lo spoglio dei singoli contributi. – R.G.

033-109 Lupoli (Rosa), Dal testo all’immagine: riflessioni sulla cartografia veneziana di fine ’600 nella rilettura di una mappa dell’Archivio di Stato di Modena, «Quaderni estensi», 5, 2013, pp. 431-50. Analisi della carta n. 96/1 del fondo Mappario Estense - Carte geografiche basata sulla interpretazione di una legenda di recente ritrovamento e su relazioni militari coeve. – R.G.

033-110 Lupoli (Rosa), Il giornalismo delle origini. Le gazzette di Ancien Regime nell’Archivio di Stato di Modena, «Quaderni estensi», 5, 2013, pp. 157-76. Presentazione, illustrata, di una miscellanea contenente relazioni e gazzette a stampa del Seicento, italiane ed europee, con dettagli sui movimenti di questo materiale all’interno dell’archivio modenese. – R.G.

033-111 MacGlashan (Maureen), Editorial, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/4, dicembre 2014, p. 141. Note introduttive sull’ultimo numero del 2014 della rivista. – L.R.

033-112 Magrini (Sabina), La Palatina e la Bodoni. Due biblioteche si affacciano sulla rete, «TECA», 6, settembre 2014, pp. 137-44. Sulla nuova piattaforma digitale della Biblioteca Palatina, ove confluiscono i progetti di catalogazione, digitalizzazione e valorizzazione del patrimonio tipografico e a stampa di Gianbattista Bodoni. – A.L.

033-113 Mandressi (Rafael), Livres du corps et livres du monde: médecins, cartographes et imprimeurs au XVIe siècle, in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 209-30 Þ «AB» 033-A

033-114 Manoscritti (I) medievali della provincia di Arezzo. Cortona, a cura di Elisabetta Caldelli – Francesca Gallori – Martina Pantarotto – Maria Cristina Parigi – Gabriella Pomaro – Patricia Stoppacci, con la collaborazione di Michaelagiola Marchiaro – Francesca Ramacciotti, Tavarnuzze-Impruneta, Regione Toscana-Sismel, 2011 (Biblioteche e Archivi, 25; Manoscritti medievali della Toscana, 5), pp. XX-172 con tavv. A-N (a colori), I-CLXXV (in b/n). ISBN 978-88-8450-331-2, € 135. Il vol. offre la descrizione sistematica di tutti i manoscritti medievali di Cortona, distribuiti in quattro istituti di conservazione: la Biblioteca del Comune e dell’Accademia Etrusca, il Convento di San Francesco, il Santuario di Santa Margherita e il Seminario Vescovile (la storia di queste biblioteche è sinteticamente presentata nell’introduzione, pp. 3-12, prezioso viatico per meglio comprendere lo sviluppo delle collezioni). Il numero maggiore di manoscritti, per un totale di 139, è custodito presso la Biblioteca del Comune, dove per altro, a seguito delle soppressioni napoleoniche, sono confluiti i codici dei conventi della città e dei dintorni (in particolare di quello francescano di Santa Margherita). I singoli manoscritti, cronologicamente distribuiti dal sec. XII al XV, taluni preziosamente illustrati da miniature, sono descritti nelle schede con puntualità, nei loro aspetti codicologici e contenutistici, consentendo così al lettore di imbattersi in molte storie, affidate talora alla voce ‘marginale’ di note di possesso. Se numerosi sono i codici liturgici, è notevole la presenza di testi patristici (con una netta prevalenza, non certo sorprendente, di Agostino), con alcuni volumi di una certa antichità, come il ms. 27 della Biblioteca Comunale (datato al sec. XI-XII), proveniente da Santa Margherita, con una buona collezione di opere agostiniane o comunque attribuite al santo di Ippona. Il fervore degli studi che segnò la vita culturale dei conventi cortonesi è altresì manifestato da manoscritti del sec. XIII con opere medievali, taluni di provenienza non italiana, come il ms. 33, ff. 37-49, con il trattatello pseudo-boeziano De scholarium disciplina, corredato da glosse marginali e interlineari. All’età dell’umanesimo appartengono invece alcuni volumi con classici latini e miscellanee con opere in prosa e poesia. Un simile patrimonio che la catalogazione integrale esibisce all’attenzione degli studiosi propone evidentemente molte piste di ricerca da seguire sui fronti della paleografia, della codicologia e della storia dei testi (penso, per esempio, al modesto ms. 82, vergato sui banchi di scuola nel 1335 da Galeazzo de Brognolis, figlio del giudice Floriamonte, come comunica il complesso explicit di f. 38r, che contiene testi in poesia utili per la formazione scolastica, il Cento di Proba, l’Ilias Latina e una serie di carmi mediolatini di un certo interesse; oppure al più sontuoso ms. 81, una ricca collezione di opere senecane, costruita nel sec. XV restaurando un codice più antico, di origine francese, databile alla fine del sec. XIII, con l’aggiunta della seconda parte delle Epistulae morales ad Lucilium, 89-124: si tratta di un importante testimone che attesta la circolazione di volumi con gli opera omnia o quasi di Seneca). Il numero di manoscritti conservati nelle altre biblioteche cortonesi è assai meno rilevante dal punto di vista quantitativo. Appena un manoscritto è ‘venerato’ come reliquia nel Convento di S. Francesco: si tratta di un evangeliario del sec. XIII, primo quarto, che la tradizione vuole collegato a san Francesco in persona. Due codici del sec. XIV (trasmettono entrambi la Legenda de vita et miraculis beate Margarite, opera di Giunta Bevegnati) sono ancora nel convento che dalla santa cortonese prende il nome. Cinque antifonari e due graduali trecenteschi, provenienti dal convento di San Domenico, costituiscono il patrimonio manoscritto del Seminario Vescovile di Cortona. Completano il volume l’edizione della Nota de’ codici in carta pecora che si conservano nella libreria di S. Margherita di Cortona (ms. 471 della Biblioteca del Comune, fasc. 57, scritto all’inizio del XIX secolo), con identificazione delle corrispondenze attuali, gli indici (dei mss., di autori e opere, dei nomi di persona e di luogo, degli incipit), e, soprattutto, un prezioso tesoro di tavole, sia a colori (in numero di 12) sia in bianco e nero (in numero di 175). – Marco Petoletti

033-115 Marazzi (Elisa), Libri per diventare italiani. L’editoria per la scuola a Milano nel secondo Ottocento, Milano, Franco Angeli, 2014, (Studi e ricerche di storia dell’editoria, 64), pp. 331, ISBN 978-88-917-0804-5, € 38. L’industria dell’editoria scolastica milanese dei primi decenni dell’Italia post-unitaria era ancora in una fase emergente, quando alcune case editrici si specializzarono in questo particolare settore del mercato, curando non solo la produzione – è questo il momento della creazione delle prime vere collane scolastiche – ma anche la distribuzione in tutta la penisola italiana con l’apertura di succursali in varie città della giovane nazione e l’ideazione di nuovi generi come il libro di premio. – M.C.

033-116 Marcolini (Francesco), Scritti. Lettere, dediche, avvisi ai lettori, a cura Paolo Procaccioli, Manziana, Vecchiarelli, 2013 Þ rec. Paolo Temeroli, «TECA», 6, 2014, pp. 160-3.

033-117 Marsano (Martina), I videogiochi a scuola e in biblioteca, con un saggio introduttivo di Luisa Marquardt, Roma, Associazione Italiana Biblioteche, 2014, pp. 120, ISBN 978-88-7812-233-8, € 25. La diffusione dei videogiochi tra i bambini, gli adolescenti e in misura crescente anche tra gli adulti spinge l’a. a voler considerare l’introduzione in chiave educazionale e ricreativa anche di questi nuovi media nel mondo della scuola e delle biblioteche pubbliche. – M.C.

033-118 Maślanka-Soro (Maria), La teatralità del «disumanar» nell’«Inferno» dantesco sullo sfondo della “vocazione drammatica” di Dante, «Dante e l’arte» (DeA), 1, 2014, pp. 11-30. Dopo alcune considerazioni sulla teatralità nella Commedia, viene analizzato il canto delle trasformazioni (Inf. XXV). – Luca Mazzoni

033-119 Mazzoleni (Martina) – Nadia Padoan – Carlotta Cerrato – Rossella Trevisan – Marco Vincenzi, Un anno in biblioteca, «La Berio» 1-2, gennaio-dicembre 2013, pp. 59-64. Si presenta un resoconto delle attività che hanno caratterizzato il 2013 della Biblioteca Berio: la gestione del “neonato” prestito self-service, la revisione annuale delle collezioni a scaffale aperto e la catalogazione retrospettiva delle collezioni storiche. Da segnalare, infine, un’importante donazione: il Tagebuch (il Diario) manoscritto e autografo di Liana Millu (1914-2005), scrittrice antifascista e partigiana, testimone degli orrori perpetrati nel lager di Auschwitz-Birkenau. – Elena Gatti

033-120 Menini (Romain) – Olivier Pédeflous, Dans l’atelier de François Juste: Rabelais passeur de la Batrachomyomachie (1534), in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 97-117 Þ «AB» 033-A

033-121 Miani (Laura), Ricordo di un “all-round bibliographer”. Anthony R. Hobson (1922-2014), «TECA», 6, settembre 2014, pp. 145-6.

033-122 Miletto (Gianfranco), La biblioteca di Avraham ben David Portaleone secondo l’inventario della sua eredità, Firenze, Olschki, 2013 Þ rec. A[lessandro] S[carsella], «Charta», 135, settembre/ottobre 2014, p. 74.

033-123 Millevolte (Giovanna), Settant’anni di libri per l’educazione. Catalogo storico delle edizioni Carabba per la scuola e la gioventù (1879-1950), Lanciano, Carabba, 2013 (Storia e documenti). Vol. I: con il contributo di Marco Di Francesco, presentazione di Giorgio Chiosso, postfazione di Sara Mori, pp. 204, ill., ISBN: 978-88-6344-318-9, s.i.p.; vol. II: con il contributo di Marco Di Francesco, pp. 411, ISBN: 978-88-6344-319-6, s.i.p. Nel primo vol. emerge la precoce attenzione del fondatore Rocco Carabba per l’editoria scolastica, che portò il tipografo, divenuto ben presto editore, a intercettare le esigenze pedagogico-educative del Fascismo, essenziali per le fortune dell’impresa. La produzione editoriale coprì, nel tempo, i più vari bisogni di lettura finalizzati alla formazione e all’apprendimento, ben visibili dal profilo delle numerose collane rivolte all’istruzione e alla fruizione scolastica. Un saggio conclusivo di Sara Mori fa luce, invece, sulla fortuna di Carabba nei cataloghi internazionali. Il secondo vol. raccoglie gli annali tipografici della ditta a partire dall’anno in cui uscì il primo testo scolastico (1879) sino alla chiusura dell’attività esattamente alla metà del XX secolo. Il catalogo è fornito di indici dedicati ad autori e altri responsabili di testi ed edizioni, opere, biblioteche dove oggi si conservano copie dei libri. – R.G.

033-124 Mondadori (Alberto), Ho sognato il vostro tempo. Il mestiere dell’editore, Milano, Il Saggiatore, 2014, pp. 189, ISBN 978-88-428-2089-5, € 14. Molto interessante e ben assortita questa scelta di lettere di Alberto Mondadori, pubblicata in occasione del centenario della nascita del grande editore. In questo intelligente e ricco corpus epistolare, che copre un arco cronologico che va dal 1947 al 1966, sono presenti numerose testimonianze riguardanti i multiformi interessi di Alberto per il mondo dell’editoria, vissuta da questi in ogni sua sfaccettatura, dal rapporto amicale con gli autori alla febbrile progettazione di collane e titoli, fino alla presa di coscienza del fatto che fosse responsabilità degli editori impedire la progressiva frattura che si stava creando in quegli anni tra il mondo reale e quello culturale. Una testimonianza viva e potente sul mestiere dell’editore, utile oggi più che mai per riflettere sull’idea e sul ruolo dell’editoria nel mondo contemporaneo. – N.V.

033-125 Montaner (Emilia), El más florido Parnaso. Fábulas, alegorías y emblemas en los libros nupciales boloñeses de la primera mitad del XVII, «TECA», 6, settembre 2014, pp. 9-29. Il contributo si concentra in particolare sull’opera dell’incisore Giovanni Luigi Valesio, attivo nell’ambito delle pubblicazioni per nozze nella Bologna del primo Seicento, mettendo in luce i rapporti tra immagini, testi, e modelli artistici. – A.L.

033-126 Morando (Simona), Franco Vazzoler, La trilogia dantesca di Federico Tiezzi, «Dante e l’arte» (DeA), 1, 2014, pp. 117-38. Si ripercorre la Trilogia teatrale dedicata da Federico Tiezzi alla riscrittura scenica della Commedia (1989-1991). Le cantiche erano state riscritte per l’occasione da Edoardo Sanguineti (Inferno), Mario Luzi (Purgatorio), Giovanni Giudici (Paradiso). – Luca Mazzoni

033-127 Munari (Silvia), Un’edizione controversa. Gli Studi filologici di Giacomo Leopardi, Le Monnier, 1845, «TECA», 6, settembre 2014, pp. 57-88. Intorno alla pubblicazione del terzo tomo degli Opera leopardiani presso Le Monnier, e alle relative discussioni e polemiche che interessarono Pietro Giordani, Prospero Viani e Paolina Leopardi. – A.L.

033-128 Nel segno del Liberty. La xilografia in Italia agli inizi del Novecento, a cura di Paola Babini Ravenna, Essegi, 2014 Þ rec. E. F., «Charta», 136, novembre/dicembre 2014, p. 75.

033-129 O’Grady (Deirdre), Il Teatro in Dante: lo spettacolo dell’invidia, «Dante e l’arte» (DeA), 1, 2014, pp. 31-44. Lettura di Purg. XIII, il canto degli invidiosi, nel quale l’a. vede tutte le caratteristiche della rappresentazione teatrale. – Luca Mazzoni

033-130 Paci (Piero), L’Economia della vita umana. Breve bibliografia di alcune traduzioni stampate in Italia (1752-1800), «TECA», 6, settembre 2014, pp. 127-36. Sulla fortuna delle traduzioni della Oeconomy of human life di Robert Dodsley (1704-1764). – A.L.

033-131 Pagani (Maria Pia), «Francesca da Rimini»: dal “teatro di poesia” dannunziano al dantismo sulla scena russa, «Dante e l’arte» (DeA), 1, 2014, pp. 97-116. Vengono messe in luce le caratteristiche delle traduzioni russe della tragedia dannunziana Francesca da Rimini, coeve all’autore, e le loro rappresentazioni teatrali. – Luca Mazzoni

033-132 Palmeri (Daniela), La «Divina Commedia» della Socìetas Raffaello Sanzio: un viaggio labirintico nell’“inferno” della contemporaneità, «Dante e l’arte» (DeA), 1, 2014, pp. 157-76. Analisi della riscrittura della Commedia proposta nel 2008 dalla Socìetas Raffaello Sanzio, compagnia di teatro sperimentale nata a Cesena nel 1981 e conosciuta in ambito internazionale per l’estetica «postdrammatica» (p. 160) e iconoclasta. – Luca Mazzoni

033-133 Parigi (Paolo), Contro la lettura. Per una pedagogia del semianalfabetismo, Milano, Bietti, 2014, pp. 132, ISBN 978-88-8248-322-7, € 11. Uno dei libri più interessanti degli ultimi tempi sulla lettura è il vademecum per il moderno distruttore di potenziali lettori dal pamphlettistico titolo di Contro la lettura. Autore ne è, sotto lo pseudonimo di Paolo Parigi il mite ed arguto Francesco Tranquilli (se ne veda anche l’editoriale che apre questo numero di «AB»), professore – ovviamente – di francese in una scuola superiore di San Benedetto del Tronto. Oltre che consigliarne la lettura, si sottolineerà qui solo il valore che, da professionista del settore – ma anche qui l’antifrasi ha la sua parte... – Parigi/Tranquilli dà al contributo nel disinnescare l’interesse per la lettura dato dalla scuola, che, quando non si occupa di arginare ogni manifestazione di qualsivoglia talento, convoglia le energie residue nella lotta all’emergere del potenziale lettore che, a quanto pare, si annida in ogni bambino che viene al mondo: tanto che, appunto, forse la lettura è più dura a morire di quanto le sirene del suo imminente annientamento ci diano a credere… – A.L.

033-134 Perrin Khelissa (Anne), Gênes au XVIIIe siècle. Le décor d’un palais, Paris, INHA/CTHS, 2013 Þ rec. Loredana Pessa, «La Berio» 1-2, gennaio-dicembre 2013, pp. 49-50.

033-135 Petrucciani (Alberto), Balsamo e l’AIB: nella vita dell’associazione professionale dei bibliotecari, «Quaderni estensi», 5, 2013, pp. 137-53. Iscrittosi all’AIB nel 1954, Balsamo operò intensamente per modernizzare la realtà della professione bibliotecaria italiana, aprendola a stimoli nuovi, fino all’inizio degli anni ’70, ma rimanendo comunque anche in seguito attivo nell’Associazione. – R.G.

033-136 Petrucciani (Alberto), Le biblioteche italiane durante il fascismo: strutture, rapporti, personaggi, in Das deutsche und italienische Bibliothekswesen im Nationalsozialismus und Faschismus, herausgegeben von K. Kempf – S. Kuttner, pp. 67-108 Þ «AB» 033-057

033-137 Petrucciani (Alberto), Tracce e ipotesi per la biblioteca di Cornelio Desimoni, in Cornelio Desimoni (1813-1899) «un ingegno vasto e sintetico», a cura di Stefano Gardini, «Atti della Società ligure di storia patria», n.s., 54/1 (128), 2014, pp. 63-98. All’atto della morte di Cornelio Desimoni – storico, archivista, giurista, ma anche numismatico, geografo, storico della musica – la sua biblioteca venne suddivisa tra le istituzioni culturali liguri che maggiormente amava, secondo quanto da lui stesso disposto. In questo studio vengono seguite le vicende dei singoli gruppi di libri sia come contributo alla storia delle biblioteche in cui ancora oggi sono depositati, sia per la ricostruzione della raccolta libraria del Desimoni, di cui non esiste un inventario. – M.C.

033-138 Pieri (Marzia), La «Commedia» in palcoscenico. Appunti su una ricerca da fare, «Dante e l’arte» (DeA), 1, 2014, pp. 67-84. Storia delle recite teatrali, o letture drammatizzate, del poema dantesco, dall’Ottocento a Benigni. – Luca Mazzoni

033-139 Piper (Andrew), Book was there: reading in electronic times, Chicago, University of Chicago Press, 2012 Þ rec. Christopher Phipps, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/4, dicembre 2014, pp. 179-80.

033-140 Po (Anna Rosa), I periodici nella donazione Formiggini, «Quaderni estensi», 5, 2013, pp. 423-7. Sulla raccolta appartenuta ad Angelo Fortunato Formiggini, ora alla Biblioteca Estense di Modena, costituita da un nucleo di 244 titoli umoristici (raccolta “Casa del Ridere”) e da un altro insieme di periodici degli anni 1921-1936 (“Raccolta miscellanea”). – R.G.

033-141 Ponte (Raffaella) – Roberto Iovino, Verdi, ecco le “lettere genovesi”, «La Berio» 1-2, gennaio-dicembre 2013, pp. 40-4. A conclusione del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, si presenta il vol. Giuseppe Verdi: le lettere genovesi, a cura di Roberto Iovino e Raffaella Ponte, Parma, Istituto nazionale di studi verdiani, 2013. Il libro raccoglie  e propone, in maniera chiara e ordinata, le lettere di Giuseppe Verdi e di Giuseppina Strepponi – in realtà si tratta di un corpus più ampio, formato da 154 pezzi fra lettere e biglietti – custodite nelle collezioni pubbliche genovesi. – Elena Gatti

033-142 Righi (Laura), La documentazione di Feudi, usi, livelli e censi: buste 1 e 2 (1198- 1318), «Quaderni estensi», 5, 2013, pp. 411-9. Indagini su alcune prassi proprie dei notai della corte degli Este, condotte nell’ambito del progetto di edizione dei più antichi documenti estensi conservati all’Archivio di Stato di Modena. – R.G.

033-143 Rinaldi (Rossella), Documentazione estense. Note per lo studio delle origini della cancelleria signorile e del complesso documentario (secc. XII- XIII), «Quaderni estensi», 5, 2013, pp. 343-52. Presentazione che rientra nel progetto di pubblicazione dei più antichi documenti della casa d’Este conservati presso l’Archivio di Stato di Modena. – R.G.

033-144 Roda (Vittorio), Il «colloquio coi libri» fra Otto e Novecento, «TECA», 6, settembre 2014, pp. 89-101. Sul rapporto con i libri in quanto protagonisti di un dialogo “formativo” con gli autori nelle esperienze di Carducci, Pascoli, D’Annunzio. – A.L.

033-145 Romano (Antonella), Passeurs de texte, faiseurs de monde. Missionnaires et production de la culture écrite à la Renaissance, in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 263-75 Þ «AB» 033-A

033-146 Salarelli (Alberto), Quando le biblioteche fanno sistema: pensiero e prassi in Luigi Balsamo, «Quaderni estensi», 5, 2013, pp. 87-98. L’autore ricorda la creazione, da parte di Balsamo, del Sistema bibliotecario parmense (2001) e del corso di laurea in Conservazione dei beni culturali a indirizzo biblioteconomico, frutto della consapevolezza scientifica dell’illustre studioso. – R.G.

033-147 Sanchi (Luigi-Alberto), L’enquête de Budé sur l’économie antique. Notes sur un travail en cours, in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 63-74 Þ «AB» 033-A

033-148 Sansom (Ian), Paper. An elegy, London, Fourth Estate, 2012 Þ rec. Christopher Phipps, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/4, dicembre 2014, pp. 179-80.

033-149 Santoro (Marco), I Giunta a Madrid. Vicende e documenti, Pisa-Roma, Serra, 2013 Þ rec. Maurizio Fabbri, «TECA», 6, 2014, pp. 172-3.

033-150 Sassen (Catherine), Culinary indexers’ reference sources, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/4, dicembre 2014, pp. C5-C8. Utile bibliografia di riferimento – on-line e a stampa – per l’indicizzatore di opere di cucina. – L.R.

033-151 «Sborník Nároního Muzea v Praze. Řada C - Literální historie / Acta Musei Nationalis Pragae. Series C – Historia litterarum», 58, 2013, 3-4. Grazie all’opera di coordinamento di Jaroslava Kašparová e Richard Šípek, la biblioteca del Museo Nazionale di Praga ha elaborato un importante progetto di rilevamento e archiviazione delle provenienze (in Marc 21), che viene qui ampiamente spiegato e illustrato (con abstract in inglese): lo si veda e utilizzi all’indirizzo http://www.provenio.net/index.php/en/. La raccolta di saggi comprende anche interventi sul thesaurus delle provenienze del CERL (Cristina Dondi), sulle rilevazioni delle provenienze nelle biblioteche tedesche (Michaela Scheibe), alla Municipale di Lione (Monique Hulvey), all’Institut de France (Béatrice Delestre), in Polonia (Izabela Wiencek), nell’Accademia delle Scienze slovacca (Ivona Kollárová), a Bardejov sempre in Slovacchia (Klárá Komorová), a Červený Kameň (Michaele Sibylová), sul rapporto con la storia della lettura (Jan Pišna), sulle raccolte librarie di Josef Václav Frič (Petra Hesová), di Marie Hübnerová (Véra Menclová), di Josef Richard Vilimek Snr (Karel Kolařík), sulla biblioteca dell’Accademia delle Scienze di Praga (Anežka Bad’urová – Jana Svobodová – Vojtěch Šicha), sulle provenienze evangeliche tra i libri dell’Universitaria di Bratislava (Vlasta Okoličánová). – E.B.

033-152 Schmidt (Alfred), Die Österreichische Nationalbibliothek in Nationalsozialismus und die Restitution von NS-Raubgut, in Das deutsche und italienische Bibliothekswesen im Nationalsozialismus und Faschismus, herausgegeben von K. Kempf – S. Kuttner, pp. 157-70 Þ «AB» 033-057

033-153 Sghiavetta (Barbara) – Maria Gioia Tavoni, Guida per bibliofili affamati, Bologna, Pendragon, 2014 Þ M[assimo] G[atta], «Charta», 136, novembre/dicembre 2014, pp. 74-5.

033-154 Sghiavetta (Barbara) – Maria Gioia Tavoni, Guida per bibliofili affamati, Bologna, Pendragon, 2014, pp. 157+[24] tav., ISBN 978-8865985342, € 15. Non un catalogo e nemmeno una guida (sebbene il titolo e le indicazioni all’interno di cosa vedere e dove soggiornare possano trarre in inganno il lettore poco accorto), piuttosto un percorso – a tratti anche poetico – nella micro-editoria italiana di qualità, dove sono ancora il gusto, l’arte, la poesia a farla da padrone nelle scelte tipografiche. – M.C.

033-155 Shine (Jim) – Terri MacKenzie – Marian Aird – Sarah Wilson – Emma Caddy, Society of Indexers Conference: ‘Tesserae to Tablets … Uncovering the Future’, 5-7 September 2014, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/4, dicembre 2014, pp. 174-7. Ampio resoconto del convegno annuale della Società degli Indicizzatori, svoltasi dal 5 al 7 settembre 2014 presso la Royal Agricultural University di Cirencester (UK). – L.R.

033-156 Shu (Xu), The classical index in the Internet age, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/4, dicembre 2014, pp. 169-73. Le profonde innovazioni tecnologiche degli ultimi vent’anni hanno influenzato la realizzazione dei tradizionali indici cartacei specialistici, gli unici che continuano a soddisfare pienamente alcuni aspetti della ricerca. La mediazione dell’indicizzatore, nell’uso di modalità operative differenti, rimane fondamentale. – L.R.

033-157 Stefani (Piero), Il sorriso di Lavoisier, «La Berio» 1-2, gennaio-dicembre 2013, pp. 65-7. Un breve racconto in ricordo di Liana Millu (1914-2005), scrittrice antifascista e partigiana, autrice del Tagebuch, il diario manoscritto autografo donato proprio dall’a. (che lo ricevette della stessa Millu) alla Biblioteca Berio nel 2014. – Elena Gatti

033-158 Tallone (Enrico), Manuale Tipografico III, dedicato all’estetica delle carte, filigrane e inchiostri, Alpignano, Tallone, 2013 Þ rec. Maria Gioia Tavoni, «TECA», 6, 2014, pp. 149-52.

033-159 Tavoni (Maria Gioia), Di una Festschrift particolare. Per Sofia: riflessioni davanti a un’immagine dagli amici di Sacro/Santo (Roma, Viella, 2014), «TECA», 6, settembre 2014, pp. 123-5. Su una recente miscellanea in onore di Sofia Boesch Gajano. – A.L.

033-160 Tipoteca, [Cornuda, Tipoteca Italiana Fondazione], s.d., pp. 36, ill. col., manca ISBN, s.i.p. Il volumetto cartonato, formato oblungo, con ampie, efficaci immagini a colori, promuove l’attività della Tipoteca Italiana di Cornuda (Tv), la ormai celebre creazione di Silvio Antiga, che si presenta non solo come «museo, stamperia, centro di ricerca e diffusione della cultura tipografica», ma anche come «concept museale innovativo che abbraccia la storia del design, dell’architettura, della progettualità artistica e grafica per aprirsi a sperimentazioni e applicazioni contemporanee». – A.L.

033-161 Tomita (Soko) – Masahiko Tomita, A Bibliographical Catalogue of Italian Books Printed in England. 1603-1642, Farnham, Ashgate, 2014, pp. 578, ISBN 978-1-4094-4228-91, s.i.p.. Questo vol. costituisce l’atteso seguito del catalogo pubblicato nel 2009 dallo stesso Soko Tomita e dedicato all’editoria dei testi italiani tra il 1558 e il 1603. Se il primo dei due si concentrava sull’età di Elisabetta I, momento di straordinario fervore delle tipografie britanniche con interessi ‘italianati’ (bastino soltanto i nomi di John Charlewood e di John Wolf, editori di Giordano Bruno, Aretino e Machiavelli), il secondo punta ora all’indagine sul regno di Giacomo I e di Carlo I. La breve introduzione (pp. 1-12) mira a chiarire le importanti oscillazioni nella quantità di libri prodotti all’interno del quarantennio in oggetto, prendendo debitamente in esame i provvedimenti dei diversi governi non solo nei confronti dell’industria tipografica ma anche quelli indirizzati alla produzione culturale di massa, principalmente verso il teatro. Messi in chiaro quindi i criteri di catalogazione (che seguono dappresso quelli del primo vol.), il corpo principale dell’opera è costituito dalle 478 schede relative alle altrettante edizioni di opere italiane (in larghissima parte in lingua inglese) stampate sul suolo britannico tra il 1603 e il 1642, corredate di note di erudizione sugli autori e sui testi in esse contenuti. Sulla linea del precedente dedicato all’età elisabettiana, anche questo volume si correda di ricchissime tabelle riassuntive oltre che di grafici a colonna che illustrano perfettamente i volumi di produzione, la lingua delle opere stampate e il loro genere letterario. – Marco Giola.

033-162 «Torrita. Storia, Arte, Paesaggio», 2-3-4, 2011-2013. Pubblicata dal Circolo Culturale fra Jacopo da Torrita, la rivista, impressa a colori in un serissimo carattere Bodoni, presenta numerosi saggi sulla cultura artistica e archeologica locale: dalla storia di un’antica cappella ai ritrovamenti paleontologici in zona, fino alla battaglia di Val di Chiana del 1363 (per informazioni circolo.fraiacopo@virgilio.it). – E.B.

033-163 Tosin (Luca), Sul caffè nelle pubblicazioni del Sei-Settecento, «Rivista di storia dell’agricoltura», 54/1, 2014, pp. 73-89. Divertente excursus nelle testimonianze sei e settecentesche riguardanti il caffè. Nonostante le più o meno fantasiose leggende riguardo la sua introduzione e le teorie non sempre benevole sulle sue proprietà, la bevanda ebbe, a partire dal Seicento, ma soprattutto dal secolo successivo, un grande successo ininterrotto fino ai giorni nostri. – L.R.

033-164 Turchini (Angelo), Gli archivi e le biblioteche italiane nella politica interna del regime fascista, in Das deutsche und italienische Bibliothekswesen im Nationalsozialismus und Faschismus, herausgegeben von K. Kempf – S. Kuttner, pp. 55-66 Þ «AB» 033-057

033-165 Uetani (Toshinori), La naissance d’un métier: traducteur. Jalons chronologiques, in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 33-61 Þ «AB» 033-A

033-166 Vanthiegem (Naïm), Une lettre scellée au 9e siècle et ouverte en 2013, «La Revue de la BNU», 9, primtemps 2014, pp. 89-91. La Bibliothèque nationale et universitaire di Strasburgo conserva una lettera papiracea bilingue arabo-copto, databile al IX secolo aperta con complessi accorgimenti tecnici solo due anni or sono. – L.R.

033-167 Venturi (Anna Rosa), Accademie nella Modena dell’Ottocento preunitario tra scienze, lettere, politica e musica, «Quaderni estensi», 5, 2013, pp. 13-20. Rassegna sulla fisionomia di circoli e sodalizi culturali, tra l’attività ufficiale della seicentesca (e ancora attiva) Accademia dei Dissonanti sino ai salotti di fondazione ottocentesca e di orientamento perlopiù reazionario. – R.G.

033-168 Verlato (Zeno), Le inedite postille di Niccolò Bargiacchi e Anton Maria Salvini alla terza impressione del «Vocabolario della Crusca», «Studi di lessicografia italiana», 31, 2014, pp. 81-189. L’analisi della copia della terza edizione del Vocabolario della Crusca, postillata fittamente dall’abate Niccolò Bargiacchi (1682-1754) e solo più sporadicamente da Anton Maria Salvini in prospettiva della nuova uscita, ha permesso di offrire un profilo più approfondito dell’altrimenti oscuro abate Bargiacchi, di verificare il metodo di lavoro utilizzato dai due studiosi e di dare conto delle aggiunte e modifiche apportate per la nuova stampa. – M.C.

033-169 Vervliet (Hendrik D. L.), Les feuilles aldines de Claude Garamont, in Gens du livre & gens de lettres à la Renaissance, textes réunis & édités par C. Bénévent – I. Diu – C. Lastraioli, pp. 359-67 Þ «AB» 033-A

033-170 Vescovo (Piermario), Dante e il “genere drammatico”, «Dante e l’arte» (DeA), 1, 2014, pp. 45-66. Per illustrare il titolo del poema di Dante, viene messo in evidenza un passo dell’Accessus del commento di Boccaccio, che secondo l’A. allude alla teoria modale delle “forme di dizione” di origine platonica, diversa dalla teoria della tripartizione degli stili. – Luca Mazzoni

033-171 Watts (Gillian), Food for thought: the expanding universe of cookbook indexing, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/4, dicembre 2014, pp. C1-C5. Basandosi su ben quindici anni di esperienza nell’indicizzazione di libri di cucina, l’a. descrive aspetti positivi e negativi del genere, fornendo una serie di utili consigli per velocizzare e migliorare il lavoro. – L.R.

033-172 Základný výskum historických knižných documentov a fondov. Výskumný project Pamät’ Slovenska – národné centrum excelentnosti výskumu, ochrany a sprístupňovania kultúrneho a vedeckého dedičstva, ed. Eva Augustínová, Žilina, Žilinská Univerzita, 2013, pp. 296, ISBN 978-80-8162-000-3, s.i.p. Il vol., cui manca una qualche traduzione in una lingua occidentale (visto anche che si tratta di un prodotto finanziato dalla Comunità Europea…), presenta un progetto della università slovacca di Žilina dedicato alla conservazione dei beni librari. I diversi interventi che si susseguono (in parte dovuti alla stessa curatrice del vol.) sono presentati in una veste grafica poco conforme agli usi della comunità scientifica e forse più adatti a un catalogo di esposizione. Si possono però godere alcune belle fotografie di elementi decorativi di edizioni slovacche del Settecento, nonché di altri libri antichi conservati in loco. – E.B.

033-173 Zuffrano (Annafelicia), «Un disordine ha partorito un ordine». I cartulari bolognesi sei-settecenteschi e la legislazione ecclesiastica in tema di archivi, «TECA», 6, settembre 2014, pp. 31-55. Il contributo propone i risultati di una immersione nel fondo Corporazioni religiose soppresse dell’Archivio di Stato di Bologna, alla ricerca dei Sommari e repertori delle scritture, che forniscono una descrizione della documentazione presente negli archivi di vari enti religiosi un tempo esistenti in città. – A.L.

  

Indici di recensioni e segnalazioni

 

Accademie 167

Anthony Hobson 121

Archivi 5, 20, 33, 39, 40, 58, 66, 73, 142-3, 164, 173

Avisos 12-3

Bibbia 30

Bibliofilia 10, 153-4

Bibliografia 88

Biblioteconomia 32, 38, 80, 112, 117

Cartografia 72, 109

«Charta» 47-8

Commercio librario 62

Conservazione 172

Dante 25, 42, 56, 59, 89, 93, 97, 118, 126, 129, 131-2, 138, 170

Diari di guerra 91

Editoria contemporanea E, G, 1, 2, 8, 9, 16, 46, 54, 71

Editoria del ’400 A, H, 6, 21, 41, 45, 51, 68, 165

Editoria del ’500 A, 3, 6, 14, 21-2, 24, 29, 31, 55, 57, 75, 76, 90, 95, 104-5, 113, 116, 120, 145, 147, 149, 165, 169

Editoria del ’600 110, 125, 161, 163

Editoria del ’700 130, 163

Editoria dell’800 114, 123, 127

Editoria del ’900 123-4

Editoria di larga circolazione F

Editoria ebraica C

Editoria musicale 49, 67

Editoria umoristica 140

Editoria universitaria 16

Epistolografia 50

Giuseppe Billanovich 28

Giuseppe De Luca G

Giuseppe Verdi 141

Grafica libraria 44

Hartmann Schedel H

Indicizzazione 7, 18, 53, 78, 86, 94, 111, 148, 150, 155, 156, 171

Joseph Conrad 37

«La Biblioteca di via Senato» 100-2

«La Revue de la BNU» 103

Leo S. Olschki 81

Leo Spitzer 106

Lettura 133, 139, 144

Luigi Balsamo 19, 36, 70, 74, 108, 135, 146

Manoscritti 11, 35, 60, 85, 114, 166

Musei della stampa 160

Postillati 168

Provenienze 151

Santini 61

Silografia 128

Storia del libro 77

Storia della legatura D

Storia della scrittura 52

Storia delle biblioteche H, 4, 15, 17, 23, 27, 43, 63-5, 82-3, 92, 96, 98-9, 122, 136-7, 152

Teofilo Folengo 28

Tipografia 158

Trattati di mascalcia B

Ungheria 107

 

Raccontare di libri

a cura di E.B.

 

Brekke (Jorge), La biblioteca dell’ anatomista, Milano, Tea, 2014, pp. 368, ISBN 978-88-502-3434-9, € 10. Piani paralleli tra un oscuro frate (troppo appassionato di bisturi) dei primi anni della Riforma e un misterioso libro ancor oggi conservato. Buon inizio, poi la storia si perde.

Galbraith (Robert), Il baco da seta, Milano, Salani, 2014, pp. 556, ISBN 978-88-6715-852-2, € 18,60. Secondo vol. della serie dedicata dalla Rowling (sotto pseudonimo) allo stropicciato investigatore Cormoran Strike, questa volta alle prese col mondo dei romanzieri e dell’editoria. Bello.

Grossman (David), A un cerbiatto somiglia il mio amore, Milano, Mondadori Flipback, 2014, pp. 1152, ISBN978-88-04-64324-1, € 9. Un lungo romanzo in cui i ricordi assumono evidenze plastiche in un Israele quasi surreale, colmo delle angosce di ieri e di “una speranza ineffabile”. Un po’ noioso.

Harris (Robert), L’ufficiale e la spia, Milano, Mondadori Flipback, 2014, pp. 860, ISBN 978-88-04-64305-0, € 15. Il caso Dreyfuss raccontato in diretta da uno dei protagonisti: peccato che la magia dell’a. questa volta proprio stenti a partire.

Vargas Llosa (Mario), La zia Julia e lo scribacchino, Torino, Einaudi, 2012, pp. 468, ISBN 978-88-6621-325-3, € 15. Vecchio libro, mirabile nella sua sottesa polemica a Cent’anni di solitudine, ma pieno delle riflessioni di chi si interroga sulla natura del narrare. Imperdibile.

Wu Ming, L’armata dei sonnambuli, Torino, Einaudi, 2014, pp. 796, ISBN 978-88-06-21413-5, € 21. Il nostro collettivo di scrittura si trasporta questa volta all’epoca della rivoluzione francese per una storia corale fatta di bei personaggi (e di un segreto lungamente coltivato: fin dal titolo): peccato la storia si sfilacci.

Zweig (Stefan), Novella degli scacchi, Roma, Newton Compton, 2014, pp. 128, ISBN 978-88-541-6972-2, € 1,90. Uomini sballottati dal destino in giro per il mondo, pronti a sfidarsi sulla scacchiera, in una partita che è quasi per la vita stessa. Forse sopravvalutato.

 

Antiquariato

a cura di E.B.

La Casa del collezionista, Listino 2, Pistoia 2014, pp. 92. Oltre 700 proposte dalle foto alle reliquie, dai documenti ai libri. Curioso.

Laurent Coulet, Catalogue 57, Paris 2014. Oltre 200 proposte di raffinatissimo modernariato.

Libreria antiquaria La Fenice. Catalogo 2, Sanremo 2014, pp. 101. 635 pezzi, molto vari.

Libreria Antiquaria Malavasi. Catalogo 83, Milano 2014, pp. 80. Sempre ottimamente descritti, 350 pezzi dedicati a Cataloghi industriali, Ferrovia dell’800, Storia e viaggi.

Libreria Antiquaria Malavasi. Catalogo 84, Milano 2014, pp. 80. Oltre 190 proposte, degnamente presentate, suddivise tra Arte e architettura, Libri antichi, Cartografia.

Libreria antiquaria Nuova Atlantide, Catalogo 4, Perugia 2014, pp. 54. Selezione di 124 pezzi dal XVI sec., valutazioni piuttosto alte.

Libreria Galleria Demetra. Catalogo 6, Milano 2014. Oltre 300 pezzi, tutti di spiccato interesse.

Libreria Piani. Catalogo 116, Monte San Pietro 2014, pp. 72. Una fitta successione di quasi 2.350 pezzi, suddivisi secondo le classiche categorie dell’antiquariato.

Libreria Piani. Catalogo 117, Monte San Pietro 2014, pp. 89. Sempre organizzate per categorie, altre 3.075 offerte.

Pandolfini Casa d’aste, giugno 2014, Firenze 2014, pp. 186. I lotti 210-299 sono dedicati a libri antichi e rari, con ottime illustrazioni.

Pandolfini Casa d’aste, dicembre 2014, Firenze 2014, pp. 209. I lotti 263-335 sono costituiti da libri antichi e rari, manoscritti e autografi.

Primigenia Studio bibliografico, Catalogo 53, Gattico 2014. Ben 450 proposte di vario argomento, sempre interessanti.

Studio bibliografico Bruno Pucci, Catalogo 3, Napoli 2014, pp. 64. Circa 380 ottime proposte, soprattutto ’7 e ’800.

Studio bibliografico Bruno Pucci, Catalogo 4, Napoli 2014, pp. 59. Oltre 200 offerte, a cui prestare una particolare attenzione.

Studio bibliografico Orfeo, Catalogo 24, Bologna 2014, pp. 96. Divise per categorie, oltre 1.560 offerte di ottima rapporto qualità/prezzo.

 

Archivio tesi

a cura di E.B.

Bernasconi (Giulia), Per la storia della biblioteca di Carlo Firmian: gli incunaboli, rel. Luca Rivali, Università Cattolica, sede di Milano, Corso di laurea in lettere, a.a. 2013-2014, pp. 101. La biblioteca Firmian, così come è “fotografata” dal catalogo di vendita, raccoglieva un cospicuo nucleo di edizioni quattrocentesche, le cui notizie bibliografiche vengono estratte e commentate. 

De Pra (Francesca), L’alter Index. Ricerche su alcune liste di libri in volgare proibiti dei sec. XVII e XVIII, rel. Edoardo Barbieri, Università Cattolica, sede di Milano, Corso di laurea in lettere moderne, a.a. 2013-2014, pp. 168. Già più volte studiate da un punto di vista storico, le liste di libri proibiti in volgare uscite nel Sei e Settecento vengono finalmente rilette in una prospettiva testuale complessiva ricostruendone genesi, affinità, rapporti, e fornendone una trascrizione integrale che permette di iniziare un lavoro di analisi e identificazione delle opere in esse condannate. 

Fossati (Fabrizio), Il timbro di possesso nel libro antico: definizioni, descrizione e creazione di un database, rel. Edoardo Barbieri, Università Cattolica, sede di Brescia, Corso di laurea in lettere, a.a. 2013-2014, pp. 60. L’indagine analizza le tipologie del timbro quale segno di possesso librario, individuando le possibili modalità descrittive e proponendo il prototipo di un database dedicato all’archiviazione e all’interrogazione dei timbri.

Gatti (Elena), Francesco Platone de’ Benedetti e Giovanni Antonio de’ Benedetti (1482-1512) ovvero la tipografia bolognese a cavallo fra XV e XVI secolo. Catalogo culturale e mercato librario a confronto, Università Cattolica di Milano, Tesi di Dottorato in Storia e Letteratura dell’Età Moderna e Contemporanea, Ciclo XXVI, a.a. 2013-2014, coordinatore Danilo Zardin, pp. IV+290. L’ampio e denso lavoro presentato, ideale prosecuzione del precedente elaborato dal titolo Francesco Platone de’ Benedetti. Il principe dei tipografi bolognesi (1482-1496). Annali tipografici discusso a Bologna qualche anno fa, si articola in tre capitoli. Nel primo si tenta di ricostruire il parterre culturale della tipografia de’ Benedetti, analizzando il circuito dei curatori e dei collaboratori editoriali, anche di minore se non minima rilevanza, onde meglio collocare le scelte messe in atto dall’officina. Nel secondo ci si sofferma invece su una serie di problematiche prettamente storico-tipografiche con una ridiscussione completa delle edizioni attribuite a Francesco de’ Benedetti: se non sempre è possibile fare completamente chiarezza sul singolo caso, spesso la messa in campo di una ricostruzione bibliografica del problema accostata a un’analisi bibliologica delle edizioni ha permesso di giungere a risultati in gran parte convincenti circa la corretta attribuzione di tali edizioni sine notis. Il terzo capitolo affronta invece di petto la vexata quaestio dell’ inventario librario di Francesco de’ Benedetti, come si ricorderà erroneamente attribuito da Albano Sorbelli alla presunta personale raccolta libraria del tipografo invece che al suo magazzino librario, dotato di un vastissimo assortimento: una agguerrita verifica dell’intera sezione in humanitate permette di risolvere molte letture paleografiche dubbie o di giungere a nuove, più convincenti attribuzioni di singole voci. Lo studio presentato propone dunque importanti materiali per comprendere in termini nuovi la produzione editoriale bolognese a cavallo tra XV e XVI sec. – E.B.         

Rovetta (Caterina Benedetta), Il samizdat e l’editoria cattolica italiana, rel. Maurizia Calusio, Università Cattolica, sede di Milano, Corso di laurea in lettere moderne, a.a. 2013-2014, pp. IV+133. Dopo una utile indagine sulla natura e le caratteristiche del samizdat russo, la tesi ricostruisce il generale “silenzio” dell’editoria italiana in proposito, registrando invece la sensibilità in proposito del mondo cattolico, in particolar CSEO, Jaca Book e Russia cristiana con una attenzione ecumenica al mondo ortodosso prima sconosciuta (papa Francesco direbbe “ecumenismo del sangue”). La tesi fornisce anche una mappatura della relativa produzione editoriale.

Rusu (Marius), “L’impressione del momento”: Giovanni Berchet, un’indagine bibliografica, rel. Alberto Cadioli, Università degli Studi di Milano, Corso di Cultura e storia del sistema editoriale, a.a. 2011-2012, pp. 122. A metà strada fra bibliografia analitica e problemi filologici, la tesi propone un percorso inedito e interessante sull’edizione delle Poesie di Berchet datata al 1824 verificando, tramite la collazione di quasi tutti gli esemplari noti, l’esistenza di significative varianti da copia a copia.

Taini (Irene), Amor di libro e collezionismo nei discorsi di Gaetano Fornasini per l’Ateneo di Brescia (1913 e 1915), rel. Edoardo Barbieri, Università Cattolica, sede di Brescia, Corso di laurea in lettere, a.a. 2014-2015, pp. 83. L’elaborato, prima di riprodurre integralmente i due “discorsi” tenuti dall’a. alla inaugurazione dell’anno sociale dell’Ateneo 1913 e 1915, ripercorre sia la figura dell’avvocato e collezionista bresciano, sia il percorso intellettuale delineato nei due interventi.

Turrisi (Francesca), Libri, lettura e scrittura de “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni, rel. Edoardo Barbieri, Università Cattolica di Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea in Filologia moderna, a.a. 2013-2014, pp. I+251. L’opera manzoniana è densa di riferimenti al mondo della lettura e della scrittura, con dati e informazioni che, a un’analisi attenta, paiono del tutto congrui al contesto storico della narrazione. Ma da dove e come Manzoni poteva ricavare un’impostazione sociologica del problema che per noi data alla scuola di Febvre e Martin, cioè ben oltre un secolo dopo?

 

 

Cronache

Convegni

The Afterlife of Aldus: Posthumous Fame, Collectors and the Book Trade, 6 February 2015, Warburg Institute, London. Il 6 febbraio 2015, a 500 anni esatti dalla scomparsa di Aldo Manuzio, si è svolta presso il Warburg Institute di Londra la prima conferenza dell’anno celebrativo per l’illustre stampatore. Il convegno, organizzato da Jill Kraye e Paolo Sachet, ha posto la attenzione sull’eredità di Aldo, declinando sugli studi manuziani il caratteristico approccio dell’istituto ospitante, ossia l’indagine della fortuna e ricezione non solo del mondo classico in età moderna, ma anche di autori, artisti e studiosi nel loro contesto e nei secoli successivi. The Afterlife of Aldus, questo il titolo della giornata di studio, ha proposto dieci interventi di alto profilo accademico innovativamente proiettati su tre aspetti della Nachlass aldina. Le relazioni mattutine hanno preso in esame la storia pluridecennale della stamperia manuziana dopo la morte del fondatore nel 1515, concentrandosi in particolare sulla complessa e ancora poco studiata figura del figlio Paolo (1512-1574) nelle sue vesti di curatore di classici latini (Raphaële Mouren), autore ed editore di lettere volgari (Lodovica Braida), stampatore per l’Accademia Veneziana di Federico Badoer (Shanti Graheli). Il pomeriggio si è aperto con due interventi sul collezionismo aldino in epoca moderna nella Francia di Grolier, Renouard e del duca d’Aumale (François Dupuigrenet Desroussilles) e nell’Inghilterra di Lord George John Spencer (Julianne Simpson). La sessione conclusiva, e per molti versi la più originale, è stata dedicata al mercato aldino contemporaneo, coinvolgendo studiosi del collezionismo librario, librai antiquari e collezionisti. Dopo una presentazione su Antoine-Augustin Renouard (Kristian Jensen), Nicholas Poole-Wilson e G. Scott Clemons hanno discusso rispettivamente del mercato inglese tra XIX e XX secolo e della pratica collezionistica odierna, mentre la relazione finale (Paolo Sachet) ha messo in luce il valore dei cataloghi d’asta britannici per lo studio del commercio internazionale delle edizione aldine dal Settecento ad oggi. Insieme con il catalogo della recente mostra aldina in British Library Collecting the Renaissance: the Aldine Press (1494–1598), gli interventi del convegno saranno raccolti e ampliati in un volume collettaneo che sia di stimolo e guida a nuove ricerche intorno alla mai tramontata fortuna di Aldo Manuzio. – Paolo Sachet

Aldo Manuzio e la costruzione del mito, Venezia, Ca’ Dolfin-Biblioteca Nazionale Marciana, 26-28 febbraio 2015. Tra le numerose manifestazioni organizzate in occasione del quinto centenario dalla scomparsa di Aldo Manuzio, quella approntata dall’Università Ca’ Foscari di concerto con l’Istituto Ellenico di Venezia e il CRELEB di Milano era di sicuro una delle più attese dal pubblico degli studiosi. La presenza di alcuni dei più importanti studiosi del mondo aldino unitamente a quella di giovani ma già brillanti ricercatori era già di per sé una carta vincente di questo convegno, le cui alte aspettative non sono state minimamente deluse. Nella prima giornata, svoltasi all’interno della splendida aula magna di Ca’ Dolfin, la sessione dei lavori è stata presieduta da Cesare De Michelis e introdotta mirabilmente da un eccellente ritratto storico di Aldo da parte di Mario Infelise. Questa prima parte del convegno ha avuto come tema portante l’attività editoriale di Manuzio analizzata sotto diverse prospettive, e ha visto susseguirsi gli interventi di Catherine Kikuchi, Tiziana Plebani, Oren Margolis e John Butcher. La seconda giornata, questa volta tenutasi nella magnifica Sala Sansovino della Biblioteca Marciana, è stata suddivisa in due sessioni. Nella prima, presieduta da Georgios Ploumidis, gli interventi di Nicolas Barker, Venetia Chatzopoulou, Stephanos Kaklamanis, David Speranzi e Lorenzo Ciolfi si sono concentrati sul fortunato rapporto tra Aldo e il mondo greco. Il pomeriggio, coordinato da Piero Scapecchi, ha visto invece alternarsi i contributi di Ursula Rautenberg, Franca Alloatti, Carlo Federici, Nicholas Pickwoad, Giordano Castellani e Randall McLeod all’interno della sessione intitolata “La materia dei libri”, dedicata alla memoria del recentemente scomparso Anthony Hobson. L’ultima giornata, presieduta Edoardo Barbieri, è stata dedicata all’eredità manuziana, forse la sessione più interessante del convegno, in cui sono stati esaminati gli aspetti legati alla creazione del mito di Aldo dal XVI secolo fino all’età contemporanea. A contribuire al successo di questa porzione di convegno, gli interessantissimi interventi di Isabelle de Conihout, Shanti Graheli, Paolo Sachet (particolarmente meritevole il suo innovativo intervento su Renouard e il collezionismo aldino), Stephen Milner, Marina Venier e Nicolaus Weichselbaumer. Le conclusioni dei lavori sono state affidate a Neil Harris, secondo il quale l’origine reale del mito aldino è racchiusa nel più grande insegnamento che Manuzio ha saputo trasmettere ai suoi contemporanei e ai posteri, quella cioè del canone greco. – N.V.

Bologna Children’s Book Fair. The rights place for children’s content, Bologna, 30 marzo-2 aprile 2015. Dal 30 marzo al 2 aprile 2015 Bologna ha ospitato la 52a edizione della Bologna Children’s Book Fair, il più importante punto di riferimento per chiunque si occupi di contenuti per ragazzi: editori, illustratori, autori, agenti letterari, librai, bibliotecari e insegnanti. Un momento di incontro durante il quale si evidenziano e si studiano le tendenze editoriali del settore, con uno scouting attento e professionale che da sempre contribuisce al successo di autori e illustratori; un luogo dove si dà spazio alle sperimentazioni dei linguaggi transmediali dell’editoria per ragazzi e dove prendono vita progetti che vengono esportati in tutto il mondo. Con i suoi 1.200 espositori provenienti da più di 70 Paesi, la Bologna Childers’s Book Fair propone il meglio della produzione mondiale dell’editoria classica e digitale per bambini e giovani adulti. Il Paese ospite d’onore di quest’anno è stato la Croazia, che, con il progetto «Living Waters, Living Stories», ha messo in luce la singolarità e l’unicità dell’esperienza dell’infanzia riallacciandosi all’acqua della vita, elemento di grande importanza nella mitologia slava, in grado di alleviare la fatica e ridare la vista. Ed è proprio l’acqua il filo conduttore delle due mostre Aquamarine Selection e Harbours and Deep Waters of Childhood: rievocando la trasparenza e la limpidezza dell’acqua, le onde e i cordami delle navi, queste esposizioni hanno presentato tavole originali e riproduzioni di più di 80 autori che attraverso poetiche e stili diversi hanno fatto la storia dell’illustrazione croata. I bambini, inoltre, durante il fine settimana precedente la fiera, hanno potuto partecipare ai laboratori tenuti da Svjetlan Junakovic, uno dei massimi illustratori croati. Nato a Zagabria nel 1961 e diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera, Junakovic è un artista poliedrico premiato in ambiti internazionali che ha esposto in musei e gallerie di tutto il mondo. Molti dei suoi lavori sono stati presentati a Bologna in una mostra dal titolo Cabinet of Wonders, inaugurata il 30 marzo e aperta al pubblico anche nelle settimane successive. Di grande importanza il Bologna Ragazzi Award, una competizione che dal 1966 premia i libri migliori dal punto di vista del progetto grafico-editoriale. Per festeggiare i suoi 50 anni è stata organizzata un’esposizione dei libri vincitori più significativi: un’avventura tra racconti e illustrazioni con l’obiettivo di mettere in luce i cambiamenti dell’immaginario infantile e le trasformazioni grafiche e narrative dell’editoria che hanno caratterizzato questi ultimi cinquant’anni. La fiera rappresenta un’occasione importante per l’intera città di Bologna. Gli eventi organizzati sia durante i giorni della manifestazione sia nel corso del fine settimana che la precede hanno coinvolto cinema, teatri, librerie e biblioteche; molti istituti culturali della città si sono uniti per promuovere la diffusione della lettura e della cultura tra i ragazzi. Perché la Bologna Children’s Book Fair è molto di più di una fiera professionale; è un momento d’incontro unico, durante il quale emerge il lavoro costante e continuo di tutti coloro che si occupano di temi che coinvolgono i ragazzi. – Mauro Ciusani

 

Taccuino

a cura di R.V.

 

Iniziative C.R.E.L.E.B.

La lettura e i libri tra chiostro, scuola e biblioteca

VI giornata di studi “Libri e lettori a Brescia tra Medioevo ed Età moderna”

8 maggio 2015

Brescia, Università Cattolica, Sala della Gloria, ore 9.30

Saluti delle autorità accademiche

Presiede: Marco Rossi § Carla Maria Monti, Un nuovo codice appartenuto al vescovo di Brescia Francesco Marerio § Francesca Carleschi, Il Breviario Francescano della Queriniana § Bernhard Schirg, Libri e lettori a Brescia fra Brescia e Pavia.L’insegnamento universitario di Pietro Lazzaroni e la formazione di Bernardino Bornato § Angelo Piacentini, Le “Laudes” di Bartolomeo Baiguera § Alessandro Tedesco, Le raccolte epistolografiche del tipografo Tommaso Ferrando

Ore 13 – Pausa

Ore 15 – Presiede Edoardo Barbieri § Gabriella Zarri, Letture e scritture femminili a Brescia nella prima Età moderna § Giuditta Campello, L’edizione milanese del Vocabolarium di Pilade Bresciano § Andrea Canova, Una miscellanea appartenuta a Marino Becichemo ora alla Biblioteca Teresiana di Mantova § Giovanna Bernini, Per la biblioteca Lamberti di Brescia § Barbara Bettoni, Raccolte di libri e di interni domestici attraverso gli inventari di beni mobili di Francesco Gambara (1600-1630) § Marco Zanini, Camilla Solar d’Asti Fenaroli e Giovanni Alvise Mocenigo nelle carte della Fondazione Ugo Da Como

 

Start up editoriali e strategie social

Editoria in progress 2015 – Ultimo appuntamento

Torino, Salone Internazionale del Libro, Book to the Future

Venerdì 15 maggio 2015, ore 12.00

Con Michela Gualtieri, CEO Tribook, rete di ecommerce sostenibile tra librai indipendenti, Marisandra Lizzi, founder iPress News Social Platform, piattaforma social per il mondo della comunicazione e dell’informazione, e Daniela Calisi, technological evangelist di PubCoder, il programma per creare agevolmente ebook interattivi e multilingue. Introdotto da Paola Di Giampaolo, docente e coordinatrice del Master e digital project manager di Vita e Pensiero, l’incontro è coordinato da Davide Giansoldati, amministratore di DGline e autore di Promuovere e raccontare i libri sui social network (Editrice Bibliografica).

Gli incontri della serie Editoria in progress sono promossi dal CRELEB con il Master in Professione Editoria dell’Università Cattolica di Milano.

 

Aldo Manuzio e il libro del Rinascimento tra produzione e collezionismo

Summer school 20015

Torrita di Siena, 31 agosto-3 settembre 2015

Lunedì 31 agosto

14.00 Registrazione § 14.15 Saluti § 14.30-15.00 Mario de Gregorio, Introduzione § 15.00-16.30 Edoardo Barbieri, Aldo Manuzio nell’editoria italiana del Rinascimento § 16.30-17.00 Pausa § 17.00-19.00 Luca Rivali, Prìncipi e libri del Rinascimento europeo § 19.30 Cena

Martedì I settembre

9.00-11.00 Edoardo Barbieri, Tipologie librarie nella produzione manuziana § 11.00-11-30 Pausa § 11.30-13.30 Luca Rivali, Il viaggiatore e il cardinale: Hernan Colón e le collezioni romane del XVI secolo § 13.30 Pranzo e pausa § 15.00-17.00 Edoardo Barbieri, Nell’officina aldina tra caratteri e filologia § 17.00-17.30 Pausa § 17.30-19.30 Luca Rivali, Raccolte librarie barocche: de Thou, Mazarino, Naudé § Serata libera

Mercoledì 2 settembre

9.00-11.00 Edoardo Barbieri, Periferie aldine: un programma editoriale e i suoi confini § 11.00-11.30 Pausa § 11.30-13.30 Luca Rivali, Bibliofilia e bibliografia da Loménie de Brienne a Renouard § 13.30 Pranzo e pausa § 15.00-18.00 Edoardo Barbieri, Esame autoptico di alcuni libri rinascimentali § 19.00 Cena § 21.00-23.00 Conferenza pubblica: L’antiquario e il collezionista. Un dialogo tra Fabrizio Govi (Associazione Librai Antiquari Italiani) e Paolo Tiezzi (Società Bibliografica Toscana). Modera Edoardo Barbieri

Giovedì 3 settembre

9.00-11.00 Luca Rivali, Una collezione novecentesca: il caso di Ugo Da Como a Lonato § 11.00-13.00 Carlo Pulsoni, Manuzio, Bembo, Petrarca § 13.00-13.15 Conclusioni

 

Per informazioni e iscrizioni:

http://centridiricerca.unicatt.it/creleb_international-summer-school

 

Incontri, mostre e seminari

 

Aldo Manuzio: che carattere! Come un carattere di Aldo ha fatto, da solo, la storia della della tipografia fino ai nostri tempi

1 aprile 2015, ore 17

Venezia, Biblioteca nazionale Marciana

Conferenza di James Clough e Alberto Prandi nell’ambito del ciclo di incontri “Aldo al lettore…” organizzati nell’ambito delle celebrazioni per il V centenario della morte di Aldo Manuzio

Per informazioni:

marciana.venezia.sbn.it/eventi/aldo-al-lettore

 

Les medailles de Louis XIV et leur livre

Colloque International (tricentenaire de la mort de Louis XIV)

9-11 aprile 2015
Parigi, BnF – site Richelieu

Programma:

9 aprile § Presiede: Yvan Loskoutoff (Professeur, Université du Havre, Académie des jeux floraux)

§ F. Duyrat (Cabinet des médailles) e J.-P. Babelon (Académie des Inscriptions et Belles-Lettres) § J. Blondel (Master 2, Université du Havre), Les monnaies romaines aux sources des médailles de Louis XIV § F. Ploton-Nicollet (Maître de conférences, Université d’Orléans), Les légendes des jetons et des médailles de Louis XIV : les sources littéraires § C. Carlin (Professeur, Université de Victoria, Canada), Poétique de l’allégorie et poétique de l’histoire dans les Médailles sur les principaux événements du règne de Louis le Grand § M. Jones (Master de Saint Cross College, Oxford, ancient directeur du Victoria & Albert Museum), The image of Louis XIV in his medals and in his propaganda § L. Stefanini (Ambassadeur, Chef du protocole, Académie des sciences morales et politiques, Société française de numismatique, Société d’histoire de la Restauration), De l’Histoire métallique de Louis XIV à celle de Louis XVIII 

10 aprile § Presiede: Mark Jones (Master of Saint-Cross College, Oxford, ancien directeur du Victoria & Albert Museum) § V. Casarotto (Dottoressa, Università di Udine), Il libro del Re, le medaglie francesi e il collezionismo italiano: alcuni casi studio § M. Callegari (Biblioteca Museo Bottacin, Padova, Università Cattolica del Sacro Cuore, Brescia), L’influenza del ‘Libro delle medaglie di Luigi XIV’ in ambito italiano : il caso del Numismatica virorum illustrium ex Barbadica Gente (1732) nella Repubblica di Venezia § M. Scandola (Ricercatore Università di Trento), L’influenza del libro delle medaglie di Luigi XIV sui libri delle medaglie degli imperatori austriaci § Presentazione delle medaglie conservate presso il Cabinet des médailles (I. Villela-Petit) e delle bozze del libro conservate presso il Cabinet des estampes (V. Selbach) § Presiede: Inès Villela-Petit (Conservatrice, Cabinet des médailles-BnF) § J.-C. Blanchard (Ingénieur de recherche, CNRS-Université de Nancy), Les ducs de Lorraine et Louis XIV : les revers de la médaille § W. Eisler (Ph.D, FSA), L’impact de l’Histoire métallique de Louis XIV sur Genève (1711-1723) § T. Fried (PD Dr, Münzkabinett, Schwerin, Ernst-Moritz-Arndt Universität, Greifswald), L’histoire métallique de Louis XIV : un modèle pour les médailles des rois de Prusse et des ducs de Mecklembourg § J. Mosley (Professeur, Université de Reading), The Making of the Book (Continuation) : Fleurons and Bordures § Y. Loskoutoff (Professeur, Université du Havre, Académie des Jeux floraux), Imitations du livre des médailles de Louis XIV patronnées par deux cardinaux romains : Annibale Albani (1724) et Filippo Maria Monti (1751) § I. Boitel-Devauchelle (PRAG, Université de Picardie-Amiens), Compescet ignibus ignes ou l’Histoire métallique parodiée

11 aprile § Presiede: Claire Carlin (Professeur, Université de Victoria) § F. Charton (Lycée de Tunis-La Marsa, Docteur de l’EHESS), Ludovico Justo Parenti Optime Merito: L’élaboration de la médaille commémorant la mort de Louis XIII § M.-C. Canova-Green (Professeur, Goldsmith’s College, Université de Londres), Les médailles, la mort, l’immortalité (d’après les deux éditions du livre des médailles) § C. Charlet (Ancien haut fonctionnaire, chercheur indépendant, conseiller numismatique de SAS le prince de Monaco, Société française de numismatique), Les médailles des expéditions de Louis XIV en Catalogne § I. Villela-Petit (Conservatrice, BnF-Cabinet des médailles), L’inventaire de 1685 ou Les médailles de Louis XIV avant leur livre § Presiede: Marie-Claude Canova-Green (Professeur, Goldsmith’s College, Université de Londres) § M. Hengerer (Professeur, Université de Munich), Distribution de l’image du port dans l’Histoire métallique de Louis XIV § J. Bouvry (Conservatrice du Cabinet des médailles de Marseille, Société française de numismatique), La politique maritime de Louis le Grand en Méditerranée d’après l’Histoire métallique, livres et médailles § G. Salaün (Conservateur du médaillier, musée Dobrée, Nantes), Les médailles de la flotte de l’Océan § Y. Lignereux (Professeur, Université de Nantes), La Grâce et la Loi dans l’illustration métallique de Louis XIV § R. Wellington (Lecturer, Australian National University), Medals in motion: The medals of Louis XIV as diplomatic gifts § L. Jouvet (Doctorant, Université de Bourgogne-INHA), Médailleurs de papier: Les graveurs et les livres des médailles de Louis XIV
 

Aldo ai suoi lettori. Carta d’identità delle prefazioni

15 aprile 2015, ore 17

Venezia, Biblioteca nazionale Marciana

Conferenza di Vincenzo Fera con letture di Antonino Varvarà nell’ambito del ciclo di incontri “Aldo al lettore…” organizzati nell’ambito delle celebrazioni per il V centenario della morte di Aldo Manuzio

Per informazioni:

marciana.venezia.sbn.it/eventi/aldo-al-lettore

 

Cattedre ambulanti

Corsi di formazione sul libro antico

17-19 aprile 2015

Venezia, Convento di San Francesco della Vigna

Edizione straordinaria de “Le cattedre ambulanti di Charta” dedicata a Aldo Manuzio.

Programma:

17 aprile § A. Scarsella, La miniera aldina: recenti studi sul Polifilo § A. Nuovo, Aldo Manuzio e il mondo dell’editoria veneziana del Cinqucento § M. Rossi, Aldo e Carpi § I. Maschietto, Aldine nella collezione di Vittorio Cini e nella Biblioteca della Fondazione Giorgio Cini

18 aprile § L. Lalli, Aldo Manuzio, il giovane: testimonianze custodite in Biblioteca Vaticana § G. Ruffini, Origini del collezionismo aldino § P. Scapecchi, Biografia di Aldo Manuzio § F. Benedetti, Le aldine della Biblioteca di San Francesco della Vigna

19 aprile § M. Gatta, La ricezione di Aldo Manuzio in età moderna § A. Panzanelli, I possessori degli incunaboli aldini della British Library § F. M. Bertolo, Attualità di Aldo: tra ricerca e valore § D. Casagrande, Le legature originali e altre particolarità delle edizioni aldine

 

De humani corporis fabrica

Testi e immagini di medicina nelle raccolte della Biblioteca Nazionale di Napoli

Mostra bibliografica e documentaria

Fino al 18 aprile 2015

Napoli, Biblioteca nazionale. Sala delle Esposizioni

In mostra preziose opere manoscritte, rare edizioni di botanica e di medicina, splendidamente illustrate – custodite nei fondi antichi della Biblioteca nazionale di Napoli – che ripercorrono oltre dieci secoli di arti mediche.

Orari di apertura: dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17.30 e sabato dalle 9 alle 13

Ingresso libero

 

De l’argile au nuage, une archéologie des catalogues (2e millénaire av. J.-C. – 21e siècle)

Fino al 13 maggio 2015

Paris, Bibliothèque Mazarine

Des tablettes d’argile aux catalogues dématérialisés dans le « nuage », des inventaires carolingiens aux encyclopédies bibliographiques de la Renaissance, des catalogues commerciaux aux fichiers des bibliothèques, cette exposition, conçue en partenariat avec la Bibliothèque de Genève, explore l’histoire d’un genre, d'un outil et d’un objet singulier : le catalogue.

Orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18.

Ingresso libero

 

Il maggio dei libri

Leggere fa crescere

23 aprile – 31 maggio 2015

Quinta edizione della campagna nazionale di promozione della lettura promossa dal Centro per il Libro e la Lettura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo.

Oltre 660 gli appuntamenti già programmati nelle biblioteche, nelle piazze e nei centri di cultura italiani che aderiscono all’iniziativa.

Per informazioni sulle iniziative:

www.ilmaggiodeilibri.it

 

“… è stato il voler fondare una Biblioteca publica in Roma”: Casanatense in mostra

Fino al 30 aprile 2015

Roma, Biblioteca Casanatense

Allestita in occasione della riapertura al pubblico del Salone Monumentale della Biblioteca, la mostra illustra la storia dell’istituto, dalla sua fondazione per volontà testamentaria del Cardinale Casanate, fino ai giorni nostri.

Il percorso illustra la ricchezza del patrimonio bibliografico conservato nelle sue raccolte: manoscritti, incunaboli, edizioni dei secoli XVI- XIX, incisioni, opere teatrali e musicali e fondi documentari.

Una sezione speciale è dedicata all’Indice dei libri proibiti e alla censura.

Orari di apertura: dal lunedì al venerdì, dalle 11.30 alle 13 e dalle 15 alle 17

 

Delfini, gigli e fenici nel contesto dell’editoria europea

20 maggio 2015, ore 17

Venezia, Biblioteca nazionale Marciana

Conferenza di Federico Barbierato nell’ambito del ciclo di incontri “Aldo al lettore…” organizzati nell’ambito delle celebrazioni per il V centenario della morte di Aldo Manuzio

Per informazioni:

marciana.venezia.sbn.it/eventi/aldo-al-lettore

 

Ingenious Impressions: The Coming of the Book
Fino al 21 giugno 2015
Glasgow, University of Glasgow. Hunterian Art Gallery
La mostra presenta 64 degli oltre mille incunaboli conservati nelle collezioni dell’Università e traccia la storia della stampa del XV secolo; la mostra giunge al termine del progetto quinquennale di catalogazione degli incunaboli il cui catalogo è disponibile all’indirizzo: 
www.gla.ac.uk/services/incunabula 
Per informazioni riguardanti la mostra: www.gla.ac.uk/hunterian/visit/exhibitions/major%20exhibitions/ingeniousimpressions 
 
Carlo Promis e Theodor Mommsen: cacciatori di pietre fra Torino e Berlino 
Fino al 26 giugno 2015
Torino, Biblioteca Reale
La mostra si propone di illustrare lo sviluppo degli studi antichistici in Piemonte attraverso l’analisi della collaborazione scientifica tra il maggiore antichista del XIX secolo, Theodor Mommsen, e il torinese Carlo Promis, professore di architettura ed epigrafista.

Orari di apertura: dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18.30 e sabato dalle 9 alle 13.30

Ingresso libero

 

 

Postscriptum

 

I

l 3 marzo scorso presso la Sala Negri da Oleggio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano si è svolto un incontro dal titolo “Libri ponti di pace: un progetto per Gerusalemme”. Alla presenza di Franco Anelli, Magnifico Rettore dell’Università Cattolica, e di Giuseppe Frasso, Direttore del Dipartimento di studi medioevali, umanistici e rinascimentali, prima dell’intervento di Martina Pantarotto (Università Telematica E-Campus) dedicato a Realtà e mito di Gerusalemme nei manoscritti francescani di area lombarda, è stata presentata una relazione dal significativo titolo di Cinque anni di collaborazione tra l’Università Cattolica e le Biblioteche francescane di Terra Santa. Si deve segnalare in proposito la bella intervista rilasciata a “Cattolica News” dal padre Custode di Terra Santa fra Pierbattista Pizzaballa (http://www.cattolicanews.it/speciali-pizzaballa-sos-medioriente). È infatti ormai un quinquennio che è stata avviata una felice collaborazione tra il CRELEB (Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca) dell’Università Cattolica e le biblioteche francescane della Custodia di Terra Santa, in particolare oggi col padre Lionel Goh, bibliotecario della Custodia. Il tutto cominciò quasi per caso durante un viaggio-pellegrinaggio assieme ad alcuni amici promosso da ATS (Associazione pro Terra Sancta) per verificare possibili sinergie tra l’Università Cattolica e la Custodia di Terra Santa. Ma tutte le belle avventure iniziano così, come un avvenimento o, meglio, un incontro non programmato. Questa iniziativa è cresciuta nel tempo da tanti punti di vista: ha dilatato il numero degli studenti e dei colleghi coinvolti che da un piccolo manipolo superano oggi la ventina, ha aumentato i settori della partecipazione a tutti gli aspetti della vita della biblioteca, ha allargato gli orizzonti dell’impegno comune verso una piena considerazione degli aspetti sia tecnici sia culturali dell’iniziativa. Il progetto “Libri ponti di pace” ha lo scopo di sostenere i francescani di Terra Santa nel rendere le loro biblioteche di Gerusalemme un vero luogo di incontro tra culture diverse, valorizzando soprattutto il patrimonio antico e raro in esse conservato. Tre sono infatti le raccolte librarie della Custodia con le quali tentiamo di interagire: due a Gerusalemme vecchia, quella nell’ antico convento di S. Salvatore (cioè la Biblioteca Custodiale) e la raccolta libraria dello Studium Biblicum (che di fatto è la biblioteca di una facoltà universitaria molto specializzata) e una al Cairo, la biblioteca del Musky, indirizzata alla storia delle comunità cristiane orientali (lì però la situazione è ancora abbastanza confusa ed è difficile avviare progetti organici). Anche la recente convenzione tra la Biblioteca dell’Università Cattolica e quella della Custodia, che ha visto un generoso aiuto progettuale e fattuale rivolto da Milano a Gerusalemme, si muove in questa direzione. Ma quale è l’idea di fondo? C’è un’urgenza così evidente per chi viva o operi in Terra Santa da sembrare ovvia: e per questo non ci si stanca di ripeterla. Occorre impegnarsi strenuamente per la convivenza tra realtà differenti, altrimenti si distrugge l’anima di tutto il Vicino Oriente. Pur tra mille difficoltà popoli diversi hanno per tanti secoli e fino a oggi vissuto uno accanto all’altro, e quindi è solo una logica estranea (cioè che viene dal di fuori) quella che pretende una omologazione di tutti a un unico modello. Per questo un progetto del genere si esprime nella più feroce violenza, sotto gli occhi di tutti grazie al web trasformato in teatro degli orrori. Una violenza che colpisce certo i cristiani e le altre minoranze religiose, ma che si scatena innanzitutto sugli altri musulmani che non accettano la logica del sedicente Stato Islamico. Una violenza terribile e orribile verso le persone, una violenza distruttiva verso le cose, l’arte, la storia. I libri non sono di per sé dei garanti della pace, tanto che anche coi libri si può uccidere. Anzi dietro i grandi progetti di morte del XX (e del XXI) secolo ci stanno sempre alcuni intellettuali che hanno poi usato e usano l’ignoranza delle masse per i loro massacri. La presenza dei francescani in Terra Santa però, pur tra tanti errori e fraintendimenti, testimonia proprio una possibilità diversa. Fu san Francesco, ancora ai tempi delle Crociate, a indicare una strada differente, fatta di umiltà e testimonianza, non di armi e sopraffazione. E a quel tipo di presenza la Chiesa Cattolica ha scelto, ormai da quasi sette secoli, di affidare la custodia dei luoghi della vita di Gesù. Sostenere questa scelta, incrementare un cammino di dialogo e confronto culturale sono l’impegno scelto: noi non siamo capaci di abbattere i muri che separano i popoli. Di aprire delle crepe o dei fori però sì, e anche dalle fessure inizia a passare l’aria… Concretamente in questi anni ormai circa 25 giovani sono stati in Israele, impegnati a Gerusalemme (per periodi di lunghezza molto variabile e con soluzioni formali assai diverse tra loro) per studiare i libri dei francescani così da poter valorizzare questo patrimonio. I frutti sono ormai facilmente riconoscibili: il sito web della biblioteca, la nascita del catalogo on line a libero accesso che ormai unisce virtualmente il fondo librario della Biblioteca Custodiale a S. Salvatore con quello dello Studium Biblicum alla Flagellazione con un patrimonio complessivo che (esclusi i periodici) supera ormai i centomila volumi (http://www.bibliothecaterraesanctae.org/), la creazione e la catalogazione speciale di alcuni fondi particolari come quelli delle edizioni dei secoli XV, XVI, XVII e XVIII (questi ultimi ancora da realizzare...), dei libri di medicina, etc. Tra poco andranno a stampa il catalogo di incunaboli e cinquecentine realizzato con grande impegno da Luca Rivali negli anni scorsi e quello della sezione più antica della raccolta di itinerari di viaggio ai luoghi santi allestito da Alessandro Tedesco. Un vero tesoro, le cui preziose immagini, digitalizzate, sono consultabili sul sito della biblioteca (si veda http://www.bibliothecaterraesanctae.org/descrizione-catalogo.html). Per il 2015-2016 partiranno la realizzazione di una mostra virtuale dei libri di medicina (già catalogati da Emilia Bignami) e la catalogazione on line dell’intero fondo del Seicento, che conta circa duemila volumi. Tra il materiale in attesa di essere “lavorato”, una menzione particolare merita anche l’archivio editoriale della Franciscan Printing Press che raccoglie tutto quanto è stato stampato dalla tipografia dei francescani a Gerusalemme dalla metà dell’Ottocento agli inizi degli anni Duemila. I primi libri arabi stampati a Gerusalemme furono impressi a metà XIX secolo grazie agli sforzi e al lavoro dei francescani! Si attende di poter pienamente valorizzare questo patrimonio con un progetto ad hoc nei prossimi anni. Ha infatti recentemente affermato il Custode rispondendo alla domanda se la cultura può essere uno strumento di dialogo: «Noi ce l’abbiamo scritto nel nostro DNA. Da secoli – le nostre scuole sono state le prime aperte in queste regioni sotto la dominazione ottomana! – nelle nostre istituzioni educative studiano ragazzi di ogni religione e confessione cristiana. La nostra tipografia ha iniziato, prima a Gerusalemme, a pubblicare testi in arabo oltre un secolo e mezzo fa. E, per stare a un’iniziativa nata appena vent’anni or sono, il nostro Istituto di Musica sacra “Magnificat” riunisce studenti e professori arabi e israeliani, cristiani e non, cattolici e ortodossi. In un contesto in cui i conflitti si radicalizzano e assumono anche coloriture religiose, noi cristiani dobbiamo costruire occasioni di incontro e di dialogo, come ha saputo fare Papa Francesco nel giugno scorso, proprio di ritorno dal viaggio in Terra Santa. Di questi gesti profetici dobbiamo farci promotori, sapendo che non sempre saranno accolti dalle parti in conflitto, che non sempre saranno compresi da tutti, ma che sono parte di quella dimensione profetica della vita cristiana che ci è irrinunciabile». Questo tentativo si inscrive totalmente e umilmente nel solco delle parole del Custode. Il più recente dei progetti andato a buon fine è stata la creazione e l’inventariazione del fondo dei manoscritti: si tratta di oltre cinquecento pezzi con un’estensione cronologica di quasi un migliaio d’anni e una linguistica (tra lingue mediorientali ed europee) davvero notevole. Ci sono fondi in lingua gehez la lingua dell’Etiopia, in arabo, in armeno, in ebraico, in siriaco, in greco, e poi in latino, italiano, spagnolo, francese, tedesco... E poi splendidi esemplari miniati, libri liturgici, rotoli della Sacra Scrittura… Oltre a riunire e ordinare questo fondo prima sparso, confuso, facilmente vittima di perdite, Marcello Mozzato in un anno di volontariato in loco ha realizzato l’inventario ora disponibile gratuitamente on line (http://www.bibliothecaterraesanctae.org/descrizione-inventario-manoscritti.html). Con l’ingenua baldanza necessaria a una simile impresa, Marcello (che oggi è stagista presso una grossa azienda internazionale) ha reso disponibile sul web uno strumento certo perfettibilissimo come un inventario digitale, sufficiente però sia per garantire la tutela di tale raccolta (ora si sa cosa è il posseduto documentato sempre da alcune fotografie digitali) sia per una prima conoscenza del patrimonio che gli studiosi delle varie discipline possono quindi finalmente iniziare a studiare. Nell’ottobre scorso si è allestita a Gerusalemme una mostra con una selezione di quel materiale, scelto per mostrare proprio la commistione tra culture ed esperienze diverse testimoniata anche da questa raccolta di manoscritti. Un frammento greco, il più antico della raccolta (databile all’XI secolo) contenuto in un manoscritto armeno, un testo turco scritto con l’alfabeto armeno, un altro testo arabo scritto con l’alfabeto siriaco, un manoscritto latino con un dizionario arabo, un testo ebraico di medicina con inserti arabi... Tutto ci parla del dialogo tra le diverse culture del Vicino Oriente! Viene ora presentata una riedizione di quel catalogo, realizzata grazie al contributo della Società Bibliografica Toscana presieduta dall’avv. Paolo Tiezzi, cui si deve essere grati (una versione on line del suddetto catalogo della mostra è disponibile all’indirizzo http://centridiricerca.unicatt.it/creleb_Minima_bibliographica_21.pdf ). Un ringraziamento finale, come sempre, agli amici della Custodia e ai diversi sponsor che rendono possibili i viaggi a Gerusalemme, ad ATS per il sostegno logistico, in particolare poi in questa occasione alla Direzione di sede di Milano che non ha mai mancato di sostenere questa opera. Un grazie al Magnifico Rettore che ha offerto la sua ospitalità, a Giuseppe Frasso per la sua presenza. Un grazie, soprattutto, agli studenti e ai giovani che, con generosità e coraggio, si sono impegnati in questa impresa. Si tratta per loro di una magnifica occasione di crescita umana, intellettuale e professionale. Assieme, il loro impegno testimonia che, realmente, coi libri si possono costruire ponti di pace. – Montag


L’almanacco bibliografico

Bollettino trimestrale

di informazione sulla

storia del libro e delle

biblioteche in Italia

 

numero 033, marzo 2015

(chiuso il 2 aprile 2015)

ISBN 9788881327225

disponibile gratuitamente in formato PDF all’indirizzo http://creleb.unicatt.it

(sono stati tirati 10 esemplari cartacei)

 

a cura del CRELEB

(Università Cattolica – Milano e Brescia)

 

comitato editoriale: Edoardo Barbieri (coordinatore), Anna Giulia Cavagna, Pasquale Chistè, Giuseppe Frasso, Arnaldo Ganda, Ugo Rozzo

redazione: Marco Callegari, Rudj Gorian, Alessandro Ledda, Fausto Lincio, Giancarlo Petrella, Luca Rivali, Alessandro Tedesco, Natale Vacalebre, Roberta Valbusa

contatti: “L’almanacco bibliografico”, c/o Edoardo Barbieri, Università Cattolica, Largo Gemelli 1, 20123 Milano; e-mail: creleb@unicatt.it

 

edizioni CUSL – Milano

per informazioni: info@cusl.it

 

 

 



[1] Mitica trasmissione RAI degli anni ’60 per l’alfabetizzazione televisiva degli adulti condotta da Alberto Manzi, attraverso la quale però impararono a leggere anche molti bambini (quorum ego).

[2] Laddove l’editore cartaceo fa il gioco delle due carte a mio danno: se il testo è corposo lo stampa piccolissimo per ridurre la foliazione rendendomelo illeggibile, se è breve e pieno d’aria ma d’autore famoso gioca di interlinee, corpo e margini e me lo espande a 200 pagine (idem il prezzo).

[3] Qui dovremmo toccare lo spinoso tema della pirateria degli ebook. Non lo faccio perché l’argomento avrebbe bisogno di essere dibattuto con calma, e non di passaggio. Ricordo solo che esistono, in Rete, dei blogger, autentici benefattori della umanità leggente, che scansionano opere fuori catalogo di altissimo valore, ma presenti solo sugli scaffali delle biblioteche, li formattano per e-reader e li mettono in condivisione gratuita. Se questa è pirateria, allora Robin Hood era solo un bandito.

[4] Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2013 a cura di G. Peresson, Milano, AIE/EDISER, 2013, cit. in C. Caponeri, Adolescenti e lettura: un tentativo di analisi, Milano, CRELEB/CUSL, 2014 (Minima bibliographica, 22): http://centridiricerca.unicatt.it/creleb_Cristina_Caponeri-online.pdf.

[5] E definitiva, lo ribadisco: non pensiate che si tratti di una moda passeggera, come lo si pensava dei cellulari negli anni ’90.

[6] Non parlo di chissà quale diavoleria, ma della “semplice” funzione dizionario, che ci dà il significato di una parola – in qualunque lingua – quando ci teniamo premuto il dito sopra…

[7] Se ci avessero pensato le majors e i negozi di dischi, nei primi anni Duemila, ora questi non sarebbero virtualmente estinti.