Università Cattolica del Sacro Cuore

"Sono rom e ne sono fiera. Dalle baracche romane alla Sorbona". Presentazione del libro di Anina Ciuciu (Alegre, 2016)

 6 dicembre 2016

Incontro con Anina Ciuciu, autrice del libro (Alegre, 2016).

Intervengono

  • Stefano Pasta, Centro di Ricerca sull Relazioni Interculturali - Università Cattolica
  • Carlo Stasolla, presidente Associazione 21 luglio

Coordina:

  • Silvio Premoli, Centro di Ricerca sull Relazioni Interculturali - Università Cattolica

Anina ha 25 anni, ed è Rom. Oggi studia per diventare magistrato alla Sorbona dove, grazie ad una borsa di studio, frequenta un Master di secondo livello. Prima di riuscirci però ha conosciuto i terribili viaggi per migrare dalla Romania, gli squallidi campi nomadi italiani, la miseria, la necessità di chiedere l’elemosina per strada, gli insulti dei passanti.

In questo libro – che in Francia ha già venduto 10mila copie – racconta la sua storia in prima persona. Aveva 7 anni quando la sua famiglia scappa da un Paese ostile per raggiungere l’Occidente. In Italia si ritrova nella baraccopoli Casilino 900 in cui trascorre mesi di miseria, soprusi e umiliazioni, per poi fuggire verso la Francia dove, grazie all’aiuto di due donne, la famiglia Ciuciu trova un appartamento dove alloggiare. Dopo un periodo di clandestinità, i suoi genitori trovano lavoro ottenendo così il permesso di soggiorno, e la possibilità di far studiare i propri figli.

Anina è una donna rom. Ha mantenuto le sue tradizioni, parla il romanès, cucina secondo la tradizione familiare. Ma si considera anche rumena e francese ed è orgogliosa di esserlo. “Se fossimo rimasti a Casilino 900 – racconta – avremmo condotto la vita imposta da quelle condizioni: mi sarei sposata, avrei avuto figli, avrei continuato a chiedere l’elemosina senza nemmeno aspirare ad un futuro migliore. È normale; sono le conseguenze delle politiche di marginalizzazione e di esclusione
e non di pratiche culturali intrinseche alle nostre comunità. La miseria obbliga a sviluppare l’economia della miseria”.