L’Almanacco

 Bibliografico

 

 

n° 34, giugno 2015


Bollettino trimestrale

di informazione sulla

storia del libro e delle

biblioteche in Italia

                       

                        a cura del C.R.E.L.E.B.

 

 

Sommario

 

Biblioteche di pubblica lettura: una questione di essere e non di benessere

di Alberto Bettinazzi                                             p. 1

Recensioni                                                         p. 3

Spogli e segnalazioni                                   p. 11

(indici di recensioni e segnalazioni)                  p. 38

Cronache mostre                                            p. 40

Taccuino                                                             p. 40

Postscriptum                                                    p. 46

 

 

 

La questione

 

Biblioteche di pubblica lettura:

una questione di essere

e non di benessere

di Alberto Bettinazzi

 

C

è chi le considera un lusso che un Paese carente di risorse finanziarie non può permettersi. C’è chi le vedeva superate, insieme al libro cartaceo, già molto tempo fa. C’è chi le usa ma non se la sentirebbe mai di difenderle in pubblico, perché tutto sommato alla comunità costano e oggi i denari sarebbe meglio spenderli per altro. E poi, diciamocelo, su internet si trova tutto. Quando si vuole, dove si vuole. Eppure c’è anche chi scorge che, in fondo in fondo, la dicotomia tra globale e locale con cui oggi tutti i servizi pubblici si devono misurare, le biblioteche di pubblica lettura l’hanno affrontata prima degli altri e, se ci sono ancora, significa che una via di conciliazione l’hanno trovata. È locale il loro radicamento, ma globale il loro orizzonte. È locale il pubblico, ma universali restano le aspirazioni. Sono locali i fondi che le finanziano, ma globali i benefici che la collettività trae dalla loro presenza e dalla loro attività, poiché se anche solo una porzione della popolazione effettivamente le usa, tuttavia i vantaggi in termini sociali e culturali si traducono in una spinta positiva per l’intera comunità. Le biblioteche di pubblica lettura sono marginalizzate nel dibattito sui temi che contano ma votate a essere il centro di un’area ad alta densità educativa, il perno di un ecosistema culturale in cui i tradizionali luoghi pubblici si aprono a nuovi pubblici in un percorso condiviso che da sedi del possesso (di documenti) le trasforma in infrastrutture per l’accesso (ai contenuti). L’accesso aperto a tutti e gratuito: una verità che non può essere taciuta nemmeno nell’era della spending review, dove spesso il premio non segue il merito e il taglio da sartoriale diventa lineare. Smagrendo tutti. Anche chi era già smilzo. Le biblioteche di pubblica lettura, potremmo quasi dire, sono luoghi dell’essere e non del benessere. Non buone solo per l’entertainment, per il divertimento, per l’evasione, per il passatempo, per il benessere dei nostri neuroni. Ma luoghi dell’essere. Per la loro vocazione a facilitare i processi (l’apprendimento permanente, l’informazione, la socializzazione, il superamento delle fragilità culturali e dei molti diaframmi che si interpongono tra la complicazione crescente del nostro mondo e le conoscenze di chi magari è al palo solo perché ha avuto meno occasioni di altri). Le biblioteche sono luoghi dell’essere per il loro servizio a tutte le persone e a tutta la persona. Come negare che le biblioteche, in quanto luoghi di coesione, non costituiscono un pilastro essenziale su cui edificare la società contemporanea? Non solo nel Nord Europa, paese di bengodi quando si parla di biblioteche e di welfare. Ma qui da noi, in Italia. Se siamo Italiani, lo siamo perché parliamo la lingua e siamo stati educati secondo usi e costumi diffusi in questo Paese. Saranno Italiani anche coloro che avranno potuto crescere e maturare conoscenze analoghe grazie a percorsi di apprendimento finalizzati, pur provenendo da altre culture. Persone alle quali il nostro Paese, per ragionamenti meramente economici, se non se ne vogliono fare di altra natura, non può comunque rinunciare. È in gioco il futuro produttivo di uno Stato che, tra gli indigeni, registra tassi bassissimi di natalità. Le biblioteche sono. Le biblioteche fanno. Sono luogo di coesione e fanno attività a sostegno dei processi di inclusione. Le biblioteche sono e fanno anche in relazione alla necessità di acquisire e potenziare le competenze digitali, via maestra su cui transiterà il progresso futuro del nostro Paese. Un Paese sempre invitato a valorizzare il suo passato, costellato di vertiginose realizzazioni artistiche e culturali da promuovere e consegnare alle future generazioni; ma anche un Paese che non può accontentarsi di vivere con la testa rivolta all’indietro, illudendosi che cultura coincida con culto del passato senza diventare atto di comprensione e linguaggio di decodificazione del presente in vista della costruzione del futuro. E allora biblioteche che si mettono in gioco come centri di informazione sulle novità tecnologiche e sui possibili progetti infrastrutturali attorno ai quali si gioca lo sviluppo delle comunità, anche di quelle più piccole e di più ridotte dimensioni demografiche. Le biblioteche presenti in tutti i comuni. I più grandi come i più piccoli. Biblioteche che aiutano a cercare il senso, insegnando al proprio pubblico ad andare oltre la lettura individuale per arrivare alla condivisione non solo di impressioni e di citazioni, ma soprattutto alla costruzione plurale di percorsi di senso per comprendere e fare nostra la realtà in cui siamo immersi. Perché, in fin dei conti, noi non vediamo le cose come sono, ma come siamo (Anaïs Nin). Aiutare le persone a trovare il senso è un servizio sociale profondo. Un’azione strategica. Anche negli anni dei tagli di bilancio e della revisione delle competenze fondamentali degli Enti Locali. Non è un caso che queste sollecitazioni partano da Brescia, città che già nel 1977, per iniziativa di un soggetto privato (la Scuola IAL Cisl) e di un Ente Pubblico (la Provincia), ha dato vita al primo corso di formazione professionale per bibliotecari. Erano passati solo quattro anni dalla prima legge regionale in materia di biblioteche. Stava nascendo una realtà nuova, che costituiva anche uno sbocco professionale carico di orizzonte e di futuro. E oggi, di tutto ciò cosa resta? Che visione c’è oggi del servizio bibliotecario di pubblica lettura? Di quale servizio bibliotecario possiamo e dobbiamo parlare? Sabato 11 aprile 2015 nella Sala Civica dei Disciplini di Castenedolo (BS) si è svolta una affollata assemblea di amministratori locali, operatori tecnici di biblioteca, simpatizzanti e amici delle biblioteche. Si è trattato di un incontro voluto dal Presidente della Provincia di Brescia per tratteggiare il futuro della Rete Bibliotecaria Bresciana (rappresentata anche dall’Amministrazione ospite di Castenedolo e dal Presidente del Sistema Bibliotecario Brescia est): un futuro che avverte il desiderio di integrarsi ancora di più con la realtà bibliotecaria della Provincia di Cremona, con cui da anni collabora, e con il Sistema Bibliotecario Urbano di Brescia. Una Rete pronta ad aprirsi a un più ampio e vasto orizzonte, in un gioco di sponde e collaborazioni con le Province contermini e con i loro Sistemi Bibliotecari. In fin dei conti, non possiamo dimenticare che se le nostre biblioteche sono diventate una Rete estesa e con una ampia gamma di servizi offerti gratuitamente al pubblico è grazie, prima di tutto e soprattutto, a generazioni di amministratori locali che, dal 1988, non hanno mai deflesso dal compito di finanziare, sostenere, incrementare e difendere i servizi di pubblica lettura. Lo hanno riconosciuto e sottolineato positivamente anche esponenti della società cosiddetta civile, del mondo del privato, spesso ideologicamente contrapposto al servizio pubblico, al mondo del “pubblico” che tante volte sconta una fama non cristallina a causa delle colpe di una minoranza. Anche per questo le biblioteche risultano, almeno potenzialmente, attrattive per il privato, come è stato testimoniato dal Presidente della Banca di Credito Cooperativo del Basso Sebino e come è stato confermato e ribadito, ciascuno descrivendo il fenomeno dal proprio angolo di osservazione, dal Presidente di Confcooperative di Brescia e dal suo omologo delle ACLI bresciane, intervenuti sul palco e preceduti dall’intervento del Direttore dell’Area Innovazione e Territorio della Provincia di Brescia. Pur nell’incertezza e nella difficoltà di intraprendere una strada capace di rispondere alle molteplici e multiformi sollecitazioni che provengono dai bisogni contemporanei, le biblioteche dunque sono una risposta di civiltà a chi oggi vorrebbe demolire, con i simboli, il senso dell’essere comunità. Le biblioteche come risposta di senso, come questione di essere.

 

 

Aldo Manuzio

e il libro del Rinascimento

tra produzione e collezionismo

Summer school 2015

Torrita di Siena,

31 agosto-3 settembre 2015

 

***

Il quinto centenario della morte del grande umanista-editore Aldo Manuzio è l’occasione per promuovere un corso che intende avviare alla conoscenza del prodotto editoriale del XVI secolo tanto dal punto di vista della storia della stampa, quanto da quello delle vicende del collezionismo.

 

Per informazioni e iscrizioni

http://centridiricerca.unicatt.it/creleb

luca.rivali@unicatt.it

 

Si veda anche qui in “Taccuino”

 

 

Recensioni

034-A Catálogo de la Real Biblioteca, XII: Incunables, Madrid, Editorial Patrimonio Nacional, 2013, pp. 245, ill. b/n, ISBN 978-84-7120-490-5, s.i.p. Si tratta del bel catalogo analitico degli incunaboli conservati presso la Real Biblioteca di Madrid. Il lavoro, svolto sotto la direzione della Directora de la Real Biblioteca, María Luisa López-Vidriero (che firma anche la breve premessa in cui si annuncia la prossima uscita del catalogo delle cinquecentine), si basa, ampliandolo dal punto di vista sia della descrizione bibliografica sia di quello della descrizione dell’esemplare, su un precedente catalogo, pubblicato ormai quasi vent’anni fa nella medesima serie dei cataloghi della Real Biblioteca di Madrid (Pilar García Morencos – Matilde López Serrano, Catálogo de la Real Biblioteca. Incunables, Madrid, Patrimonio Nacional, 1989). Il progetto si integra con la utile sezione del sito della Real Biblioteca dedicato agli incunaboli (http://www.realbiblioteca.es/index.php/introducciongeneral) in cui, oltre alla digitalizzazione integrale degli esemplari (in corso), è possibile, navigando tra i pezzi della Biblioteca e una serie di immagini da essi ricavata, costruire un vero e proprio percorso didattico nel libro a stampa del XV secolo. Una nuova ricognizione del fondo ha permesso di recuperare tre nuovi esemplari descritti qui per la prima volta. La scelta però di numerarli con i numeri romani, inserendoli comunque nell’ordinamento alfabetico, rende meno agevole il reperimento delle notizie. Le schede sono, complessivamente 261, nove delle quali descrivono edizioni conservate in esemplare unico a Madrid. Il modello descrittivo adottato è assai interessante: dopo l’intestazione (in genere è il nome dell’autore a fungere da elemento ordinativo), si trovano i dati bibliografici essenziali, presentati nella forma che si ricava dall’edizione descritta. Anche il titolo non sempre è proposto secondo forme normalizzate, ma spesso riprende gli occhietti o i frontespizi delle edizioni stesse. Seguono i dati su cartulazione/paginazione e sul formato bibliologico per poi passare alla serie dei rimandi bibliografici (ampia la serie dei repertori di riferimento elencati alle pp. 13-5). Ancora sotto si riprendono i dati della collazione (fascicolatura, caratteri, numero di colonne e di linee di testo…) che lasciano strada, senza soluzione di continuità, all’area della descrizione, con le trascrizioni facsimilari delle parti più significative dell’edizione (prima di tutto incipit ed explicit). Le ultime righe della scheda, precedute dall’attuale segnatura di collocazione, contengono i dati specifici del singolo esemplare, rilevati con grande attenzione. Particolare cura è destinata alla descrizione delle legature, in gran parte moderne e di pregio. Le provenienze rilevate sono quasi tutte prestigiose (i libri in genere sono sempre appartenuti alla corte) con una minima percentuale di possessori religiosi. Il profilo della collezione conferma tali provenienze, con opere soprattutto letterarie, di medicina e di filosofia, con un’assenza quasi completa di testi a carattere religioso (anche se non mancano opere di tono devozionale e qualche libro liturgico). Mancano, purtroppo, alcune note introduttive sulla formazione della collezione, che avrebbero permesso anche al lettore profano di conoscere più comodamente la storia dei pezzi descritti. Tra le note di esemplare sono rilevate sistematicamente le postille, gli interventi manoscritti a carattere decorativo (miniature, rubricazioni, interventi ad acquarello…). Chiude un ampio apparato di preziosi indici: autori, materie, tipografi ed editori, luoghi di edizione, possessori e nomi citati nelle postille, antiche segnature di collocazione, legatori e illustrazioni (solo 9 e spesso troppo piccole per apprezzarne a pieno la qualità). – L.R.

034-B Cátedra (Pedro M.), Quarto descarte. Bodoni en la Parma de los años de plomo y la égida española, in Id., Descartes bibliográficos y de bibliofilia, Salamanca, [SEMYR], 2013, pp. 185-266 + [18] tav., manca ISBN, s.i.p. Questo studio di Pedro Manuel Cátedra García (ordinario di Letteratura Spagnola all’Università di Salamanca e direttore dell’Instituto Universitario de Estudios Medievales y Renacentistas - IEMYR) è strettamente legato alla sua passione bibliofilica e bibliografica, diretta in particolar modo al tipografo Giambattista Bodoni. Tale passione lo vede oggi alla direzione del progetto digitale “Biblioteca Bodoni” http://bibliotecabodoni.net, portale online dedicato alla diffusione e alla conoscenza dell’operato del celebre tipografo. Il sito raccoglie e ordina le edizioni bodoniane, le monografie sull’argomento e le lettere del tipografo; il tutto è digitalizzato e liberamente consultabile online. Il portale, nato all’interno di un progetto della Università di Salamanca, in risposta a un bando della Secretaría de Estado de Investigación, Desarrollo e Innovación del Ministerio de Economía y Competividad de España, è stato reso possibile anche grazie alla collaborazione della Biblioteca Palatina e del Museo Bodoniano di Parma. La presente pubblicazione è edita dal Seminario de Estudios Medievales y Renacentistas - SEMYR (oggi parte del IEMYR), progetto interdipartimentale e interdisciplinare per lo studio della storia culturale del Medioevo e del Rinascimento in Europa fondato e diretto dallo stesso Cátedra, nella sezione “Miscellanee”, sezione che raccoglie testi, scritti per diverse occasioni, stampati su carte speciali in diversi formati. Si pubblica qui il “quarto studio”, parte di una serie di lavori di stampo bibliografico e bibliofilico scritti dall’a. Questi testi, non essendo mai confluiti in un volume unitario, sono stati diffusi separatamente dall’a. in questa forma particolare. Gli studi già pubblicati sono: 1. Un incunable & dos góticos nuevos para la imprenta española, pp. 17-40 (29 marzo 2001), 2. Pesquisas sobre incunables con pedigrí, pp. 41-95 (24 dicembre 2005) e 3. Querido Alberto, pp. 185-268 (1 settembre 2012), tutti pubblicati dal SEMYR all’interno della serie, così chiamata dall’a., “Descartes Bibliograficos y de Bibliofilia”. Doveroso, prima di considerare il testo, fornire una descrizione materiale di questa particolare pubblicazione. La stampa è infatti realizzata su carta di scarto (tipografico), però raffinata: si tratta infatti di fogli Ingres Fabriano, color “avorio” e “gialletto”, da 70x100 centimetri con grammatura 160. L’edizione consta di undici fascicoli, slegati e conservati in una coperta di cartone leggero. I fascicoli sono così composti: dieci sono dei mezzi fogli piegati (non tagliati) in quattro parti, mentre l’ultimo è un quarto di foglio piegato in due. Incollate alle pagina dei fascicoli, si trovano anche delle tavole ripiegate con riproduzioni di frontespizi di edizioni bodoniane e di varie parti di edizioni legate al tipografo. Queste tavole sono stampate sempre su carta Ingres Fabriano, color “bianco” di 70x100 centimetri e grammatura 90 (le tavole più grandi sono stampate su mezzo foglio, mentre le altre su dei ritagli). Come si legge nella quarta della coperta contenente i fascicoli, questa edizione ha avuto una tiratura di soli sessantadue esemplari che, nella forma descritta, sono stati donati gratuitamente a chi, già da tempo o per la prima volta, si dedica o si vorrà dedicare agli ozii bibliografici. Leggendo il testo si trova tuttavia una destinazione più specifica dello stesso: l’editore e designer Franco Maria Ricci, definito dall’a. principe degli editori e dei bibliofili. La passione dell’a. per Bodoni è invece riscontrabile, come egli stesso afferma, nella convinzione della portata europea (anche spagnola quindi) dell’effetto Bodoni sulla stampa tipografica, effetto ottenuto grazie al suo operato, ritenuto dall’a. importante tanto quanto la sua stessa vicenda biografica: lo studio tratta, infatti, di un capitolo della giovinezza di Bodoni. Si considerano gli anni in cui il giovane, dopo aver imparato l’arte della stampa a Roma, stava attraversando uno dei periodi più difficili della sua vita: già direttore della Stamperia Reale di Parma, vide, infatti, venir meno il ruolo delle parti interessate alle sue abilità. Sono gli anni che vanno dal 1771 al 1776, quando Guillaume Du Tillot (colui che lo aveva chiamato a Parma, su suggerimento di Paolo Maria Paciaudi) era ministro del duca Ferdinando di Borbone. Di questo periodo, sottolinea l’a., si analizzano dettagliatamente soprattutto i rapporti di Bodoni con la Spagna, o meglio, con gli spagnoli che furono tanto rilevanti per la sua vita. Fondamentale il rapporto con l’amico spagnolo José Nicolás de Azara, ministro del re di Spagna a Roma, con cui Bodoni tenne uno stretto rapporto epistolare. Azara, sottolinea l’a. in questo studio che ricostruisce con maestria le linee sottili di questi anni della vita del grande tipografo, sempre consigliò all’amico di avere un occhio attento sì alla bellezza delle edizioni, ma anche alla loro utilità e alla loro rilevanza scientifica. – A.T.

034-C Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti in Italia tra Quattrocento e Seicento, coordinato da Marco Santoro, a cura di Rosa Marisa Borraccini – Giuseppe Lipari – Carmela Reale – Marco Santoro – Giancarlo Volpato, Pisa-Roma, Fabrizio Serra, 2013 [ma 2015?] (Biblioteca di “Paratesto” 10), 3 vol. di complessive pp. XXXII+1238, ISBN 978-88-6227-648-1, € 285. Recentemente Wu Ming 2 (membro dell’omonimo collettivo anarchico di scrittura: vedi http://www.wumingfoundation.com/) ha pubblicato un curioso volumetto (con CD allegato) dedicato al racconto di viaggio romantico: La Via del sentiero, Roma, Edizioni dei Cammini, 2015 (una bella rec. su “Tuttolibri” di sabato 23 maggio p. VI). Questo a segnalare l’attualità del tema dell’erranza, e assieme la sua “lunga durata”. Come è facile pensare, anche il mondo dei tipografi (che pure necessita di uno strumento, il torchio, che per funzionare ha la necessità di essere “impiantato”: vedi però ciò che racconta Maria Gioia Tavoni «AB» 030-219) ha nel suo DNA lo spostamento, se non altro perché se non fosse stato per il famoso sacco di Magonza e la successiva dispersione per l’Europa dei prototipografi, forse l’arte della stampa sarebbe rimasta semplicemente una tipica specialità locale: i merletti di Bruges, lo strudel del Tirolo, la stampa di Magonza…  E poi, è un’immagine sbagliata quella che ci fa immaginare che, siccome viaggi e spostamenti erano tanto pericolosi e onerosi, dal tardo Medioevo e per tutta l’epoca moderna la gente non viaggiasse e non si spostasse: arriverà persino il fenomeno delle migrazioni oltreoceano per far muovere contadini e montanari alla ricerca di lavoro. Stante dunque la rilevanza del fenomeno a livello storico-sociale generale e la sua pertinenza all’interno del mondo numericamente circoscritto ma assai vario al suo interno (se non altro per le diverse professionalità e specializzazioni implicate) degli “artigiani del libro”, si comprende l’importanza del progetto PRIN capeggiato da Marco Santoro sotto il titolo di “Mobilità dei mestieri del libro in Italia tra Quattrocento e Seicento” e di cui questo vasto repertorio costituisce il frutto più duraturo, assieme agli atti del convegno eponimo tenuto nel 2012 («AB» 030-160). Il repertorio, diviso in tre tomi di consimile estensione, comprende al suo interno una Presentazione di Santoro (pp. IX-XXII) che illustra la genesi del progetto e offre alcune considerazioni numeriche sui risultati conseguiti, una Avvertenza (pp. XXV-XXXI) che, oltre a indicare di quali schede sono autori i numerosi studiosi implicati, spiega i criteri di selezione di tipografi ed editori dal XV al XVII sec. attivi in Italia poi censiti e le modalità di organizzazione delle schede (dati sul personaggio o la famiglia schedati, date e luoghi di attività, eventuale illustrazione generale seguita dai profili dei singoli protagonisti, repertori generali citati dal DBI al BMC, la bibliografia particolare, il nome dell’autore della scheda), la serie delle 604 schede numerate (pp. 1-1098, da Abraham ben Hayyim a Zoppino Nicolò 604a e Giacomo jr. 604b, di ampiezza assai diversa tra loro), la serie degli indici tutti realizzati da Alfonso Ricca, l’indice cronologico che aggrega per secoli e poi ordina alfabeticamente le voci (pp. 1099-1107), l’indice dei luoghi di attività (pp. 1109-1138), infine l’indice dei nomi citati (pp. 1139-1238). Per saggiare il prodotto si sono lette e schedate circa un 10% delle schede pubblicate (le si veda qui elencate nella sezione delle Segnalazioni, sotto il nome del singolo autore): una percentuale sufficiente anche se certo non esaustiva. Si noterà che qui di seguito, oltre a non citare volutamente il nome degli autori, manco di segnalare l’assoluta maggioranza delle voci esaminate che, ciascuna a suo modo, risponde ottimamente alle intenzioni dell’opera, concentrandomi solo sulla segnalazione quantomeno della tipologia di alcuni errori. Come c’è infatti da aspettarsi in opere frutto del lavoro di un’ottantina di autori (se non ho contato male), anche la più vigile delle opere di coordinamento e verifica lascia qualche maglia aperta. Forse il caso meno felice è costituito dalla voce (purtroppo) dedicata a Sweynheim e Pannartz che si segnala, oltre che per la scarsa rilevanza delle informazioni che contiene, per l’assoluta insufficienza della bibliografia impiegata, tutta di seconda o terza mano. Si noteranno poi talvolta intestazioni infelici, come quella della famiglia dei “da Legnano” finita sotto la lettera “d”, quando quello è proprio il toponimo di provenienza visto (come ricorda la voce stessa) che si chiamavano Rappi, o quella dedicata a Mattia Moravo, che moravo era proprio per il luogo di nascita (Olomouc). Più curioso è un altro fenomeno, molto particolare e relativo alla bibliografia utilizzata. È ovvio che, specie in casi come questo, governare la bibliografia non è impresa facile, che richiede soprattutto esperienza e sensibilità. Ora, in uno strumento dedicato a editori, tipografi e librai è ovvio che in determinati casi anche singoli cataloghi di cinquecentine costituiscano la fonte (magari unica) di conoscenza di una certa edizione o della attestazione di un dato luogo di stampa, e che in tal senso vadano segnalati. E si veda per esempio il caso di un Ippolito da Ferrara. Quando però ci si riferisce a tipografi o editori molto noti e importanti è ovvio che probabilmente quasi tutti i cataloghi di cinquecentine citeranno loro opere, che sono per l’appunto diffusissime: basti invece vedere la bibliografia dedicata ai Manuzio o ai Tramezzino o al Valgrisi per rendersi conto del problema di una mancata selezione a questo livello. Ma, per chiarire ancor meglio il problema, basti confrontare due voci tra loro vicine, Bozzola e Brenta per rendersi conto di un uso saggio della bibliografia nell’un caso, e di uno del tutto fuorviante nell’altro. Questa incapacità di valutare il peso oggettivo diverso che hanno singole informazioni bibliografiche salta agli occhi anche in altri casi, come nella voce dedicata a Stefano Moretto, dove si confondono completamente i criteri del lavoro scientifico in ambito umanistico, affiancando come “opinioni diverse” i risultati di una solida ricerca storica (sia pur datata) a informazioni fornite invece da compilazioni generosamente divulgative. Stante l’utilità dell’opera realizzata con questo Dizionario, che varrà certo la pena consultare e seguire sia per le voci meglio riuscite sia per quelle relative ad artieri minori o minimi di cui per la prima volta qui si è cercato di raccogliere sistematicamente notizie (e penso a tanti minori secenteschi dell’Italia centrale, meridionale o insulare), resta però nel lettore una percentuale di insoddisfazione. Soprattutto perché la riflessione concettuale sul fenomeno avrebbe necessitato di un maggiore sviluppo di quello offerto sia nella Premessa qui inserita, sia nel saggio pubblicato dall’ideatore del progetto negli atti succitati («AB» 030-198). E chi meglio proprio del coordinatore del progetto avrebbe potuto, da par suo, distinguere e precisare? Infatti ciò che risulta ancora debole è il concetto stesso di “itineranza”, per cui non si sa esattamente quali artigiani del libro debbano esserci e quali no: da un lato si trova qui inserito un Paolo Manuzio (che certo si trasferì per un lungo periodo a Roma, ma che fatichiamo a includere tra gli itineranti), ma dall’altro manca un Giovanni Paoli che dal bresciano si trasferì a Lione e poi a Siviglia e fu poi il primo tipografo del Nuovo Mondo! Insomma (per dirla scherzando) avendo traslocato una decina di volte negli ultimi trent’anni non vorrei finire in qualche futuro repertorio di bibliografi itineranti… Soprattutto, fidandosi più delle rilevanze bibliografiche che dell’apporto documentario (rilevato solo laddove già disponibile in studi ad hoc) o quantomeno mostrando una certa ingenuità nella elaborazione dei dati, si attribuisce un valore di spostamento materiale a fenomeni che andranno letti innanzitutto in senso imprenditoriale di investimenti “a distanza”: basti pensare ai da Legnano con le loro edizioni giuridiche pavesi o al Ciotti con le sue edizioni d’Oltralpe. Ugualmente non sufficientemente marcata appare la rilevazione di alcuni veri e propri fenomeni migratori “costanti” di addetti specializzati, come il gran flusso di tipografi provenienti dalla Val Sabbia e attivi davvero in tutta Italia e non solo, o il fenomeno dei cantinpanca che divenivano spesso piccoli editori-librari col finanziamento delle loro operette da recitare in piazza (vedi la rec. al vol. di Rosa Salzberg in «AB» 033-F). Un’ultima osservazione, che fa sistema con la nota politica dei prezzi (carissimi) praticata dall’editore Serra (vedi http://www.claudiogiunta.it/2012/04/la-cultura-che-fattura-ancora-sul-costo-esorbitante-delle-riviste-accademiche/). Davvero questo repertorio vale i quasi trecento euro del prezzo? Certo la legatura è in cartoncino con sovracoperta in carta, ma i fascicoli sono cuciti, la carta è ottima, la stampa molto buona, l’impaginato efficace, segni tutti di una pubblicazione duratura. Il contenuto, pur anche coi limiti di cui s’è detto, è senza dubbio utile agli studiosi del nostro settore e non solo. Ma, stante che risulta gli autori delle voci non siano stati ricompensati, se questo è il frutto di un “progetto di ricerca di interesse nazionale” (parrebbe anche sostanzialmente finanziato) come mai un costo così alto? Proprio il fatto di costituire uno strumento necessario alle nostre biblioteche e università dovrebbe spingere a politiche dei costi più ragionevoli, così da allargare la diffusione di uno strumento come questo: sennò va a finire che la società (lo Stato in questo caso) finanzia il progetto, ma poi non è in grado di raccoglierne i frutti perché le vengono rivenduti a prezzi eccessivi… – E.B.

034-D Documenting the Early Modern Book World. Inventories and Catalogues in Manuscript and Print, edited by Malcolm Walsby – Natasha Constantinidou, Leiden – Boston, Brill, 2013 (Library of the Written World, 31 ; The Handpress World, 23), pp. XV+416, ill., ISBN 978-90-04-25890-7, s.i.p. Durante la prima epoca moderna vennero prodotti inventari e cataloghi librari per ragioni diverse: per documentare la consistenza di biblioteche private, per rendere nota la messa all’asta di fondi librari, per la pubblicazione di cataloghi di vendita di librerie e di aziende tipografico-editoriali, per la redazione di bibliografie di un autore o di specifici argomenti, oppure per indicare libri proibiti o al contrario libri consigliati per la lettura, o per altri motivi ancora. In questa raccolta di quattordici saggi l’attenzione non è concentrata su una particolare regione o su un limitato momento storico, ma spazia in un’Europa che va dall’Italia meridionale fino alla Norvegia in uno spazio temporale che si muove dalla seconda metà del Quattrocento al Settecento. Il vol. si apre con il saggio di Malcom Walsby, Book Lists and Their Meaning (pp. 1-24), incentrato sulla varietà tipologica e sui limiti che presenta questo genere di documentazione. Ogni lista è infatti da considerarsi incompleta sia nella descrizione dei libri stessi – basti pensare a quanto spesso ci si imbatta in inventari post mortem, in cui gli elementi bibliografici riportati sono talmente scarsi e in forma così abbreviata da rendere impossibile il riconoscimento delle opere o delle edizioni –, sia per la consistenza generale del fondo librario descritto, fotografato in un momento particolare della sua esistenza e non nel suo sviluppo diacronico. Da questo punto in poi i saggi sono suddivisi in quattro sezioni: University libraries; Individuals; Social groups; The booktrade. Il primo gruppo vede innanzi tutto un contributo di Alexander Marr, Learned Benefaction: Science, Civility and Donations of Books and Instruments to the Bodleian Library before 1605 (pp. 27-50), dove viene presentato un aspetto poco noto della storia dei primi anni della Bodleian Library, ossia gli incrementi avvenuti dal 1600 al 1604 grazie a donazioni di libri di natura scientifica da parte di George Carey, Edward James e William Hakewill. A completare la sezione vi è poi il saggio di Kasper van Ommen, The Legacy of Josephus Justus Scaliger in Leiden University Library Catalogues, 1609-1716 (pp. 51-82), che sottolinea come l’attenta analisi dei diversi cataloghi approntati nel corso di più di un secolo riveli la difficoltà di ricostruire il legato dei libri in lingue non occidentali effettuato dallo Scaligero alla biblioteca di Leida all’atto della sua morte. La seconda sezione inizia con Books Fit for a Portuguese Queen: The Lost Library of Catherine of Austria and the Milan Connection (1540), di Kevin M. Stevens (pp. 85-116), ovvero la lista di 227 libri acquistati per la regina Caterina di Portogallo presso il libraio milanese Andrea Calvo, unica testimonianza di una biblioteca andata ormai perduta. Segue poi un altro apporto di Malcolm Walsby, The Library of the Breton Jurist and Historian Bertrand d’Argentré in 1582 (pp. 117-40), ovvero l’analisi dell’inventario di una delle più cospicue biblioteche private di Francia durante il Rinascimento. La vendita a Leida nel 1683 della biblioteca di Nicolaus Heinsius è documentata dal catalogo che venne eseguito per l’occasione, oggetto dell’attenzione di John A. Sibbald, The Heinsiana – Almost a Seventeenth-Century Universal Short Title Catalogue (pp. 141-59). La nascita delle “autobibliografie” da parte di autori dell’area tedesca tra XVI e XVII è trattata in Printed Autobibliographies from the Sixteenth and Seventeenth Centuries, opera di Jürgen Beyer e di Leigh T.I. Penman (pp. 161-184). Il primo saggio della terza sezione è The Market for Books in Early Modern Norway: the Case of Juridical Literature di Gina Dahl (pp. 187-205), in cui viene utilizzato un catalogo d’asta del XVIII secolo come fonte per la ricostruzione della circolazione di libri di giurisprudenza nella Norvegia dell’epoca. Flavia Bruni è l’autrice di The Book Inventories of Servite Authors and the Survey of the Roman Congregation of the Index in Counter-Reformation Italy (pp. 207-30) dove si constata quanto uno strumento di controllo, e quindi di censura, della Congregazione dell’Indice possa essere invece oggi utilizzato come una preziosa fonte storica e bibliografica. Analogamente si può vedere in Andrea Ottone, Pastoral Care and Cultural Accuracy: Book Collections of Secular Clergy in Three Southern Italian Dioceses (pp. 231-60) che gli inventari di volumi appartenuti a sacerdoti dell’Italia del Sud del XVII secolo possono fornire indicazioni sul loro livello culturale. L’ultima sezione si apre con l’inventario del legatore Maciej Przywilcki, abitante a Cracovia nel XVI secolo, analizzato da Justyna Kiliańczyk-Zięba nel saggio The Book Inventory of the Sixteenth-Century Krakow Bookbinder, Maciej Przywilcki (pp. 263-82). A seguire l’articolo di Shanti Graheli, Reading the History of the Academia Venetiana through its Book Lists (pp. 283-319), che traccia una lettura dell’attività culturale dell’Accademia Veneziana attraverso gli elenchi di libri pubblicati a sue spese. The Inventory of Beatriz Pacheco’s Bookshop (Santiago de Compostela, 1563) di Benito Rial Costas (pp. 321-40) fotografa l’assortimento di opere presente nella libreria di Beatriz Pacheco nel 1563. L’ultimo saggio del vol. è frutto della collaborazione tra Cristina Dondi e Neil Harris, Oil and Green Ginger, The Zornale of the Venetian Bookseller Francesco de Madiis, 1484-1488 (pp. 341-406), in cui, oltre alla descrizione del manoscritto del Zornale e della sua importanza per la conoscenza del mercato librario veneziano della fine del XV secolo, ne viene presentata una parziale trascrizione. Il vol. è completato dall’indice dei nomi. – M.C.

034-E Maini (Roberto) – Piero Scapecchi, L’avventura dei Canti Orfici. Un libro tra storia e mito, con un racconto di Marco Vichi, Firenze, Gonnelli, 2014, pp. 142, ill., ISBN 978-88-7468-042-9, € 20. In occasione dei cento anni dall’uscita del capolavoro di Dino Campana, la Libreria Antiquaria Gonnelli di Firenze ha pubblicato questo bellissimo vol. all’interno del quale non solo vengono ricostruite e gustosamente raccontate le vicende editoriali della cosiddetta “edizione di Marradi” dei Canti Orfici, ma dove sono anche dettagliatamente analizzati gli esemplari oggi noti di questa leggendaria pubblicazione. L’avventura tipografica dei Canti marradiani viene illustrata con dovizia di particolari già dalle prime pagine del libro. Il volumetto stampato nel 1914, come noto, è assai modesto nella sua fattura materiale, impresso su carta di non eccellente qualità, disordinato nella mise en page, con una pressione di stampa incontrollata; un libro per sua natura estremamente fragile, dunque, che in una poeticizzata simbologia a posteriori potrebbe quasi rappresentare un riflesso “bibliografico” della tormentata fragilità propria del poeta toscano. La storia di questo modesto libretto, tuttavia, risulta piena e vivace nella vorticosa progressione narrativa che viene offerta dagli autori del vol. Partendo da documenti secondari come il contratto tra Campana e lo stampatore Bruno Ravagli viene ricostruito il processo di stampa della raccolta e, insieme, vengono riproposte le vicende legate ai giorni febbrili in cui il poeta affiancò il tipografo nella produzione pratica dell’opera. In seguito la narrazione si sposta sulla storia della divulgazione del libretto, raccontata attraverso le testimonianze di coloro i quali acquistarono e recensirono la raccolta al suo apparire. In questo contesto, l’analisi degli esemplari conservati e rintracciati dagli autori risulta estremamente interessante per individuare l’attività di Campana in relazione alla diffusione e alla vendita degli esemplari della sua opera. Una parte di questi fu infatti acquistata dallo stesso poeta e poi inviata ad amici e colleghi, alcuni dei quali risultano essere nomi illustri della nostra letteratura. In particolare è interessante segnalare le copie inviate con dedica a Giovanni Verga nel 1915 e all’amata Sibilla Aleramo, alla quale fu donato un esemplare con aggiunte poesie manoscritte. Le strade della diffusione sulla lunga durata del libro furono però altre e in particolare quella legata alla dispersione delle rimanenze della tiratura rimaste in possesso del tipografo Ravagli, la cui disorganica disseminazione negli anni successivi alla pubblicazione dell’opera aprì all’edizione marradese dei Canti le porte del mercato librario antiquario. L’analisi degli esemplari si fonda dunque su quanto è stato possibile rintracciare, ovverosia su centoundici volumi, trentuno dei quali con dedica autografa dell’autore, una parte dei quali con ancora presente la dedica, solitamente asportata, al Kaiser Guglielmo II. Le schede create si riferiscono a un eccellente modello realizzato dagli autori per la redazione dell’esemplare ideale dell’edizione (p. 39) e si suddividono in due sezioni principali (esemplari con dedica dell’autore o senza), con in aggiunta un’appendice degli esemplari citati non localizzati o perduti, tra cui quelli appartenuti a Filippo Tommaso Marinetti, Eugenio Montale ed Ettore Petrolini. Il vol. è un felicissimo esempio di come si debba fare storia dell’editoria letteraria, i cui pregi non si esauriscono solo nella ricostruzione accattivante e precisa delle vicende relative alla prima edizione dell’opera di Campana. Un apporto più che significativo alla ricostruzione storica di questa leggendaria impresa è dato in misura eccezionale dalle preziosissime schede che del singolo esemplare analizzato ripercorrono la storia effettiva, completa, quando possibile, dei vari passaggi  di proprietà e, quindi, del percorso storico che gli è proprio. In questo modo, il vol. di Maini e Scapecchi ripercorre la concreta storia culturale dell’edizione, quella cioè che lega l’oggetto bibliografico ai diversi lettori che ne sono entrati in possesso, in maniera da porre in evidenza il rapporto reciproco instaurato tra il libro e i suoi fruitori. In definitiva, senza troppi giri di parole, si può affermare che questo bel vol. rappresenta né più né meno che un eccellente modello per gli studi archeologici sull’editoria contemporanea, che, tralasciando per un attimo i suoi meriti metodologici, segue le tracce bibliografiche del poeta di Marradi donando al lettore il racconto di un’avventura tra le più belle che la nostra letteratura abbia mai generato. Chiude in maniera perfetta questo libro dal sapore di fiaba il racconto di Marco Vichi dal titolo Immensi cieli, in cui una fanciulla accompagna in un viaggio di sogno un poeta toscano che aveva “i sogni negli occhi”. – N.V.

034-F Mazzoni (Luca), Fra Dante, Petrarca, Boccaccio e studi eruditi. Carteggio Giovanni Iacopo Dionisi - Bartolomeo Perazzini (1772-1800), Verona, QuiEdit, 2015 (Centro di Ricerca sugli Epistolari del Settecento, Edizioni e Strumenti, 11), pp. XXXVI + 358, ISBN 978-88-6464-299-4, € 28. Frutto più recente di un ormai lungo percorso di ricerca sugli studi danteschi a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, incentrato in particolare sulla figura del veronese Giovanni Iacopo Dionisi (1724-1808), questo vol. di Luca Mazzoni propone l’edizione del carteggio fra Dionisi e un altro erudito veronese, Bartolomeo Perazzini (1727-1800). Dionisi, il cui profilo di studioso è stato fino ad anni recenti quasi completamente dimenticato, fu canonico della cattedrale veronese di San Zeno e bibliotecario della Capitolare. Studioso soprattutto di Dante, a cominciare dalla filologia ed esegesi della Commedia, preparò fra l’altro il testo del poema per l’edizione bodoniana del 1796, e produsse emendazioni al testo del Convivio (talvolta tacitamente recepite dai cosiddetti “editori milanesi” nell’edizione del 1827). Il canonico Bartolomeo Perazzini, appassionato cultore di musica e arciprete della pieve di San Lorenzo di Soave, nel 1775 pubblicò un trattato che proponeva correzioni al testo dei Trattati di san Zeno, nonché emendazioni ai testi di vari autori classici ed ecclesiastici e una sezione dantesca intitolata Correctiones et adnotationes in Dantis Comoediam, con emendazioni al testo e proposte esegetiche, positivamente considerate, soprattutto da un punto di vista metodologico, da Barbi, Folena e Timpanaro. Come chiarisce l’ampia introduzione del vol., le lettere che i due si scambiarono nel corso di quasi trent’anni di sodalizio culturale (rafforzato dal viaggio che i due compirono insieme a Firenze nel 1789 per esaminare i manoscritti fiorentini della Commedia) sono fitte di riferimenti a uno spettro amplissimo di temi storici, filologici, letterari: dalle edizioni dantesche e petrarchesche curate da Dionisi per Bodoni, alla traduzione dei citati Trattati di san Zeno, alla filologia boccaccesca e al “codice Mannelli” del Decameron. In particolare, in riferimento alle opere di Dionisi, ovunque si mostra il ruolo decisivo che il canonico di Soave ebbe nelle soluzioni filologiche elaborate dal collega. Il carteggio qui pubblicato consiste in 227 lettere, quasi equamente ripartite tra i due mittenti (121 sono di Perazzini, 106 di Dionisi), recuperate da diverse sedi veronesi. Il testo di ogni lettera (pubblicato criticamente secondo i criteri esplicitati nella preliminare nota al testo) è accompagnato da un’ampia nota di commento, che definisce i temi e fornisce i riferimenti biliografici necessari a meglio intendere il discorso. Indispensabile l’indice finale dei nomi che consente anche di rendersi conto dell’ampiezza dei riferimenti al mondo culturale dell’epoca e ai suoi protagonisti, in particolare quelli fiorentini (Bandini, Cioni, Lami, Mehus, Moreni e altri). Consentono inoltre una più facile ricerca all’interno dell’ampia mole di materiale pubblicato l’Indice dei luoghi danteschi, petrarcheschi e boccacciani, nonché quello dei manoscritti. – A.L.

034-G MFH. Manuscripta Franciscana Hierosolymitana. Selected Exhibition (Gerusalemme, 23 ottobre 2014 – Jerusalem, 23rd October 2014), Milano-Torrita di Siena, C.R.E.L.E.B. Società Bibliografica Toscana, 2015, pp. 78, ill., ISBN 978-88-8132-7133, s.i.p. L’agile e prezioso libretto, in italiano e in inglese, offre il catalogo illustrato di una sezione del fondo manoscritti della Biblioteca Generale della Custodia di Terra Santa di Gerusalemme: l’inventario dei codici lì custoditi, di epoca medievale e moderna, che raggiunge le 550 unità all’incirca, importante strumento di conoscenza, è disponibile in formato elettronico sul sito internet della stessa biblioteca (http://www.bibliothecaterraesanctae.org/descrizione-inventario-manoscritti.html). L’iniziativa, come si legge nell’introduzione di Edoardo Barbieri, è nata dalla collaborazione tra il Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca (CRELEB) dell’Università Cattolica e le biblioteche francescane della Custodia di Terra Santa: la valorizzazione di questo patrimonio si deve all’impegno di un gruppo di giovani che hanno avuto la possibilità di studiare i libri dei francescani di Terra Santa in loco (non soltanto i manoscritti). La finalità è nobile: «Il progetto “Libri ponti di pace” ha lo scopo di sostenere i francescani nel rendere le loro biblioteche di Gerusalemme un vero luogo di incontro tra culture diverse, valorizzando soprattutto il patrimonio antico e specialistico in esse conservato» (p. 3). La compresenza nella Biblioteca Generale della Custodia di Terra Santa di volumi in arabo, armeno, ebraico, etiopico, greco, latino, italiano, siriaco, spagnolo, antico tedesco costituisce la concreta testimonianza di quella convivenza di popoli differenti che hanno abitato e abitano quelle terre tormentate. Il catalogo, per cura di Marcello Mozzato, offre una sintetica descrizione di 35 manoscritti in varie lingue presenti sugli scaffali della Biblioteca Generale della Custodia, accompagnati dal corredo di ottime riproduzioni fotografiche. Scorrono sotto gli occhi del lettore manoscritti distribuiti su un lungo arco cronologico e confezionati in diverse aree geografiche: si va dai libri liturgici in latino ai prontuari utili per accostarsi alla lingua araba (per es. il Frasario arabo italiano del sec. XVII, descritto alle pp. 36-37). Alcuni volumi catturano immediatamente l’attenzione dello studioso di codici occidentali in latino: il Messale (MIN. 1) in textualis di fine sec. XIII, che porta a f. 1r una lunga nota del sec. XV attestante il prestito del volume da parte dei francescani del convento del Monte Sion a Gerusalemme ai confratelli di Rodi affinché ne venga tratta una copia, oppure il bellissimo Antifonario (MIN. 5), di origine toscana e risalente al sec. XIVex.-XVin. Una parola in più meritano i tre manoscritti più antichi qui presentati: le Confessiones di Agostino (MS. 73), sec. XII, che la scheda di presentazione ci comunica arricchito nei margini da numerose postille; la miscellanea di testi patristici (MS. 19), sec. XII, che porta un rifacimento medievale della Cena Cypriani (si veda C.M. Monti, La “Cena Cypriani” interpolata in un codice di Gerusalemme, «Italia medioevale e umanistica», 36, 1993, pp. 235-47), e offre note di lettura del sec. XIIIin. che richiamano personaggi e vicende dell’antico Regno di Gerusalemme ai tempi di Guido di Lusignano e Corrado di Monferrato (si veda M.R. Tessera, Dalla liturgia del Santo Sepolcro alla biblioteca di Sidone: note sulla produzione libraria latina di Oltremare nel XII-XIII secolo, «Aevum», 79, 2005, pp. 407-15: 411-12); la Regula pastoralis di Gregorio Magno, sec. XII-XIII. Le pur brevi schede dedicate a questi volumi sono utili per indicare piste di ricerca ancora tutte da percorrere (le indagini sulla produzione libraria negli stati latini d’Oriente ai tempi delle Crociate ne beneficeranno). Anche i codici di epoca più recente meriteranno l’attenzione degli studiosi. Si deve dunque essere grati al progetto di cui il catalogo qui presentato è uno dei frutti tangibili: un primo avvio alla valorizzazione di un patrimonio ancora poco conosciuto. – Marco Petoletti

034-H Rivali (Luca), Gli incunaboli della Biblioteca dell’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario di Roma. Catalogo, s.l., Sillabe, 2014, pp. 71, ill., ISBN 978-88-8347-771-3, € 11. Le edizioni del XV secolo rappresentano, come noto, la porzione meglio conosciuta del patrimonio bibliografico antico a stampa. Lo sviluppo dei cataloghi specialistici, tuttavia, continua a svelare, a volte, oltre al sussistere di varianti di stampa ignote e al riscontro di interessanti peculiarità fisiche degli esemplari, l’esistenza di copie di incunaboli non ancora segnalate (le edizioni ignote, invece, sono ormai molto rare da individuare). Il fondo di incunaboli cui è dedicato questo catalogo rappresenta, appunto, una collezione di edizioni quattrocentesche sinora rimasta nell’ombra, almeno a livello di esemplari di edizioni già conosciute. L’origine del fondo va ricondotta ad Alfonso Gallo che, ben consapevole della transizione, avviata già a fine ’800, del restauro librario da lavoro di tipo pratico-artigianale a impegno di impostazione scientifica, si operò per creare in Italia un centro consacrato a questa attività. Nel 1938, infatti, Gallo fondò l’Istituto di Patologia del libro (inizialmente qualificato come “Regio”), ente di grande importanza per la conservazione del patrimonio bibliografico della penisola che dal 2007, unito al Centro di fotoriproduzione, legatoria e restauro degli Archivi di Stato, ha assunto la denominazione di ICRCPAL (Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario). La collezione, che – è importante sottolinearlo – si compone solamente di 20 incunaboli, è abbastanza singolare, anzitutto perché il fondo ha avuto principalmente la funzione di materiale didattico di uso interno all’Istituto, come ampiamente suggerito dagli interventi di restauro che hanno interessato i volumi e dal fatto che gli esemplari sono quasi sempre mutili, segni di una prevalente attenzione per la dimensione fisica dell’oggetto libro. Poi perché in questo caso, paradossalmente, sono proprio gli incunaboli a rappresentare il nucleo più esteso di stampati antichi della biblioteca che li possiede, mentre nelle altre raccolte bibliografiche pubbliche le stampe del Quattrocento costituiscono, abitualmente, soltanto una percentuale del patrimonio assai esigua rispetto a edizioni di epoca successiva. Pur essendo, quindi, un insieme di libri antichi acquisiti con una funzione eminentemente pratica e in epoca recente, il fondo di incunaboli dell’ICRCPAL non è stato creato con acquisti antiquari ed ha, in realtà, alle spalle una storia bibliotecaria plurisecolare relativamente omogenea, che viene ricostruita con puntualità nella introduzione al catalogo. Si tratta, infatti, di volumi provenienti dalla Biblioteca Universitaria di Pavia, istituto cui pervennero da alcune raccolte religiose, quasi tutte locali, soprattutto nei primi anni del XIX secolo e dove, a metà dell’Ottocento, si sviluppò un notevole interesse per le edizioni quattrocentesche che portò alla redazione del catalogo degli incunaboli da parte di Federico Ageno, bibliotecario dell’istituto pavese dal 1910 al 1920. Probabilmente i pezzi giunti nel fondo dell’attuale ICRCPAL vanno considerati come incunaboli che, a Pavia, erano stati valutati come poco interessanti perché doppi o incompleti e che, proprio per queste peculiarità, vennero ceduti all’Istituto, forse già attorno al 1938 (sebbene le dinamiche del passaggio rimangano non del tutto chiare). Il catalogo è assai dettagliato, tanto nella confezione delle schede, quanto nell’esposizione dei criteri di descrizione. Se è vero, infatti, che nella catalogazione degli incunaboli è ancora oggi ampiamente lecito, forse più di quanto accada per altre tipologie di edizioni antiche, ricorrere a modelli di schede descrittive che adottano struttura e livelli di analiticità piuttosto elastici e vari, è altrettanto vero che per presentare l’identità e le peculiarità delle edizioni quattrocentesche dell’ICRCPAL è stato scelto di applicare un livello di precisione catalografica notevole, che si sofferma persino sulle filigrane. Le schede, certo anche grazie all’esiguo numero di pezzi da descrivere, hanno potuto essere decisamente estese e graficamente assai chiare nella separazione delle varie aree della descrizione; sono, inoltre, accompagnate da un ricco corredo di fotografie di buona fattura e di alta valenza documentaria. In ogni caso i 20 incunaboli sono stati schedati non solo nell’edizione cartacea, ma anche nel catalogo on line del SBN (Servizio Bibliotecario Nazionale) e nella banca dati MEI (Material Evidence in Incunabula). – R.G.

 

Spogli e segnalazioni

034-001 Abadal (Ernest), Open Access. L’accesso aperto alla letteratura scientifica, Milano, Ledizioni, 2014, disponibile a http://ledibooks.com/open access/ Þ rec. Chiara Faggiolani, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 286-8.

034-002 Aldine Marciane, a cura di Tiziana Plebani, Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, 2015, pp. 86, ill., ISBN 978-88-907915-9-8, s.i.p. In questo sobrio ed elegante cataloghino sono raccolte le schede in formato short title delle 107 edizioni aldine possedute dalla Biblioteca Marciana. Ogni scheda presenta l’indicazione dei basilari elementi descrittivi unitamente a quella delle diverse provenienze. La bella grafica e l’ottima resa degli elementi paratestuali contribuiscono a rendere ancor più prezioso questo piccolo gioiello bibliografico del panorama aldino. Per una descrizione più completa ci si può ancora rifare al catalogo Aldo Manuzio e l’ambiente veneziano 1494-1515, a cura di Susy Marcon – Marino Zorzi, Venezia, Il Cardo, 1994. – N.V.

034-003 Alfredo Panzini e lo stile delle donne, a cura di Marco Antonio Bazzocchi, Bologna, Compositori, 2013 Þ rec. Anna Giulia Cavagna, «Bibliothecae.it», 3/1, 2014, p. 270

034-004 Alzati (Cesare), Stefano Báthory e l’ortodossia romena: i riflessi nella Transilvania del Possevino, in Un gesuita mantovano dalla vocazione europea: Antonio Possevino (1533-1611), a cura di A. Castaldini, pp. 261-72. I complessi avvenimenti politici della fine del Cinquecento nell’Europa centro-orientale videro protagonista il re di Polonia Stefano Báthory, «rifondatore delle istituzioni ecclesiastiche ortodosse in Transilvania», che fu in contatto con Antonio Possevino. – L.R.

034-005 Archivio (L’) storico della Provincia di Milano riscopre i suoi tesori. Le biblioteche popolari nella provincia di Milano tra Ottocento e Novecento, Guida online alla mostra, Milano, Palazzo Isimbardi, 29 settembre-19 ottobre 2012, a cura di Cristina Carpinelli – Katia Toia – Biblioteca Isimbardi, <http://www.cittametropolitana.mi.it/cultura/manifestazioni/altresedi/mostra_archivio_storico_sett2012/guida.html>, pp. 18, ill, manca ISBN, s.i.p. Guida online alla mostra L’Archivio storico della Provincia di Milano riscopre i suoi tesori. Le biblioteche popolari nella provincia di Milano tra Ottocento e Novecento. Il testo ripercorre quelle che furono le prime esperienze post-unitarie di tale realtà come, per esempio, la Biblioteca circolante di Lodi. In chiusura si passa invece a discorrere brevemente dell’editoria popolare di Sonzogno, Treves, Hoepli e Vallardi, fino ad arrivare, nel 1903, alla nascita del Consorzio milanese delle Biblioteche Popolari e, nel 1908, alla Federazione italiana delle biblioteche popolari. – A.T.

034-006 Arvanitakis (Sophie), Un PACALabs pour la société Nodalys, «AIDAinformazioni», 32/1-2, luglio-dicembre 2014, pp. 133-5. Resoconto di un progetto di sostegno finanziario alla digitalizzazione. – L.R.

034-007 Attività (Le) dell’Associazione Bibliofili Bresciani durante l’anno 2014, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/42, dicembre 2014, pp. 96-122.

034-008 Avigliano (Pasqualino), 391. Mazzali, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, II, pp. 681-3. Famiglia di tipografi attiva a Reggio Emilia, con Francesco (attivo a cavallo tra Quattro e Cinquecento) si registra anche un rapido passaggio a Parma. – E.B.

034-009 Avigliano (Pasqualino), 398. Miscomini, Antonio, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, II, pp. 693-7. Originario di Bologna ma modenese di nascita, il Miscomini fu attivo a Venezia, Nonantola, Firenze, Modena e di nuovo nel capoluogo toscano tra il 1472 e il 1495. La voce è basata su una solida ed estesa bibliografia pregressa. – E.B.

034-010 «Avisos», 74, sept.-dic. 2014. Vi si parla di lettere di Antoine Morillon e Stephanus Pighius ad Antoine Perenot de Granvelle, del conte di Gondomar e del matrimonio tra la Infanta Maria e Charles Stuard, con un racconto di Pablo Andrés Escapa. – E.B.

034-011 Baldacchini (Lorenzo), 604. Zoppino, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, III, pp. 1096-8. Sintetica voce scritta dal maggiore studioso di Nicolò Zoppino, che nella prima metà del Cinquecento si spostò tra Bologna, forse Milano, Venezia, Pesaro, Ancona, Perugia, Faenza, forse Savona, Firenze, Roma e Ravenna. Altri membri della famiglia furono ugualmente implicati nel mondo del libro. – E.B.

034-012 Baldi (Diego), Conrad Gesner, i Loci Communes dello pseudo Massimo Confessore e la Melissa del monaco Antonio, «Bibliothecae.it», 3/1, 2014, pp. 19-61. Si analizzano le due edizioni gesneriane dei Loci communes dello pseudo Massimo Confessore e della Melissa del monaco Antonio, pubblicate nel 1546, che suscitarono aspre critiche dal punto di vista filologico. L’a. giustifica e contestualizza alcune discutibili scelte testuali di Gesner. – L.R.

034-013 Balsamo (Luigi), Il gesuita Antonio Possevino, un eroe del suo tempo, in Un gesuita mantovano dalla vocazione europea: Antonio Possevino (1533-1611), a cura di A. Castaldini, pp. 199-209. Sintetico, ma puntualissimo profilo di Antonio Possevino, uno dei personaggi più interessanti della Controriforma. Il testo era già apparso su «La Bibliofilia», 113/2, 2011, pp. 211-23, all’indomani del convegno mantovano. – L.R.

034-014 Barbier (Frédéric), Historie des bibliothèques. D’Alexandrie aux bibliothèques virtuelles, Paris, Armand Colin, 2013 Þ rec. Enrico Pio Ardolino, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 277-9.

034-015 Bardelli (Daniele), Così nacque la “seconda pietra dell’edificio”, «Vita e Pensiero», nov.-dic. 2014, pp. 15-25. L’ultimo fascicolo 2014 della rivista «V&P» ha pubblicato gli atti del convegno Dieci parole. Perché la nostra epoca ha bisogno di Dio, 22-24 ott. 2014 svolto per ricordare il centenario della rivista stessa. Si segnala in particolare questo intervento, più specificatamente dedicato alla storia della fondazione della rivista e alle motivazioni che mossero p. Gemelli. – E.B.

034-016 Baricci (Federico), Un travestimento bergamasco dell’Orlandino di Pietro Aretino, «Rinascimento» 53, 2013, pp. 179-249. Il rifacimento bergamasco dell’Orlandino aretiniano è tramandato da un’unica edizione, senza data (ma degli anni Sessanta-Settanta del Cinquecento), conservata in esemplare unico (ignoto a Edit16) all’interno di una miscellanea – interessante anche sotto altri riguardi – oggi alla New York Public Library. L’articolato e pregevole studio fornisce, oltre alla descrizione del pezzo, l’edizione critica del testo, un’analisi linguistica, e l’edizione di un altro più breve rifacimento stampato ad Ancona nel 1586. –A.L.

034-017 Barni (Paola), Lorenzo Scupoli, Esercizio per infermi, in Laurentius Hydruntinus, Chierico Regolare. Lorenzo Scupoli e il suo tempo, pp. 187-95. Riflessione sull’Esercizio per infermi, opera dello Scupoli mai pubblicata autonomamente (fin dalla sua prima apparizione veneziana nel 1609, IT\ICCU\PALE\000703, compare infatti sempre assieme al Combattimento spirituale), che appartiene al longevo genere letterario dell’ars moriendi tardomedievale. L’a. sottolinea l’attualità di questo scritto che, pur schiacciato ab origine dal peso indiscutibile del Combattimento, rappresenta invece un moderno invito a ripensare il tema della morte e della sofferenza, volutamente espunto dalla società occidentale. – Elena Gatti.

034-018 Beltramo (Alberto) – Maria Giovia Tavoni, I mestieri del libro nella Bologna del Settecento, Sala Bolognese, Forni, 2013 Þ rec. Anna Giulia Cavagna, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 268-71.

034-019 Benfante (Filippo), Su alcuni “colpi editoriali” trascurati. Dagli «Itinerarî» di Francesco C. Rossi, «La Fabbrica del Libro. Bollettino di storia dell’editoria in Italia», 19/2, 2013, pp. 36-45. Nel presente contributo vengono ripercorsi i tratti essenziali e i momenti più significativi della rivista «Itinerarî», fondata nel 1953 da Francesco Cesare Rossi, che ne fu direttore e animatore fino alla chiusura nel 1977. – M.C.

034-020 Biagetti (Maria Teresa), Genesi, specificità e contenuti della scienza dell’informazione, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 171-86. Il punto sull’identità della Scienza dell’informazione intesa come «vasto e articolato campo scientifico dedicato allo studio delle modalità di accesso intellettuale all’informazione». – A.L.

034-021 «Biblioteca di via Senato», 12, dic. 2014. Il fascicolo è interamente dedicato alla figura di Aldo Manuzio con interventi di Giancarlo Petrella (una ampia presentazione di Aldo tra “cultura, affari e collezionismo”), Gianluca Montinaro (sugli Scriptores astronomici veteres), Massimo Gatta (Nodier e Aldo), Alberto Cesare Ambesi (sulla interpretazione della marca aldina), ancora Giancarlo Petrella (con un utile catalogo delle edizioni aldine nella Biblioteca di via Senato, I parte: visto che vengono sempre segnate le provenienze dei vol., forse qualche ossessivo indagatore della costituzione di quella collezione potrebbe iniziare proprio da lì una verifica oggettiva della liceità o meno di tali provenienze). Si aggiungono brevi saggi su Gualtieri di San Lazzaro (Luca Pietro Nicoletti), la collezione di poesia einaudiana (Massimo Gatta) e il pensiero letterario di Pound  (Daniele Gigli). – E.B.

034-022 «Biblioteca di via Senato»,  1, genn. 2015. Si parla di stile alimentare e teratologia rinascimentale (Piero Meldini), di editoria patafisica (Antonio Castronuovo), di Alberto Mondadori (Massimo Gatta), delle edizioni aldine della Biblioteca di via Senato II parte (Giancarlo Petrella), di Paolo Franci (Massimo Gatta). – E.B.

034-023 «Biblioteca di via Senato»,  2, febbr. 2015. Si parla di tipografi itineranti (Giancarlo Petrella), della raccolta futuristica di Giampiero Mughini (Massimo Gatta), di Occidente islamizzato (Gianfranco De Turris), della grafica libraria di Daniela Comani (Massimo Gatta). – E.B.

034-024 Biblioteca (La) “Melchiorre Dèlfico” 1814-2014. Studi e ricerche, a cura di Giorgio Palmieri, Teramo, Provincia di Teramo, Biblioteca Provinciale Melchiorre Dèlfico, 2014 (Delficina, 6), pp. 302, manca ISBN , s.i.p. Si vedano schedati i singoli contributi.

034-025 Boccaccio in Romagna. Manoscritti, incunaboli e cinquecentine nelle biblioteche romagnole, a cura di Paola Errani – Claudia Giuliani – Paolo Zanfini, Bologna, Compositori, 2013 Þ rec. Anna Giulia Cavagna, «Bibliothecae.it», 3/1, 2014, pp. 272-3.

034-026 Bocchetta (Monica) – Rosa Marisa Borraccini, 48. Bellagamba, Giovanni Battista, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 75-8. Personaggio ancora poco chiaro, il tipografo si mosse dalla fine del ’500 sino a ben oltre la metà del secolo seguente tra Ferrara, Bologna, Avignone e Ginevra. – E.B.

034-027 Bocchetta (Monica) – Rosa Marisa Borraccini, 52. Benedetti, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 87-91. Famiglia di ampia e significativa produzione prima tra Bologna e Venezia (?) con Francesco Platone, poi tra Bologna, Cesena, Forlì, Ascoli, Ancona e Camerino entro il III decennio del ’500. – E.B.

034-028 Bocchetta (Monica), 460. Petrucci, Ottaviano Antonio, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, II, pp. 804-9. Basata su una significativa bibliografia precedente, la voce può equilibratamente presentare la figura del tipografo (soprattutto musicale) attivo tra Venezia (primi anni del XVI sec.) e la nativa Fossombrone (II, III e IV decennio del sec.). – E.B.

034-029 Bocchetta (Monica), 534. Soncino, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, III, pp. 951-7. Ampia voce che, basandosi su fonti bibliografiche italiane e internazionali, offre una bella panoramica dell’attività editoriale dell’intera famiglia da Soncino fino a Salonicco e Istanbul. – E.B.

034-030 Borraccini (Rosa Marisa), 522. Scanello, Cristoforo, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, III, pp. 921-4. Interessante figura di girovago degli ultimi decenni del XVI sec., famoso per la commercializzazione di una tintura per capelli (!) non meno che come poeta improvvisatore, a sua volta editore di numerose edizioni proprie e altrui a Fermo, Mantova, Viterbo, Venezia, Genova, Firenze, Urbino, Siena, L’Aquila, Bologna, Camerino e Napoli. – E.B.

034-031 Bouza (Fernando), Falsos, sin licencia, contra privilegio. La actuación de Lorenzo Ramírez de Prado como juez privativo de impresiones a mediados del siglo XVII, in Texto, edición y público lector en los albores de la imprenta, pp. 13-27. L’a., dopo aver ripercorso brevemente quello che fu il percorso di interessamento, finalizzato a un controllo e a una regolamentazione, della corona spagnola al fenomeno della stampa (percorso che vide il culmine nel XVII secolo con Filippo IV, due secoli dopo la comparsa della stampa in Spagna), si concentra sulla particolare, e poco indagata, magistratura dedita a sorvegliare la proprietà delle stampe e dei libri. Tale magistratura, che aveva in primo luogo il compito di dare l’approvazione per la stampa dei testi, era sotto la diretta giurisdizione del Consiglio Reale di Castiglia. In questo studio viene analizzato, in particolar modo, l’operato di uno dei consiglieri reali che più brillò in questa soprintendenza: Lorenzo Ramírez de Prado, autore ed erudito, mecenate e proprietario di una ricchissima biblioteca. – A.T.

034-032 Brentagani (Silvia), 220. Faentino, Baldassarre, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, II, pp. 393-4. Un vero libraio/editore, forse cantimbanco itinerante intorno alla metà del XVI secolo tra Firenze e Mantova: alla bibliografia si aggiunga Bredford Libri Rari, Catalogo 4, Lugano, pp. 80-2 che permette di documentarne l’attività anche a Venezia. – E.B.

034-033 Brentagani (Silvia), 238. Fracassini, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, II, pp. 418-20. Basata sui reiterati studi di Sandal, la voce ben documenta l’attività di Maffeo e Andrea (detto il Bresciano) tra Collio Valtrompia, Trento, Brescia e Perugia lungo tutto l’arco del Cinquecento. – E.B.

034-034 Browne (Glenda), ANZSI multi-location Council and proposed restructure, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/1, marzo 2015, pp. 38-9. Novità nel contesto dell’Australian and New Zealand Society of Indexers (ANZSI). – L.R.

034-035 Caccia (Patrizia), Dàuli a Milano, alcune esperienze editoriali, «La Fabbrica del Libro. Bollettino di storia dell’editoria in Italia», 19/2, 2013, pp. 30-5. L’eclettica figura di Gian Dàuli contribuì alla diffusione della narrativa straniera in Italia tra la fine degli anni Venti e il termine della seconda guerra mondiale mediante operazioni editoriali imperniate su traduzioni di molti autori per lo più ancora sconosciuti in Italia. – M.C.

034-036 Cacho Blecua (Juan Manuel), Hacia un catálogo de los textos medievales impresos (COMEDIC): El ejemplo de la Crónica popular del Cid, in Texto, edición y público lector en los albores de la imprenta, pp. 29-52. Lo studio, realizzato nell’ambito di un progetto di ricerca finanziato dal Ministero dell’Economia e della Competitività, si concentra sui testi della letteratura spagnola di epoca medievale che furono trasposti a stampa. Dallo studio del tema si evidenzia la mancanza di una bibliografia esaustiva di questi testi ed è proprio per tale motivo che, grazie alla collaborazione di un gruppo di professori dell’Università di Saragozza, di Tolosa e di Catania, è nato il progetto COMEDIC: Cátalogo de obras medievales impresas en catellano hasta 1600. Il progetto, realizzabile tramite la creazione di una base dati liberamente fruibile online, è finalizzato allo studio della diffusione, della trasformazione e della ricezione della letteratura scritta anteriore al 1501 nelle stampe del XVI secolo. Si propone qui, come esempio del modo di procedere nell’investigazione per tale progetto, il caso della Crónica popular del Cid. – A.T.

034-037 Calis (Richard) – Arnould Visser, Building a Digital Bookwheel Together: Annotated Books Online and the History of Early Modern Reading Practices, «Bibliothecae.it», 3/1, 2014, pp. 63-80. Si presenta il progetto ABO, Annotated Books Online, volto a fornire una piattaforma per lo studio delle annotazioni manoscritte nei primi libri a stampa. – L.R.

034-038 Callegari (Marco), 110. Cadorino, Matteo, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 204-5. Libraio padovano, fece stampare anche libri a Udine e fu editore di incisioni calcografiche intorno alla metà del XVII sec. – E.B.

034-039 Callegari (Marco), 113. Cagnolini, Giovanni, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, p. 210. Attivo a Venezia, fu poi alla Tipografia del Seminario di Padova (ultimi decenni del Seicento). – E.B.

034-040 Camerino (Giuseppe Antonio), Il “metodo” di Goldoni e altre esegesi tra Lumi e Romanticismo, Galatina, Congedo, 2012 (Pubblicazioni del Dipartimento di Filologia Linguistica e Letteratura dell’Università del Salento, 47) Þ Luca Mendrino, «Esperienze letterarie», 3, 2014, pp. 126-31.

034-041 Canet (José Luis), A vueltas con las ediciones de la Comedia de Calisto y Melibea, in Texto, edición y público lector en los albores de la imprenta, pp. 53-82. L’a. si concentra su diversi aspetti legati alle edizioni e al testo dell’opera letteraria spagnola della Comedia de Calisto e Melibea. In primis si sofferma sulle diverse edizioni del testo, sottolineando le problematiche relative e quelle senza dati tipografici certi e alle riprese o modifiche testuali che vengono attuate da un’edizione all’altra. Vista la natura stessa del testo (che narra una sorta di parodia dell’amor cortese, finito qui in modo tragico), le varie edizioni di questo testo sono connesse con i commercianti e i librai e con le relazioni che questi avevano con il potere monarchico e, soprattutto, religioso. – A.T.

034-042 Capaccioni (Andrea), 151. Colaldi, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 278-80. Agostino e Antonio dagli anni ’60 del XVI sec., sino al secondo decennio del XVII, furono tipografi tra Foligno, Viterbo, Gallese, Orvieto e Ronciglione. – E.B.

034-043 Capaccioni (Andrea), 154. Colombara, Vincenzo, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 284-5. Originario di Biella, fu attivo a Perugia, dove divenne erede di Andrea Bresciano di cui aveva sposato la figlia, e a Foligno: lavorò spesso in società con altri tra l’ultimo decennio del XVI sec. e il secondo del XVII. – E.B.

034-044 Capitani (Paola), Il knowledge management, «AIDAinformazioni», 32/1-2, luglio-dicembre 2014, pp. 127-32. Si definiscono i ruoli e le competenze degli “knowledge managers”, ovvero di quelle persone addette a gestire la conoscenza. – L.R.

034-045 Caponeri (Cristina), Adolescenti e lettura: un tentativo di analisi, Milano, C.R.E.L.E.B. – Università Cattolica – CUSL, 2014 (Minima Bibliographica, 22), pp. 20, ISBN 978-88-8132-7157 (a libero accesso on line all’indirizzo: http://centridiricerca.unicatt.it/creleb_Cristina_Caponeri-online.pdf). Un’accurata analisi dei dati statistici nazionali e internazionali mostra come il calo della lettura – all’apice nell’infanzia – abbia origine nella fascia d’età degli adolescenti, che in effetti risultano essere il gruppo oggetto di minore attenzione da parte del mondo editoriale e di quanti si occupano di promozione della lettura. – M.C.

034-046 Carnelos (Laura), La stampa in laguna. Breve percorso nella Venezia della prima età moderna, in Colporteurs. I venditori di stampe e libri e il loro pubblico, pp. 91- 108. Si delinea una sorta di topografia del libro nella Venezia tra Cinque e Settecento. Conscia che il mondo del libro non era relegato nelle librerie, l’a. traccia una mappa delle piazze e delle calli di Venezia dove la vendita di materiale a stampa, anche da parte di ambulanti, era più consistente: dai libri rari a quelli più comuni, fino alle stampe minori (relazioni di accadimenti notevoli, canzoni e brevi storie). – A.T.

034-047 Castaldini (Alberto), L’eredità duratura di Antonio Possevino, in Un gesuita mantovano dalla vocazione europea: Antonio Possevino (1533-1611), a cura di A. Castaldini, pp. 273-80. L’impatto maggiore e i risultati più duraturi del magistero europeo di Antonio Possevino si concentrano nella strategica Transilvania, dove fu tra i protagonisti della fondazione del Collegio di Cluj. – L.R.

034-048 Castelli (Livia) – Valentina Sestini, 502. Ruffinelli, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, III, pp. 877-82. Vari membri della famiglia Ruffinelli (di origine bresciana) furono attivi tra Venezia, Mantova, Perugia, Roma, Viterbo e Bracciano per quasi un secolo a partire dal 1529 (si aggiunga alla bibliografia Dalla bibliografia alla storia. Studi in onore di Ugo Rozzo, a cura di Rudj Gorian, Udine, Forum, 2010, ad indicem). – E.B.

034-049 Castelli (Livia), 249. Gabiano, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, II, pp. 437-9. Mercanti astigiani, i da Gabiano furono attivi in diverse piazze: fu in particolare Baldassarre a sviluppare la propria attività editoriale a Lione (ma anche ad Asti e Pavia) tra fine Quattro e il primo quindicennio del Cinquecento, producendo tra l’altro alcune celebri contraffazioni aldine. – E.B.

034-050 Castello di Masino: catalogo della Biblioteca dello Scalone, a cura di Lucetta Levi Momigliano – Laura Tos, I: A-C, Novara, Interlinea, 2013 Þ rec. Anna Giulia Cavagna, «Bibliothecae.it», 3/1, 2014, pp. 274-5.

034-051 Cavalieri (Pietro), La biblioteca crea significato. Thesaurus, termini e concetti, Milano, Editrice Bibliografica, 2013 Þ rec. Francesca Nepori, «Bibliothecae.it», 3/1, 2014, pp. 279-80.

034-052 Cembalo (Assuntina) – Michele Ferrucci – Francesca Maria Pisano – Rosa Sannino – Mafalda Viola, An Innovative Content Repository to Explore Aerospace Documents based on Document Warehousing Technology, «AIDAinformazioni», 32/1-2, luglio-dicembre 2014, pp. 13-30. Si analizza il Repository istituzionale Aerospace Information System, proponendolo come modello innovativo per il settore. – L.R.

034-053 Cesati (Franco), L’editoria italiana e la svolta digitale: autori, libri, scuola, «Tipofilologia», 7, 2014, pp. 103-8. La testimonianza di Franco Cesati – editore particolarmente attivo nel campo dell’editoria digitale – passa in rassegna dati alla mano l’industria editoriale italiana, con un occhio di riguardo al nascente mercato degli ebook e alle recenti tendenze del mercato. – Francesco Reale

034-054 «Charta» 137, gennaio/febbraio 2015. Si parla di trattati di ippiatria, Camille Martin legatore, la biblioteca della Villa Reale di Monza, copertine dell’Universale Einaudi, custodie illustrate, storia della pubblicità, Didone ed Enea nella grafica europea, il disegnatore Marco Montedoro, Frontiera di Vittorio Sereni. – A.L.

034-055 «Charta» 138, marzo/aprile 2015. Si parla del Dictionnaire historique di Augustin Calmet, il Pinocchio di Tallone, Lewis Carrol, la Fondazione Rosellini di Senigallia, iconografia mitologica, la collezione futurista di Mughini, locandine cinematografiche e copertine di libri, l’incisore Frans Masereel, Peggy Bacon illustratrice, storia del pesce d’aprile. – A.L.

034-056 «Charta», Tutto il pubblicato dal n. 111 al n. 136 (settembre/ottobre 2010 – novembre/dicembre 2014). Il fascicoletto raccoglie gli indici per argomento e per autore degli articoli pubblicati sulla rivista nell’ultimo quadriennio. – A.L.

034-057 Che cos’è l’ISIS. Il Califfo, i suoi eserciti, la sua ideologia. Perché non possiamo restare indifferenti, Milano, Corriere della Sera Inchieste, 2015, pp. 262, ISSN 2038-0852, € 7,90. Una bella raccolta di saggi (di tono giornalistico, ma arricchite da utili appendici con cartine, cronologia, glossario) che indagano vari aspetti della storia, delle strategie, della comunicazione, dei successi, delle debolezze di IS. Non è trattato in modo specifico il tema della devastazione (e del contrabbando…) dei beni culturali (cenni alle pp. 105 e 186), ma il finale saggio di Pierluigi Battista si apre su scenari di drammatica prospettiva: «È quello che succede quando gli strateghi del Califfato mettono a punto la loro comunicazione aggressiva e ostile. Il rituale della decapitazione crea sgomento e repulsione…  Il rituale dell’iconoclastia: la distruzione metodica delle statue, lo scempio dei musei, la devastazione folle ma sistematica di ogni ricordo di una cultura semplicemente diversa dall’unica fonte autorizzata, cioè la shaaria. Il rituale della persecuzione religiosa e della pulizia etnica, con i cristiani costretti a fuggire, le donne violentate, gli uomini crocefissi con scherno». – E.B.

034-058 Chirico (Maria Antonietta), Il trattato teologico-filosofico di un abate scrittore: il De anima di Isacco della Stella (1100-1169), «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 37-50.

034-059 Ciccarello (Domenico), 148. Ciotti, in Dizionario degli editori, tipografi librai itineranti, I, pp. 268-76. La voce, incentrata sulle figure di Giovanni Battista sr. e Francesco (probabilmente figlio del precedente: si discute però anche di altri minori membri della famiglia), si giova della lunga attenzione che Dennis Rhodes ha dedicato al soggetto. Originari di Siena, i Ciotti dagli anni ’80 del Cinquecento svolsero una variegata attività di tipografi/editori/librai con interessi che da Venezia si espansero, con una variegata attività di investimenti editoriali, verso numerose altre città italiane e d’Oltralpe.– E.B.

034-060 Cicchinelli (Lavinia), Archivi del Novecento: le carte dell’economista Sergio Paronetto, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 107-19. Le carte dell’economista valtellinese Sergio Paronetto (1911-1945), cui è ora anche dedicata una voce sul Dizionario Biografico degli Italiani (LXXXI, 2014, a firma di Gianpiero Fumi) si trovano ora presso l’Istituto Sturzo di Roma. I documenti sono utili a ricostruire la breve esistenza del Paronetto ma anche a meglio intendere la elaborazione del volumetto (uscito postumo nel 1945) Per la comunità cristiana. Principi dell’ordinamento sociale a cura di un gruppo di studiosi amici di Camaldoli. – A.L.

034-061 Cinquepalmi (Giuseppe), Un documento inedito di storia patria, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/42, dicembre 2014, pp. 56-7. Si pubblica un inedito atto rogato il 25 aprile 1480 a Piovere (frazione di Tignale in Valvestino, BS), dal notaio Bartolomeo del fu Dolcibene da Muslone, da cui si ricavano minute notizie sugli amministratori locali alla fine del XV secolo. – L.R.

034-062 Clough (James) – Chiara Scattolin, Alfabeti di legno. Luigi Melchiori e la storia dei caratteri di legno in Italia, Cornuda, Tipoteca Italiana, 2014 Þ rec. L[ucio] P[asserini], «Charta» 138, marzo/aprile 2015, pp. 75-6.

034-063 Colporteurs. I venditori di stampe e libri e il loro pubblico, a cura di Alberto Milano, Milano, Medusa, 2015, pp. 180, ill. col., ISBN 978-88-7698-314-6, € 25. Vol. che, così come la mostra collegata, tratta della figura del Colporeteur: il venditore ambulante di libri di poco costo di soggetto sacro e profano. Il vol. conduce attraverso un percorso fatto di stampe, databili tra il XVI e il XIX secolo, e di saggi scritti da alcuni dei maggiori studiosi dell’argomento: Alberto Milano, Laura Carnelos, Elda Fietta, Marie-Dominique Leclerc, Dominique Lerch e Claudio Salsi. È schedato sotto i singoli contributi. – A.T.

034-064 Cosenza (Vincenzo), Modo di dire la Corona della Madonna secondo Lorenzo Scupoli, in Laurentius Hydruntinus, Chierico Regolare. Lorenzo Scupoli e il suo tempo, pp. 183-6. Analisi della gionta rivelatrice apposta dallo stesso Scupoli al frontespizio dell’edizione napoletana del Combattimento spirituale pubblicato da Lazzaro Scorriggio per Giovanni Battista Gargano & Lorenzo Nucci nel 1610 (IT\ICCU\CFIE\019726): ovvero come la figura della Vergine Maria è stata interpretata attraverso la spiritualità dei Teatini. – Elena Gatti.

034-065 Crippa (Arianna Rachele), Pavese editore, Milano, Unicopli, 2014 (L’Europa del libro. Editoria e cultura in età moderna e contemporanea), pp. 219, ISBN 978-88-400-1723-5, € 18. L’a. stende un profilo storico – necessariamente a grandi linee – dell’attività di Cesare Pavese presso la casa editrice torinese dal 1938 al 1950, anno della morte. Accostando documenti editi e inediti, il lavoro getta una prima luce sul ruolo dello scrittore all’interno di quel binomio inscindibile (fatto di scambi intellettuali reciproci ma anche di incomprensioni) nella storia dell’editoria italiana, proprio negli anni cruciali in cui l’Einaudi andava costruendo la propria immagine culturale. Chiude il vol. un indice dei nomi. – Elena Gatti

034-066 Crupi (Gianfranco), Le «Buone letture» 2. Giovanni Casati, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 51-68. Sul ruolo del sacerdote milanese Giovanni Casati (1881-1957) nella storia della Federazione italiana delle biblioteche circolanti cattoliche, di cui diresse la rivista («Rivista di letture») dal 1912 al 1944. – A.L.

034-067 De Gennaro (Antonio), Le Esposizioni Universali nei periodici dell’Emeroteca Queriniana da Londra 1851 a Milano 1906, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/42, dicembre 2014, pp. 75-87. Rassegna, soprattutto iconografica, della presenza delle Esposizioni Universali nei periodici della seconda metà dell’Ottocento, conservati presso l’Emeroteca Queriniana di Brescia. – L.R.

034-068 De Pasquale (Andrea), L’apparato bibliografico di una raccolta bibliotecaria: il caso della Biblioteca dell’Università di Torino nel primo ventennio del XIX secolo, «Bibliothecae.it», 3/1, 2014, pp. 83-136. Dall’archivio storico della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino emerge un importante documento, databile agli anni Venti dell’Ottocento, recante il Catalogo di storia letteraria, bibliografia e biografia. Se ne pubblica la trascrizione con alcuni accorgimenti editoriali e un corposo indice. – L.R.

034-069 De Venuto (Liliana), Gli amici di Santini et similia, «Santini et similia», 19, 2014, num. 76, pp. 34-8. L’occasione della donazione alla Biblioteca dei Cappuccini di Trento della raccolta di santini appartenente all’a. è l’occasione per presentarne la figura e il percorso di studiosa (non solo di santini…). – E.B.

034-070 De Venuto (Liliana), Governo della casa e cura dei figli in una famiglia patrizia lagarina di antico regime, «Civis», 38, 2014, 116, pp. 9-27. Sulla base di un prezioso registro domestico della fine del Seicento, l’a. ricostruisce alcuni tratti della vita familiare di Cecilia Serbati in Orefici. – E.B.

034-071 De Venuto (Liliana), I paesaggi della Valle dei Laghi nella letteratura trentina: dalla cantica di Carlotta Perini, «Judicaria», 86, 2014, pp. 63-8. Lettura dei testi della poetessa trentina Carlotta Perini (1847-1881). – E.B.

034-072 De Venuto (Liliana), Le visite pastorali alla cattedrale di Trento, «Civis», 38, 2014, 112, pp. 20-5. Si discute la visita al Duomo di Trento da parte di Leopoldo Ernesto Firmian (1749). – E.B.

034-073 Dèlfico” (La) in due secoli di storia. Documenti, immagini, opere d’arte, Teramo, Provincia di Teramo – Biblioteca Comunale Melchiorre Delfico, 2014, pp. 81, ISBN, s.i.p. Elegante catalogo dell’omonima mostra in cui, attraverso diverse tipologie documentarie, si ripercorrono le origini e lo sviluppo della Biblioteca Provinciale “Melchiorre Delfico” di Teramo. Molto interessanti e accattivanti le immagini d’epoca, unitamente alle schede bibliografiche e documentarie, le quali illustrano in maniera egregia le varie fasi costitutive della raccolta. Chiude il vol. una bella serie di immagini fotografiche realizzate da nove artisti, di cui vale la pena menzionare The Ink Code, una creazione intelligente e acuta che ritrae, in un contesto di denso contrasto visivo, un tatuatissimo e sgargiante braccio femminile intento a percorrere la superficie policroma di un manoscritto miniato medievale. – N.V.

034-074 Dell’Oso (Lorenzo), Un domenicano contro la stampa: nuove acquisizioni al corpus di Filippo da Strada. «Tipofilologia», 7, 2014, pp. 69-99. Il saggio ripercorre la figura del dominicano Filippo da Strada, «amico di tutti, ad eccezione dei francesi e degli stampatori». Tra le voci più famose nel comune quadro di disprezzo verso gli stampatori, Filippo da Strada compose sei testi polemici: due in volgare e quattro in latino; ma numerosi altri sono i riferimenti poco lusinghieri alla stampa in tutti i suoi scritti, qui indagati grazie alla scoperta di un ms. finora ignoto. Tra autografi, postille e testi a stampa, le polemiche di Filippo da Strada contribuiscono alla più generale storia della ricezione della neonata invenzione della stampa nell’Italia del secondo Quattrocento. – Francesco Reale

034-075 Deutsche (Das) und italienische Bibliothekswesen im Nationalsozialismus und Faschismus. Versuch einer vergleichenden Bilanz, herausgegeben von Klaus KempfSven Kuttner, Wiesbaden, Harrassowitz, 2013 Þ rec. Sara Dinotola, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 279-81.

034-076 Di Giannatale (Giovanni), L’incremento della biblioteca del R. Liceo Ginnasiale di Teramo con l’acquisizione delle librerie claustrali, in La Biblioteca “Melchiorre Dèlfico” 1814-2014, a cura di G. Palmieri, pp. 147-60. Tra il 1862 e il 1875 nella biblioteca del Liceo-Ginnasio di Teramo vennero introitati a più riprese numerosi libri provenienti dai conventi e dai monasteri soppressi del territorio teramano, per un totale di quasi 7.000 volumi. – M.C.

034-077 Di Lenardo (Lorenzo), 351. Lorio, in Dizionario degli editori, tipografi librai itineranti, II, pp. 616-8. Gardesani d’origine, Lorenzo e Jacopo furono attivi come editori tra Udine e Venezia nella prima metà del XVI sec. L’a. si basa qui sulle ricerche poi confluite in un suo ampio vol. Udine, Forum, 2009. – E.B.

034-078 Di Luzio (Nadia) – Silvana Di Silvestre, Le donazioni alla “Dèlfico”: 1826-2013, in La Biblioteca “Melchiorre Dèlfico” 1814-2014, a cura di G. Palmieri, pp. 87-120. Viene offerta una panoramica ordinata cronologicamente dei fondi librari regalati alla biblioteca “Dèlfico” sin dal momento della sua istituzione con una suddivisione per donatori. – M.C.

034-079 Di Pinto (Daniela), Le confraternite laicali dell’Arcidiocesi di Trani. Fonti archivistiche e note storiche, Cargeghe, Editoriale Documenta, 2014, pp. 286, ill., ISBN 978-88-6454-271-3, € 50. Il vol. si propone di illustrare, attraverso l’analisi di documenti archivistici di varia natura, la storia delle confraternite dell’Arcidiocesi di Trani. L’opera fa seguito a un progetto di riordino e inventariazione analitica degli archivi appartenuti alle suddette istituzioni portato avanti sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archivistica per la Puglia. – N.V.

034-080 Di Stanislao (Ottavio), Berardo Mezucelli bibliotecario alla “Dèlfico”, in La Biblioteca “Melchiorre Dèlfico” 1814-2014, a cura di G. Palmieri, pp. 161-81. Nel 1876 venne nominato bibliotecario della “Delfico” il sacerdote Berardo Mezucelli, che resse fino al 1891 la gestione della biblioteca, facendo sì che questa istituzione si radicasse soprattutto tra gli studenti come principale luogo di sussidio allo studio a Teramo. – M.C.

034-081 Diozzi (Ferruccio), «AIDAinformazioni»: una sede di dibattito scientifico e di confronto. Lettera alle società operanti nel settore dell’informazione e della documentazione, «AIDAinformazioni», 32/1-2, luglio-dicembre 2014, pp. 119-20. Bilancio di trent’anni di vita della rivista e prospettive future. – L.R.

034-082 Du Preez (Madely), Taxonomies, folksonomies, ontologies: what are they and how do they support information retrieval?, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/1, marzo 2015, pp. 29-37. Il contributo prende in considerazione vari tipi di vocabolari controllati e ne definisce gli usi pratici a uso degli indicizzatori. – L.R.

034-083 Ecophilia. Tra i libri di Umberto Eco, «Cantieri. Periodico della casa editrice Biblohaus», 31, gennaio-marzo 2015, pp. 56. Numero dedicato a Umberto Eco bibliofilo, riunisce articoli di Diliberto, Janssen, Basbanes e Salis, oltre che un testo dello stesso Eco sul collezionismo librario. – M.C.

034-084 Erdmann (Axel) – Alberto Govi – Fabrizio Govi, Ars epistolica: Communication in Sixteenth Century Western Europe: Epistolaries, Letter-Writing, Manuals and Model Letter Books, (1501-1600), Luzern, Gilhofer & Ranschburg, 2014 Þ rec. C[hiara] C[allegari], «Charta», 137, gennaio/febbraio 2015, p. 74.

034-085 Fabbri (Federica), 30. Arndes, Steffen, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 42-5. Punzonista e tipografo, trasferitosi a Perugia dalla nativa Amburgo, dal 1482 era già definitivamente impiantato a Lubecca. La voce è caratterizzata da un’ampia e solida bibliografia pregressa. – E.B.

034-086 Famiglia inMigrazione, Soveria Mannelli, Rubettino, 2014, pp. XII+140, ISBN 978-88-498-4368-2, € 12. Raccolta di saggi orientati allo studio del tema familiare nell’immigrazione, con interessanti ricadute sui risvolti culturali e relativi al mondo della lettura. – E.B.

034-087 Fassbender (Jochen), DNI ten years on, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/1, marzo 2015, pp. 39-41. Alcuni highlights di dieci anni di attività del German Network of Indexers (DNI). – L.R.

034-088 Ferraglio (Ennio), L’adorazione dei Magi in un codice queriniano, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/42, dicembre 2014, pp. 71-4. Il ms. F.II.1 della Biblioteca Queriniana di Brescia, databile tra fine X e inizi XI secolo, recentemente esposto in una mostra a Colonia, dedicata ai Magi evangelici, presenta una ricchissima miniatura con l’Epifania (f. 23v), con tratti iconografici originali rispetto ai modelli di riferimento. – L.R.

034-089 Fietta (Elda), Vita quotidiana dei venditori ambulati di stampe di libri, in Colporteurs. I venditori di stampe e libri e il loro pubblico, pp. 47-64. L’a., sottolineando l’importanza delle fonti orali per la ricostruzione della vita dei colporteurs, traccia un profilo dei venditori ambulanti Tesini, che commerciarono in tutta Europa le stampe degli editori Remondini. L’avvio a tale mestiere avveniva in tenera età e le nozioni di base erano poche: i percorsi da tenersi negli spostamenti, i sistemi di approvvigionamento delle stampe e le formalità burocratiche. Una volta apprese tali conoscenze ciascuno poteva muoversi autonomamente, partendo con poco e sperando di tornare a casa con un piccolo gruzzolo, accumulato grazie alla propria abilità di venditore. – A.T.

034-090 Fimiani (Enzo), Il “lungo sogno”: le biblioteche abruzzesi nella prima metà del Novecento, in La Biblioteca “Melchiorre Dèlfico” 1814-2014, a cura di G. Palmieri, pp. 45-86. Momento cruciale per le biblioteche abruzzesi, la prima metà del Novecento vide la stabilizzazione delle tre istituzioni storiche di Chieti, Teramo, l’Aquila e la fondazione della biblioteca provinciale di Pescara. – M.C.

034-091 Frassineti (Luca), “Coltivatore io pure di un’Arte ministra d’immortalità”: aspirazioni culturali e strategie promozionali della tipografia bresciana di Niccolò Bettoni in età napoleonica, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/42, dicembre 2014, pp. 5-24. Si ripercorre la parabola, non sempre fortunata, del tipografo-editore veneto Niccolò Bettoni (1770-1842), aggiornando alcuni recenti studi sulla base dell’epistolario (soprattutto con Monti) e storicizzando le diverse iniziative editoriali promosse dal Bettoni a Brescia. – L.R.

034-092 Frasso (Giuseppe), Ritratto di poeta allo scrittoio: Petrarca e i “Rerum vulgarium fragmenta”, «Studi petrarcheschi», 25, 2012, pp. 215-31. È ben nota l’abitudine del Petrarca di riempire i codici da lui posseduti di annotazioni filologiche, retoriche, personali. Esemplare è il caso del cod. Vat. Lat. 3196, il “codice degli abbozzi”, da lui postillato in modo tale da fornirci quell’impareggiabile “ritratto di poeta allo scrittoio” di cui al titolo del contributo. – A.L.

034-093 Fugazza (Mariachiara), I tipografi milanesi nel 1848. Riflessioni di una fonte, «La Fabbrica del Libro. Bollettino di storia dell’editoria in Italia», 19/2, 2013, pp. 54-8. Un fondo archivistico poco studiato del Museo del Risorgimento di Milano offre l’opportunità di restituire figure di tipografi e di maestranze di stamperia che combatterono durante la ribellione milanese anti-austriaca del 1848. – M.C.

034-094 Fumagalli (Giuseppe), Donne bibliofile italiane, premessa di Hans Tuzzi, con un saggio di Massimo Gatta, a cura di Henriette Doucé, Macerata, Biblohaus, 2015, pp. 99, ill., ISBN 978-88-95844-42-8, € 15. Il vol. propone la riproduzione dell’edizione di un breve scritto erudito di Fumagalli tirato in 100 copie alla fine del 1926 e dedicato al tema delle donne italiane dedite alla bibliofilia (con estensione all’arte della stampa e della legatura) e vissute soprattutto tra XVI e XVIII secolo. In realtà il lavoro di Fumagalli si estende per soltanto 11 pagine e la parte più sostanziosa del volume è occupata dal saggio di Massimo Gatta Bibliofilia è nome femminile (pp. 23-79) che, riprendendo a tratti lo studio del 1926, approfondisce la questione del rapporto tra universo femminile e libri da molteplici punti di vista (e in un orizzonte non solo italiano), rivisitando con leggerezza e in modo godibile temi eruditi, sociologici e culturali. Completano l’opera una premessa di Hans Tuzzi [Adriano Bon] costituita da un piacevole excursus su alcuni nessi fra donne e lettura e un’appendice di riproduzioni di frontespizi, copertine e legature di edizioni e volumi a vario titoli citati nei saggi. – R.G.

034-095 Gardies (Cécile), Construction et partage des savoirs de l’information-documentation. Le cas de professeurs-documentalistes en France, «AIDAinformazioni», 32/1-2, luglio-dicembre 2014, pp. 31-46. Basandosi sul mondo francese, l’a. propone una riflessione sulla produzione del “social knowledge” e sul suo linguaggio formalizzato. – L.R.

034-096 Gatta (Massimo), Bulloni futuristi in biblioteca tra avanguardismo e artigianato. Il Depero futurista della Biblioteca provinciale “M. Dèlfico” di Teramo, in La Biblioteca “Melchiorre Dèlfico” 1814-2014, a cura di G. Palmieri, pp. 207-52. Nel 1927 usciva il libro Depero futurista – ideato da Fortunato Depero, realizzato ed editato da Fedele Azari –, volume famoso anche per i bulloni che ne serrano la legatura rendendolo un unicum nella editoria futurista. Alla Biblioteca “Dèlfico” nel 2012 ne è stato donato un esemplare, l’unico presente in una biblioteca pubblica italiana a sud di Roma. – M.C.

034-097 Gesuita (Un) mantovano dalla vocazione europea: Antonio Possevino (1533-1611) nel quarto centenario della morte. Atti della Giornata di studio. Accademia Nazionale Virgiliana, 26 febbraio 2011, a cura di Alberto Castaldini, «Atti e memorie [dell’Accademia nazionale virgiliana di scienze lettere e arti]», n.s., 79-80, 2014, pp. 195-280. Gli atti del convegno sul Possevino del febbraio 2011 vedono la luce nella rivista dell’Accademia Virgiliana di Mantova. Si schedano i singoli contributi. – L.R.

034-098 Gieysztor (Aleksander), Il problema della riforma carolingia della scrittura, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 5-35.

034-099 Girardi (Marco) – Alfonso Ricca, 16. Alopa, Antonio, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 19-20. Tipografo veneziano, parte della cui attività è collocata a Firenze, anche in rapporto col monastero di S. Jacopo di Ripoli (in bibliografia saggi di Conway e Böninger). – E.B.

034-100 Gironi (Niccolò), 61. Berruerio, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 107-8. Figli del tipografo Vincenzo, Giuseppe e Girolamo lavorarono a Mondovì e Savona nel II e III decennio del ’500. – E.B.

034-101 Gnoli (Claudio), Come mi vuoi, generale o speciale? Organizzazione della conoscenza, «AIDAinformazioni», 32/1-2, luglio-dicembre 2014, pp. 111-3. La questione dell’organizzazione della conoscenza pone un problema di fondo: meglio un sistema che «unifichi tutto il sapere in uno schema concettuale complessivo» (p. 111), oppure uno che si rivolga a uno specifico settore? – L.R.

034-102 Gorian (Rudj), 583. Venier, Antonio, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, III, pp. 1052-4. Uno dei tanti artigiani tipografi che dal Friuli migrarono a Venezia, il Venier si distinse non solo per aver operato a proprio nome in Laguna quale titolare di un’azienda, ma per aver pubblicato almeno un libro nella nativa Valvasone (1670). – E.B.

034-103 Granata (Giovanna), 560. Torrentino, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, III, pp. 999-1004. Ampio ritratto di Lorenzo e degli eredi, la cui attività si rincorre tra Bologna (libraio), Firenze (stampatore ducale), Pescia e Mondovì. Le indicazioni bibliografiche fornite in fine sono solide e preziose per ulteriori ricerche. – E.B.

034-104 Granuzzo (Elena), I libri di Tommaso Temanza. Cultura di un architetto veneziano del Settecento, Padova, ZeL Edizioni, 2012, pp. 191, ISBN 978-88-96600-39-9, € 20. Tommaso Temanza (Venezia 1705-1789) fu architetto e storiografo. Allievo fra gli altri dello scienziato Giovanni Poleni, in contatto con i circoli culturali più vivaci della città, al centro di una fitta rete di intellettuali, artisti, editori, possedette una ricca biblioteca (essenzialmente una biblioteca di architettura, ma con significativi approfondimenti storico-letterari), acquisita poi dall’erudito veronese Gaetano Pinali (1759-1846), e successivamente da questi venduta in varie fasi. La presente ricerca, mantenendo come bussola i due inventari conservati della biblioteca temanziana, ovvero quello da tempo segnalato presso la Biblioteca del Seminario Patriarcale di Venezia e quello – finora ignoto e ritrovato dall’a. – conservato all’Archivio di Stato di Varallo Sesia, fra le carte dell’architetto Luigi Cagnola, si indirizza però alla ricostruzione della «reale consistenza della biblioteca al tempo di Temanza, quando cioè il suo proprietario si trovava in fervente attività intellettuale, aggiornato su quanto il mondo editoriale del Settecento stava divulgando, desideroso di arricchire la propria raccolta e di farne un uso scientifico». Perciò l’a. ha percorso l’epistolario del Temanza alla ricerca di riferimenti a libri ed editori e di notizie sul procacciamento di libri; con lo stesso intento ha ricercato l’affiorare delle sue letture (in specie quelle non testimoniate dagli inventari) nelle sue opere edite. La ricerca è condotta in modo onesto, e interessanti notizie certo non mancano: da rivedere, però, risulta l’edizione dei due inventari librari, trascritti semidiplomaticamente con un apparato di note ‘interpretative’, in cui l’identificazione delle edizioni proposta non è mai sostanziata dal rimando esplicito a qualsivoglia repertorio bibliografico. – A.L.

034-105 Guarasci (Roberto), Editoriale, «AIDAinformazioni», 32/1-2, luglio-dicembre 2014, pp. 5-7. Considerazioni riguardanti la riapertura della rivista e, più in generale, la Documentazione. – L.R.

034-106 Guarascio (Carmela), Economia solidale. Riscoprire l’economia e la solidarietà, «AIDAinformazioni», 32/1-2, luglio-dicembre 2014, pp. 47-69. Rivalutando in senso etimologico i termini “economia” e “solidarietà” e riassumendo il dibattito nella sociologia economica, il contributo propone un nuovo modello di economia solidale. – L.R.

034-107 Guida (Francesco), Un gesuita nell’altra Europa. La Livonia di Antonio Possevino (1582-1585), in Un gesuita mantovano dalla vocazione europea: Antonio Possevino (1533-1611), a cura di A. Castaldini, pp. 223-60. Ampio contributo che illustra il tempo trascorso dal gesuita Antonio Possevino in Livonia (l’attuale Lettonia) e in Estonia sulla base soprattutto di scritti e testimonianze posseviniani. – L.R.

034-108 Guide to the collection [of the Bible Lands Museum Jerusalem], Jerusalem, Bible Lands Museum, 20023, pp. 148, ill. col., con una tavola allegata, ISBN 965-387-031-9, s.i.p. La guida alle collezioni del Bible Lands Museum di Gerusalemme, che conserva una delle più importanti raccolte archeologiche di manufatti del Medio Oriente, rappresenta un viaggio affascinante nella plurimillenaria storia biblica alla scoperta dei popoli suoi protagonisti, dalle Origini alla piena maturità dell’Impero Romano. Il percorso permette così di contestualizzare i racconti biblici e di ricostruire in maniera più corretta lo sfondo entro cui si sviluppa la grande storia del Medio Oriente. La guida, come il Museo, è organizzata secondo un susseguirsi di venti gallerie ordinate cronologicamente: dalla preistoria alle civiltà della Mesopotamia, dall’Egitto dei Faraoni all’età ellenistica fino alla conquista romana della Giudea. Tra i manufatti anche antichi frammenti in scrittura cuneiforme, rotoli papiracei e supporti scrittòri meno ovvi come le due piccole lastre, una dorata e l’altra argentata, databili al 500-600 d.C. con amuleti magici in aramaico. – L.R.

034-109 Gusmano (Alessandro), Le stampe originali. Guida al riconoscimento e all’acquisto, Padova, Nova Charta, 2014 Þ rec. C[hiara] C[allegari], «Charta», 137, gennaio/febbraio 2015, p. 74.

034-110 Harnby (Louise), Business planning for editorial freelancers, London, Publishing Training Centre, 2014 Þ rec. W. Stephen Gilbert, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/1, marzo 2015, p. 48.

034-111 Haro Cortés (Marta), Motivos iconográficos y su difusión en la imprenta valenciana: las portadas de los libros de caballerías, in Texto, edición y público lector en los albores de la imprenta, pp. 83-108. L’a., in apertura del contributo, riflette sulle tappe che portarono le officine tipografiche valenziane alla stampa di edizioni recanti testi cavallereschi. Questi, oltre che per la forte caratterizzazione della narrazione, che li identifica appunto come genere a sé stante, recano anche alcuni motivi iconografici che, grazie proprio alla stampa, si consolidano. Il cavaliere in sella al suo destriero, per esempio, assurge a principale segno identificatore di testi del genere cavalleresco, così come molti altri motivi iconografici si trovano riutilizzati, in sostanza identici, anche in opere differenti. – A.T.

034-112 Incunaboli a Siracusa, Roma, Viella, 2015, pp. 8. Piccola cartella (con belle foto) per la sottoscrizione del catalogo degli incunaboli siracusani promosso da Marco Palma. – E.B.

034-113 Indexes reviewed, edited by Christine Shuttleworth, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/1, marzo 2015, pp. 43-6. Consueta rubrica di recensioni di indici. – L.R.

034-114 Infantes (Víctor), Poesía dramática detrás del grabado. Haz y envés de una prueba de imprenta (1505-1520), in Texto, edición y público lector en los albores de la imprenta, pp. 109-33. Si analizza l’interessante caso di una prova di stampa, forse la prima, realizzata in tipografia, al fine di verificare che tutto fosse in regola prima di iniziare la tiratura vera e propria. Si tratta di una bozza di alcuni versi, prova realizzata su carte di scarto. Ciò che si conserva è solo una parte dell’intero testo, manca infatti la prova di stampa della bianca del foglio (dove dovrebbero trovarsi il titolo e il resto dei versi). L’a. sottolinea inoltre come il caso accrescerebbe il suo interesse qualora si ritrovasse un testimone recante la versione corretta del testo. Questa prova di stampa è conservata in cinque fogli tipografici recuperati dalla legatura di un volume, i fogli sono identici e presentano al verso una grande silografia e al recto il suddetto testo in versi (diviso in quattro porzioni, visto il probabile formato in quarto della stampa prevista). L’a., dopo aver analizzato le caratteristiche tipografiche della stampa e quelle testuali dei versi, al fine di ipotizzare un’officina tipografica e identificare il testo stesso, riporta, in appendice, i versi. – A.T.

034-115 Inglot (Marek), La missione del Possevino nella Russia di Ivan il Terribile, in Un gesuita mantovano dalla vocazione europea: Antonio Possevino (1533-1611), a cura di A. Castaldini, pp. 211-21. Si ricostruisce la missione di Antonio Possevino in Moscovia a seguito della sua nomina, da parte del papa Gregorio XIII nel 1581, a legato presso Ivan IV. – L.R.

034-116 Jankovič (Ľubomír), Inkunábuly – Umenie Európskych knižných tvorov 15. Storočis v zbierke Slovenskej Národnej Knižnice, «Knižnica», 16/1, 2015, pp. 42-51. Presentazione (accompagnata da belle riproduzioni fotografiche) del recente catalogo degli incunaboli della Biblioteca Nazionale Slovacca di Martin (Slovacchia centro-orientale) realizzato dall’a. stesso del saggio. Il catalogo aggiorna e completa gli ottimi lavori sugli incunaboli slovacchi pubblicati nergli anni ’60 e ’70 da Imrich Kotvan. – E.B.

034-117 Jiménez-Contreras (Evaristo), La evaluación de la actividad científica en España: el sistema institucional y sus consecuencias, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 187-205.

034-118 Kelly (Elizabeth Joan), Linked Data and music: current projects and opportunities, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/1, marzo 2015, pp. 2-7. Le raccolte musicali ricevono una particolare attenzione per quanto concerne l’indicizzazione che permetta il recupero delle informazioni. L’a. descrive i Linked Data e il Web Semantico, presentando i progetti in corso, relativi all’impiego di Linked Data nelle collezioni musicali on-line. – L.R.

034-119 La Mendola (Velania), Vita e Pensiero, la storica rivista della Cattolica festeggia il traguardo dei primi 100 anni, «Presenza», 15/6, nov.-dic. 2014, p. 14. I cento anni di una rivista culturale non sono un evento da poco: vengono presentate le iniziative collegate. – E.B.

034-120 La Porta (Alessandro), Tra bibliografia e iconografia: per la fortuna franco-italiana  del Combattimento spirituale, in Laurentius Hydruntinus, Chierico Regolare. Lorenzo Scupoli e il suo tempo, pp. 139-56. Il frontespizio inciso del Combattimento spirituale dello Scupoli (Parigi, Stamperia Reale, 1660; IT\ICCU\MODE\029744), una lunga nota manoscritta anonima vergata sul foglio di guardia di un esemplare (oggi in collezione privata) di quella edizione, nonché la traduzione francese in versi dell’opera del teatino (Parigi, Pierre Le Petit & Henri Le Gras, 1654; FRBNF31341942), da collegare niente meno che al cardinale Richelieu, consentono all’a. di ragionare sulla fortuna editoriale dell’opera e di misurarne, per così dire, l’impact factor a circa 70 anni dalla princeps veneziana. Una fortuna che, a quanto pare, si dilatò a tutto il XVIII secolo, come dimostra l’incisione del confratello Lodovico Ignazio Bianchi, contenuta nel suo Immagini di alcuni uomini e alcune donne per pietà illustri della congregazione de’ chierici regolari (Venezia 1768; IT\ICCU\PBEE\007097), in cui si ripropone, per lo Scupoli, l’iconografia del miles Christi impegnato nel suo “combattimento” contro Satana e contro le malignità dell’uomo. – Elena Gatti.

034-121 La Rosa (Manuela), Le banche dati di ambito religioso, «AIDAinformazioni», 32/1-2, luglio-dicembre 2014, pp. 71-80. Si fornisce una rassegna ragionata di banche dati di argomento religioso e teologico disponibili on-line. – L.R.

034-122 Lacarra (María Jesús), El Libro de las propiedades de las cosas de Bartolomé Anglico: éxito y fracaso de Enrique Mayer (Tolosa, 1494), in Texto, edición y público lector en los albores de la imprenta, pp. 135-53. Prima di iniziare il discorso vero e proprio l’a. vuole sottolineare la difficoltà insita nello studio del testo in questione: il De proprietatibus rerum del filosofo francescano Bartolomeo Anglico. L’estensione dell’opera, uno dei capisaldi di quell’enciclopedismo medievale che si va sviluppando nel XIII secolo, e la sua larghissima diffusione rischiano, infatti, di rendere provvisoria qualsiasi indagine sulla stessa. In questo saggio si analizza la stampa del testo (tradotto in lingua spagnola) effettuata dal tipografo Henricus Meyer, attivo a Tolosa dal 1484 al 1496, soffermandosi in particolar modo sugli aspetti iconografici dell’edizione. – A.T.

034-123 Latin (The) Americana Library of Dr. W. Michael Mathes. Consigned for sale by Librería José Porrúa Turanzas, New York, Swann Auction Galleries, 2014, pp. [340], ill. col., manca ISBN, s.i.p. La prestigiosa collezione dello storico William Michael Mathes (1936-2012) è stata battuta all’asta il 6 novembre 2014 dopo essere stata oggetto di una mostra nei giorni precedenti. Si tratta di una raccolta funzionale agli studi e al lungo insegnamento alla University of San Francisco del proprietario (che aveva prima lavorato per alcuni anni come bibliotecario all’University of New Mexico). Da questo punto di vista il catalogo della collezione può essere considerato un repertorio bibliografico di edizioni prodotte in America Latina e sull’America Latina. Il bel catalogo della vendita presenta 510 schede riccamente illustrate a colori e divise in due sezioni. La prima presenta una raccolta di libri europei che hanno come oggetto l’America Latina (città, luoghi, nazioni, personaggi…). Spicca un manoscritto del soldato e diplomatico spagnolo Sebastián Vizcaíno (1548-1624), esploratore della California. La seconda sezione ha come oggetto i libri prodotti in America Latina, partendo da alcune rare edizioni del prototipografo americano, il bresciano Giovanni Paoli (Juan Pablos), fino ad alcuni libri e fogli volanti del pieno Ottocento. Le schede sono essenziali ma precise nella descrizione bibliografica, alla quale seguono, in corsivo, delle note storiche sul testo, l’autore e l’edizione. Chiude l’indice analitico. – L.R.

034-124 Laurentius Hydruntinus, Chierico Regolare. Lorenzo Scupoli e il suo tempo. Atti del Convegno internazionale di studi interdisciplinari nel IV centenario della morte di Lorenzo Scupoli (Otranto, 25-26 settembre / Napoli, 28 novembre 2010), a cura di Flavio ColussoLuisa CosiMario Spedicato, Lecce, Edizioni Grifo, 2014, pp. 426, ill., ISBN 97999981175598, s.i.p. Il vol. raccoglie gli interventi presentati all’omonimo convegno di studi sul teatino pugliese (Otranto 1529 - Napoli 1610), ultimo di una serie di eventi organizzati per celebrare il quarto centenario della morte del religioso. In Appendice il facsimile dell’edizione napoletana uscita nel 1610 del Combattimento spirituale, il capolavoro dello Scupoli (Lazzaro Scorriggio per Giovanni Battista Gargano & Lorenzo Nucci, 1610; IT\ICCU\CFIE\019726; pp. 411-20). Si schedano solo i contributi di interesse bibliografico. – Elena Gatti.

034-125 Leclerc (Marie-Dominique), La “Bibliothèque bleue” in Francia, in Colporteurs. I venditori di stampe e libri e il loro pubblico, pp. 65-90. Nel saggio viene analizzato in dettaglio il fenomeno editoriale dei libri della Bibliothèque bleue. Questi libretti, diffusi in Francia dalla fine del XVI alla metà del XIX secolo, costituirono per gran parte delle persone il mezzo più diffuso per accedere alla cultura in forma scritta. L’a. analizza quindi quello che era l’aspetto materiale dei libri, i tipi di testi che questi trasmettevano e, in stretto legame con il fenomeno dei colporteurs, il modo di diffusione e il pubblico a cui questi prodotti editoriali erano destinati. – A.T.

034-126 Lerch (Dominique), Il colportage in Alsazia tra XVII e XIX secolo, in Colporteurs. I venditori di stampe e libri e il loro pubblico, pp. 109-31. L’a., dopo aver sottolineato come le condizioni sociali ed economiche che caratterizzavano la categoria lavorativa dei colporteurs fossero davvero variegate, analizza, basandosi soprattutto sulle preziose informazioni ricavabili dagli atti notarili e dagli inventari post mortem di tali personaggi, le diverse tipologie di venditori ambulanti (considerando anche la varietà delle loro merci) operanti in Alsazia tra il XVII e il XIX secolo. – A.T.

034-127 Leri (Clara), «Luce di Dio». Santi e figure bibliche nella letteratura del Seicento, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2013 (Contributi e proposte, 83), pp. 97, ISBN 978-88-6274-503-1, € 16. Il vol. mira a esplorare, nell’immensa e ancora in gran parte inesplorata selva della letteratura secentesca, il sottobosco della produzione religiosa lungo una linea «che può condurre, dalle apparenti retrovie dell’omiletica, dei panegirici sacri, delle meditazioni scritturali, a un fecondo scambio con letture tematiche e stilistiche dell’‘altra’ letteratura coeva» (p. X). I personaggi presi in considerazione dall’a. «intrecciano un colloquio radicale tra santità e testo biblico in un’epoca segnata dagli effetti allentati, ma pur sempre incisivi, di censure e divieti conciliari» (p. VII). Il vol. si divide in tre capitoli, di cui solo il terzo è completamente inedito. Il primo è dedicato alla poesia barocca lombarda in onore di san Carlo Borromeo, che vive in equilibrio tra il ‘dilettare’ tipico del genere letterario e la proposta del vescovo di Milano come modello episcopale e di santità. Il secondo volge l’attenzione all’oratoria quaresimale del gesuita Paolo Segneri (1624-1694), in cui ritornano costantemente i Salmi (sia come singole preghiere sia come immagine e compendio dell’Antico Testamento). Il terzo capitolo si sofferma sulla riflessione omiletica sulla penitenza del teatino Bernardino Finetti (†1689), che considera Davide e Maria Maddalena dei perfetti modelli. Chiude l’indice dei nomi. – L.R.

034-128 Letters from the East. Crusaders, Pilgrims and Settlers in the 12th-13th Centuries, translated by Malcolm Barber – Keith Bate, Farnham – Burlington, Ashgate, 2013 (Crusade texts in translation, 18), pp. xvi+188, ill. b/n, ISBN 978-1-4724-1393-2, s.i.p. Il vol. propone in traduzione inglese e con un breve commento introduttivo 82 lettere di varia lunghezza e, come tutti i documenti antichi, di scarsa sopravvivenza. Si tratta di testi per lo più in latino, ma anche in francese, mongolo e armeno. Le circostanze che emergono sono le più diverse: dalla situazione dei regni crociati a quella delle vie di pellegrinaggio, dalla richiesta di aiuti (economici e/o militari) ai problemi legati all’edificazione (o riedificazione) di luoghi di culto o fortificazioni militari, si raccontano visite di re e la vita quotidiana delle comunità locali. I protagonisti (mittenti e destinatari) sono vescovi, re, imperatori, papi. Chiudono la bibliografia e l’indice analitico. – L.R.

034-129 Levante (Dino), Un best seller intramontabile: ultime edizioni del Combattimento Spirituale di Lorenzo Scupoli, in Laurentius Hydruntinus, Chierico Regolare. Lorenzo Scupoli e il suo tempo, pp. 161-71. Disambiguato l’insidioso concetto di best seller, l’a. illustra come il capolavoro del teatino appartenga a buon diritto alla categoria, mantenendo ancora oggi una sua validità editoriale, non fosse altro per le continue edizioni (dal 1985 al 2005, per esempio, se ne contano ben sei) e per la chiarezza e l’incisività del pensiero dell’autore, salvaguardate nelle edizioni a stampa moderne. – Elena Gatti.

034-130 Libri (I) ebraici, greci e latini di Carlo Tancredi Falletti di Barolo, a cura di Mathias Balbi, Firenze, Olschki, 2012 Þ rec. Natale Vacalebre, «Bibliothecae.it», 3/1, 2014, p. 289.

034-131 Libri e biblioteche degli Ordini religiosi in Italia alla fine del secolo XVI, II, Congregazione Camaldolese dell’Ordine di San Benedetto, a cura di Cécile Caby Samuele Megli, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 2014, (Studi e testi, 487), pp. 477, ill., ISBN 978-88-210-0927-3, € 50. Il vol. fa parte dell’ampia e interessante campagna di scavo dedicata alla pubblicazione delle liste dei libri posseduti dalle biblioteche religiose italiane del Cinquecento, frutto del programma di Ricerca sull’Inchiesta della Congregazione dell’Indice (RICI). In questo vol. la trattazione è incentrata sulle antiche raccolte dei monaci camaldolesi, la cui storia viene egregiamente illustrata all’interno del saggio introduttivo a firma di Cécile Caby (Les Camaldules et leurs bibliothèques des origines à l’enquête de la Congrégation de l’Index, pp. 5-56). A seguire si trovano il contributo di Roberto Rusconi sui libri dei Camaldolesi all’interno dell’inchiesta di fine Cinquecento (pp. 57-68) e quello di Samuele Megli sulle liste compilate in occasione della medesima indagine (pp. 69-79). La trascrizione delle liste presenti nei codici Vaticani Latini 11286 e 11287 ricostruisce (come sempre) in maniera egregia la mappa delle raccolte bibliografiche camaldolesi italiane del XVI secolo. Per l’indicizzazione e l’identificazione delle voci ci si può invece rifare al data base pubblicato all’indirizzo http://rici.vatlib.it (vedi «AB» 030 pp. 41-2). – N.V.

034-132 Lifang (Guo), CSI Annual Conference and Symposium, 2014, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/1, marzo 2015, pp. 41-2. Cronaca del convegno annuale della China Society of Indexers, svoltosi il 20 novembre 2014 presso la Peking University Library. – L.R.

034-133 Linnegar (John David), A banket of South African words and expressions to tax the toughest of indexers, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/1, marzo 2015, pp. 26-8. L’a. descrive le sfide lessicali affrontate da un indicizzatore che abbia a che fare con testi in una lingua ricca e multiforme come è l’inglese del Sud Africa. – L.R.

034-134 Lo Castro (Valeria), Web semantico e linked open data: best practices, prospettive e criticità, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 207-21. Dopo una premessa teorica sul tema, il contributo presenta alcune esperienze, illustrando benefici e criticità di questa metodologia di gestione e uso dell’informazione. – A.L.

034-135 Loda (Maria Elena), “Le parfait mareschal”. Jacques De Solleysel e ‘le revisioni infinite’ di un’opera cardine nel panorama equestre tra 1600 e 1700, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/42, dicembre 2014, pp. 58-65. Si ripercorrono le vicende di uno dei più fortunati trattati di mascalcia tra Sei e Settecento, opera del francese Jacques De Solleysel (1617-1680). – L.R.

034-136 Lorenzotti (Pietro), I Commentaria Symbolica di Antonio Ricciardo Brixiano 1591, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/42, dicembre 2014, pp. 51-5. Prolegomena a un profilo del misconosciuto erudito bresciano Antonio Ricciardo († 1610), autore dei due poderosi volumi dei Commentaria Symbolica, Venezia, Francesco de’ Franceschi, 1591 (= Trento, La Finestra, 2005). – L.R.

034-137 Macchi (Federico), Le cartas ejecutorias, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/42, dicembre 2014, pp. 92-5. Le patenti di nobiltà spagnole, dal XVI secolo in poi, presentano spesso delle prestigiosissime legature. Se ne descrivono le peculiarità e se ne offre una ricca campionatura. – L.R.

034-138 Macchi (Federico), Un appunto sulla decorazione del dorso, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/42, dicembre 2014, pp. 66-70. Con l’affermarsi dell’uso di disporre i libri in verticale, intorno alla metà del Cinquecento, si sviluppò anche la decorazione dei dorsi, che cominciò a presentare fregi e dorature sempre più elaborati e raffinati. – L.R.

034-139 MacGlashan (Maureen), Editorial, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/1, marzo 2015, p. 141. Note introduttive sul primo numero del 2015 della rivista. – L.R.

034-140 Maderna (Camilla), La Fratelli Fabbri Editori: un’editoria popolare di successo (1947-1973), «La Fabbrica del Libro. Bollettino di storia dell’editoria in Italia», 19/2, 2013, pp. 22-9. Nata nel 1947 a opera dei fratelli Giovanni, Dino e Rino Fabbri, la Fratelli Fabbri Editori puntò da subito sulla distribuzione al grande pubblico, innanzi tutto con testi scolastici e con opere destinate ai ragazzi, poi a partire dagli anni Sessanta con la vendita nelle edicole di opere enciclopediche e letterarie a fascicoli. – M.C.

034-141 Manca (Dino), Tra le carte degli scrittori. I manoscritti della Biblioteca Universitaria di Sassari, Sassari, Edes, 2014 (Filologia della letteratura degli Italiani), pp. 240, ill. col., ISBN 978-88-6025-338-5, € 25. La densa premessa di Dino Manca, a. dei saggi che compongono il vol. e direttore della collana che esso inaugura, mette bene in chiaro il senso di questa iniziativa germogliata nell’ambiente culturale sassarese. Il percorso scientifico di lavoro sui materiali che caratterizza la collana vi è delineato con inequivocabile semplicità: si tratta essenzialmente di «proporre uno studio organico delle opere dei più importanti scrittori, partendo dai manoscritti e dalla loro descrizione per passare attraverso la ricostruzione delle loro storie redazionali e finire con le diverse fortune editoriali». Un’operazione che tocca dunque il fronte filologico quanto quello storico-letterario, e che innesca anche una seria riflessione sulle biblioteche e sul rapporto tra la collettività e il patrimonio culturale che esse conservano. Non a caso, infatti, l’a. richiama, come episodio chiave nella genesi di questo nuovo progetto, il trasferimento della Biblioteca Universitaria di Sassari dalla antica sede del Collegio gesuitico della città al novellamente restaurato complesso del Vecchio ospedale. Si comincia dagli autori sardi tra Otto e Novecento, oggetto precipuo degli studi di Manca degli ultimi anni, portati come casi esemplari «di quella testualità plurilingue che ha concorso a suo modo a costruire nei secoli il variegato sistema linguistico e letterario degli italiani», e in particolare sulle carte che ne tramandano l’opera conservate presso la biblioteca sassarese. Così si susseguono i saggi su Grazia Deledda, primus amor dell’a., su Salvatore Farina, su Sebastiano Satta, Pompeo Calvia, Salvator Ruju. – A.L.

034-142 Manfron (Anna), 219. Faelli, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, II, pp. 391-3. Stabilmente impiantata a Bologna, la famiglia ebbe una ricca e bella produzione: fu Giovanni Battista, attivo tra il 1526 e il ’43, a stampare però a Lucca nel 1539 gli statuti locali in latino e volgare. – E.B.

034-143 Manfron (Anna), 65. Bertocchi, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 113-6. Il tipografo Dionigi (col figlio Vincenzo attivo per pochi anni a cavallo tra i due secoli) pubblicò diverse edizioni dal 1481 agli inizi del ’500 tra Vicenza, Treviso, Venezia, Bologna, Reggio E., Modena. – E.B.

034-144 Marazzi (Elisa), Libri francesi per giovani italiani nel catalogo di Paolo Carrara, «La Fabbrica del Libro. Bollettino di storia dell’editoria in Italia», 19/2, 2013, pp. 5-13. Nella seconda metà dell’Ottocento la libreria editrice Paolo Carrara di Milano pubblicò un numero insolitamente alto di traduzioni di libri francesi per ragazzi, in particolar modo di carattere istruttivo-moraleggiante-edificante più che di narrativa fantastica e avventurosa. – M.C.

034-145 Marcattili (Romina), 473. Portonari famiglia, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, II, pp. 833-5. Grazie agli studi pregressi, viene ben lumeggiata l’attività di un compatto nucleo familiare che lungo quasi tutto l’arco del Cinquecento fu attivo a Trino, Lione, Salamanca, Saragozza, Medina del Campo e Venezia. – E.B.

034-146 Marcattili (Romina), 99. Brenta, Niccolò, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 185-8. Originario di Varenna, il Brenta fu attivo come “compositor de libri a stampa” e come editore tra Venezia, Pesaro e forse Rimini nel primo decennio del Cinquecento: voce basata sulla solida bibliografia pregressa. – E.B.

034-147 Marti (Roland), Damianus de Gorgonzola e Georgius de Rusconibus Mediolanenses (Milano e gli inizi della stampa in caratteri latini e cirillici della “Slavia Adriatica”), in Mediolanum. “terra di mezzo” anche tra est e ovest. La terra ambrosiana come luogo di passaggio e d’incontro con il mondo slavo, a cura di Roland Marti – Giorgio Ziffer, Milano-Roma, Biblioteca Ambrosiana – Bulzoni, 2012 (Slavica Ambrosiana, 3), pp. 55-78. La tradizione a stampa delle lingue slave è profondamente legata a Venezia: si cerca qui di indicare alcune possibili relazioni anche con Milano. Il primo caso analizzato è il Lezionario in croato (ma in caratteri latini) allestito dal francescano Bernardino Drivodilić da Spalato e impresso (ma a Venezia) da Damiano Gorgonzola, fratello del più celebre Niccolò: pur in una certa approssimazione quanto ai problemi prettamente tipografici, è notevole l’osservazione circa le varianti in stampa rilevate confrontando due dei lacunosi esemplari superstiti. Il secondo caso è costituito dal Libro d’ore in una variante del cirillico detta bosančica: se  un contratto di Ragusa (autenticato a Recanati) sembra affidarne la stampa a Gershom Soncino (1511), l’edizione vide invece la luce sottoscritta da un altro tipografo milanese operante però in Laguna, Giorgio Rusconi (1512) (a meno che l’edizione originale non sia andata perduta e questa non sia, invece, una ristampa…). Il saggio è chiuso da una utile bibliografia specialistica sul tema (pp. 73-7). – E.B.

034-148 Martos (Josep Lluís), La editio princeps del Repertorio de los tiempos de Andrés de Li: el proyecto editorial y la recuperación del incunable, in Texto, edición y público lector en los albores de la imprenta, pp. 155-86. Dopo aver ricordato l’impatto che la stampa esercitò sui metodi manoscritti di produzione di calendari e lunari, l’a. analizza in dettaglio l’editio princeps (incunabola) della prima traduzione spagnola di uno dei testi più importanti di questo genere: il Sumari d’astrologia di Bernat de Granollachs, pubblicato in questa edizione congiuntamente al Repertorio de los tiempos scritto dal matematico di Saragozza Andrés de Li. L’a., dopo aver ripreso in mano la vicenda editoriale legata a questa pubblicazione, descrive minutamente l’unico esemplare della edizione rinvenuto in tempi recenti presso la Biblioteca Nazionale di Spagna. – A.T.

034-149 Mas (Bartolomeo), Le edizioni del Combattimento spirituale dal 1589 al 1610, vivente il suo autore, in Laurentius Hydruntinus, Chierico Regolare. Lorenzo Scupoli e il suo tempo, pp. 157-9. Rassegna editoriale dei primi venti anni del Combattimento spirituale dello Scupoli – apparso in forma anonima fino all’edizione bolognese del 1607 (IT\ICCU\PALE\001693; erroneamente datata dall’a. 1610) – e della sua straordinaria diffusione in ogni parte d’Europa, come confermano i tanti cataloghi che ancora oggi offrono testimonianza chiara del gradimento di questo long seller (per uno sguardo complessivo sulla fortuna editoriale dell’opera si ricordi Paola Barni, Un secolo di fortuna editoriale: Il Combattimento spirituale di Lorenzo Scupoli, 1589-1700, in La lettera e il torchio, a cura di Ugo Rozzo, Udine, Forum, 2001, pp. 249-336). – Elena Gatti

034-150 Mazzoni (Luca), Apogeo ed eclisse della filologia. I cultori veronesi di Dante nel XVIII secolo e le loro sorti, «Seicento & Settecento», 9, 2014, pp. 125-38. Percorso fra i lavori degli eruditi veronesi del Settecento sull’opera di Dante, da Maffei a Dionisi, con finale rassegna della loro sfortuna presso gli studiosi del primo Ottocento. – A.L.

034-151 Mazzoni (Luca), Chiose di Girolamo Tartarotti a «Rerum vulgarium fragmenta» I-LXV, «Versants. Rivista svizzera delle letterature romanze», 61/2 (fascicolo italiano), 2014, pp. 89-103. L’a. definisce l’interesse dell’erudito Girolamo Tartarotti (1706-1761) per Francesco Petrarca e, in particolare, per i Rerum vulgarium fragmenta sulla base delle numerose edizioni possedute dal roveretano e sulle autografe e inedite Osservazioni sopra il Petrarca (Rovereto, Biblioteca Civica, Fondo Girolamo Tartarotti, ms. 46.44, ff. 12r-39v). – L.R.

034-152 Mcgann (Jerome), Memory Now, «Tipofilologia», 7, 2014, pp. 11-27. Una discussione di ampio respiro sull’importanza dei media digitali nella costruzione di una nuova forma di memoria collettiva. L’a. tratta della diffusione e conservazione dei saperi attraverso le nuove possibilità aperte dal digitale. Sicura del definitivo tramonto del cartaceo, la trattazione delle pratiche di ridisposizione della conoscenza contemporanea avviene in dialogo con alcune delle voci più autorevoli del presente (su tutti David Weinberger), mescolata a una riflessione su quale sia il valore reale della pratica filologica. – Francesco Reale

034-153 Menis (Ilde), 71. Bindoni, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 128-37. L’ampia voce si sofferma sulla documentata attività della famiglia, in particolare su Bernardino e Gaspare jr. che furono attivi non solo a Venezia. – E.B.

034-154 Merchants of print from Venice to Manchester, Manchester, The University of Manchester – The John Rylands Library, 2015, pp. 20, manca ISBN, s.i.p. Utile opuscolo sulla mostra aldina tenuta a Manchester. – E.B.

034-155 Merlo (Sergio), 67. Bevilacqua, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 117-22. Originari della Val di Sole (Trento), i Bevilacqua (Niccolò sr, gli eredi, Niccolò jr) furono editori-librai non meno che stampatori, con attività dalla metà del XVI secolo per circa un settantennio tra Venezia e Torino con numerose iniziative librarie. – E.B.

034-156 Messina (Mauro), 418. Navò, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, II, pp. 731-3. La voce si concentra soprattutto sull’attività di Curzio Troiano che a fianco e dopo i ben noti lunghi anni veneziani  (1537-1583) e una probabile comparsa a Ferrara nel 1537, fu impegnato anche a Ragusa (Dubrovnik). – E.B.

034-157 Milano (Alberto), L’immagine dei colporteurs, in Colporteurs. I venditori di stampe e libri e il loro pubblico, pp. 7-45. L’a., in apertura del saggio, sottolinea quelle che sono state le linee guida seguite nella realizzazione della mostra collegata al presente vol.: da una lato l’attenzione alla dimensione europea del fenomeno del commercio dei venditori tesini e dall’altro la consapevolezza di come la diffusione di raffigurazioni popolari, da parte dei colporteurs abbia contribuito alla formazione di un immaginario comune a milioni di persone. Ampliando la definizione di colporteur anche a chi non vendeva solo stampe, ma tutta una serie di suppellettili che in qualche modo contribuivano a creare un immaginario comune nella popolazione, l’a. rivaluta la figura del colporteur: non più venditore ambulante oggetto di denunce da parte delle autorità (come emerge dai documenti d’archivio), ma persona accolta senza pregiudizi dalla gente (come invece pare emergere dalle stesse raffigurazioni che li rappresentavano nelle stampe popolari). – A.T.

034-158 Miletto (Gianfranco), La biblioteca di Avraham ben David Portaleone secondo l’inventario della sua eredità, Firenze, Olschki, 2013 Þ rec. Natale Vacalebre, «Bibliothecae.it», 3/1, 2014, pp. 287-9.

034-159 Millevolte (Giovanna), Educare attraverso le immagini: libri illustrati Carabba nella Biblioteca “Dèlfico” di Teramo, in La Biblioteca “Melchiorre Dèlfico” 1814-2014, a cura di G. Palmieri, pp. 183-205. Nella Biblioteca “Dèlfico” è presente un nucleo significativo, anche se non particolarmente consistente, di libri illustrati scolastici e parascolastici della casa editrice Carabba di Lanciano. – M.C.

034-160 Mobilità dei mestieri del libro tra Quattro e Seicento. Convengo internazionale, Roma, 14-16 marzo 2012, a cura di Marco SantoroSamanta Segatori, Pisa-Roma, Serra, 2013 Þ Luana Rizzo, «Esperienze letterarie», 3, 2014, pp. 124-6.

034-161 Mobilità dei mestieri del libro tra Quattrocento e Seicento. Convegno internazionale. Roma, 14-16 marzo 2012, a cura di Marco Santoro – Samanta Segatori, Pisa-Roma, Serra, 2013 Þ rec. Antonella Trombone, «Bibliothecae.it», 3/1, 2014, pp. 280-6.

034-162 Molinari (Silvia), Gruppo Italiano Documentalisti dell’Industria Farmaceutica e degli Istituti di Ricerca Biomedica (GIDIF-RBM), «AIDAinformazioni», 32/1-2, luglio-dicembre 2014, pp. 123-5. Profilo dell’associazione senza fini di lucro nata ufficialmente nel 1985, ma già attiva in modo informale dal 1983. – L.R.

034-163 Montecchi (Giorgio) – Alessia Parolotto, 26. Antoni, degli, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 33-5. Originaria di Sabbio Chiese, la famiglia di tipografi ebbe tra i suoi membri Giovanni Antonio sr attivo tra Brescia, Milano, Venezia e Lione nella seconda metà del XVI sec., mentre l’omonimo figlio lavorò tra Bergamo, Milano, Pavia e Venezia sino agli inizi del ’600. – E.B.

034-164 Montesi (Michela) – María Esteban Aragoneses, Does a film adaptation of a novel influence reading behavior? The answer is on the web, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 223-39.

034-165 Morandi (Piercarlo), La battaglia di Chiari e gli avvenimenti delle settimane precedenti visti dalle fonti veneziane, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/42, dicembre 2014, pp. 25-40. La battaglia di Chiari (I settembre 1701) è uno dei più importanti episodi della guerra di successione spagnola combattuta tra Francia e Impero. L’a. ricostruisce i fatti sulla base della corrispondenza ufficiale di Alessandro Molin, Provveditore generale in Terra Ferma, e di altri funzionari della Serenissima. – L.R.

034-166 Morandini (Mino), Editoriale, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/42, dicembre 2014, pp. 3-4. Suggerimenti su come superare la crisi ripartendo dai buoni libri. – L.R.

034-167 Morandini (Mino), Visti in libreria. Rubrica di recensioni librarie, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/42, dicembre 2014, pp. 88-91. Rassegna di libri di più o meno recente pubblicazione, da Giovanni Scoto nell’edizione della Fondazione Lorenzo Valla (2 vol., 2013-2014) fino alla traduzione italiana dell’edizione commentata del Beowulf di Tolkien (Bompiani 2014). – L.R.

034-168 Museo (Il) della figurina. Dagli antecedenti alla figurina moderna, a cura di Paola Basile, Modena, Panini, 2014 Þ rec. M[auro] C[hiabrando], «Charta», 137, gennaio/febbraio 2015, p. 75.

034-169 Nati per leggere. Una guida per genitori e futuri lettori, Roma, AIB, 2015, pp. 84, ill., ISBN 978-88-7812-2345, € 7. L’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) – in collaborazione con l’Associazione Culturale Pediatri e il Centro per la Salute del Bambino – presenta la nuova Bibliografia nazionale in concomitanza con il quindicesimo compleanno di Nati per leggere, la nota iniziativa targata AIB di promozione della lettura per i più piccoli. Coloratissima (ovviamente) e molto accattivante l’offerta dei titoli, suddivisi per “aree tematiche” (Carezze in rima, Libri cuccioli, Prima della buona notte, tanto per rendere l’idea). Chiude il delizioso volumetto un indice per autori. – Elena Gatti

034-170 Nemore (Francesca), La documentazione del fondo per il finanziamento dell’industria meccanica: tra ricostruzione industriale, salvataggi e pacificazione sociale, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 137-50.

034-171 New Hart’s rules: the Oxford style guide, edited by Anne Waddingham, Oxford, Oxford University Press, 20142 Þ rec. Michèle Clarke, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/1, marzo 2015, pp. 47-8.

034-172 Nova (Giuseppe), Brescia nella cartografia. XV-XIX sec. Catalogo della mostra dalla “Collezione Manera”, Roccafranca (BS), La Compagnia della Stampa Massetti Rodella Editori, 2014, pp. 127, ill. col., ISBN 978-88-8486-627-1, € 15. Il bel vol. rappresenta il catalogo della mostra svoltasi presso il Museo Diocesano di Brescia dal 25 ottobre 2014 al 26 aprile 2015. Si offre, con essenziali commenti introduttivi, una serie di 100 raffigurazioni della città dai manoscritti quattrocenteschi (bella, nella sua essenzialità, la “Carta Malatestiana” databile al secondo decennio del XV secolo) fino alla litografia con il piano regolatore cittadino realizzato dall’Unione Tipo-Litografica Bresciana nel 1900. Il percorso è organizzato cronologicamente con le immagini raggruppate per secolo in numero progressivamente crescente. Estremamente varia la natura delle raffigurazioni cittadine sia per precisione dei dettagli, sia per tipologia: dalla pianta alla veduta, dal disegno di un particolare all’insieme stilizzato e puramente ideale. Un’opera, dunque, che a dispetto del titolo non si limita alla cartografia, ma che spazia a qualunque tipologia di illustrazione che raffiguri la città di Brescia o, nell’insieme, il suo territorio. Da questo punto di vista ci si spinge fino alla veduta totalmente ideale del Fasciculus temporum di Werner Rolewinck (Venezia, Erhard Ratdolt, 1480) e quella, altrettanto ideale, del Formulario di Epistole di Gerolamo de Sanctis (Venezia, Pietro Piasi, 1486). La silografia usata in questo secondo caso si trova anche nel Supplementum chronicarum di Jacopo Filippo Foresti (almeno nell’edizione Venezia, Bernardino Benali, 15 dicembre 1486) impiegata, oltre che per Brescia, anche per Aquileia. L’uso di tali illustrazioni avrà avuto una funzione vagamente evocativa più che storico-documentaria. Extravagante un’illustrazione del purgatorio tratta dalla nota edizione della Commedia, Brescia, Bonino Bonini, 1487. Chiudono la bibliografia e l’indice. – L.R.

034-173 Nova (Giuseppe), Curzio Troiano Navono. Un poco noto editore bresciano a Venezia nel XVI secolo, «Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura», 21/42, dicembre 2014, pp. 41-50. Precisazioni sull’oscura figura del tipografo, attivo nella Venezia del pieno Cinquecento, Curzio Troiano Navò, il cui vero nome è Curzio di Troiano da Navone, in Val Sabbia. Se ne ricostruisce un profilo sulla base delle edizioni sottoscritte e di nuove acquisizioni documentarie. – L.R.

034-174 Nuovo (Angela), The book trade in the Italian Renaissance, Leiden-Boston, Brill, 2013 Þ rec. Lorenzo Mancini, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 263-4.

034-175 Oreffice (Beppe), Con Calvino in Topolino, a cura di Franca Mora, Milano, Unicopli, 2014 Þ rec. M[assimo] G[atta], «Charta» 138, marzo/aprile 2015, pp. 74-5.

034-176 Oreffice (Beppe), Con Calvino in Topolino, Milano, Unicopli, 2014, pp. 86, ISBN 978-88-400-1753-2, € 10. L’intervista realizzata nel 1993 dalla curatrice Franca Mora a Beppe Oreffice, ispettore commerciale della Einaudi nei primi anni ’50, viene qui riproposta in una nuova edizione interamente rivista e corredata da una introduzione e una presentazione storica. Il libro apre una finestra su un mondo editoriale solitamente non approfondito, quello della promozione commerciale. – Nicola Pensa

034-177 Ortolano (Pierluigi), Il trattato della vera origine, e del processo, e nome della nostra lingua di Celso Cittadini (Venezia, Ciotti, 1601), «Tipofilologia», 7, 2014, pp. 29-63. Viene proposta un’analisi bibliologica e storica dell’opera di Celso Cittadini dedicata alla nascita ed evoluzione della lingua italiana. Le postille all’edizione a stampa del 1601, inserite dal Cittadini stesso, per lo più esprimendo la sua insoddisfazione, permettono di interpretare la reale intenzione testuale dell’autore. – Francesco Reale

034-178 Ossola (Carlo), Erasmo nel notturno d’Europa, Milano, Vita e Pensiero, 2015, pp. 134, ISBN 978-88-343-2696-1, € 13. Il vol. propone una riflessione sulla ricezione del pensiero di Erasmo in alcuni celebri scrittori europei dal XV al XX secolo, accomunati dalla opinione di un Roterdamus «spirito illuminato, sobrio, “argine” (…) contro la barbarie del tempo presente» (p. 59). Scaturito da un ciclo di lezioni tenute dallo stesso a. nel 2012/13 presso il Collège de France, l’opera risulta un po’ appesantita da uno stile eccessivamente citazionale e da un apparato di note, seppur vasto e ben curato, difficilmente reperibile in calce al testo. Si tratta di una dotta meditazione che ha il privilegio di essere una solida testa di ponte verso opere più sostanziose. In particolare, ben curata e vivace la postfazione all’edizione italiana, la quale tocca alcuni aspetti editoriali legati alle ostilità mosse nel 1964 da Delio Cantimori contro l’imminente volontà einaudiana di ristampare l’Elogio della follia. – Davide Martini

034-179 Palazzolo (Maria Iolanda), La nascita del diritto d’autore in Italia. Concetti, Interessi, controversie giudiziarie (1840-1941), Roma, Viella, 2013 Þ rec. Vincenzo Trombetta, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 273-7.

034-180 Pallotta (Valeria), La collana “Scrittori d’Italia” nel carteggio tra Benedetto Croce e Giovanni Laterza, «La Fabbrica del Libro. Bollettino di storia dell’editoria in Italia», 19/2, 2013, pp. 14-21. La casa editrice Laterza pubblicò la collana “Scrittori d’Italia” per quasi ottant’anni tra il 1910 e il 1987 per un totale di 179 opere in un totale di 287 volumi. Fondamentale per la sua fortuna fu la collaborazione tra l’editore e Benedetto Croce, il cui carteggio si rivela fonte essenziale di notizie sulla sua genesi e sulla sua evoluzione fino alla morte di Giovanni Laterza avvenuta nel 1943. – M.C.

034-181 Palmieri (Giorgio), Dalla Piccola Cronaca a «Notizie dalla Dèlfico»: le ‘voci’ della Biblioteca, in La Biblioteca “Melchiorre Dèlfico” 1814-2014, a cura di G. Palmieri, pp. 121-45. L’a. ripercorre gli strumenti informativi con cui i bibliotecari della “Dèlfico” comunicano e interagiscono col mondo esterno a partire dai primi episodici tentativi della seconda metà dell’Ottocento fino alla attuale rivista «Notizie dalla Dèlfico». – M.C.

034-182 Parolotto (Alessia), 423. Nicolini da Sabbio, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, II, pp. 737-43. Bella voce, basata su una intelligente sintesi dell’estesa bibliografia precedente e dedicata a numerosi membri della famiglia originaria di Sabbio Chiese. – E.B.

034-183 Pavese (Claudio), Lo struzzo e la cicogna, Uomini e libri del commissariamento Einaudi (1943-1945), Milano, Unicopli, 2014 Þ rec. M[assimo] G[atta], «Charta» 138, marzo/aprile 2015, pp. 74-5.

034-184 Pavese (Claudio), Lo struzzo e la cicogna. Uomini e libri del commissariamento Einaudi (1943-1945), postfazione di Malcom Einaudi Humes, Milano, Unicopli, 2014 (Le quinte. Storie di carta, libri e collane, 2), pp. 149, ISBN 978-88-400-1765-5, € 13. Se si guarda alla storia dell’Einaudi, tra le tante vicende susseguitesi all’interno della casa editrice torinese, quella del commissariamento da parte della Repubblica Sociale Italiana è forse ancora oggi la più oscura. L’a. ha cercato in questo breve saggio di ripulire dalla polvere questo biennio misterioso mediante l’uso di lettere e documenti d’archivio che arricchiscono il testo. Partendo da un’attenta ricerca intorno ai protagonisti di quegli anni, l’a. si è poi concentrato in particolare sulla produzione editoriale decisa da Paolo Zappa, in seguito disconosciuta e radiata dal catalogo da Giulio Einaudi stesso. Il vol. vuole essere, quindi, un’apripista per iniziare a fare luce sui fatti salienti accaduti in quel non facile periodo all’interno della casa editrice dello struzzo. – Luca Montagner

034-185 Pérez Priego (Miguel Angel), Égloga nueva (de Diego Durán), in Texto, edición y público lector en los albores de la imprenta, pp. 187-214. Si analizza un testo ritrovato dal titolo Égloga nueva, in relazione alla identificazione del suo autore, alla datazione, alla versificazione e alla tipologia testuale. Il testo si conservava in una miscellanea fattizia (andata distrutta durante la II Guerra Mondiale) formata da opere drammatiche a stampa, così composta dal banchiere e bibliofilo Johann Jakob Fugger, e passata poi alla Bayerische Staatsbiblithek. L’a., può realizzare questo studio al seguito del ritrovamento di alcune fotografie dell’esemplare. In chiusura l’a. propone l’edizione critica del testo. – A.T.

034-186 Pesenti (Tiziana), 190. De Gregorio, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 340-2. La voce, solida e senza sbavature, è dedicata ai fratelli (originari di Forlì) Giovanni (attivo dagli anni ’70 del Quattrocento sino agli inizi del nuovo secolo a Vicenza, Padova e Venezia) e Gregorio (Venezia e Fano) che fu assai legato al mondo dell’incisione. – E.B.

034-187 Petrella (Giancarlo), “Ho creato una rivista unica al mondo”: Lamberto Donati e il “Maso Finiguerra” (1936-1940), «Paratesto», 11, 2014, pp. 163-81. Personaggio complesso, studioso raffinato dell’incisione quattro e cinquecentesca con un reale interesse alla bibliografia del libro antico, Lamberto Donati fondò e diresse per un pugno di anni una rivista specializzata e agguerrita, assai attenta anche al mondo internazionale della ricerca di settore: dopo la delusione per la chiusura della sua creatura (ma gli anni erano assai cupi e difficili) Donati nel dopoguerra iniziò a collaborare quasi stabilmente con “La Bibliofilia”, di cui fu tra gli autori più prolifici. – E.B.

034-188 Petrella (Giancarlo), 144. Cesare da Parma, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 264-5. Tipografo minore, attivo tra gli anni ’80 e ’90 del Quattrocento tra Venezia, Brescia e Cremona, anche in associazione con Bernardino Misinta. – E.B.

034-189 Petrella (Giancarlo), 321. Ippolito da Ferrara, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, II, pp. 570-2. Voce assai solida, basata su un recente e completo saggio dovuto allo stesso a.: Ippolito fu cantimbanco e cerretano, editore tra Pesaro, Venezia, Bologna, Brescia, Perugia, Parma nel corso del III decennio del Cinquecento. – E.B.

034-190 Petrella (Giancarlo), 441. Parravicino, Dionigi, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, II, pp. 777-8. Tipografo dall’esilissima produzione sopravvissuta, lavorò tra Cremona 1473, Como 1474 e Milano 1476 e ’78, dove è ricordato per la prima edizione interamente in greco. – E.B.

034-191 Petrella (Giancarlo), 467. Pocatela, Antonio, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, II, pp. 821-3. Capostipite di un’importante famiglia di tipografi fu Giacomo che dal nativo Borgogranco Suardi in Lomellina, trasferì le proprie attività prima a Pavia e poi a Venezia (ultimo decennio del XV sec.-IV del XVI). – E.B.

034-192 Petrella (Giancarlo), L’oro di Dongo ovvero per una storia del patrimonio librario del convento dei Frati Minori di Santa Maria del Fiume (con il catalogo degli incunaboli), Firenze, Olschki, 2012 Þ rec. Fiammetta Sabba, «Bibliothecae.it», 3/1, 2014, pp. 276-9.

034-193 Pilgrims and Pilgrimages as Peacemakers in Christianity, Judaism and Islam, edited by Antón M. Pazos, Farnham – Burlington, Ashgate, 2013 (Compostela International Studies in Pilgrimage History and Culture), pp. xii+279, ill. b/n, ISBN 978-1-4094-6826-4, s.i.p. Il vol. raccoglie, dopo un’introduzione del curatore, tredici contributi di altrettanti studiosi (storici e antropologi) che mirano a definire il contributo (reale?) dei pellegrini e del fenomeno del pellegrinaggio in generale alla costruzione della pace. In ogni epoca (il vol. non pone limiti cronologici alla trattazione), lo spostamento di persone a fini religiosi ha richiesto condizioni che favorissero tale movimento: sicurezza dei percorsi, accordi per il transito in territori di diversa appartenenza religiosa. Ha inoltre messo in contatto uomini di differente provenienza, di differenti culture, di differenti fedi e confessioni. Nei saggi ampio spazio è dato ai luoghi che vedono il confluire dei pellegrini delle tre grandi religioni monoteiste, ovvero l’area della Palestina, con al centro Gerusalemme. In fine l’epilogo, a firma di Simon Coleman, che richiamando il mitologico Giano, definisce i due volti del pellegrinaggio: fattore di pace e di pacificazione, ma anche fenomeno perturbativo di una realtà che spesso non è disposta ad accettare intrusioni dall’esterno. Un’idea originale per affrontare un tema che, oggi come nei secoli passati, ha interessato l’Europa e il Medio Oriente, ma anche l’Africa mediterranea e l’India. Chiude l’indice analitico. – L.R.

034-194 Piras (Alessandro), Associazione Italiana Documentalisti Brevettuali (AIDB), «AIDAinformazioni», 32/1-2, luglio-dicembre 2014, pp. 121-2. Profilo dell’Associazione senza fini di lucro, nata nel 2004. – L.R.

034-195 Pitrè (Giuseppe), Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani, Roma, Donzelli, 2013 Þ Elide Casali, «Esperienze letterarie», 3, 2014, pp. 131-5.

034-196 Pongetti (Francesca), La biblioteca dello storico Enzo Santarelli (1922-2004): i testi sul Fascismo, Ancona, Assemblea legislativa delle Marche, 2012 Þ rec. Vittorio Ponzani, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 281-2.

034-197 Ponzani (Vittorio), Fare cose serie in modo faceto: la biblioteca circolante di Angelo Fortunato Formiggini a Roma nei primi decenni del Novecento, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 69-94. Sulla storia della Biblioteca circolante de “L’Italia che scrive”, creata da Formiggini nel 1922. – A.L.

034-198 Ponziani (Luigi), La “Dèlfico” nei decenni preunitari. Alle origini delle biblioteche in Abruzzo, Teramo, Provincia di Teramo – Biblioteca provinciale Melchiorre Dèlfico, 2014 (Delficina, 5), pp. 109, ill., s.i.p. Il volumetto fornisce dati utili alla conoscenza della storia bibliotecaria abruzzese e consiste soprattutto in un’estesa appendice che contiene la trascrizione di documenti relativi alle origini e alla formazione dell’attuale Biblioteca Dèlfico, compresi alcuni elenchi di libri (lasciti e acquisti), tra cui assume particolare rilievo quello dei volumi donati da Melchiorre Dèlfico nel 1826 al Real collegio di Teramo. La trascrizione è preceduta da alcune note introduttive: La tradizione bibliografica e documentaria nel Regno [delle Due Sicilie], La nascita delle biblioteche pubbliche in Abruzzo, La Biblioteca Dèlfico, La crisi delle biblioteche abruzzesi. – R.G.

034-199 Possidente (Silvana), Concordanze geografiche miste. Lettura geografica del Piacere con C.A.T.M.A., Google Earth, Google Maps, Google Docs, «AIDAinformazioni», 32/1-2, luglio-dicembre 2014, pp. 81-97. Si presenta uno studio relativo allo spazio nel romanzo dannunziano grazie al supporto di C.A.T.M.A. (Computer Aided Textual Markup and Analysis). – L.R.

034-200 Price (Kennet M.), “Many long dumb voices… clarified and transfigured”: the Walt Whitman Archive and the scholarly edition in the digital age, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 241-56.

034-201 Pringle (Denys), Pilgrimage to Jerusalem and the Holy Land, 1187-1291, Farnham – Burlington, Ashgate, 2012 (Crusade texts in translation, 23), pp. xii+463 con 12 pp. di ill. b/n, ISBN 978-0-7546-5125-3, s.i.p. Il vol. pubblica in traduzione inglese diciassette resoconti di viaggio in Terra Santa di varia ampiezza redatti tra il 1187 e il 1291. Si tratta dei testi di Wilbrand of Oldenburg (viaggio del 1211-1212), di Thietmar (1217-1218), di Ernoul (ca. 1231) e di Matthew Paris (1250-1259); dei francescani frate Maurice (1271-1273) e Filippo di Savona (1285-1289); dei domenicani Geoffrey de Beaulieu (1251), Burcardo del Monte Sion (1274-1285) e Riccoldo di Monte Croce (1288-1289); più alcuni anonimi, uno genericamente duecentesco, un altro franco-normanno (1258-1263), due greci (1253-1254 e ca. 1250-1350), altri due che descrivono diversi itinerari (1229-1239). Nell’introduzione l’a. ricostruisce il contesto storico che sottende agli itinerari presentati e tenta di definirne ragioni, pratiche ed evidenze archeologiche. Seguono i profili dei singoli testi di cui si ripercorre succintamente la tradizione. Chiude un’amplia bibliografia e un utile e articolato indice analitico. – L.R.

034-202 Procino (Maria), La censura teatrale in Italia: dalla rivista alla prosa il racconto dei copioni conservati in Archivio Centrale dello Stato (1944-1962), «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 121-36. Presso l’Archivio Centrale dello Stato si conservano copioni sottoposti nel secondo Dopoguerra al vaglio del Servizio per la stampa, lo spettacolo e il turismo. Le tracce di lettura, modifica e censura su di essi riscontrabili costituiscono una preziosa fonte per la storia del teatro in Italia. – A.L.

034-203 Prorompente (Un) archivio. Cesare Zavattini alla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, a cura di Giorgio Boccolari – Orlando Piraccini, Bologna, Compositori, 2013 Þ rec. Anna Giulia Cavagna, «Bibliothecae.it», 3/1, 2014, pp. 270-2.

034-204 Pugliese (Rossella), Teaching Terminology Work with Databases. A Case Study, «AIDAinformazioni», 32/1-2, luglio-dicembre 2014, pp. 99-108. La comunicazione scientifica internazionale si giova di database specifici concepiti per la traduzione della terminologia specifica. In ambito formativo è importante che futuri traduttori possano imparare a lavorare in autonomia su tali strumenti. – L.R.

034-205 Quaquarelli (Leonardo), Il Quattrocento dei copisti. Bologna. Seconda edizione riveduta e corretta con aggiunta di specimina di scritture, Bologna, I libri di Emil, 2014, pp. 255, ill., ISBN 978-88-6680-120-7, € 20. Attraverso l’analisi di codici trascritti da copisti bolognesi e codici vergati a Bologna da non bolognesi, l’a. fornisce una mappatura della produzione libraria in area felsinea fra l’ultimo quarto del XIV secolo e il primo ventennio del XVI. Il lavoro – preceduto da una riflessione in cui l’a. chiarisce il senso della propria ricerca suggerendo, nel contempo, future possibili traiettorie di indagine (Il nodo della scrittura nel tessuto dell’Umanesimo, pp. 7-15) – è suddiviso in due parti: la prima contiene le schede (ordinate alfabeticamente) intestate ai copisti – si forniscono qui i dati reperiti sul copista, la bibliografia relativa, un elenco sommario dei codici noti esemplati dal copista e, infine, un elenco e una descrizione approfondita dei manoscritti vergati a Bologna – la seconda, invece, contiene l’elenco (organizzato alfabeticamete per attuale città di conservazione) dei codici scritti a Bologna da copisti non identificati. Corredano il lavoro alcuni utili specimina di scrittura, l’Indice dei manoscritti della prima parte e l’Indice dei nomi. – Elena Gatti

034-206 Raieli (Roberto), Multimedia information retrieval. Theory and techniques, Oxford, Chandons, 2013 Þ rec. Antonella Trombone, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 283-6.

034-207 Reyes Gómez (Fermín de los), Editores en busca de impresores, impresores en busca de editores en el siglo XV, in Texto, edición y público lector en los albores de la imprenta, pp. 215-41. L’a., dopo aver sommariamente ripercorso quella che fu la diffusione della stampa in Spagna nel XV secolo, passa ad analizzare lo stretto rapporto esistente tra editori e stampatori, riconosciuti come figure strettamente legate all’interno della filiera della produzione e diffusione dei testi a stampa. Ci si sofferma in particolar modo sulle istituzioni ecclesiastiche come fautrici di spinte editoriali per gli stampatori, in riferimento, per esempio, a stamperie promosse da autorità ecclesiastiche, al progetto delle Bolle della Santissima Crociata o alle commissioni singole affidate a stampatori già avviati. Il tutto inserito in un contesto in cui iniziavano a nascere delle società di editori e in cui cresceva la figura dell’agente che faceva da intermediario tra editore e stampatore. – A.T.

034-208 Rhodes (Dennis E.), Giovanni Battista Ciotti (1562-1627?): publisher extraordinary at Venice, Venezia, Marcianum Press, 2013 Þ rec. Anna Giulia Cavagna, «Bibliothecae.it», 3/1, 2014, p. 276.

034-209 Rhodes (Dennis E.), Giovanni Battista Ciotti (1562-1627?): publisher extraordinary at Venice, Venezia, Marcianum Press, 2013 Þ rec. Valentina Sestini, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 266-8.

034-210 Ricca (Alfonso), 277. Giolito De Ferrari, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, II, pp. 479-85. Grazie anche all’abbondante bibliografia disponibile, le informazioni fornite sono sicure e ben espresse. Resta qualche dubbio sia sull’intestazione della prima delle due schede dedicata a Bernardino, universalmente noto come Stagnino, sia sulla agglomerazione di Bernardo e di Giovanni sr. il cui grado di parentela è abbastanza incerto. – E.B.

034-211 Ricca (Alfonso), 283. Giunta, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, II, pp. 495-503. La voce tenta di destreggiarsi con mestiere tra i diversi rami della famiglia, attivi in mezza Europa per ben oltre un secolo. Sull’attività di Lucantonio sr. qualche ulteriore informazione in Religion et littérature à la Renaissance. Mélanges en l’honneur de Franco Giacone, Paris, Classique Garnier, 2012, pp. 223-42. – E.B.

034-212 Ricca (Alfonso), 41. Bartoli, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 59-63. Originaria di Salò sul Garda, la famiglia di stampatori, attiva nella seconda metà del ’500, annovera Girolamo (Pavia, Reggio E., Genova), Ercolano (Reggio E., Cremona), Pietro jr. e Traiano, questi ultimi due associati (Pavia, Genova). – E.B.

034-213 Ricca (Alfonso), 432. Paganini, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, II, pp. 760-7. I solidi studi (da Luigi Balsamo ad Angela Nuovo) dedicati a Paganino e, soprattutto, al figlio Alessandro permettono la costruzione di una voce assai solida e corposa. – E.B.

034-214 Ricca (Alfonso), 596. Zanetti, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, III, pp. 1074-82. La voce è incentrata sulla famiglia di tipografi (e copisti di greco) originaria di Casterzago, la cui attività si estende per buon tratto del XVI sec., sconfinando per quasi tutto il secolo successivo. Tra le molteplici esperienze del fondatore Bartolomeo, da segnalare anche quella di allestitore della tipografia protestante di Dolfino Landolfi a Poschiavo (1547, carente la relativa bibliografia), che però non può essere definito (specie in riferimento al XVI sec.) «una borgata alpina situata a 1000 m di altezza che, pur collocandosi in Valtellina, non solo non faceva più parte della Valtellina ma neppure del territorio nazionale». – E.B.

034-215 Rivali (Luca), 236. Fontana, Bartolomeo, in Dizionario degli editori, tipografi librai itineranti, II, pp. 413-5. L’a. torna a un editore a lui ben noto: originario della Val Sabbia, fu editore e libraio a Brescia e a Venezia nella prima metà del Seicento. – E.B.

034-216 Rojo Vega (Anastasio), Nuevos datos para la historia de la imprenta y del comercio de libros impresos en Valladolid (1481-1545), in Texto, edición y público lector en los albores de la imprenta, pp. 243-61. Riconoscendo come lo studio delle origini della stampa in Spagna sia generalmente difficile, a causa della scarsità di documenti affidabili anteriori al 1530-1540, l’a. si propone di fornire alcuni nuovi dati relativi ai primordi della tipografia a Valladolid. I dati sono stati ricavati dallo studio e dall’interpretazione dei protocolli dell’Archivio Storico Provinciale di Valladolid, in relazione a stampatori, librai e a tutte quelle attività che ruotavano attorno alla stampa: miniatori, legatori e cartai. L’a. trascrive anche alcuni interessanti documenti relativi a contratti di stampa. – A.T.

034-217 Rolfi Ožvald (Serenella), “Agli amatori delle belle arti Gli autori”. Il laboratorio dei periodici a Roma tra Settecento e Ottocento, Roma, Campisano, 2012 Þ rec. Maria Cardillo, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 271-3.

034-218 Romiti (Beatrice), Gli archivi confluiti nell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente: rilevazione e descrizione, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 95-106. Sulla sistemazione dell’archivio dell’IsIAO di Roma, in cui furono fusi, nel 1995 l’Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente e l’Istituto italo-africano. – A.L.

034-219 Ruffini (Graziano), 116. Calenzani, Pietro Giovanni, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 213-4. Nei primi due decenni del Seicento fu attivo (in proprio o alle dipendenze di altri) fra la nativa Tortona, Genova e Aqui Terme. – E.B.

034-220 Ruffini (Graziano), 89. Bono, Giovanni, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 167-8. Agostiniano tedesco, stampò nei conventi del suo ordine a Savona (1474) e Milano (1475-78, S. Maria Incoronata). – E.B.

034-221 Ruíz García (Elisa), Avatares de un manuscrito de autor, in Texto, edición y público lector en los albores de la imprenta, pp. 263-90. L’a. introduce il discorso con una lucida premessa che ben chiarisce il passaggio da libro manoscritto a testo a stampa. Si sottolineano, infatti, i cambiamenti sociali degli “attori” coinvolti nelle due differenti produzioni e si ricorda la logica sottesa all’invenzione della stampa: non la volontà di fare qualcosa di totalmente diverso dal libro manoscritto, ma l’idea di moltiplicare meccanicamente i testi. L’a. passa poi a considerare un particolare tipo di manoscritto, un manoscritto finalizzato alla stampa che contenesse cioè il testo in una forma adatta alla pubblicazione. Questo tipo di manoscritti, sottolinea l’a., si conserva raramente: infatti, una volta terminato il processo di stampa, questi codici diventano inutili e venivano quindi rigettati come materiali di scarto. Dopo aver ripercorso quelli che sono i numerosi problemi e le casistiche (e i diversi accorgimenti da adottare, quindi, a livello metodologico e filologico) sottesi allo studio del processo genetico di un’opera scritta, l’a. passa a considerare un rarissimo caso di manoscritto preparato dall’autore per l’edizione a stampa. Si tratta di un manoscritto conservato presso l’Accademia Reale di Storia a Madrid, che tramanda una coppia di testi inediti del chierico di Valencia Joan Martí Figuerola: Disputas e Lumbre de fe contra la secta macomécticha. Il codice è stato riconosciuto dall’a. come apografo, fatto realizzare dal suo autore perché fosse destinato alla stampa (il manoscritto è inoltre percorso da numerosi interventi autografi dello stesso autore). L’interessantissima analisi dell’esemplare condotta dall’a. rileva una puntigliosa organizzazione nella sua realizzazione. Era stata, infatti, attuata tutta una serie di tecniche, classificate dall’a. come “mise en forme” (strutturazione del corpo del manoscritto), “mise en page” (progettazione della pagina), “mise en écrit” (delinazione della scrittura), “mise en texte” (trascrizione del messaggio scritto) e “mise en scène” (apparato iconico), necessarie per passare dall’atto creativo dell’autore a un oggetto adatto a essere riprodotto meccanicamente, tramite la stampa a caratteri mobili. In chiusura si dà notizia della storia dell’esemplare manoscritto. – A.T.

034-222 Sabba (Fiammetta), Dalla corrispondenza di Paolo Maria Paciaudi i ‘prolegomena’ ad una storia della Biblioteca Parmense, «Bibliothecae.it», 3/1, 2014, pp. 185-230. Si pubblicano le lettere di Paolo Maria Paciaudi (1710-1785) al primo ministro Guillaume-Léon Du Tillot (1711-1774) e quelle di Domenico Passionei (1682-1761) a Paciaudi, da cui si ricavano utili informazioni riguardo alle origini della Palatina di Parma. – L.R.

034-223 Salsi (Claudio), Achille Bertarelli e i Tesini, in Colporteurs, I venditori di stampe e libri e il loro pubblico, pp. 133-4. Si riflette sul ruolo dei Tesini, già rilevato da Achille Bertarelli, nel fare da tramite tra editore e potenziali clienti, ma soprattutto nel fornire all’editore stesso informazioni preziose su come adattare le immagini ai gusti del pubblico in cui queste venivano vendute. – A.T.

034-224 Sánchez Espinosa (Gabriel), Antonio y Gabriel de Sancha, libreros de la Ilustración, y sus relaciones comerciales con Inglaterra, «Bulletin of Spanish Studies», 91, 2014, pp. 217-59. A partire da una disamina delle vicende biografiche del libraio-editore madrileno Antonio de Sancha, viene alla luce un fluido commercio librario da e per l’Inghilterra sul finire del XVIII secolo, ben documentato dal progressivo aumento di libri in lingua inglese nei cataloghi della fiorente libreria spagnola (lista dettagliata in appendice). Il merito di aver avviato questi esclusivi scambi librari è attribuito a Gabriel de Sancha, figlio ed erede di Antonio, costretto a espatriare nel 1782 per evitare l’arresto imposto dall’autorità ecclesiastica a causa di un matrimonio promesso, ma mai celebrato: ciò non gli impedirà di espandere gli interessi familiari all’estero, in particolare presso le tre importanti librerie londinesi White, Payne e Boyden. Il contributo esamina e commenta la quantità e la tipologia di opere scambiate, di cui vengono forniti alcuni grafici analitici, oltre a suggerire future piste di ricerca. – Davide Martini

034-225 Sandal (Ennio), 102. Britannico, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 190-2. La dinastia dei bresciani B. estese la propria attività, cominciata a Padova presso Pierre Maufer ancora nel 1475, fino oltre la metà del XVI sec.: l’a. non fa che sunteggiare qui il suo fondamentale Uomini di lettere. Uomini di libri, Firenze, Olschki, 2012. – E.B.

034-226 Sandal (Ennio), 28. Ardizzone, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 36-9. Nella famiglia di librai e stampatori spicca un Giacomo che fu attivo tra Ivrea, Milano (con G.B. Rossi), Pavia e Piacenza nei primi decenni del ’600. – E.B.

034-227 Sandal (Ennio), 7. Agostino da Vimercate, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 9-11. Tipografo della famiglia Piazza, fu attivo a Milano ma, per una controversia piuttosto complessa connessa col celebre teorico musicale Franchino Gaffurio, un suo libro riporta il falso luogo di stampa Torino. – E.B.

034-228 Santoro (Marco), I Giunta a Madrid. Vicende e documenti, Pisa-Roma, Serra, 2013 Þ rec. Lorenzo Baldacchini, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 265-6.

034-229 Santoro (Marco), I Giunta a Madrid. Vicende e documenti, Pisa-Roma, Serra, 2013 Þ Valentina Sestini, «Esperienze letterarie», 3, 2014, pp. 123-4.

034-230 Scapecchi (Piero), 266. Geraert de Lys, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, II, pp. 458-9. Fiammingo, Geraert fu copista, cantore e maestro di grammatica prima di intraprendere una modesta carriera di tipografo nell’ultimo trentennio del XV sec. fra Treviso, Venezia, Udine e Cividale. – E.B.

034-231 Scapecchi (Piero), 479. Ratdolt, Erhard, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, III, pp. 845-6. Col suo solito gusto della sintesi, l’a. fornisce un rapido ritratto dell’importante tipografo attivo tra Venezia e la nativa Augusta. – E.B.

034-232 Scrima (Elena), 409. Moretto, Stefano, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, II, pp. 714-6. La voce è inficiata dalla mancata conoscenza di Alessandro Ledda, Per l’attribuzione della Carta de logu del 1560, «La Bibliofilia», 114, 2012, pp. 133-52 che chiarisce molti punti oscuri della vicenda. – E.B.

034-233 Sernia (Fabrizia Flavia), Editoriale, «AIDAinformazioni», 32/1-2, luglio-dicembre 2014, p. 9. Considerazioni riguardo alla riapertura della rivista. – L.R.

034-234 Serrai (Alfredo), Editoriale. Fondamento di ogni conoscenza: idee chiare. Il caso della Bibliografia, «Bibliothecae.it», 3/1, 2014, pp. 11-6. L’a. ritorna su un tema che gli è caro, puntualizzando alcune specificità della Bibliografia come disciplina scientifica. – L.R.

034-235 Serrai (Alfredo), Storia delle biblioteche. Parte I, «Bibliothecae.it», 3/1, 2014, pp. 137-84. Prima parte di una storia delle biblioteche «che trovi sostegno e giustificazione in una dottrina che sia specifica di quella teoria generale che attiene ai rapporti, sia interni che di servizio di una collezione di libri, ovvero di documenti informazionali, […] realizzabile quando l’esposizione e gli oggetti considerati si inseriscano nel quadro di quella disciplina, ovvero la Bibliografia, che studia i rapporti fra le singole comunicazioni registrate, i loro insiemi, e i loro potenziali utenti» (p. 137). – L.R.

034-236 Sestini (Valentina), 77. Blado, Antonio, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 147-52. La bella voce (che si giova di una consolidata bibliografia) testimonia dell’attività tutta romana del nostro, che però semel impresse fuori città a Foligno (e forse a Rieti). – E.B.

034-237 Simone (Berardino), La “sfida” dei beni culturali. Dalle biblioteche di “conservazione” alla “Biblioteca Pubblica” (Lettera ai restauratori), «Bibliothecae.it», 3/1, 2014, pp. 233-64. Interessanti spunti di riflessione sulla biblioteca come “bene culturale”, tema da riportare al centro dopo l’oblio riscontrabile nella letteratura specialistica e non. – L.R.

034-238 Sottosopra: voci contemporanee dell’illustrazione svedese. Bologna, Museo civico archeologico (26 marzo, 14 aprile, 2013), a cura di / edited by Hamelin Associazione culturale, Bologna, Compositori, 2013 Þ rec. Anna Giulia Cavagna, «Bibliothecae.it», 3/1, 2014, p. 269.

034-239 Stagi (Tiziana), Per il popolo e non per la massa: il Dizionario enciclopedico italiano e le discipline del libro, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 28, 2014, pp. 151-69. Il contributo esamina i lemmi relativi al settore del libro (bibliografia, bibliofilia, biblioteche, biblioteconomia, storia della stampa etc.) inclusi del Dizionario enciclopedico italiano, pubblicato fra il 1955 e il 1961. – A.L.

034-240 Stewart (Brian), Pictures into words, «The Indexer. The International Journal of Indexing», 33/1, marzo 2015, pp. 8-25. L’accesso per soggetto è fondamentale per gli archivi di immagini. Il contributo esamina dapprima i sistemi attuali di indicizzazione dei soggetti per le fotografie, per poi passare a proporre nuovi metodi a uso degli indicizzatori professionisti. – L.R.

034-241 Tavoni (Maria Gioia), Valla tra lettori ed editori. Su una recente raccolta di studi, «Studi e problemi di critica testuale», 89, 2014, pp. 151-61. Ampia presentazione degli atti del convegno tenuto a Prato, 3-6 dicembre 2008, La diffusione europea del pensiero del Valla (Firenze, Polistampa, 2013). Il contributo si concentra in particolare sul tema del passaggio a stampa delle opere dell’umanista romano. – A.L.

034-242 Texto, edición y público lector en los albores de la imprenta, a cura di Marta Haro Cortés – José Luis Canet Vallés, València, Universitat de València, 2014, ill. b/n, ISBN 978-84-370-9562-2, s.i.p. Il vol. (nato come continuazione di una serie di iniziative legate allo studio della stampa in relazione alla filologia e nell’ambito del progetto di ricerca Panaseo), grazie a contributi di vari studiosi, racconta la trasformazione del testo manoscritto in esemplare destinato alla stampa e analizza il processo che convertì il libro in un prodotto commerciale e culturale: aspetti tecnici di stampa e composizione quindi, ma anche logiche commerciali ed economiche, legate alle figure di editori, mecenati e librai. Oltre a questi aspetti il vol. concentra poi l’attenzione sui primordi della stampa in Spagna. Si segnalano i singoli contributi. – A.T.

034-243 Tinti (Paolo), 298. Griffo, Francesco, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, II, pp. 529-32. Come è ben noto incisore di caratteri (punzonista), il bolognese Griffo iniziò a lavorare nel 1475 a Padova, da dove si trasferì a Venezia, aggregato all’entourage manuziano. Dopo lo scandalo della contraffazione dei caratteri corsivi, fu nell’Italia centrale legato al Soncino e poi al Petrucci e poi a Filippo Giunta, sempre sperimentatore nel campo dei caratteri, finché tra il 1516 e il ’17 si fece editore nella nativa Bologna. – E.B.

034-244 Tinti (Paolo), 422. Nicoli, Giovanni Antonio, in Dizionario degli editori, tipografi librai itineranti, II, pp. 736-7. L’attività di questo modesto tipografo si allocò inizialmente nella nativa Modena, dove lavorò soprattutto come stampatore di materiale di consumo per il comune (1542-1555) per poi ricomparire a Rimini qualche anno dopo (1562). – E.B.

034-245 Tinti (Paolo), Fra cultura e letture benedettine: la librarìa di San Pietro in Modena capitale (secc. XVI-XVIII), in “Su questa pietra…”: Nuovi studi e ricerche sull’abbazia benedettina di San Pietro in Modena, a cura di Sonia CavicchioliVincenzo Vandelli, Modena, Panini, 2014, pp. 47-71. L’ampio ed esaustivo saggio di Tinti mira a ricostruire e contemporaneamente a esporre in maniera analitica la storia culturale e funzionale dell’antica raccolta libraria del monastero benedettino di San Pietro di Modena. La biblioteca di questa importante istituzione monastica vanta un’origine antichissima che affonda le sue radici nel secolo XII. L’asse speculativo della trattazione di Tinti trova però il suo perno nell’età moderna, il periodo che vede crescere e maturare su più livelli la raccolta monastica emiliana. L’analisi sulla storia bibliotecaria viene condotta utilizzando numerose tipologie di fonti, non solo quelle squisitamente archivistico-bibliografiche, ma anche quelle utili a rintracciare la localizzazione fisica della biblioteca. Ci si riferisce, per esempio, all’esame incrociato dei documenti archivistici sulle spese di decorazione delle scaffalature con l’indagine in situ circa i colori delle pareti dell’edificio, rappresentante, nella fattispecie, uno dei pochi indizi per la individuazione dell’antica sede della raccolta. In seguito la trattazione si sposta sulle vicende legate all’utilizzo dei libri proibiti, all’accesso degli esterni ai locali bibliotecari e, particolarmente, alla compilazione dei cataloghi. Più precisamente, fulcro di questa parte dell’indagine risulta essere l’analisi della “Bibliographia S. Petri Mutinensis”, catalogo bibliografico della raccolta monastica. Il documento, compilato in pieno XVIII secolo dal bibliotecario piemontese Bruno Solaro, costituiva de facto, secondo una tendenza tutta settecentesca, un indice di spoglio degli autori e delle opere ospitati tra gli scaffali della biblioteca benedettina. L’eccellente indagine di Tinti, che guarda al metodo pratico della scuola dell’histoire materiélle piuttosto che a quello delle schiere degli storici “enumerativi”, si conclude con un’esame analitico-qualitativo del patrimonio bibliografico della raccolta seguito dalla ricostruzione di due fondi particolari presenti all’interno della stessa, quelli riconducibili al cardinale Fortunato Tamburini e al padre Cassiodoro Montagnoli. – N.V.

034-246 Toia (Katia), I cartai milanesi: economia, società e artigianato nella Milano del Quattrocento, in Medioevo in formazione. Tra ricerca e divulgazione, a cura di Alberto Luongo – Marco Paperini, Livorno, Debatte, 2014, pp. 55-65. Il contributo si focalizza sugli strumenti contrattuali usati dai cartai e sulla loro evoluzione, sulle antiche normative che disciplinavano la produzione, sul rapporto tra cartai e tipografi. – A.L.

034-247 Torchio (Il) e l’architetto. Opere a stampa e biblioteche di architettura nei ducati di Parma e Piacenza in età farnesiana (1545-1731), a cura di Carlo Mambriani, Roma, Quasar, 2013 Þ rec. Alfredo Serrai, «Bibliothecae.it», 3/1, 2014, p. 268.

034-248 Trombetta (Vincenzo), Le biblioteche meridionali nell’Ottocento, in La Biblioteca “Melchiorre Dèlfico” 1814-2014, a cura di G. Palmieri, pp. 21-44. Viene proposto un rapido e sintetico excursus sulla storia delle biblioteche dell’Italia meridionale dai primissimi anni dell’Ottocento fino alla nascita delle biblioteche popolari e comunali nell’Italia unita. – M.C.

034-249 Tuzzi (Hans), Il mondo visto dai libri, Milano, Skira, 2014 Þ rec. M[auro] C[hiabrando], «Charta», 137, gennaio/febbraio 2015, pp. 74-5.

034-250 Universo (L’) internazionale della cultura e delle arti tra Rimini, Parigi e Roma: il fondo Des Vergers della Biblioteca Gambalunga di Rimini, Bologna, Compositori, [2014], pp. 421, ill., ISBN 978-887794823-6, € 25. Questo poderoso vol. raccoglie l’inventario analitico delle dieci buste costituenti il Fondo des Vergers conservato presso la biblioteca Gambalunga di Rimini. Ognuno dei ricchi faldoni raccoglie testimonianze sulla policroma personalità del suo produttore, il marchese Adolphe Noël de Vergers, antichista, orientalista e collezionista borgognone, il quale intrecciò rapporti di varia natura con l’ambiente riminese fin dal 1830. Il fondo è costituito in sostanza dall’archivio personale, dalla biblioteca e da un discreto numero di antichità (vasi e marmi romani, epigrafi etc.) appartenute al nobile francese. Il catalogo risulta dunque uno strumento fondamentale per comprendere la personalità di questo illustre personaggio, studioso raffinato i cui scritti e carteggi eruditi dovrebbero essere riscoperti e studiati in maniera approfondita. – N.V.

034-251 Vacalebre (Natale), 107. Butelli, Giovanni Battista, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, p. 200. Libraio eugubino, non mancò di finanziare edizioni presso i tipografi perugini negli ultimi tre decenni del Cinquecento. – E.B.

034-252 Vacalebre (Natale), 17. Alvigi, Annibale, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 20-1. Profilo di un modesto tipografo la cui scarsa produzione (probabilmente si occupò di stampati effimeri ora perduti o non rintracciati) si colloca tra Perugia e Todi nei primi decenni del XVII sec. – E.B.

034-253 Valisa (Silvia), Sulla preparazione di un campione di catalogo digitale aumentato delle edizioni Sonzogno, «La Fabbrica del Libro. Bollettino di storia dell’editoria in Italia», 19/2, 2013, pp. 46-53. Grazie a un progetto finanziato da una università straniera, è in corso la ricostruzione di un campione digitale del catalogo bibliografico ottocentesco della casa editrice Sonzogno. – M.C.

034-254 Verzilli (Daria), 2. Accolti, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 2-4. Anche grazie alla presenza di un saggio di Masetti Zannini, viene fornita una voce piuttosto solida e ben articolata sull’editore-libraio e tipografo Giulio, attivo tra Brescia, Roma e Venezia nella seconda metà del XVI secolo. – E.B.

034-255 Verzilli (Daria), 44. Basa, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 65-9. Ampia e solida voce dedicata a Domenico e Bernardo che da Cividale del Friuli furono attivi a Roma e Venezia dai primi decenni del ’500 sino a fine secolo. – E.B.

034-256 Villa (Altea), Ricordi e appunti di Ettore Cozzani sulla creazione de «L’Eroica», «La Fabbrica del Libro. Bollettino di storia dell’editoria in Italia», 19/2, 2013, pp. 59-62. Grazie al fondo d’archivio di Ettore Cozzani, fondatore nel 1911 della rivista «L’Eroica» e in seguito anche dell’omonima casa editrice, l’a. ripercorre alcuni momenti importanti dell’attività dell’intellettuale ligure. – M.C.

034-257 Vincelli (Giovanna M. P.), 32. Arrighi, Ludovico degli, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 46-7. Povera voce su un personaggio poliedrico attivo come calligrafo e tipografo tra Roma e Venezia. – E.B.

034-258 Vincelli (Giovanna M. P.), 544. Sweynheym, Conrad & Pannartz, Arnold, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, III, pp. 976-7. Voce piuttosto raccogliticcia, priva di nerbo e di bibliografia adeguata. – E.B.

034-259 Zanola (Maria Teresa), Terminologia e comunicazione al cittadino, «AIDAinformazioni», 32/1-2, luglio-dicembre 2014, pp. 115-7. Partendo dal presupposto che la terminologia svolge un ruolo di grande rilievo nel collegamento fra i saperi e che «l’uniformità del lessico è essenziale ai fini di una corretta trasmissione della conoscenza» (p. 115), si avvia una riflessione «sulla rilevanza del processo di costruzione di un prodotto terminologico» (p. 117). – L.R.

034-260 Zito (Paola), 97. Bozzola, in Dizionario degli editori, tipografi, librai itineranti, I, pp. 178-82. Nativi di Brescia, i Bozzola (Giovanni Battista sr., Tommaso, Pietro, eredi di Tommaso e Giovanni Battista jr.) furono attivi in diversi centri dell’Italia settentrionale tra fine XVI e, soprattutto, primi decenni del XVII sec. – E.B.

034-261 Zonca (Elisabetta), Le biblioteche cattoliche a Milano tra Ottocento e Novecento, Milano, Edizioni Biblioteca Francescana, 2013 Þ rec. Alfredo Serrai, «Bibliothecae.it», 3/1, 2014, pp. 267-8.

 

Indici di recensioni e segnalazioni

Aldo Manuzio 2, 154

Antonio Possevino 4, 13, 47, 97, 107, 115

Archivi 5, 60-1, 79, 170, 200, 202-3, 218, 256

«Avisos» 10

Bibliofilia 7

Bibliografia 234, 239

«Biblioteca di via Senato» 21-3

Biblioteconomia 44, 51, 52

Brescia 172

«Charta» 54-6

Collezionismo 83, 94, 109, 123, 130, 168, 249

Colporteurs 63, 89, 126, 157, 223

Commercio librario 174, 224

Dante F, 150

Digitalizzazione 6

Diritto d’autore 179

Editoria del ’400 A, H, 8-9, 25, 27, 74, 85, 99, 112, 116, 122, 143, 147, 148, 186, 188, 190-1, 207, 211, 220, 225, 230-1, 242-3, 257-8

Editoria del ’500 11-12, 16-17, 25-6, 28-30, 32-3, 36, 42-3, 46, 48-9, 59, 77, 100, 103, 114, 136, 142, 143, 145, 146, 147, 153, 155-6, 163, 173, 182, 185, 186, 189, 191, 208-14, 216, 225, 227-9, 232, 236, 243-4, 251, 254-5, 257, 260

Editoria del ’600 38-9, 46, 64, 102, 127, 135, 177, 208-9, 215-6, 219, 225-6, 252, 260

Editoria del ’700 F, 31, 40, 46, 150, 217

Editoria dell’800 67, 91, 93, 144, 217, 253

Editoria del ’900 E, 15, 19, 35, 65, 96, 119, 140-1, 175-6, 180, 183-4, 253

Editoria contemporanea 110

Editoria digitale 53

Editoria popolare 125

Epistolografia 84

Erasmo 178

Giambattista Bodoni B

Illustrazione libraria 111, 159, 238

Indicizzazione 34, 82, 87, 113, 118, 132-3, 139, 171, 240

Inventari librari D

ISIS 57

Itinera ad loca sancta 128, 193, 201

Legature 137-8

Lettura 45, 169

Lorenzo Scupoli 120, 124, 129, 149

Lorenzo Valla 241

Manoscritti G, 25, 88, 98, 205, 221

Maso Finiguerra 187

Petrarca 92, 151

Postillati 37

Santini 69

Scienza dell’informazione 1, 20, 81, 95, 101, 105-6, 121, 134, 152, 162, 164, 194, 199, 204, 206, 233, 259

Storia del libro 18

Storia della carta 246

Storia della stampa 62

Storia delle biblioteche 5, 14, 24, 66, 68, 73, 75-6, 78, 80, 90, 104, 131, 158, 181, 192, 196-8, 222, 235, 237, 245, 247-8, 250, 261

Tipografi itineranti C, 160-1

Valutazione della ricerca 117

 

Antiquariato

La Casa del Collezionista. Listino vendita 1/2015, Pistoia 2015. 600 belle proposte (tra cui molte incisioni, specie a colori) di materiale spesso illustrato.

Libreria Antiquaria Mediolanum. Arte e architettura. Catalogo 42, Milano 2015. Ben 469 volumi ottimamente descritti e illustrati, scelti tra una raffinata serie di edizioni collegate al tema indicato (quasi un bibliografia in nuce sull’argomento). Oltre a numerose illustrazioni b/n sono presenti 8 tav. a col. e indici delle materie e dei luoghi (le schede sono in ordine alfabetico per autore).

Primigenia Studio Bibliografico. Catalogo 54, Gattico 2015. Bella serie di circa 240 proposte dal Quattrocento in poi, anche piuttosto curiose.

Scriptorium. Studio bibliografico. Catalogo 26, Mantova 2015. Una serie di oltre 500 proposte, soprattutto ’7, ’8 e ’900 anche prezzi molto accessibili.

Studio Bibliografico Bruno Pucci. Natale 2014. Catalogo 5, Napoli 2014. Oltre 370 proposte di varia, dal Cinquecento in poi, con belle descrizioni.

Studio Bibliografico Bruno Pucci. Libri antichi e rari. Catalogo 1, Napoli 2015. Circa 200 pezzi ben descritti e proposti anche con riproduzioni fotografiche.

 

Risorse elettroniche

a cura di L.R.

Renaissance Splendors of the Northern Italian Courts

http://www.getty.edu/art/exhibitions/renaissance_splendors/.

Il J. Paul Getty Museum di Malibu ha organizzato dal 31 marzo al 21 giugno una mostra intitolata Renaissance Splendors of the Northern Italian Courts. Collegata all’iniziativa c’è anche una mostra virtuale, raggiungibile dal sito web del Getty Center, che amplia i contenuti dell’esposizione americana grazie alla collaborazione di alcuni istituti italiani di Ferrara (Museo dell’Opera del Duomo), Mantova (Archivio Storico Diocesano), Milano (Archivio e Biblioteca Capitolare di Sant’Ambrogio e Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana), Venezia (Fondazione Giorgio Cini e Abbazia di San Giorgio Maggiore) e Verona (Museo di Castelvecchio e Chiesa di San Zeno). Dal link riportato sopra si accede a una pagina dedicata alla mostra, nella quale oltre a trovare due utili rinvii a video che raccontano in tono didattico come si realizza un manoscritto miniato e la sua struttura, e a poter disporre di materiali scaricabili relativi alla mostra (la Illustrated exhibition checklist e la Gallery text that accompanies this exhibition), si può accedere alla Virtual exhibition vera e propria. Qui è possibile navigare attraverso una sequenza di pannelli virtuali che presentano numerosi particolari o pagine intere da manoscritti miniati attribuibili a collezioni delle corti rinascimentali dell’Italia Settentrionale. Ogni pannello presenta i dati del manoscritto da cui è tratta la riproduzione con più o meno ampie note di commento. Cliccando sull’immagine si apre un’altra area in cui, grazie all’elevatissima qualità delle riproduzioni, è possibile ingrandire anche moltissimo le fotografie per valorizzare particolari minuti. Il tutto senza intaccare la fluidità della visualizzazione che risulta estremamente rapida nonostante il “peso” delle immagini. In alto, la casella “Cerca” permette di navigare nella mostra interrogando il sistema per parole chiave. È possibile, per esempio, isolare tutti i pezzi provenienti da una collezione inserendo il nome dell’istituto di conservazione. La mostra è anche visualizzabile automaticamente con una slideshow, ma è possibile scorrere le singole riproduzioni cliccando su “Esplora collezioni”. In questo caso alle miniature delle immagini sono associate delle essenziali didascalie con il soggetto iconografico e l’esplorazione può giovarsi di un ordinamento cronologico ascendente o discendete dei pezzi. Una volta aperta con un click l’immagine è possibile ingrandirla e avere le informazioni del pannello della mostra principale cliccando su “Dettagli”. In questa modalità risulta, infine, particolarmente interessante la possibilità offerta dal sistema di confrontare due immagini della mostra, aprendo un apposito box di lavoro nella parte bassa della pagina e trascinandovi le immagini che si vogliono porre a confronto. Tutte le parti fisse e gli strumenti di interazione descritti sono disponibili anche in italiano, mentre i testi sono solo in inglese (si dovrà pertanto usare i termini inglesi per la ricerca nel testo dei pannelli). Un ottimo esempio di collaborazione internazionale favorita dalle nuove tecnologie per la realizzazione di un prodotto di alto valore culturale e scientifico, oltre che pregevole sul versante più divulgativo, con la speranza che la mostra virtuale non sia solo un oggetto effimero, come molti dei progetti disponibili on-line, ma rimanga disponibile anche oltre la fine dell’esposizione materiale.

 

Cronache

Mostre

Arte lombarda dai Visconti agli Sforza. Milano al centro dell’Europa, Milano, Palazzo Reale, 12 marzo – 20 giugno 2015. Costruita nella viva memoria dell’omonima mostra allestita nei medesimi locali nel 1958 da Longhi e Dell’Acqua, l’esposizione milanese si colloca come un esempio altissimo di esposizione. Più che le mirabolanti meraviglie di qualche mostra-spettacolo, o per la fastosità dell’allestimento (invero chiarissimo ma di classica compostezza), la mostra si segnala per l’eccezionale quantità e qualità del materiale esposto non meno che per l’intelligenza del percorso suggerito. Innanzitutto la volontà di caratterizzare un periodo molto preciso della vita milanese, dall’ascesa al potere dei Visconti, fino all’esperienza sforzesca e all’arrivo dei francesi, periodo, pur fra guerre e traversie politiche, di grande splendore della città e della sua corte (e di qui la puntuale ancorché essenziale documentazione storica, non meno che la stessa organizzazione cronologica del materiale, sia pur non rigidissima: ottima l’audioguida che selezionava una trentina di pezzi più significativi). In secondo luogo la capacità di interpretare criticamente la cifra stilistica della proposta artistica del tempo, via via segnalando influenze, passaggi, personalità. In terzo luogo la decisione di aprire uno sguardo su tutta la gamma delle manifestazioni propriamente artistiche del tempo, quindi pittura, miniatura, disegno, non meno che scultura (altro materiale viene indicato come esposto permanentemente al vicino Museo del Duomo), architettura (certo incrementabile), tessuti, gioielleria, smalti, avori, niello, tarocchi… Un tentativo reale di ricostruire a tutto tondo una “realtà artistica” estremamente ricca e sfaccettata, capace di allagarsi un po’ a tutto il territorio circonvicino, fino almeno all’insediamento veneziano in Bergamo e Brescia. Da segnalare in questa sede, a indicare anche una volontà di documentare con serietà piuttosto che di fare cassetta, l’assidua presenza del materiale manoscritto, in particolare decorato o miniato (molto proveniente dalla BN di Parigi), nonché di un paio di incunaboli, citati per le loro silografie (forse anche l’aspetto dell’incisione avrebbe potuto avere un suo sviluppo). Ma a doverne parlare in questa sede sarebbe bastata la felice scelta di evidenziare, nella misteriosa tavola di Michelino da Besozzo con la Madonna del roseto, il particolare dei quattro angeli seduti a leggere intorno a un libro aperto… La splendida esposizione è documentata da un ampio e solido catalogo (Milano, Skira, 2015, pp. 300, € 44). – E.B.

 

Taccuino

a cura di R.V.

Iniziative promosse dal CRELEB

 

Aldo Manuzio e il libro del Rinascimento tra produzione e collezionismo.

Summer school 2015

Torrita di Siena, 31 agosto-3 settembre 2015

 

Lunedì 31 agosto

14.00 Registrazione

14.15 Saluti

14.30-15.00 Mario de Gregorio, Introduzione

15.00-16.30 Edoardo Barbieri, Aldo Manuzio nell’editoria italiana del Rinascimento

16.30-17.00 Pausa

17.00-19.00 Luca Rivali, Prìncipi e libri del Rinascimento europeo

19.30 Cena

 

Martedì I settembre

9.00-11.00 Edoardo Barbieri, Tipologie librarie nella produzione manuziana

11.00-11-30 Pausa

11.30-13.30 Luca Rivali, Il viaggiatore e il cardinale: Hernan Colón e le collezioni romane del XVI secolo

13.30 Pranzo e pausa

15.00-17.00 Edoardo Barbieri, Nell’officina aldina tra caratteri e filologia

17.00-17.30 Pausa

17.30-19.30 Luca Rivali, Raccolte librarie barocche: de Thou, Mazarino, Naudé

Serata libera

 

Mercoledì 2 settembre

9.00-11.00 Edoardo Barbieri, Periferie aldine: un programma editoriale e i suoi confini

11.00-11.30 Pausa

11.30-13.30 Luca Rivali, Bibliofilia e bibliografia da Loménie de Brienne a Renouard

13.30 Pranzo e pausa

15.00-18.00 Edoardo Barbieri, Esame autoptico di alcuni libri rinascimentali

19.00 Cena

21.00-23.00 Conferenza pubblica

L’antiquario e il collezionista. Un dialogo tra Fabrizio Govi (Associazione Librai Antiquari Italiani) e Paolo Tiezzi (Società Bibliografica Toscana). Modera Edoardo Barbieri

 

Giovedì 3 settembre

9.00-11.00 Luca Rivali, Una collezione novecentesca: il caso di Ugo Da Como a Lonato

11.00-13.00 Carlo Pulsoni, Manuzio, Bembo, Petrarca

13.00-13.15 Conclusioni

 

Per informazioni e iscrizioni

http://centridiricerca.unicatt.it/creleb

luca.rivali@unicatt.it

 

 

VII workshop di aggiornamento e formazione in discipline del libro e del documento 2015

Lonato, Fondazione Ugo Da Como – Università Cattolica, Sede di Brescia, 22-23 ottobre 2015

 

giovedì 22 ottobre

Lonato (BS), Fondazione Ugo Da Como

14.00 visita alla casa-museo e alla biblioteca della Fondazione Ugo Da Como

15.00 Rocca di Lonato, saluto di Edoardo Barbieri (Direttore del CRELEB)

15.15 Marco Villoresi, Le edizioni dei Cantari agiografici in versi tra Quatto e Cinquecento

16.45 Natale Vacalebre, Le fonti archivistiche per la storia di una biblioteca cinquecentesca

18.30 rinfresco

19.45 cena conviviale a Lonato (su prenotazione)

 

venerdì 23 ottobre

Brescia, Università Cattolica, via Trieste 17, Sala della Gloria

9.00 saluto del Prof. Mario Taccolini (Direttore del Dip. di Scienze Storiche e Filologiche)

9.15 Mahmoud Salem Elsheikh, Nuove prospettive sulle fonti islamiche della Commedia

10.45 pausa

11.00 Saverio Campanini, Appunti su Gershom Soncino e Aldo Manuzio

12.30 conclusione dei lavori

 

Per informazioni creleb@unicatt.it tel. 0272342606 – 0302406260

 

 

Five Centuries After. Aldus Manutius: Culture, Typography and Philology. An International Colloquium

Milan, Ambrosiana Library

Thursday and Friday 19th-20th November 2015

in partnership with the Grolier Club, New York

 

November 19th

h. 9.15

Saluto di Federico Gallo

Presiede Edoardo Barbieri

Piero Scapecchi, Vent’anni dopo: gli studi su Aldo dopo le mostre del centenario 1494-1994

Scott Clemons, Pressing Business. The Economics of the Aldine Press

pausa

David Speranzi, Il corsivo greco di Aldo e i suoi modelli

Nicolas Barker, The Ahmanson-Murphy Catalogue Revisited

Comunicazione: Isabella Fiorentini – Natale Vacalebre, La raccolta delle aldine trivulziane: una collezione bibliografica e una mostra virtuale

 

Discussione

 

15.00

Presiede Nigel G. Wilson

Patrizia Bertini – Ugo Vignuzzi, Prime schede per il volgare di Aldo

Alessandro Ledda – Luca Rivali, Johannes alter Aldus? Giovanni Tacuino e l’editoria umanistica nella Venezia di Manuzio

Pausa

Miriam Foot, The Binder Who Worked for the Bookshop “al Segno dell’Ancora e Delfino”

Dorit Raines, Becoming collectible. The Selling and Collecting of Aldines in Venice

Comunicazione: Marzia Sorrentino, Edizioni aldine in due biblioteche di Monreale

Discussione

 

November 20th

9.15

Presiede Piero Scapecchi

Robin Raybould, Grolier, Aldus and Erasmus

Andrea De Pasquale, La bibliofilia aldina nelle raccolte dell’Italia nord-occidentale

pausa

Susy Marcon, I ritratti aldini della Ambrosiana

Angela Nuovo, La fine della dinastia Manuzio. Aldo jr. e la sua biblioteca

Conclusioni di Edoardo Barbieri

 

 

Engaging the Reader 2015

martedì 24 novembre, Università Cattolica, largo Gemelli 1, Milano, aula Pio XI

 

La nuova edizione di “Engaging the Reader” avrà come tema “La qualità del libro e del prodotto editoriale”. Sul prossimo numero di «AB» il programma completo dell’evento.

 

 

Incontri, mostre, seminari

 

Alle radici della Biblioteca Umanistica: la biblioteca di Girolamo dei Bardi (1777-1829). Da collezione privata a uso pubblico

Firenze, Biblioteca Umanistica, piazza Brunelleschi 4, 6 maggio-30 giugno 2015

 

La mostra è dedicata alla collezione libraria dei Bardi Gualterotti, uno dei rami principali dei Bardi di Vernio, del quale il conte Girolamo (1777-1829) fu l’ultimo rappresentante. La collezione, una delle più illustri tra le raccolte nobiliari fiorentine costituite agli inizi del secolo XVIII, fu depositata nel giugno 1892 dal Pio Istituto dei Bardi, suo erede,  presso l’Istituto di Studi Superiori di Firenze, nucleo fondante dell’attuale Università degli studi.

Le tre sezioni della mostra documenteranno in successione la stratigrafia e l’accrescimento della raccolta. Dopo le principali provenienze dei libri, illustrate con particolare riguardo agli ex libris e alle note di possesso familiari, nobiliari e private, si esaminerà  l’accrescimento operato da Girolamo.

Inizialmente speculare all’aggiornamento della Biblioteca del Museo di Fisica e Storia Naturale, la più grande istituzione scientifica del Granducato, che Girolamo diresse tra il 1807 e il 1829, l’incremento riguardò anche i temi dell’educazione popolare, che erano al centro del dibattito culturale e politico contemporaneo. Il metodo del mutuo insegnamento, diffuso in Toscana dopo il 1815, ispirò i suoi scritti e fu alla base sia della  scuola fondata a Firenze nel dicembre 1818 sia della sua attività editoriale didattica.

Per informazioni:

http://www.sba.unifi.it/Article580.html

 

Mazarinades : nouvelles approches (colloque international)

Parigi, Bibliothèque Mazarine & BnF (site de l’Arsenal)

10-12 giugno 2015

 

Mercoledì 10 giugno, ore 8.30

Bibliothèque Mazarine

Saluti istituzionali di Yann Sordet, direttore della Bibliothèque Mazarine

mazarinades, rhétorique et politique (presiede Olivier Poncet, École nationale des chartes)

§ M. Griesse (Université de Constance), Le corps politique et ses maladies: grammaires médico-politiques dans les mazarinades § S. Vergnes (Université Toulouse II), Les frondeuses au prisme des mazarinades: information, déformation et transformation § N. Obukowicz (Université de Varsovie), Les mazarinades comme parodie de la lamentation polémique de la seconde moitié du XVIe siècle

les mazarinades a l’heure des humanités numériques

(presiede Alain Génetiot, Université de Lorraine)

§ T. Ichimaru (Université Gakushuin, Tokyo), Enjeux de la numérisation des mazarinades § P. Rebollar (Université Nanzan, Nagoya), Mensonge et tromperie dans les Mazarinades

fonds et collections (i) 

(presiede Stephane Haffemayer, Université de Caen)

§ S. Gargioni (Université de Londres), The mazarinades’ collection in the British Library § C. Vellet (Bibliothèque Mazarine), Les mazarinades à l’affiche ? Armand d’Artois(1845-1912), dramaturge et catalogueur des mazarinades de la Bibliothèque Mazarine § A. Toftgaard (Bibliothèque Royale de Copenhague), La collection de mazarinades de la Bibliothèque Royale du Danemark

production typographique et diffusion éditoriale

(presiede Frédéric Barbier, EPHE)

§ G. Proot (Bibliothèque Mazarine), Exploring the physicality of the mazarinades and their meaning § G. Feyel (Université Panthéon-Assas Paris 2), Les systèmes de communication et d’information dans les années 1648 et 1649 § C. Kürschner (Université du Havre), Les imprimeurs rouennais et les mazarinades

Visite de l’exposition de la Bibliothèque Mazarine (Christophe Vellet)

 

Giovedì 11 giugno, ore 8.30

Bibliothèque de l'Arsenal

fonds et collections (ii)

(presiede Yann Sordet, direttore della Bibliothèque Mazarine)

§ B. Blasselle e S. Pascal (BnF, Bibliothèque de l'Arsenal), Le fonds de mazarinades de la bibliothèque de l'Arsenal § P.-L. Drouhin e J.-D. Mellot (Bibliothèque nationale de France), Les mazarinades périodiques: floraison sans lendemain ou tournant dans l'histoire de la presse française? § L. Ferri (Cornell University Library, Ithaca), Inter Folia Venenum: Les collections de mazarinades aux États-Unis

l’usage de l’histoire dans les mazarinades

(presiede Yves-Marie Bercé, membre de l’Institut)

§ F. Benigno (Université de Teramo), The Fate of Goliath: Uses of history in the mazarinades § C. Saal (Université de Liège), «Faire voir par l’histoire»: usages du passé entre rhétorique et bagages culturels dans les mazarinades § M. Tsimbidy (Université Bordeaux-Montaigne), Les mémoires de la Fronde à la lumière des mazarinades

approches linguistiques, lexicologiques, génériques

(presiede Myriam Tsimbidy, Université Bordeaux-Montaigne)

§ A. Génetiot (Université de Lorraine), Les mazarinades de Jean-François Sarasin (1614-1654) § T. Matsumura (Université de Tokyo), Les mazarinades sont-elles une véritable mine pour les lexicographes? § A. Amatuzzi (Université de Turin), Les mazarinades: la politique au service de la langue française

le rire et la violence

(presiede Jean-Marie Constant, Université du Maine)

§ C. Nédelec (Université d'Artois), La Fronde, une guerre comique? § É. Avocat (Université de Kyoto), Éloquence séditieuse et éloquence révolutionnaire: les mazarinades, point aveugle d’une culture politique moderne § Y. Rodier (Université Paris-Sorbonne Abu-Dhabi), La stratégie politique de l’odieux par l’exemple des mazarinades génovéfaines (avril-septembre 1652)

 

Venerdì 12 giugno

Bibliothèque Mazarine

approches comparatives: autres temporalités

(presiede Patrick Rebollar, Université Nanzan)

§ S. Nawrocki (BnF, Bibliothèque de l’Arsenal), Les dynamiques de publication et la circulation des pamphlets autour de Marie de Médicis en exil (1631-1642) § C. Kuhn (Otto-Friedrich-Universität Bamberg), Pasquino and Early Modern Politics: The Mazarinades in comparison with libels from 16th century Augsburg and 18th century London § H. Hermant (Université de Nice Sophia Antipolis), Les campagnes pamphlétaires de don Juan José de Austria, des mazarinades espagnoles?

approches comparatives: autres espaces politiques

(presiede Pierre Ronzeaud, Aix-Marseille université)

§ A. Hugon (Université de Caen Basse-Normandie) e M. Ledroit (Université Paris IV Sorbonne), La bataille de l'imprimé lors de la guerre de sécession catalane: 1640-1652 § R. Von Friedeburg (Rotterdam, Erasmus University), The attack on war-despotism: the mazarinades and German (1630’s to 1650’s) material compared

les contre mazarinades

(presiede Claudine Nédelec, Université d’Artois)

§ F. Queyroux (Bibliothèque de l'Institut national d'histoire de l'art), "Plumes bien taillées" contre "livres très pernicieux à l'État" : Gabriel Naudé et les mazarinades § V. Dorde-Larcade (Université Bordeaux-Montaigne), Autour des ducs d’Epernon, l’école de la mazarinade (1588-1655) § S. Haffemayer (Université de Caen), Mazarin face aux mazarinades: information et communication pendant la Fronde (1648-1653)

Per Informazioni:

http://www.bibliotheque-mazarine.fr/fr/evenements/actualites/mazarinades-nouvelles-approches-colloque-international

 

Sharing the Holy Land. Perceptions of Shared Sacred Space in the Medieval and Early Modern Eastern Mediterranean

Londra, Libreria Sansoviniana, 12-13 giugno 2015

 

Relazioni di: § Prof. Osama Hamdan (Al-Quds University, Jerusalem) § Prof. Bernard Hamilton (Nottingham) § Prof. Benjamin Kedar (Hebrew University Jerusalem)

Altre relazioni: Dionigi Albera (CNRS-Aix-Marseille), Anthony Bale (Birkbeck),  Phil Booth (Lancaster), Dr Glenn Bowman (Kent, Michele Campopiano (York), Lucy Donkin (Bristol), Gil Fishhof (Tel Aviv), Marci Freedman (Manchester), James Hill (Leeds), Lucy-Anne Hunt (Manchester Metropolitan), Alexia Lagast (Antwerp), Georg Leube (Marburg), Anthony Luttrell, Lisa Mahoney (DePaul), Nicholas Morton (Nottingham Trent), Alan V. Murray (Leeds), Giuseppe Perta (Centro di Ricerca sulle Relazioni Mediterranee), Camille Rouxpetel (École Française de Rome), Beatrice Saletti (Udine), Yuri Stoyanov (SOAS), Alessandro Tedesco (Milan), Nickiphoros Tsougarakis (Edge Hill University), Jan Vandeburie (Kent) and Julian Yolles (Harvard)

Per informazioni:

http://warburg.sas.ac.uk/events/colloquia-2014-15/sharing-the-holy-land/ 

 

 

Buying and Selling

Call for Papers

7th St Andrews Annual Book Conference

University of St Andrews, 18-20 giugno 2015

 

Giovedì 18 giugno, ore 10.00

debt economies and bookselling risks

§ L. Burkart (University of Basel), Venture capital and debt economy in early printing culture – the case of Michael Wenssler § M. Buning (Max Planck Institute), Privilege, print and profit. The economy of printing privileges in the seventeenth-century Dutch Republic § J. E. Dittmar (London School of Economics), Book Prices in Early Modern Europe: An Economic Perspective

bookselling in early modern france

§ J.-P. Pittion (University of Tours), A Protestant bookseller in seventeenthcentury France: Daniel Delerpinière’s Saumur bookshop, 1661 § M. Walsby (University of Rennes), Sealing the deal. Publishers, booksellers and purchasers in Renaissance France

selling strategies i

§ M. Komorowska (Jagiellonian University), ‘Large volumes that are bought by few’ – printing and selling postils in early-modern Poland § V. Dunstan (University of Dundee), The state of Scottish bookselling circa 1800 § M. van Ittersum (University of Dundee), The Sale of the Century? The Auction of the Working Papers of the Dutch Jurist Hugo Grotius (1582-1645) in The Hague in November 1864

modern book market (King’s James Library)

§ J. Sibbald (Pallmart), Book bitch to the rich - the strife and times of the Revd. Dr. Thomas Frognall Dibdin § D. Green (University of St Andrews), Library as collector and re-collector § F. Eisermann (Berlin State Library), Lost in transaction: ‘Discollecting’ Incunabula in the nineteenth and twentieth centuries

 

Venerdì 19 giugno, ore 9.30

selling the news

§ J. Hillgärtner (University of St Andrews), Making the news commercially viable. Publishing strategies of early-modern newspaper printers § A. der Weduwen (University of St Andrews), Booksellers, Newspaper Advertisements and a National Market for Print in the Seventeenth-Century Dutch Republic

day to day practices of book buying and selling

§ D. Bellingradt (University of Nuremberg), Organizing Amsterdam’s book lotteries § P. Tromans (De Montfort University), ‘Doubt not to buy this pretie Booke/ the price is not so deare’: The Business of Browsing in Early Modern Bookshops (BibSoc sponsored) § J. Kiliańczyk-Zięba (Jagiellonian University), Printing for the pilgrims. Krakow seventeenth-century guidebooks

selling strategies ii

§ M. Furno (University of Grenoble III), Editing the 1543's Thesaurus linguae latinae: Robert Estienne's dream and nightmare § D. Ciccarello (University of Palermo), 'Buying and Selling in one Trip: Book Barter in Times of Trouble for Francesco Ciotti’s Printing and Bookselling House' § J. Cumby (University of St Andrews), Neither Scholar nor Printer: Luxembourg de Gabiano and Merchant-Publishing in Sixteenth-Century Lyon

marketing the arts

§ T. Lyons (Illinois State University), Beyond the Professional Playbook: The Market for Printed Drama in Early Modern England § A. Roper (University of St Andrews/Christs College Cambridge), New Perspectives on the Augsburg Book Trade: Georg Willer’s Music Catalogue of 1622

 

Sabato 20 giugno, ore 9.00

lists & inventories

§ R. Adam (University of Liège), ‘Men and book under watch’: the Brussels’ book market in the mid-sixteenth century through the inquisitorial archives § N. Vacalebre (University of Udine), The bookshop of Luciano Pasini, bookseller and publisher between Perugia and Venice in the second half of the sixteenth century (BibSoc sponsored) § G. Kemp (University of St Andrews), Buying, selling and the marketplace of print in the seventeenth century: An analysis of the English Term Catalogues

buying strategies

§ I. Garcia (National University of Mexico), ‘Without denunciation and humiliation’: purchases of books to religious communities in Colonial Mexico - U. V. Fuss (University of Leuven), 1668: Lima - Lyon - Antwerp. Connecting a Jesuit from Lima to printers in Antwerp

Per informazioni:

http://ustc.ac.uk/index.php/site/conference

 

 

Reading Copy-Specific Features:

Producers, Readers and Owners of Incunabula

Leicester, De Montfort University. CTS – Centre for textual studies

30 giugno – 1 luglio 2015

 

Il programma è disponibile sul sito: http://cts.dmu.ac.uk/reading/

 

 

“Participatory library and LIS education”.

Biblioteca Nazionale di Roma, 13 luglio 2015, h 9.30-13.30. Seminario con David Lankes.

 

In occasione della visita in Italia di David Lankes, autore dell’Atlante della biblioteconomia moderna (Milano, Bibliografica, 2014), AIB con la sponsorizzazione dell’Ambasciata USA ha promosso un Seminario presso la Biblioteca Nazionale di Roma il giorno 13 luglio, dalle ore 9:30 alle ore 13:30. Lo scopo è di  avviare una conversazione con tutti gli interessati (professionisti, professori, studenti, datori di lavoro, ecc.) a partire dalle tesi dell’Atlante sulla formazione professionale nel contesto della formazione continua.

Info: annamaria.tammaro@unipr.it

 

La “mirabile” natura. Magia e scienza in Giovan Battista Della Porta (1615-2015). Convegno internazionale

Napoli-Vico Equense, 13-17 ottobre 2015

 

Martedì 13 ottobre, Sala dei Baroni, Maschio Angioino

h 10.30 Saluti delle Autorità § Marco Santoro, Introduzione al Convegno § Giovanni Muto, Il Viceregno al tempo di Della Porta § Maurizio Torrini, La fortuna storiografica del Della Porta

h 16.00 Trasferimento dei convegnisti da Napoli a Vico Equense

h 18.30 Inaugurazione della mostra bibliografica

h 20.30 Cena sociale

 

Mercoledì 14 ottobre, sala Polifunzionale dell’Istituto SS. Trinità, Vico Equense

h 9,30 Saluti delle Autorità § Bruno Basile, “Riflessi dell’anima”. La fisiognomica prima e dopo Della Porta § Miguel Ángel González Manjarrés, Las anotaciones filológicas de Della Porta a la Fisiognomía de Pseudo Aristóteles § Alfonso Paolella, Le illustrazioni nelle Fisiognomiche di Della Porta e le interferenze con le arti visive § Marco Santoro, Filippo Finella e la fisionomia “naturale” § Eva Vigh, Moralitá e segni fisiognomici ne Della fisonomia dell’huomo di Giovanbattista Della Porta

h 16.00 Anna Cerbo, Della Porta e il Delli fondamenti dello stato di Scipione Di Castro § Raffaella De Vivo, Annotazioni sul De Munitione § Antoni Malet, Della Porta, Kepler, and the changing notion of optical image c. 1600 § Annibale Mottana, Della Porta e i minerali: da “scherzi di natura” a “meraviglie naturali prevedibili” § Salvatore Ferraro, Tipografi itineranti a Vico Equense (1584-1599) nell’età di Della Porta e Paolo Regio

h 20,30 Intrattenimento teatrale con lettura di brani rinascimentali e dellaportiani

 

Giovedì 15 ottobre

h 8,30 Visita a Pompei

 

Giovedì 15 ottobre, Villa Della Porta, Vico Equense

h 15,30 § Donald Beecher, Giambattista Della Porta’s La sorella goes to England and France § Françoise Decroisette, La retorica dei prologhi dellaportiani : il richiamo allo spettatore § Paola Trivero, Ulisse: tradizione letteraria e canone tragico

h 18.00 Visita guidata al centro storico di Vico Equense

 

Venerdì 16 ottobre, Castello Giusso, Vico Equense

h 9.00 § Guido Baldassarri, “Auctoritates” ed “esperienza” nella Magia naturale del Della Porta § Francesco Furlan, Reviviscenze umanistiche e sapere iniziatico nel Della Porta § Armando Maggi, Magia, memoria e meraviglia § Paolo Piccari, L’arte della memoria in Giovan Battista Della Porta § Oreste Trabucco, Nel cantiere della Magia

h 15,30 § Michaela Valente, Della Porta e il Sant’Uffizio § Donato Verardi, Giovan Battista Della Porta. La scienza, l’occulto e i segreti della natura § Gianni Palumbo, La ‘Villa’ dellaportiana tra esperienza e tradizione letteraria § Marco Guardo, Giovambattista Della Porta: le celebrazioni dei Lincei

h 18.00 Tavola rotonda: Magia ieri e oggi. Partecipano: Giordano Berti, Gabriele Frasca, Gabriele La Porta, Pier Luigi Vercesi, modera Marco Santoro

h 21.00 Cena sociale

 

Sabato 17 ottobre, sala Polifunzionale dell’Istituto SS. Trinità, Vico Equense

ore 9.00 § Luigia Laserra, L’innesto quale sintesi ideale fra Natura e Arte nelle pagine della Villa § Anna Giannetti, Le Villae di Giovan Battista Della Porta: l’agricoltura come modello e pratica virtuosa nel solco della tradizione della villa napoletana § Luana Rizzo, Il recupero delle fonti classiche della Retorica di Aristotele e Cicerone nel pensiero di Giovanbattista Della Porta § Eugenio Refini, “Io vorrei trasformarmi in libri”: note sul carteggio dellaportiano § Vincenzo Trombetta, La figura e l’opera del Della Porta nell’editoria dell’Ottocento

 

 

Postscriptum

 

S

ono giorni pesanti quelli in cui scrivo. I continui sbarchi (o meglio naufragi) di migranti nel mare Mediterraneo e l’inettitudine della Comunità Europea a farsi realmente carico del problema, la minaccia dei terroristi pseudo-islamici (resto convinto che il vero Islam sia un’altra cosa) in Europa, l’incombente presenza di IS nel Vicino Oriente con guerra-morte-distruzione, i massacri (si può parlare di “genocidio”?) di cristiani in molte parti dell’Africa e dell’Asia, il terremoto in Nepal, l’incapacità dei nostri politici a guardare più in là del loro naso alla realtà drammatica in cui viviamo (papa Francesco ha parlato di una strisciante III guerra mondiale!). Una strada sarebbe, naturalmente, quella di chiudersi nel nostro circoscritto mondo degli studi, nella realtà non tanto complicata dei nostri più diretti interessi, nel circuito sostanzialmente autoreferenziale dell’accademia e della vita universitaria. Soluzione un po’ meschinella ma lecita. E in effetti ciò che si vede è una duplice soluzione. Da un lato la posizione rinunciataria di professori universitari ridotti (e auto-ridotti) a impiegati delle poste, senza idee né volontà, un po’ sindacalizzati un po’ vigliacchi, con l’unico desiderio di andare presto in pensione (anche per sfuggire a una burocratizzazione pesantissima, inutile, distruttiva del nostro lavoro). Dall’altro lato ci sono invece gli autoproclamati intellettuali del gruppo, tronfi protagonisti di se stessi, impegnati in incessanti cicli di presentazione dei propri libri (quando li hanno scritti loro…), incapaci di ironia, capi-bastone di masse inette o re-taumaturghi dei poveri. Perché poi, se si va a guardare realmente la qualità dei lavori pubblicati, i contatti e la notorietà internazionali, la serietà personale… Ciò che accomuna entrambe le scelte è, mi pare, l’incapacità di una reale assunzione di responsabilità. In un momento drammatico e difficile nel quale ci tocca vivere io credo che un professore universitario (che è pagato per insegnare, per organizzare, per studiare, ma soprattutto per PENSARE liberamente) debba innanzitutto assumersi la responsabilità storica che gli è data. Oggi è il 25 aprile 2015, settantesimo anniversario della Liberazione! Mi basti qui invocare l’auctoritas indiscussa di Carlo Dionisotti, testimone indefettibile di una crisi nazionale e internazionale ancora più tragica della nostra (almeno per l’Europa) che parlava del “tradimento degli intellettuali”. Ma, in fondo, la stessa cosa ce l’ha ricordata la figura di François, il protagonista di Sottommissione di Michel Houellebecq: a dire il vero me li vedo già, alcuni colleghi, pronti, pur di mostrarsi in tutte le salse possibilmente con tanto di fotografia e di rimborso spese gonfiato, alla piena accettazione delle nuove forze della storia (idealismo hegeliano?), tali e quali i professori che subentrarono sulle cattedre dei colleghi ebrei cacciati dalle leggi razziali nel ’38. Ma vorrei rafforzare questa idea (e approfondirla) con un aneddoto personale, che ho già raccontato. Nel 1982 (avevo ventun’anni, ohimè…), dopo che Jaruzelski ebbe proclamato le leggi marziali in Polonia, io molto mi agitavo per la libertà di quel popolo. In particolare sostenevo una raccolta di firme per protestare con l’autorità polacca e giravo tra i professori cercando adesioni. Tra i pochi che rifiutarono di firmare ci fu Giuseppe Billanovich (e io ci restai molto male, perché era un professore che stimavo per la sua sapienza). Avendo visto la mia faccia, il giorno dopo mi bloccò in corridoio e mi disse, come a spiegarsi, «Vedi, quella che noi combattiamo è la guerra delle schedine», e mi mostrò un libro su Petrarca e la Polonia scritto da Tadeusz Ulewicz e che la sua casa editrice Antenore aveva appena pubblicato. Al momento io non capii, anzi, mi parve una risposta sconclusionata. Innanzitutto, però, cosa voleva dire nel suo linguaggio icastico: la nostra è la guerra delle schede bibliografiche, delle ricerche minute di notizie e informazioni per ricostruire storia e interpretazione dei testi. Ora, certo si può pensare che fosse un modo per difendere il suo quieto vivere (ma Billanovich si vantava di non aver mai indossato la camicia nera, e, se era stato militare nella campagna di Russia, aveva amici partigiani) e forse era una risposta dettata da una certa prevenzione per quello studente particolarmente agitato. Però oggi lo capisco meglio. Più che firmare petizioni (on line abbondano) il nostro compito di intellettuali e professori è di dare forma dall’interno del nostro lavoro alle idee che ci muovono. Non si tratta di fare i predicatori savonaroliani, ma di far sì che l’ideale determini l’azione (mia e di chi mi sta intorno) attraverso gli strumenti del lavoro stesso. Così avremo davvero la possibilità di diventare, come dice il profeta Isaia (58,12), «ricostruttori di città distrutte». – Montag

 

 

 

L’almanacco bibliografico

Bollettino trimestrale

di informazione sulla

storia del libro e delle

biblioteche in Italia

 

numero 034, giugno 2015

(chiuso il 3 giugno 2015)

ISBN 9788881327232

disponibile gratuitamente in formato PDF all’indirizzo http://creleb.unicatt.it

(sono stati tirati 10 esemplari cartacei)

 

a cura del CRELEB (Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca)

 

(Università Cattolica – Milano e Brescia)

 

comitato editoriale: Edoardo Barbieri (coordinatore), Anna Giulia Cavagna, Pasquale Chistè, Giuseppe Frasso, Arnaldo Ganda, Ugo Rozzo

redazione: Marco Callegari, Rudj Gorian, Alessandro Ledda, Fausto Lincio, Giancarlo Petrella, Luca Rivali, Alessandro Tedesco, Natale Vacalebre, Roberta Valbusa

contatti: “L’almanacco bibliografico”, c/o Edoardo Barbieri, Università Cattolica, Largo Gemelli 1, 20123 Milano; e-mail: creleb@unicatt.it

 

edizioni CUSL – Milano

per informazioni: info@cusl.it