L’Almanacco

  Bibliografico

 
 

 

 

 

 


41, marzo 2017

Bollettino trimestrale

di informazione sulla

storia del libro e delle

biblioteche in Italia

                       

                        a cura del C.R.E.L.E.B.

 

   Sommario

 

 

La biblioteca preterintenzionale

     di Giorgio Antoniacomi.…………………......  p. 1

Recensioni.…………………………………...    p. 3

Spogli e segnalazioni…………………...     p. 11

(indici di recensioni e segnalazioni)…………    p. 30

In memoriam…………………..………..p. 30

Taccuino……………………………………….     p. 31

Postscriptum…………………………..……     p. 37

 
La questione

 

La biblioteca preterintenzionale

di Giorgio Antoniacomi

«U

na realtà non ci fu data e non c’è, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere: e non sarà mai una per tutti, una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile» (Luigi Pirandello). Il titolo di queste brevi riflessioni, poco più che qualche appunto, non esprime un sopravvenuto nichilismo da parte dell’autore, nonostante la tentazione sia talora piuttosto forte. Vuole, piuttosto, esprimere il senso di spaesamento che coglie chi, oggi, si occupa di un servizio pubblico come la biblioteca: quello di chi si rende conto che la realtà attorno alle biblioteche non somiglia più a quella nella quale e per la quale erano nate e si trova di fronte a un dilemma: se fermare il mondo e scendere o se addentrarsi nei percorsi ingannevoli che regolano, o sembrano regolare, il rapporto fra le biblioteche e il proprio contesto, in un momento nel quale un approccio classico e collaudato si sta rivelando sempre più conformista e, nei fatti, inutilizzabile. La tesi di fondo prende atto che la capacità di adattamento delle biblioteche a una realtà in divenire non possa prescindere da un mutamento di paradigma che riguardi sia la visione del servizio, sia la sua elaborazione e la sua implementazione. Senza una visione ogni attivismo si risolve nell’impegno inconcludente del criceto sulla ruota. D’altra parte, una visione può essere realizzata solo attraverso un processo decisionale che ha bisogno di dispositivi di conoscenza, di strumenti di consultazione, di condivisione e di concertazione, di modalità strutturate di confronto. Una tesi parallela va però immediatamente dichiarata: parlare di biblioteca e del suo contesto, di un “dentro” e di un “fuori”, è una necessaria semplificazione, che però ha in sé il germe di un malinteso, perché non esistono una realtà osservata e un pensiero che la osserva, una res cogitans incommensurabile rispetto a una res extensa: la realtà è una costruzione sociale. Ripensare la biblioteca non significa pensarla ex novo, ma soprattutto cercare di rilegittimare un’istituzione che si è forse accontentata troppo presto di essere semplicemente quello che è sempre stata; crediamo che sia necessario ribadire il suo statuto pubblico, la sua funzione di intermediazione di informazioni e di conoscenze, ma nello stesso tempo immaginarne un esercizio più creativo, più attuale, più legato al recupero di un sapere critico e consapevole. Dobbiamo ripensarla anche nel senso di ridefinire le sue funzioni, la sua capacità di mettersi in relazione con esigenze latenti, con un’utenza plurale e sempre situata. Questo compito pone numerose difficoltà. Una prima difficoltà è quella che riguarda la committenza di questo esercizio. Crediamo che uno dei problemi delle biblioteche italiane di oggi sia dovuto proprio a un deficit di committenza rispetto a qualunque ipotesi di cambiamento e, per certi versi, rispetto alla loro esistenza in sé. La politica è alle prese con tagli di risorse e con la correlata esigenza di una severa ridefinizione delle priorità di bilancio; non solo: sa fin troppo bene che la biblioteca non porta consenso. La comunità professionale esprime livelli molto differenti di consapevolezza e di assertività. Gli utenti, infine, sono sempre meno. E sempre gli stessi. Non si sa perché, anche perché pochi se lo chiedono davvero. Non resta che forzare la mano e ammettere, nella consapevolezza dei limiti di questa circostanza, ma anche della assenza di alternative praticabili, che le componenti più mature e consapevoli della biblioteca devono essere committenti di sé stesse. È giusto? No. Ci sono alternative? Nemmeno. Questa pluralità contraddittoria degli sguardi – a volte distratti, a volte smarriti, a volte conservatori, a volte aperti – che si incrociano sull’oggetto-biblioteca rende conto di una seconda difficoltà coessenziale a un esercizio di ripensamento: quella del tipo di razionalità che si può utilizzare. Schematizzando, ci si trova nella situazione più difficile per l’assunzione di decisioni, in quanto non esiste “la” soluzione, ma esistono sole numerose approssimazioni, nessuna delle quali esente da limiti; d’altro canto, c’è disaccordo sulla stessa definizione dei problemi da affrontare, rispetto ai quali si possono incontrare valorizzazioni molto discordanti. La razionalità che può essere adottata è, dunque, quella incerta e precaria di tipo discorsivo, negoziale, approssimato. Nessun illuminismo è possibile. Un altro ordine di problemi riguarda la paura di fronte al nuovo e all’inatteso. Per molte persone nella nostra comunità professionale la rivoluzione digitale ha rappresentato un trauma dal quale non si sono ancora riprese. La disponibilità di risorse informatiche – cioè di una quantità di informazioni immediatamente accessibile e incomparabilmente maggiore rispetto a quella a disposizione di qualunque biblioteca di tradizione – ha reso per molti versi superfluo il ruolo del bibliotecario, al punto che si parla espressamente di disintermediazione. Non è vero, in quanto è il senso dell’intermediazione che va ridefinito, diventando se possibile ancora più decisivo, assieme alla “manutenzione” delle competenze distintive dei bibliotecari, ma certamente l’impatto sui comportamenti abituali da parte dell’utenza consueta è stato più che evidente. Superata ormai l’inutile diatriba sulla superiorità relativa del libro digitale rispetto a quello di carta, e addirittura la paventata morte di quest’ultimo, prevalgono oggi nel discorso professionale, più che nel dibattito disciplinare, approcci dalle forti connotazioni simboliche ed emozionali e la difficoltà di molti bibliotecari di cogliere le opportunità del digitale semplicemente perché non lo praticano. Troppo frequente è ancora la dichiarazione di incompetenza (“io non lo so fare, non ho neanche uno smartphone, come faccio a imparare?”), che porta come conseguenza la convinzione che dovrebbe occuparsene qualcun altro (bibliotecari più giovani, tirocinanti, precari). Dopo che, con la caduta del Muro di Berlino, si era arrivati a parlare (sia pure, come potrà confermare chiunque lo abbia letto, in un lavoro molto meno sbrigativo di quanto non appaia dal suo felice ma fuorviante titolo) di fine della Storia, sembra ora che il nuovo millenarismo si spinga a immaginare la fine delle biblioteche. In qualche modo è vero, se pensiamo al tramonto di un’epoca che, iniziata con Gutenberg, è durata più di cinque secoli; ma non è assolutamente vero se si considera il ruolo, mai così drammaticamente attuale come oggi, delle biblioteche come presidio (per certi versi estremo) dello statuto pubblico della conoscenza, della sua natura di bene comune, del pensiero critico, della cittadinanza libera e responsabile. Le due questioni-chiave che le biblioteche si trovano ad affrontare oggi sono quelle che riguardano l’innovazione tecnologica e il mutamento sociale. A esse corrispondono altrettanti scenari. A proposito della questione tecnologica, il punto saliente riguarda i modi in cui cambiano la produzione e l’acquisizione di informazioni e conoscenze, che, da una parte, crescono in maniera esponenziale e, dall’altra, non transitano necessariamente attraverso gli strumenti e i canali tradizionali. Questa evidenza pone problemi plurimi di accesso e di verifica delle fonti, di orientamento, di riproduzione dei saperi, di validazione dei dati, di scambio, di nuovi e differenti approcci alla proprietà delle conoscenze prodotte, di “manutenzione” della professione bibliotecaria. C’è, poi, la questione delle conoscenze tacite, implicite, non codificate e non codificabili, che appartengono a contesti specifici e non sono replicabili se non attraverso forme di trasmissione e di riproduzione “di prossimità”. Le tecnologie dell’informazione non sono soltanto né prevalentemente nuovi e più efficienti mezzi per fare le cose di sempre: sono una modificazione genetica dei circuiti di produzione e di riproduzione della conoscenza. E mutano il DNA delle biblioteche. Il loro ruolo deve essere ripensato verso almeno tre direzioni. Una è quella che muove dalla dematerializzazione di quote crescenti di documenti ovunque prodotti e dalla conseguente modificazione dei loro tradizionali canali di distribuzione e di acquisizione. Una seconda direzione è quella che riguarda la digitalizzazione del materiale posseduto o disponibile, inteso sia come forma di tutela e di valorizzazione che si realizza nella funzione di conservazione, sia come compartecipazione attiva alla produzione e alla condivisione di sapere libero e pubblicamente accessibile e di conoscenza come bene comune. Una terza direzione è quella orientata a produrre utilità collettiva sviluppando, soprattutto nelle giovani generazioni, competenze, attitudini e sensibilità che permettano di comprendere e di migliorare il rapporto con le tecnologie digitali e con le connesse potenzialità e rischi, con l’obiettivo di contribuire alla creazione di una cittadinanza digitale, cioè di una società che vi si rapporti in modo consapevole, attivo e creativo. Il secondo scenario è quello che si confronta con la transizione in atto nella società italiana. Senza indugiare sui tratti salienti di questa transizione, va considerato che alcuni elementi risaltano in maniera significativa per il ruolo delle biblioteche: il progressivo invecchiamento della popolazione, che rende disponibili quantità crescenti di tempo libero a quote significative di popolazione; la dilatata transizione all’età adulta; una situazione generalizzata di instabilità anche professionale; la necessità di apprendere lungo l’intero arco della vita; l’esigenza di costruire profili di comunità meno fragili; l’incremento della popolazione straniera. A fronte di questi cambiamenti, il profilo dell’utenza-tipo delle biblioteche è relativamente stabile, forse pericolosamente stabile. Tutto questo, e non solo, rappresenta ciò che la biblioteca è, anche se magari non lo vorrebbe; e ciò che non è, anche se probabilmente dovrebbe. Comprendere queste tendenze; intercettare anche quelle latenti; non accontentarsi delle dinamiche inerziali significa concepire un nuovo paradigma, che ha bisogno di sperimentazioni e di riscontri. Il nuovo paradigma è quello che considera la biblioteca come un luogo “generativo”, cioè di un luogo nel quale si possono sperimentare pratiche sociali innovative. L’utente ideale, inteso come quello auspicabile, non è un utente mediano di cui si cerca di misurare prima e di massimizzare la soddisfazione poi; e nemmeno un utente da cumulare nelle statistiche relative alle presenze e ai prestiti: è una persona esigente, consapevole, con la quale si percorre un tratto di strada, della quale si possono valorizzare le competenze; è una figura molto diversa da quella di una preda, o di un bersaglio, cui avvicinarsi secondo la logica dell’adempimento, con modalità a elevata formalizzazione oppure con le tecniche del marketing. Parlare di biblioteca come luogo generativo significa non limitarsi a un concetto comunque mai scontato, vale a dire alla consapevolezza che un servizio è caratterizzato da due componenti assemblate in proporzioni variabili: una componente prestazionale e una componente relazionale. Molto spesso succede di vedere gli accenti messi male: troppo, o soltanto, sulla dimensione relazionale oppure esclusivamente, o quasi, su quella prestazionale. Un servizio ha un’anima e un contenuto che devono entrare in sintonia. Ma non è sufficiente. Crediamo che non sia possibile costruire a tavolino il profilo di un’utenza ideale al quale far corrispondere un’offerta ideale. E non solo perché molto spesso avviene esattamente il contrario, cioè è l’offerta che genera la propria domanda. In tutti i casi, un servizio non deve essere perfetto: deve funzionare e chi lo eroga deve essere capace di riflettere sul senso di quello che sta facendo. Crediamo ai luoghi-opportunità, cioè ai luoghi dove le persone si incontrano, dove stabiliscono relazioni di reciprocità, dove può nascere qualcosa che preme per vedere la luce.

 

 

IMAGO LIBRORUM

Mille anni di forme del libro in Europa

 

Trento, Biblioteca Comunale e

Rovereto, Biblioteca Civica

24-25-26 maggio 2017

 

Vedi programma nel Taccuino

 

 

 

Recensioni

041-A Arts (Les) du texte. La révolution du livre autour de 1500, sous la direction de Ulrich Johannes Schneider, Lyon, Bibliothèque municipale de Lyon, 2016, pp. 224, ill. b/n e col., ISBN 978-2-900297-50-8, s.i.p. Il vol., che si presenta con una copertina rigida a imitazione di un coperta in piena pergamena e una sovracoperta plastificata trasparente con il titolo, rappresenta il catalogo di due mostre da poco svoltesi in contemporanea presso la Bibliothèque municipale di Lione (Impressions premières - la page en révolution de Gutenberg, 30 settembre 2016-21 gennaio 2017) e presso la Universitätsbibliothek di Leipzig (Textkünste. Die Erfindung der Druckseite um 1500, 7 ottobre 2016-29 gennaio 2017). Il percorso proposto è diviso in tre macrosezioni a loro volta con partizioni interne. L’obiettivo è di evidenziare le innovazioni, soprattutto grafiche, messe in campo a partire dall’invenzione di Gutenberg e che permangono ancora oggi, nell’era digitale, come gli elementi fondamentali di un testo nel momento in cui si propone in forma di libro. La prima sezione (L’invention de la page imprimé autour de 1500) prende in considerazione soprattutto gli elementi di continuità dell’incunabolo con il manoscritto. Si parte dalla considerazione che l’impaginazione di un testo elettronico tramite un computer, a cui ormai siamo assuefatti, ha fatto perdere, almeno in parte, l’abitudine a considerare ogni elemento – dalle parole ai segni di interpunzione agli spazi bianchi – una parte da tenere presente nell’organizzazione grafica della pagina. Lo sapevano bene i prototipografi che iniziarono a dover progettare la mise en page, prima di iniziare il lavoro di composizione. Il cap. prende in esame questioni e problemi legati a tutti i tipi di caratteri, non solo quelli latini, senza dimenticare gli inserti manoscritti, incluse le postille, che erano parte integrante della primitiva produzione a stampa. La seconda sezione (Les blocs de composition), quasi completamente formata da riproduzioni di pagine di incunaboli ed edizioni del primo Cinquecento, getta lo sguardo su cinque blocchi di composizione, per ognuno dei quali è impiegata una carta di colore differente. Si parte da un’ampia esemplificazione del blocco di testo (in carta azzurra): piena linea o a più colonne (per il latino e per il greco), con rubriche manoscritte o a stampa, con notabilia manoscritti o a stampa, con o senza immagini o iniziali silografiche. Si passa poi a una rassegna di modalità con cui vengono distinti i paragrafi (rosa) o indicati i titoli delle parti del testo (verde). A seguire si indaga il rapporto tra testo e immagine (giallo) e infine quello tra differenti tipologie testuali, come nel caso di glosse marginali o interlineari che si sommano al testo principale (grigio). La terza sezione (Impressions) offre una serie di saggi dedicati a vari aspetti e raggruppati in tre tematiche. I primi quattro si soffermano sui testi e considerano i primordi della stampa a Lipsia (Thomas Fuchs, Les premiers temps de l’imprimerie à Leipzig 1480-1530), la descrizione di alcuni manoscritti e incunaboli della Municipale di Lione (Jérôme Sirdey, De quelques manuscrits et incunables conservés à la Bibliothèque municipale de Lyon. Mise en page - Mise en regard), ancora la continuità tra manoscritto e libro a stampa (Christophe Mackert, Mise en page des premiers livres imprimés: dans la lignée du modèle manuscrit) e infine si offre una rassegna del panorama dei “media” nel secondo Quattrocento (Wolfgang Schmitz, Paysage médiatique du XVe siècle: voies, impasse set interdépendances). Il secondo gruppo, composto da altri quattro saggi, affronta i temi della lettura e della leggibilità dei testi: da aspetti più teorici legati alla nascita del libro moderno (Henri-Jean Martin, La naissance du livre moderne: un nouveau système de pensée), alla formazione degli indici per favorire la consultazione (Helmut Zedelmaier, Lire les livres à travers un système de recherche: l’index), dalla progettazione della pagina come mezzo per evidenziare o meno alcuni passaggi (Sabine Gross, La page imprimée comme paysage textuel) al rapporto linea/pagina caratteristico del primo Novecento a quello pagina/foglio che invece connota l’editoria di oggi (Carlos Spoerhase, Différences directrices: ligne /page (autour de 1900); page/feuille (autour de 2000)). L’ultimo gruppo di saggi che chiude la sezione ha un carattere più specificamente grafico e artistico e conduce alla contemporaneità. I temi trattati riguardano la mise en page nell’era informatica (Annette Gilbert, De la mise en page à l’ère du numérique. La page dans un contexte de mutation), l’autorevolezza della pagina stampata, con un’intervista a Stephanie Jacobs (Friedrich Forssman, «C’è la page du livre qui fait autorité». Entretien avec Stephanie Jacobs), e infine una riflessione sul significato, anche misterioso, della scrittura (Christian Driesen, Le retrait silencieux de l’écriture). Chiudono una serie di riferimenti bibliografici delle edizioni esposte, dei saggi consultati e delle risorse elettroniche online, nonché un utile glossario e brevi profili biografici degli autori dei contributi. – L.R.

041-B Chartier (Roger), La mano dell’autore, la mente dello stampatore. Cultura e scriuttura nell’Europa moderna, Roma, Carocci editore, 2015, pp. 210, ISBN 9788843077748, € 19. Il vol. in questione raccoglie 10 saggi non inediti ma rivisiti del noto storico francese Roger Chartier. Centro di questa sua pubblicazione è la complessità del processo di pubblicazione nell’Europa di Antico Regime cercando di mettere in luce i rapporti non evidenti tra l’autore e lo stampatore. Proprio da questo nodo cruciale parte l’idea che dà il titolo a questo vol. L’a. ci porta in viaggio lungo la storia della stampa soffermandosi soprattutto sul Don Chisciotte e sui lavori teatrali di Shakespeare, opere di cui non esistono manoscritti autografi e la cui materialità è riconoscibile solo dai testi stampati nei libri. Una materialità che tuttavia è inseparabile dal testo e che quindi cambia quando di questa opera si fanno delle traduzioni, che modificano oltre che la lingua anche il testo e la punteggiatura. Con questi processi cambia anche la forma del testo, che viene modificata non solo dai traduttori delle diverse epoche, i quali ovviamente lavorano sul discorso fissato e non lo interpretano secondo le loro conoscenze culturali, ma anche dai correttori e dagli stampatori che si prenderanno cura di pubblicare il testo. Tuttavia le modifiche non si fermano poi sulla carta stampata, perché a volte è il lettore stesso a introdurre nuove varianti scritte e a rimodellare il testo con la propria scrittura. Insomma si vede come l’opera letteraria sia una materialità viva che vede l’intervento di numerose mani e ingegni oltre a quella dell’autore. L’a. ci invita così a non separare, quindi, la storia dei testi da quella della loro materialità e a tenere sempre presente in che modo l’opera è circolata nel tempo. Sostiene Chartier che «il lavoro dello storico è mosso da un’esigenza duplice: deve proporre interpretazioni nuove di problemi delimitati con precisione, di testi o di corpora studiati minuziosamente. Ma deve anche stabilire un dialogo con i suoi vicini: la filosofia, la critica letteraria e le scienze sociali. È a questa condizione che la storia può suggerire nuovi modi di comprensione e favorire una conoscenza critica del presente» (p. 16). Un libro molto ricco di informazioni che permette un ampio viaggio lungo la storia della stampa. La lettura richiede una certa attenzione, non sempre facile e scorrevole; la scelta editoriale di inserire le note alla fine di tutti i saggi risulta scomoda. – L.Mo.

041-C Cursi (Marco), Le forme del libro. Dalla tavoletta cerata all’e-book, Bologna, Il Mulino, 2016 (‘Le vie della civiltà’), pp. 285, ill., ISBN 978-88-15-26517-3, € 22. Come è dichiarato dall’a. stesso, lo scopo di questo vol. è «l’esplorazione dei mutamenti che hanno caratterizzato le principali forme del libro dall’antichità romana fino a oggi» (p. 8). Al fine di raggiungere tale obiettivo, Marco Cursi suddivide la sua storia del libro in cinque capp., ciascuno dedicato a una delle tipologie di strumenti di lettura succedutesi dall’età classica ai giorni nostri: il primo cap. è dedicato alla tabula, il secondo al rotolo, il terzo al codice, il quarto al libro a stampa e infine il quinto al tablet, al loro interno, organizzati pressoché secondo la medesima suddivisione in paragrafi. Dopo un’introduzione storica, Cursi tratta il supporto nella sua materialità, le tipologie librarie che esso può assumere e le sue forme (ossia gli aspetti grafico-visuali); terminata dunque la descrizione fisica, ogni cap. prevede un paragrafo sulla produzione e la diffusione del supporto in questione e sulle sue pratiche di lettura. A questo schema, si aggiungono due paragrafi sul lavoro dello scriba, rispettivamente nei capp. II e III, e uno sull’officina tipografica nel cap. IV. Sin da subito, colpisce la dovizia di particolari con cui Cursi descrive le diverse forme del libro. In tal senso, il cap. sulle tabulae è singolarmente pregevole, proprio in virtù dell’impegno con cui l’a. elenca materiali e modalità di confezionamento delle tipologie di tavolette (dittici, trittici, polittici, libri “a soffietto”). Nei capp. I-III abbondano inoltre citazioni di autori soprattutto classici ma anche medioevali, nonché un intelligente uso delle fonti artistiche che arricchiscono la conoscenza dell’oggetto libro e del suo ruolo culturale nelle singole epoche. In generale, i primi tre capp. sono senza dubbio i migliori del vol., completi e ricchi di informazioni ed esempi interessanti (tra tutti, si possono menzionare la «falsa falsificazione» del papiro di Cornelio Gallo alle pp. 70-5 e le note a Boccaccio di Francesco d’Amaretto Mannelli, fiorentino vissuto tra XIV e XV sec., alle pp. 149-51). Ciononostante, mentre questi tre capp. sono ben collegati e dànno un’idea chiara del percorso cronologico e dei mutamenti tra una forma e l’altra del libro, non si può dire lo stesso sul passaggio dal cap. IV al V. La trattazione del libro a stampa difatti si limita a una buona panoramica sulla nascita e sull’ affermazione della tipografia (è ben curata la presentazione della figura di Gutenberg) fino ad Aldo Manuzio e al XVI sec. Gli stessi paragrafi 6 e 7 sulla distribuzione e la diffusione del libro si fermano sostanzialmente ai secc. XV-XVI e, voltata la pagina, il lettore è catapultato nel mondo dei tablet. Sarebbe stata utile forse una maggiore attenzione ad alcuni contributi dello sviluppo tecnologico dei secoli successivi (si pensi soltanto al torchio Stanhope o alla stampa digitale), nonché ai mutamenti dell’utenza – e quindi della forma – del libro man mano che l’istruzione è diventata accessibile a più strati della popolazione. In questo modo sarebbe stato possibile introdurre meglio il fenomeno dell’e-book e l’attuale ruolo di internet nel commercio e nella fruizione del libro. A ogni modo, sono da segnalare la bella analisi del nuovo strumento elettronico, argutamente accostato al rotolo per la sua modalità di lettura, e alcune documentate considerazioni finali sul futuro del libro. Chiudono il vol. un’ampia bibliografia e due indici, uno dei nomi e uno delle cose notevoli. – S.C.

041-D López-Vidriero Abelló (María Luisa), Constitutión de un Universo: Isabel de Farnesio y los libros, 3 voll., Madrid, Patrimonio Nacional, 2016, I/1 pp. 542, I/2 pp. 636, II pp. 556, ISBN 978-84-7120-511-7, s.i.p. Isabella Farnese (1692-1766), erede dei ducati di Parma e Piacenza nonché del Granducato di Toscana, andò sposa a Filippo V Borbone re di Spagna. Divenuta regina madre dopo la abdicazione del re nel 1724, torna però al potere per le complesse vicende successorie della nuova dinastia Borbone. Rimasta vedova nel 1746, si ritirò dalla vita politica, pur rimanendo arbitro di quella culturale del tempo: la sua collezione artistica segnò il gusto della corte madrilena e non solo (vedi la bibliografia a I/1, pp. 171-6). La ricerca qui presentata offre al suo inizio un ampio saggio, suddiviso in capp., e destinato a interpretare l’enorme massa di dati poi riassunta nel ricostruito catalogo della biblioteca di Isabella. È interessante notare innanzitutto come i diversi momenti degli importanti ruoli pubblici sostenuti dalla Farnese, corrispondono a una serie di spostamenti abitativi da un palazzo a un altro, con conseguente trasporto anche della biblioteca. Questa però, raccolta in una ventina di imponenti armadi di noce con eleganti decorazioni (cui diede mano una schiera di artigiani specializzati in falegnameria, ebanisteria, doratura e pittura), diviene un elemento distintivo della figura di Isabella, un vero simbolo del suo potere, tanto da subire, dopo la morte della regina, una parziale dispersione cui mette rimedio questo ampio lavoro storico basato su alcuni inventari, nonché sul ritrovamento di altri esemplari recuperati, dopo percorsi non sempre lineari, anche sul mercato antiquario. Si ricostruisce allora la storia della raccolta libraria di Isabella, le cui prime notizie vanno fatte risalire ai due bauli di libri che la accompagnavano nel suo viaggio dall’Italia. Frutto di un lavoro in qualche modo d’équipe (I/1, p. 17), la ricerca presentata costituisce un monumento essenziale per la comprensione della cultura del Settecento europeo, con uno spiccato accento sul mondo femminile, e in particolare a quello delle nobildonne (I/1, pp. 51-2). La biblioteca non era costituita solo da libri, ma in certa misura da notiziari e gazzette, a segnalare come essa costituisse non tanto e non solo un retroterra erudito o di puro svago (con romanzi, come il diletto Amadis de Gaula), ma un vero “depósito vivo” (I/1, p. 39), una fonte piuttosto di conoscenza, aggiornamento, informazione politica. Infatti, uno sguardo percentuale ai volumi conservati permette non solo di distinguere una generale preferenza per i piccoli formati (scelti quasi esclusivamente per la raccolta della casa di campagna), ma per una raccolta in larga parte costituita da edizioni coeve impresse per lo più in francese (ma non solo in Francia, anche nei Paesi Bassi), mentre segue a grande distanza il castigliano, e in egual misura latino e italiano. Tra i libri impressi in Italia si noti una grande varietà dei centri di produzione (legata a omaggi? oppure alla rappresentatività dei luoghi del dominio farnesiano?) tra le quali Roma supera però largamente sia Venezia sia Napoli. Non un ammasso di libri un po’ casuale, ma invece la risposta a una ratio ideologica raffinata, che non è estranea alla diretta gestione del potere: non a caso un’intera genealogia di librai originari di Grenoble, i Collombat, divennero i raffinati fornitori ufficiali dei libri per la regina. Quindi, la raccolta di libri sembra davvero entrare a far parte delle suppellettili quotidiane della regina, sia per le scelte culturali evidenziate, sia per il gusto delle preziose legature alle armi, dove comparirà persino un cordone a indicare lo stato di vedovanza di Isabella (vedi fig. 2-3 al vol. I/1). E non a caso, la documentazione reperita permette di “fotografare” all’opera tre collaboratori di tale costruzione libraria, il bibliotecario personale, un miniatore attivo anche per Filippo V, un legatore di libri. Dopo la citata introduzione, l’opera comprende il catalogo della biblioteca reale nel Palacio del buen retiro (I/1, pp. 177-542 primi 8 armadi con 1088 titoli e I/2, pp. 5-498 armadi 9-18 coi numeri 1089-2500, completati dagli indici per autore-titolo, tipografo, luogo e data), cui seguono altri volumi di cui si recupera testimonianza (biblioteca di campagna II, pp. 5-195 con 575 opere, libri menzionati in fatture di pagamento II, pp. 197-400 con 570 documenti, libri con altra localizzazione II, pp. 401-63 con 172 numeri, completati da una serie di indici parallela al precedente vol.). I 3 tomi, di piccole dimensioni ma facilmente maneggevoli, sono arricchiti da una bella serie di illustrazioni a colori (I/1 post p. 176). – Ed.B.

041-E Pellegrinaggio cristiano in Terrasanta (1291-1517) «Nuova rivista storica», 100, fasc. II, Maggio-Agosto 2016, a cura di Bruno Figliuolo – Beatrice Saletti. Il numero monografico della Nuova Rivista Storica che qui si recensisce comprende al suo interno undici contributi incentrati su un tema che negli ultimi decenni ha conosciuto un rinnovato interesse negli ambienti di ricerca storica e documentaria: le relazioni tra l’Occidente europeo e la Terrasanta attraverso i pellegrinaggi tardomedievali. Si tratta sicuramente di un argomento non solo interessante, ma anche estremamente attuale: i rapporti tra il Medioriente arabo-cristiano e la turbolenta Europa negli anni in cui il mondo si spostava “dall’arco acuto alla cupola rinascimentale”, per dirla con Giuseppe Billanovich, rappresentano infatti uno specchio non poi così opaco dei ponti (seppur fragili) che oggi esistono tra il mondo occidentale e il tanto martoriato Vicino Oriente. Il vol. si apre con il prologo a quattro mani dei curatori Bruno Figliuolo e Beatrice Saletti (Sul pellegrinaggio medioevale europeo in Terrasanta, pp. 383-90) in cui si fa il punto della situazione circa gli studi di settore e si sistematizza il percorso d’indagine tracciato attraverso i contributi ospitati nelle pagine della monografia. Il primo dei saggi è dunque quello di Paolo Trovato (Come pubblicare i testi di pellegrinaggio. Edizioni storiche vs edizioni letterarie o semplicemente buone edizioni?, pp. 391-420) in cui l’a. offre numerosi spunti per una discussione sulle caratteristiche che dovrebbero avere le edizioni dei testi storici come i resoconti dei pellegrinaggi medievali e proto moderni. Si parte da una considerazione circa le edizioni di tali testi prodotte negli ultimi decenni, estremamente conservative a parere dell’a., le quali, se da una parte danno minuziosa contezza circa le condizioni spesso disastrose dei testimoni, registrando tutti gli errori d’esemplare, dall’altra non offrono ai lettori un testo affidabile, un testo cioè, come vorrebbe la disciplina, il più vicino possibile alle intenzioni del suo autore. In La logistica dei pellegrinaggi in Terrasanta nei secoli XIV e XV (pp. 421-81) Beatrice Saletti ricostruisce analiticamente la vita del pellegrino-modello in partibus infidelium durante il tardo periodo mamelucco (1291-1517). Lo studio si focalizza dunque sulle tipologie di viaggio, i luoghi di ristoro, i cibi, i loca sacra, i templi e sulle modalità in cui i pellegrini potevano accedere a tali luoghi. Bruno Figliuolo (La Terrasanta nel quadro della politica orientale di Alfonso V d’Aragona, pp. 483-515) illustra le vicende legate agli interessi del monarca Alfonso V d’Aragona in area mediterranea, incentrando la propria analisi in particolare sulla figura del nobile siciliano Giovanni Filangeri, il quale prese parte a quasi ogni iniziativa militare del suo monarca. Il saggio di Lorenza Vantaggiato («Affin leur faire reparacions honorables cest assez de deux voiaiges». Brevi note sul pellegrinaggio giudiziario dalla Fiandra verso la Terrasanta, pp. 517-50) analizza il fenomeno del cosiddetto “pellegrinaggio obbligatorio”, o pellegrinaggio giudiziario, una forma di penitenza coatta somministrata in sostituzione di pene più severe per alcuni reati criminali. Particolare attenzione è riservata al caso della Contea delle Fiandre per città come Gand, Bruges, Anversa e Bruxelles, luoghi in cui il pellegrinaggio forzato verso Gerusalemme venne introdotto nella seconda metà del Trecento. Il contributo di Cecilia Iannella (Gerusalemme e il pellegrinaggio ad loca sancta nella pastorale tardo medievale, pp. 551-68) si relaziona alla tematica del pellegrinaggio ai luoghi santi gerosolimitani nella predicazione tardomedievale e alla riproduzione “fisica” di tali luoghi nell’Occidente cristiano. Il denso saggio di Luca Rivali (Itinerari di viaggio in Terrasanta del Quattro e del Cinquecento nelle biblioteche francescane di Gerusalemme, pp. 569-602) presenta alcuni risultati di un lungo lavoro di catalogazione svolto sul fondo degli “Itinera ad loca sancta” della Biblioteca Generale della Custodia Francescana di Terra Santa di Gerusalemme. Questa eccezionale collezione di itinerari, composta da circa 150 edizioni a stampa, venne costituita nel tempo anche a scopo documentario. L’approfondito lavoro sulle provenienze librarie svela inoltre il “viaggio” vero e proprio compiuto da questi volumi durante la loro esistenza fino all’arrivo presso la biblioteca gerosolimitana: un viaggio che spesso rimonta a periodi remoti, testimone diretto della presenza e dell’ importanza dei francescani nei luoghi sacri. Giovanni Strinna e Maria Teresa Laneri (I pellegrinaggi in Terrasanta dei monaci Pietro de Sardinea e Mauro Lapi. Tra trattatistica e agiografia, pp. 603-38) firmano un contributo che si concentra sugli scritti inediti del camaldolese Mauro Lapi (1390-1478) riguardanti il suo viaggio in Terrasanta nel 1459 e quello del beato Pietro de Sardinea, suo confratello. Il saggio di Ludovico Rebaudo (Un pellegrinaggio atipico. Archeologia e topografia nel viaggio del Levante di Bernardo Michelozzi e Bonsignore Bonsignori (1497-1498)) si relaziona al pellegrinaggio compiuto alla fine del Quattrocento dai chierici fiorentini Bernardo Michelozzi e Bonsignore Bonsignori. Grazie a una nuova trascrizione dei documenti di Bonsignori, il contributo costituisce un commentario a quello che, partito come un viaggio di ricerca bibliografica, si trasformò lentamente in un appassionato itinerario di scoperta archeologica dell’antica civiltà greca. In ultimo, Franco Cardini (Verso Gerusalemme? Nota su un pellegrinaggio (forse) immaginario, pp. 661-76) offre alcuni interessanti spunti circa l’immaginario pellegrinaggio verso Gerusalemme compiuto dall’orafo fiorentino Marco di Bartolommeo Rustici e trasmesso all’interno del cosiddetto “Codice Rustici”, prezioso manoscritto quattrocentesco di cui recentemente è stata pubblicata una splendida edizione anastatica commentata pubblicata dalle edizioni Olschki. Dopo un’analisi sulle possibili fonti utilizzate e sulle caratteristiche peculiari dell’ opera, l’a. individua nel testo di Rustici una metafora sottile della Firenze umanistica quale “vera Gerusalemme”, città di pace e giustizia. Nel complesso si tratta di una raccolta di studi di elevato interesse scientifico, non unicamente per i singoli argomenti trattati, ma ancor più per la prospettiva di ricerca che li accomuna. A una notevole omogeneità “narrativa” si aggiunge infatti un evidente fil rouge analitico. Tutti i saggi rappresentano infatti solidi punti di riferimento cui guardare come modello per sviluppare nuovi filoni di ricerca incentrati su una tematica storico-culturale affascinante e, soprattutto, stupendamente attuale. – N.V.

041-F Ragionieri (Delia), La biblioteca dell’Accademia della Crusca, Storia e documenti, prefazione di Piero Innocenti, Firenze, Accademia della Crusca; Manziana, Vecchiarelli editore, 2015, (‘Storia dell’ Accademia della Crusca. Testi e documenti’, 3), pp. 402, ISBN 978-88-8247-342-6, s.i.p. Il presente vol. viene a colmare un evidente vuoto storiografico e bibliografico riguardante una delle biblioteche più significative per la cultura italiana. La motivazione di tale apparentemente inspiegabile lacuna è riportata dall’a. proprio nelle prime righe dell’introduzione, dove accenna alla carenza di documentazione all’interno della biblioteca stessa, carenza in buona misura superata dal «ritrovamento di documenti inerenti alla sua raccolta libraria, dovuto alla recente riorganizzazione dell’archivio» storico accademico. La storia delle biblioteche italiane e dei loro fondi presenta infatti ancora vaste zone d’ombra, alcune inevitabili per l’assoluta mancanza o per la perdita del materiale documentario, altre invece dovute essenzialmente al disordine degli archivi delle istituzioni o alla mancanza della loro inventariazione: in poche parole al disinteresse per la propria storia e la propria identità da parte di chi invece dovrebbe essere il promotore principale di questo genere di ricerche. Fortunatamente non è stato questo il caso, che anzi testimonia con forza come una corretta tenuta degli archivi storici non possa altro che far emergere – per chi sa cosa e come cercare – una enorme ricchezza di dati altrimenti impossibili da reperire in altro modo. E che a compiere quest’opera sia stata in prima persona la responsabile della Biblioteca dell’Accademia della Crusca, quindi proprio chi vi lavora all’interno ed è pienamente consapevole del valore della sua attività, dimostra ancor di più quanto sia fondamentale il ruolo dei bibliotecari e dagli archivisti non solo nell’erogazione dei servizi al pubblico, ma anche per la valorizzazione degli stessi enti di appartenenza. Dopo una densa presentazione di Piero Innocenti dal titolo Per la storia di una biblioteca accademica e l’introduzione dell’a., il libro si apre col primo cap. Dalla fondazione dell’Accademia al 1783 (p. 23). Sebbene la documentazione del periodo della nascita e dei decenni successivi dell’Accademia sia scarsissima e non vi siano cataloghi librari, è stato comunque possibile ricostruire dall’a. la presenza di manoscritti lasciati dagli accademici stessi o fatti procurare per coadiuvare gli studi comuni, come per esempio quello che Gianfranco Folena definì essere stata il primo tentativo di edizione critica della storia della letteratura italiana, ovvero la pubblicazione della Divina commedia di Dante Alighieri nobile fiorentino ridotta a miglior lezione dagli accademici della Crusca del 1595. Le prime due liste di cui si ha notizia sono dovute alla mano di Carlo Dati, risalenti quindi al periodo tra il 1648 circa e il 1676, e indicano la presenza di sessantadue manoscritti: all’incirca un secolo dopo se il numero dei manoscritti era rimasto pressoché invariato, le edizioni a stampa assommavano a 237 esemplari. Tra il 1783 e il 1811 l’Accademia della Crusca venne aggregata insieme alle altre accademie storiche fiorentine per formare la nuova Accademia Fiorentina (cap. secondo: Dal 1783 alla ricostituzione napoleonica (1811), p. 45), mentre i libri confluirono nella Biblioteca Magliabechiana. Il terzo cap., Dalla ricostituzione napoleonica al 1923 (p. 51), è incentrato sulle vicende della raccolta libraria nel corso dell’ Ottocento fino a poco dopo la fine della prima guerra mondiale. La principale novità introdotta dalle Costituzioni di epoca napoleonica è la figura del bibliotecario, a sottolineare la consapevolezza della biblioteca quale strumento principale di ricerca all’interno della Accademia. Grazie a questa nuova organizzazione, la biblioteca potè godere di una gestione biblioteconomica adeguata con la redazione di numerosi cataloghi e l’incameramento di raccolte private. Gli anni della transizione: dal 1923 al 1949 è il titolo del quarto cap. (p. 143), a cui segue il cap. Verso la Crusca di oggi: dal 1950 al 1992 (p. 151), dove l’a. ripercorre i momenti salienti della vita della biblioteca riportando integralmente gli stralci dei verbali delle sedute accademiche. Agli anni che vanno dal 1993 a oggi è dedicato il sesto cap., La biblioteca in movimento: dal 1993 a oggi (p. 211), in cui sono velocemente ripercorsi gli aggiornamenti apportati ai cataloghi, al patrimonio, alla tutela e alle attività. Gli ultimi due capp. riguardano la descrizione dei fondi speciali (p. 227) e dei ben 78 cataloghi non più in uso (p. 269), corredati da preziose quanto esaustive schede. A chiudere il vol. vi è un’appendice sulle diverse sedi che l’Accademia della Crusca ebbe nel corso della sua storia (p. 339), seguita dalla bibliografia, dalle tavole e dall’indice dei nomi. – M.C.

041-G Tesoro (Il) di un povero. Il Memoriale di Francesco Bentaccordi, fiorentino in Provenza, a cura di Simona Brambilla e Jérôme Hayez, Roma, Viella, 2016, pp. 530, ISBN 978-88-6728-186-2, € 90. Nella prefazione del più celebre tra i suoi saggi (Vita nel Medioevo, Torino, Einaudi, 1966) Eileen Power non aveva dubbi sulla validità di una storiografia estesa anche fuori dagli strati più alti della società: «Alla storia sociale si rimprovera talvolta di essere vaga e generica, di non avere attrattive a confronto della storia politica, né per lo studioso né per il lettore qualunque, perché in essa mancano personalità di particolare rilievo. Ma spesso, in pratica, per ricostruire la vita della persona più comune c’è tanto materiale quanto ce n’è per scrivere una storia di Roberto di Normandia o di Filippa di Hainault; e una volta che sia ricostruita, la vita di una può essere meno spettacolare, ma non è certo meno interessante». Non c’è nulla di spettacolare nelle istruzioni che, alla fine del ’300, il Ménagier lascia alla moglie in materia di economia domestica (trattate dalla Power stessa) come non c’è nulla di spettacolare nella ricostruzione del processo per eresia di un mugnaio friulano di due secoli posteriore (mirabilmente investigato da Carlo Ginzburg): molti dati biografici spesso mancano e intere stagioni di una esistenza restano in ombra. Queste operazioni storiografiche consentono tuttavia – grazie all’esattezza documentaria – di ricostruire alcune caselle della società in cui questi poco più che anonimi sono vissuti. È questo il caso anche di Francesco Bentaccordi del cui quaderno di appunti (cercando una parafrasi approssimativa di «Memoriale» che l’a. appone a mo’ di titolo), si dà finalmente ora l’edizione integrale accompagnata da una esaustiva serie di studi affidati a studiosi di diverse competenze. Questa preziosa fonte, come spesso accade, fornisce però limitate informazioni circa il suo estensore e, sostanzialmente, tutte relative alla seconda parte della sua vita. Incrociando però queste con le altre poche fonti documentarie note (un paio di citazioni nei libri contabili del pratese Francesco Datini e qualche atto notarile rogato a Carpentras) è stato possibile tracciare una biografia del Bentaccordi: nato probabilmente alla metà del ’300 da famiglia fiorentina, per qualche ragione si trasferisce in Provenza verso la fine del sec. dove trova occupazione presso la familia del cardinale Piero Corsini (almeno dal 1395) e poi presso la corte di Benedetto XIII; rimasto senza stipendio papale, affitta una casa a Carpentras con la moglie che vi aveva intrapreso un’attività di rivendita di pane per i ceti inferiori, ma i forti debiti contratti dalla donna determinano il fallimento dell’impresa e del matrimonio nel 1411; la crisi economica e familiare che affligge il Bentaccordi lo porta a legarsi a servizio di alcune famiglie di Carpentras ma senza grandi successi, al punto che il fiorentino non trova altra soluzione che quella di farsi accogliere in un ospizio di mendicità dove muore nel dicembre del 1425. Tutto quello che rimane di questa (sfortunata) esistenza è affidato a un libretto manoscritto, oggi conservato con la segnatura 1 F 54 presso gli Archives départimentales di Vaucluse, dove – in maniera disorganica e confusa – il Bentaccordi raccoglieva tutto quel sapere che riteneva utile essere conservato e tenuto sottomano. In questo zibaldone tutto parla della cultura mercantile (e di quella della piccola mercatura) della quale era informata la personalità del suo estensore, a partire dagli aspetti materiali: il formato è infatti piccolo e oblungo (mm 295/305 × 108/113), costruito sul modello delle vacchette, le cui pagine (di carta proveniente da risme diverse e di bassa qualità) sono riempite da una corsiva mercantesca non sempre molto sorvegliata, oscillante tra realizzazioni più rapide e realizzazioni più posate. Al suo interno, in tempi che sono difficili da scandire con sicurezza, il Bentaccordi affastella una grande quantità di testi, molto eterogenei fra loro che si susseguono spesso in maniera imprevista e casuale. In questo disordine di massima, si riconoscono tuttavia alcuni grandi nuclei che, anch’essi, consuonano perfettamente con l’ambiente commerciale in cui il fiorentino si muoveva: la sezione più ampia è infatti costituita da una pratica di mercatura completa, contenente tutte le informazioni sulle merci, le misure e le valute delle principali piazze d’Europa e del Mediterraneo a cui si aggiungono una serie di tabelle di calcolo e problemi di matematica, materiali di piena competenza dei trattati d’abaco. Se queste, con altre sezioni minori (come l’itinerario da Firenze ad Avignone espresso in tappe e in miglia o un breve trattato sui conî e sulle leghe per le monete), rispecchiano direttamente la professione del mercante, a esse sono mescolate anche altre scritture caratteristiche della bourgeoisie piccola e media dell’età di mezzo. Disseminate per tutto il manoscritto si trovano infatti ricette di diversa natura (parte per la tintura dei tessuti, parte per l’igiene della persona, parte per veterinaria) che trascolorano spesso in formulazioni di magia, con ampio corredo di scongiuri e talismani. Come accade sovente nelle miscellanee di provenienza mercantile (penso, a esempio, al più antico e veneziano Zibaldone da Canal) alle scritture tecniche e professionali si inseriscono anche testi letterari, principalmente in volgare ma anche in latino: nel caso del quaderno del Bentaccordi se la scelta dei due maggiori poeti del canone classico fiorentino – Dante e Petrarca – è quasi scontata, meno lo è la scelta dei componimenti che include anche la dantesca canzone trilingue Aï faus ris e l’epistola petrarchesca III 24. Tali scelte, credo, non sono slegate dalla presenza del Bentaccordi in Provenza: nel caso della canzone dantesca per ragioni evidentemente linguistiche; nel caso dell’epistola petrarchesca (il saluto rivolto all’Italia in partenza da Avignone) forse per un’affinità sentita dal Bentaccordi tra la propria esperienza francese e quella di Petrarca. Altro autore prediletto dal fiorentino doveva essere Antonio Pucci di cui trascrive le Noie e (pur con qualche incertezza attributiva) una scelta di rime cui si accompagna una serie di altri componimenti (sonetti e rispetti) di gusto tendenzialmente popolare e non erudito. – M.G.

041-H Xylographa Bavarica. Blockbücher in bayerischen Sammlungen (Xylo-Bav), Herausgegeben von Bettina Wagner, Beschreibungen von Rahel Bacher unter Mitarbeit von Veronika Hausler - Antonie Magen - Heike Riedel-Bierschwale, Wiesbaden, Harrassowitz Verlag, 2016 (‘Schriftenreihe der Bayerischen Staatsbibliothek’, 6), pp. 330, ill. col., ISBN 978-3-447-10524-8, € 154. L’importante vol. raccoglie le descrizioni dettagliate di novantadue rari e preziosi libri silografici, conservati presso la Bayerische Staatsbibliothek di Monaco e presso altre tredici collezioni in Baviera, tra collezioni statali, ecclesiastiche e private. L’ambizioso e riuscito progetto di censimento e catalogazione di materiale tanto prezioso e raro quanto importante per la storia della stampa delle origini e per lo studio della tipologia dei testi frequentati a cavallo tra XIV e XV sec., è stato possibile grazie al supporto finanziario della Fondazione tedesca per la ricerca (DFG - Deutsche Forschungsgemeinschaft) e si è coronato con la pubblicazione online delle digitalizzazioni dei pezzi catalogati: https://www.bayerische-landesbibliothek-online.de/xylographa. La produzione di libri silografici si colloca nel XV sec. e nasce soprattutto in relazione a testi in cui – in particolar modo all’inizio dell’arte tipografica – la connessione tra immagini e testo era troppo stretta perché risultasse pratico ed economico stampare gli stessi con caratteri mobili in metallo per il testo e con matrici silografiche lignee per la parte iconografica. La particolarità di questi prodotti editoriali e la tipologia “popolare”, meglio definita oggi come “di larga diffusione”, dei testi da questi riprodotti, fanno sì che non molti siano gli esemplari conservati oggi: il che aumenta il valore e l’importanza di un catalogo come questo. Il vol. si apre con un’introduzione di Bettina Wagner a quello che è stato il progetto (pp. 9-22), la studiosa – direttrice presso la Staatsbibliothek di Bamberger – è anche la curatrice del catalogo e in questa sezione introduttiva indaga quelle che sono le caratteristiche di tali oggetti, i libri silografici, e ripercorre le tappe dei lavori di studio e catalogazione, con particolare riferimento ai risvolti resi possibili dalle nuove tecnologie, quali la termografia, che hanno permesso di rilevare con grande precisione, senza però essere invasive, le caratteristiche delle carte utilizzate per queste antiche edizioni. Segue (pp. 23-6) una puntuale nota dell’a. delle dettagliate descrizioni del catalogo, Rahel Bacher: struttura del catalogo, spiegazione delle parti relative all’analisi dell’edizione e degli esemplari. Chiude questa prima sezione del vol. un cap. che analizza le problematiche relative alle filigrane (filigrane riprodotte in calce al testo), il contributo è scritto dallo stesso Rahel Bacher e da Veronika Hausler che ha collaborato nella realizzazione della pubblicazione. Precedono le schede vere e proprie due tavole: una ricca e ampia con tutti i repertori bibliografici e i cataloghi citati (di cui si fornisce il riferimento alla forma abbreviata) e una che, così come è la struttura del catalogo, raggruppando per edizioni gli esemplari, fornisce la collocazione dei novantadue pezzi conservati nelle diverse biblioteche bavaresi. Le schede sono così strutturate: viene prima descritta in dettaglio l’edizione del testo con tutti i dati bibliografici relativi, si forniscono le note storiche sullo stesso e sull’iconografia a questo associata, nonché i riferimenti bibliografici; dopodiché si fanno seguire le schede relative ai singoli esemplari. Qui ci si sofferma sulla descrizione dei pezzi, sulla loro storia e sugli interventi manoscritti (che nel caso di libri illustrati di questo tipo sono spesso relativi a interventi di colorazione delle figure stampate); si passa poi alla rilevazione delle filigrane e si chiude fornendo la bibliografia specifica relativa all’esemplare e l’indicazione dell’URL a cui si può reperire la digitalizzazione dello stesso. I testi tramandati dalle edizioni qui schedate sono, come già ricordato, legati a un tipo di editoria di larga diffusione (connessa in particolar modo alla sfera religiosa: Ars moriendi, testi sull’Anticristo, Ars memorandi per figuras evangelistarum, Biblia pauperum, Canticum canticorum, ecc.): tutte opere in cui testo e immagini convivono e sono in costante e inscindibile dialogo, come si può ben vedere dalle belle e numerose riproduzioni fotografiche che vengono proposte in calce al vol. Indici finali: collocazione degli esemplari, nomi e motivi delle filigrane. – A.T.

 

Spogli e segnalazioni

041-001 130 anni di casa editrice Leo S. Olschki. Una intervista a Daniele Olschki, a cura di Edoardo Barbieri, «La Bibliofilia», 118, 2016, pp. 315-22. Celebrando i 130 anni della casa editrice Olschki, il direttore de «La Bibliofilia» intervista uno degli eredi della famiglia ripercorrendo oltre un secolo di storia dell’ impresa e delineando alcune prospettive per il presente e il futuro. – L.R.

041-002 «ABEI Bollettino di Informazione», 25, 2016/2. Il numero si apre con l’Editoriale dedicato al Convegno ABEI tenutosi ad Assisi dal 21 al 23 giugno 2016 e di cui si dà una sintetica relazione. Segue la pubblicazione, già iniziata nei numeri precedenti, di alcuni interventi presentati al convegno “Biblioteche ecclesiastiche laboratorio di nuovo umanesimo. Storia e sfide” tenutosi a Erice nel 2015: in particolare, nel presente bollettino, si ha la seconda parte dell’ intervento di Fausto Ruggeri sull’azione pastorale dell’editoria e delle biblioteche nell’Italia postunitaria e l’omelia del Card. Gualtiero Bassetti ai convegnisti. Nella sezione Documentazione si pubblicano i testi delle leggi 22 luglio 2014 n. 110 e 29 luglio 2014 n. 106 riguardanti anche la professione del bibliotecario. Luciano Osbat parla dell’esperienza di alternanza scuola-lavoro realizzata presso il Centro diocesano di documentazione e Centro di ricerche per la storia dell’Alto Lazio di Viterbo. Segue il bilancio consuntivo 2015. Chiude il bollettino il ricordo di Pietro Giovanni Citterio, fondatore e consulente di SINTESI srl (creatrice di scaffalature metalliche per archivi e biblioteche), che è mancato lo scorso inverno. – Em.B.

041-003 Addante (Luca), Dall’eresia al “libertinage” e al deismo: vecchie e nuove prospettive sugli esiti del radicalismo religioso italiano, in Ripensare la Riforma protestante, pp. 173-83.

041-004 Al Kalak (Matteo), I vescovi riformatori. Nuove prospettive per una categoria antica, in Ripensare la Riforma protestante, pp. 107-21.

041-005 Alfieri (Maria Vittoria) Alessandro Vigiani, Manuale di redazione scolastica. Progettare e realizzare libri di testo nell’era digitale, Milano, Editrice Bibliografica, 2016, pp. 195, ill. col., ISBN 978-88-7075-910-5, € 23,50. Il libro – frutto della revisione, impaginazione e rilettura degli allievi del Master Professione editoria cartacea e digitale anno 2015-16 dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia (in collaborazione con la Scuola di editoria Afgp, Centro Padre Piamarta, Milano) – traccia i processi e le logiche sottese alla progettazione e alla produzione di un manuale scolastico. Con uno sguardo attento al dialogo sempre più richiesto tra parte cartacea e digitale, il testo esamina dapprima quello che è il panorama dell’offerta degli editori di scolastica, si sofferma poi sulle figure coinvolte nel progetto di realizzazione di prodotto editoriale rivolto alla scuola e passa infine a investigare in maniera dettagliata le fasi operative che daranno vita a un manuale scolastico. – A.T.

041-006 Ambrosini (Federica), Tra fedeltà a Roma ed eterodossia: famiglie nobili, donne, dissidenza religiosa nella crisi spirituale del Cinquecento, in Ripensare la Riforma protestante, pp. 17-32.

041-007 «Archivum mentis. Studi di filologia e letteratura umanistica», III, 2014. Si spogliano i vari contributi.

041-008 «Archivum mentis. Studi di filologia e letteratura umanistica», IV, 2015. Si spogliano i vari contributi.

041-009 Armstrong (Lilian), La xilografia nel libro italiano del Quattrocento. Un percorso tra gli incunaboli del Seminario Vescovile di Padova, traduzione di Lucia Mariani, a cura di Paola Maria Farina, Milano, EduCatt, 2015 Þ rec. Tiziana Pesenti, «La Bibliofilia», 118, 2016, pp. 329-31

041-010 Ars artificialiter scribendi. Una mostra di edizioni quattrocentesche della Custodia Francescana di Terra Santa = Ars artificialiter scribendi. An exhibition of XIVth Century Books in the Franciscan Custody of the Holy Land, edited by Luca RivaliLorenzo Salamone, Jerusalem, ATS pro Terra Santa, 2016, pp. 77. Continuano le interessanti mostre dedicate alla valorizzazione del patrimonio librario della Biblioteca Generale della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme realizzate nell’ambito del progetto “Libri Ponti di Pace” (promosso da ATS pro Terra Santa, con il CRELEB dell’Università Cattolica del Sacro Cuore). L’esposizione di quest’anno verteva sulle edizioni quattrocentesche possedute presso la biblioteca con lo scopo di mostrare attraverso i pezzi esposti alcuni aspetti importanti del primo periodo della stampa a caratteri mobili e della storia che porta alla formazione di un fondo come quello posseduto a Gerusalemme. L’impostazione didattica della mostra la rendeva fruibile anche a un pubblico non specialistico. Nel catalogo che qui presentiamo ogni pezzo esposto è descritto tramite una sintetica scheda bibliografica e una breve storia dell’edizione e dell’esemplare in oggetto corredata da una foto dello stesso. Impreziosisce il già ricco catalogo la premessa firmata da Falk Eisermann, direttore del Gesamtkatalog der Wiegendrucke: nel suo intervento egli ricorda l’importante ruolo svolto proprio dai francescani prima nella produzione dei libri e nella diffusione dell’arte tipografica e poi nel raccogliere e conservare gli incunaboli già a partire dal quindicesimo sec. sottolineando l’unicità di un tale evento realizzato nel contesto della Terra Santa. Si ricorda inoltre che la mostra è stata affiancata da un colloquio internazionale dal titolo “Catalogare per preservare e conoscere. Un itinerario internazionale fra i libri antichi di Gerusalemme” in cui sono intervenuti relatori appartenenti alle diverse realtà culturali presenti in città (mondo ebraico, palestinese, armeno e cattolico). – Em.B.

041-011 Ascanio Della Corgna. I Turchi e la battaglia di Lepanto, a cura di Tiziana BigantiGiovanni RiganelliSergio Fatti, Perugia, Fabrizio Fabbri editore, 2016, ill. col., pp. 130, ISBN 978-88-6778-083-9, s.i.p. «Scopo di ogni mostra − afferma Marica Mercalli, Soprintendente all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria − è principalmente quello di accrescere la conoscenza su un artista, un periodo della storia delle arti, un periodo storico, un insieme di fatti legati alla tradizione demoetnoantropologica di una regione o di un luogo» (p.8). Così la mostra − di cui il presente vol. costituisce il catalogo e ne prende il titolo − svoltasi a Corciano (Pg) dal 6 agosto al 2 ottobre 2016, è la sintesi di tutti questi tratti messi insieme ma, al contempo, il superamento di essi. L’occasione è il V centenario dalla nascita di Ascanio della Corgna, marchese di Catiglione del Lago, condottiero, stratega, architetto, mecenate, uomo dalle mille sfaccettature. Il luogo che ospita le celebrazioni, Corciano, è parte attiva di un territorio che nel XVI sec., periodo storico oggetto d’esame, funge da crocevia e snodo tra Stato Pontificio e Granducato di Toscana. L’avvenimento è la battaglia di Lepanto, una delle più famose battaglie navali che nel 1571 vede contrapporsi navi cristiane a navi turche in lotta per la conquista dell’egemonia nel mar Mediterraneo. Frutto del lavoro sinergico di amministrazione comunale e Pro Loco di Corciano, Ministero dei Beni culturali della Regione Umbria e Società bibliografica toscana, il quadro che se ne ricava va ben al di là dell’avventurosa vita di un singolo uomo. Ascanio Della Corgna è il fil rouge di una storia che giunge sino a noi e i documenti raccolti in questo vol. ne sono la testimonianza. Due sono le sezioni principali: la prima raccoglie saggi che ritraggono la figura di Ascanio della Corgna in relazione alla sua famiglia, al suo luogo natale e alle vicende del suo tempo (particolare attenzione è riservata alla Battaglia di Lepanto al termine della quale, a causa di una febbre, Ascanio troverà la morte); la seconda costituisce il catalogo vero e proprio delle opere esposte (contratti, esecuzioni testamentarie, incisioni, ritratti, corredi d’armi, testimonianze editoriali). Historia magistra vitae affermava Cicerone ma, a detta di Giovanni Riganelli, uno dei curatori della mostra, «la battaglia di Lepanto non ha insegnato niente a nessuno. A distanza di quasi quattrocentocinquant’anni, ancora si combatte una guerra le cui ragioni di esistere sono più o meno le stesse di quel lontano periodo. Non è più per mare […] è una guerra che si combatte sulla terraferma portando all’annientamento di uomini e culture, è una guerra che nel mare riversa le sue conseguenze, con uomini, donne e bambini che quotidianamente rischiano la vita per fuggire da inferni più o meno duri, per sfuggire alla morte e andare dietro ad una speranza. Una speranza che si traduce in indifferenza da parte di altri uomini, di quelli, a volte presuntuosi, a cui la storia avrebbe dovuto insegnare la vita» (p.57). – Anna Amico

041-012 «Avisos», 79 mayo-agosto 2016. Si discute del libro d’ore ms. 2001 della Biblioteca del Palazzo Reale di Madrid e dell’arte della miniatura a Parigi alla fine del Quattrocento (Samuel Gras), della Historia de la guerra y presa de África di Pedro de Salazar, di García Sarmiento de Acuña agente librario a Salamanca dalla fine del XVI sec. – Ed.B.

041-013 Baldacchini (Lorenzo), La descrizione del libro antico, Milano, Editrice Bibliografica, 2016 (‘Biblioteconomia e scienza dell’informazione’, 12), pp. 246, ISBN 978-88-7075-861-0, € 27. Non si tratta di una più o meno mascherata riedizione del fortunato Il libro antico dello stesso a., ma di un’opera completamente diversa, in cui l’ attenzione è maggiormente rivolta agli standard di descrizione e catalogazione oggi utilizzati, piuttosto che all’oggetto-libro considerato dal punto di vista bibliologico. – M.C.

041-014 Barbier (Frédéric), Histoire des bibliothèques. D’Alexandrie aux bibliothèques virtuelles, Paris, Armand Colin, 20162 (‘Collection U. Histoire’), pp. 304, ill. b/n, ISBN ,978-2-200-61625-0, s.i.p. A tre anni di distanza dalla prima apparizione e mentre ne viene proposta una versione italiana (Milano, Editrice Bibliografica, 2016), ecco una nuova edizione dell’Histoire des bibliothèques di Frédéric Barbier, che con tono manualistico e spunti intelligenti, traccia un percorso che dall’Antichità giunge alle prospettive contemporanee. Non si tratta di una storia dell’istituzione bibliotecaria quanto della tradizione di assemblare, ordinare, conservare i libri, il che coinvolge anche diverse realtà coma quella delle biblioteche private o delle raccolte principesche rinascimentali. Una storia allora che si intreccia fortemente con la storia della cultura, ma anche della politica, dell’informazione così come dell’architettura e dell’urbanistica. In particolare si mette in relazione lo sviluppo dei sistemi di comunicazione di cui il libro è parte essenziale, con la storia delle biblioteche. Il focus è spesso puntato sulla Francia e in generale sull’Europa, ma la prospettiva – soprattutto per quanto riguarda la modernità – si allarga geograficamente andando a toccare anche realtà meno note come, per esempio, quella di Rio de Janeiro. Le novità della nuova edizione si collocano soprattutto nell’ultimo cap., laddove sono meglio precisate alcune prospettive delle biblioteche in relazione alle sfide attuali dell’informatizzazione. Permangono, purtroppo, alcuni refusi e manca un indice dei nomi, che avrebbe favorito la compulsazione del vol. – L.R.

041-015 Barbierato (Federico), Quel che resta di un’eresia. Presenze calviniste a Venezia nel Seicento, in Ripensare la Riforma protestante, pp. 33-50.

041-016 Barbieri (Edoardo), Se si maneggiassero più libri che armi”: i libri e l’edificazione della pace, in Le radici del libro, a cura di M. G. Tavoni – Gian Carlo Torre, pp. 45-72. Riflessione sul libro come strumento di guerra o di pace e sul suo ruolo nella conservazione e recupero della memoria come fondamentale contributo alla pacificazione. – Martina Molino

041-017 Baron (Naomi S.), Words onscreen. The fate of reading in a digital world, Oxford, Oxford University Press, 2015 Þ rec. Rebecca Tushnet e Glenda Browne, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 34/3, settembre 2016, pp. 132-5

041-018 Bauman (Zygmunt), Per tutti i gusti. La cultura nell’età dei consumi, trad. di Daniele Francesconi, Roma-Bari, Laterza, 2016, pp. 154, ISBN 978-88-581-0513-9, €14. Il pensatore recentemente scomparso ricostruisce alcune tendenze culturali della modernità, di cui egli stesso aveva da tempo messo in luce la natura “liquida”. È la modernizzazione «compulsiva e ossessiva, che si autoalimenta e cresce su sé stessa» a dare il carattere di liquidità alla modernità poiché, «come nei liquidi, nessuna delle successive forme di vita sociale è in grado di mantenere a lungo la propria forma» (p.17). Bauman analizza una domanda culturale in cambiamento costante, senza direzione o verso una direzione non stabilita in anticipo, nell’unico intento di sedurre il cliente: la cultura non sembra più soddisfare i suoi bisogni, ma crearne continuamente di nuovi, dal ciclo vitale più breve possibile. Interessante poi l’analisi del multiculturalismo, che fa un po’ da fil rouge di tutto il vol.: nel mondo multiculturale – sostiene l’a. – non è più facile ma forse più difficile che ogni cultura tragga benefici e vantaggi dalla coesistenza con le altre. Tanto più vero alla luce di migrazioni globali, crisi di valori e di identità comuni (gli ultimi cap. sono dedicati proprio a questi temi), che si verificano negli ultimi tempi. Forse nell’età della globalizzazione l’unica soluzione possibile è davvero quella di accettare tutti i gusti con imparzialità, diventando onnivori. – Dario Romano

041-019 Biagioni (Mario), Un’idea larga della Riforma radicale. Alcune considerazioni storiografiche, in Ripensare la Riforma protestante, pp. 185-98.

041-020 Biasiori (Lucio), «Una fede a suo modo». il processo al notaio Francesco Puccerelli e la politica religiosa di Cosimo I, in Ripensare la Riforma protestante, pp. 51-72.

041-021 «Biblioteca (La) di via Senato», 9, settembre 2016. Si parla di Renzo Bonfiglioli e della sua raccolta libraria (Giancarlo Petrella), ex libris (Massimo Gatta), Guido Morselli (Linda Terziroli). – Ed.B.

041-022 «Biblioteca (La) di via Senato», 10, ottobre 2016. Si parla di Antonio Beltramelli (Antonio Castronuovo), l’autobiografia di Benedetto Croce (Massimo Gatta), frammenti dell’ Archivio di stato di Cremona (Giancarlo Petella), Gianni Antonini e Carlo Alberto Ciesa (Massimo Gatta). – Ed.B.

041-023 «Biblioteca (La) di via Senato», 11, novembre 2016. Numero dedicato ai 500 anni dell’Utopia (1516-2016): vi si parla della proposta culturale sottesa dalla collana “Biblioteca dell’Utopia” pubblicata dalla Biblioteca di via Senato nel periodo 1990-2012 (Massimo Gatta), della Utopia di Tommaso Moro (Gianluca Montinaro), delle caratteristiche di ciascuno dei 22 voll. della collana (Massimo Gatta). – Ed.B.

041-024 Boero (Davide), The ‘Trouble of Naples’ in the Political Information Arena of the English Revolution, in News Networks in Early Modern Europe, edited by Joad Raymond – Noah Moxham, Leiden, Brill, 2016, pp. 779-804. Contributo che si concentra sulla diffusione degli eventi legati alla (dis)avventura politica di Masaniello all’interno del sistema di informazione della stampa inglese seicentesca. – N.V.

041-025 Bosisio (Fabio), I sonetti della «Misochea» di Martino Bovolino, «Archivum mentis. Studi di filologia e letteratura umanistica», IV, 2015, pp. 187-207.

041-026 Bosschieter (Pierke), Continuing professional development (CPD) and online learning, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 34/3, settembre 2016, pp. 114-5. Nel secondo dei suoi articoli dedicati al continuo aggiornamento professionale, l’a. descrive ciò che i corsi gratuiti di livello universitario possono offrire all’indicizzatore che voglia rinfrescare le proprie competenze e acquisirne di nuove. – L.R.

041-027 Bosschieter (Pierke), Index-Manager reviewed, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 34/3, settembre 2016, pp. 119-21. L’a. è stata inserita in un programma di indicizzazione tedesco (Index-Manager) da cui è rimasta fortemente impressionata. – L.R.

041-028 Boucher (Françoize), Il libro che ti fa scoprire proprio tutto sui libri anche se non ti piacere leggere, Milano, Il castoro, 2016, pp. 112, ill., ISBN 978886966067, € 12,50. Che siate ragazzi o adulti non potrete che rimanere affascinati da questo libro. Composto come un fumetto, il libro vi porterà a scoprire “una tonnellata di ragioni vere o molto molto molto deliranti” sul mondo della lettura, regalandovi anche molte sane risate. Se avete ancora dubbi sul benessere della lettura, allora dedicate una serata (perché di più non serve) a sfogliare queste pagine, sicuramente ne trarrete beneficio. – L.Mo.

041-029 Bravi (Giulio Orazio), Itinerari per raggiungere Bergamo tra Cinquecento e Seicento, «Quaderni di Archivio Bergamasco», 8/9, 2014-2015, pp. 57-80. Tra fine Cinquecento e inizio Seicento l’Italia Settentrionale fu flagellata da una grave epidemia di peste. Per spostarsi da una città all’altra, mercanti e viaggiatori erano tenuti a presentare alle guardie sanitarie, stanziate in postazioni di controllo nei luoghi di passaggio di persone e merci, documenti che certificassero l’assenza del morbo nelle zone di provenienza. Attraverso lo studio di questa documentazione, delle indicazioni su di esse riportate (soprattutto toponimi) e grazie al confronto con alcune carte geografiche dell’epoca, l’a. ricostruisce gli itinerari allora consueti per raggiungere la città di Bergamo dai territori circostanti. Chiudono il contributo alcune riproduzioni fotografiche dei documenti. – F.F.

041-030 Buzzi (Franco), La Bibbia di Lutero, Torino-Bologna, Claudiana-EMI, 2016, pp. 94, ISBN 978-88-6898-102-0, € 9,50. Una agile ma approfondita guida al complesso rapporto tra Lutero e il testo biblico, letto, interpretato, tradotto, diffuso. Un indispensabile strumento per rileggere con occhio pacato la figura stesso del riformatore, avvicinandosi alle profondità teologiche del suo pensiero (e lasciando sullo sfondo i tratti più prettamente polemici e anticattolici). Con bibliografia finale pp. 89-92. – Ed.B.

041-031 Cadioli (Alberto), Il testo letterario tra volontà dell’autore e volontà dell’editore, «Prassi ecdotiche della Modernità Letteraria», 1, 2016, pp. 225-38. Il contributo esamina il rapporto tra testo letterario e mondo editoriale in un’ottica di analisi il cui obiettivo principe rimane la ricerca del testo “puro”, quello cioè che l’autore, nelle sue intenzioni primigenie, avrebbe voluto consegnare ai suoi lettori una volta completata la scrittura. – N.V.

041-032 Camaioni (Michele), L’eredità di Bernardino Ochino. Predicazione eterodossa ed eresia tra i cappuccini dopo il 1542, in Ripensare la Riforma protestante, pp. 73-94.

041-033 Caravale (Giorgio), Giacomo Aconcio tra l’Inghilterra della Prima Rivoluzione e la Roma della Controriforma, in Ripensare la Riforma protestante, pp. 199-211. Gli Stratagemmi di Satana di Girolamo Aconcio, opera pubblicata nel 1565 a Basilea (e destinata ad ampio successo: 21 edizioni in cinque lingue solo nel Seicento), sono un vol. dalle forti tinte antiromane ma allo stesso tempo molto critico nei confronti degli atteggiamenti di chiusura che Aconcio aveva osservato nella comunità riformata di Londra, città nella quale viveva. – L.Ma.

041-034 CARDINALI (GIACOMO), «In qua biblioteca pro commodo suoquisque studere potest». Frequentatori e prestiti della biblioteca medicea privata durante il suo soggiorno romano, «Archivum mentis», 3, 2014, pp. 131-70. Partendo dall’analisi dell’ inventario dei manoscritti greci appartenuti alla biblioteca medicea privata (il codice il Vat. Lat. 6955, compilato da Guarino Favorino), l’a. analizza in dettaglio i prestiti librari concessi a importanti letterati e umanisti (tra i quali spiccano Basilio Calcondila e Pico della Mirandola) nel periodo in cui la stessa raccolta venne trasferita a Roma. Il saggio si sofferma anche sul ruolo fondamentale che la biblioteca medicea ebbe nella promozione di studi eruditi. – D.M.

041-035 Carocci (Anna), Stampare in ottave. Il «Quinto libro dello innamoramento de Orlando», «Ecdotica», 12, 2015, pp. 7-29. Il saggio, prendendo in esame la continuazione del poema boiardesco operata nel Quinto libro dello innamoramento de Orlando di Niccolò degli Agostini (stampato per la prima volta a Venezia da Giorgio Rusconi nell’ottobre del 1514), analizza le prassi editoriali dei testi cavallereschi in ottava rima negli anni immediatamente precedenti l’impressione del Furioso. Dallo studio derivano significative osservazioni circa gli apparati paratestuali e – soprattutto – circa i rapporti tra il poema ariostesco e la ‘giunta’ boiardesca dell’Agostini che sarebbe potuto venire a conoscenza di parti del Furioso prima della sua divulgazione stampa nel 1516. – M.G.

041-036 Catalogo del fondo Lanfranchi della Biblioteca civica di Palazzolo sull’Oglio. III. Le edizioni stampate fra il 1601 e il 1830, a cura di Rosa Zilioli Faden, presentazione di Ennio Sandal, Milano, [s. n.], 2014, pp. XV 285. Terzo vol. che va a chiudere la catalogazione dei libri antichi appartenenti al fondo Lanfranchi (oltre 7.500 pezzi) conservato presso la Biblioteca civica di Palazzolo sull’Oglio. Precedono questa pubblicazione i cataloghi dei manoscritti e degli incunaboli (1996) e delle cinquecentine (2001), sempre curati da Rosa Zilioli Faden. Il catalogo raccoglie oltre milleduecento ricchissime schede, il cui valore non è circoscritto alla sola conoscenza del posseduto del fondo, ma si configura come latore di una conoscenza bibliografica, permettendo infatti di portare alla luce edizioni poco note. Preziosi indici finali: luoghi di stampa, tipografi/editori/librai, cronologico, intestazioni e possessori. – A.T.

041-037 Cevolini (Alberto), Complessità e tecnologizzazione del sapere, «La Bibliofilia», 118, 2016, pp. 283-313. L’invenzione della stampa ha alterato i tradizionali procedimenti mnemonici messi in atto nell’Antichità e nel Medioevo, favorendo il ricorso a “memorie esterne” come indici cartacei, archivi, macchine per il calcolo. – L.R.

041-038 «Charta», 147, settembre-ottobre 2016. Il numero è dedicato alle edizioni didattiche illustrate ottocentesche e novecentesche per l’insegnamento della grammatica e della musica presenti nella raccolta del MUSLI, il Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia di Torino (Pompeo Vagliani), ai grandi compilatori del capostipite inglese degli annuari delle arti grafiche il “Penrose Annual” (Lorenzo Grazzani), alla rappresentazione iconografica dell’homo laborans e in particolare ai tre ambiti del lavoro, del dopolavoro e del tempo libero (Elisabetta Gulli Grigioni), all’opera letteraria di Francesco Jovine (Marcello Soffici), alle biografie italiane di Beethoven (Nino Insinga), agli ex libris del Museo Nazionale della Montagna di Torino (Gian Carlo Torre). – Em.B.

041-039 «Charta», 148, novembre- dicembre 2016. Gli articoli di questo numero sono dedicati ai Fratelli Tensa e alla loro attività di litografi, cromolitografi ed editori di libri illustrati attivi a Milano nella seconda metà del XIX sec. (Patrizia Caccia), alle Rebusbildchen e alla prima Bibbia per l’infanzia (Biagio Gamba), a Umberto Silva e all’utopia genovese del libro di cultura (Lucio Gambetti), alle sovraccoperte (1936-1983) della collana Saggi dell’Einaudi (Claudio Pavese), alla figura di Guido Gozzano (Marcello Soffici). – Em.B.

041-040 Colombo (Michele), Passione Triviulziana. Armonia evangelica volgarizzata in milanese antico, Berlin, de Gruyter, 2016, pp. X+292, ISBN 978-3-11-047649-1, s.i.p. Tramandata dal ms. Triv. 1993, la Passio lombarda fu molti anni fa trascritta dal compianto Giovanni Piazza. Ora vede la luce in una vera edizione critica che fornisce innanzitutto una nuova collocazione cronologica del codice (inizi XV sec.) e poi una precisa attribuzione linguistica in area milanese (si veda l’ampia analisi di grafia, vocalismo, consonantismo, morfologia e sintassi, nonché il glossario). Il testo, come ben illustrato nelle pagine introduttive, è costituito dal racconto della Passione (basato su una armonia evangelica) cui non sono estranei rapporti con le pseudo-bonaventuriane Meditationes vitae Christi: si indagano i rapporti anche con altre passiones antiche, giunte in diversi volgari locali italiani. Chiude il vol. la bibliografia pp. 275-92. – Ed.B.

041-041 Contessa (Andreina), A Geography of Learning. The World of the Presumed Map of Theodulphe of Orleans and Its Mid-Eleventh-Century Catalan Author, in Miscellanea Bibliothecae Apostolicae Vaticanae, XVIII, Città del Vaticano, 2011, pp. 55-110. Il contributo si focalizza sull’analisi di una affascinante mappa del mondo manoscritta contenuta in un importante codice miscellaneo di natura enciclopedica prodotto a metà del XII sec. a Ripoll, in Catalogna, oggi conservato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. – N.V.

041-042 Contessa (Andreina), An Uncommon Representation of the Temple Implements in a Fifteenth-century Hebrew Sephardi Bible, «Ars Judaica», 5, 2009, pp. 37-58. Contributo che si concentra su un interessantissimo manoscritto decorato sefardita del XV sec., oggi alla biblioteca comunale di Imola, contenente l’intero testo biblico (Masorah parva e magna). Elemento di primo piano è la presenza di una doppia pagina miniata in cui è riprodotto, in maniera del tutto peculiare, l’arredo del tempio di Salomone. – N.V.

041-043 Contessa (Andreina), The Mantua Torah Ark and Lady Consilia Norsa: Jewish Female Patronage in Renaissance Italy, «Ars Judaica», 12, 2016, pp. 53-70. Il saggio ripercorre la storia di Consilia Norsa e dell’Aron haQodesh e delle due cattedre donati da quest’ultima alla sinagoga di Mantova nel 1543, ora conservati a Gerusalemme presso l’Umberto Nahon Museum of Italian Jewish Art. – N.V.

041-044 Curry (Frances), Making an indexer, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 34/3, settembre 2016, pp. 112-3. L’a., vincitrice nel 2015 del prestigioso Purple Pen Award per gli indici di Tom Rand, Waking the frog. Solutions for our climate change paralysis, Toronto, ECW Press, 2014, spiega le ragioni che l’hanno spinta a intraprendere la carriera di indicizzatore. – L.R.

041-045 D’Arienzo (Maria), Cultura giuridica e dottrina della tolleranza nelle opere di Sébastien Castellion, in Ripensare la Riforma protestante, pp. 239-53.

041-046 Dalarun (Jacques), Il Cantico di Frate Sole. Francesco d’Assisi riconciliato, Introduzione di Attilio Bartoli Langeli, Milano, Edizioni Biblioteca Francescana, pp. XXIV+124, ISBN 978-88-7962-245-5, € 16. Uno dei massimi “francescanologi” presenta in una sintesi brillante e meditata una convincente interpretazione del Cantico. Il testo, arricchito di belle illustrazioni, è completato da una bibliografia finale pp. 113-7. – Ed.B.

041-047 Dalmas (Davide), Letteratura italiana e Riforma. Bilancio degli studi e prospettive di ricerca, in Ripensare la Riforma protestante, pp. 95-105. Vengono presi in esame i motivi che hanno determinato la lunga esclusione dei testi letterari italiani prodotti in ambito protestante dal canone della letteratura italiana, da Tiraboschi a De Sanctis, fino alle più recenti storie letterarie. Negli ultimi quindici anni, tuttavia, gli studiosi hanno cominciato a dedicare le loro attenzioni a testi cinquecenteschi non canonici, in uno stretto confronto con i principali storici dell’età moderna. – L.Ma.

041-048 Damianaki (Chrysa), La storiografia storico-artistica e il dibattito cinquecentesco sulle immagini sacre nella Riforma italiana ed europea: risultati ed esiti (2004-2014), con due saggi su Jacopo Pontormo, in Ripensare la Riforma protestante, pp. 213-37.

041-049 De Benedetti (Paolo) – Agnese Cini Tassinario, Fare libri. Panorama completo delle opere di PDB, Brescia, Morcelliana, 2016, pp. 250, ISBN 978-88-372-2952-8, € 18. PDB (come lo chiamavano scherzosamente gli amici) è mancato nel dicembre scorso dopo una vita passata tra il Libro e i libri (era nato nel 1927). Biblista con incarichi universitari, fu anche assiduo redattore editoriale, nonché prolifico autore. Quella presentata non è una semplice (?) bibliografia degli scritti di PDB, ma un po’ un viaggio nel suo lavoro. All’inizio ecco alcuni brevi scritti d’occasione dedicati al mondo dell’editoria, qui raccolti sotto il titolo di Fare libri. Segue la bibliografia vera e propria (allestita dalla coautrice, che firma una breve premessa), suddivisa in diverse sezioni: Opere in volume (con le Opere in collaborazione), quindi Cronologica con interventi pubblicati su periodici (734 numeri), cui seguono altri scritti ritrovati ma non datati (per 81 schede). I dati formali così raccolti vengono poi riproposti organizzati per Tematiche, poi Generi letterari, quindi Altri generi letterari (dove è per esempio possibile isolare le recesioni). In fine l’indice dei nomi citati in Fare libri. Curiosa la Avvetenza a firma di Ilario Bertoletti (pp. 7-8): una quarantina di linee di cui oltre 30 costituite da una citazione di Umberto Eco. – Ed.B.

041-050 Dolce (Angelo), Il sogno di Aldo Manuzio, Zermeghedo (Vicenza), Edizioni Saecula, 2015, pp. 278, ISBN 978-88-98291-47-2, € 15. Il romanzo riporta un dialogo immaginario avvenuto fra Aldo Manuzio e Francesco Colonna, qui considerato autore dell’ Hypnerotomachia Poliphili, durante il quale l’editore narra le proprie vicende biografiche a partire dalla sua infanzia a Bassiano negli anni cinquanta del XV sec. fino al 1499, anno in cui è ambientata la narrazione. Il vol. contiene delle illustrazioni tratte dall’Hypnerotomachia e delle fotografie di Venezia scattate da Savino Cancellara. – Maria Serena Chiocca

041-051 Donato da Bomba, Relatione historica d’una miracolosa imagine del volto di Christo, a cura di Emanuele Colombo – Michele Colombo, Milano, Marietti 1820, 2016, pp. XVIII+94 con 4 tav. a colori fuori testo, ISBN 978-88-211-9416-0, € 9. Edizione, filologicamente curata, di un testo agiografico seicentesco, relativo al “Sacro volto” di Manoppello, una misteriosa immagine del volto di Cristo impresso su un sottile velo chiuso tra due vetri e da secoli conservato nel suddetto santuario in provincia di Pescara. – Ed.B.

041-052 Duncan (Dennis), Hoggs that sh– te soap, p. 66: the index as political weapon, «Times Literary Supplement», 15 January 2016, pp. 14-15 Þ rec. Boyd Holmes, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 34/3, settembre 2016, p. 136

041-053 Editoria Musicale. Madrigali tifernati per il monastero vallombrosano di Oselle, a cura di Biancamaria Brumana, Trestina (PG), Sabbioni Editore, 2016, pp. 93, ill., ISBN 978-88-909564-4-7, € 10. Per la XVI edizione della Mostra del Libro Antico e della Stampa Antica tenutasi a Città di Castello (PG) dal 2 al 4 settembre 2016, Biancamaria Brumana ha curato lo studio e l’edizione dei madrigali per voci e basso continuo intitolati Hore armoniche e composti dal nobile tifernate Orazio Petrolini, nato a Città di Castello nel 1582. I madrigali furono pubblicati a Roma nel 1613 per i tipi di Giovanni Battista Robletti (l’unico esemplare superstite è conservato all’Österreichische Nationalbibliothek di Vienna) e dedicati a Stefano Pignatelli, abate del monastero vallombrosano di Oselle. Per collegarsi a questa dedica, la parte musicologica è preceduta da due studi: nel primo, Francesco Salvestrini espone le origini dell’ordine e la sua diffusione (L’espansione del monachesimo vallombrosano nell’Italia dei secoli XI e XII, pp. 9-18); nel secondo, Riccardo Ciliberti si occupa nello specifico della presenza dei Vallombrosani in Valtiberina e dell’abazia di S. Maria di Oselle (La Valtiberina e i Vallombrosani, pp. 19-46). Dopo questi interventi, il lavoro di Bruma si organizza nel seguente modo: un’introduzione discorre dell’opera, della sua diffusione, del dedicatario e del musicista (pp. 47-68); segue un’appendice con la descrizione dell’edizione del 1613, l’inventario dei Libri da cantare di Cesare Crispolti del 7 maggio 1608 e l’edizione dei diciassette testi poetici dei madrigali di Petrolini (pp. 69-74); infine, dopo alcune illustrazioni (pp. 75-81), Brumana cura l’edizione della musica di tre madrigali esplicitamente vallombrosani (pp. 82-93). – S.C.

041-054 Elsheikh (Mahmoud Salem), Un ignoto manoscritto di mano di Yāqūt al-Mustacimī a Firenze (BR 41), «La Bibliofilia», 118, 2016, pp. 217-28. Si presenta uno sconosciuto manoscritto sottoscritto dal calligrafo arabo Yāqūt al-Mustacimī oggi conservato presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (BR 41), evidenziandone le analogie con altri codici vergati dal «Principe dei calligrafi». – L.R.

041-055 Eum. Catalogo 2006-2016, Macerata, eum, 2016, pp. 99, senza ISBN, s.i.p. Il piccolo catalogo della casa editrice universitaria raccoglie dieci anni di pubblicazioni suddivise in Saggi, Manuali, Riviste, annali e quaderni, Collane… accompagnate da Indice dei titoli e Indice degli autori, curatori e traduttori. – F.T.

041-056 Evenhuis (Neal L.), Charles Davies Sherborn and the ‘Indexer’s Clab’, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 34/3, settembre 2016, pp. 90-8. Gli undici voll. del monumentale Index Animalium (Cambridge, University Press, 1902) dell’inglese Charles Davies Sherborn (1861-1942) rappresentano un caposaldo nella storia della scienza, ma anche nell’indicizzazione. Il lavoro poteva contare su alcune ricerche sviluppate nel secondo Ottocento da suoi illustri contemporanei. – L.R.

041-057 Ex libris al Lingotto per gli 80 anni della FIAT 500 Topolino, a cura di Gian Carlo Torre, Sinalunga (Siena), Tipografia Rossi, 2016, pp. 212, ill. col., ISBN 978-8-8995300-2-0, s.i.p. In occasione dell’ottantesimo anniversario della Fiat 500 Topolino (1936-2016), il vol. è il catalogo di una mostra itinerante allestita nel 2016 che celebra la storia della piccola grande autovettura torinese. Attraverso un viaggio per immagini negli ex libris che la vedono raffigurata, vengono ripercorse le tappe evolutive del culto dell’autovettura. A precedere il catalogo alcuni contributi che raccontano storie, musiche e libri che hanno reso omaggio alla Topolino, indice degli artisti in calce. – D.M.

041-058 Farfa, Manifesto ilare o del buonumore, Milano, Libreria antiquaria Pontremoli, 2016, [pp. 18], senza ISBN. In occasione dell’inaugurazione della nuova sede della Libreria, è pubblicata in 160 esemplari fuori commercio la trascrizione priva di commento della seconda versione autografa e inedita del Manifesto ilare (Manifesto del buonumore nella prima versione altrettanto inedita), a opera del pittore e poeta futurista Vittorio Osvaldo Tommasini, alias Farfa (Trieste, 1881 – Sanremo, 1964). Precedono il testo la lettera che Farfa inviò a Marinetti insieme al Manifesto, un breve commento alla stessa, la biografia dell’a., il giudizio di Edoardo Sanguineti sulla sua poetica e una succinta Nota al testo a cura degli editori. – S.C.

041-059 Faulkner (Kate), From shoeboxes to the World Wide Web: the enthusiast as indexer, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 34/3, settembre 2016, pp. 99-103. Sulla base di interviste con Steve Roud, l’a. ricostruisce la storia del Roud Folk Song Index, un database disponibile online grazie all’English Folk Dance and Song Society (http://www.vwml.org/search/search-roud-indexes), che censisce 240.000 records (in continuo aumento), di canzoni popolari inglesi. – L.R.

041-060 Favero (Alessandra), Decoro ed esemplarità nel «De ingenuis moribus» di Pier Paolo Vergerio: un caso di ricezione umanistica del «De officiis», «Archivum mentis. Studi di filologia e letteratura umanistica», IV, 2015, pp. 3-13.

041-061 Feld (Maury David), A theory of the early Italian printing firm, in Id., Printing and humanism in Renaissance Italy, pp. 137-211. Di taglio certamente più socio-politico (in linea, dunque, con il milieu dell’a.), il pezzo – che corrisponde nella sua Part I (Variant of humanism, pp. 137-73) al cap. quinto e nella Part II (The Political economy of patronage, pp. 175-211) al cap. sesto – fa il punto sulla riflessione proposta nelle pagine precedenti, e insiste ancora una volta sui “cavalli di battaglia” dell’a.: il ruolo-chiave del cardinale Bessarione nell’introduzione della stampa in Europa, la sua influenza sulle scelte tecniche delle officine a lui legate (dimostrata dall’uso di tipi romani derivanti da modelli umanistici) e infine la vicenda di Sweynehym e Pannartz e quella del neoplatonismo romano, allungando di conseguenza lo sguardo fino a Parigi (che significa Guillaume Fichet e Ulrich Gering) e Norimberga (dove operava il Regiomontano). – E.G.

041-062 Feld (Maury David), Constructed letters and illuminated texts: Regiomontanus, Leon Battista Alberti, and the origins of Roman type, in Id., Printing and humanism in Renaissance Italy, pp. 43-64. Tradendo competenze tecniche non indifferenti riguardo i caratteri tipografici, l’a. individua una connessione stretta fra tipi (romani), decorazioni di certe iniziali silografiche (le constructed letters, appunto) e i più rilevanti orientamenti filosofico-culturali sottesi all’umanesimo italiano del XV sec., riferendosi soprattutto a Leon Battista Alberti, Mantegna, Feliciano e Pacioli. La prima parte del pezzo – pp. 43-56 – si concentra su una carrellata di esempi a supporto (particolarmente importanti per lo svolgimento della riflessione quelli relativi a Sweynehym e Pannartz), mentre la seconda – pp. 57-64 – è tutta centrata sulle inziali silografiche dell’astronomo/tipografo Johann Müller da Königsberg (il Regiomontano) e sulla derivazione dei suoi legni da quelli usati a Roma e Subiaco da Sweynehym e Pannartz: l’a. ha chiuso il cerchio, insomma. – E.G.

041-063 Feld (Maury David), Printing and humanism in Renaissance Italy: essays on the revival of the pagan gods, edited with an introduction by Cynthia M. Pyle; foreword by Marino Zorzi, Rome, Roma nel Rinascimento, 2015, pp. 298, ill., ISBN 978-88-85913-89-9, € 38. Questo lavoro rappresenta il nucleo di un vol. pensato dall’a. (1924-2005; già Reference Librarian presso la Harvard’s Littauer Library, nonché studioso eclettico e originale) negli anni Ottanta del sec. scorso, e ora proposto come una silloge che costituisce, in realtà, un’opera coerente e unitaria. Il vol. – si tratta di sei saggi, uno per cap., più due Appendici (pp. 213-88; la seconda è la recensione di Giuseppe Lombardo ai saggi dell’a., comparsa nel 1991 in Roma nel Rinascimento e qui tradotta dalla curatrice), parzialmente rivisti e aggiornati dalla collega e amica Cynthia M. Pyle – è preceduto da un Foreword di Marino Zorzi (pp. IX-XI), da una Introduction della curatrice (pp. XIII-XXII), e dalla bibliografia dell’a. (pp. LV-LVIII) compilata dalla stessa Pyle. Alle pp. 289-98 si trova un utile General Index (Persons and Subjects). È schedato sotto i singoli contributi. – E.G.

041-064 Feld (Maury David), Sweynehym and Pannartz, Cardinal Bessarion, Neoplatonism: Renaissance Humanism and two early printers’ choice of texts, in Id., Printing and humanism in Renaissance Italy, pp. 65-118. Il pezzo – il cuore vero e proprio della silloge nonché, forse, il contributo più originale dell’a. – offre una visione interdisciplinare e multisfaccettata della storia dell’introduzione della stampa in Italia, poiché analizza da una prospettiva originale (e sempre attenta alla rete delle relazioni e al peso specifico dei patronage) figure-chiave come Niccolò Cusano e il cardinal Bessarione, tanto per fare qualche nome caro all’a. Raccontando infatti nel dettaglio il making of di una serie di edizioni a stampa di testi pagani ed ecclesiastici realizzate attraverso un programma in cui nulla è lasciato al caso, l’a. dà conto di un prezioso e documentato esempio di sincretismo culturale e politico sullo sfondo dell’umanesimo romano. Corredano il pezzo 9 illustrazioni in b/n. – E.G.

041-065 Feld (Maury David), The early evolution of the Authoritative text, in Id., Printing and humanism in Renaissance Italy, pp. 1-41. Irrorare la cultura dei contemporanei con la saggezza degli antichi attraverso la nuova arte della stampa, avendo come fine ultimo e precipuo il benessere della società civile, senza focalizzarsi esclusivamente su quanto i testi di quegli antichi siano filologicamente accurati. Movendo da tale convincimento, l’a. spiega come e perché ha letto questa sorta di cifra ideale nella stampa delle origini (ma non solo), argomentandola, in particolare, attraverso la differenza che intercorre fra l’umanesimo del Bruni e di Erasmo da un lato, e quello di “scienziati filologi” come Valla e Poliziano dall’altro. Corredano il pezzo 15 illustrazioni in b/n. – E.G.

041-066 Feld (Maury David), The first Roman printers and the idioms of humanism, in Id., Printing and humanism in Renaissance Italy, pp. 213-82. Il pezzo – che corrisponde all’Appendix I – ripropone il catalogo (e la relativa introduzione) di una mostra (The first Roman printers and the idioms of humanism, appunto) allestita dall’a. nel 1988 presso la Harvard College Library. Il focus della mostra è strettamente connesso al Capitolo 1 (The early evolution of the Authoritative text), di cui però l’a., pur riproponendo in larga parte i temi, estende l’arco cronologico con una riflessione attenta (e filtrata soprattutto dalla lettura di Polibio e Machiavelli, che tradisce i suoi noti interessi per la storia militare) sul Maniement d’armes, d’arquebuses, mousquetz, et piques del pittore e incisore olandese Jacob de Gheyn, pubblicato nel 1607. Corredano il pezzo quasi una quarantina di ill. in b/n. – E.G.

041-067 Feld (Maury David), The Sibyls of Subiaco: Sweynehym and Pannartz and the editio princeps of Lactantius, in Id., Printing and humanism in Renaissance Italy, pp. 119-136. Il pezzo, che spiega e giustifica il sottotitolo del vol. (Essays on the revival of the pagan gods), scandaglia gli ambienti neoplatonici romani dell’ultimo quarto del sec., dove in parallelo hanno convissuto, senza troppe difficoltà, la tradizione cristiana e quella pagana (a proposito di quel sincretismo politico-culturale che rappresenta il “pensiero forte” dell’a.), e di cui la princeps di Sweynehym e Pannartz del Lattanzio – punto di incontro, quest’ultimo, fra l’antichità greca, romana e cristiana – costituisce specchio fedele. – E.G.

041-068 Fenu (Cristina), Una Venere calva: paradossi visivi tra allusività letteraria e mondanità veneziana nel «De re uxoria» di Francesco Barbaro, «Archivum mentis. Studi di filologia e letteratura umanistica», IV, 2015, pp. 15-40.

041-069 Fossati (Fabrizio), Le seicentine della Biblioteca Generale della Custodia di Terra Santa. Descrizione del fondo e catalogo realizzato, «TECA», 8, settembre 2015, pp. 113-21. Il contributo descrive il progetto di catalogazione del fondo di edizioni del XVII sec. custodite presso la Biblioteca Generale della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme. Un lavoro che ha previsto non solo l’inserimento in OPAC dei dati bibliografici dei vol., ma anche, dove possibile, la riproduzione dei frontespizi e il rimando a riproduzioni digitali di altri esemplari disponibili online. – L.R.

041-070 Ghirardi (Sabina), La voce delle postille “mute”. I notabilia manzoniani alle commedie di Giovan Maria Cecchi, «Prassi ecdotiche della Modernità Letteraria», 1, 2016, pp. 127-209. L’articolo illustra le caratteristiche dell’edizione commentata dei notabilia manzoniani ai testi dei commediografi toscani del XVI sec. relativamente alle cinque commedie di Giovan Maria Cecchi; vengono infine individuati i reimpieghi nelle diverse redazioni dei Promessi sposi. – N.V.

041-071 Godart (Louis), Il libro nella storia, Udine, Forum, 2015, pp. 46, ISBN 978-88-8420-934-4, € 7. Il libro può ancora esercitare le sue fondamentali funzioni sociali e culturali, in un’epoca in cui cultura ed editoria stanno attraversando cambiamenti epocali? È questa la domanda di fondo di questo breve testo edito da Forum, casa editrice dell’Università di Udine, che raccoglie le parole enunciate da Louis Godart in una lectio in occasione dell’inaugurazione della Biblioteca Florio dell’Ateneo del capoluogo friulano. Dopo aver passato in rassegna alcuni episodi per evidenziare l’importanza del libro nel corso della storia, l’a. si sofferma su alcune domande riguardo al futuro librario e cerca di arrivare a una conclusione, partendo sempre dall’idea che presuppone il libro come unico strumento nelle mani dell’uomo per sfidare l’eternità. – Pierfilippo Saviotti

041-072 Grafton (Anthony) – Joanna Weinberg, «I have always loved the Holy Tongue». Isaac Casaubon, the Jews, and a Forgotten Chapter in Renaissance Scholarship, Cambridge (Mass.), London, The Belknap Press of Harvard University Press, 2011, pp. X + 379, ISBN 978-0-674-04840-9, s.i.p. Il vol. è il primo studio complessivo sugli studi ebraici di Isaac Casaubon (1559-1614), meglio noto per la sua opera di filologo classico. Prendendo le mosse da due libri postillati da Casaubon, ora alla Houghton Library dell’Università di Harvard, gli a. compongono un ritratto aggiornato e convincente dello studioso, inserendo il suo interesse per la Sacra Scrittura, la lingua e la tradizione ebraiche in quella che è definita una «ricerca spirituale senza confini». L’argomentazione è fondata su una lunga serie di evidenze materiali, fra le quali numerosi libri postillati da Casaubon, abbondantemente illustrati nelle tavole che corredano il testo. Proprio la presenza di note di possesso e postille autografe permette agli a. di riconoscere la più completa porzione della biblioteca del filologo finora descritta, conservata oggi prevalentemente alla British Library, ma anche a Cambridge, Dublino, Eton, Leida, Oxford, San Marino (California) e York, oltre che, appunto, Harvard (pp. 329-31 e 336-40). Chiudono il libro alcune appendici, fra le quali un saggio di Alastair Hamilton sugli studi arabi di Casaubon, un’ampia bibliografia e un indice dei nomi. Simone Signaroli

041-073 Grasso (Aldo), Da Calimero a Papalla, nascita e morte di Carosello, «Vita e Pensiero», 6, 2016, pp. 120-3. Affermazione e scomparsa di uno dei fenomeni di comunicazione di massa più performanti della TV italiana del Dopoguerra. – Ed.B.

041-074 Guaraldi (Mario), Radici di carta, frutti digitali, nuova edizione ampliata, Rimini, Guaraldi, 2016, pp. 110, ISBN 978-88-6927-288-2, € 10. Di Mario Guaraldi si possono dire molte cose: avventato, idealista, estremista, polemico, “bombarolo”, sognatore, simpatico, un inguaribile romagnolo insomma. Ma, soprattutto, occorre dire che Mario è, se posso, “naturaliter editore”, un po’ come è anche “naturalier christianus”. Questo splendido libro raccoglie sei, come le chiama lui, lezioni (in riferimento a suo appassionato tirocinio di insegnante universitario tra Parma, Viterbo e Urbino) dedicate ad affrontare altrettante tematiche dell’editoria contemporanea. Ma, come c’era da aspettarsi, il metodo non è asettico, sociologico o tecnologico, è il suo vissuto. Si viene condotti a ripercorrere le avventure di una vita (ormai gli anni superano i 75) spesa da (piccolo ma agguerrito) protagonista. Si badi bene, non un libro di memorie (che pure sarebbe interessante e divertente) ma un percorso nell’editoria dagli anni ’70 in poi, alla ricerca del modo per produrre libri di qualità. Un occhio sempre aperto sul mondo digitale, che l’a. ha lungamente sognato come soluzione dei problemi della piccola editoria, e si è poi rivelato invece difficile e ingovernabile. Un percorso che si apre però alla speranza, col suo invito a costruire “una nuova economia della conoscenza”. – Ed.B.

041-075 Guerrieri (Elisabetta), La letteratura nella storia e la storia nella letteratura: le «Legazioni e commissarie» durante il cancellierato di Carlo Marsuppini (1444-1453), «Archivum mentis. Studi di filologia e letteratura umanistica», IV, 2015, pp. 165-85.

041-076 Hellinga (Lotte), Fare un libro nel Quattrocento. Problemi tecnici e questioni metodologiche, a cura di Elena Gatti, postfazione di Edoardo Barbieri, Udine, Forum, 2015 (Libri e Biblioteche, 36) Þ rec. Luca Rivali, «La Bibliofilia», 118, 2016, pp. 325-8

041-077 Identity (The) of the Contemporary Public Library. Principles and Methods of Analysis, Evaluation, Interpretation, edited by Margarita Pérez PulidoMaurizio Vivarelli, Milano, Ledizioni, 2016, pp. 215, ISBN 978-88-6705-468-8, € 16. Il vol. raccoglie gli atti del convegno “L’identità della biblioteca pubblica contemporanea. Principi e metodi di analisi, valutazione, interpretazione” tenutosi a Torino nel dicembre 2014, promosso dal Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino e dalla Facultad de Ciencias de la Documentación y la Comunicación dell’Universidad di Extremadura, sotto il patrocinio della SISSB e con la cooperazione della Sezione Piemonte dell’AIB. Le relazioni sono divise in quattro sezioni: la prima analizza la biblioteca pubblica attraverso la sua storia, il suo presente e il suo futuro con uno sguardo che parte dall’interno delle istituzioni per analizzare il contesto che le circonda e che le stimola al cambiamento (Paolo Traniello, Margarita Pérez Pulido, Maurizio Vivarelli); la seconda parte tratta dei modelli di analisi, misurazione e valutazione della biblioteca pubblica rivalutando l’utente come parte attiva e non solo oggetto delle strategie attuate (Aurora González Teruel) e interrogandosi su come cambiano i concetti di quantità e di qualità dei dati e la loro interpretazione nel panorama dei Big Data (Chiara Faggiolani); il vol. continua con una sezione dedicata alle sfide che la biblioteca pubblica deve affrontare al giorno d’oggi in relazione alla frammentazione dell’informazione e a come si possa giungere da essa a una vera conoscenza (Giovanni Solimine), alla richiesta sempre maggiore di materiale digitale (Ernest Abadal), a un’identità sempre più plurale (Giovanni Di Domenico) e alla crisi del concetto di modello come era stato portato avanti dalla riflessione scientifica del secolo scorso (Alberto Salarelli); l’ultima sezione dedicata a lavori in corso propone i risultati di analisi della realtà italiana condotte sul campo e riesce a dare, se ce ne fosse stato bisogno, un rilancio pratico alle precedenti sezioni (Maria Pagano, Ilaria Giglio e Maria Maiorano). Chiude il vol. una ricca bibliografia (stilata da Maria Senatore Poletti) che raccoglie quanto pubblicato in relazione all’argomento del convegno tra il 2010 e il 2014 in Italia, Spagna e Francia. – Em.B.

041-078 «Illustratore italiano», 1/II, pp. [VIII]+120, ISSN 2499-2348, € 15. Una gioia per gli occhi, il cuore e il cervello. Una nuova rivista intelligente dedicata esclusivamente “al disegno e ai disegnatori italiani”. Un viaggio, allestito con cura da Alessandro Carboni (direzione editoriale) e Maria La Duca (direzione artistica), che permette di scoprire il meglio dei disegnatori nazionali contemporanei, ma assieme un oggetto elegante che mostra/di-mostra l’esperienza stessa narrata. Per informazioni, acquisti di singoli numeri e abbonamenti: http://illustratoreitaliano.bigcartel.com/ – Ed.B.

041-079 Indexes reviewed, edited by Christine Shuttleworth, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 34/3, settembre 2016, pp. 129-32. Consueta rubrica di recensioni di indici. – L.R.

041-080 Jaitner-Hahner (Ursula), «Quoniam eius memoria fere interiit». Contributi alla ricezione dell’umanista Gregorio Tifernate, «Archivum mentis», 3, 2014, pp. 173-207. Analizzando il percorso di ricezione dell’opera di Gregorio Tifernate, l’a. pone particolare attenzione alla figura di Girolamo Cerboni che, già in stretto contatto con la tipografia Mazzocchi e Gucci a Città di Castello, promosse nel 1538 o 1539 un’edizione con i carmi composti dall’umanista (Edit16 CNCE 30256). Tale pubblicazione sarebbe poi diventata la fonte principale per gli studi sul Tifernate nei secoli successivi. – D.M.

041-081 Johncocks (Bill), Do we really need indexers?, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 34/3, settembre 2016, pp. 104-9. Alla provocatoria domanda del titolo, l’a. risponde suggerendo alcune strategie per rilanciare il riconoscimento della professionalità dell’indicizzatore e migliorare così la qualità degli indici e, di conseguenza, la fruibilità dei testi. – L.R.

041-082 Landes (Cheryl), The future of indexing, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 34/3, settembre 2016, pp. 122-4. Si propongono alcuni orientamenti per il futuro dell’indicizzazione e degli indicizzatori. – L.R.

041-083 Lavenia (Vincenzo), Intorno ad Alberico Gentili. La formazione, i processi, l’esilio, in Ripensare la Riforma protestante, pp. 255-68.

041-084 Libro (Il) di Luigi Peruzzi, saggio introduttivo, testo critico e commento a cura di Gennaro Ferrante, Società editrice Il Mulino, 2016 (‘Istituto italiano per gli studi storici. Testi storici, filosofici e letterari’, 17), ill., pp. VII + 373, ISBN 978-88-15-16719-1, € 50. Edizione del Libro di Luigi di Ridolfo Peruzzi (1410-1484), figlio di uno dei più eminenti avversari di Cosimo de’ Medici, esiliato ad Ancona e quindi ad Avignone. Il Libro, sinora ignoto agli studi, è custodito nel ms. Acquisti e doni 401 della Biblioteca Laurenziana di Firenze, autografo di Luigi, e risale agli anni 1470-75: contiene varie opere moraleggianti e liturgiche, le biografie di Dante (con i vari capitoli danteschi) e Petrarca, un «egodocumento» (p. 48), la Pistola a Gentile de’ Bardi, e ventidue sonetti, quattordici dei quali dell’autore. L’ampia introduzione (pp. 1-219) delinea la biografia del Peruzzi, analizza due pale d’altare da lui commissionate e procede alla disamina delle opere contenute nel Libro; si enunciano quindi i criteri di trascrizione (molto conservativi). Segue l’edizione, con ampio commento. Chiudono il vol. gli indici dei nomi e delle immagini. – L.Ma.

041-085 Lo Re (Salvatore), Bartolomeo Carli Piccolomini e la «Regola» del fedele e buon cristiano. La Riforma e la piazza, in Ripensare la Riforma protestante, pp. 123-35. Vengono portate una serie di obiezioni alla tradizionale attribuzione a Bartolomeo Carli Piccolomini della Regola utile e necessaria a ciascuna persona che cerchi di vivere come fedele e buon christiano, anonimo opuscolo uscito in tre edizioni veneziane (1542, 1543 e senza data). – L.Ma.

041-086 Lutero (Martin), Le 95 tesi, a cura di Domenico Segna – Giuseppe Alberigo, Milano, Garzanti, 2016, ISBN 978-88-11-81125-1, pp. XXVIII+36, € 4,90. Accompagnate da una solida e aggiornata introduzione, vengono presentate in traduzione italiana le 95 tesi affisse (forse meglio “presentate”) da Lutero nel 1517, accompagnate dall’elenco delle proposizioni condannate da Roma. – Ed.B.

041-087 Lynch (Jack), You could look it up. The reference shelf from ancient Babylon to Wikipedia, New York, Bloomsbury Press, 2016 Þ rec. J. Brooks Flippen e Kristin Harley, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 34/3, settembre 2016, pp. 135-6

041-088 MacGlashan (Maureen), Editorial, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 34/3, settembre 2016, p. 89. In un momento in cui nell’editoria e nell’indicizzazione ci sono poche certezze, si traccia un bilancio della situazione attuale, riflettendo su possibili sviluppi per il futuro. – L.R.

041-089 Maghenzani (Simone), Niccolò Balbani e l’epistola «A’ fedeli de la Italia» (1566). Una edizione, in Ripensare la Riforma protestante, pp. 269-81. Analisi ed edizione della lettera ai fedeli italiani scritta dal riformatore lucchese (ma di stanza a Ginevra) Nicolò Balbani (1522-87) premessa all’edizione del 1566 della traduzione italiana del Catechismo di Calvino. – L.Ma.

041-090 «Magyar Könyvszemle», 2, 2016. Si fornisce una scheda complessiva. Fra i temi trattati: edizioni otto-novecentesche di una traduzione di Preces Geltrudianae, rapporti letterari Budapest-Vienna nel XIX sec., crimini rituali e stampa satirica, riviste studentesche dell’ Università di Pécs, attività giornalistica viennese di Móric Ludassy, periodici ungheresi del XIX sec., il disegnatore József Müller, le poesie di Reményik Sándor. – Ed.B.

041-091 Malena (Adelisa), «Ecclesia Universa»: “imparzialità” confessionale e “transfer” culturali tra Sei e Settecento. Note su una ricerca in corso, in Ripensare la Riforma protestante, pp. 283-310.

041-092 Martinuzzi (Christopher), Thomas Müntzer. Dall’ideologia alla storia, in Ripensare la Riforma protestante, pp. 311-23.

041-093 Mastropaolo (Mariarita), «It cannot be considered a finished work». “Le donne di Messina” di Elio Vittorini, «Prassi ecdotiche della Modernità Letteraria», 1, 2016, pp. 239-49. Il contributo si concentra sull’analisi delle carte manoscritte relative a Le donne di Messina di Elio Vittorini, conservate presso il Centro Apice dell’Università degli Studi di Milano. In particolare viene preso in esame l’epilogo del romanzo nella sua evoluzione dall’edizione del 1949 a quella del 1964. – N.V.

041-094 MFH. Manuscripta Franciscana Hierosolymitana. Selected Exhibition (Gerusalemme, 23 ottobre 2014. Jerusalem, 23rd October 2014), [a cura di Edoardo Barbieri], Milano-Torrita di Siena, CRELEB – Società Bibliografica Toscana, 2015 Þ rec. Paola Sverzellati, «La Bibliofilia», 118, 2016, pp. 323-5

041-095 Miei piccoli lettori… Letteratura e scienza nel libro per ragazzi tra XIX e XX secolo, a cura di Elisa Marazzi, Milano, Guerini e Associati, 2016, pp. 224, ill., ISBN 978-88-6250-642-7, € 19,50. Il vol. (che raccoglie gli atti di una giornata di studi svoltasi a Milano il 24 ottobre 2014) esamina la produzione editoriale del libro per ragazzi tra seconda metà del XIX e il XX sec., concentrando l’attenzione sull’influenza esercitata dalle teorie scientifiche e dal clima culturale del periodo. Diversi gli aspetti affrontati dai contributi: dall’inclinazione al didatticismo, spesso mutuato da esperienze estere (Elisa Marazzi), all’attenzione per la produzione enciclopedica rivolta ai più giovani (Elisa Rebellato); dall’influenza delle teorie evoluzionistiche nell’opera di Kipling (Anna Antoniazzi) alla rilettura moderna della figura tradizionale dell’orco nel racconto per ragazzi. (Alberto Carli). Anche le scienze chimiche (Francesca Orestano) e l’arte medica (Sabrina Fava) ebbero un ruolo di rilievo in molta letteratura coeva. Di illustrazione si occupano invece due contributi (Marta Sironi e Walter Forchesato). – F.F.

041-096 Mughini (Giampiero), La stanza dei libri, Milano, Bompiani, 2016, pp. 157, ISBN 978-88-452-8237-9, € 14. La bibliofilia che diventa bibliomania. La spasmodica e a tratti compulsiva ostinazione nel comprare libri e collezionarli. È questo il nucleo del nuovo libro di Giampiero Mughini, edito da Bompiani. Seguendo fedelmente un preciso andamento cronologico, dalla giovinezza fino a questi giorni, lo scrittore e bizzarro opinionista televisivo racconta anni e anni di collezionismo librario, passione nata ancor prima di aver raggiunto la maggiore età. Se gli anni dell’adolescenza non permettevano l’acquisto di libri particolarmente rari e costosi, col passare dei giorni l’a. è riuscito a comporre una biblioteca di tutto rispetto. Su tutte, due collezioni alle quali è particolarmente affezionato: la raccolta di libri, carte e documenti degli anni ’70 riguardanti le Brigate Rosse e gli Anni di Piombo e la bellissima collezione di volumi del Futurismo, venduta dalla libreria Pontremoli di Milano in un periodo per lui non fortunato dal punto di vista della salute, e della cui vendita si è successivamente pentito. Se l’elemento autobiografico può risultare a tratti tedioso, interessante è la bibliografia nonché le numerose citazioni di titoli riportate dall’a. tra le pagine del libro. – Pierfilippo Saviotti

041-097 Niccoli (Ottavia), Aleandro a Worms (1520-1521). Fonti figurate della Riforma nelle parole di un avversario, in Ripensare la Riforma protestante, pp. 325-46. Le lettere di Girolamo Aleandro, nunzio apostolico in Germania incaricato di partecipare alla Dieta di Worms e inquisitore speciale contro Lutero, testimoniano dell’uso propagandistico delle immagini da parte dei riformatori. – L.Ma.

041-098 Orioli (Giuseppe), Le avventure di un libraio, Introduzione di Alberto Vigevani, Roma, Castelvecchi, 2016, pp. 238, ISBN 978-88-6944-468-5, € 17,50. Dopo la princeps del ’44 (uscita a due anni dalla morte dell’a.), questa è la riproposta della seconda edizione riveduta da Vigevani e pubblicata da Il Polifilo nel 1988. Si tratta non solo di un’intrigante autobiografia di uno dei più scapigliati “uomini del libro” del nostro Novecento (editore nella Firenze anglofila e libertina, per molto tempo libraio antiquario con Davis), ma, per quegli anni, di un entusiasmante esercizio di scrittura. – Ed.B.

041-099 Pazienza (La) di Arrigo Bugiani. Un ritratto attraverso i Libretti di “Mal’Aria”, regìa di Simone GiustiMauro Papa, con un’introduzione di Orso Bugiani, Trestina (PG), Sabbioni Editore, 2016, pp. 63, ill., ISBN 978-88-909564-3-0, € 10. Durante la XVI edizione della Mostra del Libro Antico e della Stampa Antica tenutasi a Città di Castello (PG) dal 2 al 4 settembre 2016, nelle sale di Palazzo Vitelli a Sant’Egidio è stata proposta l’esposizione dei Libretti di Mal’Aria, editi dallo scrittore Arrigo Bugiani (Grosseto, 1897 – Valdarno, 1994) tra il 1960 e il 1994. Il vol. esce proprio in occasione di tale mostra, commentando in brevi capp. (Eteronimi, Architetture, Carte, Tracce, Bambini, Visioni, Scritture, Comunità) questo complesso progetto editoriale di 568 libretti, i quali racchiudono svariate tipologie testuali e immagini di ogni genere nel breve spazio di quattro o al massimo otto facciate ciascuno. Il testo è accompagnato da immagini tratte dai libretti stessi e alcuni Riferimenti bibliografici chiudono il vol. – S.C.

041-100 Per una storia delle biblioteche in Toscana: fonti, casi, interpretazioni. Atti del convegno nazionale di studi, Pistoia, 7-8 maggio 2015, a cura di Paolo Traniello, Pistoia, Settegiorni Editore, 2016, pp. 240, ISBN 978897848530, s.i.p. Vol. molto interessante e ricco di contributi dei più qualificati studiosi italiani di storia della cultura e delle biblioteche. Le tematiche trattate spaziano su un lungo arco temporale (dal Medioevo alla contemporanetà), che permette di ricostruire in maniera soddisfacente una ricca parte della storia delle biblioteche in Toscana. Strumento utile per gli studi di settore, grazie anche alla sostanziosa bibliografia presente nei contributi. – L.Mo.

041-101 Peyronel Rambaldi (Susanna), La Riforma protestante, XVII febbraio 2017, Torino, Claudiana, 2017, pp. 64, ISBN 978-88-6898-123-5, € 6. Ogni anno, in occasione della ricorrenza dell’emancipazione valdese del 1848, viene pubblicato un supplemento al «Bollettino della Società di Studi Valdesi» dedicato al tema. Quest’anno è toccato, evidentemente, alla Riforma in quanto tale, presentata in una lucida sintesi da una delle migliori studiose italiane del tema: la lunga esperienza di insegnamento conferisce al testo la sintetica semplicità del dettato e una sua elegante capacità di alta divulgazione. Bibliografia finale pp. 60-3. – Ed.B.

041-102 Pontremoli (Libreria), Libri rari e autografi. 22 settembre 2016, via Cesare Balbo 4 Milano, Milano, Libreria antiquaria Pontremoli, 2016, pp. 188 + 1 listino prezzi, ill. col. Bel catalogo dei trenta libri scelti, rari o autografi, esposti durante la giornata del 22 settembre 2016, in cui si è inaugurata la nuova sede, al civico 4 di via Cesare Balbo (Milano), della libreria Pontremoli. Solo qualche “assaggio” di alcuni dei pezzi: una lettera autografa di Vittorio Alfieri alla madre, l’edizione originale dei Canti Orfici di Dino Campana (in un esemplare dedicato da Manlio Campana, fratello di Dino a Giuseppe Bottai), e un rarissimo libro d’artista realizzato da Leonardo Sinisgalli e corredato da due acqueforti di Lucio Fontana. Ogni scheda è arricchita da numerose immagini e si articola in una descrizione minuziosa dell’oggetto e in una ampia parte esplicativa del contenuto dello stesso, inquadrando il tutto all’interno del più ampio contesto della poetica e della vita dell’autore. Un vol. che, superando il puro valore commerciale di un catalogo, si configura come un contributo importante alla storia del libro del Novecento. Allegato listino dei prezzi. – A.T.

041-103 Potestà (Gian Luca), Moro, la “verità” delle lettere e il ruolo del mondo cattolico, «Vita e Pensiero», 6, 2016, pp. 92-9. Uno dei più complessi e drammatici casi di “comunicazione epistolare” del secondo Novecento viene riletto dal punto di vista dell’impegno della Chiesa italiana per la liberazione di Aldo Moro. – Ed.B.

041-104 Pulce (Graziella), Giorgio Manganelli, Bibliografia (1942-2015) con una cronologia della vita e delle opere e un regesto delle collaborazioni radiofoniche, Roma, Artemide, 2016, pp. 238, ISBN 978-88-7575-326-1, €25. Giorgio Manganelli (1922-1990) fu autore estremamente prolifico. Notizia della sua ampia produzione, declinatasi in una gran varietà di generi diversi, è raccolta dall’a. (dopo la pubblicazione di una prima bibliografia a opera della stessa nel 1996). Ordinata cronologicamente, la bibliografia accoglie anche gli scritti pubblicati postumi (fino al 2015) e, per la prima volta, informazioni sulle collaborazioni radiofoniche, quest’ultime elencate a parte in un apposito Regesto. Chiudono il vol. due Indici dei nomi (relativi agli scritti e agli interventi radiofonici). – F.F.

041-105 Radici (Le) del libro. Omaggio a Aldo Manuzio (Bassiano 1449-52 – Venezia 6 febbraio 1515). Atti del convegno, Bassiano, 27 febbraio 2016, a cura di Maria Gioia Tavoni – Gian Carlo Torre, [s.n.], Bassiano, 2016, pp. 94, ill. b/n, s.i.p. Raccolta degli interventi del convegno svoltosi a Bassiano, città natale di Aldo Manuzio, il 27 febbraio 2016, in occasione delle celebrazioni del V centenario della sua morte. In chiusura di vol., gli scritti introduttivi alle mostre Dalla tipografia al libro e Una ricerca estetica in progress: il carattere di stampa, tenutesi a Bassiano dal 27 febbraio al 15 aprile 2016 e la descrizione, dovuta a Enrico Tallone, dei caratteri tipografici utilizzati nella composizione della poesia Ab imo pectore di Jean-Pierre Rosnay, stampata da Tallone stesso nel 1995. Si vedano schedati i singoli contributi. – Martina Molino

041-106 Raven (James), Bookscape. Geographies of Printing and Publishing in London before 1800, London, British Library, 2014, 208 p., ill. col., ISBN 978-0-7123-5733-3, £ 50. Analisi approfondita nata dall’inedito intreccio di urbanistica, studi culturali e discipline economiche che si prefigge l’obiettivo di ricostruire i principali luoghi della produzione e del commercio librario nella Londra sette-ottocentesca. Studio proposto in occasione delle Panizzi Lectures, a discapito del titolo, è interamente focalizzato sul secolo del Lumi e dedica pochissimo spazio alle epoche precedenti. Al contrario, Raven si dimostra abilissimo nel destreggiarsi con rigoroso metodo storico tra le innumerevoli fonti commerciali e giudiziarie conservate negli archivi londinesi. Bibliografia, indice dei nomi e delle illustrazioni, la cui grafica avrebbe forse richiesto una veste più elegante. – D.M.

041-107 Rhoades (Gale), Ransomware and other malware, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 34/3, settembre 2016, pp. 126-8. L’a., partendo dal presupposto che gli attacchi ransomware e malware sono in aumento e non c’è molto che si possa fare per fermarli, suggerisce il lavoro da fare per proteggersi e recuperare i dati se dovesse accadere il peggio. – L.R.

041-108 Ricca (Paolo), Che cos’è stata la Riforma?, in Ripensare la Riforma protestante, pp. 347-52.

041-109 Ricciardi (Roberto), La création d’un mythe de l’origine dans la poésie pontanienne: la métamorphose du Sébéthus (Giovanni Pontano, «Parthenopeus», II, 14), «Archivum mentis. Studi di filologia e letteratura umanistica», IV, 2015, pp. 139-50.

041-110 Ricciardi (Roberto), Su alcuni punti del III delle «Epistolae» di Angelo Poliziano, «Archivum mentis. Studi di filologia e letteratura umanistica», IV, 2015, pp. 85-122.

041-111 Ricco (Renato) – Susanna Villari, Francesco Robortello, «In librum Aristotelis De arte poetica explicationes», «Studi giraldiani», 2, 2016, pp. 153-74. Nell’ambito dedicato al censimento delle edizioni e commenti cinquecenteschi della Poetica di Aristotele, si presenta la scheda relativa alle Explicationes di Francesco Robortello. – N.V.

041-112 Ripensare la Riforma protestante. Nuove prospettive degli studi italiani, a cura di Lucia Felici, Torino, Claudiana, 2015, ill., pp. 410, ISBN 978-88-6898-076-4, € 29. Si schedano i singoli contributi.

041-113 Rozzo (Ugo), Un papa all’Indice: Pio II Piccolomini, «La Bibliofilia», 118, 2016, pp. 229-49. Dall’Indice fiorentino del 1552 a quello romano del 1559 risulta condannata un’opera scritta da Enea Silvio Piccolomini nel 1440 e dedicata al controverso Concilio di Basilea. Il futuro Pio II ebbe modo in seguito di ritrattare le proprie posizioni già nei primi anni Sessanta del Quattrocento, a seguito della sua elezione al soglio pontificio. – L.R.

041-114 Rudy (Kathryn M.), Postcards on Parchment. The Social Lives of Medieval Book, New Haven-London, Yale University Press, 2015, pp. 360, ill., ISBN 978-0-3002-0989-1. Il vol., abbondantemente illustrato (si contano quasi 300 riproduzioni), si concentra su una tipologia particolare di documenti: quei fogli in pergamena, di piccole proporzioni e accompagnati da raffigurazioni devote, assimilabili a cartoline, che spesso trovano accoglienza tra le pagine di manoscritti per la preghiera, con particolare riferimento a quelli prodotti nel basso Medioevo nei Paesi Bassi, terra d’elezione per la produzione di libri d’ore più o meno riccamente decorati. Nell’ampio studio, che ripercorre la storia di tali tracce di pietà, queste immagini sono le protagoniste per la loro natura particolare: pur essendo sovente inserite o incollate all’interno dei libri di devozione, esse non nascono con la prima funzione di illustrare il testo, come avviene per le miniature, ma godono di una sorta di statuto autonomo. Consentono inoltre, in particolare per l’area geografica dei Paesi Bassi presa in considerazione, di ricostruire lo spaccato della società dove questi foglietti (postcards on parchment) circolavano. Completano opportunamente il vol. l’indice dei numerosi manoscritti presi in esame, moltissimi dei quali ancor oggi conservati nelle biblioteche di Belgio e Olanda, e quello dei nomi. – Marco Petoletti

041-115 Sachet (Paolo), A humanist printer moves from Venice to Rome: the curial patronage of Paolo Manuzio, in La stampa romana nella città dei papi e in Europa, pp. 217-33. L’a. esamina i rapporti di Paolo Manuzio (1512-1574) con la Curia romana, e, in particolare, l’arco temporale che va dal suo primo viaggio a Roma nel 1535 fino al 1561, anno in cui firmò il contratto per dirigere la stamperia pontificia. Lo studio analizza i suoi tentativi di inserirsi nell’ambiente editoriale romano, tenendo in considerazione il sostegno datogli dai vertici più alti della Chiesa cattolica. Il vol. che ospita il saggio contiene le relazioni presentate l’11 novembre 2011 al Seminario del CERL (Consortium of European Research Libraries), tenutosi alla Biblioteca Apostolica Vaticana, insieme ad altri contributi. – Maria Serena Chiocca

041-116 Scala (Ferdinando), Cimiano, Feltre, Rombon e Lambrate. Un territorio di santi, imprenditori ed eroi, Torino, Graphot, 2016, pp. 318, ISBN 978-88-99781-03-3, € 22. Appassionato ritratto di alcuni quartieri periferici di Milano: alcune belle pagine (pp. 159-62) dedicate al Master in Professione Editiria dell’Università Cattolica che presso l’ Istituto Padre Pia Marta a Cimiano svolge i suoi laboratori. – L.R.

041-117 Scapecchi (Piero), Una collezione per una città. Catalogo delle edizioni quattrocentesche della Biblioteca Comunale e dell’Accademia Etrusca di Cortona, a cura di Edoardo Barbieri, Torrita di Siena, Società Bibliografica Toscana, 2016, pp. 64, ill. b/n, ISBN 978-8-89828-233-3, s.i.p. La pubblicazione del bel catalogo firmato da uno dei maggiori studiosi italiani del libro a stampa del Quattrocento corona la seconda edizione della scuola estiva dedicata al libro antico ospitata dal Comune di Torrita di Siena. Un lavoro che viene da lontano, essendo nato dalla revisione del patrimonio a stampa quattrocentesco cortonese realizzato dall’a. per conto dell’Ufficio incunaboli della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. L’ elegante volumetto, pubblicato dalla Società Bibliografica Toscana con il contributo del Comune di Cortona, è corredato da alcune immagini in bianco e nero. Dopo la breve premessa di Edoardo Barbieri, l’introduzione ricostruisce i passaggi salienti della formazione del fondo, ma in generale della Biblioteca Comunale e dell’Accademia Etrusca. Il fondo consta di un numero non infimo di edizioni, 146 (per un totale di 152 esemplari), descritte dall’a. con un sistema abbreviato, sullo stile di IGI, ma corredato da ampi rimandi bibliografici ad autorevoli repertori. In ogni scheda poi si trovano anche i preziosi dati di esemplare che permettono di scoprire alcune prestigiose provenienze (i cardinali Filiberto Hugonet e Teodoro di Monferrato, la famiglia romana Mandosi), ma anche fini curiosità come la nota di acquisto di Giacomo Filippo Foresti da Bergamo per il proprio convento agostiniano. Chiudono le concordanze con ISTC e IGI e un apparto indicale comprendente luoghi di stampa, date di edizione, tipografi ed editori, possessori e provenienze. – L.R.

041-118 Scaramella (Pierroberto), I baroni meridionali e l’accusa di eresia. Presupposti ed esiti di una vicenda inquisitoriale, in Ripensare la Riforma protestante, pp. 137-56.

041-119 Schilling (Heinz), Martin Lutero. Ribelle in un’epoca di cambiamenti radicali, Torino, Claudiana, 2016, pp. 608, ISBN 978-88-7016-991-1, € 39,50. Monumentale e aggiornatissima biografia di Lutero, uscita in tedesco nel 2012-13. Nata dai corsi universitari tenuti dall’a., l’opera inserisce le vicende del riformatore nel contesto storico tedesco del tempo, non astenendosi dal tentativo però di spiegare e interpretare le azioni e il pensiero di Lutero. Con in fine bibliografia (pp. 555-86) e indice dei nomi (pp. 591-601). – Ed.B.

041-120 Schwarzfuchs (Lyse) avec la collaboration de William Kemp, Érasme et l’hébreu à Lyon: les Colloques de 1530, «La Bibliofilia», 118, 2016, pp. 251-64. La riscoperta dell’unico esemplare sopravvissuto dei Colloquia di Erasmo, Lyon, Jean Clein, 1530, in 12° (Milano, Biblioteca di Ateneo dell’Università Cattolica, MD-B-48), con inserti testuali in ebraico, è l’occasione per l’a. di tornare su un tema a lungo studiato: quello della stampa con caratteri ebraici in Francia nel Cinquecento. – L.R.

041-121 Scrivere lettere nel Cinquecento. Corrispondenze in prosa e in versi, a cura di Laura Fortini - Giuseppe Izzi - Concetta Ranieri, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2016 (‘Biblioteca dell’Arcadia. Studi e testi’, 3), pp. IX + 294, ISBN 978-88-6372-970-2, € 38. Il vol. raccoglie le relazioni tenutesi durante il Colloquio internazionale Scrivere lettere nel Cinquecento. Corrispondenze in prosa e in versi (Università di Roma Tre, 8-9 maggio 2014). All’interno del testo, che prosegue seguendo l’idea che ha animato il convegno, si possono individuare tre grandi motivi legati alla scrittura epistolare del XVI sec., agli studi e alla bibliografia precedente sul tema: il Cantiere, l’Arte e il Genere. L’attenzione è focalizzata, a livello geografico e cronologico, su un particolare segmento della produzione epistolare: il XVI sec. italiano, a cui si lega l’apparizione del libro di lettere volgari a stampa, legittimando di fatto una pratica che fino ad allora era stata subordinata a quelli che erano i canoni dell’epistolografia latina. I saggi trattano rispettivamente delle figure di Pietro Aretino (Paolo Procaccioli, Claudia Berra) e di Pietro Bembo (Luca Marcozzi); della presenza della donna nell’epistolografia del Rinascimento, con particolare riferimento a Maria Savorgnan (Monica Farnetti), Tullia d’Aragona (Julia Hairston), Veronica Gambara (Laura Fortini) e Vittoria Colonna (Concetta Ranieri). Le figure di letterati esaminate dagli autori dei saggi sono: Mario Equicola (nel contributo di Petteruti Pellegrino), Francesco Maria Molza (Franco Pignatti), Cesare Rao (Giuseppe Crimi), Ludovico Ariosto (Vittorio Gatto) e Torquato Tasso (Emilio Russo). Raffaele Morabito analizza la presenza del topos della lettera nella narrativa novellistica cinquecentesca; l’analisi degli aspetti linguistici connessi al fenomeno della scrittura di lettere è invece tracciata da Roberto Vetrugno e da Antonella Stefinlongo. Paola Morena introduce invece il progetto editoriale EpistolART, mentre Giuseppe Izzi tratta di quello che fu l’interesse del Leopardi per le lettere del Cinquecento. Contiene indici. – A.T.

041-122 Siniscalco (Paolo), Le antiche chiese cristiane d’Oriente. Un cammino millenariuo, Roma, Città Nuova, 2016, pp. 284, ISBN 978-88-311-7523-4, € 26. Utile, anzi indispensabile vademecum per orientarsi e comprendere storia, diversità, dottrina delle tante chiese dell’Oriente cristiano (prima che vengano definitivamente cancellate…). – Ed.B.

041-123 Solidarietà e cultura. L’archivio e la biblioteca della Società Operaia di mutuo soccorso di Breno, a cura di Sara Domenighini – Ivan Faiferri, Breno, Museo Camuno, 2016, pp. 27, ill. col., ISSN 2240-2764, s.i.p. Interessante libello sulla storia della biblioteca e dell’archivio storico della Società operaia di mutuo soccorso “Giuseppe Garibaldi” di Breno, fondata nel 1865 da 43 operai desiderosi di migliorare le condizioni non solo lavorative ma anche culturali e sociali della propria comunità operaia. – N.V.

041-124 Staikos (Kostantinos Sp.), Le edizioni greche di Aldo Manuzio e i suoi collaboratori greci (1494 ca. – 1515). Catalogo della mostra Biblioteca Nazionale Marciana 17 sett.-27 ott., Athens, Aton, 2016, pp. XVI + 298, ISBN 978-618-82417-6-3, s.i.p. Pubblicato sotto l’egida della Aikaterini Laskaridis Foundation, il vol., arricchito da un importante saggio di Stefanos Kaklamanis (Umanesimo a Creta, pp. 1-38), costituisce sì il catalogo di una splendida mostra allestita presso la Marciana di Venezia, ma assieme un contributo autonomo circa il mondo greco di Aldo. Sotto il titolo di I collaboratori greci di Aldo si ripecorre l’intera vicenda editoriale manuziana, sottolineando però il continuo contributo offerto dai numerosi esperti di lingua greca provenienti dalla penisola ellenica (ma soprattutto da Creta) di cui Aldo si circondò. Segue poi un repertorio cronologico completo delle edizioni greche di Aldo, ciascuna accompagnata da un’utile fotografia e da un breve commento (in fine un indice alfabetico degli autori, pp. 243-7). A chiudere il vol. la bibliografia (pp. 261-81) e l’indice dei nomi e dei luoghi citati. Si era già, brevemente, presentata l’ed. greca dell’opera (Þ «AB» 038-257), cui è seguita questa in italiano, e un’altra in lingua inglese (vedi scheda successiva). – Ed.B.

041-125 Staikos (Kostantinos Sp.), The Greek Editions of Aldus Manutius and his Greek Collaborators (c. 1494-1515), Athens, Aton, 2016, pp. XVI + 294, ISBN 978-618-82417-2-5.

041-126 Tallone (Enrico), Elogio delle crenature, in Le radici del libro, a cura di M. G. Tavoni – Gian Carlo Torre, pp. 39-44. Breve storia della crenatura, dalla sua invenzione da parte di Manuzio e Griffo fino al XX sec. Corredano il saggio alcune immagini di caratteri mobili provenienti dall’Archivio degli stili dell’Editore Tallone. – Martina Molino

041-127 Tangari (Nicola), L’inedita immagine di una stamperia musicale romana del Settecento attribuita a Pier Leone Ghezzi, «La Bibliofilia», 118, 2016, pp. 265-81. L’antiporta dipinta a tempera del manoscritto 139 della basilica romana di Santa Maria Maggiore, attribuibile al pittore della Camera apostolica Pier Leone Ghezzi (1674-1755), presenta una rarissima raffigurazione di una stamperia specializzata nella realizzazione di libri con notazione musicale. – L.R.

041-128 Tanzi Imbri (Barbara), Quattro edizioni degli “Amori” di Ludovico Savioli, «Prassi ecdotiche della Modernità Letteraria», 1, 2016, pp. 65-78. La tipografia Remondini di Bassano diede alle stampe nel 1789 quattro stampe degli Amori di Ludovico Savioli. L’analisi puntuale dei volumi ha permesso di evidenziare che dietro un identico frontespizio si nascondono quattro autonome edizioni, frutto di una completa ricomposizione delle forme. – N.V.

041-129 Tavoni (Maria Gioia), Il 2015-2016 per Aldo Manuzio, ovvero il torchio gutenberghiano in nuovi alberi e rami, in Le radici del libro, a cura di M. G. Tavoni – Gian Carlo Torre, pp. 9-38. Si ripercorrono le iniziative più significative organizzate in occasione dell’Anno Manuziano (l’elenco completo, preso dalla pagina web Manutius Network 2015-2016, è in appendice). Si riflette poi sul rapporto tra Gutenberg, “albero maestro”, e i successivi sviluppatori della tipografia. – Martina Molino

041-130 Technical tips, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 34/3, settembre 2016, pp. 116-9. Alcuni suggerimenti pratici per lavorare con file pdf. – L.R.

041-131 The Hebrew Bible in Fifteenth-Century Spain Exegesis, Literature, Philosophy, and the Arts, edited by Jonathan Decter and Arturo Prats, Leiden, Brill, 2012, pp. VI + 294, ISBN 9789004232488, € 129. Il vol. analizza il rapporto tra il testo biblico e la produzione culturale nella società iberica a cavallo tra le rivolte anti-giudaiche del 1391 e l’espulsione degli ebrei dai territori della Corona spagnola del 1492. – N.V.

041-132 Torre (Gian Carlo), Dalla tipografia al libro. Gli ex libris narrano e illustrano, in Le radici del libro, a cura di M. G. Tavoni – Gian Carlo Torre, pp. 73-82. Pensato per introdurre i giovani al mondo degli ex libris, in occasione dell’omonima mostra a Bassiano, il saggio prende in esame gli ex libris come “storia illustrata” dell’arte tipografica, del libro e della lettura. – Martina Molino

041-133 Tortora (Alfonso), Tra valdismi e calvinismo: alle radici di una dissidenza. Ancora sui provenzali di Volturara Appula del 1589, in Ripensare la Riforma protestante, pp. 157-69.

041-134 Turbanti (Simona), Reicat, Roma, Associazione Italiana Biblioteche, 2016, p. 76, (‘ET Enciclopedia Tascabile’, 35), ISBN 978-88-7812-243-7, € 12. In questo piccolo ma denso libricino, l’a. ripercorre le fasi che hanno portato alla pubblicazione delle nuove Regole italiane di catalogazione e analizza la struttura di queste e le novità introdotte a distanza di trent’anni dall’edizione delle RICA (Regole italiane di catalogazione per autori, 1979) con dimostrata competenza della materia, ma senza mai rinunciare a uno stile discorsivo. Il corpo centrale del vol. è dedicato a una puntuale analisi della struttura delle regole e a un confronto attento con le precedenti RICA; a fondamentale contorno viene brevemente riassunta la storia della riflessione catalografica all’interno del quale si pone la stesura delle regole, partendo dai Principi di Parigi (1963), passando per la definizione dei formati MARC, approdando a FRBR (Functional requirements for bibliographic records, 1998) e superandolo con un’ultima riflessione sul futuro della catalogazione delineato da RDA (Resourse description and access, 2015). Interessante, in un panorama internazionale sempre più incline a una globalizzazione catalografica dove poche grandi biblioteche nazionali dettano le regole e gli sviluppi di ogni prassi, l’attenzione alla peculiarità della identità catalografica italiana e la capacità di mantenere uno sguardo critico nei confronti delle questioni sollevate. Da segnalare anche il cap. finale dedicato a RDA e allo scenario catalografico attuale in cui si ribadisce con fermezza la natura del record bibliografico come oggetto sì costituito di diverse espressioni, ma al tempo stesso mai totalmente destrutturabile in quanto ogni informazione è interdipendente dalle altre: la rappresentazione della complessità del mondo bibliografico è una sfida tuttora aperta, anche nel mondo del Web 2.0. – Em.B.

041-135 Ullstrom (Stephen), Decolonizing the index, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 34/3, settembre 2016, pp. 110-2. Si ripropone un articolo uscito su «Geez», 39, 2015 in cui l’a., vincitore del Purple Pen Award nel 2014 pere gli indici di Keith Smith, Strange visitors. Documentsin the history of Indigenous and settler relations in Canada from 1876, Toronto, University of Toronto Press, 2014, affronta le sfide che un libro del genere pone all’indicizzatore. – L.R.

041-136 Valente (Michaela), La via dritta della salute. Tolleranza e convivenza nell’Europa dell’età moderna, in Ripensare la Riforma protestante, pp. 353-71.

041-137 Vendruscolo (Fabio), Nuove ipotesi sul ritratto riscoperto nel Toledano autografo di Boccaccio, «Archivum mentis. Studi di filologia e letteratura umanistica», IV, 2015, pp. 153-62.

041-138 Verrelli (Luca), Francesco Filelfo e il VI libro dell’«Eneide»: tra Petrarca, Virgilio e le antiche teorie sull’anima, «Archivum mentis. Studi di filologia e letteratura umanistica», IV, 2015, pp. 41-84.

041-139 Villani (Stefano), Definire la Chiesa d’Inghilterra nell’Italia della prima età moderna. Le riconciliazioni di britannici nella documentazione dell’ Inquisizione di Pisa: una ricerca in corso, in Ripensare la Riforma protestante, pp. 373-86.

041-140 Villani (Tiziana), Giuseppe Billanowich, Augusto Campana e Alessandro Perosa: tre esempi di vicinanza intellettuale tra il mondo filologico italiano e il Warburg Institute, «Archivum mentis. Studi di filologia e letteratura umanistica», IV, 2015, pp. 211-42.

041-141 Viti (Paolo), La filologia umanistica e Lucia Cesarini Martinelli, «Archivum mentis. Studi di filologia e letteratura umanistica», IV, 2015, pp. 243-65.

041-142 Vittori (Rodolfo), La stampa e la commercializzazione del Supplementum Chronicarum di Giacomo Filippo Foresti e il misterioso Pietro Piombo, alias Peter Ugelheimer, «Quaderni di Archivio Bergamasco», 8/9, 2014-2015, pp. 41-55. L’a. ricostruisce, grazie all’esame di importanti documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Bergamo, la vicenda editoriale e commerciale della prima edizione del Supplementum Chronicarum (1483) di Giacomo Filippo Foresti. Quest’ultimo, sfruttando un’ampia rete di contatti e amicizie, contribuì personalmente all’ampia diffusione dell’opera nell’Italia Settentrionale, anche grazie alla conoscenza diretta di personalità di rilievo, come il mercante tedesco Peter Ugelheimer. – F.F.

041-143 Zappella (Giuseppina), Le marche dei tipografi e degli editori europei (sec, XV-XIX), I, Le tipologie, 1, Iniziali e monogrammi (1-1067), Milano, Editrice Bibliografica, 2016, pp. 598, ISBN 978-88-7075-901-3, € 85. Realizzato in una veste editoriale piuttosto modesta, tale da compromettere oggettivamente la conservazione e la “resistenza all’uso” tipici di un repertorio di consultazione, l’ampio vol. apre una nuova opera monumentale dell’a., nota per alcuni preziosi (ancorché perfettibile, come ogni cosa umana) repertori, in primis quello delle marche editoriali del ’500 italiano (2 voll. 1986). Qui l’a. torna sul tema mostrando, sin dal titolo, di aver non solo allargato la prospettiva rispetto al lavoro di trent’anni fa, ma raffinato il gusto (“dei tipografi e degli editori”), giungendo a distinguere (laddove possibile) le diverse “funzioni” svolte dagli operatori che producevano libri. Il vol. comprende una larga casistica di 1067 esempi dell’uso di marche librarie costituite da monogrammi presenti nell’editoria dalle origini all’800 un po’ da tutta Europa (pp. 225-519). Il vol. è completato dalla bibliografia citata (pp. 523-31), da concordanze e sigle bibliografiche (pp. 532-63), dall’elenco di editori e tipografi in ordine alfabetica (pp. 564-79), dall’indice dei luoghi di stampa (pp. 580-4), da un prezioso indice iconografico (pp. 585-90), da uno dei motti (pp. 591-2), degli artisti (p. 593), delle nazionalità (pp. 594-6), cronologico (597-8). La parte però più interessante mi pare la lunga introduzione, dove trova posto un’ampia e accurata disamina del fenomeno esaminato che non si arresta davanti alla necessità di spiegare, approfondire, tipologizzare un’ amplissima casistica. Si passa così da una discussione riguardante l’uso delle figure araldiche ai segni mercantili e alla simbolica religiosa, per soffermarsi in fine proprio sul valore semantico dell’uso delle lettere (pp. 19-68). Si passa quindi a una disamina delle tipologie di marche, distinguendole prima attraverso grossi raggruppamenti cronologici, e andando poi a indagare particolari fenomeni, come quelli dell’ornamentazione (pp. 69-222). Concludendo, non resta che da augurare buona fortuna a questa generosa e interessante impresa bibliografica. – Ed.B.

041-144 Zardin (Danilo), Il rinnovamento religioso in Italia tra Quattro e Cinquecento, in Storia religiosa dell’Italia, a cura di Luciano Vaccaro, I, Milano, Centro Ambrosiano, 2016, pp. 261-87. Preziosa sintesi che riesce a inquadrare in modo innovativo il tema, essenziale, delle riforme ecclesiali ancor prima che ecclesiastiche sviluppatesi tra la fine del XV e gli inizi del XVI sec. Un’epoca di grandi malesseri, ma assieme di grande desiderio di riforma nelle membra e nel capo, di cui le osservanze in ambito religioso, così come la nascita di nuove esperienze comunitarie e confraternali o lo sviluppo (strettamente intrecciato con l’affermarsi della stampa e un oggettivo ampliamento del mondo degli alfabetizzati) di una nuova spiritualità, forse più legata al momento interiore e devoto, portarono a un diffuso desiderio di ritorno alle origini e alla vita evangelica. In tale moto si potrà allora meglio collocare anche la frattura luterana, che vi si inserì in modo invece traumatico, scegliendo la rottura dell’unità della Cristianità. – Ed.B.

041-145 Zollino (Giorgia), Plauto nel «De sermone» di Giovanni Pontano, «Archivum mentis. Studi di filologia e letteratura umanistica», IV, 2015, pp. 123-37.

 

Indici di recensioni e segnalazioni

ABEI 2

Aldo Manuzio 50, 105, 124-5, 129

Antiquariato 98, 102

Archivum mentis 7-8

Avisos 12

Bibliografia 49, 104

Biblioteca di via Senato 21-23,

Biblioteconomia e catalogazione 13, 77, 134

Censura libraria 113

Charta 38-39

Chiese orientali 122

Circolazione libraria 29

Editoria contemporanea 1, 5, 18, 28, 55, 74, 96, 103

Editoria del ’400 A, H, 9-10, 61-7, 76, 117, 142

Editoria del ’500 11, 25, 35, 80, 111, 115, 120-1

Editoria del ’600 24, 53, 69

Editoria del ’700 106, 127-8

Editoria del ’900 58, 73, 95, 99, 102, 116

Editoria musicale 53

Ex libris 57, 132

Filologia dei testi a stampa 31, 70, 93, 128

Grafica 78, 114

Haebraica 41-43, 72, 120, 131

Indicizzazione 17, 26-7, 37, 44, 52, 56, 59, 79, 81-2, 87-8, 107, 130, 135

Manoscritti G, 40-2, 46, 51, 54, 60, 68, 75, 84, 94, 109-10, 114, 131, 137, 145

Marche editoriali 143

Maury David Feld 61-7

Pellegrinaggi in Terrasanta E

Riforma protestante 3-6, 15, 19-20, 30, 32-3, 45, 47-8, 83, 85-6, 89, 91-2, 97, 101, 108, 112, 118-9, 133, 136, 139, 144

Storia del libro B, C, 16, 71,

Storia delle biblioteche D, F, 14, 34, 36, 90, 100, 117, 123

Storia filologia 140-1

Tecnica tipografica 126

 

In memoriam

Marco Santoro

Marco Santoro (1949-2017), per quasi trent’anni Ordinario di Bibliografia e Storia dell’editoria presso l’Università di Roma La Sapienza, è venuto improvvisamente a mancare il 6 gennaio scorso. Presidente sino al 2012 della “Società italiana di Scienze bibliografiche e biblioteconomiche” (SISBB), di cui fu convinto promotore, Presidente dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento Meridionale, direttore e componente il comitato scientifico di numerose riviste, era figura ben nota in ambito accademico, non solo fra i colleghi dello stesso settore disciplinare.1 Nel 2014, a due anni di distanza dal prepensionamento e in occasione dei suoi 65 anni, gli fu offerta una ricca miscellanea in onore promossa da Rosa Marisa Borraccini, Alberto Petrucciani, Carmela Reale e Paola Zito.2 Nato a Napoli il 15 ottobre 1949, figlio di Mario Santoro (1913-1989), illustre docente di Letteratura italiana presso l’Università Federico II, dopo la maturità classica si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia laureandosi in Lettere Moderne nel 1971 discutendo una tesi di Italianistica, relatore Salvatore Battaglia, su Cesare Pavese. Perfeziona gli studi bibliografici negli anni successivi, grazie al magistero di Renzo Frattarolo (1912-2003), che presto affianca nell’insegnamento di Bibliografia e Biblioteconomia presso l’Ateneo napoletano. Vincitore del concorso a cattedre indetto nel 1984, due anni più tardi è chiamato come Professore Ordinario di Bibliografia e Biblioteconomia presso La Sapienza, dove insegnerà ininterrottamente sino al 2012. Dal 1996 ricopriva, oltre all’insegnamento di Bibliografia, anche l’insegnamento di Storia dell’editoria. Presso la medesima università diresse il Dipartimento di Scienze del libro e del documento dal 2005 al 2007 e dal 2007 al 2012 fu coordinatore del dottorato di ricerca in “Scienze librarie e documentarie”. È stato coordinatore nazionale del progetto Cofin 2003 “Oltre il testo: dinamiche storiche paratestuali nel processo tipografico-editoriale in Italia”, che coinvolse numerosi studiosi e colleghi (prima fra tutti Maria Gioia Tavoni dell’Università di Bologna con la quale curò gli Atti dell’importante convegno I dintorni del testo. Approcci alle periferie del libro svoltosi nel novembre 2004), del Progetto PRIN 2005 “Testo e immagine nell’editoria italiana del Settecento” e infine del progetto PRIN 2008 “Mobilità dei mestieri del libro in Italia fra Quattrocento e Seicento”, da cui è derivato il recente ponderoso Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti in Italia tra Quattrocento e Seicento (Pisa-Roma, Fabrizio Serra editore, 2013), curato assieme ai colleghi Rosa Marisa Borraccini, Giuseppe Lipari, Carmela Reale e Giancarlo Volpato. La formazione da italianista lo portò nel 2001 a fondare il sito www.italinemo.it, banca dati bibliografica liberamente accessibile e costantemente aggiornata, finalizzata all’indicizzazione delle riviste di Italianistica italiane e straniere specializzate nel settore della saggistica legata alla civiltà letteraria italiana. Promotore di parecchi convegni (ricordo qui soltanto l’ultimo in ordine di tempo, svoltosi nel 2015, su Giovan Battista Della Porta)3 e ideatore nel 2004, ancora assieme a Maria Gioia Tavoni, dell’importante rivista «Paratesto» in cui dare spazio materiale all’attenzione riservata alla componente paratestuale del libro a stampa, Marco Santoro è noto soprattutto per la sua robusta produzione scientifica, distribuita in riviste specializzate, atti di convegni e miscellanee, di cui non si può qui dar conto che in modo sommario. Piace però ricordare almeno qualcuno dei contributi monografici, a cominciare forse dal primo in assoluto di argomento storico-bibliografico: il volumetto La Biblioteca oratoriana di Napoli detta dei Girolamini (Napoli, Società editrice napoletana, 1979), nel quale ripercorre la storia della biblioteca, all’epoca «non ancora sufficientemente conosciuta e utilizzata». Il lavoro più noto rimane la sua Storia del libro italiano pubblicata dall’Editrice Bibliografica in prima edizione nel 1994 e nel 2008 in nuova edizione riveduta e ampliata. Nel 2002 uscì una parziale raccolta di suoi saggi col titolo Libri edizioni biblioteche tra Cinque e Seicento. Con un percorso bibliografico (Manziana, Vecchiarelli, 2002), mentre nel 2006 firmò assieme ad Antonella Orlandi, il manuale per gli studenti Avviamento alla bibliografia (Milano, Editrice Biliografica, 2006), in parte ripreso nelle successive Lezioni di bibliografia (Milano, Editrice Bibliografica, 2012). Ad anni ormai più recenti risale l’ultima sostanziosa ricerca, dedicata a ricostruire l’attività tipografico-editoriale dei Giunta in terra di Spagna: I Giunta a Madrid. Vicende e documenti (Pisa-Roma, Fabrizio Serra Editore, 2013). – Giancarlo Petrella

1 Si riprende qui il più ampio ricordo a firma di chi scrive dal titolo Il bibliografo e lo storico del libro. Un ricordo di Marco Santoro (1949-2017), «la Biblioteca di via Senato», marzo 2017, pp. 5-16, con bibliografia degli scritti degli ultimi tre anni (2014-2016).

2 Il Libro al centro: percorsi fra le discipline del libro in onore di Marco Santoro. Studi promossi da Rosa Marisa Borraccini, Alberto Petrucciani, Carmela Reale, Paola Zito. A cura di Carmela Reale, Napoli, Liguori, 2014. Il vol. raccoglie, in appendice, la bibliografia delle pubblicazioni di Marco Santoro sino al 2013 a cura di Carmela Reale (pp. 487-508). Vedi anche https://www.academia.edu/31137393/Marco_Santoro_Profilo_biografico_e_Bibliografia_degli_scritti_1973-2013_

3 La “mirabile” natura. Magia e scienza in Giovan Battista Della Porta (1615-2015), Atti del Convegno internazionale (Napoli-Vico Equense, 13-17 ottobre 2015), a cura di Marco Santoro, Pisa-Roma, Fabrizio Serra editore, 2016.

 

Taccuino

a cura di R.V.

Iniziative C.R.E.L.E.B.

Il Sabato del Bibliofilo

Milano, Biblioteca Braidense

II ciclo (primavera 2017)

Dopo il primo incontro di sabato 4 marzo, dedicato a Prima di Lutero. La Bibbia volgare italiana di Nicolò Malerbi, relatore Edoardo Barbieri, si terranno gli ultimi due incontri del ciclo di conferenze:

 

Paolo Sachet

Erasmo da Rotterdam e i suoi Adagia: una sfida della tipografia del XVI secolo

sabato 8 aprile ore 10

 

Luca Montagner

L’antiquariato Hoepli e la raccolta di romanzi di cavalleria della Braidense

sabato 6 maggio ore 10

 

Per informazioni: tel. 02.86460907 - int. 504

b-brai.comunicazione@beniculturali.it

 

Editoria in progress 2017      #EIP2017

Per una riflessione comune sul senso e le pratiche del mestiere editoriale

a cura del Master Professione Editoria cartacea e digitale dell’Università Cattolica di Milano-Scuola di Editoria Piamarta

 

Dopo il primo incontro del 9 marzo dedicato a Editor. L’arte di saper scegliere, con testimonianze di Stefano Izzo (editor della narrativa italiana Rizzoli), Giuseppe Lupo (scrittore, curatore della collana Novecento.0 di Hacca, professore di Letteratura italiana contemporanea all’Università Cattolica), Maria Paola Romeo (socio dell’agenzia letteraria Grandi & Associati, direttore editoriale di Emma Books e tra gli organizzatori del Women’s Fiction Festival di Matera) e Paola Di Giampaolo (responsabile progettazione e coordinamento del Master), si terranno gli altri due incontri:

 

OLTRE LE PAROLE. L’EDITORIA TRA ILLUSTRAZIONE E INFOGRAFICA

Testimonianze di Marzia Corraini (cofondatrice dell’omonima casa editrice, galleria d’arte e spazio di sperimentazione e ricerca), Piero Crida (artista), Serena Danna (giornalista responsabile delle infografiche de “La Lettura” del “Corriere della Sera”). Modera Maria La Duca (fondatrice de “L’Illustratore Italiano”).

Consegna borse di studio Fondazione Achille e Giulia Boroli e Gruppo Maggioli.

Mercoledì 12 aprile 2017, ore 17, Laboratorio Formentini per l’editoria, via Marco Formentini 10, Milano

 

PROFESSIONE FUMETTO. TRA GRAPHIC NOVEL E COMICS

Testimonianze di Silver (creatore di Lupo Alberto), Alfredo Castelli (sceneggiatore e storico del fumetto), Andrea Rivi (già fondatore di Edizioni BD e Nona Arte, ora publishing manager di ReNoir Comics), Loris Cantarelli (direttore editoriale di “Fumo di china”). Modera Glauco Guardigli (redattore di Bonelli Editore e docente di Fumetto al Master).

Consegna borsa di studio dedicata alla memoria di Marco Berrini, sceneggiatore di fumetti.

Giovedì 11 maggio 2017, ore 17, Università Cattolica del Sacro Cuore, L.go Gemelli 1, Milano – aula G004

 

Per informazioni: master.editoria@unicatt.it

 

Leggere tra le righe.

Seminari di cultura del libro e della biblioteca

Brescia, Via Trieste, Libreria dell’Università Cattolica

 

XXXVI

Presentazione del libro di Marco Callegari, L’industria del libro a Venezia durante la Restaurazione (1815-1848), Firenze, Olschki, 2016 (Biblioteca di Bibliografia, 200)

Edoardo Barbieri (direttore della collana) ne discute con l’autore

mercoledì 15 marzo ore 17

 

XXXVIII

Presentazione del libro Scriver veloce. Sistemi tachigrafici dall’antichità a Twitter, a cura di Alessandro Tedesco, Firenze, Olschki, 2016 (Biblioteca di Bibliografia, 203)

Edoardo Barbieri (direttore della collana) ne discute col curatore

martedì 4 aprile ore 17

 

Presentazione del libro La lettura e i libri tra chiostro, scuola e biblioteca (Libri e lettori a Brescia tra medioevo ed età moderna, VI), a cura di Luca Rivali, Udine, Forum, 2017 (Libri e biblioteche)

Paolo Pellegrini (Università di Verona) ne discute col curatore

giovedì 27 aprile ore 17

 

Olomouc capitale della cultura morava

Seminario Internazionale

 

Programma

Martedì 28 marzo 2017

9:45-11:15: “Storia e cultura di Olomouc dal Medioevo al Rinascimento” (Jan Stejskal)

11:30-12:15: “Turns of Fortune: Olomouc in the seventeenth century “ (Martin Elbel)

12:15-13:00: Co-operation and confrontation: Religious institutions in early modern Olomouc (Martin Elbel)

Pomeriggio: visita alla città storica; visita guidata al Palazzo Arcivescovile; visita alla Facoltà di Teologia, con una conferenza su Olomouc come centro cattolico (Tomáš Parma, in italiano).

Mercoledì 29 marzo 2017

9:45-11:15: “Storia e cultura di Olomouc nel Settecento in confronto con l’Italia” (Jan F. Pavlíček)

11:30-13:00: “Jewish community in Olomouc: ancient and modern history” (Eva Kalousová)

Pomeriggio: visita al Museo Arcidiocesano e al Centro d’arte dell’università (ex-convitto dei Gesuiti).

Giovedì 30 marzo 2017

9:00-11:00: workshop sulla storia del libro con l’uso degli incunaboli e delle stampe antiche nella Biblioteca scientifica (Edoardo Barbieri, in italiano).

Pomeriggio: visita della città di Kroměříž (palazzo estivo dell’arcivescovo – patrimonio UNESCO, la pinacoteca, giardini).

 

Per informazioni creleb@unicatt.it

 

Presentazione del libro di Michele Colombo Passione Triviulziana. Armonia evangelica volgarizzata in milanese antico

Lunedì 10 aprile 2017, ore 16.30

Milano, Biblioteca Trivulziana

 

Ne discuteranno l’autore e il Prof. Edoardo Barbieri; recita l’attore Giorgio Sciumé.

 

Mundus in figuris

Illustrazione del libro e rappresentazione del mondo nella raccolta Lanfranchi di Palazzolo

30 aprile – 3 giugno 2017

Biblioteca Civica G. U. Lanfranchi, Palazzolo sull’Oglio, Brescia

 

Per perseguire la volontà del fondatore stesso della raccolta, la mostra ha l’intento di divulgare, comunicare e rendere fruibile alla comunità una parte del patrimonio antico ivi conservato, portando all’attenzione il tema delle illustrazioni librarie.

 

Presentazione del libro di Rudj Gorian Nascosti tra i libri. I periodici antichi della Biblioteca del Seminario patriarcale di Venezia

Martedì 2 maggio 2017, ore 16.30

Milano, Università Cattolica, Sala Riunioni 106, I piano, edificio Gregorianum

 

Ne discuteranno Ugo Rozzo e Corrado Viora.

 

VII convegno “Libri e lettori a Brescia tra Medioevo ed Età Moderna”

5 maggio ore 9-17

Brescia, Università Cattolica, via Trieste 17

Sala della Gloria

 

Ore 9.30

Saluti del ch.mo prof. Mario Taccolini (Direttore del Dipartimento di Studi Storici e filologici) e del ch.mo prof. Sergio Onger (Presidente Fondazione Ugo Da Como di Lonato)

 

modera Andrea Canova

Pier Luigi Mulas Per l’attività di Giovanni Antonio da Brescia miniatore

Fabrizio Pagnoni Bartolomeo Baiguera cancelliere e la cancelleria vescovile bresciana fra Tre e Quattrocento

Andrea Comboni Note sulla fortuna di una miscellanea di filologia umanistica (Brescia 1496)

Margherita Sciancalepore Sulla tradizione del De obedientia di Giovanni Pontano: il ms. 196 della Biblioteca della Fondazione Ugo Da Como di Lonato

Cosimo Burgassi Un poco noto pseudo-Girolamo volgare di probabile origine bresciana

pausa

ore 15.00

modera Carla Maria Monti

Elisabetta Selmi “Terapia dell’anima” e riforma della società nelle Diece veglie degli ammendati costumi dell’humana vita di Bartolomeo Arnigio

Diego Cancrini Cenni biografici e appunti intorno a Carlo Bellavite, “penna eruditissima” nella Brescia della prima metà del XVIII secolo

Ivo Mattozzi Cartiere e carta nel Bresciano in età moderna

Vittorio Folinea Inno in morte di Napoleone: manoscritto inedito bresciano o falso foscoliano?

Simona Gavinelli La Biblioteca Carlo Viganò presso la Sede bresciana dell’Università Cattolica e il suo fondo “Autografi”

Comitato scientifico: Edoardo Barbieri, Andrea Canova, Simona Gavinelli, Carla Maria Monti, Luca Rivali, Marco Rossi, Roberta Valbusa

Ingresso libero.

 

Presentazione del libro di Natale Vacalebre Come le Armadure e l’Armi. Per una storia delle antiche biblioteche della Compagnia di Gesù. Con il caso di Perugia

Mercoledì 10 maggio 2017, ore 16

Milano, Biblioteca Ambrosiana

 

Presenta il prof. Angelo Bianchi (Preside della facoltà di Lettere e filosofia dell’Università Cattolica di Milano), presiede il prof. Edoardo Barbieri.

 

IMAGO LIBRORUM.

Mille anni di forme del libro in Europa

Trento Biblioteca Comunale e

Rovereto, Biblioteca Civica

24-25-26 maggio 2017

 

Rovereto, Biblioteca Civica “Girolamo Tartarotti”, mercoledì 24 maggio ore 17

Saluti e introduzione

Frédéric Barbier (directeur de recherche CNRS), IMAGO LIBRORUM: tra rappresentazione e immagine del libro.

Gianmario Baldi: inaugurazione della esposizione IMAGO LIBRORUM presso la Biblioteca Civica

 

I sessione Trento, Palazzo Geremia, giovedì 25 maggio mattina

Non di solo codex. Forme alternative del libro occidentale

Presiede Giorgio Antoniacomi (direttore della Biblioteca Comunale di Trento)

Don C. Skemer (Princeton University Library), Folded Sheets and Text Rolls: Physical Forms of Textual Amulets in the Middle Ages

Marilena Maniaci (Università di Cassino), Rotoli medievali greci e latini (e non solo): tipologie, funzioni, prospettive di ricerca

Marco Rainini (Università Cattolica), Cronache medievali in rotolo: a partire dalla Genealogia Christi di Pietro di Poitiers

Giuseppe Frasso (Università Cattolica), Poesia volgare in forma di rotolo

Gino Roncaglia (Università della Tuscia), Oltre il libro: le frontiere del testo digitale

discussione

 

II sessione Trento, Palazzo Geremia, giovedì 25 maggio pomeriggio

La parola sul foglio: spazio e resa grafica

Presiede Fabrizio Rasera (Presidente dell’Accademia roveretana degli Agiati)

Saverio Campanini (Università di Bologna), La luce oltre la siepe. La Bibbia ebraica dal rotolo al libro

Ursula Stampfer (Abbazia di Novacella), Gli anni d’oro dello scrittorio di Novacella (1450-1525 ca.)

Donatella Frioli (Università di Trento), Prosa, poesia e illustrazione alla corte malatestiana di Rimini

Paul F. Gehl (Curator Emeritus, Newberry Library, Chicago), Teaching With Type: Design for the Renaissance Grammar Classroom

David McKitterick (già Cambridge University), Collecting Early Printed Books for the Modern Printing Design

discussione

 

III sessione Trento, Palazzo Geremia, venerdì 26 maggio mattina

Dal testo al libro: organizzare e comunicare contenuti

Presiede Marilena Maniaci (Università di Cassino)

Ursula Rautenberg (Universität Erlangen), Last words on the History of the Title-Page

Marco Palma (Università di Cassino), Forme e funzioni del colophon nel libro manoscritto e a stampa del XV secolo

Edoardo Barbieri (Università Cattolica), “Dinanzi a la quale poco si potrebbe leggere”: le rubriche negli incunaboli delle origini

Antonio Castillo Gómez (Universidad de Alcalá), Organizzare il testo nella scrittura pubblica

Duccio Dogheria (MART di Rovereto), Dal libro futurista all’editoria sperimentale del secondo Novecento

discussione

 

IV sessione Trento, Palazzo Geremia, venerdì 26 maggio pomeriggio

Illustrare il testo / raffigurare il testo, ovvero la sfida tra parole e immagini

Presiede Andrea Giorgi (Università di Trento)

Mino Gabriele (Università di Udine), All’origine dei libri di emblemi: tra sapienza e iconologia

Marco Gozzi (Università di Trento), Suoni per figura: miniatura, musica e testo nel manoscritto liturgico

Giovanna Zaganelli (Università per Stranieri di Perugia), La relazione fra testo e immagini in alcuni Blockbuch del XV secolo.

Lorena Dal Poz (Regione Veneto), Testo e immagine nei libri manoscritti e a stampa nel Medioevo e Rinascimento

Martyna Urbaniak (Scuola Normale Superiore di Pisa), Per parole e per immagini: le illustrazioni dell’Orlando Furioso

discussione e conclusioni

 

Nel cinquecentenario luterano: l’editoria religiosa italiana tra ortodossia e dissenso - Scuola estiva 2017

Torrita di Siena, 28-31 agosto 2017

 

Programma provvisiorio

 

Lunedì 28 agosto

14.00 Registrazione

14.30 Saluti di Giacomo Grazi, Sindaco di Torrita di Siena; Simona Giovagnola, Presidente della Fondazione Torrita Cultura

15.00-16.30 Edoardo Barbieri, L’editoria religiosa tra Quattro e Cinquecento

16.30-17.00 Pausa

17.00-19.00 Luca Rivali, Le caratteristiche del libro del XVI secolo

19.30 Cena presso il ristorante Belvedere

 

Martedì 29 agosto

9.00-11.00 Edoardo Barbieri, La Bibbia tra età gotica e Rinascimento

11.00-11-30 Pausa

11.30-13.30 Luca Rivali, Strumenti bibliografici per il libro italiano del Cinquecento

13.30 Pranzo a buffet

15.00-17.00 Edoardo Barbieri, Tra vite dei santi e vite dell’Anticristo

17.00-17.30 Pausa

17.30-19.30 Luca Rivali, Gli indici dei libri proibiti

Visita guidata alla cittadina di Torrita di Siena

20.30 Cena libera

 

Mercoledì 30 agosto

9.00-11.00 Edoardo Barbieri, Continuità e discontinuità nel libro di devozione

11.00-11.30 Pausa

11.30-13.30 Luca Rivali, Biblioteche religiose del Cinquecento

13.30 Pranzo a buffet

15.00-18.00 Biblioteca comunale di Montepulciano: Edoardo Barbieri, Il libro religioso del Cinquecento: un percorso tra i libri antichi di Montepulciano

18.30 Incontro pubblico – François Dupuigrenet Desroussilles, Martin Lutero e il mondo del libro

20.00 Cena a Montepulciano e rientro a Torrita

 

Giovedì 31 agosto

9.00-11.00 Ilaria Andreoli, Iconografia e dissenso religioso

11.00-13.00 Luca Rivali, Collezionare il dissenso tra Piero Guicciardini e Benedetto Nicolini

13.00-13.15 Edoardo Barbieri, Conclusioni

 

Per partecipare è necessario far pervenire entro e non oltre il 30 giugno 2017 la propria candidatura.

Per informazioni sul corso

Luca Rivali: luca.rivali@unicatt.it

 

Incontri, mostre e seminari

Letteratura e sistemi editoriali nel Novecento: testi, diplomazia culturale, nuovi mestieri

Febbraio - Maggio 2017

Università degli Studi di Bologna, Dipartimento di Filologia classica e Italianistica. Aula Forti

 

Il ciclo di incontri – rivolto a studenti, studiosi ma anche curiosi sul tema – intende mettere a confronto alcune voci del panorama critico contemporaneo chiamate a riflettere sulla rinnovata comunicazione delle idee attraverso il libro, con lo sguardo proiettato alle attuali frontiere della trasmissione editoriale.

Programma:

§ Giovedì 16 febbraio 2017, ore 16

Elisa Rebellato, Dal testo al catalogo editoriale: la collana

§ Giovedì 23 marzo 2017, ore 16

Paolo Tinti, Alle origini di un nuovo mestiere del libro: l’agente letterario

§ Venerdì 7 aprile 2017, ore 11

Raphael Müller, Diplomazia culturale ed editoria italiana fra ricerca del consenso ed egemonia intellettuale

§ Giovedì 27 aprile 2017, ore 16

Alberto Cadioli, Il testo letterario in redazione: tra autore e redattore

§ Giovedì 4 maggio 2017, ore 16

Gian Carlo Ferretti, Il mestiere di letterato editore: Pavese, Vittorini, Sereni, Gallo (e altri)

Per informazioni:

tel. 051-2098566 (CERB, Centro di Ricerca in Bibliografia, Dipartimento di Filologia classica e Italianistica)

elisa.pederzoli@unibo.it

 

La Biblioteca aperta. Tecniche e strategie di condivisione

16-17 marzo 2017

Milano, Fondazione Stelline

 

Dopo aver affrontato nelle ultime due edizioni i temi della biblioteca digitale sotto il profilo tecnologico, dell’architettura dei servizi e dei contenuti professionali, nel 2017 il Convegno delle Stelline si occuperà del naturale approdo di questo percorso: la biblioteca aperta, una biblioteca trasversale, convergente, inclusiva, capace di utilizzare le opportunità offerte dalla tecnologia per realizzare un progetto culturale dallo straordinario valore sociale. Biblioteca aperta significa anche una biblioteca aperta al mondo e alle più avanzate esperienze internazionali. Numerosi saranno, infatti, i relatori provenienti da altri Paesi che stanno confermando in questi giorni la loro presenza.

Per informazioni e programma completo: www.convegnostelline.it

 

Dialoghi d’archivio 2017

Profili del bene archivistico in cinque confronti

16 e 23 Marzo 2017, ore 15

Bologna, Università degli Studi, Dipartimento di Filologia classica e Italianistica. Aula I

 

Il ciclo di incontri – che si svolge grazie a una convenzione tra Scuola di Lettere e Beni Culturali dell’Università di Bologna e Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Emilia Romagna – è organizzato in collaborazione con l’Associazione Nazionale Archivistica Italiana (Sezione Emilia Romagna) nell’ambito dell’insegnamento di Archivistica.

Questi gli ultimi due appuntamenti:

§ Giovedì 16 marzo

Stefano Vitali - Ingrid Germani, Descrivere il bene: le nuove prospettive degli standard internazionali

§ Giovedì 23 marzo

Francesca Tomasi - Francesco Martini, La conoscenza e il bene: archivi in rete e conoscenza digitale

Per informazioni e iscrizioni: giampiero.romanzi@unibo.it anai.emiliaromagna@gmail.com

 

Libri antichi e di pregio a Milano

Mostra internazionale

24-26 marzo 2017

Milano, Salone dei Tessuti

Quinta edizione della mostra mercato organizzata da ALAI – Associazione Librai Antiquari d’Italia in collaborazione con ILAB – International League of Antiquarian Booksellers con il supporto di AbeBooks e il patrocinio della Camera di Commercio di Milano.

Per informazioni: www.alai.it

 

Augusto Majani (Nasìca) segreto

Fino al 26 marzo 2017

Bologna, Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio

La mostra, ideata da Alessandro Molinari Pradelli e organizzata in stretta collaborazione con la Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, è dedicata ad Augusto Majani (noto anche con lo pseudonimo di Nasìca), uno dei più grandi – benché poco conosciuto – fra gli artisti e illustratori italiani vissuti a cavallo tra Otto e Novecento. In mostra ci sono libri a stampa, periodici e quotidiani, cartoline e altro materiale d’occasione, bozzetti originali, manifesti e locandine, lettere e manoscritti, che presentano al visitatore anche i lati meno conosciuti della produzione artistica di Majani. Si tratta di oltre duecento pezzi in totale, la maggior parte esposti per la prima volta, che documentano la poliedrica e geniale attività di Majani come illustratore, disegnatore, ritrattista, vignettista, polemista, scrittore.

Per informazioni:

tel. 051-276811 (Biblioteca dell’Archiginnasio)

http://badigit.comune.bologna.it/mostre/majani-nasica-segreto/

 

Libri liberi. Editoria, studio e cultura in carcere

27 marzo 2017, ore 15.30

Roma, Teatro della Casa Circondariale di Rebibbia

 

La Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, l’Università degli studi di Roma Tor Vergata e la Casa circondariale di Rebibbia promuovono un ciclo di incontri per sottolineare il valore della cultura e dei libri come antidoto alla mentalità criminale e per favorire un reinserimento dei detenuti nella società e nel mondo della cultura (catalogazione dei libri, organizzazione mostre ed eventi).

Lunedì 27 marzo si tiene l’ultimo incontro; saranno presenti: Rossella Santoro (Direttore Casa Circondariale di Rebibbia), Andrea De Pasquale che presenterà il progetto di stage per studenti detenuti presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e Giuseppe Novelli con Sergio Bernardini e Marina Formica per l’inaugurazione del Corso di Laurea in Scienze Motorie Tor Vergata-Rebibbia

 

Per informazioni:

tel. 06 4989352/344

bnc-rm.ufficiostampa@beniculturali.it  

 

Gli editori del papa. Da Porta Pia ai Patti Lateranensi di Maria Iolanda Palazzolo

Mercoledì 29 marzo 2017, alle ore 17

Biblioteca di storia moderna e contemporanea Palazzo Mattei di Giove - Via Michelangelo Caetani 32, Roma

 

Presentazione del volume Gli editori del papa. Da Porta Pia ai Patti Lateranensi di Maria Iolanda Palazzolo, Viella, 2016. Intervengono: Don Giuseppe Costa, Francesco Margiotta Broglio, Giovanni Vian. Coordina: Mario Infelise. Sarà presente l’autrice.

Per informazioni: Gisella Bochicchio: 0668281739 b-stmo.info@beniculturali.it

 

LIBRIamo

Settimana del libro al Collegio Rotondi di Gorla Minore (VA)

 

Dal 29 marzo al 10 aprile una serie di incontri e piccole mostre dedicate agli studenti (e non solo), per riscoprire la biblioteca del Collegio Rotondi e la passione per la lettura.

 

Il libro cristiano nella storia della cultura (Vita e Pensiero) di Giuliano Vigini

Giovedì 30 marzo, ore 17.30

Biblioteca Ambrosiana, sala XXIII

Piazza Pio XI, 2 – Milano

Ingresso libero

 

Ripercorrere la storia del libro cristiano non vuol dire solo conoscere più approfonditamente autori e opere che hanno fatto dell’esperienza di fede la loro cifra spirituale e letteraria. Vuol dire anche comprendere da una prospettiva privilegiata lo sviluppo della cultura umana, nel quale il libro cristiano, nella varietà delle sue espressioni e delle sue forme, ha esercitato un ruolo dinamico e spesso insostituibile.

 

La lettura come elemento del benessere individuale e sociale

7 aprile 2017, dalle ore 9.30

Orbassano (TO), Teatro “S. Pertini”

 

Conferenza di Flavia Cristiano, direttrice del “Centro per il libro e la lettura” di Roma (MiBACT).

 

Tempo di libri

19-23 aprile 2017

Milano, Fiera Milano Rho

 

Tempo di Libri, la Fiera dell’Editoria Italiana, è un nuovo grande evento per i libri e la lettura che avrà come protagonisti i lettori, gli editori, gli autori, i bibliotecari, i librai, gli studenti e rappresenta un’occasione unica per il mondo dell’editoria.

Per informazioni: www.tempodilibri.it

 

Il maggio dei libri

23 aprile - 31 maggio 2017

 

I libri sbocciano in maggio. Perché se in questo mese la natura si risveglia, lo stesso capita alla voglia di leggere. Il Maggio dei Libri è la campagna nazionale nata nel 2011 con l’obiettivo di sottolineare il valore sociale della lettura nella crescita personale, culturale e civile.

Per informazioni: www.ilmaggiodeilibri.it

 

Salone internazionale del libro

18-22 maggio 2017

Torino, Lingotto Fiere

 

Il Salone Internazionale del Libro di Torino è la manifestazione in cui la maggior parte degli editori italiani si trova rappresentata nella stessa unità di luogo e di tempo. La bibliodiversità è una ricchezza, il pluralismo (non solo in campo editoriale) è una ricchezza, la molteplicità di voci rappresenta una ricchezza.

Per informazioni: www.salonelibro.it

 

Postscriptum

A

bbiamo iniziato l’«Almanacco Bibliografico» col n° 0 datato al novembre 2006, mentre il primo fascicolo ufficiale, ovviamente il n° 1, uscì con la data del marzo 2007. Dieci anni si contano 40 (41) fascicoli pubblicati, circa 1.000 pagine su due colonne in corpo 10, poco meno di 10.000 (diecimila) recensioni, segnalazioni, schede, annunci di eventi relativi al mondo (soprattutto italiano ma non solo) del libro e della sua storia, alle biblioteche e alla lettura. Tanti amici (alcuni non ci sono più, o sono ormai molto malati) a consigliarci, a darci suggerimenti, ad apprezzare l’umile ma costante lavoro svolto. E tutto gratis. Mai nessuno qui ha visto una lira, anche se all’inizio speravamo in qualche sponsor, in qualche inserzionista... E pensare che, invece, c’è chi gode di finanziamenti vari e continui per progetti che fanno acqua da tutte le parti, o durano lo spazio di un mattino… Ma i nodi (dice un proverbio) vengono prima o poi al pettine. Comunque, Alessandro Olschki (uno degli amici della prima ora) amava citare un antico motto del tipografo Lazzaro de’ Soardi che, di fianco a un’immagine della Terra rovesciata, aveva scritto “Così va il mondo”. Alla rovescia, appunto. E, d’altra parte, non sembra che molti concorsi universitari (non solo dalle nostre parti, peraltro) vadano in modo diverso. Ma non ci si vuole qui lamentare; si vorrebbe invece festeggiare, perché 10 anni sono un bel traguardo! Abbiamo avuto modo di scandagliare e conoscere circa il 90% della produzione nazionale di settore, informando in modo sempre adeguato, (tentativamente) obbiettivo e completo un vasto pubblico internazionale di lettori. E almeno talvolta qualcuno ha persino ringraziato! Nel nostro mondo siamo stati tra i primi a sperimentare la forza della comunicazione solo sul web (riservando al cartaceo un compito residuale), della messa a disposizione gratuita dei testi con una open source, creando così sulla pagina del CRELEB un repository ormai piuttosto frequentato: ora stiamo sperimentando il sito libriantiqui.it, dove già abbiamo pubblicato diverso altro materiale e molto speriamo di pubblicare presto. Noi del CRELEB crediamo con convinzione nella strada intrapresa e nella bontà di ciò che stiamo facendo, dal lavoro per l’Almanacco all’impegno per il progetto “Libri ponti di pace” a Gerusalemme, dal Master in Professione editoria alla Scuola Estiva, riproposta anche quest’anno a Torrita di Siena dal 28 al 31 agosto. Si tratta di una vera “opera culturale” aperta su molti fronti e che richiede sforzi enormi, tradotti però subito e anzi moltiplicati in formazione, informazione, professionalità. Per questo, dopo questi lunghi anni di impegno, grati della collaborazione di chi ci è stato compagno per un tratto di strada più o meno lungo, da questo numero proponiamo alcune novità. Qualcosa alla grafica, molto di più nella composizione del gruppo che di fatto “costruisce” l’Almanacco: si noti l’inserimento di diversi nomi nuovi di giovani che danno un contributo essenziale alla buona riuscita del nostro periodico. L’Almanacco, ma tutta l’impresa del CRELEB di cui esso è uno dei frutti più visibili, nasce solo dalla possibilità di una condivisione, della messa in atto di un vero lavoro d’équipe, della creazione di una rete di corresponsabilità in cui tutti, ciascuno a suo modo, collaborano a un’ impresa molto più grande della capacità di ognuno. Oserei chiamarla amicizia. Finisco però ringraziando “l’altra metà del cielo” in gioco in questa vicenda: tutti i nostri affezionati lettori, per i quali pensiamo valga sempre la pena impegnarsi nel lavoro che si fa. – Montag

 

L’almanacco bibliografico

Bollettino trimestrale

di informazione sulla

storia del libro e delle

biblioteche in Italia

numero 041, marzo 2017

(chiuso il 16 marzo 2017)

ISBN 9788881327461

disponibile gratuitamente in formato PDF e HTML all’indirizzo http://creleb.unicatt.it

(sono stati tirati 10 esemplari cartacei)

a cura del

CRELEB (Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca)

 

(Università Cattolica – Milano e Brescia)

 

comitato editoriale: Edoardo Barbieri (coordinatore), Marco Callegari, Giuseppe Frasso, Marco Giola, Luca Rivali, Alessandro Tedesco, Natale Vacalebre, Roberta Valbusa

redazione: Emilia Bignami, Stefano Cassini, Fabrizio Fossati, Elena Gatti, Rudj Gorian, Alessandro Ledda, Davide Martini, Luca Mazzoni, Luca Montagner, Francesca Turrisi (capo-redattore)

contatti: “L’almanacco bibliografico”, c/o Edoardo Barbieri, Università Cattolica, Largo Gemelli 1, 20123 Milano; e-mail: creleb@unicatt.it

 

 

 

edizioni CUSL – Milano

per informazioni: info@cusl.it