L’Almanacco

 Bibliografico

 

 

n° 32, dicembre 2014


Bollettino trimestrale

di informazione sulla

storia del libro e delle

biblioteche in Italia

                       

                        a cura del C.R.E.L.E.B.

 

 

Sommario

 

Le biblioteche dell’università: elogio delle diversità

di Andrea Capaccioni                                           p. 1

Recensioni                                                         p. 2

Spogli e segnalazioni                                   p. 8

(indici di recensioni e segnalazioni)                  p. 27

Cronache convegni e mostre                    p. 27

Taccuino                                                             p. 30

Postscriptum                                                    p. 34

 

 

 

La questione

 

Le biblioteche dell’università:

elogio delle diversità

di Andrea Capaccioni

 

N

egli ultimi anni si è assistito in Italia a un ritorno di interesse per le biblioteche delle università. Mi limito a segnalare due recenti incontri organizzati da Annamaria Tammaro e Maria Cassella per l’AIB (“La biblioteca accademica che cambia: problematiche ed opportunità per un ruolo rinnovato”, Firenze, 27 settembre 2013) e da Giovanni Di Domenico dell’Università di Salerno (gli atti sono pubblicati nel volume L’impatto delle biblioteche accademiche: un progetto e un seminario, a cura di Giovanni Di Domenico, Roma, Associazione italiana biblioteche, 2014). Uno dei momenti di maggiore attenzione si era registrato negli anni Novanta del secolo scorso quando si era cominciato a parlare di sistemi bibliotecari di ateneo (SBA). Questa innovativa modalità di gestione avrebbe dovuto permettere di superare lo stato di frammentazione in cui erano ridotte le biblioteche dell’università e favorire la razionalizzazione e l’efficienza dei servizi (acquisti, catalogazione, banche dati bibliografiche, reference, ecc.). Negli anni a seguire quasi tutte le università italiane si sono dotate di un sistema bibliotecario e ancora oggi questa scelta viene considerata valida. Non mancano però i problemi. I sistemi bibliotecari risentono dei ritardi dell’intero sistema universitario nazionale che riesce a cogliere solo parzialmente le profonde trasformazioni in atto nell’ambito della comunicazione scientifica. Tra i grandi motivi di cambiamento c’è da registrare per esempio una sempre maggiore diversità nel modo di studiare e di fare ricerca tra l’area scientifica e quella umanistica e delle scienze sociali (HSS). Il tema, lungamente discusso, è diventato di dominio pubblico già alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso con la pubblicazione di un breve e discusso saggio di Charles Snow The two cultures. Recentemente Jerome Kagan è tornato sull’argomento in modo più approfondito fornendo una dettagliata analisi delle peculiarità che caratterizzano le “tre culture” (Le tre culture. Scienze naturali, scienze sociali e discipline umanistiche nel XXI secolo, Milano, Feltrinelli, 2013). Le università italiane non sembrano interessate a questo dibattito e continuano a concepirsi come strutture monolitiche all’interno delle quali le differenze tra le componenti sono misurate in termini quantitativi. È questo il motivo per cui la ripartizione dei fondi e delle risorse (professionali, finanziarie, strutturali, ecc.) viene regolata sulla base di criteri prevalentemente organizzativi (numerosità di docenti e studenti, attrezzature, ecc). Un simile modo di fare riflette una certa idea di università e sembra costituire un punto di forza in quanto fino ad oggi avrebbe garantito gli equilibri interni degli atenei. In realtà, tale impostazione si traduce in una rigidità gestionale che impedisce di cogliere le differenze tra le aree disciplinari e dunque di rispondere in modo efficace alle esigenze di ciascuna. Questo stato di cose chiama in causa anche i sistemi bibliotecari delle università che da tempo sentono il bisogno di riconquistare il loro ruolo di infrastrutture per la «creazione, disseminazione e conservazione della ricerca scientifica» e per la costruzione di servizi per la didattica (AIB, Commissione Nazionale Università e Ricerca, Rilanciare le Biblioteche Universitarie e di Ricerca italiane, 2013). Per ottenere ciò i SBA devono saper collegare i propri obiettivi con quelli dell’istituzione accademica riconoscendo che il loro fine «costituisce una sola cosa con la mission dell’università» (Mauro Guerrini, La qualità dell’architettura delle biblioteche universitarie per la qualità del servizio e della didattica, in Architettura della biblioteca e identità universitaria, Milano, Sylvestre Bonnard, 2007, p. 28). Il primo passo da fare è quello di prestare maggiore attenzione alle esigenze, talvolta molto diverse, delle varie aree disciplinari garantendo al tempo stesso l’unità del servizio (Andrea Capaccioni, Unità nella diversità: gli SBA e i rapporti tra biblioteche di area umanistica e di area scientifica, in La biblioteca accademica che cambia: proble-matiche ed opportunità per un ruolo rinnovato, Firenze, 27 settembre 2013, AIB, Università degli Studi di Firenze). Per raggiungere questo obiettivo si devono predisporre strategie organizzative in grado di gestire soluzioni diversificate. Due esempi ci possono aiutare a capire meglio. Prendiamo prima di tutto in esame la monografia cioè un prodotto della ricerca scientifica che da tempo viene sbrigativamente ritenuto in declino e che per questo motivo sta subendo una progressiva e spesso ingiustificata marginalizzazione all’interno delle biblioteche universitarie. La monografia è ritenuta ancora oggi in molte aree HSS uno strumento fondamentale per lo studio e la ricerca e questo riconoscimento è confermato dal ruolo che ad essa viene attribuito nei processi di valutazione della ricerca scientifica. I sistemi bibliotecari sono dunque chiamati a un attento esame degli obiettivi strategici dell’ateneo e ad approfondire le reali esigenze di tutte le aree in modo tale che possa essere programmata una corretta distribuzione delle risorse destinate all’acquisto del materiale bibliografico e delle banche dati. Un altro esempio è costituito dall’uso degli spazi bibliotecari. I docenti e soprattutto gli studenti sono sempre alla ricerca di luoghi accoglienti dove studiare, ma non tutti hanno le stesse esigenze. Coloro che appartengono alle aree umanistiche e delle scienze sociali hanno in prevalenza bisogno di spazi individuali per la lettura e per lo studio e di luoghi in cui sia garantita la presenza di libri e di riviste cartacee. Nelle aree scientifiche è maggiore invece l’interesse verso modalità di studio e ricerca in grado di favorire il lavoro di gruppo e si privilegiano spazi attrezzati con collegamenti WI-FI o con terminali per la consultazione di banche dati. I sistemi bibliotecari dovranno essere in grado di promuovere una politica degli spazi che non si riduca a una mera spartizione di locali, ma sappia intercettare le esigenze che provengono dalle varie componenti dell’ateneo e individuare soluzioni diversificate: sale lettura e di consultazione, aule studio (piccoli gruppi), laboratori (banche dati, collegamenti, computer), ecc. I SBA dunque si trovano in una fase importante della loro esistenza che li vede da un lato sollecitati a condividere la mission sempre più complessa delle università e dall’altro impegnati a elaborare una visione strategica del servizio con l’intento di riconsegnare alle biblioteche universitarie un ruolo centrale all’interno degli atenei.

 

 

Libri ponti di pace:

un progetto per Gerusalemme

 

martedì 3 marzo 2015, ore 16.30

 

Università Cattolica del Sacro Cuore

Sala Negri da Oleggio

Largo Gemelli 1 Milano

 

Si veda nella sezione “Taccuino

 

 

 

Recensioni

032-A Baudry (Marie), Lectrices romanesques. Représentations et théorie de la lecture aux XIXe et XXe siècles, Paris, Classiques Garnier, 2014 (Masculin/Féminin dans l’Europe modern, 7), pp. 472, ISBN 978-2-8124-2542-4, s.i.p. Il denso vol. presentato si apre con un’acuta riflessione circa la problematicità di definire cosa sia la lettura non meno che il suo specifico femminile, individuato dagli storici come una delle novità tra XVIII e XIX secolo. Ma la lettura femminile per antonomasia è quella dei romanzi e, seguendo un paradigma che ha in Madame Bovary uno dei suoi punti più acuti, l’a. sceglie di seguire proprio la rappresentazione della lettura femminile all’interno del romanzo (sostanzialmente francese) dell’Ottocento. L’approccio, volutamente letterario ma non per questo disequilibrato o impressionistico, tenta di costruire un percorso comparativo che spinga a riflettere sul tema. Spiega l’a. che «si tratta innanzitutto di analizzare una rappresentazione, talvolta romanzesca, e non una realtà, che consiste in una certa pratica culturale: il personaggio della lettrice ci offre solo un’immagine della lettura» (p. 13). La chiarezza di tale prospettiva toglie alla ricerca ogni pretesa sociologica, aprendola invece alla tematiche dell’analisi dei comportamenti della lettrice, delle sue scelte, della sua specificità, sempre cogliendo la diffrazione creata dalla mise en abyme del lettore rappresentato nel libro. La prima parte dello studio si concentra allora su Lettore/lettrice: il romanzo in condivisione, nel quale si mostra il volto ancipite (dal punto di vista del genere) della lettura romanzesca: infatti «il passaggio di un modello romanzesco maschile incarnato da don Chisciotte e dei personaggi-lettrici divenuti a suo esempio dei malati della lettura è innanzitutto il segno di un cambiamento del romanzo ottocentesco» (p. 49). Si inizia allora a prendere in considerazione l’ambiente della alfabetizzazione femminile, della disponibilità di depositi di scritture (libri o riviste), la creazione della scena della lettura, fino alla reale differenziazione maschile/femminile della lettura. La seconda sezione, Il romanzo e la sua lettrice, si interroga sulla possibilità di una “lettura femminile”, sia nel senso «di ciò che le donne leggono, i giornali di moda, i romanzi sentimentali o tutte quelle differenti letture che presuppongono l’esistenza di generi letterari femminili, di opere scritte ad hoc, o che, più facilmente, sono oggetto della loro lettura» sia in quello «di una “maniera di leggere”, di un’ermeneutica specificatamente femminile» che sarà teorizzata dalla critica femminista a partire dagli anni ’70 del secolo passato (p. 125). Si passano allora in rassegna i temi delle letture amorose, della identificazione tra lettrice ed eroina letteraria, della imitazione tra romanzo e vita reale. La terza parte si sofferma piuttosto su La lettrice e la legittimazione romanzesca, cioè sul paradosso del mondo del possibile disegnato dalla letteratura, che interagisce col mondo reale, ma non ne è strettamente rappresentazione, e neppure ne indica forzosamente l’ideale. Si tratta della finzione romanzesca, in cui anche le leggi della morale devono lasciare un loro spazio al movimento di esplorazione delle diverse possibilità, al di là di ogni tentativo di contestazione e delimitazione. Sarà in quest’ottica che, anche storicamente, l’invenzione romanzesca si riscatta affermandosi come istituto culturale: è la stessa rappresentazione della lettura dei romanzi nel corso del tessuto narrativo romanzesco a svolgere, dall’interno, una funzione legittimante e modellante. La quarta e ultima sezione ha per protagonisti Il lettore-critico e la lettrice-femminista: si tratta, ovviamente, dell’affondo meno storico e più teorico, basato sullo sviluppo della teoria della ricezione, piuttosto che della “morte dell’autore”, o sulla letteratura femminista. Se, in fin dei conti, molti degli interrogativi posti dal libro si ritrovano già nell’ambigua distinzione tra romanzesco (tutto sommato maschile) e romantico (aggettivo di indubbia attrazione femminile), ciò avviene sin dai tempi della nascita delle lingue “romanze”, e, per un italiano, almeno dai tempi in cui Paolo e Francesca leggevano «un giorno per diletto || di Lancialotto come amor lo strinse». Chiudono il vol. una bibliografia delle opere letterarie analizzate (pp. 437-42), degli studi tenuti presenti (pp. 443-62), degli autori citati (pp. 463-66: la fan da padroni, ovviamente, Balzac, Flaubert, Stendhal). Manca un apparato iconografico che forse avrebbe aiutato a meglio comprendere e a documentare la creazione e lo sviluppo di una raffigurazione romantica e romanzesca così significativa. – E.B.

032-B Cátedra (Pedro M.), G.B. Bodoni al Conde de Floridablanca sobre tipografía española, Salamanca, “Biblioteca Bodoni”, Iemyr & Semyr, 2013, pp. 225, ISBD 978-84-941708-4-3, s.i.p. Nell’ambito delle iniziative intraprese in occasione del bicentenario della morte del celebre tipografo Giambattista Bodoni, quale risultato del lavoro di ricerca effettuato all’interno del progetto Bodoni y España. Público, libro, innovación tipográfica y bibliofilia internacional en el Siglo de las Luces dell’Università di Salamanca e diretto de Pedro M. Cátedra è apparsa questa opera, che illustra un nuovo capitolo della storia delle relazioni intrecciatesi tra lo stampatore italiano e la Spagna. Nel caso in particolare vengono presi in considerazione esclusivamente i rapporti con le autorità politiche iberiche, all’epoca dotate di grande influenza anche sulla politica e sulla cultura di alcuni stati in Italia, tra cui il Ducato di Parma. Nel 1781, su consiglio e con l’assistenza di Fernando Magallón, ambasciatore al Ducato di Parma, e di José Nicolás de Azara, rappresentante gli interessi spagnoli a Roma, Bodoni inviò al Conte di Floridablanca una lettera a stampa, in cui esprimeva una positiva – sia pur superficiale – analisi della qualità tipografica del libro iberico del decennio appena trascorso. Evidente appare il desiderio di cercare a Madrid un ambiente dove poter emigrare vantaggiosamente, magari impiantando la propria officina con il benestare del re Carlo III di Borbone. L’ottenimento del titolo onorifico di Tipografo di Sua Maestà Cattolica, unico titolo che Bodoni utilizzò nel corso della vita, fu facilitato dall’influenza di personaggi di primo piano della scena politica spagnola, quali Francisco Moñino, Eugenio de Llaguno e Bernardo Iriarte, e fu solo il passo iniziale per far sì che lo stampatore italiano potesse diventare in futuro il perno del rinnovamento della industria della stampa della penisola iberica. La morte di Carlo III e i successivi mutamenti internazionali dovuti alla Rivoluzione francese, fecero sì che passassero in secondo piano tutti quei progetti culturali che avevano connotato i decenni precedenti: ciò nonostante, i rapporti di Bodoni continuarono ancora col successore Carlo IV e col suo primo ministro Manuel Godoy. Il vol. si apre con la riproduzione anastatica della lettera stampata di Bodoni al Conte di Floridablanca, seguito da un capitolo che tratta specificatamente del gruppo di personalità politiche, legate al conte, con cui Bodoni intrattenne rapporti epistolari. Ed è proprio grazie all’analisi del carteggio bodoniano che l’a. opera una accurata ricostruzione dei contatti intercorsi tra Parma e Madrid, segnati anche da pubblicazioni occasionali stampate da Bodoni e dedicate a esponenti della dinastia e del governo borbonico. Il capitolo successivo è incentrato sul ruolo che ebbe la figura del Bodoni sulla tipografia spagnola della fine del Settecento, in modo sia diretto, con l’esempio delle sue opere fatte pervenire alla corte, sia indirettamente tramite i suoi giudizi sulla perizia con cui venivano stampati i libri nella penisola iberica e fatti puntualmente pervenire ai suoi corrispondenti. Se la prima proposta del tipografo italiano di trasferirsi presso la corte madrilena negli anni 1775-1776 non aveva incontrato la risposta sperata, e l’offerta fattagli successivamente nel 1783 lo trovò contrario data la poco felice esperienza vissuta dal Mengs nella corte madrilena, notevole fu invece la diffusione delle sue edizioni nelle biblioteche spagnole. Soprattutto i nobili strettamente legati alla corona divennero collezionisti delle bodoniane, probabilmente un modo per sentirsi in sintonia con quanto di più avanzato vi era all’epoca in Europa nel campo tipografico-librario. In modo particolare l’a. si sofferma ad analizzare i volumi presenti nella biblioteca personale di José Moñino, conte di Floridablanca all’altezza del 1792 (36 opere del Bodoni, quasi tutte quelle di maggior impegno e importanza bibliografica), ma segnala anche negli anni successivi l’invio di volumi al Godoy e ad altri alti funzionari. L’opera è completata dall’epistolario raccolto dall’a. tra il Bodoni e le personalità spagnole più in vista, composto da lettere in buona parte inedite, che affrontano anche temi letterari e culturali al di fuori della stretta sfera editoriale e quindi utilizzabili come fonti documentarie in altri contesti storici. Quello che emerge è un momento della vita professionale del Bodoni parzialmente sconosciuto, ma coerente nella sua delineazione con la particolare situazione che si venne a creare negli ultimi anni di influenza borbonica sugli stati italiani, prima che venisse sostituita da quella napoleonica e quindi da quella degli Asburgo. – M.C.

032-C Come a Gerusalemme. Evocazioni, riproduzioni, imitazioni dei luoghi santi tra Medioevo ed età moderna, a cura di Anna Benvenuti - Pierantonio Piatti, Firenze, Sismel - Edizioni del Galluzzo, 2013 (Toscana sacra, 4), pp. XXVI e 1029 + 40 di tav. fuori testo, ill. b/n e col., ISBN 978-88-8450-500-2, s.i.p. Il fenomeno del pellegrinaggio in Terra Santa ha segnato profondamente e in maniera significativa la cultura e la spiritualità europee tra Medioevo ed Età moderna. I numerosi resoconti che con modalità narrative diverse hanno descritto il viaggio e i luoghi visitati, ma anche la riproposizione in Europa di modelli architettonici ispirati ai monumenti principali di Gerusalemme e la diffusione di specifiche pratiche devozionali hanno rappresentato per i contemporanei l’occasione di vivere o rivivere idealmente e spiritualmente le tappe del cammino; per i moderni sono invece una fonte imprescindibile per ricostruire un fenomeno che ha caratterizzato oltre un millennio di Cristianesimo e perdura nel presente. In Italia gli studi e le ricerche su questo complesso tema devono molto al magistero di Franco Cardini, dal quale scaturisce anche quest’ultima importante pubblicazione. La monumentale raccolta di saggi dedicata «alle evocazioni, riproduzioni, imitazioni di Gerusalemme tra Medioevo ed Età moderna» (p. XXIII) in Italia è infatti il frutto di un progetto PRIN 2007 coordinato da Cardini, da sempre studioso della Terra Santa e della sua storia. L’obiettivo era di «offrire – senza presunzioni di esaustività – una casistica italiana non soltanto delle riproduzioni architettoniche ed artistiche del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ma, più in esteso, di quello stratificato patrimonio regionale di evocazioni e mimesi dei Luoghi Santi non ancora sottoposto ad un’organica e capillare indagine storiografica» (p. XXIII). Impossibile in breve dare conto di tutti i contributi presenti nel vol., estremamente eterogenei nell’approccio metodologico, nell’ampiezza, nel periodo storico considerato e, non ultimo, nella qualità e originalità dei dati presentati. Se ne veda, comunque, lo spoglio integrale nelle pagine seguenti. Dopo i saluti introduttivi di Fouad Twal (Patriarca latino di Gerusalemme), Pierbattista Pizzaballa (Custode di Terra Santa), Agostino Borromeo (Governatore generale dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme), di Hans Weidinger (Presidente del Centro studi e ricerche Studium Faesulanum) e di Giovanni Cubeddu (Presidente dell’Associazione Cattolici amici di Israele), si trova la dedica a Franco Cardini e la premessa dei curatori. L’opera segue poi un rigoroso andamento geografico: dopo alcuni contributi di carattere più generale, raggruppati sotto il tema “La metafora di Gerusalemme” e volti a richiamare «il campo semantico della lettura mistica e interiore della Gerusalemme celeste, metafora inscindibile da ogni evocazione di quella terrena» (pp. XXIII-XXIV), si passa a una approfondita analisi delle “Riproduzioni ed evocazioni di Gerusalemme (Toscana e Italia)”, con sette contributi riguardanti soprattutto la Toscana e le sue città, da Firenze a Pisa, da San Vivaldo a Borgo Sansepolcro. Si passa poi a “L’Italia settentrionale” con undici studiosi che illustrano rievocazioni più o meno note collocate tra il Tirolo meridionale e Venezia, tra Milano e Bologna, tra Piacenza e Genova. Scendendo lungo la Penisola si passa ad altri undici saggi che trattano dell’Italia centrale e meridionale, da Roma alle Marche, dall’Aquila alla Campania fino alla Calabria e alla Puglia, con un estremo excursus in Sicilia. Trattandosi di un vol. a carattere prevalentemente storico e storico-artistico sono rari i richiami a temi più specificamente librari. Non mancano, comunque, sporadici rimandi a guide e resoconti di viaggi e alla loro tradizione manoscritta e a stampa. Un tema che forse, soprattutto per quanto riguarda Venezia, porto principale per chi intraprendeva il viaggio in Levante, avrebbe meritato un affondo più preciso, soprattutto per quanto riguarda le edizioni di guide approntate per i pellegrini e vendute dai numerosi librai residenti in una delle capitali europee dell’editoria. Basti ricordare che Il viaggio da Venezia al Santo Sepolcro, la più fortunata guida per il pellegrinaggio, basata sul Libro d’Oltramare di Niccolò da Poggibonsi e poi falsamente attribuita all’inesistente francescano Noè Bianco, circolava a stampa già alla fine del Quattrocento e non è una produzione dei Remondini di Bassano della metà del Seicento. Chiudono il vol. gli abstracts (in inglese) degli interventi, l’apparato di tavole fuori testo e un amplissimo indice dei nomi e dei luoghi dovuto ad Alessandro Valentini. – L.R.

032-D Eisenstein (Elizabeth L.), Divine Art, Infernal Machine. The Reception of Printing in the West from First Impressions to the Sense of an Ending, Philadelphia - Oxford, University of Pennsylvania Press, 2011 (Material Texts), pp. XIII + 368, ill. b/n, ISBN 978-0-8122-2216-6, s.i.p. Il saggio offre un’analisi di grande respiro sulla percezione della stampa nel mondo occidentale, soprattutto in alcuni paesi d’Europa, seguendo un percorso di studio che parte dalle origini e tocca il XX secolo. Vengono seguiti, in parallelo, tre fenomeni: le innovazioni tecnologiche, le ripercussioni delle stesse su produzione e diffusione di testi di varia natura (dalla letteratura al dibattito politico) e, appunto, i pareri dei contemporanei a proposito della stampa e delle conseguenze sociali, religiose e politiche di questi fenomeni, filo conduttore e tema principale del vol. L’opera è strutturata in sette capitoli e delinea in primo luogo la figura, a tratti quasi mitizzata, di Gutenberg e del suo entourage e la ricezione della stampa da parte di chi la vide affiancarsi e imporsi sul libro manoscritto. Segue un affondo sulla tipografia considerata come strumento di lotta religiosa e politica, visione maturata durante la Riforma e nel periodo della Guerra civile inglese, dopo il 1640. Si procede, quindi, ricostruendo la percezione, specialmente seicentesca, che nel mondo della cultura, dell’accademismo e della conoscenza si ebbe di questa innovazione tecnologica, accostata dai contemporanei ad altre importanti invenzioni più o meno recenti. Nel Settecento, invece, la stampa è proiettata nel credo illuminista, sullo sfondo delle rivoluzioni della seconda metà del secolo, mentre l’Ottocento vede i contemporanei ora intimoriti, ora entusiasti nell’assistere alla straordinaria espansione della produzione e del numero dei lettori, tra frequenti accostamenti fra torchi e treni (entrambi mossi dal vapore), nuovi slanci libertari, celebrazioni gutenberghiane e conservatorismo. è in questo contesto che la stampa periodica inizia a differenziarsi nettamente dall’editoria libraria e va ad acquisire un peso sempre maggiore, sostenuto anche dalle innovazioni nella produzione della carta e dagli ulteriori cambiamenti nei metodi di stampa. Non a caso alla ricostruzione del modo in cui furono percepiti i periodici è dedicato un capitolo a parte in cui si evidenzia che in particolare i giornali furono indicati come la causa che avrebbe determinato l’estinzione del libro, in una società ormai intrisa di propaganda politica, alfabetizzazione di massa e, poi, nazionalismo e militarizzazione. L’analisi delle epoche più recenti, quando alla stampa si affiancano radio, televisione e testi elettronici (ma si accenna anche ai fotocopiatori), evidenzia come i nuovi media diffondano il sentore, sempre più diffuso (ma oggi in parte già smentito, almeno nelle forme di giudizio più categoriche) di essere davanti a una vera e propria estinzione del libro e a una radicale trasformazione dell’apprendimento tramite la lettura tradizionale. La ricerca si muove con disinvoltura all’interno di un panorama storiografico assai vasto, raccogliendo i frutti di decenni di saggi storici sul mondo dell’editoria, della stampa periodica, della lettura e della cultura. Le fonti utilizzate sono molteplici: basti pensare agli illustri e contrastanti pareri di Erasmo da Rotterdam e alle riflessioni sulla stampa dovute a Luigi Filippo d’Orléans in viaggio in America nel 1800. Tra i nomi meno noti chiamati in causa spicca quello di Octave Uzanne, autore di un articolo sorprendentemente lungimirante (e accompagnato da accattivanti immagini), intitolato The End of Books, datato al 1894. L’autrice propone spesso testimonianze di carattere letterario, attinte, fra l’altro, da opere di Alexander Pope, Victor Hugo e Charles Dickens, ma anche da Typographia: An Ode on Printing di John Markland, il primo poema stampato in Virginia. Hanno un peso rilevante anche le interpretazioni di fonti iconografiche, a partire da quelle di strumenti per stampare e di immagini di personaggi legati al mondo del libro, allestite con finalità documentarie, allegoriche, satiriche o di rappresentazione fantasiosa e romanzata. Ne risulta una ricostruzione assai densa, da cui emerge come la stampa sia stata osservata, nelle varie epoche, con valutazioni differenti, ma anche con atteggiamenti e argomentazioni ricorrenti, interpretando i fenomeni secondo le diverse correnti di pensiero, ed enfatizzandone (a volte mitizzandone) i risvolti sociali e culturali in senso ora positivo, ora negativo. – R.G.

032-E Erdmann (Axel) - Alberto Govi - Fabrizio Govi, Ars epistolica. Communication in Sixteenth Century Western Europe: Epistolaries, Letter-Writing, Manuals and Model Letter Books, 1501-1600, Luzern, Gilhofer & Ranschburg, 2014, pp. XXV + 771, ill., ISBN 978-3-033-04329-9, € 150. Il vol. presenta le schede di una serie di edizioni di testi, stampati nell’Europa occidentale nel XVI secolo, riconducibili ai generi delle raccolte epistolari, dei manuali per scrivere lettere e delle raccolte di modelli di lettere. Le edizioni, provenienti dall’ampia collezione del libraio antiquario Govi, rappresentano una significativa fetta di tale produzione antologica e manualistica del XVI secolo. Il vol. è diviso in due parti: la prima, più corposa, consiste appunto nel catalogo dei testi antologici e manualistici e delle raccolte di modelli di lettere (disposti secondo l’ordine alfabetico per autore o per titolo di antologia); mentre la seconda cerca di redigere la bibliografia complessiva delle antologie epistolari e dei manuali che insegnavano a scrivere lettere (dal 1500 al 1601); a seguire la bibliografia della letteratura secondaria su tali argomenti, che raccoglie quanto pubblicato prima del presente vol., e un utile indice a soggetto della letteratura secondaria. Vengono esclusi dalla bibliografia complessiva i testi che contengono solo poche lettere a un singolo corrispondente, escluse anche le traduzioni in volgare di collezioni di lettere di autori antichi. Le schede dei testi (contenute nella prima parte), contraddistinte da un elevato livello di dettaglio bibliografico, sono caratterizzate da: riproduzione del frontespizio dell’edizione e intestazione con modello short title, area della collazione e bibliografia di riferimento. Seguono una lunga nota relativa alla storia dell’edizione e del testo e quella che è la parte più propria della pubblicazione: per ogni antologia viene fatto lo spoglio delle varie lettere in essa contenute (con indicati i mittenti/destinatari, il luogo e la data della lettera). Il catalogo vero e proprio è preceduto da una prefazione, firmata da Judith Rice Henderson (University of Saskatchewan, Saskatoon, Canada), dove si ripercorrono le tappe fondamentali e le principali caratteristiche del genere epistolare e dei manuali di lettere. Per permettere la fruizione della grande mole di informazioni emerse da questo importante e dettagliato lavoro vi è una corposa sezione di indici (lista cronologica delle opere del catalogo, lista di tipografi ordinata per luogo di stampa, indice complessivo di autori, editori, mittenti, destinatari e luoghi) che permette di orientarsi all’interno di questa imponente e variegata produzione testuale, contenente migliaia di lettere, attraverso le quali è possibile ritracciare la storia del genere e, soprattutto, la trama di rapporti e relazioni tra editori, letterati e poligrafi nell’Europa del XVI secolo. – A.T.

032-F Marchiaro (Michelangiola), La biblioteca di Pietro Crinito. Manoscritti e libri a stampa della raccolta libraria di un umanista fiorentino, Porto, Fédération Internationale del Instituts d’Études Médiévales, 2013, pp. 342, 50 tavv. b/n, ISBN 978-2-503-54949-1, s.i.p. L’umanista Pietro di Bartolomeo di Antonio del Riccio Baldi, detto Crinito (Firenze 1474 - ivi 1507) si formò nella città natale presso Paolo Sassi da Ronciglione e Ugolino di Veri, fu legato al circolo laurenziano e strinse rapporti con il professore di filosofia e medicina Lorenzo Lorenzi. Alla morte di Angelo Poliziano, figura che domina la cultura umanistica del tempo, il Crinito entrò in possesso di diversi suoi autografi, riordinandoli e tentando di dare loro una certa unità, ed ebbe parte nella preparazione dell’edizione degli Opera omnia del grande professore. Professore a sua volta prima privatim e poi, negli ultimi mesi della breve vita, presso lo Studio fiorentino, il Crinito compose diverse opere, fra cui si ricordano in particolare il De honesta disciplina, una raccolta di questioni di natura filologico-antiquaria, sull’onda del genere inaugurato dai Miscellanea polizianei – ma che pare il Poliziano non avesse affatto gradito. Il presente vol. è dedicato alla ricostruzione della biblioteca del Crinito (1474-1507), o meglio del catalogo dei libri a lui appartenuti e giunti fino a noi. Dal momento infatti che nessun inventario esiste dei libri posseduti dall’umanista, sono stati riuniti i volumi che per la presenza di note autografe si possano collegare al personaggio, e le poche notizie che il Crinito stesso fornisce sul possesso di altri volumi che però oggi non sono più riconoscibili come suoi (p. 27). Mettendo insieme notizie ricavate dalla ampia bibliografia vagliata (elencata alle pp. 243-71) con ricerche originali esperite in biblioteche fiorentine e non l’a. ha individuato un totale di 64 unità bibliologiche che corrispondono a 34 opere. Più nel dettaglio, notizie dei volumi sono stati dunque ricercati prima attraverso la bibliografia su Angelo Poliziano e sul circolo laurenziano (l’elenco alle pp. 243-71); dopodiché sono stati spogliati cataloghi a stampa e digitali dei manoscritti e degli incunaboli delle principali biblioteche europee e americane; infine sono stati esaminati i libri ante 1507 presenti fra quelli di Benedetto Varchi conservati a Firenze e fra quelli di Pier Vettori – oggi alla Bayerische Staatsbibliothek di Monaco, tenendo conto che molti libri del Crinito passarono nelle mani dei due letterati fiorentini. Il vol. si compone in realtà di cinque parti: una nota biografica del Crinito (pp. 15-24), un capitolo dedicato a Formazione e consistenza della biblioteca dell’umanista (pp. 25-42) e uno – corredato di numerose riproduzioni fotografiche – dedicato alla sua cultura grafica (43-70). Segue l’ampio Catalogo dei libri ritrovati (pp. 71-239), in cui c’è forse da rilevare una eccessiva uniformazione delle schede degli stampati al modello descrittivo del manoscritto, e l’elenco di Manoscritti e incunaboli scartati (pp. 239-242). In coda si collocano le 50 tavole in bianco e nero. Corposi gli indici: dei manoscritti e degli incunaboli, degli autori antichi, medievali e rinascimentali, degli autori moderni, dei nomi di persona. – A.L.

032-G Repertorio delle continuazioni italiane ai romanzi cavallereschi spagnoli. Ciclo di Amadis di Gaula, a cura di Anna Bognolo - Giovanni Cara - Stefano Neri, Roma, Bulzoni, 2013, pp. 663, ill., ISBN 978-88-7870-897-6, € 50. Questo poderoso vol. è il frutto di una lunga indagine dedicata a una tematica estremamente interessante che fino a oggi non ha mai avuto uno sbocco “italiano”. Si tratta infatti di un progetto nato in parallelo a uno analogo condotto dal Centro de Estudios Cervantinos di Alcalà de Henares sui romanzi cavallereschi iberici, il cui fulcro è rappresentato dall’analisi di tredici romanzi del ciclo italiano di Amadis di Gaula composti da Mambrino Roseo a metà del Cinquecento. A questo notevolissimo autore è dedicato il primo capitolo introduttivo (Anna Bognolo, Mambrino Roseo da Fabriano: vita provvisoria di uno scrittore), nel quale vengono analizzati gli eventi salienti della sua esistenza con in aggiunta un ragguaglio bibliografico delle opere originali e in traduzione. Il secondo capitolo (Stefano Neri, Libros de caballerias), offre una succinta ma densa panoramica dei più importanti romanzi cavallereschi castigliani, mentre il terzo (Id., Il romanzo cavalleresco spagnolo in Italia) offre utilissime informazioni per una conoscenza più approfondita della fortuna dei libros castigliani nella nostra penisola in Età moderna. Il quinto e ultimo dei capitoli d’introduzione è dedicato al ciclo italiano di Amadis di Gaula, del quale vengono analizzate le diverse traduzioni e continuazioni, con infine una panoramica sulla fortuna europea del testo. La parte più importante del libro è, però, quella successiva, costituita dai sommari e dagli indici dei nomi dei personaggi presenti nei romanzi del ciclo. Alla penna di Stefano Neri è affidata la compilazione delle tabelle analitiche (pp. 177-97) nonché del censimento bibliografico della serie italiana dell’Amadis (pp. 199-257). La parte seguente (pp. 261-508) registra i sommari dei contenuti delle continuazioni italiane del ciclo «completati da brevi sintesi degli originali spagnoli nei punti in cui appaiono all’interno del ciclo» (p. 261). L’ultimo capitolo è invece costituito dall’accuratissimo indice dei personaggi presenti nei romanzi (pp. 509-663). Nel complesso si tratta di un lavoro egregio che accende una luce importante su una tematica della letteratura europea che sarebbe, come dimostra questo eccellente vol., elemento importantissimo per una ricerca multidisciplinare tesa a evidenziare le polivalenze specifiche di questo affascinante e proficuo genere letterario. – N.V.

 

Spogli e segnalazioni

032-001 «Accademia dei Rozzi», 21, 2014 n° 40. Il fascicolo riporta in apertura la cronaca della giornata per le celebrazioni dei vent’anni di vita di “Accademia dei Rozzi”. La rivista, da sempre animata dall’interesse per la cultura senese, è testimone delle capacità dei Rozzi, che ne gestiscono in modo autonomo la pubblicazione. Le celebrazioni si sono aperte la mattina di venerdì 29 settembre con un convegno animato da ospiti internazionali; a concludere la giornata la presentazione della mostra dedicata a illustrare la storia cinque-seicentesca della Congrega dei Rozzi. Nel vol. si parla anche di Matteo Florini, tipografo calabrese a Siena (Elisa Boffa, pp. 94-97); Un catalogo di cinquecentine dei libri di Sant’Anna in Camprena (Roberto Donghi, pp. 94-97), L’attività editoriale e teatrale del Collegio Tolomei: un modello fiorentino “quasi” perfetto (Giacomo Zanibelli, pp. 98-101); Rari e preziosi: documenti coevi a stampa sulla guerra di Siena (1552-1560) (Ettore Pellegrini, pp. 102-110). Alle pagine 57-62, Nicola Palecchi traccia inoltre un profilo del grande incunabolista della British Library Dennis E. Rhodes. – A.T.

032-002 Actum Lucae. L’Archivio Storico Diocesano di Lucca iscritto nel Registro della Memoria del Mondo. Cerimonia per la consegna del Diploma UNESCO (Lucca, 28 aprile 2012), a cura di Sergio Pagano - Pierantonio Piatti, Lucca, Archivio Storico Diocesano, 2012, pp. 196, ill. col., ISBN 978-88-907796-0-2, s.i.p. Il vol. riunisce la documentazione della giornata in cui è stato consegnato nell’aprile 2012 il diploma UNESCO che ha sancito l’iscrizione del patrimonio documentario altomedievale del diplomatico arcivescovile dell’Archivio Storico Diocesano di Lucca nel “Memory of the World International Register”. Oltre ai messaggi delle autorità convenute, il vol. raccolglie il testo di una lectio di Sergio Pagano, prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano, che riferisce sul «nuovo sentire storico e scientifico che avvolse le due istituzioni curiali lucchesi [scil. L’Archivio Storico Diocesano e la Biblioteca Feliniana] sulla fine dell’Ottocento e sugli inizi del Novecento», nonché l’elenco dei 1.844 documenti dei secc. VII-X oggetto del riconoscimento dell’UNESCO. – A.L.

032-003 Albicocco (Corrado), La stamperia d’arte, lo stampatore, l’artista, «Studi goriziani», 107, 2014, pp. 219-22. Note (dalla presentazione di una mostra) sulle stamperie d’arte e sul libro d’artista, con qualche annotazione aggiuntiva di Marco Menato sul rapporto tra questi prodotti e le biblioteche. – R.G.

032-004 Alimena (Guido), Dalla materia del libro alla forma dell’opera. La genesi illuministica della geistiges Eigentum, «TECA», 5, 2014, pp. 55-84. Si indagano, ispirandosi alle odierne discipline del diritto d’autore, le origini, nel dibattito illuministico del Settecento, della tutela della proprietà letteraria dell’autore sulla “forma” e sullo “spirito” dell’opera. – A.T.

032-005 Allan (Barbara), The no-nonsense guide to training in Libraries, London, Facet Publishing, 2013 Þ rec. Elisa Minardi, «AIB Studi», 54/1, gennaio-aprile 2014, pp. 123-124.

032-006 Amato (Lorenzo), Firenze come nuova Gerusalemme, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 195-218 Þ «AB» 032-C.

032-007 Ambrosio (Antonella), Le pergamene di S. Maria della Grotta di Vitulano (secc. XI-XII), Battipaglia, Laveglia & Carlone, 2013, pp. XXXII + 170, 1 tav. b/n, ISBN 978-88-86854-69-6, € 25. Il vol. contiene l’edizione di 92 documenti pergamenacei dei secc. XI-XII pertinenti al monastero benedettino di Santa Maria della Grotta presso Benevento, oggi conservati presso la Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria. Operazione preliminare al lavoro è stato ricomporre il fondo, smembrato all’interno di diverse serie nella biblioteca napoletana, ove i materiali pervennero nel 1882, ceduti dai discendenti dell’erudito napoletano Salvatore Fusco, che le aveva ottenute dopo la soppressione del monastero. Preceduta da un’ampia introduzione che ricostruisce la storia della fondazione monastica, definisce la tipologia dei documenti pubblicati ed enuncia i criteri editoriali, l’edizione dei documenti, tutti puntualmente regestati, è completata dalla bibliografia e da un ampio indice dei nomi. – A.L.

032-008 Andergassen (Leo), Il Santo Sepolcro in Alto Adige. Un «excursus» attraverso l’architettura di imitazione gerosolimitana nella prima età moderna, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 359-84 Þ «AB» 032-C.

032-009 Avi-Yonah (Michael), Ancient Scrolls. Introduction to Archaeology, Jerusalem, The Jerusalem Publishing House, 1994, pp. 80, ill. col., ISBN 965-280-119-4, s.i.p. Una essenziale, ancorché datata, storia della scrittura e del libro che, con piglio archeologico, si sofferma soprattutto sull’età del manoscritto e, in particolare, sulla forma libraria del rotolo. È l’occasione per fissare l’attenzione sui manoscritti ebraici e sugli ormai celeberrimi rotoli del Mar Morto. Una pubblicazione didattica del Museo nazionale d’Israele, corredata da alcune utili e qualitativamente rilevanti illustrazioni, non priva di un certo interesse. Chiude un indice analitico e una essenziale bibliografia. – L.R.

032-010 Barbato (Marcello) - Francesco Montuori, Dalla stampa al manoscritto. La IV parte della Cronaca di Partenope trascritta dal Ferraiolo (1498), in Dal manoscritto al web, a cura di E. Garavelli - E. Suomela-Härmä, I, pp. 51-70. Nell’ambito dello studio dei manoscritti quattrocenteschi in volgare derivati da edizioni a stampa, ci si concentra sul codice M 810 della Pierpont Morgan Library di New York. – A.L.

032-011 Barbero (Amilcare), Gerusalemme e la Terra Santa nei complessi devozionali, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 385-400 Þ «AB» 032-C.

032-012 Barbieri (Edoardo), Arcangelo Bellit e i suoi libri: per la storia di una biblioteca sarda del Cinquecento, in Historica et philologica, a cura di M. G. Sanna, pp. 350-66. Il contribuito ricostruisce, partendo da un ampio spettro di fonti, frammenti della biblioteca del Bellit, francescano presso il convento sassarese di Santa Maria di Betlem nella seconda metà del Cinquecento (si vedano anche, sullo stesso tema e dello stesso a., l’anticipazione su «Bibliotheca», 2006, p. 29-43 e le considerazioni espresse in Di alcuni incunaboli conservati in biblioteche sassaresi, in Itinera sarda, a cura di Giancarlo Petrella, Cagliari, CUEC, 2004, pp. 41-65: 59-62). – A.L.

032-013 Barbieri (Edoardo), Cristoforo da Milano detto Stampone, libraio-editore nella Venezia del Cinquecento (prime rilevazioni), «Gutenberg Jahrbuch», 89, 2014, pp. 171-84. Ritratto di un libraio-editore milanese attivo a Venezia nei primi decenni del XVI sec. Specializzato nella produzione di brevi testi in versi, la sua figura appare attraverso alcuni interventi editoriali e un epigramma latino inserito nell’ultima opera da lui fatta stampare. Viene ricostruita la sua pur limitata produzione (8 edizioni tra 1526 e 1531). – A.T.

032-014 Barnhisel (Greg), Obituary: André Schiffrin 1935-2013, «Gutenberg Jahrbuch», 89, 2014, pp. 286-8.

032-015 Battista (Pierluigi), I libri sono pericolosi. Perciò li bruciano, Milano, Rizzoli, 2014, pp. 157, ISBN 978-88-17-07428-5, € 11. Pamphlet interessante sulla triste sorte che troppo spesso nella storia dell’umanità i libri hanno dovuto subire. Se si tralascia la urticante retorica generalistica che percorre molte delle considerazioni sbalzate in queste 154 paginette, resta tuttavia un libretto scritto in ottimo stile giornalistico con una punta di diamante nel capitolo sulle censure orientali. – N.V.

032-016 Benvenuti (Anna) – Pierantonio Piatti, Premessa, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. XXIII-XXVI Þ «AB» 032-C.

032-017 Benvenuti (Anna), A Franco Cardini, in guisa di dedica, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. XIX-XXI Þ «AB» 032-C.

032-018 Benvenuti (Anna), Gli osservanti e le mimesi di Gerusalemme. Divagazioni tra San Vivaldo e il Levante, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 279-308 Þ «AB» 032-C.

032-019 Bianchini (Carlo) - Mauro Guerrini, Introduzione a RDA. Linee guida per rappresentare e scoprire le risorse, prefazione di Barbara B. Tillett, postfazione di Gordon Dunsire, Milano, Editrice Bibliografica, 2014, p. 246, ISBN 978870757804, € 25. Il vol., edito nella collana “Biblioteconomia e scienza dell’informazione”, ha l’obiettivo di introdurre il lettore italiano alla conoscenza di RDA. Forte della tradizione catalografica e della sua evoluzione internazionale, RDA (acronimo di Resourse Description and Access) si pone come il nuovo standard catalografico che sostituirà le AACR2; esso scioglie il legame tra i dati registrati e la forma in cui essi sono presentati per concentrarsi sull’importanza dell’integrazione dei cataloghi con gli altri strumenti di informazione. L’opera si compone di due sezioni: i capitoli 1-3 richiamano i fondamenti teorici e tecnici della catalogazione, mentre nei capitoli 4-11 si espongono le linee guida, con un’ampia esemplificazione delle istruzioni. Gli autori si rivolgono, con semplicità e chiarezza espositiva, in primo luogo agli studenti di biblioteconomia e a chi opera in ambito bibliotecario, ma non tralasciano di evidenziare quanto il nuovo standard si adatti alla descrizione di una qualsiasi raccolta di beni culturali e non solo del patrimonio librario. – Emilia Bignami

032-020 «Biblioteca (La) di via Senato», 6, 2014/5. Si parla di interventismo dannunziano, il critico d’arte Mario de Micheli, i falsi di Annio da Viterbo, Leonardo Sciascia e Sellerio, libri in piccolissimo formato. – A.L.

032-021 «Biblioteca (La) di via Senato», 6, 2014/6. Si parla del filosofo Julius Evola, paratesti dell’editore Sellerio (I), la collezione libraria di Luigi Nocivelli, Giordano Bruno, collezionismo futurista. – A.L.

032-022 «Biblioteca (La) di via Senato», 6, 2014/7-8. Si parla dell’incisore Diego Pettinelli, del tipografo Alessandro Paganini, paratesti dell’editore Sellerio (II), J.R.R. Tolkien e la Prima guerra mondiale. – A.L.

032-023 Borghi (Beatrice), In viaggio verso la Terrasanta. La basilica di Santo Stefano in Bologna, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 577-607 Þ «AB» 032-C.

032-024 Braccini (Tommaso), L’arrivo di Gerusalemme: reliquie della passione da Costantino alla Toscana, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 163-94 Þ «AB» 032-C.

032-025 Bradley (Phil), Expert internet searching, London, Facet Publishing, 20134 Þ rec. Bill Johncocks, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/3, settembre 2014, pp. 136-7.

032-026 Brambilla (Simona), Scheda minima per la biblioteca di Giuseppe Bossi. Con una postilla sul Trattatello in laude di Dante del Boccaccio, «Libri & Documenti», 39, 2013, pp. 179-200. L’a. identifica nel manoscritto Montagu e. 4, conservato presso la Bodleian Library (University of Oxford), la seconda parte del codice Triv. 80, conservato presso la Biblioteca Trivulziana di Milano. Nella prima parte del suddetto codice è contenuto il testo del Trattatello in laude di Dante scritto da Giovanni Boccaccio. Il pittore Giuseppe Bossi, che aveva tra le mani il manoscritto prima che questo fosse diviso in due parti, usò questo codice come risorsa per la biografia di Dante che precede l’edizione della Commedia (Milano, Luigi Mussi, 1809). L’a., comparando il testo del manoscritto Triv. 80, la copia dello stesso nelle mani di Giuseppe Bossi (ora in Biblioteca Ambrosiana a Milano) e l’edizione stessa del Mussi, apre nuove prospettive sul metodo di lavoro del Bossi, come copista ed editore di testi antichi. – A.T.

032-027 Briatore (Samuele), Il Santo Sepolcro a Milano, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 489-94 Þ «AB» 032-C.

032-028 Browne (Glenda), Dymphna and Manning Clark, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/2, giugno 2014, p. 80. Problemi di indicizzazione in recenti biografie dedicate a Manning Clark (1915-1991). – L.R.

032-029 Brumana (Angelo), [presentazione di] Brescia contesa. La storia della città e del territorio attraverso secoli di dominazioni, assedi, battaglie e lotte fratricide, a cura di Angelo Brumana - Ennio Ferraglio - Filippo Giunta, Brescia, Edizioni Misinta, 2013, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/40-41, giugno 2014, pp. 9-13. Una panoramica su un monumentale vol. pubblicato per festeggiare i vent’anni di attività dell’Associazione bibliofili bresciani “Bernardino Misinta” e dedicato a ripercorrere gli eventi bellici e traumatici che hanno caratterizzato la plurimillenaria storia di Brescia dalla Preistoria alla strage di Piazza Loggia. – L.R.

032-030 Capellini (Valentina) - Tommaso Maria Rossi - Gaia Elisabetta Unfer Verre, Elenco di consistenza dei documenti altomedievali dell’Archivio Storico Diocesano di Lucca (secoli VII-X), in Actum Lucae, a cura di S. Pagano - P. Piatti, pp. 101-80 Þ «AB» 032-002.

032-031 Cardini (Franco), Postfazione, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 909-13 Þ «AB» 032-C.

032-032 Carta (La) delle collezioni. Un’applicazione nel Sistema bibliotecario dell’Ovest Como, a cura di Giuliana Casartelli – Francesco Meliti, prefazione di Giovanni Solimine, Roma, AIB, 2014, pp. 145, ill., ISBN 978-88-7812-230-7, € 25. La carta delle collezioni, secondo una definizione manualistica, è un «documento che guida le biblioteche nella formazione, nella gestione e nello sviluppo delle proprie raccolte di materiali». Uno strumento di lavoro, dunque, che mettendo in relazione il patrimonio librario di una biblioteca o, come in questo caso, di un sistema di biblioteche con il profilo della comunità degli utenti e i relativi interessi in termini di lettura, si propone ai bibliotecari come guida nella gestione delle raccolte librarie e nella pianificazione strategica degli acquisti ed eventualmente degli scarti. Il vol., dopo alcuni brevi testi introduttivi, presenta un’ampia e dettagliata analisi del patrimonio documentario delle 33 biblioteche aderenti al Sistema bibliotecario Ovest Como, rigorosamente condotta e sinteticamente commentata. La pratica di tracciare un profilo analitico della propria collezione documentaria è stata avviata ormai da molte biblioteche e da alcuni sistemi bibliotecari. Un confronto con altre esperienze simili, magari geograficamente continue, avrebbe consentito di ampliare ulteriormente la riflessione sul patrimonio locale. In appendice si offrono il testo della convenzione del Sistema e un modello di determinazione per l’eventuale sdemanializzazione di parte del patrimonio librario. – L.R.

032-033 Castellani (Giordano), Le lune del Trissino: un episodio nella storia della citazione, «Studi linguistici italiani», 35, 2009, pp. 7-27. Si analizza l’edizione del dialogo Il Castellano di Giovan Giorgio Trissino, pubblicato a Vicenza nell’anno 1529, dove viene adottata la tecnica delle lunette per segnalare i passi dove sono citati testualmente altri brani. Tale prassi citazionale era stata usata fino ad allora solo per i classici, i passi biblici, i dottori della Chiesa e le dispute teologiche e giudiziarie. Questo utilizzo del Trissino apre quindi all’introduzione di tale tecnica all’interno di quello che era il dibattito linguistico, infatti, il dialogo viene scritto per controbattere alle riserve suscitate dalla proposta di riforma ortografica avanzata dal Trissino stesso. – A.T.

032-034 Catalogue 2.0: the Future of the Library Catalogue, edited by Sally Chambers, London, Facet, 2013 Þ rec. Moyra Forrest, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/2, giugno 2014, p. 92.

032-035 Caterina Percoto: tra “impegno di vita” e “ingegno d’arte”, a cura di Fabiana Savorgnan di Brazzà, Udine, Forum, 2014, pp. 246, ISBN 978-88-8420-838-5, € 25. Sono raccolti gli atti del convegno di Manzano del 17-18 novembre 2012, con numerosi interventi critici e linguistici sull’opera della scrittrice friulana (1812-1887). Spiccano gli studi sulle carte (Francesca Tamburlini, pp. 135-44, responsabile anche della mostra bibliografica di cui si ha documentazione alle pp. 213-28) e quelli sull’epistolario tra gli altri con Pacifico Valussi, Prospero Antonini, Jacopo Bernardi, Antonio Coiz. Alcuni interessanti spunti anche nel breve intervento di Federica Coccolo (pp. 175-81) circa la corrispondenza con gli editori. – E.B.

032-036 Cavagna (Anna Giulia), Germania e Impero in una biblioteca italiana del XVI secolo, «Gutenberg Jahrbuch», 89, 2014, pp. 226-38. Presentazione della sezione tedesca della biblioteca di Alfonso II del Carretto Þ «AB» 027-B – E.B.

032-037 Celati (Marta), L’editio princeps fiorentina del «Coniurationis commentarium» di Angelo Poliziano e il tipografo Niccolò Tedesco: nuove acquisizioni, «Archivum mentis», 2, 2013, pp. 169-188. Attraverso un’accuratissima analisi delle varianti di stato presenti nei quattro esemplari oggi conservati della princeps dell’opera di Poliziano (Firenze, Niccolò della Magna, 1478), l’a. analizza il percorso di allestimento tipografico dell’edizione mettendo in evidenza alcune interessantissime e inedite dinamiche di realizzazione editoriale. – N.V.

032-038 Ceruti (Enrico), Le pergamene miniate dell’Archivio Storico Civico di Milano appartenute a Giovanni del Maino, «Libri & Documenti», 39, 2013, pp. 111-130. L’articolo ripercorre gli eventi che hanno portato sette delle otto pergamene, finemente decorate, appartenute a Giovanni del Maino, all’Archivio Storico Civico di Milano. Si dà inoltre notizia di cosa sia rimasto del ricco archivio di Giovanni Maino, i cui resti sono oggi divisti tra l’Archivio Storico Civico e l’Ospedale Maggiore di Milano. – A.T.

032-039 Cevolini (Alberto), Indexing as preadaptive advance: a socio-evolutionary perspective, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/2, giugno 2014, pp. 50-7. Adottando una prospettiva socio-evolutiva, l’a. affronta il complesso problema del rapporto tra invenzione della stampa e indicizzazione, mostrando come un cambio di medium comporti sempre un adattamento dei sistemi di organizzazione e recupero delle informazioni. – L.R.

032-040 «Charta», 134, luglio-agosto 2014. Si parla di Mozart a Milano, traduzioni italiane di Jeckill & Hyde, l’illustratore Giulio Cisari, edizioni in carta India, l’attività grafica di Galileo Chini, Orfeo ed Euridice nella grafica europea, cartoline della Grande Guerra, l’Ultima Thule. – A.L.

032-041 Ciociola (Claudio), La lava sotto la crosta. Per una storia delle Rime del ’39, «Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa», s. 5, 2013, 5/2, pp. 469-569. Viene indagata in questo saggio la genesi dell’edizione delle Rime di Dante curata da Gianfranco Contini – a soli ventisei anni – per i tipi di Einaudi, sottolineandone la novità metodologica e la raffinatezza contenutistica, che faranno del vol. non solo uno dei punti obbligati di confronto per i dantisti, ma uno degli eventi culturali complessivamente più importanti dell’anteguerra. Ciociola si sofferma sui nodi teorici sottesi all’edizione utilizzando una quantità di fonti per lo più di carattere “privato” (dominano per esempio i documenti epistolari), riuscendo inoltre a fornirci un ritratto complessivo del Contini dei tempi, giovanissimo e già maestro. Il saggio riesce a dare un quadro della importanza delle Rime restituendo inoltre una fotografia della temperie culturale dell’Italia di allora e dei rapporti che Contini, tra accuse di ermetismo e la persistenza di una fedeltà alla tradizione crociana, si trovava ad avere, in accordo o in aperta polemica, con questa. – Francesco Reale

032-042 Colombo (Michele), Dio in italiano. Bibbia e predicazione nell’Italia moderna, Bologna, Edizioni Dehoniane, 2014, pp. 88, ISBN 978-88-10-55815-7, € 8. La drastica contrazione del numero dei cattolici (laici e consacrati) in grado di intendere la lingua latina ha fatto sì che, come ben evidente anche attraverso i sistemi di comunicazione di massa, per la Chiesa di Roma l’italiano sia progressivamente diventato «una lingua di importanza maggiore rispetto alle altre, per ragioni anche solo geografiche» (p. 7). Muovendo da questa costatazione, l’a. si pone come obiettivo quello di ripercorrere, in prospettiva storica e storico-linguistica, «il contributo che, fin dal medioevo, la Chiesa ha offerto alla costruzione dell’identità italiana» (p. 9), concentrandosi su due filoni fondamentali: la traduzione della Bibbia e la predicazione tra Sette e Ottocento. Quanto alle versioni in italiano delle Scritture, dopo un inquadramento generale del problema, l’a. prende in esame la traduzione settecentesca della Vulgata approntata dal pratese Antonio Martini, analizzandone gli elementi della lingua e dello stile. Sul versante dell’oratoria sacra, invece, viene tracciata una “geografia” della predicazione in Italia: il Sud, anzitutto, che in pieno XVIII secolo conobbe la straordinaria opera missionaria di Alfonso Maria de’ Liguori; e il Nord, che invece sembra iscritto in un’ampia e diversificata parabola di attività predicatoria, a partire dal modello “purista” e classicheggiante dell’abate Cesari fino all’oratoria sacra “popolare” e narrativa di Giovanni Bosco. – Marco Giola

032-043 Comboni (Andrea), Remigio Nannini curatore-correttore editoriale di testi in volgare: appunti per una ricerca, in Dal manoscritto al web, a cura di E. Garavelli - E. Suomela-Härmä, I, pp. 103-13. Il fiorentino Remigio Nannini esercitò attività di curatore editorale presso importanti aziende tipografiche del pieno Cinquecento, in particolare veneziane. Ci si concentra qui in particolare sulle Orationi militari raccolte da tutti gli historici (Giolito, 1557), la Cronica di Giovanni Villani (Giunti, 1559), la Historia d’Italia del Guicciardini. – A.L.

032-044 Combs (Michele) - David K. Ream, Understanding the IDPF EPUB3 Indexes Specification, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/3, settembre 2014, pp. 121-9. L’articolo, a firma dei copresidenti dell’Indexes Working Group, spiega perché gli organi di indicizzazione siano stati coinvolti nella redazione di un protocollo disciplinare per l’indicizzazione nello standard epub3 e ne delinea il contenuto. – L.R.

032-045 Cooke (Peter), For clarity’s sake: indexing military works, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/3, settembre 2014, pp. 94-7. L’a., che ha alle spalle una lunga esperienza di storico e di indicizzatore di opere militari, mette in guardia contro alcuni tranelli del mestiere. – L.R.

032-046 Czortek (Andrea), Borgo Sansepolcro e Gerusalemme: dalle reliquie alla toponomastica, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 309-56 Þ «AB» 032-C.

032-047 Dal manoscritto al web: canali e modalità di trasmissione dell’italiano. Tecniche, materiali e usi nella storia della lingua. Atti del XII Congresso SILFI Società Internazionale di Linguistica e Filologia Italiana, Helsinki, 18-20 giugno 2012, a cura di Enrico Garavelli - Elina Suomela-Härmä, Firenze, Franco Cesati Editore, 2014, 2 vol., pp. 806, ill. b/n, ISBN 978-88-7667-472-3, € 90. Gli atti dell’interessante convegno finlandese contengono una nutrita sezione dedicata al tema del passaggio dal manoscritto alla stampa, ove si concentrano i contributi di interesse più marcatamente bibliografico, qui indicizzati singolarmente. – A.L.

032-048 Dartnall (Jean), Indexing organizations, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/2, giugno 2014, pp. 67-70. Senza nasconderne criticità e possibili sviluppi, si descrive un progetto di indicizzazione sviluppato per la città di Townsville, nel nord dell’Australia, caratterizzato da una forte attenzione alle esigenze degli utenti. – L.R.

032-049 De Franceschi (Loretta), Pubblicare, divulgare, leggere nell’Ottocento italiano, Roma, Vecchiarelli Editore, 2013 Þ rec. Vincenzo Trombetta, «AIB Studi», 54/1, gennaio-aprile 2014, pp. 132-135.

032-050 De Gennaro (Antonio), Le riviste dei bibliofili. Da Sarajevo all’entrata in guerra: storia del I° conflitto mondiale nei giornali dell’Emeroteca Queriniana, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/40-41, giugno 2014, pp. 48-50. L’eco dello scoppio della Grande Guerra attraverso le pagine dei giornali, nazionali e locali, conservati presso l’Emeroteca Queriniana di Brescia. – L.R.

032-051 De Keyser (Jeroen), I codici filelfiani della Biblioteca Trivulziana, «Libri & Documenti», 39, 2013, pp. 91-110. L’a. fornisce una panoramica di tutti i manoscritti, conservati presso la Biblioteca Trivulziana, che contengono lavori di Francesco Filelfo, cercando, dove possibile, di individuare le mani dei copisti, alcuni dei quali lavoravano direttamente a Milano per il Filelfo. – A.T.

032-052 De Long (Ralf), Fresco von Fred Smeijers: Die neue Satzschrift für das Gutenberg-Jahrbuch 2014, «Gutenberg Jahrbuch», 89, 2014, pp. 259-67. Discussione del carattere Fresco di Fred Smeijers, adottato in questi anni per il «Gutenberg Jahrbuch». – E.B.

032-053 De Palma (Luigi Michele), Memorie paleocristiane e medievali del Santo Sepolcro in Puglia, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 821-67 Þ «AB» 032-C.

032-054 Désherber en bibliothèque. Manuel pratique de révision des collections, sous la direction de Françoise Gaudet et Claudine Lieber, Paris, Cercle de la librairie, 2013 Þ rec. Sergio Butelli, «AIB Studi», 54/1, gennaio-aprile 2014, pp. 127-128.

032-055 Di Fruscia (Chiara), Roma come Gerusalemme? Reliquie e memorie di Cristo nell’Urbe, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 611-46 Þ «AB» 032-C.

032-056 Diepeveen (Caroline), Trends in Publishing conference, 23 April 2014, Diemen (Netherlands), «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/3, settembre 2014, pp. 133-4. Cronaca dell’edizione 2014 della Trends in Publishing conference, evento annuale organizzato da Inct. formatie, una piattaforma olandese per gli editori. – L.R.

032-057 Divizia (Paolo), Dal libro cartaceo a Internet e ritorno: sulla tradizione dei testi nell’epoca del web, in Dal manoscritto al web, a cura di E. Garavelli - E. Suomela-Härmä, I, pp. 115-22.

032-058 Dunn-Lardeau (Brenda) - Richard Virr, La redécouverte d’un exemplaire des Heures enluminées de 1516 imprimées par Gilles Hardouin, «Gutenberg Jahrbuch», 89, 2014, pp. 144-70. I libri d’ore a stampa sono oggetti assai complessi per il loro ricco apparato illustrativo : la necessità di descrivere un esemplare di un’edizione già nota realizzato in pergamena e dotato di miniature sovrapposte alle illustrazioni silografiche (ora McGill Library, Montreal) offre l’occasione di confrontare gli altri esemplari individuando varianti iconografiche e problemi di tecnica dell’illustrazione. – E.B.

032-059 Einde (Het) van Ebooks: 20 visionairs over de toekomst van digitaal lezen, Delft, Eburon, 2013 Þ rec. Caroline Diepeveen, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/3, settembre 2014, pp. 138-9.

032-060 Entre la Renaissance et les Lumières, le Theophrastus redivivus (1659), textes réunis par Nicole Gengoux sous la direction de Pierre-François Moreau, Paris, Honoré Champion, 2014, pp. 266, ISBN 978-2-7453-2671-3, s.i.p. Come è noto, il Theophrastus, rimasto inedito fino ad anni recenti, costituisce forse la maggiore testimonianza (anche per estensione testuale) del libertinismo secentesco applicato a una visione sostanzialmente atea della realtà: nei sei trattati che lo compongono si portano le prove «secondo le quali gli dei non esistono, il mondo non è creato ma eterno, le religioni sono invenzioni, l’anima è mortale, il saggio non deve temere la morte e deve seguire la morale naturale» (p. 7). Opera di interpretazione complessa rimasta laterale in quanto eteronoma rispetto all’interpretazione generale del periodo, il trattato anonimo costituisce il banco di prova di un gruppo di specialisti della filosofia di epoca moderna che qui presentano una decina di contributi utili all’ermeneutica di singoli aspetti dell’opera, dall’interpretazione dell’origine del fenomeno religioso al panteismo, dalla morale naturale all’antropologia. Un aspetto di grande interesse dell’opera (qui però non tenuto in conto) è la sua natura di testo clandestino, la sua tradizione esclusivamente manoscritta, la sua circolazione sotterranea estranea ai comuni circuiti del libro moderno. Il vol. è chiuso da una utile bibliografia (pp. 253-8) e da un indice dei nomi (pp. 259-63). – E.B.

032-061 Farina (Paola Maria), La rivista «Linus». Un caso editoriale lungo quasi mezzo secolo, Muros, Editoriale Documenta, 2013 Þ rec. Gianluca Parisi, «AIB Studi», 54/1, gennaio-aprile 2014, pp. 136-137.

032-062 Faulkner (Kate), Tears, drama and meeting minutes: an indexing experience, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/2, giugno 2014, pp. 71-5. L’a. riferisce l’esperienza di indicizzazione di ben 36 volumi di verbali, riferibili agli anni 1956-2006, delle commissioni della Honourable Society of the Inner Temple. – L.R.

032-063 Felici (James), The complete manual of typography. A guide to setting perfect type, San Francisco (Calif.), Adobe, 2011 Þ rec. Nigel French, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/3, settembre 2014, p. 140.

032-064 Fenelli (Laura), Una Gerusalemme ‘tra le campora’ fiorentine, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 231-49 Þ «AB» 032-C.

032-065 Ferraglio (Ennio), Pepite queriniane: rubrica di scoperte bibliografiche. Il dittico di Boezio, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/40-41, giugno 2014, pp. 46-7. Si descrive, ripercorrendone anche la storia, il prezioso dittico eburneo celebrativo del consolato di Nario Manlio Boezio (487 d.C.), padre del filosofo Severino, studiato nel Settecento dal card. Angelo Maria Querini e oggi conservato presso il Museo di Santa Giulia di Brescia. – L.R.

032-066 Ferrari (Gian Arturo), Libro, Torino, Bollati Boringhieri, 2014 (I sampietrini, 12), pp. 215, ISBN 978-88-339-2480-9, € 10. è una sintesi divulgativa utile come introduzione all’evoluzione del mondo del libro dalle origini della scrittura al XXI secolo, tra produzione e lettura, con attenzione alle figure di editori, stampatori e autori. Il vol. si articola in tre capitoli che illustrano la realtà del libro manoscritto, stampato ed elettronico, con osservazioni, esemplificazioni e citazioni intrecciati in modo anche accattivante e supportati da qualche coordinata bibliografica (alcune approssimazioni, quasi inevitabili nel tipo di opera, non ne svalutano il contenuto). La narrazione è tuttavia in buona parte costruita come un percorso verso l’analisi dei grandi quesiti che, nel XXI secolo, si affacciano con prepotenza sul mondo del libro e della lettura. Non è né vuole essere un saggio scientifico, ma chi opera a livello professionale o di ricerca nelle discipline del libro potrà ritrovarvi esposte con immediatezza alcune importanti questioni storiche, bibliografiche e culturali che, a volte, si rischia di perdere di vista cercando di seguire una letteratura di settore sempre più ampia e frammentata. – R.G.

032-067 Foehr-Janssens (Yasmina), L’Histoire des sept sages. Un best-seller genevois au quinzième siècle, Genève, La Baconnière, 2013, pp. 53, ill., ISBN 978-2-940462-09-4, s.i.p. Il volumetto propone uno studio sul testo della Storia dei sette saggi, scritto che conobbe una fortunata tradizione fin dal medioevo. Punto centrale del discorso è l’incunabolo, stampato a Ginevra nell’anno 1498 e conservato oggi presso la Biblioteca di Ginevra, che fornisce lo spunto per analizzare l’evoluzione nel corso dei secoli, le varianti nella tradizione e l’iconografia del testo che tramanda. – A.T.

032-068 Fondazione Luigi Firpo. Centro Di Studi Sul Pensiero Politico, Catalogo del fondo antico, a cura di Cristina Stango - Andrea De Pasquale, IV, R-S, Firenze, Olschki, 2013, pp. XIV + 258, ill. b/n, ISBN 978-88-222-6322-3, € 85. Il quarto, elegante, vol. del catalogo del fondo antico della Fondazione Firpo raccoglie, perpetuando i puntuali criteri adottati nei vol. precedenti, le schede 3500-4183 (per i precedenti vol. Þ «AB» 007-033; 017-080). – A.L.

032-069 Fonti del sapere. Didattica ed educazione al patrimonio culturale, a cura di Cristina Cendella - Silvana Mascheroni, Aicurzio, Virtuosa-Mente, 2014, pp. 315, ill., ISBN 978-88-98500-04-8, € 29. I saggi contenuti in questo corposo vol. hanno l’obiettivo di illustrare le varie tipologie di fonti documentarie e l’importanza del loro utilizzo per la storia del patrimonio culturale. Musei, biblioteche, archivi – ci dicono queste pagine – sono i teatri in cui viene messa in scena la grande opera del sapere e i mezzi per apprezzarla appieno sono proprio i documenti e le testimonianze in essi raccolti. Come utilizzare tali strumenti è l’argomento trattato nelle diverse sezioni di questo libro, che ha in definitiva il non secondario merito di illustrare a un pubblico ampio l’importanza fondamentale del binomio lettura-interpretazione nello studio del nostro patrimonio culturale. – N.V.

032-070 Foscolo (Ugo), Dei Sepolcri, edizione critica a cura di Giovanni Biancardi - Alberto Cadioli, Milano, Il muro di Tessa, 2010 Þ rec. Enrico Garavelli, «Neuphilologische Mitteilungen», 115, 2014, pp. 122-8. Nato come recensione – positiva – alla recente edizione dei Sepolcri foscoliani curata da Alberto Cadioli e da Giovanni Biancardi (cui si deve anche un prezioso avantesto in cui sono raccolti i pochi elementi coevi disponibili che informano sulla gestazione del poema), il contributo di Garavelli si presenta come riflessione, produttivamente polemica, sullo stato della bibliografia testuale in ambito italiano. L’a., muovendo dall’esempio ottocentesco, offre alla discussione alcune interessanti considerazioni sugli usi dei segni di interpunzione nei testi a stampa di antico regime e sul loro trattamento in sede di edizione critica; inoltre, analizzando un luogo dei Sepolcri, mostra come un criterio di “materiale”, nella fattispecie quello della qualità della carta, possa cospirare a spiegare (o a meglio illuminare) alcune cruces testuali determinate probabilmente da interventi d’autore. – Marco Giola

032-071 Füssel (Stephan), Nachruf: Paul Raabe 1927-2013, «Gutenberg Jahrbuch», 89, 2014, pp. 282-5.

032-072 Gagliardi (Isabella), La Gerusalemme interiore, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 13-35 Þ «AB» 032-C.

032-073 Garavelli (Enrico), Un postillato di Oiva Johannes Tuulio-Tallagren (1878-1941), in Ancora imparo. Raccolta di scritti in onore di Rolando Pieraccini per i suoi quarant’anni di buon lavoro in favore della cultura finlandese e italiana, a cura di Raffaele Andronico - Antonio Parente - Margit Viitasalo, Helsinki, The Pieraccini Foundation, 2013, pp. 132-148, s.i.p. L’articolo, dopo aver ripercorso le notizie biografiche relative al filologo romanzo Oiva Johannes Tuulio-Tallagren, si concentra sul volume, postillato dal filologo stesso e ritrovato sul mercato antiquario, de Il libro de varie romanze volgare (Roma, 1909). Rilevate le principali tipologie di postille al testo, ci si concentra su alcuni foglietti di appunti manoscritti inseriti tra le carte. Tra questi si trova tra l’altro una serie di tentativi di traduzione della prima terzina di Francesca (If V 100-2), forse legata alla volontà di migliorare quella che era stata l’opera di traduzione integrale della Commedia in lingua finnica a opera di Eino Leino. – A.T.

032-074 Garone Gravier (Marina), La muestra de caracteres de la imprenta de José M. Lara (1855) : descriptión y análisis de un hito de la publicidad tipográfica mexicana del siglo XIX, «Gutenberg Jahrbuch», 89, 2014, pp. 240-58. Il reperimento e lo studio di un catalogo di caratteri e decorazioni realizzato in Messico a metà XIX sec. è l’occasione per un approfondimento dell’attività tipografica centroamericana del tempo. – E.B.

032-075 Gatta (Massimo), Un compleanno papiniano. I 60 anni di Le disgrazie del libro in Italia (1952-2012). Appunti bibliografici, «Studi goriziani», 107, 2014, pp. 179-81. Presentazione di edizioni e particolarità bibliografiche di un raro opuscolo di Giovanni Papini. – R.G.

032-076 Genovese (Corrado), La collezione archeologica del Museo artistico industriale di Napoli, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/40-41, giugno 2014, pp. 25-31. Una ricognizione nelle collezioni archeologiche del Museo artistico industriale di Napoli, fondato nel 1882 con l’obiettivo di riqualificare e rilanciare le cosiddette “arti minori”. – L.R.

032-077 Gentile (Guido), ‘Luoghi’ e ‘misteri’: modi della rappresentazione a Varallo e in altri sacri monti, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 433-60 Þ «AB» 032-C.

032-078 Giacomo Puccini. Luoghi e suggestioni, a cura di Marco Paoli, fotografie di Romano Cagnoni, testi di Gabriella Biagi Ravenni, Lucca, Maria Pacini Fazzi Editore, 2008, pp. 188, manca ISBN, s.i.p. Stampato a conclusione delle celebrazioni per il centocinquantenario della nascita (e l’ottantesimo della scomparsa) del compositore lucchese (1858-1924), il vol. propone una serie di percorsi, ben illustrati da un ampio apparato iconografico, attraverso i “luoghi” toscani della biografia pucciniana. Interessante anche l’ampia sezione dedicata alla corrispondenza. – A.L.

032-079 Gravier (Marina Garone), El impresor Diego Fernández de León y la tipografía barroca en Puebla de los Ángeles, «TECA», 5, 2014, pp. 9-30. Si analizza l’apporto del tipografo Diego Fernández de León (1710) all’interno di quella che è stata la produzione tipografica dell’America Latina, in particolar modo del Messico. Dopo una rapida introduzione biografica si passa a considerare l’operato dello stampatore, di non secondaria importanza nel contesto editoriale barocco dello stato messicano. – A.T.

032-080 Grillo (Manuela), Leggi e bandi di antico regime, Cargeghe, Editoriale Documenta, 2014 (Bibliographica, 8), pp. 744, ISBN 978-88-6454-275-1, € 35. In questo corposo lavoro l’a. si propone di individuare un’indicizzazione semantica che risulti applicabile proficuamente alla complessità della stampa cosiddetta effimera. L’a. si concentra, in particolare, sui bandi e fogli volanti dello Stato Pontificio conservati presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (Cap. 2), di cui stila un catalogo – ben 1.362 schede (pp. 114-600) corredate da un Indice delle intestazioni (pp. 601-612) – e un’Appendice catalografica. L’ultima parte del vol. (Cap. 3), dopo una carrellata sui temi fondamentali dell’indicizzazione semantica (analisi concettuale, tecnica dell’indicizzazione per soggetti, uso dei Thesauri) approda al nodo della questione, individuando nell’«accogliente struttura thesaurale» (p. 696) del Nuovo Soggettario lo strumento più duttile e adeguato per offrire agli studiosi un’importante (e ulteriore) chiave di accesso alle pubblicazioni effimere (bandi, manifesti e fogli volanti, appunto). – Elena Gatti

032-081 Guarino (Cecilia), Il Santo Sepolcro di Mogliano (Marche): l’arte e la passione per l’«Ars aedificatoria» di Giovanni Filippo Carnili, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 727-39 Þ «AB» 032-C.

032-082 Guidetti (Lorenzo di Francesco), Ricordanze, introduzione ed edizione a cura di Lorenz Böninger, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2014 (Libri, carte, immagini, 8), pp. LXXI, 207, ISBN 978-88-63725483, € 35. Si propone l'edizione critica – preceduta da un’accurata e documentata introduzione di Lorenz Böninger (pp. VII-LXX) – delle Ricordanze personali di Lorenzo Guidetti (1439-1519), umanista fiorentino noto per essere stato, più che «un abile copista» (p. VII), uno dei migliori allievi di Cristoforo Landino. Scoperte recentemente nell’archivio privato di una nobile famiglia fiorentina (i Michon Pecori), le Ricordanze sono il resoconto dettagliatissimo non solo riguardo la manifattura dei codici manoscritti da Lorenzo, ma anche riguardo alla loro circolazione e commercio a Firenze fino al dicembre 1472. La mise en page ariosa e i criteri di edizione del testo (pp. LXX-LXXI) invogliano alla lettura, facilitata anche dalla presenza di tre utili indici (dei nomi di persona e di luogo; delle cose notevoli; degli autori classici e medievali citati). Corredano il vol. 14 tavole in b/n fuori testo. – Elena Gatti

032-083 Hägele (Günter), Ein unbekannter Mentelin-Druck von 1461 im Stadtarchiv Baden im Aargau: Ablassbrief zum Besten des Kollegiatstifts St. Cyriacus in Neuhausen [Straßburg: Johannes Mentelin, vor 18. Novembrer 1461], «Gutenberg Jahrbuch», 89, 2014, pp. 68-85. Il rinvenimento in un archivio svizzero di quindici copie (con tanto di sigillo su carta) di una lettera di indulgenza di Pio II databili al 1461 permette di ricostruire un piccolo tassello dell’attività tipografica di Mentelin. – E.B.

032-084 Haskins (Lucie), How DEXembed and WordEmbed work, and why you might use them, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/3, settembre 2014, pp. 113-20. Si descrivono due strumenti che permettono di superare i limiti congeniti dell’indicizzatore automatico di Word. – L.R.

032-085 Hedden (Heather), Tagging versus indexing, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/2, giugno 2014, pp. 81-2. L’a. esplora alcune questioni semantiche relative all’indicizzazione di nuova generazione. – L.R.

032-086 Heller (Marvin J.), Benjamin ben Immanuel Mussafia. A Study in Contrasts, «Gutenberg Jahrbuch», 89, 2014, pp. 208-18. Il Mussafia (1606-75) fu un sefardita originario del Portogallo che godette di una certa fortuna nell’Europa settentrionale sia come esperto di letteratura rabbinica, sia come alchimista. – E.B.

032-087 Historica et philologica. Studi in onore di Raimondo Turtas, a cura di Mauro G. Sanna, Cagliari, AM&D Edizioni, 2012, pp. 616, ill. b/n, ISBN 978-88-95462-53-0, € 50. Il presente vol. rappresenta l’omaggio di colleghi e amici a uno dei maggiori studiosi della storia e della cultura in Sardegna nell’età moderna. L’ampiezza degli interessi e la complessa trama di rapporti scientifici tessuta da Raimondo Turtas in decenni di studi si riflette nella varietà dei temi affrontati nei saggi, che coprono un arco cronologico corrente dall’antichità alla storia contemporanea. Della vasta produzione scientifica del festeggiato non si possono non ricordare in questa sede, per la pertinenza con gli studi di storia del libro e delle biblioteche, i contributi dedicati alla storia dei collegi gesuitici e dell’università in Sardegna, e in particolare il prezioso saggio incluso nella miscellanea Itinera sarda (a cura di Giancarlo Petrella, Cagliari, CUEC, 2014) dedicato a Libri e biblioteche nei collegi gesuitici di Sassari e di Cagliari tra ’500 e prima metà del ’600 nella documentazione dell’ARSI, che apporta, dal punto di vista della storia della tipografia sarda, le prime rilevanti osservazioni e integrazioni al caposaldo degli studi del settore costituito da La stampa in Sardegna nei secoli XV e XVI di Luigi Balsamo. Si schedano i contributi di interesse bibliografico. – A.L.

032-088 Hochuli Dubuis (Paule), Une histoire du manuscrit médiéval illustrée par les chefs-d’œuvre de la Bibliothèque de Genève, Genève, Èditions Slatkine, 2006 (Belles pages de la Bibliothèque de Genève, 1), pp. 53, ISBN 978-2-05-102011-4, s.i.p. Dopo una breve storia delle collezioni manoscritte della Bibliothèque de Genève (già Bibliothèque publique et universitaire de Genève), la più significativa delle quali è costituita dagli ottantotto codici miniati provenienti dalla collezione della famiglia Petau, acquistati a Parigi nel 1720 dal bibliofilo Ami Lullin, il vol. traccia la storia dei manoscritti nel Medioevo, illustrata da sedici splendide riproduzioni di codici conservati presso la biblioteca ginevrina. A un sintetico ma efficace quadro storico-culturale fa seguito un approfondimento sui manoscritti (i vari usi della Bibbia nel Medioevo, i libri universitari, la letteratura cortese, i romanzi medioevali…), con esempi tratti dai codici ginevrini. Sono riprodotti, fra gli altri: il Lezionario di San Gallo (ms. lat. 37 a, metà IX sec.), i quattro Vangeli latini (ms. lat. 6, secondo quarto del IX sec.), la Bibbia atlantica (ms. lat. 1, verso il 1070; l’autrice ne comunica il peso: ventitré chili!), la Legenda aurea (Ms. fr. 57, fine XIV sec.), il Tresor di Brunetto Latini (ms. fr. 160, terzo quarto del XV sec.), il Tristan en prose (Ms. fr. 189, 1470), il Roman de la rose (ms. fr. 178, metà XIV sec.). – Luca Mazzoni

032-089 Iacono (Antonella), Linked data, Roma, AIB, 2014, pp. 109, ISBN 978-88-7812-229-1, € 12. Il vol. è un concentrato di preziose informazioni sull’universo dei Linked data, che illustra in maniera diretta e strutturata la complessa tematica. Gli argomenti trattati (Web semantico, RDF, rapporto con lo schema concettuale FRBR etc.) sono esposti chiaramente e in modo esaustivo, almeno per un primo approccio al mondo dei “dati collegati”. In chiusura una utile bibliografia e due appendici (Linguaggi, tecnologie, ontologie e strumenti utili; Acronimi). – N.V.

032-090 Index it right! Advice from the experts, III, edited by Enid L. Zafran, Medford (N.J.), Information Today, 2014 Þ rec. Kristin Harley, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/3, settembre 2014, pp. 137-8.

032-091 Indexes reviewed, edited by Christine Shuttleworth, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/2, giugno 2014, pp. 88-91. Consueta rubrica di recensioni di indici. – L.R.

032-092 Indexes reviewed, edited by Christine Shuttleworth, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/3, settembre 2014, pp. 134-6. Consueta rubrica di recensioni di indici. – L.R.

032-093 Jacobs (Stephanie), Zeichen - Bücher - Netze. Von der Keilschrift zum Binärcode. Das Deutsche Buch- und Schriftmuseum im Erweiterungsbau der Deutschen Nationalbibliothek in Leipzig, «Gutenberg Jahrbuch», 89, 2014, pp. 13-30. Il patrimonio del Museo Nazionale tedesco dedicato alla storia del libro e della scrittura a Lipsia, fondato nel 1884, ammonta a oltre un milione di pezzi, ora adeguatamente esposti. – E.B.

032-094 Jermey (Jon), Highlighting text in PDF files with AutoRedact, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/2, giugno 2014, pp. 75-6. I files pdf non hanno sempre reso la vita facile agli indicizzatori, soprattutto per quanto riguarda le operazioni preliminari di evidenziazione dei termini da indicizzare. L’a. propone alcune soluzioni, grazie all’uso del plug-in AutoRedact. – L.R.

032-095 Jermey (Jon), Technical note: macros for genealogical indexing in Microsoft Word, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/2, giugno 2014, pp. 76-7. Breve segnalazione di nove macro, prodotte da Nick Reddan e disponibili gratuitamente on-line, utili per gli indicizzatori di genealogie, che lavorano in Word. – L.R.

032-096 Karl der Grosse. Exhibition guide, Dresden, Sandstein, 2014, pp. 128, ill. col., ISBN 978-3-95498-117-5, s.i.p. Sintetica guida della pregevole mostra dedicata dalla città di Aachen al fondatore del Sacro Romano Impero in occasione del 1.200° anniversario della morte (28 gennaio 814). Il percorso, diviso in due parti (Luoghi del potere e L’arte di Carlo Magno), ha visto esposti anche alcuni tesori librari dell’epoca, omaggio al promotore della grande riforma grafica del pieno Medioevo: dall’Evangeliario di Godescalco (781-783, oggi alla Bibliothèque nationale di Parigi) all’Evangeliario di Vienna (vergato e dipinto nel tardo VIII secolo e oggi al Kunsthistorisches Museum di Vienna), fino al magnifico Evangeliario di Lorsch, realizzato alla corte di Carlo Magno ad Aachen intorno all’810 (i due volumi sono conservati alla Biblioteca nazionale di Bucarest e alla Vaticana). Tutti pezzi volti non solo a celebrare la figura di Carlo Magno, ma che servono a ricostruire una consapevole e precisa strategia politica che doveva fissare la figura dell’imperatore cristiano. Il vol. è impreziosito da numerose immagini a colori. – L.R.

032-097 Kempf (Klaus), Biblioteche napoletane e di Montecassino, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/40-41, giugno 2014, pp. 32-3. Cronaca della visita alle biblioteche napoletane e di Montecassino, svolta dal 15 al 18 aprile 2013 dall’Associazione bibliofili bresciani “Bernardino Misinta”. A seguire (pp. 34-45) i profili delle singole biblioteche visitate: Biblioteca Nazionale di Napoli, Biblioteca del Conservatorio di Musica S. Pietro a Majella, Biblioteca Statale del Monumento nazionale Badia di Cava dei Tirreni, Biblioteca Palatina della Reggia di Caserta, Biblioteca Monumentale nazionale di Montecassino. – L.R.

032-098 Kluge (Martin), Geschichte zum Anfassen: Die Basler Papiermühle, «Gutenberg Jahrbuch», 89, 2014, pp. 31-44. La produzione della carta iniziò a Basilea col Concilio (1431-1449), e dal 1453 Anton Gallician fondò il proprio mulino. L’attuale Basler Papiermühle è dedicato alla storia della carta, della scrittura e della stampa. – E.B.

032-099 Kretzschmar (Franziska) – Matthias Schlesewsky, Lesen auf neuen Medien: Eine empirische Perspektive, «Gutenberg Jahrbuch», 89, 2014, pp. 269-80. Una serie di esperimenti circa la “leggibilità” su diversi supporti cartacei o digitali, nonché con l’uso di serie diverse di caratteri. – E.B.

032-100 Langella (Giuseppe), Letteratura e Risorgimento, in Storia, civiltà e religione in Italia. Studi in occasione del 150° anniversario dell’unità nazionale, a cura di Angelo Bianchi, Milano, Vita e Pensiero, 2014 (Ricerche Storia), pp. 135-146, ISBN 978-88-343-2682-4. In particolare durante la prima metà dell’Ottocento i letterati hanno giocato un ruolo fondamentale nelle vicende risorgimentali, candidandosi come mediatori tra la storia e la politica in una funzione aggregatrice delle diverse anime della futura nazione italiana. – M.C.

032-101 Ledda (Alessandro), Per la biblioteca di Francesco Cazzamini Mussi (1888-1952). Censimento degli incunaboli in Trivulziana e osservazioni sulla loro provenienza, «Libri & Documenti», 39, 2013, pp. 201-244. L’a. ricostruisce la storia della raccolta libraria Cazzamini Mussi, oggi ripartita tra la Biblioteca Comunale Centrale di Milano e la Biblioteca Trivulziana (manoscritti e incunaboli). La rilevazione dei dati di esemplare degli incunaboli ha permesso di accertare come molti di essi provengano da importanti biblioteche della Milano sette-ottocentesca, disperse nella seconda metà del XIX secolo (Carlo Archinto, Ercole Silva). Chiude il contributo l’elenco dei 130 incunaboli, con il rimando, per le note di esemplare, alla schede MEI. – A.T.

032-102 Lesa (Cristiano), Vicende di uomini, vicende di libri. I dati relativi alla copia Giovanni Papini in Scozia a Firenze, «Studi goriziani», 107, 2014, pp. 175-178. Un appunto su una copia con dedica dell’autore di Un uomo finito (in traduzione inglese) di Giovanni Papini, con una nota di supporto alla segnalazione dovuta a Mario Piantoni e con informazioni aggiuntive su questo docente sottoscritte «M.M». – R.G.

032-103 Lewy (Mordechay), «Translatio Hierosolymae» in Acquapendente. The oldest remaining imitation of the Holy Sepulcher in Europe?, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 647-76 Þ «AB» 032-C.

032-104 Lifang (Guo) – Fu Anna, CSI Conference, Shanghai 2-4 November 2013, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/2, giugno 2014, pp. 83-6. Ampia cronaca del quarto congresso nazionale della China Society of Indexers, svoltosi presso la Fudan University di Shanghai dal 2 al 4 novembre 2013. – L.R.

032-105 Linnegar (John David), Text editing across cultures in a multilingual society: South African English as a case study, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/2, giugno 2014, pp. 57-63. In una società multiculturale, ma soprattutto multilingue (11 quelle riconosciute come ufficiali), come il Sud Africa, si presentano sfide complesse anche per l’editor di testi, con soluzioni non sempre ovvie. – L.R.

032-106 Longo (Pier Giorgio), «Domine ivimus»: progetti e sviluppi del Sacro Monte di Varallo dal 1491 al 1566, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 401-32 Þ «AB» 032-C.

032-107 Lorenzotti (Pietro), Una rara descrizione delle Dieci Giornate di Felice Venosta, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/40-41, giugno 2014, pp. 7-8. Nella seconda edizione di Felice Venosta, Il martirio di Brescia, narrazione documentata, Milano, Barbini, 1863 (edizione piuttosto rara), compaiono alcune illustrazioni raffiguranti il castello di Brescia, rimaste fino a ora ignote. – L.R.

032-108 Lupinu (Giovanni), Una nuova edizione critica della “Carta de Logu” dell’Arborea, in Historica et philologica, a cura di M. G. Sanna, pp. 309-20. Alcune annotazioni in margine all’uscita dell’edizione critica del fondamentale documento legislativo sardo (si veda Carta de Logu dell’Arborea. Nuova edizione critica secondo il manoscritto di Cagliari (BUC 211), con traduzione italiana, a cura di Giovanni Lupinu, con la collaborazione di Giovanni Strinna, Oristano - Cagliari, Istituto Storico Arborense - Centro di Studi Filologici Sardi, 2010 Þ «AB» 019-059). – A.L.

032-109 Macchi (Federico), L’angolo della legatura. Un appunto: le legature provviste di marche tipografiche, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/40-41, giugno 2014, pp. 54-6. Pratica non comune, benché non eccezionale, è quella degli editori antichi (il primo fu Conrad Resch a Parigi nel 1523) di imprimere le proprie marche editoriali su legature. L’uso era riservato, probabilmente, a esemplari esposti per la consultazione nelle librerie (si veda Georges Colin, Les marques de libraires et d’éditeurs dorées sur des reliures, in Bookbindings & other bibliophily. Essays in honour of Anthony Hobson, edited by Dennis E. Rhodes, Verona, Valdonega, 1994, pp. 77-115). – L.R.

032-110 Macchi (Federico), Le legature di Luigi Lodigiani, legatore di corte a Milano nel primo Ottocento. Legature nella biblioteca di Cremona, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/40-41, giugno 2014, pp. 14-24. Ampia recensione della mostra Fra libro antico e libro moderno. Luigi Lodigiani e la legatura del primo ’800 (Cremona, Biblioteca Statale, 16-30 aprile 2010) e del relativo catalogo (Cremona, Biblioteca Statale, 2010). – L.R.

032-111 MacGlashan (Maureen), Editorial, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/2, giugno 2014, p. 49. I profondi mutamenti tecnologici stanno alterando modalità e forme tradizionali della lettura e della conoscenza. Una sfida anche per gli indicizzatori. – L.R.

032-112 MacGlashan (Maureen), Editorial, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/3, settembre 2014, p. 93. Un bilancio di dieci anni di direzione della rivista. – L.R.

032-113 MacKenzie (Roderick), E-indexes: a talk by Pilar Wyman to the NIN, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/2, giugno 2014, pp. 82-3. Cronaca della conferenza tenuta da Pilar Wyman il 4 ottobre 2013 a Amersfoort (Olanda) e dedicata alle nuove possibilità offerte all’indicizzatore dal formato epub3. – L.R.

032-114 Maino (Paolo Maria Gilberto), Le fonti manoscritte e a stampa nella rassettatura del Decameron di Salviati: una novella paradigmatica (II 2), in Dal manoscritto al web, a cura di E. Garavelli - E. Suomela-Härmä, I, pp. 143-51. La novella di Rinaldo d’Asti è utilizzata come specimen per esemplificare il modus emendandi di Lionardo Salviati alle prese con la revisione del testo di Boccaccio. – A.L.

032-115 Mannucci (Enrico), Il tedesco che costruì in Italia la sua fortuna sui libri di scuola, « Sette. Corriere della Sera», 31, 1 agosto 2014, pp. 46-48. L’articolo delinea, nei sui punti chiave, la storia della casa editrice Loescher in Italia. Dagli esordi felici del trentenne tedesco Hermann Loescher che, nell’anno 1861, rilevata una libreria appartenente al tedesco Gustav Hahamann, divenne uno dei punti di rifermento per illustri scrittori e linguisti, passando per il difficile periodo tra le due guerre, fino agli anni più recenti, che vedono la casa editrice (entrata nel gruppo editoriale Zanichelli di Bologna), da sempre attenta alla produzione di libri e strumenti per la didattica scolastica e la ricerca, alle prese con le nuove frontiere dell’editoria digitale. – A.T.

032-116 Marchegiani (Cristiano), Un ‘pensiero gloriosissimo’ di Sisto V: il Santo Sepolcro da Gerusalemme a Roma. La reazione veneziana, la leggenda della mancata traslazione a Montalto delle Marche e un’ipotesi ubicativa, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 741-71 Þ «AB» 032-C.

032-117 Mele (Giampaolo), La catalogazione dei codici liturgico-musicali arborensi, in Historica et philologica, a cura di M. G. Sanna, pp. 248-68. Rifacendosi al lavoro di catalogazione dei codici liturgici oristanesi, di recente pubblicato (“Die ac nocte”. I codici liturgici di Oristano dal Giudicato d’Arborea all’età spagnola (secoli XI-XVII), Cagliari, AM&D Edizioni, 2009), il contributo si concentra sul manoscritto Oristano, Aula Capitolare/Archivietto della Cattedrale, p. VI, sec. XIII 4/4, antifonario proveniente dall’Italia Centro settentrionale. – A.L.

032-118 Menato (Marco), Lettera all’affezionato e paziente lettore (con un appunto bibliografico su Vittorini), «Studi goriziani», 107, 2014, pp. 5-8. La presentazione del nuovo numero della rivista goriziana, contenente anche testi di vari autori su Vittorini letti in conferenze del 1986 e del 2006, dà modo di raccogliere alcune segnalazioni bibliografiche che lo riguardano. – R.G.

032-119 Merisalo (Outi), Tra manoscritto e stampa, tra latino e italiano: Jacopo di Poggio Bracciolini editore e traduttore dell’Historia Florentini populi di Poggio Bracciolini, in Dal manoscritto al web, a cura di E. Garavelli - E. Suomela-Härmä, I, pp. 153-57.

032-120 Milazzo (Vincenza), Il culto del Santo Chiodo a Catania, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 885-907 Þ «AB» 032-C.

032-121 Milone (Antonio), Memorie di viaggio. Echi della Terra Santa in Campania tra Medioevo ed età moderna, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 793-820 Þ «AB» 032-C.

032-122 Möncke (Gisela), Drei Basler Drucke um 1511 aus der Presse von Pamphilus Gengenbach, «Gutenberg Jahrbuch», 89, 2014, pp. 137-43. L’attività del tipografo Gengenbach può essere retrodatata di alcuni anni grazie alla attribuzione alla sua officinal di tre edizioni impresse nel 1511. – E.B.

032-123 Monzio Compagnoni (Giordano), Alle origini della mimesi dei luoghi santi in Occidente: la teologia liturgica di età patristica e alto-medievale, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 37-96 Þ «AB» 032-C.

032-124 Morandini (Mino), Editoriale, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/40-41, giugno 2014, pp. 2-3. Si apre con un’intervista a Klaus Kempf (Bayerische Staatsbibliothek di Monaco) sul futuro delle biblioteche pubbliche e private e con i necrologi di tre soci dell’Associazione bibliofili bresciani Bernardino Misinta recentemente scomparsi: Stelio Gusmitta, Carla Mazzola Panciera di Zoppola e Francesco Sinistri. – L.R.

032-125 Morandini (Mino), Visti in libreria. Rubrica di recensioni librarie, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/40-41, giugno 2014, pp. 51-3. Rassegna con otto segnalazioni di recenti pubblicazioni di ambito soprattutto bresciano. – L.R.

032-126 Mrva-Montoya (Agata) - Bronwyn O’Reilly - Deepak Chandran - Richard Pipe, Dynamic indexing: Infogrid Pacific and Sydney University Press join forces, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/3, settembre 2014, pp. 109-13. Dall’inizio del 2013, il personale della Infogrid Pacific (IGP) e della Sidney University Press hanno lavorato allo sviluppo di IGP:eIndexer, uno strumento che permette la indicizzazione dinamica per la stampa e per i formati digitali in ambiente XHTML5. L’articolo descrive la genesi del progetto, lo svolgimento dei lavori e le possibilità future. – L.R.

032-127 Mugavero (Rosa), Frate Martino Recchi da Como, studioso di Seneca. Opere e profilo biografico, «Libri & Documenti», 39, 2013, pp. 71-90. Il contributo ripercorre il lavoro e la biografia di Frate Martino Recchi da Como, docente di teologia, che lavorò in Lombardia durante la prima metà del secolo XV. Tale figura è un punto chiave per la storia della ricezione delle Epistole ad Lucilium da parte degli ordini mendicanti. L’analisi dei testi da lui composti, inseriti nel contesto culturale in cui questi operava, rivela un modello di insegnamento ancora vicino a quello del tardo XIV secolo. – A.T.

032-128 Musajo Somma (Ivo), Il Santo Sepolcro di Piacenza, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 495-8 Þ «AB» 032-C.

032-129 Musarra (Antonio), Memorie di Terrasanta. Reliquie, traslazioni, culti e devozioni a Genova tra XII e XIV secolo, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 523-75 Þ «AB» 032-C.

032-130 Nova (Giuseppe), Una rara carta da gioco settecentesca raffigurante “Brescia” e il “Bresciano”, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/40-41, giugno 2014, pp. 4-6. In un curioso mazzo di carte a tema storico-geografico, realizzato a Parigi dall’incisore Nicolas Jean-Baptiste De Poilly (1707-1780), si trovano anche citati e schematicamente raffigurati la città di Brescia e il paese di Isorella. Un’ampia serie di queste carte (con gli stati dell’Europa settentrionale e centrale) si trova alla Bibliothèque nationale di Parigi. – L.R.

032-131 Oppitz (Ulrich-Dieter) - Christoph Weismann, Die Slowenische Kirchenordnung von 1564 – ein neu gefundenes Exemplar, «Gutenberg Jahrbuch», 89, 2014, pp. 185-88. Viene documentato il ritrovamento a Memmingen della seconda copia nota dei Cerkovna Ordninga, Urach, Hanns Ungnad, 1564 del riformato sloveno Primož Trubar. – E.B.

032-132 Ozbot (Fiorenza), La stampa periodica musicale in lingua italiana: dalla «Gazzetta goriziana» (1774) a «Studi goriziani» (1923), «Studi goriziani», 107, 2014, pp. 81-148. Presentazione e spogli di informazioni di interesse musicale uscite su periodici locali non specializzati in musica. – R.G.

032-133 Paci (Piero), Note sul ritrovamento di una edizione sconosciuta de Il Filosofo di campagna di Goldoni (Genova, Bernardo Tarigo, 1756), «TECA», 5, 2014, pp. 85-106. Si parla del ritrovamento, sul mercato antiquario, di una sconosciuta edizione del dramma giocoso goldoniano Il Filosofo di campagna, musicato da Girolamo Cordella: tracciandone la storia, lo si inserisce all’interno del panorama del teatro di goldoniano. – A.T.

032-134 Pacilli (Mattia), Aldo o il sogno di un piccolo libro, Bassiano, Accademia di Vicinato, 2010, pp. 142, manca ISBN, s.i.p. Un minuscolo librettino pieno di devozione e autentico amore per un uomo del passato visto come maestro per il presente. Chi cercasse nuove informazioni su Aldo (magari a partire dal suo luogo di nascita) nel prodotto testuale e iconografico allestito dall’a. rimarrebbe deluso. Si tratta invece di un (ben informato e aggiornato) omaggio al grande cittadino di Bassiano, nel quale la rievocazione della sua figura va di pari passo con la sua attualizzazione. – E.B.

032-135 Pagano (Sergio), Nova archivorum virtus. L’Archivio Storico Diocesano di Lucca e la Biblioteca Feliniana di fronte ai progetti storiografici di inizio Novecento, in Actum Lucae, a cura di S. Pagano - P. Piatti, pp. 61-97 Þ «AB» 032-002.

032-136 Palazzolo (Maria Iolanda) - Sara Mori - Giorgio Bacci, Edoardo Perino. Un editore popolare nella Roma umbertina, Milano, Franco Angeli, 2012 Þ rec. Marcello Proietto, «AIB Studi», 54/1, gennaio-aprile 2014, p. 131.

032-137 Paolini (Adriana), Per libri e scritture. Una passeggiata nella storia, Milano, Editrice Bibliografica, 2013 Þ rec. Sara Mori, «AIB Studi», 54/1, gennaio-aprile 2014, p. 132.

032-138 Parisi (Valentina), Il lettore eccedente. Edizioni periodiche del samizdat sovietico, 1956-1990, Bologna, il Mulino, 2013, (Istituto Italiano di Scienze Umane. Studi), pp. 438, ISBN 978-88-1524450-5, € 38. Rigorose ricerche d’archivio hanno consentito all’a. di offrire una nuova interpretazione del fenomeno del samizdat sovietico, in particolare per quel che concerne la stampa periodica. Classificabile come forma spontanea di autoeditoria, da contrapporre all’apparato statale di produzione e supervisione della parola stampata (si trattava di diffondere clandestinamente scritti illegali censurati dalle autorità o ostili al regime), il samizdat non fu solo l’unico canale possibile di circolazione del dissenso. Come infatti l’a. ha descritto con puntualità e perizia, questo fenomeno finì per ricostruire le pratiche stesse di lettura e fruizione dei testi, collocando i propri particolarissimi prodotti nell’alveo della storia del libro, allargato ben oltre i confini sovietici. Corredano il vol. 48 tavole a colori, una sostanziosa Bibliografia e un indispensabile Indice dei nomi. – Elena Gatti.

032-139 Pasqualetti (Cristiana), La Gerusalemme evocata: L’Aquila e gli Abruzzi nel Medioevo, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 773-92 Þ «AB» 032-C.

032-140 Passerini (Giulio), Nemici di Penna. Insulti e litigi dal mondo dei libri, Milano, Editrice bibliografica, 2014, pp. 94, ISBN 978-88-7075-762-0, € 9,90. Per chi conosce l’a., se lo immagina un po’ ridacchiante mentre verga con garbo queste cronache di scontri letterari e non. Si tratta di un viaggio inusuale tra 25 furibonde polemiche fatte di odi personali (Franzen-Roth), gelosie amorose (Marquez-Vargas Llosa), questioni di stile (Eco-Follett), scelte culturali (Rushdie-Le Carré). Un viaggio curioso (nel senso di dettato dalla curiosità) che può aiutare a capire alcuni aspetti degli autori otto e novecenteschi evocati. Una serie di pistole stilizzate (da una a cinque) aiuta a distinguere la percentuale di violenza più o meno presente nella contrapposizione tra i due scrittori evocati. – E.B.

032-141 Pasut (Francesca), La Bibbia Trivulziana di Pacino Bonaguida. La decorazione miniata del codice Trivulziano 2139: una impresa di équipe, «Libri & Documenti», 39, 2013, pp. 27-70. L’articolo, dopo aver ripercorso i vari studi sul codice Trivulziano 2139, si sofferma ad analizzare le differenti mani e i diversi contributi al ciclo di miniature, eseguito da Pacino di Bonaguida e dalla sua bottega. – A.T.

032-142 Pedraza-Gracia (Manuel-José) – Helena Carvajal-González, De emblem a marca comercial: Análisis y evolución de las marcas tipográficas del taller zaragozano de los Hurus, Coci, Nájera y Bernuz (1490-1571), «Gutenberg Jahrbuch», 89, 2014, pp. 106-28. La storia e l’evoluzione dell’uso della marca tipografica tra gli stampatori attivi a Saragozza lungo circa un ottantennio permette di cogliere i significati simbolici e commerciali dell’uso, nonché il passaggio da marchio artigianale a marchio di qualità all’interno di un più diffuso circuito commerciale. – E.B.

032-143 Pedretti (Paolo), La vendita della biblioteca di Giovanni Battista Baldelli Boni a Gian Giacomo Trivulzio, «Libri & Documenti», 39, 2013, pp. 151-78. L’a., grazie alla rilettura della Serie dell’edizioni de’ testi di lingua italiana di Bartolomeo Gamba e all’analisi del codice Triv. 2061 (inventario dei libri acquistati da Gian Giacomo Trivulzio, scritto da lui stesso), riscostruisce con precisione quella che fu la vendita della biblioteca di Giovanni Battista Baldelli Boni a Gian Giacomo Trivulzio. – A.T.

032-144 Piancastelli (Carlo), Pronostici ed almanacchi. Studio di bibliografia romagnola, a cura di Lorenzo Baldacchini, Bologna, Il Mulino, 2013 Þ rec. Sara Mori, «AIB Studi», 54/1, gennaio-aprile 2014, pp. 125-126.

032-145 Piatti (Pierantonio), Dalla Palestina ai Monti Ernici. La memoria agiografica di santa Salomè a Veroli e nell’Italia centrale, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 677-700 Þ «AB» 032-C.

032-146 Pickard (Alison Jane), Research methods in information, London, Facet, 2013 Þ rec. Elena Corradini, «AIB Studi», 54/1, gennaio-aprile 2014, pp. 128-130.

032-147 Pontone (Marzia), La Bibbia Trivulziana di Pacino Bonaguida. Note sul riesame dell’allestimento materiale del codice Trivulziano 2139, «Libri & Documenti», 39, 2013, pp. 7-26. Il contributo fornisce, grazie a un nuovo esame del famoso manoscritto della Bibbia latina minata da Pacino di Bonaguida a Firenze (XIV secolo), conservato a Milano (Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana), nuove informazioni riguardo alla storia recente dei collezionisti che possedettero questo pezzo e suggerisce poi una possibile commissione dello stesso da parte dell’ordine dei Camaldolesi o dei Certosini, anche se il manoscritto venne poi destinato a un convento domenicano. Lo studio dell’intero ciclo decorativo permette inoltre di fare interessanti osservazioni sulla prossimità dello stesso con altri cicli vicini. – A.T.

032-148 Pozzo (Annette), Membra disiecta. Inhalt und Wirkung der Bibliothek des Göttinger Professors Lüder Kulenkamp (1724-1794), Berlin, Logos Verlag, 2014 (Berliner Arbeiten zur Bibliotheks- und Informationswissenschaft, 25), pp. 292, ISBN 978-3-8325-3622-0, s.i.p. La collezione libraria posseduta dal professore universitario di Göttingen Lüder Kulenkamp comprendeva circa 9.000 tra manoscritti, incunaboli ed edizioni antiche, ed è documentata esclusivamente dal catalogo di vendita del 1796. Il presente vol., sulla base di marginalia e annotazioni dello stesso Kulenkamp, nonché delle fonti indicate nelle sue pubblicazioni intende fornire un ritratto del collezionsita di libri e del lettore, inquadrandolo nella cultura della Göttingen dell’epoca. – A.L.

032-149 Ramsden (Michael), Obituary: John Simkin, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/2, giugno 2014, pp. 86-7. Necrologio del bibliotecario ed esperto di indicizzazione australiano John Edgar Simkin (1927-2014), scomparso all’inizio dell’anno. – L.R.

032-150 Rapisarda (Silvia), Venezia e Gerusalemme, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 469-88 Þ «AB» 032-C.

032-151 Rathenau (Walter M.), Questo non è un libro, Salerno, Anima di gomma, 2013 Þ rec. Vittorio Ponzani, «AIB Studi», 54/1, gennaio-aprile 2014, pp. 121-3.

032-152 Rayment (Jan), Adobe InDesign CC, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/2, giugno 2014, pp. 77-9. Il manuale avanzato di InDesign Creative Cloud, dovuto a Olav Martin Kvern, David Blatner e Bob Bringhurst (Real world Adobe InDesign CC, San Francisco, Peachpit Press, 2014), descrive alcune funzionalità del software dedicate agli indicizzatori professionisti. – L.R.

032-153 Reddan (Nick), The Registry of Deeds Index Project Ireland, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/2, giugno 2014, pp. 64-7. Un progetto di volontariato si pone l’obiettivo di indicizzare lo storico Registry of Deeds irlandese. L’a. svela alcuni retroscena del progetto. – L.R.

032-154 Repishti (Francesco), Alessandro Pagliarino e i disegni del codice Trivulziano 179, «Libri & Documenti», 39, 2013, pp. 131-50. L’a., grazie a nuovi dati biografici riemersi da un lavoro di ricognizione d’archivio e grazie alle riproduzioni conservate presso la Biblioteca Hertziana di Roma, getta nuova luce sulla vicenda biografica dello scultore milanese Alessandro Pagliarini e sul contesto in cui si colloca un codice manoscritto, oggi disperso, contenente alcuni disegni dello stesso. – A.T.

032-155 Rhodes (Dennis E.), Jordanus de Dinslaken, «Gutenberg Jahrbuch», 89, 2014, pp. 129-36. Nei primi decenni del XVI secolo Jordanus de Dinslaken (che non era sfuggito all’attenzione di Martin Lowry) fu un libraio attivo a Venezia: un esemplare da lui donato ai francescani di Gerusalemme (dove è stato recentemente ritrovato) offre l’occasione di ricostruirne l’attività, offrendo una dettagliata analisi delle 7 edizioni di cui fu editore. – E.B.

032-156 Richardson (Brian), Dal manoscritto alla stampa: testi canonici e regole del volgare, in Dal manoscritto al web, a cura di E. Garavelli - E. Suomela-Härmä, I, pp. 29-42. Ci si interroga sul peso reale da attribuire alla stampa nella fissazione di una lingua letteraria standard durante il Rinascimento, e sulle modalità di tale influsso. – A.L.

032-157 Roma (Giuseppe), La tradizione del pellegrinaggio e la riproposizione dei luoghi santi in Calabria: la Gerusalemme di Laino Borgo, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 871-84 Þ «AB» 032-C.

032-158 Rosso (Paolo), Negli stalli del coro. I canonici del capitolo cattedrale di Torino (secoli XI-XV), Bologna, Il Mulino, 2014 (Collana di studi della Fondazione Michele Pellegrino), 699 p. + CD-Rom, ISBN 978-88-15-25149-7, € 50. Nella prima parte del libro, l’opera illustra il mondo culturale e l’inserimento nella società dei canonici torinesi, mentre la seconda parte è incentrata più specificamente sulla circolazione libraria, sulla biblioteca del capitolo e sulla formazione di fondi personali dei canonici stessi. – M.C.

032-159 Rouiller (Jean-Luc), La bibliothèque de La Grange, Genève, La Baconnière, 2011 (Belles pages de la Bibliothèque de Genève, 6), pp. 54, ill. col., ISBN 978-2-940462-06-3, s.i.p. Il 17 agosto 1917, William Favre (1843-1918) donava alla città di Ginevra la villa settecentesca e il parco di La Grange, sulle rive del lago Léman. La donazione comprendeva anche una biblioteca di oltre 12.000 vol., assemblata dal nonno, Guillaume Favre (1770-1851), curiosa figura di erudito. Il volumetto, corredato da belle illustrazioni a colori, ripercorre in maniera essenziale ma chiara la storia della formazione di questa preziosa raccolta libraria – oggi gestita dalla Bibliothèque de Genève –, soffermandosi a descrivere alcuni dei pezzi più significativi. Tra questi ultimi un libro d’ore Paris, Gilles Hardouyn, 1503, stampato su pergamena e miniato e alcuni libri con prestigiose provenienze (come il Julius Osbequens, De prodigiis liber, Amsterdam, Henri et Théodore Boom, 1679, con legatura in pieno marocchino rosso alle armi di Colbert). Complessivamente, la collezione comprende alcuni manoscritti, 22 incunaboli (descritti da Antal Lőkkös, Les incunables de la bibliothèque de Genève: catalogue descriptif, Genève, Bibliothèque publique et universitaire, 1982), un centinaio di cinquecentine, circa 500 edizioni del XVII secolo e 2.000 del XVIII. La metà dei vol., tuttavia, data alla prima metà dell’Ottocento, con qualche raro pezzo successivo, evidentemente acquistato dagli eredi di Guillaume Favre dopo la sua morte. Chiude un’essenziale bibliografia. – L.R.

032-160 Sabba (Fiammetta), La biblioteca dell’abbazia di S. Pietro a Perugia fra Medioevo ed Età moderna, «TECA», 5, 2014, pp. 31-54. Il contributo ripropone, recuperando le varie e stratificate fonti, la storia della millenaria (dal Medioevo all’età moderna) biblioteca dell’Abbazia benedettina di San Pietro a Perugia. Dopo una parte iniziale ci si sofferma in particolar modo sull’Età moderna, facendo riemergere, anche grazie alle liste librarie primoseicentesche contenute nei manoscritti Vat. Lat. 11266 e 11286, la struttura organizzativa e bibliografica della biblioteca. – A.T.

032-161 Sabbatini (Ilaria), «Pisa nova Hierusalem». Le «Imitationes» gerosolimitane e la sacralizzazione civica, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 251-77 Þ «AB» 032-C.

032-162 Salvarani (Renata), Liturgie di Gerusalemme nello specchio delle fonti di pellegrinaggio tra l’età costantiniana e la conquista crociata, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 97-132 Þ «AB» 032-C.

032-163 Sánchez-Martí (Jordi), The Publication History of Anthony Munday’s Palmerin d’Oliva, «Gutenberg Jahrbuch», 89, 2014, pp. 190-207. Alla fine del XVI secolo fu pubblicata la traduzione inglese (realizzata attraverso il francese) del romanzo cavalleresco Palerín de Olivia, che nei decenni successivi godette di un certo successo commerciale (edizioni 1588, 1597, 1615/16, 1637). – E.B.

032-164 Santoro (Marco), I Giunta a Madrid. Vicende e documenti, Pisa-Roma, Fabrizio Serra, 2013 Þ rec. Paola Zito, «AIB Studi», 54/1, gennaio-aprile 2014, pp. 139-140.

032-165 Sassen (Catherine), Art book indexes reviewed, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/3, settembre 2014, pp. 104-8. Attingendo dalle recensioni pubblicate dalla College Art Association, l’a. discute le caratteristiche degli indici considerate importanti dai recensori di libri d’arte. – L.R.

032-166 Schiavi (Luigi Carlo), La rotonda del Santo Sepolcro di Aquileia, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 461-8 Þ «AB» 032-C.

032-167 Se former à l’accueil. Ethique et pratique, sous la direction de Marielle de Miribel, Paris, Editions du Cercle de la Librairie, 2012 Þ rec. Anna Vaglio, «AIB Studi», 54/1, gennaio-aprile 2014, pp. 124-5.

032-168 Sensi (Mario), Evocazione del Santo Sepolcro tra Umbria e Marche, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 701-26 Þ «AB» 032-C.

032-169 Silanos (Pietro), La fondazione della chiesa e dell’ospedale di S. Sepolcro di Parma: tra «imitatio Hierosolymitana» e Riforma, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 499-522 Þ «AB» 032-C.

032-170 Small (Dave) – Nancy Fithian, INNZsight: Index New Zealand in focus, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/3, settembre 2014, pp. 97-103. Si descrive il progetto Index New Zealand, che prevede la realizzazione di un database, già disponibile gratuitamente online con oltre 800.000 record, basato sullo spoglio di circa 1.000 riviste e quotidiani della Nuova Zelanda. – L.R.

032-171 Society news, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/3, settembre 2014, pp. 130-2. Notizie dal mondo dell’indicizzazione e cronache di conferenze e premi. – L.R.

032-172 Stampa (La). Il tempo ritrovato, Torino, Editrice La Stampa, 2014, pp. 384, ill. col., manca ISBN, s.i.p. La storia del più antico quotidiano italiano ancora attivo, «La Stampa», appunto, è stata recentemente composta in un museo, il Museo Spazio La Stampa, collocato all’interno della sede madre della testata, a Torino. Il presente vol. ne costituisce l’affascinante catalogo. Che cosa ci può essere all’interno del museo di un giornale? La storia istituzionale, i mezzi di trasmissione delle notizie, la composizione, la stampa, la distribuzione, biografie dei direttori, notizie sulle “grandi firme”, indice e bibliografia finale. Fra i pregi del vol., un formidabile apparato iconografico. – A.L.

032-173 Stijnman (Ad) - Elizabeth Upper, Color Prints before Erhard Ratdolt. Engraved Paper Instruments in Lazarus Beham’s Buch von der Astronomie (Cologne: Nicolaus Götz, c. 1476), «Gutenberg Jahrbuch», 89, 2014, pp. 86-105. Importante contributo dedicato non solo a studiare i più antichi esperimenti di stampa di figure a colori (databili alla metà degli anno ’70 del Quattrocento), ma anche l’uso di calcografie all’interno della produzione incunabolistica (25 edizioni note). – E.B.

032-174 Stork (Hans-Walter), Zu einem Brief des 15. Jahrhunderts aus der Bibliothek des Beginenkonvents in Hamburg, «Gutenberg Jahrbuch», 89, 2014, pp. 220-5. L’analisi di una lettera conservata tra i libri giunti dal beghinaggio di Amburgo permette di focalizzare l’invio alle suore di un incunabolo forse di Steffen Arndes (1487). – E.B.

032-175 Strinna (Giovanni), La composizione materiale del codice di San Pietro in Silki, in Historica et philologica, a cura di M. G. Sanna, pp. 227-47. Il codice, più conosciuto con la definizione (impropria) di Condaghe di San Pietro in Silki, è una raccolta di registri patrimoniali, redatti in lingua logudorese, del monastero a cui è intestato e di altre chiese dipendenti, redatta tra la seconda metà del XII e il medio XIII secolo. Il contributo si sofferma sulle caratteristiche del manoscritto sul piano della sua composizione materiale. – A.L.

032-176 Sukenich (Ron) – Ken Williams, 21 days to success through networking: the life and times of Gnik Rowten, Medford (N.J.), Information Today, 2013 Þ rec. Michael E. Jackson, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/2, giugno 2014, p. 92.

032-177 Tobagi (Benedetta), Una stella incoronata di buio. Storia di una strage impunita, Torino, Einaudi, 2013 Þ rec. Gabriele Mazzitelli, «AIB Studi», 54/1, gennaio-aprile 2014, pp. 137-8.

032-178 Tosin (Luca), La formazione della Biblioteca Aprosiana di Ventimiglia attraverso la corrispondenza di eruditi e bibliofili, «Studi Secenteschi», 55 (2014), pp. 157-81. Ampio profilo dell’eremitano Angelico Aprosio (1607-1681), al secolo Ludovico, dalla cui ampia raccolta libraria ha avuto origine la Biblioteca Aprosiana di Ventimiglia. Dalla sua corposa rete epistolare emergono tracce per ricostruire la formazione della sua biblioteca. – L.R.

032-179 Trombetta (Vincenzo), Il Rinascimento meridionale nell’editoria napoletana dell’Ottocento, Pisa-Roma, Serra, 2014 (Istituto nazionale di studi sul Rinascimento meridionale. Studi, 14), pp. 149, ill., ISBN 978-88-6227-601-6, s.i.p. Dalla penna di uno specialista dell’editoria e della cultura napoletana dell’Ottocento viene questo vol. che indaga la presenza e la visione del Rinascimento meridionale nella produzione libraria e periodica (ma anche negli studi) napoletana del XIX secolo. Si tratta di un contributo che riguarda «non tanto la letteratura e l’arte tra Quattro e Cinquecento, ma la fortuna del Rinascimento meridionale, evidenziando predilezioni, suggestioni o veri e propri portati ideologici della cultura dell’Ottocento che, riflettendosi nell’appannato specchio dei secoli del classicismo, cerca archetipi, indirizzi e conferme del proprio divenire storico» (p. 12). Il saggio, infatti, «intende illustrare […] un alveo editoriale la cui unitaria fisionomia è stata sinora trascurata sia sul piano culturale, sia su quello più specificamente tipografico, che, nel percorrere l’intero arco del diciannovesimo secolo, si declina in una rilevante messe di monografie, riedizioni, biografie, articoli, saggi, estratti, drammi, memorie accademiche, stampe d’occasione e recensioni» (p. 11). Il vol., seguendo una scansione cronologica, si compone di tre capitoli. Il primo, dedicato al periodo che va dalla prima restaurazione al Decennio francese, prende in considerazione sostanzialmente i primi quindici anni del secolo e dimostra come il Rinascimento sia funzionale alla «costruzione dell’identità della Nazione Napoletana» (p. 37). Il secondo, che si sofferma sulla Restaurazione borbonica, fino all’Unità d’Italia, dimostra la persistente presenza del Rinascimento nella costruzione identitaria del pieno Ottocento, grazie anche all’affermazione di nuovi generi (per esempio le edizioni di libretti teatrali). Il terzo, considerando gli ultimi quattro decenni del XIX secolo, mostra come in questo periodo, a fronte di una ridotta presenza del Rinascimento nelle pubblicazioni locali, si sviluppino però gli istituti di studi storici che porranno le basi per la nascita dei più importanti periodici scientifici napoletani e per una nuova stagione di studi. Chiudono un’appendice iconografica e l’indice dei nomi. – L.R.

032-180 Tromboni (Lorenza), La restaurazione di Firenze e il mito di Gerusalemme nella predicazione di Girolamo Savonarola: le prediche sopra «Aggeo» e il «Compendio di rivelazioni» (1494-1495), in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 133-58 Þ «AB» 032-C.

032-181 Tura (Adolfo), Incunaboli e testi. Primi appunti sulla tradizione a stampa del volgarizzamento in rima dell’Ars amatoria, «Gutenberg Jahrbuch», 89, 2014, pp. 46-67. Il volgarizzamento, con ampie interpolazioni, dell’opera ovidiana è noto in mss. italiani dalla fine del XIV secolo. Ebbe però una larga fortuina incunabolistica, qui indagata con frequenti incursioni su problemi testuali e filologici, oltre che bibliografici. – E.B.

032-182 Valacchi (Eugenia), L’antico oratorio di Santa Maria delle Grazie a Firenze. Costruzione e suggestioni dal Santo Sepolcro di Gerusalemme, in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 219-30 Þ «AB» 032-C.

032-183 Vargas Llosa (Mario), Elogio della lettura e della finzione, Torino, Einaudi, 2011, pp. 34, ISBN 978-88-0620-856-1, € 8. Si tratta del discorso tenuto da Vargas Llosa nel 2010 in occasione del conferimento del premio Nobel per la Letteratura. Lo scrittore ripercorre alcune tappe fondamentali della sua vita, ricordando come la sua compagna più fedele sia sempre stata la lettura. Molte le motivazioni che lo hanno spinto a fare della letteratura la sua ragione di vita, sebbene non siano mancati momenti di dubbio e riflessione sulla professione di scrittore: forse un «lusso solipsista» (p. 6) se si pensa soprattutto alla realtà da cui proviene, il Perù. Vargas Llosa si oppone con forza ai totalitarismi e ai fanatismi che, in tempi e luoghi differenti, hanno spesso preso il sopravvento. L’a. sa però che c’è un modo per salvarsi, si tratta della finzione: «così come scrivere, leggere è protestare contro le ingiustizie della vita» (p. 7), una vita che «così com’è non è sufficiente a soddisfare la nostra sete di assoluto». Ecco quindi che la finzione risulta essere la migliore via di fuga da una realtà che è troppo stretta, l’unica che ci permette di vivere esperienze, visitare luoghi, conoscere persone ed epoche che non potremmo sperimentare in altro modo. – Francesca Turrisi

032-184 Vitali (Francesco), Giambullari, Gelli e la Discesa di Christo al Limbo di Bronzino: un’ipotesi interpretativa, «Archivio storico italiano», 2013/4, pp. 725-50. Il grande dipinto della Discesa di Christo al Limbo, realizzato dal Bronzino tra il 1548 e il 1552, rivela quanto fossero complesse le relazioni tra pittura, letteratura e religione, soprattutto nell’effervescente ambiente culturale e spirituale dell’Accademia fiorentina della metà del XVI secolo. – M.C.

032-185 White (Michael D. D.), Provided you can find them…, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 32/2, giugno 2014, p. 63.

032-186 Zardin (Danilo), I fili della storia. Incontri, letture, avvenimenti, Bari, Edizioni di Pagina, 2014, pp. XII+212, ISBN 978-88-7470-377-7, € 14. L’a., noto professore di Storia moderna, non disdegna da alcuni anni di pubblicare sul web interventi di taglio più giornalistico, soprattutto sul sito de “Il Sussidiario”. Ne sono stati qui raccolti quasi una cinquantina, dotati di agili ma utili note bibliografiche, su temi che riguardano soprattutto la Chiesa nel mondo moderno e contemporaneo, la figura stessa di Gesù Cristo, la sua attualità, la storia della riflessione teologica e storico-ecclesiastica. – E.B.

032-187 Zoppi (Matteo), Gerusalemme nella riflessione di Agostino d’Ippona sulla «Civitas Dei», in Come a Gerusalemme, a cura di A. Benvenuti - P. Piatti, pp. 3-12 Þ «AB» 032-C.

032-188 Zucconi Galli Fonseca (Corrado), Tre secoli di editoria a Camerino 1523-1823, Matelica, Halley, 2014, pp. 132, ISBN 978-88-98767-01-1, € 20. Se alla lacuna di una storia della stampa a Camerino il presente vol., frutto della prolungata passione collezionistica e amatoriale dell’a., ancora non risponde in toto, esso costituisce però un utile avviamento alla sua risoluzione. Dopo infatti alcuni brevi testi introduttivi (a firma di Pier Luigi Falasci e dell’a. stesso) il volumetto non si perde in discorsi, ma si dipana piuttosto seguendo cronologicamente la figura di undici tipografi di cui vengono presentate da una a una dozzina di edizioni più significative, ciascuna accompagnata da una utile fotografia (quasi sempre del frontespizio). Le schede, che prescindono da una puntuale descrizione dell’edizione, vengono però a tracciare un intelligente ritratto del singolo editore, fornendo spesso utili notizie storiche basate su dati archivistici o iconografici o relative alla stampa vera e propria, ai committenti, alla carta impiegata. L’indice finale dei nomi (pp. 121-7) e la bibliografia (129-30) fanno del libro un agile strumento di lavoro che potrà venire di grande aiuto a chi vorrà proseguire sulla strada indicata. – E.B.

 

Indici di recensioni e segnalazioni

Accademia dei Rozzi 1

Aldo Manuzio 134

Amadis di Gaula G

André Schiffrin 14

Archivi 2, 7, 30, 38, 135

Biblioteca di via Senato 20-2

Biblioteconomia 5, 19, 32, 54, 167

Caratteri tipografici 52, 74

Carlo Magno 96

Cataloghi 68

Caterina Percoto 35

Charta 40

Citazione 33

Diritto d’autore 4

Editoria del ’400 10, 37, 67, 83, 119, 142, 155, 173-4, 181

Editoria del ’500 E, 13, 43, 114, 122, 131, 142, 163-4, 184, 188

Editoria del ’600 60, 79, 188

Editoria del ’700 B, 79 ,130, 133, 188

Editoria dell’800 49, 70, 100, 107, 115, 136, 179

Editoria del ’900 50, 61, 75, 102, 118, 140

Editoria contemporanea 15

Editoria musicale 132

Gerusalemme C, 6, 8, 11, 16-8, 23-4, 27, 31, 46, 53, 55, 64, 72, 81, 103, 106, 116, 120-1, 123, 128-9, 139, 145, 150, 157, 161-2, 166, 168-9, 180, 182, 187

Giacomo Puccini 78

Gianfranco Contini 41

Indicizzazione 25, 28, 34, 39, 44-5, 48, 56, 59, 62, 84-5, 90-2, 94-5, 104-5, 111-3, 126, 149, 152-3, 165, 170-1, 185

La Stampa 172

Libri d’artista 3

Linked data 89

Manoscritti 51, 82, 88, 108, 117, 147, 154, 175

Patrimonio culturale 69

Postillati 73

Predicazione 42

Raimondo Turtas 87

Samizdat sovietico 138

Stampa effimera 80

Storia del libro 93, 66

Storia della carta 98

Storia della comunicazione 47, 57

Storia della legatura 58, 183

Storia della lettura A, 99, 109-10

Storia della miniatura 141

Storia della scrittura 9

Storia della stampa D

Storia delle biblioteche F, 12, 26, 36, 101, 143, 148, 158-60, 178

Storia di Brescia 29

 

Cronache

Convegni

Tempus Libri 2014. VIe Colloque interdisciplinaire d’histoire du livre. “Le livre au fil du temps”, Český Krumlov, 23-26 octobre 2014. Organizzato da Jitka Radimská e Jaroslava Kašparová con l’appoggio della Facoltà di Filosofia della Università della Boemia meridionale di České Budějovice, si è svolto il sesto convegno dedicato alla storia del libro, concentrato soprattutto sulla situazione in Repubblica Ceca e in Slovacchia. Pur caratterizzato da un interesse locale, il convegno ha visto riunita una trentina di bibliotecari e studiosi europei. I temi trattati sono andati dalla produzione e circolazione del libro nel territorio della vecchia Cecoslovacchia, alla storia delle raccolte librarie e delle biblioteche nel medesimo territorio. Le relazioni però dedicate ai libri devoti a Zurigo, ai libri protestanti in Ungheria, alla storia del mercato antiquario in Europa occidentale, alle raccolte librarie di Wrocław o a quelle di Gerusalemme hanno contribuito alla necessaria apertura internazionale: la qualità degli interventi era comunque già di per sé la dimostrazione della penetrazione di un metodo di lavoro scientificamente valido e storicamente smaliziato, frutto in particolare dell’antica relazione con Frédéric Barbier. Spiccavano tra gli interventi due filoni di studi particolarmente vivaci, per forza di cose ignorati ai tempi della dittatura comunista. Da un lato l’interesse per le raccolte librarie religiose (soprattutto francescane, ma anche benedettine) con interessanti aperture anche sulla tradizione manoscritta, e l’attenzione alle collezioni nobiliari con la proiezione sulla storia della lettura del Sette e Ottocento. Da notare anche, oltre alla collocazione del convegno nell’eccezionale contesto di una splendida città d’arte come Český Krumlov (siamo nei Sudeti), la visita svolta alla biblioteca del locale castello e alla biblioteca settecentesca dei cistercensi di Vyšši Brod. Il programma completo del convegno in ceco, tedesco e francese può essere utilmente consultato alla pagina web http://ffjcu.moss-roy.com/tempus-libri-2014, mentre gli atti verranno pubblicati nella collana “Opera romanica” della suddetta Università. – E.B.

Per Cristoforo Landino lettore di Dante. Contesto umanistico, storia tipografica e fortuna del Comento sopra la Comedia, Firenze, Società Dantesca Italiana, 7-8 novembre 2014. Nato come un semplice seminario, il convegno fiorentino (grazie alla collaborazione di Paolo Procaccioli) si è invece rivelato un denso laboratorio internazionale sulla cultura dantesca nella Firenze degli ultimi decenni del XV secolo. Il nucleo centrale del convegno è stato infatti costituito dal reperimento del contratto per la stampa della princeps del Comento da parte di Lorenz Böninger, benemerito studioso che dagli archivi fiorentini ha già tratto importanti materiali per la storia della stampa in Firenze. Una parte degli interventi ha voluto in realtà illuminare la cultura landiniana mostrando, attraverso l’appello a materiale inedito o fin qui non ben valorizzato, come il commento di Landino, la cui pregnanza rispetto all’esegesi dantesca è ovviamente del tutto superata, illumini però un momento culturale particolare, con la rivendicazione a Firenze del poeta, dopo l’edizione milanese del commento del Nidobeato. Il Comento, attraverso anche interessanti contaminazioni con la storia dell’arte o le fonti filosofiche, diventa testimone essenziale della cultura medicea, basata su complessi ma precisi presupposti ideologici. L’altro aspetto ben valorizzato dal convegno è stato quello più prettamente storico-tipografico della vicenda. Nicolò di Lorenzo (von Lorenz, Tedesco, Alemanno), originario della Slesia, era impiegato a Firenze già alla metà degli anni ’60 del Quattrocento. Forse protagonista dell’avventura tipografica cosiddetta “del Terenzio” nei primi anni ’70, fu poi tipografo in proprio con una cinquantina di edizioni, molte delle quali di primaria importanza (Ficino, la Geografia del Berlinghieri, Alberti, Antonio Bettini da Siena). Implicato in una fallimentare edizione di Gregorio Magno che lo trascinò in carcere per debiti, non sottoscrisse più edizioni, rimanendo però attivo almeno fino agli inizi degli anni Novanta. Fra tutta la produzione spicca però la prima edizione della Comedia col Comento landiniano, adornata dal più antico tentativo di illustrazione a stampa tramite calcografie per il disegno delle quali fu coinvolto, sembra, Botticelli: si capisce allora l’importanza del ritrovamento documentario al centro del convegno. Di grande interesse il fenomeno: nonostante Nicolò sia stato oggetto degli studi (tra gli altri) di Ridolfi, Maracchi Bigiarelli, Bühler, Veneziani, Rhodes, Scapecchi, Böninger stesso, il ritrovamento di un solo, sia pur importante documento, permette un completo ripensamento del suo percorso. In attesa della pubblicazione degli atti, il programma delle giornate fiorentine può essere reperito all’indirizzo http://www.storiadifirenze.org/Calendario/per-cristoforo-landino-lettore-di-dante – E.B.

Jacopo Bernardi (1813-1897). Un veneto testimone dell’Ottocento. Convegno di studi nel secondo centenario dalla nascita, Venezia, Ateneo Veneto, 26-27 novembre 2014. Nel secondo centenario dalla nascita dell’abate Jacopo Bernardi (1813-1897), si è tenuto (organizzato dalla Regione Veneto e dalla Fondazione Musei Civici di Venezia) nei giorni 26 e 27 novembre 2014 presso l’Ateneo Veneto il convegno di studio per ricordarne la figura. Nato a Follina e impegnato, lungo tutto il corso della sua vita, nell’accrescimento culturale ed economico della società del suo tempo, Bernardi fu sacerdote ed educatore nel corso del XIX secolo. Amico di Nicolò Tommaseo, durante la sua permanenza a Venezia Bernardi si occupò delle istituzioni di beneficenza: come presidente della Congregazione di carità e come membro di altre istituzioni caritatevoli. La Regione Veneto e la Fondazione Musei Civici di Venezia hanno promosso, assieme alla Biblioteca del Museo Correr (in particolar modo Piero Lucchi e Andrea Pavanello), varie iniziative di studio dell’imponente fondo di volumi e carte d’archivio, che esattamente cento anni fa furono donati dagli eredi dell’ecclesiastico al Museo Civico di Venezia. I primi risultati di studio compiuti sul Fondo Bernardi (catalogato in SBN e inventariato) sono stati presentati nel corso di queste due giornate di studio presso l’Ateneo Veneto. La prima sessione del convegno, quella del pomeriggio del 26, ha messo in rilievo quella che è stata la personalità e la figura del Bernardi, ripercorrendo, da diversi punti di vista, vari aspetti della sua biografia: dopo un saluto delle autorità, la sessione, presieduta da Fausta Bressani, ha visto alternarsi gli interventi di: Piero Lucchi, Erilde Terenzoni, Giampaolo Zagonel, Cristina Munno e Alessandro Tedesco. La mattina della seconda giornata, coordinata da Edoardo Barbieri, è stata percorsa da diversi interventi che hanno analizzato il variegato operato del Bernardi: Fabio Forner, Isabella Collavizza, Michele Gottardi, Paolo Cozzo, Giovanni Vian e Piero Pasini. Il pomeriggio, coordinato da Franco Rossi, si è invece chiuso con tre relazioni che hanno ricostruito i rapporti di Bernardi con altre figure dell’epoca, attraverso gli epistolari: Donatella Rasi, Elisabetta Molteni, Carlida Steffan ed Enzo Marcuzzo. In chiusura un momento di “salotto musicale”, in collaborazione con il Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia, dove a brani dell’epistolario di Bernardi si sono alternati pezzi di musica vocale da camera. – A.T.

The Franciscans in the Levant, 13th-16th Century, Roma, Koninklijk Nederlands Instituutte, 9 dicembre 2014. Workshop organizzato dal progetto The Franciscans of Mount Zion in Jerusalem and the Representation of the Holy Land (1333-1516), finanziato dalla NWO (Nederlandse Organisatie voor Wetenschappelijk Onderzoek), sul tema dei francescani in Levante. La Terra Santa ha svolto un ruolo cruciale nella formazione delle identità dei francescani. Mentre tale centralità in questo senso è già stata affermata, il processo esatto con cui questa identità si è definita ha solo di recente cominciato ad attrarre l’interesse degli studiosi. La presenza francescana in Terra Santa e in Levante era ed è poliedrica, rendendo i frati una costante nell’organizzazione dei pellegrinaggi, delle pratiche devozionali e come intermediari tra la popolazione locale, in particolare le autorità musulmane. Riflettendo su queste tematiche il seminario ha riunito specialisti che, da diversi punti di vista, hanno discusso su quale sia stato il ruolo dei francescani in Terra Santa. Dopo i saluti iniziali del direttore del Reale Istituto Neerlandese a Roma, Harald Hendrix, e l’introduzione ai lavori di Michele Campopiano e Guy Geltner, la mattinata si è aperta con il tema I Francescani in Terra Santa e le loro relazioni con l’Occidente, e ha visto le relazioni di Isabelle Heullant-Donat, Les franciscains, les Lieux saints et l’interprétation de la lettre de Clément VI (1342) e di Beatrice Saletti, La presenza dei Frati Minori nei luoghi santi nel Trecento tra Vulgata e testimonianze dei pellegrini. La prima parte del pomeriggio ha invece avuto come tema centrale quello delle Descrizioni francescane della Terra Santa e del Medio Oriente, con gli interventi di Patrick Gautier Dalché, L’Orient de Grifon de Flandres, Michele Campopiano, Logiche francescane di descrizione della Terra Santa tra geografia, storiografia e cosmografia (1330-1530 circa), Marianne Ritsema van Eck, Franciscans of the Custodia Terrae Sanctae and the sacred centre of the world: geographical and cosmological considerations (ca 1480-1650) e Valentina Covaci, La mimésis rituelle et la translatio Terrae Sanctae. Le cas du Calvaire de Romans en Dauphiné. A chiudere la giornata gli interventi che hanno avuto come tema centrale la riflessione su Testi e manoscritti francescani, con gli interventi di Paolo Trovato, Processionali e antifonari francescani di Terrasanta (secc. XIV-XVI), Alessandro Tedesco, Libri e biblioteche dei Francescani in Levante. Sei secoli di storia attraverso i fondi della Biblioteca Centrale della Custodia di Terra Santa (progetto Libri ponti di pace – CRELEB), Marco Giola, Prime indagini sul testo del Libro d’Oltremare di Niccolò da Poggibonsi e sulle sue redazioni e Sara Cibin, I codici liturgici della Custodia di Terra Santa: testimonianze dal Sion. – A.T.

Mostre

Non solo Torah. Bibbie rare e codici preziosi dai fondi ebraici della Biblioteca Universitaria di Bologna, Bologna, Atrio dell’Aula Magna della Biblioteca Universitaria, 16 settembre - 17 ottobre 2014. In concomitanza (ovviamente non casuale) con ArteLibro e con le Giornate Europee del Patrimonio, la Biblioteca Universitaria di Bologna ha offerto al pubblico un piccolissimo ma sapido saggio di uno dei suoi fondi di codici, quello dei manoscritti ebraici, che è balzato recentemente agli onori della cronaca perché, catalogato come un modesto manoscritto del XVII secolo, custodiva all’insaputa di tutti il più antico rotolo completo della Torah oggi noto. Nove in tutto i pezzi esposti (uno, il più bello, in facsimile...): si tratta per lo più di esemplari di Bibbie membranacee (Pentateuco, Agiografi, Profeti) dei secoli XIII e XIV (nn. 1, 4, 6, 9), ma è presente anche una Bibbia datata 1193 (n. 5), che agli inizi del XVIII secolo si trovava certamente presso il convento di san Salvatore di Bologna, come attesta la relativa nota di provenienza. C’è poi un Rotolo di Ester in pergamena (n. 2) in un delizioso formato tascabile (appena 72 x 14 mm), un Mahazor (un testo liturgico, n. 3) di rito sefardita risalente al XIV secolo, ma soprattutto c’è il Canone di Avicenna: nella versione completa (n. 8), e in quella per così dire ridotta (sec. XIV; n. 7), che contiene unicamente la prima parte del celebre testo medico e la miniatura con il ritratto di Avicenna (ovviamente il vol. è aperto proprio sulla relativa pagina). Il codice membranaceo del Canone in versione integrale (sec. XV) è stato presentato solo nel giorno di inaugurazione della mostra, e dunque il pezzo esposto è purtroppo un facsimile. Tuttavia la sontuosità dell’opera si coglie ugualmente bene, non foss’altro per l’ottima riproduzione delle miniature (peccato solo la collocazione infelice nella bacheca: in basso, e con una luce poco azzeccata). Molto belli anche gli altri pezzi – splendide, per esempio, le masorah magnae stese sui bordi delle pagine per mezzo di micrografie in forme differenti (cane, uccelli, asce, foglie) – ed esaurienti le schede che li descrivono, ricavate dal nuovo catalogo dei manoscritti ebraici compilato da Mauro Perani e Giacomo Corazzol (estratto da: inBUB. Ricerche e cataloghi sui fondi della Biblioteca Universitaria di Bologna, 3, 2013, pp. 13-191). Una mostra rapida e godibile insomma, anche se soffocata dalla presenza (disorientante) di tre grandi bacheche affrontate, contenenti riproduzioni di pezzi pregiati della biblioteca in mostra permanente, che nulla c’entrano con Bibbie, Canoni e liturgia sefardita. – Elena Gatti.

Collecting the Renaissance: the Aldine Press 1494–1598. 31st October 2014 - 25th January 2015, London, British Library. La mostra Collecting the Renaissance: The Aldine Press (1494-1598), alla Ritblat Treasure Gallery della British Library fino al 25 gennaio 2015, si presenta come il primo evento delle celebrazioni per il cinquecentenario della morte di Aldo Manuzio del 2015. Dodici gli esemplari esposti, studiati e selezionati da Jill Kraye, Stephen Parkin e Paolo Sachet attingendo dalla straordinaria collezione di libri antichi italiani della biblioteca nazionale britannica. L’attenzione è rivolta alla fortuna postuma del mito di Aldo. Una prima teca ripercorre le innovazioni tecniche e i successi editoriali della stamperia manuziana, dal 1495 fino al tramonto dell’impresa nell’ultimo decennio del Cinquecento. Accanto agli Erotemata di Lascaris e al meraviglioso Virgilio in ottavo dalla biblioteca Gonzaga, si può ammirare, per esempio, una copia della prima edizione dei canoni del Concilio di Trento stampata da Paolo Manuzio su carta azzurra. Nella seconda teca viene illustrato il ruolo cruciale svolto dai collezionisti inglesi del XVIII e XIX secolo nel preservare molti esemplari aldini unici o rarissimi, come l’Hypnerotomachia Poliphilii del 1499 e il Lattanzio del 1533 rilegati rispettivamente per Thomas Mahieu e Jean Grolier. Tutti i libri in mostra provengono, a ben vedere, dalle ricchissime biblioteche di re Giorgio III, Clayton Mordaunt Cracherode, Thomas Grenville e Richard Colt Hoare, i quali, in un virtuoso circuito di emulazione nobiliare, donarono le proprie collezioni alla nazione. Collegata alla mostra, si terrà una conferenza al Warburg Institute il prossimo 6 febbraio, in corrispondenza del giorno della scomparsa del sommo stampatore. I numerosi eventi per le celebrazioni manuziane sono consultabili sul portale del CERL Manutius Network 2015 (http://www.cerl.org/collaboration/manutius_network_2015/main). – Paolo Sachet

 

Taccuino

a cura di R.V.

 

Iniziative C.R.E.L.E.B.

Libri ponti di pace: un progetto per Gerusalemme, martedì 3 marzo 2015, Università Cattolica del Sacro Cuore Sala Negri da Oleggio, Largo Gemelli 1 - Milano

Ore 16.30

 

Saluti introduttivi

Franco Anelli, Magnifico Rettore - Università Cattolica

Giuseppe Frasso, Direttore del Dipartimento di studi medioevali, umanistici e rinascimentali

 

Intervengono

Edoardo Barbieri (Direttore CRELEB – Università Cattolica), Cinque anni di collaborazione tra l’Università Cattolica e le Biblioteche francescane di Terra Santa

Martina Pantarotto (Università Telematica E-Campus), Realtà e mito di Gerusalemme nei manoscritti francescani di area lombarda

 

Leggere tra le righe

XXXV seminario di cultura del libro e della biblioteca

10 marzo 2015, ore 17

Brescia, Libreria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

Presentazione degli atti del convegno Libri, lettori, immagini. Libri e lettori a Brescia tra medioevo ed età moderna, a cura di Luca Rivali, Udine, Forum, 2015

Relatore: prof. Claudio Vela (Università degli Studi di Pavia)

 

L’ancora e il delfino.

Un seminario internazionale su Aldo Manuzio

mercoledì 18 marzo 2015

Università Cattolica

Largo Gemelli 1, Milano

 

saluto di Giuseppe Frasso (Direttore del Dipartimento di Studi Medievali, Umanistici e Rinascimentali)

ore 9.00 Carlo Pulsoni (Università di Perugia), Manuzio, Bembo, Petrarca

ore 10.30 Alexander Vanautgarden (Bibliothèque de Genève), Alde Manuce, éditeur d’Érasme

pausa

Biblioteca Ambrosiana

Piazza Pio XI 2, Milano

saluto di don Federico Gallo (Dottore della Biblioteca Ambrosiana)

ore 14.00 James Clough (Politecnico di Milano) – Riccardo Olocco (Typographic Design) Il romano di Aldo: il “Bembo” del De Aetna 1496

ore 15.30 Edoardo Barbieri (Università Cattolica) (con l’aiuto di Massimo Rodella della Biblioteca Ambrosiana)

Un percorso tra le edizioni aldine dell’Ambrosiana

L’ingresso è libero fino a esaurimento posti. Per informazioni scrivere ad Alessandro Tedesco creleb@unicatt.it o Paola Borgna didattica@ambrosiana.it

 

Incontri, mostre e seminari

 

Aldo al lettore… Invito in Biblioteca Nazionale Marciana alla scoperta del mondo di Manuzio

Ciclo di incontri, eventi laboratori a cura di Patrizia Plebani

Venezia, Libreria Sansoviniana

29 gennaio 2015, ore 16

Prologo. Aldine marciane: il catalogo è questo

§ Saluto del Direttore Maurizio Messina § T. Plebani (Ufficio Storico-didattico), Presentazione dell’anno manuziano della Marciana § S. Marcon (Ufficio Manoscritti e Rari), La raccolta aldina marciana, un insieme eterogeneo § D. Benazzi - S. Bullo (Ufficio Catalogazione Libro Antico), “Libri graeci, libri latini, libelli portatiles in formam enchiridii”: aldine in Marciana § O. Braides - E. Sciarra (Ufficio Catalogazione e Catalogazione materiali speciali), Questo libro è mio. Tracce di studio, lettura e possesso negli esemplari di Aldo il Vecchio § C. Benvestito – S. Pugliese (Laboratorio di Restauro), Legature staccate, legature dimenticate? Le Aldine nella nuova banca dati degli interventi di restauro

 

6 febbraio 2015, ore 17

Lectio magistralis di apertura di Amedeo Quondam, Aldo Romano: una vita per il libro

 

19 febbraio 2015, ore 17

Neil Harris, La bottega tipografica del Rinascimento. Un autoritratto in immagini: torchi, torcolieri, compositori, incisori di caratteri, correttori

 

5 marzo 2015, ore 17

Luca Molà, Una città al lavoro. Il libro e l’industria a Venezia tra Quattro e Cinquecento

 

12 marzo 2015, ore 17

Filippomaria Pontani, Essere utile agli uomini. Aldo Manuzio editore di testi greci

 

26 marzo 2015, ore 17

Neil Harris, Il lettore italiano del Rinascimento. Profilo di un consumatore

 

1 aprile 2015, ore 17

James Clough e Alberto Prandi, Aldo Manuzio: che carattere! Come un carattere di Aldo ha fatto, da solo, la storia della tipografia fino ai nostri tempi

 

15 aprile 2015, ore 17

Vincenzo Fera, Aldo ai suoi lettori. Carta d’identità delle prefazioni (con letture di Antonino Varvarà)

 

Per informazioni:

http://marciana.venezia.sbn.it/eventi/aldo-al-lettore-invito-biblioteca-nazionale-marciana-alla-scoperta-del-mondo-di-manuzio

 

“Uno dei più abili geografi e astronomi dell’età nostra”. I manoscritti di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni

Fino al 31 gennaio 2015

Napoli, Biblioteca Nazionale

Nel quadro delle celebrazioni nazionali per il bicentenario della morte di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, la Biblioteca Nazionale di Napoli ricorda il famoso cartografo padovano con l’esposizione di alcune significative testimonianze della sua opera, in gran parte manoscritte, provenienti dalla Biblioteca dell’Officio Topografico. La raccolta confluì poi nella Biblioteca Provinciale, istituita nel 1872, che a sua volta fu annessa negli anni Venti del secolo scorso alla Biblioteca Nazionale di Napoli.

Per informazioni: www.bnnonline.it

 

La forma del libro. Dal rotolo al codice (secc. III a.C-XIX d.C.)

dal 10 febbraio al 27 giugno 2015

Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana

La mostra illustra al grande pubblico, con pezzi provenienti esclusivamente dalle collezioni laurenziane, i materiali e le forme della scrittura e del libro in particolare, presenti in Occidente e in Oriente nel periodo compreso tra i secoli III a.C. e il XIX d.C. Saranno esposti ostraka, tavolette (cerate, di legno e di piombo), papiri (in forma di rotolo e di volume) che coprono un arco cronologico che va dal III sec. a.C. al VII d.C. A questa sezione seguirà una serie di manoscritti laurenziani significativi, sia per la forma, sia per il contenuto. Si tratta di una scelta di codici di varie epoche in greco, persiano, latino, volgare prodotti in aree diverse, importanti sia da un punto di vista testuale, sia di impatto visivo in quanto miniati.

Per informazioni: www.bml.firenze.sbn.it

 

Un laboratorio europeo: la riflessione sulla giustizia a Milano da Beccaria a Manzoni

Fino al 12 febbraio 2015

Milano, Biblioteca Nazionale Braidense. Sala Maria Teresa

A 250 anni dalla prima edizione di Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria, l’esposizione, composta in massima parte da manoscritti e testi a stampa, intende illustrare e commentare nel suo complesso il percorso condotto dalla critica sui concetti di delitto e di pena, che è possibile seguire attraverso una ricchissima e suggestiva serie di documenti (in special modo gli autografi di Beccaria, Pietro Verri e Manzoni), in gran parte conservati presso istituzioni milanesi, in particolare la Biblioteca Ambrosiana, la Fondazione Raffaele Mattioli, la Biblioteca Nazionale Braidense, oltre alle edizioni di Beccaria conservate nell’eccezionale raccolta di Luigi Firpo, oggi custodita nella Fondazione che porta il suo nome.

Per informazioni: www.braidense.it

 

Cattedre ambulanti

Corso di formazione sul libro antico

20-22 febbraio 2015

Firenze, Libreria Gonnelli

Le Cattedre Ambulanti sono corsi itineranti di aggiornamento nati grazie alla rivista «Charta» diversi anni fa e patrocinati dallALAI. Le tematiche approfondite durante le giornate di corso riguardano in particolare il Libro Antico, il Novecento e le Stampe Antiche e Moderne. I corsi sono aperti a tutti: studenti universitari, collezionisti, librai, bibliotecari, ma anche semplici curiosi che vogliono avvicinarsi al mondo del collezionismo o dellantiquario librario.

20-21 febbraio: Dal libro antico al libro moderno: conoscenza e valutazione § Storia della carta e identificazione della filigrana. Incunaboli e post incunaboli § Il Cinquecento. Tipologie librarie e politiche editoriali § Autografi e libri musicali antichi e moderni § Il ’900 nei cataloghi dei librai § Il '900 Libri d'artista e Private Press § Come si costruisce un catalogo di vendita e si stabilisce la valutazione commerciale (due case d'asta a confronto)

22 febbraio: Le stampe antiche e moderne § Riconoscibilità delle tecniche incisorie § Gli Antichi Maestri § Le stampe moderne in Italia e in Europa § Cartografia 

Per info e prenotazioni: tel. 041 5211204

cattedre@novacharta.it

 

Magistri astronomiae dal XVI al XIX secolo: Cristoforo Clavio, Galileo Galilei e Angelo Secchi

Fino al 29 maggio 2015

Roma, Spazio Espositivo Tritone

Galileo Galilei, Cristoforo Clavio e Angelo Secchi sono stati tra i primi esploratori delle stelle, pionieri nello studio e nell'osservazione dei corpi celesti. Una selezione dei loro manoscritti inediti è ora esposta in mostra; ai testi scientifici si affiancano gli antichi strumenti di osservazione del Museo Astronomico e Copernicano dell'Inaf e il globo celeste della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.

Per informazioni:

www.fondazionesorgentegroup.com

 

The Afterlife of Aldus

Posthumous Fame, Collectors and the Book Trade

A conference organised by the Warburg Institute and the Bibliographical Society

Organisers: Paolo Sachet and Jill Kraye

London, The Warburg Institute, 6 February 2015

 

10.00 Registration and coffee (Common Room)

10.30 First Panel: The Aldine Press after Aldus (1515-1598)

Chair: Prof. Jill Kraye (Warburg Institute)

Welcome

10.45 Dr Raphaële Mouren (Warburg Institute) - ‘A Printer or a Humanist? The Evidence in Paolo Manuzio’s Books’

11.15 Prof. Lodovica Braida (Università degli Studi di Milano) - ‘Paolo Manuzio from Publisher to Author: His Tre libri di lettere volgari (1556 and 1560)’

11.45 Shanti Graheli (University of St Andrews) - ‘The Accademia Veneziana: Strategies and Failures of a Renaissance Publishing Venture’

12.15 Discussion

12.30 Lunch (Common Room)

13.30 Second Panel: Private Aldine Collections in Europe (1550–1900)

Chair: Dr Cristina Dondi (Lincoln College, Oxford; CERL)

Dr Alessandro Ledda (Università Cattolica del Sacro Cuore) -‘Collecting Aldines in Lombardy from the Eighteenth to the Twentieth Century: An Overview based on Material Evidence in the Incunabula Database (MEI)’

14.00 Prof. François Dupuigrenet Desroussilles (Florida State University) - ‘Aldine Collecting and Aristocratic Values in French Bibliophily Before and After the French Revolution’

14.30 Julianne Simpson (John Rylands Library) - ‘The Aldine Collection at the John Rylands Library: Earl Spencer, Richard C. Christie and Other Collectors’

15.00 Discussion

15.15 Coffee (Common Room)

15.45 Third Panel: The Modern Aldine Book Trade (1790–2015)

Chair: Margaret Ford (Christie’s; Bibliographical Society)

Dr Kristian Jensen (British Library) - ‘Aldus Manutius as seen by Antoine-Augustin Renouard, a Parisian Textile Manufacturer’

16.15 Nicholas Poole-Wilson (Bernard Quaritch Ltd) - ‘Aldine in British Book Trade History’

16.45 G. Scott Clemons (Grolier Club) –‘Aldine Tributaries: Collecting Aldus Manutius in the 21st Century’

17.15 Paolo Sachet (Warburg Institute) - ‘Aldine Sales in the UK from the Eighteenth Century to the Present: Towards a Checklist of British Sales Catalogues of Books published by the Manuzio Family’

17.45     Discussion

18.00 Reception (Common Room)

 

Tel: (020) 7862 8949 Fax: (020) 7862 8910

warburg@sas.ac.uk - warburg.sas.ac.uk

 

Aldo Manuzio e la costruzione del mito

Aldus Manutius and the Making of the Myth

Venezia 26-28 febbraio 2015

 

Giovedì 26 febbraio 2015, ore 15

Aula Magna di Ca’ Dolfin

Mario Infelise (Venezia),

Introduzione

L’uomo e l’editore

Presiede: Cesare De Michelis (Venezia) § Catherine Kikuchi (Parigi), How did Aldus Manutius Start a Printing Dynasty? The Social and Economic Foundations of a Family Business § Tiziana Plebani (Venezia), «Perché semo certi che chi nasce debbe morire»: Aldo di fronte alla morte § Oren Margolis (Oxford), Printing, Sculpture, and the Hypnerotomachia Poliphili § John Butcher (Perugia), Aldo Manuzio editore dell’opera poetica di Giovanni Pontano § Eirini Papadaki (Nicosia), L’edizione aldina delle opere di Platone e il platonismo rinascimentale

 

Venerdì, 27 febbraio 2015, ore 9

Biblioteca Nazionale Marciana, Sala Sansovino

Pubblicare i greci

Presiede: Georgios Ploumidis (Ioannina-Venezia) § Nicolas Barker (Londra), A Manuscript Made for Pier Francesco Barbarigo § Venetia Chatzopoulou (Atene), A Contribution to the Study of Aldine Editorship through Documents of the Humanist Library in Sélestat § Stephanos Kaklamanis (Creta), Giovanni Gregoropulos collaboratore di Aldo. Manuzio § David Speranzi (Firenze), Da Museo alla Bibbia. Appunti e riflessioni su esemplari di stampa, prassi ecdotica e editori greci in ambiente aldino § Lorenzo Ciolfi (Parigi), «Quia nihil aliud cupio quam prodesse vobis, studiosi». Il contributo di Aldo Manuzio alla paremiologia moderna.

 

Venerdì, 27 febbraio 2015, ore 14.30

Biblioteca Nazionale Marciana, Sala Sansovino

La materia dei libri (sessione in ricordo di Anthony Hobson)

Presiede: Piero Scapecchi (Firenze) § Ursula Rautenberg (Erlangen-Nürnberg), Aldine Title Pages. Design and Function § Franca Alloatti, Carlo Federici, Federico Macchi, Elisabetta Sciarra e Melania Zanetti (Venezia) Le legature dei libri di Aldo § Nicholas Pickwoad (Londra), Likewise Books Bound after What Manner You Please § Giordano Castellani (Lugano), La citazione nelle edizioni aldine § Randall McLeod (Toronto), The Birth of Italics

 

Sabato 28 febbraio 2015, ore 9

Aula Magna di Ca’ Dolfin

L’eredità manuziana

Presiede: Edoardo Barbieri (Milano) § Isabelle de Conihout (Parigi), Hand illumination and decoration of Aldus’ books until the mid XVIth: a study-case from Jean Grolier’s Aldines. § Shanti Graheli (St Andrews), Aldo Manuzio e il Rinascimento francese § Paolo Sachet (Londra), «Vivre, pour ainsi dire, au milieu de ces livres». La collezione aldina di Antoine-Augustin Renouard § Stephen Milner (Manchester), Manutius in Manchester: Merchant Collectors in the Nineteenth Century § Marina Venier (Roma), Gli «Aldi» in biblioteca: dalle raccolte delle corporazioni religiose romane alla Biblioteca Nazionale Centrale § Anna Giulia Cavagna (Genova), Manuzio e la storiografia tra ’500 e ’800 § Nicolaus Weichselbaumer (Magonza), The Reception of Aldus Manutius as a Book Designer at the Turn of the Twentieth Century § Neil Harris (Udine), Conclusioni

 

Per informazioni contattare

Civita Tre Venezie, Francesca Crudo +39 340 6242592 - +39 041 2201268 - info@civitatrevenezie.it

 

Postscriptum

 

I

n un recente film di fantascienza, il discusso Interstellar, si vede una scaffalatura di libri che è un luogo fisico (si impolvera) di accesso ai testi (si distingue un Conan Doyle), ma soprattutto di conservazione di oggetti fisici (che infatti possono cadere per effetto della gravità). Soprattutto si tratta, assieme a tutto ciò, di un luogo spirituale di trasmissione delle informazioni e delle conoscenze. Provare a riflettere su che ne è della lettura al tempo del web richiede uno sforzo notevole, innanzitutto per liberarsi dell’orrido chiacchiericcio che se ne fa. Qualche dato oggettivo. C’è da registrare una tendenza evidente alla sostituzione del discorso scritto con la registrazione videosonora: corsi di cucina, spiegazioni di matematica, lezioni universitarie (Youtube University https://www.youtube.com/channel/UCwT12sMzyiJuqWuCDDKEzdw/featured). Paolo Giordano ha parlato della tendenza alla sostituzione della funzione un tempo svolta dal romanzo con la serie TV, divenuta la nuova forma narrativa se non il nuovo volto del romanzo! Anche i tentativi di riflessione sullo stato del libro oggi, per esempio messi in atto da un grande evento come il milanese Book City, sono forse un po’ troppo schiacciati dal modello della presentazione delle novità librarie, degli incontri con l’autore con firma del volume: insomma più Book Fest che riflessione sul libro. Troppi corsi di scrittura creativa, troppo pochi di scrittura argomentativa e per il lavoro, nessuno di educazione alla lettura… Il vero tema, come ripetuto tante volte, resta quello della lettura. Anzi, si deve parlare, come si è fatto a “Engaging the reader 2014”, della prospettiva di un nuovo ecosistema della lettura. Si tratterà propriamente della ricerca della strada per una nuova esperienza della lettura in un ambiente ormai profondamente diverso, anche solo rispetto a 10 o 15 anni fa. La lettura ha già subito tante rivoluzioni, da quella classica a voce alta a quella silenziosa di s. Ambrogio! Ma poi da quella intensiva a quella estensiva, da quella concentrata quella diffusa, da quella professionale a quella democratica, da quella continuata a quella frammentata… Il tema della lettura è oggi centrale: è del tutto inutile parlare di trasmissione della conoscenza o di nuove tecnologie se si prescinde dalla riflessione sulla crisi della lettura e sulla necessità di creare nuovi modelli di lettori. Per anni si è discusso come se il tema fossero gli apparecchi e non, appunto, il lettore e la lettura. Un mucchio di discorsi che erano solo marchette pubblicitarie e intanto ci hanno riempito la testa di schermi retroilluminati o no, inchiostro digitale o no. Le bellissime piastrelle della fermata “Università” del metrò di Napoli riportano tutta la terminologia del mondo digitale, persino ipertesto, ma mancano proprio il lettore e la lettura. Ecco allora fiorire le analisi sulla lettura in Italia che, basate sui dati ISTAT piuttosto che sull’analisi dell’AIE, ci dicono tre cose. Innanzitutto che i non lettori in Italia sono almeno il 50% della popolazione con percentuali crescenti da Nord a Sud. Ma esiste davvero un rapporto con lo sviluppo economico? Chi legge di più è più ricco (come si usa dire), o chi è ricco legge di più? Non si sa: ci sono paesi poveri in cui si legge molto più che da noi. In secondo luogo in Italia sono tutti lettori da bambini (quindi la scuola invita o obbliga a leggere) ma c’è un arresto assai brusco che inizia sui 15 anni per i maschi e sui 17 per le ragazze: da lì la percentuale diminuisce inesorabilmente. C’è da credere che gli ormoni siano contrari alla lettura? Oppure il mercato non è capace di una proposta adeguata al segmento di mercato degli adolescenti? (si veda la bella analisi proposta da Cristina Caponeri e disponibile on line http://centridiricerca.unicatt.it/creleb_Cristina_Caponeri-online.pdf). In terzo luogo anche i cosiddetti “lettori forti”, cioè quelli che leggono almeno un libro al mese hanno subito un calo percentuale. È questione di crisi economica? Di disaffezione alla lettura? Oppure non sarà un caso che l’identica percentuale ricompaia come quella dei libri digitali venduti che cresce lentamente di anno in anno e ha raggiunto il 3% del mercato? Il punto è che queste statistiche si basano su un dato assai deformante: sulla percentuale di libri venduti! Esse presuppongono a. che chi compra un libro poi la legga e, a esempio, non lo regali; b. che tutti i libri siano da leggere, mentre ce ne sono da guardare o consultare; c. che chi legge un libro l’abbia comprato, mentre chi va in biblioteca fa esattamente il contrario; d. che l’unica vera lettura sia quella dei libri e non, che so, di una rivista specializzata. Allora una questione seria sarà invece piuttosto quella posta da Roberto Casati col suo bel libro Contro il colonialismo digitale che si interroga sulla ergonomia del dispositivo digitale, mostrando come, dotato di un tablet capace di collegarsi in continuazione alla rete, io perda la concentrazione necessaria alla fatica della lettura di un testo. Ci sono dati che confermerebbero questo: il fallimento di ogni seria sperimentazione scolastica col passaggio totale al libro di testo digitale; la bassa percentuale di memorizzazione dei libri letti su supporto digitale rispetto a quelli su carta; la percentuale di sottolineature presenti nei libri di Amazon che vanno drasticamente decrescendo lungo la durata del libro, avvalorando l’idea di un progressivo disinteresse se non dell’abbandono. Il tema vero è allora quello dello statuto della lettura nella cultura antropologica contemporanea, cioè della percezione sociale della lettura. Occorrerebbe un’analisi sociologica seria per sapere esattamente non solo quanto, come, dove, su quali strumenti leggiamo, se leggiamo. Occorrerebbe anche valutare il “gradiente di leggibilità” nella nostra società. Chiediamoci, per esempio: nelle riviste di architettura d’interni, quanto si mostrano libri? E dove? E come è cambiata nel tempo questa immagine? La casa dell’uomo e della donna benestanti hanno librerie? Con quanti libri? Un dato, tanto per cominciare: “Living” del Corriere mostra, per le foto d’interni, solo il 35% di immagini in cui compaiono libri: in particolare ci sono libri e librerie in soggiorno, camera da letto e cucina, non in sala da pranzo, bagno e ingresso. Con ciò, cosa significhi leggere resta un gesto un po’ misterioso, perché presuppone l’incontro tra due libertà, quella di chi scrive e di chi legge. Allora si intende quanta diversità si annida dietro l’identica azione di decifrare dei segni scritti: diverso leggere un sms, un giallo, un libro di studio o Philip Roth... Quanto più il testo sarà impegnativo tanto più richiede competenze e concentrazione in chi legge. Soprattutto una autentica comprensione del testo richiederà la messa in gioco di tutta la persona, di tutto il suo presente. Ha scritto Dario Fo su “La lettura” di domenica 9 novembre: «E ancora più importante è che i giovani allievi imparino a dire a voce alta quello che sta scritto. Solo così apprenderanno l’arte del rappresentare, il che significa pronunciare le parole dando loro la giusta cadenza e il tono corretto, così da mettere in evidenza la logica del discorso, evitando le false tonalità, i ritmi stantii e le cantilene, che immancabilmente distruggono il valore dello scritto… [Occorre] cercare di affrontare ogni libro sapendo in anticipo di che si tratta, e poi non fermarsi alla lettura silenziosa, esclusivamente mentale, del testo. Insomma, recitate, ma levatevi in piedi quando vi esibite, anche se siete soli in quella stanza. E se nel seguire le parole scritte vi succede di compiere qualche gesto con le mani e le braccia, e magari, perché no, con tutto il corpo, fatelo e, soprattutto, imparate a respirare fra le parole. E chiedetevi “Cosa sto dicendo? Ho ben compreso quello che vado raccontando?”». Al di là dell’aspetto performativo, l’esortazione a una lettura “semanticamente significativa” del testo, o, se si vuole, alla lettura semplicemente come gesto realmente umano e quindi denso di significato credo che colga nel segno. Si può allora citare un brano del Nobel per la letteratura Mario Vargas Llosa: «Così come scrivere, leggere è protestare contro le ingiustizie della vita. Chi cerca nella finzione ciò che non ha, dice, senza la necessità di dirlo, che la vita così com’è non è sufficiente a soddisfare la nostra sete di assoluto, fondamento della condizione umana». – Montag

 

L’almanacco bibliografico

Bollettino trimestrale

di informazione sulla

storia del libro e delle

biblioteche in Italia

 

numero 032, dicembre 2014

(chiuso il 7 gennaio 2015)

ISBN 9788881327201

disponibile gratuitamente in formato PDF all’indirizzo http://creleb.unicatt.it

(sono stati tirati 10 esemplari cartacei)

 

a cura del

CRELEB - Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca

(Università Cattolica – Milano e Brescia)

 

comitato editoriale: Edoardo Barbieri (coordinatore), Anna Giulia Cavagna, Pasquale Chistè, Giuseppe Frasso, Arnaldo Ganda, Ugo Rozzo

redazione: Marco Callegari, Rudj Gorian, Alessandro Ledda, Fausto Lincio, Giancarlo Petrella, Luca Rivali, Alessandro Tedesco, Natale Vacalebre, Roberta Valbusa

contatti: “L’almanacco bibliografico”, c/o Edoardo Barbieri, Università Cattolica, Largo Gemelli 1, 20123 Milano; e-mail: creleb@unicatt.it

 

edizioni CUSL – Milano

per informazioni: info@cusl.it